La Civiltà dei Sumeri Il termine Sumero è in realtà il nome dato agli antichi abitanti della Mesopotamia dai loro successori, il popolo semitico degli Accadi. I Sumeri, (o Shumeri da Shumer) infatti, chiamavano se stessi sag-giga, letteralmente "la gente dalla testa nera” e la loro terra Ki-en-gi, "luogo dei signori civilizzati" o secondo altri autori "luogo della lingua sumera”. La parola accadica Šumer (Sumer) utilizzata per indicare la terra dei Sumeri rappresenta, forse, questa parola sumerica in dialetto, ma non è comunque noto perché gli Accadi abbiano chiamato questa terra Šumer. Il biblico Shinar, l'egiziano Sngr e l'ittito Šanhar(a) potrebbero essere delle varianti occidentali per la parola Šumer. La Bibbia dei Settanta a sua volta rende il nome Shinar come Sennaar in greco. • I Sumeri chiamavano se stessi: ùĝ saĝ gíg ga 𒌦 𒊕 𒈪 𒂵 = ”il popolo dalla testa nera”. • I Sumeri chiamavano la propria terra ki-en-gi(-r) 𒆠𒂗𒄀) (’posto' + ’signori' + 'nobile'), cioè ”luogo dei nobili signori”. • Il termine geografico Sumer è la traduzione in dialetto accadico di ki-en-gi(-r). ETA’ DEL BRONZO Sumeri I periodo 2900-2350 a.C. II periodo 2200-2000 a.C. Città stato di Ebla 2500-2250 a.C. Accadi 2350-2200 (invasione degli Amorrei 2000-1894 a.C.) Babilonesi I impero 1894-1595 a.C. Ø Furono la prima popolazione stanziale civilizzata. Ø La civiltà sumerica durò dal 3200 al 2800 e si sviluppò vicino alle foci dei due fiumi: Tigri ed Eufrate. Ø Fu un dominio territoriale basato su di una serie di città Stato. Ø Fondarono numerose CittàStato nel Sud della Mesopotamia. La prima civiltà sumerica durò più di 1000 anni e finì nel 2334 a.c. ad opera del re accadico Sargon Nel 2120 un re sumero sconfisse gli Accadi e ci fu una rinascita neo-sumerica La dinastia sumerica finì definitivamente nel 1950 a.c. per invasioni di altri popoli poi sconfitti dai Babilonesi La società era formata da 3 classi principali: regale, sacerdotale e borghese Le prime 2 possedevano le terre e non pagavano tasse al re La classe borghese era formata da commercianti molto ricchi Vi erano poi gli artigiani che dovevano pagare le imposte e periodicamente offrire la mano d’opera per lavori pubblici Agricoltori e pastori conducevano un tenore di vita basso e non avevano nessun peso politico Numerosi erano gli schiavi, più che altro prigionieri di guerra, ma anche cittadini che non saldavano i loro debiti Le città-stato erano costruite intorno al tempio. Tra le città più importanti: Babel, Ur, Uruq, Lagash e Nippur Queste città erano spesso in guerra tra loro. Le più costruzioni sumere più note, erano le ziggurat, ampie piattaforme terrazzate in cima alle quali sorgevano i templi. La Torre di Babele, descitta nella Genesi, potrebbe essere stata la prima ziggurat. Nel tempio in cima alla ziggurat, la divinità si incontrava con il resacerdote. Lingua e scrittura Il Sumero è una lingua isolata, non collegata a nessun altro linguaggio conosciuto. prima lingua S.O.V. ovvero SOGGETTOOGGETTO-VERBO Il Sumero, che è espresso in caratteri cuneiformi, non è ancora decifrata completamente. Oltre ad inventare la scrittura furono: – I primi Astronomi (individuarono 5 pianeti) – Forse furono gli inventori della ruota. – Gli inventori dell’aritmetica – Misurarono e divisero il tempo in 60 secondi, 60 minuti e 12 ore e i 12 mesi. – Inventarono il carro. – Misero a punto il primo codice di Diritto – Istituirono le prime scuole. Lo Stendardo di Ur Le antiche rovine della città sumera di Ur vennero scavate