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Matematica cl5

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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
La versione accessibile di questo file è stata realizzata
dalla Biblioteca Digitale dell’ Associazione Italiana Dislessia.
Copia concessa per uso personale di studio su concessione
del Gruppo Editoriale DeAgostini
Tutti i diritti sono riservati.
Ad uso esclusivo e temporaneo per soggetti con D.S.A. o che
rientrano nella legge 104/92
VIETATA LA DUPLICAZIONE
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Indice
Prima di cominciare...
TEMA
V
2
A Complementi di analisi
e applicazioni all’economia
Unità
1
2
3
4
5
1 Funzioni di due variabili
Introduzione alle funzioni di due variabili
Dominio, limiti, continuità
Derivate parziali
Massimi e minimi
Applicazioni all’economia
ESERCIZI
Sintesi
Conoscenze e abilità
Riepilogo
Prova di autoverifica
Laboratorio di informatica
Verso le competenze
Verso le prove Invalsi
TEMA
2
16
25
34
Unità
1
42
42
43
69
72
73
76
78
2
3
3
4
5
Unità
2 Problemi di scelta
83
TEMA
157
161
166
170
171
171
171
184
188
189
194
196
C
Dati e previsioni
85
89
Unità
97
97
97
117
120
121
5 Complementi sul calcolo
della probabilità
93
3 Problemi di scelta con
Problemi di scelta in condizione
di certezza con effetti differiti
135
135
151
156
82
effetti differiti e in
condizione di incertezza
1
Richiami su disequazioni e sistemi
di disequazioni lineari in due incognite
Problemi di programmazione lineare
in due incognite
Problemi di programmazione lineare
in più incognite riconducibili a due
Matematica nella realtà Problemi
ESERCIZI
Sintesi
Conoscenze e abilità
Riepilogo
Prova di autoverifica
Laboratorio di informatica
Verso le competenze
Verso le prove Invalsi
B
Introduzione alla ricerca operativa
Problemi di scelta in condizione
di certezza (caso continuo)
Problemi di scelta in condizione
di certezza (caso discreto)
Il problema delle scorte
Problemi di scelta tra più alternative
ESERCIZI
Sintesi
Conoscenze e abilità
Riepilogo
Prova di autoverifica
135
4 Programmazione lineare
di programmazione lineare
in condizione di certezza
1
2
129
10
Ricerca operativa
Unità
Problemi di scelta in condizione
di incertezza
ESERCIZI
Sintesi
Conoscenze e abilità
Riepilogo
Prova di autoverifica
1
2
3
Richiami di calcolo della probabilità
Probabilità composte ed eventi
indipendenti
Il teorema della probabilità totale
e il teorema di Bayes
Matematica nella storia La nascita e gli sviluppi
200
del calcolo della probabilità
211
213
ESERCIZI
Sintesi
Conoscenze e abilità
Riepilogo
Prova di autoverifica
202
206
213
214
225
228
III
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità
1
2
3
4
6 Inferenza statistica
Introduzione alla statistica inferenziale
Stimatori
Intervalli di confidenza
Test statistici per la verifica di ipotesi
ESERCIZI
Sintesi
Conoscenze e abilità
Riepilogo
Prova di autoverifica
229
Laboratorio di informatica
Verso le competenze
Verso le prove Invalsi
272
274
276
Idee e metodi della matematica
Introduzione agli algoritmi
Verso l’esame
Verso l’Università
Risposte alle prove di autoverifica
Indice analitico
279
294
316
318
320
231
234
244
255
255
256
268
271
Risorse Web
Esercizi interattivi
Materiali per il volume 5:
Complementi e approfondimenti
– Il metodo del simplesso
– Glossario
Figure dinamiche
Materiali per il Laboratorio di informatica
Da www.scuola.com l’accesso al portale studente di zonaMatematica consente di cimentarsi autonomamente con
prove di autoverifica costantemente aggiornate e implementate, oppure di eseguire le prove personalizzate che il
docente assegnerà alla classe.
IV
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Uno
Prima di cominciare...
sguardo
sulla matematica di oggi
Da dove nasce tanto interesse nei confronti della matematica?
La risposta è semplice: essa fornisce strumenti essenziali per molti settori della
scienza e della tecnologia.
Prima di cominciare...
Negli ultimi cent’anni si sono dimostrati più teoremi che nell’intero corso della storia; molte teorie matematiche sono state riprese e
hanno avuto notevoli applicazioni pratiche, mentre celebri problemi, irrisolti da secoli, hanno trovato una soluzione.
Per esempio, la matematica ha un ruolo fondamentale:
in aeronautica: la matematica è stata essenziale
per la costruzione degli aerei di nuova generazione 767, 777 e Airbus;
in informatica: software di generazioni
recenti sono basati su teorie algebriche e
logiche avanzate;
in meteorologia: le previsioni del tempo
sono fondate su complessi modelli matematici;
in medicina: la matematica è stata impiegata per la realizzazione di nuovi strumenti di indagine diagnostica quali per esempio la TAC (tomografia assiale
computerizzata); la statistica, inoltre, è alla base dell’analisi di dati medici ed
epidemiologici e del monitoraggio di dati farmacologici;
in biologia: lo studio dell’evoluzione di popolazioni appartenenti a varie specie è basato su modelli matematici;
in economia e finanza: la matematica gioca un ruolo di primo piano nell’ottimizzazione di risorse e investimenti, nella pianificazione di processi produttivi, nel calcolo dei contratti finanziari e dei premi di assicurazioni.
La scienza e la tecnologia utilizzano, dunque, teorie matematiche sempre più
sofisticate. Per questo motivo, negli ultimi anni sono nate nuove
figure professionali, in grado di utilizzare la matematica per scopi
diversi. Tali figure sono richieste per esempio:
nei centri di ricerca di tutte le grandi banche;
nelle assicurazioni;
nelle imprese che sviluppano software;
nei centri di ricerca di piccole e grandi industrie.
Sembra proprio che la matematica sia il linguaggio del terzo millennio, senza il quale non sarà possibile comprendere la scienza e le tecnologie del futuro!
V
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Prima di cominciare...
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Qualche consiglio
per «studiare matematica» e per utilizzare questo libro
Questo testo ha diversi scopi:
continuare lo sviluppo delle competenze matematiche che hai acquisito nei corsi precedenti;
farti scoprire alcune applicazioni della matematica nel mondo in cui viviamo;
contribuire a farti acquisire quegli strumenti scientifici sempre più essenziali per partecipare alla vita sociale con consapevolezza e capacità critica;
prepararti all’esame dell’ultimo anno e ai corsi di matematica che dovrai frequentare, se sceglierai di proseguire i tuoi studi in una facoltà scientifica.
Per raggiungere questi scopi, ti diamo qualche consiglio su come studiare matematica.
1
2
Lo studio della matematica, come hai già avuto modo di constatare, richiede impegno e partecipazione. Non puoi imparare molto limitandoti ad assistere alle lezioni: devi partecipare, porti
domande e confrontarti, anche da solo, con problemi ed esercizi.
È importante che studi matematica con regolarità: potrai cosı̀ assimilare più agevolmente i concetti e
il tuo insegnante potrà più facilmente aiutarti a superare le difficoltà.
Dovresti leggere le lezioni di questo libro e cercare di capire ciò che hai letto. A questo proposito
ti diamo alcuni suggerimenti:
leggi lentamente, prestando attenzione a ogni parola e ai simboli;
rileggi le parti che non ti risultano chiare;
prova a rifare da solo gli esempi che compaiono svolti nel testo;
alla fine di ogni paragrafo, prima di proseguire, controlla se hai
capito ciò che hai letto, cercando di rispondere ai quesiti che ti
sono proposti nella rubrica prova tu.
3
4
Risolvi gli esercizi che trovi al termine di ciascuna Unità, suddivisi
in paragrafi, con l’aiuto degli esercizi svolti e guidati.
5
6
Alla fine di ogni tema trovi una serie di esercizi sulle competenze da acquisire sugli argomenti trattati nel tema stesso; cerca di risolvere anche gli esercizi di verso le prove Invalsi, strutturate secondo la nuova tipologia di test d’esame.
Sfrutta i materiali multimediali relativi al libro disponibili on-line:
potrai trovare figure dinamiche per visualizzare meglio i concetti
fondamentali presentati nella teoria, test autocorrettivi che si affiancano alle prove di autoverifica proposte nel libro, file di supporto alle attività del Laboratorio di informatica, ulteriori complementi e approfondimenti.
7
8
Quando risolvi un problema, non limitarti a scrivere la tua soluzione:
sforzati di illustrare ciò che stai facendo e di giustificare i vari passaggi, con spiegazioni
sintetiche ma esaurienti.
Se non riesci a rispondere a una domanda o a risolvere un esercizio immediatamente, non preoccuparti! Rileggi la lezione e gli esempi. Se puoi, abbandona momentaneamente la questione e affrontala in
un secondo tempo. Quando qualcosa non ti è chiaro, poni domande e parlane con altri.
9
Cerca di studiare con spirito critico: la matematica non è solo calcolo, ma soprattutto una forma
di pensiero. Nell’epoca di innovazioni tecnologiche in cui viviamo, questo secondo aspetto è
sempre più essenziale: i calcoli si possono spesso demandare alle macchine, mentre è essenziale
saper ragionare in modo corretto, risolvere e porsi problemi, unire fantasia e razionalità.
A tutti auguro buon lavoro!
L’Autore
VI
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Complementi
TEMA
di analisi
e applicazioni all’economia
Nel precedente volume, studiando le funzioni
A
PREREQUISITI
di una variabile, abbiamo visto che esse sono 3Equazioni, disequazioni e sistemi
strumenti fondamentali per la modellizzazione di
in una variabile
moltissimi fenomeni. In molti casi, tuttavia,
3Calcolo differenziale per funzioni
di una variabile
i modelli basati sulle funzioni di una
variabile si rivelano poco realistici: per esempio, COMPETENZE
in prima approssimazione abbiamo considerato
la domanda di un bene come funzione
soltanto del suo prezzo, ma è più realistico
pensare che la domanda dipenda anche dai prezzi
di altri beni presenti sul mercato.
3Utilizzare le funzioni di due variabili
per costruire modelli matematici in
vari ambiti, in particolare in quello
economico
Per poter costruire modelli più raffinati abbiamo
bisogno dunque di funzioni
che
dipendano da più di una variabile:
questo sarà l’oggetto della prossima Unità.
Unità 1
Funzioni di due variabili
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Per lo studio delle funzioni di due variabili
potremo ancora giovarci (come per le
funzioni di una variabile, rappresentate
da curve nel piano cartesiano) di immagini
geometriche: una funzione di due variabili
rappresenta infatti una superficie nello
spazio. La rappresentazione grafica però,
passando dal piano allo spazio, diventa
notevolmente più difficoltosa: per questo
motivo ci si riconduce spesso nel piano,
rappresentando le cosiddette curve di livello
della superficie, concettualmente analoghe
alle curve di livello che si trovano nelle
comuni carte geografiche.
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità
1
Funzioni di due variabili
1. Introduzione alle funzioni di due variabili
Tema A
Il principale oggetto di questa Unità sarà lo studio delle funzioni di due variabili,
funzioni, cioè, definite da un’equazione della forma:
z ¼ f ðx, yÞ
essendo x e y le variabili indipendenti e z la variabile dipendente. È bene mettere in
rilievo subito due importanti differenze rispetto alle funzioni di una variabile.
Ricorda
R2 ¼ R R
R3 ¼ R R R
...
Rn ¼ R ::::: R
n volte
a. Mentre il dominio di una funzione reale di una variabile reale è un sottoinsieme di R, il dominio D di una funzione reale di due variabili reali è un insieme
di coppie ordinate (x, yÞ di numeri reali, ovvero un sottoinsieme di R2 : D R2 .
b. Mentre il grafico di una funzione reale di una variabile reale si traccia nel piano
cartesiano (ed è rappresentato da una curva), il grafico di una funzione reale di
due variabili si traccia nello spazio, riferito a un sistema di coordinate cartesiane ortogonali (ed è rappresentato da una superficie).
Prima di intraprendere lo studio delle funzioni di due variabili è importante pertanto:
rivedere e approfondire alcune questioni legate ai sottoinsiemi di R2 ;
vedere come può essere definito un sistema di riferimento cartesiano nello
spazio.
Sottoinsiemi di R2 definiti mediante disequazioni in due variabili
I sottoinsiemi di R2 con cui lavoreremo più spesso nello studio delle funzioni di
due variabili sono quelli definiti mediante disequazioni in due variabili (ovvero in
due incognite) o sistemi di disequazioni in due variabili. Ai fini della risoluzione
di tali disequazioni è bene tenere presente quanto segue:
a. le disequazioni di primo grado della forma:
ax þ by þ c > 0
o
ax þ by þ c < 0
e le corrispondenti ottenute sostituendo i simboli di > e < con o rappresentano dei semipiani, esclusa o inclusa la retta che delimita il semipiano;
b. i sistemi formati da disequazioni di primo grado in due incognite rappresentano l’intersezione dei semipiani rappresentati dalle singole disequazioni, quindi
in particolare consentono di rappresentare poligoni;
c. le disequazioni della forma:
Fðx, yÞ 0
o
Fðx, yÞ 0
nel caso in cui Fðx, yÞ ¼ 0 sia l’equazione di una conica, rappresentano:
– una delle due regioni in cui il piano resta diviso alla conica (inclusa la conica
stessa) se quest’ultima è una circonferenza, una parabola o una ellisse (vedi
la fig. 1.1, nel caso di una parabola);
– i punti delle due regioni convesse o i punti della regione concava in cui il
piano resta diviso dalla conica (inclusa la conica stessa) se quest’ultima è
un’iperbole (fig. 1.2).
Ragionamenti analoghi valgono per le disequazioni del tipo Fðx, yÞ > 0 e
Fðx, yÞ < 0, con la sola differenza che in questo caso la conica andrà esclusa dalla/e regione/i stessa/e.
2
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 1
y
y
regione concava
O
x
O
Funzioni di due variabili
regione
convessa
x
regione
concava
regioni convesse
Figura 1.1 Una parabola divide il piano
in due regioni, una concava
(colorata in azzurro) e una convessa
(colorata in rosso).
ESEMPI
Figura 1.2 Un’iperbole divide il piano in una
regione concava (colorata in azzurro)
e in due regioni convesse (colorate in rosso).
Disequazioni in due variabili
Rappresentiamo graficamente le regioni di piano definite dalle seguenti disequazioni:
a. x 2y þ 6 > 0
b. x 2 2y 4 0
c.
x2
y2
þ
1
16
4
a. Si tratta di una disequazione lineare in forma implicita. Risolviamo anzitutto la disequazione rispetto a y:
x 2y þ 6 > 0 ) 2y > x 6 ) y <
1
xþ3
2
Ne segue che la disequazione data rappresenta il semipiano «al di sotto»
1
della retta di equazione y ¼ x þ 3, esclusa la retta stessa, che va perciò
2
tratteggiata (fig. 1.3).
In alternativa, per stabilire quale dei due semipiani è rappresentato dalla disequazione si sarebbe potuto utilizzare il metodo del «punto di prova», che
consiste nel sostituire nella disequazione le coordinate di un punto e stabilire se la disequazione è soddisfatta o meno. Nel nostro caso, possiamo scegliere per esempio come punto l’origine; sostituendo nella disequazione data 0 al posto di x e di y, otteniamo: 0 2 0 þ 6 > 0, ossia 6 > 0, che è evidentemente una disuguaglianza vera. Pertanto l’origine appartiene al grafico
di x 2y þ 6 > 0. Concludiamo allora (come già individuato procedendo
con il primo metodo) che fra i due semipiani delimitati dalla retta di equazione x 2y þ 6 ¼ 0 quello che rappresenta la disequazione x 2y þ 6 > 0
è il semipiano che contiene l’origine, cioè il semipiano colorato in fig. 1.3.
y = 1 x +3
2
1
x
O
–2 –1
1
2
3
4
Figura 1.3
y
1 2
x 2
2
Ne deduciamo che la disequazione rappresenta i punti «al di sopra» della
1
parabola di equazione y ¼ x2 2 e i punti della parabola stessa (fig. 1.4).
2
In alternativa avremmo potuto considerare come punto di prova l’origine e
osservare che le sue coordinate soddisfano la disequazione originaria;
avremmo cosı̀ concluso che la disequazione rappresenta la regione che ha
come frontiera la parabola cui appartiene l’origine, ovverosia quella colorata in fig. 1.4.
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
3
2
b. Risolviamo la disequazione rispetto a y:
x2 2y 4 0 ) 2y x2 þ 4 ) y y
4
x
O
x – 2y – 4 ≤ 0
2
Figura 1.4
Ô
3
Ô
x2
y2
þ
¼ 1. Essa divide il
16
4
piano in due regioni: una costituita dai punti interni o appartenenti all’ellisse, una costituita dai punti esterni all’ellisse. Consideriamo come punto
di prova l’origine. Le sue coordinate (0, 0) soddisfano la disequazione data:
c. Rappresentiamo anzitutto l’ellisse di equazione
infatti sostituendo 0 al posto di x e y otteniamo la disuguaglianza
02
02
x2
y2
þ
1, ossia 0 1, che è vera. Quindi la disequazione
þ
1
16
4
16
4
rappresenta la regione che ha come frontiera l’ellisse e alla quale appartiene
l’origine, ossia la regione costituita dai punti interni all’ellisse e dai punti
dell’ellisse stessa (fig. 1.5).
y
O
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
x
x2 y2
+ ≤1
16 4
Figura 1.5
ESEMPI
Sistemi di disequazioni in due variabili
Rappresentiamo graficamente le regioni di piano definite algebricamente dai seguenti sistemi:
8
y 10
>
<
a. 1 x 0
>
:
xþy 40
(
b.
x 2 þ y 2 2x 2y 0
x 2 þ y 2 2x 2y 7 0
a. Esplicitiamo le disequazioni del sistema rispetto a y:
8
y10
>
<
1x0
)
>
:
xþy40
8
y1
>
<
x 1
>
:
y x þ 4
)
8
y1
>
<
x1
>
:
y x þ 4
I tre semipiani rappresentati dalle disequazioni del sistema sono:
quello costituito dai punti «al di sopra» della retta di equazione y ¼ 1 e
dai punti della retta stessa;
quello costituito dai punti «a destra» della retta di equazione x ¼ 1 e dai
punti della retta stessa;
quello costituito dai punti «al di sotto» della retta di equazione
y ¼ x þ 4 e dai punti della retta stessa.
La loro intersezione è il triangolo di vertici Að1, 1Þ, Bð3,1Þ e Cð1, 3Þ (fig. 1.6).
b. La disequazione x2 þ y 2 2x 2y p0ffiffiffirappresenta i punti esterni alla circonferenza di centro (1, 1) e raggio 2 e i punti appartenenti alla circonferenza stessa.
4
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 1
y
x=1
4
x 2 + y 2 – 2x – 2y = 0
O
x
y = –x + 4
2
O
y
C
3
1
Funzioni di due variabili
La disequazione x2 þ y 2 2x 2y 7 0 rappresenta i punti interni alla
circonferenza di centro (1, 1) e raggio 3 e i punti appartenenti alla circonferenza stessa.
Il sistema rappresenta l’intersezione delle due regioni precedenti, ossia la
corona circolare in fig. 1.7.
y=1
A
1
B
2
3
4
5
x
Figura 1.6
x 2 + y 2 – 2x – 2y – 7 = 0
Figura 1.7
Intorni e insiemi aperti e chiusi in R2
Per definire il concetto di limite per le funzioni di due variabili sarà importante
avere a disposizione anche in R2 una nozione di intorno di un punto; inoltre, una
volta definita tale nozione, sarà possibile definire in R2 concetti analoghi quelli
di intervallo aperto, chiuso, limitato e illimitato.
Definizione
Si chiama intorno (circolare) di un
punto Pðx0 , y0 Þ in R2 l’insieme dei
punti del piano che distano da P meno
di r , con r > 0. Un intorno è quindi
l’insieme dei punti le cui coordinate
ðx, yÞ sono tali che:
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
ðx x0 Þ2 þ ðy y0 Þ2 < r
Esempi
Controesempi
P
P
È un intorno circolare di P.
Non è un intorno circolare di P.
Il punto P e il numero r sono detti
rispettivamente il centro e il raggio
dell’intorno.
Dato un insieme A di punti del piano e
un punto P appartenente al piano,
si dice che il punto P è:
a. interno all’insieme A se esiste
un intorno di P interamente
contenuto in A;
b. esterno all’insieme A se esiste
un intorno di P che non contiene
alcun punto di A;
c. di frontiera per l’insieme A se ogni
intorno di P contiene almeno
un elemento di A e almeno un
elemento non appartenente
ad A;
d. di accumulazione per l’insieme A
se ogni intorno di P contiene
almeno un elemento di A distinto
da P.
Q
Q
A
A
P
P
R
P è un punto interno all’insieme A,
Q è un punto di frontiera ed R è un
punto esterno. Inoltre P e Q sono punti
di accumulazione per l’insieme A.
R
P non è né esterno né di frontiera per
l’insieme A, Q non è né interno né
esterno all’insieme A, R non è né
interno né di frontiera per l’insieme A.
Il punto R non è di accumulazione per
l’insieme A.
Ô
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
5
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Un insieme di punti del piano si dice:
a. aperto, se tutti i suoi punti sono
interni all’insieme;
b. chiuso, se il suo complementare
è aperto.
È un insieme
aperto.
Un insieme di punti del piano si dice:
a. limitato se esiste un intorno
dell’origine in cui è interamente
contenuto;
b. illimitato in caso contrario.
È un insieme
chiuso.
È un insieme che non risulta
né aperto né chiuso.
y
y
4
D
3
C
2
2
x
–4
–2
2
2
A –2
2
B
4
1
x
–4
–2
Il rettangolo ABCD è un insieme
limitato. Per esempio, l’intorno
dell’origine delimitato dalla
circonferenza tratteggiata contiene
internamente il rettangolo.
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Ô
–1
O
1
2
L’insieme A ¼ fðx, yÞ 2 R2 : y > x 2 g
non è limitato (ovvero è illimitato).
Sistema di riferimento cartesiano ortogonale nello spazio
Anche lo spazio, come il piano, può essere riferito a un sistema di assi cartesiani
ortogonali, procedendo come segue:
Convenzione
Salvo avviso contrario,
converremo di utilizzare
sistemi di riferimento nello
spazio di tipo destro, come
in fig. 1.8.
si considerano tre rette a due a due ortogonali, dette asse x, asse y e asse z, tutte e tre passanti per un punto O, origine del sistema di riferimento;
si orientano i tre assi e si considera su di essi una unità di misura; se l’orientamento è come in fig. 1.8 il sistema di riferimento si dice destro, mentre se è come in fig. 1.9 si dice sinistro.
z
z
O
x
y
O
x
y
Figura 1.8
Figura 1.9
Il piano che contiene gli assi x e y è detto piano xy; analogamente il piano che
contiene gli assi x e z è detto piano xz e il piano che contiene gli assi y e z è detto
piano yz (fig. 1.10). I tre piani xy, yz e xz, detti piani coordinati, dividono lo spazio in otto parti, detti ottanti (gli analoghi dei quadranti nel piano). A ogni punto P dello spazio è possibile associare una terna ordinata di numeri reali (x, y, zÞ,
che costituiscono le coordinate del punto P (fig. 1.11):
il numero x, detto ascissa di P, è la coordinata sull’asse x del punto di intersezione Px di tale asse con il piano passante per P e parallelo al piano yz;
il numero y, detto ordinata di P, è la coordinata sull’asse y del punto di intersezione Py di tale asse con il piano passante per P e parallelo al piano xz;
il numero z, detto quota di P, è la coordinata sull’asse z del punto di intersezione Pz di tale asse con il piano passante per P e parallelo al piano xy.
6
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 1
z
z
Pz
piano yz
xz
Funzioni di due variabili
o
n
ia
P
p
x
ordinata
y
Px
Py
quota z
O
piano xy
x
as
cis
sa
y
O
y
x
H
Figura 1.11
Figura 1.10
In particolare, il piano xy è costituito da punti di coordinate (x, y, 0), quindi è definito dall’equazione z ¼ 0; analogamente il piano xz è definito dall’equazione
y ¼ 0 e il piano yz è definito dall’equazione x ¼ 0.
Distanza tra due punti nello spazio
Molte formule già viste nel piano si possono estendere in modo naturale nello
spazio; per esempio la formula per calcolare la distanza tra due punti.
Per verificare questo fatto, cominciamo con il considerare due punti Pðx1 , y1 , z1 Þ
e Qðx2 , y2 , z2 Þ e indichiamo con Hðx2 , y2 , z1 Þ la proiezione di Q sul piano passante
per P e parallelo al piano xy (piano i cui punti hanno quota z ¼ z1 ).
z
Q(x2, y2, z2)
|z2– z1|
H(x2, y2, z1)
P(x1, y1, z1)
y
O
H'
Figura 1.12
P'
x
Per il teorema di Pitagora, applicato al triangolo rettangolo PHQ (fig. 1.12) risulta:
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2
2
PQ ¼ PH þ QH
Osserviamo ora che:
la distanza tra i due punti P e H è uguale alla distanza tra le loro proiezioni
P 0 ðx1 , y1 Þ e H 0 ðx2 , y2 Þ sul piano xOy, quindi:
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
PH ¼ ðx2 x1 Þ2 þ ðy2 y1 Þ2
la distanza tra Q e H, essendo due punti aventi stessa ascissa e stessa ordinata,
è uguale al valore assoluto della differenza delle quote:
QH ¼ j z2 z1 j
Pertanto:
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
PQ ¼ ðx2 x1 Þ2 þ ðy2 y1 Þ2 þ ðz2 z1 Þ2
PH
2
QH
2
Ricorda
jaj2 ¼ a2 , quindi
jz2 z1 j2 ¼ ðz2 z1 Þ2
7
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A questo punto è evidente che la formula per la distanza di due punti nello spazio, come anticipato, è la naturale estensione della formula nel piano.
TEOREMA 1 .1
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Distanza t ra due p unti nell o spazio
Nello spazio, la distanza d tra due punti di coordinate ðx1 , y1 , z1 Þ e ðx2 , y2 , z2 Þ è espressa dalla formula:
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
d ¼ ðx2 x1 Þ2 þ ðy2 y1 Þ2 þ ðz2 z1 Þ2
ESEMPIO
Distanza tra due punti nello spazio
La distanza tra i due punti Að2, 3, 4Þ e Bð1, 5, 6Þ è data da:
AB ¼
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffi
ð1 2Þ2 þ ð5 3Þ2 þ ð6 4Þ2 ¼ ð1Þ2 þ 22 þ 22 ¼ 9 ¼ 3
Anche la formula del punto medio di un segmento si estende naturalmente allo
spazio. Si può dimostrare infatti quanto segue.
PUNTO MEDIO DI UN SEGMENTO NELLO SPAZIO
Il punto medio di un segmento i cui estremi hanno coordinate ðx1 , y1 , z1 Þ e
ðx2 , y2 , z2 Þ ha coordinate:
x þx
y1 þ y2 z1 þ z2 1
2
,
,
2
2
2
ESEMPIO
Punto medio di un segmento nello spazio
Il punto medio del segmento AB, di estremi Að2, 3, 4Þ e Bð1, 2, 6Þ, è il punto M
2þ1 3þ2 4þ6
3 5
,
,
, ,5 .
di coordinate
. Dunque M
2
2
2
2 2
Piani e rette nello spazio
Abbiamo visto che, nel piano cartesiano, l’equazione implicita di una generica retta è:
ax þ by þ c ¼ 0
Nello spazio, riferito a un sistema di assi cartesiani ortogonali, si dimostra che l’equazione implicita di un generico piano è:
ax þ by þ cz þ d ¼ 0
[1.1]
Inoltre, sempre in analogia con quanto visto a proposito della retta, cosı̀ come
l’equazione di una generica retta, non parallela all’asse y e passante per il punto
Pðx0 ; y0 Þ, è:
y y0 ¼ mðx x0 Þ
L’equazione dipende da un solo parametro: m
cosı̀ si dimostra che, nello spazio, l’equazione di un generico piano, non parallelo all’asse z e passante per il punto Pðx0 ; y0 ; z0 Þ, è:
z z0 ¼ aðx x0 Þ þ bðy y0 Þ
L’equazione dipende da due parametri: a e b
È importante infine esaminare le equazioni di alcuni piani particolari.
a. Se nell’equazione [1.1] è d ¼ 0, si ottiene l’equazione di un piano passante per
l’origine (infatti le coordinate dell’origine soddisfano l’equazione del piano).
8
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Una retta si dice parallela
a un piano se non ha punti
in comune con esso
o se giace sul piano.
z
z
ax + cz + d = 0
ax + by + d = 0
by + cz + d = 0
y
O
y
O
Funzioni di due variabili
z
Ricorda
Unità 1
b. Se nell’equazione [1.1] uno (almeno) dei coefficienti a, b o c è nullo, si ottiene
un piano che risulta parallelo all’asse corrispondente alla variabile mancante.
Per esempio, se c ¼ 0, allora si ottiene il piano di equazione ax þ by þ d ¼ 0 in
cui manca la variabile z; un piano di questo tipo è parallelo all’asse z: infatti se
d 6¼ 0, l’asse z e il piano non hanno punti in comune (perché nessun punto di
coordinate (0, 0, k) soddisfa l’equazione del piano), mentre se d ¼ 0, l’asse z
giace sul piano. Un piano siffatto risulta anche perpendicolare al piano xy
(fig. 1.13a). Analoghi ragionamenti possono essere condotti negli altri casi
(figg. 1.13b e c).
y
O
x
x
x
a. Piano parallelo all’asse z (deve perciò
intersecare i piani xz e yz lungo rette
parallele all’asse z). Tale piano è anche
perpendicolare al piano xy.
b. Piano parallelo all’asse y (deve
perciò intersecare i piani yz e xy lungo
rette parallele all’asse y). Tale piano è
anche perpendicolare al piano xz.
c. Piano parallelo all’asse x (deve perciò
intersecare i piani xy e xz lungo rette
parallele all’asse x). Tale piano è anche
perpendicolare al piano yz.
Figura 1.13
c. Se nell’equazione ax þ by þ cz þ d ¼ 0 due (soli) dei coefficienti a, b o c sono
nulli, si ottiene un piano parallelo a uno dei piani coordinati. Per esempio, se
b ¼ c ¼ 0 ðe a 6¼ 0Þ, otteniamo un piano di equazione ax þ d ¼ 0, ossia
d
x ¼ , che è del tipo x ¼ k ed è parallelo al piano yz (fig. 1.14a). Analoghi raa
gionamenti possono essere condotti negli altri casi (figg. 1.14b e c).
z
z
x=k
z
z=k
y=k
(0, 0, k)
y
O
y
O
a. Piano parallelo al piano yz.
y
(0, k, 0)
x
(k, 0, 0)
x
O
x
b. Piano parallelo al piano xz.
b. Piano parallelo al piano xy.
Figura 1.14
Una retta nello spazio può essere definita mediante l’intersezione di due piani in
cui è contenuta; per esempio, l’asse z è l’intersezione dei due semipiani xz e yz,
quindi può essere definito dal sistema:
x¼0
y¼0
9
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Prova tu
ESERCIZI a p. 43
1. Rappresenta le regioni di piano definite dai seguenti sistemi:
(
(
x þ y > 2
y x2
x2 þ y 2 4
b.
c.
a.
xþy <4
x2 þ y 2 25
y<4
Per ciascuna regione di piano rappresentata, stabilisci se si tratta di un sottoinsieme di R2 aperto o chiuso, limitato o
illimitato.
2. Dati i due punti Að1, 3, 4Þ e Bð1, 2, 5Þ, determina il punto medio M di AB e la lunghezza del segmento AB.
pffiffiffi
5 9
M 0,
,
; AB ¼ 6
2 2
3. Dato il piano di equazione ða 3Þx þ ðb 3Þy þ ða þ bÞz þ 1 ¼ 0, stabilisci per quali valori di a e b il piano risulta:
a. parallelo al piano xy;
b. parallelo all’asse x;
c. parallelo al piano xz;
d. parallelo all’asse y;
e. parallelo al piano yz;
f. parallelo all’asse z.
[a. a ¼ 3, b ¼ 3; b. a ¼ 3; c. a ¼ 3, b ¼ 3; d. b ¼ 3; e. b ¼ 3, a ¼ 3; f. a ¼ b]
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
2. Dominio, limiti, continuità
Iniziamo lo studio delle funzioni reali di due variabili reali focalizzando la nostra
attenzione sul dominio e sulle nozioni di limite e di continuità.
Dominio
Precisiamo anzitutto la definizione di funzione di due variabili.
Osserva
Si può generalizzare
la definizione qui a fianco
in modo da definire una
funzione reale f di n variabili
reali, assumendo D Rn
e sostituendo le coppie
ordinate con le n-ple
ordinate ðx1 , x2 , ..., xn ):
FUNZIONE DI DUE VARIABILI
Dato un insieme D R2 e una corrispondenza f : D ! R, si dice che essa è una
funzione di dominio D e codominio R se associa a ogni coppia ordinata
ðx; yÞ 2 D uno e un solo elemento di R.
Una funzione di due variabili viene solitamente assegnata mediante un’equazione
del tipo z ¼ f ðx, yÞ, dove x e y sono le variabili indipendenti mentre z è la variabile
dipendente, oppure assegnando semplicemente la sua espressione analitica f ðx, yÞ.
In analogia con quanto già visto per le funzioni di una variabile, in assenza di indicazioni diverse si sottintende che il dominio sia quello naturale, ossia l’insieme costituito dalle coppie ordinate ðx, yÞ per cui tutte le operazioni che compaiono nell’espressione analitica della funzione risultano definite. Le condizioni da
imporre per individuare il dominio di una funzione di due variabili sono quindi
del tutto analoghe a quelle viste per le funzioni di una variabile (i denominatori
vanno posti diversi da zero, i radicandi dei radicali di indice pari maggiori o
uguali a zero, gli argomenti dei logaritmi maggiori di zero ecc.).
ESEMPI
Dominio di una funzione di due variabili
Determiniamo il dominio delle seguenti funzioni:
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
1
a. z ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
b. z ¼ ln ðx þ yÞ
2
2
9x y
a. Affinché il radicando sia non negativo e il denominatore sia diverso da zero
deve essere soddisfatta la disequazione:
9 x2 y2 > 0 ) x2 y2 > 9 ) x2 þ y 2 < 9
10
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
y
y
4
3
3
2
y=1– x
1
–3 –2 –1 O
–1
Funzioni di due variabili
L’ultima disequazione scritta rappresenta i punti «al di sopra» della retta di
equazione y ¼ 1 x e i punti appartenenti alla retta stessa, quindi il dominio della funzione originaria è il semipiano rappresentato in fig. 1.16.
Unità 1
L’ultima disequazione scritta è soddisfatta in corrispondenza dei punti interni del cerchio di centro l’origine e raggio 3, quindi il dominio della funzione data è l’insieme rappresentato in fig. 1.15 (un cerchio, privato della
circonferenza che lo delimita).
b. Per l’esistenza del radicale dobbiamo imporre la condizione ln ðx þ yÞ 0 e
per l’esistenza del logaritmo la condizione x þ y > 0. In definitiva deve essere soddisfatto il seguente sistema:
ln ðx þ yÞ 0
ln ðx þ yÞ ln 1
xþy 1
)
)
)xþy 1)y 1x
xþy >0
xþy >0
xþy >0
x
1
2
3
2
1
4
–2
–2
–1
1
2 x
–1
–3
Figura 1.15
O
Figura 1.16
Grafico e curve di livello
Sappiamo che il grafico di una funzione y ¼ f ðxÞ di una variabile, di dominio D,
è l’insieme:
ðx, yÞ 2 R2 : x 2 D ^ y ¼ f ðxÞ
e rappresenta una curva nel piano cartesiano. Analogamente, il grafico di una
funzione z ¼ f ðx, yÞ di due variabili, di dominio D, è l’insieme:
ðx, y, zÞ 2 R3 : ðx, yÞ 2 D ^ z ¼ f ðx; yÞ
La sua rappresentazione nello spazio riferito a un sistema di assi cartesiani ortogonali è una superficie (fig. 1.17).
Tracciare il grafico di una funzione di due variabili è generalmente un’operazione
poco agevole da effettuare a mano (conviene ricorrere a un opportuno software
di calcolo); risulta spesso più
semplice (e sufficiente per molz
(x, y, f (x, y))
ti scopi) rappresentare nel piaz = f (x, y)
no le sezioni ottenute dall’intersezione della superficie che costituisce tale grafico con piani
superficie che
orizzontali, ossia paralleli al
costituisce il grafico
piano xy. Il procedimento è il
della funzione
O
seguente: tracciato un piano di
equazione z ¼ k che interseca
la superficie in esame, la sua
y
(x, y)
x
intersezione con quest’ultima
Figura 1.17
dominio di f
è una curva: la proiezione di ta11
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
le curva sul piano xy (che in tale piano ha equazione f ðx, yÞ ¼ k) è detta curva (o
linea) di livello (fig. 1.18).
z
superficie di equazione z = f (x, y)
curva ottenuta dalla
sezione della superficie
con il piano secante
piano secante
z=k
y
x
curva di livello:
la proiezione della curva
sezione sul piano xy
Tema A
Figura 1.18
Rappresentando sul piano xy le curve di livello corrispondenti a diversi valori di
k si ottiene un’utile rappresentazione della superficie in esame, come mostriamo
nel prossimo esempio.
Curve di livello
ESEMPIO
Studiamo le curve di livello della funzione z ¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
16 x 2 y 2 .
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Le curve di livello hanno equazione 16 x2 y 2 ¼ k. Affinché le curve di livello non coincidano con
l’insieme vuoto deve essere k 0. Se è verificata questa condizione, l’equazione delle curve di livello, elevando al quadrato i suoi due membri, può essere scritta nella forma equivalente:
x2 þ y 2 ¼ 16 k2
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Si tratta di un fascio di circonferenze concentriche di centro (0,0) e raggio r ¼ 16 k2 . Ne deduciamo
che:
se k 0 (condizione posta all’inizio) e 16 k2 > 0 (condizione per l’esistenza del raggio), ossia se
0 k < 4, le curve di livello sono circonferenze;
se k ¼ 4, il raggio è nullo e la curva di livello è una circonferenza degenere nell’origine;
se k < 0 _ k > 4, le linee di livello coincidono con l’insieme vuoto.
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
La superficie di equazione z ¼ 16 x2 y 2 è la suy
perficie di una semisfera (fig. 1.19); alcune curve di
4
livello sono rappresentate in fig. 1.20.
k=0
3
k=2
k=1
2
k=3
z
z = 16 x 2
1
y2
k=4
4
–4
–3
–4
–2
–1 O
–1
–2
–4
–3
O
4
x
y
–4
4
Figura 1.19
12
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Figura 1.20
1
2
3
4 x
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Escludendo i cilindri e i casi degeneri, i vari tipi di quadriche sono quelli riportati
in tab. 1.1.
Nota l’analogia tra la
definizione delle quadriche
e quella delle coniche.
Le quadriche sono definite
da equazioni di secondo
grado in x, y, z cosı̀ come
le coniche sono definite da
equazioni di secondo grado
in x e y. Le quadriche
giocano quindi, nello spazio,
un ruolo analogo a quello
giocato dalle coniche nel
piano.
Funzioni di due variabili
ax2 þ by 2 þ cz2 þ dxy þ exz þ fyz þ gx þ hy þ iz þ j ¼ 0
Osserva
Unità 1
Nello spazio, riferito a un sistema di assi cartesiani ortogonali, una superficie viene definita più in generale come il luogo dei punti le cui coordinate (x, y, z) soddisfano un’equazione del tipo Fðx, y, zÞ ¼ 0 (le superfici che rappresentano il grafico di una funzione di due variabili z ¼ f ðx, y) sono solo casi particolari di questa
definizione).
Risultano particolarmente importanti, nelle applicazioni, le superfici quadriche,
luogo dei punti che soddisfano un’equazione di secondo grado in x, y, z del tipo:
Tabella 1.1
Quadriche
Nome
della superficie
Equazione
in forma canonica
Ellissoide
x2
y2
z2
þ
þ
¼1
a2
b2
c2
Grafico
Osservazioni
Le curve di livello
sono ellissi.
Anche le sezioni
con piani paralleli
ai due piani xz e yz sono
ellissi. Se a ¼ b ¼ c 6¼ 0,
si ha una superficie
sferica.
z
c
b
O
a
y
x
Paraboloide ellittico
z¼
x2
y2
þ 2
2
a
b
Le curve di livello
sono ellissi.
Le sezioni con piani
paralleli ai due piani
xz e yz sono parabole.
z
O
x
Paraboloide iperbolico
z¼
y2
x2
b2
a2
y
Le curve di livello sono
iperboli.
Le sezioni con piani
paralleli ai due piani xz
e yz sono parabole.
z
O
x
y
Iperboloide a una falda
(o iperbolico)
x2
y2
z2
þ
¼1
a2
b2
c2
Le curve di livello sono
ellissi.
Le sezioni con piani
paralleli ai due piani xz
e yz sono iperboli.
z
O
y
x
Ô
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13
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Iperboloide a due falde
(o ellittico)
x2
y2
z2
þ 2 2 ¼ 1
2
a
b
c
O
x
Doppia superficie conica
Le curve di livello sono
ellissi.
Le sezioni con piani
paralleli ai due piani xz
e yz sono iperboli.
z
x2
y2
z2
þ
¼0
a2
b2
c2
y
Le curve di livello sono
ellissi.
Le sezioni con piani
paralleli ai due piani xz
e yz sono iperboli.
z
O
y
x
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Ô
Limiti e continuità
Estendiamo ora alle funzioni di due variabili il concetto di limite. Intuitivamente,
come per le funzioni di una variabile, il significato della scrittura
lim
ðx, yÞ!ðx0 , y0 Þ
f ðx, yÞ ¼ l
è che quando il punto (x, yÞ si avvicina al punto ðx0 , y0 Þ (senza tuttavia coincidere
con esso), i corrispondenti valori della funzione si avvicinano a l.
Formalmente, la definizione di limite viene data sulla base del concetto di intorno, che permette di esprimere il concetto di «vicinanza» a un punto, sulla falsariga della definizione precedentemente vista per le funzioni di una variabile
DEFINIZIONE DI LIMITE PER UNA FUNZIONE DI DUE VARIABILI
Data una funzione f ðx, yÞ, di dominio D, sia ðx0 , y0 Þ 2 R2 un punto di accumulazione per D. Diremo che il limite della funzione per ðx, yÞ che tende a ðx0 , y0 Þ è
l se, per ogni intorno U di l, è possibile determinare un intorno V di ðx0 , y0 Þ tale
che, per ogni ðx, yÞ 2 V \ D, con ðx, yÞ 6¼ ðx0 , y0 Þ, risulta f ðx, yÞ 2 U. In tal caso
scriveremo:
lim
ðx, yÞ!ðx0 , y0 Þ
f ðx, yÞ ¼ l
Esplicitando gli intorni, possiamo dire in modo equivalente che:
lim
ðx, yÞ!ðx0 , y0 Þ
f ðx, yÞ ¼ l
quando, per ogni " > 0, è possibile trovare > 0 per cui risulta:
Osserva
La condizione:
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
0 < ðx x0 Þ2 þ ðy y0 Þ2
equivale a:
ðx, yÞ 6¼ ðx0 , y0 Þ
14
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jf ðx, yÞ lj < "
per ogni ðx, yÞ 2 D per cui
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
0 < ðx x0 Þ2 þ ðy y0 Þ2 < [1.2]
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 1
y
P
y0
O
ESEMPIO
Non esistenza di un limite per una funzione di due variabili
x
Figura 1.21 Alcuni possibili
percorsi di avvicinamento
al punto ðx0 , y0 Þ.
Verifichiamo che la funzione
f ðx, yÞ ¼
x0
Funzioni di due variabili
È importante osservare che, mentre per le funzioni di una variabile esiste una unica direzione di avvicinamento a un punto x0 (potendo variare eventualmente solo
il verso di avvicinamento, da destra o da sinistra), lavorando con funzioni di due
variabili è possibile avvicinarsi al punto ðx0 , y0 Þ lungo diversi percorsi (fig. 1.21).
Se la [1.2] è verificata, allora comunque si scelga un percorso di avvicinamento al
punto ðx0 , y0 Þ la restrizione della funzione f ðx, yÞ a tale percorso deve dare luogo
a una funzione (in una variabile) che tende a l; per poter affermare che non esiste
il limite di una funzione f ðx, yÞ per ðx, yÞ ! ðx0 , y0 Þ è dunque sufficiente trovare
due percorsi di avvicinamento a ðx0 , y0 Þ tali che le corrispondenti restrizioni di
f ðx, yÞ danno luogo a limiti diversi.
xy
x2 þ y 2
non ammette limite per ðx, yÞ ! ð0, 0Þ.
y
Consideriamo i due avvicinamenti all’origine (nel piano xy) lungo le bisettrici
dei quadranti, cioè lungo le rette di equazioni y ¼ x e y ¼ x.
La restrizione della funzione alla retta di equazione y ¼ x è la funzione:
x2
1
¼
f ðx, xÞ ¼ 2
2
2
x þx
y=x
y = –x
O
x
Pertanto, se y ¼ x:
lim
ðx, yÞ!ð0, 0Þ x2
xy
þ y2
¼
se y ¼ x
lim
x!0
1
1
¼
2
2
La restrizione della funzione alla retta di equazione y ¼ x è la funzione:
f ðx, xÞ ¼
x2
1
¼
2
þ x2
x2
Pertanto, se y ¼ x:
xy
lim
ðx, yÞ!ð0, 0Þ x2 þ y 2
¼
se y ¼ x
1
1
lim ¼
x!0
2
2
Avendo trovato due diversi percorsi di avvicinamento all’origine che danno
luogo a limiti diversi, concludiamo che il limite della funzione originaria per
ðx, yÞ ! ð0, 0Þ non esiste.
L’analogia tra la definizione di limite per funzioni di due variabili e la definizione
per funzioni di una variabile porta come conseguenza che è possibile estendere
alle funzioni di due variabili la maggior parte dei teoremi visti per le funzioni di
una variabile (in particolare il teorema di unicità del limite e i teoremi sul limite
della somma, del prodotto e del quoziente di due funzioni).
Inoltre, grazie alla nozione di limite, possiamo estendere alle funzioni di due variabili anche il concetto di continuità.
CONTINUITÀ IN UN PUNTO PER FUNZIONI DI DUE VARIABILI
Data una funzione f ðx, yÞ e un punto ðx0 , y0 Þ appartenente al dominio della funzione e di accumulazione per esso, si dice che la funzione è continua nel punto
ðx0 , y0 Þ quando il limite della funzione per ðx, yÞ ! ðx0 , y0 Þ esiste ed è uguale al
valore della funzione stessa nel punto ðx0 , y0 Þ, ovverosia quando risulta:
lim
ðx, yÞ!ðx0 , y0 Þ
f ðx, yÞ ¼ f ðx0 , y0 Þ
15
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Esame della continuità in un punto
8 xy
<
ðx, yÞ 6¼ ð0, 0Þ
x2 þ y 2
è definita in (0, 0), tuttavia abLa funzione f ðx, yÞ ¼
:
0
ðx, yÞ ¼ ð0, 0Þ
ESEMPIO
biamo mostrato nell’esempio precedente che
lim
ðx, yÞ!ð0, 0Þ
f ðx, yÞ non esiste, per-
tanto la funzione non è continua nell’origine.
Diremo che una funzione di due variabili, di dominio D, è continua quando lo
è in ogni punto appartenente a D.
È possibile dimostrare che una funzione reale di una variabile reale, continua, risulta continua anche se considerata di due variabili; per esempio sono continue
le seguenti funzioni di due variabili:
f ðx, yÞ ¼ x2
e
gðx, yÞ ¼ ey
Tema A
Tenendo conto di questa osservazione e del fatto che anche per le funzioni di
due variabili valgono i teoremi di continuità sulla somma, sul prodotto, sul quoziente e sulla composizione di funzioni continue (purché siano bene definite e il
denominatore sia diverso da zero), possiamo dedurre per esempio che:
la funzione f ðx, yÞ ¼ x2 þ xy þ xey è continua in R2 ;
x3 y
è continua in R2 fð0, 0Þg;
x2 þ y 2
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
la funzione f ðx, yÞ ¼ x2 þ y 2 4 è continua nel suo dominio naturale D,
la funzione f ðx, yÞ ¼
cioè nell’insieme D ¼ ðx, yÞ 2 R2 : x2 þ y 2 4 .
Prova tu
ESERCIZI a p. 49
1. Determina il dominio di ciascuna delle seguenti funzioni e rappresentalo graficamente:
a. z ¼
1
x 2y
b. z ¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffi
9 x2 y 2 þ x
c. z ¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
ln ðxyÞ
2. Studia le curve di livello della funzione z ¼ x2 þ y2 4 e rappresentane graficamente alcune.
8 2 2
< x y
3. Stabilisci se la funzione f ðx, yÞ ¼
x4 þ y4
:
0
ðx, yÞ 6¼ ð0, 0Þ
è continua nell’origine.
ðx, yÞ ¼ ð0, 0Þ
3. Derivate parziali
Le definizioni di derivate parziali
Vogliamo ora introdurre, anche per le funzioni di due variabili, il concetto di derivata.
Studiando le funzioni di una variabile, abbiamo visto che la derivata viene definita come limite del rapporto incrementale; il primo problema che si pone, per
estendere il concetto di derivata a funzioni di due variabili x e y, è proprio stabilire che cosa si debba intendere per «incremento» della coppia di variabili ðx, yÞ; l’idea per superare questo problema è di fare variare una sola variabile alla volta,
considerando l’altra come costante. Ragionando in questa ottica, cioè facendo
variare la sola variabile x o la sola variabile y, la naturale estensione del concetto
di derivata porta alle seguenti definizioni.
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Data una funzione y ¼ f ðxÞ e
un punto x0 interno al
dominio della funzione, si
definisce:
f 0x ðx0 , y0 Þ ¼ lim
h!0
¼ lim
f ðx0 þ h, y0 Þ f ðx0 , y0 Þ
h
[1.3]
Analogamente, si definisce la derivata parziale della funzione f rispetto a y nel
punto ðx0, y0 Þ:
f 0y ðx0 , y0 Þ ¼ lim
h!0
f ðx0 , y0 þ hÞ f ðx0 , y0 Þ
h
h!0
f ðx0 þ hÞ f ðx0 Þ
h
(a condizione che il limite
esista finito).
[1.4]
La [1.3], quando venga calcolata in un generico punto ðx, yÞ anziché in un prefissato punto ðx0 , y0 Þ, fornisce l’espressione analitica della funzione derivata parziale di f rispetto a x, brevemente detta «derivata parziale di f rispetto a x» e indicata con f 0x ðx, yÞ o f 0x .
Analogamente, si può ottenere la (funzione) derivata parziale di f rispetto a y, indicata con f 0y ðx, yÞ o f 0y .
Per calcolare la derivata parziale di una funzione f ðx,yÞ rispetto a una delle due
variabili, basta considerare l’altra variabile come costante e applicare le ordinarie
regole di derivazione viste per le funzioni in una sola variabile.
ESEMPI
f 0 ðx0 Þ ¼
Funzioni di due variabili
Ricorda
Data una funzione f ðx, yÞ, di dominio D, sia ðx0 , y0 Þ un punto interno a D.
Si chiama derivata parziale della funzione f rispetto a x nel punto ðx0, y0 Þ, e si
indica con il simbolo f 0x ðx0 , y0 Þ, il limite, se esiste finito, del rapporto incrementale costruito a partire da ðx0 , y0 Þ incrementando solo la variabile x, al tendere a
zero dell’incremento:
Unità 1
DERIVATE PARZIALI
Attenzione!
Il concetto di derivata
parziale è stato definito
supponendo che il punto
sia interno al dominio, perché
in un punto di frontiera
potrebbe non essere possibile
costruire il rapporto
incrementale.
Calcolo di derivate parziali
Calcoliamo le derivate parziali delle due funzioni:
a. f ðx, yÞ ¼ x 3 þ 3x y 2
Notazioni alternative
b. f ðx, yÞ ¼ x 3 y 2 xy 2
a. Per calcolare la derivata parziale rispetto a x, occorre considerare y come costante:
f 0x ðx, yÞ ¼
@
ð x3 þ 3x
@x
y2
@f
@f
ðx0 , y0 Þ e
ðx0 , y0 Þ
@x
@y
Þ ¼ 3x2 þ 3 0 ¼ 3x2 þ 3
costante nella
derivazione
rispetto a x
contiene la
variabile x
Per calcolare la derivata parziale rispetto a y, occorre considerare x come
costante:
f 0y ðx, yÞ ¼
@
ð x3 þ 3x
@y
costante nella
derivazione
rispetto a y
Le derivate parziali della
funzione f nel punto ðx0 , y0 Þ,
oltre che con i simboli
f 0x ðx0 , y0 Þ ed f 0y ðx0 , y0 Þ
vengono indicate con i
simboli:
Le funzioni derivate parziali,
oltre che con f 0x ed f 0y ,
vengono indicate con
@f @f
,
.
i simboli:
@x @y
y2 Þ ¼ 0 2y ¼ 2y
variabile
b. Ragionando come nel caso precedente, abbiamo:
f 0x ðx, yÞ ¼ 3x2 y2 1 y 2 ¼ 3x2 y2 y 2
f 0y ðx, yÞ ¼ x3 2y x 2y ¼ 2x3 y 2xy
VISUALIZZIAMO I CONCETTI
Il significato geometrico delle derivate parziali
3In base a quanto detto, la derivata parziale rispetto a x nel punto ðx , y Þ di una funzione f ðx, yÞ può essere
0
0
calcolata con il seguente procedimento:
– si considera la variabile y come una costante, uguale a y0 , e si fissa l’attenzione sulla funzione f ðx, y0 Þ
nella sola variabile x;
– si calcola la derivata in x0 della funzione f ðx, y0 Þ.
Ô
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17
3Osserviamo ora che:
– fissare y ¼ y0 significa, geometricamente, intersecare la superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ con il piano di
equazione y ¼ y0 , ottenendo cosı̀ una curva;
– calcolare la derivata di f ðx, y0 Þ in x0 significa calcolare il coefficiente angolare della retta tangente alla
curva ottenuta tramite la sezione nel punto di ascissa x0 .
Si deduce cosı̀ il significato geometrico di f 0x ðx0 , y0 Þ illustrato nella didascalia della fig. 1.22a.
3Con un ragionamento analogo si deduce il significato geometrico di f
0
y ðx0 , y0 Þ
illustrato nella didascalia
della fig. 1.22b.
Ricorda
Per una funzione y ¼ f ðxÞ di una variabile, la derivata prima della funzione f nel punto x0 rappresenta il coefficiente angolare
della retta tangente al grafico della funzione nel suo punto di coordinate ðx0 , f ðx0 ÞÞ.
retta tangente alla
curva nel punto P
z
retta tangente alla
curva nel punto P
z
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
superficie di
equazione z = f(x, y)
P
curva individuata dal
piano sulla superficie
P
x0
x0
superficie di
equazione z = f(x, y)
O
x
y0
y
x
y0
y
piano di
equazione y = y0
a. Sezionando la superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ
con il piano di equazione y ¼ y0 , si ottiene una curva.
La retta tangente a questa curva nel punto P di coordinate
ðx0 , y0 , f ðx0 , y0 ÞÞ ha coefficiente angolare m uguale
alla derivata parziale rispetto a x della funzione f ðx, yÞ
nel punto ðx0 , y0 Þ, vale a dire:
m ¼ f 0x ðx0 , y0 Þ
curva individuata dal
piano sulla superficie
O
piano di
equazione x = x 0
b. Sezionando la superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ
con il piano di equazione x ¼ x0 , si ottiene una curva.
La retta tangente a questa curva nel punto P di coordinate
ðx0 , y0 , f ðx0 ; y0 ÞÞ ha coefficiente angolare m uguale
alla derivata parziale rispetto a y della funzione f ðx, yÞ
nel punto ðx0 , y0 Þ, vale a dire:
m ¼ f 0y ðx0 , y0 Þ
Figura 1.22
Il concetto di derivata parziale si può facilmente estendere a funzioni di più di
due variabili; consideriamo per esempio la funzione:
f ðx, y, zÞ ¼ x3 y2 z þ 2x þ 3y þ z
Abbiamo che:
la derivata parziale di f rispetto a x si ottiene derivando rispetto a x, considerando y e z costanti:
f 0x ðx, y, zÞ ¼ 3x2 y 2 z þ 2
la derivata parziale di f rispetto a y si ottiene derivando rispetto a y, considerando x e z costanti:
f 0y ðx, y, zÞ ¼ 2x3 yz þ 3
la derivata parziale di f rispetto a z si ottiene derivando rispetto a z, considerando x e y costanti:
f 0z ðx, y, zÞ ¼ x3 y 2 þ 1
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Unità 1
Derivate parziali di secondo ordine
Ordine di derivazione
Simbolo per indicare la corrispondente
derivata parziale seconda
Si deriva f 0x rispetto a x
f 00xx
Si deriva f 0x rispetto a y
f 00xy
Si deriva f 0y rispetto a x
f 00yx
Si deriva
f 0y
Simboli equivalenti a:
f 00xx , f 00yy sono:
@2f
@2f
,
@x2 @y 2
Simboli equivalenti a:
f 00xy , f 00yx sono:
f 00yy
rispetto a y
Notazioni alternative
Funzioni di due variabili
Una volta calcolate le derivate parziali f 0x ed f 0y di una funzione f (dette derivate
parziali prime), se f 0x ed f 0y risultano a loro volta derivabili rispetto a x e a y è possibile calcolarne nuovamente le derivate parziali, ottenendo le cosiddette derivate parziali seconde. Si hanno in tutto quattro possibili derivate parziali seconde,
come riassunto nella seguente tabella.
@2f
@2f
,
@y@x @x@y
Le due derivate parziali seconde f 00xy ed f 00yx vengono dette derivate parziali miste.
ESEMPIO
Calcolo di derivate parziali seconde
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ 2x 4 4xy 2 , calcoliamo le derivate parziali seconde.
Calcoliamo anzitutto le derivate parziali prime:
f 0x ðx, yÞ ¼ 8x3 4y 2
e
f 0y ðx, yÞ ¼ 8xy
Ora calcoliamo le derivate parziali seconde:
f 00xx ðx, yÞ ¼ 24x2
e
f 00xy ðx, yÞ ¼ 8y
fyx00 ðx, yÞ ¼ 8y
e
fyy00 ðx, yÞ ¼ 8x
Nell’esempio precedente le due derivate parziali seconde miste sono risultate entrambe uguali a 8y e quindi uguali fra loro. Si tratta di una proprietà vera in generale? La risposta è negativa; infatti esistono esempi di funzioni di due variabili
che ammettono derivate parziali miste diverse tra loro, tuttavia l’uguaglianza di
f 00xy ed f 00yx è una proprietà vera per tutte le funzioni con cui si lavora comunemente, in forza del teorema seguente.
Te ore m a di Schwarz
Se una funzione z ¼ f ðx, yÞ ammette entrambe le derivate parziali miste
derivate sono continue in un punto ðx0 , y0 Þ, allora:
TEOREMA 1 .2
f 00xy
ed
f 00yx
e tali
f 00xy ðx0 , y0 Þ ¼ f 00yx ðx0 , y0 Þ
In particolare, dal teorema 1.2 segue che una funzione f ðx, yÞ ammette derivate
parziali miste uguali ogni qualvolta queste ultime sono funzioni continue.
Il concetto di derivabilità
L’introduzione delle derivate parziali ci consente di definire il concetto di derivabilità di una funzione in un punto anche per le funzioni di due variabili.
FUNZIONE DERIVABILE
Una funzione f ðx, yÞ viene detta derivabile in ðx0 , y0 Þ se in tale punto ammette
sia la derivata parziale rispetto a x, sia la derivata parziale rispetto a y.
È importante osservare che il concetto di funzione derivabile per le funzioni di
due variabili presenta sostanziali differenze rispetto all’analogo concetto per le
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Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
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funzioni di una variabile: mentre per le funzioni in una variabile, infatti, la derivabilità in un punto implica la continuità nel punto, ciò non è più vero per le funzioni di due variabili, come mostra il seguente controesempio.
Funzione derivabile ma non continua in un punto
8 xy
<
ðx, yÞ 6¼ ð0, 0Þ
x2 þ y 2
Verifichiamo che la funzione f ðx, yÞ ¼
è derivabile in
:
0
ðx, yÞ ¼ ð0; 0Þ
(0,0), pur non essendo continua in tale punto.
CONTROESEMPIO
La funzione è definita in (0,0) ma, come abbiamo verificato in uno degli
esempi precedenti, non esiste il limite delle funzione per ðx, yÞ ! ð0, 0Þ, dunque la funzione non è continua in tale punto.
D’altra parte, la funzione è identicamente nulla sia sull’asse x (ossia per y ¼ 0)
sia sull’asse y (ossia per x ¼ 0), perciò le derivate parziali nell’origine devono
esistere ed essere uguali a 0, come è confermato anche dal calcolo in base alla
definizione:
f 0x ð0, 0Þ ¼ lim
f ð0 þ h, 0Þ f ð0, 0Þ
00
¼ lim
¼ lim 0 ¼ 0
h!0
h!0
h
h
f 0y ð0, 0Þ ¼ lim
f ð0, 0 þ hÞ f ð0, 0Þ
00
¼ lim
¼ lim 0 ¼ 0
h!0
h!0
h
h
h!0
h!0
Per vedere garantita la continuità di una funzione di due variabili in un punto
ðx0 , y0 Þ in cui è derivabile, occorre richiedere una proprietà «più forte» della derivabilità, la cosiddetta differenziabilità, su cui però non ci soffermeremo ulteriormente.
Il piano tangente a una superficie
Studiando le funzioni di una variabile abbiamo visto che il concetto di derivata
consente di affrontare il problema del calcolo dell’equazione della retta tangente a
una curva di equazione y ¼ f ðxÞ in un suo punto. L’analogo problema che si pone per le funzioni di due variabili è quello del calcolo dell’equazione del piano
tangente in un punto alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ (fig. 1.23).
z
piano tangente
alla superficie in P
P
O
y0
x0
y
x
(x0, y0)
Figura 1.23
Prima di occuparci della ricerca dell’equazione del piano tangente, dobbiamo però
chiederci sotto quali condizioni tale piano tangente esiste. Per le funzioni di una
variabile infatti abbiamo visto che l’esistenza della retta tangente in un punto x0
è garantita se la funzione è derivabile in x0 ; per le funzioni di due variabili le cose
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Unità 1
non vanno altrettanto bene: infatti il piano tangente in un punto ðx0 , y0 Þ, oltre a
non esistere quando cade la derivabilità in ðx0 , y0 Þ (fig. 1.24), può non esistere
anche quando la funzione è derivabile in ðx0 , y0 Þ (fig. 1.25).
Funzioni di due variabili
z
z
z = x2 + y2
–0,5
–0,5
0,5
0
non esiste il piano
tangente in O
–0,5
0,5
O
y
0,5
y
x
x
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 þ y 2
è continua nell’origine, ma si può facilmente
verificare che non ivi è derivabile. Infatti,
calcolando le derivate parziali in (0, 0) in base
alla definizione, si trova che esse non esistono.
Di conseguenza non esiste il piano tangente in O
alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ,
come si intuisce anche dal grafico della superficie
(una superficie conica con vertice nell’origine).
Figura 1.24 La funzione f ðx, yÞ ¼
Figura 1.25 Come abbiamo visto negli esempi precedenti, la funzione:
8
<
xy
2 þ y2
x
f ðx, yÞ ¼
:
0
ðx, yÞ 6¼ ð0, 0Þ
ðx, yÞ ¼ ð0, 0Þ
è derivabile nell’origine. Ciò nonostante, non esiste il piano tangente
nell’origine alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ, come si può intuire
dal grafico: la funzione assume infatti tutti i valori compresi tra 0,5 e
0,5 in ogni intorno dell’origine, di raggio arbitrariamente piccolo.
D’altra parte, la non esistenza del piano tangente si poteva prevedere
anche dal fatto che la funzione f ðx, yÞ non è continua in ð0, 0Þ.
Fortunatamente, nei casi delle funzioni con cui si lavora più comunemente, ossia
per le funzioni dotate di derivate parziali prime continue, si può dimostrare che il
piano tangente esiste. Supposto dunque di essere in questa situazione, quale sarà
l’equazione del piano tangente alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ nel suo
punto di ascissa x0 e ordinata y0 ? Ragioniamo come segue, facendo riferimento
alla fig. 1.26.
retta tangente a C1
in P: ha coefficiente
angolare f'x (x0, y0)
z
retta tangente a C2
in P: ha coefficiente
angolare f'y (x0, y0)
curva C2 individuata
dall’intersezione della
superficie z = f(x, y) con
il piano di equazione x = x0
z = f(x, y)
P
O
y0
x0
x
curva C1 individuata
dall’intersezione della
superficie z = f(x, y) con
il piano di equazione y = y0
y
(x0, y0)
Figura 1.26
Attenzione!
1. L’equazione del piano tangente, dovendo passare per il punto P di coordinate
ðx0 , y0 , f ðx0 , y0 ÞÞ, deve essere del tipo:
z ¼ f ðx0 , y0 Þ þ aðx x0 Þ þ bðy y0 Þ
vedi il Paragrafo 1
2. Se intersechiamo con il piano di equazione y ¼ y0 la superficie di equazione
z ¼ f ðx, yÞ e il suo piano tangente in P (fig. 1.26), otteniamo rispettivamente la
curva che sul piano y ¼ y0 ha equazione z ¼ f ðx, y0 Þ e la retta tangente a tale
Stiamo assumendo
implicitamente che il piano
tangente non sia parallelo
all’asse z; in effetti si
potrebbe dimostrare che,
nelle ipotesi assunte
(continuità delle derivate
parziali), questa condizione
è certamente verificata.
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Complementi di analisi e applicazioni all’economia
curva nel punto di ascissa x0 , retta la cui equazione (sempre nel piano y ¼ y0 )
sarà:
z ¼ f ðx0 , y0 Þ þ aðx x0 Þ
Poni y ¼ y0 nell’equazione del piano
D’altra parte, in base a quanto osservato all’inizio del paragrafo (nella rubrica
Visualizziamo i concetti), tale retta deve avere coefficiente angolare uguale a
f 0x ðx0 , y0 Þ, dunque deve essere:
a ¼ f 0x ðx0 , y0 Þ
3. Intersecando con il piano di equazione x ¼ x0 la superficie di equazione
z ¼ f ðx, yÞ e il suo piano tangente in P, e ragionando analogamente al punto 2.,
si deduce che:
b ¼ f 0y ðx0 , y0 Þ
In definitiva, l’equazione del piano tangente deve essere:
z ¼ f ðx0 , y0 Þ þ f 0x ðx0 , y0 Þðx x0 Þ þ f 0y ðx0 , y0 Þðy y0 Þ
Tema A
Riassumiamo la discussione fin qui effettuata nel seguente teorema.
TEOREMA 1 .3
Esi stenza e d e quazione del pia no tangente a una s uperfi ci e
Se f ðx, yÞ è una funzione per cui esistono e sono continue le derivate parziali in un punto ðx0 , y0 Þ, allora esiste il piano tangente alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ nel suo
punto di ascissa x0 e ordinata y0 , e l’equazione di tale piano è:
z ¼ f ðx0 , y0 Þ þ f 0x ðx0 , y0 Þðx x0 Þ þ f 0y ðx0 , y0 Þðy y0 Þ
ESEMPIO
[1.5]
Equazione del piano tangente
Determiniamo l’equazione del piano tangente alla superficie di equazione
z ¼ x 3 ye x y 2
nel suo punto di ascissa x ¼ 0 e ordinata y ¼ 1.
Allo scopo di applicare la [1.5] calcoliamo anzitutto il valore assunto in (0, 1)
dalla funzione data e dalle sue derivate parziali:
f ðx, yÞ ¼ x3 yex y 2
quindi
f ð0, 1Þ ¼ 2
f 0x ðx, yÞ
f 0y ðx, yÞ
x
¼ 3x ye
quindi
f 0x ð0, 1Þ ¼ 1
¼ ex 2y
quindi
f 0y ð0, 1Þ ¼ 3
2
Abbiamo ora tutti gli elementi per applicare la [1.5]:
z ¼ 2 þ ð1Þðx 0Þ þ ð3Þðy 1Þ
da cui, svolgendo i calcoli:
z ¼ x 3y þ 1
Applicazioni economiche delle derivate parziali
1. Funzioni marginali
Studiando le funzioni di una variabile, abbiamo visto che la derivata di una funzione viene spesso chiamata, nelle applicazioni economiche, funzione marginale. Questo modo di esprimersi si utilizza in economia anche per le funzioni di
due o più variabili. Precisamente, data una funzione f ðx1 , x2 , ..., xn ), si chiama
funzione marginale di f rispetto a una data variabile xi (con i ¼ 1, 2, ..., n) la derivata parziale di f rispetto a xi .
Per esempio, nel volume precedente abbiamo studiato i più semplici modelli di
funzione domanda, considerando la domanda di un bene dipendente unicamente dal suo prezzo; volendo esprimere la dipendenza della domanda non solo dal
22
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In questo contesto si chiama funzione marginale della domanda rispetto al
prezzo (o più semplicemente funzione marginale del prezzo) la derivata parziale di f
rispetto a p; analogamente, si chiama funzione marginale della domanda rispetto al reddito (o più semplicemente funzione marginale del reddito) la derivata
parziale di f rispetto a r.
Sempre estendendo quanto visto per le funzioni di una variabile, possiamo dire
che il valore della funzione marginale del prezzo (del reddito) in corrispondenza
di un dato prezzo p0 e di un dato reddito r0 rappresenta approssimativamente la
variazione della domanda conseguente a un aumento di una unità del prezzo
(del reddito) a partire da p0 (da r0 Þ, supponendo che il reddito (il prezzo) rimanga
costante.
ESEMPIO
Funzioni di due variabili
d ¼ f ðp, rÞ
Unità 1
prezzo unitario p del bene, ma anche dal reddito r del consumatore, dovremo costruire un modello un po’ più complicato, ma più realistico, espresso tramite una
funzione di due variabili:
Funzioni marginali
La funzione domanda di un dato bene è d ¼ 5p2 2r 2 þ 10pr ; determiniamo:
a. le funzioni marginali del prezzo e del reddito;
b. di quanto varia approssimativamente la domanda in seguito a un aumento
di una unità del prezzo, a partire da p0 ¼ 10, nell’ipotesi che il reddito sia
r0 ¼ 80;
c. di quanto varia approssimativamente la domanda in seguito a un aumento
di una unità del reddito, a partire da r0 ¼ 50, nell’ipotesi che il prezzo sia
p0 ¼ 15.
a. Abbiamo:
funzione marginale del prezzo ¼
@d
¼ 10p þ 10r
@p
funzione marginale del reddito ¼
@d
¼ 4r þ 10p
@r
b. Occorre valutare la funzione marginale del prezzo per p0 ¼ 10 ed r0 ¼ 80;
poiché:
@d
ð10, 80Þ ¼ 10 10 þ 10 80 ¼ 700
@p
concludiamo che una variazione di una unità del prezzo porta all’incirca
un aumento di 700 unità della domanda (supponendo fisso il reddito).
c. Occorre valutare la funzione marginale del reddito per p0 ¼ 15 ed r0 ¼ 50;
poiché:
@d
ð15, 50Þ ¼ 4 50 þ 10 15 ¼ 50
@r
concludiamo che un aumento di una unità del reddito porta all’incirca una
diminuzione di 50 unità della domanda (supponendo fisso il prezzo).
2. Elasticità
Sempre studiando le funzioni di una variabile, abbiamo introdotto il concetto di
elasticità, per poter esaminare quanto la variabile dipendente è sensibile alle variazioni della variabile indipendente. In particolare, data una funzione domanda
d ¼ f ðpÞ, abbiamo definito la funzione elasticità della domanda:
"d ðpÞ ¼
p f 0 ðpÞ
f ðpÞ
23
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Complementi di analisi e applicazioni all’economia
e abbiamo visto che "d ðpÞ esprime approssimativamente la variazione percentuale della domanda in corrispondenza di un aumento dell’1% di un dato prezzo p.
Più in generale, consideriamo ora una funzione domanda d ¼ f ðp, rÞ che esprime
la domanda in funzione del prezzo p e del reddito r del consumatore; allora:
si definisce funzione di elasticità (o grado di elasticità) parziale della domanda rispetto al prezzo p la funzione cosı̀ definita:
"dp ðp, rÞ ¼
p f 0p ðp, rÞ
f 0p ðp, r Þ ¼
f ðp, rÞ
@f
¼ derivata parziale di f rispetto a p
@p
si definisce funzione di elasticità (o grado di elasticità) parziale della domanda rispetto al reddito r la funzione cosı̀ definita:
"dr ðp, rÞ ¼
r f 0r ðp, rÞ
f ðp, rÞ
f 0r ðp, r Þ ¼
@f
¼ derivata parziale di f rispetto a r
@r
Analogamente si potrebbe estendere il concetto di elasticità nel caso che la funzione domanda dipenda da più di due variabili.
ESEMPIO
Elasticità parziale
Tema A
La funzione domanda di un dato bene è d ¼ 5p2 2r 2 þ 10pr ; determiniamo:
a. le funzioni di elasticità parziale della domanda rispetto al prezzo e al reddito;
b. l’elasticità parziale della domanda rispetto al prezzo quando p ¼ 5 ed r ¼ 10;
Ricorda
Abbiamo visto nel
precedente volume che
se j"d ðpÞj < 1 la domanda
si dice rigida; se j"d ðpÞj > 1
la domanda si dice elastica;
se j"d ðpÞj ¼ 1 la domanda
si dice anelastica. Vale
la stessa terminologia
anche nel caso del calcolo
di elasticità parziali.
c. l’elasticità parziale della domanda rispetto al reddito quando p ¼ 5 ed r ¼ 10.
Abbiamo:
a. "dp ðp, rÞ ¼
"dr ðp, rÞ ¼
p f 0p ðp, rÞ
f ðp, rÞ
¼
pð10p þ 10rÞ
5p2 2r 2 þ 10pr
r f 0r ðp, rÞ
rð4r þ 10pÞ
¼
f ðp, rÞ
5p2 2r 2 þ 10pr
b. Risulta "dp ð5, 10Þ ’ 1, 43, quindi la domanda è elastica rispetto al prezzo.
c. Risulta "dr ð5, 10Þ ’ 0, 57, quindi la domanda risulta rigida rispetto al reddito.
Supponiamo, infine, che la domanda di un bene, oltre che dal prezzo p1 del bene
stesso, dipenda anche dal prezzo p2 di un altro bene.
I due beni si dicono succedanei (o sostituti) se all’aumentare del prezzo del secondo bene la domanda del primo aumenta (e viceversa); questa situazione si
verifica quando il consumo di uno dei due beni può essere sostituito, almeno
in parte, dall’altro. Per esempio, burro e margarina sono beni succedanei: infatti, all’aumentare del prezzo della margarina (supponendo fisso il prezzo del
burro), i consumatori tenderanno ad acquistare più burro, quindi la domanda
di burro aumenterà. Analogamente, sono beni succedanei caffè e orzo.
I due beni si dicono complementari se all’aumentare del prezzo del secondo bene la domanda del primo diminuisce; per esempio, sugo e pasta sono due beni
complementari perché all’aumentare del prezzo della pasta i consumatori tenderanno a consumarne meno, e di conseguenza acquisteranno anche meno
sugo, facendo sı̀ che la domanda del sugo diminuisca.
I due beni si dicono indipendenti se la variazione del prezzo di uno non ha alcun effetto sulla domanda dell’altro (per esempio non c’è alcuna relazione tra
il prezzo di un telefono cellulare e la domanda di olio).
Per stabilire quale di queste reciproche relazioni sussistono tra due beni, si studia
la cosiddetta elasticità incrociata della domanda, ovvero l’elasticità (parziale) della domanda del primo bene rispetto al prezzo p2 del secondo bene. Se l’elasticità
incrociata assume valori positivi, allora i due beni sono succedanei (perché?), se l’elasticità incrociata assume valori negativi, allora i due beni sono complementari
(perché?); infine se l’elasticità incrociata è zero, allora i due beni sono indipendenti.
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Unità 1
ESEMPIO
Elasticità incrociata
Funzioni di due variabili
La domanda d di un bene dipende, oltre che dal prezzo p1 del bene stesso, anche
dal prezzo p2 di un secondo bene e dal reddito r del consumatore, secondo la legge espressa dalla funzione:
d ¼ 650 þ 4p1 0,5p2 þ 0,04r
Stabiliamo se i due beni sono succedanei o complementari.
L’elasticità incrociata è espressa dalla funzione:
"dp2 ðp1 , p2 , rÞ ¼
p2 fp02 ðp1 , p2 , rÞ
f ðp1 , p2 , rÞ
¼
p2 ð0,5Þ
650 þ 4p1 0,5p2 þ 0,04r
Osservando che:
0,5p2
d
e tenendo conto che deve essere p2 > 0 e d > 0, è immediato concludere che
risulta "dp2 ðp1 , p2 , rÞ < 0, quindi i due beni sono complementari.
"dp2 ðp1 , p2 , rÞ ¼
Prova tu
ESERCIZI a p. 53
1. Data la funzione z ¼ x3 y 3x2 exy , calcola:
a. le derivate parziali prime;
[a. z0x ¼ 3x2 y 6x yexy , z0y ¼ x3 xexy ;
b. le derivate parziali seconde.
b.
z00xx ¼
3 2
2 xy
6xy 6 y e ,
z00xy
¼ 3x e ðxy þ 1Þ, z00yx ¼ 3x2 exy ðxy þ 1Þ, z00yy ¼ x2 exy ]
2
xy
2. Data la superficie di equazione z ¼ x y 3xy þ y 3 , determina l’equazione del piano tangente alla superficie nel suo
punto P di ascissa 1 e ordinata 1.
[z ¼ 6x 2y 5]
3. La domanda d di un bene dipende, oltre che dal prezzo p1 del bene stesso, dal prezzo p2 di un secondo bene e dal
reddito r del consumatore, secondo la legge espressa dalla funzione:
d ¼ 500 3p1 þ 1,5p2 þ 0,04r
Stabilisci se i due beni sono succedanei o complementari.
[Succedanei]
4. Massimi e minimi
In questo paragrafo estendiamo alle funzioni di due variabili la teoria che riguarda la ricerca dei massimi e dei minimi, relativi e assoluti.
Attenzione!
Definizioni di punto di massimo e minimo, relativi e assoluti,
per funzioni di due variabili
PUNTI DI MASSIMO E MINIMO RELATIVI
Si dice che ðx0 , y0 Þ è un punto di massimo relativo (o locale) per la funzione
f ðx, yÞ, di dominio D, se esiste un intorno I di ðx0 , y0 Þ tale che:
f ðx, yÞ f ðx0 , y0 Þ
per ogni x 2 I \ D
Analogamente, si dice che ðx0 , y0 Þ è un punto di minimo relativo per la funzione f ðx, yÞ, di dominio D, se esiste un intorno I di ðx0 , y0 Þ tale che:
f ðx, yÞ f ðx0 , y0 Þ
per ogni x 2 I \ D
I punti di minimo relativo e i punti di massimo relativo di una funzione si dicono punti di estremo relativo.
Il valore assunto dalla funzione in corrispondenza di un punto ðx0 , y0 Þ di massimo
(minimo) relativo, cioè f ðx0 , y0 Þ, è detto massimo (minimo) relativo della funzione. Se le condizioni espresse nelle definizioni precedenti valgono per tutti i
punti del dominio D (anziché in I \ DÞ, allora i punti di massimo e minimo sono
detti assoluti.
Rifletti sulle differenze
nel linguaggio: chiamiamo
«punto di massimo »
il punto di coordinate ðx0 , y0 Þ
e «massimo» il valore
f ðx0 , y0 Þ assunto dalla
funzione in corrispondenza
di un punto di massimo.
Analoga distinzione vale
per i concetti di «punto
di minimo» e di «minimo».
Di conseguenza massimi
e minimi sono espressi
da numeri reali, mentre
i punti di massimo
e di minimo sono espressi
da coppie ordinate di numeri
reali.
Si parla talvolta di «punti
di massimo e minimo»
anche per riferirsi al punto di
coordinate ðx0 , y0 , f ðx0 , y0 ÞÞ
sulla superficie di equazione
z ¼ f ðx, yÞ.
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PUNTI DI MASSIMO E MINIMO ASSOLUTI
Si dice che ðx0 , y0 Þ è un punto di massimo assoluto (o globale) per la funzione
f ðx, yÞ, di dominio D, se risulta:
f ðx, yÞ f ðx0 , y0 Þ
per ogni x 2 D
Analogamente, si dice che ðx0 , y0 Þ è un punto di minimo assoluto per la funzione f ðx, yÞ, di dominio D, se risulta:
f ðx, yÞ f ðx0 , y0 Þ
per ogni x 2 D
I punti di minimo e di massimo assoluti di una funzione si dicono punti di
estremo assoluto.
Tema A
Il valore assunto dalla funzione in corrispondenza di un punto ðx0 , y0 Þ di massimo (minimo) assoluto, cioè f ðx0 , y0 Þ, è detto massimo (minimo) assoluto della
funzione.
Come abbiamo già osservato per le funzioni di una variabile, i punti di estremo
assoluto sono anche punti di estremo relativo, mentre un punto di estremo relativo non è necessariamente un punto di estremo assoluto (vedi la fig. 1.27).
z
massimo assoluto
massimo relativo
(non assoluto)
x
y
minimo relativo
(non assoluto)
Figura 1.27
minimo assoluto
Circa l’esistenza di minimo e massimo assoluti per le funzioni di due variabili vale la seguente generalizzazione del teorema di Weierstrass.
TEOREMA 1 .4
Te o r e m a di We i e rs t r a ss
Se una funzione f ðx, yÞ è continua in un insieme D R2 chiuso e limitato, allora tale
funzione ammette massimo e minimo assoluti in D.
Massimi e minimi liberi
Nel volume precedente abbiamo visto che se un punto x0 , interno al dominio di
una funzione y ¼ f ðxÞ, è punto di estremo relativo e in tale punto la funzione è derivabile, allora la retta tangente al grafico della funzione in ðx0 , f ðx0 ÞÞ deve essere
orizzontale, quindi deve risultare f 0 ðx0 Þ ¼ 0 (fig. 1.28a).
Per le funzioni di due variabili, il ruolo giocato dalla retta tangente viene svolto
dal piano tangente (fig. 1.28b). Precisamente, se in un punto ðx0 , y0 Þ interno al dominio di una funzione z ¼ f ðx, yÞ la funzione presenta un punto di estremo relativo ed esiste il piano tangente, quest’ultimo deve essere orizzontale. Poiché l’equazione del piano tangente è:
z ¼ f ðx0 , y0 Þ þ f 0x ðx0 , y0 Þðx x0 Þ þ f 0y ðx0 , y0 Þðy y0 Þ
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
ed
f 0y ðx0 , y0 Þ ¼ 0
Funzioni di due variabili
f 0x ðx0 , y0 Þ ¼ 0
Unità 1
affinché esso risulti orizzontale la sua equazione deve essere del tipo z ¼ k, con
k 2 R, pertanto si deve avere:
Questo risultato, dedotto con considerazioni geometriche intuitive (sotto l’ipotesi di esistenza del piano tangente), potrebbe essere dimostrato più in generale,
sotto la sola ipotesi di derivabilità.
z
massimo relativo
piano tangente
orizzontale
y
massimo relativo
retta tangente
orizzontale
O
x
O
a. Nel piano (funzioni di una variabile).
x
y
b. Nello spazio (funzioni di due variabili).
Figura 1.28
Co ndi zio ne n ecessaria pe r l’ esiste nza di un pu nto
d i e s tr e m o r e l a t i vo
TEOREMA 1 .5
Sia f ðx, yÞ una funzione definita in un insieme D R2 . Se ðx0 , y0 Þ è un punto di massimo o minimo relativo interno all’insieme D e se esistono le derivate parziali prime di f
in ðx0 , y0 Þ, allora risulta:
f 0x ðx0 , y0 Þ ¼ 0
ed
f 0y ðx0 , y0 Þ ¼ 0
Un punto ðx0 , y0 Þ che annulla sia la derivata parziale rispetto a x sia la derivata parziale rispetto a y di una funzione f ðx, yÞ è detto punto stazionario (o critico). Esistono (come per le funzioni di una variabile) punti stazionari che non sono né di
massimo né di minimo: tali punti vengono chiamati punti di sella (o di colle).
Per esempio, la funzione f ðx, yÞ ¼ x2 y 2 ha un punto di sella nell’origine
(fig. 1.29). Tipicamente, nell’intorno di un punto di sella, il grafico di una funzione di due variabili ha un comportamento simile a quello presentato nell’intorno dell’origine dalla funzione f ðx, yÞ ¼ x2 y2 , tuttavia esistono punti di sella
nell’intorno dei quali il grafico della funzione può presentare un comportamento
differente: ciò accade per esempio per la funzione f ðx, yÞ ¼ x3 (fig. 1.30).
f (x, y) = x2 – y2
z
z
f (x, y) = x 3
O
O
x
x
y
y
Figura 1.29 Tra le curve passanti per il punto di sella O
e appartenenti alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ ne
esistono alcune per cui l’origine è un punto di minimo (per
esempio la curva in blu ottenuta dalla sezione della superficie
con il piano y ¼ 0) e altre per cui l’origine è un punto di
massimo (per esempio la curva in rosso ottenuta dalla sezione
della superficie con il piano x ¼ 0).
Figura 1.30 Tutti i punti di coordinate ð0, kÞ, con k reale,
sono punti di sella per la funzione. In particolare, è un punto
di sella l’origine O. In questo caso non è possibile individuare
curve passanti per O e appartenenti alla superficie z ¼ f ðx, yÞ
per cui l’origine è un punto di massimo o di minimo: il
comportamento della funzione in un intorno di O
è paragonabile a quello di una funzione di una variabile
nell’intorno di un punto di flesso.
27
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Ci troviamo dunque in una situazione di perfetta analogia con quanto visto per
le funzioni di una variabile: il teorema 1.5 esprime una condizione (la stazionarietà) necessaria (ma non sufficiente) perché un punto ðx0 , y0 Þ sia di estremo relativo. È necessario perciò disporre di un criterio che consenta di individuare la natura dei punti stazionari. Per enunciare tale criterio, dobbiamo premettere la seguente definizione.
HESSIANO
Sia f ðx, yÞ una funzione che ammette derivate parziali seconde continue in
ðx0 , y0 Þ. Si definisce hessiano di f nel punto ðx0 , y0 Þ, e si indica con il simbolo
Hðx0 , y0 Þ, il seguente determinante:
Hðx0 , y0 Þ ¼
TEOREMA 1 .6
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
f 00xx ðx0 , y0 Þ
f 00xy ðx0 , y0 Þ
f 00yx ðx0 , y0 Þ
f 00yy ðx0 , y0 Þ
¼ f 00xx ðx0 , y0 Þ f 00yy ðx0 , y0 Þ ½f 00xy ðx0 , y0 Þ 2
C r i t e r i o p e r l’ an a l i s i de i p u n t i st a z i o n a r i
Sia f ðx, yÞ una funzione che ammette derivate parziali seconde continue e sia ðx0 , y0 Þ
un suo punto stazionario; allora vale quanto segue:
a. se
b. se
Hðx0 , y0 Þ > 0
f 00xx ðx0 , y0 Þ > 0
Hðx0 , y0 Þ > 0
f 00xx ðx0 , y0 Þ < 0
, il punto ðx0 , y0 Þ è di minimo relativo;
, il punto ðx0 , y0 Þ è di massimo relativo;
c. se Hðx0 , y0 Þ < 0, il punto ðx0 , y0 Þ è di sella;
d. se Hðx0 , y0 Þ ¼ 0, occorre procedere a ulteriori analisi per stabilire la natura del punto
ðx0 , y0 Þ.
Il teorema 1.5 costituisce quindi un filtro preliminare, che ci consente di determinare i punti candidati a essere di estremo relativo (i punti stazionari); il teorema 1.6 ci consente di stabilire l’effettiva natura dei punti stazionari (eccettuato il
caso in cui l’hessiano è nullo, di cui non ci occuperemo).
ESEMPIO
Ricerca dei punti di estremo relativo
Determiniamo gli eventuali punti di estremo relativo o di sella della funzione
f ðx, yÞ ¼ 2x 3 þ 4y 2 12xy.
Individuiamo gli eventuali punti stazionari
Dobbiamo risolvere il sistema:
( 0
(
fx ¼ 0
6x2 12y ¼ 0
)
0
fy ¼ 0
8y 12x ¼ 0
9
che ha come soluzioni: (0, 0) e 3,
.
2
Calcoliamo l’hessiano
Determiniamo anzitutto le derivate parziali seconde:
f 00xx ¼ 12x;
f 00xy ¼ f 00yx ¼ 12;
f 00yy ¼ 8
L’hessiano, nel generico punto (x,yÞ, è quindi:
Hðx, yÞ ¼ f 00xx ðx, yÞ f 00yy ðx, yÞ ½f 00xy ðx, yÞ 2 ¼ 12x 8 ð12Þ2 ¼ 96x 144
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Valore di f 00xx
Valore dell’hessiano
(0, 0)
0
144
Natura del punto
Punto di sella
L’hessiano è negativo
9
3,
2
36
144
Punto di minimo
relativo
Sia l’hessiano sia f 00xx
sono positivi
Funzioni di due variabili
Punto stazionario
Unità 1
Studiamo la natura dei punti stazionari
Massimi e minimi vincolati
In molte applicazioni pratiche in cui si è interessati a determinare i punti di massimo e minimo di una funzione z ¼ f ðx, yÞ, le variabili indipendenti x e y sono soggette a dei vincoli: si parla in questo caso di massimi e minimi vincolati, per distinguerli dai massimi e minimi liberi di cui ci siamo occupati nel sottoparagrafo
precedente. Pensiamo per esempio a un problema di ottimizzazione del profitto:
quest’ultimo sarà espresso in funzione di alcune variabili indipendenti, che non
potranno essere libere di assumere qualsiasi valore, ma saranno soggette a un vincolo di bilancio.
Si pone dunque il problema della ricerca dei punti di massimo e minimo di una
funzione z ¼ f ðx, yÞ, con x e y soggette a un dato vincolo. In questo sottoparagrafo supporremo che il vincolo sia espresso sotto forma di equazione nelle due variabili x e y, diciamo gðx, yÞ ¼ 0.
VISUALIZZIAMO I CONCETTI
Ottimizzazione vincolata
3L’equazione del vincolo gðx, yÞ ¼ 0 in generale rappresenta una curva C
nel
piano xy. Geometricamente, il problema della ricerca dei punti di estremo vincolato equivale a restringere il dominio della funzione z ¼ f ðx, yÞ a tale curva (la
retta colorata in rosso nel caso particolare illustrato in fig. 1.31) e a focalizzare
l’attenzione sui punti (x, y, f ðx, yÞ), appartenenti alla superficie di equazione
z ¼ f ðx, yÞ, aventi ascissa e ordinata soddisfacenti il vincolo: questi ultimi punti
definiscono una seconda curva C2 (la curva in blu in fig. 1.31): ricercare il massimo e il minimo assoluto della funzione, soggetta al vincolo gðx, yÞ ¼ 0, significa cercare il massimo e il minimo sulla curva C2 , anziché su tutta la superficie.
Un punto di estremo vincolato può non risultare un punto di estremo relativo
per la funzione considerata, qualora venga rimosso il vincolo: per esempio, in
riferimento alla fig. 1.31, il punto di massimo assoluto per la funzione
z ¼ f ðx, yÞ (senza vincolo) risulta ðxP , yP Þ, mentre il punto di massimo assoluto
vincolato risulta ðxQ , yQ Þ e quest’ultimo non è un punto di massimo (né relativo né assoluto) per la funzione originaria.
1
3
z
massimo assoluto
z = f (x, y)
P
massimo vincolato
Q
y
O
x
dominio della
funzione f (x, y)
g(x, y) = 0
vincolo
(curva C1)
curva C2 costituita dai
punti della superficie
soddisfacenti il vincolo
Figura 1.31
29
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Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Illustreremo due metodi per la ricerca dei punti di estremo vincolato:
1. il metodo di sostituzione;
2. il metodo dei moltiplicatori di Lagrange.
Il metodo di sostituzione può essere applicato quando è semplice esplicitare il
vincolo gðx, yÞ ¼ 0 rispetto a una delle due variabili: in tal caso, l’espressione che
esprime una variabile in funzione dell’altra può essere sostituita nell’espressione
analitica f ðx, yÞ della funzione che si vuole ottimizzare e il problema può essere
ricondotto a un problema in una sola variabile, come mostriamo nel seguente
esempio.
ESEMPIO
Massimi e minimi vincolati con il metodo di sostituzione
Determiniamo gli eventuali punti di estremo relativo e assoluto della funzione
z ¼ f ðx, yÞ ¼ x 2 þ y 2 þ 4y 1, soggetta al vincolo x þ y ¼ 0.
Tema A
Poiché in questo caso l’equazione del vincolo è lineare, è facile esplicitare per
esempio la variabile y. Si ha y ¼ x e, sotto questa condizione, la funzione data diventa:
f ðx, xÞ ¼ x2 þ ðxÞ2 þ 4ðxÞ 1 ¼ 2x2 4x 1
Il problema iniziale, di ottimizzazione vincolata in due variabili, è cosı̀ ricondotto a un problema di ottimizzazione libera in una sola variabile; determinare gli eventuali punti di estremo relativo e assoluto della funzione:
z ¼ 2x2 4x 1
Quest’ultima è una funzione di secondo grado, avente come grafico una parabola con la concavità verso l’alto, dunque ha un punto di minimo (assoluto)
in corrispondenza dell’ascissa del vertice, cioè per:
x¼
4
¼1
22
z
3
2
1
x
–1 O
–1
1
2
3
–2
–3
z = 2x 2 – 4x –1
Sostituendo questo valore nell’equazione y ¼ x (ottenuta esplicitando il vincolo) otteniamo y ¼ 1 e concludiamo che l’unico punto di estremo vincolato è ð1, 1Þ, che è un punto di minimo assoluto.
Se risulta troppo complicato (o impossibile) esplicitare l’equazione del vincolo rispetto a una delle due variabili, si può ricorrere al cosiddetto metodo dei moltiplicatori di Lagrange, che si fonda sul seguente teorema.
TEOREMA 1 .7
Metod o dei m ol tipli catori di L agrang e
Consideriamo la funzione f ðx, yÞ e il vincolo gðx, yÞ ¼ 0, essendo f e g due funzioni che
supponiamo:
dotate di derivate parziali prime continue;
30
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In pratica il teorema 1.7 ci fornisce una condizione analoga a quella di stazionarietà espressa dal teorema 1.5: ci dice cioè che i punti ðx0 , y0 Þ candidati a essere
estremi relativi vincolati sono quelli che possono ottenersi risolvendo il sistema
[1.6]. Esistono delle condizioni sufficienti (del tipo di quelle espresse dal teorema 1.6) per stabilire la natura di questi punti, ma non ci soffermeremo su di esse
perché alquanto complicate: ci limiteremo a trattare casi semplici, in cui riusciremo a stabilire la natura dei punti stazionari vincolati sulla base degli strumenti
già in nostro possesso.
ESEMPIO
La funzione
Lðx, y, Þ ¼ f ðx, yÞ gðx, yÞ
è detta lagrangiana
e il sistema [1.6]
può interpretarsi come
condizione affinché il punto
ðx0 , y0 , Þ sia stazionario per
la lagrangiana. Infatti le tre
equazioni che compongono
il sistema [1.6]
corrispondono alle
condizioni di annullamento
delle tre derivate parziali
della lagrangiana rispetto alle
tre variabili x, y e . Possiamo
quindi dire che il metodo dei
moltiplicatori di Lagrange
trasforma un problema
di ottimizzazione vincolata
in un problema
di ottimizzazione libera
(per la lagrangiana),
introducendo una variabile
in più (il moltiplicatore
di Lagrange ).
Funzioni di due variabili
Se ðx0 , y0 Þ è un punto di estremo relativo della funzione f ðx, yÞ, soggetta al vincolo
gðx, yÞ ¼ 0, allora esiste 2 R, detto moltiplicatore di Lagrange, tale che ðx0 , y0 , Þ
soddisfa il sistema:
8 0
f ðx, yÞ ¼ g0x ðx, yÞ
>
>
< x
f 0y ðx, yÞ ¼ g0y ðx, yÞ
[1.6]
>
>
:
gðx, yÞ ¼ 0
Attenzione!
Unità 1
tali che le derivate parziali prime di gðx, yÞ non si annullano contemporaneamente
in corrispondenza di alcun punto appartenente al vincolo.
Metodo dei moltiplicatori di Lagrange
Determiniamo i punti di estremo della funzione f ðx, yÞ ¼ x þ y, soggetta al vincolo x 2 þ y 2 ¼ 18.
Osserviamo anzitutto che in questo caso non è agevole esplicitare il vincolo
rispetto a x o a y (si introdurrebbero dei radicali), quindi è opportuno applicare il metodo dei moltiplicatori di Lagrange.
Individuiamo gli eventuali punti stazionari vincolati
Osserva
Nel nostro caso è
Sono soddisfatte tutte le
ipotesi del teorema 1.7,
infatti:
le due funzioni f ðx, yÞ e
gðx, yÞ sono continue e
hanno derivate parziali
continue in tutto R2 ;
le derivate parziali di
gðx, yÞ, ossia:
f ðx, yÞ ¼ x þ y
gðx, yÞ ¼ x2 þ y2 18
e
quindi, in base al teorema 1.7, dobbiamo risolvere il sistema:
8
1 ¼ ð2xÞ
>
<
1 ¼ ð2yÞ
>
: 2
x þ y 2 18 ¼ 0
f 0x ¼ g0x
f 0y ¼ g0y
g¼0
Dalle prime due equazioni del sistema si ricava x ¼ y; sostituendo nella terza
equazione abbiamo allora:
2x2 18 ¼ 0 ) x ¼
3
Dovendo essere x ¼ y, da x ¼ 3 si ricava y ¼ 3, mentre da x ¼ 3 si ricava
y ¼ 3.
Perciò gli unici punti candidati a essere di massimo o minimo vincolato sono
(3, 3) e (3, 3).
g 0x ¼ 2x e g 0y ¼ 2y
si annullano
contemporaneamente solo
se è x ¼ y ¼ 0, cioè nel punto
(0, 0), che però non
appartiene al vincolo
(l’origine non appartiene
infatti alla circonferenza
di equazione x2 þ y 2 ¼ 18Þ.
Studiamo la natura dei punti stazionari
Per stabilire la natura dei punti stazionari, osserviamo anzitutto che il vincolo,
costituito dai punti di una circonferenza, è un insieme chiuso e limitato. Pertanto, per il teorema di Weierstrass, devono esistere minimo e massimo assoluti della funzione sulla circonferenza. Ora, poiché i punti candidati a essere
di massimo o minimo sono solo due, (3, 3) e (3, 3), e inoltre risulta
f ð3, 3Þ ¼ 6 e f ð3, 3Þ ¼ 6, è immediato concludere che (3, 3) è il punto di
massimo assoluto, mentre (3, 3) è il punto di minimo assoluto.
31
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Sebbene il metodo dei moltiplicatori di Lagrange possa apparire a prima vista più
complicato di quello di sostituzione dato che introduce una variabile in più (Þ,
esso è molto utilizzato nelle applicazioni, perché il moltiplicatore di Lagrange ha
un importante significato economico.
Consideriamo, infatti, un problema di ottimizzazione della funzione f ðx, yÞ, soggetta al vincolo gðx, yÞ ¼ k; si dimostra che il valore 0 del moltiplicatore di Lagrange associato a un certo punto di estremo vincolato ðx0 , y0 Þ esprime (approssimativamente) di quanto varia il massimo o il minimo corrispondente a ðx0 , y0 Þ,
ossia f ðx0 , y0 Þ, in seguito a una variazione di una unità del parametro k.
Per esempio, supponiamo che la funzione f ðx, yÞ esprima il profitto e che il parametro k che compare nel vincolo esprima la quantità disponibile di una certa
materia prima, acquistabile al prezzo unitario p. Per aumentare la materia prima
disponibile di una quantità k occorre sostenere un costo pk, mentre il massimo profitto varierà di circa 0 k. Aumentare la quantità di materia prima disponibile risulterà conveniente se e solo se:
pk 0 k ) p 0
Dunque possiamo interpretare il moltiplicatore di Lagrange 0 come il prezzo unitario massimo che possiamo essere disposti a pagare la materia prima, per aumentarne
la quantità disponibile. Per questo motivo i moltiplicatori di Lagrange sono chiamati anche prezzi ombra.
Massimi e minimi assoluti in un insieme chiuso e limitato
Nel precedente sottoparagrafo ci siamo occupati dei problemi di ottimizzazione
vincolata nel caso in cui il vincolo sia assegnato sotto forma di un’equazione del
tipo gðx, yÞ ¼ 0. Tuttavia, nelle applicazioni, capita di frequente che il vincolo sia
espresso tramite una disequazione o che la funzione sia soggetta a più vincoli (tipicamente più disequazioni poste a sistema). Per esempio, può sorgere la necessità di risolvere un problema di ottimizzazione con vincoli espressi dalla disequa
jxj 2
2
2
zione x þ y 16 (che rappresenta un cerchio) oppure dal sistema
jyj 2
(che rappresenta un quadrato). Vogliamo ora gettare uno sguardo su questi problemi, limitandoci ai casi in cui i vincoli siano rappresentati da un insieme D
chiuso e limitato (il che garantisce l’esistenza del minimo e del massimo assoluto
per il teorema di Weierstrass); in queste ipotesi il metodo generale per determinare il massimo e il minimo assoluti della funzione è il seguente:
1. si determinano gli eventuali punti di estremo relativo della funzione, nei punti
interni all’insieme D (utilizzando i teoremi 1.5 e 1.6);
2. si determinano gli eventuali punti di massimo e minimo vincolati, sulla frontiera dell’insieme D (utilizzando il metodo di sostituzione o quello dei moltiplicatori di Lagrange);
3. si individuano gli eventuali punti di non derivabilità della funzione in D;
4. si calcolano i valori assunti dalla funzione nei punti individuati ai passi precedenti e dal loro confronto si deducono il minimo e il massimo assoluto della
funzione.
ESEMPIO
Ottimizzazione su un insieme chiuso e limitato
Determiniamo il minimo e il massimo assoluto della funzione
f ðx, yÞ ¼ 4x 2 þ y 2 6y þ 4
soggetta al vincolo x 2 þ y 2 16.
Analisi preliminare
Il vincolo rappresenta un cerchio avente centro nell’origine e raggio 4 e la
funzione è continua e derivabile su tutto R2 (quindi non possono esserci mas32
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Cognome: MASTINO
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Unità 1
simi o minimi che cadono in punti di non derivabilità). Non resta allora che
cercare i punti candidati a essere di massimo e minimo prima internamente al
cerchio e poi sulla circonferenza che ne costituisce la frontiera.
Funzioni di due variabili
Ricerca dei punti stazionari interni al cerchio
Imponendo che siano nulle le derivate parziali otteniamo il sistema:
8x ¼ 0
x¼0
)
2y 6 ¼ 0
y¼3
Abbiamo quindi un unico punto stazionario internamente al cerchio, di coordinate (0, 3). Ai fini di risolvere il problema in esame, non è necessario stabilire l’esatta natura del punto calcolando l’hessiano.
Ricerca dei punti di estremo vincolato sulla frontiera
Utilizzando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, impostiamo il sistema:
8
8x ¼ ð2xÞ
>
<
2y 6 ¼ ð2yÞ
>
: 2
x þ y 2 ¼ 16
f 0x ¼ g0x
f 0y ¼ g0y
g¼0
Risolvendolo, si trova che i punti candidati a essere punti di estremo, sulla
pffiffiffiffiffiffi
frontiera, sono: ð0, 4Þ, ð
15, 1Þ.
Conclusione
Calcoliamo i valori assunti dalla funzione nei punti determinati ai passi precedenti.
Possibili punti
di estremo
Corrispondente
valore
della funzione
pffiffiffiffiffiffi
15, 1Þ
ð0, 3Þ
ð0, 4Þ
ð0, 4Þ
dall0 analisi dei punti
interni al cerchio
dall0 analisi dei punti
di frontiera
dall0 analisi dei punti
di frontiera
dall0 analisi dei punti
di frontiera
5
44
4
71
Ne deduciamo che il minimo assoluto della funzione è 5 e viene assunto in
(0, 3), mentrepilffiffiffiffiffiffimassimo assoluto è 71 e viene raggiunto nei due punti di
coordinate ð
15, 1Þ.
Nel caso particolare in cui l’espressione analitica della funzione e l’insieme D rappresentato dai vincoli siano molto semplici, la ricerca del minimo e del massimo
assoluti può essere condotta, anziché con il metodo generale sopra esposto, con
il metodo delle curve di livello illustrato nel prossimo esempio.
ESEMPIO
Metodo delle curve di livello
Determiniamo il massimo e il minimo assoluti della funzione z ¼ 3x þ 2y, sogget
x 0, y 0
ta ai vincoli
, utilizzando il metodo delle curve di livello.
x 2 þ y 2 13
Analisi grafica, in base alle curve di livello
Le curve di livello hanno equazioni 3x þ 2y ¼ k, dunque costituiscono un fascio (improprio) di rette parallele alla retta di equazione 3x þ 2y ¼ 0. Il minimo e il massimo assoluto della funzione corrispondono al minimo e al massimo valore di k per cui le rette del fascio intersecano la regione rappresentata
dai vincoli (il quadrante circolare colorato in figura a pagina seguente).
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Ô
33
Cognome: MASTINO
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Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Ô
y
5
4
3
k cresce
2
1
x
–1 O
–1
1
2
3
4
5
Il minimo valore di k per cui le rette del fascio intersecano il quadrante circolare corrisponde alla retta passante per l’origine; il massimo valore di k per cui
le rette del fascio intersecano il quadrante corrisponde alla retta tangente nel
primo quadrante alla circonferenza di equazione x2 þ y 2 ¼ 13.
Calcolo dei valori notevoli di k
Tema A
La retta passante per l’origine corrisponde ovviamente al valore k ¼ 0.
Per determinare il valore di k corrispondente alla retta tangente si può imporre che sia nullo il discriminante dell’equazione risolvente il sistema
(
x2 þ y2 ¼ 13
; accettando solo il valore di k positivo (perché stiamo cercando
3x þ 2y ¼ k
la tangente che tocca la circonferenza nel primo quadrante), si trova k ¼ 13.
Conclusione
Il minimo assoluto della funzione, con i vincoli assegnati, è 0 e viene raggiunto in corrispondenza dell’origine; il massimo assoluto, uguale a 13, viene raggiunto in corrispondenza del punto di tangenza tra la retta e la circonferenza,
che puoi verificare avere coordinate ð3, 2Þ.
Prova tu
ESERCIZI a p. 59
1. Determina i punti di massimo e minimo relativi o di sella della funzione f ðx, yÞ ¼ x2 4x þ y4 8y 2 .
[ð2, 0Þ: punto di sella; ð2,
2
2Þ: punti di minimo]
2
2. Determina i punti di massimo e minimo assoluti della funzione f ðx, yÞ ¼ 2x x 4y , nella regione di piano defi
3 x 3
nita dal sistema
.
[Max ¼ 1, in ð1, 0Þ e min ¼ 31 in ð3, 2Þ]
2 y 2
5. Applicazioni all’economia
La teoria dei massimi e minimi delle funzioni di due variabili ha importanti applicazioni all’economia: vogliamo ora gettare uno sguardo su alcune di tali applicazioni.
Massimizzare il profitto
Consideriamo un’azienda che produce due beni e che li vende in regime di concorrenza perfetta, rispettivamente ai prezzi p1 e p2 . Indicate con q1 e q2 le quantità prodotte dei due beni e supposto che tutta la quantità prodotta venga venduta, il ricavo R sarà espresso dalla funzione:
Rðq1 , q2 Þ ¼ p1 q1 þ p2 q2
34
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[1.7]
Il problema di determinare q1 e q2 in modo da conseguire il profitto massimo
equivale quindi a quello di determinare il punto di massimo assoluto (se esiste)
della [1.7]. Considereremo il caso particolare (frequente nelle applicazioni economiche) in cui la funzione costo sia della forma Cðq1 , q2 Þ ¼ aq21 þ bq1 q2 þ cq22 ,
con a, b e c costanti positive opportune; in tal caso la [1.7] diventa:
Uðq1 , q2 Þ ¼ p1 q1 þ p2 q2 ðaq21 þ bq1 q2 þ cq22 Þ
[1.8]
Si può dimostrare che una funzione della forma [1.8] rappresenta un paraboloide
(ellittico con la concavità rivolta verso il basso oppure iperbolico): pertanto, se
esiste il massimo assoluto della [1.8] (ovvero se il paraboloide è ellittico), esso viene raggiunto in corrispondenza dell’unico punto stazionario della funzione.
ESEMPIO
Ricorda
Un paraboloide iperbolico
non ammette punti di
minimo e massimo né
relativo né assoluto. Un
paraboloide ellittico con la
concavità rivolta verso il
basso ha un unico punto di
massimo assoluto, che
coincide con l’unico punto
stazionario (rivedi la tabella
nel Paragrafo 2).
Funzioni di due variabili
Uðq1 , q2 Þ ¼ p1 q1 þ p2 q2 Cðq1 , q2 Þ
Unità 1
Nota la funzione Cðq1 , q2 Þ, che esprime il costo complessivo per la produzione
delle quantità q1 e q2 dei due beni, il profitto Uðq1 , q2 Þ sarà espresso dalla seguente funzione delle due variabili q1 e q2 :
Massimizzare il profitto, in regime di concorrenza perfetta
Un’impresa produce due beni, che vende in regime di concorrenza perfetta rispettivamente ai prezzi unitari (espressi in centinaia di euro) p1 ¼ 34 e p2 ¼ 32. In
un ciclo, il costo per la produzione dei due beni è espresso (sempre in centinaia di
euro) dalla funzione:
C ¼ 5q12 þ 8q1 q2 þ 4q22
dove q1 e q2 rappresentano le quantità prodotte rispettivamente del primo e del
secondo bene. Nell’ipotesi che tutta la quantità prodotta sia venduta, determiniamo la quantità dei due beni da produrre in un ciclo in modo da realizzare il massimo utile, nonché il valore di tale utile massimo.
Scriviamo la funzione profitto
Il ricavo è dato da Rðq1 , q2 Þ ¼ 34q1 þ 32q2 , quindi la funzione profitto sarà:
Uðq1 , q1 Þ ¼ 34q1 þ 32q2 ð5q21 þ 8q1 q2 þ 4q22 Þ
ricavo
[1.9]
costo
Determiniamo i punti stazionari della funzione profitto
Per determinare i punti stazionari della funzione profitto occorre risolvere il
sistema ottenuto annullando le derivate parziali:
( 0
Uq1 ¼ 0
34 10q1 8q2 ¼ 0
)
0
Uq2 ¼ 0
32 8q1 8q2 ¼ 0
che ammette come unica soluzione q1 ¼ 1 e q2 ¼ 3. Risulta inoltre:
Hðq1 , q2 Þ ¼
10
8
8
¼ 80 64 ¼ 16 > 0
8
e
U q1 q1 < 0
quindi (1,3) è un punto di massimo relativo per la [1.9].
Conclusione
In base a quanto osservato prima dell’esempio, la [1.9] (avendo un punto di
massimo relativo) deve rappresentare un paraboloide ellittico, quindi il punto
di massimo relativo è anche di massimo assoluto. Concludiamo che l’azienda,
per massimizzare il profitto, deve produrre una quantità q1 ¼ 1 del primo bene e una quantità q2 ¼ 3 del secondo. L’utile massimo corrispondente si ottiene sostituendo nella [1.9] i valori q1 ¼ 1 e q2 ¼ 3; si ottiene Uð1, 3Þ ¼ 65, dunque (poiché costi e ricavi erano espressi in centinaia di euro) concludiamo
che l’utile massimo ammonta a 6500 euro.
35
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Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Se i due beni, anziché essere venduti in regime di concorrenza perfetta, fossero
venduti in regime di monopolio, allora il loro prezzo varierebbe in funzione della
domanda; anche in questo caso comunque il problema della ricerca del massimo
profitto si riconduce al problema di determinare il massimo assoluto di una funzione di due variabili.
ESEMPIO
Massimizzare il profitto, in regime di monopolio
Le funzioni domanda di due beni venduti in regime di monopolio sono:
q1 ¼ 12 000 40p1
e
q2 ¼ 6000 40p2
I costi unitari di produzione dei due beni (in euro) sono rispettivamente C1 ¼ 120
e C2 ¼ 80.
Determiniamo le quantità dei due beni da produrre per conseguire l’utile massimo, calcolando anche il valore di quest’ultimo.
Esprimiamo anzitutto i prezzi in funzione di q1 e q2 , risolvendo il sistema
q1 ¼ 12 000 40p1
Tema A
q2 ¼ 6000 40p2
rispetto alle incognite p1 e p2 ; si ottiene:
q1
q2
e
p2 ¼ 150 p1 ¼ 300 40
40
Possiamo ora scrivere l’espressione analitica della funzione profitto:
p1
p2
q1 q2 Uðq1 , q2 Þ ¼ 300 q1 þ 150 q2 ð120q1 þ 80q2 Þ
40
40
ricavo
costo
Per la ricerca del massimo assoluto di questa funzione si può procedere in modo simile all’esempio precedente; si trova che l’utile massimo, uguale a
373 000 euro, viene raggiunto in corrispondenza della produzione di una
quantità q1 ¼ 3600 e di una quantità q2 ¼ 1400.
Combinazione ottima dei fattori di produzione
Modi di dire
Se þ ¼ 1, la funzione
[1.10] è detta di CobbDouglas in senso stretto,
altrimenti è detta di
Cobb-Douglas in senso
generalizzato. Una funzione
di Cobb-Douglas in senso
stretto ha la seguente
proprietà: se K ed L vengono
moltiplicati entrambi per
uno stesso fattore, anche Q
varia allo stesso modo:
per esempio, se K ed L
raddoppiano, anche Q
raddoppia.
36
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Un altro problema importante che le imprese si trovano a dovere affrontare è
quello di gestire in modo ottimale i vari fattori di produzione. Tipicamente, si
distinguono tre fattori di produzione: la natura (o la terra), il lavoro e il capitale:
con il termine «natura» si indicano beni non prodotti dall’uomo: per esempio
materie prime o fonti di energia estratte dal suolo;
con il termine «capitale» si indicano beni prodotti dall’uomo che vengono utilizzati a loro volta per la produzione di altri beni: si distinguono in beni strumentali, come per esempio i macchinari, e importi monetari;
con il termine «lavoro» si indica l’insieme di tutte le risorse umane e intellettuali che concorrono alla produzione di un dato bene.
Ci limitiamo a considerare modelli che tengono conto soltanto degli ultimi due
fattori di produzione: il capitale e il lavoro.
Una delle funzioni più utilizzate come modello per esprimere la quantità Q prodotta di un certo bene, in funzione del lavoro L e del capitale K impiegati, è la cosiddetta funzione di Cobb-Douglas, definita da:
Q ¼ c K L
[1.10]
dove c, e sono costanti reali, con c > 0, 0 < < 1 e 0 < < 1.
Esaminiamo ora due tipici problemi di ottimizzazione dei fattori produttivi, nell’ipotesi che la funzione di produzione sia della forma [1.10].
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Funzioni di due variabili
Trovare il punto di massimo assoluto della funzione Q ¼ f ðK, LÞ con i vincoli:
(
K 0, L 0
[1.11]
p1 K þ p2 L ¼ C0
Unità 1
1. Determinare i fattori per cui la produzione è massima, con il vincolo
di un prefissato costo di produzione
Sia Q ¼ f ðK, LÞ ¼ c K L la funzione di produzione e supponiamo che p1 e p2 siano rispettivamente i costi unitari del capitale K e del lavoro L; allora il costo complessivo di produzione sarà p1 K þ p2 L.
Se abbiamo il vincolo di un costo prefissato, diciamo C0 , il problema di determinare i fattori che rendono la produzione massima si traduce nel seguente modello:
La risoluzione di questo problema può avvenire con i metodi che abbiamo visto
nel precedente paragrafo; è utile comunque fare alcune considerazioni.
a. In un sistema di assi dove K è posto in ascissa ed L in ordinata, il sistema
[1.11] rappresenta il segmento AB intercettato sugli assi dalla retta di equazione p1 K þ p2 L ¼ C0 (fig. 1.32). Poiché il segmento AB è un insieme chiuso e limitato, certamente esiste il massimo assoluto della funzione su tale segmento
(per il teorema di Weierstrass).
L
⎛0 , C0 ⎞
⎝ p2 ⎠
A
p1K + p2L = C0
B
O
⎛ C0 ,0⎞
⎝ p1 ⎠
K
Figura 1.32
b. Il massimo assoluto non può essere assunto agli estremi del segmento AB, dove la funzione Q ¼ c K L vale zero, dunque deve essere assunto in corrispondenza di un punto interno ad AB.
c. Per determinare il punto di massimo assoluto, essendo il vincolo lineare, si
potrebbe utilizzare il metodo di sostituzione, tuttavia si preferisce solitamente ricorrere al metodo dei moltiplicatori di Lagrange, anche perché consente
di mettere in evidenza un’interessante relazione che sussiste in corrispondenza della combinazione ottima. Nel punto di massimo assoluto dovrà infatti essere:
8 0
f ¼ p1
>
< K
f 0L ¼ p2
>
:
p1 K þ p2 L C 0 ¼ 0
Metodo dei moltiplicatori di Lagrange
In particolare, dalle prime due equazioni segue (dividendo membro a membro):
f 0K
p1
0 ¼
p2
fL
Dunque la massima produttività si ottiene quando il rapporto tra le produttività marginali dei fattori di produzione è uguale al rapporto tra i costi unitari di questi ultimi.
37
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Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
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ESEMPIO
Massimizzare la produzione, sotto vincolo di costo
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 400K 0,75 L0,25 , indicando con K
il capitale e con L il lavoro. Il costo dei fattori di produzione è 4 per ogni unità di
capitale e 2 per ogni unità di lavoro. Nell’ipotesi che il costo complessivo di produzione debba essere 400, determiniamo la combinazione dei fattori produttivi K
ed L che consente di ottenere la produzione massima.
Analisi preliminare
Il problema in questo caso si traduce nel cercare il punto di massimo assoluto
della funzione Q ¼ 400K0,75 L0,25 soggetta ai vincoli:
K 0,L 0
4K þ 2L ¼ 400
Applicazione del metodo dei moltiplicatori di Lagrange
Applicando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, siamo condotti al sistema:
8
>
400 0,75K 0,751 L0,25 ¼ 4
>
>
>
>
derivata parziale di Q rispetto a K
>
>
<
[1.12]
400K 0,75 0,25L0,251 ¼ 2
>
>
>
derivata parziale di Q rispetto a L
>
>
>
>
:
4K þ 2L ¼ 400
Dalla prima equazione si ricava ¼ 75K0,25 L0,25 ; sostituendo questo valore
di nella seconda equazione, otteniamo:
400K0,75 0,25L0,75 ¼ 75K 0,25 L0,25 2
100K0,75 L0,75 ¼ 150K 0,25 L0,25
Calcolando i prodotti tra i coefficienti numerici
100K ¼ 150L
Moltiplicando i due membri per K 0;25 L0;75
2K ¼ 3L
Dividendo entrambi i membri per 50
Infine, risolvendo il sistema formato da quest’ultima equazione e dalla terza
equazione del sistema [1.12], si ricava che deve essere: K ¼ 75 ed L ¼ 50. Esiste un unico punto stazionario vincolato: (75, 50).
Conclusione
In base alle osservazioni svolte prima dell’esempio, la funzione di produzione
ammette massimo assoluto e tale massimo deve essere raggiunto in corrispondenza di un punto stazionario vincolato. Poiché la funzione ammette un unico punto stazionario vincolato, quest’ultimo non può che essere il punto di
massimo assoluto. Dunque la combinazione ottima dei fattori produttivi si
realizza per K ¼ 75 ed L ¼ 50.
2. Determinare i fattori di produzione per cui il costo è minimo, con il vincolo di un prefissato livello di produzione
Si tratta della situazione in un certo senso «opposta» alla precedente: questa volta il vincolo non è sul costo ma sul livello di produzione (che supponiamo debba
essere uguale a Q0 Þ, e la ricerca non è finalizzata alla massima produzione ma al
minimo costo. Formalmente il problema è il seguente:
Trovare il punto di minimo assoluto della funzione p1 K þ p2 L con i vincoli:
(
K 0, L 0
[1.13]
c K L ¼ Q0
38
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Cognome: MASTINO
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Unità 1
Anche in questo caso è utile fare alcune considerazioni.
Funzioni di due variabili
a. Il sistema [1.13] rappresenta, in un piano riferito a un sistema di assi cartesiani
ortogonali KOL, una curva giacente nel primo quadrante che ha come asintoti
gli assi: tale curva (detta isoquanto perché rappresenta tutte le possibili combinazioni del capitale e del lavoro che danno luogo alla stessa quantità di prodotto) ha un aspetto simile a un ramo di iperbole equilatera.
b. Le curve di livello della funzione costo hanno equazioni del tipo p1 K þ p2 L ¼ h
(essendo h il parametro che descrive le varie curve di livello) e costituiscono
un fascio di rette parallele. Ragionando secondo il metodo delle curve di livello
(fig. 1.33), si vede facilmente che la funzione costo ammette minimo assoluto
sul vincolo assegnato, e tale minimo corrisponde alla curva di livello tangente
all’isoquanto.
L
isoquanto cK α L β = Q0
curve di livello:
p1K + p2L = h
verso di crescita
del parametro h
O
Figura 1.33
K
curva di livello
cui corrisponde
il minimo costo
c. Applicando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange si ottiene che nel punto
di minimo dovrà essere:
8
p1
¼ gK0
>
>
>
>
derivata parziale
>
>
>
del costo rispetto a K
>
<
p2
¼ gL0
gðK, LÞ ¼ c K L Q0
>
>
>
derivata
parziale
>
>
del costo rispetto a L
>
>
>
: c K L Q0 ¼ 0
g 0K
p1
g0
f0
¼
. D’altra parte K0 ¼ K0 ( poi0
gL
p2
gL
fL
ché f ðK, LÞ ¼ c K L e gðK, LÞ differiscono per una costante). Dunque il minimo
costo di produzione si ottiene anche questa volta quando il rapporto tra le produttività marginali dei fattori di produzione è uguale al rapporto tra i costi unitari di questi ultimi.
e similmente al caso precedente si ricava
Minimizzare il costo, sotto vincolo di produzione
ESEMPIO
1
2
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 150K 3 L 3 . Il costo unitario del
capitale è 2 e il costo unitario del lavoro è 32 (in unità convenzionali). Nell’ipotesi
che si vogliano produrre 3000 unità del bene, determiniamo la combinazione dei
fattori produttivi K ed L che consente di minimizzare il costo di produzione.
Analisi preliminare
La funzione costo è C ¼ 2K þ 32L e il problema in questo caso si traduce nel
cercare il punto di minimo assoluto di tale funzione soggetta ai vincoli:
(
K 0,L 0
1
2
150K 3 L 3 ¼ 3000
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Ô
39
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
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Ô
Applicazione del metodo dei moltiplicatori di Lagrange
Applicando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, con calcoli simili a quelli
svolti nell’esempio precedente si trova che l’unico punto stazionario vincolato corrisponde alla coppia ðK, LÞ con K ¼ 80 ed L ¼ 10.
Conclusione
In base alle osservazioni svolte prima dell’esempio, la funzione costo ammette
minimo assoluto e tale minimo deve essere raggiunto in corrispondenza di un
punto stazionario vincolato. Poiché la funzione ammette un unico punto stazionario vincolato, quest’ultimo non può che essere il punto di minimo assoluto cercato. Dunque la combinazione dei fattori produttivi che minimizza il
costo corrisponde a K ¼ 80 ed L ¼ 10.
Massimizzare l’utilità
Supponiamo che un consumatore abbia a disposizione una somma S, che intende spendere acquistando due beni, di costi unitari p1 e p2 . Indicate con q1 e q2 le
quantità dei due beni acquistate dal consumatore, la coppia ðq1 , q2 Þ costituisce
uno dei possibili panieri di acquisto.
La funzione che associa, a ogni possibile paniere, un numero che esprime il gradimento del consumatore nell’acquisto di quel paniere viene detta funzione di
utilità: la indicheremo con il simbolo Uðq1 , q2 Þ.
Esistono vari modelli di funzioni di utilità, ma tutti devono soddisfare un requisito: le derivate parziali prime devono essere continue e non negative per q1 0 e
q2 0 (in ossequio al principio secondo cui maggiore è la quantità che il consumatore acquista, maggiore è la soddisfazione, ovverosia l’utilità).
Un problema che si pone è quello di determinare il paniere cui corrisponde l’utilità
massima, sotto il vincolo dovuto alla somma S a disposizione. Formalmente:
Trovare il punto di massimo assoluto della funzione Uðq1 , q2 Þ con i vincoli:
(
q1 0, q2 0
[1.14]
p1 q1 þ p2 q2 ¼ S
Ragionando similmente ai casi precedenti, si vede che anche in questo caso il
massimo assoluto della funzione deve esistere per il teorema di Weierstrass (rappresentando il sistema [1.14] un segmento) e viene assunto allorché si verifica la
relazione:
U 0q1
p1
¼
U 0q2
p2
ricavabile applicando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange.
Ciò significa che per avere la massima soddisfazione il consumatore deve costruire il paniere in modo che il rapporto tra l’utilità marginale di un bene e il suo prezzo
unitario sia uguale al rapporto tra l’unità marginale dell’altro bene e il relativo prezzo.
ESEMPIO
Massimizzare l’utilità
Una persona decide di acquistare due beni che hanno prezzi unitari (in euro) rispettivamente pari a p1 ¼ 5 e p2 ¼ 10. La funzione di utilità è U ¼ 4q1 q2 e la persona vuole spendere una somma di denaro pari a 500 euro. Determiniamo le
quantità dei due beni che il consumatore deve acquistare per fare in modo che
l’utilità sia massima, e il valore di tale utilità massima.
40
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Unità 1
Analisi preliminare
Funzioni di due variabili
Il modello del nostro problema è in questo caso quello di trovare il punto di
q1 0, q2 0
massimo assoluto della funzione U ¼ 4q1 q2 con i vincoli
.
5q1 þ 10q2 ¼ 500
Ricerca dei punti stazionari vincolati
Applicando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, siamo condotti al sistema:
8
< 4q2 ¼ 5
4q ¼ 10
: 1
5q1 þ 10q2 ¼ 500
Risolvendo il sistema si trova che l’unico possibile punto di estremo vincolato
è (50, 25).
Conclusione
La funzione di utilità, in base a quanto osservato poc’anzi, ammette certamente massimo assoluto sul vincolo considerato e tale massimo deve essere
raggiunto in un punto stazionario vincolato.
Poiché esiste un unico punto stazionario vincolato, quest’ultimo non può che
essere il punto di massimo assoluto cercato. Dunque l’utilità è massima in corrispondenza del paniere costituito da una quantità q1 ¼ 50 del primo bene e
una quantità q2 ¼ 25 del secondo bene. L’utilità massima è uguale a:
U ¼ 4 25 50 ¼ 5000
Prova tu
ESERCIZI a p. 66
1. Un’impresa produce due beni, che vende in regime di concorrenza perfetta ai prezzi unitari p1 ¼ 1400 euro e
p2 ¼ 700 euro rispettivamente. Il costo dei due beni (in euro) è espresso dalla funzione:
C ¼ 50q21 þ 8q22 þ 30q1 q2
dove q1 e q2 rappresentano le quantità prodotte.
Determina la quantità dei due beni che consentono di realizzare il massimo utile, e il valore del massimo utile, nell’ipotesi che tutta la quantità prodotta sia venduta.
[Utile massimo ¼ 15 400 euro per q1 ¼ 2 e q2 ¼ 40]
2. La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 800K0,25 L0,75 , indicando con K il capitale e con L il lavoro. Il costo
dei fattori di produzione è 8 per ogni unità di capitale e 6 per ogni unità di lavoro (in unità convenzionali). Nell’ipotesi che il costo complessivo di produzione sia 800, determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di ottenere la produzione massima, nonché il valore di tale produzione massima.
[K ¼ 25, L ¼ 100; Qmax ¼ 56 568,54]
3. Una persona decide di acquistare due beni, che hanno prezzi unitari (in euro) rispettivamente pari a p1 ¼ 3 e p2 ¼ 4.
La funzione di utilità è U ¼ 2q1 q2 e la persona dispone di una somma di denaro pari a 600 euro. Determina le quantità dei due beni che il consumatore deve acquistare per fare in modo che l’utilità sia massima, e il valore di tale utilità massima.
