Esiste una teoria antica del diritto naturale? Da: Dizonario di politica UTET (a cura di Guido Fassò) Secondo alcuni studiosi è un controsenso definire il giusnaturalismo come una prospettiva prettamente moderna, essendo il concetto di diritto naturale noto agli antichi, sia nella forma di “istinto naturale”, che in quella di “legge divina”, che in quella di “legge razionale”. Tuttavia per altri studiosi il giusnaturalismo è una prospettiva prettamente moderna in quanto l'antica dottrina del diritto naturale, che troverebbe la sua più rigorosa formulazione nella terza definizione (la prima è infatti riconducibile alla terza; la seconda teorizza il primato della fede sulla ragione), sarebbe viziata da una contraddizione logica. Essendo il diritto lo strumento di cui l'uomo, ossia il più predatore e pericoloso tra gli animali, si avvale per proteggersi dall'autodistruzione, esso ha un fondamento umano, culturale e non naturale. Parlare di “diritto naturale” nel senso di “fondato su un ordine naturale immodificabile” è quindi una contraddizione in termini: sia perché il diritto è un prodotto dell'uomo, sia perché l'uomo modica l'ordine naturale (non esiste un “ordine immodificabile”), ragion per cui il problema del diritto non è quello di ricercare il suo fondamento in un ordine naturale impossibile, ma è semmai quello di interrogarsi sull'atteggiemnto da assumere nei confronti dell'ordine naturale: esso va piegato al dominio incondizionato dell'uomo o va rispettato nella sua armonia? Questa problematica ci rimanda a quella dei diritti degli animali, e ci porta a rivalutare la definizione che di diritto naturale ha dato Ulpiano, per cui esso è “ciò che la natura insegna a ogni animale”.