mag Mangiare, approfondire, gustare RICETTE 22 idee inedite per un'estate super facile! INTERVISTE Telmo Plevani: "L'uomo è il nuovo asteroide? Non è detto" VIAGGI Tour in Italia alla scoperta delle più belle librerie eco e green n.14 LUGLIO/AGOSTO 2021 LIBRI La bicicletta? È un sentimento rivoluzionario con Le Breton Arthur Conan Doyle — scrittore 1859-1930 Lo stolto guarda il jet di Federica Giordani Vegolosi MAG n. 14— luglio / agosto 2021 Vegolosi.it è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano, n. 231 del 07/06/2013 Editore: Viceversa Media Srl Direttore: Federica Giordani Redazione: Silvia De Bernardin, Simone Paloni, Valentina Pellegrino. Ricette: Sonia Maccagnola Hanno collaborato: Elena Benearrivato - redattrice, Tiziana Caretti - redattrice, dott.ssa Denise Filippin - biologa nutrizionista esperta in alimentazione a base vegetale, dott.ssa Lorenza Franciosi - PharmD, PhD e consulente nutrizionale, Sara Grassi Sgarban - redattrice, Giovanna Lattanzi - Orto Strabilia, dott.ssa Benedetta Raspini - biologa nutrizionista specialista in scienza dell’alimentazione Benedetta Rutigliano - redattrice Fotografie e illustrazioni: Vegolosi.it, Adobe Stock, Unsplash Contatti: scrivici@vegolosi.it Pubblicità: commerciale@viceversamedia.it www.vegolosi.it Facebook: vegolosi Instagram: @vegolosi.it Youtube: Vegolosi.it Dove acquistare gli altri numeri: su vegolosi.it e negli store online Abbonamento annuale 2021: lo trovi SOLO qui. Se non l’avete vista, c’è una foto che voglio descrivervi. Sette rappresentanti delle democrazie più ricche del mondo si trovano in un hotel, mangiano carne locale e aragoste e guardano uno spettacolo con jet che sfrecciano nel cielo. La foto ufficiale, una delle tante, mostra i leader dello scorso G7 svoltosi in Cornovaglia, in gruppo, mentre scrutano il cielo, stringendo fra le mani chi un bicchiere, chi una bottiglia. Si doveva discutere di molte cose, fra le quali anche della crisi climatica. Di fatto, si è concluso poco, e a dirlo sono le associazioni ambientaliste. Greenpeace, per esempio, ha emesso una nota stampa che si conclude così: «Boris Johnson e i suoi colleghi leader hanno nascosto la testa nella sabbia della Cornovaglia piuttosto che affrontare la sfida ambientale che tutti noi abbiamo di fronte». Altre dichiarazioni parlano di «disco rotto», altre di «parole vuote». Quello che manca sono impegni finanziari veri per porre fine all’uso, per esempio, dei combustibili fossili, e prese di posizione reali per proteggere la biodiversità. Del ruolo dell’alimentazione, come era ovvio, nessuna traccia. Il naturalista e divulgatore scientifico David Attenborough ha dichiarato in un video realizzato proprio in occasione del G7: «Abbiamo visto durante la pandemia cosa possiamo fare insieme se abbiamo un obiettivo e un’urgenza. La crisi climatica è una questione politica tanto quanto tecnologica, serve la volontà di affrontarla». Eppure, quella foto vede sì un gruppo apparentemente coeso e «libero» dal negazionismo di Trump, ma che fissa sorridente la propria contraddittorietà: la carne nei piatti, i jet che sfrecciano per intrattenere e quelli per viaggiare. Una foto, questa, che lascia molta amarezza e la sensazione che la prossima Conferenza 2021 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma per novembre non porterà nulla di nuovo perché è la cultura di base sul che cosa sia davvero “l’ambiente” a mancare. Greta Thunberg, nel cortometraggio For Nature, piatta e diretta, dice: «Non vediamo più i collegamenti fra il nostro benessere e lo stato del pianeta ma mi piacerebbe poter unire tutti questi punti perché, ammettiamolo, se non lo facciamo, siamo fottuti». Già. Sommario Clicca sulle foto per andare alla pagina corrispondente! Antipasti 10 Primi piatti 24 Con consigli nutrizionali Secondi e contorni 34 4 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Dolci 47 Cheek to cheek, scuola di cucina con chef Sonia: conservazione in dispensa 58 3 7 EDITORIALE 63 LA SPESA DI STAGIONE 65 Lo stolto guarda il jet COME GINGER & BREAD L’abbinamento del mese 8 56 58 61 RICETTARIO: 22 IDEE Con le tips nutrizionali della dott.ssa Raspini RICETTE DAL MONDO CHEEK TO CHEEK Conservazione in dispensa LE NOSTRE RICETTE FATTE DA VOI STO UNA CREMA A cura della dott.ssa Franciosi 68 NON SIAMO (PER FORZA) CATASTROFE 72 78 84 GIOIELLI SOSTENIBILI I PARADISI DELLA CARTA UN SENTIMENTO CHIAMATO BICICLETTA 90 IL FUTURO È SOLARPUNK Mi fa bene perché: il riso 63 68 95 BRICIOLE Le notizie per non perdere la strada in un mondo che cambia LIBRI DIVORABILI Consigli di lettura di tutti i generi 96 ZERO WASTE Giochiamoci la carta giusta 97 L'ORTICELLO Il "frutto" di giugno 98 «LA FERMENTAZIONE? METAFORA FILOSOFICA DELLA VITA» 88 Non siamo (per forza) catastrofe: intervista a Telmo Pievani 94 MI FA BENE PERCHÉ A cura della dott.ssa Filippin 99 OROSCOPORRIDGE L'oroscopo "a cucchiaiate" di questo mese MITI DA SFATARE Contro le fake news con un tocco di ironia Sto una crema: gli integratori 65 Gioielli sostenibili: splendere con consapevolezza 72 I paradisi della carta Oroscoporridge: un cucchiaio di humor e un pizzico di stelle 78 98 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 5 La spesa di stagione La frutta e la verdura da comprare a luglio e agosto, per mangiare meglio e spendere meno Verdura Bietola, carote, cavolo cappuccio, cetrioli, cicoria, fagiolini, finocchi, indivia, lattuga, melanzane, peperoni, piselli, pomodori, porri, rape, ravanelli, rucola, sedano, taccole, valerianella, zucchine Frutta Albicocche, amarene, anguria, ciliegie, fichi, fichi d’India frutti di bosco, limoni, mele, meloni, nespole, pere, pesche, prugne, susine, uva. Come Ginger & Bread La coppia di ingredienti che ci ha rubato il cuore questo mese è... Pesche & cocco! Prova l'abbinamento con questa pasta: clicca qui per leggere la ricetta! 8 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Le ricette di luglio e agosto La tavola dell'estate è un tripudio di colori e sapori freschi e genuini, tutti da gustare Consigli nutrizionali a cura della dottoressa Benedetta Raspini, biologa nutrizionista specialista in Scienza dell’alimentazione luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 9 Antipasti senza: frutta secca Fiori di zucca ripieni PREP: 30 MIN. | COTTURA: 10 MIN. | TEMPO TOT.: 40 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: MEDIA INGREDIENTI 12 fiori di zucca 150 g di tofu alle erbe 30 g di pomodori secchi sott’olio ½ cucchiaino di alghe miste 2 cucchiai di olio 150 g di farina 0 150 g di acqua fredda 1 presa di sale Olio per friggere STRUMENTI Tritatutto Sac à poche Ragno per frittura IL CONSIGLIO DELLA NUTRIZIONISTA I fiori di zucca contengono solo 12 kcal per 100 grammi; le fibre e l'acqua contenute al loro interno li rendono dei potenziali alleati del nostro intestino, mente la scarsa presenza di grassi fa sì che siano adatti anche agli individui che presentano problemi di colesterolo. Si cucina! Come prima cosa frullate nel tritatutto il tofu alle erbe con i pomodori secchi, una presa di sale, le alghe miste e l’olio fino a ottenere una crema abbastanza omogenea, andrà benissimo anche se restano dei pezzettini di pomodori interi. Farciamo i fiori di zucca Poi occupatevi dei fiori: puliteli bene, eliminate i gambi, staccate le escrescenze laterali e con una pinzetta strappate il pistillo interno, cercando di aprire ogni singolo fiore con estrema delicatezza per evitare di romperlo. Una volta puliti tutti i fiori di zucca versate la farcia in una sac à poche e riempite ogni fiore solo alla base e adagiateli man mano su un piatto. Passiamo i fiori nella pastella Scaldate l’olio per friggere e nel frattempo versate in una ciotola la farina 0 con una presa di sale e aggiungete l’acqua fredda a filo mescolando con una frusta, in modo da formare una pastella abbastanza densa. Passate ogni singolo fiore nella pastella, cercando di ricoprirlo bene e arrotolando su se stessa la punta di ogni fiore in modo da assicurarvi che sia ben sigillato e il ripieno non possa uscire. Friggiamo Immergete i fiori man mano nell’olio ben caldo e lasciateli cuocere qualche minuto fino a che saranno belli dorati, poi prelevateli con un ragno per frittura e adagiateli su un piatto coperto di carta assorbente a perdere l’olio in eccesso. Gustateli subito ben caldi e croccanti. Conservazione Vi consigliamo di consumare al momento questi fiori di zucca fritti per gustarli croccanti e fragranti. Consiglio vegoloso Al posto dei pomodori secchi potete insaporire il ripieno di questi fiori di zucca con un cucchiaio di capperi. 10 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 11 12 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Antipasti senza: soia Pomodorini ripieni di frutta secca alle erbe e limone PREP: 35 MIN. | COTTURA: 10 MIN. | TEMPO TOT.: 45 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: MEDIA INGREDIENTI 600 g di pomodorini 90 g di frutta secca (noci, nocciole, pinoli) 1 cucchiaio di erbe miste 2 cucchiai di pangrattato 1 cucchiaio di uvetta Scorza di ½ limone Sale e pepe Olio extravergine d'oliva STRUMENTI Tritatutto, Placca da forno Tappetino da forno in silicone IL CONSIGLIO DELLA NUTRIZIONISTA I pinoli sono un'ottima fonte di minerali, vitamine e acidi grassi alleati della salute cardiovascolare; i loro grassi monoinsaturi, infatti, possono aiutare a ridurre il colesterolo "cattivo". Sono, inoltre, ricchi di vitamina E e manganese, molecole antiossidanti che aiutano a contrastare l’invecchiamento cellulare. All'acido pinoleico viene attribuita la capacità di ridurre la fame agendo su due ormoni che lavorano come soppressori dell'appetito. Si cucina! Iniziate ammollando l’uvetta in una ciotolina con dell’acqua calda. Lavate quindi i pomodorini, tagliate la calotta superiore e scavate l’interno con un piccolo cucchiaino. Prepariamo il ripieno Tritate nel tritatutto la frutta secca fino a ottenere una granella non troppo fine. Su un tagliere tritate la polpa dei pomodorini (sgocciolata dall’acqua e dai semini) insieme all’uvetta, e riunite quindi tutti gli ingredienti del ripieno in una ciotola: la frutta secca, la polpa dei pomodorini con l’uvetta, il pangrattato, il misto di erbe, la scorza di limone, sale, pepe e un goccio di olio e mescolate bene. Farciamo i pomodorini Riempite con un cucchiaino i pomodorini fino all’orlo, disponendoli man mano su una placca da forno ricoperta con un tappetino in silicone, conditeli con un pizzico di sale e un giro d’olio e infornateli in forno statico preriscaldato a 200°C per 10 minuti, giusto il tempo di far ammorbidire i pomodorini e dorare la superficie. Sfornateli, lasciateli raffreddare un paio di minuti, quindi serviteli caldi o tiepidi. Conservazione Potete conservare questi pomodorini ripieni 3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso La cottura in forno non è obbligatoria, potete tranquillamente gustare questi pomodorini ripieni anche freddi. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 13 Antipasti senza: glutine | soia Hummus alle melanzane arrostite PREP: 10 MIN. | COTTURA: 30 MIN. | TEMPO TOT.: 40 MIN. DOSI PER: 4-6 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 250 g di ceci cotti 1 melanzana da 380-400 g 3-4 cucchiai di tahina Succo di ½ limone 1 spicchio di aglio ½ cucchiaino di paprika forte ½ cucchiaino di origano ½ cucchiaino di cumino Sale e olio STRUMENTI Placca da forno Tritatutto Si cucina! Lavate bene la melanzana, tagliatela a metà e con un coltellino ben affilato incidetene la polpa. Spennellate con qualche cucchiaio di olio extravergine d'oliva, a cui avrete aggiunto la paprika e l’origano, salate e infornate in forno statico a 220°C per 30 minuti, o fino a che la polpa della melanzana risulterà bella morbida. Preleviamo la polpa della melanzana Una volta sfornata la melanzana, lasciatela intiepidire leggermente, poi con un cucchiaio prelevate la polpa che si staccherà con facilità dalla buccia sottostante. Frulliamo Riunite nel tritatutto i ceci, le melanzane, la tahina, il succo di limone, l’aglio, il cumino e un pizzico di sale e frullate fino a formare una crema perfettamente liscia. Se avete tempo, lasciatela riposare in frigorifero per almeno un’ora poi servitela decorando la superficie con un po' di paprika, un goccio di olio e del prezzemolo tritato, se lo gradite. Conservazione Potete conservare questo hummus 3-4 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Per accelerare i tempi di cottura potete tagliare la melanzana a cubetti e saltarla in padella per circa 15 minuti. 14 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 15 16 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Antipasti senza: glutine | soia Insalata mista con pesche e mandorle PREP: 15 MIN. | TEMPO TOT.: 15 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 100 g di rucola 100 g di insalata gentile 1-2 pesche 1 avocado 40 g di mandorle 2 cucchiai di aceto di lamponi Olio extravergine d'oliva Sale e pepe STRUMENTI Centrifuga per insalata Si cucina! Lavate bene l'insalata, tagliatela a striscioline e asciugatela con l'apposita centrifuga. Lavate e asciugate anche le pesche e tagliatele a fettine abbastanza sottili, infine tagliate l'avocado a cubetti. Condiamo l'insalata In una ciotola raccogliete l'insalata, la rucola, le fettine di pesca, l'avocado e le mandorle tritate grossolanamente al coltello. In un'altra ciotolina preparate un'emulsione con 3 cucchiai di olio, l'aceto di lamponi, sale e pepe e usatela per condire l'insalata. Conservazione Vi consigliamo di preparare e soprattutto condire questa insalata solo al momento del consumo. Consiglio vegoloso IL CONSIGLIO DELLA NUTRIZIONISTA Le proprietà del lampone si trasmettono ovviamente al suo aceto, che risulta molto ricco di vitamina C, antocianine e flavonoidi (soprattutto quercetina e rutina) dal potere antiossidante. Il lampone è il frutto amico delle donne. Infatti, si “prende cura” del benessere femminile, aiutando il buon funzionamento ormonale e dell’apparato urogenitale. Al posto dell'aceto di lamponi potete usare del tradizionale aceto di mele o succo di limone. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 17 Antipasti senza: frutta secca | soia Panzanella PREP: 20 MIN. (+1,5 ORE DI RIPOSO)| TEMPO TOT.: 20 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 300 g di pane raffermo 500 g di pomodori maturi 1 cipolla rossa 1 cetriolo 100 g di olive (facoltative) Aceto di mele Basilico fresco Sale e pepe Si cucina! Tagliate il pane a fette spesse e disponetele in una pirofila alta con un dito di acqua, girandole di tanto in tanto fino a che il pane si sarà ammorbidito. Intanto, affettate abbastanza sottilmente la cipolla, salatela leggermente e lasciatela marinare in una ciotolina con acqua e aceto di mele in rapporto 1:1 per almeno mezz'ora. Tagliamo le verdure Lavate bene i pomodori e tagliateli a dadini non troppo piccoli, poi pelate il cetriolo, tagliatelo a metà per il lungo e affettatelo in semi rondelle sottili. Condiamo la panzanella In una ciotola versate le verdure tagliate, le cipolle scolate dalla loro marinatura e il pane spezzettato con le mani. Aggiungete quindi le olive (se le gradite) e il basilico spezzettato, condite con sale, olio extravergine d'oliva e aceto, mescolate bene e lasciate riposare in frigorifero per almeno un’ora prima di servire. Conservazione Potete conservare la panzanella un paio di giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Provate a insaporire la vostra panzanella con un cucchiaino di pesto per un sapore di basilico più intenso. 18 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 19 I mille modi di assaporare le stagioni Si chiama “Il raccolto” ed è la serie di ebook disponibile per tutti i dispositivi, con il meglio delle ricette di Vegolosi.it. Tutte testate (leggi: assaggiate) e fotografate. Per la primavera: 200 ricette con i nostri ingredienti di stagione preferiti: fragole, nespole, asparagi... Più di 500 pagine di ricette semplici, fresche e assolutamente gustose, ideali per trovare sempre nuove idee per affrontare il caldo Zuppe e vellutate, nonchè secondi piatti assolutamente gustosi e dolci senza uova e burro perfetti per riscaldarsi e coccolarsi nei mesi freddi dell’anno. In più, l’immancabile menù di Natale e Capodanno Dalle meringhe vegan alla maionese, dai pancake alle cheesecake fino ai nuggets e alla farifrittata: scopriamo insieme cos’è l’aquafaba e come usare questo ingrediente pazzesco! Tutti disponibili per Amazon Kindle, iPad, Kobo, iPhone, smartphone, Pc e Mac 22 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Primi piatti Insalata di farro con verdure e dressing alla tahina ed erbe PREP: 15 MIN. | COTTURA: 25 MIN. | TEMPO TOT.: 40 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 350 g di farro perlato 500 g di pomodorini colorati 240 g di edamame 150 g di mais 240 g di ceci cotti Qualche cucchiaio di dressing alla tahina ed erbe (trovate la nostra ricetta qui) Sale e pepe Si cucina! Lessate innanzitutto il farro in acqua bollente leggermente salata per una ventina di minuti, poi scolatelo e passatelo subito sotto l’acqua fredda per bloccarne la cottura. Saltiamo gli edamame Intanto che il farro cuoce, saltate anche gli edamame in padella con un goccio di olio e un pizzico di sale per 5-10 minuti fino a quando si saranno ammorbiditi. Spegnete quindi la fiamma, trasferite gli edamame in un piatto e lasciateli raffreddare. Uniamo tutti gli ingredienti Lavate i pomodorini e tagliateli a metà, quindi riunite tutti gli ingredienti in una ciotola: il farro, i pomodorini, il mais, i ceci e gli edamame e mescolate bene, regolando di sale se necessario. IL CONSIGLIO DELLA NUTRIZIONISTA Grazie al suo elevato potere saziante il farro viene spesso introdotto nelle diete dimagranti. È ricco in fibre, che contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo "cattivo" nel sangue (grazie anche alla presenza di niacina) e a tenere sotto controllo i livelli di zuccheri. Contiene glutine e non è quindi adatto all’alimentazione dei celiaci. Condiamo l'insalata di farro Condite infine con il dressing alla tahina ed erbe avendo cura di allungarlo con un po' di acqua se risultasse troppo denso. Potete consumare subito la vostra insalata di farro, oppure lasciarla insaporire qualche ora e gustarla a temperatura ambiente o fredda di frigorifero. Conservazione Potete conservare questa insalata di farro 3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Potete arricchire questa insalata di farro con quello preferite: provate, ad esempio, con delle olive nere tagliata a rondelle. