Campione Miscele eterogenee Metodi fisici Miscele omogenee (soluzioni) Metodi fisici Sostanze Pure Composti Metodi chimici Atomi Elementi Le teorie atomiche Abbiamo già raffigurato l’atomo formato in questo modo: diametro atomo circa 10-10 m (1 Å) diametro nucleo circa 10-15 m 1 Å = 1 x10-10 m = 0,1 nm Le prime basi di questo modello furono poste da Ernest Rutherford (1871 – 1937) verso la fine del XIX secolo Le teorie atomiche L’atomo di Rutherford Atomo modello “ sistema solare ” …che non sta in piedi! Infatti, secondo la teoria elettromagnetica classica, gli elettroni, come una qualsiasi altra particella carica che subisce un’accelerazione, dovrebbero perdere continuamente energia (perché emettono radiazioni elettromagnetiche) e di conseguenza rallentare il loro moto fino a cadere, con una traiettoria a spirale, sul nucleo. L’atomo di Rutherford … e non spiega diversi fenomeni! Parte visibile dello spettro di emissione e di assorbimento dell’atomo di idrogeno Natura ondulatoria della luce Dal punto di vista ondulatorio, la radiazione elettromagnetica è costituita da un campo elettrico ed un campo magnetico oscillanti che si propagano nello spazio. L’onda e.m. è caratterizzata dalle grandezze: • lunghezza d’onda (l) • periodo (T) • frequenza (n = 1/T) • ampiezza (A) l = c/n E = hn c è la velocità della luce nel vuoto h è la costante di Plank (6.62 x 10-34 Js) Natura ondulatoria della luce Dualismo onda-particella Dal punto di vista corpuscolare, la radiazione e.m. è costituita da un insieme di pacchetti di energia detti quanti o fotoni, che si muovono alla velocità della luce. L’energia trasportata da ciascun fotone dipende dalla frequenza della radiazione secondo la relazione di Planck: E = hn L’energia associata ad un fascio di n fotoni (n è legato all’intensità del fascio) di frequenza n (E = nhn) non è una grandezza continua, ma discreta («quantizzata», può essere soltanto un multiplo intero della quantità hn). Dualismo onda-particella l = c/n E = hn Spettro elettromagnetico Il modello di Bohr Nel 1913 Niels Bohr (1885–1962) superò questa difficoltà combinando il modello planetario con un postulato che imponeva delle condizioni ai valori di energia posseduta da un elettrone in un atomo. Per l’atomo di idrogeno, il più semplice in quanto possiede un solo elettrone, questi valori possibili di energia sono dati dall’equazione generale: E = (1/n2)Eo (dove Eo è una costante pari a - 13,61 eV) n è un parametro che può assumere solo i valori interi compresi fra 1 ed infinito (n = 1,2,3,4, ........, ∞), detto numero quantico. Il modello di Bohr E = (1/n2)Eo n = 1,2,3,4…. Eo = -13,61 eV DE2-1 = (1/1-1/4)Eo = (3/4)Eo DE3-2 = (1/4-1/9)Eo = (5/36)Eo Il modello di Bohr E = (1/n2)Eo n = 1,2,3,4…. Eo = -13,61 eV ao = 0,53 Å DE2-1 = (1/1-1/4)Eo = (3/4)Eo DE3-2 = (1/4-1/9)Eo = (5/36)Eo Il modello di Bohr Emissione della luce per l’atomo di idrogeno E = (1/n2)Eo Serie di Balmer; visibile Serie di Lyman Emissione della luce di atomi polielettronici Anche loro emettono luce…. Ma la teoria di Bohr non riesce a spiegare l’energia della radiazione emessa. Emissione della luce di atomi polielettronici https://ocw.mit.edu/high-school/chemistry/demonstrations/videos/elements-onfire/ La teoria quantomeccanica... La teoria di Bohr