ALESSANDRO MANZONI LA VITA Alessandro Manzoni nasce a Milano il 7 marzo 1785, dal conte Pietro Manzoni, un benestante proprietario terriero originario di Barzio in Valsassina, e da Giulia Beccaria figlia di Cesare Beccaria, il celebre illuminista autore del saggio Dei delitti e delle pene, contro la tortura e la pena di morte. Alla separazione dei genitori, Alessandro è costretto a lasciare la madre. Nel 1795 Giulia Beccaria comincia a convivere con Carlo Imbonati, con cui presto si trasferisce a Parigi. Per breve tempo Manzoni visse dal padre e in quel periodo incontrò alcuni intellettuali del tempo, come Vincenzo Monti e Giuseppe Parini. Durante la sua permanenza nella casa del padre, Alessandro viene invitato a studiare in collegi religiosi fino al 1801. I primi anni di collegio lasciano in lui un ricordo del tutto negativo ma lo avviano alla lettura di alcuni pensatori francesi illuministi. Sicuramente la sua discendenza, l’ambiente in cui ha vissuto e la sua formazione intellettuale, pongono ovviamente solide basi per il suo pensiero. Nel 1805 raggiunge la madre e il compagno a Parigi. Quest’ultimo, però, muore inaspettatamente all’arrivo del giovane. Nonostante ciò, durante il viaggio conosce Enrichetta Blondel che, nel 1808, sposerà e dalla quale avrà 10 figli. Rimane a Parigi fino al 1810 e, durante il suo soggiorno, in omaggio alla madre e alla figura di Carlo Imbonati pubblica il carme In morte di Carlo Imbonati. Il periodo vissuto a Parigi e l’amico Claude Fauriel, che trasmette a Manzoni un grande interesse per la storia, influenzano la scrittura di Manzoni. Sempre nel 1810, Enrichetta e Alessandro assistono al matrimonio tra Napoleone e Maria Luigia d'Austria. Nel trambusto della festa Manzoni perde di vista la moglie, e viene colto da una crisi d'angoscia, crisi che da allora lo accompagnerà sempre sotto forma di agorafobia. A quanto si racconta Manzoni si sarebbe rifugiato nella chiesa di San Rocco e per la prima volta avrebbe pregato Dio. Episodio molto famoso che riduce a un momento eccezionale una storia di pensieri ed emozioni ben più complessi di cui Alessandro Manzoni non parlò mai. La conversione religiosa di Alessandro Manzoni coincide con un distacco definitivo dalla poesia classicheggiante e neoclassica: compone gli Inni Sacri e le prime tragedie, fra cui spicca il Conte di Carmagnola. Ancora a Parigi nel 1819 frequenta lo storico francese J. Thierry da cui trarrà l’idea dell’esigenza di una storiografia che nella sua indagine sia attenta alle masse e non solo ai governi. Dal 1820 Manzoni è a Milano e comincia per lui un periodo appartato ma assolutamente creativo. Comincia in questi anni la stesura della prima versione del suo romanzo storico più conosciuto (I Promessi Sposi) che viene pubblicato in una prima edizione del 1821-1823 con il titolo di Fermo e Lucia. Negli anni seguenti, Manzoni è impegnato in un’attenta riflessione sulla lingua: se è vero che fatta l’Italia bisognava fare gli italiani la questione della lingua diventava secondo Manzoni un tassello fondamentale per la costruzione di questa identità. Alessandro Manzoni, che dal 1861 è senatore del neonato regno d’Italia in linea con le idee romantiche, predilesse una lingua fiorentina ma semplice: non il fiorentino aulico degli scritti letterari ma una lingua popolare, che accogliesse anche i termini più pratici e comprensibili delle parlate locali e i termini stranieri circolanti all’epoca. La morte di Manzoni avviene a Milano nel 1873 e fu occasione di solenni cerimonie che ispirarono anche Giuseppe Verdi. IL CONTESTO STORICO Fino al 1797 con il trattato di Baden il Ducato di Milano era stato ceduto alla Casa degli Asburgo d'Austria. Il governo degli Asburgo d' Austria fu caratterizzato da rilevanti riforme amministrative, che i sovrani del casato austriaco introdussero anche nei loro territori lombardi. Tali misure sono riconosciute come uno dei presupposti che nei secoli successivi permisero alla Lombardia di divenire uno fra i principali motori economici dell’Italia. A seguito della vittoriosa campagna di Napoleone Bonaparte nell'Italia settentrionale, nel 1797 il Ducato fu ceduto alla Repubblica Francese dagli Asburgo con il Trattato di Campoformio. L' arrivo di Napoleone Bonaparte suscitò un'ondata d'entusiasmo nei milanesi che videro in lui la realizzazione dei nuovi ideali rivoluzionari francesi tanto attesi durante il periodo conservatore degli Asburgo. L' esercito repubblicano entrò a Milano il 15 maggio e, dopo circa un anno di disordini di ispirazione giacobina, ne seguì la costituzione della Repubblica Cisalpina nel 1797, di cui Milano divenne la capitale. Questa costituzione però non ebbe vita facile perché, partito Napoleone, Milano ricadde nel giacobinismo, in seguito alle sconfitte patite dalla Francia ad opera degli eserciti austro-russi nell'agosto del 1799, e non riuscì a opporre alcuna resistenza al ritorno degli Austriaci che intrapresero una cieca repressione. Poi risorgerà, in seguito al Trattato di Lunéville del 9 febbraio 1801 che portò ad un nuovo assetto territoriale dell’Italia ed in tale occasione il territorio si ampliò.