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 23 Primi piatti senza: glutine | soia Lasagne di zucchine senza cottura PREP: 40 MIN. | TEMPO TOT.: 40 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 4 zucchine PER LA CREMA ROSSA 70 g di pomodori secchi 200 g di pomodorini freschi ½ cucchiaino di origano ½ cucchiaino di rosmarino PER LA CREMA BIANCA 60 g di anacardi 50 g di noci 2 cucchiai di lievito alimentare Succo di ½ limone Qualche cucchiaio di acqua Sale e pepe PER LA CREMA VERDE 1 avocado 50 g di spinacini 50 g di rucola Una manciata di foglie di basilico Succo di ½ limone 1 punta di aglio STRUMENTI Tritatutto IL CONSIGLIO DELLA NUTRIZIONISTA Grazie al notevole contenuto di sali minerali come calcio, ferro e potassio, la rucola è considerato un alimento rimineralizzante. È ricca di vitamina C, che conferisce effetti benefici antiossidanti, e di provitamina A, fondamentale per un buon funzionamento della vista. Se si è in terapia con sostanze anticoagulanti è bene evitare di consumarne quantità eccessive (la vitamina K può ostacolare l’effetto di questi farmaci). Si cucina! Iniziate ammollando le noci e gli anacardi per una notte, scolateli e frullateli nel tritatutto insieme al lievito alimentare, succo di limone, sale e pepe, aggiungendo man mano qualche cucchiaio di acqua fino a formare una crema morbida, ma non troppo liquida. La crema rossa Riunite nel tritatutto i pomodori secchi, i pomodorini, l’origano e il rosmarino e frullate fino a ottenere una crema abbastanza liscia. La crema verde Tagliate a metà l’avocado, eliminate il nocciolo e prelevate la polpa con un cucchiaio. Trasferitela nel tritatutto e unite il basilico, la rucola, gli spinacini (potreste dover aggiungere la verdura in più riprese se il vostro tritatutto non è sufficientemente capiente), il succo di limone, l’aglio, sale e pepe e frullate fino a che tutti gli ingredienti si saranno amalgamati in una salsa cremosa. Assembliamo le lasagne Infine, lavate bene le zucchine e ricavate delle fettine sottili con un pelapatate o una mandolina. A questo punto non resta che assemblare le lasagne: in una pirofila formate un primo strato di zucchine, sovrapponendole un poco, e farcite con uno strato di crema verde, poi formate un secondo strato di zucchine e farcite questa volta con la crema bianca. Infine, farcite un terzo strato di zucchine con la crema rossa e ripete la successione degli strati un’altra volta. Serviamo Servite subito le vostre lasagne crudiste tagliate a fette, oppure riponetele in frigorifero a insaporirsi fino al momento del consumo. Conservazione Un paio di giorni in frigorifero avvolte da pellicola. Consiglio vegoloso Provate a sostituire dei peperoni ai pomodorini per la salsa rossa. 24 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 25 26 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Primi piatti senza: frutta secca | soia | Orzo con verdure grigliate e crema all'avocado e rucola PREP: 15 MIN. | COTTURA: 40 MIN. | TEMPO TOT.: 55 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 300 g di orzo 2 zucchine 1 melanzana 1 peperone giallo 1 peperone rosso 200 g di pomodorini Si cucina! PER LA CREMA ½ avocado maturo 50 g di rucola Una manciata di foglie di basilico Succo di ½ limone Sale e pepe Prepariamo la crema STRUMENTI Tritatutto Come prima cosa lessate l’orzo in abbondante acqua salata per il tempo indicato sulla confezione. Poi lavate bene le verdure, eliminate le estremità delle zucchine e delle melanzane, il picciolo e i filamenti interni dei peperoni. Tagliate il tutto a fette non troppo sottili e grigliatele su una griglia ben calda fino a che saranno morbide. Per la crema riunite nel tritatutto l’avocado, la rucola, il basilico, il succo di limone, regolate di sale e pepe e frullate bene fino a ottenere una crema liscia. Condiamo l'orzo Nel frattempo lavate bene i pomodorini e tagliateli a metà. Tagliate a pezzettini tutte le verdure e raccoglietele in una ciotola, unite quindi l’orzo scolato e passato sotto l’acqua fredda per bloccarne la cottura e condite il tutto con la crema di avocado, aggiungendo un goccio di acqua se dovesse risultare troppo asciutta. Potete servire questa insalata di orzo a temperatura ambiente oppure gustarla fredda. Conservazione Potete conservare questa insalata di orzo 2-3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Al posto della crema a base di avocado potete condire questa insalata dii orzo con del pesto rosso a base di pomodori secchi e mandorle. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 27 Primi piatti senza: frutta secca Strozzapreti alle zucchine, pancetta vegetale e salsa allo zafferano PREP: 10 MIN. | COTTURA: 25 MIN. | TEMPO TOT.: 35 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 500 g di strozzapreti freschi 2 zucchine 1 scalogno 150 g di pancetta vegetale 100 ml di panna di soia 100 g di yogurt di soia non dolcificato 1 cucchiaio di lievito alimentare 1 bustina di zafferano 1 cucchiaino di timo Qualche foglia di basilico fresco Sale e pepe Si cucina! Come prima cosa tritate lo scalogno e soffriggetelo in una padella con un goccio di olio per un minuto, poi aggiungete il timo e le zucchine tagliate a dadini e fatele saltare a fiamma medio-alta per una decina di minuti fino a che saranno cotte, ma ancora sode. Trasferitele in un piatto e cuocete la pancetta vegetale fino a che sarà dorata e croccante. Prepariamo la salsa allo zafferano Lessate nel frattempo gli strozzapreti in abbondante acqua salata e scolateli al dente conservando una tazza di acqua di cottura. In un pentolino cuocete la panna di soia per qualche minuto con sale, pepe e qualche cucchiaio di acqua, poi aggiungete lo yogurt di soia, il lievito alimentare e lo zafferano, mescolate bene e spegnete la fiamma. Condiamo gli strozzapreti Condite la pasta con la salsa allo zafferano unendo anche le zucchine e i cubetti di pancetta vegetale e saltatela per un minuto in modo da far amalgamare bene tutti i sapori, allungandola con un po’ di acqua di cottura se dovesse asciugarsi troppo. Aggiungete in ultimo qualche foglia di basilico spezzettata e servite subito. Conservazione Potete conservare questa pasta 3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso In alternativa alla pancetta vegetale potete usare dei cubetti di seitan oppure di tofu affumicato. 28 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 29 30 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Primi piatti Lasagne con crema di melanzane e noci PREP: 20 MIN. | COTTURA: 60 MIN. | TEMPO TOT.: 1 ORA E 20 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 250 g di lasagne senza uova 2 melanzane 2 cucchiai di tahina 1 cucchiaino di origano 1 cucchiaino di menta 1 cucchiaino di semi di finocchietto 1 spicchio di aglio 60 g di noci PER LA BESCIAMELLA 500 g di latte di soia non dolcificato 30 g di farina 0 30 g di olio extravergine d'oliva 1 cucchiaio di lievito alimentare Noce moscata Sale e pepe STRUMENTI Teglia 20 x 20 cm IL CONSIGLIO DELLA NUTRIZIONISTA La buccia di colore viola delle melanzane è un’ottima fonte di antocianine. Sono, inoltre, ricche di fibra (solubile), vitamine del gruppo B e potassio. Se mangiate con la buccia, aiutano ad aumentare l’introito giornaliero di molecole dalle proprietà antitumorali, antiaging, antinfiammatorie e protettive nei confronti delle malattie neurodegenerative. Contengono solanina, un composto in teoria pericoloso per la salute. Sembra, però, che il loro consumo alimentare, soprattutto se cotte, non sia sufficiente a scatenare effetti tossici. Si cucina! Lavate bene le melanzane, affettate la prima non troppo sottilmente e pelate e tagliate a cubetti la seconda. In una padella antiaderente scaldate un goccio di olio e cuocete poche alla volta le melanzane tagliate a fette, facendole dorare su entrambi i lati. Prepariamo la crema di melanzane Saltate poi la melanzana tagliata a cubetti in padella con un goccio di olio e l’aglio per 15 minuti, coperta con un coperchio, fino a che sarà bella morbida. Trasferite i cubetti nel tritatutto insieme a tahina, origano, menta e semi di finocchietto e frullate fino a ottenere una crema liscia. Ora la besciamella Preparate la besciamella mescolando la farina e l’olio in un pentolino, mettete sul fuoco e fate soffriggere per un paio di minuti. Aggiungete quindi il latte di soia ben caldo a filo, continuando a mescolare per evitare la formazione di grumi. Portate a bollore, lasciate cuocere un paio di minuti e, a fiamma spenta, condite con sale, pepe, noce moscata e il lievito alimentare. Assembliamo le lasagne Coprite il fondo della teglia con un cucchiaio di besciamella, adagiate le lasagne, farcite con qualche cucchiaiata di besciamella e di crema di melanzane, aggiungete un po' di noci sminuzzate grossolanamente e qualche melanzana a fette. Coprite con un secondo strato di lasagne e ripetete quindi la successione degli strati fino a esaurimento degli ingredienti. Inforniamo Infornate in forno statico preriscaldato a 180°C per 30-40 minuti, fino a che la pasta sarà cotta e la superficie dorata. Conservazione Fino a 3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Aggiungete dei cubetti di tofu affumicato a queste lasagne per renderle ancora più saporite. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 31 Primi piatti senza: glutine Spaghetti di carote saltati con tofu affumicato, spinacini e mandorle PREP: 20 MIN. | COTTURA: 10 MIN. | TEMPO TOT.: 30 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 8 carote grandi 180 g di tofu affumicato 200 g di spinacini 60 g di mandorle ½ cucchiaino di paprika Sale e pepe STRUMENTI Spiralizer Si cucina! Come prima cosa pelate le carote e ricavate degli spaghetti con l’apposito strumento: lo spiralizer. Raccoglieteli in una ciotola e teneteli momentaneamente da parte. Saltiamo gli spaghetti di carote Tagliate il tofu affumicato a cubetti e saltateli in un’ampia padella antiaderente o in un wok con un goccio di olio, un pizzico di sale e la paprika fino a che saranno belli dorati. Unite quindi in padella anche gli spaghetti di carote e fateli saltare per qualche minuto. Aggiungete, infine, anche gli spinacini e cuocete il tutto giusto il tempo di far appassire le verdure, regolando poi di sale e pepe. Serviamo Impiattate i vostri spaghetti di carote, completate con le mandorle precedentemente tostate e serviteli caldi o a temperatura ambiente. Conservazione Potete conservare questi spaghetti di carote per 3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Se preferite potete saltare il passaggio della cottura degli spaghetti di carote e gustarli crudi e freschi. 32 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 33 34 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Secondi piatti senza: frutta secca | glutine Insalata di ceci, edamame, avocado, mango e pomodorini PREP: 15 MIN. | COTTURA: 5 MIN. | TEMPO TOT.:20 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 500 g di pomodorini 1 avocado maturo 1 mango maturo 200 g di ceci cotti 150 g di edamame 1 limone ½ cucchiaino di timo ½ cucchiaino di origano Qualche foglia di basilico fresco 1 pizzico di pepe Sale e pepe IL CONSIGLIO DELLA NUTRIZIONISTA Il mango è un frutto esotico della pianta Mangifera, ricco di flavonoidi, come la quercetina, di xantoni glicosilati, come la mangiferina, e di vitamina C. È costituito per la maggior parte da acqua (83%) e presenta una buona quantità di fibre (1,6%) e di sali minerali, soprattutto potassio, calcio, fosforo, magnesio e zinco. Sebbene ipocalorico, l’indice glicemico del mango è considerato medio perché a maturazione si presenta ricco di zuccheri semplici (fruttosio). Si cucina! Per prima cosa sbollentate gli edamame in acqua bollente leggermente salata, poi scolateli e passateli sotto l’acqua corrente per raffreddarli. Condiamo l'insalata Lavate e tagliate a metà i pomodorini, poi tagliate a dadini l’avocado e il mango e versate il tutto in una ciotola insieme ai ceci e agli edamame. Condite la vostra insalata con sale, pepe, peperoncino, un giro di olio, succo di limone, timo, origano e le foglie di basilico spezzettate finemente. Lasciate insaporire una decina di minuti e servite. Conservazione Potete conservare questa insalata per un paio di giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Se lo gradite, potete aggiungere a questa insalata anche mezza cipolla rossa affettata finemente. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 35 Secondi piatti senza: frutta secca | glutine Tofu al pesto e zucchine PREP: 15 MIN. | COTTURA: 15 MIN. | TEMPO TOT.: 30 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 650 g di tofu 4 zucchine 3 cucchiai di pesto di basilico vegan 2 cucchiai di amido di mais Sale e pepe Si cucina! Come prima cosa tamponate i vostri panetti di tofu con della carta da cucina assorbente per eliminare l’acqua in eccesso, poi tagliateli a cubetti non troppo grossi. In una ciotola infarinate il tofu con l’amido di mais in modo da ricoprirlo uniformemente, aggiungete una presa di sale, poi saltatelo in un’ampia padella antiaderente con un po' di olio per una decina di minuti a fiamma media, mescolando spesso perché non attacchi, fino a che sarà bello dorato. Saltiamo le zucchine Nel frattempo lavate e tagliate a cubetti anche le zucchine, cercando di mantenere la stessa grandezza dei cubetti di tofu e saltate anch’esse in padella con goccio di olio, sale e pepe per 10-15 minuti fino a che saranno morbide, ma non sfatte. Condiamo il tofu Riunite in una ciotola il tofu e le zucchine e condite con il pesto intanto che sono ben caldi. Lasciate insaporire il tutto per almeno mezz'ora, poi servite il vostro tofu a temperatura ambiente, accompagnato volendo da una fetta di pane. Conservazione Potete conservare questo tofu 3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Potete arricchire questo tofu con dei pinoli tostati in padella oppure con dei semi di girasole. 36 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 37 38 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Secondi piatti senza: soia Melanzane a beccafico PREP: 20 MIN. | COTTURA: 40 MIN. | TEMPO TOT.: 60 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 700 g di melanzane 100 g di pangrattato 50 g di pinoli 40 g di uvetta 2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato Formaggio vegetale stagionato (facoltativo) STRUMENTI Griglia Placca da forno Si cucina! Lavate bene le melanzane e poi tagliatele nel senso della lunghezza a fette spesse circa mezzo centimetro. Grigliatele su una griglia ben calda a fiamma viva fino a quando saranno morbide e avranno formato le classiche righe della grigliatura. Prepariamo il ripieno Nel frattempo ammollate l’uvetta in una ciotolina con un po’ di acqua per almeno 15 minuti. In una padella antiaderente ben calda tostate i pinoli fino a quando saranno dorati, trasferiteli su un piattino e nella stessa padella tostate anche il pangrattato con un goccio di olio. Trasferite in una ciotola il pangrattato tostato e lasciatelo intiepidire, poi conditelo con il prezzemolo, i pinoli e un pizzico di sale. Se lo gradite, potete aggiungere anche un po’ di formaggio vegetale stagionato grattugiato. Farciamo le fette di melanzane Disponete le fettine di melanzana su un tagliere, farcite con una cucchiaiata di pangrattato, aggiungete qualche uvetta (scolata ovviamente dall’acqua di ammollo) e arrotolate in modo da formare un rotolino. Disponete man mano i vostri rotolini di melanzane in una teglia con il fondo unto di olio e completate cospargendo la superficie con eventuale ripieno avanzato e un giro d’olio. Inforniamo Infornate in forno statico preriscaldato a 200°C per 15-20 minuti, sfornate e servite le vostre melanzane a beccafico calde o tiepide. Conservazione Potete conservare queste melanzane a beccafico 3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Per un sapore più fresco potete sostituire metà del prezzemolo con del basilico fresco. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 39 Secondi piatti senza: soia Peperoni gratinati al forno PREP: 15 MIN. | COTTURA: 30 MIN. | TEMPO TOT.: 45 MIN. DOSI PER: 4-6 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 3 peperoni colorati grandi (900 g circa) 60 g di pangrattato 50 g di farina di mandorle 40 g di granella di mandorle 1 cucchiaino di timo 1 cucchiaino di rosmarino tritato Sale e pepe Olio extravergine d'oliva STRUMENTI Placca da forno Tappetino da forno in silicone Si cucina! Lavate bene i peperoni, tagliateli a metà, eliminate il picciolo, i semi e i filamenti bianchi interni, poi divideteli in falde che andrete a disporre sulla leccarda del forno foderata con un tappetino da forno. Condiamo il pangrattato In una ciotola mescolate il pangrattato con la farina di mandorle, il rosmarino, il timo, una presa di sale e un pizzico di pepe e condite con un giro d’olio. Inforniamo i peperoni Salate leggermente i peperoni poi copriteli con il pangrattato, decorate ciascuno con un po' di granella di mandorle, condite con un filo d’olio e infornate in forno statico preriscaldato a 200°C per 30-40 minuti, fino a che i peperoni saranno morbidi e la gratinatura dorata. Sfornateli, lasciateli intiepidire leggermente poi serviteli caldi o freddi. Conservazione Potete conservare questi peperoni gratinati per 3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Se volete, potete insaporire questi peperoni gratinati aggiungendo 1-2 cucchiai di formaggio grattugiato vegetale al pangrattato. 