ARCHITETTO DIRETTIVA 2013/55/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 20 novembre 2013 «Articolo 46 - Formazione di architetto Co.2 L’architettura deve essere • • L’elemento principale della formazione. Questo insegnamento deve o mantenere un equilibrio tra gli aspetti teorici e pratici della formazione in architettura o garantire almeno l’acquisizione delle seguenti conoscenze, abilità e competenze: capacità di realizzare progetti architettonici che soddisfino le esigenze estetiche e tecniche; adeguata conoscenza della storia e delle teorie dell’architettura nonché delle arti, tecnologie e scienze umane a essa attinenti; conoscenza delle belle arti in quanto fattori che possono influire sulla qualità della concezione architettonica; adeguata conoscenza in materia di urbanistica, pianificazione e tecniche applicate nel processo di pianificazione; capacità di cogliere i rapporti tra • uomo e opere architettoniche • opere architettoniche e il loro ambiente capacità di cogliere la necessità di adeguare tra loro opere architettoniche e spazi • in funzione dei bisogni e della misura dell’uomo (analisi della domanda) capacità di capire l’importanza della professione e delle funzioni dell’architetto nella società, in particolare elaborando progetti che tengano conto dei fattori sociali conoscenza dei metodi d’indagine e di preparazione del progetto di costruzione conoscenza dei problemi di concezione strutturale, di costruzione e di ingegneria civile connessi con la progettazione degli edifici; conoscenza adeguata dei problemi fisici e delle tecnologie nonché della funzione degli edifici, in modo da renderli internamente confortevoli e proteggerli dai fattori climatici, nel contesto dello sviluppo sostenibile; capacità tecnica che consenta di progettare edifici che rispondano alle esigenze degli utenti, nei limiti imposti dal fattore costo e dai regolamenti in materia di costruzione; • Capacità di saper governare uno scenario complesso (conoscenze complementari specialistiche). • Capacità di mediare tra le richieste della committenza - rispetto di tempi e dei finanziamenti, frequentemente sottostimati - e dell’impresa – margini di profitto – spesso a scapito della qualità conoscenza adeguata delle industrie, organizzazioni, regolamentazioni e procedure necessarie per realizzare progetti di edifici e per l’integrazione dei piani nella pianificazione generale. • • In Italia, l’industria delle costruzioni rappresenta una filiera economica importante, sia per il contributo al PIL sia per il numero di occupati. L’Industria delle costruzioni comprende la totalità dei soggetti che operano nell’edilizia: o imprese di costruzioni o produttori di materiali edili o fornitori o consulenti o professionisti L'economia è una scienza sociale o studia le attività di produzione, di consumo e di scambio compiute dagli individui nella loro vita sociale. BISOGNO percezione di una mancanza conoscenza dei mezzi per procurarsi ciò di cui si è privi; DESIDERIO tensione empirica o trascendentale verso il soddisfacimento di un bisogno ESIGENZA il modo con cui l’uomo aspira a soddisfare i bisogni individuati o con riferimento all’abitare, esigenze di confort, usabilità, territorialità, orientamento, estetiche, etc. IMPRENDITORE Chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi (art. 2082 del Codice Civile) ISTAT: PROFESSIONI INTELLETTUALI, SCIENTIFICHE E DI ELEVATA SPECIALIZZAZIONE • Comprende tutte quelle professioni per le quali è richiesto un livello elevato di conoscenza o in genere acquisito attraverso il completamento di un percorso di istruzione di tipo universitario o post-universitario- e di esperienza in ambito scientifico, umanistico o artistico • La Categoria è suddivisa nelle seguenti Unità professionali: o 2.2.2.1.1 - Architetti o 2.2.2.1.2 - Pianificatori, paesaggisti e specialisti del recupero e della conservazione del territorio 2.2.2.1.1 - ARCHITETTI • Le professioni comprese in questa unità conducono ricerche/applicano le conoscenze esistenti in materia di o design, pianificazione, conservazione e restauro o progettazione, costruzione e manutenzione di opere civili e di siti industriali. Ne disegnano e progettano la forma, gli interni e i loro arredamenti; o disegnano mezzi di trasporto e altri beni prodotti su scala industriale curandone gli aspetti funzionali, simbolici ed estetici; o conducono ricerche sulle caratteristiche tecnologiche di particolari materiali e processi; o definiscono e progettano standard e procedure per garantire la funzionalità e la sicurezza delle strutture Sovrintendono e dirigono tali attività. 2.2.2.1.2 - ARCHITETTI, URBANISTI E SPECIALISTI DEL RECUPERO E DELLA CONSERVAZIONE DEL TERRITORIO • Le professioni comprese in questa classe conducono ricerche/applicano le conoscenze esistenti in materia di: o pianificazione, conservazione e recupero urbano e territoriale o di design, di progettazione, di realizzazione o di manutenzione di costruzioni civili, siti industriali e beni di consumo Sovrintendono e dirigono tali attività ECONOMIA: οῖκος (casa) e νομος (nomos) Il termine era utilizzato prevalentemente nel senso stretto di amministrazione dei beni di famiglia o e quindi la gestione delle risorse e del patrimonio familiare per garantire il benessere dei suoi componenti. ↓ • Con la nascita degli Stati Nazionali o l'economia estende il proprio oggetto di studio all'amministrazione pubblica dello stato, delle organizzazioni e all'analisi del sistema economico • L’economia come disciplina autonoma nacque nel XVIII secolo o 1754 Napoli → istituzione cattedra di Commercio e meccanica del professor Antonio Genovesi o 1776 → pubblicazione dell’opera di Adam Smith «The Wealth of Nations» ANTONIO GENOVESI economista e filosofo (Salerno 1713- Napoli 1769) L’idea di economia è legata ai concetti di pubblica felicità e incivilimento: o «È legge dell’universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri». la felicità esiste solo se è pubblica, poiché la ricchezza cercata contro gli altri produce malessere per tutti. → Economia civile: • il mercato è visto come espressione delle leggi che regolano la società o che non possono prescindere dalla considerazione delle virtù civili e del Bene comune. DEFINIZIONI CLASSICHE “Economia” come scienza delle scelte «L’economia è la scienza che studia il comportamento umano come una relazione fra scopi e mezzi scarsi applicabili ad usi alternativi» o • Robbins L., Essay on the Nature and Significance of Economic Science, Macmillan, London, 1945 ↓ Le condizioni dell’esistenza umana sono caratterizzate da o una molteplicità di scopi di differente importanza o una contemporanea scarsità di mezzi e di tempo per perseguire tali scopi. Se il tempo ed i mezzi per conseguire gli scopi sono limitati e sono suscettibili di applicazioni alternative e gli scopi possono essere distinti in ordine di importanza • allora la condotta umana assume necessariamente la forma di una scelta Il giudizio economico deve pertanto definire se un’azione umana rappresenta la scelta migliore per il raggiungimento del fine per il quale l’azione stessa si è compiuta L’economia è lo studio della scelta in condizioni di scarsità o Scarsità e scelte individuali Scarsità di capacità di spesa Scarsità di tempo • A causa della scarsità, è necessario effettuare delle scelte o Scarsità e scelte della società La nostra società può avere diversi obiettivi: buone scuole, sicurezza, infrastrutture, ecc. Tipicamente è difficile raggiungere contemporaneamente tutti gli obiettivi • Problema → scarsità di risorse • Scelta Le famiglie e gli individui, le imprese e le amministrazioni pubbliche devono risolvere il problema di come allocare le risorse scarse a loro disposizione o L'economia studia il modo in cui questi problemi vengono risolti. La scienza economica è una Scienza Sociale MACROECONOMIA E MICROECONOMIA Due sono i punti di vista dai quali possono essere osservati i fenomeni economici: • Uno generale, ossia riguardante la collettività – Macroeconomia • Uno individuale che concerne i singoli soggetti economici – Microeconomia MACROECONOMIA → studia la domanda e l’offerta aggregata e la loro interazione o Domanda aggregata → spesa totale realizzata nell’economia da parte di consumatori (anche stranieri), stato e imprese o Offerta aggregata → intera produzione di beni e servizi EQUILIBRIO TRA DOMANDA E OFFERTA AGGREGATA • Se la domanda è maggiore dell’offerta o si ha inflazione → aumento del livello generale dei prezzi dei beni e dei servizi in un determinato periodo di tempo con diminuzione del potere d’acquisto della moneta • Se la domanda è minore dell’offerta o si ha recessione → fase del ciclo economico identificata da una riduzione del livello dell’attività economica aggregata (intera produzione di beni e servizi) misurata tipicamente dal PIL – Prodotto Interno Lordo in almeno due trimestri consecutivi → alla crescita dei prezzi di solito consegue • un aumento dei costi di produzione • oppure una maggiore domanda L’espressione ciclo economico indica il susseguirsi di fasi alterne di • espansione e di contrazione dell’attività economica di un paese, quale appare da indici quantitativi globali IL PRODOTTO INTERNO LORDO - PIL • • • • • La grandezza fondamentale della Macroeconomia è il Prodotto Interno Lordo – PIL Esso è il valore totale di o tutti i beni e servizi finali o prodotti in un paese o in un dato periodo di tempo i vari termini che entrano in questa definizione: o valore : i beni e i servizi che entrano nel PIL sono valutati a prezzi di mercato (correnti) cioè ai prezzi a cui vengono effettivamente venduti; o tutti: meno quelli prodotti e venduti illegalmente e meno quelli prodotti e consumati all’interno delle famiglie o finali: la farina è un bene finale se venduta come farina; un bene intermedio se venduta al panettiere per fare il pane. • In questo caso il valore della farina è incorporato nel valore del pane misura il valore dei beni e servizi prodotti in un anno o non le transazioni di un anno; così le auto nuove che vengono vendute e acquistate fanno parte del PIL in quanto prodotte nell’anno mentre la compravendita di auto usate non è registrata nel PIL; misura ciò che è prodotto in Italia, non ciò che è prodotto da italiani o include ciò che è prodotto da soggetti esteri in Italia ed esclude ciò che è prodotto da soggetti italiani all’estero IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE • • Sono considerati disoccupati gli individui che hanno cercato attivamente un lavoro negli ultimi tre mesi Il numero stimato di lavoratori disoccupati viene diviso per la forza lavoro totale (anch’essa stimata poiché è data dal numero degli occupati (dato noto) e il numero dei disoccupati (stimati con il rilevamento). o Il risultato è il tasso di disoccupazione SCUOLE ECONOMICHE John Maynard Keynes Economista britannico, considerato uno dei più grandi economisti del XX secolo (Cambridge 5 giugno 1883 – Tilton, 21 aprile1946) affermò che il livello di produzione di una nazione, il suo reddito (cioè il PIL) e di conseguenza l’occupazione o sono determinati dalla domanda La sua teoria economica ruppe con la tradizione liberista del laissez-faire o cioè con l’idea che lo Stato non debba occuparsi di economia e lasciar fare al libero mercato Egli rivolge la sua dottrina economica principalmente al fenomeno della disoccupazione. o Per ridurla al minimo è necessario promuovere l’incremento dei consumi e degli investimenti. o Se per raggiungere l’entità degli investimenti necessari all’equilibrio del sistema → non sono sufficienti le risorse disponibili deve intervenire lo Stato con un programma di lavori pubblici (altamente produttivi) finanziamenti alle imprese di alta reputazione l’immissione di nuovo denaro in circolazione L’investimento stimola un aumento della produzione o aumento della produzione → aumenta l’occupazione operaia o occupazione operaia → aumenta la domanda di beni di consumo o aumento dei consumi → stimola l’imprenditore ad accrescere la produzione o aumento della produzione → aumenta nuovamente l’occupazione o aumento dell’occupazione → aumenta nuovamente il consumo quindi il reddito nazionale, il PIL LA MICROECONOMIA • • Studia le scelte razionali degli individui in condizioni di scarsità → ed elabora le condizioni che portano all’allocazione efficiente delle risorse I protagonisti sono: o Individui o Agenti economici o Consumatori e Imprese o Istituzioni I BISOGNI → Il presupposto dell’economia è il bisogno • il bisogno trae origine da un fattore limitativo o cioè dalla scarsità dei mezzi atti a soddisfarlo • quindi non può essere considerato un bisogno uno stato di insoddisfazione che può essere soddisfatto istantaneamente al suo presentarsi (bisogni naturali: respirare e del pensare) ↓ • Ci sono invece dei bisogni che per essere soddisfatti devono ricorrere a mezzi esterni • Beni non economici o Alcuni beni sono disponibili in natura in quantità illimitata e sono liberamente fruibili da tutti BENI ECONOMICI • • Altri beni sono invece disponibili in quantità limitata ed ottenibili solo con uno sforzo o ad un certo prezzo Un bene per dirsi economico deve possedere tre requisiti: o Utilità → ovvero quell’attitudine a soddisfare un bisogno ↓ o L’utilità totale è il grado di soddisfazione complessiva che deriva dal consumo di un certo bene è in funzione della quantità di consumo del bene X, quindi tanto maggiore sono le quantità consumate del bene X (variabile indipendente) tanto più alta è l'utilità totale U (variabile dipendente) del consumatore o L’utilità marginale → quando un bene è scarso il bisogno è molto forte e l'uomo è disposto a pagare di più per avere un'unità di consumo del bene. L'utilità marginale U della prima unità del bene è sempre molto alta. L’utilità marginale è uno dei principali fattori che determinano il prezzo di mercato di un bene o servizi È un fenomeno economico legato all'utilità e al valore dei beni economici È l'incremento di utilità conseguita a seguito di una piccola variazione nella quantità consumata di un bene. Il consumo di un'ulteriore unità di un bene apporta un incremento dell'utilità totale del consumatore in proporzione inferiore rispetto alla precedente. L’utilità diminuisce con l’aumentare della quantità disponibile di un bene Legge dell’utilità decrescente: Dosi successive dello stesso bene hanno per lo stesso individuo utilità sempre minore o Quanto più l'utilità marginale è elevata, tanto più il bene ha maggiore valore economico ( prezzo ) • • Accessibilità o fruibilità → possibilità di procurarselo Scarsità o quantità limitata I BISOGNI, L’UTILITÀ E I BENI ECONOMICI Bisogno → Bene → Bene Economico I beni economici possono distinguersi in: o Beni diretti o di consumo o Beni indiretti o strumentali (cemento, etc.) o Beni indipendenti (acqua) o Beni complementari (zucchero e caffè) LA PRODUZIONE o o o o Beni producibili (fabbricato, mobile, etc.) Beni mobili o immobili Beni irriproducibili (beni culturali) Servizi La produzione è un’attività volta alla creazione di utilità → attraverso la trasformazione fisica, spaziale e temporale delle risorse in beni economici che dispiegano maggiore utilità I FATTORI PRODUTTIVI ED IL LORO PREZZO D’USO Si definiscono fattori della produzione i beni e i servizi che concorrono al processo produttivo e che in esso vengono trasformati (le risorse). • Terra – risorse naturali • Lavoro • Capitali • Organizzazione IL PREZZO ↓ → Per l’uso di ciascun fattore della produzione si deve corrispondere un prezzo o All’atto dello scambio tra un bene ed una quantità di moneta si verifica un prezzo o Attribuire un valore ad un bene significa quindi prevederne il più probabile prezzo. Ogni attribuzione di valore è quindi precedente ad un prezzo che potrà verificarsi ed è preceduta dai prezzi che nel passato si sono verificati. o Se quindi il prezzo è un dato storico che si constata il valore è un dato ipotetico che si prevede TERRA → tutte le risorse fornite dalla natura o terreno destinato all’agricoltura o terreno destinato alla costruzione di edifici o risorse naturali (combustibili, minerali), acqua, alberi, animali, atmosfera, luce solare, etc. → Prezzo d’uso: si dice RENDITA il prezzo d’uso del fattore produttivo naturale terra o compete al proprietario LAVORO → energia fisica e mentale profusa dall’individuo per la produzione di beni e servizi. → Prezzo d’uso: la remunerazione dell’attività umana impegnata nel processo produttivo è rappresentata da SALARI e STIPENDI CAPITALE → è il valore dei mezzi di produzione o cioè delle macchine e delle materie prime che si utilizzano. → è anche tutto il denaro che si impegna per produrre qualcosa, compreso quello che si spende per pagare i lavoratori → Il capitale si distingue in capitale fisso e capitale circolante o Il capitale fisso consente d'essere usato più volte in più cicli produttivi (es. macchinari, edifici, terreni, strumenti di lavoro, ecc. ) o Il capitale circolante è utilizzato in un unico ciclo produttivo ( es. denaro, energia, materie prime, ecc ) Capitale umano: insieme delle facoltà e delle risorse umane, in particolare conoscenza, istruzione, informazione, capacità tecniche, che danno luogo alla capacità umana di svolgere attività di trasformazione e di creazione. → Prezzo d’uso del fattore produttivo capitale è detto INTERESSE L'ORGANIZZAZIONE → caratteristica immateriale. → si intende la combinazione efficiente dei fattori produttivi (capitale e lavoro) per massimizzare la produzione o il profitto d'impresa. o Spetta all'imprenditore il compito di definire l'organizzazione dei fattori produttivi → Prezzo d’uso: All’imprenditore, coordinatore dei fattori produttivi, compete il PROFITTO, inteso come remunerazione delle capacità imprenditoriali IMPRENDITORE o Chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi (art. 2082 del Codice Civile) o L'imprenditore innova i metodi, i processi, i prodotti, creando opportunità di crescita economica e di sviluppo dei consumi. o Egli coordina e controlla i fattori della produzione (lavoro salariato, capitale, tecnologia) • si assume i rischi economici e giuridici inerenti all'esercizio di tali funzioni L’IMPRESA È l’organizzazione di un’attività economica il cui scopo è quello di produrre beni e servizi. → Trasforma i fattori della produzione (input) in beni e servizi (output) imprese individuali: sono proprietà di un singolo individuo; società di persone: sono proprietà di due o più individui; società per azioni: la proprietà è suddivisa fra coloro che comprano quote del capitale (le azioni). • Ogni azione dà diritto: o ad un voto per il CDA che a sua volta assume i dirigenti; o una quota del profitto della società. IL MERCATO E LE SUE FORME (CAP. 1, PAR.1.7) o Nel linguaggio economico con il termine mercato ci si riferisce all’insieme di acquirenti e compratori. Con il termine mercato si intende l’insieme delle contrattazioni che si svolgono tra • chi compra – cioè domanda un bene o un servizio • chi invece lo vende, cioè lo offre In economia il mercato è l’ambito nel quale avvengono: o le contrattazioni tra gli operatori economici o gli scambi o la formazione dei prezzi. Il prezzo è la quantità di moneta che viene corrisposta per un certo bene o una certa prestazione. • Tale quantità è anche detta prezzo monetario e si riferisce a transazioni effettivamente avvenute Le forme di mercato sono il modo in cui si produce e si vende da loro dipende la formazione del prezzo, l’offerta e la domanda di beni e servizi. Le più tipiche: o o o o Concorrenza perfetta Monopolio Oligopolio Concorrenza monopolistica o imperfetta CONCORRENZA PERFETTA È una forma di mercato ideale, riscontrabile nella realtà solo in alcuni casi (produttori e consumatori non possono influenzare i prezzi) Caratteristiche Polverizzazione del mercato: molti piccoli acquirenti e produttori, incapaci di influire sul prezzo di mercato Omogeneità di prodotto: le imprese producono prodotti identici Assenza di barriere: non vi sono limiti istituzionali o economici all’entrata o all’uscita dal mercato. Le imprese possono liberamente entrare ed uscire dal mercato, cioè iniziare un’attività quando c’è possibilità di profitto o chiuderla quando non è più conveniente Perfetta informazione: tutti sanno quello che fanno gli altri MONOPOLIO Si ha monopolio (che può essere pubblico o privato) quando la produzione e la vendita di uno o più beni sul mercato è riservato ad una sola impresa o la quale è così in grado di dominare il mercato rispetto a quel bene o a quei beni. → In questo caso il prezzo sarà determinato dal monopolista e non dall’incontro tra domanda ed offerta • OLIGOPOLIO • • Definisce una situazione di mercato in cui il numero delle imprese (in genere grandi imprese), che producono grandi quantità di beni, è limitato → quindi possono essere investiti grossi capitali per l’innovazione tecnologia mentre i compratori sono molti. È il mercato delle banche, assicurazioni, auto, compagnie telefoniche, imprese farmaceutiche. CONCORRENZA MONOPOLISTICA O IMPERFETTA È una forma di mercato in cui le imprese operano in concorrenza, ma con la possibilità di differenziare il prodotto e determinare il prezzo di vendita. • È il mercato dei prodotti alimentari, abbigliamento, detersivi ristoranti, pizzerie e altri beni di largo consumo o vi sono molte imprese di ogni dimensione o libertà di entrata e di uscita o il prodotto è differenziato: simile ma diverso grazie al marchio o alla localizzazione dell’esercizio Ruolo centrale svolto dalla pubblicità CONCORRENZA SLEALE utilizzazione diretta o indiretta da parte di un imprenditore di mezzi o tecniche non conformi ai «principi della correttezza professionale» e idonei a danneggiare l’azienda di un concorrente. Sono espressamente considerati atti di concorrenza sleale: quelli volti a creare – per mezzo dell’imitazione dei segni distintivi legittimamente utilizzati da un concorrente – confusione con i prodotti o l’attività di quest’ultimo; quelli consistenti nella diffusione di notizie e apprezzamenti sui prodotti o l’attività del concorrente idonei a determinarne il discredito; quelli consistenti nell’appropriazione dei pregi altrui LA DOMANDA E L’OFFERTA o Sono le forze che fanno funzionare le economie di mercato Analizzate attraverso un modello economico ma in un mercato perfettamente concorrenziale I compratori determinano la domanda e i venditori determinano l’offerta DOMANDA La curva di domanda è generalmente decrescente perché quanto maggiore è il prezzo, tanto minore è la quantità domandata I fattori che influenzano la domanda (spostano la curva) • Reddito • Prezzo dei beni collegati • Popolazione • Ricchezza • Bene complementare • Aspettative sui prezzi REDDITO Ciò che un individuo o una impresa guadagna in un determinato periodo Un incremento del reddito produce lo stesso incremento sulla domanda della maggior parte dei beni normali (abitazioni, automobili, iscrizioni in palestra, ecc.) o Bene normale: bene che i consumatori domandano di più all'aumentare del loro reddito o Bene inferiore: bene che i consumatori domandano di meno all'aumentare del loro reddito. ↓ Un incremento del reddito aumenterà > la domanda di un bene normale e ridurrà < la domanda di un bene inferiore RICCHEZZA Valore complessivo di tutto ciò che un individuo o un'impresa possiede in un preciso momento, meno il valore complessivo dei debiti contratti Un incremento della ricchezza (come il reddito) o aumenterà > la domanda (spostando la curva verso destra) di un bene normale o diminuirà < la domanda (spostando la curva verso sinistra) di un bene inferiore OFFERTA La quantità offerta è la quantità di un bene che i venditori vogliono e possono vendere. La quantità offerta di un dato bene aumenta all’aumentare del prezzo o Un produttore ha interesse a vendere il proprio prodotto se il prezzo è superiore al costo di produzione All’aumentare del prezzo i produttori aumentano la quantità prodotta e messe in vendita la curva di offerta è generalmente crescente perché quanto maggiore è il prezzo, tanto maggiore è la quantità offerta I Fattori che influenzano l’offerta (spostano la curva dell’offerta) Prezzo dei fattori produttivi Numero delle imprese Prezzo dei beni collegati Aspettative sui prezzi futuri Tecnologia Variazioni meteorologiche - fenomeni naturali PREZZO DEI FATTORI PRODUTTIVI o Una diminuzione < del prezzo di un fattore produttivo causa un aumento > dell’offerta spostando la curva verso destra. o Un aumento > del prezzo di un fattore produttivo causa una diminuzione < dell’offerta, spostando la curva verso sinistra TECNOLOGIA Si verifica un'innovazione tecnologica nella produzione ogniqualvolta un'impresa è in grado di realizzare un dato livello di produzione con un metodo nuovo e più economico rispetto al passato → Ogni progresso tecnologico che consente un risparmio sui costi aumenterà l’offerta del bene, spostando la curva verso destra LA FUNZIONE DI PRODUZIONE • Il modo in cui gli le risorse (input) possono essere combinate per realizzare i prodotti rappresenta la tecnologia dell’azienda • La funzione di produzione descrive la tecnologia di un’impresa. o indica la quantità massima di prodotto che un’impresa può realizzare in un dato periodo (capitale K e lavoro L) L’impresa che cerca di ottenere la maggiore quantità di prodotto dati gli input opera in maniera tecnicamente efficiente • → importante distinguere tra breve e lungo periodo o Il breve periodo è un intervallo di tempo nel quale un fattore della produzione varia mentre tutti gli altri rimangono fissi o Il lungo periodo è un intervallo di tempo in cui tutti i fattori della produzione variano LA PRODUTTIVITÀ L’imprenditore tra le molteplici combinazioni dei diversi fattori deve scegliere quella che garantisce la maggiore produttività → ovvero l'attitudine a conseguire un risultato con il minor costo • Per ogni processo produttivo vale la legge delle produttività decrescenti secondo la quale all’incremento > della quantità prodotta corrisponderà un maggior incremento > del costo di produzione (Es. grattacielo) ↓ La variazione della produzione all’incremento dei fattori produttivi • si chiama il rapporto di scala e si possono verificare tre possibilità: rapporto di scala costante → la produzione cresce in misura proporzionale rapporto di scala decrescente o diseconomia di scala → la produzione cresce in misura meno che proporzionale rapporto di scala crescente o economie di scala → la produzione cresce in misura più che proporzionale COSTO DI PRODUZIONE → Il costo di produzione è rappresentato dalla somma delle spese che l’imprenditore sostiene per trasformare le risorse iniziali (i fattori di produzione) nei beni finali di maggiore utilità (prodotti) o L’entità delle spese sostenute varia fortemente in funzione del volume effettivamente prodotto → vengono distinti due tipi di costi: i costi fissi e i costi variabili I COSTI FISSI O COSTI DI STRUTTURA non variano al variare delle quantità prodotte sono anche detti COSTANTI o una volta che li hai determinati, quelli sono e quelli restano (nel breve-medio termine) o sono indipendenti dal volume della produzione i costi sono sostenuti ad esempio per: cf1- acquisire la disponibilità degli immobili necessari allo svolgimento delle attività amministrative e direttamente produttive cf2- acquisire macchinari e attrezzature direttamente utilizzate per la produzione; cf3-remunerare sia il personale dirigente, amministrativo e tecnico, sia quelle maestranze direttamente impiegate nel processo produttivo ma che per la loro competenza e esperienza l’impresa ha interesse a mantenere, indipendentemente dalle oscillazioni del volume produttivo. cf4- i costi sostenuti per lo studio, la progettazione, l’organizzazione e la messa a regime del processo di produzione COSTI VARIABILI Costi che variano al variare della quantità PRODOTTA → Se si produce zero unità del prodotto, i costi variabili saranno zero, e si sostengono solo i costi fissi. → che aumentando le quantità