Uploaded by vit.morini

Italia nel dopoguerra: dalla crisi al delitto Matteotti

advertisement
DALLa crisi del
dopoguerra al
delitto Matteotti
Capitolo 7, pp. 286-305
Vittoria mutilata
❖ Espressione coniata da D’Annunzio sulle colonne de «Il Corriere della Sera» in
un articolo datato 24 ottobre 1918
❖ Non era stata prevista, al momento della firma del Patto di Londra, la
disgregazione dell’impero austro-ungarico, da cui nacquero vari Stati nazionali
(Iugoslavia, Polonia, Austria, Ungheria, Cecoslovacchia);
❖ Abbandono del tavolo delle trattative da parte di Vittorio Emanuele Orlando e
Sonnino in segno di protesta e di orgoglio (Wilson aveva imposto all’Italia la
rinuncia alla Dalmazia, pena la decadenza dell’intero patto di Londra) ma, così
facendo, l’Italia non solo non ottiene Fiume (che rivendicava in base al principio
di nazionalità: era abitata in prevalenza da italiani) e la Dalmazia (che
rivendicava per il patto di Londra, ma abitata da slavi), ma non partecipa alla
spartizione delle colonie tedesche.
13 settembre 1919
Gabriele d’Annunzio, a capo di alcuni reparti
dell’esercito (legionari), parte da Ronchi ed
occupa la città di Fiume senza avere
nessuna autorizzazione dal governo
italiano presieduto da Francesco Saverio
Nitti. Dota Fiume di una Costituzione (la
Carta del Carnaro, dal nome del Golfo,
redatta dal sindacalista De Ambris)
Novembre-Dicembre 1920
Solo dopo circa un anno (reggenza del Carnaro,
15 mesi) lo Stato italiano riesce ad allontanare i
legionari dalla città e a ripristinare la legalità
(trattato di Rapallo: l’Italia ottiene Zara e alcune
isole, mentre la Dalmazia rimane alla Iugoslavia;
Fiume città libera sotto la Società delle Nazioni – v.
sgombero con la forza dopo 5 giorni di resistenza,
il cosiddetto «Natale di sangue»; verrà annessa
all’Italia col patto di Roma del 1924)
Un pericoloso precedente
• L’impresa di Fiume mostra come un
gruppo di violenti possa compiere un
atto di forza senza che le autorità
intervengano
• Il fascismo si rifarà all’impresa di
Fiume in occasione della marcia su Roma
Gabriele D’Annunzio
Fiume anche
esperimento
sociale:
legalizzazione
aborto e
accettazione
relazioni
omosessuali
Privi di lavoro e delusi,
fondano nel 1918 l’ANC
(Associazione Nazionale
combattenti) che aveva
un
connotato
di
antisistema e antipolitica
Grave crisi economica
Difficoltà dell’industria, che deve essere
riconvertita ad un’economia «di pace» (da qui
licenziamenti in industrie meccaniche e chimiche
e aumento di povertà)
Difficoltà dell’agricoltura, che non riesce a
produrre raccolto sufficiente per le esigenze del
Paese
Aumento del debito pubblico (milioni di
dollari concessi al governo italiano durante il
conflitto).
Inflazione e crollo della lira, cui non
corrisponde un incremento delle retribuzioni
(colpito soprattutto il ceto medio degli
impiegati a reddito fisso)
1919: Congresso di Bologna e preminenza dei massimalisti
guidati da Lazzari e Giacinto Menotti Serrati sui riformisti
guidati da Turati e Treves
Si forma anche una corrente di estrema sinistra con:
Gramsci che dirige la rivista «Ordine nuovo» a Torino e Bordiga che dirige il gruppo
legato al settimanale «Il Soviet» a Napoli
1921: A Livorno si tiene il XVII Congresso del Partito socialista
Un gruppo di massimalisti, guidato da Bordiga e Gramsci, si
stacca dal Partito socialista e dà vita al Partito comunista
1922: La nascita del Partito socialista unitario
Anche l’ala più riformista del Partito si stacca al XIX Congresso.