40 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 41 42 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Secondi piatti senza: soia Torta salata alle zucchine, porri e spinaci PREP: 20 MIN. | COTTURA: 50 MIN. | TEMPO TOT.: 70 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 2 zucchine 1 porro 300 g di spinaci 300 g di hummus di ceci 1 spicchio di aglio 1 cucchiaino di origano 6 fogli di pasta fillo Sale e pepe STRUMENTI Placca da forno Tappetino da forno in silicone Si cucina! Lavate e tagliate a rondelle le zucchine, scaldate una padella antiaderente con un goccio di olio e l’origano e saltatevi le zucchine a fiamma viva per una decina di minuti fino a che saranno dorate e morbide, spegnete quindi la fiamma, salate e tenete da parte. Saltiamo i porri e gli spinaci Pulite bene il porro, eliminando le estremità più dure, tagliate anch’esso a rondelle e saltatelo in padella con un goccio di olio per 7-8 minuti, il tempo di farlo ammorbidire e dorare. Togliete dalla padella i porri e teneteli da parte. In ultimo saltate anche gli spinaci, sempre con un goccio di olio e lo spicchio di aglio, giusto il tempo di farli appassire. Assembliamo la torta salata Foderate una teglia con un tappetino in silicone e disponetevi un foglio di carta fillo, spennellatelo di olio, copritelo con un secondo foglio di pasta fillo e spennellate anch’esso di olio: proseguite in questo modo per tutti i fogli. Mescolate in una ciotola l’hummus con le verdure e disponete la farcia al centro della pasta fillo, lasciando qualche centimetro di margine. Formate un bello strato uniforme, poi ripiegate i bordi di pasta fillo, spennellandoli con un altro goccio di olio. Inforniamo Infornate in forno statico a 200°C per 30 minuti circa, fino a che la pasta fillo risulterà ben cotta alla base e dorata. Servitela tagliata a fette calda o tiepida. Conservazione Potete conservare questa torta salata 2-3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Al posto degli spinaci provate questa torta salata con delle erbette oppure con delle cime di rapa. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 43 Secondi piatti senza: frutta secca | glutine | soia Curry di melanzane PREP: 10 MIN. | COTTURA: 20 MIN. | TEMPO TOT.: 30 MIN. DOSI PER: 4-6 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 2 melanzane 1 cipolla 1 cucchiaio di curry 1 cucchiaino di curcuma 200 ml di latte di cocco in lattina 3 foglie di alloro ½ bustina di zafferano 1 cucchiaio di prezzemolo fresco tritato Si cucina! Tritate la cipolla e soffriggetela in un’ampia padella antiaderente o in un wok insieme al curry, alla curcuma e all’alloro. Nel frattempo lavate le melanzane e tagliatele prima a fette non troppo sottili poi in quarti. Cuociamo le melanzane Unite le melanzane alle cipolle, fatele saltare qualche minuto per farle dorare, poi unite mezzo mestolo di brodo e fatele cuocere fino a che saranno morbide. Completiamo il curry Aggiungete infine il latte di cocco e lo zafferano, lasciate insaporire per un paio minuti e servite subito ben caldo lasciando il sughetto bello cremoso. IL CONSIGLIO DELLA NUTRIZIONISTA Il prezzemolo è una fonte di beta-carotene e luteina/ zeaxantina, di flavonodi come la luteolina e di eugenolo. Quest’ultimo sembra aiutare a ridurre gli zuccheri nel sangue. Agli estratti di prezzemolo sono invece state associate proprietà diuretiche. Un cucchiaio di foglie di prezzemolo tritate contiene la stessa quantità di vitamina C di una piccola arancia. Conservazione Potete conservare questo curry di melanzane 2-3 giorni in frigorifero in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Vi consigliamo di servire questo curry di melanzane con un riso basmati al cumino. 44 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 45 46 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Dolci senza: soia Pan di albicocche PREP: 10 MIN. | COTTURA: 45 MIN. | TEMPO TOT.: 55 MIN. DOSI PER: 8 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 300 g di farina 2 40 g di farina di mandorle 120 g di zucchero di canna grezzo 1 bustina di lievito naturale a base di cremor tartaro (16 g) 100 g di olio di semi di girasole 140 g di latte di mandorla 5 albicocche (250 g da denocciolate) 1 pizzico di sale Si cucina! STRUMENTI Tritatutto Tortiera dal diametro di 22-24 cm Trasferite l’impasto in una tortiera foderata di carta forno e leggermente unta sui bordi, poi infornate in forno statico preriscaldato a 180°C per 45 minuti. Frullate come prima cosa le albicocche denocciolate nel tritatutto fino a ottenere una purea liscia. Prepariamo l'impasto In una ciotola versate la farina 2, la farina di mandorle, lo zucchero di canna, il lievito e un pizzico di sale e mescolate bene. Aggiungete poi la purea di albicocche, l’olio di semi e il latte di mandorle e amalgamate bene il composto. Inforniamo Conservazione Potete conservare questo pan di albicocche per un paio di giorni su un piatto coperto da un telo pulito. Consiglio vegoloso Se volete potete arricchire l'impasto dii questa torta con delle gocce di cioccolato. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 47 Dolci senza: frutta secca Tiramisù ai frutti di bosco PREP: 10 MIN. | TEMPO TOT.: 10 MIN. DOSI PER: 6 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI ½ dose di crema pasticciera ai frutti di bosco (qui trovate la nostra ricetta) 18 biscotti digestive oppure altri biscotti secchi vegani (qui trovate la nostra ricetta) 120 ml di caffè Scaglie di cioccolato fondente Frutti di bosco freschi Si cucina! STRUMENTI 6 bicchieri Completate con uno strato di crema e lasciate riposare in frigorifero per almeno un’ora. Appena prima di servire decorate la superficie di ciascun tiramisù con il cioccolato fondente e i frutti di bosco freschi. Preparate come prima cosa il caffè e lasciatelo intiepidire. Imbevete un biscotto digestive nel caffè e posizionatelo sul fondo del bicchiere, coprite con due cucchiaiate di crema pasticciera ai frutti di bosco e una spolverata di cioccolato fondente a scaglie. Coprite con un secondo biscotto imbevuto di caffè e proseguite nella successione degli strati: dovreste riuscire a ripetere la successione dei vari strati per 3 volte. Serviamo Conservazione Potete conservare questi tiramisù ai frutti di bosco 3 giorni in frigorifero coperti da pellicola. Consiglio vegoloso Al posto del cioccolato fondente potete arricchire questo tiramisù con delle lamelle di mandorle tostate. 48 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 49 50 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Dolci senza: frutta secca | zucchero Cheesecake alle pesche PREP: 40 MIN. (+8 ORE DI RIPOSO) | COTTURA: 5 MIN. | TEMPO TOT.: 45 MIN. DOSI PER: 8-10 PERSONE | DIFFICOLTÀ: MEDIA INGREDIENTI 250 g di biscotti secchi vegan 150 g di margarina 600 g di latte di soia 500 g di yogurt vegetale alla vaniglia o alla pesca 100 g di sciroppo d’agave 30 g di amido di mais 10 g di agar agar in polvere Scorza di mezzo limone 50 g di aquafaba 2 cucchiai di olio di cocco 3 pesche 2 cucchiai di sciroppo d’acero STRUMENTI Colino a maglie fitte Tritatutto Fruste elettriche Tortiera dal diametro di 24 cm Si cucina! Iniziate versando lo yogurt vegetale nel colino foderato con un telo bianco pulito e riponetelo in frigorifero per almeno 4-5 ore in modo da fargli perdere parte dell'acqua e farlo addensare. Prepariamo la base Spezzettate grossolanamente i biscotti poi frullateli nel tritatutto fino a ridurli in farina. Sciogliete la margarina a fiamma bassa e unitela ai biscotti sbriciolati, amalgamate bene il tutto e versatelo in una tortiera foderata di carta forno, formando uno strato omogeneo e ben compatto. Lasciate riposare in frigorifero 20 minuti. Cuociamo la crema Versate l'amido di mais in un pentolino, stemperatelo con un goccio di latte di soia, poi unite il resto del latte e l'agar agar e portate a bollore, mantenendo il composto costantemente mescolato. Spegnete quindi la fiamma e lasciate intiepidire un paio di minuti. Completiamo la crema Montate l'aquafaba fredda di frigorifero con le fruste elettriche, fino a ottenere un composto sodo e arioso. In una ciotola mescolate lo yogurt colato, l'olio di cocco sciolto, una pesca precedentemente frullata nel tritatutto e lo sciroppo d'agave. Unite quindi la crema di latte di soia, amalgamatela bene e infine incorporate anche l'aquafaba montata. Serviamo Versate la crema sulla base di biscotti secchi e lasciate riposare il tutto in frigorifero per almeno 4 ore. Al momento di servirla, decorate la vostra cheesecake con le restanti due pesche tagliate a dadini e passate in padella con lo sciroppo d'acero per qualche minuto. Conservazione 3 giorni in frigorifero avvolta da pellicola. Consiglio vegoloso Potete usare delle albicocche al posto delle pesche per realizzare questa cheesecake. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 51 Dolci senza: glutine | soia | zucchero Crostatine senza cottura con mousse al cacao e avocado PREP: 25 MIN. | TEMPO TOT.: 25 MIN. DOSI PER: 6 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 200 g di mandorle 200 g di datteri 40 g di olio di cocco 20 g di cacao Frutti di bosco Cocco rapé Si cucina! PER LA MOUSSE 2 avocado maturi (300 g di polpa) 30 g di cacao 75 g di sciroppo d’acero 30 g di latte vegetale Dividete l'impasto nei 6 stampini per crostatine e pressatelo bene in modo da ricoprirne uniformemente il fondo e i bordi. Riponete in frigorifero a riposare intanto che procedete con il resto della ricetta. STRUMENTI Tritatutto 6 stampi per crostatine dal diametro di 12 cm Iniziate dalla base delle crostatine: mettete nel tritatutto le mandorle, tritatele finemente, poi unite i datteri, il cacao e l’olio di cocco precedentemente sciolto in microonde o a bagnomaria e frullate il tutto fino a ottenere un impasto appiccicoso. Prepariamo le basi Occupiamoci della mousse Versate nel tritatutto la polpa degli avocado, il cacao, lo sciroppo d’acero e il latte vegetale e frullate fino a formare una crema perfettamente liscia. Versate la mousse sulle basi delle crostate già tolte dagli stampi e livellate bene la superficie. Infine, decorate con frutti di bosco e cocco rapé e lasciate riposare in frigorifero almeno un’ora prima di servire le crostatine. Conservazione Potete conservare queste crostatine in frigorifero per 3 giorni avvolte da pellicola. Consiglio vegoloso Potete gustare questa mousse di avocado e cacao anche servendola come dolce al cucchiaio, guarnita da frutta fresca e con un paio di biscotti come accompagnamento. 52 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 53 54 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Dolci senza: frutta secca | glutine | soia | zucchero Gelato base banana al caffè e scaglie di cioccolato PREP: 10 MIN. (+ QUALCHE ORA DI RIPOSO IN FREEZER) | TEMPO TOT.: 10 MIN. DOSI PER: 4 PERSONE | DIFFICOLTÀ: BASSA INGREDIENTI 4 banane mature 2 e ½ cucchiaini di polvere di caffè 2-3 cucchiai di dolcificante naturale di datteri 50 g di cioccolato fondente STRUMENTI Teglia o tagliere Robot da cucina Si cucina! Come prima cosa tagliate a rondelle le banane e disponetele su un tagliere o un vassoio in un unico strato, poi riponetele qualche ora in freezer a congelare. Frulliamo Togliete le banane dal freezer e lasciatele ammorbidire a temperatura ambiente per qualche minuto, poi trasferitele nel robot da cucina insieme al dolcificante a base di datteri e alla polvere di caffè e frullate il tutto fino a ottenere un gelato perfettamente liscio. Serviamo In ultimo unite anche il cioccolato fondente ridotto a scaglie con un coltello, frullate giusto il tempo di incorporarlo e servite subito il vostro gelato al caffè e cioccolato. IL CONSIGLIO DELLA NUTRIZIONISTA Conservazione Il caffè contiene, a seconda della miscela, circa 1-2 g di caffeina ogni 100 g di polvere di caffè. Una tazzina di caffè preparata con circa 6 g di polvere contiene, a seconda del metodo di preparazione (espresso o moka) e del tipo di miscela, da 50 a 120 mg di caffeina. Il caffè è in grado di stimolare il sistema nervoso centrale, riducendo la sensazione di sonno e aumentando la sensazione di benessere. Potete conservare questo gelato in freezer in un contenitore per alimenti per 3 mesi. Consiglio vegoloso Al posto del dolcificante naturale a base di datteri potete usare qualsiasi altro dolcificante a vostra scelta per questa ricetta, ad esempio dello sciroppo d'acero. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 55 Ricette dal mondo Arepas MESSICO PREP: 25 MIN. | COTTURA: 60 MIN. | TEMPO TOT.: 85 MIN. DOSI PER: 4 | DIFFICOLTÀ: MEDIA Se volete preparare un pane di origini antichissime, ma anche molto facile da realizzare, le arepas fanno al caso vostro. Originarie della cultura culinaria dei Maya, queste focaccine schiacciate a base di farina di mais bianca o gialla hanno una storia antica e sono ora diffuse dal Messico a tutta la cordigliera delle Ande. Il nome deriva dalle lastre in argilla sulle quali venivano cotte in origine. A seconda delle aree di provenienza, le arepas possono essere di vari formati e spessori. Qui le abbiamo preparate con la ricetta classica, ma farcite in modo 100% vegetale Si cucina! Tritate finemente lo scalogno e la carota e soffriggeteli in padella con un goccio di olio e un pizzico di sale. Aggiugete il seitan sfilacciato abbastanza finemente e fate saltate il tutto a fiamma viva per un paio di minuti. Versate quindi la polpa di pomodoro, un pizzico di peperoncino e origano a piacere, salate e fate cuocere 15 minuti con un goccio di brodo vegetale. Unite infine gli spinaci e proseguite la cottura per altri 5 minuti. Prepariamo le arepas In una ciotola versate la farina di mais con il sale e unite l'acqua e l'olio. Impastate il tutto fino a ottenere un panetto omogeneo e lavorabile. Formate dei dischi dal diametro di 7 cm e spessi 1 cm e fateli cuocere in una padella antiaderente con un goccio d'olio per 6-7 minuti per lato fino a quando saranno dorati. Ultimiamo la cottura in forno INGREDIENTI 240 g di farina di mais bianca precotta (tipo Harina Pan) 300 g di acqua 1 cucchiaino di sale 1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva PER FARCIRE 160 g di seitan 1 scalogno 1 carota 120 g di spinaci 200 g di polpa di pomodoro Origano Peperoncino Brodo vegetale Trasferite le arepas su una placca da forno e terminate la cottura in forno a 180°C per 15 minuti. Sfornatele, lasciatele intiepidire leggermente e servitele tagliate a metà e farcite con il seitan caldo. Conservazione Potete conservare le arepas un paio di giorni chiuse in un contenitore per alimenti. Consiglio vegoloso Potete decidere di farcire le arepas con affettati e formaggi vegetali per un ripieno più veloce. STRUMENTI Placca da forno Tappetino da forno in slicone 56 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 57 Cheek cheek Nella cucina di Chef Sonia Trucchi e consigli da mettere subito in pratica per cucinare meglio, più in fretta e senza sbagliare un colpo Conservazione in dispensa 1 Congelare le farine 2 Semi e frutta secca al fresco Spesso può capitare, soprattutto con l'arrivo dei primi caldi, che in dispensa compaiano dei piccoli insetti, le famose farfalline del cibo, che infestano soprattutto pacchi aperti di pasta, cereali, farine, legumi, frutta secca e biscotti. Voglio condividere qui con te uno dei miei segreti più utili in cucina per ovviare a questo problema e salvare in particolare le tue farine: basta, infatti, trasferirle in vasetti di vetro o sacchetti gelo e conservarle in freezer. In questo modo, saranno al riparo dall'attacco di qualsiasi insetto, dureranno molto di più, ma soprattutto resteranno comunque sempre pronte all'uso, dal momento che non essendo presente acqua non si congeleranno formando un blocco unico di farina. Questo trucchetto è perfetto per salvare qualsiasi tipo di farina, dalla classica 00, a quella di ceci a quella (più costosa) di castagne. Con il caldo un altro problema che possimo riscontrare nella nostra dispensa è che la frutta secca e i semi oleaginosi irrancidiscano più velocemente. Il suggerimento che ti do, quindi, è quello di trasferirli in vasetti di vetro o contenitori dalla chiusura ermetica e tenerli in frigorifero, in modo da assicurarti una conservazione più sicura e duratura. Lo stesso discorso vale ovviamente anche per le creme di frutta secca come il burro di arachidi o la crema di mandorle, specialmente se preparate in casa. 3Tutto sottovuoto Soprattutto se in cucina hai iniziato a dedicarti al meal prep (puoi scoprire tutti i miei segreti al riguardo sul numero del Mag di aprile) ti sarà capitato di cucinare grandi quantità di cereali, legumi e verdure e poi trovarti con il problema di come conservarli per tutta 58 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 la settimana. Un'opzione sempre valida è quella di congelarne una parte, ma se non ami il cibo congelato ho l'alternativa che fa per te: la conservazione sottovuoto. In commercio si trovano ormai svariate macchinette per uso casalingo, dai costi e dalle dimensioni ridotti, che ti permettono di conservare i tuoi cibi in appositi sacchetti in cui puoi creare il sottovuoto nel giro di qualche secondo. In questo modo, puoi conservare cereali e legumi in frigorifero per settimane, ma è un sistema utilissimo anche, ad esempio, per conservare le foglie di tè e infusi acquistati sfusi e di cui in estate facciamo uso ridotto e che rischiano quindi di perdere i loro aromi. 4 Barattoli a chiusura ermetica Un altro modo per tutelare al tua dispensa e metterla al riparo dall'attacco di insetti e umidità è quella di trasferire i tuoi cereali, legumi secchi, granola, frutta secca, biscotti, farine e qualsiasi prodotto acquistato sfuso oppure ormai aperto, in contenitori di plastica o di vetro a chiusura ermetica. Questo ovviamente non garantisce "l'immortalità" a questi prodotti, ma di sicuro li manterà freschi più a lungo, evitando anche che cibi come biscotti e cereali per la colazione diventino possi nel giro di qualche giorno. 