Sto architt Architettura utopica Charles Fourier 1772-1837: vuole migliorare la società attraverso gli ideali illuministi, i suoi seguaci pubblicheranno il giornale di science socialè “la phalange” con tutti i suoi pensieri sull’architettura. Influenza il pensiero di Le Corbusier. Parla della teoria delle 12 passioni, formando una teoria di come si forma la società che si concretizza nel falansterio. La falange è la società e vive nel falansterio, che è organizzato come un grande palazzo a U,perfettamente simmetrica, sullo stile di reggia di versailles. Al centro ha una piazza per le parate e le feste, per ritrovo della comunità agricola con altre strutture come teatri, chiese, laboratori, magazzini, stalle: richiama le strutture abbaziali (es san gallo). È tutto impiantato sull’impronta socialista, perfettamente autosufficienti. La sezione schematica del falansterio, dal basso verso l’alto: piano terreno con passaggio carrabile (aperture molto grandi) e passerelle coperte sullo stile della galleria commerciale; il piano 1 dello stesso è una galleria vetrata e coperta per garantire una continuità di comunicazione. Il 1 piano ci sono dei mezzanini con gli alloggi per i ragazzi e i magazzini (dopo i 3 anni i bambini vengono messi negli alloggi per ragazzi, istruiti dalla comunità per garantire una educazione e futuro paritario). Introduce i punti acqua e i bagni al piano, ma non dentro gli alloggi perché le persone non sono ancora in grado di gestirlo (si creavano epidemie). Fourier non ha successo in patria, ma negli USA ci saranno dei falansteri. Il monumento a Fourier “le 4e pomme” è dedicato alla sua teoria delle 4 mele, due della discordia e 2 della concordia (eva e paride; newton che riconciia l’uomo con la scienza e la quarta è la sua di fourier con la sua teoria delle attrazioni). Fourier comprende le dinamiche di mercato che determinano la variazione dei prezzi: per lui bisognava portare il prodotto direttamente dal produttore al consumatore senza intermediari che possano lucrarci su (mela in campagna costa un ventesimo di quella di parigi). Architettura come modello societario per combattere il capitalismo. Fourier scrive anche su temi amorosi, come il libro analitico delle corna: per lui l’unico amore legittimo è quello poligamo. Ma perché la sviluppa? Perché gli permette di costruire il suo ideale di società perfetta, molto strutturata e libera dalla famiglia e dai preconcetti. Ma le teorie di fourier non verranno mai realizzate. -.Le sue teorie avranno una ricaduta su jean baptiste andr+ Godin 1817-1888: fa viaggi di formazione per la lavorazione della ghisa in giro per la francia. Ancora oggi si producono le “godinette” (piccole stufe di ghisa). Ma parte da una condizione sociale molto bassa, viene dal confine con il belgio (zona molto disastrata nonostante l’abbondanza di minerali e terreni fertili, adatto per le industrie). Qui Godin costruisce il Familisterio (di Guise): a differenza del modello di fourier, qui la struttura è per le famiglie: i chiostri all’interno delle strutture sono vetrate con travi di legno e successivamente ferro, non si rinuncia al fronte oumentale dove si cerca una massa con volumi facilmente leggibili. Il familisterio è sempre costruito vicino a un fiume e alla relativa fabbrica, sempre vicino a una città calcolata in modo tale da non essere troppo vicina o troppo lontana. Le strutture devono essere autosufficienti sotto un profilo economico, garantire una pulizia e combattere l’alcolismo dei lavoratori, inoltre qui non c’è la chiesa per promuovere una laicità del sistema (sono ancora presenti scuole, biblioteche e teatri, ma anche orti, scuderie, caffè). Forte influenza sui modelli di abitazione del West americano e delle case sovietiche. Si fanno anche feste all’interno dei familisteri, dove i balconcini si trasformano in baldacchini per il teatro. Godin è riconosciuto come un brand affidabile, dove nei suoi cataloghi si vedono delle variazioni sul tema dei suoi prodotti, che ricordano prodotti di architettura nelle decorazioni elaborate. Mix tra produzione in serie e customizzata per creare un design d’interni. Il fiume, nel familisterio, forma una barriera tra la struttura e la fabbrica e circonda il familisterio: inoltre nelle fabbriche sono implementati spogliatori e docce. Tentativo da un punto di vista formale per dimezzare le disuguaglianze. La struttura in sezione c’è una doppia aerazione per evitare muffe e migliorare le condizioni sanitarie. Inoltre sono presenti due porte, dove le strutture sono flessibili e le camere possono collegarsi tra diversi nuclei familiari (da 2 stanze a 4 nel caso di una stessa famiglia che acquisisce lo spazio di un’altra). Inoltre anche gli odori sono tenuti in considerazione, dove le canne fumarie sono presenti per ogni stanza/nuclei familiari. Inoltre in tutti gli angoli sono presenti delle scale per una migliore comunicazione. I pavimenti musivi comuni presentano anche delle griglie di ventilazione naturale delle corti per effetto camino per permettere una temperatura piacevole sia in inverno che in estate, sfruttando l’effetto serra in inverno (e quindi chiudendo le condotte di aerazione). Naturalmente geotermoregolato dato che prende il calore e il fresco dal terreno e dalle rispettive taverne, che funge anche per la conservazione di cibi e che attua il condizionamento climatico PASSIVO (e non attivo con le macchine). 4 canne fumarie (una per piano). Inoltre i prodotti usati nel familisterio vengono riparati dalla fabbrica stessa di Godin. Le toilettes e le docce erano presenti e in comune, lo stesso godin abitava all’interno di un familisterio. È leggermente più grossa per ospitare i giornalisti e visitatori. Quindi godin si mette nelle condizioni degli operai e non si mette al centro, ma a uno dei lati che si affaccia alla torre dell’orologio centrale (il centro è la comunità). La lavanderia comune è aldilà del fiume per evitare ristagni all’interno del familisterio. La ventilazione naturale della lavanderia sembra quella delle cascine delle campagne, con una struttura alveolare. Godin, inoltre, costruisce una piscina con un pavimento a griglia ad altezza regolabile per insegnare agli operai e le loro famiglie a nuotare (tenendo conto delle diverse altezze), onde evitare annegamenti frequenti nel fiume circostante. La piscina è vicina al fiume e quindi trae acqua da lì (riduce molto i costi). Il libro solution sociales di godin diventa un modello per la residenza collettiva. Quindi tutto il modello fourierista si trasforma in godin, attraverso un sistema cooperativo: sono soci e non pagano un affitto, ma investono per farne parte. -.Robert owen 1771-188: imprenditore e sidnacalista gallese, si trasferisce a New Lanarck e acquista un filatoio nel 1799. Dedica molta atenzione all’struzione sociale, diventanto il primo fondatore di una scuola materna in UK (lui aveva studiato sempre da solo e non voleva lo stesso per altri bambini). Riesce a portare avanti diverse riforme grazie alla fiducia degli operai: inverte il sistema di pagamento del truck system (buoni valori spendibili di uno spaccio specifico di proprietà del datore di lavoro, in cui gli operai non spende i soldi in città perché NON NE HA e li spende solo presso il datore), dove paga con veri soldi e ordina per gli operai merci di qualità a prezzi contenuti secondo un sistema cooperativo (usando un sistema dei grandi numeri). Owen non ci guadagna niente. Owen pubblica un saggio sulla formazione del carattere, secondo cui tutti sono uguali alla nascita ma il carattere è modificato da influenze precoci (ecco perché fa la scuola materna, per migliorare tutti). Vilaggio di armonia, 1815 (in indiana viene fondata una comunità del genere nel 1825 ma fallisce nel 1828 devastata dall’alcolismo e owen perde tutto il suo capitale). -.Sir ebenezer Howard 1850-1928: propone lo schema concettuale della Garden City nel 1902. Alternativo alla città tardo ‘800esca. Germinazione cellulare con al centro la città principale che si espande per cerchi concentrici fino a quando non si arriva al limite dell’esclusione; da qui attraverso delle vie molto efficienti si costruiscono delle città satellite con diverse funzioni e ambienti come i manicomi che vengono isolati dagli altri. Modello di disurbanismo, contro l’accentramento, seguendo l’idea dei 3 magneti che appare come una sintesi virtuosa degli aspetti positivi della città e della campagna. La città giardino mette insieme città e campagna solo nei suoi aspetti positivi, eliminando quelli negativi -.Sir raymond unwin fa costruire città giardino come letchworth (collegata al piano di ricostruzione della grande londra del ‘44, evitando un accentramento anche in funzione difensiva) e welwyn. La prima è fatta a cottage dove ogni casa ha il proprio terreno. Ma la bassa densità erode molto il terreno -.Crespi d’Adda, fondata da Cristoforo Crespi nel 1878 e sviluppata dal figlio silvio nel 1889. Molto influenzato dai parametri inglesi di Owen. Qui abitazione e fabbrica sono molto vicino, le case sono tutte uguali tranne quella dei Crespi (tutto l’opposto di Godin). Anche qui però ci sono spacci collettivi, spazi del dopolavoro, chiesa, docce, cimitero e quindi lo spazio è molto chiuso. -.Marx ed Engels commentano i sistemi Fourier o Owen, collocandoli come iniziatori della lotta di classe. Tuttavia condannano l’atteggiamento filantropico-cattolico (respingono ogni azione politica, gli operai sono poveri e quindi vanno aiutati) che è privo di lotta di classe nel senso più grande. Tutte le proposte non fanno che esprimere la scomparsa dell’antagonismo di classe: queste proposte per loro hanno ancora un senso puramente utopico. Per loro per costruire queste utopie si vedono costretti alla filantropia e alle saccocce borghesi. -.-.Karl Marx Hof, vienna 1926-30 fatto da Karl Ehn: grande palazzo della comunità collettiva viennese. 1100 m di lunghezza, 1382 appartamenti di 30-60 metri quadri, solo il 18,5% è edificato, è attaccato alla ferrovia, è fornito di tutti i servizi di primo accesso necessari con un sistema costruttivo che ricorda Fourier sia nei passi carrabili che nei ballatoi e forme. Architettura parlante che unisce la società. Anche qui si possono unire due alloggi. Viene chiamata città santa (del proletariato). Quando i tedeschi invadono vienna, il karl marx hof diventa ultimo simbolo della resistenza contro i nazisti. È ripreso dal Corviale di Roma nel 1975-84. --..---….----….---Arts and craft Coketown, di charles dickens 1854: descrive questa città come mattoni rossi e fumo nero, in pratica una descrizione delle vere condizioni di vita del tempo e delle città come manchester (es. il giorno della marmotta, dove i giorni sono sempre uguali). Chrystal palace, londra 1851: dicotomia tra architettura e design, totalmente scollegati. William morris 1834-96: tenta di connettere le due cose, fonda il movimento Arts and craft, antesignano dei designer moderni, è contrario alla produzione industriale perché annulla l’uomo e sostiene che la macchina deve servire l’uomo e non il contrario. Fonda la SPAB (società protezione edifici antichi) per tuteòare e studiare l’architettura. È molto vicino ai socialisti utopisti, nel quale agisce nella società in modo più forte e diretto. Morris segue le lezioni di john ruskin (che critica spramente il crystal palace) e ne eredita le istanze neomedievali (westminster, big ben) e le tradizioni delle corporazioni. Per lui bisogna ritornare al gotico inglese, fondazione della cultura inglese. Morris si circonda di persone come i pittori Burne-Jones e Rossetti, fondando The Firm (produce oggetti di arredo e decorazione). In primis producono oggetti per chiese, castelli e via via anche per residenze sul modello di artigianato. Rigetto dell’industria con un risvolto estetico e morale. Gli architetti come Webb del movimento Arts and craft usano materiali naturali, integrano architettura con l’ambiente, assenza di simmetria di stampo gotico. si avvicinano molto ai preraffaelliti come Rossetti in cui le donne facevano da modelle (es. elizabeth siddal, moglie di rossetti) e jane morris, che viene trasformata in una sorta di cenerentola. Diventa la musa di tutti e diventa il canone estetico della Inghilterra vittoriana. Lei sposerà Morris nel 1859: lo stesso Morris la ritrae nel 1858 secondo canoni medievali idealizzati, considerato un’età dell’oro con “la bella isotta”. È nel medioevo e nelle sue corporazioni dei mestieri che Arts and craft prende ispirazione. Quadri come di Burne-Jones “green summer” rappresenta veramente ciò che si faceva nella casa rossa di morris (protetta dal suo stesso istituto), ossia delle feste dove si discuteva anche di nuovi principi di architettura. La casa rossa è un classico cottage incentrato sul pozzo, ma è un collage di spazi apparentemente disordinati e asimmetrici. È una struttura di annessioni (come le piante delle città). È un revival medievale. Si passa in mezzo alle stanze nei progetti medievali, non c’è il corridoio ma QUI SI. Quindi non è totalmente medievale. Il tetto a spioventi, i camini costruiti asimettricamente e i mattoni rossi visibili caratterizzano la casa. Diversi elementi dentro la casa richiamano il gotico, come le guglie sui corrimani, le vetrate luminose. In una delle sale c’è ben poco di medioevo, ma si forma un domestic revival inglese dove l’artigianato artistico trova spazio per esempio nelle credenze di Philip Webb e le sedie (queste ultime si differenziano da quelle di crystal palace che sono ingombranti: quelle di Webb sono piccole, leggere, lasciano passare la luce e il domestic revival nordico da vita agli esperimenti scandinavi e ad Ikea). Sul camino di Morris c’è il motto ars longa, vita brevis. Tra gli oggetti c’è anche una panca/credenza riscaldabile che integra antico e nuovo. La camera di letto è la stessa di quella del quadro “la bella Isotta” che richiama moltissimo quelle medievali. Gli ambienti di passaggio sono tutti molto illuminati e portano più luce possibile, i soffitti sono tutti decorati a stencil (tipo graffiti), prodotto tipico dell’artigianato inglese. Tra le immmagini più famose di Morris c’è un uccellino che ruba le fragole, per rendere più divertenti le pareti con la carta da parati assieme alle foglie d’acanto riprese in chiave nordica. Questi disegni possono diventare ceramiche, vetri, vestiti: il disegno diventa riproducibile su qualsiasi supporto. La sua griglia geometrica ortogonale presenta passi intermedi che ne permettono la riproducibilità. La mentalità industriale è sottesa, come nel crystal palace o nelle ripetizoni architetturali antiche. In natura l’angolo retto non esiste, a questa griglia artificiosa viene messa la natura con il suo andamento morbido nega la rigidità previa (base dei suoi pattern). Hermann Muthesius 1861-1927: fa “the english house”, dove spiega com’è fatta la casa inglese per risvolti economici (spionaggio industriale per avviare una competizione) -------------------------------------------………………………………………………………..-------------------------------Lez 6/10 LONDRA, PARIGI E BARCELLONA NELL’OTTOCENTO Politica e urbanistica sono interconnesse. L’attività industriale espande le città oltre le vecchie cinte murate. LONDRA: fondata nel 200 d.c. sul tamigi. Classica struttura ortogonale, solo un ponte di collegamento per la campagna. Le cinte erano sempre più larghe della città originale per poter ospitare campi e dare rifugio ai contadini in caso di assedio o permettere una espansione urbanistica. Quandp si raggiunge il limite, si rifanno le mura e si abbattono le vecchie. Nel 1563 londra è divisa in due (westminster è capitale politica e religiosa, london è qurlla economica). Il london bridge rimarrà l’unico ponte fino 1739. 1593, londra è completamente coperta di sedi viarie irregolari. Inigo Jones 1573-1652: primo archcitetto inglese neopalladiano, segue il classicismo italiano, fa il Covent Garden (sistema di piazze dove gli edifici circostanti acquistano valore). Da lui, andando nel ‘700 neoclassico, si faranno le square (caratterizzato da forma geometrica regolare e permettono di dare un respiro al denso tessuto urbano, con al centro un giardinetto con un cancello in ferro dove poter far giocare i bambini in sicurezza). Erano gli antenati dei parchetti condominiali. 1666 grande incendio di Londra (le case sono in legno incamiciate in gesso, altamente infiammabili), dove i vigili del fuoco usano la tecnica del controincendio (fascia tagliafuoco) ma non tempo per colpa del sindaco. Sir christopher Wren 1632-1723: architetto, fisico, matematico fece la cupola della cattedrale di St. Paul dopo che fu divorata dall’incendio del 1666. Oltre alla cupola, propose unn piano di ricostruzione che non fu mai realizzato (coni ottici e viari con luoghi di punti di riferimento nuovi come le piazze stellate per dinamiche celebrative per la città, su un modello barocco). Wren voleva che l’urbanistica dominasse sull’architettura, è un piano troppo all’avanguardia per i tempi che non tiene conto del sistema politico inglese. Qui l’intervento è massiccio al contrario delle piccole square private. La visione di Wren si può vedere realizzata due secoli dopo a parigi. Tuttavia wren riuscì a fare “the monument” in memore dell’incendio, che tuttavia non è nel luogo originale dell’incendio per problemi di proprietà privata (ma lui riuscì a far proiettare l’ombra del monumento in direzione del punto originale). La cupola da lui realizzata è memore delle lezioni di Jones ma poco adatto al clima britannico. (leggi “from hell”, fumetto su hawksmoor). -.John nash 1752-1835: opera in un tessuto costruito dopo l’incendio, il suo piano del 1811-25 va da westminster fino a regents park (sullo stile della strada che porta da palazzo ducale a palazzo te a mantova). Ma a londra non esiste l’esproprio per pubblica utilità, il privato domina sul pubblico. Il 1* edificio che vediamo è la carlton house terrace, che ha accesso monumentale e magniloquenza con colonnato in ordine gigante su due livelli e fondone timpanato sul crisma neoclassico tutto bianco (in quanto non si sapeva del colore, scoperto solo nel secondo ottocento). L’archeologia influisce sul progetto, ma anche la medicina: infatti in quei tempi hanno scoperto che spazi luminosi e vicini a spazi verdi sono molto più vivibili e salutari, in cui per esempio nella carlton è presente un palco per una doppia funzione (prendere sole per una migliore vivibilità e per farsi vedere dagli altri e quindi innalzare uno status). Ecco che l’architettura diventa una disciplina olistica che prende innovazioni dalle scoperte fatte. La carlton è fatta a strati, divisa in 2 blocchi. Poi nash si trova a un problema, che risolve costruendo il quadrant che serve come raccordo (usando facciate posticcie su edifici già esisstenti (i proprietari vengono ricompensati per avere una casa lì). Poi c’è Oxford circus, nel cui punto in cui la strada deve curvare bruscamente nash costruisce All Souls Church, sul Langham palace con una guglia massonica molto alta che funge da segnacolo, il cui ingresso ricorda il tempio di vesta di forma rotonda. Questa sua scelta stilistica fu aspramente criticata. L’interno infatti non è molto riconoscibile, quindi si evince che la chiesa fu costruita solo per una funzione urbanistica. Si finisce con park crescent che è modellato dul circus di Bath di john wood il vecchio e il giovane (1767) che ha sua volta ha ispirazione dal colonnato di s. pietro del Bernini. Il crescent ha una ottima funzione viaria. Si finisce con la Cumberland Terrace, seguendo sempre l’asse viario. Struttura a tempio ionico con basamento compatto, grande frontone con decorazioni aggettanti improntato sempre su uno stile classicista. È pieno di sfondamenti come se fosse una quinta teatrale, costruendo la profondità dell’edificio e rimanendo sempre vicino alle aree verdi. Nash voleva poi realizzare un circus (non realizzato) con assi viari forti e giardino all’inglese (fortemente irregolare). Ora non c’è più bisogno della muratura di cinta. Ma perché? PARIGI Lutetia, cardio su rue saint martin e saint jacque che tagliano l’isola, decumano oggi a rue cujas. Nel XVIII secolo la città ha due sponde, una più sviluppata del’altra. Tutti i monumenti che la caraterizzano sono neoclassici, seguendo l’impianto dell’accademia istituita dal Re Sole fino alla “grande litigata tra antichi e moderni”, che succedeva per le commissioni architettoniche reali. Barone Georges Haussmann 1809-1891: di piccola borghesia, molto ambizioso, sotto Napoleone III si propone come tecnico risanatore dell’urbanistica parigina. Le sue riforme trasformano una città medievale in una capitale moderna, dimensionando perfettamente le circolazioni viarie. Lui riprende il cardio latino e lo fa prolungare, mentre sposta l’asse est ovest sul lato destro. Costruisce l’etoile sullo stile mai realizzato di Wren. Veniva chiamato l’artista demolitore, ma per riuscire a fare questo lavoro Haussmann convince Napoleone III a introdurre l’esproprio per pubblica utilità: qui gli angoli a 60* sono ovunque che usa nella Croisèe e in boulevard Sebastopol (che è di fianco alla vechia rue saint denis, che collega la cattedrale dove sono seppelliti tutti i re di francia). Ma Haussmann ridisegna Parigi ancheper abbattere edifici antichi e maleodoranti che propagano epidemie, che però non vengono vissute bene per cause di pressioni demografiche (che è risolto grazie all’abbattimento della muratura e la costruzione delle periferie nel 1852). Ma Haussmann per eliminare il colera rifà gli edifici con altezze massime, spazi di raccolta fognature interrate (novità). Il malessere delle riforme di Haussmann si vede nelle poesie di baudelaire come “l’albatro”, dove un uomo antico non riesce a comprondere la modernità. Ma Haausmann inventa una sua facciata tipica, l’immeuble de rapport, dove c’è una suddivisione standradizzata su 5/6 piani (bottega, mezzanino, appartamento padronale, appartamenti in affitto, alloggio della servitù dal basso verso l’alto; senza contare le scale e gli scoli). Implementa angoli bombati; suddivisione interna con una balconata esterna per prendere sole/essere visti, enfilade e cavedio su cui si affacciano i servizi più sale principale e camere da letto: più camere ci sono in una enfilade più la famiglia è importante e ricca, con livelli di privacy che aumentano sempre di più e NON ci sono corridoi. Dalla scala padronale di accesso si accede attraversp un percorso principale, uno secondario e uno per la servitù per evitare che questi vengano a contatto con gli osptiti. Nel suo piano urbanistico costruisce anche l’architetto Charles Garnier. La città diventa facilmente identificabile grazie ai suoi numerosi punti che permettono una immagine mentale cittadina più semplice. Haussmann ottiene il suo posto nel 1851, qualche anno dopo i moti del ’48: ma Napoleone III accetta il piano di haussmann perché ha viali enormi che sono difficilmente controllabili dai ribelli e sui margini ed angoli di tiro dei cannoni per sedare le rivolte . Quindi le ragioni di napoleone erano di controllo politico. Inoltre, Haussmann riforma gli arrondissement (20) con un andamento a chiocciola, seguendo la divisione delle vecchie murature: ogni quartiere ha il proprio sottosindaco, con i primi 4 arrondissements che sono il centro della città (il V è il famoso quartiere latino/universitario). Realizza due grandi parchi, Bois du Boulogne e Bois de Vincennes Haussmann. Uno dei due parchi era di proprietà del re che la rende disponibile alla nuova classe borghese. Il primo era una foresta con viali enormi, dove passavano anche le carrozze comodamente e sede di racconti amorosi come nei i quadri di De Nittis. -. -. -. -. -. -. -. -. _. _. -. BARCELLONA Città a forma di cuore, con una cittadella per proteggere la città e un forte esterno alla città per difendere il porto (XIX sec). Qui le mura sono imponenti e a stella, al contrario delle mura parigine che erano molto più piccole. Le mura sono costruite con delle riseghe atte ai cannoni per sparare anche a chi era rasente le mura. Anche il territorio catalano ha rapida espansione economica e industriale. Nel 1854 si demoliscono le mura con il piano di ampliamento di Garriga y Roca, tenendo conto del paseo de Gracia. Riprende il sistema viario parigino, ma il piano non ha successo. Nel 1859 l’architetto Rovira i Trias propone un piano di espansione radiale a ventaglio con la seguente demolizione della cittadella. Ma il governo di Madrid sceglie il piano di Cerdà (che non ha vinto il concorso catalano), poiché più avanzato in materia d’igiene urbana: la sua era molto più regolare, regolando l’ensanche in cuadras. Ildefonso Cerdà 1815-1876: è un ingegnere e dagli anni ’50 lavora solo sull’urbanistica. Il suo piano usa direttrici della maglia ortogonale seguendo il paseo de Gracia, intersecandoci delle diagonali e strade sopravvissute tra cui ferrovie. Il piano Cerdà cozza con quello medievale di Barcellona, infatti genera molte resistenze nella città. Tuttavia Cerdà non modifica il centro, lo abbandona a sé stesso: le cuadras sono fissate con altezza di 16 m, distanza tra assi viari di 133,3 m e larghezza stradale di 20 m. Le cuadras non sono perfettamente quadrate, ma hanno gli angoli smussati per permettere una migliore ventilazione e illuminazione. TUTTAVIA Cerdà non prevede le cuadras costruite per intero, ma solo due lati con uno square centrale: Ecco che lui immaginava una bassa densità dispersa. Progetta i quartieri ogni 25 isolati, distretti ogni 4 quartieri e settore ogni 4 distretti. 