UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO DIPARTIMENTO DI MANAGEMENT Corso di Laurea Magistrale in Finanza Aziendale e Mercati Finanziari Tesi di Laurea Magistrale in Private and Corporate Banking Il ruolo dell’User Experience per la fruizione dei servizi bancari digitali: l’analisi del rating “Google Play Store” relativamente alle applicazioni mobile delle banche native digitali europee. Analisi dei nuovi trend dei servizi bancari digitali Europei diretti al consumatore privato per “Links Foundation” Relatore: Professore Enrico Battisti Correlatore interno: Professoressa Monica Cugno Correlatore esterno: Dottor Luca Fasolo Candidato: Gaetano Cigna Matricola: 769201 Anno Accademico 2018-2019 1 Riconoscimenti Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicino in questo lungo percorso. Ringrazio Luca Fasolo per avermi dato la grande opportunità di svolgere il tirocinio presso “Links Foundation” e per avermi supportato nel proporre come argomento della tesi un tema di estrema attualità e di rilievo professionale. Ringrazio Alessandro Zerbetto e Monica Cugno per avermi accompagnato durante l’attività di ricerca ed elaborazione dei dati, in particolare Alessandro che oltre al supporto didattico è stato un punto di riferimento. Ringrazio tutti i membri del team dell’ufficio Open Innovation and Strategic Scounting di Links Foundation presso il quale ho effettuato il tirocinio, per avermi aiutato nei momenti di difficoltà durante lo stage. Grazie alla mia famiglia: i miei genitori e mio fratello che hanno sempre creduto in me e mi hanno sostenuto in ogni momento del mio percorso scolastico. Grazie alla mia ragazza che è diventata una compagna di vita, mi ha aiutato nei momenti difficili ed è sempre felice di vedermi e passare del tempo insieme. Grazie a Mariapia Peirano che mi ha motivato a migliorare l’attività di lettura e scrittura di testi ufficiali. Grazie a tutti i miei amici, anche voi avete contribuito nei momenti più allegri e di sfogo, che per me sono fondamentali. 2 INDICE Riconoscimenti Estratto 1. Introduzione 1.1. L’evoluzione del sistema bancario 7 2. Analisi della letteratura 2.1. Il retail banking verso il digitale 9 2.2. Il trend del Fintech 17 2.3. La regolamentazione in ambito di pagamenti 25 2.4. Lo scenario competitivo del mercato bancario digitale 37 3. Metodologia e Scouting 3.1. La tipologia delle banche native digitali con Links Foundation 45 3.2. I modelli B2C dei nuovi attori 55 3.3. Mobile Banking e UX per la fruizione dei servizi bancari digitali 60 4. Analisi statistica dei dati raccolti 4.1. Obiettivo della ricerca 64 4.2. Metodologia 65 4.4. Analisi descrittiva delle variabili 68 4.5. Risultati 75 Conclusioni Appendice Bibliografia 3 Estratto L’oggetto della tesi di ricerca nasce dalla proposta di “LINKS Foundation”, unità di ricerca e innovazione per la società, appartenente al gruppo “Compagnia di San Paolo”, con lo scopo di effettuare una serie di analisi del mercato e dello stato di avanzamento del trend delle banche native digitali verso il consumatore privato, con l’obiettivo dare un contributo di valore in ambito sia professionale sia accademico. Negli ultimi decenni l’evoluzione della società globale, dovuta all’implementazione delle nuove tecnologie digitali, ha portato un rilevante cambiamento nei mezzi di comunicazione, nell’acquisizione di prodotti e nella fruizione di servizi. L’applicazione delle ultime tecnologie, sostenute da ingenti investimenti in innovazione, hanno generato nuovi scenari di mercato in cui grandi società sfruttano l’architettura digitale come meccanismo operativo su cui strutturare ogni processo aziendale, per soddisfare il cliente in modo veloce, tempestivo ed efficace. Tra i tanti settori industriali, l’ambito bancario sta vivendo una radicale rivoluzione. Oggi l’attività bancaria retail è orientata verso un approccio multicanale, in cui la complessità operativa viene esacerbata dalla necessità di fronteggiare continui adeguamenti normativi, che comportano un aumento dei costi e una conseguente perdita di reddittività. L’innovazione e l’utilizzo delle nuove tecnologie diventano dunque elementi strategici al fine di mantenere la capacità di intercettare una clientela sempre più esigente, che viene tentata da nuove società entranti e colossi aziendali provenienti da settori diversi. Da questa situazione contingente, la ricerca effettuata vuole andare a indagare in modo chiaro i differenti soggetti che operano sul mercato, definendo un panorama complesso. L’analisi parte con un processo di scouting e indagine delle banche native digitali, cercando di individuare le variabili e gli elementi che caratterizzano gruppi di operatori economici. Tale fase definisce uno scenario molto variegato con la classificazione delle banche native digitali in cinque tipologie: Beta Banks, Neobanks, Challenger Banks, Big Tech’s Banks e Retailer’s Banks basate su cinque dimensioni: licenze, attori, approccio, esperienza del mercato bancario e core business. 4 In secondo luogo si pone l’attenzione sul concetto di User Experience, fattore critico di successo per una banca nativa digitale, sul quale è stato costruito un modello di analisi statistica. Tale modello utilizza il rating definito dagli utilizzatori delle app, in grado di approssimare la qualità percepita dello strumento, come variabile dipendente. Altre variabili vengono utilizzate come indipendenti, al fine di indagare quali siano gli elementi in grado di influenzare la qualità dello strumento digitale. La tesi di ricerca ha come principale obiettivo quello di approfondire il tema legato alle banche native digitali: in particolare conoscere quali sono i competitori e le opportunità di business che offre il nuovo mercato bancario digitale. Keywords User Experience, Banche Native Digitali, Fintech, Industry 4.0 5 1. Introduzione 1.1. L’analisi dell’evoluzione del settore bancario Negli ultimi decenni il sistema bancario italiano, così come quello europeo, è stato influenzato da molteplici fattori che lo stanno cambiando radicalmente; tra questi troviamo la crisi finanziaria dei mutui sub-prime nel 2007 negli U.S.A, lo sviluppo di nuove tecnologie, la nascita dei social media, la mancanza di investimenti in innovazione degli operatori bancari e la debolezza del contesto macroeconomico europeo. Gli effetti della crisi sono stati disastrosi per il settore bancario europeo: tra il 2009 e il 2018 i crediti verso la clientela hanno registrato un moderato calo -5,5%, titoli in circolazione nettamente ridotti tra cui prevalentemente obbligazioni bancarie 55,2%, incremento dei debiti verso la clientela causati dalla crisi generalizzata e rischio paese, con successivo impatto negativo sull’economia reale.1 Oggi il settore bancario in Italia sta provando a gestire scenari complessi, con operatori concentrati su diversi ambiti come la gestione del rischio, la regolamentazione e sul recupero di efficienza e reddittività a causa una serie di variabili tra cui l’accresciuta volatilità delle variabili finanziarie, il processo di “disintermediazione”, l’orientamento verso politiche di vigilanza prudenziale, la crescente apertura dei mercati finanziari internazionali. Per questo motivo, dopo un incontro con il Dott. Luca Fasolo - Head Of Open Innovation and Strategic Scouting e Ph.D Alessandro Zerbetto abbiamo convenuto a considerare la possibilità di effettuare il tirocinio di laurea magistrale riguardo l’approfondimento del trend emergente della digitalizzazione del settore bancario. L’analisi è stata sviluppata soprattutto facendo riferimento a testi di carattere professionale quali riviste e quotidiani economici, database, report e paper istituzionali. Inoltre è stato consultato il libro di Chris Skinner “Digital Bank” il quale ha dato un contributo concettuale di rilievo per la tesi di ricerca. Durante l’analisi sono emersi molti temi di discussione che hanno portato alla successiva analisi dei principali driver del trend del Fintech e dell’evoluzione del 1 https://assets.kpmg/content/dam/kpmg/it/pdf/2019/02/Evoluzione-sistema-bancarioitaliano.pdf 6 mercato bancario. Per quanto riguarda l’analisi bibliografica si fa riferimento al libro Tenendo conto di come sono cambiate le dinamiche settoriali e di mercato abbiamo voluto fare chiarezza su quali attori presidiano oggi il mercato e quali iniziative stanno introducendo nel settore, definendo le tipologie di banche native digitali emerse negli ultimi anni. Successivamente, l’analisi si concentra su un altro fattore complementare rispetto agli attori del sistema, come cambiano i modelli di business, quali sono i servizi offerti e come possiamo trovare degli indicatori validi appurare la qualità del servizio basato sul digitale. Il tema di innovazione ha suscitato immediata attenzione e motivazione per la ricerca di Tesi di Laurea Magistrale. 7 2. Analisi della letteratura 2.1. Il retail banking verso il digitale Il sistema finanziario è un insieme complesso di rapporti di credito e debito di tipo dinamico e multi-relazionale, costruito su una fitta rete di legami contrattuali che mette in collegamento - attraverso il canale diretto dei mercati finanziari e quello indiretto degli intermediari finanziari - tutti gli attori del sistema economico2. In Italia, come anche in altre nazioni europee, vige un sistema finanziario di tipo banco-centrico in cui il ruolo degli istituti di credito diviene cruciale per sostenere l’economia del paese: le attività di raccolta del risparmio e finanziamento ai privati e alle imprese vengono svolte soprattutto dagli intermediari finanziari piuttosto che dai mercati finanziari. Nei paesi con una struttura produttiva in cui il ruolo della piccola impresa è determinante per l’industria e per l’occupazione, le banche rivestono un ruolo preminente nell’attività di intermediazione di fondi e di sviluppo economico (MPS 2015). Negli stessi, gli intermediari finanziari rappresentano un’istituzione fondamentale per natura poiché sono i principali soggetti che rivolgono al pubblico (privati e imprese) servizi finanziari per gestire le proprie finanze – meno usati i mercati finanziari i quali si sono sviluppati per lo più nei paesi anglosassoni e americani. L’attività bancaria, inoltre, richiede il rispetto di severi requisiti patrimoniale a scopo prudenziale sia per ottenere la licenza ad operare sia per in termini di capitale a copertura; in particolare le banche devono accantonare capitale secondo gli accordi di Basilea3, i quali sono stati più volte aggiornati a seguito delle crisi finanziarie Basilea II - 2004, 2007 e Basilea III – 2010. Il Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria nell’accordo di Basilea I – 1988 che tratta il rischio di credito, introduce un requisito patrimoniale detto coefficiente di solvibilità il quale impone alle banche di rispettare il limite massimo del 8% del rapporto il patrimonio di vigilanza e l’attivo ponderato per il rischio. 2 http://www.consob.it/web/investor-education/il-sistema-finanziario-attuale-una-stilizzazione linee guida in materia di requisiti patrimoniali delle banche, redatte dal Comitato di Basilea, costituito dagli enti regolatori del G10 (composto attualmente da undici paesi) più il Lussemburgo allo scopo di perseguire la stabilità monetaria e finanziaria 3 8 Per questi vincoli regolamentari, dal punto di vista concorrenziale, il mercato dei servizi finanziari è sempre stato un mercato protetto da barriere all’entrata, difficilmente aggredibile da parte di potenziali attori emergenti. Per quanto riguarda l’approccio al mercato, possiamo notare una certa difficoltà nell’applicare gli ordinari concetti che valgono per qualsiasi attività commerciale, infatti i manuali di marketing non sono sempre applicabili all’attività delle Banche e ciò per una serie di considerazioni, che impediscono di fatto la trasformazione delle complesse caratteristiche della clientela in algoritmi numerici dai quali desumere dati operativi e politiche aziendali4. I concetti chiave di marketing difficilmente si adattano alle attività del core business e soprattutto vengono bloccate dalla forbice sui tassi d’interesse attivi e passivi, imposti dalla Banca Centrale Europea (BCE) come tasso principale di rifinanziamento del sistema bancario europeo chiamato Euribor a cui le banche aggiungono uno spread in modo discrezionale in base a determinati costi di gestione e del personale. L’approccio commerciale al cliente, spesso, non era supportato da mirate strategie di marketing, ma si basava soprattutto sul rapporto di fiducia che si instaura tra il consulente bancario ed il cliente, ma qualsiasi politica commerciale deve tenere conto delle leve fondamentali del marketing mix (Product, Price, Place, Promotion) ideato McCarthy nel 1960 e dei successivi studi (Kotler 1931, Godin 1960) che ne individuano altre, ma sempre riconducibili alle originarie. Facendo riferimento al modello delle 4P, sempre valido per qualsiasi politica commerciale, le banche dovrebbero: 1. considerare se i prodotti e i servizi offerti sono in grado di soddisfare i bisogni della clientela attuali e futuri 2. agire sul livello dei tassi d’interesse e sulle commissioni in modo tale da garantire un modesto ritorno economico 3. valutare se tramite le strutture fisiche (le filiali) è possibile raggiungere i vari punti d’interesse in modo efficiente e tale da garantire un’adeguata copertura del territorio 4 https://www.studiamo.it/pages/banca-e-bancari-il-marketing-nelle-banche/ 9 4. comunicare sia all’interno sia all’esterno i valori e le prospettive del suo operato Da parecchi anni, gli esperti non hanno saputo gestire nel miglior modo i bisogni della clientela e soprattutto oggi con la rivoluzione digitale della Industy 4.0 che sta cambiando anche il settore bancario, notiamo grandi difficoltà nel percepire ciò che il cliente desidera e come vuole essere raggiunto. Le banche si stanno accorgendo che che le diverse modalità di collegamento al cliente utilizzate in passato per lo più filiali e call center, su cui si basava l’approccio multicanale, oggi risultano superate a causa della digitalizzazione. Il secondo punto è difficilmente trattabile a causa delle crisi finanziarie che hanno impattato a livello globale, oggi sono stati abbassati i tassi di interesse sui depositi (ormai prossimi allo zero) dalla BCE per rilanciare la crescita economica. BCE NELLA TRAPPOLA DEI TASSI NEGATIVI. SI ALLONTANA (AL 2020) IL PROSSIMO RIALZO?5 Source: Il Sole 24 Ore 5 https://st.