RMA DICEMBRE-2023 RID

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anno 77 - n. 4 - Ott/Dic 2023
Periodico trimestrale dell’Aeronautica Militare
Rivista di
METEOROLOGIA
AERONAUTICA
LA PREVISIONE DI
SUPERCELLE E
TROMBE D’ARIA
LA NEBBIA E IL SUO
IMPATTO SULLA VITA
QUOTIDIANA
L’importanza nelle vicende
umane e le varie tipologie
FESTIVAL
METEOROLOGIA 2023
Comunicazione, formazione e
professione
Con
ENGLISH
ABSTRACT
In questa pagina foto di Angelina Iannarelli, in copertina foto di Matteo Verdolini
Editoriale
a cura del Direttore
C
ari Lettori,
questo numero ha davvero un sapore particolare e intenso.
Non posso non condividere con voi la gioia e la soddisfazione mia e di
tutta la redazione per un nuovo traguardo raggiunto, forse il più importante tra quelli che ci eravamo prefissati.
Per prima cosa, noterete senz’altro la nuova veste editoriale: non si
tratta di un semplice restyling, ma di predisporre al meglio la nostra Rivista in vista
del ritorno al cartaceo.
Nel 2016, abbiamo dato il via alla pubblicazione online e oggi possiamo dire che,
a passo costante e sicuro, ci siamo avviati verso questo obiettivo.
Non a caso, nell’anno del Centenario dell’Aeronautica Militare il Sig. Capo di Stato
Maggiore - Gen. S.A. Luca Goretti - ha decretato il “visto si stampi” del nostro trimestrale, accogliendo le istanze provenienti dai nostri lettori, dagli appassionati di
meteorologia e dai diversi ambiti professionistici e istituzionali. Abbiamo proposto,
nel tempo, elaborati in grado di catturare l’attenzione di molti, suscitare domande
e stimolare la voglia di approfondire i temi proposti e, per quanto possibile, abbiamo cercato di restare al passo con i tempi, sottolineando spesso il contesto meteo-climatico unitamente ai recenti avvenimenti che hanno coinvolto diverse aree del
Paese.
Ci siamo messi dalla parte dei lettori, cogliendo anche i suggerimenti di molti giovani, i quali, con spirito vivace ed entusiasmo, collaborano con noi, proponendoci
elaborati interessanti e redatti con uno stile fresco e coinvolgente.
Per questo, insieme a tutta la redazione, sentiamo di manifestare loro il nostro più
vivo ringraziamento. Sono i giovani che con la loro “verve” ci aiutano a trovare nuova linfa, nuove idee e nuovi spunti, per rinnovare l’interesse di quanti ci seguono.
Dal primo numero del 2024 la Rivista sarà distribuita in abbonamento e diffusa nelle
edicole delle maggiori località italiane e, siamo certi, che tante saranno le adesioni.
Sarà finalmente possibile sentire al tatto il fruscio delle pagine e l’odore inconfondibile dell’inchiostro e, perché no, trovare la migliore collocazione nella libreria di
casa, dedicando uno spazio alla meteorologia.
La nuova offerta editoriale rinnova la scelta ambiziosa di rivolgersi ad un pubblico
quanto più ampio possibile, coniugando gli aspetti tecnici e il rigore scientifico allo
scopo divulgativo.
Aspiriamo, come comparto meteo dell’Aeronautica Militare, alla realizzazione di
uno spazio culturale, una piattaforma condivisa che, mediante l’instaurazione di
un dialogo proficuo, riesca ad accompagnare il lettore verso l’acquisizione di una
crescente capacità critica, finalizzata a fornire gli strumenti di base per discernere tra
sensazionalismo e una seria esposizione delle argomentazioni.
Del resto, come Forza Armata, siamo da sempre impegnati a creare sinergie e a
diffondere la capacità di “fare squadra”, con il convincimento che il periodico costituisca un’occasione irrinunciabile per dar voce all’intera comunità meteorologica
nazionale, nonché per condividere con i cittadini le diverse competenze che sono
messe al servizio della collettività e del Paese.
Buona lettura amici Lettori e non mancate di farci pervenire i vostri suggerimenti.
Il Direttore
Orazio Di Casola
1
anno LXXVII - n. 4
Ottobre-Dicembre 2023
Sommario
EDITORIALE1
di Orazio Di Casola
SOMMARIO2
LA PREVISIONE DI SUPERCELLE E
TROMBE D’ARIA4
di Francesco De Martin, Silvio Davolio e Mario Marcello Miglietta
LA NEBBIA E IL SUO IMPATTO SULLA
VITA QUOTIDIANA18
di Vittorio Villasmunta
FESTIVALMETEOROLOGIA 202336
4
di Sergio Pisani
LA PREVISIONE DI SUPERCELLE E TROMBE D’ARIA
L’analisi, dal punto di vista osservativo, sinottico e a livello di mesoscala atmosferica, dell’inconsueta sequenza di trombe d’aria che il 19 settembre 2021, in
poche ore, ha provocato seri danni su varie aree della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, offre utili spunti di riflessione riguardo l’attuale capacità di prevedere le trombe d’aria in Italia e sul possibile sviluppo di apposite reti di allerta.
Collaborazione
Rivista di Meteorologia Aeronautica
Periodico trimestrale fondato nel 1937
2
La collaborazione è aperta a tutti. Gli articoli pubblicati rispecchiano esclusivamente le idee personali dell’autore e non riflettono necessariamente il
pensiero ufficiale della Forza Armata. L’autore, inoltre, ne assume direttamente la responsabilità e garantisce il rispetto della normativa vigente per
il testo e le immagini. Gli scritti, inediti ed esenti da vincoli editoriali, vanno
inviati a: Stato Maggiore dell’Aeronautica, 5° Reparto - Rivista di Meteorologia Aeronautica - Viale dell’Università 4, 00185 Roma.
Il materiale fornito, pubblicato o meno, non verrà comunque restituito.
L’editore si dichiara disponibile a regolarizzare eventuali spettanze dovute
a diritti d’autore per le immagini riprodotte di cui non sia stato possibile
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secondo le vigenti norme sulla tutela della privacy.
SOMMARIO
METEO&SAT 40
18
Dall’estate rovente alle forti piogge autunnali
di Samuele Giampietro
“NUBI... CHE PASSIONE”50
di Marco Ferrieri
GLI OCCHI DEL TEMPO56
36
di Paolo Pagano
UNO SGUARDO AL CLIMA66
Le previsioni per l’inverno 2023/24
di Alessio Canessa
76
TEMPO DI MUSICA
76
Da una straordinaria rivisitazione di Vivaldi
ai Weather Report
di Adriano Raspanti
Periodico fondato nel 1937
Proprietario
Editore Difesa Servizi SpA
Direttore Editoriale
Urbano Floreani
Direttore responsabile
Orazio Di Casola
orazio.dicasola@aeronautica.difesa.it
Grafica e impaginazione
Italiatipolitografia srl - Ferrara
Sabrina Ricci e Marco Artioli
Redazione
Vittorio Villasmunta
Guido Guidi
Iacopo Bonanni
Marco Ferrieri
Maurizio Cosco
Marina Bonanni
Italo Piattelli
rivista.meteo@aeronautica.difesa.it
Sede
Viale dell’Università, 4 - 00185 Roma
Tel. 0649867039 - 7046
3
La previsione di supercelle e trombe d’aria
La previsione di
SUPERCELLE E
TROMBE D’ARIA
La disamina di un evento meteorologico significativo è spesso all’origine di interessanti e più ampie considerazioni, dato il notevole impatto
- in termini di danni materiali, feriti e vittime - che questi fenomeni possono causare. Pertanto l’analisi, dal punto di vista osservativo, sinottico e a livello di mesoscala atmosferica, dell’inconsueta sequenza di
trombe d’aria che il 19 settembre 2021, in poche ore, ha provocato seri
danni su varie aree della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, offre utili
spunti di riflessione riguardo l’attuale capacità di prevedere le trombe
d’aria in Italia e sul possibile sviluppo di apposite reti di allerta.
di Francesco De Martin, Silvio Davolio e Mario Marcello Miglietta
4
I
l termine “tromba d’aria” è storicamente utilizzato
nella lingua italiana per identificare vortici a piccola
scala. Il termine “tornado” è utilizzato nella letteratura
scientifica ed è definito dal Glossary of Meteorology
(Hushcke, 1959) come: “una colonna d’aria rapidamente rotante estesa verticalmente dalla superficie
alla base di un cumulonembo, normalmente associata a
una nube a imbuto e con velocità minima del vento pari a
29 m/s”. Attualmente si tendono a usare indistintamente i
termini “tromba d’aria” e “tornado”, sebbene in passato
i due termini siano stati usati con connotazioni differenti
(Miglietta et al., 2018b).
I tornado sono frequenti negli Stati Uniti, dove si verificano mediamente 1223 tornado/anno, ma non di rado
si osservano anche in Europa, con una media di 232
tornado/anno (Taszarek et al., 2020).
In Italia invece se ne verificano mediamente 37 ogni
anno, con un picco di frequenza sulla pianura veneta,
sulla costa tirrenica laziale e sulla costa ionica della Puglia (Miglietta et al, 2018a). L’Italia è uno dei paesi più
colpiti da questo fenomeno: ha registrato il più alto numero di danni causati da trombe d’aria in Europa nel
La tromba d’aria su Carpenedolo
(foto Nicola Pirondini)
5
La previsione di supercelle e trombe d’aria
periodo 1950-2015 (318 milioni di euro) ed è il secondo
Paese, dopo la Russia, per feriti (753) e vittime (69) nello
stesso periodo (Antonescu et al., 2017).
Il nostro Paese è pertanto molto vulnerabile alle trombe
d’aria, probabilmente per l’elevata densità abitativa delle
zone più frequentemente soggette al fenomeno.
Nonostante la comprovata pericolosità, non esiste attualmente un sistema di previsione dedicato per questo tipo
di eventi né in Italia, né in Europa. Negli Stati Uniti, a
causa dell’elevato numero di trombe d’aria che colpiscono le Grandi Pianure, è presente dagli anni ‘50 un efficace sistema di previsione che ne ha diminuito sensibilmente l’impatto in termini di numero di morti e feriti (Doswell
III, 2003). È interessante ricordare che negli Stati Uniti
fino al 1938 era vietato utilizzare la parola “tornado”
nei sistemi di previsione, in quanto si credeva generasse
panico nella popolazione. Nel 1948 la Tinker Air Force
Base nei pressi di Oklahoma City fu colpita da un tornado e il comandante incaricò i meteorologi della base di
studiare l’evento. Appena 5 giorni dopo, gli stessi meteorologi predissero l’arrivo di un nuovo tornado, che
effettivamente colpì la base aerea! Il successo di questa
previsione diede inizio alla fortunata era delle previsioni
6
Nella pagina precedente, la scala
di probabilità per temporali forti
usata per la previsione PRETEMP e,
in questa pagina, la tromba d’aria su
Roncaro (foto Lucas Adler)
dei tornado nel Nord America (Corfidi, 1999).
In Europa dal 2002 è attivo il progetto ESTOFEX (Brooks
et al., 2011) che pubblica bollettini di rischio temporalesco per il continente fornendo il livello di rischio, da
1 (possibili temporali forti) a 3 (probabili temporali molto forti), secondo i criteri indicati nella fig. alla pagina
precedente. Antonescu et al. (2020) hanno mostrato che
una ipotetica previsione ESTOFEX, emessa per il 24-25
giugno 1967 sulla base dei dati disponibili, avrebbe correttamente previsto lo sviluppo di un’intensa sequenza di
trombe d’aria nell’Europa Centrale. ESTOFEX, costituito
da un gruppo di meteorologi che conduce questa attività
su base volontaria per scopi di ricerca, non è tuttavia un
ente istituzionale preposto per l’emissione di allerte. In
Italia non esiste un sistema di allerta dedicato per le trombe d’aria anche se, a partire dal lavoro di Miglietta et
al. (2016b), la ricerca scientifica sta creando le basi per
raggiungere questo obiettivo; si vedano, a titolo di esempio, anche Miglietta et al. (2017 e 2018a), Bagaglini et
al. (2021), Avolio et al. (2022).
Inoltre, dal 2015 il gruppo di lavoro PRETEMP, similmente a ESTOFEX, sta testando un sistema di previsione di
episodi convettivi severi focalizzato sul territorio italiano.
Quest’articolo ha lo scopo di indagare la capacità di
prevedere le trombe d’aria in Italia, focalizzandosi su un
caso studio avvenuto il 19 settembre 2021, quando ben
7 trombe d’aria si sono formate sulla Pianura Padana
nel giro di poche ore (nella fig. in alto, una delle trombe
d’aria che si sono verificate quel giorno a Carpenedolo,
BS). Dopo un’iniziale breve presentazione del progetto
PRETEMP, l’evento del 19 settembre 2021 è analizzato
sia da un punto di vista sinottico che della mesoscala
atmosferica. Infine, viene discussa l’affidabilità della previsione PRETEMP pubblicata per quel giorno, da cui seguiranno le osservazioni conclusive.
Il “Progetto PRETEMP”
Il gruppo PRETEMP (PREvisioni TEMPorali, www.pretemp.
it) è composto da studenti universitari e meteorologi (fig.
alla pag. successiva) che dal 2015 pubblicano quotidianamente un bollettino di rischio temporalesco per l’Italia.
Il bollettino di previsione è sperimentale e non rappresenta pertanto un sistema di allerta; esso fornisce invece 4
livelli di rischio, basati sulle diverse soglie di probabilità,
che vanno da livello 0 (possibilità di temporali generici)
a livello 3 (possibilità di temporali molto forti).
Il progetto è stato ispirato dall’attività di ESTOFEX, ma,
essendo incentrato sul territorio italiano, pone maggiormente l’attenzione su fenomeni a piccola scala che, in un
territorio dall’orografia complessa come l’Italia, hanno un
7
La previsione di supercelle e trombe d’aria
ruolo centrale nell’influenzare la dinamica dei temporali.
Attualmente PRETEMP è un punto di riferimento per la
previsione dei fenomeni convettivi severi in Italia ed è
apprezzato, come supporto, dai meteorologi operativi.
Oltre all’attività di previsione, dal 2018 PRETEMP coordina la raccolta di segnalazioni di danni dovuti a temporali
forti sul territorio italiano nel database “Storm Report”, in
collaborazione con l’associazione MeteoNetwork (www.
meteonetwork.it) e numerose altre associazioni locali e
singoli appassionati di meteorologia.
Dal 2019, tali segnalazioni vengono inoltre automaticamente inviate al database internazionale ESWD (European Severe Weather Database), gestito dall’associazione
ESSL (European Severe Storm Laboratory, www.essl.org).
Queste segnalazioni sono utilizzate per molteplici finalità, tra le quali la verifica delle previsioni, le analisi climatologiche e la valutazione del rischio da parte di aziende
private di assicurazione.
L’evento del 19 settembre 2021: le osservazioni al suolo
Nelle prime ore del 19 settembre 2021 un sistema convettivo alla mesoscala ha causato precipitazioni intense
nella zona dei laghi lombardi (fig. alla pag. successiva). In
seguito, l’attività convettiva si è estesa alla pianura lombarda, inizialmente organizzandosi come un sistema lineare
Alcuni componenti del gruppo PRETEMP e,
nella pagina successiva, l’elenco e la mappa
degli eventi tornadici del 19 settembre 2021
descritti dall’articolo
8
mentre, dopo le 12.00 UTC, si sono formati alcuni temporali a supercella. Infine, in serata, il sistema convettivo si è
spostato sul Veneto, indebolendosi progressivamente.
