S.U.T. Anglona La difesa fitosanitaria della CRITTOGAME vite INSETTI Peronospora Oidio Muffa grigia Marciume acido Mal dell'esca Escoriosi Eutipiosi Tignoletta Cocciniglie Cicaline Tripidi acari Ragnetti Eriofide dell'erinosi Eriofide dell'acariosi Dr. Gian Mario Poddighe Infezione primaria di peronospora pagina superiore: macchie d'olio pagina inferiore: muffa che propaga l'infezione Infezione primaria di peronospora Infezione primaria di peronospora Infezione primaria di peronospora Infezione dell'infiorescenza Attacco sul rachide del grappolino che si incurva a S Infezione dell'infiorescenza Infezione in regressione Peronospora a mosaico (Infezione secondaria) Peronospora larvata La malattia La peronospora è una malattia secondaria per la Sardegna L’assenza di un clima fresco e molto umido ne ostacola lo sviluppo epidemico Può essere pericolosa in situazioni ambientali particolari Considerazioni sulla difesa Una razionale strategia di difesa si basa su: Conoscenza del processo infettivo e delle condizioni ambientali che lo influenzano Scelta di mezzi di lotta appropriati L’agente patogeno È causata da Plasmopara viticola e h c o l i n no l a e g d o Or ent nto s e n o m o c na gen r to e sv pa Oospore entro i tessuti fogliari Or ga in ni c fe zio he ni cau pr sa im no ar ie le In primavera germinano e producono sporangi L’agente patogeno È causata da Plasmopara viticola o n o d n o if o d n e e h c tog i n pa a g il r O Conidiofori liberi ramificati ad angolo retto con sporangi Gli sporangi contengono le zoospore provviste di flagelli Il ciclo biologico Gli sporangi vengono diffusi sulla vegetazione dagli schizzi d’acqua PRIMAVERA Infezioni primarie Le zoospore germinano e penetrano attraverso gli stomi in presenza di bagnatura Le oospore germinano se il terreno rimane bagnato AUTUNNO Con tempo umido sporula sulla pagina inferiore delle foglie e sui grappoli verdi Infezioni secondarie Le oospore sono prodotte sulle foglie nella tarda estate Foglie infette Grappoli infetti ESTATE INVERNO Le oospore svernano sulle foglie cadute a terra Gli sporangi prodotti su foglie e grappoli sono dispersi dall’acqua e causano nuove infezioni Il fungo invade i tessuti verdi (foglie e grappoli) e causa i sintomi Ciclo biologico della peronospora della vite Lo sviluppo epidemico In condizioni ambientali favorevoli: Produzione di una gran quantità d’inoculo alla fine di ogni ciclo Brevità del periodo d’incubazione (4 giorni) Possibilità di dare origine a sviluppi epidemici molto gravi a partire da poche macchie iniziali Biologia della peronospora Infezioni primarie (primaverili) Germogli di almeno 10 centimetri Temperatura media delle 24 ore superiore ai 10 °C Piogge di almeno 10 mm nelle ultime 24-48 ore Possibili infezioni estive (secondarie) in caso di periodi umidi o piovosi Fasi fenologiche critiche Grappoli separati Fine fioritura do di incubazione (dall'infezione alla comparsa dei primi ni con 26 °C di temperatura e alta umidità atmosferica rni con 14 °C di temperatura e bassa umidità atmosferica Periodo di latenza (dall'infezione alla comparsa della muffa) Le strategie di lotta Lotta guidata Tiene in considerazione: Biologia del patogeno Condizioni ambientali e climatiche Caratteristiche degli antiperonosporici Rischio infezione legato all’andamento climatico N° trattamenti elevato solo in annate o zone in cui il clima è favorevole alle infezioni La lotta guidata Durata periodo d’incubazione di Plasmopara viticola BASATA SU: Calcolo del periodo d’incubazione giornaliero in base a temperatura ed umidità relativa Giorni Regola dei 3-10 UR bassa UR alta Temperatura media °C La lotta guidata La lotta guidata EVENTI INFETTANTI: Regola dei 3-10 per le infezioni primarie Pioggia (anche pochi mm) o bagnatura prolungata della vegetazione (3 o più ore) per le infezioni secondarie Vite da vino MALATTIE (desease) Peronospora (Plasmopara viticola) Oidio (Uncinula necator) Muffa grigia (Botritys cinerea) DSS •Modelli empirici •Modelli meccanicistici Malattie - Modelli meccanicistici METEO DATI di BASE • Temperatura: oraria e giornaliera • Umidità Relativa dell’aria: IDEM • Precipitazioni • Bagnatura fogliare Vite.net Horta + • • • • AGRO Fase fenologica Suscettibilità varietale Pratiche colturali «Storia» vigneto Confronto con ESIGENZE DEL PATOGENO Lotta guidata TRATTAMENTI: In seguito ad un evento infettante Allo scadere del periodo d’incubazione con prodotti di copertura Entro il 40% del periodo d’incubazione con prodotti endoterapici Rispettando la persistenza del prodotto utilizzato in precedenza Validi eventi infettanti dopo: 3-5 gg per prodotti copertura 9-11 gg per prodotti Lotta guidata TRATTAMENTI: Non utilizzare intenzionalmente i prodotti in modo curativo Trattare prima dell’evento infettante facendo riferimento alle previsioni meteo su scala locale Persistenza del prodotto: se il rischio epidemico è elevato ed è in arrivo una perturbazione è meglio anticipare il trattamento Lotta guidata TRATTAMENTI CAUTELATIVI Anche in assenza di eventi infettanti, in corrispondenza degli stadi fenologici: grappolini separati – pre fioritura – allegagione Strategia guidata Regola 3-10 Allo scadere del periodo d’incubazione Grappoli visibili (lunghezza 10 cm) p.a. copertura tradizionali non rameici N° trattamenti in ogni fase legato al verificarsi di eventi infettanti In base alla presenza o Prima dell’evento infettante assenza di malattia in vigneto Pre fioritura Allegagione p.a. con spiccate capacità di penetrazione e/o traslocazione Chiusura grappolo Invaiatura p.a. con elevata affinità per le cere cuticolari rameici Strategia guidata Fondamentale la tempestività del trattamento Agibilità del vigneto (meglio se inerbito) Disponibilità di macchine e manodopera proporzionate alle dimensioni aziendali Fondamentale l’efficienza