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-11-23/bce-trappola-tassi-negativi-si-allontana-al2020-prossimo-rialzo-172034.shtml?refresh_ce=1 10 La comunicazione, in particolare quella commerciale, è stata rivalutata negli ultimi tempi ed ha attirato l’attenzione dei dirigenti bancari, che si sono impegnati ad effettuare investimenti per portare al mercato un’idea di banca che vada oltre al semplice messaggio promozionale6. Per mezzo millennio le banche commerciali hanno operato utilizzando la distribuzione fisica (Skinner 2015) con forte dislocazione su tutto il territorio. Oggi cambia la modalità di raggiungimento del cliente a causa del forte impatto sulla società di dispositivi mobile e tablet in grado di connettersi alla rete da qualsiasi parte del mondo, buona parte dei consumatori preferisce gestire le proprie pratiche da remoto. Tutte le banche capiscono che il mondo si sta muovendo rapidamente verso i dispositivi wireless, e ciò significa che il modello bancario tradizionale sta cambiando (Skinner 2015). Questa ondata tecnologica pone le banche di fronte ad una sfida, perché il consumatore difficilmente rinuncia alle modalità tradizionali quando vengono introdotte delle nuove poiché ha creato ormai una certa famigliarità con quelle procedure. Quindi il cliente non vorrà avere a disposizione tutte queste scelte, ma anche la stessa esperienza per ognuna. Per capire come si evolveranno i modelli di business possiamo partire dal fatto che le aziende che gestiscono le carte di pagamento sanno perfettamente che verranno sostituite da portafogli virtuali in grado di pagare in mobilità con tecnologie contactless (Apple Pay, Google Pay). Le banche commerciali assegnano alla filiale un ruolo fondamentale per l’attività bancaria poiché simboleggia il luogo fisico di contatto tra cliente e consulente e questo trasmette concretezza, trasparenza e sicurezza poiché il cliente vorrà essere sicuro che i suoi soldi siano materialmente presenti e ben custoditi. Inoltre è il luogo in cui vengono erogati servizi finanziari è di fondamentale importanza per instaurare un rapporto con il cliente e di soddisfare le sue necessità. Questo meccanismo crea un legame di fiducia tra il cliente ed il consulente bancario, in un mercato con poca segmentazione del target e scarsa personalizzazione dei prodotti e servizi. Da sempre le banche commerciali dispongono di una solida rete di filiali che vengono utilizzate come canale principale per raggiungere il cliente. Nel corso 6 https://www.studiamo.it/pages/banca-e-bancari-il-marketing-nelle-banche/ 11 degli anni le banche retail hanno introdotto nuovi canali: gli sportelli ATM (Automated Teller Machine) negli anni Sessanta, i call center negli anni Ottanta, Internet negli anni Novanta e stanno introducendo la tecnologia mobile negli anni Duemila (Skinner 2015). Questo tipo di approccio consentiva di raggiungere il cliente in modalità alternative all’incontro in filiale e di rendere ogni canale è funzionale al tipo di servizio offerto, consente al cliente di raggiungere la banca nel modo che preferisce, perfettamente integrato nel sistema bancario. Dopo la crisi finanziaria del 2007, con gli effetti catastrofici sull’economia globale, si riscontra uno scenario caratterizzato da un’elevata disponibilità di forza lavoro nell’ambito finanziario dovuto al licenziamento del personale per limitare i costi ed un incremento significativo della regolamentazione verso le istituzioni finanziarie. Inoltre la crisi ha avuto forte impatto sui correntisti, i quali sono stati vittima di operazione fraudolente da parte dei manager delle grandi banche che hanno scatenato la famosa “corsa agli sportelli7”. Per queste ragioni, oggi tutto il sistema bancario deve fronteggiare numerose criticità di carattere strategico ed operativo. L’Industry 4.0 pone le banche commerciali in uno stato di cambiamento in cui si trovano costrette a rivedere le attività strettamente connesse all’attività bancaria come gli investimenti in innovazione, il marketing strategico e i rapporti con la clientela al fine di recuperare la redditività e non perdere quote di mercato. Dopo aver preso conoscenza delle dinamiche che stanno impattando sul settore, si pone l’attenzione sulla situazione attuale che è caratterizzata da una strategia ben diversa da quella usata in passato. Lo scenario evolutivo vede le banche commerciali intraprendere azioni correttive volte a recuperare leadership e reputazione verso i mercati, pur rimanendo fedeli al concetto di integrazione dei canali ed ai sistemi informativi ereditieri. In passato, le soluzioni proposte per uscire dal tunnel della precarietà hanno trattato poche volte il tema dell’innovazione - che sta influenzando molti settori industriali tra cui anche quello bancario - potrebbero quindi non essere sufficientemente 7 Fenomeno tipico di una crisi finanziaria. Avviene quando un elevato numero di clienti di una banca prelevano contemporaneamente tutti i loro depositi per paura che la banca diventi insolvente. 12 adeguate ad inserirsi nella società odierna che utilizza nuovi mezzi di comunicazione nati sul web, basati su tecnologie IP (Internet Protocol) quali Social media, Blog o nuovi strumenti come Smartphone, Tablet che vantano numeri di un mercato in ascesa. La strategia multicanale delle banche prevedeva che ogni singolo canale venisse aggiunto come uno strato supplementare sulle fondamenta e mirava ad integrare il canale dei call center con il canale Internet o di rendere la banca mobile e il canale dei call center interoperabili. Questo tipo di ragionamento dimostra la tale della maggior parte della logica bancaria, in quanto molte banche sono ancora organizzate per strati di complessità, di retaggio e trascurano la gestione delle relazioni con i clienti (CRM), per garantire coerenza tra il canale delle filiali e quello di Internet (Skinner, 2015). Se poniamo l’attenzione sulle nuove generazioni notiamo come l’approccio multicanale è ormai obsoleto, dato che i millennials crescono e partecipano attivamente alla “vita digitale” quindi non pensano come dover passare da un canale all’altro o quale canale sia preferibile poiché fanno affidamento sulla rete e hanno sviluppato sin da piccoli una grande attitudine verso l’utilizzo della tecnologia digitale. I canali Bancomat, i Call Center e Internet sono stati concepiti come strati di una torta e creati quando le fondamenta erano le filiali fisiche, quindi i canali elettronici sono stati inseriti come complementari al canale fondamentale delle filiali: ecco perché sono spesso separati e patiscono la mancanza di interazione reciproca, perché le banche sono state concepite su un modello di distribuzione fisica, sul quale sono stati adagiati gli elementi elettronici (Skinner 2015). La tecnologia digitale per una ottimale applicazione non deve essere trattata come canale aggiuntivo, ma deve diventare la struttura di base su cui vengono progettati tutti i processi bancari per raggiungere il cliente. L’architettura digitale consente ai processi di sfruttare tutte le potenzialità del digitale e di garantire un servizio innovativo, efficiente e adattabile alla diverse esigenze dei consumatori. Questo approccio è molto simile a quello delle grandi Tech-company che puntano non solo a vedere servizi ma a garantire un user experience che crea un senso di soddisfazione notevolmente maggiore. 13 Il sistema bancario per contenere i costi, provvede alla diminuzione dell’utilizzo delle reti fisiche per raggiungere il cliente in quanto poco efficienti e spostare segmenti di mercato sulle piattaforme digitali di home banking e mobile banking. Questo meccanismo ha portato dal 2008 ad una inversione di rotta che porta alla chiusura di molte filiali in Europa. Dal 2009 al 2013, le banche di tutta Europa hanno chiuso circa 20.000 filiali, tra cui 5500 nel 2012 e 7200 nel 2011, ciò significa la chiusura di circa l’8% delle filiali europee a partire dalla crisi economica. I tagli sono stati particolarmente importanti in Spagna, alla fine del 2012 il numero delle filiali è diminuito del 17%. La Francia aveva il maggior numero di filiali in Europa nel 2013, circa 38.450, cioè una ogni 1709 persone. Le banche britanniche hanno quasi dimezzato il numero delle filiali dal 1990 e negli anni 2009-2013 hanno chiuso 557 filiali, passando dalle 12.270 del 2008 alle 11.713 del 2012. I principali esempi negli anni 2008-2011 sono HSBC ha chiuso 181 filiali, NatWest 135 e Barclays 99 e stando alle statistiche della British Bankers Association (BBA), HSBC ha chiuso ulteriori 68 filiali nel 2012, Royal Bank of Scotland (RBS)/NatWest altre 60 nella prima metà del 2013 e Barclays altre 30 (Skinner 2015). SPORTELLI BANCARI NELL’UNIONE EUROPEA NEL PERIODO 20082016 (Migliaia di unità) Fonte: Banca Centrale Europea, Data Warehouse 14 Nella società odierna, la maggior parte della popolazione utilizza dispositivi digitali, perfettamente integrati nello stile di vita, sia in ambito professionale sia nel tempo libero (navigano sul web e comunicano sui social), poiché incentivati dal rendere ogni azione veloce e smart. In questo contesto caratterizzato dalla diminuzione dell’utilizzo delle reti fisiche ed un progressivo aumento dell’uso delle rete digitale per raggiungere il cliente (home banking, mobile banking) i consumatori di oggi utilizzano cellulari e PC per sfruttare la possibilità di creare nuove relazioni per questo i social media come Facebook o Twitter hanno avuto successo, perché permettono comunicare, connettere e condividere contenuti con famigliari, amici e parenti. Allo stesso modo le banche dovrebbero permettere ai clienti di accedere al denaro e alle loro finanze in modo semplice e immediato. Un grande contributo alla digitalizzazione lo stanno dando i Social Media, i quali forniscono maggiore comunicazione tra la community e quindi maggiore trasparenza verso il mercato, dato che gli utenti si parlando, condividono l’esperienza di acquisto il mercato diventa più sensibile alla scelta della banca. Le esigenze dei clienti sono in continua evoluzione poiché è la società globale che cambia a causa della Industry 4.0 e trasforma le abitudini lo stile di vita introducendo nuove mode e generando nuove aspettative nei consumatori finali. La società a sua volta è influenzata da una serie di fattori difficilmente controllabili in un contesto dove decidono le istituzioni politiche, finanziarie e governative. Per questi motivi, le aspettative del mercato sono indirizzate verso l’utilizzo di una piattaforma per gestire il proprio denaro, pagare contactless tramite smartphone, inviare denaro agli amici; piuttosto che recarsi in filiale e attendere la fila allo sportello. L’applicazione di queste nuove tecnologie ha avuto un doppio impatto: non solo ha rivoluzionato sia la modalità di acquisto dei prodotti sia la fruizione dei servizi in molti settori, modificando le modalità di interazione con il consumatore ma ha anche permesso alle banche esistenti di ridurre le filiali quindi eseguire un taglio dei costi; tuttavia lo spostamento verso i canali digitali necessita di investimenti, nuove competenze digitali, adeguamenti normativi e una corretta gestione dell’eccesso di forza-lavoro (Buchi et al, 2019). Il divario economico che si crea tra un servizio bancario digitale e tradizionale è stato identificato come un’opportunità dalle aziende operanti nel settore del Fintech. 15 2.2 Il Trend del Fintech Per descrivere al meglio come nasce la rivoluzione digitale nel sistema bancario è auspicabile partire dalla tendenza in atto del Fintech – tema di innovazione ampiamente discusso in ambito politico, economico, finanziario, sociale e oggetto di ricerca sia accademica sia professionale. Tra le tante ondate disruptive della Industry 4.0, facciamo riferimento al Fintech per descrivere come sta cambiando il mercato dei servizi finanziari grazie a soluzioni innovative ad alto contenuto tecnologico al fine di migliorare e automatizzare la fruizione dei servizi finanziari. Il Fintech deriva dall’applicazione di nuove tecnologie (come Blockchain, Big Data, Artificial Intelligence, Machine Learning e Data Driven) ai servizi finanziari, con il fine di proporre nuove soluzioni sia per i consumatori finali sia per le aziende ed ottimizzare la gestione delle operazioni finanziarie attraverso software e algoritmi specializzati, utilizzati tramite dispositivi quali computer e smartphone; nasce dalla necessità dei consumatori di risolvere le esigenze finanziarie in modo smart e si inserisce coerentemente nella società del digitale, trovando grande approvazione nei paesi più sviluppati e attraendo ingenti investimenti a livello mondiale (conta start-up per un valore di circa $150 miliardi). In un quadro settoriale, diventa un concetto molto esteso, infatti può avere numerose sotto-categorie in base al tipo o alla modalità di applicazione della tecnologia al segmento finanziario. LENDING BLOCKCHAIN/CRYPTO Piattaforma che consente di sottoscrivere prestiti usuali e alternativi Aziende che sfruttano la tecnologia Blockchain per servizi finanziari Software in grado di gestire gli adeguamenti REGTECH normativi per la gestione del rischio, regolamentazione finanziaria e per il controllo di gestione PERSONAL FINANCE Strumenti per gestire le fatture e tenere traccia dei conti personali e di credito Elaborazione di pagamenti, sviluppatori di PAYMENTS carte e strumenti software di fatturazione in abbonamento 16 Controllare prezzi e tariffe e di attivare polizze INSURANCE temporanee per qualsiasi esigenza, dagli animali domestici ai viaggi CAPITAL MARKETS Strumenti di vendita e negoziazione, analisi e infrastruttura per istituti finanziari Piattaforme di investimento e gestione WEALTH patrimoniale e strumenti di analisi MANAGEMENT MONEY TRANSFER Software internazionale per il trasferimento e il monitoraggio del denaro Piattaforme di prestito ipotecario, MORTGAGE digitalizzazione e finanziamento Secondo lo studio fatto da PWC nell’anno 2017, i segmenti di settore che hanno ricevuto la maggior parte degli investimenti sono: Pagamenti, Credito e Tecnologia Bancaria, subito dopo i servizi finanziari mobile, la Finanza e la Contabilità, RoboAdvisory, Assicurazioni, Crowdfunding, P2P Lending, Crypto-Currency. Tra tutti i segmenti del Fintech, quello dei pagamenti digitali rimane il principale per maturità di sviluppo. GLOBAL FUNDING INVESTED IN FINTECH Source: Global State Of Fintech, Pwc 2017 17 Il settore ha fin da subito suscitato enorme attenzione sul panorama mondiale, abilitando investitori istituzionali, quali grandi imprese, gruppi bancari e assicurativi, fondi di PE e VC, come possiamo constatare dai dati provenienti dallo studio di KPMG 2019. Le start-up Fintech approfittano della propensione ad utilizzare i canali digitali da parte dei consumatori e puntano sull’aumentare l’efficienza, la scalabilità e aumento della velocità nel prendere decisioni. TOTAL INVESTMENT ACTIVITY (VC, PE AND M&A) IN FINTECH 2013 – 2018 Source: The Pulse Of Fintech, KPMG 2019 A livello globale, gli investimenti sono aumentati notevolmente, fino a più che raddoppiare nel 2018 rispetto all’anno precedente per un ammontare di $111,8 miliardi trainati da un modesto numero di deals tra cui l’acquisizione di World Pay da parte di Vantiv, il round di finanziamento di tipo Venture Capital da $12 miliardi raccolto Ant Financial, l’investimento di $17 miliardi del fondo di Private Equity Blackstone su Refinitiv e l’acquisizione di $3,5 miliardi della società di carte prepagate Blackhawt Network di Silver Lake e P2 Capital Partners. L’ammontare medio dei deals ha raggiunto un valore medio di $25,7 milioni e un valore mediano di $3 milioni nel 2018, entrambi in aumento rispetto al 2017; inoltre alcune aree stanno raggiungendo una rilevante maturazione e in alcuni casi grandi affari: 30 IPO a livello globale e 424 operazioni di M&A. 18 DEAL SIZE $ Q1 2013 – Q3 2018 Source: Fintech Trends to Watch in 2018, CB Insight Per quanto riguarda il quadro Europeo, l’andamento degli investimenti è molto positivo con una crescita in modo significativo nel 2018 nonostante la diminuzione del numero dei trattati, per $34,2 miliardi con 536 deals. Il 2018 vale come anno da record anche per gli affari europei infatti si arriva in media a $14,2 milioni mentre il valore mediano arriva a $2,28 milioni. Come possiamo notare dal grafico di CB Insights 2018 molte delle start-up del Fintech hanno grande interesse nella quotazione in borsa. Nel terzo quadrimestre del 2018, otto aziende hanno raggiunto la maturità necessaria per effettuare una Initial Public Offering (IPO), tra cui Adyen e Amigo Loans che hanno raccolto rispettivamente $1,100 milioni e $434 milioni e successivamente Circle con $373 milioni. Un altro importante mercato, molto attivo e ricco di opportunità, è quello delle Merger and Acquisition con 135 deals durante inizio del 2018 tra le più rilevanti c’è la vendita di Payvision a ING per $445 milioni. 