1 scuola ogni quartiere, 1 mercato ogni 4 quartieri e così via su uno schema modulare e ripetibile, scalato sulla densità. L’altezza è pensata per far entrare il sole a 45°, ma poi si alza l’edificio e si allarga il blocco togliendo spazio verde o costruendo tutti i 4 lati, ma per evitare che un edificio faccia ombra a un altro si fanno scalare per permettere il passaggio della luce. Da Cerdà le courbousier riprende il sistema viario delle 7 v. La stessa struttura urbana si vede a new York con Broadway. Edifici stretti e tondeggianti o a ferro di cavallo, in cui la stondatura è la soluzione. Cerdà riprende le soluzioni fognarie di haussmann, cercando anche molto il verde. Gli isolati e sedi viarie presentano gli angoli tagliati a 45 gradi (per una maggiore fluidità, presente anche negli anni ’30 del ‘900 in Italia). Cerdà scrive teoría general de la urbanización nel 1867, ma viene pubblicato in Italia solo nel 1985 per ragioni politiche. ---------------------…………………………………………------------------------------------------12/10 Art nouveau=natura. Baudelaire ci aiuta con “scritti sull’arte” pp. 54-55. Questo stile è indirizzato ai borghesi e baudlaire dice ai borghesi di acquistare opere d’arte, costruendo un bisogno nella loro classe con l’arte nel mercato del design (poltrone, camini ecc). uno dei più grandi pubblicitari in francia nella belle epoque è sicuramente alphonse mucha, che crea manifesti per tutto. Art noveau= molte linee curve, riferimenti alla natura e a figure femminili allegoriche, mischiato al mondo del teatro. Mucha ha anche una costruzioe geometrica, che rimanda a quella delle vetrate colorate delle chiese (rimanda a morris e al crystal palace). Altro autore è aubrey beardsley, vicino come stile a mucha (es. salomè di wilde). Raffigura anche la donna pavone, figura chiave dell’art noveau. Natura usata in modo mimetico, vestito come coda. Usa la “linea a colpo di frusta”, elemento caratteristico del’art noveau francoo-belga (es hermann obrist, i ciclamini, 1892=corrispondenza di movimento tra la sinuosità della frusta e dei ciclamini). -.-.Victor horta= architetto belga che studia a parigi e bruxelles, fa parte di una loggia massonica filantropa, grazie alla quale conosce molti personaggi come Tassel (che gli commissiona l’hotel tassel). Il committente, appassionato di cinema, chiede a hort anche una sala adatta alla proiezione di film. Horta fa nascere il RITRATTO ARCHITETTONICO del committente, per personalizzare al massimo la struttura. Ma cosa vuol dire? Per esempio la facciata è simmetrica sull’asseverticale, ha una differenza nelle altezze dei piani, leggendo la facciata si capisce che è monofamiliare. La grande invenzione di Horta è la sezione, per esempio nelle facciate e nei lotti (all’esterno facciata goticheggiante, interno facciata semplice. Presenza di “pozzi di luce” per una migliore illuminazione. Ma horta inventa di bucare l’edificio con una scala, funziona come il cortile interno del familisterima qui la copertura incrinata è fatta per termoregolazione e raccolta di acqua piovana. Tromba delle scale=grande luce, balconate portano luce e aria all’interno, facciata esterna molto luminosa.). La scala usa la pianta come sistema di livelli sfalsati. Una seconda scala affaccia sul cortile (è quella della sevitù che crea il percorso separato). Ambiente molto fluido grazie alle forature e al sistema verticale. Continuum decorativo dalle ringhiere ai pavimenti basate sulle linee a colpo di frusta. Sulla facciata, compresenza di materiali antichi e moderni (es. da vetrate e pietraa con archiitravi bullonati moderni). Progetto che proietta la rivoluzione industriale. Trasforma le colonne in alberi (distrugge ogni riferimento storicista e rimanda alla natura+moderno innegabile). Le vetrate hanno diverse campiture, come si vede in quelle del mezzanino=la parte sotto, opaca, era atta a guardare da fuori ma a non essere guardati; mentre la parte superiore faceva passare più luce e lasciava intravedere delle teste. Il pprospetto è un effetto della sezione. L’architetto dell’art noveau disegna tutto e organizza ogni minino dettaglio per massimizzare la fluidità della struttura e delle decorazioni. La sala progettata per la visione ei film aveva una balconata per la visione. --.-. Altro progetto di Horta era l’hotel Solvay: i committenti danno completamente carta bianca sul progetto e sui costi. Facciata classica alla horta, ma l’interno è un mix tra orice, bronzo, marmo ecc. la scala introdce il tema fluido che introduce uno spazio all’altro, rigettando il sistema a scatole che vengono rotte e aperte. Legno e pietrra realizzate come se fosse scavata dal mare. Dalì riprende molto l’art noveau e Horta. -.-.Hotel van etvelde: inserita in lotto a punta, paassione dei committenti=musica. Facciata molto più grande rispetto alle precedenti. La scala ù come un diamante incastonato. Il prospetto è cuioso, come se avessse 2 piaani e 2 facciate : un pilastro enorme crea un distacco, precursore della facciata vetrata continua (solo che ora le colonne sono messe molto indietro). Dentro Horta c’è già questa idea di facciata continua ma non è ancora im grado di farla. Il corridoio porta alle camere da letto.. la famigli nascolta la musica attraverso un ballatoio che diventa una sorta di palco, sotto c’è lla sala da balloa che può essere intercambiata a secondo delle esigenze. Presente un sole che s’illumina anche di sra -.-.- horta per se stesso costruisce una casa a diverse altezze, dove il suo atelier è visibile con una particolare vetrata atta al disegno. Ritmo sincopatico della struttura, ritmo sfasato. Riprende lo spostamento di accenti della musica eppure tutto rimane equilibrato. Mancano quasii totalmente i muri di separazione, si cambiano le altezze dei piani ( a seconda della funzione). La vetrata ha un grande effetto di apertura e d’illuminazione circostante. Richiama molto generalmente l’hotel tassel. Anche qui molti matweriali diversi. Composizione perfetta e finita anche nei battiporta floreale. La maison del popolo ha la prima facciata vetrata continua dela storia, che ospita un teatro e proiezioni cinematografiche. Demolito negli anni ’60 e ’70 del ‘900. Parte dell’edificio è smontata. Una parte è integrata oggi nella stazione del treno di bruxelles. Horta fa un basamento per raccordare le altezze, costruisce una grande facciata senza decorazioni (per assenza di soldi), le strutture sono facilmente lleggibili. . fine carriera horta apre al moderno, ripulisce il proprio stile per rispondere alle masse. -.-.-.- Henry van der velde= formato all’accademia di anversa, vicino ai simbolisti. Grande uso dei colori, in quanto era anche pittore. Le sue imagini incorporano tecniche fotografiche e deformazioni oniriche. Si forma prima come pittore e poi come designer e architetto (es.come la coppia di candelabri in bronzo argentato). Ma comefa ad arrivare a questi livelli? Sua la citazione “ la linea è una forza”. Villa bloemenwerf=sembra un cottage tradizionale, salvo alcuni elementi come a grande vetrata. Anche qui van der velde fa tutto e mette a sua firma addirittura nelle sedie. Fece addirittura gli abiti da ricevimento per la moglie. “Opera d’arte totale”, termine coniato dal compositore richard wagner per riferirsi alla sintesi delle arti, concetto ampliamente elaborato da van der velde. Tutto deve collaborare alla riuscita dell’opera d’arte totale. Per esempio nel negozio dell’havana company di berlno, dove le linee diventano mobili seguendo le linee architettoniche. Il design contemporaneo nasce dall’artigianato di van der velde e la scuola di belle arti di weimar. VDV progetta il rettorato dell’università, che poi sarà il Bauhaus di Gropius che fonderà le due cose. A colonia fa il teatro werkbund del 1914 in cui si mescolavano elementi molto moderni e quelli dell’art noveau. Un progetto modernissimo è la torre dei libri di Gand degli anni ’30, dove la linea frusta è scomparsa totalmente. L’architetura si smaterializa andando verso l’alto, riprendendo il metodo d’illuminazione dell’art noveau (lì c’era la sala di lettura) -.-.-.-.Hector guimard: formato presso grandi neomedievalisti, molto eclettico. Aderisce all’art noveau di bruxelles dopo aver visto l’hotel tassel. Nel castel beranger, paris xvi, 1894-8. Zona che si doveva ancora ostruire, diventa il primo edificio art noveau di francia. Andrà a collocare il proprio studio nella parte inferiore dell’edificio, modificando l’edificio più e più volte per renderlo bilanciato tra uno stile vecchio e quello dell’art noveau. Grazie a escabootage pubblicitari, firma l’edificio con la data (come se fosse un quadro). Costruisce il proprio brand, grazie a cartoline economiche e anche ad album di disegni a colori contenenti le tavole del suo avoro. Autorialità del progetto, sfrondando i collaboratori. Con tutta questa pubblicità, riesce a creare lo stile guimard (architettura illuminata, tutto disegnato in perfetta sincronia, scomparsa del disegno dittatoriale dell’architetto per formare una griglia da personalizzare con citazioni come delle statue e quadri non contemporanei, tutti gli elementi s’incastrano e la parete che sembra stoffa si aggancia a una sorta di telaio). Il castel ha delle porte molto luminose ed elaborate, usando l’aiuto della ceramica (richiama la natura e la strasfmorma come se fosse una grotta) che danno un effetto muschiato. Richiamo alla natura e alla prima architettura umana (le caverne). Le decorazioni non si adattano agli oggetti industriali comuni, come gli zerbini. Le vetratedel vestibolo hanno richiami onirici. Le scale hanno delle piccole panche negli angoli da tamponare per far in modo di far riposare chi sale le scale (es. con la spesa). Nel suo progetto ci sono anche cabine telefoniche (estremamente innovativo) che acquista ancora più valore se consideriamo che il castel era destinato a una borghesia medio-bassa. I vetri nelle pareti, grazie alla loro lavorazione, danno effetti cromatici simili alle vetrate antiche e ne moltiplicano la luce (usate anche da le corbusier). Le scale sono facilmente leggibili in facciata, anche qui sono presenti scale per la servitù. Le decorazioni delle finestre sono opache e realizzate apposta per vedere e non farsi vedere, orientando gli sguardi (ergo i decori non sono mai fine a se stessi). Le maniglie sono disegnate a partire dal calco della mano di guimard stesso, che sembra un pesce ma in realtà è anche un primo tentativo di ergonomia. firma+disegno+comfort. -.-.-.-.-.- Lez 13/10 Otto Wagner (1841-1918) Famiglia alto borghese asburgica 1850 Akademisches Gymnasium, Vienna: disegno e architettura 1857 Bauakademie Berlino (nell’edificio di Schinkel del 1832) Akademie, Vienna 1862 inizia la professione di architetto a Vienna, prima come collaboratore, poi autonomamente. Parata sulla Ringstrasse in occasione delle nozze d’argento dell’imperatore Francesco Giuseppe e della principessa Sissi (27 aprile 1879), il corteo è allestito da Otto Wagner Villa Wagner I in Huttelbergstrasse, Vienna, 1888. Residenza estiva in stile neopalladiano. Combina stili storici e istanze moderne. 1894-1912 Otto Wagner è professore in architettura presso l'Accademia delle Belle Arti di Vienna; tra i suoi allievi Josef Hoffmann, Karl Ehn « L'arte moderna deve offrirci forme moderne che rappresentano la nostra epoca e il nostro modo di vita ». Wagner, Stazione della metropolitana in Unter-Dobling, Vienna, 1895; definizione dell’angolo che ricorda la lezione di Schinkel Materiali antichi e moderni, vedi Labrouste. Farà anche la Stazione della metropolitana di Karlsplatz, Vienna, 1899: Lo scheletro in ferro è esibito e tamponato con pannelli in marmo bianco decorati Il colore verde è quello della segnaletica della metropolitana viennese Wagner, Majolikahaus, 1898-1900. Decorazioni floreali del suo allievo Alois Ludwig: ricordano dei trofei di caccia e ci sono finti rilievi, che rimandano alle decorazioni dei templi greci. Alcune sono scolpite e altre no, Piano terra commerciale più cinque piani di appartamenti. L’architetto Otto wagner fa anche la Casa dei medaglioni (Musenhaus), 38 Linke Wienzeile, Vienna, 1899. Decori di Koloman Moser. Nello stesso anno Wagner aderisce alla Secession. Abbandonerà dopo poco tempo la secessione, in quanto la reputa troppo rigida (nonostante la sua grande influenza). Vediamo nell’angolo che alla base è squadrato mentre in cima è stondato, come se fosse la prua di una nave. In cima delle decorazioni con foglie d’oro (per le grandi celebrazioni) e delle donne che urlano. La facciata quindi mischia diversi materiali e stili, passando dallo stucco al bronzo. Nei medaglioni ci sono le muse che sono coronate, mentre le donne che urlano stanno annunciando una novità (ossia che tutte le muse collaborano insieme per l’arte totale dell’’architettura). Riprende un po’ la regia di tutto l’impianto come guimard Fa anche la Postsparkasse nel 1904-12. Facciata come architettura parlante, sembra molto spoglia, minimalista con due angeli annunciatori fatti per collage, imbullonati tra l’edificio. Rimane la decorazione funzionale, come il chiodo che tiene la lastra di pietra e crea un pattern compositivo, che ricorda una scrittura in braile. Questo ritmo costante genera la facciata. . vuole creare un edificio che sia rconosccibile in tutta la città, con un corpo interno in mezzo e a copertura tutta vetrata nelle parti interne del complesso, con chiostri interni abbastanza grandi per garantire comfort a chi lavora al suo interno. I cortili servono a illuminare gli spazi aperti al p pubblico. . il volume unico all’interno sono realizzati con delle travi un po’ più piccole e applica una copertura a doppia pelle sulla base rinascimentale, usando all’esterno una copertura continua e all’interno tre coperture diverse. L’arrco strutturale carica su grandi pilastri mentre la copertura interna è appesa all’a opertura di sopra. I suoi concetti verranno ripresi da zaha hadid. Inoltre sviluppa battiscopa curvi per una facilità di lavaggio e un design più fluido. Nelpavimento invece c’è la struttura di metallo in griglia che c’è sopra e ribadiscono l’importanza della geometria in wagner. Tra un finto pilastro e l’altro ci sono gli uffici. . qui onostante sia un progetto integrale non c’è la stessa rigidità di VDV. . edificio funionale, luminoso e flessibile. Chiesa di san leopold 1904-7 nel complesso psichiatrico dello steinhof. Molto verde, con un asse che è segnato dalla cupola dellla chiesa (wagner usa la cupola come “landmark”, un segnale di riconoscimento in città). . la chiesa divide da una parte gli uomini, dall’altra le donne. Le malattie meno gravi sono messe a contatto con la città, mentre le più gravi sono le più vicine alla chiesa (una specie di purgatorio). . la chiea riprende moltissimo la chiesa del palladio della basilica del redentore a venezia, 1577. Iin pianta la chesadue ingressi separati, due uscite di emergenza e delle stanze per i dottori in caso di crisi. La cupola interna è molto più bassa rispetto a quella esterna , per evitare che gli ospiti possano provare disagi con forti chiaroscuri ccausati dai forti tamburi. La presenza di ombre (ai tempi) era considerata derimente, quindi bisognava avere più luce possibile. Gli elementi decorativi interni sono realizzati da mser, perfettamente geometrici e incastonati (vicino alla maniera di brunelleschi e il suo ospedale degli innoccenti). . le rappresentazioni sacre sno sempre un misto tra bianco e oro e azzurro(sempre fatte dal moser). Nella copertura si nota che la gabbietta dorata non è strutturale! Ergo certelinee tra copertura e tamponamento cozzano,come se fosse un tessuto. -.Secessione viennese, 1897. I partecipanti al movimento s’invecchiano apposta per aver più autorità. Gustav klimt 1862-1918: formazione orientalistica, più mistico. Joseph Olbrich 1867-1908: allievo di Otto Wagner, vince il prx de Rome viennese, studia in italia e in nord africa, studia i volumi puri dell’architettura mediterranea; molto regolare e fisso. La secessione si dimostra un grande contenitore di linguaggi diversi, grande libertà espressiva. La copertina del n°2 di ver sacrum vede Moser, che si avvicina molto a mucha. Il n°5-6 è fatto da klimt, che rappresenta un conflitto eterno con la figura di atena (guerra e giustizia). Ver sacrum contrappone anche la nuda veritas con l’invidia. Il palazzo della Secessione viennese è fatto da Olbrich, 1897. Volume estereometrico, un parallelepipedo con una cupola (sfera) di foglie dorate in bronzo, dove la struttura ci parla. Ha 2 copri, uno d’ingresso e un altro espositivo che ricorda un piano industriale con i suoi grandi lucernari. Davanti mattoni e pietra, dietro reticolato in metallo industriale. Il volume in panta è quadrata ma in pianta libera come quella della cassa di risparmio di wagner. La ragione per la quale la pianta è libera è per permettere diversi allestimenti per diversi committenti, per costruire diversi percorsi (es. struttura a labirinto o a pianta centrale). Il tema della libertà è messo a caratteri cubitali sul padiglione della secessione con assoluta libertà decorativ in una rigida geometria architetturale viennese. Nel palazzo, c’è una esposizione per beethoven e klimt realizza il Freggio Beethoven (mosaici di grande pregio) che rappresentano la IX sinfonia di Beethoven in immagini come si vede che dal bianco e dal nulla, il compositore già sordo s’immagina la composizione ed è raffigurato come un eroe in armatura che deve sconfiggere le tentazioni per potersi ricongiungere con la poesia. -.Olbrich fa per il granduca d’Assia von Essen la “colonia degli artisti di Darmstadt”nel 1901. Olbrich si trasferirà nella sua stessa creazione per insegnare disegno tecnico, come si vede nel set da vino “pavone” o nella “Torre del matrimonio”: questa è come una mano, tributo alle mani degli artisti e artigiani e la mano simboleggia il matrimonio tra le arti e la pace (grande simbolo per Le Corbusier) -.Koloman moser 1868-1918=designer, decoratore; frequenta il Theresianum (accademia aristocratica con parchi e laboratori artigianali). All’accademia d’arte conosce gustav klimt e fonda con altri la secessione viennese (che è caratterizzata da uno statuto e obiettivi comun, al contrario dell’art noveau). Secessione della maniera all’antica. 1897 secessione, 1898 fondazione rivista Ver Sacrum (primavera sacra, riferimento alla migrazione/colonizzazione romana) Compone mobili intarsiati, manifesti per la secessione es. scrittoio waerndorfer, 1903. Grande funzionalità di un mobile trasformabile, concepito come una scrivania richiudibile. -.Josef Hoffmann 1870-1956: allievo di Wagner, nel 1903 con Moser fonda le Wiener Werkstaette (i luoghi dove si producevano gli oggetti artigianali nella sucessione). Vendevano molto in america ma non riescono a stare al passo con la produzione in serie. Hoffmann per esempio produce un servizio da tè, fatto secondo il samovar russo e con una lavorazione da permettere un effetto pelle e di lucentezza anche dopo ossidazioni/residui calcarei. Hoffmann port in oggetti come i vasi d’argento l’inflenza di un artista scozzese, un certo macintosh. Nel Cabaret fledermaus (1907) ha un pavimento a scacchi (comune ai cabaret) con un rigore geometrico nel sistema delle piastrelle ma estremamente variegato nella decorazione. Vediamo nelle sedie per il cabaret delle innovazioni deocrative e statiche nelle palline di legno (che irrigidiscono la struttura ed evitano che la sedia collassi con un grande peso). Il sanatorio di Purkersdorf presenta la bucialdatura (fatti con graniglie grosse) che ricorda il servizio da tè prima visto, intorno alle finestre troviamo un bordino a scacchi per portare all’interno della stanza più luce chiara possibile. Hoffmann qui strutturalmente sembra un po’ in difficoltà, qui il sistema è molto rigido. La sala da pranzo ha una struttura bidirezionale con travi binati che contengono i tubi degli impianti e le lampade. La sua poltrona reclinabile del sanatorio è atta a per ottimizzare la respirazione senza sforzo da parte dei malati Ma hoffmann fa anche palazzo Stoclet a Bruxelles, 1905-11. Palazzo realizzato con i crismi viennesi ma secondo i gusti belgi. Aspetto viennese è la torretta landmark, assente in belgio e copiato moltissimo in america. È un grattacielo in miniatura, in mezzo al verde in periferia. Mette l’arrivo al coperto con una lunga pergola, che disegna un asse nonostante l’edificio stesso sia molto asimmetrico. Ha tante terrazze e si presenta come un edificio molto complesso, con tante scatole (passando da una all’altra con l’enfilade) con zone per la servitù, con fontane nei cortili ma anche all’interno della casa (atrio). L’edificio è rivestito di marmo bianco, con delle intersezioni fatte in treccia in bronzo (come a segnare la matita dell’architetto) fatte esclusivamente per rimarcare l’aspetto architettonico. Le finestre sono ornate solo con i materiali stessi. Gli interni nelle sale di ricevimento hanno delle colonnine rivestite in marmo venato, così come la sala da bagno (in marmo cipollino) che mostra grande perizia nel maneggiare i materiali. La sala da pranzo ha le pareti perimetrali in pergamena, con medaglioni in bronzo sulle sedie che ricordano le secessione viennese. Il paramento mostra l’albero della vita di klimt (l’attesa dell’amato e il ricongiungimento dopo la giornata di lavoro) Padiglione dell’austria alla biennale di venezia, venezia, 1934. Estrema rarefazione dei volumi, luce che entra da sopra, il tetto sembra galleggiare sulla struttura. Qualcosa di molto futuristico per la sua epoca -.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.Lez 19/10 BARCELLONA E GAUDì Antoni Gaudí (1852-1926) Nasce a Reus, provincia di Tarragona (Catalogna del sud) da una famiglia di artigiani Dal 1869 studia a Barcellona Casa Vicens, Barcellona, 1883-1888 Reinvenzione della storia: gotico- «mediterraneo»- islamico? Con Mudejar dai colori accesi e temi d’ispirazione naturali. Gelosie che permettono di vedere e non farsi vedere, mix tra cultura araba e cristiana; richiamo della natura con il tetto che rcorda le stalattiti della prima casa dell’uomo (la grotta), colori sul giallo azzurro. Finestre e lampade arabeggianti, gaudì era un fervente cattolico (devoto a madonna del montserrat). Grotta= tributo iconografia della vergine -.Eusebi guell 1846-1918: catalanista, cattolico, incontra gaudì per caso all’expo di parigi del 1878. Palau guell, 1886-88: i borghesi costruivano nell’ensanche, ma lui (non essendo un nobile ma un borghese self made) cerca di retrodatare la sua famiglia e mette il suo palazzo di famiglia in centro. Costruzione un po’ più rigorosa in quanto deve tenere conto dell’architettura medievale del centro. Rappresentanza e status data da 2 ingressi carrabili. Piano terra di cortina, sopra si fa uno sbalzo per recuperare spazio con un balcone filato (quando è eccessivo si mettono le colonne e si crea il portico). Le decorazioni in ferro battuto sono importanti, come la G nell’ingresso. I camini a guglia sono in ceramica per una migliore resistenza, lascia a vista i mattoni nel sopra e li copre nel sotto (come si faceva nel medioevo). L’interno ricorda una cattedrale gotica, pieni e vuoti per rendere l’architettura mobile, sotterranei realizzati con vuoti per ricordare le vecchie cantine medievali (usata come dispensa) e sistema ascensionale. Delle sale servivano per concerti, messe private. La calotta permette di avere l’effeto acustico “a grotta” e ne da un’aria imponente. Il salone centrale ha una scala e loggetta per i musicisti (come Hortà). Il medioevo è sempre presente come si vede nelle torce, che viene smorzato dalle line fluide art noveau. Lo spaccato assonometrico ci fa vedere la pianta quadrata. L’atteggiamento di gaudì anche per i minimi dettagli negli spazi della servitù denota la sua declinazione operativa cristiana (bellezza anche per i poveri): per i servi non realizza una scala, ma una rampa a chiocciola per fare meno fatica. Questione etica che rivediamo anche negli scultori barocchi (scolpivano le statue a tuttotondo per compiacere anche dio). Dal vestibolo e dalla scala si entra in una composizione classica ad enfilade. Il balcone si scolla dall’edificio e si stacca il pilastro dall’edificio, permettere di far evolvere la facciata indipendetemente dall’edificio,che è reso molto luminoso grazie a questa. Dopo la prima saletta, c’è la sala dei passi perduti (richiama le sale dei giudici dove si aspetta il verdetto) che permette di arrivare al salone centrale e ci ricorda che siamo tutti sotto un giudizio (ossia universale, altro richiamo a dio). Ci sono inoltre sale d’attesa e per le signore. Dopo il salone centrale, c’è una tripla sala che può essere resa unica rimuovendo le partizioni per grandi cene (sala delle confidenze, fumoir, sala da pranzo). Altre sale di ricevimento. Il tetto è fatto da dettagli nella calotta (fori ogivali) che danno l’idea all’interno di una notte stellata, rimandi alla natura (e che evntualmente può essere “spenta” con un lampadario che ricorda un sole). Il tetto è il primo calpestabile/giardino, con i camini che rendono il paesaggio più bello. La sala dei passi perduti vede le colonne come ossature, come costole di un animale (ripreso da santiago calatrava ), con il tetto dorato a stalattiti per migliorare l’acustica e dare un effetto ottico piacevole. Le stalattiti fanno bagliori colorati sul soffitto grazie a pietre preziose illuminate su di esse. La camera da letto ha una tipica forma negli archi di stampo arabo, triclini romani, piastrellatura esagonale araba.a livello della cupola ci sono le canne d’organo, che sfruttano la sua forma per motivi acustici. L’arco a catenaria è un elemento fondamentale nell’architettura di eiffel e gaudì: diffusa in quegli anni, è l’unica forma che non ha bisogno di contrafforti per contrastare le spinte, risolve da solo la distribuzione del carico. Forma da catena appesa in due punti. Tutte le strutture sono viste a rovescio con sacchi di sabbia sui modellini per simulare i carichi e viste con uno specchio. Eiffel usa la catenaria riflessa nel viadotto ferroviario del garabit. La catenaria ha bisogno di avere pesi uguali da ambo le parti -.