anno 77 - n. 4 - Ott/Dic 2023 Periodico trimestrale dell’Aeronautica Militare Rivista di METEOROLOGIA AERONAUTICA LA PREVISIONE DI SUPERCELLE E TROMBE D’ARIA LA NEBBIA E IL SUO IMPATTO SULLA VITA QUOTIDIANA L’importanza nelle vicende umane e le varie tipologie FESTIVAL METEOROLOGIA 2023 Comunicazione, formazione e professione Con ENGLISH ABSTRACT In questa pagina foto di Angelina Iannarelli, in copertina foto di Matteo Verdolini Editoriale a cura del Direttore C ari Lettori, questo numero ha davvero un sapore particolare e intenso. Non posso non condividere con voi la gioia e la soddisfazione mia e di tutta la redazione per un nuovo traguardo raggiunto, forse il più importante tra quelli che ci eravamo prefissati. Per prima cosa, noterete senz’altro la nuova veste editoriale: non si tratta di un semplice restyling, ma di predisporre al meglio la nostra Rivista in vista del ritorno al cartaceo. Nel 2016, abbiamo dato il via alla pubblicazione online e oggi possiamo dire che, a passo costante e sicuro, ci siamo avviati verso questo obiettivo. Non a caso, nell’anno del Centenario dell’Aeronautica Militare il Sig. Capo di Stato Maggiore - Gen. S.A. Luca Goretti - ha decretato il “visto si stampi” del nostro trimestrale, accogliendo le istanze provenienti dai nostri lettori, dagli appassionati di meteorologia e dai diversi ambiti professionistici e istituzionali. Abbiamo proposto, nel tempo, elaborati in grado di catturare l’attenzione di molti, suscitare domande e stimolare la voglia di approfondire i temi proposti e, per quanto possibile, abbiamo cercato di restare al passo con i tempi, sottolineando spesso il contesto meteo-climatico unitamente ai recenti avvenimenti che hanno coinvolto diverse aree del Paese. Ci siamo messi dalla parte dei lettori, cogliendo anche i suggerimenti di molti giovani, i quali, con spirito vivace ed entusiasmo, collaborano con noi, proponendoci elaborati interessanti e redatti con uno stile fresco e coinvolgente. Per questo, insieme a tutta la redazione, sentiamo di manifestare loro il nostro più vivo ringraziamento. Sono i giovani che con la loro “verve” ci aiutano a trovare nuova linfa, nuove idee e nuovi spunti, per rinnovare l’interesse di quanti ci seguono. Dal primo numero del 2024 la Rivista sarà distribuita in abbonamento e diffusa nelle edicole delle maggiori località italiane e, siamo certi, che tante saranno le adesioni. Sarà finalmente possibile sentire al tatto il fruscio delle pagine e l’odore inconfondibile dell’inchiostro e, perché no, trovare la migliore collocazione nella libreria di casa, dedicando uno spazio alla meteorologia. La nuova offerta editoriale rinnova la scelta ambiziosa di rivolgersi ad un pubblico quanto più ampio possibile, coniugando gli aspetti tecnici e il rigore scientifico allo scopo divulgativo. Aspiriamo, come comparto meteo dell’Aeronautica Militare, alla realizzazione di uno spazio culturale, una piattaforma condivisa che, mediante l’instaurazione di un dialogo proficuo, riesca ad accompagnare il lettore verso l’acquisizione di una crescente capacità critica, finalizzata a fornire gli strumenti di base per discernere tra sensazionalismo e una seria esposizione delle argomentazioni. Del resto, come Forza Armata, siamo da sempre impegnati a creare sinergie e a diffondere la capacità di “fare squadra”, con il convincimento che il periodico costituisca un’occasione irrinunciabile per dar voce all’intera comunità meteorologica nazionale, nonché per condividere con i cittadini le diverse competenze che sono messe al servizio della collettività e del Paese. Buona lettura amici Lettori e non mancate di farci pervenire i vostri suggerimenti. Il Direttore Orazio Di Casola 1 anno LXXVII - n. 4 Ottobre-Dicembre 2023 Sommario EDITORIALE1 di Orazio Di Casola SOMMARIO2 LA PREVISIONE DI SUPERCELLE E TROMBE D’ARIA4 di Francesco De Martin, Silvio Davolio e Mario Marcello Miglietta LA NEBBIA E IL SUO IMPATTO SULLA VITA QUOTIDIANA18 di Vittorio Villasmunta FESTIVALMETEOROLOGIA 202336 4 di Sergio Pisani LA PREVISIONE DI SUPERCELLE E TROMBE D’ARIA L’analisi, dal punto di vista osservativo, sinottico e a livello di mesoscala atmosferica, dell’inconsueta sequenza di trombe d’aria che il 19 settembre 2021, in poche ore, ha provocato seri danni su varie aree della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, offre utili spunti di riflessione riguardo l’attuale capacità di prevedere le trombe d’aria in Italia e sul possibile sviluppo di apposite reti di allerta. Collaborazione Rivista di Meteorologia Aeronautica Periodico trimestrale fondato nel 1937 2 La collaborazione è aperta a tutti. Gli articoli pubblicati rispecchiano esclusivamente le idee personali dell’autore e non riflettono necessariamente il pensiero ufficiale della Forza Armata. L’autore, inoltre, ne assume direttamente la responsabilità e garantisce il rispetto della normativa vigente per il testo e le immagini. Gli scritti, inediti ed esenti da vincoli editoriali, vanno inviati a: Stato Maggiore dell’Aeronautica, 5° Reparto - Rivista di Meteorologia Aeronautica - Viale dell’Università 4, 00185 Roma. Il materiale fornito, pubblicato o meno, non verrà comunque restituito. L’editore si dichiara disponibile a regolarizzare eventuali spettanze dovute a diritti d’autore per le immagini riprodotte di cui non sia stato possibile reperire la fonte o la legittima proprietà. Tutti i dati personali sono trattati secondo le vigenti norme sulla tutela della privacy. SOMMARIO METEO&SAT 40 18 Dall’estate rovente alle forti piogge autunnali di Samuele Giampietro “NUBI... CHE PASSIONE”50 di Marco Ferrieri GLI OCCHI DEL TEMPO56 36 di Paolo Pagano UNO SGUARDO AL CLIMA66 Le previsioni per l’inverno 2023/24 di Alessio Canessa 76 TEMPO DI MUSICA 76 Da una straordinaria rivisitazione di Vivaldi ai Weather Report di Adriano Raspanti Periodico fondato nel 1937 Proprietario Editore Difesa Servizi SpA Direttore Editoriale Urbano Floreani Direttore responsabile Orazio Di Casola orazio.dicasola@aeronautica.difesa.it Grafica e impaginazione Italiatipolitografia srl - Ferrara Sabrina Ricci e Marco Artioli Redazione Vittorio Villasmunta Guido Guidi Iacopo Bonanni Marco Ferrieri Maurizio Cosco Marina Bonanni Italo Piattelli rivista.meteo@aeronautica.difesa.it Sede Viale dell’Università, 4 - 00185 Roma Tel. 0649867039 - 7046 3 La previsione di supercelle e trombe d’aria La previsione di SUPERCELLE E TROMBE D’ARIA La disamina di un evento meteorologico significativo è spesso all’origine di interessanti e più ampie considerazioni, dato il notevole impatto - in termini di danni materiali, feriti e vittime - che questi fenomeni possono causare. Pertanto l’analisi, dal punto di vista osservativo, sinottico e a livello di mesoscala atmosferica, dell’inconsueta sequenza di trombe d’aria che il 19 settembre 2021, in poche ore, ha provocato seri danni su varie aree della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, offre utili spunti di riflessione riguardo l’attuale capacità di prevedere le trombe d’aria in Italia e sul possibile sviluppo di apposite reti di allerta. di Francesco De Martin, Silvio Davolio e Mario Marcello Miglietta 4 I l termine “tromba d’aria” è storicamente utilizzato nella lingua italiana per identificare vortici a piccola scala. Il termine “tornado” è utilizzato nella letteratura scientifica ed è definito dal Glossary of Meteorology (Hushcke, 1959) come: “una colonna d’aria rapidamente rotante estesa verticalmente dalla superficie alla base di un cumulonembo, normalmente associata a una nube a imbuto e con velocità minima del vento pari a 29 m/s”. Attualmente si tendono a usare indistintamente i termini “tromba d’aria” e “tornado”, sebbene in passato i due termini siano stati usati con connotazioni differenti (Miglietta et al., 2018b). I tornado sono frequenti negli Stati Uniti, dove si verificano mediamente 1223 tornado/anno, ma non di rado si osservano anche in Europa, con una media di 232 tornado/anno (Taszarek et al., 2020). In Italia invece se ne verificano mediamente 37 ogni anno, con un picco di frequenza sulla pianura veneta, sulla costa tirrenica laziale e sulla costa ionica della Puglia (Miglietta et al, 2018a). L’Italia è uno dei paesi più colpiti da questo fenomeno: ha registrato il più alto numero di danni causati da trombe d’aria in Europa nel La tromba d’aria su Carpenedolo (foto Nicola Pirondini) 5 La previsione di supercelle e trombe d’aria periodo 1950-2015 (318 milioni di euro) ed è il secondo Paese, dopo la Russia, per feriti (753) e vittime (69) nello stesso periodo (Antonescu et al., 2017). Il nostro Paese è pertanto molto vulnerabile alle trombe d’aria, probabilmente per l’elevata densità abitativa delle zone più frequentemente soggette al fenomeno. Nonostante la comprovata pericolosità, non esiste attualmente un sistema di previsione dedicato per questo tipo di eventi né in Italia, né in Europa. Negli Stati Uniti, a causa dell’elevato numero di trombe d’aria che colpiscono le Grandi Pianure, è presente dagli anni ‘50 un efficace sistema di previsione che ne ha diminuito sensibilmente l’impatto in termini di numero di morti e feriti (Doswell III, 2003). È interessante ricordare che negli Stati Uniti fino al 1938 era vietato utilizzare la parola “tornado” nei sistemi di previsione, in quanto si credeva generasse panico nella popolazione. Nel 1948 la Tinker Air Force Base nei pressi di Oklahoma City fu colpita da un tornado e il comandante incaricò i meteorologi della base di studiare l’evento. Appena 5 giorni dopo, gli stessi meteorologi predissero l’arrivo di un nuovo tornado, che effettivamente colpì la base aerea! Il successo di questa previsione diede inizio alla fortunata era delle previsioni 6 Nella pagina precedente, la scala di probabilità per temporali forti usata per la previsione PRETEMP e, in questa pagina, la tromba d’aria su Roncaro (foto Lucas Adler) dei tornado nel Nord America (Corfidi, 1999). In Europa dal 2002 è attivo il progetto ESTOFEX (Brooks et al., 2011) che pubblica bollettini di rischio temporalesco per il continente fornendo il livello di rischio, da 1 (possibili temporali forti) a 3 (probabili temporali molto forti), secondo i criteri indicati nella fig. alla pagina precedente. Antonescu et al. (2020) hanno mostrato che una ipotetica previsione ESTOFEX, emessa per il 24-25 giugno 1967 sulla base dei dati disponibili, avrebbe correttamente previsto lo sviluppo di un’intensa sequenza di trombe d’aria nell’Europa Centrale. ESTOFEX, costituito da un gruppo di meteorologi che conduce questa attività su base volontaria per scopi di ricerca, non è tuttavia un ente istituzionale preposto per l’emissione di allerte. In Italia non esiste un sistema di allerta dedicato per le trombe d’aria anche se, a partire dal lavoro di Miglietta et al. (2016b), la ricerca scientifica sta creando le basi per raggiungere questo obiettivo; si vedano, a titolo di esempio, anche Miglietta et al. (2017 e 2018a), Bagaglini et al. (2021), Avolio et al. (2022). Inoltre, dal 2015 il gruppo di lavoro PRETEMP, similmente a ESTOFEX, sta testando un sistema di previsione di episodi convettivi severi focalizzato sul territorio italiano. Quest’articolo ha lo scopo di indagare la capacità di prevedere le trombe d’aria in Italia, focalizzandosi su un caso studio avvenuto il 19 settembre 2021, quando ben 7 trombe d’aria si sono formate sulla Pianura Padana nel giro di poche ore (nella fig. in alto, una delle trombe d’aria che si sono verificate quel giorno a Carpenedolo, BS). Dopo un’iniziale breve presentazione del progetto PRETEMP, l’evento del 19 settembre 2021 è analizzato sia da un punto di vista sinottico che della mesoscala atmosferica. Infine, viene discussa l’affidabilità della previsione PRETEMP pubblicata per quel giorno, da cui seguiranno le osservazioni conclusive. Il “Progetto PRETEMP” Il gruppo PRETEMP (PREvisioni TEMPorali, www.pretemp. it) è composto da studenti universitari e meteorologi (fig. alla pag. successiva) che dal 2015 pubblicano quotidianamente un bollettino di rischio temporalesco per l’Italia. Il bollettino di previsione è sperimentale e non rappresenta pertanto un sistema di allerta; esso fornisce invece 4 livelli di rischio, basati sulle diverse soglie di probabilità, che vanno da livello 0 (possibilità di temporali generici) a livello 3 (possibilità di temporali molto forti). Il progetto è stato ispirato dall’attività di ESTOFEX, ma, essendo incentrato sul territorio italiano, pone maggiormente l’attenzione su fenomeni a piccola scala che, in un territorio dall’orografia complessa come l’Italia, hanno un 7 La previsione di supercelle e trombe d’aria ruolo centrale nell’influenzare la dinamica dei temporali. Attualmente PRETEMP è un punto di riferimento per la previsione dei fenomeni convettivi severi in Italia ed è apprezzato, come supporto, dai meteorologi operativi. Oltre all’attività di previsione, dal 2018 PRETEMP coordina la raccolta di segnalazioni di danni dovuti a temporali forti sul territorio italiano nel database “Storm Report”, in collaborazione con l’associazione MeteoNetwork (www. meteonetwork.it) e numerose altre associazioni locali e singoli appassionati di meteorologia. Dal 2019, tali segnalazioni vengono inoltre automaticamente inviate