19 European IPO, Number of Deals 2013 – Q3 2018 Source: Fintech Trends to Watch in 2018, CB Insight In un mercato in continua evoluzione, le fusioni ed acquisizioni sono molto frequenti, soprattutto sono le grandi banche che trovano molteplici vantaggi nell’acquisire start-up Fintech, al fine di acquisire nuovi clienti ed entrare in nuovi mercati oppure acquisire conoscenze e competenze tipiche del settore delle nuove tecnologie (sviluppatori di App, Blockchain, Data-Driver). Dall’analisi di CB Insights 2018 possiamo contare venti acquisizioni da parte di banche di caratura mondiale su società del Fintech dal 2013 al 2018, le cui maggior parte risalgono al 2018: Goldman Sachs acquista Claritymoney e aggiunge un milione di clienti potenziali alla sua unità di finanza digitale chiamata Marcus, JP Morgan acquista WePay per una cifra di $400 milioni con lo scopo di costruire un servizio commerciale e sperimentare nuove strade in POS per le PMI. 20 GLOBAL FINTECH TRANSACTION VALUE (Bln $) 2017 -2022 Source: Statista 2018 Secondo le previsioni di Statista 2018 il valore delle transazioni nel Fintech a livello globale raggiungerà 8.350,9 Bln$ nel 2022 con un Coumpound Annual Growth Rate (CAGR) del 18,4% - nei prossimi tre anni si prevede un’ulteriore sostanziale sviluppo dei pagamenti digitali, ma anche la crescita del segmento Alternative Lending e Personal Finance. Le start-up del Fintech rispetto alle banche in carica, chiamate anche “incumbent”, godono di numerosi vantaggi quali la capacità di essere agili, familiari con l’ambiente di internet e perfettamente integrate con l’industry 4.0. Grazie alla evoluta struttura digitale, libera dalla presenza di software obsoleti, esse sono in grado di rispondere in modo tempestivo alle esigenze di compliance e ad implementare strumenti innovativi di analisi a supporto del business; inoltre il sistema informativo a carattere innovativo e flessibile, consente di creare soluzioni efficaci come una convincente esperienza utente. In particolare l'infrastruttura Fintech potrebbe aiutare le banche in molteplici applicazioni che ormai risultano obsolete: - le start-up potrebbero insegnare alle aziende a sfruttare il cloud per ridurre i costi di fornitura di servizi e strumenti finanziari ai clienti in modo da sostituire parte dell'infrastruttura legacy - le startup stanno adottando un approccio pick-and-shovel per offrire agli sviluppatori strumenti per aiutare sia le banche che i Fintech a centralizzare i dati e i servizi dei clienti; 21 - le start-up che sfruttano le API aiutano gli sviluppatori ad aumentare il loro time to market con nuovi prodotti e servizi finanziari e ridurre i costi di sviluppo per poter creare una piattaforma bancaria aperta. TOP 10 EUROPEAN FINTECH DEALS IN 2018 Source: The Pulse of Fintech, KPMG 2018. Secondo le statistiche di CB Insights, dal 2013 al 2018 le banche hanno acquisito fino a venti società del Fintech e circa il 40% di queste acquisizioni è avvenuto negli ultimi 12 mesi. Tra le ultime acquisizioni citiamo quella di Goldman di Claritymoney che nell'aprile 2018 aggiunge un milione di potenziali clienti alla sua unità di finanza digitale “Marcus”; JP Morgan che ha effettuato una delle più grandi acquisizione su WePay per $400 mlioni al fine di sviluppare il servizio Merchant ed esplorare nuove strade in POS per le PMI. Gli investitori bancari più attivi in Europa sono Santander, Credit Suisse e UBS secondo la classifica basata sul numero di società presenti nel gruppo; inoltre le principali banche con sede in Europa hanno anche partecipato a investimenti in società FinTech cosidette “Unicorn” (valore di $1 miliardo) tra cui Prosper Marketplace, Kabbage e Symphony Communication Services Holding. Santander guida gli investimenti europei in FinTech, con numerosi investimenti in start-up principalmente attraverso la sua divisione di venture capital Santander 22 InnoVentures, nel secondo trimestre del 2018, è stato tra gli investitori in iZettle, acquisito da Paypal per 2,2 miliardi di dollari. Il paese d’Europa che il maggior numero di start-up Fintech è il Regno Unito, grazie agli ingenti investimenti provenienti da fondi di PE e VC verso le Startup britanniche si segnalano (PWC 2017) Atom Bank Banca basata su App mobile focalizzata sui segmenti del risparmio e sui mutui che ha raccolto capitali da Anthemis Group e Banco Bilbao Funding Piattaforma di lending che annovera tra gli investitori di Circle Venture Capital operatori come Accel Partners e BlockRock Dal 2014 ha raccolto oltre 40 Milioni di dollari, realizzando Azimo una soluzione di international money transfer integrata con Facebook La Germania gode di modesta attenzione per la start-up N26 che attrae $160 milioni nel 2018 e $100 milioni di depositi e scatena dubbi negli investitori sulla potenziale saturazione del mercato.8 8 https://assets.kpmg/content/dam/kpmg/xx/pdf/2019/02/the-pulse-of-fintech-2018.pdf 23 2.3 La regolamentazione in ambito di pagamenti Il Fintech come nuovo settore che offre servizi finanziari attraverso il digitale pone le autorità di vigilanza di fronte un nuovo scenario che necessita un accurata ed omogenea regolamentazione a livello Europeo. L’applicazione delle tecnologie digitali ai servizi finanziari e successivamente l’entrata di nuovi attori presenti sul mercato ha spinto il legislatore ad introdurre ed aggiornare le norme giuridiche in materia di trasferimenti di denaro. L’intento del legislatore è di armonizzare il quadro normativo a livello europeo al fine di: - regolamentare l'accesso al mercato per favorire la concorrenza nella prestazione dei servizi; - garantire maggiore tutela degli utenti e trasparenza - standardizzare diritti e obblighi nell’erogazione e utilizzo dei servizi di pagamento, ponendo le basi giuridiche per realizzare l‘area unica dei pagamenti in euro (SEPA9) - stimolare l'utilizzo di strumenti elettronici e innovativi di pagamento per ridurre il costo di inefficienti strumenti quali quelli cartacei e il contante - abbattere le barriere all’ingresso presenti sul mercato dei pagamenti elettronici, favorendo l’ingresso di nuovi operatori non bancari - garantire condizioni di concorrenza uniformi a livello continentale attraverso un’armonizzazione delle regole Per un’efficace descrizione del fenomeno occorre ricordare come le autorità di vigilanza si interfacciano al sistema bancario e finanziario - ai sensi dell’articolo 288 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. L’ordinamento del settore bancario e finanziario si fonda prima di tutto sulla disciplina europea e gli strumenti impiegati dall'Unione europea presentano caratteristiche diverse, a seconda della loro natura vincolante o non vincolante e delle loro modalità di applicazione negli Stati membri: regolamenti, direttive, decisioni, raccomandazioni e pareri.10 9 Single Euro Payments Area (Area Unica dei Pagamenti in Euro) è un progetto promosso dalla Banca Centrale Europea e dalla Commissione europea che facendo seguito all'introduzione dell'euro, mira a estendere il processo d'integrazione europea ai pagamenti al dettaglio in euro effettuati con strumenti diversi al contante (bonifici, addebiti diretti e carte di pagamento). 10 https://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/normativa/index.html 24 Regolamenti Hanno portata generale, sono obbligatori in tutti i loro elementi e direttamente applicabili negli Stati membri senza necessità di atti di recepimento; sono pertanto lo strumento per realizzare l’armonizzazione piena e per ridurre gli spazi di discrezionalità nazionale, anche per evitare che differenze normative fra gli Stati membri possano determinare disparità concorrenziali fra gli operatori economici. Direttive Vincolano gli Stati membri a raggiungere gli obiettivi in esse stabiliti, ma lasciano agli organi nazionali la scelta della forma e dei mezzi da utilizzare in concreto. Nel 2007 è stata emanata dalla Commissione Europea la direttiva Payment Directive Service (PSD), dopo essere stata approvata dal Parlamento Europeo il 24 aprile 2007 e quindi ufficialmente dal Consiglio dell'Unione europea il 15 ottobre 2007. La PSD rappresenta la base normativa che, abbattendo le attuali barriere legali esistenti tra i diversi Stati Membri dell'Unione Europea, rende possibile la creazione della SEPA e l'offerta dei servizi ad essa correlati e mira a disciplinare diversi aspetti generali relativi ai servizi di pagamento che possono essere raggruppati in tre macro-categorie11: - accesso al mercato dei servizi di pagamento - trasparenza delle condizioni per i servizi di pagamento - condizioni relative alla prestazione dei servizi di pagamento L’ambito di applicazione di tale direttiva riguarda i servizi e sistemi di pagamento elettronici, le transazioni all’interno di uno stato membro e tra stati dell’Unione 11 http://www.sepaitalia.eu/welcome.asp?Page=2420&chardim=0&a=a&langid=1.html 25 europea, i pagamenti in euro ed altre divise tra Stati membri; mentre in relazione ai soggetti coinvolti (l’utilizzatore di servizi di pagamento, il consumatore e la microimpresa) riconosce o nega alcuni diritti sulla base del soggetto controparte, distinguendo chi è considerato consumatore e riservando ad esso maggiore tutela. La Direttiva si applica ai pagamenti in euro e in una qualsiasi altra delle monete ufficiali degli Stati dell'Unione Europea. Source: PSD Payment Services Directive: come cambiano i servizi di pagamento (Intesa San Paolo) L’iniziativa legislativa della Commissione Europea è tesa ad ordinare in un unico quadro normativo l’intero settore dei pagamenti al fine di: - sostenere la creazione di un Mercato Unico europeo dei servizi di pagamento al dettaglio (la SEPA) abbattendo le attuali barriere legali esistenti tra i diversi Stati Membri dell'ue e definendo una corrispondente cornice giuridica unitaria; - aumentare la concorrenza tra gli operatori e tra i mercati nazionali dei pagamenti e garantire parità di condizioni; - accrescere trasparenza sia per i prestatori che per gli utenti; - standardizzare diritti e obblighi per i prestatori e gli utenti dei servizi di pagamento La PSD viene recepita nell’ordinamento italiano con il decreto legislativo del 27 gennaio 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 36 del 13 febbraio 2010, che è 26 entrato in vigore il 1° marzo 2010, ha avuto come principale funzione contenere la parte più rilevante delle disposizioni di attuazione della Direttiva, ossia la disciplina dei diritti e obblighi delle parti nei contratti per la prestazione dei servizi di pagamento. Nello schema di decreto vengono infatti chiarite e disciplinate le responsabilità dei prestatori dei servizi di pagamento relativamente all’intero ciclo di trasferimento. In questo ambito sono state introdotte importanti innovazioni che vanno dall’eliminazione dei giorni valuta, alla fissazione del termine massimo per l’accredito in conto, alle condizioni per il rimborso in caso di esecuzione non conforme dell’operazione di pagamento o di pagamenti non autorizzati, all’imposizione di obblighi di condotta diligente nei confronti dell’utilizzatore dei servizi di pagamento che consistono nella conservazione dei dispositivi personalizzati, quali strumenti identificativi e operativi (es Pin o Password) che consentono l’utilizzo di uno strumento di pagamento nonché il corretto inserimento dell’identificativo unico (IBAN) negli ordini di bonifico. La direttiva all’esame del Consiglio dei Ministri prevede inoltre importanti innovazioni che dovranno avere rapidamente impatto sui clienti (Pietroletti 2009) ovvero l’introduzione di nuove licenze diverse da quella bancaria chiamata Istituto di Pagamento (IP) che consente di offrire servizi di pagamento inclusa la concessione di credito ed esclusa l’attività di raccolta. L’offerta di servizi di pagamento, da sempre oggetto di monopolio degli intermediari finanziari, diventa parte del modello di business di attori appartenenti ad altre categorie come le società di comunicazione o della grande distribuzione, le quali con l’utilizzo di mezzi alternativi per effettuare transazioni quali dispositivi mobile come tablet o smartphone hanno contribuito allo sviluppo del mercato dei pagamenti essendo tali strumenti presenti nella vita quotidiana della persona e protagonisti nella società dell’Industry 4.0. Secondo quanto scritto nel punto (4) della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea: “Dal riesame del quadro giuridico dell’Unione sui servizi di pagamento e, in particolare, dall’analisi dell’impatto della direttiva 2007/64/CE e dalla consultazione sul Libro verde della Commissione dell’11 gennaio 2012 dal titolo 27 «Verso un mercato europeo integrato dei pagamenti tramite carte, Internet e telefono mobile», è emerso che gli sviluppi hanno dato origine a sfide significative sotto il profilo regolamentare. Rilevanti settori del mercato dei pagamenti, in particolare i pagamenti tramite carta, Internet e dispositivo mobile, rimangono frammentati lungo le frontiere nazionali. Molti prodotti e servizi di pagamento innovativi non rientrano, interamente o in buona parte, nell’ambito di applicazione della direttiva 2007/64/CE. Inoltre, in alcuni casi l’ambito di applicazione della direttiva 2007/64/CE e, in particolare, gli elementi da esso esclusi, come determinate attività connesse ai pagamenti, si sono rivelati in alcuni casi troppo ambigui, troppo generici o semplicemente superati rispetto all’evoluzione del mercato. Tale situazione ha causato incertezza giuridica, potenziali rischi per la sicurezza della catena di pagamento e la mancanza di protezione dei consumatori in alcuni settori. Si è rivelato difficile per i prestatori di servizi di pagamento lanciare servizi di pagamento digitali innovativi, sicuri e di facile utilizzo e fornire a consumatori ed esercenti metodi di pagamento efficienti, comodi e sicuri. Esiste al riguardo un grande potenziale positivo che occorre sfruttare in modo più coerente”.12 Per questi motivi, è stata emanata la Direttiva (EU) 2015/2366 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2015, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, che modifica le direttive 2002/65/CE, 2009/110/CE e 2013/36/UE e il regolamento (UE) n. 1093/2010, e abroga la direttiva 2007/64/CE, meglio nota come PSD2 che trova piena applicazione a partire dal 14 settembre 201913. Analizzando la direttiva si nota che essa definisce un quadro normativo volto a regolare l’attività dei fornitori di servizi di pagamento di carattere innovativo sia esistenti sia entranti, al fine di promuovere la concorrenza di tali attori per incrementare l’efficienza, la trasparenza e la sicurezza dei consumatori. La direttiva PSD2 stabilisce norme che riguardano: 12 13 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:32015L2366&from=IT https://www.deutsche-bank.it/psd2.html 28 - requisiti di sicurezza più severi per i pagamenti elettronici e la tutela dei dati finanziari dei consumatori, garantendo una sicura autenticazione e riducendo il rischio di frode; - trasparenza delle condizioni e i requisiti informativi per i servizi di pagamento; - diritti e doveri degli utenti e dei fornitori di servizi di pagamento. Una delle principali novità introdotte dalla PSD2 rispetto alla precedente PSD è la possibilità per i titolari di un conto di pagamento accessibile online di usufruire di servizi messi a disposizione da Terze Parti autorizzate per: - accedere alle informazioni dei propri conti, anche se intrattenuti con molteplici Istituti; - avviare un operazione di pagamento a favore di un terzo beneficiario; L’obiettivo primario della PSD2 è: - creare un mercato unico ed integrato dei servizi di pagamento - regolamentare i pagamenti digitali - rafforzare la sicurezza del sistema - garantire una concorrenza trasparente Più in generale gli obiettivi della riforma sono rappresentati dalla tutela della clientela dal punto di vista del miglioramento della qualità dei servizi di pagamento, e della promozione di una maggiore concorrenza nel mercato dei pagamenti al dettaglio, in coerenza con il processo d’integrazione europea avviato con il progetto SEPA del quale la PSD rappresenta la cornice normativa di riferimento. In Italia, il D.lgs.15 dicembre 2017, n. 218 che ha recepito la PSD2 è entrato in vigore il 13/01/2018. Dal 2010 il mercato dei servizi di pagamenti digitali rimane tra i più attivi dei segmenti del Fintech: grazie ad un quadro normativo favorevole nascono numerose start-up in grado di offrire servizi di pagamento innovativi ed a basso costo rispetto a quelli banche “incumbent” come i bonifici transfrontalieri, i micro-pagamenti e le carte di pagamento; le banche invece hanno trovato nelle start-up Fintech dei competitori che attaccano un segmento del loro mercato e impattano negativamente sui bilanci sottraendo ricavi. 