dagli archeologi nella prima metà del Novecento. A offrire i ritrovamenti piú importanti fu la necropoli, che ospitava circa 1.850 sepolture. Di queste, 16 contenevano corredi funebri ricchissimi – con vasellame, armi, gioielli d’oro, strumenti musicali – e furono perciò considerate dagli studiosi tombe reali. In una di esse, la tomba 779, fu rinvenuto un manufatto di utilizzo incerto, oggi conosciuto come lo «Stendardo di Ur» e risalente al 2600 a.C. Lo Stendardo di Ur è una scatola di legno composta da quattro pannelli, due piccoli e due grandi. Questi ultimi riproducono una scena di guerra e una scena di pace. Il «racconto» di ogni pannello maggiore è a sua volta articolato in tre fasce sovrapposte, divise da preziosi listelli decorati con conchiglie provenienti dall’Oceano Indiano, calcare rosso e minuscoli lapislazzuli. L’Epopea di Gilgamesh Il primo poema epico della storia vede la luce proprio tra i sumeri e racconta le gesta di Gilgamesh, quinto sovrano della città di Uruk, figlio di una dea e di un mortale, vissuto, secondo la leggenda, intorno al 2600 a.C. Dell’Epopea di Gilgamesh esistono differenti versioni, copiate dagli scribi a partire dal II millennio a.C. nelle antiche lingue del Vicino Oriente e ritrovate dagli archeologi negli archivi delle città sumere, babilonesi e assire. Ma comune a tutte le versioni è la straordinaria modernità della storia: Gilgamesh rappresenta infatti tutti gli uomini, di ieri e di oggi, proiettati verso grandi conquiste di civiltà ma sempre costretti a fare i conti con i limiti della propria umanità. Ecco in breve la trama. Gilgamesh non è amato dai sudditi che si sentono da lui oppressi; per questo pregano le divinità di dargli un compagno. Il prescelto dagli dèi è Enkidu, uomo selvaggio che vive a proprio agio tra gli animali. Gilgamesh ed Enkidu sono dapprima rivali. Poi, dopo essersi dimostrati a vicenda coraggio e valore, si giurano eterna amicizia: partono insieme e affrontano numerose avventure. Quando tornano a Uruk, Gilgamesh rifiuta le offerte d’amore di una dea, che per ripicca provoca la tragica morte di Enkidu. Gilgamesh è colpito negli affetti piú profondi e non si dà pace, sentendosi responsabile per la scomparsa dell’amico. Inizia cosí un lungo viaggio alla ricerca del segreto dell’immortalità, durante il quale ascolta anche la narrazione del Diluvio Universale, che qui giunge a noi nel suo piú antico resoconto. Solo per pochi istanti Gilgamesh rivedrà Enkidu, risalito sulla terra per descrivere all’amico le tristi condizioni dei morti nell’aldilà. L’eroe deve infine rassegnarsi: l’uomo è mortale, la vita fisica è il suo unico orizzonte. La stele di pietra di Hammurabi è alta 2 metri e 20 centimetri, di forma quasi cilindrica, ricoperta su entrambi i lati da caratteri cuneiformi che presentano il contenuto del Codice di Hammurabi. Grande spazio è riservato alla famiglia, considerata la cellula fondamentale su cui si regge l’intera società. L’uomo, nelle vesti di padre o marito, esercita un potere pieno sulla vita di figli e moglie ma la sua volontà, come appare chiaramente dagli articoli seguenti, trova un limite nella legge. Le donne babilonesi seppero ritagliarsi uno spazio concreto di libertà. Venivano escluse dall’eredità di famiglia e, in caso di adulterio, erano condannate a morte, contrariamente a quanto accadeva per l’uomo. Potevano frequentare le scuole, diventare sacerdotesse, ricoprire cariche pubbliche, commerciare e, soprattutto, difendere in tribunale i propri diritti.