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09 VITICOLTURA - La difesa fitosanitaria della vite, Le principali malattie crittogamiche - Corso Tempio 19-03-2019

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S.U.T. Anglona
La difesa fitosanitaria della
CRITTOGAME
vite
INSETTI
Peronospora
Oidio
Muffa grigia
Marciume acido
Mal dell'esca
Escoriosi
Eutipiosi
Tignoletta
Cocciniglie
Cicaline
Tripidi
acari
Ragnetti
Eriofide dell'erinosi
Eriofide dell'acariosi
Dr. Gian Mario Poddighe
Infezione primaria di peronospora
pagina superiore:
macchie d'olio
pagina inferiore:
muffa che propaga l'infezione
Infezione primaria di peronospora
Infezione primaria di peronospora
Infezione primaria di peronospora
Infezione dell'infiorescenza
Attacco sul rachide del grappolino che
si incurva a S
Infezione dell'infiorescenza
Infezione in regressione
Peronospora a mosaico
(Infezione secondaria)
Peronospora larvata
La malattia
La peronospora è una malattia
secondaria per la Sardegna
L’assenza di un clima fresco e molto
umido ne ostacola lo sviluppo
epidemico
Può essere pericolosa in situazioni
ambientali particolari
Considerazioni sulla difesa
Una razionale strategia di
difesa si basa su:
Conoscenza del processo infettivo e
delle condizioni ambientali che lo
influenzano
Scelta di mezzi di lotta appropriati
L’agente patogeno
È causata da Plasmopara viticola
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Oospore entro i tessuti fogliari
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In primavera germinano e
producono sporangi
L’agente patogeno
È causata da Plasmopara viticola
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O
Conidiofori liberi ramificati ad
angolo retto con sporangi
Gli sporangi
contengono le
zoospore
provviste di
flagelli
Il ciclo biologico
Gli sporangi
vengono diffusi
sulla vegetazione
dagli schizzi
d’acqua
PRIMAVERA
Infezioni primarie
Le zoospore germinano
e penetrano attraverso
gli stomi in presenza di
bagnatura
Le oospore
germinano se il
terreno rimane
bagnato
AUTUNNO
Con tempo umido
sporula sulla pagina
inferiore delle foglie e
sui grappoli verdi
Infezioni
secondarie
Le oospore sono
prodotte sulle foglie
nella tarda estate
Foglie infette
Grappoli
infetti
ESTATE
INVERNO
Le oospore
svernano sulle
foglie cadute
a terra
Gli sporangi prodotti su
foglie e grappoli sono
dispersi dall’acqua e
causano nuove
infezioni
Il fungo
invade i
tessuti verdi
(foglie e
grappoli) e
causa i
sintomi
Ciclo biologico della peronospora della vite
Lo sviluppo epidemico
In condizioni ambientali favorevoli:
Produzione di una gran quantità d’inoculo
alla fine di ogni ciclo
Brevità del periodo d’incubazione (4 giorni)
Possibilità di dare origine a sviluppi
epidemici molto gravi a partire da poche
macchie iniziali
Biologia della peronospora
Infezioni primarie (primaverili)
Germogli di almeno 10 centimetri
Temperatura media delle 24 ore superiore
ai 10 °C
Piogge di almeno 10 mm nelle ultime 24-48
ore
Possibili infezioni estive (secondarie) in
caso di periodi umidi o piovosi
Fasi fenologiche
critiche
Grappoli separati
Fine fioritura
do di incubazione (dall'infezione alla comparsa dei primi
ni con 26 °C di temperatura e alta umidità atmosferica
rni con 14 °C di temperatura e bassa umidità atmosferica
Periodo di latenza (dall'infezione alla
comparsa della muffa)
Le strategie di lotta
Lotta guidata
Tiene in considerazione:
Biologia del patogeno
Condizioni ambientali e climatiche
Caratteristiche degli
antiperonosporici
Rischio infezione legato all’andamento climatico
N° trattamenti elevato solo in annate o zone in cui il
clima è favorevole alle infezioni
La lotta guidata
Durata periodo
d’incubazione di
Plasmopara viticola
BASATA SU:
Calcolo del periodo
d’incubazione giornaliero
in base a temperatura
ed umidità relativa
Giorni
Regola dei 3-10
UR bassa
UR alta
Temperatura media °C
La lotta guidata
La lotta guidata
EVENTI INFETTANTI:
Regola dei 3-10 per le infezioni primarie
Pioggia (anche pochi mm) o bagnatura
prolungata della vegetazione (3 o più ore)
per le infezioni secondarie
Vite da vino
MALATTIE (desease)
Peronospora (Plasmopara viticola)
Oidio (Uncinula necator)
Muffa grigia (Botritys cinerea)
DSS
•Modelli empirici
•Modelli meccanicistici
Malattie - Modelli meccanicistici
METEO
DATI di BASE
• Temperatura: oraria e
giornaliera
• Umidità Relativa
dell’aria: IDEM
• Precipitazioni
• Bagnatura fogliare
Vite.net
Horta
+
•
•
•
•
AGRO
Fase fenologica
Suscettibilità varietale
Pratiche colturali
«Storia» vigneto
Confronto con
ESIGENZE DEL
PATOGENO
Lotta guidata
TRATTAMENTI:
 In seguito ad un evento infettante
 Allo scadere del periodo d’incubazione con prodotti
di copertura
 Entro il 40% del periodo d’incubazione con prodotti
endoterapici
 Rispettando la persistenza del prodotto utilizzato in
precedenza
Validi eventi infettanti
dopo:
3-5 gg per prodotti copertura
9-11 gg per prodotti
Lotta guidata
TRATTAMENTI:
 Non utilizzare intenzionalmente i prodotti in modo
curativo
 Trattare prima dell’evento infettante facendo
riferimento alle previsioni meteo su scala locale
 Persistenza del prodotto: se il rischio epidemico è
elevato ed è in arrivo una perturbazione è meglio
anticipare il trattamento
Lotta guidata
TRATTAMENTI CAUTELATIVI
Anche in assenza di eventi infettanti, in
corrispondenza degli stadi fenologici:
grappolini separati – pre fioritura – allegagione
Strategia guidata
Regola 3-10
Allo scadere
del periodo
d’incubazione
Grappoli visibili
(lunghezza 10 cm)
p.a. copertura
tradizionali
non rameici
N° trattamenti in ogni fase legato al verificarsi di eventi infettanti
In base alla
presenza o
Prima dell’evento infettante
assenza di
malattia in
vigneto
Pre fioritura
Allegagione
p.a. con spiccate capacità
di penetrazione e/o
traslocazione
Chiusura grappolo
Invaiatura
p.a. con
elevata affinità
per le cere
cuticolari
rameici
Strategia guidata
Fondamentale la tempestività del trattamento
Agibilità del vigneto (meglio se inerbito)
Disponibilità di macchine e manodopera
proporzionate alle dimensioni aziendali
Fondamentale l’efficienza delle macchine
