lOMoAR cPSD| 4121259 INNOVAZIONE, MARCA E PROPRIETA’ INTELLETTUALE Biraghi Silvia Lezione 1 – 19 settembre Casi di innovazione. Esempi: 1. Barbie ripresa cinematografica 2023, tema del body positivity, inclusività, diverse tonalità dell’incarnato; cambiano i concetti di canone di bellezza, nuove professioni, prodotto iconico da sempre, che ha dovuto adeguarsi BRAND LINES: nuove linee di prodotto per rispondere alle aspettative sociali e per tornare ad essere coerente con la cultura della società. Marca solida nel mercato che non può sottrarsi alle pressioni che ricevono dai consumatori e dalla società rispetto all’adeguamento e allo sguardo con cui devono rivolgersi all’innovazione. Come si è arrivati a questa innovazione e perché? A livello sociale sono sempre di più aumentate le pressioni di categorie di persone che non si sentivano rappresentate. Negli anni 70’ le femministe bruciarono le barbie in piazza, barbie portava avanti dei canoni di bellezza, proporzioni del corpo irraggiungibili. 2. Lego presenza solida e di successo, solidità dovuta alla modularità del prodotto (caratteristica di successo del prodotto). Nonostante ciò, l’azienda è stata investita da un momento di crisi dove ha visto un calo delle vendite perché molte aziende concorrenti esploravano l’utilizzo della tecnologia, per cui in termini di innovazione, sono diventati un’azienda di produzione di contenuti (media company) quindi non solo giocattoli ma si sono dedicati all’aspetto dell’animazione e dell’intrattenimento anche con partnership (movie, gaming ecc), aumentano le opportunità di visione ed esposizione del prodotto BRAND EXTENSION: la marca esce dal suo business core ed entra in un nuovo business. Problema con cui dovrà scontrarsi: in un mondo che sta diventano plastic free, come si evolverà il prodotto? L’innovazione è qualcosa di evolutivo, perché risponde a domande del mercato. Però il brand deve mantenere alcune caratteristiche perché altrimenti il consumatore non mi riconosce più come quella marca. Lego: le sue caratteristiche sono la modularità e la malleabilità. Negli ultimi anni punta a migliorare aspetti come le animazioni ed il video gaming. Inoltre, la sua brand extension si trova proprio nella volontà di ampliare il suo brand al mondo dell’animazione ecc. La sua debolezza sta nell’essere in plastica in un mondo prevalentemente “plastic-free” 3. Lomography brand che si occupa di pellicole e macchine fotografiche. In un contesto orientato al digitale, ipertecnologico rimane la passione per il vintage (ad esempio vinili…) e per la lavorazione manuale/ analogica della foto, per cui nascono delle macchine fotografiche particolari INNOVAZIONE DI MARCA C’è spazio quindi per l’innovazione nei segmenti di mercato, bisogna identificare la nicchia di consumatori interessato ad altri business (progetti alternativi). L’innovazione può avere momenti di picchi (ad esempio la GoPro). Lomography: come punto di forza presenta l’effetto “photo-filter” che consentono di usare effetti immediati sulle foto che si scattano, a differenza delle macchine fotografiche normali. Il punto di debolezza è l’andamento tecnologico del mondo della fotografia che rende sempre più obsolete le macchine “vintage”. 4. Tesla innovazione nella mobilità. Sempre in evoluzione (self driving). 5. Amazon ha cambiato il modo di acquisto dei prodotti. Puoi comprarci tutto e da casa. Non solo sta riscrivendo come si vende online ma anche in generale come noi consumatori vogliamo acquistare (senza file, comparando i prodotti, …). AMAZON GO = negozio fisico collegato all’account. Importante la questione del contactless. Sistema walk-in/self checkout. Innovazione per tutto il retail, perché se il consumatore fa un’esperienza del genere si aspetta di trovare la stessa cosa anche in altri ambiti Mega Trend. 6. Trifting un circuito di compravendita che è sempre esistito. Quale è stato il cambiamento? La tecnologia. Compravendita dell’usato, acquistare un bene a prezzi fortemente ridotti. Sono nate molte applicazioni Depop, Vinted… Questo mercato è in continua espansione e crescita. Molte marche hanno aperto i loro trifting corner, perché si sono accorte che stavano perdendo consumatori, o utilizzando le app oppure aprendo una sezione nel loro sito. lOMoAR cPSD| 4121259 7. NFT persone che pagano per l’acquisto della copia originale di un oggetto digitale che per definizione è riproducibile n-volte ovvero della matrice di un’immagine digitale. Sono certificati di proprietà. Apple Vision Pro, metaverso In molti casi l’algoritmo ci priva di scelte. Tutto questo automatismo sta privando i consumatori di scelte. Grandi marche che si devono adattare alla cultura spinta all’innovazione dal sociale Una marca rispetto ai competitors non è più attuale Nicchia di consumatori interessati ad altro Aziende che stanno sperimentando modelli visionari completamente diversi Valutazione: progetto di gruppo 40% + prova intermedia scritta 60% 31 ottobre h. 15:30 Due domande aperte concettuali critiche e richiesta esempi Lezione 2 – 20 settembre ’23 LE RISORSE sono tutti gli elementi che l’impresa utilizza per operare e per costruire il suo vantaggio competitivo. Le aziende competono per avere accesso alle risorse, perché sono limitate. Le caratteristiche (Barney, 1991): VALUTABILI ha un valore, quindi ci aspettiamo che vengano estratte opportunità o creare barriere all’ingresso ad altri competitor. Sono risorse che possono sfruttare le opportunità e/o neutralizzare threats oppure creare barriere di entrata nel mercato RARE difficile da ottenere, se non lo fosse sarebbe una commodity NON SOSTITUIBILI con altre risorse NON IMITABILI dai competitors 1. RISORSE TANGIBILI: elementi di natura fisica o tecnologica, come infrastrutture ed equipaggiamenti che consentono all’azienda di funzionare e di operare in maniera distintiva, sia dal punto di vista fisico che tecnologico (macchinari avanzati). 2. RISORSE INTANGIBILI: non hanno una consistenza materiale ma che sono identificabili e valutabili; sono caratterizzati da incertezza, perché non sappiamo calcolare i benefici che deriveranno dal loro possesso nel futuro; regolati da contratti o diritti legali; distinguibili e controllabili; separabili cioè trasferibili, scambiabili. Sono una risorsa identificabile, non hanno una sostanza fisica e non possono essere identificabili dal punto di vista monetario. Hanno diverse caratteristiche: Ci si aspetta che portino dei vantaggi economici futuri Non hanno una sostanza fisica C’è una incertezza riguardo ai benefici che ne posso trarre Inizia da diritti contrattuali o legali Sono chiaramente distinguibili e controllabili (potere e diritti) Separabili (trasferiti, affittati, licenza, scambiati) Touch point punto di contatto dell’azienda con il cliente Ci sono due grosse categorie delle risorse intangibili: a. RELAZIONI: il network che l’azienda ha saputo costruire sia all’interno che all’esterno con i vari stakeholder, capitale sociale. Principali risorse, ad esempio: o Fiducia e benevolenza o Awareness (notorietà, cioè che i consumatori sappiano della marca/azienda e dei loro prodotti) o Reputazione e immagine (valutazione da parte dei consumatori); l’immagine può essere costruita in poco tempo, ma la reputazione è un costrutto di lungo periodo o Relazioni con il consumatore e fedeltà (acquisto ripetuto, anche se ad esempio il prodotto non è in sconto) o Costi di avviamento, in termini di finanziamenti o Ricerca e Sviluppo lOMoAR cPSD| 4121259 o Brevetti - Patents (vita circa di 20 anni) o Copyrights (vita dell’autore + 70 anni) o Franchises (durata stabilita dal contratto) o Marchi (durata illimitata) o Costi di start-up Quando un prodotto diventa influente/leader nel mercato diventa sinonimo della categoria volgarizzazione del nome del brand che coincide con il nome del prodotto: Scotch (nome del brand, mentre il nome del prodotto è nastro adesivo), Celofan, Post-it, Crocs Relazioni interne: relazioni verticali (l’interazione tra manager e team leaders e staff) e relazioni orizzontali (l’interazione tra lavoratori allo stesso livello gerarchico) Relazioni esterne: la relazione tra stakeholders (consumatori, suppliers, istituzioni) Il fatto di avere un dispositivo di tutela non determina necessariamente la protezione della marca, perché anche solo una variante della forma può evitare la tutela. Oggi la differenziazione non si gioca sulle caratteristiche dei prodotti, ma bisogna lavorare sui significati. b. CONOSCENZE (knowledge) o Tacite: pratiche e culture interne all’azienda o Esplicite: proprietà intellettuale dell’organizzazione regolati da licenze, trademarks (comunitàdi pratica = per passare e condividere le conoscenze dal tacito all’esplicito) Competenze e capacità: - manageriali, - di mercato, - dell’uso di tecnologie, - dell’ambiente come contesto Know-how Identità: la storia e la visione Cultura: insieme dei valori, principi che determinano tendenze comportamentali La cultura e l’identità sono i primi gradini su cui vengono costruite le marche. L’identità fa riferimento a tutti gli elementi tangibili e intangibili che qualificano chi è l’impresa. Fa parte dell’identity system logo, icone visive, ma anche manifestazioni fisiche di un’azienda comunica con i consumatori tramite il branding per creare delle impression nel cliente. Comunità di pratica, dispositivo di gestione interna composta da individualità di persone con settori diversi … Molte attività di onboarding, così per avvicinare i lavoratori alla cultura dell’azienda. Tacita: sono le risorse umane riguardanti il know-how tacito, inserite nella pratica corporate e nella cultura corporate, si fondono spesso nel vantaggio competitivo; Esplicita: proprietà intellettuale dell’organizzazione (marchi registrati e brevetti ad esempio) e i suoi processi (come metodi di produzione, conoscenze manageriali e dinamiche organizzative). N.B.: è possibile effettuare un passaggio da conoscenza implicita ed esplicita, sia fisicamente che virtualmente, mediante la condivisione di esperienze lavorative personali. SI tratta di comunità di pratica ossia incontri tra persone appartenenti ad ambiti lavorativi diversi che condividono punti di vista e conoscenze riguardanti un fenomeno. TOUCHPOINT: qualsiasi punto fisico e non in cui il consumatore viene a contatto con il brand. Ad esempio anche un installatore di impianti ha un ruolo fondamentale nel contatto con il cliente. RISORSE Le risorse di cui un’azienda dispone al momento della generazione di un’idea e sono di due nature e noici focalizzeremo sulla seconda: • • Tangibili (materiali): sono le risorse che si possono toccare con mano e riguardano tutti gli equipaggiamenti, infrastrutture e risorse tecnologiche fisiche di cui un’azienda fa uso; Intangibili (immateriali): tutto ciò che non è fisicamente/materialmente consistente ma che è identificabile in quanto possiede valore. lOMoAR cPSD| 4121259 Gli intangibili presentano una serie di fattori caratterizzanti che sono sia di natura positiva chenegativa: • • • • • • Non hanno sostanza fisica; Ci si aspetta abbiamo benefici futuri quindi sono degli investimenti; Presentano incertezza nei benefici; Sono regolati da contratti; Sono distinguibili, identificabili e controllabili; Sono separabili e possono essere trasferiti, scambiati, valutati da un brand ad un altro brand (es: bmw che da ad una concessionaria la possibilità di vendere le proprie macchine). Essi, inoltre sono distinguibili in base a due nature: • Relazioni: come dissero Nahapier e Ghoshal nel 1998, sono il rapporto tra il network aziendale con gli stakeholders e le dinamiche interne. Ce ne sono due tipi: o Interne: relazioni verticali ed orizzontali, rispettivamente le relazioni tra manager di differente livello e le relazioni tra operatori che si trovano sullo stesso livello gerarchico; o Esterne: relazioni con gli stakeholders esterni, come consumatori, fornitori, investitori, istituzioni ed altre tipologie di partner. • Conoscenza: come detto da Nonaka nel 1994 comprende le risorse umane tacite e quelle esplicite di un’organizzazione collettiva e, infatti, si divide in: o Tacita: risorse umane riguardanti il know-how tacito, inserite nella pratica corporate e nella cultura corporate; o Esplicita: proprietà intellettuale dell’organizzazione (marchi registrati e brevetti ad esempio) e i suoi processi (come metodi di produzione, conoscenze manageriali e dinamiche organizzative). N.B.: è possibile effettuare un passaggio da conoscenza implicita ed esplicita, sia fisicamente che virtualmente, mediante la condivisione di esperienze lavorative personali. SI tratta di comunità di pratica ossia incontri tra persone appartenenti ad ambiti lavorativi diversi che condividono punti di vista e conoscenze riguardanti un fenomeno. Tra le principali risorse individuabili in una relazione con gli stakeholders, troviamo: • • • Buona volontà e fiducia; Consapevolezza; Reputazione; lOMoAR cPSD| 4121259 • • • Immagine; Fedeltà di marca; Brevetti di durataventennale; Sono strumenti di valutazione in quanto fondamentaliper i legami coi clienti • • • • • Copyright con durata pari alla vita dell’autore più 70 anni; Marchio registrato con durata illimitata e rinnovabile; Franchising la cui durata è definita sul contratto; Costi di ampliamento ed avviamento di una star-up: non riguardano solo i finanziamenti per dar vita all’azienda ma anche i costi per avviare le campagne pubblicitarie prima della costruzione dell’impresa; Processi di R&D: processi per sviluppare nuove tecnologie o per lanciare prodotti non ancora sul mercato (es: HP lancerà una nuova tipologia di cristalli liquidi per la quale necessita di ricerche) PRINCIPALI RISORSE DELL’AMBITO DELLA CONOSCENZA La conoscenza presenta 4 risorse fondamentali che la caratterizzano. Esse sono frutto di ricerche e di esperienza maturata grazie all’esperienza ottenuta nel tempo e nei vari ambiti lavorativi. Sono: • Competenze e capacità: o o o o • Know-how; • • Tecnologiche; Di mercato; Manageriali; Di interazione con l’ambiente; Cultura: aspetti legati a tradizione ed esperienza storica; Identità. LA GESTIONE DELLE RISORSE Le risorse esistono, le aziende se ne appropriano e le utilizzano. Quello che distingue è la modalità con cui l’azienda riesce ad integrare ed utilizzare queste risorse per guadagnare un vantaggio competitivo. Il possesso o l’accesso ad una risorsa non costituisce lo stesso risultato per tutte le aziende che utilizzano quella stessa risorsa MA l’elemento identificativo sono le COMPETENZE: COMPETENZE DISTINTIVE caratteristiche che collocano il business in modo differente dai competitor COMPETENZE CORE la combinazione armonizzata di più risorse e abilità che contraddistinguono l’azienda nel mercato: o Forniscono accesso ad una varietà di mercati (creazione di nuovi prodotti) o Contribuisce in modo significativo ai benefici percepiti dal cliente, in termini di preferenze e premium price o Difficile da imitare per i competitor PRODOTTI COREsono i risultati tangibili delle competenze core (ad esempio Zoom che è riuscito a risolvere i problemi che c’erano prima di tutti gli altri competitor, per poi diventare un prodotto core nella società) Il modello di Iliad è un modello copiato dalle piattaforme di