Le trombe d’aria (tabella in basso) si sono formate lungo una fascia di territorio poco a nord del Po sulla
pianura lombarda: tre trombe d’aria a Soresina (CR),
Pontevico (BS) e Carpenedolo (BS) sono state generate
da una stessa supercella, che ha percorso circa 150
km tra Lombardia e Veneto. A Carpi, nel modenese,
si è generata un’altra tromba d’aria che ha colpito il
locale aeroporto. Nel complesso ben 4 trombe d’aria
sono risultate di grado F2 nella scala Fujita. Un’analisi
dettagliata dei danni causati da questa sequenza di
trombe d’aria può essere trovata in Pavan (2022).
Dall’analisi delle osservazioni al suolo, fornite da ARPA
Lombardia e ARPA Emilia-Romagna, è stato individuato
un “punto triplo” (Maddox et al., 1980), ossia un punto in cui interagivano tre masse d’aria di natura molto diversa (fig. alla pag. successiva): una massa d’aria
fredda da nord, associata al fronte che ha scavalcato
le Alpi; una massa di aria calda e secca da sud-ovest,
proveniente dal Mar Ligure e in discesa dall’Appennino
settentrionale; una terza massa d’aria calda e umida,
estesa dal Mar Adriatico alla pianura lombarda. Si nota
che tutte le trombe d’aria si sono formate in prossimità
del punto triplo.
9
La previsione di supercelle e trombe d’aria
Analisi sinottica
Secondo quanto indicato nelle mappe alla pag. successiva, a scala sinottica l’origine dell’evento è caratterizzato
da un profondo “cut-off” entrato dalla Francia che, associato ad una massa d’aria fredda in quota, ha attraversato da ovest a est tutta la Pianura Padana (fig. in alto a
sin.), unita ad un’intensa anomalia di Vorticità Potenziale
(fig. in alto a destra) e ad un ramo del getto polare che,
in transito tra Francia Meridionale e Mar Ligure, causava
forte divergenza in alta troposfera sul Nord Italia (fig. in
basso a sin.).
Inoltre, al suolo era presente un minimo di pressione (fig.
in basso a destra, sempre alla pag. successiva) spostatosi
dal Piemonte al Mar Adriatico nel corso della giornata.
La situazione sinottica risultava quindi favorevole allo sviluppo di temporali forti sul Nord Italia, anche se questo
non forniva evidenze sufficienti per identificare un’alta
probabilità di sviluppo di tornado.
Analisi alla mesoscala
Passiamo adesso a schematizzare la dinamica alla meso-
10
scala dell’evento, analizzata tramite simulazioni del modello MOLOCH ad alta risoluzione, con passo di griglia
di 500 m (Davolio et al., 2020).
L’analisi dei dati consente di ben schematizzare i meccanismi di innesco delle supercelle del 19 settembre
2021: come evidenziato nella figura a pag. 12, dal Mar
Adriatico una lingua di aria calda e umida (linee rosse) si
spingeva fino alla pianura lombarda, richiamata dal minimo di bassa pressione, già menzionato in precedenza,
presente sul Piemonte. Da ovest, invece, l’avanzata del
“cut-off low” in quota ha causato l’ingresso dal Canton
Ticino di fredde correnti da nord (linee blu). Il contrasto
tra queste due masse d’aria ha determinato l’innesco di
una intensa convezione atmosferica, sostenuta anche dalla divergenza del getto polare in quota.
Più a sud, durante la giornata, venti secchi sono discesi
dalla catena appenninica sulla Pianura Padana (linee
gialle); una volta che questi hanno interagito con la lingua calda e umida adriatica, hanno innescato lo sviluppo di ulteriore convezione intensa (tra cui la supercella
responsabile del tornado di Carpi).
Nella pagina precedente, la mappa interpolata del Vento a 10 m del 19/09/2021 sull’area
degli eventi, mostra l’interazione tra aria fredda
dal Canton Ticino (in celeste), aria secca dagli
Appennini (in rosso) e aria calda dall’Adriatico
(in giallo); indicati anche luogo ed orario di due
trombe d’aria osservate
In questa pagina, le corrispondenti mappe di
analisi sinottica
Per analizzare le condizioni favorevoli allo sviluppo di
trombe d’aria, bisogna fare ricorso all’equazione di vorticità (Rotunno et al., 1985).
E’ noto che la vorticità presente all’interno di una supercella, si genera a partire dalla sua componente orizzontale, che viene poi “raddrizzata” sull’asse verticale dalla
corrente ascendente del temporale.
In questo caso, attraverso simulazioni numeriche, sono
state identificate due diverse sorgenti di vorticità sul piano orizzontale, rappresentate nella figura a pag. 13: la
prima localizzata a poche centinaia di metri dal suolo
nei pressi del fronte freddo, dove era presente un forte
gradiente di forza di galleggiamento (cosiddetto termine baroclino dell’equazione di vorticità). La seconda
attorno alla quota di 1000 m, dove la vorticità veniva
generata dallo shear prodotto da un Low-Level Jet (LLJ).
La corrente di inflow trasportava la vorticità all’interno
della supercella, nel primo caso dal lato nord-est, nel
secondo dal lato sud-est. La corrente ascendente, raddrizzandone l’asse di rotazione, trasformava la componente orizzontale di vorticità in componente verticale,
che si manifestava raggiungendo picchi particolarmente intensi su alcune aree, come mostrato dalle relative
mappe (figg. “a” e “b” a pag. 14).
Queste due sorgenti di vorticità hanno quindi permesso la formazione di intensi mesocicloni nei bassi livelli
atmosferici, che hanno poi generato le trombe d’aria.
11
La previsione di supercelle e trombe d’aria
Lo schema di innesco delle supercelle verificatesi sul Nord Italia: le frecce gialle trasparenti indicano il flusso divergente in quota, le linee gialle il
flusso secco da sud-ovest che scavalca gli Appennini, le linee rosse il flusso umido dall’Adriatico e le linee blu il flusso freddo dovuto al “cut-off low”
in quota (lettera B). Le nuvole indicano le zone d’innesco della convezione
Lo sviluppo di così tante trombe d’aria era
prevedibile?
Con le attuali conoscenze e capacità dei modelli meteorologici, una buona previsione può al massimo stimare la
probabilità per cui si svilupperanno temporali forti in una
determinata area e momento della giornata. Una previsione capace di individuare con precisione la localizzazione
spaziale e temporale dei temporali forti con un giorno di
anticipo è, allo stato attuale, impossibile. Questo è ancora più vero se si vogliono prevedere le trombe d’aria, in
quanto esse sono fenomeni alla microscala, molto soggette
- in Italia come negli Stati Uniti - all’incertezza delle simulazioni numeriche. Dunque, la miglior previsione possibile
di trombe d’aria che si può attualmente fare è una stima
della probabilità del loro sviluppo in una certa area, senza
scendere in ulteriori dettagli che sarebbero inevitabilmente
affetti da un’incertezza troppo grande.
12
Il giorno prima dell’evento, il 18 settembre 2021, PRETEMP aveva emesso un bollettino che indicava un livello
di pericolosità 2 per temporali forti sulla Pianura Padana
e sull’alta Toscana; questa è confrontabile con la “Previsione Quasi Perfetta”, ossia la miglior previsione che
si sarebbe potuta fare, conoscendo a posteriori la distribuzione delle segnalazioni raccolte nello Storm Report
(Hitchens et al., 2013). Dal confronto tra le due immagini
(figg. a pag. 15) si osserva come sulla Pianura Padana la
previsione ha individuato con ottima precisione il settore
colpito dai fenomeni più severi, mentre sull’alta Toscana il
rischio di forti temporali è risultato sovrastimato.
Per quanto riguarda il rischio di trombe d’aria, nel testo
si diceva che “lungo l’asse del Po, in particolare tra bassa Lombardia e basso Veneto, sussistono le condizioni
per lo sviluppo di supercelle: in questo settore potrebbero
cadere chicchi di grandine un po’ più grossi (fino a 2-4
cm di diametro) ed è possibile un debole tornado mesociclonico.” Effettivamente le supercelle si sono sviluppate proprio sulla bassa pianura lombarda, dove sono
state anche osservate grandinate con chicchi fino a 5 cm
di diametro. Tuttavia, il rischio di trombe d’aria, seppur
menzionato, è stato sottostimato.
Rispetto alla previsione di Antonescu et al. (2020) per
la sequenza di trombe d’aria nell’Europa Centrale del
24-25 giugno 1967, in questo caso la previsione è stata
meno accurata. Il motivo potrebbe essere legato alla complessa orografia della regione (rispetto alle aree pianeggianti dell’Europa Centrale e degli Stati Uniti), che rende
le simulazioni meno affidabili (Miglietta et al, 2016a).
In conclusione, lo sviluppo di supercelle era stato correttamente previsto nel settore dove effettivamente queste si
sono sviluppate, ma il possibile sviluppo di trombe d’aria
è risultato sottostimato.
Conclusioni
Il 19 settembre 2021 la Pianura Padana è stata interessata da una inconsueta sequenza di trombe d’aria, nonostante la zona sia soggetta a questo tipo di fenomeni: nel
giro di quattro ore si sono formate ben 7 trombe d’aria,
di cui quattro di intensità F2. L’evento è stato innescato
da un “cut-off low” in quota, che dalla Francia ha attraversato la Pianura Padana. Nei bassi strati atmosferici
un’avvezione di aria calda e umida dal Mar Adriatico ha
creato le condizioni adatte per lo sviluppo di supercelle,
innescate dall’interazione con l’aria più fredda associata
a un fronte. Una supercella in Emilia invece si è sviluppata per l’interazione tra un flusso secco discendente dagli
Appennini e la stessa avvezione calda e umida. La vorticità, che ha permesso lo sviluppo di intensi mesocicloni
nei bassi livelli atmosferici, è stata generata sul piano
orizzontale lungo il fronte freddo (per il gradiente di for-
Schema della vorticità durante l’evento: l’interazione di tre diverse masse d’aria (secca e calda in
giallo, mite e umida in rosso e fredda e secca in
blu) con due contributi di vorticità nei bassi strati
(frecce blu e nere) e un Low Level Jet (frecce rosse)
alimentano la supercella
13
La previsione di supercelle e trombe d’aria
In questa pagina, due mappe
previste dal modello MOLOCH per
le 12.00 UTC del 19/09/2021: in
alto, il Vento a 950 hPa sulla Pianura Padana (in m/s) e, in basso,
la componente orizzontale della
vorticità a 1000 m (10-4 s-1); è
evidente un Low-Level Jet (freccia
nera) che origina - sull’area
interna all’ellisse - intensi picchi di
vorticità positiva
Nella pag. successiva, a sinistra,
il bollettino PRETEMP dello stesso
giorno, affiancato dalla “Previsione Quasi Perfetta”, ovvero la sua
verifica a posteriori
za di galleggiamento) e all’interno della lingua instabile
(per la presenza di un LLJ).
La formazione di forti temporali, e in particolare di supercelle, era stata prevista il giorno precedente dall’analisi dei modelli ad area limitata disponibili sul web,
come testimoniato dal bollettino di PRETEMP. Lo sviluppo
di trombe d’aria invece, seppur citato come possibile, è
stato sottostimato. Rispetto alla previsione della sequenza
di tornado in Europa Centrale del 24-25 giugno 1967
(Antonescu et al., 2020), le trombe d’aria sono risultate
meno predicibili, probabilmente a causa dell’orografia
più complessa della regione.
L’esperienza di PRETEMP evidenzia la capacità di previ-
14
sione di sistemi convettivi intensi nel nostro Paese, tenuto
conto che una previsione puntuale di questi, è allo stato
attuale, impensabile.
Tuttavia, mentre lo sviluppo di forti temporali e di supercelle associati a sistemi frontali si riesce a prevedere il giorno
precedente con discreta attendibilità, per quanto riguarda
le trombe d’aria l’affidabilità delle previsioni è minore.
In conclusione, grazie agli sforzi del mondo scientifico,
si ritiene che la capacità di prevedere le trombe d’aria
in Italia stia progressivamente migliorando, seppur ancora molto debba essere fatto. Periodicamente si verificano trombe d’aria particolarmente distruttive, come per
il citato evento di Carpi, a Mira e Dolo l’8 luglio 2015,
English Abstract
in Emilia-Romagna il 3 maggio 2013 o a Taranto il 28
novembre 2012; ciò ci ricorda come l’Italia sia un Paese
molto esposto a questo rischio (Antonescu et al., 2017) e
che un sistema di allertamento dedicato potrebbe mitigarne gli effetti (Miglietta et al., 2016b e Doswell III, 2003).
Come nel 1948 negli Stati Uniti, quando una corretta
previsione di tornado diede slancio alla creazione di un
sistema di allertamento dedicato, si auspica che anche in
Italia, una volta affinata la tecnica di previsione, le istituzioni decidano di far propri gli avanzamenti della ricerca
al fine di istituire un sistema di allertamento dedicato per
le trombe d’aria.
On 19 September 2021 an unusual tornado outbreak affected
the Po Valley: in less than four hours, seven tornadoes hit the
Lombardia and the Emilia-Romagna regions. The event is studied by means of both surface observations, synoptic and
mesoscale analysis. The synoptic forcing was provided by a
cut-off low that, from France, swept all the Po Valley, while in
the low-levels a warm and moist air tongue from the Adriatic
Sea, a cold front crossing the Alps and a dry air mass from
the Apennines played an important role. Lastly, the outlook
of the PRETEMP group for that day is evaluated, with the aim
of assessing the current skill in tornado forecasting in Italy. It
may lead to the creation of a dedicated warning system in the
future, considering the huge impacts - in terms of material damages, injuries and casualties - often related to those events.
© Riproduzione riservata
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La previsione di supercelle e trombe d’aria
Bibliografia
• Antonescu et al. (2017) “Tornadoes in Europe: an underestimated threat”, Bulletin of the American Meteorological
Society 98.4, pp. 713–728.
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Tyrrhenian regions of the Italian peninsula: The case study
of 28 July 2019”, Atmospheric Research, p. 106285.
• Corfidi S. F. (1999) “The birth and early years of the Storm
Prediction Center”, Weather and forecasting, 14(4), 507525.
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Una bella immagine della tromba d’aria
del 19 settembre 2021 su Migliarina,
nel Modenese
(foto Laura Giorgi)
17
La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana
La nebbia e il suo
IMPATTO SULLA VITA
QUOTIDIANA
La nebbia, che si forma per condensazione del vapore acqueo negli
strati vicini alla superficie terrestre, può avere un impatto significativo
sulla vita quotidiana a causa della riduzione della visibilità.
Questo articolo vuole stimolare la curiosità del lettore, esaminando
l’importanza della nebbia nelle vicende umane e le sue varie tipologie.
di Vittorio Villasmunta
18
Un’immagine di Frank Le Blancq Portelet Bay, St Brelade, Jersey.
Tratta dal WMO Cloud Atlas
19
La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana
S
crivere un articolo divulgativo sulla nebbia
richiede una combinazione di informazioni
tecniche e una spiegazione accessibile per
il pubblico generale.
Per tale ragione, l’articolo pone in risalto
in che modo la nebbia influisca in modo significativo sulle vicende umane ed entrerà nel vivo della
materia trattando gli elementi descrittivi relativi alle varie
tipologie di nebbie, allo scopo di acquisire un corretto e
univoco uso dei termini specifici della materia trattata.