che vengono prodotte, i costi variabili iniziano a crescere Sono i costi direttamente proporzionali al volume della produzione realizzata. Si tratta dei costi sostenuti per: cv1- remunerare tecnici e maestranze direttamente impiegate per realizzare quel volume di prodotto cv2- acquisire i materiali e i beni incorporati nel prodotto finale cv3- pagare l’energia consumata per il funzionamento delle macchine e assicurare l’agibilità degli immobili direttamente connessi alla produzione IL COSTO TOTALE DI PRODUZIONE È il costo complessivo sostenuto dall’impresa, somma del costo fisso e del costo variabile. COSTI MEDI DI PRODUZIONE Alla legge di variazione del costo totale (CT) in funzione della quantità di prodotto (q) sono connessi i costi medi e i costi medi marginali: Costi variabili medi: sono i costi variabili riferiti ad ogni unità prodotta → CVM= CV/q Costi fissi medi: sono i costi fissi riferiti ad ogni unità prodotta → CFM = CF/q Costi totali medi: somma dei costi fissi medi e dei costi variabili medi → CTM= CT/q COSTO MARGINALE DI PRODUZIONE o Il costo marginale (Cm) rappresenta l’incremento del costo totale che consegue ad una unità addizionale di prodotto o Analiticamente è dato dal rapporto algebrico tra l’incremento del costo totale ΔCt e la quantità incrementale di prodotto Δq. → Cm = Δ Ct/Δq o È il costo addizionale che un’impresa deve sostenere quando produce una unità addizionale di prodotto LA PRODUTTIVITÀ IN EDILIZIA L'industria edilizia è uno dei settori economici a produzione complessa che meno si presta all'indagine produttivistica con i metodi abituali impiegati per la misura della produttività • Si tratta di un’attività site-specific, di prodotti unici, poco ripetibili l’ottimizzazione dei processi produttivi avvenuta in altri settori non è possibile o produce risultati di scarsa qualità La valutazione della produttività è fondamentale quando si voglia stabilire se un certo programma edilizio attuato con un determinato procedimento costruttivo sia economicamente conveniente e tecnologicamente efficiente La rigenerazione del patrimonio immobiliare necessita di maggiore efficienza e costi più bassi, quindi di nuovi processi produttivi ↓ Aumentare la produttività edilizia con l’innovazione LA TEORIA DELLA RENDITA E LA RENDITA URBANA L’ARCHITETTO E LA PRODUZIONE INSEDIATIVA o Ogni processo produttivo avviene attraverso la combinazione di alcuni fattori la cui integrazione dà origine al bene prodotto ↓ o anche nel processo insediativo le possibilità di combinare i fattori sono molteplici • ma è ridotto il numero di quelle che consentono di conseguire gli obiettivi fissati con il massimo beneficio ed il minor dispendio di risorse l’Architetto deve anche coordinare i termini economici della produzione insediativa La produzione insediativa è quella attività volta alla trasformazione del territorio in spazio idoneo alla localizzazione degli insediamenti umani. Il complesso di infrastrutture, di attrezzature collettive e di edifici necessari per le localizzazioni umane e produttive, e cioè l’area urbanizzata rappresenta quindi il risultato finale della produzione insediativa I FATTORI DELLA PRODUZIONE INSEDIATIVA o Suolo o Opere urbanizzative o Edifici Per ciascuno di tali fattori è necessario sostenere un prezzo. o Il prezzo del suolo è la rendita o Il prezzo delle opere di urbanizzazione e degli edifici è il costo di realizzazione IL SUOLO E LA RENDITA Rendita: Provento derivante dalla proprietà di un bene → rendita fondiaria, quella derivata dalla proprietà terriera; → rendita catastale, reddito imponibile di terreni e fabbricati accertato in base al catasto; → Rendita di posizione, guadagno aggiuntivo che si ricava da un bene che ha una posizione di particolare vantaggio rispetto al mercato La rendita fondiaria è la forma classica della rendita. È il reddito percepito dal proprietario del terreno in conseguenza del fatto che egli è proprietario di un bene destinabile alla coltivazione o al pascolo. o Viene definita rendita differenziale quella relativa a terreni che si «differenziano» da risorse analoghe a causa delle specifiche caratteristiche di fertilità e produttività, come anche dalla diversa ubicazione rispetto ai mercati di vendita dei prodotti agricoli • Con il crescere del fabbisogno l’offerta di terra fertile comincia ad esaurirsi e la terra di qualità inferiore comincia ad essere coltivata. o Per il terreno «marginale» (cioè posto a coltivazione per ultimo) occorre sostenere dei costi unitari di produzione (costi marginali) che, in confronto con gli analoghi costi relativi ai terreni messi inizialmente a coltivazione, sono tanto più elevati quanto più differenti risultano le caratteristiche di fertilità del terreno «marginale» ↓ Ne consegue che in presenza di un unico prezzo di vendita delle merci agricole (che tende di norma a coincidere con il costo marginale di produzione) i proprietari delle terre più fertili possono beneficiare di una rendita «differenziale» dovuta ai minori costi di produzione Rendita differenziale «posizionale» → (oltre alla fertilità incide anche la posizione) • se indaghiamo sui motivi per cui la rendita del terreno aumenta avvicinandoci al centro della città, troveremo che si tratta della minor fatica, della maggior convenienza e della riduzione della perdita di tempo per motivi di lavoro i valori dei terreni urbani sono il risultato indiretto del progresso generale della società e che essenzialmente si compongono di valori di situazione (derivante da investimenti pubblici) → correlazione tra tipologie edilizie ed i valori delle aree urbane: minor prezzo del terreno, acquisto di maggiore quantità; maggior prezzo del terreno, edificio alto LA RENDITA FONDIARIA URBANA o È il reddito che deriva dalla proprietà del terreno in relazione non al suo uso agricolo, ma all'uso edilizio urbano. o Misura il differenziale tra i valori di un’area urbanizzata ed un’area agricola Essa è la risultante di due componenti: RENDITA POSIZIONALE o che dipende dall’ubicazione del bene in rapporto alla città o ne misura la sua centralità; RENDITA ASSOLUTA o è conseguenza delle scelte del piano urbanistico o presenza di opere di urbanizzazione o la prossimità di altri suoli urbanizzati LA TEORIA ESTIMATIVA Evoluzione storica delle definizioni 1887: Fettarappa “materia che insegna a determinare il valore del terreno”- ottica esclusivamente fondiaria 1907: Bordiga comprende «nell’arte delle stime quell’insieme di nozioni che si propone l’indagine dei metodi per la determinazione del valore dei beni» 1925: Marenghi “l’estimo ha per oggetto fondamentale di studio i processi di valutazione dei beni economici per i quali il mercato non offre il prezzo sotto forma esplicita” 1939: Serpieri Valutare un bene economico significa attribuirgli un valore, espresso di regola in unità di moneta, rispondente ai fini della stima: o ossia significa determinare quale quantità di moneta può ritenersi per gli scopi della stima, equivalente al bene da stimare 1936: Brizi “L’estimo è essenzialmente metodologia, cioè esso segue ed applica schemi in determinati limiti di possibilità e di approssimazione, al fine di stabilire metodi adatti alla valutazione dei beni economici …” 1947: Famularo “L’estimo è quella disciplina che insegna a esprimere motivati giudizi sul valore dei beni economici. Questi giudizi si esprimono, generalmente, indicando la quantità di moneta reputata equivalente al valore dei beni stessi, perché nell’attuale economia monetaria, la misura di ogni valore viene espressa in moneta” 1955: Medici “Il carattere fondamentale dell’estimo è quello di insegnare a esprimere giudizi circa la somma di moneta che si può attribuire, per soddisfare determinate esigenze pratiche, ad un qualsiasi bene economico oggetto di stima; si tratta quindi di insegnare ad esprimere giudizi di valore” 1957: Di Cocco: «L’estimo è l’insieme dei principi e delle norme che disciplinano la formulazione di un giudizio di valore, che deve essere oggettivo, condizionato a particolari situazioni concrete e purtuttavia generalmente valido» 1959: Malacarne “L’estimo può essere considerato come quel ramo della scienza che studia i metodi atti a prevedere le misure delle grandezze economiche: lo studio dei metodi di stima è lo scopo dell’estimo, il giudizio di stima è il mezzo mediante il quale si prevede la misura delle grandezze economiche” 1961: Lo Bianco “L’estimo è la dottrina che insegna a formulare giudizi di valore e a saperli motivare” 1974: Forte “l’insieme dei principi logici e metodologici che regolano e, quindi, consentono la motivata, oggettiva e generalmente valida formulazione del giudizio di stima del valore dei beni economici, espresso in moneta” I 5 PRINCIPI DELL’ESTIMO (cap. 3.1) Il valore di un bene economico → dipende dallo scopo della stima. La previsione è il carattere immanente del giudizio di stima. Il prezzo → è il fondamento del giudizio di stima Il metodo estimativo è unico essendo basato esclusivamente sulla comparazione. Il giudizio di stima deve essere oggettivo e generalmente valido e pertanto deve formularsi sulla base della teoria dell’ordinarietà. I° PRINCIPIO: IL VALORE DIPENDE DALLO SCOPO DELLA STIMA • Concetto di una pluralità di valori o dipendenti da altrettanti scopi ai quali possono corrispondere altrettanti giudizi di stima ↓ Dalle diverse caratteristiche dei beni economici conseguono differenti aspetti economici dello stesso bene Nella pratica dell’estimo immobiliare troviamo due criteri di stima: Valore di mercato → Vm Valore di costo → Vk ↓ A questi sono riconducibili gli altri criteri di stima: o Valore di trasformazione → Vt o Valore complementare → Vc o Valore di surrogazione → Vs Aspetto economico Bene di consumo Bene producibile Bene strumentale Bene complementare Bene surrogabile Valore – Criteri di stima Valore di mercato Valore di costo Valore di trasformazione Valore complementare Valore di surrogazione → → → → → BENE DI CONSUMO –VALORE DI MERCATO È inteso come rapporto di equivalenza fra una quantità di moneta ed un bene economico o in funzione della domanda e dell’offerta del bene stesso Se si deve determinare il più probabile prezzo che si verificherà in uno scambio, si dovrà guardare → l’aspetto economico al quale corrisponde il valore di mercato VM ↓ il criterio di stima consisterà: o nell’analisi della domanda D e dell’offerta O di beni analoghi o oppure nella attualizzazione della redditività netta BENE PRODUCIBILE –VALORE DI COSTO La caratteristica della producibilità determina la possibilità di prevedere la produzione di un bene economico → e, quindi, di formulare un giudizio di stima del valore di costo di produzione • inteso come somma dei prezzi dei singoli fattori produttivi Qualora occorra determinare il più probabile costo di produzione di un bene, si dovrà riguardare pertanto l'aspetto economico al quale corrisponde il più probabile valore di costo Vc o il criterio di stima consisterà nella somma dei prezzi dei singoli fattori F che concorrono alla produzione del bene BENE STRUMENTALE – IL VALORE DI TRASFORMAZIONE I beni strumentali hanno la caratteristica della utilità indiretta o consegue la possibilità di prevedere il prezzo di uno dei fattori della produzione in relazione al valore di mercato del prodotto Quando si deve formulare il giudizio di stima del più probabile prezzo di uno dei fattori della produzione nell'ambito di un processo produttivo generale o si dovrà riguardare l'aspetto economico al quale corrisponde il più probabile valore di trasformazione ↓ Il criterio di stima consiste nel calcolo della differenza tra il • valore di mercato del bene finale • i costi necessari alla trasformazione BENE COMPLEMENTARE - IL VALORE COMPLEMENTARE • Caratteristica della complementarità tra beni economici o Da ciò consegue la possibilità di prevedere il prezzo di un bene in relazione al rapporto di complementarità produttiva che esiste tra il bene oggetto di stima ed altri beni Quando occorre determinare il prezzo di un bene, disaggregandolo da altri con i quali può formare un complesso di beni tra di loro complementari o si dovrà riguardare l'aspetto economico al quale corrisponde il più probabile valore complementare ↓ Il criterio di stima consisterà nella differenza tra il • valore di mercato dell’intero complesso di beni tra loro complementari • il valore che rimane al complesso medesimo dopo la separazione del bene in oggetto Caso di esproprio di un suolo o Per stimare il valore della parte espropriata A dovrò operare la differenza tra il Valore di mercato dell’area nel suo insieme (a+m) il valore dell’area che rimane al proprietario • M: Va = V(a + m) - Vm BENE SURROGABILE - IL VALORE DI SURROGAZIONE • • Caratteristica della sostituibilità tra beni economici → consegue la possibilità di prevedere il prezzo, di mercato ο di costo, di un bene economico surrogabile con quello oggetto di stima. Quando occorre stimare il valore di un bene non direttamente apprezzato dal mercato ma surrogabile con altro di prezzo noto: si dovrà riguardare l'aspetto economico del più probabile valore di surrogazione Il criteriο di stima consisterà nella determinazione del valore di mercato o di costo del bene surrogabile con quello oggetto di stima IN SINTESI Valore di mercato Vm = f (D, Ο) o Scopo: Stime cauzionali e per aste pubbliche; divisioni ereditarie; stime per compravendite, per riparto delle quote dei beni comuni; stima della sanzione pecuniaria per opere abusive; valutazioni fiscali; ecc. o Caratteristica da considerare: scambio del bene Valore di costo Vc = ΣFp o Scopo: Determinazione preventiva dei costi; verifica consuntiva della congruità dei costi storici; redazione di bilanci aziendali; previsioni dei costi di urbanizzazione nelle relazioni economiche integrative degli strumenti urbanistici; particolari stime dei danni; ecc. o Caratteristica da considerare: possibilità di produrre o riprodurre un bene Valore di trαsformazione Vt = (Vm - Cp) o Scopo: giudizi di convenienza sulla trasformazione di un bene economico; stime particolari di bilanci; stime di beni di particolari pregi artistici o ambientali, di edifici non suscettivi di ulteriori utilizzazioni per vetustà o obsolescenza; ecc. o Caratteristica da considerare: capacità del bene a produrne un altro Valore complementare Va= V(a + m)– Vm o Scopo: Stime per espropriazioni parziali, per asservimenti, per limitazioni autoritative, per danni, per la determinazione dei contributi di miglioria; stime di apporti per concentrazioni industriali; stime dell'avviamento industriale o commerciale; ecc. o Caratteristica da considerare: complementarità di un bene con un altro Valore di surrogazione Vs =Vms (Vcs) o Scopo: Stime di beni in condizioni di monopolio bilaterale; stime di aziende con profitti negativi; stime di edifici o di impianti industriali. o Caratteristica da considerare: sostituibilità del bene con un altro II° PRINCIPIO: LA PREVISIONE È IL CARATTERE IMMANENTE DEL GIUDIZIO DI STIMA → Valutare significa esprimere giudizi di equivalenza tra beni economici. Questa equivalenza può essere di tipo: o storico, ossia relativa a circostanze e scopi verificatisi in passato (constatazione) o tipo ipotetico se riferita a circostanze o motivi attualmente in essere e che potranno verificarsi in futuro (previsione) Si definisce il valore di un bene economico come previsione della relazione tra il grado di utilità del bene stesso una determinata quantità di moneta. Il prezzo può definirsi come constatazione di tale relazione tra i due gradi di utilità. → Se quindi il prezzo è un dato storico che si constata, il valore è un dato ipotetico che si prevede. Principio della permanenza delle condizioni → La previsione estimativa è basata su questo principio per il quale si ammette che ogni operazione di stima - diretta o indiretta - si svolge in base: o alle condizioni note al momento di riferimento o in base a quanto è prevedibile relativamente al cambiamento legato alle forze di tipo permanente note o Non sono prese in considerazione nella stima le forze transitorie e contingenti Le conseguenze dell’adozione di tale principio (invarianza della realtà): di tipo teorico o si assume una realtà economica sostanzialmente statica di tipo pratico: o non si tiene conto delle discontinuità tipiche del mercato (mutamento del numero degli operatori, dei gusti, etc.) o Dinamismo della società e turbolenza dei mercati Stima ex ante (prospettiva) → riguarda le previsioni di valore svolte al presente rispetto allo stesso presente o al futuro Stima ex post (retrospettiva) → è svolta al presente, ma è rivolta a epoche precedenti al momento della stima. III° PRINCIPIO: IL PREZZO È IL FONDAMENTO DEL GIUDIZIO DI STIMA Il giudizio di stima è formulato in termini di prezzo. → I prezzi rappresentano la quantità di moneta corrisposta per un certo bene o una certa prestazione; si riferiscono a transazioni effettivamente avvenute (dati storici) → La stima è sempre una previsione relativa al valore di una transazione futura. o è possibile grazie alla comparazione dei prezzi, fondamento della stima. IV° PRINCIPIO: IL METODO ESTIMATIVO È UNICO essendo basato esclusivamente sulla comparazione tra il bene oggetto di stima e altri beni di prezzo noto con caratteristiche simili prese a confronto In base alle circostanze, la scelta dei beni di comparazione dipende da: caratteristiche tecniche ed economiche possedute dal bene oggetto di stima; condizioni operative di rilevazione (disponibilità di dati); tempo e mezzi a disposizione del rilevatore; grado di approfondimento della stima I procedimenti di stima, che dall’unico metodo conseguono, possono essere distinti in: • diretti o sintetici • indiretti o analitici V° PRINCIPIO: IL GIUDIZIO DI STIMA DEVE ESSERE OGGETTIVO E GENERALMENTE VALIDO, OVVERO BASATO SULLA TEORIA DELL’ORDINARIETÀ. Il giudizio di stima (oggettivo) per essere valido deve formularsi in riferimento a quelle circostanze che con maggior frequenza si riscontrano nel particolare mercato → ovvero deve formularsi in base al principio dell’ordinarietà. ↓ Da tale principio consegue l’oggettività del giudizio di stima: • se il prezzo medio è anche quello più frequente, si può affermare che uno ed uno solo sarà il valore prevedibile per un bene economico analogo nel medesimo mercato. Se i valori rilevati si distribuiscono secondo una distribuzione normale, allora il campione è rappresentativo del mercato di cui il bene oggetto di stima è parte. Se la distribuzione ha un andamento che approssima una distribuzione normale, il più probabile valore di stima, ovvero il più frequente, è uguale alla media dei valori rilevati FASI DEL GIUDIZIO DI STIMA 1 - conoscenza del bene 2 - definizione dello scopo o ragion pratica della stima 3 - individuazione del criterio o aspetto economico 4 - scelta ed applicazione del procedimento di stima 5 - aggiunte e/o detrazioni al valore capitale del bene e determinazione del valore di mercato incognito LA METODOLOGIA ESTIMATIVA (CAP.4) Rappresenta l’insieme delle tecniche e degli strumenti attraverso cui si formula il giudizio di stima. La base della metodologia estimativa è rappresentata dalla comparazione tra → circostanze storiche già verificatesi → circostanze attuali (unicità del metodo). I procedimenti di stima possono essere distinti in: – procedimenti «diretti» o sintetici – procedimenti «indiretti» o analitici PROCEDIMENTI DIRETTI è utilizzabile se è possibile disporre di dati relativi a beni analoghi, ovvero se è possibile la formazione della scala di prezzi noti Due operazioni fondamentali: raccolta di dati storici relativi a beni immobili analoghi; formulazione del giudizio di stima del bene. ↓ È stesso l’indagine preventiva che si riesce a fare (la raccolta dei dati) che indica l’operazione estimativa da elaborare. o Possibilità di formazione di una scala di prezzi noti di beni approssimativamente analoghi a quello oggetto di stima (P 1 > P 2 >P 3 > P n > P n+1) Procedimento operativo: Inserimento del bene da stimare nel «gradino» della scala che presenta con il bene maggiori analogie (atto di sintesi dell’estimatore) risultando: Vn = Pn o Possibilità di formazione di una distribuzione normale dei dati (oggettivazione del risultato) → La raccolta dei dati permette di ricostruire una curva dei valori di tipo gaussiano → il valore medio coincide con il dato che si presenta nella distribuzione con maggior frequenza (maggiore probabilità). Procedimento operativo: Determinazione della media aritmetica dei prezzi noti o Possibilità di formazione di una distribuzione dei dati diversa da quella normale o gaussiana → In assenza di una distribuzione gaussiana dei prezzi noti (dovuta ad una non completa analogia fisica ed economica tra i beni) è possibile oggettivizzare il risultato determinando non la media aritmetica dei prezzi ma il prezzo medio. Procedimento operativo: determinazione del prezzo unitario medio PROCEDIMENTI ANALITICI O INDIRETTI Quando non è possibile formare la scala di prezzi noti il giudizio di stima va formulato attraverso il procedimento indiretto o analitico. Valore Procedimento Valore di mercato → Capitalizzazione dei redditi Valore di costo → Computo Metrico Estimativo PRODUZIONE INSEDIATIVA I FATTORI → Suolo → Opere urbanizzative → Edifici IL COSTO DELLA PRODUZIONE INSEDIATIVA o è rappresentato dalla sommatoria dei costi dei diversi fattori produttivi → quella relativa ai costi urbanizzativi inerenti alla realizzazione/trasformazione di tutte le opere indispensabili alla qualificazione dell’ambito urbano, nelle diverse accezioni di ambito residenziale, produttivo o di servizio, a fruibilità limitata al nucleo insediativo elementare → quella relativa ai costi dei servizi pubblici generali e delle attrezzature a fruibilità estesa all’intera area comunale/metropolitana (parchi urbani, grandi impianti sportivi, culturali, trasportistica, etc.). LA COMPARTECIPAZIONE DEI PRIVATI Legge 1150/1942 - art.28: (successivamente modificato dall‟art.8 della Legge 765/1967) introduce il Piano di Lottizzazione Convenzionata, la cui approvazione è soggetta alla stipula di convenzione, con la quale i lottizzanti, proprietari delle aree o comunque aventi diritto, assumono l’impegno : o di cedere gratuitamente al comune le aree destinate ad opere di urbanizzazione; o di assumere a proprio carico gli oneri relativi alle opere di urbanizzazione primaria, e gli oneri conseguenti alla produzione di quota parte delle opere di urbanizzazione secondaria relative alla lottizzazione o la quota è determinata in proporzione all'entità e alle caratteristiche degli insediamenti delle lottizzazioni ↓ La stipula della convenzione deve prevedere congrue garanzie finanziarie per l'adempimento degli obblighi derivanti dalla convenzione. Ciò pone la necessità della: stima del costo delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria determinazione della quota proporzionale all’entità e alle caratteristiche degli insediamenti della lottizzazione Legge 10/1977: Norme per la edificabilità dei suoli art. 1 : Trasformazione urbanistica del territorio e concessione di edificare art.3: la concessione comporta la corresponsione di un contributo commisurato all’incidenza delle spese di urbanizzazione nonché al costo di costruzione art.5: determinazione degli oneri di urbanizzazione ↓ Viene introdotto il concetto di costo parametrico: con l’istituzione degli oneri concessori le Regioni erano tenute a predeterminare gli oneri di urbanizzazione sulla base dei costi medi unitari delle opere di urbanizzazione. Si trattava di costi “minimi” che da allora sono rimasti più o meno invariati per molto tempo IL VALORE DI COSTO NELLA LEGISLAZIONE Legge 1150/42, art.30 (modificato dalla legge 765/67): Previsione di massima delle spese • a corredo dei Piani Regolatori Generali e dei Piani Particolareggiata è richiesta una relazione di previsione di massima delle spese occorrenti per l’acquisizione delle aree e per le sistemazioni generali necessarie per l’attuazione del piano Legge 1150/42, art.28: Lottizzazione convenzionata è necessario anche ai fini di una corretta redazione di un PLC la stima dei costi di urbanizzazione in quanto viene imposta l’assunzione, da parte dei proprietari che lottizzano, degli oneri di urbanizzazione primaria e di quota parte degli oneri di urbanizzazione secondaria A partire dagli anni ’90 la dimensione economica assume un ruolo centrale, sia a livello programmatorio che a livello pianificatorio ↓ Legge Merloni sui lavori pubblici: legge 109/94: → Osservatorio dei lavori pubblici, articolato in sezioni regionali, organizzato mediante procedure informatiche in coordinamento con altre istituzioni, quali l’ISTAT, l’ANCI, le camere di commercio, etc. o Tra i diversi compiti spettanti all’Osservatorio vi è quello di provvedere alla raccolta ed alla elaborazione dei dati informativi dei lavori pubblici su tutto il territorio nazionale ed in particolare di quelli concernenti i costi e gli scostamenti rispetto a quelli preventivati, e alla determinazione annuale dei costi standardizzati per tipo di lavoro in relazione a specifiche aree territoriali → La stessa legge conferma l’esigenza di individuare le risorse necessarie alla realizzazione di opere pubbliche: o rendendo obbligatorio il PROGRAMMA TRIENNALE DEI LAVORI PUBBLICI D.M. del 21 giugno 2000 prevede: • la stima del costo complessivo per ciascun intervento • la relativa copertura finanziaria • la stima dei tempi Il programma triennale deve indicare, per tipologia e in relazione alle specifiche categorie degli interventi: le loro finalità; le relazioni con piani di assetto territoriale o i risultati attesi; di settore; le priorità; il grado di soddisfacimento della domanda; le localizzazioni; le risorse disponibili; problematiche ambientali, paesistico ed la stima dei costi e dei tempi di attuazione urbanistico-territoriale; GLI SCHEMI-TIPO PER LA REDAZIONE DEL PROGRAMMA TRIENNALE Gli schemi-tipo per i lavori pubblici sono costituiti dalle seguenti schede: → A: quadro delle risorse necessarie alla realizzazione dei lavori previsti dal programma, articolate per annualità e fonte di finanziamento; → B: elenco delle opere pubbliche incompiute; → C: elenco degli immobili disponibili → D: elenco dei lavori del programma con indicazione degli elementi essenziali per la loro individuazione; → E: lavori che compongono l’elenco annuale, con indicazione degli elementi essenziali per la loro individuazione; → F: elenco dei lavori presenti nel precedente elenco annuale e non riproposti nell’aggiornamento del programma per motivi diversi dall’avviamento della procedura di affidamento, o per i quali si è rinunciato all’attuazione. Lo studio di fattibilità si compone di una relazione illustrativa contenente: le caratteristiche funzionali, tecniche, gestionali, economico-finanziarie dei lavori da realizzare; l’ analisi delle possibili alternative rispetto alla soluzione realizzativa individuata; l’ analisi dello stato di fatto, nelle sue eventuali componenti architettoniche, geologiche, socioeconomiche, amministrative; ai fini della valutazione preventiva della sostenibilità ambientale e della compatibilità paesaggistica dell’intervento, la descrizione di: o requisiti dell’opera da progettare o caratteristiche e dei collegamenti con il contesto nel quale l’intervento si inserisce, con particolare riferimento alla verifica dei vincoli ambientali, storici, archeologici, paesaggistici interferenti sulle aree o sugli immobili interessati dall’intervento o l’individuazione delle misure idonee a salvaguardare la tutela ambientale e i valori culturali e paesaggistici. I PROGRAMMI COMPLESSI L’esigenza di avviare azioni tese alla riqualificazione della città attraverso il necessario coinvolgimento del soggetto privato trova ampio riscontro nei Programmi Complessi (anni ’90) Vengono introdotte nuove modalità di intervento, che, in base all‘integrazione di operatori diversi, di risorse pubbliche e private, di diverse tipologie di