streaming. Ciò poche opzioni, ma opzioni molto stabili. La conoscenza è una delle capacità più importanti nel sostenere il vantaggio competitivo (Barney, Ketchen, Wright, 2011 - Visione basata sulla conoscenza). Le imprese possono creare dinamicamente, integrare e ripristinare continuamente le risorse più critiche per ottenere un vantaggio competitivo (Teece e Pisano, 1994). GESTIONE DELLE RISORSE Il modo in cui un’azienda gestisce le risorse è direttamente identificabile alle competenze che essa possiede ed al modo in cui le utilizza. Ciò ci permette di affermare che se due aziende possiedono i medesimi beni, non è detto lOMoAR cPSD| 4121259 che ne facciano lo stesso ed identico utilizzo ma dipende dalle competenze che ha il manager, il cui scopo è quello di mantenere il vantaggio competitivo. Le competenze possono essere distinte in due categorie: • • Competenze distintive: riguardano la capacità di differenziarsi dagli altri; Competenze core: combinazione di molteplici risorse e competenze che creano una firma unica nel market place (esempio; coca-cola ed il suo fantomatico cavò ad Atlanta). Tale categoria presenta alcune caratteristiche vantaggiose: o Provvedono all’accesso ad una varietà ampia di mercati (new product); o Sono difficili da imitare: qualora venissero emulate si tratterebbe di volgarizzazione di un brand (es: tutte le creme spalmabili che imitano nutella); o Danno un contributo incisivo per il perseguimento e l’identificazione dei benefici del cliente. N.B.: il core product è la definizione tangibile delle competenze core. THE BRAND Essa è direttamente relazionata al consumatore. È il modo in cui un consumatore vede e valuta un dato prodotto e definisce la marca. L’identità dell’impresa è costituita dalla sommatoria di tutti gli elementi che portano in vita l’azienda (visione, obiettivi, posizione, persone, tecnologie ecc.). lOMoAR cPSD| 4121259 Lezione 4 – 27 settembre ’23 (29/09/21) GLI INTANGIBILI IDENTITA’AZIENDALE (corporate identity): la somma di tutti gli elementi, materiali e immateriali, caratterizzanti la company life quali cultura, valori, mission, vision, obiettivi, strategie, struttura dell’organizzazione, canali di distribuzione, ecc con i quali l’azienda costruisce, mantiene e sostiene la sua sopravvivenza nell’ambiente. In principio si faceva riferimento all’identità visiva, che però non era sufficiente. Corporate Identity - Essa è direttamente relazionata al consumatore. È il modo in cui un consumatore vede e valuta un dato prodotto e definisce la marca. L’identità dell’impresa è costituita dalla sommatoria di tutti gli elementi che portano in vita l’azienda (visione, obiettivi, posizione, persone, tecnologie ecc.). (Malewar, 2003) lOMoAR cPSD| 4121259 L’insieme di questi valori che sono visivi, culturali, comportamentali ecc., crea quella che è la brand awareness. L’immagine è un’intangibile, la cui proprietà metaforica è divisa tra azienda e clienti che gliela assegnano. Il giudizio che esprimo si basa su elementi cognitivi ed oggettivi e elementi affettivi e quindi più soggettivi. Ciò crea un’immagine molteplici e molto personali di un’azienda. Chi odia il junk food perché lo reputa nocivo per la salute, di conseguenza, odierà anche aziende come MCdonald’s per motivipersonali ed emotivi. Muovendo le attività della comunicazione si riesce a lavorare sul giudizio della gente. Risulta essere importante la pubblicità e la promozione volta al mostrare il proprio brand innovativo e differente. La reputazione aziendale è un altro intangibile e differisce dall’immagine per questione temporale. La reputazione è la sommatoria dei giudizi collettivi in un lasso di tempo molto ampio. L’immagine è un giudizio immediato e che ha breve durata (Patagonia, coi suoi valori volti alla sostenibilità ed al no- waste, è sempre in alto in merito alla scala di reputazione). Gli elementi che caratterizzano l’identità dell’azienda: comunicazione controllata dell’azienda, valori dell’azienda, struttura del brand, e così via: 1) In merito al corporate design (logo, logotype, institutional lettering and fonts, color palettes, page graphic layouts), esempio airbnb, l’impostazione grafica è necessaria per facilitare il riconoscimento, che costituisce difatti il primo obiettivo del sistema di identità visiva e anche di posizionamento di una marca nel mercato e nella testa dei consumatori creo consistenza nel tempo. Va a definire la brand awareness, cioè che la marca esiste e che so riconoscerla. Physical structure of the firm. Packaginf of the products. 2) Una leva attraverso la quale si trasmettere l’identità è la comunicazione e il branding, ovvero le relazioni costruite e le azioni (insieme di decisioni e politiche con le quali l’azienda esprime la sua condotta) che l’azienda attua: cioè l’azienda dimostra di mettere in atto quanto promesso con i valori. 3) L’identità è qualificata anche dal territorio dov’è situata e il settore competitivo in cui si trova. Possono esserci però delle implicazioni positive che negative, es. made in. Mentre l’identità è un intangibile, in quanto è di possesso dell’azienda, perché definisce e qualifica l’azienda, l’immagine ha la proprietà che è condivisa tra l’azienda e le persone che esprimono un giudizio sull’azienda quando entrano in contatto con l’azienda e i suoi prodotti. IMMAGINE (corporate image): è un asset aziendale basato sulla valutazione che deriva dall’insieme delle percezioni sviluppate dalle differenti persone e stakeholder che si relazionano con l’azienda nel tempo. L’identità è univoca, invece le immagini no, sono molteplici perché il giudizio, la valutazione che si esprime è basato su elementi cognitivi (dati, fatti, statistiche, esperienze con l’azienda che hanno gli individui direttamente o indirettamente) e elementi affettivi, attraverso i quali l’individuo va a processare queste esperienze in maniera più soggettiva. Il filtro emotivo va ad influenzare il giudizio del consumatore (es. se sono contro McDonald critico, comunque, il tentativo di fare collaborazioni con chef). Il fatto che l’immagine sia un giudizio che si forma in maniera più subitanea lo rende anche più manipolabile alla comunicazione, il che non vuol dire per forza in modo negativo. L’immagine, nel breve periodo, è più manipolabile. L’immagine è un giudizio che esprimo immediatamente, caratterizzato da una forte componente emotiva. La reputazione, a differenza dell’immagine, ha un costrutto di lungo termine ed è la sommatoria dell’opinione collettiva. Di lungo termine perché, sulla base di tutte le azioni che l’azienda intraprende, si va a costruire la reputazione aziendale, cioè come la collettività valuta la condotta dell’azienda. REPUTAZIONE (corporate reputation): è un insieme di giudizi e aspettative, relativi all’azienda, sviluppate dai suoi stakeholder nel tempo ed è influenzato dalle caratteristiche e comportamenti, che si esprimono sulla base di esperienze personali, passaparola e condotte e azioni aziendali passate. La reputazione aziendale è il risultato di un insieme di giudizi socialmente condivisi. Essa incorpora una dimensione storica legata alla continuità dei comportamenti aziendali nel tempo. La reputazione è meno manipolabile. lOMoAR cPSD| 4121259 Elementi che vanno a costituire lareputazione: qualità dei prodotti e servizi, emotional appeal (filtro emotivo), ambiente di lavoro (ciò che riguarda i dipendenti), performance finanziaria, responsabilità sociale e vision & leadership. Un altro intangibile è il corporate brand che comprende tutto ciò che è di natura proiettivapromozionale. Presenta una struttura ad ombrello in cui un marchio principale produce tante altre marche sottostanti ad esso, e quindi si ramifica in esse (P&G propone tantissimi prodotti che rispecchiano i valori dell’azienda capo. Questo è il concetto di struttura ad ombrello). Si considera un mercato in cui molti beni mostrano caratteristiche identiche e differenze minime. In questo caso la differenza la fa il brand con il suo packaging che richiama alla storia, all’immagine del brand ed a caratteristiche ottime di quel brand (Dove mostra nei suoi prodotti per l’estetica la capacità di esaltare ogni bellezza). Nel contesto attuale, per prendere posizione, un’azienda deve adattarsi alla tendenza e prendere una decisione come ad esempio il rispetto dell’ambiente. lOMoAR cPSD| 4121259 Ci sono tre indicatori della reputazione: 1. Qualità dei prodotti e servizi 2. Condotta, politiche e attività di CSR (buone per definizione, politiche con degli impatti positivi, sono definiti per legge) 3. Cittadinanza, si tratta di un’area più emergente e discrezionale, lavora sull’immagine e sulla relazione e sulla capacità di differenziare una marca. Si tratta di temi che dividono e comportano degli schieramenti ed espongono le aziende a delle controversie, esposizione al palio sociale (esempio gender equality) In uno scenario in cui si parla sempre meno di prodotti e sempre più di marche, un intangibile da considerare è il corporate brand. Struttura simbolica generale Assetti strategici per la governance di tutta l'azienda e non solo del portafoglio marketing Incorporare le aspettative degli stakeholder Un patto bilaterale le cui fondamenta sono aspettative-promesse-azioni CORPORATE IMAGE: Valutazione basata sull'appeal comunicativo ed emotivo dell'azienda, forte influenza degli sforzi di marketing e comunicazione, breve tempo per la costruzione e la modifica, mancanza di una dimensione storica, possibilità di manipolare le percezioni, immagini multiple, può non rispecchiare l'identità aziendale REPUTATION: Giudizio basato sulla stima, sul prestigio e sulla fiducia dell'azienda, forte influenza delle azioni e dei comportamenti aziendali passati, tempi lunghi per la costruzione e la modifica, dimensione storica/continua, oManipolazione dei giudizi molto difficile, reputazione unica, riflette sempre l'identità aziendale BRAND COMMUNICATION: promuovere una marca/brand o un prodotto. Un tempo, quando vennero introdotti i primi elettrodomestici, che furono una novità, l’azienda doveva spiegare cosa fosse quell’oggetto e quindi nasce il brand communication. CORPORATE BRANDING: promuovere un’azienda nel suo complesso. Il brand dell’azienda è come se fosse un ombrello, perché i vari brand al di sotto possono godere del vantaggio di notorietà, per esempio, che gode l’intera azienda (es. Unilever con Coccolino). Con l’aumentare della competizione di questi prodotti, l’azienda ha iniziato a introdurre sempre più prodotti ed avere al di sotto di essa tanti prodotti, e quindi ha iniziato a dover comunicare i valori interi dell’azienda lOMoAR cPSD| 4121259 Lezione 5 – 3 ottobre ’23 Il trend è una predizione di qualcosa che accadrà in un certo modo, un segno di cambiamento specificamente, qualcosa che sarà accettato dalla persona media". Il trend nel consumo si riferisce a un cambiamento che ha effetto sul lifestyle e i gusti che sono latenti in un certo momento e sono più probabili a svilupparsi completamente nei prossimi mesi e anni. Nel mostro assignment se si parla di sostenibilità, cosa c’è di nuovo nella sostenibilità OGGI. Dare delle linee guida, come una marca può agire in quel contesto. - Un trend è un cambiamento che ha un'influenza duratura sullo stile di vita e sul gusto. - Una moda è un cambiamento effimero e momentaneo, che ha una breve durata e che viene facilmente sostituito e rapidamente superato. Le mode attraggono i trendsetters di tendenza, durano meno di un anno, sono di solito sono innovazioni di prodotto di di minore entità e sono pesantemente commercializzate per ottenere la massima efficacia sui consumatori target. Ma raramente influenzano il grande pubblico, attraggono una nicchia più ristretta. I mega trend si riferiscono a ciò che si riferisce alla dimensione economico-culturale, politico, o tecnologico che stanno per accadere e che affettano la maggioranza degli aspetti societari per un lungo periodo di tempo. TREND VS FAD Fad scomparire Mentre un trend è un grosso contenitore da cui si genera un influenza sul lifestyle e gusti a lungo periodo. I fad sono effimeri, sono dei cambiamenti di breve periodo, ha un picco di interesse in quel tempo t per poi scomparire. Per alcune marche lavorare sul fad può essere efficiente in quel determinato periodo. Il vantaggio è che posso avere dei ritorni commerciali immediati, e per quanto riguarda l’immagine, risulta una marca dinamica. I fad non durano mai più di un anno. Le dinamiche di influenza dei content creator giocano un grande ruolo, sia da parte dei fad perché gli rendono visibili e aggregano consenso, comunità e così creano un mercato per quella determinata cosa. Ma loro difficilmente influenzano le grandi crowd, loro attraggono una niche. MEGATRENDS Sono delle grosse scatole di cambiamento. I megatrends si riferiscono a cambiamenti culturali, economici, politici, o tecnologici che stanno per accadere, e che avranno un impatto su tutti o quasi gli aspetti della società per un lungo periodo di tempo. Esempi: job-hopping, quiet quitting, (micro trend: lazy job girl) megatrend: trasformazione della concezione del mercato del lavoro QUANDO NASCONO I TREND? Malow’s piramide dei bisogni. Tendenzialmente i trend emergono quando l’individuo sta lavorando sulla parte alta della piramide. Quindi adesso ci sono moltissimi trend che stanno emergendo, anche grazie ai social media. Per le aziende questo vuol dire avere una pressione a livello dell’innovazione, perché i consumatori si aspettano che le loro offerte /prodotti siano al passo con i trend/cambiamenti. INNOVATORI Le persone che appartengono a questa categoria sono i giovani, alcune comunità tecnico-scientifiche, artisti, designers, la comunità LGBT, celebrità. lOMoAR cPSD| 4121259 TRENDSETTERS Non tutti gli inventori sono capaci di creare un trend. La diffusione di un prodotto/invenzione passa per … Gli influencer sono i trendsetters attuali che sono diventati le nuove celebrità digitali grazie al loro networking e capacità di self-branding. Differenze tra influencers e creators. Si occupano di trend hunting. Gli influencer di solito portano avanti una loro qualità o un talento. I content creators sono figure che hanno una professionalità specifica per creare contenuti. Sono due dinamiche di propagazione diverse. Ci sono anche le celebrity e le micro-celebrity. Esempio Cucina Botanica INFLUENCERS VS CONTENT CREATORS Gli influencer costruiscono relazioni significative con le persone attraverso una voce e un'immagine coerente e distintiva espressa attraverso i loro contenuti sui social media. Possiedono e utilizzano alcune qualità o talenti e li espongono sui social media. Hanno una capacità unica di costruire relazioni sui social media facendo leva sull'unicità del loro punto di vista, delle loro conoscenze o di qualche altra caratteristica personale. I creatori di contenuti producono contenuti unici, professionali o di altro valore e li pubblicano sui social media. Possono essere fotografi, illustratori, scrittori, grafici, videografi o montatori esperti e altamente qualificati. Di solito sono esperti nel lavorare con i social media e capiscono come le piattaforme sociali interagiscono con le loro specifiche aree di competenza nella creazione di