5 Frutta e verdura fuori dal frigorifero So che può sembrare un controsenso, ma ci sono alcuni tipi di frutta e di verdura che sarebbe meglio conservare fuori dal frigorifero; qui di seguito ti farò alcuni esempi spiegandoti il perché. I primi da citare sono ovviamente cipolle e aglio, che è preferibile conservare in un luogo buio, fresco e asciutto invece che in frigorifero per evitare che germoglino. Se proprio ti dovesse avanzare mezza cipolla aperta, puoi conservarla in frigorifero per massimo 1-2 giorni facendo attenzione a chiuderla in un contenitore ermetico per evitare che l'odore si diffonda in tutto il frigorifero. Altri ortaggi che è preferibile conservare in luoghi freschi e bui sono le patate: temperature troppo basse, infatti, possono trasformare una parte dell'amido in zucchero e questo può risultare poi in una colorazione scura durante la cottura. Inoltre, il buio evita la formazione di alcune sostanze, come ad esempio la solanina, che possono rendere verdi e amare le patate e, se presenti in concentrazioni più elevate, diventare tossiche. Anche le banane (e in generale la frutta tropicale) andrebbe conservata fuori dal frigorifero, per consentire una maturazione più omogenea ed evitare che i frutti anneriscano restando però duri e acerbi. Infine, ti consiglio di conservare a temperatura ambiente anche i pomodori: il freddo infatti riduce la quantità di alcune molecole volatili responsabili dell'aroma dei pomodori, rendendoli quindi meno saporiti. freezer (io ad esempio ho una semplicissima lista sul telefono che aggiorno man mano che consumo o aggiungo qualcosa nel freezer). In questo modo avrai sempre sott'occhio la situazione del tuo frigorifero e del tuo congelatore e potrai evitare sprechi e consumare i prodotti quando sono ancora freschi. 6 Etichette, etichette ovunque Un consiglio sempre valido che mi sento di darti è quello di etichettare tutto, in particolare la data di apertura di una confezione e quella di quando hai cucinato un determinato piatto. So che all'inizio può sembrare un lavoro lungo e noioso, ma in questo modo avrai subito sott'occhio quali sono gli alimenti e i cibi cucinati che hai in giro da più tempo e che sarebbe meglio cucinare o consumare per primi. Quante volte ti sarà capitato di trovare un sacchetto di insalata abbandonata in fondo al frigorifero o di dimenticarti di una schiscetta di verdure saltate in fondo al freezer? A me personamente fin troppe! Il mio consiglio è quindi quello di controllare almeno una volta a settimana gli avanzi e le scadenze dei prodotti che conservi in frigorifero e di farti un inventario di tutto ciò che riponi nel luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 59 60 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Le nostre ricette fatte da voi La selezione delle 6 migliori foto inviateci su Facebook o Instagram dai nostri lettori: postate taggandoci @vegolosi.it o usando l’hashtag #vegolosi. La foto più bella scelta dalla redazione vince una copia gratuita del MAG! LA FOTO DEL MESE (SECONDO NOI): 1/ Burger di melanzane di @oggisicucina NON DA MENO... 2/ Tofu saltato con fagiolini e carote di @annadellipaolinutrizionista 3/ Fiesta di @nikolaalborghetti 4/ Polpette sorgo e lenticchie Clicca sulle foto per leggere la ricetta di @dott.ssa_fini_azzurra_ 5/ Banan bread di @chia_cookiefox 6/ Tempeh di ceci glassato e riso basmati di @bressancamilla luglio luglio/ /agosto agosto2021 2021| |vegolosi vegolosimag mag|| 61 Riso 62 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Mi fa bene perché Scopriamo perché e come consumare alcuni alimenti base della cucina vegetale. Ogni mese un nuovo ingrediente a cura della dott.ssa Denise Filippin Biologa nutrizionista esperta in alimentazione a base vegetale CHE COSA È? Il riso è un cereale, il chicco che viene consumato rappresenta il seme dalla pianta Oryza sativa. Si tratta di uno tra i cereali più consumati al mondo, che rappresenta la base dell’alimentazione della popolazione di molti Paesi, come ad esempio Cina, Giappone e India. CONTIENE GLUTINE? Il riso è tra i cereali senza glutine, quindi adatto anche ai celiaci. DOVE LO COMPRO? Il riso si trova, nelle sue diverse varietà, in tutti i negozi di generi alimentari. ESISTE INTEGRALE? Il riso esiste nella versione raffinata (riso bianco o brillato), ma anche integrale o semintegrale. In commercio si trova, inoltre, anche il riso parboiled, che ha un valore nutrizionale migliore rispetto al riso bianco. Prima della brillatura viene infatti sottoposto a un trattamento a base di acqua e vapore, che permette la migrazione all’interno del chicco di vitamine e minerali, che pertanto non sono eliminati durante la raffinazione, come invece solitamente accade. COME LO CUCINO? Il riso può essere bollito e scolato, per poi venire condito con verdure o accompagnato da legumi. Un altro metodo di cottura è quello per assorbimento, effettuato utilizzando un volume di acqua doppio rispetto al volume del riso da cuocere: si parte da acqua fredda e una volta raggiunto il bollore si abbassa la fiamma e si lascia cuocere a pentola coperta fino a completo assorbimento del liquido. PERCHÉ FA BENE? Il riso è un’importante fonte di carboidrati complessi, fonte energetica privilegiata per l’organismo umano. Il riso integrale è da preferire perché la fibra rallenta la velocità di assorbimento dei carboidrati contenuti nel riso garantendo una maggiore sazietà ed energia più a lungo. C'E' UN MOTIVO PER CUI LO DOVREI EVITARE? In caso di problemi di glicemia elevata è da preferire il riso integrale, ma non ci sono altri motivi particolari per cui il riso sia sconsigliato. C’È UN MODO PER CONSUMARLO CHE NE ESALTI LE PROPRIETÀ? Il riso abbinato a verdure e legumi diventa un piatto unico, leggero e digeribile. In estate si presta molto bene a essere utilizzato in insalate, mentre nella stagione più fredda può essere inserito in minestre e zuppe. Se la cottura viene allungata, il riso tende ad avere una consistenza più collosa, adatta alla preparazione di crocchette, sformati, ma anche di budini dolci. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 63 Integratori Sì? No? Quali? L’integrazione per lo sportivo vegano 64 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Sto una crema Basta a «mio cugino dice che...»: ecco quello che bisogna sapere su forma fisica e alimentazione 100% vegetale a cura della dott.ssa Lorenza Franciosi, PharmD, PhD e consulente nutrizionale Negli ultimi tempi si nota un avvicinamento sempre più frequente a regimi alimentari a base vegetale non solo da parte di chi ha a cuore la propria salute, quella del pianeta e degli animali, ma anche da parte degli sportivi. Un numero crescente di professionisti e non dello sport sta abbracciando uno stile di vita più green partendo dalla propria alimentazione: sono molti gli atleti, anche ad alto livello, vegani o vegetariani che puntano a un miglioramento delle proprie performance in termini di competizione, tempi di recupero, diminuzione degli infortuni [1]. È risaputo, infatti, che un regime alimentare a base prettamente vegetale ha benefici sullo status infiammatorio corporeo, sui parametri ematochimici e sul microbiota intestinale, fornendo un grande vantaggio per la salute [2,3]. Tuttavia, alcuni sportivi, le cui richieste di nutrienti (macro e micronutrienti) possono essere maggiori proprio in ragione dell’esercizio fisico, si chiedono se sia necessaria un’integrazione ulteriore rispetto all'alimentazione. Partendo dal presupposto che qualsiasi regime alimentare, se non ben pianificato, può causare delle carenze (non tenendo in considerazione particolari condizioni patologiche), è bene ricordare per prima cosa che una persona vegana o vegetariana (sportiva o non) dovrà integrare sempre la “famosa” vitamina B12 (anche se sono molte le persone, anche non veg, che hanno carenza di questa vitamina). Lo sportivo che segue una dieta plant based si chiede poi se stia assumendo abbastanza micronutrienti fondamentali quali calcio, iodio, ferro, zinco e omega-3 o se sia necessaria un’integrazione aggiuntiva [4]. La risposta è no: con una dieta vegetale ben pianificata si coprono tutte le necessità di questi nutrienti senza dover ricorrere a un integratore. Cereali integrali, frutta secca, semi sono un’ottima fonte di zinco, per esempio. Il ferro è molto abbondante nei vegetali a foglia verde, nella frutta secca e in quella disidratata. Il calcio, così abbondante nel tofu, si trova anche nei vegetali a foglia verde, nel sesamo e in molte bevande vegetali fortificate. E lo iodio? Semplicemente nel sale iodato (o nelle alghe). Se qualcuno vuole comunque assumere un multivitaminico, è bene sapere che questi preparati non contengono spesso un apporto sufficiente di questo o quel micronutriente e non contengono tutti i micronutrienti necessari (che invece troviamo negli alimenti ben combinati nella nostra dieta). E le famose proteine? Allo sportivo plant based che si allena per la salute e la forma fisica non serve aggiungere una quota extra di proteine perché trova gli aminoacidi necessari in qualsiasi alimento. Nel caso di sportivi professionisti (vegani e non) spesso si ricorre a un integratore proteico per avere a disposizione una quota proteica facile e veloce da assumere a cavallo delle numerose ore di allenamento durante le quali spesso non è possibile consumare veri e propri pasti. Dunque, praticate lo sport che volete, costruendo bene la vostra alimentazione vegetale, certi che potrete raggiungere i vostri obiettivi senza nessun problema [5,6]. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Per motivi di spazio abbiamo inserito tutti i riferimenti indicati nella rubrica a questo link! luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 65 66 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Notizie Il mondo che deve cambiare, il nostro ruolo, la necessità di capire di più e l’informazione per poterlo fare al meglio luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 67 Interviste Non siamo (per forza) catastrofe di Federica Giordani Il filosofo, divulgatore ed evoluzionista Telmo Pievani, in una chiacchierata sul modo in cui la scienza ha comunicato in questi mesi, gli errori, i meriti e il futuro, che dovrà essere meno legato al superfluo e senza «nostalgia» per la natura 68 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Le sue lezioni sulle catascientifico, lo danno per «Deforestazione e strofi, le estinzioni e l’uoscontato, non lo spiegano allevamenti intensivi sono mo come secondo metee questo genera nel puble due principali cause orite della Terra, sono un blico - soprattutto su un dell’aumento di frequenza piacere assoluto. Telmo tema così complesso - la delle pandemie. Pievani è un filosofo della sensazione che ci siano veMa non stiamo facendo rità calate dall’alto, e invece scienza, materia prezionulla. Vogliamo i vaccini sissima ma anche poco la scienza è esattamente il subito, e basta» conosciuta che indaga contrario: è fatta di dubbi, non solo il metodo sciendi ricerca, di verifica lenta tifico, ma anche i rapporti - spesso lentissima - delle fra il mondo degli scienziati e la società. ipotesi. È stata, quella pandemica, senza dubbio In questo ultimo anno e mezzo proprio la una situazione inedita per la comunità scientifiscienza - insieme ai suoi protagonisti in cami- ca: virologi che non avevano mai fatto un’interce bianco - è tornata prepotente nelle nostre vista - e molti di loro li conosco personalmente case ma non sempre nel modo giusto. Con - si sono ritrovati travolti da richieste, ospitate, Pievani parliamo degli errori fatti, delle speran- insomma dalla celebrità che non cercavano e ze a cui guardare e alle connessioni complesse non volevano. Alcuni si sono prestati a un “gioco” che è inevitabile sui media, quello dello sconche sono la chiave di tutto. tro, del dibattito a toni alti: ma non avrebbero Professore, lei si occupa da tempo del dovuto, perché i dibattiti scientifici non si fanno rapporto fra scienza e società: con che nei talk show televisivi. occhi ha guardato questo ultimo anno e mezzo di pandemia? Questa è una situazione molto complessa, Quello che ho visto è stato un vero crash test e la complessità sembra esattamente il sulla tenuta proprio del rapporto fra scienza e contrario di quello che tutti vorrebbero. società. Ci siamo fatti trovare impreparati all’emergenza pandemica, ma non avrebbe dovuto essere così. I segnali e le previsioni di una possibile pandemia erano già stati messi sul piatto - se pensa al saggio del 2012 di David Quammen, Spillover, per esempio. Eravamo impreparati anche su come comunicare tutto questo. Certo, la complessità è lenta. Il pubblico in pieno panico - anche giustamente - ha cercato risposte sicure, nere o bianche, ma non ce ne erano e ancora adesso alcune domande sono ancora aperte. Ma alla scienza non si può chiedere la soluzione “presto e subito”, si dovrebbe uscire dallo spettro della sua azione “salvifica”. Ci sono stati errori di comunicazione, quindi, secondo lei? Cosa intendeva prima con l’idea “salvifica” della scienza, mi incuriosisce… Senza dubbio. Quello che succede in Italia è l’evidente conseguenza dell’assenza di un unico centro di riferimento per la comunicazione scientifica. A differenza degli Stati Uniti e dell’Inghilterra, noi non abbiamo rappresentanti di centri istituzionali che vengono interpellati per dare voce alla comunità scientifica nel suo insieme, bensì singole figure che finiscono, inevitabilmente, per battibeccare tra loro, generando insicurezza e disorientamento nel pubblico. Gli scienziati fanno fatica a fare cosa, a suo avviso? A spiegare da dove arrivano le loro affermazioni, perché vivendo all’interno del metodo Quello che non dobbiamo fare è rivolgerci alla scienza e alle sue “garanzie” solo quando ci fa più comodo e ne abbiamo bisogno, quando ci deve salvare da una situazione come quella pandemica attuale. Un po’ come dire: «Salvaci alla svelta che poi dobbiamo tornare a fare quello che facevamo prima»; solo che questo atteggiamento è esattamente quello che va evitato. Sento moltissimo l’effetto «Mi vaccino alla svelta così poi posso tornare come prima», invece non dovrebbe affatto essere così: cambiare stile di vita è fondamentale, perché nella normalità di prima c’erano i semi dell’era pandemica in cui siamo entrati. Eppure quello che percepiamo in generale, soprattutto nell’ultimo periodo, non è un luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 69 po’ una sorta di effetto “fionda”? Ci siamo tanto “privati di..” che adesso prendiamo la rincorsa per rifarci del tempo perso… Lei nelle sue lezioni e nei suoi libri parla spesso del rapporto fra scienza ed etica: eppure quest’ultima sembra “lontana” Sono d’accordo con questa sensazione, è an- come tema da quello dei fatti, delle prove, che la mia, il problema è che cambiare i com- dei numeri. portamenti delle persone, anche dal punto di vista alimentare, è un percorso lentissimo e non è compito della scienza, bensì della politica e dell’etica. Ci sono stati anche, purtroppo, una serie di passi indietro rispetto al tema della crisi climatica. Poco prima dello scoppio della pandemia eravamo arrivati a parlarne spesso, anche grazie al movimento dei ragazzi di Fridays For Future, ma poi - come era ovvio - tutto si è focalizzato altrove e, adesso, bisogna ricominciare da capo. Ma tra la crisi ambientale e la pandemia c’è un nesso chiaro, ancora una volta messo in luce dagli scienziati. Io sono dell’idea che questa crisi pandemica abbia mostrato la profondità della catena delle conseguenze di ciò che facciamo, in un mondo globalizzato (dove viaggiano le merci, ma anche gli animali portatori di virus). Sono altrettanto certo, pur essendo un evoluzionista e un ricercatore, che la scienza da sola non basterà a tirarci fuori dalla situazione di crisi ambientale e sociale nella quale ci troviamo, serve un approccio misto. In tanti hanno parlato del concetto di “normalità”: lei cosa ne pensa? Noi siamo in questo sistema e ci fa comodo, 70 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 ci consola, ci piace, non mi preoccupa - è la rassegnazione e lo scoramento vediamo l’ora di tornare «Andrebbe ripensato che incontro, soprattutto nei grandi centri commertutto. Non si tratta ciali nel weekend, eppure tra gli studenti universitari: affatto di una nostalgia è chiaro che proprio quespesso l’idea è che certaper la natura, ma sta pandemia e il lockdown mente dovranno andadella consapevolezza re all’estero per ottenere ci hanno insegnato che che questo sistema di qualcosa, per esempio. ci basiamo spesso sul susviluppo erode le risorse perfluo. Questa idea della del Pianeta. Quello che mi Dovranno faticare un bel «crescita senza fine» - che domando è: che cos'altro po’, in effetti… ora sta tornando sulla bocdovremo vedere e patire ca di molti - è quello che Io sono ottimista. Ho per comprendere? pensiamo sia la normalità: una figlia adolescente che Quanto dovrà essere caro ma non è così. Andrebbe è nel movimento Fridays e il prezzo da pagare prima ripensato tutto. Gli econovedo l’entusiasmo che ha. di cambiare rotta?» misti dovrebbero avere più Una cosa è certa: i ragazzi non dovranno aspettare fantasia. Non si tratta affatto di una nostalgia per la natura, non può esse- che siano le vecchie generazioni a dare loro pare questo, ma della consapevolezza che questo ternalisticamente le risposte o gli strumenti per sistema di sviluppo erode le risorse del pianeta. cambiare le cose, dovranno crearsi strumenti Quello che mi domando è: che cos'altro dovre- propri e fare la loro strada. Devono andare a mo vedere e patire per comprendere? Quanto prendersi il futuro, perché