Taratura degli atomizzatori, corretto posizionamento
degli ugelli e loro pulizia
Velocità di avanzamento
La difesa 1879
Mezzi Chimici
Trattamenti con fungicidi
antiperonosporici
Gli antiperonosporici disponibili sul mercato
sono numerosi e hanno caratteristiche molto
diverse tra loro
È necessario conoscerle per poter sfruttare
appieno le potenzialità ed evitare un uso
improprio con relativo calo di efficacia
9 microrganismi
31 antiperonosporici
23 antioidici
15 antibotritici
10 più malattie
È necessario conoscerle per poter sfruttare appieno le
potenzialità ed evitare un uso improprio con relativo
calo di efficacia
Dipartimento di
Fungicidi di copertura tradizionali
Hanno determinato un approccio alla
difesa di tipo cautelativo
Formano una barriera protettiva sulla
superficie esterna degli organi vegetali
impedendo l’instaurarsi dell’infezione
Hanno azione
preventiva
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prodot
Non si
ridistribuiscono
nei tessuti
Non proteggono la
nuova
vegetazione
Vengono
facilmente dilavati
e degradati
mm
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g
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P
Fungicidi di copertura tradizionali
Hanno determinato un approccio alla
difesa di tipo cautelativo
La protezione dura 7-10 giorni
L’intervallo più breve deve essere garantito in
condizioni ambientali favorevoli e quando
l’allungamento dei tralci è più rapido
I trattamenti devono essere tempestivi
Fungicidi di copertura tradizionali
RAMEICI: (4 Kg/ha anno max 28 x 7 anni)
Fitotossici (tempo fresco e umido – fioritura e
allegagione) consigliati nella seconda parte della
stagione vegetativa
Solfati: persistenti ma più fitotossici – maggiore
acidità, maggiore prontezza azione, minore
persistenza
Ossicloruri: meno persistenti e meno fitotossici
Idrossidi: maggiore prontezza d’azione ma
minore persistenza e maggiore fitotossicità
Fungicidi di copertura tradizionali
RAMEICI – nuove formulazioni:
Efficaci a dosaggi inferiori di rame metallo
Micronizzazione e microcristallizzazione delle
particelle di rame che aumentano il rilascio dello
ione a parità di volume (fitotossicità)
Coformulanti che migliorano l’uniformità di
copertura e l’adesività (resine estratte dall’olio
di pino)
Associazioni tra diverse forme di rame
(ossicloruro e idrossido)
Fungicidi di copertura tradizionali
Ditiocarbammati (mancozeb, metiram, maneb
propineb):
Assenza di fitotossicità e prontezza d’azione
Determinano il lussureggiamento della vegetazione
favorendo il mal bianco e la muffa grigia
Sono tossici verso gli acari predatori (fitoseidi)
Folpet:
Molto resistente al dilavamento (preferibile in presenza di
piogge intense e continue)
Efficace anche contro muffa grigia ed escoriosi
Fungicidi endoterapici
Hanno indirizzato l’impostazione della
difesa verso interventi mirati
Penetrano all’interno dei tessuti vegetali dove
si sviluppa l’infezione e si ridistribuiscono nei
tessuti stessi
Hanno azione
curativa
Svincola dalla
tempestività del
trattamento
La ridistribuzione
Sfuggono alla
varia da poche
degradazione e al
cellule a interi
dilavamento
organi
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1-2 ore
è variabile
Fungicidi endoterapici
Citotropici
Migrano nei primi strati di cellule
Non proteggono la nuova vegetazione
La protezione dura 7-10 giorni
Cimoxanil:
Translaminare, migra da una pagina all’altra della
foglia
Ha un’azione preventiva brevissima (3 giorni)
Solo in miscela con prodotti di copertura e/o sistemici
Fungicidi endoterapici
Sistemici
Migrano nei vasi xilematici
Proteggono la nuova vegetazione
La protezione dura 12-14 giorni
Fosetil di alluminio ‘’Fosfito di K’’
L’unico sistemico che si muove sia verso l’alto che
verso il basso
Fungicida e induttore di resistenza nella pianta(fenoli
epolifenoli).
Scarsa prontezza d’azione, non viene assorbito e/o
traslocato nei grappoli (formulazioni triple)
Fungicidi endoterapici
Sistemici
Migrano nei vasi xilematici
Proteggono la nuova vegetazione
La protezione dura 12-14 giorni
FENILAMMIDI (metalaxyl e benalaxyl):
Assorbiti e traslocati rapidamente si muovono solo
verso l’alto
Enantiomeri attivi: metalaxyl-M, benalaxyl-M:
Dose dimezzata rispetto ai capostipiti
Ridomil gold – fanatic - eucrit
Fungicidi endoterapici
Problematiche
Azione curativa limitata alle prime fasi
del ciclo d’infezione
Indicazioni approssimative:
1-2 gg per il cymoxanil / 4 gg per il metalaxyl
La retroattività deve essere commisurata alla
percentuale trascorsa del periodo di incubazione
Il trattamento è valido entro il 40%
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Fungicidi endoterapici
Problematiche
Protezione della nuova vegetazione
commisurata alla velocità di
accrescimento del germoglio
Solo per i sistemici:
Se il tralcio si allunga rapidamente il p.a. si
diluisce eccessivamente fino a raggiungere dosi
inefficaci sui nuovi tessuti
Il periodo di protezione si riduce a 10-12 gg
Fungicidi endoterapici
Problematiche
Dipendenza dalle fasi fenologiche e
dall’andamento climatico
I sistemici offrono le migliori prestazioni nel
periodo di più intensa crescita vegetativa con
temperature adeguate
Ad inizio stagione l’assorbimento e la
traslocazione possono essere molto ridotti anche
per effetto delle basse temperature
L’assorbimento e la traslocazione negli acini in
accrescimento e nelle foglie senescenti è sempre
difficile e di solito parziale
Fungicidi endoterapici
Problematiche
L’azione curativa di tali prodotti ha
consentito una riduzione dei trattamenti
La fiducia eccessiva nell’azione curativa ha
spesso evidenziato in condizioni ambientali
critiche una minore efficacia rispetto
all’impostazione preventiva della difesa
Fungicidi nuova generazione
I limiti degli interventi curativi hanno indotto
all’uso preventivo dei nuovi antiperonosporici
(corroborato dalla loro azione curativa)
I limiti di assorbimento hanno indirizzato la ricerca
verso molecole con minore capacità di movimento
Sistemia locale
Mesostemia
Fungicidi nuova generazione
Sistemia locale:
La molecola migra nei vasi xilematici a coprire
