BODYBUILDING E ALLENAMENTO IN PALESTRA: 6 LIBRI IN 1. Livio Leone © Copyright 2020 di Livio Leone - tutti i diritti riservati. Questo documento è finalizzato a fornire informazioni esatte e affidabili in merito all'argomento e al tema coperto. La pubblicazione viene venduta con l'idea che l'editore non sia tenuto a render conto contabile, ufficialmente consentito, o altrimenti, servizi qualificati. Se il consiglio è necessario, legale o professionale, va ordinato un individuo praticato nella professione. Questo libro è protetto da copyright. Questo è solo per uso personale In nessun modo è legale riprodurre, duplicare, o trasmettere qualsiasi parte di questo documento, sia in formato elettronico che in formato stampato. La registrazione di questa pubblicazione è severamente vietata, e qualsiasi archiviazione di questo documento non è consentita a meno che con il permesso scritto dell'editore. Tutti i diritti riservati. 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TABLE OF CONTENTS Bodybuilding VOLUME 1 Bodybuilding VOLUME 2 Schede VOLUME 3 Diete (Massa e Definizione) VOLUME 4 Allenamento Addominali VOLUME 5 Allenamento a Corpo Libero VOLUME 6 BODYBUILDING: COME AUMENTARE LA TUA MASSA MUSCOLARE CON L’ALLENAMENTO IN PALESTRA. (NATURAL BODYBUILDING, PESI, FORMA FISICA, ADDOMINALI, PERDERE PESO, DIMAGRIRE, DIETA, FITNESS, SCHEDE) VOLUME 1 Livio Leone ALTRI LIBRI DI LIVIO LEONE 1) SCHEDE DI ALLENAMENTO IN PALESTRA PER IL BODYBUILDING E PER L’AUMENTO DELLA MASSA MUSCOLARE; un’intera programmazione triennale (forma fisica, addominali, definizione, perdere peso, dimagrire) (volume 1) 2) BODYBUILDING: schede di allenamento in palestra per l’aumento della massa muscolare. un’intera programmazione triennale (forma fisica, addominali, definizione, perdere peso, dimagrire) (volume 2) 3) BODYBUILDING: schede di allenamento in palestra per l’aumento della massa muscolare. un’intera programmazione triennale (natural bodybuilding, pesi, forma fisica, addominali, definizione, perdere peso, dimagrire, fitness) (volume 3) 4) ALLENAMENTO: 3 libri in 1: (natural bodybuilding, addominali, schede allenamento, palestra, massa muscolare, definizione, perdere peso, dimagrimento, forma fisica, bodyweight, fitness, calisthenics) 5) ALLENAMENTO: ADDOMINALI: I Segreti di un allenamento muscolare in palestra per avere più addominali scolpiti, mantenendo il tuo corpo sano e con più massa muscolare (training muscolare a corpo libero) 6) BODYBUILDING: diete già pronte per l’aumento della massa muscolare, per dimagrire e per perdere peso. (bodyweight, forma fisica, dimagrimento, addominali, definizione, ricomposizione fitness) 7) BODYBUILDING: come aumentare la tua massa muscolare con l’allenamento in palestra. (natural bodybuilding, pesi, forma fisica, addominali, perdere peso, dimagrire, dieta, fitness, schede) (volume 1) 8) BODYBUILDING: come aumentare la tua massa muscolare con l’allenamento in palestra. (natural bodybuilding, pesi, forma fisica, addominali, perdere peso, dimagrire, dieta, fitness, schede) (volume 2) 9)NATURAL BODYBUILDING: l’allenamento in palestra per l’aumento della massa muscolare (forma fisica, addominali, perdere peso, dimagrire, dieta, schede) VOLUME 1 10) NATURAL BODYBUILDING: l’allenamento in palestra per l’aumento della massa muscolare (forma fisica, addominali, perdere peso, dimagrire, dieta, schede) VOLUME 2 11) NATURAL BODYBUILDING: tutti i segreti dalla a alla z dell’allenamento in palestra (massa muscolare, forma fisica, addominali, definizione, perdere peso, dimagrire, dieta, pesi, schede, fitness) 12) BODYBUILDING: tutti i segreti per l’aumento della massa muscolare. La guida definitiva sull’ipertrofia muscolare e sull’allenamento in palestra. (Natural Bodybuilding, forma fisica, fitness). VOLUME 1 13) BODYBUILDING: tutti i segreti per l’aumento della massa muscolare. La guida definitiva sull’ipertrofia muscolare e sull’allenamento in palestra. (Natural Bodybuilding, forma fisica, fitness). VOLUME 2 14) BODYBUILDING: 5 LIBRI IN 1. La raccolta completa sul natural bodybuilding e sull’allenamento in palestra. (massa muscolare, forma fisica, addomionali, perdere peso, dieta, dimagrire, schede, fitness) 15) BODYBUILDING: 4 LIBRI IN 1. La raccolta completa su come aumentare la massa muscolare con l’allenamento in palestra. (natural bodybuilding, dieta, forma fisica, schede, addominali, fitness) 16) BODYBUILDING: 4 LIBRI IN 1. Schede di allenamento in palestra per l’aumento della massa muscolare + diete per aumentare la massa. (programmazione triennale, natural bodybuilding, perdere peso, dimagrire) 17) ALLENAMENTO: Segreti e benefici dell’esercizio fisico e dell’allenamento da casa e in palestra. (corpo libero, massa muscolare, forma fisica, fitness, addominali, dimagrire, perdere peso, dieta, schede) 18) ALLENAMENTO A CORPO LIBERO: I segreti per una forma fisica perfetta e per aumentare la massa muscolare senza andare in palestra. (fitness, addominali, dimagrire, perdere peso, dieta, schede) VOLUME 1 19) ALLENAMENTO A CORPO LIBERO: I segreti per una forma fisica perfetta e per aumentare la massa muscolare senza andare in palestra. (fitness, addominali, dimagrire, perdere peso, dieta, schede). VOLUME 2 20)ALLENAMENTO: 4 LIBRI IN 1: Come aumentare la massa muscolare senza andare in palestra. (Allenamento a corpo libero, da casa, addominali, esercizio fisico, forma fisica, fitness, dimagrire, perdere peso) 21) ALLENAMENTO DA CASA: Trucchi E Segreti Per Aumentare La Massa Muscolare Senza Andare In Palestra (Allenamento A Corpo Libero, Addominali, Esercizio Fisico, Dimagrire, Fitness, Perdere Peso) Volume 1 22) ALLENAMENTO DA CASA: Trucchi E Segreti Per Aumentare La Massa Muscolare Senza Andare In Palestra (Allenamento A Corpo Libero, Addominali, Esercizio Fisico, Dimagrire, Fitness, Perdere Peso) Volume 2 23) ALLENAMENTO DA CASA: 4 Libri In 1 Trucchi E Segreti Per Aumentare La Massa Muscolare Senza Andare In Palestra (Allenamento A Corpo Libero, Addominali, Esercizio Fisico, Dimagrire, Fitness) 24) PERDERE PESO: La Guida Completa Per Dimagrire Velocemente E Mantenere Un’ottima Forma Fisica Restando Sani E In Salute 25) PERDERE PESO: 3 Libri In 1. La Raccolta Definitiva Per Dimagrire Velocemente E Mantenere Un’ottima Forma Fisica. 1.Dimagrire 2.Diete Pronte All’uso 3.Allenamento Addominali 26) BODYBUILDING E ALLENAMENTO IN PALESTRA: 6 LIBRI IN 1. 1-2)Bodybuilding parte 1+parte 2 3)Schede 4)Diete (Massa e Definizione) 5)Allenamento Addominali 6)Allenamento a Corpo Libero INTRODUZIONE V uoi allenarti in maniera seria ed ottenere risultati eccezionali ? Allora questo libro fa al caso tuo ! Chi si accinge ad andare per la prima volta in palestra è molto confuso e non sa da dove iniziare. Oltre a questo, spesso ci si imbatte in Personal Trainer o istruttori incompetenti che portano il cliente a svolgere esercizi totalmente inutili, inefficaci e privi di basi scientifiche. Il testo vuole essere qualcosa di più di una semplice guida da utilizzare per l’allenamento in palestra: le nozioni presenti, potranno essere applicate con successo per il tuo miglioramento estetico a prescindere che tu sia un appassionato di palestra e di bodybuilng, o che tu sia un principiante. Il suo punto di forze è quello di sfatare i falsi miti legati al mondo del bodybuilding, affrontandoli dal punto di vista scientifico. Si tratta di una vera e propria evoluzione dei vecchi metodi di allenamento degli anni 60’. Le scienze esatte da cui partire sono: anatomia, fisiologia, biomeccanica e successivamente la teoria dell’allenamento applicata al bodybuilding. Dopo averlo letto avrai tutto ciò che ti servirà per trasformare il tuo corpo e massimizzare la tua condizione fisica. Se hai deciso di fare sul serio non ti rimane che leggere questo libro e applicare alla lettera le indicazioni sulla dieta e sull'allenamento presenti in esso. E ora iniziamo !! CAPITOLO 1: LE BASI DELL’ALLENAMENTO NEL BODYBUILDING Q ual’è l’ABC dell’allenamento nel bodybuilding ? Come per quanto riguarda la nutrizione umana, anche l’ipertrofia delle fibrocellule ha pochi fattori che in realtà sono rilevanti nel portare a casa il risultato. Possiamo parlare di volume d'allenamento, di intensità, di densità, ma ancora prima di questi fattori, quello che entra in gioco è la tecnica. La tecnica è la base su cui potrai costruire tutto l'allenamento e la progressione dei parametri allenanti. Quindi se vogliamo partire dalle basi dobbiamo avere in mente un'idea chiara di qual’è la tecnica nel bodybuilding. Infatti c’è chi dice che il muscolo cresce “solo se lo senti”ma negli ultimi anni c'è anche chi dice l’opposto e porta altrettanti atleti sul palco (che spesso vincono). Quindi il muscolo lo devo o non lo devo sentire? E’ questo il parametro fondamentale per crescere nel bodybuilding? Per capire che cos'è la tecnica in questa disciplina prendiamo come esempio gli affondi. Inizialmente quando una persona si iscrive in palestra è scoordinata: prova a fare l'esercizio ma molto spesso crolla in avanti col ginocchio, lo porta all'interno in valgismo, quindi adotta delle traiettorie che almeno dal punto di vista articolare non sono il massimo della sicurezza. L’istruttore o il personal trainer la corregge, cercando di portare la tecnica a un buon compromesso tra stimolazione muscolare e insulto articolare a livello del ginocchio. Ma questa non è la giusta tecnica nel bodybuilding! Questa è la tecnica dell’esercizio! Una persona che non ne capisce niente riesce a intuire (guardando chi esegue l’affondo) se ha un controllo minimo del movimento, se è coordinato oppure no. Successivamente, la persona che esegue l'esercizio che cosa farà? Cercherà di aumentare i parametri allenanti: proverà a fare più ripetizioni, proverà utilizzare dei manubri via via più pesanti per mettere più carico, cercherà insomma una progressione per far crescere i suoi muscoli. E’ qui che interviene la tecnica nel bodybuilding: più aumento lo stimolo allenante, più il mio corpo cercherà una coordinazione intermuscolare per distribuire il lavoro su tutti i distretti corporei. Nel caso degli affondi, cercherà una coordinazione nel timing e sequenziale della gamba che sta dietro, la quale proverà in maniera inconscia a togliere del lavoro all'arto in avanti. La persona diventerà sempre più brava a distribuire su tutte e due le gambe il lavoro che starà compiendo. Riuscirà ad aumentare il numero delle ripetizioni, riuscirà ad aumentare il carico, ma lo stimolo allenante sul distretto target potrebbe comunque rimanere pressoché invariato. La tecnica nel bodybuilding non è soltanto l’esecuzione che noi riusciamo a guardare dall’esterno, ma è la capacità della persona di non ridistribuire il lavoro su tutti i distretti muscolari cercando di isolare il più possibile il muscolo che deve lavorare. La fatica porta naturalmente la persona a cercare compensi, a cercare l'intervento di tutta la catena muscolare, ma in questo modo stiamo togliendo dalla panca piana (per esempio) il lavoro sul pettorale o stiamo togliendo dallo squat il lavoro sul gluteo. Infatti nella pratica di tutti i giorni, vediamo degli atleti che sollevano molti chili (per esempio nello squat), avere dei bei glutei ma anche dei glutei piatti. L’ABC nel bodybuilding è avere semplicemente la propriocezione del distretto che vogliamo lavorare. L'importante sarà riuscire a sentire che nell’affondo (per esempio) l'arto inferiore ci permetterà di mantenere l’equilibrio, ma verrà coinvolto il meno possibile nella spinta della risalita. Anche se ci sono degli studi con l’elettromiografia di superficie che mostrano che sentire il muscolo coinvolge lo stesso maggiormente a livello di contrazione, le evidenze scientifiche a riguardo rimangono comunque molto poche. Alla fine la differenza la fanno i gradi articolari, il carico e il TUT (tempo sotto tensione). Sono questi gli stimoli principali. Se quando faccio un curl faccio anche una flessione della spalla, i fasci claveari del nostro pettorale interverranno insieme al deltoide anteriore nel far muovere il braccio. Questo ci permetterà o di utilizzare più peso nel nostro curl, oppure a parità degli altri parametri di togliere il lavoro dal bicipite brachiale. Quindi alla fine il bodybuilding non è altro che conoscere la biomeccanica degli esercizi, in che gradi intervengono maggiormente i muscoli e poi saper applicare il tutto sul campo perché la teoria da sola non basta. È meglio sollevare meno peso, è meglio fare la ripetizione meno velocemente se riusciamo a rimanere lì con la testa, se riusciamo a rimanere lì con la tensione proprio sul muscolo e sulle fibrocellule che vogliamo sviluppare. Questo è il bodybuilding. Poi possiamo parlare di tutti gli altri fattori, ma se non c'è di base la tecnica corretta (che non è soltanto quella che vediamo), i risultati saranno sempre inferiori a quelli che avremmo potuto ottenere. CAPITOLO 2 MASSA MUSCOLARE: UNO SGUARDO ALLA FISIOLOGIA P er fortuna la fisiologia muscolare in questi ultimi anni ha fatto molta chiarezza sull'argomento: per esempio una volta si pensava che bisognava distruggere il muscolo per poter poi a riposo aspettare che crescesse. Quello che si è visto è che il danno muscolare è in realtà, fra tutti i fattori, quello che conta meno. Conta molto di più lo stimolo meccanico e lo stress metabolico. Quindi i nostri muscoli non crescono perché li “spacchiamo”; quella era la visione degli anni 60, in cui gli altri fattori non venivano presi in considerazione. Negli atleti è l’aumento progressivo dei sovraccarichi che porta a una maggior stimolazione meccanica dei muscoli e a farli crescere. Assieme a questo è fondamentale riuscire a lavorare in un certo TUT ovvero in un certo tempo sotto tensione che va dai 30-40 secondi ai 90-120. Quindi dobbiamo essere sia più forti ma anche più resistenti. E’ soltanto l'aumento di questi parametri che induce la massima ipertrofia. Nel mondo del bodybuilding “doped” si pensava che soltanto il cedimento (e andare addirittura oltre ad esso) inducesse la crescita muscolare. Anche qui che cosa si è visto? Sicuramente il cedimento può essere d'aiuto ma purtroppo è una coperta corta. Raggiungere in tutti gli allenamenti il cedimento muscolare farà stallare i risultati perchè il corpo una volta portato al limite non riuscirà più dopo un po' ad andare oltre. Chi allena la forza, sa benissimo che rispetto a uno schema di un 3x3 portato al limite, conviene fare 8 serie da 3 ripetizioni, concentrandosi cosi sulla fatica cumulativa. Questo tipo di stimolo indurrà molto di più un aumento di forza. Possiamo paragonare il tutto al classico esempio del prendere il sole: il corpo si abbronza bene non se lo scotto, non se mi prendo un eritema solare, ma se prendo il giusto quantitativo con cui poi riesce a migliorare. Per migliorare lo stimolo meccanico e lo stress metabolico abbiamo diversi parametri. Innanzitutto il volume. Infatti il corpo si adatta molto meglio al volume rispetto che ad altri fattori. E’ molto più facile aggiungere una serie in più rispetto a una ripetizione o a del carico. Ovviamente il volume dovrà essere sempre correlato sia all'intensità sia alla densità. Non serve fare 100 serie con pesi bassissimi o con recuperi troppo lunghi. Dobbiamo sempre utilizzare un carico che ci permetta di stimolare correttamente i muscoli e dobbiamo sempre utilizzare una densità (ovvero il lavoro che facciamo in un certo lasso di tempo) che ci dia uno stress metabolico. Il mondo del bodybuilding (natural) oggi qual è? Innanzitutto bisogna calcolare qual è il mio volume allenante. 20 serie sono poche? Vanno bene ? Sono troppe? Trovo il metodo per farle. Con che carichi devo lavorare? Su che esercizi ? Che tempi di recupero devo mantenere? Ma soprattutto quale deve essere la progressione che di mese in mese mi porterà a migliorare. Se faccio 10 ripetizioni con 80 kg di panca piana e dopo un anno faccio ancora 10 ripetizioni con 80 Kg, posso aver fatto tutti i metodi di questo mondo ma quanto potrò essere cresciuto? Quindi volete ottimizzare la vostra ipertrofia ? Le strade sono soltanto due: diventare nel tempo più forti e più resistenti. CAPITOLO 3 LA LEGGE DI HENNEMAN IL RECLUTAMENTO MUSCOLARE: P er spiegare il reclutamento muscolare e la legge di Henneman utilizziamo il classico esempio del faraone Egizio con gli schiavi. C’è un faraone che si vuole costruire la sua bella piramide. Prende un centinaio di schiavi, affida loro delle corde e inizia a far spingere e tirare dei grossi massi agli stessi schiavi. Dopo un po' che questi spingono e tirano, il faraone noterà che, mentre uno tira ce n'è un altro che si riposa e viceversa. Cosi inizia a pensare: “forse se tirano tutti contemporaneamente la pietra si muoverà più velocemente”. Cosi prende la sua frusta e inizia a frustarli e ogni volta che li frusta gli schiavi tirano contemporaneamente. In effetti in questo modo il masso si sposta più velocemente. Ecco, questa è la sincronizzazione muscolare. All’epoca dei faraoni non esistevano corde lunghe tanti Km, pertanto se avete 100 schiavi non potete affidar loro solo una corda ma dovete dargliene almeno 10. Ci sono al massimo 10 schiavi per ogni corda. Così il faraone cosa osserva? Osserva che mentre una corda tira da una parte, gli schiavi con un'altra corda tirano dall'altra, però la direzione non è mai sempre la stessa Allora prende sempre la sua frusta li rimette più vicini nei ranghi e cerca di farli tirare tutti nella stessa direzione. Questa è la coordinazione muscolare. Adesso il nostro faraone ha degli schiavi sia sincronizzati che coordinati. Mano a mano che gli schiavi spingono e tirano si stancano, così la pietra si sposta sempre più lentamente. Cosi mano a mano che gli schiavi si stancano ne aggiunge degli altri, ìn modo che la pietra si sposta sempre alla stessa velocità; più gli schiavi si esauriscono e più nuovi schiavi vengono a dare supporto. Questo è il reclutamento muscolare. Ecco il reclutamento muscolare invece non funziona così: anche se in palestra si dice che sono le ultime ripetizioni a reclutare tutte le fibre muscolari, non è così che avviene. Inspiegabilmente la palestra vive nel suo mondo(in una bolla), invece sono 50 anni (dal 1965) che Henneman ha spiegato la sua legge: provate a fare 200 ripetizioni di Squat a corpo libero e provate a fare una ripetizione con 200 Kg. Avete reclutato le stesse fibre ? Nelle ultime ripetizioni dello squat a corpo libero siete andati a reclutare le fibre forti e veloci dello squat con 200 kg? Se così fosse gli allenamenti produrrebbero gli stessi effetti. La legge di Henneman che cosa ci dice ? Ci dice che è il carico e non il numero di ripetizioni a determinare il reclutamento muscolare. Se il nostro massimale sono 100 kg, con 20 kg recluteremo un tipo di fibre, con 50 Kg un altro con 80 Kg un altro ancora. Non sono le ultime ripetizioni che vanno a reclutare la categoria di fibre superiore, ma le ultime ripetizioni vanno ad esaurire e a finire quel determinato tipo di fibra muscolare. Negli anni 80, Bosco e i suoi collaboratori hanno aggiunto un altro tassello: hanno dimostrato che già con l’80% del carico massimale si reclutano tutte le fibre muscolari. Non serve aumentare la percentuale (90-95 100%) del massimale per reclutare tutte le fibre perchè all’ 80% abbiamo un reclutamento completo. Ma allora l'aumento di forza da che cosa è dato? Esso e dato dall’aumento della frequenza di scarica: è il sistema nervoso e i suoi impulsi che ci permettono di generare più forza e non un maggiore reclutamento muscolare. Quindi riassumendo: Punto primo: negli allenamenti di forza, la maggior parte delle ripetizioni verteranno intorno all’ 80% del massimale, perché l’80% è un ottimo compromesso: infatti cosi saranno reclutate tutte le fibre muscolari, vi sarà un controllo tecnico ottimale e non sarà completamente esaurito né il sistema nervoso né il muscolo. Infatti gli allenatori degli atleti di forza, senza conoscere questa regola teorica, nella pratica, all'interno della periodizzazione annuale fanno allenare grosso modo i loro atleti intorno a questa percentuale e non a percentuali maggiori (come erroneamente si crede). Punto secondo: l’esaurimento è utile non per reclutare ma per sfinire. Ai fini ipertrofici l'allenamento nel bodybuilding ha senso perché sfinisce quel tipo specifico di fibre. Per questo anche il bodybuilder all'interno della periodizzazione annuale, dovrà cambiare il tipo di allenamento e dovrà cambiare percentuale di carico. Infatti ogni percentuale di carico portata allo sfinimento andrà a far lavorare nello specifico un tipo di fibra differente CAPITOLO 4 IPERTROFIA MUSCOLARE: COSA BISOGNA SAPERE I l bodybuilder, a differenza del powerlifter hai il suo focus e la sua concentrazione sul muscolo in sè. Bodybuilding significa costruzione del corpo e l'ipertrofia nel è il caposaldo. Questo vale che tu sia uomo o donna e l’ipertrofia femminile è sinonimo di tonicità. Il primo concetto chiave per avere ben chiaro come massimizzare l'ipertrofia è saper combinare bene e in maniera sinergica dieta e allenamento. L’errore comune è infatti aumentare a dismisura le proteine. Puntare sui carboidrati in questa fase è la scelta migliore: essi sono i vostri migliori alleati. Le proteine andrebbero lasciate medio-basse per poi aumentarle quando sarà il momento di fare definizione. Ora siete in massa, quindi glucidi alti, grassi sotto controllo e proteine non tanto sopra al grammo e mezzo per chilo di peso corporeo. Un iper apporto glucidico setta infatti il metabolismo verso tutti quei processi di sintesi attraverso gli enzimi (uno fra tutti l’mtor) e di produzione ormonale tipo la leptina o l'insulina che a loro volta sono responsabili dei fattori di crescita che favoriscono l’ipertrofia come l’IGF1. Ma l’alimentazione (nonostante abbiamo appurato che debba essere ipercalorica e soprattutto iperglucidica) necessita ogni tanto di una piccola scarica da tutto questo bombardamento di nutrienti per un semplice motivo: i nostri misuratori energetici (uno fra tutti l’AMPK) andrebbero ciclicamente riportati in superficie sulla cellula (fermo restando che nonostante la iper-alimentazione la qualità dei cibi dovrà essere sempre controllata e selezionata). Se le nostre cellule saranno ingolfate per lungo tempo da un sacco di calorie in eccesso, i misuratori energetici non attiveranno più tutti i processi di sintesi per il nuovo muscolo. Quindi una buona strategia alimentare durante il periodo di massa è quella di fare ogni 3/7 giorni un giorno di scarica, soprattutto di carboidrati. L’allenamento per raggiungere l’ipertrofia nel periodo di massa ha anch’esso un ruolo chiave. L'intensità allenante cambierà ovviamente da persona a persona a seconda della maturità di allenamento e dagli attrezzi a disposizione ecc. Uno degli errori più comuni che facciamo, è pensare che uno ha tanti muscoli perché ha tanta forza. Nella periodizzazione della fase di massa, fare dei mesocicli di forza pura ha senso soprattutto per migliorare la qualità muscolare (per renderla più granitica), sia per coinvolgere gli adattamenti neurali della forza durante le splitte di ipertrofia. Quindi carichi molto vicini all’ 1RM, recuperi lunghissimi, pochissime ripetizioni. In palestra però si vede sempre più spesso allenare l’ego invece dell'ipertrofia stessa. Non ha senso cercare sempre e comunque un cedimento sia tecnico che muscolare per stimolare l'ipertrofia (tipo aumentando i dischi sul bilanciere senza alcuna logica rischiando infortuni). Cerchiamo di capire quali meccanismi energetici contribuiscono a far sì che abbiamo le energie sufficienti per affrontare i nostri allenamenti: -aerobico lipolitico; -aerobico glicolitico; -anaerobico lattacido; -anaerobico alattacido. Fermo restando che non esiste un settaggio unico per il quale affrontiamo l'allenamento (è sempre una combinazione di più settaggi), l'ipertrofia ottimale la si raggiunge sfruttando un allenamento prettamente anaerobico lattacido. Tutto ciò attraverso tre principi fondamentali: tensione meccanica, danno muscolare e stress metabolico. La tensione meccanica è direttamente correlata all'intensità dell'esercizio (che è la chiave per stimolare la crescita muscolare). L’ipertrofia massima viene ottenuta con carichi tra l'80 e il 90% del nostro 1RM (equivalente di circa 3 - 8 ripetizioni a cedimento tecnico). Il danno muscolare (grazie al quale il corpo attiva i processi di sintesi di un un nuovo muscolo e grazie al quale noi arriviamo all’ipertrofia delle cellule) lo si ottiene prediligendo esercizi che coinvolgono più parti corporee come gli esercizi bilaterali, i multiarticolari, e a catena cinetica chiusa. Lo stress metabolico è il risultato dei sottoprodotti di un metabolismo anaerobico (cioè ioni di idrogeno, lattato, fosfati inorganici, ecc ecc). Abbiamo detto poco fa che un range fra le 3 e le 8 ripetizioni è l’ideale… giusto? Sbagliato !! Questo per farvi capire che le linee guida devono essere poi adattate allo scopo e al contesto oltre che al soggetto. L’ ipertrofia che interessa a un bodybuilder è quella non funzionale in cui l'elemento target ché noi vogliamo ipertrofizzare oltre alle miofibrille è il sarcoplasma. E questo ci è possibile con un range di ripetizioni fra le 8 e le 12…giusto? Invece è sbagliato!! Come facciamo a fare 12 ripetizioni con un carico al 90% sul mio massimale? Comunque come caposaldo resta il cedimento tecnico...giusto ? Invece sbagliato !!! Esiste il buffering soprattutto sulla multifrequenza dove piuttosto che il cedimento tecnico o muscolare viene ricercato il volume dell'allenamento attraverso il tonnellaggio. L'importante è che ci alleniamo in multifrequenza...giusto? Sbagliato anche questo !! Settando la giusta intensità di lavoro si raggiunge un’ottima ipertrofia anche in monofrequenza con varianti come lo stripping, rest-pause ecc ecc. E il cardio ? Esso va fatto se superate la soglia del 12-15% di massa grassa. Visto che siete in iperalimentazione, i nuovi processi di sintesi vengono sensibilmente rallentati e poi quando dovrete andare in definizione (e quindi ad asciugare questa massa grassa in più) farete la fame vera. Quindi come vedete, non esiste la scheda perfetta, l'allenamento perfetto o il susseguirsi di esercizi perfetti per stimolare l'ipertrofia, bisogna studiare non solo sui libri ma anche sul proprio corpo per accorgersi quali sono gli stimoli giusti e che più si addicono a noi e approfondire le tecniche per far sì che l’ipertrofia ci possa rendere più tonici con il volume che desideriamo e alla fine i bestioni che desideriamo di essere. CAPITOLO 5 IL SEGRETO DELL’IPERTROFIA FUNZIONALE bellezza è promessa “L acontinuamente ad essa. di felicità”, per questo noi tendiamo Per esempio un viso simmetrico è il bigliettino da visita che il nostro cromosoma è in ordine e che non siamo portatori di anomalie genetiche. Fin dai tempi dell’antica Grecia, la bellezza era associata ad un fisico muscoloso, questo perché un corpo atletico sicuramente ha più probabilità di sopravvivere sia in natura e sia in battaglia rispetto ad un fisico flaccido e grasso. Abbiamo così una correlazione tra estetica e prestazione. In osteopatia si dice che la struttura è al servizio della funzione e tutti gli animali (esseri umani compresi) rispondono a questa legge. Per esempio vediamo che differenza c'è tra le foglie di una quercia e quelle di un pino. La Quercia ha delle foglie ampie che servono per catturare più luce possibile per la fotosintesi. Il Pino invece ha degli aghi, questo gli permette di disperdere meno vapore acqueo possibile. Infatti il Pino vive negli ambienti aridi e molto freddi e il suo bisogno è quello di preservare più acqua possibile. La struttura è stata al servizio della funzione ! Anche i muscoli degli esseri umani rispondono a questa legge. Per esempio negli sport di resistenza, come per esempio nella maratona, non abbiamo una grande espressione di forza. La difficoltà sta nel riuscire continuamente a irrorare il tessuto muscolare che lavora. Perciò più piccolo sarà il diametro, più piccola sarà la gamba e più sarà facile trasportare il sangue. Avremo cosi un minor impegno cardiovascolare. Al contrario, negli sport di potenza (per esempio nella canoa di velocità nei 200 m), il lasso di tempo in cui esprimere tutte le proprie energie è molto breve. Avremo così bisogno di espandere il nostro motore per poter esprimere più forza possibile in un breve lasso di tempo. L’ ipertrofia muscolare risponde così semplicemente delle richieste energetiche dell'attività target che continuiamo a fare. Il bodybuilding è la massima espressione della crescita muscolare perchè sottopone i muscoli a grandi carichi di lavoro per brevi periodi di tempo. Nel sollevamento pesi anche se si sollevano carichi superiori, il lavoro totale è inferiore rispetto al bodybuilding perché se per esempio solleviamo una volta il nostro massimale, per esempio 100 Kg, abbiamo fatto un lavoro di 100 kg, mentre se solleviamo l’80% e riusciamo a fare 10 ripetizioni abbiamo sollevato globalmente un lavoro maggiore di 800 Kg. L’ideale sarebbe cercare di migliorare nel nostro sport e nella nostra attività prestazionale, cosi l’ipertrofia che ne verrà fuori sarà soltanto una conseguenza, un adattamento a un miglior risultato e a una migliore performance. CAPITOLO 6 GLI ESERCIZI PER L’IPERTOFIA MUSCOLARE ? N ormalmente, nelle palestre, si tende ad allenare il corpo per distretti muscolari. Il lunedì si allenano il petto e i tricipiti, il martedì la schiena e i bicipiti e cosi via. Il nostro corpo però non ragiona per muscolo, ma per movimento. A lui non interessa che distretto muscolare si sta contraendo, gli interessa la qualità del gesto che sta per fare. Nell’allenamento, noi seguiremo questo principio: non daremo importanza al muscolo che starà lavorando, ma ci concentreremo sulla alzata (sul gesto) e sulla sua qualità. Normalmente gli esercizi si dividono in due grandi famiglie: da una parte ci sono quelli di isolamento (monarticolari) e dall’altra quelli generici (multiarticolari). Premessa: se il vostro obiettivo è quello di sviluppare un muscolo nello specifico, lo dovrete allenare !!! Non è vero che facendo squat e stacchi si sviluppano di più le braccia. Sarebbe bello ma non è così, questo perché ogni muscolo hai dei recettori specifici di membrana che vengono sollecitati soltanto con un allenamento specifico. Quindi se il vostro obiettivo è l'ipertrofia fine a sè stessa, anche gli esercizi di isolamento hanno un senso. L’ideale sarebbe allenare il sistema e non un solo muscolo. Bisognerebbe utilizzare gli esercizi con sovraccarichi per aumentare la consapevolezza che abbiamo di noi stessi, e quindi per migliorare il nostro bagaglio motorio. Per chiarire il concetto, prendiamo per esempio le trazioni alla sbarra: normalmente questo esercizio è utilizzato per allenare il gran dorsale e il bicipite brachiale. Ma questa concezione è profondamente sbagliata perché nelle trazioni lavora anche il petto che adduce il braccio ed il tricipite che stende il braccio. Abbiamo così una sinergia fra gli antagonisti: abbiamo quella che in fisiologia è chiamata co-contrazione che ci permette di eseguire al meglio il movimento. Il messaggio è quello che impariate a modellare il vostro corpo attraverso la conoscenza di voi stessi dimenticandovi dei singoli muscoli e concentrandovi sul movimento. Datevi un obiettivo ambizioso (per esempio 20 trazioni alla sbarra fatte bene). Vedrete che a furia di ripetere il movimento imparerete a conoscerlo, imparerete a sentire quando scorre, quando è fluido, quali muscoli vanno rilassati, quali vanno contratti e con che timing. Mano mano migliorerete il vostro bagaglio motorio, sarete più consapevoli del movimento e allo stesso tempo diventerete anche più muscolosi e più grossi. CAPITOLO 7 L’IMPORTANZA DI FARE DEI PERIODI DI MASSA E DI DEFINIZIONE ? I n palestra si fanno le cose in un certo modo perché tutti fanno così perché si sono sempre fatte in quel modo a volte correttamente, altre volte invece si sbaglia e si continua a perseverare nell'errore. Ha ancora senso fare dei periodi di massa e di definizione? Cerchiamo di capirlo. Il nostro corpo è pieno di misuratori energetici (gli indicatori che gli dicono di quanta energia dispone e quindi quante riserve ha). Ogni cellula ha un termometro (di cui l’AMPK è forse quello più famoso) sullo stato energetico cellulare, ma a livello sistemico troviamo negli adipociti e nel fegato i due maggiori indicatori. Quando si svuotano gli adipociti (quindi quando dimagriamo) è indice che le riserve energetiche del corpo si sono abbassate, quindi tutti i processi di sintesi vengono via via rallentati. Questo avviene grazie alla leptina e agli ormoni tiroidei. A livello epatico avviene più o meno la stessa cosa ma col glicogeno. Infatti più il fegato ha glicogeno e più l'organismo “sente” che ha energie a disposizione. Più i livelli del glicogeno epatico si abbassano e più lo stato energetico globale del nostro sistema viene alterato e quindi tutti i processi di sintesi (anche per il nuovo muscolo) vengono alterati e diminuiti. La soluzione quindi qual’è? La soluzione ottimale è quella di fare dei periodi di massa in cui il grasso corporeo supera il 10-12% (quindi non abbiamo più gli addominali tirati) questo perché oltre il 10-12%, gli adipociti indicano uno stato energetico sufficiente per avere tutti quei processi di sintesi utili per mettere su muscolo. Attenzione però: normalmente si vedono molte persone che durante il periodo di massa mangiano quello che vogliono perché tanto devo mettere su muscolo. In realtà questo può sortire l'effetto opposto perché se nel sangue abbiamo tanti trigliceridi, (quindi tanti zuccheri), l’uptake cellulare (quindi la capacità delle cellule di captare le sostanze e anche gli aminoacidi) diminuisce. Quindi creeremo cosi quegli ingorghi metabolici che rallenteranno i processi di sintesi. Durante i periodi di massa è vero che dobbiamo mangiare di più, ma l'aspetto qualitativo va sempre tenuto in conto. I nostri parametri ematici devono comunque rimanere ottimali. Se la glicemia supera per esempio i 90 mg/dl è consigliato diminuire gli zuccheri per permettere a tutti i recettori di membrana cellulare di tornare in superficie e captare il più possibile gli aminoacidi. Che cosa fare nella pratica ? Durante il periodo di massa, in cui abbiamo un surplus calorico sarà opportuno inserire dei giorni con delle ricariche al contrario (delle ipocaloriche). Oppure durante il corso della giornata, fare dei periodi di digiuno più lungo (di digiuno intermittente) in modo tale che quando il corpo non ha nutrienti, torni in una situazione metabolica ottimale, diminuisca i trigliceridi e la glicemia e quindi possa captare meglio le sostanze. Quindi ricordiamoci che, come nei periodi di definizione può essere utile fare delle ricariche, anche nei periodi di iper alimentazione può essere utile fare dei giorni di ipocalorica. Una piccola parentesi sull’allenamento: quasi sempre nel bodybuilding si vedono serie lattacide portate ad esaurimento. Questa strategia non è sempre ottimale ma sicuramente un periodo idoneo per farla è quando si mangiano tanti carboidrati. Infatti se noi andiamo ad esaurire il glicogeno, e quindi gli zuccheri del corpo, la sintesi proteica verrà comunque preclusa perchè il corpo darà prima la priorità a ripristinare le scorte glucidiche e poi a mettere su un nuovo tessuto contrattile. Quindi se vi volete allenare col pompaggio e con serie lunghe lattacide fatte fino all’esaurimento, fatelo durante il periodo di massa in cui assumete tanti carboidrati. Per quanto riguarda la fase di definizione funziona più o meno tutto al contrario. Quindi diventerà essenziale fare delle ricariche ogni 3-7 giorni a seconda della strategia alimentare. Apriamo solo una piccola parentesi sulla strategia alimentare da fare nel periodo di definizione. Mediamente si vede che i bodybuilder natural di maggior successo adottano due strategie: o incominciano a limitare i carboidrati, quindi tengono alte le proteine, medi i grassi e abbassano i carboidrati, oppure fanno esattamente l'opposto: abbassano di molto i grassi e tengono alti e medi i carboidrati. Tutte e due queste strategie (a seconda dell’individualità biochimica) funzionano. Ci sarà chi risponde meglio togliendo i carboidrati, e ci sarà chi risponde meglio togliendo i grassi. Quello che si evince è che, piuttosto che ridurre in maniera uniforme tutti i macronutrienti, si preferisce shiftare il proprio metabolismo o sui grassi o sui carboidrati. Quindi ha ancora senso fare dei periodi di massa e di definizione visto che i processi di sintesi e di degradazione sono comunque sul medio-lungo periodo. E’ meno efficace dividere la settimana in ipocalorica ed ipercalorica ma è più fruttuoso lavorare sul lungo periodo quindi, in questo caso, quello che si fa in palestra (ovvero suddividere l'anno in fase massa- fase definizione) ha senso. CAPITOLO 8 ESISTE LA TECNICA CORRETTA NEL BODYBUILDING ? C erchiamo di capire realmente se esiste la tecnica ideale nel bodybuilding prendendo in considerazione per esempio le trazioni alla sbarra. Qui dobbiamo un attimo contestualizzare. Se parliamo di trazioni per l’ipertrofia del gran dorsale e dei muscoli posteriori della schiena, allora esiste sicuramente un ROM ottimale. Sappiamo che quando le braccia nelle trazioni sono distese, il motore primario non è il gran dorsale ma è il gran pettorale e nello specifico i fasci addominali. Quindi se facciamo le trazioni con l'idea di allenare isolando per quanto possibile i muscoli della schiena non dovremmo mai distendere completamente le braccia. Allo stesso modo non dovremmo neanche arrivare con il mento oltre la sbarra perché in questo caso è il capo lungo del tricipite che si carica della maggior parte del lavoro. Quindi le trazioni per il bodybuilding in ottica ipertrofica di isolamento non dovrebbero mai essere completamente “distese” e non dovrebbero mai essere completamente “chiuse”. Questo ce lo dice la biomeccanica e non è un parere personale altrimenti le leve articolari dovrebbero variare a seconda dell’opinione dell'esperto. Per fortuna sappiamo, che da questo punto di vista esiste una visione universale. E’ abbastanza universale anche la legge che governa l'ipertrofia: tensione meccanica, stress metabolico, danno cellulare. Le trazioni mediamente sono un buon esercizio perché pongono già uno stress meccanico elevato. Più il tempo sotto tensione sarà elevato è più sarà alta la possibilità di generare ipertrofia. Il tempo sotto tensione è importante che rimanga senza pause. Infatti se scarico lo stress sulle articolazioni dei muscoli arrivando al blocco articolare, sicuramente non darò al corpo uno stimolo ottimale per l’ipertrofia (a meno che io non voglia fare un rest-pause). Quindi se il vostro obiettivo è mantenere una tensione continua sarà opportuno non arrivare mai al blocco articolare negli esercizi. Una fase concentrica, lenta e soprattutto eccentrica, vi permetterà di controllare bene il movimento senza darvi slanci e senza andare a cercare compensi con altri distretti muscolari. Quindi il controllo tipico che si vede negli atleti bravi nel fare gli esercizi nel bodybuilding è proprio nel cercare di “isolare” il muscolo target e mantenere la tensione interna sullo stesso muscolo target e non dissipare la tensione esterna su tutta la catena muscolare. Per quanto riguarda le trazioni, possiamo dire che esiste (teoricamente) un'esecuzione per il bodybuilding. Mentre se il nostro intento è il calisthenics o superare una prova delle forze armate o l'arrampicata o altro, sicuramente l'esecuzione sarà diversa. CAPITOLO 9 FASE DI MASSA: COME IMPOSTARLA L e fasi di bulk (o di massa) sono delle fasi o dei periodi di tempo che noi andremo ad investire per costruire della nuova massa muscolare. Di solito ci sono i classici miti che gli uomini hanno bisogno delle fasi di bulk e le donne ne hanno meno. Questo è semplicemente un classico falso mito in quanto anche le donne traggono tanti vantaggi dalla fase di bulk. Il vantaggio più importante della fase di bulk è sicuramente quello di costruire delle buone basi a livello di massa muscolare. Infatti, dopo una fase di cut (definizione) certamente avremo maggiore qualità muscolare, maggiore quantità muscolare, (e quindi di conseguenza maggiore tonicità e migliore aspetto allo specchio) e di conseguenza lavoreremo anche a livello metabolico ormonale, in quanto i periodi di ipercalorica protratti ci permetteranno di venir fuori dai periodi ipocalorici marcati e quindi dai danni che potrebbe creare l’ipocalorica a livello metabolico e a livello ormonale. Quindi sicuramente sia uomini che donne hanno bisogno di questa fase. Come impostare questa fase ? Anche in questo caso ci possono essere vari approcci: lo scopo principale sarà quello di aumentare la performance e i parametri nel corso del tempo (dal punto di vista dell’allenamento) e di rimanere in regime ipercalorico (dal punto di vista alimentare). Partendo da queste basi, si potranno sviluppare vari approcci. Ne considereremo due in particolare: l’approccio Lenin Bulk e del Bulk Cycling. Intanto il Lenin Bulk è un bulk un po' più lento ed è sicuramente consigliato a delle persone che tendono a ingrassare facilmente o a delle persone che durante l'anno vogliono rimanere sempre abbastanza magre. Nel Lenin Bulk si parte da una base di + 2 / 300 calorie dal TDE (TDE = fabbisogno calorico giornaliero) e si va ad aumentare in base alle misurazioni e ai feedback corporei settimanali di circa 2-300 calorie per volta prolungando così l’ipercalorica nel tempo. In media le fasi di Lenin Bulk dovrebbero durare dalle 12 alle 15 settimane e così facendo andremo a costruire nel tempo le nostre basi muscolari. Al contrario invece il Bulk Cycling è un bulk un po' più ciclizzato dove l'approccio e l’ipercalorica saranno più marcati, ma all'interno di esso saranno inseriti dei minicut dove si creerà un abbassamento calorico (che nel contempo ci permetterà di avere un un approccio molto ipercalorico e molto mirato nelle prime due o tre fasi), successivamente seguito da un periodo di taglio (che ci servirà per perdere la percentuale di grasso che magari sarà aumentata nelle prime fasi). Sicuramente il tutto è consigliato a chi ha delle gare lontane e si vorrà dedicare molto di più all’aumento della massa muscolare, o sicuramente ai soggetti che hanno difficoltà ad aumentare la massa muscolare e si vogliono concentrare principalmente sul migliorare questo aspetto. Ora vediamo come impostare sia la prima fase di Lenin Bulk che la fase di Bulk Cycling. Partiamo proprio dal Lenin Bulk. Immaginiamo di avere il nostro TDE di 2400 calorie, andremo su di 300 kcal quindi per un totale di 2700 calorie, imposteremo i macronutrienti nel seguente modo: proteine da 1,8 a 2,3 grammi per kg di peso corporeo; grassi da 0,8 a 1,5 grammi per kg di peso corporeo e le restanti calorie verranno prese dai carboidrati. Una volta data questa impostazione, prenderemo nel tempo le progressioni dell'allenamento, prenderemo le misurazioni fisiche (quindi il peso corporeo la mattina quando ci sveglieremo) e faremo una media settimanale; poi prenderemo le circonferenze corporee e nel tempo capiremo che tipi di andamenti possiamo dare al nostro corpo e soprattutto come gestirli e quanto aumentare nel tempo. Nel momento in cui rientreremo nel range che va dallo 0,5% all’1% di aumento del peso corporeo ogni due settimane, vuol dire che siamo nel nostro range di bulk e quindi le calorie potranno rimanere invariate. Nel momento in cui questo range andrà più veloce o più lento potremo aumentare o diminuire le calorie a seconda del nostro obiettivo. Andremo così avanti nel tempo effettuando modifiche di più 100-200 calorie fino ad arrivare ad una fase in cui riscontreremo una sorta di resistenza insulinica data da dei periodi ipercalorici protratti nel tempo. In questo dovremo decidere se fare una fase di mantenimento, una fase di minucut o una fase di cut prolungata a seconda di dove siamo arrivati e degli obiettivi che abbiamo sul lungo termine. La fase di Bulk Cycling è una fase un po’ più aggressiva: immaginiamo di partire dal nostro TDE di 2400 calorie. Andremo ad aumentare subito dalle 600 alle 800 calorie. Quindi passeremo a un range fra le 3000 e le 3200 calorie. Facendo così, continueremo a prendere i nostri andamenti di peso e le nostre circonferenze e andremo a creare degli aggiustamenti di più di 3-400 calorie ogni volta che andremo in stallo. In questo caso l'aumento di peso dovrebbe essere dall’1 all’1,5% del nostro peso corporeo a livello settimanale (quindi abbastanza marcato). Questo aumento si farà per circa 12-15 settimane perché successivamente verrà impostata una fase di minicut che durerà dalle 6 alle 8 settimane, e anche in questo caso la perdita di peso dovrebbe essere dall'1% al 1,5% del peso corporeo settimanale. Facendo così avremo dei periodi di bulk un po’ più spinti e nel tempo avremo questo approccio un po' più anabolico nella prima parte, successivamente il periodo di minicut ci permetterà di perdere la percentuale di grasso aumentata precedentemente e, allo stesso tempo risensibilizzare i recettori all’insulina per poi partire nuovamente con una nuova fase anabolica. La fase anabolica dovrebbe durare dalle 12 alle 15 settimane e la fase di minicut dalle 6 alle 8 settimane. Una volta che abbiamo capito come impostare la fase 1 e fase 2 cerchiamo di capire qual è la migliore. Analizzando i vari test fatti sul campo non c'è una fase migliore ma dipende dal soggetto che sia ha davanti. Dopo aver capito come impostare le varie fasi e come impostare i nutrienti, scegliete quello che fa per voi e andate avanti secondo i vostri obiettivi. CAPITOLO 10 ALLENAMENTO PIRAMIDALE PER L’AUMENTO DELLA MASSA MUSCOLARE I l piramidale è uno degli schemi in palestra più vecchi in assoluto. Già dagli anni 70 si riusciva a trovare nei libri di pesistica rivolta alla muscolazione. Quindi le sue origini sono sicuramente antiche. Esso funziona perché va a ricoprire tutto quel range ipertrofico o (almeno in buona parte) che porta il muscolo ad aumentare la sua crescita. Ormai sappiamo che quello che porta il muscolo a crescere è lo stimolo metabolico, lo stimolo meccanico e, in minor parte il danno muscolare (le nuove evidenze scientifiche lo mettono al terzo posto con un grado di importanza sicuramente inferiore rispetto allo stimolo meccanico e al metabolico). Il piramidale classico funziona partendo con un range di ripetizioni medioalto che può essere 15/12 o 10. Facciamo il massimo delle ripetizioni che riusciamo a fare con quel carico, e poi aumentiamo e scaliamo di due ripetizioni. Quindi passiamo da 10 a 8, poi 6, poi 4 e poi possiamo addirittura arrivare a 2 ripetizioni. In questo modo le prime ripetizioni (quelle che vanno dalle 15-12-10) avranno uno stimolo principalmente metabolico. Mano a mano che riduciamo le ripetizioni ed aumentiamo il carico, passiamo da uno stimolo metabolico a uno stimolo prettamente meccanico in cui il tempo sotto tensione dell'esercizio va a scendere ma aumenta la tensione muscolare. Un buon piramidale, se fatto bene porta sicuramente a dei discreti risultati. In realtà allenarsi in quasi tutti i modi (se ci si allena bene, e se si stringono i denti) porta a dei risultati rispetto a non fare niente (anche utilizzando uno schema non ottimale). Quando parliamo invece di ottimizzare possiamo valutare se è meglio fare un piramidale classico (crescente) oppure inverso (decrescente) in cui partiamo dal peso più alto con poche ripetizioni (2-4-6-8-10-12-15) e quindi mano a mano andiamo a togliere peso ma ad aumentare lo stimolo metabolico. Che cosa è meglio tra i due? In generale è meglio fare un piramidale inverso perché se io parto con uno stimolo metabolico vado già a congestionare i miei muscoli e la risposta neurale sarà molto molto alterata. Quindi alla fine io partirò con 80 kg (per esempio) e riuscirò a chiudere le ultime serie con il più alto carico (al massimo con 100 kg). Se io invece mi riscaldo e faccio delle serie di avvicinamento e le prime serie sono quelle col carico più alto, invece che mettere 100 kg e avere già i muscoli congestionati, potrò utilizzare 105-110 kg perché il sistema nervoso sarà riposato. Il sistema metabolico è influenzato in negativo molto meno, quindi quando io mano mano abbasserò il peso, lo avvertirò più leggero e riuscirò a fare più ripetizioni (o le stesse ripetizioni) comunque con più carico. Alla fine se vado a vedere il volume complessivo delle serie e delle ripetizioni che ho fatto rispetto al carico, mi renderò conto che mediamente il piramidale inverso mi riesce a dare un tonnellaggio superiore. Ho sollevato (a parità di serie e ripetizioni) più carico ? Sì. Ok, allora probabilmente anche lo stimolo ipertrofico sarà migliore. Tuttavia può avere un senso (se all'interno della programmazione della scheda o del periodo voglio concentrarmi principalmente su uno stimolo metabolico), continuare a fare il piramidale classico che non va completamente scartato ma va contestualizzato. Diciamo che, se non ci sono particolari esigenze, mediamente il piramidale inverso è quello che porta più risultati proprio perché la somma degli stimoli riesce a essere (a parità degli altri fattori) superiore. Ancora una volta allenarsi in palestra è una cosa semplice: basta fare le cose con logica e continuare ad allenarsi con la testa. CAPITOLO 11 QUANTE PROTEINE SERVONO PER METTERE SU MUSCOLI ? P roviamo a partire dai concetti e dalla logica per trovare una risposta a questa domanda: solitamente nell’ambiente della palestra quando si pensa al muscolo si pensa principalmente alle proteine. D'altronde un muscolo è fatto principalmente da acqua e la parte proteica è soltanto il 20%. Possiamo cambiare tantissimo a livello estetico lasciando inalterata la parte proteica e lavorando soltanto sull'acqua. Quello che ci preme sottolineare è che un Kg di muscolo sono 200 grammi di proteine (e non un kg di muscolo uguale a un kg di proteine). Teoricamente se una persona vuole aumentare di un kg in più di massa magra al mese, ha bisogno di soli 6,66 grammi di proteine al giorno. Tuttavia questo ragionamento è sbagliato...perché ? Guardatevi allo specchio: la vedete la cheratina che si accumula sulla pelle e cade ? Oppure che rimane nella barba, nei capelli e nelle unghie? Quando fate una serie da 20 ripetizioni di squat, il testosterone sale, ma dopo poco gli ormoni calano, e si degradano. Se decidete all’improvviso di darvi all’alcool, le prime sere sarete subito ubriachi, poi la tolleranza all'etanolo aumenterà e resisterete di più. Il rapporto percentuale degli enzimi è cambiato (alcuni enzimi saranno saliti, altri saranno scesi) e cosi sarà possibile degradare prima l’etanolo. Nel nostro corpo, quasi tutto è composto da proteine: le troviamo nella cheratina, negli enzimi, negli ormoni e in tantissimi altri componenti. Quindi il nostro corpo ha bisogno di proteine non solo per i muscoli ma anche per tutti gli altri tessuti. Che differenza c'è tra un prodotto giapponese, uno tedesco e uno cinese ? Il controllo di qualità. C'è qualcuno che guarda che il prodotto che viene venduto sia perfettamente in ordine, e nella macchina non ci siano degli errori di produzione. Il nostro corpo funziona allo stesso modo: tutte le proteine del nostro corpo vengono scisse e riassemblate per assicurarsi che tutto funzioni nel migliore dei modi. Questo è il turnover proteico: una persona di 80 kg mediamente ha 350 grammi di proteine al giorno che vengono scomposte e riassemblate. 