delle macchine Taratura degli atomizzatori, corretto posizionamento degli ugelli e loro pulizia Velocità di avanzamento La difesa 1879 Mezzi Chimici Trattamenti con fungicidi antiperonosporici Gli antiperonosporici disponibili sul mercato sono numerosi e hanno caratteristiche molto diverse tra loro È necessario conoscerle per poter sfruttare appieno le potenzialità ed evitare un uso improprio con relativo calo di efficacia 9 microrganismi 31 antiperonosporici 23 antioidici 15 antibotritici 10 più malattie È necessario conoscerle per poter sfruttare appieno le potenzialità ed evitare un uso improprio con relativo calo di efficacia Dipartimento di Fungicidi di copertura tradizionali Hanno determinato un approccio alla difesa di tipo cautelativo Formano una barriera protettiva sulla superficie esterna degli organi vegetali impedendo l’instaurarsi dell’infezione Hanno azione preventiva ta a r u c c A l e d e n o uzi dis tr ib to prodot Non si ridistribuiscono nei tessuti Non proteggono la nuova vegetazione Vengono facilmente dilavati e degradati mm 0 2 e≥ g g o i P Fungicidi di copertura tradizionali Hanno determinato un approccio alla difesa di tipo cautelativo La protezione dura 7-10 giorni L’intervallo più breve deve essere garantito in condizioni ambientali favorevoli e quando l’allungamento dei tralci è più rapido I trattamenti devono essere tempestivi Fungicidi di copertura tradizionali RAMEICI: (4 Kg/ha anno max 28 x 7 anni) Fitotossici (tempo fresco e umido – fioritura e allegagione) consigliati nella seconda parte della stagione vegetativa Solfati: persistenti ma più fitotossici – maggiore acidità, maggiore prontezza azione, minore persistenza Ossicloruri: meno persistenti e meno fitotossici Idrossidi: maggiore prontezza d’azione ma minore persistenza e maggiore fitotossicità Fungicidi di copertura tradizionali RAMEICI – nuove formulazioni: Efficaci a dosaggi inferiori di rame metallo Micronizzazione e microcristallizzazione delle particelle di rame che aumentano il rilascio dello ione a parità di volume (fitotossicità) Coformulanti che migliorano l’uniformità di copertura e l’adesività (resine estratte dall’olio di pino) Associazioni tra diverse forme di rame (ossicloruro e idrossido) Fungicidi di copertura tradizionali Ditiocarbammati (mancozeb, metiram, maneb propineb): Assenza di fitotossicità e prontezza d’azione Determinano il lussureggiamento della vegetazione favorendo il mal bianco e la muffa grigia Sono tossici verso gli acari predatori (fitoseidi) Folpet: Molto resistente al dilavamento (preferibile in presenza di piogge intense e continue) Efficace anche contro muffa grigia ed escoriosi Fungicidi endoterapici Hanno indirizzato l’impostazione della difesa verso interventi mirati Penetrano all’interno dei tessuti vegetali dove si sviluppa l’infezione e si ridistribuiscono nei tessuti stessi Hanno azione curativa Svincola dalla tempestività del trattamento La ridistribuzione Sfuggono alla varia da poche degradazione e al cellule a interi dilavamento organi di à it c lo e a V ll e d e n io La protez nto e im b r o e s n s a io z a t e g nuova ve 1-2 ore è variabile Fungicidi endoterapici Citotropici Migrano nei primi strati di cellule Non proteggono la nuova vegetazione La protezione dura 7-10 giorni Cimoxanil: Translaminare, migra da una pagina all’altra della foglia Ha un’azione preventiva brevissima (3 giorni) Solo in miscela con prodotti di copertura e/o sistemici Fungicidi endoterapici Sistemici Migrano nei vasi xilematici Proteggono la nuova vegetazione La protezione dura 12-14 giorni Fosetil di alluminio ‘’Fosfito di K’’ L’unico sistemico che si muove sia verso l’alto che verso il basso Fungicida e induttore di resistenza nella pianta(fenoli epolifenoli). Scarsa prontezza d’azione, non viene assorbito e/o traslocato nei grappoli (formulazioni triple) Fungicidi endoterapici Sistemici Migrano nei vasi xilematici Proteggono la nuova vegetazione La protezione dura 12-14 giorni FENILAMMIDI (metalaxyl e benalaxyl): Assorbiti e traslocati rapidamente si muovono solo verso l’alto Enantiomeri attivi: metalaxyl-M, benalaxyl-M: Dose dimezzata rispetto ai capostipiti Ridomil gold – fanatic - eucrit Fungicidi endoterapici Problematiche Azione curativa limitata alle prime fasi del ciclo d’infezione Indicazioni approssimative: 1-2 gg per il cymoxanil / 4 gg per il metalaxyl La retroattività deve essere commisurata alla percentuale trascorsa del periodo di incubazione Il trattamento è valido entro il 40% ne a im r o t n e m a t t del tra à it iv t s e p m e t a L mentale a d n o f o t n e m le un e Fungicidi endoterapici Problematiche Protezione della nuova vegetazione commisurata alla velocità di accrescimento del germoglio Solo per i sistemici: Se il tralcio si allunga rapidamente il p.a. si diluisce eccessivamente fino a raggiungere dosi inefficaci sui nuovi tessuti Il periodo di protezione si riduce a 10-12 gg Fungicidi endoterapici Problematiche Dipendenza dalle fasi fenologiche e dall’andamento climatico I sistemici offrono le migliori prestazioni nel periodo di più intensa crescita vegetativa con temperature adeguate Ad inizio stagione l’assorbimento e la traslocazione possono essere molto ridotti anche per effetto delle basse temperature L’assorbimento e la traslocazione negli acini in accrescimento e nelle foglie senescenti è sempre difficile e di solito parziale Fungicidi endoterapici Problematiche L’azione curativa di tali prodotti ha consentito una riduzione dei trattamenti La fiducia eccessiva nell’azione curativa ha spesso evidenziato in condizioni ambientali critiche una minore efficacia rispetto all’impostazione preventiva della difesa Fungicidi nuova generazione I limiti degli interventi curativi hanno indotto all’uso preventivo dei nuovi antiperonosporici (corroborato dalla