intervento o consentono di attivare la riqualificazione urbana, edilizia ed ambientale della città e del territorio, nel rispetto degli strumenti urbanistici generali o, là dove necessario, anche in variante ad essi. Programmi integrati Programmi di recupero urbano - riqualificazione urbana PROGRAMMI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA (Decreto del 21.12.94, Ministero dei Lavori Pubblici) → Particolare rilievo assume la rappresentazione del programma in termini economici sintetici (art.15), ovvero la comparazione delle convenienze economiche che rispettivamente realizzano il soggetto pubblico e privato considerando: l’entità del finanziamento, mediante risorse private, di interventi pubblici valutati su base parametrica - convenienza pubblica valore degli immobili realizzati al netto dei costi di realizzazione, valutati su base parametrica – convenienza privata Costi parametrici → Osservatorio ↓ Per effettuare tale raffronto vengono indicate due distinte procedure: il raffronto istantaneo costi-ricavi o non tiene conto della variabile temporale; o la differenza tra la sommatoria dei ricavi e la sommatoria dei costi conduce al valore netto dell’investimento che, al fine della verifica delle convenienze, deve risultare positivo; la redazione di flussi di cassa o in cui ricavi e costi sono ripartiti durante un arco temporale definito; o la differenza tra ricavi e costi attualizzati ad un adeguato saggio di sconto conduce al valore attuale netto dell’investimento. La rappresentazione del programma in termini economici sintetici (art. 15, DM 21/12/1994) consiste in una relazione che contenga la comparazione delle convenienze economiche che rispettivamente realizzano il soggetto pubblico e privato a seguito dell‟attuazione del programma, considerando: • l’entità del finanziamento, mediante risorse private, di interventi pubblici valutati su base parametrica - convenienza pubblica • valore degli immobili realizzati al netto dei costi di realizzazione, valutati su base parametrica – convenienza privata • Il valore degli immobili oggetto di cessione o concessione a favore del soggetto privato valutati a prezzo di mercato LUR Campania (Legge n.16/2004) Elaborati di progetto del PUA (di iniziativa pubblica): o relazione illustrativa delle opere pubbliche o di pubblica utilità, comprensiva delle relativem previsioni finanziarie di massima e delle corrispondenti fonti di spesa → Programmi integrati di riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale Progetto urbanistico ed architettonico Normativa gestionale Piano di fattibilità finanziaria IL VALORE DI COSTO (CAP.7) 7.9.1 IL COSTO DI PRODUZIONE NELL’ATTIVITÀ EDILIZIA LE FASI DEL PROCESSO EDILIZIO Pianificazione e programmazione: Studi di fattibilità, analisi di convenienza Appalto servizi: Progettazione o Progetto di fattibilità tecnico economica o Progetto Definitivo o Progetto esecutivo Appalto lavori: Direzione lavori, Esecuzione lavori Collaudo Gestione e Manutenzione Dismissione Nel processo di produzione edilizia → il concetto di costo assume aspetti differenti in funzione dei diversi soggetti che intervengono nel processo stesso: • Committenti: promotori/investitori: committente pubblico o privato (persone fisiche, società, enti pubblici e privati) • Fornitori di servizi: progettista – direttore lavori, coordinatore ecc • Appaltatore: imprese di costruzioni, general contractor (l’appaltatore generale: persona fisica o una società giuridica, che viene individuata dal committente finale per ottimizzare tutti i processi di costruzione) • Subappaltatori: imprese specializzate che lavorano per l’appaltatore • Fornitori di materiali e tecnologie IL COSTO DI PRODUZIONE NELL’ATTIVITÀ EDILIZIA «Il valore di costo di produzione di un bene si compone della somma delle spese che un imprenditore ordinario deve sostenere per produrlo » • L’imprenditore (o consumatore) ordinario è quello che ha un grado di capacità ed attitudini economiche coincidenti con il grado che con maggiore frequenza si verifica tra gli operatori dello stesso mercato → il concetto di costo assume aspetti differenti in funzione dei soggetti che intervengono nel processo stesso Promotore → Costo di produzione Costruttore → Costo di costruzione Promotore/gestore → Costo globale IL COSTO GLOBALE Il costo globale di un bene durevole è rappresentato da il prezzo di acquisto tutte le spese che occorre sostenere per la sua utilizzazione, nel corso della sua vita utile. ↓ La stima del costo globale è finalizzata ad assistere i decisori nelle scelte relative all’opportunità di investire nel processo edilizio considerando le fasi di Ideazione Costruzione gestione dell’edificio. Nella sua formulazione più estesa comprende anche il valore residuo, positivo o negativo, che il bene possiede al termine della vita utile. Costo globale 1. Costo di produzione • Costo di costruzione Spese tecniche e generali Oneri concessori • Costo di progettazione • Costo di area • Costo di idoneizzazione • Costi finanziari • Costi di promozione immobiliare 2. Costi di gestione • Costi energetici • Costi amministrativi Costi di • Costi di pulizia esercizio • Costi di sicurezza 3. Costi di manutenzione • Ordinaria • Straordinaria 4. Costi finali o valore residuo COSTO DI PRODUZIONE Cp = Ca + Ci + Cc + St + On + I + Im + Up • Ca = costo dell’area • Ci = costi di idoneizzazione • Cc = costo di costruzione o St = spese tecniche e generali o On = oneri concessori (permessi a costruire) • I = interessi sul capitale finanziario • Im = imposte • Up= Utile dell’imprenditore promotore COSTO DI PRODUZIONE IL COSTO DELL’AREA È un costo sostenuto all’inizio del processo di trasformazione È un prezzo pagato dal promotore al proprietario dell’area Incide considerevolmente sul costo di costruzione I COSTI DI IDONEIZZAZIONE Sono riferiti ai lavori preliminari e necessari all’idoneizzazione del sito. • costi di demolizione dei manufatti esistenti vengono stimati con riferimento all’entità e tipologia dei manufatti da demolire; euro/mc da demolire • costi di bonifica del suolo COSTO DI COSTRUZIONE «La determinazione del costo di costruzione va considerata come una fase progettuale, ossia come un fattore del processo che interagisce con gli altri, e non come un vincolo fissato preventivamente» SPESE TECNICHE E GENERALI → Spese tecniche Indagini preliminari (sondaggi, prove, etc.) Progettazione (progetto fattibilità tecnico economica, definitiva, esecutiva) Direzione Lavori Collaudi ↓ o variano proporzionalmente alla tipologia e all’importo dell’opera, perché calcolate, su base tabellare in percentuale sul Costo di Costruzione → Spese generali o Spese di gestione dell’azienda promotore (sede, consumi, segreteria, amministrazione, consulenze, etc.) o Ammontano circa al 10-15% del Cc GLI ONERI CONCESSORI Legge 10 del 1977 : Norme per la edificabilità dei suoli Art. 1 – Trasformazione urbanistica del territorio e concessione a edificare Ogni attività comportante trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio comunale partecipa agli oneri ad essa relativi e la esecuzione delle opere è subordinata a concessione da parte del sindaco Art. 3 – Contributo per il rilascio della concessione La concessione comporta la corresponsione di un contributo commisurato all’incidenza delle spese di urbanizzazione nonché al costo di costruzione Vengono stimati in funzione del carico urbanistico prodotto dalla trasformazione secondo specifiche indicazioni del Comune. Testo unico edilizia D.P.R. 380/2001 Capo II Permesso di costruire 10 (L). Interventi subordinati a permesso di costruire gli interventi di nuova costruzione; gli interventi di ristrutturazione urbanistica; gli interventi di ristrutturazione edilizia che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente 11 (L). Caratteristiche del permesso di costruire Il permesso di costruire è rilasciato al proprietario dell’immobile o a chi abbia titolo per richiederlo. Il permesso di costruire è trasferibile, insieme all’immobile, ai successori o aventi causa. È irrevocabile ed è oneroso 16 (L). Contributo per il rilascio del permesso di costruire Il rilascio del permesso di costruire comporta la corresponsione di un contributo commisurato all’incidenza degli oneri di urbanizzazione nonché al costo di costruzione. ↓ → La quota di contributo relativa agli oneri di urbanizzazione è corrisposta al comune all’atto del rilascio del permesso di costruire e, su richiesta dell’interessato, può essere rateizzata. o A scomputo totale o parziale della quota dovuta, il titolare del permesso può obbligarsi a realizzare direttamente le opere di urbanizzazione. → La quota di contributo relativa al costo di costruzione, determinata all’atto del rilascio, è corrisposta in corso d’opera. → L’incidenza degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria è stabilita in base alle tabelle parametriche che la regione definisce per classi di comuni in relazione: o all’ampiezza ed all’andamento demografico dei comuni; o alle caratteristiche geografiche dei comuni; o alle destinazioni di zona previste negli strumenti urbanistici vigenti; o ai limiti e rapporti minimi inderogabili Le opere di urbanizzazione rendono il territorio idoneo all’insediamento di persone e di attività economiche. Il contributo commisurato al costo di costruzione è dovuto ai Comuni in una entità tra il 5 al 20 per cento del costo fissato per l’edilizia agevolata. o Tale quota varia in funzione delle caratteristiche e delle tipologie delle costruzioni, della loro destinazione ed ubicazione La Regione determina, ogni cinque anni, l’entità e le modalità di applicazione del costo di costruzione, mentre i Comuni li aggiornano annualmente in ragione della variazione degli indici nazionali dei prezzi al consumo accertata dall’Istat. INTERESSI Gli interessi sul capitale investito o sono stimati in funzione dell’esposizione debitoria del promotore; o rispecchiano il costo del capitale → Tale voce di costo è solitamente calcolata come 3-6% sulla totalità dei costi sostenuti UTILE DELL’IMPRENDITORE PROMOTORE Rappresenta la remunerazione della sua capacità imprenditoriale e del rischio assunto nell’investimento. Può essere stimato come aliquota o i ricavi o il costo di produzione COSTO DI COSTRUZIONE Gli elementi progettuali che incidono sulla formazione del costo di costruzione sono collegati principalmente alle seguenti categorie: variabili geometriche relative alla forma planimetrica e al volume dell’edificio variabili funzionali collegate alle differenti connotazioni “stilistiche” e caratteri “estetici” caratteristiche dei materiali adottati modalità costruttive LA STIMA DEL VALORE DI COSTO La stima del valore di costo di costruzione o di ricostruzione di una qualsiasi opera edile, architettonica o urbanistica, può essere effettuata mediante procedimenti: • sintetici o diretti • analitici o indiretti • misti o intermedi La scelta del procedimento estimativo dipende dal grado di approssimazione. → Nei casi di stime sommarie, con gradi di maggiore aleatorietà, come nei piani, è possibile ricorrere ad approccio diretto, ovvero alla stima sintetica. → Nei casi di stime con gradi minimi di aleatorietà, come nei progetti esecutivi, si rende necessario l’approccio indiretto ovvero la stima analitica. CODICE DEGLI APPALTI - PARTE PROGRAMMAZIONE E PROGETTAZIONE I - TITOLO III – PIANIFICAZIONE Art. 23 - Livelli della progettazione per gli appalti, per le concessioni di lavori nonché per i servizi La progettazione in materia di lavori pubblici si articola, secondo tre livelli di successivi approfondimenti tecnici, in: Progetto di fattibilità tecnica ed economica Progetto definitivo Progetto esecutivo PROGETTO DI FATTIBILITÀ Elaborati componenti di progetto di fattibilità tecnica ed economica • Relazione generale • Relazione tecnica • Studio preliminare ambientale • Studi specialistici effettuati per giungere ad un adeguata conoscenza del contesto in cui è inserita l’opera • Planimetria generale ed elaborati grafici [...]; • Cronoprogramma delle fasi attuative • Capitolato speciale prestazionale • Piano particellare • Calcolo sommario della spesa e quadro economico di progetto ↓ Il calcolo sommario della spesa è effettuato applicando alle quantità caratteristiche i corrispondenti prezzi parametrici dedotti dai costi standardizzati In assenza di costi standardizzati Si applicano parametri desunti da interventi similari realizzati, ovvero redigendo un computo metrico estimativo di massima PROGETTO DEFINITIVO individua i lavori da realizzare contiene tutti gli elementi necessari per il rilascio delle autorizzazioni e approvazioni la quantificazione definitiva del limite di spesa per la realizzazione e del relativo cronoprogramma, attraverso l’utilizzo dei prezzari regionali o provinciali Elaborati componenti il progetto definitivo • relazione generale; relazioni tecniche e relazioni specialistiche; • rilievi planoaltimetrici e studio dettagliato di inserimento urbanistico; • elaborati grafici; • studio di impatto ambientale - studio di fattibilità ambientale; • calcoli delle strutture e degli impianti • piano particellare di esproprio; • elenco dei prezzi unitari ed eventuali analisi; • computo metrico estimativo; • quadro economico con l'indicazione dei costi della sicurezza PROGETTO ESECUTIVO costituisce la ingegnerizzazione di tutte le lavorazioni definisce compiutamente ed in ogni particolare architettonico, strutturale ed impiantistico l'intervento da realizzare. è redatto nel pieno rispetto del progetto definitivo nonché delle altre varie prescrizioni Elaborati componenti il progetto esecutivo • relazione generale; relazioni specialistiche; • elaborati grafici comprensivi anche di quelli delle strutture, degli impianti e di ripristino e miglioramento ambientale; • calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti; • piano di manutenzione dell'opera e delle sue parti; • piano di sicurezza e di coordinamento e quadro di incidenza della manodopera; • computo metrico estimativo e quadro economico; • cronoprogramma; • elenco dei prezzi unitari e eventuali analisi; • schema di contratto e capitolato speciale di appalto; • piano particellare di esproprio. LA STIMA SINTETICA DEL VALORE DI COSTO Fornisce la previsione del più probabile costo di costruzione di un bene. → Tale previsione si fonda sulla comparazione del bene da realizzare con il costo di beni simili già realizzati → Previsioni sommarie La comparazione avviene con riferimento a costi unitari sostenuti per la realizzazione, in tempi quanto più possibili vicini, di beni analoghi e reperiti attraverso diverse fonti. Il procedimento si basa sul confronto dell’opera da realizzare, il cui costo è incognito con opere simili realizzate (i cui costi sono noti) La stima sintetica si fonda sulla possibilità di determinare un adeguato numero di costi tecnici di costruzione di edifici analoghi per caratteristiche tipologiche, tecnologiche, strutturali e distributive ai quali fare riferimento al fine di determinare il costo di costruzione dell’edificio oggetto della stima il costo al mc vuoto per pieno: si determina valutando il volume dell’edificio dal livello inferiore alla linea di gronda e dividendo il costo di costruzione per i metri cubi risultanti. il costo al mq di superficie realizzata: si ottiene dividendo il costo di costruzione per i mq di superficie lorda dei diversi piani dell’edificio, intendendosi per superficie lorda quella comprendente i muri perimetrali esterni, i divisori e le partizioni verticali interne. Il parametro è valido per edifici con altezze interne e caratteristiche tipologiche simili. posto letto, posto alunno, ...: parametri vari riferibili all’utilizzo dell’edificio, più che alle grandezze fisiche che lo rappresentano. Sono usati generalmente per edifici commerciali, scuole, ospedali ecc. Le fonti per il reperimento dei dati Fonti dirette → imprese di costruzione - stazioni appaltanti - committenti privati Fonti indirette → Osservatorio Costi standardizzati MIT – ISTAT - Camere di Commercio […] PROCEDIMENTO DI STIMA 1. Scelta del campione di beni di costo noto analoghi al bene oggetto di stima -“scala di prezzi noti” 2. Individuazione del parametro unitario (€/mq, €/mc, €/vano, etc.) 3. Eventuale livellamento cronologico 4. Confronto e stima: scelta del costo unitario - inserimento del bene da stimare nel gradino della scala che presenta maggiori analogie. IL LIVELLAMENTO CRONOLOGICO DEI COSTI L‟ISTAT elabora mensilmente l’indice dei costi di costruzione di un fabbricato residenziale → misura la variazione nel tempo dei costi riferiti ad un manufatto e, in particolare, dei costi diretti per la realizzazione dell’opera (senza costi del suolo, progettazione e margine di profitto dell’impresa edilizia) Ca = Cs (Ia/Is) • Ca = costo attuale • Cs = costo storico • Ia = indice attuale • Is = indice storico PREZZIARI TIPOLOGICI Sono listini riportanti i costi tecnici di costruzione complessivi e per unità di comparazione distinti per tipologie edilizie e/o categorie di opere. Di particolare interesse operativo è il prezziario annualmente pubblicato a cura del Collegio degli ingegneri e architetti di Milano: Consente di formulare stime sommarie del più probabile valore di costo tecnico di costruzione con sufficiente attendibilità. o costi complessivi e parametrici o principali caratteri geometrici e tecnologici o percentuali di incidenza dei costi per le principali categorie di opere Esempio operativo: Preventivo sommario della realizzazione di un edificio residenziale in zona periferica ad alta densità. → Fase 1. Scelta del campione di beni di costo noto analoghi al bene oggetto di stima - “scala di prezzi noti” o L’individuazione dell’edificio più simile deve avvenire sulla base di un’attenta analisi non solo delle tipologie, ma anche delle caratteristiche tecnologiche e costruttive. Reperisco alcuni dati riferiti a beni analoghi a quello oggetto di stima → Fase 2. La stima o I casi considerati, riferiti a progetti analoghi a quello oggetto di stima, riportano valori convergenti. La stima sommaria del più probabile valore di costo potrà essere effettuata con riferimento ai tre casi tramite la media dei valori ottenuti. IL COSTO DI COSTRUZIONE Cc = Ctk + Sg + Uc Ctk = costo tecnico di costruzione Sg = spese tecniche e generali (onorari e spese tecniche ammontano circa al 10/15% del Cc) Uc = utile dell’imprenditore costruttore (10% di Ctk) IL COSTO TECNICO DI COSTRUZIONE È la somma dei costi diretti di cantiere, ovvero dalla somma dei seguenti fattori produttivi: Ctk = M + Mat + NT → M = manodopera → Mat = materiali → NT = noli e trasporti IL VALORE DI COSTO: LA STIMA ANALITICA (CAP.7, PARAGRAFO 7.11) Nella redazione dei progetti definitivi ed esecutivi, si rende necessario l’approccio indiretto ovvero la stima analitica: • il COMPUTO METRICO ESTIMATIVO (CME) ↓ Il computo metrico estimativo del progetto esecutivo costituisce l'integrazione e l’aggiornamento del computo metrico estimativo redatto in sede di progetto definitivo. Il CME viene redatto applicando alle quantità delle lavorazioni, dedotte dagli elaborati grafici del progetto esecutivo, i prezzi dell'elenco prezzi. o Progetto esecutivo → Costituisce la “ingegnerizzazione” di tutte le lavorazioni e, pertanto, definisce compiutamente ed in ogni particolare architettonico, strutturale ed impiantistico l’intervento da realizzare COMPUTO METRICO ESTIMATIVO C.M.E. È la combinazione di due parti: • il Computo Metrico (quantità) • la parte estimativa (prezzi unitari) La stima del più probabile valore di costo ottenuto per via analitica Il costo totale consiste nella somma dei prodotti delle quantità (Q) per i rispettivi prezzi unitari (Pu) di ciascuna lavorazione (i) Nella stima analitica o indiretta la valutazione è ottenuta → scomponendo il bene da valutare in molteplici voci di lavorazioni dettagliate (a ciascuna di questa voce è abbinato un costo unitario) Il CME si elabora attraverso le seguenti fasi: 1. Classificazione delle lavorazioni 2. Misurazione o Computo Metrico delle lavorazioni 3. Stima dei Prezzi Unitari delle lavorazioni 1. CLASSIFICAZIONE DELLE LAVORAZIONI La classificazione secondo: → Funzioni: Classi di unità tecnologiche basate su prestazioni e funzioni (Norma UNI 8290) → Categorie di lavoro: Classi per materiali e lavorazioni 2. MISURAZIONE O COMPUTO METRICO Scomposizione del manufatto da realizzare in parti elementari per calcolare le quantità occorrenti alla realizzazione dei singoli elementi. ↓ Ciascuna lavorazione va misurata Le modalità con cui si procede alla misurazione delle lavorazioni sono normate e sono oggetto di accordo tra le parti Non tutte le lavorazioni sono suscettibili di essere misurate per cui vengono considerate unitariamente. In questo caso si si dice che l’opera si valuta a corpo → Il risultato della classificazione è la redazione di un elenco di articoli che rappresentano le parti assunte a misurazione. o Gli articoli sono costituiti da tre parti: descrizione: deve definire con precisione l’oggetto della misurazione cui l’articolo si riferisce; • La descrizione delle opere compiute contenuta nel CME è ripresa dal capitolato di appalto (documento compreso nel progetto esecutivo) o In tale documento, sono contenute per esteso le modalità tecniche con cui l’appaltatore deve realizzare l’opera. o Il capitolato speciale d’appalto riprende di norma le voci delle opere complete contenute nei capitolati generali di riferimento. quantità: esprime il risultato delle operazioni aritmetiche eseguite sulle dimensioni degli elementi; unità di misura DEFINIZIONE DI APPALTO L’art. 1655 del Codice civile definisce l’ appalto come: Il contratto con il quale una parte (appaltatore) assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio (committente, appaltante) verso un corrispettivo in denaro ↓ o Gli appalti sono quindi contratti a titolo oneroso stipulati tra una stazione appaltante e uno o più operatori economici aventi per oggetto l’esecuzione di lavori, la fornitura di prodotti, la prestazione di servizi. 3. STIMA DEI PREZZI UNITARI La stima o determinazione dei prezzi unitari può essere effettuata: per via sintetica: listini e prezziari per via analitica o ricostruttiva : analisi dei prezzi L’insieme delle lavorazioni associate al rispettivo prezzo unitario costituisce l’elenco dei prezzi unitari (è un elaborato del progetto esecutivo) Il prezzo unitario per via sintetica viene desunto da: o prezziari o listini → I prezziari forniscono prezzi medi con riferimento a condizioni esecutive ordinarie o Aggiornamento Nella colonna “INCIDENZA MANO D’OPERA”, è riportato il valore della percentuale di incidenza del costo della manodopera della specifica lavorazione determinato in sede di elaborazione della relativa Analisi sulla base della seguente formula: → Costo totale della manodopera (sommatoria del costo orario della manodopera moltiplicato per le relative quantità, al netto delle Spese Generali e dell’Utile d’Impresa) INCMO Incidenza percentuale della manodopera = Σ MO/TL • ΣMO = Costo totale della manodopera (sommatoria del costo orario della manodopera moltiplicato per le relative quantità, al netto delle Spese Generali e dell’Utile d’Impresa) • TL = Totale Lavorazione, ossia il costo totale dell’Opera Compiuta (comprensivo delle Spese Generali e dell’Utile di Impresa) Nella colonna “INCIDENZA SICUREZZA”, è riportato il valore dell’aliquota di incidenza degli “Oneri” della Sicurezza Aziendale sulla percentuale delle Spese Generali. I fattori che determinano il costo totale di ogni lavorazione all’interno di un cantiere sono diversi: o la manodopera necessaria per eseguire il lavoro, che comprende il numero di operai e le ore lavorative. o i materiali occorrenti, in cui occorre includere il prezzo d’acquisto, il trasporto in cantiere, lo scarico, l’accatastamento e lo sfrido (una percentuale in eccesso considerando il materiale di scarto prodotto dalla lavorazione) o il noleggio dei mezzi necessari per eseguire l’opera. o le spese generali, definite in sede di offerta e normalmente calcolate come percentuale del costo della lavorazione nella misura del 13%-17%. o Utile dell’impresa che corrisponde al 10% del costo della lavorazione. DAL PROGETTO ESECUTIVO AGLI ELABORATI ESTIMATIVI Il problema è completare il progetto esecutivo. A partire dagli elaborati grafici (definizione della forma) e dalla descrizione di capitolato (definizione del processo) è necessario integrare il progetto con i seguenti documenti: o Elenco dei prezzi unitari (EPU) o Computo metrico estimativo (CME) L’ELENCO DEI PREZZI UNITARI Le fasi necessarie ad individuare il prezzo unitario di ciascuna lavorazione: • individuare le lavorazioni necessarie alla realizzazione o Dagli elaborati grafici e dal capitolato si individuano le lavorazioni • definire le unità di misura connessa a ciascuna lavorazione ed individuare il prezzo unitario di ciascuna lavorazione Tramite il prezziario è possibile individuare le lavorazioni previste, che saranno contrassegnate da: un numero progressivo un codice una descrizione sintetica una specifica unità di misura un prezzo unitario Nel caso il prezzo di una lavorazione non sia reperibile per via sintetica (nei prezziari) è necessario procedere per via analitica • ovvero ricostruire il prezzo unitario mediante l'analisi dei prezzi unitari dei fattori necessari alla produzione di un’unità di lavorazione Per misurare ciascuna lavorazione gli elementi che devono essere considerati sono: L'unità di misura Le parti uguali: le lavorazioni che si ripetono nelle identiche dimensioni; La lunghezza, larghezza e altezza Le dimensioni totali CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI Codice Appalti: art.45: il progetto esecutivo è corredato dal cronoprogramma costituito da un diagramma che rappresenta graficamente tutte le fasi attuative dell’intervento il cronoprogramma serve a pianificare l'attività di realizzazione del progetto dando una tempistica a ogni singola fase, tenendo conto dell'avanzamento dei lavori, delle tempistiche, dei soggetti coinvolti nella realizzazione e delle spese necessarie. INCREMENTI DI COSTO Il costo base di realizzazione tecnica può essere maggiorato: quando gli interventi sono realizzati in Comuni situati: o in zona sismica; ad altitudine > 500 m. s.l.m.; o su un'isola o sulla costiera sorrentino-amalfitana; o localizzati in zona climatica E o F; quando esistono particolari difficoltà di attrezzature di cantiere o accessibilità migliore qualità energetica dell’alloggio, abbattimento barriere architettoniche … Gli oneri complementari comprendono: • spese tecniche e generali; • redazione piani di sicurezza; • prospezioni geognostiche ed eventuali indagini archeologiche; • acquisizione aree e realizzazioni di urbanizzazioni; • oneri accessori per allacci. IL MERCATO IMMOBILIARE Il mercato immobiliare è un mercato disomogeneo → non possiede i requisiti che connotano i mercati perfettamente concorrenziali: atomicità, omogeneità, trasparenza, mobilità. Si articola in sottomercati di diverse tipologie di beni: alcuni dei quali approssimano la concorrenza perfetta mentre altri sono riconducibili a forme di concorrenza imperfetta. → Monopolio: beni ubicati in particolari zone con affacci su particolari amenità → Concorrenza monopolistica: caratterizza in modo particolare il mercato dell’usato. Il prodotto immobiliare offerto è differenziato I beni del mercato immobiliare: • Terreni agricoli - Terreni edificabili • Abitazioni - Garage e posti auto • Uffici – Negozi - Alberghi • Capannoni - Edifici rurali I soggetti del mercato immobiliare Domanda Famiglie (per uso, per investimento) Imprese Investitori Stato Offerta Promotori immobiliari Imprese di costruzione Famiglie proprietarie Società proprietarie Stato I fattori che influenzano il mercato immobiliare Demografia Lo sviluppo socioeconomico (circostanze economiche generali) La pianificazione urbanistica Incentivi legislativi Specifiche norme di settore La domanda