350 grammi di proteine al giorno sono in un mese 10 kg e mezzo: una quota enormemente maggiore rispetto a quei 6,6 grammi di proteine in più che ci servivano per costruire il muscolo. Mediamente nel turnover proteico, soltanto il 5% delle proteine si perdono e hanno bisogno di essere reintrodotte con l'alimentazione. Tuttavia, quello che ci preme far notare è che è inutile guardare a quante proteine in più servono se di base il nostro turnover proteico funziona male. Visto che la parte più importante sono le proteine che già abbiamo, ci dobbiamo concentrare sui processi metabolici del nostro corpo in modo che funzionino al meglio per poi permetterci di aggiungere qualcosina in più. È inutile cercare di buttare più legna possibile dentro la caldaia se quest'ultima funziona male ! Il nostro corpo ragiona sempre per priorità: ha bisogno di cibo o ha bisogno di dormire ? Ha bisogno di dormire o preferisce giocare ai videogiochi? Deve sempre scegliere. Nella scala delle priorità, mettere su muscolo è all'ultimo posto (se non all'ultimo quasi). Pensate per esempio all’importante funzione di regolare la temperatura corporea, o al respirare, o agli scambi metabolici. Ci sono infiniti passaggi che vengono prima della sintesi di nuovo tessuto contrattile. Dobbiamo smettere di guardare dal dito e dobbiamo iniziare osservare la luna. E’ inutile concentrarsi sulle proteine in quanto è vero che sono importanti (infatti una buona dose proteica aiuta la sintesi proteica), ma cerchiamo innanzitutto di vedere quali sono i processi metabolici prioritari. Cerchiamo di capire che se abbiamo trigliceridi e glicemia alta, la cellula capta poco gli aminoacidi. Migliorare la sensibilità insulinica vi aiuterà anche ad utilizzare meglio “i mattoni” per costruire muscoli. Se i nostri mitocondri funzionano bene, anche la sintesi proteica è potenziata indirettamente Insomma non ragioniamo in modo “palestrocentrico” ma cerchiamo invece di capire che, se il nostro organismo è in salute e funziona bene, anche il carburante che gli daremo per costruire muscoli sarà utilizzato bene. Ad oggi ci sono principalmente due strade per mettere su facilmente il muscolo: la prima è quella di aumentare le calorie che assumete. Infatti la sintesi proteica è un processo che ha bisogno di molta energia. Quindi più energia darete all'organismo, più facilmente aumenterà l'anabolismo. Tuttavia l'anabolismo non riguarda solo i muscoli, ma riguarda anche il fegato (in cui abbiamo un maggior sintesi di glicogeno), riguarda anche gli adipociti (in cui abbiamo una maggiore sintesi di trigliceridi…tradotto ingrassiamo). Se assumiamo tantissime calorie, per il nostro corpo diventerà più facile mettere su muscolo ma allo stesso tempo ingrasseremo. La seconda via sarà quella di assicurarsi di avere tutti i processi metabolici in ordine attraverso delle analisi, come le analisi del sangue e l’analisi tricompartimentale (per vedere se siamo idratati, se lo scambio sodiopotassio funziona bene, se i nostri mitocondri funzionano bene, se abbiamo una buona tolleranza al glucosio ecc). Se siamo sicuri che nel nostro organismo sia tutto in ordine, anche la sintesi proteica sarà potenziata. Quindi guardare a quante proteine servono per mettere su muscolo è riduttivo perché non ragioniamo attraverso le priorità del nostro organismo, ma guardiamo subito il vertice della piramide dimenticandoci della base. CAPITOLO 12 PESI LIBERI O MACCHINE ? T eoricamente non ci dovrebbe essere differenza tra utilizzare una macchina o un peso libero. Il muscolo “non vede” l'esercizio che sta facendo ma legge soltanto la tensione muscolare e la sua durata. Infatti si può crescere sia coi pesi liberi che con le macchine. Tuttavia, anche se teoricamente tra pratica e teoria non ci dovrebbe essere alcuna differenza, praticamente ce n'è. I vantaggi dal punto di vista dei pesi liberi sono dati da un maggior coinvolgimento muscolare. I pesi liberi devono essere stabilizzati e questo permette di reclutare più fibre muscolari. La stabilizzazione però non deve potenziare il carico che stiamo utilizzando (almeno eccessivamente) perché potremo fare lo squat con il bilanciere o potremo fare lo squat con bilanciere su una pedana instabile. In questo caso recluteremo ancora più muscoli e fibre ma l’instabilità ci porterà il carico al minimo e quindi anche la risposta ipertrofica ne risentirà. Quindi ricordiamoci sempre che l’instabilità ci permette di reclutare più muscoli e più fibre ma ciò non dovrà andare a discapito del carico. Finchè utilizzeremo manubri e bilancieri andrà benissimo, ma più andremo sull’attrezzatura funzionale, più staremo allenando la propriocezione a discapito dell'ipertrofia. I pesi liberi hanno anche il vantaggio di seguire le proprie leve e quindi pongono meno sotto tensione le nostre articolazioni (infatti ci portano meno stress alle stesse articolazioni). Tra l'altro, se è vero che all'inizio (quando siamo dei principianti) fare lo squat alla smith machine ci darà più stabilità e ci permetterà di sollevare più peso, mano a mano che diventeremo esperti, fare lo squat a corpo libero ci permetterà la massima espressione di forza. Infatti nella smith machine siamo guidati e non possiamo muoverci liberamente secondo le nostre leve. Invece nello squat libero una volta che avremo interiorizzato lo schema motorio, riusciremo a esprimere il massimo della forza. Quindi teoricamente i pesi liberi ci permettono di caricare il maggior peso possibile. L'ultimo vantaggio dei pesi liberi (soprattutto del bilanciere rispetto ai manubri) è la gradualità del peso che potremo aggiungere. Nelle macchine, molti vanno di 5 kg in 5 kg, (possiamo mettere un piccolo manubrio all'interno da 2 kg e mezzo) ma il bilanciere permette una gradualità dei pesi molto molto versatile. Quindi, nel momento in cui facciamo delle progressioni di forza e vogliamo aumentare nel corso dei mesi e degli anni sempre più kg, mediamente il bilanciere sarà lo strumento ideale. Anche le macchine però hanno i loro vantaggi: il non dobbiamo stabilizzare il peso, ci permetterà un maggior controllo, e un maggior isolamento muscolare. Quando ci troviamo nella “buca”nello squat (massima accosciata) oppure nel “fermo” nella panca (che è nella parte più bassa della alzata), dovremo cercare di imprimere maggiore energia per uscire dal punto critico. Questo farà sì che nel momento di massima tensione avremo il minor TUT e quindi il minor tempo sotto tensione. Nelle macchine invece, non avendo questi problemi di sicurezza, sarà possibile lavorare nei range in cui il muscolo è sottoposto alle maggiori tensioni. La persona non rischierà di farsi male, e quindi potrà avere un maggior controllo in tutto il ROM dell'alzata. Sappiamo inoltre che l'ipertrofia è data dalla tensione meccanica nel tempo. Quando raggiungeremo i blocchi articolari, il muscolo si scaricherà e quindi riuscirà a riposarsi. Una tecnica rivolta all'ipertrofia è quella della tensione meccanica che funziona molto meglio con le macchine rispetto che coi pesi liberi. In definitiva, chi ricerca la massima ipertrofia muscolare ha soltanto degli svantaggi a escludere l'uno o l'altro perché, come abbiamo visto, sia i pesi liberi che le macchine hanno tutti e due delle particolarità e quindi dei vantaggi a seconda delle nostre esigenze. Se consideriamo l'allenamento nel suo complesso, dovremo considerare che, oltre alla parte muscolare, c'è anche l'affaticamento del sistema nervoso. Per questo mediamente, nelle schede di massa, converrà concentrarci (visto che abbiamo un surplus energetico) sui pesi liberi dove è più facile fare una progressione dei volumi e del carico. Al contrario, durante il periodo di definizione, il sistema nervoso si affaticherà meno, proprio in un momento di deficit energetico, e le macchine ptranno essere utilizzate maggiormente in questa fase rispetto che ai pesi liberi. Ovviamente tutto quello che abbiamo detto va contestualizzato sulla persona: se la persona si trova bene (indipendentemente dalla fase) potrà benissimo continuare con uno o con gli altri. Come già detto, i muscoli non hanno gli occhi, quindi leggeranno quanta tensione metterete, quanta tensione riuscirete ad aumentare nel tempo e la durata di quest'ultima. La differenza così, non la faranno nè i pesi liberi, nè le macchine, ma l'aumento dei parametri allenanti nel tempo. CAPITOLO 13 LA GIUSTA TECNICA E’ IMPORTANTE PER DIVENTARE GROSSI ? C he rapporto esiste tra ipertrofia e tecnica degli esercizi? Osservando l'esecuzione dei bodybuilder professionisti, qualche domanda nascerà spontanea: dal punto di vista articolare e biomeccanico potremo parlarne per ore: ma c'è una correlazione tra cosa fanno ed un maggior stimolo ipertrofico? Se faremo l'esercizio in un altro modo, ottrremo di più, di meno, o lo stesso risultato ? Per comprendere bene l'argomento dovremo fare delle doverose premesse. Per anni ci hanno detto che bisognava fare i multiarticolari perchè avevano una spinta anabolica maggiore rispetto ai monoarticolari. Ora, è vero che i multiarticolari stimolano di più gli ormoni rispetto ai monoarticolari ma non in maniera rilevante. Un conto è quando iniziamo a far palestra nei primi mesi e ci approcciamo a questi esercizi, un'altra cosa è farli per anni. Un conto è appena finiamo di fare l’esercizio, un altro conto è 12 ore dopo. Una fluttuazione ormonale esiste, ma nel tempo, negli atleti non sarà così rilevante da giustificare della massa muscolare in più. Il motivo per cui preferire i multiarticolari ai monoarticolari sono da ricercare altrove. Per comprendere la questione, facciamo due semplici esempi: si dice che il GH è un ormone lipolitico, che aiuta a bruciare grasso ma che è anche un ormone anabolico perchè stimola nel fegato l’IGF1 (il fattore di crescita). Ma la crescita muscolare non è data dal IGF1 ma dai fattori di crescita simili meccanici. Noi abbiamo degli ormoni endocrini ma anche autocrini e paracrini che vengono sviluppati dalle cellule stesse e che non vanno in circolo ma rimangono a livello locale. Quando contraiamo il muscolo, il miocita sviluppa questi fattori di crescita meccanici, e sono questi che portano la cellula all’anabolismo. Quindi, quando guardiamo il GH, in realtà stiamo guardando il dito e non vediamo la luna. Un'altra questione è quella dei recettori di membrana: un conto sono i livelli sierici degli ormoni, un conto è quanto questi ormoni possono essere captati dalla cellula. Perchè alcune persone hanno dei gruppi muscolari naturalmente più grossi di altri? Perché questi muscoli hanno naturalmente più recettori. Quindi potremo anche alzare i livelli ematici di determinati ormoni, ma se poi nella cellula non ci sono abbastanza recettori per farli entrare, la crescita sarà sempre molto limitata. Come si stimolano i recettori di membrana? Attraverso l'allenamento locale. Il muscolo che lavora, sviluppa più recettori per recepire più ormoni anabolici. Una controprova a quanto detto è il doping: ci sono persone che si dopano ed esplodono e in pochissimo tempo diventando enormi, mentre ci sono persone che si dopano con le stesse dosi usate da altri e rimangono pressapoco uguali. Sono sfortunati a livello recettoriale e quindi non riescono a usufruire dei nuovi livelli ematici ormonali. Quindi per prima cosa dobbiamo precisare che l’ipetrofia è una risposta fisiologica del corpo umano a degli stimoli meccanici: che si tratti dei calli della mano, della borsa sottoacromiale, o del muscolo, le cellule rispondono sempre a stimoli meccanici andando incontro all’ipertrofia. Secondo: se vorrete far crescere un muscolo, dovrete allenarlo direttamente. Ci sono quei soggetti che hanno le braccia molto grosse e un tronco in proporzione più piccolo. Loro potranno anche non allenare le braccia, ma se voi non siete quel tipo di soggetto non vi basterà concentrarvi solo sui multiarticolari, ma dovrete allenare anche nello specifico bicipiti e tricipiti. Terzo: i multiarticolari non stimolano in modo così rilevante il i livelli ormonali e i motivi per cui sceglierli sono altri. Consideriamo adesso la forza muscolare. La forza è data da molti fattori: la frequenza di scarica, il reclutamento delle fibre muscolari, la coordinazione intramuscolare e la coordinazione intermuscolare. Ci soffermiamo ora su questi ultimi due fattori: la coordinazione intramuscolare è quella relativa al singolo muscolo, per cui le fibre non si contraggono più in modo sparso, ma si coordinano. In questo modo le stesse fibre potranno generare più forza (perché appunto la contrazione diventerà cosi simultanea). La coordinazione intermuscolare invece, riguarda le catene muscolari, per cui quando si contrae un muscolo, anche il suo sinergico si contrae nello stesso modo, con lo stesso timing e questo permette ancora una volta di esprimere più forza. Una piccola parentesi sulle catene muscolari: in palestra di solito si associa al grande pettorale il tricipite, e al gran dorsale il bicipite brachiale. A livello funzionale e di catena muscolare in realtà non è così: al gran pettorale si associa il bicipite che flette il braccio e la spalla e al gran dorsale si associa il tricipite che estende il braccio e la spalla. Quindi questo ci fa capire come la visione della palestra sia un attimo lontana da quella che è la fisiologia e da quelle che sono le reali catene muscolari. Il secondo punto importante riguarda il carico esterno e il carico interno. Il carico esterno è semplicemente quello che spostiamo (che può essere il nostro corpo se facciamo le trazioni alla sbarra o un bilanciere se usiamo i pesi); quindi se carichiamo 100 kg abbiamo un carico esterno di 100 Kg. Il carico interno invece è relativo alla catena muscolare di un singolo muscolo: di quei 100 kg quanti vengono scaricati sul gran pettorale ? Non è detto che i 100 Kg del bilanciere siano tutti sul pettorale, dipenderà dalla tecnica di esecuzione. Nella pratica, un muscolo cresce ed è soggetto all’ipertrofia quando aumentiamo il carico interno di quel muscolo. Come detto in precedenza, l'ipertrofia è una risposta fisiologica di tutti i tessuti del corpo umano a uno stress meccanico. Più questo stress meccanico aumenterà, più aumenterà il carico interno e più il muscolo sarà soggetto a processi ipertrofici. Per far si che questo avvenga, abbiamo due strade da seguire. La prima è quella dei multiarticolari col bilanciere (o manubri), per cui cercheremo di aumentare più chili possibili sul bilanciere per far si che poi questo si rifletta sul carico interno dei muscoli. Questo comporta un vantaggio e uno svantaggio. Il vantaggio è che numericamente potremo vedere i chili aumentare e quindi a livello sistemico staremo comunque dando uno stimolo maggiore al nostro corpo; lo svantaggio è che non è detto che quei chili aggiunti vadano a colpire il muscolo target. Infatti, se aumentiamo la coordinazione intermuscolare (tra i diversi muscoli) essi si suddividono in modo equo tutto il carico di lavoro e quindi magari 10 Kg in più sul bilanciere sono 1 Kg in più sul muscolo target che vogliamo colpire e quindi l'ipertrofia che andremo a generale, non sarà paragonabile all’aumento del carico che c’è stato. L’altra via che abbiamo è quella dell'isolamento muscolare: isolamento che, a livello fisiologico non può esistere, ma nel bodybuilding può esserci sicuramente. Quando si parla di connessione mente muscolo, ci si riferisce al cercare di togliere il lavoro ai gruppi muscolari che non ci interessano per far si che il carico interno degli altri muscoli diminuisca sempre di più, mentre il carico interno del muscolo target aumenti. Questa è un’arte: quando vediamo dei bodybuilder che sollevano poco carico per un determinato esercizio stanno sollevando poco carico perchè stanno riuscendo il più possibile ad aumentare il carico interno sul muscolo target. Se aumentassero i kg utilizzati magari verrebbe loro spontaneo e naturale coinvolgere anche altri muscoli. Tale percorso ovviamente non è quantificabile: noi non possiamo dire durante l'esercizio quanto carico interno c'è sul nostro muscolo bersaglio. Infatti è una cosa puramente astratta. Tuttavia questo percorso è qualcosa che va appreso e il bodybuilding dovrebbe insegnare proprio questo: dovrebbe insegnare a contrarre il più possibile quello che vogliamo e non tutta la catena muscolare. Mentre un atleta cerca il coinvolgimento di tutto il corpo (giustamente), il bodybuilder se sceglie di allenare quel determinato gruppo muscolare, dovrà fare il più possibile, anche a discapito del carico per andare ad aumentare il carico interno su quel muscolo. Arrivati a questo punto vediamo che, tutte e due le strade hanno un senso e portano a un risultato: sia per chi si vuole concentrare principalmente sui multiarticolari col bilanciere e vede con l’aumento del carico un risultato che porta a degli effetti anche sulla composizione corporea, sia per chi invece si vuole concentrare sull’insegnare al corpo a muoversi “contro natura” quindi per lavorare maggiormente con i gruppi muscolari interessati. Quale delle due strade è migliore? Dipende anzitutto dal soggetto e da come vi piace lavorare: se vi dà soddisfazione vedere i chili aumentare sul bilanciere e vi piace dedicarvi a fare un'alzata, sicuramente questa strada vi darà ottimi risultati. Se dall'altra siete patiti del collegamento mente-muscolo e vi piacciono tutti gli esercizi di bodybuilding, anche questo sentiero darà i suoi frutti. Dal nostro punto di vista sicuramente la prima strada è quella da prediligere. Ora vediamo di mettere tutto assieme e di capire perché la risposta alla domanda: la tecnica corretta serve a diventare grossi ? E’...SI !! Avete mai visto un bodybuilder che si allena come un powerlifter? La risposta è no, perché sono due mondi diversi: il bodybuilder si concentra sul muscolo, sulle sensazioni e sul collegamento mente-muscolo. Cerca a discapito anche del carico esterno un aumento del carico interno. Il powerlifter invece cerca la fluidità del movimento, cerca la pulizia tecnica e si concentra sull’alzata. Potremo cercare di unire i due mondi per ottenere qualcosa in più. Proviamo a chiarire tutto con un esempio: quante persone conoscete che hanno un petto enorme grazie alla panca piana? E quante ne conoscete invece a cui il petto non cresce finchè fanno la panca? Poi passano alle distensioni con manubri o alle croci e finalmente il petto si sviluppa. Qual’è la differenza? Ricordatevi questa legge della fisiologia: in un alzata complessa è sempre il motore primario che decelera e perde tensione...non l'anello debole ! Che cos'è il motore primario? Il motore primario è quel muscolo più forte preposto principalmente a quel movimento. Nella panca piana è il gran pettorale, nello squat è il grande gluteo mentre nelle trazioni è gran dorsale e gli aduttori della scapola. Quando fate queste alzate ed entrate in crisi cosa succede? Nella panca anteponete le spalle perdendo tensione sul pettorale, nello squat alzate i glutei e trasferite il carico sui lombi, mentre nelle trazioni tirate tutto di braccia. Quindi non è l'anello debole che frena l’alzata ma è il motore primario che decelera. Questa è la ragione per cui, tantissime persone non riescono a ottenere un buono sviluppo del pettorale con la panca piana: infatti hanno sempre lavorato a cedimento, non hanno mai avuto un riferimento tecnico e quindi ogni volta che il sistema entrava in crisi anteponevano le spalle. Ma allora che cosa dobbiamo fare ? Dobbiamo fare gli esercizi come i powerlifter ? Neanche questa via è quella ottimale perchè il powerlifter cercherà sempre di più un aumento del carico esterno rispetto a quello interno, quindi inarcherà molto per avvicinare il più possibile il petto al bilanciere limitando il ROM dell’alzata. Per lo stesso motivo allargherà di molto la presa e quindi il lavoro complessivo del muscolo sarà ridotto. Dobbiamo scegliere una via di mezzo: nella panca piana dovremo mantenere un arco fisiologico che ci permetta un’adduzione delle scapole, dovremo fare un minimo di fermo per evitare il rimbalzo e quindi non togliere Kg al gran pettorale, aiutandoci con la risposta elastica. Insomma dovremo avere un assetto molto vicino a quello del powerlifter mantenendo però tutti i principi del bodybuilder. Quindi ci servirà un buon ROM per stirare e far lavorare bene il grande pettorale e, tutta quella connessione mente muscolo tipica di chi vuole concentrare il suo lavoro solo sul muscolo target. Ricapitolando, la tecnica corretta serve per diventare grossi perchè ci permette di salvaguardare le articolazioni ma soprattutto ci permette di essere sempre in spinta col muscolo target senza disattivarlo nei grandi multiarticolari e non ci fa togliere quel carico interno che è essenziale per la crescita muscolare. Per concludere, chiariamo finalmente perché prediligere i multiarticolari ai monoarticolari: abbiamo visto che la risposta ormonale non è così rilevante, che l'ipertrofia è una risposta fisiologica a stress meccanici e che lo stress meccanico principale è quello interno al muscolo. Un'altra legge fisiologica che ci dobbiamo imprimere in mente è che la struttura è al servizio della funzione. Questo che cosa vuol dire nel nostro ambito ? Significa che se abbiamo un aumento del lavoro in un certo lasso di tempo, l'ipertrofia sarà la risposta naturale a questa necessità. Il corpo ha bisogno di aumentare il suo motore per poter fare più lavori in quel lasso di tempo. Quindi è sempre la risposta fisiologica quella che i natural devono ricercare. Contrariamente a quanto succede in palestra, il nostro corpo non ragiona per muscolo ma per movimento. Per questo l'isolamento è difficile da raggiungere (se non da poche persone): perché va “contro natura”. Nel natural la strada dei multiarticolari è molto più facile perché la sinergia muscolare è una cosa naturale e l'aumento del carico esterno comunque darà un aumento del carico interno e quindi un maggior stimolo meccanico. CAPITOLO 14 ALLENAMENTO IN MONOFREQUENZA O MULTIFREQUENZA ? P artiamo dalla teoria per trovare una risposta pratica. Avete presente la teoria della supercompensazione? Io mi alleno, do uno stress al mio organismo, questo peggiora ma, riposando mi permette di recuperare meglio e di supercompensare. Ecco…dimenticatela !!! Perché questo modello teorico non funziona? Perché se è vero che il nostro organismo se correttamente stimolato risponderà con una supercompensazione, è vero anche che i diversi tessuti e sistemi energetici supercompensano con tempi completamente differenti. Per esempio il sistema dei fosfati impiega diversi minuti a ricaricarsi mentre il glicogeno molte ore. La riparazione tissutale del muscolo, richiede diversi giorni e il sistema nervoso ha tempi di recupero ancora differenti. Quindi la supercompensazione è un modello ideale. La sintesi proteica che è uno dei parametri che gli atleti natural guardano di più (per esempio) decresce dopo 72 ore che abbiamo allenato un muscolo. Se guardiamo soltanto questo parametro, dovremmo allenare (per esempio) il petto ogni 4 giorni, ma nel nostro organismo ci sono tantissimi elementi che cooperano fra di loro, e i fattori esterni che possono influenzarli sono molteplici: Ho dormito di più o di meno? Ho dovuto fare gli straordinari a lavoro? Dovevo preparare un esame? Lo stress della vita quotidiana può incidere sui tempi di recupero. Insomma gli elementi teorici da considerare per capire qual’è la frequenza ottimale d'allenamento sono purtroppo troppi, ma per fortuna c'è una soluzione e la nostra ancora di salvezza è che l'organismo si adatta a quasi tutto. Ci sono persone che gareggiano nel bodybuilding allenandosi in monofrequenza, e ci sono altrettante persone (se non di più) che lo fanno in multifrequenza. Questo succede perché il nostro organismo, una volta che ha percepito qual’è lo stimolo che vogliamo dargli si adatta al meglio per rispondere. Quindi, se alleniamo un gruppo muscolare soltanto una volta a settimana, il corpo “impara” che passeranno 7 giorni. Potremo così stressarlo in modo quasi estremo perché lui avrà creato un adattamento biologico a 7 giorni di recupero. Se invece lo stimolo che diamo è in multifrequenza (quindi per esempio alleniamo il petto 2 volte a settimana) l'organismo nel tempo si adatterà ad essere stressato per due volte. Non avremo più l'occasione di stimolarlo all'eccesso come con la monofrequenza ma la somma degli stimoli dei due giorni darà un volume maggiore. La verità è che se vi impegnate sia in mono che in multifrequenza otterrete sempre dei risultati. In linea generale che cosa possiamo consigliare ? Se siete nei primi 6 mesi di allenamento in palestra, potrete allenare il muscolo anche due o tre volte a settimana. Questo perché siete lontani dal vostro potenziale, e lo stress che andrete a dare al corpo non sarà mai eccessivo anzi, il muscolo ha bisogno di essere via via sempre più caricato. Arrivati a un livello intermedio, piuttosto che fare poco tutti i giorni, vi converrà condensare il volume in un'unica seduta e, in questo modo, sarete sicuri di dare al corpo il giusto stress che gli servirà per ottenere una risposta organica. Molti ragazzi che sono alle prime armi con la multifrequenza, non hanno ancora la capacità di stimolare correttamente il muscolo. Si allenano ancora male (ed è normale perché per raggiungere certe intensità ci vuole tempo ed esperienza) e si distribuiscono il lavoro su più sedute non raggiungendo mai quel livello di stress che è altamente allenante. Quando invece sarete esperti, potrete finalmente beneficiare in pieno della multifrequenza perché distribuirete il lavoro su più giorni, ciò vi permetterà di avere un volume settimanale maggiore e, il tonnellaggio è uno dei parametri fondamentali nei natural. Il tonnellaggio però a certe intensità. Una cosa vera in tutti gli sport (dalla corsa, all’atletica, al powerlifting e al bodybuilding) è che più un atleta è avanzato e più necessità di volumi allenanti. La morale della favola è che se vi allenerete correttamente, otterrete sempre e comunque dei risultati a prescindere che sia mono o multifrequenza. Ma se vorrete fare un percorso razionale ed efficace, per prima cosa imparate ad allenarvi correttamente raggiungendo certe intensità; secondo imparate a sopportare volume e intensità nella stessa seduta; terzo redistribuite te il lavoro su più giorni a settimana per aumentare il volume mantenendo la qualità. CAPITOLO 15 CEDIMENTO MUSCOLARE O BUFFER PER L’IPERTOFIA MUSCOLARE ? Q ual’è la metodica migliore per impostare un protocollo di allenamento? Prima di parlare di buffer o di cedimento muscolare, dobbiamo parlare di recupero. Come ben sappiamo, nel bodybuilding l'allenamento serve per stimolare la sintesi proteica. Aumenteremo la sintesi proteica nel momento in cui daremo uno stimolo allenante per circa 24-36 ore e poi la stessa ritornerà ai livelli standard. Abbiamo due sistemi da dove poter recuperare: il sistema nervoso e il sistema muscolare. Il sistema muscolare recupera in circa 24/48 ore post allenamento mentre invece il sistema nervoso ci impiegherà anche 5/7 giorni. Da qui capiamo benissimo, che lo scopo principale sarà nel tempo, quello di stimolare il sistema muscolare il più possibile per aumentare la sintesi proteica e tenere a bada il recupero del sistema nervoso in maniera tale da non doverci allenare in maniera troppo infrequente e far rimanere la sintesi proteica per troppo tempo bassa. Di conseguenza, degli allenamenti troppo pesanti e troppo tirati ad esaurimento muscolare, ci porteranno ad avere degli svantaggi in quanto ci intaccheranno tanto il sistema nervoso e di conseguenza ci porteranno ad avere degli allenamenti infrequenti. Allo stesso tempo l'allenamento in buffer (se troppo in buffer) ci porterà ad avere dei sette di allenamento non troppo allenanti e quindi di conseguenza estremizzare sia l'uno che l'altro non porterà dei buoni vantaggi. Quindi qual è il compromesso tra i due? Come al solito dipende. Dipende da qual’è il contesto. Nel momento in cui si va a enfatizzare l’esaurimento muscolare, e tutte le serie verranno tirate ad esaurimento muscolare, ci potranno essere degli svantaggi in quanto ci dovremo allenare in maniera infrequente perché (come abbiamo visto) il sistema nervoso verrà intaccato troppo. Ma nel momento in cui (al contrario) lavoreremo troppo in buffer, non saranno dei set realmente allenanti; infatti si dovrà sviluppare tanto volume per essere allenanti e quindi anche questo ci porterà nel tempo uno svantaggio. Come al solito, un bilanciamento tra le due parti (esaurimento e non esaurimento) è la miglior cosa. Quindi che cosa fare? Rimanere a un RPE medio di 8/9. Questo ci permetterà (nel momento in cui vorremo arrivare ad esaurimento muscolare su alcuni gruppi muscolari) di rimanere a buffer su delle serie e ad esaurimento su delle altre. In alternativa si potrà lavorare costantemente in buffer ma con una buona intensità percepita perché, se l’intensità percepita è troppo bassa, l’allenamento non sarebbe allenante. Mentre se invece è troppo alta sarebbe troppo stressante per il sistema nervoso. Trovare un buon bilanciamento e misurare quello che si fa è fondamentale per avere successo. BODYBUILDING: COME AUMENTARE LA TUA MASSA MUSCOLARE CON L’ALLENAMENTO IN PALESTRA. (NATURAL BODYBUILDING, PESI, FORMA FISICA, ADDOMINALI, PERDERE PESO, DIMAGRIRE, DIETA, FITNESS, SCHEDE) VOLUME 2 Livio Leone INTRODUZIONE Q uesta seconda parte del testo, vuole essere qualcosa di più di una semplice guida da utilizzare per l’allenamento in palestra: le nozioni presenti, potranno essere applicate con successo per il tuo miglioramento estetico a prescindere che tu sia un appassionato di palestra e di bodybuilng, o che tu sia un principiante. Il suo punto di forze è quello di sfatare i falsi miti legati al mondo del bodybuilding, affrontandoli dal punto di vista scientifico. Si tratta di una vera e propria evoluzione dei vecchi metodi di allenamento degli anni 60’. Le scienze esatte da cui partire sono: anatomia, fisiologia, biomeccanica e successivamente la teoria dell’allenamento applicata al bodybuilding. Dopo averlo letto avrai tutto ciò che ti servirà per trasformare il tuo corpo e massimizzare la tua condizione fisica. Se hai deciso di fare sul serio non ti rimane che leggere questo libro e applicare alla lettera le indicazioni sulla dieta e sull'allenamento presenti in esso. E ora iniziamo !! CAPITOLO 1 IL PARAMETRO VOLUME NEL BODYBUILDING I l volume di allenamento è il parametro che più correlato all'aumento della massa muscolare. Il volume di allenamento rappresenta la mole di lavoro totale svolta in una seduta di allenamento. La formulazione del calcolo del volume é : volume = kg x numero di ripetizioni x numero di serie. Questa formulazione per quanto possa essere precisa, è nata non per sport come il bodybuilding, ma per altri sport in cui si usano esercizi multiarticolari e soprattutto dei bilancieri e dei pesi liberi come per esempio il powerlifting. Quando si parla di bodybuilding invece, questa formulazione viene meno, in quanto nel bodybuilding prima di tutto c'è un'alternanza tra esercizi di isolamento ed esercizi multiarticolari, ma soprattutto ci sono degli esercizi che sono effettuati con dei macchinari e (anche a seconda delle carrucole), il carico cambia. Per capirci: se prendiamo due esercizi per le gambe che si usano nel bodybuilding come la leg extension e lo squat, e calcoliamo il volume su uno squat e quello su una leg extension con la formulazione di base, non daranno un responso attendibile. Infatti oltre al fatto che il risultato sarebbe falsato perché 10.000 Kg di volume sulla leg extension non saranno mai uguali a 10.000 Kg di volume sullo squat, anche cambiando macchinario, di palestra in palestra, avremo risultati e tonnellaggi differenti . Ecco spiegato perchè questa formulazione nel bodybuilding non è il massimo. Nel bodybuilding invece, una delle cose che potrebbero andare, è quella prima di tutto di calcolare il volume locale del gruppo muscolare a seconda della settimana e ridurre la formula a : volume locale = ripetizioni x serie. Così facendo avremo il totale del volume settimanale diviso per gruppo muscolare (quindi un parametro che potremo andare a gestire di volta in volta) e gli esercizi (se di isolamento, multiarticolari, monoarticolari ecc) potranno essere calcolati in base all’indice di performance che sarà un altro dei parametri da considerare. Nonostante il volume dal punto di vista scientifico sembri essere molto correlato all’aumento della massa muscolare, bisogna considerare dei limiti di questi studi. Infatti i soggetti considerati sono poco allenati o non allenati. Questo ci porterà sicuramente un vantaggio ad un volume molto più alto, in quanto tali soggetti sicuramente non riusciranno a “spremersi” al massimo in poche serie e con poco volume. Quanto volume un gruppo muscolare sopporta ? Quale sarebbe il volume ideale per ogni gruppo muscolare? Ognuno di uno di noi, (anche in base a come sono gestiti tutti i parametri che ci sono intorno) ha una sopportazione del volume personale, ma se proprio vogliamo trovare dei parametri, posso dirvi che per i gruppi muscolari grandi possiamo lavorare tra le 100 e le 160 ripetizioni e per i gruppi muscolari piccoli fra le 90 e le 140 ripetizioni per gruppo muscolare. Mentre invece nei periodi di specializzazione potremo arrivare anche a 180230 ripetizioni settimanali sempre per gruppo muscolare. Vediamo adesso come poter creare delle progressioni sul volume. La prima cosa (che è la cosa più semplice) è quella di aumentare di settimana in settimana il numero di ripetizioni. Per fare un esempio: panca piana 3x8 la prima settimana con croci su panca inclinata 3x10; poi la seconda settimana panca piana 3x9 con croci su panca inclinata 3x11. Quindi aumentando una ripetizione sia per il primo esercizio che per il secondo esercizio, ci troveremo anzichè un volume di 54 ripetizioni settimanali, un volume di 60 ripetizioni settimanali. Un’altra possibile progressione che si può fare per l’incremento del volume è quella di incrementare le serie a parità di ripetizioni. Quindi, ritornando all'esempio della panca piana 3x8 + croci su panca inclinata 3x10, avremo per la seconda settimana : panca piana 4x8 + croci su panca inclinata 4x10. Quindi, anche in questo caso abbiamo avuto un aumento del volume. Un ulteriore modo per aumentare il volume è andare ad aggiungere nella seduta successiva un ulteriore esercizio per gruppo muscolare. Ad esempio: prima seduta :panca piana 3x8 + croci su panca inclinata 3x10 seconda seduta : panca piana 3x8 + croci su panca inclinata 3x10 + chest press 3x8. Così facendo avremmo lavorato ulteriormente sul gruppo muscolare aggiungendo un altro esercizio e quindi aumentando il volume. Adesso sappiamo come calcolare il parametro, e come andare ad aumentare la performance con questo parametro di settimana in settimana. Il messaggio da portare a casa è quello dì non credere nel parametro miracoloso ed estremizzarlo, (perché qualsiasi estremizzazione non porterà mai un buon risultato) ma creare un buon bilanciamento tra questi parametri. Il volume non ha nulla in più degli altri parametri se non bilanciati. E’ semplicemente uno stimolo che se ben gestito (creando una progressione su di esso) darà un buon risultato CAPITOLO 2 IL PARAMETRO INTENSITA’ NEL BODYBUILDING L 'intensità può essere divisa in due parti: intensità di carico e intensità percepita. L’intensità di carico è la percentuale di carico usata relativa al massimale. L'intensità percepita invece è il grado di sforzo che si impiega in una serie e/o in un allenamento. Per stimare l'intensità di carico ci sono delle tabelle. Avendo queste tabelle di riferimento e, capendo a quante ripetizioni siamo arrivati prima dell'esaurimento muscolare, potremo stimare la nostra percentuale di intensità di carico. Facciamo un esempio: sappiamo che il nostro 10RM ovvero il massimo peso che ci permette di eseguire 10 ripetizioni al massimo esaurimento muscolare è il 75% del massimale. Quindi se faremo 1 x 10 ad esaurimento muscolare sulla panca piana, avremo una panca piana con un volume di 10 ripetizioni, e un’ intensità di carico stimata del 75% del massimale. Rifacendo invece sempre la panca piana, se ci fermeremo una ripetizione prima dell'esaurimento muscolare, avremmo una intensità del 73% del massimale mentre, se ci fermeremo due ripetizioni prima dell'esaurimento muscolare avremo un’intensità del 71% del massimale e così via col buffer che noi daremo sul 10 RM. Quindi per fare una stima della nostra percentuale di carico, basterà prendere questa tabella, determinare il numero di ripetizioni che si devono effettuare, determinare il buffer che si vuole dare a queste ripetizioni e in base a questo andarci a stimare la percentuale di intensità di carico. Per stimare invece l’intensità percepita potremo usare la scala RPE. Questa scala è nata per gli sport di endurance. Tanto è vero che gli RPE di questa scala vengono stimati secondo il Vo2 max ma, nel caso in cui l’atleta è abbastanza avanzato, potremo usare questa tabella di percezione dello sforzo per determinare dei gradi di affaticamento che si potranno avere durante la serie. La tabella che consiglio, è una tabella che va da 5 ad 11, dove 5 indica il grado di poco affaticamento,10 è l'esaurimento muscolare (ovvero che non si riescono più ad eseguire ripetizioni con quel carico in quella serie). Un RPE di 11 si considera quando si vanno ad inserire serie ad alta intensità e si protrae il muscolo oltre l’esaurimento muscolare. Per capirci un RPE di 10 sarà la nostra panca piana tirata ad esaurimento muscolare. Quando non riusciremo ad eseguire più ripetizioni, avremo un RPE di 10. Se per caso ci fermeremo una ripetizione prima dell'esaurimento muscolare avremo un RPE di 9. Mentre se ci fermeremo due ripetizioni prima dell'esaurimento muscolare avremo RPE di 8. Se invece faremo la panca piana tirata ad esaurimento muscolare (quindi con RPE 10) e magari aggiungeremo delle mezze ripetizioni o delle altre tecniche di intensità, in quel caso la percezione dello sforzo diventerà di 11. Anche in questo caso sapendo e stimando prima il grado di sforzo che si dovrà raggiungere in quella serie, potremo fare una media degli RPE ed avere una stima dell'intensità percepita. Logicamente, l’intensità percepita è molto soggettiva e bisogna lavorarci per bene. Però se l’atleta è abbastanza sensibile da riuscire a percepire delle buone sensazioni, la serie è un parametro in più che potremo tenere sotto controllo. Per determinare infatti se una serie è allenante, deve avere un buffer massimo di - 3 ovvero deve essere RPE=7. Con un RPE minore di 7 non consideriamo una serie allenante in quanto ha pochissimo impatto a livello muscolare. Capito questo vediamo come creare delle progressioni con questi due tipi di intensità. Come prima cosa possiamo creare una progressione andando a ridurre il buffer e andando ad aumentare l’RPE nel corso delle settimane. Ad esempio: settimana 1 : panca piana 3x8 con RPE di 9: ci fermeremo in tutte le serie ad una ripetizione prima dell'esaurimento muscolare; la seconda settimana faremo sempre la panca piana con 3 x 8 però faremo le prime due ad RPE di 9 e l'ultima ad RPE di 10. Avremo così un esercizio dove per le prime due serie ci fermeremo sempre una prima dell'esaurimento muscolare, e l'ultima invece sarà tirata ad esaurimento muscolare. La terza settimana per progredire ulteriormente, avremo sempre la panca piana che verrà eseguita in 3 x 8 con tutte e tre le serie ad RPE di 10. Quindi avremo tutte e tre le serie tirate ad esaurimento muscolare. Ricapitolando: avremo per la prima settimana un RPE medio di 9; la seconda settimana un RPE medio di 9,5 e alla terza settimana un RPE medio di 10. Nel corso delle settimane infatti avremo avuto una riduzione del buffer e quindi un aumento del RPE e un aumento dell'intensità di sforzo. Quindi avremo aumentato un parametro. Un altro modo abbastanza intuitivo,(e che fanno quasi tutti i principianti) è quello di cercare di aumentare il carico sul bilanciere di settimana in settimana. Per esempio andando in palestra, la prima settimana si faranno tre serie da 8 magari con 100 kg; la seconda settimana le stesse 3 serie da 8 di panca piana si faranno con 101 kg; la terza settimana si cercheranno di fare con 103 kg. Questa situazione ci porterà ad un aumento del carico nel corso delle settimane e probabilmente se siete avanzati anche ad un aumento della percezione dello sforzo. Un altro modo per aumentare l’intensità di carico è quello di diluire il volume in più sedute. Per fare un esempio, immaginate che abbiate per un gruppo muscolare (per esempio pettorali) 16 set: un conto sarà dividere i 16 set in un'unica giornata, dove arriveremo negli ultimi 4-5 set abbastanza affaticati dai primi set; un conto sarà se questa intensità di incarico sarà divisa in due sedute e quindi divideremo i 16 set in due sedute da 8 set + 8 set riuscendo ad esprimere più intensità di carico percepita maggiormente sia nella prima che nella seconda seduta. Quindi, aumentando la frequenza sul gruppo muscolare, a parità di volume, riusciremo ad aumentare l’intensità di carico. Queste sono solo delle progressioni. Poi se ne possono creare tante altre. Ora vediamo quali sono i parametri da tenere per questi tipi di intensità. Per quanto riguarda l’ intensità di carico, è consigliato tenerla da un minimo del 55% del massimale a un massimo dell’ 85% del massimale. Cosi avremo un buon rapporto tra volume e intensità. Non dimentichiamo che il volume e l’intensità sono inversamente proporzionali quindi, all’aumentare del volume si dovrà ridurre l'intensità e all’aumentare dell’intensità si dovrà ridurre il volume. L’intensità percepita invece bisognerebbe tenerla da un minimo di 7 a un massimo di 10. Anche questo ci permetterà di tenere un buon rapporto tra intensità percepita e intensità di carico e volume. Il consiglio è quello di non estremizzare troppo questo parametro sia per quanto riguarda l’esaurimento muscolare creando troppo buffer e arrivando troppo oltre l’esaurimento muscolare e sia per intensità di carico tenendo i carichi troppo bassi o tenendo i carichi troppo alti. Come al solito non funziona mai un estremizzazione di questi parametri, ma la cosa che funziona è quella di creare un buon bilanciamento fra tutti i parametri e contestualizzare in ogni scheda. CAPITOLO 3 IL PARAMETRO DENSITA’ NEL BODYBUILDING I l parametro densità rappresenta il legame tra sforzo e recupero in una seduta o per un gruppo muscolare. La densità si può dividere principalmente in due parti: la densità sistemica e la densità locale. Per densità sistemica si intende la densità totale dell'intero sistema ovvero di tutti i gruppi muscolari messi insieme. Essa si può calcolare in base alla singola seduta settimanale o fare una media settimanale. La formula di calcolo della densità sistemica é : Densità sistemica = tempo totale della seduta diviso il tempo sotto tensione per ogni ripetizione (TUT). Per densità locale invece si intende la densità del singolo gruppo muscolare. La formula è: Densità locale = (durata del tempo totale degli esercizi x gruppo muscolare) / il tempo sotto tensione delle ripetizioni. Non ci sono dei pro o dei contro nell’aumentare un tipo di densità o l'altra. Tutto quanto deve essere contestualizzato. Ad esempio, se decidiamo di aumentare la densità sistemica e quindi anche dei gruppi muscolari differenti tra di loro, probabilmente riusciremo a mantenere più intensità di carico durante gli esercizi. Per fare un esempio, se la prima settimana eseguiamo panca piana 3 x 8 con un minuto di recupero e come secondo esercizio rematore 3x8 con minuto di recupero, e la seconda settimana decidiamo di aumentare la densità sistemica e quindi fare questi due esercizi in jump set, avremo un aumento del parametro a parità di intensità di carico per il semplice motivo che setteremo i due esercizi in modo che impiegheremo sempre lo stesso tempo di recupero nel fare una serie di panca piana e nel fare la serie di rematore. Però, a livello sistemico, avremo l'impatto di eseguire più sere in meno tempo e quindi di aumentare la densità sistemica. Al contrario invece, nel momento in cui si parla di densità locale, se la prima settimana andremo a eseguire per esempio panca piana 3 x 8 con un minuto di recupero, e croci su panca inclinata 3 x 10 con un minuto di recupero, e vorremo passare questi due esercizi in superset o in jump set essendo dello stesso gruppo muscolare, il grado di affaticamento che si creerà nel corso delle serie anche a parità di recupero sarà maggiore e quindi probabilmente avremo una perdita dell'intensità di di carico. Quindi nel momento in cui sceglieremo di creare più stress metabolico, sarà consigliato aumentare la densità locale, mentre nel momento in cui serve una buona densità di carico, sarà molto meglio spostarci verso l'aumento della densità sistemica. Mentre gli altri parametri abbiamo dato dei range nei quali rimanere, per la densità non ci sono dei range fissi. Si dovrà usare come sempre il buon senso, senza estremizzare questo parametro, altrimenti l'intensità di carico si abbasserà di molto e avremo un allenamento molto più metabolico. Vediamo adesso come creare delle progressioni con questo parametro. Uno dei classici modi, è quello di abbassare il tempo di recupero tra le serie. Per esempio : settimana 1 panca piana 3 x 8 con un minuto e mezzo di recupero e croci su panca inclinata 3 x 10 con un minuto di recupero; nella seconda settimana nel momento in cui vorremo aumentare la densità locale potremo fare: panca piana 3 x 8 con un minuto di recupero e croci su panca inclinata 30 x 10 con 50 secondi di recupero. Così avremo lo stesso volume, lo stesso tempo sotto tensione, ma il tempo di durata dell'esercizio si sarà ridotto e quindi di conseguenza sarà aumentata la densità locale. Un altro modo è quello di calcolare la durata totale di un esercizio e (lasciando questa stessa durata totale invariata), e aumentare i tempi sotto tensione di una singola ripetizione. Quindi (ad esempio) se per fare una panca piana con tre serie da 8 abbiamo come tempo sotto tensione 2 secondi per la fase eccentrica (quindi di discesa), un secondo per quella concentrica (quindi di salita) e un minuto di recupero e ci impiegheremo 8 minuti totali per eseguire le 3 serie, nella seconda settimana progrediremo aumentando la densità facendo : panca piana 3 x 8, far durare sempre 8 minuti questo esercizio e aumentare magari il tempo sotto tensione della singola ripetizione per esempio con 4 secondi nella fase di discesa e un secondo nella fase di salita riducendo i tempi di recupero per esempio a 50 secondi. Tutto ciò ci permetterà di avere la stessa durata