Dati sulla mostra Titolo: La grande guerra degli artisti: propaganda e iconografia bellica in Italia negli anni della prima guerra mondiale Luogo: Firenze, Museo Marino Marini Date inizio-fine: 3 dicembre 2005-25 marzo 2006 Curatore: Nadia Marchioni Artisti partecipanti: Giacomo Balla, Carlo Carrà, Fortunato Depero, Filippo Tommaso Marinetti, Marino Marini, Plinio Nomellini, Cipriano Efisio Oppo, Ottone Rosai, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Lorenzo Viani, Osvaldo Licini, Duilio Cambellotti Allestimento: Luigi Cupellini, Carlo Pellegrini Dati sul catalogo Osvaldo Licini, Soldati italiani (ricordi di una guerra), 1917 e Duilio Cambellotti, Bozzetto per “Allegoria della vittoria”, 1936 Editore italiano: Pagliai Polistampa, Firenze Redattori: Carlo Sisi, Nadia Marchioni, Vincenzo Farinella, Andrea Baldinotti, Umberto Sereni, Pier Marco De Santi, Leonardo Lapiccirella Anno: 2005 Numero di pagine: 305 p. : ill. Misura: 24x31x2,5 Testo descrittivo: "Fuori dalla retorica che l'argomento potrebbe sollecitare - a scapito di forme e contenuti scaturiti invece da un evento che fu di lancinante portata storica, ma anche fecondo nel generare pensieri e azioni di grande coinvolgimento estetico ed emotivo - questa mostra attraversa gli anni della Grande Guerra seguendo le vicende degli artisti in essa coinvolti e delle loro opere, segnate dal dolore e dalla speranza che una tragica dialettica poneva alternatamente all'origine dell'atto creativo". Così è scritto nell’abstract del catalogo di questa mostra, importantissima per la propaganda e l’iconografia bellica italiana della Grande Guerra. È un turbine di idee e sentimenti contrastanti, quello alimentato dalle opere esposte. Le circa 150 opere selezionate fra dipinti, sculture, disegni e incisioni, conducono ad un’emozionante rassegna sul profondo sconvolgimento delle regole, dello status quo; che esposte nella chiesa altomedievale di San Pancrazio da tempo sconsacrata, uniscono il passato, il presente e il futuro: per le implicazioni storiciste della mostra, ma anche di ciò che le opere volevano trasmettere agli originali fruitori (ossia le glorie del passato, ispirandoli a ottenerle nel “presente” del 1915-8); di come noi ne siamo influenzati e come possiamo pensare a mezzi simili usati su di noi e in che modo possiamo e dobbiamo pensare al nostro futuro libero e pacifico. Le impressioni si mischiano e confondono, sia allora che oggi. Nel primo pezzo “I futurismi e l’interventismo” troviamo Carrà, Depero, Marinetti, Severini, Sironi e Balla che possono ben dirsi appartenenti al tempo del ‘‘liberato sogno’’: entusiasmi, esaltazioni, attese, follie, progetti difficilmente comprensibili oggi. Il ‘‘sogno’’ delle avanguardie artistiche si accese all’alba del secolo e si spense dopo pochi decenni sotto le macerie della seconda guerra mondiale. Difficile stabilire se e fino a che punto sia da vedersi in questo o quell’artista, già allegro sostenitore della guerra ma poi anche effettivo combattente, la delusione, il pentimento, il ripudio del ‘‘sogno’’ o non piuttosto una sua riaffermazione su una diversa tonalità. Sebbene la prospettiva propagandistica ed entusiasta sia diffusa in tutti i paesi belligeranti, è da credersi che in Italia essa assuma connotazioni ancor piú marcate che altrove, poiché viene espressa in forme radicali dal movimento futurista, che è decisamente interventista e nega ogni valore al passato. L’esaltazione della guerra come «igiene del mondo» e come festa, la sublimazione di violenza, velocità, macchina, progresso, giovinezza, record, conferiscono a questo movimento un ruolo di cesura che, ancora non presente in altri ambiti culturali o non presente con una intensità analoga, produce esiti dirompenti in campo artistico e letterario e ha forte presa nella propaganda. Riflessioni, attimi, aspettative, eroismo, morte, memorie sono tutte racchiuse in “Iconografia bellica”, dove troviamo il contributo di Sartorio, Licini, Brass, Lorenzo Viani, Banduini, Morando e Nomellini con le tecniche più disparate e nei contesti più diversi, un vero calderone come quello che fu la Grande Guerra. Si passa dalle xilografie agli oli su tela e cartone, matite e carboncini. Qui vediamo come il soldato comune, e non più i sognatori entusiasti, vedano la guerra e la esprimano con fuochi sotto i cieli stellati o durante i momenti di quiete sulle vette innevate. La parte seguente, ‘‘rappresentazione e propaganda’’, procede con i disegni destinati al settimanale