DIETRO IL MICROFONO L’evoluzione delle telecronache calcistiche in Italia Candidato LORENZO URBANI mat. 40218/110 Relatore CARLO CHIANURA ANNO ACCADEMICO 2023-2024 ABSTRACT Questo podcast dal titolo "Dietro il Microfono" vuole esplorare l'evoluzione delle telecronache calcistiche in Italia attraverso le voci dei protagonisti che hanno segnato diverse epoche del giornalismo sportivo. "La storia la scrivono i protagonisti, ma chi la racconta la trasforma in leggenda." Questo è il principio che guida la narrazione delle telecronache calcistiche, un fenomeno che ha modificato il modo in cui il calcio viene percepito e vissuto dagli appassionati. L'analisi delle telecronache italiane attraverso i decenni non solo ripercorre la storia del calcio ma anche l'evoluzione della comunicazione e dei media. In principio è Italia-Ungheria del 25 marzo 1928. Giuseppe Sabelli Fioretti, inconsapevolmente, diventa il primo radiocronista del calcio italiano, aprendo la strada a Nicolò Carosio, una figura leggendaria delle radiocronache. Francesco Repice, storico radiocronista della Rai, descrive Carosio come appartenente a "un'altra era, non un'altra epoca" e sottolinea l'importanza della parola nel raccontare un evento in diretta”. Con l'arrivo di Enrico Ameri, la radiocronaca assume una dimensione più passionale e coinvolgente. Le voci di Carosio e Ameri hanno reso la radiocronaca calcistica una consuetudine per gli italiani, facendo del calcio, e del suo racconto, un elemento centrale della cultura popolare. Negli anni '50, con la diffusione della televisione cambia tutto, La narrazione calcistica subisce un'altra trasformazione. Carlo Bacarelli diventa il primo telecronista calcistico italiano, seguito da figure come Sandro Ciotti, Nando Martellini e Bruno Pizzul. Ciascuno con il proprio stile unico: Ciotti con la sua voce roca e descrittiva, Martellini con il suo approccio didascalico e preciso e Pizzul a rappresentare il ponte tra il passato e il presente della telecronaca sportiva. Nell’economia del podcast risulta fondamentale l’intervista a Bruno Pizzul chem riflettendo sulla sua carriera, afferma: "Io non avevo mai coltivato da giovane la vocazione a fare il telecronista né tantomeno il giornalista sportivo. Poi per una serie di circostanze abbastanza casuali mi sono trovato immerso dentro questa professione, ho tentato di farla nel modo migliore." Pizzul è stato un punto di riferimento per i telecronisti successivi, come Alberto Rimedio oggi telecronista della Nazionale per la Rai che considera lo stile di Martellini, Pizzul e Ciotti "un patrimonio di un valore inestimabile che non si deve assolutamente disperdere." Con l'avvento della pay TV negli anni '90 la narrazione calcistica cambia ancora. Sandro Piccinini e Fabio Caressa diventano i volti nuovi di una telecronaca più spettacolarizzata e commerciale. Come osserva Rimedio, "Le pay tv hanno influenzato il linguaggio utilizzato nelle telecronache perché bisogna vendere un prodotto." Dello stesso parere il telecronista di Sky Maurizio Compagnoni secondo cui con l'aumento delle partite trasmesse in televisione, "era normale che ci fosse un cambiamento nel linguaggio." Piccinini e Caressa, con i loro stili distintivi e la capacità di creare neologismi e formule linguistiche, hanno ridefinito il modo di raccontare il calcio. Un esempio emblematico è l'introduzione di Caressa durante Italia-USA del Mondiale 2006: "Abbiamo sofferto con loro e per loro, abbiamo cantato le loro canzoni, abbiamo visto ed amato i loro film, abbiamo mangiato i loro panini ed indossato i loro jeans, li abbiamo visti volare a canestro e raggiungere la luna. Ma il calcio è un’altra cosa, nel calcio vogliamo comandare noi!". Emblematico il connubio tra sport e società. La telecronaca è “malleabile”: si plasma a seconda delle tendenze sociali del momento. Le parole dei telecronisti, da Carosio a Caressa, hanno trasformato le partite di calcio in narrazioni leggendarie, intrecciando lo sport con la vita quotidiana e la società. Le testimonianze di Francesco Repice, Alberto Rimedio, Maurizio Compagnoni, Massimo Marianella e Bruno Pizzul arricchiscono la narrazione, evidenziando come i telecronisti abbiano trasformato il racconto del calcio in una forma d'arte. Questo percorso storico tra passato e presente dimostra come la telecronaca, attraverso la potenza della parola, arricchisca l'esperienza dello spettatore e trasformi ogni partita in un evento indimenticabile.