dell'esercizio, ma di spremerci con più tempo sotto tensione e quindi aumentare ulteriormente la densità. Un altro modo è quello di andare a introdurre dei Jump set, dei super set, ed altre tecniche ad alta intensità. Il consiglio è come sempre non estremizzare questo parametro ma contestualizzarlo e bilanciarlo insieme a tutti gli altri parametri. CAPITOLO 4 QUALE E’ IL GIUSTO RECUPERO FRA LE SERIE? P artiamo come sempre dalla fisiologia e dai sistemi energetici del corpo umano, per poi renderci conto che forse i fattori importanti sono altri. A livello accademico, a seconda di cosa vogliamo allenare, abbiamo un diverso tempo di recupero. Per esempio, nella forza massimale, (dove abbiamo alti carichi e basse ripetizioni) lo stesso recupero si tiene mediamente dai 3 ai 5 minuti. Si è visto che più creatinfosfato riusciamo a recuperare, più carichi elevati riusciamo a mantenere nelle serie. Al contrario, se vogliamo allenare l'ipertrofia muscolare, in media conviene tenere 60-90 secondi, quindi un recupero incompleto. Ci serve mantenere dei buoni livelli di lattato per stimolare il GH e i fattori di crescita meccanico simili che sono tra i fautori dell'ipertrofia muscolare. Quindi potremmo dire: Allenamento di forza: basse ripetizioni e lunghi recuperi; Allenamento ipertrofico: medie alte ripetizioni e brevi recuperi. Ma non è così semplice: per esempio si è visto che fattori ormonali e metabolici sono si importanti, ma l'elemento principale è il volume (il tonnellaggio). Infatti, se abbiamo tempo a disposizione, invece che fare 3x10 con 7 Kg conviene recuperare da 90” fino a 3 minuti per poter fare 3 serie da 10 con 80-85 kg. Una delle leggi della natura è che la forma è al servizio della funzione: se il nostro corpo ha bisogno di sollevare tanti chili condensati in un tot di tempo, produrrà più ipertrofia per rispondere a questa esigenza organica. Ma in realtà non è neanche questo il fattore più importante. Cosa distingue i campioni dalle persone nella media ? La maggior parte delle persone risponderà: la genetica. Probabilmente è anche così...tuttavia c’è un altro fattore molto più importante e determinante ed è la testa, la volontà. Per esempio tantissimi atleti di forza utilizzano brevi recuperi,(un minuto) anche se poi sollevano leggermente meno, ma finché fanno recuperi brevi hanno l'adrenalina in corpo, hanno quella cattiveria che permette loro di sviluppare quel volume. Magari ogni minuto fanno una, due, tre ripetizioni, ma con un certo carico che avrebbero fatto fatica a sollevare se avessero riposato anche di più Quindi possiamo iniziare a guardare il tempo di recupero sotto un'altra ottica, e sfruttare quel tempo di recupero che ci permette di allenarci al meglio essendo più aggressivi coi pesi. La programmazione che cosa ci insegna? Ci insegna che variare i tempi di recupero non solo da nuovi stimoli per la crescita muscolare, ma a livello mentale è meno stressante. Meno fatica cerebrale accumuleremo, più potremo essere freschi durante l'allenamento, più avremo voglia di allenarci e avremo quella marcia in più che ci permetterà ogni volta di fare un buon allenamento. Teoria e pratica sono la chiave del successo. CAPITOLO 5 ALLENAMENTO IN DEFINIZIONE (REVERSE) I l macronutriente principale per la Reverse sono sicuramente i glucidi (carboidrati). Nel momento in cui si parla di carboidrati, l'allenamento migliore da adattare è un tipo di allenamento metabolico. Mentre si parla di allenamento metabolico, la maggior parte delle persone staranno pensando ad altre ripetizioni e bassi tempi di recupero. Come darvi torto? L’allenamento metabolico è dato principalmente da quello. Però c'è sempre da capire che alla base di qualsiasi allenamento ci dovranno essere dei parametri. Questi parametri sono: intensità percepita o di carico, volume, densità (anche in questo caso sistemica locale). Qual è lo scopo principale di un allenamento? Lo scopo principale è bilanciare questi parametri, in maniera tale da non estremizzarne nessuno perché, nel momento in cui viene estremizzato qualche parametro i risultati finali non saranno ottimali. Quindi, nel momento in cui si pensa di dover fare un allenamento metabolico con altissime ripetizioni e tempi di recupero molto bassi, c'è da pensare che, è vero che la densità e il volume magari saranno alti, ma l’intensità di carico sarà bassa e, nel tempo ci porterà ad avere pochi risultati. Perciò lo scopo principale sarà quello di bilanciare il tutto e di trovare delle tecniche che ci permettano di avere a livello di parametri più o meno un’intensità compresa tra il 60 e il 75% del massimale e un volume che va dalle 140 alle 200 ripetizione a settimana. Il Range e il gap tra i range è molto alto. Considerate il vostro punto di partenza, e capite quanto potrete progredire su questo per impostare la vostra scheda. Poi, una volta capiti quali sono i parametri che ci sono alla base e come dovrebbero essere impostati, potrete fare l’allenamento come meglio credete. Ad ogni modo, voglio presentarvi una delle tecniche che secondo me si addice molto. Si tratta della tecnica EDT. Questa è un tipo di tecnica basata su dei circuiti (per esempio allenando dei gruppi muscolari distanti tra di loro) inseriti prima con degli esercizi base e dopo con degli esercizi di isolamento; dopo viene impostata l'intensità di carico, i minuti e il range di ripetizione nel quale si dovrebbe rimanere. Nella pratica si hanno alla base 10 minuti, si ha l'intensità di carico (ad esempio nel primo esercizio si ha 10 RM ovvero più o meno il 70-75% del massimale) e nel secondo esercizio il 15 RM, (in maniera tale da avere anche un’ intensità di carico già impostata) e una volta avuta l'intensità di carico impostata, e il volume di allenamento impostato, andremo avanti così a circuito, cercando di chiudere in quei 10 minuti più ripetizioni possibile. Questo ci permetterà di aumentare la densità nel tempo, perché avremo un record da battere di settimana in settimana, e comunque avremo una buona intensità e un buon rapporto di volume. Questa tecnica è l'ideale dal punto di vista della Reverse in maniera tale da tenere sotto controllo la maggior parte dei parametri e da avere un ottimo stimolo metabolico. Ci possono essere tantissime altre tecniche come i circuiti in superset o in jumpset. Avete i parametri di cui abbiamo parlato prima (intensità di carico e di volume), usateli come meglio credete, magari usate dei muscoli agonisti e antagonisti in maniera tale da aumentare la densità sistemica senza far aumentare la densità localizzata, perché se aumentate l’intensità localizzata di un semplice gruppo muscolare, l’intensità di carico tenderà a calare troppo (e in questo caso, essendo in una situazione di ipocalorica, l’intensità di carico sarà importante anche per mantenere la massa muscolare). Adesso avete le idee per potervi sbizzarrire. CAPITOLO 6 COME SI IMPOSTA UN ALLENAMENTO MINICUT I n questa fase, si tenderà a spostare l’allenamento, molto di più verso l'intensità di carico. Inoltre il volume, da massimo, cercherà di diventare medio. Abbiamo un volume massimo recuperabile e un volume minimo recuperabile. Il volume massimo recuperabile è il massimo volume con cui noi riusciremo ad aumentare la performance in palestra per quel determinato gruppo muscolare. Il volume minimo sarà appunto il volume minimo da tenere settimanalmente per permetterci di non deallenarci. La media tra questi due sarà il volume medio recuperabile. Nella fase di minicut sicuramente non ci sarà bisogno di estremizzare il volume nell'alto o nel basso, in quanto in una fase di cut magari tendere a rimanere verso il medio/minimo volume recuperabile è la cosa migliore. Nel periodo di minicut, ci si potrebbe spingere tra il medio e il massimo volume recuperabile. Quindi in questo caso (come per le calorie) si fa un piccolo taglio al volume, si aumenta leggermente l'intensità di carico, rimanendo nella media tra il volume minimo e il volume massimo, e aumentandola circa del 10%. Per esempio, nel momento in cui riscontriamo che il volume massimo recuperabile dopo il bulk in un gruppo muscolare è pari a 200 ripetizioni e, nel momento in cui sappiamo che il volume minimo recuperabile è pari a 100 ripetizioni, vorrà dire che avremo un volume medio recuperabile di 150 ripetizioni. Vorrà dire che nella fase di minicut ci stabilizzeremo fra le 150 e le 170 ripetizioni (quindi in media il volume medio recuperabile e il volume medio recuperabile più il 10%) e tenendo questo volume, andremo leggermente a spostare e a shiftare i nostri parametri sull'intensità di carico. Aumenteremo l'intensità di carico dal bulk (che è compresa tra il 65% e il 75% del massimale) a un 70/80 % del massimale avendo ridotto il volume e quindi avendo più margine per migliorare. Anche in questo caso non ci sarà un range di ripetizioni fisso da mantenere. Il 70/80% del massimale è compreso fra l’8RM e il 6RM e si potrebbe ragionare lavorando sempre su range di ripetizioni uguali compresi tra le 6RM e le 8RM. Oppure, estremizzando la situazione, lavorando su dei range metabolici e lavorando su dei range massimi. L’importante è che la media tra le due tenderà ad essere tra il 70 e l’80% del massimale. Anche in questo caso gli RPE spostati dall’ 8/9 saranno l'ideale per mantenere anche un buon volume. Di conseguenza il deficit calorico e tutto il resto ci dirà se staremo recuperando o meno: infatti se la performance riuscirà a mantenersi uguale o aumenterà leggermente nel corso delle settimane, vorrà dire che quel volume andrà bene. Nel momento in cui vedremo un calo della performance, sicuramente cercheremo di “marcare” il meno possibile sull’intensità di carico e, cercheremo di andare avanti regredendo il volume allenante. Così facendo nel tempo, avremo un buono stimolo fra intensità di carico e un buon bilanciamento tra tutti i parametri . Anche in questo caso la split è abbastanza importante; bisognerà cercare di dividere il volume in maniera tale da allenare più frequentemente durante la settimana un determinato gruppo muscolare. Cosi il volume, essendo distribuito in più sedute tenderà a far mantenere più intensità di carico, che in questo caso sarà fondamentale per preservare quanta più massa muscolare. Facendo un buon lavoro e bilanciando i parametri in questa parte di allenamento sicuramente avrete degli ottimi risultati. CAPITOLO 7 COME IMPOSTARE UNA SCHEDA DI ALLENAMENTO PER LA FORZA Q uanto fai di panca ? Questa è la domanda più frequente che viene fatta a un frequentatore di palestra. Ma la forza nel bodybuilding serve o non serve? Diciamo che la forza è qualcosa utile al nostro fine: quello di raggiungere una determinata composizione corporea. Ora anzitutto andremo a capire che cosa vuol dire allenarci per aumentare la forza e allenarci per aumentare l’ipertrofia. Che cosa succede all'interno del nostro muscolo ? Che cosa comporta ? Quando ci alleniamo, abbiamo due tipologie di stress: uno stress meccanico e uno stress metabolico. Lo stress metabolico avviene per via dell'accumulo di metaboliti: ione H+ , lattato e via discorrendo. Lo stesso meccanismo invece avviene a causa del danno muscolare vero e proprio. Quindi in un allenamento di forza, avremo una prevalenza dello stress meccanico, mentre in un allenamento di bodybuilding tradizionale avremo una prevalenza dello stress metabolico. Ma cosa dice la scienza? La letteratura ha dimostrato che allenarsi per incrementare la forza, può portare agli stessi adattamenti ipertrofici di un allenamento di bodybuilding tradizionale. Tutto questo, quando andremo a parificare le altre condizioni, in primis il volume. Questo non vuol dire che se ci alleneremo tanto per incrementare la forza cresceremo tanto quanto se ci alleneremo per incrementare l’ipertrofia perché, all'atto pratico, allenarsi per la forza in quelle condizioni è molto difficile. Gli studi che abbiamo in letteratura, vanno ad analizzare soltanto gli adattamenti a livello di ipertrofia, ma non vanno ad analizzare a carico di quale componenti muscolari quest’ipertofia avviene. Innanzitutto va fatta la distinzione tra allenamento per ipertrofia sarcoplasmatica e allenamento per ipertrofia miofibrillare. Un allenamento per l’aumento della forza, porterà soprattutto a un’ipertrofia a carico delle proteine contrattili. Viceversa, un allenamento di bodybuilding certamente è a carico dei componenti non contrattili. L’allenamento migliore per aumentare l’ipertrofia del muscolo è l'allenamento per il bodybuilding. Ma allora perché inseriamo il protocollo di forza all'interno di una programmazione per il bodybuilding ? Ecco due buone ragioni : per prima cosa un allenamento per l’incremento della forza porta un’ipertrofia a carico di altri componenti rispetto all'allenamento per il bodybuilding tradizionale. Quindi se vorremo raggiungere un’ipertrofia a 360°, ci converrà inserire anche degli allenamenti di forza. Questo è uno dei motivi per cui il pesista ha un aspetto tendenzialmente più “duro” a livello muscolare rispetto a un atleta di bodybuilding. Ed anche per questo che i bodybuilder “si sono fatti furbi”. Infatti per ricercare un aspetto più duro in gara, tra le altre cose vanno anche ad inserire dei protocolli di forza. Per spiegare il secondo motivo facciamo un esempio: io mi alleno per la forza, e oltre alla forza aumento anche la mia ipertrofia, ma soprattutto aumento la mia successiva capacità di allenare l'ipertrofia. In altri termini quando successivamente tornerò ad allenarmi per l'ipertrofia in stile bodybuilding tradizionale questo allenamento sarà più efficace. Detto in termini scientifici : il miglioramento di un'abilità ha un transfer sull'allenamento di tutte le altre componenti adattive. Questo è il motivo per cui negli sport tecnici (come il calcio e rugby e via discorrendo) si fa coesistere un lavoro di potenziamento muscolare. E’ proprio questo transfer sul gesto atletico, che nella maggior parte dei casi è un gesto di potenza e quindi vale esattamente anche il contrario: un protocollo di ipertrofia ha senso all'interno di una programmazione per la forza, quindi per un pesista dei periodi di ipertrofia vengono fatti e sono utili perchè hanno un transfer sull’allenamento per la forza CAPITOLO 8 DOMS: CAUSE ED ALLENAMENTO I niziamo a sfatare qualche mito: i dolori post allenamento non riguardano l'acido lattico. L’acido lattico ha un picco nella cellula dopo 60 secondi e viene smaltito dal nostro organismo dopo due tre ore. I doms invece hanno il loro apice 24-48 ore dopo l'allenamento, quindi ormai l'acido lattico se n'è andato da un pezzo. Il secondo mito più grande che invece riguarda i dolori post allenamento è che tutte le persone, toccandosi, sentendo il muscolo, pensano che si tratta proprio del ventre muscolare. In realtà, sono i nocicettori ad essere infiammati e non c'è una correlazione diretta tra i microtraumi, la lacerazione al tessuto connettivo e muscolare e i dolori post allenamento. Questi ultimi infatti riguardano molto di più i nociettori e la placca motrice, quindi il sistema nervoso. Quello che si è visto è che quando cambiamo schema motorio, (oppure lavoriamo in un range a cui non siamo abituati come quando passiamo da poche ripetizioni alla panca a 10 o più), il sistema nervoso viene fortemente stressato. La liberazione degli ioni calcio nel ciclo di eccitamento-contrazione della fibra muscolare, fa si che si riversino fuori dalla cellula degli elettroliti che andranno ad eccitare i nostri nocicettori cosi, i dolori post allenamento, sono più un sintomo che non eravamo abituati a quel range o a quell’esercizio rispetto ai reali microtraumi che l'allenamento può aver causato. A questo punto abbiamo gli strumenti per rispondere anche al secondo quesito: i doms non indicano se l'allenamento è stato efficace o meno, ma semplicemente ci dicono che non eravamo abituati a quel range o a quello schema motorio. Però, sappiamo che non è la varietà a caso che fa crescere i muscoli, ma la sua capacità neurale, muscolare e metabolica. E’ l'aumento dei parametri allenanti che ci porta essere più resistenti e più forti, a indurre una maggior sintesi proteica. L’allenamento dovrebbe essere soprattutto infrequente perché, meno ci alleneremo e più sentiremo i doms, e questo tipo di training dovrebbe portare la massima ipertrofia. Ma nel bodybuilding natural, quello che vediamo è che la maggior crescita l'abbiamo proprio nel momento in cui il bodybuilder diventa sia più forte sia più resistente e, questo può avvenire soltanto con una programmazione sensata e non cambiando continuamente le cose a caso semplicemente perché l'organismo (più che altro il sistema nervoso) non era più abituato a quel gesto. Per concludere : un buon sistema per capire che non c'è correlazione fa microlacerazioni, danno muscolare e doms è quello di allenarsi quando abbiamo ancora dei dolori. Vedrete che il giorno dopo dopo l'allenamento i doms saranno naturalmente spariti. Questo perché un aumento dell’afflusso di sangue nei muscoli che lavorano, porterà via tutti quegli elettroliti che aumentavano la sensibilità dei nocicettori. Anche se il nuovo allenamento ha creato nuovo danno muscolare, i dolori saranno via via spariti. La vecchia concezione del “mi alleno in modo infrequente per poter recuperare perché ho spaccato il muscolo” non ha quindi basi fisiologiche. CAPITOLO 9 SENSIBILIA’ O RESISTENZA INSULINICA? I n palestra di solito si sente parlare di endomorfo, mesomorfo ed ectomorfo. Queste categorie tendono rispettivamente a indicare persone che accumulano facilmente peso, che mettono invece facilmente muscolo, oppure che rimangono sempre magre. Ovviamente questa è una semplificazione, infatti i mesotipi in medicina non sono mai stati riconosciuti. Tuttavia ci creano un modello mentale semplificato che ci può indirizzare a che tipo di allenamento o di alimentazione la persona dovrebbe seguire. Alla base dei mesotipi ci possono essere diverse ragioni: dalla capacità di adattamento della persona, ai suoi livelli ormonali, alla vera e propria struttura. Se la genetica gli ha concesso un ventre muscolare più ampio rispetto a un altro, ovviamente una persona sarà avvantaggiata o svantaggiata. Ci concentriamo adesso sul rapporto tra resistenza e sensibilità insulinica. Una persona resistente all’insulina, tenderà ad avere delle cellule muscolari che hanno difficoltà nel captare il glucosio, mentre una persona con una buona sensibilità, vedrà prevalere il tessuto muscolare appunto rispetto a quello adiposo. Il punto chiave è riuscire a capire come migliorare il nostro rapporto resistenza/sensibilità. Quindi persone attente alla composizione corporea e non alla semplice salute. Le evidenze scientifiche non sono tantissime; le linee guida si possono ridurre a: un eccesso calorico cronico porta ad avvantaggiare la resistenza insulinica, mentre un deficit calorico porta a migliorare la sensibilità. In generale basta dimagrire perché aumentino i livelli di adiponectina (un ormone secreto dalle cellule adipose), che porta a sensibilizzare le cellule muscolari. Nella pratica sappiamo benissimo che una dieta ipocalorica in realtà non aiuta ad aumentare la massa magra…anzi, al massimo il deficit energetico catabolizza il tessuto contrattile. È proprio per questo che è tanto difficile mettere su muscolo e migliorare la composizione corporea. Perché il fattore più importante che dovrebbe avvantaggiare le cellule muscolari, in realtà è anche il principale fattore che pone un freno alla sintesi proteica. Per questo, attraverso le prove sul campo, si è visto che il fattore più importante di tutti per ottenere il reale risultato è misurare. Il problema è che in palestra nessuno misura. Quindi si segue ciecamente un piano, e, alla fine di questo, si guarda se ha funzionato o se non ha funzionato e perché ? Oggi sappiamo che per le persone che si allenano in modo costante da almeno due anni, l'unico modo per mettere su muscolo è quello del surplus calorico. Un eccesso calorico fra le 300 e le 500 calorie pone la sintesi proteica al suo massimo livello a maggior ragione se c'è il giusto connubio tra proteine, carboidrati, grassi e allenamento. Nel tempo cosi, la persona, riuscirà lentamente a mettere su muscolo. Il modello della crescita muscolare segue una curva gaussiana. Troppo poco allenamento non stimola in modo corretto il tessuto contrattile, ma anche il troppo allenamento rispetto a quello che la persona può sopportare ha un effetto opposto. Allo stesso modo, se daremo al corpo troppo pochi macronutrienti, non riusciremo a ottenere i risultati, ma anche se ne forniremo troppi andremo a sbilanciare il rapporto tra resistenza e sensibilità insulinica, e l'effetto che avremo sarà principalmente quello di ingrassare piuttosto che mettere nuova massa muscolare. Dato che la storia di ognuno di noi è diversa, l'unico modo per sapere se stiamo facendo le cose nel modo corretto è misurare. Nel corso delle settimane, potremo vedere attraverso il peso corporeo, le circonferenze, ma anche col semplice specchio, se quello che stiamo pianificando sul campo realmente sta dando i suoi risultati. Nel momento in cui vedremo che l'eccesso energetico cronico non sta più portando a sensibilizzare le cellule muscolari ma, al contrario, sembreremo più acquosi e meno grossi delle settimane precedenti, vorrà dire che la resistenza insulinica ha preso il sopravvento e, durante la fase di massa converrà fare almeno un paio di settimane di dieta ipocalorica. Il ritornare a un regime in cui le cellule si affamano di energia, riporterà quei rapporti ottimali in cui il tessuto adiposo riprenderà a produrre correttamente l’adiponectina, risensibilizzando le cellule muscolari. Visto che è il cronico a determinare la nostra composizione corporea, è altrettanto vero che in un lasso di tempo più o meno lungo, dovremo essere capaci di intervenire per invertire la rotta. Quindi per ridare la giusta direzione al nostro organismo, per poi riprendere nuovamente a crescere. Il segreto della composizione corporea è la giusta sensibilità/resistenza insulinica. Quindi sarà essenziale alternare durante le fasi di massa, dei periodi di mini-cut e invece durante le fasi di definizione o ipocalorica aggiungere delle settimane di Break-Diet o di Reverse, in cui ritorneremo al nostro fabbisogno giornaliero per “risbloccare” l’organismo. Il nostro organismo risponde a degli stimoli costanti via via in modo decrescente. L'alternanza degli stimoli sarà fondamentale, ma questa alternanza dovrà basarsi sui numeri. Se staremo progredendo, sarà inutile invertire la marcia, se invece i risultati si saranno fermati, sarà inutile continuare in quella direzione perché peggioreremo soltanto . CAPITOLO 10 SINTOMI E RIMEDI IN CASO DI SOVRALLENAMENTO C hiunque si sia allenato seriamente, nella sua vita prima o poi ha sempre avuto paura di essersi sovrallenato, di aver esagerato e di doverne pagare le conseguenze. Cerchiamo di capire che cos'è il sovrallenamento, quali sono i sintomi e i rimedi, ma soprattutto come collocarlo all'interno della periodizzazione annuale. Per poter parlare di sovrallenamento, dobbiamo prima introdurre il concetto di stress: l'allenamento viene vissuto dal nostro organismo come uno stress esterno. Noi associamo la parola stress subito a qualcosa di negativo, ma in realtà a livello organico non è così. Senza stress il corpo non potrebbe reagire, e non potrebbe essere in salute. La forza di gravità è uno stress a cui è sottoposto il nostro corpo, ma senza forza di gravità, (come gli astronauti) soffriremo di osteopenia e di sarcopenia. Così il corpo non rifugge dallo stress, ma cerca di stare dentro a dei range ottimali in cui questi stimoli sono positivi e lo portano a supercompensare e a migliorare a livello organico. Lo stress a cui sottoponiamo il nostro organismo con l’allenamento, è principalmente di tre tipi : energetico, muscolare e neurale. Mentre negli sport di resistenza è principalmente lo stress energetico e muscolare a prevalere, in palestra, anche se non ce ne accorgiamo, il fattore primario è quello nervoso. Quando dopo una seduta di pesi siamo stravolti e non abbiamo più le forze, in realtà, non sono i muscoli che non ce la fanno più, ma è il sistema nervoso ad essere compromesso. Possiamo fare la similitudine di quando dormiamo poco o beviamo dell'alcool. Andiamo ad una festa, facciamo le ore piccole, beviamo dei drink e al mattino siamo distrutti. Eppure non ci siamo allenati e non abbiamo sottoposto i nostri muscoli a degli sforzi, ma i nostri livelli di forza e di energia muscolare sono sensibilmente calati. Nel bodybuilding è sempre il sistema nervoso centrale l'anello debole della catena : quella che si può sovrallenare. I sintomi del sovrallenamento possono essere diversi: si va da un cambio della frequenza cardiaca sia a riposo e sia sotto sforzo, a dei cali del testosterone, a un aumento del cortisolo, a una diminuzione dell'appetito, insonnia, difficoltà ad addormentarsi, presenza di dolori muscolari, calo della forza massimale (soprattutto della presa), calo della voglia di allenarsi e della libido ecc. Se la persona ha diversi di questi sintomi potrebbe entrare nella fase di sovrallenamento; fase molto negativa perché anche quando si scarica, continua a perdurare per diversi mesi. La persona che realmente soffre di sindrome di sovrallenamento, ha serie difficoltà nel riprendersi; non le basta scaricare una o due settimane per tornare come prima, ma la sua performance sarà compromessa per diversi mesi. Chi scaricando dopo una settimana ritorna forte e pimpante come prima, non stava soffrendo di sovrallenamento, ma della sindrome precedente, ovvero l’overreaching, che una condizione di affaticamento ma che potrà essere facilmente recuperata con la settimana di scarico. Il punto centrale è comprendere che gli atleti intermedi o avanzati devono ricercare una condizione di overreaching perché, soltanto portando all'estremo il proprio corpo riusciranno ad avere quegli adattamenti necessari per supercompensare. Mentre a un principiante basterà allenarsi per poter progredire, l'avanzato avrà bisogno di portare sempre di più il suo corpo agli estremi. Il problema sarà quello di riuscire a rimanere in una fase di overreaching senza ricadere in una fase di overtraining. In palestra non è il muscolo l'anello debole, ma è il sistema nervoso centrale che una volta stressato, ha bisogno di tempi molto ma molto più lunghi di recupero rispetto al muscolo. In una vecchia concezione di bodybuilding, si pensava che soltanto portando una serie a cedimento (o anche oltre), questa aveva effetti sull’ipertrofia muscolare. In realtà oggi, sia la ricerca scientifica, sia le prove sul campo, ci mostrano che l’ipertrofia è un fattore che possiamo indurre nei muscoli anche senza arrivare al cedimento. In linea generale, più carico utilizziamo, meno ripetizioni facciamo e più possiamo lavorare a buffer (quindi senza arrivare a cedimento). Al contrario, con carichi bassi o intermedi e medio alte ripetizioni, per indurre uno stimolo ipertrofico, la serie dovrà essere portata a cedimento. L’altro fattore che dobbiamo considerare è il volume allenante : il primo parametro da tener in considerazione è il volume settimanale del distretto muscolare. Più volume allenante (quindi con dei carichi allenanti) riusciremo a fare, e più indurremo il nostro corpo verso un aumento ipertrofico. Ormai sappiamo che i tre stimoli che inducono il muscolo a crescere sono: quello meccanico, lo stress metabolico e il danno cellulare. Questi tre fattori vanno in ordine di importanza: abbiamo così prima il carico, poi lo stimolo lattacido e infine il danno muscolare. L’ultimo fattore da considerare, è che gli esercizi multiarticolari con i pesi liberi sono quelli che richiedono più sinergia muscolare e reclutano più fibre muscolari, ma sono anche quelli che stressano di più il sistema nervoso; al contrario, gli esercizi monoarticolari con le macchine, permettono di poter svolgere più volume senza stressare troppo i nostri nervi. Tutti questi fattori (che possono risultare complessi) portano la persona verso un overreaching e verso un overtraining. La programmazione in palestra dovrebbe essere il più semplice possibile per poter tenere sott'occhio questi parametri allenanti e per poter permettere delle progressioni nel tempo. L’ atleta che non vuole procedere alla cieca, ha soltanto la progressione dei parametri allenanti come chiave di volta dei suoi allenamenti. Se aumentano i carichi, il volume, o la densità dell'allenamento sa che sta portando il suo corpo verso una crescita. Al contrario se i parametri stallano o, peggio ancora regrediscono, difficilmente invierà alle sue cellule quei segnali per aumentare la sintesi proteica. In conclusione che così possiamo dire ? Negli atleti consigliamo di partire dal volume allenante. Il volume è il fattore chiave entro cui l'atleta deve lavorare. All'interno del volume però ci dovrà essere anche un’intensità e una densità allenante, altrimenti staremo parlando di volume a vuoto. Generalmente, nella programmazione delle settimane e dei mesocicli, si porta l'atleta a sopportare volumi di allenamento via via sempre maggiori. Arrivati ai limiti estremi del range, si scarica il volume a favore di una maggiore intensità o densità di allenamento. Questa è più o meno la base di tutte le periodizzazioni sportive che negli ultimi anni viene applicata anche al mondo del bodybuilding. Questo gioco di aumentare i parametri allenanti negli atleti, mediamente funziona dalle 4 alle 8 settimane. Dopodiché l’atleta inizierà a stallare. Quando non riuscirà più a progredire nei parametri per una o due settimane, significa che sarà giunto il momento di scaricare. Lo scarico mediamente consiste nel dimezzare il volume e le serie che si fanno, e anche nel cambiare gli esercizi per non lavorare sempre sulle stesse linee di forza. Se avremo programmato il tutto correttamente, basterà una settimana per riprendere lo stimolo ad allenarsi e per permettere al corpo di supercompensare, di uscire da quella fase di overreaching e di poter riprendere con la progressione. Lo stress è così il fattore chiave negli atleti per poter continuare a crescere nel tempo. CAPITOLO 11 DONNE E BODYBUILDING : COME FARE PER NON SBAGLIARE P arliamo di quello che forse è il più grande mito in palestra : le donne che diventano grosse. Se da una parte la donna ha la fobia che appena tocca un peso diventa come un uomo, dall'altra parte l’istruttore non riesce a capire perché molte ragazze allenandosi diventano più voluminose. Cerchiamo di scoprire perché. Partiamo con la fobia della donna di mettere su muscolo, paura che oggettivamente non può esistere perché è molto difficile per una ragazza mettere su Kg di massa magra, in quanto il suo rapporto ormonale (tra testosterone e estrogeni) è sbilanciato in negativo dal punto di vista dell'acquisto di nuovo muscolo. I carichi (tra l’altro) che riesce a sollevare danno degli stimoli meccanici e metabolici insufficienti per una vera risposta ipertrofica. Spesso l'aumento della forza è a carico della componente nervosa, e della coordinazione dove la donna sicuramente non è meno brava dell'uomo. Quindi per tutte le ragazze che stanno leggendo state tranquille : fare pesi non vi trasformerà in degli uomini ma, più probabilmente andrà verso quella direzione che voi chiamate tonificare anche se la tonificazione in fisiologia è sconosciuta. Infatti in fisiologia o si parla di ipertrofia sarcoplasmatica, miofibrillare o si parla dello spostamento dei liquidi tra la componente extracellulare e quella intracellulare. Mediamente, tutte le donne avrebbero bisogno di allenarsi contro resistenze (esattamente come gli uomini). Fare ore interminabili di gag, di spinning, di zumba, vi potrà sicuramente aiutare a sfogarvi, ma dal punto di vista dell'estetica però avrete pochissimi frutti. Cerchiamo invece di capire perché l'istruttore che continua a consigliare pesi alle ragazze, non riesce a capire che oggettivamente questo tipo di allenamento può comportare un aumento dei volumi degli arti. Se andiamo a osservare le ragazze che si allenano seriamente, (soprattutto quelle che fanno CrossFit) noteremo che i loro arti inferiori sono ricchi d’acqua, ed hanno aumentato oggettivamente il loro volume. Quindi, la paura delle donne di diventare più grosse non è così infondata: non mettono su più muscolo, ma si riempiono facilmente d'acqua. Le ragioni sono diverse: dal punto di vista alimentare le ragazze sopportano male i tagli drastici. Quindi, se prima mangiavano liberamente, e nel momento in cui si scrivono in palestra iniziano a fare diete da fame, l'allenamento con i pesi accentuerà la loro ritenzione idrica. Nella donna che vuole perdere peso, sarà meglio iniziare con un taglio leggero ma costante delle calorie. All contrario, l'uomo sopporterà molto di più i sali e scendi calorici. Moltissime ragazze che poi si allenano con i pesi, mangiano troppe poche proteine e questo aspetto non aiuta la massa magra a sopportare gli stimoli allenanti. Attenzione !! Bisogna considerare anche che le donne sopportano male le troppe proteine. Il carico proteico infatti andrebbe sempre calcolato non sul peso corporeo, ma sulla massa magra. Infatti la donna, avendo più grasso essenziale, ha meno muscolo e più massa adiposa. 3 Grammi per Kg di peso corporeo in una ragazza molto probabilmente sono troppi e, le proteine non permettono all'organismo di gestire bene gli altri macronutrienti. Anche in questo caso l'effetto è che si va spesso verso un blocco metabolico. Le ragazze hanno poi bisogno di una quota minima sia di carboidrati, sia di grassi. Quindi diete con un taglio completo di uno di questi due macronutrienti non vanno bene. In alcuni casi infatti è stato riscontrato il blocco del ciclo e l’aumento della ritenzione idrica. Dal punto di vista dell'allenamento invece, le ragazze devono fare più attenzione avendo meno massa magra. Sappiamo che il muscolo cresce anche grazie alla risposta infiammatoria, ma se questa risposta infiammatoria è eccessiva, si andrà a creare un insulino-resistenza nella cellula muscolare. Così, l’incapacità di saper gestire il glucosio richiamerà acqua nella parte interstiziale delle cellule, aumentando il volume degli arti inferiori, L'allenamento al femminile, dovrà essere ben ponderato sia sulle capacità del tessuto muscolare, sia di sopportare il carico ed anche il volume. Le ragazze nel tempo riusciranno a gestire grossi volumi di lavoro, ma ci dovranno arrivare in modo graduale. Se si scrivono in palestra e già dalle prime settimane fanno troppo, noteranno un aumento delle loro circonferenze. Quello che dobbiamo portarci a casa è che, tutte le ragazze che sono interessate a migliorare la loro estetica devono utilizzare i pesi, i pesoni e non in pesetti, ma ci dovranno arrivare in modo graduale, bilanciando allo stimolo allenante la corretta alimentazione. Altrimenti lo stimolo che darete in palestra non riuscirà ad essere così compensato dall'organismo e allora si che i pesi vi faranno diventare più grosse...però d’acqua e non di muscolo !! CAPITOLO 12 : I FALSI MITI NEL BODYBUILDING P assiamo adesso in rassegna una serie di FALSE CREDENZE che spesso si sentono in palestra, e cerchiamo una volta per tutte di sfatare tutti questi paradigmi privi di fondamenti scientifici, dando delle vere motivazioni come sempre basate sulle scienze esatte: biomeccanica, anatomia e fisiologia. MITO NUMERO 1 LA PANCA PIANA NON SI FA CON LE GAMBE SOLLEVATE La curva lombare va mantenuta per garantire più sicurezza, stabilità e resistenza alla colonna. L’architettura della colonna, delle sue curve, finanche delle singole vertebre, non sono frutto di uno scherzo evolutivo, quanto di una precisa conquista per affrontare gli impegni deambulatori (e non) con sicurezza. Demonizzare le curve è una fantasia nostalgica e ingannevole da palestre anni ’80 del secolo scorso. MITO NUMERO 2 Il “PULLOVER” NON ALLARGA LA CASSA TORACICA Non è un esercizio che regala centimetri di osso. Né ridisegna l’architettura della gabbia toracica. Tra l’altro è un esercizio annoverato tra gli “evitabili” in quanto la leva lunga delle braccia e, la tenuta del peso lontano al fulcro (la spalla) farà sì che, oltre a non essere efficace per le grandi sinergie muscolari (pettorali, dorsali, tricipiti, bicipiti…) e rispetto al peso sollevato, diventa oltremodo pericoloso per la leva lunga delle braccia che, andranno a sovraccaricare l’articolazione scapolo-omerale, dove l’omero subirà delle potenti pressioni lussanti. L’esercizio, non rispetta uno dei canoni indispensabili all’alfabeto del buon allenamento: il massimo allungamento e il massimo accorciamento della muscolatura coinvolta. L’accorciamento di pettorale e gran dorsale, in particolare, abbandona il campo già a metà strada. Inoltre le vertebre dorsali sono forzate in un’estensione molto poco fisiologica per la loro architettura, disegnata sulla flessione. MITO NUMERO 3. IL LAT MACHINE “DIETRO” COINVOLGE POCO IL GRAN DORSALE La lat machine dietro la nuca è da evitare in quanto nessun movimento in natura prevede una trazione dietro la testa e, il corpo non è predisposto alla sopportazione di tale trazione. La spinta dietro la testa può inoltre causare microtraumi a livello dei processi spinosi cervicali e, spingere la testa dell’omero in avanti con rischi di sublussazioni della testa dell’omero dalla sua sede naturale. La scelta dell’impugnatura (larga, media, stretta) dovrà essere fatta in relazione alla capacità soggettiva nell’allungamento dei muscoli coinvolti nell’azione eccentrica. Una persona con il gran dorsale retratto, ad esempio, nel sollevare le braccia per afferrare la sbarra in alto, sarà costretta ad alterare le curve della colonna. Al fine di evitare che questo accada, si potranno aprire maggiormente le braccia. Né è corretta la presa supinata “tanto per cambiare”, dato che la supinazione obbliga la rotazione esterna non fisiologica con riflessi negativi su gomitispalle-polsi. Il movimento dietro, infine, si accorcia di circa 30° rispetto a quello in avanti. Viene contraddetto il principio del massimo allungamento-accorciamento. MITO NUMERO 4. GLI ESERCIZI PER BICIPITI E TRICIPITI NON SI FANNO CON I GOMITI FERMI AI FIANCHI Siamo al cospetto di muscoli biarticolari. Perché si allunghino e si accorcino ad ampio raggio, questi muscoli devono dimostrare di agire su entrambe le loro articolazioni di appoggio. Su questa base biarticolare Il TRICIPITE, svolge tre azioni: a) estensione della spalla b) estensione del gomito c) pronazione. IL BICIPITE ne svolge altrettante, ma in senso opposto: a) flessione del gomito b) flessione della spalla c) supinazione dell’avambraccio. A prescindere dalle azioni estensorie/flessorie-supinazione/pronazione resta fermo il principio che il muscolo, guadagnerà di più se attivato in tutte le sue funzioni. Fare i bicipiti con manubri/bilanciere/cavi, seguendo l’ordine pedissequo di non staccare i gomiti dai fianchi dovrebbe essere materia da ripostiglio del dimenticatoio. MITO NUMERO 5 MULTIPOWER, PERCHE’ NO ! Il MULTIPOWER è quel classico attrezzo dove i compromessi, realizzabili altrove, sono archiviati nel nome dell’integralismo esecutivo: nessuna possibilità di adattamento dell’attrezzo alla nostra fisiologia articolare. O ci si adatta a esso, o niente. Qualsiasi esercizio si applichi al multipower (distensioni per i pettorali, squat, lento per le spalle…) si troverà schiacciato dall’obbligo di UN SOLO MOVIMENTO (verticale, su-giù) con le articolazioni compresse in azioni per loro asfittiche: nello SQUAT si tenderà ad annullare la curva lombare (l’opposto di quello che ci chiede la sicurezza), nei PETTORALI saranno vietate le rotazioni e qualsiasi leggero movimento “ad arco” fisiologico all’architettura della nostra spalla, negli esercizi per le SPALLE (lento avanti) le rotazioni saranno un miraggio…le zone particolarmente deboli e a rischio, non troveranno punti di fuga e subiranno un carico eccessivo. Cosi faranno capolino le prime tendiniti, gli acciacchi alle spalle, i dolori alla schiena e alle ginocchia… Viene meno anche un altro fondamentale del lavoro con i pesi in sicurezza ed efficace: a parità di condizioni si attivano MENO UNITÀ MOTORIE. Risultato? Il muscolo crescerà meno. Inoltre, sarà più esposto agli infortuni, lui e i suoi “compagni di stanza”, come i tendini e i legamenti. Le smagliature da usura non risparmieranno nemmeno quella morbida moquette “salvaurti” che risponde al nome di cartilagine. MITO NUMERO 6. ALZATE LATERALI: PARZIALI E IMMOTIVATE Svolgere le ALZATE LATERALI con l’obbligo del blocco a 90° di abduzione e in intrarotazione dell’omero è uno dei classici della mitologia la cui narrazione prende spunto da una visione acciaccata della biomeccanica della spalla nella quale si replica un copione stanco e deprimente. METTIAMO I PUNTI FERMI ALLE ALZATE LATERALI: Deltoide e trapezio lavorano in sincronia sin dai primi 20 gradi di abduzione. Affermare che il deltoide ceda il passo al trapezio solo ai 90 gradi di abduzione è da Oscar della Mitologia. Obbligare ad intraruotare è un effetto speciale intriso di malinconica nostalgia. E’ la cuffia dei rotatori a pagare in usura il prezzo di un movimento asfittico. Il deltoide ha manifestato un picco di forza tra i 90 e i 120/180° di abduzione. Lo stop a 90° di abduzione ha tanto il sapore di un piacere interrotto sul più bello. Infine, il gomito in linea con la spalla non fa altro che opporsi al movimento della scapola che è fisiologicamente inclinata di 30° rispetto alle coste sulle quali scivola. Bisogna dunque “liberare il movimento della spalla dalle calcificazioni sotto-culturali che la soffocavano”: la scapola addotta e schiacciata contro le coste e l'intrarotazione è un pacchetto azionistico ad alto rischio di infortunio. Un nonsense del movimento. Il deltoide si deve contrarre lungo tutto il suo arco fisiologico e la cuffia dei rotatori scollinare lo struscio fatale con l'acromion. IL DIAVOLO NEI PARTICOLARI : quando fate la shoulder press (spinte verso l’alto) il movimento parte da dove vi avevano obbligato a “stoppare” le alzate laterali. Pur dichiarando di voler allenare gli stessi muscoli (trapezio e deltoidi) vi era sfuggito? MITO NUMERO 7. LEG EXTENSION: UN ATTREZZO SENZA SENSO Il LEG EXTENSION rientra tra quei gesti che non hanno praticamente riscontro nella vita reale. Forse lo ritroviamo nell’atto del calciare un pallone, ma l’attrezzo ne pregiudica comunque l’allenamento ottimale dato che allena il gesto solo nella fase finale di estensione del ginocchio, trascurando quella di estensione-flessione dell’anca, fondamentali per “caricare” e dare potenza al tiro. Nel merito della biomeccanica del gesto, le forze in gioco pendono troppo dalla parte dei rischi rispetto ai benefici. Durante la flesso-estensione, si allontanano i capi articolari e si “rimbalza” sui legamenti a ogni ripetizione: nel punto morto superiore c’è una trazione anomala sul legamento crociato posteriore e, nel ritorno, una trazione non fisiologica su quello anteriore. Il ginocchio compie un moto roto-traslatorio (rotolamento e scivolamento) che la macchina permette in maniera parziale. Tradotto: usura e aumento del rischio infortunio. MITO NUMERO 8. GLUTEI E LEG PRESS: INCOMPATIBILITÀ BIOMECCANICA Alla LEG PRESS i glutei lavorano minimamente: non avviene un’estensione dell’anca completa, mentre il gluteo è il più potente estensore della stessa. Siamo di fronte a un movimento parziale (per il gluteo) e dunque a un risultato parziale. Lavora poco anche il retto femorale (quadricipite) perché l’anca rimane flessa (da massima flessione a circa 90°) e lavorano solo i “vasti” del quadricipite, ma le pressioni in gioco sono altissime e, la schiena non è in una posizione fisiologica, soprattutto se manca la flessibilità del bacino. Durante il lavoro alla pressa si ha un aumento della pressione addominale maggiore che non nello squat. In tal caso sarebbe oltremodo dannoso l’uso della cintura. MITO NUMERO 9. NUOTO, TENNIS e SCOLIOSI: IL BUONO E IL CATTIVO…? Per decenni c’è stata la falsa credenza che elevava il nuoto a panacea di tutti i mali e seppelliva il tennis sotto una sassaiola di colpi scagliati dal pregiudizio dello sport “asimmetrico”. Su quella che era considerata la rotta dell’ovvio, i bambini che denunciavano un inizio di scoliosi o semplicemente come profilassi venivano ridotti, (loro malgrado), a masse irreggimentate nelle vasche clorate. Nulla da eccepire sulla bontà del nuoto, salvo quando lo si gabella come rimedio terapeutico o preventivo nei confronti della scoliosi o altri problemi di schiena. All’opposto, la racchetta da tennis veniva usata come clava per mortificare il tennis come nemico assoluto della salute della schiena dei più giovani. Le ricerche hanno fatto un certosino lavoro di approfondimento producendo un affresco che riflette una luce diversa dalla tradizione ostile al tennis e deificante del nuoto. Il Journal of Pediatrics, nel 2015, ha prodotto un’indagine su 112 ragazzini agonisti nel nuoto messi a confronto con 217 coetanei (media 12.5 anni) non praticanti nuoto. Sorprendente il risultato: 1. IL NUOTO ha dimostrato di aumentare il rischio di asimmetrie (l’aumento delle rotazioni vertebrali associate alle profonde inspirazioni contribuiscono a deformare la parte della colonna già asimmetrica); 2. IL NUOTO ha incrementato il rischio di ipercifosi e iperlordosi; 3. IL NUOTO ha incrementato i dolori alla bassa schiena nelle ragazze; Quanto al tennis, la rivista European Spine Journal nel 2016 ha prodotto un’indagine simile su 102 ragazzini di 12 anni tennisti agonisti e 203 coetanei usati come gruppo-controllo Anche in questo caso non sono mancate le sorprese: 1. Sono state osservate deformità della colonna simili in entrambi i gruppi 1. Non è stata osservata alcuna differenza significativa in termini di cifosi e lordosi 2. La diffusione dei dolori alla bassa schiena era simile in entrambi i gruppi. La correlazione tra TENNIS, sport asimmetrico, e deformità della colonna che sono state postulate da molti esperti, non hanno trovato conferma in questi dati. Non è stata trovata correlazione tra tennis e dolori alla bassa schiena e, gli adolescenti che si cimentano in questo sport a livello competitivo hanno dimostrato di non esporre la schiena a maggiori problemi degli altri. MITO NUMERO 10. L’OSSESSIONE DI ALCALINIZZARE IL SANGUE ATTRAVERSO IL CIBO Ecco, proprio di un’ossessione si tratta. Ossessione che capitola ai piedi delle leggi della fisiologia. Il nostro sangue ha un pH lievemente alcalino, più o meno di 7.4. Oscillazioni più o meno ampie da questo punto di riferimento sono incompatibili con la vita. Prendono il nome di alcalosi o acidosi metabolica e producono danni di portata enorme, se non si interviene subito con l’ospedalizzazione. Il pH del sangue potrebbe scendere a 7.3 o salire a 7.5 anche solo per pochi minuti senza troppi danni, ma la pur piccola oscillazione viene ricondotta nell’alveo della normalità grazie a due amici che lavorano silenziosamente h24: i reni e i polmoni. Due potentissime macchine da guerra anti acidosi/alcalosi che scongiurano questi eventi grazie ad una notevole potenza di fuoco (formazione CO2, tamponi bicarbonati…). I polmoni sono il mezzo di pronto intervento e agiscono in tempi brevissimi. I reni danno un risultato sul lungo periodo attraverso un meccanismo più raffinato, che si fa carico delle sostanze organiche non volatili, quelle che non “evaporano”. L’organismo ha i mezzi per correggere piccole variazioni di pH che avvengono ogni giorno e che non rispondono certo all’ingestione di una banana, di un pomodoro o di un cucchiaino di bicarbonato. Variazioni importanti del pH sono invece il preannuncio del vostro funerale. Come dicevamo, se per qualsiasi motivo il pH del nostro sangue non fosse stabile, entreremo in una condizione patologica di ALCALOSI O ACIDOSI METABOLICA con un epilogo fatale senza un pronto intervento medico. L’idea di “alcalinizzare” il sangue attraverso il cibo, soprattutto con frutta e verdura, rientra tra le formule bislacche afflitte da latitanza di scientificità e sfuggono al radar della ragione. Mangiate 5 PORZIONI DI FRUTTA E VERDURA AL GIORNO DI DIVERSO COLORE: fanno bene in quanto tali nella loro complessità e, assumete sali minerali solo se ne avete effettivamente bisogno. MITO NUMERO 11 ACIDO LATTICO O LATTATO? CHI PRODUCE LA FATICA E PREGIUDICA LA PERFORMANCE? LA NUOVA FRONTIERE NEL RUOLO DEL CERVELLO “Mi bruciano i muscoli! Maledetto acido lattico!” Nel solco di una tradizione dura a morire, lo sportivo identifica i sintomi della fatica, con tanto di invettive da trivio, nell’acido lattico…o nel lattato. Acido lattico…lattato…tanto sono la stessa cosa…sinonimi che si sostanziano in quella fastidiosa sensazione di bruciore che sviluppa il muscolo durante un esercizio intenso. Fatica e dolore…in mezzo il lattato o chi per esso. Accademia, i sofismi. Astrazioni buone per i fisiologi da laboratorio, pensa chi suda. I sottili distinguo sfumano di fronte alla dolorosa fatica sul campo di allenamento. Ma siamo davvero di fronte all’arzigogolo? Lattato e acido lattico sono in fondo