loro azione curativa) I limiti di assorbimento hanno indirizzato la ricerca verso molecole con minore capacità di movimento Sistemia locale Mesostemia Fungicidi nuova generazione Sistemia locale: La molecola migra nei vasi xilematici a coprire l’intera foglia, mentre il movimento lungo il germoglio può essere limitato o assente Il tempo di protezione è di 10-12 giorni Dimetomorf: (Forum) Il primo nuovo antiperonosporico È dotato di azione preventiva e curativa Fungicidi nuova generazione Mesostemia: La molecola ha la capacità di ridistribuirsi esternamente sulla vegetazione non raggiunta dal trattamento in fase liquida o di vapore Proteggono entro certi limiti la nuova vegetazione Lipofilia: La molecola ha la capacità di legarsi tenacemente alle cere della cuticola resistendo al dilavamento e permanendo a lungo sulla superficie trattata Proteggono molto bene il grappolo che ha uno strato ceroso più consistente Fungicidi nuova generazione Di copertura a lunga persistenza a prevalente AZIONE PREVENTIVA g g 2 1 10 a r u ed n o i z Prote In grado di penetrare e traslocare con diversa efficienza entro i tessuti in percentuali diverse Azione curativa secondaria La classificazione dei fungicidi Non è più possibile attuare una netta distinzione tra fungicidi di copertura, citotropici e sistemici Molti dei nuovi fungicidi posseggono tutte queste proprietà in una sola molecola Classificazione meno schematica e più articolata La classificazione dei fungicidi fosetil AL metalaxyl, benalaxyl cimoxanil dimetomorf iprovalicarb, bentiavalicarb fluopicolide valifenalate mandipropamid strobilurine fenamidone famoxadone ciazofamide zoxamide La classificazione dei fungicidi Spiccata sistemia acropeta Vari livelli di penetrazione nei tessuti: translaminarità sistemia locale sistemia acropeta parziale fosetil AL metalaxyl, benalaxyl cimoxanil dimetomorf iprovalicarb, bentiavalicarb fluopicolide valifenalate mandipropamid strobilurine fenamidone famoxadone ciazofamide zoxamide La classificazione dei fungicidi Spiccata sistemia acropeta Vari livelli di penetrazione nei tessuti: translaminarità sistemia locale sistemia acropeta parziale Non penetrano nei tessuti fosetil AL metalaxyl, benalaxyl cimoxanil dimetomorf iprovalicarb, bentiavalicarb fluopicolide valifenalate mandipropamid strobilurine fenamidone famoxadone ciazofamide zoxamide La classificazione dei fungicidi Spiccata sistemia acropeta Vari livelli di penetrazione nei tessuti: translaminarità sistemia locale sistemia acropeta parziale Non penetrano nei tessuti fosetil AL metalaxyl, benalaxyl cimoxanil dimetomorf iprovalicarb, bentiavalicarb fluopicolide valifenalate mandipropamid strobilurine fenamidone famoxadone ciazofamide zoxamide Vengono assorbiti totalmente La classificazione dei fungicidi Spiccata sistemia acropeta Vari livelli di penetrazione nei tessuti: translaminarità sistemia locale sistemia acropeta parziale Non penetrano nei tessuti fosetil AL metalaxyl, benalaxyl cimoxanil dimetomorf Vengono assorbiti totalmente iprovalicarb, bentiavalicarb fluopicolide valifenalate mandipropamid strobilurine fenamidone famoxadone ciazofamide zoxamide Aderiscono alle cere cuticolari in varie proporzioni Alcuni sono mesostemici altri no Classificazione dei fungicidi Classificazione si basa su parametri fisico-chimici: Coefficiente di ripartizione ottanolo-acqua Solubilità in acqua Il loro reale comportamento sulla pianta è influenzato dalla formulazione e dalle condizioni ambientali Non esistono valutazioni sperimentali comparative Fungicidi di nuova generazione Analoghi STROBILURINE: Ottima azione preventiva, vari gradi di penetrazione nei tessuti e mesostemia Ampio spettro d’azione (oidio, escoriosi) Sostanza attiva Traslocazione xilematica Traslocazione translaminare Mesostemia Azoxystrobin Si Si No Kresoxim metile No Scarsa Si Trifloxystrobin No Scarsa Si Pyraclostrobin No Scarsa No Fungicidi di nuova generazione Analoghi STROBILURINE: Ottima azione preventiva, vari gradi di penetrazione nei tessuti e mesostemia Ampio spettro d’azione (oidio, escoriosi) Sostanza attiva Peronospora Oidio Escoriosi Azoxystrobin “Ortiva, Quadris” +++ +++ +++ Kresoxim metile ‘’ Stroby, allegro, juwel ‘’ ++ ++ ++ ++ +++ +++ +++ +++ +++ Trifloxystrobin “ Flint” Pyraclostrobin “Cabrio, Signm” Fungicidi di nuova generazione Famoxadone, Ciazofamide, Zoxamide: Equetion Pro - Milicut - Electis: Famiglie chimiche diverse Ottima azione preventiva, azione curativa non sfruttabile in quando la penetrazione nei tessuti è scarsa o nulla Spiccata lipofilia, mesostemici in fase acquosa o di vapore Consigliati dopo la fioritura per la protezione del grappolo Fungicidi di nuova generazione Iprovalicarb (melody-curit)e bentiavalicarb (vincar): Stessa famiglia chimica Il primo viene proposto come sistemico Il secondo translaminare con moderata sistemia, si lega alle cere cuticolari Probabilmente sono entrambi a sistemia locale Assorbiti dalla pianta in meno di un ora Azione preventiva, curativa Fungicidi di nuova generazione Fluopicolide, Valifenalate: Volare - R6Albis, Valbon-Vincare Famiglie chimiche diverse Una frazione viene assorbita e traslocata rapidamente, il resto si lega alle cere cuticolari e può essere e, i c fi r upe s a assorbito successivamente l l a su v ti i u t s n s e e it re v p o r e t n n e a v A zi o i t a cu r Mandipropamid: pergado Si fissa alle cere cuticolari e in minor misura penetra nei tessuti con movimento translaminare Dipartimento di Antiperonosporici di copertura Principio attivo Prodotti commerciali Ossicloruro di rame Cuprovit, Pasta caffaro, Coprantol, Cuprenox, Colloidox, Ossicloruro 50, Ossirame, Cuproram, ecc. Idrossido di Rame Kocide, Coprantol micro, ecc Mancozeb Fenamidone Mazeb, Dithane, Micene MZ, ecc. Elicio, Oracle Tolifluanide Euparen multi Folpet