Hegel (1770-1831) Slides a cura della prof.ssa Roberta Reitano Testo di riferimento: Skepsis 2B, Il capitello + integrazioni Opere principali 1801 Differenza tra il sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling 1802-1803 Giornale critico della filosofia (in collaborazione con Schelling) 1807 Fenomenologia dello Spirito (rottura con Schelling) 1816 Scienza della logica 1817 Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio 1827 Seconda edizione - 1830 Terza edizione 1821 Lineamenti della filosofia del diritto → concezione dello Stato. I principi fondamentali del suo pensiero “Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale” (Prefazione ai Lineamenti di filosofia del diritto) Rifiuto della separazione di pensiero e realtà, soggetto-oggetto, fenomeno-noumeno. Idea greca del lógos → è sia l’ordine razionale della realtà sia il ragionamento (umano) sulla realtà. Il pensiero è immanente alla realtà, non è puramente soggettivo né solo una facoltà mentale. VS FICHTE VS SCHELLING La contrapposizione tra Io e non-io non viene mai superata. Il suo Assoluto come identità di identità e differenza, ovvero puro indifferenziato, è come “la notte in cui tutte le vacche sono nere”. Cattiva infinità. Non dà conto della differenza e della ricchezza del reale. L’errore della filosofia precedente consiste nell’aver pensato il fondamento della realtà come una sostanza immutabile. Spinoza aveva fatto un passo avanti nel concepire tale principio come unitario e immanente (Deus sive natura, che contiene sia pensiero che estensione) ma la concepisce ancora come un’entità immobile, statica. Hegel parla quindi di una sostanza-soggetto, intelligente, autocosciente e attiva: Idea (in senso greco) o Spirito. La sostanza è essere in sé e per sé: unione del concetto e della sua determinazione. ● Essere in sé → l'essenza ultima di ogni cosa, ciò che fa di ogni cosa proprio quella cosa e non un’altra. Es. l’uomo è un animale razionale. ● Essere per sé → l’insieme delle forme particolari in cui ogni essenza si presenta nell’esperienza (la variazione che ogni ente individuale porta rispetto all’essenza. Es. il dott. Rossi. La verità ultima del reale è il processo compiuto dalla sostanza-soggetto. Tale processo include le essenze delle cose e le loro forme particolari: non bastano i concetti per avere la verità perché essi esprimono soltanto l’essenza delle cose (il loro lato universale e sempre uguale) ma la realtà è fatta di forme concrete, particolari. La verità è quindi unione di concetto e realtà che si realizza grazie al processo dialettico. Tale unione è chiamata Idea. Quando l’Idea conosce se stessa diventa Spirito. Al centro della filosofia hegeliana stanno quindi le idee di Idea, Spirito e dialettica. IDEA HEGELIANA CONCETTO UNIVERSALE (Pensiero) REALTÀ composta di particolari Ma in che modo si possono conciliare l’universale e il particolare, l’identità e la differenza? Nel concetto (Idea), cioè nell’universale, è già contenuto il principio della differenza. Il concetto si specifica, si particolarizza da sé, in base a un principio dinamico che gli è connaturato: ➔ la dialettica: legge suprema e motore della realtà. La sostanza non è sempre uguale a se stessa, non sta ferma, è un soggetto che si trasforma e che per trasformarsi ha bisogno di imbattersi nella differenza e nella negatività. Aufhebung Processo che supera, togliendo e conservando: ciascuna determinazione nega la precedente ma al tempo stesso la conserva. Motore della dialettica: ● Legge di sviluppo del pensiero e della realtà (piano epistemologico e piano ontologico) SINTESI ANTITESI TESI La differenza tra CONCRETO ASTRATTO Oggetto compreso nelle sue