LEZ. 1B Organization theory La teoria organizzativa s’interroga sul “come” e sul “perché” un’organizzazione abbia una determinata struttura. L’obiettivo della teoria organizzativa è proporre, dove necessario, design alternativi a quelli pre-esistenti. Un’organizzazione è un sistema dalla struttura dinamica in grado di evolversi fronteggiando pressioni interne o esterne. Al giorno d’oggi, la sfida principale affrontata dalle organizzazioni consiste nel rispondere prontamente ai cambiamenti. Current challange Le sfide che un’organizzazione deve affrontare nel duemila ventiquattro sono: 1. Globalizzazione 2. L’etica e la responsabilità sociale 3. La reattività 4. La diversità 5. L’ambiente di lavoro digitale Diversità La diversità, nelle aziende più grosse, è legata all’innovazione. Questa teoria è stata dimostrata dallo studio statistico “The Mix That Matters” (2007) realizzato dalla BCG e dall’Università tecnica di Monaco. I tipi di diversità presi in considerazione sono: 1. Gender diversity: percentuale di donne in azienda a qualsiasi livello. 2. Country of origin diversity: percentuale di manager stranieri o figli di stranieri. 3. Career path diversity: percentuale di manager che hanno lavorato in altre compagnie. 4. Industry diversity: percentuale di manager che hanno esperienza in altri settori. 5. Age diversity: tramite l’indice Blau si calcola come sono distribuiti i manager in base al gruppo d’età. 6. Academic background diversity: Sempre tramite l’indice di Blau si analizzano le differenze tra studi universitari e formazione accademica. Le origini del problema organizzativo Le origini del problema organizzativo risalgono alla rivoluzione industriale. In questo periodo il lavoro svolto da abili artigiani qualificati in seguito a lunghi apprendistati viene sostituito dalle piccole fabbriche. Dopo la Guerra Civile Americana le fabbriche diventano grandi stabilimenti in cui l’obiettivo diventa la produzione di massa e l’organizzazione diventa il problema principale. Scientific management Lo scientific management è il tentativo di stabilire scientificamente il modo migliore di fare una cosa. Il padre di questa filosofia è F.W. Taylor che nel 1911 pubblicò il libro “The principles of scientific management”. Secondo Taylor per raggiungere l’efficienza è necessario avere: un’organizzazione centralizzata, una standardizzazione delle singole operazioni e una scomposizione del lavoro in mansioni più semplici. Per aumentare ulteriormente l’efficienza Taylor propone quattro principi: studiare il modo in cui i lavori vengono svolti attualmente e trovare nuovi modi per svolgerli, codificare i nuovi modi in regole, selezionare lavoratori le cui competenze corrispondono alle regole e stabilire un livello equo di prestazioni pagando un premio per prestazioni più elevate. Il primo ad applicare lo scientific management fu Henry Ford che per la produzione del Model-T introdusse, nel 1908, l’utilizzo della catena di montaggio. Con la creazione della catena di montaggio nasce il modello “Fordista-Taylorista”. Questo prevede imprese integrate verticalmente, basate sull’organizzazione del lavoro proposta dal Taylor e incentrate sulla produzione di massa tramite macchine specializzate. I limiti del modello di Taylor: 1. I manager implementano solo la parte di produzione 2. I lavori specializzati diventano noiosi e monotoni 3. I lavoratori tendono a sottoperformare 4. Le dimensioni fondamentali del lavoro sono assenti Critiche al modello di “Fordista-Taylorista”: Il Taylorismo come: 1. Sfruttamento/oppressione 2. Utopia tecnocratica 3. Modello organizzativo contingente Applicazione la tecnica del management scientifico La teoria del management scientifico è stata giudicata come inefficace per le aziende moderne. Infatti, oltre alle criticità riscontrate in precedenza ne emergono altre legate all’imprenditore come: 1. Necessità di investimenti ingenti 2. Rischio di perdite dovute a cambiamenti dell’ambiente 3. Non è adatto alle piccole unità 4. I benefici si vedono dopo un lungo periodo Il taylorismo può essere definito come “Tasks management”, ovvero un sistema di organizzazione basato sull’assegnazione di compiti ben definiti. Soldiering Il soldiering è il fenomeno osservato da Taylor per cui i lavoratori lavorano al di sotto delle proprie potenzialità. Questo fenomeno era dovuto a metodi di formazioni inefficienti, agli scarsi incentivi e alla credenza che una maggiore produttività avrebbe portato a meno lavoro. LEZ 1.C