noi abbiamo fallito. dovrà essere caro il prezzo da pagare prima di Ce la faranno? cambiare rotta? Nessuno scienziato di due generazioni fa Noi abbiamo pubblicato un ebook lo scorso avrebbe mai potuto immaginare quello che sarebbe successo in termini di sviluppo delle tecnoanno, "La connessione", in cui parlavamo logie e della scienza. Siamo in grado di riscrivere della assoluta poca distanza fra quello che mangiamo e la pandemia: la vede anche lei? il genoma, abbiamo internet, che era qualcosa Ci sono le evidenze, pubblicate ogni settimana di nemmeno immaginabile anche solo negli anni sulle maggiori riviste scientifiche. Il tema dell’im- ‘70. La scienza è serendipica: i ragazzi di oggi patto degli allevamenti intensivi è enorme e i dati inventeranno soluzioni e costruiranno nuovi scesono davvero impressionanti. Solo che è diffici- nari che noi - e forse neanche loro - riusciamo le fare, appunto, la connessione fra le immagini, nemmeno a immaginare. per esempio, di una persona che fa fatica a respirare in una terapia intensiva e le scene di una foresta che viene disboscata, eppure è proprio lì il filo conduttore. Deforestazione e allevamenti intensivi sono le due principali cause dell’aumento di frequenza delle pandemie. Ma non stiamo facendo nulla. Vogliamo i vaccini subito, e basta. Professore, lei è spesso nelle scuole a insegnare anche su questi temi: che sensazione ha rispetto alle reazioni dei ragazzi? Il ritorno che ottengo è positivo. È vero che non ho un vero campione statistico, dato che quando mi invitano tendenzialmente significa che si tratta di classi già interessate a quelle tematiche, ma le reazioni dei ragazzi sono sempre positive. Quello che un po’ percepisco - e che luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 71 Stili di vita Gioielli sostenibili: splendere con consapevolezza di Tiziana Caretti 72 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 «Se bella vuoi apparire, un po’ devi soffrire», dicevano le nostre nonne. Ma nel caso dell’estrazione e della lavorazione di oro, argento, rame e altre materie preziose, non siamo noi a soffrire, ma gli esseri umani che lavorano nelle miniere insieme alla fauna e alla flora che le circondano. In Africa, America e Asia, le compagnie straniere, aiutate da Governi corrotti, si impossessano di interi territori per estrarre questi materiali: inquinano, affamano, avvelenano il territorio e impoveriscono le popolazioni locali. Dietro la nostra bellezza si nasconde un ricchissimo mercato mondiale fatto di sofferenza. Le soluzioni esistono già e le aziende che le applicano sono numerose Per estrarre un’oncia d’oro (circa 28 grammi), vengono rimosse 250 tonnellate di roccia. In seguito, l’oro grezzo viene separato dalla roccia con metodi che prevedono l’uso di cianuro, acido solforico e mercurio. L’estrazione di un singolo grammo d’oro richiede ben 5 grammi di mercurio e ne servono tra i 56 e 140 grammi per creare una fede nuziale. È stato stimato che oltre un terzo di tutto l’inquinamento mondiale da mercurio è causato dall’estrazione mineraria su piccola scala. Il mercurio è una neurotossina che causa danni a cervello, sistema nervoso, polmoni e reni. È dannoso soprattutto per donne in gravidanza e bambini, anche in piccole quantità. E se consideriamo che ben 15 milioni di persone cercano di guadagnarsi da vivere lavorando in miniere artigianali, di cui il 30% è composto da donne e bambini, possiamo capire il disastro causato da questo mercato. L’esposizione al cianuro è un altro pericolo dell’estrazione mineraria. Questa sostanza tossica impedisce alle cellule del corpo di usare l’ossigeno, causando gravi conseguenze sul corpo umano, convulsioni, danni ai polmoni e morte per arresto respiratorio, danni cerebrali e arresto cardiaco. Inoltre, l’inquinamento da mercurio e cianuro proveniente da una sola miniera può uccidere pesci e altri esseri viventi nel raggio di diverse miglia, come succede ormai da decenni nella foresta Amazzonica. NON SOLO ORO, MA ANCHE ARGENTO E PIETRE PREZIOSE Visti dall’alto sembrano dei “fiumi gialli”, ma sono piccole e grandi miniere di estrazione dell’oro sorte da anni nell’indifferenza o tolleranza delle autorità nella foresta pluviale di Madre de Dios, nel Sud-Ovest del Perù, in un’area con la maggiore biodiversità del mondo. Infatti, il 41% della deforestazione amazzonica, messa in atto tra il 2001 e il 2013, è stata causata dalle miniere d’oro di piccole dimensioni, come mostra una ricerca pubblicata il 14 gennaio 2015 dall’Università di Puerto Rico. Le aree interessate sono quelle della foresta pluviale di Suriname, Guyana, Brasile, Ecuador, Perù, Colombia, Venezuela e Bolivia, ovvero circa 1680 km quadrati di foresta tropicale, e di biodiversità, che è stata distrutta nel Sud America. La ricerca mostra un altro dato sconcertante: la maggior parte di queste miniere si trova in aree vietate o protette. La mancanza di controlli sul territorio ha portato a questa situazione e i danni ambientali sono ingenti. Una soluzione a questo problema potrebbe essere l’implementazione della Convenzione internazionale di Minamata per eliminare gradualmente il mercurio, far chiudere tutte le miniere nelle aree protette e rafforzare il dibattito con i Paesi confinanti per fermare il movimento incontrollato di minatori, di mercurio e di oro. Questa convenzione, approvata sotto l’egida delle Nazioni Unite nel 2013 e ratificata anche dall’Unione Europea, dove è entrata in vigore a fine 2020, ha l’obiettivo di proteggere la salute e l’ambiente dalle emissioni e dai rilasci antropogenici di mercurio e dei suoi composti, attraverso l’adozione di una serie di misure volte a ridurre a livello globale la presenza di mercurio nell’ambiente. Un rapporto pubblicato dalla testata luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 73 Acquistare oro certificato Fairmined significa sostenere lo sviluppo di migliaia di piccole comunità minerarie locali e contribuire a migliorare aspetti della loro vita legati alla salute, all’istruzione e alla tutela degli ecosistemi. Nella foto, la selezione manuale dei minerali viene affidata a minatrici: organizzazione MACDESA ad Arequipa, Perù (© Valerian Mazataud - fairmined.org/) sudafricana Maverick miniere. È stato stima«Indossare un gioiello to che sono necessari 1 Citizen ha mostrato che, non dovrebbe significare milione di litri di carbuancora oggi, il traffico illegale di oro e diamanti sofferenza e povertà, nessuna rante per l’estrazione vita o ecosistema dovrebbe dallo Zimbabwe, conannua mondiale di diatrollato dal presidente mai sopportarne il sacrificio manti e più di 540 litri più alto. Creare gioielli il più Emmerson Mnangagwa, di acqua per estrarre possibile sicuri per l'ambiente un solo carato. Una volvale oltre tre miliardi di e per tutti gli animali, umani ta che la miniera viene dollari all’anno. Ed è solo e non umani, è il principio abbandonata, rimangouno dei vari Paesi coinvolti. Le dieci miniere più base della nostra etica» no dei crateri nel suolo importanti - parliamo di visibili dallo spazio. quelle ufficiali - si trovano in Botswana, Russia, Canada e Angola. Ma LINEE GUIDA PER PRODURRE ne esistono centinaia, dal Sud Africa al Brasi- GIOIELLI ETICI le, completamente fuori controllo. Molte delle Alla base della parola sostenibilità, c’è la conguerre che hanno segnato la storia recente sapevolezza del produttore di gioielli che decidi Liberia, Costa d’Avorio, Angola, Sierra Leo- de di investire in una filiera corretta prestando ne, Repubblica Democratica del Congo e quel- attenzione ai seguenti fattori interconnessi: la Centrafricana, con 3,7 milioni di morti, sono ambientale, economico e sociale. Per realizstate alimentate dal mercato nero dei diamanti. zare dei gioielli etici non devono essere utilizL’estrazione di queste pietre preziose di- zate materie prime che possano danneggiare sturba gli ecosistemi, le rotte migratorie, la uomini, animali o l’ecosistema naturale e quecatena del cibo e devasta la fauna selvatica sto significa utilizzare solo diamanti sintetici o endemica. Inoltre, le scorie chimiche che de- certificati, oro e argento riciclati oppure con la rivano dall’estrazione vengono assorbite da certificazione Fairmined Ecologico, Argentium suolo e falde acquifere, assorbite dalle piante Silver e ottone. Non è inoltre contemplato l'uche sono il cibo della fauna locale. In alte con- so di perle coltivate, d'acqua dolce né di acqua centrazioni, sono la causa diretta dell’avvele- salata, coralli, pelle e pellami, avorio e derivanamento degli animali che vivono intorno alle ti, ossature di animali e derivati, madreperla e 74 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 La miniera dell'organizzazione MACDESA ad Arequipa, Perù (© Kike Arnal - fairmined.org/) qualsiasi altro prodotto guerra. Infatti, nel 2003 L’estrazione di oro, argento, derivato dagli animali. è entrato in vigore, rame e diamanti implica In questa ottica di dopo anni di negoziauna grande emissione di ti, il Kimberley Process, sostenibilità, alcuni marchi stanno realmente CO2, l’abbondante uso un protocollo messo di acqua e la presenza passando all’uso di mea punto in Sudafrica e talli riciclati o pietre e di scorie di lavorazione, approvato dalle Naziomateriali altamente ni Unite, che dovrebbe diamanti sintetici per inquinanti responsabili di certificare l’origine dei la produzione dei loro avvelenamento di terreni, diamanti e impedirne gioielli. Con questa manovra, la sola azienda falde acquifere e animali il commercio illegale. Secondo l’accordo, Pandora ha stimato che le partite di diamanti riuscirà a evitare un’emissione di 37mila tonnellate di CO2 all’anno. Il grezzi esportate devono essere accompagnacolosso danese ha deciso di usare per i suoi gio- te da un certificato in cui si attesti che la speielli solo pietre sintetiche e userà soltanto oro e dizione non contiene “diamanti insanguinati”. argento riciclati entro il 2025. Secondo il World Ma l’efficacia di queste misure è stata messa in Gold Council, al momento l’uso di oro riciclato discussione da alcune organizzazioni non goè il 28% del totale del metallo usato nel 2020. Il vernative, tra cui Human Rights Watch (HRW) 90% dell’oro riciclato proviene da gioielli usati e che, nel giugno 2009, nel rapporto Diamonds il resto da una montagna di rifiuti elettronici in in the Rough, ha accusato l’esercito dello Zimbabwe di aver ucciso, nel novembre 2006, più continuo aumento, come cellulari e pc. di duecento persone per prendere possesso DIAMANTI CERTIFICATI O DIAMANTI delle miniere di diamanti di Marange e di aver SINTETICI? costretto dei bambini a lavorarci. Per quanto riguarda i diamanti, alcune Grazie alla fabbricazione in laboratorio delle aziende, come De Beers e Alrosa, hanno cre- pietre preziose, non si impatta in alcun modo ato un sistema di tracciamento per garantire sull’ambiente né si sfrutta la manodopera a che le loro pietre non vengano da zone di basso costo impiegata. Addirittura, l’azienda luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 75 Aether Diamonds si è spinta oltre ed è riuscita a creare diamanti in laboratorio catturando l’anidride carbonica in eccesso presente nell’aria e ottenendo, come prima azienda al mondo, la certificazione vegan per le proprie pietre preziose, che nulla hanno da invidiare in termini di qualità a quelle provenienti dalle miniere. Perché, come dice Francesca di Marco, fondatrice di FrancyJewel, artigiana italiana che produce gioielli responsabili e sostenibili con oro Fairmined e gemme tracciate, «indossare un gioiello non dovrebbe significare sofferenza e povertà, nessuna vita o ecosistema dovrebbe mai sopportarne il sacrificio più alto. Creare gioielli il più possibile sicuri per l'ambiente e per tutti gli animali, umani e non umani, è il principio base della nostra etica». Nella foto a pagina 72: l’estrazione e la lavorazione dell’oro in chiave sostenibile è garantita da standard quali Fairmined, che certifica l'oro proveniente da organizzazioni minerarie artigianali e di piccola scala che operano in maniera rispettosa dei lavoratori e dell’ambiente (© Manuela Franco - fairmined.org/) Nella foto a pagina 75: l'organizzazione La Coqueta a Caldas in Colombia (© Alliance for Responsible Mining - fairmined.org/) 76 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 CONSIGLI PER GLI ACQUISTI Aether Diamonds Stefano Navi Kimai I diamanti di questa azienda sono Tutti i metalli preziosi usati I gioielli artigianali di questa azienda creati in laboratorio, certificati dall’azienda sono certificati di Antwerp sono realizzati con dall’International Gemological Fairmined o riciclati e i diamanti oro riciclato e diamanti sintetici. Institute e hanno gli stessi standard sono 100% conflict-free, ovvero Anche nel packaging la loro scelta di quelli estratti nelle miniere. sintetici, creati nei loro laboratori. è sostenibile: le scatole sono di Per realizzarli, l’azienda è riuscita Nel sito dell’azienda c’è una cartone riciclato e usano dei servizi ad abbattere completamente le pagina dedicata esclusivamente di spedizione a zero emissioni emissioni di anidride carbonica. alla distruzione causata Anzi, usa l’anidride carbonica presente dall’estrazione dei diamanti. Maggiori info qui nell’aria per la loro fabbricazione. Maggiori info qui Sono i primi diamanti al mondo ad avere certificazione vegan e utilizzano solo oro Fairmined. Maggiori info qui Vrai Pandora L’azienda, con sede in Italia, usa L’azienda internazionale di gioielli Altri marchi di gioielli sostenibili i diamanti sintetici di Diamond si è impegnata su più fronti, KBH Jewels, Vestiaire Collective, Foundry Inc, il primo laboratorio dedicando una pagina intera del sito Washed Ashore, Senia, AUrate, ad aver ottenuto la certificazione agli obiettivi che vuole raggiungere J. Hannah, Pamela Love, WWAKE, di zero emissioni per la produzione per azzerare le emissioni delle sue Zoë Chicco, Poppy Finch, ILA, di diamanti sintetici. Scegliendo sedi entro il 2025, lungo tutta la Andrea Bonelli, Linjer, Valerie i loro diamanti si risparmiano catena, e passare al 100% di energia Madison, Melissa Joy Manning, 250 tonnellate di terra rimosse, proveniente da fonti rinnovabili nei Omi Woods. 545 litri d’acqua e 64 chili di propri stabilimenti. Sempre entro lo emissione di CO2 per estrarre stesso anno, tutto l’argento e l’oro un solo carato di diamante. impiegato nei prodotti Pandora Maggiori info qui verrà da fonti riciclate. Nel 2020, l’88% di tutti gli scarti prodotti negli stabilimenti è stato riciclato. Maggiori info qui luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 77 Un angolo della libreria Acqua Alta di Venezia Scoperte I paradisi della carta di Benedetta Rutigliano Tour tra le librerie speciali d’Italia, da quelle storiche alle più green, da quelle dove unire cibo e cultura a quelle dove curare le emozioni. Senza perdere di vista, per i fan dell’usato e dell’introvabile, bancarelle e book station originali, ma anche siti e piattaforme digitali dove cercare edizioni rare Luoghi dell’anima dove perdersi e ritrovarsi, grazie ai beni preziosi, ma non per questo inaccessibili, in esse raccolti, negozi che vendono pagine impregnate di pensieri, sapori, odori, diffondono culture e credenze, aumentano la nostra 78 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 capacità di immaginare mondi e trasformare il nostro: si tratta delle librerie, fondamentali grazie al valore sociale, culturale, economico, che aggiungono a città e quartieri ospitanti. Il nostro Paese è costellato da questi Eden, nonostante le difficoltà affrontate per via della pandemia soprattutto dalle librerie indipendenti (le più penalizzate, date le limitazioni nei movimenti e l’incremento della vendita online), che però ha coadiuvato quell’aumento di lettori agevolato dagli interventi governativi, come indicano i dati dell’Associazione Italiana Editori di gennaio-marzo 2021. Ma quali sono le librerie italiane da visitare, per nutrirsi di saperi e pensieri in oasi atipiche? SOPRA LE VETTE, IN PIANURA, FIN SOTTO IL MARE – A NORD Nelle classifiche delle librerie più originali del mondo c'è la Libreria Acqua Alta a Venezia, un must per chi visita la città sull’acqua. Per proteggere i libri dalle maree, il proprietario Luigi Frizzo li La Feltrinelli 3466, la libreria più "alta" d'Europa con vista sul Monte Bianco (© Aiace Bazzana) La Libreria Palazzo Roberti di Bassano del Grappa (© Chilesotti) posiziona all’interno di gonII, è l’unica sopravvissuta tra dole, barili, sulle scale, aiutaquelle di Torino (la prima, L’Italia è costellata to da singolari vigilantes fedel 1775), Parigi, Firenze e da librerie uniche dove lini. Ogni angolo nasconde Roma, ed è un vero e procercare volumi tra prio gioiello: i libri ricoprono libri, dai rari e fuori catalogo bellezza e particolarità le pareti, lasciando scoperti ai nuovi e d’occasione, toccando pedagogia, filosofia, solo soffitto e pavimento, fotografia e arte, cinema, musica e sport, con un dove opere d’arte sono incastonate sotto lastre focus sui testi legati al territorio. di vetro. In piena pandemia il proprietario Giorgio A Bassano del Grappa (Vicenza), nello scenogra- Lodetti ha ideato #socialtvbocca, trasmettendo fico palazzo settecentesco della famiglia Manfrotto sui social più di 750 incontri con scrittori, editori di (leader nella fotografia), sorge la Libreria Palaz- fama internazionale, artisti, curatori per «ricostruizo Roberti, dove le sorelle Manfrotto spalancano re senza sosta la speranza», citando Neruda. il loro mondo su tre piani. I primi due sono dedicati La più antica libreria di Torino attiva, in piazza ai libri, il terzo, con un salone affrescato dalla scuola Carignano, è la Libreria Internazionale Luxemdel Tiepolo, ospita presentazioni di volumi, mostre, burg, che dal 1872 porta in città titoli italiani e stranieri in lingua, i più rilevanti quotidiani del mondo concerti, corsi di cucina e tè letterari. A