al database internazionale ESWD (European Severe Weather Database), gestito dall’associazione ESSL (European Severe Storm Laboratory, www.essl.org). Queste segnalazioni sono utilizzate per molteplici finalità, tra le quali la verifica delle previsioni, le analisi climatologiche e la valutazione del rischio da parte di aziende private di assicurazione. L’evento del 19 settembre 2021: le osservazioni al suolo Nelle prime ore del 19 settembre 2021 un sistema convettivo alla mesoscala ha causato precipitazioni intense nella zona dei laghi lombardi (fig. alla pag. successiva). In seguito, l’attività convettiva si è estesa alla pianura lombarda, inizialmente organizzandosi come un sistema lineare Alcuni componenti del gruppo PRETEMP e, nella pagina successiva, l’elenco e la mappa degli eventi tornadici del 19 settembre 2021 descritti dall’articolo 8 mentre, dopo le 12.00 UTC, si sono formati alcuni temporali a supercella. Infine, in serata, il sistema convettivo si è spostato sul Veneto, indebolendosi progressivamente. Le trombe d’aria (tabella in basso) si sono formate lungo una fascia di territorio poco a nord del Po sulla pianura lombarda: tre trombe d’aria a Soresina (CR), Pontevico (BS) e Carpenedolo (BS) sono state generate da una stessa supercella, che ha percorso circa 150 km tra Lombardia e Veneto. A Carpi, nel modenese, si è generata un’altra tromba d’aria che ha colpito il locale aeroporto. Nel complesso ben 4 trombe d’aria sono risultate di grado F2 nella scala Fujita. Un’analisi dettagliata dei danni causati da questa sequenza di trombe d’aria può essere trovata in Pavan (2022). Dall’analisi delle osservazioni al suolo, fornite da ARPA Lombardia e ARPA Emilia-Romagna, è stato individuato un “punto triplo” (Maddox et al., 1980), ossia un punto in cui interagivano tre masse d’aria di natura molto diversa (fig. alla pag. successiva): una massa d’aria fredda da nord, associata al fronte che ha scavalcato le Alpi; una massa di aria calda e secca da sud-ovest, proveniente dal Mar Ligure e in discesa dall’Appennino settentrionale; una terza massa d’aria calda e umida, estesa dal Mar Adriatico alla pianura lombarda. Si nota che tutte le trombe d’aria si sono formate in prossimità del punto triplo. 9 La previsione di supercelle e trombe d’aria Analisi sinottica Secondo quanto indicato nelle mappe alla pag. successiva, a scala sinottica l’origine dell’evento è caratterizzato da un profondo “cut-off” entrato dalla Francia che, associato ad una massa d’aria fredda in quota, ha attraversato da ovest a est tutta la Pianura Padana (fig. in alto a sin.), unita ad un’intensa anomalia di Vorticità Potenziale (fig. in alto a destra) e ad un ramo del getto polare che, in transito tra Francia Meridionale e Mar Ligure, causava forte divergenza in alta troposfera sul Nord Italia (fig. in basso a sin.). Inoltre, al suolo era presente un minimo di pressione (fig. in basso a destra, sempre alla pag. successiva) spostatosi dal Piemonte al Mar Adriatico nel corso della giornata. La situazione sinottica risultava quindi favorevole allo sviluppo di temporali forti sul Nord Italia, anche se questo non forniva evidenze sufficienti per identificare un’alta probabilità di sviluppo di tornado. Analisi alla mesoscala Passiamo adesso a schematizzare la dinamica alla meso- 10 scala dell’evento, analizzata tramite simulazioni del modello MOLOCH ad alta risoluzione, con passo di griglia di 500 m (Davolio et al., 2020). L’analisi dei dati consente di ben schematizzare i meccanismi di innesco delle supercelle del 19 settembre 2021: come evidenziato nella figura a pag. 12, dal Mar Adriatico una lingua di aria calda e umida (linee rosse) si spingeva fino alla pianura lombarda, richiamata dal minimo di bassa pressione, già menzionato in precedenza, presente sul Piemonte. Da ovest, invece, l’avanzata del “cut-off low” in quota ha causato l’ingresso dal Canton Ticino di fredde correnti da nord (linee blu). Il contrasto tra queste due masse d’aria ha determinato l’innesco di una intensa convezione atmosferica, sostenuta anche dalla divergenza del getto polare in quota. Più a sud, durante la giornata, venti secchi sono discesi dalla catena appenninica sulla Pianura Padana (linee gialle); una volta che questi hanno interagito con la lingua calda e umida adriatica, hanno innescato lo sviluppo di ulteriore convezione intensa (tra cui la supercella responsabile del tornado di Carpi). Nella pagina precedente, la mappa interpolata del Vento a 10 m del 19/09/2021 sull’area degli eventi, mostra l’interazione tra aria fredda dal Canton Ticino (in celeste), aria secca dagli Appennini (in rosso) e aria calda dall’Adriatico (in giallo); indicati anche luogo ed orario di due trombe d’aria osservate In questa pagina, le corrispondenti mappe di analisi sinottica Per analizzare le condizioni favorevoli allo sviluppo di trombe d’aria, bisogna fare ricorso all’equazione di vorticità (Rotunno et al., 1985). E’ noto che la vorticità presente all’interno di una supercella, si genera a partire dalla sua componente orizzontale, che viene poi “raddrizzata” sull’asse verticale dalla corrente ascendente del temporale. In questo caso, attraverso simulazioni numeriche, sono state identificate due diverse sorgenti di vorticità sul piano orizzontale, rappresentate nella figura a pag. 13: la prima localizzata a poche centinaia di metri dal suolo nei pressi del fronte freddo, dove era presente un forte gradiente di forza di galleggiamento (cosiddetto termine baroclino dell’equazione di vorticità). La seconda attorno alla quota di 1000 m, dove la vorticità veniva generata dallo shear prodotto da un Low-Level Jet (LLJ). La corrente di inflow trasportava la vorticità all’interno della supercella, nel primo caso dal lato nord-est, nel secondo dal lato sud-est. La corrente ascendente, raddrizzandone l’asse di rotazione, trasformava la componente orizzontale di vorticità in componente verticale, che si manifestava raggiungendo picchi particolarmente intensi su alcune aree, come mostrato dalle relative mappe (figg. “a” e “b” a pag. 14). Queste due sorgenti di vorticità hanno quindi permesso la formazione di intensi mesocicloni nei bassi livelli atmosferici, che hanno poi generato le trombe d’aria. 11 La previsione di supercelle e trombe d’aria Lo schema di innesco delle supercelle verificatesi sul Nord Italia: le frecce gialle trasparenti indicano il flusso divergente in quota, le linee gialle il flusso secco da sud-ovest che scavalca gli Appennini, le linee rosse il flusso umido dall’Adriatico e le linee blu il flusso freddo dovuto al “cut-off low” in quota (lettera B). Le nuvole indicano le zone d’innesco della convezione Lo sviluppo di così tante trombe d’aria era prevedibile? Con le attuali conoscenze e capacità dei modelli meteorologici, una buona previsione può al massimo stimare la probabilità per cui si svilupperanno temporali forti in una determinata area e momento della giornata. Una previsione capace di individuare con precisione la localizzazione spaziale e temporale dei temporali forti con un giorno di anticipo è, allo stato attuale, impossibile. Questo è ancora più vero se si vogliono prevedere le trombe d’aria, in quanto esse sono fenomeni alla microscala, molto soggette - in Italia come negli Stati Uniti - all’incertezza delle simulazioni numeriche. Dunque, la miglior previsione possibile di trombe d’aria che si può attualmente fare è una stima della probabilità del loro sviluppo in una certa area, senza scendere in ulteriori dettagli che sarebbero inevitabilmente affetti da un’incertezza troppo grande. 12 Il giorno prima dell’evento, il 18 settembre 2021, PRETEMP aveva emesso un bollettino che indicava un livello di pericolosità 2 per temporali forti sulla Pianura Padana e sull’alta Toscana; questa è confrontabile con la “Previsione Quasi Perfetta”, ossia la miglior previsione che si sarebbe potuta fare, conoscendo a posteriori la distribuzione delle segnalazioni raccolte nello Storm Report (Hitchens et al., 2013). Dal confronto tra le due immagini (figg. a pag. 15) si osserva come sulla Pianura Padana la previsione ha individuato con ottima precisione il settore colpito dai fenomeni più severi, mentre sull’alta Toscana il rischio di forti temporali è risultato sovrastimato. Per quanto riguarda il rischio di trombe d’aria, nel testo si diceva che “lungo l’asse del Po, in particolare tra bassa Lombardia e basso Veneto, sussistono le condizioni per lo sviluppo di supercelle: in questo settore potrebbero cadere chicchi di grandine un po’ più grossi (fino a 2-4 cm di diametro) ed è possibile un debole tornado mesociclonico.” Effettivamente le supercelle si sono sviluppate proprio sulla bassa pianura lombarda, dove sono state anche osservate grandinate con chicchi fino a 5 cm di diametro. Tuttavia, il rischio di trombe d’aria, seppur menzionato, è stato sottostimato. Rispetto alla previsione di Antonescu et al. (2020) per la sequenza di trombe d’aria nell’Europa Centrale del 24-25 giugno 1967, in questo caso la previsione è stata meno accurata. Il motivo potrebbe essere legato alla complessa orografia della regione (rispetto alle aree pianeggianti dell’Europa Centrale e degli Stati Uniti), che rende le simulazioni meno affidabili (Miglietta et al, 2016a). In conclusione, lo sviluppo di supercelle era stato correttamente previsto nel settore dove effettivamente queste si sono sviluppate, ma il possibile sviluppo di trombe d’aria è risultato sottostimato. Conclusioni Il 19 settembre 2021 la Pianura Padana è stata interessata da una inconsueta sequenza di trombe d’aria, nonostante la zona sia soggetta a questo tipo di fenomeni: nel giro di quattro ore si sono formate ben 7 trombe d’aria, di cui quattro di intensità F2. L’evento è stato innescato da un “cut-off low” in quota, che dalla Francia ha attraversato la Pianura Padana. Nei bassi strati atmosferici un’avvezione di aria calda e umida dal Mar Adriatico ha creato le condizioni adatte per lo sviluppo di supercelle, innescate dall’interazione con l’aria più fredda associata a un fronte. Una supercella in Emilia invece si è sviluppata per l’interazione tra un flusso secco discendente dagli Appennini e la stessa avvezione calda e umida. La vorticità, che ha permesso lo sviluppo di intensi mesocicloni nei bassi livelli atmosferici, è stata generata sul piano orizzontale lungo il fronte freddo (per il gradiente di for- Schema della vorticità durante l’evento: l’interazione di tre diverse masse d’aria (secca e calda in giallo, mite e umida in rosso e fredda e secca in blu) con due contributi di vorticità nei bassi strati (frecce blu e nere) e un Low Level Jet (frecce rosse) alimentano la supercella 13 La previsione di supercelle e trombe d’aria In questa pagina, due mappe previste dal modello MOLOCH per le 12.00 UTC del 19/09/2021: in alto, il Vento a 950 hPa sulla Pianura Padana (in m/s) e, in basso, la componente orizzontale della vorticità a 1000 m (10-4 s-1); è evidente un Low-Level Jet (freccia nera) che origina - sull’area interna all’ellisse - intensi picchi di vorticità positiva Nella pag. successiva, a sinistra, il bollettino PRETEMP dello stesso giorno, affiancato dalla “Previsione Quasi Perfetta”, ovvero la sua verifica a posteriori za di galleggiamento) e all’interno della lingua instabile (per la presenza di un LLJ). La formazione di forti temporali, e in particolare di supercelle, era stata prevista il giorno precedente dall’analisi dei modelli ad area limitata disponibili sul web, come testimoniato dal bollettino di PRETEMP. Lo sviluppo di trombe d’aria invece, seppur citato come possibile, è stato sottostimato. Rispetto alla previsione della sequenza di tornado in Europa Centrale del 24-25 giugno 1967 (Antonescu et al., 2020), le trombe d’aria sono risultate meno predicibili, probabilmente a causa dell’orografia più complessa della regione. L’esperienza di PRETEMP evidenzia la capacità di previ- 14 sione di sistemi convettivi intensi nel nostro Paese, tenuto conto che una previsione puntuale di questi, è allo stato attuale, impensabile. Tuttavia, mentre lo sviluppo di forti temporali e di supercelle associati a sistemi frontali si riesce a prevedere il giorno precedente con discreta attendibilità, per quanto riguarda le trombe d’aria l’affidabilità delle previsioni è minore. In conclusione, grazie agli sforzi del mondo scientifico, si ritiene che la capacità di prevedere le trombe d’aria in Italia stia progressivamente migliorando, seppur ancora molto debba essere fatto. Periodicamente si verificano trombe d’aria particolarmente distruttive, come per il citato evento di Carpi, a Mira e Dolo l’8 luglio 2015, English Abstract in Emilia-Romagna il 3 maggio 2013 o a Taranto il 28 novembre 2012; ciò ci ricorda come l’Italia sia un Paese molto esposto a questo rischio (Antonescu et al., 2017) e che un sistema di allertamento dedicato potrebbe mitigarne gli effetti (Miglietta et al., 2016b e Doswell III, 2003). Come nel 1948 negli Stati Uniti, quando una corretta previsione di tornado diede slancio alla creazione di un sistema di allertamento dedicato, si auspica che anche in Italia, una volta affinata la tecnica di previsione, le istituzioni decidano di far propri gli avanzamenti della ricerca al fine di istituire un sistema di allertamento dedicato per le trombe d’aria. On 19 September 2021 an unusual tornado outbreak affected the Po Valley: in less than four hours, seven tornadoes hit the Lombardia and the Emilia-Romagna regions. The event is studied by means of both surface observations, synoptic and mesoscale analysis. The synoptic forcing was provided by a cut-off low that, from France, swept all the Po Valley, while in the low-levels a warm and moist air tongue from the Adriatic Sea, a cold front crossing the Alps and a dry air mass from the Apennines played an important role. Lastly, the outlook of the PRETEMP group for that day is evaluated, with the aim of assessing the current skill in tornado forecasting in Italy. It may lead to the creation of a dedicated warning system in the future, considering the huge impacts - in terms of material damages, injuries and casualties - often related to those events. © Riproduzione riservata 15 La previsione di supercelle e trombe d’aria Bibliografia • Antonescu et al. (2017) “Tornadoes in Europe: an underestimated threat”, Bulletin of the American Meteorological Society 98.4, pp. 713–728. • Avolio E. and Miglietta M.M. (2022) “Tornadoes in the Tyrrhenian regions of the Italian peninsula: The case study of 28 July 2019”, Atmospheric Research, p. 106285. • Corfidi S. F. 