è quindi insufficiente per spiegare il comportamento degli atomi polielettronici; per comprendere i quali si è dovuto attendere l’avvento della teoria quantomeccanica. Niels Bohr: «se non sei completamente confuso dalla meccanica quantistica, allora non la stai davvero capendo.» La teoria quantomeccanica... De Broglie (1924): come la luce, così anche le particelle possono avere un comportamento ondulatorio; l = h/mv Per gli oggetti macroscopici, essendo la costante di Planck h molto piccola (6.63 x 10-34 J s), l risulta trascurabile. Per esempio, per una biglia avente una massa di 1 g e una velocità di 1 m s-1, l = 6.63 x 10-31 m. La teoria quantomeccanica... Heisenberg (principio di indeterminazione, 1927): Esiste un limite invalicabile alla precisione con la quale possiamo conoscere contemporaneamente la posizione e la quantità di moto (e quindi l’energia) di una particella. Dx Dv ≥ h/(2πm) Sugli oggetti macroscopici, l’incertezza minima è trascurabile, essendo molto più piccola dell’errore prodotto anche dalle apparecchiature più sofisticate. Usando l’esempio della biglia di prima, anche avendo la precisione di una parte su un milione sulla velocità, l’incertezza minima Dx è 1,06 x 10-25 m. La teoria quantomeccanica... Principio di indeterminazione Per le particelle molto piccole come l’elettrone avviene esattamente il contrario. Ad esempio, determinando la velocità dell’elettrone (ca 106 ms-1) con una precisione del 10%, l’incertezza sulla misura della simultanea posizione risulta superiore a 2 Å, cioè superiore alle dimensioni stesse dell’atomo. Questo significa che la reale esistenza delle orbite di Bohr non può essere verificata sperimentalmente e di conseguenza tutto il modello atomico di Bohr perde ogni validità fisica. In altre parole, ciò significa che è assurdo cercare di spiegare il moto degli elettroni con le leggi delle particelle materiali. La teoria quantomeccanica... Schrödinger: ha elaborato un’equazione che, risolta, fornisce il valore dell’energia dell’elettrone ed una funzione (legata alle coordinate spaziali x, y, z), detta funzione d’onda (y), il cui quadrato dà la probabilità di trovare l’elettrone in una certa zona dello spazio. Le diverse funzioni d’onda vengono chiamate orbitali. Ad esempio, per la situazione a più bassa energia nel caso dell’atomo di idrogeno, la risoluzione dell’equazione è: E = -13,61 eV; 𝜓 = (𝜋𝑎o3)−1⁄2 exp(−√(𝑥2+ 𝑦 2 + 𝑧 2)/𝑎o) ao = 0,53 Å La teoria quantomeccanica... Le possibili soluzioni dell’equazione di Schrödinger sono in particolare caratterizzate da tre parametri che possono assumere solo valori interi, cioè da tre numeri quantici: n: numero quantico principale; n = 1, 2, 3, … determina la grandezza e l’energia dell’orbitale l: numero quantico azimutale o secondario; l = 0, 1, … (n-1) stabilisce la forma dell’orbitale m: numero quantico magnetico; m = -l, (-l+1),… 0,… (l-1), l stabilisce l’orientazione dell’orbitale La teoria quantomeccanica... Non esistono orbitali aventi la stessa terna di numeri quantici. Per l’atomo di idrogeno (e solo per esso!) gli orbitali che sono definiti dallo stesso n (ma da l e m differenti) hanno la stessa energia, e sono definiti degeneri. L’insieme di orbitali che hanno lo stesso valore di n viene chiamato livello (detto