-.Collegio teresiano, 1890, barcellona: eredita il cantiere quando è già iniziato. Croce a 4 braccia, in sezione si vede come gioca con le catenarie. Pareti esterne assicurano privacy al convento. La catenaria rimanda a un mix tra gotico e arabo. L’uso della gelosia è funzionale, tanti elementi simbolici, colonna tortile, freccia che trafigge il cuore di santa teresa (es bernini). Punte di freccia in copertura. Cripta della colonia guell, 1898-1915: carattere rustico e ipogeo, rimanda alla grotta. Guell sposta la sua fabbrica fuori barcellona, allontanando i suoi operai dai centri di insurrezioni popolari di barcellona.le colonne sono tutte storte, le travi e travetti imitano la natura, rimando agli spolia delle cattedrali. La pianta è profondamente organica, ricorda a un carapace di tartaruga, sovrapposizione di volumi per crescita naturale. Trencadìs: elemento che usa piastrelle rotte e spezzate recuperato attraverso una composizione a mosaico (anche gli scarti possono essere usati), rimandi a tecniche di riparazioni orientali. Parco guell, 1910-14: nasce per essere un servizio a una grande speculazione urbanistica, doveva essere un giardino collettivo con residenza annessa e terreni speculativi lottizzati per venderli. Gaudì deve fare i conti con la pendenza, crea una serie di percorsi per rendere attrattivo il parco, può essere usufruito per tutto l’anno con spazi aperti e chiusi. La struttura colonnata usa un dorico primigenio per le colonne. Altre parti sono fatte con colonne di tufo in modo rustico per far convivere uomo e natura. Nel colonnato ci sono trencabis che riprendono il mosaico antico e fanno risplendere la natura, come si vede anche nella salamandra e nei bordi superiori della terrazza. Gaudì ha lasciato libertà d’azione all’artigiano, creando un mix unico (si oppone al concetto di arte totale, valore sociale del progetto). -.Casa battlò, 1904-6: edificio ridisegnato, aggiunge un piano e l’interrato, ricostruisce la scala e i patios, elminia le linee rette e mette quelle curve, il tetto riprende s. giorgio e il drago con un grande colonna a croce che lo trafigge, le strutture della facciata e balconi ricordano le ossa (nei balconi del cranio). Piastrelle policrome sul dragone e sulla facciata di stampo arabo. Sezione ci fa vedere grande patio alla araba, grande gradinature sulla base delle costruzioni dell’ensanche. Il patio all’interno crea un sistema blu/bianco per controllare la luce (alto più scuro, basso più chiaro). Struttura di facciata e tamponamento sono indipendenti, ossa e muscoli sono indipendenti ma lavorano assieme. I serramenti e la struttura interna sono anch’essi indipendenti, grande libertà di progetto. Le finestre a ghigliottina sono leggere grazie a un sistema di contrappesi. La soffitta con lavanderia è nobilitato dagli archi catenari. La casa battlò si scontrava con la casa amatller (fatta dal rivale di gaudì, Cadafalch) che è fatta su stilemi olandesi. C’è una terza casa, la casa lleò morera, fatta da Montaner (assieme creano la manzana de la discordia, con le tre firme di architetti che competevano tra loro). -.Casa milà: chiamata la pedrera, la facciata è rivestita in pietra grezza. Fu criticato molto. Ha all’interno due grandi chiostri per illuminarla, la struttura portante è una grigia a pilastri irregolari, le altezze cambiano, i piani sono tutti diversi, il tetto è un paesaggio montuoso e onirico che anticipa il surrealismo. Il tetto è interamente calpestabile, rimanda alla montagna Montserrat. Il lavoro sulle mansarde presenta numerose finestre per l’illuminazione interna, assenza di muri portanti, la pianta è libera. C’è anche una struttura “a ruota di bicicletta”=archi rampanti basati su archi a catenaria che ruotano attorno a un cilindro. La croce quadrata che si attorciglia sulla scala di emergenza, con dei camini fatti a mo’ di elmi antichi a ricordare i fantasmi del passato (la forma onirica sarà ripresa da dalì). Sagrada familia, 1883-oggi: costruita su una piana desertica (l’ensanche di barcellona), era un “edificio di frontiera”. Gaudì inizia dalla facciata, al contrario della convenzione medievale di iniziare dall’altare. Pianta a croce latina, forte transetto, impianto basilicale a 5 navate, transetto a 3 navate, facciata con molte guglie che ricordano dei termitai (all’interno sono dei grandi trafori gotici). Linguaggio molto onirico -.-.-.-.-.-.-.Charles rennie Mackintosh, 1868-1927: fondatore del glasgow movement. Rinnova la school of Art di glasgow=cantiere lungo dove si esprimono forme locali, come quelle d’industria portuali. Ai lati troviamo dei bowindow (permette di uscire dal piano dell’edificio per prendere più luce). Nel prospetto principale d’accesso, che combina essenzialità degli edifici industriali e riservatezza dei manieri scozzesi. Convivono pragmatismo e precisione che ispireranno il primo wright. La biblioteca si sviluppa in due pianu, sfruttando anche le bay-window. Grande luminosità (invenzione luce da dietro di stampo barocco) contrapposta da arredi in legni scuri (memore degli arts n craft) e lampade che assomigliano ai proiettori da film. Le lampade combinano luce bianca sul piano di lavoro e luce colorata per il resto dell’ambiente. Si vedono delle capriate tipicamente scozzesi che però non vengono coperte, ma sostengono un soffitto di vetro. Gli elementi giapponesi che vediamo sono memori del porto di glasgow, principale punto di scambio verso l’oriente. A destra della school of art, c’è un edificio in vetri verdi di steven hall che si integra con quello vecchio; attraverso un cannocchiale di luce sulla base degli studi di mackintosh. The willow tearoom, 1903: edificio molto sobrio, decorato solo nei bordi come se fosse un pizzo. Ha un’ossessione della griglia quadrata (che esporterà a vienna). Il bianco è il colore dominante con tinte di rosa, per ripulire gli operai dal fumo e dal nero esterno. Le sedie alte fungono da isolanti per le chiacchere tra i vari tavoli, dando un senso di privacy. Troviamo una di queste sedie simili al palazzo della secessione di vienna (argyle=schienale sobrio con grande poggiatesta). Progetto (non realizzato da lui) per concorso per una casa d’amatore d’arte, inaugurata 95 anni dopo. L’edificio è costruito sulla base del disegno originale. Si trova la sala di musica (fonde ancora bianco e rosa), con le rose che punteggiano il progetto con lampade influenzate dall’oriente. Perfino lo strumento musicale è disegnato da mackintosh. La sala da pranzo ha gli stessi colori con un po’ di blu, con le sedie cotruite ad hoc per gli immobili della cucina. Hill house, 1902-4: cottage all’inglese con un trattamento grezzo dell’intonaco, volumi asimmetrici ce ricordano la red house di morris e producono un effetto sobrio e pittoresco. Le hall al pianterreno risente fortemente dell’oriente, con mackintosh che progetta dei pannelli e delle finestre per lasciare o negare la luce e gli spazi, a seconda di come ci muoviamo attorno ad aessa. Salone con una liberazione della facciata dovuta a scollamento tra struttura e pelle. La camera da letto è molto vicina in termini di arredi ai giorni d’oggi, con la cosiddetta “mackintosh chair” che viene prodotta ancora oggi e funge solo da oggetto di design, è scomodissima. Certe sedie, come l’argyle, vengono usate nella famiglia addams e blade runner; oppure la willow tearoom chair in inception; la ladder back in american psycho. -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.Lez 18/10 AVANGUARDIA DI CHICAGO. Casa balloon frame, Chicago, 1833: L'intelaiatura, nella costruzione, è l'incastro di pezzi per dare una struttura, sostegno e forma. I materiali dell'intelaiatura sono solitamente legno, legno ingegnerizzato o acciaio strutturale. L'alternativa alla costruzione a telaio è generalmente chiamata costruzione di muri di massa, in cui vengono utilizzati strati orizzontali di materiali impilati come costruzioni in tronchi, muratura, terra battuta senza intelaiatura. 1871 great chicago fire e ricostruzione città in verticale grazi a soldi mafia italiana. Henry Hobson Richardson (1838-1886): l'inventore del Romanico Richardsoniano, ispirato molto all’architettura mobile giapponese e da medioevo romanico. Diplomatosi presso l'Università di Harvard, ultimò i suoi studi a Parigi, all'École nationale supérieure des beaux-arts, dove lavorò nello studio di Henri Labrouste. Ritornato negli Stati Uniti nel 1865 vi iniziò un'intensa attività, costruendo numerosi edifici pubblici e privati. il più alto raggiungimento del suo stile, che interpreta con originale sensibilità moderna la vigorosa monumentalità del romanico francese, è il Marshall Field Warehouse di Chicago, costruito fra il 1885 e il 1887, dalla spoglia e severa facciata ritmata da ampie finestre arcuate. Chiesa della Trinità, Boston, 1872: La pianta della chiesa è una versione ampliata della Brattle Square. Presenta un profondo coro concluso da un'abside semicircolare che crea il quarto braccio della croce e un grande tiburio quadrato posto sopra la crociera. L'esterno comprende un ricco portico di derivazione romanica, aggiunto successivamente e non previsto nel progetto di Richardson. I materiali utilizzati furono il granito rosa disposto a bugnato grezzo irregolare per i muri e l'arenaria scura per le rifiniture. Biblioteca Thomas Crane Public Library, Quincy, Massachusetts, 1880-1882: con abbaini palpebrali di ispirazione giapponese nel tetto su ciascun lato dell'ingresso. Nelle sue prime librerie, l'approccio di Richardson era quello di concepire le parti e poi assemblarle, mentre in quelle successive, come Crane, pensava in termini di tutto.Richardson si impegnò anche in un processo di semplificazione ed eliminazione con ogni biblioteca successiva, fino a quando in Crane "la concentrazione di Richardson sul rapporto tra pieno e vuoto, tra parete e finestra, diventa la base per un'astrazione armoniosa con scarso riferimento a qualsiasi stile passato". Edward sisley mosley e libro archi giapponese. Old colony railroad station, 1881-4: tetto spiovente alla giapponese, adatto ad ambienti nevosi. Richardson includeva spesso elementi stilistici asiatici, come questo drago scolpito su una trave di supporto, nei suoi disegni. Linguaggio molto ricco anche nelle costruzioni di case unifamiliari come la Glessner House, 1885: conci romanici, sapore antico. Arco a tutto sesto=senso monumentale, fa entrare abbastanza luce, pietra traforata secondo uno stile medievale. Arco ripreso da Wright. Edificio commerciale: marshall field wholesale store, 1887. Scatola di vetro e mattone, Attingendo ai suoi lavori precedenti e ai precedenti romanici e rinascimentali, Richardson progettò questo magazzino in pietra di sette piani "massiccio ma integrato". Minimizzando l'ornamento in un'epoca che ne impiegava gran parte, sottolineò ciò che definì "la bellezza del materiale e della simmetria piuttosto che il mero ornamento superficiale" con "gli effetti che dipendono dalle relazioni di 'vuoti e pieni' ... sulla proporzione delle parti". Non richiedendo la nuova tecnologia del telaio in acciaio a causa della sua altezza relativamente bassa, Richardson utilizzò finestre a più piani sormontate da archi per legare insieme i piani e i motivi regolari delle finestre per legare l'intero edificio in "un solido semplice e unificato che occupa un intero isolato. -.-.William le Baron Jenney. Vuole rendere gli edifici ignifughi e antisismici. Primo magazzino Leiter, 1879: modificazione plastica grosso problema. Reinveste il pilastro di ferro con materiali ignifughi, come la terracotta. Home Insurance Building 1884. ha 3 pilastri principali che dividono la facciata, primo edificio realizzato con materiali ignifughi. Qui gli elementi romanici sono scomparsi, non c’è più ornamento. Nascita acciaio. È il primo edificio che viene demolito smantellandolo completamente, per evitare di buttare via materiali (1931) Magazzino fair store, 1890: architettura smontabile fatta con rivetti “sottili”, il pilastro metallico ha solo il rivestimento in terracotta e offre più spazio agli uffici interni, assottigliando le pareti. -.Elisha otis, inventa ascensore a vapore nel 1861, importante perché la città sale. Aumento valore fondiario e pressione demografica (grazie ai nuovi cantieri di chicago e ny arriva più manodopera). -.Burnham e atwood, reliance building, 1890: grandi pilastri sottili e grande vetrate, vedere la città dà valore a un edificio. Baywindow danzanti, non più sistema a scatole, edifici più chiari e leggeri. Solai edifici liberi completamente illuminati. Struttura ad esoscheletro, interno a pianta libera. Arretramento facciata permette la realizzazione della “chicago window” che presenta numerose colonnine a decorazione Daniel burnham, flatiron building, 1901: edificio che risolve il problema del lotto a punta. Costa poco perché è proprio sulla punta -.Louis sullivan: ispirazione principale per wright. Adler-sullivan, auditorium building, chicago, 1889: gabbia esterna chiusa, all’interno c’è auditorium vuoto molto complesso. Edificio multifunzionale, ricorda la cassa di risparmio di wagner. Grande montaggio. Edifici sul perimetro a contenere il magnifico auditorium di linee fluide. Luci elettriche disposte come se fosse un cielo stellato e dorato, ispirerà hollywood. Guaranty buillding, buffalo, 1894: l’arco di richardson diventa puramente decorativo, così come decorativo sono le decorazioni floreali alla maison taxel di horta in terracotta. Preziosità decorazioni per stampaggio. Primo piano e mezzanino diverso dal resto dell’edificio. Sullivan centre, chicago, 1899-1904: strutture da funzioni fisse addossate al perimetro, il resto della pianta è libero. Decoro alla gotico fiammeggiante nell’ingresso e di trabeazioni greche tardo antiche nelle colonne (es nido-albero). -.Concorso per il chicago tribune (giornale), 1922: concorso con nomi come saarinen (si avvicina al linguaggio espressionistico tedesco), gropius (piani aggettanti) e Loos (realizza una colonna gigante, critica al progetto). Ma vince il progetto di Hood and Howells, di stampo gotico con relative guglie, archi. La parte basamentale non ha nessun vezo decorativo, che si trovano solo nel piano superiore -.-.-.-.Frank lloyd Wright, 1867-1959: uno tra i più prolifici architetti, ne realizza ben 532 in 70 anni. Riesce a costruire in quasi tutti gli stati uniti. Religione unitariana, molto amante della natura e della libertà, gioca con giochi frobeliani (tipo i lego) Casa studio di Wright, oak park illinois, 1889: aggiunge man mano altri spazi, come lo studio e la sala giochi. L’ingresso ha un triangolo volante con finestre, con un timpano classico alla adler-sullivan, un portico che dialoga tra il fuori e il dentro (appunto dialogo con la sua amata natura). Shingle style. Rompe il sistema a scatole e aggiunge volumi alla red house di Morris. 2 volumi ottagonali, per biblioteca e studio (riprende quelli della casa di jefferson) e forte separazioni funzionale degli accessi. La sala giochi dei bambini ha le finestre basse a base di bambino, con una volta a botte anch’essa con finestre e cassettoni con spazio sufficiente per mettere dei cuscini e sedersi (i cassettoni hanno dei cassetti per conservare i giochi). Wright è influenzato dalla cultura giapponese e la va a visitare direttamente a kyoto. Nel 1883 vede l’esposizione di chicago e altre architetture in scala 1:1 Winslow house, 1893. Tripartizione orizzontale e verticale, geometria molto pulita, usa la scatola imposta, i materiali sono vicini alla scuola di chicago. Ci sono anche fregi e bordi in terracotta. Il retro è COMPLETAMENTE diverso: forme esplose e dinamiche, ruotate, spaccature anche di stile che determina la sua fuoriuscita dalla scuola di adler-sullivan: è un po’ legato al suo maestro e un po’ se ne libera. Scala e camino in un gesto unico=tipico di wright. Finestre basse che fanno entrare luce, non si capisce qual’e il confine tra esterno e interno con le finestre grandi (altro suo elemento tipico). L’interno ha uno spazio fluido, l’ingresso non è separato dalla sala, arredo e decorazioni integrati (modello sullivan), enfilade classica ma con porte mobili alla giapponese e diventare spazi continui e liberi. Larkin building, 1906 ma demolito nel 1950. Spazio per uffici, sembra fatto a scatoloni, molto chiuso e privo di aperture. Ricorda un po’ i pueblos nativi, architettura inversa, spazio vuoto all’interno sul tema dell’art noveau. Il suo pensiero era di aprire all’interno piuttosto che all’esterno se gli edifici circostanti sono brutti. Il lavoro all’interno è eseguito insieme e non per spazi chiusi. Gli arrdamenti sono fatti da lui stesso, realizzati in modo per facilitare la pulizia dei pavimenti (le sedie non hanno gambe e sono attaccate ai banchi) Unity temple, 1905-8: chiesa comunitariana, prova a unire un po’ tutti i credi cristiani. Progetto architettonico complesso. Scuola e luogo di culto hanno 2 livelli diversi, collegati da un ponte. In parte all’aperto e in parte al chiuso. La distribuzione funzionale si combina con quella dialogica, i volumi si armonizzano con un patio che funge da spazio di socializzazione. Nel quadrato per lo spazio delle funzione la vetratura scompare nell’architettura, la copertura è coperta da un tamburo quadrato. Iluminazione zenitale nonostante il sistema a finestre a claristorio. Sistema compositivo alla Hoffmann. I profondi cassettoni di opertura permettonoalla luce di fare un riverbero, con una luce indiretta e diffusa negli interni (ispirerà alvaraldo). I pilastri esterni sono decorati con motivo a foglie stilizzate di una pianta del deserto americani (malvarosa o hollylook), sostengono lo sbalzo del tetto sporgente e realizza una dimensione orizzontale. Quadrati e rettangoli s’incastrano tra di loro in tutte le parti dell’edificio, sia esterno che interno (fatto in modo da non alludere a nessuna religione). Il modello della prairie house: il mito del west e della colonizzazione è ispirato da Walt Whitman e le sue poesie della prateria. Disposizione orizzontale delle linee e delle masse, blianciate dda elementi verticali come pilastri e comignoli. Il camino è il fulcro. Al piano terreno la scatola è rotta, non ci sono più partizioni (che restano al piano superiore nella camera da letto. Nuovo rapporto con la natura e continuità internoesterno. Clientela agiata, di media borghesia che vuole vivere nei sobborghi. Robie house,, chicago 1908-10: non è nella prateria ma lo stesso richiama quella natura. Sbalzo del tetto tutto in aggetto, quasi come una tenda. Le linee bianche rafforzano il piano orizzontale, che ha come elementi verticali visibili sono i pilastri e il camino. Anche i mattoni sono orizzontali, così come lo sono i loro giunti in rosso. Pianta da due rettangoli intersecati e slittati tra loro, il corpo anteriore ha un doppio camino al centro che ha attaccato anche la scala per accedere ai piani superiori, nel corpo arretrato c’è la zona di servizio. È pieno di vetrate che creano una risposta al bowindow inglese. Nella sala da pranzo c’è il tavolo con dei lampadari agli angoli che permettono di muovere il tavolo senza problemi di illuminazione, con sedie alte che fungono allo stesso modo di quelle di mackintosh. Taliesin 1, 1911: molto giapponese, ha un lungo ponte che si affaccia sul paesaggio. Sperimenta architettura libera nella natura. La fascia finestrata stavolta sfonda l’angolo e non ha il pilastro in angolo come in chicago, grazie a modifiche strutturali in cui la pelle e lo scheletro della struttura sono scollati. Ancora verticalità potente di camini e scale. Imperial hotel, tokyo, 1915-22, smontato nel 1960: fonde la H e la I nei suoi corpi di fabbrica. Integra strutture e decorazioni, come nella peacock alley (la ruota del pavone è emulata nel vuoto creato dalla struttura). Architettura fortemente decorativa, come nella central lobby. Utilizza un sistema costruttivo nuovo, “l’architectural block”=evocano un mondo antico, che mette insieme tanti riferimenti culturali. Le formelle decorative realizzate industrialmente con l’architectural block vengono appese alla facciata(novità). National life insurance company, chicago 1924: sistema strutturale a sostegni centrali mutuato dall’imperial hotel. Periodo californiano 1922-30: grande uso dei blocchi prefabbricati in cemento con stampi di legno. Textile block è evoluzione di architectural block. Realizzano pareti autoportani, in cui i blocchi hanno una risegna interna per ospitare un tondino interno che lega un blocco all’altro. L’intercapedine d’aria riesce a isolare da sola la struttura dalla grande escursione termica. La “miniatura”, pasadena, 1923: blocchi pieni e cavi con effetti di luci ed ombre d’effetto, fatta interamente in blocchi. Ricorda le rovine maya. Il verde della natura che funge da cornice alle strutture è preso dalle stampe giapponesi. Le aperture sono minime per ridurre il caldo e a schermare i reggi del sole, nonostante la grande luminosità che c’è all’interno (che è molto spazioso). Ennis house, usato in blade runner e karate kid III e la tecinca compositiva è stata usata in game of thrones . inoltre il logo del textile block di wright diventerà il simbolo della casa cinematografica silver picture (che fa matrix). Wright scrive molti testi di urbanistica, come la città utopica di brodoacre city: maglia quadrata su stile di centuriazione romana, con la città che occupa 4 sezioni (2x2 miglia) con una popolazioni di max 4000 abitanti, con una bassa densità cittadina. Casa usoniana (usa+union): riprende la casa di prateria ma la evolve. Jacob house: apertura verso il verde e chiusura verso la strada; materiale naturale come il legno con molto meno decorazioni e aspetto più ruspante. La casa usoniana per eccellenza è la fallingwater house, pennsylvania 1934-7: costruisce la casa sopra la cascata, integrandola nella casa. Usa materiali come le pietre locali, i piani volanti sono sopra la cascata. I piani sono tutti sfalsati rispetto all’altro. I piani sono fogli liberi nello spazio, che fissa con pilastri e travi con un sistema di contrappesi. Le rocce su cui si innesta la casa vengono integrate NELLA casa stessa: infatti se si prova a pulire questo pezzo la roccia si sbriciola. Gli infissi delle finestre sono dipinte di rosso a isolare bene le chiome degli alberi. Le sedute basse e geometriche negli arredi risentono di influenze giapponesi e della mentalità orizzontale. Uso di pellicce che rimandano alle strutture ancestrali americane. Le verticali nere in piano si agganciano alla pietra, il resto è adagiato alla struttura e ad altri piani che realizzano la vertigine. Lo spazio funziona come una piastra di metallo che è autoportante. Gioco su design delle aperture che possono ruotare a 360* per poter direzionare l’aria a proprio piacimento. Wright=padre architettura organica, si vede nelle travi che si agganciano alla pietra (es. trave che gira attorno a un albero o architettura che si aggancia alla roccia senza romperla). Taliesin west, 1937-58: collegata alla taliesin 1 con la route 66. Desert masonry, collage di oggetti ritrovati nel deserto americano. Usa in pianta le sezioni del cactus saguaro. Connessione fluida esterno/interno, architettura si armonizza con la natura Price tower: struttura a girandola dta dalle diversione sezioni, con decori della chicago window. Guggenheim museum NY, 1943-59: lotto quadrato riempito con pianta tonda, i cui angoli sono riempiti di verde. Sembra una ziggurat rovesciata (come la torre di babele, che rovesciata non divide ma unisce i popoli con la cultura). La spirale è simbolo di continuità, sulla quale ci sono le stanze e le rampe di collegamento. Struttura nervata, setti bianchi di supporto alle balconate. I pilastri sono proprio i setti che si vedono durante la passeggiata che dividono un’opera dall’altra. Esterno=strombatura verso il basso; interno a cono classico come si vede in sezione. La luce artificale imita quella naturale e funge da luce naturale anche durante le visite notturne (come si vede nei progetti in sezione). ---------------------------------……………………………………….