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2-Laculturasumera 1

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La Civiltà dei
Sumeri
Il termine Sumero è in realtà il nome
dato agli antichi abitanti della
Mesopotamia dai loro successori, il
popolo semitico degli Accadi. I Sumeri,
(o Shumeri da Shumer) infatti,
chiamavano se stessi sag-giga,
letteralmente "la gente dalla testa nera”
e la loro terra Ki-en-gi, "luogo dei
signori civilizzati" o secondo altri autori
"luogo della lingua sumera”. La parola
accadica Šumer (Sumer) utilizzata per
indicare la terra dei Sumeri rappresenta,
forse, questa parola sumerica in dialetto,
ma non è comunque noto perché gli
Accadi abbiano chiamato questa terra
Šumer. Il biblico Shinar, l'egiziano Sngr
e l'ittito Šanhar(a) potrebbero essere
delle varianti occidentali per la parola
Šumer.
La Bibbia dei Settanta a sua volta rende
il nome Shinar come Sennaar in greco.
• I Sumeri chiamavano se
stessi: ùĝ saĝ gíg ga 𒌦
𒊕 𒈪 𒂵 = ”il popolo
dalla testa nera”.
• I Sumeri chiamavano la
propria terra ki-en-gi(-r)
𒆠𒂗𒄀) (’posto' +
’signori' + 'nobile'), cioè
”luogo dei nobili signori”.
• Il termine geografico Sumer
è la traduzione in dialetto
accadico di ki-en-gi(-r).
ETA’ DEL BRONZO
Sumeri I periodo 2900-2350 a.C.
II periodo 2200-2000 a.C.
Città stato di Ebla 2500-2250 a.C.
Accadi
2350-2200
(invasione degli Amorrei 2000-1894 a.C.)
Babilonesi I impero 1894-1595 a.C.
Ø Furono la prima
popolazione
stanziale civilizzata.
Ø La civiltà sumerica
durò dal 3200 al
2800 e si sviluppò
vicino alle foci dei
due fiumi: Tigri ed
Eufrate.
Ø Fu un dominio
territoriale basato su
di una serie di città
Stato.
Ø Fondarono
numerose CittàStato nel Sud della
Mesopotamia.
La prima civiltà sumerica durò più di 1000 anni e finì nel
2334 a.c. ad opera del re accadico Sargon
Nel 2120 un re sumero sconfisse gli Accadi e ci fu una
rinascita neo-sumerica
La dinastia sumerica finì definitivamente nel 1950 a.c.
per invasioni di altri popoli poi sconfitti dai Babilonesi
La società era formata da 3 classi principali: regale, sacerdotale e
borghese
Le prime 2 possedevano le terre e non pagavano tasse al re
La classe borghese era formata da commercianti molto ricchi
Vi erano poi gli artigiani che dovevano pagare le imposte e
periodicamente offrire la mano d’opera per lavori pubblici
Agricoltori e pastori conducevano un tenore di vita basso e non
avevano nessun peso politico
Numerosi erano gli schiavi, più che altro prigionieri di guerra, ma
anche cittadini che non saldavano i loro debiti
Le città-stato erano
costruite intorno al
tempio.
Tra le città più
importanti: Babel,
Ur, Uruq, Lagash e
Nippur
Queste città erano
spesso in guerra tra
loro.
Le più costruzioni
sumere più note, erano
le ziggurat, ampie
piattaforme terrazzate
in cima alle quali
sorgevano i templi.
La Torre di Babele,
descitta nella Genesi,
potrebbe essere stata
la prima ziggurat.
Nel tempio in cima
alla ziggurat, la divinità
si incontrava con il resacerdote.
Lingua e scrittura
Il Sumero è una lingua
isolata, non collegata a
nessun altro linguaggio
conosciuto.
prima lingua S.O.V.
ovvero SOGGETTOOGGETTO-VERBO
Il Sumero, che è
espresso in caratteri
cuneiformi, non è
ancora decifrata
completamente.
Oltre ad inventare la scrittura
furono:
– I primi Astronomi
(individuarono 5 pianeti)
– Forse furono gli inventori
della ruota.
– Gli inventori
dell’aritmetica
– Misurarono e divisero il
tempo in 60 secondi, 60
minuti e 12 ore e i 12 mesi.