Folpan, Foltan, Dipet Famoxate Equation Pro, Equation sistem Antiperonosporici citotropici e sistemici Principi attivi Azoxystrobin Cimoxanil Benalaxil Iprovalicarb Metalaxil Fosetil alluminio Dimetomorf Pyraclostrobin Prodotti commerciali Quadris Curzate, Vitene Attività Sist. loc. Citotropi co Galben, Tairel Sistemico Melody med, ecc. Sistemico Ridomil gold, Eucritt Sistemico Aliette, Elios Sistemico Forum Sist. loc. Cabrio Top Citotropi co Posizionamento fungicidi Scarso assorbimento basse temperature Grappoli visibili (lunghezza 10 cm) p.a. copertura tradizionali non rameici Tessuti giovani, attiva circolazione linfatica, temperature non basse Pre fioritura Allegagione p.a. con spiccate capacità di penetrazione e/o traslocazione Grappoli, tessuti fogliari senescenti Effetto collaterale sulle infezioni botritiche Chiusura grappolo Invaiatura p.a. con elevata affinità per le cere cuticolari rameici Oidio o mal bianco (Uncinula necator - Oidium tuckeri) Oidio o mal bianco Oidio o mal bianco I sintomi OIDIO i Tralc a r e i d ban Oidio o mal bianco Il ciclo biologico OIDIO Svernamento: micelio nelle gemme PRIMAVERA Il fungo sporula sulla superficie dei germogli e delle foglie Tralci bandiera Gemme infette originano germogli completamente ricoperti dal fungo I conidi infettano i tessuti verdi Le gemme neoformate si infettano quando sono ancora verdi I conidi prodotti su foglie, germogli e bacche sono dispersi dal vento e causano nuove infezioni CICLI SECONDARI Il fungo sverna nelle gemme quiescenti Grappoli infetti AUTUNNO ESTATE INVERNO Foglie infette L’agente patogeno OIDIO È causata da Uncinula necator il o n o d n o f f i d e h c i Organ patogeno Conidiofori liberi con conidi singoli o in catene Orga ni con l’accr sento no escim svern ento e amen lo to del patog e no Micelio formato da ife L’agente patogeno OIDIO È causata da Uncinula necator Org a ni che sver consen tono na m ento lo Cleistoteci forniti di fulcri uncinati contenenti aschi Gli aschi contengono le ascospore le o n a s au c e h c i Organ ni primarie infezio Biologia dell'oidio Condizioni favorevoli alla malattia Minime Ottimali Sfavorevoli Temperatura 6-7 °C 25 °C 30-35 °C Umidità relativa 25-30 % 50-60% > 60% Il fungo sverna nella vegetazione (tralci, gemme e foglie marcescenti) L'oidio si sviluppa anche in condizioni di bassa umidità (piena estate) Attacca preferenzialmente piante rigogliose L’epidemia è ostacolata da pioggie abbondanti Esistono varietà più sensibili alla malattia (es. Moscato, carignano, Il ciclo biologico Svernamento: micelio nelle gemme I tralci bandiera costituiscono pericolosi focolai d’infezione perché compaiono molto presto e producono una gran quantità d’inoculo L’infezione delle gemme è più frequente nei vigneti che subiscono forti attacchi precoci Il ciclo biologico Svernamento: cleistoteci sulla corteccia Maggiore l’incidenza dell’attacco maggiore il numero di cleistoteci che si può formare Le prime infezioni ascosporiche avvengono su germogli ben sviluppati ma sono difficilmente rilevabili Più comune osservare i primi sintomi sui grappoli dopo l’allegagione Epidemiologia Condizioni sfavorevoli: Temperature > 32-35°C inibiscono la germinazione dei conidi, oltre i 40 °C i conidi muoiono L’acqua libera che deriva da piogge, rugiade o irrigazioni ostacola la germinazione dei conidi, li dilava e danneggia il micelio L’epidemia è ostacolata da piogge abbondanti e bagnature persistenti, non da UR elevata Epidemiologia Infezioni fogliari: durante tutto il ciclo vegetativo (malattia policiclica) Infezioni sulle bacche: da allegagione a chiusura grappolo (malattia oligociclica) È cruciale la quantità d’inoculo disponibile in fioritura Si possono concludere diversi cicli secondari prima che siano rilevabili sintomi in vigneto Inizio della difesa preventiva contro l'oidio Presenza di oidio nell'anno precedente In assenza di pressione oidica Da accrescimento germogli da prefioritura Strategie di difesa contro l'oidio La lotta inizia precocemente e dura per quasi tutto il ciclo vegetativo della vite. Una fase delicata è quella di giovane germoglio (2-3 foglioline distese). In questa fase è utilizzabile Dinocap o Zolfo bagnabile micronizzato contro il fungo svernante. Da prefioritura a post-allegagione impiego di sistemici (endoterapici) a fini preventivi. Da ingrossamento acini alla invaiatura (con rischio massimo a fine giugno-luglio) si consiglia: Sistemici, Quinoxifen, Zolfo in polvere o Zolfo bagnabile micronizzato come curativi e preventivi. Criteri precauzionali nella difesa dall'oidio Eliminare con la potatura invernale i tralci infetti; In caso di forte rischio e nelle fasi critiche (fioritura - allegagione invaiatura) impiegare gli endoterapici a dose piena anche per le miscele; Alternare gli endoterapici con i prodotti di contatto (zolfo) per prevenire l'insorgere di fenomeni di resistenza; La potatura verde prima dei trattamenti è fondamentale per assicurare una buona bagnatura della vegetazione e soprattutto del grappolo; Svincolare i trattamenti contro l'oidio da quelli contro la peronospora a inizio e fine stagione. Gli aspetti focali della difesa antioidica della vite: punti critici (2) • Difficoltà di rinvenimento dei primi sintomi delle infezioni da ascospore (oggi largamente prevalenti rispetto allo svernamento miceliare gemmario) • Possibilità di attacchi epidemici sugli acini in accrescimento, anche in assenza di sintomi evidenti in prefioritura • Necessità di effettuare una lotta di tipo sostanzialmente preventivo-cautelativo, soprattutto per la protezione dei grappoli • Difficoltà di prevedere il comportamento infettivo della malattia Le fasi di sviluppo degli antioidici sintetici in Italia 1. Inizio anni 50: affiancamento del dinocap allo zolfo e convivenza/ integrazione dei due prodotti per circa