[q1 ¼ 100, q2 ¼ 75, U ¼ 15 000]
41
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema A
Unità
1
Esercizi
In più: esercizi interattivi
SINTESI
Piano tangente
Se una funzione f ðx, yÞ ha derivate parziali prime continue in ðx0 , y0 Þ, allora esiste il piano tangente alla superficie
di equazione z ¼ f ðx, yÞ nel suo punto di ascissa x0 e ordinata y0 e l’equazione di tale piano è:
z ¼ f ðx0 , y0 Þ þ f 0x ðx0 , y0 Þ ðx x0 Þ þ f 0y ðx0 , y0 Þ ð y y0 Þ
Teorema di Schwarz
Se una funzione z ¼ f ðx, yÞ ammette entrambe le derivate miste f 00xy ed f 00yx e tali derivate sono continue in un punto ðx0 , y0 Þ, allora f 00xy ðx0 , y0 Þ ¼ f 00yx ðx0 , y0 Þ.
Teorema di Weierstrass
Se una funzione z ¼ f ðx, yÞ è continua in un insieme D R2 chiuso e limitato, allora tale funzione ammette massimo e minimo assoluti in D.
Massimi e minimi relativi (condizione necessaria)
Sia z ¼ f ðx, yÞ una funzione definita in un insieme D R2 . Se ðx0 , y0 Þ è un punto di massimo o minimo relativo interno all’insieme D e se esistono le derivate parziali prime di f in ðx0 , y0 Þ, allora risulta:
f 0x ðx0 , y0 Þ ¼ 0
e
f 0y ðx0 , y0 Þ ¼ 0
Un punto ðx0 , y0 Þ che annulla entrambe le derivate parziali, rispetto a x e a y, della funzione f è detto punto stazionario (o critico) della funzione.
Hessiano
Sia z ¼ f ðx, yÞ una funzione che ammette derivate seconde continue in ðx0 , y0 Þ. Si definisce hessiano di f nel punto ðx0 , y0 Þ, e si indica con il simbolo Hðx0 , y0 Þ, il seguente determinante:
00
f ðx0 , y0 Þ f 00 ðx0 , y0 Þ xy
xx
2
Hðx0 , y0 Þ ¼ 00
¼ f 00xx ðx0 , y0 Þ f 00yy ðx0 , y0 Þ ½ f 00xy ðx0 , y0 Þ
f yx ðx0 , y0 Þ f 00yy ðx0 , y0 Þ Massimi e minimi relativi (condizione sufficiente)
Sia ðx0 , y0 Þ un punto stazionario per una funzione z ¼ f ðx, yÞ che ammette derivate seconde continue:
Hðx0 , y0 Þ > 0
, il punto ðx0 , y0 Þ è di minimo relativo;
se
00
fxx
ðx0 , y0 Þ > 0
Hðx0 , y0 Þ > 0
se
, il punto ðx0 , y0 Þ è di massimo relativo;
00
fxx
ðx0 , y0 Þ < 0
se Hðx0 , y0 Þ < 0, il punto ðx0 , y0 Þ non è né di massimo né di minimo relativo: è di sella;
se Hðx0 , y0 Þ ¼ 0, occorre procedere a ulteriori analisi per stabilire la natura del punto ðx0 , y0 Þ.
Metodo dei moltiplicatori di Lagrange
Si applica per la ricerca dei punti di estremo relativo vincolato della funzione z ¼ f ðx, yÞ, soggetta al vincolo
gðx, yÞ ¼ 0, essendo f e g due funzioni che supponiamo dotate di derivate parziali prime continue.
I punti ðx, yÞ «candidati» a essere estremi relativi vincolati sono i punti che possono ottenersi risolvendo il sistema:
8 0
f ðx, yÞ ¼ g 0x ðx, yÞ
>
>
< x
f 0y ðx, yÞ ¼ g 0y ðx, yÞ
(da risolvere nelle tre incognite x, y, )
>
>
:
gðx, yÞ ¼ 0
Il metodo richiede la seguente ipotesi (sempre soddisfatta nei casi che esamineremo): le due derivate parziali della
funzione gðx, yÞ non devono annullarsi contemporaneamente in corrispondenza di nessun punto appartenente al
vincolo.
42
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
1. Introduzione alle funzioni di due variabili
TEORIA a p. 2
1
Þ
ESERCIZIO SVOLTO
Rappresentiamo graficamente la seguente disequazione e i seguenti sistemi:
a. 4x 6y þ 8 0
8
< y x
b. y x
:
y4
c.
x2 þ y 2 25
y > x2 5
Funzioni di due variabili
Disequazioni in due variabili e rappresentazioni grafiche
Unità 1
CONOSCENZE E ABILITÀ
2
ðx þ 2Þ, da cui deduciamo
3
2
che la disequazione è soddisfatta nel semipiano «al di sotto» della retta di equazione y ¼ ðx þ 2Þ, inclusi i punti
3
della retta stessa.
a. Risolvendo la disequazione 4x 6y þ 8 0 rispetto alla variabile y, otteniamo: y y
2
2
y = ( x + 2) 1
3
–2
–1
O
1
2
x
–1
b. Le tre disequazioni del sistema rappresentano rispettivamente:
il semipiano «al di sopra» della bisettrice y ¼ x del secondo e quarto quadrante, inclusi i punti della bisettrice
stessa;
il semipiano «al di sopra» della bisettrice y ¼ x del primo e terzo quadrante, inclusi i punti della bisettrice stessa;
il semipiano «al di sotto» della retta di equazione y ¼ 4, inclusi i punti della retta stessa.
Il sistema è rappresentato dall’intersezione di questi tre semipiani, ossia dal triangolo in figura.
y
4
y = –x
–4
y=4
y=x
2
–2
O
2
4
x
–2
c. La prima disequazione del sistema rappresenta i punti del piano che hanno distanza dall’origine minore o uguale a 5, ovvero il cerchio di centro l’origine e raggio 5 rappresentato in fig. a.
La seconda disequazione del sistema è soddisfatta, per esempio, dalle coordinate dell’origine (infatti 0 > 5Þ: pertanto la disequazione rappresenta la parte di piano limitata dalla parabola di equazione y ¼ x2 5 che contiene
l’origine, esclusa la parabola stessa (fig. b).
43
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Il sistema è rappresentato dall’intersezione di queste due regioni di piano, ossia dalla regione colorata in fig. c.
Tema A
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Rappresenta graficamente i semipiani definiti dalle seguenti disequazioni.
y
5
y
5
y
5
4
4
4
3
3
3
2
2
2
1
1
1
–5 –4 –3 –2 –1 O
–1
1
2
3
4
5
x
–4 –3 –2 –1 O
–1
1
2
3
4 x
–5 –4 –3 –2 –1 O
–1
–2
–2
–3
–3
–3
–4
–4
–4
–5
–5
–5
a
–2
b
2
Þ
y > 2x
3
Þ
y xþ2
4 y0
Þ
5
Þ
y >x3
6
Þ
y > 2x
7
Þ
x2
8
Þ
y > x þ 1
9
Þ
y < 1
10
Þ
y
3
xþ2
2
11 x > 3
Þ
1
x1
12 y >
Þ
2
c
1
xþ1
3
15
Þ
y
16
Þ
xy10
17
Þ
3x þ 9 < 0
18
Þ
xy >0
19
Þ
2x y 6 0
20
Þ
x
21
Þ
6 2x < 0
22
Þ
3x y 1 < 0
23
Þ
2y þ 4 0
24
Þ
xþyþ10
25
Þ
x 2y 4 0
1
y0
2
13
Þ
y < x
26
Þ
2x y > 0
14
Þ
y xþ2
27
Þ
x
1
y3<0
2
Rappresenta graficamente i segmenti o le semirette definiti dai seguenti sistemi misti.
8
(
<y ¼ 1 x
x þ y ¼ 2
2
28
32
Þ
Þ
:
x>4
x2
(
(
y ¼ x þ 1
y ¼ 2x þ 2
29
Þ
1 x 2
(
30
Þ
x 1
(
31
Þ
y ¼ 2x þ 1
y ¼ 2x þ 2
1 x 2
44
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
33
Þ
1 < x < 0
8
<y ¼ 1 x þ 2
3
34
Þ
:
3 < x 3
(
2x 6y þ 1 ¼ 0
35
Þ
x4
1
2
3
4
5
x
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
4 < x 6
Rappresenta graficamente le regioni di piano (angoli, strisce o poligoni) definite dai seguenti sistemi.
8
< x 3
xþyþ10
y
4
39
45
Þ:
Þ xþyþ30
y x3
8
y x 1
< y 2x þ 1
40
Þ
2x y þ 2 < 0
46
Þ :x y 0
8
y 2x þ 2
<x < 0
xþy >0
41
8
Þ
:
x>0
>
>
y < 2x þ 3
>
<x < y þ 3
8
47
Þ
x3
>
>
>
> x 2y þ 6 > 0
>
>
<
:
x þ 2y þ 1 > 0
2x þ 3y 16 < 0
42
Þ
>
y > 2x
>
>
:
8
y <xþ3
y 1
>
>
>
<y 2
8
<x þ 2 > 0
48
Þ
>
y <xþ4
>
43
>
Þ : 2y 4 < 0
:
y < x þ 3
y 2x
8
< y x þ 1
y xþ3
44
Þ
:
y 2x
Funzioni di due variabili
37
Þ
8
<x 1 y 1 ¼ 0
2
38
Þ
:
2 < x 3
Unità 1
8
< 3x y 3 ¼ 0
36
Þ
:x > 2
3
x 2y 2 ¼ 0
8
<y x
y x þ 2
49
Þ
:
y 2x 1
Rappresenta graficamente le regioni di piano definite dalle seguenti disequazioni.
50
Þ
51
Þ
52
Þ
53
Þ
54
Þ
55
Þ
56
Þ
57
Þ
x2 þ y 2 4 < 0
58
Þ
x2 2x 2y þ 1 0
59
Þ
x2 y 2 16 > 0
60
Þ
xy 2y 1
61
Þ
x2 þ y 2 þ 2x < 3
62
Þ
x2 y 2 0
x2 þ y 2 4x 4 0
63
Þ
xy 2x þ y 2 < 0
x2 y 2 > 9
64
Þ
jy x2 j 2
x y2 0
x2 þ y 2 2x 2y 2 0
4x2 þ y 2 16
x2 þ y 2 2x > 0
xy < 6
Rappresenta graficamente le regioni di piano definite dai seguenti sistemi di disequazioni.
(
(
y x2 > 0
x2 y 2 1
65
Þ
x2 þ y 2 4
(
66
Þ
y x2 0
x y2 0
(
67
Þ
y2
<1
68
4
Þ
:
y xþ2
y þ x2 4 < 0
(
70
Þ
x þ y 2 2y 0
x2 þ 3x þ 2 < 0
8
<
69
Þ
71
Þ
x2 þ
72
Þ
x2 þ 4y 2 < 1
xyþ10
8
2
2
>
< x þ 4y 4
y2
>
: x2 þ
1
9
(
x2 y 2 > 1
x2 þ y 2 4
45
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
(
73
Þ
74
Þ
75
Þ
76
Þ
77
Þ
78
Þ
83
Þ
4x2 þ y 2 1
x2 þ y 2 16
pffiffiffi
y x
y x2 2x
2
x 4y 2 4
x2 4y 2 0
8
2
>
< x þ 2x þ 1 þ y 0
y 2 þ 4y þ 3 0
>
: 2
x þ y 2 þ 2x þ 4y þ 4 > 0
2
x y2 < 1
xy > 0
8 2
y2
<x
þ
<1
4
9
:
xy 0
79
Þ
y
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 þ 4
y 4 x2
8
2
>
< x2 þ y < 1
4
80
Þ
>
:
jx yj 2
8
1
>
>
y x2 þ 4
>
>
>
3
>
>
<
2
x
y2
81
Þ
>
þ
1
>
>
4
9
>
>
>
>
: 2
y 9<0
(
82
Þ
jy x2 j 1
x2 þ y 2 4
Scrivi le disequazioni che rappresentano i semipiani colorati nelle seguenti figure.
y
y
y
4
3
1
x
–2 O
x
O
x
2
O
–2
a
84
Þ
b
c
Scrivi le disequazioni che rappresentano i semipiani colorati nelle seguenti figure.
y
y
y
2
135°
x
–3
x
O
a
x
O
b
O
4
c
Scrivi un sistema misto che rappresenti le semirette e i segmenti disegnati nelle seguenti figure. Il punto pieno è da considerare incluso e il punto vuoto escluso.
85
Þ
y
y
y
5
–4
O
2
x
O
2
–2
x
–1
–2
a
46
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
b
O
c
x
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 1
86
Þ
Scrivi un sistema che rappresenti le regioni di piano colorate nelle seguenti figure.
y
y
y
5
O
1
x
O
–2
x
4
2
O
–5
x
3
5
–6
–4
–5
a
b
c
Scrivi un sistema di disequazioni che rappresenti
la regione di piano colorata in figura. Per quali valori
di k il punto Pðk, k þ 2Þ appartiene a tale regione?
87
Þ
Funzioni di due variabili
4
Scrivi un sistema di disequazioni che rappresenti
la regione di piano colorata in figura. Per quali valori
di a il punto Pð2 a, aÞ appartiene a tale regione?
88
Þ
y
y
2
–2 45°
45° 2
–3
x
O
3
x
O
–2
"(
x2 þ y 2 4
jyj jxj
28 2
3
y2
<x
10
þ
1
4 9
a 0 _ a ¼ 25
; 4
:
13
xy 0
#
; 1 k 0
Insiemi aperti, chiusi, limitati di R2
Rappresenta i luoghi dei punti del piano che soddisfano le seguenti disequazioni o sistemi. Per ciascun insieme rappresentato, stabilisci se si tratta di un sottoinsieme aperto, chiuso o limitato di R2.
89
Þ
2x y þ 6 0
2x y þ 6 < 0
1x0
90
Þ
91
Þ
2 y 2
96
Þ
97
Þ
2 < y < 3
x2 þ y 2 16
(
(
x2 þ y 2 4
xy 0
x2 þ y 2 9
4 x 4
2 < y < 2
x2 þ y 2 2x 0
(
xy < 0
x2 þ y 2 < 16
x > 0; y < 0
y > 4 x2
y x2
x 2y y 2
(
(
(
94
Þ
95
Þ
3 < x < 4
x2 þ y 2 > 4
92
Þ
93
Þ
3 x 3
y > x2 2x
y 4 x2
y0
y<0
y > x2
y4
xy > 1
x2 y 2 4
xy 4
(
(
(
x2 þ y 2 1
x2 þ y 2 > 4
x2 þ y 2 4
x2 þ y 2 < 9
x2 þ 4y 2 < 16
4x2 þ y 2 16
x2 þ y 2 1
y > x2
4x2 þ 4y 2 25
47
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Il sistema di riferimento cartesiano nello spazio
Determina la distanza tra i punti A e B.
98
Þ
Að1, 1, 0Þ; Bð0, 1, 2Þ
99
Þ
Að1, 2, 3Þ; Bð1, 1, 0Þ
[3]
pffiffiffiffiffiffi
[ 10]
100
Þ
ð2, 0, 3Þ; Bð1, 1, 4Þ
101
Þ
Að4, 2, 3Þ; Bð5, 1, 6Þ
Dati i punti Aða, a þ 2, 0Þ e Bð0, a, a 1Þ, determina per quali valori di a risulta AB ¼ 3.
pffiffiffiffiffiffi
103 Dati i punti Aða, a 2, 0Þ e Bð0, a, a þ 1Þ, determina per quali valori di a risulta AB ¼ 29.
Þ
102
Þ
pffiffiffi
[ 3]
pffiffiffiffiffiffi
[ 11]
[a ¼ 1 _ a ¼ 2]
[a ¼ 4 _ a ¼ 3]
Determina il punto medio del segmento AB.
104
Þ
105
Þ
Að3, 4, 5Þ; Bð1, 2, 5Þ
106
Þ
Að2, 0, 3Þ; Bð1, 1, 4Þ
107
Þ
Að4, 2, 3Þ; Bð5, 1, 6Þ
Að0, 2, 7Þ; Bð4, 6, 1Þ
[ð2, 3, 5Þ]
1
,
2
9
,
2
[ð2, 2, 4Þ]
1 1
,
2 2
3 9
,
2 2
Dato il punto Að3, 4, 5Þ, determina il punto B, in
modo che il punto medio del segmento AB sia
Mð1, 2, 4Þ.
[ð5, 0, 3Þ]
108
Þ
Dato il punto Að2, 1, 4Þ, determina il punto B,
in modo che il punto medio del segmento AB sia
Mð0, 7, 6Þ.
[ð2, 15, 8Þ]
109
Þ
Determina il simmetrico del punto Að2, 4, 8Þ rispetto al punto Pð0, 2, 3Þ.
[ð2, 8, 14Þ]
110
Þ
115
Þ
Determina il simmetrico del punto Að1, 4, 5Þ
rispetto al punto Pð3, 1, 6Þ
[ð7, 6, 7Þ]
111
Þ
Verifica che il triangolo ABC avente vertici
Að2, 1, 0Þ, Bð1, 1, 4Þ, Cð4, 2, 1Þ è rettangolo e calcola la sua area.
(Suggerimento: verifica che è soddisfatto il teorema di
Pitagora)
7 pffiffiffi
Area ¼
6
2
112
Þ
Verifica che il triangolo ABC avente vertici
Að3, 0, 4Þ, Bð3, 0, 2Þ, Cð3, 6, 2Þ è equilatero e
pffiffiffi
determina la sua area.
[Area ¼ 18 3]
113
Þ
Verifica che il triangolo ABC avente vertici
Að3, 1, 1Þ, Bð1, 5, 1Þ, Cð1, 1, 0Þ è isoscele e calpffiffiffi
cola la sua area.
[Area ¼ 6 2]
114
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Scrivi l’equazione del piano passante per i tre punti Að1, 0, 2Þ, Bð0, 1, 3Þ, Cð0, 0, 3Þ.
L’equazione generale del piano ax þ by þ cz þ d ¼ 0 dipende apparentemente da quattro parametri, a, b, c e d,
ma in realtà i parametri essenziali sono solo tre. In questo caso, per esempio, certamente d 6¼ 0 (perché il piano
dato non può passare per l’origine); dividendo i due membri dell’equazione per d, otteniamo l’equazione:
a
b
c
xþ yþ zþ1¼0
d
d
d
ossia, ponendo
a
b
c
¼ p, ¼ q, ¼ r:
d
d
d
px þ qy þ rz þ 1 ¼ 0
Per determinare l’equazione del piano è sufficiente perciò determinare i tre parametri p, q ed r.
Imponendo che i punti A, B e C appartengano al piano di equazione px þ qy þ rz þ 1 ¼ 0 si ottiene il sistema:
8
>
< p þ 2r þ 1 ¼ 0
q þ 3r þ 1 ¼ 0
>
:
3r þ 1 ¼ 0
da cui p ¼ 1
1
, q ¼ 0, r ¼ . Ora puoi facilmente concludere.
3
3
[x þ z 3 ¼ 0]
[x z þ 2 ¼ 0]
116
Þ
Scrivi l’equazione del piano passante per i tre punti Að1, 0, 1Þ, Bð0, 1, 2Þ, Cð0, 0, 2Þ.
117
Þ
Scrivi l’equazione del piano passante per i tre punti Að2, 0, 0Þ, Bð0, 0, 3Þ, Cð1, 1, 4Þ. [3x þ 5y þ 2z 6 ¼ 0]
118
Þ
Scrivi l’equazione del piano passante per i tre punti Að0, 2, 0Þ, Bð0, 1, 2Þ, Cð1, 0, 3Þ. [13x 2y 3z 4 ¼ 0]
48
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
TEORIA a p. 10
Esercizi preliminari
119
Þ
Da che cosa è costituito il dominio della funzione z ¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x þ y 2?
A
Un semipiano aperto
C
Il piano, privato di una retta
B
Un semipiano chiuso
D
Una retta
120
Þ
Da che cosa è costituito il dominio della funzione z ¼
1
?
xþy2
A
Un semipiano aperto
C
Il piano, privato di una retta
B
Un semipiano chiuso
D
Una retta
121
Þ
Da che cosa è costituito il dominio della funzione z ¼
1
?
x2 þ y 2
A
L’intero piano
C
Il piano, privato di un punto
B
Un solo punto
D
Il piano, privato di una circonferenza di raggio 1
122
Þ
A
B
C
D
Funzioni di due variabili
Test
Unità 1
2. Dominio, limiti, continuità
Quale delle seguenti funzioni ha come dominio l’insieme rappresentato in figura?
z ¼ x2 þ y 2 4
y
1
z¼ 2
x þ y2 4
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
z ¼ x2 þ y 2 4
2
1
1
z ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 þ y 2 4
–2
–1
O
2 x
1
–1
–2
B
Quale delle seguenti funzioni ha come dominio l’insieme rappresentato in figura?
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
z ¼ ln x þ x þ y
y
pffiffiffi
2
z ¼ y þ ln ðx þ yÞ
C
z ¼ ln y þ
D
z¼
123
Þ
A
124
Þ
A
125
Þ
A
126
Þ
A
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
xþy
1
pffiffiffi
x þ ln ðx þ yÞ
–2
–1
O
1
2
x
Qual è la forma delle curve di livello della funzione z ¼ x2 4y 2 5?
Parabole
B
Circonferenze
C
Ellissi (eventualmente degeneri)
D
Iperboli (eventualmente degeneri)
D
Iperboli (eventualmente degeneri)
D
Iperboli (eventualmente degeneri)
Qual è la forma delle curve di livello della funzione z ¼ x2 þ 4y 5?
Parabole
B
Circonferenze
C
Ellissi (eventualmente degeneri)
Qual è la forma delle curve di livello della funzione z ¼ x2 þ 4y 2 5?
Parabole
B
Circonferenze
C
Ellissi (eventualmente degeneri)
49
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Associa a ciascuna delle seguenti quattro funzioni la rappresentazione del suo dominio:
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
3x
3x
b. z ¼ ln
c. z ¼ 3 x þ 3 y
d. z ¼ ln ð3 xÞ þ ln ð3 yÞ
a. z ¼
3y
3y
127
Þ
–2
–1
y
y
3
3
2
2
1
1
O
1
2
3
x
–1
A
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
–2
–1
C
–2
–1
O
y
3
3
2
2
1
1
1
2
3
x
–1
–2
D
2
3
x
1
2
3
x
–1
B
y
O
1
–1
O
–1
Il dominio delle funzioni di due variabili
128
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Determina il dominio delle seguenti funzioni e rappresentalo graficamente.
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x 2y
x2 þ y 2 1
x2
x2
d. z ¼ ln
a. z ¼ 2
c. z ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
b. z ¼
y1
x þ 2y 2
x1
4 x2 y 2
a. La funzione è definita purché risulti x2 þ 2y 2 6¼ 0. Questa condizione, essendo x2 þ 2y 2 la somma di due quantità non negative, è sempre verificata eccetto che nel caso in cui risulta x ¼ y ¼ 0. Pertanto il dominio della funzione
è R2 escluso (0, 0). La rappresentazione grafica è perciò l’intero piano, privato dell’origine.
b. La funzione è definita purché il radicando sia non negativo e il denominatore sia diverso da zero; ne seguono le
condizioni:
x 2y 0
x 1 6¼ 0
La rappresentazione grafica dei punti che soddisfano questo sistema è costituita da un semipiano, da cui vanno
esclusi i punti appartenenti alla retta di equazione x ¼ 1.
c. La funzione è definita purché i radicandi siano non negativi e il denominatore sia diverso da zero; ne seguono le
condizioni:
(
(
x2 þ y 2 1 0
x2 þ y 2 1
da cui:
2
2
4x y >0
x2 þ y 2 < 4
La rappresentazione grafica dei punti che soddisfano questo sistema è costituita da una corona circolare, delimitata
dalle due circonferenze aventi centro nell’origine e raggi rispettivamente 1 e 2; la circonferenza di raggio 1 è inclusa, mentre quella di raggio 2 è esclusa.
50
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
x2
> 0; l’insieme delle soluzioni di questa disequazione è l’unione degli iny1
siemi delle soluzioni dei due sistemi:
y1>0
e
x2<0
y1<0
Ciascuno dei due sistemi è rappresentato graficamente da un angolo retto, da cui vanno esclusi i punti appartenenti ai lati dell’angolo; il dominio della funzione è l’unione di questi due angoli, dunque è costituito da due angoli
opposti al vertice (esclusi i lati degli angoli).
Determina il dominio delle seguenti funzioni e rappresentalo graficamente.
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x
1
129
z
¼
151
z
¼
exy 3x
Þ
Þ
x 2y
e
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
xþy
2
2
152 z ¼ 1 ex þy 4
130 z ¼ 2
Þ
Þ
x þ y2
x
x2
153 z ¼
Þ
131 z ¼
jxj y
Þ
xy3
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x3 y 2
x2
132 z ¼ 2
154 z ¼
Þ
Þ
2
y1
x 4y
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
133 z ¼
2x y þ 3
Þ
155 z ¼ ln ðxyÞ
Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
xy
156 z ¼
y 2 4x2
134 z ¼ 2
Þ
Þ
x 4
pffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffi
157 z ¼ x þ y
Þ
x
135 z ¼ 2
Þ
x þ y2 9
158 z ¼ ln ðxy 4Þ
Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
159 z ¼ x þ y þ x y
2x 4y þ 6
Þ
136 z ¼
Þ
x1
1
1
þ
160 z ¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Þ
ln x
ln y
yþ2
137 z ¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Þ
xþyþ2
161 y ¼
2 jy 1j
Þ
x
yþ2
138 z ¼ ln
162 y ¼ ln ðjx 3j 4Þ
Þ
Þ
2
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
163 z ¼ ln x þ ln ðx 2yÞ
Þ
139 z ¼ ln x þ ln ð4 yÞ þ y x
Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pffiffiffi
164 z ¼ ln ðx2 þ y 2 4Þ
Þ
140 z ¼ y þ ln ð3 xÞ þ x þ 4 y
Þ
x4 2x þ 3y
165
y
¼
ln
Þ
yx3
141 z ¼ 2
Þ
x y2
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
1
166 z ¼
142 z ¼
x2 y 2
Þ
Þ
ln ðx2 þ y 2 Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
143 z ¼
x2 þ y 2 4x 2y
Þ
1
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
167 z ¼
ln 2
Þ
144 z ¼
4y x2 y 2
x þ y2
Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
145 z ¼
x2 þ y 2 1 þ 9 x2 y 2
Þ
168 z ¼
x þ y2 2
Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2
146 z ¼
y x þ ln ðy 4Þ
Þ
x
rffiffiffiffiffi
169 z ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Þ
x
2y x2
147 z ¼
Þ
y
170 z ¼ ln ð9 x2 Þ þ ln ð16 y 2 Þ
Þ
x1
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
148 z ¼ e yþ2
Þ
171 z ¼
xy þ 2y
Þ
eyx
yx
149 z ¼
Þ
172
z
¼
ln
xþ1
Þ
x3
1
ln ð25 x2 Þ
150 z ¼
Þ
1
173 z ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Þ
xy
e
2
4 y2
e
Funzioni di due variabili
x2>0
Unità 1
d. La funzione è definita purché sia
51
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
yþ2
174 z ¼
Þ
xþyþ2
pffiffiffiffiffi
175 z ¼ ln ð4 xyÞ þ xy
Þ
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
y2
176 z ¼
Þ
x2 þ y 2 9
180
Þ
xþyþ2
xy þ 4
177
Þ
z ¼ ln
178
Þ
ln ðy ex Þ
z ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
y 2 3y þ 2
179
Þ
z¼
ln ðex yÞ
ln ð2x2 þ 3x þ 1Þ
Inventa tu. Scrivi l’equazione di una funzione nelle due variabili x e y che abbia come dominio:
a. l’insieme rappresentato nella fig. a;
b. l’insieme rappresentato nella fig. b.
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
y
5
5
4
4
3
3
2
2
1
1
–5 –4 –3 –2 –1 O
–1
y
1
2
3
4
5
–5 –4 –3 –2 –1 O
–1
x
1
2
3
4
5
–2
–2
a
x
–3
–3
–4
–4
–5
–5
b
Inventa tu. Scrivi l’equazione di una funzione nelle due variabili x e y che abbia come dominio il quadrato
ABCD di vertici Að2, 2Þ, Bð2, 2Þ, Cð2, 2Þ, Dð2, 2Þ.
181
Þ
Inventa tu. Scrivi l’equazione di una funzione nelle due variabili x e y che abbia come dominio il triangolo
ABC di vertici Að1, 0Þ, Bð2, 0Þ, Cð0, 3Þ.
182
Þ
Curve di livello
183
Þ
ESERCIZIO SVOLTO
Rappresentiamo graficamente alcune curve di livello della funzione z ¼ x2 þ y2 þ 2x.
Le curve di livello della funzione hanno equazioni x2 þ y 2 þ 2x ¼ k, ovvero:
x2 þ y 2 þ 2x k ¼ 0
Si tratta di un fascio di circonferenze concentriche di centro ð1, 0Þ e raggio r ¼
se k > 1, le curve di livello sono circonferenze;
se k ¼ 1, la curva di livello è una circonferenza degenere nel punto
di coordinate ð1, 0Þ;
se k < 1, le curve di livello coincidono con l’insieme vuoto.
Alcune curve di livello sono rappresentate nella figura qui a fianco.
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
1 þ k. Ne deduciamo che:
y
k=4
k=3
k=2
k=1
k=0
k = –1
O
52
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
x
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
z ¼ 2x y
190
Þ
z ¼ x2 þ y 2 þ 2x þ 4y
185
Þ
z¼xþy
191
Þ
z ¼ x2 þ y 2 6y
186
Þ
z ¼ y þ x2
192
Þ
z ¼ x2 þ 4y 2
187
Þ
z ¼ y x2 4x
193
Þ
z ¼ xy
188
Þ
z ¼ 2x y 2
194
Þ
z ¼ x2 y 2
189
Þ
z ¼ x2 þ y 2
195
Þ
z ¼ x2 4y 2
Funzioni di due variabili
184
Þ
Unità 1
Rappresenta graficamente alcune curve di livello delle funzioni di cui è data l’equazione.
Limiti e continuità
Utilizzando la continuità delle funzioni, calcola i seguenti limiti.
lim
x3 xy 2
lim
xy2 x2 y
196
Þ
ðx, yÞ!ð3,2Þ
197
Þ
ðx, yÞ!ð4, 1Þ
198
Þ
199
Þ
lim
ðx, yÞ!ð1, 2Þ
lim
ðx, yÞ!ð4, 2Þ
x2
x2 þ y 2
x2 y 2
x2 þ y 2
lim
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 þ y 2
[5]
lim
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
y 2 x2
[4]
lim
ln ð2 xyÞ
[0]
lim
ex
[15]
200
Þ
[12]
201
Þ
ðx, yÞ!ð3, 5Þ
202
Þ
ðx, yÞ!ð1, 1Þ
203
Þ
ðx, yÞ!ð0, 0Þ
1
5
3
5
ðx, yÞ!ð3, 4Þ
2
þy 2
[1]
Determina il sottoinsieme di R2 in cui le seguenti funzioni sono continue.
x2
204 f ðx, yÞ ¼ 2
[R2 fð0, 0Þg]
208 f ðx, yÞ ¼ ln ðxy þ 1Þ
[fðx, yÞ 2 R2 jxy > 1g]
Þ
Þ
x þ y2
209 f ðx, yÞ ¼ ln ðx2 þ y 2 1Þ
Þ
x2
205 f ðx, yÞ ¼ 2
Þ
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x þ y2 þ 2
x
210
f
ðx,
yÞ
¼
Þ
2
2
y
1
x þy
206 f ðx, yÞ ¼ 2
[fðx, yÞ 2 R2 jy 6¼ xg]
2
Þ
2
x y
[fðx, yÞ 2 R jx 0 ^ y > 1g [ fðx, yÞ 2 R2 jx 0 ^ y < 1g]
207
Þ
f ðx, yÞ ¼
2x2
x2
þ 4y 2
211 f ðx, yÞ ¼
Þ
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
y
x2
3. Derivate parziali
TEORIA a p. 16
Esercizi preliminari
Test
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ x2 y xy2 , quale delle seguenti è l’espressione corretta della sua derivata parziale rispetto a x?
212
Þ
A
2xy y 2
C
xy 2y 2
B
x2 2xy
D
Nessuna delle precedenti
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ x2 y xy2 , quale delle seguenti è l’espressione corretta della sua derivata parziale rispetto a y?
213
Þ
A
B
214
Þ
2xy y 2
2
x 2xy
C
xy 2y 2
D
Nessuna delle precedenti
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ x2 y xy2 , quale delle seguenti relazioni è corretta?
A
f 00xx ¼ f 00yy
C
f 00xy þ f 00yx ¼ 0
B
f 00xx þ f 00xy þ f 00yy ¼ 0
D
f 00xy ¼ f 00xx þ f 00yy
53
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ x2 y xy2 , qual è l’equazione del piano tangente alla superficie z ¼ f ðx, yÞ nel suo
punto di ascissa 1 e ordinata 2?
215
Þ
A
216
Þ
z ¼ 4 3x
z ¼ 3x 4y 1
B
C
z ¼ 4 3y
D
z ¼ 3x þ 4y 1
Sia f : R2 ! R una funzione derivabile in un punto ðx0 , y0 Þ; allora:
A
la funzione f è continua inðx0 , y0 Þ
B
esiste la derivata parziale di f rispetto a x in ðx0 , y0 Þ, ma potrebbe non esistere la derivata parziale di f rispetto
a y in ðx0 , y0 Þ
C
esistono le derivate parziali di f rispetto a x e y e queste ultime sono continue in ðx0 , y0 Þ
D
nessuna delle precedenti risposte è esatta
Il calcolo delle derivate parziali
217
Þ
ESERCIZIO SVOLTO
Determiniamo le derivate parziali prime delle seguenti funzioni:
a. z ¼ x4 x3 y þ y 4
2
b. z ¼ xex
y2
a. Derivando rispetto alla variabile x, considerando y come costante abbiamo:
z0x ¼ 4x3 3x2 y
Derivando rispetto alla variabile y, considerando x come costante abbiamo:
z0y ¼ x3 þ 4y 3
b. In questo caso abbiamo:
2
z0x ¼ 1 ex
y2
þ x ð2xex
z0y ¼ x ð2yex
2
y2
2
y 2
Þ ¼ 2xyex
2
Þ ¼ ex
2
y2
2x2 ex
2
y2
¼ ð1 2x2 Þex
2
y 2
y 2
Calcola le derivate parziali prime delle seguenti funzioni.
218
Þ
z ¼ 4x 5y þ 11
[z0x ¼ 4, z0y ¼ 5]
219
Þ
z ¼ 8x 6y þ 10
[z0x ¼ 8, z0y ¼ 6]
220
Þ
z ¼ 3xy þ 2x2
221
Þ
z ¼ 3x2 y 4 þ x5 þ y
[z0x ¼ 5x4 þ 6xy4 , z0y ¼ 12x2 y 3 þ 1]
222
Þ
z ¼ 2x3 y þ 4y 2 þ 5
[z0x ¼ 6x2 y, z0y ¼ 2x3 þ 8y]
223
Þ
z ¼ 4x2 3y 4
224
Þ
z ¼ 3x2 þ 5y 4 2x 7y
225
Þ
z ¼ x4 þ y 4 2x2 y 2
226
Þ
z ¼ x3 y 2 þ x4 y þ 5x4 þ y 4
227
Þ
z ¼ xðx 2yÞ2 þ 5
228
Þ
z ¼ 3yðx þ yÞ2 4x
229
Þ
z ¼ ð1 þ 2xÞð1 þ yÞ xy2
230
Þ
z ¼ x3 ð1 þ yÞ2
231
Þ
z ¼ y 3 ð2x2 þ y 2 Þ2
232
Þ
z¼
x2 y 2
x
54
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
[z0x ¼ 4x þ 3y, z0y ¼ 3x]
[z0x ¼ 8x, z0y ¼ 12y 3 ]
[z0x ¼ 6x 2, z0y ¼ 20y 3 7]
[z0x ¼ 4x3 4xy2 , z0y ¼ 4y 3 4x2 y]
[z0x ¼ 4x3 y þ 20x3 þ 3x2 y 2 , z0y ¼ x4 þ 2x3 y þ 4y 3 ]
[z0x ¼ 3x2 8xy þ 4y 2 , z0y ¼ 8xy 4x2 ]
[z0x ¼ 6xy þ 6y 2 4, z0y ¼ 3x2 þ 12xy þ 9y 2 ]
[z0x ¼ y 2 þ 2y þ 2, z0y ¼ 2x 2xy þ 1]
[z0x ¼ 3x2 ðy þ 1Þ2 , z0y ¼ 2x3 ðy þ 1Þ]
[z0x ¼ 16x3 y 3 þ 8xy5 , z0y ¼ 12x4 y 2 þ 20x2 y 4 þ 7y 6 ]
x2 þ y 2 0
2y
0
zx ¼
, zy ¼ x
x2
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
z¼
x 2y
x þ 2y
235
Þ
z¼
x
x2 þ y 2
pffiffiffi
z ¼ xy x
237
Þ
z¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2x þ 3y
238
Þ
z¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
5x2 þ 4y 2
239
Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
z ¼ x x2 þ y 2
240
Þ
4x
z ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2
x þ y2
241
Þ
z ¼ ln ð3x2 þ y 2 Þ
242
Þ
z ¼ ln ðx2 þ 4y 2 þ 1Þ
243
Þ
z ¼ ln ð3 þ e2xy Þ
244
Þ
z ¼ ln ð1 exy Þ
245
Þ
z ¼ x ln ðx2 þ y 2 Þ
246
Þ
z¼
247
Þ
z ¼ e4xy
248
Þ
z ¼ x2 e2xy
249
Þ
z ¼ yex
250
Þ
z ¼ x ln ðxyÞ
251
Þ
z ¼ xy ln x
252
Þ
z ¼ sin ðxyÞ þ y cos x
[z0x ¼ y cos ðxyÞ y sin x, z0y ¼ x cos ðxyÞ þ cos x]
253
Þ
z ¼ cos ðxyÞ x cos y
[z0x ¼ y sin ðxyÞ cos y, z0y ¼ x sin y x sin ðxyÞ]
ln ðxyÞ
x2
2
Funzioni di due variabili
234
Þ
236
Þ
2x
3x2 þ 2y 2
z0x ¼ 3 , z0y ¼ y
y4
4y
4x
0
z0x ¼
,
z
¼
y
ðx þ 2yÞ2
ðx þ 2yÞ2
y 2 x2
2xy
0
0
zx ¼
, zy ¼ ðx2 þ y 2 Þ2
ðx2 þ y 2 Þ2
pffiffiffi
3 pffiffiffi
0
0
x y, zy ¼ x x
zx ¼
2
1
3
0
0
zx ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi , zy ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2x þ 3y
2 2x þ 3y
5x
4y
0
0
zx ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi , zy ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
5x2 þ 4y 2
5x2 þ 4y 2
2x2 þ y 2
xy
z0x ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi , z0y ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 þ y 2
x2 þ y 2
4y 2
4xy
0
,
z
¼
z0x ¼
3
3
y
ðx2 þ y 2 Þ 2
ðx2 þ y 2 Þ 2
6x
2y
0
z0x ¼
,
z
¼
3x2 þ y 2 y
3x2 þ y 2
2x
8y
0
,
z
z0x ¼ 2
¼
x þ 4y 2 þ 1 y
x2 þ 4y 2 þ 1
2ye2xy
2xe2xy
, z0y ¼ 2xy
z0x ¼ 2xy
e þ3
e þ3
y
x
, z0y ¼ xy
z0x ¼ xy
e 1
e 1
2x2
2xy
0
2
2
0
zx ¼ ln ðx þ y Þ þ 2
,z ¼ 2
x þ y2
x þ y2 y
1 2ln ðxyÞ 0
1
z0x ¼
,
z
¼
y
x3
x2 y
x2 þ 2y 2
y3
Unità 1
233 z ¼
Þ
[z0x ¼ 4ye4xy , z0y ¼ 4xe4xy ]
[z0x ¼ 2xe2xy ð1 xyÞ, z0y ¼ 2x3 e2xy ]
y 2
2
[z0x ¼ 2xyex
y2
, z0y ¼ ð1 2y 2 Þex
2
z0x ¼ 1 þ ln ðxyÞ, z0y ¼
y 2
x
y
]
[z0x ¼ y ln x þ y, z0y ¼ x ln x]
Calcola le derivate parziali seconde delle seguenti funzioni.
254
Þ
z ¼ x 5xy
255
Þ
z ¼ xðx 2yÞ2
256
Þ
z ¼ 5y 4 3x2 y 3
257
Þ
z ¼ 4x3 2y 2
258
Þ
z ¼ 4x2 þ 5y 4 3xy
[z00xx ¼ 0, z00yy ¼ 0, z00xy ¼ z00yx ¼ 5]
[z00xx ¼ 2ð3x 4yÞ, z00yy ¼ 8x, z00xy ¼ z00yx ¼ 8ðy xÞ]
[z00xx ¼ 6y 3 , z00yy ¼ 60y 2 18x2 y, z00xy ¼ z00yx ¼ 18xy2 ]
[z00xx ¼ 24x, z00yy ¼ 4, z00xy ¼ z00yx ¼ 0]
[z00xx ¼ 8, z00yy ¼ 60y 2 , z00xy ¼ z00yx ¼ 3]
55
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
259
Þ
z ¼ 4x4 8y 3 5xy2
260
Þ
z¼
x2 xy
y
261
Þ
z¼
3x2 þ 5xy
x2
[z00xx ¼ 48x2 , z00yy ¼ 10x 48y, z00xy ¼ z00yx ¼ 10y]
2
2x2
2x
z00xx ¼ , z00yy ¼ 3 , z00xy ¼ z00yx ¼ 2
y
y
y
10y
5
z00xx ¼ 3 , z00yy ¼ 0, z00xy ¼ z00yx ¼ 2
x
x
262
Þ
z ¼ e2x e3y
[z00xx ¼ 4e2x , z00yy ¼ 9e3y , z00xy ¼ z00yx ¼ 0]
263
Þ
z ¼ e4x e5xy
264
Þ
z ¼ ln ð8 xyÞ
265
Þ
[z00xx ¼ 16e4x 25y 2 e5xy , z00yy ¼ 25x2 e5xy , z00xy ¼ z00yx ¼ 5e5xy ð1 þ 5xyÞ]
y2
x2
8
00
00
00
z00xx ¼ ,
z
¼
,
z
¼
z
¼
yy
xy
yx
ðxy 8Þ2
ðxy 8Þ2
ðxy 8Þ2
xy
z ¼ ln ð1 þ e Þ
z00xx
¼
y 2 exy
ð1 þ exy Þ2
,
z00yy
¼
x2 exy
ð1 þ exy Þ2
,
z00xy
¼
z00yx
¼
exy ð1 þ xy þ exy Þ
ð1 þ exy Þ2
Il piano tangente
266
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Determina il piano tangente alla superficie di equazione z ¼ x3 xy2 y3 nel suo punto di ascissa 1 e ordinata 2.
Ricorda che il piano tangente a una superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ nel suo punto di ascissa x0 e ordinata y0
ha equazione:
z ¼ f ðx0 , y0 Þ þ f 0x ðx0 , y0 Þðx x0 Þ þ f 0y ðx0 , y0 Þðy y0 Þ
Calcola anzitutto le derivate parziali rispetto a x e a y della funzione f ðx, yÞ ¼ x3 xy 2 y 3 ; verifica che:
f 0x ¼ 3x2 y 2
ed
f 0y ¼ 2xy 3y 2
Valuta ora la funzione e le derivate parziali per x ¼ 1 e y ¼ 2:
f ð1, 2Þ ¼ 13 1 22 23 ¼ :::::
f 0x ð1, 2Þ ¼ 3 12 22 ¼ :::::
f 0y ð1, 2Þ ¼ 2 1 2 3 22 ¼ :::::
Hai ora tutti gli elementi per scrivere l’equazione del piano tangente:
z ¼ ð:::::Þ þ ð:::::Þðx 1Þ þ ð16Þðy 2Þ
Svolgendo i calcoli troverai che l’equazione del piano richiesto è z ¼ x 16y þ 22.
Determina l’equazione del piano tangente alla superficie z ¼ f ðx, yÞ nel suo punto P, di cui sono date l’ascissa e l’ordinata.
x3
267 f ðx, yÞ ¼ x2 y þ 1
ð1, 2Þ
[z ¼ 4x þ y 3]
273 f ðx, yÞ ¼ 2
ð2, 1Þ [z ¼ 12x þ 16y]
Þ
Þ
y
268
Þ
f ðx, yÞ ¼ x3 y 2
ð1, 1Þ
[z ¼ 3x 2y þ 4]
274
Þ
f ðx, yÞ ¼ exy
ð0, 1Þ
[z ¼ x þ 1]
269
Þ
f ðx, yÞ ¼ ðx 2yÞ2 ð0, 1Þ
[z ¼ 4x 8y 4]
275
Þ
f ðx, yÞ ¼ ye2x
ð0, 1Þ
[z ¼ 2x þ y]
270
Þ
f ðx, yÞ ¼ x2 þ 2y 2
ð1, 1Þ
[z ¼ 2x þ 4y 3]
276
Þ
271
Þ
f ðx, yÞ ¼ x3 2y 2
ð2, 1Þ
[z ¼ 12x 4y 14]
ð2, 1Þ
[z ¼ 4x 12y þ 8]
2
272
Þ
f ðx, yÞ ¼
x
y3
f ðx, yÞ ¼ 2x2 y 3x
ð1, 2Þ [z ¼ 11x þ 2y 8]
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
277 f ðx, yÞ ¼
x2 þ 4y 2
ð0, 1Þ
[z ¼ 2y]
Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
1
2 þ y 2 þ 5 ð2, 0Þ
ð2x
þ
5Þ
278
f
ðx,
yÞ
¼
x
z
¼
Þ
3
Determina per quale valore di k il piano tangente alla superficie di equazione z ¼ x2 þ ky 2 nel punto P di
ascissa e ordinata uguali a 1 passa per l’origine del sistema di riferimento.
[k ¼ 1]
279
Þ
Determina per quale valore di k il piano tangente alla superficie di equazione z ¼ x3 þ ky nel punto P di ascissa 1 e ordinata 2 passa per il punto di coordinate (3, 1, 0).
[k ¼ 7]
280
Þ
56
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
b. del reddito; c. "dp ð50, 20Þ ¼ 5; "dr ð50; 20Þ ¼ 7]
Funzioni di due variabili
La funzione domanda di un bene è dðp, rÞ ¼ 25pr 8p2 5r 2 , essendo p il prezzo unitario del bene ed r il reddito del consumatore.
a. Determina la funzione marginale della domanda rispetto al prezzo e quella rispetto al reddito, e i loro valori
per p ¼ 50 ed r ¼ 20.
b. Stabilisci se comporta una maggiore variazione della domanda una variazione (a partire da p ¼ 50 ed r ¼ 20)
di un’unità del prezzo o di un’unità del reddito.
c. Determina il coefficiente di elasticità della domanda, sia rispetto al prezzo sia rispetto al reddito, per p ¼ 50
ed r ¼ 20, indicando se la domanda è rigida, elastica o anelastica.
[a. d 0p ðp, rÞ ¼ 25r 16p, d0p ð50, 20Þ ¼ 300, d 0r ðp, rÞ ¼ 25p 10r, d 0r ð50, 20Þ ¼ 1050;
281
Þ
Unità 1
Funzioni marginali ed elasticità
La funzione domanda di un bene è dðp, rÞ ¼ 30pr 10p2 2r 2 , essendo p il prezzo unitario del bene ed r il
reddito del consumatore.
a. Determina la funzione marginale della domanda rispetto al prezzo e quella rispetto al reddito, e i loro valori
per p ¼ 30 ed r ¼ 40.
b. Stabilisci se comporta una maggiore variazione della domanda una variazione (a partire da p ¼ 30 ed r ¼ 40)
di un’unità del prezzo o di un’unità del reddito.
c. Determina il coefficiente di elasticità della domanda, sia rispetto al prezzo sia rispetto al reddito, per p ¼ 30
ed r ¼ 40, indicando se la domanda è rigida, elastica o anelastica.
[a. d 0p ðp, rÞ ¼ 30r 20p, d 0p ð30, 40Þ ¼ 600, d0r ðp, rÞ ¼ 30p 4r, d 0r ð30, 40Þ ¼ 740;
282
Þ
b. del reddito; c. "dp ð50, 20Þ ’ 0,76; "dr ð50, 20Þ ’ 1,24]
pffiffiffi
2
283 La funzione domanda di un bene è dðp; rÞ ¼ p 3r þ 10pr, essendo p il prezzo unitario del bene ed r il redÞ
dito del consumatore.
a. Determina la funzione marginale della domanda rispetto al prezzo e quella rispetto al reddito, e i loro valori
per p ¼ 150 ed r ¼ 200.
b. Stabilisci se comporta una maggiore variazione della domanda una variazione (a partire da p ¼ 150 ed
r ¼ 200) di un’unità del prezzo o di un’unità del reddito.
c. Determina il coefficiente di elasticità della domanda, sia rispetto al prezzo sia rispetto al reddito, per p ¼ 150
ed r ¼ 200, indicando se la domanda è rigida, elastica o anelastica.
1
a. d 0p ðp, rÞ ¼ pffiffiffi þ 10r, d 0p ð150, 200Þ ¼ 2000,04, d 0r ðp, rÞ ¼ 10p 6r, d 0r ð150, 200Þ ¼ 300;
2 p
b. del prezzo; c. "dp ð150, 200Þ ’ 1,67; "dr ð150, 200Þ ’ 0,33
pffiffiffi
La funzione domanda di un bene è dðp, rÞ ¼ p 3p2 þ 10pr, essendo p il prezzo unitario del bene ed r il reddito del consumatore.
a. Determina la funzione marginale della domanda rispetto al prezzo e quella rispetto al reddito, e i loro valori
per p ¼ 150 ed r ¼ 200.
b. Stabilisci se comporta una maggiore variazione della domanda una variazione (a partire da p ¼ 150 ed
r ¼ 200) di un’unità del prezzo o di un’unità del reddito.
c. Determina il coefficiente di elasticità della domanda, sia rispetto al prezzo sia rispetto al reddito, per p ¼ 150
ed r ¼ 200, indicando se la domanda è rigida, elastica o anelastica.
1
a. d0p ðp, rÞ ¼ pffiffiffi 6p þ 10r, d 0p ð150, 200Þ ¼ 1100,04, d 0r ðp, rÞ ¼ 10p, d 0r ð150, 200Þ ¼ 1500;
2 p
b. del reddito; c. "dp ð150, 200Þ ’ 0,71; "dr ð150, 200Þ ’ 1,29
284
Þ
La funzione di produzione di un bene è PðC; LÞ ¼ 20CL 6C2 4L2 þ 10C þ 6L, essendo C ed L, rispettivamente, la quantità di capitale e di lavoro impiegati.
a. Determina la funzione marginale di produzione rispetto al capitale e quella rispetto al lavoro, e i loro valori
per C ¼ 10 ed L ¼ 5.
b. Stabilisci se comporta una maggiore variazione della produzione una variazione (a partire da C ¼ 10 ed
L ¼ 5) di un’unità del capitale o di un’unità del lavoro.
c. Determina il coefficiente di elasticità della produzione, sia rispetto al capitale sia rispetto al lavoro, per
C ¼ 10 ed L ¼ 5.
[a. P 0C ðC, LÞ ¼ 20L 12C þ 10, P 0C ð10, 5Þ ¼ 10, P 0L ðC, LÞ ¼ 20C 8L þ 6, P 0L ð10, 5Þ ¼ 166;
285
Þ
b. del lavoro; c. "PC ð10, 5Þ ’ 0,23; "PL ð10, 5Þ ’ 1,93]
57
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
La funzione di produzione di un bene è PðC, LÞ ¼ 40CL 20C2 30L2 þ 200C þ 150L, essendo C ed L, rispettivamente, la quantità di capitale e di lavoro impiegati.
a. Determina la funzione marginale di produzione rispetto al capitale e quella rispetto al lavoro, e i loro valori
per C ¼ 20 ed L ¼ 30.
b. Stabilisci se comporta una maggiore variazione della produzione una variazione (a partire da C ¼ 20 ed
L ¼ 30) di un’unità del capitale o di un’unità del lavoro.
c. Determina il coefficiente di elasticità della produzione, sia rispetto al capitale sia rispetto al lavoro, per
C ¼ 20 ed L ¼ 30.
[a. P 0C ðC, LÞ ¼ 40L 40C þ 200, P 0C ð20, 30Þ ¼ 600, P 0L ðC, LÞ ¼ 40C 60L þ 150, P 0L ð20, 30Þ ¼ 850;
286
Þ
b. del lavoro; c."PC ð20, 30Þ ¼ 4, 8; "PL ð20, 30Þ ¼ 10,2]
287 La domanda di un primo bene dipende dal prezzo p1 di quest’ultimo, dal prezzo p2 di un secondo bene e dal
Þ
reddito r del consumatore, secondo la funzione dðp1 , p2 , rÞ ¼ 600 4p1 þ 2p2 þ 0,05r.
a. Determina la funzione che esprime l’elasticità incrociata del primo bene rispetto al secondo e deduci che tipo
di relazione sussiste tra i due beni.
b. Supposto r ¼ 2000, p1 ¼ 80, p2 ¼ 50, determina, avvalendoti della funzione trovata al punto a., di quanto
varia approssimativamente in percentuale la domanda del primo bene se il prezzo del secondo cresce (a partire
da p2 ¼ 50) dell’1%.
2p2
a. "dp2 ðp1 , p2 , rÞ ¼
, succedanei;
600 4p1 þ 2p2 þ 0,05r
b. "dp2 ð80, 50, 2000Þ ’ 0,208 quindi si ha un aumento della domanda circa dello 0,208%
288 La domanda di un primo bene dipende dal prezzo p1 di quest’ultimo, dal prezzo p2 di un secondo bene e dal
Þ
reddito r del consumatore, secondo la funzione dðp1 , p2 , rÞ ¼ 1800 5p1 4p2 þ 0,4r.
a. Determina la funzione che esprime l’elasticità incrociata del primo bene rispetto al secondo e deduci che tipo
di relazione sussiste tra i due beni.
b. Supposto p1 ¼ 80, p2 ¼ 100, r ¼ 1600, determina, avvalendoti della funzione trovata al punto a., di quanto
varia approssimativamente in percentuale la domanda del primo bene se il prezzo del secondo cresce (a partire
da p2 ¼ 100) dell’1%.
4p2
a. "dp2 ðp1 , p2 , rÞ ¼
, complementari;
1800 5p1 4p2 þ 0,4r
b. "dp2 ð80, 100, 1600Þ ’ 0; 244 quindi si ha una diminuzione della domanda circa dello 0,244%
289 La domanda di un primo bene dipende dal prezzo p1 di quest’ultimo, dal prezzo p2 di un secondo bene e dal
Þ
reddito r del consumatore, secondo la funzione dðp1 , p2 , rÞ ¼ 1200 6p1 þ 4p2 þ 0,5r.
a. Determina la funzione che esprime l’elasticità incrociata del primo bene rispetto al secondo e deduci che tipo
di relazione sussiste tra i due beni.
b. Supposto p1 ¼ 50, p2 ¼ 60, r ¼ 1400, determina, avvalendoti della funzione trovata al punto a., di quanto
varia approssimativamente in percentuale la domanda del primo bene se il prezzo del secondo cresce (a partire
da p2 ¼ 60) del 20%.
4p2
a. "dp2 ðp1 , p2 , rÞ ¼
, succedanei;
1200 6p1 þ 4p2 þ 0; 5r
b. "dp2 ð50, 60, 1400Þ ’ 0; 13, si ha un aumento della domanda circa del 2,61%
290 La domanda di un primo bene dipende dal prezzo p1 di quest’ultimo, dal prezzo p2 di un secondo bene e dal
Þ
reddito r del consumatore, secondo la funzione dðp1 , p2 , rÞ ¼ 750 5p1 4p2 þ 0,8r.
a. Determina la funzione che esprime l’elasticità incrociata del primo bene rispetto al secondo e deduci che tipo
di relazione sussiste tra i due beni.
b. Supposto p1 ¼ 75, p2 ¼ 60, r ¼ 1250, determina, avvalendoti della funzione trovata al punto a., di quanto
varia approssimativamente in percentuale la domanda del primo bene se il prezzo del secondo cresce (a partire
da p2 ¼ 60) del 12%.
4p2
a. "dp2 ðp1 , p2 , rÞ ¼
, complementari;
750 5p1 4p2 þ 0,8r
b. "dp2 ð75, 60, 1250Þ ’ 0; 211, si ha una diminuzione della domanda circa del 2,54%
58
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
TEORIA a p. 25
Esercizi preliminari
Sia ðx0 , y0 Þ un punto stazionario della funzione f ðx, yÞ; sapendo che Hðx0 , y0 Þ ¼ 2 e f 00xx ðx0 , y0 Þ ¼ 3, possiamo affermare che il punto ðx0 , y0 Þ:
291
Þ
A
B
C
D
è un punto di massimo relativo
è un punto di minimo relativo
è un punto di sella
i dati non consentono di stabilire la natura del punto
Sia ðx0 , y0 Þ un punto stazionario della funzione f ðx, yÞ; sapendo che Hðx0 , y0 Þ ¼ 2 e f 00xx ðx0 , y0 Þ ¼ 3, possiamo
affermare che il punto ðx0 , y0 Þ:
A è un punto di massimo relativo
B è un punto di minimo relativo
C è un punto di sella
D i dati non consentono di stabilire la natura del punto
292
Þ
Funzioni di due variabili
Test
Unità 1
4. Massimi e minimi
Sia ðx0 , y0 Þ un punto stazionario della funzione f ðx, yÞ; sapendo che Hðx0 , y0 Þ ¼ 2, possiamo affermare che
il punto ðx0 , y0 Þ:
A è un punto di massimo relativo
B è un punto di minimo relativo
C è un punto di sella
D i dati non consentono di stabilire la natura del punto
293
Þ
294 Sia ðx0 , y0 Þ un punto stazionario della funzione f ðx, yÞ; sapendo che Hðx0 , y0 Þ ¼ 0, possiamo affermare che il
Þ
punto ðx0 , y0 Þ:
A è un punto di massimo relativo
B è un punto di minimo relativo
C è un punto di sella
D i dati non consentono di stabilire la natura del punto
Massimi e minimi relativi
295
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Determina i punti di massimo e minimo relativi e i punti di sella della funzione f ðx, yÞ ¼ x2 þ 2y2 þ x2 y.
Calcola anzitutto le derivate parziali:
f 0x ¼ 2x þ 2xy
f 0y ¼ 4y þ x2
Per determinare gli eventuali punti stazionari devi ora risolvere il sistema:
2x þ 2xy ¼ 0
2
4y þ x ¼ 0
)
2xð1 þ yÞ ¼ 0
2
4y þ x ¼ 0
)
2x ¼ 0
2
4y þ x ¼ 0
_
1þy ¼0
4y þ x2 ¼ 0
) :::::
Completando la soluzione del sistema, troverai che ci sono tre punti stazionari, di coordinate:
(0, 0); (2, 1); (2, 1)
Per stabilire la natura dei punti stazionari, calcola anzitutto il determinante hessiano:
Hðx, yÞ ¼ f 00xx f 00yy ðfxy Þ2 ¼ ð2 þ 2yÞ 4 ð2xÞ2 ¼ 8 þ 8y 4x2
00
fxx
00
fyy
00
fxy
Valuta infine l’hessiano in corrispondenza dei tre punti trovati:
Hð0, 0Þ ¼ ::::: e f 00xx ð0, 0Þ ¼ :::::
) ð0, 0Þ è un punto di minimo relativo
Hð2; 1Þ ¼ :::::
) ð2, 1Þ è un punto di :::::::::::::::::::::::::::::::::::
Hð2; 1Þ ¼ :::::
) ð2, 1Þ è un punto di :::::::::::::::::::::::::::::::::::
59
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Determina i punti di massimo e minimo relativi e i punti di sella delle funzioni date.
296
Þ
f ðx, yÞ ¼ x2 y þ y 2 8x
297
Þ
f ðx, yÞ ¼ ðx þ 2Þ2 þ ðy 1Þ2
298
Þ
f ðx, yÞ ¼ x2 þ 8y 2 2x2 y
299
Þ
f ðx, yÞ ¼ x2 2x þ y 3 3y
300
Þ
f ðx, yÞ ¼ 8y x3 þ 12x y 2
301
Þ
f ðx, yÞ ¼ 2x2 y 8xy 8y 2 2
302
Þ
f ðx, yÞ ¼ ðx 3Þ2 þ ðy þ 4Þ2
[(3, 4): minimo]
303
Þ
f ðx, yÞ ¼ x2 y 2 þ 2x 4y
304
Þ
f ðx, yÞ ¼ x2 þ y 2 þ 4xy þ 2y
[(1, 2): massimo]
2 1
: sella
,
3 3
305
Þ
f ðx, yÞ ¼ x2 þ y 2 2x 6y
306
Þ
f ðx, yÞ ¼ x2 y 2 þ 4xy 8y
307
Þ
f ðx, yÞ ¼ x3 x2 y y 2
308
Þ
f ðx, yÞ ¼ x3 þ y 3 þ 6xy
[(0, 0): sella; (2, 2): massimo]
309
Þ
f ðx, yÞ ¼ y 3 x3 þ 3xy
310
Þ
f ðx, yÞ ¼ 2xy 8x4 311
Þ
f ðx, yÞ ¼ x3 y 3 þ 8xy
312
Þ
f ðx, yÞ ¼ 2xy 4x4 313
Þ
f ðx, yÞ ¼ x3 y 3 ð1 þ x yÞ3
314
Þ
f ðx, yÞ ¼ ð2 þ x þ yÞ3 x3 y 3
[(0, 0): sella; (1, 1): minimo]
1
1
, 2 : massimo; , 2 : massimo
(0, 0): sella;
2
2
8
8
, : minimo
(0, 0): sella;
3
3
1
1
, 1 : massimo; , 1 : massimo
(0, 0): sella;
2
2
1 1
: massimo
(1, 1), (1, 1), (1, 1): sella; ,
3 3
2
2
: minimo
(2, 2), (2, 2), (2, 2): sella; , 3
3
315
Þ
f ðx, yÞ ¼
316
Þ
f ðx, yÞ ¼ x 317
Þ
f ðx, yÞ ¼ 318
Þ
f ðx, yÞ ¼ x3 3x2 þ y ey
319
Þ
f ðx, yÞ ¼ y 3 6y 2 þ 9y þ x þ ex
1 2
y
4
1 4
y
4
[(2, 2): sella]
[(2, 1): minimo]
1
1
(0, 0): minimo; 2,
: sella; 2,
: sella
2
2
[(1, 1): minimo; (1, 1): sella]
[(2, 4): massimo; (2, 4): sella]
1
(0, 0): sella; 2, : massimo; (4, 0): sella
2
[(1, 3): minimo]
8
4
, : sella
5
5
9
: sella
(0, 0): sella; 3, 2
y
27
þ
x
x
y
[(3, 9): massimo]
y
8
x
y
[(2, 4): minimo]
x
8
þ þx
y
y
2
4y
f ðx, yÞ ¼ ex
321
Þ
f ðx, yÞ ¼ 7ex
322
Þ
f ðx, yÞ ¼ 2ex
323
Þ
f ðx, yÞ ¼ ðx þ 2yÞex
2
2
[(8, 1): sella]
[(0, 0): massimo; (2, 0): sella]
[(0, 3): minimo; (0, 1): sella]
2
320
Þ
[(0, 0): sella]
y2
[(0, 0): massimo]
þy2
2
4y 2
2
2
324 f ðx, yÞ ¼ ð3x yÞe9x y
Þ
60
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
1
2
1
6
[(0, 0): minimo]
1
1
1
: massimo; , : minimo
,
4
2
4
1
1 1
, : massimo; ,
: minimo
2
6 2
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
f ðx, yÞ ¼ ðy 2 þ 4xÞex
327
Þ
f ðx, yÞ ¼ ðy 2 3xÞ2 ex
[(2, 0): massimo;
[(1, 0): minimo]
, : minimi per ogni 2 R]
3
2
Determina a e b in modo che il punto (2, 0) risulti critico per la funzione f ðx, yÞ ¼ 3y 2 2x2 þ ax exy by3 þ by.
In corrispondenza dei valori di a e b trovati, determina la natura di tale punto critico.
[a ¼ 8, b ¼ 2; sella]
328
Þ
Determina a e b in modo che il punto (0, 2) risulti critico per la funzione f ðx, yÞ ¼ x2 þ ax þ exy þ by 4 y 2 . In
corrispondenza dei valori di a e b trovati, determina la natura di tale punto critico.
1
a ¼ 2, b ¼ ; minimo
8
329
Þ
Funzioni di due variabili
326
Þ
1 2
: minimi per ogni 2 R
(0, 2): massimo; ,
2
Unità 1
2
325 f ðx, yÞ ¼ ðx2 2yÞ ey
Þ
Massimi e minimi vincolati
330
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Determina i punti di massimo e minimo vincolati della funzione z ¼ 12x2 xy, soggetta al vincolo y ¼ 3x2 ,
utilizzando il metodo di sostituzione.
Sostituendo 3x2 al posto di y nell’equazione della funzione, sei ricondotto a cercare i punti di massimo e minimo della funzione nella sola variabile x:
z ¼ 12x2 xð3x2 Þ ¼ 12x2 3x3
Studiando con i metodi dell’analisi la funzione z ¼ 12x2 3x3 troverai che essa ammette un punto di minimo
8
relativo in x ¼ 0 e un punto di massimo relativo in x ¼ .
3
Dunque la funzione originaria, soggetta al vincolo y ¼ 3x2 , ammette:
– un punto di minimo relativo nel punto di ascissa x ¼ 0 e ordinata y ¼ 3 02 ¼ 0, ossia in (0, 0);
2
8
8
64
e ordinata y ¼ 3 – un punto di massimo relativo nel punto di ascissa x ¼
¼
3
3
3
Determina i punti di massimo e minimo vincolati delle funzioni z ¼ f ðx, yÞ, soggette al vincolo indicato a
fianco, utilizzando il metodo di sostituzione.
331
Þ
z ¼ x2 2y 2
xþyþ2¼0
332
Þ
z ¼ xy
x þ 2y 4 ¼ 0
333
Þ
z ¼ 3x y
y ¼ x3
334
Þ
z ¼ 6x2 þ xy
y ¼ 2x2
335
Þ
z ¼ 8x2 y 2
x2 y ¼ 0
336
Þ
z ¼ 4xy x2
x3 2y ¼ 0
337
Þ
z¼xþy
xy ¼ 8
338
Þ
z ¼ 3x þ y
xy ¼ 12
339
Þ
z ¼ x2 y
xþy ¼6
340
Þ
z ¼ xy2
xy ¼4
341
Þ
z ¼ ex
2
y 2
2x y 1 ¼ 0
342
Þ
z ¼ ex
2
2y 2
xy1¼0
[Max (assoluto) in (4, 2)]
[Max (assoluto) in (2, 1)]
[Max (relativo) in (1, 1); min (relativo) in ð1, 1Þ]
[Max (relativo) in (2, 8); min (relativo) in (0, 0)]
[Min (relativo) in (0, 0); max (assoluti) in ( 2, 4)]
1
1
1
1
e , Max (relativo) in (0, 0); min (assoluti) in
,
2 16
2
16
pffiffiffi pffiffiffi
pffiffiffi
pffiffiffi
[Min (relativo) in ð2 2, 2 2Þ; max (relativo) in ð2 2, 2 2Þ]
[Min (relativo) in ð2, 6Þ; max (relativo) in ð2, 6Þ]
[Min (relativo) in (0, 6); max (relativo) in (4, 2)]
4
8
Min (relativo) in (4, 0); max (relativo) in
, 3
3
2
1
, Max (assoluto) in
5
5
2
1
Max (assoluto) in
, 3
3
61
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
343
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Determina il massimo e il minimo assoluti della funzione z ¼ 2x y, soggetta al vincolo x2 þ y2 ¼ 20, utilizzando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange.
Osserva anzitutto che il vincolo, una circonferenza, è un sottoinsieme chiuso e limitato di R2 , quindi certamente esistono massimo e minimo assoluti della funzione sul vincolo assegnato. Per determinarli, devi in primo luogo individuare i punti «candidati» a essere di massimo e minimo mediante il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, quindi confrontare i valori assunti dalla funzione in tali punti: il valore più piccolo ottenuto sarà il minimo assoluto della funzione, il più grande il massimo assoluto.
Osserva che nel nostro caso f ðx, yÞ ¼ 2x y e gðx, yÞ ¼ x2 þ y 2 20. I punti candidati a essere di massimo o minimo, ovvero i punti stazionari vincolati, si ottengono dunque, in base al metodo dei moltiplicatori di Lagrange, risolvendo il sistema:
8 0
8
8
8
f ðx, yÞ ¼ gx0 ðx, yÞ
>
>
>
>
< x
< 2 ¼ 2x
<x ¼ 4
< x ¼ 4
fy0 ðx, yÞ ¼ gy0 ðx, yÞ ) 1 ¼ 2y ) ::::::: ) y ¼ 2 _ y ¼ 2
>
>
>
>
:
: 2
:
:
x þ y 2 ¼ 20
¼ :::
¼ ::::
gðx, yÞ ¼ 0
Tema A
I due punti candidati a essere di massimo o di minimo sono perciò (4, 2) e (4, 2). È immediato verificare che:
f ð4, 2Þ ¼ 2 ð4Þ ð2Þ ¼ :::::
f ð4, 2Þ ¼ 2 4 ð2Þ ¼ :::::
Dunque il massimo assoluto, uguale a ..., è raggiunto in corrispondenza del punto di coordinate (4, 2), mentre
il minimo assoluto uguale a ..., è raggiunto in corrispondenza del punto di coordinate (4, 2).
Determina il massimo e il minimo assoluti della funzione z ¼ f ðx, yÞ sulla curva indicata a fianco, utilizzando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange.
344
Þ
z ¼ 3x þ 4y
x2 þ y 2 ¼ 25
2
2
[Max ¼ 25 in (3, 4); min ¼ 25 in (3, 4)]
8
3
8 3
, ; min ¼ 11 in ,
5
5
5 5
345
Þ
z ¼ 4x 6y 1
x þ 4y ¼ 4
346
Þ
z ¼ 4x2 þ y 2 þ 3
x2 þ 4y 2 ¼ 16
347
Þ
z ¼ x2 9y 2
9x2 þ y 2 ¼ 9
348
Þ
z ¼ xy
x2 þ y 2 ¼ 16
pffiffiffi
pffiffiffi
pffiffiffi pffiffiffi
pffiffiffi pffiffiffi
pffiffiffi
pffiffiffi
[Max ¼ 8 in ð2 2, 2 2Þ e ð2 2, 2 2Þ; min ¼ 8 in ð2 2, 2 2Þ e ð2 2, 2 2Þ]
349
Þ
z ¼ 3xy
x2 þ y 2 ¼ 18
[Max ¼ 27 in (3, 3) e (3, 3); min ¼ 27 in (3, 3) e (3, 3)]
350
Þ
z ¼ xy2
2x2 þ y 2 ¼ 24
[Max ¼ 32 in (2, 4) e (2, 4); min ¼ 32 in (2, 4) e (2, 4)]
351
Þ
z ¼ x2 þ ðy 3Þ2
ðx 1Þ2 þ y 2 ¼ 10
352
Þ
z ¼ ðx þ 1Þ2 þ y 2
x2 þ ðy 2Þ2 ¼ 5
353
Þ
z ¼ x y2 þ 2
354
Þ
z ¼ ex
355
Þ
z ¼ exy
356
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
2
y 2
x2 þ y 2 ¼ 9
4x2 þ 9y 2 ¼ 36
x2 þ y 2 ¼ 8
Max ¼ 9 in
[Max ¼ 67 in ( 4, 0); min ¼ 7 in (0,
2Þ]
[Max ¼ 1 in ( 1, 0); min ¼ 81 in (0,
3Þ]
[Max ¼ 40 in (2, 3); min ¼ 0 in (0, 3)]
[Max ¼ 20 in (1, 4); min ¼ 0 in (1, 0)]
pffiffiffiffiffiffi !
29
1
35
Max ¼ 5 in (3, 0); min ¼ in ,
4
2
2
[Max ¼ e9 in ( 3, 0); min ¼ e4 in (0,
2Þ]
[Max ¼ e4 in (2, 2) e (2, 2); min ¼ e4 in (2, 2) e (2, 2)]
Determina il massimo e il minimo assoluti della funzione z ¼ x y soggetta al vincolo
zando il metodo delle curve di livello.
y x2 4
, utilizy0
Le curve di livello hanno equazioni x y ¼ k, dunque sono le rette appartenenti al fascio improprio di rette parallele alla bisettrice del primo e terzo quadrante. Il minimo e il massimo assoluto della funzione corrispondono al
62
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Funzioni di due variabili
y
4
3
2
1
A
–3 –2
k cresce
O
–1
1
2
Unità 1
minimo e al massimo valore di k per cui le rette del fascio intersecano la regione rappresentata dai vincoli (il segmento parabolico colorato in figura).
3 x
–1
–2
2
–3
–4
B
Il minimo valore di k per cui le rette del fascio intersecano la regione rappresentata dai vincoli corrisponde alla
retta passante per il punto A; il massimo valore di k per cui le rette del fascio intersecano la regione rappresenta
dai vincoli corrisponde alla retta tangente alla parabola.
Imponendo che la retta di equazione x y ¼ k passi per il punto A(2, 0), trovi k ¼ 2. Imponendo che la retta
y ¼ x2 4
,
sia tangente alla parabola, cioè che sia nullo il discriminante dell’equazione risolvente il sistema
xy ¼k
17
trovi k ¼
.
4
La conclusione è dunque che il minimo assoluto della funzione, con il vincolo assegnato, è 2 e viene raggiun17
, viene raggiunto in corto in corrispondenza del punto A di coordinate (–2, 0); il massimo assoluto, uguale a
4
1
15
rispondenza del punto di tangenza B, che puoi verificare avere coordinate
,
.
2
4
Determina il massimo e il minimo assoluti della funzione z ¼ f ðx, yÞ, nella regione definita a fianco, utilizzando il metodo delle curve di livello.
357
Þ
z ¼ x þ 2y 1
x2 þ y 2 ¼ 20
358
Þ
z¼xy1
x2 þ y 2 ¼ 16
(
359
Þ
z ¼ 2x þ y 1
361
Þ
362
Þ
z¼xþy2
y x2 4
[Max ¼ 10 in (3, 5); min ¼ 6 in ð1, 3)]
y5
(
360
Þ
[Max ¼ 9 in (2, 4); min ¼ 11 in (2, 4)]
pffiffiffi
pffiffiffi
pffiffiffi
pffiffiffi
pffiffiffi pffiffiffi
[Max ¼ 4 2 1 in (2 2, 2 2); min ¼ 1 4 2 in (2 2, 2 2)]
y 4x x2
y 2x
z ¼ x2 þ y 2
8
>
< x 0, y 0
y 1x
>
:
y 4x
z ¼ xy
8
>
< x 0, y 0
y 2x
>
:
y 6x
17
in
Max ¼
4
5 15
,
; min ¼ 8 in ð6, 12)
2
4
Max ¼ 16 in (0, 4) e (4, 0); min ¼
1
in
2
1 1
,
2 2
[Max ¼ 9 in (3, 3); min ¼ 0 in (0, 4)]
63
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
363
Þ
ESERCIZIO SVOLTO
Determiniamo il massimo e il minimo assoluti della funzione z ¼ 4x þ 4y 2x2 y2 xy nella regione di
x 0, y 0
piano definita dal sistema
.
y x þ 4
x 0, y 0
y
Il sistema
definisce il triangolo OAB in fig. a. Poiché si tratta
y x þ 4
B
4
di un insieme chiuso e limitato, l’esistenza del massimo e minimo assoluti
della funzione nel triangolo è garantita dal teorema di Weierstrass.
3
I punti candidati a essere di massimo o di minimo, interni al triangolo, so2
no i punti stazionari ovvero quelli che annullano le derivate parziali della
1
funzione; essendo:
A
f 0x ¼ 4 4x y
e
f 0y ¼ 4 2y x
O
1
2
3
4 x
Figura a
occorre risolvere il sistema:
4 4x y ¼ 0
4 2y x ¼ 0
che fornisce come soluzione
4 12
,
. Ai fini del problema che vogliamo risolvere, non è necessario determi7
7
nare l’esatta natura del punto (calcolando l’hessiano), basta calcolare il valore della funzione in corrispondenza
4 12
32
di esso; si verifica che in
,
la funzione assume valore z ¼
’ 4,57.
7
7
7
Determiniamo ora gli eventuali punti di massimo e minimo sulla frontiera del triangolo OAB:
– lungo il lato OA è y ¼ 0, quindi la funzione z ¼ 4x þ 4y 2x2 y 2 xy diventa z ¼ 4x 2x2 , con 0 x 4; si
può facilmente concludere (vedi fig. b) che essa ha minimo assoluto uguale a 16 per x ¼ 4 e massimo assoluto uguale a 2 per x ¼ 1;
– lungo il lato OB è x = 0, quindi la funzione z ¼ 4x þ 4y 2x2 y 2 xy diventa z ¼ 4y y 2 , con 0 y 4; si
può facilmente concludere (vedi fig. c) che essa ha minimo assoluto uguale a 0 per y ¼ 0 e per y ¼ 4 e massimo
assoluto uguale a 4 per y ¼ 2;
– lungo il lato AB è y ¼ x þ 4, quindi la funzione z ¼ 4x þ 4y 2x2 y 2 xy diventa:
z ¼ 4x þ 4ðx þ 4Þ 2x2 ðx þ 4Þ2 xð4 xÞ ¼ 4x 2x2 ,
con 0 x 4
che, come abbiamo già visto, assume valore minimo uguale a 16 per x ¼ 4 e massimo uguale a 2 per x ¼ 1.
Concludiamo che, lungo la frontiera del triangolo, la funzione assume valore minimo, uguale a 16, nel punto
(4, 0) e valore massimo, uguale a 4, nel punto (0, 2).
z
2
1
Figura b
64
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
–1–1 O 1 2 3 4 5 6 7
–2
–3
–4
–5
z = 4x – 2x2
–6
–7
–8
–9
–10
–11
–12
–13
–14
–15
–16
–17
x
z
4
z = 4y – y 2
3
2
1
Figura c
–1 O
y
1
2
3
4
5
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 1
I risultati trovati sono riassunti nella seguente tabella.
4 12
,
7
7
proveniente dall’analisi
dei punti interni al triangolo
Corrispondente valore
della funzione
32
’ 4,57
7
ð4, 0Þ
ð0, 2Þ
proveniente dall’analisi
dei punti lungo la frontiera
proveniente dall’analisi
dei punti lungo la frontiera
16
4
32
, è assunto in
Concludiamo che il massimo assoluto della funzione, uguale a
7
to, uguale a 16, è assunto in (4, 0).
4 12
,
7
7
e il minimo assolu-
Funzioni di due variabili
Possibili punti
di estremo
Determina il massimo e il minimo assoluti della funzione z ¼ f ðx, yÞ, nella regione definita a fianco, utilizzando il metodo che ritieni più opportuno.
8
>
<x þ y ¼ 4
364 z ¼ xy
x0
[Max ¼ 4 in (2, 2); min ¼ 0 in (0, 4) e (4, 0)]
Þ
>
:
y0
pffiffiffi
365 z ¼ x2 2y þ 5
x2 þ y 2 4
[Max ¼ 10 in (
3, 1); min ¼ 1 in (0, 2)]
Þ
pffiffiffi
366 z ¼ y 2 4x þ 6
x2 þ y 2 9
[Max ¼ 19 in ð2,
5Þ; min ¼ 6 in (3, 0)]
Þ
25
1
1
2
2
2
2
in
2,
e
2,
;
min
¼
0
in
(0,
0)
367
z
¼
x
þ
y
2xy
x
þ
4y
5
Max
¼
Þ
4
2
2
8
x
0
>
<
368 z ¼ x3 xy 2
y0
[Max ¼ 64 in (4, 0); min ¼ 8 in (1, 3)]
Þ
>
:
y 4x
8
>
<x 0
3 1
3
2
Max ¼ 4 in (0, 2); min ¼ 5 in
,
369 z ¼ y x y 4
y0
Þ
>
2 2
:
y 2x
jxj 3
2
370
z
¼
6x
2xy
Þ
jyj 3
3
1
1
,3
Max ¼ 72 in (3, 3) e (3, 3); min ¼ in , 3 e
2
2
2
371
Þ
z ¼ x2 þ y 2 þ 9y
2
372
Þ
z ¼ x 2xy þ y
373
Þ
z ¼ x3 þ y 3 6xy
374
Þ
z ¼ x2 þ y 2 xy 2x þ 4y þ 3
375
Þ
z ¼ 3x2 þ 16y 2 þ 12x 10
376
Þ
z ¼ exy
377
Þ
z ¼ e2x
2
y 2
x2 þ ðy 4Þ2 1
8
>
<x 0
y0
>
:
xþy 2
3 x 3
2 y 2
8
>
<x 1
y 1
>
:
x þ y 3
[Max ¼ 70 in (0, 5); min ¼ 36 in (0, 3)]
1
Max ¼ 4 in (2, 0); min ¼ in
12
5 7
,
6 6
[Max ¼ 55 in (3, 2); min ¼ 71 in (3, 2)]
[Max ¼ 6 in (2, 1) e ð1, 4Þ; min ¼ 1 in (0, 2)]
x2 þ 4y 2 16
[Max ¼ 86 in (4, 0); min ¼ 22 in (2, 0)]
(
y x2 3
[Max ¼ e2 in (1, 2) e ð2, 1Þ; min ¼ e2 in ð2, 1Þ e ð1, 2Þ]
y1
2 x 2
[Max ¼ e8 in ( 2, 0) e min ¼ e4 in (0, 2)]
2 y 2
65
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
5. Applicazioni all’economia
TEORIA a p. 34
Massimizzare il profitto
REGIME DI CONCORRENZA PERFETTA
Un’impresa produce due beni, che vende in regime di concorrenza perfetta al prezzo unitario p1 ¼ 640 euro e
p2 ¼ 340 euro rispettivamente. Il costo dei due beni è espresso dalla funzione:
378
Þ
C ¼ 25q21 þ 10q22 þ 20q1 q2
dove q1 e q2 rappresentano le quantità prodotte.
Determina le quantità dei due beni che consentono di realizzare il massimo utile, e il valore di tale utile massimo,
nell’ipotesi che tutta la quantità prodotta sia venduta.
[Massimo utile ¼ 4390 euro per q1 ¼ 10 e q2 ¼ 7]
Un’impresa produce due beni, che vende in regime di concorrenza perfetta al prezzo unitario p1 ¼ 6400 euro
e p2 ¼ 4000 euro rispettivamente. Il costo dei due beni è espresso dalla funzione:
379
Þ
C ¼ 100q21 þ 40q22 þ 80q1 q2
dove q1 e q2 rappresentano le quantità prodotte.
Determina le quantità dei due beni che consentono di realizzare il massimo utile, e il valore di tale utile massimo,
nell’ipotesi che tutta la quantità prodotta sia venduta.
[Massimo utile ¼ 124 000 euro per q1 ¼ 20 e q2 ¼ 30]
Un’impresa produce due beni, che vende in regime di concorrenza perfetta al prezzo unitario p1 ¼ 580 euro e
p2 ¼ 600 euro rispettivamente. Il costo dei due beni è espresso dalla funzione:
380
Þ
C ¼ 25q21 þ 30q22 þ 30q1 q2
dove q1 e q2 rappresentano le quantità prodotte.
Determina le quantità dei due beni che consentono di realizzare il massimo utile, e il valore di tale utile massimo,
nell’ipotesi che tutta la quantità prodotta sia venduta.
[Massimo utile ¼ 4120 euro per q1 ¼ 8 e q2 ¼ 6]
381 Un’impresa produce due beni, che vende in regime di concorrenza perfetta al prezzo unitario p1 ¼ 4100 euro
Þ
e p2 ¼ 1800 euro rispettivamente. Il costo dei due beni è espresso dalla funzione:
C ¼ 125q21 þ 25q22 þ 100q1 q2
dove q1 e q2 rappresentano le quantità prodotte.
Determina le quantità dei due beni che consentono di realizzare il massimo utile, e il valore di tale utile massimo,
nell’ipotesi che tutta la quantità prodotta sia venduta.
[Massimo utile ¼ 34 900 euro per q1 ¼ 10 e q2 ¼ 16]
382 Un’impresa produce due beni, che vende in regime di concorrenza perfetta al prezzo unitario p1 ¼ 2100 euro
Þ
e p2 ¼ 690 rispettivamente. Il costo dei due beni è espresso dalla funzione:
C ¼ 100q21 þ 15q22 þ 60q1 q2
dove q1 e q2 rappresentano le quantità prodotte.
Determina le quantità dei due beni che consentono di realizzare il massimo utile, e il valore di tale utile massimo,
nell’ipotesi che tutta la quantità prodotta sia venduta.
[Massimo utile ¼ 11 175 euro per q1 ¼ 9 e q2 ¼ 5]
REGIME DI MONOPOLIO
383
Þ
Le funzioni domanda di due beni venduti in regime di monopolio sono:
q1 ¼ 7500 15p1
e
q2 ¼ 10 000 25p2
I costi unitari di produzione sono rispettivamente C1 ¼ 150 euro e C2 ¼ 80 euro.
Determina le quantità dei due beni da produrre (e vendere) per conseguire il massimo utile, calcolando anche il valore di quest’ultimo.
[Massimo utile ¼ 1 099 375 euro per q1 ¼ 2625 e q2 ¼ 4000]
384
Þ
Le funzioni domanda di due beni venduti in regime di monopolio sono:
q1 ¼ 8000 40p1
e
q2 ¼ 6000 40p2
I costi unitari di produzione sono rispettivamente C1 ¼ 100 euro e C2 ¼ 75 euro.
Determina le quantità dei due beni da produrre (e vendere) per conseguire il massimo utile, calcolando anche il valore di quest’ultimo.
[Massimo utile ¼ 156 250 euro per q1 ¼ 2000, q2 ¼ 1500]
66
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Le funzioni domanda di due beni venduti in regime di monopolio sono:
q1 ¼ 15 000 50p1
e
q2 ¼ 20 000 100p2
386
Þ
Le funzioni domanda di due beni venduti in regime di monopolio sono:
q1 ¼ 2000 4p1
e
q2 ¼ 1800 4p2
Il costo complessivo per la produzione dei due beni è espresso dalla funzione:
C ¼ q21 þ 2q22 þ 20 000
Funzioni di due variabili
I costi unitari di produzione sono rispettivamente C1 ¼ 200 euro e C2 ¼ 150 euro.
Determina le quantità dei due beni da produrre (e vendere) per conseguire il massimo utile, calcolando anche il valore di quest’ultimo.
[Massimo utile ¼ 187 500 per q1 ¼ 2500, q2 ¼ 2500]
Unità 1
385
Þ
Determina le quantità dei due beni da produrre (e vendere) per conseguire il massimo utile, calcolando anche il valore di quest’ultimo.
[Massimo utile ¼ 52 500 euro per q1 ¼ 200, q2 ¼ 100]
387
Þ
Le funzioni domanda di due beni venduti in regime di monopolio sono:
q1 ¼ 2940 3p1
e
q2 ¼ 2400 3p2
Il costo complessivo per la produzione dei due beni è espresso dalla funzione:
C ¼ 2q21 þ q22 þ 10 000
Determina le quantità dei due beni da produrre (e vendere) per conseguire il massimo utile, calcolando anche il valore di quest’ultimo.
[Massimo utile ¼ 212 900 euro per q1 ¼ 210, q2 ¼ 300]
Massimizzare la produzione (sotto vincolo di costo)
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 600K 0,75 L0,25 , indicando con K il capitale e con L il lavoro.
Il costo dei fattori di produzione è 3 per ogni unità di capitale e 2 per ogni unità di lavoro. Nell’ipotesi che il costo
complessivo di produzione sia 200, determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di ottenere la massima produzione, nonché il valore di tale produzione massima.
[K ¼ 50, L ¼ 25, Qmax ’ 25 226,89]
388
Þ
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 1000K0,25 L0,75 , indicando con K il capitale e con L il lavoro.
Il costo dei fattori di produzione è 4 per ogni unità di capitale e 6 per ogni unità di lavoro. Nell’ipotesi che il costo
complessivo di produzione sia 400, determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di ottenere la massima produzione, nonché il valore di tale produzione massima.
[K ¼ 25, L ¼ 50, Qmax ¼ 42 044,82]
389
Þ
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 500K0,5 L0,5 , indicando con K il capitale e con L il lavoro.
Il costo dei fattori di produzione è 4 per ogni unità di capitale e 2 per ogni unità di lavoro. Nell’ipotesi che il costo complessivo di produzione sia 150, determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di
ottenere la massima produzione, nonché il valore di tale produzione massima.
[K ¼ 18,75, L ¼ 37,5, Qmax ¼ 13 258,25]
390
Þ
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 1200K 0,4 L0,;6 , indicando con K il capitale e con L il lavoro.
Il costo dei fattori di produzione è 8 per ogni unità di capitale e 5 per ogni unità di lavoro. Nell’ipotesi che il costo
complessivo di produzione sia 200, determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di ottenere la massima produzione, nonché il valore di tale produzione massima.
[K ¼ 10, L ¼ 24, Qmax ¼ 20 291,21]
391
Þ
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 150K 0,75 L0,25 , indicando con K il capitale e con L il lavoro.
Il costo dei fattori di produzione è 5 per ogni unità di capitale e 10 per ogni unità di lavoro. Nell’ipotesi che il costo
complessivo di produzione sia 500, determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di ottenere la massima produzione, nonché il valore di tale produzione massima.
[K ¼ 75, L ¼ 12,5, Qmax ¼ 7188,11]
392
Þ
Minimizzare il costo (sotto vincolo di produzione)
1
2
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 50K 3 L 3 , essendo K il capitale ed L il lavoro. Il costo unitario
del capitale è 1 e il costo unitario del lavoro è 16. Nell’ipotesi che si vogliano produrre 1000 unità del bene, determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di minimizzare il costo di produzione, nonché il
valore di tale costo minimo.
[K ¼ 80, L ¼ 10, C ¼ 240]
393
Þ
67
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 50K 0,2 L0,8 , essendo K il capitale ed L il lavoro. Il costo unitario del capitale è 50 e il costo unitario del lavoro è 200. Nell’ipotesi che si vogliano produrre 4000 unità del bene,
determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di minimizzare il costo di produzione, nonché il valore di tale costo minimo.
[K ¼ L ¼ 80, C ¼ 20 000]
394
Þ
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 100K 0,5 L0,5 , essendo K il capitale ed L il lavoro. Il costo unitario del capitale è 40 e il costo unitario del lavoro è 90. Nell’ipotesi che si vogliano produrre 30 000 unità del bene,
determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di minimizzare il costo di produzione, nonché il valore di tale costo minimo.
[K ¼ 450, L ¼ 200, C ¼ 36 000]
395
Þ
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 250K 0,25 L0,75 , essendo K il capitale ed L il lavoro. Il costo
unitario del capitale è 150 e il costo unitario del lavoro è 250. Nell’ipotesi che si vogliano produrre 1000 unità del
bene, determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di minimizzare il costo di produzione,
nonché il valore di tale costo minimo.
[K ¼ 2,57, L ¼ 4,63, C ¼ 1544,39]
396
Þ
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 50K 0,4 L0,6 , essendo K il capitale ed L il lavoro. Il costo unitario del capitale è 30 e il costo unitario del lavoro è 40. Nell’ipotesi che si vogliano produrre 1200 unità del bene, determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di minimizzare il costo di produzione, nonché
il valore di tale costo minimo.
[K ¼ 22,36, L ¼ 25,16, C ¼ 1677,20]
397
Þ
Massimizzare l’utilità (sotto vincolo di reddito)
398 Una persona decide di acquistare due beni che hanno prezzi unitari (in euro) rispettivamente pari a p1 ¼ 4 e
Þ
p2 ¼ 8. La funzione di utilità è U ¼ 3q1 q2 e la persona dispone di una somma di denaro pari a 400 euro. Determina
le quantità dei due beni che il consumatore deve acquistare per fare in modo che l’utilità sia massima, e il valore di
tale utilità massima.
[q1 ¼ 50, q2 ¼ 25, U ¼ 3750 euro]
Una persona decide di acquistare due beni che hanno prezzi unitari (in euro) rispettivamente pari a p1 ¼ 10 e
p2 ¼ 25. La funzione di utilità è U ¼ 2q1 q2 e la persona dispone di una somma di denaro pari a 500 euro. Determina le quantità dei due beni che il consumatore deve acquistare per fare in modo che l’utilità sia massima, e il valore
di tale utilità massima.
[q1 ¼ 25, q2 ¼ 10, U ¼ 500 euro]
399
Þ
400 Una persona decide di acquistare due beni che hanno prezzi unitari (in euro) rispettivamente pari a p1 ¼ 5 e
Þ
p2 ¼ 10. La funzione di utilità è U ¼ q1 q2 þ q1 þ 2q2 e la persona dispone di una somma di denaro pari a 1200 euro.
Determina le quantità dei due beni che il consumatore deve acquistare per fare in modo che l’utilità sia massima, e
il valore di tale utilità massima.
[q1 ¼ 120, q2 ¼ 60, U ¼ 7440 euro]
Una persona decide di acquistare due beni che hanno prezzi unitari (in euro) rispettivamente pari a p1 ¼ 10 e
p2 ¼ 20. La funzione di utilità è U ¼ 4q1 q2 þ q1 þ 2q2 e la persona dispone di una somma di denaro pari a 1000 euro. Determina le quantità dei due beni che il consumatore deve acquistare per fare in modo che l’utilità sia massima, e il valore di tale utilità massima.
[q1 ¼ 50, q2 ¼ 25, U ¼ 5100 euro]
401
Þ
Una persona decide di acquistare due beni che hanno prezzi unitari (in euro) rispettivamente pari a p1 ¼ 750
e p2 ¼ 500. La funzione di utilità è U ¼ 30q1 q2 þ 15q1 þ 10q2 e la persona dispone di una somma di denaro pari a
75 000 euro.
402
Þ
a. Determina le quantità dei due beni che il consumatore deve acquistare per fare in modo che l’utilità sia
massima, e il valore di tale utilità massima.
b. Se la somma disponibile aumenta del 20%, di quanto varia in percentuale la massima utilità?
[a. q1 ¼ 50, q2 ¼ 75, U ¼ 114 000 euro; b. þ43,68%]
Una persona decide di acquistare due beni che hanno prezzi unitari (in euro) rispettivamente pari a
p1 ¼ 150 e p2 ¼ 200. La funzione di utilità è U ¼ q1 q2 þ 2q1 e la persona dispone di una somma di denaro pari a
20 000 euro.
403
Þ
a. Determina le quantità dei due beni che il consumatore deve acquistare per fare in modo che l’utilità sia
massima, e il valore di tale utilità massima.
b. Se la somma disponibile aumenta del 10%, di quanto varia in percentuale la massima utilità?
[a. q1 ¼ 68, q2 ¼ 49, U ¼ 3468 euro; b. þ20,57%]
68
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 1
RIEPILOGO
Esercizi di riepilogo
d. z ¼ ln
x2 y 2
x2 þ y 2
Per ciascun dominio, stabilisci se si tratta di un insieme aperto o chiuso e se si tratta di un insieme limitato o illimitato.
405
Þ
Determina e rappresenta graficamente i domini delle seguenti funzioni:
1
a. z ¼
2y x2
qffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
b. z ¼ 2y x2
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2y x2
d. z ¼
4y
c. z ¼ ln ð2y x2 Þ þ ln ð2 yÞ
Funzioni di due variabili
Determina e rappresenta graficamente i domini delle seguenti funzioni:
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 þ y 2
x2 y 2
x2 y 2
b. z ¼ 2
c. z ¼
a. z ¼ 2
2
2
x y
x þy
x2 þ y 2
404
Þ
Per ciascun dominio, stabilisci se si tratta di un insieme aperto o chiuso e se si tratta di un insieme limitato o illimitato.
406
Þ
Considera la funzione f ðx, yÞ ¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffi
y x þ x.
a. Determina e rappresenta graficamente il suo dominio.
b. Scrivi l’equazione del piano tangente alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ nel suo punto di ascissa x ¼ 4 e
ordinata y ¼ 5.
1
a. Il dominio è costituito da un angolo, inclusi i suoi lati; b. z ¼ ð2y þ 6 xÞ
4
407
Þ
Considera la funzione f ðx, yÞ ¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 þ y 2 5 þ 25 x2 y 2 .
a. Determina e rappresenta graficamente il suo dominio.
b. Scrivi l’equazione del piano tangente alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ nel suo punto di ascissa x ¼ 0 e
ordinata y ¼ 3.
1
a. Il dominio è costituito da una corona circolare chiusa; b. z ¼ ð3y þ 15Þ
4
408
Þ
Data la superficie di equazione z ¼ x2 4y 2 :
a. rappresenta le curve di livello;
b. scrivi l’equazione del piano tangente nel suo punto di ascissa e ordinata uguali a 1;
c. determina gli eventuali punti di massimo o minimo relativi o di sella;
d. determina i massimi e minimi relativi e assoluti, vincolati alla parabola di equazione y ¼ x2 .
a. Il fascio di iperboli di equazione x2 4y 2 ¼ k (iperbole degenere in due rette per k ¼ 0);
!
pffiffiffi
2 1
b. z ¼ 2x 8y þ 3; c. (0, 0): sella; d. min relativo in (0, 0), max assoluti in
,
8
4
409
Þ
Data la superficie di equazione z ¼ x2 þ 4y 2 :
a. rappresenta le curve di livello;
b. scrivi l’equazione del piano tangente nel suo punto di ascissa 1 e ordinata 1;
c. determina il massimo e il minimo assoluti della funzione, soggetta al vincolo x2 þ y 2 4.
[a. Il fascio di ellissi di equazione x2 þ 4y 2 ¼ k (ellisse degenere nell’origine per k ¼ 0);
b. z ¼ 2x 8y 5; c. max ¼ 16 in ð0,
410
Þ
2Þ; min ¼ 0 in (0, 0)]
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ x2 4y 2 þ y 4 :
a. scrivi l’equazione del piano tangente alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ nel suo punto di ascissa 1 e
ordinata 1;
b. determina eventuali punti di massimo e minimo relativi o di sella della funzione f ðx,yÞ;
c. determina il massimo e il minimo assoluti della funzione f ðx,yÞ, soggetta al vincolo x2 þ y 4 ¼ 4.
pffiffiffi
[a. z ¼ 2x þ 4y; b. (0, 0): sella, ð0,
2Þ: minimi; c. max ¼ 4 in ( 2, 0); min ¼ 4 in ð0,
pffiffiffi
2Þ]
69
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
411
Þ
Considera la superficie di equazione z ¼ e2x4x
2
þ2yy2
.
a. Scrivi l’equazione del piano tangente nel suo punto di intersezione con l’asse z.
b. Determina gli eventuali punti di massimo o minimo relativi o di sella.
x 0, y 0
c. Determina il massimo e il minimo assoluti della funzione nel triangolo definito dal sistema:
y 2x
1
1
5
12
4
a. z ¼ 2x þ 2y þ 1; b.
, 1 : massimo; c. max ¼ e in
, 1 e min ¼ e
in (2, 0)
4
4
412 Trova il massimo e il minimo assoluti della funzione reale delle variabili reali x, y: z ¼ xy, considerata nel
Þ
triangolo T di vertici (0, 0), (1, 0), (0, 1).
(Maturità per ragionieri programmatori, Sessione suppletiva 1986).
1
1 1
in
,
Min ¼ 0 in tutti i punti dei cateti del triangolo rettangolo; max ¼
4
2 2
413
Þ
Considera la funzione f ðx, yÞ ¼ x3 þ 2x2 y 6xy2 þ 8x.
a. Determina gli eventuali punti di massimo o minimo relativi o di sella.
b. Determina il minimo e il massimo assoluti della funzione nel rettangolo individuato dal sistema:
pffiffiffi !
2 3
76
1
2 x 0
: punti di sella; b. max ¼ 40 in ð2, 2Þ e min ¼ in 2, a. 0,
2 y 2
3
3
3
Dopo avere esposto i concetti di massimo e di minimo relativo e assoluto per le funzioni di due variabili, considera la funzione reale z, delle variabili reali x, y, definita da z ¼ x2 þ y 2 .
414
Þ
a. Determinane i punti di massimo e minimo assoluti nel quadrato di vertici:
Að1, 1Þ
Bð1, 1Þ
Cð1, 1Þ
Dð1, 1Þ
b. determina, se esistono, i punti di massimo e di minimo assoluti della medesima funzione z con il vincolo:
xy ¼ 4
(Maturità per ragionieri programmatori, Sessione ordinaria 1995)
[a. Min ¼ 0 in (0, 0) e max ¼ 2 nei quattro vertici del quadrato;
b. min ¼ 8 in ð2, 2Þ e (2, 2); non esiste massimo assoluto]
Considera la funzione f ðx, yÞ ¼ ayx2 þ by 2 x 3x.
1
sia un punto stazionario per la funzione.
a. Determina a e b in modo che 2,
2
415
Þ
In corrispondenza dei valori di a e b trovati:
b. Determina tutti i punti stazionari della funzione e specifica la loro natura.
c. Scrivi l’equazione del piano tangente alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ nel suo punto di ascissa x ¼ 1 e
ordinata y ¼ 1.
1
1
a. a ¼ 2, b ¼ 4; b. 2, e 2,
: punti di sella; c. z ¼ 11x þ 10y þ 12
2
2
416
Þ
Considera la funzione f ðx, yÞ ¼ ax2 4x þ y 3 þ by.
a. Determina a e b in modo che (1, 2) sia un punto stazionario per la funzione.
In corrispondenza dei valori di a e b trovati, rispondi alle seguenti ulteriori domande:
b. Determina tutti i punti stazionari della funzione e specifica la loro natura.
c. Scrivi l’equazione del piano tangente alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ nel suo punto di ascissa x ¼ 2 e
ordinata y ¼ 1.
[a. a ¼ 2, b ¼ 12; b. (1, 2): minimo (1, 2): sella; c. z ¼ 4x 9y 6]
Un’impresa produce due beni, che vende in regime di concorrenza perfetta al prezzo unitario p1 ¼ 750 e
p2 ¼ 500 rispettivamente. Il costo dei due beni è espresso dalla funzione:
417
Þ
C ¼ 20q21 þ 30q22 þ 30q1 q2 þ 30 000 1250q1 1500q2
dove q1 e q2 rappresentano le quantità prodotte.
70
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Un’impresa produce due beni, che vende in regime di concorrenza perfetta al prezzo unitario p1 ¼ 350 e
p2 ¼ 500 rispettivamente. Il costo dei due beni è espresso dalla funzione:
418
Þ
C ¼ 30q21 þ 10q22 þ 20q1 q2 þ 35 000 1900q1 700q2
dove q1 e q2 rappresentano le quantità prodotte.
Determina:
a. le quantità dei due beni che minimizzano il costo di produzione, e il valore di tale costo minimo;
b. le quantità dei due beni che consentono di realizzare il massimo utile, e il valore di tale utile massimo,
nell’ipotesi che tutta la quantità prodotta sia venduta.
[a. Costo minimo ¼ 4750 per q1 ¼ 30 e q2 ¼ 5; b. massimo utile ¼ 14 781,25 per q1 ¼ 26,25 e q2 ¼ 33,75]
419
Þ
Funzioni di due variabili
b. le quantità dei due beni che consentono di realizzare il massimo utile, e il valore di tale utile massimo,
nell’ipotesi che tutta la quantità prodotta sia venduta.
[a. Costo minimo ¼ 6250 per q1 ¼ 20 e q2 ¼ 15; b. massimo utile ’ 23 333,33 per q1 ¼ 40 e q2 ’ 13,33]
Unità 1
Determina:
a. le quantità dei due beni che minimizzano il costo di produzione, e il valore di tale costo minimo;
Le funzioni domanda di due beni venduti in regime di monopolio sono:
q1 ¼ 7200 24p1 e q2 ¼ 6400 16p2
I costi unitari di produzione sono rispettivamente C1 ¼ 100 euro e C2 ¼ 150 euro.
Determina le quantità dei due beni da produrre (e vendere) per conseguire il massimo utile, calcolando anche il valore di quest’ultimo.
[Massimo utile ¼ 490 000 euro per q1 ¼ 2400, q2 ¼ 2000]
420
Þ
Le funzioni domanda di due beni venduti in regime di monopolio sono:
q1 ¼ 2800 3p1 e q2 ¼ 2400 2p2
Il costo complessivo per la produzione dei due beni è espresso dalla funzione:
C ¼ 2q21 þ q22 þ 12 000
Determina le quantità dei due beni da produrre (e vendere) per conseguire il massimo utile, calcolando anche il valore di quest’ultimo.
[Massimo utile ¼ 321 333,33 euro per q1 ¼ 200, q2 ¼ 400]
Esercizi in inglese
421
Þ
Solve math in English Find an equation of the plane tangent to the surface z ¼ x2 2y 2 xy at the point
422
Þ
Solve math in English Find the absolute maximum and the minimum values of the function:
(0, 1, 2).
[z ¼ x 4y þ 2]
z ¼ x2 2x þ y 2 y
on the set fðx, yÞ 2 R2 j x 0, y 0, 2x þ y 4g.
Max ¼ 12 at (0, 4); min ¼ 5
1
at 1,
4
2
71
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Complementi di analisi e applicazioni all’economia
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
PROVA DI AUTOVERIFICA
Funzioni di due variabili
Determina il dominio delle seguenti funzioni e rappresentalo graficamente.
1
Þ
2
Þ
z ¼ ln ðx þ y 3Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
z ¼ y x2 þ 2 þ 4 y
3
Þ
4
Þ
5
Þ
2y
z ¼ ln
1x
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
z ¼ x2 þ y 2 1 þ ln ð9 x2 y 2 Þ
Rappresenta le curve di livello della funzione z ¼ x2 þ y 2 4x.
Determina l’equazione del piano tangente alla superficie di equazione z ¼ x3 x2 y y 2 nel suo punto di
ascissa 1 e ordinata 2.
6
Þ
7
Þ
Determina il massimo e il minimo assoluti della funzione z ¼ x2 y 2 x4 nel triangolo definito dal sistema:
8
Þ
Determina il massimo e il minimo assoluti della funzione:
8
>
<x 0
y0
>
:
y 3x
z ¼ x2 þ y 2 4x 2y
soggetta al vincolo x2 þ y 2 20.
Un’impresa produce due beni, che vende in regime di concorrenza perfetta ai prezzi unitari (in euro)
p1 ¼ 640 e p2 ¼ 340.
Il costo settimanale di produzione dei due beni è espresso dalla funzione:
9
Þ
Cðq1 , q2 Þ ¼ 25q21 þ 10q22 þ 20q1 q2
dove q1 e q2 rappresentano le quantità prodotte dei due beni.
Determina la quantità di ciascuno dei due beni che deve essere prodotta settimanalmente in modo da realizzare il
massimo utile, e il valore di tale utile massimo, nell’ipotesi che le quantità prodotte vengano interamente vendute.
Una persona decide di acquistare due beni che hanno prezzi unitari (in euro) rispettivamente pari a p1 ¼ 25 e
p2 ¼ 10. La funzione di utilità è U ¼ 3q1 q2 e la persona dispone di una somma di denaro pari a 1000 euro. Determina le quantità dei due beni che il consumatore deve acquistare per fare in modo che l’utilità sia massima, e il valore
di tale utilità massima.
10
Þ
Valutazione
Esercizio
Punteggio
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Totale
0,5
1
1
1
1
0,5
1
1
1,5
1,5
10
Punteggio
ottenuto
Tempo massimo: 1 h 30 min
72
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
3Risposte in fondo al volume
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
A
Laboratorio di informatica
Tema
Tema A
ATTIVITÀ GUIDATE
Attività 1 GeoGebra
Data la funzione z ¼ x 2 þ y 2 2x:
Se hai difficoltà a svolgere
le attività guidate,
fai riferimento ai file
disponibili on-line.
rappresentiamo con GeoGebra le curve di livello della funzione;
deduciamo, se esistono, il minimo e il massimo assoluti della funzione, sottoposta
al vincolo x þ y 4 ¼ 0.
a. Rappresentazione di alcune curve di livello
Per rappresentare, utilizzando GeoGebra, alcune curve di livello della funzione
z ¼ x2 þ y 2 2x è possibile ricorrere al comando predefinito successione. Per
esempio, per rappresentare le linee di livello di equazione x2 þ y 2 2x ¼ k con
k ¼ 0, 1, 2, 3, 4, 5, è sufficiente digitare nella riga di inserimento:
successione [x^2+y^2-2x=k,k,0,5]
e premere Invio: immediatamente GeoGebra restituisce il grafico delle linee di livello desiderate (vedi la figura qui sotto).
successione [x^2+y^2-2x=k, k, 0, 2, 0.5]
e premere Invio.
Tenendo conto di queste indicazioni, traccia con GeoGebra le curve di livello di
equazione x2 þ y 2 2x ¼ k corrispondenti:
1. ai valori di k interi compresi tra 5 e 10 (estremi inclusi);
2. ai seguenti valori di k : 0; 0,25; 0,5; 0,75; 1;1,25;1,5;1,75; 2.
Osserva
Nell’argomento del
comando successione
vanno inseriti, nell’ordine:
l’espressione della
funzione;
il parametro al variare
del quale si ottengono
le curve (k);
il valore iniziale del
parametro;
il valore finale del
parametro.
Informatica – GEOGEBRA
Se avessimo voluto disegnare curve di livello corrispondenti a valori non interi di
k, avremmo dovuto specificare il passo con cui GeoGebra incrementa i valori di k
(passo che, se non specificato, per default è uguale a 1). Per esempio, per rappresentare le linee di livello corrispondenti a: k ¼ 0; 0,5; 1; 1,5; 2 basta digitare:
Laboratorio di informatica
Curve di livello con GeoGebra
73
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
b. Esplorazione
Per formulare una congettura sull’esistenza del minimo e del massimo assoluti
utilizzando il metodo delle curve di livello segui queste istruzioni:
1. definisci uno slider di nome k (con k variabile, per esempio, tra 5 e 20);
2. traccia i grafici delle due equazioni:
x2 þ y 2 2x ¼ k
e
xþy4¼0
Tema A
Laboratorio di informatica
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
3. muovendo lo slider e osservando come variano i grafici delle curve di livello,
rispondi alle seguenti domande.
– Esiste un valore minimo di k al di sotto del quale le curve di livello non hanno intersezioni con la retta che costituisce il vincolo?
– Esiste un valore massimo di k oltre il quale le curve di livello non hanno intersezioni con la retta che costituisce il vincolo?
– Che cosa puoi dedurre circa l’esistenza del minimo e del massimo assoluti
della funzione soggetta al vincolo assegnato?
– Riesci a formulare una congettura sul valore del minimo assoluto della funzione?
Informatica – GEOGEBRA
c. Risoluzione algebrica
74
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Come dovresti avere notato nelle esplorazioni svolte al passo precedente, il minimo assoluto della funzione viene raggiunto in corrispondenza del valore di k per
cui la retta è tangente alla circonferenza.
1. Individua il valore esatto di k per cui si verifica la tangenza, imponendo che
sia nullo il discriminante dell’equazione risolvente il sistema formato dall’equazione della generica linea di livello, x2 þ y 2 2x ¼ k, e dall’equazione del
vincolo. Il valore che hai trovato algebricamente è coerente con quello stimato
nell’esplorazione al passo precedente? Qual è dunque il minimo assoluto della
funzione, soggetta al vincolo assegnato?
2. Individua il punto (x, yÞ in corrispondenza del quale viene raggiunto il minimo assoluto attribuendo a k il valore poc’anzi trovato e risolvendo il sistema di
cui al passo precedente.
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Data la funzione z ¼ x2 þ 4y 2 :
a. rappresenta con GeoGebra alcune curve di livello;
b. formula una congettura sull’esistenza e sull’eventuale valore del minimo e del
massimo assoluti della funzione, soggetta al vincolo x þ y ¼ 4;
c. risolvi il problema di cui al punto precedente con i metodi dell’analisi e confronta
il risultato trovato con le congetture formulate.
2
Þ
Data la funzione z ¼ x þ 2y:
a. rappresenta con GeoGebra alcune curve di livello;
b. formula una congettura sull’esistenza e sull’eventuale valore del minimo e del
massimo assoluti della funzione, soggetta al vincolo y ¼ x2 þ 2x;
c. risolvi il problema di cui al punto precedente con i metodi dell’analisi e confronta
il risultato trovato con le congetture formulate.
Laboratorio di informatica
1
Þ
Tema A
ATTIVITÀ PROPOSTE
Informatica – GEOGEBRA
75
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema A
Verso le competenze
Tema
A
Verso le competenze
UTILIZZARE LE TECNICHE DELL’ANALISI
Rappresenta graficamente il dominio di ciascuna
delle seguenti funzioni. Stabilisci quindi se il dominio è un sottoinsieme di R2 chiuso o aperto, limitato o illimitato.
1
Þ
2
Þ
3
Þ
exy
xyþ4
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
z ¼ ex 2x y
7
Þ
8
Þ
ln ðy x2 Þ
z ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
4 x2 y 2
9
Þ
z¼
5
Þ
6
Þ
Determina gli eventuali punti stazionari della
funzione f ðx, yÞ ¼ x3 þ 6xy2 12x e stabilisci se si tratta di punti di massimo o minimo relativo o di sella.
pffiffiffi
[(–2, 0): max; (2, 0): min; ð0;
2Þ: sella]
14
Þ
z¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
16 x2 y 2
y
z ¼ y ln ð4 x2 Þ þ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x 16 y 2
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
z ¼ x2 þ y 2 1 þ 18 2x2 2y 2
x
z ¼ ln
2y
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2
z¼
yþ2
4
Þ
z ¼ ln x þ ln y þ
Determina gli eventuali punti stazionari della
2
funzione f ðx, yÞ ¼ ðx yÞexy e stabilisci se si tratta di
punti di massimo o minimo relativo o di sella.
1 1
min in ,
2 2
15
Þ
Determina i punti, appartenenti alla superficie di
equazione z ¼ x3 y 3 x2 y 2 , in cui il piano tangente
è orizzontale.
3
3 27
(0, 0, 0);
, ,
2
2 16
16
Þ
Determina i punti, appartenenti alla superficie di
equazione z ¼ x3 27x2 y 2 2y, in cui il piano tangente è orizzontale.
[ð0, 1, 1Þ; ð18, 1, 2915Þ]
17
Þ
ln x
ln ðx yÞ
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x ffi
y
þ
ln
10
z
¼
ln
Þ
x2
2y
y
C
3
Considera la funzione f ðx, yÞ ¼ xy2 .
a. Scrivi l’equazione del piano tangente alla superficie di equazione z ¼ f ðx, yÞ nel suo punto di ascissa
2 e ordinata 1.
b. Determina il minimo e il massimo assoluti della
funzione, soggetta al vincolo x2 þ y 2 ¼ 12.
[a. z ¼ x 4y þ 4; b. max ¼ 16,
pffiffiffi
pffiffiffi
raggiunto in ð2, 2 2Þ, min ¼ 16 in ð2, 2 2Þ]
18
Þ
11 Il dominio di una funzione z ¼ f ðx, yÞ è il rettanÞ
golo ABCD in figura. Rappresenta il dominio della funzione z ¼ f ðx y, x þ yÞ.
D
Determina gli eventuali punti stazionari della
funzione f ðx, yÞ ¼ x3 6x2 y 2 þ 4y e stabilisci se si
tratta di punti di massimo o minimo relativo oppure
di sella.
[(0, 2): max; (4, 2): sella]
13
Þ
2
Determina il minimo e il massimo assoluti della
funzione f ðx, yÞ ¼ x y, soggetta al vincolo:
19
Þ
1
x
–3 –2 –1 O
–1
1
2
x2 þ 4y 2 ¼ 20
3
[Max ¼ 5 in ð4, 1Þ e min ¼ 5 in ð4, 1Þ]
–2
A
–3
Determina il minimo e il massimo assoluti della
funzione f ðx, yÞ ¼ 2xy, soggetta al vincolo:
20
Þ
B
Il dominio di una funzione z ¼ f ðx, yÞ è il rettangolo ABCD in figura. Rappresenta il dominio della funzione z ¼ f ðx2 þ y 2 , x þ yÞ.
12
Þ
D
y
C
2
1
x
–4 –3 –2 –1 O
–1
A
76
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
–2
1
2
3
4
B
x2 þ y 2 xy ¼ 12
pffiffiffi
pffiffiffi
pffiffiffi pffiffiffi
[Max ¼ 24 in ð2 3, 2 3Þ e ð2 3, 2 3Þ;
min ¼ 8 in ð2, 2Þ e ð2, 2Þ]
Determina il minimo e il massimo assoluti della
funzione f ðx, yÞ ¼ 2xy2 y 4 , soggetta ai vincoli:
x 0, y 0
21
Þ
y 1x
3
1 1
Min ¼ 1 in ð0, 1Þ e max ¼
in
,
16
2 2
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
22
Þ
Determina a e b in modo che ð1, 1Þ risulti un punto stazionario per la funzione f ðx, yÞ ¼ axy 2 þ by 3 þ x4 .
8
a ¼ 4, b ¼ 3
Tema A
23
Þ
Determina a e b in modo che ð1, 1Þ risulti un punto stazionario per la funzione f ðx, yÞ ¼ ax2 y þ by 2 þ x3 .
3
3
a¼ ,b¼
2
4
24
Þ
Determina per quali valori di k il piano di equazione z ¼ k è tangente alla superficie di equazione:
Verso le competenze
z ¼ ex x þ y 3 3y
25
Þ
[k ¼ 1 _ k ¼ 3]
Determina per quali valori di k il piano di equazione z ¼ k è tangente alla superficie di equazione:
z ¼ x2 4x þ xy2
[k ¼ 4 _ k ¼ 0]
Considera la superficie di equazione z ¼ kx2 ðk 2Þy 3 . Determina k in modo che il piano tangente alla superficie nel suo punto di ascissa 1 e ordinata 1 sia:
a. passante per l’origine;
b. parallelo all’asse x;
4
c. parallelo all’asse y.
a. k ¼ ; b. k ¼ 0; c. k ¼ 2
3
26
Þ
Considera la superficie di equazione z ¼ ðk 1Þx3 2kxy2 . Determina k in modo che il piano tangente alla
superficie nel suo punto di ascissa 2 e ordinata 1 sia:
a. passante per l’origine;
b. parallelo all’asse x;
6
c. parallelo all’asse y.
a. k ¼ 2; b. k ¼ ; c. k ¼ 0
5
27
Þ
28
Þ
Determina per quali valori di k l’origine risulta un punto di sella per la funzione:
f ðx, yÞ ¼ x2 ky 2 xy2 y 2
29
Þ
[k 1]
Determina per quali valori di k l’origine risulta un punto di massimo relativo per la funzione:
f ðx, yÞ ¼ 2x2 xy3 y 2 kx2
[k > 2]
RISOLVERE PROBLEMI E COSTRUIRE MODELLI
Un’azienda può produrre un bene presso due diversi stabilimenti. Il costo (in euro) per la produzione di q1
unità del bene presso il primo stabilimento è espresso dalla funzione C1 ¼ q21 þ 2q1 þ 250.
Il costo (in euro) per la produzione di q2 unità del bene presso il secondo stabilimento è espresso dalla funzione
C2 ¼ 2q22 þ 10q2 þ 100. Ogni unità del bene, indipendentemente dallo stabilimento di produzione, viene venduta
a 50 euro. Supponiamo che vengano prodotte q1 unità nel primo stabilimento, q2 nel secondo e che tutte queste
unità prodotte vengano vendute; affinché l’utile generato da tale vendita sia massimo, come dovrebbero essere le
quantità q1 e q2 ?
[q1 ¼ 24, q2 ¼ 10]
30
Þ
Un’azienda produce due modelli di un certo tipo di armadi, il modello standard e il modello di lusso. Il costo
settimanale per la produzione di x armadi del tipo standard e y armadi di lusso è espresso dalla funzione:
31
Þ
Cðx, yÞ ¼ 60x þ 80y 2xy þ 5000
Ogni settimana devono essere prodotti almeno 80 armadi standard e almeno 100 armadi di lusso; inoltre gli armadi standard prodotti possono essere al massimo 200 e gli armadi di lusso prodotti possono essere al massimo 150.
Quanti armadi standard e quanti di lusso dovrebbero essere prodotti in una settimana, per minimizzare i costi?
[200 armadi standard e 150 di lusso]
Il profitto derivante dalla vendita della quantità x di un primo bene e della quantità y di un secondo bene è
espresso dalla funzione:
32
Þ
Uðx, yÞ ¼ 40x þ 60y 0,2 2x2 þ y 2
Le quantità x e y sono misurate in kilogrammi e non può essere venduta complessivamente una quantità dei due
beni superiore a 1 t. Determina le quantità dei due beni che dovrebbero essere vendute per ottenere il massimo
profitto.
[50 kg del primo bene e 150 kg del secondo]
77
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Verso le competenze
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
La funzione di produzione di un dato bene è Q ¼ 800K 0,75 L0,25 , indicando con K il capitale e con L il lavoro.
Il costo dei fattori di produzione è 50 euro per ogni unità di capitale e 25 euro per ogni unità di lavoro. Nell’ipotesi
che il costo complessivo di produzione debba essere di 10 000 euro, determina la combinazione dei fattori produttivi K ed L che consente di ottenere la produzione massima.
[K ¼ 150, L ¼ 100]
33
Þ
Tra i punti appartenenti al piano di equazione x 2y z þ 4 ¼ 0, determina quello più vicino all’origine.
(Suggerimento: è sufficiente minimizzare il quadrato della distanza di un generico punto appartenente al piano dal
l’origine)
2 4 2
,
,
3 3 3
34
Þ
35
Þ
Determina il punto più vicino all’origine, appartenente alla superficie di equazione z ¼ x2 2y þ 1.
2 1
0,
,
5 5
VERSO LE PROVE INVALSI
La regione di piano in figura rappresenta il dominio di quale delle seguenti funzioni?
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
A z¼
x2 y 2 þ ln ð4 x2 y 2 Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
B z¼
4 x2 y 2 þ ln ðx2 y 2 Þ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 y 2
C z¼
ln ð4 x2 y 2 Þ
1
Þ
D
Da che cosa è costituito il dominio della funziox2 y xy2
?
ne z ¼
x 2y 1
2
Þ
A
B
C
D
Nessuna delle precedenti
3
Þ
y
A
2
B
1
C
D
–2
O
–1
1
2 x
4
Þ
Da tutto R2
Da R2 fð0, 0Þg
Da R2 , esclusi i punti di una retta
Da un semipiano aperto
pffiffiffi
Il dominio della funzione z ¼ x þ ln y è:
un insieme aperto
un insieme chiuso
un insieme che non risulta né aperto né chiuso
un insieme limitato
Quale delle seguenti funzioni è continua in tutto
2
R ?
–1
A
–2
B
x2
þ y2
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
z ¼ x2 þ y 2 1
z¼
x2
C
z ¼ ln ðx2 þ y 2 þ 1Þ
D
z¼
1
ln ðx2 þ y 2 þ 1Þ
Completa la seguente tabella scrivendo, a fianco dell’insieme descritto a parole e rappresentato nella prima
colonna, la rappresentazione analitica dell’insieme stesso e l’espressione analitica di una funzione che abbia come
dominio tale insieme.
5
Þ
Descrizione e rappresentazione dell’insieme
Rappresentazione analitica
dell’insieme rappresentato
Espressione analitica di una
funzione che ha come dominio
l’insieme rappresentato
L’insieme costituito dai punti appartenenti al
primo e al terzo quadrante.
.........................................................................
.........................................................................
.........................................................................
.........................................................................
y
2
1
–2
–1
O
–1
–2
78
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
1
2 x
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
.........................................................................
.........................................................................
.........................................................................
.........................................................................
.........................................................................
.........................................................................
.........................................................................
.........................................................................
Tema A
La striscia di piano limitata dalla due rette r
ed s.
y
s
Verso le competenze
4
3
r
2
1
x
O
–1
1
2
3
L’insieme costituito dai punti interni del
cerchio avente centro nell’origine e raggio 3.
y
3
2
1
x
–3 –2 –1 O
–1
1
2
3
–2
–3
6
Þ
A
7
Þ
A
8
Þ
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ x3 y þ 3x4 y 2 , quanto vale f 0x ð1, 1Þ þ f 0y ð1, 1Þ?
4
B
C
3
D
4
D
15
Quanto vale l’hessiano della funzione f ðx, yÞ ¼ x3 y þ xy2 nel punto ð1, 2Þ?
50
B
25
C
0
2
Quale delle seguenti è la derivata parziale prima della funzione f ðx, yÞ ¼ x2 exy rispetto alla variabile x?
A
f 0x ðx, yÞ ¼ 2x3 yexy
B
f 0x ðx, yÞ ¼ exy ðx2 y 2 þ 2xÞ
9
Þ
2
2
2
C
f 0x ðx, yÞ ¼ 2xexy
D
f 0x ðx, yÞ ¼ 2xy2 exy
2
2
2
Quale delle seguenti è la derivata parziale prima della funzione f ðx, yÞ ¼ x2 exy rispetto alla variabile y?
A
f 0y ðx, yÞ ¼ 2x3 yexy
B
f 0y ðx, yÞ ¼ exy ðx2 y 2 þ 2xÞ
2
2
C
f 0y ðx, yÞ ¼ x2 e2xy
D
f 0y ðx, yÞ ¼ 2xy2 exy
2
Stabilisci quali affermazioni sono vere e quali sono false, relativamente a una funzione f : R2 ! R, continua
in tutto R2 e dotata di derivate parziali continue.
10
Þ
a. se f 0x ð1, 2Þ ¼ f 0y ð1, 2Þ ¼ 0, allora ð1, 2Þ è un punto di estremo relativo per la funzione f
V
F
b. se ð1, 2Þ è un punto stazionario per la funzione f e risulta Hð1, 2Þ < 0, allora ð1, 2Þ è un punto
di sella
V
F
c. se l’hessiano della funzione f è nullo in corrispondenza del punto ð1, 2Þ allora ð1, 2Þ può essere
un punto di massimo o minimo relativo, ma non di sella
V
F
V
F
d. se (1, 2) è un punto stazionario per la funzione f e risulta Hð1, 2Þ > 0 ed
è un punto di massimo relativo per la funzione f
11
Þ
A
f 00xx
ð1, 2Þ < 0, allora ð1, 2Þ
Quale dei seguenti è un punto di minimo relativo per la funzione f ðx, yÞ ¼ 6x x3 2y 2 ?
pffiffiffi
pffiffiffi
B ð0, 0Þ
C ð 2, 0Þ
D Nessuno dei precedenti
ð 2, 0Þ
79
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema A
Verso le competenze
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
È data la funzione f ðx, yÞ ¼ x2 y.
a. Spiega perché possiamo essere certi che esiste il piano tangente alla superficie di equazione z ¼ x2 y nel suo
punto di ascissa 1 e ordinata 2.
12
Þ
.................................................................................................................................................................................................................................................................
b. Scrivi l’equazione del piano tangente:
.................................................................................................................................................................................................................................................................
c. Riporta i calcoli necessari per giungere all’equazione di cui al punto b.
.................................................................................................................................................................................................................................................................
La funzione f ðx, yÞ ¼ x3 3y 2 , soggetta al vincolo x2 þ y 2 ¼ 4:
A ammette massimo assoluto uguale a 12 e minimo assoluto uguale a 8
B ammette massimo assoluto uguale a 8 e minimo assoluto uguale a 12
C presenta massimo assoluto uguale a 10 mentre non ammette minimo assoluto
D presenta minimo assoluto uguale a 10 mentre non ammette massimo assoluto
2 x 2
3
2
14
La
funzione
f
ðx,
yÞ
¼
x
2y
y
,
soggetta
ai
vincoli
:
Þ
2 y 2
13
Þ
A
B
C
D
15
Þ
ammette massimo assoluto uguale a 9 e minimo assoluto uguale a 16
ammette massimo assoluto uguale a 10 e minimo assoluto uguale a 15
presenta massimo assoluto uguale a 11 mentre non ammette minimo assoluto
presenta minimo assoluto uguale a 14 mentre non ammette massimo assoluto
Nella figura sono state tracciate alcune linee di livello; a quale delle seguenti funzioni appartengono?
A
z ¼ x2 þ 4y
B
z ¼ x2 þ 4y 2
3
C
z ¼ x2 4y 2
2
D
z ¼ 4xy
1
16
Þ
Quanto vale
A
0
B
1
C
þ1
D
Non esiste
17
Þ
A
y
lim
ðx, yÞ!ð0;0Þ
x
x3 y
?
x4 þ y 4
–6 –5 –4 –3 –2 –1 O
–1
1
2
3
4
5
6
–2
–3
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ x3 y 3 2xy, quanto vale f 00xx þ f 00xy þ f 00yx þ f 00yy nel punto ð1, 1Þ?
8
B
4
C
4
D
8
L’utile U (in euro) derivante dalla vendita della quantità q1 di un certo bene e della quantità q2 di un altro bene è espresso dalla funzione U ¼ 150q1 þ 90q2 4q21 q22 2q1 q2 . Qual è l’utile massimo che è possibile ottenere?
18
Þ
A
1500 euro
B
2325 euro
C
5000 euro
D
6725 euro
Un’azienda riceve un ordine di 100 unità di un dato bene. Il bene può essere prodotto presso due diversi stabilimenti, 1 e 2. Il costo complessivo C per produrre q1 unità del bene nello stabilimento 1 e q2 unità nello stabilimento 2 è espresso dalla funzione C ¼ 2q21 þ 0; 5q22 þ 24q1 þ 4q2 . Come va suddivisa la produzione delle 100 unità
del bene tra i due stabilimenti in modo da minimizzare il costo complessivo?