la stessa cosa? E ciò che importa, come hanno sempre spiegato i fisiologi, è che l’uno o l’altro sono legati da un rapporto di causa-effetto con quello stato di forte disagio quale l’acidosi lattacida. Acido lattico, lattato, acidosi lattacida, dolore, fatica. Le cose sono davvero così semplici? Nel 2004 i ricercatori americani Roberg e Ghiasvand fecero una revisione critica della biochimica dell’acidosi metabolica prodotta dall’esercizio fisico. I risultati furono a dir poco interessanti. Intanto i distinguo. L’acido lattico è un acido, il che significa che può liberare uno ione idrogeno in una condizione di pH < 7,0. I ricercatori vanno in controtendenza e dimostrano attraverso dettagliate reazioni chimiche, come l’acido lattico non sia prodotto dal corpo umano e, come il lattato sia il prodotto di una reazione accessoria della glicolisi . L’acido lattico si forma nei muscoli durante la degradazione anaerobica del glucosio. Il lattato si differenzia dall’acido lattico in quanto è privo di uno ione H+. Dalla scissione dell’acido lattico abbiamo infatti ioni idrogeno e lattato. Per 80 anni si era data per scontata la relazione di causa-effetto tra lattato ed acidosi. ALLORA QUAL È LA VERA CAUSA DELL’ACIDOSI? Roberg et al. ci spiegano che durante il lavoro muscolare intenso, ogni volta che l’ATP si scinde, abbiamo una molecola di ADP e una molecola inorganica di fosfato (Pi) con il rilascio di uno ione idrogeno (protone). È questo accumulo di ioni idrogeno o protoni che determina l’acidosi, quantificata da un pH <7,00. Quando le richieste di ATP per il carico sono coperte dal metabolismo aerobico, gli ioni idrogeno accumulati sono utilizzati per importanti aspetti del metabolismo cellulare. Però, quando l’impegno fisico è molto intenso, nel muscolo c’è un notevole accumulo di ioni idrogeno (fosfati e glicolisi diventano indispensabili nel produrre ATP). E’ dunque l’ATP prodotto a partire dal sistemi dei fosfageni e della glicolisi ad essere la fonte dell’incremento dell’accumulo di ioni idrogeno nella cellula e quindi la causa dell’acidosi. Cioè è l’ATP stesso richiesto dal metabolismo anaerobico, tipico degli sforzi intensi, all’origine dell’acidosi. DOVE SI REALIZZA L’ACCUMULO MAGGIORE DI IONI IDROGENO E DUNQUE MAGGIORE ACIDOSI? Ovviamente in quelle fibre povere di sistemi tampone nei confronti degli ioni idrogeno, cioè le fibre a contrazione rapida. Mentre, i primatisti del tamponamento sono i mitocondri, ospiti delle fibre a contrazione lenta, nei quali avviene l’uptake degli ioni idrogeno. E IL LATTATO? Abbiamo appurato che l’incremento dell’acidosi, passa attraverso la demolizione di ATP in condizioni anaerobiche, fuori dallo steady state. Quanto al lattato, durante uno sforzo intenso, viene utilizzato parecchio glicogeno muscolare. La demolizione del glicogeno genera due molecole di piruvato. Ora abbiamo un accumulo di piruvato e di ioni idrogeno (dalla demolizione dell’ATP). Per neutralizzare il crescente accumulo di piruvato e ioni idrogeno, ogni molecola di piruvato assorbe due ioni idrogeno, trasformandosi in lattato. Perciò la produzione di lattato sarebbe in effetti una conseguenza dell’acidosi cellulare e non una sua causa. Ma si va oltre: la produzione di lattato in realtà ritarderebbe l’acidosi. Come? La produzione di lattato sarebbe essenziale affinchè il muscolo produca NAD+ citosolico per sostenere la continua rigenerazione dell’ATP dalla glicolisi. Quindi il lattato è una sostanza che neutralizza o tampona l’elevato accumulo di ioni idrogeno durante il carico ad intensità elevata. Esso non è il responsabile della fatica: al contrario, il lattato è un importante combustibile usato dal muscolo durante l’esercizio prolungato”. Il lattato rilasciato dal muscolo, diventerà prezioso glucosio una volta arrivato nel fegato. Il lattato non è sinonimo di fatica, ma di energia, vista la solerte attività tampone nei confronti degli ioni idrogeno (acidosi) e di posticipatore dell’ipoglicemia (come precursore di glucosio). Gli accumuli di lattato muscolare o ematico sono indicatori indiretti dell’aumento del rilascio di idrogenioni, e della potenziale acidosi, ma non c’è una relazione di causa-effetto. CONCLUSIONE: Chiaro? Il lattato è amico della prestazione, perché tampona l’acidosi (non la provoca), basifica l’ambiente cellulare e aiuta a sostenere lo sforzo trasformandosi in glucosio. Mentre l’acidosi è figlia diretta dell’idrolisi dell’ATP in condizioni anaerobiche ed è responsabile del bruciore muscolare. MITO NUMERO 12 : LA FATICA SOLO NEI MUSCOLI…? Oggi la ricerca sulle cause della fatica ha spostato l’attenzione dal lattato al cervello e al sistema nervoso. E’ finito il tempo in cui si puntava il dito solo su fattori emodinamici e metabolici. Nella genesi della fatica si è inaugurata l’era del central governor model . Pare che sia soprattutto il cervello , e in particolar modo la corteccia prefrontale , a mettere le ganasce sulla prestazione. La corteccia prefrontale, è la prima parte della corteccia cerebrale (neocorteccia), in collegamento diretto con l’ipotalamo. E’ la regista nello scenario ormonale dell’organismo. La corteccia prefrontale, per il suo ruolo cruciale nella direzione del movimento, è stata definita la “sede dell’esecutivo” . Alcuni lavori alla fine degli anni ’60 del secolo scorso facevano già ipotizzare che una grande quantità di stimoli sensoriali, “risvegli” una barriera di difesa del cervello. Analizzando la letteratura in proposito negli sport di resistenza, troviamo che si è ipotizzato un passaggio di massa di triptofano attraverso la barriera ematoenecefalica nei carichi aerobici intensi superiori ai 90 minuti (Struder et al. 1998). Si è considerata, durante i carichi elevati e in condizioni di carenza d’ossigeno, la diminuzione della pressione parziale di O2 che avvierebbe un meccanismo protettivo da parte del cervello (Boushell et al., 2001). Gli studi di Kayser (1994) e Peltonen (1998) fanno supporre che il cuore e il cervello stesso, inviino segnali sensoriali alla corteccia prefrontale, che il cervello traduce in una battuta d’arresto come reazione di difesa. Noaks et al., (2001) suffragano l’ipotesi del controllo centrale della fatica grazie alla constatazione che tutta una serie di sistemi reagiscono unitariamente (ad esempio ad una diminuzione della pressione parziale di ossigeno, tipico dell’altitudine). I sistemi dotati di questa plasticità coordinata dal cervello sarebbero: la portata cardiaca, la concentrazione di emoglobina, la quantità di sangue, il volume dei mitocondri e la densità dei capillari. Le ultime ricerche fanno supporre con ragionevole certezza che la fatica non si giochi più solo attorno a fattori emodinamici e metabolici (acidosi, esaurimento ATP, accumulo di potassio extracellulare, accumulo di fosforo inorganico intracellulare, aumento della temperatura corporea, aumento della serotonina, ipossia, disidratazione, aumento delle specie reattive dell’ossigeno…). Nel teatro della fatica, anche il cervello reclama un posto di tutto rispetto accanto ai fattori della fatica periferica, e si propone quale regista nel modulare la contrazione muscolare e nel gestire l’erogazione energetica per salvaguardare l’omeostasi, e far fronte a possibili eventi catastrofici nelle prestazioni di alta intensità. Una bella valvola di sicurezza infilata nel subconscio. MITO NUMERO 13: FORZA UOMO-DONNA: DIVERSI ANCHE NEI MUSCOLI. E NON SOLO… Brutte notizie per le donne, già penalizzate da una selezione naturale che ha premiato le femmine più “grassocce” e che mostravano maggiori predisposizioni ad accumulare riserve di grasso nella zona gluteo-femorale. Erano le donne idonee a portare avanti una gravidanza con successo, e quindi la specie. Sul versante della qualità muscolare intesa come tempo di reclutamento e tipologia delle fibre muscolari, le donne mostrano ulteriori differenze con l’uomo. Già nel 1980 Komi aveva rilevato una differenza nel tempo di reclutamento della forza fra uomini e donne sedentari. A parità di percentuale di carico, quest’ultime impiegavano un tempo quasi doppio nel raggiungere la forza massima. Situazione fotografata anche più tardi grazie a studi condotti su ragazze immediatamente dopo la pubertà: nel salto verticale, tipica espressione di forza esplosiva, le ragazze esibivano una netta inferiorità rispetto ai coetanei maschi. Nel 1996 Bosco attribuisce al testosterone il merito di velocizzare i tempi della conduzione neuromuscolare. Il ruolo del testosterone nell’espressione della forza è talmente cruciale che Hakkinen et al. (1990) hanno notato che il tempo di reclutamento della forza, nonché la curva forza-tempo, miglioravano in modo proporzionale alla concentrazione individuale di testosterone libero e totale nel sangue delle donne seguite e testate per sedici settimane. Testosterone come marker di allenabilità nelle donne? Probabile. Tuttavia, la risposta acuta di GH e testosterone ad allenamenti massimali con i pesi, resta sempre più significativa negli uomini che nelle donne, con una differenza più significativa nella produzione del testosterone. (Hakkinen et al., 2005) La buona notizia è che, nella donna, a dispetto di una concentrazione di testosterone di 1/10 rispetto all’uomo, questo ormone ha un’efficienza maggiore in termini di effetti ipertrofici sul muscolo. Quanto alla tipologia delle fibre muscolari, le donne dimostrano di avere meno fibre a contrazione rapida (fibre bianche). Simoneau e Bouchard (1998) hanno comparato le tipologie di fibre tra muscoli maschili e femminili, osservando che gli uomini avevano una superficie di fibre lente (tipo I) del 14% maggiore che nelle donne, una superficie di fibre veloci-resistenti (II A) del 38% maggiore e, una superficie di fibre veloci (II B) del 56% maggiore. Staron, nel 2000, arrivò alla medesima conclusione, ma con delle differenze ancora più accentuate a favore degli uomini. Dunque negli uomini prevale il volume delle fibre veloci. Il che, associato ai maggiori quantitativi di testosterone, spiegherebbe la maggiore forza massima ed esplosiva degli uomini. Come se non bastasse, anche la morfologia ci mette lo zampino. Come per esempio la larghezza delle spalle. Secondo alcuni autori, gli uomini avendo spalle più larghe delle donne si gioverebbero di una migliore disposizione dei muscoli. Secondo Stobbe (1982), l’angolo Q (quello tra anca e ginocchio) più accentuato nelle donne, produrrebbe con il maggiore valgismo, svantaggi sull’ allenabilità della forza e un incremento di infortuni al ginocchio. MITO NUMERO 14: DONNE E ORMONI: CAMBIA L’ALLENABILITÀ IN RISPOSTA AL CICLO? Le donne devono anche fare i conti con le fluttuazioni ormonali responsabili di vere e proprie alterazioni strutturali che, a loro volta, possono pregiudicare l’allenamento con carichi molto pesanti. Perché? L’aumento degli estrogeni e della relaxina (ormone preparatorio al parto che rilassa i muscoli pelvici e la sinfisi pubica e che ha un effetto sul metabolismo del collagene) incrementa la deformabilità dei tendini, causando transitoriamente lassità legamentosa. Di conseguenza si è più esposti agli infortuni. Gli ormoni sessuali femminili hanno un effetto anche sulla stabilità attiva e passiva del ginocchio, abbattendo i valori della stiffness dei tendini. Ciò implica che aumenta ancora il rischio di incidenti. Ragionando in termini preventivi, l’uso di sovraccarichi aiuta non solo a rinforzare le ossa, ma anche ad irrobustire i tendini, come si evince da recenti lavori di Alvarez-San Emeterio (2011). In ogni caso, sarebbe meglio modulare gli allenamenti durante il ciclo femminile sulla base di queste informazioni. CONCLUSIONI L a palestra, così come la tavola, sono legate a doppio filo non solo per il reciproco contributo al risultato (ipertrofia, dimagrimento, salute…), ma anche per certe leggende affascinanti come narrazioni, ma indigeribili per un pubblico critico e adulto. In particolare la palestra, intesa come ambiente tecnico, vive una severa condizione di ambiguo disagio: offre ambienti arredati secondo stili ultramoderni, macchine glitterate e dal design accattivante, corsi di ogni genere e salsa sempre sul pezzo e mostra, insomma, di voler entrare nel futuro…ma di schiena, con uno sguardo sempre rivolto al passato. Perché se la forma è salva in tutta la sua modernità, non lo è la sostanza. E quando entriamo nel merito dei metodi, degli esercizi, dell’alimentazione e degli integratori, assistiamo solo ad uno show afflitto da mode a caccia di share. Così la parola FITNESS è diventata una parola passe-partout tra tante, sgualcita dal farsesco rosario di inesattezze intrise di convinzioni sacerdotali. Facciamo due passi critici su questa passerella del già visto e sentito per evitare di resuscitare all’infinito certe salme pseudoscientifiche BODYBUILDING: SCHEDE DI ALLENAMENTO IN PALESTRA PER L’AUMENTO DELLA MASSA MUSCOLARE. UN’INTERA PRORGAMMAZIONE TRIENNALE (FORMA FISICA, ADDOMINALI, DEFINIZIONE, PERDERE PESO, DIMAGRIRE). VOLUME 3 LIVIO LEONE INTRODUZIONE V uoi migliorare la tua forma fisica ? Vuoi ottenere risultati eccezionali dalla tua routine di allenamento in palestra ? Allora questo libro fa al caso tuo ! All’interno avrai tutto ciò che ti servirà per la programmazione delle tue differenti fasi dell’allenamento e per una progressione costante delle tue routine. Troverai tutte le oltre 30 tecniche di allenamento di bodybuilding spiegate una per una, con annessi degli esempi pratici su come utilizzarle. Infine avrai a disposizione una serie di 34 schede di allenamento che io stesso ho usato per le mie routine e che si sono dimostrate molto efficaci. Sono schede di livello avanzato, con molti esercizi fuori dal comune, che molti istruttori o personal trainer ignorano, ma che hanno permesso a molti atleti di ottenere notevoli miglioramenti, oltre a sbloccarli dalla loro fase di stallo. Se ti allenerai seguendo le indicazioni che ti darò, sono certo che avrai dei notevoli miglioramenti che noterai tu stesso guardandoti allo specchio, ma che noteranno anche tutte le persone con cui interagisci quotidianamente. Ricordati che per ottenere degli ottimi risultati oltre ad allenarti per bene, dovrai anche mangiare come si deve e dovrai riposare per bene in modo da far supercompensare i tuoi muscoli. Questo è un aspetto fondamentale: molta gente crede che più allenamento = più muscoli !! Niente di più falso ! Il corpo deve avere il giusto tempo per riposare e per recuperare. Questo è uno dei motivi principali del sovrallenamento di molti atleti. Non esistono scorciatoie nella vita, e nemmeno in palestra ! Ma se seguirai questi protocolli ti assicuro che vedrai i primi risultati già dopo le prime 4-6 settimane. Oltre a un miglioramento estetico sono certo che migliorerà notevolmente anche la tua autostima e la tua fiducia in te stesso perché ti vedrai diverso da come eri prima. Questo libro è una piccola bibbia del bodybuilding. Un concentrato molto utile per fare ottenere il massimo risultato a chi lo leggerà e poi lo applicherà alla lettera. Quindi adesso non ti resta che iniziare ! Buon allenamento !! COME COSTRUIRE UNA TABELLA DI ALLENAMENTO In generale un macrociclo di allenamento potrebbe essere così suddiviso: -allenamento iniziale o di ripresa -ipertrofia -ipertrofia più forza -forza -definizione -riposo o recupero attivo Fase iniziale . Test per stabilire i massimali Equazione di Brzycki 1 RM = peso sollevato / 1,0278 - (0,0278 x N° ripetizioni) Esempio: peso sollevato = 50 Kg numero di ripetizioni seguite = 8 50 / 1,0278 - ( 0,0278 x 8) = 62 kg (1RM) IPERTROFIA Numerosi fattori intervengono e interagiscono in modo complesso nella regolazione dell'ipertrofia in risposta all’esercizio. Il sistema di produzione dell'energia è quello anaerobico ATP/CP. Se ogni serie è portata a svuotamento, e il tempo di recupero tra una serie e l'altra non permette un completo riempimento della stessa, i muscoli hanno meno tempo per riempirsi di nuova energia. Dato che lavorare ad esaurimento esaurisce questa riserva, l'organismo sarà costretto (al fine di aumentare i trasporti) a stimolare la crescita. muscolare. Questo avviene come risultato dell'aumento della Fosfocreatina contenuta all'interno delle cellule muscolari attivando il metabolismo proteico che stimola l'ipertrofia. PRINCIPI SCIENTIFICI DELL’ALLENAMENTO MUSCOALRE -Differenze individuali -supercompensazione -sovraccarico -adattamento a specifiche richieste (SAID) -uso / non uso -specificità -sindrome da adattamento generale (GAS) SISTEMI DI ALLENAMENTO PER L’IPERTROFIA (TONO) La maggior parte dei sistemi di allenamento è stata creata da allenatori, da atleti professionisti di bodybuilding, d’alzate di potenza, di football americano, basket ecc. Alcuni sono passati all'onore della cronaca perché scientificamente provati e in grado di aumentare la forza e l’ipertrofia, per altri non sono state portate prove a sufficienza per poter dire che il sistema è valido. La data riportata a fianco del nome dato al sistema dall'allenamento e dal suo creatore indica quanto è stata proposta. I sistemi provati e conosciuti sono tutto oggi 31 SISTEMA NUMERO 1: SINGLE SET SYSTEM- SISTEMA DEL SET SINGOLO . Liederman 1925. E’ il sistema più vecchio in assoluto e consiste nell'eseguire un set per esercizio con 8 / 12 ripetizioni con 5 minuti di riposo tra un esercizio e l'altro per 5-10 esercizi totali. sono stati dimostrati aumenti di forza da Peterson nel 1975, Stowers nel 1983, da Hurley, Seals, Ehasani nel 1984. L'aumento di forza attraverso questo sistema (1x 8/12) è stato in ogni modo inferiore rispetto al sistema del set multiplo e da qualsiasi sistema che non tenesse in considerazione la periodizzazione dell'allenamento. L'aumento di forza che si riscontra con questo metodo è perso dopo 4 settimane di non allenamento (Dudley 1991 e Hether 1992). è stata invece giudicata efficace per persone con poco tempo a disposizione esercizio set/ ripetizioni carico Panca piana 1x8-12 75% Rematore manubrio 1x8-12 75% manubri 1x8-12 75% Distensione in verticale SISTEMA NUMERO 2. MULTIPLE SET SYSTEM – SISTEMA DEL SET MULTIPLO . del 1940 è ripreso da Durden nel 1973. Si esegue in questo modo: 2/3 set di riscaldamento aumentando il peso gradualmente + 3/5 set per 5/6 ripetizioni all'80 / 85% di una ripetizione massimale (1RM). Consiste nello scaldarsi per 2-3 set aumentando il peso in modo graduale e nell'eseguire poi più set con lo stesso carico (80/85% 1RM) per esercizi pluriarticolari. Willoughby nel 1993 ne ha dimostrato l'efficacia (aumento di forza e resistenza) se inserito come mesociclo in un macrociclo annuale, e l’inefficacia se tenuto per la maggior parte o per tutto l'anno. E’ considerato il padre di tutti i moderni allenamenti a set multipli Esempio: 1RM =100 Kg ESERCIZIO 1° SET 2° SET 3° SET 4° SET 5° SET piana ripetizioni 50% 1RM 50 Kg esaurim 60% 1RM 60 Kg esaurim 70% 1RM 70 Kg esaurim 80-85% 1RM 80-85 Kg esaurim 80-85% 1RM 80-85 Kg esaurim 6° SET (facoltativo) come 5° SET. SISTEMA NUMERO 3 : BULK SYSTEM – SISTEMA DELLA MASSA. Leighton, 1967. Consiste nell'eseguire 3 serie x 5 / 6 ripetizioni per esercizio. Gente testata isometricamente all'inizio e alla fine del microciclo ha ottenuto risultati veramente buoni. Il test è stato diviso in due gruppi ed ha avuto una frequenza di 2 volte per settimana per 8 settimane. (Ogni gruppo consisteva rispettivamente di 20 e 29 persone). Entrambi i gruppi hanno eseguito: il curl bicipiti con due manubri, il french press per i tricipiti con manubri, la lat machine, il mezzo squat, gli addominali (crunch e flessioni laterali, leg press, leg curl e panca piana. Il risultato è stato ottimo riguardo quadricipiti, femorali, gran dorsale e adduttore delle scapole. Discreto per il resto del corpo, ed è stato perciò giudicato buono soprattutto per allenamenti di inizio stagione. ESERCIZIO SET/RIPETIZIONI CARICO Panca Piana 3x5/6 75-85% Croci 30 3x5/6 75-85% Cavi Incrociati 3x5/6 75-85% SISTEMA NUMERO 4 : CHEATING SYSTEM – SISTEMA AD IMBROGLIO. Weider 1954. Consiste nell'aumentare il carico di 5 / 10 kg in più del possibile e di imbrogliare durante la fase di maggior debolezza muscolare aiutandosi con movimenti forzati o con l'aiuto di altri muscoli. Del gruppo di esercizi scelti, se ne seleziona in ogni modo solo uno di volta in volta. SISTEMA NUMERO 5 : EXAUSTION SET-SYSTEM - AD ESAURIMENTO. Stowers e altri, 1983. Consiste nel continuare fino ad esaurimento durante la fase concentrica con corretta esecuzione continuando fino a “sbagliare” l'ultima ripetizione. Stowers ha dimostrato una buona validità dell’eseguire un set x 10 ripetizioni (10= massime ripetizioni eseguibili con quel carico) allo squat e un’ancora migliore validità nell'eseguire 3 serie x 10 ripetizioni (con lo stesso criterio) allo stesso attrezzo (l'allenamento è stato di due volte per settimana per 7 settimane). Lo stesso Stowers ha alla fine dichiarato che la periodizzazione è molto meglio del metodo singolo tenuto per più mesocicli. Non sono stati in ogni modo osservati rilevanti miglioramenti riguardo altri distretti muscolari. Esempio: ESERCIZIO SET/RIPETIZIONI CARICO Squat 3x10 Massimo peso per 10 ripetizioni Leg Extension 3x10 Massimo peso per 10 ripetizioni Leg Curl 3x10 Massimo peso per 10 ripetizioni SISTEMA NUMERO 6 : FORCED REPETITION SYSTEM RIPETIZIONI FORZATE POST ESAURIMENTO. Continuazione del metodo precedente alla fine delle 10 ripetizioni si è aiutati ad eseguire ancora 3 / 4 ripetizioni. Bisogna avere molta esperienza in quanto l'aiuto deve essere dato nel momento, e solo nell'angolo di perdita di forza. Test effettuati non hanno dimostrato efficacia riguardo aumento di forza Esempio: ESERCIZIO SET/RIPETIZIONI CARICO Squat 3x10 + 3-4 forzate Massimo peso per 10 ripetizioni + aiuto per ulteriori 3-4 ripetizioni in concentrica Leg Extension 3x10 + 3-4 forzate Massimo peso per 10 ripetizioni + aiuto per ulteriori 3-4 ripetizioni in concentrica Leg Curl 3x10 + 3-4 forzate Massimo peso per 10 ripetizioni + aiuto per ulteriori 3-4 ripetizioni in concentrica SISTEMA NUMERO 7: BURN SYSTEM BRUCIORE MUSCOLARE Richford 1966 Continuazione dell'allenamento ad esaurimento. Quando non si è più in grado di eseguire una ripetizione completa si eseguono movimenti parziali (di solito cinque o sei). Riguardo questo sistema è stata dimostrata l'efficacia per quanto riguarda tricipiti surali, bicipiti e tricipiti brachiali Esempio ESERCIZIO SET/RIPETIZIONI CARICO Squat 3x10 + 5-6 mezze massimo peso per 10 ripetizioni ripetizioni Leg extension 3x10 + 5-6 mezze massimo peso per 10 ripetizioni ripetizioni Leg Curl 3x10 + 5-6 mezze massimo peso per 10 ripetizioni ripetizioni SISTEMA NUMERO 8 : CIRCUIT PROGRAM – ALLENAMENTO A CIRCUITO . Gettman e Pollock; 1981 Consiste in una serie di esercizi eseguiti uno dopo l'altro riposando da un minimo di 15 secondi a un massimo di 30 secondi tra un esercizio e l'altro. Devono essere seguite da 10 a 15 ripetizioni con un carico dal 40 al 60% di 1RM. E’ un metodo di allenamento valido per persone con poco tempo a disposizione e ad un livello fitness medio basso. Se l'obiettivo dell’allenamento è il miglioramento cardiovascolare, è sicuramente da preferire un allenamento standard per il condizionamento tipo bike o treadmill, in quanto a parità di tempo, il risultato dei test ha dato un miglioramento di circa il 4% per l’uomo e dell’8% nella donna nel circuit training rispetto al 15 20% nell’ allenamento aerobico standard. ESERCIZIO SET/RIPETIZIONI CARICO RIPOSO IN SECONDI Squat 1x10/15 40/60% 1RM 15- 30 Distensioni alla 1x10/15 40/60% 1RM 15- 30 panca piana con bilanciere Lat Machine 1x10/15 40/60% 1RM 15- 30 Tricipiti ai cavi alti 1x10/15 40/60% 1RM 15- 30 Alzate Laterali 1x10/15 40/60% 1RM 15- 30 Curl bicipiti 1x10/15 40/60% 1RM 15- 30 con bilanciere SISTEMA NUMERO 9 : PERIPHERAL HEART ACTION SYSTEM – PHA. Chuck Foster, inventore dell’attrezzo “Univeral” e Gajda “ 1965. È una variazione dell’allenamento a circuito In questo sistema la sessione di allenamento è divisa in più sequenze. Ogni sequenza è formata da un gruppo di 4/6 esercizi per parti del corpo e muscoli lontani tra di loro. Una sessione d'allenamento consiste nell'eseguire tutti gli esercizi della prima sequenza una o più volte e passare poi con lo stesso criterio alla seconda, terza, e così via Il numero delle ripetizioni varia da 8 a 12 Buono solo per la resistenza muscolare. Esempio PHA: PRIMA SECONDA TERZA QUARTA SEQUENZA Distensioni manubri SEQUENZA SEQUENZA SEQUENZA 2 Lat machine Panca piana Alzate Laterali avanti (pettorali) deltoidi Curl bicipiti 2 Standing manubri leg curl Squat Rematore con Parallele larga Crunch Calf in piedi Obliqui (addome) Leg Extension Calf da seduto imp. Leg Press manubrio Tricipiti ai cavi alti SISTEMA NUMERO 10 : TRISET SYSTEM . Simile al PHA system, consiste nell'eseguire gruppi di tre esercizi per la stessa parte del corpo con pochissimo o addirittura senza riposo sia tra gli esercizi sia tra le serie. Si può passare da un esercizio all'altro per lo stesso gruppo muscolare, oppure variare tra le varie parti del corpo vicine però tra loro. E’ stato giudicato molto buono riguardo l'aumento di forza (misurata in isometria all'inizio e alla fine del ciclo d'allenamento). Altri studi hanno dimostrato la validità riguardo l'aumento della resistenza muscolare (resistenza localizzata). Esempio 1: PRIMA SEQUENZA Curl bicipiti SECONDA SEQUENZA Leg extension Tricipiti ai cavi Lento dietro Leg Curl Crunch Esempio 2: TERZA SEQUENZA Croci Panca 30 con 2 manubri Rematore 1 manubrio Alzate a 90° PRIMA SEQUENZA SECONDA SEQUENZA TERZA SEQUENZA Leg press Distensioni bilanciere Rematore 1 manubrio su panca piana Standing Curl Croci panca 30° Lat Machine avanti Squat Cavi incrociati Trazioni al petto SISTEMA NUMERO 11 : COMPOUND - SET SYSTEM Hatfield 1981. Prevede il passaggio da un esercizio all'altro e da una parte del corpo ad un'altra senza riposo, arrivando a compiere tutti i set e le ripetizioni previste per quell’ allenamento. Lo scopo è quello di permettere un recupero ottimale tra un esercizio e l'altro senza perdere in intensità Esempio di un giorno di allenamento: Chest press Leg extension Tricipiti con cavi alti Croci con due manubri Leg Press Tricipiti tra due panche Cavi incrociati (pettorali) Standing Curl SISTEMA NUMERO 12: DOUBLE PROGRESSIVE SYSTEM. Consiste nell'allenare un determinato numero di set (di solito 9) partendo da basse ripetizioni (di solito 4) e aumentandole progressivamente in questo modo 6-8-10-12 e lasciando invariato il peso. Al sesto set si aumenta il peso e si abbassano gradualmente le ripetizioni in questo modo 10-8-6-4 Ricerche su questo sistema non hanno dimostrato aumenti rilevanti di forza. Esempio Chest press 4 ripetizioni con 50 Kg 6 ripetizioni con 50 Kg 8 ripetizioni con 50 Kg 10 ripetizioni con 50 Kg 12 ripetizioni con 50 Kg 10 ripetizioni con 50 Kg 8 ripetizioni con 50 Kg 6 ripetizioni con 50 Kg 4 ripetizioni con 50 Kg SISTEMA NUMERO 13 : FLUSHING. Sistema inventato da alcuni bodybuilder che consiste nell'allenare una o più parti del corpo vicine fra loro al fine di mantenere il sangue il più possibile vicino a quel distretto, con la convinzione che molto sangue e di conseguenza anche ormoni portino un aumento localizzato. Questo metodo non è supportato da alcuno studio scientifico e non ne è stata dimostrata l'efficacia. Esempio: Chest press Distensioni Manubri Panca 30° Croci panca piana Alzate laterali Alzate frontali SISTEMA NUMERO 14: FUNCTIONAL ISOMETRICS. Jackson e altri 1985. Ad ogni esercizio avviene una perdita di forza ad un determinato angolo. Questo allenamento allena dapprima il gesto in modo dinamico e quindi, una volta arrivati al “punto di blocco” si fa in modo (o bloccando l'attrezzo al multipower o con l'assistenza di un istruttore esperto), di allenare isometricamente il muscolo per 5-6 secondi sull'angolo più debole prima di riprendere il gesto isotonico (o di interrompere l'allenamento per incapacità muscolare). Questo metodo (Jackson nel 1985) si è dimostrato efficace nel miglioramento del massimale alla panca piana. Molti powerlifter usano questo sistema sull'ultima delle 2-5 ripetizioni previste con buoni risultati. SISTEMA NUMERO 15 : TRIANGLE PROGRAM - SISTEMA PIRAMIDALE. L’allenamento piramidale completo, consiste nell'eseguire un set da 10/12 ripetizioni con un peso leggero aumentando lo gradualmente e diminuendo le ripetizioni fino ad arrivare a 1RM. A questo punto si calano ancora i pesi e si aumentano di nuovo le ripetizioni. Esempio: PIRAMIDE PARZIALE ASCENDENTE 10-8-6-7-2-1 PIRAMIDE PARZIALE DISCENDENTE 1-2-4-6-8-10 PIRAMIDE COMPLETA 10-8-6-4-2-1-2-4-6-8-10-12 Sono stati testati quattro gruppi muscolari, ovvero bicipiti, tricipiti, quadricipiti, ischiocrurali, gran dorsale, e adduttori delle scapole. E’ stato dimostrato un aumento di forza su tutti e quattro i distretti testati, soprattutto nella piramide parziale discendente. Buono se inserito in uno o più mesocicli. SISTEMA NUMERO 16 : LIGHT - TO - HEAVY SYSTEM DA LEGGERO A PESANTE . De Lorme, Watkins 1948 De Lorme, Ferris, Gallagher 1952 Leighton e altri nel 1967 Hatfield, Krotee 1978 Usato dal 1930 dai sollevatori di potenza, consiste nell'eseguire un set di 3/5 ripetizioni con un peso abbastanza leggero. Aggiungere poi 2,5/3 kg ed eseguire ancora lo stesso numero di ripetizioni della serie precedente andando avanti fino a che è possibile seguire una sola ripetizione. De Lorme consiglia invece il passaggio dal 50%, al 66% e infine al 100% di 10 RM. Esempio secondo De Lorme: 10 ripetizioni con il 50% di 10 RM 10 ripetizioni con il 66% di 10 RM 10 ripetizioni con il 100% di 10 RM Questo sistema ha dato buoni risultati nell’aumento della forza in periodi brevi su bicipiti (misurati isometricamente all'inizio e alla fine del microciclo) ma non sui tricipiti, quadricipiti, ischiocruali, gran dorsale e adduttori delle scapole. I gruppi muscolari non citati non sono stati intestati. SISTEMA NUMERO 17 : HEAVY - TO - LIGHT SYSTEM - O TECNICA D’OXFORD. McMorris ed Elkins nel 1954 Zinovieff Leighton e altri 1967 Dopo un breve riscaldamento eseguire la serie più pesante, abbassare poi il peso ed eseguire lo stesso numero di ripetizioni e cosi via. 10 ripetizioni con il 100% di 10 RM 10 ripetizioni con il 66% di 10 RM 10 ripetizioni con il 50% di 10 RM Dire quale dei due metodi funzioni meglio è difficile. Sembra ad ogni modo che il secondo (Oxford) sia da preferirsi al primo. Nel 1967 (Leighton) ha approfondito questo studio asserendo che per quanto riguarda i bicipiti, non vi è differenza tra i due sistemi, mentre giudica migliore il sistema “Oxford” rispetto a De Lorme per quanto riguarda tricipiti brachiali, gran dorsale, adduttori delle scapole, quadricipiti e ischiocrurali. SISTEMA NUMERO 18 : MULTIPOUNDAGE SYSTEM - SCARICO PROGRESSIVO. Poole 1964. L’allenamento con questo sistema prevede l’assistenza di due persone in caso di pesi liberi o senza assistenza in caso d’uso di macchine. Si eseguono 4-5 ripetizioni massimali per il numero di ripetizioni previste (80-90% di 1RM), dopodichè si scarica il peso di circa il 20-30% e si eseguono di nuovo 4-5 ripetizioni (o il numero massimo possibile) e cosi via per i set previsti. Il numero di fermate non deve mai essere superiore a tre. Questo sistema è stato giudicato molto valido se inserito in un microciclo annuo. ESERCIZIO NUMERO DI RIPETIZIONI Distensioni bilanciere CARICO MASSIMALE Carichi successivi 4-5 Peso usato nella prima panca piana sequenza 90 Kg 4-5 o ad esaurimento (90%1 RM) Peso usato nella seconda dopo il primo stop: (-20%) 72 Kg 4-5 o ad esaurimento Peso usato nella terza sequenza dopo il secondo stop: (-25%) 54 Kg se possibile continuare se possibile continuare 4-5 o ad esaurimento Peso usato nella quarta sequenza dopo il terzo stop: (-30%) 38 Kg SISTEMA NUMERO 19: NEGATIVE SYSTEM - ALLENAMENTO ECCENTRICO. Kramer ed altri. Nella maggior parte degli esercizi muscolari la fase negativa o eccentrica è quella d’abbassamento del peso. Il potenziale di forza in eccentrica è notevolmente più alto che in concentrica (forza di gravità). L’allenamento coi pesi liberi necessita dell’aiuto di un partner nella fase concentrica. In caso di utilizzo di macchine è possibile invece sollevare il peso con i due arti e “tenerlo” invece solo con uno in fase di ritorno. Studi effettuati con carichi del 120% in fase concentrica (sollevamento con aiuto) non hanno dato grandi risultati in termine di guadagno di forza, non più in ogni modo d’altri sistemi. L’effetto di facilitazione neuromuscolare prodotta in fase eccentrica e scaricata durante quella concentrica si è dimostrata più efficace con un peso attorno al 105-110% di 1 RM concentrica (Kraemer). Il lavoro eccentrico è ad ogni modo dannoso per il sistema muscolare. SISTEMA NUMERO 20 : SUPER OVERLOAD SYSTEM. Powers, Browning, Groves, 1978. Molto simile all’allenamento negativo. Si usa circa il 125% di 1RM e si eseguono mezze ripetizioni. Ad esempio, se il massimale di panca è di 100 Kg, usare un peso di 125 Kg (100 x 1,25). Aiutare a distendere le braccia completamente e fare eseguire 7-10 mezze ripetizioni senza aiuto (da metà a su). Fare abbassare il peso fino a toccare il petto e aiutare a distendere le braccia per un’ultima ripetizione. Di solito si eseguono non più di 3 serie per esercizio. Questo sistema è stato dimostrato valido riguardo l’aumento del massimale alla panca e alla leg press (in un microciclo di otto settimane con un giorno di riposo tra un allenamento e l’altro). SISTEMA NUMERO 21 : PRIORITY SYSTEM - SISTEMA PRIORITARIO. Consiste nell’allenare i gruppi muscolari più deboli per primi quando si ha a disposizione la maggior energia possibile e può essere adottato come principio in tutti i sistemi di allenamento. SISTEMA NUMERO 22: REST / PAUSE SYSTEM- SISTEMA PAUSA / RIPOSO. Questo sistema richiede un peso molto vicino al massimale (85-90% 1RM). Si esegue un movimento in modo completo riposando per circa 10” prima di ripartire con lo stesso carico, cosi per circa 4-5 pause (o il massimo possibile). Se non si è in grado di eseguire tutte le ripetizioni si può ricorrere ad un aiuto in fase concentrica. Eseguire un solo set con questo sistema aggiungendo 2-3 altri set per lo stesso gruppo muscolare ma con altri metodi. Come variante è possibile eseguire 2-3 ripetizioni invece di una ovviamente con un peso più basso e diminuire o aumentare il tempo di pausa (5-15”). SISTEMA NUMERO 23: SPLIT ALLENAMENTO FRAZIONATO. ROUTINE SYSTEM - Visto che non è possibile allenare tutte le parti del corpo in una sola seduta quando aumentano le serie e le ripetizioni, si può dividere il corpo in più parti e dividere l’allenamento in 4/5/6 sessioni. Questo consente alle varie parti del corpo di recuperare completamente prima dell’allenamento successivo. (Hoffman nel 1991 ha dimostrato l’efficacia di questo metodo associato all’allenamento assistito soprattutto per la panca piana e lo squat). SISTEMA NUMERO 24 : BLITZ PROGRAM . Usato soprattutto da body builder sotto gara è una variante della split routine e prevede l’allenamento giornaliero non diviso per più parti del corpo ma per solo una. GIORNO GRUPPO MUSCOLARE Lunedi Bicipiti - Tricipiti Martedi Petto Mercoledi Addome - Tricipiti Surali Giovedi Deltoidi Venerdi Gran Dorsale - Aduttori delle Scapole Sabato Quadricipiti - Ischiocrurali SISTEMA NUMERO 25 : ISOLATED EXERCISE SYSTEM. Horvalth 1959. Consiste nell’allenare un solo gruppo muscolare con un solo esercizio al giorno per 60’ con serie di 8-10 ripetizioni con 1’ di riposo tra una serie e l’altra. Horvarh prevede l’utilizzo di questo sistema per non più di 6 settimane l’anno per evitare danni articolari e di sovrallenamento. GIORNO ESERCIZIO RIPETIZIONI Lunedi Panca piana 8-10 60’ con 1’ di riposo tra un set e l’altro Martedi Squat 8-10 60’ con 1’ di riposo tra un set e l’altro Mercoledi Rematore 8-10 60’ con 1’ di riposo tra un set e l’altro Giovedi Bicipiti Bilanciere 8-10 60’ con 1’ di riposo tra un set e l’altro Venerdi Tricipiti con bilanciere 8-10 60’ con 1’ di riposo tra un set e l’altro Sabato Lento dietro 8-10 60’ con 1’ di riposo tra un set e l’altro SISTEMA NUMERO 26 : SUPER PUMP SYSTEM. Page. 1996 Questo sistema è nato dalla convinzione, soprattutto da parte di bodybuilder avanzati, che per ottenere uno sviluppo muscolare ottimale sia necessario allenarsi per non meno di 15/18 serie e per non più di 5-6 ripetizioni per gruppo muscolare. Questo sistema, adottato da alcuni bodybuilder professionisti, ha dato buoni risultati per quanto riguarda bicipiti, tricipiti, pettorali e deltoidi. Ha invece dato pochi risultati su quadricipiti, ischiocrrali, gran dorsale e aduttori delle scapole. (Darden 1973). Esempio: GAMBE SET E RIPETIZIONI Squat 3x5-6 Leg Press 3x5-6 Leg extension 3x5-6 Standing leg curl 3x5-6 Lunges 3x5-6 SISTEMA NUMERO 27: SUPER SETTING SYSTEM. Kramer, Noble, Culver, Clark 1987 Ottimo per lo sviluppo di quadricipiti, ischiocrurali, gran dorsale e adduttori delle scapole. Consiste nell’eseguire due esercizi senza riposo tra muscoli agonisti / antagonisti (es. Tricipiti e Bicipiti brachiali) oppure eseguire due esercizi per lo stesso gruppo muscolare senza recuperare tra un esercizio e l’altro e recuperando pochissimo tra un set e l’altro. Esempio 1: BICIPITI TRICIPITI RIPETIZIONI SUPERSET 1.Flessioni 1.estensione del 8-10 2-3 con bilanciere gomito cavi alti 2.Panca scott 2. French Press 8-10 2-3 ESERCIZIO ESERCIZIO RIPETIZIONI SUPERSET 1.Lat machine 1.Rematore 8-10 2-3 manubrio 2.Chest Press 2.Croci con 8-10 2-3 manubri Esempio 2: con SISTEMA NUMERO 28 : SUPER SLOW SYSTEM - SISTEMA SUPER LENTO. Ken Hutchins. Consiste nell’eseguire ripetizioni molto lentamente (da 20” a 60”) allo scopo di mantenere la tensione muscolare per un lungo periodo e aumentare di conseguenza la forza e la resistenza. Sono normalmente eseguite 1 o 2 serie di 1-5 ripetizioni durante una seduta di allenamento. I dati esistenti riguardo questo sistema dimostrano l’efficacia per il potenziamento solo delle fibre lente. SISTEMA NUMERO 29 : HEAVY DUTY TRAINING. Mike Mentzer, 1980. Ha come fine una sola serie pesantissima (quella finale), dopo aver riscaldato la muscolatura per 4-5 serie. Le ripetizioni non devono essere inferiori a 6, nè maggiori di 12. Il principio è quello di allenare ciascun muscolo con minor frequenza e con maggior intensità possibile. Secondo Mentzer l’allenamento deve essere mantenuto per tutto l’anno senza periodizzazione. SISTEMA NUMERO 30 : HEAVY DUTY II. Mike Mentzer, 1990 E’ un programma di allenamento diviso in quattro parti che si alternano ogni 4-7 giorni a seconda del recupero soggettivo. Ogni muscolo è allenato con una sola serie (dopo 4-5 di riscaldamento) ad esaurimento e con un’intensità attorno all’80/95% non riallenando lo stesso muscolo che dopo 16-28 giorni. Addome, ischiocrurali e trapezi non sono presi in considerazione in questo programma, nè si parla di periodizzazione. Esempio: 1 = Pettorali - Deltoidi 2 = Gran dorsale, adduttori delle scapole, tricipite brachiale 3 = Bicipite brachiale, tricipiti surali 4 = Quadricipiti SISTEMA NUMERO 31: POSITION OF FLEXION – POF. Steve Holman. Il sistema POF tocca ogni muscolo da tre angolature differenti in modo da poterlo stressare totalmente. I muscoli lavorano sinergicamente nella posizione centrale attivando cosi il riflesso mitotico nella posizione di stretch reclutando cosi fibre di riserva. Si aumenta perciò la resistenza nella posizione di massima contrazione. Si esegue un totale di sei set. Esempio: BICIPITI Flessione con bilanciere 2 Manubri panca inclinata Bicipiti concentrati Non esiste un sistema migliore dell’altro. La loro efficacia dipende dalla situazione di ogni singolo atleta. E’ fondamentale la PERIODIZZAZIONE dell’allenamento adattando volta per volta questi metodi di allenamento creati per body builder e powerlifter anche al fitness con le giuste modifiche. La scelta andrà fatta rispettando il PRINCIPIO DELLA SOGGETTIVITA’ E UNICITA’ della singola persona, dato che avendo tutti una genetica differente, anche facendo tutti lo stesso allenamento otterremo un risultato differente. Per questo motivo sarà fondamentale dare in continuazione dei feedback (al proprio istruttore o personal trainer) di qualsiasi tipo e su qualsiasi parametro. In questo modo si riuscirà a scegliere in maniera sensata la giusta tecnica allenante oltre che la più efficace. Vediamo adesso una serie di schede di livello medio – alto già pronte all’uso che potrete utilizzare sin da domani. I tempi di recupero (qualora non specificati), sono da considerare quelli classici per l’ipertrofia: 1’30” per gli esercizi base (o fondamentali) 45” – max 1’ per gli esercizi complementari, di defaticamento o di preaffaticamento. SCHEDA 1 PARTE A Lat machine dietro 3x12 Trazioni alla sbarra presa stretta 3x max T-bar con triangolo 10-8-6-6 Lat machine presa stretta in supinazione in cifosi 3x10 Quarto di stacco al multipower 12-10-8-6 Leg curl 10-8-6-4 + 2 forzate + 2 negative Standing gluteus 3x20 lentamente PARTE B Leg extension 3x15 Leg Press 12-10-8-6-6 Affondi al Multypower 4x8 Stacchi stile sumo 3x20 (lentamente) Calf alla pressa 4x5+5+5+5 Calf seduto 3x8 PARTE C Distensioni su panca a 45° al multipower (presa media) 10-8-6-6 Distensioni su panca 30° con 2 manubri 3x8 ¾ Chest press con presa interna 3x10 Croci panca reclinata 3x10 Curl bilanciere con dorso in appoggio 10-8-6-6 Hammer con incrocio 3x10 Hammer singolo alla panca scott 3x12 PARTE D Distensioni con 2 manubri su panca a 75° (presa neutra) 3x12 Distensioni al peck deck con panca a 90° (presa stretta) 10-8-6-6 Alzate laterali con 2 manubri in piedi 10-8-6 Alzate laterali con busto a 90° (fronte in appoggio) 3x10 Real delt machine (presa in pronazione) 3x12 Push down presa inversa 3x12 French Press con bilanciere 10-8-6-6 Estensioni singole con manubri al cavo 3x10 SCHEDA 2 PARTE A Rematore bilanciere 3x6+20 Lat machine 3x10 + pulley 3x10 in superset Stiff 3 x stripping (5-6 colpi) Alzate laterali busto a 90° 3x10 + rematore per deltoidi posteriori 3x10 in superset Lento avanti al Multipower 3x6 + 20 Alzate laterali 3x10 + rematore verticale con 2 manubri 3x10 in superset Alzate laterali al cavo 3xstripping (scalare ogni 5-6 colpi) PARTE B Squat 3x6+20 Stacchi stile sumo 3x10 + leg curl 3x10 in superset Affondi al multipower 3x10 Leg curl singolo al cavo 3x12 + Standing glutes lentamente 3x15 in superset Leg Extension 3x stripping (scalate ogni 5-6 colpi) Calf alla pressa 3x20 (lentamente) Calf seduto 2x6 PARTE C Distensioni al peck deck su panca piana 3x6+20 Croci su panca a 30° 3x10 + distensioni su panca a 30° 3x10 in superset Croci ai cavi 3 x stripping (scalare ogni 5-6 colpi) Curl con bilanciere (dorso in appoggio) 3x6+20 Rop full 3x6+20 Hammer curl su panca a 45° 3x10 + curl accovacciato 3x10 in superset Push down presa inversa 3x10 + French press con fune in piedi al cavo basso 3x10 in superset SCHEDA 3 PARTE A Iperextension 3x20 + crunch inversi 3x max in superset Mezzi stacchi 3x6+20 Rematore con bilanciere 3x10 + lat machine a presa inversa 3x10 in superset Pulley 3x12 + stiff 3x12 in superset Satnding Glutes 3x20 (lentamente) Calf pressa 3x20 (lentamente) PARTE B Pectoral machine 3x12 Distensioni su Panca a 45° al peck deck 3x6+20 Croci su panca a 30°3x10 + distensioni con 2 manubri su panca a 30° 3x10 in superset Croci ai cavi 3x10 + distensioni su panca piana con bilanciere portato alla gola 3x10 in superset Calf alla pressa 3x20 (lentamente) Standing glutes 3x20 (lentamente) Crunch 3xmax PARTE C Squat 3x6+20 Leg press con punte divergenti 3x8 + stacchi stile sumo 3x8 in superset Affondi al multipower 3x6 Calf seduto 2x6 Sit- bike 5’ livello 2 Crunch su tappetino. PARTE D Curl con bilanciere 3x6+20 Rop Full 3x6+20 Hammer curl su panca a 45° 3x10 + push down 3x10 in superset Doppio biscipite ai cavi 3x12 + French press in piedi con fune al cavo basso 3x12 in superset Curl concentrato 3x12 + push down singoli a presa inversa 3x12 in superset PARTE E Lento avanti al peck deck 3x6+20 Alzate laterali 3x10 + alzate frontali 3x10 in superset Tirate al mento a presa larga 3x10 + alzate laterali con busto a 90° con manubri 3x10 in superset Real delt 3x12 + rematore verticale posteriore 3x12 in superset Mezzi stacchi a gambe tese 4x10 + leg curl 4x10 in superset Standing glutes 3x20 lentamente SCHEDA 4 Giorno 1 Distensioni panca piana bilanciere 8-6-5-4 Dip alle parallele 5 X 5 Lat machine avanti 4 x 6 Rematore bilanciere 8-6-5-4 Curl bilanciere 4 x 6 Giorno 2 leg extension 20-15-8-6-5-4 leg Press 8-6-5-4 leg curl sdraiato 4 x 6 calf in piedi 5 x 5 Giorno 3 e giorno 4 riposo Giorno 5 : lat machine avanti 15 - 12 - 10 Rematore bilanciere 15 - 12 - 10 lat machine presa inversa 3x10 pulley 3x12 doppio bicipite ai cavi 15 - 12 - 10 curl bilanciere angolato 15 - 12 - 10 curl con manubri su panca a 45° 3x12 Giorno 6: Croci ai cavi 15 - 12 - 10 Distensioni panca piana bilanciere alla gola 15 - 12 - 10 Distensioni su panca a 45° con 2 manubri 3x10 Croci su panca a 30° 3x12 Push down a presa inversa 15 - 12 - 10 French press al cavo (su panca) 15 - 12 - 10 Estensioni singole al cavo 3x10 Giorno 7: leg extension 15 - 12 - 10 leg Press 15 - 12 - 10 Squat singoli con manubri 3x12 Leg curl 15-12-10 Mezzi stacchi a gambe tese 3x15 Calf in piedi 15 - 12 - 10 Calf pressa 15 - 12 - 10 Calf seduto 3x15 Giorno 8: Alzate laterali singole al cavo 15 - 12 - 10 Lento avanti alla macchina (con fronte in appoggio) 15 - 12 - 10 Lento avanti con 2 manubri in piedi 3x10 Alzate laterali 3x10 Alzate frontali con 2 manubri alternate 3x15 Alzate busto a 90° (petto in appoggio) 3x12 rematore verticale posteriore presa stretta 15 - 12 - 10 rematore verticale posteriore al power rack 15 - 12 - 10 Giorno 9 e giorno 10 riposo. Giorno 11: Distensioni panca piana 5+5+5 ; 6+3 forzate + 2 negative + stripping (2 scalate) Distensioni su panca a 45° alla macchina (come esercizio 1) Croci ai cavi (come esercizio 1) Lat machine avanti (come esercizio 1) T-Bar (come esercizio 1) Lat machine presa inversa (come esercizio 1) Giorno 12: Leg extension (come esercizio 1) Leg Press (come esercizio 1) Affondi con manubri in movimento 2x6 leg curl (come esercizio 1) Leg curl singolo 2x6 + stripping (3 scalate ogni 3-4 colpi) Calf in peidi (come esercizio 1) Calf seduto 2x6 + stripping (3 scalate ogni 3-4 colpi) Giorno 13: Lento alla macchina (come esercizio 1) Alzate laterali con 2 manubri in piedi (come esercizio 1) Alzate laterali con busto a 90° 2x6 Curl bilanciere (come esercizio 1) Doppio bicipite ai cavi (come esercizio 1) French press al cavo (su panca) (come esercizio 1) Push down a presa inversa (come esercizio 1) Giorno 14-15-16-17-19 riposo Giorno 18 e giorno 19: Total body workout : eseguire 2 esercizi per i gruppi muscolari grandi e 1 esercizio per i piccoli. 