Italica9RO1R6SULQJ Chapter 6 examines Dante’s treatment of sloth (a subject relatively underexplored by scholars), demonstrating its importance within Dante’s moral vision and within contemporary medieval ethics. Corbett shows that both the “acute fervor” (“fervore aguto”, Purg. 18.106) of the purgatorial slothful and Virgil’s doctrinal speeches (given to a Dante who is exhausted yet still zealous for knowledge, Purg. 17-18) are remedies for sloth. Chapter 7 – a close reading of the terrace of avarice – argues that Dante, in line with medieval understandings, foregrounds love of one’s children as “a particularly insidious occasion” for avarice (169); this is exemplified in Hugh Capet’s speech (Purg. 20; Corbett thus also demonstrates the spiritual dimension of a speech traditionally seen solely as political polemic). Corbett argues (chapters 6-7) that Dante dramatizes not only pride as one of his own particular vices, but also – partly through his treatment of Statius – sloth (a vice particularly associated with scholars and the contemplative life) and avarice, or rather, its subspecies and opposite vice, prodigality. Dante, in dramatizing his own sinfulness and the mechanics of rehabilitation, models a process of conversion for the reader. This outline does not, of course, do justice to the richness of Corbett’s arguments and approach. Among the book’s many strengths is the way it opens up possibilities for future research. It would be fruitful to apply Corbett’s methodology – reading moral regions as formal structural units – to the Commedia as a whole, while Corbett shows, through example, the value of investigating the lived practices that shaped Dante’s worldview, practices familiar to Dante’s contemporary audience, but that we, as twentyfirst-century readers, need to reconstruct in order to reach a deeper understanding of Dante’s poem. HELENA PHILLIPS-ROBINS University of Cambridge [hcp34@cam.ac.uk] Marco Marino e Domenico Palumbo. La Divina Commedia per Stranieri – Inferno. Roma: Edizioni Edilingua, 2020. Ci si è sempre interrogati, da insegnanti di lingua e letteratura italiana per stranieri, sulle strategie di utilizzo della pagina di letteratura in una classe di discenti di lingua L2/LS. I manuali attualmente in commercio, nel presentare brani di scrittori italiani, si focalizzano sul retroscena storico-culturale al 198 Italica9RO1R6SULQJ fine di collocare l'autore e l'opera nel giusto contesto di riferimento: seppur distinti per taglio e profondità, presentano la medesima attenzione ai contenuti, il che rende questi manuali adatti a discenti che vantano una competenza linguistica alta o un forte interesse per l'autore. Per questo, ci si interroga sul 'se' e il 'come' portare un autore come Dante in classe, considerato che, alla difficoltà del contenuto, si aggiunge la difficoltà interpretativa del registro poetico. Nonostante questo, la richiesta esplicita da parte di certi studenti riaccende regolarmente la questione. Più concretamente, la domanda che ci si pone è come fare della pagina di letteratura un ‘evento comunicativo’ capace di generare lingua in qualsiasi classe di italiano, dal livello elementare a quello avanzato. La Divina Commedia per stranieri – Inferno, di Marco Marino e Domenico Palumbo, si inserisce a pieno titolo in questo ambito delicatissimo dell'insegnamento della letteratura italiana per studenti stranieri. L'obiettivo del volume – esplicitamente dichiarato dagli autori – è proprio quello di rispondere ad una lacuna presente nel panorama dell'editoria italiana L2 in particolare di ambito universitario: ad oggi un testo specifico sull'opera di Dante, un testo che sia fruibile anche da parte di una platea di discenti non in possesso (pieno) delle necessarie conoscenze linguistiche che siano funzionali alla comprensione della poetica dantesca e consentano di creare un legame tra il mondo di Dante e la realtà dell'Italia contemporanea. Appare evidente la genesi dell'opera, frutto dell'esperienza dei due autori, maturata in corsi universitari di italiano L2, che si definisce anche nella struttura del volume in cui nove canti dell'Inferno danno forma ad altrettante unità didattiche (canti I, II, III, V, VI, X, IXX, XXVI, XXXIV), selezionati in base alla maggiore possibilità di richiami culturali con l'Italia del 2020. Questa intenzione è resa esplicita anche dalla scelta di accompagnare ad ogni canto una domanda introduttiva, presente già nell'indice, allo scopo di attirare l'attenzione dello studente, avvicinandolo all'opera tramite interrogativi che possono far riferimento anche alle sue più comuni esperienze personali (ad esempio, “Sesso o amore?” per il canto 6 o “Mi riveli il futuro?” per il canto X). Le nove unità didattiche sono strutturate in modo da costituire un percorso graduale di avvicinamento al testo dantesco originale; ogni canto è infatti presentato in due versioni, distinte graficamente 199 Italica9RO1R6SULQJ e diverse per