l’intera foglia, mentre il movimento lungo il
germoglio può essere limitato o assente
Il tempo di protezione è di 10-12 giorni
Dimetomorf: (Forum)
Il primo nuovo antiperonosporico
È dotato di azione preventiva e curativa
Fungicidi nuova generazione
Mesostemia:
La molecola ha la capacità di ridistribuirsi
esternamente sulla vegetazione non raggiunta dal
trattamento in fase liquida o di vapore
Proteggono entro certi limiti la nuova
vegetazione
Lipofilia:
La molecola ha la capacità di legarsi tenacemente
alle cere della cuticola resistendo al dilavamento e
permanendo a lungo sulla superficie trattata
Proteggono molto bene il grappolo che
ha uno strato ceroso più consistente
Fungicidi nuova generazione
Di copertura a lunga persistenza a prevalente
AZIONE PREVENTIVA
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2
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Prote
In grado di penetrare e traslocare con diversa
efficienza entro i tessuti in percentuali diverse
Azione curativa secondaria
La classificazione dei fungicidi
Non è più possibile attuare una netta distinzione
tra fungicidi di copertura, citotropici e sistemici
Molti dei nuovi fungicidi posseggono tutte queste
proprietà in una sola molecola
Classificazione meno schematica e più articolata
La classificazione dei fungicidi
fosetil AL
metalaxyl, benalaxyl
cimoxanil
dimetomorf
iprovalicarb, bentiavalicarb
fluopicolide
valifenalate
mandipropamid
strobilurine
fenamidone
famoxadone
ciazofamide
zoxamide
La classificazione dei fungicidi
Spiccata sistemia
acropeta
Vari livelli di
penetrazione nei
tessuti:
translaminarità
sistemia locale
sistemia acropeta
parziale
fosetil AL
metalaxyl, benalaxyl
cimoxanil
dimetomorf
iprovalicarb, bentiavalicarb
fluopicolide
valifenalate
mandipropamid
strobilurine
fenamidone
famoxadone
ciazofamide
zoxamide
La classificazione dei fungicidi
Spiccata sistemia
acropeta
Vari livelli di
penetrazione nei
tessuti:
translaminarità
sistemia locale
sistemia acropeta
parziale
Non penetrano nei
tessuti
fosetil AL
metalaxyl, benalaxyl
cimoxanil
dimetomorf
iprovalicarb, bentiavalicarb
fluopicolide
valifenalate
mandipropamid
strobilurine
fenamidone
famoxadone
ciazofamide
zoxamide
La classificazione dei fungicidi
Spiccata sistemia
acropeta
Vari livelli di
penetrazione nei
tessuti:
translaminarità
sistemia locale
sistemia acropeta
parziale
Non penetrano nei
tessuti
fosetil AL
metalaxyl, benalaxyl
cimoxanil
dimetomorf
iprovalicarb, bentiavalicarb
fluopicolide
valifenalate
mandipropamid
strobilurine
fenamidone
famoxadone
ciazofamide
zoxamide
Vengono
assorbiti
totalmente
La classificazione dei fungicidi
Spiccata sistemia
acropeta
Vari livelli di
penetrazione nei
tessuti:
translaminarità
sistemia locale
sistemia acropeta
parziale
Non penetrano nei
tessuti
fosetil AL
metalaxyl, benalaxyl
cimoxanil
dimetomorf
Vengono
assorbiti
totalmente
iprovalicarb, bentiavalicarb
fluopicolide
valifenalate
mandipropamid
strobilurine
fenamidone
famoxadone
ciazofamide
zoxamide
Aderiscono alle
cere cuticolari
in varie
proporzioni
Alcuni sono
mesostemici
altri no
Classificazione dei fungicidi
Classificazione si basa su parametri fisico-chimici:
Coefficiente di ripartizione ottanolo-acqua
Solubilità in acqua
Il loro reale comportamento sulla pianta è
influenzato dalla formulazione e dalle condizioni
ambientali
Non esistono valutazioni sperimentali comparative
Fungicidi di nuova generazione
Analoghi STROBILURINE:
Ottima azione preventiva, vari gradi di
penetrazione nei tessuti e mesostemia
Ampio spettro d’azione (oidio, escoriosi)
Sostanza attiva
Traslocazione
xilematica
Traslocazione
translaminare
Mesostemia
Azoxystrobin
Si
Si
No
Kresoxim metile
No
Scarsa
Si
Trifloxystrobin
No
Scarsa
Si
Pyraclostrobin
No
Scarsa
No
Fungicidi di nuova generazione
Analoghi STROBILURINE:
Ottima azione preventiva, vari gradi di
penetrazione nei tessuti e mesostemia
Ampio spettro d’azione (oidio, escoriosi)
Sostanza attiva
Peronospora
Oidio
Escoriosi
Azoxystrobin “Ortiva, Quadris”
+++
+++
+++
Kresoxim metile ‘’ Stroby,
allegro, juwel ‘’
++
++
++
++
+++
+++
+++
+++
+++
Trifloxystrobin
“ Flint”
Pyraclostrobin “Cabrio,
Signm”
Fungicidi di nuova generazione
Famoxadone, Ciazofamide, Zoxamide:
Equetion Pro - Milicut -
Electis:
Famiglie chimiche diverse
Ottima azione preventiva, azione curativa non
sfruttabile in quando la penetrazione nei tessuti è
scarsa o nulla
Spiccata lipofilia, mesostemici in fase acquosa o di
vapore
Consigliati dopo la fioritura per la protezione del
grappolo
Fungicidi di nuova generazione
Iprovalicarb (melody-curit)e bentiavalicarb
(vincar):
Stessa famiglia chimica
Il primo viene proposto come sistemico
Il secondo translaminare con moderata sistemia, si
lega alle cere cuticolari
Probabilmente sono entrambi a sistemia locale
Assorbiti dalla pianta in meno di un ora
Azione preventiva, curativa
Fungicidi di nuova generazione
Fluopicolide, Valifenalate:
Volare - R6Albis, Valbon-Vincare
Famiglie chimiche diverse
Una frazione viene assorbita e
traslocata rapidamente, il resto si
lega alle cere cuticolari e può essere
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assorbito successivamente
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Mandipropamid: pergado
Si fissa alle cere cuticolari e in minor
misura penetra nei tessuti con
movimento translaminare
Dipartimento di
Antiperonosporici di copertura
Principio attivo
Prodotti commerciali
Ossicloruro di rame
Cuprovit, Pasta caffaro, Coprantol,
Cuprenox, Colloidox, Ossicloruro
50, Ossirame, Cuproram, ecc.
Idrossido di Rame
Kocide, Coprantol micro, ecc
Mancozeb
Fenamidone
Mazeb, Dithane, Micene
MZ, ecc.
Elicio, Oracle
Tolifluanide
Euparen multi
Folpet
Folpan, Foltan, Dipet
Famoxate
Equation Pro, Equation sistem
Antiperonosporici citotropici e sistemici
Principi attivi
Azoxystrobin
Cimoxanil
Benalaxil
Iprovalicarb
Metalaxil
Fosetil alluminio
Dimetomorf
Pyraclostrobin
Prodotti
commerciali
Quadris
Curzate, Vitene
Attività
Sist. loc.
Citotropi
co
Galben, Tairel
Sistemico
Melody med, ecc.
Sistemico
Ridomil gold, Eucritt Sistemico
Aliette, Elios
Sistemico
Forum
Sist. loc.