Giacomo Matteotti dà vita al Partito socialista unitario
Il Partito Popolare di don Luigi Sturzo
Laico,
aconfessionale
Partito
Popolare
Italiano
interclassista
Adesioni nelle campagne (programma di redistribuzione dei terreni incolti,
soprattutto nel Sud) e nelle città, tra operai, artigiani e piccoli commercianti
(proposta di riforma fiscale per una maggiore giustizia sociale).
Il programma si basava, inoltre, sulla difesa della famiglia, sulla libertà di
insegnamento, sull’introduzione di un sistema elettorale proporzionale,
sull’estensione del diritto di voto alle donne.
Appello ai liberi e forti
«A tutti gli uomini liberi e forti
che in questa grave ora sentono alto il
dovere di cooperare ai fini supremi della
Patria, senza pregiudizi, né preconcetti,
facciamo appello perché uniti
insieme, propugnino nella loro
interezza gli ideali di giustizia e libertà»….
Perché possa realizzarsi uno «Stato
veramente popolare, che riconosca i limiti
della sua attività, che rispetti i nuclei e gli
organismi naturali – la famiglia, le classi, i
comuni – che rispetti la personalità
individuale e incoraggi le iniziative private».
(Appello lanciato dall’albergo di Santa Chiara
a Roma il 18 gennaio 1919)
Don Luigi Sturzo
23 marzo 1919: nasce il Movimento dei Fasci di
combattimento di Mussolini
❖ Fascio: simbolo di forza e unità (v. fascio littorio: arma che i littori romani portavano con
loro per proteggere i magistrati, composta da una scure e da un fascio di verghe di
legno, legati tra loro da strisce di cuoio)
❖ Programma di S. Sepolcro (riunione nel salone del Circolo dell’Alleanza Industriale e
commerciale) come alternativa al socialismo marxista e al modello liberale,
pubblicato su Il popolo d’Italia (v. fonte p. 292) e ricorso alla violenza (v. 15 aprile 1919:
distruzione dei macchinari tipografici ed incendio alla sede milanese dell’Avanti)
❖ Intreccio di socialismo e nazionalismo, di rivendicazioni di sinistra e di destra
(suffragio universale maschile e femminile, età elettorato attivo abbassata dai 21 ai 18
anni e passivo dai 30 ai 25; abolizione del Senato; paga minima; tassa straordinaria sul
capitale a carattere progressivo, ma anche: sequestro dei beni delle Congregazioni
religiose, politica estera volta a valorizzare la nazione italiana nel mondo,
nazionalizzazione delle fabbriche di esplosivi e armi, formazione di una milizia nazionale)
❖ Aderenti al movimento furono i futuristi, gli Arditi (ex combattenti dei reparti d’assalto,
abituati alla violenza e scontenti delle condizioni di pace) e reduci della prima guerra
mondiale, i sindacalisti rivoluzionari (che si ispiravano alle idee di Sorel).
BENITO MUSSOLINI
Partiti che
avanzano
Le elezioni del 1919
Partito
liberale (200
seggi)
Partiti che
perdono
Partito
socialista
(156 seggi)
Partito
popolare
(100 seggi)
Sistema
proporzionale
(al posto del precedente
sistema maggioritario
uninominale)
Circa 100
seggi in
meno
rispetto alla
legislatura
precedente
I liberali perdono molti voti ma conservano la maggioranza
relativa dei voti, insieme ai popolari (i socialisti decidono di
non partecipare all’esecutivo).
I Fasci di combattimento non conquistano neppure un seggio.