anche strato o guscio) elettronico, L’insieme di orbitali che hanno lo stesso valore di n e l viene chiamato sottolivello elettronico. I valori di l vengono in genere indicati con lettere minuscole: 0 ó s, 1 ó p, 2 ó d, 3 ó f, 4 ó g…. Numeri quantici Livelli Sottolivelli Orbitali 4f (7 orbitali) n: 1 ® ∞ l: 0 ® n-1 m:-l ® + l 4d (5 orbitali) 4p (3 orbitali) 4s (1 orbitale) 3d (5 orbitali) 3p (3 orbitali) 3s (1 orbitale) 2p (3 orbitali: px, py, pz) 2s (1 orbitale) 1s (1 orbitale) Densità Elettronica La nube tridimensionale elettronica che corrisponde ad un elettrone nell’orbitale 1 s dell’idrogeno Probabilità radiale rappresenta la probabilità di trovare l’elettrone in una corona sferica a Funzione della distribuzione radiale 4πr2ψ2 distanza r dal nucleo ed avente uno spessore Dr molto piccolo. r r a0 = 0.53 Å Probabilità radiale nodo a0 = 0.53 Å Sezione Superficie Limite La superficie limite è la superficie che delimita intorno al nucleo la zona di spazio - la più piccola possibile - nella quale vi è una data probabilità complessiva di trovare l’elettrone. Ovviamente, probabilità, maggiore più grande è è la la superficie limite e lo spazio che essa racchiude. Orbitale 1s Sezione Superficie Limite Orbitali s (l = 0) La superfici limite e loro sezioni per gli orbitali 1s e 2s dell’atomo di idrogeno. Superficie Limite Orbitali p (l = 1; m = -1, 0,+1) Orbitali d (l = 2; m = -2,-1,0,+1,+2) Configurazione elettronica fondamentale di un atomo polielettronico Essa è ricavabile da tre principi: 1. Il principio della minima energia: ogni elettrone occupa l’orbitale disponibile a più bassa energia. 2. Il principio di Pauli: in un atomo non possono esistere due elettroni con tutti e quattro i numeri quantici uguali, 3. La regola di Hund (o della massima molteplicità): Quando più elettroni occupano un insieme di orbitali degeneri, ne occupano il maggior numero possibile disponendosi, fin quando è possibile, a spin paralleli. Configurazioni Elettroniche Fondamentali 3p ↑ ↑ ↑ ↑↓ ↑ ↑ ↑ ↑↓ ↑↓ ↑ ↑ ↑ ↑↓ ↑↓ ↑↓ 3p 3p 3s 2p 2s 1s ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑ ↑ ↑ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑ ↑ ↑ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑ ↑ ↑ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ 2p 2p ↑ ↑ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ ↑↓ H He Li Be B C N O F Ne Na Mg Al Si P S Cl Ar Carica Nucleare Efficace Sistemi monoelettronici Energia misurata sperimentalmente H Z=1 E(n=1) = –13,61 eV He+ Z=2 E(n=1) = –54,40 eV Li2+ Z=3 E(n=1) = –122,49 eV Da cui si può ricavare la relazione E(n=1) = –13,61 ´ Z2 eV 2+ Carica Nucleare Effettiva Sistemi polielettronici (per essi l’equazione di Schrödinger non può essere risolta). L’ energia misurata sperimentalmente: He Z=2 E(n=1) = –39,5 eV 2+ Se applichiamo la formula precedente otteniamo: -39,5 = –13,61 ´ Zeff2 Zeff2 = 39,5/13,61 Zeff =1,70 (carica nucleare effettiva) 1,70 = 2,00 – 0,30 carica nucleare reale ­ ­ effetto di schermo Carica Nucleare Effettiva Di fatto, quanto esposto precedentemente ci dice che possiamo approssimare la funzione d’onda e l’energia di un elettrone in un atomo polielettronico come se fosse da solo (e quindi trattabile con l’equazione di Schrödinger ora risolvibile), ma soggetto ad una attrazione da parte del nucleo (carica nucleare effettiva) inferiore rispetto al numero di protoni che lo compongono (carica nucleare reale), perché diminuita dall’effetto repulsivo medio degli altri elettroni (effetto di schermo). 