di abitazioni dipende da diversi fattori: o numero delle famiglie o reddito disponibile o tassi di interesse sui mutui ipotecari o rendimento degli investimenti alternativi al mattone o presenza di politiche fiscali favorevoli o meno […] L’offerta è data dalla • numerosità delle case già esistenti sommata alla • disponibilità di suolo edificabile. → Limiti all’edificabilità del suolo rappresentano un vincolo di offerta In genere la dinamica temporale dei prezzi è influenzata da fattori Macroeconomici, i cosiddetti “fondamentali”, cioè o Popolazione o Reddito o Credito Microeconomici, la cosiddetta “segmentazione del mercato” o per cui le case differiscono per tipologia edilizia e del contesto ↓ La segmentazione del mercato immobiliare non è un mercato omogeneo: è necessario individuare il particolare sottomercato in cui ricade l’immobile da stimare. o La SEGMENTAZIONE è il processo di identificazione dello specifico sottomercato di riferimento per la stima è quindi la prima fase della valutazione e la sua individuazione è necessaria ai fini della stima. LOCALIZZAZIONE Indica la posizione dell'unità immobiliare nello spazio geografico ed economico, in funzione dei livelli della rendita fondiaria urbana extra urbana • Provincia • Quartiere Centrale o Agricola • Comune • via./Piazza. Semicentrale o Industriale • Frazione • Civico n. Periferica o Artigianale • Località • CAP o Residenziale DISPONIBILITÀ Condizioni di disponibilità → Il parametro indica gli aspetti economici che possono influenzare la formazione del prezzo Stato Immobile Titolarità del terreno libero/ occupato proprietario proprietà locato convenzione TIPOLOGIA IMMOBILIARE riguarda le classificazioni degli immobili Fabbricato (indipendente – in condominio) o Nuovo Immobile di nuova o recente realizzazione, mai utilizzato. o Ristrutturato Immobile che ha subito sensibili interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria o ristrutturazione che hanno comportato il completo rifacimento degli impianti, il rinnovo delle finiture e dei serramenti, tale da essere equiparato agli immobili nuovi. o Seminuovo Immobile realizzato da non più di 10 anni, già utilizzato ma in ottimo stato di manutenzione o Usato Tutti gli immobili realizzati da oltre 10 anni e normalmente utilizzati. o Rudere Fabbricato in pessime condizioni di manutenzione, spesso privo di impianti o con impianti non a norma, non abitabile e per il quale occorre prevedere sensibili interventi edilizi necessari a ripristinarne l'uso e la funzionalità TIPOLOGIA IMMOBILIARE riguarda le classificazioni degli immobili Terreno (destinazione) • residenziale • direzionale – terziaria • commerciale • turistico – ricettivo • industriale – artigianale • attività sportiva • agricola TIPOLOGIA COSTRUTTIVA Materiale di fabbricazione principale: Muratura Cemento armato ordinario Cemento armato prefabbricato Acciaio Legno Misto TIPOLOGIA EDILIZIA Caratteri morfologici e funzionali dell'edificio: → Fabbricato storico → Fabbricato singolo → fabbricato in linea → fabbricato rurale → fabbricato a schiera → fabbricato bifamiliare → fabbricato tipico Nell’ analisi estimativa diventa fondamentale individuare immobili simili per caratteristiche intrinseche ed estrinseche al bene oggetto di stima. Solo un’attenta analisi del segmento di mercato porta ad una stima corretta. LE CARATTERISTICHE POSIZIONALI ESTRINSECHE o La caratteristica posizionale è quella che determina maggiormente il diverso apprezzamento del mercato. → Da essa consegue la rendita edilizia e cioè del diverso apprezzamento delle aree centrali rispetto a quelle periferiche. → La caratteristica posizionale deve però distinguersi in qualificazione infrastrutturale • caratteristica posizionale che garantisce la facile accessibilità alle attività o Prossimità al centro urbano o Accessibilità ai servizi pubblici o Accessibilità al trasporto pubblico o Presenza di servizi commerciali di base qualificazione ambientale • caratteristiche capaci di sollecitare un più elevato prezzo insediativo o Salubrità della zona o Contesto sociale o Assenza di rumori o Densità edilizia LE CARATTERISTICHE POSIZIONALI INTRINSECHE COEFFICIENTE DI PIANO → Panoramicità o visualità o Orientamento o Soleggiamento o Luminosità o Ventilazione o Salubrità dei vani COEFFICIENTE DI ORIENTAMENTO Valuta gli aspetti positivi e negativi derivanti dai singoli locali dell'alloggio rispetto ai punti cardinali, al fine di considerare la maggiore o minore luminosità, l'eventuale presenza di sole ecc. COEFFICIENTE DI AFFACCIO. Definisce i benefici di cui gode un alloggio in rapporto alla vista o al prospetto, su aree esterne o interne all'edificio. Altre CARATTERISTICHE INTRINSECHE GRUPPO A → Grado di finimento e stato di conservazione → e manutenzione. → Caratteristiche estetiche ed igieniche. → → Esposizione prevalente. → Dimensioni dei vani in rapporto a quelli ritenuti normali. Importanza e sviluppo dei servizi interni. Esistenza di servizi comuni. CARATTERISTICHE INTRINSECHE GRUPPI C 1-2-3-6 : Situazione stradale. Ubicazione. Sviluppo su strada. Ampiezza. Epoca di costruzione. Qualità delle strutture. Stato di conservazione e manutenzione. Richiesta sul mercato dei fitti. PANORAMICITÀ Per la determinazione della panoramicità dell’unità immobiliare si tiene conto delle seguenti indicazioni: o elevata: presenza di vedute e di affacci da due o più ambienti su siti di particolare valore paesaggistico o altro o buona: presenza, per la preminenza degli ambienti, di vedute ordinarie per la zona e senza particolari caratteristiche di pregio; o assente: assenza di particolari o specifiche vedute. LUMINOSITÀ Indicazioni che consentono di definire la luminosità: buona: se non c’è necessità di ricorrere all’illuminazione artificiale, negli ambienti principali, durante le ore diurne; media: se si deve ricorrere all’illuminazione artificiale non oltre il 50% delle ore diurne; scarsa: se si deve fare uso dell’illuminazione artificiale per la maggior parte della giornata. LE CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE Dimensioni o taglio Livello delle finiture Stato di conservazione Presenza di ascensore Dotazioni di servizi Impianti TAGLIO Per la individuazione del taglio di un appartamento si identificano le seguenti classi di superfici: o Piccolo: fino a mq. 45 o Medio piccolo: da mq. 45 a mq. 70 o Medio : da mq. 70 a mq. 120 o Medio grande: da mq. 120 a mq.150 o Grande: oltre mq. 150 QUALITÀ DELLE FINITURE Tra gli elementi di un’unità immobiliare per i quali occorre esprimere un giudizio sui materiali e sulle modalità di posa in opera, vengono individuati: Pavimentazione rivestimenti servizi bagni rivestimenti servizi cucina rivestimenti, pareti e soffitti serramenti ed infissi ↓ Si ritiene di standardizzare la “qualità delle finiture” , formulando per le stesse il giudizio di • Ottima: materiali di livello superiore con accurata tecnica di posa in opera. • Normale: materiali ordinari e di tipo commerciale, con ordinaria tecnica di posa in opera. • Economica: materiali scadenti e con presenza d’imperfezioni nella posa in opera. PAVIMENTAZIONE RIVESTIMENTI CUCINA BAGNI E RIVESTIMENTI SERVIZI SERRAMENTI E INFISSI ottima (marmo, parquet e similari) o ottima (piastrelle di ottimo (parati di • normale (marmette, materiale pregiato, cotto pregio, legno e • maiolicati, moquette marmi) similari) • similari) o normale (piastrelle di normale (parati economica materiale ordinario, ordinari, pitture e (marmette, tinteggiature e similari similari) maiolicati di tipo o economica (piastrelle di economica (pitture econom.) seconda scelta, intonaci e di tipo economico e similari ) similari) Ottima Normale Economica DOTAZIONE IMPIANTI Giudizio sulla presenza degli impianti dell’abitazione e sulla loro tipologia definendo: elevata: la dotazione in cui i suddetti impianti risultino di tecnologia superiore e comprenda impianti avanzati di tipo non essenziale (videocitofono, condizionamento, riscaldamento autonomo, ascensore interno, allarme antintrusione); normale: la dotazione che comprenda almeno l’impianto idrico-sanitario, elettrico, gas, e di riscaldamento; carente: per la mancanza di uno o più dei suddetti impianti essenziali (idrico-sanitario, elettrico, gas, e di riscaldamento); AFFACCIO Per la determinazione della qualità degli affacci posseduti dall’unità immobiliare si tiene conto delle seguenti indicazioni che consentono di definire l’affaccio di: → pregio: presenza di affacci da due o più ambienti principali, su siti di particolare pregio ambientale, storico, artistico, archeologico o paesaggistico; → ottimo: presenza di affacci da un ambiente principale su siti di particolare pregio ambientale, storico, artistico o paesaggistico ovvero con preminenza di affacci su siti di ottimo livello ma non di particolare pregio ambientale, storico, artistico o paesaggistico. → buono: presenza di affacci su buon livello ambientale ; → normale: presenza di affacci ordinari per la zona e senza particolari caratteristiche; → scadente: affacci su strade o siti ambientali di non particolare ambientazione o non motivanti, (cortili, strade anguste, vicoli di poca luminosità ecc); → degradato: presenza di affacci particolarmente degradati, nella maggioranza degli ambienti principali (presenza di fonti d’inquinamento, discariche, fabbricati fatiscenti, etc.). STATO CONSERVATIVO Con riguardo allo stato di conservazione, l’unità immobiliare può trovarsi in condizioni ottime, normali o scadenti, degradate. Per la determinazione dello stato di conservazione e manutenzione si tiene conto dei seguenti elementi propri della unità immobiliare : • pavimenti • impianto elettrico • pareti e soffitte • impianto idrico e servizi igienico sanitari • infissi • impianto di riscaldamento LE CARATTERISTICHE PRODUTTIVE Sono caratteristiche correlate con la redditività del fabbricato stesso Esenzioni fiscali Presenza di diritti di terzi Detraibilità/deducibilità delle spese di Condizioni manutentive delle parti comuni manutenzione Tipo di impianti di riscaldamento e Limiti alla locazione consumi energetici Vincoli conseguenti alla locazione eventuale vincolo storico ambientale o altro IL VALORE DI MERCATO DEI FABBRICATI URBANI L’ Estimo urbano ha come oggetto prevalente i fabbricati ed i loro fattori produttivi cioè le aree urbane, le opere edilizie e le opere urbanizzative che garantiscono l’idoneità insediativa. L’aspetto economico che con maggior frequenza si deve riguardare nella casistica estimativa urbana è quindi il più probabile valore di mercato dei fabbricati IL VALORE DI MERCATO è il valore che il bene da stimare riuscirebbe a realizzare nell’ipotesi che fosse compravenduto. La caratteristica di dispiegare utilità diretta e di essere oggetto di scambio determina l’esistenza di un valore di mercato inteso come l’equivalenza fra una quantità di moneta ed un bene economico Il valore di mercato è funzione della domanda e dell’offerta Vm = f (D,O) I procedimenti di stima: → Diretti o Sintetico – comparativi → Indiretti o Analitici – capitalizzazione dei redditi VALORE DI MERCATO, DI LOCAZIONE, DI RENDIMENTO Nell’analisi dei singoli segmenti del mercato immobiliare possiamo trovare indicazioni circa: il valore di mercato dell’immobile i canoni di locazione lordi degli immobili il tasso di rendimento lordo dispiegato dal capitale. TASSO DI RENDIMENTO → espresso come rapporto tra reddito netto prodotto dall'immobile e il suo prezzo d'acquisto o consente agli investitori di confrontare diversi immobili attraverso la stima del tasso di ritorno dell'investimento fatto con l'acquisto della proprietà. Come si calcola il tasso di rendimento: ↓ 1. Calcolare il reddito lordo annuo dell'immobile su cui si è investito supponiamo di aver appena acquistato un appartamento che vorremmo dare in affitto ad un canone di €750/mese. o A questo canone, ci aspetteremmo di incassare € 750 × 12 = €9.000 all'anno di reddito lordo prodotto dalla proprietà. 2. Sottrarre dal reddito lordo i costi operativi relativi alla proprietà – reddito netto Ogni immobile implica dei costi operativi. o costi di manutenzione, assicurazione, tasse e di gestione dell'immobile o Tali costi vanno sottratti dal reddito lordo calcolato prima. Così si determina il reddito netto del fabbricato. 3. Il tasso di rendimento è dato dal rapporto tra il reddito netto della proprietà e il suo originario prezzo o costo. Supponiamo di aver acquistato l'immobile a €100.000. €9.000(reddito lordo) € 900 (costi di gestione) € 450 (costi di manutenzione) € 710 (tasse) € 650 (assicurazione) € 6.290 (reddito netto) / €100.000 (prezzo d'acquisto) = 0,062 = tasso di rendimento 6,2% LE FONTI PER IL REPERIMENTO DATI Le fonti per la stima del più probabile valore di mercato di un immobile possono essere: • di tipo diretto, ovvero fonti che forniscono generalmente i prezzi di offerta • di tipo indiretto, ovvero fonti che generalmente forniscono quotazioni (non prezzi) IL CONTRATTO DI COMPRAVENDITA La compravendita dei beni immobili è disciplinata dal Codice Civile (artt. dal 1537 al 1541) il contratto deve essere redatto in forma scritta a pena di nullità, nonché essere trascritto negli appositi Registri immobiliari (a titolo di pubblicità) la determinazione del prezzo nelle vendite immobiliari può essere: o “a misura”: viene indicata l’unità di misura (euro/mq) o “a corpo” (“a forfait”): non vi è alcun riferimento all’unità di misura, bensì, una descrizione dell’immobile nel suo complesso MICROZONA CATASTALE Porzione del territorio comunale ovvero di zona censuaria che presenta omogeneità nei caratteri di posizione, urbanistici, storico- ambientali, socio-economici, nonché nella dotazioni di servizi e infrastrutture urbane. È individuata da uno o più fogli contigui, o parte di essi, facenti parte della mappa catastale ed appartenenti allo stesso comune. PROCEDIMENTI DI STIMA DEL VALORE DI MERCATO IL PROCEDIMENTO SINTETICO OGGETTO DELL’ESTIMO URBANO: FABBRICATI E LORO FATTORI PRODUTTIVI L’aspetto economico che con maggior frequenza si deve riguardare nella casistica estimativa urbana → è il più probabile valore di mercato di fabbricati, aree edificabili, diritti, etc LA PROPRIETÀ IMMOBILIARE Dal punto di vista giuridico rientra nella categoria dei diritti reali (art. 832 del C.C.) Diritto reale “per eccellenza” che conferisce al titolare il diritto di godere e di disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo (art. 834 C.C.) Nessuno può essere privato in tutto o in parte dei beni di sua proprietà se non per causa di pubblico interesse, legalmente dichiarata, e contro il pagamento di una giusta indennità» (Costituzione 1948, Art.42) - La proprietà è pubblica o privata VALORE DI MERCATO Per valore di mercato si intende il rapporto di equivalenza intercorrente tra o un bene economico e la moneta in funzione delle caratteristiche della domanda e dell’offerta del bene stesso. Sequenza logica delle operazioni da condurre nella formulazione del giudizio di stima – fasi: 1. conoscenza del bene 2. definizione dello scopo o ragion pratica della stima 3. individuazione del criterio o aspetto economico 4. scelta ed applicazione del procedimento di stima 5. aggiunte e/o detrazioni al valore capitale del bene e determinazione del valore di mercato incognito Nel caso di un bene immobiliare, ciò significa avere una conoscenza completa dal punto di vista: → Tecnico: individuazione delle caratteristiche estrinseche, intrinseche, tecnologiche e produttive del bene → Economico: segmento di mercato in cui è inserito il bene, prezzi di compravendita di beni simili, redditi derivanti dalla proprietà di beni simili → Giuridico-urbanistico: diritti di proprietà, vincoli, ipoteche, regolarità urbanistiche., etc. o analisi dei rapporti giuridico-economici tra soggetti implicati e bene da stimare: in quel momento ed in quel mercato IMPORTANZA DELLA DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA E GIURIDICA Esempio: fabbricato atto di provenienza atto giuridico che attesta la titolarità del diritto sull’immobile è il documento che attesta la legittimità di disposizione del diritto reale sul bene da parte del venditore accerta che chi vende l’immobile abbia effettivamente diritto a trasferire la proprietà, perché lì è indicato come ne è venuto in possesso identificativi catastali Il catasto è il registro nel quale si elencano e descrivono i beni immobili, con: l'indicazione del luogo e del confine il nome dei loro possessori le relative rendite, sulle quali debbano calcolarsi tasse e imposte. situazione urbanistica il livello di pianificazione urbanistica vigente ed eventualmente lo stato di approvazione dello strumento urbanistico la destinazione d’uso prevista per la zona o la sottozona del territorio comunale le specifiche prescrizioni urbanistiche dei piani attuativi eventuali vincoli insistenti sul fabbricato, sull’area di sedime o di pertinenza il permesso a costruire e gli eventuali condoni effettuati in caso di difformità Esempio: suolo È quella particolare componente del valore dei beni immobili da cui dipende il dispiegarsi della rendita urbana distinzione tra terreno agricolo e terreno edificabile identificativi catastali – Particella catastale o Unità di misura utilizzate per misurare le particelle sono: • ettaro: 10.000 mq; • ara: 100 mq; • centiara: 1 mq situazione urbanistica o La fondamentale distinzione tra terreno agricolo e terreno edificabile è funzione della destinazione urbanistica assegnatagli. ↓ (art.30 del DPR 380/2001, art.30) Tale qualificazione deriva dal Certificato di Destinazione Urbanistica → ovvero l’atto amministrativo che certifica, in base allo strumento urbanistico vigente ed alle relative norme di attuazione: o la destinazione urbanistica relativa al terreno (edificabile, zona di rispetto, agricolo, etc.), o i parametri urbanistici, tra cui l’indice di edificabilità o la presenza di vincoli di varia natura (vincolo paesaggistico, vincolo idrogeologico, etc.) PROCEDIMENTI DIRETTI DI STIMA DEL VALORE DI MERCATO PROCEDIMENTI DIRETTI O SINTETICI Condizione applicativa: o Esistenza di un mercato attivo – disponibilità prezzi di beni analoghi Struttura logica del procedimento analisi del mercato immobiliare individuazione di beni quanto più simili a quello di stima • individuazione del parametro di riferimento • elaborazioni aritmetiche o statistiche impiegando un opportuno procedimento LA MISURA DELLA CONSISTENZA determinazione della superficie commerciale di un immobile impiegare il metro quadro commerciale secondo le indicazioni di riferimenti condivisi Per il computo della superficie commerciale, sia che si tratti di immobile destinato ad uso residenziale sia che si tratti di immobile destinato ad uso commerciale (direzionale, industriale e turistico) si deve considerare: o la somma delle superfici coperte calpestabili comprensive delle quote delle superfici occupate dai muri interni e perimetrali; o le superfici ponderate ad uso esclusivo delle terrazze, balconi, patii e giardini; o le quote percentuali delle superfici delle pertinenze (cantine, posti auto coperti e scoperti, box, ecc.). → la somma delle superfici interne comprensive delle superfici occupate dai muri interni e perimetrali, effettuata con i criteri seguenti: o 100% delle superfici calpestabili; o 100% delle superfici occupate in pianta da pareti divisorie interne; o 100% delle superfici occupate in pianta da pareti perimetrali non condivise; o 50% delle superfici occupate in pianta da pareti perimetrali condivise → la somma delle quote percentuali di superfici esterne comprensive delle superfici occupate da recinzioni, vialetti esclusivi, etc., effettuata con i criteri seguenti: o 25% dei balconi e terrazze scoperte; o 35% dei balconi e terrazze coperte (si intendono coperte superfici chiuse su tre lati); o 35% dei patii, cavedi e porticati; o 60% delle verande; o 15% dei giardini di appartamenti e casette a schiera; o 10% dei giardini di ville e villini. → la somma delle quote percentuali di altre superfici (cantine, posti auto coperti e scoperti, box, ecc.) effettuata con i criteri seguenti: o 75% dei garage; o 75% dei box e posti auto coperti; o 75% delle cantine o 30% dei box e posti auto scoperti; VANO spazio chiuso da muri, dal pavimento al soffitto generalmente illuminato da luce diretta avente destinazione principale nell’uso ordinario dell’unità immobiliare a cui appartiene. ↓ Vani principali: Camere, cucina, salone, ecc. Vani accessori: (adibiti al servizio o al disimpegno dei vani principali) Bagni, dispensa, ripostiglio, veranda, ingresso, corridoio, ecc. Vani complementari (pertinenze) pur non essendo strettamente necessari all’utilizzo dei vani principali, ne integrano la funzione (cantina, soffitta, box, ecc.) Superfici Principali Descrizione Annotazioni Incidenza Superficie utile netta calpestabile 100% Muri divisori interni 100% Muri perimetrali di proprietà esclusiva Fino allo spessore max 50 cm 100% Muri perimetrali in comunione Fino allo spessore max 25 cm 50% Mansarde Altezza media minima mt 2.40 75% Sottotetti non abitabili Altezza media min. mt 1.50-2.40 35% Soppalchi abitabili Altezza media minima mt 2.40 80% Soppalchi non abitabili 15% Verande con finiture analoghe ai vani principali 80% Verande senza finiture analoghe ai vani princip. 60% Taverne e locali seminterrati abitabili collegati ai vani principali 60% Superfici di Ornamento Descrizione Balconi e Lastrici solari Terrazzi e Logge Terrazzi di attici (a livello) Portici e Patii Corti e Cortili Giardini - aree di pert. ville Annotazioni Incidenza 25% Applicabile fino a 25 mq; l'eccedenza calcolata al 10% 35% 40% 35% Applicabile fino a 25 mq; l'eccedenza calcolata al 2% 10% 10% Giardini - aree di pert. app. Applicabile fino a 25 mq; l'eccedenza calcolata al 5% 15% Per le superfici non comunicanti con i vani principali si deve considerare il 50% dell'incidenza Superfici vani accessori e parcheggi Descrizione Annotazioni Incidenza Cantine, Soffitte, e Locali accessori (non collegati ai Altezza mi nima di mt 1.50 20% vani principali) Locali accessori (collegati ai va ni principali) Altezza minima di mt 2.40 35% Locali tecnici Altezza minima di mt 1.50 15% Box (in autorimessa collettiva) 45% Dimensioni tipo posto auto: Box (non collegato ai vani principali) 50% mt 250 x 5.00 = 12.50 mq Box (collegato ai vani principali) 60% Posti auto coperti (in autorimessa collettiva) 35% Posti auto scoperti 20% Nota: Generalmente il posto auto o box auto viene valutato a parte, come aggiunta rispetto all'unità immobiliare, e non accorpandolo alla superficie commerciale PROCEDIMENTI OPERATIVI. → Formare una scala di prezzi noti di beni analoghi a quello oggetto di stima → Formare una distribuzione normale o gaussiana dei dati – oggettivizzazione del risultato o Media aritmetica dei prezzi noti → Formare una distribuzione dei dati diversa da quella normale o gaussiana dei dati o determinare il prezzo unitario medio. ESEMPIO DI STIMA 1: PROCEDIMENTO MONO-PARAMETRICO L’appartamento oggetto di stima è ubicato in una zona centrale della città di Napoli e presenta le seguenti caratteristiche: Superficie utile interna: 140 mq Superficie scoperta (balconi): 30 mq Finiture ed impianti tecnologici interni: di medio livello con riscaldamento autonomo Stato di conservazione: buono Numero servizi: 2 Livello di piano: secondo (su cinque complessivi) Assenza di posto auto Presenza di ascensore → Il campione estimativo dei beni di confronto è stato rilevato sulla base di indagini effettuate presso studi notarili ed agenzie immobiliari. o Sono stati presi solo gli immobili che presentano un elevato grado di similarità con quello oggetto di stima, con le caratteristiche immobiliari ritenute maggiormente rilevanti ai fini della valutazione. ↓ Pertanto, il campione di indagine risulta il seguente: Unità immobiliare di Superficie utile Superficie scoperta Prezzo di confronto interna (mq) (mq) compravendita A 122 20 € 575.000 B 116 10 € 490.000 C 170 38 € 675.000 D 118 16 € 505.000 E 111 27 € 525.000 Ne consegue che il prezzo medio unitario può essere determinato come segue: Il prezzo medio → la superficie commerciale va intesa come somma aritmetica della: superficie utile interna superficie scoperta moltiplicata per il coefficiente 0, 25 (Π incidenza 25%) € 575.000 + € 490.000 + € 675.000 + € 505.000 + € 525.000 [122+(0,25x 20)]+[116 +(0,25 x10)]+[170+(0,25 x38)]+[118+(0,25 x 16)] + [111 +(0,25 x 27)] Il valore di mercato dell’immobile è pertanto ricavabile dalla seguente relazione: Vm = pi x s x Π = 4.150 €/mq x mq [140 + (0,25 x 30)] = € 612.125,00 ESEMPIO DI STIMA 1. Identificazione e descrizione dell’immobile 3. Formulazione di stima per valori tipici oggetto di analisi 3.1. Individuazione e analisi delle 1.1. Caratteristiche generali caratteristiche del bene 1.2. Caratteristiche posizionali estrinseche 3.2. Determinazione del valore di mercato 1.3. Caratteristiche posizionali intrinseche del bene in oggetto di stima 1.4. Unità immobiliare 4. Procedimento analitico di stima 1.5. Computo metrico superficie 4.1. Determinazione del reddito lordo commerciale 4.2. Determinazione delle spese di gestione 2. Procedimento sintetico di stima 4.3. Determinazione del reddito netto 4.4. Determinazione del saggio di 2.1. Fonti indirette capitalizzazione 2.2. Fonti dirette 2.3. Determinazione del valore unitario 5. Conclusione 2.4. Formulazione del giudizio di stima IL CATASTO Il catasto è l’inventario di tutti i beni immobili censiti nel territorio nazionale. → Costituisce la base per le imposizioni fiscali sugli immobili → È costituito di un complesso di documenti (oggi sempre più in formato elettronico) in cui si registrano le informazioni relative a: o localizzazione geografica, estensione e consistenza; o destinazione d'uso del bene; o capacità di reddito; o possessori e titolari di altri diritti reali. LE FINALITÀ DEL CATASTO l’accertamento della proprietà immobiliare con la gestione delle sue mutazioni la perequazione fiscale da attuare attraverso la determinazione per ciascuna particella di specifiche rendite che ne rappresentino le principali caratteristiche Individua gli immobili nelle compravendite, nelle operazioni ipotecarie e nell’elaborazione degli strumenti urbanistici IL CATASTO NELLA LEGGE FONDAMENTALE L’articolo 1 della Legge Fondamentale del 1886 definisce il Catasto Italiano quale: catasto geometrico particellare il Catasto basa l’identificazione dei beni immobili su mappe fondate sul topografico volto alla determinazione di ciascuna particella: una porzione continua di terreno situata in un solo Comune appartenente ad un unico possessore rilievo assoggettata ad un’unica specie di coltura (qualità) con uniforme grado di produttività (classe) fondato sulla misura e sulla stima non probatorio il catasto non certifica i diritti reali sugli immobili (es. la proprietà) L’ARTICOLAZIONE DEL CATASTO Il Catasto è articolato in due sezioni complementari Nuovo Catasto Terreni (NCT) Catasto Fabbricati (CF) Il Catasto è oggi gestito dagli Uffici provinciali dell’Agenzia del Territorio (ex Uffici Tecnici Erariali), ente pubblico istituito col Dlgs n. 300/1999 ed operativo dal 2001, dipendente dal dall’Agenzia delle Entrate CATASTO TERRENI Il Catasto Terreni è l'inventario di tutti i o suoli agricoli o i fabbricati rurali a loro servizio o i terreni incolti o le strade pubbliche → che, per mezzo delle mappe, offre una rappresentazione cartografica completa di tutto il territorio nazionale. Esso è: • Geometrico: basato sul rilievo topografico • Particellare: l’unità di riferimento è la particella catastale • Non probatorio: non fornisce la prova giuridica della proprietà o Per conoscere con certezza il proprietario, si fa riferimento all’Ufficio del Registro dove è possibile effettuare visure, consultare gli atti di compravendita, verificare l’esistenza di diritti reali sugli immobili (mutui, usufrutto, ipoteche …) Quadro di unione: rappresenta l'intero territorio comunale o in scala 1:25.000 o è suddiviso in