-------------------------------Adolf Loos (1870-1933) Figlio di uno scultore, studia al Politecnico di Dresda. Nel 1892 negli Stati Uniti, lavori di fortuna per vivere. A Chicago si appassiona all’architettura di Louis Sullivan 1896 Londra, poi si stabilisce a Vienna. Diventa amico di alcuni dei protagonisti delle avanguardie artistiche europee (il giornalista, scrittore e intellettuale Karl Kraus, il musicista Arnold Schönberg, il poeta Peter Altenberg, e molti altri). Aderisce inizialmente alla Secessione, per lasciarla però già nel 1898, poiché da lui considerata la rappresentazione di un gusto ormai superato rispetto alla realtà contemporanea; la rottura col gruppo (e in particolare con Josef Hoffmann) segue comunque al mancato ottenimento di un incarico progettuale per l'arredamento del Palazzo della Secessione. Loos dichiara esplicitamente il suo amore per l'architettura e la cultura angloamericana fondando nel 1903 una rivista, di cui usciranno due soli numeri, dal titolo Das Andere (L'altro), fautrice dell'introduzione di quella cultura in Austria. Nel 1928 Loos fu travolto da uno scandalo di pedofilia. Aveva infatti ingaggiato ragazzine provenienti da famiglie indigenti, fra gli 8 e i 10 anni, per lavorare come modelle nel suo studio. I capi d'accusa indicavano che Loos aveva costretto le giovanissime modelle a partecipare ad atti sessuali e fu ritenuto parzialmente colpevole dalla corte nel 1928. In materia di definizioni, Loos è perentorio: l'architettura è diretta espressione della cultura dei popoli; di qui, il bisogno morale di eliminare ogni ornamento di stile, che rappresenta la mancanza del passato. Il suo primo progetto risale al 1903: la ristrutturazione di Villa Karma situata a Montreux e caratterizzata dall'estrema semplificazione delle superfici e dal rigoroso studio volumetrico. È chiaramente ispirata allo stile e al pensiero di Otto Wagner, e ne sono una dimostrazione l'impianto parzialmente simmetrico, l'uso di superfici ampie di coperture nette, che si contrappongono all'ordine dorico che segna l'ingresso principale. L'uso dell'intonaco bianco, però, abolisce il consueto contrappunto cromatico e ripristina le tradizionali determinazioni volumetriche, rendendo questa architettura più corposa, ma sensibilmente meno ricercata dei modelli wagneriani. I lavori furono in un primo momento bloccati dalle forze dell'ordine a seguito delle proteste di alcuni cittadini per la bruttezza dell'edificio, ritenuto troppo spoglio: «Fui invitato a presentarmi alla polizia e mi fu chiesto come io, uno straniero, osassi compiere un simile attentato contro la bellezza del lago di Ginevra. L'edificio era troppo semplice. Dove erano andati a finire gli ornamenti? [...] Ottenni un attestato dove si vietava la costruzione di un edificio del genere a causa della sua semplicità e quindi della sua bruttezza. Me ne tornai a casa felice e contento[7].» Nel 1910 l'architetto realizza la Villa Steiner e la casa sul Michaelerplatz a Vienna chiamata "(das) Haus ohne Augenbrauen", (casa priva di sopracciglia) per lo stile pulito e privo di ornamenti. Nel 1912 disegna la Casa Scheu, anch'essa situata a Vienna, una delle prime a utilizzare una copertura piana a terrazza. Nella progettazione di queste case Loos inventa il Raumplan, una soluzione spaziale nella quale gli ambienti hanno altezze diverse a seconda della funzione e l'incastro tra i vari volumi comporta quindi vari dislivelli. Le Corbusier riprenderà questa idea in alcune delle sue più celebri architetture. Nel 1922 Loos viene nominato dirigente dell'ufficio per i nuovi insediamenti periferici del Comune di Vienna, carica che manterrà per breve tempo, ma che lo porterà alla progettazione di alcune case popolari, un soggetto che fino ad allora non aveva approfondito. Tale tema viene affrontato in un'ottica sostanzialmente diversa rispetto a quella del Razionalismo; infatti, le case progettate da Loos erano pensate in modo da essere autocostruibili e da poter risultare esse stesse fonte di contributo alla vita quotidiana dei propri abitanti (ad esempio con orti per la coltivazione delle verdure, ecc.). L'opportunità di poter ottenere incarichi progettuali da parte di personaggi legati al mondo dell'arte e della vita culturale parigina spinge Loos a trasferirsi in questa città. Tuttavia, se molti artisti gli chiederanno consulenze e consigli, riuscirà a sviluppare fino alla costruzione soltanto la casa per Tristan Tzara a Montmartre, mentre quella per Joséphine Baker rimarrà allo stato di progetto. In questi due progetti l'esperienza del Raumplan viene approfondita, premessa necessaria che vedrà il suo massimo compimento nelle ville Moller a Vienna e Müller a Praga. Nell'ambito dei progetti non realizzati, sicuramente importante per la comprensione dell'opera di Loos è il progetto di concorso per la sede del Chicago Tribune. Esso è infatti caratterizzato da un grattacielo costituito da una colonna dorica nelle sue parti caratterizzanti (fusto e capitello) che poggiano su un grande basamento, il tutto realizzato in marmo nero. Una riproduzione della colonna loosiana fu esposta a Venezia nel 1980 ai tempi della nascita dell'architettura postmoderna, della quale Loos può curiosamente essere considerato un precursore. Bisogna considerare che l'argomento fondamentale di Loos contro l'utilizzo dell'ornamento si basava non solo sul dispendio di tempo e di materiale provocato dalla decorazione, né era per lui una caratteristica puramente formale. Secondo l'architetto l'ornamento era una forma di schiavitù della pratica, esercitata dal disegnatore sull'artigiano per mettere in scena la nostalgia del passato che occulta le vere forme della modernità[8]. Ciò può essere compreso meglio citando il modo in cui l'autore giustificava la decorazione delle sue calzature su misura, che avrebbe preferito lisce « La mia architettura non è concepita per piani, ma nello spazio. Di un edificio non progetto i piani, le facciate, le sezioni. Progetto gli spazi. Per quanto mi riguarda, non esiste alcun piano terra, primo piano, ecc. ... Per me, esistono soltanto spazi contigui, senza soluzione di continuità, stanze, anticamere, terrazze, ecc. I piani si fondono e gli spazi si relazionano gli uni con gli altri. » (1930), -----------------…………………………………---------------- LEZ 2/10 H.P. BERLAGE=Progetto per duomo Milano. Nonostante sia scartato, lui si focalizza sulla Piazza e sulla sua organizzazione Palazzo della compagnia assicurativa De Algemeene, amsterdam, 1892-4: demolito dopo il ’63. Piano terra con negozi, primo piano con uffici compagnia, secondo piano uffici in affitto per generare reddito costante. Grande espansione immobiliare delle compagnie assicurative, sfrangiamento nel cielo alla medievale, sviluppo cittadino non regolarizzato. Tetto come progetto unico che ricorda una cattedrale, dà senso di sicurezza. In conferenza “architettura e impressionismo” va contro l’eclettismo. 1° palazzo per la compagnia assicurativa De Nederlanden, 1894-6 (prima fase), 1910 (seconda): pianta raddoppia sul retro, architetto costituisce la Brand Identity. Villa henny, 1898, l’aia: pianta nasce da una griglia quadrata con spinta centrifuga. Il quadrato gira di 45° e fa girare tutto lo spazio. Ripreso da Wright. Lo spazio è percepito come espandersi verso l’esterno. Villa costruita per carel henny, direttore del De Nederlanden. Vestibolo a doppia altezza a croce greca che è il perno dell’impianto planimetrico. Sembra fatta per annessioni ma non sembra la Red House. Riprende un senso di vuoti architettonici di Gaudì. Spazio interno per il vestibolo che assume aspetti di architettura gotica. Torsione=movimento! Progetto “Mercaturae” per la Borsa di Amsterdam, 1884: arriva 4°, mix di elementi mittel europei e orientali, vuole costruire un monumento. Successione di ambienti in orizzontale, in enfilade. Ma il progetto finale del 1896 è totalmente diverso. Ragiona per grandi volumi, con 3 grandi sale (una principale, due per contrattazione) e mette addirittura un’abside, richiamando la pianta basilicale. Il progetto ultimo non ha più l’abside, ma mantiene vestiboli e pianta basilicale con sala grande e due portici coperti con relativi negozi e uffici. Pensa la borsa come una piazza italiana e una cattedrale. Il corpo dei servizi (bar, ristoranti) da transetto con relativo accesso. Le altre due sale rimangono. L’impianto è costruito per evitare il surriscaldamento, con una predisposizione per ricevere solo le luci del nord, su lezione del Crystal Palace. L’aspetto finale, con la semplificazione dei volumi, ricorda anche in facciata una chiesa medievale lombarda. Connessione diretta con il porto. Unione di elementi industriali (come gli shed) ed elementi antichi, come alla Macintosh. Accesso laterale con finestroni vuoti per ventilazione. Morris usava il medioevo come “epoca delle corporazioni” e Berlage la pensa allo stesso modo con il mercato=bene collettivo delle corporazioni. Il sistema distributivo riprende i porticati della città italiana e la costruzione dei lati riprende le navate lombarde. Mattoni rossi per richiamare l’italia Per lui, costruire è una composizione di volumi; architettura del muro con superfici vaste e lisce, volume ben definito; finestre come unico decoro; subordinare i dettagli all’insieme col principio “unità di molteplicità”; gli elementi decorativi hanno bisogno di una funzionalità come i doccioni (decoro murario). I bassorilievi usati sono incastonati nel muro, non aggettano. Per lui il XIX sec è un periodo brutto, con architettura come soluzione. Il romanico è semplice ed elegante, ideale per il moderno. Altro tema è la sincerità della costruzione: per lui l’edificio deve raccontare ciò che c’è nello scheletro, non ci deve essere una scollatura tra pelle e scheletro. Lo stile ha come sinonimo “quiete”: l’architettura antica, proprio perché ha stile, esprime quiete. Funzione genera la forma! De Burcht, sede della ANDB (unione lavoratori diamanti), 1900: edificio molto moderno, pieno di finestre ma richiama ancora le città medievale. Torre=richiamo mercantile, non c’entra con la religione. Nella torre c’è una finestra a diamante, architettura parlante. Spazio interno che richiama Horta, si apre verso l’alto, mattone giallo che richiama la terra olandese. Piastrelle che imitano il mattone, tra smalti e opachi. Richiamo alle sedi delle corporazioni. Piano urbanistico per amsterdam sud, 1900-5 e 1914-7. I canali impongono una dimensione alla lottizzazione e il terreno non permette la costruzione di edifici molto grossi, le fondamenta non terrebbero. Holland house, londra, 1914-6: mix di olanda e chicago, riprende le loro finestre, decorazioni piatte ed elementari. La forma a diamante permette di oscurare le finestre. La forma al piano terra è quella di un pilastro romanico, in alto si mette a prisma. Concetto di swiss re-building. Qui la pelle si scolla dallo scheletro, in quanto la struttura esterna non corrisponde più a quello della struttura interna. L’interno, molto marino, è una metafora alla storia olandese e al rapporto col mare. Citazione a hoffmann con corrispondenza pavimento-tetto. Il tetto è decorato dai mosaici di Bart van der Leck che ricordano i tappetti (usati per isolare, molto popolari in olanda). Palazzo per la de nederlanden van 1845, 1920-7, l’aia: gioca con i mattoni, denuncia la struttura e funzionamento interno in facciata. Presenza di bow windows e davanzali in aggetto. Scelta di mattoni neri e rossi realizzati in concomitanza con il cemento armato, in disposizione sia per esemplificare lo scheletro (nero) e coperture (rosso), ma anche per ragioni funzionali attorno al problema dell’umidità e al suo rapporto con i mattoni e il cemento (i mattoni neri fungono da isolante e tengono la struttura asciutta nelle sue parti chiave e strutturali). Casino da caccia St. Hubertus, otterlo, 1914-20: in pianta c’è il richiamo della leggenda del santo (corna in pianta e torre come croce). Museo municipale dell’Aia, 1925-35: annessione dei volumi e ancora muro con finestre strettamente necessarie, costruito come grande macchina per guardare le opere. Pensiline di stampo mediterraneo, corpo di accesso che ricorda l’obiettivo di una macchina fotografica analogica (come se noi fossimo fotografati). Volumi interni molto moderni, molto bianco e luminoso, in stampo neoplastico olandese (avanguardia di quei tempi). Usa giallo-rosso-blu in pieno stampo neoplasticiste, luce mediata e ottimale. Pattern costruttivi esterni in funzione anche decorativa, mix mattone giallo-rosso. Si cementa come figura di transizione tra antichi e moderni. -.-.-.-.Scuola di amsterdam (BERLAGE NON NE FA PARTE!) Si focalizza su residenze e grandi uffici che rappresentano l’olanda nel mondo Michel de klerk. Eigen Haard, residenza sociale per la classe operaia divise in 3 gruppi di edifici (1913-20). Edifici ridotti nel decoro, volume molto chiaro e decorazione appiattita pur essendo alla ricerca della qualità dell’edifico. Le scale escono dal piano di facciata con le torrette, inizio uscita dei volumi dal piano di facciata. Un edificio del complesso, chiamato “la nave”, ne ricorda una prua con torri come pennoni, forme stondate per la poppa. Rispetto a Berlagen c’è un linguaggio più evocativo, più moderno. Bow window con un volume applicato, ma qui è un attributo alla plastica moderna. Copertine per Wendingen, rivista della scuola di amsterdam, 1918-32: non solo realizza copertine ma mette dei suoi progetti. Pubblicano autori anche non olandesi. -.I linguaggi delle avanguardie Profondo impatto sull’architettura. Avanguardie nate dai testi di Freud come l’interpretazione dei sogni e con le ricerche di Einstein e la teoria della relatività (del tempo); assieme a scritti di Herni Bergson come materia e memoria. Si devono sommare nuovi stimoli da altre terre, come l’esotismo (che domina una gran massa di artisti, come Gauguin e Picasso o musicisti, come Puccini o Verdi). -.Avanguardia olandese della Neo-plastica Piet mondrian (1872-1944): s’ispira alla natura e vuole astrarre dalla verità della natura, fino ad arrivare alle fondamenta. Negazione del realismo, rappresentazione emozionale. Si vede l’evoluzione da “albero blu” a “melo in fiore”=essenziale della natura. Gli interessa cogliere la matrice formale delle cose, la loro organizzazione. De Stijl porta dentro anche altre avanguardie, come il dadaismo, nei loro manifesti e riviste. Nuova concezione del mondo verso l’universale contro le prerogative del singolo individualista (l’antico), ossia il capriccio. Si vede bene nei lavori di Theo van Doesburg, che realizza il manifesto dell’architettura neoplastica nel 1925 (spazio fluido, economicità della struttura, tempo conferisce lo spazio animazione, quarta dimensione dello spazio-tempo, convergenza di tutte le arti in architettura). Il movimento influenza le corbusier con la mostra a parigi del 1923. Van Doesburg collabora con van Eesteren, come si vede con la casa privata del 1922 (dinamica spaziale eccentrica perché non c’è un volume principale al quale attaccarsi, piani spaziali liberi come se fosse un quadro decomposto di Doesburg-+avanguardia al decostruttivismo) J.J.P. Oud. Architetto che collabora con Doesburg e altri pittori per realizzare le case operaie. Fa anche caffè, come il De Unie (richiama la pagina di un quotidiano, impaginazione della facciata). Gerrit Rietveld: famoso per la realizzazione della sedia rossa e blu (per lui la sedia si tratta di semplificare le singole parti, preservare la forma intrinseca e fare in modo di unire le singole parti senza mutilarle, in modo da evitare che una domini sull’altra e che il tutto sia libero nello spazio. Era stata pensata per un uso popolare e per essere economica, fatta con materiali di scarto da un qualsiasi falegname). Nella sedia zig zag riprende le sfere di Hoffmann per rafforzare la struttura. Il progetto più importante è la casa Schroder, utrecht, 1924: progetto economico per una vedova, richiama la tavola “analisi architettoniche” di Doesburg=piani che fluttuano nello spazio, getto plastico dei vari piani, pareti mobili, chiare reminiscenze con l’arte giapponese, casa interamente mobile e asimmetrica. In alto pianta con pareti chiuse e basso con pareti aperte, in cui tutto diventa fluido. -.-.-.-.-.-.-.-.-.Lez 3/10 GERMANIA, JUGDENSTIL, ESPRESSIONISMO E GROPIUS Peter Behrens (1868-1940) Pittore, architetto, artigiano, designer, tipografo, scrittore, intellettuale. Gli esordi progettuali di Peter Behrens si sono consumati nell'alveo dell'Arts and Crafts Movement, movimento artistico animato da intellettuali come William Morris che intendeva rivalutare l'artigianato proteggendolo dall'incalzante progresso dell'industria e dalla corruzione del gusto da esso prodotto. Qui Behrens si segnalò innanzitutto come pittore, dando vita a opere - perlopiù oli su tela o xilografie - che tendevano con vigore nella direzione dell'art nouveau: ciò malgrado, pur condividendone i modi espressivi, Behrens li interpretò in maniera assolutamente originale, come osservato dal critico Marco Biraghi: «Behrens si concentra sul tema della linea ritorta, flessuosa e nervosa; linea che, rispetto a quella attraversata dai «colpi di frusta» del collega belga [Henry Van de Velde, ndr] o a quella più tenue e aggraziata del concittadino Otto Eckmann, si rivela però fin da subito maggiormente «carnosa», quasi plastica, con una tendenza a prorompere nella terza dimensione» Crematorio di Hagen, 1905-1908: forma tempio greco, decorazioni esterne fiorentine rinascimentali come quella del battistero di firenze. Peter Behrens, collaborazione duratura con AEG. Realizza per l’induistria sia dei prodotti, che i suoi loghi che delle fabbriche. Sarà un maestro per architetti come Le Corbusier, van der Rohe e Gropius. Rapporto continuo con la macchina. I suoi esordi prevedono un’adesione all’Arts and Craft di morrris, recepisce influenze orientali nella concezione di simbiosi umomo/natura da testi filosofici. Fabbrica di turbine AEG, Berlino, 1808: è come se fosse un partenone industriale, che si vede dalla divisione laterale e dal frontone (qui esagonale). L’attacco a terra delle colonne è molto piccolo, ricorda un meccano o una composizione di pezzi (infatti è larga sopra e si assottiglia sotto, cioè inverte la disposizione classica della colonna). L’effetto interno è di una cattedrale della modernità, con grande luce nella parte finestrata alla sinistra del capanno e sopra. -.- Bruno Taut: figura esoterica, si avvicina allo Jugendstil, profondo impegno sociale. Vicino allo scrittore Paul Scheerbart, che anticipa nei suoi scritti dei temi progettuali di Taut (come “architettura di vetro”). Glaspavillon, colonia, 1914: fatto per un’esposizione, grande sintesi nella costruzione formale (tamburo poligonale+cupola di sapore arabo). Struttura portante in cemento armato con tanto di scritte di Scheerbart in glorificazione del vetro. Inoltre qui il vetro è concepito non come un materiale per guardare fuori ma per donare un aspetto suggestivo all’interno. Il padiglione ha una funzione puramente dimostrativa sull’uso del vetro e sul suo potenziale. Per lui, cultura e architettura sono interconnessi. Atmosfera interna gotica, colore+forma crea atmosfera (concetto kandinskij), aura spirituale. Si usa anche una fontana con l’acqua che crea riflessi continui col vetro e delle piastrelle smaltate. Inoltre l’acqua crea un rumore di sottofondo pacifico in tutto il padiglione, con i colori blu e giallo che richiamano la natura. Quartiere a ferro di cavallo, Berlino-britz, 1925-7: crea un laghetto centrale nel parco che è chiuso dal quartiere, sia per un aspetto estetico che nel drenaggio delle acque (problema noto in quella zona). Crea una grande parentesi verde e rende concreto il suo impegno civile per i più poveri. Il quartiere ha un asse centrale con tagli residenziali di esigenze diverse per le famiglie. Inoltre le porte sono colorate in modo diverso per evitare l’effetto di straniamento al complesso residenziale. Scrisse diversi trattati, come “la nuova architettura” Ludwig Hilberseimer, la città verticale, 1924: tratto dal suo libro “architettura delle metropoli” in cui i pedoni camminavano sopra e le macchine sotto, con diverse corsie. L’autore farà fortuna in USA con le sue idee per le megalopoli. Idee di suddivisione della città in o corsie erano già state fatte da Leonardo Da Vinci. -.Erich Mendelsohn: grafomane, traduce le immagini in elementi fantastici. Einsteinturm, potsdam, 1921=doveva dimostrare la teoria della relatività di einstein, lo doveva fare in cemento armato. Ma per ragioni economiche deve optare per materiali tradizionali come i mattoni (poi rotti e modellati a mano). La forma è e allo stesso tempo precipita verso il basso, mentre la copertura ricorda un elmetto della grande guerra (omaggio ai suoi compagni caduti). Ma questa copertura ospita un planetario per studiare lo spazio e le particelle in movimento. Ricorda la roccia tagliata dalle onde oppure un sommergibile nella grande guerra, cemento che si avvicina a quello di calatrava, monumento vivo che ha una funzione e scopo. Grandi magazzini petersdroff, breslavia, 1927-8: due foto che ci dimostrano come l’edificio viva sia di giorno che di note, creando diversi effetti. Dato il clima buio durante l’inverno, permette il suo uso anche fino a sera inoltrata (che fa già buio). La parte parlante dell’edificio, di giorno, è il pieno e il vetro diventa il vuoto; ma di notte le cose si invertono. Ecco che qui le finestre cominciano a far vedere cos’hanno dentro per il fatto che non c’è la luce riflessa diurna. Oggi per qualsiasi progetto è richiesta sia la foto diurna che notturna, proprio grazie a questa innovazione. Magazzini schocken, stoccarda, 1928: evoluzione del precedente grazie alla scritta luminosa. -.Walter Gropius: nonostante non sapesse disegnare, fu un personaggio fondamentale. Proviene da una famiglia di architetti, studia architettura a Monaco e Berlino e nel 1907 diventa apprendista presso Behrens. Nel 1911 apre uno studio con adolf Meyer a berlino. Officine fagus, alfeld, 1911=qualità ambiente di lavoro viene resa importante, interpretano la fabbrica come scatola di vetro. Anche loro si fanno brand designer come il loro mastro. Qui c’è asimmetria con relazione di pieni e vuoti come la scomparsa del pilastro nell’angolo, che diventa un must per interpretare i temi del cubismo (attraverso la trasparenza vediamo cosa c’è dietro all’edificio, come in quadro cubista). Ha un accostamento paratattico ed è anti- monumentale, in quanto per gropius l’edificio deve incarnare lo zeitgeist e lasciar esprimere il kunstwolle dell’artista. Le aperture delle finestre possono essere ruotate e bloccate a 360° per poter direzionare il vento. Il pilastro è isolato, le simmetrie slittano e i laterizi alla base isolano la risalita dell’umidità nell’edificio. Fabbrica modello dell’esposizione di Colonia del 1914: anche questa fatta con meyer, mostrava l’avanzamento del momento in campo architettonico per l’industria. Si vede un pieno sopra e un vuoto sotto, permesso dal cemento armato che si rivela un materiale molto innovativo. I due margini della facciata principale hanno delle scale progettare come le turbine AEG (metafora dell’uomo come macchina). Dopo la guerra, walter diventa direttore della scuola di arti decorative di weimar e la fonde con l’accademia di belle arti di weimar per creare il bauhaus nel 1919 (artistico+tecnico). Gropius sceglie la radice pratica e non colta dell’architettura, quindi l’edilizia e non architettura. Nel 1922 si passa da artigianato a industria: il motivo è che l’area di weimar è piena di industrie che hanno bisogno di designer nuovi. Gropius lascia la direzione nel ’28 nel favore di Hannes meyer (1928-30) e della sua impronta di sinistra e del sociale, fino ad arrivare a Mies van der Rohe (1930-33) per evitare scontri politici. Il bauhaus non rimane a weimar (191925), ma si sposta a Dessau (1925-32) perché lì ci sono ancora più industrie e poi infine a Berlino, che durerà solo un anno, per garantire una libertà politica maggiore rispetto a Dessau. Il manifesto DEL BAUHAUS è fatta da una xilografia di lyonel feininger, che ne da una dimensione espressionista e futurista, con riminescenze agli effetti di luce dati dal vetro e dalla rifrazione della luce: gropius spinge per “abbassare” il tiro, unità delle arti e degli artigiani, si deve tornare ad essere officine, per lui l’artista è un artigiano esaltato. Il bauhaus è la prima scuola che affronta l’insegnamento di una grammatica visiva e formale finalizzata al progetto con i cerchi propedeutici, la stella e la sfera cromatica di Johannes Itten (scarica immagini), ma anche con la collaborazione di Kandinskij. Non si dovevano più fare copie di cose esistenti. Inoltre Itten faceva un addestramento sensoriale al mattino per poter migliorare la concentrazione. Esempio della teoria dei colori di Itten applicata al meglio è nella Torre del Fuoco, che sfrutta la luce per creare atmosfere cromatiche e suggestioni luministiche che ricordano il fuoco. Itten sviluppa anche 7 contrasti fondamentali del colore nel 1961. Inoltre al bauhaus viene Paul Klee, altro esperto del colore (vi sta dal 1920-31). Klee non ragiona solo nelle combinazioni dei colori, ma anche sul CHIAROSCURO che con il colore ha un valore dinamico (canone di instabilità di Klee). Indaga con “separazione di sera” sulle campiture di colore in forme geometriche e coppie di opposti principali e l’articolazione delle superfici in relazione ai mezzi formali primari e la linea, chiaroscuro, colore (misura, peso, qualità). Ma quando Itten lascia