Gli OGM: piante transgeniche Francesco Quinzii Cosa sono gli OGM? Con la sigla OGM si vogliono indicare gli organismi geneticamente modificati, cioè quegli organismi vegetali e animali il cui patrimonio genetico è stato modificato. Varie tipologie di piante OGM e loro applicazioni Le piante geneticamente modificate si dividono in due gruppi:Le GMHT e le GMIR. • Le GMHT (genetically modified herbicide tolerance) sono quelle piante OGM il cui gene introdotto ha lo scopo di renderle tolleranti a determinati erbicidi. • Le GMIR (genetically modified insect resistance) invece sono quelle piante ogm il cui gene introdotto ha lo scopo di renderle resistenti a specifici insetti. Come visto gli OGM trovano ampia applicazione in campo alimentare e agricolo ma anche in campo medico e animale. Esempi di trasferimenti genici Le metodologie di trasferimento genico che andremo ad analizzare sono due. Trasferimento genico mediante agrobacterium tumefaciens Quest’ultimo è un batterio del suolo che infetta le piante attraverso le ferite causando tumori (galle). Questo è dovuto alla presenza di un plasmide chiamato plasmide Ti (tumor inducing). Durante l’infezione il T-DNA del plasmide diventa parte integrante del DNA della cellula ospite. Viene rimossa dal plasmide Ti la parte del T-DNA responsabile della patogenicità tramite la tecnica del DNA ricombinante. Le due sequenze finali del T-DNA vengono lasciate intatte poichè responsabili dell’inserimento nella cellula vegetale. Trasferimento genico con la tecnica biobalistica Questa tecnica consiste nel: Preparare il DNA esogeno. Porlo all’interno di una provetta. Procurarsi delle microsfere d’oro o di tungsteno. Rivestirle con il gene d’interesse. Successivamente viene inserito il gene a cui siamo interessati. Il plasmide viene poi richiuso grazie all’enzima ligasi. Nel plasmide rimangono il segnale promotore, il gene ORI ed un gene marcatore. Infine le foglie della pianta su cui stiamo operando vengono spezzettate in modo che gli agrobatteri possano trasferire i geni estranei mediante il plasmide modificato. Infine queste sfarete verranno “sparate” sul tessuto vegetale in modo che il DNA esogeno si integri nel DNA della cellula vegetale ottenendo quindi una pianta transgenica.