29 Tali start-up si propongono con un servizio efficace ed efficiente ad alto contenuto innovativo, rivolgendosi direttamente al consumatore con modelli di B2C, risultando valide alternative alle banche incumbent che hanno accumulato le più evidenti carenze nella proposta di valore, spesso fornendo un servizio inefficiente e poco economico. TIME HORIZON: MAINSTREAM ADOPTION Source: BCG Experience and Research L’analisi della regolamentazione in materia di pagamenti potrebbe risultare limitante ai fini della ricerca, dato che il mercato dei pagamenti comprende solo una parte del sistema bancario, invece come vedremo sarà di fondamentale importanza per capire quali attori si stanno muovendo nello scenario di mercato bancario digitale odierno. Il mercato dei pagamenti è stato quello che ha sin da subito avuto maggior successo tra i consumatori grazie alla tempestivo inserimento nel mercato delle start-up e di una normativa favorevole ad aumentare la concorrenza e l’efficienza; inoltre ha generato altri filoni di grande interesse imprenditoriale quale la costituzione dei nuovi attori presenti oggi sul mercato bancario digitale, oggetto di studio nella tesi di ricerca. L’approccio al mercato delle start-up Fintech dei pagamenti si basa inizialmente su un’offerta di servizi finanziari molto ristretta (conto corrente e carta di debito). Successivamente provano sviluppare la propria offerta grazie alla possibilità 30 ottenere altre tipologie di licenze come la E-Money License (EMI) che permette loro di emettere moneta elettronica Per questo motivi, molte start-up del Fintech sono state preda di acquisizione da parte delle grandi Banche o hanno stretto partnership in grado di sviluppare efficaci business combination scaturite da due business di simile contenuti ma basati su approcci diversi – questo connsente ad entrambi i soggetti di ottenere sinergie prima non esistenti dalla operazione di MnA come il lancio di servizi bancari altamente innovativi sfruttando la nuova regolamentazione - infatti l’operatore di EMI non solo può emettere moneta elettronica per se stesso ma anche per altri soggetti. Questo fattore incentiva la comparsa di numerose aziende a stampo prevalentemente tecnologico che servendosi di sviluppatori e tecnici dell’informatica riescono a lanciare una piattaforma che si basa su un servizio concesso in licenza dagli operatori EMI. Il legislatore europeo aveva introdotto gli Istituti di moneta elettronica con la DIRETTIVA 2000/46/CE Del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 settembre 2000 riguardante l'avvio, l'esercizio e la vigilanza prudenziale dell'attività degli istituti di moneta elettronica con l'obiettivo è consentire nuovi e sicuri servizi di moneta elettronica e promuovere una concorrenza effettiva tra tutti i partecipanti al mercato. Per chiarire la funzione è doveroso citare il punto (8): “La ricezione di fondi dal pubblico in cambio di moneta elettronica, che risulta in un saldo a credito in un conto presso l'ente di emissione, costituisce ricezione di depositi o altri fondi rimborsabili ai fini della direttiva 2000/12/CE” Per spiegare la definizione di moneta elettronica è bene citare il punto (3): “Ai fini della presente direttiva, la moneta elettronica può essere considerata un surrogato elettronico di monete metalliche e banconote, memorizzato su un dispositivo elettronico, come una carta a microprocessore o una memoria di elaboratore, e generalmente destinato a effettuare pagamenti elettronici di importo limitato” 31 Il legislatore nel punto (5) precisa le intenzioni di introdurre un quadro giuridico che sia favorevole allo sviluppo delle potenzialità positive della moneta elettronica, promuovendo l’innovazione tecnologica. Nel punto (12) il legislatore si preoccupa di mantenere parità di condizioni tra gli istituti di moneta elettronica e gli altri enti creditizi che emettono moneta elettronica e, quindi, garantire una concorrenza leale in una più vasta gamma di istituti a vantaggio dei detentori. Questo punto viene introdotto poiché aggiunge: “Le caratteristiche meno onerose del regime di vigilanza prudenziale applicabile agli istituti di moneta elettronica sono compensate da altre disposizioni, più severe rispetto a quelle che si applicano agli altri enti creditizi, riguardanti in particolare le restrizioni delle attività che gli istituti di moneta elettronica possono svolgere e, specificatamente, le limitazioni prudenti dei loro investimenti allo scopo di assicurare che le passività relative alla massa di moneta elettronica siano sempre investite in attività sufficientemente liquide e a basso rischio”. Con questo articolo il legislatore pone un freno alla reddittività degli EMI a cui sono consentiti investimenti in determinate Asset Class a basso rischio/rendimento, promuovendo la competizione efficiente tra gli attori dei servizi di pagamento. Successivamente, il legislatore decide di aggiornare la precedente che era stata adottata in reazione all’emergere di nuovi prodotti di pagamento elettronico prepagati e mirava a creare un quadro giuridico chiaro pensato per rafforzare il mercato interno, garantendo allo stesso tempo un adeguato livello di vigilanza prudenziale, con la DIRETTIVA 2009/110/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 settembre 2009 concernente l’avvio, l’esercizio e la vigilanza prudenziale dell’attività degli istituti di moneta elettronica, che modifica le direttive 2005/60/CE e 2006/48/CE e che abroga la direttiva 2000/46/CE e spiega nel punto (2) il motivo di tale aggiornamento: “Nel suo riesame della direttiva 2000/46/CE la Commissione ha evidenziato la necessità di riformare tale direttiva, in quanto si ritiene che alcune delle sue disposizioni hanno ostacolato l’emergenza di un vero mercato unico dei servizi di moneta elettronica nonché lo sviluppo di servizi di agevole utilizzo” Aggiunge nel punto (3) e (4) ulteriori indicazioni: 32 “La direttiva 2007/64/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2007, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno (5), ha creato un quadro giuridico moderno e coerente per i servizi di pagamento, che comprende il coordinamento delle disposizioni nazionali relative ai requisiti prudenziali per una nuova categoria di prestatori di servizi di pagamento, ovvero gli istituti di pagamento. Al fine di eliminare gli ostacoli all’entrata sul mercato e agevolare l’avvio e l’esercizio dell’attività di emissione di moneta elettronica, occorre riesaminare le norme di disciplina degli istituti di moneta elettronica, in modo da assicurare condizioni di parità a tutti i prestatori di servizi di pagamento”. Con questi articoli il legislatore intende sottolineare che esiste più di una categoria di prestatori di servizi di pagamento indicata come Istituti di Pagamento (IP). Infine l’articolo (5) distingue gli ambiti di applicazione di tale direttiva spiegando che essa si riferisce ai soli istituti di pagamento che siano in grado di emettere moneta elettronica e dovrebbe applicarsi al valore monetario memorizzato in specifici strumenti prepagati (carte prepagate), volti a rispondere a particolari esigenze, il cui uso è ristretto, perché essi permettono al detentore di moneta elettronica di acquistare beni o servizi soltanto nella sede dell’emittente di moneta elettronica o all’interno di una rete limitata di prestatori di servizi direttamente vincolati da un accordo commerciale ad un’emittente professionale, o perché possono essere utilizzati unicamente per acquistare una gamma limitata di beni o servizi. Tale direttiva necessita recepimento nazionale per tutti i paesi dell’Unione europea che traduce in norme giuridiche i concetti espressi, mantenendo l’armonizzazione del quadro giuridico e facilitando il controllo della vigilanza prudenziale. Secondo l’interpretazione14 dell’ente (DLVA-FIDES Consulting) che definisce le regole introdotte dal D.Lgs 15/12/2017, n. 218 il quale ha implementato la PSD2 (recepita il 13/01/2018 in Italia) nell’art. 114 del Testo Unico Bancario distinguiamo le seguenti istituzioni: - Banche (B) sono istituti finanziari che dispongono di una licenza bancaria. - Istituzioni di denaro elettronico (EMI) sono società diverse dalle banche che emettono moneta elettronica. 14 http://www.servizidipagamento.eu/Documenti/quadro_normativo_IP-IMEL.pdf 33 - Le istituzioni di pagamento (IP) sono società diverse dalle banche e dagli istituti di moneta elettronica, autorizzate a fornire servizi di pagamento. Il TUB disciplina quali sono le attività di competenza delle nuove istituzioni finanziarie: - Articolo 114-quater (2) (Istituti di moneta elettronica) Gli istituti di moneta elettronica possono: o prestare servizi di pagamento e le relative attività accessorie ai sensi dell’articolo 114-octies senza necessità di apposita autorizzazione ai sensi dell’articolo 114-novies; o prestare servizi operativi e accessori strettamente connessi all’emissione di moneta elettronica. Gli istituti di pagamento possono esercitare le seguenti attività accessorie alla prestazione di servizi di pagamento: - concedere crediti in stretta relazione ai servizi di pagamento prestati e nei limiti e con le modalità stabilite dalla Banca d’Italia; - prestare servizi operativi o strettamente connessi, come la prestazione di garanzie per l’esecuzione di operazioni di pagamento, servizi di cambio, attività di custodia e registrazione e trattamento di dati; - gestire sistemi di pagamento. Secondo l’ente Comistar “L'istituto di moneta elettronica può fornire tutti gli stessi servizi di una PSP e, inoltre, emettere moneta elettronica. La moneta elettronica rappresenta un valore monetario che viene immagazzinato elettronicamente o magneticamente. Quindi un istituto di moneta elettronica archivia il valore monetario in un sistema contabile centrale (il server dell'impresa), oppure archiviarlo su un corriere elettronico come un chip. Questo valore monetario può quindi essere utilizzato per effettuare pagamenti presso terzi diversi da quello che ha emesso la moneta elettronica. Un esempio di vita reale può essere un portafoglio mobile che ti consente di effettuare pagamenti o un buono regalo elettronico. 34 Le licenze EMI e PSP sono servizi finanziari trasferibili nell’Europa, ciò significa che una volta ottenuta la licenza in uno Stato membro, è possibile fornire questi servizi in tutti gli Stati membri. I requisiti per le licenze EMI e PSP sono molto simili; tuttavia, se si desidera ottenere la licenza PSP, è necessario prendere in considerazione praticamente gli stessi requisiti”. 35 2.4 Lo scenario competitivo del mercato dei servizi finanziari Il FinTech sta ridisegnando il mondo delle istituzioni finanziare e sta definendo dinamiche evolutive che rivoluzionano il settore dei servizi finanziari (PWC 2017). Il mercato dei servizi finanziari erogati dalle banche, da sempre protetto da grosse barriere all’entrata quali compliance, requisiti di capitale e regolamenti viene speronato dai grandi numeri in ascesa del settore Fintech. EXAMPLES OF COMPANIES ATTACKING THE TRADITIONAL BANKING VALUE CHAIN Source: Citi Research La semplicità del modello di business e la gestione dei processi basata sul digitale rende le start-up del Fintech più competitive e profittevoli tanto da riuscire ad aggredire la catena del valore dell’attività bancaria tradizionale con ripercussioni sul sistema bancario, il quale subisce l’ondata di cambiamento. A causa di una ridotta burocrazia nei processi, profonda conoscenza dei bisogni del cliente e squadre dinamiche con elevate abilità tecniche, le startup Fintech si distinguono per brevi cicli di sviluppo e time-to-market (Buchi et al, 2019). Secondo un report di (KPMG 2016) che tratta l’ascesa di nuovi operatori nello scenario UK, le performance delle società da poco entrate nel mercato dei servizi finanziari “The Challenger” stanno ottenendo performance migliori rispetto ai grandi players del settore “The Big Five” (RBS, HSBC, Barclays, Lloyds, Santander). 36 Possiamo individuare negli operatori digitali i seguenti vantaggi: - sistemi informativi meno complessi - set di prodotti più semplice - modifiche normative minori - immobili meno costosi - modelli operativi più snelli e automatizzati - meno problemi di conformità legacy In questa fase gli Incumbent si trovano in una situazione scomoda: dato che le nuove tecnologie hanno liberato il settore dai monopoli esercitati fino ad oggi dagli operatori tradizionali, devono fronteggiare una crisi dei modelli di business e rispondere ai nuovi driver del digital banking della Industry 4.0 cercando nuovi approcci basati su offerte di prodotti innovativi e personalizzati. Gli aspetti più delicati su cui intervenire, oltre alla continua evoluzione delle aspettative del cliente, sono: - La competizione emergente - Il costo dei sistemi ereditieri - I vincoli normativi - I bassi tassi d’interesse Questi punti deboli pongono le banche di fronte a nuove sfide che stanno inducendo a mettere da parte l’iniziale diffidenza verso i nuovi entranti, in favore di un atteggiamento di maggiore apertura, volto a cogliere l’innovazione disruptive proveniente dal mondo FinTech come un’opportunità per evolvere, creare sinergie ed essere attori, non passivi, della trasformazione digitale in atto. Dall’altra parte le conoscenze e competenze delle banche hanno reso lo scenario interessante anche per le start-up, in quanto possiedono i requisiti fondamentali per crescita del business e sviluppo di nuovi prodotti i quali richiedono la licenza bancaria. Le banche ormai operative nel settore da molti anni possiedono solide competenze legate al mondo finanziario, tra cui: - Abilità nella gestione del rischio - Solide e sicure infrastrutture - Competenze in campo normativo - Economie di scala 37 - Accesso al mercato dei capitali Tutte qualità ambite dalle Fintech per potrebbero favorire un ulteriore sviluppo nel caso di business combinantion. Le dinamiche evolutive del settore bancario si possono sintetizzare in base a come gli Incumbent possono percepire gli attori emergenti, in quanto essi potrebbero: - Intuire una concreta minaccia per il proprio business: agire - Notare una potenziale minaccia: essere dei soggetti dei soggetti da tenere sotto controllo - Non sono un problema: vanno avanti per la loro strada In questo nei confronti delle Fintech individuiamo due possibili approcci: Collaborativo Deriva dalla concezione delle Fintech come una vera minaccia quindi lo scenario necessita un azione correttiva volta stringere rapporti di partnership per creare sinergie oppure acquisire la Fintech prima che sia troppo tardi Competitivo Deriva dalla concezione della Fintech come una lieve minaccia o nessuna minaccia. Si esercitano attività di monitoraggio al fine di verificare se la situazione peggiora correndo il rischio di una disruption del settore e la perdita del mercato PRIMARY BUSINESS OBJECTIVES OF FINTECHS (%), 2017 Source: World Fintech Report Survey, Capgemini, Linkedin, Efma and MaRS, 2017 38 Nella presente ricerca faremo spesso riferimento ai colossi del digitale come Amazon, Facebook, Google che investono da anni milioni in innovazione (I), ricerca e sviluppo (RnD), e nelle relazioni con il cliente (CRM); essi sono in grado di fornire standard di servizio al mercato molto più efficienti, personalizzati e flessibili che hanno alzato il livello di aspettativa della fruizione del servizio. Nello scenario mondiale odierno, le società dotate di maggiore capitalizzazione sono riuscite a sfruttare in modo esemplare il digitale, raggiungendo la posizione di leader nel loro settore industriale e oggi si affacciano in nuove opportunità derivanti da settori ad alto potenziale di crescita come quello del Fintech. Alcune di queste hanno già lanciato la loro offerta nei servizi di pagamento: Apple rilascia Apple Card ed ApplePay, così come Google, Paypal. La potenza del brand e la gestione dei dati sono i primi fattori critici di successo che consentono di ritagliare quote di altri mercati e distruggere la concorrenza dei competitors. Nel nostro caso riferendosi ai servizi finanziari è opportuno indicare che le Big Tech company possono beneficiare di caratteristiche intrinseche nel proprio business, che creano un valore aggiunto nel mercato bancario digitale: - possiedono conoscenze nel campo della ICT (permette loro di essere scalabili ed efficienti) - sono ben capitalizzate e possono acquisire asset strategici - attrazione di management di rilievo - acquisire e controllare un start-up - acquisire licenze che attivano servizi finanziari - controllo su più mercati geografici (essendo multinazionali hanno quote di mercato su scala mondiale e possono raggiungere e competere in nuovi mercati con facilità, data la potenza del brand e la reputation di alto livello) - utilizzano tecnologie come Data-Driven e Big Data che stanno avendo forte impatto sul mercato e rivoluzionando gli schermi del marketing La principale minaccia deriva dal fatto che essendo tali aziende appartenenti al settore dell’Information and Comunication Technology (ITC) hanno il fondamentale vantaggio di poter accedere ad una vasta serie di informazioni sul consumatore ed utilizzarle secondo determinati schemi, a scopo commerciale: nel momento in cui dovessero ottenere la licenza bancaria o altre simili ad operare in 39 un paese europeo toglierebbero grandi quote di mercato sia alle realtà nuove entranti sia alle banche in carica. Per il futuro si prospettano scenari assai variegati con l’ondata rivoluzionaria delle banche native digitali che potranno affiancarsi o sostituire le banche in carica, si prevede un grande cambiamento nell’attività bancaria mentre la banca forse non sarà più necessaria. Secondo (PWC 2017), la soluzione che si presenta come vincente per gli Incumbent (e per i nuovi entranti) per rispondere alla mutevolezza di un mercato in veloce e continua evoluzione sembra essere la Fintegration. I PERCORSI DI FINTEGRATION E GLI AMBITI DI INTEGRAZIONE Source: NetConsulting cube, 2017 Lo studio di (Netconsulting cube,2017) individua tre i percorsi di possibile integrazione nel settore bancario e finanziario: - operazioni di acquisizione di Startup da parte degli Incumbent; - ingresso nel capitale attraverso la costituzione di Fondi di Corporate Venture Capital o Acceleratori; - accordi di partnership commerciale tra le parti. L’evoluzione del settore FinTech è stata molto rapida e caratterizzata dalla presenza di operatori diversi che è possibile distinguere in: aziende che offrono servizi finanziari direttamente al consumatore finale (che si posizionano in competizione diretta con gli Incumbent) e aziende che offrono soluzioni (B2B o 40 B2B2C) che possono essere integrate nei sistemi informativi bancari, al fine di supportarne la digitalizzazione dei processi (Pwc, 2017). Piuttosto che cercare di costruire rapidamente sistemi FinTech, le Banche si muovono, quindi, con operazioni di apertura verso le stesse realtà che stanno minacciando i loro business. Tra gli operatori più attivi a livello internazionale si ravvisano Goldman Sachs, Citigroup, BBVA e Banco Santander. Date le dimensioni e caratteristiche del trend del Fintech e delle potenzialità sarà interessante capire quale possono essere i risvolti futuri nel sistema bancario, in particolare se le start-up saranno sufficientemente attrezzate per competere in modo parziale o totale con le banche tradizionali o ci saranno delle possibili collaborazioni che danno vita a soggetti ibridi, oppure se le start-up Fintech o le Big tech company riuscissero a ottenere la licenza bancaria lo scenario cambierebbe drasticamente. Possiamo ipotizzare i seguenti scenari futuri: - le banche potrebbero approfittare delle start-up del Fintech per acquisire conoscenze e competenze, avviando procedure di acquisizione o fusione, integrandole nel gruppo; - alcune Fintech si accontenteranno di togliere fette di mercato e interrompere la catena del valore del banking; - le banche si troveranno a competere con nuove realtà quali start-up del Fintech che possiedono la licenza bancaria e vogliono rivoluzionare completamente l’attività bancaria o con le Big Tech company che avranno l’opportunità di entrare nel mercato dei servizi finanziari spettanti alle banche aumentando la competizione. 