contenuti. Sono apprezzati per l'unicità e le caratteristiche creative dei contenuti che creano. POTERE DELLE INFLUNCER: Networkpower: capacità degli influencer di creare e organizzare il network (contentcuration), Socialpower: capacità degli influencer di mantenere la rete e farla crescere (intimità e autenticità), Potere culturale: capacità degli influencer di introdurre nuovi regimi di gusto/stili di vita (mimetismo). Diventare imprenditori SVILUPPO DI UN TREND: LEAD USERS I "lead user" sono stati definiti da Eric von Hippel (1986) come consumatori di un prodotto o di un servizio che al momento avvertono bisogni ancora sconosciuti al pubblico, in quanto li affrontano mesi anni prima che la maggior parte del mercato li incontri. I lead user sono consumatori che traggono o lOMoAR cPSD| 4121259 grandi benefici se ottengono una soluzione a questi bisogni. I lead user sono i consumatori target più attraenti per la creazione e la diffusione di tendenze. Utilizziamo la netnografia per comprendere uno specifico segmento di mercato per poi sviluppare, posizionare e vendere una nuova offerta di prodotti/servizi La netnografia è un adattamento della ricerca etnografica alla ricerca etnografica al contesto online contesto online, inteso come ogni forma/elemento digitale e mobile forma/elemento di cui si compone la comunicazione digitale è fatta di Come l'etnografia, la netnografia è è incentrata sulla comprensione culturale che di ottenere il punto di vista di un insider La netnografia è antropologia applicata alle comunicazioni digitali. È un modo per mantenere una visione umano-centrica dei social media e della tecnologia media e della tecnologia, osservandoli attraverso la lente della cultura e del significato. Etnografia: osserva interazioni in contesti sociali, comprende le persone nel loro contesto culturale, studia e registra sistematicamente uman, culture umane. Un modo per imparare dalle persone dall'interno all'interno della loro cultura, piuttosto che studiarle dall'esterno fuori dalla loro cultura Lezione 6 – 4 ott. 23 FINDING A TREND Come si analizza un trend? Il vero problema è: come si trova un trend? Si trovano leggendo tanto, articoli di giornali di testate giornalistiche tear 1, guardian, new york times… quando ci saranno molti articoli sullo stesso tema, sarà un tema che si sta diffondendo. I social sono molti importanti, tik tok ricerca per numero di view. Il trend deve essere un fenomeno diffuso, ma che deve rimanere per diverso tempo. Esempio di un trend: turismo su zoom. Nato durante il covid, hanno scelto zoom perché permette alle persone di socializzare e di entrare in contatto con altre persone. Il turismo su zoom inizialmente è rimasto in disparte. Airbnb aveva riposizionato tutta la sua offerta di esperienze su zoom. Le foto delle schermate su zoom, potrebbero essere interpretate come selfie (con sfondi di attrazioni turistiche), cosiddette “zoomie”. L’intento dello zoomie è aver vissuto un momento sociale. Cosa si fa? Io ho un fenomeno iniziale, si sceglie un obiettivo, trasformo questo obiettivo in una domanda. Di questa domanda io evidenzio le parole chiave e le inserisco all’interno del motore di ricerca (usarne di più, Google, Bing, Yahoo…). Lei ha trovato 112 articoli, siamo davanti ad un trend, un fenomeno che è interessante. Mi segno il titolo e il link, categorizzare se è un articolo, report, mi segno le parole chiave in quell’articolo. Utilizzare un software che fa l’analisi delle parole chiave. Se ci sono delle foto importanti le salvo. Una volta fatto questo lavoro su più articoli, vedo quali parole chiave sono “orizzontali”. Poi prendiamo queste parole, le trasformiamo in hashtag e le inseriamo nella barra di ricerca di Instagram, TikTok, Youtube. Snowballing approach… È importante vedere che anche se si è partiti dai selfie, siamo arrivati agli zoomie. Dobbiamo studiare i contenuti uno per uno. Deve poi scegliere se i dati che ho trovato sono rilevanti oppure no. Una volta selezionati i dati rilevanti, costruisco il documento “giornale immersivo”. Mi segno la piattaforma da cui deriva il contenuto, quale hashtag mi ha condotto a questo post, screenshot al post, segno la data e ora di quando io lo sto analizzando, descrivo il post nella nota, quali sono le mie impressioni e riflessioni personali in relazione al mio obiettivo. Un’altra ricerca è bere l’acqua. Ci sono molti articoli che parlano dei benefici di bere acqua. Le generazioni giovani sono quelle interessate alla sostenibilità. Osservando consumatori giovani, si sono accorti che c’è un grosso trend che mette insieme il trend dell’idratazione e della sostenibilità il trend delle borracce. Hanno usato parole che riguardavano un fenomeno, per poi trovare le parole chiave. Hashtag generator, poi hanno usato un altro software Apify. I trend hanno un impatto sulla vita delle persone e sul loro consumo. Netnography for trend hunting and to generate guidelines for brand innovation Nel lavoro di Gruppo PPT deve esserci: 1) Identificare delle tendenze che siano nuove ed emergente, oppure cosa c’è oggi di nuovo in quel campo/trend lOMoAR cPSD| 4121259 2) Cosa sta …. Guarda slide Usare molte immagini, screenshot, numeri… Cosa questo trend aggiunge all’esperienza di vita del consumatore Fenomeno keyterms Esempio: idratazione = fenomeno, idratazione, stay hydrated trend, water bottle, smart water bottles key terms TESTIMONIANZA - FINDING A TREND Angela Beccanulli, turismo e nuove tecnologie legati alla cultura del consumo. Come si analizza un trend? Deve essere una domanda a valle ma il vero problema è come si trovano i trend, ovvero leggendo articoli di giornale, testate giornalistiche che parlano di socialità, cultura, importanti per un macrosettore che poi si sviluppa in sottosettori. Altra fonte sono i social, da osservarli con uno sguardo critico, come TikTok che è super avanti per avviare una ricerca per numero di view. Con il fenomeno iniziale si può iniziare a studiare e capire se si è davanti a un trend, il quale deve essere un fenomeno diffuso e che rimane per diverso tempo. Primo trend. Come siamo arrivati al fenomeno iniziale? Trend che riguarda il turismo su zoom, lockdown che vincola lo spostamento. Zoom è stato scelto perché permetteva le persone di socializzare, vedersi e entrare in contatto uno con gli altri. fenomeno che era però rimasto distante perché e diverse testate giornalistiche parlavano del benessere fisico su zoom. Poi raccontavano di come diversi privati offrissero lezioni di cucina su zoom. Lezioni cucina, legata al gastroturismo e vedere se grandi provider del turismo si stanno posizionando, come Airbnb. Aveva posizionato tutta la sua offerta di esperienze su zoom. Inizia a cercare se altri player stavano facendo la stessa cosa. C’era un fenomeno che aveva una certa portata. Quello che aveva colto attenzione era che sia gli articoli iniziali che i vari siti web avevano un elemento in comune, la schermata su zoom. Riposizionamento di offerta facendo vedere la foto su zoom. Simbolo del fatto che le persone non volevano abbandonare la socialità. Osservare le foto come elemento promozionale e per quanto riguarda il turismo la foto ricordava l’estetica del selfie. Strutturazione della fotografia che rimandava al selfie. Strutturazione comune può portare a delle pratiche comuni? Pratiche di autorappresentazione molto specifiche nel selfie. L’aver incontrato fenomeno iniziale e essermi accorta che dietro c’era una diversa tipologia di fotografia, la portata del fenomeno aveva lo stesso peso del selfie. Quali pratiche di autorappresentazioni vengono scattate durante i zoomie? E raffrontate al selfie? Pratiche: • Si sceglie un obbiettivo, del fenomeno iniziale cosa devo capire. Trasformo obbiettivo in una domanda • Di questa domanda di ricerca evidenzio parole chiave e inserisco nei vari motori di ricerca, più sono e meno è ➡️ essere sconnessi da qualsiasi tipo di profilo Trova articoli di giornale e report, 112, effettivamente si è davanti a un trend in cui c’è già chi ne sta scrivendo, tanto che se ne fa divulgazione. Leggere articoli e dargli un ordine categorizzandoli. Materiale che analizzo è articolo, report, blog, che tipo di materiale è. Segno titolo e link. Due righe di quello che articolo tratta. Segno parole chiave di quell’articolo. Analisi delle parole chiave si può fare manualmente, dando uno sguardo più critico dopo nel capire il fenomeno, parole che ricorrono più di due volte sono parole chiave. Oppure Analisi delle parole chiave tramite software. Poi si studiano le parole chiave e capire quali sono quelle usate orizzontalmente tra gi articoli perché legate alla descrizione del fenomeno. Poi su quali social media indagare il trend? Instagram e Facebook, giovani per TikTok; inserire come hashtag le tre parole chiave e le inserite nella barra di ricerca di Instagram e Facebook; hashtag contenuti già postati: siamo davanti a un trend. Con gli hashtag si trovano già contenuti, cosa si tratta e come vengono abbracciati dal consumatore. Se si vuole ampliare la ricerca, per essere sicuri che i risultati siamo veritieri, si espande ricerca facendo un approccio snowball. Si inseriscono hashtag nei social media, danno risultati con metadata, copy che contengono hashtag e quali sono hashtag orizzontali ai contenuti trovati? Hashtag chiave da usare per un’altra ricerca (primo, secondo, terzo round di ricerca). Le diverse ricerche danno diversi contenuti, con parole chiave che riconducono agli zoomy, con connessione tra i temi. Analizzare dati per darci risultati e trasformare in qualcosa di pratico, e lo studio di contenuti che possono essere un popolo, commenti a foto, studiandoli uno per uno. Si fa una prima scrematura dei contenuti che trovo, appartengono veramente al contenuto che sto facendo? Scremare in maniera adeguata, guardare e capire se sono utili, rilevanti e legati al mio obbiettivo di ricerca. Finisco con dei dati molto rilevanti e ricchi di significato. Si arriva a una conoscenza del consumatore che può essere utile. Con dati costruisco il giornale immersivo, si tratta di una presentazione pw o documento word da segnare piattaforma da cui deriva il contenuto, mi segno quale hashtag mi ha condotto al post, screenshotto posto, data e orario della descrizione e di fianco al post scrivo una nota descrivendolo, cosa vedo, quali sono le mie impressioni personali e riflessioni personali (ragionamenti in base all’obbiettivo che so di avere). Descrivo post descrivendo in maniera pragmatica in relazione al mio obbiettivo. - Domanda ricerca che attualizza obbiettivo - Parole chiave - Parole chiave nel motore di ricerca - Leggo articoli e categorizzo Vado a vedere parole chiave orizzontali in articoli Trasformo in hashtag Vedo cosa mi danno se poco rifaccio ricerca Filtro contenuti che trovo a raggiungere obbiettivo e costruisco giornale immersivo, piattaforma, hashtag, data e orario, descrizione pragmatica e impressioni e immersioni. Perché è rilevante in base all’obbiettivo lOMoAR cPSD| 4121259 Secondo trend. Trend dell’idratazione, quanto sia importante bere acqua per salute e bellezza. La numerosità di articoli è infinita. Gli articoli esistono ma bisogna incontrarli e avere la sensibilità di captarle. L’hanno capito attraverso i social. Fenomeno poi stato abbandonato perché trend che interessava è il fatto che siano le persone giovani attenti alla sostenibilità ambientale. Osservando consumatori giovani si sono accorti che c’è un grosso trend di prodotto che mette assieme i giovani, che sono le borracce. Dal 2016 il mercato delle borracce è esploso e tende alla crescita. Opportunità di business che ha lavorato a livello bottom up. Trend dello smartpackaging, consumatore vuole packaging sostenibile e che aumenta la durabilità del prodotto. Smartpackaging collegato a app: traccia di quanto hai bevuto… ➡️ Smart Water Battle Combinazione di più trend, studiare trend delle smartborracce. Come i consumatori parlano tra loro delle loro scelte di sostenibilità? Studiano il fenomeno delle borracce, cercando la risposta tra consumatori. Analisi manuale key word di articoli e capire key word orizzontali degli articoli. Fenomeno dell’utilizzo delle water bottle per ridurre plastica per sostenibilità. Hashtag generator, con parole chiave lui restituisce hashtag di rilevanza ora. Hashtag generator che va settato dicendo a quali social media riferirsi. Intermediario per capire post dei social media, può generare più materiale ➡️ Apify va settato su tutta la linea, fare una estrapolazione da Instagram (es), tirando fuori post, copy post, video, copy video e commenti relativi ai video. Bisogna fare una ricerca alla volta. Lezione 7 – 10 ott. 23 BRAND IDENTITY Lavorare con le marche vuol dire supportare queste marche all’identificazione in ottica differenziale (quindi rispetto ai competitors) in modo che la proposta che queste marche stanno facendo ai loro consumatori/clienti di riferimento crei delle associazioni che porti i consumatori all’azione. Oggi queste associazioni e i meccanismi che spingono il consumatore all’azione sono legati all’attivismo che le aziende e marche intraprendono. “Una marca non è solo il nome di un prodotto, è piuttosto la visione che guida la creazione di un prodotto e servizi sotto questo nome” (Kapferer). L’identità non è solo un nome o una serie di attributi ma ha a che vedere con la visione che la marca ha sul mercato ed è una visione con cui la marca guarda al suo ruolo oggi e nel futuro, per introdurre un miglioramento. Oggi si parla tanto di governance sociale, infatti. Es. Android: Rock, Paper & Scissors in termini di posizionamento differenziale il messaggio dell’azienda, partendo dal principale competitor che è IOS (che abbiniamo alla marca Apple), è che ogni utente può dare il suo contributo perché open source, concetto TOGETHERNESS (posizionamento di interoperabilità/cooperazione che viene associato al tema del bullismo utilizzando un gioco globale di carta forbice e sasso). Non basta raccontare gli attributi tangibili, perché possono entrare facilmente competitor, quindi gli elementi di differenziazione diventa attributi di parità. Quando si analizza l’identità di un brand bisogna analizzare sia le caratteristiche che si toccano c o n mano, tangibili, e sia quelle di natura valoriale, intangibili, come le psicologiche, come il brand viene percepito nella mente del consumatore. Per analizzare e comprendere l'identità di un marchio: BRAND IDENTITY PRISM by KAPFERER. È stato sviluppato negli anni ‘90 ma è tuttora molto valido perché riesce ad identificare gli elementi che concorrono a definire la marca. Troviamo 4 settori (interno, esterno, immagine della fonte, immagine del ricevente). lOMoAR cPSD| 4121259 Il fatto di avere un’organizzazione su outside e inside è legato al fatto che le marche sono delle risorse la cui proprietà a livello metaforico, simbolico è sempre al crocevia tra il business e società la marca si costituisce nel momento in cui il consumatore la riconosce. Abbiamo poi questi elementi organizzati tra l’immagine della fonte e l’immagine del ricevente, perché nel momento in cui la marca viene concepita, vengono definiti alcuni aspetti che riguardano strettamente la marca come i suoi aspetti fisici e di personalità. Al contempo, nel momento in cui un’azienda concepisce una marca costruisce mentalmente anche un’immagine, un identikit del target ideale (ricevente ideale), motivo per cui all’interno del prisma abbiamo due elementi che ci permettono di descrivere chi è il nostro consumatore e come si sente quando utilizza la nostra marca. 