Cos’è la nebbia e come si forma
La nebbia è uno dei prodotti della condensazione del
vapore acqueo: infatti condivide gli stessi meccanismi
di genesi della formazione delle nubi. La sua principale
20
caratteristica consiste nella circostanza che essa si forma negli strati immediatamente prossimi alla superficie
terrestre. Tecnicamente, si parla di nebbia solo quando
la visibilità orizzontale è minore di 1 km. Per tutti gli altri
casi, si parla più correttamente di foschia. Le minutissime
goccioline d’acqua di cui la nebbia è fatta, iniziano a
formarsi quando l’umidità relativa dell’aria giunge a valori prossimi al 100%: in altri termini, quando il volume
d’aria interessato è saturo di vapor acqueo. Tuttavia, in
un’atmosfera pura, ossia priva di qualsiasi particella solida, si potrebbe verificare il fenomeno della sovrassaturazione, cioè una condizione per cui nell’aria è presente
più vapor acqueo di quanto potrebbe normalmente essercene a una certa temperatura.
Non è questa, naturalmente, la condizione in cui si trova
la troposfera terrestre che, anzi, è ricca di innumerevoli particelle solide che favoriscono significativamente la
condensazione del vapor acqueo. Infatti, in presenza di
ricco particolato, la condensazione del vapor acqueo
può avvenire anche prima del raggiungimento della
saturazione, cioè con umidità relativa dell’80 o 90 per
cento. Non è un caso che le zone in cui più facilmente si
verificano frequenti riduzioni della visibilità dovute alla
condensazione del vapor d’acqua siano proprio quelle
prossime a importanti insediamenti industriali che emettono nella bassa troposfera quantità notevoli di particelle
solide e gassose. Da quanto detto può intuirsi facilmente
che esistono anche altri elementi che influiscono in diversa misura sulla condensazione dell’acqua negli strati
prossimi al suolo e i professionisti del settore che sono
chiamati a prevedere la formazione o il dissolvimento
della nebbia lo sanno molto bene.
Soffermiamoci, per il momento, ad esaminare come, per
via della sensibile riduzione della visibilità, la nebbia
possa influenzare significativamente la vita delle persone
in diversi modi, sia in termini di impatto quotidiano che in
situazioni particolari. Nei prossimi paragrafi analizzeremo le principali conseguenze della comparsa e della persistenza delle nebbie sulle attività umane e sull’ambiente.
Riduzione della visibilità stradale
La nebbia spesso riduce notevolmente la visibilità su strade e autostrade, rendendo più pericolose le condizioni di
guida. Questo può portare a un aumento degli incidenti stradali, specialmente se i conducenti non adottano le
Immagine del maxi incidente del
24 ottobre 2023 a New Orleans
L’immagine di George Anderson - Reading,
United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland.
Tratta dal WMO Cloud Atlas
21
La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana
precauzioni necessarie, come l’uso delle luci antinebbia e
il rallentamento della velocità. Il 24 ottobre 2023, a New
Orleans, negli Stati Uniti, è stato registrato un incidente
automobilistico dovuto alla nebbia che ha coinvolto più
di 150 veicoli, ha causato 25 feriti e almeno sette morti.
Secondo la polizia locale, il traffico a catena e gli incidenti automobilistici sono stati causati dalla miscelazione
della nebbia mattutina con il fumo degli incendi boschivi
originari della regione. In questi casi la visibilità può ridursi a meno di 3 metri, il che è estremamente pericoloso
per gli automobilisti. Diversi studi hanno dimostrato che
la presenza della nebbia produce un certo numero di
impatti empirici sulla sicurezza. Una ricerca scientifica
ha scoperto che la distanza di sicurezza si riduce e la
probabilità di giudicare erroneamente la velocità del veicolo che precede aumenta all’aumentare della densità
della nebbia. Altre ricerche hanno anche scoperto che
l’aumento della densità della nebbia comporta una riduzione delle distanze di sicurezza rispetto ai veicoli che
precedono. Tra le ragioni date da questi autori per i cambiamenti nella distanza di sicurezza e nei giudizi errati
sulla velocità c’è la ridotta performance visiva causata
dalla luce diffusa nella nebbia.
È importante essere consapevoli degli effetti della nebbia
Il naufragio dell’Andrea Doria (foto d’epoca - Il Giornale)
22
e prendere le precauzioni necessarie, come guidare con
attenzione, ridurre la velocità, utilizzare luci antinebbia e
seguire le indicazioni delle autorità e dei servizi meteorologici per garantire la sicurezza e ridurre l’incidenza di
incidenti legati alla nebbia.
Ritardi nei trasporti terrestri
La nebbia può causare ritardi nei trasporti pubblici e
nei voli aerei, poiché la bassa visibilità può rendere difficile o addirittura pericoloso il movimento di veicoli e
aeromobili. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista
scientifica online PLOS ONE, la ridotta visibilità causata
dalla nebbia e dalla pioggia può seriamente influire sulla
mobilità e sulla sicurezza dei conducenti.
Inoltre, il maltempo può causare ritardi nei voli aerei, poiché le compagnie aeree devono adottare protocolli aggiuntivi per garantire la sicurezza dei passeggeri e delle
operazioni di volo.
Oltretutto, se la nebbia è la causa del ritardo o della cancellazione del volo, non si ha diritto a un risarcimento.
La nebbia rientra infatti nella categoria di circostanze straordinarie, situazioni in cui la compagnia aerea non è responsabile del disagio e può quindi legittimamente rifiutare le
richieste di risarcimento da parte dei passeggeri interessati.
Impatto sulla navigazione marittima
La nebbia può influenzare pesantemente anche la navigazione marittima, specialmente nelle zone costiere,
richiedendo l’uso di segnalatori acustici e radar per la sicurezza delle navi. La nave SS Andrea Doria, un lussuoso
transatlantico italiano, è famosa per il suo naufragio nel
1956. Il 25 luglio 1956, mentre si avvicinava alla costa
di Nantucket, Massachusetts, Stati Uniti, la nave entrò
in collisione con la nave passeggeri svedese Stockholm.
Una combinazione di nebbia densa e rotte mal giudicate causò la collisione. La Stockholm colpì il lato di dritta della Andrea Doria, squarciando diversi dei suoi 11
compartimenti stagni. Colpita sul lato di dritta, la Andrea
Doria, che era sovraccarica, iniziò immediatamente a inclinarsi gravemente da quel lato mentre prendeva acqua,
rendendo inutilizzabili metà delle sue scialuppe di salvataggio. Nonostante tale circostanza, che avrebbe potuto
comportare una perdita significativa di vite umane, la
nave rimase a galla per oltre 11 ore dopo la collisione.
Mentre 1.660 passeggeri e membri dell’equipaggio furono salvati e sopravvissero, 46 persone sulla nave morirono a causa diretta della collisione. La nave evacuata
si capovolse e affondò la mattina seguente. Questo incidente rimane il peggior disastro marittimo ad aver avuto
luogo nelle acque degli Stati Uniti dal ribaltamento dell’Eastland a Chicago nel 1915.
Impatto sulla salute
L’esposizione prolungata alla nebbia, in particolare se
contenente inquinanti atmosferici, può avere un impatto
negativo sulla salute umana. La nebbia può peggiorare
problemi respiratori e provocare irritazioni oculari. È importante limitare l’esposizione e adottare precauzioni. In
particolare, la nebbia può contenere sostanze inquinanti
come il biossido di zolfo, l’ossido di azoto e le particelle
sottili, che possono causare problemi respiratori, malattie
cardiache e altri problemi di salute. Il grande smog di
Londra, o Grande Smog del 1952, è stato un grave evento di inquinamento atmosferico che ha colpito la capitale
del Regno Unito, nel dicembre 1952. Una combinazione
di freddo insolito, anticiclone e condizioni di vento calmo
ha concentrato inquinanti atmosferici, principalmente derivanti dall’uso del carbone, per formare uno strato spesso di smog sulla città. Lo smog causò gravi interruzioni
riducendo la visibilità e penetrando anche negli ambienti
interni, molto più gravemente rispetto agli eventi di smog
precedenti, chiamati “pea-soupers”. Secondo i rapporti
medici governativi nelle settimane successive all’evento,
Il grande Smog a Londra nel 1952
(illustrazione di fantasia ispirata da
fatti reali)
23
La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana
fino a 4.000 persone morirono a causa dello smog e
altre 100.000 furono colpite dagli effetti dello smog sul
tratto respiratorio umano. Ricerche più recenti suggeriscono che il numero totale di morti sia stato considerevolmente maggiore, con stime tra 10.000 e 12.000 decessi. La qualità dell’aria di Londra era un problema sin
dal XIII secolo. Tuttavia, il Grande Smog si rivelò essere
molte volte peggiore di qualsiasi cosa che la città avesse
mai sperimentato prima: si pensa che sia stato il peggior evento di inquinamento atmosferico nella storia del
Regno Unito, e il più significativo per i suoi effetti sulla
ricerca ambientale, la regolamentazione governativa e
la consapevolezza pubblica della relazione tra la qualità
dell’aria e la salute. Questo ha portato a diversi cambiamenti nelle pratiche e nella regolamentazione, tra cui il
Clean Air Act del 1956.
Impatto sulle attività all’aperto
La nebbia può ostacolare le attività all’aperto, come lo
sport e le attività ricreative. Le persone potrebbero dover
rimandare le attività pianificate a causa delle condizioni
meteorologiche avverse. Per quanto riguarda lo sport,
la nebbia può influire negativamente sulla visibilità degli atleti, rendendo difficile la pratica di sport all’aperto
come il calcio, il rugby o il baseball. Inoltre, la nebbia
può influire sulla qualità del campo di gioco, rendendolo
scivoloso e pericoloso per gli atleti.
Un esempio notevole di una partita di calcio influenzata
dalla nebbia è la partita tra l’Arsenal e il Dynamo Moscow nel 1945. Nonostante la nebbia pesante, l’arbitro
Portiere di calcio abbandonato in
campo (illustrazione di fantasia ispirata
da fatti reali)
24
Stadio colmo di nebbia
(illustrazione di fantasia ispirata da fatti reali)
decise di non annullare la partita, dato che il Dynamo
aveva viaggiato da molto lontano per affrontare l’Arsenal. La partita iniziò davanti a 55.000 persone, che a
malapena riuscivano a vedere qualcosa.
Un altro esempio riguarda il portiere Sam Bartram, che
nel 1937 rimase sul campo per 15 minuti dopo che una
partita era stata annullata a causa della nebbia pesante.
Tutti gli altri giocatori e gli arbitri avevano lasciato il campo, ma nessuno aveva avvisato Bartram, che rimase alla
sua posizione, scrutando attraverso la nebbia e aspettando l’attacco dell’avversario fino a quando un poliziotto
non lo trovò e lo fece uscire dal campo. Questi episodi
illustrano come la nebbia può avere un impatto significativo sugli eventi sportivi, portando a situazioni sia comiche
che problematiche.
Per quanto riguarda le attività creative, la nebbia può
influire sulla qualità delle foto e delle riprese video all’aperto, rendendole sfocate e poco nitide.
Impatto sull’industria
In alcuni settori, come l’agricoltura e le costruzioni, la
nebbia può causare interruzioni nelle operazioni a causa
dei rischi connessi alla scarsa visibilità e alla sicurezza
sul posto di lavoro. La ridotta capacità di vedere ciò che
si trova a pochi metri di distanza, può rendere estremamente difficile guidare i veicoli da costruzione o spostarsi
quando un veicolo si avvicina. Quando compare la nebbia, un progetto potrebbe interrompersi fino a quando
essa non si dissipa. La nebbia persistente può avere un
impatto significativo sui cantieri di costruzione, portando
a ritardi nei lavori o addirittura alla loro sospensione.
La visibilità ridotta può rendere pericoloso il lavoro in
cantiere, mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori.
Inoltre, alcune attività, come l’uso di gru o altre attrezzature di sollevamento, possono essere particolarmente
rischiose in condizioni di nebbia. Quando le condizioni
meteorologiche diventano troppo avverse, i responsabili
del cantiere possono decidere di sospendere temporaneamente i lavori. Questa decisione viene presa in base
a una serie di fattori, tra cui la gravità delle condizioni
meteorologiche, la durata prevista dell’evento meteorologico, la natura del lavoro da svolgere e le possibili alternative. Durante una sospensione del lavoro, è importante
garantire la sicurezza del cantiere. Questo può includere
misure come la messa in sicurezza delle attrezzature, la
chiusura di eventuali buche o scavi e l’installazione di segnaletica adeguata per avvisare del pericolo. Una volta
che le condizioni meteorologiche migliorano, i lavori possono riprendere. Tuttavia, potrebbe essere necessario un
periodo di tempo per rimettere in funzione le attrezzature
e organizzare nuovamente il personale. Inoltre, potrebbe
essere necessario effettuare ulteriori controlli di sicurezza
prima di riprendere pienamente i lavori. È evidente che
tutto ciò comporta inevitabilmente dei costi. Un buon previsore e una buona previsione possono garantire sia la
sicurezza che un minor dispendio di risorse.
Impatto sull’ambiente naturale
La nebbia può avere un impatto sull’ambiente naturale,
influenzando la crescita delle piante e la vita della fauna. Essa può ridurre la quantità di luce solare che raggiunge le piante, limitandone la fotosintesi e la crescita.
Tuttavia, la nebbia può anche fornire umidità alle piante,
aiutandole a sopravvivere in ambienti aridi. La nebbia
può anche intrappolare molti degli inquinanti che l’uomo
immette in atmosfera, tra cui il particolato, e quindi aggrava l’inquinamento atmosferico. Per quanto riguarda
la fauna, la nebbia può influenzare la vita degli animali
in molti modi. Ad esempio, può ridurne le capacità visive, rendendoli più vulnerabili agli attacchi dei predatori.
Inoltre, la nebbia può anche influenzare la navigazione
Impatto della nebbia
sull’ambiente naturale
(illustrazione di fantasia
ispirata da fatti reali)
25
La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana
Illustrazione di
fantasia liberamente
ispirata al film “The
Mist”
degli uccelli migratori, causandogli difficoltà a trovare il
loro percorso. Tuttavia, come per le piante, la nebbia può
fornire umidità e acqua potabile agli animali, consentendone la sopravvivenza laddove di acqua ce n’è poca.
Atmosfera emotiva
La nebbia può creare un’atmosfera emotiva particolare,
che può essere considerata sia affascinante che inquietante, influenzando l’umore e la percezione generale di
un luogo. L’atmosfera creata da un ambiente nebbioso
con luci soffuse può essere molto suggestiva. La nebbia,
riducendo la quantità di luce solare che raggiunge l’ambiente, produce un’atmosfera ovattata e silenziosa. Le luci
soffuse possono accentuare questa sensazione di intimità
e riservatezza. La nebbia è stata spesso utilizzata nel cinema per creare atmosfere cariche di mistero e inquietanti. La nebbia, riducendo la visibilità, crea un senso
di incertezza e di pericolo. Inoltre, la nebbia può anche
26
nascondere oggetti o persone, alimentando la suspense.
Alcuni esempi di film che utilizzano la nebbia per creare
atmosfere inquietanti includono “The Fog” di John Carpenter, “The Others” di Alejandro Amenábar e “The Mist”
di Frank Darabont. “The Fog” è un film horror del 1980
diretto da John Carpenter. Il film racconta la storia di una
nebbia minacciosa che avvolge una piccola città costiera
esattamente 100 anni dopo che una nave è misteriosamente affondata nelle sue acque. La nebbia contiene i fantasmi dei marinai assassinati, che cercano vendetta contro
gli abitanti della città. Nel film “The Others” di Alejandro
Amenábar, la nebbia non è un elemento centrale della trama, ma viene utilizzata per generare un’atmosfera inquietante e misteriosa. In particolare, la nebbia viene utilizzata
per nascondere oggetti e persone, e il regista utilizza questo elemento per creare una sensazione di tensione e di
pericolo imminente. “The Mist” è un film horror del 2007
diretto da Frank Darabont. La nebbia gioca un ruolo cen-
L’aeroporto di Heathrow
invaso dalla nebbia
trale nella trama del film, avvolgendo una piccola città e
nascondendo creature mortali al suo interno. La nebbia
rappresenta l’ignoto e l’incertezza, generando tensione e
sensazione di pericolo imminente. Il film utilizza la nebbia
per creare un’atmosfera claustrofobica, che mette a dura
prova i personaggi e il loro istinto di sopravvivenza.