il Bauhaus, il corso viene preso da Laszlo Moholy-Nagy: implementa le tavolette tattili e, insieme a Josef Albers, realizza delle esercitazioni 3D con carta piegata (per capire quali forme siano funzionali e strutturali e quali no). Albers indaga sulla percezione del colore a seconda del contesto in cui lo vediamo. Il bauhaus ha come concetto di “imparare facendo”, sviluppa in equilibrio tra umanesimo e tecnica; ma non ha una base storica e una scientifica. Arriva anche Van Doesburg, che esporta il De e “colonizza” il bauhaus. Questo suo arrivo ifluenza adolf meyer nella Haus am Horn del 1923: ha un vuoto centrale che prende luce da finestre a claristorio, è radicalmente nuovo rispetto agli altri edifici di weimar e del bauhaus, tutti gli arredi sono fatti da maestri o allievi della scuola inclusi i set da cucina. Il bianco nella casa è per una pulizia più facile, il verdognolo allontanava gli insetti. L’ufficio del direttore del bauhaus è un cubo dentro un cubo, che vengono integrati l’uno nell’altro e sfruttando gli angoli con il procedimento del “disegnare con l’assenza”. Il bauhaus di Dessau, 1925-32: grande girandola che crea movimento all’interno, svuotamenti di angoli, accessi aerei, balconi usati come “piazze per la comunicazione”, aree teatrali per realizzare i rendez vous tra studenti. Si punta all’eliminazione del superfluo, come attestato dalle lampade e dalla sedia wassily (che cementifica l’uso dei tubolari metallici nelle sedie prive di giunture). Oskar schlemmer impronta opere teatrali nel bauhaus per ragionare sulle proporzioni e sui colori, impronta meccanica. Lez 8/11 Francia tra classicismo e avanguardia Auguste Perret e Tony Garnier. (sotto genealogia maestro allievo parigina) Henri Labrouste (1801-1875) Julien Guadet (1834-1908) Auguste Perret (1874-1954) ; Tony Garnier (1869-1948) Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Edouard Jeanneret-Gris (1887-1965) Claude Parent (1923-2016) Jean Nouvel (1945) ; Odile Decq (1955) « Essere classici significa porre alla base dei propri studi gli elementi consacrati dalla ragione, dalla tradizione logica, dal rispetto rigoroso per i principi superiori » (J. Guadet, Eléments et théorie de l’architecture, Librairie de la construction moderne, Parigi, 1901) Il cemento armato: fatto da François Hennebique (1842-1921) Brevetto 1892 e Joseph Monier (1823-1906) Brevetti 1868-1878, nascita Sistema Hennebique (cemento armato odierno antincendio). La Maison Hennebique, primo villino in cemento armato, Bourg-la-Reine, Hauts-deSeine, Francia, 1901-1903. Auguste Perret (1874-1954): Pioniere dell'impiego del cemento armato e sostenitore della necessità di una chiarificazione e valorizzazione strutturale negli edifici secondo i dettami dell'architettura classica, è noto anche come maestro di Le Corbusier. Divenne uno dei primi imprenditori nel mondo a impiegare il cemento armato in ambito costruttivo. La volontà che muove Auguste Perret nelle sue opere è quella di esprimere lo stile della modernità mediante il ricorso alle tecniche moderne di costruzione - il cemento armato, per l'appunto - e alla distillazione di principi architettonici e compositivi appartenenti al canone classico. Da questo giudizio emerge come la fisionomia architettonica di Perret abbia un volto duplice. Da una parte, infatti, vi è l'adesione alla nuova tecnologia del cemento armato: se molti architetti dell'epoca tuttavia ne sfruttavano solo l'aspetto costruttivo, occultando poi il materiale dietro la decorazione nel segno di una scarsa sincerità costruttiva, Perret nel corso della sua carriera ne valorizzò anche le sue potenzialità di espressione figurativa e plastica, arrivando alla definizione di una nuova «estetica del beton brut». Parallelamente, tuttavia, vi è anche un contributo offerto dalle «grandi, nobili ed eleganti verità dell'architettura francese» alle quali secondo Le Corbusier il maestro Perret si sarebbe pienamente votato: iscrivendosi in una linea di ricerca che, partendo da Claude Perrault e del suo Colonnato del Louvre, culminò con le teorizzazioni di Marc-Antoine Laugier e Eugène Viollet-le-Duc e le opere di Jacques-Germain Soufflot ed Henri Labrouste, Perret infatti valorizzò sempre la misura, la simmetria e le proporzioni classiche come strumenti con i quali garantire armonia all'interno dell'opera costruita. Edificio in rue Franklin 25 bis, Parigi, 1902-1903: La scala e la parete vetrata sul retro (vetri camera Falconnier, gli stessi usati da Guimard a Castel Beranger). Il fabbricato si inserisce in un lotto di piccole dimensioni, delimitato lateralmente da due muri ciechi. Per far fronte ai vincolanti limiti imposti dal lotto, i fratelli Perret decisero di ricorrere alla tecnologia del cemento armato: si trattava di un materiale costruttivo all’epoca ancora sperimentale –malgrado il suo costo ancora elevato, comportava numerosi vantaggi, fra i quali quello di ottenere una maggiore altezza fabbricabile, nonché una spazialità interna più libera. Per ovviare alle limitate dimensioni del lotto, dunque, i Perret predisposero una struttura in cemento armato articolata intorno a una pianta a U, con la corte di 12 m2 – tradizionalmente interna – collocata in facciata, lungo il ciglio stradale. Questa scelta planimetrica consente di dotare ciascun appartamento di un’ampia visuale su Parigi. L’edificio si compone di dieci piani: al piano terra trovano collocazione gli uffici, tra cui la sede stessa dello studio di progettazione di Perret, che si interfaccia con rue Franklin tramite ampie vetrate. Il retro ospita la scala di servizio, l’ascensore e la scala principale, ed è interamente vetrato con mattonelle esagonali a nido d’ape, lasciando intravedere così la struttura. I piani superiori ospitano le varie unità abitative: fulcro distributivo degli appartamenti è il salone, fiancheggiato lateralmente da una sala da pranzo e da una camera da letto. Nei corpi aggettanti si aprono due boudoir, mentre la cucina e i servizi igienici sono collocati in ambiti più privati, rispettivamente lungo il muro cieco e sul tergo dell’edificio. L’adozione di uno scheletro in cemento armato consente, come già accennato, di adottare un plan libre dove le tramezze e le murature sono fortemente razionalizzate, se non spesso soppresse. Rovesciando la gerarchia delle residenze parigine, infine, il piano nobile è collocato all’ultimo livello, in un toit terrasse dove poter contemplare la Senna e il paesaggio urbano di Parigi. Come riporta Auguste Perret, che andrà ad abitare in uno degli appartamenti dell’immobile. Come metodo di controllo dei rapporti tra le parti, sia in prospetto che in facciata, Perret ricorre a tracciati proporzionali e geometrici, riallacciandosi in questo modo al tema del classico, ma esprimendolo attraverso i nuovi materiali costruttivi della contemporaneità. La facciata principale presenta così un’impaginazione equilibrata e razionale, ma dinamizzata dall’emergenza dei due corpi laterali. Se, inoltre, nel prospetto sul retro risulta leggibile l’ossatura strutturale, sulla facciata principale i pochi muri non finestrati sono rivestiti da pannelli ceramici realizzati da Alexandre Bigot (18621927) ornati con carnosi disegni floreali, memori della lezione dell'art Nouveau. Questa scelta di rivestimento è da ricondurre sia a motivazioni funzionali, così da proteggere il cemento armato sottostante, che di ordine ornamentale e simbolico. Con l’applicazione delle mattonelle laddove non vi erano pilastri bensì setti continui, infatti, Perret aveva la possibilità di trasfigurarli riconducendoli idealmente a una struttura a scheletro (la charpente). Si manifesta, dunque, la volontà di non applicare in maniera acritica una tecnica costruttiva, bensì di dare vita a un organismo architettonico che, attraverso i suoi vari componenti – la struttura, il rivestimento – è debitamente ispirata ai principi propri di questa disciplina. Auguste Perret, Théatre des Champs Elysées, Paris VIII, 1913: La realizzazione del teatro fu fortemente voluta dall'impresario teatrale Gabriel Astruc che desiderava un edificio adatto a ospitare concerti e spettacoli di danza. La costruzione fu realizzata nel 1913 e rappresentò una delle prime elaborazioni di strutture in cemento armato di Auguste Perret. In questo progetto, in cui era subentrato ad altri architetti incaricati da Astruc, tra cui Henri Fivaz e Henry Van de Velde, Perret dovette tuttavia rinunciare parzialmente al suo principio, secondo cui "il cemento è sufficiente a se stesso". Infatti, nella facciata in cemento sono inserite lastre di travertino nonché la cornice di marmo dell'Allier, in cui sono presenti i bassorilievi di marmo bianco di Antoine Bourdelle. Invece, i quattro gruppi di pilastri all'interno sono stati lasciati a vista. Lo stile dell'edificio è misto fra art déco e classico. La decorazione degli interni comprende bronzi e affreschi di Bourdelle; mentre Maurice Denis realizzò la decorazione della cupola con le quattro scene intitolate L'orchestica greca, L'opera, La sinfonia, Il dramma lirico, separate dai tondi che rappresentano Il coro, L'orchestra, La sonata e L'organo. I pittori Édouard Vuillard, Ker-Xavier Roussel[3] e Jacqueline Marval hanno anch'essi contribuito alla decorazione degli interni. L'edificio comprende tre sale da spettacolo: una grande sala all’italiana (il Grand Théâtre) da 1.905 posti, dedicata all'opera lirica ed alla musica sinfonica; una sala intermedia da 601 posti (la Comédie) e una più piccola da 230 posti (lo Studio), entrambe consacrate al teatro di prosa. Perret, Chiesa di Notre-Dame di Raincy, 1922-1923: Secondo Le Corbusier questa facciata è una «maschera austera»; mostra la difficoltà di raccordare la pianta basilicale con la torre campanaria, alta 43 metri Ai due lati, il battistero e la cappella mortuaria. La « Sainte-Chapelle du béton armé » è ispirata a quella di Parigi, Île de la Cité, 1246-1248: le vetrate con figure geometriche sono di Marguerite Huré, quelle figurative di Maurice Denis, che ha la regia del progetto iconografico Palais d’Iéna, Museo dei Lavori Pubblici, Parigi XVI, 1936-37: Il Palais d'Iéna fu costruito sulla collina nel quartiere di Chaillot per l'Esposizione Universale del 1937, progettato per ospitare un nuovo museo dedicato alle opere pubbliche. Il Palais d'Iéna ospita un emiciclo di trecento posti a sedere coperto da una doppia cupola. La sala è caratterizzata da una monumentale scala sospesa a ferro di cavallo. Le scale interne si presentano con forme fluide, contrastate dal rigoroso cesellato delle finestre che in un certo senso rimandano alla notre dame de raincy, grande uso di piccoli colonnati sparsi lungo i corridoi -.-.Tony Garnier (1869-1948)=Di estrazione popolare, si appassiona all’architettura in quanto strumento di miglioramento delle condizioni di vita delle masse, nel quadro del pensiero socialista di fine Ottocento, influenzato da Charles Fourier. Studia all’Ecole des Beaux-Arts di Lione, poi in quella di Parigi, città in cui conosce Emile Zola. Vince il prix de rome ed è vicino all’architettura socialista di Fourier. A roma disegna le tavole di una città modello industriale. La città ideale dovrebbe essere vicino a un fiume, su un altopiano, separata dall’impianto industriale da una ferrovia, con i servizi pubblici al centro e l’industria sul piano. Richiama molto la configurazione di Lione. Le sue tavole verranno pubblicate nel 1917 e avrà grande successo nell’urbanistica. I grandi viali verdi ricordano le intenzioni di Cerdà nell’espansionne di barcellona. Questa città può raggiungere le 35'000 abitanti, molto più grande rispetto ai familisteri di Fourier. Vengono regolamentati i fattori igienici, i percorsi pedonali sono indipendenti da quelli carrabili, a città è un grande giardino pubblico. Tavole di grande importanza e prodotte nel 1904. Mancano prigione e chiesa. Progetta tutti li edifici, dalla scuola d’arte all’ospedale. Conosce il sindaco di Lione, Edouard Herriot (che rimarrà sindaco per 50 anni). Grazie a lui, Garnier diventerà l’architetto di Lione. Nel 1914 si farà la esposizione internazionale della città moderna, dove la grand hall è coperta con una vetratura gradonata (vicina al crystal palace) che ricorda una cattedrale a navate multiple (verrà riconvertita cme mercato del bestiame e verrà ipotizzata questa funzione da garnier stesso). Nel 1988 è diventata la Halle Tony Garnier, usata spesso per concerti. La sua pianta a grande scatola vuota permette una grande versatilità d’uso. Fa lo stadio di Lione nel 1913, con 3 accessi. Renzo piano fa la citè internationale de lyon, sul modello della stazione ferroviaria e dell’immportanza che ne dava Garnier nei suoi progetti. Il doppio blocco permette di far respirare la citè, la spina che c’è in mezzo è la connessione tra gli abitanti della citè. Tutti gli elementi (verde, acqua ecc) sono presenti qui. -.-.AVANGUARDIE: CUBISMO, FUTURISMO, DADAISMO I fauves: prima avanguardia artistica francese con presenza di colore puro non miscelato nella tavolozza (caratteristica anche del impressionismo). L’impressione del colore è così potente che si riflette nelle persone (matisse, feme au chapeau) o nell’ambiente (la stanza rossa). Cezanne è il primo a scomporre la luce e i volumi alla stessa maniera, cerniera tra impressionismo (nella luce) e cubismo (nei volumi). Il percorso di scomposizione viene portato avanti da braque e picasso, che seguono una scomposizione simile a quella di Mondrian. Svolta quando picasso e braque realizzano i primi collage e papier collè della storia, dipingendo oggetti comuni e lettere con nuovi formati (es natura morta con sedia impagliata). Significa che si può fare arte mischiando materiali diversi. Il collage in architettura esisteva già nell’art noveau. Impagliatura di sedia picasso tipica di secessione viennese della seduta tonais. Futurismo: Boccioni scrive che si possono mischiare 20 materiali diversi per fare arte. Filippo tommaso Marinetti=grande legame con la francia, grazie alla sua carriera di poeta liberty in francia. Nel “Le Figaro” mette il manifesto in prima pagina. Prampolini fa un ritratto di Marinetti che è una sintesi di volumi plastici, che compongono il suo volto, i grattacieli e le parole come zang tum tumb. Concerti futuristi con “intonaruomori” e strumenti tradizionali, precursore della musica campionata. Unica avanguardia che si propone di riformare l’universo. In “la città sale” si vede la potenza del moderno che non può essere imbrigliata, con una città moderna che si sviluppa in verticale, NON in orizzontale. Dai cubisti prendono il collage e il linguaggio di mezzi formali e trattamenti di superficie e li adeguarono ai propri scopi. Ad esempio, il macinino da caffè di duchamp raffigura il movimento e la meccanicità della più semplice delle macchine. Oppure anche braque, le portugais, che ricorda moltissimo la famosa scultura di bpccioni, forme nello spazio. Automobile in corsa, di balla, è un elogio alla bellezza della velocità e della cinetica. Balla importa il puntinismo dalla francia sulla scia dei macchiaioli, sempre con un focus sulla cinetica studiando con la foto della bambina ch corre. Materia come coagulo di memorie, la scultura deve far vivere gli oggetti rendendo sensibile il loro prolungamento nello spazio. -.Antonio Sant’Elia=architetto dei futuristi, il suo apporto influenzerà molti architetti del moderno. Sant’elia conosce Garnier e sviluppa un progetto di città nuova (ripresa da le corbusier). Per lui, il problema del contemporaneo è la nuova casa. Il progetto a gradoni provvede a una luce uniforme a tutti, con gli ascensori esterni e connessi da ponti. La casa è come se fosse un uscio esterno che si appoggia su un vuoto interno. Fa una casa brutta apposta per renderla il più funzionale possibile. Farà anche il manifesto dell’architettura futurista: per lui, le case dureranno meno di noi, ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua casa. La centrale elettrica da ispirazione a Giuseppe Terragni per il Monumento ai caduti, 1933. Ma l’edificio più futurista mai realizzato è lo stabilimento FIAT Lingotto (1915-22 e 24-26) da Giacomo Mattè Trucco: ha le piste di prova, con curve rialzate e riprende il modello di perrait; con circolazione a più piani che riprende il progetto di camminamenti indipendenti di Garnier in altezza. Fortunato Depero realizza attraverso il design una trasformazione di uomo in automa, come si nota nel lavoro dell’operaio (ridotto a macchina). Realizza molte opere per Campari, di cui inventa anche la bottiglia. Realizza i libri bullonati. Nel 1928 si trasferisce a NY e come scenografo avrà grande fortuna, con grattacieli e tunnel del 1930. -.DADAISMO=nonsense, tzara primo dadaista. È contraddittorio e non lo è, un continuo dualismo senza senso. È un movimento che non si considera movimento, nonostante tzara realizzi un manifesto. Il dada è formato da artisti che non vogliono fare la guerra e si trasferiscono in svizzera. Rifiutano la ragione in quanto questa ragione ha portato alla guerra. Emmy hennings tenta la strategia dello spiazzamento, facendo emergere il nonsense di certi ragionamenti dell’epoca. Le serate dada e futuriste hanno un intento dissacratorio ed entrambi indagano il contemporaneo. Dada si dà una rivista (dada 3) e il movimento si trasferirà a NY sempre per fuggire dalla guerra. Duchamp inventa il ready made e illustra come un qualsiasi oggetto, con una firma e data, diventi un’opera d’arte. Strategia dello spiazzamento e fa riflettere su cosa sia una produzione artistica, come il LHOOQ e il suo rifiuto dei canoni di bellezza consueti, intento dissacratorio e ambiguità sessuale. Critica i prodotti contemporanei con il suo alter ego di rose selavy. Man ray, invece, con Cadeau fa riflettere sulla condizione femminile. -.-.-.Lez 10/11 Le Corbusier (1887-1965) Svizzero francese, viene avviato dal padre nelle arti decorative. Alla scuola di arti decorative conosce Charles l’Eplattenier, che formerà dei pensieri massonici e avrà molta influenza su le corbusier. Tra i suoi primi lavori ci sono i motivi geometrici in “style sapin” in declinazione con l’art noveau, come la facciata di villa fallet 1906. Nel 1907 fa il primo viaggio in italia (a Pisa), come si vede nel carnet di studi dove spiega la composizione degli edifici. Nel 1908-9 lavora per auguste perret e impara l’uso del cemento armato. Nel 1911 fa un viaggio nei balcani e in sud italia e si ferma alla certosa del galluzzo nei pressi di firenze (convento alla maniera francescana, con celle individuali con doppia vista su interno ed esterno e un giardino ad L. ogni monaco ha spazi su 2 livelli, una stanza per dormire e un giardino privato per meditare, oltre al giardino comune ad L). Rientrando al paese natale di Chaux-de-fonds, fa la villa familiare detta maison blanche, 1912. Il muro è coperto di finestre, richiama il modello di Wright che esaspera la dimensione tettonica. Qui LC disegna tutto, vicino all’art noveau. Una data di svolta è il 1914, con il prototipo della maison Dom-Ino (fatta per la ricostruzione postbellica nelle fiandre). Per lui, l’architettura è di solai illuminati dal sole. Disegno di sintesi di potenza enorme, in cui gli unici elementi fissi sono i solai, le scale e le colonne: modello perfetto per la prefabbricazione. Villa schwob (o turque), 1916=anche qui in svizzera, propone l’opera in una prospettiva per nascondere un fabbricato che “imbruttisce” il complesso. Le finestre ovali, gli spazi tondi e i cornicioni ad aggetto sono elementi orientali. Tutta la villa è in cemento armato, co il lato sulla strada che ricorda uno schermo cinematografico e il retro che è molto luminoso e con giardino. Si considera un artista a tuttotondo e come pittore. Lo spazio di pittura lo aiuta a meditare sull’architettura. Per lo più trascorre il tempo a Parigi, poche volte torna a Chaux de Fonds. Con il pittore amedee Ozenfant scrive “dopo il cubismo”, in quanto sostengono che il cubismo non ha più nulla da offrire e assieme fondano la rivista “l’esprit noveau” dal 1920-25. Qui parlano di cultura generale a 360°. Dal 1920 usa il suo appellattivo di Le Corbusier, imitando l’esempio di alter ego di duchamp (vedi rose selavy e richard mutt): con questo suo alter ego, sfoga il suo essere polemico e nessuno lo riconosce in quanto lui si chiama charles-edouard jeanneret nella vita vera. Nel 1922 fa la maison atelier per Ozenfant a parigi. Presenta molte finestre, di cui la fascia in basso è la casa del pittore e quella in alto come studio. Svuota l’angolo come Gropius con le finestre, ma svuota annche il tetto realizzando due shed industriali che sono vetrati solo nella parte nord per prendere la luce ottimale per poter dipingere, la luce del nord. Il grande terrapieno davanti serviva per raccogliere l’acqua (lascito di cultura parigina). Nel ’22 fa tanti progetti, come la maison citrohan (storpiatura di citroen, la marca di auto), la realizza come se fosse un’auto (molto futurista). Ogni parte della macchina ha una funzione specifica, così la casa deve seguire questo ragionamento per essere perfetta; infatti qui è tutto essenziale e funzionale. Le corbusier pensa alla megalopoli contemporanea, sotto richiesta del direttore del salon d’automne di parigi. Realizza un progetto per un posto senza luogo, con tanto di fontana (l’architetto lucio costa, che ha fatto brasilia, fa la città secondo le linee guida di questo progetto e del classico castrum romano). Al centro della città ci sono dei grattacieli cruciformi, con delle case basse tutto attorno. Questo modello di città ideale riprende le strutture di Palmanova del friuli. Realizza tre tipi di edifici: grattacieli, a risega e a corte. Quello a corte riprende esattamente il modello a doppia altezza della certosa di galluzzo, con un sistema a duplex, impilando sugli scaffali delle villette a schiera e un gioco di pieni e vuoti col corpo a L, scansionati da ballatoi centrali. Per il padiglione dell’esprit noveau all’internazione delle arti decorative del 1925 LC riprende una singola capsula di questo complesso a corte e lo realizza con un albero all’interno. C’è una ricostruzione del padiglione in 1:1 a Bologna. In questo padiglione, LC presenta il Plan Voisin che propone la demolizione della riva destra della senna mantenendo solo i monumenti. Nel suo piano, sembra richiamare l’effetto del piano urbanistico di Cerdà di barcellona che non comunica con la città antica. Nel 1923 scrive il volume controverso e polemico “verso un’architettura”, che si può considerare come manifesto dell’architettura contemporanea. Lui vuole integrare la luce per comprendere meglio i volumi e creano “emozioni plastiche”. Il suo “occhi che non vedono” è un riferimento al guardare al contemporaneo e non al guardare al vecchio. Qui teorizza i 5 PUNTI: i pilastri, la pianta libera, la facciata libera, la finestra a nastro, il tetto giardino. Ciascuno di questi punti è una conseguenza successiva del precedente=se hai una pianta libera hai anche una facciata libera e se hai la facciata libera puoi fare la finestra a nastro (sostenendo che funzionino meglio delle finestre verticali, che secondo perret da più profondità mentre LC sostiene le finestre a nastro per far entrare più luce), il tetto terrazzo nasce per restituire alla natura ciò che l’uomo ha tolto costruendo su di essa. I 5 punti diventano un ricettario per fare architettura facile e semplice. Ma nel “verso un’architettura” ci sono capitoli sulle proporzioni e tracciati regolatori, con tanto di sezioni auree. Nello stesso anno realizza la ville de luc, realizzata su una finestra a nastro. La ville la roche-jeanneret, fatta nel ’23-5 a parigi, è di proprietà del fratello di LC e del collezionista La Roche. Nella parte interna i quadri sono esposti con un sistema di guide, inoltre l’illuminazione per interni corbusiani viene inserita a posteri. Nel ballatoio si trova la divisione tra le due ville, di stampo cubista. Sempre nella quadreria c’è una rampa che permette di salire al livello delle finestre a claristorio, cha danno una “passeggiata nell’architettura” e una prospettiva diversa degli interni e degli esterni. I pilastri, all’esterno, sono usati per liberare il piano terra e renderlo fruibile per l’aperto. Nella villa stein-de-monze, 1926, le automobili vengono usate per mostrare sia la funzionalità della casa (con garage per l’auto) che il suo essere moderno e aggiornato. Impianti come i boiler vengono lasciate a vista per ricordare le auto e i suoi ingranaggi. Le case al weissenohf-siedlung di stoccarda, 1927, riprende la maison citrohan e la mette sui pilastri. Ville savoy, 1928: cucine con atmosfere ospedaliere, profilo igienista, soggiorno con pilastrini e solaio libero, spazio ad L con giardino interno, secondo piano con solarium e tetto giardino con forme strane che tradiscono il rigore compositivo del primo piano e pian terreno. C’è una grande cornice che inquadra il cielo, mentre i volumi ricurvi sono per riparare dal vento forte e direzionarlo per permettere di prendere il sole in tranquillità. Per la luce interna mette una lampadina nuda, senza nasconderlo con diffusori. Per altre illuminazioni ci pensa charlotte perriand nel 1928 per la casa La Roche. Perriand collaborerà dal ’27 al ’37. Tra i suoi lavori di mobili in tubolare metallico, si annoverano la LC4 (sedia a regolazione continua, che permette un adattamento totale in base al bisogno. I prototipi erano in legno), LC1,LC7 Fondazione dei CIAM (congresso internazionale d’architettura moderna), 1928. Nel 1929 compie un viaggio transatlantico, in cui scopre nuove dimensioni spaziali e realizza un piano non realizzato, il plan obus per algeri 1929-31: grande nastro strutturale che riassume la città, dove le strade per le auto sono sui tetti e sotto ci sono le case, completamente mobili. -.Dalla fine degli anni ’20 fino al 2° dopoguerra ha una fase “igienista”. Problema architettura moderna è che non ha un modello internazionale, LC vuole portare progetti globali applicabili ovunque (scatola di vetro con climatizzazione forzata in cui le case sono delle capsule chiuse forzatamente, come i grattacieli americani). Realizza il centrsoyus a mosca e una cosa simile con l’immeuble clartè a ginevra. Non ha tenuto conto del problema energetico. Progetto di vile radieuse, 1930: città ideale che viene costruita con parentesi di verde nei suoi complessi. Su questa base si costruisce casa a parigi, ossia l’immeuble molitor: integra le parti in vetrocamera nel pavimento, inserisce gli ingressi per LA SERVITù, posiziona verso est l’atelier di pittura e realizza due percorsi padronali. A causa della legge B, che influenza anche i progetti di perret, LC deve far arretrare la casa per farla rientrare nel regolamento. Il CIAM IV è fatto su un transatlantico, con lo scopo di realizzare una carta sull’architettura internazionale (tuttavia non ci riuscirono e LC farà la “carta di atene” nel 1943 e parla a nome degli altri). Il CIAM era composto da griglie standart, che corrispondevano alle 4 funzioni dell’abitare (abitare, lavorare, divertirsi, spostarsi). Il problema della griglia è che le città vengono sempre separate in zone (problema contemporaneo dello zoning). Gli architetti sudamericani hanno molto influenza di LC. -.