19
Þ
A
B
80 unità nello stabilimento 1 e 20 nel 2
20 unità nello stabilimento 1 e 80 nel 2
C
D
16 unità nello stabilimento 1 e 84 nel 2
84 unità nello stabilimento 1 e 16 nel 2
Una superficie z ¼ f ðx, yÞ è tale che tutte le sue sezioni con piani paralleli al piano xz sono rette e tutte le sue
sezioni con piani paralleli al piano yz sono rette. È vero, allora, che la superficie deve essere necessariamente un
piano?
NO
a. Risposta: SÌ
20
Þ
b. Giustifica la tua risposta:
.................................................................................................................................................................................................................................................................
80
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
TEMA
B
Ricerca operativa
Già nel volume precedente abbiamo
affrontato, con gli strumenti dell’analisi, problemi
il cui obiettivo era quello di compiere
una scelta ottima, per esempio ai fini di
minimizzare un costo o massimizzare un profitto.
Esistono tuttavia svariati altri tipi di problemi
decisionali, per affrontare molti dei quali gli
strumenti dell’analisi non sono
sufficienti: per esempio, per scegliere tra
alternative che dipendono da eventi aleatori
è necessario l’ausilio degli strumenti del calcolo
della probabilità; per scegliere tra varie
PREREQUISITI
3Massimi e minimi per le funzioni
di una variabile
3Valore medio, varianza e deviazione
standard di una variabile aleatoria
3Regime di interesse composto
e rendite
COMPETENZE
3Utilizzare modelli matematici per
risolvere problemi di scelta di vario
tipo, sia in condizione di certezza
sia in condizione di incertezza
proposte di investimento o di finanziamento occorre
utilizzare anche gli strumenti della matematica
finanziaria.
Data la frequenza e la rilevanza
dei problemi di scelta che naturalmente
sorgono per esempio nella pianificazione
industriale, è nata (in tempi relativamente
recenti, durante la Seconda Guerra Mondiale) una
disciplina specifica, la ricerca operativa, che
si occupa proprio dello sviluppo e dell’applicazione
di metodi quantitativi che consentano di affrontare
razionalmente problemi decisionali complessi.
Nelle prossime Unità getteremo uno sguardo su
questa disciplina.
Unità 2
Problemi di scelta in condizione di certezza
Unità 3
Problemi di scelta con effetti differiti
e in condizione di incertezza
Unità 4
Programmazione lineare
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Una parte importante della ricerca
operativa è la cosiddetta programmazione
lineare. Essa si occupa di trovare la migliore
distribuzione di un certo numero di risorse,
secondo un determinato criterio
di ottimizzazione che può consistere
nel minimizzare un costo o massimizzare
un profitto. Tecniche di programmazione
lineare sono state utilizzate per esempio da
molte compagnie aeree sia per minimizzare
i costi del carburante, sia per ottimizzare
la gestione degli equipaggi.
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità
2
Problemi di scelta
in condizione di certezza
Tema B
1. Introduzione alla ricerca operativa
Che cos’è la ricerca operativa
Dalla storia
Le ricerca operativa è una
disciplina relativamente
recente. I primi studi di
ricerca operativa risalgono
infatti alla fine degli anni
Trenta del secolo scorso, e
nascono allo scopo di
ottimizzare l’efficienza di
alcune operazioni militari
durante la Seconda Guerra
Mondiale. L’espressione
«ricerca operativa» deriva
dall’inglese operational
research.
Attenzione!
Nei modelli semplificati che
prenderemo in
considerazione i dati saranno
già forniti (quindi non ci
occuperemo della fase della
raccolta delle informazioni) e
i modelli matematici
saranno molto elementari,
tali da potere essere
affrontati anche «a mano».
Occorre tenere presente però
che nei problemi reali i
modelli matematici possono
contenere decine di migliaia
di vincoli e centinaia di
migliaia di variabili, nel qual
caso sono risolvibili solo con
l’ausilio del calcolatore,
tramite opportuni algoritmi.
Inoltre, a causa della
complessità dei problemi che
si pongono nella realtà, è
sovente necessario che il
gruppo di ricercatori
incaricato di risolvere il
problema sia formato da
specialisti di varie discipline
(matematici, statistici, fisici,
ingegneri, economisti ecc.).
82
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
La ricerca operativa è la disciplina che si occupa dello studio e dell’applicazione
di metodi quantitativi alla risoluzione di problemi decisionali complessi. Tipicamente, si presentano problemi di questo tipo nella pianificazione della produzione industriale e nell’organizzazione aziendale, ma anche in svariati altri ambiti,
quali la finanza, la gestione del traffico aereo o ferroviario, la progettazione di reti
di telecomunicazione e di circuiti elettronici ecc.
Per esempio, la ricerca operativa può fornire strumenti utili al fine di:
decidere come gestire le scorte di magazzino in modo da minimizzare i costi
complessivi;
scegliere tra varie possibilità di investimento in modo da minimizzare i rischi
o massimizzare i ricavi;
stabilire dove costruire celle telefoniche in modo da massimizzare la copertura
del territorio o minimizzare i costi;
progettare una scheda madre in modo da minimizzare le lunghezze dei percorsi seguiti dai segnali elettrici.
L’approccio a un problema di ricerca operativa e la sua risoluzione si suddividono
solitamente nelle seguenti fasi, comuni a tutti gli ambiti della modellizzazione
matematica:
1. formulazione del problema da risolvere e raccolta delle informazioni (i dati);
2. costruzione del modello matematico;
3. risoluzione del modello;
4. validazione del modello (per stabilire se interpreta bene la realtà) e interpretazione delle soluzioni ottenute in relazione al problema reale.
Tipicamente, nella costruzione del modello matematico di un problema di ricerca operativa, si individuano:
una funzione y ¼ f ðx1 , x2 , ..., xn ), detta funzione obiettivo, dove x1 , x2 , ..., xn
sono le variabili indipendenti (in questo contesto chiamate talvolta variabili
d’azione o variabili di decisione);
un insieme di vincoli, espressi tramite equazioni o disequazioni nelle variabili,
che esprimono i legami esistenti tra le variabili stesse e le limitazioni derivanti
dallo specifico problema in esame. In particolare, i vincoli del tipo x1 0,
x2 0, ..., xn 0 vengono detti vincoli di segno, mentre gli altri vincoli vengono detti vincoli tecnici.
L’insieme dei valori delle variabili per cui tutti i vincoli sono soddisfatti costituisce la regione (o l’insieme) ammissibile.
Il modello del problema consiste precisamente nel determinare il massimo o il
minimo della funzione obiettivo nella regione ammissibile.
I problemi di scelta e la loro classificazione
Getteremo uno sguardo sulla ricerca operativa relativamente ai cosiddetti problemi di scelta (o di decisione). Una prima classificazione di tali problemi può
essere effettuata sulla base del numero delle variabili utilizzate per costruirne il
modello matematico: un problema può essere in una variabile o in più variabili; in ciascuno dei due casi poi il problema può essere discreto, se i valori che possono assumere le variabili sono in numero finito, oppure continuo, se le variabili
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 2
possono assumere (almeno teoricamente) tutti i valori di uno o più intervalli reali
(Figura 2.1).
In questa Unità tratteremo problemi in una variabile (sia discreti sia continui),
mentre nell’Unità 4 tratteremo alcuni particolari problemi in più variabili: i problemi di programmazione lineare.
Problemi di scelta in condizione di certezza
discreti
in una variabile
continui
Problemi di scelta
discreti
in più variabili
continui
Figura 2.1
Un’altra classificazione dei problemi di scelta (Figura 2.2) è legata alle condizioni
in cui la scelta stessa deve essere operata; un problema di scelta si dice:
in condizione di certezza, se la decisione deve essere presa sulla base di dati
certi e le conseguenze della decisione sono determinabili a priori;
in condizione di incertezza, se intervengono nel problema delle grandezze
che dipendono da eventi aleatori (grandezze che nella costruzione del modello
matematico saranno perciò rappresentate da variabili aleatorie, di cui può essere nota o meno la distribuzione di probabilità);
con effetti immediati, se l’intervallo di tempo che intercorre tra la scelta e la
sua realizzazione è breve e non ha conseguenze sulle grandezze economiche in
gioco (come per esempio la scelta della quantità di un dato bene da produrre);
con effetti differiti, se l’intervallo di tempo che intercorre tra la scelta e i suoi
effetti ha conseguenze rilevanti sulle grandezze economiche in gioco e va
quindi necessariamente preso in considerazione (come per esempio nella scelta di investimenti o finanziamenti).
a effetti immediati
in condizione
di certezza
a effetti differiti
Problemi di scelta
in condizione
di incertezza
Figura 2.2
a effetti immediati
a effetti differiti
Prova tu
ESERCIZI a p. 97
Inventa qualche esempio di problema di scelta e classificalo in base alle caratteristiche delle variabili e alle condizioni
in cui la scelta deve essere operata.
2. Problemi di scelta in condizione
di certezza (caso continuo)
In questo paragrafo prenderemo in considerazione problemi di scelta in condizione di certezza nel caso continuo, limitatamente a problemi che si formalizzano
tramite una sola variabile. In questi casi la funzione obiettivo y ¼ f ðxÞ sarà una
funzione reale di variabile reale e il modello del problema consisterà nel trovare
il massimo o il minimo (assoluto) della funzione obiettivo nella regione ammissibile D.
83
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Tema B
Ricerca operativa
Supponendo che la funzione sia continua e derivabile in D, eccetto al più un numero finito di punti, il problema si può allora risolvere tramite i metodi dell’analisi visti nel volume precedente:
1. si determinano gli eventuali punti stazionari della funzione f in D;
2. si valuta la funzione f nei punti di frontiera dell’insieme D (ovvero negli estremi se D è un intervallo), negli eventuali punti di discontinuità o di non derivabilità e nei punti stazionari; il più grande e il più piccolo dei valori trovati sono
il massimo e il minimo assoluto di f in D (supposto che questi ultimi esistano).
PROBLEMA
1 Massimizzare un utile
Un grossista di prodotti alimentari si rifornisce ogni settimana di un certo prodotto, che acquista al prezzo di 20 euro
al kilogrammo per ordini fino a 100 kg e al prezzo scontato del 20% per ordini superiori ai 100 kg. Ogni settimana il
grossista sostiene per la conservazione del prodotto acquistato un costo variabile pari, in euro, al 5% del quadrato del
numero di kilogrammi acquistati e un costo aggiuntivo fisso di 250 euro se la quantità acquistata è superiore ai 100 kg.
Il grossista rivende il prodotto acquistato al prezzo di 28 euro al kilogrammo; inoltre, la massima quantità che può acquistare settimanalmente è di 200 kg. Determinare la quantità di prodotto che il grossista deve acquistare ogni settimana per conseguire il massimo utile, supponendo che tutta la quantità acquistata venga rivenduta.
FAMILIARIZZIAMO CON IL PROBLEMA
Dati
Costi:
20 euro al kg þ 5% (in euro) del quadrato del numero di kilogrammi acquistati, per acquisti fino a 100 kg
20 euro scontati del 20% al kg þ 5% (in euro) del quadrato del numero di kilogrammi acquistati þ 250 euro, per acquisti superiori ai 100 kg
Prezzo di vendita: 28 euro/kg
Capacità massima settimanale di acquisto: 200 kg
Obiettivo
La quantità che massimizza l’utile
COSTRUIAMO IL MODELLO DEL PROBLEMA
Indichiamo con x la quantità di prodotto (in kilogrammi) acquistata dal grossista in una settimana; il ricavo (in euro) è
espresso dalla funzione:
RðxÞ ¼ 28x
I costi sono espressi dalla funzione:
20x þ 0,05x2
0 x 100
CðxÞ ¼
100 < x 200
16x þ 0,05x2 þ 250
Pertanto l’utile è espresso dalla funzione:
28x ð20x þ 0,05x2 Þ
0 x 100
UðxÞ ¼
28x ð16x þ 0,05x2 þ 250Þ 100 < x 200
Osserva
Poiché il 20% di 20 euro corrisponde a 4 euro,
il prezzo scontato è di 16 euro al kg. Inoltre:
5
¼ 0,05
5% ¼
100
ossia:
UðxÞ ¼
0,05x2 þ 8x
0,05x2 þ 12x 250
0 x 100
100 < x 200
[2.1]
La variabile x è soggetta inoltre al vincolo:
0 x 200
Il modello del nostro problema è dunque quello di trovare il massimo della funzione [2.1], nell’intervallo 0 x 200.
RISOLVIAMO IL MODELLO
La funzione [2.1] è certamente continua e derivabile nell’intervallo 0 x 200, eccetto che per x ¼ 100. Per determinare il suo massimo assoluto dobbiamo quindi confrontare i valori assunti dalla funzione nei suoi eventuali punti stazionari con i valori assunti agli estremi dell’intervallo dove la funzione è definita (x ¼ 0, x ¼ 200) e con il valore
assunto nel punto di discontinuità x ¼ 100.
84
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–
il vertice V1 della parabola che rappresenta la funzione per 0 x 100 ha ascissa:
–
8
¼ 80
2ð0,05Þ
il vertice V2 della parabola che rappresenta la funzione per 100 < x 200 ha ascissa
xV2 ¼ 12
¼ 120
2ð0,05Þ
Poiché 80 appartiene all’intervallo 0 x 100 e 120 appartiene all’intervallo 100 < x 200, i due punti x ¼ 80 e
x ¼ 120 sono effettivamente punti stazionari della funzione [2.1] (e non possono essercene altri).
Confrontiamo ora i valori assunti dalla funzione [2.1] nei punti stazionari e nei tre punti x ¼ 0, x ¼ 100 e x ¼ 200.
Abbiamo:
Uð0Þ ¼ 0
Uð80Þ ¼ 320
Uð100Þ ¼ 300
Uð120Þ ¼ 470
Uð200Þ ¼ 150
Ne deduciamo che il massimo assoluto della funzione viene raggiunto quando x ¼ 120, e vale 470. Ciò è confermato
dal grafico della funzione riportato qui sotto:
y
V2
Problemi di scelta in condizione di certezza
xV1 ¼ Unità 2
In ciascuno dei due intervalli 0 x 100 e 100 < x 200 la funzione [2.1] ha come grafico un arco di parabola,
pertanto gli eventuali punti stazionari possono essere soltanto le ascisse dei loro vertici:
450
V1
300
150
O
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200
x
RISPONDIAMO
Il grossista dovrebbe acquistare settimanalmente la quantità di 120 kg; tale quantità gli consente di generare l’utile
massimo, uguale a 470 euro.
Prova tu
ESERCIZI a p. 98
Un’industria produce un concime, che vende in lotti composti al massimo da 200 kg. Il costo sostenuto dall’azienda
per un lotto è costituto da una spesa fissa di 250 euro, un costo di 5 euro per ogni kilogrammo del lotto e un ulteriore
costo (in euro) uguale all’1% del quadrato del numero di kilogrammi del lotto. Da quanti kilogrammi di concime dovrebbe essere costituito un lotto per minimizzare il costo medio del concime? Fornisci il risultato arrotondato a un numero intero.
[158]
3. Problemi di scelta in condizione
di certezza (caso discreto)
Esaminiamo ora alcuni problemi di scelta in condizione di certezza che, a differenza di quelli trattati nel paragrafo precedente, non sono continui ma discreti.
Distinguiamo due casi.
1. È nota o si riesce a determinare l’espressione analitica y ¼ f ðxÞ
della funzione obiettivo
In questo caso si risolve inizialmente il problema come se fosse continuo; una volta determinato il valore, diciamo x0 , che fornisce l’ottimo nel continuo, si possono presentare due casi:
a. se x0 è un valore intero, esso fornisce l’ottimo anche del problema discreto originario;
85
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Tema B
Ricerca operativa
b. se x0 non è un valore intero, occorre esaminare attentamente la situazione caso per caso, tenendo presente il grafico della funzione del problema continuo,
per stabilire dove cade l’ottimo nel caso discreto. Nei casi che prenderemo in
considerazione, l’ottimo nel caso discreto verrà solitamente raggiunto in corrispondenza di uno dei due valori interi più vicini a x0 (ossia in corrispondenza
di uno dei due valori interi che approssimano x0 rispettivamente per difetto e
per eccesso); tuttavia, per non incorrere in errori, bisogna tenere presente che
questa non è una regola valida in generale (fig. 2.3), cosı̀ come in generale
non è vero che l’ottimo nel caso discreto viene raggiunto in corrispondenza
del valore che si ottiene arrotondando x0 a un numero intero (fig. 2.4).
y
y
1
0,8
O
1 1,5 2
punto
di massimo
assoluto
(nel continuo)
3
4
0,5
x
punto
di massimo
assoluto
(nel discreto)
O
1
1,3
punto
di massimo
assoluto
(nel continuo)
2
x
punto
di massimo
assoluto
(nel discreto)
Figura 2.3 Il punto di massimo assoluto nel caso
Figura 2.4 Il punto di massimo assoluto nel caso della funzione il cui
della funzione il cui grafico è tracciato in figura è
x ¼ 1,5. Restringendo il dominio della funzione ai soli
valori interi, il massimo assoluto si ottiene per x ¼ 3,
che non corrisponde a nessuno dei due valori interi
più vicini a 1,5 (cioè né a 1 né a 2).
grafico è tracciato in figura è x ¼ 1,3. Restringendo il dominio della
funzione ai soli valori interi, il massimo assoluto si ottiene per x ¼ 2,
valore che non corrisponde all’arrotondamento a un numero intero di
1,3 (cioè a 1).
PROBLEMA
2 Massimizzare un ricavo
Gli organizzatori di un corso di computer, sulla base di statistiche relative ai corsi precedenti, si aspettano che:
fissando, come prezzo del corso, 600 euro per persona, si iscriveranno 250 persone;
ogni diminuzione di 30 euro del prezzo del corso comporterà 20 iscritti in più.
Supponendo che il prezzo possa essere diminuito soltanto di un multiplo di 30 euro, gli organizzatori si chiedono quale prezzo dovrà essere fissato per ottenere il massimo ricavo possibile.
FAMILIARIZZIAMO CON IL PROBLEMA
Prima di risolvere il problema, prova a riflettere sulla situazione proposta: ti sembra più probabile riuscire ad aumentare il ricavo aumentando il prezzo del corso o diminuendolo?
Se aumentiamo il prezzo del corso, probabilmente avremo meno iscritti, quindi si pone il seguente problema: l’aumento nel prezzo sarà compensato dalla diminuzione degli iscritti? Se diminuiamo il prezzo, invece, avremo probabilmente più iscritti: ma l’aumento degli iscritti sarà sufficiente a compensare la diminuzione del prezzo?
DETERMINIAMO IL MODELLO ALGEBRICO DEL PROBLEMA
Supponiamo di effettuare x diminuzioni di 30 euro nel prezzo del corso. Allora:
Il prezzo del corso (in euro, per persona) è 600 30x
Il numero di iscritti atteso diventa 250 þ 20x
Il ricavo, che indichiamo con RðxÞ, è allora espresso dalla seguente funzione:
RðxÞ ¼ ð600 30xÞð250 þ 20xÞ
[2.2]
La variabile x è soggetta ai seguenti vincoli: dovrà essere x 0 e 600 30x 0, cioè 0 x 20, con x 2 N.
Il modello del problema è allora il seguente: determinare per quale valore di x, con 0 x 20 e x 2 N, la funzione
[2.2] assume valore massimo.
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Come abbiamo detto poc’anzi, risolviamo inizialmente il problema nel continuo. La funzione:
ossia:
y ¼ 600x2 þ 4500x þ 150 000
è di 2 grado, quindi il suo grafico è una parabola; inoltre tale parabola ha la concavità rivolta verso il basso, dunque la
funzione [2.2] presenta un punto di massimo (assoluto) in corrispondenza del vertice della parabola. L’ascissa del vertice può essere determinata calcolando la derivata prima y 0 e risolvendo l’equazione y 0 ¼ 0 oppure utilizzando la nota
formula per il calcolo dell’ascissa del vertice di una parabola. Seguendo quest’ultima via otteniamo:
xV ¼ b
4500
15
¼
¼
¼ 3,75
2a
2ð600Þ
4
Il grafico della parabola è approssimativamente quello riportato in figura.
y
180 000
V
160 000
140 000
Problemi di scelta in condizione di certezza
y ¼ RðxÞ ¼ ð600 30xÞð250 þ 20xÞ
Unità 2
RISOLVIAMO IL MODELLO
120 000
100 000
80 000
60 000
40 000
20 000
O
–4 –3 –2 –1
–20 000
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 x
–40 000
3,75
Concludiamo dunque che il valore massimo della funzione [2.2] viene raggiunto quando x è uguale a 3,75.
Il massimo nel corrispondente caso discreto, come appare chiaramente dalla figura, deve essere raggiunto in uno dei
due valori interi che approssimano 3,75 per difetto e per eccesso, cioè in x ¼ 3 o in x ¼ 4. Poiché risulta:
Rð3Þ ¼ 158 100 e Rð4Þ ¼ 158 400
concludiamo che il massimo ricavo viene raggiunto quando x ¼ 4.
RISPONDIAMO
Il massimo ricavo, uguale a 158 400 euro, viene raggiunto fissando per il corso il prezzo di:
600 30 4 ¼ 480 euro
La diminuzione del prezzo, dunque, è ampiamente compensata dall’aumento degli iscritti (se il prezzo del corso fosse
stato fissato a 600 euro, il ricavo atteso sarebbe stato di 600 250 ¼ 150 000 euro: 8400 euro in meno!).
Un altro criterio spesso utilizzato in economia per determinare l’ottimo di una
funzione y ¼ f ðxÞ, con x variabile discreta, è quello dell’analisi marginale. Tale
metodo consiste nello studiare il segno della variazione f subita dalla funzione
in corrispondenza di due valori successivi della variabile x:
f ¼ f ðx þ 1Þ f ðxÞ
Se la variazione è positiva la funzione è crescente (cosı̀ come nel continuo se la derivata è positiva la funzione è crescente), mentre se la variazione è negativa la funzione è decrescente (cosı̀ come nel continuo se la derivata è negativa la funzione è
decrescente); pertanto la funzione presenterà un punto di minimo (massimo) in
x quando nel passare da x a x þ 1 la variazione f da negativa (positiva) diventa
per la prima volta positiva (negativa).
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Ricerca operativa
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ESEMPIO
Analisi marginale
In riferimento alla funzione obiettivo del problema precedente, ossia alla funzione ricavo:
RðxÞ ¼ 600x2 þ 4500x þ 150 000
con x 2 N
la funzione ricavo marginale è:
Tema B
Rma ðxÞ ¼ Rðx þ 1Þ RðxÞ ¼
¼ 600ðx þ 1Þ2 þ 4500ðx þ 1Þ þ 150 000 ð600x2 þ 4500x þ 150 000Þ ¼
¼ 300ð13 4xÞ
Il ricavo marginale risulta negativo per x >
13
¼ 3,25, ossia, dovendo essere
4
13
¼ 3,25, ossia, dovendo essere x 2 N,
4
per x 3. Ne segue che la funzione ricavo marginale risulta crescente fino a
x ¼ 3 e decrescente da x ¼ 4 in poi. Per x ¼ 4 il ricavo marginale passa per la
prima volta da positivo a negativo, dunque x ¼ 4 corrisponde al punto di
massimo della funzione.
x 2 N, per x 4, e positivo per x <
2. Non è possibile determinare l’espressione analitica della funzione obiettivo
In questo caso si costruisce una tabella, in cui si calcolano tutti i valori della grandezza da rendere massima o minima, e dal loro confronto si deduce direttamente
il valore cui corrisponde l’ottimo.
ESEMPIO
Un dato bene è venduto in lotti da 80 pezzi ciascuno. L’azienda che commercializza il prodotto, per la produzione di quest’ultimo, sostiene un costo fisso di 400 euro al giorno e un ulteriore costo di 10 euro per ogni
pezzo prodotto. La massima capacità produttiva giornaliera è di 6 lotti. Il prezzo di vendita di ogni singolo
lotto dipende dal numero di lotti prodotti in un giorno secondo la seguente tabella:
Numero di lotti prodotti
1
2
3
4
5
6
Prezzo al lotto (in euro)
1500
1450
1380
1250
1120
980
Determiniamo quanti lotti devono essere prodotti in un giorno per realizzare il massimo utile, nell’ipotesi che
tutti i lotti prodotti siano venduti.
Poiché in questo caso le informazioni date non consentono di determinare l’espressione analitica della
funzione dell’utile, per risolvere il problema costruiamo una tabella in cui calcoliamo l’utile in corrispondenza di tutti i possibili quantitativi prodotti in un giorno.
Numero di
lotti prodotti
(e venduti)
Prezzo
al lotto
(euro)
Ricavo
(euro)
Costo di produzione
(euro)
1
1500
1 1500 ¼ 1500
400 þ 10 Utile
(euro)
¼ 1200
80
1500 1200 ¼ 300
unità contenute
in un lotto
2
1450
2 1450 ¼ 2900
400 þ 10 160
¼ 2000
2900 2000 ¼ 900
unità contenute
in due lotti
3
1380
3 1380 ¼ 4140
400 þ 10 240 ¼ 2800
4140 2800 ¼ 1340
4
1250
4 1250 ¼ 5000
400 þ 10 320 ¼ 3600
5000 3600 ¼ 1400
5
1120
5 1120 ¼ 5600
400 þ 10 400 ¼ 4400
5600 4400 ¼ 1200
6
980
6 980 ¼ 5880
400 þ 10 480 ¼ 5200
5880 5200 ¼ 680
Osservando i valori degli utili dell’ultima colonna, concludiamo che l’utile massimo corrisponde a una
produzione di 4 lotti.
88
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ESERCIZI a p. 104
4. Il problema delle scorte
Un importante problema che un’industria si trova spesso a dover affrontare è
quello della gestione delle scorte, che ora illustriamo sviluppando un caso di
esempio.
1. Formulazione del problema
Supponiamo che un’industria abbia, in un dato periodo T, un fabbisogno uguale
a Q di una certa materia prima, che ordina in quantità uguali e con frequenza regolare. Supponiamo inoltre che ogni ordinazione abbia un costo co , mentre la
conservazione della merce in magazzino per il periodo T abbia un costo cm per
ogni unità di materia prima. Il problema che si pone è il seguente: è preferibile
ordinare tutta la materia prima occorrente in un’unica volta, all’inizio del periodo T (in modo da contenere le spese di ordinazione), oppure è preferibile eseguire molti ordinativi (in modo da avere in giacenza piccole quantità di merce e
contenere cosı̀ le spese di magazzinaggio)?
La scelta non appare immediata poiché, nel primo caso, a fronte del contenimento delle spese di ordinazione si ha un’elevata spesa di magazzinaggio; nel secondo caso, viceversa, al contenimento delle spese di magazzinaggio si oppone un
innalzamento dei costi dovuti alle ordinazioni. Per operare una scelta razionale
dobbiamo costruire un modello matematico.
Problemi di scelta in condizione di certezza
Un giornale periodico vende in media 5000 copie e viene venduto al prezzo di 2,60 euro a copia, mentre ogni copia ha
un costo di 0,60 euro. Volendo aumentare le vendite, la proprietà del giornale si rivolge a un’agenzia specializzata che,
dopo avere svolto un’indagine di mercato, stabilisce che per ogni diminuzione del prezzo di vendita di 0,10 euro a copia le vendite aumenterebbero in media di 500 copie. Supponendo che il prezzo posa essere diminuito soltanto di un
multiplo di 10 centesimi, quale prezzo dovrebbe essere fissato per massimizzare l’utile?
[2,10 euro]
Unità 2
Prova tu
2. Costruzione del modello
Indichiamo con x la quantità di merce da ordinare ogni volta (che in questa discussione supponiamo essere una variabile continua) e assumiamo le seguenti
ipotesi semplificatrici:
la materia prima viene consumata dalla produzione in modo uniforme nel
tempo;
non appena è terminata la materia prima di un’ordinazione, immediatamente
arriva un nuovo rifornimento.
Sotto queste ipotesi la quantità di materia prima in magazzino decresce in modo
lineare, dunque il grafico della funzione che esprime tale quantità in funzione
del tempo sarà del tipo di quello colorato in blu in fig. 2.5.
livello massimo delle scorte
(giacenza massima)
livello medio delle scorte
quantità di merce
ordinata
x
x
2
livello minimo delle scorte
(giacenza minima)
O
t1
t2
t3
t4
tempo
Figura 2.5
Esaminiamo ora separatamente i costi di conservazione della merce in magazzino
(brevemente detti «di magazzinaggio») e i costi dovuti agli ordini (nel periodo TÞ.
89
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Tema B
Ricerca operativa
a. Per quanto riguarda i costi di conservazione della merce, è come se nel magazx
(valore medio tra la
zino fosse tenuta costantemente una quantità uguale a
2
giacenza massima e la giacenza minima), quindi il costo di magazzinaggio delx
la merce sarà uguale a cm .
2
b. Essendo Q la quantità di merce complessivamente necessaria e x la quantità di
Q
merce di ogni singolo ordine, saranno necessari
ordini, aventi un costo
x
Q
uguale a co .
x
Il costo complessivo di gestione del magazzino (comprensivo del costo per gli ordini e del costo di conservazione della merce) è allora espresso dalla funzione:
y ¼ co
Q
x
þ cm
x
2
[2.3]
Se indichiamo con C la capacità massima del magazzino, il modello del nostro
problema diventa allora il seguente:
Determinare il minimo della funzione y ¼ co
Q
x
þ cm con il vincolo 0 < x C.
x
2
3. Risoluzione del modello
Q
x
Q
cm
La derivata prima della funzione y ¼ co
þ cm
è y0 ¼ co 2 þ
. Tenendo
x
2
x
2
conto che Q, co , cm sono tutte quantità positive, si verifica che il segno di y 0 per
x > 0 e le relative conseguenze sull’andamento del grafico della funzione sono
quelli riassunti nel seguente schema:
2co Q
cm
0
y'
−
x
+
0
y
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2co Q
dunque la funzione presenta un punto stazionario di minimo per x ¼
.
cm
Attenzione, ora: il nostro problema richiede di determinare il minimo assoluto
della funzione nell’intervallo 0 < x C, quindi dobbiamo chiederci se il valore
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2co Q
x¼
appartiene o meno a tale intervallo.
cm
Possono presentarsi le due eventualità illustrate in fig. 2.6.
y
O
y
2co Q
cm
C
x
a. Il punto stazionario di minimo cade nell’intervallo ð0, C
Figura 2.6
90
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
O
C
2co Q
cm
x
b. Il punto stazionario di minimo non cade nell’intervallo ð0, C
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 2
Nel primo caso il punto stazionario è anche punto di minimo assoluto nell’intervallo 0 < x C, mentre nel secondo caso il minimo assoluto della funzione in tale intervallo viene raggiunto per x ¼ C.
PROBLEMA
3 Gestione del magazzino
Una ditta, in un anno, ha bisogno di 5000 kg di una determinata materia prima. Ogni ordine costa 15 euro e i costi di
magazzinaggio per la conservazione della materia prima ammontano, ogni anno, a 5 euro al kilogrammo. La capacità
massima del magazzino è di 1000 kg. Determinare il quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo
annuale complessivo di gestione del magazzino, e l’ammontare di quest’ultimo.
FAMILIARIZZIAMO CON IL PROBLEMA
Problemi di scelta in condizione di certezza
4. Risposta
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2co Q
Se
< C, il quantitativo da ordinare per minimizzare i costi complessivi è
cm
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2co Q
x¼
; in caso contrario il quantitativo da ordinare è x ¼ C.
cm
Dati
Q ¼ 5000 (in kg)
co ¼ 15 (in euro/ordine)
cm ¼ 5 (in euro/kg anno)
C ¼ 1000 (in kg)
Obiettivo
Minimizzare i costi complessivi di gestione del magazzino
COSTRUIAMO IL MODELLO DEL PROBLEMA
Indichiamo con x il numero di kilogrammi da ordinare ogni volta; x è in questo caso una variabile continua.
La funzione che esprime il costo complessivo è:
y ¼ 15
5000
x
þ5
x
2
y ¼ co
Q
x
þ cm
x
2
ossia
y¼
75 000
5
þ x
x
2
[2.4]
La variabile x dovrà inoltre essere soggetta al vincolo 0 < x 1000.
Il modello del nostro problema è allora il seguente: trovare il valore di x, con 0 < x 1000, per cui la funzione [2.4]
è minima, nonché il corrispondente valore della funzione.
DETERMINIAMO IL PUNTO DI MINIMO
L’ascissa del punto di minimo (stazionario) della funzione [2.4] è la soluzione positiva dell’equazione y 0 ¼ 0. Poiché
y0 ¼ 75 000
5
þ
2
x
2
si ha l’equazione:
75000
5
þ ¼0
x2
2
che fornisce come unica soluzione positiva:
pffiffiffi
xmin ¼ 100 3 ’ 173,21
Poiché tale valore di x è interno all’intervallo 0 < x 1000, in corrispondenza di esso si realizza il minimo assoluto della
funzione, che vale:
pffiffiffi
ymin ¼ 500 3 ’ 866,03
RISPONDIAMO
L’ordine ottimo corrisponde a una quantità di 173,21 kg; il corrispondente costo minimo annuo di gestione del magazzino è di 866,03 euro.
91
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ricerca operativa
Fin qui ci siamo posti il problema di minimizzare il costo complessivo di gestione
del magazzino; che cosa cambierebbe se volessimo prendere in considerazione
anche il costo per l’acquisto della merce? Se il prezzo della merce è costante, diciamo p per ogni unità, la funzione che esprime il costo complessivo (comprensivo
anche della spesa per l’acquisto della materia prima) diventa:
Tema B
y ¼ co
Q
x
þ cm þ Qp
x
2
[2.5]
Nell’ipotesi che p sia costante, anche il termine Qp lo è, quindi la [2.5] è la corrispondente della [2.3] in una traslazione verticale di vettore !
v ð0, QpÞ. Ne segue
che la quantità x da acquistare ogni volta per minimizzare i costi complessivi resta quella già determinata per la [2.3]. Se invece il prezzo p varia in funzione della
quantità che viene ordinata, allora la [2.5] diviene una funzione definita per casi e
il suo valore minimo può essere raggiunto in corrispondenza di una quantità x
diversa da quella che minimizza la [2.3], come mostriamo mediante il seguente
problema.
PROBLEMA
4 Gestione delle scorte con prezzo della merce variabile
Una ditta necessita ogni mese di 500 pezzi meccanici di cui si approvvigiona mediante ordini (tutti dello stesso quantitativo) eseguiti nel corso del mese. Ogni ordine ha un costo fisso di 1 euro e le spese di magazzinaggio mensili ammontano a 5 euro al pezzo. Inoltre, per ordini inferiori a 100 pezzi il costo è di 8 euro al pezzo mentre per ordini superiori o
uguali a 100 pezzi il costo scende a 6 euro al pezzo. La capacità massima del magazzino è di 200 pezzi. Determinare il
numero di pezzi da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo mensile complessivo, nonché il minimo valore di
tale costo.
FAMILIARIZZIAMO CON IL PROBLEMA
Dati
Q ¼ 500 pezzi
p¼
8 euro=pezzo
6 euro=pezzo
co ¼ 1 (in euro/ordine)
cm ¼ 5 (in euro/pezzomese)
per ordini inferiori a 100 pezzi
per ordini superiori o uguali a 100 pezzi
C ¼ 200 pezzi
Obiettivo
Minimizzare i costi complessivi
COSTRUIAMO IL MODELLO DEL PROBLEMA
Indichiamo con x il numero di pezzi meccanici da ordinare ogni volta; x è in questo caso una variabile discreta. Come abbiamo visto nel Paragrafo 3, risolviamo inizialmente il problema come se fosse continuo e successivamente deduciamo le soluzioni nel caso discreto.
La funzione che esprime il costo complessivo è:
8
>
500
x
>
>
1
þ
5
þ
500 8
>
>
>
x
2
>
>
>
costo di acquisto
>
>
costo per
costo di
>
della merce
< gli ordini
magazzinaggio
y ¼ f ðxÞ ¼
>
500
x
>
>
>
1
þ
5
þ
500 6
>
>
x
2
>
>
>
costo di acquisto
>
>
per
costo di
>
della merce
: costo
gli ordini
magazzinaggio
0 < x < 100
[2.6]
100 x 200
Osserva
Il modello del problema consiste nel trovare il valore
di x per cui la funzione [2.6] è minima.
92
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
1. A seconda del tipo di materia prima necessaria,
un problema di gestione delle scorte può essere continuo,
come nel caso del precedente Problema 3, o discreto,
come nel caso del Problema 4 che stiamo esaminando ora.
2. Nell’espressione analitica della [2.6] è implicitamente
espresso anche il vincolo cui è soggetta la variabile x,
ossia 0 < x 200.
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
da cui si deduce che il minimo assoluto viene raggiunto per x ¼ 100 e vale 3255 (vedi la figura qui sotto).
4800
y
4600
4400
4200
4000
3800
3600
3400
Problemi di scelta in condizione di certezza
Per determinare il minimo assoluto della funzione [2.6] dobbiamo confrontare i valori assunti dalla funzione in corrispondenza degli eventuali punti stazionari con ipvalori
assunti dalla funzione per x ¼ 100 e per x ¼ 200. Si trova che la
ffiffiffi
funzione ha un unico punto stazionario, x ¼ 10 2, che è un punto di minimo relativo; inoltre risulta:
pffiffiffi
f ð10 2Þ ’ 4070,71
f ð100Þ ¼ 3255
f ð200Þ ¼ 3502,50
Unità 2
DETERMINIAMO IL PUNTO DI MINIMO
3200
200
O 10 2 50
100
150
200
x
Poiché il valore di x per cui si ottiene il minimo nel caso continuo corrisponde a un valore intero, tale valore è anche
quello per cui si ottiene il minimo nel caso discreto.
RISPONDIAMO
L’ordine ottimo corrisponde a 100 pezzi alla volta e il corrispondente costo mensile complessivo è di 3255 euro.
Prova tu
ESERCIZI a p. 109
Una ditta ha bisogno di 5000 kg di una determinata materia prima in un mese. Ogni ordine costa 25 euro e i costi di
magazzinaggio per la conservazione della materia prima ammontano, ogni mese, a 8 euro al kilogrammo. La capacità
massima del magazzino è di 500 kg. Determina il quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo mensile complessivo di gestione del magazzino, e l’ammontare di quest’ultimo.
[176,78 kg; 1414,21 euro]
5. Problemi di scelta tra più alternative
Finora abbiamo considerato problemi il cui modello matematico si è tradotto in
una funzione, di cui individuare il massimo o il minimo, in un dato dominio.
Considereremo invece ora problemi in cui viene chiesto di operare, fra varie alternative, la scelta più conveniente, secondo un dato criterio che può essere per
esempio quello di minimizzare un costo o di massimizzare un profitto. Nella modellizzazione di questi problemi non c’è una sola funzione in gioco, ma ci sono
tante funzioni (che supponiamo nella variabile indipendente xÞ quante sono le alternative, e la scelta preferibile dipende dai valori di x. Il procedimento per individuare la scelta migliore consiste nel tracciare il grafico delle funzioni che rappresentano le varie alternative e determinare i punti di intersezione di tali grafici,
detti punti di indifferenza. Dalle analisi dei grafici si deducono poi gli intervalli
dove è preferibile l’una o l’altra scelta.
Chiariamo il procedimento tramite un problema.
93
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
PROBLEMA
5 Scelta fra funzioni lineari
Paolo vuole frequentare una palestra di arrampicata per un mese e si trova a dover scegliere tra le seguenti tre possibilità:
a. la palestra 1 richiede un costo fisso di iscrizione di 25 euro, più 5 euro per ogni ingresso;
b. la palestra 2 richiede un costo fisso di iscrizione di 15 euro, più 7 euro per ogni ingresso;
c. la palestra 3 richiede un abbonamento mensile di 85 euro, senza limiti di ingresso.
Qual è la scelta più conveniente per Paolo?
FAMILIARIZZIAMO CON IL PROBLEMA
È evidente che non potrà esserci una scelta più conveniente «in assoluto»: la maggiore o minore convenienza di una
palestra dipende infatti dal numero di ingressi che Paolo intende effettuare in un mese. Ci proponiamo perciò di determinare qual è la scelta più conveniente, in relazione al numero degli ingressi.
COSTRUIAMO IL MODELLO DEL PROBLEMA
Indichiamo con x il numero di ingressi alla palestra che Paolo intende effettuare in un mese e con y la corrispondente
spesa; x potrà variare nell’insieme dei numeri naturali. Abbiamo che:
la spesa per frequentare la palestra 1 è espressa dalla funzione y ¼ 25 þ 5x;
la spesa per frequentare la palestra 2 è espressa dalla funzione y ¼ 15 þ 7x;
la spesa per frequentare la palestra 3 è espressa dalla funzione y ¼ 85.
Tracciando i grafici delle tre funzioni e confrontandoli, potremo stabilire facilmente qual è la scelta più conveniente.
GRAFICI DELLE FUNZIONI
Per comodità, tracciamo i grafici delle tre funzioni come se x fosse una variabile reale (anche se i punti dei grafici che
rappresentano il problema sono in realtà solo quelli a coordinate intere positive o nulle, dal momento che il dominio
di x è N).
I grafici delle tre funzioni sono quelli riportati in figura.
y
y = 15 + 7x
120
B
80
50
C
y = 85
A
y = 25 + 5x
40
O
2
5
10 12
x
Ai fini della risoluzione del problema è importante determinare le coordinate dei punti di indifferenza, ossia dei punti
di intersezione A, B e C dei grafici che abbiamo annotato in figura. Ciò si può effettuare facilmente risolvendo i seguenti sistemi:
y ¼ 25 þ 5x
) Að5, 50Þ
y ¼ 15 þ 7x
y ¼ 15 þ 7x
) Bð10, 85Þ
y ¼ 85
y ¼ 25 þ 5x
) Cð12, 85Þ
y ¼ 85
La linea di «minore costo» è quella che abbiamo evidenziato in figura con maggiore spessore: essa è costituita per x < 5
dalla retta blu (corrispondente alla palestra 2); per 5 < x < 12 dalla retta rossa (corrispondente alla palestra 1) e per
x > 12 dalla retta verde (corrispondente alla palestra 3). Le conclusioni sono allora le seguenti.
RISPONDIAMO
Possiamo affermare che:
per un numero di ingressi inferiore a 5 conviene recarsi nella palestra 2;
per un numero di ingressi compreso tra 5 e 12 conviene recarsi nella palestra 1;
per un numero di ingressi superiore a 12 conviene recarsi nella palestra 3;
per esattamente 5 ingressi è indifferente la palestra 1 o la 2;
per esattamente 12 ingressi è indifferente recarsi nella palestra 3 o nella 1.
94
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
6 Scelta fra una funzione lineare e una quadratica
Un’azienda può produrre una data merce presso due diversi stabilimenti, diciamo A e B, e le due opzioni comportano i
seguenti costi:
stabilimento A: costo fisso giornaliero di 50 euro e costo di 10 euro per ogni kilogrammo di merce prodotta;
stabilimento B: costo fisso giornaliero di 100 euro e costo di 9 euro per ogni kilogrammo prodotto, più un ulteriore
costo uguale (in euro) al 10% del quadrato del numero di kilogrammi prodotti.
Ogni kilogrammo di merce prodotta nello stabilimento A verrà venduta a 15 euro, mentre ogni kilogrammo di merce
prodotto nello stabilimento B verrà venduto al prezzo di 20 euro.
Determinare quale stabilimento è preferibile al fine di conseguire l’utile massimo, supponendo che tutta la merce prodotta venga venduta.
FAMILIARIZZIAMO CON IL PROBLEMA
Anche in questo caso, evidentemente, non esiste una scelta conveniente in assoluto; la scelta preferibile dipende dalla
quantità di merce che deve essere prodotta in un giorno.
Problemi di scelta in condizione di certezza
PROBLEMA
Unità 2
Vediamo ora un problema in cui non tutte le funzioni che rappresentano le alternative sono lineari.
COSTRUIAMO IL MODELLO DEL PROBLEMA
Indichiamo con x il numero di kilogrammi di merce da produrre in un giorno (x è dunque una variabile continua) e
con y il corrispondente utile derivante dalla vendita della merce.
Le funzioni che esprimono gli utili corrispondenti ai due stabilimenti A e B sono:
y ¼ UA ðxÞ ¼ 15x ð50 þ 10xÞ ¼ 5x 50
ricavo
costo
y ¼ UB ðxÞ ¼ 20x ð100 þ 9x þ 0,1x2 Þ ¼ 0,1x2 þ 11x 100
ricavo
costo
Tracciando i grafici delle due funzioni e confrontandoli, potremo stabilire qual è la scelta dello stabilimento migliore,
al variare di x:
GRAFICI DELLE FUNZIONI E LORO CONFRONTO
I grafici delle due funzioni sono quelli riportati in figura. Le coordinate dei punti di indifferenza, ossia dei punti di intersezione P e Q dei grafici delle due funzioni si possono ottenere risolvendo il sistema:
y ¼ 5x 50
y ¼ 0,1x2 þ 11x 100
Come indicato in figura, si trova P(10, 0) e Q(50, 200).
y
alternativa A
300
250
200
150
Q
alternativa B
100
50
O
–50
x
P
10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110
–100
La linea di «maggiore utile» è quella che abbiamo indicato con maggiore spessore in figura.
95
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
RISPONDIAMO
Possiamo affermare che:
per 0 x < 10, non conviene produrre il bene (l’azienda è in perdita sia con la produzione nello stabilimento A, sia
con la produzione nello stabilimento BÞ;
per x = 10, è indifferente la scelta dello stabilimento (in entrambi i casi si ha un pareggio);
per 10 < x < 50, è preferibile lo stabilimento B;
per x = 50, è indifferente la scelta dello stabilimento;
per x > 50, è preferibile la scelta dello stabilimento A.
Prova tu
ESERCIZI a p. 112
Tre compagnie telefoniche applicano le seguenti tariffe:
compagnia A: 25 centesimi alla risposta più 25 centesimi per ogni minuto di conversazione;
compagnia B: 40 centesimi alla risposta più 20 centesimi per ogni minuto di conversazione;
compagnia C: 30 centesimi per minuto di conversazione, senza scatto alla risposta.
Qual è la scelta più conveniente, in relazione alla durata di una conversazione?
[Fino a 4 minuti di conversazione conviene C; oltre i 4 minuti conviene B; per 4 minuti è indifferente B o C]
96
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Esercizi
In più: esercizi interattivi
2
Unità
Problemi di scelta in una variabile (caso discreto)
Nel caso in cui sia possibile determinare l’espressione analitica della funzione obiettivo f , si procede inizialmente
come nel caso continuo, quindi dall’esame del grafico continuo si deduce dove cade l’ottimo nel caso discreto. A
tale scopo, nella maggior parte dei casi è sufficiente:
a. considerare i due valori interi, diciamo x1 , x2 , tra cui è compreso il valore di x cui corrisponde l’ottimo nel
continuo (eventualmente x1 ¼ x2 se x è intero);
b. calcolare i valori della funzione obiettivo in corrispondenza di x1 e x2 ;
c. confrontare f ðx1 Þ ed f ðx2 Þ e dedurre in quale dei due punti x1 , x2 la funzione raggiunge l’ottimo.
Nel caso in cui non sia possibile determinare l’espressione analitica della funzione obiettivo e la scelta sia tra un
numero finito di valori, si costruisce una tabella, in cui si calcolano tutti i valori della grandezza da rendere massima o minima, e dal loro confronto si deduce direttamente il valore cui corrisponde l’ottimo.
Problemi di scelta in condizione di certezza
Problemi di scelta in una variabile (caso continuo)
Il modello di questi problemi consiste solitamente in una funzione y ¼ f ðxÞ (funzione obiettivo) da rendere massima o minima al variare di x in un certo insieme, definito dai vincoli di segno e da vincoli tecnici. Si tratta di determinare il minimo o il massimo assoluto di una funzione reale di variabile reale in un dato dominio D, quindi si
possono applicare le tecniche dell’analisi viste nel precedente volume.
Unità 2
SINTESI
Problema delle scorte
Nel modello semplificato che abbiamo considerato, questo problema consiste nel determinare la quantità x da ordinare ogni volta, per fare in modo che la funzione che esprime il costo totale y di gestione del magazzino sia minima. Indicata con Q la quantità di merce necessaria in un dato intervallo di tempo, con co il costo unitario di ordinazione, con cm il costo unitario di magazzinaggio, con p il costo di ogni unità acquistata e con C la massima capacità del magazzino, il modello matematico consiste nel trovare il minimo della funzione
y¼
Q
x
co þ cm þ Qp
x
2
con 0 < x C
Se p è costante, anche il termine Qp è costante e dunque non influisce sul calcolo del punto di minimo della funzione costo complessivo: in questo caso, perciò, il costo per l’acquisto della merce può essere trascurato. Tale costo
va invece preso in considerazione nel caso in cui il prezzo p vari a seconda del quantitativo ordinato.
Problemi di scelta tra più alternative
Date due alternative, rappresentate dalle funzioni y ¼ f ðxÞ e y ¼ gðxÞ, l’oggetto di questi problemi è quello di determinare per quali valori di x è preferibile l’una o l’altra alternativa. A seconda che il problema chieda per esempio di
minimizzare un costo o di massimizzare un profitto, occorrerà determinare per quali valori di x il grafico di f è al di
sotto o al di sopra del grafico di g. Gli eventuali punti di intersezione tra il grafico di f e il grafico di g si chiamano
punti di indifferenza poiché, in corrispondenza dei valori di x uguali alle ascisse di tali punti, scegliere l’una o l’altra alternativa risulta equivalente. Analogamente si procede nel caso in cui la scelta sia tra più di due alternative.
CONOSCENZE E ABILITÀ
1. Introduzione alla ricerca operativa
TEORIA a p. 82
Classifica i seguenti problemi di ricerca operativa (individua le variabili e stabilisci se si tratta di problemi a
valori continui o discreti, di problemi in condizione di certezza o di incertezza e di problemi con effetti immediati o differiti).
Una ditta necessita, in un anno, di 1600 pezzi meccanici, di cui si approvvigiona mediante ordini (tutti dello
stesso quantitativo) eseguiti nel corso dell’anno. Ogni ordine ha un costo di 16 euro. Il costo annuo di magazzinaggio è di 4 euro per ogni pezzo. Determina il numero di pezzi da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo
annuo complessivo di gestione del magazzino.
1
Þ
97
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Una ditta ha bisogno di 6000 kg di una determinata materia prima per il suo ciclo produttivo. Ogni ordine
costa 90 euro e i costi di magazzinaggio per la conservazione della materia prima ammontano a 6 euro al kilogrammo. Determina il quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo di gestione
del magazzino.
2
Þ
Una persona vuole investire per cinque anni una somma di denaro che ammonta a 40 000 euro e può scegliere fra due alternative:
l’alternativa A prevede un ricavo di 6000 euro dopo 2, 4 e 6 anni;
l’alternativa B prevede un ricavo di 5000 euro per 6 anni alla fine di ogni anno.
Qual è l’alternativa più conveniente, al tasso del 4% annuo?
3
Þ
Vogliamo investire 14 000 euro e possiamo scegliere tra due operazioni:
a. l’operazione A prevede un ricavo di 3000 euro fra 2 anni con una probabilità del 30%, oppure di 3500 euro
fra 3 anni con una probabilità del 30%, oppure di 4000 euro fra 5 anni con una probabilità del 40%;
b. l’operazione B prevede un ricavo di 2000 euro fra 3 anni con una probabilità del 40% oppure di 5000 euro fra
5 anni con una probabilità del 60%.
Quale operazione è preferibile, al tasso di valutazione del 6%?
4
Þ
Per produrre un certo bene, un’azienda sostiene un costo fisso di 5000 euro, un costo di 20 euro per ogni unità prodotta e un ulteriore costo uguale (in euro) al 2% del quadrato del numero di unità prodotte. La relazione che
lega la quantità x prodotta al prezzo unitario p è x ¼ 300 2p. Determina la quantità x che deve essere prodotta (e
venduta) per conseguire il massimo utile.
5
Þ
Gli utili annuali UA e UB generati da due possibili investimenti A e B sono due variabili aleatorie di cui nelle
seguenti tabelle sono date le distribuzioni di probabilità. Quale dei due investimenti è preferibile?
6
Þ
Utile investimento A
Probabilità
Utile investimento B
Probabilità
65
0,2
80
0,25
90
0,4
100
0,40
110
0,3
115
0,20
120
0,1
130
0,15
Un imprenditore deve acquistare dei cavi elettrici e può scegliere tra due alternative:
il fornitore A propone un costo fisso di 100 euro e un costo di 5 euro per ogni metro di cavo;
il fornitore B propone un costo fisso di 300 euro e un costo di 2,5 euro per ogni metro di cavo aggiuntivo.
Qual è l’alternativa più conveniente, in relazione al numero di metri da acquistare?
7
Þ
2. Problemi di scelta in condizione di certezza
(caso continuo)
TEORIA a p. 83
Esercizi preliminari
Test
La funzione UðxÞ ¼ 0; 002x2 þ 4x 15 rappresenta l’utile derivante dalla vendita della quantità x di un dato
bene. Per quale valore di x si ottiene il massimo utile?
8
Þ
A
600
B
800
C
1000
D
Nessuno dei precedenti
La funzione UðxÞ ¼ 0,002x2 þ 4x 15 rappresenta l’utile derivante dalla vendita della quantità x di un dato
bene. Per quale valore di x si ottiene il massimo utile, nell’ipotesi che la capacità produttiva massima sia di 800
unità?
9
Þ
A
600
B
800
C
1000
D
Nessuno dei precedenti
Date la funzione costo CðxÞ ¼ x2 þ 100x þ 250 e la funzione ricavo RðxÞ ¼ 150x þ 30, relative alla produzione
e vendita della quantità x di un dato bene, per quale valore di x si ottiene il massimo utile?
10
Þ
A
x ¼ 20
98
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
B
x ¼ 25
C
x ¼ 30
D
Nessuno dei precedenti
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
x ¼ 20
B
x ¼ 25
C
x ¼ 30
D
Nessuno dei precedenti
1600
þ 0,004x þ 80,
x
essendo x la quantità prodotta (in kilogrammi). Per quale valore di x il costo unitario è minimo? (Le opzioni sono arrotondate alla seconda cifra decimale.)
12
Þ
A
Il costo di produzione, al kilogrammo, di un dato bene, è espresso dalla funzione CðxÞ ¼
623,64 kg
B
632,46 kg
C
642,86 kg
D
654,31 kg
Problemi riconducibili a funzioni lineari
Un’industria produce un materiale che vende a 15 euro al kilogrammo. Per la produzione sostiene una spesa
fissa settimanale di 5000 euro e un costo di 5 euro per ogni kilogrammo di materiale prodotto. Sapendo che la
massima capacità produttiva dei suoi impianti è di 1000 kg alla settimana, determina:
a. l’espressione analitica dell’utile in funzione della quantità settimanale x prodotta, e la sua rappresentazione
grafica;
b. per quali valori di x l’azienda non è in perdita;
c. per quale valore di x si realizza il massimo utile.
[a. UðxÞ ¼ 10x 5000; b. x 500; c. x ¼ 1000]
13
Þ
Problemi di scelta in condizione di certezza
A
Unità 2
Date la funzione costo CðxÞ ¼ x2 þ 100x þ 250 e la funzione ricavo RðxÞ ¼ 150x þ 30, relative alla produzione
e vendita della quantità x di un dato bene, per quale valore di x si ottiene il massimo utile, nell’ipotesi che la capacità produttiva non possa superare le 20 unità?
11
Þ
Un’impresa, per la produzione di un dato articolo, sostiene in un ciclo di produzione una spesa fissa di
24 000 euro e un costo per ogni quintale prodotto di 48 euro. Vende l’articolo a 64 euro al quintale. Sostiene inoltre una spesa di 6000 euro per la pubblicità. Indicata con x la quantità prodotta in un ciclo, determina:
a. la funzione dell’utile e la sua rappresentazione grafica;
b. qual è la quantità da produrre e vendere per essere in pareggio e di quanto deve aumentare in percentuale
questa quantità per essere di nuovo in pareggio nel caso in cui le spese fisse aumentino di 4000 euro;
c. per quale quantità si realizza il massimo utile, sapendo che la capacità produttiva massima è di 8000 q.
[a. UðxÞ ¼ 16x 30 000; b. 1875 q, circa 13,3%; c. 8000 q]
14
Þ
Per produrre un dato articolo si sostengono costi pari a 900 000 euro di spese fisse all’anno e a 30 euro per
ogni unità. L’articolo è rivenduto al prezzo di 75 euro per ogni unità. La massima capacità produttiva degli impianti è di 40 000 unità. Determina:
a. la quantità annua di articoli che deve essere prodotta e venduta per essere in pareggio e di quanto deve
aumentare in percentuale questa quantità per essere di nuovo in pareggio nel caso in cui le spese fisse aumentino
di 90 000 euro;
b. la quantità annua di articoli che deve essere prodotta per realizzare il massimo utile.
[a. 20 000 unità, 10%; b. 40 000 unità]
15
Þ
Problemi riconducibili a funzioni quadratiche
16
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Una ditta, per produrre un determinato bene, sostiene i seguenti costi:
un costo fisso di 5000 euro;
un costo per ogni unità prodotta pari a 35 euro;
una spesa per pubblicità pari (in euro) al 2,5% del quadrato del numero di unità prodotte.
Ogni unità del bene è messa in vendita al prezzo di 65 euro. Determina:
a. il numero di unità x del bene che devono essere prodotte (e vendute) per conseguire il massimo utile;
b. per quali quantità x l’utile realizzato è maggiore o uguale al 75% del massimo utile.
a. La funzione costo è:
CðxÞ ¼ 5000 þ 35x þ 0,025x2
e la funzione ricavo è:
RðxÞ ¼ 65x
Dunque la funzione dell’utile risulta:
UðxÞ ¼ RðxÞ CðxÞ ¼ :::::
99
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Per determinare il massimo di quest’ultima funzione, con x 0, puoi procedere secondo due vie:
osservare che il grafico della funzione dell’utile è una parabola con la concavità rivolta verso il basso, quindi il
massimo viene raggiunto in corrispondenza del vertice;
utilizzare i metodi dell’analisi e studiare il segno della derivata prima di UðxÞ.
In ogni caso troverai che il massimo utile viene raggiunto quando x ¼ 600.
75
3
Uð600Þ, ossia UðxÞ 4000 e quindi UðxÞ 3000, che è soddisfatb. Devi risolvere la disequazione UðxÞ 100
4
ta per 400 x 800.
Il ciclo produttivo relativo alla produzione di un dato bene comporta le seguenti spese:
un costo fisso pari a 20 000 euro;
un costo per la produzione di ogni unità del bene uguale a 20 euro;
ulteriori spese accessorie pari (in euro) allo 0,5% del quadrato del numero di unità prodotte.
Ogni articolo è posto in vendita al prezzo di 45 euro. Detta x la quantità prodotta, determina:
a. l’espressione analitica della funzione dell’utile e la sua rappresentazione grafica;
b. per quali valori di x l’azienda non è in perdita;
c. per quale valore di x l’utile è massimo.
[a. y ¼ 0,005x2 þ 25x 20 000; b. 1000 x 4000; c. x ¼ 2500]
17
Þ
Il ciclo produttivo relativo alla produzione di un dato bene comporta le seguenti spese:
un costo fisso pari a 250 000 euro;
un costo per la produzione di ciascuna unità del bene pari a 100 euro;
spese accessorie pari (in euro) allo 0,8% del quadrato del numero di unità prodotte.
Ogni articolo è posto in vendita al prezzo di 220 euro. Detta x la quantità prodotta, determina:
a. l’espressione analitica della funzione dell’utile e la sua rappresentazione grafica;
b. per quale valore di x l’utile è massimo;
c. per quali valori di x l’utile non scende al di sotto del 75% del massimo utile.
[a. y ¼ 0,008x2 þ 120x 250 000; b. x ¼ 7500; c. 5000 x 10 000]
18
Þ
Una ditta, per produrre un determinato bene, sostiene, in un ciclo di produzione, i seguenti costi:
un costo fisso pari a 2500 euro;
un costo per ogni kilogrammo prodotto pari a 10 euro;
una spesa per pubblicità pari (in euro) al 5% del quadrato del numero di unità prodotte.
Il bene prodotto è messo in vendita al prezzo di 40 euro al kilogrammo. Detta x la quantità prodotta (in kg),
determina:
a. l’espressione analitica della funzione dell’utile e la sua rappresentazione grafica;
b. per quali valori di x l’azienda è in pareggio;
c. per quale valore di x l’utile è massimo;
d. per quali valori di x si realizza un utile uguale alla metà dell’utile massimo.
[a. y ¼ 0,05x2 þ 30x 2500; b. x ¼ 100 _ x ¼ 500; c. x ¼ 300; d. x ’ 158,58 _ x ’ 441,42]
19
Þ
Una ditta, per produrre un determinato bene, sostiene, in un ciclo di produzione, i seguenti costi:
un costo fisso di 5000 euro;
un costo di 8 euro per ogni kilogrammo prodotto;
spese di manutenzione pari (in euro) allo 0,2% del quadrato del numero di unità prodotte.
Il bene viene venduto a 15 euro al kilogrammo. Detta x la quantità prodotta, determina:
a. i limiti di produzione per non essere in perdita;
b. la quantità da produrre per ottenere il massimo utile;
4
c. i limiti di produzione per fare sı̀ che l’utile non scenda al di sotto dei dell’utile massimo.
5
a. 1000 x 2500; b. x ¼ 1750; c. 1414,59 x 2085,41
20
Þ
Una ditta produce un articolo che vende al prezzo unitario di 30 euro. Essa sostiene in un ciclo produttivo
una spesa fissa di 8000 euro, un costo di 20 euro per ogni articolo prodotto e altre spese pari (in euro) allo 0,2% del
quadrato del numero di articoli prodotti. Detta x la quantità prodotta, determina la funzione dell’utile, tracciane il
grafico e indica la produzione per la quale si realizza il massimo utile:
a. nel caso in cui il limite di produzione per un ciclo sia di 2000 unità;
b. nel caso in cui il limite di produzione sia di 3000 unità.
[y ¼ 0,002x2 þ 10x 8000, essendo x la quantità prodotta; a. 2000; b. 2500]
21
Þ
100
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Una ditta produce un bene che vende al prezzo unitario di 600 euro. Per la produzione sostiene una spesa
mensile fissa pari a 25 000 euro e un costo per ogni articolo prodotto di 300 euro. Per la manutenzione degli impianti e le spese di pubblicità ci sono costi aggiuntivi quantificabili (in euro) nel 50% del quadrato del numero di
unità prodotte. Detta x la quantità prodotta, determina:
a. la funzione dell’utile e tracciane il grafico;
b. i limiti di produzione perché l’azienda non sia in perdita;
c. la produzione per la quale si realizza il massimo utile, se il limite di produzione mensile è di 400 unità;
d. la produzione per la quale si realizza il massimo utile, se il limite di produzione mensile è di 250 unità.
[a. y ¼ 0,5x2 þ 300x 25 000; b. 100 x 500; c. x ¼ 300; d. x ¼ 250]
24
Þ
Problemi di scelta in condizione di certezza
Un prodotto viene venduto al prezzo unitario di 60 euro. L’azienda produttrice sostiene in un anno spese fisse di 43 750 euro, un costo unitario di produzione di 40 euro e altre spese pari (in euro) allo 0,1% del quadrato del
numero di unità prodotte. Detta x la quantità prodotta, determina:
a. la funzione dell’utile e tracciane il grafico;
b. i limiti di produzione perché l’azienda non sia in perdita;
c. la produzione per la quale si realizza il massimo utile, se il limite di produzione annuale è di 15 000 unità;
d. la produzione per la quale si realizza il massimo utile, se il limite di produzione annuale è di 8000 unità.
[a. y ¼ 0,001x2 þ 20x 43 750; b. 2500 x 17500; c. x ¼ 10 000; d. x ¼ 8000]
23
Þ
Unità 2
Un’impresa, per produrre un certo bene, sostiene in un ciclo produttivo una spesa fissa di 2000 euro, un costo di 60 euro per ogni articolo e un ulteriore costo che ammonta (in euro) al 5% del quadrato del numero di pezzi
prodotti. Ogni articolo viene venduto al prezzo di 100 euro. Detta x la quantità prodotta, determina la funzione
dell’utile, tracciane il grafico e indica la produzione per la quale si realizza il massimo utile:
a. nel caso in cui il limite di produzione per un ciclo sia di 500 unità;
b. nel caso in cui il limite di produzione per un ciclo sia di 300 unità.
[y ¼ 0,05x2 þ 40x 2000, essendo x la quantità prodotta; a. massimo per x ¼ 400, b. massimo per x ¼ 300]
22
Þ
Un’azienda, per la produzione di un dato bene, ha i seguenti costi annuali:
costi fissi pari a 812 500 euro;
un costo di 1250 euro per ogni unità del bene prodotta;
un ulteriore costo uguale (in euro) al 10% del quadrato del numero di unità prodotte.
La quantità x prodotta (e venduta) in un anno e il prezzo di vendita unitario p sono legati dalla relazione
20
x ¼ 20 000 p. Determina, relativamente al periodo di un anno:
3
a. la funzione ricavo e la funzione dell’utile, tracciandone anche i grafici;
b. per quale valore di x il ricavo è massimo, e il valore di tale ricavo massimo;
c. per quale valore di x l’utile è massimo, e il valore di tale utile massimo;
d. per quali valori di x l’utile si mantiene maggiore o uguale al 75% dell’utile massimo.
[a. RðxÞ ¼ 0,15x2 þ 3000x, UðxÞ ¼ 0,25x2 þ 1750x 812 500; b. x ¼ 10 000, massimo ricavo ¼ 15 000 000;
c. x ¼ 3500, massimo utile ¼ 2 250 000; d. 2000 x 5000]
25
Þ
Per produrre un certo bene, un’azienda deve sostenere i seguenti costi mensili:
un costo fisso di 5000 euro;
un costo di 20 euro per ogni unità prodotta;
un ulteriore costo uguale (in euro) al 50% del quadrato del numero di unità prodotte.
La relazione che lega il numero x di unità prodotte (e vendute) in un mese al prezzo unitario p (in euro) è
x ¼ 300 2p. Determina, relativamente al periodo di un mese, la funzione dell’utile:
a. espressa in funzione del prezzo p;
b. espressa in funzione di x.
Determina il prezzo e la quantità x in corrispondenza dei quali l’utile è massimo.
[a. UðxÞ ¼ x2 þ 130x 5000; b. UðpÞ ¼ 4p2 þ 940p 56 000; c. x ¼ 65, p ¼ 117,50 euro]
26
Þ
Per la produzione di un certo bene un’azienda deve sostenere un costo fisso annuale di 5 500 000 euro, un costo di 4000 euro per ogni unità prodotta e una spesa pari (in euro) al 20% del quadrato del numero di unità prodotte. Il prezzo di vendita unitario p (in euro) e il numero x di unità prodotte (e vendute) in un anno sono legati dalla
5
relazione x ¼ 25 000 p. Determina:
2
a. la funzione dell’utile espressa in funzione di x;
b. la funzione dell’utile espressa in funzione del prezzo p;
27
Þ
101
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
c. i valori di x e di p per cui l’utile è massimo;
d. l’utile, espresso in funzione di x, nell’ipotesi che la quantità venduta sia l’80% della quantità x prodotta,
5
continuando a valere la relazione x ¼ 25 000 p tra la quantità x prodotta e il prezzo p;
2
e. il valore di x per cui l’utile è massimo, nelle ipotesi di cui al punto d.
[a. UðxÞ ¼ 0,6x2 þ 6000x 5 500 000; b. UðpÞ ¼ 3,75p2 þ 60 000p 230 500 000;
c. x ¼ 5000, p ¼ 8000 euro; d. UðxÞ ¼ 0,52x2 þ 4000x 5 500 000; e. x ’ 3846,15]
Per la produzione di un dato bene, un’azienda sostiene un costo settimanale fisso di 900 euro, un costo di 20
euro per ogni unità prodotta e un ulteriore costo uguale (in euro) al 15% del quadrato del numero di unità prodotte. La relazione fra il numero x di unità prodotte (e vendute) in una settimana e il prezzo unitario p di vendita (in
euro) è x ¼ 700 10p. Determina, relativamente a una settimana:
a. l’utile, espresso in funzione di x;
b. l’utile, espresso in funzione di p;
c. i valori di x e p per cui l’utile è massimo, e il valore di tale utile massimo;
d. per quali valori di x l’azienda non è in perdita.
1
a. UðxÞ ¼ x2 þ 50x 900; b. UðpÞ ¼ 25p2 þ 3000p 88 400;
4
c. x ¼ 100, p ¼ 60, utile massimo ¼ 1600 euro; d. 20 x 180
28
Þ
Un’impresa, per un ciclo di produzione di un determinato bene, sostiene un costo fisso di 1500 euro e un costo variabile, dipendente dalla quantità x complessivamente prodotta, di (0,1x þ 40) euro per ogni unità del bene.
Il prezzo unitario p di vendita del bene (in euro) è legato alla quantità x prodotta (e venduta) dalla relazione
x ¼ 150 p. Determina, relativamente a un ciclo di produzione:
a. l’utile, espresso in funzione della variabile x;
b. la quantità da produrre per ottenere il massimo utile, e il valore di tale utile massimo;
c. il prezzo unitario di vendita corrispondente alla quantità che genera il massimo utile;
d. i limiti di produzione per non essere in perdita (arrotondati alla seconda cifra decimale).
[a. y ¼ 1,1x2 þ 110x 1500; b. x ¼ 50, utile massimo ¼ 1250 euro; c. p ¼ 100; d. 16,29 x 83,71]
29
Þ
Un’azienda, per un ciclo di produzione di un dato bene, sostiene un costo fisso di 1800 euro, un costo di 50
euro per ogni unità del bene e un ulteriore costo uguale (in euro) al 25% del quadrato del numero di unità del bene
prodotte. Il prezzo unitario p di vendita (in euro) è legato al numero x di unità prodotte (e vendute) in un ciclo dalla relazione x ¼ 600 4p. Determina, relativamente a un ciclo di produzione:
a. il ricavo, espresso in funzione di x, e il valore di x cui corrisponde il massimo ricavo;
b. il ricavo, espresso in funzione di p, e il prezzo p per cui il ricavo è massimo;
c. l’utile, espresso in funzione di x, e il valore di x per cui l’utile è massimo;
d. l’utile, espresso in funzione di p, e il valore di p cui corrisponde il massimo utile;
e. i limiti di produzione per non essere in perdita.
[a. RðxÞ ¼ 0,25x2 þ 150x, x ¼ 300; b. RðpÞ ¼ 600p 4p2 , p ¼ 75; c. UðxÞ ¼ 0,5x2 þ 100x 1800, x ¼ 100;
d. UðpÞ ¼ 8p2 þ 2000p 121 800, p ¼ 125; e. 20 x 180]
30
Þ
Un’azienda produce un bene per cui sostiene un costo fisso mensile pari a 1000 euro, un costo variabile pari
a 90 euro per ogni kilogrammo del bene e un ulteriore costo pari (in euro) al 40% del quadrato del numero di kilogrammi prodotti. Il prezzo p di vendita di 1 kg del bene (in euro) è legato al numero x di kilogrammi del bene prodotti (e venduti) mensilmente dalla relazione x ¼ 450 2,5p. Determina, relativamente a un mese:
a. l’utile, espresso in funzione della variabile x;
b. i valori di x e di p cui corrisponde il massimo utile, nonché il valore di tale utile massimo;
c. i limiti di produzione per cui l’azienda non lavora in perdita.
[a. UðxÞ ¼ 0,8x2 þ 90x 1000; b. x ¼ 56,25, p ¼ 157,50, utile massimo ¼ 1531,25 euro; c. 12,50 x 100]
31
Þ
Per un ciclo di produzione di un dato bene una fabbrica sostiene un costo fisso di 2000 euro, un costo di 2 euro per ogni unità prodotta e un ulteriore costo uguale (in euro) allo 0,2% del quadrato del numero di unità prodotte. Il prezzo unitario p di vendita (in euro) è legato al numero x di unità del bene prodotte (e vendute) dalla relazione x ¼ 5000 500p. Determina, relativamente a un ciclo di produzione:
a. l’utile, espresso in funzione di x, il valore di x per cui l’utile è massimo e il valore di tale utile massimo;
b. l’utile, espresso in funzione di p, e il valore di p cui corrisponde il massimo utile;
c. i limiti di produzione per non essere in perdita.
32
Þ
102
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
d. l’intervallo entro cui deve essere compreso il prezzo p perché l’azienda non sia in perdita.
[a. UðxÞ ¼ 0,004x2 þ 8x 2000, x ¼ 1000, utile massimo ¼ 2000 euro;
2
b. UðpÞ ¼ 1000p þ 16 000p 62 000, p ¼ 8; c. 292,89 x 1707,11; d. 6,59 p 9,41]
Unità 2
Per un ciclo di produzione di un concime in polvere, un’azienda sostiene un costo fisso di 5000 euro e un costo variabile di 15 euro al kilogrammo per i primi 100 kg e di 18 euro al kilogrammo per la quantità eccedente i
100 kg. Il concime viene venduto a un prezzo p al kilogrammo che è legato alla quantità x prodotta (e venduta)
dalla relazione x ¼ 1000 2p. La massima capacità produttiva in un ciclo è di 500 kg. Determina x in modo da ottenere il massimo utile.
[482 kg]
Problemi di scelta in condizione di certezza
33
Þ
Per un ciclo di produzione di un liquido lubrificante, un’azienda sostiene un costo fisso di 2000 euro e un costo variabile di 10 euro al litro per i primi 400 litri e di 15 euro al litro per la quantità eccedente i 400 litri. Il concime viene venduto a un prezzo p al litro che è legato alla quantità x prodotta (e venduta) dalla relazione
x ¼ 600 p. La massima capacità produttiva in un ciclo è di 500 litri. Determina x in modo da ottenere il massimo
utile.
[295 litri]
34
Þ
Problemi riconducibili a funzioni razionali frazionarie
35
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Per la produzione di una determinata merce, un’azienda sostiene i seguenti costi:
un costo fisso pari a 8000 euro;
un costo di 10 euro per ogni unità prodotta;
un ulteriore costo uguale (in euro) allo 0,2% del quadrato del numero di unità prodotte.
Determina la quantità che consente di ridurre al minimo il costo unitario complessivo, supponendo una capacità produttiva massima di 5000 unità. Precisa inoltre a quanto ammonta tale costo unitario minimo.
Detto x il numero di unità prodotte, la funzione costo è:
CðxÞ ¼ 8000 þ 10x þ 0,002x2
pertanto la funzione costo unitario è:
Cu ðxÞ ¼
CðxÞ
8000 þ 10x þ 0,002x2
¼
x
x
Il modello matematico del problema è quindi il seguente: trovare per quale valore di x è minima la funzione:
Cu ðxÞ ¼
8000 þ 10x þ 0; 002x2
x
con 0 x 5000
vincolo dovuto alla
massima capacità produttiva
Calcolando la derivata prima e studiandone il segno puoi verificare che il costo unitario minimo si ottiene per
x ¼ 2000. Il costo unitario minimo vale dunque Cu ð2000Þ, ossia 18 euro.
Un’azienda, per un ciclo produttivo relativo alla produzione di un dato bene, sostiene un costo fisso di 4000
5
euro, un costo di 45 euro per ogni unità del bene e un ulteriore costo uguale a del quadrato del numero di unità
2
prodotte. Determina il numero di unità che l’azienda deve produrre in un ciclo per rendere minimo il costo unitario complessivo, nonché il valore di tale costo unitario minimo.
[40 unità; 245 euro]
36
Þ
Un’azienda, per un ciclo produttivo relativo alla produzione di un dato bene, sostiene un costo fisso di 2000
4
euro, un costo di 20 euro per ogni unità del bene e un ulteriore costo uguale a del quadrato del numero di unità
5
prodotte. Determina il numero di unità che l’azienda deve produrre in un ciclo per rendere minimo il costo unita-
37
Þ
rio complessivo, nonché il valore di tale costo unitario minimo.
[50 unità; 100 euro]
Un’azienda, per un ciclo produttivo relativo alla produzione di un dato bene, sostiene un costo fisso di 7500
euro, un costo di 30 euro per ogni unità del bene e un ulteriore costo uguale (in euro) al 3% del quadrato del numero di unità prodotte. Determina il numero di unità che l’azienda deve produrre in un ciclo per rendere minimo
il costo unitario complessivo, nonché il valore di tale costo unitario minimo.
[500 unità; 60 euro]
38
Þ
103
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Un imprenditore, per produrre un determinato bene, sostiene un costo fisso mensile di 5000 euro, un costo
di 40 euro per ogni unità del bene prodotta e un costo per la pubblicità uguale (in euro) allo 0,5% del quadrato del
numero di unità prodotte. Determina la funzione che esprime il costo unitario (relativamente alla produzione di
un mese) e rappresentala graficamente, specificando per quale produzione il costo unitario è minimo, e il valore di
tale costo unitario minimo.
1
5000
y¼
xþ
þ 40, essendo x la quantità prodotta;
200
x
minimo per una produzione x ¼ 1000, costo unitario minimo ¼ 50 euro
39
Þ
Un’azienda, per produrre un determinato tipo di stoffa, sostiene in un ciclo produttivo un costo fisso di 9000
euro, un costo di 80 centesimi per ogni metro di stoffa prodotta e un ulteriore costo quantificabile (in euro) nello
0,1% del quadrato del numero di metri prodotti. Determina la funzione che esprime il costo unitario (relativamente a un ciclo di produzione) e rappresentala graficamente, specificando per quale produzione il costo unitario è mi
nimo, e il valore di tale costo unitario minimo.
x
9000
4
y¼
þ
þ , essendo x la quantità prodotta;
1000
x
5
minimo per una produzione di 3000 m, costo unitario minimo ¼ 6,80 euro
40
Þ
Un’impresa, per produrre un determinato bene, sostiene in un mese un costo fisso di 512 euro, cui si aggiunge un costo variabile, dipendente dal numero x di unità del bene complessivamente prodotte in un mese, uguale a
(15 þ 0,02xÞ per ogni unità prodotta. Determina la funzione che esprime il costo unitario (relativamente a una
produzione mensile) e rappresentala graficamente, specificando per quale produzione il costo unitario è minimo,
e il valore di tale costo unitario minimo.
x
512
y¼
þ
þ 15, minimo per x ¼ 160, costo unitario minimo ¼ 21,40 euro
50
x
41
Þ
Un’impresa, per la produzione di un determinato bene, sostiene in un anno i seguenti costi:
costi fissi pari a 1 687 500 euro;
un costo di 150 euro per ogni unità prodotta;
un ulteriore costo uguale al 75% del quadrato del numero di unità prodotte.
Determina la funzione che esprime il costo unitario (relativamente a una produzione annuale) e rappresentala graficamente, specificando per quale produzione il costo unitario è minimo, e il valore di tale costo unitario minimo.
3
1 687 500
y ¼ xþ
þ 150; minimo per una produzione di 1500 unità, costo unitario minimo ¼ 2400 euro
4
x
42
Þ
I costi sostenuti da un’azienda in un anno, per la produzione di un determinato bene, sono i seguenti:
costi fissi pari a 137 200 euro;
un costo, per l’acquisto di materie prime, di 32 euro per ogni unità del bene;
un costo di imballaggio di 3 euro per ogni unità del bene;
spese pubblicitarie pari (in euro) al 5% del quadrato del numero di unità prodotte;
spese per la manutenzione degli impianti pari (in euro) al 2% del quadrato del numero di unità prodotte.
Determina la produzione annuale che consente di rendere minimo il costo unitario complessivo, e il valore di quest’ultimo.
[1400 unità; 231 euro]
43
Þ
I costi sostenuti da un’azienda in un anno, per la produzione di un determinato bene, sono i seguenti:
costi fissi pari a 364 500 euro;
un costo di 75 euro per ogni unità del bene prodotta;
un ulteriore costo quantificabile (in euro) nel 45% del quadrato del numero di unità prodotte.
Determina la produzione annuale che consente di rendere minimo il costo unitario complessivo, e il valore di quest’ultimo.
[900 unità; 885 euro]
44
Þ
3. Problemi di scelta in condizione di certezza (caso discreto)
TEORIA a p. 85
Esercizi preliminari
Test
La funzione UðxÞ ¼ 0,015x2 þ 7x 10, con x 2 N, rappresenta l’utile derivante dalla vendita della quantità
x di un dato bene. Per quale valore di x si ottiene il massimo utile?
45
Þ
A
233
104
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
B
234
C
235
D
Nessuno dei precedenti
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
198
B
199
C
200
D
Nessuno dei precedenti
1500
, con x 2 N, rappresenta il costo unitario derivante dalla produzione della
x
quantità x di un dato bene. Per quale valore di x si ottiene il minimo costo unitario?
47
Þ
A
La funzione UðxÞ ¼ 20x þ
8
B
9
C
10
D
Nessuno dei precedenti
4000
, con x 2 N, rappresenta il costo unitario derivante dalla produzione della
x
quantità x di un dato bene. Per quale valore di x si ottiene il minimo costo unitario?
48
Þ
A
La funzione UðxÞ ¼ 20x þ
14
B
15
C
16
D
Nessuno dei precedenti
Problemi
49
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Un’azienda produce un bene per cui sostiene ogni settimana un costo fisso di 500 euro e un costo di 6 euro
per ogni unità del bene prodotta. Il bene viene venduto in lotti indivisibili, ciascuno dei quali è costituito
da 100 unità. Il prezzo di ogni lotto è stabilito cosı̀: 2000 euro, meno 12 euro per ogni lotto venduto. La capacità produttiva massima in una settimana è di 100 lotti. Stabilisci quanti lotti deve produrre (e vendere) l’azienda in una settimana per conseguire il massimo utile e tale utile massimo.
Problemi di scelta in condizione di certezza
A
Unità 2
La funzione UðxÞ ¼ 0; 015x2 þ 7x 10, con x 2 N, rappresenta l’utile derivante dalla vendita della quantità
x di un dato bene. Per quale valore di x si ottiene il massimo utile, nell’ipotesi che la capacità produttiva massima
sia di 200 unità?
46
Þ
Indica con x il numero di lotti prodotti (e venduti) in una settimana; dovrà essere 0 x 100 e x 2 N.
È possibile determinare l’espressione analitica della funzione dell’utile; risulta infatti:
UðxÞ ¼ ð2000 12xÞx ð500 þ 6 100xÞ ¼ :::::
ricavo
costo
e il modello del problema consiste nel determinare il valore di x, con 0 x 100 e x 2 N, per cui la funzione
UðxÞ è massima.
Trattando inizialmente x come se fosse una variabile continua, puoi verificare che il massimo della funzione
175
¼ 58,3. Come puoi intuire dal grafico della funzione, in
UðxÞ nell’intervallo 0 x 100 si ottiene per x ¼
3
questo caso il massimo sarà raggiunto in corrispondenza di x ¼ 58 o x ¼ 59.
Verifica che per x ¼ 58 l’utile è di 40 332 euro e per x ¼ 59 è 40 328 euro: dunque il massimo utile, uguale a 40 332
euro, viene raggiunto in corrispondenza della produzione di 58 lotti.
Una compagnia aerea deve stabilire il prezzo del biglietto di un volo (per persona). Sulla base di statistiche
precedenti si ritiene che fissando come prezzo del biglietto 250 euro ci saranno 300 prenotazioni. Ogni aumento
del prezzo di 6 euro comporterà una diminuzione di 5 prenotazioni. Quale prezzo conviene fissare per il biglietto,
in modo da ottenere il massimo ricavo possibile, supponendo che gli aumenti possano essere solo multipli di 6?
(Suggerimento: indica con x, essendo x 2 N, il numero di possibili aumenti di 6 euro nel prezzo del biglietto)
[304 euro]
50
Þ
Un’azienda produce un bene per cui sostiene ogni settimana un costo fisso di 400 euro e un costo di 5 euro
per ogni unità del bene prodotta. Il bene viene venduto in lotti indivisibili, ciascuno dei quali è costituito da 100
unità. Il prezzo di ogni lotto è stabilito cosı̀: 1000 euro, meno 15 euro per ogni lotto venduto. La capacità produttiva massima in una settimana è di 100 lotti. Stabilisci quanti lotti deve produrre (e vendere) l’azienda in una settimana per conseguire il massimo utile, e il valore di tale utile massimo.
[17 lotti, 3765 euro]
51
Þ
Un’azienda agricola specializzata nella produzione di mele sostiene una spesa fissa annua di 1500 euro e un
costo di 50 centesimi al kilogrammo. Vende le mele in sacchetti da 5 kg, a un prezzo p al sacchetto che dipende
dal numero x di sacchetti complessivamente prodotti in base alla relazione p ¼ 12 0,01x. Sapendo che la capacità massima produttiva è di 20 q, determina:
a. il numero minimo di sacchetti che deve produrre e vendere per non essere in perdita;
b. quanti sacchetti deve produrre e vendere per avere il massimo utile.
[a. 200; b. 475]
52
Þ
105
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Un rivenditore di prodotti alimentari vende confezioni di sei brioches a un prezzo p a confezione che dipende dal numero x di confezioni complessivamente prodotte in base alla relazione p ¼ 9 0,013x. Per l’acquisto della merce sostiene una spesa annua fissa di 500 euro e un costo di 50 centesimi per ciascuna brioche. Il magazzino
di cui dispone può contenere al massimo 3000 brioches.
Determina:
a. il numero minimo di confezioni che il rivenditore deve produrre e vendere per non essere in perdita;
b. quante confezioni deve produrre e vendere per ottenere il massimo utile.
[a. 110; b. 231]
53
Þ
54
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Un dato bene è venduto in lotti da 100 pezzi ciascuno. Per la lavorazione l’azienda sostiene una spesa fissa
di 200 euro al giorno e un costo di 5 euro per ogni unità del bene prodotta. In un giorno l’azienda può produrre al massimo 8 lotti. Il prezzo di vendita al lotto decresce al crescere del numero dei lotti prodotti secondo quanto indicato nella seguente tabella.
Numero di lotti
1
2
3
4
5
6
7
8
Prezzo al lotto (in euro)
800
800
760
720
700
680
650
625
Determina il numero di lotti che l’azienda dovrebbe produrre (e vendere) in un giorno per conseguire il massimo utile.
Poiché in questo caso non è possibile determinare l’espressione analitica della funzione dell’utile, per stabilire la
produzione giornaliera che consente il massimo utile completa la seguente tabella (gli importi sono in euro).
Numero di lotti
Prezzo al lotto
Ricavo
Costo di produzione
1
800
1 800 ¼ 800
200 þ 5 100
Utile
¼ 700
800 700 ¼ 100
unità contenute
in un lotto
2
2 800 ¼ 1600
800
200 þ 5 200
¼ 1200
1600 1200 ¼ 400
unità contenute
in due lotti
3
760
.....
.....
.....
4
720
.....
.....
.....
5
700
.....
.....
.....
6
680
.....
.....
.....
7
650
.....
.....
.....
8
625
.....
.....
.....
Osservando i valori degli utili dell’ultima colonna puoi concludere che il massimo utile corrisponde a una produzione di ..... lotti.
Un prodotto è venduto in lotti da 50 pezzi ciascuno. Per la lavorazione l’azienda sostiene, in un ciclo di produzione, un costo fisso di 400 euro e un costo di 2,5 euro per ogni pezzo prodotto. La capacità produttiva in un ciclo è al massimo di 8 lotti. Il prezzo di ogni singolo lotto dipende dal numero di lotti venduti secondo la seguente
tabella:
55
Þ
Numero di lotti venduti
1
2
3
4
5
6
7
8
Prezzo al lotto (euro)
400
400
380
360
350
320
280
250
Determina quanti lotti devono essere venduti per realizzare il massimo utile.
[6 lotti]
Un’azienda produce un dato bene, che viene venduto in lotti. In un mese l’azienda sostiene un costo di 1000
euro per ciascuno dei primi tre lotti e un costo di 800 euro per ciascun lotto a partire dal quarto. La capacità produttiva in un mese è al massimo di 9 lotti. Per quanto riguarda il prezzo di vendita di un singolo lotto, l’azienda de-
56
Þ
106
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Prezzo al lotto (euro)
1500
1450
1400
1350
1300
1250
1200
1100
1050
Determina il numero di lotti che devono essere richiesti in un mese perché l’azienda realizzi il massimo utile.
[7 lotti]
Un’impresa fabbrica un dato bene, che vende in lotti costituiti da 1000 pezzi ciascuno. L’azienda sostiene un
costo annuo fisso di 100 000 euro per la produzione del bene e un costo di 110 euro per ogni pezzo prodotto. La
massima capacità produttiva in un anno è di 10 lotti. Il prezzo di vendita varia in base al numero di lotti richiesti
in un anno secondo la seguente tabella.
57
Þ
Numero di lotti richiesti
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Prezzo al lotto (migliaia di euro)
340
320
300
280
260
240
220
200
180
160
Determina il numero di lotti che devono essere richiesti in un anno perché l’azienda realizzi il massimo utile.
[6 lotti]
Problemi di scelta in condizione di certezza
Numero di lotti richiesti
Unità 2
cide di praticare tariffe differenziate a seconda del numero di lotti che verranno richiesti per quel mese, secondo la
seguente tabella.
Per il lancio di un nuovo prodotto finanziario, una banca decide di servirsi di una campagna pubblicitaria
della durata di 12 giorni. I costi prevedono una quota fissa di 80 000 euro e un costo di 3250 euro per ogni singolo
spot, con uno sconto del 4% sul costo del singolo spot se il numero di spot giornalieri è superiore a 5, fino a un
massimo di 8. In seguito a ricerche di mercato, si stima che il ricavo totale generato dalla sottoscrizione del prodotto finanziario sia legato al numero di spot al giorno trasmessi, secondo quanto indicato nella seguente tabella.
58
Þ
Numero di spot
giornalieri
1
2
3
4
5
6
7
8
Ricavo totale (euro)
450 000
700 000
925 000
1 150 000
1 315 000
1 350 000
1 375 000
1 400 000
Determina quanti spot si devono mandare in onda ogni giorno perché il conseguente utile totale stimato (al netto
delle sole spese pubblicitarie) sia massimo.
[6 spot]
Un bene viene venduto in lotti da 450 pezzi ciascuno. L’azienda che produce il bene sostiene per la lavorazione un costo fisso giornaliero di 500 euro e un costo di 7,5 euro al pezzo. Il numero massimo di lotti prodotti in un
giorno è 8. Il prezzo di vendita per ogni singolo lotto è stato fissato dall’azienda in modo che sia decrescente al crescere del numero di lotti ordinati, secondo quanto riportato nella tabella seguente.
59
Þ
Numero di lotti ordinati
1
2
3
4
5
6
7
8
Prezzo al lotto (euro)
5000
4350
4300
4100
3800
3600
3500
3400
Determina quanti lotti si devono ordinare e vendere giornalmente per realizzare il massimo utile.
[4 lotti]
Un nuovo ristorante commissiona una campagna pubblicitaria tramite volantinaggio per fare conoscere il locale. La campagna pubblicitaria comporta un costo fisso di 1000 euro e un costo di 125 euro per ogni giornata di
promozione; l’importo del costo giornaliero si riduce a 100 euro se le giornate di promozione sono più di tre nell’arco della settimana. Si stima che il ricavo generato dai nuovi clienti sia legato al numero di giornate della settimana in cui avviene l’attività di promozione secondo i dati riportati in tabella.
60
Þ
Numero di giornate
di promozione (per settimana)
1
2
3
4
5
6
7
Ricavo totale stimato
per settimana (euro)
6000
9000
11 000
12 000
12 500
12 500
12 500
Determina il numero di giornate di promozione che consente di ottenere il massimo utile (al netto delle sole spese
pubblicitarie), e il valore di tale utile massimo.
[5 giornate a settimana, utile ¼ 11 000 euro]
107
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Un’azienda vende un bene in lotti da 200 pezzi ciascuno. Per la lavorazione sostiene un costo fisso di 750 euro e un costo di 4 euro al pezzo. Giornalmente l’azienda può produrre al massimo 8 lotti. Il prezzo di vendita per
ogni singolo lotto è stato fissato dall’azienda in modo che sia decrescente al crescere del numero di lotti venduti,
secondo quanto riportato nella seguente tabella.
61
Þ
Numero di lotti
1
2
3
4
5
6
7
8
Prezzo al lotto (euro)
1300
1200
1150
1100
1000
950
900
800
Determina quanti lotti si devono vendere giornalmente per realizzare il massimo utile, e il valore di tale utile massimo.
[4 lotti, utile ¼ 450 euro]
Un’industria produce un articolo che vende in lotti da 200 pezzi ciascuno. In un ciclo produttivo l’azienda
sostiene un costo fisso uguale a 400 000 euro e un costo di 500 euro per ogni pezzo prodotto. La capacità produttiva massima in un ciclo è di 8 lotti. Il prezzo di vendita dipende dal numero di lotti ordinati secondo quanto riportato nella seguente tabella.
62
Þ
Numero di lotti ordinati
1
2
3
4
5
6
7
8
Prezzo al lotto (migliaia di euro)
350
350
320
280
250
210
180
150
Determina quale ordinativo di lotti consente di realizzare il massimo utile, e il valore di tale utile massimo.
[5 lotti, utile ¼ 350 000 euro]
63 Un’impresa può produrre, in un ciclo produttivo, da 500 a 1000 pezzi di un dato articolo, che vende in lotti
Þ
contenenti 50 pezzi ciascuno. Il prezzo varia con il numero di lotti ordinati secondo la seguente tabella.
Numero di lotti ordinati
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Prezzo al lotto (euro)
270
265
260
255
250
245
240
230
220
210
200
In un ciclo produttivo l’impresa sostiene un costo fisso pari a 500 euro e un costo per ogni pezzo prodotto di 2,50
euro. Determina quanti lotti devono essere ordinati affinché l’utile sia massimo, e il valore di tale utile massimo.
[16 lotti, utile ¼ 1340 euro]
Un certo bene è venduto in lotti da 100 pezzi ciascuno. Per la lavorazione l’azienda produttrice sostiene una
spesa fissa giornaliera di 150 euro e un costo di 0,75 euro al pezzo. Il numero massimo di lotti prodotti in un giorno è10. Il prezzo di vendita di ogni lotto è stato stabilito in modo che sia decrescente al crescere dei lotti prodotti
in un giorno, secondo i dati riportati nella seguente tabella.
64
Þ
Numero di lotti
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Prezzo (euro)
150
145
140
135
130
125
120
115
110
105
Determina quanti lotti si devono produrre (e vendere) giornalmente per realizzare il massimo utile.
[8 lotti]
Un negozio di strumenti musicali può affittare fino a 8 impianti stereo per manifestazioni e feste. I costi sostenuti e i ricavi realizzati dipendono dal numero di impianti che vengono dati in affitto secondo quanto riportato
nella seguente tabella.
65
Þ
Numero di impianti
Costo unitario (euro)
Ricavo unitario (euro)
1
1750
7000
2
1250
6750
3
1100
6250
4
1000
5750
5
950
5500
6
900
5250
7
890
4500
8
875
4000
Determina quanti impianti conviene affittare per realizzare il massimo utile, e il valore di tale utile massimo.
[6 impianti, utile ¼ 26 100 euro]
108
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
TEORIA a p. 89
Esercizi preliminari
Una ditta ha bisogno ogni anno di 8000 kg di una determinata materia prima, che si procura nel corso dell’anno con alcune ordinazioni (tutte dello stesso quantitativo). Ogni ordine costa 50 euro e i costi annui per la
conservazione della materia prima ammontano a 4 euro al kilogrammo. Indicata con x la quantità da ordinare
ogni volta, quale delle seguenti è l’espressione analitica della funzione che esprime il costo annuo complessivo di
gestione del magazzino?
66
Þ
A
y¼
8000
þ 4x
x
B
y¼
8000
þ 50x þ 2
x
C
y¼
400 000
þ 2x
x
In corrispondenza di quale valore di x è minima la funzione y ¼ 15x þ
x > 0? Arrotonda il risultato alla seconda cifra decimale.
67
Þ
A
51,64
B
42,63
C
68,32
D
In corrispondenza di quale valore di x è minima la funzione y ¼ 15x þ
0 < x 50? Arrotonda il risultato alla seconda cifra decimale.
42,63
B
48,27
C
50
D
In corrispondenza di quale valore di x è minima la funzione y ¼ 15x þ
x 2 N f0g?
50
B
51
C
52
D
40 000
þ 4x
x
40 000
þ 20, nell’ipotesi che sia
x
40 000
þ 20, nell’ipotesi che sia
x
Non esiste alcun punto di minimo
69
Þ
A
y¼
Non esiste alcun punto di minimo
68
Þ
A
D
Problemi di scelta in condizione di certezza
Test
Unità 2
4. Il problema delle scorte
40 000
þ 20, nell’ipotesi che sia
x
Non esiste alcun punto di minimo
Problemi in cui il costo della materia prima è costante
70
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Una ditta ha bisogno di 8000 kg di una determinata materia prima in un mese. Ogni ordine costa 20 euro e i
costi di magazzinaggio per la conservazione della materia prima ammontano, ogni mese, a 2 euro al kilogrammo. Determina il quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo mensile complessivo
di gestione del magazzino, e l’ammontare di tale costo minimo.
Indica con x la quantità da ordinare ogni volta. Allora il costo complessivo di gestione del magazzino è espresso
dalla funzione:
y ¼ 20 8000
x
spese per
gli ordini
þ
x
2
2
spese di
magazzinaggio
Puoi verificare che tale funzione, per x > 0, raggiunge il minimo per x ¼ 400. Dunque per rendere minimo il costo mensile complessivo occorre ordinare ogni volta 400 kg; il costo complessivo mensile corrispondente è di
800 euro.
Una ditta ha bisogno di 5000 kg di una determinata materia prima per il suo ciclo produttivo. Ogni ordine
costa 80 euro e i costi di magazzinaggio per la conservazione della materia prima per la durata di un ciclo ammontano a 5 euro al kilogrammo. Determina il quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo
complessivo di gestione del magazzino, e l’ammontare di quest’ultimo.
[400 kg, 2000 euro]
71
Þ
Ogni anno un’impresa ha bisogno di 20,25 t di una certa materia prima, che si procura nel corso dell’anno
con varie ordinazioni (tutte dello stesso quantitativo), ciascuna delle quali costa 20 euro. Per la conservazione della
materia prima nel magazzino l’azienda deve sostenere un costo annuo di 0,25 euro al kilogrammo. Determina il
quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo di gestione del magazzino, e il valore minimo di tale costo.
[1800 kg, 450 euro]
72
Þ
109
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Una ditta necessita in un anno di 25 000 pezzi di un certo articolo, di cui si approvvigiona mediante ordini
(tutti dello stesso quantitativo) eseguiti nel corso dell’anno. Ogni ordine ha un costo di 40 euro. Il costo annuo
di magazzinaggio è di 2 euro per ogni pezzo. Determina il numero di pezzi da ordinare ogni volta per rendere
minimo il costo annuo complessivo di gestione del magazzino, e il valore minimo di tale costo.
[1000 pezzi, 2000 euro]
73
Þ
Un’impresa necessita ogni anno di 180 q di una determinata merce. Ogni ordine della merce ha un costo di
49 euro e per conservare la merce in magazzino occorre una spesa annua di 9 euro al kilogrammo. Determina il numero di kilogrammi da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo di gestione del magazzino e l’ammontare di quest’ultimo, in ciascuno dei seguenti due casi:
74
Þ
a. se la capacità massima del magazzino è di 5 quintali;
b. se la capacità massima del magazzino è di 4 quintali.
[a. 442,72 kg, 3984,47 euro; b. 400 kg, 4005 euro]
Ogni anno un’industria utilizza 100 q di una certa materia prima. Nel corso dell’anno l’industria ordina lo
stesso quantitativo di materia prima con un costo di 75 euro per ogni ordine. Il costo di magazzinaggio ammonta
a 6 euro al quintale all’anno. Determina il quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo
complessivo di gestione del magazzino, e l’ammontare di quest’ultimo, in ciascuno dei seguenti casi:
75
Þ
a. la massima capacità del magazzino è di 80 q;
b. la massima capacità del magazzino è di 40 q.
[a. 50 q, 300 euro; b. 40 q, 307,50 euro]
Un’azienda necessita di 4000q di una certa materia prima ogni anno. Ogni ordine di tale materia prima comporta una spesa di 30 euro; inoltre, le spese di magazzinaggio ammontano a 6 euro al quintale all’anno. Determina:
a. il numero di quintali da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo di gestione del
magazzino, e il valore di tale costo minimo;
b. il numero di ordini da effettuare in un anno e la periodicità di ogni ordine, nell’ipotesi di ordini il cui
quantitativo sia quello determinato al punto a.
[a. 200 q, 1200 euro; b. 20 ordini, uno ogni 18 giorni]
76
Þ
Una ditta, nel corso di un anno, ha bisogno di 450 q di una certa materia prima. Si procura questo quantitativo di merce con un certo numero di ordini, ciascuno dei quali costa 100 euro. I costi annui di magazzinaggio ammontano a 1 euro al kilogrammo. Determina:
77
Þ
a. il numero di kilogrammi da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo di gestione
del magazzino, e il valore di tale costo minimo;
b. il numero di ordini da effettuare in un anno e la periodicità di ogni ordine, nell’ipotesi di ordini il cui
quantitativo sia quello determinato al punto a.
[a. 3000 kg, 3000 euro; b. 15 ordini, 24 giorni]
Una ditta necessita in un anno di 1500 pezzi meccanici, di cui si approvvigiona mediante ordini (tutti dello
stesso quantitativo) eseguiti nel corso dell’anno. Ogni ordine ha un costo di 15 euro. Il costo annuo di magazzinaggio è di 5 euro per ogni pezzo. Determina il numero di pezzi da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo
annuo complessivo di gestione del magazzino, e il valore di tale costo minimo.
[Si tratta di un problema discreto; 95 pezzi, 474,34 euro]
78
Þ
Una ditta necessita in un anno di 2000 pezzi meccanici, di cui si approvvigiona mediante ordini (tutti dello
stesso quantitativo) eseguiti nel corso dell’anno. Ogni ordine ha un costo di 12 euro. Il costo annuo di magazzinaggio è di 10 euro per ogni pezzo. Determina il numero di pezzi da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo di gestione del magazzino, e il valore di tale costo minimo.
[Si tratta di un problema discreto; 69 pezzi, 692,83 euro]
79
Þ
Problemi in cui il costo della materia prima non è costante
80
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Un’industria necessita in un anno di 100 000 pezzi meccanici, di cui si approvvigiona tramite ordini (tutti
dello stesso quantitativo) nel corso dell’anno a un costo di 40 euro per ogni ordine. Il costo annuo di magazzinaggio dei pezzi ordinati ammonta a 2 euro al pezzo.
Per ordini di quantitativi inferiori a 5000 pezzi, il costo di ogni pezzo è di 5 euro, mentre per ordini di quantitativi uguali o superiori a 5000 pezzi il costo di ogni pezzo scende a 3 euro.
110
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
y¼
8
100 000
>
>
40 >
>
x
>
>
>
>
>
>
costo per
>
>
<
gli ordini
>
>
100 000
>
>
40 >
>
>
x
>
>
>
>
>
costo per
:
gli ordini
x
2
2
þ
þ
x
2
2
spese di
magazzinaggio
0 < x < 5000
costo di acquisto
della merce
spese di
magazzinaggio
þ
500 000
þ
300 000
x 5000
costo di acquisto
della merce
Puoi verificare che tale funzione:
– se 0 < x < 5000, ha un minimo, che vale 504 000, per x ¼ 2000;
– se x 5000, ha un minimo, che vale 305 800, per x ¼ 5000.
Problemi di scelta in condizione di certezza
Indica con x la quantità da ordinare ogni volta ðx 2 NÞ. Tratta inizialmente il problema nel continuo e verifica
che il costo complessivo è espresso dalla funzione:
Unità 2
Determina il numero di pezzi da ordinare ogni volta per sostenere il minimo costo annuo complessivo.
Pertanto il valore di x che consente di rendere minimo il costo annuo complessivo è 5000.
Una ditta necessita ogni anno di 5000 pezzi di un certo articolo, di cui si approvvigiona mediante ordini (tutti dello stesso quantitativo) eseguiti nel corso dell’anno. Ogni ordine dei pezzi ha un costo fisso di 80 euro e le spese di magazzinaggio ammontano a 5 euro al pezzo per l’intero anno. Inoltre, per ordini inferiori a 1000 pezzi il costo di ogni pezzo è di 2 euro, mentre per ordini superiori o uguali a 1000 pezzi il costo scende a 1,8 euro al pezzo.
Determina il numero di pezzi da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo, nonché il
valore di tale costo minimo.
[1000 pezzi, 11 900 euro]
81
Þ
Un’impresa consuma all’anno 12500 kg di una determinata materia prima, di cui si approvvigiona mediante
ordini (dello stesso quantitativo) eseguiti nel corso dell’anno. L’impresa sostiene un costo di 15 euro per ogni ordine e le spese annue di magazzinaggio ammontano a 0,3 euro al kilogrammo. Inoltre, per ordini inferiori o uguali a
1000 kg il costo della materia prima è di 4 euro al kilogrammo, mentre per ordini superiori a 1000 kg la ditta può
godere di uno sconto e pagare la materia prima 2,50 euro al kilogrammo. Determina il quantitativo da ordinare
ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo, nonché il valore di tale costo minimo.
[1118,03 kg; 31 585,41 euro]
82
Þ
Ogni anno un’industria utilizza 16 200 kg di una merce che si procura nel corso dell’anno mediante vari ordini, tutti dello stesso quantitativo. Per ogni ordine l’industria spende 20 euro e per la conservazione in magazzino
della merce spende ogni anno 0,8 euro al kilogrammo. La merce ha un costo di 4 euro al kilogrammo se si ordinano quantitativi inferiori a 1000 kg e un costo che scende a 3,20 euro al kilogrammo se si ordinano quantitativi superiori o uguali a 1000 kg. Determina il quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo
complessivo, nonché il valore di tale costo minimo.
[1000 kg; 52 564 euro]
83
Þ
Ogni anno una ditta ha bisogno, per il ciclo produttivo di un dato bene, di 242 t di una certa materia prima.
Ogni ordine costa 125 euro e la materia prima, molto deperibile, richiede un costo di magazzinaggio annuo di 50
euro al kilogrammo. La merce si può acquistare a un costo di 6 euro al kilogrammo se l’ordine prevede un acquisto
di quantità inferiori o uguali a 1000 kg, mentre il costo scende a 4 euro al kilogrammo se l’ordine prevede un acquisto di quantità superiori a 1000 kg. Determina il quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo, nonché il valore di tale costo minimo.
[1100 kg, 1 023 000 euro]
84
Þ
Un’azienda, per produrre un determinato bene, utilizza ogni anno 100 000 pezzi meccanici di un certo tipo.
Si procura i pezzi necessari con vari ordini (dello stesso quantitativo) nel corso dell’anno, con un costo di 50 euro
per ogni ordine. La conservazione dei pezzi in magazzino richiede una spesa di 10 euro al pezzo all’anno. Il costo
per l’acquisto è di 0,5 euro al pezzo per quantitativi inferiori o uguali a 1000 pezzi e di 0,4 euro al pezzo per quantitativi superiori a 1000 pezzi. Determina il numero di pezzi da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo, nonché il valore di tale costo minimo.
[1001 pezzi, circa 50 000 euro]
85
Þ
111
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
5. Problemi di scelta tra più alternative
TEORIA a p. 93
Esercizi preliminari
Interpretazione di grafici
a. Nell’ipotesi che i tre grafici in figura rappresentino tre alternative di costo, stabilisci l’alternativa più
conveniente, al variare di x.
b. Nell’ipotesi che i tre grafici in figura rappresentino tre alternative di utile, stabilisci l’alternativa più
conveniente, al variare di x.
86
Þ
y
14
13
12
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
–1
87
Þ
alternativa A
R
alternativa C
Q
alternativa B
P
O
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 x
Vero o falso?
1
33
xþ
rappresentano rispettivamente tre alternative A, B, C
7
7
di costo. Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a. se 0 < x < 6, conviene l’alternativa C
b. se 6 < x < 16, conviene l’alternativa B
c. se x > 16, conviene l’alternativa C
d. se x ¼ 6, è indifferente scegliere A o C
e. se x ¼ 16, è indifferente scegliere B o C
[3 affermazioni vere e 2 false]
Le tre funzioni y ¼ 0,5x þ 1,5, y ¼ 0,25x þ 3, y ¼
88
Þ
Vero o falso?
1
33
xþ
rappresentano rispettivamente tre alternative A, B, C
7
7
di utile. Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a. se 0 < x < 9, conviene l’alternativa C
b. se 0 < x < 6, conviene l’alternativa B
c. se 9 < x < 16, conviene l’alternativa C
d. se x ¼ 6, è indifferente scegliere A o B
e. se x ¼ 9, è indifferente scegliere B o C
[2 affermazioni vere e 3 false]
Le tre funzioni y ¼ 0,5x þ 1,5, y ¼ 0,25x þ 3, y ¼
Problemi
89
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Un’impresa deve scegliere quale linea produttiva utilizzare per la produzione di un certo bene; può scegliere
tra due alternative:
linea produttiva A, che richiede ogni giorno un costo fisso di 12 euro per una produzione fino a un massimo di 7 unità del bene e un costo aggiuntivo di 1 euro per ogni unità prodotta successiva alle prime sette;
linea produttiva B, che richiede ogni giorno un costo fisso di 10 euro più 50 centesimi per ogni unità del
bene prodotta.
Stabilisci qual è l’alternativa più conveniente, al fine di minimizzare i costi.
112
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
–
–
–
–
–
per 0 x < 4 conviene la linea produttiva .....
per x ¼ 4 le due linee produttive sono .....
per 4 < x < 10 conviene la linea produttiva .....
per x ¼ 10 le due linee produttive sono .....
per x > 10 conviene la linea produttiva .....
20
y
18
16
14
12
Q
alternativa B
P
alternativa A
Problemi di scelta in condizione di certezza
Verifica che i grafici di tali funzioni sono del tipo rappresentato in figura, e dall’analisi di tali grafici deduci che:
Unità 2
Indicato con x il numero di unità del bene che si vogliono produrre giornalmente, le funzioni che esprimono i
costi relativamente alle due linee produttive hanno espressioni analitiche:
12
0x7
e
CB ðxÞ ¼ 10 þ 0,5x
CA ðxÞ ¼
12 þ 1 ðx 7Þ x > 7
10
8
6
4
2
O
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 x
Per il noleggio di un’auto, due diverse compagnie offrono le seguenti condizioni:
a. La compagnia A applica 20 euro di costo fisso più 50 euro per ogni giorno di noleggio.
b. La compagnia B non applica nessun costo fisso e richiede 60 euro per ogni giorno di noleggio.
90
Þ
Stabilisci, in dipendenza del numero di giorni per cui si vuole noleggiare l’auto, qual è la scelta più conveniente.
[Per un solo giorno di noleggio conviene la compagnia B,
per più di 2 giorni conviene la compagnia A, per 2 giorni è indifferente]
A un promotore di polizze assicurative vengono proposti due tipi di contratto:
a. 500 euro al mese più un compenso di 100 euro per ogni polizza stipulata.
b. 1000 euro al mese più un compenso di 50 euro per ogni polizza stipulata.
91
Þ
Determina, in dipendenza del numero di polizze stipulate, il contratto più conveniente.
[Fino a 10 polizze al mese conviene il secondo contratto,
per più di 10 polizze conviene il primo; per 10 polizze è indifferente]
Per produrre un certo prodotto un’azienda ha la possibilità di utilizzare due macchinari diversi, che chiamiamo A e B.
Il macchinario A richiede 10 minuti di preparazione e produce 2 oggetti al minuto; il macchinario B richiede 20
minuti di preparazione e produce 3 oggetti al minuto.
Determina, in dipendenza del numero di oggetti che si vogliono produrre, quale macchinario consente di impiegare meno tempo.
[Volendo produrre meno di 60 oggetti è più conveniente scegliere A;
per più di 60 oggetti è più conveniente B; per 60 oggetti è indifferente]
92
Þ
93 Una ditta deve noleggiare un macchinario e può scegliere tra le seguenti offerte:
Þ
l’offerta A comporta un costo fisso di 210 euro fino a 20 giorni di noleggio e di 6,25 euro al giorno per ciascun
giorno successivo;
l’offerta B comporta una quota fissa di 160 euro, più 5 euro per ogni giorno.
Determina l’offerta più conveniente in relazione al numero x di giorni di noleggio.
[Per 0 x < 10 conviene l’offerta B; per 10 < x < 60 conviene A; per x > 60 conviene B;
per x ¼ 10 e x ¼ 60 è indifferente A o B]
113
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
94
Þ
Per il trasporto di una determinata merce due ditte chiedono il seguente compenso:
ditta A: 100 euro di spese fisse e 10 euro per ogni quintale trasportato;
ditta B: 250 euro di spese fisse per un trasporto fino a 30 quintali, più 7 euro a quintale per ogni quintale eccedente i 30.
Determina a quale ditta conviene rivolgersi, in relazione al numero x di quintali da trasportare.
[Per 0 x < 15 conviene A; per x > 15 conviene B; per x ¼ 15 è equivalente]
95
Þ
Per la fornitura di un determinato bene si può scegliere tra due alternative:
l’alternativa A prevede una spesa fissa di 100 euro e un costo di 4 euro per ogni unità del bene;
l’alternativa B prevede un costo di 8 euro per ogni unità del bene per la fornitura delle prime 50 unità e un costo
di 2 euro per ciascuna unità del bene eccedente la cinquantesima.
Quale delle due alternative è preferibile per ridurre al minimo i costi, in dipendenza della quantità x del bene di
cui si ha bisogno?
[Per 0 x < 25 conviene B; per 25 < x < 100 conviene A; per x > 100 conviene B;
per x ¼ 25 e x ¼ 100 le due alternative sono equivalenti]
96
Þ
Per l’acquisto di cavi elettrici, due ditte propongono le seguenti tariffe:
ditta A: una spesa di 12,50 euro al metro per i primi 60 m e di 5 euro per ogni metro in più, fino a un massimo
di 80 m;
ditta B: un costo fisso di 90 euro, più un costo aggiuntivo di 9,50 euro al metro.
A quale ditta conviene rivolgersi per minimizzare il costo, in dipendenza del numero x di metri di cavi che si vogliono acquistare?
[Per 0 x < 30 conviene la ditta A, per 30 < x < 80 conviene la ditta B,
per x ¼ 30 e x ¼ 80 le due alternative sono equivalenti]
Un ricco signore vuole ormeggiare durante la stagione estiva il suo panfilo per un certo periodo di tempo in
un porticciolo gestito da un club nautico. Ha le seguenti possibilità:
97
Þ
prendere in affitto il posto barca per l’intera stagione estiva (dal primo giugno al 30 settembre), pagando 3600
euro;
pagare la tariffa di ormeggio di 200 euro al giorno;
iscriversi al club, pagando una quota di iscrizione di 800 euro, quindi pagare la tariffa di ormeggio agevolata, di
40 euro al giorno.
Stabilisci qual è la scelta più conveniente, in relazione al numero dei giorni di ormeggio.
[Per meno di 5 giorni, conviene pagare la tariffa di ormeggio; per ormeggio tra i 5 e i 70 giorni,
conviene iscriversi al club; per più di 70 giorni di ormeggio conviene affittare per l’intera stagione;
per 5 giorni è indifferente pagare la tariffa di ormeggio o iscriversi al club;
per 70 giorni è indifferente iscriversi al club o affittare per l’intera stagione]
98
Þ
A un rappresentante di televisori vengono proposte tre diverse forme di retribuzione:
a. la prima prevede 600 euro al mese, più 40 euro per ogni televisore venduto;
b. la seconda prevede 400 euro al mese, più 80 euro per ogni televisore venduto;
c. la terza non prevede nessuno stipendio fisso, ma 100 euro per ogni televisore venduto.
Stabilisci qual è la forma di retribuzione più conveniente, in relazione al numero di televisori venduti in un mese.
[Per meno di 5 televisori venduti in un mese conviene la prima forma di retribuzione;
per vendite tra i 5 e i 20 televisori conviene la seconda; per vendite superiori ai 20 televisori la terza;
per 5 televisori è indifferente la prima o la seconda; per 20 televisori è indifferente la seconda o la terza]
99
Þ
Per fabbricare dei bulloni un’azienda ha la possibilità di utilizzare tre macchinari diversi, che chiamiamo A, B
e C:
a. il macchinario A richiede 10 minuti di preparazione e produce 4 bulloni al minuto;
b. il macchinario B richiede 15 minuti di preparazione e produce 6 bulloni al minuto;
c. il macchinario C richiede 30 minuti di preparazione e produce 10 bulloni al minuto.
Determina, in dipendenza del numero di bulloni che si vogliono produrre, quale macchinario consente di impiegare il minimo tempo complessivo (intendendo come tempo complessivo la somma del tempo di preparazione e
di quello di produzione).
[Per meno di 60 bulloni conviene A, per una produzione tra i 60 e i 225 bulloni conviene B;
per più di 225 bulloni conviene C, per 60 bulloni è indifferente A o B; per 225 bulloni è indifferente B o C]
114
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Per il trasporto di una merce, tre ditte di spedizione presentano le seguenti tariffe:
Studia l’alternativa migliore al variare della distanza x cui va spedita la merce.
[Per 0 x < 500 conviene la terza ditta; per 500 < x < 1500 conviene la seconda ditta; per x > 1500 conviene
la prima ditta; per x ¼ 500 le tre ditte sono equivalenti; per x ¼ 1500 la prima e la seconda ditta sono equivalenti]
Per l’organizzazione di una cena aziendale vengono contattate tre diverse imprese di ristorazione, che propongono le seguenti condizioni:
101
Þ
impresa A: una spesa fissa di 12 000 euro fino a un massimo di 50 persone; 80 euro per ogni persona in più;
impresa B: una spesa fissa di 16 000 euro fino a un massimo di 150 persone e 80 euro per ogni persona in più;
impresa C: una spesa fissa di 20 000 euro fino a un massimo di 250 persone e 80 euro per ogni persona in più.
Determina quale ditta conviene scegliere per spendere il meno possibile, in dipendenza del numero x di persone
che parteciperanno alla cena.
[Per 0 x < 100 conviene A; per 100 < x < 200 conviene B; per x 200 conviene C;
per x ¼ 100 sono equivalenti A e B; per x ¼ 200 sono equivalenti B e C]
Problemi di scelta in condizione di certezza
prima ditta: spesa fissa di 600 euro, più 40 centesimi al kilometro;
seconda ditta: spesa fissa di 800 euro per una spedizione fino a 1000 km, più 80 centesimi per ciascun kilometro
oltre i 1000 km;
terza ditta: costo di 1,60 euro al kilometro, senza spese aggiuntive.
Unità 2
100
Þ
Una ditta deve decidere quale macchinario produrre fra due modelli che comportano i seguenti costi di produzione:
102
Þ
modello A: costo fisso di 500 000 euro, più 10 000 euro per ogni macchinario prodotto;
modello B: costo fisso di 800 000 euro, più 12 000 euro per ogni macchinario prodotto.
Il modello A sarà venduto al prezzo unitario di 20 000 euro e il modello B al prezzo unitario di 25 000 euro.
Determina quale modello è più conveniente produrre al fine di conseguire il massimo utile, al variare del numero
x di macchinari prodotti (e venduti).
[Per 0 x 50 non conviene né il modello A né il modello B (utile negativo o nullo); per 50 < x < 100
conviene il modello A; per x > 100 conviene il modello B; per x ¼ 100 i due modelli sono equivalenti]
Per produrre un determinato bene A, venduto al prezzo unitario di 90 euro, un’azienda deve sostenere un costo di 40 euro per ogni unità prodotta e un costo fisso di 20 000 euro. In alternativa, la stessa azienda può produrre
un bene B simile al precedente, che verrà venduto al prezzo unitario di 135 euro, per la cui produzione l’azienda
deve sostenere un costo di 60 euro per ogni unità prodotta e un costo fisso di 40 000 euro. Stabilisci se è più conveniente produrre il bene A o il bene B, in dipendenza del numero x di unità del bene che verranno prodotte (e vendute) al fine di conseguire l’utile massimo.
[Per 0 x 400 non conviene né A né B (utile negativo o nullo);
per 400 < x < 800 conviene A; per x > 800 conviene B; per x ¼ 800 risulta equivalente produrre A o B]
103
Þ
Un’impresa deve scegliere quale articolo produrre, tra due modelli A e B che comportano i seguenti costi:
modello A: un costo fisso di 25 000 euro e un costo variabile di 50 euro per ogni unità;
modello B: un costo fisso di 15 000 euro e un costo variabile di 100 euro per ogni unità.
104
Þ
Il prezzo unitario di vendita dell’articolo A sarà di 130 euro e il prezzo unitario di vendita dell’articolo B sarà di 160
euro. Determina quale articolo è più conveniente produrre al fine di conseguire il massimo utile, al variare del numero x di articoli prodotti (e venduti).
[Per 0 x 250 non conviene né A né B (utile negativo o nullo); per 250 < x < 500 conviene B;
per x > 500 conviene A; per x ¼ 500 A e B sono equivalenti]
Per la produzione di un certo capo di abbigliamento, un’azienda deve sostenere, a seconda del tipo di lavorazione, i seguenti costi mensili:
tipo di lavorazione A: un costo fisso di 1000 euro e un costo variabile di 4 euro per ogni capo confezionato;
tipo di lavorazione B: un costo fisso di 1500 euro e un costo variabile di 3,50 euro per ogni capo confezionato;
tipo di lavorazione C: un costo fisso di 1200 euro e un costo variabile di 3,75 euro per ogni capo confezionato.
105
Þ
Ogni capo viene venduto al prezzo di 6 euro. Determina il tipo di lavorazione che consente di realizzare il massimo
utile mensile, in dipendenza del numero x di capi prodotti (e venduti) in un mese.
[Per 0 x 500 non conviene né A né B né C (utile negativo o nullo); per 500 < x < 800 conviene A;
per 800 < x < 1200 conviene C; per x > 1200 conviene B;
per x ¼ 800 sono equivalenti A e C (B non conviene mai); per x ¼ 1200 sono equivalenti B e C]
115
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Una ditta deve decidere quale modello produrre di un dato macchinario, tra due possibilità A e B, che comportano i seguenti costi:
modello A: un costo fisso di 750 000 euro e un costo di 8000 euro per ogni unità prodotta;
modello B: un costo fisso di 450 000 euro e un costo di 5000 euro per ogni unità prodotta.
Ogni unità del macchinario A verrà venduta al prezzo di 12 000 euro, mentre ogni unità del macchinario B verrà
venduta al prezzo di 8000 euro. Determina quale macchinario è più conveniente produrre al fine di conseguire il
massimo utile, al variare del numero x di macchinari prodotti (e venduti).
[Per 0 x 150 non conviene né A né B (utile negativo o nullo); per 150 < x < 300 conviene B;
per x > 300 conviene A; per x ¼ 300 A e B sono equivalenti]
106
Þ
107
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Un’azienda può produrre un determinato bene tramite due linee produttive diverse, diciamo A e B, che comportano i seguenti costi:
A: un costo fisso di 1700 euro e un costo di 40 euro per ogni unità prodotta;
B: un costo fisso di 3300 euro e un costo di 10 euro per ogni unità prodotta, più un ulteriore costo uguale
(in euro) al 25 % del quadrato del numero di unità prodotte.
Ogni unità prodotta tramite la linea A verrà venduta a 60 euro, mentre ogni unità prodotta dalla linea B verrà venduta a 80 euro.
Determina quale linea produttiva è preferibile al fine di conseguire il massimo utile, in relazione al numero
x di unità prodotte (e vendute).
Le funzioni che esprimono gli utili corrispondenti alle due linee produttive A e B sono:
UA ðxÞ ¼ 60x ð1700 þ 40xÞ ¼ :::::
ricavo
costo
UB ðxÞ ¼ 80x ð3300 þ 10x þ 0,25x2 Þ ¼ :::::
ricavo
costo
Verifica che i grafici di tali funzioni sono del tipo rappresentato nella figura qui sotto, e dall’analisi di tali grafici
deduci che:
– per 0 x < 60 l’azienda è in perdita sia utilizzando la linea produttiva A sia utilizzando la linea produttiva B,
quindi non conviene produrre il bene;
– per x ¼ 60 è preferibile la linea B che consente di realizzare il pareggio (mentre si è sempre in perdita utilizzando la linea AÞ;
– per 60 < x < 160 è preferibile la linea B;
– per x ¼ 160 le due linee A e B sono equivalenti;
– per x > 160 è preferibile la linea A.
y
Q
1500
1000
linea B
500
O
0
linea A
60
80
–500
–1000
116
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
P
160
220
240
320
x
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Per la produzione di un certo bene, un’azienda deve scegliere tra due cicli produttivi che presentano i seguenti costi, in dipendenza del numero x di unità prodotte in un ciclo:
ciclo A: un costo fisso di 650 euro e un costo di (0,5x þ 30) euro per ogni unità prodotta;
ciclo B: un costo fisso di 1000 euro e un costo di 20 euro per ogni unità prodotta.
Le unità prodotte tramite il ciclo A verranno messe in vendita al prezzo unitario di 100 euro, mentre le unità prodotte tramite il ciclo B verranno messe in vendita al prezzo unitario di 60 euro. Determina quale ciclo conviene
scegliere per conseguire il massimo utile, in relazione alla quantità x prodotta (e venduta).
[Per 0 x 10 non conviene né A né B (utile negativo o nullo); per 10 < x < 70 conviene A;
per x > 70 conviene B; per x ¼ 70 A e B sono equivalenti]
110
Þ
Problemi di scelta in condizione di certezza
Per la produzione di un articolo, un’azienda può scegliere tra due diverse linee di produzione:
linea A: spese fisse di 500 euro e un costo unitario di 20 euro per ogni unità prodotta;
linea B: spese fisse di 975 euro, cui va aggiunto un ulteriore costo uguale (in euro) al 4% del quadrato del numero delle unità prodotte.
Quale linea sarà preferibile per l’azienda al fine di minimizzare i costi, a seconda del numero x di unità di articoli
da produrre?
[Per 0 x < 25 conviene la linea A; per 25 < x < 475 conviene la linea B; per x > 475 conviene la linea A]
109
Þ
Unità 2
Per la produzione di un articolo, un’azienda può scegliere tra due diverse linee di produzione:
linea A: spese fisse di 2215 euro e un costo unitario di 3 euro per ogni unità prodotta;
linea B: spese fisse di 2350 euro, cui va aggiunto un ulteriore costo uguale (in euro) all’1,25% del quadrato del
numero delle unità prodotte.
Quale linea sarà preferibile per l’azienda al fine di minimizzare i costi, a seconda del numero x di unità di articoli da
produrre? [Per 0 x < 60 conviene la linea A; per 60 < x < 180 conviene la linea B; per x > 180 conviene la linea A]
108
Þ
Un dato bene viene prodotto da un’azienda A a un costo di 130 euro al kilogrammo e rivenduto al prezzo di
160 euro al kilogrammo. Un’azienda B produce lo stesso bene sostenendo un costo fisso di 1600 euro e un costo
variabile di (2x þ 20) euro al kilogrammo, essendo x il numero di kilogrammi prodotti (e venduti); inoltre l’azienda
B vende il bene al prezzo di 200 euro al kilogrammo. Stabilisci quale delle due aziende realizzerà l’utile più elevato,
in dipendenza da x. Fornisci i risultati arrotondati alla seconda cifra decimale.
[Per 0 x < 12,88 realizzerà l’utile maggiore l’azienda A; per 12,88 < x < 62,12
realizzerà l’utile maggiore l’azienda B; per x > 62,12 realizzerà l’utile maggiore l’azienda A;
per x ¼ 12,88 e x ¼ 62,12 le due aziende realizzano lo stesso utile]
111
Þ
Per la lavorazione di una certa sostanza chimica, una ditta può scegliere tra due cicli produttivi che comportano i seguenti costi, in dipendenza del numero x di kilogrammi prodotti in un ciclo:
ciclo A: un costo fisso di 1500 euro e un costo variabile di 30 euro per ogni kilogrammo;
ciclo B: un costo fisso di 750 euro e un costo variabile di (0,5x þ 25) euro per ogni kilogrammo.
La sostanza prodotta tramite il ciclo A verrà venduta al prezzo di 60 euro al kilogrammo, mentre quella prodotta
tramite il ciclo B verrà venduta al prezzo di 105 euro al kilogrammo.
Quale ciclo converrà scegliere al fine di conseguire il massimo utile, a seconda della quantità x prodotta (e venduta)? Fornisci i risultati arrotondati alla seconda cifra decimale.
[Per 0 x 10 non conviene né A né B (utile negativo o nullo); per 10 < x < 113,25 conviene B;
per x > 113,25 conviene A; per x ¼ 113,25 i due cicli sono equivalenti]
112
Þ
RIEPILOGO
Esercizi di riepilogo
Una ditta, per produrre un determinato bene, sostiene, in un ciclo di produzione, i seguenti costi:
un costo fisso di 20 000 euro;
un costo di 150 euro per ogni unità prodotta;
spese pubblicitarie pari a 16 000 euro;
spese di manutenzione pari (in euro) al 2,5% del quadrato del numero di unità prodotte.
