Spiega il concetto della “donna-angelo” nella poesia di Dante Tanto gentile e tanto onesta pare. Com’è questa donna? Come si presenta o si manifesta in modo angelico? Perché, secondo te, non è solamente una donna né un angelo ma una cosa ibrida? È un’invenzione di Dante o prende ispirazione da altri poeti? Nel suo sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare, Dante Alighieri proclama una lode della sua amata Beatrice, mostrata come la donna-angelo. Le descrizioni che il poeta ci fornisce dell’amata sono interamente concentrate sulle sue caratteristiche interiori, senza mai fare accenno alle sue qualità fisiche. Dante inizia, difatti, descrivendola nel primo verso come una donna “gentile” ed “onesta,” il cui significato va oltre quello letterale: il primo aggettivo esprime il suo carattere interiore come nobile e puro, mentre il secondo si riferisce al suo comportamento esteriore, rispettoso e dignitoso. Dante vuole dunque puntualizzare il fatto che la bellezza di Beatrice non proviene dal suo aspetto fisico ma dalla sua anima pura che diventa angelica perché riesce ad avvicinare l’uomo a Dio. L’assimilazione di Beatrice è ancora più chiara nella seconda strofa della poesia dove Dante spiega che gli appare come “una cosa venuta da[l] cielo in terra a miracol mostrare.” Questa sua caratteristica di mettere in comunicazione il poeta con Dio si trova in tutta la poesia. Come esempio troviamo nella terza strofa come Beatrice infonde tramite gli occhi “una dolcezza al c[u]ore” e nell’ultima come le sue labbra sembrano emettere un sentimento “soave pien[o] d’amore.” A mio giudizio, nonostante Dante presenti Beatrice come un angelo disceso in terra, la componente umana nella figura donna-angelo risalta comunque nella rappresentazione dell’amata. Infatti, Dante utilizza spesso i tratti femminili comunemente associati alla bellezza fisica della donna, come gli occhi e labbra, per innalzare la donna ad un livello mistico e religioso: è attraverso i suoi occhi che si prova calore nel cuore e sono le sue labbra a regalare un sentimento soave all’anima. Beatrice appare per tante un “ibrido” tra donna e angelo. Infine, la nozione di donna-angelo, sebbene centrale nelle opere di Dante, si fa già presente in opere scritte in precedenza. È la figura dominante del Dolce Stil Novo alla quale i poeti si ispirano per le loro poesie. Nelle strofe della canzone Al cor gentil rempaira sempre amore, Guido Guinizelli innalza la donna al cielo, ella perde la sua materialità e avvicina il poeta alla rivelazione divina. Dante, pur appartenendo alla tradizione stilnovistica, va oltra la concezione della donna come creatura angelica; infatti, Beatrice mette l’uomo in diretta comunicazione con Dio diventando strumento della salvezza divina.