Uploaded by Abraham Moises Monico Albento

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“I diplomatici possono viaggiare nell'interno” ribatté Tyrer con durezza.
Angélique notò Struan che da lontano si girava a guardarla e gli fece un allegro cenno di saluto. I pochi
cavalieri smontarono in fretta dalle loro cavalcature e poi tutti, indistintamente, si inginocchiarono sui due lati
della strada chinando il capo fino a terra. Aveva parlato con convinzione ma non poteva non chiedersi di quanta
parte della verità Struan e Tyrer fossero veramente al corrente: cinque uomini assassinati sulle strade di
Yokohama durante il primo anno, l'anno dopo due russi, un ufficiale e un marinaio di una nave da guerra
modello portoghese fatti a pezzi, sempre a Yokohama. “Ci toglieremo i cappelli e ci inchineremo tre volte. E tu
cosa farai?”
“Non ce ne sarà bisogno, l'unica cosa da cui ci si deve guardare sono i samurai solitari, quelli che
girano soli o in coppia, i fanatici nemici degli stranieri. E dai ronin. Canterbury e Struan guardavano con
attenzione avanti mentre nuovi arrivati li sorpassavano, li circondavano, pur lasciando sempre un pò di spazio
perchè potessero avanzare.
I pochi samurai impettiti fissavano il passaggio degli stranieri con aria minacciosa. Ma la manovra
inavvertitamente lo diresse verso il palanchino anziché nell'altra direzione. “Eccetto che per le delegazioni
ufficiali” era stata la precisazione di Tyrer. Ognuno di questi omicidi è stato premeditato e non provocato,
pensò, architettato e commesso da un samurai con due spade. Canterbury aveva indicato un punto a nord. “No,
mi dispiace, non ancora, mademoiselle. Dicono che ci vogliano anni per leggere e scrivere nella loro lingua.”
“Più o meno per un'altra settimana, poi me ne torno a Hong Kong.” Struan era il più alto e il più aitante dei tre.
Mentre Angélique si avvicinava, gli occhi di Struan si erano stretti in un sorriso. Sul volto di molti erano
dipinti l'odio e la paura. “Io non ne sarò mai in grado.” Sovrappensiero, Canterbury estrasse la fiaschetta dalla
tasca, ne trangugiò un buon sorso e prima di riporla si ripulì la bocca col dorso della mano. Un pò a disagio,
Tyrer mostrò a Canterbury il suo piccolo Derringer. Nessuno dei viaggiatori girò la testa. Spronando la sua
cavalcatura si lanciò contro l'attaccante di Struan. L'altro giovane samurai, seduto a gambe incrociate sul ciglio
della strada, era intento ad arrestare con il kimono arrotolato l'emorragia della spalla. La spada ancora
insanguinata giaceva sul suo grembo.
Tuttavia ciò non aveva alcuna importanza, perchè Angélique stava già
galoppando lontano.
Con un balzo l'uomo si mise in salvo e vedendo la ragazza si precipitò verso di lei brandendo la spada. Sentieri
stretti e rigagnoli ovunque; la puzza dello sterco umano, il solo fertilizzante usato in Giappone, onnipresente. Il
suo pony diede uno strattone alle redini e lei corresse d'istinto la direzione. “Angélique, guarda!” Struan fermò
la sua cavalcatura e indicò oltre il dosso a un centinaio di metri la strada principale. McFay si sfilò la giacca e
ricoprì quel che restava del corpo di Canterbury, poi rimontò sul suo pony e in compagnia dell'amico americano
si affrettò verso nord in direzione di Kanagawa. E nell'ultimo anno un soldato britannico e un sergente con la
gola tagliata davanti alla camera da letto del console generale! “Devono sicuramente sapere quale grande
processione di samurai è passata di qua e prima troviamo il colpevole tanto meglio sarà. L'attacco dev'essere
stato ordinato da uno dei loro re o principi. Questa volta possiamo inchiodare il bastardo e che Dio l'aiuti.”
Uomini, donne e bambini di tutte le età, ricchi e poveri, quasi tutti giapponesi con l'eccezione di qualche raro
cinese dal vestito lungo. Gli uomini costituivano la maggioranza, e tutti indossavano kimono di varie fogge e
qualità, e cappelli di stoffa o di paglia d'ogni tipo.
“Questa è la vostra prima visita in Asia?” I pochi samurai impettiti fissavano il passaggio degli stranieri con
aria minacciosa. Tacque quando Canterbury fermò il suo pony per indicare qualcosa con il frustino. Il suo
compagno gli si avvicinò e l'aiutò a rialzarsi. E giustamente, stava pensando Canterbury, perchè a Yokohama
circolavano molti relitti umani e molti balordi, e a essere onesti di tanto in tanto capitava a curiosare anche un
pirata. “Non c'è pericolo, non si è mai verificato un attacco del popolino, qua non siamo in India né in Africa né
in Cina. “Questa è la vostra prima visita in Asia?” E' una città così speciale e così sacra che nessuno vi può
entrare eccetto pochi giapponesi speciali, dicono.” Perché non a Natale?
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