relazioni interne, ovvero in quanto totalità che dà significato alle singole parti che lo costituiscono. Oggetto considerato separatamente dal contesto in cui è inserito, e quindi indipendentemente dalle relazioni che lo collocano nella totalità. Colti rispettivamente da: RAGIONE Facoltà mediante cui conosciamo l’infinito, cioè la realtà nella sua totalità concreta. Permette un sapere assoluto, in cui il soggetto coglie la propria identità con l’oggetto. INTELLETTO Facoltà mediante cui cogliamo il finito, cioè la realtà considerata in astratto, ovvero gli enti slegati l’uno dall’altro (es. soggetto slegato dall’oggetto). La Fenomenologia dello Spirito Fenomenologia ➔ percorso della realtà (Spirito) che si manifesta a se stessa (un percorso di formazione); ➔ descrizione delle diverse forme o figure nelle quali lo Spirito si manifesta progressivamente nell’esperienza umana. Spirito ➔ realtà nella sua totalità (“il vero è l’intero”), cosciente di se stessa; ➔ dimensione propriamente umana. Le tappe della Fenomenologia dello Spirito PRIMA PARTE 1. COSCIENZA 1. 2. 3. Certezza sensibile Percezione Intelletto 2. AUTOCOSCIENZA 1. 2. 3. Appetito Conflitto tra autocoscienze e dialettica servo-padrone Liberazione (stoicismo, scetticismo, coscienza infelice) 3. RAGIONE 1. 2. 3. Ragione osservativa Ragione attiva Superamento dell’individualità alla ricerca di una legge universale SECONDA PARTE 4. SPIRITO 5. RELIGIONE 6. SAPERE ASSOLUTO La coscienza La coscienza è la manifestazione dello spirito che si rapporta a un oggetto, percepito come "esterno" e "altro" da sé. Si articola in: CERTEZZA SENSIBILE PERCEZIONE INTELLETTO La conoscenza degli oggetti esterni attraverso i sensi; essa ci dà la certezza di conoscere soltanto il singolo oggetto che si trova a contatto con i nostri sensi in quel preciso momento, dunque non è affidabile. Il soggetto concepisce l'oggetto come una molteplicità di qualità coesistenti in una "sostanza", una "cosa" percepita dall'io sempre nello stesso modo. Il momento in cui la coscienza realizza che conosce gli oggetti esterni soltanto come "fenomeni" interni a sé stessa: comprende così che non esiste l'oggetto senza il soggetto che lo conosce, e diventa "coscienza di sé", cioè autocoscienza. L’autocoscienza Manifestazione dell'attività del soggetto che si rapporta con le cose e con gli altri soggetti, secondo figure progressive: APPETITO LOTTA TRA AUTOCOSCIENZE LIBERAZIONE La necessità di liberarsi dalla dipendenza dagli oggetti conduce all’emergere dello stoicismo (indifferenza al mondo esterno) e allo scetticismo (impossibilità di pronunciarsi sul mondo esterno). 1. L’autocoscienza desidera appropriarsi delle cose per affermarsi. Vince chi è disposto a rischiare la propria vita, che diventa padrone di chi invece, avendo preferito salvare la pelle, ha perso, diventando servo. 2. Comprende di doversi confrontare con altre autocoscienze, cioè con gli altri uomini. La situazione però si capovolge: il padrone si abitua a dipendere dal lavoro del servo, perdendo la sua autonomia, mentre il servo, attraverso il lavoro, diventa autonomo e in grado di operare sugli oggetti. Se da un lato il lavoro lo nobilita, però, dall’altro lo estrania a se stesso, perché egli su tuffa negli oggetti, perdendosi (alienazione). Ciò però a lungo andare porta all’emergere della cosiddetta COSCIENZA INFELICE: quella di chi avverte una profonda lacerazione col mondo e con Dio, che supera attraverso una sorta di estasi mistica: ricongiungimento con Dio, che fa cogliere all’autocoscienza la sua unione con il tutto, al di là delle apparenti separazioni. La ragione È l’autocoscienza che diventa certa di essere ogni realtà, anche se si tratta