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Tratta dal WMO Cloud Atlas 19 La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana S crivere un articolo divulgativo sulla nebbia richiede una combinazione di informazioni tecniche e una spiegazione accessibile per il pubblico generale. Per tale ragione, l’articolo pone in risalto in che modo la nebbia influisca in modo significativo sulle vicende umane ed entrerà nel vivo della materia trattando gli elementi descrittivi relativi alle varie tipologie di nebbie, allo scopo di acquisire un corretto e univoco uso dei termini specifici della materia trattata. Cos’è la nebbia e come si forma La nebbia è uno dei prodotti della condensazione del vapore acqueo: infatti condivide gli stessi meccanismi di genesi della formazione delle nubi. La sua principale 20 caratteristica consiste nella circostanza che essa si forma negli strati immediatamente prossimi alla superficie terrestre. Tecnicamente, si parla di nebbia solo quando la visibilità orizzontale è minore di 1 km. Per tutti gli altri casi, si parla più correttamente di foschia. Le minutissime goccioline d’acqua di cui la nebbia è fatta, iniziano a formarsi quando l’umidità relativa dell’aria giunge a valori prossimi al 100%: in altri termini, quando il volume d’aria interessato è saturo di vapor acqueo. Tuttavia, in un’atmosfera pura, ossia priva di qualsiasi particella solida, si potrebbe verificare il fenomeno della sovrassaturazione, cioè una condizione per cui nell’aria è presente più vapor acqueo di quanto potrebbe normalmente essercene a una certa temperatura. Non è questa, naturalmente, la condizione in cui si trova la troposfera terrestre che, anzi, è ricca di innumerevoli particelle solide che favoriscono significativamente la condensazione del vapor acqueo. Infatti, in presenza di ricco particolato, la condensazione del vapor acqueo può avvenire anche prima del raggiungimento della saturazione, cioè con umidità relativa dell’80 o 90 per cento. Non è un caso che le zone in cui più facilmente si verificano frequenti riduzioni della visibilità dovute alla condensazione del vapor d’acqua siano proprio quelle prossime a importanti insediamenti industriali che emettono nella bassa troposfera quantità notevoli di particelle solide e gassose. Da quanto detto può intuirsi facilmente che esistono anche altri elementi che influiscono in diversa misura sulla condensazione dell’acqua negli strati prossimi al suolo e i professionisti del settore che sono chiamati a prevedere la formazione o il dissolvimento della nebbia lo sanno molto bene. Soffermiamoci, per il momento, ad esaminare come, per via della sensibile riduzione della visibilità, la nebbia possa influenzare significativamente la vita delle persone in diversi modi, sia in termini di impatto quotidiano che in situazioni particolari. Nei prossimi paragrafi analizzeremo le principali conseguenze della comparsa e della persistenza delle nebbie sulle attività umane e sull’ambiente. Riduzione della visibilità stradale La nebbia spesso riduce notevolmente la visibilità su strade e autostrade, rendendo più pericolose le condizioni di guida. Questo può portare a un aumento degli incidenti stradali, specialmente se i conducenti non adottano le Immagine del maxi incidente del 24 ottobre 2023 a New Orleans L’immagine di George Anderson - Reading, United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland. Tratta dal WMO Cloud Atlas 21 La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana precauzioni necessarie, come l’uso delle luci antinebbia e il rallentamento della velocità. Il 24 ottobre 2023, a New Orleans, negli Stati Uniti, è stato registrato un incidente automobilistico dovuto alla nebbia che ha coinvolto più di 150 veicoli, ha causato 25 feriti e almeno sette morti. Secondo la polizia locale, il traffico a catena e gli incidenti automobilistici sono stati causati dalla miscelazione della nebbia mattutina con il fumo degli incendi boschivi originari della regione. In questi casi la visibilità può ridursi a meno di 3 metri, il che è estremamente pericoloso per gli automobilisti. Diversi studi hanno dimostrato che la presenza della nebbia produce un certo numero di impatti empirici sulla sicurezza. Una ricerca scientifica ha scoperto che la distanza di sicurezza si riduce e la probabilità di giudicare erroneamente la velocità del veicolo che precede aumenta all’aumentare della densità della nebbia. Altre ricerche hanno anche scoperto che l’aumento della densità della nebbia comporta una riduzione delle distanze di sicurezza rispetto ai veicoli che precedono. Tra le ragioni date da questi autori per i cambiamenti nella distanza di sicurezza e nei giudizi errati sulla velocità c’è la ridotta performance visiva causata dalla luce diffusa nella nebbia. È importante essere consapevoli degli effetti della nebbia Il naufragio dell’Andrea Doria (foto d’epoca - Il Giornale) 22 e prendere le precauzioni necessarie, come guidare con attenzione, ridurre la velocità, utilizzare luci antinebbia e seguire le indicazioni delle autorità e dei servizi meteorologici per garantire la sicurezza e ridurre l’incidenza di incidenti legati alla nebbia. Ritardi nei trasporti terrestri La nebbia può causare ritardi nei trasporti pubblici e nei voli aerei, poiché la bassa visibilità può rendere difficile o addirittura pericoloso il movimento di veicoli e aeromobili. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica online PLOS ONE, la ridotta visibilità causata dalla nebbia e dalla pioggia può seriamente influire sulla mobilità e sulla sicurezza dei conducenti. Inoltre, il maltempo può causare ritardi nei voli aerei, poiché le compagnie aeree devono adottare protocolli aggiuntivi per garantire la sicurezza dei passeggeri e delle operazioni di volo. Oltretutto, se la nebbia è la causa del ritardo o della cancellazione del volo, non si ha diritto a un risarcimento. La nebbia rientra infatti nella categoria di circostanze straordinarie, situazioni in cui la compagnia aerea non è responsabile del disagio e può quindi legittimamente rifiutare le richieste di risarcimento da parte dei passeggeri interessati. Impatto sulla navigazione marittima La nebbia può influenzare pesantemente anche la navigazione marittima, specialmente nelle zone costiere, richiedendo l’uso di segnalatori acustici e radar per la sicurezza delle navi. La nave SS Andrea Doria, un lussuoso transatlantico italiano, è famosa per il suo naufragio nel 1956. Il 25 luglio 1956, mentre si avvicinava alla costa di Nantucket, Massachusetts, Stati Uniti, la nave entrò in collisione con la nave passeggeri svedese Stockholm. Una combinazione di nebbia densa e rotte mal giudicate causò la collisione. La Stockholm colpì il lato di dritta della Andrea Doria, squarciando diversi dei suoi 11 compartimenti stagni. Colpita sul lato di dritta, la Andrea Doria, che era sovraccarica, iniziò immediatamente a inclinarsi gravemente da quel lato mentre prendeva acqua, rendendo inutilizzabili metà delle sue scialuppe di salvataggio. Nonostante tale circostanza, che avrebbe potuto comportare una perdita significativa di vite umane, la nave rimase a galla per oltre 11 ore dopo la collisione. Mentre 1.660 passeggeri e membri dell’equipaggio furono salvati e sopravvissero, 46 persone sulla nave morirono a causa diretta della collisione. La nave evacuata si capovolse e affondò la mattina seguente. Questo incidente rimane il peggior disastro marittimo ad aver avuto luogo nelle acque degli Stati Uniti dal ribaltamento dell’Eastland a Chicago nel 1915. Impatto sulla salute L’esposizione prolungata alla nebbia, in particolare se contenente inquinanti atmosferici, può avere un impatto negativo sulla salute umana. La nebbia può peggiorare problemi respiratori e provocare irritazioni oculari. È importante limitare l’esposizione e adottare precauzioni. In particolare, la nebbia può contenere sostanze inquinanti come il biossido di zolfo, l’ossido di azoto e le particelle sottili, che possono causare problemi respiratori, malattie cardiache e altri problemi di salute. Il grande smog di Londra, o Grande Smog del 1952, è stato un grave evento di inquinamento atmosferico che ha colpito la capitale del Regno Unito, nel dicembre 1952. Una combinazione di freddo insolito, anticiclone e condizioni di vento calmo ha concentrato inquinanti atmosferici, principalmente derivanti dall’uso del carbone, per formare uno strato spesso di smog sulla città. Lo smog causò gravi interruzioni riducendo la visibilità e penetrando anche negli ambienti interni, molto più gravemente rispetto agli eventi di smog precedenti, chiamati “pea-soupers”. Secondo i rapporti medici governativi nelle settimane successive all’evento, Il grande Smog a Londra nel 1952 (illustrazione di fantasia ispirata da fatti reali) 23 La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana fino a 4.000 persone morirono a causa dello smog e altre 100.000 furono colpite dagli effetti dello smog sul tratto respiratorio umano. Ricerche più recenti suggeriscono che il numero totale di morti sia stato considerevolmente maggiore, con stime tra 10.000 e 12.000 decessi. La qualità dell’aria di Londra era un problema sin dal XIII secolo. Tuttavia, il Grande Smog si rivelò essere molte volte peggiore di qualsiasi cosa che la città avesse mai sperimentato prima: si pensa che sia stato il peggior evento di inquinamento atmosferico nella storia del Regno Unito, e il più significativo per i suoi effetti sulla ricerca ambientale, la regolamentazione governativa e la consapevolezza pubblica della relazione tra la qualità dell’aria e la salute. Questo ha portato a diversi cambiamenti nelle pratiche e nella regolamentazione, tra cui il Clean Air Act del 1956. Impatto sulle attività all’aperto La nebbia può ostacolare le attività all’aperto, come lo sport e le attività ricreative. Le persone potrebbero dover rimandare le attività pianificate a causa delle condizioni meteorologiche avverse. Per quanto riguarda lo sport, la nebbia può influire negativamente sulla visibilità degli atleti, rendendo difficile la pratica di sport all’aperto come il calcio, il rugby o il baseball. Inoltre, la nebbia può influire sulla qualità del campo di gioco, rendendolo scivoloso e pericoloso per gli atleti. Un esempio notevole di una partita di calcio influenzata dalla nebbia è la partita tra l’Arsenal e il Dynamo Moscow nel 1945. Nonostante la nebbia pesante, l’arbitro Portiere di calcio abbandonato in campo (illustrazione di fantasia ispirata da fatti reali) 24 Stadio colmo di nebbia (illustrazione di fantasia ispirata da fatti reali) decise di non annullare la partita, dato che il Dynamo aveva viaggiato da molto lontano per affrontare l’Arsenal. La partita iniziò davanti a 55.000 persone, che a malapena riuscivano a vedere qualcosa. Un altro esempio riguarda il portiere Sam Bartram, che nel 1937 rimase sul campo per 15 minuti dopo che una partita era stata annullata a causa della nebbia pesante. Tutti gli altri giocatori e gli arbitri avevano lasciato il campo, ma nessuno aveva avvisato Bartram, che rimase alla sua posizione, scrutando attraverso la nebbia e aspettando l’attacco dell’avversario fino a quando un poliziotto non lo trovò e lo fece uscire dal campo. Questi episodi illustrano come la nebbia può avere un impatto significativo sugli eventi sportivi, portando a situazioni sia comiche che problematiche. Per quanto riguarda le attività creative, la nebbia può influire sulla qualità delle foto e delle riprese video all’aperto, rendendole sfocate e poco nitide. Impatto sull’industria In alcuni settori, come l’agricoltura e le costruzioni, la nebbia può causare interruzioni nelle operazioni a causa dei rischi connessi alla scarsa visibilità e alla sicurezza sul posto di lavoro. La ridotta capacità di vedere ciò che si trova a pochi metri di distanza, può rendere estremamente difficile guidare i