Cabrio Top
Citotropi
co
Posizionamento fungicidi
Scarso
assorbimento
basse
temperature
Grappoli visibili
(lunghezza 10 cm)
p.a. copertura
tradizionali
non rameici
Tessuti giovani, attiva circolazione
linfatica, temperature non basse
Pre fioritura
Allegagione
p.a. con spiccate capacità
di penetrazione e/o
traslocazione
Grappoli,
tessuti fogliari
senescenti
Effetto
collaterale
sulle infezioni
botritiche
Chiusura grappolo
Invaiatura
p.a. con
elevata affinità
per le cere
cuticolari
rameici
Oidio o mal bianco
(Uncinula necator - Oidium tuckeri)
Oidio o mal bianco
Oidio o mal bianco
I sintomi
OIDIO
i
Tralc
a
r
e
i
d
ban
Oidio o mal bianco
Il ciclo biologico
OIDIO
Svernamento: micelio nelle gemme
PRIMAVERA
Il fungo sporula sulla superficie dei
germogli e delle foglie
Tralci
bandiera
Gemme infette originano
germogli completamente
ricoperti dal fungo
I conidi infettano i
tessuti verdi
Le gemme
neoformate si
infettano
quando sono
ancora verdi
I conidi prodotti su foglie,
germogli e bacche sono
dispersi dal vento e
causano nuove infezioni
CICLI SECONDARI
Il fungo sverna nelle
gemme quiescenti
Grappoli infetti
AUTUNNO
ESTATE
INVERNO
Foglie infette
L’agente patogeno
OIDIO
È causata da Uncinula necator
il
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Organ patogeno
Conidiofori liberi con conidi
singoli o in catene
Orga
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l’accr
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patog
e no
Micelio formato da ife
L’agente patogeno
OIDIO
È causata da Uncinula necator
Org
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sver consen
tono
na m
ento
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Cleistoteci forniti di fulcri uncinati
contenenti aschi
Gli aschi contengono le ascospore
le
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Organ ni primarie
infezio
Biologia dell'oidio
Condizioni favorevoli alla malattia
Minime
Ottimali
Sfavorevoli
Temperatura
6-7 °C
25 °C
30-35 °C
Umidità relativa
25-30 %
50-60%
> 60%
Il fungo sverna nella vegetazione (tralci, gemme e foglie marcescenti)
L'oidio si sviluppa anche in condizioni di bassa umidità (piena
estate)
Attacca preferenzialmente piante rigogliose
 L’epidemia è ostacolata da pioggie abbondanti
Esistono varietà più sensibili alla malattia (es. Moscato, carignano,
Il ciclo biologico
Svernamento: micelio nelle gemme
I tralci bandiera costituiscono pericolosi focolai
d’infezione perché compaiono molto presto e
producono una gran quantità d’inoculo
L’infezione delle gemme è più frequente nei vigneti
che subiscono forti attacchi precoci
Il ciclo biologico
Svernamento: cleistoteci sulla corteccia
Maggiore l’incidenza dell’attacco maggiore il numero di
cleistoteci che si può formare
Le prime infezioni ascosporiche avvengono su germogli ben
sviluppati ma sono difficilmente rilevabili
Più comune osservare i
primi sintomi sui grappoli
dopo l’allegagione
Epidemiologia
Condizioni sfavorevoli:
Temperature > 32-35°C inibiscono la germinazione dei
conidi, oltre i 40 °C i conidi muoiono
L’acqua libera che deriva da piogge, rugiade o irrigazioni
ostacola la germinazione dei conidi, li dilava e danneggia
il micelio
L’epidemia è ostacolata da piogge abbondanti e bagnature
persistenti, non da UR elevata
Epidemiologia
Infezioni fogliari: durante tutto il ciclo vegetativo (malattia
policiclica)
Infezioni sulle bacche: da allegagione a chiusura grappolo
(malattia oligociclica)
È cruciale la quantità d’inoculo
disponibile in fioritura
Si possono concludere diversi cicli secondari prima che siano
rilevabili sintomi in vigneto
Inizio della difesa preventiva contro l'oidio
Presenza di
oidio nell'anno
precedente
In assenza di pressione oidica
Da accrescimento germogli
da prefioritura
Strategie di difesa contro l'oidio
La lotta inizia precocemente e dura per quasi tutto il ciclo vegetativo
della vite.
Una fase delicata è quella di giovane germoglio (2-3 foglioline distese).
In questa fase è utilizzabile Dinocap o Zolfo bagnabile micronizzato
contro il fungo svernante.
Da prefioritura a post-allegagione impiego di sistemici (endoterapici) a
fini preventivi.
Da ingrossamento acini alla invaiatura (con rischio massimo a fine
giugno-luglio) si consiglia: Sistemici, Quinoxifen, Zolfo in polvere o
Zolfo bagnabile micronizzato come curativi e preventivi.
Criteri precauzionali nella difesa dall'oidio
Eliminare con la potatura invernale i tralci infetti;
In caso di forte rischio e nelle fasi critiche (fioritura - allegagione invaiatura) impiegare gli endoterapici a dose piena anche per le miscele;
Alternare gli endoterapici con i prodotti di contatto (zolfo) per prevenire
l'insorgere di fenomeni di resistenza;
La potatura verde prima dei trattamenti è fondamentale per assicurare una
buona bagnatura della vegetazione e soprattutto del grappolo;
Svincolare i trattamenti contro l'oidio da quelli contro la peronospora a
inizio e fine stagione.
Gli aspetti focali della difesa antioidica della vite:
punti critici (2)
• Difficoltà di rinvenimento dei primi sintomi delle infezioni da
ascospore (oggi largamente prevalenti rispetto allo
svernamento miceliare gemmario)
• Possibilità di attacchi epidemici sugli acini in accrescimento,
anche in assenza di sintomi evidenti in prefioritura
• Necessità di effettuare una lotta di tipo sostanzialmente
preventivo-cautelativo, soprattutto per la protezione dei
grappoli
• Difficoltà di prevedere il comportamento infettivo della
malattia
Le fasi di sviluppo degli antioidici sintetici in Italia
1. Inizio anni 50: affiancamento del dinocap allo zolfo e convivenza/
integrazione dei due prodotti per circa un ventennio
2. Inizio anni 70: introduzione dei benzimidazoli e loro inserimento anche nella
difesa della vite (oidio e muffa grigia), oggi praticamente scomparsi
3. Fase degli IBS: rapido successo di tali prodotti, seguito da quasi un
ventennio di monopolio, oggi in parte ridimensionati
- 1979: introduzione del fenarimol, oggi non più disponibile su vite
- 1980: introduzione del triadimefon e sviluppo incessante dei triazoli
fino a metà degli anni 90
- 2005: introduzione di spiroxamine (probabilmente l’ultimo IBS antioidico
per la vite)
4. Il dopo IBS: una rivoluzione qualitativa e quantitativa
- fine anni 90: introduzione dei primi analoghi delle strobilurine (poi
sviluppatisi nel corso degli anni seguenti) e del quinoxyfen
- anno 2007: ulteriore sostanziale allargamento della disponibilità di prodotti,
con l’introduzione di 3 p. a. innovativi e il rilancio di due sostanze già note
LA LOTTA – I fungicidi
OIDIO
Di copertura tradizionali
ZOLFO
Preventivo - Trattamenti frequenti
Poco efficace sotto i 20 °C
È fitotossico oltre 30-32 °C
MEPTYLDINOCAP
Preventivo - Trattamenti frequenti
Agisce efficacemente sotto i 20 °C
(È fitotossico oltre 30-32 °C)?