di una certezza ancora astratta, di una verità conosciuta in modo superficiale: la ragione deve ancora ritrovarsi concretamente in quella stessa realtà in cui è arrivata a riconoscersi in astratto. RAGIONE OSSERVATIVA RAGIONE ATTIVA RICERCA DI UNA LEGGE MORALE UNIVERSALE La ragione cerca se stessa nella natura, individuando le leggi che la governano (approccio scientifico dell’età moderna). Cerca di realizzarsi attivamente nel mondo umano, che però non sembra soddisfare la sua aspirazione alla felicità. Illusione di trovare dentro sé un valido progetto di miglioramento del mondo: alla ricerca del piacere personale si sostituisce la ricerca del benessere collettivo (morale di Kant). Personaggio chiave: Faust. Il sistema della filosofia hegeliana 1816 Scienza della logica 1817 Enciclopedia delle scienze filosofiche Argomenti: 1) Logica 2) Filosofia della natura 3) Filosofia dello spirito I caratteri della logica hegeliana In Hegel la logica equivale alla metafisica individua le leggi del pensiero che equivalgono alle leggi della realtà. A partire dal pensiero, quindi, scopriamo com’è fatta la realtà, anche perché (non dimentichiamolo!) per Hegel pensiero e realtà coincidono. Logica → processo attraverso cui il pensiero espone se stesso e si mostra come fonte delle sue determinazioni. Tale autoesposizione consiste in una serie di passaggi nei quali il pensiero determina la propria natura in maniera sempre più precisa e adeguata. I caratteri della logica hegeliana Ciascuna tappa di questo percorso logico-argomentativo è composta da 3 momenti che formano la struttura logica di ogni concetto: 1) TESI: il lato astratto e intellettuale → coglie le determinazioni astratte e separate. Es. soggetto/oggetto ecc… 2) ANTITESI: lato dialettico o negativo-razionale → scetticismo che mette in discussione: Es. l’oggetto dipende dal soggetto 3) SINTESI: lato speculativo o positivo-razionale → incremento del sapere. Es. soggetto e oggetto sono la stessa realtà. La scienza della logica 1812-1816 ● Dottrina dell’essere → ciò che si presenta al pensiero prima di qualsiasi sapere e riflessione: il puro essere Prima di tutto noi ci accorgiamo che noi siamo, che il nostro pensiero è, che le cose sono. ● Dottrina dell’essenza → ciò che resta identico al di là dei mutamenti che io vedo. Es. idea di fiore. ● Dottrina del concetto → ciò che unisce universale e particolare (unione che è possibile cogliere negli enti individuali). Es. idea di fiore + i particolari fiori che incontro nel mondo. RAZIONALE + REALE LA VERITÀ È UN PRODOTTO DEL PENSIERO. Filosofia della natura La natura è l’ambito di realtà in cui la razionalità esiste in forma inconsapevole. La filosofia della natura ricostruisce il percorso che porta la natura a divenire cosciente di sé. Natura → Idea nella forma dell’esser-altro o Idea esterna a sé. La natura infatti non può pensare se stessa; è razionale, retta da leggi (e in questo senso è “idea”) ma non lo sa né lo può sapere. 1) 2) 3) Meccanica → natura come materia in movimento, in cui dominano le relazioni esterne fra gli enti; Fisica → proprietà intrinseche alla materia Fisica organica → natura organica, capace di auto-organizzarsi. Il limite costitutivo del mondo naturale è la sua finitezza, che gli impedisce di dare piena espressione all’Idea (universale e immortale). Lo spirito soggettivo Idea cosciente di sé, Idea “per sé”. Realtà razionale cosciente. La sua essenza è la libertà, propria dell’essere umano → capacità di concentrarsi nel puro pensiero e di astrarre dai condizionamenti della natura interna ed esterna (VS materia inorganica, piante, animali). Consapevolezza, coscienza di sé, capacità di rappresentarsi il mondo esterno. ➔ Insieme di stati e disposizioni mentali di un soggetto concreto (vita psichica). 