zone numerate progressivamente che rappresentano i fogli di mappa; Fogli di mappa: o rappresentano in scala maggiore (normalmente 1:2.000) le zone numerate del quadro d'unione o Vi si individuano le particelle (dette anche mappali) che sono delimitate nei loro confini e numerate progressivamente; Allegati ai fogli di mappa: sono estratti dei fogli principali o rappresentati in scala maggiore (1:1.000 o 1:500) quando la porzione di territorio risulta molto frazionata. o Vengono contraddistinti con il numero del foglio dal quale sono estratti e con una lettera maiuscola (per esempio allegato B del foglio 15). OPERAZIONI ESTIMATIVE – CATASTO TERRENI Qualificazione; Classificazione; Classamento; Operazioni estimative: determinazione delle tariffe d'estimo o Reddito dominicale o Reddito agrario ↓ Per attuare queste operazioni, il territorio nazionale venne suddiviso in zone economico-agrarie e queste in circoli censuari. QUALIFICAZIONE Consiste nel distinguere, in ciascun Comune, le qualità di coltura presenti (seminativo, seminativo irriguo, prato, prato irriguo, giardino, orto, vigneto, frutteto, ecc.) All'origine della formazione del catasto terreni l'Amministrazione catastale predispose un quadro generale di qualificazione comprendente 30 qualità di coltura, che successivamente venne ampliato. CLASSIFICAZIONE: consiste nella suddivisione in classi di produttività di ciascuna qualità di coltura, in base a varie condizioni: o Topografiche o Agronomiche o Climatiche o Economiche o la natura, la struttura, la giacitura e la fertilità dei terreni Di norma si hanno 5 classi, con una differenza di capacità produttiva (espressa in termini di reddito) del 20% tra una classe e l’altra. o La 1° classe è quella dotata del maggiore reddito. CLASSAMENTO: consiste nell'attribuzione a ciascuna particella di qualità e classe (esempio: seminativo di I classe) che le compete confrontandole con la particella tipo o di fatto è una “stima sintetica per valori tipici” o ovviamente i criteri che valgono sono l’ordinarietà e di permanenza delle condizioni. IL CONCETTO DI ORDINARIETÀ Il concetto di ordinarietà indica che il classamento non si riferisce alle condizioni del momento ma a quelle che le particelle presenterebbero se fossero coltivate con i metodi più diffusi nel territorio o in tal modo i terreni risulteranno valutati e tassati in base alle loro intrinseche capacità produttive, senza tener conto • né della eccezionale diligenza e capacità degli imprenditori più dotati • né della straordinaria trascuratezza di quelli meno capaci e intraprendenti DETERMINAZIONE DELLE TARIFFE: (R.D./HA, R.A./HA) I redditi catastali dei terreni (Reddito Dominicale, Reddito Agrario) sono redditi ordinari (medinormali) calcolati dal catasto per ogni particella (l.n. 976/39) come segue: Individuazione delle aziende tipo (ordinarie) in ogni comune tipo Compilazione del bilancio di ogni azienda tipo per la determinazione dei redditi (RD, RA) Ripartizione del RD e del RA aziendale alle particelle dell’azienda tipo (ordinaria) al fine di ricavarne i valori unitari Reddito Dominicale: reddito percepito dal possessore del fondo. Reddito Agrario: reddito percepito dal conduttore del fondo. Valore catastale = R.D. (corretto x 1,25) x 75 REDDITO DOMINICALE (RD) Misura il reddito del proprietario del fondo. Si determina in due fasi RPL = PLV - (Qa+Sv+Sa+St+I) → RD = RPL-Qf dove: RPL = reddito padronale lordo; St = stipendi per amministrazione e PLV = produzione lorda vendibile; sorveglianza. Qa = quote di ammortamento, manutenzione e I = interesse sul capitale d’esercizio (I1=8%; assicurazione del capitale agrario; I2=8%). Sv = spese varie (sementi, concimi ecc.); Qf = quote di ammortamento, manutenzione e Sa = salari per la manodopera; assicurazione del capitale fondiario; REDDITO AGRARIO (RA) Misura i redditi derivanti dal capitale di esercizio e dalla remunerazione del lavoro direttivo: RA = I1+I2+Di dove: I1 = interessi sul capitale di scorta; I2 = interessi sul capitale di anticipazione; Di = compenso per il solo lavoro direttivo. LA DETERMINAZIONE DELLE TARIFFE NEL CATASTO TERRENI Le caratteristiche economiche sono strumentali alla stima del Reddito Imponibile, ovvero la base imponibile fiscale → Nel Catasto Terreni, il Reddito Imponibile si compone di due parti: o Il Reddito Dominicale che è il reddito attribuibile alla proprietà, o Il Reddito Agrario che è il reddito attribuibile all’imprenditore agricolo DETERMINAZIONE DELLE TARIFFE D'ESTIMO Le tariffe d’estimo esprimono “il reddito dominicale o il reddito agrario per ogni qualità e classe, per ettaro di superficie, in moneta legale, con riferimento all’epoca censuaria” o Sono strumentali alla stima del Reddito Imponibile, ovvero la base imponibile fiscale. Nel Catasto Terreni, il Reddito imponibile si compone di due parti: → Il Reddito Dominicale: il reddito ordinario attribuibile al proprietario del fondo o Reddito che il fondo produce anche se non viene coltivato → Il Reddito Agrario: è il reddito attribuibile all’imprenditore agricolo (colui che gestisce l’attività) o Rendita reale che il fondo dà a chi lo coltiva Il proprietario gestisce anche il fondo dovrà dichiarare al fisco entrambe i redditi LA MAPPA CATASTALE La mappa viene formata per ciascun Comune. I comuni più grandi sono suddivisi in sezioni. In ciascun Comune (o sezione) la mappa è suddivisa in fogli, in scala 1:2.000(1:1.000 per i centri abitati) o Ciascun foglio comprende il rilievo di un certo numero di particelle ciascuna delle quali è contraddistinta da un numero (una lettera per chiese, cimiteri, piazze, ecc.) • • la linea continua delimita le particelle di terreno, i fabbricati, le strade e i corsi d’acqua. La linea tratteggiata indica principalmente le strade private e i fossi. La visura del catasto terreni può essere effettuata in due modi: • per possessore (denominazione); • per particella (Comune, foglio, mapp.). PARTICELLA CATASTALE la particella catastale è una porzione continua e uniforme di terreno o un fabbricato che siano situati in un medesimo comune appartenenti allo stesso possessore e siano della medesima qualità e classe o abbiano la stessa destinazione economica per la particella costituita da terreno coltivabile, si fa riferimento alla qualità e classe per le particelle costituite da fabbricati o aree non coltivate (aie, spiazzi, laghi, stagni da pesca, concimaie) si fa riferimento alla destinazione economica Per ogni particella il CT conserva le seguenti informazioni: identificazione del bene (comune, foglio, mappale) ; superficie, espressa in ettari (10.000 mq), are (100 mq) e centiare (1 mq) ; qualità e classe (produttività) di coltura ; redditi (dominicale e agrario) ; nominativi dei possessori e dei titolari di altri diritti reali. LA STIMA DEI SUOLI AGRICOLI La stima di un suolo agricolo è volta ad individuare il suo più probabile valore di mercato → vale a dire il più probabile prezzo ottenibile in una libera e normale trattativa di compravendita. o Indispensabile è quindi la conoscenza del mercato, quindi occorre verificare: che esistano fondi simili di recente oggetto di compravendita; che di questi fondi simili si conoscano i prezzi di vendita (recenti e realmente pagati) FASI DI SVOLGIMENTO DI UNA STIMA SINTETICA 1. Introduzione riportante le finalità della stima, le parti in causa, l’aspetto economico individuato, il procedimento che si intende seguire, le indagini svolte, le fonti dei dati acquisiti, ecc 2. Descrizione del fondo nelle sue caratteristiche intrinseche ed estrinseche. 3. Ricerca e analisi dei prezzi recenti e realmente pagati per fondi simili che, per essere identificati come tali, dovranno essere succintamente descritti. 4. Determinazione del valore ordinario sulla base del parametro di confronto. 5. Determinazione del valore reale apportando le eventuali aggiunte o detrazioni dal valore ordinario. Nell’accingersi alla stima di un terreno agricolo, si procederà dapprima alla sua identificazione mediante: la posizione, i confini, la forma presenza di piantagioni la dimensione i dati catastali presenza di fabbricati Vengono analizzate le → caratteristiche estrinseche o come le condizioni climatiche o a presenza nelle vicinanze di importanti vie di comunicazione o gli aspetti economici e sociali del territorio in cui ricade il fondo, ecc. → Si passa poi ad esaminare le caratteristiche intrinseche del fondo o l’esposizione, la giacitura, la fertilità, l’altitudine o la presenza di acqua, esistenza di elettrodotti o servitù varie. OPERAZIONI DI STIMA hanno 2 fondamentali finalità: attribuire a ogni particella la qualità e la classe che le compete (classamento) • consiste nel rilievo e nella definizione di un quadro delle qualità di coltura presenti • sulla base di un quadro generale comprendente 30 qualità di coltura, preparato e stabilito dalla Direzione Generale del Catasto calcolare le rendite da applicare a ogni qualità e classe (tariffe d’estimo) I FABBRICATI RURALI COME PARTICELLE essi formano particelle a sé stanti prive di ogni reddito imponibile catastale o in quanto si è presupposto che il reddito del fabbricato sia ottenuto per mezzo del terreno ESEMPIO Oggetto e scopo della stima Io sottoscritto Arch. […], con studio in […], via[…], iscritto all'Ordine degli Architetti della Provincia di […] ed all'Albo dei Consulenti Tecnici del Tribunale di […], ho ricevuto incarico dalla proprietà, sig […] di valutare beni immobili citati in epigrafe e nel seguito illustrati nel dettaglio, al fine di potere dare corso alla esecuzione della successione di morte del sig […], con la formazione delle relative quote di proprietà da ripartire tra gli eredi. Descrizione dell’immobile - Caratteristiche generali della zona e descrizione del terreno In data […] il sottoscritto effettuava il sopralluogo all’immobile in esame al fine di potere dare corso alla consulenza tecnico-estimativa richiesta. Durante il sopralluogo è stata eseguita una ricognizione del terreno in esame e sono stati effettuati rilevamenti fotografici allegati. Il terreno, di natura agricola, oggetto della presente consulenza estimativa è ubicato in agro di […], contrada […], a poca distanza (circa […] metri) dalla […]. La zona è caratterizzata da terreni la cui destinazione ordinaria è quella di “seminativi”. A poche centinaia di metri dal terreno in esame vi è un agglomerato caratterizzato da edilizia abusiva […]. Detto terreno ha forma regolare, pressoché rettangolare, con giacitura in lieve pendio secondo il lato di maggiore lunghezza. Il lato nord, corrispondente al lato più lungo, confina per tutta la sua estensione con la strada denominata […] e dalla quale vi si accede […] (confini). Individuazione catastale L’appezzamento di terreno oggetto di valutazione risulta identificato al Catasto Terreni del Comune di […]. al foglio […] con la particella […]. Destinazione urbanistica e norme di PRG Come rilevabile dal certificato di destinazione urbanistica n. […], prot.n. […] del […], rilasciato dal Comune di […], il terreno ricade in zona “E” (agricola) del P.R.G. comunale, approvato con delibera […] Provenienza dell’immobile Il terreno fu acquistato dal sig […] con atto di compravendita del […] Notaio […] Rep. […], dal Sig […]. Dalla lettura dell’atto non emergono vincoli o servitù attive o passive gravanti sul terreno. Il prezzo indicato in atti è di […] (oggi, convertito in euro: […]). In relazione alla data, ormai remota dell’acquisto, il prezzo dichiarato nell’atto in esame non è utile, anche previo aggiornamento, ai fini della presente stima. Peraltro, il fabbricato è stato ristrutturato dopo l’acquisto. Valutazione dell’immobile - Scelta del criterio di stima - Raccolta dei dati - Determinazione del valore unitario di mercato del terreno In relazione alle indagini di mercato effettuate, considerate le caratteristiche intrinseche proprie del terreno in esame, tutte notevolmente migliori rispetto ai terreni assunti a riferimento per la stima con particolare riguardo a: vicinanza al centro urbano del Comune di […] vicinanza alla Strada […] confine del lato più lungo dell’appezzamento di terreno fronteggiante la strada carrabile di collegamento “[…]”, presenza di un manufatto murario (ancorché stimato a parte), oggi non più costruibile in relazione alla normativa urbanistica-edilizia del Comune; si ritiene di potere attribuire allo stesso un valore di €/Ha Dall’ispezione della banca dati informatizzata, per la suddetta particella si rilevano i seguenti dati censuari: qualità: seminativo, classe 3; superficie: are 86,30; Reddito Dominicale, […]- Reddito Agrario […] La particella risulta intestata alla ditta: […]. nato a […] il […] – proprietà per 1000/1000”. Nella mappa catastale il manufatto murario insistente sul terreno è riportato a tratteggio. Valutazione del terreno Per quanto sopra detto si procede alla determinazione del più probabile valore di mercato all’attualità. Sulla base dei dati e delle considerazioni sopra esposte si ha V terreno = €/Ha ….x ….. Ha = € ……. IL CATASTO DEI FABBRICATI Il catasto dei fabbricati è l'inventario di tutte le costruzioni urbane (1939) e rurali (dal 1994) presenti sul territorio nazionale. → L’unità base di riferimento del Catasto dei fabbricati è l’unità immobiliare urbana (UIU) o è una porzione di fabbricato, un intero fabbricato o un insieme di fabbricati in grado di produrre un reddito indipendente UIU corrispondenti a porzioni di fabbricato sono gli appartamenti, i negozi o le autorimesse che, pur non occupando un fabbricato intero, possono produrre un reddito proprio. UIU rappresentate da interi fabbricati sono: ville, villini, scuole e alberghi. UIU costituite da un insieme di fabbricati, infine, sono ad esempio le industrie e gli ospedali. Le fasi di formazione del catasto dei fabbricati: 1. Formazione 2. Pubblicazione FORMAZIONE Operazioni preliminari Accertamento Rilevamento 3. Attivazione Operazioni estimative • Qualificazione (categorie) • Classificazione (classi) 4. Conservazione • • Classamento Determinazione tariffe d’estimo (rendita e tariffe) Operazioni preliminari L’accertamento è un sopralluogo che serve per: individuare l’UIU verificare l’esattezza dei dati toponomastici e gli indicativi dichiarati verificare la corrispondenza geometrica tra lo stato di fatto e quanto disegnato nella scheda planimetrica attribuire all’UIU i dati catastali che le competono; appurare la destinazione delle parti che la compongono; analizzarne le pertinenze esclusive o comuni. Queste due ultime operazioni costituiscono il calcolo della consistenza dell’UIU Il rilevamento comprende tutte le operazioni di misura necessarie per disegnare una corretta planimetria dell’edificio e per determinarne l’esatta posizione sulla mappa. L’unità di misura utilizzate per misurare le unità immobiliari urbane sono: vano utile mc mq utile I vani sono così valutati: o vani principali (camera, soggiorno, cucina, . . .): conteggiati per intero; o vani accessori a servizio diretto (bagno, ripostiglio, ingresso, corridoio): conteggiati per 1/3; o vani accessori a servizio complementare (soffitte, cantine, …): conteggiati per 1/4 Operazioni estimative Le operazioni di qualificazione e classificazione si eseguono per zone censuarie comprendenti UIU il più possibile uniformi per caratteristiche ambientali, tipologiche e di epoca di costruzione La qualificazione: i gruppi di immobili Quest’operazione consiste nel distinguere le unità immobiliari urbane UIU in funzione della destinazione ordinaria e permanente che esse hanno e di ripartirle in categorie. o L’accertamento delle categorie esistenti si fa con ispezione del territorio e attraverso notizie provenienti da varie fonti: commissione censuaria comunale, pubblicazioni, statistiche. o Le categorie sono raggruppate in gruppi, ad ognuno dei quali corrisponde una lettera Categorie catastali IMMOBILI A DESTINAZIONE ORDINARIA / Gruppo A-B-C GRUPPO A A/1 Abitazioni di tipo signorile A/2 Abitazioni di tipo civile A/3 Abitazioni di tipo economico A/4 Abitazioni di tipo popolare A/5 Abitazioni di tipo ultrapopolare A/6 Abitazioni di tipo rurale A/7 Abitazioni in villini A/8 Abitazioni in ville A/9 Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici A/10 Uffici e studi privati A/11 Abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi A/1 - Abitazioni di tipo signorile. Unità immobiliari appartenenti a fabbricati ubicati in zone di pregio con caratteristiche costruttive, tecnologiche e di rifiniture di livello superiore a quello dei fabbricati di tipo residenziale. A/2 - Abitazioni di tipo civile. Unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche costruttive, tecnologiche e di rifiniture di livello rispondente alle locali richieste di mercato per fabbricati di tipo residenziale. A/3 - Abitazioni di tipo economico. Unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche di economia o sia per i materiali impiegati che per la rifinitura o con impianti tecnologici limitati ai soli indispensabili. A/4 - Abitazioni di tipo popolare. Unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche costruttive e di rifiniture di modesto livello. Dotazione limitata di impianti quantunque indispensabili. A/5 - Abitazioni di tipo ultrapopolare. Unità immobiliari appartenenti a caratteristiche costruttive e di rifiniture di bassissimo livello. Di norma non dotate di servizi igienico-sanitari esclusivi. A/8 - Abitazioni in ville. Immobili caratterizzati dalla presenza di parco e/o giardino edificate in zone urbanistiche destinate a tali costruzioni o in zone di pregio caratteristiche costruttive e di rifiniture, di livello superiore all'ordinario. GRUPPO B B/1 Collegi e convitti; ricoveri; orfanotrofi; ospizi; conventi; seminari; caserme B/2 Case di cura ed ospedali (no scopo di lucro) B/3 Prigioni e riformatori B/4 Uffici pubblici B/5 Scuole e laboratori scientifici GRUPPO C C/1 Negozi e botteghe C/2 Magazzini e locali di deposito C/3 Laboratori per arti e mestieri C/4 Fabbricati e locali per esercizi sportivi (senza fine di lucro) B/6 Biblioteche, pinacoteche, musei, gallerie, accademie che non hanno sede in edifici della categoria A/9 B/7 Cappelle e oratori non destinati all’esercizio pubblico del culto B/8 Magazzini sotterranei per depositi di derrate C/5 Stabilimenti balneari e di acque curative (senza fine di lucro) C/6 Stalle, scuderie, rimesse, autorimesse (senza fine di lucro) C/7 Tettoie chiuse od aperte IMMOBILI A DESTINAZIONE SPECIALE GRUPPO D D/1 Opifici D/8 Fabbricati costruiti o adattati per le speciali D/2 Alberghi e pensioni (con fine di lucro) esigenze di un’attività commerciale e non D/3 Teatri, cinematografi, sale per concerti e suscettibili di destinazione diversa senza spettacoli e simili (con fine di lucro) radicali trasformazioni. D/4 Case di cura ed ospedali (con fine di lucro) D/9 Edifici galleggianti o sospesi assicurati a punti D/5 Istituto di credito, cambio e assicurazione (con fissi del suolo, ponti privati soggetti a pedaggio. fine di lucro) D/10 Fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole D/6 Fabbricati e locali per esercizi sportivi (con fine di lucro) D/7 Fabbricati destinati ad un’attività industriale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni IMMOBILI A DESTINAZIONE PARTICOLARE GRUPPO E E/1 Stazioni per servizi di trasporto, terrestri, marittimi ed aerei. E/2 Ponti comunali e provinciali soggetti a pedaggio. E/3 Costruzioni e fabbricati per speciali esigenze pubbliche E/4 Recinti chiusi per speciali esigenze pubbliche. E/5 Fabbricati costituenti fortificazioni e loro dipendenze. E/6 Fari, semafori, torri per rendere d’uso pubblico l’orologio comunale E/7 Fabbricati destinati all’esercizio pubblico dei culti. E/8 Fabbricati e costruzioni nei cimiteri, esclusi i colombari, i sepolcri e le tombe di famiglia. E/9 Edifici a destinazione particolare non compresi nelle categorie precedenti del gruppo E. CATEGORIE FITTIZIE Di nuova istituzione è il GRUPPO F, che comprende edifici che non sono unità immobiliari urbane UIU, in quanto senza reddito e non censibili nei gruppi precedenti, F/1 Area urbana F/3 – Unità in corso di costruzione F/2 Unità collabenti (diroccate, in disuso, ruderi, non F/4 – Unità in corso di definizione F/5 – Lastrici solari utilizzate) Formazione delle categorie Il classamento catastale deve avvenire in base alle caratteristiche strutturali dell’immobile uso appropriato dell’unità immobiliare Per la determinazione della categoria del gruppo A si considereranno le caratteristiche intrinseche: o o o Grado di finimento e stato di conservazione e o manutenzione. Caratteristiche estetiche ed igieniche. o Esposizione prevalente o Dimensioni dei vani in rapporto a quelli ritenuti normali. Importanza e sviluppo dei servizi interni. Esistenza di servizi comuni. Per la determinazione della categoria del gruppo C e precisamente C/1 , C/2 , C/3 e C/6 si considereranno le seguenti caratteristiche intrinseche : o o o o Situazione stradale. Ubicazione. Sviluppo su strada. Ampiezza o o o o Epoca di costruzione. Qualità delle strutture. Stato di conservazione e manutenzione. Richiesta sul mercato dei fitti. Formazione delle classi Per la determinazione della classe del gruppo A si considereranno le seguenti caratteristiche estrinseche ( e, secondariamente, le condizioni intrinseche non considerate nella determinazione della categoria che abbiano influenza sul reddito): Genere della località. Ubicazione Collegamento con i servizi pubblici di trasporto. Esposizione prevalente. Epoca della costruzione. Qualità delle strutture. Stato di conservazione e manutenzione. Grado di finimento. Ampiezza media dei vani. Richiesta sul mercato dei fitti. Impianti. Consistenza catastale. CARATTERISTICHE PER LE CATEGORIE PIÙ SIGNIFICATIVE Categoria A classe 4 – Abitazione tipo popolare ↓ Caratteristiche delle particelle edilizie: (da considerarsi in linea secondaria) Fabbricati a due o più piani con prospetti semplici. Piani di altezza da 2,70 - 3,00 m Finestre piuttosto piccole. Scale scomode ad una o due rampe con gradini in pietra Vani scarsamente disimpegnati, soffittati in o modo semplice, pareti tinteggiate a calce, pavimenti in comuni piastrelle di cemento. Serramenti ordinari. o Accessori al servizio diretto piuttosto scarsi o (disimpegni, corridoi, ripostigli, dispense) Gabinetto senza pretese igieniche e piuttosto piccolo sovente ricavato nelle cucine o su ballatoi. Impianti a vista di luce, acqua e gas. Consistenza da ritenersi normale per la categoria vani 4,00 – 5,00. Caratteristiche intrinseche delle unità immobiliari: (base per la determinazione della categoria) o o o Categoria A classe 5 – Abitazioni di tipo ultrapopolare ↓ Caratteristiche delle particelle edilizie: (da considerarsi in linea secondaria) ► ► ► Fabbricati di solito a 1, 2 o 3 piani max Prospetti grezzi e rustici. Altezza dei piani da 2,30 a 2,70 metri. ► Scale strette e scomode, di solito ad una sola rampa con gradini di pietra ed alzate elevate. Finestre strette e basse. ◊ Vani piccoli, non disimpegnati, bassi d’aria (2,20 ◊ - 2,60 metri) Solai in legno soffittati o soffittati sommariamente. ◊ Gabinetto rustico molte volte in uso comune e quasi sempre piccolissimo e ricavato nelle cucine o nello spessore dei muri Impianti a vista di luce, acqua e gas. ► Caratteristiche intrinseche delle unità immobiliari: (base per la determinazione della categoria) ◊ ◊ ◊ ◊ Pavimenti in mattoni o battuto di cemento. ◊ Serramenti ordinari in legno. Mancanza quasi completa di accessori (corridoi, ripostigli, dispense) Sono da considerarsi in detta categoria anche le unità di altezza superiore ai metri 2,60 ma che hanno finiture di infimo ordine e di grado inferiore a quelle elencate. LA CLASSIFICAZIONE La classificazione consiste nella distinzione delle UIU a seconda della capacità di reddito Le UIU vengono divise in classi di redditività in funzione della loro capacità produttiva (tra una classe e l’altra ci deve essere uno scarto del 20%) Come per le particelle tipo, anche qui si adottano delle UIU tipo per determinare i quadri delle categorie e delle classi Non è prevista classificazione per i gruppi D, E e F. IL CLASSAMENTO L’operazione attribuisce ad ogni UIU la rispettiva categoria e classe in funzione del confronto con l’UIU tipo di riferimento e con i quadri delle categorie e delle classi della zona censuaria a cui appartiene l’UIU classata. LA RENDITA CATASTALE È il valore fiscale attribuito ad un immobile in base alle tariffe d’estimo. ► Si ottiene moltiplicando la tariffa per la consistenza dell’immobile o Le tariffe d'estimo sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale e sono consultabili presso gli uffici provinciali dell’Agenzia del Territorio (ex uffici catastali) che le determinano per tener conto dell'andamento del costo della vita, le rendite catastali possono “essere rivalutate”, ossia aumentate di una determinata percentuale, incrementando così la base per l'applicazione delle imposte. • Dal 1997 le rendite catastali sono state rivalutate del 5%. → Per gli immobili dei gruppi A, B e C, dopo il classamento in base a categorie e classi, si è proceduto ad attribuire la tariffa d’estimo sulla base della stima del reddito imponibile catastale RI e cioè: RI = RL - ( Q + Sa + Sf + I ) → RL = reddito lordo (canoni) → Sa = spese di assicurazione → Q = quote di reintegrazione e di → Sf = sfitti manutenzione → I = inesigibilità → Per gli immobili compresi nei gruppi D ed E, si procede a stima diretta Il reddito imponibile catastale RI è • al netto delle spese di manutenzione, riparazione ed eventuali perdite • e al lordo dell’imposta sui fabbricati, relative sovraimposte e dei contributi di ogni specie DAL REDDITO IMPONIBILE ALLA RENDITA CATASTALE Il calcolo della rendita catastale di un’unità immobiliare, ovvero il reddito medio ordinario, Rendita = Tariffa d’estimo x consistenza Il valore catastale si ottiene moltiplicando la rendita per un coefficiente: Abitazioni : valore = rendita Uffici (A/10) : valore = Negozi (C/1) : valore = rendita × 50 × 100 rendita × 34 COME SI DETERMINA IL VALORE CATASTALE DEGLI IMMOBILI Il valore catastale viene determinato moltiplicando seguenti coefficienti: • 110 per la prima casa; • • 120 per i fabbricati appartenenti ai gruppi A, B, C (escluse le categorie A/10 e C/1); • la rendita catastale (rivalutata del 5%) per i 60 per le categorie A/10 (uffici e studi privati) e D; 40,8 per le categorie C/1 (negozi) ed E. Per l’identificazione di un’UIU occorrerà conoscere: o zona censuaria o numero del foglio di mappa o numero della particella su cui è costruito il fabbricato (mappale) o numero del subalterno, che è l’elemento identificativo vero e proprio dell’UIU Per il valore occorrerà conoscere: o tariffa d’estimo o consistenza Criteri direttivi: Le informazioni rilevate non devono essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi né per finalità fiscali; A ciascuna unità immobiliare deve essere attribuita una rendita catastale aggiornata e un valore patrimoniale aggiornato in base ai valori di mercato; • Il valore patrimoniale e la rendita catastale devono essere adeguati periodicamente in base all’andamento del mercato immobiliare; Per le unità immobiliari d’interesse storico o artistico, sono previste riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario. • si tiene conto dei più gravosi oneri di manutenzione e conservazione e alle complessità di gestione a livello legislativo. • Questo non andrà ad incidere sulla determinazione della base imponibile delle imposte. LE PROCEDURE DI AGGIORNAMENTO Mentre la “formazione” del catasto è stata curata dallo Stato → L’aggiornamento del catasto è demandato all’azione dei proprietari degli immobili o attraverso i tecnici liberi professionisti abilitati alla predisposizione degli atti di aggiornamento catastale (prevalentemente geometri, ingegneri, architetti, dottori agronomi e forestali, periti edili, periti agrari e agrotecnici). La procedura PREGEO per il Catasto Terreni La procedura DOCFA per il