I Fasci di combattimento
Contrari alla monarchia
Si presentano
come argine ai
comunisti
Garanzia
di pace e
ordine
sociale
Contrari
alla
Chiesa
Fasci di
combattimento
Misto tra
socialismo e
autoritarismo
Sconfitta elettorale
nel 1919
Un periodo
di forti tensioni sociali
1919-1920
Biennio rosso
Le reazioni
al Biennio rosso
Scioperi delle leghe rosse e bianche dei
lavoratori agricoli per chiedere aumenti
salariali, numero minimo di braccianti da
impiegare anche nei mesi di inattività, oltre
all’occupazione delle terre al Sud
Industriali e proprietari terrieri
organizzano squadre di armati
Numerose fabbriche del Nord (Fiat) sono
occupate dagli operai della FIOM.
Si formano Consigli di fabbrica sul modello
dei soviet russi (fare come in Russia)
chiedendo, oltre agli aumenti salariali o alla
riduzione della giornata lavorativa a 8 ore,
anche il diritto ad esercitare un potere
effettivo negli stabilimenti, decidendo
collettivamente gli investimenti da fare).
Il ceto medio, pur sentendosi
trascurato dallo Stato, guarda con
sospetto le proteste di sinistra
L’ultimo governo Giolitti
Giugno 1920
Il governo è affidato a Giolitti
La crisi di Fiume
Giolitti innanzitutto fa intervenire carabinieri e guardie
regie guidate dal generale Caviglia per sgombrare la
città di Fiume (“Natale di sangue”, dic. 1920)
Il Biennio rosso
Giolitti evita l’uso della forza per non acuire lo
scontro e attende che il moto si esaurisca da sé
Delegati comunisti davanti
al teatro Goldoni di Livorno, sede del
XVII Congresso nazionale socialista,
15 gennaio 1921
in un primo momento Mussolini operò al di fuori del Parlamento
nascono le
squadre d’azione
fascista
▪ organizzazioni paramilitari, guidate dai ras (il termine
inizialmente indicava i capi feudali delle province in Etiopia, qui
leader locali dello squadrismo), ex ufficiali dell’esercito che si
spostano da un paese all’altro e, armati di fucili, mitragliatrici e
bombe a mano, attaccano le sedi sindacali, le case del
popolo, le Camere del lavoro, i circoli del dopolavoro,
giornali e tipografie. Azioni contro leghe rosse e bianche
▪
I sindacalisti e i contadini impegnati attivamente nelle
rivendicazioni vengono picchiati, mutilati, umiliati.
▪ In un primo tempo queste azioni sono rivolte contro il
proletariato agricolo, in particolare in Emilia, Lombardia,
Piemonte, Veneto, Toscana, Puglia.
Sono i proprietari terrieri, piccoli artigiani e bottegai dei centri rurali ad utilizzare per
primi le squadre fasciste, per far cessare o anche solo prevenire gli scioperi, per paura
che le rivolte contadine possano portare disordine sociale e quindi instabilità. In questo
senso di parla di fascismo agrario, in quanto sono i proprietari terrieri a sovvenzionare i
fasci contro le leghe socialiste.
Due aggressioni contro i
nemici della nazione (1920)
•
•
Mario Sironi, Squadra d’azione
Quadro celebrativo delle “squadracce” fasciste
13 luglio 1920: L’attacco all’Hotel
Balkan di Trieste, contro le
minoranze slave
21 novembre 1920: L’attacco al
municipio di Bologna (palazzo
d’Accursio) avvenne per impedire
la cerimonia di insediamento
della
nuova
giunta
rossa
presieduta da Ennio Gnudi (era
prevista l’esposizione della bandiera
rossa; i socialisti, colti di sorpresa,
aprono il fuoco e causano una
decina di morti e una cinquantina di
feriti; l’obiettivo viene raggiunto e si
insedia un commissario prefettizio).
La conquista del potere
Maggio 1921 – nuove
elezioni
Giolitti
fissa nuove elezioni, tentando di strumentalizzare la
violenza fascista. Pensava anche che l’ascesa dei partiti di
massa fosse un fenomeno temporaneo, legato al periodo
post-bellico, ma si sbagliava.
presenta blocchi nazionali
costringendoli a
collaborare con
governo
campagna elettorale
per indebolire
socialisti e
popolari
liste di coalizione:
esponenti liberali +
fascisti
sedare le violenze fasciste
attraverso un loro ingresso in
parlamento
clima di forte intimidazione da parte delle squadre fasciste
blocco nazionale → maggioranza esigua
esito socialisti → pur calando, buoni risultati
popolari → aumentano i propri seggi
fascisti → entrano in parlamento con 35
deputati
instabilità politica
Da qui le dimissioni di
Giolitti, cui subentra
BONOMI e, poco dopo,
FACTA.