un ventennio 2. Inizio anni 70: introduzione dei benzimidazoli e loro inserimento anche nella difesa della vite (oidio e muffa grigia), oggi praticamente scomparsi 3. Fase degli IBS: rapido successo di tali prodotti, seguito da quasi un ventennio di monopolio, oggi in parte ridimensionati - 1979: introduzione del fenarimol, oggi non più disponibile su vite - 1980: introduzione del triadimefon e sviluppo incessante dei triazoli fino a metà degli anni 90 - 2005: introduzione di spiroxamine (probabilmente l’ultimo IBS antioidico per la vite) 4. Il dopo IBS: una rivoluzione qualitativa e quantitativa - fine anni 90: introduzione dei primi analoghi delle strobilurine (poi sviluppatisi nel corso degli anni seguenti) e del quinoxyfen - anno 2007: ulteriore sostanziale allargamento della disponibilità di prodotti, con l’introduzione di 3 p. a. innovativi e il rilancio di due sostanze già note LA LOTTA – I fungicidi OIDIO Di copertura tradizionali ZOLFO Preventivo - Trattamenti frequenti Poco efficace sotto i 20 °C È fitotossico oltre 30-32 °C MEPTYLDINOCAP Preventivo - Trattamenti frequenti Agisce efficacemente sotto i 20 °C (È fitotossico oltre 30-32 °C)? Caratteristiche degli zolfi Le dimensioni molto fini possono determinare problemi di fitotossicità. Dimensioni ottimali che garantiscono il miglior contatto con l'oidio. Agisce per contatto e allo stato di vapore. Agiscono solo allo stato di vapore e sono inefficaci sotto i 16°C. polvere greggi - subblimati o raffinati - ventilati - attivati bagnabili Micronizzati Colloidali 0 comuni - micronizzati colloidali - con bentonite 1 8 15 Dimensioni dei granuli (millesimi di millimetro) LA LOTTA – I fungicidi OIDIO Sistemici INIBITORI BIOSINTESI STEROLI Attivi a bassi dosaggi, preventivi e curativi, rischio di resistenza medio Triazoli: tebuconazolo (folicur), cyproconazolo(atemi) penconazolo (topas),Microbutanil (Sistane),Tetraconazolo (domark) Triadimenol (topas) (Bayfidan)ecc. Spiroxamina: (prosper) meccanismo d’azione diverso dai triazoli Preferibile l’alternanza a dose piena che la miscela a dose ridotta LA LOTTA – I fungicidi Citotropici BOSCALID (cantus 120gr/hl) Sistemia locale (migra entro i tessuti verso il margine fogliare) Commercializzato da solo o in miscela con strobilurine Efficace anche contro la muffa grigia Rischio di resistenza (un solo trattamento sviluppo acino) OIDIO LA LOTTA – I fungicidi OIDIO Di copertura a lunga persistenza ANALOGHI STROBILURINE: Trifloxystrobin(Flint), kresoxim metile, (stroby e allegro) (azione collaterale contro la peronospora), pyraclostrobin (cabrio), azoxystrobin(Quadris) QUINOXIFEN(arius) PROQUINAZID (talendo) e METRAFENONE (vivando) Efficaci solo contro l’oidio Meccanismo d’azione diverso tra loro e diverso dalle strobilurine Essenzialmente preventivi, buona protezione del grappolo La moderna evoluzione degli antioidici per la vite: gli IBS 1979 Fenarimol (RUBIGAN) Pirimidine 1980 Triadimefon (BAYLETON) Bayer 1984 Propiconazole (TILT) Ciba-Geigy 1985 Triadimenol (BAYFIDAN) Bayer 1985 Diclobutrazol (VIGIL) 1987 Penconazole (TOPAS) Ciba-Geigy 1989 Myclobutanil (SYSTHANE) Rhom and Haas/DowAgrosciences 1989 Nuarimol (BLOC) 1991 Hexaconazole (ANVIL) Solplant 1993 Cyproconazole (ATEMI) Sandoz 1994 Flusilazole (NUSTAR) Du Pont 1994 Tebuconazole (FOLICUR) 1995 Fenbuconazole (INDAR) Rhom and Haas/DowAgrosciences 1996 Tetraconazole (DOMARK) Isagro 1997 Pyrifenox (DORADO) Piridine Ciba-Geigy 2005 Spiroxamine (PROSPER) Spiroketalamine Bayer Cropscience Triazoli Pirimidine Triazoli Elanco Solplant Elanco Bayer La moderna evoluzione degli antioidici per la vite: dopo IBS il 1998 Azoxystrobin (QUADRIS) Metossiacrilati 1998 Kresoxim-methyl (STROBY) Ossiminoacetati 1999 Quinoxyfen (ARIUS) Fenossiquinoline DowAgrosciences 2000 Ampelomyces quisqualis (AQ10) Microbiologici Bio Intrachem 2002 Trifloxystrobin (FLINT) Ossiminoacetati 2005 Pyraclostrobin+metiram (CABRIO TOP) Metossicarbamm ati 2007 Boscalid (CANTUS) Carbossamidi BASF 2007 Boscalid + kresoxim-methyl (COLLIS) Carbossamidi+strobilurine BASF 2007 Metrafenone (VIVANDO) Benzofenoni BASF 2007 Proquinazid (TALENDO) Qunazolinoni Du Pont 2007 Meptyldinocap (KARATHANE STAR) Nitrofenoli DowAgrosciences 2007 Bupirimate (NIMROD) Idrossipirimidine Maktheshim Agan Analoghi strobilurine Analoghi strobilurine Solplant/Syngenta BASF Bayer Cropscience BASF Il quadro attuale degli antioidici di sintesi P. A. Gruppo chimico Meccanismo d’azione Zolfo Minerali Inibizione dei complessi II e III della catena respiratoria Meptyldinocap Nitrofenoli Interferenze sulla fase terminale della respirazione (fosforilazione oss.) Bupirimate Idrossipirimidine Inibizione dell’enzima adenosin-deaminasi (sintesi acidi nucleici) Propiconazole Triadimenol IBS gruppo 1 Inibizione della biosintesi degli steroli attraverso il blocco dell’enzima C-14 demetilasi (DMI) Penconazole Myclobutanil Cyproconazole Triazoli Tebuconazole Fenbuconazole Tetraconazole Spiroxamine Spiroketalamine Azoxystrobin Metossiacrilati Kresoxim-methyl Trifloxystrobin Ossiminoacetati IBS gruppo 2: inibizione degli enzimi Δ 8 Δ7 isomerasi e Δ14 riduttasi Analoghi strobilurine Inibitori specifici della respirazione: blocco del complesso III della catena respiratoria (sito Qo = QoI) Pyraclostrobin Metossicarbammati Quinoxyfen Fenossiquinoline Interferenze su una proteina coinvolta nei segnali iniziali di riconoscimento cellulare Proquinazid Quinazolinoni Probabile interferenza con la trasduzione dei segnali cellulari + stimolazione autodifese Metrafenone Benzofenoni Distruzione dell’actina (proteina fondamentale per la crescita delle ife) Boscalid Carbossamidi Inibizione del complesso II della catena respiratoria Il rischio resistenza: caratterizzazione degli antioidici sec. il FRAC Minerali Zolfo Rischio basso Nitrofenoli Metyldinocap Rischio