Ogni unità del bene viene venduta a 250 euro. Determina:
a. i limiti di produzione sulla quantità x da produrre per non essere in perdita;
b. la quantità da produrre per ottenere il massimo utile.
[a. 400 x 3600, essendo x la quantità prodotta in un ciclo; b. x ¼ 2000]
113
Þ
117
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Una ditta produce fusibili, che vende in lotti da 5000 pezzi. Per la produzione dei fusibili l’azienda sostiene
ogni giorno un costo fisso di 50 euro e un’ulteriore spesa di 20 centesimi per ogni fusibile prodotto. La produzione
giornaliera è compresa fra 4 e 10 lotti. Il prezzo di vendita di ogni fusibile decresce all’aumentare del numero di lotti come da tabella:
114
Þ
Numero di lotti
4
5
6
7
8
9
10
Prezzo di un fusibile (euro)
0,70
0,60
0,55
0,52
0,45
0,35
0,30
Determina quanti lotti devono essere prodotti e venduti in un giorno per ottenere il massimo utile, e a quanto ammonta tale utile.
[7 lotti, 11 150 euro]
Un’impresa, per produrre un liquido lubrificante, sostiene un costo fisso giornaliero di 240 euro e un costo
variabile, dipendente dal numero x di litri di liquido complessivamente prodotti in un giorno, di (0,07x þ 27) euro
per ogni litro di liquido. Il prezzo unitario p di vendita del bene (in euro) è legato alla quantità x prodotta (e vendu25
ta) dalla relazione x ¼ 525 p. Determina, relativamente a un giorno:
2
a. l’utile, espresso in funzione di x, e il valore di x per cui l’utile è massimo, nonché tale massimo utile;
b. il valore di p cui corrisponde il massimo utile;
c. i limiti di produzione per non essere in perdita.
[a. UðxÞ ¼ 0,15x2 þ 15x 240, x ¼ 50, massimo utile ¼ 135 euro; b. p ¼ 38; c. 20 x 80]
115
Þ
I costi sostenuti da un’azienda in un anno, per la produzione di un determinato articolo, sono i seguenti:
costi fissi pari a 86 400 euro;
un costo di 30 euro per ogni articolo prodotto;
spese per pubblicità pari (in euro) al 4% del quadrato del numero di articoli prodotti;
spese per la manutenzione degli impianti pari (in euro) al 2% del quadrato del numero di articoli prodotti.
Determina la produzione annuale che consente di rendere minimo il costo unitario complessivo, e il valore di quest’ultimo.
[1200 unità, 174 euro]
116
Þ
Un’azienda, per il lancio di un nuovo prodotto, intende avvalersi di una campagna pubblicitaria della durata
di 20 giorni. Per la campagna l’azienda deve sostenere un costo fisso di 40 000 euro e un costo di 350 euro per ogni
spot, che si riduce a 300 euro se gli spot sono più di 4 al giorno, per un massimo di 8 al giorno. Si stima che il ricavo generato dalla vendita del nuovo prodotto nel periodo della campagna pubblicitaria sia legato al numero degli
spot giornalieri secondo quanto indicato nella seguente tabella.
117
Þ
Numero di spot giornalieri
1
2
3
4
5
6
7
8
Ricavo totale (migliaia di euro)
60
90
120
140
150
155
160
165
Determina il numero di spot al giorno che consentono di ottenere il massimo utile (al netto delle sole spese pubblicitarie), e il valore di tale utile massimo.
[5 spot al giorno, utile ¼ 80 000 euro]
Un’impresa necessita in un anno di 100 000 pezzi di un certo bene, che si procura mediante ordini (tutti della
stessa quantità) nel corso dell’anno. Ogni ordine ha un costo di 20 euro. La conservazione dei pezzi in magazzino
richiede poi una spesa annua di 1 euro per ogni pezzo. Determina il numero di pezzi da ordinare ogni volta per
rendere minimo il costo annuo complessivo di gestione del magazzino, e il valore di tale costo minimo.
[2000 pezzi, 2000 euro]
118
Þ
Un’impresa consuma in un anno 800 q di una certa materia prima, che si procura nel corso dell’anno con alcune ordinazioni (tutte dello stesso quantitativo). Ogni ordine costa 100 euro e la materia prima viene conservata
in un magazzino al costo di 4 euro all’anno per ogni kilogrammo. Determina:
a. il numero di quintali da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo di gestione del
magazzino, e il valore di tale costo minimo;
b. il numero di ordini da effettuare in un anno e la periodicità di ogni ordine, nell’ipotesi di ordini il cui
quantitativo sia quello determinato al punto a.
[a. 20 q, 8000 euro; b. 40 ordinazioni, 9 giorni]
119
Þ
Una fabbrica deve scegliere se produrre:
a. un tessuto A che richiede costi fissi giornalieri di 1000 euro e fornisce un ricavo di 10 euro per metro di
tessuto;
b. oppure un tessuto B che richiede costi fissi giornalieri di 2000 euro e fornisce un ricavo di 15 euro per metro
di tessuto.
120
Þ
118
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Per il trasporto di una certa merce due ditte diverse applicano le seguenti condizioni:
a. La ditta A applica una spesa fissa di 100 euro più 10 euro per ogni quintale di merce trasportata.
b. La ditta B non applica nessuna spesa fissa e chiede 12 euro per ogni quintale di merce trasportata.
Stabilisci, in dipendenza del numero di quintali di merce che si vogliono trasportare, la scelta più conveniente.
[Fino a 50 q conviene la ditta B; per più di 50 q conviene la ditta A; per 50 q è indifferente]
122
Þ
Una banca propone tre diverse forme di investimento:
a. un rendimento annuo netto del 4% diminuito di 100 euro per le spese di gestione;
b. un rendimento annuo netto del 5% diminuito di 200 euro per le spese di gestione;
c. un rendimento annuo netto del 6% diminuito di 300 euro per le spese di gestione.
Determina, in dipendenza del capitale investito, qual è la forma di investimento più conveniente.
[Per capitali fino a 10 000 euro conviene il primo investimento; per capitali oltre i 10 000 euro il terzo,
per un capitale di 10 000 euro è indifferente scegliere la prima, la seconda o la terza forma di investimento]
123
Þ
Tre differenti compagnie telefoniche applicano le seguenti tariffe:
a. la compagnia A applica un costo fisso di 25 centesimi per ogni telefonata più 25 centesimi per ogni minuto
di conversazione;
b. la compagnia B applica un costo fisso di 40 centesimi per ogni telefonata più 20 centesimi per ogni minuto
di conversazione;
c. la compagnia C applica la tariffa di 30 centesimi per minuto di conversazione, senza costi fissi.
Problemi di scelta in condizione di certezza
121
Þ
Unità 2
Determina, al variare dei metri di tessuto che la fabbrica intende produrre giornalmente, la produzione più conveniente.
[Volendo produrre meno di 200 m di tessuto al giorno conviene produrre il tessuto del tipo A;
volendo produrre più di 200 m di tessuto conviene produrre il tessuto B; per 200 m la scelta è indifferente]
Stabilisci, in dipendenza della durata di una telefonata, quale scelta è la più conveniente.
[Fino a 4 minuti di conversazione è più conveniente C;
oltre i 4 minuti conviene B; per 4 minuti è indifferente B o C]
124
Þ
Per la produzione di un dato bene, un’azienda può scegliere tra due processi produttivi:
il processo A comporta, in ogni ciclo di produzione, un costo fisso di 600 euro e un costo di 40 euro per ogni
unità prodotta;
il processo B comporta, in ogni ciclo di produzione, un costo fisso di 900 euro e un costo di 48 euro per ogni
unità prodotta.
Gli articoli prodotti mediante il processo A verranno messi in vendita al prezzo unitario di 80 euro, mentre gli articoli prodotti mediante il processo B verranno messi in vendita al prezzo unitario di 100 euro.
Determina il processo produttivo più conveniente, per conseguire il massimo utile, in dipendenza del numero x di
articoli prodotti (e venduti) in un ciclo di produzione.
[Per 0 x 15 non conviene né il processo A né il processo B (utile negativo o nullo);
per 15 < x < 25 conviene il processo A; per x > 25 conviene il processo B; per x ¼ 25 è indifferente]
125
Þ
Per una determinata fornitura, un’industria si rivolge a tre imprese, che propongono le seguenti tariffe:
prima impresa: 10 euro di spese fisse e 0,5 euro per ogni pezzo;
seconda impresa: 18 euro di spese fisse, più un costo di 0,40 euro per ogni pezzo fino a 100 pezzi e di 0,20 euro
per ogni pezzo successivo al centesimo;
terza impresa: 0,75 euro per ogni pezzo fornito.
A quale impresa conviene rivolgersi al variare del numero di pezzi di cui si ha bisogno?
[Per 0 x < 40 conviene la terza impresa; per 40 < x < 80 conviene la prima impresa;
per x > 80 conviene la seconda impresa; per x ¼ 40 sono equivalenti la terza e la prima impresa,
per x ¼ 80 sono equivalenti la prima e la seconda impresa]
Esercizi in inglese
126 Solve math in English A commodity has a demand function modeled by q ¼ 160 2p and a total cost function
Þ
modeled by CðqÞ ¼ 32q þ 40. What production level q yields a maximum profit?
[q ¼ 48]
127 Solve math in English The manager of a 120-unit apartment complex knows from experience that all units will
Þ
be occupied if the rent is $ 450 per month. A market survey suggests that one additional unit will remain vacant
for each $ 8 increase in rent. What renting price will produce the maximum revenue?
[$ 706]
119
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
PROVA DI AUTOVERIFICA
Problemi di scelta
Per il ciclo di produzione di una sostanza chimica, una fabbrica sostiene un costo fisso di 1000 euro, un costo
di 5 euro per ogni kilogrammo prodotto e un ulteriore costo uguale (in euro) allo 0,2% del quadrato del numero di
kilogrammi prodotti. Il prezzo p di vendita al kilogrammo (in euro) è legato al numero x di kilogrammi prodotti (e
venduti) dalla relazione x ¼ 1000 20p. Determina, relativamente a un ciclo di produzione, il valore di x per cui
l’utile è massimo, nelle seguenti due ipotesi:
a. la capacità produttiva massima relativa a un ciclo è di 500 kg;
b. la capacità produttiva massima relativa a un ciclo è di 400 kg.
1
Þ
Un’azienda produce un bene per cui sostiene ogni settimana un costo fisso di 800 euro e un costo di 10 euro
per ogni unità del bene prodotta. Il bene viene venduto in lotti, ciascuno dei quali è costituito da 50 unità. Il prezzo di ogni lotto è stabilito cosı̀: 1000 euro, meno 6 euro per ogni lotto venduto. La capacità produttiva massima in
una settimana è di 100 lotti. Stabilisci quanti lotti deve produrre (e vendere) l’azienda in una settimana per conseguire il massimo utile, e il valore di tale utile massimo.
2
Þ
Un articolo è venduto in lotti da 500 pezzi ciascuno. Per la lavorazione l’azienda sostiene ogni settimana una
spesa fissa di 1000 euro e un costo di 50 centesimi al pezzo. La capacità produttiva massima dell’azienda in una
settimana è di 8 lotti. Il prezzo di vendita di ogni singolo lotto è decrescente rispetto al numero di lotti che sono
stati ordinati nella settimana, e precisamente è dato dalla seguente tabella.
3
Þ
Numero di lotti ordinati
1
2
3
4
5
6
7
8
Prezzo al lotto (euro)
850
800
775
750
725
700
650
550
Determina il numero di lotti che devono essere ordinati in una settimana per ottenere il massimo utile, e il valore
di tale utile massimo.
Un’industria consuma ogni anno 640 kg di una certa materia prima, che si procura nel corso dell’anno con
vari ordini (tutti dello stesso quantitativo). Ogni ordine ha un costo di 45 euro. La conservazione di questa materia
prima richiede un costo annuo di magazzinaggio di 4 euro al kilogrammo. Determina il quantitativo da ordinare
ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo di gestione del magazzino, e il valore di tale costo minimo.
4
Þ
Un’impresa, per produrre un determinato bene, può seguire due processi di lavorazione, che hanno i seguenti
costi:
processo A: spese fisse pari a 3000 euro e un costo di 20 euro per ogni unità prodotta;
processo B: spese fisse pari a 2400 euro e un costo di 30 euro per ogni unità prodotta.
Determina, al variare della quantità x prodotta (e venduta), il processo produttivo più conveniente ai fini di conseguire il massimo utile, nell’ipotesi che ogni unità del bene venga venduta al prezzo di 80 euro.
5
Þ
Valutazione
Esercizio
1
2
3
4
5
Totale
Punteggio
2
2
2
2
2
10
Punteggio ottenuto
Tempo massimo: 1 h 30 min
120
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
3Risposte in fondo al volume
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Problemi di scelta
con effetti differiti
e in condizione di incertezza
Unità
3
1. Problemi di scelta in condizione
di certezza con effetti differiti
Tema B
In questo paragrafo ci occupiamo dei problemi di scelta in condizioni di certezza
in cui optare per l’una o l’altra alternativa non ha un effetto immediato, ma dopo
un certo periodo di tempo (per questo motivo si parla di problemi di scelta con
effetti differiti); per esempio, si ricade in problemi di questo tipo quando si deve
scegliere tra due diverse forme di investimento.
Vogliamo fissare l’attenzione sui problemi di scelta tra operazioni finanziarie,
intendendo con quest’ultima espressione una qualsiasi sequenza temporale di
(almeno due) flussi di cassa. Tra le molteplici possibili operazioni finanziarie, ci
occuperemo in particolare degli investimenti, ossia delle operazioni nelle quali
tutte le uscite (flussi di cassa negativi) avvengono in periodi di tempo antecedenti
alle entrate (flussi di cassa positivi), e dei finanziamenti, ossia delle operazioni
in cui le entrate avvengono in periodi di tempo antecedenti alle uscite. Nelle
figg. 3.1 e 3.2 sono rappresentati un esempio di operazione di investimento e
un esempio di operazione di finanziamento.
Esempio di operazione di investimento
–C1
–C2
C3
C4
t1
t2
t3
t4
Esempio di operazione di finanziamento
tempo
Figura 3.1
C1
–C2
–C3
–C4
t1
t2
t3
t4
tempo
Figura 3.2
Presenteremo tre diversi criteri per affrontare problemi di scelta con effetti differiti:
1. il criterio dell’attualizzazione;
2. il criterio del tasso di rendimento interno;
3. il criterio dell’onere medio.
Criterio dell’attualizzazione
Il criterio dell’attualizzazione si basa sul calcolo del risultato economico attualizzato delle operazioni finanziarie in gioco; dobbiamo quindi anzitutto definire
questo concetto.
Modi di dire
RISULTATO ECONOMICO ATTUALIZZATO (REA)
Si chiama risultato economico attualizzato di un’operazione finanziaria (e si
indica con la sigla REA) la somma dei valori attuali di tutti i flussi di cassa in regime di capitalizzazione composta.
Se indichiamo con C0 , C1 , C2 , ..., Cn i flussi di cassa (positivi o negativi a seconda
che si tratti di entrate o uscite) corrispondenti ai tempi 0, 1, 2, ..., n e con i il tasso
di interesse, sarà:
REA ¼ C0 þ
C1
ð1 þ iÞ
1
þ
C2
ð1 þ iÞ
2
þ :::::: þ
Cn
ð1 þ iÞn
Il REA di un’operazione
finanziaria viene anche
chiamato VAN (valore
attuale netto).
Attenzione!
Stiamo considerando
un orizzonte temporale
formato da n periodi
e i è il corrispondente tasso
periodale.
Tra due o più operazioni aventi un REA positivo (tipicamente gli investimenti), sarà
ovviamente preferibile quella avente il REA maggiore.
121
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ricerca operativa
La stessa regola vale per operazioni finanziarie aventi REA negativi (tipicamente
le operazioni di finanziamento): in questo caso l’operazione il cui REA (negativo)
è maggiore non è altro che quella il cui REA è minore in valore assoluto, cioè l’operazione che comporta una minore perdita.
ESEMPIO
Criterio del REA
Tema B
Consideriamo le seguenti due operazioni finanziarie:
l’operazione A che prevede un investimento iniziale di 1000 euro e il ricavo di
300 euro dopo 1 anno, di 500 euro dopo 2 anni e di 400 euro dopo 3 anni;
l’operazione B che prevede un investimento iniziale di 1000 euro e il ricavo di
200 euro dopo 1 anno, di 400 euro dopo 2 anni e di 600 euro dopo 3 anni.
Determiniamo, con il criterio del REA, l’operazione più conveniente, nel caso in
cui il tasso sia del 4%.
Possiamo rappresentare le due operazioni finanziarie sulla retta dei tempi come indicato nelle seguenti figure:
Operazione A
–1000
300
500
400
0
1
2
3
tempo
Operazione B
–1000
200
400
600
0
1
2
3
tempo
Risulterà pertanto:
REAA ¼ 1000 þ
300
500
400
þ
þ
’ 106,34 euro
2
1 þ 0,04
ð1 þ 0,04Þ
ð1 þ 0,04Þ3
REAB ¼ 1000 þ
200
400
600
þ
þ
’ 95,53 euro
2
1 þ 0,04
ð1 þ 0,04Þ
ð1 þ 0,04Þ3
La scelta più conveniente è quindi l’operazione A, cui corrisponde il REA maggiore.
Rifletti
Un altro dei limiti del REA
è quello di supporre che tutti
i flussi di cassa possano
essere attualizzati allo stesso
tasso i (ammettendo
implicitamente che il tasso
di interesse resti costante
nel tempo). Questa ipotesi
semplificatrice non è sempre
realistica.
122
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Il REA di un’operazione finanziaria è fortemente influenzato sia dall’ordine di
grandezza dei capitali sia dalla durata dell’operazione: per esempio, un investimento di 1 milione di euro della durata di 1 anno può dare luogo a un valore attuale netto maggiore di un investimento di 10 000 euro (sempre per 1 anno) anche quando il tasso di rendimento di quest’ultimo è preferibile al primo. Analogamente, il criterio del REA potrebbe fornire indicazioni non corrette, se applicato per esempio per confrontare un’operazione avente una durata di 20 anni con
un’operazione della durata di 2 soli anni. Per questo motivo, il criterio dell’attualizzazione va utilizzato solo se le operazioni poste a confronto sono omogenee tra
loro per quanto riguarda l’ammontare dei capitali investiti (o chiesti in prestito)
e la durata dell’operazione.
Inoltre, è importante osservare che il REA di un’operazione finanziaria dipende
dal tasso di valutazione i; poiché quest’ultimo non è intrinseco nelle operazioni
finanziarie che si vogliono confrontare, ma è stabilito a discrezione dell’operatore che sta effettuando la scelta, operatori diversi potrebbero pervenire, nel confronto delle medesime operazioni finanziarie, a risultati diversi.
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
–1000
300
500
400
0
1
2
3
tempo
Il REA di questa operazione, in dipendenza dal tasso i, è espresso dalla funzione:
REAðiÞ ¼ 1000 þ
300
500
400
þ
þ
2
1þi
ð1 þ iÞ
ð1 þ iÞ3
[3.1]
il cui grafico è mostrato in fig. 3.3.
REA
300
200
100
O
i 0,0926
0,05
0,10
0,15
i
–100
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Esporremo ora un criterio che, a differenza di quello dell’attualizzazione, è indipendente dal tasso di valutazione. Per giungere a tale criterio dobbiamo introdurre
il concetto di tasso interno di rendimento di un’operazione finanziaria, cui ci
avviciniamo a partire da un esempio.
Riconsideriamo il primo dei due flussi di cassa considerati nell’ultimo esempio:
Unità 3
Criterio del tasso interno di rendimento
Figura 3.3
Il valore di i cui corrisponde un REA uguale a zero, ossia l’ascissa del punto di intersezione del grafico della funzione [3.1] con l’asse dei tassi, è il cosiddetto tasso
interno di rendimento dell’operazione.
Possiamo dunque dare formalmente la seguente definizione.
TASSO INTERNO DI RENDIMENTO (TIR)
Si chiama tasso interno di rendimento di un’operazione finanziaria, e si indica
con la sigla TIR, il tasso di interesse i, se esiste, per cui si annulla il REA dell’operazione.
In formule, il TIR è dunque quel tasso di interesse i che soddisfa l’equazione:
C0 þ
C1
C2
Cn
þ
þ :::::: þ
¼0
1þi
ð1 þ iÞn
ð1 þ iÞ2
[3.2]
In alternativa, si potrebbe definire il TIR come quel tasso di interesse per cui il valore attuale delle entrate è uguale al valore attuale delle uscite.
Il problema che si pone, ai fini del calcolo del TIR, è che, se l’operazione finanziaria presenta più di tre flussi di cassa, solo in rari casi l’equazione [3.2] può essere risolta algebricamente; in generale quindi il calcolo del TIR di un’operazione finanziaria può avvenire solo in modo approssimato, facendo ricorso a un software
di calcolo oppure applicando gli algoritmi per l’approssimazione degli zeri di una
funzione che abbiamo presentato nel volume precedente del corso (metodo di
bisezione, metodo delle tangenti). Inoltre, nulla garantisce che l’equazione [3.2]
abbia effettivamente una soluzione reale e positiva (ai fini dei problemi di matematica finanziaria, infatti, possiamo scartare le soluzioni non reali e quelle negative che non hanno significato). Conseguenza di ciò è che non tutte le operazioni
123
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Attenzione!
In certe applicazioni
economiche (di cui però noi
non ci occuperemo) si
accettano anche valori del
TIR negativi, compresi tra 1
e 0 (nel caso di operazioni
che abbiano comportato
delle perdite).
finanziarie ammettono TIR; in particolare, si ammette che non esiste il TIR di
un’operazione finanziaria anche quando la corrispondente equazione [3.2] ha
più di una soluzione reale positiva: non potendone scegliere una in particolare,
infatti, il TIR resta comunque indefinito.
ESEMPIO
Calcolo del TIR
Calcoliamo, se esiste, il TIR delle seguenti operazioni finanziarie:
a. l’operazione che prevede un’uscita di 1000 euro oggi e un’entrata di 620
euro tra 1 anno e di 560 euro tra 2 anni;
b. l’operazione che prevede un’uscita di 1000 euro oggi, un’entrata di 1200
euro tra un anno e un’ulteriore uscita di 400 euro tra 2 anni;
c. l’operazione che prevede un’uscita di 480 euro oggi, un’entrata di 1400 euro tra 1 anno e un’ulteriore uscita di 1000 euro tra 2 anni.
a. La rappresentazione dell’operazione è quella indicata nella seguente figura.
Per determinare il TIR occorre allora risolvere l’equazione (di secondo grado):
1000 þ
620
560
þ
¼0
1þi
ð1 þ iÞ2
–1000
620
560
0
1
2
tempo
REA
Risolvendo tale equazione si trovano le due soluzioni:
i1 ¼ 1,5
i2 ¼ 0,12
e
La prima soluzione non ha chiaramente significato, quindi va scartata; possiamo concludere che il TIR dell’operazione data è il tasso del 12%.
b. La rappresentazione dell’operazione è quella indicata nella seguente figura.
Per determinare il TIR occorre, similmente al caso precedente, risolvere l’equazione (di secondo grado):
1000 þ
1200
400
¼0
1þi
ð1 þ iÞ2
–1000
1200
–400
0
1
2
tempo
REA
Puoi verificare che tale equazione ha discriminante negativo, quindi non
ammette radici reali. Pertanto l’operazione considerata non ammette TIR.
c. La rappresentazione dell’operazione è quella indicata nella seguente figura.
Per determinare il TIR occorre questa volta risolvere l’equazione:
480 þ
1400
1000
¼0
1þi
ð1 þ iÞ2
–480
1400
–1000
0
1
2
tempo
REA
che ammette come soluzioni:
i1 ¼ 0,25 e i2 ’ 0,6667
Poiché abbiamo ottenuto due possibili tassi, il 25% e il 66,67%, ammettiamo
come convenuto che l’operazione finanziaria considerata non ammette TIR.
L’interpretazione finanziaria del TIR appare del tutto evidente se si prende in
considerazione un caso limite: un’operazione finanziaria di investimento formata da una sola uscita e da una sola entrata. Se l’uscita è C0 (in t ¼ 0) e l’entrata è
Cn
Cn (al tempo t ¼ n), allora il TIR deve soddisfare l’equazione 0 ¼ C0 þ
ð1 þ iÞn
ossia Cn ¼ C0 ð1 þ iÞn : pertanto il TIR in questo caso non è altro che quel tasso di
124
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
ESEMPIO
Unità 3
interesse cui bisognerebbe investire (in regime di capitalizzazione composta) il
capitale C0 (al tempo t ¼ 0) per ottenere come montante Cn (al tempo t ¼ n).
Più in generale, data un’operazione di investimento (finanziamento), il TIR rappresenta il tasso cui dovrebbero essere impiegati tutti i capitali investiti (avuti in
prestito) per ottenere al tempo n (al tempo t ¼ 0) un montante (valore attuale)
uguale a quello generato da tutti i ricavi (tutte le rate da pagare).
In base a queste osservazioni è immediato dedurre il criterio di scelta basato sul
TIR: un’operazione di investimento è tanto migliore quanto più elevato è il suo
TIR, mentre un’operazione di finanziamento è tanto migliore quanto più basso è
il suo TIR.
Scelta tra due investimenti con il criterio del TIR
In base al criterio del TIR, stabiliamo quale delle seguenti due operazioni finanziarie è preferibile:
a. investire 10 000 euro oggi e ottenere 12 000 euro tra 2 anni;
b. investire 12 000 euro oggi e ottenere 8000 euro tra 1 anno e 6000 euro
fra 3 anni.
a. La rappresentazione dell’investimento è la seguente:
–10 000
0
12 000
1
2
tempo
3
Per calcolare il TIR dobbiamo risolvere l’equazione:
10 000 þ
12 000
ð1 þ iÞ2
¼0
Si tratta di un’equazione di secondo grado, che possiamo facilmente risolvere algebricamente; si trovano le due soluzioni i1 ’ 2,0954 e i2 ’ 0,0954. La
sola soluzione accettabile è quella positiva, cui corrisponde un TIR uguale al
9,54%.
b. La rappresentazione dell’investimento è la seguente:
–12 000
8000
0
1
6000
2
3
tempo
Per calcolare il TIR dobbiamo risolvere l’equazione:
12 000 þ
8000
6000
þ
¼0
1þi
ð1 þ iÞ3
Si tratta di un’equazione di terzo grado che non sappiamo risolvere algebricamente; ricorrendo per esempio al metodo di bisezione (con l’aiuto di un
foglio elettronico) o a un software di calcolo simbolico (per esempio GeoGebra), si trova che l’equazione ammette un’unica soluzione positiva:
i ’ 0,0886
dunque il TIR dell’operazione è il tasso dell’8,86%. Dal confronto fra i due
TIR concludiamo che risulta più conveniente la prima operazione di investimento.
ESEMPIO
Scelta tra mutuo e leasing con il criterio del TIR
Per l’acquisto di alcuni macchinari del valore di 100 000 euro, un’azienda deve
scegliere se stipulare un contratto di leasing o un mutuo. Le condizioni sono le seguenti:
il leasing prevede un pagamento all’acquisto di 25 000 euro, il versamento di
canoni mensili di 1000 euro alla fine di ogni mese per 6 anni, il riscatto fra 6 anni con pagamento di 20 000 euro;
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Ô
125
Cognome: MASTINO
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Tema B
Ricerca operativa
Ô
Ricorda
1. Con il simbolo ik si indica
il tasso di interesse periodale,
essendo k il numero di
periodi contenuti in un
anno.
2. Il tasso annuo di interesse
i equivalente a un tasso
periodale ik è dato dalla
formula:
il mutuo prevede il pagamento, per 6 anni, di rate mensili posticipate di 1650
euro ciascuna.
Quale dei due finanziamenti risulta più conveniente?
Possiamo confrontare le due operazioni con il criterio del TIR. Calcoliamo anzitutto i REA dei due finanziamenti:
!
20 000
REAleasing ¼ 100 000 25 000 þ 1000 a 72 i12 þ
¼
ð1 þ i12 Þ72
h
i
1000 1 ð1 þ i12 Þ72
20 000
¼ 75 000 i12
ð1 þ i12 Þ72
REAmutuo ¼ 100 000 1650 a 72 i12 ¼ 100 000 h
i
1650 1 ð1 þ i12 Þ72
i12
i ¼ ð1 þ ik Þk 1
Risolvendo in modo approssimato le due equazioni REAleasing ¼ 0 e
REAmutuo ¼ 0, con l’aiuto di un opportuno software di calcolo, si trova:
i12 ’ 0,00477 per il leasing
i12 ’ 0,00487 per il mutuo
cui corrispondono i seguenti TIR (annui):
TIRleasing ¼ ð1 þ i12 Þ12 1 ’ 5,88%
TIRmutuo ¼ ð1 þ i12 Þ12 1 ’ 6%
Trattandosi di un’operazione di finanziamento, la preferenza andrà a quella
con tasso inferiore, cioè al leasing.
Investimenti industriali e criterio dell’onere medio annuo
Nel caso di investimenti industriali, relativi per esempio al noleggio o all’acquisto di macchinari, capita spesso di dovere confrontare investimenti di durate differenti. In questi casi, come abbiamo già osservato all’inizio del paragrafo, il criterio dell’attualizzazione non può essere applicato direttamente; una possibilità
per superare l’ostacolo è quella di ricondurre il problema a un confronto tra investimenti di durate uguali, ipotizzando di fare compiere più cicli alle macchine. Ci
spieghiamo con un esempio.
ESEMPIO
Riconduzione a una durata comune
Un’azienda deve scegliere tra l’acquisto di due macchine:
la macchina A ha un costo di 25 000 euro, deve essere sostituita ogni 10 anni,
comporta una spesa annua di esercizio di 2000 euro e all’atto del recupero sarà
valutata 2000 euro;
la macchina B ha un costo di 30 000 euro, deve essere sostituita ogni 15 anni,
comporta una spesa annua di esercizio di 1800 euro e all’atto del recupero sarà
valutata 3000 euro.
Valutiamo quale macchina all’azienda conviene acquistare, a un tasso di valutazione dell’8%.
Durata comune
Assumiamo come durata comune il minimo comune multiplo tra la durata di
un ciclo della macchina A e la durata di un ciclo della macchina B.
Poiché m.c.m.(10, 15) ¼ 30, scegliamo come durata comune 30 anni, supponendo:
126
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Unità 3
Confronto dei valori attuali dei costi
Poiché i REA delle operazioni di acquisto delle due macchine sarebbero negativi (si tratta di soli costi, eccetto che per i valori di recupero), possiamo più
semplicemente confrontare i valori attuali dei costi complessivi (ossia i valori assoluti dei corrispondenti REA), in modo da lavorare con numeri non negativi.
Per la macchina A il valore attuale dei costi in un ciclo è uguale a:
VA ¼ 25 000
costo della
macchina
þ
2000 a 10
0,08
2000 1,0810 ’ 37 493,78 euro
valore attuale dei costi
di esercizio annui; ossia
della rendita da essi formata
valore di recupero
attualizzato
Analogamente, per la macchina B il valore attuale dei costi in un ciclo è uguale a:
VB ¼ 30 000
costo della
macchina
þ
1800 a 15
0,08
3000 1,0815 ’ 44 461,34 euro
valore attuale dei costi
di esercizio annui; ossia
della rendita da essi formata
Attenzione!
Quando si devono
confrontare operazioni con
REA negativi si preferisce
talvolta (come abbiamo fatto
nell’esempio qui a fianco)
confrontare semplicemente i
valori attuali dei costi (ossia i
valori assoluti dei REA
corrispondenti).
valore di recupero
attualizzato
Per calcolare il valore attuale dei costi della macchina A nei tre cicli previsti occorre attualizzare i costi relativi al secondo ciclo (di valore attuale VA al tempo
t ¼ 10) di ulteriori di 10 anni e quelli relativi al terzo ciclo (di valore attuale
VA al tempo t ¼ 20) di ulteriori 20 anni (vedi la figura qui sotto); ragionamenti
analoghi vanno condotti per la macchina B.
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
1. di sostituire la macchina A dopo 10 e dopo 20 anni con due macchine di
uguale tipo (ossia immaginando che la macchina A compia quindi 3 cicli);
2. di sostituire la macchina B dopo 15 anni sempre con una dello stesso tipo
(ossia immaginando che la macchina B compia 2 cicli).
Macchina A
Valore attuale
dei costi relativi
al primo ciclo
Attualizzazione
dei costi relativi
al secondo ciclo
VA
VA
VA
0
10
20
30
tempo
30
tempo
Attualizzazione dei costi
relativi al terzo ciclo
Macchina B
Valore attuale
dei costi relativi
al primo ciclo
Attualizzazione
dei costi relativi
al secondo ciclo
VB
VB
0
15
Il valore attuale dei costi nei tre cicli previsti per la macchina A è quindi:
V 0A ¼ 37 493,78
þ
valore attuale dei costi
del primo ciclo
’ 62 904,87 euro
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37 493,78 ð1,08Þ10
valore attuale dei costi
del secondo ciclo
þ
37 493,78 ð1,08Þ20 ’
valore attuale dei costi
del terzo ciclo
Ô
127
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ô
Il valore attuale dei costi nei due cicli previsti per la macchina B è invece:
V 0B ¼ 44 461,34
þ
44 461,34 ð1,08Þ15 ’ 58 477,40 euro
valore attuale dei costi
del primo ciclo
valore attuale dei costi
del secondo ciclo
Concludiamo che è più conveniente l’acquisto della macchina B, essendo il
valore attuale dei costi inferiore.
In alternativa, per confrontare investimenti industriali aventi durate diverse, anziché cercare una scadenza comune è possibile ricorrere al cosiddetto criterio
dell’onere medio annuo. L’idea intuitiva è quella di ripartire, per ciascun investimento, costi e ricavi come rate annuali costanti di una rendita (posticipata)
avente la stessa durata dell’investimento, quindi confrontare i valori di tali rate.
Per esempio, in riferimento all’esempio precedente, per applicare il criterio dell’onere medio annuo occorre procedere come segue:
1. si calcolano i valori attuali VA , VB dei costi di un singolo ciclo rispettivamente
delle due macchine A e B;
2. si determina la rata annua RA di una rendita, avente la stessa durata di un ciclo
della macchina A, il cui valore attuale sia uguale a VA : il valore di tale rata è l’onere medio annuo relativo al macchinario A;
3. analogamente, si determina la rata annua RB di una rendita, avente la stessa
durata di un ciclo della macchina B, il cui valore attuale sia uguale a VB : il valore di tale rata è l’onere medio annuo relativo al macchinario B;
4. si confrontano infine gli oneri medi annui RA ed RB .
ESEMPIO
Criterio dell’onere medio annuo
Nelle stesse ipotesi dell’esempio precedente, scegliamo quale macchina conviene
acquistare all’azienda, applicando il criterio dell’onere medio annuo.
Calcolo del valore attuale dei costi in un singolo ciclo
Sono già stati calcolati nell’esempio precedente e abbiamo visto che:
VA ’ 37 493,78 euro
VB ’ 44 461,34 euro
Calcolo degli oneri medi annui
Per il calcolo dell’onere medio annuo RA relativo alla macchina A dobbiamo
risolvere l’equazione:
VA ¼ RA a 10
0,08
) RA ¼
37 493,78
’ 5587,68 euro
a 10 0,08
Analogamente, per il calcolo dell’onere medio annuo RB relativo alla macchina B dobbiamo risolvere l’equazione:
VB ¼ RB a 15
0,08
) RB ¼
44 461,34
’ 5194,40 euro
a 15 0,08
Confronto degli oneri medi annui
Dal confronto tra gli oneri annui medi concludiamo (come nel caso precedente) che è più conveniente l’acquisto della macchina B.
128
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ESERCIZI a p. 135
2. Problemi di scelta
in condizione di incertezza
In questo paragrafo ci occupiamo di problemi di scelta in condizione di incertezza, problemi cioè in cui subentrano dei fattori legati al verificarsi o meno di alcuni eventi aleatori indipendenti dalla volontà di chi sceglie. Problemi di questo
tipo sono particolarmente frequenti in ambito economico: basta pensare per
esempio a investimenti legati all’andamento della Borsa, o a utili che dipendono
dalla quantità di un bene che verrà venduta.
Per costruire i modelli matematici di questi problemi occorre utilizzare delle variabili aleatorie e, di conseguenza, gli strumenti del calcolo della probabilità. Presenteremo tre criteri per risolvere problemi di scelta in condizione di incertezza:
il criterio del valore medio, il criterio della valutazione del rischio e il criterio
del pessimista. I primi due richiedono la conoscenza delle distribuzioni di probabilità delle variabili aleatorie in gioco, mentre il terzo criterio, sebbene più
«grossolano», ha il vantaggio di potere essere applicato anche nel caso in cui non
si conoscano le distribuzioni di probabilità.
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Considera le seguenti due operazioni finanziarie:
l’operazione A che prevede un esborso di 3000 euro oggi e il ricavo di 2900 euro tra 1 anno e di 2100 euro tra 2 anni;
l’operazione B che prevede un esborso di 3000 euro oggi e il ricavo di 1200 euro tra 1 anno e di 4000 euro tra 2 anni.
Determina quale delle due è preferibile:
a. mediante il criterio del REA, al tasso di valutazione del 5%;
b. mediante il criterio del TIR.
[a. REAA ¼ 1666,67 euro, REAB ¼ 1770,98 euro; b. TIRA ¼ 44,96%, TIRB ¼ 37,19%]
Unità 3
Prova tu
Criterio del valore medio
Illustriamo il criterio del valore medio direttamente mediante un esempio. Ricordiamo però preliminarmente alcuni concetti (presentati nel Volume 4) di cui faremo utilizzo.
VALORE MEDIO DI UNA VARIABILE ALEATORIA DISCRETA E SUE PROPRIETÀ
Data una variabile aleatoria (discreta) X, che assume i valori x1 , x2 , ..., xn , rispettivamente con probabilità p1 , p2 , ..., pn , si chiama valore medio (o media o valore
atteso o speranza matematica) della variabile aleatoria X, e si indica con il simbolo ðXÞ, o con il simbolo EðXÞ, il numero:
ðXÞ ¼ x1 p1 þ x2 p2 þ ::: þ xn pn
Il valore medio di una variabile aleatoria gode della proprietà di linearità per
cui:
ðaX þ bÞ ¼ aðXÞ þ b
ESEMPIO
per ogni a, b 2 R
Criterio del valore medio
Un’impresa può produrre un certo articolo seguendo tre processi produttivi:
il processo A comporta un costo fisso pari a 100 000 euro e un costo variabile
di 450 euro per ogni articolo;
il processo B comporta un costo fisso di 20 000 euro e un costo variabile pari a
500 euro per ogni articolo;
il processo C comporta un costo variabile pari a 550 euro per ogni articolo, senza costi fissi.
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Ô
129
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ô
L’articolo verrà venduto al prezzo unitario di 1000 euro e si stima che la quantità
venduta seguirà la seguente distribuzione di probabilità:
Quantità venduta
500
1000
1500
2000
2500
3000
Probabilità
0,05
0,1
0,2
0,3
0,2
0,15
Quale processo è preferibile per l’azienda, al fine di conseguire l’utile massimo?
Formalizzazione del problema
Indichiamo con X la variabile aleatoria (di cui è data la distribuzione di probabilità) che esprime la quantità di articoli venduti. Siano poi UA , UB , UC gli utili,
corrispondenti ai tre processi produttivi A, B, C, che derivano dalla vendita
della quantità X del bene. Poiché UA , UB , UC dipendono da X, sono anch’esse
variabili aleatorie; precisamente risulta:
UA ¼ 1000X ð450X þ 100 000Þ ¼ 550X 100 000
ricavo
costo
UB ¼ 1000X ð500X þ 20 000Þ ¼ 500X 20 000
ricavo
costo
UC ¼ 1000X 550X ¼ 450X
ricavo
costo
Un criterio per decidere quale processo produttivo è più conveniente è quello
di confrontare i valori medi delle tre variabili aleatorie UA , UB , UC e scegliere
l’alternativa cui corrisponde il valore medio massimo.
Calcolo dei valori medi
Osserviamo che per calcolare i valori medi di UA , UB , UC non è necessario determinarne le distribuzioni di probabilità; è sufficiente infatti determinare il
valore medio di X e poi dedurre i valori medi di UA , UB , UC in base alle proprietà del valore medio. Abbiamo:
ðXÞ ¼ 5000,05þ10000,1þ15000,2þ20000,3þ25000,2þ30000,15 ¼
¼ 1975
x1 p1 þ x2 p2 þ ::: þ xn pn
Pertanto, in base alla proprietà di linearità del valor medio:
ðUA Þ ¼ ð550X 100 000Þ ¼ 550ðXÞ 100 000 ¼ 550 1975 100 000 ¼
¼ 986 250 euro
ðUB Þ ¼ ð500X 20 000Þ ¼ 500ðXÞ 20 000 ¼ 500 1975 20 000 ¼
¼ 967 500 euro
ðUC Þ ¼ ð450XÞ ¼ 450ðXÞ ¼ 450 1975 ¼ 888 750 euro
3. Conclusione
In base al criterio del valore medio, la scelta preferibile è quella del processo
produttivo A.
In generale, date due o più alternative, a ciascuna delle quali è associata una variabile aleatoria che esprime il fenomeno d’interesse, la scelta dell’alternativa migliore in base al criterio del valore medio è basata sul confronto dei valori medi delle
singole variabili aleatorie; per esempio, se lo scopo è quello di massimizzare un
utile, sceglieremo l’alternativa cui corrisponde il valore medio massimo, mentre
se l’obiettivo è quello di minimizzare un costo, la scelta cadrà sull’alternativa cui
corrisponde il valore medio minimo.
130
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Cognome: MASTINO
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Unità 3
Criterio della valutazione del rischio
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Sempre nell’ipotesi di dovere scegliere tra un insieme di alternative a ciascuna
delle quali è associata una variabile aleatoria che esprime il fenomeno d’interesse, un altro criterio di scelta è quello della valutazione del rischio. Questo criterio
introduce un vincolo in più rispetto al criterio del valore medio: il massimo rischio che è disposto a correre chi vuole eseguire la scelta. Questa «soglia di ri
schio» viene quantificata, per ciascuna alternativa, come frazione
(o percenn
tuale) del valore medio della variabile aleatoria associata all’alternativa e va
confrontata con la deviazione standard della variabile aleatoria stessa, che rappresenta il rischio connesso all’alternativa. Cosı̀ facendo, è possibile stabilire qua
li alternative soddisfano la condizione sul rischio (ossia Þ e scartare le altre;
n
fra le alternative rimaste, la scelta viene infine effettuata secondo il criterio del
valore medio (nel caso che ci siano più alternative con lo stesso valore medio, si
sceglie quella la cui deviazione standard è minore).
Illustriamo questo modo di procedere mediante un esempio. Ricordiamo però
preliminarmente alcuni concetti (presentati nel volume 4) di cui faremo utilizzo.
VARIANZA E DEVIAZIONE STANDARD DI UNA VARIABILE ALEATORIA DISCRETA
Data una variabile aleatoria (discreta) X, che assume i valori x1 , x2 , ..., xn , rispettivamente con probabilità p1 , p2 , ..., pn e il cui valore medio è ðXÞ, si chiama varianza della variabile aleatoria X, e si indica con il simbolo VðXÞ, il numero cosı̀
definito:
VðXÞ ¼ ½x1 ðXÞ2 p1 þ ½x2 ðXÞ2 p2 þ :::::: þ ½xn ðXÞ2 pn
La varianza può essere calcolata anche con la formula alternativa:
VðXÞ ¼ x21 p1 þ x22 p2 þ ::: þ x2n pn ½ðXÞ2
La deviazione standard di X, indicata con il simbolo ðXÞ, è la radice quadrata
della varianza:
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
ðXÞ ¼ VðXÞ
La deviazione standard di una variabile aleatoria gode della seguente proprietà:
ðaX þ bÞ ¼ a ðXÞ
ESEMPIO
per ogni a, b 2 R
Criterio della valutazione del rischio
In riferimento al problema dell’ultimo esempio, determiniamo l’alternativa preferibile in base al criterio della
valutazione del rischio, se si è disposti ad accettare un rischio massimo uguale al 36% del valore medio.
Calcolo dei valori medi e delle deviazioni standard
Abbiamo già determinato i valori medi delle variabili aleatorie UA , UB , UC ; per applicare il criterio della valutazione del rischio è necessario determinare anche le deviazioni standard di queste variabili aleatorie. A
tale scopo, non serve determinarne le distribuzioni di probabilità; è sufficiente infatti determinare la deviazione standard di X e poi dedurre le deviazioni standard di UA , UB , UC in base alla proprietà della deviazione standard poc’anzi ricordate.
VðXÞ ¼ 5002 0,05 þ 10002 0,1 þ 15002 0,2 þ 20002 0,3 þ 25002 0,2 þ 30002 0,15 19752 ¼
¼ 461 875
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
ðXÞ ¼ VðXÞ ’ 679,61
½ðXÞ2
x12 p1 þ x22 p2 þ ::: þ xn2 pn
Pertanto:
ðUA Þ ¼ ð550X 100 000Þ ¼ 550 ðXÞ ¼ 550 679,61 ¼ 373 785,50 euro
ðUB Þ ¼ ð500X 20 000Þ ¼ 500 ðXÞ ¼ 500 679,61 ¼ 339 805 euro
ðUC Þ ¼ ð450XÞ ¼ 450 ðXÞ ¼ 450 679,61 ¼ 305 824,50 euro
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Ô
131
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ricerca delle alternative che soddisfano la soglia di rischio
Riassumiamo ora nella seguente tabella i risultati ottenuti; predisponiamo anche due righe in cui calcoliamo, per ciascuna alternativa, la massima soglia di rischio ammessa e verifichiamo se tale soglia di rischio
è rispettata.
Variabile aleatoria
UA
UB
UC
Media ()
986 250
967 500
888 750
Deviazione standard ()
373 785,50
339 805
305 824,50
Soglia di rischio (0,36)
355 050
348 300
319 950
È soddisfatta la condizione sulla soglia ð 0,36Þ?
No
Sı̀
Sı̀
Conclusione
Dovendo scartare il processo A, perché non soddisfa la condizione sulla soglia del rischio, la scelta rimane
ristretta al processo B o al processo C: fra queste due alternative, scegliamo il processo B perché è quello
cui corrisponde l’utile medio più alto.
Criteri del pessimista e dell’ottimista
Il criterio del pessimista, come anticipato, è utilizzabile anche nel caso in cui
non siano note le distribuzioni di probabilità delle variabili aleatorie coinvolte
nel problema.
Intuitivamente, questo criterio consiste nell’individuare, in corrispondenza di
ciascuna alternativa, lo «scenario peggiore» e poi scegliere l’alternativa che corrisponde al «meno peggio». Per esempio, se vogliamo confrontare degli utili, individuiamo l’utile minimo in corrispondenza di ciascuna alternativa (lo «scenario
peggiore»), quindi scegliamo l’alternativa in corrispondenza della quale l’utile
minimo risulta massimo (il «meno peggio»); se vogliamo confrontare dei costi, individuiamo il costo massimo in corrispondenza di ciascuna alternativa (lo «scenario peggiore»), quindi scegliamo l’alternativa per cui il costo massimo risulta minimo. Da queste ultime osservazioni puoi comprendere perché il criterio del pessimista è anche detto criterio del minimax o del maximin.
ESEMPIO
Criterio del pessimista
Un’azienda deve scegliere quale nuovo prodotto lanciare sul mercato, tra le quattro alternative A, B, C, D. Per
ciascuna alternativa si stima che gli utili (in euro) nel primo anno di immissione sul mercato potranno essere
quelli indicati in tabella, in dipendenza dal verificarsi dei tre eventi aleatori E1 , E2 , E3 . Determiniamo l’alternativa
preferibile, utilizzando il criterio del pessimista.
Alternativa A
Alternativa B
Alternativa C
Alternativa D
E1
120 000
135 000
80 000
100 000
E2
140 000
120 000
150 000
75 000
E3
110 000
130 000
160 000
150 000
Individuiamo, per ogni alternativa lo «scenario peggiore» (evidenziato in giallo):
Alternativa A
Alternativa B
Alternativa C
Alternativa D
E1
120 000
135 000
80 000
100 000
E2
140 000
120 000
150 000
75 000
E3
110 000
130 000
160 000
150 000
Fra i quattro utili peggiori cosı̀ individuati, l’utile massimo è quello di 120 000 euro, dunque, in base al
criterio del pessimista, dobbiamo scegliere l’alternativa B.
132
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Criterio dell’ottimista
In riferimento all’esempio precedente, determiniamo l’alternativa preferibile, utilizzando il criterio dell’ottimista.
Individuiamo, per ogni alternativa, lo scenario migliore (evidenziato in azzurro):
Alternativa A
Alternativa B
Alternativa C
Alternativa D
E1
120 000
135 000
80 000
100 000
E2
140 000
120 000
150 000
75 000
E3
110 000
130 000
160 000
150 000
Fra i quattro utili migliori cosı̀ individuati, l’utile massimo è quello di 160 000 euro, dunque, in base al
criterio dell’ottimista, dobbiamo scegliere l’alternativa C.
Problemi di scelta in condizione di incertezza, con effetti differiti
I problemi di scelta tra operazioni finanziarie in cui i ricavi (costi) futuri dipendono da eventi aleatori di cui sono note le probabilità di verificarsi si affrontano
combinando il criterio del valore attuale con quello del valore medio: per ciascuna alternativa il valore attuale dei ricavi (costi) risulta una variabile aleatoria di cui
si può calcolare il valore medio, dunque la scelta cadrà sull’alternativa cui corrisponde il valore medio massimo (minimo).
ESEMPIO
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
ESEMPIO
Unità 3
Un altro criterio che non fa uso delle distribuzioni di probabilità, in un certo senso
«opposto» a quello del pessimista, è il cosiddetto criterio dell’ottimista: quest’ultimo consiste nell’individuare, in corrispondenza di ciascuna alternativa, lo «scenario migliore» e poi scegliere l’alternativa cui corrisponde il «miglior scenario»,
tra i migliori (per questo è anche detto criterio del maximax o del minimin).
Problema di scelta in condizione di incertezza, con effetti differiti
Vogliamo investire 10 000 euro e possiamo scegliere tra due operazioni:
l’operazione A prevede un ricavo di 2000 euro fra 2 anni con una probabilità del 40%, oppure di 3500 euro
fra 3 anni con una probabilità del 30%, oppure di 5000 euro fra 5 anni con una probabilità del 30%
l’operazione B prevede un ricavo di 3000 euro fra 3 anni con una probabilità del 60%, oppure di 5000 euro
fra 5 anni con una probabilità del 40%.
Quale operazione è preferibile, al tasso di valutazione del 5%?
I valori attuali VA e VB dei ricavi, rispettivamente nelle due operazioni A e B, sono due variabili aleatorie,
aventi le seguenti distribuzioni di probabilità:
VA
2000 (1,05)2
3500 (1,05)3
5000 (1,05)5
Probabilità
0,4
0,3
0,3
VB
3000 (1,05)3
5000 (1,05)5
Probabilità
0,6
0,4
Pertanto:
ðVA Þ ¼ 2000 ð1,05Þ2 0,4 þ 3500 ð1,05Þ3 0,3 þ 5000 ð1,05Þ5 0,3 ¼ 2807,94 euro
ðVB Þ ¼ 3000 ð1,05Þ3 0,6 þ 5000 ð1,05Þ5 0,4 ¼ 3121; 96 euro
Risulta dunque più conveniente l’operazione B.
133
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
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Nome: MARIANNA
Prova tu
ESERCIZI a p. 143
1. Un imprenditore vende ciascuna unità di un dato bene al prezzo unitario di 20 euro. I processi produttivi che può
seguire sono due:
il processo A comporta un costo di produzione pari a 6 euro per ogni unità prodotta e spese fisse pari a 10 000 euro;
il processo B comporta un costo di produzione pari a 10 euro per ogni unità prodotta, senza spese fisse.
Si stima che le vendite seguiranno la distribuzione di probabilità indicata dalla seguente tabella:
Quantità venduta
500
1000
1500
2000
2500
3000
Probabilità
0,05
0,1
0,2
0,3
0,2
0,15
Trova il procedimento più conveniente ai fini di conseguire il massimo utile, applicando:
a. il criterio del valore medio;
b. il criterio della valutazione del rischio, con una soglia di rischio massimo uguale al 40% del valore medio.
[a. Il processo B; b. il processo B]
2. Un’azienda deve scegliere quale nuovo prodotto lanciare sul mercato, tra le quattro alternative A, B, C, D. Per ciascuna alternativa si stima che gli utili (in euro) nel primo anno di immissione sul mercato potranno essere quelli indicati in tabella, in dipendenza dal verificarsi dei tre eventi aleatori E1 , E2 , E3 . Determina l’alternativa preferibile, utilizzando sia il criterio del pessimista sia quello dell’ottimista.
Alternativa A
Alternativa B
Alternativa C
Alternativa D
E1
125 000
115 000
85 000
95 000
E2
132 000
105 000
124 000
105 000
E3
90 000
130 000
130 000
140 000
[Criterio del pessimista: alternativa B; criterio dell’ottimista: alternativa D]
134
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
3
Esercizi
In più: esercizi interattivi
Unità
TIR (tasso interno di rendimento)
È il tasso per cui il valore attuale del costo di un investimento è uguale al valore attuale dei ricavi. In alternativa, si
può dire che è il tasso per cui REA ¼ 0. Non per tutte le operazioni finanziarie esiste il TIR.
Criteri per problemi di scelta in condizione di certezza, con effetti differiti
Criterio dell’attualizzazione. Consiste nello scegliere tra due o più operazioni finanziarie confrontando i corrispondenti REA. L’operazione preferibile sarà quella il cui REA è maggiore (sia nel caso di investimenti, sia nel caso di finanziamenti).
Criterio del tasso interno di rendimento. Consiste nello scegliere tra due o più operazioni finanziarie confrontando
i corrispondenti TIR. Nel caso di un’operazione di investimento, è preferibile quella il cui TIR è maggiore, mentre nel caso di un’operazione di finanziamento è preferibile quella il cui TIR è minore.
Criteri per problemi di scelta in condizione di incertezza
Criterio del valore medio. Consiste nello scegliere fra due o più alternative, a ciascuna delle quali è associata una
variabile aleatoria con distribuzione di probabilità nota, confrontando i valori medi delle variabili aleatorie.
Criterio della valutazione del rischio. È basato su una logica simile a quella del valore medio, ma introduce un vincolo in più, legato al massimo rischio che è disposto a correre chi vuole eseguire la scelta; questa «soglia di rischio» massima viene quantificata come frazione o percentuale del valore medio. Si procede cosı̀:
1. si calcolano il valore medio e la deviazione standard di ciascuna delle variabili aleatorie di interesse;
2. si scartano le alternative cui corrisponde una deviazione standard maggiore della prefissata frazione del valore medio;
3. tra le alternative rimaste, si sceglie quella preferibile, in base al criterio del valore medio. Andrà scelta per
esempio l’alternativa cui corrisponde il valore medio massimo se l’obiettivo è massimizzare un utile, oppure
l’alternativa cui corrisponde il valore medio minimo se l’obiettivo è minimizzare un costo. Nel caso in cui vi
siano più alternative alle quali corrisponde lo stesso valore medio si sceglierà quella la cui corrispondente deviazione standard è minore.
Criterio del pessimista. Intuitivamente, consiste nell’individuare, in corrispondenza di ciascuna alternativa, lo
«scenario peggiore» e poi scegliere l’alternativa che corrisponde allo scenario «meno peggio» tra quelli ottenuti.
Per esempio, se l’obiettivo è massimizzare un utile, individuiamo l’utile minimo in corrispondenza di ciascuna
alternativa, quindi scegliamo l’alternativa in corrispondenza della quale l’utile minimo risulta massimo. Questo
criterio non necessita della conoscenza delle probabilità degli eventi aleatori coinvolti.
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
REA (risultato economico attualizzato)
È la somma dei valori attuali di tutti i flussi di cassa di un’operazione finanziaria (considerati positivi o negativi a
seconda che si tratti di entrate o di uscite) in regime di capitalizzazione composta.
Unità 3
SINTESI
CONOSCENZE E ABILITÀ
1. Problemi di scelta in condizione di certezza
con effetti differiti
TEORIA a p. 121
Nota Nelle soluzioni degli esercizi verrà sottinteso che i valori monetari sono espressi in euro o nella stessa unità indicata nella consegna.
Esercizi preliminari
Test
Quale delle seguenti espressioni fornisce il valore attuale di un capitale di 2000 euro, disponibile fra 2 anni,
al tasso composto del 5%?
1
Þ
A
2000 ð0,05Þ2
B
2000 ð1,05Þ2
C
2000 ð0,05Þ2
D
2000 ð1,05Þ2
135
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Qual è il valore attuale di una rendita posticipata, costituita da 10 rate annuali di 1000 euro, al tasso annuo
del 4%?
2
Þ
A
8110,90 euro
B
7515,18 euro
C
8256,21 euro
D
7984,35 euro
Un’operazione finanziaria prevede un costo di 5000 euro oggi e due ricavi, uno di 3000 euro tra 1 anno e uno
di 5000 euro tra 2 anni. Quale delle seguenti espressioni fornisce il REA dell’operazione al tasso i?
3
Þ
A
5000 þ 3000ð1 þ iÞ þ 5000ð1 þ iÞ2
C
5000 þ 3000ð1 þ iÞ1 þ 5000ð1 þ iÞ2
B
5000 3000ð1 þ iÞ 5000ð1 þ iÞ2
D
5000 3000ð1 þ iÞ1 5000ð1 þ iÞ2
4
Þ
Il TIR di un’operazione finanziaria:
A
esiste sempre ed è il tasso di interesse i per cui risulta REA ¼ 0
B
esiste sempre ed è il tasso di interesse i per cui risulta REA ¼ 1
C
può non esistere e, se esiste, è il tasso di interesse i per cui risulta REA ¼ 0
D
può non esistere e, se esiste, è il tasso di interesse i per cui risulta REA ¼ 1
Calcolo del REA
5
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Con un tasso di interesse del 4%, calcola il REA dell’operazione di investimento che comporta il flusso di
cassa rappresentato in tabella.
Scadenza (anni)
0
1
2
Flusso di cassa (euro)
2500
1500
2000
In base alla definizione, risulta:
REA ¼ 2500 þ
1500
2000
þ
’ ::::::::::
1 þ 0,04
ð::::::::::Þ2
[791,42]
Con un tasso di interesse del 4%, calcola il REA dell’operazione di investimento che comporta il flusso di cassa rappresentato in tabella.
[17,38]
6
Þ
Scadenza (anni)
0
1
2
Flusso di cassa (euro)
1000
1010
50
Con un tasso di interesse del 4%, calcola il REA dell’operazione di investimento che comporta il flusso di cassa rappresentato in tabella.
[36,07]
7
Þ
Scadenza (anni)
0
1
2
3
4
Flusso di cassa (euro)
1000
800
100
100
100
Con un tasso di interesse del 5%, calcola il REA dell’operazione di investimento che comporta il flusso di cassa rappresentato in tabella.
[409,30]
8
Þ
Scadenza (anni)
0
1
2
3
4
5
Flusso di cassa (euro)
1000
200
500
700
100
100
Con un tasso di interesse del 5%, calcola il REA dell’operazione di investimento che comporta il flusso di cassa rappresentato in tabella.
[347,93]
9
Þ
Scadenza (anni)
0
1
2
3
4
Flusso di cassa (euro)
800
500
600
100
50
136
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Data la seguente operazione finanziaria:
0
1
2
3
4
Flusso di cassa (euro)
500
100
150
200
x
e sapendo che il REA di questa operazione, valutato al 5%, è uguale a 109,74 euro, calcola il valore di x.
[250,01]
Data la seguente operazione finanziaria:
Scadenza (anni)
0
1
2
3
4
Flusso di cassa (euro)
800
200
200
x
300
e sapendo che il REA di questa operazione, valutato al 4%, è uguale a 100,36 euro, calcola il valore di x.
[300]
Problemi di scelta da risolvere con il criterio dell’attualizzazione
Un capitale di 20 000 euro può essere dato in prestito alle seguenti condizioni:
AÞ restituzione mediante 3 versamenti, uno di 8000 euro fra 4 anni, uno di 12 000 euro fra 7 anni e uno di 16 000
euro fra 10 anni;
BÞ restituzione con due versamenti, uno di 14 000 euro fra 6 anni e uno di 24 000 euro fra 10 anni.
Quale delle due restituzioni è più conveniente per chi concede il prestito, al tasso del 6%? E se il tasso fosse dell’8%?
[Al 6%: REAA ¼ 3251,75 e REAB ¼ 3270,92, quindi conviene la scelta B;
all’8% REAA ¼ 293,22 e REAB ¼ 60,98, quindi conviene la scelta A]
12
Þ
Un’operazione finanziaria, diciamo A, consiste in un versamento iniziale di 35 000 euro e in ricavi annui posticipati pari a 4000 euro per 12 anni. Un’altra operazione finanziaria, diciamo B, consiste invece in un versamento
iniziale di 35 000 euro e in due ricavi di 24 000 euro e di 30 000 euro che maturano rispettivamente dopo 4 anni e
dopo 12 anni. Quale forma di investimento è la più conveniente al tasso di valutazione del 5%?
[REAA ¼ 453,01, REAB ¼ 1449,98, dunque conviene la seconda operazione]
13
Þ
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Scadenza (anni)
11
Þ
Unità 3
10
Þ
Si vuole investire il capitale di 10 000 euro ed è possibile scegliere tra due alternative:
AÞ ricevere 5500 euro fra 3 anni e 9000 euro fra 6 anni;
BÞ ricevere 2000 euro fra 6 mesi e 1750 euro alla fine di ogni anno per 6 anni.
Qual è l’alternativa più conveniente al tasso di valutazione del 6,5%?
[REAA = 721,18, REAB = 409,78; l’alternativa A]
14
Þ
Dispongo di un capitale di 40 000 euro che posso investire scegliendo tra le seguenti alternative:
AÞ ricavo di 20 000 euro dopo 4 anni, di 20 000 euro dopo 7 anni e di 20 000 euro dopo 10 anni;
BÞ ricavo di 30 000 euro dopo 5 anni e di 30 000 euro dopo 8 anni.
Quale forma di impiego è la più conveniente al tasso di valutazione del 6%? E se il tasso viene portato al 4%?
[Al 6%: REAA ¼ 310,91, REAB ¼ 1240,12, dunque conviene l’alternativa B;
al 4%: REAA ¼ 5805,72, REAB ¼ 6578,52, dunque conviene l’alternativa B]
15
Þ
Disponendo di un certo capitale, è possibile effettuare un’operazione di investimento scegliendo tra due opzioni:
AÞ ricevere due volte la somma di 9000 euro fra 2 anni e fra 5 anni;
BÞ ricevere 8 rate trimestrali posticipate di 2000 euro ciascuna.
Al tasso di valutazione del 5%, quale delle due opzioni è la più conveniente? E al tasso del 7,5%?
[Al 5%: REAA ¼ 15 215, REAB ¼ 15 151,36, dunque conviene A;
al 7,5%: REAA ¼ 14 057,02, REAB ¼ 14 762,44, dunque conviene B]
16
Þ
Un capitale di 100 000 euro può essere investito scegliendo tra le seguenti alternative:
AÞ ricevere 8 rate semestrali posticipate di 14 000 euro ciascuna e la somma di 15 000 euro fra 6 anni;
BÞ ricevere alla fine di ogni semestre 10 rate, le prime 6 di importo pari a 15 000 euro e le successive 4 di importo
pari a 8000 euro.
Qual è l’alternativa più conveniente al tasso di valutazione del 7,5%?
[REAA ¼ 5227,17, REAB ¼ 3003,64; l’alternativa A]
17
Þ
137
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ricevo un prestito di 100 000 euro, che posso scegliere di rimborsare con una delle seguenti modalità:
AÞ versare 60 000 euro fra sei mesi e 65 000 euro fra un anno;
BÞ versare alla fine di ogni due mesi per un anno 20 000 euro;
CÞ versare alla fine di ogni mese per un anno 10 000 euro.
Quale possibilità conviene scegliere al tasso di valutazione del 9%?
[REAA ¼ 17 102,60, REAB ¼ 14 151,01, REAC ¼ 14 562,37 e l’opzione preferibile
sarebbe quella cui corrisponde il REA maggiore (ossia minore in valore assoluto), quindi B]
18
Þ
Una persona vuole acquistare un appartamento e può scegliere fra tre forme di pagamento:
AÞ pagare 250 000 euro subito;
BÞ versare subito 80 000 euro e pagare 7 rate annuali posticipate di 30 000 euro;
CÞ versare 7 rate annuali posticipate di 45 000 euro.
Quale forma di pagamento è la più conveniente al tasso di valutazione del 6%? E se il tasso fosse del 5%?
[Al 6% si ha REAA ¼ 250 000, REAB ¼ 247 471,44, REAC ¼ 251 207,16, dunque conviene la scelta B,
mentre al 5% risulta REAA ¼ 250 000, REAB ¼ 253 591,20, REAC ¼ 260 386,80, quindi conviene A]
19
Þ
Calcolo del TIR
20
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Calcola il TIR dell’operazione finanziaria descritta nella seguente tabella.
Scadenza (anni)
0
1
2
Flusso di cassa (euro)
1000
500
1000
Il REA dell’operazione, espresso in funzione del tasso i, è:
REA ¼ 1000 þ
500
1000
þ
1þi
ð1 þ iÞ2
Il TIR è il tasso, se esiste, per cui REA ¼ 0. Risolvendo l’equazione:
1000 þ
500
1000
þ
¼0
1þi
ð1 þ iÞ2
e scartando la soluzione negativa, troverai che il TIR dell’operazione data corrisponde a un tasso del 28,08%.
21
Þ
Calcola il TIR dell’operazione finanziaria descritta nella seguente tabella.
[6,81%]
Scadenza (anni)
0
1
2
Flusso di cassa (euro)
500
300
250
22
Þ
Calcola il TIR dell’operazione finanziaria descritta nella seguente tabella.
[9,46%]
Scadenza (anni)
0
1
2
Flusso di cassa (euro)
600
200
500
23
Þ
Calcola il TIR dell’operazione finanziaria descritta nella seguente tabella.
[13,75%]
Scadenza (anni)
0
1
2
Flusso di cassa (euro)
200
300
600
24
Þ
Verifica che per l’operazione finanziaria descritta nella seguente tabella non esiste alcun TIR.
Scadenza (anni)
0
1
2
Flusso di cassa (euro)
300
–500
250
138
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
0
1
2
3
Flusso di cassa (euro)
1500
x
500
800
26 Data l’operazione finanziaria descritta nella seguente tabella, calcola il valore di x in modo che il TIR sia uguaÞ
le al 5%.
[94,75]
Scadenza (anni)
0
1
2
3
4
Flusso di cassa (euro)
800
300
250
x
250
Un’operazione finanziaria consiste nell’investire oggi un capitale di 10 000 euro e ricevere dopo 6 anni il doppio della cifra investita. Determina il tasso interno di rendimento dell’operazione finanziaria.
[12,25%]
27
Þ
Un’operazione finanziaria consiste nell’investire oggi un capitale di 5000 euro e ricevere dopo 10 anni il triplo della cifra investita. Determina il tasso interno di rendimento dell’operazione.
[11,61%]
28
Þ
Una persona investe 15 000 euro oggi e potrà ricevere tra 1 anno 8000 euro e tra 2 anni altri 8000 euro. Determina il tasso interno di rendimento dell’operazione.
[4,41%]
29
Þ
Una persona investe oggi 10 000 euro e potrà ricevere tra 1 anno 6000 euro e tra 2 anni altri 6000 euro. Determina il tasso interno di rendimento dell’operazione.
[13,07%]
30
Þ
Una persona investe oggi 15 000 euro e potrà ricevere tra 2 anni 9000 euro e tra 4 anni altri 9000 euro. Determina il tasso interno di rendimento dell’operazione.
[6,33%]
31
Þ
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Scadenza (anni)
Unità 3
25 Data l’operazione finanziaria descritta nella seguente tabella, calcola il valore di x in modo che il TIR sia uguaÞ
le al 4%.
[339,59]
Una persona investe 30 000 euro in un’operazione finanziaria in base alla quale potrà ricevere una rata annuale posticipata di 5000 euro per 10 anni. Determina il tasso interno di rendimento dell’operazione.
(Suggerimento: utilizza un software opportuno per determinare la soluzione approssimata dell’equazione cui si
giunge)
[10,56%]
32
Þ
Una persona investe 20 000 euro in un’operazione finanziaria in base alla quale potrà ricevere ogni due mesi
800 euro per 6 anni. Determina il tasso annuo interno di rendimento dell’operazione finanziaria.
(Vedi il suggerimento dell’esercizio precedente)
[13,42%]
33
Þ
Problemi di scelta da risolvere con il criterio del tasso interno di rendimento
Un’operazione finanziaria consiste nell’investimento di 10 000 euro oggi e consente di scegliere tra due alternative:
AÞ ricevere 5000 euro dopo un anno e 6000 euro dopo due anni;
BÞ ricevere 5500 euro dopo un anno e altri 5500 euro dopo due anni.
Determina l’alternativa migliore, in base al criterio del TIR.
[TIRA ¼ 6,39%; TIRB ¼ 6,60%; è preferibile B]
34
Þ
Un’operazione finanziaria consiste nell’investimento di 10 000 euro oggi e consente di scegliere tra due alternative:
AÞ ricevere 11 200 euro dopo 2 anni;
BÞ ricevere 6000 euro dopo un anno e ricevere altri 5000 euro dopo due anni.
Determina l’alternativa migliore, in base al criterio del TIR.
[TIRA ¼ 5,83%; TIRB ¼ 6,81%, è preferibile B]
35
Þ
Ricevo un prestito di 10 000 euro oggi che posso scegliere di rimborsare secondo le seguenti alternative:
AÞ rimborso di 11 500 euro dopo due anni;
BÞ rimborso di 5500 euro dopo un anno e di altri 6000 euro dopo due anni.
Determina l’alternativa migliore, in base al criterio del TIR.
[TIRA ¼ 7,24%, TIRB ¼ 9,70%, quindi conviene A]
36
Þ
139
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ricevo un prestito di 50 000 euro oggi che posso scegliere di rimborsare secondo le seguenti alternative:
AÞ rimborso di 65 000 euro dopo quattro anni;
BÞ rimborso di 30 000 euro dopo due anni e di 32 000 euro dopo quattro anni.
Determina l’alternativa migliore, in base al criterio del TIR.
[TIRA ¼ 6,78%, TIRB ¼ 7,44%, quindi conviene A]
37
Þ
Ricevo in prestito 100 000 euro, che posso scegliere di rimborsare secondo le seguenti alternative:
AÞ pagare una rata annuale posticipata di 22 000 euro per 5 anni;
BÞ versare 35 000 euro fra 1 anno, 35 000 fra 2 anni e 40 000 euro fra 6 anni.
Determina con il criterio del TIR la proposta più conveniente. [TIRA ¼ 3,26%, TIRB ¼ 3,16%, quindi conviene B]
38
Þ
Si possono investire 10 000 euro con due modalità diverse che consentono di:
AÞ ottenere una quota costante semestrale posticipata di 1000 euro per 10 anni;
BÞ ottenere una quota costante annuale posticipata di 2000 euro per 10 anni.
Determina con il criterio del TIR la modalità di investimento più conveniente.
[TIRA ¼ 16,11%, TIRB ¼ 15,10%, quindi conviene A]
39
Þ
Una persona intende investire 100 000 euro in un’operazione finanziaria. Può decidere tra due forme di investimento caratterizzate da:
AÞ ricevimento di rate semestrali posticipate di 8000 euro ciascuna per 12 anni;
BÞ ricevimento di 130 000 euro fra 5 anni e di 90 000 euro fra 12 anni.
Determina con il criterio del TIR la forma di investimento più conveniente.
[TIRA ¼ 12,45%, TIRB ¼ 11,47%, quindi conviene A]
40
Þ
Abbiamo 20 000 euro da investire e possiamo scegliere una delle seguenti proposte:
AÞ ricevimento di 22 500 euro fra 4 anni, di 17 500 euro fra 7 anni e di 17 500 euro fra 12 anni;
BÞ ricevimento di una quota costante semestrale posticipata di 2000 euro per 12 anni;
Determina con il criterio del TIR la proposta di investimento più conveniente.
[TIRA ¼ 17,5%, TIRB ’ 18%, quindi conviene B]
41
Þ
Investimenti industriali
42
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Un’industria ha bisogno di acquistare una macchina e può scegliere tra due alternative:
1. una prima macchina ha un costo iniziale di 10 000 euro, ha un costo annuo di manutenzione di 150 euro
e deve essere sostituita dopo 5 anni con un valore di recupero finale di 2000 euro;
2. una seconda macchina ha un costo iniziale di 8000 euro, ha un costo annuo di manutenzione di 175 euro
e deve essere sostituita dopo 3 anni, con un valore di recupero finale di 2500 euro.
Determina quale macchinario è più conveniente acquistare al tasso di valutazione del 12,5%:
a. con il criterio dell’attualizzazione;
b. con il criterio dell’onere medio annuo.
a. Criterio dell’attualizzazione
Assumi una durata comune di 15 anni, poiché 15 ¼ m.c.m.(5, 3).
Determina, per ciascuna delle due macchine, i valori attuali dei costi in un ciclo:
V1 ¼ 10 000 þ 150 a 5
0,125
2000 ð1,125Þ5 ¼ ::::::::::
V2 ¼ :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: ¼ ::::::::::::::::::::
Determina, per ciascuna delle due macchine, i valori attuali dei costi per un periodo di 15 anni (immaginando
che la macchina 1 compia tre cicli e la macchina 2 compia cinque cicli):
V 01 ¼ V1 þ V1 ð1,125Þ5 þ V1 ð1,125Þ10 ¼ ::::::::::
V 02 ¼ :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: ¼ ::::::::::::::::::::
Confronta infine i valori di V 01 e V 02 .
140
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
L’onere medio annuo relativo alla prima macchina è la rata annuale costante, diciamo R1 , di una rendita posticipata di valore attuale V1 e di durata 5 anni. Per calcolare R1 devi dunque risolvere l’equazione:
0,125
da cui ottieni:
R1 ¼
V1
¼ :::::
a 5 0,125
onere medio annuo
relativo alla macchina 1
Procedendo analogamente puoi calcolare l’onere medio annuo R2 .
Confronta infine R1 ed R2 .
[a. Per un ciclo: V1 ¼ 9424,23, V2 ¼ 6660,91;
per 15 anni: V 01 ¼ 17 556,16, V 02 ¼ 18 553, quindi conviene la prima macchina; b. R1 ¼ 2646,83 ed R2 ¼ 2797,12]
43
Þ
Un imprenditore vuole acquistare un nuovo macchinario e può scegliere tra le seguenti due alternative:
1. un primo macchinario ha un costo iniziale di 20 000 euro, ha un costo annuo di manutenzione di 500 euro e
deve essere sostituito dopo 8 anni con un valore di recupero finale di 5000 euro;
2. un secondo macchinario ha un costo iniziale di 15 000 euro, ha un costo annuo di manutenzione di 250 euro e
deve essere sostituito dopo 4 anni con un valore di recupero finale di 4000 euro.
Determina quale macchinario è più conveniente acquistare al tasso di valutazione del 10,5%:
a. con il criterio dell’attualizzazione;
b. con il criterio dell’onere medio annuo.
[a. Per un ciclo: V1 ¼ 20370,17, V2 ¼ 13 101,03;
0
0
per 8 anni: V 1 ¼ V1 , V 2 ¼ 21 888,34, quindi conviene il primo macchinario; b. R1 ¼ 3888,04 ed R2 ¼ 4177,81]
Un’industria vuole ristrutturare un comparto produttivo e ha la necessità di acquistare una nuova macchina;
può scegliere tra due alternative:
44
Þ
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
V1 ¼ R1 a 5
Unità 3
b. Criterio dell’onere medio annuo
1. una prima macchina ha un costo iniziale di 50 000 euro, ha un costo di manutenzione di 1500 euro all’anno e
deve essere sostituita dopo 9 anni con un valore di recupero finale di 8000 euro;
2. una seconda macchina ha un costo iniziale di 25 000 euro, ha un costo di manutenzione di 1000 euro all’anno
e deve essere sostituita dopo 3 anni con un valore di recupero finale di 4500 euro.
Determina quale macchina è più conveniente acquistare al tasso di valutazione dell’11%:
a. con il criterio dell’attualizzazione;
b. con il criterio dell’onere medio annuo.
[a. Per un ciclo: V1 ¼ 55 178,17, V2 ¼ 24 153,35;
per 9 anni: V 01 ¼ V1 , V 02 ¼ 54 727,45, quindi conviene la seconda macchina; b. R1 ¼ 9965,27 ed R2 ¼ 9883,87]
Un’industria intende acquistare un macchinario, potendo scegliere tra due alternative:
1. il macchinario A, del costo iniziale di 20 000 euro, con costi di manutenzione pari a 1500 euro all’anno per i primi 5 anni e a 2500 euro all’anno per i successivi 10 anni, e con valore di recupero tra 15 anni pari a 7000 euro;
2. il macchinario B, del costo iniziale di 25 000 euro con costi di manutenzione pari a 1250 euro all’anno per i primi 6 anni e a 1000 euro all’anno per i successivi 4 anni, e con valore di recupero tra 10 anni pari a 1500 euro.
Determina quale macchinario è più conveniente acquistare al tasso di valutazione del 12%, tramite:
a. il criterio dell’attualizzazione;
b. il criterio dell’onere medio annuo.
[a. Per un ciclo: VA ¼ 32 143,51, VB ¼ 31 195,12; per una durata
comune di 30 anni V 0A ¼ 38 016,01, VB0 ¼ 44 473; quindi è più conveniente A; b. RA ¼ 4719,45 ed RB ¼ 5521,04]
45
Þ
46
Þ
Un’industria vuole procurarsi una macchina e può scegliere tra due alternative:
1. la macchina A ha un costo iniziale di 45 000 euro, costi di manutenzione pari a 2000 euro all’anno per i primi 7
anni e a 2500 euro all’anno per i successivi 3 anni, e un valore di recupero tra 10 anni pari a 6000 euro.
2. la macchina B ha un costo iniziale di 50 000 euro, costi di manutenzione pari a 2000 euro all’anno per i primi 8
anni e a 3000 euro all’anno per i successivi 7 anni, e un valore di recupero tra 15 anni pari a 1500 euro.
Determina quale macchinario è più conveniente acquistare al tasso di valutazione del 12%, tramite:
a. il criterio dell’attualizzazione;
b. il criterio dell’onere medio annuo.
[a. Per un ciclo: VA ¼ 54 911,84, VB ¼ 65 190,90; per una durata comune di 30 anni: VA0 ¼ 78 284,52,
VB0 ¼ 77 101,04; quindi è più conveniente B; b. RA ¼ 97 18,53 ed RB ¼ 95 71,61]
141
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Scelta tra mutuo e leasing
Per procurarsi un macchinario si deve sostenere una spesa di 100 000 euro. Per effettuare il pagamento ci sono le seguenti due possibilità:
47
Þ
1. stipula di un mutuo con una banca, estinguibile con pagamento di 36 rate posticipate mensili di 4000 euro ciascuna;
2. contratto di leasing con pagamento di 24 000 euro all’atto della consegna, pagamento di canoni annuali posticipati di 25 000 euro per la durata di 3 anni, versamento di 40 000 euro a titolo di riscatto fra 3 anni.
Trova la possibilità più conveniente con il criterio dell’attualizzazione, al tasso dell’8%.
[V1 ¼ 128 173,33, V2 ¼ 120 180,71; conviene il leasing]
Per disporre di un capannone si deve sostenere una spesa di 150 000 euro. Per effettuare il pagamento ci sono
le seguenti due possibilità:
1. stipula di un mutuo con una banca, estinguibile con pagamento di 48 rate posticipate bimestrali di 5000 euro
ciascuna;
2. contratto di leasing con pagamento di 50 000 euro all’atto della consegna, pagamento di canoni annuali posticipati di 20 000 euro per la durata di 8 anni, versamento di 27 000 euro a titolo di riscatto fra 8 anni;
Trova la possibilità più conveniente con il criterio del valore attuale al tasso del 9%.
[V1 ¼ 172 166,92; V2 ¼ 174 246,77; conviene il mutuo]
48
Þ
Per procurarsi un automezzo si deve sostenere una spesa di 60 000 euro. Per effettuare il pagamento ci sono le
seguenti tre possibilità:
1. stipula di un mutuo con una banca estinguibile con pagamento di rate posticipate quadrimestrali di 5000 euro
ciascuna per 5 anni;
2. contratto di leasing con pagamento di 15 000 euro all’atto della consegna, pagamento di canoni annui posticipati di 10 000 euro per la durata di 3 anni, versamento di 30 000 euro a titolo di riscatto fra 5 anni;
3. versamento di 17 500 euro subito, di 25 000 euro tra 3 anni e di 35 000 euro tra 5 anni.
Trova la possibilità più conveniente:
a. con il criterio del valore attuale al tasso dell’8,5%;
b. con il criterio del tasso interno di rendimento.
[a. V1 ¼ 60 754,05, V2 ¼ 60 491,59, V3 ¼ 60 349,29; b. TIR1 ¼ 9,04%, TIR2 ¼ 8,86%, TIR3 ¼ 8,72%]
49
Þ
Per l’acquisto di un fuoristrada del costo di 40 000 euro vi sono le seguenti tre possibilità:
1. stipulare un mutuo con una banca, estinguibile con pagamento di rate posticipate semestrali di 5000 euro ciascuna per 5 anni;
2. stipulare un contratto di leasing, con pagamento di 10 000 euro all’atto della consegna, pagamento di canoni
annui posticipati di 6000 euro per la durata di 5 anni, versamento di 9000 euro a titolo di riscatto fra 5 anni;
3. versare 10 000 euro subito, 17 000 euro tra 4 anni e 28 000 euro tra 6 anni.
Trova l’alternativa più conveniente:
a. con il criterio del valore attuale al tasso dell’ 8%;
b. con il criterio del tasso interno di rendimento.
[a. V1 ¼ 40 710,28, V2 ¼ 40 081,51, V3 ¼ 40 140,26; b. TIR1 ¼ 8,74%, TIR2 ¼ 8,09%, TIR3 ¼ 8,1%]
50
Þ
Per sostituire un macchinario si deve sostenere una spesa di 200 000 euro. Per effettuare il pagamento ci sono
le seguenti tre possibilità:
1. stipulare un mutuo con una banca, estinguibile con pagamento di rate posticipate trimestrali di 10 000 euro ciascuna per 7 anni;
2. stipulare un contratto di leasing, con pagamento di 40 000 euro all’atto della consegna, pagamento di canoni
annui posticipati di 30 000 euro per la durata di 7 anni, versamento di 35 000 euro a titolo di riscatto fra 7 anni;
3. versare 65 000 euro subito, 100 000 euro tra 4 anni e 130 000 euro tra 7 anni.
Trova l’alternativa più conveniente:
a. con il criterio del valore attuale al tasso del 10%;
b. con il criterio del TIR.
[a. V1 ¼ 201 894,40, V2 ¼ 204 013,10, V3 ¼ 200 011,90; b. TIR1 ¼ 10,32%, TIR2 ¼ 10,69%, TIR3 ¼ 10,002%]
51
Þ
142
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
TEORIA a p. 129
Nota Nelle soluzioni degli esercizi verrà sottinteso che i valori monetari sono espressi in euro o nella stessa unità indicata nella consegna.
Test
52
Þ
Una variabile aleatoria X ha come distribuzione di probabilità:
xi
3
6
2
12
pðX ¼ xi Þ
0,2
0,3
0,1
0,4
a. Qual è la media di X?
A
7,3
B
7,4
C
7,5
D
7,6
C
15,86
D
15,87
b. Qual è la varianza di X?
A
15,84
B
15,85
c. Qual è la deviazione standard di X, arrotondata alla seconda cifra decimale?
A
53
Þ
A
54
Þ
A
3,95
B
3,96
C
3,97
D
3,98
Siano X e Y due variabili aleatorie tali che EðXÞ ¼ 4 e Y ¼ 4X þ 5. Qual è la media di Y?
18
B
21
C
24
D
I dati sono insufficienti per determinarla
Siano X e Y due variabili aleatorie tali che 2 ðXÞ ¼ 4 e Y ¼ 4X þ 5. Qual è la deviazione standard di Y?
pffiffiffi
pffiffiffiffiffiffi
B 8
C
D I dati sono insufficienti per determinarla
2 2
69
Criterio del valore medio
55
Þ
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Esercizi preliminari
Unità 3
2. Problemi di scelta in condizione di incertezza
ESERCIZIO GUIDATO
Gli utili annuali UA e UB (in migliaia di euro) generati da due possibili investimenti A e B sono due variabili
aleatorie di cui nelle tabelle seguenti sono date le distribuzioni di probabilità. Quale dei due investimenti è
preferibile, in base al criterio del valore medio?
Utile investimento A
Probabilità
Utile investimento B
Probabilità
80
0,2
75
0,25
100
0,3
100
0,20
120
0,4
125
0,40
150
0,1
150
0,15
Calcola il valore medio di UA :
ðUA Þ ¼ 80 0,2 þ 100 0,3 þ 120 0,4 þ 150 0,1 ¼ :::::
Calcola analogamente il valore medio di UB .
Confronta i valori medi di UA e UB .
[ðUA Þ ¼ 109 e ðUB Þ ¼ 111,25; è preferibile l’investimento B]
56 Gli utili annuali UA e UB (in migliaia di euro) generati da due possibili investimenti A e B sono due variabili
Þ
aleatorie di cui nelle tabelle seguenti sono date le distribuzioni di probabilità. Quale dei due investimenti è preferibile, in base al criterio del valore medio?
Utile investimento A
Probabilità
Utile investimento B
Probabilità
65
0,2
80
0,25
90
0,4
100
0,40
110
0,3
115
0,20
120
0,1
130
0,15
[ðUA Þ ¼ 94 e ðUB Þ ¼ 102,5; è preferibile l’investimento B]
143
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
I costi annuali CA e CB (in migliaia di euro) relativi a due diverse linee produttive di uno stesso bene prodotto
da un’azienda sono due variabili aleatorie di cui nelle tabelle seguenti sono date le distribuzioni di probabilità.
Quale delle due linee produttive è preferibile, in base al criterio del valore medio?
57
Þ
Costo linea produttiva A
Probabilità
Costo linea produttiva B
Probabilità
25
0,2
35
0,15
45
0,3
40
0,25
50
0,4
55
0,45
70
0,1
60
0,15
[ðCA Þ ¼ 45,5 e ðCB Þ ¼ 49; è preferibile la linea produttiva A]
I costi annuali CA e CB (in migliaia di euro) relativi a due diverse linee produttive di uno stesso bene prodotto
da un’azienda sono due variabili aleatorie di cui nelle tabelle seguenti sono date le distribuzioni di probabilità.
Quale delle due linee produttive è preferibile, in base al criterio del valore medio?
58
Þ
Costo linea produttiva A
Probabilità
Costo linea produttiva B
Probabilità
35
0,15
40
0,25
50
0,30
45
0,35
45
0,40
50
0,25
60
0,15
55
0,15
[ðCA Þ ¼ 47,25 e ðCB Þ ¼ 46,5; è preferibile la linea produttiva B]
59
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Un’impresa può avviare la produzione di un certo bene seguendo due processi produttivi:
a. il processo A comporta un costo fisso pari a 500 000 euro e un costo variabile di 450 euro per ogni unità
del bene;
b. il processo B comporta un costo variabile pari a 600 euro per ogni unità del bene, cui va aggiunto un ulteriore costo uguale al 5% del quadrato della quantità prodotta.
L’articolo verrà venduto al prezzo unitario di 1000 euro e si stima che la quantità venduta avrà la seguente
distribuzione di probabilità:
Quantità venduta
500
1000
1500
2000
2500
3000
Probabilità
0,05
0,1
0,2
0,3
0,2
0,15
Determina il processo produttivo più conveniente per conseguire l’utile massimo applicando il criterio del
valore medio.
Sia X la variabile aleatoria che rappresenta la quantità venduta e siano UA e UB le variabili aleatorie che rappresentano l’utile, rispettivamente se viene seguito il processo A o il processo B.
Esprimi UA e UB in funzione di X:
UA ¼ 1000X ð450X þ ::::::::::Þ ¼ ::::::::::
5
1 2
X2 ¼ 400X X
UB ¼ 1000X 600X þ
100
20
Determina la media di X e quella di X2 :
ðXÞ ¼ 500 0,05 þ 1000 0,1 þ 1500 0,2 þ :::::::::: ¼ ::::::::::
ðX2 Þ ¼ 5002 0,05 þ 10002 0,1 þ 15002 0,2 þ :::::::::: ¼ ::::::::::
Da questi valori puoi immediatamente dedurre i valori medi di UA e UB :
ðUA Þ ¼ 550ðXÞ 500 000 ¼ ::::::::::
1
ðX2 Þ ¼ ::::::::::
ðUB Þ ¼ 400ðXÞ 20
Dal confronto tra i valori medi di UA e UB puoi concludere.
[ðUA Þ ¼ 586 250; ðUB Þ ¼ 571 875; conviene il processo A]
144
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Per produrre un dato bene un’impresa può scegliere tra due processi produttivi A e B:
Supposto che il prezzo unitario di vendita del bene sia di 4000 euro per entrambi i processi e che la quantità del bene venduta in un anno sia una variabile casuale la cui distribuzione di probabilità è quella in tabella, determina
quale processo è più conveniente, allo scopo di conseguire il maggior utile possibile, secondo il criterio del valore
medio.
Quantità venduta
100
200
300
Probabilità
0,2
0,5
0,3
[A ¼ 406 000 e B ¼ 344 000, conviene il processo A]
61
Þ
Per produrre un dato bene un’impresa può scegliere tra due processi produttivi A e B:
a. il processo A comporta un costo fisso annuale di 15 000 euro e un costo variabile di 60 euro per ogni unità
prodotta;
b. il processo B comporta un costo fisso annuale di 18 000 euro e un costo variabile di 55 euro per ogni unità
prodotta.
Supposto che la quantità prodotta in un anno sia una variabile casuale la cui distribuzione di probabilità è quella
in tabella, determina quale processo è più conveniente, allo scopo di minimizzare i costi, secondo il criterio del valore medio.
Quantità prodotta
1000
1500
2000
2500
Probabilità
0,15
0,4
0,3
0,15
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
a. il processo A comporta un costo fisso annuale di 140 000 euro e un costo variabile di 1400 euro per ogni
unità prodotta;
b. il processo B comporta un costo fisso annuale di 160 000 euro e un costo variabile di 1600 euro per ogni
unità prodotta.
Unità 3
60
Þ
[A ¼ 118 500, B ¼ 112 875, conviene il processo B]
62
Þ
Per produrre un dato bene un’impresa può scegliere tra due processi produttivi A e B:
a. il processo A comporta un costo fisso annuale di 25 000 euro e un costo variabile di 125 euro per ogni unità
prodotta;
b. il processo B comporta un costo fisso annuale di 30 000 euro e un costo variabile di 120 euro per ogni unità
prodotta.
Supposto che il prezzo unitario di vendita del bene sia di 250 euro per entrambi i processi e che la quantità venduta in un anno sia una variabile casuale la cui distribuzione di probabilità è quella in tabella, determina quale processo è più conveniente, allo scopo di conseguire il maggior utile possibile, secondo il criterio del valore medio.
Quantità venduta
1000
2000
3000
4000
Probabilità
0,1
0,3
0,5
0,1
[A ¼ 300 000, B ¼ 308 000, conviene il processo B]
Un’azienda vende la merce che produce a 100 euro al kilogrammo. Per la produzione della merce l’azienda
può scegliere tra due alternative A e B:
63
Þ
a. l’alternativa A comporta un costo fisso di 6500 euro e un costo variabile di 30 euro per ogni kilogrammo;
b. l’alternativa B non comporta costi fissi, ma impone un costo di 50 euro per ogni kilogrammo, cui va
aggiunto un ulteriore costo uguale all’1% del quadrato della quantità prodotta.
La quantità di merce venduta è una variabile aleatoria avente la distribuzione di probabilità indicata nella seguente
tabella:
Quantità venduta (kg)
100
200
300
400
500
600
Probabilità
0,05
0,1
0,2
0,3
0,2
0,15
Trova l’alternativa più conveniente ai fini di ottenere il massimo profitto, in base al criterio del valore medio.
[A ¼ 21 150, B ¼ 18 005, conviene l’alternativa A]
145
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
64
Þ
Un’industria può produrre un dato bene in base a due sistemi produttivi diversi:
a. nel caso del sistema A i costi fissi ammontano a 300 000 euro, mentre i costi variabili ammontano a 1800
euro per ogni unità prodotta, cui va aggiunto un ulteriore costo pari al 4% del quadrato della quantità prodotta;
b. nel caso del sistema B i costi fissi ammontano a 600 000 euro e i costi variabili a 2000 euro per ogni unità
prodotta.
Ogni unità del bene viene venduta al prezzo di 4000 euro. La quantità venduta è da considerare una variabile casuale la cui distribuzione di probabilità è la seguente:
Quantità venduta
400
800
1200
1600
2000
Probabilità
0,15
0,2
0,3
0,25
0,1
Individua il sistema produttivo più conveniente al fine di conseguire l’utile massimo, in base al criterio del valore
medio.
[A ¼ 2 231 040; B ¼ 1 760 000; conviene il sistema A]
65
Þ
Per produrre un dato bene un’impresa può scegliere tra tre processi produttivi A, B e C:
a. il processo A comporta un costo fisso annuale di 12 500 euro e un costo variabile di 120 euro per ogni unità
prodotta;
b. il processo B comporta un costo fisso annuale di 18 000 euro e un costo variabile di 118 euro per ogni unità
prodotta;
c. il processo C non comporta costi fissi, ma impone un costo variabile di 117 euro per ogni unità prodotta.
Supposto che la quantità del bene prodotta in un anno sia una variabile casuale la cui distribuzione di probabilità
è quella in tabella, determina quale processo è più conveniente, allo scopo di minimizzare i costi, secondo il criterio del valore medio.
Unità prodotte
500
1250
1500
1750
2000
Probabilità
0,15
0,30
0,25
0,20
0,10
[A ¼ 177 500, B ¼ 180 250, C ¼ 160 875, conviene il processo C]
66
Þ
Per produrre un dato bene un’impresa può scegliere fra tre processi produttivi A, B e C:
a. il processo A comporta un costo fisso annuale di 15 000 euro e un costo variabile di 150 euro per ogni unità
prodotta;
b. il processo B comporta un costo fisso annuale di 20 000 euro e un costo variabile di 130 euro per ogni unità
prodotta;
c. il processo C non comporta costi fissi ma impone un costo variabile di 160 euro per ogni unità prodotta.
Supposto che il prezzo unitario di vendita del bene sia di 280 euro per tutti e tre i processi e che la quantità di bene
venduta in un anno sia una variabile casuale la cui distribuzione di probabilità è quella in tabella, determina quale
processo è più conveniente, allo scopo di conseguire il maggior utile possibile, secondo il criterio del valore medio.
Unità prodotte (e vendute)
1000
1500
2000
2500
3000
Probabilità
0,1
0,3
0,3
0,2
0,1
[A ¼ 238 500, B ¼ 272 500, C ¼ 234 000, conviene il processo B]
Gli utili (in migliaia di euro) derivanti da due diverse operazioni finanziarie, che indichiamo con A e B, dipendono da due eventi aleatori E1 ed E2 tra loro complementari, secondo quanto indicato in tabella:
67
Þ
Utili investimento A
Utili investimento B
Se si verifica l’evento E1
15
18
Se si verifica l’evento E2
25
22
Supposto che l’evento E1 si verifichi con probabilità p, studia, al variare di p, qual è l’operazione finanziaria più
conveniente, secondo il criterio del valore medio.
1
1
1
è indifferente
Se p > , è preferibile l’investimento B; se p < , è preferibile l’investimento A; se p ¼
2
2
2
146
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Utili investimento B
Se si verifica l’evento E1
10
12
Se si verifica l’evento E2
18
15
Supposto che l’evento E1 si verifichi con probabilità p, studia, al variare di p, qual è l’operazione finanziaria più
conveniente, secondo il criterio del valore medio.
3
3
3
è indifferente
Se p > , è preferibile l’investimento B; se p < , è preferibile l’investimento A; se p ¼
5
5
5
69 Gli utili (in migliaia di euro) derivanti da tre diverse operazioni finanziarie, che indichiamo con A, B e C, diÞ
pendono da due eventi aleatori E1 ed E2 tra loro complementari, secondo quanto indicato in tabella:
Utili investimento A
Utili investimento B
Utili investimento C
Se si verifica l’evento E1
4
3
5
Se si verifica l’evento E2
5
6
2
Supposto che l’evento E1 si verifichi con probabilità p, studia, al variare di p, qual è l’operazione finanziaria più
conveniente, secondo il criterio del valore medio.
1
1
3
< p < , conviene l’investimento A;
Se 0 < p < , conviene l’investimento B; se
2
2
4
3
< p < 1, conviene l’investimento C
se
4
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Utili investimento A
Unità 3
Gli utili (in migliaia di euro) derivanti da due diverse operazioni finanziarie, che indichiamo con A e B, dipendono da due eventi aleatori E1 ed E2 tra loro complementari, secondo quanto indicato in tabella:
68
Þ
I costi (in migliaia di euro) derivanti dalla scelta di tre diverse linee produttive, che indichiamo con A, B e C,
dipendono da due eventi aleatori E1 ed E2 tra loro complementari, secondo quanto indicato in tabella:
70
Þ
Utili investimento A
Utili investimento B
Utili investimento C
Se si verifica l’evento E1
4
3
5
Se si verifica l’evento E2
3
5
2
Supposto che l’evento E1 si verifichi con probabilità p, studia, al variare di p, quale linea produttiva conviene scegliere, secondo il criterio del valore medio.
1
1
2
< p < , è preferibile la linea produttiva A;
Se 0 < p < , è preferibile la linea produttiva C; se
2
2
3
2
< p < 1 è preferibile la linea produttiva B
se
3
Criterio della valutazione del rischio
71
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Un’azienda deve decidere quale linea di prodotto sviluppare, fra tre proposte che indichiamo con A, B e C.
In base ad alcune indagini statistiche, si stima che i possibili utili annuali (in miglia di euro) e le rispettive
probabilità di realizzarsi, siano quelli riportati nella seguente tabella.
Utile annuo previsto
per la linea di prodotto A
Utile annuo previsto
per la linea di prodotto B
Utile annuo previsto
per la linea di prodotto C
Probabilità
80
75
60
0,2
100
110
150
0,3
120
125
100
0,4
150
140
200
0,1
147
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Quale linea di prodotto dovrebbe sviluppare l’azienda se è disposta ad accettare un rischio al massimo uguale al 25% dell’utile medio?
Siano UA , UB , UC gli utili corrispondenti alle tre linee di prodotto A, B, C. Devi anzitutto determinare la media e
la deviazione standard di UA , UB , UC .
Il valore medio e la deviazione standard di UA sono dati da:
ðUA Þ ¼ 80 0,2 þ 100 0,3 þ 120 0,4 þ 150 0,1 ¼ 109
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
ðUA Þ ¼ 802 0,2 þ 1002 0,3 þ 1202 0,4 þ 1502 0,1 1092 ’ 20,22
Analogamente puoi verificare che il valore medio e la deviazione standard di UB e UC sono i valori riportati nella seguente tabella, che devi completare calcolando, per ciascuna alternativa, la massima soglia di rischio ammessa e
verificando se tale soglia di rischio è rispettata.
Variabile aleatoria
UA
UB
UC
Media ()
109
112
117
Deviazione standard ()
20,22
20,52
42,20
Soglia di rischio (0,25)
...............
...............
...............
È soddisfatta la condizione sulla soglia ( 0,25)?
...............
...............
...............
Osserva che uno dei tre processi non rispetta la condizione sulla soglia di rischio, quindi va scartato, e scegli tra
i due restanti quello che garantisce il valore medio maggiore.
Un’azienda deve decidere quale dei tre macchinari A, B, C deve acquistare. In base a delle statistiche precedentemente effettuate, si stima che i costi (in migliaia di euro) per il funzionamento mensile dei tre macchinari e
le rispettive probabilità che si verifichino siano quelli riportati nella seguente tabella.
72
Þ
Costi di produzione A
Costi di produzione B
Costi di produzione C
Probabilità
8
7
6
0,3
10
9
10
0,5
12
13
14
0,2
Se l’azienda è disposta ad accettare un rischio uguale al massimo al 25% del valore medio, quale macchinario dovrebbe acquistare?
[A ¼ 9,8, A ¼ 1,4; B ¼ 9,2, B ’ 2,09; C ¼ 9,6, C ¼ 2,8; il macchinario B]
73 Un’azienda deve decidere quale progetto sviluppare fra tre proposte A, B, C. Si stima che gli utili annuali (in
Þ
migliaia di euro) derivanti dallo sviluppo dei progetti e le rispettive probabilità che si verifichino siano quelli riportati nella seguente tabella.
Progetto A
Progetto B
Progetto C
Probabilità
60
10
50
0,25
100
100
100
0,45
120
220
150
0,3
Se l’azienda è disposta ad accettare un rischio uguale al massimo al 75% del valore medio, quale progetto dovrebbe
scegliere di sviluppare?
[A ¼ 96, A ’ 22,45; B ¼ 108,5, B ’ 85,28; C ¼ 102,5, C ’ 37; il progetto C]
Il sig. Bianchi deve scegliere fra tre forme di investimento A, B o C. Si stima che gli utili annuali (in migliaia
di euro) derivanti dagli investimenti e le rispettive probabilità che si verifichino siano quelli riportati nella seguente tabella.
74
Þ
Investimento A
Investimento B
Investimento C
Probabilità
2
1
1
0,25
4
3
2
0,35
8
5
3
0,40
Il sig. Bianchi è disposto ad accettare un rischio uguale al massimo all’80% del valore medio; quale investimento
dovrebbe scegliere?
[A ¼ 4,1, A ’ 3,92; B ¼ 2,8, B ’ 2,36; C ¼ 2,15, C ’ 0,79; l’investimento C]
148
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
400
800
1200
1600
2000
Probabilità
0,1
0,15
0,2
0,3
0,25
Determina quale delle due macchine è preferibile scegliere, al fine di ottenere l’utile maggiore, applicando:
a. il criterio del valor medio;
b. il criterio della valutazione del rischio, con una soglia di rischio massima uguale al 50% del valore medio.
[a. A ¼ 3920, B ¼ 3630, il macchinario A; b. A ’ 2053,68, B ’ 1796,97, il macchinario B]
Un’impresa può avviare la produzione di un certo articolo seguendo tre processi produttivi:
il processo A comporta un costo fisso pari a 150 000 euro e un costo variabile di 450 euro per ogni articolo;
il processo B comporta un costo fisso pari a 30 000 euro e un costo variabile di 550 euro per ogni articolo;
il processo C comporta un costo variabile pari a 600 euro per ogni articolo prodotto, senza costi fissi.
L’articolo verrà venduto al prezzo unitario di 1000 euro e per le vendite si prevede la seguente distribuzione di probabilità:
76
Þ
Quantità venduta
500
1000
1500
2000
2500
3000
Probabilità
0,05
0,1
0,2
0,3
0,2
0,15
Determina il processo produttivo più conveniente per conseguire l’utile massimo applicando:
a. il criterio del valor medio;
b. il criterio della valutazione del rischio, con un rischio massimo uguale al 37% del valore medio.
[a. A ¼ 936 250, B ¼ 858 750, C ¼ 790 000, il processo A;
b. A ’ 373 787,6, B ’ 305 826,2, C ’ 271 845,5, il processo B]
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Quantità venduta
Unità 3
Per la produzione di un certo oggetto un’impresa può utilizzare due macchinari diversi: la macchina A e la
macchina B. Con la macchina A è necessaria una spesa fissa di 1600 euro e un costo di 2 euro per ogni pezzo prodotto, con la macchina B invece occorre una spesa fissa di 1200 euro e un costo per ogni pezzo prodotto di 2,5 euro. Il prezzo unitario di vendita è fissato per entrambi i macchinari in 6 euro. Il numero di articoli venduti è una
variabile casuale alla quale sono associati i valori di probabilità riportati nella seguente tabella.
75
Þ
Criterio del pessimista
Un’azienda deve decidere quale dei tre macchinari A, B, C deve acquistare. In base a delle statistiche precedentemente effettuate, si stima che i costi (in migliaia di euro) per il funzionamento mensile dei tre macchinari, in
dipendenza di tre eventi aleatori E1 , E2 , E3 , siano quelli riportati nella seguente tabella.
77
Þ
Costi di produzione A
Costi di produzione B
Costi di produzione C
E1
8
7
6
E2
10
13
10
E3
11
6
12
Quale alternativa va scelta, in base al criterio del pessimista?
[Il macchinario A]
Il sig. Bianchi deve scegliere fra tre forme di investimento A, B o C. Si stima che gli utili annuali (in migliaia
di euro) derivanti dagli investimenti dipendano da tre eventi aleatori E1 , E2 , E3 secondo quanto riportato nella seguente tabella.
78
Þ
Investimento A
Investimento B
Investimento C
E1
2
1
1
E2
4
3
2
E3
8
5
3
Quale investimento dovrebbe scegliere il sig. Bianchi, in base al criterio del pessimista?
[L’investimento C]
149
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Un’azienda deve decidere quale progetto sviluppare, fra tre proposte A, B o C. Si stima che gli utili annuali derivanti dallo sviluppo dei progetti dipendano da tre eventi aleatori E1 , E2 , E3 secondo quanto riportato nella seguente tabella.
79
Þ
Progetto A
Progetto B
Progetto C
E1
10
60
50
E2
100
40
30
E3
120
190
150
Quale progetto dovrebbe scegliere di sviluppare, in base al criterio del pessimista?
[Il progetto B]
Un’azienda deve decidere quale progetto sviluppare, fra tre proposte A, B o C. Si stima che gli utili annuali derivanti dallo sviluppo dei progetti dipendano da tre eventi aleatori E1 , E2 , E3 secondo quanto riportato nella seguente tabella.
80
Þ
Progetto A
Progetto B
Progetto C
E1
60
80
k
E2
100
100
100
E3
120
220
150
Determina, al variare di k, con k > 0, il progetto che l’azienda dovrebbe scegliere, in base al criterio del pessimista.
[Se 0 < k < 80, il progetto B; se k > 80, il progetto C; se k ¼ 80, è indifferente scegliere B o C]
Un’azienda deve decidere quale progetto sviluppare, fra tre proposte A, B o C. Si stima che gli utili annuali derivanti dallo sviluppo dei progetti dipendano da tre eventi aleatori E1 , E2 , E3 secondo quanto riportato nella seguente tabella.
81
Þ
Progetto A
Progetto B
Progetto C
E1
80
100
70
E2
120
k
130
E3
90
210
120
Determina, al variare di k, con k > 0, il progetto che l’azienda dovrebbe scegliere, in base al criterio del pessimista.
[Se 0 < k < 80, il progetto A; se k > 80, il progetto B; se k ¼ 80, è indifferente scegliere A o B]
Problemi di scelta in condizione di incertezza con effetti differiti
Vogliamo investire 15 000 euro e possiamo scegliere tra due operazioni:
a. l’operazione A prevede un ricavo di 3000 euro fra 2 anni con una probabilità del 30%, oppure di 3500 euro
fra 3 anni con una probabilità del 30%, oppure di 4000 euro fra 5 anni con una probabilità del 40%;
b. l’operazione B prevede un ricavo di 2000 euro fra 3 anni con una probabilità del 40%, oppure di 5000 euro
fra 5 anni con una probabilità del 60%.
Quale operazione è preferibile, al tasso di valutazione del 6%? [ðVA Þ ¼ 2878,21; ðVB Þ ¼ 2913,47; l’operazione B]
82
Þ
Vogliamo investire 20000 euro e possiamo scegliere tra due operazioni:
a. l’operazione A prevede un ricavo di 2000 euro fra 3 anni con una probabilità del 20%, oppure di 3500 euro
fra 4 anni con una probabilità del 30%, oppure di 4000 euro fra 6 anni con una probabilità del 50%;
b. l’operazione B prevede un ricavo di 2500 euro fra 4 anni con una probabilità del 60%, oppure di 4500 euro
fra 6 anni con una probabilità del 40%.
Quale operazione è preferibile, al tasso di valutazione del 5%? [ðVA Þ ¼ 2701,80; ðVB Þ ¼ 2577,24; l’operazione A]
83
Þ
Vogliamo investire 10 000 euro e possiamo scegliere tra due operazioni:
a. l’operazione A prevede un ricavo di 3000 euro fra 1 anno con una probabilità del 20%, oppure di 4500 euro
fra 2 anni con una probabilità del 30%, oppure di 6000 euro fra 4 anni con una probabilità del 50%;
b. l’operazione B prevede un ricavo di 3500 euro fra 2 anni con una probabilità del 60% oppure di 6000 euro fra
4 anni con una probabilità del 40%.
Quale operazione è preferibile, al tasso di valutazione del 4%? [ðVA Þ ¼ 4389,49; ðVB Þ ¼ 3993,10; l’operazione A]
84
Þ
150
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Esercizi di riepilogo
PROBLEMI DI SCELTA IN CONDIZIONE DI CERTEZZA CON EFFETTI DIFFERITI
Considera un’operazione finanziaria che consiste nell’investire 1500 euro oggi e 500 euro tra un anno e nel
ricevere 2500 euro tra due anni.
a. Determina il REA dell’operazione, al tasso del 6%.
b. Determina il TIR dell’operazione.
c. Stabilisci se è preferibile l’operazione data o un’operazione che consiste nell’investire 2000 euro oggi e avere
2400 euro tra due anni, mediante il criterio del TIR.
[a. 253,29; b. 13,5%; c. il TIR della seconda operazione è 9,54%, dunque è preferibile la prima]
86
Þ
Considera le seguenti due operazioni finanziarie:
l’operazione A che prevede un costo di 3000 euro oggi e il ricavo di 2900 euro tra 1 anno e di 2100 euro tra 2 anni;
l’operazione B che prevede un costo di 3000 euro oggi e il ricavo di 1200 euro tra 1 anno e di 4000 euro tra 2 anni.
Determina per quali valori del tasso di interesse i l’operazione A risulta preferibile rispetto alla B, in base al criterio
del REA.
2
i>
17
87
Þ
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
RIEPILOGO
Unità 3
Vogliamo investire 15000 euro e possiamo scegliere tra due operazioni:
a. l’operazione A prevede un ricavo di 3000 euro fra 2 anni con una probabilità del 40%, oppure di 2500 euro
fra 3 anni con una probabilità del 30%, oppure di 5000 euro fra 5 anni con una probabilità del 30%;
b. l’operazione B prevede un ricavo dato da una rendita annua posticipata di 600 euro all’anno per 5 anni con
una probabilità del 40%, oppure una rendita annua posticipata di 800 euro all’anno per 5 anni con una
probabilità del 60%.
Quale operazione è preferibile, al tasso di valutazione del 5%? [ðVA Þ ¼ 2911,60; ðVB Þ ¼ 3117,22; l’operazione B]
85
Þ
Considera le seguenti due operazioni finanziarie:
l’operazione A che prevede di investire 4500 euro oggi e di ricavare 3000 tra 1 anno e 2000 euro tra 2 anni;
l’operazione B che prevede di investire 5000 euro oggi e di ricavare 1500 euro tra 1 anno e 4500 euro tra 2 anni.
a. Esprimi una preferenza su queste due operazioni in base ai rispettivi TIR.
b. Calcola per quale valore del tasso di interesse i REA delle due operazioni sono uguali.
[a. TIRA ¼ 7,87%, TIRB ¼ 11,05%, quindi è preferibile B; b. i ’ 19,26%]
88
Þ
89
Þ
Considera le due operazioni finanziare descritte nella seguente tabella:
Scadenza (anni)
0
1
2
3
4
Flusso di cassa operazione A
5500
3000
2000
1000
2000
Flusso di cassa operazione B
6000
1500
4000
2000
1000
Determina l’operazione più conveniente, in base al criterio del REA, con tasso di valutazione uguale al 5%.
[REAA ¼ 1947,67; REAB ¼ 1250,08, è preferibile B]
90
Þ
Considera le due operazioni descritte nella seguente tabella.
Scadenza (anni)
0
1
2
3
4
Flusso di cassa operazione A
500
100
150
200
250
Flusso di cassa operazione B
500
750
Determina l’operazione più conveniente, in base al criterio del REA, con tasso di valutazione uguale al 5%. Se il tasso di interesse utilizzato fosse del 12% la scelta sarebbe la stessa?
[Con il tasso del 5% si preferisce B, mentre con il tasso del 12% si preferisce A]
151
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
91
Þ
Si intendono investire 150 000 euro e si può effettuare la scelta tra due tipologie di investimento:
a. il primo investimento, A, consente di ottenere una rata costante semestrale posticipata di 10 000 euro per 12
anni;
b. il secondo investimento, B, consente di ottenere una rata costante trimestrale posticipata di 5000 euro per 12
anni.
Calcola il REA di ciascuna delle due operazioni, valutato al tasso del 5%, e stabilisci la tipologia di investimento
più conveniente.
[REAA ¼ 29 453,82; REAB ¼ 30 554,97, dunque è preferibile B]
Un’operazione finanziaria consiste nell’investire oggi un capitale C e nel ricevere in cambio tra un anno
2000 euro e tra due anni 1000 euro. Un’altra operazione, che prevede l’investimento dello stesso capitale e la stessa
durata, ha un TIR uguale all’8%. Determina per quali valori di C la prima operazione è preferibile alla seconda, in
base al criterio del TIR.
[C < 2709,19]
92
Þ
93
Þ
Una persona vuole investire 40 000 euro e può scegliere una delle seguenti proposte:
AÞ ricevere 20 000 euro fra 3 anni, 25 000 euro fra 5 anni e 25 000 euro fra 8 anni;
BÞ ricevere una quota costante annua posticipata di 8000 euro per 8 anni.
Determina, con il criterio del tasso interno di rendimento, la proposta di investimento più conveniente.
[TIRA ¼ 11,17%, TIRB ¼ 11,81%, dunque è preferibile B]
PROBLEMI DI SCELTA IN CONDIZIONE DI INCERTEZZA
Un’industria vuole avviare la produzione di un nuovo articolo e può scegliere fra due progetti alternativi; per
ciascun progetto si stima che, nel primo anno di lancio, la distribuzione di probabilità degli utili sia quella rappresentata in tabella.
94
Þ
Progetto A
Progetto B
utile (in migliaia di euro)
Probabilità
utile totale (in migliaia di euro)
Probabilità
40
0,2
35
0,15
50
0,45
45
0,25
55
0,2
55
0,35
60
0,15
65
0,25
Trova il progetto preferibile, ai fini di ottenere l’utile massimo, applicando:
a. il criterio del valor medio;
b. il criterio della valutazione del rischio, se si è disposti ad accettare un rischio massimo uguale al 30% del
valore medio;
c. il criterio del pessimista.
[a. A ¼ 50,5, B ¼ 52, progetto B; b. A ’ 6,3, B ’ 10,05 progetto B; c. progetto A]
Un’impresa, per produrre un certo bene, può attivare due processi produttivi. Il processo A e il processo B.
Il processo A richiede un costo fisso di 400 000 euro e un costo di 1900 euro per ogni unità prodotta. Il processo
B comporta invece costi fissi pari a 700 000 euro e un costo di 2200 euro per ogni unità prodotta. Il prezzo di
vendita unitario è di 4000 euro. La quantità venduta è una variabile aleatoria avente la seguente distribuzione di
probabilità:
95
Þ
Quantità venduta
300
600
900
1200
1500
1800
2100
2400
2700
Probabilità
0,08
0,15
0,18
0,25
0,16
0,1
0,05
0,02
0,01
Determina il processo produttivo più conveniente per conseguire l’utile massimo, applicando il criterio del valor
medio.
[A ¼ 2 069 600, B ¼ 1 416 800, quindi conviene il processo A]
Un’azienda deve ordinare una certa materia prima. Il quantitativo ordinato verrà consegnato alcuni mesi dopo l’ordine e il costo dell’ordine verrà saldato al momento della consegna, in base alle quotazioni di mercato della
96
Þ
152
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Fornitore A
costo totale
probabilità
costo totale
probabilità
50 000
0,15
40 000
0,1
70 000
0,25
70 000
0,35
90 000
0,45
100 000
0,4
100 000
0,15
130 000
0,15
Determina il fornitore presso cui è preferibile che l’azienda faccia l’ordine, al fine di minimizzare il costo totale, applicando:
a. il criterio del valor medio;
b. il criterio del pessimista;
c. il criterio dell’ottimista.
[a.A ¼ 80 500, B ¼ 88 000, il fornitore A; b. il fornitore A; c. il fornitore B]
Per la produzione di un articolo un’impresa può scegliere fra tre alternative A, B e C.
L’alternativa A prevede un costo fisso di 250 000 euro e un costo variabile di 10 000 euro per ogni articolo prodotto;
l’alternativa B prevede un costo fisso di 50 000 euro e un costo variabile di 11 000 euro per ogni articolo prodotto;
l’alternativa C prevede un costo variabile di 16 000 euro per ogni articolo prodotto senza spese fisse.
Ciascun articolo è venduto al prezzo di 20 000 euro. La quantità di articoli venduta è una variabile aleatoria avente
la seguente distribuzione di probabilità:
97
Þ
Quantità venduta
200
400
600
800
1000
1200
Probabilità
0,15
0,2
0,25
0,25
0,05
0,1
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Fornitore B
Unità 3
materia prima in quel momento. L’azienda può rivolgersi a due fornitori, A e B; si stima che il costo totale dell’ordine, a seconda del fornitore, abbia la distribuzione di probabilità in tabella:
Trova l’alternativa più conveniente per conseguire il massimo profitto, applicando:
a. il criterio del valor medio;
b. il criterio della valutazione del rischio, con un rischio massimo uguale al 25% del valore medio.
[a. A ¼ 6 050 000, B ¼ 5 620 000, C ¼ 2 520 000, quindi conviene l’alternativa A;
b. A ’ 2 917 190,40, B ’ 2 625 471,40, C ’ 1 166 876,20, nessuna alternativa è accettabile]
Un libraio vuole procurarsi una rivista d’arte da vendere nella sua libreria: può scegliere tra la rivista A, che
gli costa 7 euro e che può rivendere al prezzo di 12 euro, e la rivista B, che gli costa 9 euro e che può rivendere al
prezzo di 16 euro a copia. Da precedenti esperienze valuta la vendita di copie con le seguenti distribuzioni di
probabilità:
98
Þ
Rivista B
Rivista A
numero copie
probabilità
numero copie
probabilità
2
0,05
2
0,2
3
0,15
3
0,35
4
0,3
4
0,3
5
0,25
5
0,1
6
0,25
6
0,05
Trova la rivista che conviene scegliere per conseguire l’utile massimo, applicando:
a. il criterio del valor medio;
b. il criterio della valutazione del rischio, con un rischio massimo uguale al 30% del valore medio;
c. il criterio del pessimista.
[a. A ¼ 22,5, B ¼ 24,15, quindi conviene la rivista B; b. A ’ 5,81, B ’ 7,5, conviene la rivista A;
c. conviene la rivista B]
153
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
99 Per produrre un certo articolo un’impresa può scegliere tra due processi produttivi:
Þ
nel caso del processo A, il costo fisso è di 240 000 euro e il costo variabile uguale a 1400 euro per ogni unità;
nel caso del processo B, il costo fisso è di 160 000 euro e il costo variabile è di 1600 euro per ogni unità.
Il prezzo unitario di vendita è di 4000 euro per entrambi i processi produttivi e il numero di unità vendute è una
variabile casuale avente la seguente distribuzione di probabilità:
Quantità venduta
100
200
300
Probabilità
0,2
0,5
0,3
Determina il processo produttivo più conveniente per conseguire l’utile massimo, applicando:
a. il criterio del valor medio;
b. il criterio della valutazione del rischio, con un rischio massimo uguale al 50% del valore medio;
c. il criterio del pessimista.
[a. A ¼ 306 000, B ¼ 344 000, il processo B; b. A ¼ 182 000, B ¼ 168 000, il processo B; c. il processo B]
Per la produzione di un certo bene un’impresa può scegliere tra due linee di produzione:
la linea di produzione A richiede un costo fisso di 60 000 euro e un costo variabile di 900 euro per ogni unità del
bene prodotta;
la linea di produzione B richiede un costo fisso di 110 000 euro e un costo variabile di 700 euro per ogni unità
del bene prodotta.
Il prezzo unitario di vendita è di 2000 euro per entrambe le linee di produzione. La quantità del bene venduta è
una variabile casuale avente la seguente distribuzione di probabilità:
100
Þ
Quantità venduta
100
200
300
Probabilità
0,25
0,4
0,35
Determina il processo produttivo più conveniente ai fini di conseguire l’utile massimo:
a. in base al criterio del valor medio;
b. in base al criterio della valutazione del rischio, nell’ipotesi che si voglia accettare un rischio massimo uguale
al 50% del valore medio;
c. in base al criterio dell’ottimista.
[a. A ¼171 000, B = 163 000, la linea A; b. A ’ 84 492; 6, B ’ 99854; 9, la linea A; c. la linea B]
Un’industria produce un bene che vende al prezzo unitario di 9000 euro. Per la produzione del bene può seguire tre alternative:
l’alternativa A comporta costi fissi di 500 000 euro e costi variabili di 4000 euro per ogni unità prodotta;
l’alternativa B comporta costi fissi di 350 000 euro e costi variabili di 5000 euro per ogni unità prodotta;
l’alternativa C comporta costi variabili di 6000 euro per ogni unità prodotta senza spese fisse.
La quantità venduta prevista è una variabile aleatoria la cui distribuzione di probabilità è indicata nella seguente
tabella:
101
Þ
Quantità venduta
100
200
300
400
500
600
Probabilità
0,1
0,2
0,3
0,25
0,1
0,05
Determina l’alternativa più conveniente, ai fini di conseguire l’utile massimo, in base:
a. al criterio del valor medio;
b. al criterio della valutazione del rischio, con un rischio massimo uguale al 50% del valore medio.
[a. A ¼ 1 100 000, B ¼ 930 000, C ¼ 960 000, l’alternativa A;
b. A ’ 644 204,9, B ’ 515 363,9, C ’ 386 523, l’alternativa C]
Un imprenditore decide di vendere ogni unità di un dato bene che produce al prezzo di 20 euro. Due sono i
processi produttivi che può attivare:
il processo A, che comporta un costo unitario di produzione pari a 6 euro e spese annue fisse pari a 10 000 euro;
il processo B, che comporta un costo unitario di produzione pari a 5 euro e un ulteriore costo variabile pari allo
0,2% del quadrato della quantità prodotta (senza spese fisse).
102
Þ
154
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
500
1000
1500
2000
2500
3000
Probabilità
0,05
0,1
0,2
0,3
0,2
0,15
Determina il processo produttivo più conveniente, al fine di conseguire l’utile massimo, applicando:
a. il criterio del valor medio;
b. il criterio della valutazione del rischio, se si è disposti ad accettare una soglia di rischio massima uguale al
30% del valore medio;
c. il criterio del pessimista.
[a. A ¼ 17 650, B ¼ 20 900, il processo B; b. A ¼ 9514,59, B ¼ 5185,56, il processo B; c. il processo B]
Esercizi dalle gare di matematica e in inglese
Supponi che per la produzione di una determinata merce un’azienda possa utilizzare due differenti tariffe, date dai seguenti modelli:
103
Þ
tariffa 1: y ¼ 500x þ 300 000
tariffa 2: y ¼ 0,2x2 þ 700x þ 900 000
L’azienda, attraverso un’accurata indagine di mercato, ha potuto stimare le probabilità di assorbimento della merce prodotta settimanalmente come indicato nella seguente tabella:
Quantità (kg)
500
1000
1500
2000
2500
3000
Probabilità
0,1
0,05
0,15
0,25
0,3
0,15
a. Rappresenta in uno stesso piano cartesiano i grafici delle due tariffe, sapendo che la produzione può variare
tra 0 e 3000 kg compresi.
b. Determina la tariffa più conveniente in funzione della produzione, senza tener conto delle probabilità di
assorbimento del mercato.
c. Determina, applicando il criterio del valor medio, quale delle due tariffe risulta più conveniente, tenendo
conto delle probabilità di vendita, e discuti l’attendibilità dei risultati.
d. Determina poi la convenienza anche applicando il criterio della valutazione del rischio con una soglia di
rischio massima uguale al 25% del valore madio, e il criterio del pessimista.
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Quantità venduta
Unità 3
Si stima che la quantità venduta in un anno seguirà la distribuzione di probabilità indicata dalla seguente tabella:
(Esame di Maturità per ragionieri programmatori, sessione ordinaria 1998)
[b. Per 0 x < 2302,78 conviene la tariffa 1, per 2302,78 < x 3000 conviene la tariffa 2,
per x ¼ 2302,78 le due tariffe sono equivalenti; c. conviene la tariffa 1;
d. conviene la tariffa 2 sia in base al criterio della valutazione del rischio sia in base al criterio del pessimista]
104 Solve math in English Determine the net present value for a project that costs $ 60 000 and would yield cash
Þ
flows of $ 15 000 the first year, $ 20 000 the second year, $ 25 000 the third year and $ 28 000 the fourth year, given
that the guaranteed interest rate in the bank is 8%.
[$ 11 462,31]
105 Solve math in English Determine the internal rate of return for a project that costs $ 12000 and would yield
Þ
cash flows of $ 8000 the first year and $ 7000 the second year.
[16,67%]
155
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
PROVA DI AUTOVERIFICA
Problemi di scelta con effetti differiti e in condizione di incertezza
Per la produzione di una certa merce un’azienda può scegliere fra tre processi produttivi A, B e C che comportano i seguenti costi:
procedimento produttivo A: spese fisse di 1100 euro e costo di 1,20 euro per ogni pezzo prodotto;
processo produttivo B: costo di 1,50 euro, senza spese fisse;
procedimento produttivo C: spese fisse di 1500 euro e costo di produzione pari a 1 euro per ogni pezzo prodotto
Il prezzo di vendita unitario è di 3 euro.
Il numero di pezzi venduti è una variabile aleatoria che si suppone avere la seguente distribuzione di probabilità:
1
Þ
Quantità venduta
500
1000
1500
2000
2500
Probabilità
0,05
0,3
0,4
0,2
0,05
Determina il processo produttivo più conveniente, ai fini di conseguire il massimo utile, applicando:
a. il criterio del valor medio;
b. il criterio della valutazione del rischio, con una soglia di rischio massima uguale al 50% del valore medio.
Un’azienda deve scegliere quale nuovo prodotto lanciare sul mercato, tra quattro alternative A, B, C, D. Per
ciascuna alternativa si stima che gli utili (in euro) nel primo anno di immissione sul mercato potranno essere quelli indicati in tabella, in dipendenza dal verificarsi dei tre eventi aleatori E1 , E2 , E3 . Determina l’alternativa preferibile, utilizzando il criterio del pessimista.
2
Þ
Alternativa A
Alternativa B
Alternativa C
Alternativa D
E1
90 000
125 000
85 000
101 000
E2
145 000
86 000
128 000
88 000
E3
70 000
98 000
132 000
140 000
Per rinnovare un impianto produttivo si deve sostenere una spesa di 80 000 euro. Per effettuare il pagamento
ci sono le seguenti possibilità:
stipula di un mutuo con una banca, estinguibile con pagamento di rate posticipate bimestrali di 5000 euro ciascuna per 3 anni;
contratto di leasing con pagamento di 15 000 euro all’atto della consegna, pagamento di canoni annui posticipati di 17 500 euro per la durata di 3 anni, versamento di 25 000 euro a titolo di riscatto fra 3 anni.
Trova la possibilità più conveniente:
a. con il criterio dell’attualizzazione al tasso del 7,5%;
b. con il criterio del TIR.
3
Þ
Valutazione
Esercizio
Punteggio
1
2
3
Totale
2,25 þ 2,25 ¼ 4,5
1
2,25 þ 2,25 ¼ 4,5
10
Punteggio ottenuto
Tempo massimo: 1 h
156
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
3Risposte in fondo al volume
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Programmazione lineare
Unità
4
1. Richiami su disequazioni e sistemi
di disequazioni lineari in due incognite
Tema B
La rappresentazione analitica di semipiani, angoli,
strisce e poligoni
Sai già che ogni retta è rappresentata algebricamente da un’equazione lineare in
due incognite. In questo paragrafo vediamo come sia possibile caratterizzare, dal
punto di vista algebrico, i semipiani, gli angoli, le strisce e i poligoni.
1. Semipiani
Consideriamo una generica retta r, non parallela all’asse y, di equazione
y ¼ mx þ q: essa è l’origine di due semipiani, e , colorati in giallo e in azzurro
in fig. 4.1. Il semipiano , che contiene la «punta» dell’asse y, è detto semipiano
«al di sopra» della retta r; il semipiano , che contiene la «coda» dell’asse y, è detto semipiano «al di sotto» della retta r.