Bonomi cerca di far cessare le violenze e Mussolini accoglie la proposta, per
non perdere il sostegno della borghesia, favorendo una trasformazione
legalitaria del movimento.
Da qui la firma del Patto di pacificazione tra squadristi e socialisti (3 agosto
1921), sconfessato già il 16 agosto.
Reazione dei ras: Italo Balbo a Ferrara, Roberto Farinacci a Cremona, Dino
Grandi a Bologna, Dino Perrone Compagni a Firenze, Giuseppe Bottai a Roma,
Giuseppe Caradonna a Foggia. I ras non vogliono rinunciare alla violenza e
non sono unanimi nel riconoscere a Mussolini il ruolo di leader nazionale.
Congresso dei fasci di Roma (novembre 1921): il patto di pacificazione
viene sconfessato e Mussolini ottiene, in cambio, la trasformazione del
movimento in partito.
Nascita del Partito nazionale fascista (8/11/1921)
ABBANDONO
DEL
PROGRAMMA
REPUBBLICANO,
SOCIALISTA
E
ANTICLERICALE.
Programma interclassista (interesse dalla nazione superiore agli interessi di parte) e che
cerca l’appoggio del potere: grande capitale, Chiesa, monarchia, esercito.
Estremo conservatorismo
sociale
Difesa degli interessi
borghesi e della
monarchia
Opposizione violenta ai
movimenti dei lavoratori
dopo le elezioni del ’21 si succedono governi formati da coalizioni popolari-liberali
(Ivanoe Bonomi dal luglio 1921 a febbraio 1922, poi Luigi Facta)
Maggio-settembre 1922
seconda ondata di terrorismo fascista
la violenza fascista arriva a livelli insopportabili
l’esercito e la magistratura non intervengono con la forza a fermare le squadre fasciste
agosto
1922
sciopero legalitario nazionale
proclamato dall’Alleanza del
lavoro, coalizione di forze
proletarie nata nel 1922
chiede ripristino legalità
e fine violenze fasciste
scontri tra manifestanti e fascisti (che non aderiscono allo
sciopero
ed
impediscono
l’interruzione
dei
servizi,
conquistandosi così la fiducia della classe imprenditoriale e
borghese).
I fascisti occupano alcuni comuni (Milano), distruggono numerose Camere del Lavoro e sedi di
partito.
La marcia
su Roma (28 ottobre 1922)
Marcia su
Roma
Vittorio
Emanuele
III rifiuta di
firmare lo
stato
d’assedio
Il re
conferisce
a Mussolini
l’incarico
di formare
il nuovo
governo
LA MARCIA SU ROMA
film consigliato: La marcia su Roma,
di Dino Risi, 1962
Grazie a numerose complicità istituzionali, le
squadre fasciste, provenienti da tutto il Paese,
cominciano l’avvicinamento alla capitale,
occupando città e paesi, in particolare edifici
pubblici e stazioni ferroviarie, e sbandierando i
cartelli con la scritta «Roma o morte» (v.
Garibaldi a Marsala), mentre Mussolini attende
a Milano pronto a fuggire in caso di fallimento.
Il Re, di fronte al rischio di una guerra civile,
rifiuta di firmare lo stato d’assedio proposto
dal dimissionario Facta. L’esercito non riceve Mussolini con i quadrumviri Michele Bianchi,
l’ordine di intervenire.
Emilio De Bono, Cesare Maria De Vecchi e
Italo Balbo
Il 29 ottobre Mussolini è incaricato di formare il
nuovo governo.