Milano, oltre a templi sacri come la Hoepli, e riviste specializzate. Amata anche oltreconfine, vive una moltitudine di librerie indipendenti: dalla la libreria ha visto passare Primo Levi, Philip Roth, Libreria dello Spettacolo, affollata di testi teatrali, Amos Oz, Allen Ginsberg e Jorge Amado. Prima di scendere per lo Stivale, una menzione copioni, riviste, memorabilia e cimeli, alla Libreria Verso, bar, spazio librario e di eventi. Davvero su mi- per il panorama mozzafiato sulle Alpi va alla libresura i consigli e gli abbonamenti ideati da Cristina di ria Feltrinelli 3466, sul Monte Bianco, la più alta Canio nell’accogliente La Scatola Lilla, mentre un d’Europa: raggiungibile solo con la funivia Skyway unicum per i libri illustrati, di tutti i generi, per tutte Monte Bianco, il suo prezzo in termini economici le età, e da tutto il mondo (anche usati) è lo Spazio e ambientali è stato oggetto di intense polemiche. B**K. Tra le più antiche aziende librarie d’Italia è Pareti color pastello e atmosfera rilassante la Libreria Bocca, pluripremiato locale storico. La accolgono i booklover del Librificio del Borsede milanese, sotto la Galleria Vittorio Emanuele go, a Genova: qui si possono sfogliare libri luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 79 accomodandosi su poltrone e divanetti, sorseggiando un caffè o un calice di vino. DAI PICCOLI BORGHI ALLE CITTÀ D’ARTE – NEL MEZZO anche casa d’aste, fondata nel 1875. Da fine 2018, invece, fiorentini e turisti che vogliono prendersi cura delle proprie emozioni trovano beneficio alla Piccola Farmacia Letteraria, dove la libraia Elena Molini ha catalogato i libri sugli scaffali suddividendo gli stati d’animo in circa 70 categorie. Nella Capitale vale la pena fermarsi, per un caffè e un buon libro, da Giufrà Libreria Caffè, che predilige progetti culturali indipendenti, graphic novel, fumetti, albi, tematiche e prodotti legati al consumo critico e azioni di solidarietà sociale. La Libreria Rinascita di Ascoli Piceno, nota a livello internazionale, con 800 luminosi metri quadrati e circa 30.000 titoli, accoglie nell’ampia sala I mercatini nelle città e le bancarelle digitali sono luoghi speciali dove conciliare l’amore per l’usato e la sostenibilità In quel borgo senza tempo che è Pietrasanta (Lucca), amato da artisti e letterati, la Libreria Nina occupa metà della platea di un ex cinema (l’altra metà è un negozio di antiquariato), da sempre coinvolta in festival abitati da Nobel e premi Strega. A Firenze, invece, per gli appassionati di manoscritti, stampe, mappe e libri pregiati, tappa obbligata, in pieno centro, è la Libreria Gonnelli, tra le librerie antiquarie più antiche d’Italia, e CONTORNI Il potere della condivisione e dello scambio dalla quale ammirare la Val Seriana non solo gli aderenti all’iniziativa, ma con un bel libro in mano (a imitazione anche chi già condivideva la stessa delle Big Benches di Chris Bangle), filosofia, arrivando a oltre 1200 punti Condividere con un perfetto mentre in Ticino vecchie cabine libro in tutto lo Stivale, segnati su sconosciuto lo stesso libro segnato da telefoniche sono state riconvertite in Google Maps, dove l’utente può un codice che, registrandosi a un sito, book station. individuare la stazione di libri più ne consente la tracciabilità, prelevare La ricollocazione di libri in spazi vicina. «Non si tratta solo di cultura», il libro da un punto predefinito dove privati, spesso attività commerciali aggiunge Rapisarda, «ma di una riportarlo a fine lettura per renderlo accessibili a un pubblico trasversale rete dell’amore, dove i volontari accessibile ad altri: è il cuore del e non per forza avvezzo alla donano tempo a sconosciuti e alla bookcrossing, nato nel 2001 negli cultura, come bar, ferramenta, comunità. Dove c’è una postazione Stati Uniti e giunto in Italia. Il potere panifici, pensiline del bus, postazioni di libri c’è un parco, attenzione alla della condivisione dei saperi si è poi al sicuro dalle intemperie, è la sostenibilità dell’ambiente, alla cultura sviluppato in altre forme, dove quel missione di Giuseppe Rapisarda, plastic-free. Dove c’è cultura la che conta è prendere e lasciare il libro che nel 2017 lanciò quasi per gioco società progredisce, è educazione in uno stesso posto, abbracciando l’iniziativa Lascia un libro, prendi al rispetto del bene pubblico, si la cultura dello scambio e del riciclo: un libro, per «trovarsi imbrigliato», promuovono il riuso e il risparmio si parla di booksharing, attivo su come ci racconta lui, «in questa delle risorse, perché dietro i libri piattaforme digitali, ma con tracce rete di volontariato». Partendo ci sono gli alberi. È un’operazione visibili in quelle casette di libri, a da un paio di punti dove ha reso sociale», rincara il fondatore della volte molto creative, che spesso disponibili i libri nell’originario paese rete che opera in maniera gratuita compaiono in corrispondenza di di Belpasso (Catania), alle falde (e con pochi e lenti riscontri delle biblioteche, parchi, panchine, punti dell’Etna, Giuseppe con la sua rete amministrazioni pubbliche), «che lotta panoramici. A Songavazzo, per di volontari ha messo in circolo oltre per combattere la ludopatia: oltre esempio, in provincia di Bergamo, 400.000 volumi, allestendo circa 70 bar, al posto della slot machine, la Ca di Leber (Casetta dei Libri) è 400 punti libro in tutta Italia, con hanno scelto di offrire ai propri affiancata da una panchina gigante l’appoggio di privati. Ha poi censito frequentatori una postazione di libri». 80 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 La panchina gigante vicino alla Ca di Leber - Casetta dei libri - a Songavazzo in provincia di Bergamo (© Promoserio) Vecchi libri in piazza a Milano (© Maremagnum.com) conferenze incontri e performance musicali e teatrali per divulgare la cultura in ogni forma, è madre della casa editrice Lìbrati e di un software gestionale per librerie all’avanguardia. coloratissima Tuttestorie, a Cagliari: libreria, laboratorio, casa editrice dedicata alla letteratura per ragazzi, punto di riferimento per mostre del libro e dell’omonimo festival letterario. VIVERE LA LETTURA – SUD E ISOLE USATO: PASSIONE E SOSTENIBILITÀ A Napoli meritano una visita la Libreria Antica e Moderna Fiorentino, frequentata da Benedetto Croce, e la Libreria Colonnese che, ricca di volumi e curiosità su Napoli, organizza visite guidate e performance, oltre a vendere libri rari, cartoline, tarocchi. Nella Scampia purtroppo nota per la fiction Gomorra, splende invece uno spaccio di libri e cultura davvero esemplare, La Scugnizzeria, che oltre a promuovere il bookcrossing e il «libro sospeso», è libreria, laboratorio teatrale, artigianale, tipografia, orto, e pubblica, con la Marotta&Cafiero editori che ospita nella sua sede, letteratura «stupefacente», narrativa civile, storie dei Sud del mondo, libri ecologici su carta riciclata certificata, con inchiostri non inquinanti e colle senza plastificanti. Arredamento in arte povera e materiali di riciclo contraddistinguono la libreria Colapesce di Messina, anche wine bar e caffetteria, uno spazio pensato per vivere coi libri. La cultura diventa esperienza anche da Librerrima, libreria, enoteca, caffè, ristorante in un’incantevole corte settecentesca di un palazzo barocco nel cuore del Salento, a Lecce. Il tour si chiude nella Gli appassionati dell’usato, però, oltre a inebriarsi del profumo delle pagine consumate tra gli scaffali delle librerie antiquarie e tra quelli del Libraccio, si divertono a cercare vecchie edizioni e chicche rare sulle bancherelle dei mercatini che rallegrano le città italiane. Il più noto a livello nazionale, specializzato in libri del Novecento ma anche precedenti, è Vecchi Libri in piazza, a Milano, e ospita espositori da tutta Italia nella centralissima Piazza Diaz, ogni seconda domenica del mese. La riapertura, dopo le limitazioni governative, è prevista per l’11 luglio 2021: ce lo annuncia con emozione l’organizzatore Sergio Malavasi, proprietario dell’iconica Libreria Antiquaria Malavasi di Milano e fondatore di Maremagnum.com, il più importante sito italiano per la ricerca di libri antichi, usati, introvabili e fuori catalogo, con oltre 10 milioni di titoli e 600 librerie partecipanti. Altre bancarelle di libri a Milano si trovano al Mercatone dell’Antiquariato (ultima domenica del mese), alla Fiera di Senigallia (sabato mattina) e al mercatino di Brera (terza domenica del mese). Il prossimo appuntamento meneghino luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 81 imperdibile per gli appassionati è il Salone del Libro Usato, riprogrammato per il 20 e 21 novembre. Ha riaperto nel mese di giugno, invece, Libro Ritrovato, la più importante mostra-mercato di libri antichi e fuori stampa di Torino, in Piazza Carlo Felice (prima domenica del mese). Ripartiti anche il mercato dei libri usati di Prato, in piazza Lippi (seconda domenica del mese) e Libri sotto i portici a Castel Goffredo, in provincia di Mantova (prima domenica del mese). A Roma si possono scovare bancarelle letterarie a Porta Portese, dal lato di viale Trastevere (domenica mattina), nel mercato sotterraneo della Stazione Ostiense (sabato e domenica), e a La soffitta sotto i portici di piazza Augusto Imperatore (prima e terza domenica del mese). Nella capitale opera poi Book Cycle, associazione di volontariato che ha aperto La Casa dei Libri Senza Prezzo, una libreria a offerta libera per rendere la cultura accessibile ai più. Su Roma e Bologna l'associazione Equi-Libristi cerca libri destinati al macero, li recupera gratuitamente per distribuirli a bar, ambulatori medici, centri anziani e punti di passaggio, mentre a Milano, chi proprio non sa come disfarsi dei libri e vuole donargli altra vita può contattare la Biblioteca Deposito. Tornando ai mercati, a Firenze bancarelle da libro si trovano nel rione dei Ciompi (ultima domenica del mese, presso la Loggia del Pesce), nei giardini della Fortezza da Basso (terza domenica del mese), e in piazza Santo Spirito (seconda domenica del mese). Per chi non riesce a muoversi da casa, una bancarella online di libri usati con oltre tre milioni di titoli è ComproVendoLibri. Librerie, mercatini, biblioteche (urge ricordare che all’ingresso della biblioteca di Tebe, la più antica al mondo, dominava l’iscrizione: «Qui è la medicina dell’anima»), sono luoghi dell’io e dell’altrove. Se per Umberto Eco, infatti, «la lettura è un’immortalità all’indietro», poiché chi legge non ha vissuto solo la sua vita, ma tutte quelle dei personaggi dei libri, Isaac Asimov scrisse, quando nel 1971 inaugurarono a Troy, in Michigan, la biblioteca comunale: «Congratulazioni per la nuova biblioteca, perché non è solo una biblioteca. Si tratta di una nave spaziale che ti porterà fino agli estremi confini dell’universo, una macchina del tempo che ti porterà in un lontano passato e in un futuro lontano, un insegnante che ne sa più di ogni essere umano, un amico che ti divertirà e consolerà – e soprattutto, un ponte, per una vita migliore e più felice e più utile». 82 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 CONTORNI Biblioteche: le 10 città italiane dove consultare nella bellezza Milano Biblioteca Braidense (nella foto), Biblioteca Ambrosiana, Biblioteca Sormani Mantova Biblioteca Teresiana Venezia Biblioteca Nazionale Marciana Torino Biblioteca Reale Bologna Biblioteca dell’Archiginnasio, Biblioteca Salaborsa Cesena Biblioteca Malatestiana Firenze Biblioteca San Marco, Biblioteca Medicea Laurenziana Siena Biblioteca Piccolomini Roma Biblioteca Angelica, Biblioteca Apostolica Vaticana Napoli Biblioteca dei Girolamini, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III La Libreria Bocca dal 1775, in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 83 Mobilità Un sentimento chiamato bicicletta: la rivoluzione delle due ruote di Elena Benearrivato La bicicletta non è solo un mezzo di trasporto ma uno stile di vita e un sentimento. È autonomia di pensiero, libertà di spostamento, libidine del viaggio, strumento di emancipazione e di rivolta. Pedalare è un movimento circolare estremamente semplice che collega corpo e mente, attraverso un ritmo scandito dai battiti di un cuore che accelera e decelera, in un percorso di improvvise salite, discese e imprevisti che è sempre metafora di vita. Andare su due ruote è una necessità antica di velocità e di sentirsi vivi, che nella società di oggi si è capovolta in un bisogno anticonformista di lentezza, di fatica fisica e di piccole cose 84 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Lo racconta il sociologo e antropologo francese David Le Breton, nel suo nuovo saggio A ruota libera. Antropologia sentimentale della bicicletta, uscito da poco in Italia per Raffaello Cortina Editore. Il libro è un percorso organizzato in 12 capitoli, ciascuno introdotto da un’interessante citazione sul tema, che ruota intorno al concetto di Vélorution, un’anagramma della parola francese révolution, «rivoluzione», unito al termine vélo, «bicicletta»: una rivoluzione su due ruote, insomma. Nel terzo capitolo, Storia di una tecnica, scopriamo che la prima bicicletta venne realizzata in Francia nel 1790 con il nome di "celerifero”, ma che ci vorrà quasi un secolo per far sì che diventi il pratico mezzo di trasporto che oggi conosciamo. Percorrendo ancora un po' di storia della bicicletta, Le Breton ricorda che questo mezzo è stato in grado di generare «nuove forme di sociabilità, contribuendo, a suo modo, all’emancipazione delle donne». Andare in bicicletta, infatti, richiedeva l’uso di indumenti più leggeri e confortevoli per le donne, che pedalando hanno potuto sottrarsi «alla sorveglianza della famiglia» e continua LeBreton «vivere con più facilità un idillio con un amico oppure, semplicemente, vivere in tutta tranquillità». La Vélorution, spiega Le Breton, è un’aspirazione che dobbiamo agli Amis de là Terre, un movimento per la tutela dell’ambiente che nella Francia del 1968 accusava la società dei consumi e il progresso della tecnica di ritorcersi sulla qualità della vita. Dagli anni '80 in poi, in quasi tutta Europa, la bicicletta torna a conquistare la città, pretendendo e ottenendo spazi a lei dedicati come le piste ciclabili, veri e propri canali di respiro per i centri urbani, che piano piano tornano a mostrare un equilibrio tra pedoni, ciclisti e utenti di mezzi privati e pubblici. Le aree pedonali e quelle ciclabili, spesso vicine e intercambiabili, permettono una presenza fisica delle persone nei luoghi e quindi riportano le città a una dimensione più umana. Lo status della bicicletta, si legge nel saggio, inizialmente mezzo per pochi, è molto cambiato: «da mezzo dei poveri è diventata uno strumento di lotta, impiegata dalle classi medie e dagli studenti per i propri spostamenti». La bicicletta invita a esperire il mondo attraverso i sensi, la lentezza, la noncuranza, rinforza la sensazione di essere vivi CITTÀ PIÙ UMANE PER CHI PEDALA Quanto più, in un centro urbano, gli automobilisti ricorrono all’uso della bici, tanto più quel luogo diverrà fluido: ecco uno degli assiomi proposti nel libro. La bicicletta non è solo uno svago ma un’opzione valida per sostituire l’auto e rivitalizzare quelle città - descritte nel capitolo dieci Il monopolio dell’automobile - soffocate dal traffico, dall’inquinamento e dal rumore, in cui «la costruzione di strade e autostrade comporta un’eradicazione del territorio» che «priva la città di foreste e campi e paesi». La bicicletta permette alla città di ritrovare la sua etimologia. Città, infatti, deriva dal concetto latino più astratto di civitas che in origine significava sia la cittadinanza romana, che il diritto del cittadino, quindi un luogo legato non tanto al valore di agglomerato urbano, ma ai cittadini stessi e al senso dell’esistenza obiettiva di una comunità. Nel capitolo 12 Le Breton, sulla scia di questa riflessione, fa notare come, soltanto una quindicina di anni fa, il centro città di Strasburgo, oggi tanto elogiato, era percorso da così tante autovetture da rendere difficile l’uso delle strade da parte di pedoni e ciclisti: ci si chiede, continua l’autore, come la popolazione potesse accettare la città in simili condizioni. RISCOPRIRSI CORPO GRAZIE ALLA BICICLETTA Tanto più è aumentato il progresso tecnologico, quanto più si è ridotta la dimensione sensibile e fisica dell’esperienza. Benché vettore di fattori negativi quali inquinamento, costi, ingombro urbano, tragedie personali e familiari, l’automobile resta in ogni caso la pietra miliare della logistica urbana contemporanea e di conseguenza della quotidiana organizzazione delle nostre vite. Per milioni di persone, l’auto ha reso il corpo superfluo, togliendo valore alle nostre capacità muscolari, fisiche e sensoriali. La bicicletta, talvolta, scrive Le Breton, viene prescritta proprio come un farmaco per prevenire l’infarto, o per eliminare le tossine, aumentare la capacità respiratoria o luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 85 la circolazione sanguigna. strada verso l’età adulta. Non sono questi però La bicicletta accompagna «I percorsi assorbivano i motivi gioiosi che devoanche l’adolescenza, con tutta la mia attenzione: no spingere una persona quei ricordi legati a discese moltiplicavo le fermate a farsi una pedalata, mepercorse a tutta velocità, per esplorare le case glio mettersi in sella per all’incontro con un amico, abbandonate e le rovine, puro piacere. La maggior con l’amore o ai tentativi di oppure per seguire con parte delle persone oggi andare in due su una bici gli occhi un animale in svolgono attività sedentasola. A quell’età ci si metfuga, per osservare la rie che tendono a consute alla prova, un po’ come corrente di un fiume o mare più energia nervosa quel voler provare a lascianuotarci, per raggiungere re la presa del manubrio, che corporea. Ciò spesso posti in cui pescare» mantenendo l’andatura del