Caratteristiche
degli zolfi
Le dimensioni
molto fini
possono
determinare
problemi di
fitotossicità.
Dimensioni ottimali
che garantiscono il
miglior contatto con
l'oidio. Agisce per
contatto e allo stato di
vapore.
Agiscono solo allo
stato di vapore e sono
inefficaci sotto i 16°C.
polvere
greggi - subblimati o raffinati
- ventilati - attivati
bagnabili
Micronizzati
Colloidali
0
comuni - micronizzati colloidali - con bentonite
1
8
15
Dimensioni dei granuli (millesimi di millimetro)
LA LOTTA – I fungicidi
OIDIO
Sistemici
INIBITORI BIOSINTESI STEROLI
Attivi a bassi dosaggi, preventivi e curativi, rischio di resistenza medio
Triazoli: tebuconazolo (folicur), cyproconazolo(atemi) penconazolo
(topas),Microbutanil
(Sistane),Tetraconazolo (domark) Triadimenol
(topas)
(Bayfidan)ecc.
Spiroxamina: (prosper) meccanismo d’azione diverso dai triazoli
Preferibile l’alternanza a
dose piena che la miscela
a dose ridotta
LA LOTTA – I fungicidi
Citotropici
BOSCALID (cantus 120gr/hl)
Sistemia locale (migra entro i tessuti verso il margine
fogliare)
Commercializzato da solo o in miscela con
strobilurine
Efficace anche contro la muffa grigia
Rischio di resistenza
(un solo trattamento sviluppo acino)
OIDIO
LA LOTTA – I fungicidi
OIDIO
Di copertura a lunga persistenza
ANALOGHI STROBILURINE:
Trifloxystrobin(Flint), kresoxim metile, (stroby e allegro)
(azione collaterale contro la peronospora), pyraclostrobin
(cabrio), azoxystrobin(Quadris)
QUINOXIFEN(arius) PROQUINAZID (talendo)
e METRAFENONE (vivando)
Efficaci solo contro l’oidio
Meccanismo d’azione diverso tra loro e diverso dalle
strobilurine
Essenzialmente
preventivi, buona
protezione del
grappolo
La moderna evoluzione degli antioidici per la vite: gli IBS
1979
Fenarimol (RUBIGAN)
Pirimidine
1980
Triadimefon (BAYLETON)
Bayer
1984
Propiconazole (TILT)
Ciba-Geigy
1985
Triadimenol (BAYFIDAN)
Bayer
1985
Diclobutrazol (VIGIL)
1987
Penconazole (TOPAS)
Ciba-Geigy
1989
Myclobutanil (SYSTHANE)
Rhom and Haas/DowAgrosciences
1989
Nuarimol (BLOC)
1991
Hexaconazole (ANVIL)
Solplant
1993
Cyproconazole (ATEMI)
Sandoz
1994
Flusilazole (NUSTAR)
Du Pont
1994
Tebuconazole (FOLICUR)
1995
Fenbuconazole (INDAR)
Rhom and Haas/DowAgrosciences
1996
Tetraconazole (DOMARK)
Isagro
1997
Pyrifenox (DORADO)
Piridine
Ciba-Geigy
2005
Spiroxamine (PROSPER)
Spiroketalamine
Bayer Cropscience
Triazoli
Pirimidine
Triazoli
Elanco
Solplant
Elanco
Bayer
La moderna evoluzione degli antioidici per la vite:
dopo IBS
il
1998
Azoxystrobin (QUADRIS)
Metossiacrilati
1998
Kresoxim-methyl (STROBY)
Ossiminoacetati
1999
Quinoxyfen (ARIUS)
Fenossiquinoline
DowAgrosciences
2000
Ampelomyces quisqualis (AQ10)
Microbiologici
Bio Intrachem
2002
Trifloxystrobin (FLINT)
Ossiminoacetati
2005
Pyraclostrobin+metiram (CABRIO TOP)
Metossicarbamm
ati
2007
Boscalid (CANTUS)
Carbossamidi
BASF
2007
Boscalid + kresoxim-methyl (COLLIS)
Carbossamidi+strobilurine
BASF
2007
Metrafenone (VIVANDO)
Benzofenoni
BASF
2007
Proquinazid (TALENDO)
Qunazolinoni
Du Pont
2007
Meptyldinocap (KARATHANE STAR)
Nitrofenoli
DowAgrosciences
2007
Bupirimate (NIMROD)
Idrossipirimidine
Maktheshim Agan
Analoghi
strobilurine
Analoghi
strobilurine
Solplant/Syngenta
BASF
Bayer Cropscience
BASF
Il quadro attuale degli antioidici di sintesi
P. A.
Gruppo chimico
Meccanismo d’azione
Zolfo
Minerali
Inibizione dei complessi II e III della catena respiratoria
Meptyldinocap
Nitrofenoli
Interferenze sulla fase terminale della respirazione (fosforilazione oss.)