Le squadre fasciste in marcia verso Roma erano
disorganizzate e mal equipaggiate, l’esercito
avrebbe potuto fermarle senza difficoltà.
Stato d’assedio
provvedimento eccezionale, determinato da
gravi circostanze, con il quale vengono
temporaneamente sospese alcune leggi che
garantiscono la libertà del cittadino o, in alcuni
casi,
la
Costituzione
stessa,
con
trasferimento dei poteri civili all’autorità
militare.
Furono le simpatie di cui godeva Mussolini negli
ambienti militari, monarchici e conservatori in
genere a spaventare il Re tanto da fargli temere
lo scoppio di una guerra civile e da indurlo a
incaricare proprio Mussolini della formazione del
nuovo governo.
Foto di Adolfo Porri Pastorel (1888-1960), padre del fotogiornalismo italiano
Italo Balbo, il
più giovane (26
anni), medaglia
al valor militare
nella IGM, di
idee
repubblicane,
esponente del
fascismo
agrario
ferrarese.
Michele
Bianchi,
Segretario
del PNF
Emilio De
Bono
Mussolini
con occhi
fissi,
mascelle
serrate,
petto in fuori
e braccia sui
fianchi
Cesare Maria De Vecchi, monarchico e
cattolico, presidente degli ex combattenti
torinesi
Quali furono le ragioni della scelta del re?
1. la situazione generale di quegli anni, rimasta irrisolta coi
metodi dello Stato liberale, quindi la forza sembrava l'unica
soluzione possibile;
2. l'ingenuità dei politici che sottovalutarono il fascismo (tra
questi, Giolitti che si alleò coi fascisti alle elezioni del 1921,
pensando
di
usare
tale
alleanza
e
neutralizzare/costituzionalizzare poi la violenza fascista,
riportando i fascisti nei binari delle istituzioni, dopo aver
eliminato il pericolo socialista)
3. la scelta del re di non usare l'esercito contro le camicie nere,
forse per evitare spargimento di sangue, favorendo così il
passaggio alla dittatura (dichiarò di voler evitare “che gli
italiani si ammazzassero l’uno con l’altro”).
1922
il primo governo Mussolini
governo di coalizione
per «salvare la nazione»
Mussolini
Politica del «Doppio Binario»:
compromesso con le istituzioni +
aggressività e tendenza antipolitica
liberali, popolari (Sturzo si dimette)
presidente del Consiglio
ad interim (provvisoriamente): Interni e Esteri
Parlamento appoggia Mussolini nella speranza di ristabilire la pace sociale
Mussolini promette la normalizzazione (rientro nella normalità e nella legge)
tuttavia il 16
novembre 1922
discorso del bivacco
Discorso tenuto in occasione della presentazione ufficiale del
governo a Montecitorio:
✓ inutilità del Parlamento (aula sorda e grigia);
✓ Accampamento per le camicie nere (bivacco di manipoli)
✓ Apertura finale verso la classe dirigente liberale e aiuto per
salvare la Nazione boccheggiante
«Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Potevo
sprangare il Parlamento e costituire un governo esclusivamente di fascisti. Potevo:
ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto».
Divisioni interne al fascismo
Dicembre 1922
«Legge dei
pieni poteri»
Gran Consiglio
del fascismo
✓ Intransigenti guidati da Roberto Farinacci (ras
di Cremona)
in attesa di una rivoluzione
armata fascista e sospettosa verso la strada del
compromesso politico;
✓ Moderati/revisionisti guidati da Giuseppe
Bottai e dal gruppo ruotante intorno alla
rivista «Critica fascista», favorevole al rispetto
del regime costituzionale da parte del fascismo
e contraria alla violenza squadrista.