viene compensato con mezzo, per sentirsi conl’assidua frequentazione di una palestra, dove uomini e donne scelgono temporaneamente forti e indipendenti. La bicicletta allora può anche essere una «sodi camminare, correre o pedalare per ore rimanendo nello stesso posto prima di prendere di glia dell’esplorazione di sé» e un «campo di batnuovo la proprio vettura con cui tornare a casa taglia» nella lotta che i giovani conducono per per riposarsi. Questo tipo di esercizio in cui si ampliare i propri margini di manovra e costruirsi tiene d’occhio lo smartphone, mentre le cuffie come soggetti a pieno titolo contro quei genitori stereo trasmettono musica, ha tutte le caratte- sempre pronti a dettare le istruzioni su dove e ristiche di una relazione asettica con il mondo. come andare. La bicicletta all’aria aperta invece induce il riQuel mondo infantile ed entusiasta che la bicischio dell’incontro con l’alterità, con paesaggi cletta rappresenta è un gioco che può durare a diversi che hanno il potere di allargare le pro- lungo anche quando si è adulti e si vive il mezzo spettive mentali di chi pedala. come un’apertura al mondo, un osservatorio dei «La bicicletta invita a esperire il mondo attra- modi di pensare, di sentire e di agire, una contiverso i sensi, la lentezza, la noncuranza, rinforza nua sperimentazione della libertà. la sensazione di essere vivi» continua Le Breton. Pedalando il ciclista può andare dove desidera ma soprattutto può scoprire di avere un ritmo tutto suo senza l’ansia di arrivare il ritardo o di non riuscire a trovare parcheggio. UN GIOCO CHE DURA A LUNGO La bici è anche un modo per viaggiare nel tempo, recuperando un’esultanza tipica dell’infanzia e dell’adolescenza che rimanda a una memoria corporea mai del tutto dimenticata. Infanzia è il titolo dedicato al secondo capitolo del libro, dove LeBreton mostra come un bambino che impara a pedalare non lo dimenticherà più, anche se dovesse riprendere tra le mani la sua bicicletta a distanza di anni e anni. Tutti, prosegue il sociologo, hanno una «bicicletta in testa», magari legata a un momento speciale in cui gli è stata donata, come il Natale o un compleanno. Quella bici che all’inizio aveva le rotelle e sulla quale sono stati intrapresi i primi rischi e le prime cadute. Le rotelle, poi, scompaiono in un momento da fissare nella memoria, come una soglia simbolica, un rito iniziatico moderno, che conduce il bambino sulla 86 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 A ruota libera. Antropologia sentimentale della bicicletta di David Le Breton Raffaello Cortina Editore - 14 € (eBook disponibile) luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 87 Riflessioni «La fermentazione? Metafora filosofica della vita: impariamo» di Sara Grassi Sgarban La parola «fermentazione» non si riferisce solo ai fenomeni cellulari di digestione e trasformazione di nutrienti, ma anche a un più generale stato di agitazione, non solo in ambito scientifico ma anche culturale, sociale, politico e artistico. È da questa accezione che Sandor Ellix Katz, il guru statunitense della fermentazione, prende spunto per offrire una nuova chiave di lettura del processo come metafora del mondo in cui viviamo, del nostro rapporto con l’ambiente e della vita stessa Appassionato di cucina e di alimentazione, Sandor Ellix Katz è partito dalla situazione di crisi dovuta alla pandemia per riflettere sul significato di «fermentazione», un tema al quale è particolarmente affezionato. Il risultato è il libro L’arte della fermentazione, un compendio di splendide immagini catturate al microscopio e di riflessioni sui diversi significati che questo fenomeno può assumere in diversi ambiti della nostra vita. A partire proprio dal nostro rapporto con i batteri: organismi estremamente interessanti, presenti sulla Terra da milioni di anni prima di noi, con un’enorme adabilittà genetica di cui ancora dobbiamo scoprire molti aspetti. Forse proprio a causa di questi aspetti a noi sconosciuti, sottolinea Katz, nell’immaginario collettivo i batteri sono indiscriminatamente associati a nemici da combattere, basti pensare all’uso massivo e generalizzato di antibiotici per la cura 88 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 e l’igiene e soprattutto nell’allevamento animale. Questo uso spietato rischia di essere non solo inutile ma addirittura dannoso, perché può contribuire all’inefficacia dei farmaci di cui effettivamente avremmo bisogno. La «guerra ai virus», come la chiama Katz, ha ora soppiantato quella contro i batteri, e naturalmente per un buon motivo: Sars-CoV-2 ha cambiato radicalmente le nostre vite da ormai quasi un anno e mezzo, ma non bisogna dimenticare che il nostro rapporto con l’ambiente è tra le micce che hanno innescato il diffondersi dell’epidemia. IL VERO NEMICO: IL CONCETTO DI «PUREZZA» Un altro modo che abbiamo noi umani di farci del male è prendere di mira i nostri stessi simili, e tra i maggiori pretesti, ancora una volta, c’è quello che non riusciamo a capire, ciò che è “diverso”. Differenze fisiche, di genere, di orientamento sessuale o di cultura portano a discriminazioni di diversa natura, ma il comune denominatore di questo odio è lo stesso, secondo Katz: la paura della contaminazione. «Noi esseri umani sembriamo avere una propensione a immaginarci in uno scenario “noi-contro-loro”, e la paura dell’altro è stata usata ripetutamente per infondere paura nei diversi contesti geografici e storici - si legge nel saggio -. Le fonti specifiche di contaminazione possono cambiare, ma la sua minaccia rimane una potente arma politica». Le culture, e le comunità umane, sono da sempre in continuo "fermento". Le identità culturali esistono e sono molto potenti, ma la fermentazione come metafora, così come quella batterica, procede lenta e inesorabile. I popoli migrano, le tradizioni evolvono, e con loro le culture mutano. E nel caso di ingiustizie, il fermento può essere molto più veloce e «violento»: l’agitazione sociale che ha seguito la morte di George Floyd ne è, secondo Katz, un chiaro esempio. La fermentazione letterale è un riflesso, a sua volta, della biodiversità anche nel mondo naturale, e non dovremmo temerla nemmeno quando si tratta del nostro cibo. Parlare di cibo incontaminato, infatti, per il guru della fermentazione non ha alcun significato: gli alimenti, per quanto poco processati o a chilometro zero, sono comunque frutto di un insieme di processi, che vanno dalla crescita, al loro arrivo sul nostro piatto. È in questo punto che Katz specifica di non seguire un’alimentazione plant-based, nonostante i suoi lettori spesso lo diano per scontato. Egli mette sullo stesso piano ogni forma di vita di cui si nutre (piante, animali o funghi) e riconosce che soddisfare la propria fame è, in un certo senso, un «atto omicida». Ecco perché «il cibo non è mai incontaminato». IL REVIVAL DELLA FERMENTAZIONE In natura, la fermentazione è dappertutto: è uno dei motori degli equilibri ecologici, dell’impollinazione e della fertilità del suolo, per non parlare dei processi fermentativi di uva, grano e La foto che riportiamo è tratta dal libro: realizzata dall'autore è scattata al microscopio e mostra i processi di fermentazione. Le foto sono state poi colorate digitalmente. verdure che Homo sapiens ha diligentemente imparato a sfruttare. Katz è considerato un vero e proprio nostalgico di questo processo perché si è posto l’obiettivo di diffondere la pratica e renderla più accessibile al grande pubblico, tanto che il suo nuovo libro segue quello del 2018, Il grande libro della fermentazione. L’autore nota come il fatto che oggi la fermentazione sia considerata «una moda per ricchi buongustai» sia piuttosto ironico: nel corso della storia è stato un procedimento fondamentale che ha permesso di nutrirsi di molti cibi altrimenti non commestibili, e certe zone del mondo come il Sudan e la Siberia sono arrivate addirittura a rifiutare i cibi fermentati, considerati rozzi e antiquati, in favore di alimenti più moderni. Il libro di Sandor Ellix Katz si conclude con una riflessione sul nostro futuro: la sensibilità alle questioni ambientali e il Coronavirus ci hanno resi, volenti o nolenti, più sostenibili e più lenti. Prenderemo spunto dalla fermentazione per attuare processi di trasformazione più consapevoli e rispettosi del mondo che ci circonda? L’arte della fermentazione. La metafora della vita di Sandor Ellix Katz Sonda - 18 € luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 89 Scenari Il futuro è solarpunk di Silvia De Bernardin E se il futuro che ci attende non fosse quello della catastrofe apocalittica tanto cara alle cronache dei media globali e alle narrazioni distopiche così in voga in questo periodo, ma un domani davvero migliore, tutto da immaginare e costruire nel segno dell'inclusività e della giustizia sociale e ambientale? Dalla letteratura all'urbanistica, il movimento solarpunk traccia un orizzonte nel segno di una "rivoluzione luminosa" alla nostra portata dilagare della distopia e del nichilismo e che fa della luce una metafora di positività e atteggiamento costruttivo verso il futuro. IN CERCA DI UNA EXIT STRATEGY Uscire dagli scenari alla Matrix e provare a percorrere strade alternative. Smettere di distruggere, anche con l'immaginazione, per costruire. Dalla letteratura alla filosofia passando per la grafica, l'architettura e l'arts and crafts, c'è un movimento di pensiero, nato sulle bacheche di Tumblr una decina di anni fa, che sta conquistando un po' alla volta arti figurative e forme espressive. Si chiama solarpunk, e il suo nome è tutto un programma: quello di una rivoluzione che si pone in alternativa al Per approfondire: storie e narrazioni solarpunk in cinque libri per conoscere più da vicino questo nuovo movimento letterario e di pensiero 90 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Era il 2012 quando in Brasile l'editore Draco pubblicò il volume Solar Punk: Histórias ecológicas e fantásticas em um mundo sustentável, una raccolta di storie poi tradotte in inglese nel 2018, tra il fantastico e la fantascienza, ma "diverse". È qui, infatti, che per la prima volta, proprio nel campo della fantascienza e dell'immaginazione dei futuri possibili, agli scenari cupi e alle giungle urbane cyberpunk alla Blade Runner e alla Black Mirror si contrappone «un tentativo di costruzione differente, non più basato sulla distruzione, ma sull'indicazione di soluzioni», ci spiega lo scrittore Francesco Verso, tra i principali esponenti del solarpunk letterario in Italia ed editore di Future Fiction, casa editrice specializzata in fantascienza e letteratura nativa. La narrativa inizia a rispecchiare quello che da molto tempo già accadeva nei movimenti, dal Club di Roma degli anni Sessanta a Occupy Wall Street fino a Greta Thunberg e ai Fridays for Future: «La fantascienza si è presa l'onore di provare a immaginare delle exit strategies dall'antropocene e dal suo corrispettivo economico, il capitalocene, in un'ottica costruttiva che - sottolinea Verso - non vuol dire banalmente essere ottimisti e faciloni, ma rimboccarsi le maniche per costruire delle alternative plausibili e percorribili». Solarpunk. Ecological and... a cura di Gerson Lodi-Riberio Einaudi – 17 € (ebook disponibile) Solarpunk. Come ho imparato ad amare il futuro a cura di F. Verso e F. Fernandes Future Fiction - 16 € possibile, se facciamo Di fronte al cambiamenqualcosa, ma anche l'eto climatico, alle storture «La fantascienza si è nergia rinnovabile vera e del sistema economico e presa l'onere di provare propria, il superamento alla dittatura dei big data, la a immaginare delle exit dell'era del petrolio e del letteratura smette di punstrategies dall'antropocene tare unicamente il dito e consumismo innestato e dal capitalocene, in torna all'utopia propositiva, sull'apparente disponibiun'ottica costruttiva: non lità di energia e risorse ribaltando i canoni sia della vuol dire essere faciloni, ma illimitate a basso costo». narrazione fantascientifica rimboccarsi le maniche per imperante che delle cronacostruire delle alternative che quotidiane: è così che L’ESTETICA “VERDE” plausibili e percorribili» Prima ancora che in nelle prime storie solarpunk letteratura, il solarpunk scienza e tecnologia diventano protagoniste in uno scenario nel qua- ha trovato casa, attraverso siti e bacheche dile, però, la luce soppianta il buio, la comunità gitali, in altre arti espressive, dall'arts and crafts prende il posto dell'individuo, la battaglia dell'e- alla grafica digitale. Ancora poco conosciuta in roe solitario si fa collettiva e nel quale l'inclusività Italia, sta conquistando campi come la moda, allarga gli orizzonti del pensiero unico. l'urbanistica e l'architettura, nel segno del riuso, del riciclo e della manualità. L'estetica che UN PUNK SOLARE esprime è, naturalmente, "verde": partendo da Nei fatti, una vera e propria rivoluzione punk elementi propri delle culture native africane e e, in questo senso anti-sistema, ma che si ve- asiatiche, il solarpunk si è riconosciuto, qui in ste di "solarità", intesa come atteggiamento co- Europa, nei motivi tutti floreali dell'Art Noveau. struttivo, democratico e solidale, e anche enerNon tanto una sorta di "primitivismo" quanto geticamente "rinnovabile". piuttosto un «biometismo: l'ispirazione a mate«Se la ribellione punk porta solo alla distopia, riali, schemi e modelli ispirati alla natura e il loro immaginare un futuro peggiore diventa un cul- inserimento nelle infrastrutture urbane, negli de-sac, un'abitudine quasi reazionaria», raccon- edifici pubblici, e nei tessuti dei vestiti - spiega ta anche la scrittrice ed editor Giulia Abbate, tra Verso nella post-fazione alla raccolta di raci fondatori di SolarPunk.it, sito di divulgazione, conti provenienti da tutto il mondo Solar Punk. condivisione e formazione sui temi del solarpunk Come ho imparato ad amare il futuro -. Invece in tutte le sue forme. «Invece, le storie solarpunk di rappresentare la natura con strumenti artifici riportano a uno scenario utopico, utopia in- ciali, si imitano i suoi processi naturali». E lì, nella tesa come costruzione filosofica, ma non come forma che si fa anche sostanza, che scienza e evasione: essere solarpunk non significa diser- tecnologia diventano mezzi positivi attraverso tare la realtà, ma aprirne le sbarre per cercare i quali cercare risposte ai grandi problemi della nuove strade che siano veramente percorribili, contemporaneità. anche nella pratica quotidiana, per arrivare a un INCLUSIVITÀ E ANTISPECISMO futuro migliore». Fortemente inclusivo, ecologista, anarchico, Proprio perché ambiente, ecosistemi e cambiamento climatico sono tra le tematiche più femminista, queer, antiabilista e antirazzista, il care a questo movimento, la «solarità non è so- movimento solarpunk ha in qualche modo denlamente la visione di un domani migliore ancora tro di sé anche il seme dell'antispecismo. «Una I Camminatori di F. Verso Future Fiction – 15 € (ebook disponibile) Assalto al sole a cura di F. Ricciardiello Delos Digital – 17 € Glass and gardens. Solarpunk summers AA.VV. Serena Ulibarri – 12 € luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 91 cultura solarpunk dovrebbe narrazione secondo la quale cercare di dissolvere ogni tutto dipenda da quello che «Mettersi contro gli forma di gerarchia sociale e mettiamo nel carrello perallevamenti intensivi, ché questo significa scaricadi dominio - sia essa basaragionare sui sistemi ta su classe, razza, genere, re sul singolo responsabilità di produzione del sessualità, abilità o specie, e questioni che sono anche cibo, proporre modelli disperdendo il potere che aldi natura politica globale». alimentari differenti, cuni individui o gruppi eserNon è, dunque, un caso sapere cosa c'è nel citano su altri e aumentando che il primo romanzo solartuo piatto e magari punk tutto italiano, I Camcosì la libertà aggregata di autoprodurlo sono minatori, pubblicato proprio tutti», si legge nell'articolo questioni che non quest'anno da Francesco What is solarpunk, una delle possono essere Verso, parli anche di aliprime riflessioni teoriche sul ignorate, se vogliamo mentazione, nella sua conmovimento pubblicata onlidavvero immaginare ne nel 2016. Qui si evidenzia catenazione con temi quali un futuro possibile» come, tra le radici del solarsedentarietà, lavoro e mopunk, ci siano le eredità di dello sociale: «Ho provato, varie correnti di pensiero e movimenti, dal so- attraverso una narrazione molto complessa, a cialismo al femminismo, compreso l'anti-segre- scardinare l'alimentazione immaginando come gazionismo animale. i protagonisti della storia, attraverso delle naIn quello che è, di fondo, il necessario «ripen- nomacchine, riescano a mangiare non più tre samento radicale del rapporto tra essere uma- volte al giorno, ma una volta al mese, e come no e natura, stiamo arrivando al tema animalista, questo potrebbe cambiare di conseguenza la anche in Italia: è un dibattito in corso sia sul pia- nostra vita». no della speculazione filosofica, che della pratica I Camminatori, lungo romanzo in due volumi, - ci conferma Abbate -. Il solarpunk, in tutte le è il racconto di una mutazione antropologica sue forme, porta il dibattito sulle cose che si pos- causata dalle macchine, ma anche, spiega l'ausono fare quotidianamente quindi anche sugli tore, di come «il declino della nutrizione umana stili di vita: mettersi contro gli allevamenti inten- avrà come conseguenza la nascita di una culsivi, ragionare sui sistemi di produzione del cibo, tura nuova, anche se per certi versi antica: una proporre modelli alimentari differenti, sapere società nomade, solare, creativa». cosa c'è nel tuo piatto e magari autoprodurlo Il futuro possibile, a pensarci bene, non potrà sono questioni che non possono essere ignora- prescindere, anche, da cosa e come deciderete, se vogliamo davvero immaginare un futuro mo di continuare a mangiare. possibile. Poi - sottolinea - non crediamo nella 92 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Un saggio che ricostruisce con interviste e fonti ufficiali il percorso che porta dall'allevamento intensivo al rischio di zoonosi, come quella all'origine dell'attuale pandemia da SARS-CoV-2 luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 93 Briciole Le notizie per non perdere la strada Le notizie più interessanti, per non perdere in un mondo che cambia la strada, in un mondo che cambia Clima Lo Stato italiano citato in giudizio per inazione Sono oltre 200 i ricorrenti che, guidati dall’associazione A sud e assistiti da un team legale di avvocati e docenti universitari, hanno per la prima volta citato in giudizio lo Stato italiano per le gravi inadempienze e l’inerzia nell’affrontare l’attuale crisi climatica globale. La causa non mira a risarcimenti economici, ma ha come principale obiettivo chiedere al Tribunale di dichiarare che lo Stato italiano è responsabile di inadempienza nel contrasto all’emergenza climatica e che l’impegno messo in campo per centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi è insufficiente. Tale insufficienza avrebbe come conseguenza la violazione di numerosi diritti fondamentali, motivo per cui è necessario riconoscere un clima stabile e sicuro come diritto fondamentale per l’uomo. I ricorrenti hanno, inoltre, chiesto allo Stato di ridurre le emissioni di gas serra del 92% entro il 2030 tenendo conto delle responsabilità storiche dell’Italia nelle emissioni e delle sue attuali capacità tecnologiche e finanziarie. Pandemia Covid-19, sintomi più lievi con alimentazione plant-based: lo studio Secondo uno studio pubblicato dalla rivista scientifica BMJ Nutrition, Prevention & Health, coloro che seguono una dieta plant-based sono meno portati a riportare sintomi di Covid-19 moderati o gravi. L’indagine, che ha coinvolto 2.884 membri del personale sanitario di Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, ha rilevato come coloro che hanno riportato di seguire un’alimentazione plantbased avevano il 73% in meno di possibilità di sintomi da moderati a gravi; chi si è definito pescetariano riportava il 59% in meno. Coloro che, invece, seguivano diete low-carb o high-protein hanno riportato maggiori probabilità di sviluppare sintomi meno trascurabili. I cibi vegetali - è la spiegazione fornita dai ricercatori costituiscono una fonte importante di vitamine, minerali e antiossidanti, sostanze fondamentali per rafforzare il sistema immunitario e abbassare il rischio di gravi infezioni respiratorie dovute a Sars-Cov-2. Ricerche La felicità è vegan Tra vegani, vegetariani, pescetariani e “carnivori”, i vegani sono mediamente più felici. È quanto risulta da una ricerca condotta dall’organizzazione statunitense Tracking Happiness. Lo studio ha individuato anche una sorta di tendenza inversa, ovvero che gli individui che si riten- gono più felici hanno una probabilità più alta di diventare vegan nel futuro, e che le persone vegane sono in generale più propense a «rimanere felici» nel tempo. Secondo il fondatore di Tracking Happiness HugoHuijer, «un comportamento sostenibile contribuisce a mantenere un buon livello di salute mentale, il che dimostra l’importanza di sensibilizzare le persone circa il consumo di prodotti di origine animale». Diritti animali L'Europa vuole bandire l'allevamento in gabbia entro il 2027 Ora c’è un impegno formale: entro il 2023 la Commissione Europea presenterà una proposta di legge per l’eliminazione delle gabbie negli allevamenti entro il 2027. Lo ha confermato la Commissaria europea per la Salute Stella Kyriakides rispondendo all’iniziativa End the Cage Age con la quale sono state raccolte 1,4 milioni di firme per dire basta alle gabbie. Ora si apre un iter legislativo molto lungo e complesso, e non privo di difficoltà. Anche se il benessere degli animali è presentato come «problema che sta fortemente a cuore» all’Ue, continua infatti a mancare un qualsiasi cenno europeo – anche in merito al New Green Deal - a una cultura alimentare diffusa che vada verso un’eliminazione graduale dei prodotti animali. SU VEGOLOSI.IT OGNI GIORNO CULTURA E NOTIZIE DAL MONDO VEG 94 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Libri divorabili Consigli di lettura di tutti i generi Andare per orti botanici di Alessandra Viola e Manlio Speciale Il corpo dell'Antropocene di Vybarr Cregan-Reid Un viaggio verde, da Torino a Palermo, alla scoperta degli scrigni che, nelle nostre città, conservano un vero e proprio patrimonio vegetale, e non solo. Gli orti botanici che puntellano il nostro Paese, ci raccontano infatti i due autori di questa originale "guida turistica", preservano e studiano ciò che di più prezioso abbiamo, la biodiversità vegetale. Allo stesso tempo, svelano pezzi di storia, curiosità e misteri attraverso i quali ricostruire, da un'inedita prospettiva, pezzi di tessuto colturale e culturale italiano. Una ricchezza tutta da scoprire, conservare e tutelare. Sempre più numerosi sono gli studi, le inchieste, le mostre, i documentari che raccontano gli effetti dell'antropocene sull'ambiente e gli ecosistemi naturali. Ma come sta agendo sul nostro stesso corpo l'era che proprio noi uomini abbiamo plasmato? Mal di schiena, miopia, obesità, diabete, ossa più sottili e muscoli più deboli sono i segnali inequivocabili di un cambiamento che sta già avvenendo, ci racconta questo saggio. Dopo migliaia di anni di evoluzione all'insegna del movimento ci siamo ora costruiti una vita sedentaria: una discrepanza che non ci fa bene, ma alla quale possiamo ancora porre rimendio. il Mulino – 12 € (ebook disponibile) Codice Edizioni - 31 € Essere giovani di Leonardo Caffo Tra speculazione filosofica e vicende autobiografiche, Leonardo Caffo, tra i filosofi italiani che più si sono occupati negli ultimi anni anche di antispecismo, affronta nel suo ultimo saggio un tema nuovo e affascinante: che cosa significa "essere giovani"? E inveccchiare? In questo "racconto filosofico sul significato dell'adolescenza" costruito in 100 pensieri, Caffo mescola storia, filosofia e vita personale parlando a distanza con i grandi pensatori del passato. E, come sempre accade con la riflessione filosofica più arguta, noi lettori non possiamo non soffermarci sulle molte domande che ci pone, a partire dalla prima: come sono diventato adulto io? Ponte alle Grazie - 14 € (ebook disponibile) Famiglie favolose di Francesco Maddaloni e Guido Radaelli Famiglia è dove c'è amore. Questo sembrano raccontarci le sette storie di famiglie di animali (ispirate a vicende realmente accadute) tutte diverse, tutte bellissime, raccolte in questo coloratissimo albo illustrato per bambini. Arrivato in libreria attraverso il crowdfunding, il libro affronta il tema della diversità, delle mille sfaccettature "favolose" che ogni famiglia può assumere, al di là di razza, genere e numero di genitori. Lo fa attraverso le le storie di chi a noi è molto simile, gli animali: un'occasione speciale, per grandi e piccini, per riflettere sul tema dell'amore al di là di ogni definizione e allargare la propria comprensione del mondo. Salani Editore - 16,90 € (ebook disponibile) luglio luglio/ /agosto agosto2021 2021| |vegolosi vegolosimag mag|| 95 Zero Waste Buone abitudini che generano cose belle e buone: perché le nostre azioni cambiano le cose, sul serio Sì, viaggiare Essere viaggiatori “zero rifiuti”, forse, non è del tutto attuabile come proposito. Tuttavia, viaggiare in maniera più consapevole e rispettosa del Pianeta e delle sue risorse è possibile. Per falo, bastano anche piccoli accorgimenti. REGOLA NUMERO UNO: ORGANIZZAZIONE Se è vero che spostarsi per il mondo azzerando consumi e sprechi è praticamente impossibile, ciò che può fare la differenza è scegliere accuratamente dove andare, cosa mettere in valigia, come muoversi, dove soggiornare. Per questo, pianificare per bene viaggi e vacanze è fondamentale. VOLA UN PO' MENO Tra le voci che più pesano in termini di impatto ambientale durante un viaggio c’è sicuramente quella legata agli spostamenti (un volo di linea inquina quanto 600 auto euro 0). Gli spostamenti in aereo andrebbero limitati al necessario, e magari optando per compagnie che adottano i carbon offset credits, ovvero strategie di compensazione delle emissioni di carbonio, e misure come l’abolizione dei kit in plastica monouso. Da parte tua, evita di stampare su carta i biglietti optando per i sistemi digitali (vale anche per quelli di mostre e musei). DORMI NEL POSTO GIUSTO Che in viaggio tu scelga di alloggiare in campeggio, in un hotel di charme o in una baita, il discorso non cambia: seleziona strutture che adottano politiche rispettose dell’ambiente, che hanno bandito la plastica monouso, per esempio, e che offrono ampia scelta di menu a base 100% vegetale. Possono darti una mano le certificazioni che attestano il grado di sostenibilità di hotel&Co, come Ecolabel Ue, Eco Bio Turismo Icea, Legambiente Turismo. IMPARA A FARE LA VALIGIA Il modo migliore per fare i bagagli è avere sotto mano una check list attenta per portare con sé ciò che serve davvero e, allo stesso tempo, evitare di dover fare acquisti inutili in viaggio perché ci si è dimenticati qualcosa. Nella tua valigia meno waste non possono mancare: borraccia dell’acqua, posate riutilizzabili e tovaglioli di stoffa, un contenitore ermetico per snack fai da te, borsina pieghevole in cotone. E, poi, ancora, i tuoi prodotti per il beautycase solidi o in polvere: impattano meno e occupano meno spazio di quelli in flaconi di plastica. SPEGNI TUTTO Ultimissimi accorgimenti prima di tirati la porta di casa alle spalle e andare: nelle settimane prepartenza fai una spesa più accurata del solito in modo da smaltire le scorte di cibo fresco ed evitare di doverlo poi buttare. E ricordarti di scollegare dalla corrente tutti gli elettrodomestici che non richiedono alimentazione mentre si è fuori casa. Buon viaggio! ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER “MENO WASTE” PER RICEVERE 15 CONSIGLI IN 15 GIORNI 96 ||vegolosi vegolosimag mag| |luglio luglio/ agosto / agosto2021 2021 L'orticello a cura di Giovanna Lattanzi fondatrice di Orto Strabilia, sementi da tutto il mondo I colori dell’estate «E poi, sì, l’ape girerà sempre sul fiore di nasturzio anche nel giorno dell’Armageddon, e dopo ancora», recitava il poeta Czeslaw Milosz a proposito di questo meraviglioso fiore, che a proprio a luglio esplode in tutto il suo splendore. Arrivato in Europa dal Perù nel 1600, il bellissimo nasturzioTropaeolum Majus colora i nostri giardini e orti con mille sfumature e screziature ed è anche un ottimo alleato in cucina. Per il suo sapore speziato e pungente e l’elevato contenuto di vitamina C, da sempre di questa pianta vengono infatti utilizzate foglie e fiori in varie preparazioni. Il nasturzio si sviluppa rapidamente su fusto leggero ed esile in modo rampicante o strisciante e arriva fino a 4 metri di altezza con foglie carnose, tondeggianti, lucide e fioriture abbondanti e vistosamente colorate nelle sfumature più disparate. Coltivato in modo stagionale o perenne, ben sopporta DA SEMINARE A LUGLIO La semina dell'estate è un tripudio di colori: spazio a fiordaliso, lino, lupino, non ti scordar di me, amaranto, viola, violaciocca, anemoni e gladioli. periodi lunghi di siccità e produce una fioritura più rigogliosa al sole. Mal sopporta gelate o intenso freddo. Non ha grandi pretese di terreno, ma teme i ristagni idrici. La fioritura avviene tra maggio e ottobre. Il nasturzio non necessita di potatura, ma vanno eliminati fiori e foglie secche per agevolare la fuoriuscita dei nuovi germogli. Si possono ottenere ottimi risultati partendo anche dal seme. Il profumo, che ricorda quello del miele, attrae le api e ha la capacità di mantenere lontano afidi, lumache e formiche dalle piante vicine in giardino o in vaso. Vi aspetto al prossimo numero! DA SEMINARE NELL'ORTO Iniziamo con le semine autunnali: puntarella, indivia liscia, sedano, cavolfiore, radicchio, scarola, cavolini, insalate varie, cavolo riccio, fagioli, fagiolini e finocchi. CITAZIONE STRABILIA..NTE «Luglio miete il grano biondo, la mano è stanca, il cuore è giocondo. Canta il cuculo tra le foglie, c’è chi lavora e mai non raccoglie». Gianni Rodari, scrittore luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 97 ARIETE TORO GEMELLI Chi sei tu? Il primo segno A Londra, in un quartiere Negli anni '80 un dilettante dello zodiaco! E cosa vuoi? molto in, hanno inaugurato di archeologia, Jim Smith, Tutto il gelato della vaschetta variegata una piscina sospesa che collega due pa- trovò resti di ossa di un dinosauro, ma al cioccolato! E cosa devi fare, invece? lazzi: è completamente trasparente! Che non riuscì a dissotterrarli. Lasciò un Dividerla con gli altriiii! Dài, questo ne dici, torello, non sarebbe una delizia biglietto: «Questo dinosauro è di Jim. mese un po' di generosità in più e un programmare un tuffo nel "vuoto"? Non sono riuscito a scavare più di così». pizzico di granella di nocciole. Dài, che è estate! Sono certa che Jim fosse dei Gemelli. CANCRO LEONE VERGINE Un comico, su Instagram, ha Questa ciotola di hummus Nella città di Glasgow gli messo in scena una conver- al caffè freddo è pronta? abitanti hanno deciso di sazione con la propria permalosità: devo Te la meriti: è stato un mese complesso. piantare in 10 anni 18 milioni di alberi: dire che ho riso e ti ho pensato perché Ti regalo una frase preziosa di Robert un contributo concreto contro la crisi lei risponde al suo «Potresti essere un Louis Stevenson: «Viaggiare speranzosi è climatica. Tu, con la tua pianta grassa po' meno accentuata?» con: «Io accen- una cosa migliore che arrivare, e il vero puoi fare poco, ma vorrei che il mo- tuata? Va be', basta me ne vado!!». successo sta nel lavorare». Rob, però ci od-Glasgow fosse con te questo mese, Ma un tentativo si può fare, dài! riposiamo anche, mm? cara Vergine! Oroscoporridge a cura di Luna Dinotte Un cucchiaio di humor e un pizzico di stelle BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO Questo mese, scorpioncino, Inguaribile ottimista che non Hai presente Marie Kondo, ti consiglio una ricetta: i ro- sei altro: ti pensavo mentre la scrittrice giapponese del tolini di carta di riso con dentro verdura guardavo una puntata di Spongebob, lui riordino? Ecco, propone le scelte come colorata. Sono super facili da preparare è favolosamente come te e diceva: «Non base di una vita felice, anzi scegliere e sono come te: da fuori non è chiaro abbiamo bisogno di un televisore men- quello che ci rende felice e lasciare an- quanta meraviglia ci sia all'interno. tre abbiamo la nostra immaginazione»: dare il resto. Quindi, anche se non ami filosofi siete voi due, altrochè! decidere, questo mese lascia andare. CAPRICORNO ACQUARIO PESCI Questa reunion di Friends Questo mese ti regalo un Il tuo fiore d'elezione, il gel- ci ha un po' commossi nume tutelare d'eccezione: somino, ha tanti significati tutti, no? Il tempo che passa, la nostal- Galileo Galilei. Sai che era anche lui in base al Paese in cui viene regalato: gia, l'estate che arriva: che ne dici di acquario come te? Ecco una bellissima in Italia, buona fortuna nel matrimonio, fare una reunion anche tu ma insieme e magnifica frase con cui fare un in Spagna, sensualità, nei Paesi arabi alla tua ricetta preferita? È un po' che poster: «L'opinione mia è che nissuna l'amore divino. Nel mio oroscopo: altra non vi vedete... cosa sia contro natura, salvo coppa di gelato. Vedi tu che dizionario l'impossibile, il quale, poi, non è mai». preferire... 98 | vegolosi mag | luglio / agosto 2021 Miti da sfatare Pregiudizi, informazioni false e concetti base sul mangiare e vivere vegan (con un tocco di ironia) (ristoranti) In Italia, secondo i dati pubblicati dalla Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ci sono a oggi in totale – tra ristoranti e bar che propongono piatti freddi e caldi – 333.640 imprese. Il loro ruolo nella cultura del cibo è di prim’ordine. Spesso, infatti, è al ristorante che si provano dei piatti per la prima volta, ed è qui che si sperimenta e si lanciano messaggi, anche politici. Eppure, nel nostro Paese, è ancora difficile trovare proposte 100% vegetali che siano tali e che non vestano i semplici panni del “quello che avanza” o dello “scorporato” da altri piatti. Adesso - e con una certa fatica - iniziano a fare capolino le pizzerie che propongono anche versioni della pizza vegan, senza ripiegare sulla semplice marinara o sulla “ortolana” senza formaggio. Vere ricette - sparute - ma che timidamente fanno capolino. Eppure, non sarebbe complicato. Anche Autogrill ha concesso un panino vegano ai viandanti che non vogliono prosciutto, mozzarella e salame mentre viaggiano verso la propria meta. Sarebbe un segnale forte e interessante vedere nei menu classici di ristoranti, pub, pizzerie e bar le opzioni 100% vegetali, siano esse separate e segnalate con appositi codici, ma anche “mimetizzate” semplicemente nella carrellata delle proposte, un modo questo, forse, per determinare che il 100% vegetale non è una “stranezza”, ma una regola. Sarebbe eccezionale se i ristoratori potessero aggiornare le loro competenze per poter gestire non solo chi sceglie di mangiare vegano, ma anche tutti coloro - sempre di più - che, per ridurre i propri consumi di carne e formaggi, opterebbero a occhi chiusi per quei piatti, ma che, non trovandoli, si “accontentano” e tornano sulla strada segnata. Basterebbe poco: un passo - per noi dall’altra parte del bancone - è quello di chiedere sempre se esiste un menu vegan oppure quali sono i piatti 100% vegetali nella carta, dando per scontato che ci saranno. Urge fare qualche prova davanti allo specchio di una faccia a metà fra lo stupito e il contrariato qualora doveste scoprire che no, per voi ci sono solamente insalata, verdure grigliate e patatine. luglio / agosto 2021 | vegolosi mag | 99