-.Il brutalismo 1943-65 di LC, anni di etica o estetica? Inventa una misura di proporzione, il Modulor (proporzioni del corpo umano + sezione aurea messa in numeri dal Vignola). Fa due volumi con il modulor, nel 1950 e nel ’55. Unitè d’habitacion, 1947-52: pensato come se fosse un piroscafo, combina i grandi ambienti della vita comune che si trovano sulla nave con le cabine singole del convento della certosa di galluzzo. La cellula dell’unitè (prima pensava di prefabbricarle e di inserirle nella struttura, come se fosse un portabottiglie) è collegato da un corridoio che percorre tutto l’edificio, realizzate per ottenere un soleggiamento e ventilazione ottimale (guarda le carte di pianta e sezione degli alloggi al riguardo) con logge sul piano di facciata. Nel suo progetto tiene conto delle diverse posizioni del sole durante l’anno, con i “rompisole” verticali e orizzontali per proteggere la casa dal surriscaldamento del sole in estate e scaldare l’edificio d’inverno. QUI non c’è un riscaldamento forzato, in quanto c’è estrema penuria di risorse. Il tetto giardino diventa un parco di architetture, con grandi camini, l’asilo. Edificio non è più un pollaio, ma ci sono le logge con i rompisole regolabile per renderlo più vivibile. Cappella di notre dame du haut, ronchamp, 1950-55 (guarda su wikipedia, m’aggià rutt u cazz). -.-.-.Ludwig Mies van der Rohe (1886-1969) “Less is more” “God is in the detail”. Inizio carriera a Berlino (1906-1938): Dopo gli studi di Arti Applicate e i tirocini ad Aquisgrana, tra il 1908 e il 1912 Ludwig Mies van der Rohe è nello studio di Peter Behrens, come assistente di Walter Gropius. (sono gli anni dell’Aeg di Berlino) Mies entra in contatto con le opere di Frank L. Wright e di Hendrik P. Berlage. Dopo i suoi viaggi in Olanda, Mies “intravede le basi per un’architettura elementare che, liberata da complicazioni ideologiche, si richiami al materiale costruttivo e alla progettazione elementare”. Durante la Grande Guerra è in contatto con le avanguardie artistiche europee, in particolare con l’espressionismo, con De Stijl e con il costruttivismo russo. Apre un suo studio a Berlino nel 1918. Casa per il filosofo Alois Riehl e sua moglie, Neubabelsberg (Potsdam), 1906-07 1921-24 cinque progetti non realizzati 1. 2. 3. 4. 5. Progetto per un grattacielo sulla Friedrichstrasse, Berlino, 1921 Progetto per un Grattacielo di vetro a pianta poligonale, Berlino, 1922 Progetto per un edificio per uffici in cemento armato, 1923 Progetto per una casa di campagna in cemento, 1923 Progetto per una casa di campagna in mattoni, 1923-24 Hans Richter, Ludwig Mies van der Rohe, "G: Zeitschrift für elementare Gestaltung" n°3, giugno 1924. (in copertina il progetto di Mies per un grattacielo in vetro) Nel 1924 entra a far parte del Deutsche Werkbund Cambia il suo cognome da Mies(mies = misero, disgraziato) aggiungendo van der Rohe, il cognome della madre (roh = puro, genuino, grezzo). Monumento a Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, commissionato dal Partito Comunista Tedesco, Berlino, 1926 (distrutto dai nazisti); Appartamenti in Afrikanische Straße, Berlino, 1926-27; Manifesto dell’esposizione “Die Wohnung”, Stoccarda, 1927+Mies van der Rohe, Masterplan e una siedlung per il quartiere modello “Weissenhof Siedlung”, realizzato per l’esposizione. Weissenhof, i due edifici di Le Corbuiser e Pierre Jeanneret->Weissenhof, la Siedlung di Mies van der Rohe. Struttura in acciaio; partizioni interne non portanti in vetro o cartongesso => pianta flessibile Weissenhof, diverse soluzioni distributive nella Siedlung di Mies Prospetto sul giardino Padiglione tedesco per l'Esposizione Universale di Barcellona del 1929 Demolito dopo l'esposizione, è stato ricostruito fra il 1983 e il 1989+ Sezione del pilastro cruciforme: «Il termine ‘struttura’ ha per noi (in Europa) un significato spiritual-filosofico. La struttura è il tutto, dall’alto al basso, fino all’ultimo dettaglio – animato dalla medesima idea. Questo è ciò che noi chiamiamo ‘struttura’» Casa Tugendhat a Brno, Cecoslovacchia, 1930. Pianta piano superiore Livello della strada Accesso, garage, locali della servitù, camere da letto Per accedere al cuore della residenza bisogna scendere le scale. Pianta piano inferiore Salotto, pranzo, giardino d’inverno Zona giorno di 280 mq. Sedia Brno Poltroncina Tugendhat Il periodo americano (1939-1960): Progetto per Casa Resor, per Helen Resor, curatrice del MoMa, Jackson Hole, Wyoming, 1937-43. Interno del living con un quadro di Paul Klee e la grande vetrata sud+ Campus dell’Illinois Institute of Technology (IIT), Chicago, 1939-56+Crown Hall nel campus dell’Illinois Institute of Technology (IIT), Chicago, 1950-56 (dopo) 1940-54 Progetti non realizzati Progetto di un Museo per una piccola città, 1940-43. Fotomontaggio "The Museum for a small city should not emulate its metropolitan counterparts. The value of such a museum depends upon the quality of its work of art and the manner in which they are exhibited” (Mies); Progetto di un Museo per una piccola città, 1940-43; Progetto per la Concert Hall, 1941-42 Fotomontaggio; più che un progetto è una riflessione sull’architettura industriale americana; Progetto per la Casa 50 x 50, 1951-52; Progetto per la Convention Hall di Chicago, 1953-54. Farnsworth House (Casa per Edith Farnsworth), Plano, Illinois. Vista nord-est, 1946-50 Philip Johnson (1906-2005), Glass House, New Canaan, Connecticut, 1949 860–880 Lake Shore Drive Apartments – torri residenziali, Chicago, 1951 Seagram Building, Park Avenue, New York City, 1954-58. Particolare della soluzione d’angolo del Seagram: i profilati in acciaio hanno funzione decorativa e non strutturale Gli ultimi progetti (1960-69): Sede Bacardi, Mexico City, 1957-60 Neue Nationalgalerie (Museo d‘arte moderna), Berlino, 1962-1967. Prende ispirazione da Karl Friedrich Schinkel, Castello di Orianda, Yalta, 1838. INTEGRA CON ALTRI APPUNTI -.-.17/11 Asplund e Aalto Il classicismo nordico Gunnar Asplund (1885-1940) 1909 laurea in architettura all'Istituto Reale di Tecnologia di Stoccolma; prosegue gli studi presso la Scuola Klara, creata in opposizione all'Accademia di Belle Arti 1913-14 viaggio di studio in Francia, Italia e Tunisia. L'architettura italiana influenzerà molto le sue opere. 1915 vince assieme a Sigurd Lewerentz il concorso per Skogskyrkogården (il Cimitero del Bosco) a Stoccolma 1917-20 redattore della rivista "Arkitektur". Gunnar Asplund guarda molto mies van der rohe. Il bosco ha grande influenza. Gunnar Asplund, con Sigurd Lewerentz (1885- 1975), Cappella nel Bosco, cimitero sud di Stoccolma, 191820 Vista della cappella con la figura dorata dell’Angelo della Morte di Carl Milles. Esempio di Architettura vernacolare: il tetto a due falde spioventi è in scaglie di cortecciaIl basamento, al contrario, è lucido e con un colonnato che rimanda all’architettura classica Pianta con cerchio e quadrato; cappella coperta a cupola con oculo centrale (Pantheon). Il tema di una cappella come luogo di orientamento, incontro, mediazione e saluto - come la definì Gunnar Asplund - è stato proposto a dieci architetti, di diversa provenienza e portatori delle esperienze più differenti, invitati a ideare e costruire altrettante cappelle all'interno dell'area alberata all'estremità dell'isola veneziana di San Giorgio Maggiore. Come la Skogskapellet di Asplund, anche le cappelle che formano il Padiglione della Santa Sede sono isolate e accolte da un ambiente naturale del tutto astratto, connotato unicamente dal suo emergere dalla laguna e dal suo aprirsi sull'acqua, ulteriore metafora del peregrinare della vita. Gunnar asplund, biblioteca municipale di stoccolma, 1920-8: bassorilievi appena accennati dalla luce radente in modo perpendicolare, arrivando di taglio (richiama michelangelo e i suoi lavori nelle cappelle medicee). Richiama tecniche manieriste e anche molti riferimenti all’antico. le rughe interne nel tamburo servono per evitare l’abbagliamento. Corpi separati, effetto paratattico. Riprende da Claude Nicolas Ledoux, Barrière Saint-Martin (Rotonde de la Villette), Parigi, 1784-88. Riduce gli elementi classici a forme geometriche primarie. Decorazione quasi assente L’alto cilindro conferisce monumentalità all’esterno Cinema skandia, stoccolma, 1922-3: commistione di antico (le cariatidi) e liberty, la cui volta è un notturno con delle lampade che ricordano delle stelle. Mette insieme il rosso pompeiano con elementi eterogenei, che definirà “l’avanguardia nordica”. Fa porte in tutti i gusti e gli stili, tenendo come base uno standard, per facilitare il riconoscimento della propria porta nel buio. Corrimani serpentinei, oculi prospettici che richiamano la cinepresa. Esposizione di stoccolma, 1930: trionfo del razionalismo in svezia, in quanto è l’architettura europea per eccellenza. Asplund passa dal classicismo al razionalismo, fa l’esposizione tutta vicina all’acqua prendendo ispirazione da quella di barcellona del ’29. Asplund commistiona classico e moderno nell’ampliamento del tribunale di goteborg nel 1933. Tiene lo stesso ordine e altezze dell’edificio storico sono rispettate (anche in verticale), ma arretra la struttura come otto wagner per evitare di cozzare con il progetto originale. Le licenze che si prende sono nell’impaginazione delle finestre (a bandiera), sfumando l’architettura verso l’esterno ma rimanendo in griglia. L’interno è profondamente nuovo, luminoso, con la sala dei passi perduti e na scala molto agile. L’architettura è sottile e leggera per far pensare in modo più chiaro ai giudici e personale del tribunale. Le forme diverse non vanno a collimare con i pilastri. Richiamo al bosco negli spazi in legno. -.Alvar aalto (1898-1976): istruzione stimolante con i genitori molto diversi tra di loro (uno molto ribelle e l’altro cosmopolita e poliglotta), amore per la natura. 1921 si laurea, 1923 vede i lavori di asplund a stoccolma. Apre uno studio in una piccola città e si firma con lo pseudonimo di Remus (il fratello di romolo). Finlandia indipendente nel 1917, desiderio di formare un nuovo stile architettonico per formare una identità nazionale. Studia molta storia dell’architettura. Fa uno studio con la moglie, viaggio di nozze e formazione in italia, creano mobili di design, la coppia si inserisce nel dibattito internazionale CIAM IV. Alvar e moglie fanno una propria “carta d’atene” per l’ambiente. Il suo stile, agli inizi, è molto basato sull’architettura toscana. Casa del popolo, jyvaskyla, 1924: primo progetto di classicismo nordico, citazione quasi letterale del sacello nel tempietto del santo sepolcro di firenze nella parte interna, citazione anche a Hortà che punta a dare rispettabilità ai lavoratori ma sempre con un fortissimo richiamo all’architettura fiorentina del ‘400. Atrio circolare e colonne scalanate alla asplund Chiesa a muurame, 1926-9: richiama moltissimo la chiesa di san sebastiano a mantova del 1460, ma anche gli archi da porticato di beato angelico nell’annunciazione. 1927: werkbund di stoccarda. Funzionalismo indagato sia come stile che come moda. Sede del giornale turun sanomat, turku, 1928-30: richiama de stijl, e finestre a nastro di le corbusier, van der rohe; in una finestra si mostra la gigantografia di una prima pagina del giornale che trasforma l’architettura in parlante. Luce zenitale mixata con vetrocamere (usate anche da le corbusier), spazi enormi per mettere la rotativa e carteria per la stampa. Biblioteca di Viipuri (oggi vyborg, russia), concorso nel 1927 ma realizzato nel 1935: complesso fatto da 2 rettangoli di diverse forme e dimensioni. I cilindri servono per portare na luce zenitale, l’interno presenta una scala pressata in una teca di vetro fatta apposta per diventare un pozzo di luce. Tutto l’ambiente è estremamente chiaro e verde e lo sfondamento tra esterno e interno richiamano le corbusier e wright, ma le maniglie sono nuove perché sono convenienti e comode che cerca di dare risposte alle esigenze differenti di tutti noi (universal design). Gioco di livelli alti bassi e aperti/compressi perché il lotto è in pendenza, architettura organica di wright ma di stampo nordico. I lucernari cilindrici sono fatti per evitare ombre o riflessi nel lettore. L’auditorium della biblioteca è particolare, in quanto è controllata per essere il più possibile per ambo le parti (chi parla e chi ascolta) grazie alla conformazione del tetto (angolo di riflessione sonora è uguale a quello di incidenza, distribuita dalle riseghe nel tetto che diventa una cassa armonica di legno come quella di un violino). Le sedie sono disegnate da alvar e moglie stessi, vogliono fare una sedia per riusare i materiali di recupero e da assemblare il più facilmente possibile. Sanatorio di paimio, 1929-32: grande esposizione al sole e alla natura. Le terrazze di sud est sono fatte apposta per prendere sole, riprende molto il sanatorio di hoffmann, la soletta è articolata in modo da far entrare più luce in alto. Edificio come strumento medico=funzionalista. Diverse stecche unite da ponti, con aree differenziate in base alla funzione. La struttura in cemento armato è alleggerita, come si vede nelle sezioni (riprese dal pirellone di giò ponti). Le stanze sono pensate per ridurre i rumori, i colori vogliono trasmettere serenità e riposo, il riscaldamento va per i piedi, nele stanze comuni ci sono colori gialli per guidare il percorso, la sedia paimio è fatta per far respirare meglio (come la sedia di hoffmann). Nel 1935 alvar fonda l’Artek per produrre i pezzi di design. Il vaso savoy è progettato per distribuire meglio i fiori, la sua forma richiama un laghetto finlandese. Alto vuole fare un razionalismo socialista, che consideri le componenti umane e psicologiche. Gli elementi contrastanti e il gran numero di esigenze e problemi ostacola l’idea architettonica primaria, spingendo l’architetto a disegnare in modo istintivo e astratto. Padiglione finlandese all’esposizione internazionale, NY, 1939: ricorda il tetto di Viipuri, ricorda una montagna rovesciata, sulla quale sono installate immagini del mondo culturale finlandese. Viene presentato l’habitat nordico, dimostrazione culturale, precursore del design nordico che lo diffonde che non mostra solo il padiglione ma anche l’interno con arredi naturali e in simbiosi con essa. Villa mairea, noormarkku, 1938: la pensilina segna l’accesso è retta da un solo pilastro nascosto da una foresta di betulle. L’edificio ha una forma ad L, con un corridoio che conduce alla sauna a secco con un laghetto. La villa è un’annessione di volumi discordanti che si armonizzano reciprocamente attraverso un principio funzionalista umanistico e naturalistico. Profonda trasparenza e grande luce, tanto legna con la foresta di pilastri che circonda la scala al posto della balaustra. Forti influenze giapponesi negli interni. I dettagli nell’esterno sono molto accurati e ingloba la natura nel progetto. Municipio di saynatsalo, 1949-51: memoria della toscana, la moglie muore nel 1949 e sembra un tributo al loro amore. Centro civico di mattoni che recupera l’architettura edievale nostrana con prospettiva mutevole che non ha un senso unico apparente, sembra tutto fatto per annessioni. Ma in realtà è molto organizzato in pianta, con uno spazio polifunzionale. La scala sembra una colata di lava o la maniera michelangiolesca di fare le scale. Le funzioni collettive hanno finestre verso l’esterno e l’interno. La piazza centrale funge come una sorta di acropoli. Nella piazza interna l’architettura ha base laterizia e grande trasparenza, con occhio per il riscaldamento. America 1940-49: è ricercatore al MIT di Cambridge e progetta la casa dello studente Baker House. Ricorda il sanatorio di paimio e la forma del fiume vicino. Nel 49 si trasferisce a helsinki, di cui progetta il politecnico di Espoo, 1949-74: sembra un teatro romano all’esterno (tetto giardino alla corbusier) in cui l’interno è praticabile, proprio come nel modello romano (e non greco). Il teatro è un elemento coesivo per tutte le discipline che si studiano lì dentro, volontà di accomunare tutti di chiaro riferimento al Bauhaus. Nell’interno la sala è a ventaglio (ideale per il cinema in modo che tutti ci vedano bene), MA presenta molti problemi sul piano acustico in quanto il suono si apre moltissimo e non torna più indietro e si capisce molto poco specie nei convegni. I setti girano il suono verso l’alto e non verso il basso, aumentando la confusione. Kultuuritalo, casa del partito comunista: anche qui tanti problemi acustici come nel precedente Maison louis carré, yvelines, 1959: la sezione a triangolo del politecnico di helsinki è presente anche qui. Anche qui il sito è su una collina, sposa le curve della collina con l’adattamento dell’interno con le scale, fusione esterno/interno e luce naturale che entra da una sorta di claristorio sopra la pensilina d’ingresso. Sauna finlandese nascosta, grande articolazione con lezioni di Van der rohe e wright, mai riassunto in un volume sintetico ma agglomerazione funzionale. Il tetto è fatto con tanto legno, attenzione all’acustica e alla luce, con geometria e colori attenti. Chiesa di santa maria assunta a riola di vergato, 1966-78: ultimo progetto di alto (inaugurato postumo alla morte). Alto mette 4 shed industriali come sua firma, connessioni con il popolo operaio e il campanile sembra un’opera futurista e funge anche come una meridiana con le ombre che proietta, chiesa per il popolo e non più detta in latino, ha disegnato la forma del tetto guardando le montagne attorno alla chiesa stessa. Gli shed sono orientati a nord, non ricevono quasi mai la luce diretta. Archi prefabbricati vengono posati in opera. L’interno interpreta le religiosità usando la luce per effetti suggestivi e poetici. Non più funzionale ma architettura poetica che produce emozioni estetiche. Da qui troviamo dei riferimenti per lavori futuri come il MAXXI di Zaha Hadid nell’uso della luce. -.-.-.23/11 Louis kahn (1901-74). Si rivolge al passato come un infinito serbatoio di immagine e forme che poi ha usato trasformandole in esibizione simbolica dell’antico. Per lui, l’atto fondativo non è il cardio e decumano ma il perimetro. Carver court housing, pennsylvania, 1941-44: pilastro di mattoni a faccia vista all’interno, grande progettazione di qualità dei materiali Usa i colori in modo espressivo, come si vede nei disegni per vincere il rome prize e nel ’47 kahn insegna progettazione alla yale university. Nel 1950-1, disegna un muro romano e torri medievali per studiare l’uso del mattone. Per lui, l’architettura italiana è il luogo in cui tecnica, forma e funzione si fondono e qui tutte le forme pure sono state sperimentate in tutte le varianti dell’architettura. Non è la forma che deriva dalla funzione, ma è il materiale che determina le forme e poi le funzioni. Ampliamento della yale university art gallery, 1951-3: i volumi si relazionano con l’esistente (come asplung), mantenendo le stesse altezze, crea una spaccatura tra i due. Il blocco di kahn è molto diverso: colloca le aperture nel senso opposto rispetto ai blocchi preesistenti, sono perpendicolari agli altri. Linea di gronda arretrata per spostare e rendere tutto la parte preesistente a livello (tecnica usata anche da le corbusier). Dialogo tra due parti, zip di mattoni che denota la rimozione di una parte di edificio. Pilastri con maglia a tartan (tipica di kahn), con dei campi più larghi e più spessi ma anche qui seguendo un pattern regolare, adotta qusta tecnica perché deve fare la galleria d’arte e quindi senza pilastri intermedi, che si addensano dove serve di più (scale e spazi di servizio). Ambienti servizi=denso di strutture, ambienti serviti=pianta libera dove poter inserire all’occorrenza un set di separazione. La maglia triangolare dei solai è una tecnica di disegno che richiama i cassettoni antichi, nella fascia centrale vengono riassunte le forme primarie (cerchio, triangolo, rettangolo). La pianta triangolare della scala, invece, è ribadita da una copertura che rimanda a malevich con un tamburo tondo che prende luce e poi un triangolo è incastonato in esso. Il solaio a triangoli + fondo scuro riesce a concentrarsi sulle opere d’arte, che non sono dipendenti dalla scena (come nella parte neogotica), ma si stagliano da essa. Nel solaio passano impianto di ventilazione, acustico, elettrico e ha la struttura portante tetraedrica con una possibilità di appendere i faretti a piacimento in base alla disposizione espositiva artistica. L’ampliamento può essere considerata la prima opera brutalista. Kahn usa cemento armato e tamponamenti in mattone rimovibili e trasformabili. Banham pubblica un articolo sul new brutalism e parla di kahn come suo fondatore. Kahn rifarebbe l’ampliamento con i pilastri tetraedrici, come nel progetto della city tower del 1952 in struttura metallica per philadelphia, dove stava pianificando di costruire una “cittadella medievale” attorno alla città per creare dei parcheggi per il problema del traffico automobilistico. Il sistema tetraedrico non è inventato da lui, ma prende ispirazione da le ricolais e buckminster fuller. Da qui, si sviluppano le cosiddette architetture high tech (come la hearst towr di NY). Dai suoi viaggi nel mediterraneo, studia i giochi di luci e ombre, pieni e vuoti, masse e ripetizioni. I suoi parcheggi sono costruiti come se fossero delle rovine, dotati di grande flessibilità e facilmente ampliabili Istituti richards e goddard, philadelphia, 1957-61: torri a pianta quadrata con elementi di servizio proiettati al di fuori della struttura, NON sulla pelle come in certi casi. Le scale vengono estromesse dalla pianta della torre, ove quest’ultima è libera e si legge subito la differenza tra ambienti servienti e serviti. Per kahnn la scala non è edificio alto ma edificio in rapporto scalare tra pieni e vuoti con lo spazio. Struttura a vista in cemento armato prefabbricato in pretensione! (prima volta) e i pezzi vengono poi assemblati da una gru. La pretensione regge meglio il momento flettente e permette una maggiore disposizione di finestre. Rimando con le torri a quelle di san gimignano. I pannelli delle opere sono una semplice copertura e non la struttura portante stessa! Margaret esherick house, philadelphia, 1959-61: anche qui aglia a tartan con organizzazione a fasce, dialogo tra struttura e funzione. Retro più chiuso, fronte più aperto. Il classico portico (porch) americano è ridtto al minimo in una progettazione straniante. Gli spazi di servizio si scambiano in una sequenza ABAC, dove le A sono i servienti. È facile organizzare una grande trasparenza di prospetto, con una pianta non simmetrica ma che sembra simmetrica. Salone principale a doppia altezza, finestra a T con libreria sul fronte di accesso. La scala serve per andare a prendere i libri. La T può essere totalmente aperta o chiusa, integrando totalmente l’architettura e il design. Lavora molto la quarta parete, quella finestrata. L’altra parete sul prospetto secondario ha grandi vetrate, sempre con antine con sistemi di filtro per regolare le luci di interno (troppa luce può inficiare il lavoro o la vivibilità di un interno). Istituto salk, san diego, 1959-65: progetta il campo e controcampo dell’istituto. È molto chiuso verso l’oceano e molto aperto verso l’interno, con due spine che si fronteggiano e che hanno aperture verso l’oceano, con costanti rimandi tra moderno e natura. Si vedono i casseri, i pulzoni che vengono lasciati a vista e che i materiali non vengono raffinate, molto brutalista. I pezzi di legno, per esempio, “invecchiano” con la salsedine e rimanda ancora alla natura. Ambienti molto duttili con spazi intermedi per ampliare il progetto. Prima chiesa e scuola unitariana, rochester, 1959-67: si ispira a luxor e ai lavori di leonardo sulle chiese a pianta centrale, ma anche ai castelli con i muri spessi e con gli spazi ricavati da essi. Fa risvoltare i muri per dare l’impressione di un pieno e di un senso monumentale. Il muro fa in modo che il vetro sian come incastonato, ma il muro è finto spesso e si arriva alla quinta parete. Prende il lavoro di wright, spezzetta il corpo della scuola e lo distribuisce attorno all’aula della chiesa, come un capocroce con le cappelle radiali. Aggregazione libera di volumi liberi, cresce per agglutinazione. All’interno pesca la luce dalle torri che sembrano chiuse dall’esterno, ma che all’interno hanno un sistema a pluvium romano. Il volume tutto attorno cambia a secondo della funzione. Casa fischer, 1960: messa su un declivio e lo sfrutta, le funzioni sono spezzate in due Sede del governo di Dhaka, bangladesh, 1963-83: stesso ragionamento di agglomerazione per la chiesa unitariana, l’acqua da un forte senso di monumentalità con forme primarie, cemento armato novità del bangladesh, giochi di geometrie suggestivi Biblioteca dell’accademia philip exeter, new hampshire, 1967-72: rimandi a rosone di chiese, lascia il segno della mano del costruttore, segni di distinzione tra una cassero e l’altro, cemento e legno fanno una espressione dinamica ed espressiva. All’esterno le pareti non sono strutturali ma agganciate ad una struttura interna. Le travi strutturali sono al di sopra dell’atrio e si comportino come diffusori luminosi. Centro d’arte e studi britannici università di yale, 1969-77: elemento contraddittorio rispetto alla struttura, qui la scala è dentro la struttura, volontà di rappresentare una tensione, scala a croce, l’elemento scala e struttura viaggiano indipendenti e la struttura diventa un elemento diffusore della luce. Costruzione antitetica rispetto agli esordi, qui horror vacui Museo d’arte kimbell, texas, 1967-72: anche qui dicotomia tra ambiente servito/servente, struttura a tubi con due cortili con campiture che possono slittare e arretrare. Il progetto usa l’arco ricorda gli acquedotti, i cui capitelli sono anche i doccioni per raccogliere l’acqua. Il tetto ha un sistema di risoluzione per l’illuminazione diurna e notturna, assieme a una particolare volta che non è chiusa a botte ma è leggermente aperta con una sorta di pagoda interna che illumina. Il pacchetto impiantistico è nascosto nella volta e nei pilastri serventi. Tutta la copertura è un sistema di diffusione di luce naturale e artificiale e il tetto sembra volare. I magazzini sotto non sono illuminati ma sopra è tutto illuminato tranne gli ambienti di servizio. Il cemento brutalista dialoga col metallo lucidato. Brutalismo e high tech dialogano ancora. Palazzo dei congressi, venezia, 1968-74 (non realizzato): lo immagina come un ponte sull’acqua. -.