Bupirimate
Idrossipirimidine
Inibizione dell’enzima adenosin-deaminasi (sintesi acidi nucleici)
Propiconazole
Triadimenol
IBS gruppo 1
Inibizione della biosintesi degli steroli attraverso il blocco dell’enzima C-14
demetilasi (DMI)
Penconazole
Myclobutanil
Cyproconazole
Triazoli
Tebuconazole
Fenbuconazole
Tetraconazole
Spiroxamine
Spiroketalamine
Azoxystrobin
Metossiacrilati
Kresoxim-methyl
Trifloxystrobin
Ossiminoacetati
IBS gruppo 2: inibizione degli enzimi Δ 8 Δ7 isomerasi e Δ14 riduttasi
Analoghi strobilurine
Inibitori specifici della respirazione: blocco del complesso III della catena
respiratoria (sito Qo = QoI)
Pyraclostrobin
Metossicarbammati
Quinoxyfen
Fenossiquinoline
Interferenze su una proteina coinvolta nei segnali iniziali di riconoscimento
cellulare
Proquinazid
Quinazolinoni
Probabile interferenza con la trasduzione dei segnali cellulari + stimolazione
autodifese
Metrafenone
Benzofenoni
Distruzione dell’actina (proteina fondamentale per la crescita delle ife)
Boscalid
Carbossamidi
Inibizione del complesso II della catena respiratoria
Il rischio resistenza: caratterizzazione degli antioidici sec. il
FRAC
Minerali
Zolfo
Rischio basso
Nitrofenoli
Metyldinocap
Rischio non conosciuto > 2 trattamenti x anno
Idrossipirimidine
Bupirimate
Rischio medio, si strategia di gestione > 3trattamenti x
anno
IBS
DMI triazoli
Propiconazole*, Triadimenol,
Penconazole, Myclobutanil,
Cyproconazole*, Tebuconazole,
Fenbuconazole, Tetraconazole*
Rischio medio ( *1 trattamenti x anno)
Resistenza incrociata (non ben chiarita)
Si strategia di gestione (max 3 tratt./anno)
IBS
spiroketalamine
Spiroxamine
Rischio medio-basso, non incrociato con DMI
Si strategia di gestione (max 3 tratt./anno)
Strobilurine
Azoxystrobin,
Kresoxim-methyl, Trifloxystrobin
Pyraclostrobin
Rischio elevato
Resistenza incrociata
Si strategia di gestione (max 3 tratt./anno)
Fenossiquinoline
Quinoxyfen
Quinazolinoni
Proquinazid
Rischio medio
Resistenza incrociata
Si strategia di gestione (max. 3 tratt./anno)
Benzofenoni
Metrafenone
Rischio non conosciuto (max. 3 tratt./anno)
Carbossamidi
Boscalid
Rischio medio
Si strategia di gestione (max 1 tratt./anno)
Caratterizzazione fitoiatrica degli attuali antioidici per la vite
Minerali
Zolfo
Copertura, breve persistenza
Nitrofenoli
Meptyldinocap
Copertura, breve persistenza
Idrossipirimidine
Bupirimate
Translaminarità e sistemicità locale
IBS
triazoli
Propiconazole, Triadimenol,
Penconazole, Myclobutanil,
Cyproconazole, Tebuconazole,
Fenbuconazole, Tetraconazole
Sistemicità (acropeta) più o meno spiccata
Buona durata della protezione (circa 10-12 giorni)
spiroketalamine
Spiroxamine
Strobilurine
Azoxystrobin,
Kresoxim-methyl, Trifloxystrobin
Pyraclostrobin+metiram
Penetrazione e traslocazione più o meno spiccata
Diffusione nelle cere. Attività antigerminativa
Buona durata della protezione (10-12 giorni)
Quinoxyfen
Leggera penetrazione, diffusione nelle cere e in fase di
vapore. Attività antigerminativa. Cadenza 10-12 gg
Quinazolinoni
Proquinazid
Translaminarità e sistemicità locale, diffusione nelle cere e
ridistribuzione in fase di vapore. Att. antigerm. +
stimolazione autodifese. Cadenza 10-12 gg
Benzofenoni
Metrafenone
Penetrazione locale e diffusione nelle cere e in fase di
vapore. Blocco penetrazione e sviluppo. Cad. 10-12 g
Fenossiquinoline
Boscalid
Carbossamidi
Boscalid + kresoxym-methyl
Translaminarità e sistemicità locale. Attiv. antigerm.
Cadenza 10-12 giorni
Antioidici /1
Principio
attivo
Prodotti
commerciali
Dose
g- ml /hl
Attività
Zolfo
Zolfo in polvere ramato 3-5% 25-40 kg/ha
200-500
Zolfo bagnabile micronizzato
g/hl 100-200
(Tiovit, ecc) colloidale
Contatto
Dinocap*
Karathane Star
Contatto
Ciproconazolo 10
Caddy Akenaton
Penconazolo 5-10-19,4 1,5 Topas 10 EC - Topas Combi
Sistemia
Locale
10-12,5
15-20
30
25-
Sistemia
Locale
Esaconazolo 4,8
Anvil - Lyzol
35-40
Sistemia
Locale
Triadimenol 5-22,9
Bayfidan, Bayfidan Ec,
Oidimenol Ec
50-80
Sistemia
Locale
Miclobutanil 4,5-20-25
Thiocur, Systane, DuoKar
Pro
15-30 40-50
Sistemia
Locale
Antioidici /2
Principio
attivo
Fenarimol 6 -11,4
Nuarimol 6
Prodotti
commerciali
Rubigan
Dose
Attività
g- ml /hl
30-60, 15-30 Sistemia Locale
Ares Bloc Combi 20 - 50
Sistemia Locale
Tebuconazolo 4,35-25
Folicur
230 - 40
Sistemia Locale
Tetraconazolo 4,42
Emerald
60
Sistemia Locale
Pyraclostrobin
Cabrio Top
Azoxystrobin 22,9
Quadris
75 - 100
Spiroxamina
Prosper
100 - 130
Sistemico
Trifloxistrobin 50
Flint
12,5 - 15
Sistemia locale
Quinoxifen 22,58
Arius
15 - 30
Citotropico
Sistemia Locale
Contatto
Botrite o muffa grigia
(Botrytis cinerea) Sclerotinia fuckeliana
Botrite o muffa grigia
(Botrytis cinerea)
Botrite o muffa grigia
(Botrytis cinerea)
Vacuma –transpora
Nella fase tra allegagione ed invaiatura si
producono Pectine, chitine, fitoalesine, fenoli,
acido malico e tartarico
Locosistemici – Misti - Mesostemici
Dipartimento di
Microbiologici
Dipartimento di
STRATEGIE
ANTIRESISTENZA
Se si effettuano
2-3 trattamenti si consiglia
cambiare s.a. ad ogni trattamento nella stessa
stagione
Se si effettuano 1-2 trattamenti alternare su
base annua
Dipartimento di
Strategie di difesa contro la botrite
Proteggere i grappoli da tutti i fattori che possono
determinarne delle lesioni (l'oidio e la tignoletta);
Nelle situazioni ad elevato rischio (uve a grappolo serrato,
presenza di oidio, ecc.) trattamento in fase di pre-chiusura
grappolo con un prodotto di contatto (boscalid, Pirimetanil,
Cyprodynil + Fludioxonil);
Se le condizioni di rischio persistono effettuare un secondo
trattamento all'invaiatura combiando I principi attivi.
A fine maturazione, in caso di forte attacco, si può
intervenire con la Solfobentonite, 10-15 giorni prima della
vendemmia. Questo prodotto non è tossico per l'uomo.
Antibotritici
Principio attivo
Prodotti commerciali
Classe
Boscalid
Cantus, Signum, Collis, Bellis
Nc
Fluazinam
Grecale, Banyo
Nc
Mepanipirim
Frupica
Nc
Pyrimethanil
Scala, Brezza
Nc
Cyprodynil + Fludioxonil Switch
Nc
Fenexamide
Teldor
Nc
Fludioxonil
Celeste
Nc
Tricoderma
Eupa harzianum
Nc
Solfobentonite
Solfobenton
Nc
Mal dell’esca (vari agenti)
Eutipiosi (Eutypa lata)
Deperimento da Botryosphaeria spp. (Black
Dead Arm – BDA)
Considerata da sempre malattia dei vigneti vecchi,
si manifesta attualmente in forma intensa anche
su vigneti in piena produzione
La sua diffusione è in costante aumento in tutto il
mondo causando notevoli perdite economiche.
Malattia complessa dovuta a diversi agenti patogeni
fungini e condizionata da fattori ambientali
Sintomatologia chioma
Sindrome cronica
Tigrature su
foglie (gialle
su vitigni
bianchi,
rosse su
quelli neri)
Aree
necrotiche
con alone
vivace
Esca
Sintomatologia chioma
Sindrome cronica
Tigrature senza alone
vivace
Esca
Sintomatologia chioma
Sindrome cronica
Clorosi e necrosi
aspecifiche
Esca
Sintomatologia chioma
Sindrome cronica
Clorosi e necrosi
aspecifiche
Esca
Sintomatologia chioma
Sindrome cronica
Clorosi e
necrosi
aspecifiche
Esca
Sintomatologia chioma
Sindrome cronica
Su acini, necrosi
superficiali di
varia forma
(puntiformi a
meridiani, a
chiazze, ecc.)