Impatto sull’aviazione
Nei casi più gravi, la nebbia può causare la cancellazione dei voli o il dirottamento degli aerei a destinazioni
alternative, comportando disagi per i passeggeri. Lunedì
23 gennaio 2023, decine di voli furono cancellati all’aeroporto di Heathrow a causa della nebbia ghiacciata.
British Airways, il vettore più grande dell’aeroporto più
trafficato del Regno Unito, cancellò circa 80 voli. Le
compagnie aeree furono informate domenica sera che
avrebbero dovuto ridurre del 15% il numero di voli in
operazione a causa delle restrizioni del traffico aereo e
del maltempo. L’aeroporto di Heathrow dichiarò che il
maltempo si era dissolto e i voli stavano operando normalmente. Met Office aveva emesso un’allerta gialla per
nebbia fino alle 11:00 GMT del lunedì per alcune parti
del sud e dell’est dell’Inghilterra. I passeggeri espressero
la loro frustrazione sui social media per i disagi ai viaggi.
British Airways dichiarò di aver “chiesto scusa ai clienti
i cui voli sono stati colpiti” e di fare “tutto il possibile per
farli partire il più rapidamente possibile”.
Impatto della nebbia sulla regolarità dei voli
La nebbia può effettivamente causare interruzioni e persino portare a cancellazioni di voli. Quando la visibilità
è significativamente ridotta a causa della nebbia, i piloti
non sono in grado di vedere chiaramente la pista e le
aree circostanti. Questo può rappresentare un rischio significativo per la sicurezza, rendendo difficile per i piloti
eseguire decolli, atterraggi e taxi in sicurezza. Di conseguenza, molti aeroporti hanno regolamenti e protocolli specifici per garantire la sicurezza dei passeggeri e
dell’equipaggio durante le condizioni di nebbia.
Quando le condizioni meteorologiche nebbiose persistono, gli aeroporti possono implementare determinate
misure e procedure per minimizzare le interruzioni (Low
Visibility Procedures, LVP). Ad esempio, procedure che
prevedono l’uso di sistemi di atterraggio strumentale (ILS)
o altri aiuti alla navigazione avanzati per assistere i piloti nell’atterraggio con visibilità ridotta, come sistemi di
illuminazione della pista specializzati per migliorare la
Bassa visibilità sull’aeroporto di Heathrow il 23 agosto 2023
(DiscoA340 – wikimedia commons)
27
La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana
visibilità o misure che implicano l’assistenza del personale di supporto a terra per guidare i piloti durante il
decollo e l’atterraggio. Tuttavia, tutti questi accorgimenti
possono risultare non sufficienti, e in certi casi, i voli possono comunque essere ritardati o cancellati come misura
precauzionale per dare la priorità alla sicurezza.
Le compagnie aeree spesso adottano politiche per gestire
i voli condizionati dalla nebbia. Queste politiche includono tipicamente opzioni di riprenotazione per i passeggeri
interessati e la sistemazione su voli alternativi per ridurre
al minimo l’inconveniente. Gli aeroporti comunicano informazioni relative alla nebbia ai passeggeri attraverso
vari canali. Questo può includere aggiornamenti sui loro
siti web ufficiali, annunci tramite altoparlanti e notifiche
tramite applicazioni mobili. Anche le compagnie aeree
notificano ai passeggeri i ritardi o le cancellazioni dovute
alla nebbia attraverso i loro rispettivi canali di comunicazione. Non tutti gli aeroporti sono ugualmente colpiti
dalla nebbia. La gravità e la durata della nebbia possono variare notevolmente a seconda della posizione e del
clima. Gli aeroporti situati in regioni soggette a nebbia
possono avere sistemi e procedure specifici per gestire in
modo efficiente queste condizioni.
In conclusione, la nebbia può avere un impatto signifi-
cativo sui voli, causando ritardi, deviazioni e persino
cancellazioni. La sicurezza è sempre la priorità principale nell’aviazione, e gli aeroporti e le compagnie aeree hanno protocolli in atto per gestire le condizioni di
nebbia. Sebbene la durata e la gravità della nebbia
possano variare, vengono prese misure per minimizzare
le interruzioni e garantire il benessere dei passeggeri e
dell’equipaggio.
Ruolo del meteorologo aeronautico nella mitigazione del rischio
Quanto appena descritto fa comprendere come la figura del meteorologo e il suo ruolo assumano particolare
importanza nel campo dell’aviazione civile, per le importanti implicazioni in termini di sicurezza e per gli aspetti
economici. Nello specifico, un meteorologo aeronautico
può esser chiamato spesso a prevedere la formazione, il
sollevamento o il dissolvimento di fenomeni che riducono
fortemente la visibilità orizzontale. Poiché l’obiettivo di
questo articolo è fornire le migliori informazioni disponibili, nel prosieguo discuteremo anche dei vari fattori che
influenzano la formazione e il dissolvimento della nebbia
e degli strati, in quanto quest’ultimi spesso intimamente
connessi con i meccanismi di genesi della nebbia.
Aereo in pista in attesa di autorizzazione
al decollo (illustrazione di fantasia
ispirata da fatti reali)
28
La strumentazione
della capannina
meteorologica per
la misurazione di
alcune grandezze
igrometriche
Grandezze igrometriche
Abbiamo visto che la quantità di acqua presente allo
stato gassoso nella massa d’aria rappresenta l’elemento
fondamentale per la condensazione dell’acqua in goccioline o per la formazione di cristalli di ghiaccio. Prima
di proseguire nella lettura del presente articolo, è necessario specificare alcuni concetti e grandezze fisiche fondamentali per la quantificazione oggettiva dell’umidità
presente nell’aria.
Umidità
La parola umidità fa riferimento alla quantità di vapor
acqueo presente nell’aria. Da un punto di vista mera-
mente soggettivo, essa nasce nell’ambito della natura
sensoriale umana, in relazione sia al senso di bagnato
che l’organismo percepisce in determinate condizioni
ambientali, quando l’aria è prossima alla saturazione,
sia dall’esperienza che lega causa ed effetto e che collega tale sensazione alla presenza di manifestazioni
visibili della saturazione stessa. Vi sono numerose grandezze igrometriche che hanno il compito di descrivere
in maniera oggettiva queste situazioni, e non sono semplici duplicazioni, in quanto ciascuna di esse esamina
la questione da uno specifico punto di vista. Noi prenderemo in considerazione quelle che saranno citate nel
presente testo.
29
La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana
Umidità relativa
L’umidità relativa, espressa in termini percentuali, ha il
compito di esprimere in modo semplice quanto vapor acqueo è presente effettivamente nell’aria rispetto a quanto
ve ne potrebbe essere al massimo allo stato gassoso. Nel
momento in cui viene raggiunto il massimo, si può dire
che l’aria è satura d’acqua. Quando l’acqua è allo stato
gassoso, è invisibile. Diventerà visibile quando, a saturazione raggiunta, l’acqua in eccesso inizierà a condensare in minutissime goccioline. La temperatura dell’aria
in questo contesto gioca un ruolo fondamentale: più le
temperature sono elevate, più vapor acqueo ci vuole per
giungere alla saturazione. Ed in effetti, ritornando alla
percezione umana, il nostro concetto di umidità elevata è
connesso proprio all’afa estiva, quando alle alte temperature del periodo si associano umidità relative molto alte.
Temperatura del punto di rugiada
È la temperatura alla quale l’aria deve essere raffreddata, a pressione costante e con un contenuto costante di
vapore acqueo, affinché si verifichi la saturazione. Spes-
Nebbia all’alba - Horicon, Wisconsin -12 settembre 2009
(Dori – wikimedia commons)
30
so viene abbreviata in “punto di rugiada”. Questa è una
variabile basata sulla quantità di vapore acqueo presente
nell’atmosfera.
Più vapore acqueo è presente, più alto è il punto di rugiada. Pertanto, il punto di rugiada è davvero un indice
della quantità di vapore acqueo presente nell’aria a una
data pressione. La temperatura e il punto di rugiada possono coincidere sia aumentando il punto di rugiada fino
a quando non eguaglia la temperatura, sia abbassando
la temperatura al punto di rugiada. Il primo caso si verifica con l’aggiunta di vapore acqueo all’aria per evaporazione da superfici d’acqua, terreno bagnato o pioggia
che cade attraverso l’aria. Il secondo caso si verifica dal
raffreddamento dell’aria a contatto con una superficie
fredda sottostante.
Depressione del punto di rugiada
La depressione del punto di rugiada è una misura di
quanto l’aria sia umida. È la differenza tra la temperatura
corrente dell’aria e il suo punto di rugiada.
Più è grande questa differenza, più secca è l’aria. Al con-
Un’immagine di nebbia e strati
tratta dal WMO Cloud Atlas
di Jarmo Koistinen - Helsinki,
Finland
trario, se la depressione del punto di rugiada è piccola,
significa che l’aria è molto umida.
Quindi, se abbiamo una depressione del punto di rugiada bassa, l’aria è umida, mentre se abbiamo una depressione del punto di rugiada alta, l’aria è secca. La
depressione del punto di rugiada è una misura utile per
comprendere quanto l’aria sia confortevole o se potrebbero esserci condizioni di condensa, come la formazione
di rugiada o nebbia.
Umidità specifica e rapporto di mescolanza
Queste grandezze sono di grande utilità, poiché consentono di esprimere indipendentemente dalla temperatura
dell’aria un valore che indica in grammi quanta acqua è
presente nell’aria.
Infatti, si esprime come rapporto di due masse, quell’acqua rispetto a quella dell’aria secca o umida. Nel prossimo
paragrafo, vedremo come l’umidità specifica, espressa in
grammi su chilogrammo, rappresenti un ottimo modo per
caratterizzare le differenti masse d’aria le cui caratteristiche
giocano un ruolo importante nella genesi di alcune nebbie.
Effetti sulla nebbia dovuti alla stabilità della
massa d’aria
Nebbia e strati sono manifestazioni tipiche di una massa
d’aria calda. In meteorologia, per massa d’aria s’intende
un determinato volume dell’atmosfera con caratteristiche
fisiche omogenee.
Queste dipendono dall’origine della massa d’aria e dalle
trasformazioni che ha potuto subire nel suo spostamento.
In relazione alla formazione di nebbie e foschie, generalmente l’aria artica sia di origine marittima (mA) sia
continentale (cA), che si originano in Groenlandia, Spitzbergen, Nuova Semlja, Mare di Barents e Russia settentrionale, presentano visibilità eccezionali (anche oltre i
50 km). Lo stesso dicasi per le masse d’aria polari marittime fredde (mPk, Atlantico settentrionale e Canada), con
visibilità dai 20 ai 50 km, e con qualche limitazione, per
l’aria polare continentale fredda (cPk, Russia continentale
e penisola balcanica).
Il discorso cambia radicalmente quando le masse d’aria
hanno caratteristiche termiche che le identificano come
calde: l’aria polare marittima calda (mPw, Atlantico set-
Nebbia in Wawayanda
State Park il 7 febbraio
2020 (Kritzolina –
wikimedia commons)
31
La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana
tentrionale al di sotto del 50° parallelo nord) apporta
generalmente riduzioni di visibilità spesso per foschie e
qualche volta per nebbie. Ancora più netto è il peggioramento delle condizioni di visibilità causato dall’afflusso di aria tropicale sia continentale (cT, mari subtropicali, Azzorre, Mediterraneo) che marittima (mT, regioni
subtropicali continentali). Spetta proprio a quest’ultima la
palma di massa d’aria maggior generatrice di nebbie
e foschie: nella stagione calda la sua umidità specifica,
cioè la quantità di vapore acqueo in grammi (g) presente
in 1 chilogrammo (kg) di aria umida, supera i 10 g/kg,
mentre nella stagione fredda si attesta sui 6 g/kg. Per
confronto, si pensi che nell’aria artica, l’umidità specifica
è sempre inferiore ai 5 g/kg.
Poiché una massa d’aria calda è più calda della superficie sottostante, essa è stabile, soprattutto negli strati più
bassi.
Mediante i sondaggi verticali dell’atmosfera, si possono misurare temperatura e umidità relativa alle varie
altezze, da cui determinare caratteristiche di stabilità
dell’aria.
Considerazioni generali per la previsione della nebbia
La situazione sinottica, il periodo dell’anno, la climatologia del luogo, la stabilità della massa d’aria, l’entità del
raffreddamento atteso, la forza del vento, il divario fra
temperatura e punto di rugiada, la traiettoria dell’aria al
di sopra di superfici con caratteristiche favorevoli, costituiscono tutti elementi fondamentali da considerare nella
previsione della nebbia.
Alcune aree sono climatologicamente più favorevoli alla
formazione della nebbia durante alcuni periodi dell’anno piuttosto che in altri. Una buona pratica consiste nel
raccogliere tutte le informazioni disponibili concernenti la
climatologia dell’area di osservazione o dell’area operativa al fine di individuare ore e periodi più favorevoli alla
formazione della nebbia. Utile è pure determinare se e
quanto l’area è interessata da venti catabatici o da venti
di pendio o da sollevamento di aria.
Fatte queste cose, bisogna poi chiarire il tipo di nebbia
a cui la zona risulta soggetta. Ad esempio, luoghi situati
nelle zone interne sono più predisposte alla nebbia da ir-
Un’immagine di nebbia da avvezione tratta
dal WMO Cloud Atlas di Matthew Clark Weston Mouth, Salcombe Regis, United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland
32
raggiamento, mentre località costiere sono maggiormente interessate dalla nebbia d’avvezione.
E’ importante, inoltre, valutare quali siano i percorsi più
favorevoli alla genesi della nebbia stessa.
Classificazione delle nebbie
Esistono diverse tipologie di nebbia, come vi sono diverse modalità di classificazione. Si è preferito suddividere
le nebbie così come segue: nebbia da irraggiamento,
nebbia da avvezione, nebbia da evaporazione, nebbia
da sollevamento o risalita lungo un pendio, nebbia frontale e nebbia di massa d’aria.
Nebbia da irraggiamento
In una notte senza nubi, specialmente all’interno di un
sistema ad alta pressione, la superficie terrestre perde
calore verso l’atmosfera per irraggiamento e si raffredda.
Anche l’aria umida a contatto con la superficie di raffreddamento si raffredda e quando la temperatura scende al
di sotto del punto di rugiada per quell’aria, si forma la
nebbia.
Nebbia da avvezione
La nebbia di avvezione si verifica quando una massa
d’aria calda e umida scorre su una superficie più fredda.
La massa d’aria si raffredda dal basso per via della superficie più fredda e, se la temperatura della massa d’aria
raggiunge il punto di rugiada, allora si forma la nebbia.
Nebbia da evaporazione
La nebbia da evaporazione si verifica quando l’aria molto fredda scorre su un’acqua relativamente calda.
Il vapore acqueo che evapora dalla superficie dell’acqua
si raffredda rapidamente scendendo al di sotto del suo
punto di rugiada, poiché viene mescolato e raffreddato
dall’aria fredda, e si condensa formando la nebbia.
Nebbia da sollevamento lungo un pendio
Questo tipo si verifica quando un terreno in pendenza
solleva l’aria, raffreddandola adiabaticamente fino al
suo punto di rugiada e alla saturazione.