-.Mario botta (1943-ancora in vita): allievo di khan e le corbusier. Chiesa di san giovanni battista, mogno, 1990: gotico con arco rampante che serve a costruire la spina centrale per realizzare un rosone rovesciato. La striatura richiama le cattedrali romaniche, fasce alternate nella copertura che crea una maglia ortogonale variata di luce. Il cilindro di khan rappresenta tutto il complesso Chiesa di santa maria degli angeli, rivera, 1992-6: forme primarie, è un khan riletto con sensibilità lombarda, architetture di montagna con grande spessore murario. L’interno ha una luce difusa grazie ai mini shed (come la chiesa di aalvar alto). All’esterno tutta la copertura è percorribile Ristorante fiore di pietra, monte generoso, 2017: ricorda bunker per la guerra, visione a 360 gradi -.-.-.-.Costruttivismo russo= Majakovskij spiega il movimento con una poesia. Natalia goncharova, il cilcista, 1913: cubofuturismo, lettering cubista e futurista nei movimenti. Kazimir malevic: autoritratti, 1910 e 1933. passa da una visione post impressionista del suo sé (quasi vicino al bruche) a una visione più autocelebrativa. Non è più intimità, ma è funzionario del popolo (rivoluzione d’ottobre). Mattina nel villaggio dopo la tempesta di neve, 1913: cubo-futurismo, immagini di vita comune della campagna russa, denuncia sociale della fatica e arretratezza. Majakovskij, poster propaganda, 1919-21: gli artisti aderiscono in massa alla rivoluzione, sperando di elevare il popolo. Rosta windows=veicolazione di contenuti politici attraverso immagini, da parte di designer. Attaccando questi poster in casa, nelle finestre, si era al sicuro dalla polizia che provava a stanare i nemici della rivoluzione. Il rosso veniva usato per il popolo, il bianco per i zaristi. Suprematismo, 1915=supremazia della sensibilità pura nell’arte. Solo la sensibilità è essenziale. L’oggetto in sé non significa nulla. Il suo famoso quadrato nero è una “trasfigurazione nello zero delle forme” assieme ad altre forme geometriche pure. Il quadrato era esposto nell’angolo in alto, luogo dove si espongono tradizionalmente secondo gli ortodossi le immagini sacre. ECCO CHE QUI L’OPERA STRAVOLGE TUTTO. Sostituisce alla religione e all’arte lo zero delle forme, che può essere il nulla o il tutto. Solo grazie alla distruzione precedente si può ricominciare, anticipando la rivoluzione. Il suprematismo e le sue opere sono frutto di un’operazione sia intellettuale che estetizzante. Il bauhaus nel ’27 pubblica i lavori di malevich e la sua non oggettività. I suoi architecton sono gessi molto contemporanei, nel 1923. Zaha hadid riprende molto da malevich. -.-.-.-.-.-.-.24/11 Architettura e potere Italia durante ventennio fascista, gruppo 7, architettura=logica+razionalità, edifici in cemento armato e ispirazione a le corbusier Marcello Piacentini Trasformazione della piazza della vittoria, brescia: primo grattacielo d’italia, torrione in cemento armato e rivestito in mattoni rossi come a chicago. Il basament fuoriesce dall’edificio creando un portico, elemento di passeggio e di mediazioni commerciali. Sopra abbiamo una tripartizione anche in verticale. Masterplan della città universale di roma: il rettorato monumentale ha colonne di ordine gigante, attraverso il quale si accede alla cittadella Via della conciliazione: manifesto politico/architettonico tra la roma laica e quella religiosa. Piazza san pietro, a inizi ‘900, era nascosta dalla spina del borgo. Qui viene tolta la spina e rimpiazzata con una strada che palesa la piazza con i lampioni su colonne antiche. Museo della magna grecia, reggio calabria, 1932-41: realizzato con alle spalle il mare, evocativo. I tondi nel palazzo riportano le città che sono state spoliate per essere poi conservate el museo, come Heraclea -.Eur roma: il cantiere inizia negli anni 30, si salva dai bombardamenti in quanto privo di interesse strategico. È una cittadella ex novo espositivo, con assi che si incrociano e con figure importanti. Giovanni muzio progetta i palazzi dell’INA e INPS, 1939: crescent adatto a questo edificio come quelli di nash. Giovanni guerrini, palazzo della civiltà del lavoro, 1936-40: colosseo quadrato, rimando a mussolini con il numero orizzontale e verticale delle finestre, forti riferimenti alla classicità. Adalberto libera, palazzo dei congressi, 1938-54: basamento con scatola vetrata con l’aula che sale al centro della pianta con torretta, evoca basilica con nartece, copertura appoggia solo sugli angoli e alleggerisce la struttura e ne conferisce molta luce. Grande spazio sia all’aperto che al chiuso per eventi, scavato nella copertura del’edificio. Le forme geometriche sono chiare, pulite, iconiche e monumentali. Le scale interne ricordano quelle di alvar alto, la volta appoggia fuori e l’interno ha un perimetro di vetro e la volta sembra galleggiare (grazie alla leggerezza del materiale stesso). Villa malaparte, capri, 1938: realizza la villa a stretto contatto col committente. L’architettura colma le varie imperfezioni della roccia dei faraglioni, trasformando la villa in una sorta di cavea per un teatro. Tutta la copertura è praticabile, in una sorta di dissolvenza dei volumi. La paratia bianca protegge dai venti e dagli sguardi. Venne usata per girare film di godard -.-.Giuseppe terragni, novocomum, como, 1927-9: costruisce nella sua città natale, richiama la tradizione comacchia futurista di sant’elia. Edificio residenziale, con l’angolo che evoca il tema della nave e che guarda il lago. Stile razionalista. Svuotamento dell’angolo. Le fasce orizzontali richiamano sempre la nave, così come la copertura e le finestre a nastro. Molto vicino a le corbusier. Casa del fascio di como, 1932-6: verrà studiato da architetti americani come peter eisenman, dove il grande pregio sta nel’armonia compositiva. I grandi telai inquadrano la cupola della cattedrale, rimanendo alla stessa altezza degli altri edifici. Il volume è un mezzo cubo, formato del doppelkuadrat tedesco, rettangoli in sezione aurea. Strutture fatte per creare una cornice che guarda verso il paesaggio e la cattedrale, fronte cieco sulla destra che doveva servire per esporre l’immagine del dvce e le varie scritte/immagini. Edificio “giornale”, si fa parlante. Gli altri prospetti sono tutti diversi, con variazioni sul tema. I prospetti nascono da un’esigenza interna ma con dei prospetti che hanno un andamento coerente. Il grande impluvium ospitava le adunate. Il palazzo farnese di roma di antonio da sangallo e michelangelo presenta la sezione aurea quadrata usata de terragni, così come la disposizione degli spazi interni e della pianta Casa rustici in corso sempione 36, milano, 1933-5: edificio che è una risposta alle ricerche di le corbusier. Aveva cercato di costruire villette unifamiliari incasellate in un edificio verticale. Ecco che qui ci sono 2 blocchi perpendicolari cucite da un telaio di ponti e scale. Questi grandi terrazzi creano il primo vero bosco verticale. Il committente si prende l’attico con il bosco in alto. Asilo sant’elia, 1934-7: grande trasparenza si mette in antitesi alla necessità di limitare i movimenti dei bambini. Ventilazione incrociata, architettura igienizzante, le aule dei bambini hanno la giusta illuminazione per i bambini. L’edificio si ruota rispetto al lotto per avere una illuminazione ottimale, con forma a U con spazio interno ed esterno per ricreazione con un recinto. Danteum (non realizzato), roma, 1938-40: volontà di creare un edificio per la via dell’impero, collocando un edificio nella zona dell’antico (vicino alla basilica di massenzio). Concepito come una scultura d’abitare, muovendosi in un percorso dantesco in uno schema planimetrico a 4 sale con riferimenti quali la selva oscura (di colonne). Realizza una sorta di tartan compositivo e studia sia la sezione aurea rettangolare e la larghezza della pianta della basilica di massenzio. Evidenziazione dei quadrati generatori e del rettangolo aureo, pianta a quota 1,6m. si vede la conchiglia del nautilus di fibonacci nella parte dell’inferno. Le misure sono tutte basate sul 3. -.-.-.Movimento 900 Margherita sarfati, grande mecenate, amante del dvce e ritratta da sironi. Proprio il sironi, nel paesaggio urbano, 1922: fa strade tutte vuote in architetture che ricordano le immagini di de chirico e sono stranianti. La prima mostra del Novecento italiano al palazzo della permanente di milano nel 1926 è finanziato dalla sarfati, dove si mostrano anche le opere futuriste. Ritorno “all’ordine” dopo l’art noveau, richiamo alla classicità in quanto matrice geometrica chiara. In quest’ottica si colloca il Sironi, i costruttori, 1929: si avvicina alla metafisica+architettura, come le nicchie per le statue, le colonne, palazzo dei diamanti di ferrara, una torre. L’architettura o il lavoro in città, 1932-4: matrona con elementi architettonici classici e contemporanei, quadro che finge di essere un affresco, veicolano un messaggio di città ideale (già fatto nel ‘400 con la pala d’urbino e ripreso dal de chirico). Giovanni muzio (1893-1982) durate la 1 guerra mondiale combatte e spesso bivacca dentro ville palladiane in veneto. Nel 1920 apre uno studio a milano con gio ponti. Il primo progetto è la ca’ brutta, milano, 1921: si tenta di ridurre l’impronta dell’edificio riducendo la densità, crea una strada in mezzo. L’edificio che si affaccia su via turati crea una specie di arco di trionfo posticcio per unire i due edifici. La stondatura su via moscova addolcisce l’impatto sulla via. L’innesto di questo edificio toglie un giardino molto amato dai milanesi, inoltre le fasce hanno diversi materiali e decorazioni che sembrano essere messi molto a caso. Ecco perché ca’ brutta. Ma muzio usa il classico per dare all’edificio un’atmosfera classica ma non ne da una struttura rigorosamente classica, altrimenti si trasformerebbe in un’opera neoclassica. Usa le decorazioni unn po’ alla “pollock”. La corte interna dell’edificio si agglutinano uno all’altra creando una specie di pasticcio. Ma a muzio non interessa perché si concentra sulla qualità degli interni (appartamenti alti borghesi). Muzio e sironi espongono alla triennale di monza nel 1930 nella sala dei marmi, con elementi classici reinventati in chiave moderna. Monumento ai caduti (tempio della vittoria), milano, 1927-30: richiama tanti tempietti rinascimentali come quello del bramante. Il tempietto è racchiuso in un recinto, segna una sorta di pausa. Ogni porta del tempio simboleggia quelle di milano, con tutta una serie di elementi che rimandano alla guerra. Viene ricordato da O. Cavara come “meno colore di cimitero e più spirito di pantheon”. Per la sua collocazione urbanistica è molto importante, in quanto è vicino a Sant’Ambrogio e al cimitero dei martiri cristiani, che si sovrappongono a quelli della guerra e creano una superfetazione di monumenti. Inoltre fa il prospetto d’accesso dell’università del sacro cuore, quindi i ragazzi che vanno in università passano davanti a quelli che si sono sacrificati per la loro libertà di studiare. Molto ben studiato. Il laterizio bianco è completamente disassato dal resto dell’edificio, che è stato studiato in versione urbanistica per costruire un racconto di libertà e sacrificio per il futuro. Fa anche i chiostri universitari, che sono stati progettati secondo quelli del bramante. Il refettorio benedettino diventa l’aula magna demolendo solai e tramezzi. Le finestre vengono riaperte dopo la chiusura napoleonica (dove si giocava alla pallamagno). Palazzo delle’arte, sede della triennale di milano, 1933: prospetto principale com il portico ricalca i temi di piacentini, ma con l’aiuto di sironi mette la serriana nel quadriportico. Il prospetto sul giardino è di diretta ispirazione palladiana, di aspetto robusto che rimandano a volumi di architettura industriale. Anche qui mattone e pietra, con un richiamo alla pianta basilicale. Chiesa di santa maria annunciata i chiesa rossa a milano, 1936: l’instalazione di dan flavin dona magniloquenza alla chiesa -.- Gio ponti (1891-1979): esordisce come progettista e designer di ceramica e procellane per richard-ginori, 1923-30. Ritorno all’ordine e al classico per l’armonia delle forme. Vasi decorativi di grande qualità e ponti promuove il binomio dell’arte-industria, come nelprogetto della “casa degli efebi”, 1927, doveesprime un’architettura abitata come se fosse un teatro greco. Disegno riproducibile e modulare su qualsiasi tipo di superficie, materiale e grandezza che riprende l’arts and craft di morris in chiave italiana. Nel ’28 fonda la rivista Domus, tra le più importanti riviste di architettura, di cui è direttore fino alla sua morte. Il primo editoriale è “la casa all’italiana”. Dal ’41-6 sulla rivista Stile tratta diversi argomenti. Ma negli anni 30 il problema è la casa all’italiana: a milano progetta 10 domus tutte diverse come la Julia. Progetta anche la sedia superleggera nel 1955, osservando le sedie tradizionali liguri. Villa planchart, caracas, 1953-7: tetto con forte sporto e non appoggia sull’edificio, la pensilina d’accesso è una coda di rondine con un pilastro pluviale (raccoglie l’acqua e la trasmette a una fontana). La pianta del piano terra è curiosa, sembra una maglia deformata, perché la sua attenzione è sulla costruzione degli sguardi dall’interno all’esterno e viceversa. L’interno è pensato anche quello da gio ponti, integrando tutto. Realizza scale come cavalletti, integra sculture e piastrelle locali, nuova domus all’italiana. Casa d’abitazione in via Dezza, milano, 1957: facciata a schermo, costruzione dell’immagine notturna/diurna. Architettura trasparente, bianca MA non è un’architettura ascetica e ospedaliera; rilegge la domus sempre con gli sguardi diagonali con una controterrazza dalla quale si incrociano gli sguardi diagonali. Mette le enfilade con porte a soffietto (ripresa de stijl). Quarta parete con finestra arredata o finestra vetrina. Nel suo caso si appoggiano dei mobili sulle finestre, mette gli oggetti a contrasto con la finestre e creano delle sorte di nature morte di morandi. Primo palazzo montecatini: palazzo pensato per uffici ad H, complanare all’esistente ma qui la facciata ha un filo esterno, le finestre sono presenti ma non aggettanti, architettura che è come un cristallo evitando che le finestre diventino elemento di disturbo. Il secondo palazzo montecatini è diverso Perché architettura come un cristallo? In quanto la vuole pura, non può essere pensata come una forma in attesa ma deve essere cristallina. Predilezione per la losanga Grattacielo Pirelli (il pirellone), 1956-61: grande progetto in cemento armato e rimane il grattacielo più alto (127 m) in cemento armato del MONDO! Possibile con la collaborazione del grande pier luigi Nervi. Forma in pianta a diamante, perfetta, di taglio finito. Prospetto largo sulla piazza e stretto sulla stazione, struttura a doppio guscio, tetto volante, pilastri rastremati (da 2 m alla base fino a 50 cm verso l’alto), segue lo stesso ragionamento fisico del pantheon. L’italia in questa fase è di grande avanguardia per tutti gli ani ’60, che inaugura la stagione strutturale europea, le strutture si collocano perpendicolarmente alla facciata. Chiesa di s. francesco d’assisi al fopponino, milano, 1961-4: esempio di ceramiche di tipo gio, leggera piramide al centro, luce ed ombra si fermano sulla facciata. Presenza del diamante continua Chiesa dell’ospedale di san borromeo a milano: pensata come un diamante ma in sezione è una nave, attuabile con una carrozina per i pazienti. Anche qui finestre a filo delmuro. Anche la copertura sembra una grande nave. Concattedrale di taranto: anche qui rimandi alla nave ma anche al pizzo fatto da una donna del sud. Le facciate sono come foglio di carta bianca ritagliata, è come la maschera ritagliata da una serie di losanghe (che rimandano al gotico). -.-.-.-.-.30/11 La modernità in crisi Ricostruzione ha due dimensioni: quella dell’emergenza (casa rapida, baracca) e quella della pianificazione (progettre una nuova identità). Prefabbricato “UK 100”, USA, 1942-5: prototipo composto da 100 pezzi fatte per gli sfollati inglesi. Verranno acquistate in massa dalla francia. Presenta un portico nonostante le dimensioni ridotte + spalliera esterna per far giocare i bambini. Gli impianti tecnici sono pensate per essere messe in esterno (ed ispezionabili senza disturbare). La casa ha riseghe per gli armadi a muro. Tutte queste case generano la periferia in luoghi che prima erano naturali. Inoltre gli scarichi americani sono più grossi di quelli francesi, così come per le prese elettriche diverse. Il ciam propone una carta per un’urbanistica unificatta, con la carta d’atene del 1933 (di le corbusier, ricetta di livello globale per ricostruire nel secondo dopoguerra) e la carta dell’habitat del 1953 (non porterà a nulla). Habitat=ambiente di vita di un animale, usata dagli architetti da sostituire al termine residenza. Questo perché si inizia a pensare alla fusione di casa e spazio, natura. I servizi sono estensioni della casa e dell’habitat del cittadino. ATBAT Africa, presentazione Housing in Morocco per il CIAM del 1953: l’ATBAT è figlio di Le Corbusier, ma trova soluzioni nuove seguendo le declinazioni regionali del tema dell’habitat: in quanto il clima africano è diverso da quello francese, è necessario lo studio della ventilazione e dell’illuminazione naturale, rottura della scatola asettica del movimento moderno e uso del colore. Per queste case vengono studiate le tradizionali abitazioni marocchine, come le case a camino con aperture regolabili. Scoprono che queste caratteristiche hanno grandi benefici ATBAT, carrieres centrales, casablanca, 1952: simile alle baglia siciliane e costruzione tipica di tutto il mediterraneo, realizzata in 8x8 impiantata su casa a patio, non è diversa dalla certosa di Ema. S’inventa una tipologia a Nido d’ape, 1952=edificio è una stecca da cui escono logge in doppio ordine e dai quali si formano patio sospesi per evitare l’erosione del suolo, viene lasciata diagonalmente un’apertura per far passare il vento (che ventila le stanze e rimuove gli odori). Altra tipologia è la Semiramide, 1953=i piani si ribaltano e i ballatoi si alternano sulla struttura portante, dove le stecche sono tutte mutevoli. Il problema del nido d’ape è che le grandi aperture sono state riempite abusivamente per fare altre stanze per altre persone. -.Alison e Peter Smithson: presentano una griglia per il ciam, Urban reidentification, 1953. È diversa rispetto alle griglie standard del ciam, usando le tecniche degli avanguardisti francesi “i situazionisti” della Deriva (indagano la vita quotidiana nella sua dimensione insieme familiare e surreale, seguendo dinamiche del corpo). Costruiscono un fragile equilibrio tra la dimensione utopca e politica dell’architettura moderna e le realtà sociali contemporanee. Critica alle 4 categorie della funzionale città moderna della carta d’atene. Gli smithson lavorano su una scala, dal volontario all’involontaria associazione: città, distretto, strada, casa. Hunstanton school, norfolk, 1954: prima architettura pubblica brutalista, lasciano a vista tutte le strutture. Vogliono superare il dogma del funzionalismo ed entrare in contatto con la complessa dialettica dei centri urbani, dove i bambini giocano per strada, sulle scale ecc. Reyner banham in “the architectural modernity” elogia come assoluta novità il lavoro degli smithson. Scrive anche il nuovo brutalismo con le corbusier. Brutalismo deriva da beton brut (cemento grezzo), esibizione dei materiali grezzi. Vittorio viganò, istituto marchiondi spagliardi, 1959: grande brutalista italiano, fa vedere la macchina dell’edificio, lo lascia a nudo. Ma brutalismo è una scelta etica (come quella degli smithson) o estetica? Etica perché non si vuole più nascondere nulla (al contrario delle dinamiche di guerra), estetica per quanto riguarda la luce e le strutture che si modellano nello spazio in modo innovativo. Viganò è in mezzo a questi due tendenze. Grafton architects, ampliamento della Bocconi, 2008: brutalista, volontà anche nel disegno progettuale di rappresentare le masse. Spazio aperto alla città, è visibile la linea di terra. -.Smithson e habitat=ideal home exhibition, londra 1955. Realizzano una capsula influenzata dai temi della space age. Casa a patio ripiegata su se stessa, molto intima, realizzata quasi tutta in plastica, fabbricata velocemente, il tetto ad impluvium verso il patio, suggestione della grotta (o anche navicella spaziale), ipertecnologia, vasca da bagno inserita nel giardino, arredi integrati e trasformabili, spazio fluido che genera permeabilità visiva. . viene proposta anche una lottizzazione residenziale, a 2 a 2. Richard Hamilton (vedi collage strano col culturista, elettrodomestici e la pin up del 1956) collabora alla mostra con Smithson. Lavorano sul concetto di cluster (gruppo). Berlino haupstadt, 1953-7: vengono mantenute le strutture esistenti che si incastonano nel nuovo piano urbano, che si trasforma come un grande sutura. Verrà ripreso da bernard tschumi, factory 798, pechino, 2004 (qui si crea un comparto artistico in un quartiere industriale bonificato dagli artisti stessi, costruendo un intervento di cluster residenziali sospeso sopra la realtà artistica. Purtroppo non è realizzato, ma c’è il concetto di preservare passato e futuro). Gli smithson fanno il progetto non realizzato del Golden Lane, 1952: esattamente come voleva fare tschumi, ma realizza dei ballatoi molto grandi chiamati “streets in the air” offerti come spazi polifunzionali per tutti. Gli spazi polifunzionali erano già stati pensati da le corbusier. Robin hood gardens: al centro con un grande parco con due comparti abitativi che lo inquadrano al meglio. Le strade sospese sono per la socialità e le spaccature dividono i luoghi, ripresa di howard e la città giardino. Nel 2017/8 viene demolito. Grande critica al moderno col postmodernismo e il team 10. Architetture radicali e megastrutture Grande pressione demografica nella francia post ww2. Realizzazione grandi quartieri dormitorio senza servizi, le banlieu. Due architetti, talus taylor e annette tison, propongono delle bubble house per risolvere il problema (non realizzato). Homo ludens di johan huizinga=libro che spiega come la tecnologia aiuta l’uomo, che ha più tempo libero. Viene ideato il caravan Airstream, 1947: iperleggeri e mobili. Società in movimento: l’architettura deve dare case mobili, rapide, temporanee ecc. opere come gli scatoloni di Brillo di Warhol sono più grandi del normale, che causano straniamento. Le scatole sono fatte a mano! Serigrafia. È o no un oggetto seriale? Come funziona la nostra società? E quella dei consumi? Guy debord, la società dello spettacolo, 1967=libro che descrive lo spettacolo nei rapporti della nostra società. (guarda slide per citazioni). Diventa anche un film. Immagini legate a una reazione capitale. Se l’evento di oggi è di massa, allora tutti i flussi devono essere pensati PER la massa (e cioè la megastrutture). Reyner banham parla delle megastrutture. L’edificio di cape canaveral per la cstruzione di razzi nasa NON è una mega struttura, ma un big box industriale. Il giapponese maki parla delle megastrutture in 4 punti con wilcoxon: unità modulari, capace di ampliabilità grandissima, intelaiatura strutturale nella quale unità strutturale possono venir costruite, l’intelaiatura strutturale deve superare la vita delle capsule per poter ospitarne altre. Tutti i ponti urbanizzati possono essere considerati megastrutture, come l’immeuble pont del 1960. La unitè d’habitacion di le corbusier NON è ampliabile e quindi NON è una megastruttura, inoltre c’è un limite di 1600 persone e i servizi, se ampliato, non basterebbero. Il mirador di madrid è una unitè e quindi non ampliabile, le capsule di smithson non è una megastruttura perché non c’è l’intelaiatura. La prima vera megastruttura è nel progetto di le corbusier dell’appartamento/autostrada. -.Architetture mobili Cedric price forma gli autori dell’high tech. Yona friedman realizza dei sobborghi per immigrati ad haifa (israele), 1950: usa tubi fallati per costruire rifugi temporanei. In EU realizza la città spaziale, 1960: visione utopica di città sospesa sopra l’esistente, pensata come un sacco di vuoti in un grande telaio. Questa architettura permette di cambiare radicalmente la propria unità abitativa con poco costo, permettendo di spostarsi in una struttura 3D In contemporanea, gli allievi di Price formano Archigram: gruppo in cui si sviluppano temi come architettura-caverna,spray plastic house, walking city (sembrano scarafaggi). -.