α
α
y
y
y = mx + q
y = mx + q
P(x, y)
Q(x, mx + q)
x
O
r
β
Figura 4.1
x
O
r
Figura 4.2
Quale condizione caratterizza le coordinate dei punti appartenenti a questi due
semipiani? Fissiamo l’attenzione, per esempio, sui punti appartenenti al semipiano (fig. 4.2): è chiaro che, preso un generico punto Pðx, yÞ nel piano cartesiano,
e indicato con Q il punto di ascissa x appartenente alla retta r, il punto P appartiene al semipiano se e solo se l’ordinata di P è maggiore dell’ordinata di Q, ossia se e solo se:
y > mx þ q
Il semipiano è quindi caratterizzato analiticamente da tale disequazione.
Ragionando analogamente, si deduce che il semipiano , «al di sotto» della retta
r, è caratterizzato, invece, dalla disequazione:
y < mx þ q
y
x <h
Una retta parallela all’asse y è l’origine di due semipiani che sono descritti analiticamente da disequazioni sulle ascisse dei punti.
Consideriamo, per esempio, il semipiano «a sinistra» della retta di equazione
x ¼ h (fig. 4.3): esso è caratterizzato dalla seguente proprietà: tutti i suoi punti
hanno ascisse minori di h, dunque tale semipiano è caratterizzato dalla disequazione:
x<h
x
O
x =h
Figura 4.3
157
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Analogamente, il semipiano «a destra» della retta di equazione x ¼ h (fig. 4.4) è
caratterizzato dalla disequazione:
y
x >h
x>h
x
O
x =h
Figura 4.4
Negli esempi precedenti abbiamo considerato semipiani aperti, cioè semipiani
in cui la frontiera non appartiene al semipiano stesso: per questo motivo la frontiera è stata disegnata tratteggiata.
Possiamo riassumere le considerazioni svolte dicendo che i semipiani aperti sono
caratterizzati analiticamente da disequazioni lineari nelle due incognite x e y,
di uno dei seguenti tipi:
y > mx þ q
y < mx þ q
o
o
x>h
o
x<h
È chiaro che i semipiani chiusi, cioè semipiani in cui la frontiera appartiene al semipiano stesso, saranno caratterizzati, invece, da disequazioni lineari di uno
dei seguenti tipi:
y mx þ q
y mx þ q
o
o
xh
xh
o
2. Angoli, strisce e poligoni
Proseguiamo la nostra analisi della caratterizzazione algebrica di enti geometrici,
trattando il caso degli angoli, delle strisce e dei poligoni. Conveniamo, anche se
non lo ripeteremo tutte le volte, di riferirci esclusivamente a figure convesse.
Per caratterizzare angoli, strisce e poligoni occorrono sistemi di disequazioni lineari in due incognite: infatti gli angoli, le strisce e i poligoni (convessi) si possono ottenere come intersezioni di opportuni semipiani e i semipiani, come abbiamo visto, sono rappresentati analiticamente da disequazioni lineari in due incognite.
Nelle didascalie delle seguenti figure sono forniti alcuni esempi.
y
y
y
y =2
x
O
x
O
x
O
y = –2
x = –1
y =x
x =2
La striscia limitata dalle due rette di
equazione x ¼ 1 e x ¼ 2 è l’intersezione
dei due semipiani x 1 e x 2, quindi
è rappresentata dal sistema:
(
x 1
x2
y = –x
L’angolo colorato è l’intersezione dei
due semipiani «al di sopra» delle rette
di equazioni y ¼ x e y ¼ x, quindi è
rappresentato dal sistema:
(
yx
y x
x = –2
x =2
Il quadrato colorato è l’intersezione della
striscia costituita dai punti di ascissa
compresa tra 2 e 2 (inclusi) e della
striscia costituita dai punti di ordinata
compresa tra 2 e 2 (inclusi). Il quadrato
è quindi rappresentato dal sistema:
(
2x 2
2y 2
La rappresentazione grafica di disequazioni
e sistemi di disequazioni lineari in due incognite
Nel paragrafo precedente abbiamo visto che semipiani, angoli, strisce e poligoni
possono essere rappresentati analiticamente tramite disequazioni lineari in due
incognite o sistemi di disequazioni lineari in due incognite. Viceversa, escluden158
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
In tutti i casi, a seconda che nelle disequazioni compaiano i simboli di disuguaglianza debole (, ) o stretta (>, <) dovremo considerare inclusa o esclusa la
frontiera delle figure definite dalle disequazioni.
Nella rappresentazione grafica adotteremo la convenzione di tratteggiare le parti
di frontiera che sono escluse e di disegnare con linee continue le altre.
ESEMPIO
Attenzione!
Quando diciamo che una
disequazione lineare in due
incognite è rappresentata da
un semipiano, intendiamo
dire che l’insieme delle
soluzioni della disequazione
(cioè l’insieme delle coppie
ordinate (x, y) che
soddisfano la disequazione)
è rappresentato da un
semipiano.
Programmazione lineare
le disequazioni lineari in due incognite sono rappresentate nel piano cartesiano da semipiani;
i sistemi di disequazioni lineari in due incognite sono rappresentati da angoli, strisce, poligoni o figure convesse.
Unità 4
do il caso di disequazioni o sistemi sempre verificati o impossibili, possiamo affermare che:
Rappresentazione di disequazioni lineari in due incognite
Rappresentiamo nel piano cartesiano le disequazioni:
a. y 1
xþ3
2
b. 2x y þ 4 < 0
a. La disequazione è rappresentata dal semipiano chiuso costituito dai punti
1
«al di sopra» della retta di equazione y ¼ x þ 3 e dai punti della retta
2
1
stessa (fig. 4.5). La retta di equazione y ¼ x þ 3 va quindi disegnata con
2
una linea continua.
y
y ≥ –1 x + 3
2
3
O
x
6
y = –1 x + 3
2
Figura 4.5
b. Si tratta di una disequazione lineare in forma implicita. Risolviamo anzitutto la disequazione rispetto a y:
2x y þ 4 < 0
Disequazione da risolvere rispetto a y
y < 2x 4
y > 2x þ 4
Attenzione al verso!
Poiché la disequazione 2x y þ 4 < 0 è equivalente a y > 2x þ 4, essa è rappresentata dal semipiano aperto «al di sopra» della retta di equazione
y ¼ 2x þ 4 (fig. 4.6). La retta di equazione y ¼ 2x þ 4, che costituisce la
frontiera del semipiano, va tratteggiata perché nella disequazione
y > 2x þ 4 compare il segno di disuguaglianza stretta.
y
2x – y + 4 < 0
4
–2
y = 2x + 4
O
x
Figura 4.6
159
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
PER SAPERNE DI PIÙ
Altri metodi risolutivi
Per rappresentare nel piano cartesiano una disequazione in forma implicita, come quella
di quest’ultimo esempio, si può anche ragionare in modo diverso. Per esempio, riconsideriamo la disequazione 2x y þ 4 < 0. Per stabilire quale semipiano è rappresentato da tale disequazione si può ragionare cosı̀:
Tema B
1. si rappresenta la frontiera del semipiano, in questo caso la retta di equazione
2x y þ 4 ¼ 0;
2. si sostituiscono le coordinate di un punto (non appartenente alla frontiera) nella disequazione e si verifica se la disequazione è soddisfatta o meno. Nel nostro caso, possiamo
scegliere come punto l’origine; ci chiediamo dunque: (0, 0) soddisfa la disequazione
2x y þ 4 < 0? Sostituendo in questa disequazione 0 al posto di x e di y, otteniamo:
2 0 0 þ 4 < 0, ossia 4 < 0, che è evidentemente falso. Pertanto l’origine non appartiene al grafico di 2x y þ 4 < 0. Concludiamo allora che, fra i due semipiani aventi come frontiera la retta di equazione 2x y þ 4 ¼ 0, rappresenta la disequazione
2x y þ 4 < 0 quello che non contiene l’origine, cioè quello colorato in rosso in fig. 4.6.
ESEMPIO
Rappresentazione di un sistema di disequazioni lineari in due incognite
Rappresentiamo graficamente il sistema
8
>
<y 3 0
xþy þ10
>
:
2x y 1 0
Esplicitiamo le disequazioni del sistema rispetto a y:
8
8
8
>
>
>
<y 3
<y 3
<y 3 0
y x 1
y x 1
xþyþ10
>
>
>
:
:
:
y 2x 1
y 2x þ 1
2x y 1 0
y
A
I tre semipiani rappresentati dalle disequazioni del sistema sono: quello al
di sotto della retta di equazione y ¼ 3 (inclusa la retta stessa), quello al di
sopra della retta di equazione y ¼ x 1 (inclusa la retta stessa) e quello
al di sopra della retta di equazione y ¼ 2x 1 (inclusa la retta stessa).
La loro intersezione è il triangolo di vertici Að4, 3Þ, Bð2, 3Þ e Cð0, 1Þ,
compresi i lati del triangolo.
O
y = 2x – 1
y
y
O
x
O
y
x
2. Rappresenta graficamente le seguenti disequazioni:
b. x 2
c. y x 2
3. Rappresenta graficamente i seguenti sistemi:
8
8
x 2
>
>
x
þ
y
4
<
<
y4<0
a. x þ y 4
b.
xy3>0
:
>
>
y ¼ 2x
:
xy6<0
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
y = –x – 1
ESERCIZI a p. 171
1. Scrivi una rappresentazione analitica di ciascuna delle seguenti figure.
160
x
C
Prova tu
a. y > 2x þ 4
y=3
B
d. x y þ 3 0
8
<y 3 0
c. x y 0
:
5x þ y þ 12 0
O
x
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 4
2. Problemi di programmazione lineare
in due incognite
PROBLEMA
Programmazione lineare
In questo paragrafo affrontiamo alcuni particolari problemi di scelta in condizione di certezza, in due incognite: i cosiddetti problemi di programmazione
lineare.
La caratteristica di questi problemi è la seguente: in essi viene richiesto di trovare
la migliore distribuzione di un certo numero di risorse, secondo un determinato
criterio di ottimizzazione che può consistere, per esempio, nel minimizzare un
costo o nel massimizzare un profitto. Esaminiamo subito un esempio.
1 Massimizzare un utile
Un’impresa artigianale produce armadi di legno di due tipi: classico e lusso.
La quantità e la qualità di materia impiegata per costruire i due tipi di armadi è la stessa, ma diverso è il tipo di lavorazione. I tempi di produzione sulle macchine sono rispettivamente di 2 ore per il tipo classico e di 5 ore per il tipo di lusso. La rifinitura, eseguita a mano da operai specializzati, richiede 2 ore per il tipo classico e 1 ora per il tipo di lusso. Per
un ciclo di lavorazione sono disponibili al massimo 400 ore di lavoro macchina e al massimo 200 ore di lavoro di operai specializzati; inoltre, in ogni ciclo di lavorazione, si possono produrre al massimo 110 armadi.
L’utile è di 50 euro per un armadio del tipo classico e di 100 euro per un armadio del tipo di lusso. Quanti armadi del tipo classico e quanti di lusso devono essere prodotti in un ciclo di lavorazione per realizzare il massimo utile?
DATI E OBIETTIVO
Dati
Tipo armadio
Tempo di produzione macchina
Tempo di rifinitura
Utile
Classico
2 ore
2 ore
50 euro
Lusso
5 ore
1 ora
100 euro
Vincoli sul ciclo di produzione:
– non più di 110 armadi;
– al massimo 400 ore di lavoro macchina;
– al massimo 200 ore di lavoro di operai specializzati.
Obiettivo
Il ciclo di produzione che massimizza l’utile.
COSTRUIAMO IL MODELLO DEL PROBLEMA
Indichiamo con x e y, rispettivamente, il numero degli armadi classici e il numero degli armadi di lusso prodotti in un
ciclo di produzione. Naturalmente, dovrà essere x 2 N e y 2 N.
Formalizziamo anzitutto i vincoli sul ciclo di produzione.
La produzione complessiva di armadi in un ciclo non può essere superiore a 110 armadi, quindi dovrà essere:
x þ y 110
Si hanno a disposizione al massimo 400 ore di lavoro macchina, quindi deve essere:
2x
þ
tempo macchina
per armadi classici
5y
400
tempo macchina
per armadi lusso
Si hanno a disposizione al massimo 200 ore di lavoro di operai specializzati, quindi deve essere:
2x
tempo rifinitura
per armadi classici
þ
1y
200
tempo rifinitura
per armadi lusso
161
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Complessivamente, allora, x e y devono soddisfare il sistema:
8
>
< x þ y 110
2x þ 5y 400
>
:
2x þ y 200
[4.1]
Ogni coppia ordinata ðx, yÞ, con x 2 N e y 2 N, che soddisfa questo sistema, rappresenta un possibile programma per
un ciclo di produzione.
Ora esprimiamo l’utile in funzione di x e y. Dalla vendita di un armadio classico si ricavano 50 euro di utile e dalla vendita di uno di lusso 100 euro: quindi, se in un ciclo di produzione si producono x armadi classici e y di lusso, si ottiene
un utile U, espresso dalla funzione:
U ¼ 50x þ 100y
Questa funzione, delle due variabili x e y, gioca il ruolo di funzione obiettivo.
Il modello del nostro problema diventa allora il seguente: fra tutti i possibili programmi di produzione (rappresentati
dalle soluzioni del sistema [4.1]), individuare quello che rende massima la funzione obiettivo.
RICERCHIAMO IL MASSIMO
Tralasciamo momentaneamente la limitazione x 2 N e y 2 N, e
risolviamo il problema come se x e y fossero variabili continue.
Possiamo avere un’immagine geometrica utile dei possibili
programmi di produzione rappresentando graficamente, nel
piano cartesiano, le soluzioni del sistema [4.1]. Otteniamo il
poligono convesso colorato nella figura qui a fianco.
Le coordinate dei vertici del poligono, facilmente deducibili
dalla figura, si possono ottenere intersecando opportunamente
le rette cui appartengono i lati del poligono stesso.
L’insieme dei possibili programmi di produzione è rappresentato dai punti appartenenti al poligono.
Per determinare le coordinate ðx, yÞ del punto per cui è massima la funzione dell’utile:
U ¼ 50x þ 100y
[4.2]
soggetta ai vincoli [4.1] utilizziamo il metodo delle curve di livello.
Risolviamo l’equazione [4.2] rispetto a y; otteniamo:
y¼
1
U
xþ
2
100
y
x + y = 110
100
90
80
2x + y = 200
A
70
B
60
50
2x + 5y = 400
40
30
C
20
10
D x
10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110
O
[4.3]
Al variare di U, questa equazione rappresenta le curve di livello
della funzione [4.2], che sono dunque delle rette parallele alla
1
retta di equazione y ¼ x.
2
Affinché un utile U sia ottenibile in corrispondenza di un possibile programma di produzione, la retta corrispondente deve
intersecare il poligono ABCDO in qualche punto. Dunque cercare l’utile massimo equivale a cercare il massimo valore di U
per cui la retta di equazione [4.3] interseca tale poligono.
Nel grafico qui a fianco abbiamo tracciato le rette, parallele a
1
y ¼ x, passanti per i vertici di ABCDO. I valori di U cresco2
no, man mano che le rette traslano nella direzione e nel verso
indicati dalla freccia (sai giustificare perché?).
Se ne deduce che il più grande valore di U per cui la retta di
equazione [4.3] interseca il poligono ABCDO è quello che corrisponde alla retta passante per il vertice Bð50, 60Þ. Per determinare tale valore di U, sostituiamo le coordinate di B nell’equazione [4.3] e risolviamo l’equazione nell’incognita U che si
ricava. Otteniamo:
60 ¼ 1
U
50 þ
2
100
162
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
)
U ¼ 8500
y
100
90
80
A
70
60
50
B
U cresce
U = 8500
40
30
20
10
O
C
D x
10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Generalizzazioni
Sulla base della risoluzione del precedente problema, facciamo ora alcune osservazioni.
a. Appare certamente più chiaro, a questo punto, il significato dell’espressione
«programmazione lineare»: il sostantivo «programmazione» si riferisce al fatto
che la soluzione di un problema di programmazione fornisce un programma
ottimo da seguire; l’aggettivo «lineare» si riferisce alla caratteristica essenziale
del problema, che è di imporre vincoli fra le risorse espressi in forma di disequazioni lineari e di assegnare un criterio di ottimizzazione espresso in forma
di equazione lineare.
b. Quando, come nel problema precedente, ci sono soltanto due risorse in gioco,
i possibili programmi si possono rappresentare come punti del piano e i vincoli come semipiani. Escludendo i casi in cui l’intersezione è vuota o illimitata, il sistema di disequazioni individua un poligono convesso, chiamato regione ammissibile, i cui punti costituiscono tutti i programmi possibili. Fra questi programmi, un problema di programmazione lineare richiede di scegliere quello
migliore, secondo il criterio assegnato.
c. Nel problema precedente abbiamo trovato che il programma ottimo corrisponde a un vertice della regione ammissibile. Questo fatto non è casuale; in
generale si può provare infatti che vale il seguente teorema.
Teorema di prog r ammazion e lin eare
Programmazione lineare
Poiché il punto cui corrisponde il massimo utile ha coordinate intere, la soluzione trovata è accettabile anche ai fini del
problema originario (che era discreto, anche se l’abbiamo trattato come se fosse continuo).
Il massimo utile, uguale a 8500 euro, corrisponde al programma che prevede, per ogni ciclo di produzione, 50 armadi
di tipo classico e 60 di tipo lusso.
Unità 4
RISPONDIAMO
TEOREMA 4 .1
La regione ammissibile di ogni problema di programmazione lineare è convessa e l’ottimo (massimo o minimo), se esiste, viene raggiunto in corrispondenza di uno dei vertici della regione ammissibile.
Le osservazioni fatte, combinate con il teorema precedente, ci consentono di delineare uno schema generale per risolvere i problemi di programmazione lineare.
SINTESI
Schema logico per risolvere un problema di programmazione lineare
1. Dati e obiettivo
Identificare:
a. i dati sulle risorse (che può essere utile riassumere in una tabella);
b. i vincoli sulle risorse;
c. la grandezza da rendere massima o minima.
2. Costruzione del modello
a. Si scelgono le incognite.
b. Si scrive l’equazione della funzione obiettivo, da rendere massima o minima.
c. Si traducono i vincoli ai quali sono sottoposte le incognite in un sistema di
disequazioni.
3. Ricerca dell’ottimo
a. Si rappresenta la regione ammissibile, costituita dalle soluzioni del sistema che
traduce i vincoli, determinandone in particolare i vertici.
b. Si ricerca in corrispondenza di quale vertice della regione ammissibile si ottiene
l’ottimo.
4. Risposta
Si interpreta il risultato ottenuto e si risponde al problema.
Applichiamo questo schema alla risoluzione del prossimo problema.
Rifletti!
Nel caso particolare in cui la
regione ammissibile sia un
poligono convesso (inclusi i
lati), il minimo e il massimo
assoluti esistono certamente,
per il teorema di Weierstrass.
Inoltre, è possibile
giustificare il teorema 4.1
in base alle seguenti
considerazioni:
1. un estremo assoluto non
può essere raggiunto in un
punto interno al poligono
perché la funzione obiettivo
(essendo lineare) ha derivate
parziali costanti, dunque
non ci sono punti stazionari;
2. la restrizione della
funzione obiettivo a ciascun
lato del poligono dà luogo a
una funzione lineare (quindi
crescente o decrescente, se
non costante), che perciò
raggiunge il massimo e il
minimo assoluti in
corrispondenza di uno dei
due estremi del lato, ovvero
di uno dei vertici del
poligono.
163
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
PROBLEMA
2 Minimizzare un costo
Una casa automobilistica deve inviare almeno 200 auto in due magazzini, A e B. Il magazzino A può ricevere al massimo 160 auto e il magazzino B al massimo 120. Il trasporto di un’auto al magazzino A costa 50 euro e il trasporto al magazzino B costa 60 euro. Inoltre, per inviare un’auto al magazzino A è sufficiente 1 operaio, mentre per inviare un’auto
al magazzino B sono necessari 2 operai. Complessivamente, l’invio delle auto ai due magazzini non deve richiedere
più di 340 operai. Quante auto devono essere mandate a ciascun magazzino per minimizzare i costi? Qual è il costo
minimo?
Notazioni
DATI E OBIETTIVO
Nei problemi di
programmazione lineare
(soprattutto quando le
variabili sono più di due) le
incognite vengono spesso
indicate con x1 , x2 , x3 , ...
anziché x, y, z, ... Per
esempio, il problema qui a
fianco si potrebbe
formalizzare alternativamente cosı̀: determinare il
minimo della funzione
C ¼ 50x1 þ 60x2 sottoposta
ai vincoli:
8
x1 160
>
>
>
< x 120
2
>
x
>
1 þ x2 200
>
:
x1 þ 2x2 340
Lasciamo a te il compito di individuare i dati e l’obiettivo, e di schematizzarli.
COSTRUIAMO UN MODELLO
Indichiamo con x il numero di auto da inviare al magazzino A e con y il numero di auto
da inviare al magazzino B. Dovrà essere x 2 N e y 2 N. La funzione obiettivo C, da rendere minima, è:
C ¼ 50x þ 60y
Inoltre x e y sono soggette ai seguenti vincoli:
8
x 160
>
>
>
< y 120
>
x þ y 200
>
>
:
x þ 2y 340
RICERCHIAMO IL MINIMO
Come nell’esempio precedente, risolviamo inizialmente il problema come se le variabili
fossero continue.
Rappresentiamo il sistema e poi calcoliamo il valore
del costo C in corrispondenza dei vertici del quadrilatero ottenuto.
y
160
140
B(100, 120)
120
A (80, 120)
100
C (160, 90)
80
60
D(160, 40)
40
20
O
20
40
60
80
100
120 140
160 180 x
Vertice
Costo
ðx, yÞ
C ¼ 50x þ 60y
A ð80, 120Þ
C ¼ 50 80 þ 60 120 ¼ 11 200
B ð100, 120Þ
C ¼ 50 100 þ 60 120 ¼ 12 200
C ð160, 90Þ
C ¼ 50 160 þ 60 90 ¼ 13 400
D ð160, 40Þ
C ¼ 50 160 þ 60 40 ¼ 10 400
Dalla tabella si vede che il minimo costo viene raggiunto in corrispondenza del vertice D (160, 40).
164
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
È importante fare alcune osservazioni.
a. Nei due problemi precedenti abbiamo trattato le variabili come se fossero continue e abbiamo trovato un ottimo corrispondente a un vertice di coordinate intere (quindi accettabile in relazione al problema originario che era in realtà discreto). Come occorre procedere nel caso in cui ciò non accada, ovvero qualora il
problema sia discreto e nel corrispondente problema continuo l’ottimo viene
raggiunto in un punto a coordinate non intere? Una prima idea che potrebbe
venire spontanea potrebbe essere di arrotondare a un numero intero le coordinate dell’ottimo nel continuo: ma cosı̀ facendo potremmo ottenere un punto
non appartenente alla regione ammissibile, quindi da scartare (per esempio,
nel caso rappresentato in fig. 4.7 la regione ammissibile del problema discreto
risulta costituita dai punti colorati in rosso e la regione ammissibile del corrispondente problema continuo è il quadrilatero colorato in azzurro: arrotondando le coordinate del punto che realizza il massimo nel continuo a un numero
intero si otterrebbe il punto di coordinate (2, 5) che non appartiene alla regione
ammissibile). Un’altra idea potrebbe essere quella di considerare il punto a coordinate intere, appartenente alla regione ammissibile, più vicino possibile al
punto che realizza l’ottimo nel caso continuo; talvolta questa idea funziona (come in fig. 4.7) ma in altri casi procedendo in questo modo si giungerebbe a un
risultato scorretto: per esempio, nel caso in fig. 4.8, il punto a coordinate intere
appartenente alla regione ammissibile più vicino a quello che realizza l’ottimo
nel continuo è (2, 4) e tuttavia tale punto risulta molto lontano dalla soluzione
ottima nel caso discreto, che corrisponde invece al punto di coordinate (5, 0)!
Come puoi intuire da questi esempi, passando dal continuo al discreto piccole
variazioni possono fare «saltare» l’ottimo da un vertice all’altro, talvolta lontano da quello che realizza l’ottimo nel caso continuo; pertanto, di fronte a un
problema di programmazione lineare discreto, ogni qualvolta il corrispondente
problema continuo fornisce un ottimo a coordinate non intere, occorre esaminare con particolare attenzione la situazione per stabilire dove cade l’ottimo.
punto di massimo
nel caso continuo
punto di massimo
nel caso discreto
y
5
punto di massimo
nel caso continuo
y
5
4
4
3
3
2
2
punto di massimo
nel caso discreto
verso di crescita
1
Programmazione lineare
La soluzione ottenuta è accettabile perché le coordinate di D sono intere.
Per minimizzare il costo, occorre inviare 160 auto al magazzino A e 40 al magazzino B. Il costo minimo è uguale a
10 400 euro.
Unità 4
RISPONDIAMO
1
verso di crescita
O
1
Figura 4.7
2
3
4
5
x
O
1
2
3
4
5
x
Figura 4.8
b. In generale non è detto che la soluzione di un problema di programmazione lineare esista e sia unica (come per esempio nel caso illustrato in fig. 4.9); potrebbe accadere che esistano infiniti punti di massimo o di minimo (fig. 4.10)
oppure succedere che non esista il massimo o il minimo della funzione obiettivo (fig. 4.11).
165
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
y
4
y
verso
di crescita
max
y
max
4
2
2
2
Tema B
mi
nim
i
O
4
x
2 min 4
O
2
verso
di crescita
4
x
O
2
verso
di crescita
min 4
x
Figura 4.9 La funzione obiettivo
Figura 4.10 La retta base è parallela a
Figura 4.11 La regione ammissibile è
ammette un unico punto di massimo e
un unico punto di minimo.
uno dei lati del pentagono che
costituisce la regione ammissibile.
Questo fa sı̀ che la funzione obiettivo
ammetta infiniti punti di minimo (tutti
quelli appartenenti al lato colorato in
rosso del pentagono) e un unico punto
di massimo.
illimitata. Questo fa sı̀ che, in questo
caso, la funzione obiettivo ammetta un
unico punto di minimo, mentre non
ammette punti di massimo.
Prova tu
ESERCIZI a p. 176
Una ditta produce due tipi di oggetti: A e B. La produzione di un oggetto del tipo A necessita di 6 unità di materia prima e di un tempo di lavoro di 20 minuti. La produzione di un oggetto del tipo B necessita di 10 unità di materia prima
e di un tempo di lavoro di 10 minuti.
Per ogni ciclo di produzione la ditta ha a disposizione al massimo 108 unità di materia prima e un tempo di lavoro di
al massimo 3 ore e 40 minuti. Sapendo che ogni oggetto del tipo A fornisce un profitto di 15 euro, mentre ogni oggetto
del tipo B fornisce un profitto di 20 euro, stabilisci quanti oggetti del tipo A e quanti del tipo B bisogna produrre in
ogni ciclo di lavorazione per ottenere il massimo profitto.
[8 oggetti del tipo A e 6 del tipo B]
3. Problemi di programmazione lineare
in più incognite riconducibili a due
On-line puoi trovare un
approfondimento riguardo a
un metodo più generale per
affrontare problemi di
programmazione lineare in
un numero qualsiasi di
incognite: il metodo del
simplesso.
Nel paragrafo precedente ci siamo occupati di problemi di programmazione lineare in due incognite. Vediamo ora alcuni esempi di problemi che apparentemente dipendono da più di due incognite, ma in realtà sono riconducibili a problemi a due incognite.
ESEMPIO
Determiniamo il minimo e il massimo assoluti della funzione z ¼ x1 þ 2x2 x3 ,
soggetta ai seguenti vincoli:
8
2x1 þ x2 x3 ¼ 0
>
>
>
< x þ 3x 6
1
2
>
2x
þ
x
2
3 12
>
>
:
x1 0, x2 0, x3 0
Schema logico
La funzione obiettivo, di cui si cercano il massimo e il minimo, dipende in
questo caso da tre variabili: x1 , x2 , x3 . Tuttavia, tra i vincoli non sono presenti
soltanto disequazioni ma anche un’equazione. Risolvendo tale equazione per
esempio rispetto a x3 possiamo ottenere un’espressione che esprime x3 in funzione di x1 e x2 ; possiamo poi sostituire l’espressione trovata di x3 nella funzione obiettivo e nei vincoli, riconducendo cosı̀ il problema a uno nelle sole
variabili x1 e x2 .
166
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Nel caso specifico, risolvendo rispetto a x3 l’equazione che compare nei vincoli, otteniamo:
Sostituendo questa espressione nell’equazione della funzione obiettivo otteniamo:
z ¼ x1 þ 2x2 ð2x1 þ x2 Þ ¼ x2 x1
Sostituendo invece l’equazione x3 ¼ 2x1 þ x2 nei vincoli otteniamo il seguente sistema di disequazioni:
8
8
x1 þ 3x2 6
>
>
þ
3x
6
x
>
> 1
2
<
<
2x1 þ 3x2 12
2x2 þ ð2x1 þ x2 Þ 12
)
>
>
2x1 þ x2 0
>
:
>
x1 0, x2 0, 2x1 þ x2 0
:
x1 0, x2 0
Programmazione lineare
x3 ¼ 2x1 þ x2
Unità 4
Riconduzione del problema dato a un problema in due incognite
Il problema è quindi ricondotto al seguente: «determinare il massimo e il mi8
x1 þ 3x2 6
>
>
>
< 2x þ 3x 12
1
2
».
nimo della funzione z ¼ x2 x1 soggetta ai vincoli
>
2x
þ
x
0
1
2
>
>
:
x1 0, x2 0
Risoluzione del problema in due incognite e risposta al problema
originario
La regione ammissibile risulta il triangolo rappresentato in figura; calcolando
il valore della funzione obiettivo in corrispondenza dei vertici del triangolo si
ottiene che la funzione è massima in corrispondenza del punto di coordinate
(0, 4) e minima in corrispondenza del punto di coordinate (6, 0).
y
4 max
verso
di crescita
2
min
O
2
4
6
x
Ricordando che x3 ¼ 2x1 þ x2 , possiamo concludere che la funzione originaria
assume valore massimo in corrispondenza del punto di coordinate (0, 4, 4) e
minimo in corrispondenza del punto di coordinate (6, 0, 12).
Il ragionamento condotto nell’esempio precedente può essere generalizzato: ogni
qualvolta la funzione obiettivo dipende da n variabili e tra i vincoli compaiono
ðn 2Þ equazioni tra loro indipendenti, il problema di ricerca dell’ottimo della funzione obiettivo può essere ricondotto a un problema in due variabili.
Applichiamo ora questo procedimento a un problema tipico della programmazione lineare, quello dei trasporti: abbiamo n punti di origine (per esempio fabbriche di produzione ) e da essi dobbiamo inviare della merce a m punti di destinazione (per esempio magazzini o centri di distribuzione). Supponendo che la
quantità che parte dai punti di origine sia uguale a quella che arriva ai punti di
destinazione e che siano noti i costi di trasporto nelle varie tratte, si vuole stabilire le quantità che conviene trasportare da ciascun punto origine a ciascun punto
di destinazione, in modo da minimizzare il costo complessivo.
167
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
PROBLEMA
3 Minimizzare i costi di trasporto
Un’azienda produce televisori in due diverse fabbriche, che indichiamo con F1 ed F2 , e li trasporta settimanalmente in
tre centri di distribuzione C1 , C2 , C3 . La fabbrica F1 produce ogni settimana 1200 televisori e la fabbrica F2 ne produce
1800. Le richieste settimanali dei tre centri di distribuzione C1 , C2 , C3 sono rispettivamente di 800, 1200 e 1000 televisori. I costi (in euro) per il trasporto di un televisore da ciascuna fabbrica a ciascun centro di distribuzione sono quelli
riportati in tabella.
Costi di trasporto
C1
C2
C3
F1
7
8
5
F2
4
4
6
Determinare quanti televisori conviene trasportare da ciascuna fabbrica a ciascun centro di distribuzione per minimizzare il costo di trasporto complessivo.
DATI E OBIETTIVO
Dati
Produzione delle fabbriche e richieste dei centri di distribuzione (a settimana)
F1
1200
C1
C2
C3
F2
1800
800
1200
1000
Costi di trasporto dalle fabbriche
ai centri di distribuzione
C1
C2
C3
F1
7
8
5
F2
4
4
6
Obiettivo
Determinare le quantità che minimizzano i costi di trasporto.
FORMALIZZAZIONE DEL PROBLEMA CON 6 INCOGNITE
Il problema presenta apparentemente 6 incognite: le tre quantità x1 , x2 , x3 da trasportare dalla fabbrica F1 ai tre centri
di distribuzione C1 , C2 , C3 e le tre quantità y1 , y2 , y3 da trasportare dalla fabbrica F2 ai tre centri di distribuzione C1 , C2 ,
C3 . Abbiamo però 5 vincoli, provenienti dai dati ed espressi nei totali riportati in tabella.
Quantità trasportate
C1
C2
C3
Totale
F1
x1
x2
x3
1200
F2
y1
y2
y3
1800
Totale
800
1200
1000
3000
La formalizzazione del problema è dunque la seguente: trovare il minimo della funzione
z ¼ 7x1 þ 8x2 þ 5x3 þ 4y1 þ 4y2 þ 6y3
costo totale per il trasporto dei televisori
dalle fabbriche ai centri di distribuzione
soggetta ai vincoli:
8
x1 þ y1 ¼ 800
>
>
>
>
>
x2 þ y2 ¼ 1200
>
>
>
>
>
>
< x3 þ y3 ¼ 1000
x1 þ x2 þ x3 ¼ 1200
>
>
>
>
y1 þ y2 þ y3 ¼ 1800
>
>
>
>
>
x
1 0, x2 , x3 0
>
>
:
y1 0, y2 , y3 0
168
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
[4.4]
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Quantità trasportate
C1
C2
C3
Totale
F1
x1
x2
1200 ðx1 þ x2 Þ
1200
F2
800 x1
1200 x2
1000 ½1200 ðx1 þ x2 Þ
1800
Totale
800
1200
1000
3000
Programmazione lineare
Osserviamo che le prime quattro equazioni del sistema [4.4] sono indipendenti, mentre la quinta si può ottenere come
combinazione lineare delle precedenti (basta sottrarre dalla somma delle prime tre la quarta): il problema in esame dipende quindi da sei incognite ma possiede quattro vincoli indipendenti espressi sotto forma di equazioni. Possiamo perciò ricondurci a un problema in due incognite, per esempio x1 e x2 , utilizzando i totali in tabella per esprimere tutte le
altre incognite in funzione di x1 e x2 :
Unità 4
RICONDUZIONE DEL PROBLEMA A 2 INCOGNITE
Il problema si riconduce allora a quello di trovare il minimo della funzione:
z ¼ 7x1 þ 8x2 þ 5ð1200 x1 x2 Þ þ 4ð800 x1 Þ þ 4ð1200 x2 Þ þ 6ðx1 þ x2 200Þ
x3
ossia:
y1
y2
y3
z ¼ 4x1 þ 5x2 þ 12 800
soggetta ai vincoli che scaturiscono da quelli di segno (espressi in funzione di x1 e x2 Þ:
8
x1 0
>
>
>
>
>
>
x2 0
>
>
>
< 1200 x x 0
x3 0
1
2
>
800
x
0
y1 0
1
>
>
>
>
>
y2 0
> 1200 x2 0
>
>
:
x1 þ x2 200 0
y3 0
DETERMINAZIONE DEL MINIMO
La regione ammissibile è il pentagono ABCDE in figura; calcolando i valori della funzione obiettivo in corrispondenza
dei vertici del pentagono si trova che il minimo si ottiene in corrispondenza del vertice Bð200, 0Þ.
x2
1200
E
1000
800
600
D
400
200
A
B
O min 200
400
600
C
800 x 1
Sostituendo nell’ultima tabella i valori di x1 e x2 che corrispondono al minimo, ossia x1 ¼ 200 e x2 ¼ 0, otteniamo infine la seguente configurazione:
Quantità
trasportate
C1
C2
C3
Totale
F1
x1 ¼ 200
x2 ¼ 0
1200 ðx1 þ x2 Þ ¼
¼ 1200 ð200 þ 0Þ ¼ 1000
1200
F2
800 x1 ¼
¼ 800 200 ¼ 600
1200 x2 ¼
¼ 1200 0 ¼ 1200
1000 ½1200 ðx1 þ x2 Þ ¼
¼ 1000 ½1200 ð200 þ 0Þ ¼ 0
1800
Totale
800
1200
1000
3000
169
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
RISPOSTA
Ogni settimana devono essere trasportati dalla fabbrica F1 ai centri di distribuzione C1 , C2 , C3 rispettivamente 200, 0,
1000 televisori e dalla fabbrica F2 ai centri di distribuzione C1 , C2 , C3 rispettivamente 600, 1200, 0 televisori.
Prova tu
ESERCIZI a p. 181
Determina il minimo e il massimo della funzione z ¼ 6x1 3x2 þ 2x3 þ 9, soggetta ai vincoli:
8
2x1 þ 3x2 x3 10
>
>
>
< x þ 2x 11
1
3
69
11 7
>
þ
x
3x
2
3 ¼9
>
>
in
4,
,
;
min
¼
0
in
ð0,
3,
0Þ
Max
¼
:
2
6
2
x1 0, x2 0, x3 0
MATEMATICA NELLA REALTÀ
Problemi di programmazione lineare
Dalla storia
I laboratori Bell, negli USA,
sono stati una fucina
continua di idee e invenzioni
per tutto il ventesimo secolo.
Molte delle scoperte che
hanno permesso la
realizzazione delle moderne
tecnologie (radio, televisori,
computer, lettori di CD,
telefoni cellulari, ecc.),
sono state fatte proprio
ai laboratori Bell.
170
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
La programmazione lineare è un settore della matematica relativamente recente, che ha avuto origine in seguito a problemi di natura
tecnica emersi durante la seconda guerra mondiale.
Dopo le prime applicazioni belliche, i primi a utilizzare metodi di
programmazione lineare furono le raffinerie di petrolio. Oggi metodi di programmazione lineare vengono utilizzati da svariati tipi di
industrie e anche da compagnie aeree e telefoniche.
I problemi che, nella realtà, vengono risolti con metodi di programmazione lineare sono ben più complessi dei «modelli giocattolo»
che abbiamo considerato in questo paragrafo: nella pratica ci si può
imbattere in problemi di programmazione che coinvolgono migliaia di variabili e di vincoli.
La soluzione di problemi cosı̀ complessi è oggi possibile grazie ai computer e allo sviluppo di efficienti algoritmi: il più utilizzato nell’ambito della programmazione lineare è il
cosiddetto metodo del simplesso, ideato negli anni quaranta da George Dantzig, Leonid
Kantorovich e Tjalling Koopmans, per il quale gli ultimi due hanno ottenuto, nel
1975, il premio nobel per l’economia. Il metodo del simplesso, per la sua efficienza pratica, è divenuto uno degli algoritmi più usati nella storia della matematica applicata. Nel
1984, Narendera Karmarkar, un matematico dei Laboratori Bell, scoprı̀ un algoritmo alternativo al metodo del simplesso, in molti casi più veloce.
Il nuovo metodo fu applicato dagli scienziati dei laboratori Bell a un problema che non
aveva precedenti in quanto a complessità: decidere quale fosse il metodo più economico
di instradare telefonate nell’immensa rete telefonica degli Stati Uniti: un problema difficilissimo da risolvere, ma estremamente «appetibile», in quanto riuscire a trovare soluzioni ottimali per instradare le telefonate, poteva far risparmiare centinaia di milioni di
dollari! Lavorando a questo problema, gli scienziati furono condotti a un problema di
programmazione lineare con circa 800 000 variabili, che i computer risolsero, utilizzando l’algoritmo di Karmarkar, in 10 ore di ore di lavoro (si stima che il metodo del simplesso avrebbe impiegato, invece, svariate settimane).
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Esercizi
In più: esercizi interattivi
4
Unità
Unità 4
SINTESI
ax þ by þ c > 0 o ax þ by þ c < 0
sono rappresentate nel piano cartesiano da semipiani aperti (semipiani, cioè, che non includono la retta che costituisce la frontiera del semipiano); le disequazioni lineari in due incognite della forma:
ax þ by þ c 0 o ax þ by þ c 0
sono rappresentate nel piano cartesiano da semipiani chiusi (semipiani, cioè, che includono la retta che costituisce la frontiera del semipiano).
Programmazione lineare
Disequazioni lineari in due incognite e sistemi di disequazioni lineari in due incognite
1. Le disequazioni lineari in due incognite della forma:
2. I sistemi di disequazioni lineari in due incognite (escludendo i casi di sistemi impossibili o sempre verificati) sono rappresentati da angoli, strisce, poligoni o, in generale, figure convesse.
Ricerca dell’ottimo in un problema di programmazione lineare
La regione ammissibile di ogni problema di programmazione lineare è convessa e l’ottimo (massimo o minimo), se
esiste, viene raggiunto in corrispondenza di uno dei vertici della regione ammissibile.
Schema logico per la risoluzione di un problema di programmazione lineare
1. identificare i dati sulle risorse (che può essere utile riassumere in una tabella) e i vincoli;
2. scegliere le incognite;
3. scrivere l’equazione della funzione obiettivo, da rendere massima o minima;
4. tradurre i vincoli cui sono sottoposte le incognite in un sistema di disequazioni (ed eventualmente equazioni);
5. rappresentare la regione ammissibile, costituita dalle soluzioni del sistema che traduce i vincoli, determinandone
in particolare i vertici;
6. ricercare in corrispondenza di quale vertice della regione ammissibile si ottiene l’ottimo;
7. valutare l’accettabilità delle soluzioni e rispondere al problema.
Problemi di programmazione lineare in più di due incognite, riconducibili in problemi a due incognite
Un problema di programmazione lineare in n incognite può essere ricondotto a un problema in 2 incognite ogni
qualvolta tra i vincoli compaiono ðn 2Þ equazioni tra loro indipendenti.
CONOSCENZE E ABILITÀ
1. Richiami su disequazioni e sistemi
di disequazioni lineari in due incognite
TEORIA a p. 157
Dalla rappresentazione analitica al grafico
1
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Rappresenta nel piano cartesiano i semipiani definiti dalle seguenti disequazioni:
a. y > 2
b. x 0
c. y > x 1
d. y 1 2x
a. La disequazione y > 2 definisce il semipiano formato dai punti aventi ordinata maggiore di 2, cioè il semipiano «al di sopra» della retta di equazione y ¼ 2. Rappresenta graficamente tale semipiano nella fig. a. Attenzione alla frontiera: va disegnata con una linea continua o tratteggiata?
b. La disequazione x 0 definisce il semipiano chiuso «a sinistra» dell’asse y. Rappresenta graficamente tale semipiano nella fig. b: la frontiera va disegnata con una linea continua o tratteggiata?
171
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
c. Il semipiano definito dalla disequazione y > x 1 è quello «al di sopra» della retta di equazione y ¼ x 1, esclusi
i punti della retta stessa. Rappresenta la retta e il semipiano nella fig. c: la frontiera del semipiano va disegnata con
una linea continua o tratteggiata?
d. Il semipiano definito dalla disequazione y 1 2x è quello «al di sotto» della retta di equazione y ¼ 1 2x, inclusi i punti della retta stessa. Rappresenta la retta e il semipiano nella fig. d: la frontiera del semipiano va disegnata
con una linea continua o tratteggiata?
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
y
O
y
O
O
x
Figura a
y
y
O
x
x
Figura b
Figura c
x
Figura d
Rappresenta nel piano cartesiano i semipiani definiti dalle seguenti disequazioni.
2
Þ
y>x
10
Þ
x>3
3
Þ
y xþ1
11
Þ
y>
4
Þ
y0
5
Þ
y > 2x 3
12
Þ
y < 2x þ 2
6
Þ
y > x þ 1
13
Þ
y < x
7
Þ
y<1
14
Þ
y > 2x
8
Þ
y
15
Þ
y xþ2
9
Þ
x1
16
Þ
y
17
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
1
xþ2
2
3
x1
2
1
xþ1
3
Rappresenta il semipiano definito dalla disequazione:
y
x 2y 3 0
Per rappresentare il semipiano definito dalla disequazione x 2y 3 0,
risolvi anzitutto la disequazione rispetto a y:
O
x 2y 3 0 ) 2y x þ 3 ) y ::::::::::
Ne segue che il semipiano definito dalla disequazione x 2y 3 0 è
quello «al di sopra» della retta di equazione y ¼ :::::::::::::::, inclusa la retta stessa. Rappresenta il semipiano nella figura qui a fianco, dove è già stata disegnata la frontiera.
Rappresenta i semipiani definiti dalle seguenti disequazioni.
18
Þ
xy10
22
Þ
xþy >0
19
Þ
xþ2<0
23
Þ
x 2y 0
20
Þ
xy <0
24
Þ
2x y 2 < 0
21
Þ
2x y 4 0
25
Þ
6 2y < 0
172
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
x
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
2x þ 4 0
3x y 1 < 0
xþyþ10
x 2y 4 0
9 6y < 0
2x y > 0
4x 2y 6 > 0
2x þ y 0
3x 2y 4 0
4x þ 2y 6 > 0
Caccia all’errore. Barbara deve risolvere il seguente esercizio: «Rappresentare graficamente il semipiano definito dalla disequazione 2x y 1 < 0».
La sua soluzione è la seguente: «Traccio il grafico della retta di equazione 2x y 1 ¼ 0. Poiché nella disequazione
2x y 1 < 0 compare il simbolo «<», il semipiano definito dalla disequazione 2x y 1 < 0 è quello al di sotto
della retta, cioè quello colorato in figura».
36
Þ
Programmazione lineare
31
Þ
32
Þ
33
Þ
34
Þ
35
Þ
Unità 4
26
Þ
27
Þ
28
Þ
29
Þ
30
Þ
y
O
x
Quale errore ha commesso Barbara? Come puoi convincerla del fatto che il suo ragionamento non è corretto? Qual
è il semipiano definito dalla disequazione?
37
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Rappresenta graficamente la regione di piano definita dal seguente sistema:
(
2x y þ 1 0
xþy10
Devi anzitutto rappresentare il semipiano definito dalla disequazione 2x y þ 1 0: rappresenta tale semipiano nella fig. a, dove è già stata disegnata la frontiera del semipiano.
Rappresenta poi, in fig. b, il semipiano definito dalla seconda disequazione del sistema, cioè da x þ y 1 0.
La regione definita dal sistema è l’intersezione dei due semipiani in fig. a e in fig. b: rappresenta tale regione nella fig. c: otterrai un angolo.
y
y
y
x+y–1=0
O
x
O
2x – y + 1 = 0
Figura a
x+y–1=0
x
O
x
2x – y + 1 = 0
Figura b
Figura c
Rappresenta graficamente le regioni di piano definite dai seguenti sistemi.
8
(
>
< x 1
y>x
38
Þ
39
Þ >y 2
y x
:
y x3
173
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
(
40
Þ
8
>
y xþ1
>
<
45
y x þ 3
Þ
>
>
: y 2x
y x þ 1
2x y þ 4 < 0
8
>
x>0
>
<
y>x
41
Þ
>
>
: y < 3 2x
8
>
y > 2x þ 1
>
<
yþx<0
46
Þ
>
>
: y > 2 2x
8
>
x þ 3y > 0
>
<
42
y > 2x
Þ
>
>
:y < x þ 3
8
>
y
>
>
>
>
<y
47
Þ
>
y
>
>
>
>
:y
8
>
xþ1>0
>
<
2y 4 < 0
43
Þ
>
>
:y 4 x
(
44
Þ
1
2
<xþ3
< x þ 4
8
y0
>
>
>
<
y <xþ3
48
Þ
> y 2x 6
>
>
:
3x þ 2y 16 < 0
xyþ10
xyþ30
Un sistema di disequazioni lineari in due incognite può avere una sola soluzione? Giustifica la tua risposta e,
in caso affermativo, esibisci un esempio.
49
Þ
Dal grafico alla rappresentazione analitica
50
Þ
ESERCIZIO SVOLTO
Scriviamo la disequazione che rappresenta il semipiano colorato.
Dobbiamo anzitutto determinare l’equazione della retta che costituisce la frontiera del semipiano.
Possiamo notare, per esempio, che si tratta della retta, parallela alla
bisettrice del primo e del terzo quadrante, che taglia l’asse y nel punto di coordinate ð0, 2Þ: quindi la sua equazione è y ¼ x 2.
Osserviamo poi che:
il semipiano colorato è quello al di sopra della frontiera;
si tratta di un semipiano aperto (la frontiera è tratteggiata e quindi non è inclusa).
y
x
2
O
–2
Concludiamo che la disequazione che rappresenta il semipiano è:
y>x2
51
Þ
Scrivi le disequazioni che rappresentano i semipiani colorati nelle seguenti figure.
y
y
y
3
2
1
O
2
x
O
x
O
–3
a.
174
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
b.
c.
3
x
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 4
52
Þ
Scrivi le disequazioni che rappresentano i semipiani colorati nelle seguenti figure.
y
y
y
1
–2
x
O
x
–1 O
2
O
x
–2
a.
b.
c.
Programmazione lineare
3
Traccia la retta r, passante per Að2, 0Þ e per Bð0, 1Þ. Scrivi la disequazione che rappresenta il semipiano
aperto «al di sotto» della retta r.
53
Þ
Traccia la retta r, passante per Að1, 0Þ e per Bð0, 3Þ. Scrivi la disequazione che rappresenta il semipiano chiuso
«al di sopra» della retta r.
54
Þ
55
Þ
ESERCIZIO SVOLTO
Rappresentiamo analiticamente il triangolo disegnato nella figura qui sotto.
y
B (6, 0)
x
O
A (0, – 6)
I punti del triangolo non sono altro che i punti del quarto quadrante, appartenenti al semipiano al di sopra della retta AB.
Si ricava facilmente che l’equazione della retta AB è y ¼ x 6.
Quindi il triangolo è rappresentato analiticamente dal seguente sistema:
8
>
<x 0
y0
>
:
y x6
Rappresenta analiticamente le regioni di piano colorate nelle seguenti figure (nell’ultima figura le rette disegnate sono parallele).
56
Þ
y
y
y
A (1, 3)
3
P (2, 2)
O
O
x
O
B (3, – 1)
a.
x
x
b.
C (5, – 1)
c.
–5
175
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Rappresenta analiticamente le regioni di piano colorate nelle seguenti figure (nell’ultima figura il punto vuoto indica che P non appartiene alla regione).
57
Þ
y
y
y
A (0, 4)
B (3, 3)
A (– 5, 3)
1
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
x
O
x
O
D (– 4, 0)
O
B (4, 0)
x
P (2, 0)
–1
C (0, – 4)
C (3, – 5)
a.
b.
c.
Rappresenta analiticamente il rettangolo ABCD di vertici
Að2, 1Þ, Bð3, 1Þ, Cð3, 1Þ, Dð2, 1Þ, esclusi i lati.
58
Þ
y
5
Rappresenta analiticamente il trapezio ABCD di vertici Að1,
1Þ, Bð2, 1Þ, Cð3, 1Þ, Dð2, 1Þ, compresi i lati.
4
59
Þ
A (– 3, 2)
6
60 Le rette AB, BC e AC, disegnate nella figura qui a fianco, diviÞ
B (3, 0)
7
O
dono il piano in 7 regioni chiuse. Per ciascuna regione, scrivi una
sua rappresentazione analitica, tramite un opportuno sistema di disequazioni.
3
x
C (– 2, – 2)
2
1
2. Problemi di programmazione lineare in due incognite
TEORIA a p. 161
Esercizi preliminari
Determina il massimo della funzione z ¼ 3x þ y
sulla regione ammissibile rappresentata in figura.
61
Þ
62 Determina il massimo della funzione z ¼ 4x þ 5y
Þ
sulla regione ammissibile rappresentata in figura.
y
y
3
4
(0, 3)
1
2
(0, 1)
1
(2, 0)
O
1
(3, 3)
3
(3, 2)
2
(0, 4)
2
3
(4, 0)
4 x
(0, 0)
x
O
[Max ¼ 11 in (3, 2)]
1
2
3
[Max ¼ 27 in (3, 3)]
8
< 3x þ y 18
63 Determina il massimo di ciascuna delle seguenti funzioni, soggette ai vincoli
4x þ 3y 27 :
Þ
:
x 0, y 0
a. z ¼ 2x þ 3y
b. z ¼ 3x þ 2y
176
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
a. Max ¼ 27 in (0, 9); b. max ¼
99
in
5
27 9
,
5
5
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
65
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Una ditta produce due composti chimici X e Y. La produzione di 1 unità del composto X richiede un tempo
di lavorazione di 30 minuti e di 8 unità di materia prima, la produzione di 1 unità del composto Y richiede
un tempo di lavorazione di 20 minuti e 10 unità di materia prima. Giornalmente la ditta può disporre di
1500 unità di materia prima e di 60 ore di tempo di lavoro. Inoltre la vendita di 1 unità del composto X realizza un utile di 20 euro e la vendita di 1 unità del composto Y realizza un utile di 15 euro. Trova la produzione giornaliera che garantisce il massimo utile.
Programmazione lineare
Problemi di programmazione lineare
Unità 4
8
< 2x þ y 10
64
Determina
il
massimo
di
ciascuna
delle
seguenti
funzioni,
soggette
ai
vincoli
3x þ 5y 22 :
Þ
:
x 0, y 0
a. z ¼ 5x þ 6y
b. z ¼ x þ 5y
22
a. Max ¼ 32 in (4, 2); b. max ¼ 22 in 0,
5
Individua i dati e l’obiettivo.
Indica con x le unità del composto X e con y le unità del composto Y da produrre in un giorno. I vincoli a cui sono sottoposti x e y sono i seguenti:
8
< x 0, y 0
8x þ 10y ::::::::::
[*]
:
30x þ 20y ::::::::::
y
La funzione obiettivo, da rendere massima, è:
160
U ¼ 20x þ 15y
Disegna nella figura qui a fianco la regione ammissibile, cioè la regione rappresentata dal sistema [*]: otterrai un quadrilatero con un vertice nell’origine.
Determina le coordinate dei vertici del quadrilatero
e completa poi la tabella sotto, determinando i valori della funzione U in corrispondenza delle coordinate dei vertici di tale quadrilatero.
140
120
100
80
60
Vertice
Utile
(x, y)
(0, 0)
(....., .....)
(....., .....)
(....., .....)
U
U
U
U
U
¼ 20x þ 15y
¼ 20 0 þ 15 0 ¼ 0
¼ 20 ::::: þ 15 ::::: ¼ :::::
¼ 20 ::::: þ 15 ::::: ¼ :::::
¼ 20 ::::: þ 15 ::::: ¼ :::::
40
20
O
20
40
60
80
100 120 140 160 x
Rispondi: il massimo utile si ottiene in corrispondenza del programma di produzione che prevede, giornalmente, la produzione di ..............................
Un pasto per certi animali deve prevedere almeno 34 g di proteine e 20 g di grassi. Questi elementi nutritivi
provengono da un cibo A, che, per ogni unità, costa 16 centesimi e fornisce 2 g di proteine e 4 g di grassi, e da un
cibo B che, per ogni unità, costa 10 centesimi e fornisce 7 g di proteine e 2 g di grassi. Per quanto riguarda il cibo B,
non è possibile acquistarne meno di 2 unità. Quante unità di cibo A e di cibo B occorre acquistare per poter servire
un pasto che segua i criteri elencati e che costi il meno possibile?
[3 unità del cibo A e 4 del cibo B]
66
Þ
In un ufficio si devono comprare nuovi armadi. La scelta è fra armadi del tipo A e armadi del tipo B. Gli armadi del tipo A costano 45 euro ciascuno, occupano 6 m2 di pavimento e hanno un volume di 30 m3 . Gli armadi del
tipo B costano 120 euro ciascuno, occupano 8 m2 di pavimento e hanno un volume di 45 m3 . Per l’acquisto degli
armadi si hanno a disposizione al massimo 720 euro; inoltre, non si vogliono occupare più di 72 m2 di pavimento.
Quanti armadi di ciascun tipo si devono comprare, per massimizzare il loro volume complessivo, rispettando i limiti di budget e di spazio imposti?
[8 armadi del tipo A e 3 del tipo B]
67
Þ
177
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Una ditta produce due tipi di tessuti A e B. La produzione di 1 m del tessuto A necessita di 5 unità di materia
prima e di un tempo di lavoro di 30 minuti. La produzione di 1 m del tessuto B necessita di 10 unità di materia prima e di un tempo di lavorazione di 10 minuti.
Per ogni ciclo di produzione la ditta ha a disposizione 70 unità di materia prima e un tempo di lavoro di 3 ore e 20
minuti. Sapendo che ogni metro del tessuto A fornisce un profitto di 20 euro, mentre ogni metro del tessuto B fornisce un profitto di 30 euro, stabilisci quanti metri del tessuto A e quanti metri del tessuto B bisogna produrre in
ogni ciclo di lavorazione per ottenere il massimo profitto.
[5,2 m del tessuto A e 4,4 m del tessuto B]
68
Þ
Il signor Rossi deve assumere ogni giorno compresse contenenti vitamina C e zinco nelle seguenti quantità:
– vitamina C: almeno 400 unità al giorno, ma non più di 800;
– zinco: almeno 16 unità al giorno, ma non più di 60.
In commercio esistono due tipi di compresse:
– tipo A, che contiene 100 unità di vitamina C e 6 unità di zinco, e che costa 50 centesimi per ogni compressa;
– tipo B, che contiene 200 unità di vitamina C e 4 unità di zinco e che costa 1 euro per ogni compressa.
Il medico del signor Rossi vuole prescrivere la miglior combinazione possibile di compresse, in modo da soddisfare i
vincoli indicati e minimizzare la spesa relativa all’acquisto delle compresse. Quale combinazione deve prescrivere?
[Può prescrivere, indifferentemente, o 2 compresse del tipo A e 1 del tipo B al giorno
oppure 4 compresse del tipo A al giorno]
69
Þ
Si vuole costruire una dieta costituita di 2 alimenti A e B. L’alimento A fornisce, ogni 100 g di prodotto, 400
calorie e 20 g di proteine. L’alimento B fornisce, ogni 100 g di prodotto, 200 calorie e 30 g di proteine. L’alimento
A costa 25 euro al kilogrammo e l’alimento B costa 10 euro al kilogrammo. Si vuole che la dieta fornisca almeno
1 500 calorie al giorno e non più di 80 g di proteine. Stabilisci come deve essere impostata la dieta per minimizzare
i costi.
[362,5 g del cibo A e 25 g del cibo B]
70
Þ
Una casa automobilistica deve inviare almeno 200 auto in due magazzini, A e B. Il magazzino A può ricevere
al massimo 160 auto e il magazzino B al massimo 110. Il trasporto di un’auto al magazzino A costa 60 euro e il trasporto al magazzino B costa 50 euro. Inoltre, per inviare un’auto al magazzino A è sufficiente 1 operaio, mentre
per inviare un’auto al magazzino B sono necessari 2 operai. Complessivamente, l’invio dell’auto ai due magazzini,
non deve richiedere più di 340 operai. Quante auto devono essere mandate a ciascun magazzino per minimizzare i
costi? Qual è il costo minimo?
[90 al magazzino A e 110 al magazzino B]
71
Þ
Un’industria produce dei portamonete di due tipi: il modello A e il modello B. Per produrre un portamonete
di tipo A si impiegano 24 minuti di lavoro manuale e 40 cm2 di pelle; per produrre un portamonete del tipo B invece sono necessari 30 minuti di lavoro manuale e 20 cm2 di pelle. Sapendo che l’industria dispone settimanalmente
al massimo di 300 ore di lavoro manuale e al massimo di 16 800 cm2 di pelle per la confezione dei due tipi di portamonete, individua la combinazione produttiva settimanale che le consente di realizzare il massimo ricavo, tenendo conto che ogni portamonete del primo tipo viene venduto a 20 euro e ogni portamonete dell’altro tipo viene
venduto a 15 euro. Calcola inoltre a quanto ammonta il ricavo massimo.
[200 portamonete del tipo A e 440 del tipo B; ricavo massimo ¼ 10 600 euro]
72
Þ
Una ditta di confezioni vuole programmare la produzione di gonne di due differenti modelli. Per una gonna
del primo modello si è calcolato di impiegare 40 minuti di lavoro manuale e 10 minuti di lavoro alla macchina;
per il secondo modello ogni gonna richiederà 20 minuti di lavoro manuale e 15 minuti di lavoro alla macchina. La
ditta dispone al massimo di 300 ore di lavoro manuale e al massimo di 150 ore di lavoro alla macchina. Dalla vendita di una gonna del primo modello si otterrà un utile di 30 euro, mentre per una gonna del secondo modello l’utile sarà di 40 euro. Determina quante gonne dei due tipi bisogna confezionare per ottenere l’utile massimo e a
quanto ammonta tale utile massimo.
[225 gonne del primo modello e 450 del secondo; utile massimo ¼ 24 750 euro]
73
Þ
Per produrre due tipi di statuine si hanno a disposizione al massimo 450 kg di resina sintetica e al massimo
1000 ore di lavoro. Una statuina del primo tipo richiede 1 kg di resina sintetica e 2 ore di lavoro; una statuina del
secondo tipo richiede invece 0,75 kg di resina sintetica e 2,5 ore di lavoro. Ogni statuina del primo tipo è venduta
a 60 euro, ogni statuina dell’altro tipo è venduta a 40 euro. Inoltre il numero delle statuine del primo tipo non deve essere inferiore al numero delle statuine dell’altro tipo. Quante statuine dei due tipi bisogna produrre per rendere il ricavo massimo? Quanto vale il massimo ricavo?
[450 statuine del primo tipo e 0 del secondo; massimo ricavo ¼ 27 000 euro]
74
Þ
178
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Programmazione lineare
Una ditta di forniture scolastiche produce due tipi di sussidi didattici. Per produrli sono necessarie due fasi di
lavorazione: la prima fase verrà indicata con A e la seconda fase con B. Per produrre il primo tipo di sussidio didattico sono necessarie 2 ore per la fase A e 4 ore per la fase B, per produrre il secondo tipo di sussidio sono invece necessarie 3 ore per la fase A e 3 ore per la fase B. Ogni settimana si hanno a disposizione al massimo 300 ore di lavoro per la fase di lavorazione A e al massimo 450 ore per la fase di lavorazione B. Inoltre il numero di sussidi didattici
del secondo tipo non deve essere superiore al doppio nel numero di sussidi didattici del primo tipo. Se il primo tipo di sussidio didattico è venduto a 15 euro e il secondo è venduto a 20 euro, qual è la combinazione produttiva
settimanale che fornisce il massimo ricavo, e quanto vale tale ricavo massimo?
[75 sussidi del primo tipo, 50 del secondo; ricavo massimo ¼ 2125 euro]
76
Þ
Unità 4
Per la produzione di due tipi di contenitori in ceramica, una piccola impresa artigiana può disporre ogni settimana al massimo di 300 kg di materia prima e al massimo di 218 ore di lavoro. Per ogni contenitore del primo tipo
servono 4 kg di materia prima e 3 ore di lavoro, mentre per ogni contenitore del secondo tipo sono necessari 5 kg
di materia prima e 2 ore di lavoro. Se il prezzo di vendita del contenitore del primo tipo è fissato in 15 euro e quello
del contenitore dell’altro tipo in 12 euro, determina la combinazione produttiva settimanale che occorre realizzare
per ottenere il massimo ricavo, e il valore di tale ricavo massimo.
[70 contenitori del primo tipo, 4 del secondo; massimo ricavo ¼ 1098 euro]
75
Þ
La produzione industriale di due tipi di vasi richiede per ciascuno di essi lo stesso quantitativo di materia prima, ma i tempi di lavorazione sono diversi: in particolare, per produrre ciascun vaso del primo tipo si impiega 1 kg
di materia prima e 1 ora di lavoro, per realizzare un vaso del secondo tipo si impiega 1 kg di materia prima e 2 ore
di lavoro. La disponibilità settimanale di materia prima è di 150 kg e il numero di ore di lavoro non può essere superiore a 200. Un vaso del primo tipo viene venduto a 50 euro e un vaso del secondo tipo a 75 euro. In queste condizioni, quanti vasi di ciascun tipo occorre produrre ogni settimana in modo da ottenere il massimo ricavo possibile? A quanto ammonta il ricavo massimo?
[100 vasi del primo tipo, 50 vasi del secondo tipo; ricavo massimo ¼ 8750 euro]
77
Þ
78 Una persona deve assumere ogni giorno non meno di 5 mg di una data vitamina, che chiameremo V1 , e non
Þ
meno di 8 mg di un dato farmaco, che indicheremo con F1 . Una farmacia può preparare dei confetti contenenti 1
mg di V1 e 1 mg di F1 oppure delle capsule che contengono 1 mg di V1 e 4 mg di F1 . Tale persona non vuole assumere complessivamente (sommando confetti e capsule) più di 6 confetti/capsule al giorno; se i confetti costano 1
euro l’uno e le capsule costano 2 euro l’una, quanti confetti e quante capsule deve assumere ogni giorno per ridurre al minimo il costo? Qual è il costo minimo?
[4 confetti e 1 capsula; costo minimo ¼ 6 euro]
Un’industria intende produrre due tipi di articoli: il tipo A e il tipo B. Ogni articolo di tipo A richiede 1 kg di
una certa materia prima m1 e 1,2 kg di un’altra materia prima m2 ; ogni articolo di tipo B richiede 1 kg della materia
prima m1 e 300g della materia prima m2 . Sono disponibili al massimo 450 kg della materia prima m1 e al massimo
270 kg della materia prima m2 . L’utile che si realizza dalla vendita di ogni articolo del tipo A è 400 euro e l’utile
che si realizza dalla vendita di ogni articolo del tipo B è di 250 euro. Quanti articoli di ogni tipo conviene produrre
per rendere massimo l’utile? Quanto vale l’utile massimo?
[150 articoli del tipo A e 300 del tipo B; utile massimo ¼ 135 000 euro]
79
Þ
Una ditta prepara 2 tipi di manufatti, per i quali utilizza due materie prime, A e B. Per il primo tipo di manufatto occorrono 16 kg della materia prima A e 24 kg della materia prima B; per il secondo tipo di manufatto occorrono 30 kg della materia prima A e 20 kg della materia prima B. Sono disponibili 96 q della materia prima A e 120
q della materia prima B. Sapendo che l’utile che si ottiene dalla vendita di ogni manufatto del primo tipo è di 100
euro e quello che si ottiene dalla vendita di ogni manufatto dell’altro tipo è di 120 euro, determina la combinazione produttiva che rende massimo l’utile e il valore dell’utile massimo.
[420 manufatti del primo tipo e 96 del secondo; utile massimo ¼ 53 520 euro]
80
Þ
81 Una ditta deve approvvigionarsi di due tipi di materie prime: M1 ed M2 . La materia prima M1 costa 50 euro/q
Þ
e occupa un volume di 0,6 m3 /q; la materia prima M2 costa 30 euro/q e occupa un volume di 0,8 m3 /q. Il magazzino ha una capacità massima di 400 m3 e il budget settimanale disponibile per l’acquisto delle due materie prime è
di 18 000 euro. Inoltre, è necessario che la quantità della materia prima M1 sia non inferiore a 50 q e non superiore
a 200 q e che la quantità della materia prima M2 sia non inferiore a 100 q. Se il costo di magazzinaggio di un quintale della materia prima M1 è di 9 euro e quello di un quintale della materia prima M2 è di 7,5 euro, qual è la quantità delle due materie prime che la ditta deve acquistare per rendere minimo il costo di magazzinaggio? Quali
quantità farebbero sı̀ invece che il costo fosse massimo?
[Minimo: 50 q di M1 e 100 q di M2 , con costo minimo ¼ 1200 euro;
massimo: circa 109,1 q di M1 e 418,2 q di M2 , con costo massimo di circa 4118,18 euro]
179
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
82 Si producono due modelli diversi di scaffali: S1 ed S2 . Per i materiali che servono per la produzione degli scafÞ
fali non si possono spendere più di 7750 euro alla settimana e per il lavoro di produzione degli scaffali non si può
superare una spesa settimanale di 12 000 euro. Per realizzare uno scaffale del tipo S1 le spese ammontano a 40 euro
per i materiali e a 60 euro per la produzione, mentre per realizzare uno scaffale del tipo S2 le spese ammontano a
25 euro per i materiali e a 40 euro per la produzione.
La vendita di ciascuno scaffale del tipo S1 realizza un utile di 30 euro e la vendita di ciascun scaffale di tipo S2 realizza un utile di 25 euro. Inoltre ogni settimana devono essere prodotti almeno 10 scaffali di ciascuno dei due tipi.
Quanti scaffali S1 e quanti scaffali S2 occorre produrre settimanalmente per ottenere il massimo utile? A quanto
ammonta l’utile massimo?
[10 scaffali del tipo 1, 285 del tipo 2; utile massimo ¼ 7425 euro]
83 Un’industria metalmeccanica produce ogni giorno due componenti A e B per auto, che vende rispettivamenÞ
te a 128 euro e a 146 euro l’uno. Ogni componente di tipo A richiede 14 minuti di lavoro al tornio e 10 minuti alla
smerigliatrice; ogni componente di tipo B richiede 8 minuti di lavoro al tornio e 16 minuti alla smerigliatrice. Il
tornio può lavorare al massimo 8 ore al giorno e la smerigliatrice al massimo 10 ore al giorno. Quale deve essere la
combinazione produttiva giornaliera per ottenere il massimo ricavo? Quanto vale il ricavo massimo?
[20 componenti del tipo A e 25 del tipo B; ricavo massimo ¼ 6210 euro]
Una ditta di calzature ha 260 paia di scarpe nel magazzino I e 320 paia di scarpe nel magazzino II. Due rivenditori, situati uno a Milano e l’altro a Torino, ordinano uno 250 paia di scarpe e l’altro 300 paia di scarpe. Le spese
di spedizione per inviare un paio di scarpe ai due negozi, da ciascuno dei due magazzini, sono indicate nella tabella
qui sotto. Quante paia di scarpe bisogna spedire da ciascun magazzino, per minimizzare i costi di spedizione?
84
Þ
Milano
Torino
Magazzino I
5 euro
4 euro
Magazzino II
6 euro
8 euro
[250 paia dal magazzino I al negozio di Milano;
260 scarpe dal magazzino I al negozio di Torino e 40 paia di scarpe dal magazzino II al negozio di Torino]
Un artigiano produce ogni giorno anelli e bracciali. La produzione di un anello necessita di 5 g di oro e di un
tempo di lavorazione di 1 ora e 30 minuti. La produzione di un bracciale necessita di 10 g di oro e di un tempo di
lavorazione di 30 minuti.
Giornalmente l’artigiano ha a disposizione 70 g di oro e 10 ore di tempo lavoro. Sapendo che per ogni anello guadagna 20 euro, mentre per ogni bracciale 30 euro, stabilisci il miglior programma di produzione giornaliera.
85
Þ
[Siano x e y, rispettivamente, il numero di anelli e di bracciali che l’artigiano produce in una giornata.
Trattando inizialmente il problema come se x e y potessero assumere valori reali
26
22
si trova che il programma ottimo corrisponde alla scelta seguente: x ¼
¼ 5,2, y ¼
¼ 4,4;
5
5
il programma ottimo corrispondente al caso in cui x e y sono interi si ha, invece, per x ¼ 4, y ¼ 5.
Nota che in questo caso arrotondando a meno dell’unità il programma ottimo trovato
nel caso non intero, non si ottiene il programma ottimo del caso intero!]
Si vuole programmare la coltivazione di due specie ortofrutticole. La coltivazione di un ettaro di terreno della
specie A per un anno comporta costi pari a 300 euro; la coltivazione di un ettaro di terreno della specie B per un
anno comporta costi pari a 600 euro. Si vuole che i costi complessivi in un anno non siano superiori a 40 000 euro.
La superficie coltivata non può essere superiore a 100 ettari; inoltre si vogliono coltivare almeno 20 ettari di terreno con la specie A. Determina la produzione che permette di ottenere il massimo guadagno in ciascuno dei seguenti due casi:
86
Þ
a. la specie A fornisce un guadagno di 100 euro per ettaro, la specie B di 300 euro per ettaro;
b. la specie A fornisce un guadagno di 100 euro per ettaro, la specie B di 150 euro per ettaro.
Supponi che un ettaro di terreno possa essere coltivato anche solo in parte e non necessariamente con una sola
specie.
[a. Il programma ottimo corrisponde a coltivare 20 ettari con la specie A e circa 56,6 ettari con la specie B;
b. Il programma ottimo corrisponde a coltivare circa 66,7 ettari con la specie A e circa 33,3 ettari con la specie B]
180
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 4
Programmazione lineare
Discuti il problema precedente nel caso in cui ogni ettaro di terreno debba essere coltivato completamente
con una sola specie.
[Siano x gli ettari coltivati con la specie A e y quelli coltivati con la specie B. Il fatto che un ettaro di terreno
possa essere coltivato completamente e con una sola specie impone a x e y di assumere valori interi.
Nel caso a. il programma ottimo corrisponde a coltivare 21 ettari con la specie A e 56 con la specie B
(in questo caso, approssimando per eccesso a meno dell’unità il programma ottimo ottenuto nel caso non intero,
si ottiene il programma x ¼ 20, y ¼ 57, che è da scartare perché non è un programma possibile in base ai vincoli,
mentre, approssimando per difetto, si ottiene il programma x ¼ 20, y ¼ 56 che realizza un utile di 18 800 euro
contro un utile di 18 900 euro fornito dal programma x ¼ 21, y ¼ 56).
Nel caso b. il programma ottimo corrisponde a coltivare 67 ettari con la specie A e 33 con la specie B
(in questo caso, arrotondando il programma ottimo nel caso non intero a meno dell’unità
si ottiene il programma ottimo del caso intero)]
87
Þ
Un coltivatore usa una combinazione di due tipi di fertilizzanti, ciascuno contenente differenti percentuali
di fosfati e nitrati come indicato nella tabella qui sotto.
88
Þ
Fosfati per confezione
Nitrati per confezione
Fertilizzante A
1800 g
900 g
Fertilizzante B
2500 g
2000 g
Il coltivatore vuole concimare un terreno con almeno 12 kg di fosfati e 8 kg di nitrati. Una confezione di fertilizzante A costa 6 euro, una confezione di fertilizzante B costa 12 euro. Determina quante confezioni di fertilizzante A e quante confezioni di fertilizzante B bisogna utilizzare per minimizzare il costo.
[Siano x e y, rispettivamente, il numero di confezioni utilizzate di fertilizzante A e B.
80
8
ey¼ .
Se x e y potessero assumere valori frazionari il minimo si avrebbe per x ¼
27
3
Il problema con x e y interi dà luogo a una spesa minima, uguale a 54 euro, in ciascuno dei seguenti casi:
x ¼ 3, y ¼ 3; x ¼ 5, y ¼ 2; x ¼ 7, y ¼ 1; x ¼ 9, y ¼ 0]
3. Problemi di programmazione lineare in più incognite
riconducibili a due
TEORIA a p. 166
Esercizi
Determina il massimo e il minimo della funzione
z ¼ 5x1 þ 3x2 þ x3 150, soggetta ai vincoli:
8
x1 þ 2x2 þ x3 ¼ 300
>
>
>
>
< 10x1 þ 5x2 þ 2x3 1500
89
Þ
>
2x1 þ 4x2 þ x3 600
>
>
>
:
x1 0, x2 0, x3 0
Determina il massimo e il minimo della funzione
z ¼ x1 þ x2 x3 þ 20, soggetta ai vincoli:
8
x1 þ x2 þ x3 ¼ 10
>
>
>
>
< 4x1 þ 5x2 þ x3 30
91
Þ
>
3x1 þ 4x2 þ 2x3 40
>
>
>
:
x1 0, x2 0; x3 0
[Max ¼ 1350 in (300, 0, 0);
min ¼ 650 in (100, 100, 0)]
Determina il massimo e il minimo della funzione
z ¼ 5x1 2x2 þ 3x3 200, soggetta ai vincoli:
8
x1 þ x2 þ x3 ¼ 300
>
>
>
>
< 7x1 þ 3x2 þ 2x3 750
90
Þ
>
5x1 þ 10x2 þ 2x3 2200
>
>
>
:
x1 0, x2 0, x3 0
[Max ¼ 320 in (160, 140, 0);
min ¼ 800 in (0, 300, 0)]
[Max ¼ 30 nei punti di coordinate (k, 10 k, 0)
con 0 k 10; min ¼ 20 in (0, 5, 5)]
Determina il massimo e il minimo della funzione
z ¼ 5x1 þ 2x2 þ x3 þ 20, soggetta ai vincoli:
8
x1 þ x2 þ x3 ¼ 20
>
>
>
>
< 5x1 þ 3x2 þ x3 40
92
Þ
>
4x1 þ 6x2 þ 2x3 56
>
>
>
:
x1 0, x2 0, x3 0
[Max ¼ 120 in (20, 0, 0);
min ¼ 50 in (0, 10, 10)]
181
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Determina il massimo e il minimo della funzione
z ¼ 5x1 þ 10x2 þ 2x3 10 soggetta ai vincoli:
8
x1 þ x2 þ x3 ¼ 10
>
>
>
>
>
>
< x1 þ 2x2 5
2x2 þ 3x3 6
>
>
>
>
3x3 2x1 18
>
>
:
x1 0, x2 0, x3 0
93
Þ
[Max ¼ 90 in (0, 10, 0);
min ¼ 25 in (5, 0, 5)]
Determina il massimo e il minimo della funzione
z ¼ 10x1 þ 5x2 þ x3 20, soggetta ai vincoli:
8
x1 þ x2 þ x3 ¼ 10
>
>
>
>
>
>
< 20x1 þ 5x2 40
5x2 þ 10x3 25
>
>
>
>
10x3 5x1 40
>
>
:
x1 0, x2 0, x3 0
94
Þ
[Max ¼ 57,5 in (7,5, 0, 2,5);
min ¼ 16,4 in (0,8, 4,8, 4,4)]
Problemi vari
Una ditta produce tre tipi di articoli diversi: A, B, C. Ogni articolo di tipo A richiede 30 minuti di lavorazione
per il montaggio e viene venduto a 800 euro; ogni articolo di tipo B richiede 55 minuti di lavorazione per il montaggio e viene venduto a 1000 euro; infine ogni articolo di tipo C richiede 45 minuti di lavorazione per il montaggio e viene venduto a 900 euro. Il numero degli articoli del tipo C prodotti deve essere uguale alla somma del doppio del numero di articoli del tipo A prodotti con il numero di articoli del tipo B prodotti. Inoltre, ogni settimana
la ditta non può produrre più di 54 articoli di ciascuno dei tre tipi e dispone complessivamente per i tre articoli al
massimo di 40 ore di lavoro per il montaggio. Qual è la combinazione produttiva dei tre articoli che in una settimana consente di realizzare il massimo ricavo? Quanto vale il ricavo massimo?
[20 articoli del tipo A, 0 del tipo B e 40 del tipo C; ricavo massimo ¼ 52 000 euro]
95
Þ
Un’industria alimentare produce tre dolci D1 , D2 , D3 . Per produrre un dolce di tipo D1 servono 150 g di farina, per produrre un dolce di tipo D2 servono 300 g di farina e per produrre un dolce di tipo D3 servono 150 g di farina. La disponibilità giornaliera di farina per la produzione dei tre dolci è di 15 kg. Il numero complessivo di dolci
prodotti giornalmente deve essere al massimo 90. La produzione giornaliera di dolci D3 deve mantenersi uguale alla somma tra il numero di dolci D1 e il triplo del numero di dolci D2 ; inoltre, ogni giorno devono essere prodotti almeno 5 dolci di ciascuno dei tre tipi. Dalla vendita di ogni dolce D1 si ricava un utile di 5 euro, dalla vendita di
ogni dolce D2 si ricava un utile di 4 euro e infine dalla vendita di ogni dolce D3 si ricava un utile di 3 euro. Quanti
dolci di ciascuno dei tre tipi D1 , D2 e D3 deve preparare l’azienda giornalmente per far sı̀ che l’utile sia massimo?
Quanto vale l’utile massimo?
[35, 5 e 50 dolci rispettivamente di tipo D1 , D2 , D3 ; utile massimo ¼ 345 euro]
96
Þ
Un’impresa costruisce 3 tipi di manufatti prefabbricati in calcestruzzo, che indicheremo con M1 , M2 ed M3 .
Per produrre il modello M1 servono 20 kg di calcestruzzo, per produrre il modello M2 servono 10 kg di calcestruzzo
e per produrre il modello M3 servono 60 kg di calcestruzzo. Per la produzione di questi manufatti ogni settimana
sono disponibili 80 q di calcestruzzo. Si sa poi che ogni settimana il numero di manufatti del modello M3 prodotti
deve essere uguale alla somma del numero dei manufatti prodotti del tipo M1 con il triplo del numero dei manufatti prodotti del tipo M2 ; inoltre, sempre settimanalmente, l’impresa vuole che la somma tra il doppio del numero
di manufatti di tipo M1 prodotti e il numero di manufatti degli altri due tipi complessivamente prodotti non sia superiore a 200. Sapendo che dalla vendita di ogni manufatto del tipo M1 si ricavano 200 euro, dalla vendita di ogni
manufatto del tipo M2 si ricavano 100 euro e dalla vendita di ogni manufatto del tipo M3 si ricavano 350 euro,
quanti manufatti dei tre tipi bisogna produrre settimanalmente per rendere massimo il ricavo? A quanto ammonta
il ricavo massimo?
[24 del tipo M1 , 32 del tipo M2 e 120 del tipoM3 ; ricavo massimo ¼ 50 000 euro]
97
Þ
Un’industria tessile produce 3 tipi di capi di vestiario: A, B, C. Sommando il triplo dei capi di vestiario di tipo
A prodotti in una settimana con la somma tra il numero dei capi di vestiario degli altri due tipi prodotti in una settimana non si può superare la quantità complessiva di 360 capi. Inoltre, sempre in relazione alla produzione settimanale, il numero dei capi di vestiario del tipo C prodotti è uguale alla somma del numero di capi del tipo A prodotti con il doppio del numero di capi del tipo B prodotti. È noto inoltre che per confezionare un capo del tipo A
occorre 1 m di stoffa, cosı̀ come per confezionare un capo del tipo C, mentre per confezionare un capo del tipo B
occorrono 2 m di stoffa. Ogni settimana sono disponibili al massimo 320 m di stoffa per confezionare i tre capi di
vestiario. Se ogni capo del tipo A è venduto a 200 euro, ogni capo del tipo B è venduto a 150 euro e ogni capo del
tipo C è venduto a 100 euro, quanti capi di vestiario di ciascun tipo bisogna produrre ogni settimana per rendere
massimo il ricavo? A quanto ammonta il ricavo massimo?
[48 capi del tipo A, 56 del tipo B, 160 del tipo C; ricavo massimo ¼ 34 000 euro]
98
Þ
182
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Costo per il trasporto dalla miniera all’impianto
I1
I2
I3
M1
12
8
20
M2
24
28
16
Programmazione lineare
Un’industria di manifattura acciaio si approvvigiona di materia prima presso due miniere, che indichiamo
con M1 ed M2 , e dispone di tre impianti di produzione I1 , I2 , I3 . Ogni giorno tutto il minerale estratto dalle miniere
viene trasportato agli impianti di produzione, distribuendolo in modo da soddisfarne il fabbisogno. Le miniere M1
ed M2 forniscono ogni giorno rispettivamente 120 e 180 tonnellate di minerale. Gli impianti I1 , I2 , I3 richiedono
ogni giorno rispettivamente 80, 100 e 120 tonnellate di minerale. Il costo giornaliero (in migliaia di euro) per il trasporto di una tonnellata di minerale da ciascuna miniera a ciascun impianto di produzione è riportato in tabella.
99
Þ
Unità 4
Problemi di trasporto
Determina quali quantità conviene trasportare da ciascuna miniera agli impianti di produzione, in modo da minimizzare il costo complessivo dovuto al trasporto.
[Ogni giorno devono essere trasportate dalla miniera M1 a I1 ,
I2 , I3 rispettivamente 20, 100 e 0 tonnellate e dalla miniera M2 a I1 , I2 , I3 rispettivamente 60, 0, 120 tonnellate]
100 Un dato bene viene prodotto giornalmente in due diversi impianti, che indichiamo con I1 e I2 , e di qui la
Þ
quantità prodotta viene spedita ogni giorno a tre centri di distribuzione C1 , C2 , C3 . Gli impianti I1 e I2 producono
ogni giorno rispettivamente 250 e 400 unità del bene. I centri di distribuzione C1 , C2 , C3 richiedono ogni giorno
rispettivamente 150, 300 e 200 unità del bene. Il costo, in euro, per il trasporto di una unità del bene da ciascun
impianto a ciascun centro di distribuzione è riportato in tabella.
Costo per il trasporto dall’impianto al centro di distribuzione
C1
C2
C3
I1
15
10
16
I2
22
20
18
Determina quali quantità conviene trasportare da ciascun impianto a ciascun centro di distribuzione, in modo da
minimizzare il costo complessivo dovuto al trasporto.
[Ogni giorno devono essere trasportate dall’impianto I1
a C1 , C2 , C3 rispettivamente 0, 250, 0 unità e dall’impianto I2 a C1 , C2 , C3 rispettivamente 150, 50, 200 unità]
101 Un’azienda produce computer portatili in due diverse fabbriche, che indichiamo con F1 ed F2 , e li trasporta
Þ
settimanalmente in tre magazzini M1 , M2 , M3 . La fabbrica F1 produce ogni settimana 1800 computer e la fabbrica
F2 ne produce 4200. Le capienze dei tre magazzini sono rispettivamente di 1500 computer, 2000 computer e 2500
computer. Il costo in euro per il trasporto di un computer da ciascuna fabbrica a ciascun magazzino è riportato in
tabella.
Costo per il trasporto dalla fabbrica al magazzino
M1
M2
M3
F1
10
5
16
F2
20
10
15
Determina quali quantità conviene trasportare da ciascuna fabbrica a ciascun magazzino per minimizzare il costo
di trasporto complessivo.
[Ogni giorno devono essere trasportate dalla fabbrica F1 a M1 , M2 , M3
rispettivamente 1500, 300, 0 computer e dalla fabbrica F2 a M1 , M2 , M3 rispettivamente 0, 1700, 2500 computer]
102 Un dato bene viene prodotto giornalmente in due diversi impianti, che indichiamo con I1 e I2 , e di qui la
Þ
quantità prodotta viene spedita ogni giorno a tre centri di distribuzione, C1 ; C2 ; C3 . Gli impianti I1 e I2 producono
ogni giorno rispettivamente 250 e 350 unità del bene. I centri di distribuzione C1 ; C2 ; C3 richiedono ogni giorno rispettivamente 120, 300 e 180 unità del bene. Il costo (in euro) per il trasporto di una unità del bene da ciascun impianto a ciascun centro di distribuzione è riportato in tabella.
Costo per il trasporto dall’impianto al centro di distribuzione
C1
C2
C3
I1
10
20
30
I2
8
16
12
Determina quali quantità conviene trasportare da ciascun impianto a ciascun centro di distribuzione, in modo da
minimizzare il costo complessivo dovuto al trasporto.
[Ogni giorno devono essere trasportate dall’impianto I1
a C1 , C2 , C3 rispettivamente 120, 130, 0 unità e dall’impianto I2 a C1 , C2 , C3 rispettivamente 0, 170, 180 unità]
183
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
RIEPILOGO
Esercizi di riepilogo
Test
Nel piano cartesiano, che cosa rappresenta il si8
< y x þ 2
stema x 1
?
:
y1
103
Þ
A
B
C
D
Un punto
Un triangolo
Un angolo
L’insieme vuoto
Nel piano cartesiano, che cosa rappresenta il si8
< y < x þ 2
stema x 1
?
:
y1
104
Þ
A
B
C
D
Un punto
Un triangolo
Un angolo
L’insieme vuoto
Nel piano cartesiano, che cosa rappresenta la disequazione xy > 0?
105
Þ
A
B
C
D
I punti del primo quadrante
I punti del secondo quadrante
I punti del terzo quadrante
Nessuna delle precedenti risposte è corretta
Nel piano cartesiano, che cosa rappresenta il si8
<y < x þ 3
stema x 3
?
:
y1
106
Þ
A
Un punto
B
Un triangolo
C
Un angolo
D
L’insieme vuoto
Quale delle seguenti disequazioni rappresenta un
semipiano cui non appartiene l’origine?
107
Þ
A
xþy 0
B
xþy >1
C
x 2y < 2
D
xþy 1
Quale delle seguenti disequazioni rappresenta un
semipiano cui appartiene l’origine?
108
Þ
A
x þ 2y > 0
B
xþy >3
C
2x þ y < 2
D
xþy 1
Rappresenta nel piano cartesiano le regioni di piano definite dalle seguenti disequazioni e dai seguenti
sistemi.
8
1
>
< x 1
xþ1
109 y Þ
2
y > 2
117
Þ
>
:y < 4 x
110 y < x 2
Þ
1 x < 4
111 x þ y > 0
118
Þ
Þ
2 < y 1
112
Þ
x 2y 4 0
113
Þ
2x þ 3y 9 0
(
xþyþ1¼0
114
Þ
1x<3
(
115
Þ
xþ20
(
116
Þ
y ¼ 0,5x þ 3
y > 2x
y 2x
184
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
8
y
>
>
>
<y
119
Þ
>y
>
>
:
y
x3
xþ3
x 3
x þ 3
8
< 3 x 3
120
Þ : y 2x 3
y xþ4
8
< 2 < y < 3
121
y x2
Þ
:
y x þ 2
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 4
122
Þ
Rappresenta analiticamente le regioni di piano disegnate nelle seguenti figure.
y
y
y
Programmazione lineare
B
B
A
A
O
x
x
D
A
x
O
O
C
B
C
D
C
a.
b.
Scrivi un sistema di disequazioni che rappresenti
analiticamente il triangolo ABC di vertici Að1, 2Þ,
Bð0, 2Þ e Cð3, 1Þ, esclusa la frontiera del triangolo.
123
Þ
Scrivi un sistema di disequazioni che rappresenti
analiticamente il trapezio ABCD di vertici Að3, 2Þ,
Bð5, 2Þ, Cð4, 2Þ, Dð2, 2Þ, inclusa la frontiera del
trapezio.
124
Þ
Scrivi un sistema di disequazioni che rappresenti
analiticamente il quadrilatero ABCD di vertici Að0, 3Þ,
Bð2, 0Þ, Cð0, 2Þ, Dð2, 0Þ, esclusa la frontiera del
quadrilatero.
c.
Determina il massimo e il minimo della funzione
z ¼ 10x1 þ 12x2 , soggetta ai vincoli:
8
2x1 þ x2 9
>
>
<
3x1 þ 5x2 17
>
>
:
x1 0, x2 0
128
Þ
[Max ¼ 52 in (4, 1); min ¼ 0 in (0, 0)]
125
Þ
Determina il massimo e il minimo della funzione
z ¼ x 2y þ 10, soggetta ai vincoli:
8
x 2y þ 6 0
>
>
>
>
>
>
<x 1 y 8 0
2
>
>
>
x
0
>
>
>
:
Max ¼ 18 in (8, 0); infiniti minimi (¼ 4)
y0
sui punti della regione ammissibile
1
appartenenti alla retta di equazione y ¼ x þ 3
2
Determina il massimo e il minimo della funzione
w ¼ 2x 4y þ z 3, soggetta ai vincoli:
129
Þ
8
xþyþz¼1
>
>
>
>
>
>
2x þ y 18
>
>
<
3x þ 5y 24
>
>
>
>
>
2x þ z 8
>
>
>
:
x 0, y 0
126
Þ
Determina il massimo e il minimo della funzione
z ¼ 2x þ 2y þ 6, soggetta ai vincoli:
8
2x y 5 0
>
>
>
< x 3y þ 15 0
>
x þ y 11 0
>
>
:
x 0, y 0
5
,0
Max ¼ 16 in (0, 5); min ¼ 1 in
2
127
Þ
Max ¼ 6 in (8, 0, 7); min ¼
7
in
2
59 3
27
,
,
8
8
4
Determina il massimo e il minimo della funzione
z ¼ x1 2x2 x3 , soggetta ai vincoli:
130
Þ
8
x1 þ x2 þ x3 ¼ 4
>
>
>
>
>
< x1 þ 2x2 20
>
x1 þ 2x3 5
>
>
>
>
:
x1 0, x2 0, x3 0
Max ¼ 2 in (3, 0, 1); min ¼ 11
3 5
in 0,
,
2
2 2
Un negoziante vende televisori di due tipi, A e B. In base alla domanda, il negoziante vuole sempre tenere in
magazzino più di 15 televisori del tipo A e più di 5 televisori del tipo B; inoltre vuole che il numero di televisori del
tipo A sia almeno il doppio del numero di televisori del tipo B. Il numero complessivo di televisori in magazzino
deve essere inferiore a 30.
131
Þ
a. Rappresenta nel piano cartesiano tutte le possibili combinazioni di televisori del tipo A e di televisori del tipo
B che il negoziante può tenere in magazzino, in modo da rispettare i vincoli indicati.
b. Se il negoziante vuole che il numero di televisori del tipo A in magazzino sia il massimo possibile, quanti
televisori del tipo A e quanti del tipo B deve tenere?
[23 del tipo A e 6 del tipo B]
185
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Un allevatore decide di allevare oche e tacchini. Vuole allevare non più di 16 animali, tra cui non più di 10
oche. Allevare un’oca gli costa 5 euro e allevare un tacchino 10 euro. Complessivamente, non vuole spendere più
di 140 euro per allevare gli animali. Ogni oca produce un profitto di 8 euro e ogni tacchino un profitto di 15 euro.
Quante oche e quanti tacchini deve allevare per massimizzare il profitto?
[4 oche e 12 tacchini]
132
Þ
Un mobilificio produce due tipi di armadi: M1 ed M2 . Le risorse disponibili non consentono di produrre complessivamente più di 70 armadi. Inoltre si vogliono produrre al massimo 40 armadi di tipo M1 e al massimo 35 armadi di tipo M2 . Ciascun armadio di tipo M1 viene venduto a 550 euro e ciascun armadio di tipo M2 viene venduto
a 600 euro. Determina la combinazione produttiva che consente di ottenere il massimo ricavo, nonché il valore
del ricavo massimo.
[35 armadi del tipo M1 e altrettanti del tipo M2 ; ricavo massimo ¼ 40 250 euro]
133
Þ
Un’industria meccanica produce due componenti per elettrodomestici, diciamo C1 e C2 . Ogni elemento C1
richiede 11 minuti di lavoro manuale e 2 minuti di lavoro a una macchina e viene venduto al prezzo unitario di
45 euro. Ogni elemento C2 richiede 5 minuti di lavoro manuale e 10 minuti di lavoro alla macchina e viene venduto al prezzo unitario di 55 euro. La disponibilità giornaliera di lavoro manuale è al massimo di 11 ore e quella
della macchina adatta alla lavorazione è al massimo di 12 ore. Determina quanti pezzi di ciascun componente bisogna produrre ogni giorno per ottenere il massimo ricavo, e l’ammontare di quest’ultimo.
[30 componenti del primo tipo e 66 del secondo; ricavo massimo ¼ 4980 euro]
134
Þ
Una ditta produce borsette e zainetti. Per realizzare una borsetta occorre usare 0,6 m2 di pelle e 0,20 m2 di tessuto, mentre per realizzare uno zainetto occorrono 0,1 m2 di pelle e 0,5 m2 di tessuto . La dotazione settimanale di
pelle è al massimo di 80 m2 e quella di tessuto è al massimo di 120 m2 . Inoltre, per la produzione di una borsetta
servono 2 ore di lavoro, mentre la produzione di uno zainetto richiede 1 ora di lavoro. Complessivamente in una
settimana le ore di lavoro sono al massimo 300. Tenendo conto che una borsetta è venduta a 100 euro e uno zainetto a 20 euro, determina la combinazione produttiva settimanale che rende massimo il ricavo e il valore di quest’ultimo.
[125 borsette e 50 zainetti; ricavo massimo ¼ 13 500 euro]
135
Þ
Un’impresa produce due tipi di articoli, il prodotto P1 e il prodotto P2 . Per esigenze di mercato la somma degli
articoli prodotti dei due tipi non può essere meno di 40 unità. Per realizzare un’unità del prodotto P1 sono necessari 60 minuti di lavoro al reparto r1 e 40 minuti al reparto r2 . Per realizzare un’unità del prodotto P2 servono 40 minuti al reparto r1 e 60 minuti al reparto r2 . Ciascuno dei due reparti può lavorare al massimo per 60 ore alla settimana alla produzione dei due prodotti. Sapendo che l’utile che si ricava dalla vendita di ogni unità di P1 è di 200 euro
e quello che si ricava dalla vendita di ogni unità di P2 è di 180 euro, determina il numero di prodotti P1 e P2 che occorre realizzare in una settimana per ottenere il massimo utile, e il valore di quest’ultimo.
[36 unità del primo prodotto e altrettante del secondo; utile massimo ¼ 13 680 euro]
136
Þ
Un panificio artigianale produce due tipi di dolci: il dolce meringato e il dolce margherita. Per ogni dolce meringato servono 2 etti di farina e 5 uova, per ogni dolce margherita servono 4 etti di farina e 2 uova. Alla preparazione di questi dolci sono destinati ogni giorno al massimo 40 kg di farina e al massimo 600 uova. Il dolce meringato è venduto a 12 euro e quello margherita a 8 euro. Quanti dolci di ciascun tipo bisogna produrre giornalmente
per fare sı̀ che il ricavo sia massimo, e quanto vale quest’ultimo?
[100 dolci meringati e 50 dolci margherita; ricavo massimo ¼ 1600 euro]
137
Þ
Una ditta di trasporti possiede un piccolo battello che può trasportare un peso non superiore a 80 q e un volume non superiore a 180 m3 . La ditta trasporta due tipi di merce: Ma ed Mb . Ogni lotto di merce Ma ha un volume
di 1,5 m3 e un peso di 80 kg; ogni lotto di merce Mb ha un peso di 120 kg e un volume di 2 m3 . Inoltre, il battello
non deve trasportare meno di 10 lotti di Ma e non meno di 10 lotti di Mb . Se il trasporto di un lotto di Ma genera alla ditta un utile di 40 euro e il trasporto di un lotto dell’altra merce genera un utile di 50 euro, quanti lotti di Ma e
di Mb conviene trasportare in una corsa in modo da ottenere l’utile massimo? E quanto vale tale utile?
[85 lotti del tipo Ma , 10 lotti del tipo Mb ; utile massimo ¼ 3900 euro]
138
Þ
Per la produzione di due articoli A1 e A2 si utilizzano due materie prime: della prima (m1 Þ sono disponibili
al massimo 114 q al mese e della seconda (m2 Þ al massimo 90 q al mese. Un articolo di tipo A1 richiede 20 kg
della materia prima m1 e 25 kg della materia prima m2 . Ogni articolo A2 necessita di 30 kg della materia prima m1 e
di 20 kg della materia prima m2 . L’utile che si ottiene da ogni articolo del tipo A1 è di 40 euro e l’utile che si ottiene
da ogni articolo del tipo A2 è di 35 euro. Determina la combinazione produttiva mensile che consente di rendere
massimo l’utile e a quanto ammonta l’utile massimo.
[120 articoli del primo tipo, 300 del secondo; utile massimo ¼ 15 300 euro]
139
Þ
186
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
P1
P2
Ore macchina A
2
1
Ore macchina B
3
2
Ore macchina C
1
3
Programmazione lineare
141 Un’industria produce due tipi di pneumatici, che vengono realizzati a partire dalla stessa quantità e qualità di
Þ
materia prima, ma con diversi processi di lavorazione che impiegano tre macchine A, B, C. Lo schema del lavoro
per la produzione dei due pneumatici P1 e P2 è il seguente:
Unità 4
Un’industria tessile produce due tipi di calzoni, il modello A e il modello B. Per il modello A servono 2 m di
tessuto, 40 minuti di lavorazione manuale e 30 minuti di lavoro alla macchina, per il modello B servono 1 m di
tessuto, 47 minuti di lavorazione manuale e 20 minuti di lavoro alla macchina. Ogni mese sono disponibili al massimo 720 m di tessuto, 330 ore di lavoro manuale e 200 ore di lavoro alla macchina. Se ogni capo del modello A
fornisce un ricavo di 150 euro e ogni capo del modello B un ricavo di 125 euro, quale sarà il numero di calzoni dei
due modelli da confezionare mensilmente per rendere massimo il ricavo? Quanto vale tale ricavo massimo?
[260 calzoni del tipo A, 200 del tipo B; ricavo massimo ¼ 64 000 euro]
140
Þ
Le ore di lavoro disponibili giornalmente sono 8 per la macchina A, 24 per la macchina B, 18 per la macchina C. Il
guadagno unitario è di 40 euro per gli pneumatici del primo tipo e di 30 euro per gli pneumatici del secondo tipo.
Determina la quantità degli pneumatici che occorre produrre giornalmente per ottenere il massimo utile e a quanto ammonta quest’ultimo.
[2 pneumatici del primo tipo, 4 del secondo; utile ¼ 200 euro]
Una compagnia aerea può acquistare il carburante per i suoi aeromobili da una delle due aziende A e B. Il fabbisogno per il prossimo mese in ciascuno dei tre aeroporti in cui essa opera è costituito da 500 000 litri nell’aeroporto 1; 900 000 litri nell’aeroporto 2; 1 500 000 litri nell’aeroporto 3.
Ciascuna azienda può fornire carburante in ognuno dei tre aeroporti al prezzo (in lire/litro) indicato nella seguente
tabella:
142
Þ
Aeroporto 1
Aeroporto 2
Aeroporto 3
Azienda A
800
750
850
Azienda B
830
810
750
Determina il piano ottimale di acquisto per la compagnia aerea, nel caso in cui si rifornisca di 1 600 000 litri dall’azienda A e di 1 300 000 litri dall’azienda B.
(Suggerimento: indica con x e y i litri di carburante, comprati dall’azienda A, rispettivamente, per l’aeroporto 1 e
l’aeroporto 2. Il piano ottimale si ottiene per x ¼ 500 000, y ¼ 900 000)
Nota La valuta è riferita all’anno in cui è stato somministrato il quesito alla maturità.
(Maturità Istituto Tecnico Commerciale, 1994/95)
Esercizi in inglese
143
Þ
Solve math in English Find values of x 0 and y 0 that maximize z ¼ 8x þ 10y subject to each of the follo-
wing sets of constraints:
2x þ y 12
x þ y 18
b.
a.
x þ 2y 18
x þ 3y 20
144
Þ
[a. Max ¼ 146 at (17, 1); b. max ¼ 96 at (2, 8)]
Solve math in English You are given the following linear programming problem: «maximize the function
8
< 2x þ y 10
z ¼ ax þ 2y subject to x 2y 0 ». Determine the range of a for which (4, 2) is an optimal solution.
:
x 0, y 0
[1 a 4]
187
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Ricerca operativa
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
PROVA DI AUTOVERIFICA
Programmazione lineare
Vero o falso?
a. la disequazione x þ y 1 rappresenta un semipiano chiuso
b. la disequazione x y 1 rappresenta il semipiano chiuso al di sotto della retta di equazione x y ¼ 1
c. la disequazione y > x þ 1 rappresenta il semipiano aperto al di sopra della retta di equazione
y ¼ x þ 1
d. un sistema formato da tre disequazioni lineari nelle incognite x e y rappresenta sempre, nel piano
cartesiano, un triangolo
e. un sistema formato da due disequazioni lineari nelle incognite x e y ammette sempre almeno una
soluzione
1
Þ
Rappresenta graficamente le soluzioni
delle seguenti disequazioni e sistemi.
2
Þ
y x þ 2
3
Þ
x 2y 1 < 0
(
4
Þ
5
Þ
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
Scrivi un sistema di disequazioni
che rappresenti analiticamente le seguenti figure.
6
Þ
7
Þ
Il triangolo ABC, in fig. A, inclusa la frontiera.
Il quadrato ABCD, in fig. B, esclusa la frontiera.
C
y > 2x 2
y
y
D
C
y >x2
8
5x 4y 12
>
>
<
3x þ 4y 12
>
>
:
x 4y 4
x
O
A
x
O
B
Figura A
A
B
Figura B
Una ditta produce due tipi di oggetti A e B. La produzione di un oggetto del tipo A necessita di 4 unità di materia prima e di un tempo di lavoro di 20 minuti. La produzione di un oggetto del tipo B necessita di 8 unità di materia prima e di un tempo di lavoro di 10 minuti.
Per ogni ciclo di produzione la ditta ha a disposizione 120 unità di materia prima e un tempo di lavoro di 4 ore. Sapendo che ogni oggetto del tipo A fornisce un profitto di 12 euro, mentre ogni oggetto del tipo B fornisce un profitto di 20 euro, stabilisci quanti oggetti del tipo A e quanti del tipo B bisogna produrre in ogni ciclo di lavorazione
per ottenere il massimo profitto.
8
Þ
Considera un problema analogo al precedente, in cui l’oggetto A fornisce 10 euro di profitto e l’oggetto B garantisse 20 euro di profitto. Quali sarebbero i cicli di produzione che garantiscono il massimo profitto?
9
Þ
Valutazione
Esercizio
Punteggio
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Totale
0,2 5 ¼ 1
0,5
0,5
0,75
0,75
1
1
3
1,5
10
Punteggio
ottenuto
Tempo massimo: 1 h 30 min
188
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
3Risposte in fondo al volume
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Laboratorio di informatica
B
Tema
Tema B
ATTIVITÀ GUIDATE
Attività 1 Foglio elettronico, GeoGebra
Per organizzare la partecipazione delle proprie squadre giovanili a una serie di tornei,
una società sportiva vuole noleggiare un furgone per il trasporto di persone. Chiede
pertanto il preventivo a due agenzie di noleggio, che chiamiamo A e B, in modo da
poter scegliere l’offerta più conveniente.
Le condizioni di noleggio praticate dalle due agenzie sono le seguenti:
– Agenzia A: costo iniziale di 300 euro e costo giornaliero costante di 40 euro;
– Agenzia B: costo iniziale nullo, costo giornaliero di 80 euro per i primi 5 giorni di
noleggio e costo giornaliero di 60 euro per i giorni successivi.
Se hai difficoltà a svolgere
le attività guidate,
fai riferimento ai file
disponibili on-line.
Laboratorio di informatica
Noleggio di un furgone con confronto tra due diverse offerte
Qual è l’offerta più conveniente per un noleggio di 4 giorni? E per un noleggio di
12 giorni?
Per quanti giorni di noleggio l’offerta dell’agenzia A risulta più conveniente?
Per quanti giorni di noleggio, invece, conviene scegliere l’offerta dell’agenzia B?
a. Costruzione del modello del problema
Indicato con x il numero di giorni di noleggio, il costo corrispondente può essere
espresso in funzione di x tramite le seguenti due funzioni (la prima lineare, la seconda lineare a tratti), aventi come dominio l’insieme N:
– Agenzia A:
– Agenzia B:
fa ðxÞ ¼ 300 þ 40x
80x
fb ðxÞ ¼
80 5 þ 60 ðx 5Þ
se x 5
se x > 5
Per rispondere alle domande poste dal problema, seguiamo due approcci diversi.
b. Approccio numerico (con Excel)
Puoi impostare un foglio Excel come quello qui sotto.
1. nelle celle in giallo vanno inseriti i dati da parte di chi usa il foglio (i dati
del problema sono dunque modificabili);
2. la colonna A contiene la sequenza dei giorni di noleggio, da 0 a 30;
3. nella cella B8 va inserita la seguente formula che traduce, in linguaggio Excel, l’espressione analitica della funzione fa :
=$B$4+A8*$B$5
Tale formula andrà poi copiata nelle celle sottostanti della colonna B;
Informatica – FOGLIO ELETTRONICO / GEOGEBRA
Non dovresti avere difficoltà a costruire il foglio, tenendo presente quanto segue:
189
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Laboratorio di informatica
4. nella cella C8 va inserita la seguente formula che traduce, in linguaggio Excel, l’espressione analitica della funzione fb :
=SE(A8<=$E$4;A8*$G$4;$G$4*$E$4+(A8-$E$4)*$G$5)
Tale formula andrà poi copiata nelle celle sottostanti della colonna C.
Analizzando i dati numerici, che puoi leggere nelle tre colonne A, B, C, puoi ora rispondere alle domande poste dal problema:
Tema B
un noleggio di 4 giorni costa ..... euro con l’Agenzia A e ..... euro con l’Agenzia B.
Dunque per un noleggio di 4 giorni risulta più conveniente l’agenzia .....;
un noleggio di 12 giorni costa ..... euro con l’Agenzia A e ..... Euro con l’Agenzia
B. Dunque per un noleggio di 12 giorni risulta più conveniente l’agenzia ..........;
in generale, l’Agenzia B risulta più conveniente per i primi .......... giorni, mentre
l’agenzia A è più conveniente dal .......... giorno in poi. Per un affitto di ..... giorni,
le due agenzie hanno lo stesso costo.
c. Approccio grafico (con GeoGebra)
1. Tralascia in un primo momento le limitazioni sul dominio (cioè il fatto che
deve essere x 2 NÞ e traccia con GeoGebra i grafici delle due funzioni fa e fb ,
come se fossero funzioni di variabile reale. Per immettere l’equazione della
funzione fa devi digitare nella riga di inserimento:
f_a(x)= 300+40*x
Per immettere l’equazione della funzione fb devi digitare:
f_b(x)= Se[x<=5, 80*x, 400+60*(x-5)]
Suggerimento
Informatica – FOGLIO ELETTRONICO / GEOGEBRA
Puoi impostare gli intervalli
da visualizzare sull’asse x e
sull’asse y nella finestra che
si apre facendo clic sul menu
Opzioni e poi selezionando
la voce Vista grafica.
190
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Scegliendo in modo opportuno gli intervalli da visualizzare sull’asse x e sull’asse
y (nel caso in figura abbiamo scelto come minimo e massimo valore da visualizzare sull’asse x rispettivamente 3 e 25 e come minimo e massimo valore da visualizzare sull’asse y rispettivamente 250 e 1500), otterrai un grafico simile al
seguente:
2. Osservando attentamente i grafici e tenendo conto che solo i punti di essi
a coordinate intere positive rappresentano il problema, rispondi alle domande poste all’inizio.
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Prezzo di vendita di un giornale
a. in corrispondenza di quali prezzi di vendita si avrebbe una perdita?
b. per quali prezzi il ricavo è superiore a 10 000 euro?
c. per quale prezzo il guadagno è massimo? In corrispondenza di tale prezzo si ha
anche il massimo ricavo?
Laboratorio di informatica
Un giornale periodico vende in media 5000 copie e viene venduto al prezzo di 1,60
euro a copia, mentre è stato stimato che ciascuna copia ha un costo di 0,60 euro.
Volendo incrementare le vendite, la proprietà del giornale si rivolge a un’agenzia specializzata che, dopo aver svolto un’indagine di mercato, stabilisce che diminuendo il
prezzo di vendita di 0,10 euro a copia le vendite aumenterebbero in media di 1000
copie. Supponendo che per ogni diminuzione di 0,10 euro a copia si vendano 1000
copie in più, rispondi alle seguenti domande:
Tema B
Attività 2 Foglio elettronico, GeoGebra
Ti proponiamo di risolvere anche questo problema secondo tre diversi approcci.
a. Approccio numerico (con Excel)
Puoi costruire un foglio di Excel che simuli la situazione che si verrebbe a determinare con i vari prezzi di vendita possibili e di qui dedurre le risposte alle domande poste dal problema. Un foglio adatto allo scopo può essere quello in figura.
1. Le celle evidenziate in giallo sono riservate all’inserimento dei dati del problema: numero di copie vendute (cella B3); prezzo attuale (cella B4); costo
di una copia (cella B5); diminuzione del prezzo (cella B6); numero di lettori
in più per ogni diminuzione di prezzo (cella D6).
2. Nella cella A9 devi inserire la formula =B4.
3. Nella cella A10 devi scrivere la formula che traduce una diminuzione del
prezzo uguale al valore immesso nella cella B6 (in questo caso 10 centesimi), ossia: =A9-$B$6. Tale formula andrà copiata nelle celle sottostanti ad
A10 fino alla riga 24 (corrispondente all’ultimo prezzo non nullo possibile).
4. Nella cella B9 devi inserire la formula =B3.
5. Nella cella B10 (analogamente al passo 3) devi scrivere la formula che traduce un aumento del numero di copie standard vendute (immesso in B3 e
in B9) di un numero di copie uguale al valore immesso in D6. Lasciamo a
te scrivere la formula opportuna e copiarla nelle celle sottostanti fino alla
riga 24.
Informatica – FOGLIO ELETTRONICO / GEOGEBRA
Non dovresti avere difficoltà a costruire un foglio analogo, tenendo presente
quanto segue.
191
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Laboratorio di informatica
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
6. Nella cella C9 devi inserire la formula che traduce il ricavo ottenuto dalla
vendita del numero di copie indicato nella cella B9, al prezzo indicato nella
cella A9, quindi =A9*B9. Dovrai poi come al solito copiare tale formula
nelle celle sottostanti della colonna C.
7. Nella cella D9 devi inserire la formula che esprime il costo ottenuto dalla
vendita del numero di copie in B9; ricordando che il costo di una singola
copia è quello immesso in B5, puoi comprendere che la formula da inserire
nella cella D9 (e copiare nelle celle sottostanti della colonna D) è
=B9*$B$5.
8. Nella cella E9 devi scrivere la formula che esprime il guadagno, cioè la differenza tra il ricavo (calcolato in C9) e il costo (calcolato in D9); quindi devi
copiare tale formula nelle celle sottostanti della colonna E.
Analizza ora attentamente i dati numerici ottenuti e rispondi alle domande poste
dal problema.
In corrispondenza di quali prezzi di vendita si avrebbe una perdita?
In corrispondenza di quali prezzi di vendita il ricavo è superiore a 10 000 euro?
In corrispondenza di quali prezzi di vendita il guadagno risulta massimo? In
tal caso si ha anche il massimo ricavo?
b. Approccio grafico (con GeoGebra)
1. Indica con x il numero di diminuzioni di prezzo di 0,10 euro (quindi x 2 NÞ
e determina l’espressione analitica delle tre funzioni RðxÞ, CðxÞ e GðxÞ che
esprimono, rispettivamente, il ricavo, il costo e il guadagno corrispondenti
alla vendita del giornale al prezzo di 1,60 euro meno x diminuzioni di 0,10
euro.
2. Tralasciando in un primo momento le limitazioni sul dominio (cioè il fatto
che deve essere x 2 NÞ, traccia con GeoGebra i grafici delle tre funzioni
RðxÞ, CðxÞ e GðxÞ come normali funzioni reali di variabile reale.
3. Tenendo conto che i soli punti dei grafici che rappresentano il problema
sono quelli a coordinate intere, rispondi alle domande poste dal problema.
Informatica – FOGLIO ELETTRONICO / GEOGEBRA
c. Approccio algebrico (a mano)
192
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Indica con x il numero di diminuzioni di prezzo di 0,10 euro e tieni presente le
espressioni analitiche di RðxÞ, CðxÞ e GðxÞ ricavate al punto precedente. Tralasciando in un primo momento le limitazioni sul dominio (cioè il fatto che deve
essere x 2 NÞ e considerando quindi x come una variabile reale:
la ricerca delle risposte alle domande a e b si traduce nella ricerca delle soluzioni di due opportune disequazioni;
la ricerca dei prezzi cui corrispondono il massimo guadagno e il massimo ricavo corrisponde alla ricerca del vertice di una parabola.
1. Risolvi le disequazioni e trova i vertici delle parabole.
2. Dai risultati ottenuti deduci le risposte alle domande del problema, tenendo conto che, ai fini della risoluzione di quest’ultimo, deve essere x 2 N.
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
1
Þ
Compagnia A:
0,15 euro per lo scatto alla risposta;
0,20 euro per ogni minuto di conversazione.
Compagnia B:
lo scatto alla risposta è gratis;
0,25 euro per ogni minuto di conversazione, per i primi 5 minuti;
0,22 euro per ogni minuto di conversazione, per i minuti successivi a 5.
Per quale durata di conversazione è più conveniente la compagnia A? E per quali la
compagnia B?
Risolvi il problema secondo diversi approcci, come nell’Attività guidata 1.
2
Þ
Laboratorio di informatica
Due compagnie telefoniche applicano le seguenti tariffe, per il costo di ogni singola
telefonata:
Tema B
ATTIVITÀ PROPOSTE
Una sala cinematografica vuole aumentare il numero dei propri spettatori nel weekend; ha valutato che diminuendo il prezzo del biglietto di 0,20 euro gli spettatori aumenterebbero di 500 unità per ogni weekend. Si sa inoltre che, nei weekend attuali:
il prezzo del biglietto è di 7,20 euro;
gli spettatori sono mediamente 2000;
per ogni spettatore si ha un costo medio (pulizia sale, personale di assistenza ecc.)
di 3,70 euro.
In corrispondenza di quale possibile prezzo di vendita compreso tra quello attuale e
3 euro si ottiene il massimo guadagno? In corrispondenza di tale prezzo si ha anche
il massimo ricavo?
Informatica – FOGLIO ELETTRONICO / GEOGEBRA
193
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema B
Verso le competenze
Tema
B
Verso le competenze
RISOLVERE PROBLEMI E COSTRUIRE MODELLI
1 La domanda di un dato bene è espressa dalla funzione x ¼ 2p þ 2500, essendo x la quantità richiesta e proÞ
dotta in un anno e p il prezzo unitario di vendita (in euro). In un anno, per la produzione del bene viene sostenuto
un costo fisso di 6000 euro e un costo variabile di 150 euro per ogni unità prodotta. Determina la quantità x che
deve essere prodotta e venduta in un anno per conseguire l’utile massimo, e il valore di tale utile massimo.
[x ¼ 1100, utile max ¼ 599 000 euro]
Una ditta ha bisogno di 8000 kg di una determinata materia prima per il suo ciclo produttivo. Ogni ordine
costa 100 euro e i costi di magazzinaggio per la conservazione della materia prima ammontano, per un periodo
uguale alla durata di un ciclo produttivo, a 10 euro al kilogrammo. Determina il quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo annuo complessivo di gestione del magazzino, e l’ammontare di tale costo.
[400 kg, 4000 euro]
2
Þ
Una torrefazione di caffè prepara due miscele, che identifichiamo con M1 ed M2 . Ogni kilogrammo della miscela M1 è preparato utilizzando 0,6 kg di un primo tipo di caffè e 0,4 kg di un secondo tipo di caffè, mentre ogni
kilogrammo della miscela M2 è preparato utilizzando 0,8 kg del primo tipo di caffè e 0,2 kg del secondo tipo di caffè. Per un ciclo produttivo sono disponibili al massimo 25 q di caffè del primo tipo e al massimo 15 q di caffè del
secondo tipo. L’utile che si ricava dalla vendita di un kilogrammo della miscela M1 è di 6 euro e l’utile che si ricava
dalla vendita di un kilogrammo dell’altra miscela è di 4 euro. Determina le quantità delle due miscele che conviene
produrre per conseguire il massimo utile, e il valore di tale utile massimo.
[3500 kg della miscela M1 , 500 kg della miscela M2 , utile ¼ 23 000 euro]
3
Þ
Una ditta, per produrre un determinato bene, sostiene, in un ciclo di produzione, i seguenti costi:
costo fisso pari a 350 euro;
costo per ogni kilogrammo prodotto pari a 8 euro;
spesa per pubblicità pari (in euro) al 10% del quadrato del numero di kilogrammi prodotti.
Il bene prodotto è messo in vendita al prezzo di 20 euro al kilogrammo. Detta x la quantità (in kilogrammi) prodotta e venduta in un ciclo di produzione, determina:
a. l’espressione analitica della funzione dell’utile e la sua rappresentazione grafica;
b. per quali valori di x l’azienda è in pareggio;
c. per quale valore di x l’utile è massimo.
[a. y ¼ 0,1x2 þ 12x 350; b. x ¼ 50 _ x ¼ 70; c. x ¼ 60]
4
Þ
Una ditta che commercia legname decide di produrre due tipi di prefabbricati in legno: un modello di casetta
e un modello di baita. Per ogni casetta prefabbricata servono 4 m3 di legname e 6 ore di lavoro, per ogni baita prefabbricata servono 5 m3 di legname e 5 ore di lavoro. Alla produzione delle casette e delle baite sono destinati al
massimo 240 m3 di legname e al massimo 300 ore di lavoro. Il numero di casette prefabbricate deve essere non inferiore a quello delle baite. L’utile che si può ricavare dalla vendita di una casetta prefabbricata è di 20 000 euro;
quello che si può ricavare dalla vendita di una baita prefabbricata è di 18 000 euro. Quante casette prefabbricate e
quante baite prefabbricate conviene produrre per conseguire il massimo utile? Quanto vale l’utile massimo?
[30 casette e 24 baite; utile massimo ¼ 1 032 000 euro]
5
Þ
Per il trasporto di una determinata merce due ditte chiedono i seguenti compensi:
ditta A: 120 euro di spese fisse e 6 euro per ogni quintale trasportato;
ditta B: 150 euro di spese fisse per un trasporto fino a 20 quintali, più 8 euro a quintale per ogni quintale eccedente i 20.
Determina a quale ditta conviene rivolgersi, in relazione al numero x di quintali da trasportare.
[Per 0 x < 5 conviene A; per 5 < x < 65 conviene B; per x > 65 conviene A;
per x ¼ 5 e per x ¼ 65 è indifferente scegliere A o B]
6
Þ
Per la produzione di due stampi, che indicheremo con S1 ed S2 , un’industria può disporre ogni mese al massimo di 1200 kg di resina e al massimo di 900 ore di lavoro. La produzione di uno stampo di tipo S1 richiede 5 kg di
resina e 5 ore di lavorazione, la produzione di uno stampo di tipo S2 richiede invece 12 kg di resina e 2 ore di lavorazione. I prezzi unitari ai quali gli stampi S1 ed S2 sono venduti sono rispettivamente 1600 euro e 1000 euro. Determina la combinazione produttiva che consente di realizzare il massimo ricavo, e il valore del ricavo massimo.
[168 stampi del tipo S1 , 30 del tipo S2 , ricavo massimo ¼ 298 800 euro]
7
Þ
194
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema B
Verso le competenze
Per la produzione di un certo bene, un’azienda deve sostenere a seconda del tipo di lavorazione i seguenti costi mensili:
tipo di lavorazione A: un costo fisso di 1400 euro e un costo variabile di 5 euro per ogni unità prodotta;
tipo di lavorazione B: un costo fisso di 1600 euro e un costo variabile di 4,5 euro per ogni unità prodotta;
tipo di lavorazione C: un costo fisso di 1800 euro e un costo variabile di 4 euro per ogni unità prodotta.
Ogni unità del bene viene venduta al prezzo di 15 euro.
Determina il tipo di lavorazione che consente di realizzare il massimo utile mensile, in dipendenza del numero x
di unità prodotte (e vendute) in un mese. [Per 0 x 140 non conviene né A né B né C (utile negativo o nullo);
per 140 < x < 400 conviene il tipo di lavorazione A; per x > 400 conviene il tipo di lavorazione C;
per x ¼ 400 sono equivalenti i tipi di lavorazione A e C (il tipo di lavorazione B non conviene mai)]
8
Þ
Un dato bene può essere prodotto secondo due diversi processi produttivi A e B. Si stima che gli utili complessivi, espressi in funzione della quantità X venduta, siano dati da:
9
Þ
UA ¼ 1500X 20 000 per il processo produttivo A
UB ¼ 1600X 80 000 per il processo produttivo B
La quantità X venduta è una variabile aleatoria avente la distribuzione di probabilità riportata in tabella:
Valori di X
Probabilità
250
0,15
400
0,45
550
0,4
Stabilisci quale processo di lavorazione è più conveniente in base al criterio del valor medio.
[ðUA Þ ¼ 636 250, ðUB Þ ¼ 620 000, conviene il processo A]
Per produrre un dato bene un’impresa può scegliere tra due processi produttivi, diciamo A e B:
il processo A comporta un costo fisso annuale di 8000 euro e un costo variabile di 115 euro per ogni unità prodotta;
il processo B comporta un costo fisso annuale di 10 000 euro e un costo variabile di 110 euro per ogni unità prodotta.
Supposto che la quantità prodotta in un anno sia una variabile casuale la cui distribuzione di probabilità è quella
in tabella, determina quale processo è più conveniente, allo scopo di minimizzare i costi, secondo il criterio del valore medio.
10
Þ
Quantità prodotta
1000
1250
1500
2000
Probabilità
0,1
0,4
0,3
0,2
[ðCA Þ ¼ 174 750, ðCB Þ ¼ 169 500, conviene il processo B]
Disponendo di un certo capitale, è possibile effettuare un’operazione di investimento scegliendo tra due opzioni:
investimento A: ricevere la somma di 8000 euro fra 2 anni e la somma di 10 000 euro fra 5 anni;
investimento B: ricevere 8 rate semestrali anticipate di 2000 euro ciascuna.
Al tasso di valutazione del 5% annuo, quale delle due opzioni è la più conveniente?
[REAA ¼ 15 091,50 euro; REAB ¼ 14 713,53 euro; conviene l’investimento A]
11
Þ
195
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema B
Verso le competenze
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
INTERPRETARE GRAFICI E DATI
In figura sono rappresentati i grafici delle due
funzioni CðxÞ ed RðxÞ che esprimono rispettivamente
il costo e il ricavo (in migliaia di euro) derivanti dalla
produzione e vendita mensile della quantità x (in
quintali) di un dato bene. La retta tratteggiata è tangente al grafico della funzione costo nel punto C ed è
parallela al grafico della funzione ricavo.
Dall’analisi dei grafici determina, se possibile:
12
Þ
Fai riferimento alla figura, dove sono rappresentati i grafici di tre funzioni che costituiscono il modello di tre alternative.
13
Þ
y
9
3
2 A
1
O
x
–1
1
2
3
4
5 6
7
8
9 10
a. Supposto che, per x 0, i tre grafici rappresentino delle alternative di costo, stabilisci, al variare di
x, qual è la scelta più conveniente, ai fini di minimizzare il costo.
b. Supposto che per x 0 i tre grafici rappresentino
delle alternative di utile, stabilisci, al variare di x,
qual è l’alternativa più conveniente, ai fini di massimizzare l’utile.
B
9
Determina il massimo e il minimo assoluti della
funzione obiettivo z ¼ 20x þ 15y nella regione ammissibile rappresentata in figura.
14
Þ
7,50 8
6,25 7
6
C
y
5
A
ricavo
y = R(x)
6
E
D
5
3
4
2
3
1
O
–1
–1
alternativa 1
4
11
4
B
5
costo
y = C(x)
10
alternativa 2
6
y
12
C
7
a. le quantità che realizzano il pareggio;
b. i limiti di produzione rispettando i quali non si è
in perdita;
c. la quantità da produrre e vendere per ottenere
il minimo costo, nonché il valore di tale costo minimo;
d. la quantità da produrre e vendere per ottenere il
massimo utile, nonché il valore di tale utile massimo.
13
alternativa 3
8
x
1
2
3
4
5
6
7
8
2
A
1
9 10 11
C
x
O
1 B2
3
4
5
6
[Max ¼ 175 in (5, 5); min ¼ 30 in (0, 2)]
VERSO LE PROVE INVALSI
Paolo effettua un sondaggio per stabilire qual è la palestra più conveniente tra alcune della sua zona. Nella
palestra A un ingresso giornaliero ha un costo di 10 euro; nella palestra B un ingresso giornaliero ha un costo di 6
euro, ma occorre avere una tessera che costa 20 euro e che dura 1 mese. Sia x il numero di ingressi mensili che Paolo prevedere di effettuare; in corrispondenza di quali valori di x è preferibile la palestra B?
1
Þ
A
x>4
B
x<4
C
x>5
D
x<5
Il modello di un problema di scelta è una funzione obiettivo y ¼ f ðxÞ, che risulta strettamente decrescente
nell’intervallo a x b (che coincide con la regione ammissibile del problema). La funzione di scelta rappresenta
un costo. In corrispondenza di quale valore di x verrà raggiunto il costo minimo?
2
Þ
A
B
In un punto interno all’intervallo (a, bÞ
Nel punto x ¼ a
196
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
C
D
Nel punto x ¼ b
Informazioni non sufficienti per rispondere
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
A
è uguale a 1000
B
è uguale a 1200
C
è uguale a 1400
D
non esiste
4 La domanda di un dato bene è definita dalla relazione x ¼ p þ 45, essendo x la quantità (espressa in kiloÞ
grammi) richiesta e prodotta in un mese e p il prezzo unitario di vendita. Per la produzione del bene, l’azienda sostiene un costo mensile fisso di 200 euro e un costo variabile di 10 euro al kilogrammo. Qual è il prezzo unitario di
vendita che rende massimo l’utile mensile, supponendo che tutta la quantità prodotta venga venduta?