2+ appross. Zeff = 1,70 = 2,00 – 0,30 carica nucleare reale ­ ­ effetto di schermo 1,7+ Effetto Schermo e carica nucleare effettiva (visualizzazione molto semplificata, teoria di Bohr) Na Z = 11; Zeff = 1 K Z = 19; Zeff = 1 Mg Z = 12; Zeff = 1,65 Densità radiale Effetto Schermo e carica nucleare effettiva [Ne] 3s 1 2 Distanza da nucleo (Å) Effetto Schermo e carica nucleare effettiva (Regola di Slater) Gli orbitali si dividono nei seguenti gruppi: {1s},{2s,2p},{3s,3p},{3d},{4s,4p},{4d},{4f},{5s,5p}..... 1. Elettroni che appartengono a gruppi superiori rispetto a quello occupato dall'elettrone in esame non danno alcun contributo allo schermaggio. 2. Se l'elettrone in esame è in un orbitale ns o np, valgono le presenti considerazioni: • ogni altro elettrone del gruppo {ns,np} dà un contributo pari a 0,35 allo schermaggio, tranne per il gruppo {1s} che contribuisce per 0,30; • ogni elettrone del guscio (n-1) dà un contributo pari a 0,85; • ogni elettrone del guscio (n-2) o inferiori dà un contributo pari a 1,00. Effetto Schermo e carica nucleare effettiva (Calcolata secondo le regole di Slater) Na Z = 11; Schermo elettroni 1s: 2 Schermo elettroni 2s : 1,70 Schermo elettroni 2p: 5,1 Totale schermo: 8,8 Zeff = 2,2 K Z = 19 Mg Schermo elettroni 1s: 2 Z = 12 Schermo elettroni 2s : 2 Schermo come da Sodio: 8,8 Schermo elettroni 2p: 6 Schermo elettrone 3s: 0,35 Schermo elettroni 3s : 1,70 Totale schermo: 9,15 Schermo elettroni 3p: 5,1 Zeff = 2,85 Totale schermo: 16,8 Zeff = 2,2 Effetto Schermo e carica nucleare effettiva (Regola di Slater) Gli orbitali si dividono nei seguenti gruppi: {1s},{2s,2p},{3s,3p},{3d},{4s,4p},{4d},{4f},{5s,5p}..... 3. Se l'elettrone in esame è in un orbitale nd o nf, valgono le presenti considerazioni: • gli altri elettroni del gruppo {nd} o {nf} danno contributo pari a 0,35; • gli elettroni di tutti i gruppi sottostanti contribuiscono per 1,00. Effetto di schermo aumenta nell’ordine s < p <<d < f Energia degli orbitali, non in scala, in funzione del numero atomico Z Effetto di schermo Riempimento degli orbitali 6s 6p 6d 6f 5s 5p 5d 5f 4s 4p 4d 4f 3s 3p 3d 2s 2p 1s Effetto di schermo Riempimento degli orbitali 6s 6p 6d 6f 5s 5p 5d 5f 4s 4p 4d 4f 3s 3p 3d 2s 2p 1s Energie relative di orbitali 4s, 4p e 3d -1 eV K: 4s1 -2 Ca: 4s 2 4p 2 -5 4s Zn: 4s23d10 3d -10 Sc 19 20 21 Cu 22 23 24 (n-2) 1 (n-1) Sc - Cu: 4s 3d -- 4s 3d 0 n -- 4s 3d 25 26 27 28 29 30 -- Configurazioni Elettroniche degli Elementi di Transizione Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn 3d • •• 4s ✚✚ ✚✚ ✚✚ ✚ ✚✚ ✚✚ ✚✚ ✚✚ ✚ ✚✚ Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd 4d • •• 5s ✚✚ ✚✚ ✚ ✚ ✚✚ ✚ ✚ La Hf Ta W Re Os Ir 5d • •• 6s ✚✚ ✚✚ ••• ••••• •••••••••• •••••••••••••••••••• • •• ••• •••••••••• •••• ••••• •••••••••• •••••••••••••••••••• •• ••• ••••• •••••••••• Pt ✚ ✚✚ Au Hg ••• •••• •••••••••• •••••••••••••••••••• • •• •••• •••••••••• ✚✚ ✚✚ ✚✚ ✚✚ ✚✚ ✚ ✚ ✚✚ Ordine di riempimento degli orbitali 1s 2s 2p 3s 3p 4s 3d 4p 4s 5s 4d 5p 5s 6s 4f 5d 6p 5d 6s 7s 5f 6d 6d 7s 2 2 2 6 4 10 2 6 12 