difficoltà linguistica: la prima unità didattica, quella contraddistinta dalla bordatura in rosso, segue la struttura che va dalla globalità al lavoro sul testo; introduce il tema attraverso un corredo iconografico che richiama lo studente ad una immediata partecipazione attiva. Inoltre, la messa in evidenza di parole chiave e le attività sul testo lo aiutano ad entrare agevolmente nel contenuto del canto che è stato riadattato per studenti di livello B1+ del QCER; il corollario laterale di richiami, sottolineature e glossari, senza tralasciare le evidenziazioni in grassetto, che funzionano come collegamenti ipertestuali al testo originale, fanno di questa unità didattica un’occasione per un approfondimento della cultura contemporanea italiana – visti i riferimenti espliciti a film, canzoni, opere d'arte, tradizioni italiane e tematiche squisitamente culturali – il che la rende utilizzabile efficacemente in classi di livello avanzato. A questa unità didattica segue l'altra, bordata in blu, che ripropone lo stesso canto della Commedia, ma stavolta nella lingua originale: gli apparati laterali sono più tecnici, i rimandi non sono più culturali ma di richiamo ad altre opere letterarie, il lavoro sul testo richiede allo studente di contestualizzare, interpretare, approfondire. Questa unità didattica, per la difficoltà della lingua, è utilizzabile evidentemente solo da parte di quegli studenti che hanno già raggiunto almeno il livello di italiano C1 del QCER. Una dei punti di forza del testo è la flessibilità collegata alla sua duplice finalità, avendo il docente la possibilità di utilizzare in classe la sola unità didattica di livello più elementare (quella bordata in rosso), facendo dell'altra (quella bordata in blu) uno strumento esperienziale, per esempio di ascolto rispetto alle sonorità della lingua di Dante, o un esercizio di consolidamento dell’italiano, per esempio usando le pagine di approfondimento. Tutte le unità didattiche terminano con una prova di verifica che, oltre a rafforzare la conoscenza del messaggio dantesco, porta all'interpretazione e all'anticipazione, rendendo di fatto l'intero percorso un'occasione di esercizio attivo. Utile strumento è, infine, il glossario inserito a fine volume, comprendente le parole più ostiche, divise per canto e presentate in ordine di apparizione. Seppur concepito per un pubblico prevalentemente universitario, il testo ben si presta anche all’utilizzo in classi di studenti adulti, caratterizzati da una cultura di base medio-alta e ‘curiosi’ rispetto alla realtà letteraria dell’Italia, così come ai tratti della cultura 200 Italica9RO1R6SULQJ contemporanea. Gli spunti di conversazione risultano, poi, ricchi e stimolanti. La sezione blu, inoltre, appare particolarmente adatta, nel caso di studenti di livello C1, a favorire approfondimenti su specifici temi quali le sfumature linguistiche, il contributo letterario alla lingua che si parla ancora oggi, l'origine storica di talune espressioni. Nel dettaglio, colpisce la capacità del testo di indurre lo studente a fornire il suo apporto personale, servendosi delle proprie conoscenze pregresse nel campo della letteratura, della politica e dell’arte, creando, laddove non siano già presenti nel volume, parallelismi tra le pagine lette e l'universo artistico e socio-culturale italiano. In quest’ottica, il volume si configura, pertanto, come uno strumento idoneo a facilitare nello studente il passaggio da discente attivo a discente protagonista della lezione stessa. La struttura delle unità didattiche, l'idea di far avvicinare gradualmente lo studente alle pagine dantesche, attivando in lui spunti di paragone attraverso riferimenti culturali alla contemporaneità, ma soprattutto la sua flessibilità di uso, nonché la possibilità di poter utilizzare anche solo singole sezioni del libro, fanno di questo manuale uno strumento originale, valido e certamente versatile. LAURA NIEDDU Université Lyon 2 [Laura.Nieddu@univ-lyon2.fr] Angelo Manitta (a cura di). Nuovi itinerari danteschi. Castiglione di Sicilia: Il Convivio Editore, 2021. Il curatore di questo volume, noto autore di una lunga serie di opere di poesia e saggistica, tra cui il monumentale poema Big Bang. Canto del villaggio globale (Il Convivio Editore 2018, pp. 812) e il pionieristico La botanica di Dante. Piante erbacee nella “Commedia” (Il Convivio Editore, 2020, pp. 311), propone al lettore i contributi di venticinque studiosi. L’obiettivo di questo lodevole progetto editoriale di approfondimento in direzioni e prospettive inedite è di contribuire, spiega Angelo Manitta, “con un proprio tassello allo scandaglio dell’opera di Dante, da cui ogni lettore (occasionale o accademico) possa trarre un qualche stimolo per continuarlo a ‘leggere’ (in un’epoca completamente diversa da quella medievale, ma che ancora ne perpetua un interesse che non conosce né spazio né tempo), attratto da quel mondo fantastico e fantasioso che il poeta 201