non conosciuto > 2 trattamenti x anno Idrossipirimidine Bupirimate Rischio medio, si strategia di gestione > 3trattamenti x anno IBS DMI triazoli Propiconazole*, Triadimenol, Penconazole, Myclobutanil, Cyproconazole*, Tebuconazole, Fenbuconazole, Tetraconazole* Rischio medio ( *1 trattamenti x anno) Resistenza incrociata (non ben chiarita) Si strategia di gestione (max 3 tratt./anno) IBS spiroketalamine Spiroxamine Rischio medio-basso, non incrociato con DMI Si strategia di gestione (max 3 tratt./anno) Strobilurine Azoxystrobin, Kresoxim-methyl, Trifloxystrobin Pyraclostrobin Rischio elevato Resistenza incrociata Si strategia di gestione (max 3 tratt./anno) Fenossiquinoline Quinoxyfen Quinazolinoni Proquinazid Rischio medio Resistenza incrociata Si strategia di gestione (max. 3 tratt./anno) Benzofenoni Metrafenone Rischio non conosciuto (max. 3 tratt./anno) Carbossamidi Boscalid Rischio medio Si strategia di gestione (max 1 tratt./anno) Caratterizzazione fitoiatrica degli attuali antioidici per la vite Minerali Zolfo Copertura, breve persistenza Nitrofenoli Meptyldinocap Copertura, breve persistenza Idrossipirimidine Bupirimate Translaminarità e sistemicità locale IBS triazoli Propiconazole, Triadimenol, Penconazole, Myclobutanil, Cyproconazole, Tebuconazole, Fenbuconazole, Tetraconazole Sistemicità (acropeta) più o meno spiccata Buona durata della protezione (circa 10-12 giorni) spiroketalamine Spiroxamine Strobilurine Azoxystrobin, Kresoxim-methyl, Trifloxystrobin Pyraclostrobin+metiram Penetrazione e traslocazione più o meno spiccata Diffusione nelle cere. Attività antigerminativa Buona durata della protezione (10-12 giorni) Quinoxyfen Leggera penetrazione, diffusione nelle cere e in fase di vapore. Attività antigerminativa. Cadenza 10-12 gg Quinazolinoni Proquinazid Translaminarità e sistemicità locale, diffusione nelle cere e ridistribuzione in fase di vapore. Att. antigerm. + stimolazione autodifese. Cadenza 10-12 gg Benzofenoni Metrafenone Penetrazione locale e diffusione nelle cere e in fase di vapore. Blocco penetrazione e sviluppo. Cad. 10-12 g Fenossiquinoline Boscalid Carbossamidi Boscalid + kresoxym-methyl Translaminarità e sistemicità locale. Attiv. antigerm. Cadenza 10-12 giorni Antioidici /1 Principio attivo Prodotti commerciali Dose g- ml /hl Attività Zolfo Zolfo in polvere ramato 3-5% 25-40 kg/ha 200-500 Zolfo bagnabile micronizzato g/hl 100-200 (Tiovit, ecc) colloidale Contatto Dinocap* Karathane Star Contatto Ciproconazolo 10 Caddy Akenaton Penconazolo 5-10-19,4 1,5 Topas 10 EC - Topas Combi Sistemia Locale 10-12,5 15-20 30 25- Sistemia Locale Esaconazolo 4,8 Anvil - Lyzol 35-40 Sistemia Locale Triadimenol 5-22,9 Bayfidan, Bayfidan Ec, Oidimenol Ec 50-80 Sistemia Locale Miclobutanil 4,5-20-25 Thiocur, Systane, DuoKar Pro 15-30 40-50 Sistemia Locale Antioidici /2 Principio attivo Fenarimol 6 -11,4 Nuarimol 6 Prodotti commerciali Rubigan Dose Attività g- ml /hl 30-60, 15-30 Sistemia Locale Ares Bloc Combi 20 - 50 Sistemia Locale Tebuconazolo 4,35-25 Folicur 230 - 40 Sistemia Locale Tetraconazolo 4,42 Emerald 60 Sistemia Locale Pyraclostrobin Cabrio Top Azoxystrobin 22,9 Quadris 75 - 100 Spiroxamina Prosper 100 - 130 Sistemico Trifloxistrobin 50 Flint 12,5 - 15 Sistemia locale Quinoxifen 22,58 Arius 15 - 30 Citotropico Sistemia Locale Contatto Botrite o muffa grigia (Botrytis cinerea) Sclerotinia fuckeliana Botrite o muffa grigia (Botrytis cinerea) Botrite o muffa grigia (Botrytis cinerea) Vacuma –transpora Nella fase tra allegagione ed invaiatura si producono Pectine, chitine, fitoalesine, fenoli, acido malico e tartarico Locosistemici – Misti - Mesostemici Dipartimento di Microbiologici Dipartimento di STRATEGIE ANTIRESISTENZA Se si effettuano 2-3 trattamenti si consiglia cambiare s.a. ad ogni trattamento nella stessa stagione Se si effettuano 1-2 trattamenti alternare su base annua Dipartimento di Strategie di difesa contro la botrite Proteggere i grappoli da tutti i fattori che possono determinarne delle lesioni (l'oidio e la tignoletta); Nelle situazioni ad elevato rischio (uve a grappolo serrato, presenza di oidio, ecc.) trattamento in fase di pre-chiusura grappolo con un prodotto di contatto (boscalid, Pirimetanil, Cyprodynil + Fludioxonil); Se le condizioni di rischio persistono effettuare un secondo trattamento all'invaiatura combiando I principi attivi. A fine maturazione, in caso di forte attacco, si può intervenire con la Solfobentonite, 10-15 giorni prima della vendemmia. Questo prodotto non è tossico per l'uomo. Antibotritici Principio attivo Prodotti commerciali Classe Boscalid Cantus, Signum, Collis, Bellis Nc Fluazinam Grecale, Banyo Nc Mepanipirim Frupica Nc Pyrimethanil Scala, Brezza Nc Cyprodynil + Fludioxonil Switch Nc Fenexamide Teldor Nc Fludioxonil Celeste Nc Tricoderma Eupa harzianum Nc Solfobentonite Solfobenton Nc Mal dell’esca (vari agenti) Eutipiosi (Eutypa lata) Deperimento da Botryosphaeria spp. (Black Dead Arm – BDA) Considerata da sempre malattia dei vigneti vecchi, si manifesta attualmente in forma intensa anche su vigneti in piena produzione La sua diffusione è in costante aumento in tutto il mondo causando notevoli perdite economiche. Malattia complessa dovuta a diversi agenti patogeni fungini e condizionata da fattori ambientali Sintomatologia chioma Sindrome cronica Tigrature su foglie (gialle su vitigni bianchi, rosse su quelli neri) Aree necrotiche con alone vivace Esca Sintomatologia chioma Sindrome cronica Tigrature senza alone vivace Esca Sintomatologia chioma Sindrome cronica Clorosi e necrosi aspecifiche Esca Sintomatologia chioma Sindrome cronica Clorosi e necrosi aspecifiche Esca Sintomatologia chioma Sindrome cronica Clorosi e necrosi aspecifiche Esca Sintomatologia chioma Sindrome cronica Su acini, necrosi superficiali di varia forma (puntiformi a meridiani, a chiazze, ecc.) Esca Sintomatologia chioma Sindrome cronica Disseccamenti più o meno estesi di foglie tralci e grappoli Defogliazione Esca Sintomatologia chioma Sindrome acuta avvizzimento improvviso della vegetazione in pochi giorni (colpo apoplettico) Esca Sintomatologia legno A A Esca A Striature dovute a fenomeni di cicatrizzazione A A Venature brune: Phaeomoniella chlamydospora (Phaeoacremonium spp.) B Necrosi circolare (bruno - rosato): Phaeomoniella chlamydospora (PCH), Phaeoacremonium aleophilum (PAL) B Sintomatologia legno A B B C B Esca C A C A B C C A A A Venature brune: Phaeomoniella chlamydospora (Phaeoacremonium spp.) B Necrosi circolare (bruno - rosato): Phaeomoniella chlamydospora (PCH), Phaeoacremonium aleophilum (PAL) Necrosi settoriale (marron chiaro): Eutypa lata, Botryosphaeria spp (BOT) Problematiche legate ai sintomi Discontinuità nella manifestazione dei sintomi fogliari: piante con legno alterato non manifestano sintomi sulla chioma per più anni consecutivi piante con sintomi intensi sulla chioma possono non mostrarne affatto l’anno successivo Esca Problematiche legate ai sintomi I sintomi sulla chioma compaiono durante l’estate sono conseguenti ad una profonda disfunzione dell’apparato vascolare più la vite è vigorosa e più facilmente compare la sindrome acuta Esca Problematiche legate ai sintomi I sintomi sulla chioma compaiono durante l’estate sono conseguenti ad una profonda disfunzione dell’apparato vascolare più la vite è vigorosa e più facilmente compare la sindrome acuta Esca Problematiche legate ai sintomi I sintomi compaiono anche se l’alterazione del legno è molto ridotta sono conseguenti alla messa in circolo di tossine prodotte dai funghi sono conseguenti ai meccanismi di difesa messi in atto dalla pianta Esca Cause della malattia Associazione certa tra funghi e alterazioni del legno Malattia delle Venature brune Phaeomoniella chlamydospora PCH, Phaeoacremonium aleophilum, Pal Malattia delle barbatelle, sia del portinnesto che delle marze. si manifesta con venature brune, nerastre con Carie bianca produzione di Fomitiporia gomma; in sezione mediterranea con punteggiature nere ad anello circolari Esca Sindromi collegate al mal dell’esca Malattia di Petri: Associata a P. chlamydospora (Phaeoacremonium spp.), malattia dei giovani vigneti con scarsa vigoria ed elevate fallanze senza manifestazioni apparenti. Le piante colpite evidenziano venature brune della barbatella, fuoriuscita di essudati dal taglio, deperimento, avvizzimento e clorosi. Esca giovane: Associata a P. chlamydospora, P. aleophilum, forma intermedia di esca vera e propria, Può essere presente nei vigneti giovani con poca carie, con o senza sintomi fogliari. Esca Sindromi collegate al mal dell’esca Carie bianca: Associata a F. mediterranea, si manifesta su viti adulte con carie del legno; può manifestare o meno sintomi sulla chioma Mal dell’esca: Associato a P. chlamydospora, Phaeoacremonium spp., F. mediterranea, si manifesta su viti adulte con tutti i sintomi del legno sopra descritti e con la classica sintomatologia sulla chioma. La carie parte da ferite si estende lungo il legno, può causare fratture (mal dello spacco). Esca Sindromi collegate al mal dell’esca Carie bianca: Associata a Fomitiporia mediterranea, si manifesta su viti adulte con carie del legno; può manifestare o meno sintomi sulla chioma Mal dell’esca: Associato a P. chlamydospora, Phaeoacremonium spp., F. mediterranea, si manifesta su viti adulte o vecchie con tutti i sintomi del legno sopra descritti e con la classica sintomatologia sulla chioma Esca Aspetti epidemiologici Infezioni attraverso ferita: I corpi fruttiferi si formano su legno necrotizzato di diverse piante legnose coltivate e spontanee Basidiospore e ascospore vengono diffuse da correnti d’aria, i conidi dall’acqua di rugiada e di pioggia Spore e conidi devono approdare su una ferita che metta a nudo il legno Sulla ferita deve essere presente un velo d’acqua che consenta la germinazione di conidi e spore e l’accrescimento del tubetto miceliare nel legno Esca Aspetti epidemiologici Esca Aspetti epidemiologici Esca Aspetti epidemiologici Modalità d’infezione: FOMED: lenta e progressiva degradazione del legno in un composto friabile, può rimanere localizzato (carie bianca) PCH e PAL invadono i vasi spostandosi velocemente entro il sistema vascolare compromettendo il trasporto dell’acqua e degli elementi minerali Esca Aspetti epidemiologici Tracheomicosi Sviluppo fungino entro i vasi legnosi La pianta reagisce formando tille, gomme e mucillagini che ostruiscono i vasi Deperimento progressivo fino ad arrivare all’avvizzimento parziale e quindi totale della pianta Esca Aspetti epidemiologici Tracheomicosi PCH e PAL sono presenti nelle venature brune cioè gruppi di vasi anneriti ricchi di tille Sono presenti sui tralci dell’anno a 4-5 metri dal ceppo Esca Aspetti epidemiologici Infezioni attraverso materiale di propagazione Le barbatelle pronte per la vendita presentano evidenti striature necrotiche Esca Aspetti epidemiologici Esca Infezioni attraverso materiale di propagazione: Cabernet sauvignon/SO4 % di scaglie legnose e di piante (50) Fungo A B C D I TOT Piante PM 3,5 22,9 18,0 20 7,9 12,4 44 PCH 1,8 0 5,1 2,5 3,4 2,7 14 5,6 20 6,5 4,6 11,1 9,8 42 0 2,5 6,4 0 0 1,1 2 2000 2001 PM PCH Incidenza di striature necrotiche >90% Le barbatelle apparivano sane e vigorose L’importanza di questa malattia è stata a lungo sottovalutata o addirittura ignorata. È stata segnalata in pochi Paesi tra cui l’Italia (è presente in Sardegna) Causata da specie fungine del genere Botryosphaeria, isolate molto spesso anche da viti con mal dell’esca Sintomatologia chioma Sindrome cronica BDA Necrosi internervali Disseccament o della vegetazione Sintomatologia legno