1. CARATTERISTICHE FISICHE la prima cosa che percepiamo. Con attributi fisici intendiamo sia il sistema d’identità visivo (elementi di design, elementi grafici, loghi, simboli, colori) sia il packaging, flagship store. È fatto di una combinazione di caratteristiche oggettive salienti (che vengono subito in mente quando si parla del marchio) o emergenti. Il Brand Manual/Book è documento aziendale dove sono condensati tutti i valori della marca e tutte le idee di promozione, le caratteristiche di una marca, la sua storia e strategia, tutte le risorse che si possono utilizzare per chiarire il posizionamento, linee guida strumento di comunicazione per trasmettere l’identità della marca 2. PERSONALITA’ comunicando, gradualmente si costruisce la personalità del brand. Il modo in cui il brand parla dei propri prodotti/servizi mostra che tipo di persona sarebbe se fosse umano. La personalità della marca è descritta da quei tratti della personalità umana che la esprimono e la caratterizzano dal punto di vista psicologico. Generalmente l’associazione viene effettuata attraverso personaggi reali o inventati (es. Clooney per Nespresso, Johnny Depp per Dior). 3. CULTURA le marca traggono ispirazione dalla società per la costituzione della marca. Qui cultura significa l'insieme di valori che alimentano l'ispirazione del marchio. L'aspetto culturale fa riferimento ai principi fondamentali che governano il marchio nei suoi segni esteriori (prodotti e comunicazione). Es. Apple era il prodotto della cultura californiana, nel senso che questo stato rappresenterà per sempre la nuova frontiera dell'innovazione che ispira il marchio. 4. RELAZIONE la modalità con cui la marca interagisce a degli scambi, delle conversazioni con i suoi consumatori. La manifestazione concreta per comprendere la dimensione relazionale è quella di analizzare le attività di comunicazione. Es. ADVERTISING per le fragranze (in generale prodotti di lusso) dove, in genere, viene messo in scena un personaggio famoso (celebrità o testimonial) con alcune caratteristiche quali: sono esteticamente pregevoli per creare un’associazione aspirazionale, mettere in scena un’esperienza trasformativa. Dior simboleggia un tipo di relazione grandiosa e sgargiante, ostentando il desiderio di brillare come l'oro (profumo). Parliamo di brand protocol (protocollo di marca) sono appunto gli insiemi di regole che all’interno di una determinata categoria seguo per comunicare il mio posizionamento. Seguire le regole fa sì che il prodotto venga riconosciuto come parte di quella categoria. Il protocollo di solito lo stabilisce il leader di mercato e la conoscenza del protocollo mi aiuta o a seguirlo e aderire se si tratta di impresa follower, o altrimenti posso decidere di rompere quel protocollo (sfida elemento canonico) e quindi per fare innovazione, cercando di settare nuove regole. Ad esempio l’ha fatto Kenzo. La cui pubblicità ironizza su alcuni aspetti distintivi su questa tipologia di advertising ma ne mantiene altri (donna, che attraversa qualcosa). La rottura del protocollo può essere rischiosa ma in alcuni casi come Redbull (energy drink) può funzionare. Il produttore di penne e accendini (sinonimo di portabilità) Bic ha provato ad entrare nel mondo delle fragranze, con la produzione di profumi e a rompere i protocolli, fallendo (passo troppo audace, non è stato riconosciuto dai consumatori) a causa di una errata valutazione delle ricerche di mercato. Modello subscription (abbonamento): vantaggio per l’azienda è che il consumatore ha il passive retention, ovvero il consumatore è legato ad un meccanismo di continua rifornitura (Barilla, Gillette l’hanno usato). 5. CUSTOMER REFLECTION (riguarda il consumatore) specifico identikit del target che la marca intende andare a servire. lOMoAR cPSD| 4121259 Redbull, nell’ambito degli energy drink, ha fatto una segmentazione più dettagliata rispetto a quella che veniva fatta in precedenza. Prima si lavorava sugli atleti o sulle persone appassionate che fanno sport, invece, oltre che questi (con anche iniziative legate a sport estremi) con un target più generalista, con chi deve guidare, studiare, ecc. 6. SELF-IMAGE ci deve sempre essere una dinamica di riconoscimento, ovvero verificare se il prodotto risponde alle aspettative del consumatore. Se il riflesso è lo specchio esteriore del target (sono...), l'immagine di sé è lo specchio interno del target stesso Con la marca X mi sento, sono...). Attraverso il nostro atteggiamento nei confronti di certi marchi, sviluppiamo un certo tipo di relazione interiore con noi stessi. Anche se non praticano alcuno sport, i clienti Lacoste si immaginano interiormente (come dimostrano gli studi) come membri di un elegante club sportivo, un club aperto senza discriminazioni di razza, sesso o età, ma che conferisce ai suoi membri una certa distinzione. Il prisma è molto semplice, sono 6 dimensioni abbastanza chiare, il problema è utilizzarlo in modo da capire quali leve posso muovere quando sto posizionando la marca: che il consumatore sia in grado di distinguerla nel mercato. CONSIGLI DI APPLICAZIONE DEL PRISMA: Bisogna trattare la marca come una persona, per comprendere l’aspetto fisico e la personalità dellamarca. Bisogna ricordare che la marca si muove a metà strada tra business e società, questo a supporto nella comprensione delle dimensioni culturali. Per comprendere gli aspetti di relazione, bisogna focalizzarsi sulle attività di comunicazione, tutte le politiche, le iniziative e le azioni concrete che l’azienda intraprende. Bisogna anche guardare che tipo di notiziabilità/visibilità ha la marca, in termini di media, social, tv, ecc.. Nel momento dell’analisi, se il target è coerente con le condizioni d’uso allora bisogna fare una ricerca diretta e chiedere ai consumatori come si sentono quando utilizzano quella marca. I brand spesso si comportano come se fossero persone (questo aiuta a descrivere l'aspetto fisico e i tratti della personalità) I marchi sono qualcosa che sta "in mezzo" al business e alla società (questo aiuta a descrivere la cultura Come i marchi si relazionano/interagiscono/parlano con le persone? Controllate le iniziative di comunicazione, le campagne, le politiche, quello che le aziende fanno, come vengono ritratte nei notiziari, come escono sui social media (questo aiuta a capire la relazione) I marchi hanno sempre in mente un cliente ideale (consumatore riflesso): è coerente con il modo in cui le persone si sentono quando usano il marchio? (immagine di sé) È coerente con il tipo di persone che utilizzano effettivamente il marchio? Una volta scritta una descrizione dei 6 elementi del prisma per il marchio su cui state lavorando, chiedetevi se ogni descrizione è dettagliata/specifica? È sufficiente per illustrare in modo unico ciò che questo marchio rappresenta? Ricordate che i marchi devono distinguersi sul mercato. L'identificazione e la distinzione sono le basi del branding Quindi, per rispondere alla domanda precedente, scegliete un paio di concorrenti e verificate se il modo in cui avete descritto i 6 elementi del prisma è peculiare e distintivo del vostro marchio rispetto a quello dei concorrenti.approfondire la conoscenza che avete di questo marchio. Conoscenza significa verificare il sito web, le politiche, le campagne, le iniziative di comunicazione; i consumatori, le tendenze, i fenomeni culturali; il settore di attività, il mercato, i concorrenti. Se una descrizione può adattarsi a tutti i marchi di un mercato/categoria, allora non sta illustrando ciò che un marchio è/significa (ad esempio, tutti i marchi di caffè hanno un buon aroma; tutti i prodotti tecnologici sono fatti per migliorare la vita delle persone. Il punto è come il vostro caffè sia diverso per gusto, produzione, catena, abitudini di consumo ecc. la vita delle persone rispetto a Samsung). L'identità e il posizionamento servono a prendere decisioni e scegliere che cosa è un marchio. Un marchio non può essere tutto, altrimenti è come non essere nulla. Dopo aver fatto una analisi dei 6 elementi del prisma, bisogna chiedersi se l’analisi è stata fatta in modo dettagliato/specifico. A questo punto bisogna prendere dei competitors, fare il prisma per loro con lo stesso livello di dettaglio usato per analizzare la nostra marca, se le aree risultano essere simili, vuol dire che è stato messo in evidenza nel prisma i sop parity (attributi che rendono le marche di un determinato segmento uguali tra loro es. l’aroma del caffè). Se abbiamo appreso questi elementi, abbiamo compreso il protocollo di marca ma non abbiamo identificato gli elementi che muovono la distinzione nell’ambito di una categoria (angolazione specifica che guarda la marca). Quindi quando ci troviamo di fronte a tre prismi uguali tra loro bisogna tornare indietro e approfondire quella che è la conoscenza in chiave differenziale, perché esse sono le conoscenze che possiamo usare per raccontare al nostro consumatore il nostro posizionamento. Se non c’è nulla di distintivo la marca ha bisogno di un re-branding, o la marca è un follower (come le copycat che copiano in tutto e per tutto la strategia del leader di mercato rivolta a consumatori che non hanno un portafoglio così ampio da poter permettersi la marca leader). lOMoAR cPSD| 4121259 L’obiettivo delle marche è quello di ritagliarsi uno spazio identificativo specifico nel mercato e nella testa del consumatore. La marca non è universale altrimenti non potrebbe differenziarsi ➡️ nel momento in cui si prendono delle decisioni, queste limiteranno dei gradi di libertà che saranno poi fonte di vantaggio competitivo sul quale costruire una strategia di differenziazione e definire il territorio di legittima competenza. BRAND IDENTITY Lavorare sulle marche vuol dire supportarle alla differenziazione rispetto ai competitor e ci siamo detti che le associazioni e i meccanismi che ci ricollegano alle marche, dipendono dall’attivismo ed ai valori che le marche intraprendono nel mercato. Ciò ci porta a dire che l’identità ha a che vedere con la visione che una marca porta avanti nel mercato. Si tratta di una visione economica e sociale presente e futura. Si parla tanto di governarce di business e di governance sociale. Volendo analizzare il messaggio che l’android manda in termini di posizionamento differenziale con lo spot “rock, paper, scissors”, si evince che, essendo un sistema open source e quindi legato a tante marchedi dispositivi elettronici, si punti al concetto di “togetherness”. Con esso, differentemente da Apple, si ha un posizionamento che connette tanti consumatori diversi. Con lo spot in questione android mette a tema l’istanza sociale del bullismo nelle scuole causato anche mediante l’utilizzo dei cellulari. Fa capire che una marca come la sua, che verte sulla condivisione del sistema operativo, così come nel gioco citato, dispone di un linguaggio universale e comprensibile da tutti che crea inclusione. Quando si analizza l’identità di un brand bisogna analizzare sia le caratteristiche che si toccano conmano, tangibili, e sia quelle di natura valoriale, intangibili. Per fare ciò nel migliore dei modi ci si avvale del cosiddetto Prisma di Kapferer, sviluppato negli anni 90. Esso è diviso in quattro settori: a sinistra esterno; a destra interno; sopra immagine della fonte; sotto immagine del ricevente. Il fatto di avere un’organizzazione da un lato outside e dall’altro inside dipende dal fatto che le marche, simbolicamente, appartengono all’azienda che le rappresenta ed agli acquirenti. La marca è una promessa di valore ed esiste nel momento in cui il consumatore la riconosce e la condivide. Vengono definiti aspetti fisici e di personalità e, al contempo, nel momento in cui un’azienda concepisce una marca definisce l’identikit fi quello che è il target ideale della marca. Per questo motivo, nel prisma ci sono due elementi che definiscono chi è il nostro consumatore e come egli si sente quando usa il nostro servizio. Il primo elemento è l’aspetto fisico. Con attributi fisici facciamo riferimento sia al sistema di identità visiva della marca (simboli, immagini ed elementi di design), sia al packaging che, come nel caso di coca-cola, risulta essere unico e differenziante rispetto ai competitors. Coca-cola ha effettuato anche una vera e propria sfilata con delle gigantografie delle proprie bottiglie nel “tribute to fashion”, in cui molti stilisti vestivano queste bottiglie giganti. Tra gli elementi dell’identità visiva che concorrono a caratterizzare una marca da un punto di vista fisico ci sono anche i flagship-store; quindi, tutto quello chea livello di canale distributivo è proprietario della marca stessa e, a livello contestuale, è quello spazio in cui narrare della propria storia. Nel momento in cui questi store non sono di proprietà ma dati da licenza possono sorgere problemi legati al mancato controllo totale da parte dell’azienda. lOMoAR cPSD| 4121259 Il brand manual o brand book è un documento, all’interno del quale, vengono condensate tutte le caratteristiche della marca, della sua identità e tutte le linee guida da adottare nell’utilizzo della marca, comprese le attività di promotion e comunicazione della marca stessa. Rifacendoci a Be-Kind, barretta dicereali, nel brand manual si trovano tutte le info inerenti alla sua storia ed alla sua strategia. Si hanno poi tutti le risorse necessarie per spiegare ai consumatori le politiche di promozione e differenziazione della marca. Si hanno una sezione legata ad una descrizione anche fotografica degli ingredienti, ed una dedicata al tone of voice, ossia il linguaggio utilizzato per interloquire coi clienti. Infine, si ha un capitolo sulla comunicazione digitale ed in-store e tutto ciò che ne consegue. Nel book si hanno anche tutte le info dettagliate riguardanti l’aspetto fisico di una marca di cui sopra parlato. La marca presenta, inoltre, una personalità di brand caratterizzata da una corrispondenza di tratti psicologici. Tale corrispondenza viene costruita attraverso l’associazione a dei personaggi reali (testimonial, influencer o talent) e astratti. Quando si coinvolge un’icona reale si cerca di ottenere un travaso di personalità come nel caso della nespresso che vuole rappresentare eleganza, personalità e stile casual, ed utilizza George Clooney come testimonial. Spesso le marca usano personaggi di fantasia comela tigre per i cereali Kellog’s che rappresenta la grinta che si deve avere al mattino. L’utilizzo di una figura reale può essere anche negativo in quanto, come ad esempio nel caso delle bevande energetiche, l’utilizzo di un atleta che si scopre avere a che fare con sostanze dopanti, può causare un calo delle vendite e rovinare l’immagine del brand. Allo stesso modo, anche l’utilizzo di una astratta può avere ripercussioni negative. Si pensi a come il film “IT” abbia trasformato l’immagine del pagliaccio di McDonald’s, rendendolo più