Primi passi verso la fascistizzazione dello Stato
✓ Attribuisce al governo funzioni del Parlamento
✓ Riunisce i dirigenti del partito, il direttore generale della Pubblica
sicurezza e altri dirigenti politici
✓ Indica le linee guida della politica del Paese al Consiglio dei
Ministri e propone le leggi, sostituendosi di fatto al Parlamento
(la discussione nelle Camere era puramente formale)
gennaio 1923
per controllare
violenza e dare
una veste ufficiale
allo squadrismo
le squadre fasciste (camicie nere)
inquadrate nella
Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN)
esercito parallelo che, nonostante l’obbligo formale di
fedeltà al re, risponde solo agli ordini del capo del
governo, con compiti di ordine pubblico e lotta ai
sovversivi
Ciò non pone fine alle violenze squadriste che colpirono gli oppositori politici
come:
✓ Francesco Saverio Nitti, ex Presidente del Consiglio, che scelse la via dell’esilio
in Svizzera a causa delle persecuzioni e delle minacce;
✓ i liberali democratici Giovanni Amendola e Piero Gobetti, morti in Francia per
le conseguenze dei pestaggi subiti (Amendola aveva subito una aggressione a
Roma in via Crispi il 26 dicembre 1923);
✓ il sacerdote don Giovanni Minzoni, ucciso nel 1923 in un’azione squadrista.
Fine 1923
Creazione della polizia
di partito col fine di
sorvegliare ed intimidire
gli oppositori (Mussolini
negherà di averla creata)
provvedimenti economici
favorevoli all’iniziativa privata
Gratifica l’esercito con una
imponente celebrazione della
Vittoria il 4 novembre
Ceka fascista (dal nome della polizia
segreta russa istituita da Lenin nel
1917) sotto la guida di Amerigo
Dumìni
per ottenere il consenso degli imprenditori e dei ceti
produttivi, abolisce i provvedimenti giolittiani
(come l’aumento dell’imposta di successione o la
nominatività dei titoli azionari)
novembre 1923
legge Acerbo
(dal nome del parlamentare fascista)
la lista che avesse ottenuto la
almeno il 25% dei voti avrebbe
avuto assegnati i 2/3 dei seggi in
Parlamento
(premio
di
maggioranza)
nuova legge elettorale maggioritaria
le liste sconfitte si sarebbero divise
in modo proporzionale i seggi
rimanenti. In questo modo si premia
la maggioranza e si frammenta
l’opposizione
elezioni aprile 1924
presenta una lista governativa nazionale, detto il LISTONE
Partito fascista
fascisti, esponenti del partito liberale conservatore (come
Salandra e Orlando), del partito popolare (la componente
clerico moderata, mentre Luigi Sturzo lascia il Paese). Giolitti,
fautore dei blocchi nazionali nel 1921, preferisce stavolta
presentare una lista indipendente.
opposizioni
si presentano frammentate
La campagna elettorale si svolge in un clima di forti intimidazioni e di violenza contro tutti gli
oppositori politici
Numerosi furono i brogli segnalati il giorno delle elezioni
listone ottiene circa il 65% dei voti
anche se vi furono violenze, il risultato dimostra l’ampio consenso, buona parte dell’Italia
vedeva il fascismo come la forza politica in grado di garantire stabilità politica e ordine
sociale
base di consenso
ceti medi e piccola borghesia, ambienti militari, alta burocrazia,
grande borghesia degli imprenditori, grandi proprietari terrieri
Elezioni 1924
DELITTO MATTEOTTI
Giacomo Matteotti (segretario del Psu)
10 giugno 1924
https://youtu.be/9UJKPsI90r8
In un discorso alla Camera (30 maggio 1924) aveva
denunciato il clima di violenza instaurato dal
fascismo prima e durante il voto e ne contestò
l’esito.
Matteotti viene rapito e ucciso, il cadavere verrà ritrovato in un bosco
vicino Roma (macchia della Quartarella) il 16 agosto
crisi di consenso al fascismo
secessione dell’Aventino
(27 giugno 1924)
i parlamentari delle opposizioni reagiscono decidendo
di non partecipare più ai lavori della Camera fino a
quando non fosse stata ripristinata la legalità.
alto valore morale, ma politicamente debole
testimonia la divisione dell’opposizione
si appellano al re nella speranza di uno
scioglimento della camera e di nuove elezioni
Vittorio Emanuele III non aveva nessuna intenzione di indire
nuove elezioni per paura che, in un clima di legalità e dopo il
fatto Matteotti, potessero vincere le sinistre.