2 serie per esercizio; 10-12 ripetizioni per esercizio NON portate ad esaurimento muscolare (con 3-4 ripetizioni di buffer) Giorno 20: Ricominciare il ciclo. SCHEDA 5 calf in piedi 20-15-12-10-8-6 Stiff 20-15-12 Lat machine avanti 3x10 lat machine presa inversa 12-10-8 Rematore bilanciere presa inversa 10-8-6-4 T-Bar con triangolo 3x10/8 Quarto di stacco al multipower 10-8-6-4 Alzate laterali con busto a 90° (singoli con fronte in appoggio) 12-10-8-6 PARTE B Croci su panca a 30° 15-12-10 Distensioni panca piana bilanciere alla gola presa larga 10-8-6-4 Distensioni su panca a 45° con 2 manubri 3x10/8 Croci ai cavi in ginocchio 3x12 Alzate laterali singole 15-12-10 Lento avanti 10-8-6-4 Tirate al mento con bilanciere sagomato 3x10/8 Alzate laterali con 2 manubri in piedi 3x10 PARTE C leg curl 15-12-10-8-6 Leg extension 20-15-12 Squat 3x8/10 Hack squat 3x10/12 Push down a presa inversa 12-10-8 French press bilanciere sagomato su panca piana 10-8-6 Curl bilanciere dorso in appoggio al muro10-8-6 curl con manubri su panca a 45° 3x10/8 SCHEDA 6 PARTE A Stiff 20-15-12 Rematore bilanciere presa inversa 4x5+5+5 lat machine presa stretta 4x10 Iperextension 3x10 Calf pressa 3x5+5+5 Calf seduto 4x15 PARTE B Croci ai cavi 20-15-12 Distensioni panca piana bilanciere alla gola 3x5+5+5 Croci su panca a 30° con manubri 3x10 Dip alle parallele 3x10 Alzate laterali singole con 2 manubri 3x12 Lento avanti con 2 manubri in piedi 3x5+5+5 Alzate laterali con busto a 90° 3x10 Tirate al mento con bilanciere sagomato presa larga 3x10 PARTE C Leg extension 20-15-12 Squat 3x5+5+5 Affondi retrocedenti con pedana 3x12 Leg curl 3x5+5+5 Leg curl singoli 4x10 Curl Bilanciere 3x5+5+5 Franch press bilanciere 3x5+5+5 Curl concentrato 2x10 Estensioni singole con manubri ai cavi 2x10 SCHEDA 7 PARTE A Stiff 3x15 T-Bar presa stretta 3x 5+5+5 (3 scalate ogni 5-6 colpi) Rematore bilanciere 3x10 + lat machine presa larga 3x10 in superset lat machine presa inversa 3xstripping (3 scalate ogni 5-6 colpi) rematore verticale posteriore al power rack 3x 5+5+5 (3 scalate ogni 5-6 colpi) Alzate laterali con busto a 90° con petto in appoggio 3x10 + rematore 2 manubri con petto in appoggio 3x10 in superset PARTE B Croci su panca a 30° 3x15 Chest press 3x 5+5+5 (3 scalate ogni 5-6 colpi) Distensioni su panca a 45° con bilanciere 3xstripping (3 scalate ogni 5-6 colpi) Croci ai cavi 3x10 + piegamenti per terra 3x10 doppio bicipite ai cavi 3x12 Push down a presa inversa 3x12 French press con bilanciere angolato 3x 5+5+5 (3 scalate ogni 5-6 colpi) curl bilanciere angolato con dorso in appoggio 3x 5+5+5 (3 scalate ogni 5-6 colpi) Curl a martello su panca a 45° 3x10 + french press al cavo basso in piedi 3x10 in superset PARTE C Leg extension 3x12 leg Press 3x 5+5+5 (3 scalate ogni 5-6 colpi) Squat a gambe divaricate 3x10 + leg extension 3x10 in superset calf in piedi 3x8 Calf seduto 3x10 + calf alla pressa 3x10 in superset PARTE D Leg curl 3x 5+5+5 (3 scalate ogni 5-6 colpi) Leg curl singolo 3x10 Alzate laterali 3x10 + Alzate frontali con 2 manubri alternate 3x10 in superset Lento avanti alla macchina (con fronte in appoggio) 3x 5+5+5 (3 scalate ogni 5-6 colpi) Alzate laterali singole al cavo 3x10 Tirate al mento con bilanciere sagomato presa larga 3x 5+5+5 (3 scalate ogni 5-6 colpi) SCHEDA 8 PARTE A Lat machine avanti 3x12 Rematore bilanciere presa stretta 3X6+20 lat machine presa inversa 3xstripping (3 scalate ogni 5-6 colpi) Stiff 3x10 + pulley con triangolo 3x10 in superset Alzate laterali con busto a 90° 3x6+20 rematore verticale posteriore con bilanciere 3x10 + cavi incrociati per deltoidi posteriori 3x10 in superset PARTE B Croci ai cavi 3x12 Distensioni su panca a 45° al peck deck 3x6+20 Croci su panca a 30° 3x10 + pullover su panca reclinata 3x10 in superset Chest press 3 x stripping (3 scalate ogni 5-6 colpi) Curl bilanciere 3x6+20 French press 3x6+20 doppio bicipite ai cavi 3x10 + rop full in piedi 3x10 PARTE C Leg extension 3x12 Squat 3x6+20 leg Press con punte divergenti 3x10 + leg extension 3x10 in superset Affondi al multipower 3x10 + Standing glutes 3x15 in superset Calf pressa 5x15 Calf seduto 3x8 PARTE D Leg curl singolo 3x12 Mezzi stacchi a gambe tese con 2 manubri 3x10 + Leg curl 3x10 in superset Alzate laterali singole al cavo 3x10 Lento avanti al peck deck 3x6+20 Tirate al mento con bilanciere sagomato a presa larga 3xstripping (3 scalate ogni 5-6 colpi) Lento avanti con 2 manubri 3x10 + Alzate laterali 3x10 + alzate frontali 3x10 in triset SCHEDA 9 PARTE A Iperextension 3x20 + crunch inversi 3xmax Mezzi stacchi 3x6+20 Rematore bilanciere 3x10 + lat machine presa inversa 3x10 in superset Pulley 3x12 + stiff 3x12 in superset Standing glutes 3x10 Calf alla pressa 3x10 PARTE B Pectoral 3x12 Distensioni su panca a 45° al peck deck 3x6+20 Croci su panca a 30° 3x10 + Distensioni su panca a 30° con 2 manubri 3x10 in superset Croci ai cavi 3x0 + Distensioni panca piana bilanciere alla gola 3x10 in superset Standing glutes 3x20 Calf pressa 3x20 Crunch 3 x max PARTE C Squat 3x6+20 leg Press con punte divaricate 3x8 + Stacchi stile sumo 3x8 in superset Affondi al multipower 3x6 Calf seduto2x6 Sit bike 5’ (livello2) Crunch su tappetino 3 x max PARTE D Curl bilanciere 3x6+20 Rop full 3x6+20 hammer curl su panca a 45° 3x10 + Push down 3x10 in superset doppio bicipite ai cavi 3x12 + French press in piedi al cavo basso 3x12 in superset curl di concentrazione 3x12 + Push down singoli 3x12 in superset PARTE E Lento avanti al peck deck 3x6 +20 Alzate laterali 3x10+ Alzate frontali 3x10 in superset Tirate al mento con bilanciere sagomato presa larga 3x10 + Alzate laterali con busto a 90° 3x10 in superset Real delt 3x12 + rematore verticale posteriore al power rack 3x12 in superset Mezzi stacchi a gambe tese 4x10 + leg curl 4x10 in superset Standing glutes 3x20 (lentamente) SCHEDA 10 PARTE A Iperextension 3x20 Rematore bilanciere 3x6+20 lat machine presa inversa 3x10 + Pulley 3x10 Stiff 3x stripping (3 scalate ogni 5-6 colpi) Alzate laterali con busto a 90° 3x10 + rematore verticale posteriore presa stretta 3x10 in superset Lento avanti al multipower 3x6+20 Alzate laterali 3x10 + rematore verticale con 2 manubri 3x10 in superset Alzate laterali singole al cavo 3x stripping 3 scalate ogni 5-6 colpi PARTE B Squat 3x6+20 Stacchi stile sumo 3x10 + Leg curl 3x10 in superset Affondi al multipower 3x10 Leg curl singolo al cavo 3x12 Standing glutes 3x15 Leg extension 3xstripping (3 scalate ogni 5-6 colpi) Calf pressa 3x20 Calf seduto 2x6 PARTE C Distensioni al al peck deck su panca piana 3x6+20 Croci su panca a 30° 3x10 + Distensioni su panca a 30° con 2 manubri 3x10 in superset Croci ai cavi 3xstripping (3 scalate ogni 5-6 colpi) Curl bilanciere con dorso in appoggio 3x6+20 Rop full 3x6+20 hammer curl su panca a 45° 3x10 + curl accovacciato 3x10 in superset Push down a presa inversa 3x10 + French press con fune in piedi al cavo basso 3x10 in superset SCHEDA 11 PARTE A Cavi incrociati in piedi 3x15 Distensioni panca piana 12-10-8 Distensioni su panca a 30° 8-8-8 Distensioni su panca a 45° 6-6-6 Croci su panca piana con cavi 4x10-8 Pullover su panca con 1 manubrio 3x10 Cavi incrociati singoli in ginocchio 3x8/10 Bicipiti alla panca Scott con cavo 15-12-10 Bicipiti alla panca Scott con bilanciere 4x10-8 Curl con 2 manubri alternato in piedi 3x8 PARTE B Leg extension 15-12-10-8 Hack squat 15-12-10-8 Squat 4x10/8 Affondi con manubri sul posto 4x12 Push down con corda 15-12-10 French press 4x10/8 Rop full 3x12 PARTE C Rematore cavo basso con corda 12-10-8-6 Rematore con 2 manubri 4x10/8 Lat machine avanti 4x8 Pulley 4x10/8 Lat machine avanti con triangolo 3x8 Leg curl in piedi con cavigliera 4x12 Leg curl prono con isometria + ½ movimento 4x10/8 Iperextension 3x10 PARTE D Scrollate 3x15 Alzate laterali con busto a 90° 4x12 Real delt 3x12 Lento avanti con bilanciere 12-10-8-6 Tirate al mento 4x10/8 Alzate laterali 1 braccio per volta 4x10/8 Calf pressa 3x15 Calf in piedi + ½ movimento in isometria 15-12-10-8-6-10 SCHEDA 12 PARTE A Cavi incrociati 2X15 Distensioni panca piana 12-10-8-6-4 Distensioni su panca a 45° con 2 manubri 5X8/6 Pullover su panca con 1 manubrio 4X8 Cavi incrociati 4X8 Curl alternati con 2 manubri in piedi 15-12-10 Curl bilanciere 4X21(7+7+7) (1/3 di movimento) Bicipiti alla panca Scott 4x8/6 PARTE B Leg extension 15-12-10-8 Squat 12-10-8-6-6 Leg Press 4x10/8 Affondi con manubri sul posto 3x12 Estensioni singole al cavo alto in piedi 20-15-12 French press con bilanciere 4x12 Estensioni per tricipiti con 1 manubrio da seduto 4x10/8 PARTE C Trazioni alla sbarra 4x8 Pulley con corda 4x8 Rematore con 2 manubri 4x8/6 Lat machine avanti con triangolo 4x10/8 + Stiff con corda 4x12 in superset Stacchi a gambe flesse 12-10-8-6-6 Leg curl prono 15-12-10-8-12 Leg curl singolo 3x12 PARTE D Real Delt 15-12-10-8 + Scrollate in superset 4x12 Alzate laterali con busto a 90° 4x12 + Distensioni con 2 manubri 12-10-8-6 in superset Lento avanti con bilanciere in piedi 10-8-6-6-6 Alzate frontali con bilanciere 4x10/8 Alzate laterali in piedi 4x8 Calf pressa 15-12-10-8 Calf machine seduto 15-12-10-8 SCHEDA 13 PARTE A Iperextension 3x20 Lat machine avanti presa larga 3x12 Lat machine avanti presa stretta 3x10 Rematore bilanciere presa inversa 3x10 Croci su panca piana 3x12 Croci su panca a 45° 3x10 Distensioni panca piana bilanciere alla gola 3x10 PARTE B Leg extension 3x15 Leg press 4x12 Leg curl 3x10 Mezzi stacchi a gambe tese con 2 manubri 3x15 Calf alla pressa 4x20 Calf seduto 3x10 PARTE C Real Delt machine 3x12 Alzate laterali singole al cavo 3x10 Lento avanti al peck deck presa stretta 3x10 Curl in piedi al cavo 3x12 Push down presa inversa 3x12 Curl con manubri su panca a 45° a martello 3x10 Rop full 3x10 SCHEDA 14 PARTE A Cavi incrociati con busto a 90° 3x12 Distensioni al peck deck su panca a 30° 20-10-6-6-6 Croci su panca reclinata 3x10 + distensioni su panca declinata 3xmax in superset Chest Press 3 x stripping (scalare ogni 4-5 colpi) Dip alle parallele 3xmax + Pullover su panca con 1 manubrio su panca declinata 3x12 in supersert Doppio bicipite ai cavi 3x12 Curl bilanciere con dorso in appoggio 20-10-6-6-6 Hammer curl su panca a 45° 3x10 + Curl accovacciato 3x10 in superset Curl con fune al cavo basso 3xstripping (scalare ogni 4-5 colpi) PARTE B Leg extension 3x15 Leg Press 20-20-10-6-6 Squat Frontale 1 + ¼ 3x15 + Sissy squat 3x10 in superset Leg Curl 20-20-10-6-6 Affondi al multipower con pedana 3x15 + Leg curl singolo in piedi al cavo 3x10 in superset Stacchi stile sumo 3x20 + Standing glutes 3x20 in superset PARTE C Lat machine presa stretta 3x12 T-Bar con triangolo 20-10-6-6-6 Lat machine presa inversa 3x10 + Rematore con 1 manubrio 3x10 in superset Lat machine con triangolo in cifosi 3x stripping (scalare oni 5-6 colpi) Stiff 3x12 + Push down 3x12 in superset French press presa inversa stretta 20-10-6-6-6 Estensioni singole con manubrio 3x10 Estensioni al cavo basso in piedi 3x stripping (scalare ogni 5-6 colpi) PARTE D Calf singolo con manubri 3x12 Calf pressa 4x20 Calf seduto 3 x stripping (scalare ogni 5-6 colpi) Alzate laterali singole al cavo 3x12 Lento avanti al multipower 20-10-6-6-6 Alzate laterali in piedi 3x10 + Tirate al mento con manubri 3x10 in superset Alzate laterali alla macchina 3 x stripping (scalare ogni 5-6 colpi)Real delt 3x10 + Rematore verticale posteriore al pech deck presa stretta 3x10 in superset SCHEDA 15 PARTE A Lat machine avanti con triangolo 3x12 Rematore bilanciere al multipower 6-6-8-10 Trazioni alla sbarra presa inversa 3xmax Pulley con baffo dritto in cifosi 3x10 + Cavi incrociati per deltoidi posteriori 3x10 + Real Delt machine (impugnatura bassa) 3x10 in triset Alzate laterali con busto a 90° petto in appoggio 3x10 + Rematore bilanciere con busto a 90° petto in appoggio 3xmax in superset Alzate laterali con busto a 90° gomiti in avanti 3x10 + Rematore verticale posteriore alla macchina 3x10 in superset PARTE B Leg extension 3x12 Squat 3x20 Leg Press 6-6-8-10 Squat singoli con manubri 3x10 + Stacchi stile sumo 3x10 + Standing glutes 3x10 in triset Mezzi stacchi a gambe tese con 2 manubri lentamente 3x12 + Leg curl 3x8 in superset PARTE C Croci su panca piana 3x10 Scoop in ginocchio 3x12 Distensioni su panca a 45° con bilanciere 6-6-8-10 Distensioni su panca piana con 2 manubri 3x8/6 Croci ai cavi 3x10 + piegamenti fra 2 step 3 x max + Pullover su panca declinata con 1 manubrio 3x10 in triset Curl bilanciere 3x12 Curl con 2 manubri in piedi contemporaneamente 6-6-8-10 Curl con 2 manubri su panca Scott 3x10 + Doppio bicipite ai cavi 3x10 in superset PARTE D Extrarotazioni su piano orizzontale con 2 manubri 4x10 Distensioni con 2 manubri presa neutra in piedi 3x15 Lento avanti con al multipower 6-6-8-10 Alzate laterali con gomiti a 90° 3x10 + Alzate frontali con 2 manubri contemporaneamente (presa a martello) 3xmax in superset Push down singoli presa inversa 3x12 French press con bilanciere su panca a 30° 6-6-8-10 Push down presa inversa 3x10 + dip fra 2 panche 3xmax + rop full con fune 3x10 in triset SCHEDA 16 PARTE A Lat machine avanti con Trazy-bar 3x12 Rematore bilanciere presa inversa 2x5+5+5; 1x6 + 2forzate + 2 stripping (scalare ogni 5-6 colpi) Trazioni alla sbarra con triangolo 3xmax Pulley con baffo dritto 3x10 + Stiff 3x10 in superset Alzate laterali con busto a 90° (petto in appoggio) 3x10 + Rematore con 2 manubri a gomiti larghi (petto in appoggio) 3x10 in superset Alzate laterali con busto a 90° da seduto con gomiti in avanti 3x10 + Rematore verticale posteriore alla macchina 3x10 in superset PARTE B Leg extension 3x12 Squat 2x5+5+5; 1x6 + 2forzate + 2 stripping (scalare ogni 5-6 colpi) Leg Press singola 3x12 Mezzi stacchi a gambe tese con 2 manubri 3x10 + stacchi stile sumo 3x20 in superset Leg curl 2x5+5+5; 1x6 + 2forzate + 2 stripping (scalare ogni 5-6 colpi) Calf pressa 4x20 Calf seduto 3x10/8 PARTE C Croci su panca a 30° stile Scott 3x12 Distensioni panca piana al peck deck 2x5+5+5; 1x6 + 2forzate + 2 stripping (scalare ogni 5-6 colpi) Distensioni su panca a 45° con 2 manubri 3x8/10 Croci ai cavi 3x10 + Piegamenti fra 2 step 3 x max in superset Pullover su panca declinata 3x12 Curl bilanciere con dorso in appoggio 2x5+5+5; 1x6 + 2forzate + 2 stripping (scalare ogni 5-6 colpi) Curl con 2 manubri a martello su panca a 45° 3x10 + Doppio bicipite ai cavi 3x10 in superset PARTE D Extrarotazioni al cavo basso (lentamente in ginocchio) 3x10 Rotazioni sul piano orizzontale con manubri (lentamente) 3x10 Alzate laterali in piedi con gomiti a 90° 3x10 Distensioni su panca a 90° al peck deck con fronte in appoggio 2x5+5+5; 1x6 + 2forzate + 2 stripping (scalare ogni 5-6 colpi) Push down presa inversa 3x12 French press alla lat machine (con baffo corto) 2x5+5+5; 1x6 + 2forzate + 2 stripping (scalare ogni 5-6 colpi) Estensioni singole in piedi con manubri (sulla testa) 3x10 SCHEDA 17 PARTE A Tapis roulant 10’; velocità 5,5 Km/h; pendenza 2% Leg extension 3x15 Leg Press 3x20 Leg curl 3x10 Calf pressa 3x20 Crunch su panca reclinata 4xmax Curl alternati con 2 manubri in piedi 3x10 French press al cavo basso in piedi 3x10 Curl accovacciato 3x12 Push down presa inversa 3x12 Tapis roulant 10’; velocità 5,5 Km/h; pendenza 2% PARTE B Lat avanti 3x15 Rematore con 2 manubri 3x10 Distensioni su panca a 45° con 2 manubri 3x10 Croci ai cavi 3x15 Real delt 3x10 Lento avanti al peck deck 3x10 Alzate laterali singole al cavo 3x12 Crunch inversi 3xmax Tapis roulant 10’; velocità 5,5 Km/h; pendenza 2% SCHEDA 18 PARTE A Lat machine avanti 3x12 Trazioni alla sbarra presa stretta 3 x max T-Bar con triangolo 8-6-4-2 Lat machine presa stretta in supinazione in cifosi 3x10 Quarto di stacco al multipower 12-10-8-6 Leg curl 10-8-6-4 + 2 forzate + 2 negative Standing glutes 3x20 (lentamente) PARTE B Leg extension 3x15 Leg press 10-8-6-4-2 Affondi al multipower 4x8 Stacchi stile sumo (lentamente) 3x20 Calf pressa 4x5+5+5+5 Calf seduto 3x8 PARTE C Curl bilanciere con dorso in appoggio 8-6-4-2 Hammer curl 3x10 Hammer singolo alla panca Scott 3x12 Distensioni su panca a 45° al multipower (presa media) 8-6-4-2 Distensioni su panca a 30° con 2 manubri 3x8 ¾ di Chest Press 3x10 Croci su panca reclinata 3x10 PARTE D Alzate laterali con busto a 90° fronte in appoggio 3x10 Real delt (presa in pronazione) 3x12 Push down presa inversa 3x12 French press bilanciere (su panca) 8-6-4-2 Estensioni per tricipiti con 1 manubrio da seduto 3x10 Distensioni con 2 manubri su panca a 75° con presa neutra 3x12 Lento avanti al peck deck con presa stretta 8-6-4-2 Alzate laterali con 2 manubri in piedi 10-8-6 SCHEDA 19 PARTE A Pull over 3 x 12 Lat machine avanti presa larga 1 + ¼ 3x10 T-Bar con triangolo presa stretta neutra 1 + ¼ 3x10 Croci ai cavi 1 + ¼ 3x12 Distensioni su panca a 45° al peck deck 1 + ¼ 3x10 Curl con 2 manubri su panca a 45° contemporaneamente 1 + ¼ 3x10 French press con bilanciere angolato su panca a 30° 1 + ¼ 3x10 PARTE B Leg extension 1 + ¼ 3 x 12 Leg press 1 + ¼ 3x10 Leg curl da sdraiato 1 + ¼ 3x10 Calf pressa 1 + ¼ 3x15 Real delt 1 + ¼ 3x12 Lento avanti al peck deck su panca a 90° 1 + ¼ 3x12 SCHEDA 20 PARTE A Croci su panca a 30° 3x12 Distensioni panca 45° con 2 manubri 3x10 Distensioni panca piana bilanciere 3x8 Croci ai cavi 3x12 Dip alle parallele 3 x max Curl bilanciere angolato in piedi 3x8 Curl con manubri su panca Scott 3x10 Doppio bicipite ai cavi 3x12 PARTE B Leg extension 3x12 Stacchi stile sumo 3x8 Leg Press 3x10 Affondi con manubri sul posto 3x12 Calf pressa 4x20 Calf seduto 3x10 PARTE C Pull down braccia tese 3x12 Lat machine avanti con Trazy bar 3x10 Trazioni alla sbarra presa larga 3 x max T-Bar con triangolo 3x8 Lat machine avanti presa stretta 3x10 Quarto di stacco al multipower 3x10 Leg curl 5x8/10 PARTE D Push down 3x12 French press su panca a 30° 3x8 Estensioni singole con manubri 3x10 Alzate laterali singole al cavo 3x12 Lento avanti presa neutra con 2 manubri da seduto 3x8 Alzate laterali da seduto 3x10 Tirate al mento al pulley 3x10 Real delt 3x10 SCHEDA 21 PARTE A Distensioni panca piana al multipower 15-12-10-8-6 Distensioni panca inclinata con 2 manubri 4x8 Croci su panca inclinata 4x12 + chest press 4x12 in superset Distensioni panca reclinata 4x10 Dip alle parallele 4 x max Curl con bilanciere impugnatura inversa 15-12-10 Curl con bilanciere 4x8 (3” in isometria) Curl concentrato 3x12 PARTE B Calf seduto 20-15-12-10 Calf pressa 45° 4x15 Leg curl + ½ movimento 15-12-10-8-6 Standing leg curl 4x12 + stacchi a gambe tese 4x12 in superset Leg press su panca a 45° 15-12-10-8-6 Squat al multipower 4x12 + affondi sul posto 4x12 in superset Leg extension + isometria 4x12+ 3” in isometria PARTE C Trazioni avanti alla sbarra 4xmax Tirate al pulley 12-10-8-6 Rematore al cavo basso 4x12 Pull down 4x15 + Lat machine avanti 4x8 in superset Tricpiti con 1 manubrio busto a 90° 3x12 Tricipiti con un manubrio da seduto 15-12-10-8 Push down 3x12 PARTE D Distensioni panca piana al multipower 15-12-10-8-6 Distensioni panca inclinata con 2 manubri 4x8 Croci su panca inclinata 4x12 + chest press 4x12 in superset Distensioni panca reclinata 4x10 Dip alle parallele 4 x max Curl con bilanciere impugnatura inversa 15-12-10 Curl con bilanciere 4x8 (3” in isometria) Curl concentrato 3x12 PARTE E Alzate laterali 20-15-12-10 Distensioni con 2 manubri in piedi 15-12-10-8-6 Alzate laterali con busto a 90° 15-12-10-8 Distensioni al peck deck con panca a 90° 4x8 Tirate al mento con impugnatura larga 4x10 Tricpiti con 1 manubrio busto a 90° 3x12 Tricipiti con un manubrio da seduto 15-12-10-8 Push down 3x12 SCHEDA 22 PARTE A Croci ai cavi in piedi 3x15 Distensioni panca piana con 2 manubri 12-10-8 Distensioni panca 30° con 2 manubri 8-8-8 Distensioni panca 45° con 2 manubri 6-6-6 Croci ai cavi su panca piana 4x10/8 Distensioni su panca reclinata con 2 manubri 10-8-6 Curl cavo basso singoli 15-12-10 Bicipiti alla panca Scott 3x10/8 Bicipiti con 2 manubri alternati 2x8 Push down al cavo alto con corda 15-12-10 French Press al cavo basso 3x12 Estensione tricipiti al cavo alto con corda 2x10/8 PARTE B Pectoral 2x12 Distensioni panca piana 3x8 Leg Extension 15-12-10-8 Hack squat 15-12-10-8 Squat 4x10/8 Affondi in camminata 4x12 Leg curl in piedi 4x12 Leg curl da prono con isometria + ½ movimento 4x10/8 Calf machine 3x15 Calf in piedi 15-12-10-8-6 PARTE C Scrollate al peck deck 3x15 Alzate laterali con busto a 90° 4x12 Deltoidi posteriori ai cavi alti 3x12 Lento avanti con 2 manubri 12-10-8-8-6 Alzate laterali 4x10/8 Alzate frontali con 2 manubri 4x10/8 Tricipiti con corda dietro la nuca 15-12-10 French press al cavo basso su panca piana 4x12 Estensione tricipiti al cavo alto con fune 3x10/8 PARTE D Rematore cavo basso con corda 12-10-8-6 Rematore con 2 manubri 4x10/8 Lat machine avanti 4x8 Pulley 4x10/8 Lat machine avanti con triangolo 3x8 Curl cavo basso 15-12-10 Bicipiti alla panca Scott con bilanciere sagomato 4x10/8 Curl alternati con 2 manubri in piedi 3x8 Calf in piedi 3x15 Calf machine 15-12-10-8-6-10 SCHEDA 23 PARTE A Croci ai cavi 2x10 Distensioni panca piana bilanciere 12-8-6-6 Distensioni su panca a 45° con 2 manubri 10-6-6 Dip alle parallele 3x10/8 Curl alternati con 2 manubri 12-8-6 Push down presa inversa 15-10-8 Curl bilanciere 4x8/6 Dip fra 2 panche 4x10/8 PARTE B Calf in piedi 20-15-12-10-8 Leg extension 2x20 Leg Press 3x12 Squat 10x10/8 Leg curl 15-12-10-8 PARTE C Trazioni alla sbarra 4x10/8 Pulley 12-8-6-6 Rematore con 1 manubrio 8-6-6 Stacchi da terra 12-10-8-6 Bicipiti alla panca Scott 12-10-8 Curl al cavo basso 10-8-6 Push down 15-12-10 French press su panca piana 12-10-8 PARTE D Alzate laterali singole al cavo 2x20 Lento avanti 12-8-6-6 Distensioni con 2 manubri seduto 10-6-6 Alzate laterali con busto a 90° 3x12 Calf pressa 3x15 Leg extension 4x12 + Leg Press 4x8 in superset Leg curl in piedi 4x12 SCHEDA 24 PARTE A Croci ai cavi 2x20 Distensioni su panca a 45° con 2 manubri 12-8-6-6 Distensioni panca piana bilanciere 12-8-6-6 Distensioni su panca a 45° multipower 8-6-6 Cavi incrociati in piedi 3x8/6 Distensioni 2 manubri su panca reclinata 3x8 + pectoral 3x8 in superset Bicpiti al cavo basso 12-8-6 Curl bilanciere 8-8-8-8-8-15 PARTE B Push down 12-10-8 French press su panca piana 8-8-8-8-15 Tricipiti fra 2 panche 3 x max Calf alla pressa 3x15 Calf in piedi 15-10-8 Calf seduto 12-8-6-6 Leg extension 2x20 Leg Press 12-8-6-6 Leg Curl in piedi 15-12-10 Squat 3x8 + 1x15 Leg extension + 3” in isometria 3x8/10 PARTE C Trazioni alla sbarra 4x8 Tirate al pulley con scrollate con corda 12-8-6-6 Stiff 4x15 + lat machine avanti 10-8-6-6 in superset Stacchi da terra 12-10-8-6-4 Bicipiti al cavo 12-8-6 Curl bilanciere (3 serie con bilanciere dritto + 3 con bilanciere sagomato) 88-8-8-8-15 Bicipiti su panca Scott con bilanciere angolato 3x8 PARTE D Alzate laterali 4x12 Cavi alti per deltoidi posteriori 4x12 Lento avanti al multipower 12-8-6-6 Tirate al mento con impugnatura larga 4x8 + alzate laterali 4x8 in superset Push down 15-10-8 French press su panca piana 8-8-8-8-15 Tricipiti fra 2 panche 3 x max SCHEDA 25 PARTE A Cavi incrociati in piedi 2x20 Distensioni su panca a 45° con 2 manubri 12-8-6-6 Distensioni panca piana bilanciere 12-8-6-6 Distensioni su panca a 45° con bilanciere 8-6-6 Croci ai cavi 3x8/6 Distensioni su panca reclinata 3x8 + croci su panca reclinata 3x12 in superset Bicipiti al cavo basso con fune 12-8-6 Curl bilanciere (3 serie con bilanciere dritto + 3 serie con bilanciere angolato) 12-10-8-6-6-12 Bicipiti con panca Scott con bilanciere angolato 3x8 PARTE B Calf pressa 3x15 Calf in piedi 15-10-8 Calf seduto 12-8-6-6 Leg extension 2x20 Leg Press 12-8-6-6 Leg curl in piedi 15-12-10 Leg curl 4x8 Squat 3x8 + 1x15 Leg extension 1 gamba x volta + 3” in isometria 3x8/10 Push down 15-10-8 French press (3 serie su panca piana + 3 serie su panca a 90°) 12-10-8-8-812 Tricipiti fra 2 panche 3x20 PARTE C Trazioni a corpo libero 4x8 Pulley 12-8-6-6 Lat machine avanti 4x8 + Stiff 4x12 in superset Rematore con 1 manubrio 8-6-6 Stacchi a gambe flesse 12-10-8-6-4 Bicipiti al cavo basso 12-8-6 Curl bilanciere (3 con bilanciere dritto + 3 con bilanciere angolato) 12-108-6-6-12 Bicipiti alla panca Scott 3x8 PARTE D Alzate laterali busto a 90° 4x12 Cavi incrociati per deltoidi posteriori 4x12 Lento avanti 12-8-6-6 Distensioni con 2 manubri su panca a 90° 4x8 + Tirate al mento con bilanciere sagomato presa larga 4x8 Alzate laterali 4x8 Push down 15-10-8 French press (3 serie su panca piana + 3 serie su panca a 90°) 12-10-8-8-812 Tricipiti fra 2 panche 3x20 PARTE E Bicipiti al cavo basso 12-8-6 Curl bilanciere (3 con bilanciere dritto + 3 con bilanciere angolato) 12-108-6-6-12 Bicipiti alla panca Scott 3x8 Push down 15-10-8 French press (3 serie su panca piana + 3 serie su panca a 90°) 12-10-8-8-812 Tricipiti fra 2 panche 3x20 SCHEDA 26 PARTE A Iperextension 2x15 + crunch inversi su reclinata 2x15 in superset Pullover con bilanciere in presa larga 3x15 Trazioni alla sbarra in presa larga 3 x max Dip alle parallele con gomiti larghi 4 x max Military press con bilanciere in piedi 3x10 Alzate laterali con 2 manubri con petto in appoggio 3x12 Hammer curl su panca a 45° 2x15 Estensioni singole con manubri dietro la nucan 2x15 Treadmil 20’, vel 5,5, pendenza 0% PARTE B Calf alla pressa 4x10 Affondi in progressione 3x15 Mezzi stacchi alla rumena con 2 manubri 4x8 Front squat 4x10 Tuffi alla lat machine (per femorali) 3x10 Hip trust 3x15 Crunch con torsione 3x15 x lato Treadmil 20’, vel 5,5, pendenza 0% SCHEDA 27 PARTE A Calf pressa 3x8 + Calf libero in piedi 3xmax in superset (recupero 60”) Front squat libero (incrementando il peso ad ogni serie fino ad arrivare a cedimento nell’ultima) (recupero 45”-60”-90”-120”) Mezzi stacchi alla rumena con bil 4x6 (incrementando il peso ad ogni serie fino ad arrivare a cedimento nell’ultima) (recupero 60”-90”-120”) Affondi in progressione con bilanciere 3x10 (recupero 60”) Leg curl + leg extension 10-8-stripping in superset (recupero 45”) Sit up su panca 3x15 Curl con fune in piedi + push down con barra con busto flesso 10-8stripping in superset (recupero 60”) Curl con 2 manubri su panca a 75° contemporaneamente + french press con bilanciere angolato su panca a 45° PARTE B Calf in piedi 3x6 + calf libero in piedi 4xmax in superset Stacchi a gambe flesse con bilanciere 5x5 (incrementando il peso a ogni serie fino ad arrivare a cedimento nell’ultima serie) (recupero 45”-60”-90”-120”) Distensioni panca piana con bilanciere 4x6 (incrementando il peso ad ogni serie fino ad arrivare a cedimento nell’ultima) (recupero 60”-90”-120”) Military press in piedi 3x8 (incrementando il peso ad ogni serie fino ad arrivare a cedimento nell’ultima) (recupero 60”-90”) Trazioni alla sbarra in presa neutra + dip alle parallele con gomiti larghi 3 x max in superset (recupero 90”) Lat machine avanti in presa supinata + cross over ai cavi 10-8 stripping in superset Pull over con bilanciere + alzate laterali con 2 manubri petto in appoggio 3x10 in superset Crunch inversi in sospensione 3x10 SCHEDA 28 PARTE A Calf alla pressa 4x20 Pull down con braccia tese in presa larga 3x10 (2” in isometria) Lat machine avanti in presa supinata 3x10 (2” in isometria) Pulley alto con triangolo 4x10 Trazi0ni alla sbarra in presa larga 4 x max Rematore singolo con manubrio 2x8 + 2x12 Rematore al cavo basso con fune + quarto di stacco con bilanciere 3x10 in superset Pulley con barra in presa molto larga + alzate laterali con 2 manubri e petto in appoggio 4x10 in superset Cavi alti per deltoidi posteriori 4x8 PARTE B Calf in piedi 4x8 Croci ai cavi bassi su panca inclinata a 15° 3x10 (2” in isometria) Croci con 2 manubri in stile Scott su panca a 30° 3x10 (2” in isometria) Distensioni con 2 manubri su panca piana 2x6 + 2x10 + 2x12 Dip alle parallele con gomiti larghi 3x6 + pull over su panca reclinata 3x15 in superset Push down con fune 3x10 (2” in isometria) French Press con 2 manubri su panca piana 2x6 + 2x10 + 2x12 Estensioni singole dietro la nuca con un manubrio 3x15 PARTE C Calf alla pressa 4x20 Leg extension 4x10 (2” in isometria) Squat con bilanciere (con gambe divaricate) 2x8 + 2x12 + 2x20 Leg curl 4x10 (2” in isometria) Mezzi stacchi alla rumena con 2 manubri 2x10 + 2x15 + 2x20 Squat bulgaro con 2 manubri 4x10 + tuffi alla lat machine per femorali 4x10 + stacco stile sumo tra pedane con 1 manubrio 4x15 in triset PARTE D Calf singolo in piedi 4x8 Alzate laterali singole con extrarotazione (2” in isometria) 3x10 Distensioni con 2 manubri da seduto 2x6 + 2x10 + 2x12 Alzate laterali da seduto su panca a 75° 4x10 + alzate frontali busto flesso con 2 manubri a presa neutra 4x15 in superset Hammer curl con fune al cavo basso 4x10 (2” in isometria) + push down con barra4x20 in superset Curl 2 manubri su panca a 45° 2x6 + 2x10 + 2x12 Curl con 2 manubri in presa prona 3x12 + french press con bilanciere su panca 45° 3x20 in superset SCHEDA 29 PARTE A Croci ai cavi con busto flesso 3x10 (2” in isometria) (recupero 40”) Distensioni con 2 manubri su panca a 15° 2x10 + 2x6+20 (recupero 60”) Chest press 10-8- stripping (scalare ogni 4-5 colpi) (recupero 60”) Dip con gomiti larghi + pull over con 1 manubrio su panca reclinata 3x10 in superset (recupero 60”) Pull over press con bilanciere 1x10 + 2x6+20 (recupero 60”) Push down con sbarra con busto flesso 10-8- stripping (scalare ogni 4-5 colpi) (recupero 60”) Estensioni su panca a 45° con 2 manubri 3x10 + dip fra 2 panche 3 x max (recupero 60”) Calf raise alla leg press orizzontale 4x20 PARTE B Lat Fly in ginocchio ai cavi incrociati 3x15 (2” in isometria) (recupero 60”) Trazioni alla sbarra in presa larga 3x15 in rest pause (recupero 90”) Lat machine avanti con triangolo 10-8- stripping (scalare ogni 4-5 colpi) Rematore con 2 manubri con busto flesso con glutei in appoggio 2x10+ 2x6+20 (recupero 60”) Pulley con fune + quarto di stacco al multipower 3x10 in superset (recupero 60”) Alzate laterali con 2 manubri con busto flesso + lat machine da sdraiato in presa larga 4x10 in superset (recupero 45”) Calf raise in piedi 4x8 PARTE C Calf alla pressa 4x20 (recupero 60”) Leg extension 3x10 (2” in isometria) (recupero 45”) Front squat libero 15-12-8 (recupero 90”) Front squat libero 1 + ¼ con stop 2” in mezza accosciata 2x10 (recupero 60”) Leg curl 1x10 + 2 x stripping (scalare ogni 4-5 colpi) + 1x6+20 Front squat libero 15-12-8 (recupero 90”) Hack squat con piedi ravvicinati 4x10 + sissy squat scarico 4xmax in superset (recupero 60”) 4 x max in superset (recupero 60”) Mezzi stacchi alla rumena con 2 manubri + stacco sumo con 1 manubrio 3x20 in superset (recupero 60”) PARTE D Face pull al pulley con extrarotazione 3x12 (2” in isometria) (recupero 45”) Lento avanti con bilanciere 2x10 + 2x6+20 (recupero 60”) Tirate al mento al cavo con barra in presa larga 10-8-stripping (scalare ogni 4-5 colpi) (recupero 60”) Alzate laterali parziali in presa supinata con 2 manubri + alzate laterali parziali con 2 manubri 3x10 in superset (recupero 60”) Curl bilanciere in piedi con presa larga 2x12 + 2x21 (7 serie con 1/3 di movimento + 7 serie con 1/3 di movimento + 7 serie con 1/3 di movimento ) (recupero 60”) Curl al cavo con fune + french press su panca a 45° con bilanciere 10-86+20 in superset (recupero 45”) Curl concentrato 3x10 + estensioni singole dietro la nuca 3x20 in superset (recupero 45”) Calf raise in piedi con 1 manubrio 4x10 SCHEDA 30 PARTE A Croci con 2 manubri su panca 15° (3” in max allungamento) 3x12 Distensioni con 2 manubri su panca a 30° con presa neutra 2x10 + 2x6+20 Dip alle parallele con gomiti larghi 3 x max + pull over con manubrio su panca reclinata a 10° 3x10 in superset Military press in piedi 1x10 + 2x6+20 Alzate laterali al cavo basso con busto flesso + alzate laterali al cavo basso con extrarotazione 3x10 in superset Franch press con 2 manubri su panca piana 1x10 + 2x6+20 Estensioni singole con manubrio dietro la nuca 3x15 PARTE B Affondi in progressione 2x15 Front squat con bilanciere 20-10 + 2x6+20 Leg press singola con piede alto sulla pedana 2x15 Mezzi stacchi alla rumena con bilanciere 2x10 + 2x6+20 Tuffi alla lat machine per femorali + hack squat con bilanciere con piedi paralleli 3x10 in superset Calf raise in piedi 3x6 Calf raise alla leg press orizzontale 2x20 PARTE C Lat machine avanti con presa larga 3x15 Trazioni a corpo libero in presa larga 3 x max + pull over con bilanciere 3x10 in superset Rematore con 2 manubri con busto flesso e glutei in appoggio 2x10 + 2x6+20 Pull down con braccia tese + lat machine avanti in presa supinata 3x10 in superset Alzate laterali con 2 manubri a busto flesso + face pull con fune al pulley 3x10 in superset Curl con 2 manubri su panca a 75° (con omero extraruotato) 1x10 + 2x6+20 Hammer curl su panca 45° 3x15 SCHEDA 31 PARTE A Croci ai cavi bassi su panca a 30° (3” in max allungamento) 3x15 Chest press 12-10-8 Distensioni su panca reclinata a 15° con 2 manubri + pull over con manubri su panca reclinata a 15° 3x10 in superset Alzate laterali sdraiato di lato su panca inclinata a 45° 3x10 Alzate laterali con 2 manubri in presa neutra 3x12 + distensioni per deltoidi con movimento a “Y” con 2 manubri da seduto 3x12 in superset Pull over press con bilanciere su panca piana 12-10-8 Push down con fune con busto flesso a 45° 3x15 PARTE B Affondi in progressione con bilanciere 3x15 Hack squat machine al contrario 15-12-10 Mezzi stacchi alla rumena con bilanciere 3x10 Stacco stile sumo con 1 manubrio 3x12 Squat singolo con 1 manubrio (passo lungo) 3x15 Calf raise alla leg press orizzontale 3x8 Calf libero in piedi 3 x max PARTE C Lat machine avanti in presa larga 3x15 Rematore singolo con manubrio 12-10-8 Pull down con braccia tese 3x10 + pulley alto con triangolo 3x10 in superset Pulley con barra in presa larga 3x15 Alzate laterali con 2 manubri con petto in appoggio 3x10 + rematore verticale con 2 manubri per deltoidi posteriori 3x10 in superset Curl bilanciere in presa larga con bilanciere sagomato 12-10-8 Curl in piedi ai cavi bassi 3x12 SCHEDA 32 PARTE A Croci con 2 manubri su panca 15° (3” in max allungamento) Distensioni con 2 manubri su panca piana 2x6 , 2x10, 2x12 Dip alle parallele con gomiti larghi 3x8 Pull over 2x20 Distensioni con manubri da seduto 2x6, 2x10, 2x12 Alzate laterali ai cavi bassi incrociati con extrarotazione 3x15 French press con 2 manubri su panca piana 2x8, 2x12, 2x15 Estensioni dietro la testa con 1 manubrio 3x15 PARTE B Affondi in progressione con bilanciere 4x15 Leg press orizzontale singola 2x8, 2x12, 2x15 Front squat al multipower (posizione neutra dei peidi) 3x20 Mezzi stacchi alla rumena con manubri 4x12 Leg curl 2x8, 2x12, 2x15 Calf raise alla leg press orizzontale 4x8 Calf libero in piedi 3 x max PARTE C Lat machine avanti in presa supinata 4x12 Rematore con 2 manubri a busto flesso e glutei in appoggio alla parete (presa neutra) 2x6, 2x10, 2x12 Vertical row in presa prona 4x10 Pull down con braccia tese 3x15 Alzate laterali a “Y” in presa neutra con petto in appoggio su panca inclinata 3x10 Alzate laterali con 2 manubri con busto flesso in presa prona 3x10 Curl con 2 manubri su panca inclinata a 75° 2x6, 2x10, 2x12 Doppio bicipite ai cavi 4x12 SCHEDA 33 PARTE A Croci ai cavi 3x15 Croci con 2 manubri su panca a 15° (3” in max allungamento) 3x12 Distensioni con 2 manubri su panca a 30° 2x10, 2x12 Chest press a presa neutra 2x10 + 2 x stripping (scalare ogni 4-5 colpi) Dip alle parallele con gomiti larghi + pull over con manubrio 3x10 in superset Estensioni dietro la testa da seduto al multipower + push down con barra in presa supinata 3x10 in superset Calf raise alla leg press orizzontale 4x20 PARTE B Lat machine avanti in presa supinata 4x12 Trazioni a corpo libero in presa neutra stretta 4x10 in rest pause Rematore bilanciere in presa supinata (peso a terra a ogni ripetizione) 3x8 Vertical row in presa neutra 2x10 + 2x stripping (scalare ogni 4-5 colpi) Pull down con braccia tese + rematore con 2 manubri con busto flesso e glutei in appoggio al muro + rematore verticale posteriore con bilanciere o al multipower 3x10 in triset Cavi incrociati per deltoidi posteriori con busto flesso + tirate al petto in piedi con barra in presa larga 4x10 in superset Calf raise in piedi 4x6 PARTE C Affondi in progressione con bilanciere 3x15 Leg press orizzontale 2x8, 2x12, 2xstripping (scalare ogni 4-5 colpi) Leg extension + front squat con bilanciere piedi in avanti paralleli 4x10 in superset Leg curl 2x10 + 2x6+2 forzate + 2x stripping (scalare ogni 4-5 colpi) Tuffi alla lat machine per femorali + iperextension per bicipiti femorali 4x10 in superset Calf raise alla leg press orizzontale 4x20 PARTE D Alzate laterali con petto in appoggio su panca inclinata + rematore con gomiti larghi con petto in appoggio 4x10 in superset Shoulder press 2x10, 2x6, 2x stripping (scalare ogni 4-5 colpi) Alzate laterali con braccio flesso a 90° + alzate laterali in presa neutra 4x10 in superset Curl con barra in piedi in presa larga al cavo basso 2x10, 2x6, 2 x stripping (scalare ogni 4-5 colpi) Hammer curl su panca a 45° + doppio bicipite ai cavi 4x10 in superset SCHEDA 34 PARTE A Croci con 2 manubri su panca a 15° (3” in max allungamento) 3x12 Distensioni con 2 manubri su panca a 30° con presa neutra 2x6 Distensioni su panca piana con 2 manubri a presa neutra 2x10 Distensioni su panca reclinata a 15° con 2 manubri 2x12 Chest press 1x10 + 2x5+5+5+5 (recupero 10”) Pull over con manubrio + scoop in ginocchio 3x10 in superset Push down con barra con busto flesso 1x10 , 2x6, 1x5+5+5+5 (recupero 10”) French press con 2 manubri su panca piana + dip fra 2 panche 3x10 in superset PARTE B Lat machine avanti con Trazy bar con schiena piatta 3x12 Trazioni a corpo libero in presa neutra stretta 3x10 in rest pause Rematore con bilanciere in presa supinata 1x10, 2x6, 1x5+5+5+5 Rematore singolo con manubrio (peso a terra a ogni ripetizione) 3x10 Pull down con braccia tese + lat machine avanti con presa supinata + rematore al cavo basso con fune 3x10 in triset Alzate laterali con 2 manubri a busto flesso + rematore verticale posteriore con bilanciere o al multipower 4x10 in supersert Calf raise in piedi 4x6 PARTE C Front squat con bilanciere 2x20, 2x12, 2x8 Leg extension + hack squat con bilanciere con piedi paralòleli 3x10 in superset Squat bulgaro con manubrio (passo lungo) + leg press orizzontale singola 3x12 in superset Leg curl 2x10, 2x6, 2x5+5+5+5 (recupero 10”) Tuffi alla lat machine per femorali 4x10 Calf raise alla leg press orizzontale 4x20 PARTE D Cavi incrociati per deltoidi posteriori + tirate al mento con fune in piedi alla lat machine 4x10 in superset Distensioni al peck deck al contrario con fronte in appoggio 2x10, 2x6, 1x5+5+5+5 (recupero 10”) Alzate laterali con 2 manubri in presa supinata + alzate laterali con braccio flesso a 90° 4x10 in superset Curl con 2 manubri su panca 75° (con omero extraruotato) 2x10, 2x6, 1x5+5+5+5 (recupero 10”) Hammer curl su panca a 45° + spider curl con bilanciere 4x10 in superset Calf raise in piedi 4x6 BODYBUILDING: DIETE GIA’ PRONTE PER L’AUMENTO DELLA MASSA MUSCOLARE, PER DIMAGRIRE E PER PERDERE PESO. (BODYWEIGHT, FORMA FISICA, DIMAGRIMENTO, ADDOMINALI, DEFINIZIONE, RICOMPOSIZIONE, FITNESS) VOLUME 4 Livio Leone INTRODUZIONE V uoi aumentare la tua massa muscolare? Sei stanco di mangiare chili di carne o chili di carboidrati per poi mettere su solo tanto grasso? Oppure… Vuoi perdere peso e raggiungere un’eccellente definizione muscolare? Sei stanco di spendere soldi inutilmente per integratori che non ti portano mai a miglioramenti evidenti? Questo libro ti fornisce una serie di piani alimentari già pronti per aumentare la massa muscolare e per ridurre la tua massa grassa. E’ un libro complementare sia con gli altri tre libri già pubblicati sulle schede di allenamento , sia con gli altri tre in cui sono trattati i principi teorici del bodybuilding e dell’allenamento in palestra. In questo libro ci occuperemo solo dell’aspetto pratico , proprio per far fronte a tutta quella gente a cui non interessa la teoria e vuole “la pappa pronta” da applicare subito. Il testo include circa 40 piani alimentari che ho testato io stesso e che non solo mi hanno portato al raggiungimento di ottimi risultati in termini di composizione corporea e quindi di rapporto fra massa magra e massa grassa, ma anche a un ottimale stato di salute psicofisica. Ecco cosa imparerai leggendo il testo: cosa significa magiare bene e come migliorare il tuo aspetto ciclizzando il tuo piano alimentare e associandolo al corretto allenamento; Come utilizzare al meglio gli integratori presenti sul mercato e quali evitare ; Come programmare la tua dieta per l’aumento della massa muscolare; Come scalare le calorie per asciugarti e per definirti al meglio; Come fare una fase di scarico ; Come fare una ricarica ; Come mantenere i risultati ottenuti ; Quindi, se hai provato decine e decine di diete, ma fino ad oggi non hai ottenuto alcun risultato anche dopo aver chiesto consigli ai migliori dietologi o nutrizionisti questo è il libro che fa per te! Quando applicherai ciò che stai per apprendere da questo libro, inizierai a vedere risultati strabilianti e noterai cambiamenti estremamente positivi. Quindi sii motivato e resta concentrato sul percorso di costruzione del tuo corpo ideale seguendo alla lettera ciò che ti propongo in questo libro. E ora iniziamo… DIETA 1 Colazione 8/10 albumi più un tuorlo oppure 30 g di proteine in polvere 7/8 fette biscottate oppure 60/70 g di fiocchi d'avena 125 g di yogurt o 200ml di latte parzialmente scremato 1 Supradyn 1 g di Omega 3 Spuntino 1 70 g di pane integrale oppure un frutto 150 g di bresaola o tonno Spuntino 2 1 frutto 6/8 g di aminoacidi oppure 30 grammi di proteine in polvere Pranzo 120 g di pasta integrale o riso integrale 300 g di carne o di pesce Insalata 2 cucchiai di olio d'oliva crudo 400 mg di vitamina E 300 mg di vitamina B + vitamina C 1 g di Omega 3 Metà pomeriggio 1 frutto 6/8 grammi di aminoacidi oppure 30 g di proteine in polvere Metà pomeriggio 150 g di pollo 120 g di burro d'arachidi 125 g di yogurt Spuntino prima dell'allenamento 50 g di maltodestrine 1 g di vitamina C 2 g di arginina 10 g di creatina Metà allenamento sali minerali + 30 g di destrosio + 8 g di aminoacidi Dopo allenamento 30 g di destrosio più 8 g di aminoacidi ramificati oppure 30 g di proteine in polvere 10 g di creatina 1 frutto Cena 200 g di patate oppure 50 g di riso integrale 300 g di carne bianca o di pesce Verdura 2 cucchiai di olio crudo 400 mg di vitamina E 300 mg di vitamina B e vitamina C 1 g di Omega 3 Spuntino prima di coricarsi 2 g di zma 30 g di proteine 2 g di ossido nitrico 2 g di Tribulus DIETA 2 Colazione 20 g di proteine + 2 banane o 2 mele 200 ml di latte Spuntino 20 g di proteine in polvere 2 frutti Pranzo 300 g di patate 100 g di carne o 200 g di pesce due cucchiai d'olio Spuntino 20 g di proteine frutta Spuntino 200 g di patate 100 g di carne o 200 g di pesce Cena 200 g di patate 150 g di carne oppure 250 g di pesce 2 cucchiai di olio crudo Prima di coricarsi 20 g di proteine 1 yogurt bianco DIETA 3 Colazione 30 g di proteine 250 g di yogurt greco 70/80 g di fette biscottate integrali 1 multivitaminico 1 g di Omega 3 200 mg di acido alfa lipoico Metà mattina (1) 1 frutto 5 g di aminoacidi ramificati Metà mattina (2) 150 g di tonno o di tacchino 1 frutto Pranzo 100 g di pasta integrale o di riso integrale oppure 350 g di patate 300 g di carne o di pesce insalata 2 cucchiai d'olio d'oliva crudo 1 frutto 1 g di vitamina B 1 g di vitamina C 1 g di Omega 3 400 mg di vitamina E Metà pomeriggio 3/4 noci 1 frutto 100 g di bresaola Metà pomeriggio 1 frutto 150 g di pollo Cena 80 g di riso integrale oppure 300 g di patate 300 g di carne bianca o di pesce insalata 2 cucchiai d'olio crudo 1 g di vitamina B 300 g di vitamina E 1 g di Omega 3 Prima di andare a dormire 30 g di proteine 2 g di zma 2 g di Tribulus Prima dell'allenamento 1 g di vitamina C 3 g di ossido nitrico Metà allenamento sali minerali 30 g di destrosio 5 g di aminoacidi ramificati Dopo allenamento 40 g di proteine 5 g di ossido nitrico 30 g di destrosio DIETA 4 Colazione 4 fette biscottate integrali con marmellata 50 g di proteine in polvere 300 mg di acido Alfa lipoico 1 compressa di multivitaminico Spuntino 100 g di prosciutto crudo 1 mela Pranzo 120g di riso integrale solo se ci sia allena, oppure 70 g di riso integrale se non ci si allena verdura 1 cucchiaio di olio d'oliva crudo 300 g di carne oppure 400 g di pesce 300 mg di vitamina E 1 compressa di vitamina B Spuntino post allenamento 50 g di maltodestrine 15 g di aminoacidi ramificati 300 mg di acido alfa lipoico Spuntino metà pomeriggio 50 g di proteine + acqua Cena 100 g di riso integrale solo se ci si allena oppure 50 g di riso integrale se non ci si allena Verdura 1 cucchiaio di olio d'oliva crudo 400 g di carne oppure 500 g di pesce 1 g di vitamina B 1 g di Omega 3 DIETA 5 Colazione 3 fette biscottate integrali con marmellata 50 g di proteine in polvere 300 mg di acido alfa lipoico una compressa di multivitaminico Spuntino 100 g di prosciutto crudo 1 mela Pranzo 80 g di riso integrale se ci si allena, oppiure 50 g di riso integrale se non ci si allena verdura 1 cucchiaio di olio d'oliva crudo 300 g di carne oppure 400 g di pesce 300 mg di vitamina E 1 compressa di vitamina B Spuntino post allenamento 50 grammi di maltodestrine 15 grammi di aminoacidi ramificati 300 mg di acido alfa lipoico Spuntino metà pomeriggio 50 g di proteine + acqua Cena 50 g di riso integrale solo se quel giorno ci si è allenati verdura 1 cucchiaio di olio d'oliva crudo 500 g di pesce (merluzzo, platessa, spigola, orata, pesce spada, tonno fresco) 1 g di vitamina B 1 g di Omega 3 DIETA 6 Colazione 3 fette biscottate integrali con marmellata 50 g di proteine in polvere 300 mg di acido alfa lipoico Una compressa di multivitaminico Spuntino 100 g di prosciutto crudo 1 mela solo se quel giorno ci si allena Pranzo 80 / 50 / 0 g di riso integrale alternandoli in questo modo (esempio Lunedì 80 g martedì 50 g mercoledì nulla giovedì 80 g venerdì 50 g sabato nulla ecc…) 1 cucchiaio di olio d'oliva crudo Verdura 300 g di carne oppure 400 g di pesce 300 mg di vitamina E 1 g di vitamina B Spuntino post allenamento 50 g di maltodestrine 15 grammi di aminoacidi ramificati 300 mg di acido Alfa lipoico Spuntino metà pomeriggio 50 g di proteine più acqua Cena 50 g di riso integrale solo se quel giorno ci si è allenati verdura 1 cucchiaio di olio d'oliva crudo 500 g di pesce (merluzzo, platessa, spigola, orata, pesce spada, tonno fresco) 1 g di vitamina B 1 g di Omega 3 DIETA 6 (scarico carboidrati dal lunedì al venerdì) Colazione 3 fette biscottate integrali 100 g di prosciutto crudo 300 mg di acido alfa lipoico una compressa di multivitaminico Spuntino 50 g di proteine in polvere con acqua Pranzo Verdura 2 cucchiai di olio d'oliva crudo 400 g di carne oppure 500 g di pesce 300 mg di vitamina E 1 g di vitamina B Spuntino post allenamento 80 g di maltodestrine 15 grammi di aminoacidi ramificati 300 mg di acido alfa lipoico Spuntino metà pomeriggio 50 g di proteine più acqua Cena Verdura 2 cucchiai di olio d'oliva crudo 500 grammi di pesce (merluzzo, platessa, spigola, orata, pesce spada, tonno fresco) 1 g di vitamina B 1 g di Omega 3 DIETA 7 (ricarica sabato e domenica) Colazione 100 g di cereali integrali 250 ml di yogurt magro al naturale 300 mg di acido Alfa lipoico Spuntino 30 g di proteine in polvere 2 mele 300 mg di acido alfa lipoico Pranzo 100 g di riso 200 g di carne oppure 300 g di pesce 400 mg di vitamina E 300 mg di acido Alfa lipoico 1 g di vitamina B Spuntino 30 g di proteine + acqua 2 mele 300 mg di acido alfa lipoico Cena 100 g di riso integrale 300 g di pesce (merluzzo platessa spigola orata pesce spada tonno fresco) 1 g di vitamina B 1 g di Omega 3 300 mg di acido alfa lipoico DIETA 8 Colazione 3 fette biscottate integrali con marmellata 8 albumi 300 mg di acido Alfa lipoico 1 compressa di multivitaminico Spuntino 30 g di proteine in polvere + acqua 1 mela Pranzo 80 g di riso integrale quando ci si allena oppure 50 g di riso integrale quando non ci si allena 1 cucchiaio d'olio d'oliva a crudo 300 g di carne oppure 400 g di pesce 400 mg di vitamina E 1 g di vitamina B Spuntino post allenamento 50 g di maltodestrine 15 g di aminoacidi ramificati 300 mg di acido alfa lipoico Spuntino metà pomeriggio 30 g di proteine + acqua 1 mela Cena 50 g di riso integrale solo quando ci si allena Verdura 1 cucchiaio di olio d'oliva crudo 400 g di carne oppure 500 g di pesce (merluzzo, platessa, spigola, orata, pesce spada, tonno fresco) 1 g di vitamina B 1 g di Omega 3 DIETA 9 Colazione 10 g di glutammina fette biscottate con marmellata yogurt magro alla frutta succo d'arancia 1 g di vitamina C 1 g di Omega 3 Spuntino Frutta Pranzo Riso integrale o pasta integrale + legumi secchi, oppure riso integrale o pasta integrale + ricotta di mucca oppure pesce oppure molluschi Verdura olio crudo 400 mg di vitamina E 1 g di Omega 3 Spuntino post allenamento Frutta 10 g di glutammina 30 g di proteine in polvere Spuntino frutta secca (noci mandorle arachidi) Cena pane integrale verdura pesce oppure fiocchi di latte magri, oppure formaggio primo sale oppure molluschi oppure prosciutto crudo olio crudo 400 mg di vitamina E 1 g di Omega 3 Prima di coricarsi 4 g di zma o oppure solo zinco 10 grammi di glutammina DIETA 10 Colazione 5 g di aminoacidi ramificati 5 fette biscottate con marmellata o miele 300 ml di latte parzialmente scremato una compressa di multivitaminico minerale 1 g di Omega 3 Spuntino 30 g di proteine + acqua 1 mela 5 noci Pranzo 150 g di riso integrale o di pasta integrale quando ci si allena, oppure 100 g di riso integrale o di pasta integrale quando non ci si allena Verdura 150 g di carne bianca oppure 250 g di pesce 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 400 mg di vitamina E Spuntino pre allenamento 1 frutto Spuntino post allenamento 1 banana 10 g di aminoacidi ramificati Spuntino 30 g di proteine in polvere 5 noci Cena 100 g di pane integrale Verdura 300 g di pesce olio d'oliva crudo 400 mg di vitamina E 1 g di Omega 3 Prima di coricarsi 4 g di zma DIETA 11 Colazione 6 g di aminoacidi ramificati + 6 g di creatina alcalina 5 fette biscottate integrali con burro d'arachidi 8 albumi con Grana Padano una compressa di multivitamico 1 g di Omega 3 Spuntino 40 g di proteine in polvere con acqua 2 mele Pranzo 150 g di riso integrale quando ci si allena oppure 100 g di riso integrale quando non ci si allena 250 g di carne magra oppure 350 g di pesce grigliato bollito al forno verdura 2 cucchiai d'olio d'oliva crudo 1 g di vitamina B 1 g di Omega 3 2 g di vitamina C Spuntino prima dell'allenamento 1 frutto 5 g di aminoacidi ramificati 6 g di creatina alcalina Durante l’allenamento 30 g di destrosio Dopo l'allenamento 50 g di destrosio 10 grammi di aminoacidi ramificati 6 g di creatina alcalina Spuntino 50 g di maltodestrine 40 g di proteine con acqua 5 noci Cena 100 g di riso integrale se ci si è allenati oppure 50 grammi di riso integrale se non ci si è allenati 300 g di carne magra oppure 400 g di pesce grigliato bollito al forno 2 cucchiai di olio crudo verdura 1 g di Omega 3 1 g di vitamina B 1 g di Nac Spuntino prima di coricarsi 40 g di proteine in polvere 1 cucchiaio di burro d'arachidi DIETA 12 Colazione 6 g di aminoacidi ramificati 4 fette biscottate integrali con burro d'arachidi 250 ml di yogurt greco 1 compressa di multivitaminico 1 g di omega 3 Spuntino Frutta Pranzo 100 g di riso integrale 200 g di carne magra oppure 250 g di pesce grigliato bollito o al forno Verdura 2 cucchiai di olio d'oliva crudo 1 g di vitamina B 1 g di Omega 3 2 g di vitamina C Spuntino pre allenamento 1 frutto Spuntino post allenamento 1 banana 10 g di aminoacidi ramificati Spuntino 30 g di proteine con acqua solo quando ci si è allenati Frutta Cena 50 g di riso integrale 200 g di carne magra oppure 300 g di pesce grigliato bollito o al forno 2 cucchiai di olio d'oliva crudo verdura 1 g di Omega 3 1 g di vitamina B 1 g di Nac Spuntino prima di andare a dormire 1 cucchiaio di burro d'arachidi DIETA 13 Appena sveglio 1 bustina di sali alcalini in acqua e limone 3 g di vitamina C 10 g di glutammina 2 g di Nac Colazione 70 g di avena 30 g di whey isolate 1 banana 1 compressa di multivitaminico-minerale 1 g di Omega 3 Spuntino 400 g di frutta (ananas, ciliegie, albicocche, fragole, kiwi, melone, mirtilli, pere) 30 g di mandorle 8 g di aminoacidi essenziali Pranzo 100 g di pasta integrale o di riso integrale 100 g di legumi secchi 1 cucchiaio di olio d'oliva 1 grammo di Omega Spuntino 400 g di frutta (ananas, ciliegie, albicocche, fragole, kiwi, melone, mirtilli, pere) 30 g di mandorle 8 g di aminoacidi essenziali Cena 120 g di riso integrale verdura (fagiolini, melanzane, asparagi, broccoli, carciofi, funghi, cetrioli, cavoli, pomodori) 120 grammi di petto di pollo oppure di pesce bollito o al forno (merluzzo, platessa, persico, sgombro, cernia) 1 cucchiaio di olio d'oliva crudo 1 g di Omega 3 400 mg di vitamina E Prima di coricarsi 3 grammi di zma 10 grammi di glutammina DIETA 14 Colazione 20 g di whey idrolizzate 3 g di Omega 3 1 compressa di multivitaminico 300 mg di acido alfa lipoico Spuntino 50 g di avena 1 uovo intero + 4 albumi 1 mela caffè Spuntino 50 g di pane azzimo integrale o pane di segale 70 g di crudo di Parma o San Daniele Spuntino durante l'allenamento sali alcalini + 10 g di aminoacidi ramificati Spuntino dopo l'allenamento 30 g di whey idrolizzate Pranzo 50 g di riso integrale 200 g di carne bianca 150 grammi di verdura (a scelta tra insalata, lattuga, spinaci, cavoli, asparagi, bietole, cicorie9 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 300 mg di acido alfa lipoico 1 g di vitamina B Spuntino 50 g di pane azzimo integrale o pane di segale 70 g di fesa di tacchino Cena 200 g di pesce (a scelta tra spigola, orata, pesce spada, sgombro, tonno fresco, salmone fresco, sarde) 150 g di verdura assortita (a scelta tra spinaci, broccoli, cavoli, asparagi) 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo Spuntino prima di andare a dormire 30 grammi di caseina 5 noci DIETA 15 Colazione 30 g di whey idrolizzate 3 grammi di Omega 3 1 compressa di multivitaminico 300 mg di acido alfa lipoico Spuntino 50 g di avena 1 uovo intero + 300 ml di albumi 1 mela caffè Pranzo 300 g di carne bianca 150 g di verdura a scelta tra insalata, lattuga, spinaci, cavoli, asparagi, bietole, cicorie. 