La nebbia di sollevamento o risalita può essere vista come
nubi stratiformi o come nebbia, a seconda del punto di
Un’immagine di nebbia da evaporazione
tratta dal WMO Cloud Atlas di George
Anderson - Harefield, England, United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland
33
La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana
riferimento dell’osservatore. La nebbia di risalita si forma
generalmente alle altitudini più elevate e si sviluppa verso
il basso nelle valli.
Questa nebbia può mantenersi in presenza di velocità
del vento più elevate a causa dell’aumento del sollevamento e del raffreddamento adiabatico.
I venti di risalita superiori a 10-12 nodi di solito risultano
in strati piuttosto che in nebbia.
Nebbie frontali
Le nebbie frontali sono connesse alla previsione del movimento dei fronti ed alle associate aree di precipitazione.
Questo tipo di nebbie può essere suddiviso in tre sottotipi:
- nebbia pre-frontale da fronte caldo;
- nebbia post-frontale da fronte freddo;
- nebbia da passaggio frontale.
La nebbia pre e post-frontale è causata dalla pioggia che
cade nell’aria fredda stabile, innalzando in tal modo la
temperatura del punto di rugiada. La nebbia da passaggio frontale può verificarsi in una serie di situazioni:
- quando masse d’aria calda e fredda, ciascuna vicino
alla saturazione, vengono mescolate da venti molto leggeri nella zona frontale;
- quando l’aria relativamente calda viene improvvisamente raffreddata sopra il terreno umido con il passaggio di
un fronte freddo di precipitazione ben marcato;
- in estate alle basse latitudini, dove l’evaporazione
dell’acqua piovana da passaggio frontale raffredda la
superficie e l’aria sovrastante e aggiunge sufficiente umidità per generare la nebbia.
Un’immagine di nebbia da avvezione,
tratta dal WMO Cloud Atlas di Matthew Clark - Exeter, Devon,
United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland
34
Nebbia di massa d’aria
Il primo passo nella previsione delle nebbie di massa consiste nel determinare la traiettoria della massa d’aria e
nel valutare le variazioni che sono attese durante la notte.
Se:
- la massa d’aria si è riscaldata durante il giorno,
- non vi è stata nebbia nella mattinata precedente,
- nessuna nube notevole durante il giorno,
- nessun transito su superfici acquee,
la nebbia nottetempo non si formerà.
Ad ogni modo, in autunno ed in inverno, le notti sono lunghe e le ore di luce poche, e le condizioni atmosferiche
sono generalmente stabili.
Se la nebbia si è già presentata, le stesse condizioni tenderanno a permanere anche durante le notti successive,
e il riscaldamento diurno spesso potrebbe rivelarsi insufficiente a portare effettivamente la temperatura al di sopra
della saturazione.
Inoltre, bisognerebbe determinare se l’aria sia transitata
su più o meno ampie superfici d’acqua, e se il tragitto
compiuto sia stato sufficiente ad incrementare effettivamente l’umidità o ad abbassare la temperatura in misura
tale da consentire la formazione della nebbia.
A questo punto, sulla base dell’esperienza accumulata
giorno dopo giorno, si possono costruire nomogrammi,
tavole, ecc. usando la depressione del punto di rugiada
rispetto al momento di formazione della nebbia in relazione alle varie stagioni ed ai vari venti; in seguito si possono adattare alla luce di ciascuna particolare situazione
sinottica.
Conclusioni
Con questo articolo abbiamo cercato di fornire al lettore
gli elementi principali da considerare per la formazione
e il dissolvimento della nebbia.
Essere consapevoli degli impatti che questo fenomeno
può avere sulla vita quotidiana, senza trascurare i parametri che entrano in gioco, ci aiuta a comprendere
meglio il ruolo fondamentale del meteorologo che, per
emettere una previsione quanto più possibile attendibile,
deve avere a disposizione strumenti adatti ed efficaci, a
cui si aggiunge una conoscenza approfondita della climatologia locale.
English Abstract
Fog, which forms through the condensation of water vapor
in layers close to the Earth’s surface, can have a significant
impact on daily life due to reduced visibility.
This work examines the importance of fog in human affairs and
its various types.
© Riproduzione riservata
Bibliografia
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35
FestivalMeteorologia 2023
Festival
Meteorologia 2023
TEMPO AL TEMPO
Comunicazione, Formazione e Professione
Anche quest’anno si è svolta a Rovereto la 9^ edizione del FestivalMeteorologia 2023. L’Aeronautica Militare ha partecipato attivamente attraverso i contributi sui temi proposti a questa edizione: comunicazione, formazione e professione.
di Sergio Pisani
36
Il Prof. Dino Zardi dell’Università di Trento
durante il suo indirizzo di saluto al Festival
(Stefano Antolini Graphics)
S
i è svolta a Rovereto, dal 16 al 18 Novembre scorso, la 9^ edizione del FestivalMeteorologia, la rassegna che riunisce tutte le
componenti del mondo della Meteorologia
e della Climatologia.
A fare gli onori di casa è il Professor Dino
Zardi, ideatore e coordinatore scientifico del Festival,
annunciando i temi scelti per il 2023: Comunicazione,
Formazione e Professione.
“I cittadini e gli operatori economici - afferma il Prof. Zardi - chiedono previsioni meteo sempre più accurate; le
nuove generazioni chiedono di sapere quanto ancora il
clima cambierà; i decisori, dal canto loro, si interrogano
su quali saranno le strategie più adeguate per affrontare
gli impatti dei cambiamenti climatici”.
L’edizione 2023 del FestivalMeteorologia affronta questi interrogativi, puntando l’attenzione proprio sui 3 temi
del Festival. “Coinvolgendo esperti e professionisti di vari
settori - prosegue Zardi - e rivolgendosi a tutte le componenti della società, cittadini, istituzioni ed imprese, il
Festival punta a dare un contributo significativo ad azioni
concrete nella direzione di uno sviluppo sostenibile, che
rispondano alle attese delle nuove generazioni con una
prospettiva che non solo si estenda al panorama nazionale, ma guardi anche alle implicazioni internazionali
dei problemi”.
Anche quest’anno il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare ha voluto sostenere l’iniziativa, intervenendo con propri qualificati rappresentanti, guidati
37
FestivalMeteorologia 2023
Il Gen. Luca Baione durante il suo
indirizzo di saluto al Festival
(Stefano Antolini Graphics)
dal Generale Luca Baione, Rappresentante Permanente per l’Italia presso l’Organizzazione Meteorologica
Mondiale.
Nel suo indirizzo di saluto, il Generale Baione ha voluto
evidenziare come il Servizio Meteorologico AM assicuri
volentieri il proprio supporto al Festival “anche in virtù del
rapporto che lo lega ad AISAM (Associazione Italiana
Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia) ed all’Università di Trento, mettendo a disposizione tutti i collegamenti
possibili per facilitare l’accesso ai corsi da parte anche
di studenti provenienti da Paesi in via di sviluppo, in particolare dall’Africa”.
“Aeronautica Militare - continua Baione - si sente un po’
come un Giano bifronte: sul campo nazionale fornendo
da sempre il Servizio Meteorologico Nazionale (e continuerà a farlo finchè ciò sarà necessario alla collettività
nazionale); sul versante internazionale cercando di promuovere le eccellenze nazionali (che talvolta all’interno
risultano anche frammentate) a favore di un Sistema Ita-
38
lia, nell’intento di portare il Paese verso una proiezione
internazionale”.
Facendo riferimento al tema della Giornata Meteorologica Mondiale 2023 (Tempo, Clima ed Acqua attraverso
le generazioni), Baione sostiene che “quanto facciamo
oggi ha un impatto su chi verrà dopo di noi per i decenni
a venire ed è importante che al Festival intervengano i
giovani, affinchè possano poi portare avanti ciò che noi
stiamo decidendo ora”.
“Dobbiamo tirare i giovani verso il successo, rispetto a
questa minaccia del riscaldamento globale che abbiamo
davanti!” conclude Baione, annunciando di aver aggregato, in vista di COP28, alcune Istituzioni accademiche
e Centri di Ricerca nazionali per presentare a Dubai, il
9 dicembre prossimo, un catalogo di corsi di formazione, specializzazione ed addestramento “auspicando,
con ciò, di aver aperto un canale in tal senso anche per
gli anni a venire, quando saranno coinvolte altre realtà
analoghe, ad iniziare con l’Università di Trento per la
COP29”.
Ha poi preso la parola il Dottor Carlo Cacciamani, Direttore dell’Agenzia Nazionale per la Meteorologia e
Climatologia “ItaliaMeteo”, sostenendo che “il Festival
è una casa comune nella quale s’incontrano le diverse
anime della meteorologia. ItaliaMeteo - continua Cacciamani - sta faticosamente crescendo, avendo come scopo principale quello di fare sistema, mettendo assieme
i cosiddetti Enti Meteo che operano a tutti i livelli e che
sviluppano servizi per i diversi utenti”. “ItaliaMeteo entrerà in questo discorso in forza di una legge - afferma
Cacciamani - poiché c’è la necessità di un maggior coordinamento proprio per riuscire a mettere a sistema e
valorizzare tutte le risorse nazionali disponibili”.
Le giornate del 16 e 17 novembre hanno visto il coinvolgimento delle scolaresche cittadine, di ogni ordine e
grado, in laboratori ed attività didattiche svolte presso il
Museo Civico di Rovereto. L’Aeronautica Militare è stata
presente con due suoi Ufficiali, che hanno tenuto alcune
apprezzate lezioni su argomenti meteorologici e climatologici di stretta attualità.
Venerdì 17, presso il Palazzetto dello sport, è stata allestita un’area espositiva con Aziende, Enti di Ricerca,
Istituzioni, Associazioni ed editori. Contemporaneamente si sono susseguite diverse conferenze ed incontri con
esperti e professionisti. La sessione mattutina è stata dedicata a 2 argomenti principali: “Citizen Science con le
scuole, per salvaguardare e valorizzare i dati climatici”
Il Gen. Baione al
Teatro Zandonai
durante l’intervento
in ricordo del Gen.
Bernacca
(nel corso della quale il Magg. Francesco Sudati ed il
Dott. Alessandro Ceppi hanno presentato la relazione
“Vale la pena dedicare tempo e lavoro a recuperare i
dati meteorologici del passato?”) e “COP 2024”; nel pomeriggio, invece, gli interventi hanno riguardato il tema
“Comunicare il meteo in un clima che cambia”.
Per AM è intervenuto il T.Col. Attilio Di Diodato, con la
relazione “La comunicazione dei cambiamenti climatici e
degli eventi estremi: le differenze”.
La mattinata di Sabato 18 ha proposto un’interessante
sessione al Palazzetto dello sport, dedicata alla Offerta
formativa universitaria in meteorologia e climatologia,
che ha visto alternarsi diverse Università per presentare
propri corsi di Laurea Magistrale e Master di 2° livello.
Per AM, il T.Col. Di Diodato ha parlato de “L’Aeronautica Militare e le iniziative di formazione universitaria in
meteorologia”. Contemporaneamente, nella sala Piave di
Trentino Sviluppo, si è dibattuto sul tema “La rivoluzione
tecnologica in agricoltura per mitigare il cambiamento
climatico”.
Tornati al Palazzetto dello sport, la sessione pomeridiana
ha visto succedersi diverse Associazioni meteo-amatoriali
sul tema “La meteorologia ed i cittadini: comunicazione,
partecipazione e sinergie”.
Il Festival ha proposto alcune altre iniziative collaterali,
tra le quali spiccano presentazioni di alcuni libri e tre
diversi spettacoli al Teatro Zandonai di Rovereto.
L’ultimo di questi ha coinciso con la conclusione del FestivalMeteorologia 2023 ed è stato incentrato sulla figura
del Generale Edmondo Bernacca, primo e più famoso
comunicatore meteorologico televisivo, nel trentennale
della scomparsa.
Il lavoro è stato ideato e messo in scena dall’Associazione Teatrale Universitaria di Trento, guidata dalla Professoressa Lucia Rodler, per la regia di Lorenzo Caviglia.
Lo spettacolo è stato condotto da Sergio Pisani, con la
partecipazione straordinaria di Paolo e Fulvia Bernacca (figlio e nipote del Generale) e l’intervento di Luca
Lombroso. Il Generale Bernacca è stato individuato come
sintesi perfetta dei tre temi principali del Festival (comunicazione, formazione e professione) ed al termine dello
spettacolo, particolarmente apprezzato dal pubblico, il
Generale Luca Baione lo ha definito “il vero MAESTRO in
tutti questi campi”. © Riproduzione riservata
English Abstract
Also this year, the 9th edition of the Meteorology Festival 2023
took place in Rovereto. The Air Force Met Service actively participated through contributions on the themes proposed for
this edition: communication, training and profession.
39
METEO&SAT
di Samuele Giampietro
GLI EVENTI:
dall’ESTATE ROVENTE alle
FORTI PIOGGE AUTUNNALI
I satelliti meteorologici sono uno strumento importante per visualizzare in tempo reale
l’evoluzione delle condizioni meteorologiche su tutto il pianeta. Concentrando l’attenzione su quanto accaduto durante la scorsa estate e in parte della stagione autunnale,
ripercorriamo i principali eventi.
40
41
METEO&SAT
Immagine Airmass
del 18 luglio 2023,
ore 09.30 UTC
O
re 07:00... al sorgere del Sole, un
nuovo giorno si appresta a cominciare. Con sforzo ci si alza dal letto
e con gli occhi assonnati si guarda
fuori dalla finestra per vedere “che
tempo fa”.
Al giorno d’oggi con la tecnologia a portata di mano,
basta consultare una delle numerose app sul cellulare per
avere un ampio quadro delle condizioni meteorologiche:
temperatura, percentuale di umidità, vento, ecc., anche
se l’azione di scrutare il cielo per osservare se sia sereno
oppure nuvoloso, resta il modo più veloce ed efficace che
permette di fare nowcasting, una previsione istantanea
nel piccolo raggio di azione. Ma altrove cosa succede?
Come si comporta l’atmosfera? Quali perturbazioni troviamo in Europa, in Asia, in America? Come e dove scorrono le masse d’aria?
Tra i tanti strumenti indispensabili per l’osservazione delle
dinamiche dell’atmosfera, che forniscono risposte alle no-
42
stre domande, troviamo i satelliti meteorologici. Orbitanti
intorno alla Terra ne abbiamo diversi e si distinguono in
due categorie: i geostazionari e i polari (LEO, Low Earth
Orbit). I geostazionari sono posti ad una distanza di circa
36mila chilometri dalla Terra e ruotano intorno al nostro
Pianeta alla medesima velocità effettuando una sequenza
fotografica dalla stessa posizione. I satelliti LEO, ovvero
ad orbita terrestre bassa, percorrono un’orbita polare.
Passando per i poli scattano una sequenza di immagini
corrispondente ad un fascio terrestre.
Grazie al fondamentale aiuto delle immagini satellitari,
possiamo ripercorrere alcuni degli eventi meteorologici
che hanno caratterizzato la stagione estiva e parte della
stagione autunnale 2023 in Italia ed in Europa.
Luglio 2023
Il Copernicus Climate Change Service ha confermato che
la temperatura della superficie del globo è stata la più
alta mai registrata. Anche in Italia, difatti, il promonto-
Immagine HR del 24
luglio 2023,
ore 18.00 UTC
rio di alta pressione di matrice subtropicale continentale
- mediaticamente conosciuto come anticiclone nordafricano - ha portato una lunga fase di caldo e tempo in
buona parte stabile, coinvolgendo altresì la penisola Iberica, la Francia e la Grecia. Il culmine dell’onda calda,
per quanto riguarda il bacino del Mediterraneo, è stato
raggiunto tra le giornate del 17 e del 18 luglio 2023.