41 5. Metodologia e Scouting 5.1. I nuovi attori e modelli B2C del digital banking Dopo aver analizzato le dinamiche del settore, possiamo affermare che il settore bancario sta fronteggiando una rivoluzione che sta cambiando non solo i servizi finanziari offerti ma anche le caratteristiche del sistema stesso. Possiamo individuare tre cause principali quali: Industry 4.0, competizione globale e cambiamenti regolatori (Buchi et al, 2019). Per quando riguarda lo scenario competitivo, questo è influenzato fortemente dalla nascita delle start-up Fintech e allo stesso tempo dalle intenzioni del legislatore di favorire la concorrenza per aumentare l’efficienza del mercato stesso. Partendo da questi presupposti notiamo che da una prima situazione di crescita del mercato Fintech e sviluppo delle start-up con i primi investimenti si passa ad uno scenario più complesso e movimentato in cui aumentano le fusioni e acquisizioni tra banche e Fintech. In una terza fase, successiva alla Fintechintregration, notiamo come si vengono a creare delle business combination tra le due tipologie di soggetti che mettono insieme le proprie competenze per favorire la nascita di nuovi modelli di business che mantengono l’attività bancaria ma con modalità innovative. Nel corso del tempo questa nuova tendenza, la quale ha avuto grande successo in Europa, ha attirato l’attenzione dei social media, dei quotidiani economici e l’attenzione delle più grandi società di consulenza e società dell’innovazione, che hanno definito questi nuovi attori come Neobank. Altre banche hanno scelto una strada diversa, anche questa orientata dall’innovazione ma verso l’interno ovvero coltivando internamente hub dedicati e avviando nuove entità all’interno del gruppo bancario basate completamente su una struttura digitale. Il diverso approccio all’innovazione da parte di una modesta quantità di banche tramite un incubatore interno ha creato una propria banca digitale che sfrutta la licenza della banca holding Es Buddybank (Unicredit), Hype (Banca Sella). Lo scenario competitivo mette in evidenza più di una categoria di soggetti che si possono differenziare in base più fattori discriminanti che descriveremo inseguito. Lo scenario globale inoltre, vede un sostanziale e dichiarato interesse ad entrare nel mercato dei servizi finanziari non solo da parte di soggetti emergenti, ma anche da alcuni derivanti da business già consolidati derivanti da altri settori industriali tra 42 cui i colossi del digitale Facebook, Amazon, Google più comunemente chiamate Big Tech company, società operanti nella vendita al dettaglio e multinazionali presenti in più mercati geografici e settoriali come Virgin, Tesco. Tenendo con di tutti i nuovi attori emergenti e non, possiamo affermare la presenza di un sistema bancario completamente rinnovato con un denominatore comune ovvero la propensione all’innovazione e alla digitalizzazione dei processi, che vede la rapida diffusione di Banche Native Digitali: piattaforme che attraverso l’architettura digitale dei processi rende l’attività scalabile su livello internazionale, richiedendo una reazione delle banche tradizionali che devono adattare la loro struttura alle nuove opportunità e alle nuove minacce del mercato. Inoltre, le banche native digitali potrebbero beneficiare di aver costruito una struttura ad hoc anche dal punto di vista della regolamentazione: dato che partono con attività innovative possono rispondere in maniera efficiente agli adeguamenti normativi al contrario delle banche tradizionali che incontrano maggiori difficoltà di adattamento (Buchi et al, 2019). Le nuove banche native digitali vengono concepite per operare esclusivamente tramite la rete digitale dato che non dispongono di filiali fisiche; nascono negli ultimi 10 anni e risultano essere completamente indipendenti dalle banche in carica, al contrario di altre tipologie che necessitano collaborazioni. I servizi offerti non sono ancora paragonabili a quelli delle banche tradizionali per vastità di gamma, ma partono da quelli tradizionali dell’intermediazione per poi aggiungere contenuti innovativi che puntano a creare una efficace esperienza utente. Da una parte mantengono i fondamenti dell’attività bancaria, dall’altra cercano sviluppare servizi innovativi che basati sul cliente ovvero considerare e soddisfare le sue necessità finanziarie. Nonostante la rilevanza del fenomeno, si nota una carente omogeneità sulla definizione di Banca Nativa Digitale e sulla classificazione delle varie tipologie. Date la scarsità di approfondimenti esistenti, per lo più report carattere commerciale e professionale si decide di ricostruire una mappa delle tipologie esistenti di banche native digitali, effettuata in collaborazione con Links Foundation, attraverso attività di scouting e business analysis su interviste di esperti del settore, articoli di giornale e report istituzionali. 43 5.2 La tipologia delle banche native digitali con Links Foundation Dallo scouting effettuato possiamo confermare la causa dell’indagine, in quanto si deduce una certa ambiguità nell’applicazione dei termini che indicano le varie tipologie – in particolare in alcuni casi, essi sono stati utilizzati sia per indicare un insieme generico di banca nativa digitale sia per indicarne una categoria specifica, in tutti i casi abbiamo come definizione quella di una banca che opera senza filiali tramite l’utilizzo di canali digitali per raggiungere il cliente e offrire servizi finanziari come conto corrente, certificati di deposito e carte di pagamento. Nei casi più estremi si riscontra che è l’autore dell’articolo o l’esperto interlocutore a confermare che non esiste in ambito professionale una classificazione univoca, motivo per cui spesso si trovano definizioni di fantasia, assegnate con criteri del tutto discrezionali. Queste considerazioni si traducono in una serie di definizioni più o meno analoghe, che lasciano troppo spazio all’interpretazione del lettore, e non realizzano quali siano gli attori del mercato bancario di oggi e quali valori, vision e mission abbiano. Tornado sulle definizioni, notiamo dalla fonti consultate (paper istituzionali, siti web autorevoli, articoli di giornale) che la maggior parte di esse usa come parametro discriminante la modalità di costituzione dell’azienda o del ramo d’azienda, la presenza di rapporti di partnership con le altre imprese quali (fusioni, acquisizioni), piuttosto che il possesso della licenza bancaria, di moneta elettronica o altre. Neppure la normativa individua delle categorie ben definite, ma si limita a definire quali siano i soggetti dotati di licenza bancaria, monetaria e di pagamento tramite Il D.lgs.15 dicembre 2017, n. 218 che ha recepito la PSD2 è entrato in vigore il 13/01/2018 (Il quadro normativo degli Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica alla luce della nuova PSD215). In conclusione, date le variegate e approssimative definizioni sia in letteratura sia in parecchi ambiti professionali, si avverte la necessità di definire una tipologia16 delle banche native digitali ovvero una classificazione delle varie tipologie esistenti in gruppi con caratteristiche omogenee, con lo scopo di descrivere quali attori sono 15 16 http://www.servizidipagamento.eu/ http://www.treccani.it/enciclopedia/tipologia_%28Dizionario-delle-Scienze-Fisiche%29/ 44 presenti sul mercato e come sono nati cioè in che modalità (fusione o acquisizione, spin-off di un ramo d’azienda) e altresì mettere in risalto il settore di provenienza. La stesura della Tipologia è stata redatta secondo un processo di consultazione di fonti autorevoli utilizzate nell’attività professionale di LINKS Foundation – Leading Innovation & Knowledge for Society con sede a Torino, Italia; sotto la supervisione del PhD. Alessandro Zerbetto e con l’autorizzazione di Luca Fasolo, Head of Strategic Scouting & Open Innovation of LINKS Foundation. Allo scopo di dare maggiore rilevanza su l’argomento trattato, riportiamo i principali studi effettuati da ricercatori, enti di ricerca, società di consulenza e altre istituzioni. Dato lo scarso rilievo degli studi accademici e professionali e sapendo che la letteratura sulle banche native digitali è aumentata dal 2017, abbiamo individuato come scopo dell’analisi quello di definire le diverse tipologie secondo precise caratteristiche: 1. Identificare i profili ideali 2. Assegnare i costrutti del primo ordine 3. Descrivere le dimensioni multiple I profili ideali sono astrazioni teoriche che vengono utilizzate per esaminare casi empirici in termini di quanto si discostano da quelli ideali. Ogni tipo ideale rappresenta una combinazione unica dei valori associati alle dimensioni fondamentali. Nella identificazione dei profili ideali si cerca di rispondere alle domande di ricerca: 1. Quali tipi di Digital Native Banks esistono attualmente? 2. Quali sono le loro principali caratteristiche o proprietà? Inizialmente la classificazione teneva conto di solo tre iniziative (Beta Banks, Neobanks e Challengers Banks) in base a due dimensioni (licenze possedute e attori). Dopo una serie di ricerche iniziali, grazie alla collaborazione con LINKS Foundation, ente che ha maturato esperienza strutturata negli anni a causa dell'affiliazione con l'osservatorio dell'innovazione che ha supportato le strategie di innovazione di alcune delle principali banche italiane (Intesa Sanpaolo e Unicredit), è stato sviluppato uno scenario cui vengono identificati cinque tipi di banche native digitali ed estratte cinque dimensioni maggiormente utilizzati per distinguere le caratteristiche dei tipi di banche native digitali. 45 Le tipologie sono: Beta Banks, (2) Neo-Banks, (3) Challengers Banks, (4) BigTech’s Banks, (5) Retailer’s Banks. I costrutti del primo ordine sono: Actors (1), (2) Banking License, (3) Approach, (4) Market Experience, (5) Core Business I seguenti valori sono associati a ciascuna dimensione: (1) Actors: Incumbents/Startups/Big-Tech/Retailers, (2) Banking License: Presence/Absence, (3) Approach: Defensive/Collaborative/Challenger, (4) Market Experience: Practiced/Newcomers, (5) Core Business: Banking First/Non-Banking First. In seguito si propone l’analisi della letteratura professionale sulla base del lavoro svolto dalla collaborazione con LINKS Foundation (in lingua inglese). 46 1 2 Medium.com by17 Bank X: The Crowdfund New New Banks by UP Team Citi Research Beta banks Proposed Typology Neobanks Definition New type of digital bank that operates with 100% digital media on a digital and mobile platform with new operating systemsCurrently, the digital front ends that have been added to traditional banks represent only a digital manifestation of the traditional banking experience. Bigtech-Led IncumbentStandalone Challenger Bank Challenger Led Banks Challenger Banks These are Are primarily fintech companies leveraging These are started technology and data to streamline retail banking by created within offering better convenience and pricing. Some have through tech legacy banks banking licenses, others are based on pre-paid cards giants such as through and sit behind a third-party banking license. GAFA and investment BAT which in have been technology branching out and by into financial creating new services. With digital-only their vast banks. networks, the bigtech-led challenger banks are perhaps incumbents’ most daunting competition neo-banks Challenger banks Proposed Typology Definition 3 17 Fintech.ch Switzerland Proposed Typology Neo-banks Challengers banks Big-tech's banks Paper Typology https://medium.com/crowdfundup/what-is-a-neo-bank-and-how-are-they-disrupting-traditional-banking-models-3c1b2fa5b8e1 47 Retailer's banks Definition 4 5 18 Medium.com18 Capco by Aysin OZDIL Proposed Typology Definition offer a mobilefirst banking experience in partnership with a traditional bank Neo-banks aim at becoming fully-licensed banks, creating new datadriven banking experiences and pricing models comes with mobile-priority banking experience in partnership with a traditional bank. A neobank is a branchless digital-only bank which works only on digital and mobile platforms. They depend on customers having any financial service with an underlying Bank and corresponding bank license, offer a userfriendly interface and quicker banking solutions. aim at becoming fully-licensed banks, creating new datadriven banking experiences and pricing models. A challenger bank is a small one which is quietly threatening the large ones’ market share. The term includes any new or upcoming bank that has recently gained a license. Above all, it is a small bank that is biting at the heels of the ‘big four’ or ‘big five’ banks. Challenger Banks are “a new breed of technology-driven and customer-centric financial institutions”. Challenger banks Proposed Typology neobank Definition is a branchless digital-only bank. Unlike traditional banks, which focus on what financial products or services they can sell to customers, neobanks aim to get the whole ‘job done’ by focusing on fulfilling a core set of customer needs. https://medium.com/@aysin.ozdil_53181/how-will-the-way-of-doing-business-in-banking-change-32124653ac54 48 6 7 8 CB Insights Gomedici.com19 Fintechnews.org 20 19 20 by MEDICI Team by Monika Gudova Proposed Typology Neo-banks Challenger banks Definition offer a mobilefirst banking experience in partnership with a traditional bank Over the Top have applied to become fully licensed banks, creating new data-driven banking experiences and pricing models from the bottom-up. Licenced Digital Banks Startups which have tie-ups with other licensed banks. Startups which are licensed. Proposed Typology Definition Proposed Typology Bank Digital Initiatives Traditional banks with a digital extension Digital banks https://gomedici.com/neobanks-service-offerings-funding-analysis/ https://www.fintechnews.org/digital-banking-and-neobanks/ Neo-banks 49 Definition 9 KPMG report 2016 UK Digital banks are banks that operate online through a computer or app on your phone. This means they don’t offer in-branch service like traditional banks do. are just like While this normal banks may raise – they’re a concern about place to put a lack of your money, a personal place to touch, borrow neobanks plan money from to lead the and a place to pack in hesitantly personalised hand over banking by interest using repayments to artificial – the only intelligence to catch is keep track of they’re 100% your data and digital. customise They’re your app usually not experience associated with any traditional banks, and have no branches you can visit, existing solely online. Digitally focused challengers Proposed Typology Definition The Digitally Focused Challengers are the newest additions to the Challenger landscape, each offering the promise of personalisation and of course technology, as key differentiators. The Digitally Focused Challengers also 50 intend to partner with other businesses and some have even used customer crowdfunding to further their expansion 10 11 PWC KPMG report UK 2017 Proposed Typology Digital only banks Non-bank brands Definition Digital-only banks recognise the megatrend of customers shifting to digital channels and are building their business to serve both digital natives and converts. They pride themselves on innovative technology platforms that promise exceptional customer experience and engagement, primarily through mobile apps have parent companies that are strong players in other industries, such as major