veicoli da costruzione o spostarsi quando un veicolo si avvicina. Quando compare la nebbia, un progetto potrebbe interrompersi fino a quando essa non si dissipa. La nebbia persistente può avere un impatto significativo sui cantieri di costruzione, portando a ritardi nei lavori o addirittura alla loro sospensione. La visibilità ridotta può rendere pericoloso il lavoro in cantiere, mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori. Inoltre, alcune attività, come l’uso di gru o altre attrezzature di sollevamento, possono essere particolarmente rischiose in condizioni di nebbia. Quando le condizioni meteorologiche diventano troppo avverse, i responsabili del cantiere possono decidere di sospendere temporaneamente i lavori. Questa decisione viene presa in base a una serie di fattori, tra cui la gravità delle condizioni meteorologiche, la durata prevista dell’evento meteorologico, la natura del lavoro da svolgere e le possibili alternative. Durante una sospensione del lavoro, è importante garantire la sicurezza del cantiere. Questo può includere misure come la messa in sicurezza delle attrezzature, la chiusura di eventuali buche o scavi e l’installazione di segnaletica adeguata per avvisare del pericolo. Una volta che le condizioni meteorologiche migliorano, i lavori possono riprendere. Tuttavia, potrebbe essere necessario un periodo di tempo per rimettere in funzione le attrezzature e organizzare nuovamente il personale. Inoltre, potrebbe essere necessario effettuare ulteriori controlli di sicurezza prima di riprendere pienamente i lavori. È evidente che tutto ciò comporta inevitabilmente dei costi. Un buon previsore e una buona previsione possono garantire sia la sicurezza che un minor dispendio di risorse. Impatto sull’ambiente naturale La nebbia può avere un impatto sull’ambiente naturale, influenzando la crescita delle piante e la vita della fauna. Essa può ridurre la quantità di luce solare che raggiunge le piante, limitandone la fotosintesi e la crescita. Tuttavia, la nebbia può anche fornire umidità alle piante, aiutandole a sopravvivere in ambienti aridi. La nebbia può anche intrappolare molti degli inquinanti che l’uomo immette in atmosfera, tra cui il particolato, e quindi aggrava l’inquinamento atmosferico. Per quanto riguarda la fauna, la nebbia può influenzare la vita degli animali in molti modi. Ad esempio, può ridurne le capacità visive, rendendoli più vulnerabili agli attacchi dei predatori. Inoltre, la nebbia può anche influenzare la navigazione Impatto della nebbia sull’ambiente naturale (illustrazione di fantasia ispirata da fatti reali) 25 La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana Illustrazione di fantasia liberamente ispirata al film “The Mist” degli uccelli migratori, causandogli difficoltà a trovare il loro percorso. Tuttavia, come per le piante, la nebbia può fornire umidità e acqua potabile agli animali, consentendone la sopravvivenza laddove di acqua ce n’è poca. Atmosfera emotiva La nebbia può creare un’atmosfera emotiva particolare, che può essere considerata sia affascinante che inquietante, influenzando l’umore e la percezione generale di un luogo. L’atmosfera creata da un ambiente nebbioso con luci soffuse può essere molto suggestiva. La nebbia, riducendo la quantità di luce solare che raggiunge l’ambiente, produce un’atmosfera ovattata e silenziosa. Le luci soffuse possono accentuare questa sensazione di intimità e riservatezza. La nebbia è stata spesso utilizzata nel cinema per creare atmosfere cariche di mistero e inquietanti. La nebbia, riducendo la visibilità, crea un senso di incertezza e di pericolo. Inoltre, la nebbia può anche 26 nascondere oggetti o persone, alimentando la suspense. Alcuni esempi di film che utilizzano la nebbia per creare atmosfere inquietanti includono “The Fog” di John Carpenter, “The Others” di Alejandro Amenábar e “The Mist” di Frank Darabont. “The Fog” è un film horror del 1980 diretto da John Carpenter. Il film racconta la storia di una nebbia minacciosa che avvolge una piccola città costiera esattamente 100 anni dopo che una nave è misteriosamente affondata nelle sue acque. La nebbia contiene i fantasmi dei marinai assassinati, che cercano vendetta contro gli abitanti della città. Nel film “The Others” di Alejandro Amenábar, la nebbia non è un elemento centrale della trama, ma viene utilizzata per generare un’atmosfera inquietante e misteriosa. In particolare, la nebbia viene utilizzata per nascondere oggetti e persone, e il regista utilizza questo elemento per creare una sensazione di tensione e di pericolo imminente. “The Mist” è un film horror del 2007 diretto da Frank Darabont. La nebbia gioca un ruolo cen- L’aeroporto di Heathrow invaso dalla nebbia trale nella trama del film, avvolgendo una piccola città e nascondendo creature mortali al suo interno. La nebbia rappresenta l’ignoto e l’incertezza, generando tensione e sensazione di pericolo imminente. Il film utilizza la nebbia per creare un’atmosfera claustrofobica, che mette a dura prova i personaggi e il loro istinto di sopravvivenza. Impatto sull’aviazione Nei casi più gravi, la nebbia può causare la cancellazione dei voli o il dirottamento degli aerei a destinazioni alternative, comportando disagi per i passeggeri. Lunedì 23 gennaio 2023, decine di voli furono cancellati all’aeroporto di Heathrow a causa della nebbia ghiacciata. British Airways, il vettore più grande dell’aeroporto più trafficato del Regno Unito, cancellò circa 80 voli. Le compagnie aeree furono informate domenica sera che avrebbero dovuto ridurre del 15% il numero di voli in operazione a causa delle restrizioni del traffico aereo e del maltempo. L’aeroporto di Heathrow dichiarò che il maltempo si era dissolto e i voli stavano operando normalmente. Met Office aveva emesso un’allerta gialla per nebbia fino alle 11:00 GMT del lunedì per alcune parti del sud e dell’est dell’Inghilterra. I passeggeri espressero la loro frustrazione sui social media per i disagi ai viaggi. British Airways dichiarò di aver “chiesto scusa ai clienti i cui voli sono stati colpiti” e di fare “tutto il possibile per farli partire il più rapidamente possibile”. Impatto della nebbia sulla regolarità dei voli La nebbia può effettivamente causare interruzioni e persino portare a cancellazioni di voli. Quando la visibilità è significativamente ridotta a causa della nebbia, i piloti non sono in grado di vedere chiaramente la pista e le aree circostanti. Questo può rappresentare un rischio significativo per la sicurezza, rendendo difficile per i piloti eseguire decolli, atterraggi e taxi in sicurezza. Di conseguenza, molti aeroporti hanno regolamenti e protocolli specifici per garantire la sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio durante le condizioni di nebbia. Quando le condizioni meteorologiche nebbiose persistono, gli aeroporti possono implementare determinate misure e procedure per minimizzare le interruzioni (Low Visibility Procedures, LVP). Ad esempio, procedure che prevedono l’uso di sistemi di atterraggio strumentale (ILS) o altri aiuti alla navigazione avanzati per assistere i piloti nell’atterraggio con visibilità ridotta, come sistemi di illuminazione della pista specializzati per migliorare la Bassa visibilità sull’aeroporto di Heathrow il 23 agosto 2023 (DiscoA340 – wikimedia commons) 27 La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana visibilità o misure che implicano l’assistenza del personale di supporto a terra per guidare i piloti durante il decollo e l’atterraggio. Tuttavia, tutti questi accorgimenti possono risultare non sufficienti, e in certi casi, i voli possono comunque essere ritardati o cancellati come misura precauzionale per dare la priorità alla sicurezza. Le compagnie aeree spesso adottano politiche per gestire i voli condizionati dalla nebbia. Queste politiche includono tipicamente opzioni di riprenotazione per i passeggeri interessati e la sistemazione su voli alternativi per ridurre al minimo l’inconveniente. Gli aeroporti comunicano informazioni relative alla nebbia ai passeggeri attraverso vari canali. Questo può includere aggiornamenti sui loro siti web ufficiali, annunci tramite altoparlanti e notifiche tramite applicazioni mobili. Anche le compagnie aeree notificano ai passeggeri i ritardi o le cancellazioni dovute alla nebbia attraverso i loro rispettivi canali di comunicazione. Non tutti gli aeroporti sono ugualmente colpiti dalla nebbia. La gravità e la durata della nebbia possono variare notevolmente a seconda della posizione e del clima. Gli aeroporti situati in regioni soggette a nebbia possono avere sistemi e procedure specifici per gestire in modo efficiente queste condizioni. In conclusione, la nebbia può avere un impatto signifi- cativo sui voli, causando ritardi, deviazioni e persino cancellazioni. La sicurezza è sempre la priorità principale nell’aviazione, e gli aeroporti e le compagnie aeree hanno protocolli in atto per gestire le condizioni di nebbia. Sebbene la durata e la gravità della nebbia possano variare, vengono prese misure per minimizzare le interruzioni e garantire il benessere dei passeggeri e dell’equipaggio. Ruolo del meteorologo aeronautico nella mitigazione del rischio Quanto appena descritto fa comprendere come la figura del meteorologo e il suo ruolo assumano particolare importanza nel campo dell’aviazione civile, per le importanti implicazioni in termini di sicurezza e per gli aspetti economici. Nello specifico, un meteorologo aeronautico può esser chiamato spesso a prevedere la formazione, il sollevamento o il dissolvimento di fenomeni che riducono fortemente la visibilità orizzontale. Poiché l’obiettivo di questo articolo è fornire le migliori informazioni disponibili, nel prosieguo discuteremo anche dei vari fattori che influenzano la formazione e il dissolvimento della nebbia e degli strati, in quanto quest’ultimi spesso intimamente connessi con i meccanismi di genesi della nebbia. Aereo in pista in attesa di autorizzazione al decollo (illustrazione di fantasia ispirata da fatti reali) 28 La strumentazione della capannina meteorologica per la misurazione di alcune grandezze igrometriche Grandezze igrometriche Abbiamo visto che la quantità di acqua presente allo stato gassoso nella massa d’aria rappresenta l’elemento fondamentale per la condensazione dell’acqua in goccioline o per la formazione di cristalli di ghiaccio. Prima di proseguire nella lettura del presente articolo, è necessario specificare alcuni concetti e grandezze fisiche fondamentali per la quantificazione oggettiva dell’umidità presente nell’aria. Umidità La parola umidità fa riferimento alla quantità di vapor acqueo presente nell’aria. Da un punto di vista mera- mente soggettivo, essa nasce nell’ambito della natura sensoriale umana, in relazione sia al senso di bagnato che l’organismo percepisce in determinate condizioni ambientali, quando l’aria è prossima alla saturazione, sia dall’esperienza che lega causa ed effetto e che collega tale sensazione alla presenza di manifestazioni visibili della saturazione stessa. Vi sono numerose grandezze igrometriche che hanno il compito di descrivere in maniera oggettiva queste situazioni, e non sono semplici duplicazioni, in quanto ciascuna di esse esamina la questione da uno specifico punto di vista. Noi prenderemo in considerazione quelle che saranno citate nel presente testo. 