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 1 g di vitamina B Spuntino 50 g di pane azzimo integrale o pane di segale 70 g di fesa di tacchino Durante allenamento sali alcalini 10 g di aminoacidi ramificati Dopo allenamento 30 g di whey isolate 300 mg di acido alfa lipoico Cena 50 g di riso integrale solo se ci si è allenati 200/250 g di pesce a scelta tra spigola, orata, pesce spada, sgombro, tonno fresco, salmone fresco, sarde. 150 g di verdura assortita a scelta tra spinaci, broccoli, cavoli, asparagi. 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo Spuntino prima di andare a dormire 30 g di caseina 5 noci DIETA 16 Colazione 30 g di whey idrolizzate 3 g di Omega 3 1 compressa di multivitaminico 300 mg di acido alfa lipoico Spuntino 30 g di avena 1 uovo intero + 300 ml di albumi 1 mela caffè Pranzo 300 g di carne bianca 150 g di verdura a scelta tra insalata, lattuga, spinaci, cavoli, asparagi, bietole, cicorie. 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 1 g di vitamina B Spuntino 30 grammi di pane azzimo integrale o pane di segale 70 g di prosciutto crudo di Parma o San Daniele Durante allenamento sali alcalini 10 g di aminoacidi ramificati Dopo allenamento 30 g di whey isolate 300 mg di acido alfa lipoico Cena 50 g di riso integrale solo se ci si è allenati 200/250 g di pesce a scelta tra spigola, orata, pesce spada, sgombro, tonno fresco, salmone fresco, sarde. 150 g di verdura assortita a scelta tra spinaci, broccoli, cavoli, asparagi. 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo Spuntino prima di andare a dormire 30 g di caseina 5 noci DIETA 17 Colazione 70 g di avena 20 g di whey isolate 10 g di glutammina 1 banana 1 g di vitamina C 1 g di vitamina B 1 g di Omega 3 Durante l'allenamento 1 bustina di sali alcalini Spuntino 300 g di frutta (ananas, albicocche, ciliegie, fragole, kiwi, melone, mirtilli, pere) 20 g di whey isolate 10 g di glutammina Pranzo 100 g di riso integrale quando ci si allena o 150 g di riso integrale quando non ci si allena 150 g di carne bianca oppure 1 uovo + 5 albumi verdura (fagiolini, melanzane, asparagi, broccoli, carciofi, funghi, cetrioli, cavoli, pomodori) olio d'oliva crudo 1 g di vitamina B 1 g di vitamina C 1 g di Omega 3 Spuntino 40 g di mandorle 20 g di whey isolate 10 g di glutammina Cena 5 gallette di farro o di kamut verdura (fagiolini, melanzane, asparagi, broccoli, carciofi, funghi, cetrioli, cavoli, pomodori) 150 g di pesce bollito oppure al forno (2 volte a settimana 100 g di salmone affumicato) 1 cucchiaio d'olio d'oliva a crudo 400 mg di vitamina E 1 compressa di Omega 3 DIETA 18 Appena sveglio 2 bustine di sali alcalini in acqua e limone 10 grammi di glutammina Colazione 70 g di avena 30 g di whey isolate 1 banana 1 g di vitamina C 1 g di vitamina B Durante l'allenamento 10 g di glutammina Spuntino 300 g di frutta (ananas, albicocche, ciliegie, fragole, kiwi, melone, mirtilli, pere) 30 g di whey isolate più 10 g di glutammina 1 compressa di Omega 3 Pranzo 300 g di patate dolci 100 g di carne bianca verdura (fagiolini, melanzane, asparagi, broccoli, carciofi, funghi, cetrioli, cavoli, pomodori) olio d'oliva crudo 1 g di vitamina B 1 g di vitamina C Spuntino 40 g di mandorle 30 g di whey isolate 1 g di Omega 3 Cena 100 g di legumi secchi verdura (fagiolini, melanzane, asparagi, broccoli, carciofi, funghi, cetrioli, cavoli, pomodori) 100 g di pesce bollito oppure al forno (2 volte a settimana 100 grammi di salmone affumicato) 1 cucchiaio d'olio d'oliva a crudo 400 mg di vitamina E DIETA 19 Colazione 5 g di aminoacidi essenziali 50/ 40/ 30 g di avena a scalare come nel seguente esempio: lunedì 50 g martedì 40 grammi mercoledì 30 g giovedì 50 g e così via… 2 uova strapazzate + 4/6/8 albumi ad incrementare come nell'esempio seguente: lunedì 4, martedì 6, mercoledì 8, giovedì 4, venerdì 6, e così via… 300 mg di acido alfa lipoico 2 g di vitamina C Durante l'allenamento Sali alcalini Spuntino 50/40/30 g di avena a scalare come nell'esempio: lunedì 50 g, martedì 40 g, mercoledì 30 g, giovedì 50 g, e così via… 100/130/150 g di manzo magro macinato ad incrementare come nell'esempio: lunedì 100 g, martedì 130 g, mercoledì 150 g, giovedì 100 g, e così via. 5 g di aminoacidi essenziali 300 mg di acido alfa lipoico potassio Pranzo 100/50/0 grammi di riso integrale a scalare come nell'esempio seguente: 100 g lunedì, 50 g martedì, niente mercoledì, 100 g giovedì, e così via… 150/250/300 g di carne bianca a scalare come nell'esempio seguente: 150 g lunedì, 250 g martedì, 300 g mercoledì, 150 g giovedì e così via. 150 g di verdura cruda o cotta assortita (broccoli, asparagi, spinaci, pomodori, zucchine, cetrioli, peperoni) 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 1 grammo di vitamina B Spuntino 5 g di aminoacidi essenziali 70 g di prosciutto crudo o di bresaola 30 g di mandorle Cena 400 g di merluzzo o platessa o dentice o pesce spada (2 volte a settimana 300 g di sgombro o salmone) 150 g di verdura cruda o cotta assortita (broccoli, asparagi, spinaci, pomodori, zucchine, cetrioli, peperoni) 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 1 g di vitamina B 400 mg di vitamina E Prima di andare a dormire 5 noci 30 g di caseina DIETA 20 (RICARICA) Colazione Termogenico 50 g di avena 1 uovo intero + 5 albumi 200 mg di acido alfa lipoico 1 multivitaminico potassio Spuntino 50g di avena 1 mela 30 g di proteine in polvere 200 mg di acido alfa lipoico Pranzo termogenico 100 g di riso integrale 150 g di carne bianca 150 g di verdura cruda o cotta assortita (broccoli, asparagi, spinaci, pomodori, zucchine, cetrioli, peperoni) 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 200 mg di acido alfa lipoico Spuntino 50 g di avena 1 banana 30 grammi di proteine in polvere Potassio 200 mg di acido alfa lipoico Cena 100 g di riso integrale 150 g di carne bianca 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 200 mg di acido alfa lipoico Prima di andare a dormire 5 noci 30 g di caseina DIETA 21 (Scarico carboidrati per 6 giorni) Colazione 250 g di merluzzo bollito 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 1 g di Omega 3 1 compressa di multivitaminico potassio Spuntino 200 g di sgombro bollito 2 g di calcio Pranzo 250 g di merluzzo bollito 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 1 g di Omega 3 1 g di vitamina B Spuntino 200 g di sgombro bollito 2 g di calcio Cena 250 g di merluzzo bollito 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 1 g di vitamina B Potassio spuntino prima di andare a dormire 100 g di salmone affumicato N.B: bere almeno 6 litri d'acqua al giorno; consumare 8 g di sale distribuiti nei primi cinque pasti della giornata. DIETA 22 (Ricarica, 1 giorno) Colazione Termogenico 50 g di avena 1 banana 6 albumi 1 compressa di multivitaminico-minerale 200 mg di acido Alfa lipoico potassio Spuntino 10 gallette di riso 50 g di bresaola 200 mg di acido alfa lipoico Pranzo 100 g di riso integrale 150 g di carne bianca 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 200 mg di acido alfa lipoico Spuntino Termogenico 10 gallette di riso 50 g di bresaola 200 mg di acido alfa lipoico Cena 100 g di riso integrale 150 g di carne bianca 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo 200 mg di acido alfa lipoico Potassio Prima di andare a dormire 6 albumi 50 g di avena NB: consumare 2 g di sale distribuiti nei tre pasti principali. Bere 2 litri d'acqua al giorno. DIETA 23 (DIETA BILANCIATA CON PRAL PARI A ZERO) Colazione 6 albumi + 2 tuorli 100 g di patate bollite 1 arancia 1 kiwi 1 multivitaminico potassio Spuntino 100 g di carne bianca 1 arancia 1 banana Prima dell’allenamento 2 g di vitamina C Dopo l’allenamento 40 grammi di proteine 2 banane, oppure 100 g di fichi secchi, oppure 100 g di uva passa Pranzo 100 g di riso integrale 300 g di carne rossa 1 cucchiaio d’olio di semi di lino 200 g di pomodori 150 g di carote 200 g di sedano Oppure 100 g di spinaci + 150 g di rucola mezzo limone 1 multivitaminico oppure 250 g di finocchi + 70 g di carote + 140 g di pomodori 70 g di sedano Spuntino 100 g di fesa di tacchino 1 arancia Cena 50 g di patate bollite 800 g di pesce 200 g di pomodori 150 g di carote 200 g di sedano Oppure 100 g di spinaci + 150 g di rucola mezzo limone 1 cucchiaio d'olio d'oliva Prima di dormire 3 noci DIETA 24 Colazione 8 albumi più un tuorlo 4 fette biscottate integrali 1 compressa di multivitaminico Potassio Spuntino 100 g di carne bianca 1 mela + 2 g di vitamina C solo se ci si allena quel giorno Dopo allenamento 1 banana 40 g di whey idrolizzate Pranzo 50 g di riso solo se quel giorno ci si allena 350 g di carne rossa magra 1 cucchiaio d’olio d'oliva 1 compressa di multivitaminico Spuntino 100 g di fesa di tacchino arrosto Cena 500 g di pesce verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio d'oliva 1 g di Omega 3 Spuntino prima di andare a letto 40 g di caseina DIETA 25 Colazione 8 albumi + 1 tuorlo 4 fette biscottate con marmellata 1 compressa di multivitaminico potassio 1 g di Omega 3 Spuntino 100 g di carne bianca 1 mela + 2 g di vitamina C, solo se quel giorno ci si allena Dopo allenamento 1 banana 40 g di whey idrolizzate Pranzo 50 g di riso solo se quel giorno ci si allena 350 grammi di carne rossa magra 1 cucchiaio di olio d'oliva 1 compressa di multivitaminico Spuntino 100 grammi di fesa di tacchino arrosto 2 cucchiaini di burro d’arachidi Cena 500 g di pesce verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio d'oliva 1 g di Omega 3 Spuntino prima di andare a letto 30 g di caseina + 2 cucchiaini di burro d’arachidi DIETA 26 Colazione 6 albumi + 2 tuorli 4 fette biscottate integrali con marmellata 1 compressa di multivitaminico potassio 1 g di Omega 3 Spuntino 100 g di carne bianca 1 mela + 2 g di vitamina C solo se quel giorno ci si allena Dopo allenamento 1 banana 40 g di whey idrolizzate Pranzo 50 g di riso solo se quel giorno ci si allena 350 g di carne rossa magra 1 cucchiaio di olio d'oliva Verdura cotta o cruda 1 compressa di multivitaminico Spuntino 100 g di fesa di tacchino arrosto 2 cucchiaini di burro d’arachidi Cena 50 g di riso solo se quel giorno ci si allena 400 g di pesce verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio d'oliva 1 g di Omega 3 Spuntino prima di andare a letto 30 g di caseina + 2 cucchiaini di burro d’arachidi DIETA 27 Colazione 6 albumi + 2 tuorli 4 fette biscottate integrali con marmellata 1 compressa di multivitaminico potassio 1 g di Omega 3 Spuntino 100 g di carne bianca 1 mela + 2 g di vitamina C solo se quel giorno ci si allena Dopo allenamento 1 banana 40 g di whey idrolizzate Pranzo 50 g di riso 300 g di carne rossa magra Verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d’olio d'oliva crudo 1 compressa di multivitaminico Spuntino 100 g di fesa di tacchino arrosto 2 cucchiaini di burro d’arachidi Cena 50 g di riso solo se quel giorno ci si allena 400 g di pesce verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio d'oliva 1 g di Omega 3 Spuntino prima di andare a letto 30 g di caseina + 2 cucchiaini di burro d’arachidi DIETA 28 Colazione 6 albumi + 2 tuorli 4 fette biscottate integrali con marmellata 1 compressa di multivitaminico potassio 1 g di Omega 3 Spuntino 100 g di carne bianca (50 g di pane azzimo + 2 g di vitamina C) solo se ci si allena quel giorno Dopo allenamento 1 banana 40 g di whey idrolizzate Pranzo 100 g di riso integrale quando ci si allena, oppure 50 g di riso integrale quando non ci si allena 300 g di carne rossa magra Verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d’olio d'oliva 1 compressa di multivitaminico spuntino 100 g di fesa di tacchino arrosto 1 mela Cena 50 g di riso integrale solo se quel giorno ci si allena 400 g di pesce verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio d'oliva 1 g di Omega 3 Spuntino prima di andare a letto 30 g di caseina + 2 cucchiaini di burro d’arachidi DIETA 29 Colazione 30 g di whey + acqua 4 fette biscottate con marmellata 1 compressa di multivitaminico 1 g di Omega 3 Spuntino 1 scatola di tonno al naturale 1 cucchiaio d'olio d'oliva crudo Pranzo 100 g di riso integrale quando ci si allena oppure 50 g di riso integrale quando non ci si allena 200 g di carne bianca verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio d'oliva 1 compressa di multivitaminico 400 mg di vit. E Spuntino 2 fette di pane azzimo 50 g di fesa di tacchino Dopo l’allenamento 1 banana 30 g di whey idrolizzate Cena 50 g di riso integrale 300 g di pesce verdura cotta o crudo 1 cucchiaio d’olio d’oliva Spuntino prima di andare a letto 30 g di caseina + 2 cucchiaini di burro d’arachdi 1 g di Omega 3 DIETA 30 Colazione 40 g di whey + acqua 5 fette biscottate con marmellata 5 g di glutammina 2 g di arginina Spuntino 1 mela 5 noci Pranzo 100 di riso integrale quando ci si allena, oppure 50 g di riso integrale quando non ci si allena 200 g di carne bianca verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio d'oliva 400 mg di vitamina E 1 grammo di Omega 3 Spuntino 2 grammi di arginina 2 frutti 40 g di whey con acqua Spuntino post allenamento 1 banana 30 g di whey 5 grammi di glutammina 3 compresse di arginina Cena 100 g di riso integrale quando ci si allena oppure 50 g di riso integrale quando non ci si allena 300 g di pesce verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio d’oliva 400 mg di vitamina E 1 g di Omega 3 Spuntino prima di andare a dormire 2 g di arginina 5 g di glutammina 30 g di caseina 5 noci DIETA 31 Colazione 40 g di whey con acqua 5 g di glutammina 3 g di arginina 3 fette biscottate con marmellata 1 compressa di multivitaminico 1 grammo di Omega 3 Spuntino 1 mela 5 noci Pranzo 100 g di riso 200 g di carne bianca verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio d'oliva 400 mg di vitamina E 1 grammo di Omega 3 Spuntino 2 g di arginina 2 frutti 250 ml di yogurt magro Spuntino post allenamento 1 banana 30 g di whey 5 g di glutammina 2 g di arginina Cena 100 g di riso integrale 300 g di pesce verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio d’oliva 400 mg di vitamina E 1 g di Omega 3 Spuntino prima di andare a dormire 2 g di arginina 5 g di glutammina 30 g di caseina 5 noci 2 g di zma DIETA 31 Colazione Latte delattosato 4 g di vitamina C Spuntino frutta 1 g di Omega 3 Pranzo riso o pasta integrale carne bianca o pesce Verdura olio d'oliva 400 mg di vitamina E Spuntino Yogurt 1 g di una 3 Cena ricotta o fiocchi di latte o molluschi verdura olio d’oliva pane integrale o azzimo 400 mg di vitamina E Prima di andare a dormire yogurt greco, oppure formaggio fresco 2 g di zma DIETA 32 (RICARICA) Colazione 5 g di aminoacidi ramificati 5 gallette di riso con miele o marmellata 30 g di proteine in polvere con acqua 1 multivitaminico 1 g di calcio Potassio 4 g di vitamina C Spuntino Prosciutto yogurt greco Dopo l'allenamento 10 g di aminoacidi ramificati 1 banana 1 g di calcio Pranzo 100 g di riso integrale verdura cotta o cruda 200 g di carne bianca 1 cucchiaio d'olio crudo 1 g di Omega 3 Spuntino 2 frutti 30 g di proteine con acqua Cena 80 g di riso integrale 200 mg di merluzzo bollito 1 cucchiaio d’olio crudo 1 compressa di multivitaminico 1 g di Omega 3 Prima di andare a dormire 1 cucchiaio di burro d'arachidi iperproteico DIETA 33 (SCARICO) Colazione 2 gallette con miele o marmellata 8 albumi + 1 tuorlo 1 compressa di multivitaminico potassio 1 g di calcio Spuntino 150 g di carne bianca con limone o aceto 1 g di Omega 3 Pranzo 400 g di carne rossa magra 1 Carosello 1 cucchiaio d'olio crudo 1 g di vitamina B Spuntino Termogenico 150 g di carne bianca con limone o aceto 30 g di mandorle 2 g di vitamina C potassio Dopo l'allenamento 2 gallette con miele 1 g di calcio 15 g di aminoacidi ramificati Cena 500 g di pesce grigliato bollito o al forno 1 cucchiaio d’olio crudo 1 Carosello 1 g di vitamina B Prima di coricarsi 40 g di proteine 1 g di Omega 3 DIETA 34 (RICARICA) Colazione 5 gallette con miele o marmellata 5 albumi 1 compressa di multivitaminico 1 compressa di potassio 1 g di calcio 4 g di vitamina C Spuntino 150 g di gelato alla frutt 30 g di proteine in polvere 1 g di calcio Pranzo 100 g di riso integrale 200 g di carne bianca 1 g di Omega 3 1 cucchiaio d'olio crudo 1 g di vitamina B Spuntino 2 fette di pane azzimo 100 g di carne bianca Potassio 1 g di calcio Cena 100 g di riso 200 g di merluzzo bollito 1 cucchiaio d’olio crudo vitamina B 1 g di calcio Prima di coricarsi 200 g di carne bianca 2 fette di pane azzimo 1 g di calcio DIETA 35 Colazione 4 gallette con miele o marmellata 8 albumi 1 compressa di multivitaminico 1 compressa di potassio 1 g di calcio Spuntino 100 g di carne bianca con limone o aceto 2 fette di pane azzimo 1 g di Omega 3 Pranzo 100 g di riso integrale quando non ci si allena, oppure 50 g di riso integrale quando ci si allena 350 g di carne rossa magra 200 g di verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio crudo 1 g di vitamina B Spuntino termogenico 2 fette di pane azzimo 100 g di carne bianca con limone o aceto 2 grammi di vitamina C potassio Dopo l'allenamento 4 gallette con miele 1 g di calcio 15 grammi di aminoacidi ramificati Cena 50 g di riso integrale solo quando ci si allena 500 g di pesce grigliato bollito o al forno 1 cucchiaio d’olio crudo 200 g di verdura 1 g di vitamina B Prima di coricarsi 40 g di proteine 1 g di Omega 3 DIETA 36 Colazione 4 gallette con miele o marmellata 8 albumi + 1 tuorlo 1 compressa di multivitaminico Potassio 1 g di calcio 1 g di Omega 3 Spuntino 150 g di carne bianca con limone o aceto 2 fette di pane azzimo 1 g di Omega 3 Pranzo 100 g di riso integrale 350 grammi di carne rossa magra 200 grammi di verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio crudo 1 g di vitamina B 2 g di vitamina C potassio Spuntino Termogenico 150 g di carne bianca con limone o aceto 30 g di mandorle 2 g di vitamina C potassio Dopo l'allenamento 4 gallette con miele 1 g di calcio 15 g di aminoacidi ramificati Spuntino 2 fette di pane azzimo 8 albumi + 1 tuorlo Cena 50 g di riso 500 g di pesce grigliato, bollito o al forno 1 cucchiaio d'olio crudo 200 g di verdura 1 g di Omega 3 1 g di vitamina B Prima di coricarsi 40 g di proteine 5 noci DIETA 37 Colazione 5 fette biscottate integrali con marmellata 30 g di proteine con acqua 100 g di glutammina 1 yogurt magro 1 compressa di multivitaminico Spuntino frutta Pranzo 100 g di riso integrale o pasta integrale 250 g di pesce grigliato, bollito o al forno verdura cotta o cruda 1 cucchiaio d'olio crudo 1 grammo di Omega 3 4 g di vitamina C potassio Prima dell'allenamento 2 frutti Dopo l'allenamento 4 gallette con miele 10 g di glutammina Spuntino 30 g di proteine 5 noci Cena 50 g di riso integrale oppure 150 g di patate al forno o lesse oppure 80 g di pane integrale 300 g di ricotta di vacca oppure 300 g di fiocchi di latte magri 1 cucchiaio d'olio crudo verdura 1 g di Omega 3 Spuntino prima di coricarsi 1 cucchiaio di burro d'arachidi 10 grammi di glutammina DIETA 38 Colazione 6 g di aminoacidi ramificati 6 g di creatina alcalina 5 fette biscottate integrali con burro d’arachidi 8 albumi con una spolverata di grana 1 compressa di multivitaminico 1 g di Omega 3 1 g di calcio Spuntino 40 g di proteine in polvere + acqua 2 mele Pranzo 150 g di riso integrale quando ci si allena, oppure 100 g di riso integrale quando non ci si allena 250 g di carne magra oppure 350 g di pesce grigliato, bollito o al forno verdura cotta o cruda 2 cucchiai d'olio crudo 1 g di vitamina B 1 g di Omega 3 2 g di vitamina C potassio Prima dell'allenamento 1 frutto 5 g di aminoacidi ramificati 6 g di creatina alcalina Durante l'allenamento 30 g di destrosio Dopo l'allenamento 4 gallette con miele 1 g di calcio 10 g di aminoacidi ramificati 6 g di creatina alcalina Spuntino 2 fette di pane azimo 8 albumi 5 noci Cena 50 g di riso oppure 150 g di patate 300 g di carne magra oppure 400 g di pesce grigliato bollito o al forno 2 cucchiai d'olio crudo verdura 1 g di Omega 3 1 g di vitamina B Prima di andare a dormire 40 g di proteine in polvere + acqua 1 cucchiaio di burro d'arachidi ALLENAMENTO: ADDOMINALI I SEGRETI DI UN ALLENAMENTO MUSCOLARE IN PALESTRA PER AVERE PIU’ ADDOMINALI SCOLPITI, MANTENENDO IL TUO CORPO SANO E CON PIU’ MASSA MUSCOLARE (TRAINING FUNZIONALE E A CORPO LIBERO) VOLUME 5 Livio Leone INTRODUZIONE V uoi allenarti in maniera seria ed ottenere risultati strabilianti ? Allora DEVI LEGGERE QUESTO LIBRO ! Il sogno di tutti i maschietti è quello di mostrare la “tartaruga” in spiaggia per poter attirare l’attenzione di quante più fanciulle possibili (ora non dirmi che non è cosi perché so per certo che ho ragione ! ☺ ) Peccato però che questo traguardo per molti di loro era e resterà un semplice miraggio irraggiungibile. Se sei un neofita alle prime armi certamente le avrai provate tutte: dalla dieta trovata su internet, all’allenamento del culturista preso da qualche rivista, fino ad affidarti a qualche istruttore che credevi fosse esperto ma lo era solo a parole perché di fatto non ti ha portato ad avere alcun miglioramento. Non sono qui per dare colpe a personal trainer impreparati, o a proprietari di palestre che vogliono solo i quattrini dei loro clienti senza preoccuparsi dei loro risultati, ma per spiegare il perché succede questo e per proporti le mie spiegazioni e conseguentemente le mie soluzioni a questo problema. Il testo vuole essere qualcosa di più di una semplice guida da utilizzare per allenare gli addominali: esso è basato su anni di studio e di ricerche scientifiche con nozioni di biomeccanica, fisiologia e anatomia. Le nozioni spiegate, possono essere applicate con successo per il tuo miglioramento estetico a prescindere che tu sia un principiante alle prime armi o che tu sia un appassionato di palestra. Il suo punto di forze è quello di sfatare i falsi miti delle palestre, (come per esempio la classica frase:“ vuoi la pacia piatta ? Fai 200 serie di addominali al giorno”… oppure “fai mezz’ora di addominali li sul tappetino e vedrai che avrai la tartaruga !”) e fornire delle nozioni basilari e di tipo scientifico applicabili già dal giorno dopo dallo stesso lettore, rendendolo autonomo e indipendente, senza doversi affidare a nessun istruttore e/o personal trainer. Le scienze esatte da cui partire sono: anatomia, fisiologia, biomeccanica; è quello il punto di partenza di ogni allenamento (o almeno dovrebbe essere cosi) . Invece in palestra viene sempre fatto tutto al contrario: si parte dalla teoria (Quante serie? Perché 10? Oppure 5?Oppure 3? O nessuna? Troppe? Troppo poche? Come farle? Quante volte a settimana), senza alcuna base scientifica e senza considerare il cliente (Che lavoro fa ? Quante ore al giorno è seduto? E’ Sano? Come è la sua colonna vertebrale ? Come mangia?) ecce cc. Dopo aver letto il libro avrai tutto ciò che ti serve per trasformare il tuo corpo e massimizzare la tua condizione fisica. Se hai deciso di fare sul serio non ti rimane che iniziare a leggere il primo capitolo e applicare alla lettera le indicazioni presenti . Iniziamo… 1. INIZIAMO DALLE SCIENZE ESATTE: ANATOMIA, FISIOLOGIA E BIOMECCANICA La funzione “fisiologica” della muscolatura addominale (detta “torchio addominale”: trasverso dell’addome, retto dell’addome, obliqui interno ed esterno) è quella CONTENITIVA , con contrazione tendenzialmente isometrica o di controllo posturale mediante “micro-contrazioni” eccentriche-concentriche (per governare gli sbilanciamenti indietro del tronco). In definitiva “LA PARETE ADDOMINALE ANTEROLATERALE costituisce una zona muscolo-fasciale (muscolofibrosa-aponevrotica) ROBUSTA MA ELASTICA,CHE MANTIENE IN SEDE I VISCERI ADDOMINALI e SI OPPONE ALL’AZIONE CHE LA FORZA DI GRAVITA’ ESERCITA SU DI ESSI NELLA POSIZIONE ERETTA E SEDUTA”. ( S. Salmons, C.P. Wendell-Smith, in “Anatomia del Gray” – Zanichelli, 2001) Le azioni muscolari “didattiche” sono: RETTO DELL’ADDOME: flette il busto in avanti (con azione indiretta sulla colonna vertebrale, non avendovi inserzione); a livello del bacino a origini invertite coadiuva la retroversione. OBLIQUO ESTERNO e OBLIQUO INTERNO: insieme ai muscoli controlaterali flettono il busto in avanti con le fibre di un lato che neutralizzano l’azione rotatoria di quelle dell’altro lato. Se si contrae l’O. ESTERNO di un solo lato inclina il busto dallo stesso lato e lo ruota verso il lato opposto (a questa azione collabora l’O. INTERNO controlaterale). Se si contrae l’O. INTERNO di un solo lato inclina e ruota il busto dallo stesso lato (questa azione avviene in sinergia con l’O. ESTERNO controlaterale). TRASVERSO DELL’ADDOME: possiede il “momento di forza” più favorevole per il CONTENIMENTO DEI VISCERI ADDDOMINALI; è secondo molti Autori il primo “stabilizzatore” della colonna vertebrale e viene reclutato prima di qualsiasi movimento degli arti superiori e o inferiori. Tutti i muscoli del “torchio addominale” abbassando le coste sono ESPIRATORI (soprattutto “forzata”) La FUNZIONE CONTENITIVA DEI VISCERI ADDOMINALI in opposizione all’azione della forza di gravità in stazione eretta e da seduti è “DOVUTA PRINCIPALMENTE AI MUSCOLI OBLIQUI e IN MODO PARTICOLARE ALL’OBLIQUO INTERNO” ( S. Salmons, C.P. Wendell-Smith, in “Anatomia del Gray” – Zanichelli, 2001). La muscolatura addominale “OBLIQUA” con torace e bacino fissati ha un ruolo importante nell’ESPIRAZIONE, nell’espellere feci e urina nonché il contenuto gastrico in caso di vomito e il feto dall’utero. Gli ADDOMINALI sono “prevalentemente costituiti da FIBRE A CONTRAZIONE LENTA quindi sono funzionalmente deputati ad un lavoro forza resistente” …contenitiva…stabilizzatrice (Polgar e coll. 1973; Caix e coll. 1984). Ricerche recenti hanno evidenziato che il muscolo TRASVERSO DELL’ADDOME “è il più importante per la stabilizzazione della colonna vertebrale e viene reclutato prima di qualsiasi movimento degli arti inferiori e superiori” (Hodges e Richardson, 1996-1997; Richardson e Jull, 1995). Altri Autori confermano questo importante aspetto in recenti studi (Urquhart 2005): g razie all’elettromiografia ad aghi ha dimostrato l’importanza del muscolo trasverso nella stabilizzazione del rachide lombare osservando come la sua attivazione anticipi il resto della muscolatura addominale. Quindi un’azione “automatica-involontaria-riflessa”! POSSONO ESSERE UTILI ESERCIZI COSCIENTI, VOLONTARI, SVOLTI LENTAMENTE di attivazione del TRASVERSO? IL TRASVERSO DELL’ADDOME, il più interno dei muscoli piatti anterolaterali della parete addominale, “talvolta è “fuso” con l’O. INTERNO mentre a volte può addirittura mancare” ( sono definite variazioni anatomiche soggettive) (S. Salmons, C.P. Wendell-Smith, in “Anatomia del Gray” – Zanichelli, 2001). IL MUSCOLO TRASVERSO è difficile da studiare in EMG. La sua azione determina COMPRESSIONE DEL CONTENUTO ADDOMINALE ma probabilmente NON HA UN GRANDE EFFETTO DIRETTO SULLA COLONNA VERTEBRALE . (S. Salmons, C.P. Wendell-Smith et al., in “Anatomia del Gray” – Zanichelli, 2001). L’elettromiografia fa ritenere che nella maggior parte dei movimenti del tronco , tanto nella postura in piedi che in quella seduta, “LA MUSCOLATURA ADDOMINALE è POCO IMPEGNATA a meno che non si contragga per opporre resistenza” (S. Salmons, C.P.Wendell-Smith, in “Anatomia del Gray” – Zanichelli, 2001). L’ESTENSIONE DEL TRONCO aumenta l’attività di questi muscoli (quindi un “controllo” in contrazione eccentrica dello sbilanciamento o della caduta del tronco posteriormente). Ogni attività cessa nella POSIZIONE SUPINA anche se i RETTI ADDOMINALI entrano immediatamente in attività appena si solleva la testa . Se si continua la flessione del tronco rispetto agli arti entrano in attività anche i muscoli OBLIQUI ma con minore energia. Nella NORMALE STAZIONE ERETTA l’ATTIVITA’ POSTURALE della muscolatura addominale è scarsa, eccetto che per la parte inferiore del muscolo OBLIQUO NTERNO. Molti studiosi delle problematiche rachidee (Hides 1996, Biedermann 1991, Hodges&Richardson 1996) concordano sul fatto che i muscoli addominali profondi e il multifido si attivano in modo NON fisiologico in presenza di lombalgia acuta. La lombalgia cronica sembra essere il risultato di una perdita generale di funzione, decondizionamento e modifica del sistema di controllo neuronale che altera il tempo di attivazione della corretta risposta riflessa muscolare (Bogduk, 1995 – Friberg, 1987). I CLASSICI ESERCIZI DI CONTRAZIONE VOLONTARIA in CONCENTRICA PER LA MUSCOLATURA ADDOMINALE, svolti in palestra hanno scarsa utilità per ripristinare tale funzione. 2. CURVE FISIOLOGICHE DELLA COLONNA VERTEBRALE E MAL DI SCHIENA I soggetti con mal di schiena mostrano una riduzione della lordosi del tratto lombare basso (Jackson e Mc Manus, 1994). Un “appiattimento” della schiena (riduzione dell’ampiezza delle curve, soprattutto le due lordosi) è un fattore di rischio per recidive future (Adams, 1999). QUINDI LA RETROVERSIONE è UN BUON ESERCIZIO o “un modello di esecuzione” da applicare sempre e comunque anche in altre attività? ACQUISIZIONI RECENTI SULLA STRUTTURA DELLA PARETE ADDOMINALE ANTEROLATERALE. La classica descrizione anatomica della muscolatura della parete addominale anterolaterale (soprattutto per quanto riguarda le aponevrosi o “foglietti connettivali contenitivi”) può essere riveduta alla luce di un approfondito studio su cadaveri (Rizk, 1980). Sinteticamente i punti che si discostano dalla descrizione tradizionale sono i seguenti.: Ogni muscolo OBLIQUO INTERNO, OBLIQUO ESTERNO e TRASVERSO DELL’ADDOME è dotato di una aponevrosi bilaminare . Delle 6 lamine che così si vengono a formare, 3 passano davanti al RETTO DEL’ADDOME e 3 dietro . Inoltre ogni lamina aponevrotica non si ferma sulla linea mediana ma unendosi e intersecandosi (gli anatomisti usano il termine “decussandosi”) con le altre lamine aponevrotiche si continua con quelle del muscolo controlaterale o di un altro muscolo. Incrociandosi in questo modo sulla linea mediana e compattandosi danno origine alla LINEA ALBA. La continuazione connettivale/fasciale delle lamine oltre la linea mediana nella realtà anatomica “UNISCE RISPETTIVAMENTE TRA DI LORO I MUSCOLI OBLIQUI E I MUSCOLI TRASVERSI DEI DUE LATI, accoppiandoli in modo tale da poterli considerare MUSCOLI DIGASTRICI anche se il loro tendine centrale è saldamente ancorato alla LINEA ALBA”(Rizk, 1980). 3. TROPPI o TROPPO POCHI ? Una eccessiva debolezza della muscolatura addominale può essere tra le cause dello “scivolamento del bacino in avanti causando un aumento della curva lombare”(Plowman, 1992). Un “tono muscolare troppo elevato dei muscoli addominali può ostacolare la posizione “neutra” del bacino”(Glisan e Hochsculer, 1990). Quindi la quantità e la qualità del lavoro addominale va dosata con attenzione in modo personalizzato e proposta nella giusta progressione ad ogni soggetto. ESERCIZI PER IL “CORE” = ESERCIZI PER GLI ADDOMINALI ? Negli ultimi anni allenare il “CORE” è sinonimo di allenamento addominale , mentre questi muscoli ricoprono un ruolo limitato e specifico nella biomeccanica del bacino. Il “CORE” è composto da: RETTO DELL’ADDOME OBLIQUO INTERNO OBLIQUO ESTERNO MULTIFIDO ERETTORI SPINALI TRASVERSO DELL’ADDOME GLUTEI+PIRIFORME ISCHIOCRURALI ADDUT.DELL’ANCA FLESSORI DELL’ANCA Le “COMPRESSIONI ADDOMINALI IN PIEDI” contro resistenza (con una fitball o con palle da ritmica,) sono un’ottima soluzione per stimolare la contrazione fisiologica della muscolatura dell’addome in toto, isometricamente con minimi accorciamenti in concentrica e rilasci controllati in eccentrica. Non pensare alla contrazione dell’addome ma agire sulla resistenza, il lavoro addominale avverrà per contrazione inconscia, riflessa, automatica… “fisiologica” e appunto “funzionale”. Respirazione abbinata. Contrazioni lente (ogni tanto inserire microcontrazioni veloci o velocissime nei soggetti senza problemi). Pause di recupero brevi. Postura bipede conservata quindi curve della colonna vertebrale rispettate senza alterazioni. Ottimo “transfert” con le attività quotidiane…che NON SONO certo quelle di forti/veloci/ampie contrazioni concentriche, da supini, gambe più o meno piegate/flesse, colonna vertebrale in cifosi completa…. (Gli atleti, la preparazione atletica, le “tartarughe” estetiche, il bodybuilding estremo, sono un discorso a parte). 4. GLI ESERCIZI DI FLESSIONE (INCLINAZIONE) LATERALE SONO SPECIFICI PER GLI ADDOMINALI ? In questi movimenti “i muscoli spinali profondi lavorano in misura maggiore e in modo più efficace rispetto alla muscolatura addominale”; “viene attivato soprattutto il muscolo QUADRATO DEI LOMBI” che presenta inserzioni vantaggiose e quindi bracci di leva efficaci nel movimento laterale di avvicinamento delle coste e della colonna dorso-lobare al bacino. Quindi questo muscolo è “molto più attivo degli nell’inclinazione laterale del tronco”(Burke e Rasch, 1978). OBLIQUI 5. GLI ESERCIZI DI “ROTAZIONE DEL BUSTO” SONO EFFICACI PER GLI OBLIQUI? SONO ESERCIZI SICURI ? Movimenti di ROTAZIONE DEL BUSTO eseguiti velocemente sono, oltre che inefficaci, dannosi perché creano stress articolare al tratto lombare della colonna vertebrale che ha una capacità anatomica limitata di effettuare tale movimento (circa 1° per ogni per lato per ogni vertebra). Insistendo, oltre a stress meccanico si innesca il lavoro del QUADRATO DEI LOMBI. Studi evidenziano “un coinvolgimento dell’OBLIQUO INTERNO se si produce una resistenza a livello delle spalle, ovvero se queste ultime rimangono bloccate . I movimenti di ROTAZIONE DEL BUSTO, chiamati “TWIST” sono più efficaci e meno pericolosi se eseguiti in situazione di “CORE TRAINING”. Esegui esattamente quanto ti sto per dire: “In posizione decubito laterale, tenuta isometrica/statica del corpo nel suo complesso, in appoggio sul gomito o sulla mano del braccio vicino al pavimento, effettua un movimento di rotazione dell’arto rimasto libero in abbinamento ad una controllata rotazione del tronco”. I movimenti fisiologici di ROTAZIONE DEL TRATTO LOMBARE sono limitati a pochissimi gradi ogni vertebra e quindi nel suo complesso è un movimento che questa zona NON PUO’ COMPIERE .Ogni “forzatura” è un rischio articolare ! 6. SI POSSONO ATTIVARE SEPARATAMENTE ADDOMINALI “ALTI” E ”BASSI”? RICHIEDONO ESERCIZI DISTINTI ? Per anni era diffusa la credenza e la convinzione che questo fosse possibile. E al riguardo si sono diffusi esercizi distinti per “la parte bassa” e per “la parte alta dell’addome”. I famigerati esercizi per gli ADDOMINALI “ALTI” e quelli per gli ADDOMINALI “BASSI”. Ultimamente la conoscenza dei trainer è migliorata…ma alcune volte questo si sente ancora! Vediamo cosa dice la scienza al riguardo: “Sicuramente NON SI POSSONO CONTRARRE INDIPENDENTEMENTE E DISTINTAMENTE LE DUE SEZIONI: il RETTO ADDOMINALE si accorcia con uguale intensità sia che il punto fisso sia il bacino (elevazione capo/spalle) sia quando il punto fisso è il TRONCO (elevazione degli arti inferiori più o meno flessi)”. Tuttavia è stata “evidenziata una differenza di attivazione tra parte superiore ed inferiore nei muscoli OBLIQUI ESTERNI” (Lehman e McGill, 2008). La diatriba sugli esercizi riguarda soprattutto quei movimenti di “alzata delle gambe” verso il busto mantenuto fermo, proposti in numerose varianti di leva e di esecuzione (quindi d intensità) con il proposito di stimolare la “parte bassa degli addominali” o “addominali bassi” che anatomicamente è scorretto differenziare da quelli “alti”. Queste zone dello stesso muscolo sembrano però possedere una diversa INNERVAZIONE in virtù della quale esercizi tecnicamente ben condotti (come il cosiddetto “V Up”)sollecitano maggiormente la PARTE INFERIORE DEL RETTO ADDOMINALE (Sarti e coll. 1996; Tyson 1997; Iscoe 1998) . Mentre esercizi come il classico “Crunch” interessano soprattutto la PARTE ALTA dello stesso, che si contrae comunque in modo completo e ….completamente in entrambi i movimenti, apparentemente “opposti”. Un ‘alzata delle gambe ben condotta significa: contraendo gli addominali si devono staccare da terra osso sacro e glutei spingendo i piedi verso l’alto con gli arti inferiori rigidi; il movimento è lento, controllato, “di forza”, con un limitato “arrotolamento” in cifosi della zona lombare, che quindi deve essere mobile e con muscolatura flessibile e in equilibrio rispetto a quella della parte addominale che si intende stimolare. Possiamo fare una riflessione sulla CONFORMAZIONE del RETTO ADDOMINALE e sulla sua INNERVAZIONE. IL RETTO ADDOMINALE è un lungo muscolo NASTRIFORME più largo e più sottile in alto, che si estende per tutta la lunghezza della parete addominale (si può dedurre una maggior superficie contenitiva nella “parte alta” e una maggior forza contrattile nella “parte bassa” per maggior spessore delle fibre muscolari). INNERVAZIONE: il RETTO DELL’ADDOME è innervato dai TRONCHI ANTERIORI degli ULTIMI 6 o 7 NERVI SPINALI TORACICI (Altri Autori. “è innervato dai NRVI INTERCOSTALI D7D12 e L1; V. Pirola – “Cinesiologia” ). E’ chiaro che una “così ampia innervazione unica (unica e ampia sembra un controsenso), scarica impulsi lungo tutto il decorso muscolare e ha un ruolo preventivo-protettivo: nel caso di eventuale disfunzione o paralisi di alcuni rami verrebbe consentito all’intero muscolo di contrarsi tramite il controllo dei rimanenti; inoltre diversi rami di innervazione all’interno di un unico muscolo possono dar vita a rilevamenti diversi di intensità contrattile nello studio dei diversi esercizi allenanti il RETTO ADDOMINALE (fermo restando il fatto di una contrazione completa sia della parte “alta” sia di quella “bassa”). 7. ADDOMINALI E DEAMBULAZIONE: QUANTO SI UTILIZZANO NEL CAMMINO? Le analisi EMG hanno evidenziato come “la muscolatura addominali sia praticamente inattiva durante il cammino su una superficie pianeggiante e regolare” (Sheffield e Major, 1962). Solo i muscoli OBLIQUI INTERNI mostrano una leggera attività in posizione eretta e durante la camminata, per stabilizzare probabilmente le rotazioni imposte dal gesto a livello del bacino. Quindi se si ragiona sull’utilità “funzionale” dell’allenamento in riferimento alla gestualità quotidiana, nelle schede d’allenamento si dovrebbe adottare una quantità di lavoro maggiore a carico degli obliqui (lavoro dinamico) rispetto ai retti (lavoro statico). Ammesso che con gli esercizi si riesca a differenziare l’intervento dei vari distretti a livello del “torchio addominale”. 8. LA RELAZIONE TRA ALLENAMENTO DEGLI ADDOMIALI (EFFICIENZA ADDOMINALE) E SALUTE DELLA ZONA LOMBARE E’ COSI’ STRETTA? E’ ormai assodato che sono i muscoli ESTENSORI DELLA SCHIENA, in particolar modo gli ERETTORI SPINALI e il MULTIFIDO, i responsabili primari della stabilità posteriore del tronco, opponendosi alla forza di gravità che tende a far cadere il corpo in avanti. Se la muscolatura estensoria del rachide è debole l’angolo lombosacrale diminuisce favorendo l’insorgere del dolore nella parte bassa della schiena con riduzione dello spessore dei dischi intervertebrali La chiave per mantenere la salute del tratto lombare è un equilibrio di forza e flessibilità di tutti i muscoli, anteriori laterali e posteriori, che hanno con le loro azioni rapporti diretti o indiretti, con il rachide. In particolare potenziamento degli OBLIQUI INTERNI, capacità di intervenire del TRASVERSO con un tono ottimale ed in modo riflesso nelle varie posture, estensibilità della muscolatura posteriore della colonna. Esegui gli esercizi diversificati, su diversi piani, con diverse metodologie, tarati sulla soggettiva capacità, che coinvolgano la muscolatura addominale e/o lombare così come viene sollecitata nella vita quotidiana o nella specifica attività sportiva 9. MUSCOLI ADDOMINALI PER LA POSTURA ERETTA ? Studi “inclinometrici” (KLAUSEN) hanno mostrato che il rachide nel suo insieme si comporta come il “braccio di una gru” in posizione di sbalzo anteriore. L’EMG simultanea dei muscoli del piano posteriore e dell’addome (ASMUSSEN e KLAUSEN) mettono in evidenza che in 4 persone su 5 la stazione eretta, controllata dal semplice riflesso posturale (incosciente, involontario, automatico riflesso) ha bisogno solamente della contrazione tonica dei muscoli posteriori. Più aumenta lo sbalzo anteriore (per esempio un peso sulla testa) più diminuisce solitamente la lordosi e aumenta la cifosi, quindi più aumenta il “tono” e l’attivazione dei muscoli spinali posteriori per diminuire lo “sbalzo”. I muscoli addominali NON prendono pertanto parte alla statica rachidea inconscia. Questo non significa che non entrano in azione nel raddrizzamento cosciente della lordosi lombare, ammesso che serva un appiattimento della curva e ammesso che tale “retroversione” cosciente porti a benefici duraturi sulla colonna e influenzi positivamente la postura nelle attività quotidiane. 10. LA “RETRAZIONE DELL’ADDOME” è SEMPRE UN BUON ESERCIZIO ? L’abbiamo sentito o l’abbiamo consigliato molte volte: per mantenere una buona postura, per salvaguardare la schiena, per svolgere efficacemente gli esercizi… “avvicina il più possibile l’ombelico alla colonna vertebrale… pancia in dentro!”. Questo lavoro specifico per il “TRASVERSO ADDOMINALE” è sempre stato indicato con finalità diverse dal più generico “fai lavorare gli addominali”! Con la retrazione addominale si verrebbe a creare grazie alla comprensione operata dal TRASVERSO un “corsetto muscolare” che proteggerebbe la zona lombare del rachide. Molti studiosi della funzionalità rachidea e diversi biomeccanici mettono in dubbio la positività di questo esercizio considerato per anni la panacea per il mal di schiena in zona lombare e propinato a tutti i livelli di fitness. “Se si tira in dentro la pancia per eseguire da semplici movimenti a complessi sollevamenti, oltre a trasformarli in movimenti difficoltosi si riduce la stabilità della colonna vertebrale” (S. McGill, Dipartimento di Chinesiologia, Università di Waterloo – Ontario) . E’ stato anche ridimensionato dalla stesso Autore il ruolo fondamentale del TRASVERSO ADDOMINALE sulla stabilità rachidea: “sono importanti tutti i muscoli addominali nonché la muscolatura posteriore e laterale della zona lombare e del bacino”. A livello atletico è un “movimento difficile da insegnare e quasi impossibile da automatizzare per gli atleti impegnati in gesti sportivi più o meno complessi e soprattutto caratterizzati da elevate velocità di esecuzione” (V. Gambetta, in “The art and science of functional sports conditioning”). La RETRAZIONE ADOMINALE si diffuse dopo che alcuni ricercatori australiani evidenziarono che “nei pazienti con mal di schiena a livello lombare la contrazione del TRASVERSO ADDOMINALE in alcuni movimenti avveniva in ritardo” . (C. Richardson et al., 1996-1998). Quindi un gruppo specifico con una esigenza specifica di riequilibrio funzionale. Come spesso accade nel mondo del fitness la divulgazione scriteriata e senza opportune conoscenze ha tradotto il tutto in: “sempre, comunque, per tutti”. 11. COME ALLENARE GLI ADDOMINALI Abbiamo visto che il distretto addominale ha funzioni ben diverse dal crunch o da altre varianti che si vedono tutti i giorni in palestra o nel fai da te fra le mura domestiche; questo distretto è fondamentale nel mantenimento nella pressione dei visceri e del piccolo bacino. Ritroviamo la sua funzione nell’atto di starnutire, tossire, fare una risata a polmoni spalancati e in tutti quegli esercizi che richiedono stabilità per svolgersi ( squat, stacchi, military press ) nonché attività fondamentale, l’atto di defecare; proprio cosi…quando si è seduti comodamente sul WC si stanno lavorando gli addominali nella loro più totale e fisiologica funzione. Allenare quotidianamente questo distretto può essere anche molto deleterio per la postura e per la funzionalità della schiena, infatti molti soggetti col raddrizzamento della lordosi lombare (oggi molto frequente ) possono peggiorare il loro stato funzionale della colonna vertebrale. La famosa tartaruga è solo il frutto della riduzione del grasso che si ottiene in modo sistemico con alimentazione idonea e allenamento di tutto il corpo. L’allenamento selettivo della parete addominale può avere un senso in alcuni casi, ma la mania da addominali può essere controproducente ai fini della funzionalità. Avete mai provato a correre per quattro mesi d’inverno su un tapis roulant? In primavera, alla prima uscita all’aria aperta, correre sembra differente, il giorno dopo le gambe sono piene di DOMS, eppure non avevate mai smesso. Il corpo umano è una macchina multifunzionale, capace di compiere gesti completamente differenti, tuttavia risponde agli stimoli in modo estremamente specifico. Allenereste la maratona allenandovi solo con la bici? Con gli addominali è la stessa cosa, bisogna sollecitarli in modo funzionale in base all’attività che si svolge. Per cosa li allenate ? Per la salute del corpo? Per migliorare la vostra performance sportiva? Li allenate per proteggere la schiena? Chiedetevi in che contesto si attivano 1) Movimenti lenti o movimenti veloci? Questo punto si ricollega a quello precedente. La vostra attività target che velocità richiede? Rapida ed improvvisa oppure lenta e controllata ? In base a questa esigenza avrete la risposta sulla velocità d’esecuzione. Essere rapidi non vuol dire perdere la postura ed essere scomposti ma mantenere il corretto assetto del CORE anche ad alte velocità. È un’abilità che si impara col tempo e gradualmente, ma se le vostre contrazioni saranno sempre lente e controllate gli addominali non si alleneranno mai a reagire a velocità diverse. 2) Sentirli o non sentirli ? Nel bodybuilding è normale sentire il muscolo che lavora , ma nelle attività quotidiane (sport, lavoro) pensate mai che il torchio addominale deve contrarsi? Per questo è importante prediligere esercizi che richiedano la vostra attenzione rispetto ad altri movimenti e non sulla contrazione addominale; saltare su un muretto, schiacciare una palla medica per terra, sono tutte attività che richiedono un’attivazione del CORE inconscia. Durante una partita di Football, un incontro di Karate, o una brusca caduta, non avrete tempo di pensare all’addominale che si contrae. La via inconscia è sempre la più rapida. 3)In piedi o da supino ? Se il vostro sport-lavoro è svolto in piedi non ha senso allenare i addominali da supini . Sdraiarsi su un tappetino e fare dei crunch è il peggiore dei modi per insegnare agli addominali ad attivarsi nella posizione eretta. Un conto è avere finalità ipertrofiche, un altro è imparare a fare esercizi funzionali e di tipo propriocettivo. 