L’immagine visualizzata alla pagina precedente è il prodotto Airmass, ovvero la combinazione di quattro canali
di osservazione da satellite (due per il vapore acqueo,
due per l’infrarosso) i quali consentono di distinguere
le masse d’aria, i processi dinamici dell’atmosfera e la
nuvolosità alle medio/elevate altitudini. Osservando lo
scatto del 18 luglio dal Meteosat-10, possiamo notare la
colorazione rossa mista ad un verde olivastro presente su
quasi tutta la fascia meridionale del vecchio continente
che denota la presenza di una massa d’aria molto calda e secca che dal deserto del Sahara si riversa fino al
“Mare nostrum”. Un blando fronte freddo, contrassegna-
to da una colorazione tendente al cobalto, invece, muove dal Nord-Atlantico verso le Isole Britanniche, con la
conseguente presenza di annuvolamenti a quote medie.
Subito dopo l’apice della canicola, la struttura anticiclonica ha iniziato ad indebolirsi cosicché aria relativamente
più fresca ed umida dal Nord-Atlantico è riuscita a riversarsi sull’Europa centrale. Il culmine della fase di instabilità è stato raggiunto nelle giornate tra 24 e 25 luglio, in
particolare nelle regioni del Nord-Italia: un flusso caldo
e umido in risalita dall’Algeria occidentale è andato a
convergere con un flusso di aria più fredda in quota. Il
risultato è stato quello di una genesi continua di sistemi
temporaleschi, maturati a supercelle temporalesche, fino
a diventare sistemi convettivi a mesoscala - si intende un
sistema temporalesco nato dall’unione di più cellule temporalesche aventi diversi stadi di sviluppo.
La sera del 24 luglio, il canale ad alta risoluzione del
Meteosat-10 ha messo in risalto le ampie ed intense strutture dei cumulonembi, nubi temporalesche per eccellen-
43
METEO&SAT
Immagine color IR clouds
del 24 luglio 2023,
ore 20.00 UTC
za, che si estendevano lungo l’arco Alpino e su tutta la
fascia settentrionale delle regioni di: Lombardia, Trentino,
Veneto e Friuli. La sequenza del canale agli infrarossi,
al quale è stata applicata la colorazione delle nubi, è
altrettanto eloquente: questo prodotto aiuta a identificare
il rapido raffreddamento delle nubi convettive e si può
notare, nella notte tra il 24 e il 25 luglio, l’incredibile
potenza sprigionata da tali sistemi temporaleschi, responsabili di numerosi episodi di downburst (trattasi di una
raffica discendente che scaturisce all’interno di una nube
temporalesca e che, non appena arriva in prossimità del
suolo, si propaga in tutte le direzioni), locali trombe d’aria e grandine di dimensioni anche importanti.
Agosto 2023
Siamo alla terza ondata di calore della stagione estiva.
Rispetto a quella di luglio, nonostante le isoterme in libera
atmosfera siano di poco inferiori in confronto all’ondata
di calore del mese precedente, l’estensione del promon-
44
Immagine color IR clouds
del 24 luglio 2023,
ore 22.30 UTC
torio di alta pressione è decisamente più ampia e arriva
a interessare quasi l’intero continente ad eccezione delle
regioni scandinave. Il 20 agosto, in pieno giorno, il Meteosat-11 ha evidenziato l’assenza di nubi significative e
soltanto qualche isolato temporale a macchia di leopardo. Questo prodotto del Meteosat è chiamato a colori naturali: è la combinazione di tre canali, due nel visibile e
uno nell’infrarosso, che oltre a restituirci una visione della
presenza di vegetazione o di terre deserte, permette di
identificare la presenza di cristalli di ghiaccio sulla sommità delle nubi attraverso una colorazione acquamarina.
Settembre 2023
Nella prima decade: sul Mar Baltico, nei primi giorni
del mese, si è assistito allo sviluppo di un’area di bassa
pressione influenzata da aria relativamente più fredda
dalle regioni scandinave. Il vortice di bassa pressione è
avanzato tra i Balcani e le regioni Adriatiche dove, in
queste ultime, ha apportato esclusivamente un aumento
Immagine color IR clouds
del 25 luglio 2023,
ore 04.15 UTC
Immagine color IR clouds
del 25 luglio 2023,
ore 06.15 UTC
Immagine natural colour
del 20 agosto 2023,
ore 06.15 UTC
45
METEO&SAT
della nuvolosità alta e stratificata. Giunto sullo Ionio, ha
cominciato ad immagazzinare energia dal mare la cui
superficie si presentava piuttosto calda e umida. Il vortice
si è rinvigorito diventando una perturbazione ciclonica
intensa, tale per cui l’Hellenic National Meteorological
Service (HNMS), in coordinamento con i principali servizi meteorologici nazionali appartenenti al gruppo del
Mediterraneo centrale, lo ha denominato Daniel. Tra le
giornate del 4 e del 6 settembre è stazionato proprio
tra Ionio e Grecia. Da qui i venti di Scirocco hanno apportato un’avvezione di aria più mite e umida con la
conseguente genesi di ingenti precipitazioni che hanno
colpito la Grecia orientale, con accumuli in 24 ore stimati
poco più di 700mm. Il vortice, tuttavia, non si è attenuato
e ha continuato la sua corsa tra Mar Ionio e Mediterraneo centrale dove, man mano, ha riacquistato vigore
ed ha assunto i connotati di un TLC, ovvero un ciclone
simil tropicale. Il 9 settembre, come visibile dagli scatti
del Meteosat, la tempesta si è avvicinata davanti alle co-
ste libiche centrali e all’indomani è avvenuto il landfall,
ossia il contatto con la terraferma, con precipitazioni di
notevole intensità capaci di scaricare un quantitativo stimato di 400mm in meno di 18 ore, classificandosi come
l’episodio meteorologico più dannoso e, purtroppo, con
più vittime dell’ultimo ventennio. Nel frattempo, l’Italia e
gran parte dell’Europa hanno vissuto una nuova e persistente fase di alta pressione di stampo subtropicale continentale (dal 6 al 20 settembre) che è stata interrotta,
in corrispondenza dell’avvio dell’autunno astronomico,
dall’afflusso di correnti fredde di origine polare-marittima. Questa saccatura, che ha interessato l’Italia intera
con precipitazioni diffuse e un generale abbassamento
delle temperature, ancora una volta è tornata ad approfondirsi nell’area del Mar Ionio. La tempesta Elias, così
nominata dall’HNMS, ha portato piogge intense e gravi
inondazioni in territori già pesantemente danneggiati
dalla tempesta Daniel di qualche settimana prima, causando nuove vittime.
Immagine real color
del 9 settembre 2023,
ore 15.30 UTC
Immagine airmass
del 18 luglio 2023,
ore 09.30 UTC
46
Da fine settembre ai primi giorni di novembre
L’autunno non vuole saperne di fare il suo ingresso.
Gran parte dell’Europa e in special modo il Mediterraneo hanno risentito del promontorio di alta pressione
subtropicale garante di una lunga fase meteorologicamente stabile e con le temperature in prossimità del
suolo di gran lunga superiori alle medie climatologiche. Alcune rapide perturbazioni, intorno a metà mese,
hanno interessato unicamente le regioni scandinave e
l’Est Europa. Solo verso la fine della seconda decade
la porta dell’Atlantico è tornata a “spalancarsi” grazie
ad una serie di impulsi umidi diretti dapprima sul settore occidentale europeo e poi verso il Mediterraneo. A
destare particolare attenzione è stata la tempesta Aline,
così denominata dal Portuguese Institute for Sea and Atmosphere (IPMA), che ha attraversato l’Atlantico fino ad
isolarsi nei pressi del Golfo di Biscaglia nella notte del
20 ottobre. Attorno al centro di bassa pressione sono
state registrate raffiche di vento tempestose che, conse-
guentemente, hanno provocato forti mareggiate lungo
le coste della Spagna nord-occidentale e della Francia
sud-occidentale. Frequenti episodi di alluvioni lampo
hanno riguardato numerose località ispaniche, inclusa
la capitale Madrid.
Sul finire del mese di ottobre, un flusso di correnti umide
oceaniche, in parte contrastato da aria relativamente
più mite avanzata dalle Azzorre, ha consentito lo sviluppo di una profonda ed estesa ciclogenesi causa di
venti tempestosi e rovesci diffusi tra Francia e Inghilterra. La tempesta Ciarán, il cui nome è stato assegnato
dal Met-Office, si è approfondita ulteriormente nella
notte tra il 1° ed il 2 novembre nei pressi del canale de
La Manica, dove è stato registrato un minimo di bassa
pressione di 950hPa. Successivamente, lo spostamento
della depressione al largo tra Olanda e Isole britanniche ha condotto lo scorrimento di masse d’aria più fresca ed umida sul suo bordo occidentale. Il flusso umido,
nella fase di attraversamento del Golfo di Biscaglia,
Immagine real color
del 10 settembre 2023,
ore 12.55 UTC
Immagine HR del 24
luglio 2023,
ore 18.00 UTC
47
METEO&SAT
Immagine true color
del 26 settembre 2023,
ore 11.45 UTC
Immagine true color
del 19 ottobre 2023,
ore 12.50 UTC
Immagine airmass
del 2 novembre 2023,
ore 02.00 UTC
48
Immagine color IR clouds del
4 novembre 2023,
ore 20.45 UTC
della Francia meridionale e del Golfo del Leone, ha
raggiunto anche l’Italia nella giornata del 2 novembre
dando luogo ad un deciso ed intenso rinforzo dei venti
dai quadranti meridionali e causando numerosi sistemi
temporaleschi, talvolta stazionari ed autorigeneranti, i
quali hanno riguardato per lo più il Nord-Italia, la Toscana, l’Appennino Emiliano e il resto dell’Emilia-Romagna. Alla luce degli avvenimenti descritti, non si può che
constatare quanto indispensabile sia oggi l’apporto dei
satelliti meteorologici ai fini dell’osservazione e dello
studio dei fenomeni atmosferici. Dal “varo” del primo
satellite, il TIROS-1 il 1° aprile 1960, ai nostri giorni, i
satelliti meteorologici hanno raggiunto elevatissimi standard nella raccolta di dati, fornendo una copertura completa anche in zone remote dove sono assenti dispositivi
di monitoraggio ambientale. A breve, avremo modo di
apprezzare nuove immagini e nuovi dati grazie al Meteosat di Terza Generazione, lanciato in orbita lo scorso
dicembre 2022.
© Riproduzione riservata
English Abstract
Meteorological satellites are an important tool for viewing the
evolution of weather conditions across the planet in real time.
Focusing our attention on what happened during last summer
and part of the autumn season, we retrace the main events.
49
“NUBI...
...CHE PASSIONE”
50
di Marco Ferrieri
Chania, Creta
Foto scattata il 5 settembre 2023
Autore: Pietro Perrino
Cumuli e stratocumuli si alimentano a vicenda in quest’atmosfera assolutamente turbolenta:
la sfrangiatura delle nubi è propria di questa situazione meteorologica dove anche il vento sul
mare mosso, più caldo, contribuisce al sollevamento dell’umidità a scapito dell’aria più fredda
proveniente dai bassi strati dell’atmosfera; questa conformazione delle nubi può dare origine
a forti precipitazioni, specie a ridosso delle coste.
51
“NUBI... CHE PASSIONE”
Valle fiorita - Pizzone (IS)
Foto scattata il 14 gennaio 2016
Autore: Angelina Iannarelli
Le basse temperature del suolo ricoperto di neve favoriscono la condensazione dell’umidità presente nei
bassi strati dell’atmosfera: queste sono condizioni favorevoli alla formazione di strati nuvolosi compatti che
in alcuni casi possono addirittura appoggiarsi a terra generando nebbie fitte.
L’albero in primo piano è il sorbo degli uccellatori.
52
53
“NUBI... CHE PASSIONE”
54
Alberobello (BA)
Foto scattata il 5 agosto 2023
Autore: Marina Bonanni
Una corrente turbolenta di media quota è in transito proprio davanti all’osservatore: questo si evince dalla forma degli stratocumuli della specie stratiformis presenti al centro dello scatto; più in lontananza, ma alla stessa
quota e decisamente più scure a causa dell’elevato contenuto di umidità, sono riconoscibili le basi di nubi più
cumuliformi, forse già in stato “congestus” che non escludono affatto la possibilità di qualche rovescio di pioggia.
55
GLI OCCHI
DEL TEMPO
di Paolo Pagano
In questa rubrica mostriamo ai nostri lettori le stazioni meteo che fanno o hanno fatto
parte della rete osservativa del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.
56
BASSANO DEL GRAPPA (VI) 138 m.s.l.m.
CRONOLOGIA:
28.10.1964
23.12.1968
21.01.1977
25.11.1977
Apertura della stazione in sostituzione di Monte Grappa già a Campo Solagna
Spostamento della stazione a Cima Grappa
Riattivazione della stazione a Bassano
Chiusura della stazione
Bassano e il Monte Grappa con la posizione delle stazioni meteo (Google Earth)
57
GLI OCCHI DEL TEMPO
DATI STAZIONE
Indicativo OMM
16093
Indicativo OACI
LIPJ
Stato attuale
Chiusa
Tipologia
Manuale
Operatività
1961-64
Altitudine s.l.m.
138 m s.l.m.
Latitudine Nord
45°50’09”
Longitudine Est
11°43’52”
Comune
Bassano del Grappa
Località
Cà Sette
Ubicazione
Caserma Fincato
Logistica
2 locali in palazzina
Accessibilità
Area militare
Ambientazione
Semi-rurale
Ostacoli
Edifici lato E
Capannina
Su prato
Classe stazione
3a
Servizi espletati
A2
Orario servizio U.T.C.
H24
Archivio
1964-68
A
lla fine degli anni ‘50, nel quadro della
Guerra Fredda, fu deciso di installare
nella pianura veneta ed in alcune località montane 12 postazioni per il lancio
di missili Intercettori Teleguidati (I.T.) a
difesa di eventuali attacchi aerei provenienti da Nord-Est. Le basi missilistiche di lancio erano
tipicamente costituite da un’area logistica, un centro di
controllo ed una base di lancio.
A Bassano del Grappa venne costituito il 64° Gruppo
Intercettori Teleguidati, che aveva come base logistica la
Caserma Fincato, il Centro di controllo a Cima Grappa e
la base di lancio in località Forcelletto.
In tal quadro la stazione meteo di Monte Grappa, già installata dal 1936 a Cima Grappa, il 26 agosto 1961 era
stata trasferita nella località di Campo Solagna all’inizio
dei lavori per la realizzazione della base NATO ospitante il Centro di Controllo. Il 28 ottobre 1964, essendo
La Caserma Fincato con la posizione delle stazioni meteo (Google Earth)
58
La stazione meteo e
la capannina sullo
sfondo (Arch.
Servizio Meteo)
venuta meno la disponibilità dei locali ove era stata dislocata la stazione, questa fu trasferita nella base logistica
di Bassano del Grappa.
A causa della grande differenza di distanza ed altitudine
rispetto alla postazione di Cima Grappa, alla stazione
fu assegnato il nuovo indicativo 16093 mentre il servizio
operativo fu solo quello di 3a classe ma con osservazioni
aeronautiche orarie H24. La stazione era ubicata presso
il corpo di guardia, con la capannina e l’anemometro posti sul prato retrostante (coord. 45°46’49’’, 11°44’42’’
alt. 138 m).