1) Anima (come forza vitale, sensazione ecc…)→ oggetto dell’antropologia 2) Coscienza (Cogito cartesiano; filosofia trascendentale kantiana) → oggetto della fenomenologia 3) Spirito (facoltà del conoscere e volontà)→ oggetto della psicologia Lo spirito oggettivo Hegel vi dedica ● una sezione dell’Enciclopedia ● Lineamenti della filosofia del diritto: manuale universitario di diritto naturale e scienza dello Stato Contenuto: ● Filosofia del diritto ● Filosofia della storia 1820 Lineamenti della filosofia del diritto Nella prefazione ritroviamo: ● La celebre citazione sull’identità di reale e razionale ● L’immagine della nottola di Minerva, simbolo della filosofia, che “inizia il suo volo soltanto sul far del crepuscolo” cioè riflette e matura consapevolezza al cospetto di un’epoca storica già conclusa, e non fornisce programmi di azione politica. Critica al pensiero politico che si fonda su ragionamenti astratti e ideali, invece di partire dallo studio e dalla comprensione di ciò che è presente e reale (idee e valori depositati nella storia e nella cultura di un popolo). 1820 Lineamenti della filosofia del diritto Nell’introduzione troviamo: ● Analisi del concetto di volontà. ● Definizione del diritto come “l’esserci della volontà libera”, cioè ogni sua manifestazione concreta. Il concetto di volontà libera si definisce attraverso un processo dialettico: 1. Diritto astratto → spirito come “persona” in senso giuridico (portatore di diritti e doveri) 2. Moralità → spirito come “soggetto” che vuole uniformare la sua volontà a una legge universale (concetti di “intenzione”, “responsabilità”, idea del bene, ma come dover essere che non si realizza ancora). 3. Eticità (o morale concreta) → insieme dei valori condivisi, abitudini, norme non scritte che caratterizzano una collettività. L’eticità SUPERA i seguenti elementi negativi: CONSERVA i seguenti elementi positivi: ● l’astrattezza del diritto, che detta le condizioni generali della libertà ● il carattere oggettivo del diritto, che nei suoi contenuti è universalmente valido ● la mancanza di un riferimento oggettivo e della capacità di orientare gli individui della moralità ● l’intenzione che caratterizza la moralità. L’eticità comprende 1) FAMIGLIA Membri legati e rispettosi l’uno dell’altro per amore. Doveri che non vengono vissuti come violazioni della libertà. 2) SOCIETÀ CIVILE 3) STATO Relazioni fondate sul sistema dei bisogni, ovvero sulla dipendenza reciproca. Sintesi di libertà soggettiva (singoli) e oggettiva (comunità). Si perseguono interessi privati e al contempo fini generali, ma per ottenere qualcosa in cambio. Istituzione fondata su un fine universale (la conservazione del benessere di una comunità), capace di integrare i suoi membri in una prospettiva etica comune. Affermazione personale, Competitività. L’interesse comune viene L’interesse particolare viene prima di quello particolare. prima dell’interesse generale. La costituzione razionale dello Stato ● ● Deve basarsi sul consenso Deve avere un ordinamento costituzionale VS separazione dei 3 poteri (Montesquieu, Locke → pensiero liberale) Secondo Hegel, separare potere esecutivo e potere legislativo genera dei conflitti tra i due poteri. Teoria dello Stato ● meritocratica e organicistica → privilegia l’organismo statale nel suo insieme rispetto al diritto individuale di contribuire direttamente alla vita politica. Tre poteri interdipendenti POTERE LEGISLATIVO POTERE ESECUTIVO/GIUDIZIARIO Ha per oggetto l’universale (le leggi) Governo e tribunali: Due camere: ● Nobiltà (proprietari terrieri) ● Altri ceti ● si