4) Allenamento Isometrico o in movimento? La funzione principale degli addominali è quella di contenere i visceri, questa attività ha poco a che fare con il crunch, il quale porta il retto dell’addome ad avvicinare il bacino allo sterno. Pertanto il tipo di contrazione (isometrica o isocinetica) sarà più indicata a seconda della necessità . 5) Ipertrofia, salute o performance? In ultima analisi quando vogliamo sollecitare gli addominali dobbiamo aver ben presente qual’ è il nostro scopo. In base a questo ci saranno esercizi più indicati di altri, più FUNZIONALI al nostro obiettivo. Ad un anziano la tonicità e tenuta dei visceri. Ad un culturista interessa principalmente l’ipertrofia del retto. Ad un atleta la reattività e la sinergia con gli altri muscoli. 6) Isolamento muscolare o allenamento in catena? Nelle normali attività gli addominali si contraggono in catena. Inoltre il CORE è un tutt’uno, e quindi a seconda delle linee di forza si attivano differenti catene muscolari. Per esempio il retto fa parte della catena flessoria composta da: sternocleidomastoideo, gran pettorale, retto addominale, ileo psoas, retto del femore. Quando si attiva questa catena TUTTI i muscoli reagiscono. Ha senso quindi cercare d’isolarli? Esistono mille modi per allenare gli addominali , partite sempre da voi e poi scegliete l’esercizio. Ve ne proponiamo un paio oltre a quelli descritti prima. ALLENAMENTO PER LA PARTE DINAMICA DEL CORE ADDOMINALE: Questo esercizio viene effettuato con i piedi uniti ma non con le gambe flesse il più possibile, in più è opportuno fare appoggiare le mani sulle spalle per non usare eccessivamente lo slancio. Divaricare gli arti inferiori a farfalla, sposta la linea d’azione dell’ ileo psoas . Esso è convolto meno nella catena muscolare. Questo non significa che non lavora, ma la componente nel movimento dei flessori dell’anca viene limitato, andando a trazionare meno le vertebre lombari. E’ opportuno usare un cuscinetto dietro alla bassa schiena in quanto permette di riportare gli addominali alla loro lunghezza fisiologica (riportando la lordosi lombare), questo ci permetterà d’allenare tutto il rom (raggio di movimento) e di non far retrarre il retto addominale. Ecco 5 particolari utili per migliorare l’esecuzione dei Sit ups. 1) Fate un buon riscaldamento prima Fate prima un idoneo riscaldamento in modo da mettere in condizione il vostro sistema nervoso centrale di contrarre molto più efficacemente gli erettori spinali (antagonisti) per proteggere la schiena. 2) Sdraiatevi su un tappetino Nell’eseguire i Sit Ups di solito si tende a muovere molto il bacino. Il contatto della pelle col pavimento crea leggere ma fastidiose abrasioni. 3) Allungate la catena muscolare posteriore Più siete flessibili, minore sarà la resistenza della catena posteriore. I tessuti passivi della fascia (connettivo, collagene) fanno da freno ai movimenti che richiedono ROM e velocità differenti . Pertanto più sarete elastici a livello dei muscoli femorali e più il bacino sarà svincolato e quindi potrà permettervi un’ottima esecuzione. 4) Compensate il movimento Nei soggetti allenati che fanno stacchi e squat con la schiena “iperestesa” è difficile che avvengano squilibri, ma un rafforzamento della catena cinetica anteriore può portare a retrovertere il bacino e ad assumere atteggiamenti cifotici. Per questo è consigliato un rialzo sotto al tratto lombare ; tuttavia per compensare il movimento può essere utile eseguire anche delle estensioni del busto da prono. Questo oltre a rafforzare i paraspinali (essenziali per proteggere la schiena) metterà in allungamento la catena anteriore. I migliori esercizi di stretching sono quelli fatti in modo dinamico e attivo perchè coinvolgono oltre al compartimento connettivale e muscolare anche quello nervoso. 5) Non fermatevi per tanto tempo Conviene utilizzare ritmi più lenti con meno pause piuttosto che partire con ritmi molto veloci e poi fermarsi tante volte. Fate pause brevi, senza attendere che il muscolo si irrigidisca. La parte finale del movimento, dove le spalle superano le anche, è quella con la minor tensione, cercate di allungare questa fase per poi poter recuperare facilmente. ALLENAMENTO PER LA PARTE STATICA ADDOMINALE Il Plank è l’esercizio di base per allenare staticamente gli addominali. esso permette di rafforzare tutto il tronco, collegando piedi e collo. In mezzo a questa struttura, la parte più critica del ponte è tenuta su dal CORE addominale che con la sua contrazione stabilizza tutto il corpo. Il Plank va padroneggiato se si vuole che la forza degli arti inferiori arrivi a quelli superiori o viceversa. Le scapole devono essere abdotte e le spalle anteposte; in questo modo il vostro cingolo scapolo-omerale si bloccherà in spinta, proteggendo le vostre articolazioni. 1) Non perdete la lordosi cervicale Quando vi posizionate per eseguire il Plank, guardate per terrà e mantenete la curva fisiologica (lordosi) cervicale senza appiattirla e senza accentuarla. Questo non metterà in tensione il trapezio, l’elevatore della scapola ed i muscoli sub-occipitali. Trovate un vostro punto fisso dove guardare e concentratevi esclusivamente su quello. Ogni tanto quando la tensione supera la vostra soglia di sopportazione, potete muovere molto lentamente la testa, ma solo se questo vi rilassa, infatti il tutto potrebbe sortire l’effetto opposto e quindi affaticarvi di più. Provate e vedete come va. 2) Alleggerite il muscolo ilieopsoas Nel Plank viene attivata tutta la catena dei muscoli flessori, l’ileo psoas è un muscolo forte ma che si stanca molto facilmente. Può succedere spesso che iniziate a stancarvi a partire dall’attaccatura dell’anca con gli arti inferiori. Il motivo è che a quell’altezza il muscolo ileopsoas sarà affaticato. Cercate di portare la vostra attenzione in quella zona e respirate in modo da alleggerire la tensione. 3) Restare compatti ma decontratti Il Plank collega le forze ascendenti degli arti inferiori con quelle discendenti degli arti superiori, (un ponte rigido si spezza più facilmente). Rimanete compatti ma cercate di restare decontratti, durerete di più. 4) Respirate correttamente Negli esercizi statici in isometria la respirazione svolge un ruolo fondamentale. Riuscire ad eseguire una respirazione lenta e profonda permette di rilassare il corpo. La pressione addominale fa si che la classica respirazione diaframmatica non vada bene. In questo caso è opportuno mantenere tensione nell’addome e nello stesso tempo rilassarlo con piccoli movimenti . 5) Eliminate la rigidità dal trapezio Un’altra zona dolorante che si stanca molto facilmente, sono le spalle, soprattutto in corrispondenza del muscolo trapezio. Mantenere la posizione statica vi permette di bloccare il cingolo-scapolo omerale. Durante la posizione portate le spalle in avanti, e abducete (allontanate) il più possibile le scapole. Questo allungherà i romboidi ed il trapezio, alleggerendo quella zona e proteggendo le spalle da eventuali infortuni. Lo spazio sub-acromiale si perde quando le spalle vengono anteposte, ma se partono già anteposte questo non avviene. 12. IL GRASSO OSTINATO: COSA BISOGNA SAPERE Passiamo ora alla spiegazione di alcune basi di fisiologia: Il numero di cellule grasse che abbiamo da adulti viene deciso sia geneticamente ma anche rispetto a quanto eravamo in sovrappeso da bambini fino a 8 -10 anni. Quindi i bambini grassi da adulti si ritroveranno con tanti adipociti mentre i bambini magri saranno più avvantaggiati. Quando parliamo di grasso ostinato abbiamo come idea qualcosa di stabile che è sempre li : “ho la pancia da vent’anni, ho il grasso sui fianchi da 30”... in realtà il grasso che abbiamo non è mai lo stesso ma viene continuamente cambiato. Infatti gli adipociti (come tutte le cellule del nostro corpo) hanno una nascita e una morte. Abbiamo un turnover cellulare : quello delle cellule grasse è molto lungo (dura 8 10 anni). Tuttavia ogni volta che muore un adipocita un altro si riforma. Il numero preconfigurato di quante cellule grasse abbiamo è il nostro setpoint. Quando parliamo di dimagrimento è sempre difficile modificare il set point: anche per gli obesi che diventano magri e che impiegano anni (oltre i 5). Quindi quando dimagriamo quello che va a cambiare è sempre la forma dell’ adipocita, la sua dimensione, e molto difficilmente il numero. Una particolarità della cellula grassa è la forma sferica, forma che utilizza per occupare il massimo dello spazio disponibile. Una delle teorie emerse ultimamente è che l'adipocita quando dimagriamo si svuota di acidi grassi, e, una volta arrivato a un certo punto per preservare la sua forma sostituisce gli acidi grassi con dell'acqua. Questo è uno dei motivi per cui noi dimagriamo e i risultati sembrano fermarsi. In realtà stiamo continuando a perdere acidi grassi ma esteticamente non lo vediamo più perché vengono sostituiti con dell'acqua e quindi gli adipociti mantengono sempre le loro dimensioni. Per tornare al grasso ostinato, avevamo accennato che non è qualcosa di stabile, perenne o che è sempre li, ma è qualcosa che cambia continuamente. Per spiegarlo dobbiamo considerare che gli adipociti hanno due tipi di recettori : alfa e beta. In realtà il discorso è molto più complesso ma per semplificare diciamo che ci sono dei recettori che liberano gli acidi grassi altri invece che li catturano. Perciò quanto dimagriamo non perdiamo grassi in modo omogeneo ma soltanto in alcune parti mentre per esempio nella pancia degli uomini, esso rimane sempre li. Questo perché mentre alcuni adipociti liberano acidi grassi nel torrente ematico altri li catturano, e così abbiamo alcune zone in cui il grasso persiste. Molte persone vogliono perdere gli ultimi centimetri in determinate zone e il motivo per cui non ci riescono è proprio quello che abbiamo appena spiegato : cioè le cellule adipose appena perdono gli acidi grassi subito li ricatturano. In realtà la battaglia è molto molto dura e bisogna combatterla a livello ormonale attraverso l'alimentazione . 13. ADDOMINALI: IL CONCETTO DI UNITA’ Un conto è quando studiamo l'anatomia sui libri o sui modelli un altro conto e l'anatomia reale. In un modellino di braccio avambraccio io posso sezionare il bicipite, il muscolo brachiale, e il tricipite. Diventa invece molto più difficile se cerco di farlo per esempio su una coscia di pollo; la prossima volta che ne comprate una provate a sezionarla, e provate a dividere i ventri muscolari...sarà molto più difficile !! Diventa difficile all'ennesima potenza se cerchiamo di separare i muscoli dell'addome. Tutti abbiamo ben presente l'immagine di un atlante anatomico in cui si vede il retto addominale (la tartaruga), l’ obliquo interno, l’ esterno e sotto il trasverso. Nella realtà questi muscoli sono sottilissimi e si fondono tra loro diventando un tutt'uno sulla linea alba. Così quando noi pensiamo di isolare o di contrarre uno di questi muscoli abbiamo un'idea errata della realtà perché quando si muove una sezione tutte le altre sezioni vengono influenzate e si contraggono o si rilasciano. Abbiamo così una completa sinergia di tutti i muscoli del core. Vi è mai capitato che allenando gli addominali sentite lavorare anche la schiena? Oppure se siete dei Personal Trainer, quanti clienti avete avuto che si sono lamentati che sentivano lavorare più la bassa schiena rispetto agli addominali durante gli esercizi? C'è una spiegazione a questo: a livello embriologico paraspinali e muscoli addominali hanno un nervo unico e solo successivamente con lo sviluppo si dividono; per questo quando contraiamo ventralmente, anche a livello del dorso c'è sempre una contrazione che permette di proteggere la schiena. Soltanto attraverso un lavoro di propriocezione, quindi soltanto facendo l’esercizio riusciamo ad abbassare il tono degli uni o degli altri ma inizialmente quando compiamo un gesto, a una contrazione davanti dei muscoli addominali risponde sempre anche una contrazione della schiena e viceversa. Tutti abbiamo sentito parlare del famigerato core e della sua importanza; fanno parte del core i muscoli obliqui, il trasverso e il retto. A questi però bisogna aggiungere anche i muscoli della parte posteriore del nostro addome che sono il quadrato dei lombi e i paraspinali (nello specifico il multifido). Tuttavia il nostro core è formato da una “scatola”: quindi abbiamo anche un tetto e un pavimento : il diaframma respiratorio forma la parte superiore e il pavimento pelvico quella inferiore. Abbiamo così una scatola in cui le forze vanno gestite e vanno equilibrate: addominali troppo deboli o troppo forti rispetto alle altre pareti possono creare degli squilibri. Il concetto da portarsi a casa è che gli addominali sono un tutt’uno ed è riduttivo pensare di allenarli per esempio attraverso un crunch: infatti il retto dell'addome fa parte della catena flessoria; quando si attiva (che lo vogliamo o no) segue anche una contrazione dello sternocleidomastoideo, del pettorale, del ileopsoas e del retto del femore. Quindi gli addominali sono sicuramente un argomento da approfondire a livello anatomico e fisiologico per poterli allenare al meglio 14. GLI ADDOMINALI FANNO DIMAGRIRE ? Gli addominali fanno dimagrire ? fanno diminuire Il girovita? NO !!! Dobbiamo dare anche una spiegazione fisiologica del perché : il nostro corpo accumula grasso principalmente in tre settori : sottocutaneo (il grasso antiestetico che cerchiamo di togliere), viscerale (è il grasso pericoloso che sta tra gli organi e non si vede) e intramuscolare (sempre un grasso che non si vede ma che serve come riserva aerobica al muscolo per lavorare). Quando eseguiamo degli esercizi in palestra, il consumo energetico è prevalentemente a carico del glicogeno e del glucosio, quindi degli zuccheri e il consumo dei grassi è molto molto basso. Tuttavia una volta che abbiamo finito di lavorare, il metabolismo nei muscoli che hanno lavorato rimane leggermente più alto e questa volta è prevalentemente a carico dei grassi. Seguendo questa indicazione noi siamo portati a pensare che allenando gli addominali andiamo a riposo a consumare più grassi negli addominali. Ciò è corretto! Il problema è che i grassi che utilizziamo sono quelli intramuscolari e non sottocutanei. Infatti questi ultimi dovrebbero entrare nel circolo ematico, arrivare al muscolo target, e consegnare gli acidi grassi che vengono via via metabolizzati per fornire energia. Quindi in definitiva il dimagrimento localizzato esiste ma non è rilevante perchè è a carico di un grasso che non si vede (ovvero quello intramuscolare). Ultima questione : un conto è quando abbiamo un addome piatto in cui sopra si è depositato del grasso e un po' di pancetta; un conto è quanto abbiamo un addome espanso e dilatato (quello del bevitore accanito): normalmente i muscoli del core si intrecciano perfettamente per esempio obliquo interno e obliquo esterno si intrecciano formando una maglia; il retto dell'addome ha delle fibre verticali mentre il trasverso ha delle fibre orizzontali e poi a seconda della sua sezione diventano più o meno oblique. In ogni caso la composizione biomeccanica delle fibre muscolari è perfetta. Ma quando l'addome incomincia a espandersi queste fibre si allontanano tra di loro e perdono così la loro funzione. Normalmente i muscoli del core soprattutto obliquo interno, obliquo esterno e trasverso hanno la funzione di contenere i visceri. Questo avviene però quando abbiamo una normopostura. Mentre quando abbiamo un addome espanso e dilatato questi muscoli non riescono più a mantenere questa funzione e quindi è inutile cercare attraverso gli esercizi di ridurre la pancia. Dobbiamo prima dimagrire, prima togliere il grasso viscerale e successivamente lavorare per riprendere la funzione normale fisiologica dei nostri muscoli. Anche in questo caso attraverso con l'aiuto della fisiologia siamo riusciti a rispondere a una delle domande più frequenti che quella se gli addominali fanno dimagrire . 15. ILEOPSOAS : QUESTO SCONOSCIUTO C’è un muscolo a cui dobbiamo prestare particolare attenzione quando ci alleniamo e non solo perché una sua attivazione toglie parte del lavoro agli addominali e quindi ai muscoli target, ma anche perché traziona anteriormente le vertebre lombari e quindi può causare lombalgie e dolori articolari. Questo è il muscolo ileopsoas. Tutto quello che abbiamo finora detto in questi ultime 5 righe non è vero!! Per anni in palestra si è demonizzato l’ileopsoas come un muscolo sempre forte, sempre “incazzato”, che non andava allenato, che causava iperlordosi e quindi bisognava prestare particolare attenzione a tutti quegli esercizi che lo attivavano. Vedremo partendo dall’anatomia, come tutte queste affermazioni nella maggior parte dei casi non sono vere . In realtà l’ileopsoas è formato da due muscoli: il grande psoas ed il muscolo iliaco e in una piccola percentuale della popolazione troviamo anche il piccolo psoas. Due muscoli , due innervazioni. Il muscolo iliaco è situato sulla faccia interna dell’ala dell’ileo e si collega assieme al grande psoas sul piccolo trocantere del femore. Se il punto fisso è l'origine, hanno la funzione di essere i principali flessori arto inferiore. Il grande psoas invece ha origine dal corpo vertebrale di D12 (l'ultima vertebra dorsale) fino a L4 - L5 e coinvolge anche tutti i processi costiformi. La sua funzione è (se rimane il punto fisso l’origine) quella di flettere l'anca (l'altro inferiore). Se invece abbiamo una situazione contraria, esso flette la colonna vertebrale. Attenzione : la flette , non la estende !!! Quando noi andiamo in iperlordosi abbiamo un’estensione eccessiva del tratto lombare e non una flessione....adesso cerchiamo di capire perchè. Avevamo detto che la funzione dell’iliaco era quello di antivertere il bacino. Se il grande psoas estende il tratto lombare quindi lo porta in iperlordosi che cosa succede? Il bacino ruota in avanti, le vertebre lombari ruotano indietro, si forma cosi un movimento a ruota dentata che apre la rima articolare anteriormente e quindi crea degli insulti articolari nella cerniera lombo sacrale. Questo tratto della colonna che collega all'ultima vertebra lombare con la prima sacrale è un punto molto delicato e se il sacro nuta in avanti e la vertebra lombare invece va indietro abbiamo uno slittamento e quindi degli insulti articolari. Proprio per questa ragione il grande psoas non estende ma flette per accompagnare il sacro in nutazione. Ma allora perchè per anni ci hanno detto che non dovevamo allenare l'ileopsoas perché sennò ci portava in iperlordosi e faceva male? Perchè i muscoli hanno una determinata funzione quando siamo in normopostura, mentre fuori dalla normopostura possono invertire. Infatti il grande psoas flette la colonna se ci troviamo con una curva fisiologica. Se ci troviamo invece in una situazione già in partenza di iperlordosi e quindi già col bacino antiverso e già con il tratto lombare molto accentuato, i tiranti del grande psoas non passano più anteriormente al corpo della vertebra ma passano posteriormente e cosi aumentano la lordosi e quindi estendono il tratto. Quindi in una persona con una curva normale, il grande psoas flette questo tratto del rachide; mentre in una curva già alterata che presenta già dei problemi perché abbiamo un accentuamento del tratto lombare può portare a iperlordosi. Anche in questo caso il muscolo a seconda della persona svolge un ruolo differente e quindi in persone con iperlordosi, una sua attivazione che rompe questo movimento fisiologico di accompagnamento delle vertebre lombari al sacro può portare problemi. Un'altra leggenda metropolitana è che l’ileo psoas è sempre un muscolo forte e accorciato. Ora sul fatto che è accorciato posso essere in parte d'accordo ; infatti la posizione seduta che manteniamo per molti anni della nostra vita (quando guidiamo, quando siamo a scuola, quando siamo alla scrivania) può portare a un accorciamento di questo muscolo. Sulla forza invece dell’ileopsoas avrei qualche dubbio. Molto spesso un muscolo è “incazzato” perché è debole e non perché è forte e quindi appena va in tensione, i fusi neuromuscolari lo fanno contrarre in modo importante proprio per sopperire a questa mancanza di forza. Basta fare dei test sia di allungamento e sia di forza per verificare se effettivamente su questo oggetto il muscolo è in una condizione di accorciamento e di forza. In generale ricordiamo che un muscolo può essere breve e forte o lungo e debole ma anche breve e debole o lungo e forte. L’attività fisica dovrebbe portare nella direzione del lungo e forte ma ricordatevi sempre di partire dai test sulla persona per capire realmente qual è il quadro. Ultime due considerazioni: il grande psoas ha un ventre molto molto importante, ed è un muscolo che non svolge solo un ruolo di flessione dell'anca di flessione del tratto lombare ma anche un importante stabilizzatore. Proprio per questo allenarlo assieme al core è fisiologico. Sbagliando, cerchiamo sempre di non attivare l’ileo psoas per lavorare gli addominali. Invece la natura ci ha dato una catena che si chiama catena flessoria anteriore. In palestra quando si fanno i crunch normalmente si fanno flettere gli arti inferiori per non coinvolgere l’ileopsoas. In realtà nella maggior parte dei casi questo è sbagliato ! Infatti il corpo non ragiona per muscolo ma ragiona per movimento e non attiva singolarmente un distretto muscolare ma un’intera catena. Quando eseguiamo il movimento del crunch, si attivano sempre (indipendentemente se accorciamo un muscolo oppure no) lo sternocleidomastoideo, il gran pettorale, il retto addominale, l’ileopsoas, e il retto del femore. Quindi se noi accorciamo gli arti inferiori per accorciare un muscolo e permettergli di esprimere meno forza in realtà lo attiveremo comunque, soltanto che la sua attivazione sarà più rapida è più importante. Infatti se andiamo a vedere gli studi elettromiografici vediamo che l’ileopsoas interviene indipendentemente se si flettono gli arti oppure si lasciano distesi . La differenza è che se abbiamo gli arti flessi, la sua contrazione sarà più importante proprio per sopperire la mancanza di forza data dall'accorciamento dei sarcomeri.Infatti se andiamo a vedere gli studi che riguardano i crunch e le lombalgie, vediamo che chi soffre di lombalgia normalmente presenta più problemi se effettua i crunch a gambe flesse rispetto che distese. L’ allenamento del corpo deve essere armonico. Esiste un test per verificare che la forza dell' ileo psoas predomina su quella del core :ci mettiamo supini con le gambe a squadra e cercando di mantenere il tratto lombare aderente al terreno riportiamo gli arti inferiori tesi verso il pavimento.Se durante tutta l'escursione riusciamo a mantenere il tratto lombare aderente al terreno, abbiamo un equilibrio di forza fra core e ileopsoas. Se invece non riusciamo a mantenere il tratto aderente e andiamo in iperlordosi, l’ileopsoas predomina sugli addominali e in questo caso dovremmo adottare delle strategie per potenziare prima il core. Ricordatevi sempre che prima del muscolo c'è il movimento. 16. L’ESERCIZIO PIU’ COMPLETO PER GLI ADDOMINALI Partiamo dal presupposto che se siete i proprietari di una palestra il segreto per averla sempre piena è quella di far fare agli uomini il lunedì addominali en i bicipiti, il mercoledì addominali e bicipiti, il venerdì addominali e bicipiti e gli avete fatto la scheda che desiderano. Peccato che fare gli addominali purtroppo non faccia dimagrire la pancia. C’è questo mito che allenando una zona corporea si dimagrisce proprio lì ma purtroppo non è vero. Il dimagrimento localizzato che sia attraverso l'alimentazione che influenza gli ormoni o che sia attraverso gli esercizi non esiste …o meglio non è rilevante! Se siete un bodybuilder agonista e siete sotto all’8% di grasso ci sono dei protocolli per gli arti inferiori realmente efficaci per mostrare meglio i muscoli. Ma per quanto riguarda la popolazione comune che vuole far scendere il girovita non c'è nessuna correlazione fra fare 10-100-1000 addominali a settimana e dimagrire prima assottigliando la pancia. Anatomicamente gli addominali sono composti da un insieme di muscoli: quella che noi chiamiamo tartaruga è il retto addominale, poi abbiamo anche gli obliqui (interno ed esterno) e il trasverso. A livello funzionale agli addominali (anteriormente) andiamo ad aggiungere posteriormente sulla colonna il multifido che è un muscolo essenziale per la sua stabilizzazione. Il detto “gli addominali si fanno a tavola” purtroppo è vero! Non serve fare i leoni da palestra e fare chissà quanti esercizi perché il retto addominale anatomicamente è composto soltanto da uno spessore di pochi millimetri. I bodybuilder agonisti riescono ad averlo fino a 1 cm o al massimo 2 cm ma la capacità ipertrofica di questo muscolo è in realtà molto molto limitata. La sua funzione è prettamente stabilizzatrice posturale ma il suo range ipertrofico va dalle 6 ripetizioni per gli esercizi più complessi fino alle 20 ripetizioni. Fare serie da 50 addominali ogni tanto ci può anche stare ma è inutile stare a perderci ore ore magari nel fare corsi di gruppo di mezz'ora solo sugli addominali perché in realtà state consumando poche energie che avreste potuto utilizzare per dimagrire di più e a livello ipertrofico state allenando la resistenza di questo muscolo ma non la sua estetica. Per avere degli effetti estetici su retto addominale dobbiamo semplicemente scendere sotto al 12% - 10% di grasso corporeo. Più la pelle o il grasso sottocutaneo a livello dell'addome si riduce e più possiamo vedere questo muscolo. Invece che allenare il core addominale per l’estetica, sarebbe meglio allenarlo per proteggere e aiutare il mal di schiena. Tuttavia il muscolo che esplica questa funzione di protezione sulla schiena non è il retto addominale (che si allena tramite i crunch) ma sono il trasverso e il multifido. Allenare il trasverso tenendo dentro la pancia in posizioni isometriche in contrazione può sicuramente aiutare a contenere i visceri e a proteggere tramite la pressione addominale la nostra schiena. Allo stesso modo molti esercizi per gli addominali prevedono sia una cocontrazione dei muscoli anteriori dell'addome e sia dei paraspinali. In questo modo stiamo contraendo anche il multifido che stabilizza correttamente anche il nostro rachide. Infine a livello di sport e di prestazione sportiva sicuramente allenare gli addominali può avere un senso. Anche qui a livello di prestazione atletica questi muscoli vengono contratti inconsciamente in stazione eretta a livello di catena muscolare. Per l'utente comune, l'allenamento degli addominali è sufficiente due tre volte a settimana, magari un giorno prediligendo esercizi dinamici, un altro giorno magari ci concentreremo invece su esercizi più impegnativi di forza con un numero di ripetizioni inferiori e il terzo giorno andremo a colpire questo distretto muscolare con esercizi statici. In questo modo abbiamo dato una diversità di stimoli, siamo andati a prendere un range ipertrofico che permette al muscolo di rispondere e di adattarsi a tutti gli stress e attraverso una sana alimentazione andremo a ridurre il girovita per finalmente poterli vedere. 17. ALLENIAMOCI NEL VERSO GIUSTO Paragoniamo la corsa con il ciclismo : tutti e due sono sport aerobici. Tuttavia chi è un ottimo ciclista è un mediocre maratoneta e viceversa. Questo perché abbiamo una coordinazione inter e intramuscolare e un’economia del gesto che è specifica per lo sport che facciamo. Se andiamo ancora più sul sottile, chi ha provato di inverno a correre in palestra sul tapis roulant si è accorto che in primavera la prima volta che è andato a correre all’aria aperta aveva sensazioni differenti e il giorno dopo aveva dei doms (dolori). Questo perché il corpo umano risponde in modo estremamente specifico a quello che fa. Gli addominali non sono esenti da questa legge e vanno allenati secondo il loro contesto e la loro funzione. Per esempio i crunch vanno benissimo se il vostro obiettivo è l’ipertrofia muscolare , oppure volete allenarvi ed alzarvi meglio dal letto. Quindi guardate il contesto in cui l'allenamento degli addominali vi è più utile e sviluppate degli esercizi idonei ad allenarli nel loro ambiente target Se analizziamo quanto finora abbiamo detto ci rendiamo conto che l’allenamento in palestra degli addominali è completamente sbagliato rispetto alla loro funzione : per esempio noi li alleniamo da supini quando nella vita di tutti i giorni e nello sport li utilizziamo in stazione eretta. Li alleniamo in modo volontario quando invece la loro contrazione naturale è involontaria inconscia;. Li alleniamo in modo lento e controllato quando invece la loro attivazione nello sport è fluida e dinamica. Li alleniamo isolandoli quando invece si attivano sempre in catena attraverso delle catene muscolari. Li alleniamo in modo concentrico-eccentrico quando invece la loro funzione principale è quella isometrica di stabilizzatori. Quando alleniamo gli addominali dobbiamo sempre avere in mente qual’ è il nostro obiettivo e qual’è il loro contesto. Ricordiamoci che la complessità motoria serve a creare transfer e la propriocezione del muscolo ci insegna a dosare la giusta forza al momento giusto. 18. QUANTE VOLTE DEVO ALLENARE GLI ADDOMINALI ? Una delle domande che si fanno spesso i principianti è : “ quante volte a settimana devo allenare gli addominali?”. Poi vanno in palestra e lo chiedono agli esperti ma quasi sempre la risposta è sbagliata. Cerchiamo di capire perché. Normalmente gli esercizi per gli addominali nelle schede sono sempre presenti :”ogni volta che ti alleni devi fare gli addominali “ sono un po' come le belle donne: vanno bene sempre, infatti c'è chi li mette prima, e c’è chi invece li mette dopo. Cos'è meglio? Visto che la loro funzione è quella di stabilizzare il tronco, se facciamo degli esercizi come lo stacco, lo squat o il lento avanti (per cui dobbiamo avere un controllo del core) è meglio non preaffaticare quest’ultimo. Ha senso allenarli tre volte a settimana? Ha senso allenarli tutti i giorni ? Partiamo dalla anatomia e della fisiologia per rispondere. Se andiamo a cercare su Google da che fibre sono composti gli addominali, vediamo che il primo link ci dice da fibre lente, il secondo dalle fibre veloci, il terzo un po' e un po'. Consideriamo tutte le ipotesi : Un muscolo composto prevalentemente da fibre rosse teoricamente dovrebbe essere allenato su alte ripetizioni e molte volte durante il corso della settimana. In realtà questo tipo di allenamento è fruttuoso non tanto perché andiamo a colpire le fibre muscolari rosse (che ricordiamo non rispondono all'allenamento con un aumento della sezione trasversa quindi con una risposta ipertrofica). L’ipertrofia generata dall’allenamento delle fibre lente è basso e risponde piuttosto diminuendo il catabolismo dell'attività fisica. Quindi cercare di colpire le fibre rosse con l' allenamento per aumentare il diametro non è molto fruttuoso Generalmente gli allenamenti ad alte ripetizioni portano a un aumento del volume perchè consumano glicogeno. Abbiamo così una supercompensazione del glicogeno intramuscolare nel citoplasma per cui la cellula muscolare diventa più grossa perché il glicogeno richiama più acqua e quindi abbiamo quest’ ipertrofia. Quindi ciò non avviene perché abbiamo i sarcomeri che sono aumentati di diametro come succede invece per le fibre di tipo 1. Quindi se le nostre fibre degli addominali sono rosse teoricamente l'allenamento con alte ripetizioni per tante volte a settimana potrebbe essere corretto. E se invece sono le fibre bianche e quindi quelle veloci a prevalere? Allora dobbiamo allenare gli addominali come tutti gli altri gruppi muscolari e quindi un lavoro con sovraccarichi progressivi nel tempo e basse ripetizioni. La frequenza d’allenamento dipende da fattori neurali, per cui a seconda di quanto stressiamo il muscolo, i tempi di recupero si allungano o si accorciano. Però se gli addominali sono composti prevalentemente da fibre bianche l’ipertrofia sarà in risposta al carico. Quindi dobbiamo fare degli esercizi per gli addominali in cui la tensione muscolare è molto alta per generare una risposta ipertrofica evidente in questo tipo di fibre. La risposta vera fisiologica qual è? A noi non interessa se sono composti da fibre bianche o da fibre rosse. Per prima cosa c’è sempre un mix in cui le percentuali non sono mai nettamente diverse (80% vs 20%) ma solitamente abbastanza ristrette (54%-46%) ecc. Gli addominali sono muscoli abbastanza particolari : Infatti quando vediamo le tavole e i disegni anatomici normalmente sono dei muscoli bianchi, mentre tutti gli altri sono rossi; solo addominali e paraspinali invece vengono disegnati bianchi - giallastri. Come mai? La risposta sta nella loro funzione: il core lavora praticamente tutto il giorno (infatti se stiamo in piedi lo alleniamo continuamente) perché è un muscolo che ci aiuta a rimanere eretti anche se noi non ce ne accorgiamo. Il nostro organismo che cosa fa? Dato che il dispendio energetico aumenta quando essi si contraggono e si rilasciano, col tempo, inizia a sostituire alle fibre muscolari del tessuto connettivo che riesce a mantenere la tensione anche senza contrazione. Per cui nella zona addominale è molto presente il tessuto connettivo che non spreca energia, che non richiede ATP e che riesce a tenere in tensione la fascia allo stesso tempo. Questa è la ragione per cui indipendentemente dal tipo di allenamento, la risposta ipertrofica nel core degli addominali sarà sempre al massimo di qualche centimetro e non molto evidente come in tutti gli altri distretti muscolari. Per concludere la nostra visione dell'allenamento degli addominali e del core è la seguente: per gli atleti che non allenano il bicipite e il tricipite singolarmente ma allenano delle alzate e delle skill e non si concentrano più sul singolo muscolo ma si concentrano sul gesto aumentando e migliorando il gesto atletico diventando più forti, più funzionali ,ed anche più ipertofici e più magri è questa è la direzione che andrebbe seguita : l’ipertrofia e quindi una miglior composizione corporea è una conseguenza all'allenamento che essi fanno. In palestra si dice che il carico è un mezzo e non un fine. Noi diciamo che l'ipertrofia è un mezzo e non un fine. Essere più ipertrofici, essere, più magri, con una composizione corporea migliore ci fa essere atleti migliori. Per questo la ricerchiamo. Pertanto l'allenamento degli addominali non sarà mirato ad allenare gli addominali ma sarà mirato ad apprendere delle skill e da esse ci sarà lo sviluppo degli addominali in risposta all’allenamento. La struttura è al servizio della funzione. Alla domanda:” quante volte alla settimana devo allenare gli addominali? La risposta semplicemente sarà: “quante volte ti serve per apprendere quel gesto e per essere padrone di quella skill “. 19. ESERCIZI PER GLI ADDOMINALI BASSI Possiamo davvero tramite un esercizio selezionare una parte del retto addominale nella parte alta e nella parte bassa ? E’ vero che facendo crunch classico e crunch inverso selezioniamo maggiormente addominali alti e addominali bassi? Cerchiamo di fare chiarezza e scopriamolo insieme facendo una piccola analisi pratica partendo dell’anatomia. Normalmente le persone riferiscono una differenza di attivazione tra l'addome alto e l’addome basso riferendosi a quello che è il retto dell'addome alto e il retto dell'addome basso. Da dove nasce questo mito ? Perché sappiamo bene dall’anatomia che la parte sotto ombelicale del retto dell'addome è completamente ricoperta dall’aponeurosi dei muscoli addominali, cosa che non avviene invece sopra l’ombelico. Questa può essere già una spiegazione anatomica che spiega come mai molte persone vogliono allenare maggiormente la parte bassa dato che è meno visibile. Essa è meno visibile un po' perché c'è un maggiore accumulo di tessuto adiposo in quella zona, ma anche perché dal punto di vista anatomico sotto l'ombelico il muscolo retto addominale viene ricoperto interamente dalla guaina dei muscoli obliqui. Quindi fatta questa premessa atomica veniamo però alla parte biomeccanica. Infatti molte persone durante l'esecuzione del crunch classico e del crunch inverso riferiscono sensazioni di lavoro differente tra il retto dell’addome alto e il retto dell’addome basso e da qui nasce il mito addominali alti addominali bassi. Innanzitutto cominciamo col dire che il retto dell'addome è un muscolo unico. E’ impossibile (anche secondo la letteratura) reclutarne una parte alta e una parte bassa a seconda se muoviamo Il tronco o le gambe. Se consultiamo i testi di fisioterapia però noteremo che esistono test di forza per gli addominali alti e gli addominali bassi. Quindi qual è il punto? Che cosa non torna? Essenzialmente in fisioterapia ci si rifà ai test per gli addominali alti e addominali bassi non tanto per quanto riguarda il retto dell'addome (quindi non testa un retto dell'addome alto e un retto dell'addome basso) ma ci si rifà a quelle che sono le differenze di localizzazione e di andamento delle fibre dei muscoli obliqui. Infatti secondo questi test possiamo testare (attraverso il sollevamento delle gambe) alcuni fasci di fibre degli obliqui più bassi che hanno un andamento differente. In questo modo recluteremo maggiormente quelle fibre e non il retto dell'addome basso. Viceversa sollevando il tronco durante un crunch classico avremo invece la possibilità di selezionare maggiormente altre fibre degli obliqui che hanno un altro tipo di andamento è che sono maggiormente favorire durante il sollevamento del tronco. Quindi in definitiva esistono veramente addominali alti e addominali bassi ? Per quello che si intende in palestra cioè il retto dell'addome alto e retto dell'addome basso è un mito assolutamente da abbandonare. Non c'è possibilità di selezionare questo muscolo attraverso esercizi diversi di crunch. Quindi è impossibile allenare addominale alto e quello basso facendo il classico crunch inverso. Quello che invece conta ed è da sapere è che diverse fibre degli obliqui possono essere attivate a seconda delle 2 modalità dell’esercizio. Quindi abbandonate il mito degli addominali alti e degli addominali bassi che nasce esclusivamente dal falso mito del dimagrimento localizzato. Gli esercizi in palestra non bruciano il grasso ma attivano dei muscoli. Per quanto riguarda il crunch classico e il crunch inverso, essi attivano alcune fibre differenti con andamento differente dei muscoli obliqui e non del retto dell’addome. 20. ADDOMINALI BASSI: COME ALLENARLI Addominali bassi : Quali sono gli esercizi più indicati per allenarli e come fare a togliere quel fastidioso strato di grasso sotto ombelicale. Per capire bene la questione addominali dobbiamo partire dalla loro anatomia. Anatomicamente il retto dell'addome è un muscolo unico. Non c'è un addominale alto o un addominale basso. L’unica differenza anatomica è la guaina connettivale che unisce tutto il core: obliqui, retto e trasverso. Questa guaina sopra l'ombelico ricopre il retto addominale sia anteriormente che posteriormente mentre sotto l'ombelico passa soltanto anteriormente. Un’altra distinzione che possiamo fare fra addominali alti e bassi riguarda le fibre degli obliqui (obliquo interno ed esterno) e come si posizionano sul pube. Se quando alleno gli addominali avvicino il processo xifoideo (lo sterno al pube) o viceversa avvicino il pube al tronco la direzione delle fasce di fibre degli obliqui si attiva in modo leggermente diverso. Quindi anatomicamente possiamo trovare rilevante suddividere gli addominali per addominali alti (il classico crunch) e addominali bassi il crunch inverso. Di solito negli addominali bassi abbiamo una flessione dell'anca e quindi un forte coinvolgimento anche del muscolo ileopsoas. L’ileopsoas e gli addominali spesso si contraggono in sinergia, quindi va bene contrarre anche lo psoas perché se il movimento fosse dato soltanto da questo muscolo, il bacino e la colonna andrebbero in antiversione invece la co-contrazione con il retto dell’addome fa sì che la colonna rimanga con le sue curve fisiologiche o addirittura se il retto dell'addome prevale sul ileopsoas invertiamo la curva e appiattiamo la colonna lombare. Quindi a meno che non soffrite di problemi alla schiena, allenare anche l’ileopsoas è fisiologico. Per quanto riguarda invece il dimagrimento purtroppo quello localizzato non esiste. Non è vero che fare gli addominali bassi vi farà il dimagrire prima il girovita! Il grasso localizzato e ostinato sotto l'ombelico viene determinato in primis geneticamente a seconda dei recettori degli adipociti. Anche se seguite una dieta che stimola poco l'insulina probabilmente sarà (se siete degli uomini) l’ultima zona del vostro corpo dove dimagrirete. 21. CORE: DUE ESERCIZI EFFICACI PER GLI ADDOMINALI / LOMBARI Ecco due esercizi per il core che creano tensione sia sulla parte addominale e sia sulla parte lombare e che sono utilissimi per esercizi di forza come squat, panca e stacco e che servono come base per tutti gli altri esercizi per avere una solida base su cui appoggiarsi. Possiamo partire da una base di secondi e peso: quindi possiamo incrementare sia la tenuta per più secondi, sia il peso con cui eseguire questi esercizi. Quindi iniziamo dal livello base per esempio 30 secondi e con un peso o esclusivamente col peso corporeo in cui viene reclutata sicuramente più la parte posteriore e incrementando il peso si crea più compattezza anche sulla parte addominale. Esempio : seguite in superset 3 set da 45 secondi ognuno, in cui avete esclusivamente il tempo di caricare il disco sopra e sotto l'addome . Eseguite il primo esercizio a corpo libero : con la pancia appoggiata sulla panca inspirate e create un equilibrio tra la parte anteriore è la parte posteriore. Quindi dovete riuscire a rimanere perfettamente in equilibrio davanti e dietro senza spostarvi . Cercate di tenere la pancia compatta . Nel secondo esercizio invece dovete appoggiare la parte scapolare sulla prima panca e i piedi sono in appoggio sulla seconda panca e create compattezza sia con i glutei che con la parte posteriore lombare e sia con l’addome. Il resto del corpo è completamente rilassato per riuscire a respirare e a tenere i secondi che vi servono per portare a termine l’esercizio. 22. ESERCIZI ADDOME PER PRINCIPIANTI NEL CALISTHENICS Ecco due esercizi per principianti ma che sono estremamente importanti: Vedremo la barchetta e varianti e la punk con varianti. Essi sono 2 esercizi fondamentali per imparare la hollow position. Per prima cosa andiamo a vedere in cosa consiste questa famosa hollow position. Per hollow position si intende quella posizione che assumiamo tenendo le scapole protratte, depresse col bacino in retroversione. Soprattutto quest'ultima parte è spesso molto difficile per i principianti perché non sanno proprio come attivare il movimento del bacino per andare in hollow position. Per riuscire ad effettuare questo movimento in maniera corretta vi consiglio di mettervi di fianco a uno specchio in modo che vi possiate guardare, state chiusi con le spalle perché cosi sarà più facile poi riuscire a mettere in retroversione il bacino e arrivare quindi alla hollow position. Una volta capita la hollow position ,andiamo a metterla in pratica nei primi esercizi che saranno poi propedeutici a sviluppare via via le isometrie più difficili del calisthenics. Il primo esercizio che andremo a vedere è la barchetta e partiremo dalla sua versione raccolta : Ci mettiamo sdraiati per terra con i femori perpendicolari al terreno quindi terremo un angolo di 90 gradi tra gambe e busto. A questo punto alzeremo le spalle protraendole e reprimendole e retroverteremo il bacino in modo che sia perfettamente a contatto col terreno. Questa non deve essere una posizione di relax, ma dovremo essere costantemente in spinta e sentire una discreta fatica durante l’esecuzione dell’esercizio. Una volta che la nostra barchetta raccolta sarà solida (quando quindi riusciremo a tenerla tranquillamente per circa un minuto) passiamo alla versione completa con le gambe distese a fil-terreno. Anche qui la discriminante sarà la hollow position ovvero protrazione, depressione e retroversione del bacino. E’ importante tenere le gambe a fil-terreno e questo dipenderà anche dalla nostra mobilità: se siamo poco mobili squadreremo di più e se cercheremo di portarle a fil-terreno andremo a perdere la retroversione. Quindi se non riuscite a stare a fil-terreno curate prima la mobilità. Andiamo a vedere invece la plank sui gomiti: ci posizioneremo a terra appoggiando i gomiti al terreno, distenderemo i piedi e poi ci metteremo successivamente in posizione hollow : ovvero protrazione e depressione delle spalle e retroversione del bacino. Non abbiamo una posizione di regressione rispetto a questa (a differenza della barchetta) perché se già andiamo a farla con le ginocchia a terra comunque perderemo la propriocezione sul bacino e quindi risulterebbe molto molto più difficile retrovertere. Una variante della Plank sui gomiti è la plank sulle mani in questo caso spalle e bacino non saranno più in linea e generalmente risulta più difficile a livello propriocettivo riuscire a tenere la hollow nella maniera corretta (cioè con la corretta retroversione del bacino insieme alla protrazione e depressione). Per questo consiglio di inserirla nei vostri allenamenti una volta che dominerete la plank sui gomiti più che a livello di forza a livello propriocettivo. Quando sarete così sensibili da tenere la posizione corretta sui gomiti per un tempo abbastanza lungo (40 secondi o 1 minuto) allora potrete passare alla versione sulle mani che sarà poi utile per andare a sviluppare le altre propedeutiche iniziali della plank. Vediamo una variante della plank : la plank laterale utilizzata per allenare gli addominali laterali. Bisogna posizionare il gomito appoggiato a terra e teniamo la posizione in maniera attiva sul bacino. Non dovremo collassare con esso ma dovremo tenerlo su in maniera attiva. Anche qui andiamo a tenere la posizione per circa 40-60 secondi. Questi due esercizi che abbiamo visto (plank e barchetta) sono comunque due esercizi da principianti da usare inizialmente per imparare a tenere la posizione corretta. Via via che la forza aumenta farete esercizi per l’addome sicuramente più difficili e più efficaci. 