Il 23 dicembre 1968, completato il Centro di controllo per
il lancio dei missili, la stazione fu riportata a Cima Grappa, ma il 21 gennaio 1977, a seguito della soppressione
del 64° Gruppo I.T., riattivata nuovamente a Bassano del
Grappa, sempre con le sole osservazioni aeronautiche.
Alla stazione furono assegnati due locali presso la palazzina sottufficiali, con la capannina e l’anemometro a 50
m a SW (coord. 45°46’47”N, 11°44’45”E alt. 138 m).
La stazione di Bassano del Grappa fu chiusa definitivamente il 25 novembre 1977.
Riferimenti:
- Ministero Difesa-Aeronautica - Monografia della Stazione Meteorologica di Monte Grappa - Ed. 1965
- Ministero Difesa-Aeronautica - Monografia della Stazione Meteorologica di Bassano del Grappa - Ed. 1965
- Aeronautica Militare - Stazione meteorologica Bassano
del Grappa - Aggiunte e varianti alla monografia TLC Bassano del Grappa 1977
Contatti (pagano1578@gmail.com)
La caserma Fincato, sede della stazione meteo (Pagano 2013)
59
GLI OCCHI DEL TEMPO
MACERATA (MC) 342 m.s.l.m.
CRONOLOGIA:
1889
Inizio osservazioni meteorologiche a Macerata
1895
Inclusione dell’Osservatorio di Macerata nella rete nazionale
1917
Uscita dell’Osservatorio dalla rete dell’Ufficio Presagi
01.02.1948
Apertura di una stazione meteo per la rete Sinottica ed Aeronautica
30.04.1975
Chiusura stazione
La collina di Macerata con la posizione delle stazioni (Google Earth)
U
n Un osservatorio meteorologico fu impiantato a Macerata fin dal 1889 presso la Scuola agraria di Lornano (coord.
43°17’10” N, 13°25’15” E, alt. 232 m).
Nel 1895 l’Osservatorio entrò a far parte della rete dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica e contribuì alla rete nazionale
fino al 1917. Il 1° febbraio 1948 fu aperta, da parte
60
dell’Aeronautica Militare, una stazione meteorologica
di 2a classe a Macerata, presso il Liceo-Scientifico “Galilei”, nel Palazzo degli Studi (coord. 43°18’00” N.,
13°27’06” E alt. 342 m). La stazione meteo, che effettuava osservazioni sinottiche triorarie ed aeronautiche
orarie dalle 03 alle 18 UTC, era ubicata all’ultimo piano
dell’edificio.
Una scala portava alla terrazza da dove venivano effet-
DATI STAZIONE
Indicativo OMM
16194
Indicativo OACI
LIPM
Stato attuale
Chiusa
Tipologia
Manuale
Operatività
1895-1925; 1948-1975
Altitudine s.l.m.
342 m
Latitudine Nord
43°18’00”
Longitudine Est
13°27’06”
Comune
Macerata
Località
Macerata
Ubicazione
Palazzo degli studi
(Via Gramsci, 39)
Logistica
3 locali in affitto
Accessibilità
Stazione isolata
Ambientazione
In città
Ostacoli
Nessuno
Capannina
Su terrazza
Classe stazione
2a
Servizi espletati
S2-A3-PRE-UCEA
Orario servizio U.T.C.
03-18
Archivio
1953 - 1975
tuate le osservazioni senza alcun ostacolo. Alla stazione
fu assegnato l’indicativo 745, poi successivamente cambiato nell’indicativo OMM 16194. La stazione fu chiusa
il 30 aprile 1975.
Riferimenti:
- Ministero dell’Aeronautica - Monografia della Stazione
Meteorologica di Macerata - Ed. 1949
Interno della stazione. Sono visibili il barometro di stazione, un barografo, l’anemografo (Arch. SVZ meteo)
- Ministero della Difesa-Aeronautica - Ispettorato Telecomunicazioni ed Assistenza al Volo - I.T. 5 - Regolamento del Servizio Meteorologico - Roma 1952, agg.
1959
- Di Petta G. - L’Istituto Agrario a Macerata: due secoli di
trasformazioni - Marca/Marche, n. 16 - Fermo 2021
Contatti (pagano1578@gmail.com)
Capannina meteorologica (Arch. SVZ meteo)
61
GLI OCCHI DEL TEMPO
L’ingresso del Palazzo degli Studi (Arch. SVZ meteo)
L’Osservatorio meteorologico (Arch. SVZ meteo)
62
Il Palazzo degli studi nel 2010 (Pagano)
La torretta dell’osservatorio nel 2010 (Pagano)
CASERTA (CE) 63 m.s.l.m.
CRONOLOGIA:
1856 Istituzione dell’Orto Agrario, includente un Osservatorio meteorologico
01.01.1894
Inserimento dell’Osservatorio nella lista delle stazioni dell’Ufficio Centrale
1932 Fine della collaborazione dell’Osservatorio con il Servizio Meteorologico A.M.
11.02.2003
Installazione di una stazione automatica presso la Scuola Specialisti A.M.
2010
Spostamento della stazione presso il nuovo Centro Polifunzionale della Scuola
La Reggia di Caserta con l’ubicazione delle stazioni meteo (in giallo la stazione storica, in verde la DCP originaria, in rosso
l’attuale posizione della stazione automatica - Google Earth)
63
GLI OCCHI DEL TEMPO
DATI STAZIONE
Indicativo OMM
16288
Indicativo OACI
-
Stato attuale
Aperta
Tipologia
Automatica
Operatività
1894-1932; 2003-
Altitudine s.l.m.
63 m
Latitudine Nord
41°04’18”
Longitudine Est
14°19’20”
Comune
Caserta
Località
Caserta
Ubicazione
Centro Polifunzionale
Scuola Specialisti
Logistica
Area recintata
Accessibilità
Stazione isolata
Ambientazione
In città
Ostacoli
Vari edifici ed alberi
circostanti
Capannina
Su prato
Classe stazione
AUTO
Servizi espletati
S0-SOLRA-SUNDUR
Orario servizio U.T.C.
00-24 UTC.
Archivio
2005-
L’
Osservatorio Meteorologico di Caserta
fu istituito da Ferdinando II di Borbone
già nel 1856, nell’ambito della costituzione ”dell’Orto Agrario”, che poi divenne parte dell’Istituto Tecnico Agrario
di Caserta. Nonostante nel 1874 fosse
stata avanzata l’idea della costruzione di un Osservatorio meteorologico in forma di tempietto classico, la sede
fu mantenuta presumibilmente nell’edificio designato ad
Uffici e Direzione, ad Est del complesso.
L’Osservatorio (coord. 41°04’23” N, 14°19’13” E, alt.
76 m) venne incluso nella lista delle stazioni afferenti all’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica
dal 1° gennaio 1894. Con la costituzione del Servizio
Meteorologico dell’Aeronautica (Ufficio Presagi), l’Osservatorio continuò ad essere incluso nella lista delle
L’orto agrario e l’edificio con la possibile ubicazione dell’Osservatorio (Bing maps)
64
stazioni del Servizio Meteorologico che trasmettevano
quotidianamente le osservazioni per telegrafo (alle 07
e 18 UTC).
A seguito del passaggio della rete osservativa alle dirette dipendenze dell’Aeronautica, nel 1932, l’Osservatorio rimase nell’ambito della meteorologia agricola e
quindi non fece più parte della rete sinottica nazionale.
L’11 febbraio 2003 presso la Scuola Specialisti dell’Aeronautica, fu installata una stazione automatica DCP, a
supporto della rete sinottica ed anche a scopo didattico
per i frequentatori dei corsi di meteorologia. La stazione, con indicativo 16288, fu installata nell’area dei laboratori della Scuola Specialisti (coord. 41°04’15” N,
14°19’26” E, alt. 62 m) ma nel 2010, con la cessione
dell’area da parte dell’Aeronautica Militare, fu spostata
presso il nuovo Centro Polifunzionale della Scuola, circa
130 m dalla posizione precedente (coord. 41°04’18”
N, 14°19’20” E, alt. 63 m).
Riferimenti:
- Marra A. - La Società Economica di Terra di Lavoro -
Franco Angeli - Milano 2006
- Ministero dell’Aeronautica - Annuario dell’Ufficio Presagi - Vol. 1926-1932 - Roma
- Ministero dell’Aeronautica - Ufficio Presagi - Bollettino
Meteorologico ed Aerologico
- Pagano P., Avenali F., De Leonibus L. - The implementation of the DCP network at the Italian Meteorological
Service Proc. 2nd International Conference on Experiences with Automatic Weather Stations - 27th-29th September 1999 - ZAMG - Wien, 1999
- Pagano P., De Vecchi A. (1993) The Second Generation Italian DCP Network Proc. 10th Meteosat Scientific
User Meeting, Athens 15th-19th September 1993, pp.
137-148 - EUMET­SAT P13, Darmstadt, 1993
- Regio Servizio Aerologico Italiano - Bollettino Aerologico
- Regio Ufficio Centrale Meteorologia e Geodinamica Bollettino Meteorico
- Regio Ufficio Centrale Meteorologia e Geofisica
Contatti (pagano1578@gmail.com)
La stazione automatica presso il Centro Polifunzionale (Pagano 2014)
65
UNO SGUARDO
AL CLIMA
di Alessio Canessa
Le previsioni per
l’inverno 2023/24
La prima parte di questa rubrica è un’introduzione alle previsioni lunghe
dette anche previsioni stagionali, in particolare quelle prodotte dall’ECMWF.
La seconda parte riguarda le previsioni per questo autunno e per il prossimo
inverno 2023/2024.
66
67
UNO SGUARDO AL CLIMA
S
pesso gli esperti ci ricordano che le previsioni del tempo sono come il latte fresco,
scadono dopo circa 5 giorni. Allora figuriamoci fare delle previsioni a lunga scadenza come quelle per il prossimo inverno o
addirittura per i prossimi 6-7 mesi. In realtà
le previsioni a lungo termine, dette anche stagionali, sebbene siano iniziate per esempio al ECMWF (European
Centre for Medium-Range Weather Forecasts) solo dal
1997, sono possibili e anche abbastanza affidabili. Per
comprendere perché ha senso farle e perché possono
avere successo occorre illustrare le differenze esistenti tra
una previsione meteorologica classica e una previsione
stagionale, chiamata anche previsione climatica.
Oggigiorno le previsioni meteorologiche con indicazioni
sull’evoluzione del tempo in singole località si limitano
a coprire solo pochi giorni. Ciò è dovuto al carattere
caotico dell’atmosfera: piccole ma inevitabili incertezze
sulla misurazione dello stato iniziale dell’atmosfera si am-
plificano in maniera spesso esponenziale determinando
l’impossibilità di prevedere con sufficiente precisione lo
stato futuro dell’atmosfera già oltre pochi giorni soltanto.
Non è quindi possibile elaborare previsioni meteorologiche di dettaglio per settimane o mesi.
Tuttavia, in funzione della situazione, si possono prevedere dei trend delle condizioni meteorologiche medie.
La tecnica che si è perfezionata negli ultimi anni mira a
ridurre l’influenza dei processi atmosferici caotici a breve
termine a fronte di un aumento di quella esercitata invece
da altri fattori più rilevanti in termini climatici, con il risultato complessivo di ampliare considerevolmente il periodo utile di previsione che può, così facendo, raggiungere
più mesi. Tra questi fattori climatici, detti drivers , ricordiamo l’umidità del suolo, l’innevamento dei continenti e,
soprattutto, le condizioni degli oceani.
Le variazioni della temperatura dei mari fanno parte della variabilità del sistema Terra e hanno scale temporali
lunghe (da mesi ad anni) e sono, in una certa misura,
Il forecast skill, ovvero l’attendibilità delle previsioni, al variare della scadenza temporale e quindi anche del tipo di previsione. Le “Climate Forecasts” (2 mesi - 12 mesi) sono più affidabili delle previsioni classiche a 10-14 giorni; (fonte: https://
coloradoriverscience.org/)
68
EL NIÑO
Quando gli alisei iniziano a
indebolirsi sull’Oceano Pacifico e le sue acque diventano
via via più calde della norma,
significa che El Niño, sta per
arrivare. Uno dei fenomeni di
interazione oceano-atmosfera
maggiormente studiati è noto
come El Niño: le variazioni cicliche di temperatura della superficie oceanica al largo delle
coste peruviane, associate a
cambiamenti nella circolazione
atmosferica, sono in grado di
modificare l’andamento delle
precipitazioni e la probabilità di
inondazioni, siccità, ondate di
calore e stagioni fredde in luoghi molto lontani fra loro, e di
produrre effetti anche su scala
globale.
Meglio
definito
come
El
prevedibili. I più importanti di questi sono i fenomeni denominati “El Niño” e “La Niña”, il primo un’anomalia positiva, il secondo un’anomalia negativa della temperatura
del mare nell’Oceano Pacifico tropicale centro-orientale.
Una corretta stima dello stato di questi ed altri fattori a
rilevanza climatologica può consentire di elaborare tendenze meteorologiche a lungo termine, di tipo mensile o
stagionale.
La possibilità reale di elaborare prodotti previsionistici a
lungo termine è legata alla disponibilità di sofisticati modelli numerici, in genere di tipo Ensemble Atmospheric
Model (ENS - ECMWF). A differenza delle previsioni meteorologiche classiche, le previsioni a lungo termine sono
realizzate con un approccio probabilistico e descritte in
termini di anomalia rispetto al valore medio climatologico, calcolata su un periodo più o meno lungo (settimana,
Niño-Oscillazione Meridionale (ENSO, El Niño-Southern
Oscillation), questo fenomeno
è caratterizzato da un anomalo
riscaldamento o raffreddamento
(nel secondo caso viene detto La
Niña) delle acque dell’Oceano
Pacifico equatoriale e tropicale,
in media ogni 5 anni, ma con
una frequenza che può variare
tra 2 e 7 anni.
mese, trimestre), per ciascun parametro considerato. Il
modello ECMWF per le previsioni stagionali è chiamato
semplicemente Seasonal Forecast (SEAS) e copre fino a 7
mesi, con corsa mensile (giorno 5 del mese) o fino a 13
mesi con corsa trimestrale.
In sintesi, le previsioni a lungo termine rappresentano
delle tendenze di massima dell’andamento atmosferico atteso e, pertanto, costituiscono solo delle indicazioni medie di ciò che possiamo ragionevolmente aspettarci nel periodo indicato. Hanno quindi lo
scopo di fornire, per quanto possibile e nei limiti del
reale stato dell’arte in questo settore, uno sguardo
generale probabilistico sulle prossime settimane, mesi
e/o trimestri, spesso fornito in termine di probabilità
per un parametro di trovarsi in uno specifico terzile
statistico.
FATTORI FISICO-CHIMICI E STATISTICA
DRIVERS - Fattori fisico-chimici che regolano l’evoluzione
del sistema climatico. La loro
azione si traduce nell’alterazione del bilancio energetico del
sistema atmosfera-Terra. L’effetto dell’azione di ogni driver (o
gruppi di drivers) sull’equilibrio
radiativo si misura generalmente in termini di una grandezza
definita forzante radiativo.
TERZILE - In statistica, per una
serie ordinata di dati in base al
loro valore, ciascuna delle tre
parti uguali in cui la serie medesima può essere divisa: 1°, 2°,
3° terzile oppure, rispettivamente, terzile basso, medio, alto.
Nelle tendenze a lungo termine
viene fornita la probabilità che le
grandezze temperatura a 2 metri
(T2M) e precipitazione (R) si posizionino in ciascuno dei tre terzili, indicando così la probabilità
del verificarsi di anomalia negativa ovvero sotto media (1°),
anomalia positiva ovvero sopra
media (3°) o nessuna anomalia
ovvero nella media (2°) per ciascuno dei parametri indicati.