terrificante e soggetto a meme. Le marche si trovano, come detto, al crocevia tra business e società. Ciò vuol dire che traggonoispirazione anche dalla società per la creazione della marca. Cultura vuol dire fare riferimento a tutte quelle fonti di ispirazione a livello valoriale di cui la marca si nutre per la generazione. Si porta l’esempio di Apple e del suo famoso “designed in california”, dove questa frase non è solo una denominazione di origine ma è evocativo di un modo di concepire la tecnologia, di come essa nasce. È una tecnologia flessbile, veloce e baluarda, legata alle start-up ed alla loro voglia di partire da zero, da ungarage, per poi innovarsi e spiccare il volo. Ovviamente non ci si limita al collegamento territoriale come“made in”, ma, come nel caso di Quicksilver, può essere ispirato alla cultura di alcune tribù di consumo, al loro rapporto con la natura, col mare, e con la vita estrema. La quarta caratteristica del prima è quella inerente alle relazioni. Una caratteristica identitaria fondamentale è la modalità con cui la marca interagisce a degli scambi, dei contatti e delle conversazioni coi suoi consumatori. La manifestazione più concreta per comprendere l’aspetto relazionale di una marcaè analizzare quelle che sono le sue attività di comunicazione. Si pensi all’advertising usato per le fragranze, caratterizzato dalla presenza di testimonial esteticamente pregevoli volta alla creazione di un’associazione a prodotti aspirazionali. Per fare ciò si segue un protocollo di marca che tendenzialmenteè dettato dal leader di mercato. Il protocollo può essere rotto per creare innovazione cambiando il registro di conversazione di come ci si posizione in un dato mercato. Questo è il caso di Kenzo che ha deciso di posizionarsi nel mercato delle fragranze con la Kenzo New World. Kenzo mantiene nello spot gli elementi del protocollo base del mercato ma li mantiene per “prenderli in giro” e criticarli. Quindi rompe il protocollo mediante critiche elavora su ciò che reputa sbagliato dandoci qualcosa di distintivo. Ovviamente rompere un protocollo è un rischio. Il caso storico è quello di Bic che ha provato ad entrare nel mondo delle fragranze. Hanno ragionato sul fare un profumo poco costoso e facilmente trasportabilee veloce, differentemente dal prototipo di profumo che andava indossato a casa e durava nel tempo. Per questo motivo Bic ha fallito e non è riuscita ad accedere nel mercato dei profumi che non è un mondo convenience. Nell’ambito della rasatura è Gillette il leader di mercato. Essa ha avuto il suo boom con lo sviluppo di unrasoio usa e getta utile per i soldati sul fronte. Loro producono prodotti che vertono sulla portabilità e sull’efficienza. In questo mercato, l’innovazione che ha rotto il protocollo è stata portata dalla Dollar Shave Club che è stato l’unica start-up che, nonostante il suo budget limitato, è riuscito a sfidare a viso aperto il proprio leader di mercato. Il modello che hanno introdotto è quello della subscription (in abbonamento). Hanno creato un sito web dove ci si registrava con pochi soldi e che ti permetteva far arrivare a casa lamette quando ce ne fosse bisogno senza costi. Ciò focalizzava il consumatore sul loro sito web, bypassando tutti i punti vendita e le altre marche, Gillette inclusa. Quindi loro hanno rotto il protocollo cambiando i canali di vendita. lOMoAR cPSD| 4121259 Il modello subscription è stato usato tempo fa anche da Barilla, il cui target erano i single urbani o gli studenti universitari che passano molto tempo fuori casa e necessitano di consumare qualcosa di veloce alivello di pasto. Ha creato questa linea di alimenti che veniva venduta in combinazione ad un fornetto chepotevi usare a casa. Successivamente ci si doveva iscrivere a pagamento al sito per ricevere le scatolette da mettere nel fornetto da consumare. Ovviamente c’era incompativibilità di questi prodotti con roba chenon fosse del marchio barilla Il protocollo, dunque, presenta molteplici leve sulle quali puntare per romperlo, battere la concorrenza edessere innovativi. Per batterlo bisogna sfidare uno degli elementi canonici che caratterizzano il mercato. La quinta dimensione riguarda il riflesso del consumatore, cioè l’identikit che la marca crea del suo target che intende andare a servire. L’esempio è quello di redbull che, nell’ambito degli energy drink ha fatto una selezione dettagliata del target, non lavorando sugli atleti in generale ma prevalentemente su coloro che svolgono sport estremi. Ovviamente è un brand aperto a tutti, atleti studenti ecc. Deve esserci sempre una dinamica di riconoscimento. È qui che si tratta la sesta categoria, la self- image.Nel momento in cui progetto una strategia di target devo capire se effettivamente risponde ad una sua esigenza. Devo fare un’analisi introspettiva e delle reazioni del consumatore per capire il modo in cui esso vede la nostra azienda. CONSIGLI DI APPLICAZIONE DEL PRISMA Il prisma di per sé è un tool molto semplice da usare. Il problema è usarlo in maniera tale da utilizzare le giuste leve per innalzare la mia marca rispetto alle altre. Bisogna innanzitutto trattare la marca come se fosse una persona perché ci aiuta a comprendere gli aspetti legati sia al lato fisico che a quello intellettuale di personalità. È un’entità che si trova nel mezzo tra business e società, fattore che ci permette di avere un quadro più chiaro in merito alle dimensioni culturali. Quando vogliamo capire gli aspetti di relazione possiamo focalizzarci sulle attività di comunicazione, sulle politiche, iniziative e le azioni che le aziende intraprende. Ci si può inoltre fermare sul comportamento dei leader della marca, utile alla comprensione di questi aspetti. Si devono guardare anche la visibilità e notiziabilità social e mediatica ha la marca. Nel momento in cui si analizza se il target, così come concepito dall’azienda, è coerente con le occasioni d’uso dobbiamo ricercare intesa diretta tramite la raccolta di dati. Bisogna capire le reazioni e lesensazioni del consumatore in relazione ai prodotti che ci interessano. Una volta analizzati i sei elementi del prisma bisogna chiederci se l’analisi effettuata è sufficientemente specifica ai fini del raccontare ed evidenziare la marca. Per capire ciò si prendono un paio di competitors,si effettua il prisma per loro come abbiamo fatto per noi e si confrontano i tre prismi. Se essi paiono essere uguali, vuol dire che abbiamo messo in evidenza in points of parity, che si vedranno successivamente. Ciò vuol dire che abbiamo compreso il protocollo di marca ma non abbiamo compreso quali sono le leve per essere innovativi. Serve dunque un re-branding della marca volto a ritagliarsi uno spazio identificativo specifico. BRAND POSITIONING L'obiettivo del posizionamento del brand è identificare e impossessarsi di una forte logica di acquisto, una motivazione (la ragione di acquisto dei consumatori - reason to buy ) che conferisce alla marca un vantaggio reale o percepito, ovvero il perché il consumatore debba acquistare tale marca. L’atto di posizionamento è orientato alla concorrenza: tiene conto di quello che stanno facendo i competitor e tiene conto di quelle che sono le aspettative dei consumatori. I driver che spingono all’acquisto possono cambiare nel tempo, mentre l'identità del marchio è più stabile. Quando si effettua il posizionamento noi dobbiamo sempre tenere a mente tre attori fondamentali: Marca focale company assessment, brand equity, storia e reputazione; Competitors competitor assessment;, caratteristiche dei consumatori e i loro bisogni Aspettative del consumatore (cosa il nostro consumatore sta cercando e come cambiano leaspettative) lOMoAR cPSD| 4121259 customer assessment. I passi nel posizionamento del brand sono: o Comprendere i consumatori (targeting) o Conoscere l'identità della nostra marca o Delineare i concorrenti POSITIONING riguarda identificazione e differenziazione. Questo viene fatto definendo e comunicando gli attributi ce caratterizzano un marchio( = rende il marchio unico) nella foto in basso a sinistra vediamo la praticità, in alto a destra l’identità, la emotional experience, la community creation Questo avviene attraverso un’analisi sui consumatori (consumer insight) per formulare un punto di parità (POP) e un punto di differenza (POD). Analizziamoli singolarmente. 1. CUSTOMER ASSESSMENT Segmentazione Bisogna capire quali sono le persone a cui ci rivolgiamo, quali sono i propri interessi, come reagiscono al mio prodotto e alla mia offerta. Ciò vuol dire che non basta andare a profilare i consumatori da un punto di vista demografico o geografico ma bisogna profilarli sulla base dei loro gusti e abitudini. Es. Nell’ambito dei dentifrici ci possono essere consumatori interessi alla fragranza e al gusto, o a fattori sociali in quanto saranno interessati ad avere denti bianchi, oppure ci saranno i preoccupati che lo vivranno come un dispositivo medico, o gli agnostici che scelgono un prodotto perché conveniente. Se ci soffermiamo su fattori demografici e geografici mettiamo insieme segmenti molto diversi tra loro con stili di vita totalmente diversi. In termini di analisi dei consumatori è fondamentale soffermarsi sui comportamenti di consumo (cosa fanno, gusti e tendenze, motivazioni e bisogni insoddisfatti). Le buyer personas sono delle profilazioni, ovvero rappresentazioni ideal-tipiche che rappresentano realmente il consumatore parte del gruppo target ideale basato su dati e ricerche 2. COMPANY ASSESSMENT Dal punto di vista dell’analisi dell’azienda gli strumenti che si possono utilizzare ed analizzare: o Prisma dell'identità del brand; o Funzioni (qual è il ruolo di questo marchio?); o Fonte (cosa rappresenta l'azienda nella società?); o Percezioni (che tipo di relazione instaura il brand con i consumatori?); o Immagine attuale e reputazione o Elementi del Marketing mix Su questo definisco il mio posizionamento da un punto di vista valoriale e funzionale. 3. COMPETITOR ASSESSMENT Le stesse attività di analisi che vengono svolte per l’azienda (Prisma, marketing mix, strategia di targeting e posizione di mercato) si effettuano anche sui competitors. Non si analizza soltanto con l’ottica del category manager (cioè prodotti parte di uno stesso segmento competitivo perché hanno la stessa funzione d’uso) ma bisogna prendere l’ottica del consumatore. Uno strumento da utilizzare per l’analisi competitiva sono le mappe di posizionamento o mappe percettive. Queste sono delle mappe che utilizzano un piano cartesiano semantico e non numerico con la nomenclatura degli assi assegnata in base alle variabili che muovono quel mercato e quindi che muovono la scelta del lOMoAR cPSD| 4121259 consumatore all’interno del mercato. Le variabili chiavi vengono identificate attraverso la conoscenza di specifiche caratteristiche espresse dal consumatore tramite raccolte dati e ricerche di mercato. Allo stesso modo queste variabili vengono comparate con le variabili su cui sta lavorando l’azienda cercando di vedere se sono le stesse di interesse del consumatore. Le mappe di posizionamento possono essere utilizzate anche come traguardo per il futuro ovvero per ampliare l’analisi dell’aziende verso esigenze del consumatore prima sconosciute. Lez 8 – 11/10/23 INNOVATION: Strategy & Action (speaker: Luisella Bovera - Colep) Il guest speakers parla della sua esperienza di innovazione nel campo della cosmetica. Brand importanti non producono la cosmetica internamente. Le aziende importanti esternalizzano la produzione, pertanto: 1. Parlare di innovazione è un concetto relativo. Lavorando nel settore B2B il guest speakers si sposta nel mondo del terzismo notando che le aziende esternalizzano l’innovazione e volendo lavorare da vicino con essa. Il posizionamento di marca si sta restringendo. Negli ultimi anni con l’arrivo del digitale e dei social, i brand che avevano la forza di rimare fedeli ai loro valori erano sicuramente i brand vincenti che stanno vincendo ancora sul mercato. 1. Innovazione vuol dire tutto e niente È importante capire di che innovazione stiamo parlando a seconda dell’interlocutore con cui stiamo parlando. Innovazione vuol dire dare il prodotto giusto al consumatore giusto. La prima cosa da capire è “chi è il mio interlocutore e cosa vuole”. Dare, sviluppare il prodotto giusto al consumatore giusto, rispondendo ai bisogni del consumatore nel giusto tempo = innovazione create value at speed. La velocità è la chiave. Il time to market (tempo che le aziende dedicano a sviluppare un prodotto nuovo) si è sempre più ristretto. L’influencer o il brand digitale è molto più veloce nel selezionare l’innovazione e lanciarla sul mercato. L’approccio all’innovazione è diverso, i brand digitale non possono lavorare nel periodo del 2023/2024 ma al massimo di sei mesi (non possono sapere cosa vorranno dopo). Le varie opportunità su cui si focalizza l’azienda sono: skin care; hair care; underarm; grooming; sun care; body care; bath & shower; emulsioni e aerosol COME SVILUPPANO INNOVAZIONE PER I CLIENTI? Marketing studiare, mettere insieme, analizzare i trend. Il leader del processo di innovazione è la RICERCA (punta della piramide, dove sarebbe bello ottenere dei brevetti). Ogni 3-4 mesi devono presentare prodotti nuovi. Il ciclo di sviluppo si compone di: Analisi di mercato Team multidisciplinari, ovvero stratta collaborazione con Marketing, R&S, Packaging … Generazione di idee Creatività 3 LIVELLI DI PRODUCT DEVELOPMENT Testimonianza - D.ttsa Bovera COLEP CONSUMER PRODUCT Lei senior vice President, lavora per un’azienda multinazionale portoghese che fa parte di un gruppo e che si occupa di produrre per conto di terzi per aziende che operano nel mondo del beauty, e una parte che lavora sull’innovazione. Innovazione beauty nel mondo skin care, hair care, underarm, grooming, sun care, body care. Si lavora su due grosse tecnologie: aerosol e liquid and creams. Non lavorano nel mondo del make-up e non sviluppano tinte per capelli. Il team che lavora sull’innovazione è un team internazionale. Ne fanno parte: - il cuore dell’innovazione è il laboratorio di ricerche e sviluppo di circa 40 persone. - Uno sviluppo del packaging lOMoAR cPSD| 4121259 - Gruppo marketing - Team di regolatore affari 3 livelli di sviluppo del prodotto (è un processo di innovazione, essendo che deve essere un’innovazione concreta): 1. Innovazione veloce; è di due tipi ➡️ lato cliente è un cliente che nella sua offerta ha già magari dei cosmetici, ma vuole aggiungere un pezzo. Ci si focalizza sulla qualità e sul costo. ➡️ lato azienda, ossia anche noi non è che abbiamo già sviluppato tutto, quindi ci si riferisce ad un’innovazione per noi. 2. Innovazione incrementale ➡️ innovazione su cui si dedica più tempo, la quale è dettata dai trend di consumo. Il grande player è il marketing, il quale studia i trend di mercato e studia i concetti che vengono poi sviluppati e declinati in uno/più prodotti. È un’innovazione molto veloce perché più o meno, ogni due mesi, ti obbliga a presentare qualcosa di nuovo. Il piano marketing viene dettato da determinati momenti, come ad esempio le fiere. 