Esca
Sintomatologia chioma
Sindrome cronica
Disseccamenti
più o meno
estesi di foglie
tralci e
grappoli
Defogliazione
Esca
Sintomatologia chioma
Sindrome acuta
avvizzimento improvviso della
vegetazione in pochi giorni (colpo
apoplettico)
Esca
Sintomatologia legno
A
A
Esca
A
Striature dovute a fenomeni di
cicatrizzazione
A
A
Venature brune:
Phaeomoniella chlamydospora
(Phaeoacremonium spp.)
B
Necrosi circolare (bruno - rosato):
Phaeomoniella chlamydospora (PCH),
Phaeoacremonium aleophilum (PAL)
B
Sintomatologia legno
A
B
B
C
B
Esca
C
A
C
A
B
C
C
A
A
A
Venature brune:
Phaeomoniella chlamydospora
(Phaeoacremonium spp.)
B
Necrosi circolare (bruno - rosato):
Phaeomoniella chlamydospora (PCH),
Phaeoacremonium aleophilum (PAL)
Necrosi settoriale (marron chiaro):
Eutypa lata, Botryosphaeria spp (BOT)
Problematiche legate ai sintomi
Discontinuità nella manifestazione
dei sintomi fogliari:
 piante con legno alterato non
manifestano sintomi sulla chioma per
più anni consecutivi
 piante con sintomi intensi sulla
chioma possono non mostrarne affatto
l’anno successivo
Esca
Problematiche legate ai sintomi
I sintomi sulla chioma compaiono durante
l’estate
 sono conseguenti ad una profonda disfunzione
dell’apparato vascolare
 più la vite è vigorosa e più facilmente compare la
sindrome acuta
Esca
Problematiche legate ai sintomi
I sintomi sulla chioma compaiono durante
l’estate
 sono conseguenti ad una profonda disfunzione
dell’apparato vascolare
 più la vite è vigorosa e più facilmente compare la
sindrome acuta
Esca
Problematiche legate ai sintomi
I sintomi compaiono anche se l’alterazione del
legno è molto ridotta
 sono conseguenti alla messa in circolo di tossine
prodotte dai funghi
 sono conseguenti ai meccanismi di difesa messi in
atto dalla pianta
Esca
Cause della malattia
Associazione certa tra funghi e alterazioni del legno
Malattia delle Venature brune Phaeomoniella
chlamydospora PCH, Phaeoacremonium
aleophilum, Pal
Malattia delle
barbatelle, sia del
portinnesto che delle
marze. si manifesta
con venature brune,
nerastre con
Carie bianca
produzione di
Fomitiporia
gomma; in sezione
mediterranea
con punteggiature
nere ad anello
circolari
Esca
Sindromi collegate al mal dell’esca
Malattia di Petri:
Associata a P. chlamydospora (Phaeoacremonium spp.),
malattia dei giovani vigneti con scarsa vigoria ed elevate
fallanze senza manifestazioni apparenti. Le piante colpite
evidenziano venature brune della barbatella, fuoriuscita
di essudati dal taglio, deperimento, avvizzimento e
clorosi.
Esca giovane:
Associata a P. chlamydospora, P. aleophilum, forma
intermedia di esca vera e propria, Può essere
presente nei vigneti giovani con poca carie, con o
senza sintomi fogliari.
Esca
Sindromi collegate al mal dell’esca
Carie bianca:
Associata a F. mediterranea, si manifesta su viti
adulte con carie del legno; può manifestare o meno
sintomi sulla chioma
Mal dell’esca:
Associato a P. chlamydospora, Phaeoacremonium spp.,
F. mediterranea, si manifesta su viti adulte con tutti i
sintomi del legno sopra descritti e con la classica
sintomatologia sulla chioma. La carie parte da ferite si
estende lungo il legno, può causare fratture (mal dello
spacco).
Esca
Sindromi collegate al mal dell’esca
Carie bianca:
Associata a Fomitiporia mediterranea, si manifesta su
viti adulte con carie del legno; può manifestare o
meno sintomi sulla chioma
Mal dell’esca:
Associato a P. chlamydospora, Phaeoacremonium spp.,
F. mediterranea, si manifesta su viti adulte o vecchie
con tutti i sintomi del legno sopra descritti e con la
classica sintomatologia sulla chioma
Esca
Aspetti epidemiologici
Infezioni attraverso ferita:
 I corpi fruttiferi si formano su legno necrotizzato di
diverse piante legnose coltivate e spontanee
 Basidiospore e ascospore vengono diffuse da correnti
d’aria, i conidi dall’acqua di rugiada e di pioggia
 Spore e conidi devono approdare su una ferita che
metta a nudo il legno
 Sulla ferita deve essere presente un velo d’acqua che
consenta la germinazione di conidi e spore e
l’accrescimento del tubetto miceliare nel legno
Esca
Aspetti epidemiologici
Esca
Aspetti epidemiologici
Esca
Aspetti epidemiologici
Modalità d’infezione:
 FOMED: lenta e progressiva
degradazione del legno in un
composto friabile, può rimanere
localizzato (carie bianca)
 PCH e PAL invadono i vasi spostandosi
velocemente entro il sistema
vascolare compromettendo il trasporto
dell’acqua e degli elementi minerali
Esca
Aspetti epidemiologici
Tracheomicosi
 Sviluppo fungino entro i
vasi legnosi
 La pianta reagisce
formando tille, gomme e
mucillagini che ostruiscono
i vasi
 Deperimento progressivo
fino ad arrivare
all’avvizzimento parziale e
quindi totale della pianta
Esca
Aspetti epidemiologici
Tracheomicosi
 PCH e PAL sono presenti nelle
venature brune cioè gruppi di
vasi anneriti ricchi di tille
 Sono presenti sui tralci dell’anno
a 4-5 metri dal ceppo
Esca
Aspetti epidemiologici
Infezioni attraverso materiale di propagazione
Le barbatelle pronte per
la vendita presentano
evidenti striature
necrotiche
Esca
Aspetti epidemiologici
Esca
Infezioni attraverso materiale di propagazione:
Cabernet sauvignon/SO4
% di scaglie legnose e di piante (50)
Fungo
A
B
C
D
I
TOT
Piante
PM
3,5
22,9
18,0
20
7,9
12,4
44
PCH
1,8
0
5,1
2,5
3,4
2,7
14
5,6
20
6,5
4,6
11,1
9,8
42
0
2,5
6,4
0
0
1,1
2
2000
2001
PM
PCH
Incidenza di striature necrotiche >90%
Le barbatelle apparivano sane e vigorose
L’importanza di questa malattia è stata a
lungo sottovalutata o addirittura
ignorata.