supermarket chains. They have strong and trusted brands, and generally seek to serve the needs of customers loyal to the parent group as a whole Classic Challenger Blending traditional and innovative models, these banks seek and exploit scale in their customer base and often a branch network. Their relative cost of regulatory compliance remains lower than for smaller Challengers. Classic challengers feature elements of classic banking, having a branch Proposed Typology Definition Nouveau challengers Nouveau Challengers tailor their services to customers in underserved markets, around cutting-edge technologies or with services that bleed outside the boundaries of traditional banking – for example, Revolut, B-Social and Iam Bank. The Nouveau Challengers do not seek to compete with the big High Street players at all, 51 Contemporary challengers Technology focus creates value in these banks’ distribution channels and brings life to commoditised products. Banks in this category are predominantly planning to be digitalfirst (and likely digitalonly), offering customer support via online chat or call centres. Cloud architectures, streamlined third-party systems and open application programming interfaces (APIs) offer a low cost base with high efficiency. Contemporary Challengers may be more likely to partner with, or even consider themselves to be, Fintech companies 12 Wikipedia Challenger bank definition recognising that customers in the future are more likely to use banking services from multiple organisations channelled through platforms and apps. These businesses reduce competition by creating “blue oceans” of uncontested market space. Challenger banks Proposed Typology Definition 13 Wikipedia NeoBank definition Proposed Typology Challenger banks are small, recently-created retail banks in the United Kingdom that compete directly with the longer-established banks in the country, sometimes by specialising in areas underserved by the "big four" banks (Barclays, HSBC, Lloyds Banking Group, and Royal Bank of Scotland Group). As well as new entrants to the market, some challenger banks were created following divestment from larger banking groups or winddown of a failed large bank. The banks distinguish themselves from the historic banks by modern financial technology practices, such as online-only operations, that avoid the costs and complexities of traditional banking. In order to be defined as a "bank", the company must be authorised to accept retail deposits by the UK financial regulator the Prudential Regulation Authority (PRA) Neo-banks 52 network, taking deposits, making loans – they’re flexible enough to exploit new technology and business models for innovative, customerfocused services. Definition 14 "Challenger Banks". Disruptive Technologies for Business Development and Strategic Advantage. Proposed Typology Definition A neobank is a type of direct bank that is 100% digital and reaches customers on mobile apps and personal computer platforms only.Neobanks do not operate traditional physical branch networks. Neobanks are technology-driven and may adopt machine learning and artificial intelligence technologies whilst not being constrained by legacy systems of traditional banking competitors. The term neobank first became prominent in 2017 to describe fintech based financial providers that were challenging traditional banks. There were two main types of company that provided services digitally, companies that applied for their own banking license and companies that partnered with a traditional bank to provide those financial services Neobanks Challenger banks are financial service providers that do not hold a banking license; rather , they aligned with licensed banks that provide acess to their license, infrstructure (predominant payment and money transfer) and some back office operations in exchange for compensation 53 compete directly with legacy banks like the major high street banks. CB offer traditional banking product without the baggage of legacy institution. 3.2 I modelli B2C dei nuovi attori TYPES OF DIGITAL NATIVE BANK Source: (Buchi et al, 2019) Lo scenario risultante dall’indagine può essere sintetizzato nella seguente tabella la quale mette in evidenza in primo luogo la divisione in due grandi gruppi “Banking First” e “Non Banking First” identificati nella dimensione il Core Business (5) per sottolineare che l’attività bancaria nell’ Industry 4.0 può essere esercitata non solo dalle banche, ma anche da altri soggetti che non hanno il banking come primo business. A dimostrazione del fatto che i soggetti sopracitati diversi dalle banche nascono con un’altra struttura, talmente flessibile ed adattabile che permette di ritagliare entrare nel mercato dell’intermediazione. Questa dimensione è stata identificata dato che rappresenta l’ultimo anello di giuntura tra le diverse tipologie di banche native digitali infatti per la classificare i vari attori presenti nello scenario di riferimento è stato fatto per induzione ovvero una volta definite le varie tipologie ci siamo chiesti quali sono i fattori comuni per ciascuna dimensione delle iniziative trovate, andando a ritroso fino all’ultima dimensione Core Business (5). L’esperienza di mercato dei vari attori si distingue in “Practiced” e “Newcomers” dimostra come le iniziative possono essere avviate anche con esperienze diverse 54 sebbene i soggetti bancari godono di maggiori competenze finanziarie, una consolidata base di clienti, una forte presenza nei mercati nazionali grazie alla potenza del brand e alle relazioni costruite in filiale; gli attori emergenti godono di competenze informatiche e conoscenze dei dati dell’utente che se usate adeguatamente hanno un enorme potenziale di crescita. La dimensione Approach (3) si può distinguere in tre categorie che esprimono come gli attori stanno relazionandosi tra di loro e con quale strategia si posizionano sul mercato. In particolare notiamo che le Incumbent con un approccio difensivo intendono preservare la loro quota di mercato e puntano a non perdere clienti offrendo una soluzione digitale in linea con i valori del banking storico. L’approccio “Collaborative” conferma il fenomeno della Fintech-Integration in cui vediamo possibili integrazioni delle Fintech alle banche in carica in cerca di opportunità da sfruttare derivanti dalla nuova tendenza. In terza battuta, l’approccio “Challenger” che porta avanti il sintomo dell’ondata rivoluzionaria del digital banking concepito per competere su tutti i servizi finanziari erogati dalla banca con processi innovativi incentrati sulla esperienza del cliente. I risultati evidenziano come le diverse tipologie di licenze non costituiscono un freno per il business, al contrario incentivano la nascita e lo sviluppo degli attori emergenti – infatti evidenziamo tre principali modalità ottenere una licenza e avviare una banca nativa digitale: - Sfruttare della licenza bancaria della banca Holding da parte una piattaforma creata appositamente dal gruppo (spin-off) in qualità di ramo d’azienda con specifici obiettivi - Concedere la licenza bancaria a una società Fintech grazie a fusioni o acquisizioni - Essere in possesso di tutti i requisiti per ottenere la licenza bancaria dalle autorità competenti nonostante abbiano costruito l’attività su un’architettura digitale Come abbiamo già enunciato, l’ingresso di nuovi attori ha stimolato la concorrenza sul mercato che mostra la possibilità di ottenere servizi simili da operatori di natura completamente diversa – in particolare bisogna citare la posizione delle Big Tech e dei Retailers, soggetti che da anni in investono in innovazione in alcuni casi hanno costituito delle vere proprie banche digitali (Tencent, Tesco, Virgin) in altri hanno 55 solo rilasciato alcuni servizi finanziari tipici dei pagamenti o micro-credito (Apple, Amazon). L’iniziativa delle Neobanks deriva direttamente dal settore del Fintech ed indica una società che è indipendente da altri soggetti (Stand-Alone Fintech) oppure una società nata da un joint venture tra una banca e una start-up Fintech (Backed-up Fintech) che si è specializzata in alcuni servizi da sempre erogati dalla banca come effettuare pagamenti, accreditare gli stipendi, fornire carte di credito e di debito. Queste realtà si sono sviluppate grazie agli incentivi normativi proposti dal legislatore a seguito della PSD e PSD2 in cui viene proposto un quadro normativo volto a migliorare l’efficienza dei servizi, promuovere la competizione e la libera concorrenza. In questo senso, dal punto di vista regolamentare, le Neobanks sfruttano licenze non bancarie quali EMI o IP che impongono vincoli regolamentari più snelli e facilmente adattabili al nuovo contesto del Fintech. La figura istituzionale è di quella di una società tecnologia che si propone come alternativa agli intermediari finanziari e propone un modello di business innovativo che mira a conquistare clienti, attirare investimenti e successivamente sviluppare nuovi business. Dallo Scounting effettuato si nota che la maggior parte delle Neobanks scelgono di entrare nel mercato dei pagamenti come “core business”, dato che esso ha raggiunto alti livelli di maturità e presenta meno barriere all’entrata rispetto a quelli del credito o degli investimenti (necessitano la licenza bancaria). L’introduzione della tecnologia mobile e tablet ha completamente rivoluzionato le modalità di pagamento da cui si è sviluppato un mercato di utenti digitali che non possono fare a meno di usare il proprio dispositivo mobile quando e dove vogliono per effettuare transazioni. Successivamente vengono acquisite da banche o si fondono con esse per sfruttare la licenza bancaria ed espandere la propria offerta. Altresì le Neobanks sono quelle che più attirano capitali dai fondi VC e PE poiché hanno un grande potenziale di sviluppo in quanto i loro profitti hanno una crescita maggiore rispetto alle banche che utilizzano sistemi tradizionali. 56 viene regolato in base alla tipologia di licenze con regole molto più snelle rispetto alle banche tradizionali. Per questi motivi per operare la Neobank non necessariamente deve aver ottenuto la licenza bancaria ma deve possedere una licenza EMI o IP o appoggiarsi alle licenze di altri soggetti. Tale iniziativa ha lo scopo di togliere quote di mercato alle banche non di competere su tutti i servizi ma solo di acquistare determinati clienti che vogliono servizi digitali, flessibili e smart. Dal punto vista regolamentare, i soggetti chiamati dal Neobanks quali evoluzioni delle start-up Fintech che in un primo momento sono entrate come “istituti di pagamento” e successivamente hanno ottenuto la licenza Electronic Money Istitution (EMI) la quale consente di offrire servizi sempre più assimilabili al settore bancario. Le Beta Banks nascono da un iniziativa di una banca o gruppo bancario, i quali decidono di avviare un processo di innovazione interna e costituire un nuovo ramo aziendale (spin-off) cui possiedono il controllo societario. La banca madre possiede ha come “core business” l’attività bancaria quindi trasmette tutta l’esperienza del settore alla nuova entità che sfrutta le reti digitali per raggiungere il cliente con servizi innovativi e costi più contenuti. Questa iniziativa rappresenta la mossa difensiva da parte degli operatori Incumbent all’attacco delle altre iniziative che vogliono rivoluzionare il settore e portare più clienti possibili alle banche. Possiamo distinguere le seguenti caratteristiche: • Sono in grado di offrire servizi bancari attraverso la licenza della banca controllante. • Possono essere utilizzate come operatori snelli per entrare in nuovi mercati. • Sono a tutti gli effetti banche native digitali, e sono concepite per aggirare i limiti delle infrastrutture tecnologiche legacy, con un approccio customer oriented ed una ux tipicamente orientata al segmento millennials Le Challenger Banks sono nate con lo scopo di diventare i competitori principale delle banche e rivoluzionare l’attività bancaria tramite un approccio innovativo, centrato sul cliente e alto livello di User Experience. 57 • Possiedono le tutte le caratteristiche per essere ritenute banche con l’ulteriore pregio di possedere un’architettura digitale su cui basare la realizzazione di prodotti, l’elaborazione di transazioni e la vendita di servizi. • Rispecchiano la massima evoluzione del concetto di digital bank che utilizza prodotti decostruiti: questo sistema richiede che le diverse risorse siano trasformate in un interfaccia base o in oggetto, per poi essere messe a disposizione dei clienti che le assembleranno come meglio credono (Skinner 2015). • Puntano molto sul mobile banking tanto che alcune sono disponibili unicamente su smartphone. Nelle Challenger Bank possiamo individuare alcuni principali punti di forza: - esperienza del cliente migliore e completamente digitale - le nuove tecnologie e l'assenza di sistemi legacy riducono i costi di servizio - nuovi canali digitali e facilità di apertura / manutenzione dell'account - capacità di attirare clienti che non sono fisicamente in grado di visitare filiali Retailer’s Banks Le Retailer’s Banks sono organizzazioni costituite da grandi gruppi di distribuzione (Virgin, Tesco, Carrefour, ecc.) che non hanno come core business il settore bancario, ma che hanno saputo sfruttare il proprio brand e la fiducia di cui godono presso il proprio network di clienti per entrare nel mercato dei servizi finanziari. Big Tech Banks Le BIG-TECH’S Banks sono organizzazioni costituite da grandi compagnie tecnologiche che non hanno come core business il settore bancario. Rappresentano dunque dei nuovi entranti sul mercato poiché non hanno esperienza nel settore, ma vogliono sfidare lo status quo definito dagli attuali incumbents bancari utilizzando i propri asset tecnologici. Esempi di BIGTECH’s banks si trovano attualmente solo in Cina, con MYBANK (di Alibaba) o WeBank (Tencent). 58 3.3 Mobile Banking e UX per la fruizione dei servizi bancari digitali La banca digitale ha sicuramente molti punti chiave e forti pilastri concettuali ed operativi che la contraddistinguono dalle vecchie realtà, tra questi uno dei più importanti è l’aspetto umano. L’era del digitale non comporta necessariamente la distruzione del capitale umano, ma anzi sposta i cardini dell’attività tramite una rivisitazione dei ruoli e dei luoghi chiave per l’attività di intermediazione. Per introdurre questo le banche digitali hanno indirizzato la loro strategia sia alla digitalizzazione dei processi ma soprattutto alla comprensione del cliente, servendosi della tecnologia. Questo è il segreto che rende le banche digitali molto più competitive della banche tradizionali che considerano la tecnologia come un semplice canale da aggiungere ed integrare alle operazioni in filiale (Skinner 2015) Le banche digitali utilizzano un approccio al mercato completamente differente nella consulenza finanziaria, infatti mirano a coinvolgere i clienti tramite i canali remoti come Social Media, Sito Web, Blog e concentrarsi sulle procedure KYCC21 (know your customers’s context) ovvero sfruttare tutte le informazioni del cliente a cui è possibile accedere e costruire su di esse un servizio personalizzato, efficiente e tempestivo. Questo è l’approccio tradizionalmente usato dalle Big Tech company le quali utilizzano come principale strumento i Big Data per profilare le esigenze del cliente e proporre successivamente un offerta vantaggiosa che difficilmente rifiuterà. Allo stesso modo le banche digitali stanno cercando di rapportarsi al cliente secondo la modalità che egli preferisce. Il cliente dopo aver effettuato eventuali ricerca su Google, potrebbe raggiungere la banca tramite Facebook, Twitter dopo aver letto alcune recensioni degli utenti iscritti alla community, grazie ad un banner pubblicitario proposto su Instagram o dopo aver visto il video di spiegazione dell’esperienza di altri utenti che recensiscono prodotti su servizio su Youtube. La contestualizzazione delle nuove tecnologie che hanno rivoluzionato il modo di interagire tra gli operatori del mercato e di fruire dei servizi finanziari possiamo ricondurla in quattro fasi: Conoscere il contesto di riferimento ovvero i fattori correlati delle intuizioni del cliente e delle condizioni ambientali che rendono rilevante l'esperienza di acquisto 21 59 1. La prima ondata ha dato la possibilità di usare i dispositivi mobili per la ricerca di informazioni ed effettuare transazioni 2. La seconda ha consentito di interagire con fornitori di servizi finanziari utilizzando canali remoti 3. La terza ha permesso a chiunque sia in possesso di smartphone di gestire tutto in mobilità, 24 ore su 24. 