3. Innovazione di lungo periodo (breakthrough) ➡️ i tempi cambiano, per vedere la luce richiede almeno 1 anno e mezzo/2 di lavoro. È un tipo di innovazione che difficilmente nasce solo dall’interno, ma presuppone un lavoro a più mani anche con partner esterni come ad esempio materie prime, o packaging. Sono quindi di co-developement. È fondamentale l’utente, perché i clienti sono i brand che si trovano sul mercato, essendo che sono molti clienti tutti diversi, che L’innovazione non è generale. Attualmente si lavora su tre livelli di innovazione dove le prime due fanno parte del first track innovation e il terzo fa parte del medium/ long term innovation. Level 1- Core standard range Sono i prodotti basici (personal care, skin care, come un deodorante), è un’innovazione perché sono lanci comunque innovativi per il cliente (ossia le aziende) che decide di farli. Ci sono retailer che vogliono lanciare categorie di prodotto. Si focalizzano sulla qualità e sul costo (fast track- innovazione veloce). Level 2 – Innovations Innovazione più spinta perché più legata al trend di mercato. L’innovazione avviene quasi ogni due mesi, vengono presentati circa 20 prodotti nuovi ogni volta. Il trend della clean beauty e sostenibile sono trend molto attuali, il consumatore cerca un approccio alla bellezza e alla formulazione dei prodotti molto pulita. Vuole avere il massimo della performance con ciò che è giusto avere in formula. Il “clean” è la base. Se è possibile si formulato tutto clean con la più alta percentuale di naturalità, processo non molto semplice per chi è in laboratorio. Formulare un fondotinta clean è molto difficile perché, ad esempio, i siliconi che non hanno nulla di negativo non devono essere inseriti perché il consumatore non lo vuole. Per l’80% si lascia però aperta la porta a tutte queste “materie prime” cosmetiche. Level 3 - Breakthrough Il terzo livello la chiamiamo innovazione di lungo periodo. Il processo si basa portare sul mercato uno di questi prodotti. Lo sviluppo viene fatto da aziende come portare avanti un progetto di innovazione importante con un cliente che può dell’innovazione si concerta sui primi 2 livelli. Un prodotto nuovo è sempre più Difficilmente si tratta di un’innovazione che parte solamente dall’interno. sull’anno e mezzo per le mie che decidono di supportarci. Il grosso difficile da progettare. I tre livelli di innovazione insieme a tutti i dettagli, i KPIs e le responsabilità. Il processo di innovazione vede questi tre gruppi coinvolti insieme ad un quarto elemento che è la forza vendita insieme a chi guida il processo di innovazione che lavorano in un mercato di bei di largo consumo. lOMoAR cPSD| 4121259 La base della piramide è il livello uno e la particolarità sta nel fatto che la responsabilità è del mercato e quindi delle vendite, di tutti coloro che seguono i rapporti coi clienti. Essendo loro responsabili dei rapporti col cliente, si occupano di portane in azienda le idee basiche dei clienti e di alimentare la voglia dei clienti stessi di innovare il prodotto. Il reparto marketing prepara i brief e quello di ricerca sviluppa un piano d’azione. Il secondo livello è quello di Fast-follow ed è guidato dal marketing. Sono fondamentali i trend che si captano ascoltando i clienti, dando un’occhiata sui social ed analizzando le piattaforme di trend, ossia aziende che forniscono i trend agli interessati. Il marketing poi si affianca all’apparato di ricerca per elaborare il prodotto. L’ispirazione in questo livello si basa sui cosiddetti “indie brand” ossia i brand di nicchia. In questo paniere si hanno formulazioni nuove e prodotti di revamping (rinnovo un prodotto già posseduto). Un esempio è stato quello di presentare un primer, che di solito è bianco, con una colorazione tendente al blu. Questa mossa ha avuto successo perché non esistevano ancora primer colorati e perché il brand per il quale è stato fatto è un brand digitale, basato su un utilizzo social (Instagram e TikTok). Anche la nostra innovazione a seconda del nostro cliente, dalla posizione geografica, sarà un’innovazione diversa, sia dal punto di vista del prodotto che del prezzo. Perché ci sono mercati in cui si paga di più. Questa viene venduta di più, quindi le aziende di solito decidono di concentrarsi su questo. Basse barriere all’entrata. Alla punta si ha il terzo livello, che è guidato dalla ricerca e l’industrializzazione perché per tirare fuori innovazione di lungo periodo che può essere brevettabile, ci si rifà ad un lavoro basato su nuove materie prime, su nuovi processi produttivi e su nuovi delivery system. Per esperienza, la rappresentante del caso, afferma che i prodotti da loro brevettati hanno avuto poco riscontro in termine di vendite e risultati. Diversamente, i prodotti nuovi ma semplici da loro prodotti sono risultati molto apprezzati e richiesti. Partendo sempre dall’innovazione basica, con prodotti molto semplici già presenti sul mercato ma comunque performanti, in questo caso, per l’azienda, chi guida è il commerciale, essendo lui a portare a volte in azienda richieste di prodotti molto desiderate dai clienti, ma che magari l’azienda non ha nel proprio portafoglio. Se passiamo invece nel secondo livello (medio periodo), ossia delle collezioni presentate nelle fiere, l’ispirazione arriva dalle analisi dei trend dei consumatori, quindi ci si riferisce al marketing che ha una conoscenza molto più ampia di attualità e del trend del consumatore, facendo una selezione di prodotti e sviluppando poi delle collezioni. Più o meno ogni settimana/10 giorni avvengono delle riunioni di allineamento per verificare l’andamento e il coordinamento al fine di ultimare e presentare la collezione. Lo sviluppo prodotto deve essere sia internazionale sia mirato, quindi la nostra innovazione in base a dove verrà presentata e in base al consumatore a cui viene presentata, sarà di tipo diverso. Anche dal punto di vista del prezzo, anche per quanto riguarda i canali distributivi. Nel terzo livello la guida fa riferimento alla ricerca, perché nel mondo del beauty è difficile trovare e/o inventare qualcosa che sia completamente nuovo. Si può lavorare con qualcosa di nuovo quando si lavora con principi attivi nuovi o con nuove tecnologie. Visitare fiere può essere un modo per capire in quale direzione stia andando il mercato, e per capire se il nostro progetto è concreto e può essere messo a terra. Le aziende cercano di customizzare il prodotto che viene presentato. Chi lavora alla ricerca è un gruppo di 2 persone, e neanche full time. Si vendono molto di più innovazioni di livello due. Lezione 9 – 17/10/23 BRAND ARCHITECTURE Product brand: singoli brand di prodotti es. biscotto pan di stelle Corporate brand: brand dell’impresa che sta dietro alla singola offerta di prodotto. Quelle caratteristiche distintive del modo di lavorare di quella specifica impresa Product brand = faccio riferimento ai singoli brand di prodotto, il nome del singolo prodotto con le sue caratteristiche (biscotto Pan di Stelle). Corporate brand = mi riferisco al brand dell’impresa che sta dietro alla singola offerta di prodotto, e quindi a tutte le caratteristiche che vanno a identificare e a evidenziare il nome di quella specifica impresa. Racconto quindi l’azienda che nel suo insieme fa da sovrastruttura Comunicare prima i prodotti e dopo l’azienda firmataria perché i prodotti si sono saturati. Prodotti difficilmente distinguibili tra loro. Livello di differenziazione azienda. Nei mercati non si vedono solo questi brand di prodotto ma la conversazione si è spostata verso i product brand. BRAND POSITIONING – CONS INSIGHT, POP, POD Il posizionamento è quello che esprime come la marca/il prodotto si vanno ad inserire nella vita del consumatore, migliorando dei suoi problemi concreti, andando ad appagare dei suoi desideri. Tutto ciò viene espresso tramite il branding e la comunicazione, attraverso l’utilizzo delle argomentazioni distintive, delle leve che si hanno a disposizione per raccontare il posizionamento della marca in ottica differenziante. lOMoAR cPSD| 4121259 DEFINIRE GLI ATTRBUTI DELLA MARCA Posizionamento riguarda: - Identificazione - Differenziazione Questo è possibile definendo e comunicando gli attributi che caratterizzano una marca, che la rendono cioè unica. Entrando più nel dettaglio dei benefici, i benefici che racconto al consumatore servono per posizionare la marca, in modo che il consumatore sappia identificarla (com’è in grado di rispondere a quel desiderio) e sappia capire cosa fa di diverso rispetto ai miei competitor. Per chiarire cosa la marca fa e cosa la marca fa di diverso, lo esprimo attraverso gli attributi. Gli attributi sono di due tipologie: PUNTI DI PARITÀ (points of parity) illustrano perché la mia marca è simile ad altri prodotti, all’interno di quel segmento competitivo. Illustra, quindi, cosa rappresenta un prodotto sul mercato. La tipicità è definita all'interno di una categoria, tuttavia, le percezioni dei consumatori possono variare (la somiglianza è sempre definita nel contesto). Sono fondamentali, i must have di una categoria e servono quindi per definire il protocollo di marca (un set di regole che definisce gli attributi di base di una categoria e il modo in viene presentata e comunicata la posizione assoluta e relativa) e capire anche il posizionamento che assumo, come per i profumi o gli aromi dei caffè dove le pubblicità seguono dei protocolli simili tra loro. Il protocollo di marca è stabilito dal primo entrante o dal market leader, ci sono poi i follower. Tutto questo può essere sfidato per cambiare le regole. Nuovi entranti potrebbero portare dei cambiamenti nel protocollo di marca. PUNTI DI DISPARITÀ/DIFFERENZA (points of difference) illustrano l’unicità della marca all’interno di quel contesto competitivo. Illustrano perché il consumatore dovrebbe sviluppare una preferenza per il nostro prodotto e comprarlo rispetto ai competitor (reason to choose). La differenza si può giocare su attributi di performance e attributi di immagine, di emozioni, valoriali. I punti di differenza che seleziono per posizionare la marca devono essere: o Desiderabili importanti per il consumatore, rilevanti, distintivi e credibili per far reagire il consumatore. o Fattibili comunicabili, sostenibili nel tempo a livello di struttura aziendale Brand architecture Il Brand Architecture visualizza concretamente la strategia di branding applicata ai diversi prodotti/servizi venduti da un'azienda e aiuta i professionisti del marketing a determinare quali prodotti/servizi introdurre, con quale nome e quale brand identity applicare. L’architettura di marca è la strutturazione di gerarchie che va visualizzare i legami che esistono tra i diversi prodotti e servizi che un’azienda porta sul mercato. Per chi si occupa di branding, serve per capire quali sono i margini di manovra che noi abbiamo per introdurre delle novità sul mercato nella forma di nuovi prodotti che vanno a completare una gamma o una nuova forma di categorie e di nuovi mercati. lOMoAR cPSD| 4121259 Tipi di struttura dell'identità A seconda dei diversi legami che stabilisco tra la fonte e l’azienda che immette un determinato prodotto o servizio sul mercato e quei prodotti o servizi, rendo più o meno espliciti i legami di questa architettura. In particolare, si possono configurare tre situazioni principali: - Monolitiche (es. Google nome del brand vicino a ogni prodotto) solitamente la presenza nel corporate brand è sempre affiancata ai brand di prodotto, così che sia immediatamente riconducibile alla fonte che gli emana. Si ha sempre la marca che è parte incorporata nel brand name del prodotto. - P&G➡️ la marca si comporta come una casa in cui convivono diverse marche che possono essere gestite come quasi indipendenti sul mercato. La maggior parte dei consumatori ha in mente i prodotti come se fossero prodotti assestanti. Il vantaggio è che i consumatori sono già fidelizzati ai diversi prodotti. In questo caso distanza tra brand e product è massima. Sono diverse modalità con cui si possono chiarire ai mercati i legami che esistono tra corporate e product. Nella pratica quello che sta succedendo è lOMoAR cPSD| 4121259 che sempre di più siamo in situazioni monolitiche. L’architettura ha due componenti principali: 1. BRAND PORTFOLIO: insieme di diversi marchi e linee di marchi che un'azienda offre agli acquirenti in diverse categorie. Non soltanto le aziende esplicitano quelli che sono i nessi tra portfolio delle marche e la parent company, come Coca-Cola che pubblicizza i diversi colori delle bottiglie di Coca-Cola. Le diverse varianti di Coca-Cola prima venivano pubblicizzate differentemente ma queste si cannibalizzavano all’interno del portfolio. La decisione di pubblicizzarle in maniera coesa ha bypassato questa situazione 2. BRAND HIERARCHY: mostra il numero e la natura dei componenti comuni e distintivi del marchio tra i set di marchi dell'azienda. La gerarchia ci consente di capire com’è organizzato capillarmente un prodotto anche attraverso l’espressione delle diverse varianti che può avere. BRAND POSITIONING INNOVATION: STRATEGY & ACTIONS. CASP STUDIO: COLEP, CONSUMER PRODUCTS È un’azienda portoghese che si occupa di produzione conto terzi e la rappresentante del caso è colei che si occupa di innovazione e gestisce gruppi funzionali come: marketing e packaging. Parlare di innovazione è un concetto relativo perché vuol dire presentare prodotti innovativi su una fetta di mercato coincidente col proprio posizionamento di marca. Il posizionamento, considerando l’andamento del mercato, si sta restringendo sempre di più anche perché è avvenuto un cambiamento legato all’aumento immediato di risonanza e di cassa di aziende piccole e non solo di quelle blasonate. La loro strategia è quella di creare valore velocemente, consegnando prodotti innovativi giusti ai consumatori giusti, rispondendo nel modo giusto ed al tempo giusto, alle loro esigenze. L’azienda lavora con clienti di vario tipo che necessitano di tipologie di innovazione differenti e quindi bisogna essere capaci di adattarsi e modularsi alle esigenze di tutti. Alcuni brand fisici, datati e grandi, lavorano su approcci di 23/24 mesi mentre quelli digitali operano in pochi mesi. La velocita, dunque, è necessaria ai fini della presenza nel mercato per evitare di non essere al passo ed essere costretti a perdere posizionamento. Il brand analizzato opera in 3/4 mesi, periodo nel quale devono individuare il prodotto, elaborarestrategie e lanciarlo sul mercato. Trattandosi di un’azienda B2B che opera con grandi multinazionali, ci si trova in una situazione in cui si lavora su tantissime tipologie di prodotto. A seguito alcuni esempi: Come sviluppano innovazione per i clienti? Si tratta di cicli di 3 o 4 mesi per generare un prodotto che parte da un’idea innovativa. Ci sono diversi insight per lavorare sull’innovazione. Si utilizza un modello che si adatta alle esigenze di chi sta difronte. Ci sono tre livelli di strategia innovativa: due di fast track innovation ed un terzo step di medio-lungo termine. Il primo livello è quello che riguarda i prodotti basici dove ci deve essere la performance senza troppe aspettative come scrub o deodoranti. Si tratta di lanci comunque innovativi per clienti che decidono di farli per la prima volta. Spesso i clienti si ispirano ai marchi