23. AB ROLLER WHEEL L’ AB Wheel è uno degli esercizi più complessi per allenare l’addome. Prima di partire con le propedeutiche per arrivare alla versione finale del movimento andiamo a vedere quali sono i prerequisiti. E’ richiesto un livello di forza addominale abbastanza buono e dovete essere degli intermedi per iniziare ad approcciare le propedeutiche dell’AB wheel. Diciamo che dovreste essere in grado di completare il leg raises (ovvero l’esercizio dove siamo appesi alla sbarra e andiamo a toccare con i piedi la punta delle mani senza slancio e senza keep) e fare 8/10 ripetizioni. Poi riuscire a tenere 8-10 secondi l’l-sit alle parallele con le gambe perfettamente parallele. In questo modo avremo la forza sufficiente per affrontare in sicurezza l’ab wheel. Una volta che abbiamo raggiunto il livello richiesto dai prerequisiti possiamo approcciare l’ab wheel. La prima propedeutica è la versione sulle ginocchia. Con i prerequisiti appena elencati saremo sicuramente in grado di eseguire la versione sulle ginocchia per qualche ripetizione. Se invece ancora non riusciamo ad eseguirla, possiamo effettuare la versione negativa ovvero cercheremo di scendere lentamente fino a toccare col petto a terra, poi invece di sforzarci a risalire ci riposizioneremo e scenderemo in negativa oppure potremo anche fare una negativa e fermarci in isometria prima di arrivare col petto al suolo. Quando riusciamo ad eseguire l’ab wheel sulle ginocchia per 11-12 ripetizioni potremo iniziare ad inserire delle difficoltà in più. Per esempio faremo ripetizioni dove faremo una pausa isometrica e poi risaliremo. Oppure useremo un giubbino zavorrato e potremo iniziare a prendere in considerazione l'ipotesi di iniziare a lavorare sulla versione completa del movimento ovvero con le gambe distese. Il passaggio della versione sulle ginocchia alla versione con le gambe dritte è parecchio traumatica: il livello di difficoltà è molto differente e il livello di difficoltà dell’ab wheel completo è infinitamente più grande rispetto alla versione sulle ginocchia, per questo motivo non è detto che arrivare un numero elevato di ripetizioni della versione sulle ginocchia ci darà la forza necessaria per affrontare la sua versione completa. Dovremo quindi cercare delle regressioni : la migliore metodica è sicuramente quella di utilizzare un piano inclinato : praticamente mettendo un piano inclinato e andando via via a diminuire l'inclinazione ma mano che diventeremo forti, riusciremo a mettere su forza in maniera graduale. Un'altra propedeutica per la versione completa è effettuare le ripetizioni non con un R.O.M. (range of movement) completo: quindi ci metteremo a gambe tese, e scenderemo fin quando sentiremo di poter tenere la posizione, e poi torneremo su. Consiglio di non fare le ripetizioni massimali in questo frangente ma cercheremo di tenerci su uno sbilanciamento che ci permetta di fare magari 3-5 ripetizioni e allenarci cosi. Una volta che avremo aumentato ancora di più la nostra forza potremo effettuare la versione negativa, ovvero scendere, toccare col petto a terra, poi riassettarci e poi fare un'altra ripetizione negativa. Quest’ultimo esercizio lo trovo molto utile anche per vincere la paura perché spesso quando ci si ritrova a scendere si ha parecchia paura di non riuscire a tornare su, invece pensare di fare la negativa quindi arrivare a toccare col petto a terra senza avere l'ansia di dover tornare su può essere molto utile. Anche qui possono essere inserite le isometrie: quindi scenderemo fino ad un certo punto (anche qui può essere modulabile la difficoltà) e terremo l’isometria per qualche secondo. Infine abbiamo la versione completa : questo esercizio oltre a richiedere un buon livello di forza richiede anche un buon livello di mobilità per riuscire a retrovertere il bacino. Quindi la versione ideale del movimento è data dal bacino in retroversione o neutro. Cercate di evitare eccessivi spanciamenti durante l’esecuzione. Prestate attenzione anche alle spalle perché quando siamo completamente distesi le spalle sono abbastanza stressate . Durante l’esecuzione dell’esercizio in fase di risalita consiglio di pensare di spingere dall’addome e non dalle braccia; in questo modo sarà più facile attivarci e riusciremo a salire nella maniera corretta. CONCLUSIONI: P urtroppo non esiste l’esercizio universale e perfetto per tutti. Fermo restando che “gli addominali si fanno a tavola “ è quindi opportuno curare molto l’alimentazione e non eccedere assumendo troppe calorie ogni giorno. Per quanto riguarda l’allenamento in palestra bisogna partire sempre dalle caratteristiche del soggetto, dalla sua postura e da ciò che ha fatto in precedenza. Se (per esempio) fare 100 crunch al giorno per 6 mesi non ha portato risultati che senso ha continuare a farli ? (“follia è continuare a fare la stessa cosa credendo di ottenere risultati diversi). Bisognerà capire prima cosa NON fare con quel soggetto (in quanto abbiamo visto che fare esercizi in modo errato non solo non porta miglioramenti ma può addirittura portare peggioramenti ) e poi focalizzarsi su ciò che va bene per lui. Le scienze esatte sono quelle incontestabili : Anatomia, Fisiologia, e Biomeccanica. Si parte sempre da una buona conoscenza di quelle per poi declinare il lavoro sulle teorie che ogni istruttore predilige (non a caso la disciplina si chiama teoria dell’allenamento, quindi una teoria è appunto soggettiva, una scienza esatta è incontestabile). Grazie per la lettura e buon allenamento !!! ALLENAMENTO A CORPO LIBERO: I SEGRETI PER UNA FORMA FISICA PERFETTA E PER AUMENTARE LA MASSA MUSCOLARE SENZA ANDARE IN PALESTRA. (FITNESS, ADDOMINALI, DIMAGRIRE, PERDERE PESO, DIETA, SCHEDE) VOLUME 6 Livio Leone INTRODUZIONE D i credenze sul il fitness ce ne sono a migliaia! Coloro i quali hanno avuto la possibilità di dare uno sguardo dietro le quinte nel settore fitness, hanno spesso visto in prima persona ciò su cui puntano i guru. Certamente il loro scopo non è l’aiutare le persone a mettersi in forma velocemente o a migliorare il loro stato di salute, ma il loro reale scopo è quello di spillare più denaro dai loro conti bancari. E se esistesse un metodo di allenamento collaudato, che non richiede alcuna attrezzatura speciale, nessun abbonamento e nessun supplemento di integratori? Sarebbe una brutta notizia per chi si approfitta dell’ingenuità della gente lucrando sulla loro salute e, viceversa, sarebbe un’ottima notizia per te! Bene, ti dirò che questa tipologia di allenamento esiste, ed è “l’allenamento a corpo libero”. Questa metodologia di allenamento, contiene tutte queste caratteristiche e tante altre ancora. Quando avrai finito di leggere in cosa consiste questo metodo, avrai tutte le informazioni necessarie per costruire un corpo potente e muscoloso e potrai allenarti nel tuo garage di casa o nel tuo giardino! Emozionante non credi? Quando vedrai i risultati finali sarai ancora più emozionato e sorpreso! Ecco alcuni punti fondamentali che scoprirai andando avanti nella lettura: * L'allenamento a corpo libero è una sfida del tutto innovativa. Se hai esperienze di qualsiasi tipo in palestra, potresti essere motivato nel realizzare una nuova ed entusiasmante sfida quale potrebbe essere quella di allenarti a corpo libero, senza l’utilizzo di macchine, manubri o bilancieri. Non dovrai più aspettare che qualcuno finisca di fare la panca e non dovrai più metterti in coda per fare l'ultima macchina in palestra. Farai invece i piegamenti da terra e le trazioni alla sbarra direttamente da casa tua. * Allenamento a corpo libero e grasso corporeo. Non hai gli addominali? Segui il programma di allenamento a corpo libero che sto per mostrarti e avrai i tuoi addominali scolpiti in pochissimo tempo. Molti frequentatori delle palestre si distruggono facendo solo allenamento con i pesi, seguito da qualche minuti di cardio e non riuscendo ad ottenere un adeguato rapporto fra massa magra e massa grassa. * L'allenamento a corpo libero guarisce dagli infortuni e aumenta la flessibilità. Utilizzare i pesi anno dopo anno spesso porta logorio alle articolazioni e tutta una serie di acciacchi che stentano ad andar via. Molti di questi acciacchi andranno via rapidamente quando inizierai a svolgere il tuo programma di allenamento concentrandoti sugli esercizi a corpo libero. Inoltre, alcuni benefici derivanti da esso, (come l’aumento della flessibilità), potranno essere paragonati ai benefici che si hanno praticando lo yoga (che era originariamente utilizzato dai guerrieri indiani come metodo di allenamento!) * Capacità di resistenza e allenamento a corpo libero. Dì addio al tapis roulant. L'allenamento a corpo libero fatto costantemente, costruirà e aumenterà la tua capacità di resistenza, mentre costruirai muscoli! * L'allenamento a corpo libero ti mette in forma senza dover spendere soldi. Oltre ad alcune istruzioni di base per praticare questo tipo di allenamento, potrai allenarti senza alcuna spesa aggiuntiva. Hai bisogno di risparmiare? Ora potrai rimetterti in forma senza andare in una palestra a meno che non sia tu stesso a deciderlo! * L'allenamento a corpo libero aumenta la capacità di resistenza. A dire la verità, i più forti del mondo si allenano quasi esclusivamente a corpo libero. Militari, forze speciali, pugili, lottatori, praticanti di arti marziali, e persino i detenuti nelle prigioni più pericolose del mondo si allenano in questo modo. L'allenamento a corpo libero ti rimetterà in forma rendendoti sano e forte! Bene, cominciamo. Farò del mio meglio per aprirti gli occhi su un approccio completamente nuovo, in modo tale che tu possa raggiungere i tuoi obiettivi in ambito fitness. Preparati a pensare un po' fuori dagli schemi e potresti non voler mai più sollevare un peso in vita tua. CAPITOLO 1 BREVE STORIA DELL’ALLENAMENTO A CORPO LIBERO H o già parlato del fatto che la maggior parte dei "guru" del fitness vorrebbe che l'allenamento con i pesi fosse bypassato e ignorato a favore di idee di allenamento molto meno dure, più moderne, più “commerciali” e “vendibili” ai clienti e ai frequentatori delle palestre. La storia ci insegna che nessun altro metodo di allenamento è stato cosi efficace come quello a corpo libero. Non ci credi? Ecco alcuni punti salienti storici dell'allenamento a corpo libero. * La cultura dei lottatori Indiani. Sapevi che il wrestling indiano come sport (e vicino alla religione) risale a migliaia di anni fa? Al giorno d’oggi lo conosciamo come l'MMA moderno nel suo mix di lotta e prese. I lottatori indiani hanno sviluppato molte serie di esercizi di allenamento a corpo libero, alcuni rinominati nell'ultimo decennio al di fuori dell'India come gli “Hindu pushup” e l’Hindu Squat di cui parleremo più avanti. L'abilità fisica dei lottatori indiani è leggendaria, con programmi ben articolati che includevano oltre 500 piegamenti e 1.000 squat al giorno, sei giorni alla settimana! * I Guerrieri Spartani. Se hai visto una statua o un dipinto di un guerriero spartano, probabilmente avrai visto che nel film "300" la riproduzione era realistica con la reale rappresentazione del fisico spartano. Gli spartani non sollevavano pesi, ma si allenavano usando metodi avanzati a corpo libero con cui si sono costruiti la reputazione di essere uno dei migliori popoli con fisici estremamente scolpiti e muscolosi mai visti sulla faccia della terra. * I gladiatori romani. I gladiatori romani (lontani cugini degli spartani) impiegarono programmi di addestramento simili al loro cugini e i loro risultati furono ugualmente impressionanti. * Charles Atlas e l’American Physical Culturalists. L'idea di costruire un corpo sano, bello e potente nacque per la prima volta nell’età contemporanea all'inizio del 1900. Probabilmente il più popolare e noto di questi appassionati di fitness fu il leggendario Charles Atlas. Charles, insieme alla maggior parte dei suoi contemporanei, era sostenitore convinto dell'allenamento a corpo libero. Infatti questi atleti ottennero corpi atletici, forti e belli da vedere. Google Charles Atlas, Earle Liederman, Jack Lalanne e altri guru del fitness di quell’epoca si meravigliarono di ciò che questi atleti furono in grado di ottenere: meno pesi, meno steroidi anabolizzanti, meno integratori e nel frattempo studiarono anche idee di diete innovative! * Corpi militari. Praticamente tutti i corpi appartenenti alle forze speciali a partire dalla Marina Militare Americana, fino alla RAF britannica, sono stati costruiti con flessioni, trazioni, crunch e così via. Pochissimi continuano ad utilizzare i pesi. Conosci qualcuno in grado di negare il loro alto livello di allenamento relativo allo standard di vita e in funzione della loro forma fisica? * Matt Furey e la nuova tipologia di allenamento a corpo libero. All'inizio degli anni 2000, Matt Furey ha riportato alla luce un intero arsenale di esercizi ignorati e sottovalutati negli anni precedenti. Furey ha il merito di aver rispolverato e riportato in voga questa tipologia di allenamento. Dopo questa rapida carrellata dovrebbe esserti chiaro quali sono le potenzialità e i traguardi che potrai raggiungere grazie all’allenamento a corpo libero. Sei pronto per andare avanti? Ora avrai tutto quello che ti servirà. CAPITOLO 2 PRIMA DI TUTTO – STRETCHING E RISCALDAMENTO I MIRACOLI DEI PIEGAMENTI E DELLE FLESSIONI I ndipendentemente dal tipo di allenamento che farai, la sicurezza viene prima di qualsiasi altro obiettivo. L'allenamento a corpo libero non fa eccezione a questa regola d'oro. In fin dei conti se ti infortuni, non potrai più allenarti, o sbaglio? Quindi presta molta attenzione al riscaldamento e allo stretching prima delle tue sessioni di allenamento. Fai molta attenzione a questo capitolo. I miei suggerimenti sono semplici, ma non devono essere ignorati o modificati! Riscaldamento. Il riscaldamento che precede una seduta di allenamento a corpo libero è molto più semplice rispetto ad alcuni schemi a cui potresti essere abituato se hai fatto molto sollevamento pesi o molto bodybuilding. L'obiettivo finale è quello di far aumentare l'afflusso di sangue e incrementare la tua temperatura corporea prima di effettuare lo stretching preparatorio all’allenamento vero e proprio. Tutto ciò renderà più flessibili è meno rigidi i tuoi muscoli e ridurrà la possibilità di infortuni. Il modo in cui fare riscaldamento è del tutto soggettivo ed è quindi una scelta personale. Per quanto mi riguarda ti suggerisco di dedicare ad esso almeno 10 minuti. Una camminata veloce o una corsetta sono ciò che consiglio di fare per riscaldarti in modo idoneo, ma se preferisci usare la bike o un vogatore andrà bene lo stesso. Molti dei miei amici che praticano arti marziali, fanno riscaldamento alla vecchia maniera, saltando con la corda o esercitandosi a colpire il sacco da boxe. Finché riuscirai a raggiungere l'obiettivo di aumentare la tua temperatura corporea e di migliorare la circolazione sanguigna senza esagerare, sarai libero di scegliere il metodo di riscaldamento che preferisci. Suggerimenti e idee per lo stretching. Il riscaldamento e lo stretching sono indispensabili prima di ogni sessione di allenamento. Dopo aver fatto seguire al riscaldamento altri 10 minuti di stretching ti renderai conto che potrai svolgere efficacemente il tuo allenamento a corpo libero in maniera piuttosto intensa. Non saltare mai lo stretching. Ricordati di fare stretching con calma e in maniera lenta e controllata. Agendo in questo modo non solo avrai risultati ottimali ma eviterai fitte muscolari. Ricordati che stai facendo stretching per evitare le lesioni e non per causarle. Controlla la tua respirazione. La respirazione irregolare può diminuire i benefici dello stretching. Espira nella fase di allungamento e inspira in maniera profonda mentre mantieni il muscolo in allungamento. I magici 30. Mantieni la fase di allungamento per 30 secondi circa. Alcune ricerche hanno dimostrato che questa è la quantità di tempo necessaria per allungare in maniera efficace il muscolo e che offre il massimo beneficio all'atleta. Non allungare mai il muscolo fino a sentire del dolore. Ricorda che lo stretching non deve provocarti del male. La teoria tanto cara a chi fa sollevamento pesi ovvero “nessun dolore → nessun guadagno” può essere applicata ad altri tipi di allenamenti, e non è assolutamente valida per lo stretching. Non dimenticare mai questo suggerimento. Inoltre ti consiglio di valutare lo yoga, in quanto può essere un alleato davvero fantastico dell’allenamento a corpo libero. La falsa credenza che lo Yoga sia solo per le donne sta perdendo sempre più piede di giorno in giorno. Gli stessi calciatori e i rugbisti, insieme ai praticanti di arti marziali miste praticano ed apprezzano questa disciplina. Lo Yoga può aiutarti a migliorare la tua flessibilità oltre che la tua salute psicofisica. Se associato all'allenamento a corpo libero, lo Yoga potrà davvero aiutarti a costruire il tuo fisico ideale nella privacy di casa tua, senza aver bisogno di altre attrezzature molto più sofisticate. Il tempo necessario per fare riscaldamento e stretching è in totale di circa 20 minuti. Dedica a questi 20 minuti la stessa attenzione che poi dedicherai all'allenamento vero e proprio e il tuo corpo ti ringrazierà. Ti ricordo che riscaldamento e stretching sono indispensabili per evitare gli infortuni. Il miracolo dei push up (piegamenti) e dei dips (flessioni). I piegamenti e le flessioni potranno darti i seguenti miglioramenti: un petto duro e robusto, dei tricipiti a “ferro di cavallo”, degli addominali scolpiti, una potenza vertiginosa della parte alta del corpo e infine una riduzione del grasso corporeo. Se dovessi scegliere solo due esercizi da eseguire, piegamenti e flessioni sarebbero indubbiamente i soli e gli unici che farei. I piegamenti. Praticati ovunque, dal cortile della scuola, alla palestra, alla spiaggia, e perfino nei campi di addestramento delle Forze Speciali, i piegamenti (o push ups) sono giustamente considerati come uno degli esercizi migliori e più semplici che potresti fare. Ecco alcuni suggerimenti sui piegamenti da tenere a mente: Utilizza sempre la tecnica corretta. Molti di noi negli anni hanno acquisito cattive abitudini nel modo in cui fanno i piegamenti. Ecco la tecnica corretta: 1 mantieniti rigido e forte e cerca di avere gli addominali in contrazione; 2 i gomiti devono formare un angolo di 45° ai lati del corpo; 3 fai un respiro mentre porti il petto per terra; 4 espira mentre spingi verso l'alto; 5 ripeti; cerca di coinvolgere la tua mente mentre esegui l’esercizio. E’ utile visualizzare i tuoi palmi spingere attraverso il pavimento mentre fai i piegamenti come mezzo per aumentare la tua forza esplosiva. Appoggia i piedi su una sedia, su un letto o meglio ancora su una palla da ginnastica gonfiabile per aumentare l’enfasi del piegamento sulla parte superiore del torace e sulle spalle. Questo potrà aiutarti a sviluppare un torace più ampio e visivamente più bello da vedere. Non aver paura di andarci giù pesante. Non è raro vedere che gli appassionati di allenamento a corpo libero facciano 100 - 250 o addirittura 500 piegamenti ogni tot. giorni. Lascia perdere coloro che si lamentano per gli allenamenti troppo intensi. Aumentare il volume di lavoro, ha dato risultati fantastici a tutti coloro i quali si sono cimentati nell’allenamento a corpo libero facendo tantissimi piegamenti. Questo è esattamente il metodo utilizzato dai militari e anche nelle carceri per costruire dei muscoli molto più forti e più duri. Dopo i piegamenti, il prossimo esercizio da prendere in considerazione sono le flessioni (dips), necessarie a migliorare l'estetica della gabbia toracica e per avere dei tricipiti da vero bodybuilder. Il modo in cui sceglierai come fare le flessioni, dipenderà dai tuoi livelli di forza e di condizionamento e da ciò che hai in casa per farle al meglio. Flessioni alla sbarra. Le tradizionali flessioni alle parallele richiedono la maggior forza all'inizio dell’allenamento. Con le mani su due sbarre (o maniglie), dovrai spingere tutto il tuo corpo usando con potenza le braccia e la parte superiore dello stesso. Molti cortili scolastici hanno le parallele per fare le flessioni e consentirti di allenarti gratuitamente al sole mentre nel frattempo metterai in mostra il tuo torace possente. Flessioni alla sedia. Metti le mani dietro la schiena su una sedia mentre le gambe saranno tese e i talloni saranno appoggiati su una seconda sedia. In questa posizione il tuo corpo dovrebbe essere orientativamente a forma di L. Questo offrirà una versione molto più semplice di questo esercizio, utile per coloro che trovano troppo difficili le flessioni complete. Dip di Atlas Questo è il mio esercizio preferito e prende il nome da un Guru della cultura fisica: Charles Atlas. Posizione di partenza con due sedie di fronte a te a circa 50 cm di distanza a seconda della larghezza delle tue spalle. Metti una mano su ognuna delle due sedie mentre il tuo corpo è esteso dietro in posizione prona metti i piedi sul pavimento ed esegui i piegamenti fra le sedie. Nel 1922 Atlas suggerì ai suoi studenti di farne almeno 200 al giorno. Questo è un esercizio davvero eccezionale che molti allenatori moderni non conosco. Esso potrà essere un punto di svolta per la costruzione dei tuoi pettorali, delle tue spalle e dei tuoi tricipiti. Provalo e rimarrai sbalordito dai risultati che otterrai. CAPITOLO 3 LE TRAZIONI ALLA SBARRA N on potrai mai considerarti forte o in forma se non riuscirai a fare almeno una trazione alla sbarra. Nell'era moderna delle nuove macchine per il fitness tutto fumo e niente arrosto, c'è stata una generazione di istruttori che hanno fatto tutto il possibile per evitare di far fare ai clienti le trazioni a corpo libero. Con tutte queste nozioni che ti ho fornito fino a questo momento, potrai iniziare il tuo percorso di allenamento a corpo libero con la finalità di sviluppare forza e potenza (in base alle tue capacità di partenza), per poi procedere anche nel fare le trazioni alla sbarra. Avrai enormi vantaggi da esse: più trazioni farai regolarmente e migliore sarà il tuo aspetto e le sensazioni che percepirai. Dopo 90 giorni di trazioni, probabilmente ti sembrerà di essere una star del cinema di azione o un supereroe. Segui questi suggerimenti che ti ho dato fino ad ora e arriverai a fare serie da 20 trazioni in pochissimo tempo. Nella fase di costruzione della forza e della potenza, quando farai le trazioni, sarà meglio evitare di arrivare al limite durante le serie. Metti da parte l'orgoglio! All’inizio sarà meglio fare 1-2 trazioni in meno piuttosto che scaricare tutta la tua energia solo su una o due serie. Anche se questo ti potrà sembrare controproduttivo ti darà tantissima energia per poter fare più serie. Gli atleti olimpici si allenano in questo modo. Prova a farlo anche tu! Tira prima coi dorsali! Ricordati di tirare prima coi muscoli della schiena e non con le braccia. Ovviamente i tuoi dorsali sono muscoli molto più grandi e possiedono molta più potenza e resistenza rispetto ai tuoi bicipiti. Ricorda di usare tutto ciò a tuo vantaggio. Punta i gomiti sia in avanti che dietro. Questo ti aiuterà ad attivare i dorsali durante il movimento. Immagina di dare una gomitata nello stomaco a qualcuno dietro di te (come per esempio al tizio che ti ha convinto ad aggiungere questo esercizio estenuante alle tue sessioni di allenamento a corpo libero :-) ) Porta il mento sopra la sbarra Non sarà necessario far toccare il petto alla sbarra come sostengono alcuni istruttori. Se cercherai di far toccare il petto alla sbarra, ricordati che sarà una cosa totalmente inutile e servirà solo ad aggiungere dell’altro peso alla tua schiena. Invece dovrai considerare come punto di riferimento il mento che dovrà superare la sbarra. Perdere grasso. Più magro sarai, migliore sarà la tua abilità nell’effettuare le trazioni alla sbarra. Le persone grasse non fanno mai tante trazioni alla sbarra e gli stessi istruttori che fanno tante trazioni sono spesso e volentieri molto magri. Se ti porrai come obiettivo un alto numero di trazioni alla sbarra, avrai certamente un ottimo stimolo in più per cercare di dimagrire e di perdere peso. Varia la tua presa. Tecnicamente, parliamo di trazioni alla sbarra quando i palmi delle mani sono rivolti verso di te. I Chin up appunto (o trazioni a presa inversa), sono svolti con i palmi delle mani rivolti verso di te. Le prese standard si hanno quando si utilizzano degli anelli che consentono ai palmi delle mani di stare uno di fronte all'altro. Ciò contribuirà ad allenare la tua schiena da diverse angolazioni e inoltre avrai anche una migliore presa e un maggior incremento della forza. Non c'è sensazione migliore dell'essere in grado di alzarsi e di afferrare la sbarra bilanciando facilmente il peso e ripetendo più ripetizioni di trazioni a corpo libero. Questo è un esercizio utilizzato molto poco nelle palestre, ed anche i più grandi e grossi bodybuilder di solito sono incapaci di farlo in maniera perfetta. Cerca di allenarti in maniera intelligente e costante e lascerai tutti a bocca aperta. Tutti ti chiederanno come hai potuto costruire tutta quella forza nel fare trazioni. CAPITOLO 4 GAMBE D’ACCIAIO: ALLENAMENTO DELLE GAMBE SENZA PESI. S e non sei un neofita e in passato hai frequentato le palestre, potresti aver sentito l’idea (del tutto errata) che è impossibile costruire delle gambe grosse e potenti senza sollevare come minimo mezza tonnellata alla pressa oppure senza fare squat con almeno 200 Kg. A questi culturisti non importa che quel tipo di allenamento spesso è deleterio alle ginocchia e in particolare ai menischi, alle cartilagini e ai legamenti. Prova a chiedere ad alcuni bodybuilder agonisti che hanno sollevato centinaia di migliaia di chili alla pressa e allo squat per tanti e tanti anni, e ti garantisco che molti di loro ti diranno che hanno subito almeno un intervento chirurgico al ginocchio. La buona notizia è che le gambe rispondono eccezionalmente bene ai metodi di allenamento a corpo libero. Dimensione, forza, resistenza e giuste forme, sono tutte a portata di mano facendo i seguenti esercizi a corpo libero. Inoltre avrai molte più probabilità di non infortunarti. Cosa vuoi di più? Squat. Esso sarà la base della tua routine di allenamento per le gambe. Incrocia le mani dietro la testa e fai scendere i glutei sul pavimento. Poi fai un salto all’insù e ripeti il movimento. Questo esercizio è chiamato anche lo squat dei prigionieri (o prisoner squats) per la sua popolarità nelle carceri. Inoltre ti darà molta forza esplosiva per le gambe, molta flessibilità e resistenza. Esegui circa un centinaio di ripetizioni per ogni sessione. Un mio amico usa questo esercizio come allenamento cardio completo facendo appunto circa 20-30 minuti di squat. Affondi a corpo libero . Esegui un lungo passo in avanti scendendo il più possibile col bacino. Il ginocchio della gamba posteriore dovrebbe quasi toccare il pavimento. Torna in piedi e ripeti il movimento con la gamba opposta. Questo è un ottimo esercizio da fare insieme allo squat a corpo libero per rafforzare i glutei e per definire ulteriormente i tuoi quadricipiti. Sollevamenti delle punte dei piedi. Potrai fare questo esercizio stando sulle scale, su uno step o su un qualsiasi rialzo utilizzando una gamba per volta. Dovrai semplicemente sollevare la punta del piede coinvolgendo il polpaccio. Poi dovrai scendere il più possibile e infine dovrai ripetere il movimento. Al termine farai la stessa cosa con l'altra gamba ed eseguirai lo stesso numero di ripetizioni che hai seguito con la prima. In questo modo avrai dei polpacci eccezionali. Cerca di fare quante più ripetizioni ti è possibile. Saltelli Sono sicuro che li facevi da piccolo vero? Usa i saltelli sia per definire le gambe, sia come esercizio cardio. Invece di contare le ripetizioni, imposta un timer per un certo periodo di tempo e prova a migliorarti in ogni sessione. Non sorprenderti se il tuo grasso corporeo dovesse diminuire rapidamente, mentre la parte inferiore del tuo corpo diventerà sempre più tonica e più forte. I vecchi insegnanti di ginnastica e di educazione fisica hanno certamente messo in pratica tutti questi consigli molto più di quello che si possa pensare. Questa è un’ulteriore prova che nel campo della forza e dell’allenamento, “nuovo” non è sempre sinonimo di “migliore”. A volte riutilizzare vecchi metodi quasi dimenticati rappresenta un grande vantaggio nella costruzione di un corpo più sano e più muscoloso. Ora tocca a te, dovrai eseguire tutti questi esercizi e dovrai provare questo tipo di allenamento per le gambe di cui ti ho parlato poco fa facendo questi movimenti piuttosto semplici senza la necessità di andare in palestra e di utilizzare le solite macchine. Dovrai focalizzarti sulla potenza e sull'intensità senza mai toccare un peso o salire su una macchina. CAPITOLO 5 BACK e NECK BRIDGES P otrebbe non essere la prima cosa che la gente guarda quando ti abbronzi in spiaggia, ma una schiena forte (per un discorso posturale), potrà salvarti da tutti i tipi di mal di testa che potresti avere in vita tua. Inoltre ti aiuterà ad evitare infortuni sul lavoro e proteggerà la tua colonna vertebrale se praticherai sport di contatto molto intensi. Il tempo trascorso ad allenare la parte bassa della schiena, può essere considerato come una polizza di assicurazione sanitaria da tutti i punti di vista. Due esercizi a corpo libero utilissimi in tal senso sono il back e il nack bridge. Essi sono un’ottima soluzione per la costruzione della parte bassa della schiena. Anche questi esercizi sono completamente ignorati dalla maggior parte dei trainer tradizionali e dei guru del fitness. Non usare mai più quelle stupide macchine che ti fanno estendere la parte posteriore (iperextension). Ecco alcune considerazioni riguardanti il wrestler’s bridge (o ponte del lottatore) È fondamentale prima di fare il tuo primo wrestler’s bridge fare una lezione di prova facendoti seguire da qualcuno che abbia esperienza di Bridges fatti in questo modo. Se questo non ti sarà possibile, allora segui alla lettera i suggerimenti che sto per darti oppure cerca su YouTube e guarda qualche video dimostrativo prima di eseguire questo movimento. Se farai l’esercizio correttamente, avrai la massima sicurezza nel non incombere in infortuni, ma prima dovrai avere una chiara immagine visiva sulla tecnica corretta da utilizzare per essere sicuro di non commettere errori. Inizia con le passeggiate alla parete dette anche wall walks. Mettiti di spalle al muro a circa 60 cm di distanza da esso, inarca la schiena e cammina lentamente spingendo con le mani e continuando a inarcare la schiena. Questo movimento allenerà la parte bassa della schiena per i back e neck bridges in breve tempo. Dettagli sul back bridge (o ponte posteriore). Il back bridge viene eseguito inarcando la schiena e facendo gravare l’intero peso corporeo sui palmi delle mani. Dettagli del nack bridge (o ponte sul collo). Il nack bridge si esegue inarcando la schiena e facendo gravare il peso corporeo sulla fronte e sul collo. In entrambi gli esercizi, cerca di resistere in posizione per un po' di tempo. Punta alla durata degli esercizi e non alle tante ripetizioni. Questi due esercizi ti daranno un'enorme forza, potenzieranno i tuoi muscoli stabilizzatori e infine ti aiuteranno a sviluppare una grandissima forza mentale. Utilizza un cronometro o un timer da cucina. Questo è il modo migliore per incrementare il tempo sotto tensione senza farti distrarre dal conteggio. Fai sempre stretching dopo aver fatto i ponti (bridge). E’ un’ottima abitudine quella di toccare le punte dei piedi facendo stretching in piedi per i femorali dopo aver fatto il ponte posteriore (back bridging), per assicurarti di allenare entrambi i lati dei muscoli e per prevenire eventuali lesioni. Prenditi circa 5 minuti per fare stretching dopo aver fatto il back bridging. Salta questo esercizio se in vita tua hai avuto lesioni alla schiena. Se hai avuto problemi alla parte bassa della schiena, salta i Wrestler’s bridge o chiedi l'autorizzazione al tuo medico prima di fiondarti nell'eseguire l'esercizio. Ricorda che la sicurezza viene prima di tutto. Piegamenti, flessioni, trazioni alla sbarra, wrestler’s bridge: l’allenamento a corpo libero è molto simile all’allenamento di combattimento della vecchia scuola. Sarà davvero difficile (una volta che questo tipo di routine la farai quotidianamente) non sentirti come se ti stessi preparando per un combattimento agonistico. Ti assicuro che sarà una sensazione stupenda. Di certo la tua sfida non sarà salire su un ring ma, uno spirito combattivo e un corpo forte e più sano renderanno tutti gli ostacoli della tua vita molto più semplici da superare. CAPITOLO 6 ANIMA DI ACCIAIO L 'allenamento a corpo libero da enormi vantaggi in diverse aree della persona rispetto ad altre metodologie di allenamento. Il più grande vantaggio fra questi è lo sviluppo una personalità e di un carattere molto forte. Ti sarò chiaro: nessun’altra tipologia di allenamento fatto coi pesi ti porterà ad avere gli addominali scolpiti con la stessa rapidità e con uno sforzo così inferiore rispetto all’ allenamento a corpo libero. Ci sono molte ragioni che ti porteranno ad avere gli addominali scolpiti: prima di tutto i tuoi addominali e la parte bassa della schiena saranno allenati in quasi tutti i principali movimenti. Piegamenti, flessioni, trazioni e squat a corpo libero, sono tutti esercizi che aiutano il corpo nel metter su grosse masse muscolari in quanto lo allenano a 360°. Avrai riscontri positivi da tutti i punti di vista. Inoltre dirai finalmente addio alle infinite ripetizioni di inutili crunch per gli addominali che non hanno mai dato risultati a nessuno. Dubito che questo esercizio di mancherà. Ecco alcuni esercizi a corpo libero che non dovresti mai trascurare per avere degli addominali scolpiti I “V up” o “V” all'insù. Chiamato anche dagli appassionati dell’allenamento a corpo libero della vecchia scuola “Atlas sit up”, l'esercizio andrà svolto da sdraiati con la schiena e con le gambe completamente estese. Dovrai sollevare la parte superiore del corpo mentre solleverai anche le gambe. Dovrai cercare di toccare le punte delle dita delle mani con le punte dei piedi. Mi rendo conto che potrà essere difficile eseguire alla perfezione il movimento se si fuori forma. In tal caso inizia dai normali crunch su pavimento ed esegui l'esercizio dei “V up” da seduto fino a quando non svilupperai più forza. Successivamente inserisci i V up nella tua routine di allenamento il prima possibile. Leg Raises (o sollevamenti delle gambe). Appeso a una sbarra, cerca di sollevare le gambe assumendo una posizione a”L” utilizzando la parte bassa dell'addome. I principianti potranno iniziare sollevando il ginocchio invece di sollevare le gambe tese fino a quando non avranno sviluppato più forza. Plank. Poggiati al pavimento sui gomiti, sugli avambracci e sulle punte dei piedi, mantenendo il corpo teso e dritto e contraendo gli addominali come se stessi per essere preso a pugni nello stomaco. Poi resta fermo per circa 20 secondi. Ti assicuro che sarà già un buon inizio per poi lavorare fino a serie di 60 secondi o più. Side Plank (o plank laterale). Questo è certamente il miglior esercizio per migliorare e per rendere forti e potenti i muscoli obliqui. Sdraiati su un fianco e poggiati sul gomito e sull’avambraccio mantenendo il corpo teso e in linea retta. Poi contrai l'addome (anche in questo caso come se ti stessi preparando per ricevere un pugno nello stomaco). Resta in posizione anche qui per circa 20 secondi e mano mano che irrobustirai gli obliqui, potrai aumentare il tempo sotto tensione. Mountain Climbers Questo è un potente esercizio per tutto il corpo e in particolare per gli addominali. E’ anche estremamente efficace come esercizio cardio. Mettiti in posizione come se volessi eseguire un piegamento. Tieni il peso del tuo corpo sulle braccia e rimani col bacino leggermente all’insù. Da questa posizione esegui l'esercizio portando le ginocchia al petto il più rapidamente possibile. Fallo per qualche minuto e vedrai che suderai parecchio. Questo è un esercizio fondamentale per gli alpinisti. Esegui questi esercizi per circa 90 giorni e avrai busto e torace definiti e molto muscolosi. CAPITOLO 7 ALIMENTAZIONE E IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI ALLENAMENTO I n questo capitolo ti darò le mie dritte per impostare una dieta corretta e per lo svolgimento del tuo programma di allenamento. Ricorda però che queste saranno solo le mie idee e quindi il tuo stile di vita e le tue esigenze individuali potrebbero richiedere qualcosa di diverso. In entrambi i casi, l'allenamento a corpo libero (per come te l'ho descritto) ti consentirà di svolgere il lavoro in modo molto più efficiente di qualsiasi altro circuito di allenamento con le macchine. Esempi e idee di diete. La tua dieta è dettata della tua forma attuale e dai tuoi obiettivi finali. Se sei in sovrappeso e se stai cercando di dimagrire, la tua strategia alimentare ovviamente non sarà la stessa di una persona molto magra che starà cercando di aumentare la sua massa muscolare. Per chi è in sovrappeso, la cosa fondamentale è quella di creare un deficit calorico. Ci sono parecchie diete che ti permetteranno di raggiungere questo obiettivo. Una dieta che si adatta perfettamente al tipo di allenamento che ti ho proposto e che è quasi miracolosa in termini di riduzione del grasso corporeo è il digiuno intermittente. In questo tipo di dieta è essenziale l’assunzione di pochi carboidrati (o la non assunzione degli stessi). Anche la dieta chetogenica o la dieta Atkins hanno dato ottimi risultati in termini di perdita peso nella maggior parte delle persone che le hanno eseguite alla lettera. Sono diete non facili da fare ma funzionano molto bene. Consigli per chi vuole aumentare la massa muscolare. Se stai cercando di aumentare la tua massa muscolare, dovrai necessariamente aumentare l'apporto calorico e allo stesso tempo consumare abbastanza proteine. Le stesse proteine non saranno altro che i mattoni necessari per costruire i tuoi muscoli. Dovresti assumere circa 2 grammi di proteine per kg di peso corporeo suddivise in 5 o 6 pasti al giorno Come impostare il programma di allenamento. Ti mostro ora un esempio di allenamento a corpo libero: Giorno A Allenamento completo a corpo libero e cardio a scelta. 1 riscaldamento e stretching 2 piegamenti per 5 serie 3 flessioni per 3 serie 4 trazioni alla sbarra per 5 serie 5 back bridges per 3 serie 6 squat a corpo libero per 5 serie 7 affondi a corpo libero per 3 serie 8 leg Raises per 5 serie 9 un esercizio per gli addominali a tua scelta per 3 serie 10 un altro esercizio per gli addominali a tua scelta per 3 serie Giorno B: Riposo attivo: leggero stretching, possibilmente cardio, a seconda del livello di affaticamento e della necessità di ridurre il grasso corporeo. Questa non è certo l'unica soluzione su come impostare le tue sessioni di allenamento a corpo libero. Potrai scegliere di fare la tua sessione in base alle priorità di allenamento che darai ai vari distretti corporei. Questo semplice programma che ti ho mostrato aumenterà il tuo metabolismo basale e quindi ti aiuterà a bruciare più grasso a riposo. Pensa fuori dagli schemi e provaci! Sono sicuro che rimarrai soddisfatto. CONCLUSIONI LA MENTE COME MUSCOLO E PER LA DEFINIZIONE DEI TUOI OBIETTIVI. P rima di concludere l'argomento allenamento a corpo libero ti svelerò qual’è il più grande segreto di tutti per sviluppare il corpo che hai sempre sognato. Questo segreto non esclude l'allenamento a corpo libero e si applica al fitness molto più di qualsiasi altro metodo. Vuoi conoscere qual è questo segreto? Il segreto è che non importa cosa stai facendo, o quanto duramente ti stai allenando, o quanto bene stai mangiando, o come stai integrando. Se la tua mente non lavorerà al tuo fianco, non vedrai mai espresso il tuo massimo potenziale in ambito fitness. La tua mente è un muscolo, ed è il muscolo più importante di tutti anche quando si tratta di metterti in forma. Come puoi far lavorare la tua mente a tuo vantaggio piuttosto che contro di te durante l'allenamento a corpo libero? Te lo spiego subito. Il potere del pensiero positivo. Non è mia intenzione parlarti di legge dell’attrazione o di altre cose motivazionali, però posso garantirti che se penserai positivamente, avrai molte più probabilità di raggiungere o addirittura di superare i tuoi obiettivi fisici rispetto a quando sei immerso nei pensieri negativi. Questo è il motivo per cui gli atleti professionisti si “impregnano” di discorsi positivi e motivazionali prima di un evento o di una gara. Alcuni usano addirittura l’ipnosi sportiva per impiantare pensieri positivi nella loro mente e per avere vantaggi considerevoli rispetto agli avversari. Hai mai sentito parlare di gente che si dedica a monologhi interiori negativi prima di un grande evento olimpico? Direi proprio di no! Come potrai trarre vantaggio da tutto ciò? Il modo più semplice sarà prima di tutto quello di bloccare o almeno tentare di bloccare i pensieri negativi prima possibile, ogni volta che ti verranno in mente. Per esempio potrai bloccarli con la seguente affermazione: ”io sono ogni giorno più forte, più veloce, più sano, più attraente e più intelligente”. Potrà sembrarti assurdo, ma se continuerai a ripeterti in continuazione questa semplice frase avrai gettato ottime basi per il tuo successo. Ripeti questa affermazione davanti a uno specchio ogni mattina appena sveglio per un paio di volte e fallo (sempre per un paio di volte) anche la sera prima di andare a dormire. Ti darà ottimi risultati. All'inizio potresti sentirti uno sciocco quando per le prime volte parlerai da solo davanti allo specchio. Lo so, ci sono passato anch'io! Però una volta che ti renderai conto che tutto ciò di cui ti sto parlando funziona, ti garantisco che continuerai a farlo ripetutamente ogni giorno. Impostazione degli obiettivi nell’ allenamento a corpo libero. Quando ti poni degli obiettivi nel fitness ma anche nella vita essi dovranno essere chiari e raggiungibili. Sarà preferibile scriverli. In questo modo starai programmando il tuo subconscio per unirsi a te nella lotta per raggiungere la forma che desideri. Ti consiglio di acquistare un’agenda da utilizzare come diario di allenamento su cui annoterai gli obiettivi da raggiungere settimanalmente, mensilmente e trimestralmente. Per esempio oggi fai 20 flessioni per una serie ma vorresti farne 35 entro la fine del mese? Ok scrivilo: “voglio fare 35 flessioni per una serie entro il 30/mese/anno”. Se il tuo obiettivo è perdere 20 kg di grasso nei prossimi 90 giorni scrivilo! “Voglio perdere 20 kg di grasso entro il…(e ci metti la data)”. Finché questi obiettivi saranno realistici e raggiungibili, ti ritroverai a raggiungerli molto prima di quanto tu possa pensare. Questo è il modo in cui la mente funziona. Dovremmo imparare a usarla a nostro vantaggio il maggior numero di volte. P.S. PER I TRAINER D’ELITE: ESERCIZI AVANZATI A CORPO LIBERO. I n quest'ultima parte parleremo di alcuni esercizi di livello avanzato. Questi esercizi saranno ottimi da svolgere successivamente, quando avrai un’ottima base di partenza in termini di forza e di allenamento in ambito fitness. In questo modo potrai allenarti secondo modalità più avanzate. L'idea che l'allenamento a corpo libero sia solo per i neofiti e per gli inesperti è ridicola. Se qualcuno ti dirà una cosa del genere sfidalo a togliere il suo sedere dalla leg press e a fare una gara di burpees (piegamenti con salto). Oppure sfidalo nel lasciare da parte la lat machine e a provare a fare un muscle up. Questi scienziati del fitness, molto probabilmente accetteranno la sfida e saranno poi ridicolizzati da te. Integra questi esercizi di allenamento avanzato alla tua routine quotidiana e ti renderai conto del livello a cui potrai spingerti e che non avresti mai immaginato di poter raggiungere prima d'oggi. Il burpee. Il burpee è l'esercizio preferito dalle forze speciali americane e britanniche e dai prigionieri di massima sicurezza in tutto il mondo. Il giorno in cui riuscirai a farne 500 di fila significa che ti starai avvicinando ufficialmente ai limiti del sovrumano. Parti in posizione eretta. Poi passa in posizione di squat con le mani per terra (primo passaggio); poi lancia i piedi indietro tenendo le mani per terra (secondo passaggio); subito dopo riporta i piedi in posizione di squat (terzo passaggio); infine dalla posizione di squat salta verso l'alto (quarto passaggio). 1 stai in piedi con le gambe divaricate (ma non troppo); 2 esegui uno squat e poggia le mani per terra; 3 slancia i piedi all'indietro (stessa posizione dei piegamenti sulle braccia); 4 esegui il piegamento; 5 porta i piedi in posizione di squat, salta verso l'alto ed estendi le braccia mentre fai il salto; 6 ripeti; L’ Hindu Pushup (o piegamento Hindu). Chiamato anche “Dand”, è un esercizio che ha sviluppato ottime potenzialità di forza esplosiva nei lottatori indiani per tantissimi anni. Ora è utilizzato dai lottatori di MMA che fanno allenamento total body riscontrando notevoli benefici. 1 I piedi sono sul pavimento, e le mani sono in posizione di piegamento e formano una “V” con il corpo; 2 abbassa i gomiti come se ti stessi chinando sotto una corda; 3 raccogli la colonna vertebrale come se stessi salendo dall'altra parte della corda; 4 ritorna in posizione iniziale; Gli Hindu Pushup sono simili ai bombers pushup da immersione che potresti aver visto qualche volta nei film. Ed eccoci arrivato all'ultimo esercizio che è anche il più difficile. Il Muscle Up Pullup. Non pensare che quando inizierai a mettere massa muscolare sarai ufficialmente un maestro nell’ allenamento a corpo libero. Sarebbe un grave errore. Saranno necessari parecchi anni di esercitazioni per riuscire ad eseguire correttamente il tuo primo Muscle up completo. Se ti applicherai e farai le trazioni alla sbarra, non ti ci vorrà nemmeno tanto tempo. Ecco come eseguire questo esercizio al meglio. 1 Esegui una normale trazione ma “tieni il movimento”; 2 a fine movimento datti uno slancio con le gambe per arrivare ancor più su in modo tale da portare corpo, braccia e gomiti sopra la sbarra. L'obiettivo sarà appunto quello di far arrivare il tuo corpo in cima alla sbarra. 3 Esegui immediatamente un piegamento sulla sbarra. Chiudi i gomiti per un secondo. 4 Scendi e poi sali di nuovo; 5 Ripeti più volte se ci riesci Se non ti è chiaro il procedimento guarda qualche video su YouTube. Bene, ora sei un esperto dell’allenamento corpo libero! Ci sarebbe molto di più da dire, ma dopo averti spiegato gli esercizi base e questi esercizi extra, penso che avrai da fare per un bel po' di tempo. Non c'è niente di meglio che essere in grado di padroneggiare il proprio corpo. In bocca al lupo per il tuo allenamento! ALTRI LIBRI DI LIVIO LEONE 1)SCHEDE DI ALLENAMENTO IN PALESTRA PER IL BODYBUILDING E PER L’AUMENTO DELLA MASSA MUSCOLARE; un’intera programmazione triennale (forma fisica, addominali, definizione, perdere peso, dimagrire) (volume 1) 2) BODYBUILDING: schede di allenamento in palestra per l’aumento della massa muscolare. un’intera programmazione triennale (forma fisica, addominali, definizione, perdere peso, dimagrire) (volume 2) 3) BODYBUILDING: schede di allenamento in palestra per l’aumento della massa muscolare. un’intera programmazione triennale (natural bodybuilding, pesi, forma fisica, addominali, definizione, perdere peso, dimagrire, fitness) (volume 3) 4) ALLENAMENTO: 3 libri in 1: (natural bodybuilding, addominali, schede allenamento, palestra, massa muscolare, definizione, perdere peso, dimagrimento, forma fisica, bodyweight, fitness, calisthenics) 5) ALLENAMENTO: ADDOMINALI: I Segreti di un allenamento muscolare in palestra per avere più addominali scolpiti, mantenendo il tuo corpo sano e con più massa muscolare (training muscolare a corpo libero) 6) BODYBUILDING: diete già pronte per l’aumento della massa muscolare, per dimagrire e per perdere peso. (bodyweight, forma fisica, dimagrimento, addominali, definizione, ricomposizione fitness) 7) BODYBUILDING: come aumentare la tua massa muscolare con l’allenamento in palestra. (natural bodybuilding, pesi, forma fisica, addominali, perdere peso, dimagrire, dieta, fitness, schede) (volume 1) 8) BODYBUILDING: come aumentare la tua massa muscolare con l’allenamento in palestra. 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(Natural Bodybuilding, forma fisica, fitness). VOLUME 2 14) BODYBUILDING: 5 LIBRI IN 1. La raccolta completa sul natural bodybuilding e sull’allenamento in palestra. (massa muscolare, forma fisica, addomionali, perdere peso, dieta, dimagrire, schede, fitness) 15) BODYBUILDING: 4 LIBRI IN 1. La raccolta completa su come aumentare la massa muscolare con l’allenamento in palestra. (natural bodybuilding, dieta, forma fisica, schede, addominali, fitness) 16) BODYBUILDING: 4 LIBRI IN 1. Schede di allenamento in palestra per l’aumento della massa muscolare + diete per aumentare la massa. (programmazione triennale, natural bodybuilding, perdere peso, dimagrire) 17) ALLENAMENTO: Segreti e benefici dell’esercizio fisico e dell’allenamento da casa e in palestra. (corpo libero, massa muscolare, forma fisica, fitness, addominali, dimagrire, perdere peso, dieta, schede) 18) ALLENAMENTO A CORPO LIBERO: I segreti per una forma fisica perfetta e per aumentare la massa muscolare senza andare in palestra. (fitness, addominali, dimagrire, perdere peso, dieta, schede) VOLUME 1 19) ALLENAMENTO A CORPO LIBERO: I segreti per una forma fisica perfetta e per aumentare la massa muscolare senza andare in palestra. (fitness, addominali, dimagrire, perdere peso, dieta, schede). VOLUME 2 20)ALLENAMENTO: 4 LIBRI IN 1: Come aumentare la massa muscolare senza andare in palestra. (Allenamento a corpo libero, da casa, addominali, esercizio fisico, forma fisica, fitness, dimagrire, perdere peso) 21) ALLENAMENTO DA CASA: Trucchi E Segreti Per Aumentare La Massa Muscolare Senza Andare In Palestra (Allenamento A Corpo Libero, Addominali, Esercizio Fisico, Dimagrire, Fitness, Perdere Peso) Volume 1 22) ALLENAMENTO DA CASA: Trucchi E Segreti Per Aumentare La Massa Muscolare Senza Andare In Palestra (Allenamento A Corpo Libero, Addominali, Esercizio Fisico, Dimagrire, Fitness, Perdere Peso) Volume 2 23) ALLENAMENTO DA CASA: 4 Libri In 1 Trucchi E Segreti Per Aumentare La Massa Muscolare Senza Andare In Palestra (Allenamento A Corpo Libero, Addominali, Esercizio Fisico, Dimagrire, Fitness) 24)PERDERE PESO: La Guida Completa Per Dimagrire Velocemente E Mantenere Un’ottima Forma Fisica Restando Sani E In Salute 25) PERDERE PESO: 3 Libri In 1. La Raccolta Definitiva Per Dimagrire Velocemente E Mantenere Un’ottima Forma Fisica. 1.Dimagrire 2.Diete Pronte All’uso 3.Allenamento Addominali 26) BODYBUILDING E ALLENAMENTO IN PALESTRA: 6 LIBRI IN 1. 1-2)Bodybuilding parte 1+parte 2 3)Schede 4)Diete (Massa e Definizione) 5)Allenamento Addominali 6)Allenamento a Corpo Libero RICHIESTA RECENSIONE Bene, sei giunto al termine di questa raccolta. Spero tanto che tu l’abbia trovata interessante ma soprattutto utile per il tuo futuro allenamento in palestra. Ah…dimenticavo….solo un’ultima cosa, per me molto importante….se ti è piaciuto questa raccolta, ti chiedo gentilmente di lasciare una recensione a 5 stelle. Lo so, per te significa perdere un minuto del tuo tempo, ma per me e per chi come te è alla ricerca di qualcosa di veramente utile e pratico significherebbe molto e darebbe un enorme aiuto a me e a loro. Se qualcosa non ti è piaciuta puoi scrivermi una mail a questo indirizzo di posta elettronica: rocket.venture016@gmail.com Stai certo/a che il tuo parere mi sarà utile per migliorare la qualità dei contenuti ed aumentare la soddisfazione di tutti voi lettori. Grazie ancora e…al prossimo manuale !!