A
17,50 euro al kilogrammo
C
32,50 euro al kilogrammo
B
27,50 euro al kilogrammo
D
Nessuno dei precedenti
Verso le competenze
Il massimo della funzione obiettivo, soggetta ai vincoli dati:
Tema B
La funzione obiettivo di un problema di programmazione lineare è z ¼ 200x þ 350y e i vincoli sono:
8
x 3y 6
>
>
<
xþy 4
x0
>
>
:
y0
3
Þ
Un’azienda deve decidere a quale ditta affidare il trasporto di una merce. La ditta A richiede un costo di 50 euro per ogni quintale trasportato; la ditta B richiede invece 30 euro per ogni quintale trasportato ma richiede un costo aggiuntivo fisso di 100 euro. La scelta più conveniente, al fine di minimizzare i costi risulta essere:
5
Þ
A
la ditta A, se la quantità di merce da trasportare in un viaggio è superiore a 5 q
B
la ditta B, se la quantità di merce da trasportare in un viaggio è superiore a 5 q
C
la ditta A, indipendentemente dalla quantità da trasportare
D
la ditta B, indipendentemente dalla quantità da trasportare
Il minimo della funzione z ¼ 4x þ 2y nella regione ammissibile rappresentata nella figura viene raggiunto in
corrispondenza:
y
A del vertice A e del vertice D
6
B del vertice B
B
5
C del vertice C
6
Þ
D
di un punto interno al poligono ABCD
4
3
A
2
C
1
O
D
1
2
x
3
4
5
6
Una ditta ha bisogno di 6000 kg di una determinata materia prima per il suo ciclo produttivo. Ogni ordine
costa 50 euro e i costi di magazzinaggio per la conservazione della materia prima per la durata di un ciclo produttivo ammontano a 10 euro al kilogrammo. Qual è il quantitativo da ordinare ogni volta per rendere minimo il costo
annuo complessivo di gestione del magazzino (le opzioni sono arrotondate a un numero intero)?
7
Þ
A
8
Þ
240 kg
B
245 kg
C
250 kg
D
255 kg
Una persona vuole acquistare un appartamento e può scegliere fra tre forme di pagamento:
A
pagare 150 000 euro subito;
B
versare subito 50 000 euro e pagare 5 rate annue posticipate di 25 000 euro;
C
versare 6 rate annue posticipate di 35 000 euro.
Quale forma di pagamento è la più conveniente al tasso di valutazione del 6%?
a. Risposta:
.....................................................................................................................................................................................................................................
b. Giustifica la tua risposta, scrivendo anche i calcoli tramite cui sei giunto a essa:
.................................................................................................................................................................................................................................................................
.................................................................................................................................................................................................................................................................
197
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Un’azienda deve scegliere tra le seguenti tre offerte, per il noleggio giornaliero di un autocarro:
la ditta A richiede un costo fisso di 200 euro, indipendentemente dai kilometri percorsi;
la ditta B richiede un costo fisso di 80 euro e un costo aggiuntivo di 1,50 euro al kilometro;
la ditta C richiede un costo fisso di 50 euro e un costo aggiuntivo di 2 euro al kilometro.
In figura sono riportati i grafici delle tre funzioni che costituiscono il modello delle tre alternative di costo (y rappresenta il costo corrispondente a un percorso di x km al giorno).
9
Þ
y euro
250
Tema B
Verso le competenze
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
200
170
150
y = h(x)
y = g(x)
100
y = f(x)
50
0
10
20 30
40
50 60
70 80
75
km
90 x
i. Quali sono gli abbinamenti corretti?
A la funzione f rappresenta il costo relativo alla ditta A, la funzione g rappresenta il costo relativo alla ditta B e
la funzione h rappresenta il costo relativo alla ditta C
B la funzione f rappresenta il costo relativo alla ditta B, la funzione g rappresenta il costo relativo alla ditta C e
la funzione h rappresenta il costo relativo alla ditta A
C la funzione f rappresenta il costo relativo alla ditta C, la funzione g rappresenta il costo relativo alla ditta A e
la funzione h rappresenta il costo relativo alla ditta B
D la funzione f rappresenta il costo relativo alla ditta C, la funzione g rappresenta il costo relativo alla ditta B e
la funzione h rappresenta il costo relativo alla ditta A
ii. Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a. se si prevede di percorrere con l’autocarro meno di 50 km, è preferibile l’offerta della ditta A
b. se si prevede di percorrere con l’autocarro una tratta tra i 60 km e gli 80 km, è preferibile l’offerta
della ditta B
c. l’offerta della ditta C è la più conveniente se e solo se si prevede di percorrere più di 75 km
d. l’offerta della ditta B è la più conveniente se e solo se si prevede di percorrere meno di 60 km
e. se si prevede di percorrere più di 80 km, è preferibile l’offerta della ditta A
f. l’offerta della ditta A non è mai conveniente rispetto alle offerte delle altre due ditte,
indipendentemente dal kilometraggio
g. se di prevede di dover percorrere esattamente 60 km è indifferente scegliere l’offerta della ditta B
o quella della ditta C
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
Gli utili annuali UA e UB (in migliaia di euro) generati da due possibili investimenti A e B sono due variabili
aleatorie di cui nelle seguenti tabelle sono date le distribuzioni di probabilità. Quale dei due investimenti è preferibile, in base al criterio del valore medio?
10
Þ
Utile investimento A
Probabilità
Utile investimento B
Probabilità
8
0,2
7
0,2
12
0,3
13
0,3
10
0,4
9
0,4
15
0,1
20
0,1
a. Risposta:
.....................................................................................................................................................................................................................................
b. Giustifica la tua risposta, scrivendo anche i calcoli tramite cui sei giunto a essa:
.................................................................................................................................................................................................................................................................
.................................................................................................................................................................................................................................................................
198
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
TEMA
C
Dati e previsioni
Abbiamo già visto che la
statistica «viene
in aiuto» del calcolo della
probabilità nei casi in cui il calcolo teorico della
probabilità di un evento risulta troppo difficile:
infatti, secondo l’approccio frequentista,
si può stimare la probabilità effettuando numerose
simulazioni e calcolando la frequenza (relativa)
dell’evento di interesse.
Viceversa, vedremo nelle prossime Unità che
PREREQUISITI
3Concetti fondamentali
del calcolo della probabilità
e del calcolo combinatorio
3Media e varianza
di una variabile aleatoria
3Distribuzione normale
COMPETENZE
3Utilizzare modelli probabilistici
il calcolo della probabilità «viene
e di inferenza statistica
per affrontare problemi di varia
in aiuto» della statistica, precisamente
natura e analizzare criticamente
i risultati ottenuti dai modelli
di quella parte della statistica, detta inferenziale,
che si occupa di studiare in che misura
le informazioni ricavate
su un campione possono essere estese
all’intera popolazione. Il calcolo della probabilità
consente infatti di «controllare» l’insita incertezza
che risiede nella variabilità campionaria.
Unità 5
Complementi sul calcolo della probabilità
Unità 6
Inferenza statistica
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Un processo produttivo «in controllo» deve
garantire la produzione di beni conformi alle
caratteristiche dichiarate e privi di difetti.
Numerosi eventi aleatori possono tuttavia
influenzare il processo (regolazione delle
macchine, qualità della materia prima ecc.),
dando luogo a delle imperfezioni nel
prodotto o degli scostamenti rispetto alle
norme dichiarate. È importante perciò un
costante controllo statistico della qualità,
che oggi avviene sulla base di sofisticati
metodi, basati proprio sulle tecniche
dell’inferenza statistica.
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità
5
Complementi sul calcolo
della probabilità
Tema C
1. Richiami di calcolo della probabilità
Richiamiamo sinteticamente in questo paragrafo i principali concetti di calcolo
della probabilità introdotti nel volume precedente.
Terminologia
Spazio campionario
È l’insieme di tutti i possibili esiti di un esperimento aleatorio; si
indica generalmente con il simbolo .
Evento
Ogni sottoinsieme dello spazio campionario.
Evento certo
Si chiama cosı̀ un evento che coincide con lo spazio campionario.
Evento elementare
Un evento costituito da un solo elemento dello spazio
campionario.
Evento impossibile
Un evento che coincide con l’insieme vuoto.
Evento unione
Si definisce evento unione di A e B, e si indica con A [ B, l’evento
che si realizza quando si realizzano A o B (o entrambi).
Evento intersezione
Si definisce evento intersezione di A e B e si indica con A \ B l’evento
che si realizza quando si realizzano simultaneamente entrambi gli
eventi A e B.
Eventi incompatibili
Due eventi la cui intersezione è l’evento impossibile.
Evento contrario
Si definisce evento contrario di A, e si indica con A, l’evento che si
realizza quando non si realizza A, ossia l’evento rappresentato dal
complementare di A
Il concetto di probabilità
Dato uno spazio campionario , la probabilità di un evento A di è un numero
reale che misura il grado di fiducia riposto nel fatto che A si realizzi. Qualsiasi sia
il modo in cui decidiamo di assegnare la probabilità a un evento, deve risultare:
0 pðAÞ 1
pðxÞ ¼ 0 pð Þ ¼ 1
pðA [ BÞ ¼ pðAÞ þ pðBÞ se A e B sono eventi incompatibili
In particolare, se lo spazio campionario è finito e tutti i suoi eventi elementari
sono equiprobabili, allora la probabilità di un evento A si definisce in base alla nota formula:
pðAÞ ¼
numero di casi favorevoli al realizzarsi di A
Definizione classica di probabilità
numero di casi possibli
ESEMPIO
Calcolo di una probabilità secondo la definizione classica
Estraiamo a caso un numero tra i numeri naturali compresi tra 1 e 90 (inclusi 1 e
90). Calcoliamo la probabilità dei seguenti eventi:
a. il numero estratto è 12;
b. la cifra delle unità del numero estratto è 7;
c. il numero estratto ha due cifre uguali.
Lo spazio campionario è l’insieme f1, 2, :::, 90g ed è lecito supporre che ciascun numero abbia la stessa probabilità di essere estratto, quindi possiamo applicare la definizione classica.
200
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
1
.
90
Unità 5
a. Abbiamo un solo caso favorevole, quindi la probabilità richiesta è
c. I casi favorevoli corrispondono all’estrazione di un numero appartenente
all’insieme f11; 22; 33; 44; 55; 66; 77; 88g. Abbiamo quindi 8 casi favorevoli,
8
4
dunque la probabilità cercata è uguale a
¼
.
90
45
I primi teoremi di calcolo della probabilità
Relativamente alla probabilità dell’evento contrario e dell’evento unione, sussistono le regole espresse nel seguente teorema.
E v e n t o c o n t r a r i o ed e v e n t o u n i o n e
TEOREMA 5 .1
a. Se A è un evento e A è il suo evento contrario, allora:
Complementi sul calcolo della probabilità
b. I casi favorevoli corrispondono all’estrazione di un numero appartenente
all’insieme f7; 17; 27; 37; 47; 57; 67; 77; 87g. Abbiamo quindi 9 casi favore9
1
voli, dunque la probabilità cercata è uguale a
¼
.
90
10
pðAÞ ¼ 1 pðAÞ
b. Siano A e B due eventi, allora:
pðA [ BÞ ¼ pðAÞ þ pðBÞ pðA \ BÞ
ESEMPIO
Evento unione ed evento contrario
Si estrae una carta da un mazzo di 52. Calcoliamo la probabilità che la carta
estratta:
a. sia un fante;
b. sia rossa;
c. sia un fante rosso;
d. sia un fante o sia rossa;
e. non sia né un fante né rossa.
Indichiamo con A l’evento: «la carta estratta è un fante» e con B l’evento: «la
carta estratta è rossa».
4
1
a. Poiché i fanti sono 4 in tutto, risulta pðAÞ ¼
¼
.
52
13
b. Poiché la metà delle carte sono rosse , risulta pðBÞ ¼
26
1
¼ .
52
2
c. Si tratta di calcolare pðA \ BÞ; poiché i fanti rossi sono due (quello di cuori e
quello di denari), risulta:
pðA \ BÞ ¼
2
1
¼
52
26
d. Si tratta di calcolare pðA [ BÞ:
pðA [ BÞ ¼ pðAÞ þ pðBÞ pðA \ BÞ ¼
1
1
1
7
þ ¼
13
2
26
13
e. Osserva che l’evento: «estrarre una carta che non è né un fante né rossa» è
l’evento contrario di «estrarre una carta che è un fante o rossa»; dunque la
sua probabilità è:
1 pðA [ BÞ ¼ 1 7
6
¼
13
13
201
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Prova tu
ESERCIZI a p. 214
1. Estraiamo a caso un numero tra i 90 della tombola. Calcola la probabilità dei seguenti eventi:
a. il numero estratto è 13;
b. la seconda cifra del numero estratto è 0;
c. il numero estratto ha due cifre distinte;
d. il numero estratto è pari;
e. il numero estratto è multiplo di 9;
1
1
41
1
1
5
; b.
; c.
; d. ; e. ; f.
f. il numero estratto è pari o multiplo di 9.
a:
90
10
45
2
9
9
2. Probabilità composte ed eventi indipendenti
Probabilità condizionata
Vogliamo introdurre ora un importante concetto, quello di probabilità condizionata. Esso interviene ogni qualvolta si vuole calcolare la probabilità di un
evento A, sapendo che si è verificato un evento B. L’informazione aggiuntiva che deriva dal sapere che si è verificato B può modificare la probabilità che si verifichi
A, come mostra l’esempio seguente.
ESEMPIO
Introduzione intuitiva al concetto di probabilità condizionata
Supponiamo di avere lanciato per due volte consecutive una moneta non truccata.
a. Sapendo che nel primo lancio è uscita «testa», qual è la probabilità che sia
uscita «testa» in entrambi i lanci?
b. Sapendo che in almeno uno dei due lanci è uscita «testa», qual è la probabilità che sia uscita «testa» in entrambi i lanci?
Attenzione!
Il risultato ottenuto nel
punto b. appare spesso
controintuitivo, perché a un
primo approccio viene
naturale il seguente
ragionamento: «sapendo che
almeno uno dei due lanci ha
dato come risultato ‘testa’, vi
sono due sole possibilità: che
sia uscita ‘testa’ in entrambi i
lanci o che sia uscita ‘testa’
in uno solo dei due lanci.
Ciascuno di questi ultimi
due eventi può verificarsi
con la stessa probabilità,
quindi la probabilità che
siano uscite due ‘testa’,
sapendo che ne è uscita
1
almeno una, è ». L’errore
2
consiste nell’aver assunto
indebitamente
l’equiprobabilità: infatti,
come abbiamo visto,
lo spazio campionario
nel caso b. è
00
¼ f(T, T); (T, C); (C, T)g,
dunque la probabilità che sia
uscita «testa» in uno solo dei
due lanci è il doppio della
probabilità che sia uscita
«testa» in entrambi i lanci.
202
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Lo spazio campionario che rappresenta i possibili esiti dell’esperimento consistente nel lancio per due volte consecutive di una moneta non truccata è:
¼ fðT, T); (T, C); (C, T); (C, C)g
e la probabilità di ottenere «testa» due volte, ossia dell’evento fðT, TÞg, in as1
senza di ulteriori informazioni, è . Le informazioni aggiuntive fornite nei
4
due casi a. e b. modificano tale probabilità: vediamo come.
a. Sapere che nel primo lancio è uscita «testa» ci permette di «restringere» lo
spazio campionario, eliminando le due coppie ordinate ðC, TÞ e ðC, CÞ. Possiamo quindi assumere come nuovo spazio campionario:
0
¼ fðT, T); (T, CÞg
I casi possibili sono ora soltanto 2, di cui uno solo favorevole, quindi la probabilità che siano uscite due «testa», sapendo che nel primo lancio è uscita
1
«testa», diviene .
2
b. Sapere che in almeno uno dei due lanci è uscita «testa» ci permette ancora di
«restringere» lo spazio campionario, ma questa volta possiamo eliminare
soltanto la coppia ordinata ðC, CÞ. Possiamo quindi assumere come nuovo
spazio campionario:
00
¼ f(T, T); (T, C); (C, T)g
I casi possibili sono ora 3, di cui uno solo favorevole, quindi la probabilità
che siano uscite due «testa», sapendo che in almeno uno dei due lanci è
1
uscita «testa», diviene .
3
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
A: «è uscita ‘testa’ in entrambi i lanci»
B: «è uscita ‘testa’ nel primo lancio»
assunto come spazio campionario 0 ¼ fðT, T); (T, CÞg, ossia l’evento B stesso;
contato il numero dei casi possibili, ossia il numero degli elementi di B;
contato il numero dei casi favorevoli, cioè il numero degli elementi di B che
realizzano A, ossia il numero degli elementi di A \ B;
costruito il rapporto tra il numero dei casi favorevoli e il numero dei casi possibili.
In altre parole, è risultato che:
pðA j BÞ ¼
numero di elementi di A \ B
jA \ Bj
¼
numero di elementi di B
jBj
Dividendo numeratore e denominatore dell’ultima frazione scritta per il numero
degli elementi dello spazio campionario , cioè per j j , otteniamo:
Complementi sul calcolo della probabilità
La probabilità dell’evento A, sapendo che si è verificato B, viene indicata con il
simbolo pðA j BÞ. Per calcolare tale probabilità abbiamo
Unità 5
Per fissare le idee, concentriamoci sul caso a. dell’esempio precedente. Poniamo:
jA \ Bj
jA \ Bj
pðA \ BÞ
j j
pðA j BÞ ¼
¼
¼
jBj
jBj
pðBÞ
j j
Questo risultato motiva la seguente definizione.
PROBABILITÀ CONDIZIONATA
Siano A e B due eventi, con B di probabilità non nulla. Si definisce probabilità
condizionata dell’evento A dato l’evento B, e si indica con il simbolo pðA j BÞ, il
rapporto tra la probabilità di A \ B e la probabilità di B (fig. 5.1):
pðA j BÞ ¼
pðA \ BÞ
pðBÞ
[5.1]
B
Figura 5.1 Supposto che si sia realizzato l’evento B, i soli casi
che realizzano l’evento A sono quelli di A \ B. Inoltre, l’insieme B
diviene lo spazio campionario. Pertanto la probabilità
condizionata di A dato B viene calcolata come rapporto tra la
probabilità di A \ B e quella di B.
A∩B
A
Dalla definizione stessa di probabilità condizionata segue l’uguaglianza seguente,
detta formula delle probabilità composte, che si rivela spesso molto utile per il
calcolo della probabilità dell’intersezione di due eventi:
pðA \ BÞ ¼ pðBÞ pðA j BÞ
[5.2]
Scambiando nella [5.1] i ruoli di A e B otteniamo:
pðB j AÞ ¼
pðB \ AÞ
pðA \ BÞ
¼
pðAÞ
pðAÞ
perciò la probabilità di A \ B può essere espressa anche mediante la seguente formula, simmetrica della [5.2]:
pðA \ BÞ ¼ pðAÞ pðB j AÞ
[5.3]
203
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
ESEMPIO
Applicazione della formula delle probabilità composte
Da un sacchetto contenente i 90 numeri della tombola si estraggono successivamente due numeri, senza rimettere nel sacchetto il primo numero estratto. Qual è
la probabilità che il primo numero estratto sia divisibile per 10 e il secondo sia pari?
Indichiamo con A l’evento: «il primo numero è divisibile per 10» e con B l’evento: «il secondo numero è pari»; dobbiamo calcolare pðA \ BÞ.
Allo scopo di utilizzare la [5.3] osserviamo che:
9
1
¼
pðAÞ ¼
90
10
pðB j AÞ è la probabilità di estrarre un numero pari dopo che dal sacchetto
è stato tolto un numero divisibile per 10 (cioè pari); dunque risulta
44
pðB j AÞ ¼
.
89
Possiamo ora applicare la [5.3], ottenendo cosı̀:
1 44
22
¼
pðA \ BÞ ¼ pðAÞ pðB j AÞ ¼
10 89
445
La formula delle probabilità composte può essere generalizzata al caso di più di
due eventi. Per esempio, nel caso di tre eventi si può dimostrare che:
pðE1 \ E2 \ E3 Þ ¼ pðE1 Þ pðE2 j E1 Þ pðE3 j E1 \ H2 Þ
Più in generale, se un evento è l’intersezione degli n eventi E1 , E2 , ..., En , la probabilità che si verifichi E è data dal prodotto che ha come fattori:
la probabilità di E1 ;
la probabilità di E2 , supposto verificato E1 ;
la probabilità di E3 , supposti verificati E1 ed E2 ;
.........................
la probabilità di En , supposti verificati gli n 1 eventi precedenti.
In formule:
pðE1 \ E2 \ ::::: \ En1 \ En Þ ¼
¼ pðE1 Þ pðE2 j E1 Þ pðE3 j E1 \ E2 Þ ::::: pðEn j E1 \ ::::: \ En1 Þ
ESEMPIO
Applicazione della formula delle probabilità composte
generalizzata
Da un mazzo di 40 carte se ne estraggono quattro successivamente (senza rimettere le carte estratte nel mazzo). Qual è la probabilità che le carte estratte siano
quattro Assi?
Si tratta di calcolare la probabilità dell’evento pðE1 \ E2 \ E3 \ E4 Þ, essendo E1 ,
E2 , E3 , E4 rispettivamente gli eventi: «è uscito un Asso alla prima estrazione»,
«è uscito un Asso alla seconda estrazione», «è uscito un Asso alla terza estrazione», «è uscito un Asso alla quarta estrazione». Per applicare la formula delle
probabilità composte generalizzata, osserviamo che:
4
1
la probabilità di estrarre un Asso alla prima estrazione è
¼
;
40
10
la probabilità di estrarre un Asso alla seconda estrazione, se un Asso è stato
3
1
¼
;
già estratto nella prima estrazione, è
39
13
la probabilità di estrarre un Asso alla terza estrazione, se due Assi sono stati
2
1
già estratti nelle prime due estrazioni, è
¼
;
38
19
la probabilità di estrarre un Asso alla quarta estrazione, se tre Assi sono stati
1
già estratti nelle prime tre estrazioni, è
.
37
1
1
1
1
1
La probabilità di estrarre quattro Assi è quindi:
¼
.
10 13 19 37
91 390
204
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
TEOREMA 5 .2
Dati tre eventi A, B, H, con H di probabilità non nulla, risulta:
Attenzione!
a. pð A j HÞ ¼ 1 pðA j HÞ
In generale non è vero che:
pðAjHÞ ¼
b. pðA [ B j HÞ ¼ pðA j HÞ þ pðB j HÞ pðA \ B j HÞ
¼ 1 pðAjHÞ
errato!
In particolare, se A e B sono incompatibili:
pðA [ B j HÞ ¼ pðA j HÞ þ pðB j HÞ
Eventi indipendenti
Intuitivamente, due eventi A e B si dicono indipendenti se il verificarsi dell’uno
non altera la probabilità che si verifichi l’altro.
Formalmente, utilizzando la definizione di probabilità condizionata, possiamo dare la seguente definizione.
Complementi sul calcolo della probabilità
Pro prie t à delle probabil ità cond izi onate
Unità 5
Valgono infine le proprietà espresse nel seguente teorema, che estendono alle
probabilità condizionate i teoremi relativi alla probabilità dell’evento complementare e dell’unione di due eventi.
EVENTI INDIPENDENTI
Due eventi A e B (con B di probabilità non nulla) si dicono indipendenti se la
probabilità condizionata dell’evento A, dato l’evento B, è uguale alla probabilità
di A.
In simboli, l’indipendenza tra A e B può esprimersi tramite la condizione:
pðA j BÞ ¼ pðAÞ
[5.4]
La definizione di eventi indipendenti è simmetrica, nel senso che può esprimersi
in modo equivalente scambiando i ruoli di A e B; dunque si può dire, in modo
equivalente, che due eventi A e B (con A di probabilità non nulla) sono indipendenti se e solo se:
pðB j AÞ ¼ pðBÞ
Se A e B sono due eventi indipendenti, la formula delle probabilità composte diventa:
pðA \ BÞ ¼ pðAÞ pðBÞ
[5.5]
nota anche come regola del prodotto.
Viceversa, se è vera la [5.5], allora i due eventi A e B sono indipendenti.
ESEMPI
Eventi dipendenti ed eventi indipendenti
a. Lanciamo per due volte consecutive un dado e consideriamo i due eventi A: «il
primo numero uscito è 2», B: «il secondo numero uscito è 5». I due eventi sono
indipendenti?
b. Lanciamo per due volte consecutive un dado; siano A l’evento: «il primo numero uscito è 2» e B l’evento: «la somma dei due numeri usciti è 5». I due eventi
sono indipendenti?
a. È intuitivo che il numero uscito nel lancio del dado la prima volta non influenza il numero che uscirà nel secondo lancio, quindi ci aspettiamo che i
due eventi siano indipendenti. Verifichiamolo in base alla [5.5]. È immediato che:
pðAÞ ¼
1
6
e
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
pðBÞ ¼
1
6
Attenzione!
Presta attenzione a non
confondere i due concetti di
eventi indipendenti e di
eventi incompatibili. In
particolare, è un errore
frequente ritenere che due
eventi incompatibili siano
anche indipendenti; in
realtà, è vero esattamente il
contrario, cioè che due
eventi incompatibili (aventi
probabilità non nulla) non
sono mai indipendenti.
Infatti, in queste ipotesi la
[5.5] non può essere
verificata, essendo il primo
membro uguale a zero
(poiché A \ B ¼ x e
pðA \ BÞ ¼ 0Þ e il secondo
membro diverso da zero
(perché stiamo supponendo
pðAÞ 6¼ 0 e pðBÞ 6¼ 0Þ.
Ô
205
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Dati e previsioni
Ô
Per calcolare pðA \ BÞ notiamo che, assumendo come spazio campionario
¼ X X, con X ¼ f1, 2, 3, 4, 5, 6g, abbiamo 36 casi possibili (ed equi1
.
probabili) di cui 1 solo favorevole, quindi pðA \ BÞ ¼
36
È facile a questo punto riconoscere che pðAÞ pðBÞ ¼ pðA \ BÞ.
Tema C
b. Ragioniamo intuitivamente: la possibilità di ottenere 5 come somma dei
due numeri usciti dipende dal numero uscito nel lancio del primo dado;
per esempio, se il primo numero uscito fosse 6, sarebbe impossibile ottenere 5 come somma dei due numeri usciti. Ci aspettiamo quindi che i due
eventi non siano indipendenti. Verifichiamolo in base alla [5.5].
È semplice calcolare la probabilità dell’evento A:
1
pðAÞ ¼
6
Per il calcolo della probabilità di B assumiamo come spazio campionario
¼ X X, essendo X ¼ f1, 2, 3, 4, 5, 6g. Allora j j ¼ 36 e l’evento B è
rappresentato dal seguente sottoinsieme di :
fð1, 4Þ; ð2, 3Þ; ð3, 2Þ; ð4, 1Þg
Dunque pðBÞ ¼
Attenzione!
Non si estende alle
probabilità condizionate la
regola del prodotto relativa a
due eventi indipendenti,
cioè se due eventi A e B sono
indipendenti, in generale
non è vero che:
pðA \ BjHÞ ¼
¼ pðAjHÞ pðBjHÞ
errato!
4
1
¼ .
36
9
L’evento A \ B, ossia «il primo numero uscito è 2 e la somma dei due numeri usciti è 5» è rappresentato da fð2, 3Þg, quindi:
1
pðA \ BÞ ¼
36
È immediato a questo punto riconoscere che pðAÞ pðBÞ 6¼ pðA \ BÞ.
Si può dimostrare che, se A e B sono due eventi indipendenti, anche le coppie di
eventi:
A e B, A
e
B, A e B
sono indipendenti.
Prova tu
ESERCIZI a p. 215
1. Il 98% delle lampadine prodotte da una fabbrica sono prive di difetti. Se una lampadina è difettosa, la probabilità
che venga scartata in base ai controlli di qualità è del 90%. Scelta a caso una lampadina prodotta, qual è la probabilità che sia difettosa e non venga scartata?
[0,2%]
2. Si lancia un dado regolare. Gli eventi: «è uscito un numero pari» ed «è uscito un numero primo» sono indipendenti?
[No]
3. Il teorema della probabilità totale
e il teorema di Bayes
In questo paragrafo presentiamo alcuni importanti teoremi che derivano dall’applicazione del concetto di probabilità condizionata.
Il teorema della probabilità totale
Consideriamo lo spazio campionario e supponiamo che H1 , H2 , ..., Hn siano
una partizione di , cioè che H1 , H2 , ..., Hn siano eventi di probabilità non nulla
di , a due a due disgiunti, la cui unione è :
¼ H1 [ H2 [ ::::: [ Hn
206
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 5
Considerato un qualsiasi evento A , gli insiemi A \ H1 , A \ H2 , ..., A \ Hn risultano a loro volta a due a due disgiunti e la loro unione è A (fig. 5.2, in cui
n ¼ 4):
Complementi sul calcolo della probabilità
A ¼ ðA \ H1 Þ [ ðA \ H2 Þ [ ::: [ ðA \ Hn Þ
Ω
A
H1
A ∩ H1
A ∩ H2
H4
A ∩ H4
A ∩ H3
H2
H3
Figura 5.2
Poiché gli eventi A \ H1 , A \ H2 , ..., A \ Hn sono disgiunti, abbiamo l’uguaglianza:
pðAÞ ¼ pðA \ H1 Þ þ pðA \ H2 Þ þ ::: þ pðA \ Hn Þ
che, in base alla formula delle probabilità composte, si può scrivere nella forma:
pðAÞ ¼ pðA j H1 Þ pðH1 Þ þ pðA j H2 Þ pðH2 Þ þ ::: þ pðA j Hn Þ pðHn Þ
Formula d el la probabilità totale
TEOREMA 5 .3
Sia H1 , H2 ,..., Hn una collezione di insiemi che forma una partizione dello spazio campionario. Allora, per ogni evento A, vale l’uguaglianza:
pðAÞ ¼ pðA j H1 Þ pðH1 Þ þ pðA j H2 Þ pðH2 Þ þ ::: þ pðA j Hn Þ pðHn Þ
[5.6]
È importante fare alcune osservazioni.
1. La più semplice applicazione del teorema 5.3 riguarda il caso in cui si considerano, come partizione dello spazio campionario, i due insiemi:
Attenzione!
Il fatto che H1 , H2 , ..., Hn
definiscano una partizione
dello spazio campionario
significa che H1 , H2 , ..., Hn :
– hanno probabilità non
nulle;
– sono a due a due disgiunti;
– la loro unione è lo spazio
campionario.
H1 ¼ B e H2 ¼ B
dove B è un qualunque evento di probabilità non nulla; in tal caso la formula
[5.6] diventa più semplicemente:
pðAÞ ¼ pðA j BÞ pðBÞ þ pðA j BÞ pðBÞ
2. Gli eventi H1 , H2 ,..., Hn che costituiscono una partizione dello spazio campionario prendono anche il nome di alternative perché se ne può verificare uno
e uno solo. L’utilità del teorema 5.3 dipende dal fatto che spesso è difficile
calcolare pðAÞ mentre è più facile calcolare pðA j Hi Þ, perché ciò significa calcolare pðAÞ con l’informazione aggiuntiva proveniente dal sapere che si è verificato Hi .
ESEMPIO
Applicazione del teorema della probabilità totale
Un esperto di cavalli ritiene che il purosangue Furia sia più forte se corre con la
pioggia. In particolare, l’esperto stima che Furia possa vincere con probabilità
10% in caso di tempo asciutto e con probabilità 25% in caso di pioggia. Il servizio
meteorologico prevede, per l’ora della gara, tempo asciutto con una probabilità
del 30%. Qual è la probabilità che Furia vinca la sua gara?
Formalizziamo il problema
Indichiamo con A l’evento «il giorno della gara il tempo è asciutto» e con A l’evento «il giorno della gara piove»; sia inoltre V l’evento «Furia vince la gara».
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Ô
207
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ô
Sappiamo che:
pðV j AÞ ¼ 0,1
Furia vince con probabilità 10% se il tempo è asciutto
pðV j AÞ ¼ 0,25
Furia vince con probabilità 25% se piove
pðAÞ ¼ 0,3
Il tempo è asciutto con probabilità uguale al 30%
Dobbiamo calcolare pðVÞ.
Calcoliamo le probabilità
I due eventi A e A costituiscono un insieme di alternative (perché sono uno il
complementare dell’altro) quindi possiamo applicare la formula della probabilità totale:
pðVÞ ¼ pðV j AÞ pðAÞ þ pðV j AÞ pðAÞ ¼
¼ pðV j AÞ pðAÞ þ pðV j AÞ ð1 pðAÞÞ ¼
¼ 0,1 0,3 þ 0,25 ð1 0,3Þ ¼ 0,205 ¼ 20,5%
VISUALIZZIAMO I CONCETTI
Problemi di probabilità e diagrammi ad albero
Possiamo rappresentare il problema risolto nel precedente esempio con il diagramma ad albero in fig. 5.3.
0,1
0,3
0,7
V
A
p(A)
0,9
V
0,25
V
p( A)
A
0,75
V
p(V | A)
V
p(V | A)
V
p(V | A)
V
p(A) ⋅ p(V|A) = p(A ∩ V)
A
p( A) ⋅ p(V | A) = p( A ∩ V )
A
V
Figura 5.3
p(V|A)
Figura 5.4
Nel diagramma in fig. 5.4 abbiamo esplicitato il significato delle probabilità
rappresentate sui rami. È importante osservare quanto segue.
1. La somma delle probabilità corrispondenti ai rami che escono da un medesimo
nodo è sempre uguale a 1. Ciò dipende dal fatto che i rami che escono da un
nodo rappresentano eventi complementari.
2. La probabilità dell’evento rappresentato da un cammino (cioè da una successione
di rami) è il prodotto delle probabilità segnate sui rami da cui è costituito.
Questa proprietà non è altro che la «trasposizione» sul diagramma ad albero
della regola delle probabilità composte; per esempio, il cammino rappresentato in rosso in fig. 5.4 rappresenta l’evento A \ V e risulta:
pðA \ VÞ
probabilità dell’evento
rappresentato
dal cammino in rosso
¼
pðAÞ
probabilità segnata
sul primo ramo
del cammino
pðV j AÞ
probabilità segnata
sul secondo ramo
del cammino
3. La probabilità di un evento è la somma delle probabilità di tutti i cammini che
conducono a esso. Questa proprietà non è altro che la «trasposizione» sul diagramma ad albero della formula della probabilità totale. Per esempio, nel
diagramma riportato in fig. 5.4, ci sono due cammini (quello colorato in
rosso e quello colorato in blu) che conducono all’evento V; la probabilità di
208
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 5
V è la somma delle probabilità dei due eventi rappresentati da questi due
cammini; infatti:
pðV j AÞ pðAÞ
þ
è la probabilità dell’evento A \ V ,
cioè dell’evento rappresentato
dal cammino in rosso
pðV j AÞ pðAÞ
Complementi sul calcolo della probabilità
pðVÞ ¼
è la probabilità dell’evento A \ V ,
cioè dell’evento rappresentato
dal cammino in blu
La risoluzione di molti problemi di probabilità può essere facilitata rappresentandoli con opportuni diagrammi ad albero e tenendo presente le regole 1, 2 e
3 enunciate sopra.
Il teorema di Bayes
Abbiamo visto nel paragrafo precedente la formula delle probabilità composte:
pðA \ BÞ ¼ pðAÞ pðB j AÞ
[5.7]
e la formula simmetrica che si ottiene invertendo i ruoli di A e B:
pðB \ AÞ ¼ pðBÞ pðA j BÞ
[5.8]
Poiché A \ B ¼ B \ A, dal confronto tra la [5.7] e la [5.8] si ottiene che:
pðAÞ pðB j AÞ ¼ pðBÞ pðA j BÞ
Dividendo i due membri di quest’ultima uguaglianza per pðAÞ (supposta diversa
da zero), otteniamo la cosiddetta formula di Bayes che esprime un legame tra
pðB j AÞ e pðA j BÞ.
Formula di Bayes
TEOREMA 5 .4
Dati due eventi A e B, tali che pðAÞ 6¼ 0, risulta:
pðB j AÞ ¼
Dalla storia
pðA j BÞpðBÞ
pðAÞ
La formula di Bayes viene spesso applicata congiuntamente al teorema delle probabilità totali, che si rivela utile per il calcolo di pðAÞ.
ESEMPIO
La formula di Bayes è cosı̀
chiamata in omaggio al
matematico Thomas Bayes
(1702-1761).
Controllo qualità
Una fabbrica di sacchetti di carta ha due linee di produzione: la prima linea produce 500 pezzi al giorno, di cui il 2% difettosi; la seconda linea produce 300 pezzi
al giorno di cui l’1% difettoso. Facendo un controllo a caso su tutta la produzione
giornaliera si trova un sacchetto difettoso; qual è la probabilità che esso provenga
dalla prima linea?
Formalizziamo il problema
Consideriamo gli eventi:
L1 : «il sacchetto scelto proviene dalla linea 1»;
L2 : «il sacchetto scelto proviene dalla linea 2»;
D: «il sacchetto scelto è difettoso».
In base ai dati sappiamo che:
500
5
300
3
pðL1 Þ ¼
¼
pðL2 Þ ¼
¼
800
8
800
8
pðD j L1 Þ ¼ 0,02
pðD j L2 Þ ¼ 0,01
Dobbiamo calcolare: pðL1 j DÞ
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Ô
209
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ô
Calcoliamo le probabilità
In base alla formula di Bayes:
pðL1 j DÞ ¼
pðD j L1 Þ pðL1 Þ
pðDÞ
L’unica probabilità che ci manca è pðDÞ, che possiamo calcolare con la formula delle probabilità totali:
pðDÞ ¼ pðD j L1 Þ pðL1 Þ þ pðD j L2 Þ pðL2 Þ ¼
¼ 0,02 5
3
13
þ 0,01 ¼
8
8
800
Pertanto:
5
0,02 pðD j L1 Þ pðL1 Þ
8 ¼ 10
pðL1 j DÞ ¼
¼
13
pðDÞ
13
800
ESEMPIO
Test clinico
Un test clinico è efficace nel 98% dei casi nell’individuare una data malattia nelle persone effettivamente malate (vale a dire: se una persona malata si sottopone al test,
nel 98% dei casi il test risulta positivo). Il test tuttavia può generare anche dei «falsi
positivi», cioè dare esito positivo nell’1% delle persone sane che si sottopongono al
test. È noto inoltre che la malattia colpisce lo 0,5% della popolazione. Se una persona risulta positiva al test, qual è la probabilità che sia effettivamente malata?
Formalizziamo il problema
Consideriamo i due eventi:
M: «la persona è malata» e T þ : «il test risulta positivo»
I dati forniti dal problema si possono formalizzare cosı̀:
pðT þ j MÞ ¼ 0,98
pðT þ j MÞ ¼ 0,01
pðMÞ ¼ 0,005
þ
L’obiettivo è calcolare pðM j T Þ.
Calcoliamo le probabilità
Per la formula di Bayes:
pðM j T þ Þ ¼
pðT þ j MÞ pðMÞ
pðT þ Þ
L’unica probabilità che ci manca è pðT þ Þ, che possiamo calcolare con la formula delle probabilità totali:
pðT þ Þ ¼ pðT þ j MÞ pðMÞ þ pðT þ j MÞ pðMÞ ¼
¼ pðT þ j MÞ pðMÞ þ pðT þ j MÞ ð1 pðMÞÞ ¼
¼ 0,98 0,005 þ 0,01 ð1 0,005Þ ¼
¼ 0,01485
In definitiva:
pðM j T þ Þ ¼
pðT þ j MÞ pðMÞ
0,98 0,005
’ 0,33
¼
pðT þ Þ
0,01485
Commentiamo il risultato
Il risultato ci dice quindi che una persona risultata positiva al test ha soltanto
il 33% circa di probabilità di risultare effettivamente malata! E questo nonostante il test abbia alta sensibilità: infatti individua la malattia nel 98% dei
malati. Questo apparente paradosso dipende dal fatto che la malattia considerata è a bassa incidenza: la probabilità che un individuo della popolazione sia
210
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 5
Prova tu
ESERCIZI a p. 219
Due macchine A e B, producono rispettivamente il 30% e il 70% del numero totale di lampadine prodotte da una fabbrica. Il 3% delle lampadine prodotte dalla macchina A è difettoso, mentre 1’% delle lampadine prodotte dalla macchina B è difettoso. Si sceglie a caso una lampadina. Sapendo che è difettosa, qual è la probabilità che sia stata prodotta
9
dalla macchina A?
16
Complementi sul calcolo della probabilità
malato è infatti solo lo 0,5%, cioè solo 1 individuo su 200 risulta malato. La
maggior parte dei positivi risultano falsi positivi proprio per questo motivo:
perché la quasi totalità della popolazione è sana. Per esempio, supponiamo
che 20 000 persone si sottopongano al test; ci aspettiamo allora che i malati
siano lo 0,5%, cioè 100, e di questi il 98% risulteranno veri positivi al test, cioè
98. Nei restanti 19 900 sani, i falsi positivi saranno l’1%, cioè 199: quindi in totale, tra i 98 þ 199 ¼ 297 positivi al test, soltanto 98 sono veramente malati,
appunto circa il 33%.
MATEMATICA NELLA STORIA
La nascita e gli sviluppi del calcolo della probabilità
Sebbene i giochi d’azzardo fossero molto diffusi sia presso gli antichi Greci, sia presso i
Romani, sia nel Medioevo, bisogna attendere il secolo XVI perché venga preso in considerazione il problema di una loro analisi tramite strumenti matematici.
I primi documenti che testimoniano un interesse al riguardo sono un trattato di Girolamo Cardano (1501-1576), De ludo aleae, e uno scritto di Galileo Galilei (1564-1642), Sopra le scoperte dei dadi, stimolato da alcuni quesiti posti a Galileo da nobili fiorentini appassionati del «gioco della zara» (un gioco con tre dadi).
La nascita vera e propria del calcolo della probabilità, tuttavia, si fa comunemente risalire
alla corrispondenza tra Blaise Pascal (1623-1662) e Pierre de Fermat (1601-1665) a metà
del secolo XVII. Il carteggio tra Pascal e Fermat trae spunto dalla discussione di alcuni
problemi che erano stati proposti a Pascal dal Cavalier de Méré, un accanito giocatore
d’azzardo. Sebbene il loro scambio epistolare non venga pubblicato, riesce comunque a
dare un notevole impulso allo sviluppo del calcolo della probabilità.
Il primo trattato vero e proprio di probabilità è dovuto a Christiaan Huygens (16291695), che nella sua opera, De Ratiociniis in Ludo Aleae (1657), ripropone in modo organico
i risultati cui erano giunti Pascal e Fermat, integrandoli con alcuni contributi personali.
Le origini del calcolo della probabilità si fanno risalire alla corrispondenza
fra Pascal (a sinistra) e Fermat (a destra).
La legge dei grandi numeri viene scoperta da Jacob Bernoulli (1654-1705) e descritta nel
suo trattato Ars Conjectandi, pubblicato postumo nel 1713.
211
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Nel XVIII secolo molti altri matematici come Leibnitz, Bayes e Lagrange danno importanti contributi al calcolo della probabilità, ampliandone progressivamente i campi
di applicazione (inizialmente limitati all’analisi dei giochi di azzardo) a vari problemi
scientifici.
Tutti questi studi trovano un punto di sintesi nel XIX secolo, nell’opera di Pierre de
Laplace (1749-1827), Théorie analytique des probabilités. Laplace si rende conto in particolare che l’enorme complessità di molti problemi reali non permetteva più di usare solo gli strumenti classici ma imponeva un nuovo approccio, di tipo probabilistico.
Nel XIX secolo, si devono a Laplace alcuni dei più importanti
contributi all’evoluzione del calcolo della probabilità.
Tra il XIX secolo e gli inizi del XX vari contributi allo sviluppo del calcolo della probabilità vengono da numerosi matematici quali Legendre, Gauss, Poisson, Chebyshev, Markov, Richard von Mises.
Agli inizi del XX secolo il problema dei fondamenti del calcolo della probabilità (in particolare quello della definizione di probabilità), posto ufficialmente da Hilbert nel 1900, resisteva ancora a una soluzione soddisfacente, nonostante i tentativi di molti grandi matematici quali von Mises, Poincarè, De finetti e altri. A questo proposito, nel 1927 Bertrand
Russell affermava ironicamente che «il concetto di probabilità è il più importante della
scienza moderna, soprattutto perché nessuno ha la più pallida idea del suo significato».
La questione dei fondamenti viene definitivamente risolta, come abbiamo visto nel primo paragrafo, solo nel 1933, a opera del matematico russo Kolmogorov, con il suo rivoluzionario approccio assiomatico.
Kolmogorov risolve nel 1933 il problema dei fondamenti del
calcolo della probabilità, con un approccio assiomatico che
rivoluziona il modo di intendere la materia.
Fra i risultati più importanti scoperti nella seconda metà del secolo scorso citiamo i cosiddetti metodi Monte Carlo, che consistono grosso modo nella simulazione su un calcolatore
dei problemi che risultano troppo complessi da trattare matematicamente. Tale approccio, nato da un’idea di Enrico Fermi e successivamente sviluppato da John Von Neumann (1903-1957) e Stanislaw Ulam (1909-1984), viene oggi comunemente utilizzato
in svariati ambiti, dalla fisica all’analisi del rischio nella valutazione degli investimenti.
In libreria e in rete
Amir Aczel, Chance. Dai giochi d’azzardo agli affari (di cuore), Raffaello Cortina
Keith Devlin, La lettera di Pascal. Storia dell’equazione che ha fondato la teoria della probabilità, Rizzoli
Jeffrey S. Rosenthal, Le regole del caso: istruzioni per l’uso, Longanesi
Leonard Mlodinow, La passeggiata dell’ubriaco, Rizzoli
212
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
In più: esercizi interattivi
Esercizi
5
Unità
Formule e proprietà importanti
a. 0 pðEÞ 1 qualunque sia l’evento E;
b. se
è lo spazio campionario, allora: pð Þ ¼ 1;
c. se A e B sono eventi incompatibili, allora: pðA [ BÞ ¼ pðAÞ þ pðBÞ.
Probabilità secondo la definizione classica
Sia E un evento di uno spazio campionario , in cui tutti gli eventi elementari hanno la stessa probabilità di verificarsi. Supponiamo che l’evento E sia formato da k eventi elementari (brevemente detti «casi favorevoli») e lo spazio campionario sia formato da n eventi elementari (brevemente detti «casi possibili»).
Si definisce probabilità dell’evento E, e si indica con pðEÞ, il rapporto tra il numero dei casi favorevoli e il numero
dei casi possibili:
pðEÞ ¼
k
n
Complementi sul calcolo della probabilità
Assiomi di probabilità
La probabilità pðEÞ di un evento E è un numero reale che verifica i seguenti assiomi:
Unità 5
SINTESI
Probabilità dell’evento contrario
Se A è un evento e A è il suo evento contrario, allora si ha:
pðAÞ ¼ 1 pðAÞ
Probabilità dell’unione di due eventi
Se A e B sono due eventi, allora:
pðA [ BÞ ¼ pðAÞ þ pðBÞ pðA \ BÞ
Probabilità condizionata
Siano A e B due eventi, con B di probabilità non nulla; allora:
pðAjBÞ ¼
pðA \ BÞ
pðBÞ
Eventi indipendenti
Per due eventi indipendenti A e B vale la regola del prodotto: pðA \ BÞ ¼ pðAÞ pðBÞ
Formula della probabilità totale
Sia H1 , H2 ,..., Hn una collezione di insiemi che forma una partizione dello spazio campionario. Allora, per ogni
evento A, vale l’uguaglianza:
pðAÞ ¼ pðAjH1 Þ pðH1 Þ þ pðAjH2 Þ pðH2 Þ þ ::: þ pðAjHn Þ pðHn Þ
Formula di Bayes
Dati due eventi A e B, tali che pðAÞ 6¼ 0, risulta:
pðBjAÞ ¼
pðAjBÞpðBÞ
pðAÞ
213
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Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
CONOSCENZE E ABILITÀ
1. Richiami di calcolo della probabilità
TEORIA a p. 200
Vero o falso?
1
Þ
2
Þ
3
2
2
la probabilità di un evento può essere uguale a
3
la probabilità di un evento può essere uguale a
V
F
V
F
3
Þ
un evento certo ha probabilità uguale a 1
V
F
4
Þ
un evento impossibile ha probabilità uguale a 0
V
F
5
Þ
se due eventi hanno probabilità diversa da zero, non possono essere incompatibili
V
F
6
Þ
se un evento ha probabilità uguale a
V
F
7
Þ
se due eventi sono disgiunti, allora sono incompatibili
V
F
8
Þ
la probabilità dell’evento A [ B è sempre uguale alla somma delle probabilità di A e B
V
F
si lancia successivamente una moneta per 3 volte; lo spazio campionario di questo esperimento aleatorio
è costituito da esattamente 8 elementi
V
F
1
2
, allora il suo evento contrario ha probabilità uguale a
3
3
9
Þ
10
Þ
comunque si scelgano due eventi A e B, vale la relazione: pðA \ BÞ þ pðA [ BÞ ¼ pðAÞ þ pðBÞ
V
F
Test
Si sceglie a caso un numero intero positivo compreso tra 1 e 10 (inclusi 1 e 10). Qual è la probabilità di ottenere un numero pari?
1
1
1
3
A
B
C
D
3
2
5
10
11
Þ
Si sceglie a caso un numero intero positivo compreso tra 1 e 10 (inclusi 1 e 10). Qual è la probabilità di ottenere un multiplo di 3?
1
1
1
3
A
B
C
D
3
2
5
10
12
Þ
Si sceglie a caso un numero intero positivo compreso tra 1 e 10 (inclusi 1 e 10). Qual è la probabilità di ottenere un multiplo di 4?
1
1
1
3
A
B
C
D
3
2
5
10
13
Þ
14
Þ
A
15
Þ
A
Sia A un evento la cui probabilità è
1
3
B
1
2
1
. Qual è la probabilità dell’evento contrario A?
5
2
4
C
D
5
5
Dati due eventi A e B tali che pðAÞ ¼
1
6
B
5
6
1
1
1
, pðBÞ ¼
e pðA \ BÞ ¼ , qual è la probabilità dell’evento A [ B?
3
2
4
5
7
C
D
12
12
Problemi
Una scatola contiene palline di vario colore. In particolare, si sa che ci sono 8 palline rosse e che la probabilità
di estrarre una pallina rossa è 0,16. Quante palline ci sono nell’urna?
[50]
16
Þ
Una scatola contiene palline di vario colore. In particolare, si sa che ci sono esattamente 10 palline rosse e
che la probabilità di estrarre una pallina rossa è 0,2.
a. Quante palline ci sono nell’urna?
17
Þ
214
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
b. Supponendo ulteriormente che, tra le palline contenute nell’urna, ce ne siano esattamente 20 verdi, qual è la
probabilità di estrarre una pallina che non sia né rossa né verde?
2
a. 50; b .
5
Unità 5
Una scatola contiene palline di vario colore. In particolare, si sa che ci sono esattamente 12 palline rosse e
che la probabilità di estrarre una pallina rossa è 0,4.
a. Quante palline ci sono nell’urna?
b. Supponendo ulteriormente che, tra le palline contenute nell’urna, ce ne siano esattamente 15 verdi, qual è la
probabilità di estrarre una pallina che non sia né rossa né verde?
1
a. 30; b.
10
Complementi sul calcolo della probabilità
18
Þ
Un’urna contiene 10 palline: 6 sono verdi e sono numerate da 1 a 6, mentre le altre 4 sono rosse e sono numerate da 1 a 4. Si estrae a caso una pallina dall’urna. Considera i seguenti eventi:
V: «la pallina estratta è verde»
R: «la pallina estratta è rossa»
P: «la palline estratta ha impresso un numero pari».
a. Determina la probabilità dei tre eventi V, R, P.
b. Determina la probabilità degli eventi V \ R, V \ P, R \ P.
3 2 1
3 1
4 7
c. Determina la probabilità degli eventi V [ R, V [ P, R [ P.
a. ; ; ; b. 0,
; ; c. 1, ;
5 5 2
10 5
5 10
19
Þ
Quanti sono i possibili anagrammi (anche senza significato) della parola «cielo’’? Si sceglie a caso uno di questi anagrammi; qual è la probabilità che l’ultima lettera dell’anagramma sia una vocale? Qual è la probabilità che
l’ultima sia una consonante?
3 2
120; ;
5 5
21 Si lancia un dado per sei volte. Qual è la probabilità che nei sei lanci si ottengano facce tutte diverse?
5
Þ
324
20
Þ
Si scelgono simultaneamente sei carte da un mazzo di 40 (cioè da un mazzo ottenuto da quello di 52 elimi
nando gli 8, i 9 e i 10). Qual è la probabilità che tra le sei carte estratte ci sia il fante di picche?
3
20
23 Giocando due numeri al lotto, qual è la probabilità di fare ambo?
2
Þ
801
22
Þ
Un oggetto prodotto da una macchina può presentare due tipi di difetti, diciamo A e B. Scelto a caso un oggetto prodotto dalla macchina, la probabilità che presenti il difetto A è 0,1; la probabilità che presenti il difetto B è
0,2 e la probabilità che non presenti alcun difetto è 0,75. Determina la probabilità che l’oggetto:
a. presenti almeno uno dei due difetti;
b. presenti entrambi i difetti;
c. non presenti il difetto A ma presenti il difetto B.
[a. 0,25; b. 0,05; c. 0,15]
24
Þ
Un oggetto prodotto da una macchina può presentare due tipi di difetti, diciamo A e B. Scelto a caso un oggetto prodotto dalla macchina, la probabilità che presenti il difetto A è 0,1; la probabilità che presenti il difetto B è
0,2 e la probabilità che non presenti alcun difetto è 0,85. Determina la probabilità che l’oggetto:
a. presenti almeno uno dei due difetti;
b. presenti entrambi i difetti;
c. non presenti il difetto A ma presenti il difetto B.
[a. 0,15; b. 0,15; c. 0,05]
25
Þ
2. Probabilità composte ed eventi indipendenti
TEORIA a p. 202
Esercizi preliminari
Vero o falso?
a. pðA \ BÞ ¼ pðBÞ pðAjBÞ
b. pðA \ BÞ ¼ pðBÞ pðBjAÞ
c. pðAÞ pðBjAÞ ¼ pðBÞ pðAjBÞ
d. due eventi incompatibili sono sempre indipendenti
e. due eventi indipendenti sono sempre incompatibili
26
Þ
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
[2 affermazioni vere e 3 false]
215
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Test
1
1
e pðBjAÞ ¼ , allora pðA \ BÞ è ugua27 Se pðAÞ ¼
Þ
2
3
le a:
A
Tema C
D
28
Þ
1
4
B
1
5
C
Allora pðA \ BÞ è uguale a:
1
6
Siano A e B due eventi indipendenti tali che
1
2
e
2
3
pðBÞ ¼
Allora pðA \ BÞ è uguale a:
A
D
1
2
B
1
3
1
1
1
B
C
2
3
6
D le informazioni non sono sufficienti per stabilirne il valore
1
30 Siano A e B due eventi. Si sa che pðAÞ ¼ ,
Þ
2
1
1
e pðA \ BÞ ¼ . Allora i due eventi A e B:
pðBÞ ¼
3
5
A
le informazioni non sono sufficienti per stabilirne il valore
pðAÞ ¼
Siano A e B due eventi indipendenti tali che
1
1
e pðBÞ ¼
pðAÞ ¼
2
3
29
Þ
A
C
1
6
B
C
le informazioni non sono sufficienti per stabilirne il valore
D
sono incompatibili
sono indipendenti
non sono né incompatibili né indipendenti
le informazioni date non sono sufficienti per stabilirlo
Probabilità condizionata e formula delle probabilità composte
31
Þ
ESERCIZIO SVOLTO
I genitori di Claudio hanno due figli. Qual è la probabilità che Claudio abbia un fratello?
1 modo
Per una coppia che ha due figli lo spazio campionario
di riferimento è = fff, fm, mf, mmg. Avendo la coppia descritta nell’esercizio un figlio maschio, bisogna
passare a considerare come spazio campionario effettivo il sottoinsieme 0 ¼ ffm, mf, mmg. In 0 vi è un solo evento che realizza il fatto che Claudio abbia un fra1
tello. Quindi la probabilità richiesta è: .
3
2 modo
Sia A l’evento «i due figli della coppia sono entrambi
maschi» e B l’evento «almeno uno dei due figli della
coppia è maschio». Si tratta di determinare pðAjBÞ. In
base alla definizione:
1
pðA \ BÞ
1
pðAjBÞ ¼
¼ 4 ¼
3
pðBÞ
3
4
Si è lanciato un dado regolare a sei facce e si sa
che si è ottenuto un numero pari. Qual è la probabilità
che il numero estratto sia maggiore di 2?
2
3
Fra tutti i numeri naturali minori o uguali a 20 se
ne estrae uno casualmente. Si sa che l’estratto è un numero primo. Qual è la probabilità che sia minore o
uguale a 11?
5
8
32
Þ
Si è estratto un numero dal sacchetto della tombola. Sapendo che il numero estratto ha due cifre ed è
pari, qual è la probabilità che esso sia il 50?
1
33
Þ
40
36
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
34
Þ
Si lanciano due dadi regolari a sei facce e si ottiene una somma dei due punteggi maggiore di 7. Qual è
la probabilità di avere ottenuto due facce uguali?
1
5
35
Þ
La probabilità che Marta sia scelta per la recita della sua scuola è del 55%; se non viene scelta per la recita,
Marta andrà al cinema con una probabilità del 40%. Qual è la probabilità che Marta non venga scelta per la
recita e vada al cinema?
Sia A l’evento «Marta viene scelta per la recita» e B l’evento «Marta va al cinema».
In base ai dati del problema:
pðAÞ ¼ 0,55 e pðBjAÞ ¼ 0,4
Devi calcolare pðA \ BÞ. In base alla regola delle probabilità composte:
pðA \ BÞ ¼ pðAÞ pðBjAÞ
Tenendo conto che:
pðAÞ ¼ 1 pðAÞ ¼ :::::
e che pðBjAÞ è data, puoi concludere.
216
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
[18%]
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Il 5% delle lampadine prodotte in una fabbrica sono difettose. La probabilità che una lampadina difettosa
venga scartata è del 90%. Scelta a caso una lampadina, qual è la probabilità che sia difettosa ma non venga scartata?
[0,5%]
38
Þ
Il 98% delle lampadine prodotte in una fabbrica sono prive di difetti. La probabilità che una lampadina difettosa venga scartata è del 40%. Scelta a caso una lampadina, qual è la probabilità che sia difettosa e venga scartata?
[0,8%]
39
Þ
40
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Da un’urna contenente 6 palline rosse e 5 palline bianche si estraggono a caso successivamente 2 palline,
senza rimpiazzo. Calcola la probabilità di estrarre due palline rosse, in due modi diversi:
Complementi sul calcolo della probabilità
a. Qual è la probabilità che l’indomani Maria si faccia interrogare in Italiano e prenda più di 7?
1
1
b. Qual è la probabilità che l’indomani Maria si faccia interrogare in Matematica e prenda più di 7? a. ; b.
3
6
Unità 5
Maria lancia una moneta e, se esce «testa», l’indomani si farà interrogare in Italiano, altrimenti si farà interro2
1
gare in Matematica. Maria stima che la probabilità di prendere più di 7 nell’interrogazione è
in Italiano e
in
3
3
Matematica.
37
Þ
a. utilizzando la formula delle probabilità composte;
b. utilizzando la definizione classica e il principio fondamentale del calcolo combinatorio.
a. Indichiamo con R1 l’evento «la prima pallina estratta è rossa» e con R2 l’evento «la seconda pallina estratta è rossa». Devi calcolare pðR1 \ R2 Þ. In base alla formula delle probabilità composte:
pðR1 \ R2 Þ ¼ pðR1 Þ pðR2 jR1 Þ
Poiché pðR1 Þ ¼
:::::
11
e pðR2 jR1 Þ ¼
[*]
5
:::::
, sostituendo nella [*] puoi concludere facilmente.
b. Calcola la probabilità richiesta come rapporto tra casi favorevoli e casi possibili, ricordando il principio fondamentale del calcolo combinatorio per il calcolo dei casi favorevoli e di quelli possibili:
pðR1 \ R2 Þ ¼
5 :::::
¼
11 :::::
:::::
:::::
Da un’urna contenente 8 palline rosse e 6 palline bianche si estraggono a caso successivamente 2 palline,
senza rimpiazzo. Calcola la probabilità di estrarre due palline bianche, in due modi diversi:
a. utilizzando la formula delle probabilità composte;
15
b. utilizzando la definizione classica e il principio fondamentale del calcolo combinatorio.
91
41
Þ
Un’urna contiene 12 biglie bianche e 8 nere. Calcola la probabilità che, estraendo tre biglie, una per volta,
senza reimmissione, esse risultino tutte bianche, in due modi diversi:
42
Þ
a. utilizzando la formula delle probabilità composte;
b. utilizzando la definizione classica e il teorema fondamentale del calcolo combinatorio.
11
57
Determina la probabilità che alla prossima estrazione del Lotto sulla ruota di Milano escano 5 numeri pari, in
due modi diversi:
a. utilizzando la formula delle probabilità composte;
287
b. utilizzando la definizione classica e il teorema fondamentale del calcolo combinatorio.
10324
43
Þ
Matematica in azienda Un’azienda pubblicizza i propri prodotti via mail. Il manager dell’azienda, in base a statistiche precedenti, stima tra il 10% e il 15% la percentuale dei componenti della mailing list dell’azienda che leggerà i messaggi pubblicitari; inoltre stima che circa il 20% di coloro che leggono la pubblicità ordineranno effettivamente un articolo.
a. Determina l’intervallo entro cui varia la probabilità che un componente della mailing list legga la pubblicità
e ordini un articolo.
b. Sapendo che la mailing list è costituita da 150 000 clienti e che a ognuno di essi viene spedito un messaggio
pubblicitario, determina l’intervallo entro cui varia il numero di clienti che si stima leggano la pubblicità e
facciano un ordine.
[a. Tra il 2% e il 3%; b. tra 3000 e 4500 clienti]
44
Þ
217
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Indipendenza e regola del prodotto
A e B sono due eventi tali che pðAÞ ¼ 20% e pðBÞ ¼ 30%. Quanto deve valere pðA \ BÞ perché A e B siano indipendenti?
[6%]
45
Þ
46
Þ
A e B sono due eventi indipendenti. Se pðAÞ ¼ 50% e pðA \ BÞ ¼ 40%, quanto vale la probabilità di B?
47
Þ
A e B sono due eventi. Si sa che pðAÞ ¼
[80%]
1
1
3
, pðBÞ ¼ , pðA [ BÞ ¼ . Gli eventi A e B sono indipendenti?
2
5
5
[Sı̀; perché?]
Si estrae una carta da un mazzo di quaranta, si rimette la carta nel mazzo e si estrae una seconda carta. I due
eventi: «la prima carta è un Asso» e «la seconda carta è un Asso» sono indipendenti? Dopo aver risposto intuitivamente, verifica la tua risposta in base alla regola del prodotto.
[Sı̀]
48
Þ
Si estrae una carta da un mazzo di quaranta, quindi, senza rimettere la carta nel mazzo, se ne estrae una seconda. I due eventi: «la prima carta è una Regina» e «la seconda carta è un 2» sono indipendenti?
[No]
49
Þ
Si estrae a caso una carta da una mazzo di 52. Gli eventi «la carta estratta è un fante» e «la carta estratta è di
cuori» sono indipendenti?
[Sı̀]
50
Þ
Si lancia un dado regolare a sei facce. Gli eventi: «è uscito un numero dispari» ed «è uscito un numero primo»
sono indipendenti?
[No]
51
Þ
52
Þ
Un dado regolare a sei facce viene lanciato una volta. Considera gli eventi:
A: «il numero uscito è dispari»
B: «il numero uscito è maggiore di n»
Per quali valori di n 2 f1, 2, 3, 4, 5, 6g gli eventi A e B sono indipendenti?
53
Þ
[2, 4, 6]
Un dado regolare a sei facce viene lanciato una volta. Considera gli eventi:
A: «il numero uscito è pari»
B: «il numero uscito è minore di n»
Per quali valori di n 2 f1, 2, 3, 4, 5, 6g gli eventi A e B sono indipendenti?
[1, 3, 5]
Una famiglia possiede due automobili. Ciascuna delle due auto, indipendentemente dall’altra, può trovarsi
5
. Qual è la probabilità che quella famiglia abbia ennella condizione di dover andare in officina con probabilità
12
25
trambe le macchine in officina?
144
54
Þ
Una famiglia possiede due televisori, il cui funzionamento è indipendente uno dall’altro. Per ciascuno dei
1
. Qual è la probabilità che entrambi i televisori funzionino?
due televisori, la probabilità di un guasto è
1000
[0,998001]
55
Þ
Due cacciatori, che colpiscono il bersaglio con probabilità rispettive 85% e 75%, sparano contemporaneamente a una lepre. Qual è la probabilità che ha la lepre di sfuggire ai cacciatori, se ogni cacciatore ha sparato un so
lo colpo?
3
¼ 3,75%
80
56
Þ
Per una persona bloccata sotto una valanga la probabilità di sopravvivere dopo un’ora è del 15%. Una squadra di soccorso raggiunge il luogo dove due escursionisti sono coperti da una valanga caduta un’ora prima. Supponendo che la sopravvivenza di ciascun escursionista sia indipendente dalla sopravvivenza dell’altro, qual è la probabilità di trovare in vita:
57
Þ
a. entrambi gli escursionisti;
b. almeno uno degli escursionisti.
a.
9
111
; b.
400
400
Barbara il sabato sera va a mangiare in pizzeria con probabilità uguale al 95% e sceglie casualmente fra la pizzeria A e la pizzeria B. Paolo va a mangiare in pizzeria tutti i sabati sera, nella stessa ora di Barbara, scegliendo anche lui casualmente tra la pizzeria A e la pizzeria B. Qual è la probabilità che in un dato sabato Barbara e Paolo si in
contrino nella pizzeria A?
95
58
Þ
400
218
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Complementi sul calcolo della probabilità
Un’urna contiene 10 palline, di cui 6 bianche, numerate da 1 a 6 e 4 nere, numerate da 1 a 4. Si estraggono
dall’urna due palline, simultaneamente.
a. Determina la probabilità dell’evento A: estrarre due palline bianche.
b. Determina la probabilità dell’evento B: estrarre due palline dello stesso colore.
c. Determina la probabilità dell’evento C: estrarre due palline che recano un numero dispari.
d. Gli eventi A e B sono indipendenti? Gli eventi A e C? Gli eventi B e C?
1
7
2
a. ; b.
; c. ; d. nessuna delle tre coppie di eventi è costituita da eventi indipendenti
3
15
9
4
3
61 Siano A e B due eventi indipendenti, tali che pðA [ BÞ ¼
e pðBÞ ¼ . Calcola la probabilità dell’evento A.
Þ
5
5
2
3
60
Þ
Unità 5
Una città ha una squadra di basket e una di calcio. Si stima che la probabilità che la prima vinca il suo campionato è del 25%, mentre la probabilità che la seconda vinca il suo è del 30%. Calcola la probabilità che:
a. entrambe le squadre vincono il campionato;
b. nessuna delle due squadre vince il campionato;
c. almeno una delle due squadre vince il campionato;
3
21
19
2
; b.
; c.
; d.
d. solo una delle due squadre vince il campionato.
a.
40
40
40
5
59
Þ
Paolo si reca in biblioteca per prendere in prestito due libri di suo interesse. La probabilità che il primo libro
che desidera Paolo sia già in prestito è 0,4; la probabilità che il secondo libro che desidera Paolo sia già in prestito è
0,3. La probabilità che almeno uno dei due libri sia già in prestito è p.
a. Esprimi in funzione di p la probabilità che entrambi i libri siano già in prestito.
b. Determina per quale valore di p i due eventi «il primo libro è già in prestito» e «il secondo libro è già in
prestito» sono indipendenti.
c. In corrispondenza del valore di p determinato al punto b., determina la probabilità che esattamente uno dei
due libri sia già in prestito.
[a. 0,7 p; b. p ¼ 0,58; c. 0,46]
62
Þ
Un’urna contiene 20 palline bianche ed n palline nere, con n 2 N ed n 2. Un giocatore estrae per 10 volte,
consecutivamente, una pallina dall’urna, rimettendo ogni volta la pallina estratta nell’urna prima dell’estrazione
successiva. Determina il minimo valore di n per cui la probabilità di estrarre, nelle dieci estrazioni, almeno una pallina nera sia superiore al 99%.
[n ¼ 12]
63
Þ
3. Il teorema della probabilità totale e il teorema di Bayes
TEORIA a p. 206
Esercizi preliminari
Test
64
Þ
A
65
Þ
A
66
Þ
A
67
Þ
A
1
3
1
, pðX j AÞ ¼
e pðX j AÞ ¼ , quanto vale pðXÞ?
3
4
4
3
7
C
D I dati sono insufficienti per determinarla.
4
12
Sapendo che pðAÞ ¼
5
12
B
Sapendo che pðAÞ ¼
pðA j BÞ ¼ 2pðB j AÞ
Se pðB j AÞ ¼
1
3
Se pðXÞ ¼
1
4
1
1
, pðBÞ ¼ , quale delle seguenti uguaglianze è certamente vera?
2
4
B
pðA j BÞ ¼ 3pðB j AÞ
C
pðA j BÞ ¼ 4pðB j AÞ
D
Nessuna delle precedenti
1
1
1
, pðAÞ ¼
e pðBÞ ¼ , allora pðA j BÞ è uguale a:
3
2
4
2
1
3
B
C
D
3
4
4
13
1
1
, pðAÞ ¼
e pðX j AÞ ¼ , allora pðX j AÞ è uguale a:
24
6
2
3
3
B
C
D i dati sono insufficienti per determinarla
8
4
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
219
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
68
Þ
A
Se pðA j BÞ ¼
2
1
1
, pðB j AÞ ¼
e pðAÞ ¼ , allora pðBÞ è uguale a:
3
3
2
1
4
B
3
8
C
3
4
D
i dati sono insufficienti per determinarla
Dal diagramma ad albero alle probabilità. Completa il diagramma ad albero qui sotto, scrivendo al posto
dei puntini le probabilità mancanti. Utilizzando il diagramma ad albero, determina poi la probabilità degli eventi
seguenti:
B
0,4
a. A \ B
A
b. A \ B
0,6
…
c. B
B
69
Þ
…
…
B
0,2
B
A
[a. 0,36; b. 0,32; c. 0,56]
70 Dal diagramma ad albero alle probabilità. Sapendo che A1 , A2 , A3 costituiscono una partizione dello spaÞ
zio campionario e pðA3 \ BÞ ¼ 0,06, completa il diagramma ad albero qui sotto, scrivendo al posto dei puntini le
probabilità mancanti. Utilizzando il diagramma ad albero, calcola poi la probabilità degli eventi seguenti:
a. A1 \ B
b. A2 \ B
c. A3 \ B
d. B
0,6
A1
…
B
B
0,3
0,2
…
B
A2
…
0,2
…
B
B
A3
…
B
[a. 0,12; b. 0,4; c. 0,06; d. 0,34]
Problemi sul teorema delle probabilità totali
71
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Si hanno a disposizione due monete. Una delle due è regolare, mentre l’altra è truccata in modo che la pro1
babilità che esca testa sia . Si sceglie a caso una delle due monete e si lancia. Qual è la probabilità che esca
3
«testa»?
Considera gli eventi:
A: «la moneta è regolare»
B: «la moneta è truccata»
T: «esce ‘testa’»
Devi calcolare pðTÞ
Per il teorema delle probabilità totali:
pðTÞ ¼ pðT j AÞ pðAÞ þ pðT j BÞ pðBÞ ¼ :::::::::::::::
5
12
Si hanno a disposizione due monete. Una delle due è regolare, mentre l’altra è truccata in modo che la probabi2
lità che esca «croce» sia . Si sceglie a caso una delle due monete e si lancia. Qual è la probabilità che esca «testa»?
5
11
20
72
Þ
220
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
In un’urna A sono contenute 5 palline bianche e 5 palline nere, mentre in un’urna B, sono contenute 4 palline
bianche e 6 palline nere. Si sceglie a caso un’urna e si pesca una pallina. Qual è la probabilità che sia nera?
11
20
Unità 5
In un’urna A sono contenute 9 palline, numerate da 1 a 9. In un’urna B sono contenute 6 palline, numerate
da 1 a 6. Scelta a caso un’urna, qual è la probabilità di estrarre una pallina che reca un numero multiplo di 3?
1
3
Complementi sul calcolo della probabilità
73
Þ
74
Þ
Due tenenti di polizia, Colombo e Sheridan, si alternano in maniera casuale nel servizio alla centrale di polizia: il primo è di turno tre giorni su sette, il secondo quattro giorni su sette. Vale la regola che un poliziotto si occupa solo dei reati che si verificano durante il suo turno di servizio. Sapendo che Colombo risolve 8 casi su 10 e Sheri
dan 6 su 10, qual è la probabilità, per un malvivente che commette un reato, di restare impunito? 11
’ 31,43%
35
75
Þ
Il pilota di formula 1 Alfonso partecipa a una gara. Secondo gli esperti, la probabilità che Alfonso vinca la gara
è dell’80% in caso di pioggia e del 60% nel caso che non piova. Il servizio meteorologico prevede che, sul circuito,
per il periodo della corsa, la probabilità di avere pioggia è del 65%. Qual è la probabilità che ha Alfonso di vincere
la gara?
[73%]
76
Þ
Si hanno due urne; la prima contiene 10 palline bianche e 8 verdi, la seconda 6 bianche e 4 gialle. Si estrae
un numero dal sacchetto della tombola: se questo è minore o uguale a 50 si estrae una pallina dalla prima urna, in
caso contrario si estrae una pallina dal secondo contenitore.
a. Qual è la probabilità che la pallina estratta sia bianca?
b. Qual è la probabilità che la pallina estratta sia gialla?
233
8
20
c. Qual è la probabilità che la pallina estratta sia verde?
a.
; b.
; c.
405
45
81
77
Þ
Si dispone di 3 scatole identiche A, B, C. La scatola A contiene 10 lampadine, 4 delle quali sono difettose. La
scatola B contiene 6 lampadine, 2 delle quali sono difettose. La scatola C contiene 8 lampadine, 3 delle quali sono
difettose. Le lampadine difettose sono indistinguibili dalle altre.
a. Da una delle scatole, scelta a caso, si estrae, anch’essa a caso, 1 lampadina. Qual è la probabilità che la
lampadina estratta sia difettosa?
b. Se invece di procedere come indicato in a. si estrae a caso una lampadina da ciascuna delle scatole, qual è la
probabilità che due delle lampadine estratte siano funzionanti e l’altra difettosa?
133
53
a.
; b.
360
120
79 Si hanno a disposizione:
Þ
– due urne A e B, tali che l’urna A contiene 3 palline bianche e 5 nere mentre l’urna B contiene 6 palline bianche e 4 nere;
– una moneta truccata, per cui la probabilità di ottenere testa in un lancio è uguale a p.
78
Þ
Un gioco consiste nel lanciare la moneta truccata, quindi estrarre una pallina dall’urna A se è uscita testa, dall’urna
B se è uscita croce. Il giocatore vince se la pallina estratta è nera.
a. Determina la probabilità che il giocatore vinca.
b. In corrispondenza di quale valore di p la probabilità di vincere è uguale a quella di perdere?
9
2
4
a.
p þ ; b. p ¼
40
5
9
80 Si hanno due urne, U1 e U2 , tali che:
Þ
– l’urna U1 contiene n palline bianche e 3 nere;
– l’urna U2 contiene 2 palline bianche e 1 pallina nera.
Un gioco consiste nell’estrarre a caso una pallina da U1 , porre la pallina estratta in U2 ed estrarre una pallina da U2 .
Il giocatore vince se la pallina estratta da U2 è bianca.
a. Calcola la probabilità che il giocatore vinca.
b. Determina il minimo valore di n per cui la probabilità del giocatore di vincere è superiore al 70%.
3n þ 6
; b. n ¼ 13
a.
4n þ 12
Abbiamo due dadi cubici: il dado A presenta quattro facce bianche e due facce nere. Il dado B presenta una
faccia bianca, due facce nere e tre facce rosse. Si lancia il dado A: se la faccia ottenuta è bianca, si lancia ancora il
dado A, se la faccia ottenuta è nera, si lancia il dado B.
81
Þ
Calcola la probabilità:
221
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
a. di ottenere una faccia nera nel secondo lancio, sapendo che è stata ottenuta una faccia nera nel primo;
b. di ottenere due facce nere;
1
1
1
c. di ottenere una faccia bianca al secondo lancio.
a. ; b. ; c.
3
9
2
82
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Un’azienda acquista componenti elettronici da tre fornitori, diciamo A, B, C. La metà dei componenti elettronici viene acquistata dal fornitore A, il 20% dal fornitore B e i restanti dal fornitore C. Si stima inoltre
che:
– l’1% dei componenti acquistati dal fornitore A è difettoso;
– il 4% dei componenti acquistati dal fornitore B è difettoso;
– il 3% dei componenti complessivamente acquistati dai tre fornitori sono difettosi.
Scelto a caso un componente tra quelli complessivamente acquistati, calcola la probabilità che:
a. sia stato acquistato dal fornitore A e sia difettoso;
b. sia stato acquistato dal fornitore B e sia difettoso;
c. sia stato acquistato dal fornitore C e sia difettoso;
d. sia stato acquistato dal fornitore A, sapendo che è difettoso.
e. sia stato acquistato dal fornitore A o dal fornitore B, sapendo che è difettoso.
Considera gli eventi:
A: «il componente è stato acquistato dal fornitore A»
B: «il componente è stato acquistato dal fornitore B»
C: «il componente è stato acquistato dal fornitore C»
D: «il componente è difettoso»
In base ai dati è noto che:
pðAÞ ¼ 0,5
pðBÞ ¼ 0,2
pðCÞ ¼ ::::::::::
pðD j AÞ ¼ 0,01
pðD j BÞ ¼ 0,04
pðDÞ ¼ 0,03
a. Devi calcolare:
pðA \ DÞ ¼ pðAÞ pðD j AÞ ¼ ::::::::::
b. Puoi procedere analogamente al punto a.
c. Per la formula delle probabilità totali:
pðDÞ ¼ pðA \ DÞ þ pðB \ DÞ þ pðC \ DÞ
Da questa relazione puoi ricavare il valore di pðC \ DÞ, tenendo conto che pðDÞ è noto per ipotesi, mentre pðA \ DÞ
e pðB \ DÞ sono state ricavate nei punti precedenti.
d. Devi calcolare pðA j DÞ ¼
pðA \ DÞ
¼ ::::::::::
pðDÞ
e. Devi calcolare:
pðA [ B j DÞ ¼
pððA [ BÞ \ DÞ
pððA \ DÞ [ ðB \ DÞÞ
pðA \ DÞ þ pðB \ DÞ
¼
¼
¼ :::::
pðDÞ
pðDÞ
pðDÞ
"
"
Proprietà distributiva
dell’intersezione
rispetto all’unione
Gli eventi
A\D e B\D
sono incompatibili
a.
1
1
17
1
13
; b.
; c.
; d. ; e.
200
125
1000
6
30
Il personale relativo al settore di produzione di un’azienda è composto da ingegneri, tecnici e addetti alla manutenzione. Gli ingegneri e i tecnici costituiscono rispettivamente il 15% e il 75% del personale del settore di produzione. Tra gli ingegneri le donne sono il 50%, tra i tecnici le donne sono il 20% e tra gli addetti alla manutenzione le donne sono il 40%. Scelto a caso un dipendente dell’azienda del settore di produzione, qual è la probabilità:
83
Þ
a. che sia un addetto alla manutenzione;
b. che sia una donna addetta alla manutenzione;
c. che sia un tecnico di sesso maschile;
d. che sia una donna;
e. che sia un uomo.
222
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
1
1
3
53
147
; b.
; c. ; d.
; e.
a.
10
25
5
200
200
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
84
Þ
Unità 5
Teorema di Bayes
ESERCIZIO GUIDATO
a. Qual è la probabilità che la mela estratta sia matura?
b. Sapendo che la mela è risultata matura, qual è la probabilità che provenga dalla prima cesta?
Considera gli eventi:
C1 : «ho scelto la prima cesta»
C2 : «ho scelto la seconda cesta»
M: «ho scelto una mela matura»
In base ai dati è noto che:
pðM j C1 Þ ¼ 0,7
pðM j C2 Þ ¼ :::::
pðC1 Þ ¼ pðC2 Þ ¼ 0,5
la cesta viene scelta a caso,
quindi ciascuna delle due
ha la stessa probabilità di essere scelta
Complementi sul calcolo della probabilità
Nella dispensa sono disposte due ceste di mele. Nella prima cesta il 70% sono mature, mentre le altre sono
acerbe; nella seconda cesta il 90% sono mature, mentre le altre sono acerbe. Si sceglie a caso una delle due ceste e si estrae da essa una mela a caso.
a. Per la formula delle probabilità totali:
pðMÞ ¼ pðM j C1 Þ pðC1 Þ þ pðM j C2 Þ pðC2 Þ ¼ :::::
b. Per la formula di Bayes:
pðC1 j MÞ ¼
pðM j C1 Þ pðC1 Þ
¼ :::::
pðMÞ
a.
4
7
; b.
5
16
Un’azienda produce delle penne. La probabilità che una penna sia difettosa è uguale al 5%. Il controllo di
qualità accetta tutte le penne senza difetti e scarta il 90% delle penne difettose. Scelta a caso una penna, calcola la
probabilità:
85
Þ
a. che superi il controllo di qualità;
b. che sia difettosa, sapendo che ha superato il controllo di qualità.
a.
191
1
; b.
200
191
Due scatole A e B, all’apparenza indistinguibili, contengono diversi tipi di cioccolatini. In particolare, la A
contiene 10 gianduiotti, 8 boeri e 6 praline alla nocciola; nella B si trovano 5 gianduiotti, 6 boeri e 12 praline. Si
sceglie a caso una delle due scatole e si pesca da essa un cioccolatino.
86
Þ
a. Qual è la probabilità che il cioccolatino pescato sia un boero?
b. Sapendo che il cioccolatino pescato è un boero, qual è la probabilità di avere scelto la scatola B?
41
18
a.
; b.
138
41
Una ditta ha due fornitori di componenti per personal computer. Il 30% dei componenti viene acquistato
dal fornitore A e il restante 70% dal fornitore B. In base alle passate esperienze, si stima che il 4% dei componenti
acquistati dal fornitore A e il 5% dei componenti acquistati dal fornitore B sono difettosi.
87
Þ
a. Scelto a caso un componente, qual è la probabilità che sia difettoso?
b. Avendo constatato che il componente scelto è difettoso, qual è la probabilità che provenga dal fornitore A?
47
12
a.
; b.
1000
47
In un’università il 30% degli studenti ha frequentato il liceo classico. Il 70% degli studenti che hanno frequentato il liceo classico è di sesso femminile, mentre solo il 40% degli studenti che non hanno frequentato il liceo classico è di sesso femminile. Scelto a caso uno studente di quella università, qual è la probabilità:
88
Þ
a. che sia una ragazza che ha frequentato il liceo classico?
b. che sia di sesso femminile?
c. scelta a caso una ragazza, qual è la probabilità che provenga dal liceo classico?
21
49
21
a.
; b.
; c.
100
100
49
223
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Abbiamo tre urne A, B, C. L’urna A contiene 1 pallina nera e 2 bianche; l’urna B contiene 2 palline nere e 1
bianca; l’urna C contiene 3 palline nere e nessuna bianca. Scegliamo a caso un’urna ed estraiamo una pallina.
89
Þ
a. Qual è la probabilità che la pallina estratta sia nera?
b. Sapendo che abbiamo estratto una pallina nera, qual è la probabilità che provenga dall’urna A? a.
2
1
; b.
3
6
L’insegnante sottopone agli studenti di una classe un quesito che ha cinque risposte, una sola delle quali è
esatta. Se uno studente è preparato è certo che risponderà al quesito in modo corretto, mentre se è impreparato
sceglierà la risposta in modo del tutto casuale. Nella classe solo il 40% degli studenti sono preparati. Sapendo che
un dato studente ha risposto correttamente al quesito, qual è la probabilità che sia preparato?
10
90
Þ
13
Un’azienda produce un bene che, prima di essere immesso sul mercato, viene sottoposto a un controllo di
qualità. Se il bene è in perfette condizioni supera sempre il controllo di qualità, mentre se presenta qualche difetto
supera il controllo solo nel 5% dei casi. Supponiamo che il 2% della produzione presenti qualche difetto. Se una
unità del bene supera il controllo, qual è la probabilità che sia ugualmente difettosa?
1
’ 0,1%
981
91
Þ
Uno studente svolge un test in cui ciascuna domanda prevede quattro risposte, di cui una sola è quella esatta. Per ogni domanda, se lo studente ha studiato l’argomento cui si riferisce la domanda (il che accade con probabilità pÞ allora risponde certamente in modo corretto, altrimenti risponde scegliendo a caso fra le quattro risposte proposte.
92
Þ
a. Sapendo che lo studente ha risposto correttamente a una data domanda, qual è la probabilità che non abbia
risposto a caso?
4p
1
b. Per quali valori di p la probabilità di cui al punto precedente è superiore al 50%?
a.
; b. p >
3p þ 1
5
Barbara vorrebbe che il suo amico Andrea, da Milano, andasse a trovarla a Torino in treno. Andrea decide di
affidare la decisione alla sorte: lancia una moneta e se, esce «testa», l’indomani andrà a trovare Barbara a Torino,
mentre se esce «croce» resterà a Milano. Nel caso in cui esca «testa», Andrea partirà tra le 8 e le 12 del mattino, scegliendo a caso uno tra i quattro treni possibili. Supponiamo che l’indomani Barbara si rechi in stazione e verifichi
che Andrea non è su nessuno dei primi tre treni che partono da Milano tra le 8 e le 12; qual è la probabilità che An drea sia sul quarto treno?
1
93
Þ
5
1
. Se non piove, la probabilità che stasera vada al cinema è uguale
4
4
1
a ; se piove, la probabilità che vada al cinema è
. Sapendo che stasera vado al cinema, qual è, in percentuale,
5
10
94
Þ
La probabilità che stasera piova è uguale a
la probabilità che non piova?
95
Þ
[96%]
Due eventi A e B sono tali che:
pðAÞ ¼ 0,4
pðB j AÞ ¼ 0,6
pðB j AÞ ¼ 0,2
Sapendo che si è verificato l’evento B, qual è la probabilità che si è verificato l’evento A?
1
3
Un’urna A contiene 4 palline rosse e 6 palline nere. Un’urna B contiene 2 palline rosse e 8 palline nere. Un
giocatore lancia un dado cubico regolare, le cui facce sono numerate da 1 a 6: se ottiene il numero 6, estrae una
pallina a caso dall’urna A, altrimenti estrae una pallina a caso dall’urna B.
96
Þ
a. Quale è la probabilità che il giocatore estragga una pallina rossa?
b. Sapendo che il giocatore ha estratto una pallina rossa, qual è la probabilità che essa provenga dall’urna A?
c. Sapendo che il giocatore ha estratto una pallina rossa, è più probabile che tale pallina provenga dall’urna A o
dall’urna B?
7
2
a.
; b. ; c. è più probabile che provenga dall’urna B
30
7
224
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Il 10% di un gruppo di persone ha contratto una data malattia. Ciascun individuo del gruppo viene sottoposto a un test diagnostico per rilevare la malattia. Se un individuo è malato, la probabilità che il test risulti positivo
è uguale a p; se un individuo non è malato, la probabilità che il test risulti negativo è ancora uguale a p.
98
Þ
a. Il test relativo a una persona del gruppo risulta positivo. Qual è la probabilità che abbia davvero contratto la
malattia?
b. Qual è il valore della probabilità calcolata al punto precedente, se p ¼ 95%?
c. Affinché la probabilità di cui al punto a. sia superiore al 90%, quali valori deve assumere p?
p
19
81
a.
; b.
’ 67,86%; c. p >
, ossia circa p > 98,78%
9 8p
28
82
Matematica in azienda Viene indetta una gara di appalto per la costruzione di un ponte. Il management di
un’impresa specializzata nella costruzione di ponti pensa di potersi aggiudicare l’appalto con una probabilità del
50%. Dopo avere presentato il proprio progetto, vengono chieste all’impresa informazioni aggiuntive. In base a
statistiche effettuate sulla base di precedenti gare di appalto, è noto che sono state chieste informazioni aggiuntive
nell’80% dei casi in cui un progetto presentato ha vinto l’appalto e nel 35% dei casi in cui non l’ha vinto. Dopo
avere saputo che sono state richieste informazioni aggiuntive, con quale probabilità l’impresa può ritenere che il
progetto vinca l’appalto?
16
’ 69,6%
23
99
Þ
Complementi sul calcolo della probabilità
13
Unità 5
Il 20% degli abitanti di un paese soffre di ipertensione. Tra le persone ipertese il 60% sono fumatori. Tra le
persone che non sono ipertese, il 50% non sono fumatori. Scelto a caso un fumatore del paese, qual è la probabilità
che sia iperteso?
3
97
Þ
Matematica in azienda Una grande società fa mandare in onda in televisione uno spot pubblicitario per reclamizzare uno dei suoi prodotti. In base a un’indagine statistica effettuata sui potenziali clienti si è stabilito che:
100
Þ
la probabilità che un potenziale cliente acquisti il prodotto pubblicizzato è uguale a 0,25;
la probabilità che un potenziale cliente abbia visto lo spot è uguale a 0,5;
la probabilità che un potenziale cliente acquisiti il prodotto pubblicizzato e abbia visto lo spot è uguale a 0,15.
a. Qual è la probabilità che un potenziale cliente acquisti il prodotto pubblicizzato, se l’individuo ha visto lo
spot?
b. Qual è la probabilità che un potenziale cliente acquisti il prodotto pubblicizzato, se l’individuo non ha visto
lo spot?
c. Vedere lo spot accresce la probabilità che il potenziale cliente acquisti il prodotto? Supponendo che i
potenziali clienti siano 1 000 000, che per ogni unità di prodotto venduto l’azienda abbia un guadagno di 3
euro e che per la trasmissione dello spot l’azienda abbia un costo di 200000 euro, ritieni che per l’azienda sia
utile continuare a fare trasmettere lo spot?
[a. 0,3; b. 0,2]
RIEPILOGO
Esercizi di riepilogo
Un dado cubico regolare ha una faccia bianca, due facce nere e tre facce rosse. Si lancia il dado consecutivamente per due volte e, in ciascuno dei due lanci, si prende nota del colore della faccia ottenuta. Calcola la probabilità che:
101
Þ
a. le due facce ottenute siano entrambe nere;
b. le due facce ottenute siano entrambe bianche o entrambe nere;
c. le due facce ottenute abbiano lo stesso colore;
d. le due facce ottenute abbiano colori differenti;
e. le due facce ottenute siano entrambe bianche, sapendo che hanno lo stesso colore.
1
5
7
11
1
a. ; b.
; c.
; d.
; e.
9
36
18
18
14
225
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Un’urna contiene 20 palline bianche e 10 palline nere. Si estrae a caso una pallina dall’urna, quindi:
– se la pallina estratta è bianca, si rimette la pallina nell’urna e se ne aggiungono altre n bianche;
– se la pallina estratta è nera, si rimette la pallina estratta nell’urna e se ne aggiungono altre n nere.
102
Þ
Si estrae quindi una seconda pallina dall’urna.
a. Calcola la probabilità che sia la prima sia la seconda pallina estratta siano bianche.
b. Calcola la probabilità che la seconda pallina estratta sia bianca.
c. La seconda pallina estratta è bianca. Qual è la probabilità che anche la prima pallina estratta sia bianca?
d. Qual è la probabilità che le due palline estratte siano di colori differenti?
e. Qual è il minimo valore di n per cui la probabilità di estrarre due palline di colori differenti è inferiore al
10%?
2ð20 þ nÞ
2
20 þ n
40
a.
; b. ; c.
; d.
; n ¼ 104
3ð30 þ nÞ
3
30 þ n
3ð30 þ nÞ
Paolo si reca in biblioteca per prendere in prestito due libri di suo interesse. La probabilità che il primo libro
che desidera Paolo sia già stato preso in prestito è uguale alla probabilità che il secondo libro sia già stato preso in
prestito; inoltre ciascuno dei due libri viene preso in prestito indipendentemente dall’altro. Sapendo che la probabilità che almeno uno dei due libri sia già stato preso in prestito è uguale a 0,36, determina la probabilità che il pri mo libro sia già stato preso in prestito.
1
5
103
Þ
Un’azienda produce dei lettori MP3. Il 4% dei lettori prodotti sono difettosi, perciò, prima di essere commercializzati, tutti i lettori sono sottoposti a una unità di controllo. Anche l’unità di controllo è tuttavia soggetta a dei
margini di errore: riesce a scartare il 98% dei lettori MP3 difettosi, ma scarta erroneamente l’1% dei lettori MP3
funzionanti correttamente. Calcola la probabilità che, scelto un lettore, esso:
104
Þ
a. sia difettoso e non venga scartato;
b. sia soggetto a un errore di controllo (cioè sia funzionante e venga scartato oppure sia difettoso e venga
accettato);
c. non venga scartato.
Esprimi tutti i risultati sotto forma di numeri decimali.
[a. 0,0008; b. 0,0104; c. 0,9512]
In un gruppo di persone, il 30% conosce l’inglese, il 20% conosce il francese e il 10% conosce sia l’inglese sia
il francese.
105
Þ
a. Scelta a caso una persona del gruppo, qual è la probabilità che conosca l’inglese ma non il francese?
b. Scelta a caso una persona tra coloro che non sanno l’inglese, qual è la probabilità che sappia il francese?
c. Scelta a caso una persona tra coloro che sanno l’inglese, qual è la probabilità che questa sappia il francese?
1
1
1
a. ; b. ; c.
5
7
3
Il sistema di produzione di una azienda è dotato di un allarme, che scatta nel caso in cui si verifichino delle
anomalie ai macchinari coinvolti nel processo produttivo. Il sistema di allarme è tuttavia soggetto a piccoli difetti
per cui, in casi rari, non rileva malfunzionamenti anche quando si verificano, oppure scatta anche in assenza di
anomalie. In base a delle statistiche effettuate, si è stimato che:
106
Þ
– la probabilità che non ci siano malfunzionamenti e scatti l’allarme è uguale a 0,002;
– la probabilità che ci sia un malfunzionamento e non scatti l’allarme è uguale a 0,003;
– la probabilità che si verifichi un malfunzionamento è uguale a 0,05.
Calcola:
a. la probabilità che si verifichi un malfunzionamento e scatti l’allarme;
b. la probabilità che scatti l’allarme;
c. la probabilità che ci sia effettivamente un malfunzionamento, sapendo che è scattato l’allarme.
47
49
47
; b.
; c.
a.
1000
1000
49
Un quarto della popolazione è vaccinata nei confronti di una malattia contagiosa. Si stima che il 95% della
popolazione vaccinata non contrarrà la malattia e che il 10% della popolazione totale contrarrà la malattia. Scelto
a caso un individuo della popolazione:
107
Þ
a. calcola la probabilità che non sia vaccinato e si ammali;
b. calcola la probabilità che si ammali, se non è stato vaccinato.
226
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
7
7
a.
; b.
80
60
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Considera tre eventi A, B, C tali che:
A e B sono indipendenti;
B e C sono incompatibili;
Stabilisci:
a. se gli eventi B e C sono indipendenti;
b. se gli eventi A e C sono indipendenti.
Determina:
c. la probabilità dell’evento B;
d. la probabilità degli eventi A [ C e B [ C;
e. la probabilità degli eventi A \ C e B \ C;
f. la probabilità dell’evento A, supposto che si sia
verificato C;
g. la probabilità dell’evento C, supposto che si sia
verificato A.
a. non indipendenti; b. non indipendenti;
1
4 3
1 1
1
1
c. ; d. , ; e. , ; f. ; g.
4
5 4
5 4
5
4
Le camicie prodotte da un’azienda possono presentare due tipi di difetti, fra loro indipendenti: il difetto A e il difetto B. La probabilità che una camicia di
uno stock presenti il difetto A è uguale a 0,02; la probabilità che presenti il difetto B è uguale a 0,01. Scelta a
caso una camicia dello stock, determina la probabilità:
109
Þ
a. che presenti entrambi i difetti;
b. che presenti almeno uno dei due difetti;
c. che non presenti alcun difetto;
d. che presenti il difetto B, se presenta il difetto A.
1
149
4851
1
a.
; b.
; c.
; d.
5000
5000
5000
100
Scelto a caso un animale dell’allevamento, determina
la probabilità:
a. che sia portatore della malattia e risulti positivo
al test;
b. che sia portatore della malattia e risulti negativo
al test;
c. che risulti positivo al test;
d. che sia portatore della malattia, sapendo che è risultato positivo al test.
54
a. 0,054; b. 0,006; c. 0,101; d.
101
Complementi sul calcolo della probabilità
2
1
e pðCÞ ¼
5
2
11
1
e pðA \ CÞ ¼
pðA [ BÞ ¼
20
10
pðAÞ ¼
In un allevamento dove il 6% degli animali è
portatore di una data malattia, viene sperimentato un
test diagnostico. In base ai dati rilevati, si è trovato
che:
– se un animale è portatore della malattia, il test è positivo nel 90% dei casi;
– se un animale è sano, il test è negativo nel 95% dei
casi.
110
Þ
Unità 5
108
Þ
Un’urna contiene delle palline indistinguibili al
tatto. Il 40% hanno impresso il numero 1 e sono rosse;
le restanti hanno impresso il numero 2 e, tra di esse, il
20% sono rosse e l’80% sono verdi.
111
Þ
a. Si estrae una pallina a caso: qual è la probabilità
che la pallina sia rossa?
b. Si estrae una pallina a caso. Sapendo che è rossa,
qual è la probabilità che abbia impresso il numero 2?
c. Sia n 2 N, con n 2. Si effettuano n estrazioni
successive di una pallina con reimmissione (ovvero
dopo ciascuna estrazione la pallina estratta viene rimessa nell’urna). Determina il minimo valore di n
per cui la probabilità di estrarre, nelle n estrazioni,
almeno una pallina rossa con il numero 1 sia supe
riore al 99%.
13
3
a.
; b.
; c. n ¼ 10
25
13
Esercizi in inglese
112
Þ
Solve math in English Given that pðAÞ ¼ 0; 4 , pðBÞ ¼ 0; 3 and pðA \ BÞ ¼ 0; 1, find:
a. pðAjBÞ
b. pðBjAÞ
1
1
a: ; b.
3
4
Solve math in English Bob can decide to go to work by one of three modes of transportation: car, bus or train.
Because of high traffic, if he decides to go bay car, there is a 40% chance he will be late. If he goes by bus the probability of being late is only 20%. The train is almost never late, with a probability of only 5% . Bob is late one
day. His boss wishes to estimate the probability that Bob drove to work that day by car. Since he does not know
which mode of transportation Bob usually use, he gives equal probability to each of the three possibilities. What
is the boss’ estimate of the probability that Bob drove to work?
8
13
113
Þ
227
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
PROVA DI AUTOVERIFICA
Indipendenza, teoremi della probabilità e di Bayes
Si lancia un dado regolare a sei facce. Stabilisci se i due eventi A: «esce un numero dispari» e B: «esce un numero maggiore o uguale a 3» sono indipendenti.
1
Þ
Un’azienda acquista componenti elettronici presso tre fornitori, A, B e C. Un lotto è costituito da 2000 componenti elettronici, provenienti dai tre fornitori secondo le percentuali indicate nel grafico qui sotto a sinistra. I
componenti acquistati dai tre fornitori risultano difettosi secondo le percentuali indicate nel grafico qui sotto a destra. Scelto a caso un componente del lotto, qual è la probabilità che sia difettoso?
2
Þ
Componenti difettosi per fornitore
numero componenti (%)
numero componenti (%)
Provenienza dei componenti del lotto
50
40
30
20
10
0
fornitore A
fornitore B
fornitore C
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
fornitore A
fornitore B
fornitore C
Una ditta ha due fornitori di componenti per personal computer. Il 40% dei componenti viene acquistato
dal fornitore A e il restante 60% dal fornitore B. In base alle passate esperienze, si stima che l’8% dei componenti
acquistati dal fornitore A e il 6% dei componenti acquistati dal fornitore B sono difettosi.
a. Scelto a caso un componente, qual è la probabilità che sia difettoso?
b. Avendo constatato che il componente scelto è difettoso, qual è la probabilità che provenga dal fornitore A?
3
Þ
Vero o falso?
Paolo è solito frequentare la biblioteca della sua città. Egli è appassionato di romanzi gialli o d’avventura. Il bibliotecario gli propone 200 titoli, di cui 150 gialli e 50 d’avventura. Tra i 200 titoli proposti, sono scritti da autori italiani il 40% di romanzi gialli e il 70% di quelli d’avventura. Paolo sceglie a caso un libro tra i 200 proposti.
4
Þ
a. La probabilità che Paolo abbia scelto un libro giallo è il 75%
b. La probabilità che Paolo abbia scelto un libro di un autore italiano, sapendo che ha scelto un libro
4
giallo è
5
c. La probabilità che Paolo abbia scelto un libro giallo di un autore italiano è 0,3
d. La probabilità che Paolo abbia scelto un libro giallo, sapendo che ha scelto un libro di un autore
12
italiano è
19
e. La probabilità che Paolo abbia scelto un libro di un autore italiano è 0,475
V
F
V
F
V
F
V
F
Valutazione
Esercizio
1
2
3
4
Totale
Punteggio
2
2
1,5 þ 1,5 ¼ 3
0,6 5 ¼ 3
10
Punteggio
ottenuto
Tempo massimo: 1 h
228
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
3Risposte in fondo al volume
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Inferenza statistica
Unità
6
1. Introduzione alla statistica inferenziale
Finora, nello studio della statistica, ci siamo posti l’obiettivo di descrivere le caratteristiche di un fenomeno o di una coppia di fenomeni su una data popolazione,
ovvero ci siamo occupati di statistica descrittiva. Ora vogliamo focalizzare la nostra attenzione sulla situazione in cui la rilevazione dei dati non avviene sull’intera popolazione, ma solo su un campione, e occuparci del problema di studiare
se e come sia possibile estendere all’intera popolazione i risultati ottenuti dalla rilevazione sul campione. La statistica inferenziale è proprio la parte della statistica
che ha per oggetto lo studio di queste problematiche.
Un punto fondamentale dell’inferenza statistica è la scelta del campione, che deve essere il più possibile rappresentativo della popolazione. Nella statistica inferenziale classica, si suppone che il campione venga scelto casualmente, riponendo fiducia nel fatto che la casualità giochi a favore della produzione di un campione
che non abbia caratteristiche speciali e quindi si possa ritenere un’immagine abbastanza fedele dell’intera popolazione. Il processo di scelta casuale del campione
viene detto campionamento; esso è da interpretare come un esperimento casuale
e da affrontare, di conseguenza, con gli strumenti del calcolo della probabilità.
campionamento
Avviene tramite
un’estrazione casuale
Tema C
Che cos’è la statistica inferenziale?
Rifletti
Con il termine inferenza in
generale si indica un
processo che porta a trarre
una conclusione, a partire da
certe premesse. In particolare
l’inferenza induttiva procede
dal particolare al generale;
l’inferenza statistica è una
particolare inferenza
induttiva (dal campione
all’intera popolazione).
campione
popolazione
Estensione dei risultati
ricavati sul campione
all’intera popolazione
i n fe r e
n z a s t a ti s ti c a
Figura 6.1
Gli elementi di statistica inferenziale che presenteremo nel prosieguo si basano sul
tipo più semplice di campionamento: il cosiddetto campionamento bernoulliano. Un campione bernoulliano di n unità, estratto da una popolazione di N unità,
non è altro che un campione ottenuto da n estrazioni indipendenti, quindi con reimmissione. Chiaramente sarebbe più naturale pensare a estrazioni senza reimmissione (per evitare che in un campione una stessa unità statistica venga considerata
n
più volte); tuttavia, se N è sufficientemente grande e il rapporto
è sufficienteN
mente piccolo, è possibile dimostrare che le due tecniche di campionamento con
o senza reimmissione producono risultati equivalenti. Per questo motivo, e per il
fatto che in generale per un campione bernoulliano valgono proprietà più comode
ai fini dei calcoli, si preferisce in pratica riferirsi allo schema con reimmissione.
I problemi di stima di un parametro
Consideriamo un esempio di un tipico problema di statistica inferenziale:
Problema
Si sono osservate le lunghezze di 5 pezzi prodotti da un macchinario:
10,42 cm
10,12 cm
10,25 cm
10,34 cm
10,15 cm
Vengono dichiarati «conformi» i pezzi la cui lunghezza non supera i 10,35 cm.
Qual è una stima attendibile della lunghezza media dei pezzi prodotti dal macchinario?
Qual è una stima attendibile della percentuale di pezzi prodotti conformi?
229
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema C
Dati e previsioni
Questo problema ha per oggetto la stima di due parametri incogniti: la media della
lunghezza dei pezzi e la proporzione dei pezzi conformi. Molti problemi di statistica inferenziale hanno per oggetto proprio la stima di un parametro incognito della
popolazione. Ci sono due grandi classi di metodi per stimare parametri incogniti:
a. stime puntuali;
b. stime per intervallo.
Una stima puntuale di un parametro ignoto è il risultato di un calcolo eseguito
sui dati osservati su un particolare campione: il calcolo consente di ottenere un
unico numero, stima del parametro.
La stima per intervallo invece consente di determinare un possibile intervallo di
valori per il parametro incognito.
In questo e nel prossimo paragrafo ci occuperemo del problema della stima puntuale, mentre nel terzo paragrafo affronteremo quello della stima per intervallo.
La stima puntuale di una media e di una proporzione si ottengono nel modo più
naturale possibile:
la media della popolazione si stima tramite la media x dei dati campionari
x1 , x2 , ..., xn ;
la proporzione p della popolazione che soddisfa una data caratteristica si stima tramite la proporzione pb del campione che soddisfa la caratteristica d’interesse.
ESEMPIO
Stima puntuale della media e della proporzione
In riferimento al problema introdotto all’inizio di questo sottoparagrafo:
a. la stima puntuale x della lunghezza media dei pezzi prodotti dal macchinario si ottiene dalla media dei dati campionari, quindi è uguale a:
x¼
10,42 þ 10,12 þ 10,25 þ 10,34 þ 10,15
’ 10,26 cm
5
b. la stima puntuale della proporzione di pezzi conformi è semplicemente il
rapporto tra il numero di pezzi conformi nel campione (4 in tutto) e la numerosità del campione stesso:
4
¼ 80%
5
Un altro parametro che spesso occorre stimare è la varianza. In questo caso, tuttavia, le cose non vanno bene come per la stima della media e della proporzione; si
verifica infatti che il metodo che verrebbe più naturale, cioè stimare la varianza
della popolazione tramite la varianza dei dati campionari, in generale non è un
metodo affidabile (capiremo il perché nel prossimo paragrafo). Ma che cosa ci garantisce l’affidabilità o meno di un metodo di stima puntuale? Campioni diversi
portano a stime puntuali diverse, che possono essere più o meno lontane dal reale
(e ignoto) valore del parametro che vogliamo stimare.
Per studiare questi aspetti, legati alla variabilità del campione, dobbiamo introdurre nuovi strumenti, in particolare il concetto di stimatore, cui sarà dedicato il
prossimo paragrafo.
Prova tu
ESERCIZI a p. 256
1. Su un campione di sei unità si sono registrati i seguenti dati campionari:
4
9
10
6
12
15
Determina una stima puntuale della media della popolazione. (Arrotonda il risultato alla seconda cifra decimale.)
[9,33]
230
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
2. A un campione di 200 individui è stata posta una domanda che poteva prevedere tre risposte: «sı̀», «no»
oppure «preferisco non rispondere». 75 degli individui del campione hanno risposto «sı̀», 110 hanno risposto «no». Determina una stima della percentuale
della popolazione che ha preferito non rispondere.
[7,5%]
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 6
2. Stimatori
Un modello astratto del campionamento
Inferenza statistica
Per introdurre il concetto di stimatore è necessario preliminarmente costruire un
modello astratto del campionamento, basato sul fatto che l’estrazione di un campione si può assimilare a un esperimento casuale. Per avvicinarci a questo modello,
ragioniamo anzitutto su un esempio.
ESEMPIO
Si vuole stimare la durata media di un certo tipo di lampadine prodotte da
un’azienda.
La variabile aleatoria X che interpreta il fenomeno d’interesse è la durata della
lampadina e l’oggetto dell’inferenza è la media di X. Ci concentriamo ora sulla sola fase del campionamento. Supponiamo di avere estratto un campione
bernoulliano, di 3 lampadine, di avere valutato la durata delle singole lampadine estratte, e di avere osservato i seguenti valori:
x1 ¼ 1000 ore
x2 ¼ 1152 ore
x3 ¼ 920 ore
durata della prima
lampadina estratta
durata della seconda
lampadina estratta
durata della terza
lampadina estratta
primo campione
La prima osservazione campionaria x1 è stata di 1000 ore nel campione estratto. Se pensiamo a tutti i possibili campioni estraibili, ci rendiamo conto che x1
può valere una qualunque delle possibili durate delle lampadine, cioè x1 è
uno dei possibili valori di una variabile aleatoria X1 che può assumere tutti e
soli i valori di X e con la stessa distribuzione di probabilità; brevemente si dice
che X1 è identica e identicamente distribuita a X. Analogamente, x2 e x3 sono
due dei possibili valori rispettivamente di due variabili aleatorie X2 e X3 , anch’esse identiche e identicamente distribuite a X.
Le osservazioni fatte nell’esempio possono essere generalizzate. Indicata con X
la variabile aleatoria che interpreta il fenomeno d’interesse (che in questo contesto viene talvolta chiamata popolazione) ed estratto un particolare campione di
numerosità n, i valori osservati x1 , x2 , ..., xn si possono interpretare come particolari possibili valori delle variabili aleatorie X1 , X2 , ..., Xn (dette prima estrazione
campionaria, seconda estrazione campionaria, ..., n-esima estrazione campionaria), ciascuna delle quali è identica e identicamente distribuita a X. Si comprende dunque come sia possibile definire un modello astratto, che consente di
rappresentare tutti i possibili valori osservabili al variare del campione: sarà sufficiente assimilare un campione casuale di dimensione n a un insieme di n variabili aleatorie X1 , X2 , ..., Xn , identiche e identicamente distribuite a X.
Questa formalizzazione del campionamento in termini di variabili aleatorie ci
consentirà di effettuare delle considerazioni teoriche a priori (cioè prima di estrarre
effettivamente un campione), che giustificano la bontà dei metodi di stima che
introdurremo, e ci permetterà al contempo di «controllare» la variabilità campionaria tramite gli strumenti del calcolo della probabilità.
Osserva
Nell’ipotesi assunta di
campionamento bernoulliano, X1 , X2 , ..., Xn sono anche
indipendenti.
Stimatori
Supponiamo di essere interessati a studiare la media incognita di un fenomeno,
interpretato dalla variabile aleatoria X. Estraiamo un particolare campione e indichiamo con x la stima della media di X che possiamo calcolare sulla base dei valori osservati nel campione estratto. Tale stima x della media non è altro che uno
dei possibili valori della variabile aleatoria media campionaria X:
X¼
X1 þ X2 þ ::::: þ Xn
n
231
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
essendo X1 , X2 , ..., Xn le variabili aleatorie che rappresentano un generico campione casuale. La media campionaria è un esempio di stimatore.
Attenzione!
Utilizzeremo lettere
minuscole per indicare
le stime e lettere maiuscole
per indicare i corrispondenti
stimatori.
STIMATORE E STIMA
Uno stimatore è una variabile aleatoria, funzione delle variabili aleatorie estrazioni campionarie X1 , X2 , ..., Xn , che viene utilizzata per stimare un determinato
parametro incognito di una popolazione. Il valore assunto dallo stimatore in
corrispondenza di un particolare campione viene detto stima del parametro incognito.
Riassumendo: una stima è un numero che viene calcolato sul campione effettivamente estratto ed è solo uno dei possibili valori del corrispondente stimatore; quest’ultimo è una variabile aleatoria, i cui valori sono tutte le possibili stime che possono ottenersi, al variare dei campioni estraibili di una prefissata numerosità.
Oltre alla media campionaria, ci occuperemo di altri due stimatori:
la varianza campionaria V 2 , definita da:
V2 ¼
n
ðX1 XÞ2 þ ::::: þ ðXn XÞ2
1X
¼
ðXi XÞ2
n i¼1
n
la frequenza campionaria, utilizzata per stimare la proporzione p (incognita)
di una popolazione che soddisfa una prefissata caratteristica (per esempio si
può essere interessati a stimare la percentuale di disoccupati presenti in una
certa regione). In questo caso la variabile aleatoria X che interpreta il fenomeno d’interesse è una particolare variabile aleatoria, detta di Bernoulli, che ha
le seguenti caratteristiche:
– può assumere solo due valori: convenzionalmente 1 in corrispondenza dei
soggetti della popolazione che possiedono la caratteristica che si sta esaminando, e 0 in corrispondenza dei soggetti che non la possiedono;
– assume i valori 1 o 0 rispettivamente con probabilità p e 1 p.
Rifletti
La frequenza campionaria
non è altro che la media
campionaria del campione
X1 , ..., Xn , essendo X1 , ..., Xn
variabili aleatorie di
Bernoulli.
Un generico campione casuale X1 , ..., Xn è costituito dunque da n variabili
aleatorie di Bernoulli e la loro somma, X1 þ ::: þ Xn , conta il numero complessivo di unità del campione che possiedono la caratteristica d’interesse. Infine,
la variabile aleatoria:
X1 þ ::::: þ Xn
Fb ¼
n
è lo stimatore frequenza campionaria, che rappresenta la frequenza relativa della
caratteristica in esame su un generico campione casuale.
Proprietà di uno stimatore e bontà dei metodi di stima puntuale
Attenzione!
La correttezza di uno
stimatore garantisce che esso
non è soggetto a deviazioni
sistematiche rispetto al
parametro da stimare, ovvero
che mediamente non tende a
fornire delle stime né per
eccesso né per difetto.
232
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Possiamo ora finalmente tornare al problema che ci ha portato a costruire il modello astratto del campionamento e a introdurre il concetto di stimatore.
La bontà di un metodo di stima puntuale risiede nelle proprietà teoriche del corrispondente stimatore. Le più importanti proprietà che si richiedono a uno stimatore sono tre: la correttezza, la consistenza e l’efficienza:
a. uno stimatore si dice corretto se il suo valore medio coincide con il parametro
oggetto della stima; uno stimatore non corretto viene detto distorto;
b. intuitivamente, uno stimatore si dice consistente se la sua precisione aumenta
all’aumentare della numerosità campionaria; se uno stimatore è corretto, si dimostra che esso è consistente se e solo se la sua varianza tende a 0 al tendere a
infinito della numerosità campionaria;
c. dati due stimatori corretti e consistenti di uno stesso parametro, si dice che è
più efficiente lo stimatore la cui varianza è inferiore (in altre parole, tra due
stimatori corretti e consistenti è preferibile quello la cui variabilità è minore).
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
n
1 X
ðxi xÞ2
n 1 i¼1
Inferenza statistica
s2 ¼
Unità 6
Si può dimostrare che la media campionaria e la frequenza campionaria (in ipotesi
di campionamento bernoulliano) sono stimatori corretti, consistenti e i più efficienti possibile tra tutti gli stimatori corretti della media e della proporzione. In
queste buone proprietà risiede l’affidabilità dei metodi di stima puntuale della
media e della proporzione basati semplicemente sul calcolo della media e della
proporzione sui dati campionari.
Lo stimatore varianza campionaria si dimostra invece essere uno stimatore distorto
(che ha tendenza a produrre stime per difetto); per questo motivo, la stima della
varianza della popolazione che si otterrebbe semplicemente calcolando la varianza dei dati campionari non sarebbe affidabile (tenderebbe a essere una sottostima). È tuttavia semplice correggere la distorsione della varianza; si può dimostrare infatti che per ottenere uno stimatore corretto della varianza è sufficiente dividere per ðn 1Þ anziché per n. Pertanto, una volta estratto un campione, si stima
la varianza dell’intera popolazione mediante la cosiddetta varianza campionaria corretta, che indicheremo con s2 , cosı̀ definita:
[6.1]
Per il calcolo della varianza campionaria corretta sussiste anche la seguente formula abbreviata, equivalente alla [6.1] e analoga a quella vista in precedenza per
la varianza:
!
n
X
1
2
2
2
s ¼
x nx
n 1 i¼1 i
ESEMPIO
Stima puntuale della deviazione standard
Si sono osservate le lunghezze di 5 pezzi prodotti da un certo macchinario:
10,42 cm
10,12 cm
10,25 cm
10,34 cm
10,15 cm
Qual è una stima della deviazione standard della lunghezza dei pezzi prodotti?
Calcoliamo anzitutto la varianza campionaria corretta:
1
½ð10,42Þ2 þð10,12Þ2 þð10,25Þ2 þð10,34Þ2 þ ð10,15Þ2 5 ð10,256Þ2 ¼ 0,01593
s2 ¼
51
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Poiché s ¼ 0,01593 ’ 0,13, ne segue che una stima puntuale della deviazione standard della lunghezza
dei pezzi è 0,13 cm.
SINTESI
Stime puntuali e stimatori
Estratto un campione di numerosità n:
La stima puntuale della ...
Formula
... media, che indicheremo con x, si calcola
determinando la media dei dati campionari x1 , x2 , ..., xn
x¼
... proporzione, che indicheremo con pb, si calcola
determinando la proporzione del campione che soddisfa
la caratteristica oggetto di studio.
... varianza, che indicheremo con s2 , si calcola
determinando la varianza corretta dei dati campionari.
x1 þ x2 þ ::: þ xn
n
f
n
essendo f il numero delle unità del campione che
possiede la caratteristica in esame
pb ¼
1
s ¼
n1
2
n
X
!
xi2
nx
2
i¼1
L’affidabilità dei metodi di stima puntuale inerenti la media e la proporzione risiede nel fatto che i corrispondenti
stimatori sono corretti, consistenti e i più efficienti possibile (tra quelli corretti). Per la stima della varianza della
popolazione occorre invece calcolare la varianza corretta dei dati campionari (perché lo stimatore varianza
campionaria risulta distorto).
233
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Prova tu
ESERCIZI a p. 256
Su un campione di sei unità si sono registrati i seguenti dati campionari:
4
9
10
6
12
15
Determina una stima puntuale della deviazione standard della popolazione. (Arrotonda il risultato alla seconda cifra
decimale.)
[3,98]
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
3. Intervalli di confidenza
Premessa
La stima puntuale di un parametro ha il pregio della semplicità ed è sempre ottenibile a partire dai dati campionari, senza richiedere ulteriori informazioni. Tuttavia è evidente che è molto rischiosa, nel senso che è molto difficile avvicinarsi
con un solo numero al vero valore del parametro incognito; inoltre ha il difetto di
non fornirci strumenti in grado di «controllare» l’errore che si commette tramite
la stima. Per questi motivi è più interessante ricavare un intervallo di possibili valori per il parametro incognito, da determinarsi in base a un prefissato grado di fiducia di fare bene, cioè di costruire un intervallo che contenga effettivamente l’ignoto valore del parametro: in ciò consiste un procedimento di stima per intervallo.
Il metodo di stima per intervallo su cui gettiamo uno sguardo nel prosieguo del
paragrafo è quello più noto e utilizzato: esso consiste nella costruzione dei cosiddetti intervalli di confidenza. Per la costruzione di tali intervalli faremo spesso
ricorso alla distribuzione normale, introdotta nel volume precedente.
In particolare, data una variabile aleatoria Z normale standard, in molti problemi
di statistica inferenziale saremo interessati a determinare il valore zk a sinistra del
quale l’area sotto il grafico della densità di Z risulta uguale a k (fig. 6.2). In altre
parole, cerchiamo il valore zk per cui risulta:
Ricorda
Si indica con ðzÞ
la funzione di ripartizione
della normale standard,
cosı̀ definita:
ðzk Þ ¼ pðZ zk Þ ¼ k
ovvero cerchiamo la controimmagine di k nella funzione di ripartizione della
normale standard:
zk ¼ 1 ðkÞ
ðzÞ ¼ pðZ zÞ
Il valore zk si dice quantile di ordine k della normale standard.
I quantili di uso più comune, ricavabili per esempio con un calcolatore, sono riportati nella seguente tabella:
k
0,90
0,95
0,975
0,99
0,995
0,999
0,9995 0,99995 0,999995
zk
1,282
1,645
1,960
2,326
2,576
3,090
3,291
y
O
area della parte
colorata =
= p(Z < zk) = k
Figura 6.2
234
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
zk
x
3,891
4,417
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 6
Intervallo di confidenza per la stima di una media
di una popolazione normale, di cui è nota la varianza
Inferenza statistica
Riprendiamo ancora in esame il problema del primo paragrafo sulle lunghezze
dei pezzi prodotti da un macchinario e proponiamoci ora di costruire una stima
intervallare della lunghezza media (incognita) dei pezzi prodotti, nota la deviazione standard ¼ 0; 1 cm di tali lunghezze.
Intuitivamente l’idea è quella di costruire un intervallo avente come centro la stima puntuale x di ottenuta dai dati campionari, in modo da avere un elevato
grado di fiducia che il «vero» valore di cada in questo intervallo. Nel linguaggio
statistico, il «grado di fiducia» si chiama livello di confidenza, mentre il massimo rischio di sbagliare che siamo disposti ad accettare si chiama livello di significatività e si indica con la lettera . Solitamente si sceglie uguale al 10%, al
5% o all’1%, cui corrispondono livelli di confidenza 1 rispettivamente uguali
al 90%, al 95% o al 99%.
Il livello di confidenza, ossia il numero 1 , rappresenta la probabilità che, scelto un campione casuale, i dati osservati su di esso producano una stima intervallare contenente il vero valore . Poiché il livello di confidenza è garantito da una
condizione basata su una probabilità, per costruire un intervallo di confidenza
non sono sufficienti i dati campionari, ma occorre anche conoscere la distribuzione di probabilità della variabile aleatoria X che rappresenta il fenomeno in esame
(oppure opportune condizioni che consentano di approssimare tale distribuzione di probabilità).
Assumendo che la distribuzione di probabilità di X sia normale, vediamo per
esempio il ragionamento che conduce alla costruzione di un intervallo di confidenza per la media, al livello del 95%, supponendo nota la varianza.
ESEMPIO
Ipotesi e obiettivo
Le ipotesi sono che la variabile aleatoria X che rappresenta il fenomeno d’interesse sia normale di media incognita e di varianza nota 2 . L’obiettivo è determinare un intervallo di confidenza per al livello del 95%.
Osservazioni preliminari
2
1. Nelle ipotesi fatte (ossia X Nð, 2 ÞÞ, si può dimostrare che X N ,
,
n
dunque standardizzando:
X
X
rffiffiffiffiffiffiffi ¼ Nð0,1Þ ¼ Z
2
pffiffiffi
n
n
2. Poiché abbiamo fissato un livello di confidenza del 95%, per la costruzione
successiva ci servirà determinare k > 0 in modo che risulti:
Ricorda
Data una variabile aleatoria
X di valore medio e deviazione standard ,
si chiama standardizzata di X
X
,
la variabile aleatoria
la quale ha media uguale
a 0 e deviazione standard
uguale a 1.
pðk Z kÞ ¼ 0,95
Affinché sia soddisfatta tale richiesta le aree delle due
«code» sotto la normale standard che esprimono la probabilità che risulti jZj > k dovranno essere uguali a
y
0,4
area = 0,95
1 0,95
¼ 0,025 (fig. 6.3), quindi il valore k dovrà la2
sciare a sinistra un’area uguale a 0,95 þ 0,025 ¼ 0,975.
0,2
area = 0,025
area = 0,025
Dunque k dovrà essere il quantile di ordine 0,975 della
normale standard. Dalla tabella dei quantili di Z si ricava:
k ¼ z0,975 ¼ 1,96
–k
O
Ô
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
k
x
Figura 6.3
235
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema C
Dati e previsioni
Ô
Costruzione dell’intervallo
Da 1. e 2. segue che:
0
1
X
B
C
p@1,96 1,96A ¼ 0,95
pffiffiffi
n
Attenzione!
Abbiamo detto che siamo
confidenti al 95% che
l’intervallo [6.2] contenga
il vero valore di , non che la
probabilità che cada in tale
intervallo è del 95%.
Quest’ultimo modo
di esprimersi non sarebbe
corretto, in quanto nessuna
delle quantità che
compaiono nell’intervallo
[6.2] è una variabile aleatoria:
né , né n, né x. La locuzione
«intervallo di confidenza» va
piuttosto interpretata come
segue: sebbene l’intervallo
[6.2] dipenda dalla stima
puntuale x e quindi dal
campione estratto, il modo
in cui l’abbiamo costruito
garantisce che, se
eseguissimo un gran numero
di campionamenti,
all’incirca nel 95% dei casi
i corrispondenti intervalli
di confidenza conterrebbero
il vero valore incognito .
Risolvendo la doppia disequazione rispetto a , otteniamo:
p X 1,96 pffiffiffi X þ 1,96 pffiffiffi ¼ 0,95
n
n
Ciò significa che la probabilità che l’intervallo:
X 1,96 pffiffiffi , X þ 1,96 pffiffiffi
n
n
contenga il valore del parametro incognito è uguale al 95%. È questa la garanzia probabilistica a priori (cioè prima di estrarre effettivamente il campione)
dell’affidabilità della stima intervallare che stiamo per costruire.
Dopo avere estratto un particolare campione casuale e determinata la stima
puntuale x della media in base ai dati osservati, diremo di essere confidenti al
95% che sia:
x 1,96 pffiffiffi x þ 1,96 pffiffiffi
n
n
Un intervallo di confidenza al 95% per risulta perciò:
x 1,96 pffiffiffi , x þ 1,96 pffiffiffi
n
n
[6.2]
Il ragionamento condotto nel precedente esempio si può generalizzare, ai fini di
determinare un intervallo di confidenza di livello 1 . Il ragionamento è il medesimo, con l’unica differenza che occorre determinare k in modo che risulti:
pðk Z kÞ ¼ 1 (nell’esempio abbiamo visto che per avere 1 ¼ 0,95 deve essere k ¼ 1,96).
Ragionando come illustrato nelle didascalie della fig. 6.4, si giunge a concludere
che k ¼ z1 .
2
y
y
y
area = 1 – α
area = 1 –
area =
–k
O k
x
a. Vogliamo determinare k in modo che
pðk Z kÞ ¼ 1 Ciò equivale a richiedere che l’area
sottesa alla normale standard
nell’intervallo ½k, k sia uguale a 1 .
Figura 6.4
236
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
α
2
area =
–k
O
k
α
2
α
2
O
x
b. Poiché la normale standard
è simmetrica rispetto all’asse y
e l’area sottesa al suo grafico è
complessivamente uguale a 1,
la condizione espressa al punto a.
è verificata se e solo se le aree sottese
alle due «code» sono ciascuna
uguale ad .
2
k
x
c. Ne segue che l’area sottesa
alla normale standard, a sinistra di k,
deve essere uguale a
¼1
ð1 Þ þ
2
2
Dunque k deve essere il quantile
della normale standard di ordine 1 ,
2
ovvero k ¼ z1 .
2
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
I n t e r v a l l o d i c o n f i d e n z a p e r la m e d i a d i u n a po p o l a z i o n e
n o r ma l e ( v a r i a n z a n o t a )
TEOREMA 6 .1
Inferenza statistica
Sia X una variabile aleatoria normale, di media incognita e varianza nota 2 . L’intervallo di confidenza al livello 1 per la media è:
x z1 pffiffiffi , x þ z1 pffiffiffi
2
2
n
n
Unità 6
Se ne deduce il seguente teorema.
[6.3]
essendo:
n la dimensione del campione;
x la stima puntuale della media calcolata sul campione;
z1 il quantile della normale standard di ordine 1 .
2
2
ESEMPIO
Stima intervallare per una media, nota la varianza
Si sono osservate le lunghezze di 5 pezzi prodotti da un certo macchinario:
10,42 cm
10,12 cm
10,25 cm
10,34 cm
10,15 cm
È noto che la precisione del macchinario, ossia la deviazione standard della lunghezza dei pezzi, è 0,1 cm. Supponendo che la lunghezza dei pezzi abbia una distribuzione normale, determiniamo un intervallo di confidenza al 95% per la lunghezza media dei pezzi prodotti.
Per costruire la stima richiesta in base alla [6.3] ci occorrono x, n, e z1 :
2
la stima puntuale x della lunghezza media è stata calcolata nell’esempio del
Paragrafo 1; abbiamo visto che x ’ 10,26 cm;
il campione è costituito da n ¼ 5 pezzi;
il valore di è noto, uguale a 0,1 cm;
essendo richiesto un livello di confidenza 1 ¼ 95% risulta ¼ 5%
¼ 0,05, quindi:
1
0,05
¼1
¼ 0,975
2
2
Dalla tabella dei quantili riportata all’inizio del paragrafo si ricava:
Attenzione!
z1 ¼ z0,975 ¼ 1,96
2
Pertanto l’intervallo di confidenza richiesto è:
0,1
0,1
10,26 1,96 pffiffiffi ; 10,26 þ 1,96 pffiffiffi
5
5
x
z
x
z
0,975
0,975
ossia circa:
[10,16, 10,35]
Vedi nota qui a fianco
Ciò significa che, a un livello di confidenza del 95%, possiamo ritenere che la
lunghezza media dei pezzi prodotti sia compresa tra 10,16 cm e 10,35 cm
(estremi inclusi).
Nell’eseguire i calcoli per
determinare un intervallo
di confidenza è bene
approssimare l’estremo
inferiore dell’intervallo per
difetto e l’estremo superiore
per eccesso, in modo da essere
certi di ottenere un
intervallo di confidenza
approssimato che contiene
quello esatto. D’ora in
avanti, per approssimare
gli estremi di un intervallo
di confidenza procederemo
in questo modo.