29 La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana Umidità relativa L’umidità relativa, espressa in termini percentuali, ha il compito di esprimere in modo semplice quanto vapor acqueo è presente effettivamente nell’aria rispetto a quanto ve ne potrebbe essere al massimo allo stato gassoso. Nel momento in cui viene raggiunto il massimo, si può dire che l’aria è satura d’acqua. Quando l’acqua è allo stato gassoso, è invisibile. Diventerà visibile quando, a saturazione raggiunta, l’acqua in eccesso inizierà a condensare in minutissime goccioline. La temperatura dell’aria in questo contesto gioca un ruolo fondamentale: più le temperature sono elevate, più vapor acqueo ci vuole per giungere alla saturazione. Ed in effetti, ritornando alla percezione umana, il nostro concetto di umidità elevata è connesso proprio all’afa estiva, quando alle alte temperature del periodo si associano umidità relative molto alte. Temperatura del punto di rugiada È la temperatura alla quale l’aria deve essere raffreddata, a pressione costante e con un contenuto costante di vapore acqueo, affinché si verifichi la saturazione. Spes- Nebbia all’alba - Horicon, Wisconsin -12 settembre 2009 (Dori – wikimedia commons) 30 so viene abbreviata in “punto di rugiada”. Questa è una variabile basata sulla quantità di vapore acqueo presente nell’atmosfera. Più vapore acqueo è presente, più alto è il punto di rugiada. Pertanto, il punto di rugiada è davvero un indice della quantità di vapore acqueo presente nell’aria a una data pressione. La temperatura e il punto di rugiada possono coincidere sia aumentando il punto di rugiada fino a quando non eguaglia la temperatura, sia abbassando la temperatura al punto di rugiada. Il primo caso si verifica con l’aggiunta di vapore acqueo all’aria per evaporazione da superfici d’acqua, terreno bagnato o pioggia che cade attraverso l’aria. Il secondo caso si verifica dal raffreddamento dell’aria a contatto con una superficie fredda sottostante. Depressione del punto di rugiada La depressione del punto di rugiada è una misura di quanto l’aria sia umida. È la differenza tra la temperatura corrente dell’aria e il suo punto di rugiada. Più è grande questa differenza, più secca è l’aria. Al con- Un’immagine di nebbia e strati tratta dal WMO Cloud Atlas di Jarmo Koistinen - Helsinki, Finland trario, se la depressione del punto di rugiada è piccola, significa che l’aria è molto umida. Quindi, se abbiamo una depressione del punto di rugiada bassa, l’aria è umida, mentre se abbiamo una depressione del punto di rugiada alta, l’aria è secca. La depressione del punto di rugiada è una misura utile per comprendere quanto l’aria sia confortevole o se potrebbero esserci condizioni di condensa, come la formazione di rugiada o nebbia. Umidità specifica e rapporto di mescolanza Queste grandezze sono di grande utilità, poiché consentono di esprimere indipendentemente dalla temperatura dell’aria un valore che indica in grammi quanta acqua è presente nell’aria. Infatti, si esprime come rapporto di due masse, quell’acqua rispetto a quella dell’aria secca o umida. Nel prossimo paragrafo, vedremo come l’umidità specifica, espressa in grammi su chilogrammo, rappresenti un ottimo modo per caratterizzare le differenti masse d’aria le cui caratteristiche giocano un ruolo importante nella genesi di alcune nebbie. Effetti sulla nebbia dovuti alla stabilità della massa d’aria Nebbia e strati sono manifestazioni tipiche di una massa d’aria calda. In meteorologia, per massa d’aria s’intende un determinato volume dell’atmosfera con caratteristiche fisiche omogenee. Queste dipendono dall’origine della massa d’aria e dalle trasformazioni che ha potuto subire nel suo spostamento. In relazione alla formazione di nebbie e foschie, generalmente l’aria artica sia di origine marittima (mA) sia continentale (cA), che si originano in Groenlandia, Spitzbergen, Nuova Semlja, Mare di Barents e Russia settentrionale, presentano visibilità eccezionali (anche oltre i 50 km). Lo stesso dicasi per le masse d’aria polari marittime fredde (mPk, Atlantico settentrionale e Canada), con visibilità dai 20 ai 50 km, e con qualche limitazione, per l’aria polare continentale fredda (cPk, Russia continentale e penisola balcanica). Il discorso cambia radicalmente quando le masse d’aria hanno caratteristiche termiche che le identificano come calde: l’aria polare marittima calda (mPw, Atlantico set- Nebbia in Wawayanda State Park il 7 febbraio 2020 (Kritzolina – wikimedia commons) 31 La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana tentrionale al di sotto del 50° parallelo nord) apporta generalmente riduzioni di visibilità spesso per foschie e qualche volta per nebbie. Ancora più netto è il peggioramento delle condizioni di visibilità causato dall’afflusso di aria tropicale sia continentale (cT, mari subtropicali, Azzorre, Mediterraneo) che marittima (mT, regioni subtropicali continentali). Spetta proprio a quest’ultima la palma di massa d’aria maggior generatrice di nebbie e foschie: nella stagione calda la sua umidità specifica, cioè la quantità di vapore acqueo in grammi (g) presente in 1 chilogrammo (kg) di aria umida, supera i 10 g/kg, mentre nella stagione fredda si attesta sui 6 g/kg. Per confronto, si pensi che nell’aria artica, l’umidità specifica è sempre inferiore ai 5 g/kg. Poiché una massa d’aria calda è più calda della superficie sottostante, essa è stabile, soprattutto negli strati più bassi. Mediante i sondaggi verticali dell’atmosfera, si possono misurare temperatura e umidità relativa alle varie altezze, da cui determinare caratteristiche di stabilità dell’aria. Considerazioni generali per la previsione della nebbia La situazione sinottica, il periodo dell’anno, la climatologia del luogo, la stabilità della massa d’aria, l’entità del raffreddamento atteso, la forza del vento, il divario fra temperatura e punto di rugiada, la traiettoria dell’aria al di sopra di superfici con caratteristiche favorevoli, costituiscono tutti elementi fondamentali da considerare nella previsione della nebbia. Alcune aree sono climatologicamente più favorevoli alla formazione della nebbia durante alcuni periodi dell’anno piuttosto che in altri. Una buona pratica consiste nel raccogliere tutte le informazioni disponibili concernenti la climatologia dell’area di osservazione o dell’area operativa al fine di individuare ore e periodi più favorevoli alla formazione della nebbia. Utile è pure determinare se e quanto l’area è interessata da venti catabatici o da venti di pendio o da sollevamento di aria. Fatte queste cose, bisogna poi chiarire il tipo di nebbia a cui la zona risulta soggetta. Ad esempio, luoghi situati nelle zone interne sono più predisposte alla nebbia da ir- Un’immagine di nebbia da avvezione tratta dal WMO Cloud Atlas di Matthew Clark Weston Mouth, Salcombe Regis, United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland 32 raggiamento, mentre località costiere sono maggiormente interessate dalla nebbia d’avvezione. E’ importante, inoltre, valutare quali siano i percorsi più favorevoli alla genesi della nebbia stessa. Classificazione delle nebbie Esistono diverse tipologie di nebbia, come vi sono diverse modalità di classificazione. Si è preferito suddividere le nebbie così come segue: nebbia da irraggiamento, nebbia da avvezione, nebbia da evaporazione, nebbia da sollevamento o risalita lungo un pendio, nebbia frontale e nebbia di massa d’aria. Nebbia da irraggiamento In una notte senza nubi, specialmente all’interno di un sistema ad alta pressione, la superficie terrestre perde calore verso l’atmosfera per irraggiamento e si raffredda. Anche l’aria umida a contatto con la superficie di raffreddamento si raffredda e quando la temperatura scende al di sotto del punto di rugiada per quell’aria, si forma la nebbia. Nebbia da avvezione La nebbia di avvezione si verifica quando una massa d’aria calda e umida scorre su una superficie più fredda. La massa d’aria si raffredda dal basso per via della superficie più fredda e, se la temperatura della massa d’aria raggiunge il punto di rugiada, allora si forma la nebbia. Nebbia da evaporazione La nebbia da evaporazione si verifica quando l’aria molto fredda scorre su un’acqua relativamente calda. Il vapore acqueo che evapora dalla superficie dell’acqua si raffredda rapidamente scendendo al di sotto del suo punto di rugiada, poiché viene mescolato e raffreddato dall’aria fredda, e si condensa formando la nebbia. Nebbia da sollevamento lungo un pendio Questo tipo si verifica quando un terreno in pendenza solleva l’aria, raffreddandola adiabaticamente fino al suo punto di rugiada e alla saturazione. La nebbia di sollevamento o risalita può essere vista come nubi stratiformi o come nebbia, a seconda del punto di Un’immagine di nebbia da evaporazione tratta dal WMO Cloud Atlas di George Anderson - Harefield, England, United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland 33 La nebbia e il suo impatto sulla vita quotidiana riferimento dell’osservatore. La nebbia di risalita si forma generalmente alle altitudini più elevate e si sviluppa verso il basso nelle valli. Questa nebbia può mantenersi in presenza di velocità del vento più elevate a causa dell’aumento del sollevamento e del raffreddamento adiabatico. I venti di risalita superiori a 10-12 nodi di solito risultano in strati piuttosto che in nebbia. Nebbie frontali Le nebbie frontali sono connesse alla previsione del movimento dei fronti ed alle associate aree di precipitazione. Questo tipo di nebbie può essere suddiviso in tre sottotipi: - nebbia pre-frontale da fronte caldo; - nebbia post-frontale da fronte freddo; - nebbia da passaggio frontale. La nebbia pre e post-frontale è causata dalla pioggia che cade nell’aria fredda stabile, innalzando in tal modo la temperatura del punto di rugiada. La nebbia da passaggio frontale può verificarsi in una serie di situazioni: - quando masse d’aria calda e fredda, ciascuna vicino alla saturazione, vengono mescolate da venti molto leggeri nella zona frontale; - quando l’aria relativamente calda viene improvvisamente raffreddata sopra il terreno umido con il passaggio di un fronte freddo di precipitazione ben marcato; - in estate alle basse latitudini, dove l’evaporazione dell’acqua piovana da passaggio frontale raffredda la superficie e l’aria sovrastante e aggiunge sufficiente umidità per generare la nebbia. Un’immagine di nebbia da avvezione, tratta dal WMO Cloud Atlas di Matthew Clark - Exeter, Devon, United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland 34 Nebbia di massa d’aria Il primo passo nella previsione delle nebbie di massa consiste nel determinare la traiettoria della massa d’aria e nel valutare le variazioni che sono attese durante la notte. Se: - la massa d’aria si è riscaldata durante il giorno, - non vi è stata nebbia nella mattinata precedente, - nessuna nube notevole durante il giorno, - nessun transito su superfici acquee, la nebbia nottetempo non si formerà. Ad ogni modo, in autunno ed in inverno, le notti sono lunghe e le ore di luce poche, e le condizioni atmosferiche sono generalmente stabili. Se la nebbia si è già presentata, le stesse condizioni tenderanno a permanere anche durante le notti successive, e il riscaldamento diurno spesso potrebbe rivelarsi insufficiente a portare effettivamente la temperatura al di sopra della saturazione. Inoltre, bisognerebbe determinare se l’aria sia transitata su più o meno ampie superfici d’acqua, e se il tragitto compiuto sia stato sufficiente ad incrementare effettivamente l’umidità o ad abbassare la temperatura in misura tale da consentire la formazione della nebbia. A questo punto, sulla base dell’esperienza accumulata giorno dopo giorno, si possono costruire nomogrammi, tavole, ecc. usando la depressione del punto di rugiada rispetto al momento di formazione della nebbia in relazione alle varie stagioni ed ai vari venti; in seguito si possono adattare alla luce di ciascuna particolare situazione sinottica. Conclusioni Con questo articolo abbiamo cercato di fornire al lettore gli elementi principali da considerare per la formazione e il dissolvimento della nebbia. Essere consapevoli degli impatti che questo fenomeno può avere sulla vita quotidiana, senza trascurare i parametri che entrano in gioco, ci aiuta a comprendere meglio il ruolo fondamentale del meteorologo che, per emettere una previsione quanto più possibile attendibile, deve avere a disposizione strumenti adatti ed efficaci, a cui si aggiunge una conoscenza approfondita della climatologia locale. English Abstract Fog, which forms through the condensation of water vapor in layers close to the Earth’s surface, can have a significant impact on daily life due to reduced visibility. This work examines the importance of fog in human affairs and its various types. © Riproduzione riservata Bibliografia • Pérez-Díaz JL, Ivanov O, Peshev Z, Álvarez-Valenzuela MA, Valiente-Blanco I, Evgenieva T, Dreischuh T, Gueorguiev O, Todorov PV, Vaseashta A., “Fogs: Physical Basis, Characteristic Properties, and Impacts on the Environment and Human Health”. Water. 2017; 9(10):807. https://doi.org/10.3390/w9100807 • Javed A, Aamir F, Gohar UF, Mukhtar H, Zia-UI-Haq M, Alotaibi MO, Bin-Jumah MN, Marc RA, Pop OL. “The Potential Impact of Smog Spell on Humans’ Health Amid COVID-19 Rages”. International Journal of Environmental Research and Public Health. 2021; 18(21):11408. https://doi.org/10.3390/ijerph182111408 • “Grande smog”, Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 6 novembre 2023, 14:08 da https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Grande_smog&oldid=133177315 • Peng Y, Jiang Y, Lu J, Zou Y (2018), “Examining the effect of adverse weather on road transportation using weather and traffic sensors”, PLOS ONE 13(10): e0205409. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0205409 • J. J. Kang, R. Ni, and G. J. Andersen, “Effects of reduced visibility from fog on car-following performance,” Transportation Research Record, vol. 2069, pp. 9–15, 2008. • V. Cavallo, M. Colomb, and J. Doré, “Distance perception of vehicle rear lights in fog,” Human Factors, vol. 43, no. 3, pp. 442–451, 2001. 