della III Armata, ‘‘la Ghirba’’ - cui collaborarono anche Sacchetti, Sironi, Scalarini - e nel quotidiano romano «L’Idea Nazionale», illustrato da Oppo. Nella stessa sezione troviamo anche disegni di Bisi Fabbri e dei suggestivi di Cambellotti. Una propaganda feroce e univoca, come quella di Oppo, cui pareva contrapporsi un solo esempio: il pacifismo progressista delle vignette che Giuseppe Scalarini disegnava per “L’Avanti”. Nell’ultima sezione, ‘‘Mito e celebrazioni’’, incontriamo Chini, Grassi, M. Marini, ancora Viani, Soffici, Carrà, Barbieri, altri lavori di Cambellotti e diversi bozzetti dei bassorilievi in bronzo di Arturo Martini datati 1935 proprio quando l’orgoglio nazionalistico, sull’onda del risentimento per la vittoria “mutilata”, portava già in grembo i presupposti per la nuova e più grande tragedia della seconda guerra mondiale. Nel corridoio che porta al sacello della cripta sono esposti i molti disegni eseguiti da Cipriano Efisio Oppo dal 1915 al 1918 per il giornale nazionalista. Nell’appendice del catalogo il visitatore potrà trovare per la prima volta la riproduzione di tutti i 217 disegni con notizie e commento di Nadia Marchioni. Una documentazione interessante anche soltanto dal punto di vista storico-politico. -.Il catalogo è un’opera di più esperti, a rispecchiare il lavoro di squadra fatto dai nostri avi nelle trincee, che apporta alla conoscenza critica dell’arte italiana del primo Novecento nuovi interessanti contributi sotto il profilo sia estetico che storiografico. Introdotti da Carlo Sisi, troviamo studi di Nadia Marchioni (‘‘L’arte della guerra’’ in Italia nel primo conflitto mondiale: alcuni sondaggi), di Vincenzo Farinella (Immagini della Grande Guerra), Andrea Baldinotti (Gabriele D’Annunzio: la maschera e la morte dell’eroe), di Umberto Sereni (Notizie intorno alla guerra per il Liberato Mondo), e di Pier Marco De Santi (La Grande Guerra nel cinema italiano). -.L’esposizione è dotata di un allestimento efficace e corredata da didascalie sintetiche ma pregnanti, attraverso le quali troviamo anche i lavori di Mario Sironi, dei quali si presentano i bozzetti originali delle illustrazioni che possono essere in mostra direttamente confrontate con la copia del giornale su cui furono pubblicate. La mostra si conclude con alcuni importanti esempi di private riflessioni sul conflitto, che assumono carattere epico o drammatico a seconda della personalità dell’artista e del momento di esecuzione: nel 1918. E’ una scelta di grande qualità quella operata da Nadia Marchioni. La curatrice, rifuggendo la retorica di parte delle opere dedicate alla Grande Guerra, ha operato una scelta sulla qualità formale, scelta che ci regala una mostra davvero straordinaria. La Grande Guerra è stata un’esperienza che ha condotto gli artisti ai limiti estremi delle loro possibilità, nel tentativo di dare forma ad una serie di eventi che sconvolgevano non solo ogni capacità razionale di comprensione, ma anche le regole e le convenzioni del dipingere, sia quelle tradizionali sia quelle nuovissime sorte all’alba del Novecento. Bibliografia: Alessandro Lazzeri, Al Museo Marini :Propaganda e iconografia bellica in Italia negli anni della Prima Guerra Mondiale, redazione Nove da Firenze, 2005, consultato il 4/06/2024 https://www.nove.firenze.it/a509021359-al-museo-marini-propaganda-e-iconografia-bellica-in-italianegli-anni-della-prima-guerra-mondiale.htm Alessandro Lazzeri, La Grande Guerra degli artisti al Museo Marino Marini, redazione Nove da Firenze, 2005, consultato il 4/06/2024 https://www.nove.firenze.it/a512031527-la-grande-guerradegli-artisti-al-museo-marino-marini.htm Giovanni Cordoni, La Grande Guerra degli artisti Firenze, Museo Marino Marini, redazione Exibart, 26/01/2006, consultato il 4/06/2024 https://www.exibart.com/toscana/fino-al-25-iii-2006-la-grandeguerra-degli-artisti-firenze-museo-marino-marini/ Sito Futur-ism, La Grande Guerra, Arte e artisti al fronte, a cura di Fernando Mazzocca e Francesco Leone, 2015, consultato il 4/06/2024 https://www.futurism.it/esposizioni/ESP2015/ESP20150401_MI.htm Sito Leonardo Libri, Roberto Melchionda, I ‘Fochi’ della San Giovanni, 01/01/2006, consultato il 4/06/2024 https://www.leonardolibri.com/recensione.php?i=3493 Roberto Bianchi, Passato e Presente, vol. 70, 2007, pp. 131-133 Tommaso di Carpegna Falconieri, il medievalismo e la grande guerra in italia, 2015, p.253 Memorie di pietra, Testimonianze della Grande Guerra in Liguria, 2018, pp. 122-123