Catasto Edilizio Urbano (DOcumenti Catasto FAbbricati) LA TEMATICA ESPROPRIATIVA Il diritto ad edificare è sempre stato connaturato alla proprietà. → Lo Statuto Albertino del 1848 all’art.29 fissava in “una giusta indennità conformemente alle leggi” il compenso per l’espropriazione (passaggio dalla società agricola alla società industriale) ITER NORMATIVO DELLA TEMATICA ESPROPRIATIVA LEGGE N.2359 DEL 25/6/1865 art.39- nel caso di occupazione totale l’indennità dovuta all’espropriato deve consistere nel o giusto prezzo che, a giudizio dei periti, l’immobile avrebbe avuto in una libera contrattazione di compravendita (valore di mercato) art. 40- nel caso di espropriazione parziale, l’indennità consisterà nella differenza tra o il giusto prezzo che avrebbe avuto l’immobile prima dell’occupazione o ed il giusto prezzo che potrà avere la parte residua dopo l’occupazione (valore complementare) LEGGE N.2829 DEL 15/1/1885 (legge per Napoli) art.13 – L’indennità dovuta ai proprietari degli immobili espropriati sarà determinata o sulla media del valore venale e dei fitti coacervati dell’ultimo decennio o In difetto di tali fitti accertati, l’indennità sarà fissata sull’imponibile netto agli effetti delle imposte sui terreni e sui fabbricati. LEGGE N. 865 DEL 1971 Legge per la Casa art.16o per le aree esterne ai centri edificati, l’indennità di espropriazione è commisurata al valore agricolo medio determinato, nell’ambito delle singole regioni agrarie, dalla Commissione provinciale, tenendo conto del tipo di coltura in atto. o per aree interne ai centri edificati, l’indennità è commisurata al valore agricolo medio della coltura più redditizia tra quelle che, nella regione agraria in cui ricade l’area da espropriare, coprono una superficie superiore al 5% di quella coltivata dalla regione agraria stessa. Tale valore è moltiplicato per un coefficiente: • da 2 a 5 se l’area ricade nel territorio di comuni fino a 100 mila abitanti; • da 4 a 10 se l’area ricade nel territorio di comuni con popolazione superiore ai 100 mila abitanti. o per le aree edificate o urbanizzate, l’indennizzo è dato dal valore dell’area e dal valore delle opere di urbanizzazione e delle costruzioni, tenuto conto del loro stato di conservazione. TESTO UNICO DELLE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E REGOLAMENTARI ESPROPRIAZIONE PER PUBBLICA UTILITÀ” D.P.R. 327 DELL’8 GIUGNO 2001 IN MATERIA DI Le diverse tipologie di indennizzo (cfr.art.37-40): Area edificabile Area legittimamente edificata Ie = (Vm +10Rdr)/2 x S (-40%) Ie = Vm del bene → La riduzione del 40% si applica quando Area non edificabile l’accordo non è stato concluso bonariamente Ie = VAM x S LA STIMA DELL’INDENNITÀ PRE-SENTENZA 2011 Il Valore Agricolo Medio è stabilito annualmente dalla Commissione Provinciale Espropri che emette apposite tabelle con prezzi diversificati in base alla regione agraria di appartenenza e alla coltura effettivamente praticata sul fondo. Sono previsti diversi criteri di stima dell’indennità di espropriazione, per: aree edificabili aree non edificabili coltivate aree edificate aree non edificabili non coltivate I criteri si differenziano in relazione al livello dell’iter espropriativo a cui si riferiscono: indennità provvisoria corrispettivo di cessione volontaria indennità definitiva ESPROPRIAZIONE PER PUBBLICA UTILITÀ - EVOLUZIONE DEI CRITERI DI INDENNIZZO Normativa Legge Fondamentale n. 2359/1865 Legge di Napoli n. 2892/1885 Legge n. 865/1971 Legge n. 10/1977 Sentenza c.c. n. 5/80 Legge Tampone n. 385/80 Sentenza c.c. n. 223/83 Sentenza c.c. n. 5401/84 Legge Finanziaria n. 359/92 art. 5 bis Sentenza c.c. n. 283/93 D.P.R. 327/2001 Sentenza Corte Cost. n.348 del 2007 Sentenza Corte Cost n. 181 del 2011 Valore di mercato Semisomma tra valore di mercato e fitti coacervati Valore Agricolo Medio e maggiorazioni Illegittimità VAM (aree edificabili) Riproposizione criteri censurati Definitiva censura VAM (aree edificabili) Valore agricolo medio (aree agricole) e Valore di mercato (aree edificabili) Semisomma tra valore di mercato e coacervo R.D. (aree edificabili) VAM + maggiorazioni (aree agricole) Semisomma tra valore di mercato e coacervo R.D. (aree edificabili) e VAM + maggiorazioni (aree agricole) Valore venale aree edificabili Valore di mercato aree non edificabili FASI DEL PROCEDIMENTO ESPROPRIATIVO Criterio Vincolo preordinato all’esproprio (art.9) Dichiarazione per pubblica utilità (artt. 12, 13, 14) Determinazione dell’indennità • Offerta iniziale • Indennità provvisoria (art. 20) • Corrispettivo di cessione volontaria (art.20) • Indennità definitiva (art. 21) Immissione in possesso dell’immobile ASPETTI PROCEDURALI APPOSIZIONE DEL VINCOLO PREORDINATO ALL’ESPROPRIO: Il vincolo urbanistico (espropriativo) è il presupposto all’inizio del procedimento di espropriazione • il procedimento espropriativo presuppone la sua coerenza con le previsioni del Piano Urbanistico Generale Il potere espropriativo è legittimamente esercitato solo se l’opera sulla quale esso è preordinato è prevista da uno strumento urbanistico (o da atto equivalente) L’apposizione del vincolo all’esproprio avviene quando diventa efficace l’approvazione del Piano urbanistico Generale (o sua variante) dura 5 anni → Se un’amministrazione intende realizzare un’opera pubblica o di pubblica utilità non prevista nel Piano Urbanistico Generale o il vincolo preordinato all’esproprio può essere disposto, in alternativa, con l’approvazione, da parte dell’Autorità Espropriante, del progetto definitivo d’opera mediante: piano particolareggiato accordo di programma conferenza di servizi rilascio di concessione ecc. CONFERENZA DI SERVIZI È una semplificazione di procedimento amministrativo • ha lo scopo di facilitare l'acquisizione da parte della P.A. di autorizzazioni, atti, licenze, permessi e nulla-osta mediante convocazione di apposite riunioni collegiali (enti locali, enti statali, istituzioni, associazioni, ecc.) finalizzate all'emissione di un provvedimento amministrativo La semplificazione avviene grazie al coordinamento della pluralità degli interessi coinvolti, al fine di aggregarli Le determinazioni della conferenza di servizi hanno lo scopo di velocizzare la conclusione di un procedimento amministrativo (ad esclusione di concessioni edilizie, permessi di costruire) DICHIARAZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ Rappresenta il presupposto per la legittima emanazione del decreto di esproprio Consiste nell’ACCERTAMENTO che una determinata opera presenta finalità d’interesse pubblico in virtù delle quali l’espropriazione può dirsi legittima Vero e proprio provvedimento basato su valutazioni tecniche e di merito. Gli atti che dispongono la dichiarazione di pubblica utilità sono di tre tipi: 1. l’approvazione del progetto definitivo della realizzanda opera pubblica 2. l’approvazione di un piano attuativo di terzo livello (piano particolareggiato, piano di lottizzazione, recupero, ricostruzione ecc.); 3. la definizione di una conferenza di servizi o di un accordo di programma ovvero il rilascio di concessioni, qualora la normativa attribuisca a tali atti il significato di “dichiarazione di pubblica utilità” → La dichiarazione ha effetto di AUTORIZZAZIONE per l’autorità espropriante DETERMINAZIONE DELL’INDENNITÀ: 1. Offerta iniziale 2. Indennità provvisoria 3. Corrispettivo di cessione volontaria 4. Indennità definitiva DETERMINAZIONE INDENNITÀ PROVVISORIA (art.20) L’autorità espropriante, valutate le osservazioni, accerta il valore dell’area e determina l’indennità provvisoria (avvalendosi di enti locali, UTE, CP) o L’indennità è notificata ai proprietari e ai beneficiari o Il proprietario, entro 30 giorni, può comunicare all’autorità competente l’ACCETTAZIONE (non revocabile) ↓ quindi si passa al calcolo del corrispettivo di cessione volontaria → Se il proprietario NON ACCETTA (anche con il silenzio) vale la regola del silenzio=dissenso o si avvia la procedura di determinazione dell’indennità definitiva o L’A.E. ordina il deposito dell’indennità presso la Cassa Depositi e Prestiti e procede al decreto di esproprio DECRETO DI ESPROPRIO (art.23) → Il decreto di esproprio è l’atto, emesso dall’autorità competente (Stato, Regione, Provincia, Comune), che dispone il passaggio di proprietà (o del diritto oggetto di esproprio) dal proprietario al beneficiario e ne esegue l’immissione in possesso → Può essere emanato qualora: o l’opera sia prevista nello strumento urbanistico o vi sia stata dichiarazione di utilità o sia stata determinata l’indennità DETERMINAZIONE INDENNITÀ DEFINITIVA L’autorità espropriante A.E. invita il proprietario, entro 20 giorni, a comunicare se intende avvalersi di tre tecnici • Se il proprietario non risponde, l’autorità espropriante chiede la determinazione dell’indennità alla Commissione Espropri (con 90 giorni di tempo) • se il proprietario accetta l’indennità definitiva, l’autorità espropriante autorizza il pagamento se non accetta, entro 30 giorni A.E. ordina il deposito della maggior somma presso la Cassa Depositi e Prestiti Il proprietario ha facoltà di opporsi in appello, ricorrendo a una stima giudiziaria IMMISSIONE IN POSSESSO è il passaggio dal proprietario all’espropriante e può avvenire a seguito di due modalità di transazione: • attraverso la cessione volontaria (compravendita bonaria) • oppure con il decreto di esproprio CRITERI GENERALI DI VALUTAZIONE Le indennità di espropriazione si distinguono in: PRINCIPALI: indennità spettante al proprietario a compenso dell’immobile espropriato ACCESSORIE: indennità spettanti al conduttore del fondo a compenso della perdita di reddito di lavoro e d’impresa • proprietario diretto coltivatore (DC) o imprenditore agricolo professionale (IAP) • oppure affittuario, mezzadro o compartecipante VALUTAZIONE DELL’INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE DELLE AREE EDIFICABILI Soggetto Proprietario Indennità di espropriazione Indennità aggiuntiva ► Valore venale VAM ► Vv*1,1 (se l’i. provvisoria è < agli 8/10 della definitiva) ► (in caso di I.R.E.S.: 0,75 Vv 0,75 * 1,1 Vv) Affittuario o compartecipante / VAM (prima della Sentenza della Corte Costituzionale n°349/2007) → Indennità secondo il procedimento della semisomma: o Il valore stimato con questa formula era troppo inferiore al valore venale 30-40% o 10 rdn = 10 redditi/anno 𝑉𝑉𝑉𝑉 + 10 𝑅𝑅𝑅𝑅𝑅𝑅 𝐼𝐼 = ∗ 0,6 2 ART. 89 DELLA LEGGE FINANZIARIA 2008 N° 244 DEL 24 DICEMBRE 2007 L’indennità di espropriazione di un’area edificabile è determinata nella misura pari al valore venale del bene. o Quando l’espropriazione è finalizzata ad attuare interventi di riforma economico-sociale (I.R.E.S.), l’indennità è ridotta del venticinque per cento. o Nei casi in cui è stato concluso l’accordo di cessione e quando è stata offerta un’indennità provvisoria che, attualizzata risulta inferiore agli otto decimi di quella determinata in via definitiva, l’indennità è aumentata del dieci per cento Indennità aggiuntive in caso di utilizzo agricolo Art. 37, comma 9 T.U.: • Qualora l'area edificabile sia utilizzata a scopi agricoli, spetta al proprietario coltivatore diretto anche una indennità pari al valore agricolo medio (VAM) corrispondente al tipo di coltura effettivamente praticato. o La stessa indennità (VAM) spetta al fittavolo, al mezzadro o al compartecipante che, per effetto della procedura, sia costretto ad abbandonare in tutto o in parte il fondo direttamente coltivato, da almeno un anno, col lavoro proprio e di quello dei familiari. VALUTAZIONE DELL’INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE DELLE AREE EDIFICATE Costruzione LEGITTIMAMENTE EDIFICATA ILLEGITTIMAMENTE EDIFICATA Indennità di espropriazione Valore venale della costruzione (compresa l’area) Valore venale della sola area di sedime → In presenza di una costruzione LEGITTIMAMENTE EDIFICATA (in zona agricola o urbana), l’indennità è determinata nella misura del valore venale (art. 38, comma 1 T.U.) → Se la costruzione (o parte di essa) è stata realizzata in ASSENZA DI CONCESSIONE EDILIZIA o di autorizzazione paesistica (ovvero in difformità), l’indennità è calcolata tenendo conto (art. 38, comma 2 T.U.) della sola area di sedime o della sola parte costruita legittimamente VALUTAZIONE DELL’INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE EDIFICABILI COLTIVATE – NON COLTIVATE Soggetto Proprietario Affittuario o compartecipante Indennità di espropriazione ► Valore Agricolo - tenuto conto dell’esercizio dell’azienda agricola / DELLE AREE NON Indennità aggiuntiva VAM VAM Prima della sentenza n. 181/2011 della Corte Costituzionale: ► norma di valutare l’indennità provvisoria e per la cessione volontaria con i VAM Dopo con la sentenza del 2011 Per colmare il vuoto legislativo, la deliberazione della Corte dei Conti n. 29 del 21 marzo 2012 ha stabilito che l’indennità di esproprio delle aree non edificabili, anche in caso di cessione volontaria, deve essere determinata sulla base di: • VALORE AGRICOLO EFFETTIVO, nel caso di aree coltivate • VALORE VENALE, nel caso di aree non coltivate ↓ Soggetto Indennità di espropriazione Indennità aggiuntiva Proprietario ► Valore Venale / Affittuario o compartecipante / / Sentenza Corte Cost n. 181 del 2011 - INDENNITA’AREE NON EDIFICABILI Sancisce in modo definitivo, l’illegittimità costituzionale alcuni commi dell’art. 40 del Testo Unico sugli espropri (Dpr. 327/2001) e di quelli dell’art. 16 della L. 865/71. Prima i terreni non edificabili destinati a essere espropriati per opere di pubblica utilità venivano indennizzati in base al VAM, Valore Agricolo Medio o ben inferiore al valore di mercato Adesso dovranno essere pagati dall’ente espropriatore in base al valore di mercato o l’appetibilità di un terreno sul mercato non dipende solo dalla sua edificabilità, ma da molteplici altri fattori la sua posizione le possibilità di suo sfruttamento per fini diversi dalla coltivazione STIMA DELLE AREE FABBRICABILI Fattori che concorrono alla formazione del prezzo: → Fattori Estrinseci Condizioni del mercato locale (D e O di aree edificabili) e grado di sviluppo edilizio Appetibilità della zona Caratteristiche ubicazionali dell’immobile Vincoli → Fattori Intrinseci Indice di edificabilità dell’area Rapporto tra area lorda e area netta Estensione dell’area Tipologia di accesso (su strada principale, etc.) Servitù La servitù prediale (praedium = fondo) è il diritto reale che presuppone l'esistenza di due fondi e ''consiste nel peso imposto sopra un fondo (servente) per l’utilità di un altro fondo (dominante) appartenente a diverso proprietario" La servitù di passaggio è il diritto reale di godimento che consente al titolare di un fondo di passare su un fondo altrui per accedere al proprio. La servitù di elettrodotto è stabilito l’obbligo, in capo ad ogni proprietario, di concedere il passaggio per i propri fondi alle condutture elettriche, aeree o sotterranee, a chi esegua tali opere o a chi ne abbia ottenuto l’autorizzazione dall’autorità competente. La stima sintetica del valore di mercato delle aree edificabili può operarsi attraverso la diretta comparazione con prezzi di mercato recenti di aree di analoghe caratteristiche (“scala dei prezzi noti”) IL PROCEDIMENTO ANALITICO DI STIMA DEL VALORE DI MERCATO DEI FABBRICATI URBANI O PER CAPITALIZZAZIONE DEI REDDITI Procedimento di tipo indiretto e si utilizza quando: → risulta impossibile formare una scala di prezzi noti di beni simili → si ha una ridotta trasparenza del mercato Tale procedimento fonda la sua ratio nel ritenere che il valore di mercato di un bene sia essenzialmente funzione dei redditi che esso è normalmente in grado di dispiegare. Presupposti: ► di tipo economico: un bene vale quanto rende ► di tipo finanziario: l’accumulazione iniziale di redditi consente di trasformare il valore di un reddito in un capitale attuale ELEMENTI DI MATEMATICA FINANZIARIA Comparare dati posizionati in momenti temporali differenti. Non si possono sommare, sottrarre e confrontare somme di denaro posizionate in periodi temporali diversi, se prima non vengono rese uniformi al momento della stima” REDDITO: flusso netto di ricchezza che un individuo ottiene svolgendo un‟attività economica in un determinato periodo di tempo ed è espresso da un bilancio, ovvero dalla differenza: Reddito netto = Ricavo lordo (beni prodotti) – Spese RENDITA: quantità di moneta che si ripropone a scadenze fisse RISPARMIO: parte del reddito che si sottrae al consumo immediato, per soddisfare dei bisogni futuri. CAPITALE: il “fondo” di beni che comprende sia il capitale inteso come fattore di produzione, ossia i beni volti a produrre nuova ricchezza reale, sia i beni capaci di assicurare un reddito a chi li possiede. INTERESSE o È il prezzo che si paga per l’uso del capitale monetario: è il prezzo (compenso) percepito da chi presta denaro : il CREDITORE è il costo pagato da chi lo riceve in prestito: il DEBITORE o La somma prestata si definisce «capitale» o La somma algebrica del capitale monetario (C) e dell’interesse (I) è definita «montante» → La unità di misura è il tasso o saggio di interesse: r Il tasso può essere espresso in termini unitari (r=0,04) e in termini percentuali (r=4%) è direttamente proporzionale al rischio. → Per determinare l’interesse prodotto alla fine di un anno dal capitale C si moltiplica il capitale espresso in euro per il saggio unitario: I=C0*r valore del capitale: C0 = I/r capitalizzazione saggio di interesse: r = I/C0 INTERESSE SEMPLICE ► Quando gli interessi maturati da un capitale non maturano a loro volta altri interessi; ► esso è impiegato per periodi di tempo uguali o inferiori ad 1 anno. I=C0*r*n o I = interesse maturato o C0 = capitale iniziale o r = saggio unitario di interesse o n = numero di mesi o giorni per cui si usufruisce del capitale INTERESSE COMPOSTO ► Quando gli interessi maturati da un capitale C0 maturano a loro volta altri interessi; ► si usa quando si considera un periodo di tempo superiore > ad 1 anno. MONTANTE Il M è la somma del capitale C0 e dei relativi interessi I maturati in un certo periodo di tempo M = Co + I Il montante unitario (q) è la somma del capitale unitario (riferito a 1 euro) e degli interessi maturati in un anno I = C0 r n o Alla fine del primo anno si avrà pertanto: M = C0 + I = C0 + C0 r n = C0 (1 + r x n) ↓ Per C0 = 1, cioè considerando il capitale di 1 euro, il Montante unitario, detto anche binomio di interesse sarà: M = 1 + r = q → Esempio: il montante di un euro al saggio del 6% per un anno sarà 1,06 CAPITALI NEL TEMPO “Non si possono sommare, sottrarre e confrontare somme di denaro posizionate in periodi temporali diversi, se prima non vengono rese uniformi al momento della stima” È necessario individuare gli strumenti che consentono di portare tutti i valori allo stesso momento (anticipazione o posticipazione) o Un valore spostato nel futuro si trasforma in montante attraverso il coefficiente di posticipazione o spostato nel passato si trasforma in valore scontato attraverso il coefficiente di anticipazione ANNUALITÀ a Le annualità sono prestazioni finanziarie periodiche che si verificano ad intervalli annuali → positive (redditi) → negative (spese) Le annualità possono essere: posticipate: se avvengono a fine anno illimitate: numero illimitato di anni anticipate: se avvengono all’inizio dell’anno costanti: si ripetono con lo stesso ammontare limitate: riferite ad un numero limitato di anni variabili: se si ripetono con importi diversi ANNUALITÀ COSTANTI, POSTICIPATE, LIMITATE Sono valori che si ripetono costantemente alla fine di ogni anno per un determinato numero di anni ► La somma di una serie di a riferite alla fine del periodo in cui si sviluppano si definisce accumulazione finale ► La somma delle n annualità riferite all’anno zero si definisce accumulazione iniziale Se si sostituisce al capitale C0 ed al suo prezzo d’uso annuo P un immobile di valore Vm ed il suo reddito netto Rn (inteso come annualità illimitata) futuro, ordinario, medio e continuativo → la formula della capitalizzazione si specializza nell’espressione del valore di capitalizzazione adottata in Estimo: Vm = Rn/r LA CAPITALIZZAZIONE DEL REDDITO Si basa sull’ipotesi che il valore dei beni immobiliari dipende da ciò che essi possono rendere. È possibile quindi esprimere un giudizio di previsione su questi redditi futuri. Il procedimento analitico pone il Vm pari al rapporto tra il reddito ed il saggio di capitalizzazione La capitalizzazione è un'operazione che si configura come una sommatoria di: redditi futuri scontati all'attualità equivale all'accumulazione iniziale A0 di n annualità a costanti e posticipate. LA STIMA ANALITICA O INDIRETTA DEL VALORE DI MERCATO DI UN BENE → si ottiene attualizzando i redditi netti , futuri e ordinari per n anni ad un saggio r di fruttuosità indicato dal mercato o Vm = valore di mercato o Rn = reddito netto o r = saggio di capitalizzazione Vm = Rn/r → il valore del bene è uguale al flusso dei suoi redditi netti o lordi scontato all’attualità Il reddito deve essere : ◊ netto (cioè privo di spese) ◊ futuro (la stima deve riguardare il futuro) ◊ costante (continuativo medio) ◊ ordinario (più frequente) Dal mercato locativo è possibile rilevare la redditività lorda presente → in coerenza con il principio della permanenza delle condizioni → attraverso l’analisi del trend di variazione dei prezzi dei fabbricati stessi, o pur tenendo presente che i dati offerti dal mercato sono soltanto indicativi. Il reddito netto Rn è determinabile attraverso l’analisi di tutte le S spese di gestione a carico del proprietario → Rn = RL – S reddito lordo annuo RL ordinario SPESE DI GESTIONE Tali spese espresse in percentuale di RL sono: Spese di manutenzione ordinaria e straordinaria 2-4% Spese per i servizi 2-5% Detrazioni per sfitti ed inesigibilità 1-4% Spese per assicurazioni. 0,5% Spese per ammortamento 1% Spese di amministrazione 0-3% Spese per imposte ?? SPESE DI MANUTENZIONE → La manutenzione ordinaria è l’intervento continuo necessario per garantire la funzionalità dell’immobile e per evitarne il degrado, sostituendo le parti e gli elementi logorati dall’uso. o gli interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti → La manutenzione straordinaria è ogni intervento eseguito per prolungare la durata dell’edificio o di sue determinate parti. o le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso; o Il rinnovo è infine un investimento aggiuntivo di ristrutturazione e di riqualificazione, tendente ad aumentare il valore e la redditività dell’immobile, diminuendone l’obsolescenza tecnologica funzionale. → Interventi di restauro e di risanamento conservativo o gli interventi edilizi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono: il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio → Interventi di ristrutturazione edilizia o gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono: il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti. demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quello preesistente I costi di manutenzione ordinaria e straordinaria sono costi d’esercizio che possono avere un significato differente a seconda di chi li sostiene: ► le persone fisiche possono essere oggetto di agevolazione fiscale sotto forma di detrazione fiscale sulle ristrutturazioni del 36% (con il decreto sviluppo 2012 salito al 50%) del 41% o del 55% se interventi per il risparmio energetico. ► Nel caso delle società i costi possono essere capitalizzati sul valore degli immobili e concorrere ai fini della determinazione del reddito imponibile tramite la quota di ammortamento annua oppure interamente spesati nell’esercizio. SPESE PER I SERVIZI Le spese sono frequentemente a carico del locatore Tali spese riflettono: ◊ la custodia e il portierato ◊ la pulizia, l’illuminazione, ◊ la manutenzione e l’esercizio dell’ascensore, ecc. → Possono incidere dal 2 al 5%; DETRAZIONI PER SFITTI ED INESIGIBILITÀ Il rischio di improduttività rappresenta un rischio economico dei redditi. Particolari alee di improduttività devono però essere considerate nella previsione del reddito netto ordinario come detrazioni al reddito lordo. Vari rischi: morosità o insolvibilità del locatario – discontinuità locative aliquota di reddito lordo RL per rischi di improduttività • del 4 % per le abitazioni economico-popolari • dell’1 ÷ 2 % per le abitazioni più evolute, per gli uffici pubblici e privati, per gli alberghi, scuole, case di cura, autorimesse, ecc. SPESE PER ASSICURAZIONI L’assicurazione del fabbricato, che garantisce la redditività dei rischi tecnici, rappresenta una spesa non superiore in genere allo 0,5 % di RL . SPESE PER AMMORTAMENTO. Il capitale immobiliare urbano è percepito come un bene economico di durata indefinita. • spesa di ammortamento l’aliquota che si deve accumulare annualmente per ottenere alla fine del ciclo utile del fabbricato il capitale corrispondente alla sua nuova produzione. • Per fabbricati obsoleti dal punto di vista tecnologico e funzionale l’aliquota non supera l’1% SPESE DI AMMINISTRAZIONE. Tali oneri, irrilevanti per localizzazioni periferiche, per posizioni insediative privilegiate e settorialmente più evolute raggiungono anche il 3 % di RL. SPESE PER IMPOSTE. Sono gli oneri fiscali che maggiormente incidono tra le spese sul reddito lordo, variando a seconda del regime fiscale in vigore e delle differenti aliquote fissate dagli enti territoriali Nello specifico, possiamo distinguere varie categorie di imposte gravanti sugli immobili: 1. imposte di natura «reddituale» il cui presupposto è il reddito prodotto dalla proprietà o dal possesso del bene (IRPEF, IRES); 2. imposte di natura «patrimoniale» il cui presupposto è la proprietà o il possesso del bene (IMU); 3. imposte sui servizi pubblici resi ai proprietari di immobili (TASI); 4. imposte sul trasferimento degli immobili a titolo oneroso (IVA, registro, ipotecaria, catastale); 5. imposte sul trasferimento degli immobili a titolo gratuito (successioni e donazioni); 6. imposte sulle locazioni (cedolare secca, registro e bollo sui contratti di locazione). Attualmente può ritenersi che le diverse voci di spesa incidano sul reddito lordo del 14-40% Detrazioni da apportare al Reddito Lordo Spese di manutenzione Spese di ammortamento Spese di assicurazione Spese di amministrazione Spese per servizi Alee di improduttività Spese per imposte Totale MIN 2% 0 0 0 2% 0 10% 14% MED 3% 0,5% 0,5% 2% 3% 3% 15% 27% MAX 4% 0,5% 0,5% 3% 5% 5% 22% 40% IL SAGGIO DI CAPITALIZZAZIONE Il saggio di capitalizzazione è misura del rapporto esistente tra ► la redditività che l’immobile può dispiegare in un determinato periodo di tempo ► ed il valore capitale dell’immobile stesso (valore di mercato dell’immobile). ↓ La sua determinazione può svolgersi sia con procedimento sintetico che analitico: LA DETERMINAZIONE DEL SAGGIO PER VIA SINTETICA - DIRETTA • Il procedimento sintetico si basa sulla rilevazione dei prezzi di compravendita e dei redditi registrati nel mercato immobiliare per tipologie di investimento assimilabili a quella in esame. Si procede a confrontare i redditi con i valori di mercato secondo la formula: 𝑅𝑅1 + 𝑅𝑅2 + 𝑅𝑅3 + ⋯ + 𝑅𝑅𝑅𝑅 Σ Rni 𝑅𝑅 = 𝑅𝑅 = 𝑉𝑉1 + 𝑉𝑉2 + 𝑉𝑉3 + ⋯ + 𝑉𝑉𝑉𝑉 Σ Vi Non essendo frequente la possibilità di determinare, attraverso l’indagine diretta del mercato, il saggio di capitalizzazione di Rn, occorre procedere ad un’analisi delle circostanze che lo influenzano LA DETERMINAZIONE DEL SAGGIO PER VIA INDIRETTA - ANALITICO Poiché frequentemente il saggio non è un dato direttamente reperibile dal mercato, si pone la necessità di determinarlo in via analitica → analizzando le diverse e coesistenti circostanze che lo influenzano. o È possibile ipotizzare che il saggio dell’investimento immobiliare urbano varia tra il 2% ed il 6% (Del Giudice riporta dal 3% al 7%) o Partendo dal saggio medio del 4% è possibile operare detrazioni e aggiunte che derivano da influenze ascendenti e discendenti riscontrate (Del Giudice saggio medio 5%) Influenze ascendenti - Incrementi A1 Interventi di manutenzione ordinaria e A2 A3 A4 A5 A6 A7 straordinaria a scadenza non immediata, non determinabili nella stima dei redditi futuri. Precario grado di finimento, stato di inefficienza dei servizi, soluzioni tecnologiche superate e situazioni strutturali e statiche non sicure. rischi di ingestibilità conseguenti al tipo settoriale dell'insediamento, virgola, di ipotetica determinazione nella stima dei redditi futuri. Probabilità di perequazioni fiscali con conseguenti maggiori Oneri fiscali ipotizzabili, prossimità di scadenza del regime di esenzione temporanea. Previsione di probabili espropri Previsione di peggioramenti ambientali per effetto di presumibili nuove costruzioni latistanti, per future localizzazioni industriali infime, …) % 0,10 Influenze discendenti - Decrementi particolari che D1 Destinazioni D2 0,10 D3 0,05 0,05 D4 D5 0,10 D6 Esistenza di rischi tecnici dei capitali 0,10 non assicurabili Notevole età dell’edificio 0,10 % conferiscono maggiore sicurezza di locazione (ad esempio scuole, alberghi, edifici per lo spettacolo o industriali, negozi e botteghe) 0,10 Utilizzazioni particolari che non richiedono eccessivi oneri di manutenzione e per le quali le incertezze connesse alle quote per spese di manutenzione, che si traggono da redditi lordi, sono minime (garage, 0,05 depositi studi) previsione realizzazioni infrastrutturali o di attrezzature sociali (strade, fogni, scuole, mercati) capaci di conferire nel futuro una migliore qualificazione 0,05 ambientale. Propensione al risparmio 0,05 Costi di produzione in aumento 0,05 Tendenza al ribasso del saggio di profitto nel settore produttivo 0,05 dell’industria edilizia A8 A9 A10 A11 A12 A13 A14 A15 A16 A17 A18 Esistenza di esenzioni o agevolazioni sull’imposta di registro Difficoltà di locazione con conseguenti rischi di sfitto non determinabili nella stima dei redditi futuri. Questa circostanza, derivante l'«abbondanza» di capitali, porta ad un minore apprezzamento dell'immobile e quindi ad un aumento del saggio. Particolari redditività superordinarie, di durata non esattamente prevedibile, assunte, nonostante la extraordinarietà, come entità da capitalizzare Esistenza, per breve tempo ulteriore, di esenzioni fiscali Ubicazioni periferiche o in quartieri popolari. La produzione edilizia potrà rivolgersi prevalentemente ad aree periferiche, essendo i centri urbani già da tempo saturi: si genera quindi concorrenzialità, sul mercato, risultandone, per il prevedibile aumento della offerta, o diminuzioni dei prezzi di mercato o rallentamento delle operazioni di compravendita. Il mercato locativo rimarrà invece sempre vivace, essendo sollecitato dalla massa di inurbati e dall’espansione demografica Particolari negative caratteristiche intrinseche (situazioni ambientali poco igieniche, scarsa luminosità, prospicienza su spazi interni, mancanze di idoneità insediativa) che hanno maggiori riflessi negativi sul prezzo di mercato che non sul prezzo d’uso. Ubicazione dell’immobile da stimare in piccoli centri (mercato meno vivace). Quota poco elevata dal piano strada (in edifici forniti di ascensori). Il saggio tende ad aumentare dall’ultimo piano sino al primo dei piani destinati ad abitazione. Tendenza alla litigiosità condominiale provocata da particolari ambienti sociali o dall’eccessivo frazionamento. Dimensioni subordinarie degli spazi scoperti (terrazze o balconi) di dimensioni minori di 1/5 ÷ 1/6 delle superfici utili coperte) Possibilità di dilazioni del prezzo in tempo notevolmente lungo per la concessione di mutui bancari. 