69
UNO SGUARDO AL CLIMA
Le previsioni per l’autunno e l’inverno 2023/2024
Prima di parlare del futuro bisogna ricordare cosa è successo negli ultimi anni. Infatti con l’arrivo del Niño stiamo
uscendo dall’influenza di 3 anni consecutivi di Niña. Una
persistenza così lunga di questa teleconnessione oceanica è stata eccezionale; infatti, è accaduta solo altre 3
volte da quando si registrano questi eventi: tra il 1954 e
il 1957, dal 1973 e il 1976 e nel periodo 1998-2001.
Molto probabilmente questa persistenza eccezionale della Niña ha contribuito negli ultimi 3 anni al notevole riscaldamento e al peggioramento della siccità in Europa,
in particolare del Mar Mediterraneo, ma non si ritiene
essere associata ai cambiamenti climatici. In particolare,
l’estate 2023 è stata eccezionale, sia per le temperature
record, quasi 50° C in Sicilia e in Sardegna, con diverse ondate di calore, che per le tantissime grandinate di
grosse dimensioni che ci sono state, sopratutto, nel mese
di luglio. In particolare, il 24 luglio ad Azzano Decimo
(PN) è stato stabilito il record europeo per dimensione del
chicco di grandine, raggiungendo i 19 centimetri.
Attualmente stiamo assistendo al ritorno di un forte Niño
con temperature del mare che a dicembre supereranno
anche di 2° C la norma (per affermare che c’è il Niño
basta solo 0,5° C superiore alla norma).
L’influenza diretta del Niño sull’Europa non è sempre
stata evidente; tuttavia, la presenza di questa forte teleconnessione oceanica potrebbe rendere più attendibili le previsioni stagionali, in particolare anche quelle
Le immagini mostrano che dopo 3 anni
consecutivi di Niña è
tornato il Niño, che
raggiungerà l’intensità
massima tra dicembre
e gennaio 2024
70
Le previsioni
stagionali delle
precipitazioni
mostrano con
buona probabilità
maggiore pioggia
o neve rispetto
alla climatologia del modello
1993-2016
71
UNO SGUARDO AL CLIMA
per il prossimo inverno sull’Europa. Inoltre, questa forte
anomalia successiva alla Niña costituisce una notevole
discontinuità, un’importante inversione rispetto a quanto
osservato in questi ultimi 3 anni, caratterizzati da un clima “impazzito”, mai vissuto da quando esistono le osservazioni. Influenzata ancora dall’onda lunga del terzo
anno di Niña, la prima parte dell’autunno è stata talmente favorevole ed eccezionalmente calda da determinare
per esempio il prolungamento della stagione balneare
fino alla fine di ottobre.
La parte centrale invece è stata caratterizzata da piogge molto abbondanti al Nord e sulle regioni tirreniche.
Il 31 ottobre intense piogge hanno causato l’esondazione del fiume Seveso a Milano e il 2 novembre il
transito della tempesta “Ciarán” ha provocato l’alluvione della Toscana con 8 morti e ingenti danni. L’ultima
parte dell’autunno è previsto essere caratterizzato da
poche piogge e poche nevicate, alternate a periodi
stabili dominati da diffuse nebbie da irraggiamento in
pianura e nelle valli.
In sintesi, dall’analisi delle previsioni stagionali per i
prossimi 4 mesi, si evince che l’autunno continuerà a
essere nella norma, ovvero, alla fine di esso si potrà
affermare il ritorno della “mezza stagione”, con periodi lunghi e piovosi al Nord e sulle Regioni tirreniche,
alternati a tempo stabile, la prima neve sulle Alpi, e
con un clima un po’ più mite rispetto al periodo.
Considerando anche le previsioni stagionali degli altri centri previsionali mondiali, per i mesi invernali di
gennaio e febbraio 2024 si prevedono in media precipitazioni superiori alla norma: l’anomalia rispetto alla
media si avrà anche per la neve sulle Alpi, dove è
attesa abbondante in particolare sopra i 1500 metri.
Le temperature sono previste con elevata probabilità
in media più alte di 1-2° C rispetto alla climatologia
invernale. Questa anomalia positiva delle temperature
potrebbe limitare la permanenza della neve sull’Appennino solo alle quote medio-alte. Pertanto, dopo l’autunno anche l’inverno potrebbe tornare a fare l’inverno: è
previsto molto dinamico, caratterizzato da qualche onIn questa pagina
e in quella
successiva, le
previsioni stagionali ECMWF
mostrano con
elevata probabilità temperature di 1-2° C
maggiori rispetto
alla climatologia
del modello
1993-2016
72
La previsione dell’indice NAO è indicata
con il box plot in viola
sovrapposto al box
plot in grigio, riferito
alla climatologia del
modello 1993-2016.
Si notino i valori molto
negativi della NAO
previsti per il periodo
febbraio-marzo 2024
73
UNO SGUARDO AL CLIMA
In questa pagina,
la media del vento
zonale a 10 hPa.
In alto, la previsione
fatta a novembre
2022 e, in basso,
quella relativa a
novembre 2023
74
data di freddo accompagnata da nevicate anche fino
in pianura. Insomma, potrebbe ritornare a farsi vedere
il “Generale Inverno”. Durante gli ultimi due inverni è
caduta pochissima pioggia e neve sul Nord Italia e sulle Alpi. Il prossimo inverno, in particolare la seconda
parte, potrebbe stabilire un’inversione di tendenza ed
essere molto più generoso. Le cause potrebbero essere
il frequente arrivo di perturbazioni atlantiche foriere di
precipitazioni nel Mar Mediterraneo dovute alla posizione anomala di un’area di alta pressione al posto
della depressione semi-permanente d’Islanda, che si
prevede stazionerà più a sud, frequentemente sull’Europa settentrionale. Quanto esposto in precedenza è
avvalorato anche dalle previsioni stagionali ECMWF:
- dell’indice NAO (North Atlantic Oscillation, la teleconnessione atmosferica atlantica), che non è altro che
la differenza di pressione tra le Isole Azzorre e l’Islanda. Per il mese di febbraio e marzo è prevista molto negativa, ovvero, spesso non si avrà la protezione
dell’Anticlone delle Azzorre;
- della media del vento zonale a 10 hPa e alla latitudine di 60° N, che per esempio per gennaio è prevista
negativa rispetto alla distribuzione climatologica del
modello; ciò significa periodi di inversione dei venti
da est verso ovest e temporanea rottura del vortice polare stratosferico con probabile successiva ondata di
freddo. Nelle immagini relative, in blu è riportata la
probabilità che la media del vento zonale a 10 hPa
e alla latitudine di 60° N sia negativa, ovvero avente
direzione da est. In altre parole, può essere vista come
rottura del vortice polare stratosferico e quindi come
apportatrice di una possibile ondata di freddo nelle
settimane successive.
Al riguardo se ne nota la maggiore probabilità, riportata in blu, per il prossimo inverno 2023/24 rispetto a
quella dell’inverno 2022/23.
© Riproduzione riservata
English Abstract
The first part of this column is an introduction to long forecasts
also called seasonal forecasts, in particular those produced
by the ECMWF.
The second part concerns the forecasts for this autumn and
next winter 2023/2024.
Bibliografia
• https://www.ecmwf.int/en/elibrary/20150-seas5-user-guide
• Anderson D., T. Stockdale, M. Balmaseda, L. Ferranti, F.
Vitart, F. Molteni, F. Doblas-Reyes, K. Mogensen and A.
Vidard, 2006: Seasonal Forecasting System 3. ECMWF
Technical Memo No 503.
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TEMPO DI
MUSICA
di Adriano Raspanti
Da una
STRAORDINARIA RIVISITAZIONE
di VIVALDI ai WEATHER REPORT
In questa rubrica esploreremo i legami espliciti tra musica e meteorologia. Tanti
sono i versi, le note e le immagini che si sono ispirate al tempo meteorologico con
risultati spesso iconici e intramontabili.
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Ritratto di Antonio Vivaldi (fonte - Wikipedia)
P
er la rentrée della nostra amata Rivista in
forma cartacea, non si poteva evitare di
avviare questa nuova rubrica con uno dei
concerti più famosi e popolari di tutti i tempi. Fama assolutamente meritata da parte
di un’opera di grande importanza non solo
per l’eccezionale intrinseca bellezza musicale, ma anche
per gli orizzonti nuovi, tecnici ed espressivi, che apre
all’intera musica a venire: parliamo de Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi.
I quattro concerti, ovviamente dedicati ognuno alle sta-
Immagine di fantasia ispirata a un gruppo di
giovani che, nonostante la pioggia, sono totalmente presi dalla musica
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TEMPO DI MUSICA
Pagina dello spartito per il primo violino
della Primavera
(fonte - Wikipedia)
Cover della composizione di Max Richter
gioni dell’anno, costituiscono un esempio di musica descrittiva di altissimo livello, uno dei primi di cui si abbia
conoscenza, ma nel contempo rappresentano un esempio, cui molti si riferiranno, di maestria nell’uso degli archi e particolarmente del violino solista che raggiunge
vette compositive ed esecutive sublimi. Antonio Vivaldi
(1678-1741) che ai suoi tempi era popolare soprattutto
per la sua produzione operistica, gran parte della quale è
andata perduta, fu uno dei maggiori violinisti italiani del
‘700 e proprio nelle sue composizioni strumentali poté
immettere le acquisizioni di una tecnica notevolissima e
da lui stesso ampliata. Ricercò nuove sonorità e posizioni
più congeniali che permettessero fraseggi più complessi a cui si unì una capacità inventiva straordinaria, una
duttilità e una molteplicità di forme e di idee che sconcertano ancora oggi. Contrariamente al pensiero comune,
in quel periodo, come pure nel successivo mozartiano e
oltre, non era raro da parte dei compositori più grandi il
tentativo di districarsi dai legami formali, attraverso l’uso
dell’improvvisazione e della libertà esecutiva.
Vivaldi ama l’improvvisazione e la inserisce nei suoi concerti attraverso le rarefazioni improvvise, oppure, attra-
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verso le condensazioni sonore, o ancora, passando da
ampie architetture polifoniche a unisoni nervosi e insistenti: da qui le sue migliori composizioni risultano mosse,
elastiche, colorite e varie all’ascolto.
Nei quattro concerti de “Le stagioni” le caratteristiche
appena descritte raggiungono spesso il culmine compositivo. Nella Primavera, la musica descrive con maestria il
canto degli uccelli, il temporale, la danza finale, mentre
l’Estate si apre con l’efficace descrizione della tempesta
che esplode in tutta la sua virulenza. L’Autunno riproduce
l’ebbrezza provocata dal vino appena vendemmiato e
dalle battute di caccia frementi e rapide. L’Inverno infine,
unanimemente considerato il miglior concerto del ciclo
per misura, equilibrio e intensità espressiva, pur nel suo
riuscito intento descrittivo, resta alla fine un pezzo di musica di pura e rara bellezza ove spicca il pizzicato dei
violini a rappresentare la pioggia.
Molti anni dopo, precisamente nel 2012, il compositore
britannico, ma nato in Germania, Max Richter decise di
misurarsi con una rivisitazione della grande composizione. Richter, che aveva lavorato con i grandi compositori
minimalisti del ‘900, Arvo Part, Philip Glass e Steve Rei-
In queste immagini, Gene Kelly nel
celebre film “Singin’ in the rain”
ch, si lanciò non in una operazione di mero re-missaggio
di una incisione preesistente, ma in una rielaborazione
dello spartito originale cercando di trarne l’essenza e lo
spirito e filtrandolo attraverso il sentire e le esperienze
musicali del suo secolo. I quattro concerti originali sono
ovviamente stravolti, ma permane, seppur in uno spirito
moderno che dovrebbe definirsi post-minimalista, la capacità descrittiva ed evocativa che merita indubbiamente
almeno un ascolto (Recomposed by Max Richter – Vivaldi
The Four Sesason – Deutsche Grammophon). Non sarà
stato lo scopo dell’autore, ma il richiamo a come sono
variate le stagioni nel corso dei secoli è a dir poco intrigante.
Spostiamo ora la nostra attenzione dall’altra parte
dell’Oceano Atlantico e cambiamo completamente versante musicale.
Nel 1971 Joe Zawinul e Wayne Shorter, tastierista e sas-
I Weather Report in concerto
(fonte - Wikipedia)
sofonista eccelsi, uscirono dalla galassia di musicisti che
al tempo orbitava attorno alla figura carismatica e tumultuosa di Miles Davis e formarono un “supergruppo”, anticipandone il concetto stesso, dando vita al primo e forse
più grande ensemble di musica jazz-rock o fusion, come
più tardi venne identificato il genere musicale anche in
modo un po’ svalutativo: i Weather Report.
Questo “Bollettino del tempo” continuò a produrre musica
di altissimo livello fino al 1985, quando le dominanti personalità di Zawinul e Shorter decisero di dedicarsi nuovamente alle loro carriere soliste. La loro musica sempre
in divenire e diversa da disco a disco e perfino da brano
a brano, se non all’interno di un pezzo stesso, giustifica
pienamente la scelta del nome della band.
Cosa ci può essere infatti di più mutevole e diverso nel
corso di poche ore e persino minuti, del tempo atmosferico?
Attorno ai due, che si conoscevano dal 1959, si alternarono diverse sezioni ritmiche di gran pregio, alcune
di valore assoluto, tra cui spicca indubbiamente quella
formata dal batterista Peter Erskine e dal bassista Jaco
Pastorius, quest’ultimo considerato, a ragione, uno dei
maestri dello strumento di tutti i tempi e, con linguaggio
mediatico magari un po’ superficiale, il Jimi Hendrix del
basso, per la carica fortemente innovativa e il ruolo da
spartiacque che ebbe nella sua carriera.
I Weather Report hanno anche anticipato e contribuito
all’interesse nordamericano per i ritmi e le strutture della
world music e, come molti dei grandi gruppi jazz di lunga durata, si rivelarono un’incubatrice per diversi futuri
leader che entrarono e uscirono dalla band in una serie
infinita di cambi di personale, quasi a porte girevoli.
Con loro, insieme al grande gruppo britannico Mahavishnu Orchestra, il jazz-rock raggiunse il grandissimo pubblico ed entrò negli stadi, scalò le classifiche di vendita
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TEMPO DI MUSICA
La cover di Heavy Weather
e creò alcuni brani immortali che tutti conoscono o hanno
canticchiato, pur non sapendone gli autori o perché l’avessero in testa. Dischi imperdibili da ascoltare lasciandosi andare al fluire della musica e alla sua eco della mutabilità meteorologica, sono sicuramente “Weather Report”,
“Mysterious Traveller”, “Black Market” e lo spettacolare
“Heavy Weather” di cui potete vedere la copertina, che
contiene, a mio sentire, due capolavori assoluti della musica di ogni tempo: “Birdland” e “A Remark you made”.
Buona musica a tutti.
© Riproduzione riservata
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English Abstract
In this chapter we’ll explore explicit links between music and
meteorology.
There are many verses, notes and images that are inspired by
weather with often iconic and timeless results.
Consultare le previsioni meteorologiche è una delle attività più diffuse. Non a caso la
parola “meteo” è tra le più cercate nel web. Conoscere il tempo e la sua evoluzione è
diventato ormai essenziale nella vita quotidiana di ognuno. Tutti parliamo del tempo, ma quanto ne sappiamo veramente?
Il SERVIZIO METEOROLOGICO DELL’AERONAUTICA MILITARE in collaborazione con
LIBRERIA GEOGRAFICA, ha realizzato un atlante per rispondere in modo scientifico e
piacevolmente divulgativo a queste esigenze, affrontando anche il tema del cambiamento
climatico in costante evoluzione.
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