occupano di casi particolari per risolvere i quali si adeguano alle leggi universali. I rappresentanti sono scelti tra i più competenti di ciascun ceto Gli spetta la decisione ultima sulle leggi da approvare (materia legislativa). Nomina i ministri, che devono godere della sua fiducia (materia di governo). Lo Stato non è una sua proprietà: egli è tenuto a restare nei limiti della Costituzione, che egli rappresenta. VS elezione diretta dei rappresentanti da parte del popolo (suffragio universale) UNIVERSALE POTERE DEL MONARCA PARTICOLARE INDIVIDUALE Il rapporto con gli altri stati Nel confronto con gli altri stati uno stato comprende la propria finitezza. Deve quindi contare sulla propria forza etica, cercando di conservarsi, ad esempio attraverso una buona organizzazione delle forze armate. In caso di guerra, lo Stato afferma la propria superiorità etica, chiedendo ai suoi concittadini di sacrificare la vita o le ricchezze per difenderlo dai nemici. In merito alla possibilità di un diritto internazionale che medi i rapporti tra stati KANT Opera: Per la pace perpetua (1795) ● Federazione di Stati garante della pace. HEGEL La federazione di stati di Kant è un ideale astratto. La guerra è necessaria. L’antagonismo e la rivalità tra stati sono il motore del progresso storico. Lo Spirito oggettivo culmina ● ● nello Stato nella storia del mondo, o storia universale Per Hegel, non c’è storia senza stati → sono gli stati a fare la storia. Gli Stati sono lo strumento di cui lo Spirito oggettivo o «spirito del mondo» si è servito e si serve per chiarire il concetto di libertà in tutti i suoi aspetti. In questo senso Hegel definisce la storia universale come «il progresso nella coscienza della libertà». La storia non è semplicemente un susseguirsi di avvenimenti ma è il processo che lo Spirito ha dovuto seguire per conoscere se stesso e la propria costitutiva libertà. L’Astuzia della Ragione Il processo storico è scandito da diverse fasi, in ciascuna delle quali un popolo guida gli altri alla scoperta e all’attuazione di un principio etico di portata universale. Concluso il suo “compito”, il popolo-guida viene sostituito da un altro. Alla testa dei popoli egemoni vi sono gli «individui storico-universali»: Es. Alessandro Magno, Carlo Magno, Federico II di Prussia, Napoleone. → essi favoriscono, spesso inconsapevolmente, il disegno dello «spirito del mondo», cioè il piano della ragione volto a realizzare la libertà nel mondo. Le passioni e le aspirazioni dei singoli concorrono quindi a un fine universale. Lo spirito assoluto Identità dialettica di spirito soggettivo e oggettivo insieme. Spirito libero che nella realtà ritrova se stesso e che si può finalmente concentrare sulla conoscenza di sé, scoprendosi come fondamento di ogni verità, poiché è l’unica sostanza della realtà. Si esprime attraverso: 1) Arte (intuizione sensibile) → il bello è l’idea come unità immediata di concetto e realtà; 2) Religione → porta all’unione con “Dio” attraverso la rappresentazione e il sentimento; 3) Filosofia → conoscenza che lo Spirito assoluto ha di se stesso (momento in cui la verità conosce se stessa). La verità non è solo qualcosa che io devo scoprire, che sta là fuori, separata da me, ma è ciò che anch’io sono, che noi tutti siamo, che ogni momento della vita e della storia è, La verità è tutto ciò che man mano si dispiega, mutando secondo razionalità. La consapevolezza di questo stato di cose coincide, per Hegel, con la filosofia: un punto di vista che abbraccia la verità come “intero”, totalità mai conclusa, che sempre si muove dialetticamente, facendo tesoro di ogni differenza e negazione, per affermarsi sempre in modo nuovo e crescente.