7 giorni su 7, tutti i giorni dell’anno 4. La quarta ondata secondo gli esperti potrebbe trattare il tema Internet of things, in cui tutto comunica con tutto. In questo mondo non dobbiamo più cercare prodotti o servizi sulla rete, ma questi cercheranno noi tramite la rete. Il concetto fondamentale della prossima ondata tecnologica è che non sarà più il cliente a comunicare con la banca, ma sarà quest’ultima a comunicare con il cliente nel momento più adatto della sua giornata. Secondo gli esperti, nel futuro non esisterà più la banca percepita in quanto luogo fisico ma solo una realtà aumentata dai servizi digitali. La banca del futuro funzionerà in modo diverso in base alle caratteristiche del soggetto, il quale lascerà tutti i suoi dati per migliorare la sua esperienza utente e fruire di servizi innovativi e personalizzati. L’obiettivo sarà quindi una segmentazione del mercato immediata ed efficace, che viene fatta in automatico al momento della registrazione dell’utente, così da poter creare diverse interfacce personalizzate o diverse identità per ogni esperienza di utilizzo della banca da parte del cliente. Questo argomento di contenuto altamente innovativo è stato accennato in modo da lasciare al lettore spunti di riflessione utili per la trattazione di ricerche future. Nell’era dell’Industry 4.0 stiamo assistendo a numerosi cambiamenti nel settore bancario, tra tutti il più rivoluzionario è quello della tecnologia mobile. In tutto il pianeta ci sono sempre più individui con uno smartphone che permette loro di comunicare wireless, navigare sulla rete Internet, scattare foto, registrare video e tanto altro. Questa ondata rivoluzionaria consente alle banche di lanciare servizi innovativi: dai pagamenti diretti P2P via SMS, attraverso app senza contatto e dongle22 per i pagamenti, fino ad arrivare a servizi finanziari completi come credito (Mobile Lending), investimento (mobile investing) e assicurazioni (Insurtech). Ecco 22 Un dongle è un piccolo componente hardware del computer che si collega a una porta su un altro dispositivo per fornire funzionalità aggiuntive o consentire un passaggio a tale dispositivo che aggiunge funzionalità. 60 perché tra il 2008 e il 2012 PayPal e Google hanno investito più di 800 milioni nello sviluppo di pagamenti in mobilità (Skinner 2015). Lo smartphone e le App sono i veri driver del cambiamento: lo smartphone permette di accedere ad Internet in mobilità e raggiungere qualsiasi tipo di contenuto, mentre le App riescono a rendere l’utilizzo dello smartphone molto più semplice e intuitivo, possono essere usate sia da un bambino sia da un anziano ed hanno avuto forte sviluppo nel mondo denaro. Il touchscreen dello Smartphone o Tablet è ormai presente su tutti i dispositivi, dato che risulta più veloce nella digitazione rispetto ai tasti fisici, così come le App vengono create con funzionalità diverse in base allo scopo del servizio offerto (pagamenti, credito, investimenti, conto corrente). In questo modo le banche riescono a suddividere i propri processi e renderli intercambiabili e plug-23and-play (Skinner 2015). Questo simboleggia che nel futuro sarà molto facile avere una concezione di banca digitale divisa in componenti, i quali possono essere facilmente gestiti dall’utente tramite App e risultano sempre disponibili grazie alla portabilità dello smartphone. Secondo questa ideologia di banca digitale, abbiamo profondi cambiamenti nei modelli di business che puntano alla decostruzione della banca in più piattaforme con lo scopo di fornire all’utente la massima user experience. Dal punto di vista del settore i nuovi entranti del Fintech stanno attaccando in modo mirato ogni singolo servizi che una volta era fornito solo dalla banca: - Fidor, Moven, Simple, Alior stanno attaccando il modello di deposito bancario - Zopa si sta specializzando nei mercati creditizi, così come Prosper, Lending Circle e altri - Currency Cloud, Bitcoin, Azimo, KlickEx stanno rosicchiando le attività di frontiera delle banche - eToro si è inserita nelle operazioni di investimento così come ZuluTrade, StockTwits 23 in informatica, viene usata in diversi contesti con riferimento a tecnologie che possono essere messe in uso all'interno di un sistema hardware o/e software senza che l'utente del sistema conosca o metta in atto una specifica procedura di installazione o configurazione. 61 Ognuno di questi soggetti offre servizi digitali rivolgendosi al prodotto, alla transazione e al coinvolgimento del cliente nelle proprie finanze; mentre in passato era la banca ha gestire tutti gli aspetti, grazie ad un unico processo verticale e bloccato in una struttura rigida e difficilmente attaccabile. Questo tema pone i dirigenti bancari di fronte a nuovi dubbi, causati dall’avvento della tecnologia che rompe gli schemi dell’approccio tradizionale. Le banche dovranno iniziare a pianificare quale sarà il proprio indirizzo strategico da qui a 5 o 10 anni. La sfida consiste nella scelta di provare ad essere competitivi su tutti i fronti o specializzarsi in un determinato servizio. La maggior parte delle banche ha da sempre sfruttato l’attività di tenuta dei depositi, conto corrente e pagamenti per creare un rapporto di fiducia con il cliente e sfruttare quella relazione per costruire sopra altri servizi finanziari molto più redditizi. Oggi le banche commerciali hanno molte difficoltà nel proporre servizi efficaci in tutti i segmenti dei servizi finanziari e per i rari casi sarà difficile continuare ad innovare in tutte le parti della catena del valore senza perdere clienti e mantenendo alti i margini. Le nuove realtà si concentrano sui prodotti (Zopa, Wonga, Kickstarter), sulle transazioni (Currency Cloud, FIDOR, StockTwits) e sulle relazioni (Moven, Simple, Aliore). I clienti rispondono con approvazione, in quanto sono attratti dalle novità, sono curiosi di scoprire quale esperienza avranno fruendo di quel particolare servizio innovativo e sanno che nel nuovo mondo del digitale le banche digitali utilizzano un username per l’accesso, API per le transazioni e App per i servizi. La banca per controbattere le nuove proposte di valore degli attori emergenti dovrebbero utilizzare le API24 per le transazioni e assicurarsi che i volumi siano superiori a quelli dei competitori, accertarsi che i propri prodotti siano i più penetranti nella rete e aggregare ed integrare tutti i contenuti in-App che gli utenti desiderano (Skinner 2015). Questo potrebbe non bastare per mantenere la leadership nel mercato, quindi occorre prendere decisioni strategiche per concentrarsi sulle proprie competenze ed effettuare ingenti operazioni di marketing ed innovazione, per promuovere al meglio le proprie specialità. 24 Acronimo di Application Programming Interface, ovvero Interfaccia di programmazione delle applicazioni) sono set di definizioni e protocolli con i quali vengono realizzati e integrati software applicativi. 62 4. Analisi statistica dei dati raccolti 4.1 Obiettivo della ricerca L’obiettivo della ricerca è quello spiegare come i vari caratteri della distribuzione impattano sulle recensioni di Google Play Store delle banche native digitali e di costruire un modello valido ad approssimare il fenomeno tramite una regressione lineare multipla. Il campione definitivo è formato da 90 unità statistiche (banche native digitali) con i seguenti caratteri e modalità del carattere: a) Sede legale b) Mercato Geografico Europeo (i) Continentale (ii) Mediterraneo (iii)Nordico (iv) Anglosassone (v) Orientale (vi) Resto del mondo c) Tipologia (i) Beta Banks (ii) Neobanks (iii)Challenger Banks d) Dimensione aziendale (i) Totale Finanziamenti (ii) Visualizzazioni Web (settimanali) (iii)Numero dei finanziamenti (iv) Numero degli investitori (v) Numero di dipendenti (vi) Valore societario e) Modello di business (i) Commission (ii) Mobile App (iii)Freemium (iv) Subscription (v) SaaS (vi) Marketplace f) Presenza social 63 (i) Facebook (ii) Twitter (iii)Linkedin (iv) Instagram (v) Youtube g) Google Play Store Rating h) Stadio di crescita 4.2 Metodologia I dati vengono classificati su un foglio Excel in base a determinati parametri alcuni definiti dalla fonte www.dealroom.com, altri in modo discrezionale (vedi foglio Excel “legenda”). Per ogni carattere calcoliamo la numerosità, media e varianza e individuiamo i caratteri da standardizzare al fine di rendere omogenea l’analisi. L’analisi di regressione lineare ha lo scopo di determinare la forma della relazione funzionale tra le variabili scelte durante la fase di formulazione delle ipotesi. In particolare, s’intende effettuare un analisi di regressione multipla ossia determinare la forma della relazione tra più variabili (più indipendenti x1, x2, …, xn) ed una dipendente (Y). I dati quantitativi vengono presentati visivamente con grafici e numericamente con indicatori (correlazione, dispersione) dal quale sarà possibile interpretare il fenomeno analizzato. I dati quantitativi vengono presentati visivamente con grafici e numericamente con indicatori (correlazione, dispersione) dal quale sarà possibile interpretare il fenomeno analizzato. Al fine di dare la massima rilevanza e veridicità al tema proposto dalla tesi, sono stati stabiliti i seguenti criteri di inclusione relativi all’ oggetto dell’analisi statistica: Native digitali Operatività intendiamo società che offrono servizi esclusivamente tramite canali digitali intendiamo società che hanno ufficialmente rilasciato un’offerta commerciale Retail intendiamo l’attività bancaria che concentra i rapporti con una Banking clientela numerosa, costituita prevalentemente da famiglie e piccole imprese25. 25 http://www.bankpedia.org/index.php/it/125-italian/r/22064-retailbanking?highlight=WyJyZXRhaWwiLCJiYW5raW5nIiwicmV0YWlsIGJhbmtpbmciXQ== 64 Il fattore caratteristico “Native Digitali” è di fondamentale importanza per effettuare una scrematura sostanziale e concettuale, in quanto ci consente di distinguere le realtà native digitali da quelle che hanno deciso di offrire soluzioni digitali successivamente alla loro nascita in alternativa a quelli già esistenti; quest’ultime infatti non avendo un alto livello di tecnologia intrinseca nel core business sin dalla nascita sono state considerate non rilevanti ai fini della tesi. Il criterio “operatività sul mercato mira a prendere in considerazione tutte le società (start-up del Fintech) le quali godono di tutte le autorizzazioni legali necessarie a lanciare determinati servizi sul mercato e hanno raggiunto una determinata fase di crescita (Seed, Early Stage). Questo criterio è stato imposto dato che talvolta le start-up non raggiungono una fase di vita tale per cui riescono a finanziare un’offerta commerciale (solo nella fase seed / early stage viene creato un MVP minimun viable product un prototipo di prodotto che mi permetta di aggredire il mercato, ottenendo visibilità e acquisendo clienti.26 Si è voluto sottolineare il criterio Retail Banking il quale ci consente di distinguere i soggetti ricercati da quelli che svolgono altre tipologie di funzioni bancarie destinate a soggetti di grande dimensione, grandi patrimoni, o con finalità diverse da un’attività commerciale coerentemente con le funzioni di Corporate Banking, Investment Banking e Private Banking. L’analisi dei dati è stata conseguita tramite due siti di ricerca: principalmente sulla piattaforma Dealroom27 e alternativamente Crunchbase28. 26 https://www.startupgeeks.it/ciclo-vita-startup/ https://dealroom.co/ 28 https://www.crunchbase.com/ 27 65 Dato che lo scopo dell’analisi è quello di definire una tipologia in Europa sulle banche native digitali che offrono servizi al consumatore e delineare i nuovi trend abbiamo deciso di effettuare una ricerca tramite la piattaforma 29 Dealroom.co applicando determinati filtri alle specifiche categorie: CATEGORIA FILTRO HQ Location Europe Client Focus Consumer Industry Fintech Sub-Industry Banking La ricerca eseguita secondo le modalità sopracitate, contava un numero iniziale di 175 start-up, le quali verranno utilizzate per comporre il campione, oggetto delle nostre valutazioni. Il risultato della ricerca con l’impostazione dei filtri e tenendo conto dei criteri di inclusione del campione, ha permesso di definire a posteriori i seguenti parametri di esclusione: • Società erogatrici di servizi di comparazione di banche, prodotti/servizi bancari* e/o assicurativi e/o altri tipi • Istituzioni finanziarie quali banche d’investimento • Istituzioni finanziarie che esercitano attività di Wealth Management e/o Private Banking • Istituzioni finanziarie che esercitano attività di Corporate Banking • Società di consulenza • Società del Fintech con modello di business B2B denominate AISP o alla luce del recepimento della direttiva PSD 2 • Società Fintech con modello di business B2C denominate IP istituzione di pagamento alla luce del recepimento della direttiva PSD 2 • Società con Sito Web ufficiale non disponibile e/o verificabile 29 https://app.dealroom.co/companies.startups/f/client_focus/consumer/industries/fintech/locat ions/Europe/sub_industries/banking?search_id=5301&selectedColumns=name%2ChqLocations% 2ClaunchDate%2Cvaluation%2Crevenues%2CgrowthStage%2CtotalFunding%2ClastFunding%2Cre venue%2Cemployee12MonthsGrowthRelative%2Csimilarweb12MonthsGrowthRelative 66 4.4 Analisi descrittiva delle variabili Il campione è caratterizzato da variabili qualitative, quantitative e dummies, le quali si prestano a descrivere il fenomeno dal punto di vista empirico e darne rilevanza e veridicità dal punto di vista qualitativo. - Stringhe: • - - - Sede Legale Quantitative: • Visualizzazioni Web Settimanali • Valore Societario • Numero dei Dipendenti • Totale Finanziamenti • Numero Finanziamenti • Numero Investitori Ordinali: • Tipologia • Stato di crescita • Google Play rating • Anno Dummies (binomiali): • Modello di business (B2C, B2B, Commission, Freemium, Subscription, Mobileapp, Marketplace, Mobile Only); • Mercato geografico (Continentale, Mediterraneo, Nordico, Anglossassone, Orientale, Resto Del Mondo) • Presenza sui Social (Youtube, Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin) 67 SEDE LEGALE SU SCALA MONDIALE 4% 4% Nordico 18% Continentale 16% Anglosassone 23% Mediterraneo Orientale 35% Resto del mondo Il grafico a torta mostra come nei paesi Anglosassoni risiedono una buona delle banche native digitali occupando il 35% del campione totale, successivamente abbiamo discrete posizioni delle sedi legali nei paesi Continentali (23%), Nordici (18%) e Mediterranei (16%). Di minor rilievo i paesi dell’Europa orientale (4%) e Resto del mondo (4%). Le società situate nel resto del mondo sono state incluse nell’analisi dato che hanno operatività nel continente europeo. PRESENZA GEOGRAFICA DI MERCATO Nordico 6% 14% Continentale 15% Anglosassone 22% 18% Mediterraneo Orientale 25% Resto del mondo Il mercato di riferimento è stato usato un particolare criterio per ripartire la presenza nel in Europa, il quale fa riferimento in 5 aree (Continentale, Mediterraneo, Anglosassone, Orientale e Resto del Mondo) dividono il continente in parti con simile PIL, Cultura, Welfare. 68 PRESENZA SUI SOCIAL MEDIA 80 73 72 71 70 60 50 40 40 27 30 20 10 0 FACEBOOK YOUTUBE LINKEDIN INSTAGRAM TWITTER Secondo i risultati ottenuti possiamo notare che Linkedin (73), Facebook (72), Twitter (71) sono i Social Media maggiormente utilizzati per creare una community all’interno del web, comunicare con i clienti le nuove offerte e gestire l’assistenza clienti tramite chat; seguiti dai canali Instagram (40) ed infine Youtube (27) meno utilizzati, per lo più a scopo illustrativo e pubblicitario. TIPOLOGIA DI MODELLO DI BUSINESS DELLE APP Marketplace 6 Saas 4 Mobile app 10 Subscription 12 Freemium 11 Commission 76 0 10 20 30 40 50 60 70 Il modello di business B2C delle App di gran lunga più utilizzato dalle banche native digitali è Commission (76/90) data la connessione al settore bancario, successivamente su simili numeri abbiamo Subscription (12), Fremium (11), Mobile App (10) e infine Marketplace (6) e Saas (4). 