che hanno in lOMoAR cPSD| 4121259 assortimento e che producono maggior profitto e chiedono per questi un’innovazione. Possono anche utilizzare altri prodotti come paragoni, per chiedere all’azienda di produrre un’innovazione incrementale basandosi su di essi. Il secondo livello è legato ai trend di mercato che possono essere macro, che quindi non puoi non portarli all’interno dei tuoi processi di innovazione (trend sostenibilità o clean).Riuscire a raggiungere la performance in alcuni prodottirisulta essere difficile, si pensi al concetto di clean nel silicone che necessita dell’eliminazione di differenti elementi di base. D’altra parte, ci sono trend in cui ci si apre a tutte le materie prime trattabili e si entra in quello che è il terzo livello. Il terzo livello è quella che chiamiamo innovazione breakthrough e che è lunga un anno e mezzo. È un tipo di innovazione dove losviluppo viene fatto a quattro mani. Vuol significare che operano aziende come quelle in questione con un singolo cliente e che i due cooperano per la produzione di un nuovo bene. Il mercato della cosmetica difficilmente opera nel terzo livello per tempo e per fetta di posizionamento. Le grandi multinazionali, fornite di enormi laboratori di ricerca ed innovazione, rendono l’innovazione ancora più difficile perché “rubano” ogni possibile idea di nuovi prodotti. Esse brevettano per bloccare i brevetti alle aziende più piccole. È quindi sempre più difficile portare sul mercato qualcosa di assolutamente nuovo. Risulta impossibile lavorare richiedendo brevetti sulle formule. Ce qualche speranza se si presenta una richiesta di brevetto che abbracci tre componenti: la formula, il processo produttivo ed il packaging. In questo caso è un po più facile riuscire ad ottenere un feedback positivo su un brevetto. Le aziende terziste fanno ricerche per capire se è possibile innovare un dato progetto. Qualora non fosse possibile abbandonano il progetto senza intervenite legalmente mediante politiche antitrust. In questa piramide sottostante ci sono gli stessi livelli di innovazione appena trattati ma ci sono, in aggiunta, più dettagli, KPI e responsabilità di chi guida il processo di innovazione. La base della piramide è il livello uno e la particolarità sta nel fatto che la responsabilità è del mercato e quindi delle vendite, di tutti coloro che seguono i rapporti coi clienti. Essendo loro responsabili dei rapporti col cliente, si occupano di portane in azienda le idee basiche dei clienti e di alimentare la voglia dei clienti stessi di innovare il prodotto. Il reparto marketing prepara i brief e quello di ricerca sviluppa un piano d’azione. Il secondo livello è quello di Fast-follow ed è guidato dal marketing. Sono fondamentali i trend che si captano ascoltando i clienti, dando un’occhiata sui social ed analizzando le piattaforme di trend, ossia aziende che forniscono i trend agli interessati. Il marketing poi si affianca all’apparato di ricerca per elaborare il prodotto. L’ispirazione in questo lOMoAR cPSD| 4121259 livello si basa sui cosiddetti “indie brand” ossia i brand di nicchia. In questo paniere si hanno formulazioni nuove e prodotti di revamping (rinnovo un prodotto già posseduto). Un esempio è stato quello di presentare un primer, che di solito è bianco, con una colorazione tendente al blu. Questa mossa ha avuto successo perché non esistevano ancora primer colorati e perché il brand per il quale è stato fatto è un brand digitale, basato su un utilizzo social (instagram e tik tok). Alla punta si ha il terzo livello, che è guidato dalla ricerca e l’industrializzazione perché per tirare fuori innovazione di lungo periodo che può essere brevettabile, ci si rifà ad un lavoro basato su nuove materie prime, su nuovi processi produttivi e su nuovi delivery system. Per esperienza, la rappresentante del caso, afferma che i prodotti da loro brevettati hanno avuto poco riscontro in termine divendite e risultati. Diversamente, i prodotti nuovi ma semplici da loro prodotti sono risultati molto apprezzati e richiesti. BRAND ARCHITECTURE È una visualizzazione completa, a livello di strutturazione di quella che è la mia marca, il parterre di prodotti che l’azienda mette sul mercato dalla marca autrice di essi. Guardare l’architettura mi aiutaanche a capire come diversi prodotti e servizi contribuiscono alla costruzione di determinati risultati aziendali. Essa può essere organizzata secondo diverse modalità a seconda dei legami che ci sono tra l’azienda ed i prodotti che essa pone sul mercato. Le tre situazioni principali sono: • • Monolitica: ho un’unica marca, un unico brand name, un unico prisma, che abbraccia tutti i prodotti esistenti all’interno del suo portfolio e li porta in maniera monolitica ai suoi consumatori di riferimento sotto la stessa identità (es: Sony, Bmw, Virgin ecc.) Endorsed: si hanno una serie di linee di prodotti, di sottomarche, legati alla parent company con al quale hanno un legame legato al brand name (es: concessionaria General Motors che vende tante marche di auto); • Branded: si chiama anche house of brand. Al suo interno ho una parent company e sotto questa architettura si ha una parent company che porta sul mercato altri brand che possono essere considerati come un brand indipendente dal consumatore. Tali prodotti hanno una vitaautonoma. Tant’è che, alle volte, il consumatore non percepisce il legame con la parent company. Oramai sui prodotti viene posta la firma dia della parent che del marchio specifico, ai fini della trasparenza e della chiarezza (es: Unilievere porta Dove). Di seguito due immagini esemplificative di quanto appena detto: lOMoAR cPSD| 4121259 L’architettura ha due componenti principali: • • Brand portfolio: l’insieme delle diverse marche o linee di marche che sono offerte dalla stessa azienda in diverse categorie; Gerarchia di brand: è il numero delle diverse componenti distintive presenti all’interno di ciascun elemento di questa marca. Una gerarchia serve per delineare quelli che sono i prodotti di punta, di traino di un’azienda, che possono agganciare i consumatori e portarli anche su altri prodotti (es: The Coca-Cola Company fa tanti tipi di soda ma quella di punta èla coca- cola, che può attirare a sprite e fanta, sempre suoi prodotti). La gerarchia, poi, ci fa vedere come è organizzato capillarmente un determinato prodotto anche attraverso l’espressione delle diverse varianti che può avere. Se prendiamo Pepsico, corporate brand, ci sono vari prodotti con le varie famiglie come, ad esempio Lays che è un brand family di Pepsico. Poi abbiamo le linee di brand che, nel caso di lays, sono tutti i prodotti che hanno la caratteristica “frittura”. La linea di prodotto è composta da tanti individual brand, come ad esempio Frito Lay. Dentro di questi individual brand abbiamo dei modifier brand che determinano le varianti, tra cui le classiche, le rustiche, quelle alla paprica ecc. Si precisa che ogni livello gerarchico ha un gruppo di operatori che lo gestisce equindi ogni prodotto assume un’identità a sé. Brand Line: tutti i prodotti sono venduti sotto lo specifico nome di un brand. Hanno funzioni simili e si rivolgono allo stesso gruppo di consumatori. Hanno prezzi, canali di distribuzione e campagne di promozione simili. In altre parole, i prodotti sono accomunati dallo stesso marketing mix. Es: nesquik che da cacao in polvere, cacao liquido, cacao in pillole, glassa dicacao, succo portatile al cioccolato ecc., tutti prodotti venduti allo stesso modo al target bambini e con canali di vendita e promozione identici. GROWING AND INNOVATING THE BRAND L’analisi dell’architettura di marca porta alla crescita ed alla scoperta di innovazioni del livello 1 di cui parlato in precedenza. Queste innovazioni avvengono attraverso la brand extension, possibile quando la marca ha potenziale lOMoAR cPSD| 4121259 di crescita ed ha possibilità di aggiungere un potenziale addizionale dal consumatore. Questo processo di crescita si basa sulla seguente scaletta: 1. 2. 3. 4. Valutazione del potenziale del brand; Identificazione delle opportunità di estensione del brand; Lancio di nuovi prodotti; Disinvestimento sui prodotti o brand non del focus. Esempio è Starbucks che, oltre al caffè ed al frappuccino ecc, ha visto nelle tisane del potenziale dovuto anche alla notorietà del brand. Allo stesso modo crayola non si è limitata ai gessetti o pastelli ma, basandosi sullo scopo di ampliare la creatività dei consumatori, ha ampliato il suo business con colle e varie tipologie di coloretti. Altro esempio è Google con tutte le estensioni che chrome ci dà la possibilità di utilizzare. Quando facciamo brand extension vuol dire che noi lanciamo un nuovo prodotto sotto lo stesso nome (es: Oreo che ogni anno lancia un nuovo biscotto). Il tema delle estensioni può riguardare anchel’estensione di nuove linee all’interno di categorie già esistenti (es: starbucks che introduce una linea di caffè con miscele fredde). Infine, ci possono essere estensioni di categorie (es: nike che è passato dalle scarpe sportive ad abbigliamento casual per ogni giorno). I vantaggi della brand extension sono, bene o male, gli stessi visti per la equity: • Facilitazione di accettazione del nuovo prodotto grazie alla fama del brand: o Incrementa l’immagine del brand; o Riduce il rischio legato al basso numero di consumatori; • o Capacità di distribuzione e promozione molto efficiente e già avviate; o Riduce l’introduzione di costi mediante l’uso delle economie di scala soprattutto nel packaging; o Permette ai clienti variety-seeker di trovare novità; Per l’azienda produce feedback alla società: o Chiarisce il significato del brand, attirando nuovi consumers; o Evidenzia l’immagine della parent company; o Revitalizza un brand monotono o sciamante; o Permette ulteriori estensioni. Ovviamente ci sono dei rischi legati all’estensionese: • • • Confondono il consumatore o rendono la loro opinione negativa; È resistente ai retailer; Fallisce e colpisce negativamente l’immagine del parent brand; • • • Cannibalizza il parent brand; Generalizza il significato effettivo del brand; Previene e blocca il lancio di nuovi brand. Un esempio può essere Kindle che, in alcuni stati, a causa di una mancata delibera dei libri, risulta essereprivo di prodotti. Questa protezione dei libri fisici e delle librerie blocca il potenziale di Kindle. Come si è detto è possibile estendersi lanciando un prodotto del tutto nuovo. Esempio lampante è McDonalds che lancia un prodotto Gourmet e più sano che non rispetta i soliti canoni di junk-food. CONSISTENZA È la parola chiave per il lancio di qualcosa di nuovo, è la radice che tiene fissa la piattaforma di legittimità della marca. È quello che il consumatore considera essere un beneficio per lui. Quindi un prodotto deve essere interessante per il consumatore e consistente per la marca. lOMoAR cPSD| 4121259 lOMoAR cPSD| 4121259 lOMoAR cPSD| 4121259 BRAND ARCHITECTURE Il Brand Architecture visualizza concretamente la strategia di branding applicata ai diversi prodotti/servizi venduti da un'azienda e aiuta i professionisti del marketing a determinare quali prodotti/servizi introdurre, con quale nome e quale brand identity applicare. Rete di gerarchie che visualizza legami tra prodotti e servizi che l’azienda offre sul mercato. . serve per introdurre novità su mercato, tipo nuovi prodotti, nuove categorie che entrano nella marca. Tipi di struttura dell'identità A seconda dei diversi legami che stabilisco tra la fonte e l’azienda che immette un determinato prodotto o servizio sul mercato e quei prodotti o servizi, rendo più o meno espliciti i legami di questa architettura. In particolare, si possono configurare tre situazioni principali: IDENTITY STRUCTURE DEFINITION EXAMPLE MONOLITHIC Abbiamo un’unica marca (unico prisma, unica identità, …) che abbraccia tutti i prodotti esistenti all’interno del suo portfolio e li porta sotto la stessa identità ai suoi consumatori di riferimento. Molto forte l’azienda forte, infatti, cambia solo di poco il nome ma c’è il brand name. Sony, BMW, Philips ENDORSED Ci sono una serie di linee di prodotti di sottomarche legate al nome dell’apparent company e che in qualche modo ne portano un esplicito legame all’interno del brand name. Non c’è il nesso tra brand name tra le marche ma è come se avessimo delle marche più o meno indipendenti che però poi a livello di produttore, a livello di fonte, a livello di struttura, ecc… sono ascrivibili ad una stessa marca. BRANDED All’interno di essa ho un apparent company (azienda fonte di tutti questi prodotti e servizi) e sotto questa architettura creo n diversi brand con un proprio nome. ESEMPI: Virgin, Genera Motors, Kellogg, Nestlè, Cadbury Procter & Gamble (Ariel, Ola) Electrolux (Zanussi), Unilever (Dove) lOMoAR cPSD| 4121259 21 Appunti marta Siamo sempre di più in situazioni monolitiche. Livello corporate sostiene le marche in casi in cui voglio lanciare qualcosa di nuovo. ARCHITETTURA DI MARCA Si tratta della strutturazione di gerarchia che va a visualizzare i legami tra prodotti e servizi che l’azienda offre sul mercato. L’archituttura serve per capire i margini di manivra per introdurre delle attività sul mercato, per la forma di nuovi prodotti, costruzione di nuovi mercati… Esistono diverse tipologie di architetture: Architettura monolitica, google presente con ogni prodotto. Presenza del corporate brand legata sempre al prodotto, alla fonte che li emana e li porta sul mercato P&G la marca si comporta come house of brands, più marche quasi indipendenti sul mercato. consumatore percepisce i prodotti come brand indipendenti. Si è sempre resa maggiore P&G come fonte comune dietro una fonte di i consumatori già conoscono l’azienda per tutti quei prodotti presenti sul mercato. anche nella portfolio va a sostenere il prodotto e la crisi forte. Meno forte nelle house of brands e più forte nella architettura monolitica. Anche architetture endorse o ibrida, con nomi non associati, ci si avvicina sempre più a situazioni monolitiche. Diverse modalità con cui si chiariscono ai mercati i legami che esistono. Oggi è una distinzione da libro ma nella pratica si endorser è il corporate brand, travasare le diverse competenze sui prodotti. Portfolio: insieme dei diversi prodotti che una azienda offre ai consumatori all’interno di una determinata categoria, orizzontale è lo sviluppo che ha il portfolio. Tutte le caegorie in cui il brand compete. gerarchia di marca: legami verticali che esistono tra i diversi prodotti L’architettura ha due componenti principali: BRAND PORTFOLIO: legame orizzontale, insieme di diversi marchi e linee di marchi/prodotti che un'azienda offre agli acquirenti in una determinata cateogira. Non soltanto le aziende esplicitano quelli che sono i nessi tra portfolio delle marche e la parent company, come Coca-Cola che pubblicizza i diversi colori delle bottiglie di Coca-Cola. Le diverse varianti di Coca-Cola prima venivano pubblicizzate differentemente ma queste si cannibalizzavano all’interno del portfolio. La decisione di pubblicizzarle in maniera coesa ha bypassato questa situazione. BRAND HIERARCHY: legami verticali che esistono tra questi prodotti. Mostra il numero e la natura dei componenti comuni e distintivi