18 2 10 6 20 30 36 2 10 6 38 48 54 2 14 10 6 56 70 80 86 2 14 10 88 102112 ¾ ¾¾¾ ¾¾¾ ¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾ 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° Tavola Periodica degli Elementi TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI 1 2 3 4 5 6 7 1 18 1 2 H 3 2 13 14 15 16 17 4 5 6 7 8 9 He 10 Li 11 Be 12 B 13 C 14 N 15 O 16 F 17 Ne 18 Na 19 Mg 20 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Al 31 Si 32 P 33 S 34 Cl 35 Ar 36 K 37 Ca 38 Sc 39 Ti 40 V 41 Cr 42 Mn 43 Fe 44 Co 45 Ni 46 Cu 47 Zn 48 Ga 49 Ge 50 As 51 Se 52 Br 53 Kr 54 Rb 55 Sr 56 Y 57-71 Zr 72 Nb 73 Mo 74 Tc 75 Ru 76 Rh 77 Pd 78 Ag 79 Cd 80 In 81 Sn 82 Sb 83 Te 84 I 85 Xe 86 Cs 87 Ba 88 La-Lu Hf 89-103 104 Ta 105 W 106 Re 107 Os 108 Ir 109 Pt Au Hg Tl Pb Bi Po At Rn Fr Ra Ac-Lr Rf Db Sg Bh Hs Mt 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 La 89 Ce 90 Pr 91 Nd 92 Pm 93 Sm 94 Eu 95 Gd 96 Tb 97 Dy 98 Ho 99 Er 100 Tm 101 Yb 102 Lu 103 Ac Th Pa U Np Pu Am Cm Bk Cf Es Fm Md No Lr Tavola Periodica allungata blocco s blocco p blocco d blocco f n=1 n = 2, 3 n = 4, 5 n = 6, 7 nsx nsx nsx nsx x=1-2 ns2 npx ns2 (n–1)d10 npx ns2 (n–2)f14 (n–1)d10 npx x=1-6 ns2 (n–2)f14 (n–1)dx s«d x = 1 - 10 ns2 (n–2)fx f«(n-1)d x = 1 - 14 ns2 (n–1)dx s«d Nomi Collettivi metalli alcalini: metalli alcalino-terrosi; calcogeni: alogeni: gas nobili: Li, Na, K, Rb, Cs, Fr Ca, Sr, Ba, Ra O, S, Se, Te, Po F, Cl, Br, I, At He, Ne, Ar, Kr, Xe, Rn Gruppi Principali: Elementi di Transizione: Elementi tipici: gruppi 1 (escluso H), 2, 13 -18 gruppi 3 - 11 i primi due dei seguenti gruppi: 1 (escluso H), 2, 13 -17 Lantanidi (lantanoidi): Attinidi (attinoidi): Metalli delle terre rare: La - Lu Ac - Lr Sc + Y + lantanidi Blocco Blocco Blocco Blocco gruppi 1 e 2 gruppi 13 - 18 gruppi 3 - 12 lantanidi + attinidi s p d f Energia di (prima) ionizzazione L’energia di prima ionizzazione è l’energia che bisogna fornire ad un atomo allo stato gassoso per allontanare completamente (ovvero portare a distanza infinita) il suo elettrone più esterno con formazione di un catione, secondo il seguente processo: E(gas) + energia E+(gas) + e- Energia di seconda ionizzazione E+(gas) + energia E2+(gas) + e- Energie di Prima Ionizzazione Andamento delle energie di prima ionizzazione in funzione del numero atomico Energia di Ionizzazione 3s H He Li Be B C N O F Ne Na Mg 2p 5 15 8 22 47 80 17 41 72 109 14 35 63 99 141 2s 15 35 63 97 138 187 9 30 55 87 126 172 225 8 24 47 77 114 158 208 266 1s 5 18 38 64 98 138 185 239 300 368 9 25 48 77 114 157 207 264 328 25 76 154 259 392 552 739 954 1194 1465 1762 14 54 122 218 340 490 667 871 1103 1362 1649 1963 Energia di Ionizzazione (rapporto tra valori successivi) 3s Na Mg 1.9 2p 9.4 5.3 1.7 1.4 1.4 1.3 1.4 1.3 2s 1.3 1.2 1.2 1.2 1.3 1.2 1.1 1.1 1s 4.9 4.8 1.1 1.1 Affinità Elettronica L’affinità elettronica definisce l’energia in gioco quando un atomo allo stato gassoso acquista un elettrone (proveniente da distanza infinita), trasformandosi in un anione. E(gas) + e- ! (eV) E-(gas) Distanza di legame e raggio atomico dC-C = 2 rC C rC C dC-C dH-H = 2 rH H rH H dH-C = rH + rC H rH dH-H dH-C d = distanza di legame; r = raggio atomico rC C Raggi Atomici Andamento dei raggi atomici in funzione del numero atomico