69 80 TIPOLOGIA di BANCA NATIVA DIGITALE Come possiamo notare dal grafico abbiamo la maggioranza di Neobank (53), successivamente le Challenger Bank (23) ed infine Beta Bank (14). Questo grafico ha lo scopo di evidenziare quali sono i soggetti operanti nel settore bancario digitale e in che proporzioni stanno presidiando il mercato dei servizi finanziari relativi al cliente privato retail. Frequenza Percentuale Beta Banks 14 15,6 Challenger Banks 23 25,6 Neo Banks 53 58,9 Totale 90 100,0 70 ANNO DI COSTITUZIONE DELLE BANCHE NATIVE DIGITALI Il grafico mostra un grafico a barre che evidenzia come le banche native digitali in Europa sono di recente sviluppo, il quale parte dall’anno 1991 e rimane costante fino al 2012. Nell’anno 2013 notiamo un forte picco con le frequenze di nascita massime così come nell’anno 2016. Successivamente notiamo una lieve discesa delle frequenze negli ultimi due anni. Questo potrebbe significare che gran parte delle banche native digitali sono nate tra il 2013 e il 2016. Successivamente le nascite hanno subito un lieve calo. POSIZIONE GEOGRAFICA DELLA SEDE LEGALE 71 Dal grafico possiamo notare come il Regno Unito sia il paese con la maggiore presenza di banche native digitali (29), di gran lunga superiore al secondo in classica dove troviamo Germania e Svezia (8), al terzo posto troviamo l’Italia (7), e successivamente Francia (6), Spagna e Olanda (4). STATUS DI CRESCITA Lo stato di crescita evidenzia come la maggior parte delle banche native digitali sono passate da un stato di crescita iniziale Pre-Seed e Seed a un livello più alto Early (38) e Late Growth (32). Alcune delle più sviluppate hanno raggiunto la fase di quotazione in borsa IPO (4). ANALISI DESCRITTIVA DEGLI INDICATORI DI UX 72 I due indicatori rappresentano i voti una piccola parte di utenti ha rilasciato relativamente all’esperienza d’uso. Gli indicatori contano un numero di soli 80 voti rispetto al campione di 90 banche native digitali a causa del fatto che alcuni Smartphone, avendo un sistema operativo diverso da Android, non utilizzano lo Store di Google ma si appoggiano ad altri come ad esempio AppleStore. L’indicatore Adjusted Google Play Rating è stato creato partendo dai voti originali, i quali avevano la criticità di non inglobare nel numerosità dei soggetti che hanno rilasciato il voto e quindi il voto, seppur reale, non risulterebbe attendibile data la scarsa numerosità di voti per talune piattaforme. Con la creazione del nuovo indicatore di qualità del servizio, vogliamo tenere conto di quanti soggetti hanno effettivamente rilasciato il voto, sintomo della validità dello stesso. La creazione parte attraverso l’analisi della numerosità dei voti per ciascuna applicazione. Successivamente viene ipotizzato che i numeri da cento ed oltre sia significativi per rendere attendibile quel determinato indicatore. Posto un coefficiente di ponderazione sulla base di una scala che va da 10 a 100 si è aggiunto 10 punti in percentuale per ogni classe stabilita (10-20 viene assegnato 1 + 10%, 20-30 viene assegnato 1 + 20% e così via fino a 100 compreso). L’analisi delle frequenze è stato fatto per puro scopo descrittivo. 73 4.5 Risultati L’analisi dei Rating viene diretta a ogni tipologia di banca nativa digitale individuata nel campione, evidenziato interessanti risultati che possono essere utilizzati sia singolarmente sia in comparazione con le altre tipologie. RATING Medio/Tipologia Neobanks 4,0426 Challenger Banks 4,0450 Beta Banks 4,1385 6,7970 7,1985 7,8631 0,0000 1,0000 2,0000 3,0000 4,0000 5,0000 6,0000 7,0000 8,0000 Adjiusted Google Play Rating Google Play Rating Dalla seguente tabella risulta che le iniziative con maggior rating medio sono le Beta Banks (4,13), subito dopo abbiamo le Challenger Banks (4,045) e infine le Neobanks (4,042). Da questo primo risultato non abbiamo una evidente classifica in quanto la differenza è minima, quindi possiamo analizza il rating ADGP il quale mostra risultati empirici più evidenti: 1. Beta Banks (7,86) 2. Challenger Banks (7,19) 3. Neobanks (6,79) I risultati ottenuti vedono quindi le Beta Banks come migliore banca nativa digitale, questo dimostra che le banche Incumbent stanno proponendo soluzioni digitali di qualità che vengono apprezzate dagli utenti. Il risultato può essere interpretato facendo riferimento al fatto che chi possiede i dati dei clienti in questo caso le banche in carica possiede le informazioni giuste per fornire un servizio tempestivo e qualitativo. 74 (Grafici a radar) I grafici a radar sono stati inseriti con lo scopo di dare una visione immediata di quelli che sono i punti di forza e di debolezza delle tre tipologie di banca nativa digitale. Con questo tipo di grafico possiamo valutare inoltre le somiglianze e differenze tra gli elementi a cui si riferiscono i tracciati. La lettura è semplice e si presta a considerazioni critiche e strategiche come per esempio su quali mercati investire o quali social usare per aumentare la crescita aziendale. Dimensione/Tipologia Visualizzazioni Settimanali 1,5 1 Numero Valore Societario 0,5 0 Investitori -0,5 ($ mln) -1 -1,5 Numero Finanziamenti Numero Dipendenti Beta Banks Challenger Banks Neobanks Totale Finanziamenti Il grafico a radar dimensione/tipologia ha lo scopo di rappresentare graficamente la crescita dimensionale delle tre tipologie individuate nel campione evidenziando punti forza e di debolezza. In questo caso le Beta Banks dovrebbero investire in modo da aumentare la visibilità sul web, mentre le Challenger hanno pochi finanziamenti e dipendenti rispetto alle altre, invece le Neobank hanno una dimensione media equilibrata su tutti i fronti, ma numericamente inferiore rispetto alle altre tipologie. Mercato EU/Tipogia Continentale 30 Beta Banks 20 Orientale 10 Mediterraneo 0 Anglosassone Challenger Banks Neobanks Nordico L’analisi del mercato di riferimento in Europa evidenzia la netta dominanza in più mercati da parte delle Neobanks, sviluppate soprattutto nei paesi Anglossassioni e 75 Continentali. Con meno mercati abbiamo le Challenger Banks ed infine le Beta Banks le quali operano soprattutto nel mercato nazionale. In questo caso il mercato Nordico e quello Orientale evidenziano una minor competizione quindi potrebbero essere degli obiettivi di posizionamento di mercato per il futuro da parte delle diverse tipologie. Business Model/Tipologia Commission Beta Banks Marketplace Freemium Challenger Banks Saas Subscription Neobanks Mobile app Il modello di business predominante è senza alcun dubbio il Commission per tutte le tipologie, in alternativa viene usato per lo più Mobile App. Gli altri sono ancora poco sviluppati per tutte le tipologie. Social/Tipologia Facebook 45 Beta Banks 25 Twitter Youtube 5 -15 Challenger Banks Neobanks Instagram Linkedin Dal grafico Social/Tipologia possiamo notare come le Neobanks utilizzano maggiormente Twitter, Facebook e Linked rispetto agli altri, che vengono trascurati anche dalle altre tipologie. Le Challenger Banks e le Beta Banks dovrebbero puntare sui social Instagram e Youtube per mantenere la stessa visibilità delle Neobanks. 76 Il modello statistico che permette di capire quali variabili siano in grado di spiegare meglio la relazione funzionale con i Google Play Rating non ha dato gli esiti che ci aspettavamo, in quanto le analisi di regressione lineare effettuate attraverso la piattaforma SPSS hanno evidenziato un basso livello di significatività. Inoltre bisogna premettere che il campione selezionato potrebbe non essere rappresentativo della popolazione in quanto tiene conto solamente degli utenti che hanno rilasciato un voto sulla qualità del servizio, i quali sono una minima parte in confronto alla numerosità di tutti gli utenti attivi e ancor meno rispetto a tutti gli utenti che hanno applicato il download. 77 Conclusioni Il principale scopo della tesi è di chiarire e spiegare quali sono le novità proposte dalle nuove tendenze del digital banking che stanno rivoluzionando le prassi tradizionali del settore bancario, affrontando il tema dal punto di vista normativo, concorrenziale e del modello di business. Partendo dalla descrizione dell’evoluzione del settore bancario si mira a evidenziarne sia le criticità da affrontare sia le azioni correttive poste in essere dopo i momenti di crisi economica e finanziaria. Successivamente si procede con riferimento all’ondata rivoluzionaria delle tecnologie digitali che stanno cambiando il settore bancario, introducendo nuovi servizi finanziari e nuove modalità di fruizione di tali servizi. Per realizzare il lavoro ho ritenuto opportuno identificare lo scenario competitivo. Partendo dalle nuove iniziative derivanti dal Fintech evidenziamo la nascita e sviluppo di start-up su scala mondiale, il numero e la dimensione degli investimenti, l’opportunità sfruttata da alcune banche di prendere parte all’ ondata rivoluzionaria del digitale e tramite fusioni e acquisizioni collaborare con le start-up. Ho voluto evidenziare alcuni temi riguardanti le modifiche della regolamentazione bancaria, la quale gode l’attenzione delle più importanti istituzioni finanziarie mondiali (agenzie di rating e autorità di vigilanza). L’intento è di sottolineare come il legislatore europeo abbia supportato e regolato il cambiamento al fine di trarre grandi benefici dall’applicazione di nuove tecnologie. La tipologia di banche native digitali create in collaborazione con Links Foundation ha il principale scopo di distinguere le varie tipologie di iniziative avviate dagli attori emergenti e in carica e creare una tipologia di banca nativa digitale che abbia il principale scopo di definire vision e mission per la quale è stata costituita. Il grande cambiamento nelle modalità di comunicazione e fruizione dei servizi ha sicuramente un ruolo centrale nella mia tesi, in quanto soprattutto per le nuove generazioni emergono bisogni differenti rispetto al passato a causa dell’uso repentino e costante di dispositivi mobili, App e Social Media. Questo scenario supporta l’ascesa delle banche native digitali concepite per soddisfare il cliente attraverso l’uso di smartphone o tablet, garantendo servizi personalizzati ed 78 innovativi che puntano a migliorare costantemente tramite aggiornamenti di sistema le interfaccia grafiche e le modalità di fruizione. Il tema centrale è sicuramente quello della user experience, il quale porta dietro una serie di variabili non solo fisiche ma soprattutto esperienziali, che solo i colossi del digitale in questo momento sono in grado di offrire. Per concludere il mercato dei servizi finanziari alla clientela privata retail aumento della competizione con la nascita di nuovi attori facilitati da una normativa meno stringente e volta a rendere il mercato efficiente e competitivo. Possiamo affermare che i soggetti che la nuova offerta degli attori bancari è concentrata sugli aspetti umani, mettendo al centro il cliente e i suoi bisogni, cercando di risolvere le sue esigenze e lasciando in lui un esperienza piacevole che si inserisca perfettamente nel suo stile vita e sia accessibile ovunque e in qualunque momento. Questo è possibile grazie all’analisi dei dati dei clienti, infatti l’abilità dei nuovi operatori del mercato dei servizi finanziari retail consiste nel saper gestire le informazioni dell’utente e trasformarle in conoscenze atte ad offrire un’efficace proposta di valore. 79 Appendice ANNO DI Percentuale Frequenza Percentuale 1991 1 1,1 1,1 1995 1 1,1 2,2 1999 4 4,4 6,7 2000 1 1,1 7,8 2001 1 1,1 8,9 2002 1 1,1 10,0 2005 1 1,1 11,1 2006 2 2,2 13,3 2008 2 2,2 15,6 2009 3 3,3 18,9 2010 2 2,2 21,1 2012 5 5,6 26,7 2013 14 15,6 42,2 2014 12 13,3 55,6 2015 10 11,1 66,7 2016 14 15,6 82,2 2017 9 10,0 92,2 2018 7 7,8 100,0 Totale 90 100,0 COSTITUZIONE POSIZIONE GEOGRAFICA della cumulativa Percentuale Frequenza Percentuale Austria 1 1,1 1,1 Belgio 1 1,1 2,2 CINA 1 1,1 3,3 Estonia 2 2,2 5,6 Finlandia 1 1,1 6,7 Francia 6 6,7 13,3 SEDE LEGALE 80 cumulativa Germania 8 8,9 22,2 Irlanda 1 1,1 23,3 Islanda 2 2,2 25,6 Italia 7 7,8 33,3 Lituania 3 3,3 36,7 Lussemburgo 1 1,1 37,8 Malta 1 1,1 38,9 Norvegia 2 2,2 41,1 Olanda 4 4,4 45,6 Portogallo 2 2,2 47,8 Slovacchia 1 1,1 48,9 Spagna 4 4,4 53,3 Svezia 8 8,9 62,2 Svizzera 1 1,1 63,3 Turchia 1 1,1 64,4 Ucraina 1 1,1 65,6 UK 29 32,2 97,8 USA 2 2,2 100,0 Totale 90 100,0 STATO DI Frequenza Percentuale Percentuale cumulativa Pre-seed 1 1,1 1,1 IPO 4 4,4 5,6 Seed 15 16,7 22,2 32 35,6 57,8 38 42,2 100,0 90 100,0 CRESCITA Late Growth Early Growth Totale 81 INDICATORI DI USER Google Play EXPERIENCE Rating Adjusted Google Play Rating Valido 80 80 Mancante 0 0 Media 4,05875 7,07063 Mediana 4,05000 7,50500 Modalità 4,000 7,600 Deviazione standard 0,472723 1,469279 Varianza 0,223 2,159 Intervallo 2,000 5,620 Minimo 3,000 3,500 Massimo 5,000 9,120 25 3,80000 5,84250 50 4,05000 7,50500 75 4,40000 8,31250 Frequenza Percentuale Percentuale valida 3,000 5 6,3 6,3 6,3 3,200 1 1,3 1,3 7,5 3,300 2 2,5 2,5 10,0 3,400 2 2,5 2,5 12,5 3,500 2 2,5 2,5 15,0 3,600 1 1,3 1,3 16,3 3,700 4 5,0 5,0 21,3 3,800 4 5,0 5,0 26,3 3,900 4 5,0 5,0 31,3 4,000 15 18,8 18,8 50,0 4,100 7 8,8 8,8 58,8 4,200 6 7,5 7,5 66,3 4,300 3 3,8 3,8 70,0 N Percentili GOOGLE PLAY RATING 82 Percentuale cumulativa 4,400 5 6,3 6,3 76,3 4,500 4 5,0 5,0 81,3 4,600 9 11,3 11,3 92,5 4,700 3 3,8 3,8 96,3 4,800 2 2,5 2,5 98,8 5,000 1 1,3 1,3 100,0 Totale 80 100,0 100,0 ADJUSTED Frequenza Percentuale GOOGLE Percentuale Percentuale valida cumulativa PLAY RATING 3,500 1 1,3 1,3 1,3 3,840 1 1,3 1,3 2,5 4,000 1 1,3 1,3 3,8 4,500 1 1,3 1,3 5,0 4,510 3 3,8 3,8 8,8 4,620 1 1,3 1,3 10,0 4,840 1 1,3 1,3 11,3 4,920 1 1,3 1,3 12,5 5,000 1 1,3 1,3 13,8 5,040 1 1,3 1,3 15,0 5,170 1 1,3 1,3 16,3 5,200 1 1,3 1,3 17,5 5,280 1 1,3 1,3 18,8 5,550 1 1,3 1,3 20,0 5,700 4 5,0 5,0 25,0 6,270 2 2,5 2,5 27,5 6,300 1 1,3 1,3 28,7 6,460 2 2,5 2,5 31,3 6,650 1 1,3 1,3 32,5 6,800 1 1,3 1,3 33,8 6,840 1 1,3 1,3 35,0 83 7,030 3 3,8 3,8 38,8 7,220 4 5,0 5,0 43,8 7,310 1 1,3 1,3 45,0 7,410 4 5,0 5,0 50,0 7,600 12 15,0 15,0 65,0 7,790 3 3,8 3,8 68,8 7,980 3 3,8 3,8 72,5 8,170 2 2,5 2,5 75,0 8,360 3 3,8 3,8 78,8 8,550 4 5,0 5,0 83,8 8,740 9 11,3 11,3 95,0 8,930 2 2,5 2,5 97,5 9,120 2 2,5 2,5 100,0 Totale 80 100,0 100,0 CROSS-TAB Tipologia/Rating Google Play Adjusted Rating Google Play Rating Beta 1 4,000 7,600 Banks 2 4,600 8,740 3 4,400 8,360 4 4,000 7,600 5 4,000 7,600 6 4,400 8,360 7 3,000 5,700 8 3,900 7,410 9 4,600 8,740 10 4,600 8,740 11 4,500 8,550 12 4,100 7,790 13 3,700 7,030 N 13 13 Media 4,13846 7,86308 Totale 84 Min 3,000 5,700 Max 4,600 8,740 Dev std. 0,457417 0,869093 Varianza 0,209 0,755 Challenger 1 4,000 7,600 Banks 2 3,000 5,700 3 4,000 7,600 4 3,000 5,700 5 3,900 7,410 6 4,000 7,600 7 4,000 7,600 8 4,100 7,790 9 4,700 5,170 10 4,000 7,600 11 4,200 5,040 12 4,600 8,740 13 3,700 7,030 14 4,000 6,800 15 4,700 8,930 16 4,600 8,740 17 4,500 8,550 18 4,000 7,600 19 4,700 8,930 20 3,200 3,840 N 20 20 Media 4,04500 7,19850 Min 3,000 3,840 Max 4,700 8,930 Dev std. 0,522620 1,426602 Varianza 0,273 2,035 Totale 85 Neo Banks 1 4,200 6,300 2 4,400 5,280 3 3,800 7,220 4 3,000 5,700 5 4,100 4,510 6 4,800 9,120 7 3,700 5,550 8 4,500 8,550 9 3,300 6,270 10 4,200 4,620 11 4,300 7,310 12 4,000 4,000 13 4,100 4,510 14 3,500 6,650 15 3,000 4,500 16 3,600 6,840 17 4,400 8,360 18 4,200 7,980 19 3,800 7,220 20 4,000 7,600 21 3,900 7,410 22 4,600 8,740 23 4,600 8,740 24 4,400 4,840 25 4,100 4,920 26 4,100 7,790 27 4,000 7,600 28 4,200 7,980 29 3,500 3,500 30 4,500 8,550 31 3,800 7,220 32 4,300 8,170 33 3,300 6,270 86 34 3,400 6,460 35 4,000 7,600 36 4,000 5,200 37 4,600 8,740 38 4,800 9,120 39 3,900 7,410 40 3,400 6,460 41 4,200 7,980 42 4,600 8,740 43 3,700 7,030 44 4,300 8,170 45 3,800 7,220 46 5,000 5,000 47 4,100 4,510 N 47 47 Media 4,04255 6,79702 Minimo 3,000 3,500 Massimo 5,000 9,120 Deviazione std. ,462857 1,552011 Varianza ,214 2,409 N 80 80 Media 4,05875 7,07063 Minimo 3,000 3,500 Massimo 5,000 9,120 Deviazione std. ,472723 1,469279 Varianza ,223 2,159 Totale Totale 87 Bibliografia Buchi, Giacomo. 2019. “NEW BANKS IN THE 4th INDUSTRIAL REVOLUTION: A REVIEW AND TYPOLOGY.” 1. Turin. CB Insights. 2018. “Fintech Trends to Watch in 2018.” https://www.cbinsights.com/reports/CB-Insights_Fintech-Trends2018.pdf?utm_campaign=fintech-trends_201801&utm_medium=email&_hsenc=p2ANqtz-9YVk1gh_lUvwUEIFHZyGIO_InchBOCurail7OJVKb50IcAakUixennu4didTH2P6PVHoxMlJZKZf1h hM5uUxP37nYKw&_hsmi=60205492&utm_cont. DLVA-FIDES Consulting, S.r.l. n.d. “Il Quadro Normativo Degli Istituti Di Pagamento e Di Moneta Elettronica Alla Luce Della Nuova PSD2.” http://www.servizidipagamento.eu/Documenti/quadro_normativo_IP-IMEL.pdf. KPMG. 2016. “Challenger-Banking-Report-2016.” https://home.kpmg.com/content/dam/kpmg/pdf/2016/05/challenger-bankingreport-2016.PDF. ———. 2019. “The Pulse of Fintech.” KPMG-Fintech-Report. https://assets.kpmg/content/dam/kpmg/xx/pdf/2019/02/the-pulse-of-fintech2018.pdf. 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Marshall Cavedish Business. 89 Sitografia Becoming Digital-First: Your Digital Transformation Roadmap A new definition of security. Biometrics in digital banking | LiveBank | Virtual Branch Banking 10 Digital Trends Banks & Credit Unions Should Embrace Banking Digital Channel | www.imagenesmy.com Conti low cost a confronto: i costi delle banche tradizionali Mobile-only Banks, Challenger Banks, Neo Banks 2018 BankingTech – FinTech Futures Introducing the new challenger bank model A List of Mobile-Only Banks The Challenger Bank Playbook: How Six Challenger Bank Startups Are Taking On Retail Banking L'ascesa inarrestabile dei neobanks | Finanza mondiale Le banche sfidanti sono una sfida per le banche incumbent? 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