del marchiotra i set di marchi dell'azienda. La gerarchia ci consente di lOMoAR cPSD| 4121259 capire com’è organizzato capillarmente un prodotto anche attraverso l’espressione delle diverse varianti che può avere. Corporate brand, PEPSICO Range/family name, LAY’S è un’altra family di prodotto che sta sotto il corporate brand, lo stesso vale per pepsi. Line brand, ad esempio, tutti i prodotti Lay’s che hanno la componente della scrittura, come ad esempio le patatine Frio Lay Individual brand, FRITO (Dentro i line brand avrò una serie di brand individuali che hanno delle caratteristiche del prodotto, ossia le varianti) Modifier brand legami grarchici: fa capire quanto sono forti i prodotti che ho nelle BRAND LINE Quando parliamo di linea di prodotto, si fa riferimento a tutti i prodotti venduti sotto lo specifico nome di un brand (Nesquik cereali, biscotti, latte, ecc..). Per essere classificati come tale devono avere alcune caratteristiche quali: si rivolgono tutti allo stesso gruppo di consumatori, hanno un posizionamento a livello di punto-prezzo simile, sono distribuiti attraverso stessi canali e hanno un piano di comunicazione e promozione simile (accomunati dallo stesso marketing mix quindi del piano marketing). Nesquik ha completato la gamma sulla linea di prodotti offerti da nesquick. Con nestlee come corporate brand. Line extension: senza togliersi dalla catoria, aggiungo un prodotto alla line extension quindi sempre dello stessa cateogia Category extension: aggiungo al di fuori una nuova categoria BRAND EXTENSION Le innovazioni avvengono tramite la brand extension. Possiamo fare brand extension quando: - Valutare il potenziale del marchio; - Identificare le opportunità di estensione del marchio; - Lancio di nuovi prodotti; - Disinvestire su marchi/prodotti non focali. Es. Starbucks, Teavana e Crayola. Starbucks famoso per la sua coffee experience, la potenzialità di questo brand va oltre il caffè. Teavan lancia una grande variante di gusti di te grazie alla capacità della marca di poter estendere quel valore differenziale verso la produzione di altri ingredienti e gusti. Crayola nasce con i pastelli a cera ma amplia il suo business in quanto punta a supportare l’espressione della creatività attraverso il colore e quindi lancia colori acrilici, uso di colle, alcuni giochi, ecc. Google da motore di ricerca diventa una piattaforma video, scambio e-mail, mappe, ecc, tutte quelle che sono le sue app. portfolio di prodotti (listino, cataogo) si guarda per vedere se la gamma è completa, se manca qualcosa. lOMoAR cPSD| 4121259 Brand extension vuol dire: Inserire un NUOVO PRODOTTO sotto un nome esistente (Oreo che ogni anno lancia un nuovo biscotto); Estensione di linea all'interno di categorie esistenti (Starbucks con cold drew ossia questi caffè serviti in bottiglia) LINE EXTENSION Estensione di categoria al di fuori delle categorie esistenti (Nike non ha soltanto scarpe ma è diventato anche abbigliamento da tutti i giorni e ha sfruttato la voglia delle persone riguardo le attività fisiche monitorate individualmente con smartwatch) CATEGORY EXTENSION Dal lancio di un nuovo prodotto è possibile lo sviluppo di una NUOVA MARCA (linee gourmet di McDonald. Negli ultimi 10 anni se qualcuno vuole un hamburger non va da McDonald, per questo ha lanciato questa nuova linea) BRAND REVAMP E BRAND EXTENSION Isdin n1 sui solari - Acniben prodotto per l’acne Era già presente all’interno del portfolio di Isdin con in particolare il prodotto di Acniben che veniva utilizzato per curare l’acne sul corpo ma che no aveva un particolare riscontro sul mercato dal punto di vista del consumatore. Mappando i consumatori, hanno visto com’era organizzato il portfolio di prodotti delle altre marche, notando che avevano oltre al prodotto acne, anche i prodotti on the spot che si mette sul prodotto specifico nelle 24h. Quindi hanno deciso che avevano solo un prodotto e che dovevano ampliare la gamma. Inoltre hanno analizzato il processo di acquisto del consumatore giovane. Oggi è cambiato questo mondo perché l’Acne risulta un tema molto più aperto rispetto a un tempo. In più oggi il consumatore lavora su una beauty routine. Hanno notato quindi che i competitor avevano una gamma completa, ma che non offrivano i prodotti in routine: hanno lanciato nuovi prodotti e portato sul mercato i prodotti esistenti per le esigenze di routine del consumatore. Conoscere l’architettura di un brand serve a questo, per capire come un consumatore può entrare ad acquistare il proprio prodotto, aprendogli diverse porte in modo tale da far crescere quella che è la propria quota. Ci sono poi delle estensioni di portfolio che servono per aumentare le quote di mercato; ce ne sono altre che sono di più di natura valorale, come l’ingresso del brand Ferrari nel fashion nel mondo delle sfilate. È un passo che viene fatto per inserire la propria presenza nel mondo del lusso. Come anche Bulgari dai gioielli agli hotel. I vantaggi sono: Facilitare l'accettazione di nuovi prodotti; Aumenta l'immagine del marchio; Ridurre il rischio percepito dai clienti; Guadagnare distribuzione ed efficacia promozionale; Ridurre i costi di introduzione; Consentire all'efficienza dello sviluppo del pacchetto e dell'identità; Consentire al consumatore la ricerca della varietà; Fornire feedback all'azienda del marchio Chiarire il significato del marchio; Migliorare l'immagine della società madre; Portare nuovi clienti; Rivitalizza il marchio; Consentire un'ulteriore estensione. Es. Harry Potter ha saputo tenere I suoi consumatori attraverso l’uscita dei libri, l’uscita dei film, i parchi, le opere teatrali, ecc… I rischi sono: Confondere e frustrare i clienti; Resistenza del rivenditore; Fallire e danneggiare l'immagine del marchio principale Cannibalizzare il marchio principale; Diluire i significati del marchio; Prevenire il lancio di un nuovo marchio. EsHarry Potter ha saputo tenere i suoi consumatori attraverso l’uscita dei libri, l’uscita dei film, i parchi di intrattenimento, le opere teatrali, ecc…Bic che ha cercato di entrare nell’area dei profumi confondere il consumatore. Es. Bic che ha cercato di entrare nell’area dei profumi → rischio di confondere il consumatore. Ogni decisione di branding è un’azione competitiva che deve partire dal vissuto dei miei consumatori, dai loro valori e dalle loro priorità. Non sono in consumatori ad andare dalle marche, ma sono le marche ad andare da loro. Quindi devo trovarmi nel loro vissuto. Analizzare un trend per capire i lOMoAR cPSD| 4121259 consumatori è il primo passo per lanciare un prodotto. Anche il lancio può essere un test per vedere come sta performando la marca (es fastfood e i consumatori che si stanno allontanando). Qualsiasi decisione di branding è un’azione che deve partire dal mio consumatore. Non sono i consumatori che va dalla marca, è la marca che va dal consumatore. La marca deve entrare nel vissuto del consumatore. CONSISTENZA = coerenza La parola chiave cruciale per le estensioni e il nuovo lancio di prodotti, linee, situazioni d’uso. Un’estensione di successo parte da una radice che tiene fissa la piattaforma di legittimità della marca, cioè quello che il consumatore considera di valore, percepisce come un beneficio e se è consistente rispetto alla storia della marca. Es. Estathè che ha cercato di destagionalizzare il proprio prodotto attraverso uno spot di Natale con il prodotto protagonista anche nella stagione invernale e la creazione di nuove varianti di sapore come thè verde o menta e lime. Twinings per attualizzare la marca ha realizzato una serie di prodotti con dei superfood come lo zenzero, la curcuma, ecc… Swiffer ha introdotto dei prodotti che hanno amplificato la gamma del portfolio prodotti esistente. Swiffer si differenzia grazie alla capacità di trattenere la polvere e non sposarla. Testimonianza - 3M 3M ha adottato una nuova brand platform: Science applide to life; capiremo perché questo brand ha voluto abbandonare la dimensione di innovazione per cercare un nuovo posizionamento. Non riusciva a creare una relazione con i clienti, divenendo l'innovazione una prerogativa di tutti i brand, non più quindi sua esclusività. Prima l'esclusività assicurava la possibilità di essere forti in una nicchia di mercato per 5 7 anni, oggi invece la competizione è più accesa, e quindi questo tempo è più ridotto. Oggi 3M si interpone tra i consumatori finale e l'azienda produttrice dandoli strumenti nuovi. La parola Science sembra essere la più promettente al posto di innovazione. Il 90% della popolazione lo conosce per suoi prodotti più noti come post it e scotch, ma 3M è in grado di risolvere parecchi problemi, ma se dall'altra parte nessuno lo sa non può cercarlo per quella specifica soluzione. 3M ha cercato di risolvere questi problemi con sedi internazionali: in Italia l'HQ punta anche alla sostenibilità. L'obiettivo era quello di avvicinare i clienti al mondo 3M. Si è provato in passato a fare campagne pubblicitarie, ma non si riesce ad attirare l'attenzione: per questo si è creato un building che rappresenti il concetto ispiratore di 3M. Ma come creare una relazione quotidiana con il brand? La sua vision è fin troppo ampia, però riflette l'idea di aiutare tutti in diverse situazioni. 3M = Minnesota, mining e manufacturing. Video storia: ci sono degli elementi che rimangono consolidati nell'impresa: 1, essere vicini al cliente e ai suoi bisogni, partire da là per ragionare sulle possibili soluzioni alle loro problematiche. È comparso tra gli elementi fondamentali di 3M il brand, che prima non era valorizzato come merita: oggi è un intangibile asset che viene valorizzato nei bilanci, al fianco di tecnologia, manufacturing, capacità globali. PROBLEMA DI NON INCONTRARE FACILMENTE I CONSUMATORI: Da qui il motto "non si è mai più di 3m da un prodotto 3M": 3M inventò una colla strutturale utilizzata al posto dei bulloni per assemblare le ali dell'aereo: di questa viene ancora utilizzata la stessa identica forma. Ha oltre 55 mila prodotti. Si cerca di organizzare il sito per business area, per capire dove meglio trovare la soluzione al nostro prodotto. Consumatori sono eterogenei per la molteplicità di marche che possiede: viene anche utilizzato in Formula 1. Si utilizzano vari tipi di presentazione per attrarre i clienti: versione meramente informativa e didascalica, un'altra estrapolando un prodotto della molteplicità degli stessi e per ultima una modalità più interattiva. INNOVAZIONE E MERCATI FINALI: La copertura geografica è importante come sinonimo di vicinanza al cliente: hanno creato punti di ascolto specializzati che permettono di interagire in maniera utile con il cliente. Investe 2mld di dollari in ricerca e sviluppo, per rimanere front line nell'innovazione con investimenti costanti. Ha un'alta capacità di difendere i brevetti: questa deriva da una struttura giuridica solida, con legali che se ne occupano: è fondamentale perché, nonostante le copie adesso sono più facili da realizzare, se si riesce a proteggere oltre il prodotto anche tecnologie e processi si rimane leader di mercato. Ha due livelli di ricerca: 1. Corporate: ricerca pura. Il capo richiede investimenti da fare per migliorare le tecnologie esistenti. 2. Business: il capo richiede un numero specifico di prodotti nuovi. lOMoAR cPSD| 4121259 COME TRASFERIRE CONOSCENZA E TECNOLOGIA ALL'ESTERNO? Non essendo centri di ricerca o università, come trasferisco conoscenze all'esterno? Si cerca ogni giorno di lavorare su conoscenze il più trasmissibili ai consumatori. Gran parte di innovazione nasce dalla libertà creativa dei dipendenti, che vi ci possono dedicare per il 15% del loro tempo. Lavorano spesso in aree grigie dove la creatività del dipendente è fondamentale. THE ВОТТОМ LINE: La ricerca è importante, ma per fare innovazione serve uno step in più: per dare valore ai risultati della ricerca. L'obiettivo è quello di far fare al cliente in maniera più agevole ciò che ha bisogno di fare. 3M punta su tre driver del futuro dell'innovazione, cioè sostenibilità, tecnologia e design. La parola sostenibilità oggi è un topic diffuso, ma 3M è una delle aziende che se ne è occupata per prima. INNOVAZIONE IN 3M: Nel 2015 è scomparsa la parola Innovation dal motto di 3M: questo per distinguersi dall'enorme ammontare di aziende che metteva l'innovazione come elemento fondamentale della comunicazione. 3M veniva associata dai giovani ad una tech company, identificandolo con scotch. Brand affidabile ma costante: non si riusciva a scorgere la sua dimensione innovativa. Si è lavorato a lungo sul marchio fino al 78: l'innovazione del marchio ha seguito l'innovazione nell'azienda. Nel 78 è stato ideato un sistema completo di brand platform. Negli anni Ottanta c'è stata una proliferazione immensa di marchi e loghi. Nel 93 c'è stata un'unificazione della comunicazione esterna con il logo 3M affiancato dal nome del mercato dove questo si dedicava a risolvere bisogni. Si è passati da Innovation, reliability, cooperation a Innovation e reliability. Nel '98 c'è stato il focus sull’Innovation. Rimaneva il problema di gestire il processo di unificazione dei brand. Nel 2006 la Brand Promise era quella di aiutare i clienti ad avere successo, costante ancora oggi. Per semplificare la comunicazione oggi si utilizza soprattutto il simbolo 3M in rosso. I brand posseduti sono aumentati a seguito di acquisizioni. COME SI È AGITO DOPO CHE SI È CAPITO NON BASTASSE PIU' INNOVAZIONE? L'Obiettivo era quello di rivedere chi fosse oggi 3M: con analisi e interviste in tutto il mondo, si è giunti ad un documento interno in cui si affermava che la brand essence era quella di accelerare creazione di nuove idee dal cliente. Sulla value proposition si parla in termini di collaborazione. È nata la nuova brand platform 3M: Science. Applied to Life, che dovrà durare per più di 10 anni. → Scienza ha un potere più evocativo che innovazione. Era importante comunicare ai clienti che non si stava modificando l'obiettivo: egli deve riconoscerci, deve trovare quell'aggancio valoriale che lo rendi fedele al brand. Si stavano solo rinnovando le promesse del brand. Architettura del brand: logo più descrittivo. Non c'è più una gestione per marchio del brand, c'è un adattamento al mercato e alla time line. HQ Malaspina: traspare l'idea di sostenibilità che persegue: si è creato un customer Innovation center, dove l'obiettivo è quello di portare il cliente dentro l'aim del brand. All'interno di questo spazio ci sono 40 colleghi il cui fine è quello di saper parlare ai consumatori (preparati con un corso apposito). Questa immersione in tecnologie più competenze creano una realtà esperienziale. Questi centri si stanno moltiplicando in tutto il mondo. La scienza è percepita dal cliente come elemento di progresso, ma non viene automaticamente percepita come utile: a questo ci pensa 3M. Quali tempistiche hanno i processi di innovazione? Dipende dal tipo di prodotto. Alcuni processi richiedono anche fino a 5 anni. A volte c'erano prodotti pronti che però non avevano nicchie di mercato a cui rivolgersi. Se invece richiede il consumatore un'innovazione: le tempistiche sono più ridotte. Per la maggior parte delle innovazioni è la loro rapidità a fare la differenza.