Discorso Matteotti
https://www.youtube.com/
watch?v=Vf3qmtUcoIo
DISCORSO DI MATTEOTTI ALLA CAMERA (30 maggio 1924)
«Io chiedo di parlare non prudentemente, né imprudentemente, ma
parlamentarmente», disse Matteotti al presidente della Camera, Rocco.
Alla fine aggiunse un appello alla Camera: «Voi dichiarate ogni giorno di
voler ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora
in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovinate quella che è l’intima
essenza, la ragione morale della nazione». Poi rivolgendosi ai suoi vicini
aggiunse: «Il mio discorso l’ho fatto. Ora, a voi, preparare il discorso
funebre per me».
3 gennaio 1925
Mussolini in un discorso alla Camera si assume la responsabilità
morale, politica e storica del delitto Matteotti, giustificando le azioni
squadriste («se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io
sono il capo dei questa associazione»)
Discorso Mussolini, p. 277
il discorso segna l’inizio del regime fascista
https://www.youtube.com/w
atch?v=e5oDJ6GMRV8
Nei giorni seguenti ogni opposizione viene repressa, agli aventiniani viene revocato
il mandato parlamentare (esilio a Parigi e Londra: fuoriuscitismo) e si instaura una
dittatura che, soprattutto nei primi mesi è mantenuta grazie alle frange più
intransigenti del partito.
creazione Stato totalitario
Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e di tutto
il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità
politica, morale, storica, di tutto quanto è avvenuto.
Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo,
fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio
di ricino e manganello, e non invece una passione superba
della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo
è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di
questa associazione a delinquere!
Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima
storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di
questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho
creato con una propaganda che va dall’intervento ad oggi».
Mussolini, Discorso del 3 gennaio 1925
Per approfondire: Puntata di Barbero
https://www.la7.it/in-viaggio-con-barbero/rivedila7/in-viaggio-con-barbero-il-caso-matteotti-04-012025-573944
✓ Auto del sequestro: lancia Lambda (noleggiata da Filippo Filippelli, direttore del Corriere
italiano, e ritirata da Amerigo Dumini)
✓ Luogo del sequestro: Lungotevere Arnaldo da Brescia
✓ Ora del sequestro: intorno alle 16:30
✓ 12 giugno: arresto di Dumini alla stazione Termini e condotto al carcere regina Coeli. Dumini
confessa di aver rapito Matteotti e che il socialista sia morto per un malore, ma la macchina è
piena di sangue. Lo aveva pugnalato Albino Volpi perché Matteotti aveva reagito e, per
divincolarsi dai suoi rapitori, gli aveva tirato un calcio nei testicoli. Cercano un posto per bruciarlo
ma hanno poco tempo, scavano una buca col cric dell’auto nella zona della Quartarella
✓ 12 giugno: riunione notturna al Viminale per l’arresto di Dumini e perché si teme venga
scoperta la Ceka, uno squadrone della morte usato per omicidi politici mirati (della Ceka
fanno parte delinquenti, reclutati tra gli Arditi milanesi, dotati di passaporti fasi e alloggiati a
Roma, in via del Corso). Alla riunione partecipano: Aldo Finzi, giornalista del Corriere italiano e
sottosegretario agli Interni; Emilio De Bono, capo della polizia e della Milizia del PNF; Cesarino
Rossi, capo dell’ufficio stampa del Viminale (dava ordini alla Ceka); Giovanni Marinelli,
segretario amministrativo del PNF (gestisce i fondi del partito e della Ceka).
✓ 16 giugno: Mussolini è ricevuto dal re Vittorio Emanuele III che gli mostra la sua solidarietà.
Analogo sostegno mostrano i 50.000 fascisti convocati a Bologna da Dino Grandi.
Download