35 FestivalMeteorologia 2023 Festival Meteorologia 2023 TEMPO AL TEMPO Comunicazione, Formazione e Professione Anche quest’anno si è svolta a Rovereto la 9^ edizione del FestivalMeteorologia 2023. L’Aeronautica Militare ha partecipato attivamente attraverso i contributi sui temi proposti a questa edizione: comunicazione, formazione e professione. di Sergio Pisani 36 Il Prof. Dino Zardi dell’Università di Trento durante il suo indirizzo di saluto al Festival (Stefano Antolini Graphics) S i è svolta a Rovereto, dal 16 al 18 Novembre scorso, la 9^ edizione del FestivalMeteorologia, la rassegna che riunisce tutte le componenti del mondo della Meteorologia e della Climatologia. A fare gli onori di casa è il Professor Dino Zardi, ideatore e coordinatore scientifico del Festival, annunciando i temi scelti per il 2023: Comunicazione, Formazione e Professione. “I cittadini e gli operatori economici - afferma il Prof. Zardi - chiedono previsioni meteo sempre più accurate; le nuove generazioni chiedono di sapere quanto ancora il clima cambierà; i decisori, dal canto loro, si interrogano su quali saranno le strategie più adeguate per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici”. L’edizione 2023 del FestivalMeteorologia affronta questi interrogativi, puntando l’attenzione proprio sui 3 temi del Festival. “Coinvolgendo esperti e professionisti di vari settori - prosegue Zardi - e rivolgendosi a tutte le componenti della società, cittadini, istituzioni ed imprese, il Festival punta a dare un contributo significativo ad azioni concrete nella direzione di uno sviluppo sostenibile, che rispondano alle attese delle nuove generazioni con una prospettiva che non solo si estenda al panorama nazionale, ma guardi anche alle implicazioni internazionali dei problemi”. Anche quest’anno il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare ha voluto sostenere l’iniziativa, intervenendo con propri qualificati rappresentanti, guidati 37 FestivalMeteorologia 2023 Il Gen. Luca Baione durante il suo indirizzo di saluto al Festival (Stefano Antolini Graphics) dal Generale Luca Baione, Rappresentante Permanente per l’Italia presso l’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Nel suo indirizzo di saluto, il Generale Baione ha voluto evidenziare come il Servizio Meteorologico AM assicuri volentieri il proprio supporto al Festival “anche in virtù del rapporto che lo lega ad AISAM (Associazione Italiana Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia) ed all’Università di Trento, mettendo a disposizione tutti i collegamenti possibili per facilitare l’accesso ai corsi da parte anche di studenti provenienti da Paesi in via di sviluppo, in particolare dall’Africa”. “Aeronautica Militare - continua Baione - si sente un po’ come un Giano bifronte: sul campo nazionale fornendo da sempre il Servizio Meteorologico Nazionale (e continuerà a farlo finchè ciò sarà necessario alla collettività nazionale); sul versante internazionale cercando di promuovere le eccellenze nazionali (che talvolta all’interno risultano anche frammentate) a favore di un Sistema Ita- 38 lia, nell’intento di portare il Paese verso una proiezione internazionale”. Facendo riferimento al tema della Giornata Meteorologica Mondiale 2023 (Tempo, Clima ed Acqua attraverso le generazioni), Baione sostiene che “quanto facciamo oggi ha un impatto su chi verrà dopo di noi per i decenni a venire ed è importante che al Festival intervengano i giovani, affinchè possano poi portare avanti ciò che noi stiamo decidendo ora”. “Dobbiamo tirare i giovani verso il successo, rispetto a questa minaccia del riscaldamento globale che abbiamo davanti!” conclude Baione, annunciando di aver aggregato, in vista di COP28, alcune Istituzioni accademiche e Centri di Ricerca nazionali per presentare a Dubai, il 9 dicembre prossimo, un catalogo di corsi di formazione, specializzazione ed addestramento “auspicando, con ciò, di aver aperto un canale in tal senso anche per gli anni a venire, quando saranno coinvolte altre realtà analoghe, ad iniziare con l’Università di Trento per la COP29”. Ha poi preso la parola il Dottor Carlo Cacciamani, Direttore dell’Agenzia Nazionale per la Meteorologia e Climatologia “ItaliaMeteo”, sostenendo che “il Festival è una casa comune nella quale s’incontrano le diverse anime della meteorologia. ItaliaMeteo - continua Cacciamani - sta faticosamente crescendo, avendo come scopo principale quello di fare sistema, mettendo assieme i cosiddetti Enti Meteo che operano a tutti i livelli e che sviluppano servizi per i diversi utenti”. “ItaliaMeteo entrerà in questo discorso in forza di una legge - afferma Cacciamani - poiché c’è la necessità di un maggior coordinamento proprio per riuscire a mettere a sistema e valorizzare tutte le risorse nazionali disponibili”. Le giornate del 16 e 17 novembre hanno visto il coinvolgimento delle scolaresche cittadine, di ogni ordine e grado, in laboratori ed attività didattiche svolte presso il Museo Civico di Rovereto. L’Aeronautica Militare è stata presente con due suoi Ufficiali, che hanno tenuto alcune apprezzate lezioni su argomenti meteorologici e climatologici di stretta attualità. Venerdì 17, presso il Palazzetto dello sport, è stata allestita un’area espositiva con Aziende, Enti di Ricerca, Istituzioni, Associazioni ed editori. Contemporaneamente si sono susseguite diverse conferenze ed incontri con esperti e professionisti. La sessione mattutina è stata dedicata a 2 argomenti principali: “Citizen Science con le scuole, per salvaguardare e valorizzare i dati climatici” Il Gen. Baione al Teatro Zandonai durante l’intervento in ricordo del Gen. Bernacca (nel corso della quale il Magg. Francesco Sudati ed il Dott. Alessandro Ceppi hanno presentato la relazione “Vale la pena dedicare tempo e lavoro a recuperare i dati meteorologici del passato?”) e “COP 2024”; nel pomeriggio, invece, gli interventi hanno riguardato il tema “Comunicare il meteo in un clima che cambia”. Per AM è intervenuto il T.Col. Attilio Di Diodato, con la relazione “La comunicazione dei cambiamenti climatici e degli eventi estremi: le differenze”. La mattinata di Sabato 18 ha proposto un’interessante sessione al Palazzetto dello sport, dedicata alla Offerta formativa universitaria in meteorologia e climatologia, che ha visto alternarsi diverse Università per presentare propri corsi di Laurea Magistrale e Master di 2° livello. Per AM, il T.Col. Di Diodato ha parlato de “L’Aeronautica Militare e le iniziative di formazione universitaria in meteorologia”. Contemporaneamente, nella sala Piave di Trentino Sviluppo, si è dibattuto sul tema “La rivoluzione tecnologica in agricoltura per mitigare il cambiamento climatico”. Tornati al Palazzetto dello sport, la sessione pomeridiana ha visto succedersi diverse Associazioni meteo-amatoriali sul tema “La meteorologia ed i cittadini: comunicazione, partecipazione e sinergie”. Il Festival ha proposto alcune altre iniziative collaterali, tra le quali spiccano presentazioni di alcuni libri e tre diversi spettacoli al Teatro Zandonai di Rovereto. L’ultimo di questi ha coinciso con la conclusione del FestivalMeteorologia 2023 ed è stato incentrato sulla figura del Generale Edmondo Bernacca, primo e più famoso comunicatore meteorologico televisivo, nel trentennale della scomparsa. Il lavoro è stato ideato e messo in scena dall’Associazione Teatrale Universitaria di Trento, guidata dalla Professoressa Lucia Rodler, per la regia di Lorenzo Caviglia. Lo spettacolo è stato condotto da Sergio Pisani, con la partecipazione straordinaria di Paolo e Fulvia Bernacca (figlio e nipote del Generale) e l’intervento di Luca Lombroso. Il Generale Bernacca è stato individuato come sintesi perfetta dei tre temi principali del Festival (comunicazione, formazione e professione) ed al termine dello spettacolo, particolarmente apprezzato dal pubblico, il Generale Luca Baione lo ha definito “il vero MAESTRO in tutti questi campi”. © Riproduzione riservata English Abstract Also this year, the 9th edition of the Meteorology Festival 2023 took place in Rovereto. The Air Force Met Service actively participated through contributions on the themes proposed for this edition: communication, training and profession. 39 METEO&SAT di Samuele Giampietro GLI EVENTI: dall’ESTATE ROVENTE alle FORTI PIOGGE AUTUNNALI I satelliti meteorologici sono uno strumento importante per visualizzare in tempo reale l’evoluzione delle condizioni meteorologiche su tutto il pianeta. Concentrando l’attenzione su quanto accaduto durante la scorsa estate e in parte della stagione autunnale, ripercorriamo i principali eventi. 40 41 METEO&SAT Immagine Airmass del 18 luglio 2023, ore 09.30 UTC O re 07:00... al sorgere del Sole, un nuovo giorno si appresta a cominciare. Con sforzo ci si alza dal letto e con gli occhi assonnati si guarda fuori dalla finestra per vedere “che tempo fa”. Al giorno d’oggi con la tecnologia a portata di mano, basta consultare una delle numerose app sul cellulare per avere un ampio quadro delle condizioni meteorologiche: temperatura, percentuale di umidità, vento, ecc., anche se l’azione di scrutare il cielo per osservare se sia sereno oppure nuvoloso, resta il modo più veloce ed efficace che permette di fare nowcasting, una previsione istantanea nel piccolo raggio di azione. Ma altrove cosa succede? Come si comporta l’atmosfera? Quali perturbazioni troviamo in Europa, in Asia, in America? Come e dove scorrono le masse d’aria? Tra i tanti strumenti indispensabili per l’osservazione delle dinamiche dell’atmosfera, che forniscono risposte alle no- 42 stre domande, troviamo i satelliti meteorologici. Orbitanti intorno alla Terra ne abbiamo diversi e si distinguono in due categorie: i geostazionari e i polari (LEO, Low Earth Orbit). I geostazionari sono posti ad una distanza di circa 36mila chilometri dalla Terra e ruotano intorno al nostro Pianeta alla medesima velocità effettuando una sequenza fotografica dalla stessa posizione. I satelliti LEO, ovvero ad orbita terrestre bassa, percorrono un’orbita polare. Passando per i poli scattano una sequenza di immagini corrispondente ad un fascio terrestre. Grazie al fondamentale aiuto delle immagini satellitari, possiamo ripercorrere alcuni degli eventi meteorologici che hanno caratterizzato la stagione estiva e parte della stagione autunnale 2023 in Italia ed in Europa. Luglio 2023 Il Copernicus Climate Change Service ha confermato che la temperatura della superficie del globo è stata la più alta mai registrata. Anche in Italia, difatti, il promonto- Immagine HR del 24 luglio 2023, ore 18.00 UTC rio di alta pressione di matrice subtropicale continentale - mediaticamente conosciuto come anticiclone nordafricano - ha portato una lunga fase di caldo e tempo in buona parte stabile, coinvolgendo altresì la penisola Iberica, la Francia e la Grecia. Il culmine dell’onda calda, per quanto riguarda il bacino del Mediterraneo, è stato raggiunto tra le giornate del 17 e del 18 luglio 2023. L’immagine visualizzata alla pagina precedente è il prodotto Airmass, ovvero la combinazione di quattro canali di osservazione da satellite (due per il vapore acqueo, due per l’infrarosso) i quali consentono di distinguere le masse d’aria, i processi dinamici dell’atmosfera e la nuvolosità alle medio/elevate altitudini. Osservando lo scatto del 18 luglio dal Meteosat-10, possiamo notare la colorazione rossa mista ad un verde olivastro presente su quasi tutta la fascia meridionale del vecchio continente che denota la presenza di una massa d’aria molto calda e secca che dal deserto del Sahara si riversa fino al “Mare nostrum”. Un blando fronte freddo, contrassegna- to da una colorazione tendente al cobalto, invece, muove dal Nord-Atlantico verso le Isole Britanniche, con la conseguente presenza di annuvolamenti a quote medie. Subito dopo l’apice della canicola, la struttura anticiclonica ha iniziato ad indebolirsi cosicché aria relativamente più fresca ed umida dal Nord-Atlantico è riuscita a riversarsi sull’Europa centrale. Il culmine della fase di instabilità è stato raggiunto nelle giornate tra 24 e 25 luglio, in particolare nelle regioni del Nord-Italia: un flusso caldo e umido in risalita dall’Algeria occidentale è andato a convergere con un flusso di aria più fredda in quota. Il risultato è stato quello di una genesi continua di sistemi temporaleschi, maturati a supercelle temporalesche, fino a diventare sistemi convettivi a mesoscala - si intende un sistema temporalesco nato dall’unione di più cellule temporalesche aventi diversi stadi di sviluppo. La sera del 24 luglio, il canale ad alta risoluzione del Meteosat-10 ha messo in risalto le ampie ed intense strutture dei cumulonembi, nubi temporalesche per eccellen- 43 METEO&SAT Immagine color IR clouds del 24 luglio 2023, ore 20.00 UTC za, che si estendevano lungo l’arco Alpino e su tutta la fascia settentrionale delle regioni di: Lombardia, Trentino, Veneto e Friuli. La sequenza del canale agli infrarossi, al quale è stata applicata la colorazione delle nubi, è altrettanto eloquente: questo prodotto aiuta a identificare il rapido raffreddamento delle nubi convettive e si può notare, nella notte tra il 24 e il 25 luglio, l’incredibile potenza sprigionata da tali sistemi temporaleschi, responsabili di numerosi episodi di downburst (trattasi di una raffica discendente che scaturisce all’interno di una nube temporalesca e che, non appena arriva in prossimità del suolo, si propaga in tutte le direzioni), locali trombe d’aria e grandine di dimensioni anche importanti. Agosto 2023 Siamo alla terza ondata di calore della stagione estiva. Rispetto a quella di luglio, nonostante le isoterme in libera atmosfera siano di poco inferiori in confronto all’ondata di calore del mese precedente, l’estensione del promon- 44 Immagine color IR clouds del 24 luglio 2023, ore 22.30 UTC torio di alta pressione è decisamente più ampia e arriva a interessare quasi l’intero continente ad eccezione delle regioni scandinave. Il 20 agosto, in pieno giorno, il Meteosat-11 ha evidenziato l’assenza di nubi significative e soltanto qualche isolato temporale a macchia di leopardo. Questo prodotto