È importante fare alcune osservazioni.
a. L’intervallo di confidenza [6.3] può essere espresso anche nella forma:
x z1 pffiffiffi
2
n
237
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Dati e previsioni
Il termine:
z1 pffiffiffi
2
n
Tema C
indica l’errore massimo che si commette stimando con x (nell’ipotesi in cui
confidiamo, al livello 1 , che appartenga effettivamente all’intervallo di
confidenza stabilito).
b. L’ampiezza dell’intervallo di confidenza è uguale a:
2z1 pffiffiffi
2
n
[6.4]
e definisce la precisione della stima, nel senso che un intervallo di confidenza è
tanto più preciso quanto più è «stretto» e tanto più impreciso quanto più è
«largo». Dalla [6.4] appare chiaro che la precisione della stima dipende da tre
elementi: il livello di confidenza 1 , la dimensione n del campione e la deviazione standard . Quest’ultima è una quantità fissata, mentre il livello di
confidenza e la dimensione del campione possono essere scelti a piacere. A parità di livello di confidenza, aumentare la dimensione del campione diminuisce l’ampiezza dell’intervallo di confidenza, quindi migliora la precisione della
stima. Viceversa, a parità di dimensione del campione, aumentare il livello di
confidenza porta a un aumento del valore di z1 e quindi dell’ampiezza del2
l’intervallo di confidenza, peggiorando la precisione della stima.
Si può perciò comprendere il motivo per cui non è una buona idea fissare un
livello di confidenza prossimo a 1 (per esempio a 0,999, in modo da garantirci
quasi con certezza che l’intervallo di confidenza corrispondente al campione
estratto contenga effettivamente il parametro da stimare): cosı̀ facendo aumenterebbe l’ampiezza dell’intervallo, in modo da contenere praticamente
tutti i valori possibili, e di conseguenza l’informazione fornita dall’intervallo
di confidenza non sarebbe più significativa.
Intervallo di confidenza per la stima di una media
di una popolazione normale, di cui non è nota la varianza
L’ipotesi che sia nota la varianza della popolazione è poco realistica (non conosciamo nemmeno la media, difficilmente saremo in grado di stabilire la varianza!).
Consideriamo dunque il caso in cui X sia una variabile aleatoria normale di media e varianza 2 , entrambe incognite. Il procedimento per la costruzione di un
intervallo di confidenza per la media è del tutto simile al precedente, ma con
un’importante differenza. Poiché la varianza non è nota, è necessario stimarla
tramite la varianza campionaria corretta s2 . La sostituzione, nella media campionaria standardizzata, di con s ha come conseguenza che la variabile aleatoria:
X
s
pffiffiffi
n
Modi di dire
L’espressione t-Student
si legge «t di Student»
o «distribuzione di Student».
238
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
non ha più distribuzione normale standard, ma ha una particolare distribuzione
detta t-Student con n 1 gradi di libertà, che indicheremo con il simbolo Tn 1
e che dipende dalla numerosità del campione.
Si tratta di una distribuzione simile alla normale standard, ma con «code» che
sottendono un’area maggiore (vedi la fig. 6.5, in cui abbiamo riportato i grafici
della densità in corrispondenza di alcuni valori di nÞ. Come puoi intuire dalla figura, la distribuzione della t-Student tende, al crescere di n, ad approssimare sempre di più quella della normale standard.
Indicato con tk ðnÞ il quantile di ordine k della t-Student con n gradi di libertà, ossia il valore tk ðnÞ per cui pðTn tk ðnÞÞ ¼ k, l’espressione dell’intervallo di confidenza per la media risulta del tutto simile al caso in cui era nota la varianza.
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 6
y
normale standard
0,40
Inferenza statistica
t-Student con n = 5
gradi di libertà
0,35
0,30
t-Student con n = 2
gradi di libertà
0,25
0,20
0,15
0,10
0,05
O
–4
–3
–2
–1
0
1
2
3
x
4
Figura 6.5
I n t e r v a l l o d i c o n f i d e n z a p e r la m e d i a d i u n a po p o l a z i o n e
normale ( varianza in cogni ta)
TEOREMA 6 .2
Sia X una variabile aleatoria normale, di media e varianza 2 , entrambe incognite.
L’intervallo di confidenza al livello 1 per la media è:
s
s
x t1 ðn 1Þ pffiffiffi , x þ t1 ðn 1Þ pffiffiffi
[6.5]
2
2
n
n
essendo:
n la dimensione del campione;
x la stima puntuale della media calcolata sul campione;
s la deviazione standard dedotta dalla varianza campionaria corretta;
della t-Student con n 1 gradi di libertà.
t1 ðn 1Þ il quantile di ordine 1 2
2
I quantili della t-Student, in corrispondenza dei livelli di confidenza più utilizzati, sono riportati in tab. 6.1.
Tabella 6.1
Tavola dei quantili della distribuzione t-Student avente n gradi di libertà, con 1 n 120
Gradi
di libertà (n)
Ordine del quantile
0,9
0,95
0,975
0,99
0,995
1
3,0777
6,3137
12,7062
31,8210
63,6559
2
1,8856
2,9200
4,3027
6,9645
9,9250
3
1,6377
2,3534
3,1824
4,5407
5,8408
4
1,5332
2,1318
2,7765
3,7469
4,6041
5
1,4759
2,0150
2,5706
3,3649
4,0321
6
1,4398
1,9432
2,4469
3,1427
3,7074
7
1,4149
1,8946
2,3646
2,9979
3,4995
8
1,3968
1,8595
2,3060
2,8965
3,3554
9
1,3830
1,8331
2,2622
2,8214
3,2498
(segue)
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
239
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
(continua)
0,9
0,95
0,975
0,99
0,995
10
1,3722
1,8125
2,2281
2,7638
3,1693
11
1,3634
1,7959
2,2010
2,7181
3,1058
12
1,3562
1,7823
2,1788
2,6810
3,0545
13
1,3502
1,7709
2,1604
2,6503
3,0123
14
1,3450
1,7613
2,1448
2,6245
2,9768
15
1,3406
1,7531
2,1315
2,6025
2,9467
16
1,3368
1,7459
2,1199
2,5835
2,9208
17
1,3334
1,7396
2,1098
2,5669
2,8982
18
1,3304
1,7341
2,1009
2,5524
2,8784
19
1,3277
1,7291
2,0930
2,5395
2,8609
20
1,3253
1,7247
2,0860
2,5280
2,8453
21
1,3232
1,7207
2,0796
2,5176
2,8314
22
1,3212
1,7171
2,0739
2,5083
2,8188
23
1,3195
1,7139
2,0687
2,4999
2,8073
24
1,3178
1,7109
2,0639
2,4922
2,7970
25
1,3163
1,7081
2,0595
2,4851
2,7874
26
1,3150
1,7056
2,0555
2,4786
2,7787
27
1,3137
1,7033
2,0518
2,4727
2,7707
28
1,3125
1,7011
2,0484
2,4671
2,7633
29
1,3114
1,6991
2,0452
2,4620
2,7564
30
1,3104
1,6973
2,0423
2,4573
2,7500
40
1,3031
1,6839
2,0211
2,4233
2,7045
50
1,2987
1,6759
2,0086
2,4033
2,6778
60
1,2958
1,6706
2,0003
2,3901
2,6603
70
1,2938
1,6669
1,9944
2,3808
2,6479
80
1,2922
1,6641
1,9901
2,3739
2,6387
90
1,2910
1,6620
1,9867
2,3685
2,6316
100
1,2901
1,6602
1,9840
2,3642
2,6259
110
1,2893
1,6588
1,9818
2,3607
2,6213
120
1,2886
1,6576
1,9799
2,3578
2,6174
Per esempio, all’incrocio della riga n ¼ 10 e della colonna relativa al valore 0,95 possiamo leggere che il quantile di ordine k ¼ 0,95 della
t-Student con 10 gradi di libertà è 1,8125. Ciò significa che:
pðT10 1,8125Þ ¼ 0,95
Come puoi osservare, i valori riportati in tabella sono completi fino a n ¼ 30, sono riportati solo in corrispondenza di multipli di 10 per 30 n 120 e non sono
riportati oltre n ¼ 120. Per il calcolo dei quantili corrispondenti ai gradi di libertà
compresi fra 30 e 120 che non sono multipli di 10 (se non si dispone di un com240
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
x z1 2
ESEMPIO
s
s
pffiffiffi , x þ z1 pffiffiffi
2
n
n
[6.6]
Stima intervallare per una media, nel caso di varianza incognita
Si sono osservate le lunghezze di 5 pezzi prodotti da un certo macchinario:
10,42 cm
10,12 cm
10,25 cm
10,34 cm
10,15 cm
Per esempio, per calcolare il
quantile di ordine k ¼ 0,95
nel caso di n ¼ 83 gradi
di libertà, possiamo scrivere
l’equazione y ¼ mx þ q
della retta che passa
per i due punti di coordinate
ð80, t0,95 ð80ÞÞ
e ð90, t0,95 ð90ÞÞ, quindi
calcolare il valore di y
per x ¼ 83.
Inferenza statistica
Interpolazione lineare
Unità 6
puter) si può procedere con il metodo di interpolazione lineare (vedi la nota a
fianco); per n > 120, invece, la distribuzione t-Student è molto bene approssimata dalla normale standard, per cui in tal caso si approssima l’intervallo di confidenza [6.5] utilizzando i quantili della normale standard:
Supponendo che la lunghezza dei pezzi abbia una distribuzione normale, determiniamo un intervallo di confidenza al 95% per la lunghezza media dei pezzi prodotti.
Per costruire la stima richiesta in base alla [6.5] ci occorrono x, n, s e t1 ðn 1Þ:
2
la stima puntuale x della lunghezza media è stata calcolata nell’esempio del
Paragrafo 1; abbiamo visto che x ’ 10,26 cm;
il campione è costituito da n ¼ 5 pezzi;
anche la stima puntuale s della deviazione standard è stata calcolata in uno
degli esempi precedenti, ottenendo s ’ 0,13;
poiché l’esercizio richiede un livello di confidenza 1 ¼ 95% ¼ 0,95, ossia ¼ 0,05, risulta:
1
0,05
¼1
¼ 0,975
2
2
Osserva
e dalla tabella dei quantili della t-Student si deduce che:
t1 ð4Þ ¼ t0,975 ð4Þ ¼ 2,7765
2
Pertanto l’intervallo di confidenza richiesto è:
0,13
0,13
10,26 2,7765 pffiffiffi , 10,26 þ 2,7765 pffiffiffi
5
5
x
t
ð4Þ
x
t
ð4Þ
0,975
ossia circa:
0,975
[10,09, 10,43]
Ciò significa che, a un livello di confidenza del 95%, possiamo ritenere che
la lunghezza media dei pezzi prodotti sia compresa tra 10,09 cm e 10,43 cm
(estremi inclusi).
Intervallo di confidenza per la stima della media nel caso
di una popolazione non normale
Gli enunciati dei teoremi 6.1 e 6.2 richiedono che X abbia una distribuzione normale; un importante teorema di calcolo della probabilità, il cosiddetto teorema
del limite centrale, garantisce però che gli intervalli [6.3] (nel caso di varianza
nota) e [6.6] (nel caso di varianza non nota) forniscono comunque una buona
approssimazione dell’intervallo esatto di confidenza anche nel caso in cui non sia
nota la distribuzione del carattere X, purché il campione sia sufficientemente numeroso: in genere l’approssimazione è buona, quindi si possono continuare a utilizzare gli intervalli [6.3] e [6.6]) per una dimensione campionaria n > 120.
Intervallo di confidenza per la proporzione
Un problema di particolare importanza in statistica inferenziale riguarda la stima
della proporzione (ovverosia della frequenza relativa o della percentuale) di una
popolazione che soddisfa una certa caratteristica. Un esempio tipico di questa si-
Rispetto allo stesso esempio,
risolto nel sottoparagrafo
precedente nel caso in cui
era nota la deviazione
standard, abbiamo ottenuto
intervallo di confidenza di
ampiezza maggiore. In
generale risulta t1 z1 2
2
e ciò porta come
conseguenza che l’ampiezza
dell’intervallo di confidenza
è generalmente maggiore nel
caso di varianza incognita. È
questo il «prezzo da pagare»,
conseguente al fatto di avere
minori informazioni.
Rifletti
1. Utilizziamo l’intervallo
[6.6], anziché il [6.5] perché
siamo nell’ipotesi di grandi
campioni e sappiamo che per
n > 120 si suole
approssimare la
distribuzione t-Student con
la normale standard.
2. La costruzione di un
intervallo di confidenza
richiede sempre maggiori
informazioni rispetto a una
stima puntuale: se non è
nota la distribuzione di X
occorre avere molti dati (in
modo da potersi appellare al
teorema del limite centrale).
241
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Dati e previsioni
tuazione è quello dei sondaggi d’opinione, in cui si vuole stimare la proporzione p
della popolazione complessiva che è d’accordo con una certa opinione, sulla base
della proporzione ottenuta su un campione di n individui. In questo caso la variabile aleatoria X che interpreta il fenomeno d’interesse (come abbiamo osservato
nel Paragrafo 2) non è normale, ma di Bernoulli.
Tuttavia, dato un campione X1 , X2 , ..., Xn , lo stimatore frequenza campionaria:
Tema C
X1 þ ::::: þ Xn
Pb ¼
n
ha una distribuzione che, se il campione è sufficientemente numeroso, è ben approssimata da quella di una normale, avente la stessa media e la stessa varianza
di Pb (è ancora una conseguenza del teorema del limite centrale).
Poiché X1 þ ::::: þ Xn è binomiale di parametri n e p, risulta:
Bðn, pÞ
np
Bðn, pÞ
npð1 pÞ
pð1 pÞ
¼ p; VðPbÞ ¼ V
EðPbÞ ¼ E
¼
¼
¼
2
n
n
n
n
n
Ne segue:
pð1 pÞ
Pb N p,
n
Dunque la standardizzata di Pb avrà distribuzione normale standard:
Pb p
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pð1 pÞ
n
Nð0, 1Þ
A questo punto è chiaro che si può costruire un intervallo di confidenza (approssimato) per la proporzione seguendo un procedimento simile a quello visto per
la media. Si giunge cosı̀ al seguente teorema.
TEOREMA 6 .3
I n t e r v a l l o d i c o n f i d e n z a p e r la pr o p o r z i o n e
L’intervallo di confidenza al livello 1 per la proporzione p, nel caso di un campione
bernoulliano sufficientemente numeroso, è approssimativamente:
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pb ð1 pb Þ
pb ð1 pb Þ
, pb þ z1 [6.7]
pb z1 2
2
n
n
essendo
pb la stima puntuale della proporzione calcolata sul campione;
n la dimensione del campione;
z1 il quantile della normale standard di ordine 1 .
2
2
Per la precisione
Il procedimento di costruzione dell’intervallo di confidenza per la proporzione è del tutto analogo a
quello visto nell’esempio all’inizio del paragrafo (prova a ripetere il ragionamento). L’unica differenza è che giunti alla doppia disequazione:
Pb p
z1 rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi z1 2
2
pð1 pÞ
n
la risoluzione rispetto a p (pur essendo possibile) condurrebbe a calcoli laboriosi. Si preferisce perciò
stimare la quantità pð1 pÞ al denominatore con Pbð1 PbÞ. Ciò è lecito perché Pb è uno stimatore consistente (ovvero sempre più preciso all’aumentare del campione) e qui stiamo supponendo di essere
nel caso di grandi campioni.
La richiesta che il campione sia sufficientemente numeroso dipende dal fatto che
solo sotto questa ipotesi l’approssimazione che viene utilizzata è valida; nella
pratica si considera il campione sufficientemente numeroso (quindi la [6.7] può
essere utilizzata) se sono verificate le condizioni:
npb > 5
242
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
e
nð1 pbÞ > 5
Condizioni di validità della [6.7]
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 6
ESEMPIO
Stima intervallare per una proporzione
Inferenza statistica
Si effettua un controllo su 200 pezzi prodotti da una macchina e si trova che 16 di
essi non sono conformi alle norme dichiarate. Costruiamo un intervallo di confidenza al livello del 90% per la percentuale di pezzi prodotti non conformi.
Per costruire la stima richiesta, in base alla [6.7], ci occorrono pb, n e z1 :
2
la stima puntuale pb della percentuale di pezzi non conformi dedotta dal
campione è:
16
8
¼
¼ 0,08 ¼ 8%
200
100
Il campione è costituito da n ¼ 200 pezzi;
Poiché l’esercizio richiede un livello di confidenza 1 ¼ 90% ¼ 0,9,
0,1
quindi ¼ 0,1 risulta 1 ¼1
¼ 0,95 e dalla tabella dei quantili
2
2
all’inizio del paragrafo si ricava:
z1 2 ¼ z0,95 ¼ 1,645
Pertanto l’intervallo di confidenza richiesto è:
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi 0,08ð1 0,08Þ
0,08ð1 0,08Þ
, 0,08 þ 1,645
0,08 1,645
200
200
pb
z0,95
pb
Osserva
Poiché:
8
¼ 16 > 5
100
8
¼
nð1 pbÞ ¼ 200 1 100
¼ 184 > 5, sono soddisfatte
le condizioni per potere
applicare la [6.7].
npb ¼ 200 z0,95
ossia circa:
[0,048, 0,112]
Ciò significa che, a un livello di confidenza del 90%, possiamo ritenere la percentuale dei prodotti non conformi compresa tra il 4,8% e l’11,2% (estremi
inclusi).
L’intervallo di confidenza [6.7] può anche essere scritto nella forma:
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pbð1 pbÞ
pb z1 2
n
L’ampiezza dell’intervallo è:
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pbð1 pbÞ
2z1 2
n
Poiché sappiamo che in ogni caso è 0 pb 1, analizzando il grafico della parabola di equazione y ¼ xð1 xÞ con 0 x 1 (fig. 6.6) si deduce che è sempre
1
pbð1 pbÞ .
4
y
Dunque risulterà sempre:
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
1
rffiffiffiffiffiffiffiffi
4
1
1
pbð1 pbÞ
2z1 ¼ z1 pffiffiffi
2z1 O 1 1
2
2
2
4n
n
n
dell0 intervallo
ampiezza
di confidenza della proporzione
Fissato , è allora possibile determinare la dimensione n del
campione in modo da ottenere una prefissata precisione, cioè
un intervallo di ampiezza minore o uguale a un dato numero
k, determinando il minimo intero positivo n che soddisfa la
1
disequazione: z1 pffiffiffi k.
2
n
x
2
y = x(1 – x)
Figura 6.6
243
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Prova tu
ESERCIZI a p. 259
1. La statura della popolazione maschile adulta di una data regione è una variabile aleatoria normale di media incognita e deviazione standard ¼ 5 cm. Determina l’intervallo di confidenza per al livello del 95%, sapendo che la
statura media rilevata su un campione di 100 persone è stata di 176,5 cm.
[175,52 cm 177,48 cm]
2. Un campione casuale di 6 grandi fondi di investimento ha conseguito i seguenti tassi di rendimento in un dato anno:
6%
5,4%
3,2%
7,5%
4,3%
6,8%
Supponendo che la distribuzione dei tassi sia normale, determina un intervallo di confidenza al 95% per la media
dei tassi di rendimento annuale dei grandi fondi di investimento.
[4% 7,4%]
3. In un campione casuale di 100 fatture, 15 contengono degli errori. Determina l’intervallo di confidenza al 90% della
percentuale p di fatture che contengono errori.
[9,1% p 20,9%]
4. Test statistici per la verifica di ipotesi
I concetti di base
In questo paragrafo, con cui concludiamo il nostro breve percorso alla scoperta
dell’inferenza statistica, introduciamo la seconda grande classe di metodi di inferenza dopo gli intervalli di confidenza: la verifica di ipotesi mediante i test statistici. Anziché utilizzare i dati campionari per determinare un intervallo al quale
confidiamo che appartenga l’ignoto valore di un parametro da stimare secondo
un certo livello di confidenza, supponiamo ora di avere formulato un’ipotesi (una
congettura) sul parametro e di volere utilizzare i dati campionari per stabilire se
possiamo ragionevolmente accettare o rifiutare tale ipotesi. Un test statistico consiste in una procedura atta a prendere questa decisione. Vediamo dunque quali sono gli elementi fondamentali di un test statistico.
1. Le ipotesi e gli errori
L’ipotesi che si vuole sottoporre a verifica viene detta ipotesi nulla ed è indicata
convenzionalmente con il simbolo H0 . All’ipotesi nulla si contrappone l’ipotesi
alternativa H1 , che viene accettata quando si rigetta l’ipotesi nulla.
ESEMPIO
Ipotesi nulla e ipotesi alternativa
Un gruppo di donne viene sottoposto a terapia con un farmaco che si ipotizza
possa fare alzare la pressione diastolica. In donne sane nella medesima fascia di
età la pressione diastolica è uguale a 74,4 mmHg. Considerato un campione casuale di 50 donne sottoposte alla terapia, si trova che esse hanno una pressione
diastolica media uguale a 84 mmHg.
Come si possono scegliere le ipotesi di un test per stabilire, in base ai dati campionari, se la congettura sugli effetti del farmaco è fondata?
Possiamo assumere come ipotesi nulla H0 l’ipotesi che il farmaco non influisca
sulla pressione diastolica dei pazienti (ovvero che la pressione media delle pazienti resti uguale a quella standard) e come ipotesi alternativa H1 quella che il
farmaco tenda a fare alzare la pressione diastolica (ovvero che la pressione media delle pazienti risulti superiore a quella standard). Se indichiamo con la
pressione media delle pazienti, possiamo formalizzare l’ipotesi nulla e quella
alternativa come segue:
H0 : ¼ 74,4
H1 : > 74,4
È bene osservare fin d’ora che la scelta dell’ipotesi nulla e dell’ipotesi alternativa non è unica; capiremo meglio tra poco qual è il criterio che deve guidare
nella scelta.
244
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 6
Poiché un test statistico si basa su dati campionari, è sempre insito in qualunque
test un certo margine di incertezza: quando un test porta a rifiutare l’ipotesi nulla,
ciò non significa necessariamente che H0 è falsa, ma soltanto che i dati campionari non supportano sufficientemente H0 ; analogamente, quando un test porta
ad accettare l’ipotesi nulla, ciò non significa necessariamente che H0 sia vera, ma
soltanto che i dati campionari sono consistenti con l’ipotesi nulla e la suffragano. Nell’accettare o rifiutare H0 è quindi sempre insita la possibilità di commettere un errore. I casi che possono presentarsi sono quelli riassunti in tab. 6.2.
Inferenza statistica
Tabella 6.2
H0 è vera
H0 è falsa
Rifiutiamo H0
Commettiamo un errore,
detto del primo tipo
Decidiamo correttamente
Accettiamo H0
Decidiamo correttamente
Commettiamo un errore,
detto del secondo tipo
Realtà
Decisione
Un test «ideale» dovrebbe minimizzare entrambi gli errori, sia quelli del primo tipo, sia quelli del secondo tipo. Ciò però non è possibile, in quanto si può dimostrare che, decrescendo l’errore del primo tipo, aumenta quello del secondo tipo,
e viceversa.
Occorre quindi scegliere quale dei due tipi di errore «tenere sotto controllo». Per
comprendere meglio la situazione, è utile ricorrere a una analogia. Possiamo paragonare lo svolgimento di un test da parte di uno statistico allo svolgimento di
un processo da parte di un giudice. Il giudice deve vagliare le due ipotesi:
H0 : l’imputato è innocente
H1 : l’imputato è colpevole
Commettere un errore del primo tipo significa «condannare un innocente», mentre commettere un errore del secondo tipo significa «assolvere un colpevole», e il
primo tipo di errore si considera più grave del secondo. Questo principio si estende ai test statistici, per cui la scelta che viene adottata è quella di tenere sotto controllo l’errore del primo tipo. In altre parole, colui che costruisce il test deve scegliere
le due ipotesi in modo che l’ipotesi nulla sia il presupposto che considera «vero
fino a prova contraria» e perciò, dal suo punto di vista, sia più grave commettere
l’errore del primo tipo che quello del secondo. Il giudizio su quale errore sia più
grave commettere dipende comunque dal punto di vista di chi costruisce il test,
come messo in luce dal seguente esempio.
ESEMPIO
Attenzione!
La scelta delle ipotesi è
particolarmente importante,
in quanto il ruolo di H0
e di H1 non è simmetrico:
scambiare le due ipotesi
significa fare due test diversi,
che possono portare a esiti
differenti!
Scelta del sistema di ipotesi
Il contenuto dichiarato dei barattoli di marmellata di un certo tipo è 250 g. Supponiamo di estrarre un campione di barattoli e di volere verificare l’ipotesi che i
barattoli contengano effettivamente 250 g. Come possiamo scegliere l’ipotesi
nulla e l’ipotesi alternativa?
a. Se ci poniamo dal punto di vista di un acquirente, che ha interesse a non
comprare barattoli contenenti meno marmellata di quanto dichiarato, nell’impostare il test dobbiamo scegliere:
H0 : < 250
H1 : 250
Cosı̀ facendo infatti l’errore del primo tipo (che è quello che il test è in grado
di tenere sotto controllo) corrisponde proprio a ciò che il consumatore
maggiormente vuole evitare, e cioè «considerare la quantità contenuta corretta, quando invece è minore di quanto dichiarato».
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Ô
245
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Dati e previsioni
Ô
b. Se ci poniamo dal punto di vista del produttore, che ha interesse a non vendere barattoli contenenti una quantità di marmellata superiore a quanto dichiarato, nell’impostare il test dobbiamo scegliere:
H0 : > 250
H1 : 250
Tema C
Cosı̀ facendo, infatti, l’errore del primo tipo (che è quello tenuto sotto controllo) corrisponde proprio a ciò che il produttore vuole evitare, e cioè
«considerare la quantità contenuta corretta, quando invece è maggiore di
quanto dichiarato».
c. Se infine ci poniamo dal punto di vista di chi vuole controllare semplicemente la taratura delle macchine (partendo dal presupposto che esse siano
tarate regolarmente), si può scegliere:
H0 : ¼ 250
H1 : 6¼ 250
Il controllo dell’errore di primo tipo è possibile tramite gli strumenti del calcolo
della probabilità; precisamente, occorre conoscere la distribuzione di probabilità
della variabile aleatoria X che interpreta il fenomeno d’interesse sulla popolazione oppure essere nelle condizioni di poterla approssimare: limitatamente ai casi
che prenderemo in considerazione, ciò porta come conseguenza che un test statistico potrà essere costruito (analogamente a quanto visto per gli intervalli di confidenza) soltanto se sappiamo a priori che X ha distribuzione normale oppure se
siamo nel caso di grandi campioni.
Attenzione!
In statistica, con l’espressione
«livello di significatività»
si intende la massima
probabilità di sbagliare
che si è disposti ad accettare.
Il preciso significato
da attribuire all’espressione
«probabilità di sbagliare»
(e di conseguenza
al concetto di livello
di significatività) dipende
dal particolare problema
in esame, ossia dal fatto
che si stia costruendo
un intervallo di confidenza o
eseguendo un test statistico.
2. Il livello di significatività
Il livello di significatività di un test è definito come la (massima) probabilità di
commettere un errore di primo tipo che siamo disposti a tollerare. Esso viene
usualmente scelto uguale al 10%, al 5% o all’1% e viene convenzionalmente indicato con la lettera . Immaginando di estrarre moltissimi campioni e di ripetere
ogni volta il test, per la legge dei grandi numeri il numero rappresenta approssimativamente la percentuale di volte in cui un test porta a prendere una decisione
sbagliata a causa di un errore di primo tipo.
3. La statistica-test
Una volta stabilito il sistema di ipotesi da sottoporre a test e il livello di significatività, occorre considerare un’opportuna variabile aleatoria, che in questo contesto viene detta statistica-test e che indicheremo con la lettera maiuscola U, sulla
base della quale viene fondata la regola di decisione per stabilire se accettare o rifiutare l’ipotesi nulla. La statistica-test va scelta in modo che, nell’ipotesi che H0 sia
vera, sia completamente nota la sua distribuzione di probabilità.
Nei test statistici che ci limiteremo a considerare, la statistica-test sarà sempre lo
stimatore standardizzato del parametro su cui vertono le ipotesi: nei test sulla media, la statistica-test sarà la media campionaria standardizzata, mentre nei test
sulla proporzione sarà la frequenza campionaria standardizzata.
4. La regione critica e quella di accettazione
L’insieme dei possibili valori che può assumere la statistica-test viene suddiviso
in due regioni complementari: la regione critica (costituita dai valori che depongono a favore del rifiuto dell’ipotesi nulla) e la regione di accettazione (costituita dai valori che depongono a favore dell’accettazione dell’ipotesi nulla).
Il test è costruito in modo che un errore di primo tipo avvenga se e solo se la
statistica-test assume valori nella regione critica. Pertanto la regione critica dipende dal livello di significatività fissato; precisamente, la probabilità che la
statistica-test assuma valori nella regione critica qualora H0 sia vera deve essere
uguale ad .
246
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
ESEMPIO
Impostazione di un test statistico sulla media
Il contenuto dichiarato dei barattoli di marmellata di un certo tipo è 250 g. Il contenuto effettivo si può modellizzare con una variabile aleatoria normale, di deviazione standard uguale a 3 g. Scegliendo un campione casuale di 20 barattoli, si riscontra un contenuto medio di 248 g. Impostiamo un test statistico per stabilire,
in base a questi dati e al livello di significatività del 5%, se i macchinari che producono i barattoli sono tarati correttamente.
Anziché dire che «si accetta
l’ipotesi nulla» (come per
brevità spesso si fa nella
pratica) gli statistici
preferiscono talvolta
esprimersi più
prudentemente dicendo
«non si rifiuta» l’ipotesi
nulla. Questo perché, in
assenza di un controllo
sull’errore del secondo tipo,
accettando l’ipotesi nulla
non è possibile determinare
con esattezza quanta fiducia
dobbiamo riporre in questa
decisione. La locuzione «non
si rifiuta» viene utilizzata per
suggerire di sospendere il
giudizio: cosı̀ facendo,
ovvero non accettando
direttamente l’ipotesi nulla,
ci si salvaguarda dal rischio
di commettere un errore del
secondo tipo.
Inferenza statistica
Riassumendo, possiamo paragonare, come già fatto, lo svolgimento di un test
da parte di uno statistico allo svolgimento di un processo da parte di un giudice.
L’analogia è la seguente. Il giudice deve vagliare le due ipotesi H0 : «l’imputato è
innocente» e H1 : «l’imputato è colpevole». Il giudice ascolta le argomentazioni
dell’accusa e della difesa (lo statistico estrae un campione e raccoglie i dati campionari), dopodiché, assumendo che l’imputato sia innocente (cioè che l’ipotesi
nulla sia vera), ne valuta la consistenza (stabilisce se il valore osservato appartiene o meno alla regione critica). Infine decide se condannarlo oppure assolverlo
(accettare o rifiutare l’ipotesi nulla).
Cerchiamo di chiarire tutti questi concetti grazie a un esempio.
Modi di dire
Unità 6
5. La regola di decisione
Indicato con la lettera u il valore (detto valore osservato) assunto dalla statisticatest U in corrispondenza del campione estratto, si stabilisce la seguente regola di
decisione:
se u appartiene alla regione critica, allora si rifiuta l’ipotesi nulla H0 ;
se u non appartiene alla regione critica (ovvero appartiene alla regione di accettazione), allora si accetta l’ipotesi nulla H0 .
Ipotesi
Sia X il contenuto di un barattolo di marmellata. Sappiamo che X ha distribuzione normale, di media incognita e varianza 9. L’ipotesi nulla, che riteniamo vera fino a prova contraria, è che le macchine siano tarate in modo corretto, quindi assumiamo:
H0 : ¼ 250
H1 : 6¼ 250
Livello di significatività
In questo caso è stato fissato ¼ 5% ¼ 0,05.
Statistica-test
Come abbiamo anticipato, poiché in questo caso il parametro che è sottoposto a test è la media, assumiamo come statistica-test la media campionaria standardizzata. Ricordiamo che, se X è normale di parametri e 2 , allora la media
2
(essendo n la dimencampionaria X è a sua volta normale di parametri e
n
sione del campione). Nel nostro caso, se supponiamo che l’ipotesi nulla sia vera, cioè che ¼ 250, abbiamo:
9
X Nð250,9Þ ) X N 250,
20
0
nell ipotesi che H 0 sia vera
quindi, standardizzando, sarà:
X 250
rffiffiffiffiffiffiffiffi Nð0,1Þ ¼ Z
9
statistica-test
20
U
¼
È importante osservare che la media campionaria standardizzata soddisfa i requisiti di una statistica-test:
– ha distribuzione nota, nell’ipotesi che H0 sia vera;
– ci consente di ottenere informazioni per decidere se accettare o rifiutare l’ipotesi nulla; infatti, se l’ipotesi nulla è vera, ci aspettiamo che le differenze
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Ô
247
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema C
Dati e previsioni
Ô
X 250 siano piccole e che di conseguenza la media campionaria standardizzata assuma valori prevalentemente vicini a 0.
Regione critica
Rifletti
Assumendo che l’ipotesi
nulla sia vera, quindi che la
distribuzione della statisticatest sia normale standard,
commettiamo un errore del
primo tipo quando rifiutiamo
l’ipotesi nulla, ossia quando
U assume valori nella
regione critica.
Suddividiamo l’insieme dei valori che può assumere la statistica-test U in due
regioni:
– l’insieme dei valori per cui jUj k (dove k è un opportuno numero reale positivo da determinare);
– l’insieme dei valori per cui jUj > k.
Il primo insieme contiene i valori della statistica-test U vicini allo zero, ossia
quelli che depongono a favore dell’accettazione dell’ipotesi nulla, e pertanto
definisce la regione di accettazione; il secondo insieme invece contiene i valori della statistica-test U lontani dallo zero (per difetto o per eccesso), ossia
quelli che depongono a favore del rifiuto dell’ipotesi nulla, e costituisce perciò
la regione critica (fig. 6.7). I valori k che separano la regione critica da quella di accettazione sono detti valori critici.
y
densità della statistica
test U ∼N(0, 1)
0,4
valori critici
0,2
0O
–k
Figura 6.7
regione critica
x
k
regione di accettazione
regione critica
Il valore di k dipende dal livello di significatività; se fissiamo ¼ 0,05, allora
possiamo determinare k in base alla condizione che scaturisce dalla definizione di livello di significatività:
pðjUj > kÞ
¼
0,05
la probabilità che la statistica-test
assuma valori nella regione critica
ð¼ probabilità di commettere
un errore del primo tipoÞ
è uguale
al livello
di significatività
Poiché U ha la distribuzione di una normale standard, questa condizione
equivale a richiedere che le due «code» individuate dalla regione critica abbia0,05
¼ 0,025 mentre la regione di accettazione deve avere
no area uguale a
2
area uguale a 1 0,05 ¼ 0,95 (fig. 6.8).
y
densità della statistica
test U∼N(0, 1)
0,2
area = 0,025
–k
Figura 6.8
area = 0,95
0,4
regione critica
0O
regione di accettazione
area = 0,025
x
k
regione critica
Dunque il valore critico k deve lasciare a sinistra un’area uguale a
0,95 þ 0,025 ¼ 0,975, ovvero k deve essere il quantile di ordine 0,975 della
normale standard:
k ¼ z0,975 ¼ 1,96
248
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 6
Valore osservato u di U sul campione estratto
È uguale al valore della statistica-test in corrispondenza del campione estratto,
ossia:
Inferenza statistica
x 250
u ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffi
9
20
essendo x la media dei dati campionari che, in base al testo dell’esercizio, è
uguale a 248. Dunque:
u¼
248 250
rffiffiffiffiffiffiffiffi
’ 2,98
9
20
Regola di decisione
La situazione che si presenta è quella illustrata in fig. 6.9.
y
0,4
valore osservato di U:
u = –2,98
–3
–1,96
regione critica
0,2
–1
0O
1
1,96
regione di accettazione
x
3
regione critica
Figura 6.9
Poiché il valore osservato u della statistica-test cade nella regione critica, rifiutiamo l’ipotesi nulla, ovvero accettiamo l’ipotesi alternativa che i macchinari
non siano ben tarati.
Verifica di ipotesi sulla media di una popolazione normale,
con varianza nota
Con ragionamenti simili a quelli visti nell’esempio precedente, si giunge a formulare i test statistici riassunti in tab. 6.3, che riguardano la media di una popolazione normale, di varianza 2 nota.
Tabella 6.3
Test sulla media , nel caso di popolazione normale di cui è nota la varianza 2
Ipotesi
nulla ðH0 Þ
Ipotesi
alternativa ðH1 Þ
¼ 0
6¼ 0
¼ 0
0
< 0
> 0
> 0
0
¼ 0
0
> 0
< 0
< 0
0
Statistica-test
U¼
X 0
pffiffiffi
n
(ossia la media
campionaria standardizzata)
Regione critica
jUj > z1 2
U > z1
U < z1
Valore
osservato di
U
u¼
x 0
pffiffiffi
n
dove x è la
media dei dati
campionari
Regola di decisione
Rifiutiamo l’ipotesi nulla
se il valore osservato u
di U è tale che...
juj > z1 2
u > z1
u < z1
249
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema C
Dati e previsioni
I valori critici sono stati individuati in base alle considerazioni spiegate nelle didascalie della fig. 6.10.
0,4
α
area =
2
area = 1 – α
regione
critica
0O
regione
di accettazione
area = 1 – α
α
area =
2
0,2
–k
y
y
y
0,2
x
k
0,4
0,4
0O
regione di accettazione
regione
critica
a. La regione critica è della forma jUj > k.
Poiché la probabilità che U assuma valori
in tale regione deve essere uguale ad ,
l’area di ciascuna delle due «code»
individuate dalla regione critica deve
essere uguale ad =2, mentre l’area
individuata dalla regione di accettazione
deve essere uguale a 1 . Ne segue che
il valore critico k deve lasciare a sinistra
, quindi deve
un’area uguale a 1 2
essere uguale al quantile della normale
standard di ordine 1 : k ¼ z1 2 .
2
x
k
0,2
area = α
area = α
regione
critica
b. La regione critica è della forma
U > k. Poiché la probabilità che U
assuma valori in tale regione deve
essere uguale ad , l’area della coda
individuata dalla regione critica deve
essere uguale ad , mentre l’area
individuata dalla regione di
accettazione deve essere uguale
a 1 . Ne segue che il valore critico k
deve lasciare a sinistra un’area uguale
a ð1 Þ, quindi deve essere uguale
al quantile della normale standard
di ordine ð1 Þ: k ¼ z1 .
area = 1 – α
k
0O
x
regione regione di accettazione
critica
c. La regione critica è della forma U < k.
Poiché la probabilità che U assuma valori
in tale regione deve essere uguale ad ,
l’area della coda individuata dalla
regione critica deve essere uguale ad ;
inoltre il valore critico k deve certamente
essere negativo (poiché rappresentando
un livello di significatività, certamente
1
è < ) . Osservando che la situazione
2
che si presenta è la simmetrica rispetto
all’asse y di quella raffigurata in b.,
possiamo concludere che: k ¼ z1 .
Figura 6.10 Deduzione dei valori critici dei test riportati in tabella.
Il primo test indicato in tabella (illustrato in fig. 6.10a), avendo una regione critica della forma jUj > k, si dice a due code (o bilatero), mentre il secondo e il terzo
(illustrati nelle figg. 6.10 b-c), avendo il primo una regione critica del tipo U > k
e il secondo una regione critica del tipo U < k, sono detti test a una coda (o unilateri).
ESEMPIO
Test a una coda sulla media (con varianza nota)
La statura degli abitanti di un paese è in media 173 cm. Alcuni ricercatori, sulla
base di alcuni cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, ipotizzano che la statura
media dei giovani sia aumentata rispetto a quella dei loro genitori. Estraggono
perciò un campione casuale di 100 giovani, che verificano avere una statura media di 176,5 cm. Supponendo che la statura dei giovani sia una variabile aleatoria
normale, di deviazione standard 15 cm, che cosa possono concludere i ricercatori
a un livello di significatività del 5%?
Osserva
Scelta delle ipotesi
I passi per risolvere
un problema di verifica
di ipotesi sulla media
sono i seguenti:
1. scelta delle ipotesi;
2. calcolo del valore
osservato
della statistica-test;
3. calcolo del valore critico;
4. confronto tra
il valore osservato
e il valore critico
e conseguente decisione.
Dal punto di vista dei ricercatori, l’ipotesi messa in discussione, vera fino a
prova contraria, è che la media della statura dei giovani permanga di 173 cm.
Assumeremo perciò:
H0 : ¼ 173
H1 : > 173
Osserva che 0 ¼ 173
Valore osservato della statistica-test
x 0
176,5 173
u¼
¼
’ 2,33
15
3
pffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2
100
Valore critico
Il valore critico, essendo ¼ 0,05 e quindi 1 ¼ 0,95, è:
z1 ¼ z0,95 ¼ 1,645
250
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 6
Confronto tra valore critico e valore osservato e decisione
Inferenza statistica
Poiché u > z0,95 , si rifiuta l’ipotesi nulla, quindi i ricercatori hanno motivo di
ritenere fondata la loro ipotesi che l’età media dei giovani sta aumentando, al
livello di significatività del 5%.
Verifica di ipotesi sulla media di una popolazione normale,
con varianza non nota
Nel caso in cui la varianza non sia nota, si presenta una situazione analoga a
quella vista per gli intervalli di confidenza; i test statistici sono del tutto simili a
quelli visti nel caso in cui la varianza è conosciuta, con due sole differenze: la varianza della popolazione va ora stimata tramite la varianza campionaria corretta s2
e, al posto dei quantili della normale standard, occorre utilizzare i quantili della
distribuzione t-Student con (n 1) gradi di libertà (n rappresenta sempre la numerosità del campione). I test statistici assumono perciò la forma riassunta in
tab. 6.4.
Tabella 6.4
Test sulla media , nel caso di popolazione normale di cui non è nota la varianza
Ipotesi
nulla ðH0 Þ
Ipotesi
alternativa ðH1 Þ
¼ 0
6¼ 0
¼ 0
0
< 0
> 0
> 0
0
¼ 0
0
> 0
< 0
< 0
0
ESEMPIO
Statistica-test
U¼
X 0
s
pffiffiffi
n
dove s2
è la varianza
campionaria
corretta
Regione critica
jUj > t1 ðn 1Þ
2
U > t1 ðn 1Þ
U < t1 ðn 1Þ
Valore
osservato di
U
u¼
x 0
s
pffiffiffi
n
dove x
è la media
dei dati
campionari
Regola di decisione
Rifiutiamo l’ipotesi nulla
se il valore osservato u
di U è tale che...
juj > t1 ðn 1Þ
2
u > t1 ðn 1Þ
u < t1 ðn 1Þ
Test a una coda sulla media (con varianza incognita)
La statura media degli abitanti di un paese è una variabile aleatoria normale di
media 173 cm. Diversi ricercatori, sulla base di alcuni cambiamenti avvenuti negli
ultimi anni, ipotizzano che la statura media dei giovani sia aumentata rispetto a
quella dei loro genitori. Estraggono perciò un campione casuale di 100 giovani,
che verificano avere una statura media di 176,5 cm. Inoltre, in base al calcolo della varianza campionaria corretta, stimano che la varianza della statura dei giovani
sia di 250 cm2 . A un livello di significatività dell’1%, che cosa possono concludere
i ricercatori?
Scelta delle ipotesi
Dal punto di vista dei ricercatori, l’ipotesi messa in discussione, vera fino a
prova contraria, è che la media della statura permanga di 173 cm. Assumeremo perciò:
H0 : ¼ 173
H1 : > 173
Valore osservato della statistica-test
u¼
x 0
x 0
176,5 173
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
’ 2,21
¼ rffiffiffiffiffiffiffi ¼
s
2
250
s
pffiffiffi
n
100
n
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Ô
251
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ô
Valore critico
Il valore critico, essendo n ¼ 100 e 1 ¼ 0,99, può essere calcolato con il
metodo dell’interpolazione lineare o, più velocemente, ricorrendo a un software opportuno. Si trova che è:
t1 ðn 1Þ ¼ t0,99 ð99Þ ’ 2,36
Confronto tra valore critico e valore osservato e decisione
Poiché u < t0, 99 ð99Þ, l’ipotesi nulla non può essere rifiutata; quindi sulla base
dei dati campionari i ricercatori non possono accettare l’ipotesi che l’età media dei giovani sia aumentata, al livello di significatività del 1%.
Test di ipotesi sulla media di una popolazione di cui non è nota
la distribuzione
Similmente a quanto visto per gli intervalli di confidenza, i test sulla media possono continuare a essere utilizzati anche nel caso in cui non sia nota la distribuzione di probabilità del carattere X oggetto di studio, purché la dimensione del
campione sia sufficientemente elevata. In tal caso non si tratterà però di test
esatti bensı̀ di test approssimati; in genere l’approssimazione è buona, quindi si
possono continuare a utilizzare i test consueti per campioni di numerosità n,
con n > 120.
Test di ipotesi sulla proporzione
Supponiamo per esempio di volere sottoporre a un test, su un campione bernoulliano di numerosità n, una ipotesi del tipo:
H0 : p ¼ p 0
sulla proporzione (incognita) p della popolazione che possiede una certa caratteristica.
Sappiamo che in tal caso la variabile aleatoria X che interpreta il fenomeno d’interesse non è normale, ma di Bernoulli. Tuttavia, come abbiamo già osservato
nel caso degli intervalli di confidenza, se il campione è sufficientemente numeroso, lo stimatore frequenza campionaria:
X1 þ ::: þ Xn
Pb ¼
n
pð1 pÞ
:
n
Se l’ipotesi nulla è vera, cioè p ¼ p0 , la distribuzione di probabilità di Pb è allora
nota:
ha distribuzione approssimativamente normale, di media p e varianza
Pb
p0 ð1 p0 Þ
N p0 ,
n
Assumendo come statistica-test la frequenza campionaria standardizzata:
Pb p0
U ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi Nð0,1Þ
p0 ð1 p0 Þ
n
potremo costruire test del tutto simili a quelli visti per la media (nel caso di varianza nota). Si ottengono cosı̀ i test riassunti in tab. 6.5.
252
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 6
Tabella 6.5
Test sulla proporzione p, per grandi campioni
Ipotesi
alternativa ðH1 Þ
Statistica-test
Regione critica
Valore
osservato di U
Regola di decisione
Rifiutiamo l’ipotesi nulla
se il valore osservato u
di U è tale che...
p ¼ p0
p 6¼ p0
jUj > z1 p > p0
p > p0
p p0
p ¼ p0
p p0
p > p0
p < p0
p < p0
p p0
pb p0
u ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
p0 ð1 p0 Þ
n
dove pb
è la proporzione di
unità del campione
che possiede
la caratteristica
oggetto di indagine
juj > z1 p ¼ p0
p p0
p < p0
Pb p0
U ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
p0 ð1 p0 Þ
n
2
U > z1
U < z1
2
u > z1
Inferenza statistica
Ipotesi
nulla ðH0 Þ
u < z1
Come già visto per gli intervalli di confidenza, il campione si considera sufficientemente numeroso, quindi il test può essere applicato, purché sia:
npb > 5
ESEMPIO
e
nð1 pbÞ > 5
Test di ipotesi sulla proporzione
Un acquirente deve decidere se comprare un lotto di 4000 pezzi. Egli ritiene il lotto inaccettabile se contiene almeno il 7% di pezzi difettosi. Esamina un campione
di 100 pezzi e ne trova 6 difettosi. Quale decisione deve prendere l’acquirente, al
livello di significatività del 5%?
Scelta delle ipotesi
Osserva
Dal punto di vista dell’acquirente è più grave acquistare un lotto da rigettare
piuttosto che non comprarne uno conforme; quindi l’ipotesi nulla, che l’acquirente è disposto ad abbandonare solo in caso di forte evidenza, è che il lotto sia da rigettare, ovvero che contenga una percentuale p di prezzi difettosi
maggiore o uguale al 7%. Poniamo dunque:
I passi per risolvere un
problema di verifica di
ipotesi sulla proporzione
sono i seguenti:
1. scelta delle ipotesi;
2. verifica delle condizioni
per potere applicare il test;
3. calcolo del valore
osservato della statisticatest;
4. calcolo del valore critico;
5. confronto tra il valore
osservato e il valore critico
e conseguente decisione.
H0 : p 0,07
H1 : p < 0,07
Osserva che p0 ¼ 0,07
Verifica delle condizioni per potere applicare il test
La proporzione pb di pezzi difettosi sul campione è:
pb ¼
6
¼ 0,06
100
Inoltre il campione è sufficientemente numeroso per poter applicare il test, in
quanto risulta:
100 0,06 ¼ 6 > 5
n pb
e
100ð1 0,06Þ ¼ 94 > 5
nð1 pb Þ
Valore osservato della statistica-test
0,06 0,07
pb p0
u ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi ’ 0,39
p0 ð1 p0 Þ
0,07ð1 0,07Þ
n
100
Ô
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
253
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Dati e previsioni
Ô
Valore critico
Il valore critico, essendo ¼ 0,05 e quindi 1 ¼ 0,95, è:
z1 ¼ z0,95 ¼ 1,645
Confronto tra valore critico e valore osservato e decisione
Tema C
Confrontando il valore osservato con il valore critico, osserviamo che
u > z0;95 , dunque, al livello di significatività del 5%, accettiamo l’ipotesi nulla. Concludiamo perciò che l’acquirente non dovrebbe acquistare il lotto.
Prova tu
ESERCIZI a p. 263
1. La statura degli abitanti di un paese è una variabile aleatoria normale di media 173 cm, con deviazione standard di
15 cm. Un gruppo di ricercatori, sulla base di alcuni cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, ipotizza che la statura
media dei giovani sia aumentata rispetto a quella dei loro genitori. I ricercatori estraggono perciò un campione casuale di 100 giovani, che verificano avere una statura media di 176 cm. A un livello di significatività del 1%, che cosa possono concludere i ricercatori?
[Devono accettare l’ipotesi che la statura media è rimasta invariata]
2. Un acquirente deve decidere se comprare un lotto di 4000 pezzi. Egli ritiene il lotto inaccettabile se contiene almeno
l’8% di pezzi difettosi. Esamina un campione di 150 pezzi e ne trova 7 difettosi. Quale decisione deve prendere l’acquirente, al livello di significatività del 5%?
[Non acquistare il lotto]
254
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Esercizi
In più: esercizi interattivi
6
Unità
Unità 6
SINTESI
Intervalli di confidenza, al livello di significatività x z1 pffiffiffi , x þ z1 pffiffiffi
2
2
n
n
Per la media, nel caso di varianza
incognita
s
s
p
ffiffiffi
p
ffiffiffi
x t1 ðn 1Þ , x þ t1 ðn 1Þ 2
2
n
n
Per la proporzione (per grandi
campioni)
pb z1 2
x è la stima puntuale della media
calcolata sul campione (di
dimensione n)
s è la deviazione standard
campionaria corretta
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pbð1 pbÞ
pbð1 pbÞ
, pb þ z1 2
n
n
Inferenza statistica
Per la media, nel caso di varianza
2 nota
pb è la stima puntuale della
proporzione calcolata sul
campione (di dimensione n)
Test per la verifica di ipotesi, al livello di significatività Ipotesi
nulla
ðH0 Þ
Ipotesi
alternativa
ðH1 Þ
Statistica-test
Regione critica
Valore osservato
di U
Regola di decisione:
rifiutiamo l’ipotesi
nulla se il valore
osservato u è tale
che...
Test sulla media , nel caso di popolazione normale di cui è nota la varianza
¼ 0
6¼ 0
¼ 0
0
< 0
> 0
> 0
0
¼ 0
0
> 0
< 0
< 0
0
U¼
X 0
pffiffiffi
n
(ossia la media
campionaria
standardizzata)
jUj > z1 2
u¼
U > z1
U < z1
x 0
pffiffiffi
n
dove x è la media
dei dati
campionari
juj > z1 2
u > z1
u < z1
Test sulla media , nel caso di popolazione normale di cui non è nota la varianza
¼ 0
6¼ 0
¼ 0
0
< 0
> 0
> 0
0
¼ 0
0
> 0
< 0
< 0
0
U¼
X 0
s
pffiffiffi
n
jUj > t1 ðn 1Þ
2
U > t1 ðn 1Þ
2
dove s
è la varianza
campionaria
corretta
u¼
U < t1 ðn 1Þ
x 0
s
pffiffiffi
n
dove x
è la media dei dati
campionari
juj > t1 ðn 1Þ
2
u > t1 ðn 1Þ
u < t1 ðn 1Þ
Test sulla proporzione p, per grandi campioni
p ¼ p0
p 6¼ p0
p ¼ p0
p p0
p < p0
p > p0
p > p0
p p0
p ¼ p0
p p0
p > p0
p < p0
p < p0
p p0
Pb p0
U ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
p0 ð1 p0 Þ
n
jUj > z1 2
U > z1
U < z1
pb p0
u ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
p0 ð1 p0 Þ
n
dove pb
è la proporzione
di unità
del campione
che possiede
la caratteristica
oggetto
di indagine
juj > z1 2
u > z1
u < z1
255
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
CONOSCENZE E ABILITÀ
1. Introduzione alla statistica inferenziale
TEORIA a p. 229
Vero o falso?
a. la statistica inferenziale si occupa dei problemi relativi all’estensione all’intera popolazione dei
risultati osservati su un campione
V F
b. un campione bernoulliano è un campione estratto senza reimmissione
V F
c. un campione bernoulliano non è un campione casuale
V F
d. la stima di un parametro incognito è uno dei problemi affrontati dall’inferenza statistica
V F
[2 affermazioni vere e 2 false]
1
Þ
Volendo studiare l’età media dei clienti di un negozio, si considera un campione casuale di 50 clienti su cui si
osservano i dati riportati in tabella:
2
Þ
Età
[20, 25)
[25, 30)
[30, 35)
[40, 45)
[45, 50)
[50, 55)
[55, 60]
Numero clienti
5
12
25
3
2
2
1
Fornisci una stima puntuale dell’età media dei clienti del negozio.
[Circa 32,8]
Si è intervistato un campione casuale di 200 individui, per valutare gli effetti della crisi economica sui consumi degli italiani. I consumi mensili, in euro, osservati sul campione sono quelli riportati in tabella.
3
Þ
Consumi mensili
[0, 500)
[500, 1000)
[1000, 1500)
[1500, 2000)
[2000, 2500)
[2500, 3000]
Numero di individui
8
12
80
50
22
28
Determina una stima puntuale del consumo medio mensile degli italiani.
[1625 euro]
Da un lotto di arance se ne estrae un campione casuale di 500; di queste, 180 risultano avere un peso inferiore
a 120 g, 220 risultano avere un peso compreso tra 120 e 180 g e 100 risultano avere un peso superiore a 200 g. Determina una stima puntuale della percentuale di arance del lotto aventi un peso superiore ai 120 g.
[64%]
4
Þ
5
Þ
Si sono osservate le lunghezze di 10 pezzi prodotti da un certo macchinario, ottenendo i seguenti risultati:
11,7 cm
10,3 cm
11,3 cm
9,9 cm
9,8 cm
10,2 cm
10,4 cm
10,3 cm
9,2 cm
10,7 cm
Vengono dichiarati «conformi» i pezzi la cui lunghezza si discosta dalla lunghezza dichiarata, uguale a 10,5 cm, al
massimo del 10%. Qual è la stima puntuale della percentuale di pezzi prodotti non conformi che si deduce dal
campione analizzato?
[20%]
2. Stimatori
TEORIA a p. 231
Esercizi preliminari
Vero o falso?
a. uno stimatore è un numero calcolato sui
dati campionari
V F
b. uno stimatore è una variabile aleatoria,
utilizzata per stimare un parametro,
che rappresenta tutte le possibili stime
del parametro che possono ottenersi
al variare del campione
V F
c. il concetto di stima e quello di stimatore
sono equivalenti
V F
d. uno stimatore la cui media non coincide
con il parametro da stimare è detto distorto
V F
e. uno stimatore la cui media coincide con
il parametro da stimare è detto consistente
V F
[2 affermazioni vere e 3 false]
6
Þ
256
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Vero o falso?
a. la media campionaria è uno stimatore
corretto della media della popolazione
V F
b. la varianza campionaria è uno stimatore
non distorto della varianza
della popolazione
V F
c. per stimare su dei dati campionari la
percentuale di una popolazione che soddisfa
una data caratteristica, si calcola
la percentuale degli elementi del campione
che soddisfa quella caratteristica
V F
d. per stimare su dei dati campionari
la varianza di una popolazione, si calcola
la varianza dei dati campionari
V F
[2 affermazioni vere e 2 false]
7
Þ
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
8
Þ
Unità 6
Proprietà degli stimatori
ESERCIZIO SVOLTO
T1 ¼
1
2
X1 þ X2
3
3
e
T2 ¼
2
3
X1 þ X2
5
5
a. Verifichiamo che sono entrambi corretti.
b. Stabiliamo quale dei due è il più efficiente.
Inferenza statistica
Da una popolazione X di media e varianza 2 estraiamo un campione casuale (bernoulliano) X1 , X2 . Consideriamo quindi i seguenti due stimatori per :
a. Verificare che gli stimatori sono corretti equivale a verificare che il loro valore medio coincide con quello della
popolazione, cioè con . A tale scopo bisogna ricordare che:
le variabili aleatorie X1 , X2 di un campione casuale sono identiche e identicamente distribuite a X, quindi
EðX1 Þ ¼ EðX2 Þ ¼ ;
la media di una variabile aleatoria gode della proprietà di linearità.
Tenendo conto di ciò si ha immediatamente che:
1
2
1
2
X1 þ X2 ¼ EðX1 Þ þ EðX2 Þ ¼
EðT1 Þ ¼ E
3
3
3
3
2
3
2
3
EðT2 Þ ¼ E
X1 þ X2 ¼ EðX1 Þ þ EðX2 Þ ¼
5
5
5
5
1
2
þ ¼
3
3
2
3
þ ¼
5
5
b. Lo stimatore più efficiente è quello che ha varianza minore, quindi occorre calcolare le varianze dei due stimatori e confrontarle. Per il calcolo della varianza, occorre ricordare che:
VðX1 Þ ¼ VðX2 Þ ¼ 2 (poiché le variabili aleatorie estrazioni campionarie sono identiche ed identicamente distribuite a X);
data una variabile aleatoria X, risulta: VðaX þ bÞ ¼ a2 VðXÞ per ogni a, b 2 R;
se X e Y sono due variabili aleatorie indipendenti (il che si verifica per le variabili estrazioni campionarie in caso
di campionamento bernoulliano) risulta:
VðX þ YÞ ¼ VðXÞ þ VðYÞ
Abbiamo perciò:
1
2
1
4
1
4
5
X1 þ X2 ¼ VðX1 Þ þ VðX2 Þ ¼ 2 þ 2 ¼ 2
VðT1 Þ ¼ V
3
3
9
9
9
9
9
2
3
4
9
4 2
9 2
13 2
VðT2 Þ ¼ V
X1 þ X2 ¼
VðX1 Þ þ
VðX2 Þ ¼
þ
¼
5
5
25
25
25
25
25
Poiché
13
5
< , lo stimatore più efficiente è T2 .
25
9
Da una popolazione X di media e varianza 2 estraiamo un campione casuale (bernoulliano) di dimensione
2: X1 , X2 . Considera quindi i seguenti due stimatori per :
9
Þ
T1 ¼
2
1
X1 þ X2
3
3
e
T2 ¼
3
1
X1 þ X2
4
4
a. Verifica che sono entrambi corretti.
b. Stabilisci quale dei due è il più efficiente.
[b. È più efficiente T1 ]
Da una popolazione X di media estraiamo un campione casuale (bernoulliano) di dimensione 3: X1 , X2 ,
X3 . Determina k in modo che T risulti uno stimatore corretto per :
1
k
16
k¼
T ¼ X1 þ ðk 2Þ X2 X3
3
2
3
10
Þ
257
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Da una popolazione X di media e varianza 2 estraiamo un campione casuale (bernoulliano) di dimensione
3: X1 , X2 , X3 .
2
3
a. Determina k in modo che T ¼ X1 þ k X2 X3 risulti uno stimatore corretto per .
5
5
6
7
b. In corrispondenza del valore di k trovato al punto a., determina la deviazione standard di T. a. k ¼ ; b. 5
5
11
Þ
Da una popolazione X di media e varianza 2 estraiamo un campione casuale (bernoulliano) di dimensione
3: X1 , X2 , X3 .
1
1
a. Determina k in modo che T ¼ X1 þ k X2 X3 risulti uno stimatore corretto per .
4
2
5
15 2
b. In corrispondenza del valore di k trovato al punto a., determina la varianza di T.
a. k ¼ ; b.
4
8
12
Þ
13
Þ
Verifica che, estratto un campione casuale (bernoulliano) X1 , X2 , ..., Xn da una popolazione X di media e
varianza 2 , la variabile aleatoria media campionaria X ¼
X1 þ ::: þ Xn
2
ha media e varianza
.
n
n
Data una popolazione normale di media e varianza 2 , sia X1 , X2 , ..., Xn un campione casuale (bernoulliano) estratto dalla popolazione. Considera i seguenti due stimatori della media della popolazione:
14
Þ
T1 ¼
X1 þ X2 þ ::: þ Xn2 þ 3Xn1 Xn
n
T2 ¼
X1 þ X2 þ ::: þ Xn2 2Xn1 þ 4Xn
n
a. Verifica che sono entrambi corretti.
b. Verifica che sono entrambi consistenti.
c. Stabilisci quale dei due è più efficiente.
Data una popolazione normale di media e varianza 2 , sia X1 , X2 , ..., Xn un campione casuale (bernoulliano) estratto dalla popolazione. Considera i seguenti due stimatori della media della popolazione:
15
Þ
T1 ¼
X1 þ X2 þ ::: þ Xn2 4Xn1 þ 6Xn
n
T2 ¼
X1 þ X2 þ ::: þ Xn2 þ 5Xn1 3Xn
n
a. Verifica che sono entrambi corretti.
b. Verifica che sono entrambi consistenti.
c. Stabilisci quale dei due è più efficiente.
Data una popolazione normale di media e varianza 2 , sia X1 , X2 , ..., Xn un campione casuale (bernoulliano) estratto dalla popolazione. Verifica che il seguente stimatore della media della popolazione è corretto ma non
è consistente:
16
Þ
T¼
X1 þ ::: þ Xn2 þ nXn1 þ ð2 nÞXn
n
Stima puntuale della varianza e della deviazione standard
Si sono rilevati i prezzi mensili (in euro) per l’affitto di un bilocale in una certa zona di una città, su un campione di cinque immobili:
17
Þ
450
500
420
540
600
Determina una stima puntuale:
a. dell’affitto medio mensile per un bilocale in quella zona;
b. della varianza degli affitti mensili per un bilocale in quella zona.
[a. 502 euro; b. 5120 euro2 ]
Al fine di stimare la spesa media mensile sostenuta dalle famiglie italiane in alimenti e bevande, si estrae un
campione casuale di 250 famiglie e si rileva, per ciascuna famiglia, la spesa (in euro) sostenuta nell’ultimo mese
per i beni di cui sopra. Detti x1 , ..., x250 i valori osservati, dall’esame del campione si ottiene:
18
Þ
x1 þ ::: þ x250 ¼ 184 600 euro
x21 þ ::: þ x2250 ¼ 218 500 000 euro2
Determina una stima puntuale:
a. della spesa media mensile degli italiani in alimenti e bevande:
b. della deviazione standard della spesa media mensile degli italiani in alimenti e bevande.
[a. 738,40 euro; b. 574,53 euro]
258
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
28
In una sessione d’esami universitari sono state rilevate le votazioni di un campione casuale di 10 studenti:
30
24
26
30
22
27
28
25
24
20
Þ
64
[a. 26,4; b. circa 2,67]
I seguenti dati rappresentano le velocità (in km/h) di 8 auto, rilevate su un tratto di strada urbana:
70
69
75
80
74
82
76
Determina la stima puntuale che puoi dedurre da tale campione:
a. della velocità media delle auto che percorrono quel tratto;
b. della deviazione standard delle auto che percorrono quel tratto.
Inferenza statistica
Determina, relativamente a quella sessione d’esami, una stima puntuale:
a. del voto medio degli studenti;
b. della deviazione standard del voto degli studenti.
Unità 6
19
Þ
[a. 73,75 km/h; b. circa 5,92 km/h]
3. Intervalli di confidenza
TEORIA a p. 234
Esercizi preliminari
Vero o falso?
a. data una popolazione normale di cui è nota la varianza 2 , al crescere del numero di elementi del
campione, a parità di livello di confidenza, l’ampiezza dell’intervallo di confidenza per la media aumenta V F
b. data una popolazione bernoulliana, al crescere del numero di elementi del campione, a parità
di livello di confidenza, l’ampiezza dell’intervallo di confidenza per una proporzione diminuisce
V F
c. se scegliamo un livello di confidenza uguale al 95%, allora il 5% rappresenta la probabilità
di sbagliare, cioè di estrarre un campione che conduce a una stima intervallare che non contiene
V F
il parametro ignoto che vogliamo stimare
d. in una stima intervallare il livello di confidenza è uguale alla semiampiezza dell’intervallo
di confidenza
V F
2
e. data una popolazione normale di cui è nota la varianza e fissata la dimensione n del campione,
all’aumentare del livello di confidenza aumenta anche l’ampiezza dell’intervallo di confidenza
della media
V F
[3 affermazioni vere e 2 false]
21
Þ
Test
22
Þ
A
B
C
D
23
Þ
A
B
C
D
La stima intervallare della media di una popolazione di cui è nota la varianza:
può essere costruita (in modo approssimato) anche senza conoscere la distribuzione di probabilità del fenomeno di cui si vuole stimare la media, a condizione che il campione sia molto numeroso
necessita, per essere costruita, soltanto della stima puntuale del parametro
è indipendente dalla dimensione del campione
è indipendente dalla deviazione standard
La stima intervallare della proporzione di una popolazione che possiede una data caratteristica è valida:
qualsiasi sia la popolazione
se la popolazione non è bernoulliana
se la popolazione è normale
se la popolazione è bernoulliana e valgono le condizioni per cui la distribuzione binomiale è ben approssimata dalla normale
Nell’espressione che fornisce l’intervallo di confidenza per la media di una popolazione normale di cui è nota
la deviazione standard, quale valore bisogna sostituire a z1 se si vuole che il livello di confidenza sia del 90%?
24
Þ
2
A
1,282
B
1,645
C
1,960
D
2,576
Nell’espressione che fornisce l’intervallo di confidenza per la media di una popolazione normale di cui è nota
la deviazione standard, quale valore bisogna sostituire a z1 se si vuole che il livello di confidenza sia del 95%?
25
Þ
2
A
1,282
B
1,645
C
1,960
D
2,576
259
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Nell’espressione che fornisce l’intervallo di confidenza per la media di una popolazione normale di cui non è
nota la deviazione standard, quale valore bisogna sostituire a t1 ðn 1Þ se si vuole che il livello di confidenza sia
2
del 95%, nell’ipotesi che il campione abbia numerosità n ¼ 20?
26
Þ
A
1,648
B
1,954
C
2,086
D
2,093
Nell’espressione che fornisce l’intervallo di confidenza per la proporzione di una popolazione, quale valore
bisogna sostituire a z1 se si vuole che il livello di confidenza sia del 99%?
27
Þ
2
A
1,282
B
1,645
C
1,960
D
2,576
Problemi sugli intervalli di confidenza per la media
VARIANZA NOTA
28
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
I prelievi effettuati dai clienti al bancomat di una banca sono distribuiti secondo una distribuzione normale di deviazione standard uguale a 82,50 euro. Su un campione di 150 operazioni di prelievo, è risultato un
prelievo medio di 185 euro. Determina un intervallo di confidenza al 90% per l’ammontare del prelievo
medio dei clienti della banca.
Siamo nel caso di una popolazione normale di varianza nota; perciò l’intervallo richiesto è del tipo:
x z1 pffiffiffi x þ z1 pffiffiffi
2
2
n
n
[*]
dove:
x è la stima della media dei prelievi dedotta dal campione, in questo caso x ¼ 185;
n è la dimensione del campione, in questo caso n ¼ 150;
z1 è il quantile della normale standard di ordine 1 2
¼ 10% ¼ 0,1 e dunque 1 ; essendo in questo caso 1 ¼ 90%, ovvero
2
0,1
¼1
¼ 0,95, devi determinare z0,95 e puoi verificare (per esempio utiliz2
2
zando la tavola del Paragrafo 3 di teoria) che risulta z0,95 ¼ 1,645.
Sostituendo questi valori di x, n, z1 nella [*], puoi trovare l’intervallo di confidenza richiesto.
2
[173,92 euro 196,08 euro]
Vogliamo stimare la statura media di una certa popolazione normale. La deviazione standard della statura
della popolazione è nota ed è uguale a 6,5 cm. La media delle stature rilevate su un campione di 100 persone è
176,5 cm. Determina un intervallo di confidenza per la statura media al livello del 95%.
[175,2 cm 177,8 cm]
29
Þ
In una popolazione di adulti la varianza del peso è uguale a 25 kg2 . Il peso medio di un campione di 16 adulti
è risultato 78 kg. Determina l’intervallo di confidenza al 90% per il peso medio della popolazione.
[75,9 kg 80,1 kg circa]
30
Þ
Un laboratorio deve analizzare un farmaco per stabilire la concentrazione di principio attivo. Vengono effettuate 4 misurazioni del principio attivo, che forniscono i risultati seguenti:
31
Þ
2,40
2,25
2,30
2,05
I valori delle concentrazioni nelle varie prove seguono una distribuzione normale di media ignota e deviazione
standard (dovuta agli strumenti di misura) ¼ 0,1. Determina un intervallo di confidenza al 95% per la concentrazione media del principio attivo.
[2,15 2,35 circa]
In una data popolazione di adulti, la statura si può considerare una variabile aleatoria normale, di varianza
64 cm2 . In un campione di 100 persone, si è osservata una statura media di 173 cm. Determina l’intervallo di confidenza al 99% della statura media h della popolazione.
[170,93 cm h 175,07 cm]
32
Þ
Un’azienda produce bulloni, il cui diametro è una variabile aleatoria di media incognita e varianza uguale a
0,01 cm2 . Il diametro medio di un lotto di 120 bulloni è risultato di 2,6 cm. Determina un intervallo di confidenza
per , al livello del 90%.
[2,58 cm 2,62 cm]
33
Þ
260
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Da una popolazione normale di varianza uguale a 9 viene estratto un campione casuale. Si determina l’intervallo di confidenza al 95% per la media della popolazione, ottenendo: [18,89, 21,11]. Determina:
a. la media campionaria dei valori osservati;
b. la dimensione del campione.
[a. 20; b. 28]
Unità 6
Da una popolazione normale di media incognita e varianza nota 2 si estrae un campione casuale di 64 os1
[Circa 68,27%]
servazioni. Un intervallo di confidenza per ha ampiezza . Qual è il livello di confidenza?
4
36 Nel progettare una cabina di pilotaggio di un aereo, occorre tenere conto dei valori antropometrici medi dei
Þ
piloti. Si sa da precedenti studi statistici che la statura dei piloti può essere considerata una variabile aleatoria avente distribuzione normale, di media incognita e deviazione standard 6,2 cm. Su di un campione di 100 piloti, si rileva che la statura media è uguale a 179,4 cm.
a. Determina l’intervallo di confidenza al 95% per la statura media dei piloti.
b. Quale deve essere l’ampiezza minima n del campione affinché l’intervallo di confidenza (al 95%) abbia
ampiezza al massimo uguale a 1 cm?
[a.178,18 cm 180,62 cm; b. n ¼ 591]
Inferenza statistica
34
Þ
35
Þ
Un intervallo di confidenza al livello del 95% per la media di una popolazione normale è uguale a [8,20, 9,40].
Determina:
a. la media campionaria delle osservazioni;
b. la dimensione del campione, se la varianza della popolazione è 4.
[a. 8,8; b. n ’ 43]
37
Þ
Uno strumento produce mine per matite; la lunghezza delle mine è una variabile aleatoria normale, di media
ignota e deviazione standard ¼ 0,16 cm. Misurando la lunghezza di cinque mine, si sono ottenuti i seguenti valori (in cm):
38
Þ
10,24
10,40
10,66
10,10
10,50
a. Determina un intervallo di confidenza al 99% per la lunghezza media delle mine.
b. Mantenendo lo stesso livello di confidenza, quante mine occorrerebbe misurare per ottenere un intervallo di
confidenza di ampiezza minore o uguale a 0,1 cm?
[a. 10,19 cm 10,57 cm circa; b. almeno 68]
VARIANZA INCOGNITA
39
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
I valori nell’aria di una certa sostanza tossica hanno una distribuzione normale. In uno studio statistico su 6
diversi campioni dell’aria si sono registrati i seguenti valori della sostanza tossica (in microgrammi per metro cubo):
3,2
2,1
1,8
2,5
1,6
2,8
Determina un intervallo di confidenza per il livello medio della sostanza inquinante nell’aria, al livello di
confidenza del 95%.
Siamo nel caso di una popolazione normale di varianza incognita; perciò l’intervallo richiesto è del tipo:
s
s
x t1 ðn 1Þ pffiffiffi x þ t1 ðn 1Þ pffiffiffi
2
2
n
n
dove:
x è la stima della media dedotta dal campione, in questo caso:
x¼
[*]
3,2 þ ::::: þ 2,8
7
¼
’ 2,33
6
3
s è la deviazione standard campionaria corretta, in questo caso:
vffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
!ffi sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
u
2
n
X
u 1
1
7
½ð3,2Þ2 þ ::: þ ð2,8Þ2 6 s¼t
x2i nx2 ¼
’ 0,61
n 1 i¼1
5
3
n è la dimensione del campione, in questo caso n ¼ 6;
t1 ðn 1Þ è il quantile della t-Student con (n – 1) gradi di libertà di ordine 1 ; essendo in questo caso
2
2
0,05
(n 1Þ ¼ 6 1 ¼ 5 e 1 ¼ 95%, ovvero ¼ 5% ¼ 0,05 e dunque 1 ¼1
¼ 0,975, devi determinare
2
2
t0,975 ð5Þ e puoi verificare (per esempio utilizzando la tavola del Paragrafo 3 di teoria) che risulta t0,975 ð5Þ ¼ 2,5706.
Sostituendo questi valori di x, s, n, t1 2 ðn 1Þ nella [*], puoi trovare l’intervallo di confidenza richiesto.
[1,69 2,98]
261
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Il numero di ore di volo mensili dei piloti di una compagnia segue una distribuzione normale. Su un campione di 25 piloti, il numero medio di ore di volo mensili è risultato pari a 52 ore e la deviazione standard campionaria corretta è risultata di 6,5 ore. Determina un intervallo di confidenza al 90% per il numero medio di ore di volo
mensili dei piloti della compagnia.
[49,77 54,23]
40
Þ
Un call center ha calcolato il tempo medio della durata delle telefonate (che si può assumere avere una distribuzione normale) su un campione di 20 telefonate. Il tempo medio delle telefonate nel campione è risultato di 8
minuti e la deviazione standard campionaria corretta è risultata di 5 minuti. Determina un intervallo di confidenza al 99% per la durata media delle telefonate che arrivano al call center.
[4,8 min 11,2 min]
41
Þ
La percentuale di metano contenuta in un certo gas naturale si può assumere avere una distribuzione normale. Quattro misurazioni hanno fornito le seguenti percentuali di metano:
42
Þ
76,4%
75,8%
76,2%
76,3%
Determina:
a. la percentuale media di metano contenuto nel gas, stimata sul campione;
b. la deviazione standard campionaria corretta;
c. un intervallo di confidenza per al livello del 95%.
[a. 76,175%; b. circa 0,263%; c. 75,75% 76,6%]
Una banca assume che i prelievi effettuati con il bancomat si distribuiscano secondo una variabile aleatoria
normale. Si rilevano i prelievi effettuati su un campione di 5 clienti, ottenendo i dati seguenti (in euro):
43
Þ
150
200
50
125
80
Determina:
a. l’ammontare del prelievo medio sul campione considerato;
b. la varianza campionaria corretta;
c. un intervallo di confidenza al 90% per il prelievo medio dei clienti della banca.
[a. 121 euro; b. 3455 euro2 ; c. 64,96 euro 177,04 euro]
44 In un tratto autostradale in cui il limite di velocità è di 120 km/h, la polizia stradale ha rilevato la velocità di
Þ
un campione casuale di 150 automobili. La velocità media rilevata sul campione è stata di 124 km/h e la varianza
campionaria (corretta) di 225 km2 .
a. Determina un intervallo di confidenza, al livello del 95%, per la velocità media della auto in quel tratto
autostradale.
b. Determina la numerosità minima n del campione per individuare la velocità media delle auto di quel tratto, al
livello di confidenza del 95%, con un errore massimo di 2 km.
[a. 121,59 km/h v 126,41 km/h; b. n ¼ 217]
Problemi sugli intervalli di confidenza per la proporzione
45
Þ
ESERCIZIO GUIDATO
Un’azienda ha commissionato un sondaggio per sapere se i propri clienti sono o meno soddisfatti. La società
incaricata del sondaggio ha intervistato un campione casuale di 100 clienti: 25 rispondono di essere insoddisfatti e 75 di essere soddisfatti. Determina un intervallo di confidenza al 95% per la percentuale p di clienti
dell’azienda che sono insoddisfatti.
L’intervallo richiesto è del tipo:
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pbð1 pbÞ
pbð1 pbÞ
pb z1 p pb þ z1 [*]
2
2
n
n
dove:
pb è la stima della percentuale dei clienti insoddisfatti deducibile dal campione, in questo caso:
25
¼ :::::
pb ¼
100
n è la dimensione del campione, in questo caso n ¼ 100;
z1 2 è il quantile della normale standard di ordine 1 ; essendo in questo caso 1 ¼ 95%, ovvero
2
0,05
¼1
¼ 0,975, devi determinare z0,975 e puoi verificare (per esempio uti ¼ 5% ¼ 0,05 e dunque 1 2
2
lizzando la tavola del Paragrafo 3 di teoria) che risulta z0,975 ¼ 1,96.
Sostituendo questi valori di pb, n, z1 nella [*], puoi trovare l’intervallo di confidenza richiesto.
2
262
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
[16,5% p 33,5%]
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Si sperimenta un nuovo farmaco su un campione di 1000 pazienti. Si osserva che fra i 1000 pazienti, 680 guariscono in seguito alla somministrazione del farmaco. Determina un intervallo di confidenza al 95% per la percentuale p di pazienti che guariscono in seguito alla somministrazione del farmaco.
[65% p 71%]
Unità 6
Una settimana prima delle elezioni per il sindaco di una città, viene effettuata una indagine per stabilire le intenzioni di voto. Su 500 intervistati, 220 dichiarano che voteranno per il candidato A. Determina un intervallo di
confidenza al 90% per la percentuale p di cittadini che intendono votare per A.
[Circa 40% p 48%]
Inferenza statistica
46
Þ
47
Þ
Si vuole ottenere una stima della proporzione di fumatori presenti in una certa regione e verificare se essi sono aumentati o diminuiti rispetto a 5 anni prima, quando la percentuale di fumatori era del 42%. A tale scopo, viene osservato un campione di 200 persone e si trova che 120 di esse sono fumatori. Determina un intervallo di confidenza al livello del 95% per la percentuale p di fumatori e decidi, in base a questa stima, se la percentuale di fumatori si può ritenere aumentata o diminuita.
[53% p 67% circa; la percentuale è aumentata]
48
Þ
Viene svolta una indagine per stimare la percentuale dei ragazzi con età tra 15 e 20 anni che utilizzano la rete
Internet. Dei 500 ragazzi intervistati, con età compresa nella fascia d’interesse, 420 dichiarano di utilizzare la rete.
Determina l’intervallo di confidenza al 99% per la percentuale p di ragazzi che utilizzano Internet. [79% p 89%]
49
Þ
Si è svolto un sondaggio per stabilire se gli abitanti di una città sono o meno favorevoli a chiudere una via del
centro al traffico. Il sondaggio è stato svolto su un campione e, in seguito ai risultati del sondaggio, si è stabilito
l’intervallo di confidenza della percentuale p di abitanti favorevoli alla chiusura della via, trovando l’intervallo:
50
Þ
[42%, 48%]
a. Sapendo che sono state intervistate 1000 persone, qual è approssimativamente il livello di confidenza?
b. Sapendo che il livello di confidenza del sondaggio è il 90%, quante persone approssimativamente sono state
intervistate?
[a. Circa il 94%; b. circa 744]
Una casa editrice, per decidere se vendere i propri libri anche via Internet, vuole stimare la proporzione di utilizzatori della rete Internet che acquistano libri on-line. Dei 250 utilizzatori intervistati, 160 hanno dichiarato di
acquistare libri tramite la Rete. Calcola l’intervallo di confidenza al 90% per la proporzione di utilizzatori della Rete
che acquistano libri on-line.
[59% p 69% (arrotondando la percentuale a un numero intero)]
51
Þ
In un seggio elettorale sono state scrutinate 300 schede e si è ottenuto che in 72 di esse è stato espresso il voto
per un dato partito. A un livello di confidenza del 99%, quale sarà la minima percentuale di voti ottenuta da quel
partito?
[17,6%]
52
Þ
Ai fini di sperimentare un nuovo farmaco, 200 individui vengono sottoposti a una terapia con tale farmaco e
65 di essi guariscono dalla patologia per cui quella medicina è stata formulata. Fornisci una stima, al 95% di confidenza, di quanto vale, come minimo, la probabilità che il farmaco sia efficace.
[Circa 26%]
53
Þ
Le fiale di un vaccino prodotto da un’azienda farmaceutica devono essere sottoposte a controllo, per accertare che soddisfino certi parametri di qualità imposti dalle direttive europee. Determina il minimo numero di fiale
che devono essere campionate, per determinare la percentuale di fiale conformi, al livello di confidenza del 99%,
con un errore che non superi il 5%.
[664]
54
Þ
55 E noto che, durante le elezioni politiche, alcune società effettuano sondaggi allo scopo di riuscire a stimare le
Þ
percentuali di voti ottenuti dai vari partiti politici fin dai primi minuti di scrutinio. Supponiamo che una di queste
società voglia stimare, al livello di confidenza del 95% e con un errore massimo dell’1%, la percentuale di voti di
un dato partito entro la prima mezz’ora di spoglio delle schede. Nell’ipotesi che in mezz’ora vengano scrutinate in
media 130 schede per seggio, da quanti seggi elettorali (opportunamente scelti su tutto il territorio nazionale) devono essere prelevati i dati nella prima mezz’ora di scrutinio?
[74]
4. Test statistici per la verifica di ipotesi
TEORIA a p. 244
Esercizi preliminari
Test
56
Þ
A
B
C
D
Il livello di significatività di un test è:
la probabilità di prendere la decisione corretta
la probabilità di commettere un errore di primo tipo
la probabilità di commettere un errore di secondo tipo
la probabilità di commettere un errore di primo o secondo tipo
263
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
57
Þ
A
B
C
D
58
Þ
A
B
C
D
La statistica-test utilizzata per la verifica di ipotesi
è un numero osservato sul campione estratto
è una variabile aleatoria
è uno dei valori critici
è la regola in base alla quale si decide se rifiutare l’ipotesi nulla
Si commette un errore di primo tipo quando:
si accetta l’ipotesi nulla, quando quest’ultima risulta falsa
si rifiuta l’ipotesi nulla, quando quest’ultima è vera
il test statistico non consente né di accettare né di rifiutare l’ipotesi nulla
l’ipotesi nulla risulta vera e l’ipotesi alternativa risulta falsa
Qual è la regione critica di un test sulla media di una popolazione normale di varianza nota, che valuta l’ipotesi H0 : ¼ 0 contro l’ipotesi alternativa H1 : > 0 ?
59
Þ
A
U > z1
B
U > z1 C
2
jUj > z1
D
jUj > z1 2
Qual è la regione critica di un test sulla proporzione per grandi campioni, che valuta l’ipotesi H0 : p ¼ p0 contro l’ipotesi alternativa H1 : p 6¼ p0 ?
60
Þ
A
U > z1
B
U > z1 C
2
jUj > z1
D
jUj > z1 2
Problemi relativi a test sulla media
VARIANZA NOTA
61
Þ
ESERCIZIO SVOLTO
Una fabbrica di auto ha progettato delle modifiche da effettuare a un motore che dovrebbero consentire
un minor consumo di carburante. I motori, in assenza di modifiche, presentano un consumo che segue
una distribuzione normale, di media 7 litri per 100 km e deviazione standard uguale a 0,5 litri. Un campione di 20 motori modificati viene testato e si registra un consumo medio di 6,8 litri per 100 km. A un livello
di significatività del 5%, la fabbrica può concludere che le modifiche progettate portano a una diminuzione dei consumi?
Il sistema di ipotesi è:
H0 : ¼ 7ð¼ 0 Þ
H1 : < 7
Poiché siamo nel caso di una popolazione normale di cui è nota la varianza, la statistica-test da utilizzare è
X 0
pffiffiffi e il valore osservato di U sul campione è:
U¼
= n
u¼
x 0
6,8 7
pffiffiffiffiffiffi ’ 1,79
pffiffiffi ¼
= n
0,5= 20
y
0,4
La regione critica è U < z1 e il
valore critico risulta uguale a:
z1 ¼ z10,05 ¼ z0,95 ¼ 1,64
Poiché u < z1 , ossia il valore
osservato cade nella regione critica, rifiutiamo l’ipotesi nulla, ovvero concludiamo (al 5% di significatività), che le modifiche progettate
portano effettivamente a una diminuzione dei consumi.
valore osservato: –1,79
0,2
area = 0,05
x
0O
regione di accettazione
regione critica
valore critico:
–z1–α = –1,64
Da una popolazione normale, di media e varianza 2 ¼ 1, si estrae un campione casuale di 100 elementi e il
valore osservato della media campionaria risulta uguale a 4,2. Verifica, con un livello di significatività ¼ 5%, l’ipotesi H0 : ¼ 4 contro l’ipotesi alternativa H1 : 6¼ 4.
[u ¼ 2 e z1 ’ 1,96; si rifiuta H0 ]
62
Þ
264
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
2
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Inferenza statistica
Un’azienda che produce delle pile dichiara una durata media di 25 ore, con una variabilità (misurata in termini di deviazione standard) uguale a 3 ore. Dieci pile vengono esaminate e si accerta una durata media di 23 ore.
Supponendo che la durata delle pile abbia una distribuzione normale, verifica al livello di significatività dell’1% la
validità di quanto dichiarato dall’azienda, esaminando:
a. l’ipotesi nulla H0 : ¼ 25 contro l’ipotesi alternativa H1 : 6¼ 25;
b. l’ipotesi nulla H0 : ¼ 25 contro l’ipotesi alternativa H1 : < 25.
[a. u ’ 2,11, z1 ’ 2,58, si accetta H0 ; b. z1 ’ 2,33, si accetta H0 ]
64
Þ
Unità 6
Un’azienda che produce lampadine dichiara che la durata media di un certo tipo di lampadine è di 900 ore,
con una variabilità (misurata in termini di deviazione standard) di 50 ore. Una verifica effettuata su un campione
di 150 lampadine ha dato come esito una durata media di 870 ore. Sottoponi a verifica l’ipotesi nulla che la durata
delle lampadine sia quella dichiarata, contro l’ipotesi alternativa che la durata delle lampadine sia inferiore, al livello di significatività del 10%.
[u ’ 7,35 e z1 ’ 1,28; si rifiuta H0 ]
63
Þ
2
La durata media di una batteria è una variabile aleatoria normale, di media 600 ore e deviazione standard 40
ore. Al fine di incrementare la durata media delle batterie, l’azienda prova a produrre batterie secondo un nuovo
processo di produzione, quindi sottopone a un test 20 batterie del nuovo tipo, trovando che la loro durata media
risulta di 630 ore. A un livello di significatività del 5%, si può ritenere che il nuovo processo produttivo sia efficace
nell’aumentare la durata delle batterie?
[H0 : ¼ 600 e H1 : > 600; u ’ 3,35, z1 ’ 1,64; si rifiuta l’ipotesi H0 ]
65
Þ
66 La quantità di latte (in litri) contenuta nelle bottiglie prodotte da una certa azienda si può interpretare come
Þ
una variabile aleatoria normale di varianza 0,1. Si estrae un campione casuale di 25 bottiglie e si trova una quantità
media di latte contenuto uguale a 0,9 litri.
a. L’azienda ritiene che il processo di riempimento delle bottiglie sia in controllo se la quantità media di latte
contenuta in esse è di 1 litro, come dichiarato sulle confezioni. Imposta un test per stabilire, sulla base dei dati
del campione e con un livello di significatività del 5%, se il processo di riempimento è in controllo.
b. Un consumatore è disposto ad accettare un rischio al massimo del 5% di acquistare bottiglie che contengono
in realtà meno latte di quanto dichiarato. Imposta un test per stabilire, sulla base dei dati del campione, se il
consumatore dovrebbe acquistare le bottiglie o piuttosto astenersi.
[a. H0 : ¼ 1, contro H1 : 6¼ 1, risulta u ’ 1,58 e z1 ’ 1,96, per cui si accetta H0 ;
2
b. H0 : < 1, contro H1 : 1, risulta u ’ 1,58 e z1 ’ 1,64, per cui si accetta H0 ]
VARIANZA INCOGNITA
67
Þ
ESERCIZIO SVOLTO
Un’azienda specializzata è stata incaricata di monitorare la qualità delle acque di un fiume. L’anno scorso si
è registrata nel fiume una concentrazione media di sostanze inquinanti uguali al 6,5%. Nel presente anno è
stata fatta una rilevazione ogni mese, e si è rilevata una concentrazione media del 6,65% con una variabilità,
espressa in termini di deviazione standard corretta, uguale al 2,5%. Supponendo che la distribuzione della
concentrazione di sostanze inquinanti sia normale, stabiliamo, al livello di significatività del 5%, se è possibile ritenere che la concentrazione media di inquinanti nell’ultimo anno sia cambiata rispetto all’anno precedente.
Il sistema di ipotesi è:
H0 : ¼ 0,065ð¼ 0 Þ
H1 : 6¼ 0,065
Poiché siamo nel caso di una popolazione normale di cui non è nota la varianza, la statistica-test da utilizzare è
U¼
X 0
pffiffiffi e il valore osservato di U sul campione è:
s= n
u¼
x 0
0,0665 0,065
pffiffiffiffiffiffi ’ 0,21
pffiffiffi ¼
s= n
0,025= 12
La regione critica è jUj > t1 2 ðn 1Þ e il valore critico risulta uguale a:
t1 ðn 1Þ ¼ t
2
1
0;05 ð12
2
1Þ ¼ t0;975 ð11Þ ’ 2,2
265
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Poiché juj < t1 ðn 1Þ, ossia il valore osservato cade nella regione di accettazione, non è possibile ritenere (al
2
5% di significatività), che la concentrazione degli inquinanti nell’ultimo anno sia cambiata.
y
Tema C
0,4
valore osservato: 0,21
0,2
valore critico: –2,2
valore critico: 2,2
0
O
regione critica
regione di accettazione
x
regione critica
Gli impiegati di una ditta che si occupa di vendita per corrispondenza affermano di riuscire a evadere un ordine giunto telefonicamente mediamente in 12 minuti. Il direttore decide di effettuare una verifica casuale su 200
ordini e registra un tempo medio di evasione di 14 minuti e una variabilità, misurata in termini di varianza corretta, di 81 minuti2 . A un livello di significatività del 5%, che cosa può concludere il direttore a proposito della valutazione dell’ipotesi H0 che il tempo medio dichiarato dagli impiegati sia corretto, contro l’ipotesi H1 che risulti in
realtà maggiore?
[u ’ 3,14, z1 ’ 1,64; si rifiuta H0 ]
68
Þ
Una casa farmaceutica afferma che un antidolorifico di sua produzione impiega in media 15 minuti per agire.
In base alle analisi effettuate su un campione di 80 pazienti, il beneficio è stato ottenuto in media in 18 minuti
con una variabilità, espressa in termini di varianza campionaria corretta, uguale a 25 minuti2 . A un livello di significatività dell’1%, che cosa si può concludere a proposito dell’ipotesi H0 che il farmaco agisca mediamente in 15
minuti, contro l’ipotesi H1 che agisca in più di 15 minuti?
[u ’ 5,37, t1 ðn 1Þ ’ 2,37; si rifiuta H0 ]
69
Þ
Si vuole sperimentare se un nuovo farmaco permette di guarire da una malattia più rapidamente che con il
farmaco utilizzato fino a quel momento. Un gruppo di 20 pazienti scelti a caso viene sottoposto alla terapia e si registra un tempo medio di guarigione di 9 giorni, con una variabilità, misurata in termini di deviazione standard
corretta, uguale a 2 giorni. Dai dati sul farmaco in uso è noto che il tempo medio di guarigione risulta di 11 giorni.
Supponendo che il tempo di guarigione segua una distribuzione normale, è possibile affermare, a un livello di significatività dell’1%, che il nuovo farmaco consente di guarire più rapidamente?
[H0 : ¼ 11, H1 : < 11, u ’ 4,47, t1 ðn 1Þ ’ 2,54; si rifiuta H0 ]
70
Þ
71
Þ
Da una popolazione normale si è estratto un campione di 8 unità e si sono osservati i seguenti valori campio-
nari:
28
32
27
31
40
27
30
24
Sottoponi a test l’ipotesi che la media della popolazione sia uguale a 28, contro l’ipotesi alternativa che non lo sia,
al livello di significatività dell’1%.
[ x ¼ 29,875, s ’ 4,82, u ’ 1,1, t1 ðn 1Þ ’ 3,5; si accetta H0 ]
2
In un reparto di una azienda si effettuano mediamente 10 interventi di manutenzione al mese. Negli ultimi
quattro mesi, gli interventi di manutenzione sono stati: 12, 8, 11 e 13. Supponendo che il numero di interventi
mensili sia una variabile aleatoria avente distribuzione normale, stabilisci se i dati rilevati negli ultimi 4 mesi sono
statisticamente significativi per affermare, a un livello di significatività del 5%, che è sopraggiunto qualche fattore
che ne ha fatto aumentare la media.
[H0 : ¼ 10, H1 : > 10, x ¼ 11, s ’ 2,16, u ’ 0,93, t1 ðn 1Þ ’ 2,35 quindi si accetta l’ipotesi H0 ,
ovvero i dati non supportano in modo statisticamente significativo un aumento
del numero medio di interventi mensili]
72
Þ
266
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
73
Þ
Unità 6
Problemi relativi a test sulla proporzione
ESERCIZIO SVOLTO
Il sistema di ipotesi è:
H0 : p ¼ 0,08ð¼ p0 Þ
Inferenza statistica
Un’azienda vuole studiare se le polveri respirate dagli operai hanno effetti dannosi sulla salute. Su un campione casuale di 250 operai, 28 affermano di avere problemi respiratori. È noto che l’8% della popolazione
soffre dei medesimi disturbi. Sulla base dei dati campionari si può affermare, a un livello di significatività
dell’1%, che la proporzione di operai che accusano disturbi respiratori è maggiore di quella della popolazione? E al livello del 5%?
H1 : p > 0,08
Osserviamo che il campione è sufficientemente numeroso per applicare il test basato sull’approssimazione nor28
¼ 0,112 e
male. Infatti la proporzione p^ di lavoratori che accusano disturbi respiratori sul campione è pb ¼
250
risulta:
250 0,112 ¼ 28 > 5 e
250ð1 0,112Þ ¼ 222 > 5
n pb
nð1 pb Þ
Pb p0
La statistica-test da utilizzare è U ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi e il valore osservato di U sul campione è:
p0 ð1 p0 Þ
n
0,112 0,08
pb p0
u ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi ¼ rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi ’ 1,87
p0 ð1 p0 Þ
0,08ð1 0,08Þ
n
250
La regione critica è U > z1 e il valore critico risulta uguale a:
z1 ¼ z10,01 ¼ z0,99 ’ 2,33
Poiché u < z1 , ossia il valore osservato cade nella regione di accettazione, al livello di significatività dell’1%
non possiamo affermare che la proporzione di operai che accusano disturbi sia superiore a quella della popolazione (ovvero non possiamo ritenere che le polveri respirate siano nocive).
Al livello del 5%, risulta invece z1 ’ 1,64, quindi u > z1 ; dunque, a tale livello di significatività, dobbiamo
rifiutare l’ipotesi nulla, ovvero ritenere che la proporzione di operai che accusano disturbi sia superiore a quella
della popolazione.
y
0,4
valore osservato: 1,87
0,2
valore critico: 2,33
0
O
x
regione di accettazione
regione critica
Alle ultime elezioni un dato partito ha ottenuto il 28% dei voti. In previsione di nuove elezioni, una società
effettua un sondaggio su un campione di 500 elettori; per il campione analizzato è risultato che 158 voteranno il
partito. A un livello di confidenza del 5% è possibile concludere che ci sia stato nella popolazione un aumento di
consensi nei confronti del partito? E al livello dell’1%?
[H0 : p ¼ 28% e H1 : p > 28%; u ’ 1,79, z1 ’ 1,64 (con ¼ 5%),
74
Þ
quindi si rifiuta H0 ; invece se ¼ 1%, z1 ’ 2,33, quindi si accetta H0 ]
267
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Un’azienda ritiene che il processo di produzione sia in controllo se la percentuale p degli articoli prodotti senza difetti è almeno del 96%. In un campione di 150 articoli, 8 sono risultati difettosi. A un livello di significatività
del 5% si può ritenere che il processo di produzione sia in controllo?
[H0 : p 96% e H1 : p < 96%; u ’ 0,83, z1 ’ 1,64, quindi si accetta H0 ]
75
Þ
Un’azienda sostiene di non fare discriminazione di genere tra i dipendenti, che sono per la metà maschi e per
l’altra metà femmine. A causa di un piano di ristrutturazione dell’azienda, non viene rinnovato il contratto ad alcuni dipendenti assunti a tempo determinato. Su un campione di 40 dipendenti cui non viene rinnovato il contratto, 22 risultano donne. È lecito, a un livello di significatività del 10%, ritenere che l’azienda faccia discriminazioni di genere?
[H0 : p ¼ 0,5 e H1 : p 6¼ 0,5; u ’ 0,63, z1 ’ 1,64, quindi si accetta H0 ]
76
Þ
2
77 Paolo e Barbara giocano a «testa» o «croce». Barbara sospetta che la moneta sia truccata in modo che la probaÞ
bilità p che esca «testa» sia superiore a quella che esca «croce», poiché, su 100 lanci, l’evento «è uscita ‘testa’» si è
verificato 65 volte. Imposta un opportuno test statistico per stabilire, al livello di significatività dell’1%, se questi
dati sono significativi per supportare i sospetti di Barbara.
[H0 : p ¼ 0,5 e H1 : p > 0,5; u ¼ 3, z1 ’ 2,33, quindi si rifiuta H0 ]
Il sindaco di una città desidera sapere se i cittadini sono favorevoli all’iniziativa di chiudere al traffico alcune
vie del centro. A tale scopo viene intervistato un campione di 500 persone: 265 si dichiarano favorevoli e le restanti contrarie. Il sindaco è disposto ad accettare un rischio al massimo del 5% di chiudere al traffico le vie del centro
nonostante la maggioranza dei cittadini sia contraria; in base ai dati rilevati sul campione, che decisione deve
prendere il sindaco?
[H0 : p > 0,5 e H1 : p 0,5 ( p ¼ percentuale di cittadini contrari); u ’ 1,34, z1 ’ 1,64, quindi si accetta H0 ]
78
Þ
RIEPILOGO
Esercizi di riepilogo
Vero o falso?
a. la media campionaria è uno stimatore corretto e consistente della media della popolazione
V F
b. l’intervallo di confidenza di una media non è influenzato dalla numerosità del campione
V F
c. il livello di confidenza può essere rappresentato da qualsiasi numero reale positivo
V F
d. il livello di significatività di un test statistico rappresenta la probabilità di commettere un errore
del primo tipo
V F
e. per effettuare un test di verifica di ipotesi basato su un campione piccolo, è necessario conoscere
la distribuzione di probabilità della popolazione
V F
f. si commette un errore di primo tipo quando si rifiuta erroneamente l’ipotesi nulla
V F
g. quando un test statistico porta a rifiutare l’ipotesi nulla, si può concludere che l’ipotesi nulla
è certamente falsa
V F
[4 affermazioni vere e 3 false]
79
Þ
Da una popolazione X di media e varianza 2 estraiamo un campione casuale bernoulliano di dimensione
3: X1 , X2 , X3 . Determina k in modo che il seguente risulti uno stimatore corretto per :
2
4
9
T ¼ X1 þ k X2 X3
k¼
7
7
7
80
Þ
Da una popolazione X di media e varianza 2 estraiamo un campione casuale bernoulliano X1 , X2 di dimensione 2: X1 , X2 . Considera quindi i seguenti due stimatori per :
81
Þ
T1 ¼
1
2
X1 þ X2
3
3
e
T2 ¼
2
3
X1 þ X2
5
5
a. Verifica che sono entrambi corretti.
b. Stabilisci quale dei due è il più efficiente.
[b. è più efficiente T2 ]
2
Data una popolazione normale di media e varianza , sia X1 , X2 , ..., Xn un campione casuale (bernoulliano) estratto dalla popolazione. Verifica che il seguente stimatore della media della popolazione è corretto e stabilisci se è consistente:
82
Þ
T¼
X1 þ ::: þ Xn2 þ ðn 1ÞXn1 þ ð3 nÞXn
n
268
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
20
P
ðxi xÞ2 ¼ 102
i¼1
Sottoponi a verifica l’ipotesi H0 : ¼ 62 contro l’ipotesi H1 : > 62, al livello di significatività del 5%.
[s2 ’ 5,37; u ’ 3,86; t1 ðn 1Þ ’ 1,73, quindi si rifiuta H0 ]
Il periodo di degenza dei ricoverati in un grande ospedale è bene interpretato da una variabile aleatoria normale. I periodi di degenza (in giorni) rilevati su un campione casuale di 10 pazienti sono i seguenti:
84
Þ
6 2
8 3
3 7
4 5
Inferenza statistica
x ¼ 64 e
Unità 6
Da una popolazione normale di media e varianza 2 (entrambe incognite) è stato estratto un campione casuale di 20 elementi; dall’analisi dei dati osservati, x1 , ..., x20 , si è trovato che:
83
Þ
8 4
Determina:
a. la media campionaria e la varianza campionaria corretta;
b. l’intervallo di confidenza al 90% del tempo medio t di degenza.
14
a. x ¼ 5, s ¼
; b. 3,74 t 6,26
3
2
Un’università svolge un’indagine statistica per stimare la spesa media sostenuta dagli studenti per l’acquisto
dei libri. Sceglie un campione casuale di 80 studenti e trova che la spesa media sostenuta è di 76 euro, con una varianza campionaria corretta di 225 euro2 .
a. Determina un intervallo di confidenza al 95% per la spesa media sostenuta dagli studenti che frequentano
quella università.
b. Verifica l’ipotesi nulla che la spesa media sia uguale a 74 euro, contro l’ipotesi alternativa che non lo sia, al
livello di significatività dell’1%. [a. 72,66 euro 79,34 euro; b. u ’ 1,19 e t1 ðn 1Þ ’ 2,64, si accetta H0 ]
85
Þ
2
Una società, incaricata di svolgere un’indagine pre-elettorale, intervista un campione di 120 persone, 75 delle
quali dichiarano che voteranno per un certo partito politico. Determina:
a. la minima percentuale di persone che voteranno quel partito, al livello di confidenza del 95%;
b. la minima dimensione del campione, per riuscire a stimare la percentuale della popolazione che voterà quel
partito, al livello di confidenza del 95%, con una percentuale di errore al massimo del 5%.
[a. 53,8%; b. n ¼ 385]
86
Þ
Da una popolazione normale, di media e varianza incognita, viene estratto un campione di 20 elementi. La
stima della media calcolata sul campione estratto risulta uguale a 1,8 e la deviazione campionaria corretta risulta
uguale a 0,6. Verifica, al livello di significatività del 5%, l’ipotesi H0 : ¼ 2 contro H1 : 6¼ 2.
[Non si può rifiutare l’ipotesi nulla]
87
Þ
Sia p la probabilità di vittoria dei «sı̀» a un referendum. Su un campione di 500 persone, 225 hanno dichiarato che voteranno «sı̀» e le restanti che voteranno «no».
a. Determina un intervallo di confidenza per p al livello del 95%.
b. Verifica, al livello di significatività dell’1%, l’ipotesi nulla H0 : p 50% contro l’ipotesi alternativa
H1 : p < 50%. Ripeti la verifica al livello di significatività del 5%.
[a. 40; 6% p 49,4%; b. H0 non può essere rifiutata all’1%, mentre può esserlo al 5%]
88
Þ
Un’azienda produce palline da golf il cui peso dovrebbe essere di 45,92 g. In un lotto di 50 palline si osserva
che il peso medio è di 43,25 g e la deviazione standard corretta risulta di 2,5 g. Supponendo che il peso delle palline abbia una distribuzione normale:
a. determina un intervallo di confidenza al livello del 95% per il peso medio delle palline;
b. verifica, al livello di significatività del 5%, l’ipotesi nulla che il processo di produzione dell’azienda rispetti le
normative (cioè che il peso medio sia quello dichiarato).
[a. 42,5 44; b. si rifiuta H0 ]
89
Þ
In una popolazione di parecchi milioni di persone, si sceglie a caso un campione di 250 persone.
a. Se nel campione ci sono 25 mancini, determina un intervallo di confidenza al livello del 95% per la
percentuale di mancini della popolazione.
b. Si formula l’ipotesi che l’85% degli individui siano biondi; se nel campione di 250 persone ci sono 190
biondi, si può accettare l’ipotesi a un livello di significatività del 5%?
[a. 6,28% p 13,72%; b. l’ipotesi va rifiutata]
90
Þ
269
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Dati e previsioni
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Un’azienda deve valutare due potenziali mercati per un certo bene che essa produce. A tale scopo, l’azienda
effettua un’indagine statistica sui due mercati potenziali A e B: su un campione di 125 soggetti del mercato A, 100
soggetti rispondono che acquisterebbero il bene; su un campione di 185 soggetti del mercato B, 148 rispondono
che acquisterebbero il prodotto. Per ciascuno dei due mercati:
a. determina la stima puntuale p della percentuale di potenziali clienti;
b. determina un intervallo di confidenza al 95% per p;
c. verifica, a un livello di significatività del 5%, l’ipotesi nulla che p sia maggiore o uguale all’85%, contro
l’ipotesi alternativa che p sia minore dell’85%.
In base ai risultati ottenuti, quale dei due mercati ti sembra più promettente?
[a. pA ¼ pB ¼ 80%; b. 73% pA 87%, 74,2% pB 85,8%; c. uA ’ 1,56, uB ’ 1,9, z1 ’ 1,64,
quindi H0 non si rifiuta nel caso del mercato A e si rifiuta nel caso del mercato B]
91
Þ
Esercizi in inglese
92 Solve math in English In a survey of 500 large Corporations, 150 said, given a choice between a job candidate
Þ
who smokes and an equally qualified nonsmoker, that the nonsmoker would get the job. Let p represent the proportion of all Corporations preferring a nonsmoking candidate. Find a 90% confidence interval for p.
[26,6% p 33,4%]
93
Þ
Solve math in English To estimate the mean of a normal distribution with standard deviation 4, how large
must the sample be to construct a 95% confidence interval with a margin of error less than 0,8?
[n 97]
94 Solve math in English To test if a coin is fair or not, it has been tossed 1000 times and 564 of them where
Þ
«heads». Should the fairness of the coin, as null hypothesis, be rejected when ¼ 0; 1?
[Yes, the null hypothesis must be rejected]
270
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Unità 6
PROVA DI AUTOVERIFICA
Inferenza statistica
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
Inferenza statistica
Vero o falso?
a. uno stimatore che mediamente sovrastima il parametro non è corretto
b. calcolando la media aritmetica degli estremi di un intervallo di confidenza per la media si ottiene
la stima della media ricavata dai dati campionari
c. estraendo campioni diversi, un intervallo di confidenza non cambia
d. il livello di significatività di un test statistico è la probabilità di commettere un errore di primo tipo
e. in un test statistico, la probabilità di commettere un errore di primo tipo è uguale a quella di
commettere un errore di secondo tipo
1
Þ
Da una popolazione X di media e varianza 2 estraiamo un campione casuale bernoulliano di dimensione
3: X1 , X2 , X3 . Individua quale dei seguenti tre è uno stimatore corretto per :
2
Þ
T1 ¼
5
1
X1 þ X2 X3
3
3
T2 ¼
2
5
X1 þ X2 X3
3
3
T3 ¼
1
1
2
X1 þ X2 X3
3
2
3
Si sperimenta un nuovo farmaco su un campione di 1000 pazienti. Si osserva che fra i 1000 pazienti, 720 guariscono in seguito alla somministrazione del farmaco. Determina un intervallo di confidenza al 99% per la percentuale p di pazienti che guariscono in seguito alla somministrazione del farmaco.
3
Þ
Uno strumento produce mine per matite; la lunghezza delle mine è una variabile aleatoria normale, di media
ignota e deviazione standard uguale a ¼ 0,25 cm. Misurando la lunghezza di cinque mine, si sono ottenuti i seguenti valori (in cm):
4
Þ
8,24
8,12
8,15
8,17
8,20
Determina un intervallo di confidenza al 95% per la lunghezza media delle mine.
Per stabilire una stima della percentuale p della popolazione italiana che voterà «sı̀» a un referendum, una società specializzata in indagini statistiche intervista un campione di n persone scelte a caso. A un livello del 95%,
quanto deve valere n, affinché la stima di p ricavata dal campione differisca da p al massimo del 5%?
5
Þ
Un terreno trattato con un nuovo concime chimico viene coltivato con piante di una certa specie. È noto
che la crescita di una pianta di quella specie, su un terreno non trattato con il concime, ha una distribuzione normale di media 96 cm e varianza di 64 cm2 . In un campione di 10 piante coltivate sul terreno trattato si è registrata
una crescita media di 102 cm. Si può affermare, a un livello di significatività del 5%, che il concime aumenta la crescita media delle piante?
6
Þ
Valutazione
Esercizio
1
2
3
4
5
6
Totale
Punteggio
1
1
2
2
2
2
10
Punteggio
ottenuto
Tempo massimo: 1 h
3Risposte in fondo al volume
271
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
C
Laboratorio di informatica
ATTIVITÀ GUIDATE
Attività 1 Foglio elettronico
Se hai difficoltà a svolgere
le attività guidate,
fai riferimento ai file
disponibili on-line.
Tema C
Laboratorio di informatica
Tema
Test diagnostico
Si stima che il 4% della popolazione di un paese sia affetta da una malattia. È stato
messo a punto un test per diagnosticare la malattia. Se una persona è malata, la probabilità che sia positiva al test è uguale al 90%. Se una persona è sana, la probabilità
di essere negativa al test è pure uguale al 90%.
Costruisci un foglio Excel per simulare la situazione e stimare la probabilità che una
persona risultata positiva al test sia effettivamente malata.
a. Simulazione con Excel
Per simulare la situazione costruisci le tre colonne A, B, C di un foglio Excel simile a quello qui proposto, tenendo presente i suggerimenti indicati di seguito.
Ricorda
1.La funzione CASUALE ()
restituisce un numero
casuale x, con 0 x < 1.
2.La funzione INT()
restituisce la parte intera di
un numero reale x, vale a
dire il numero intero più
vicino a x, minore o uguale
a x (per esempio la parte
intera di 6,5 è 6, la parte
intera di 1,2 è 1).
1. Nella cella A2 va inserita una formula che simuli la scelta a caso di una persona e stabilisca il suo stato di salute. Indicando con il simbolo «M» lo stato
di malattia della persona scelta e con il simbolo «S» lo stato di buona salute, la formula dovrà restituire «M» con una probabilità del 4% ed «S» altrimenti. La formula da inserire è:
= SE(INT(CASUALE()+4/100)=1;"M";"S")
Sai spiegare perché questa formula assolve al compito prestabilito?
2. Nella cella B2 va inserita la formula che simula il risultato del test. Indicato
con il numero 0 il caso in cui il test è negativo e con il numero 1 il caso in
cui il test è positivo, la formula dovrà restituire:
il numero 1 con probabilità del 90%, se la persona è malata;
il numero 0 con probabilità del 90%, se la persona è sana.
La formula da inserire, che devi completare, è perciò la seguente:
= SE(A2="M";INT(CASUALE()+0,9);INT(CASUALE()+.....))
3. Nella cella C2 inserisci la formula:
Informatica – FOGLIO ELETTRONICO
= CONCATENA(A2;B2)
che scrive i due risultati ottenuti nelle celle A2 e B2, unendoli in un unico
elemento. Per esempio, se nella cella A2 compare «S» (la persona scelta è sana) e nella cella B2 compare «0» (il test è risultato negativo), nella cella C2
si otterrà «S0».
4. Per effettuare 10 000 «esperimenti casuali» basta ora che copi la riga 2 nelle
righe sottostanti fino alla riga 10001.
Costruisci ora le due zone E1:H4 ed E7:F7, che stimano le varie probabilità legate
al problema che stiamo esaminando, seguendo i suggerimenti qui di seguito.
1. Nella cella F2 devi inserire la formula che stima la probabilità dell’evento
«la persona è malata e il test è risultato positivo», ossia la formula che calcola il rapporto tra la frequenza dell’evento «M1» e il numero di esperimenti effettuati (nel nostro caso, 10 000). Tale formula sarà:
=CONTA.SE(C:C;"M1")/10000
2. Nelle celle G2, F3, G3 devi inserire formule analoghe a quella nella cella F2.
272
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema C
Laboratorio di informatica
3. Infine, nella cella F7 devi inserire la formula che stima la probabilità che
una persona risultata positiva sia effettivamente malata; in base alla definizione di probabilità condizionata, tale formula dovrà calcolare il rapporto
tra la probabilità che una persona sia risultata malata e positiva e la probabilità che sia risultata positiva. La formula che devi inserire nella cella F7,
dopo averla completata, è perciò:
=...../H2
b. Utilizzo del foglio
Considera gli eventi seguenti:
M: «essere malato»
S: «essere sano»
þ
T : «essere positivo al test»
T : «essere negativo al test»
In base al foglio costruito, completa le seguenti uguaglianze, scrivendo approssimazioni delle rispettive probabilità:
pðM \ T þ Þ ’ :::::
þ
pðM \ T Þ ’ :::::
pðS \ T Þ ’ :::::
pðS \ T Þ ’ :::::
pðT þ Þ ’ :::::
pðMjT þ Þ ’ :::::
c. Calcolo delle probabilità
Calcola ora le probabilità degli eventi di cui al punto b. tramite i teoremi di probabilità che conosci.
ATTIVITÀ PROPOSTE
1
Þ
Si stima che il 5% della popolazione di un paese sia affetta da una malattia. È stato
messo a punto un test per diagnosticare la malattia. Se una persona è malata, la probabilità che sia positiva al test è uguale al 92%. Se una persona è sana, la probabilità
di essere negativa al test è uguale al 96%. Costruisci un foglio Excel simile a quello
realizzato nell’attività 1 per simulare la situazione e stimare la probabilità che una
persona risultata positiva al test sia effettivamente malata.
Informatica – FOGLIO ELETTRONICO
a. I risultati stimati con la simulazione in Excel sono delle buone approssimazioni dei risultati esatti?
b. Verifica che (in accordo alla legge dei grandi numeri) aumentando il numero degli esperimenti casuali (per esempio puoi provare a simularne con il
foglio Excel 30 000 invece di 10 000) si ottengono delle stime delle probabilità sempre più vicine ai valori esatti.
273
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema C
Verso le competenze
Tema
C
Verso le competenze
RISOLVERE PROBLEMI E COSTRUIRE MODELLI
Due Stati, scelti tra Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania e Grecia, devono contribuire a una iniziativa
internazionale. Purtroppo non si raggiunge un accordo sulla designazione dei due Stati contribuenti; si decide, allora, di effettuare un sorteggio.
1
Þ
a. Calcola la probabilità che almeno uno stato del Benelux (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo) venga designato
dal sorteggio.
b. In vista di questo sorteggio, un funzionario della Comunità Europea fa la seguente scommessa con un suo
collega: per ciascuno Stato del Benelux designato dal sorteggio, egli riceverà 10 euro dal suo collega, ma si
impegna a pagare 100 euro se nessuno Stato del Benelux risulterà designato dal sorteggio. Ha operato
saggiamente il funzionario che ha proposto questa scommessa? Giustifica la risposta servendoti della nozione
di speranza matematica.
9
a.
; b. la speranza matematica di guadagno è di 2 euro, quindi a favore del funzionario
10
Un test è costituito da 10 domande. Ogni domanda ha 4 risposte possibili, di cui solamente una è corretta.
Un alunno, che non ha studiato, risponde a caso a ognuna delle domande. Calcola la probabilità:
2
Þ
a. che non abbia risposto correttamente a nessuna domanda;
b. che abbia dato la risposta corretta esattamente a 7 domande;
c. che abbia dato la risposta corretta ad almeno 2 domande.
Esprimi tutti i risultati in forma approssimata, arrotondati a meno di un millesimo.
[a. 0,056; b. 0,003; c. 0,756]
Un gioco consiste nell’estrarre a caso una pallina da un’urna contenente 10 palline, numerate da 1 a 10. Se il
numero estratto è maggiore di 4 si vincono 10 euro, altrimenti non si vince nulla. La pallina estratta viene poi rimessa nell’urna e si può ripetere il gioco. Calcola la probabilità:
3
Þ
a. di vincere 10 euro, estraendo una pallina;
b. di giocare tre volte di seguito senza vincere nulla;
c. di vincere 30 euro giocando 6 volte di seguito.
[a. 0,6; b. 0,064; c. 0,27648]
Un’indagine statistica ha riguardato le ore di sonno di un gruppo di studenti. Si è trovato che in un giorno tipico gli studenti del gruppo dormono mediamente 9 ore, con una deviazione standard di 2 ore. Supposto che la distribuzione del numero di ore di sonno per questo gruppo di studenti sia normale, calcola la probabilità che uno
studente in una giornata tipica dorma approssimativamente tra le 8 e le 10 ore. Fornisci il risultato arrotondato alla
terza cifra decimale.
[0,383]
4
Þ
Una macchina produce barre di acciaio a sezione circolare la cui lunghezza ottimale dovrebbe essere di 5 m e
la cui sezione ottimale dovrebbe avere diametro di 4 cm. Le barre effettivamente prodotte, che si suppongono tra
loro indipendenti, hanno:
una lunghezza che è bene interpretata da una variabile aleatoria con distribuzione normale di media 1 ¼ 5 m e
deviazione standard 1 ¼ 4 cm;
un diametro che è bene interpretato da una variabile aleatoria con distribuzione normale di media 2 ¼ 4 cm e
deviazione standard 2 ¼ 0,8 cm.
La lunghezza e il diametro di una barra sono tra loro indipendenti.
Una generica barra prodotta può essere direttamente venduta senza modifiche se la sua lunghezza è compresa tra
4,95 m e 5,05 m e il suo diametro è compreso tra 2,8 cm e 5,2 cm.
Calcola la probabilità di poter mettere in vendita senza modifiche una generica barra prodotta.
[Circa 0,68]
5
Þ
Una ditta acquista uno stock di componenti elettronici da due fornitori: il 20% dal fornitore A e l’80% dal fornitore B. La percentuale di componenti difettosi è del 3% per il fornitore A e del 2% per il fornitore B.
6
Þ
a. Scelto a caso un componente dello stock, qual è la probabilità che sia difettoso?
b. Se il componente scelto a caso risulta difettoso, qual è la probabilità che sia stato acquistato dal fornitore A?
c. La ditta acquista 20 componenti dal fornitore A: qual è la probabilità che almeno due di essi siano difettosi?
Esprimi il risultato arrotondato a meno di un centesimo.
274
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Tema C
Verso le competenze
La durata di vita, misurata in anni, di ciascuno dei componenti elettronici è una variabile aleatoria di densità esponenziale di parametro . Tenendo conto di ciò, rispondi ai seguenti ulteriori quesiti.
d. La probabilità che la durata di vita di un componente elettronico sia superiore a 2 anni è uguale a 0,25. Qual
è il valore di ?
e. Nell’ipotesi che il valore di sia quello determinato al punto precedente, qual è la probabilità che un
componente duri meno di 6 anni? Qual è la probabilità che duri più di 6 anni?
f. Nell’ipotesi che il valore di sia quello determinato al punto d., qual è la probabilità che un componente
elettronico duri più di 8 anni, sapendo che è durato più di 6 anni?
11
3
9720
3 9719
63 1
1
a.
; b.
; c. 1 ,
;
f.
’0,12;
d.
¼
ln
2;
e.
500
11
64 64
4
1040
5 1038
INTERPRETARE GRAFICI E DATI
Una società di prodotti surgelati vende in media 500 000 pizze all’anno. Su ogni pizza venduta, la società guadagna 1 euro. Una catena di supermercati propone alla società di produrre pizze per il marchio della catena, offrendo alla società un guadagno di 0,40 euro per ogni pizza venduta. La produzione delle pizze sotto il marchio della
catena di supermercati fa perdere alla società una parte della quota di mercato sul marchio originario della società,
ma la nuova quota di mercato guadagnata sotto il marchio dei supermercati è stimata ampiamente superiore alla
quota persa sotto il marchio originario. Precisamente, in base ad alcune analisi di mercato, si stima che possano verificarsi le tre possibilità nella tabella qui sotto riportata, ciascuna con le probabilità indicate.
7
Þ
Possibilità
1
2
3
Probabilità che si verifichi
25%
40%
35%
Quota di mercato perduta sotto il marchio originario della società
10%
15%
20%
Quota di mercato guadagnata sotto il nuovo marchio dei supermercati
þ25%
þ40%
þ50%
a. Nell’ipotesi che la società accetti la proposta dei supermercati, il guadagno annuale complessivo, ottenuto sia
dalla vendita di pizze sotto il marchio originario sia dalle vendite di pizze sotto il nuovo marchio, è una
variabile aleatoria X. Determina la distribuzione di probabilità di X.
b. Confronta il guadagno annuale normalmente ottenuto dalla società dalla vendita di 500 000 pizze con
quello atteso nel caso accetti la proposta della catena di supermercati e stabilisci se accettare l’offerta è
conveniente.
8
Þ
Osserva il seguente diagramma, derivante dalle rilevazioni Istat (Italia in cifre, 2011).
Numero delle famiglie (%)
Beni tecnologici posseduti dalle famiglie
Anni 1997-2010
1997
2003
2010
90,6
78,2
56,7
52,4
42,7
30,7
27,3
16,7
34,8
21,1
2,3
cellulare
personal
computer
accesso a
Internet
antenna
parabolica
Si scelgono a caso e in modo indipendente 10 famiglie italiane.
a. Se le famiglie fossero state scelte nel 1997, quale sarebbe stata la probabilità che almeno una di esse avesse un
personal computer?
b. Se le famiglie fossero state scelte nel 2003, quale sarebbe stata la probabilità che esattamente la metà di esse
(cioè 5) avessero un accesso a Internet?
c. Se le famiglie fossero state scelte nel 2010, quale sarebbe stata la probabilità che esattamente 6 di esse
avessero una antenna parabolica?
Fornisci tutti i risultati arrotondati, in percentuale.
[a. 84%; b. 11%; c. 7%]
275
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Verso le competenze
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
VERSO LE PROVE INVALSI
1
Þ
La seguente tabella descrive la distribuzione di probabilità di una variabile aleatoria discreta. Qual è il valore
di k?
A
xi
0
1
2
3
4
pðX ¼ xi Þ
5
42
10
21
5
14
k
0
1
21
B
1
22
C
1
14
D
1
42
Un’urna contiene 4 palline rosse, 3 verdi e 2 bianche. Si estraggono simultaneamente 4 palline dall’urna. La
tabella del quesito precedente descrive la distribuzione di probabilità di quale delle seguenti variabili aleatorie?
2
Þ
A
La variabile aleatoria che conta il numero complessivo di palline rosse estratte
B
La variabile aleatoria che conta il numero complessivo di palline verdi estratte
C
La variabile aleatoria che conta il numero complessivo di palline bianche estratte
D
Nessuna delle precedenti
3
Þ
A
Qual è il valore medio della variabile aleatoria la cui distribuzione è data nell’Esercizio 1 di questa sezione?
2
3
B
4
3
C
(
4
Þ
A
B
Per quale valore di k la funzione f ðxÞ ¼
kx2
0x3
0
altrimenti
1
8
1
Per k ¼
9
Per k ¼
5
3
D
7
3
rappresenta una densità di probabilità?
C
Per ogni valore reale di k
D
Per nessun valore reale di k
Il tempo di attesa (espresso in minuti) presso un ufficio postale si può modellizzare tramite una variabile aleatoria esponenziale di parametro ¼ 0,125. Qual è il tempo medio di attesa presso quell’ufficio postale?
5
Þ
A
5 minuti
B
8 minuti
C
10 minuti
D
12 minuti e mezzo
Un gioco consiste nel lanciare un dado regolare a sei facce. Se esce un numero minore o uguale a 4 si perdono
2 euro, mentre se esce un numero maggiore di 4 si vincono 4 euro. Paolo ripete questo gioco moltissime volte. Ritieni che alla fine avrà perso, avrà guadagnato o si ritroverà all’incirca con la stessa cifra iniziale?
6
Þ
A
Avrà perso
B
Si ritroverà all’incirca con la stessa cifra iniziale
C
Avrà guadagnato
Motiva la tua risposta:
.................................................................................................................................................................................................................................................................
.................................................................................................................................................................................................................................................................
Un benzinaio si rifornisce di gasolio una volta la settimana. La sua vendita settimanale in migliaia di litri è
una variabile aleatoria con densità del tipo:
(
kð1 xÞ2 0 < x < 1
f ðxÞ ¼
0
altrimenti
7
Þ
a. Qual è il valore di k?
...........................................................................................................................................................................................................
Scrivi i calcoli necessari per determinare k:
...........................................................................................................................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................................................................................................................
276
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
........................................................................
Scrivi i calcoli necessari per determinare la probabilità richiesta:
...........................................................................................................................................................................................................................................................
c. Quale deve essere la capacità del serbatoio affinché la probabilità che il gasolio si esaurisca in una settimana
sia minore di un centesimo? ........................................................................................................................................................................................
Scrivi i calcoli necessari per rispondere alla domanda:
...........................................................................................................................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................................................................................................................
8
Þ
Verso le competenze
...........................................................................................................................................................................................................................................................
Tema C
b. Qual è la probabilità che il benzinaio venda più di 500 litri in una settimana?
In riferimento alla funzione in figura, quale affermazione è falsa?
y
1
–1 1 O
2
A
B
C
D
1
x
La funzione è continua in x ¼ 1.
La funzione è derivabile per ogni valore reale di x con x 6¼ 0 e x 6¼ 1.
La funzione rappresenta una densità di probabilità.
La funzione non è invertibile.
Scelto a caso un numero nell’intervallo [0, 10], qual è la probabilità che tale numero verifichi la disequazione
x2 9x þ 18 0?
9
Þ
1
2
A
B
7
10
C
3
5
D
1
3
Un’urna contiene una sola pallina bianca e due palline nere. Si effettuano 10 estrazioni successive dall’urna
con reimmissione a ogni estrazione della pallina precedentemente estratta. La probabilità che tra le 10 palline
estratte quelle bianche siano esattamente 3 è uguale a:
10
Þ
3 7
1
2
3
3
V
F
3
V
3 7
1
2
3
3
F
V
10
3
3 7
1
2
3
3
F
V
8
< 2
x2
11
Una
variabile
aleatoria
X
ha
come
densità
la
funzione
f
ðxÞ
¼
Þ
:
0
A
ln 4
B
ln 8
C
10
7
3 7
1
2
3
3
F
se 1 x 2
29 5
39
V
F
. Qual è il valore medio di X?
altrimenti
ln 9
D
Nessuno dei precedenti
Scrivi al di sotto di ciascuno dei fenomeni descritti nella prima riga quale modello (tra quello uniforme, esponenziale o normale) è il più adatto a descriverlo.
12
Þ
L’altezza degli uomini
italiani
Il tempo di vita (ossia il
tempo prima che si
verifichi il primo guasto)
di un componente
elettronico non soggetto a
usura.
La misura di una
grandezza fisica tramite
uno strumento.
La scelta a caso di un
punto su un segmento.
Modello:
Modello:
Modello:
Modello:
.............................................................
.............................................................
.............................................................
.............................................................
277
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Tema C
Verso le competenze
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
La durata di vita (in ore) di un componente elettronico è modellizzata da una variabile aleatoria di distribuzione esponenziale, con parametro ¼ 0,0002. Qual è la probabilità che la durata di vita del componente sia superiore alle 10 000 ore? I risultati sono arrotondati alla terza cifra decimale.
13
Þ
A
0,271
B
0,135
C
0,865
D
0,729
Un’urna contiene 10 palline, di cui 6 nere e 4 rosse. Vengono estratte successivamente 5 palline dall’urna.
Stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere o false.