0,05 D7 Particolari pregi architettonici o artistici dell’edificio o della singola 0,10 unità. Evoluto grado di finimento. D8 Dimensioni maggiori in relazione ai moduli ordinari (per le superfici utili S»80⁓140mq, le botteghe S»18⁓25mq) Altezza straordinaria ambienti (per le abitazioni h»3,3 m, per le botteghe h»3,60 m, per gli uffici h»3,00 m). Soluzioni compositive unifamiliari. Spazi ed accessori disponibili (ville con giardini, parchi, case di villeggiatura) Politica, urbanistica o circostanze economiche locali agenti nel senso limitativo dell'espansione e della produzione edilizia. A queste situazioni consegue un aumento del prezzo di mercato non proporzionale all'aumento del prezzo d'uso. Esistenza, o presumibili permanenze per l’unità immobiliare oggetto di stima di eventuali regimi vincolistici delle locazioni. In questa circostanza, per la conseguente contingente scarsa redditività, dovranno capitalizzarsi i redditi «vincolati» (senza procedere alle «aggiunte» al valore capitale) ad un saggio minore a compenso dei benefici futuri prevedibili, sia pure in un’epoca non determinabile, conseguenti allo sblocco delle locazioni. Previsioni di migliorie infrastrutturali o ambientali nella zona. Suscettività economica e legale di trasformazioni future, anche se in epoche non esattamente prevedibili (spazi destinabili ad altre edificazioni, lastrici sopraelevabili…). Ubicazioni centrali o in zone o località dotate di particolare idoneità insediativa. Destinazione o destinabilità ad usi commerciali (negozi, botteghe, ammezzati per studi professionali…) per unità immobiliari site in zone urbane centrali. La produzione di unità immobiliari di questo tipo, e quindi la loro offerta sul mercato, sarà sempre inferiore a quella delle unità residenziali: oltre che per effetti collegabili alla «rarità» dei capitali, la domanda di beni siffatti prevarrà quindi sempre sull’offerta con conseguente «commerciabilità» più sicura. D9 0,10 D10 0,10 D11 0,15 D12 0,40 D13 0,20 D14 0,10 D15 0,10 0,05 0,05 0,10 D16 0,15 0,05 0,25 0,05 0,15 0,05 0,15 0,30 0,30 D17 D18 Totale 2,00 Disponibilità di spazi circostanti, pubblici o privati, utilizzabili per parcheggi. Vicinanza ad attrezzature collettive necessarie alla vita (scuole, mercati, chiese, stazioni ferroviarie relativamente agli edifici industriali, 0,05 ecc.). Facilità di collegamenti. Tendenza prevedibile alla svalutazione della moneta 0,05 Totale 2,00 Esempio Per una unità di abitazione di antico impianto e localizzata in un centro storico di una grande città il saggio risulterà: → r = 4,00 + (A1 + A3 + A7 + A13) – (D5 +D8 +D9 +D11 +D14 +D15 +D18) o r = 4,00 + 0,45 – 0,80 = 3,7% Per una villa unifamiliare di recente costruzione in località di villeggiatura si ottiene il seguente saggio: → r = 4,00 + A3 – (D5 + D7 +D10 +D14 +D15 +D17 +D18) = o r = 4,00 + 0,05 – 0,95 = 3% Esempio di stima: immobile a Cesa lez.12 - PROCEDIMENTO ANALITICO DI STIMA Determinazione del reddito lordo • Per stimare il più probabile valore di mercato del bene con il procedimento della stima indiretta (o analitica) si procederà a partire dalla determinazione del reddito lordo Valore di locazione medio = = 3,8 euro / mq (OMI) Reddito lordo mensile = 3,8 euro / mq x 145,19 mq = 551.722 euro Reddito lordo annuale = 551.772 euro x 12 = 6.620 euro Determinazione delle spese di gestione • Per ottenere il reddito netto Rn, bisogna sottrarre al reddito lordo RL le spese s di gestione, che sono pari al 24,5 % del reddito lordo e fanno riferimento alle spese di: Manutenzione: 2% Inesigibilità 0% Ammortamento 0% Imposte 18 % Servizi: 2 % Assicurazioni 0% Amministraz. 2% Totale 24 % Determinazione del reddito netto • Rn = RL – s = 6.620 euro – 24 % = 5.031 euro Determinazione del saggio di capitalizzazione • A questo punto si passerà a determinare il saggio di capitalizzazione r • Questo saggio varia dal 2 al 6 %, e pertanto prenderemo in considerazione un saggio medio pari al 4% → a cui successivamente andremo ad aggiungere la sommatoria della differenza delle influenze ascendenti Ai e discendenti Di Influenze ascendenti Ai = (A16) = 0.05% Influenze discendenti Di = (D3 + D14 + D15 +D17 + D18) = 0,65% r = 4 % + 0,05% -0,65% = 3.4% → Vm = Rn/r = 5.031/0.034 = 147.970 euro ~148.000 euro ► Il più probabile valore di mercato dell’unità immobiliare oggetto di stima secondo il procedimento analitico è di 148.000 euro → 148.000 euro / 145,19 mq= 1.019 euro/mq Conclusione Il più probabile valore di mercato del bene oggetto di stima → secondo il procedimento sintetico è pari a 1.123 euro/mq. → Tale valore è stato verificato anche con il procedimento analitico che ha condotto a stimare un valore di mercato di 1.019 euro/mq IL PROCEDIMENTO DI STIMA PER VALORI TIPICI La prima metodologia di stima che riconosce l’importanza della qualità nella formazione del valore degli immobili residenziali attraverso l’individuazione di componenti immobiliari apprezzate dalla domanda, è stata proposta nel 1968 da Carlo Forte con il cosiddetto procedimento per valori tipici Il procedimento per valori tipici consente soltanto la verifica del valore di mercato di fabbricati residenziali ottenuto con altro procedimento, non essendo sufficiente per la sua approssimazione Può trovare applicazione nella ricerca del valore di mercato di beni immobili complessi per i quali sia possibile una valutazione separata dei vari elementi che li compongono. ↓ ► Si procede alla scomposizione del bene nei suoi elementi costitutivi e la successiva stima di ciascun componente singolarmente considerato. Il procedimento per valori tipici si basa sull’esame delle caratteristiche che determinano il prezzo di mercato delle abitazioni. Le caratteristiche di un immobile che influenzano il prezzo sono : Caratteristiche posizionali estrinseche Caratteristiche intrinseche o tecnologiche Caratteristiche posizionali intrinseche Caratteristiche produttive PROCEDIMENTO OPERATIVO Individuato il massimo prezzo di mercato (euro/mq) e per la medesima epoca di riferimento che si è verificato per un certo tipo di bene o si ipotizza che per esso si riscontri la combinazione ottimale di tutte le caratteristiche generalmente apprezzate dal mercato e che determinano il prezzo stesso. È possibile attribuire ad ognuna delle caratteristiche una specifica incidenza massima e minima sul prezzo di mercato. Si procede quindi all’analisi delle diverse incidenze sulla base delle indicazioni di mercato. Si confrontano quindi le specifiche caratteristiche del bene oggetto di stima con le caratteristiche di grado ottimo relative al bene assunto come riferimento e di prezzo massimo. Se attribuisce alla somma dei coefficienti ∑Ki il valore unitario per il bene di maggior prezzo, ne risulta il seguente valore unitario per il bene oggetto di stima: Vm = Vma · Ki dove ∑Ki < 1 ► Vm il valore cercato ► Vma il prezzo unitario dell’unità più pregiata (massimo prezzo); ► ∑Ki sommatoria dei coefficienti attraverso cui si possono esprimere le caratteristiche del bene Caratteristiche Posizionali estrinseche Posizionali intrinseche Tecnologiche Produttive K max K max 0,35 0,25 0,30 0,10 ∑ K max= 1,00 K min 0,05 0,05 0,10 0,05 ∑ K min= 0,25 scarto 0,30 0,20 0,20 0,05 La stima si effettua per comparazione fra il bene di riferimento e il bene oggetto di stima. Si confrontano le caratteristiche dell’uno e dell’altro bene: Al bene di riferimento si attribuiscono 100 punti percentuali; Al bene oggetto di stima si attribuiscono i punti percentuali che esso merita in relazione al bene di riferimento o Ki è la somma dei punti percentuali attribuiti al bene oggetto di stima in relazione al bene immobile di riferimento Esempio di stima 2: immobile a Cesa → Individuato il massimo prezzo di mercato (euro/mq) che si è verificato per un certo tipo di bene, si ipotizza che per esso si riscontri la combinazione ottimale di tutte le caratteristiche generalmente apprezzate dal mercato e che determinano il prezzo stesso. → È possibile attribuire ad ognuna delle caratteristiche una specifica incidenza massima e minima sul prezzo di mercato CARATTERISTICHE POSIZIONALI ESTRINSECHE Accessibilità e parcheggi Servizi sociali Ubicazione Qualità ambientale Prospetto Totale POSIZIONALI INTRINSECHE Orientamento Soleggiamento Luminosità Totale TECNOLOGICHE - QUALITATIVE Finiture Impianti Materiali Panoramicità Totale PRODUTTIVE Imposizioni fiscali Oneri di manutenzione Totale TOTALE PESO MAX (Ki) PESO BENE (Ki) 7 7 7 7 7 35 6 7 7 5 4 29 8 8 9 25 4 6 8 18 8 8 7 7 30 7 8 6 4 25 5 5 10 100 4 4 8 80 Confronto caratteristiche Vm = Vma x ΣKi con Ki <1 Vma = 1.350 euro / mq ΣKi = 80/100 Vm = 1350 x (80 / 100) = 1.080 euro/mq Vm = 1.080 euro / mq x 145,19 mq= 156.805 euro. IL VALORE DI TRASFORMAZIONE Nella teoria estimativa, il valore di trasformazione è un aspetto economico derivato dalla combinazione del prezzo di mercato e del costo di produzione ll valore di trasformazione è impiegato per la stima di o aree edificabili o immobili destinati a trasformazione Il Valore di Trasformazione I beni strumentali hanno la caratteristica della utilità indiretta o consegue la possibilità di prevedere il prezzo di uno dei fattori della produzione in relazione al valore di mercato del prodotto Quando si deve formulare il giudizio di stima del più probabile prezzo di uno dei fattori della produzione nell'ambito di un processo produttivo generale o si dovrà riguardare l'aspetto economico al quale corrisponde il più probabile valore di trasformazione Il criterio di stima consiste nel calcolo della differenza tra il • valore di mercato del bene finale • i costi necessari alla trasformazione o Vt= Vm-Cp LA STIMA DEI FABBRICATI DA RISTRUTTURARE Con il termine fabbricato da ristrutturare si intende un fabbricato con le seguenti caratteristiche: inutilizzabile o scarsamente utilizzabile nelle condizioni attuali suscettibile di una normale e conveniente trasformazione la trasformazione è tecnicamente possibile e giuridicamente attuabile Le fasi: → definizione del progetto di ristrutturazione → stima del valore del fabbricato ristrutturato → stima del costo di ristrutturazione → valore del fabbricato da ristrutturare Il criterio del valore di trasformazione si applica nei giudizi di convenienza economica. Se ad esempio devo ristrutturare un fabbricato: • Vm è il valore del fabbricato trasformato • K il costo di costruzione • n il tempo (espresso in numero di anni) intercorrente tra l’epoca della stima e l’inizio della produttività del fabbricato ricostruito • r il saggio di capitalizzazione q = 1+r Si avrà convenienza allorquando si verifica la seguente diseguaglianza : 𝑉𝑉𝑚𝑚1 − 𝐾𝐾 > 𝑉𝑉𝑎𝑎 𝑉𝑉𝑉𝑉 = 𝑞𝑞 𝑛𝑛 Il valore di trasformazione può inoltre costituire il criterio per la stima dei fabbricati non ultimati Esempio: stima dei lavori di ristrutturazione di un’unità immobiliare di piccole dimensioni mediante computo metrico estimativo ► Il progetto prevede il recupero estetico funzionale di un mini appartamento avente una superficie utile di circa 60 mq. ► Le opere da realizzare sono riconducibili ad un intervento di manutenzione straordinaria che può essere eseguito con Denuncia Inizio Attività o La D.I.A. è un documento che serve per chiedere i permessi utili per svolgere determinati interventi edilizi. È stata sostituita dalla Scia dopo la riforma Madia del 2016 ↓ Cos’è la Denuncia di Inizio Attività La Denuncia di Inizio Attività (D.I.A.) è una pratica amministrativa che, rappresenta oggi uno degli strumenti urbanistici più rilevanti, complementare alla S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), di recente introduzione. • Tale pratica è l'evoluzione della legge n.47/85 che, all'art. sulle "opere interne", obbligava chiunque intendesse compiere opere interne a fabbricati che non fossero in difformità degli strumenti urbanistici vigenti una "relazione a firma di un professionista abilitato [...] che asseveri le opere da compiersi [...]". o Procedura semplificata per realizzare lavori edili che rientrano nelle categorie: Manutenzione straordinaria, Restauro e Risanamento conservativo. o I lavori possono iniziare 20 giorni dopo la presentazione della domanda. Prima dell'inizio dei lavori (se necessario) occorre ottemperare a tutto ciò che riguarda: calcoli strutturali, prevenzioni incendio, sicurezza sui cantieri, contenimento energetico, sicurezza impianti. La DIA edilizia e il modello unico Nel 2014 è stata introdotta la possibilità di presentare la DIA edilizia con un modello unico. ► Con un solo documento si poteva richiedere l'inizio di più lavori. Tale procedura, conosciuta come "Super DIA", consentiva di includere anche alcune opere soggette al Permesso di costruire. Così con la stessa dichiarazione si poteva ristrutturare un edificio e apportare modifiche al suo interno. ► Tuttavia, dal 2016, la DIA è una procedura disapplicata. Oggi, al suo posto, si utilizza la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). o La SCIA è una procedura più rapida e ha sostituito la DIA sia in campo edilizio sia per l'apertura di una nuova attività commerciale o artigianale. La Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) → È una comunicazione che va presentata al Comune di competenza prima di eseguire interventi edilizi su un immobile. → È stata introdotta dal Dl n. 78/2010 in sostituzione della DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) SCIA edilizia: per quali lavori Nel dettaglio, gli interventi che necessitano della Scia sono i seguenti: • interventi di manutenzione straordinaria che riguardano le parti strutturali dell'edificio, • interventi di restauro e di risanamento conservativo che riguardano le parti strutturali dell'edificio, • interventi di ristrutturazione edilizia diversi da quelli che portano a un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportano modifiche della volumetria complessiva degli edifici o dei prospetti; da quelli che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportano mutamenti della destinazione d'uso e da quelli che comportano modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli. Altri interventi realizzabili mediante Scia La Scia rende realizzabili anche altri interventi, ovverosia le varianti a permessi di costruire che non incidono sui parametri urbanistici e sulle volumetrie non modificano la destinazione d'uso e la categoria edilizia non alterano la sagoma dell'edificio eventualmente sottoposto a vincolo non violano le eventuali prescrizioni contenute nel permesso di costruire. SCIA onerosa In alcuni casi, la Scia può essere utilizzata per realizzare determinati interventi in alternativa al permesso di costruire. Si parla di SCIA onerosa e tale possibilità riguarda: • gli interventi di ristrutturazione edilizia che portano a un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportano modifiche della volumetria complessiva degli edifici o dei prospetti; che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportano mutamenti della destinazione d'uso o che comportano modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli, • gli interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica che sono disciplinati da piani attuativi comunque denominati (compresi gli accordi negoziali che hanno valore di piano attuativo), nei quali sono contenute delle precise disposizioni plano-volumetriche, tipologiche, formali e costruttive che, in sede di approvazione o ricognizione, siano stati dichiarati espressamente dal competente organo comunale, • • gli interventi di nuova costruzione fatti in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali che recano disposizioni plano-volumetriche ben precise, gli altri interventi eventualmente individuati con legge regionale. Come presentare la SCIA La Scia va presentata, con un preavviso di trenta giorni rispetto alla data di effettivo inizio lavori, dal proprietario dell'immobile o da chi abbia titolo per farlo accompagnando la segnalazione con una relazione dettagliata a firma di un progettista abilitato e con gli opportuni elaborati progettuali. o I lavori possono essere iniziati immediatamente, anche se l'amministrazione comunale ha 60 giorni di tempo per verificare che la segnalazione sia regolare. ↓ Attraverso l'invio dei documenti indicati viene asseverata la conformità delle opere che si intende realizzare agli strumenti urbanistici approvati e il rispetto delle norme di sicurezza e igienicosanitarie. Infine, la Scia va corredata dall'indicazione dell'impresa cui si intende affidare i lavori. Quanto dura la SCIA → Il termine massimo di efficacia della segnalazione è pari a tre anni o per la parte di intervento eventualmente non ultimata, è necessaria una nuova segnalazione. Assenza delle condizioni stabilite ► Se il dirigente o il responsabile dell'ufficio comunale competente riscontra che manchino una o più delle condizioni stabilite per l'intervento è tenuto a ordinare motivatamente all'interessato di non effettuarlo e, eventualmente, a informare l'autorità giudiziaria e il consiglio dell'ordine di appartenenza, se vi è stata una falsa attestazione da parte del professionista abilitato. ► la Scia può essere ripresentata con le modifiche e le integrazioni necessarie. Scia tardiva e Scia in sanatoria • Può accadere che i lavori vengano iniziati senza effettuare la preventiva segnalazione di inizio lavori al Comune. • In questi casi, è sufficiente presentare una Scia tardiva, che prevede l'obbligo di comunicare al Comune che i lavori sono già iniziati e il pagamento di una sanzione • Può inoltre accadere che chi ha iniziato i lavori li finisca completamente, senza sapere che avrebbe dovuto presentare la Scia al Comune. In questi casi il responsabile dell'abuso, o l'attuale proprietario dell'immobile, possono ottenere il permesso in sanatoria se l'intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda. CASO OPERATIVO: STIMA DEI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DI UN’UNITÀ IMMOBILIARE → di piccole dimensioni mediante computo metrico estimativo → Il progetto prevede il recupero estetico funzionale di un mini appartamento avente una superficie utile di circa 60 mq. ► Le opere da realizzare sono riconducibili ad un intervento di manutenzione straordinaria che può essere eseguito con SCIA ► Il progetto prevede per l’appartamentino un nuovo assetto distributivo degli ambienti, anche con la realizzazione in un ambiente di un soppalco per la creazione di uno spazio destinato a studio e letto di emergenza per eventuali ospiti. Grazie alla notevole altezza dell’appartamento, pari a mt 5,50, quelle derivate al di sopra ed al di sotto del soppalco rientrano in quelle ammissibili. Le opere da realizzare possono essere inquadrate nelle seguenti attività: o demolizione e/o rimozione completa dei tramezzi, pavimenti, rivestimenti, apparecchi igienico sanitari, infissi interni ed esterni; o consolidamento di un vano di passaggio nella muratura portante mediante realizzazione di piattabanda e cerchiatura con elementi in acciaio; o ampliamento di un vano di passaggio nella muratura portante mediante piattabanda e cerchiatura con elementi in acciaio; o realizzazione nella muratura portante di un vano “finestra” tra due ambienti interni mediante realizzazione di piattabanda e cerchiatura con elementi in acciaio; o realizzazione di soppalco, tramezzi, intonaco, impianto idraulico di carico e scarico, impianto di riscaldamento, impianto elettrico; o predisposizione di impianto di climatizzazione; o fornitura e posa in opera di infissi interni ed esterni; o posa in opera di pavimenti, battiscopa, rivestimenti; o fornitura e posa in opera di controsoffitto in cartongesso; o tinteggiatura di pareti e soffitti. IL VALORE DI TRASFORMAZIONE Scopo della stima → Prevedere il prezzo di uno dei fattori della produzione (bene strumentale) in relazione al valore di mercato del bene prodotto Aspetto economico del bene → Il Valore di trasformazione Criterio della stima → Vt =(Vmp - Ktr)/qn IL PROCEDIMENTO ANALITICO DI STIMA DELLE AREE EDIFICABILI Si elabora considerando l’area urbana come un bene di produzione dal quale, con l’applicazione di un capitale equivalente al costo di trasformazione, si ottiene il prodotto edilizio. Se si esprime con: → Va il valore dell’area → Vmp il valore del fabbricato prodotto → Ktr il costo di trasformazione o Va = Vmp -Ktr = Vt Questa relazione esprime il criterio del valore di trasformazione di un bene economico. ► il valore di mercato di un’area edificabile coincide con il valore di trasformazione. In termini analitici 𝑽𝑽𝑽𝑽 − (𝑲𝑲𝑲𝑲 + 𝑲𝑲𝑲𝑲 + 𝑷𝑷) 𝑽𝑽𝑽𝑽 = (𝟏𝟏 + 𝒓𝒓)𝒏𝒏 Ku = costo di urbanizzazione Kc = costo di costruzione comprensivo degli utili dell’imprenditore costruttore P = profitto dell’imprenditore produttore (variabile tra lo 0,10 e lo 0,30 del Vm ) r = saggio di sconto all’attualità (q = 1 + r) n = durata della trasformazione Esempio 1: STIMA DEL VALORE DI MERCATO DI UN’AREA URBANA EDIFICABILE ATTRAVERSO IL VALORE DI TRASFORMAZIONE Trattasi di un suolo edificabile localizzato in un piccolo comune in zona semicentrale, per il quale è previsto un indice di edificabilità fondiaria di 2,4 mc/mq Superficie lotto = 7.650 mq Ief = 2,40 mc/mq Volumetria edificabile = 18.360 mc → → → → → h 3,30 mt Superficie lorda = 18.360/3,30 = 5.560 mq Vm medio 1.700 euro/mq Vm = 1.700 €/mq x 5.560 mq = 9.452.000€ 𝑽𝑽𝑽𝑽 𝑲𝑲𝑲𝑲 + 𝑲𝑲𝑲𝑲 + 𝑲𝑲𝑲𝑲 + 𝑲𝑲𝑲𝑲 + 𝑷𝑷 + 𝑞𝑞 𝑛𝑛 𝑞𝑞 𝑛𝑛 Kc = Costo di costruzione 280 €/mc x 18.360 = 5.141.000 € Ku = oneri concessori 15 €/mc x 18.360 mc = 275.000 € Ks = oneri aggiuntivi 2% di Vm = 189.000 € (oneri aggiuntivi) Kp = oneri per la progettazione e direzione lavori 5% di Kc = 257.000 € P = profitto 23% di Vc = 2.173.000 € 𝑽𝑽𝑽𝑽𝑽𝑽 = • • • Saggio di attualizzazione relativo al Vm : 5% (2 anni) Saggio di attualizzazione relativo ai K = 6% (un anno) Va = 9.452.000€/(1/1,025) – (5.141.000€+275.000€ +189.000€+ +257.000 €+ 2.173.000€) /(1/1,06) Va =8.573.000 – 7.580.000 € = 993.000 € Valore unitario dell’area = (993.000 €/7.650mq) = 130 €/mq ALTRO PROCEDIMENTO SINTETICO la domanda del fattore produttivo costituito dallo spazio urbano riflette la posizione e la quantità di volumi edificabili → Pertanto, è possibile pervenire alla determinazione del valore Va dell'area attrezzata come aliquota percentuale α del valore di mercato del fabbricato Vm, attraverso la relazione: o Va = α x Vm per α<1 ↓ Il prodotto αVm recepisce infatti sia l'apprezzamento posizionale che le quantità di volumi edificabili sul suolo oggetto di stima. o valori di α variabili da 0,10 a 0,35- 0,40 Vm, crescenti comunque all'aumentare di Vm. o Nel procedimento sintetico il valore dell’area è stimato come quota % del valore di mercato dell’edificazione LA PEREQUAZIONE URBANISTICA Dal latino “peraequatio” (per-aequare), che vuol dire: «rendere uguale una cosa tra più persone» ► «distribuzione o attribuzione di “qualcosa” a soggetti diversi in base a criteri di equità» Uno degli effetti principali della pianificazione urbanistica sia quello di conformare la proprietà immobiliare → di decidere attraverso valutazioni discrezionali quale destinazione attribuire ad un’area e anche quale capacità edificatoria assegnarle. → Tali scelte influiscono profondamente sul valore di un terreno: alcune zone saranno destinate a nuova attività edilizia privata, mentre per altre si disporrà la realizzazione di infrastrutture pubbliche, di strade, piazze o parchi, con conseguente incremento del valore delle prime, ma non certo delle seconde. → Le scelte pianificatorie sono il frutto di analisi di mera opportunità: si parla di intrinseca discriminatorietà della pianificazione urbanistica. o Si è cercato di individuare dei correttivi a tale sistema e uno di questi è rappresentato dalla tecnica della perequazione. Perequazione: un metodo di pianificazione che si caratterizza per il tentativo di attuazione di una equa distribuzione dei diritti e degli oneri generati dalle scelte di piano: si effettua una separazione tra: ► la potenzialità edificatoria o entità immateriale ma economicamente apprezzabile, che gli strumenti urbanistici assegnano a ciascun terreno ► la concreta realizzabilità di una trasformazione urbanistico-edilizia nell’ambito della medesima area. ↓ A ciascun proprietario viene riconosciuta, in astratto, una quota della edificabilità complessivamente realizzabile in una determinata area • indipendentemente dalla circostanza che il suo terreno risulti poi concretamente destinato a nuova