-.-.-.-.1/12 La ricostruzione in Italia. Mario Fiorentino, Nello Aprile, Cino Calcaprina, Aldo Cardelli, Giuseppe Perugini; Mirko Basadella, Francesco Coccia (sculture), Mausoleo delle Fosse Ardeatine, Roma, 1944-1951: Il sacrario è un ambiente di 25×50 m, incassato per 2m nel suolo e coperto da un imponente parallelepipedo di spesso 3,55m, evocazione di un’enorme pietra tombale. BBPR, Monumento ai caduti dei campi di concentramento, milano 1946: volontà di rappresentare il vuoto lasciato dalle persone scomparse. La struttura, formata da tubolari metallici saldati e dipinti di bianco, disegna una griglia tridimensionale di 212cm di lato che nasce dall’intersezione tra un cubo e una croce greca. La gabbia poggia a sbalzo su un basamento a croce in pietra: leggerezza e tensione. Strumenti tecnici della ricostruzione: “manuale dell’architetto” di mario ridolfi, bruno zevi e pier luigi nervi, roma 1946 e “il nuovissimo manuale dell’architetto”, zevi, milano 2003. Danno esempi su come tracciare i numeri e lettere nelle insegne dei negozi, dimensioni per realizzare scale e archi, come realizzare agganci a secco, travi, ecc destinate principalmente agli operai ma utili anche all’architetto. Fanno dialogare operaio e architetto. Derivano da lavori pre ww2 di stampo USA e GER. Se prima della guerra domina mattone + cemento armato, dopo nascono dei sistemi prefabbricati a nuclei componibili come quelli di Gardella o nuove pratiche progettuali come il ferro cemento di nervi. Gli strumenti culturali della ricostruzione servono per orientare i progetti sul piano urbanistico e tecnico. Filone italiano sul ragionamento dell’architettura e città rurali, contrapposto a quello di megalopoli anglosassone. Tra queste riviste c’è domus, fondata da gio ponti che abbandonerà nel periodo del conflitto (direzione assunta da pagano ed e. nathan rogers). Paralellalemente si svilupperà “la casa bella” che avrà come direttori gli stessi due di prima. Rogers da il nome “casabella continuità”, perché la continuità implica una mutazione nell’ordine di una tradizione. La crisi è la rottura rivoluzione, cioè una discontinuità dovuto all’influenza di fattori nuovi. Piano marshall-+ 1 fondo per l’incremento edilizio, 2 piano ina casa, 3 piano unra casas (comitato amministrativo di soccorso ai senzatetto). Legge fanfani incrementa l’occupazione operaia. Matera venne studiata da una missione di studio americana, ed è considerata molto malsana. Si decide la fondazione di un borgo rurale per migliorare le loro condizioni di vita. Viene incaricato Ludovico Quaroni (allievo di Piacentini), che nel dopoguerra è tra i soci dell’APAO e delle idee di architettura organica di Frank Wright. Con Zevi sviluppa foto di architetture a colori americane. Partecipa ai piani ubranistici dell’INU. A matera progetta il quartiere Martella. In pianta recuperano la dimensione vernacolare, un”architettura senza architetti”, rinuncia alla pianificazione per motivi politici. La chiesa fata da Quaroni viene collocata al centro del villaggio, su una collinetta. Quaroni e Mario Ridolfi, quartiere tuburtino, Roma 1949-54: fatto da INA CASA, è il manifesto del neorealismo architettonico e insieme dell’ideologia dell’ina casa. Dimensione vernacolare, sembrano case a schiera, torri servono a rendere i paesaggio più mosso. Ruolo sociale dell’architettura, modestia artigiana vs autoritarismo fascista. La dimensione “paese” offre la soluzione più economica. Ci sono case a torre, a schiera, in linea + 4 edifici commerciali. Progettato per fornire risposte immediate alle esigenze. Andamento di linee spezzate per evitare una pianificazione rigida a stecche. In film come Mamma Roma del 1962 mostrano il boomerang di largo spartaco e il quadraro, tra campagna e urbanizzazione (campi abbandonati e nemmeno coltivati vs case molto moderne per gli standard romani come l’acqua corrente). Piero Bottoni 1903-73: pianifica il quartiere QT8, per la VIII Triennale di milano. Vengono costruite per esere abitate anche dai fruitori della triennale(guarda internet perché non è chiaro), costruite sul monte stella (altura artificiale costituita con le macerie degli edifici e terra). Pianificazione razionale di grande stecche alla maniera della pianificazione razionalista del CIAM. Se il sud è rurale, il nord è avanguardista. Il quartiere è un museo a cielo aperto del moderno (tra critiche positive e negative). Case Incis al QT8: tentativo di evitare lo straniamento da uniformità tipica delle stecche degli ensemble come la Sarselle di Parigi (vedi malattia sarcellite). La sua risposta con colori è ancora usata oggi. Ignazio gardella (1905-99): fino agli anni ’20, realizza tanti progetti con il padre, poi fa il dispensario antitubercolare di Alessandria e poi frequenta i CIAM. Nel ’47 fnda azucena, azienda di design. Casa al parco sempione, milano 1947: casa che cambia in base alla prospettiva visiva. Struttura in cemento armato con grandi aperture, con la zona nord che ha un impianto più classico. La pianta spiega che nella zona notte e zona giorno sono 2 volumi diversi, una in muratura portante e lìaltro con pilastri di cemento armato, solai in cemento armato. Le facciate sono in marmo botticino, con intonaco a grana fine di bianco per strutture portanti e intonaco di graniglia di quarzo rosa (lezione van der rohe). Mette anche le maglie a tartan di kahn. La facciata è un sistema su cui si può giocare, struttura indiendente dalla pelle (lezione van der rohe) ma qui si usa diagonali per rendere un gioco funzionale per rispondere al comportamento passivo dell’edificio. Tutti i saloi sono a sud ovest per una migliore illuminaione, verso nord c’è solo la fascia interstiziale per portare una luce indiretta. Ila zona giorno è trattata come una tela, i cui pilastri fungono da filo da cucito. Case per impiegati della borsalino, alessandria, 1947-52: mette all’edificio il cappello, prospetto rivestito in piccole piastrelle quadrate di klinker, aperture a tutt’altezza con infissi a filo estero e persiane a chiusura scorrevole lungo la facciata. Distrugge l’ensamble che rende tutti uguali, movimenta l’architettura, diverse tonalità in facciata che reagisce al bianco calce del movimento moderno. La pianta del primo piano mostra uno spazio fluido per essere una casa “industriale” Casa alle zttere, 1953-8: architettura molto densa di finestre strette e lunghe per prendere la luce più in alto possibile. Riprende classica architettura veneziana, costruisce con la stessa altezza di gronda degli altri edifici. Lettura in griglia del fronte costruttivo, le finestre e le balaustre rispondono al movimento ondulatorio dell’acqua. Le losanghe a diamante sono tipiche veneziane. Gabetti-isola, studio architetti per la ricostruzione. Bottega d’erasmo, residenza e negozio, torino, 1953-6: linguaggio di tradizione torinese, bow window alla maniera francese, facciata a fasce verticali, rottura col movimento moderno con laterizio e pietra di luserna fissati da piastre a vite e attacchi in ferro. Totalmente contrapposto al vetro e al bianco BBPR, Torre Velascia, Milano, 1950-8: recupero dei linguaggi locali, si propone di recuperare la storia di milano come città turrita, di commercio e delle arti. Ricorda la torre del castello sforzesco. Le grandi nervature esterne sono inclinate, si biforcano agli angoli er sostenere il volume superiore e mostrano la struttura in cemento armato (brutalismo). Chiamato “grattacielo con le bretelle”, in base all’altezza cambiano i tagli e le destinazioni d’uso in base al fruitore (evita la ghettizzazione di classe) Ernesto nathan rogers: architetto del BBPR, fa “esperienze dell’architettura” nel 1952, dove illustra il funzionamento e le piante e sezioni della Torre Velasca. Discorso sulle pre esistenze! (da cercare, ero andato a prendere il caffè). Clima teso tra avanguardie italiane e panorma anglosassone, il neoliberty italiano. Banham lo critica aspramente perché gli italiani tornavano all’ecclettismo e non andavano al movimento moderno. Lo considera retrogrado, ma rogers gli risponde dicendo “l’architettura italiano, nei suoi esempi validi, è un atto morale e uno strumento di lotta politica”. Per loro il movimmento moderno era una rivoluzione continua per riscoprire se stessi, per banham erano i pilastri e le vetrate alla corbusier. -.-.-.-.La grande scala in italia Difficoltà progettuale, “architetture di carta” (ossia non eseguiti e rimasti sulla carta), dimensioni giganti. Il biscione, genova, 1956-68: fatto da luigi daneri ed eugenio fuselli, contengono appartamenti per 4500 abitanti. Grande quartiere operaio per chi lavora nel porto. Il quartiere è collegato alla città con un”arteria” di case. Condizione ottimale per aria, interni e luce, molto verde attorno ma non per mobilità. Il progetto si ispira al plan obus (l’appartamento con autostrada sul tetto) di algeri a segue la forma della montagna, ma segue anche le lezioni dei coniugi smithson come la strada in aria. Le logge in cemento armato direzionano la luce (proteggono in estate e riscaldano in inverno) su lezione di le corbusier. Brutalismo estetico ed etico. Chiesa parrocchiale mater ecclesiae, fine anni ’80: rimargine della “ferita” del crollo che non ha coinvolto le persone ma solo il tratto stradale. Il gallaratese, milano. Fatto da carlo aymonino e aldo rossi, 1967-72. Sorta di influenza ambientale, complesso monte amiata II. Presentano finestre crociate di rossi, torri scalari, setti ritmici verticali e grandi spazi aperti al piani terra. Aymonino fa 3 stecche (con le torri in facciata) e quella di rossi (senza torri). Angoli di 60°, usato molto da Wright e considerato un angolo “naturale”, ricerca alternativa all’angolo retto ortogonale. Presenta anche uno spazio con teatro greco che funge da cerniera tra gli edifici, complesso per 2500 abitanti. Capienza leggermente superiore al familisterio. Al suo interno anche servizi per il complesso, legame con la storia italiana antica con la cerniera anfiteatro. Il complesso è rosso, di cui l’edificio bianco è fatto da Rossi. I colori segnali ci guidano nel complesso, come i pezzi gialli in una stecca diventa legenda. Aymonino realizza volumi aggettanti, grandi porticati con corridoi sospesi che uniscono una struttura all’altra. Non è una megastruttura ma riprendono molti aspetti. Mario fiorentino, complesso residnziale il corviale, roma 1972-82: espansione a macchia d’olio ddelle città, qui si realizza come una sorta di muro che deve arrestare l’edilizia dilagante grazie alla sua forma e alla sua capienza. Pensato per 8500 abitanti, 11 piani, lungo 1 km. Presentano diversi elementi che dovevano portare una città nella città, ma le strutture come negozi e servizi non vengono ma usate e diventa una città abbandonata. È un colegamento tra stecche con ponti, il cui blocco principale presenta un mix tra il biscione, l’unitè d’habitacion e l’edificio degli smithson. Gli spazi di circolazione sono occupate da rom che ne accelerano il degrado. Viene ricorstruito nel nuovo corviale, che integra i servizi tanto attesi. -.-.-.-.3/12 Charlotte perriand Primo architetto donna della storia=plautilla brici. Charlotte parigi del secolo scorso. 4 grosi capitoli: 1) 1903-40 dove approda nel 26 allo studio di le corbusier dove progetta numerose sedute come la chaisse longue, nel 30 fa parte del UAM, nel 33 partecipa al CIAM di atene, con corbu si occupa principalmente di interni. Nel 37 fa il padiglione dell’agricoltura all’expo di parigi e rottura con corbu 2) 1940-6: periodo giapponese e indocina, ragiona sui materiali come il bamboo 3) 1946-66: ritorno a collaborare con corbu, continua a fare interni come si vede nella maison universite brasilien 4) 1967-89: progetto di les arcs. Si passa dall’equipment al paesaggio ..-.-.-.-.Passione per il concetto del vuoto. È da sempre stata una avanguardista. Linee pure, metalliche, per un salotto piu conviviale e amichevole. Guarda alle auto, con corbu si forma in architetura e urbanistica. Segue ideale corbu la ma casa è una macchina da abitare. Fa gli arredi per ville savoye, nel quale sperimenta diversi metodi di seduta per uomini e donne he si adattavano a palazzi ed ambasciate . Sedie con tubi acciaio nel 29. Doccia aperta su camera da letto. Uam sperimenta su case nuova modernità per tutti. Con crollo economico 29 nuovi metodi di modernità lontano da fbnriche, ossia la natura. Per charlotte erano le montagne della savoia. Usa molto rolliflex per i suoi studi. Con leger sperimenta arte brutalista. Con queste influenze, usa materiali più organici nella progettazione di sedie. Fa la casa del giovane uomo per coltivare spirito e corpo, mix di moderno e classico. Non esclude niente. A parigi denuncia anarchia urbanistica e la scarsa igiene, come attesato dalla tubercolosi. Nel 33 ciam e citta radiosa per rispondere a scarsa igiene. Per creare il vuoto negli appartamenti, bisogma mettere gli oggetti utili sulle pareti. Per il tempo libero, progetta una casa smontabile a contatto con la natura. Poi fa rifugi prefabnricati leggeri e altri sprrimentali come il rifugio botte. Expo 37 segna la rottura con corbu per mtovi politici. Sconfotta moderni e vittoria archi totalitaria. Va in Giappone e lo modernizza nell artigianato. Archi giappo pura e semplice è la risposta alla domande di spazio occidentali. Da direttive da interpretare, non lì colonizza culturalmente. Nel 41 va in indocina, ad hanoi. Torna in francia e collabora con corbu a la unite habitacion . Nelle sue cucine vuole che chi cucina rimanga in contatto con gli ospiti, creando vuoti per rendere essenziali e funzionali i suoi spazi. La sedia ombra riprende le marionete bunkaraku giapponesi. Crea biblioteche a scatole per questi spazi vuoti. Les arcs, savoia: fa stazione sciistica che combina il paesaggio e il giappome. Crea cabine che fanno direttamente sulla natura con spazi prefabbricati . Piccolo monolocale per una famiglia. Fa una sala dei tè awparigi. Il soggetto non è l’oggetto, ma l’uomo. -.-.-.07/12 Architettura e ingegneria: fuller, prouvè, nervi (usa, francia, italia) Forma e struttura. Richard fuller (1895-1983): poliedrico, crea forme e metodi progettuali nuovi. Si forma da autodidatta, con materiali che trova in giro. Inventa le cupole geodetiche con bacchette in alluminio. Concetto di dymaxion=dynamic maximum tension; ossia mette le forme del progetto portandole a un estremo strutturale ma sempre in equilibrio. Primo progeto dymaxion house, 1928-30 ma realizzazione 1946: casa in continua tensione attorno a un albero centrale, con sbalzi della casa che non sono sbalzi reali. Al contrario di Van Der Rohe, qui la struttura non scarica sull’albero ma si appende con dei cavi (struttura a rovescio), sembra tensostruttura MA non lo è! Questo espediente tende ad alleggerire la struttura e dare grande libertà. I settori triangolari costituiscono le varie stanze. Va “contro” la sezione ortogonale di Corbusier, casa avvenieristica. Pilastro centrale con doppio guscio in copertura per migliore climatizzazione, i piani e il solaio sono cavi e il pilone centrale funge da camino, riserva di gas e luce, scale ecc. funziona in qualsiasi clima, dai molto rigidi ai molto caldi. Pacchetto d’aria come sistema isolante. Il revolving closet,blocco bagno prefabbricato. Richiama la tenda del colono americano. Presenta pilotie corbusiani, che cra il parcheggio per la macchina e il porch americano. Dymaxion car, 1932-5: usato per fare gli aerei e non per l’auto. Contiene 11 persone, ma aveva un raggio di sterzo molto stretto. Era l’auto più veloce d’america. A causa di un incidente la produzione viene cancellata. La sua forma influenza i modelli general motors e chrysler. Dymaxion map, 1946: uno dei migliori sistemi per mappare il globo. Scomposizione della sfera in triangoli a facce piane. Ha anche sezioni quadrate, rapporto proporzionale molto più verosimile. Usato molto per misurare le temperature. Prototipi dymaxion: la silos house riprende i silos del grano, sistema già ben isolato. Fori per le finestre come oculi. Sempre ventilazione naturale a camino. Wichita house, un suo cliente mette assieme due modelli di dymaxion house. Skybreak dome, 1949: bolla residenza in cui si può controllare il clima. Modellini per studiare la casa e la cupola, che è composta da triangoli e che possono essere sostituiti da altre forme come rombi o esagoni, basta che siano superfici che riconducano alla forma triangolare. Cupola geodetica ford in michigan, 1953: forma e struttura si risolve nel progetto, molto importante. Le strutture possono essere prefabbricate e usate per costruire astrolabi. Altre cupole, fatto di compensato, verranno fatte con la plydome del 1959. Dome per la penisola di manhattan, 1960: pensata per controllare il clima e l’energia per manhattan, città controllabile al 100%. Realizzata per il padiglione americano all’expo 67 di montreal (più simile allo sky dome). All’interno entra la monorail con macchine volanti. -.-.Jean prouvè (1901-84): si forma col padre all’ecolè de Nancy col padre, manualità tipica dell’art noveau. Si forma come mastro ferriere, riceve commesse dall’architetto robert mallet-stevens. Portoni di casa reifenberg e martel, parigi, 1927: utilizza lamiere di ferro come carta, che crea un effetto 3D leggero e di luci ed ombre, come se fosse un origami. Poltrona grand repos, 1930: usa il metallo ma non il tubolare, modificabile con sistema a molla. Mobili città universitaria di nancy, 1931: non c’è nulla di art noveau, vicino all’età della macchina. Usa solo metallo. Critica la sedia wassily sulla base di osservazioni tecniche oggettive, ossia che il tubolare per natura non è adatto a piegarsi ma si spezza. Per lui è legato a una moda, la risposta del metallo piegato è il profilo non tubolare ma aperto, a C. Da qui, nasce la sedia “standard”, 1934: a basso costo, solida, pratica, famosissima e montabile da chiunque in pochissimo spazio. Case smontabili per i rifugiati della lorena e del vosgi, 1939-47: montata due persone in una giornata con attrezzi semplici, risposta alle UK100. Analoga struttura smontabile a portico, 1944. Maison metropole, 1948: casa su pilotie in cemento armato questa è tutta in metallo, con possibilità di essere continuamente aggiornata e sostituita, fluidità strutturale. Case standard a meudon, 1949-52: case unifamiliari in un parco alberato di grande pendenza. Case per artisti. 14 padiglioni con due tipologie, casa a portico (simile a metropole) e casa a guscio (per alloggiare famiglie di tipo operaio). Casa a portico appoggiata in parte su declivio e in parte su pilone per fare portico (lui non voleva il pilone in pietra, ma metallo per leggerezza), copertura ventilata ma unico problema con alberi circostanti (ci cadono le castagne in autunno e fa molto rumore). Casa a guscio può essere singola o doppia, usata anche nel salone des arts menagers del 1951. Pannello di copertura sandwich con schiuma poliuretanica che riempie la struttura. Guscio molto adattabile alle curve di livello del terreno. Pannellature molto diverse con fori circolari, assemblati ad incastro o o imbullonati. Le vetrate possono essere montate in diversi modi per ottenere diversi spazi. Maison tropicale, 1949: solleva il prototipo da terra, doppio involucro, sistema di apertura e filtro che funziona con un controllo passivo del clima senza usare climatizzazione. Casa a nocciolo centrale, maison alba, 1950: alluminio+cemento armato. Unisce forma, struttura e funzioni. Albero centrale con pianta libera attorno, il nocciolo è unito a una piastra in cemento armato di basamento con sopra i pannelli leggeri di alluminio. Prototipo che rimane sulla carta fin quando non incontra abbé pierre (abate strano che si appella al problema dello sfratto e della mancanza di case per tutti). Da qui… Maison des jours meilleurs o di abbé pierre, 1956: realizzazione prototipo alba. Nocciolo centrale è forma, struttura e funzione tutto assieme Pier luigi Nervi (1891-79): è stato nel geniomilitare, lavora con il suo prof attilio muggia per il brevetto Hennebique. Fonda a roma la nervi e bartoli. Riprende l’architettura medievale da viollet le duc. Il suo studio integra tanti elementi diversi, come i pennacchi gotici e gli studi di geometria e il barocco italiano di guarini con archi e strutture voltate. Stadio artemio franchi, 1930: struttura che s’ispira alla doppia scala a spirale di Leonardo, torre di maratona che segnala la presenza dello stadio. La pista della scala e della struttura formano un triangolo per sostenere il progetto, la struttura della tribuna principale ha uno sbalzo di 22 metri che è sostenuto da un puntale e un tirante con una struttura a triplo triangolo Aviorimessa a struttura geodetica di Orvieto 1935-8: piena autarchia, cemento armato poco italico e poco usato a parte per opere militari. Struttura di grande luce e fatta tutta a gettata. Modellino testato con Arturo Danusso. Si rifanno direttamente a esempi come il tetto della chiesa di santa croce di schwabisch. Nel 39 fa il brevetto per la prefabbricazione strutturale, con pezzi di ferro che escono dall’incrocio, qui il montaggio è fatto da piccoli pezzi secondo un disegno prestabilito. Nel ’43 sperimenta il ferrocemento con solai e archi con risultati ottimi. Con la prefabbricazione strutturale e ferrocemento, apre la strada all’architettura strutturale. Studia le forme naturali, come conchiglie, gocce d’acqua e uova. Realizza strutture resistenti per forma con gusci e calotte. Progetti come copertura in ferro cementato di 300 metri e la sua forma ad onda verrano usate in Padiglione per esposizioni di torino, 1948: piccoli conci ad onda leggeri e tavelloni romboidali tutti prefabbricati, finestre inglobate nei conci d’onda. Strutture molto performanti sul piano dei carichi. Concio d’onda con getti dentro le casse dei diaframmi. Kursal, lido di ostia, 1950: fatto con Lapadula, sala da ballo con struttura ad albero, simile al Lanificio Gatti, Roma, 1951-3: vicino a Perret, grandi luci con pianta libera per macchinari e realizza piastre con linee isostatiche (lungo le quali è più conveniente mettere il ferro nel ferrocemento, perché è lì che c’è più bisogno). Sede unesco parigi, 1952-8: fatto con marcel breuer e bernard zehrfuss. Il segretariato è a y, con pilastri a sagoma variabile tutti in cemento armato scolpiti personalmente da nervi. Cemento grezzo impressa nel cassero, le scale di emergenza sono tutte prefabbricate come se fosse un domino girevole. La sala delle assemblee sembra un origami, piega tutta la facciata facendole resistere al massimo. Qui parete e forma s’incastrano perfettamente, non sono un tutt’uno, reiterazione degli elementi data dalla grande scala e dalle colonne. Funziona per forma in un doppio guscio. Grattacielo pirello, 1955-60: progetto di gio ponti e struttura di nervi. Palazzetto dello sport, roma 1957: fatto per olimpiadi, il guscio è da 1620 losanghe prefabbricate iin ferrocemento come se fosse un’enorme medusa con cavalletti a Y, come un pantheon schiacciato. Altro palazzetto dello sport, 1958-60: colla bora con marcello piacentini all’eur