del Meteosat è chiamato a colori naturali: è la combinazione di tre canali, due nel visibile e uno nell’infrarosso, che oltre a restituirci una visione della presenza di vegetazione o di terre deserte, permette di identificare la presenza di cristalli di ghiaccio sulla sommità delle nubi attraverso una colorazione acquamarina. Settembre 2023 Nella prima decade: sul Mar Baltico, nei primi giorni del mese, si è assistito allo sviluppo di un’area di bassa pressione influenzata da aria relativamente più fredda dalle regioni scandinave. Il vortice di bassa pressione è avanzato tra i Balcani e le regioni Adriatiche dove, in queste ultime, ha apportato esclusivamente un aumento Immagine color IR clouds del 25 luglio 2023, ore 04.15 UTC Immagine color IR clouds del 25 luglio 2023, ore 06.15 UTC Immagine natural colour del 20 agosto 2023, ore 06.15 UTC 45 METEO&SAT della nuvolosità alta e stratificata. Giunto sullo Ionio, ha cominciato ad immagazzinare energia dal mare la cui superficie si presentava piuttosto calda e umida. Il vortice si è rinvigorito diventando una perturbazione ciclonica intensa, tale per cui l’Hellenic National Meteorological Service (HNMS), in coordinamento con i principali servizi meteorologici nazionali appartenenti al gruppo del Mediterraneo centrale, lo ha denominato Daniel. Tra le giornate del 4 e del 6 settembre è stazionato proprio tra Ionio e Grecia. Da qui i venti di Scirocco hanno apportato un’avvezione di aria più mite e umida con la conseguente genesi di ingenti precipitazioni che hanno colpito la Grecia orientale, con accumuli in 24 ore stimati poco più di 700mm. Il vortice, tuttavia, non si è attenuato e ha continuato la sua corsa tra Mar Ionio e Mediterraneo centrale dove, man mano, ha riacquistato vigore ed ha assunto i connotati di un TLC, ovvero un ciclone simil tropicale. Il 9 settembre, come visibile dagli scatti del Meteosat, la tempesta si è avvicinata davanti alle co- ste libiche centrali e all’indomani è avvenuto il landfall, ossia il contatto con la terraferma, con precipitazioni di notevole intensità capaci di scaricare un quantitativo stimato di 400mm in meno di 18 ore, classificandosi come l’episodio meteorologico più dannoso e, purtroppo, con più vittime dell’ultimo ventennio. Nel frattempo, l’Italia e gran parte dell’Europa hanno vissuto una nuova e persistente fase di alta pressione di stampo subtropicale continentale (dal 6 al 20 settembre) che è stata interrotta, in corrispondenza dell’avvio dell’autunno astronomico, dall’afflusso di correnti fredde di origine polare-marittima. Questa saccatura, che ha interessato l’Italia intera con precipitazioni diffuse e un generale abbassamento delle temperature, ancora una volta è tornata ad approfondirsi nell’area del Mar Ionio. La tempesta Elias, così nominata dall’HNMS, ha portato piogge intense e gravi inondazioni in territori già pesantemente danneggiati dalla tempesta Daniel di qualche settimana prima, causando nuove vittime. Immagine real color del 9 settembre 2023, ore 15.30 UTC Immagine airmass del 18 luglio 2023, ore 09.30 UTC 46 Da fine settembre ai primi giorni di novembre L’autunno non vuole saperne di fare il suo ingresso. Gran parte dell’Europa e in special modo il Mediterraneo hanno risentito del promontorio di alta pressione subtropicale garante di una lunga fase meteorologicamente stabile e con le temperature in prossimità del suolo di gran lunga superiori alle medie climatologiche. Alcune rapide perturbazioni, intorno a metà mese, hanno interessato unicamente le regioni scandinave e l’Est Europa. Solo verso la fine della seconda decade la porta dell’Atlantico è tornata a “spalancarsi” grazie ad una serie di impulsi umidi diretti dapprima sul settore occidentale europeo e poi verso il Mediterraneo. A destare particolare attenzione è stata la tempesta Aline, così denominata dal Portuguese Institute for Sea and Atmosphere (IPMA), che ha attraversato l’Atlantico fino ad isolarsi nei pressi del Golfo di Biscaglia nella notte del 20 ottobre. Attorno al centro di bassa pressione sono state registrate raffiche di vento tempestose che, conse- guentemente, hanno provocato forti mareggiate lungo le coste della Spagna nord-occidentale e della Francia sud-occidentale. Frequenti episodi di alluvioni lampo hanno riguardato numerose località ispaniche, inclusa la capitale Madrid. Sul finire del mese di ottobre, un flusso di correnti umide oceaniche, in parte contrastato da aria relativamente più mite avanzata dalle Azzorre, ha consentito lo sviluppo di una profonda ed estesa ciclogenesi causa di venti tempestosi e rovesci diffusi tra Francia e Inghilterra. La tempesta Ciarán, il cui nome è stato assegnato dal Met-Office, si è approfondita ulteriormente nella notte tra il 1° ed il 2 novembre nei pressi del canale de La Manica, dove è stato registrato un minimo di bassa pressione di 950hPa. Successivamente, lo spostamento della depressione al largo tra Olanda e Isole britanniche ha condotto lo scorrimento di masse d’aria più fresca ed umida sul suo bordo occidentale. Il flusso umido, nella fase di attraversamento del Golfo di Biscaglia, Immagine real color del 10 settembre 2023, ore 12.55 UTC Immagine HR del 24 luglio 2023, ore 18.00 UTC 47 METEO&SAT Immagine true color del 26 settembre 2023, ore 11.45 UTC Immagine true color del 19 ottobre 2023, ore 12.50 UTC Immagine airmass del 2 novembre 2023, ore 02.00 UTC 48 Immagine color IR clouds del 4 novembre 2023, ore 20.45 UTC della Francia meridionale e del Golfo del Leone, ha raggiunto anche l’Italia nella giornata del 2 novembre dando luogo ad un deciso ed intenso rinforzo dei venti dai quadranti meridionali e causando numerosi sistemi temporaleschi, talvolta stazionari ed autorigeneranti, i quali hanno riguardato per lo più il Nord-Italia, la Toscana, l’Appennino Emiliano e il resto dell’Emilia-Romagna. Alla luce degli avvenimenti descritti, non si può che constatare quanto indispensabile sia oggi l’apporto dei satelliti meteorologici ai fini dell’osservazione e dello studio dei fenomeni atmosferici. Dal “varo” del primo satellite, il TIROS-1 il 1° aprile 1960, ai nostri giorni, i satelliti meteorologici hanno raggiunto elevatissimi standard nella raccolta di dati, fornendo una copertura completa anche in zone remote dove sono assenti dispositivi di monitoraggio ambientale. A breve, avremo modo di apprezzare nuove immagini e nuovi dati grazie al Meteosat di Terza Generazione, lanciato in orbita lo scorso dicembre 2022. © Riproduzione riservata English Abstract Meteorological satellites are an important tool for viewing the evolution of weather conditions across the planet in real time. Focusing our attention on what happened during last summer and part of the autumn season, we retrace the main events. 49 “NUBI... ...CHE PASSIONE” 50 di Marco Ferrieri Chania, Creta Foto scattata il 5 settembre 2023 Autore: Pietro Perrino Cumuli e stratocumuli si alimentano a vicenda in quest’atmosfera assolutamente turbolenta: la sfrangiatura delle nubi è propria di questa situazione meteorologica dove anche il vento sul mare mosso, più caldo, contribuisce al sollevamento dell’umidità a scapito dell’aria più fredda proveniente dai bassi strati dell’atmosfera; questa conformazione delle nubi può dare origine a forti precipitazioni, specie a ridosso delle coste. 51 “NUBI... CHE PASSIONE” Valle fiorita - Pizzone (IS) Foto scattata il 14 gennaio 2016 Autore: Angelina Iannarelli Le basse temperature del suolo ricoperto di neve favoriscono la condensazione dell’umidità presente nei bassi strati dell’atmosfera: queste sono condizioni favorevoli alla formazione di strati nuvolosi compatti che in alcuni casi possono addirittura appoggiarsi a terra generando nebbie fitte. L’albero in primo piano è il sorbo degli uccellatori. 52 53 “NUBI... CHE PASSIONE” 54 Alberobello (BA) Foto scattata il 5 agosto 2023 Autore: Marina Bonanni Una corrente turbolenta di media quota è in transito proprio davanti all’osservatore: questo si evince dalla forma degli stratocumuli della specie stratiformis presenti al centro dello scatto; più in lontananza, ma alla stessa quota e decisamente più scure a causa dell’elevato contenuto di umidità, sono riconoscibili le basi di nubi più cumuliformi, forse già in stato “congestus” che non escludono affatto la possibilità di qualche rovescio di pioggia. 55 GLI OCCHI DEL TEMPO di Paolo Pagano In questa rubrica mostriamo ai nostri lettori le stazioni meteo che fanno o hanno fatto parte della rete osservativa del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare. 56 BASSANO DEL GRAPPA (VI) 138 m.s.l.m. CRONOLOGIA: 28.10.1964 23.12.1968 21.01.1977 25.11.1977 Apertura della stazione in sostituzione di Monte Grappa già a Campo Solagna Spostamento della stazione a Cima Grappa Riattivazione della stazione a Bassano Chiusura della stazione Bassano e il Monte Grappa con la posizione delle stazioni meteo (Google Earth) 57 GLI OCCHI DEL TEMPO DATI STAZIONE Indicativo OMM 16093 Indicativo OACI LIPJ Stato attuale Chiusa Tipologia Manuale Operatività 1961-64 Altitudine s.l.m. 138 m s.l.m. Latitudine Nord 45°50’09” Longitudine Est 11°43’52” Comune Bassano del Grappa Località Cà Sette Ubicazione Caserma Fincato Logistica 2 locali in palazzina Accessibilità Area militare Ambientazione Semi-rurale Ostacoli Edifici lato E Capannina Su prato Classe stazione 3a Servizi espletati A2 Orario servizio U.T.C. H24 Archivio 1964-68 A lla fine degli anni ‘50, nel quadro della Guerra Fredda, fu deciso di installare nella pianura veneta ed in alcune località montane 12 postazioni per il lancio di missili Intercettori Teleguidati (I.T.) a difesa di eventuali attacchi aerei provenienti da Nord-Est. Le basi missilistiche di lancio erano tipicamente costituite da un’area logistica, un centro di controllo ed una base di lancio. A Bassano del Grappa venne costituito il 64° Gruppo Intercettori Teleguidati, che aveva come base logistica la Caserma Fincato, il Centro di controllo a Cima Grappa e la base di lancio in località Forcelletto. In tal quadro la stazione meteo di Monte Grappa, già installata dal 1936 a Cima Grappa, il 26 agosto 1961 era stata trasferita nella località di Campo Solagna all’inizio dei lavori per la realizzazione della base NATO ospitante il Centro di Controllo. Il 28 ottobre 1964, essendo La Caserma Fincato con la posizione delle stazioni meteo (Google Earth) 58 La stazione meteo e la capannina sullo sfondo (Arch. Servizio Meteo) venuta meno la disponibilità dei locali ove era stata dislocata la stazione, questa fu trasferita nella base logistica di Bassano del Grappa. A causa della grande differenza di distanza ed altitudine rispetto alla postazione di Cima Grappa, alla stazione fu assegnato il nuovo indicativo 16093 mentre il servizio operativo fu solo quello di 3a classe ma con osservazioni aeronautiche orarie H24. La stazione era ubicata presso il corpo di guardia, con la capannina e l’anemometro posti sul prato retrostante (coord. 45°46’49’’, 11°44’42’’ alt. 138 m). Il 23 dicembre 1968, completato il Centro di controllo per il lancio dei missili, la stazione fu riportata a Cima Grappa, ma il 21 gennaio 1977, a seguito della soppressione del 64° Gruppo I.T., riattivata nuovamente a Bassano del Grappa, sempre con le sole osservazioni aeronautiche. Alla stazione furono assegnati due locali presso la palazzina sottufficiali, con la capannina e l’anemometro a 50 m a SW (coord. 45°46’47”N, 11°44’45”E alt. 138 m). La stazione di Bassano del Grappa fu chiusa definitivamente il 25 novembre 1977. Riferimenti: - Ministero Difesa-Aeronautica - Monografia della Stazione Meteorologica di Monte Grappa - Ed. 1965 - Ministero Difesa-Aeronautica - Monografia della Stazione Meteorologica di Bassano del Grappa - Ed. 1965 - Aeronautica Militare - Stazione meteorologica Bassano del Grappa - Aggiunte e varianti alla monografia TLC Bassano del Grappa 1977 Contatti (pagano1578@gmail.com) La caserma Fincato, sede della stazione meteo (Pagano 2013) 59 GLI OCCHI DEL TEMPO MACERATA (MC) 342 m.s.l.m. CRONOLOGIA: 1889 Inizio osservazioni meteorologiche a Macerata 1895 Inclusione dell’Osservatorio di Macerata nella rete nazionale 1917 Uscita dell’Osservatorio dalla rete dell’Ufficio Presagi 01.02.1948 Apertura di una stazione meteo per la rete Sinottica ed Aeronautica 30.04.1975 Chiusura stazione La collina di Macerata con la posizione delle stazioni (Google Earth) U n Un osservatorio meteorologico fu impiantato a Macerata fin dal 1889 presso la Scuola agraria di Lornano (coord. 43°17’10” N, 13°25’15” E, alt. 232 m). Nel 1895 l’Osservatorio entrò a far parte della rete dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica e contribuì alla rete nazionale fino al 1917. Il 1° febbraio 1948 fu aperta, da parte 60 dell’Aeronautica Militare, una stazione meteorologica di 2a classe a Macerata, presso il Liceo-Scientifico “Galilei”, nel Palazzo degli Studi (coord. 