È stata segnalata in pochi Paesi tra cui
l’Italia (è presente in Sardegna)
Causata da specie fungine del genere
Botryosphaeria, isolate molto spesso
anche da viti con mal dell’esca
Sintomatologia chioma
Sindrome cronica
BDA
Necrosi internervali
Disseccament
o della
vegetazione
Sintomatologia legno
BDA
B
B
B
A
B
A
B
Necrosi settoriali
Necrosi
sottocorticali
Botryosphaeria spp.
in particolare B. obtusa
Malattia poco diffusa
Causa danni particolarmente gravi solo
in alcune zone geografiche
In Italia è presente soprattutto nel nordest, ma è stata segnalata anche in
Sardegna
È causata dal fungo Eutypa lata
Sintomatologia chioma
Internodi corti,
foglie piccole
clorotiche, a
margine
frastagliato
Vegetazione
cespugliosa
Eutipiosi
Sintomatologia legno
Eutipiosi
A
A
A Necrosi settoriali
Eutypa lata
Problematiche legate ai sintomi
 La variabilità è inferiore all’esca
 Le necrosi settoriali sono spesso associate a
punteggiature e carie
Sovrapposizione di diverse malattie, netta
distinzione dei sintomi fogliari
Eutipiosi
Cause della malattia
Associazione certa tra alterazione del
legno, sintomi sulla chioma ed
Eutypa lata
I sintomi fogliari sono causati da
tossine prodotte dal fungo
Eutipiosi
Caratteristiche del patogeno
Eutipiosi
Eutypa lata
 Forma periteci sul legno ormai morto
Periteci
Periteci
Periteci
Aspetti epidemiologici
Sorgenti d’inoculo in natura
Periteci contenenti
ascospore
Infezioni attraverso ferita:
 I corpi fruttiferi si formano su legno necrotizzato di
diverse piante legnose coltivate e spontanee
 Le ascospore vengono diffuse da correnti d’aria
 Le spore devono approdare su una ferita che metta a
nudo il legno
 Sulla ferita deve essere presente un velo d’acqua che
consenta la germinazione delle spore e l’accrescimento
del tubetto miceliare nel legno
Eutipiosi
Aspetti epidemiologici
Fattori predisponenti
 accumulo di legno morto in vigneto
 creazione di ferite
 piante debilitate da fattori biotici e abiotici
Fattori abiotici:
Fattori biotici:
Forzatura delle piante
Attacchi parassitari (virosi,
fitoplasmosi, batteriosi, funghi Forme espanse di allevamento
Stress idrici e nutrizionali
radicali)
Ferite (potature e gelate)
Pianta (età, eccessiva vigoria
naturale)
Aspetti epidemiologici
Forzatura piante giovani
 Necessità di tagli di potatura grossi e frequenti
 Entrata in produzione precoce e produzioni eccessive:
 Mancato accumulo di sostanze di riserva nel legno da cui aumento
della sensibilità a stress ambientali e ostacolo nella ripresa vegetativa
 Sviluppo eccessivo della chioma rispetto alle radici con aumento di
sensibilità agli stress idrici
Aspetti epidemiologici
Stress idrico
1. Periodo piovoso o irrigazioni intense
2. Ondate di calore , vento secco
Appassimento
(reversibile)
Alterazione del legno
(irreversibile)
Formazione bolle d’aria, necrosi e tille
Più numerose in piante vigorose
LEGNO DEBILITATO
facilmente aggredibile dai
patogeni del legno
MORTE DELLA
PIANTA
Le
Le pratiche
pratiche colturali
colturali
Tutte quelle atte a ridurre la possibilità
d’infezione fin dall’impianto del vigneto
Materiale vivaistico certificato
Impiantare i vigneti in ambienti favorevoli alla
crescita regolare delle piante
Evitare di forzare le piante
Le
Le pratiche
pratiche colturali
colturali
La potatura
Asportare le piante morte o parti di esse rimaste
nei fili e nel terreno e bruciarle
Contrassegnare le piante alla prima comparsa
dei sintomi e potarle separatamente
Rimuovere e bruciare il materiale di risulta di
piante infette dopo la potatura
Disinfettare grossi tagli e ferite accidentali con
mastici cicatrizzanti
Le
Le pratiche
pratiche colturali
colturali
“Risanamento” delle viti sintomatiche con capitozzature
Capitozzare la pianta fino ad
eliminare ogni traccia di necrosi
Eliminare il vecchio
tronco quanto prima e
proteggere col mastice
il moncone rimasto
Recuperare un
germoglio robusto
per ricostruire la
chioma
Se le piante sono numerose l’intervento è oneroso e può
determinare uno squilibrio nella qualità del produzione
IL MAL DELL’ESCA o
meglio le malattie del
legno Possono ESSERE
LIMITATe SOLO CON UNA
CORRETTA GESTIONE
DEL VIGNETO FIN DAL
SUO IMPIANTO
Escoriosi della vite
Phomopsis viticola (forma sessuata Cryptosporella viticola).
E' una malattia
particolarmente distruttiva
nelle regioni in cui la vite dopo
il germogliamento è tenuta
spesso bagnata da frequenti
piogge.
Danni
Indebolimento delle piante
Riduzione della produzione
Basso livello qualitativo dell’uva
Morte delle barbatelle appena innestate
Sintomi dell'escoriosi sulle foglie
Macchie piccole, verde chiaro o clorotiche,
irregolari o circolari, con centro scuro.
Macchie necrotiche marroni o nere lungo le
nervature principali o secondarie o sui
piccioli.
Impallinatura delle foglie.
Le parti infette della foglia possono in
seguito anche diventare gialle o nocciola.
Le foglie molto colpite possono andare
incontro ad abscissione.
Sintomi dell'escoriosi su germogli, rachidi e i
piccioli
Macchie clorotiche con centro scuro.
Sugli internodi basali dei germogli compaiono tacche brune
o nero-violacee di forma allungata che, confluendo,
interessano anche l’intera circonferenza del germoglio
stesso.
Fessurazioni del tessuto corticale.
La superficie corticale diviene scabrosa e ruvida.
Fessura profonda ad anello all'inserzione del tralcio.
I tessuti cicatriziali determinano l’ingrossamento della base
del getto.
Il tralcio resta però fragile e può disarticolarsi per eventi
traumatici di qualsiasi natura.
Escoriosi
Escoriosi
Escoriosi
Escoriosi
Escoriosi
Escoriosi
Lotta all'escoriosi
Utilizzare materiale di propagazione sano al momento
dell’impianto.
Eliminare il legno infetto durante la potatura ed asportare
tutti i residui di potatura. I residui vanno bruciati.
Trattamenti protettivi subito dopo il risveglio vegetativo,
quando i germogli hanno una lunghezza di 3-5 cm (o prima
in condizioni di elevata virulenza della malattia), preferendo
prodotti di contatto, continuando con cadenze strette, fino
all’inizio della difesa antiperonosporica.
Prodotti consigliati
Folpet
Mancozeb
Methiram
Zolfo (ha dato risultati a volte contrastanti)
Rame (efficacia limitata)
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