14
Þ
a. se le estrazioni avvengono senza reimmissione, la variabile aleatoria X che conta il numero di palline
nere complessivamente estratte ha una distribuzione binomiale di parametri n ¼ 5 e p ¼ 0,6
b. se le estrazioni avvengono senza reimmissione, la probabilità di estrarre nelle cinque estrazioni
10
esattamente 3 palline nere è uguale a
21
c. se le estrazioni avvengono con reimmissione, la variabile aleatoria X che conta il numero di palline
nere complessivamente estratte ha una distribuzione binomiale di parametri n ¼ 5 e p ¼ 0,6
d. se le estrazioni avvengono con reimmissione, la probabilità di estrarre nelle cinque estrazioni
216
esattamente 3 palline nere è uguale a
625
V
F
V
F
V
F
V
F
In un’indagine condotta per valutare gli effetti della velocità delle automobili sulla gravità degli incidenti, si
sono esaminati 5000 verbali di incidenti automobilistici mortali e per ciascuno di essi si è registrata la velocità dell’impatto. Si è calcolato che la velocità media era di 110 km/h e la deviazione standard di 20 km/h. Assumendo
che la velocità di impatto sia una variabile aleatoria di distribuzione normale, rispondi alle seguenti domande.
15
Þ
a. Qual era approssimativamente la percentuale di veicoli che al momento dell’impatto aveva una velocità
compresa tra i 90 km/h e i 130 km/h?
Risposta:
...........................................................................................................................................................................................................................................
Calcoli effettuati:
.................................................................................................................................................................................................................................................................
.................................................................................................................................................................................................................................................................
b. Approssimativamente, quanti veicoli avevano velocità superiore ai 100 km/h? Arrotonda il risultato a un
numero intero.
Risposta:
...........................................................................................................................................................................................................................................
Calcoli effettuati:
.................................................................................................................................................................................................................................................................
.................................................................................................................................................................................................................................................................
278
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Idee
e metodi della matematica
Introduzione agli algoritmi
Idee e metodi della matematica
Che cos’è un algoritmo
Immagina di impostare in un navigatore la località in cui ti trovi, l’indirizzo al
quale desideri arrivare e di chiedere al navigatore di elaborare il percorso; il navigatore formula una serie di istruzioni («procedi dritto per 10 km», «gira a destra
al primo incrocio» ecc.) che, eseguite una dopo l’altra, consentono di giungere a
destinazione. Questa sequenza di istruzioni si può assimilare a un algoritmo.
ALGORITMO
Un algoritmo è un procedimento che, in una sequenza finita e ordinata di passi,
permette di ottenere un dato risultato o di risolvere un problema.
Nell’ambito dei tuoi studi di matematica hai già incontrato il concetto di algoritmo. Per esempio, quando alle scuole elementari hai imparato il metodo per
calcolare la somma di due numeri naturali, incolonnandoli e procedendo cifra
per cifra da destra verso sinistra, tenendo conto dei riporti, hai imparato un algoritmo.
Ma perché ci interessiamo al concetto di algoritmo? La ragione fondamentale è
che, con l’avvento dei calcolatori, gli algoritmi hanno permesso di affrontare svariati problemi secondo un nuovo approccio: una volta trovato il procedimento risolutivo di un problema, se esso è traducibile in un algoritmo è possibile demandare l’esecuzione dei vari passi del procedimento risolutivo stesso al calcolatore.
La novità di questo approccio risiede proprio nel fatto che prevede una distinzione tra chi analizza un problema e ne elabora il procedimento risolutivo (il risolutore) e chi esegue i vari passi del procedimento stesso (l’esecutore).
Oggigiorno il concetto di algoritmo gioca un ruolo fondamentale anche nella risoluzione di modelli matematici. I problemi reali conducono infatti quasi sempre
a modelli matematici estremamente complessi, per i quali è difficile trovare soluzioni esatte: la fase della risoluzione approssimata di tali modelli può però molto
spesso essere svolta dai calcolatori, tramite opportuni algoritmi.
La descrizione e la struttura di un algoritmo
Il primo problema che si pone nella descrizione di un algoritmo è il tipo di linguaggio da utilizzare. L’esigenza è quella di fare ricorso a un linguaggio rigoroso,
che non consenta ambiguità di alcun tipo. A tale scopo si adotta un particolare
linguaggio, simile a quello naturale ma più formale: il cosiddetto linguaggio di
pseudocodifica (o di progetto). La descrizione di un algoritmo in linguaggio di
pseudocodifica si suddivide di solito in tre parti.
Attenzione!
Non tutti i problemi possono
essere risolti con l’uso di un
calcolatore: per esempio, ciò
non è possibile quando si ha
a che fare con problemi che
hanno infinite soluzioni,
con quelli per cui non è
ancora stato individuato un
procedimento risolutivo e
anche con quelli per cui è
stato individuato un
algoritmo risolutivo ma la
sua esecuzione da parte del
calcolatore richiederebbe
tempi troppo lunghi. La
scomposizione in fattori
primi di numeri aventi
centinaia di cifre rientra in
quest’ultima categoria di
problemi.
Attenzione!
1. La riga di intestazione
Si tratta di una prima riga in cui si specifica semplicemente il nome assegnato all’algoritmo.
Talvolta, per brevità,
ometteremo la riga di
intestazione.
2. La sezione dichiarativa
In questa parte si dichiarano le variabili e le eventuali costanti che si intendono
utilizzare per descrivere l’algoritmo. In questo contesto una variabile è il nome
con cui viene indicato un dato il cui valore può variare durante l’esecuzione del279
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Idee e metodi della matematica
l’algoritmo; una costante è il nome con cui viene indicato un dato che non cambia durante l’esecuzione dell’algoritmo.
Il nome può essere costituito da un qualsiasi numero di lettere o di cifre (eventualmente separate dal trattino di sottolineatura, underscore) ma, per convenzione, deve sempre iniziare con una lettera e non può contenere spazi, simboli di
punteggiatura o caratteri speciali.
Quando si definisce una variabile, occorre anche indicare il tipo di dato che essa
rappresenta; le tipologie di dati più frequenti sono due: i dati numerici e quelli alfanumerici, questi ultimi contenenti, oltre a numeri, anche lettere dell’alfabeto o
caratteri speciali quali %, &... I dati numerici possono essere a loro volta di tipo
intero o reale, a seconda che siano costituiti da numeri interi positivi o negativi, o
da numeri reali.
Nella pseudocodifica di un algoritmo indicheremo la dichiarazione delle variabili
e delle costanti proprio con la parola Dichiara. Per esempio, se per la descrizione
di un algoritmo intendiamo utilizzare le due variabili a e b, che assumono valori
interi, la variabile c che assume valori reali e la costante d che ha valore uguale a
3, in linguaggio di pseudocodifica scriveremo:
Variabili
Dichiara a, b come numeri interi
Dichiara c come numero reale
Costanti
Dichiara d come numero intero di valore 3
3. La sezione esecutiva
In questa parte, posta tra le parole Inizio e Fine, vengono descritte le istruzioni
vere e proprie che compongono l’algoritmo. Le istruzioni elementari che si utilizzano nella sezione esecutiva sono quelle elencate nella seguente tabella.
Istruzione
Come si traduce in linguaggio
di pseudocodifica
Esempi
Acquisizione dei dati
Si utilizza l’espressione:
Acquisisci (o Immetti o Leggi)
seguita dalla variabile di cui deve essere
acquisito il valore.
Se vogliamo scrivere un algoritmo per
calcolare l’area di un cerchio, l’algoritmo
dovrà anzitutto richiedere la misura del
raggio; definita la variabile raggio,
scriveremo, in linguaggio di pseudocodifica:
Acquisisci raggio
Comunicazione
di un risultato
Si utilizza l’espressione:
Comunica (o Scrivi)
seguita dal nome della variabile di cui
vogliamo comunicare il valore.
In riferimento al problema del calcolo
dell’area del cerchio, definita una variabile
area_cerchio, dopo aver scritto le istruzioni
necessarie al calcolo dell’area, per indicare
l’istruzione di comunicare il risultato
ottenuto scriveremo:
Comunica area_cerchio
Assegnazione (ovvero
l’istruzione tramite cui si
assegna a una variabile un
determinato valore)
Si utilizza un’istruzione del tipo:
Assegna variabile = valore
dove variabile indica la variabile cui
vogliamo assegnare il valore e valore il valore
che intendiamo assegnare alla variabile.
Se una variabile ha già un valore, questo
viene sostituito dal nuovo valore assegnato
con l’istruzione.
Assegna A = 2
significa che alla variabile A viene assegnato
il valore 2
Assegna B = A + 1
significa che alla variabile B viene assegnato
il valore della variabile A aumentato di 1
Assegna A = A +1
significa che alla variabile A viene assegnato
il suo valore attuale aumentato di 1
280
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Cognome: MASTINO
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Idee e metodi della matematica
ESEMPIO
L’algoritmo che, assegnato il raggio r di un cerchio, calcola la sua area e la comunica, si può descrivere in linguaggio di pseudocodifica come segue.
Algoritmo Area del cerchio
Riga di intestazione
Variabili
Dichiara raggio come numero reale
Dichiara area cerchio come numero reale
Inizio della sezione dichiarativa
Costanti
Dichiara pigreco come numero reale di valore 3,14
Fine della sezione dichiarativa
Inizio
Acquisisci raggio
Assegna area cerchio = pigreco*(raggio)^2
Comunica area cerchio
Inizio della sezione esecutiva
Fine
Fine della sezione esecutiva
Le principali strutture di controllo
Nella sezione esecutiva di un algoritmo può subentrare l’esigenza di ripetere più
volte alcune istruzioni, oppure di eseguire alcune istruzioni solo a condizione
che siano verificate determinate condizioni; si presenta cioè la necessità di controllare l’ordine in cui le istruzioni devono essere eseguite. I costrutti che definiscono il flusso di esecuzione delle varie istruzioni all’interno di un algoritmo si
chiamano appunto strutture di controllo.
Le strutture di controllo fondamentali sono tre: la sequenza, la selezione e la ripetizione.
La sequenza
È la più semplice struttura di controllo; consiste semplicemente nel richiedere
che le istruzioni vengano eseguite una dopo l’altra. Nel linguaggio di pseudocodifica, basta scrivere le varie istruzioni esattamente nell’ordine in cui devono essere svolte. Per esempio, l’algoritmo poc’anzi descritto per il calcolo dell’area di
un cerchio data la misura del raggio è strutturato in sequenza.
La selezione
Questa struttura di controllo consente di scegliere le istruzioni da eseguire in base
al verificarsi di una condizione iniziale. La sintassi in linguaggio di pseudocodifica è la seguente.
Se condizione
allora
istruzione 1
altrimenti
istruzione 2
Fine se
La parte altrimenti istruzione 2 non è obbligatoria: se viene omessa, significa che
non deve essere eseguita nessuna istruzione nel caso in cui la condizione non sia
verificata.
ESEMPIO
Utilizzo della struttura di selezione
Un grande magazzino, in un periodo di saldi, pratica uno sconto del 10% se la cifra complessiva spesa è inferiore o uguale a 200 euro, e uno sconto del 15% se la
cifra complessiva spesa è superiore ai 200 euro. Scriviamo un algoritmo che comunichi la cifra scontata da pagare, una volta immessa la cifra spesa.
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Ô
281
Idee e metodi della matematica
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Ô
Indichiamo con la variabile P la cifra spesa e con S la cifra scontata da pagare;
sarà:
10
1
S¼P
P ¼ 1
P ¼ 0,9 P
se P 200
100
10
S¼P
15
P¼
100
15
1
P ¼ 0,85 P
100
se
P > 200
La pseudocodifica dell’algoritmo è allora la seguente:
Variabili
Dichiara P come un numero reale
Dichiara S come un numero reale
Inizio
Acquisisci P
Se P 200
allora
Assegna S=P*0,9
altrimenti
Assegna S=P*0,85
Fine se
Comunica S
Fine
La ripetizione
Tramite questa struttura di controllo possiamo ripetere una certa istruzione. Se è
noto il numero di volte per cui l’istruzione stessa va ripetuta si parla di iterazione
enumerativa; la sua sintassi in linguaggio di pseudocodifica è:
Per variabile = valore iniziale fino a valore finale
istruzione 1
istruzione 2
.......
Ripeti
La variabile viene detta contatore, perché ha la funzione di contare il numero di
ripetizioni e viene automaticamente incrementata di un’unità a ogni ripetizione.
Quando il contatore assume valore uguale a quello indicato come finale, il ciclo
ha termine e l’esecuzione dell’algoritmo passa all’istruzione successiva.
ESEMPIO
Utilizzo della struttura di iterazione enumerativa
Scriviamo un algoritmo che, assegnato n, calcoli la somma dei primi n numeri naturali, a partire da 1.
Indichiamo con S la variabile atta a rappresentare la somma cercata; tale somma può essere ottenuta eseguendo queste operazioni:
Passo 1: si pone S ¼ 1.
Passo 2: si assegna a S il valore ottenuto sommando il valore di S definito al
passo precedente e il numero 2; si pone cioè S ¼ 1 þ 2.
Passo 3: si assegna a S il valore ottenuto sommando il valore di S ottenuto
al passo precedente e il numero 3; si pone cioè S ¼ 1 þ 2 þ 3.
:::::::::::::::
Si continua assegnando alla variabile S, a ogni passo, il valore ottenuto al passo precedente sommato al numero naturale che rappresenta il numero del
passo, fino ad arrivare a S ¼ 1 þ 2 þ ::: þ n.
282
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Variabili
Dichiara S, n, i come numeri interi
Inizio
Acquisisci n
Assegna S = 1
Per i = 2 fino a n
Assegna S = S + i
Ripeti
Comunica S
Fine
Idee e metodi della matematica
In pratica, una volta posto S ¼ 1 al primo passo, si tratta di ripetere dal passo
i ¼ 2 fino al passo i ¼ n la seguente istruzione:
«assegna a S il valore ottenuto sommando il valore di S al passo i 1 e il numero i».
Tenendo conto di questa osservazione, è facile comprendere che la pseudocodifica dell’algoritmo risolutivo è la seguente:
i è la variabile che avrà la funzione di contatore
Talvolta si vuole ripetere un’istruzione finché non si verifica una determinata
condizione. In questi casi non è noto a priori per quante volte vada ripetuta l’istruzione, quindi non è possibile utilizzare l’iterazione numerativa. Si utilizza allora la cosiddetta iterazione postcondizionale, che in linguaggio di pseudocodifica ha la seguente sintassi:
Esegui
istruzione 1
istruzione 2
.......
Ripeti finché condizione
Le istruzioni comprese tra Esegui e Ripeti finché vengono eseguite, quindi viene
valutato se la condizione è vera o falsa; se la condizione è vera l’esecuzione del ciclo termina, altrimenti si ricominciano a eseguire le istruzioni a partire dall’istruzione 1.
Quando è necessario il conteggio delle ripetizioni necessarie a far sı̀ che la condizione posta dopo Ripeti finché si verifichi, si introduce (similmente al caso dell’iterazione enumerativa) una variabile contatore; in tal caso però, a differenza dell’iterazione enumerativa in cui la variabile contatore viene incrementata automaticamente di una unità a ogni ripetizione, occorre scrivere un’istruzione per incrementare la variabile contatore di 1 a ogni passo.
ESEMPIO
Utilizzo della struttura di iterazione condizionale
Barbara investe 5000 euro a un interesse annuo del 3%. Ogni anno gli interessi
vengono sommati al capitale e l’anno successivo l’interesse viene calcolato sul
capitale complessivo (comprendente sia il capitale dell’anno precedente, sia gli
interessi maturati). Dopo quanti anni Barbara avrà a disposizione almeno 10 000
euro?
Indichiamo con S la somma inizialmente investita.
Al secondo anno il nuovo capitale a disposizione è dato dalla somma del capitale iniziale e dell’interesse maturato l’anno precedente:
SþS
3
3
¼S 1þ
¼ S 1,03
100
100
Analogamente, al terzo anno il capitale a disposizione sarà dato da quello dell’anno precedente, moltiplicato per il coefficiente 1,03.
In pratica, una volta posto S ¼ 5000 al primo passo, si tratta di ripetere la seguente istruzione: «moltiplica la somma S ottenuta al passo precedente per il
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Ô
283
Cognome: MASTINO
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Idee e metodi della matematica
Ô
coefficiente 1,03 finché S 10000» e contare il numero di ripetizioni necessarie. La pseudocodifica dell’algoritmo risolutivo è dunque la seguente:
Variabili
Dichiara S come numero reale
Dichiara n come numero intero
Inizio
Assegna S = 5000
Assegna n = 0
Esegui
Assegna S = S * 1,03
Assegna n = n +1
Ripeti finché S 10000
Comunica n
Fine
La variabile n ha la funzione di contatore
Istruzione per incrementare la variabile contatore
Rappresentazione degli algoritmi tramite
diagrammi di flusso
Un algoritmo può essere rappresentato, oltre che in linguaggio di pseudocodifica, anche in forma grafica, tramite diagrammi di flusso. I simboli standard utilizzati nei diagrammi di flusso sono rappresentati nella seguente tabella.
Simboli per rappresentare le istruzioni elementari
Utilizzati per indicare...
l’inizio e la fine dell’algoritmo
l’acquisizione dei dati e la comunicazione dei risultati
istruzioni di assegnazione o di calcolo
Schema grafico per indicare
la struttura di selezione
falso
condizione
istruzione 2
Schema grafico per indicare
la struttura di iterazione
postcondizionale
inizializza
contatore
vero
istruzione 1
Schema grafico per indicare
la struttura di iterazione
enumerativa
istruzione
falso
condizione
vero
contatore
≤ max
vero
istruzione
incrementa
contatore di 1
284
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falso
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I primi due algoritmi descritti negli esempi del paragrafo precedente (quello
relativo al prezzo scontato da pagare al grande magazzino e quello relativo alla somma dei primi n numeri naturali) possono essere rappresentati rispettivamente tramite i seguenti diagrammi di flusso.
inizio
inizio
immetti n
immetti P
falso
vero
P ≤ 200
S = P · 0,85
contatore
≤n
S = P · 0,90
Idee e metodi della matematica
ESEMPI
falso
vero
S = S + contatore
comunica S
incrementa
contatore di 1
fine
comunica S
fine
Dalla pseudocodifica al linguaggio
di programmazione
L’ambiente Visual Basic in Excel
Per far sı̀ che un algoritmo possa essere eseguito da un computer è necessario che
la sua descrizione in linguaggio di pseudocodifica sia tradotta in un linguaggio
comprensibile all’elaboratore, ovvero in un linguaggio di programmazione. Il risultato di questa traduzione è il programma (o codice).
Tra i vari linguaggi di programmazione esistenti, utilizzeremo in queste pagine il
linguaggio dell’ambiente di programmazione cui si può accedere dal foglio elettronico Excel: il Visual Basic for Application (VBA).
Faremo riferimento alla versione di Excel 2007 o 2010, in cui i menu sono stati
sostituiti dalle barre multifunzione. Se disponi di una versione precedente di
Excel puoi consultare la guida in linea del programma per reperire la collocazione dei comandi qui descritti.
Per visualizzare, anzitutto, i comandi relativi a VBA, contenuti nella barra Sviluppo, in Excel 2010 occorre attivare la barra File, quindi selezionare Opzioni j Personalizzazione barra multifunzione; infine, si deve spuntare la casella di controllo Sviluppo. (In Excel 2007 occorre invece, nelle impostazioni generali di Excel,
selezionare la casella di controllo Mostra scheda Sviluppo sulla barra multifunzione.)
Il gruppo di comandi che ci interessa è il primo, denominato Codice, e il terzo,
denominato Controlli:
285
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La realizzazione di un progetto tramite il foglio Excel e il relativo l’ambiente Visual Basic si può scandire tipicamente in tre fasi.
1. Definizione dell’interfaccia, cioè gli oggetti tramite i quali l’utente finale
potrà interagire con il programma che andremo a scrivere
In questa prima fase occorre:
scegliere le celle che si vuole utilizzare per immettere i dati;
scegliere le celle che si vuole utilizzare per la comunicazione dei risultati da
parte del programma;
creare un pulsante che servirà ad attivare l’esecuzione del codice che si andrà
successivamente a scrivere.
Per la creazione del pulsante si può procedere come segue:
a. si fa clic sul pulsante Inserisci del
gruppo Controlli e si seleziona Pulsante di comando nella sezione
Controlli ActiveX;
b. si disegna l’oggetto sul foglio Excel, nelle dimensioni desiderate,
trascinando il mouse. Verrà automaticamente attivata la Modalità
progettazione (l’icona omonima è
attivata).
Facendo clic con il tasto destro del mouse sul pulsante cosı̀ creato e scegliendo
Proprietà nel menu di contesto, si apre una finestra dove è possibile modificare
alcune proprietà dell’oggetto: in particolare, è possibile modificare la proprietà
Caption, che rappresenta il testo che compare sul pulsante.
2. Scrittura del codice
Si tratta di scrivere il codice vero e proprio che traduce l’algoritmo risolutivo del
problema in esame; per accedere all’ambiente VBA dove scrivere il codice basta
fare doppio clic sul pulsante di comando creato al punto precedente (sempre restando in Modalità progettazione):
286
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Una volta che si sarà scritto il codice, si può tornare al foglio Excel facendo clic
sull’icona
(la prima a sinistra nella barra degli strumenti della finestra VBA).
Per riaprire quando necessario l’ambiente VBA si può invece fare clic sull’icona
Visual Basic del gruppo Codice.
A questo punto, per provare l’esecuzione del codice, è sufficiente uscire dalla Modalità di progettazione facendo clic su Modalità progettazione, quindi premere
il pulsante di comando creato nella fase 1.
Il linguaggio Visual Basic
Idee e metodi della matematica
3. Prova di esecuzione del codice
Ci occupiamo ora più in dettaglio della fase 2, cioè della traduzione di un algoritmo in codice Visual Basic.
1. Dichiarazione delle variabili
La dichiarazione di una variabile avviene in Visual Basic tramite l’istruzione:
Dim ... As ...
Dopo la parola chiave Dim va scritto il nome della variabile, dopo As il tipo di variabile.
Per definire una variabile di tipo intero occorre, dopo As, utilizzare la parola chiave Integer. Le variabili di tipo intero possono contenere valori interi compresi
tra –32768 e 32768. Per definire variabili contenenti valori interi di valore assoluto maggiore occorre utilizzare il tipo Long, che ammette la possibilità di utilizzare valori compresi tra 2 147 483 648 e 2 147 483 648.
Per definire una variabile di tipo reale occorre utilizzare, dopo As, la parola chiave
Single o Double; le variabili di tipo Single sono rappresentare da un massimo
di 7 cifre decimali, quelle di tipo Double da un massimo di 15 cifre decimali.
ESEMPI
Se vogliamo dichiarare a come variabile a valori interi e b come variabile a valori reali, dobbiamo scrivere:
Dim a As Integer
Dim b As Single
oppure:
Dim a As Long
Dim b As Double
Le costanti sono dichiarate in Visual Basic con la parola chiave Const; per esempio, se vogliamo dichiarare x una costante di valore 3, scriveremo:
Const x = 3
2. Assegnazione, immissione e comunicazione dei dati
L’assegnazione di un valore a una variabile avviene in Visual Basic tramite il simbolo di uguaglianza, scrivendo sempre a sinistra del simbolo = la variabile alla
quale si vuole attribuire un valore, e a destra del simbolo = il valore stesso.
Per esempio, per attribuire alla variabile a il valore 2, scriveremo semplicemente:
a¼2
Poiché vogliamo far interagire l’ambiente di programmazione Visual Basic con il
foglio elettronico, l’immissione e la comunicazione dei dati può avvenire tramite
il foglio di lavoro; possiamo cioè immettere un dato in una cella del foglio di lavoro e poi assegnare a una variabile del programma il valore immesso nella cella,
utilizzando l’istruzione Range.
287
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Idee e metodi della matematica
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Per esempio, se vogliamo assegnare a una variabile a il valore immesso nella cella
A1 dobbiamo scrivere:
a ¼ Range("A1")
Viceversa, la comunicazione di un dato può avvenire assegnando a una cella il
valore di una variabile; per esempio, per fare in modo che il programma comunichi nella cella B2 il valore della variabile n occorre scrivere:
Range("B2") = n
avendo sempre cura di porre a sinistra l’oggetto cui viene assegnato il valore.
In alternativa all’istruzione Range, è possibile utilizzare l’istruzione Cells, che
consente di riferirsi a una cella utilizzando come coordinate della cella il numero
della riga e il numero della colonna (invece della lettera della colonna).
Per esempio, per riferirsi alla cella B3, invece di utilizzare l’istruzione Range("B3") è possibile utilizzare l’istruzione:
Cells(3,2)
3. Le strutture di controllo
Le istruzioni per tradurre in Visual Basic le strutture di controllo che abbiamo introdotto in queste pagine sono riassunte nella seguente tabella.
Strutture di controllo
Istruzioni in Visual Basic
Selezione
If condizione Then
istruzione 1
Else
istruzione 2
End if
Iterazione
enumerativa
For contatore = valore iniziale To valore finale
istruzioni
Next
Iterazione
postcondizionale
Do
istruzioni
Loop until condizione
Le condizioni e le istruzioni contengono spesso operazioni aritmetiche e relazioni di confronto; i simboli corrispondenti da utilizzare nella traduzione in codice
Visual Basic sono riassunti in quest’altra tabella:
288
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Simbolo
Significato
þ
Addizione
Sottrazione
*
Moltiplicazione
/
Divisione
n
Divisione tra interi con risultato intero
Mod
Resto della divisione intera
^
Elevamento a potenza
<
>
Minore / Maggiore
<¼
>¼
Minore o uguale / Maggiore o uguale
¼
Uguale
<>
Diverso
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ESEMPIO
Idee e metodi della matematica
Discutiamo insieme un esempio riassuntivo.
Traduzione di un algoritmo in Visual Basic
Scriviamo un algoritmo che, una volta immesso un numero naturale n in una cella
di un foglio Excel, comunichi in un’altra cella la somma dei primi n numeri naturali, a partire da 1.
Interfaccia
Definiamo l’interfaccia come mostrato in figura.
In particolare abbiamo preposto:
– la cella C2 all’immissione da parte dell’utente del numero n di naturali da
sommare;
– la cella C4 alla comunicazione da parte del programma del risultato della
somma.
Abbiamo inoltre creato un pulsante, che abbiamo chiamato Calcola la somma, con la funzione di attivare l’esecuzione del programma che andremo a
scrivere.
Codice
Abbiamo già visto, in uno degli esempi precedenti, la rappresentazione in
linguaggio di pseudocodifica dell’algoritmo per calcolare la somma dei primi n numeri naturali a partire da 1. Si tratta ora di tradurre tale rappresentazione in codice Visual Basic.
A tale scopo facciamo anzitutto clic sul pulsante Calcola la somma (in Modalità progettazione attiva), cosicché si apra la finestra di ambiente VBA in
cui è possibile scrivere il codice.
Il codice che realizza il calcolo della somma dei primi n numeri naturali
(con n immesso nella cella C2) e fornisce il risultato nella cella C4 è il seguente:
Private Sub CommandButton1_Click()
Dim S, n, i As Integer
Dichiarazione delle variabili
n = Range("C2")
Acquisizione del valore di n
S=1
Inizializzazione di S
For i = 2 To n
S=S+i
)
Ciclo per il calcolo della somma
Next
Range("C4") = S
Osserva
In Visual Basic l’inizio e la
fine di un programma sono
sempre indicati con le
diciture Private Sub ed
End Sub. Nella riga di
intestazione del programma
è specificato anche l’evento a
fronte del quale il
programma viene attivato:
nel nostro caso, un clic sul
pulsante CommandButton1.
Comunicazione del risultato
End Sub
289
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Idee e metodi della matematica
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Prova tu
1. Un grande magazzino effettua uno sconto del 5% sugli articoli il cui costo è inferiore o uguale a 100 euro e uno
sconto del 10% sugli articoli il cui costo è superiore a 100 euro. Scrivi un algoritmo che, immesso il prezzo di un
articolo, restituisca il prezzo scontato.
2. Scrivi un algoritmo che calcoli il prodotto dei primi n numeri pari a partire da 2.
3. In un parco naturale, si constata una diminuzione annuale del 10% di esemplari di una specie protetta; si decide
di immettere nella popolazione 10 nuovi esemplari all’anno. Assumendo una popolazione iniziale di 1000 esemplari della specie protetta, scrivi un algoritmo che consenta di determinare dopo quanti anni la popolazione sarà
inferiore ai 500 esemplari.
ATTIVITÀ GUIDATE
Attività 1 Algoritmi
Se hai difficoltà a svolgere
le attività guidate,
fai riferimento ai file
disponibili on-line.
L’algoritmo di Euclide
Scrivi un programma in Visual Basic che, immessi in due celle di un foglio Excel due
numeri naturali a e b, con a > b, restituisca in un’altra cella il massimo comune divisore di a e b, calcolato mediante l’algoritmo euclideo.
a. Interfaccia
Imposta un foglio Excel come illustrato nella figura qui sotto.
b. Pseudocodifica
L’algoritmo di Euclide per calcolare il massimo comune divisore di due numeri
naturali a e b, con a > b, può essere cosı̀ descritto:
1. si calcola il resto della divisione intera tra a e b; se il resto r1 della divisione è 0,
allora il massimo comune divisore tra a e b è b, altrimenti si procede con il passo 2;
2. si calcola il resto r2 della divisione intera tra b ed r1 ; se il resto r2 di quest’ultima
divisione è 0, allora il massimo comune divisore tra a e b è r1 , altrimenti si procede con il passo 3;
3. si ripete il ciclo, calcolando il resto della divisione in cui il dividendo è il divi-
sore del passo precedente e il divisore è il resto ottenuto al passo precedente.
Il procedimento termina quando si ottiene un resto uguale a zero. L’ultimo resto
diverso da zero è il massimo comune divisore tra a e b.
290
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Variabili
Dichiara a, b, r come numeri interi
Inizio
Acquisisci a
Acquisisci b
Esegui
Assegna r = resto della divisione intera tra a e b
Se r = .....
allora
Comunica "MCD ¼ ....."
altrimenti
Assegna a = b
Assegna b = .....
Fine se
Ripeti finché r = .....
Fine
Idee e metodi della matematica
Tenendo conto di ciò, completa la seguente pseudocodifica dell’algoritmo:
c. Codice
Scrivi il codice Visual Basic corrispondente alla pseudocodifica dell’algoritmo.
A tale proposito, ricorda che l’istruzione per calcolare in Visual Basic il resto della
divisione intera tra due numeri a e b è a Mod b.
d. Utilizzo del foglio
Prova a calcolare a mano il massimo comune divisore tra le seguenti coppie di
numeri:
a ¼ 432, b ¼ 180
a ¼ 175, b ¼ 108
Controlla quindi, tramite il foglio che hai costruito, i risultati ottenuti.
Attività 2 Algoritmi
Ricerca dei divisori di un numero naturale
Scrivi un programma in Visual Basic che, immesso un numero naturale in una cella di
un foglio Excel, restituisca in una riga l’elenco di tutti i suoi divisori.
a. Interfaccia
Imposta un foglio Excel come illustrato nella figura qui sotto.
In particolare, la cella B1 è quella preposta all’immissione del numero n di cui si
vogliono individuare i divisori, mentre le celle della riga 4 sono preposte alla comunicazione dei divisori da parte del programma. Oltre al pulsante che attiva il
codice per il calcolo dei divisori, abbiamo previsto un secondo pulsante, Azzera il
foglio, avente la funzione di attivare un codice che elimina automaticamente il
numero immesso nella cella B1 e i risultati forniti nella riga 4.
291
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Idee e metodi della matematica
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
b. Pseudocodifica
Completa la seguente pseudocodifica di un algoritmo per il calcolo dei divisori
di n.
Variabili
Dichiara n, i come numeri interi
Inizio
Acquisisci n
Per i = 1 a n
Se il resto della divisione intera tra n e i = .....
allora
Comunica .....
Fine Se
Ripeti
Fine
c. Codice del programma «Calcola i divisori»
Nella traduzione dell’algoritmo in codice Visual Basic occorre introdurre (oltre alla variabile n e alla variabile contatore i) una nuova variabile (la chiamiamo j)
che serve a definire, per ogni divisore, la colonna della cella in cui si vuole che il
programma comunichi il divisore stesso.
Tenendo conto di queste osservazioni, completa il codice riportato qui di seguito.
Private Sub Calcola_i_divisori_Click()
Dim n, i, j As Long
n = Cells(..., ...)
j=1
For i = 1 To ...
If n Mod ... = ... Then
Cells(4, j) = ...
j=j+1
End If
Next i
End Sub
Qual è il ruolo delle istruzioni j = 1 e, successivamente, j = j + 1?
d. Codice del programma «Azzera il foglio»
Il codice è costituito semplicemente dalle due istruzioni:
Range("B1")= ""
Rows(4)= ""
che tolgono i numeri dalla cella B1 e dalla quarta riga.
e. Utilizzo del foglio
Considera i seguenti numeri:
8
12
20
24
100
1. Scomponili in fattori primi.
2. Tenendo presente la scomposizione in fattori primi, prevedi, per ciascuno
di essi, il numero complessivo di divisori (ricorda che se la scomposizione
in fattori primi di un numero naturale è pr11 pr22 ::: prnn , il numero dei divisori del numero è dato da ð1 þ r1 Þð1 þ r2 Þ ::: ð1 þ rn Þ).
3. Controlla, con il foglio Excel che hai costruito, i risultati ottenuti.
292
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
1
Þ
Scrivi, in linguaggio di pseudocodifica, un algoritmo per calcolare la somma dei quadrati dei primi n numeri naturali, a partire da 1. Traduci quindi tale algoritmo in un
programma Visual Basic che, immesso in una cella di un foglio Excel il numero n, restituisca in un’altra cella la somma dei quadrati dei primi n numeri naturali.
2
Þ
Scrivi un algoritmo che calcoli la somma dei numeri naturali minori o uguali a un
numero naturale k prefissato.
3
Þ
Dato un numero naturale n, scrivi un algoritmo che calcoli il fattoriale di n.
4
Þ
Esiste un algoritmo alternativo a quello di Euclide per il calcolo del M.C.D. Tale algoritmo è detto algoritmo delle sottrazioni successive e può essere cosı̀ descritto:
Idee e metodi della matematica
ATTIVITÀ PROPOSTE
1) Assegna a e b
2) Calcola il valore assoluto d della differenza tra a e b
3) Se d = 0 allora
Comunica «MCD = b’’
altrimenti
Poni b al posto di a
Poni d al posto di b
Ritorna al punto 2)
a. Prova a calcolare, mediante l’algoritmo delle sottrazioni successive, il massimo
comune divisore tra i due numeri a ¼ 48 e b ¼ 18.
b. Scrivi un programma in Visual Basic che, immessi i due numeri a e b in due celle
di un foglio Excel, restituisca in un’altra cella il massimo comune divisore tra a e
b, calcolato mediante l’algoritmo delle sottrazioni successive.
5
Þ
Scrivi un algoritmo che calcoli, con il metodo di bisezione, la radice dell’equazione
x3 þ x 4 ¼ 0 con un errore minore o uguale a un valore prefissato. Traducilo quindi
in linguaggio Visual Basic, in relazione a un foglio Excel di cui devi definire opportunamente l’interfaccia.
6
Þ
Scrivi un algoritmo che calcoli, con il metodo dei rettangoli, un valore dell’integrale
ð1
2
ex dx con un errore minore o uguale a un valore prefissato. Traducilo quindi in
0
linguaggio Visual Basic, in relazione a un foglio Excel di cui devi definire opportunamente l’interfaccia.
7
Þ
Considera il seguente problema: «Siano a e b due numeri interi positivi con una sola
a
cifra scelti a caso. Qual è la probabilità che la frazione sia riducibile?». Scrivi un opb
portuno algoritmo che calcoli quante sono le coppie ordinate (a, b) di numeri con una
a
sola cifra per cui è riducibile, quindi rispondi alla domanda posta dal problema.
b
8
Þ
Risolvi il problema seguente, procedendo in modo simile a quanto indicato nell’esercizio precedente: «Siano a e b due numeri interi positivi con una sola cifra scelti a caso. Qual è la probabilità che l’equazione di primo grado ax b ¼ 0 abbia soluzione
intera positiva?».
293
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Verso l’esame
Verso l’Università
TEST
Il dominio della funzione f ðxÞ ¼
l’insieme:
1
Þ
x2 4x þ 3
è
x3
La funzione f ðxÞ ¼ 2 ln x è positiva nell’intervallo:
8
Þ
A
R f0g
C
fx 2 Rjx < 1 _ x > 3g
A
ð0, e2 Þ
C
ð0, þ1Þ
B
R
D
R f1g
B
ð1, 2Þ
D
ðe2 , þ1Þ
2
Þ
A
B
3
Þ
La derivata prima della funzione y ¼
y0 ¼
0
y ¼
20x3 15x2 þ 2
3
ðx þ 3Þ
8x3 þ 36x2 þ 15
ðx þ 3Þ2
4x3 þ 5x
è:
xþ3
C
y0 ¼ 0
D
12x2 þ 5
y¼
1
9
Þ
A
B
La funzione y ¼ f ðxÞ ha il seguente grafico.
y
2
x
y = f(x)
A
A
lim f ðxÞ ¼ 2
x!2
D
x!2
lim f ðxÞ ¼ 2 e limþ f ðxÞ ¼ 0
x!2
x!2
3
4
Þ
A
13
Þ
lim f ðxÞ ¼ 0 e limþ f ðxÞ ¼ 2
Il lim
x!þ1
þ1
2
x 4x 2
è uguale a:
x7 þ 3x3 3
4
B 1
C 3
D
y0 ¼
ðx2 4Þ2
3x2 þ 12
ðx2 4Þ2
Data la funzione y ¼
2
B
x3 þ 3
C
4
D
4
x < 5 _ x > 0
x!2
C
y0 ¼ 0
B
lim f ðxÞ ¼ 0
x!2
B
y ¼
3ðx2 þ 4Þ
C
A
12
Þ
Possiamo affermare che:
0
3x2
4
x2
1
Il dominio della funzione f ðxÞ ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi è:
2
x þ 5x
C x>0
R
11
Þ
2
y0 ¼ 3x
è:
4
x2
x4
þ 3x 4, la sua derivata
4
prima nel punto di ascissa x ¼ 1 è:
10
Þ
A
O
La derivata della funzione y ¼
x 5 _ x 0
x!þ1
5x2 2x þ 3
è:
2x2 þ x þ 1
2
C
Il valore del lim
þ1
D
B
5
2
D
0
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Il dominio della funzione f ðxÞ ¼ x 9 x2 è:
A
ð3, 3Þ
C
R f3g
B
½3, 3
D
ð1, 3 [ ½3, þ1Þ
14
Þ
La derivata della funzione y ¼ ð2x3 1Þð3x þ 4Þ
è:
D
0
A
y 0 ¼ 24x3 24x2 3
C
y 0 ¼ 24x3 þ 24x2 3
B
y 0 ¼ 24x3 þ 24x2 þ 3
D
y 0 ¼ 24x3 þ 24x2 3
2
x þ4
presenta nel
Il grafico della funzione y ¼ 2
x þ2
punto di coordinate ð0, 2Þ:
5
Þ
A
B
C
D
6
Þ
A
un punto di massimo relativo ma non assoluto
un punto di massimo assoluto
un punto di minimo relativo ma non assoluto
un punto di minimo assoluto
Il lim
x!1
þ1
3x þ 1
è uguale a:
x2 þ 4
B
5
C
3
D
0
Per determinare il dominio di quale tra le seguenti funzioni occorre risolvere la disequazione AðxÞ 0 ?
1
A y ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
C y ¼ ln ½AðxÞ
AðxÞ
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
D y ¼ 3 AðxÞ
B y ¼
AðxÞ
7
Þ
294
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
xþ3
interseca l’asse delle
La funzione y ¼ 2
x þ4
ascisse nel punto:
15
Þ
A
Að0, 3Þ
C
Að3, 0Þ
B
Að2, 0Þ
D
Að3, 0Þ
La funzione y ¼ x2 4x þ 1 ammette un punto
di minimo di coordinate:
16
Þ
A
ð2, 3Þ
C
ð2, 3Þ
B
ð2, 3Þ
D
ð2, 3Þ
17
Þ
La funzione y ¼
x2
5x þ 2
ammette come asin 6x þ 8
toti le rette aventi le seguenti equazioni:
A
x ¼ 2, x ¼ 4
C
x ¼ 2, x ¼ 4, y ¼ 5
B
x ¼ 2, x ¼ 4, y ¼ 0
D
x ¼ 2, x ¼ 4, y ¼ 4
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
A
B
Il lim
x!þ1
xþ2
:
x2 þ 4
xþ5
ammette come asintoti
La funzione f ðxÞ ¼
x4
le rette di equazioni:
26
Þ
è uguale a þ1
è uguale a 1
C
D
è uguale a 0
non esiste
Alla funzione y ¼ 2x2 3x þ 1 nell’intervallo
[0, 3]:
A
B
19
Þ
A
B
C
D
non è applicabile il teorema di Lagrange
è applicabile il teorema di Lagrange ed esiste esattamente un punto che soddisfa il teorema
è applicabile il teorema di Lagrange ed esistono
esattamente due punti che soddisfano il teorema
è applicabile il teorema di Lagrange ed esistono
esattamente tre punti che soddisfano il teorema
27
Þ
A
B
C
D
2
3x 2x þ 1
:
x2 9
A ha uno e un solo asintoto verticale
B non ha asintoti verticali
C ha esattamente due asintoti verticali e non ammette asintoti orizzontali
D ha esattamente due asintoti verticali e un asintoto orizzontale
pffiffiffi
21 La funzione y ¼ x2 ln x 2 x ha come derivata
Þ
prima:
1
1
A y 0 ¼ 2x ln x pffiffiffi
C y 0 ¼ 2x ln x þ x pffiffiffi
x
x
20
Þ
B
B
1
y 0 ¼ 2x ln x þ pffiffiffi
x
D
1
y 0 ¼ 2 pffiffiffi
x
R
R f4g
C
D
R f2, 3g
R f2, 3, 4g
I punti di intersezione del grafico della funzione
xþ4
con gli assi cartesiani sono:
f ðxÞ ¼
x5
28
Þ
A
Að4, 0Þ e Bð0, 5Þ
B
Að4, 0Þ e Bð0, 5Þ
4
Að4, 0Þ e B 0, 5
4
Að4, 0Þ e B 0,
5
D
24
Þ
A
B
C
D
25
Þ
A
B
C
D
D
x2 4
:
x2
ammette esattamente un asintoto verticale e uno
orizzontale
ammette uno e un solo asintoto verticale e nessun asintoto orizzontale
ammette esattamente due asintoti verticali e un
asintoto obliquo
non ammette né asintoti verticali né asintoti
orizzontali
è simmetrico rispetto all’asse x
è simmetrico rispetto all’asse y
è simmetrico rispetto all’origine
non è simmetrico rispetto ad alcuna retta verticale
La funzione f ðxÞ ¼
4x
è positiva:
x2 þ 5
per ogni x 2 R
per x < 4
per x > 4
pffiffiffi pffiffiffi
per x < 5 _ 5 < x < 4
xþ4
è:
x4
Il valore del lim
x!4
1
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 þ 3x
è:
29
Il
dominio
della
funzione
f
ðxÞ
¼
Þ
9 x2
8
A
0x<3
3 < x < 3
B
30
Þ
A
B
C
D
31
Þ
A
Il grafico della funzione y ¼ 4x2 3:
y ¼ x 1, y ¼ 1
x ¼ 4, y ¼ 1
La funzione f ðxÞ ¼
A
23
Þ
C
C
La funzione y ¼
x4
è:
22 Il dominio della funzione f ðxÞ ¼ 2
Þ
x 5x þ 6
A
x ¼ 4, y ¼ 5
x ¼ 4, y ¼ 1
Verso l’esame
18
Þ
32
Þ
A
B
C
D
33
Þ
A
B
34
Þ
A
B
C
D
B
0
C
þ1
C
x3
3 < x 0 _ x > 3
D
La funzione y ¼
D
x3 þ x
:
xþ3
x2
ammette due asintoti verticali e non ammette
asintoti né orizzontali né obliqui
ammette due asintoti verticali e un asintoto orizzontale
ammette due asintoti verticali e un asintoto obliquo
non ammette asintoti verticali e ammette un
asintoto obliquo
Il valore del lim
x!1
þ1
B
6x7 3x3 þ 4x 1
è:
2x7 þ 3
0
La funzione y ¼
C
1
D
3
5
è:
x3 þ 2x
definita per ogni x 2 R
pari
dispari
nessuna delle precedenti risposte è esatta
La funzione f ðxÞ ¼
0<x4
x<0_2<x<4
x2 4x
è positiva per:
x2
C
D
x<0_x>4
0<x<2_x>4
Il grafico della funzione f ðxÞ ¼ x3 3x þ 6:
presenta un massimo nel punto Mð1, 8Þ
presenta un massimo nel punto Mð1, 4Þ
presenta un massimo nel punto Mð1, 8Þ
non presenta né massimi né minimi
295
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Verso l’esame
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
35 Il dominio della funzione f ðxÞ ¼
Þ
A
B
C
D
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 þ x þ 5 è:
37
Þ
A
B
38
Þ
þ1
B
0
La funzione y ¼
1
y0 ¼ 2
x þ4
y0 ¼
1
xþ2
C
A
B
C
D
1
D
6
5
1
ha come derivata prima:
xþ2
C
D
y0 ¼ y0 ¼
Se sono dati la funzione y ¼
1
ðx þ 2Þ2
1
ðx þ 2Þ2
x2
e l’intervallo
xþ2
I ¼ ½3, 1, possiamo affermare che il teorema di Lagrange:
non si può applicare alla funzione nell’intervallo
I perché cade l’ipotesi di continuità;
B si può applicare alla funzione nell’intervallo I e i
punti che soddisfano il teorema sono c1 ¼ 1 e
1
c2 ¼
2
C non si può applicare alla funzione nell’intervallo
I perché cade l’ipotesi di derivabilità
D si può applicare alla funzione nell’intervallo I ed
esiste un unico punto che soddisfa il teorema,
3
c¼
2
x þ 2 x 0
39
Data
la
funzione
f
ðxÞ
¼
, si può
Þ
ex þ1
x>0
affermare che:
43
Þ
A
B
C
D
B
C
D
presenta in x ¼ 0 un punto di discontinuità eliminabile
è continua ma non derivabile in x ¼ 0
è derivabile in x ¼ 0
presenta in x ¼ 0 un punto di salto
5
è asintoto orizzonta2
le per quale delle seguenti funzioni?
40
Þ
A
La retta di equazione y ¼
5x 5
y¼
2x2 7
C
2x þ 5
y¼
xþ2
2
A
B
C
D
y¼
5x þ 8
2x 7
R
R f1; 10g
x < 1 _ x > 10
x 1 _ x 10
296
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
D
presenta in x ¼ 0 un punto di discontinuità eliminabile
è continua ma non derivabile in x ¼ 0
è derivabile in x ¼ 0
presenta in x ¼ 0 un punto di discontinuità di seconda specie
x2 6x
La funzione y ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi è:
3x þ 1
algebrica irrazionale intera
algebrica razionale intera
algebrica irrazionale frazionaria
algebrica razionale frazionaria
Data la funzione f ðxÞ ¼ x2 jx 3j e l’intervallo
½1, 0 si può affermate che il teorema di Lagrange:
A
B
C
D
non si può applicare alla funzione nell’intervallo
I perché cade l’ipotesi di continuità
si può applicare alla funzione nell’intervallo I ed
esiste un unico punto che soddisfa il teorema,
1
c¼
2
non si può applicare alla funzione nell’intervallo
I perché cade l’ipotesi di derivabilità
si può applicare alla funzione nell’intervallo I ed
esiste un unico punto che soddisfa il teorema,
3
c¼
2
45 Sia f una funzione derivabile in un punto x0 ; alÞ
lora la derivata della funzione f in x0 è:
A
B
una funzione
un numero reale
C
D
un punto
una retta
Sia f una funzione derivabile due volte in un intervallo [a, b]; gli eventuali punti di massimo o minimo relativo della funzione interni all’intervallo [a, b]
sono da ricercare tra:
46
Þ
A
B
C
D
2
5x 5
2x2 þ 8
p
ffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
3
41 Il dominio della funzione y ¼ x2 9x 10 è:
Þ
B
x2 þ 2 x 0
, si può
ln x
x>0
44
Þ
A
A
affermare che:
R
R f5g
[0, 5]
nessuna delle precedenti risposte è esatta
x2 9
36 Il valore del lim 2
è:
Þ
x!3 x x 6
A
42 Data la funzione f ðxÞ ¼
Þ
y¼
i punti di intersezione del grafico della funzione
con l’asse x
i punti in cui si annulla la derivata prima della
funzione
i punti di intersezione del grafico della funzione
con l’asse y
i punti in cui si annulla la derivata seconda della
funzione
1
La funzione y ¼ x3 presenta nel punto di
2
ascissa x ¼ 0:
47
Þ
A
B
C
D
un punto di massimo relativo
un punto di minimo relativo
un punto di flesso a tangente verticale
un punto di flesso a tangente orizzontale
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
La funzione y ¼ ex nel suo dominio è:
A
strettamente crescente e positiva
C
strettamente decrescente e positiva
B
strettamente crescente e negativa
D
strettamente decrescente e negativa
49
Þ
A
B
Sia y ¼ f ðxÞ una funzione definita in un intorno di x0 ; allora la sua derivata prima in x0 è uguale a:
f ðx0 þ hÞ f ðx0 Þ
h
lim
h!0
50
Þ
C
lim
h!þ1
f ðx0 þ hÞ f ðx0 Þ
h
D
lim
h!0
f ðx0 þ hÞ f ðx0 Þ
h
f ðx0 Þ f ðx0 þ hÞ
h
Se lim f ðxÞ ¼ þ1, allora:
x!0
A
l’asse x è un asintoto orizzontale della funzione f
C
l’asse x è un asintoto verticale della funzione f
B
l’asse y è un asintoto orizzontale della funzione f
D
l’asse y è un asintoto verticale della funzione f
C
2 ln 2 þ
51 Qual è il valore dell’integrale
Þ
A
2 ln 2 þ
1
3
B
ð2 x2 þ
1
ln 2 þ
2
x
dx?
7
3
pffiffiffi
52 Qual è la primitiva di f ðxÞ ¼ 2x x passante per il punto P 4,
Þ
A
53
Þ
A
B
54
Þ
A
55
Þ
4 pffiffiffi
x x þ 25
5
B
4 pffiffiffi
x x 25
5
C
f ðaÞ può non esistere
C
esiste f ðaÞ e lim f ðxÞ ¼ limþ f ðxÞ
x!a
x!a
D
4 2 pffiffiffi
x x 25
5
?
x!a
lim f ðxÞ ¼ limþ f ðxÞ, ma f ðaÞ può non esistere
x!a
x!a
L’equazione della retta tangente al grafico della funzione y ¼ x2 þ 2 nel suo punto di ascissa x ¼ 3 è:
y ¼ 6x 7
B
y ¼ 7x 6
C
y ¼ 6x 7
D
y ¼ 7x þ 6
Sia y ¼ f ðxÞ una funzione definita e continua in [3, 7]; sapendo che f ð3Þ < 0 e f ð7Þ > 0, si può affermare che:
C
esiste almeno un punto c 2 ð3, 7Þ tale che f ðcÞ ¼ 0
D
esiste esattamente un punto c 2 ð3, 7Þ tale che f ðcÞ ¼ 0
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
Il valore del limð 15 þ x þ x2 þ 48Þ è:
x!1
0
B
þ1
C
11
D
12
D
La funzione y ¼ 3x3 þ 4x2 è:
A
pari
C
definita in tutto R
B
dispari
D
sempre positiva
C
1
4
A
D
x!a
esiste al massimo un punto c 2 ð3, 7Þ tale che f ðcÞ ¼ 0
58
Þ
ln 4
esiste f ðaÞ , ma può essere lim f ðxÞ 6¼ limþ f ðxÞ
B
57
Þ
D
Se una funzione y ¼ f ðxÞ è continua nel punto x ¼ a, allora:
la funzione non si annulla in alcun punto dell’intervallo [3, 7]
A
3
5
7
3
4 2 pffiffiffi
x x þ 25
5
A
56
Þ
Verso l’esame
48
Þ
Il valore del lim
x!2
0
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
x2 5x þ 6
è:
x2 4
B
þ1
1
4
297
Verso l’esame
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
59
Þ
La funzione y ¼
4x3 3x2 þ 1
:
x2
A
ha come asintoto obliquo la retta di equazione y ¼ 4x 3
B
ha come asintoto obliquo la retta di equazione y ¼ 4x þ 3
C
ha come asintoto obliquo la retta di equazione y ¼ 4x þ 3
D
non ha asintoti obliqui
Siano A e B due sottoinsiemi non vuoti di R. Si chiama funzione da A a B una qualsiasi legge che fa corrispondere a ogni elemento di A:
60
Þ
A
almeno un elemento di B
B
uno e un solo elemento di B
C
al massimo un elemento di B
D
uno o più elementi di B
Sia y ¼ f ðxÞ una funzione derivabile due volte in un intervallo [a, b]; per determinare gli intervalli di [a, b] in
cui la funzione è concava e quelli in cui è convessa è sufficiente:
61
Þ
A
studiare il segno della derivata prima
B
determinare gli zeri della derivata prima
C
studiare il segno della derivata seconda
D
determinare gli zeri della derivata seconda
62
Þ
La funzione y ¼ ln ð2x þ 5Þ:
A
ha un asintoto verticale e uno obliquo
B
ha un asintoto verticale e non ha né asintoti orizzontali né asintoti obliqui
C
ha un asintoto verticale e uno orizzontale
D
non ha asintoti
63
Þ
Si dice che c è l’ascissa di un punto di minimo relativo per la funzione y ¼ f ðxÞ se:
A
esiste un intorno del punto c per ogni x del quale si verifica che f ðxÞ f ðcÞ
B
esiste un intorno del punto c per ogni x del quale si verifica che f 0 ðxÞ ¼ 0
C
esiste un intorno del punto c per ogni x del quale si verifica che f ðxÞ f ðcÞ
D
esiste un intorno del punto c per ogni x del quale si verifica che f 0 ðxÞ ¼ 0 e f 00 ðxÞ ¼ 0
64
Þ
La retta tangente al grafico della funzione y ¼ x4 nel suo punto di ascissa 1 è:
A
y ¼ 4x 3
B
y ¼ 4x þ 3
C
y ¼ 4x 3
D
y ¼ 4x þ 3
65
Þ
Date le funzioni f ðxÞ ¼ x pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
4 x2 e gðxÞ ¼ ln ð4 x2 Þ, quale delle seguenti affermazioni è vera?
A
f e g sono entrambe definite nell’intervallo ½2, 2
B
f è definita nell’intervallo ½2, 2 e g nell’intervallo ð2, 2Þ
C
f è definita per ogni x 2 R e g è definita per x < 2 _ x > 2
D
f è definita per ogni x 2 R e g è definita nell’intervallo ½2, 2
298
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
A
67
Þ
Il limite lim
x!3
x3
:
xþ3
vale 0
B
La funzione y ¼
vale þ1
C
non esiste
D
x2
è:
xþ2
A
strettamente crescente per ogni x 2 R f2g
B
strettamente decrescente per ogni per ogni x 2 R f2g
C
strettamente crescente in ciascuno dei tre intervalli ð1, 2Þ, ð2, 2Þ, ð2, þ1Þ
D
strettamente decrescente in ciascuno dei tre intervalli ð1, 2Þ, ð2, 2Þ, ð2, þ1Þ
68
Þ
Quale delle seguenti funzioni ammette asintoto obliquo?
A
y¼
x3 þ 5x
3þx
C
y¼
x2 2x þ 1
x2 þ 1
B
y¼
3x2 5x
xþ2
D
y¼
2x þ 7
x2 þ 8
69
Þ
Le primitive, definite sull’intervallo ð0, þ 1Þ, della funzione f ðxÞ ¼
3
sono:
x
A
FðxÞ ¼ ln
x
þc
3
C
FðxÞ ¼ ln x3 þ c
B
FðxÞ ¼ 3
þc
x2
D
FðxÞ ¼
70
Þ
vale 1
Verso l’esame
66
Þ
La funzione y ¼
x2
þc
3
2 3 5 2
x x 3x:
3
2
1
2
A
ha un punto di massimo relativo per x ¼ B
ha un punto di massimo relativo per x ¼ 3
C
ha un punto di flesso a tangente orizzontale per x ¼ 3
D
non ha punti di estremo relativo
Sia f : ða, bÞ ! R una funzione derivabile due volte in ða, bÞ e x0 2 ða, bÞ un punto di minimo relativo della
funzione; allora:
71
Þ
A
f 0 ðx0 Þ ¼ 0 e f 00 ðx0 Þ < 0
C
f 0 ðx0 Þ ¼ 0 e f 00 ðx0 Þ 0
B
f 0 ðx0 Þ < 0 e f 00 ðx0 Þ ¼ 0
D
f 0 ðx0 Þ < 0 e f 00 ðx0 Þ ¼ 0
72
Þ
Il dominio della funzione y ¼ ln ð5x x2 Þ è costituito dall’insieme dei valori di x tali che:
A
x>0
C
0<x<5
B
x<5
D
x<0_x>5
73
Þ
La retta di equazione y ¼ 4 è un asintoto orizzontale per quale delle seguenti funzioni?
A
y¼
6x 5
2x2 þ 1
C
y¼
36x3 2x þ 1
9x2 þ 3
B
y¼
8x4 þ 2x þ 1
4x4 2
D
y¼
1 32x2
1 8x2
C
y0 ¼
2
x
74
Þ
A
La derivata prima della funzione y ¼ 4ln
y0 ¼
1
2
B
2
y 0 ¼ pffiffiffi
x
pffiffiffi
x è:
D
y0 ¼
1
2x
299
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Verso l’esame
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
75
Þ
La formula che esprime la derivata prima della funzione y ¼
A
y0 ¼
B
y0 ¼
f 0 ðxÞ gðxÞ f ðxÞ g 0 ðxÞ
gðxÞ
f 0 ðxÞ g 0 ðxÞ f ðxÞ gðxÞ
½gðxÞ2
f ðxÞ
è:
gðxÞ
C
y0 ¼
D
y0 ¼
f ðxÞ g 0 ðxÞ f 0 ðxÞ gðxÞ
½gðxÞ2
f 0 ðxÞ gðxÞ f ðxÞ g 0 ðxÞ
½gðxÞ2
76
Þ
La funzione y ¼ 3x2 4 è:
A
strettamente crescente in R
C
convessa in R
B
strettamente decrescente in R
D
concava in R
77
Þ
La funzione y ¼
jx 2j
nel punto x ¼ 2:
xþ2
A
è continua e derivabile
C
ha una discontinuità eliminabile
B
è continua ma non derivabile
D
ha una discontinuità di seconda specie
78
Þ
La funzione y ¼
x2
nel punto x ¼ 2:
jx þ 2j
A
è continua e derivabile
C
ha una discontinuità eliminabile
B
è continua ma non derivabile
D
ha una discontinuità di seconda specie
79
Þ
Data la funzione definita da f ðxÞ ¼
xþ3
x0
, si può affermare che:
ln ðx þ 1Þ x > 0
A
è continua ma non derivabile in x ¼ 0
B
presenta in x ¼ 0 un punto di discontinuità eliminabile
C
presenta in x ¼ 0 un punto di salto
D
presenta in x ¼ 0 un asintoto verticale
80 Data la funzione f ðxÞ ¼
Þ
1 þ ln ðx þ 1Þ x > 0
, si può affermare che:
ex
x0
A
è continua ma non derivabile in x ¼ 0
B
è continua e derivabile in x ¼ 0
C
presenta in x ¼ 0 un punto di discontinuità eliminabile
D
presenta in x ¼ 0 un punto di salto
Date due funzioni derivabili y ¼ f ðxÞ e y ¼ gðxÞ, la formula che esprime la derivata della funzione prodotto
y ¼ f ðxÞ gðxÞ è:
81
Þ
A
y 0 ¼ f 0 ðxÞ g 0 ðxÞ
C
y 0 ¼ f 0 ðxÞ gðxÞ f ðxÞ g 0 ðxÞ
B
y 0 ¼ f 0 ðxÞ gðxÞ þ f ðxÞ g 0 ðxÞ
D
y 0 ¼ f ðxÞ gðxÞ þ f 0 ðxÞ g 0 ðxÞ
82
Þ
A
83
Þ
A
Il valore del lim
x!þ1
0
5ex 3x þ 1
è:
2ex þ x2 7
B
Il valore del lim
x!1
0
300
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
5
2
C
þ1
D
1
C
þ1
D
1
5ex 3x þ 1
è:
2ex þ x2 7
B
5
2
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
A
85
Þ
A
86
Þ
A
Il valore del lim
x!1
5ex 6x þ 1
è:
2ex 2x 7
0
B
5
2
C
3
D
Verso l’esame
84
Þ
1
Data la funzione f ðxÞ ¼ 4x3 6x2 þ 5, la sua derivata prima nel punto x ¼ 1 vale:
0
B
Il valore del limþ
x!5
12
C
18
D
24
C
1
D
1
5
5þx
è:
25 x2
þ1
B
5
1
1
Il punto appartenente all’intervallo ½1, 1 in cui la funzione f ðxÞ ¼ x3 x2 soddisfa il teorema di La3
2
grange è:
pffiffiffiffiffiffi
pffiffiffiffiffiffi
pffiffiffiffiffiffi
pffiffiffiffiffiffi
3 þ 21
3 21
3 þ 21
21
A x¼
B x¼
C x¼
D x¼
3
6
6
3
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
100x 1
è:
88
Il
valore
del
lim
Þ
x!þ1
25x 2
87
Þ
A
89
Þ
A
90
Þ
A
1
2
B
C
92
Þ
A
B
93
Þ
A
94
Þ
A
B
95
Þ
A
0
þ1
B
0
0
C
La derivata della funzione y ¼
y0 ¼
10x
il limite non esiste
þ1
0
D
y0 ¼ R
10x
C
ðx2 þ 4Þ2
R f0g
B
7
0
D
x2 1
è:
x2 þ 4
y0 ¼ B
ðx2 þ 4Þ2
C
y0 ¼
10x
x2 þ 4
5
R 2
D
10x
x2 þ 4
5
Rþ 2
La derivata della funzione y ¼ ð4x2 3x 1Þ2 è:
y 0 ¼ ð8x 3Þ2
y 0 ¼ ð8x 3Þð4x2 3x 1Þ
2
C
y 0 ¼ ð8x 3Þð4x2 3x 1Þ
D
y 0 ¼ 2ð8x 3Þð4x2 3x 1Þ
Data la funzione y ¼ x3 x, il coefficiente angolare della retta tangente nel suo punto di ascissa x ¼ 1 è:
4
La funzione y ¼
B
2
C
x
ln
ðx2
6Þ
2
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 6
1
ha lo stesso dominio della funzione y ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 6
Data la funzione f ðxÞ ¼
x2
lim f ðxÞ ¼ 1,
lim f ðxÞ ¼ 1,
lim f ðxÞ ¼ 1,
x!3
x!3
4
p
ffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
3
x2 6
C
ha lo stesso dominio della funzione y ¼
D
nessuna delle precedenti risposte è esatta
x2
, quale delle seguenti alternative è corretta?
5x þ 6
lim f ðxÞ ¼ 1,
x!2
D
:
ha lo stesso dominio della funzione y ¼
x!2
B
D
Quale delle seguenti scritture rappresenta una forma indeterminata?
pffiffiffiffiffi
x2
91 La funzione f ðxÞ ¼
ha come dominio:
Þ
25 þ 4x2
A
3
lim f ðxÞ ¼ 1
C
lim f ðxÞ ¼ 0
D
x!þ1
x!þ1
lim f ðxÞ ¼ 1,
x!2
lim f ðxÞ ¼ þ1,
lim f ðxÞ ¼ þ1,
x!2
x!3
lim f ðxÞ ¼ 1,
x!3
lim f ðxÞ ¼ 1
x!1
lim f ðxÞ ¼ 0
x!1
301
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Verso l’esame
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Data la funzione y ¼ x x2 4 , quale delle seguenti affermazioni è vera?
96
Þ
A
B
C
D
101
Þ
è positiva nell’intervallo 3 < x < 3
presenta esattamente due zeri
presenta esattamente due punti di estremo relativo
presenta esattamente due punti di flesso
A
B
C
D
xþ5
x2 1
C
y¼
2
B
y¼
x xþ1
xþ1
La funzione y ¼
dominio:
2 x2
x2 þ 2
y¼
5þx
x2 þ 6
A
B
C
D
ð3, 6Þ
C
ð3, 6Þ
B
ð3, 6Þ
D
ð3, 6Þ
B
C
D
106
Þ
ð3, 0
B
½3, 0
D
ð1, 3Þ
Considera le tre equazioni:
x2 þ y 2 4 ¼ 0
2xy 8 ¼ 0
Quali di esse rappresentano nel piano cartesiano il grafico di una funzione?
x ¼ 0 e y ¼ 3x 2
x ¼ 1 e y ¼ 3x þ 2
x ¼ 0 e y ¼ 3x þ 2
x ¼ 0 e non ci sono asintoti obliqui
A
A
C
x2 3y þ 2 ¼ 0
A
B
C
D
x2 þ 9
presenta
99 Il grafico della funzione f ðxÞ ¼
Þ
x
un punto di minimo di coordinate:
100
Þ
ð3, 0Þ
103
Þ
3x2 þ 2x þ 5
98 Gli asintoti della funzione f ðxÞ ¼
Þ
x
sono:
pffiffiffiffiffiffiffi
5x þ 1
x þ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi ammette come
3þx
A
2
D
è un asintoto verticale
è un asintoto orizzontale
è un asintoto obliquo
non è un asintoto
102
Þ
La retta y ¼ 1 rappresenta un asintoto orizzontale per quale delle seguenti funzioni?
y¼
x!8
la funzione y ¼ f ðxÞ:
97
Þ
A
Se lim f ðxÞ ¼ 1, la retta x ¼ 8, per il grafico del-
104
Þ
A
B
C
D
1
1
x þ è:
3
2
strettamente crescente in R
razionale frazionaria
strettamente decrescente in R
costante
La funzione f ðxÞ ¼ Solo la prima
Tutte e tre
La prima e la terza ma non la seconda
Solo la terza
x2 4
:
x2
ha come dominio R
non è né pari né dispari
presenta un punto di minimo assoluto
è strettamente decrescente nell’intervallo x < 0
La funzione y ¼
Per quali valori di x la funzione y ¼
positiva?
105
Þ
A
B
x < 2 _ 0 < x < 1
2 < x < 0 _ x > 1
C
D
x2 þ x 2
è
5x
x < 2 _ x > 1
x>0
Nella figura è riportato il grafico di una funzione y ¼ f ðxÞ.
x = –2
y
y = f(x)
x
O
x=1
Quale delle seguenti affermazioni è corretta?
A
La funzione ha come dominio ð1, 2 [ ½1, þ1Þ e la sua derivata è negativa in ð1, 2Þ e positiva in
ð1, þ1Þ
B
La funzione ha come dominio ð1, 2 [ ½1, þ1Þ e la sua derivata è positiva in ð1, 2Þ e negativa in
ð1, þ1Þ
C
La funzione ha come dominio ð1, 2Þ [ ð1, þ1Þ e la sua derivata è negativa sia in ð1, 2Þ sia in ð1, þ1Þ
D
La funzione ha come dominio ð1, 2Þ [ ð1, þ1Þ e la sua derivata è positiva sia in ð1, 2Þ sia in ð1, þ1Þ
302
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
A
x2 4x
, si può affermare che:
3x
la retta x ¼ 3 è un suo asintoto verticale, non ammette asintoti né orizzontali né obliqui ma ammette un
punto di minimo relativo e un punto di massimo relativo
Data la funzione f ðxÞ ¼
B
la retta x ¼ 4 è un suo asintoto verticale, ammette un asintoto orizzontale ma non ammette punti di estremo
relativo
C
la retta x ¼ 3 è asintoto verticale, è strettamente crescente nel suo dominio e ammette un asintoto obliquo
D
ha come asintoti le rette di equazioni x ¼ 3 e y ¼ 1 x e non ammette punti di estremo relativo
108
Þ
La funzione f ðxÞ ¼
Verso l’esame
107
Þ
x4 1
:
x3 x
A
ammette un solo asintoto verticale e un solo asintoto obliquo
B
ammette tre asintoti verticali e un asintoto obliquo
C
ammette tre asintoti verticali e nessun asintoto né orizzontale né obliquo
non ammette asintoti
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
3 x þ 3
:
109 La funzione f ðxÞ ¼
Þ
x4
D
A
è razionale frazionaria e ha come dominio R
B
è razionale intera e ha come dominio R f4g
C
è irrazionale frazionaria e ha come dominio ð1, 3 [ ð4, þ1Þ
D
è irrazionale frazionaria e ha come dominio R f4g
5þx
è definita per:
110 La funzione y ¼ ln
Þ
5x
A
x5
C
5 x < 5
B
5 < x < 5
D
x < 5 _ x > 5
Quale delle seguenti funzioni possiede un asintoto obliquo?
111
Þ
A
y¼
x3 þ 1
x
C
y¼
x3 þ 1
x2
B
y¼
ex
x
D
y¼
x
ex
pffiffiffi
112 La derivata prima della funzione y ¼ x ln x è:
Þ
A
1
y 0 ¼ 1 þ pffiffiffi
x
B
pffiffiffi
1
y ¼ 1 ln x
2
0
C
2x 1
y0 ¼
2x
D
1
y ¼
2x
115
Þ
La funzione f ðxÞ ¼ ln
1
x4
è:
A
strettamente crescente per x > 4
B
strettamente crescente per x < 4
C
strettamente decrescente per x > 4
D
strettamente decrescente per x < 4
Sia data una funzione y ¼ f ðxÞ, derivabile due
volte in R. Per l’esistenza di un punto di flesso in x0 la
condizione f 00 ðx0 Þ ¼ 0 è:
116
Þ
A
necessaria e sufficiente
B
non necessaria
C
sufficiente ma non necessaria
D
necessaria ma non sufficiente
0
pffiffiffiffiffiffiffiffiffi
113 L’insieme immagine della funzione y ¼ 2x è:
Þ
A
R
C
½0, þ1Þ
B
ð0, þ1Þ
D
ð1, 0
Il grafico di una funzione è quello riportato qui
sotto.
117
Þ
y
y = f(x)
114 Se risulta che lim f ðxÞ ¼ þ1 e lim f ðxÞ ¼ þ1,
Þ
allora:
x!þ1
x!1
A
la funzione y ¼ f ðxÞ può presentare un asintoto
obliquo
B
la funzione non presenta asintoti né orizzontali
né obliqui
C
la funzione y ¼ f ðxÞ ha certamente un asintoto
obliquo
D
la funzione non presenta né asintoti verticali né
orizzontali
O
3
x
Possiamo affermare che:
A
la funzione è discontinua per x ¼ 3
B
la funzione non è derivabile per x ¼ 3
C
la funzione ha come dominio R f3g
D
la funzione è strettamente decrescente nel suo
dominio
303
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Verso l’esame
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Quale tra le seguenti funzioni ha il grafico passante per i punti di coordinate ð1, 0Þ e ð0, 1Þ e derivata seconda y 00 ¼ 3x2 ?
118
Þ
A
119
Þ
y¼
1 4 5
x xþ1
4
4
B
y¼
1 4 5
x þ xþ1
4
4
C
y¼
1 4 5
x x1
4
4
D
y¼
1 4 5
x þ x1
4
4
Una funzione è continua in un punto c quando:
A
la funzione non è definita nel punto c, ma esiste il limite della funzione per x ! c
B
la funzione è definita nel punto c, ma non esiste il limite della funzione per x ! c
C
la funzione è definita nel punto c ed esiste il limite della funzione per x ! c, ma il valore del limite è diverso
dal valore assunto dalla funzione in c
la funzione è definita nel punto c, esiste il limite della funzione per x ! c e il valore del limite è uguale al valore assunto dalla funzione in c
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2 4 x2
120
Qual
è
il
risultato
del
lim
?
Þ
x!0
x
D
A
1
B
0
C
1
D
þ1
Nella figura è riportato il grafico di una funzione. In quale dei seguenti intervalli la funzione risulta decrescente?
y
A 2 < x < 1
121
Þ
B
x > 2
C
x>1
D
x < 2
y = f(x)
1
122 La funzione f ðxÞ ¼ ln
Þ
A
123
Þ
A
124
Þ
A
B
C
D
125
Þ
A
126
Þ
O
–2
x<3_x>4
La funzione y ¼
y ¼ 1
B
x4
x3
x
è positiva per:
x<3
C
3<x<4
D
x>4
e2x
ammette un asintoto orizzontale per x ! 1. Quale?
2x
B y ¼0
C y ¼1
D y ¼2
Considera la funzione f ðxÞ ¼ ln x2 6x ; essa:
ammette come asintoti l’asse x e l’asse y
ammette un unico asintoto verticale, di equazione x ¼ 6
ammette come asintoto verticale l’asse y e come asintoto orizzontale la retta di equazione y ¼ 6
ammette come asintoti verticali l’asse y e la retta di equazione x ¼ 6 e non ammette asintoti orizzontali
Applicando il teorema di de l’Hôpital, si ottiene che il risultato del limite lim
x!þ1
0
B
1
C
3
2
D
3x þ 7
è:
ln ðx2 þ 5Þ
þ1
In quale punto del grafico della funzione f ðxÞ ¼ 4x2 3x la retta tangente ha coefficiente angolare uguale a
13?
A
x¼1
B x¼2
C x¼3
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
127 La funzione y ¼ x2 þ 1 ammette come derivata prima:
Þ
A
1
y 0 ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2
x þ1
128
Þ
A
Considera il lim
x!þ1
0
304
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
B
x
y 0 ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2
x þ1
D
x¼4
C
2
y 0 ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
2
x þ1
D
2x
y 0 ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 þ 1
C
1
D
þ1
ex
; esso vale:
ln x
B
1
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
La funzione y ¼ log
1
3
x:
1
,0
3
A
è sempre decrescente e interseca l’asse x nel punto di coordinate
B
è sempre decrescente e interseca l’asse y nel punto di coordinate (0, 1)
è sempre crescente e interseca l’asse x nel punto di coordinate (1, 0)
è sempre decrescente e interseca l’asse x nel punto di coordinate (1, 0)
C
D
130
Þ
A
131
Þ
Verso l’esame
129
Þ
ex
Considera il lim pffiffiffi ; si può affermare che:
x!1
x
vale 0
B
vale 1
C
vale þ1
D
non ha senso il calcolo di tale limite
4x2 3
sono:
2x þ x2
C x ¼ 2, x ¼ 0, y ¼ 4
x ¼ 2, x ¼ 0, y ¼ 4
Le equazioni degli asintoti della funzione y ¼
B
x ¼ 2, x ¼ 0, y ¼ 2
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
25 x2
132 La funzione y ¼
ha come dominio l’insieme dei valori di x tali che:
Þ
x2 þ 7
pffiffiffi pffiffiffi
A 5 < x < 5
B 5 < x < 7 _ 7 < x < 5
C 5 x 5
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
9x2 þ 5
?
133 Qual è il risultato del lim
Þ
x!1 3x 1
A
A
134
Þ
A
135
Þ
3
B
La funzione f ðxÞ ¼
f 0 ðxÞ ¼
1
4x
1
C
1
D
D
x ¼ 2, x ¼ 0, y ¼ 2
D
pffiffiffi
R 7
3
1
ammette come derivata prima:
2x2 þ 3
4x
4x
B f 0 ðxÞ ¼ C f 0 ðxÞ ¼ 2
2
2x þ 3
ð2x þ 3Þ2
D
f 0 ðxÞ ¼
4x
ð2x2
þ 3Þ2
Nella figura è riportato il grafico di una funzione y ¼ f ðxÞ.
y
y = f(x)
y=1
O
x
4
x=2
x=3
Quale delle seguenti affermazioni è vera?
La funzione è continua e derivabile in R f2, 3, 4g
La funzione è continua in ð1, 2Þ [ ð3, þ1Þ ma non è derivabile per x ¼ 4
C La funzione è continua e derivabile in ð1, 2Þ [ ð3, þ1Þ
D La funzione è continua in ð1, 2 [ ½3, þ1Þ e non è derivabile per x ¼ 0 e per x ¼ 4
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
136 Il dominio della funzione y ¼ 3x2 þ 7x 6 è:
Þ
A
B
A
137
Þ
A
138
Þ
A
B
C
D
x < 3 _ x >
2
3
B
3 < x <
2
3
C
x
2
_x3
3
Quanti punti ha in comune con gli assi cartesiani il grafico della funzione y ¼
Uno
B
Due
C
Tre
D
x 3 _ x 2
3
x2 x þ 1
?
3x 9
D
Nessuno
1 2
2
x 3x þ
:
2
xþ1
ha un punto di minimo per x ¼ 0 e un punto di massimo per x ¼ 1
ha un punto di flesso a tangente orizzontale per x ¼ 0 e un punto di massimo per x ¼ 1
ha un punto di flesso a tangente orizzontale per x ¼ 0 e un punto di minimo per x ¼ 1
non ha punti di estremo relativo
La funzione y ¼ 5 ln ðx þ 1Þ þ
305
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Verso l’esame
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
139
Þ
A
B
C
D
4 3
x x:
3
1
1
ha un punto di minimo relativo di ascissa x ¼ e un punto di massimo relativo di ascissa x ¼
2
2
1
1
e un punto di massimo relativo di ascissa x ¼ ha un punto di minimo relativo di ascissa x ¼
2
2
1
e un punto di flesso a tangente orizzontale di ascissa
ha un punto di minimo relativo di ascissa x ¼ 2
1
x¼
2
non ha punti di estremo relativo
La funzione y ¼
Il grafico qui sotto rappresenta il grafico di quale
delle seguenti funzioni?
140
Þ
y
Una funzione, due volte derivabile in un intorno di x0 , ha in questo intorno il grafico riprodotto
qui sotto.
144
Þ
Possiamo affermare che:
y=x+2
A
f 0 ðx0 Þ ¼ 0 e f 00 ðx0 Þ 6¼ 0
B
f 0 ðx0 Þ 6¼ 0 e f 00 ðx0 Þ 6¼ 0
C
f 0 ðx0 Þ ¼ 0 e f 00 ðx0 Þ ¼ 0
D
f 0 ðx0 Þ 6¼ 0 e f 00 ðx0 Þ ¼ 0
y = f(x)
O
x
x=2
A
C
x2
y¼ 2
x þ1
B
xþ2
x2 1
C
2
B
141
Þ
y¼
x 1
xþ2
D
y¼
Se lim f ðxÞ 6¼ limþ f ðxÞ, allora si può affermare
x!c
f ðxÞ
¼ 3,
x
possiamo affermare che la funzione y ¼ f ðxÞ:
145
Þ
A
x2 þ 1
y¼
x2
x!c
D
che la funzione y ¼ f ðxÞ:
A
non è definita in x ¼ c
B
ha un asintoto verticale di equazione x ¼ c
C
non è limitata
D
non è continua in x ¼ c
Data la funzione f ðxÞ ¼ x2 25 , possiamo affermare che nel punto x ¼ 5:
142
Þ
A
la funzione non è derivabile perché in tale punto
non è continua
B
la funzione è derivabile perché la derivata destra
e la derivata sinistra esistono finite e sono uguali
tra loro
C
la funzione non è derivabile perché la derivata
destra e la derivata sinistra non sono uguali
D
la funzione è derivabile con derivata nulla
143
Þ
La funzione f ðxÞ ¼
ax þ 1
:
ax 1
A
non è né pari né dispari, per ogni a > 0
B
è dispari, per ogni a > 0
C
è pari per ogni a > 0
D
è dispari se 0 < a < 1 ed è pari se a > 1
306
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
x0
Sapendo che lim f ðxÞ ¼ þ1 e lim
x!þ1
x!þ1
non presenta né asintoti orizzontali né asintoti
obliqui
presenta un asintoto obliquo di equazione
y ¼ 3x
presenta un asintoto obliquo parallelo alla retta
di equazione y ¼ 3x
non presenta asintoti orizzontali per x ! þ1 e,
se esiste l’asintoto obliquo, quest’ultimo deve
avere coefficiente angolare uguale a 3
Data la funzione f ðxÞ ¼ e2x 1, quale delle seguenti affermazioni è esatta?
146
Þ
A
B
C
D
È definita per ogni x 2 R e ha come derivata
f 0 ðxÞ ¼ e2x
È strettamente decrescente in R e ha come derivata f 0 ðxÞ ¼ 2e2x
È strettamente crescente in R e ha un asintoto
orizzontale per x ! þ1
È strettamente decrescente in R e non ha asintoti
orizzontali
Per determinare il dominio della funzione
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
f ðxÞ ¼ ln ðx2 4Þ þ 5 x, quale dei seguenti sistemi
occorre risolvere?
x2 4 6¼ 0
A
5x0
2
x 4>0
B
5x>0
x2 4 0
C
5x0
2
x 4>0
D
5x0
147
Þ
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
A
f 0 ðxÞ ¼ 2xe2x
C
f 0 ðxÞ ¼ xe2x ðx þ 1Þ
B
f 0 ðxÞ ¼ 4xe2x
D
f 0 ðxÞ ¼ 2xe2x ðx þ 1Þ
152 Qual è il valore dell’integrale
Þ
A
B
C
D
155
Þ
A
0
B
e2
5
þ
6
2
156
Þ
e
5
2
6
D
e2
5
6
2
3
D
4
Esiste una unica funzione che risulta la derivata
di f in R.
B Esiste una unica funzione che risulta una primitiva di f in R.
C Esiste una unica funzione che risulta la derivata
seconda di f in R.
D Esiste almeno una primitiva di f 0 in R.
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 1
?
154 Qual è il dominio della funzione y ¼
Þ
ln x
A x 1 _ x 1
C 0<x<1
B x>0
D x>1
Quale delle seguenti è una primitiva della funziox
?
ne f ðxÞ ¼ 2
x þ4
1
A FðxÞ ¼ lnðx2 þ 4Þ
C FðxÞ ¼
ln ðx2 þ 4Þ
2
1
B FðxÞ ¼
D FðxÞ ¼ x ln ðx2 þ 4Þ
x ln ðx2 þ 4Þ
2
ð1
pffiffiffi
151
Qual
è
il
valore
dell’integrale
ðe2x þ 2 xÞ dx?
Þ
C
C
A
150
Þ
e
5
þ
2
6
2
Sia f una funzione derivabile due volte in R. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?
è un punto di discontinuità eliminabile
è un punto di salto
è un punto di discontinuità di seconda specie
è un punto in cui la funzione è continua
A
B
1
x3 þ 1
dx?
x2
153
Þ
jx 1j
149 Data la funzione f ðxÞ ¼
, il punto di ascisÞ
x1
sa x ¼ 1:
A
1
ð2
Verso l’esame
148 La derivata prima della funzione f ðxÞ ¼ x2 e2x è:
Þ
B
C
D
xþ1
La funzione y ¼ e x1 nel punto x ¼ 1:
è continua
presenta un asintoto verticale, sia destro sia sinistro
presenta un punto di salto
presenta un punto di discontinuità di seconda
specie
Sia y ¼ f ðxÞ una funzione definita sull’intervallo ½2, 1 avente il seguente grafico:
y
–2
y = f(x)
O
x
1
Quale dei seguenti rappresenta il grafico di y ¼ f 0 ðxÞ?
y
y = f '(x)
–2
O
1
x
y
–2
y = f'(x)
O
1
A
B
158
Þ
A
B
–2
x
O
y = f'(x)
157
Þ
y
y
–2
O
1
x
1
x
y = f'(x)
La funzione f ðxÞ ¼ jx5 j:
non è continua in x ¼ 0
è derivabile in tutto R
C
D
è derivabile solo per x ¼ 0
non è derivabile nell’origine
2
Considera la funzione f ðxÞ ¼ e3x ; essa è:
monotona crescente in R
convessa in R
C
D
monotona decrescente in R
concava in R
307
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Verso l’esame
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
159 Sia f una funzione derivabile due volte in R e x0 2 R. Per poter affermare che x0 è un punto di flesso per la
Þ
funzione, la condizione f 00 ðx0 Þ ¼ 0 è:
A
B
160
Þ
A
161
Þ
A
necessaria ma non sufficiente
sufficiente ma non necessaria
C
D
necessaria e sufficiente
né necessaria né sufficiente
Per quale delle seguenti funzioni il punto x ¼ 1 è di minimo relativo?
y ¼ x2 þ 2x 1
B
y ¼ ðx 1Þ3
C
y ¼ ln2 x
D
y ¼ ðx 1Þ3 ex
D
y ¼ x sin x
Per quale delle seguenti funzioni il punto x ¼ 0 è di massimo relativo?
y ¼ x2 x3
B
y ¼ x3 x2
C
y ¼ x 2 ex
Quale delle seguenti è l’ascissa di un punto di flesso avente tangente non orizzontale della funzione
y ¼ ln3 x5 ?
162
Þ
A
163
Þ
A
164
Þ
A
x¼1
B
x¼e
C
x ¼ e2
D
La funzione non ha punti di flesso
Quale delle seguenti funzioni è convessa in tutto R?
y ¼ ex x2
B
y ¼ x4 x2
C
y ¼ ex þ x2
D
y ¼ ln ðx2 þ 1Þ
D
y ¼ x4 x2 þ 1
Quale delle seguenti funzioni è strettamente crescente in tutto R?
y ¼ x3 þ x2 þ 1
B
y ¼ x3 þ x2 þ 2x þ 1
165 Il grafico qui sotto è il grafico di una delle seÞ
guenti funzioni; quale?
C
y ¼ x4 þ x2 þ 1
168 Il numero I ¼
Þ
ð3
2
1
condizioni; quale?
y
A
y ¼ ðex 1Þ3
A
y ¼ ln3 x
I < 1
B
B
1 < I < 0
C
y ¼ x 3 ex
C
0<I<1
D
1 x3
y¼
1 þ x3
D
I>1
O
x
169 Quanto vale
Þ
166 La somma di due numeri reali positivi è 10. Qual
Þ
è il massimo valore possibile del prodotto di uno di essi per il quadrato dell’altro?
2000
4000
A 2000
B 4000
C
D
27
27
Il grafico tracciato qui sotto a quale delle seguenti
funzioni appartiene?
167
Þ
1
dx verifica una delle seguenti
x
ð0
x
e 2 dx?
ln 4
A
0
C
2
B
1
D
4
170
Þ
Sia FðxÞ la primitiva di f ðxÞ ¼
FðeÞ ¼ 1. Quanto vale Fðe4 Þ?
A
10
C
20
B
12
D
22
x
Il valore medio della funzione f ðxÞ ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
25
x2
nell’intervallo [0, 4] è:
y
171
Þ
x
O
A
0
C
1
B
1
2
D
3
2
L’area della regione di piano limitata dal grafico
della funzione y ¼ ln x, dall’asse x e dalla retta di equazione x ¼ e è:
172
Þ
A
B
x2 1
y¼ 2
x 4
y¼e
x2 1
x2 4
308
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
ln2 x
tale che
x
C
D
x2 1
y ¼ ln
x2 4
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x2 1
y¼
x2 4
A
1
B
2
C
e
D
un valore diverso dai precedenti
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
A
174
Þ
A
B
Le linee di livello della funzione z ¼ x2 2y 1 sono:
rette
B
parabole
C
ellissi
D
iperboli
La funzione z ¼ x3 3x2 y 2 presenta nel punto (2, 0):
un punto di minimo relativo
un punto di massimo relativo ma non assoluto
C
D
un punto di massimo assoluto
un punto di sella
Verso l’esame
173
Þ
175 La domanda d di un bene dipende, oltre che dal prezzo p1 del bene stesso, anche dal prezzo p2 di un secondo
Þ
bene e dal reddito r del consumatore, secondo la legge espressa dalla funzione:
d ¼ 8000 þ 4p1 2p2 þ 0,05r
Allora i due beni sono:
A
B
C
D
succedanei
complementari
indipendenti
le informazioni date non sono sufficienti per rispondere
In un problema di scelta, due alternative hanno come modello le seguenti due funzioni, con 1 x 20:
36
þ 2x
alternativa 1: y ¼ 3x
alternativa 2: y ¼
x
Quale delle seguenti affermazioni è corretta?
176
Þ
A
B
C
D
l’alternativa 1 è sempre più vantaggiosa.
l’alternativa 2 è sempre più vantaggiosa.
Se x 6, l’alternativa 1 è sempre più vantaggiosa della 2.
Le due alternative sono indifferenti per x ¼ 6.
177 Data una funzione z ¼ ax þ by þ c, dove a, b, c sono costanti reali con a 6¼ 0 o b 6¼ 0, soggetta a vincoli espresÞ
si da disequazioni lineari nelle variabili x e y, quale delle seguenti affermazioni è vera?
A
B
C
D
Certamente esistono il massimo e il minimo assoluti della funzione, soggetta ai vincoli dati.
Certamente esiste il massimo assoluto della funzione, soggetta ai vincoli dati, ma potrebbe non esistere il minimo assoluto.
Se esistono il massimo e il minimo assoluti, essi vengono raggiunti in punti interni al dominio rappresentato
dal vincolo.
Se esistono il massimo e il minimo assoluti, essi vengono raggiunti sulla frontiera del dominio rappresentato
dal vincolo.
Data una funzione f ðx, yÞ, avente derivate parziali prime e seconde continue, quale delle seguenti uguaglianze è un’identità?
178
Þ
A
f 0x ¼ f 0y
B
f 00xx ¼ f 00yy
C
f 00xy ¼ f 00yx
D
f 00xy ¼ f 00yy
179 Il fabbisogno annuale di un negozio è in media di 500 unità di un determinato bene. Il costo di magazzinagÞ
gio di ogni unità è di 500 euro all’anno, mentre il costo di ogni ordinazione è di 50 euro. Affinché il costo complessivo di gestione del magazzino (comprensivo dei costi di ordinazione e di magazzinaggio) sia minimo, qual è il numero di unità da ordinare ogni volta? E a quanto ammonta il corrispondente costo minimo?
A
B
C
D
numero di unità ¼ 5
numero di unità ¼ 10
numero di unità ¼ 50
numero di unità ¼ 100
costo minimo ¼ 6250 euro
costo minimo ¼ 5000 euro
costo minimo ¼ 13 000 euro
costo minimo ¼ 4350 euro
Un’azienda, per la produzione di un dato bene di cui non può produrre mensilmente più di 500 q, può avvalersi di due diverse linee produttive:
180
Þ
a. la prima linea di produzione comporta un costo di 80 euro al quintale più un costo fisso mensile di 500 euro;
b. la seconda linea di produzione comporta un costo di 70 euro al quintale più un costo fisso mensile di 600
euro.
Il prezzo unitario di vendita (ossia il prezzo al quintale) viene fissato in dipendenza della quantità x (in quintali)
complessivamente prodotta in un mese: precisamente, è uguale a 120 euro, diminuito del 5% (in euro) del numero
309
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Verso l’esame
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
di quintali mensilmente prodotti. Quali sono le funzioni che esprimono l’utile conseguente alla produzione e vendita mensile della quantità x, nelle due linee produttive?
A
y1 ¼ ð120 0,05xÞ ð80x 500Þ, 0 x 500
y2 ¼ ð120 0,05xÞ ð70x 600Þ, 0 x 500
C
y1 ¼ ð120 0,05xÞ ð80x þ 500Þ, 0 x 500
y2 ¼ ð120 0,05xÞ ð70x þ 600Þ, 0 x 500
B
y1 ¼ ð120 0,05Þx ð80x þ 500Þ, 0 x 500
y2 ¼ ð120 0,05Þx ð70x þ 600Þ, 0 x 500
D
y1 ¼ ð120 0,05xÞx ð80x þ 500Þ, 0 x 500
y2 ¼ ð120 0,05xÞx ð70x þ 600Þ, 0 x 500
181
Þ
In un piano cartesiano le soluzioni della disequazione x þ 4y 500 rappresentano:
A
una retta
B
un poligono
C
il semipiano chiuso, delimitato dalla retta di equazione x þ 4y ¼ 500, che contiene il punto di coordinate
(2, 150)
D
il semipiano chiuso, delimitato dalla retta di equazione x þ 4y ¼ 500, che contiene il punto di coordinate
(150, 2)
182 La funzione obiettivo di un problema di programmazione lineare è y ¼ 1000x1 þ 2000x2 ed è soggetta ai vinÞ
coli:
8
2x1 x2 4
>
>
>
< 2x þ x 10
1
2
>
0
x
1
>
>
:
x2 0
Il massimo della funzione obiettivo si ha in corrispondenza del punto di coordinate:
7
A (0, 0)
B (0, 10)
C
,3
2
183
Þ
D
3,
7
2
La funzione che esprime l’utile annuale derivante dalla vendita della quantità x di un certo bene è:
UðxÞ ¼ 1 2
x þ 1500x
4
Inoltre la capacità produttiva annuale massima dell’azienda che produce il bene è di 4000 unità. Nell’ipotesi che
tutta la quantità prodotta venga venduta, qual è la quantità da produrre in un anno per conseguire l’utile massimo?
A
184
Þ
A
B
x ¼ 1000
B
x ¼ 2000
C
x ¼ 3000
D
x ¼ 4000
Un problema di scelta in una variabile si dice continuo quando la variabile indipendente può assumere:
tutti i valori reali di un dato intervallo
tutti i valori interi di un dato intervallo
C
D
tutti i valori razionali di un dato intervallo
nessuna delle risposte precedenti è corretta
Sia z ¼ f ðx, yÞ una funzione continua e dotata di derivate parziali prime continue in tutto R2 . Affinché
ðx0 , y0 Þ sia un punto di estremo relativo per la funzione:
( 0
f x ðx0 , y0 Þ ¼ 0
A la condizione
è necessaria e sufficiente
f 0y ðx0 , y0 Þ ¼ 0
185
Þ
(
B
la condizione
f 0y ðx0 , y0 Þ ¼ 0
(
C
la condizione
la condizione
310
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
f 0x ðx0 , y0 Þ ¼ 0
f 0y ðx0 , y0 Þ ¼ 0
(
D
f 0x ðx0 , y0 Þ ¼ 0
f 0x ðx0 , y0 Þ ¼ 0
f 0y ðx0 , y0 Þ ¼ 0
è sufficiente ma non necessaria
è necessaria ma non è sufficiente
non è né necessaria né sufficiente
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
A
B
C
D
187
Þ
Il dominio della funzione z ¼
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
y 2x 1 è rappresentato nel piano xOy:
Verso l’esame
186
Þ
da una retta
da un semipiano aperto
da un semipiano chiuso
da tutti i punti del piano, esclusi quelli della retta di equazione y ¼ 2x þ 1
Considerata la funzione f ðx, yÞ ¼ 5x4 y 2 þ 2x3 y 2 xy 2y 2 , quale delle seguenti uguaglianze è corretta?
A
@2f
¼ 60x2 y 2 þ 12xy2
@x2
C
@2f
¼ 4x4 y x2 4xy
@x2
B
@2f
¼ 4ðx3 1Þ
@x2
D
@2f
¼ 60x2 þ 12xy2 þ 4y 3
@x2
188
Þ
2y
Data la funzione in due variabili z ¼ e x , quali sono le sue derivate parziali prime?
2y
2e x
x2
A
z0x ¼ B
z0x ¼ 2x e x
2y
2y
2y
e
z0y ¼ 2e x ;
e
z0y ¼ 2y e x
2y
2y
2ye x
x2
C
z0x ¼ D
z0x ¼ z0y ¼ e x
e
z0y ¼
2e x
x
2y
L’insieme dei punti interni alla circonferenza avente centro nell’origine degli assi e raggio 4 rappresenta l’insieme di definizione di quale delle seguenti funzioni?
189
Þ
A
B
190
Þ
A
1
16 x2 y 2
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
f ðx, yÞ ¼ 16 x2 y 2
f ðx, yÞ ¼
La derivata parziale rispetto a x della funzione z ¼
2
5
B
5
2
C
f ðx, yÞ ¼ ln ð16 x2 y 2 Þ
D
f ðx, yÞ ¼ e16x
2
y 2
pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
5x 4y 2 nel punto ð1, 1Þ vale:
C
0
D
non esiste
8
<y x 0
191 Il sistema di disequazioni
y0
ha come insieme delle soluzioni un sottoinsieme di R2 :
Þ
:
xþy3>0
A
B
rappresentato da un poligono
chiuso e non limitato
C
D
vuoto
illimitato e né chiuso né aperto
Un’azienda vende ogni unità di un determinato bene al prezzo di 250 euro. Sapendo che il costo giornaliero
(in euro) relativo alla produzione della quantità x del bene è espresso dalla funzione CðxÞ ¼ 300 þ 100x þ x2 , qual
è la quantità da produrre giornalmente per conseguire il massimo profitto (nell’ipotesi che tutta la quantità prodotta venga venduta)?
192
Þ
A
50
B
75
C
100
D
125
Per la rifinitura di un certo bene, un’azienda può lavorare in proprio (alternativa AÞ oppure affidare il lavoro a
una ditta specializzata (alternativa BÞ. I costi per rifinire una quantità x del bene sono espressi rispettivamente dalle
seguenti funzioni:
193
Þ
CA ðxÞ ¼ 30 000 þ 200x
CB ðxÞ ¼ 350x
L’alternativa B risulta essere:
A
B
sempre più conveniente di A
sempre meno conveniente di A
C
D
più conveniente di A per 0 < x < 200
più conveniente di A per x > 200
8
< x þ 3y 12 0
194
Il
massimo
assoluto
della
funzione
zðx,
yÞ
¼
3x
þ
2y
1
soggetta
ai
vincoli
x0
:
Þ
:
y0
A
è uguale a 10
B
è uguale a 20
C
è uguale a 35
D
non esiste
311
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Verso l’esame
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
QUESITI
Data la funzione costo CðqÞ ¼ 0,01q2 þ 10q þ 400, determina le funzioni costo unitario e costo marginale, illustrandone il significato. Determina poi la quantità da produrre per rendere minimo il costo unitario.
[Costo unitario min ¼ 14 quando q ¼ 200]
5
5
3
2
2
,
196
Determina
i
punti
stazionari
della
funzione
f
ðx,
yÞ
¼
x
4x
xy
y
.
ð0,
0Þ;
Þ
2
4
197 La domanda e l’offerta di un bene sono espresse dalle funzioni:
Þ
195
Þ
d ¼ 400 2p2
e
h ¼ 30p 100
[p ¼ 10; d ¼ 200]
Determina il prezzo di equilibrio e la quantità domandata a tale prezzo.
Individua e rappresenta graficamente il dominio delle due funzioni:
pffiffiffi
rffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
x
x
a. z ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
b. z ¼
2
2
x 2y
x 2y
198
Þ
199
Þ
Individua e rappresenta graficamente il dominio della seguente funzione:
ln ðx þ y 4Þ
z ¼ pffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
16 x2 y 2
Dopo avere dato la definizione di linea di livello, rappresenta alcune linee di livello a scelta della funzione
z ¼ 3x2 þ 3y 6. Utilizzando il metodo delle curve di livello, determina quindi il massimo assoluto della funzio
ne, soggetta al vincolo x þ y ¼ 2.
3
1 5
Max ¼
in ,
4
2 2
200
Þ
201
Þ
Un’operazione di investimento comporta il flusso di cassa rappresentato in tabella:
Scadenza (anni)
0
1
2
Flusso di cassa (euro)
2500
1500
2000
Studia analiticamente e rappresenta graficamente la funzione che esprime il REA dell’operazione, in funzione del
tasso di interesse i. Studia la funzione indipendentemente dalle limitazioni imposte dal problema economico,
quindi metti in evidenza il tratto del grafico che ha significato in relazione a tale problema.
f ðiÞ ¼ 2500 þ
1500
2000
þ
1þi
ð1 þ iÞ2
Fornisci l’esempio di un problema di scelta nel caso continuo e di un problema di scelta nel caso discreto, che
abbia come obiettivo la determinazione del massimo utile, il cui modello matematico sia una funzione di secondo
grado.
202
Þ
203
Þ
Data la funzione z ¼ ln ð4x þ 2y 8Þ, individua e rappresenta graficamente:
a. l’insieme dei punti del piano xOy dove la funzione è definita;
b. l’insieme dei punti del piano xOy dove la funzione è definita e assume valori negativi.
Definisci quando una funzione reale di variabile reale presenta, in un punto x0 in cui è continua, un flesso a
tangente verticale. Fornisci quindi l’esempio di una funzione che presenta un flesso a tangente verticale per x ¼ 3.
204
Þ
In un regime di concorrenza perfetta un’azienda sostiene, per la produzione della quantità q di un certo bene,
un costo complessivo (in euro) espresso dalla funzione CðqÞ ¼ q2 þ 40q þ 900. Determina a partire da quale prezzo
unitario di vendita risulta conveniente per l’azienda entrare nel mercato.
[100 euro]
205
Þ
Dopo aver specificato il significato geometrico di derivata di una funzione in un punto, determina la tangenpffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
te alla funzione y ¼ x2 5x þ 8 nel suo punto di ascissa 1.
1
y ¼ ð11 3xÞ
4
206
Þ
Assegnata la funzione domanda d ¼ 400 3p2 , con 0 p 11, calcola l’elasticità della domanda precisando
se la domanda, per p ¼ 5, risulta elastica, anelastica o rigida.
["d ð5Þ ’ 0,46, la domanda è rigida]
207
Þ
Sia data una funzione f : ða, bÞ ! R. Dai la definizione di derivata della funzione f in un punto x0 2 ða, bÞ.
pffiffiffi
Calcola quindi, in base alla definizione, la derivata della funzione f ðxÞ ¼ x nel punto x ¼ 4.
208
Þ
312
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Illustra le caratteristiche del modello matematico di un problema di programmazione lineare, quindi determina il massimo della funzione z ¼ 200x þ 400y þ 500 soggetta ai seguenti vincoli:
8
x0
>
>
>
<y 0
>
y4
>
>
[Max ¼ 2900 in (4, 4)]
:
3x þ 2y 20
210
Þ
211
Þ
Verso l’esame
Descrivi la procedura per determinare eventuali punti di minimo o massimo vincolato di una funzione di
due variabili, con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange.
209
Þ
Un’azienda può scegliere tra i seguenti due cicli di produzione e vendita di un dato bene.
a. Il primo ciclo comporta un costo fisso mensile di 3625 euro e un costo unitario di 0,5 euro al kilogrammo; la
quantità prodotta verrà venduta a 4 euro al kilogrammo.
b. il secondo ciclo comporta un costo fisso mensile di 1000 euro e un costo variabile unitario di ðx þ 1Þ euro,
essendo x il numero di kilogrammi prodotti; la quantità prodotta verrà venduta a 2 euro al kilogrammo.
Qual è il ciclo migliore al fine di conseguire l’utile massimo, in funzione della quantità prodotta mensilmente
(supponendo che tutta la quantità prodotta venga venduta)?
[Il primo ciclo conviene per x > 50, il secondo per 0 < x < 50, per x ¼ 50 è indifferente]
212
Þ
Determina gli eventuali punti stazionari della funzione z ¼ 4x2 y xy2 þ 4xy e studiane la natura.
1 4
: min
ð0, 0Þ: sella; ð0, 4Þ: sella; ð1, 0Þ: sella; ,
3 3
Un’industria fabbrica due articoli A e B che richiedono rispettivamente 20 e 40 minuti di lavorazione a macchina e 20 e 10 minuti di lavoro manuale. Il tempo massimo di lavoro disponibile in un ciclo produttivo è di 1000
ore per la macchina e di 600 ore per il lavoro manuale. Indicando con x la quantità di articoli del tipo A prodotti
in un ciclo e con y la quantità di articoli prodotti del tipo B, scrivi il sistema che rappresenta tutti i vincoli cui sono
soggette le variabili x e y e rappresenta graficamente tale sistema.
213
Þ
214
Þ
Verifica che lo stimatore media campionaria, in caso di estrazione bernoulliana, è corretto e consistente.
PROBLEMI
215 Un’impresa produce due beni A e B che vende rispettivamente ai prezzi p1 e p2 . La domanda dei due beni è
Þ
espressa rispettivamente da:
x1 ¼ 300 0,6p1 þ 0,1p2
x2 ¼ 250 þ 0,2p1 0,5p2
I costi unitari di produzione sono rispettivamente 60 e 132. Determina le quantità x1 e x2 da produrre e vendere
per avere il massimo profitto complessivo (nell’ipotesi che tutta la merce prodotta venga venduta).
Introdotto il concetto di elasticità della domanda rispetto al prezzo e di elasticità parziale, considera poi la funzione della domanda del bene A e determina il grado di elasticità parziale rispetto al suo prezzo e rispetto al prezzo del
bene B.
(Maturità per ragionieri programmatori, 1995)
[Profitto massimo ’ 70 062,05 per una produzione x1 ’ 124,26 e x2 ’ 113,14]
In un’indagine sulle spese annue delle famiglie per beni di seconda necessità rispetto al reddito annuo si sono
rilevati i dati di sei famiglie tipo; i risultati sono i seguenti:
216
Þ
A
B
C
D
E
F
Redditi (migliaia di euro)
20
30
35
45
50
60
Spese (migliaia di euro)
2
2,4
4
10,8
17
24
Dopo avere descritto il metodo dei minimi quadrati, individua e calcola, mediante tale metodo, una funzione interpolante idonea a rappresentare la distribuzione data.
(Maturità per ragionieri programmatori, 1995)
[Per esempio la funzione di regressione esponenziale, di equazione y ¼ ð0,39Þð1,07Þx ]
313
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Verso l’esame
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Dopo avere dato la definizione di estremi relativi di una funzione reale di due variabili reali e avere esposto il
metodo per la loro ricerca, considera la seguente funzione:
217
Þ
f ðx; yÞ ¼
ax2 xy by2 þ c
xþ1
e determina:
a. i parametri a, b, c in modo che la funzione abbia un estremo relativo in ð2; 1; 1Þ;
b. gli estremi assoluti della funzione ottenuta, con i valori dei parametri trovati, nel triangolo di vertici
1
1
, 1 , ð2, 1Þ, ; 1
2
2
(Maturità per ragionieri programmatori, 1997)
1
1
a. a ¼ , b ¼ 1, c ¼ 0; b. min assoluto ¼ 0 in (0, 0) e max assoluto ¼ 3,25 in , 1
2
2
218
Þ
Dopo aver brevemente trattato dei problemi di scelta in condizioni aleatorie, risolvi il seguente quesito.
a. Un risparmiatore dispone di 10 000 euro da investire in un’operazione finanziaria che prevede un ricavo di
12000 euro con probabilità 0,7 oppure un ricavo di 14 000 euro con probabilità 0,3. Anche la durata
dell’operazione è una variabile aleatoria: la scadenza sarà dopo 2 anni con probabilità 0,4 oppure dopo 4 anni
con probabilità 0,6. Determina il valore medio del guadagno nell’ipotesi che il tasso di investimento sia del 6%.
b. In alternativa, il risparmiatore può investire 10 000 euro in un’altra operazione finanziaria aleatoria che
prevede un ricavo, dopo 3 anni, di 13 000 euro con probabilità 0,8 oppure di 14 000 euro con probabilità 0,2.
Dopo avere determinato, anche in questo caso, il valore medio del guadagno, sempre nell’ipotesi che il tasso di
investimento sia del 6%, stabilisci quale delle due operazioni finanziarie è più conveniente.
(Adattato da un quesito proposto alla maturità per ragionieri programmatori, 1997)
[a. 473,81 euro; b. 1082,97 euro; è preferibile la seconda operazione]
La seguente tabella riporta l’altezza in centimetri e il peso in kilogrammi dei 16 componenti della squadra di
calcio di un istituto tecnico.
219
Þ
Altezza
Peso
Altezza
Peso
Altezza
Peso
Altezza
Peso
183
80
171
68
177
75
174
73
178
74
181
80
176
73
176
73
175
74
169
66
180
77
178
76
181
76
175
72
178
75
180
80
Dopo avere brevemente introdotto il concetto di correlazione statistica, risolvi i seguenti quesiti:
a. rappresenta, in un sistema di assi cartesiani ortogonali xOy, il diagramma di dispersione relativo ai dati della
tabella precedente;
b. determina l’equazione della retta di regressione y ¼ ax þ b con il metodo dei minimi quadrati (y ¼ peso in
kilogrammi; x ¼ altezza in centimetri);
c. calcola il coefficiente di correlazione lineare di Bravais;
d. rappresenta sul grafico di cui al punto a., la retta di regressione trovata;
e. di’ se la retta di regressione trovata passa per il punto (177, 74,5), giustificando la risposta.
(Maturità per ragionieri programmatori, 1997)
[b. y ¼ 0,995 101,65; c. circa 0,946; e. sı̀]
Studia la variazione della funzione f ðxÞ ¼ x3 þ 27x2 96x 200 nell’intervallo 0 x 20, con x reale, e
traccia il suo grafico in un sistema di assi ortogonali xOy. Risolvi poi il seguente quesito.
Un laboratorio artigiano sostiene i seguenti costi giornalieri:
220
Þ
spesa fissa di 200 euro;
spesa di produzione, dipendente dal numero n di oggetti prodotti, uguale a n2 27n þ 250 (espressa in euro)
per ogni pezzo prodotto.
Determina il costo totale CðnÞ (espresso in euro) per la produzione di n pezzi. Sapendo che ciascun oggetto è venduto a 154 euro, calcola il ricavo totale giornaliero.
Determina inoltre l’utile UðnÞ (espresso in euro) realizzato con la vendita di n pezzi al giorno.
314
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
(Adattato da un quesito proposto alla maturità per ragionieri programmatori, 1997)
[La funzione f presenta un punto di minimo in ð2, 292Þ e uno di massimo in ð16, 1080Þ;
CðnÞ ¼ n3 27n2 þ 250n þ 200; UðnÞ ¼ n3 þ 27n2 96n 200;
max utile ¼ 1080 euro per una produzione di n ¼ 16 pezzi al giorno]
Verso l’esame
Determina infine il numero di pezzi che il laboratorio deve produrre giornalmente per realizzare il massimo utile.
Il modello matematico di programmazione lineare riferito a una certa azienda che produce gli articoli alfa e
beta risulta cosı̀ strutturato:
221
Þ
funzione obiettivo di utile: z ¼ 200 000x1 þ 100 000x2
vincoli tecnici dipendenti dalla disponibilità di fattori (produzione settimanale):
8
>
< 28x1 þ 7x2 168
3x1 þ 3x2 42
>
:
7x1 þ 14x2 84
x1 0
vincoli di segno:
x2 0
Dopo avere esposto i metodi di risoluzione dei problemi di programmazione lineare in due o tre variabili:
a. costruisci il grafico che evidenzi il campo di scelta di tutte le possibili soluzioni del problema;
b. calcola il valore di z (utile) in corrispondenza del poligono di scelta e determina la soluzione che rende
massima la funzione obiettivo;
c. considerando che gli articoli alfa e beta non possono essere frazionati, ricerca la soluzione ottima a
coordinate intere.
(Maturità per ragionieri programmatori, 1998)
b. Utile max ’ 1 371 428,57 per x1 ¼
36
24
e x2 ¼
; c. x1 ¼ 5, x2 ¼ 3
7
7
Nove studenti universitari, scelti a campione, sono stati classificati secondo i voti conseguiti in due esami differenti, tra i quali sussiste una certa relazione logica. I dati sono riportati nella seguente tabella:
222
Þ
Studenti
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Voto di economia (x)
18
23
26
23
22
19
18
20
21
Voto di matematica (y)
22
21
30
18
24
18
23
19
24
Dopo aver esposto i possibili criteri per adattare una retta a rappresentare una nuvola di punti:
a. rappresenta il diagramma di dispersione dei voti delle due materie;
b. determina l’indice di correlazione lineare di Bravais-Pearson, specificandone il significato statistico;
c. determina le due rette di regressione, di y in funzione di x e di x in funzione di y, e calcolane l’indice di
determinazione;
d. rappresenta le due rette di regressione;
e. sulla base del modello di regressione ottenuto, stima il voto in matematica corrispondente al voto di
economia x ¼ 25 e il voto di economia corrispondente al voto di matematica y ¼ 27.
(Maturità per ragionieri programmatori, 1998)
[b. Circa 0,49; c. y ¼ 0,7012x þ 7,3086 e x ¼ 0,3472y þ 13,4342, indice di determinazione ’ 0,2434;
e. y ’ 24,84 e x ’ 22,81]
Un’impresa produce due beni A e B, che vende in un mercato di libera concorrenza. Indicate con x e y le
quantità prodotte, rispettivamente del bene A e del bene B, l’impresa è in grado di esplicitare la seguente funzione
costo totale di produzione:
223
Þ
Cðx, yÞ ¼ 2x2 þ y 2 þ 2xy
Sapendo che i prezzi di vendita unitari dei due beni sono di 8000 euro per A e 5000 euro per B, ottimizza il profitto
globale dell’impresa.
(Adattato da un quesito proposto alla maturità per ragionieri programmatori, 1998)
[Profitto massimo ¼ 8 500 000 euro per una produzione di quantità x ¼ 1500 e y ¼ 1000]
315
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Verso l’Università
Verso l’Università
Trova gli eventuali punti di massimo, minimo e sella della seguente funzione di due variabili:
pffiffiffi
f ðx, yÞ ¼ x2 y þ x2 þ 2y 2 þ 2
1
Þ
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Udine, 2011)
2
Þ
[(0, 0): min; ð2, 1Þ: sella]
Rappresenta graficamente nel piano cartesiano xOy il dominio della funzione:
f ðx, yÞ ¼ ln
x2 y
1 x2
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Pavia, 2007)
3
Þ
Determina la natura dei punti stazionari della funzione:
f ðx,yÞ ¼ y þ e1þxy
[ðe1 , 0Þ: sella]
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Pavia, 2007)
4
Þ
Determina graficamente nel piano cartesiano xOy il dominio della funzione:
f ðx, yÞ ¼ log ½xðy þ x2 Þ
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Pavia, 2008)
5
Þ
Determina i punti stazionari della funzione:
f ðx, yÞ ¼ 2x3 2y 3 3x2 þ 6y
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Pavia, 2008)
6
Þ
[ð0; 1Þ ; ð1; 1Þ]
Determina la natura dei punti stazionari della funzione:
f ðx, yÞ ¼ x2 ð1 þ y 2 Þ x
1
, 0 : min
2
2
, 1 : sella
3
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Pavia, 2009)
Rappresenta nel piano cartesiano il dominio della funzione:
sffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffi
y x2
f ðx, yÞ ¼
4 x2 y 2
7
Þ
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Pavia, 2009)
8
Þ
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ 2ln ð3x yÞ 6x þ y 2 :
a. determina e rappresenta il dominio della funzione;
b. individua gli eventuali punti stazionari e stabiliscine la natura.
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Luiss, gennaio 2010)
b.
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ 2x2 y 3 þ 4xy, determina gli eventuali punti stazionari e individuane la natura.
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Torino, luglio 2011)
4
4
,
: minimo
(0, 0): sella;
3
3
9
Þ
Data la funzione f ðx, yÞ ¼ x3 2y 2 2xy, determina gli eventuali punti stazionari e individuane la natura.
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Torino, febbraio 2011)
1 1
: massimo
(0, 0): sella; ,
3 6
10
Þ
11
Þ
Determina la natura dei punti stazionari della funzione:
f ðx, yÞ ¼ ðx y 2 Þex
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Pavia, 2008)
[(1, 0): massimo]
Rappresenta nel piano cartesiano il dominio della seguente funzione e calcolane le derivate parziali prime:
x
f ðx, yÞ ¼ x ln
y
x
x
f 0x ¼ 1 þ ln , f 0y ¼ (Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Pavia, 2008)
y
y
12
Þ
316
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Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Il costo di un impianto industriale per controllare le emissioni di sostanze tossiche è dato da:
Cðx, yÞ ¼ 100x2 þ 100y 2 10x2 ðy 1Þ 500y þ 100 000
dove x rappresenta la riduzione in kilogrammi al giorno di emissioni di zolfo e y rappresenta la riduzione in kilogrammi al giorno in emissioni di piombo. La massima riduzione giornaliera possibile è di 5 kg per le emissioni di
zolfo e di 10 kg per le emissioni di piombo. Calcola le quantità x e y che rendono minima la funzione di costo.
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Parma, settembre 2010)
[x ¼ 0, y ¼ 2,5]
Verso l’Università
13
Þ
Il profitto annuo (in migliaia di euro) che un coltivatore diretto può trarre da un suo campo è dato dalla funzione:
14
Þ
Pðq1 , q2 Þ ¼ 3q21 q22 þ 2q1 q2 þ 6q1 þ 2q2 1
dove q1 e q2 rappresentano rispettivamente i quintali di soia e di grano coltivati in un anno.
a. Calcola il profitto marginale relativo alla soia e al grano per un livello di produzione di 1 q di soia e 3 q di
grano. Interpreta i risultati ottenuti.
b. Grazie agli incentivi della Comunità Europea, il coltivatore decide di produrre una quantità di grano doppia
rispetto alla soia. In corrispondenza di tale scelta, determina i livelli di produzione di soia e di grano per i quali
si ha il massimo profitto e calcola il profitto massimo corrispondente.
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Parma, aprile 2009)
[a. 6, 2; b. q1 ’ 1,67 e q3 ’ 3,33, profitto massimo ’ 7333,33 euro]
Il profitto annuo (in migliaia di euro) che un coltivatore diretto può trarre da un suo campo è dato dalla funzione:
15
Þ
Pðq1 ; q2 Þ ¼ 4q21 2q22 þ 7q1 q2 þ q1 þ 2q2 1
dove q1 e q2 rappresentano rispettivamente i quintali di soia e di grano coltivati in un anno.
a. Calcola il profitto marginale relativo alla soia e al grano per un livello di produzione di 1 q di soia e 2 q di
grano. Interpreta i risultati ottenuti.
b. Grazie agli incentivi della Comunità Europea, il coltivatore decide di produrre una quantità di grano tripla
rispetto alla soia. In corrispondenza di tale scelta, determina i livelli di produzione di soia e di grano per i quali
si ha il massimo profitto e calcola il profitto massimo corrispondente.
(Matematica generale, Facoltà di Economia, Università di Parma, aprile 2009)
[a. 7, 1; b. q1 ¼ 3,5 e q3 ¼ 10,5, profitto massimo ¼ 11 250 euro]
317
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Risposte alle prove di autoverifica
Risposte
alle prove di autoverifica
Unità 1
1. Vedi la figura qui sotto.
5. Le curve di livello sono le circonferenze di equazione
x2 þ y 2 4x ¼ k; esse esistono per k 4. Le curve di livello ottenute assegnando a k i valori interi compresi tra
4 e 6 (inclusi) sono rappresentate nella figura qui sotto.
In particolare, per k ¼ 4 la curva di livello è costituita da
una circonferenza degenere nel punto di coordinate
ð2, 0Þ.
y
6
5
4
3
2
1
–3 –2 –1
–1
–2
y
x
O
1 2 3 4 5
k=6
2. Vedi la figura qui sotto.
y
6
5
4
3
2
1
O
x
x
O
–4 –3 –2 –1
–1
–2
(2, 0)
k = –4
1 2 3 4
6. z ¼ x 5y þ 6
7. Max ¼ 3 in ð1, 2Þ; min ¼ 81 in ð3, 0Þ
3. Vedi la figura qui sotto.
8. Max ¼ 40 in ð4, 2Þ e min ¼ 5 in ð2, 1Þ
9. q1 ¼ 10, q2 ¼ 7, utile massimo ¼ 4390 euro
y
5
10. q1 ¼ 20, q2 ¼ 50, U ¼ 3000
4
3
Unità 2
2
1
–2 –1
–1
1. a. x ¼ 432,69 kg (arrotondando alla seconda cifra decimale); b. x ¼ 400 kg
x
O
1
2 3
4
2. 42 lotti, 9616 euro
3. 7 lotti, 1800 euro
4. 120 kg, 480 euro
5. Per 0 x 48 non conviene né il processo A né il
processo B (utile negativo o nullo), per 48 < x < 60 conviene il processo B; per x > 60 conviene il processo A; per
x ¼ 60 i due processi A e B sono equivalenti.
4. Vedi la figura qui sotto.
3
y
2
Unità 3
1
x
–3
–2 –1 O
–1
–2
–3
318
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
1
2
3
1. a. A ¼ 1510 euro, B ¼ 2175 euro, C ¼ 1400 euro,
conviene il processo B; b. conviene il processo B.
2. È preferibile l’alternativa D.
3. a. V1 ¼ 80 419,48 euro e V2 ¼ 80 633,21 euro, conviene il mutuo; b. TIR1 ¼ 7,87%, TIR2 ¼ 7,96%, conviene il
mutuo.
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
1. V, F, V, F, F.
2. Fig. A
3. Fig. B
4. Fig. C
5. Fig. D
y
y
y = −x + 2
x − 2y − 1 < 0
O
x
O
y ≤ −x + 2
x
x − 2y − 1 = 0
Figura A
Risposte alle prove di autoverifica
Unità 4
Figura B
y
y
y = − 2x − 2
A(0, 3)
O
x
O
C(4, 0)
y = x −2
x
B(– 4, –2)
Figura C
8
(
>
< x 1
1<x<4
6.
y 2
7.
>
2<y<3
:
y x þ 3
Figura D
8. Programma ottimo: 6 oggetti del tipo A e 12 del tipo B.
30 x
del tipo B,
2
essendo x un numero pari con 0 x 6. Pertanto si ha profitto massimo in corrispondenza di tutte le programmazioni
rappresentate dalle seguenti coppie ordinate (l’ascissa è il numero di oggetti del tipo A e l’ordinata il numero di oggetti
del tipo B): (0, 15); (2, 14); (4, 13); (6, 12).
9. Il profitto è massimo per ogni programmazione che prevede la produzione di x oggetti del tipo A e
Unità 5
1
2
1
, pðBÞ ¼ e pðA \ BÞ ¼ . Poiché pðA \ BÞ ¼ pðAÞpðBÞ, i due eventi A e B sono indipendenti.
2
3
3
8
3. a. 6,8%; b.
’ 47%
4. V, F, V, V, V
17
1. Risulta pðAÞ ¼
2.
3
50
Unità 6
1. V, V, F, V, F
4
1
, EðT3 Þ ¼ , quindi lo stimatore corretto è T1 .
3
6
4. 7,95 cm 8,40 cm circa
2. Risulta EðT1 Þ ¼ , EðT2 Þ ¼
3. 68% p 76% circa
5. Bisogna determinare n in modo che la semiampiezza dell’intervallo di confidenza sia minore o uguale al 5%. Questa
1
5
condizione è certamente soddisfatta scegliendo il minimo intero n per cui risulta z1 2 pffiffiffi 100
2 n
Si trova n ¼ 385.
6. Le ipotesi da verificare sono H0 : ¼ 96ð¼ 0 Þ contro H1 : > 96. L’ipotesi nulla è da rifiutare se il valore osservato è
x 0
102 96
pffiffiffi ¼
pffiffiffiffiffiffi ’ 2,37 e z1 ¼ z0,95 ’ 1,64, e dunque u > z1 , rifiutiamo l’ipotale che u > z1 . Poiché risulta u ¼
= n
8= 10
tesi nulla. Al livello di significatività del 5% possiamo allora affermare che il concime fa aumentare la crescita media delle
piante.
319
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Indice analitico
Indice analitico
A
analisi
– dei punti stazionari, 28
– marginale, 87
angoli, 158
ascissa, 6
B
beni
– complementari, 24
– indipendenti, 24
– sostituti, 24
– succedanei, 24
campionamento, 229, 231
– bernoulliano, 229
campione casuale, 231
condizione
– di certezza, 83
– di incertezza, 83
conica, 2
criterio
– del maximin, 132
– del minimax, 132
– del pessimista, 132
– del REA, 122
– del TIR, 123
– del valore medio, 129
– dell’attualizzazione, 121
– dell’onere medio annuo, 128
– dell’ottimista, 133
– della valutazione del rischio, 131
curva di livello, 11-12
D
derivata parziale
– mista, 19
– prima, 17 sgg.
– seconda, 19
deviazione standard di una variabile
aleatoria discreta, 131
diagrammi ad albero, 208
disequazioni
– in due variabili o incognite, 2
– lineari in due incognite, 159
distanza tra due punti nello spazio, 8
doppia superficie conica, 14
E
elasticità, 23
– incrociata, 24
– parziale, 24
ellissoide, 13
equazione di un piano
– nello spazio, 8
– passante per un punto dato, 8
equazione di una retta nello spazio, 8, 9
errore
– del primo tipo, 245
– del secondo tipo, 245
esperimento casuale, 229
estrazione campionaria, 231
320
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
eventi
– incompatibili, 200
– indipendenti, 205
evento, 200
– certo, 200
– contrario, 200-201
– elementare, 200
– impossibile, 200
– intersezione, 200
– unione, 200-201
F
fattori di produzione, 36
formula di Bayes, vedi teorema di Bayes
frequenza campionaria, 232
funzione continua, 16
– in un punto, 15
funzione derivabile, 19
funzione di Cobb-Douglas, 36
funzione di due variabili, 10
– dominio, 10
– dominio naturale, 10
funzione di elasticità, 24
funzione di n variabili, 10
funzione di utilità, 40
funzione obiettivo, 82
funzioni marginali, 22-23
G, H
gestione delle scorte, 89
gradi di libertà, 238
hessiano, 28
I
inferenza, 229
insieme,
– aperto, 6
– chiuso, 6
– illimitato, 6
– limitato, 6
intervallo di confidenza, 234
– per la proporzione, 242
– per la stima della media (popolazione
non normale), 241
– per la stima della media (popolazione
normale), 237, 239
intorno (circolare), 5
iperboloide
– a due falde (o ellittico), 14
– a una falda (o iperbolico), 13
ipotesi
– alternativa, 244
– nulla, 244
isoquanto, 39
L
lagrangiana, 31
limite di una funzione di due variabili, 14
linea di livello, vedi curva di livello
livello
– di confidenza, 235, 237
– di significatività, 235, 246
M, N
magazzinaggio, 89
massimo vincolato, 29
minimo vincolato, 29
massimo
– assoluto, 26
– assoluto in un insieme chiuso e
limitato, 32
– libero, 26
– relativo, 25
media campionaria, 231
metodo
– dei moltiplicatori di Lagrange, 30
– del simplesso, 166
– delle curve di livello, 33
– di sostituzione, 30
minimo
– assoluto, 26
– assoluto in un insieme chiuso e
limitato, 32
– libero, 26
– relativo, 25
moltiplicatore di Lagrange, 31
O
ordinata, 6
ottante, 6
P
paraboloide
– ellittico, 13
– iperbolico, 13
partizione (di uno spazio campionario),
206
piano tangente a una superficie, 20, 22
poligoni, 2, 158
popolazione, 231
– normale, 235
prezzi ombra, 32
probabilità
– composte, 203 sgg.
– condizionata, 203, 205
– definizione classica, 200
problema
– dei trasporti, 167
– delle scorte, 89
problemi di programmazione lineare
– in due incognite, 161
– in più di due incognite, 166
problemi di scelta, 82
– continui, 83
– con effetti differiti, 83, 121
– con effetti immediati, 83
– discreti, 83
– tra più alternative, 93
programmazione lineare, 161
– schema, 163
punti di estremo
– assoluto, 26
– relativo, 25, 27
punti di indifferenza, 93
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Q
quadriche, 13
quantile, 234
– tavola, 239-240
quota, 6
R
regione
– di accettazione, 246
– critica, 246
regione ammissibile, 82
regola del prodotto (probabilità), 205
ricerca operativa, 82
risultato economico attualizzato (REA),
121
S
semipiani, 2, 157
sistema di riferimento cartesiano
ortogonale nello spazio, 6
– destro, 6
– sinistro, 6
sistemi di disequazioni lineari in due
incognite, 159
sottoinsiemi di R2 , 2
spazio campionario, 200
statistica
– descrittiva, 229
– inferenziale, 229
statistica-test, 246
stima, 232
– di un parametro, 229
– intervallare, vedi stima per intervallo
– per intervallo, 230, 234
– precisione, 238
– puntuale, 230, 232
stimatore, 232
– consistenza, 232
– correttezza, 232
– efficienza, 232
strisce, 158
T, U
– di programmazione lineare, 163
– di Schwarz, 19
– di Weierstrass, 26
test
– a due code, 250
– a una coda, 250
test bilaterali, vedi test a due code
test statistici, 244
test unilaterali, vedi test a una coda
t-Student, 238
Indice analitico
punto
– di accumulazione, 5
– di frontiera, 5
– esterno, 5
– interno, 5
punto di massimo
– assoluto, 26
– relativo, 25
punto di minimo
– assoluto, 26
– relativo, 25
punto di sella, 27
punto medio di un segmento nello
spazio, 8
punto stazionario, 27
V, Z
valore attuale netto (VAN), 121
valore medio di una variabile aleatoria
discreta, 129
valore osservato, 247
valori critici, 248
variabili
– d’azione, 82
– di decisione, 82
varianza campionaria, 232
– corretta, 233
varianza di una variabile aleatoria
discreta, 131
verifica di ipotesi, 244, 249, 251 sgg.
vincoli, 82
– di segno, 82
– tecnici, 82
tasso interno di rendimento (TIR), 123
teorema
– della probabilità totale, 207
– di Bayes, 209
321
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
APPUNTI
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
322
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
APPUNTI
323
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
APPUNTI
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
324
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
APPUNTI
325
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
APPUNTI
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
326
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
APPUNTI
327
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
APPUNTI
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
328
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
APPUNTI
329
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
Cognome: MASTINO
Nome: MARIANNA
Codice Fiscale: MSTMNN00R54I452P
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