edificazione o, viceversa, a standard o infrastrutture pubbliche. o In questa ultima ipotesi, il cittadino, non potendo di fatto “spendere” i suoi diritti edificatori sull’area di cui è proprietario (in quanto, ad esempio, destinata dal PRG a verde pubblico): si vedrà indicato dall’Amministrazione comunale un diverso terreno (di proprietà pubblica o privata) sul quale poter edificare oppure potrà vendere a terzi i diritti edificatori, previa cessione della propria area all’Amministrazione. • obiettivo di rendere la posizione del cittadino del tutto indifferente rispetto alle scelte di piano. → L’Amministrazione nel recuperare le aree necessarie per la realizzazione di standard urbanistici ed infrastrutture di interesse collettivo o non fa ricorso all’esproprio ma utilizza la cessione gratuita da parte dei privati sulla base delle convenzioni con essi stipulate. o Ciascun privato, nel momento in cui riceve la propria potenzialità edificatoria, è obbligato a concedere gratuitamente al Comune parte del proprio terreno, al fine di permettervi la realizzazione di opere di interesse pubblico Con le regole perequative, viene individuato un procedimento che promuove da parte del privato la cessione consensuale, non onerosa, delle aree da destinare alla produzione dei beni pubblici e le attrezzature del tipo F (usi di interesse generale); Con la perequazione è possibile rendere i proprietari dei suoli sottoposti a trasformazione, indifferenti alle destinazioni d’uso sancite dal piano, perseguendo un duplice obiettivo: → da parte della amministrazione comunale, l’acquisizione, non onerosa, delle aree da destinare ad usi pubblici → da parte del soggetto privato, proprietario delle aree, il vantaggio, in alternativa all’esproprio, di vedersi riconosciuto un indice di edificabilità sull’intera superficie territoriale omogenea - e quindi, in maniera indifferente - rispetto alle destinazioni d’uso previste. L’obiettivo del “pari trattamento” della proprietà fondiaria, sotto il profilo tecnico, richiede: l’analisi dei suoli sotto il profilo delle loro caratteristiche urbanistiche (localizzazione, prossimità, geologia, morfologia, …) e giuridiche (vincoli derivanti da norme di legge) l’aggregazione dei suoli simili in classi omogenee l’attribuzione delle capacità edificatorie (tramite gli indici di edificabilità territoriale) alle classi. La fase successiva del metodo perequativo classico contempla: • l’aggregazione dei suoli nei comparti urbanistici • la formazione del consorzio dei proprietari (se necessario) • la predisposizione del piano urbanistico attuativo (PUA) • la realizzazione del PUA (o del progetto convenzionato) con esecuzione delle opere pubbliche da parte dei privati e cessione al Comune delle aree per i servizi Con la perequazione viene riconosciuto un indice di edificabilità a tutta la superficie territoriale omogenea, ► lo si concentra su una parte dell’area, detta “superficie integrata” in cui il privato, o il consorzio di privati, esprime l’indice di edificabilità che gli è stato riconosciuto, realizzando anche gli standard e le strade. ► L’altra parte dell’area, detta “superficie compensativa”, ceduta gratuitamente all’amministrazione comunale, può essere utilizzata per realizzare i beni pubblici di cui si registra il fabbisogno (edilizia residenziale pubblica, attrezzature sanitarie, per l’istruzione, parchi urbani e territoriali, etc.). Nuova suddivisione conseguente al piano perequativo: edificazione indifferente alla suddivisione proprietaria • questo meccanismo tende a rendere indifferenti i proprietari alle destinazioni d’uso del suolo la verifica preventiva delle convenienze diventa un momento cruciale. o i costi di formazione dello spazio urbanizzato vengono correlati ai benefici conseguenti alle decisioni di uso del suolo o con lo scopo di attestare in anticipo la validità delle regole urbanistiche, sia dal punto di vista dell'economia del soggetto pubblico, che di quello privato. Per la stima dei costi produzione dei beni pubblici previsti dal piano, questa va elaborata considerando → il costo d’acquisizione dei suoli, se si ricorre a regole espropriative → costi di realizzazione delle opere pubbliche, con stima dedotta da costi parametrici Una volta effettuata la stima del costo di produzione delle opere pubbliche previste dal piano, si pone la questione del reperimento delle risorse per la realizzazione. I due canali finanziari di cui l’amministrazione comunale può disporre a tal fine sono dai proventi derivanti: imposta comunale sugli immobili concessioni onerose. La verifica di convenienza da parte del soggetto privato La perequazione cerca di risolvere ◊ il costo di acquisizione dei suoli da parte dell’amministrazione ◊ e la distribuzione del "plusvalore" generato dalle scelte del piano, ai privati. tale meccanismo deve basarsi su una verifica di convenienza, da parte del soggetto privato, proprietario/imprenditore, a cedere gratuitamente i suoli, poiché gli indicatori d'uso previsti dal piano si traducono in valore di scambio • questi devono garantire al proprietario/imprenditore un margine di profitto tale da rendere conveniente la cessione dei suoli METODOLOGIA ESTIMATIVA il criterio estimativo che consente di formulare un giudizio di convenienza economica è il valore di trasformazione; in base ad esso è possibile costruire un bilancio fondato sulla comparazione tra: → quanto egli può ricavare da un procedimento espropriativo → quanto può ricavare dalla cessione, nel mercato, delle superfici lorde con regole perequative. o deve verificarsi che il valore dell'area trasformata sia maggiore del valore dell'area nel suo stato attuale, ovvero la seguente condizione: Vt > Va dove Vt = Rt - (Ct + P)/St Va=Vi ► Vt, il valore del suolo a seguito della trasformazione; ► Va, il valore dell’area nello stato attuale ► Rt il ricavo totale derivante dal prezzo di mercato dei metri quadrati vendibili prodotti con la trasformazione; ► Ct il costo tot. di produzione della trasformazione, comprendente il costo di costruzione degli edifici privati ed il costo delle opere di urbanizzazione (standard e strade); ► P il profitto normale di impresa; ► St l'intera superficie territoriale omogenea Sc complessiva (STO) la superficie complessiva (riferita all’intera unità di suolo del distretto). ► Vi il valore derivante dall'indennità di esproprio ad esso relativa, calcolato secondo quanto previsto dal TU in materia di espropriazione per pubblica utilità Il valore dell'area trasformata è pertanto dato dalla differenza tra i ricavi totali, dedotti dai valori di mercato delle superfici lorde di pavimento immesse sul mercato e frutto dell'indice di edificabilità riconosciuto dal piano ed il costo totale, ovvero il costo di produzione, comprensivo dei costi di costruzione del manufatto edilizio, delle spese generali, ma anche del costo di realizzazione delle opere di urbanizzazione (strade e standard); → tale differenza viene divisa per l'intera superficie territoriale, deducendone il valore di mercato per ogni singolo metro quadrato. LA VALUTAZIONE DI UN INVESTIMENTO IMMOBILIARE Una decisione di investimento riguarda l’impiego di risorse economiche nel presente in vista di vantaggi futuri → Nel settore privato la decisione dell’investimento è riservata all’imprenditore, cui spetta il reperimento dei mezzi finanziari per realizzare l’investimento. Valutazione: analisi ricavi-costi ► l’analisi dei flussi di cassa netti; ► lo sconto ed il calcolo del valore attuale netto di tali flussi ► il calcolo di una serie di indici di rendimento, quali il tasso di rendimento interno. → Nel settore pubblico la decisione di investimento è riservata all’ente finanziatore, che decide di impegnare o meno risorse pubbliche. o si richiede la valutazione del progetto proposto. La decisione di investimento sarà basata su indicatori di efficienza economica del progetto calcolati sulla base all’analisi benefici-costi • Il finanziamento di un’opera da parte di un ente pubblico o con la partecipazione di esso coinvolge generalmente molti soggetti: Amministratori degli enti locali; Consulenti della pubblica amministrazione; Responsabili delle aziende che richiedono il finanziamento; Funzionari del governo. Istituti di credito. FATTORI DI RISCHIO (OPERAZIONI DI SVILUPPO IMMOBILIARE) ► Rischio amministrativo: Incertezza sulla tempistica e sulle caratteristiche del bene realizzabile ► Rischio ambientale: Incertezza associato ai costi e alle tempistiche connessi alle eventuali bonifiche ► Rischio tecnico-costruttivo: Incertezza sui costi e sulla tempistica per la realizzazione dell’immobile ► Rischio mercato: Non trovare utilizzatore/investitore o non ottenere livelli di canone/prezzi attesi nei tempi stimati ↓ Al fine di verificare la bontà dell’investimento, il developer o il promotore (il soggetto che intraprende l’iniziativa immobiliare) deve perciò valutare attentamente la natura e l’entità di tutti questi rischi. Le decisioni di investimento e fattibilità da parte di un operatore privato in un progetto, o dipendono dai risultati delle previsioni economico finanziarie e dalle attese di redditività connesse all’investimento stesso. La tecnica più frequentemente utilizzata per elaborare valutazioni economiche preventive è l’Analisi Costi-Ricavi -ACR- basata sui flussi di cassa attualizzati (discounted cash-flow analysis). ANALISI FINANZIARIA COSTI-RICAVI DEI FLUSSI DI CASSA Il criterio su cui si fonda la stima della redditività nell’analisi dei flussi di cassa (cash flows) è basato sull’attualizzazione → cioè sulla determinazione di un valore attuale dei flussi (ricavi meno costi). → Nell’ACR i flussi monetari sono rappresentati dalla differenza, in ogni periodo temporale, tra i ricavi dovuti alle vendite ed i costi di realizzazione. Questo incremento di ricchezza, valutato al momento iniziale, che l’operatore realizza grazie all’investimento, si definisce Valore Attuale Netto – V.A.N. → è il primo indicatore della redditività dell’operazione ed è la sommatoria attualizzata dei flussi di cassa. La redditività di un intervento è da ritenersi accettabile quando il VAN è positivo, cioè quando i ricavi attualizzati sono superiori ai costi. Tale indicatore non è però sufficiente nel determinare la soglia di accettabilità di un intervento. Il Tasso di Rendimento Interno – TIR • tiene conto del livello di capitale investito • è il tasso di interesse (o di sconto) determinato dal rendimento del capitale investito. Il TIR è quel tasso che annulla il VAN, ovvero quel tasso che rende equivalenti i flussi positivi e negativi di un intervento. Da un punto di vista pratico il TIR si ottiene per tentativi, ► procedendo al ricalcolo del VAN con i saggi i via via crescenti, fino ad ottenere un valore del VAN prossimo allo zero. Per valutare la fattibilità di un progetto occorre quindi valutare una serie di variabili quali: I tempi per i flussi di cassa (durata dell’intervento) I costi legati alla realizzazione e gestione dell’investimento (terreno; costo di costruzione; spese tecniche; OO.UU., spese di commercializzazione; oneri finanziari; tasse) i ricavi attesi dall’investimento (prezzi di vendita) il saggio di sconto impiegato per valutare il valore attuale del flusso di ricavi netti LA DURATA DELL’INTERVENTO: I TEMPI La scelta della durata dipende dal tipo di intervento e dalla quantità di volume/superficie realizzato. → Nel caso di immobili destinati alla vendita il tempo può variare da pochi anni (modesta dimensione) fino anche a 10 anni per interventi complessi e realizzati in lotti successivi. → Gli investimenti destinati alla locazione richiedono invece un orizzonte temporale più esteso (da 10-15 anni fino a 20-25 anni). Oltre alla durata occorre definire il periodo unitario di analisi uguale per tutta la durata in base a cui si costruiscono i flussi di cassa. (annuale, semestrale…) I COSTI LEGATI ALLA REALIZZAZIONE E GESTIONE DELL’INVESTIMENTO Il costo dell’area (o del suolo più il fabbricato dismesso ) è una delle componenti più significative Gli oneri di urbanizzazione Il costo di costruzione: procedimento sintetico Le spese tecniche e generali : progettazione e direzione lavori Le spese di commercializzazione Gli oneri finanziari e le tasse I RICAVI ATTESI DALL’INVESTIMENTO (PREZZI DI VENDITA) Occorre determinare il più probabile prezzo di mercato delle superfici vendibili . → Procedimento di stima sintetico: fonti dirette ed indirette Le fonti d’informazione sui valori immobiliari: fonti indirette Consulente Immobiliare: quotazioni semestrali Cresme (pubblicazione) (pubblicazione) Tecnocasa (pubblicazioni e siti locali) Gabetti: Gabetti Agency (pubblicazione) Ilsole24ore (pubblicazione) Nomisma: Osservatorio sul mercato Camere di Commercio (varie) Ministero delle Finanze: Osservatorio dei immobiliare (pubblicazione) Fiaip: Osservatorio immobiliare (www.fiaip.it) valori immobiliari (Agenzia delle Entrate) Scenari Immobiliari, Censis: Monitor Immobiliare (pubblicazione) Le fonti d’informazione sui valori immobiliari: le fonti dirette Contratti di compravendita Stime accettate (divisioni ereditarie) Perizie giudiziarie Inserzioni sulla stampa Stime delle Commissioni provinciali L.10/77 Annunci su siti internet IL SAGGIO DI SCONTO IMPIEGATO PER VALUTARE IL VALORE ATTUALE DEL FLUSSO DI RICAVI NETTI Il saggio di sconto da utilizzare è pari al rendimento netto di un investimento a rischio nullo di pari durata temporale. La soglia di accettabilità si ottiene aggiungendo al tasso di sconto alcuni punti percentuali come premio al rischio. Ad influenzare il valore del saggio di attualizzazione è il rischio dell’investimento: a saggi bassi corrispondono investimenti a basso rischio, a saggi elevati investimenti a rischio elevato. IL QUADRO DEI COSTI LA STIMA DEI RICAVI A partire dallo schema dei costi e dei ricavi è possibile sviluppare il flusso di cassa durante il periodo di sviluppo dell’operazione immobiliare allo scopo di esplicitare le entrate e le uscite I SALDI NETTI L’esito dei flussi di cassa (ricavi meno costi) è la stima dei saldi netti dell’operazione di sviluppo L’ATTUALIZZAZIONE ED IL VAN A partire dai saldi netti si procede alla stima dei saldi attualizzati attraverso il saggio di attualizzazione (1/1+r)n Coefficiente di attualizzazione I° anno: 1/(1+0,11)¹ = 1/1.11= 0,90 Saldo netto attualizzato al I° anno= 25.232.334 x 0,90 IL BUSINESS PLAN Il Business Plan, o Piano d’Impresa, è un documento per comprendere, attraverso una valutazione ex-ante, la fattibilità o meno di un’attività È il modo più corretto per porsi di fronte ad una nuova iniziativa in quanto: → consente di effettuare una verifica a priori della fattibilità o commerciale o economica o finanziaria dell’idea “imprenditoriale” accertando, con un processo razionale, la validità dell’idea ancor prima di avviarla per evitare quindi i rischi connessi alle scelte dettate solo dalle intuizioni e dall’entusiasmo → costituisce un prezioso strumento di programmazione e controllo della gestione. o La sua redazione richiede infatti uno sforzo di proiezione (3-5 anni) nell’ambiente e nel mercato di riferimento della futura attività, consentendo: la predeterminazione degli obiettivi commerciali, economici e finanziari la scelta delle strategie da adottare per il loro conseguimento. La struttura di massima di un buon Business Plan: 1. presentazione sintetica 6. piano delle immobilizzazioni 2. piano di marketing 7. fabbisogno finanziario 3. piano di vendita 8. flussi di cassa 4. piano di produzione 9. conto economico e stato patrimoniale 5. piano dei costi generali 10. conclusioni deve comunque contenere almeno le seguenti componenti fondamentali: il progetto di organizzazione aziendale la ricerca di mercato e il piano di marketing il piano economico e finanziario IL PIANO ECONOMICO E FINANZIARIO Serve a “tradurre” il proprio progetto in termini monetari. Questa parte rappresenta la verifica della fattibilità economica e finanziaria dell’idea imprenditoriale poiché ha lo scopo di: ► quantificare gli investimenti necessari per l’avvio dell’attività e le relative fonti di finanziamento che si ritiene di poter attivare; ► valutare la redditività della futura attività; predeterminare l’eventuale fabbisogno finanziario da coprire con l’indebitamento bancario o con altre fonti. → Serve a valutare la fattibilità economica e finanziaria dell’idea imprenditoriale. In particolare, esso serve a: definire il piano degli investimenti necessari per avviare l’attività elaborare un piano delle fonti di finanziamento consentire una valutazione della redditività del business attraverso la programmazione dei ricavi e dei costi dei primi anni di attività (conti economici preventivi) stimare la situazione patrimoniale dell’impresa (attività e passività) con riferimento ai primi anni di attività (stati patrimoniali preventivi); programmare i flussi finanziari dell’impresa dai quali deriva la previsione dei fabbisogni di liquidità, e il loro grado di copertura da parte delle fonti iniziali di finanziamento e degli incassi derivanti dalle vendite e, di conseguenza, l’eventuale fabbisogno finanziario residuo da coprire con l’indebitamento (budget dei flussi di cassa); 1- IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI È l’elenco degli investimenti “fissi” necessari per avviare l’attività oggetto dell’idea imprenditoriale, con l’indicazione del loro costo → acquisto immobili e/o loro ristrutturazione, avviamento, impianti, macchinari, attrezzature, autoveicoli, mobili, macchine ufficio, software, licenze commerciali, brevetti, spese di costituzione della società ecc. Spese di investimento 1° anno 2° anno 3° anno Totale Acquisto e/o ristrutturazione dell'immobile o affitto Studi di fattibilità, progettazione direzione lavori Mobili e arredo Acquisto macchine per ufficio (PC, etc.) Acquisto software Progettazione e realizzazione sito internet Quote assicurative 2- IL PIANO DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO La realizzazione di qualunque piano di investimenti richiede la ricerca della necessaria copertura finanziaria. Fonti di finanziamento: ► capitale proprio (capitale sociale nelle società) o mezzi propri, o “capitale di rischio”; ► contributi a fondo perduto, assimilabili al capitale proprio in quanto non soggetti a restituzione (“fondo perduto”); ► indebitamento, o mezzi di terzi o fonti esterne. ► a eventuali prestiti da parte dell’imprenditore o dei soci stessi (o di familiari ed amici) a favore della costituenda impresa, che si riscontra spesso nella fase di avvio dell’attività nelle aziende di piccole dimensioni Tipo di fonte 1° anno 2° anno 3° anno Totale Capitale proprio o mezzi propri o capitale di rischio Prestito soci Credito commerciale (debiti verso fornitori) Finanziamenti agevolati (Legge…) Finanziamenti bancari Utili esercizi precedenti Altre fonti di finanziamento 3- IL CONTO ECONOMICO PREVENTIVO Consente la misurazione del risultato economico atteso (utile o perdita) cioè della redditività dell’attività, che scaturisce dal confronto, in ciascun esercizio (anno) dei ricavi (obiettivo) e dei costi (previsti) della gestione aziendale. ∏= Rt - Ct Reddito = Ricavo totale – costo totale, ossia, Reddito = (prezzo x quantità venduta) – costo totale I ricavi aziendali rappresentano il corrispettivo delle vendite fissate come obiettivo per ciascun esercizio, indipendentemente dalla data prevista per il loro incasso. I costi rappresentano il valore delle risorse da impiegare in ciascun esercizio, prescindendo dalla data prevista per il loro pagamento. Nell’indicare i costi nei conti economici preventivi del Business Plan, è opportuno distinguerli nelle categorie dei “costi fissi” e dei “costi variabili” → I ricavi da indicare nel conto economico relativo a ciascuno dei primi anni futuri di vita dell’attività scaturiscono dal piano di marketing (analisi di settore e ricerca di mercato) → Il piano di vendita è infatti funzione dei prezzi stabiliti, delle fasce di mercato individuate, delle politiche promozionali; esso fissa i quantitativi di vendita anno per anno ANALISI COSTI/BENEFICI - VALUTAZIONE DI PROGETTI PUBBLICI L’analisi costi-benefici (ACB) si riferisce all'insieme delle tecniche per la valutazione di progetti basate sulla comparazione di tutti i costi e i benefici che sono direttamente o indirettamente connessi ai progetti stessi • In ogni caso si adopera nella valutazione di progetti pubblici e grandi opere Il progetto di fattibilità tecnico-economica: ► individua, tra più soluzioni possibili, quella che esprime il rapporto migliore tra costi e benefici per la collettività in relazione alle esigenze da soddisfare e alle prestazioni da fornire; ► sviluppa, nel rispetto del quadro delle necessità, tutte le indagini e gli studi necessari per la definizione degli aspetti di cui al comma 1; ► individua, con le relative stime economiche, le caratteristiche dimensionali, tipologiche, funzionali e tecnologiche dei lavori da realizzare, compresa la scelta in merito alla possibile suddivisione in lotti funzionali; ► consente, ove necessario, l’avvio della procedura espropriativa; ► contiene tutti gli elementi necessari per il rilascio delle autorizzazioni e approvazioni prescritte; ► contiene il piano preliminare di manutenzione dell’opera e delle sue parti. ANALISI: 1. introduzione 2. gli approcci 3. la metodologia operativa INTRODUZIONE L’Analisi Costi Benefici -ACB- è un metodo per valutare gli effetti finanziari e/o economici derivanti dalla realizzazione di progetti di investimento. Si confrontano: → beni e servizi ottenibili da un progetto di investimento per tutta la sua durata (benefici) → con beni e servizi che occorre utilizzare per la realizzazione e l’esercizio del progetto (costi) GLI APPROCCI Nell’ambito dell’ACB esistono approcci diversi in funzione del punto di vista con il quale si analizza il piano/progetto, i principali sono: ► analisi finanziaria ► analisi economica L’Analisi Finanziaria: Costi-Ricavi • L’approccio è quello di carattere privatistico-imprenditoriale (criteri di efficienza finanziaria) • L’obiettivo è la massimizzazione del profitto (differenza ricavi costi) • Il riferimento è ai prezzi di mercato • La valutazione consiste nel confrontare, per tutte le alternative (anche quella del non intervento): o i costi occorrenti alla realizzazione dell’opera [si considerano anche le tasse, le imposte (IVA, IRPEF, etc.), gli interessi sui capitali, etc.* o i rientri finanziari che l’esercizio dell’opera produrrà durante la sua vita utile L’analisi economica • L’approccio è quello di carattere pubblico • L’obiettivo è la massimizzazione del benessere sociale (criteri di efficienza economica) • Il riferimento è ai prezzi ombra • La valutazione, effettuata dal punto di vista della collettività, consiste nel confronto tra: o i costi di investimento a carico della collettività (nell’analisi economica, le voci di costo non vengono considerate) o i benefici (diretti ed indiretti) di cui la collettività potrà godere dopo la realizzazione LA METODOLOGIA OPERATIVA DELL’ACB Orizzonte temporale Qual è l’orizzonte temporale da prendere in considerazione per la valutazione del progetto? ► Quando l’ACB si applica a progetti di investimento in genere si applica un orizzonte temporale dettato dalla vita economica dell’investimento. o Per esempio, per infrastrutture quali strade, ponti, porti, in genere si considera come «vita economica» un periodo tra i 30 e i 50 anni (anche se alcune infrastrutture possono durare anche di più) → identificazione delle alternative progettuali (analisi della domanda) o Se il progetto prevede un’unica alternativa, va sempre considerata l’alternativa del “senza” progetto → stima dei costi o costi di realizzazione del progetto o costi di esercizio I costi vanno stimati per tutti gli anni di vita economica del progetto, al termine dei quali vi può essere un valore residuo → stima dei benefici o I benefici prodotti dalla realizzazione di un progetto possono essere di diverso tipo: benefici diretti benefici indiretti → confronto o Per rendere confrontabili costi e benefici occorre renderli omogenei, ovvero occorre riportarli ad un unico momento temporale, generalmente il momento iniziale di avvio del progetto (tempo zero) o L’attualizzazione si ottiene mediante un fattore detto saggio di attualizzazione r ↓ La scelta di r dipende dal punto di vista da cui si esamina il progetto Nel caso di investimenti privati il tasso è quello di mercato Nel caso di investimenti pubblici si adotta il tasso fissato dalla Pubblica Amministrazione ATTUALIZZAZIONE Il valore che si assegna ad r è molto importante poiché: influenza, in modo anche determinante, il confronto fra scenari alternativi; permette di giudicare una ipotesi di intervento conveniente o non conveniente rispetto allo scenario di non intervento. Il valore da assegnare a r costituisce una scelta politica che deve essere fatta dallo Stato in una visione generale degli interessi della collettività. La Commissione Europea, nel “Regolamento di Esecuzione (UE) 2015/207”, del 20 gennaio 2015, ha stabilito un tasso di attualizzazione sociale del 3%. Una volta resi omogenei Benefici e Costi, esistono diversi criteri di scelta: • Valore Attuale Netto VAN • Tasso Interno di Rendimento TIR • Rapporto Benefici/Costi B/C IL VALORE ATTUALE NETTO - VAN Un progetto, per essere economicamente conveniente, deve avere un VAN positivo, mentre tra due o più progetti alternativi è preferibile quello con un VAN maggiore Il Valore Attuale (VA) indica quanto vale una somma di flussi futuri se si prende in considerazione il valore finanziario del tempo, considerando che: Un € oggi vale più di un € domani; Un € sicuro vale più di un € rischioso. Il Valore Attuale Netto calcola il valore attuale (di oggi, per intenderci) di una serie di flussi di cassa (entrate – uscite) generati in periodi futuri (che si presumono della stessa ampiezza, quali ad esempio, semestri o anni) attraverso l'utilizzo di un tasso di sconto (o meglio di un tasso di attualizzazione) ll Valore Attuale Netto rappresenta la ricchezza incrementale generata da un investimento. ► È “netto” in quanto tiene in considerazione gli esborsi necessari per attuare il piano di investimento, e non solo i flussi in entrata generati dall’investimento stesso. ► Il VAN si calcola come la somma algebrica di tutti i flussi di cassa attualizzati generati dal progetto di investimento considerato. modalità di calcolo 1. Si prevedono i flussi di cassa futuri generati dal progetto di investimento per ciascun anno di esistenza del progetto stesso. 2. Si determina il tasso di attualizzazione. 3. Si scontano a tale tasso i flussi futuri, anno per anno. 4. Si sommano tutti i flussi attualizzati (ottenendo così il Valore Attuale dell’investimento). 5. Si sommano algebricamente: a. il Valore Attuale dei flussi futuri b. l’investimento iniziale (cioè il flusso negativo in uscita che rappresenta l’esborso effettuato per attuare il piano di investimento) → ottenendo così il Valore Attuale Netto. → Qualora il rapporto Costi » Benefici risulta superiore o uguale all’unità, il progetto è conveniente TASSO INTERNO DI RENDIMENTO - TIR Il Saggio di Rendimento Interno è quel valore del saggio che rende nullo il VAN e che quindi rende uguali i valori attualizzati dei costi e dei benefici di un progetto. Un progetto sarà accettabile se il TRI non risulterà inferiore al saggio di riferimento predeterminato; tra progetti alternativi, verrà preferito il progetto con il TRI più alto. LO SVILUPPO SOSTENIBILE Obiettivo di ogni progetto La progettazione ha come fine fondamentale la realizzazione di un intervento di qualità e tecnicamente valido, nel rispetto del miglior rapporto fra i benefici e i costi globali di costruzione, manutenzione e gestione. La progettazione è informata a principi di sostenibilità ambientale nel rispetto, tra l'altro, della minimizzazione dell'impegno di risorse materiali non rinnovabili e di massimo riutilizzo delle risorse naturali