BDA B B B A B A B Necrosi settoriali Necrosi sottocorticali Botryosphaeria spp. in particolare B. obtusa Malattia poco diffusa Causa danni particolarmente gravi solo in alcune zone geografiche In Italia è presente soprattutto nel nordest, ma è stata segnalata anche in Sardegna È causata dal fungo Eutypa lata Sintomatologia chioma Internodi corti, foglie piccole clorotiche, a margine frastagliato Vegetazione cespugliosa Eutipiosi Sintomatologia legno Eutipiosi A A A Necrosi settoriali Eutypa lata Problematiche legate ai sintomi La variabilità è inferiore all’esca Le necrosi settoriali sono spesso associate a punteggiature e carie Sovrapposizione di diverse malattie, netta distinzione dei sintomi fogliari Eutipiosi Cause della malattia Associazione certa tra alterazione del legno, sintomi sulla chioma ed Eutypa lata I sintomi fogliari sono causati da tossine prodotte dal fungo Eutipiosi Caratteristiche del patogeno Eutipiosi Eutypa lata Forma periteci sul legno ormai morto Periteci Periteci Periteci Aspetti epidemiologici Sorgenti d’inoculo in natura Periteci contenenti ascospore Infezioni attraverso ferita: I corpi fruttiferi si formano su legno necrotizzato di diverse piante legnose coltivate e spontanee Le ascospore vengono diffuse da correnti d’aria Le spore devono approdare su una ferita che metta a nudo il legno Sulla ferita deve essere presente un velo d’acqua che consenta la germinazione delle spore e l’accrescimento del tubetto miceliare nel legno Eutipiosi Aspetti epidemiologici Fattori predisponenti accumulo di legno morto in vigneto creazione di ferite piante debilitate da fattori biotici e abiotici Fattori abiotici: Fattori biotici: Forzatura delle piante Attacchi parassitari (virosi, fitoplasmosi, batteriosi, funghi Forme espanse di allevamento Stress idrici e nutrizionali radicali) Ferite (potature e gelate) Pianta (età, eccessiva vigoria naturale) Aspetti epidemiologici Forzatura piante giovani Necessità di tagli di potatura grossi e frequenti Entrata in produzione precoce e produzioni eccessive: Mancato accumulo di sostanze di riserva nel legno da cui aumento della sensibilità a stress ambientali e ostacolo nella ripresa vegetativa Sviluppo eccessivo della chioma rispetto alle radici con aumento di sensibilità agli stress idrici Aspetti epidemiologici Stress idrico 1. Periodo piovoso o irrigazioni intense 2. Ondate di calore , vento secco Appassimento (reversibile) Alterazione del legno (irreversibile) Formazione bolle d’aria, necrosi e tille Più numerose in piante vigorose LEGNO DEBILITATO facilmente aggredibile dai patogeni del legno MORTE DELLA PIANTA Le Le pratiche pratiche colturali colturali Tutte quelle atte a ridurre la possibilità d’infezione fin dall’impianto del vigneto Materiale vivaistico certificato Impiantare i vigneti in ambienti favorevoli alla crescita regolare delle piante Evitare di forzare le piante Le Le pratiche pratiche colturali colturali La potatura Asportare le piante morte o parti di esse rimaste nei fili e nel terreno e bruciarle Contrassegnare le piante alla prima comparsa dei sintomi e potarle separatamente Rimuovere e bruciare il materiale di risulta di piante infette dopo la potatura Disinfettare grossi tagli e ferite accidentali con mastici cicatrizzanti Le Le pratiche pratiche colturali colturali “Risanamento” delle viti sintomatiche con capitozzature Capitozzare la pianta fino ad eliminare ogni traccia di necrosi Eliminare il vecchio tronco quanto prima e proteggere col mastice il moncone rimasto Recuperare un germoglio robusto per ricostruire la chioma Se le piante sono numerose l’intervento è oneroso e può determinare uno squilibrio nella qualità del produzione IL MAL DELL’ESCA o meglio le malattie del legno Possono ESSERE LIMITATe SOLO CON UNA CORRETTA GESTIONE DEL VIGNETO FIN DAL SUO IMPIANTO Escoriosi della vite Phomopsis viticola (forma sessuata Cryptosporella viticola). E' una malattia particolarmente distruttiva nelle regioni in cui la vite dopo il germogliamento è tenuta spesso bagnata da frequenti piogge. Danni Indebolimento delle piante Riduzione della produzione Basso livello qualitativo dell’uva Morte delle barbatelle appena innestate Sintomi dell'escoriosi sulle foglie Macchie piccole, verde chiaro o clorotiche, irregolari o circolari, con centro scuro. Macchie necrotiche marroni o nere lungo le nervature principali o secondarie o sui piccioli. Impallinatura delle foglie. Le parti infette della foglia possono in seguito anche diventare gialle o nocciola. Le foglie molto colpite possono andare incontro ad abscissione. Sintomi dell'escoriosi su germogli, rachidi e i piccioli Macchie clorotiche con centro scuro. Sugli internodi basali dei germogli compaiono tacche brune o nero-violacee di forma allungata che, confluendo, interessano anche l’intera circonferenza del germoglio stesso. Fessurazioni del tessuto corticale. La superficie corticale diviene scabrosa e ruvida. Fessura profonda ad anello all'inserzione del tralcio. I tessuti cicatriziali determinano l’ingrossamento della base del getto. Il tralcio resta però fragile e può disarticolarsi per eventi traumatici di qualsiasi natura. Escoriosi Escoriosi Escoriosi Escoriosi Escoriosi Escoriosi Lotta all'escoriosi Utilizzare materiale di propagazione sano al momento dell’impianto. Eliminare il legno infetto durante la potatura ed asportare tutti i residui di potatura. I residui vanno bruciati. Trattamenti protettivi subito dopo il risveglio vegetativo, quando i germogli hanno una lunghezza di 3-5 cm (o prima in condizioni di elevata virulenza della malattia), preferendo prodotti di contatto, continuando con cadenze strette, fino all’inizio della difesa antiperonosporica. Prodotti consigliati Folpet Mancozeb Methiram Zolfo (ha dato risultati a volte contrastanti) Rame (efficacia limitata)