– Inventarono il carro.
– Misero a punto il primo
codice di Diritto
– Istituirono le prime
scuole.
Lo Stendardo di Ur
Le antiche rovine della città sumera di Ur vennero scavate dagli archeologi nella
prima metà del Novecento. A offrire i ritrovamenti piú importanti fu la necropoli,
che ospitava circa 1.850 sepolture. Di queste, 16 contenevano corredi funebri
ricchissimi – con vasellame, armi, gioielli d’oro, strumenti musicali – e furono
perciò considerate dagli studiosi tombe reali. In una di esse, la tomba 779, fu
rinvenuto un manufatto di utilizzo incerto, oggi conosciuto come lo «Stendardo di
Ur» e risalente al 2600 a.C.
Lo Stendardo di Ur è una scatola di legno composta da quattro pannelli, due piccoli
e due grandi. Questi ultimi riproducono una scena di guerra e una scena di pace. Il
«racconto» di ogni pannello maggiore è a sua volta articolato in tre fasce
sovrapposte, divise da preziosi listelli decorati con conchiglie provenienti
dall’Oceano Indiano, calcare rosso e minuscoli lapislazzuli.
L’Epopea di Gilgamesh
Il primo poema epico della storia
vede la luce proprio tra i sumeri e
racconta le gesta di Gilgamesh,
quinto sovrano della città di Uruk,
figlio di una dea e di un mortale,
vissuto, secondo la leggenda,
intorno al 2600 a.C. Dell’Epopea di
Gilgamesh esistono differenti
versioni, copiate dagli scribi a
partire dal II millennio a.C. nelle
antiche lingue del Vicino Oriente e
ritrovate dagli archeologi negli
archivi delle città sumere, babilonesi
e assire. Ma comune a tutte le
versioni è la straordinaria modernità
della storia: Gilgamesh rappresenta
infatti tutti gli uomini, di ieri e di
oggi, proiettati verso grandi
conquiste di civiltà ma sempre
costretti a fare i conti con i limiti
della propria umanità.
Ecco in breve la trama. Gilgamesh non è amato dai sudditi che si sentono da lui
oppressi; per questo pregano le divinità di dargli un compagno. Il prescelto dagli
dèi è Enkidu, uomo selvaggio che vive a proprio agio tra gli animali. Gilgamesh
ed Enkidu sono dapprima rivali. Poi, dopo essersi dimostrati a vicenda coraggio
e valore, si giurano eterna amicizia: partono insieme e affrontano numerose
avventure. Quando tornano a Uruk, Gilgamesh rifiuta le offerte d’amore di una
dea, che per ripicca provoca la tragica morte di Enkidu. Gilgamesh è colpito
negli affetti piú profondi e non si dà pace, sentendosi responsabile per la
scomparsa dell’amico. Inizia cosí un lungo viaggio alla ricerca del segreto
dell’immortalità, durante il quale ascolta anche la narrazione del Diluvio
Universale, che qui giunge a noi nel suo piú antico resoconto. Solo per pochi
istanti Gilgamesh rivedrà Enkidu, risalito sulla terra per descrivere all’amico le
tristi condizioni dei morti nell’aldilà. L’eroe deve infine rassegnarsi: l’uomo è
mortale, la vita fisica è il suo unico orizzonte.
La stele di pietra di Hammurabi è alta 2
metri e 20 centimetri, di forma quasi
cilindrica, ricoperta su entrambi i lati da
caratteri cuneiformi che presentano il
contenuto del Codice di Hammurabi.
Grande spazio è riservato alla famiglia,
considerata la cellula fondamentale su cui si
regge l’intera società.
L’uomo, nelle vesti di padre o marito,
esercita un potere pieno sulla vita di figli e
moglie ma la sua volontà, come appare
chiaramente dagli articoli seguenti, trova un
limite nella legge.
Le donne babilonesi seppero ritagliarsi uno
spazio concreto di libertà. Venivano escluse
dall’eredità di famiglia e, in caso di adulterio,
erano condannate a morte, contrariamente a
quanto accadeva per l’uomo.
Potevano frequentare le scuole, diventare
sacerdotesse, ricoprire cariche pubbliche,
commerciare e, soprattutto, difendere in
tribunale i propri diritti.
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