43°18’00” N., 13°27’06” E alt. 342 m). La stazione meteo, che effettuava osservazioni sinottiche triorarie ed aeronautiche orarie dalle 03 alle 18 UTC, era ubicata all’ultimo piano dell’edificio. Una scala portava alla terrazza da dove venivano effet- DATI STAZIONE Indicativo OMM 16194 Indicativo OACI LIPM Stato attuale Chiusa Tipologia Manuale Operatività 1895-1925; 1948-1975 Altitudine s.l.m. 342 m Latitudine Nord 43°18’00” Longitudine Est 13°27’06” Comune Macerata Località Macerata Ubicazione Palazzo degli studi (Via Gramsci, 39) Logistica 3 locali in affitto Accessibilità Stazione isolata Ambientazione In città Ostacoli Nessuno Capannina Su terrazza Classe stazione 2a Servizi espletati S2-A3-PRE-UCEA Orario servizio U.T.C. 03-18 Archivio 1953 - 1975 tuate le osservazioni senza alcun ostacolo. Alla stazione fu assegnato l’indicativo 745, poi successivamente cambiato nell’indicativo OMM 16194. La stazione fu chiusa il 30 aprile 1975. Riferimenti: - Ministero dell’Aeronautica - Monografia della Stazione Meteorologica di Macerata - Ed. 1949 Interno della stazione. Sono visibili il barometro di stazione, un barografo, l’anemografo (Arch. SVZ meteo) - Ministero della Difesa-Aeronautica - Ispettorato Telecomunicazioni ed Assistenza al Volo - I.T. 5 - Regolamento del Servizio Meteorologico - Roma 1952, agg. 1959 - Di Petta G. - L’Istituto Agrario a Macerata: due secoli di trasformazioni - Marca/Marche, n. 16 - Fermo 2021 Contatti (pagano1578@gmail.com) Capannina meteorologica (Arch. SVZ meteo) 61 GLI OCCHI DEL TEMPO L’ingresso del Palazzo degli Studi (Arch. SVZ meteo) L’Osservatorio meteorologico (Arch. SVZ meteo) 62 Il Palazzo degli studi nel 2010 (Pagano) La torretta dell’osservatorio nel 2010 (Pagano) CASERTA (CE) 63 m.s.l.m. CRONOLOGIA: 1856 Istituzione dell’Orto Agrario, includente un Osservatorio meteorologico 01.01.1894 Inserimento dell’Osservatorio nella lista delle stazioni dell’Ufficio Centrale 1932 Fine della collaborazione dell’Osservatorio con il Servizio Meteorologico A.M. 11.02.2003 Installazione di una stazione automatica presso la Scuola Specialisti A.M. 2010 Spostamento della stazione presso il nuovo Centro Polifunzionale della Scuola La Reggia di Caserta con l’ubicazione delle stazioni meteo (in giallo la stazione storica, in verde la DCP originaria, in rosso l’attuale posizione della stazione automatica - Google Earth) 63 GLI OCCHI DEL TEMPO DATI STAZIONE Indicativo OMM 16288 Indicativo OACI - Stato attuale Aperta Tipologia Automatica Operatività 1894-1932; 2003- Altitudine s.l.m. 63 m Latitudine Nord 41°04’18” Longitudine Est 14°19’20” Comune Caserta Località Caserta Ubicazione Centro Polifunzionale Scuola Specialisti Logistica Area recintata Accessibilità Stazione isolata Ambientazione In città Ostacoli Vari edifici ed alberi circostanti Capannina Su prato Classe stazione AUTO Servizi espletati S0-SOLRA-SUNDUR Orario servizio U.T.C. 00-24 UTC. Archivio 2005- L’ Osservatorio Meteorologico di Caserta fu istituito da Ferdinando II di Borbone già nel 1856, nell’ambito della costituzione ”dell’Orto Agrario”, che poi divenne parte dell’Istituto Tecnico Agrario di Caserta. Nonostante nel 1874 fosse stata avanzata l’idea della costruzione di un Osservatorio meteorologico in forma di tempietto classico, la sede fu mantenuta presumibilmente nell’edificio designato ad Uffici e Direzione, ad Est del complesso. L’Osservatorio (coord. 41°04’23” N, 14°19’13” E, alt. 76 m) venne incluso nella lista delle stazioni afferenti all’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica dal 1° gennaio 1894. Con la costituzione del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica (Ufficio Presagi), l’Osservatorio continuò ad essere incluso nella lista delle L’orto agrario e l’edificio con la possibile ubicazione dell’Osservatorio (Bing maps) 64 stazioni del Servizio Meteorologico che trasmettevano quotidianamente le osservazioni per telegrafo (alle 07 e 18 UTC). A seguito del passaggio della rete osservativa alle dirette dipendenze dell’Aeronautica, nel 1932, l’Osservatorio rimase nell’ambito della meteorologia agricola e quindi non fece più parte della rete sinottica nazionale. L’11 febbraio 2003 presso la Scuola Specialisti dell’Aeronautica, fu installata una stazione automatica DCP, a supporto della rete sinottica ed anche a scopo didattico per i frequentatori dei corsi di meteorologia. La stazione, con indicativo 16288, fu installata nell’area dei laboratori della Scuola Specialisti (coord. 41°04’15” N, 14°19’26” E, alt. 62 m) ma nel 2010, con la cessione dell’area da parte dell’Aeronautica Militare, fu spostata presso il nuovo Centro Polifunzionale della Scuola, circa 130 m dalla posizione precedente (coord. 41°04’18” N, 14°19’20” E, alt. 63 m). Riferimenti: - Marra A. - La Società Economica di Terra di Lavoro - Franco Angeli - Milano 2006 - Ministero dell’Aeronautica - Annuario dell’Ufficio Presagi - Vol. 1926-1932 - Roma - Ministero dell’Aeronautica - Ufficio Presagi - Bollettino Meteorologico ed Aerologico - Pagano P., Avenali F., De Leonibus L. - The implementation of the DCP network at the Italian Meteorological Service Proc. 2nd International Conference on Experiences with Automatic Weather Stations - 27th-29th September 1999 - ZAMG - Wien, 1999 - Pagano P., De Vecchi A. (1993) The Second Generation Italian DCP Network Proc. 10th Meteosat Scientific User Meeting, Athens 15th-19th September 1993, pp. 137-148 - EUMET­SAT P13, Darmstadt, 1993 - Regio Servizio Aerologico Italiano - Bollettino Aerologico - Regio Ufficio Centrale Meteorologia e Geodinamica Bollettino Meteorico - Regio Ufficio Centrale Meteorologia e Geofisica Contatti (pagano1578@gmail.com) La stazione automatica presso il Centro Polifunzionale (Pagano 2014) 65 UNO SGUARDO AL CLIMA di Alessio Canessa Le previsioni per l’inverno 2023/24 La prima parte di questa rubrica è un’introduzione alle previsioni lunghe dette anche previsioni stagionali, in particolare quelle prodotte dall’ECMWF. La seconda parte riguarda le previsioni per questo autunno e per il prossimo inverno 2023/2024. 66 67 UNO SGUARDO AL CLIMA S pesso gli esperti ci ricordano che le previsioni del tempo sono come il latte fresco, scadono dopo circa 5 giorni. Allora figuriamoci fare delle previsioni a lunga scadenza come quelle per il prossimo inverno o addirittura per i prossimi 6-7 mesi. In realtà le previsioni a lungo termine, dette anche stagionali, sebbene siano iniziate per esempio al ECMWF (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts) solo dal 1997, sono possibili e anche abbastanza affidabili. Per comprendere perché ha senso farle e perché possono avere successo occorre illustrare le differenze esistenti tra una previsione meteorologica classica e una previsione stagionale, chiamata anche previsione climatica. Oggigiorno le previsioni meteorologiche con indicazioni sull’evoluzione del tempo in singole località si limitano a coprire solo pochi giorni. Ciò è dovuto al carattere caotico dell’atmosfera: piccole ma inevitabili incertezze sulla misurazione dello stato iniziale dell’atmosfera si am- plificano in maniera spesso esponenziale determinando l’impossibilità di prevedere con sufficiente precisione lo stato futuro dell’atmosfera già oltre pochi giorni soltanto. Non è quindi possibile elaborare previsioni meteorologiche di dettaglio per settimane o mesi. Tuttavia, in funzione della situazione, si possono prevedere dei trend delle condizioni meteorologiche medie. La tecnica che si è perfezionata negli ultimi anni mira a ridurre l’influenza dei processi atmosferici caotici a breve termine a fronte di un aumento di quella esercitata invece da altri fattori più rilevanti in termini climatici, con il risultato complessivo di ampliare considerevolmente il periodo utile di previsione che può, così facendo, raggiungere più mesi. Tra questi fattori climatici, detti drivers , ricordiamo l’umidità del suolo, l’innevamento dei continenti e, soprattutto, le condizioni degli oceani. Le variazioni della temperatura dei mari fanno parte della variabilità del sistema Terra e hanno scale temporali lunghe (da mesi ad anni) e sono, in una certa misura, Il forecast skill, ovvero l’attendibilità delle previsioni, al variare della scadenza temporale e quindi anche del tipo di previsione. Le “Climate Forecasts” (2 mesi - 12 mesi) sono più affidabili delle previsioni classiche a 10-14 giorni; (fonte: https:// coloradoriverscience.org/) 68 EL NIÑO Quando gli alisei iniziano a indebolirsi sull’Oceano Pacifico e le sue acque diventano via via più calde della norma, significa che El Niño, sta per arrivare. Uno dei fenomeni di interazione oceano-atmosfera maggiormente studiati è noto come El Niño: le variazioni cicliche di temperatura della superficie oceanica al largo delle coste peruviane, associate a cambiamenti nella circolazione atmosferica, sono in grado di modificare l’andamento delle precipitazioni e la probabilità di inondazioni, siccità, ondate di calore e stagioni fredde in luoghi molto lontani fra loro, e di produrre effetti anche su scala globale. Meglio definito come El prevedibili. I più importanti di questi sono i fenomeni denominati “El Niño” e “La Niña”, il primo un’anomalia positiva, il secondo un’anomalia negativa della temperatura del mare nell’Oceano Pacifico tropicale centro-orientale. Una corretta stima dello stato di questi ed altri fattori a rilevanza climatologica può consentire di elaborare tendenze meteorologiche a lungo termine, di tipo mensile o stagionale. La possibilità reale di elaborare prodotti previsionistici a lungo termine è legata alla disponibilità di sofisticati modelli numerici, in genere di tipo Ensemble Atmospheric Model (ENS - ECMWF). A differenza delle previsioni meteorologiche classiche, le previsioni a lungo termine sono realizzate con un approccio probabilistico e descritte in termini di anomalia rispetto al valore medio climatologico, calcolata su un periodo più o meno lungo (settimana, Niño-Oscillazione Meridionale (ENSO, El Niño-Southern Oscillation), questo fenomeno è caratterizzato da un anomalo riscaldamento o raffreddamento (nel secondo caso viene detto La Niña) delle acque dell’Oceano Pacifico equatoriale e tropicale, in media ogni 5 anni, ma con una frequenza che può variare tra 2 e 7 anni. mese, trimestre), per ciascun parametro considerato. Il modello ECMWF per le previsioni stagionali è chiamato semplicemente Seasonal Forecast (SEAS) e copre fino a 7 mesi, con corsa mensile (giorno 5 del mese) o fino a 13 mesi con corsa trimestrale. In sintesi, le previsioni a lungo termine rappresentano delle tendenze di massima dell’andamento atmosferico atteso e, pertanto, costituiscono solo delle indicazioni medie di ciò che possiamo ragionevolmente aspettarci nel periodo indicato. Hanno quindi lo scopo di fornire, per quanto possibile e nei limiti del reale stato dell’arte in questo settore, uno sguardo generale probabilistico sulle prossime settimane, mesi e/o trimestri, spesso fornito in termine di probabilità per un parametro di trovarsi in uno specifico terzile statistico. FATTORI FISICO-CHIMICI E STATISTICA DRIVERS - Fattori fisico-chimici che regolano l’evoluzione del sistema climatico. La loro azione si traduce nell’alterazione del bilancio energetico del sistema atmosfera-Terra. L’effetto dell’azione di ogni driver (o gruppi di drivers) sull’equilibrio radiativo si misura generalmente in termini di una grandezza definita forzante radiativo. TERZILE - In statistica, per una serie ordinata di dati in base al loro valore, ciascuna delle tre parti uguali in cui la serie medesima può essere divisa: 1°, 2°, 3° terzile oppure, rispettivamente, terzile basso, medio, alto. Nelle tendenze a lungo termine viene fornita la probabilità che le grandezze temperatura a 2 metri (T2M) e precipitazione (R) si posizionino in ciascuno dei tre terzili, indicando così la probabilità del verificarsi di anomalia negativa ovvero sotto media (1°), anomalia positiva ovvero sopra media (3°) o nessuna anomalia ovvero nella media (2°) per ciascuno dei parametri indicati. 69 UNO SGUARDO AL CLIMA Le previsioni per l’autunno e l’inverno 2023/2024 Prima di parlare del futuro bisogna ricordare cosa è successo negli ultimi anni. Infatti con l’arrivo del Niño stiamo uscendo dall’influenza di 3 anni consecutivi di Niña. Una persistenza così lunga di questa teleconnessione oceanica è stata eccezionale; infatti, è accaduta solo altre 3 volte da quando si registrano questi eventi: tra il 1954 e il 1957, dal 1973 e il 1976 e nel periodo 1998-2001. Molto probabilmente questa persistenza eccezionale della Niña ha contribuito negli ultimi 3 anni al notevole riscaldamento e al peggioramento della siccità in Europa, in particolare del Mar Mediterraneo, ma non si ritiene essere associata ai cambiamenti climatici. In particolare, l’estate 2023 è stata eccezionale, sia per le temperature record, quasi 50° C in Sicilia e in Sardegna, con diverse ondate di calore, che per le tantissime grandinate di grosse dimensioni che ci sono state, sopratutto, nel mese di luglio. In particolare, il 24 luglio ad Azzano Decimo (PN) è stato stabilito il record europeo per dimensione del chicco di grandine, raggiungendo i 19 centimetri. Attualmente stiamo assistendo al ritorno di un forte Niño con temperature del mare che a dicembre supereranno anche di 2° C la norma (per affermare che c’è il Niño basta solo 0,5° C superiore alla norma). L’influenza diretta del Niño sull’Europa non è sempre stata evidente; tuttavia, la presenza di questa forte teleconnessione oceanica potrebbe rendere più attendibili le previsioni stagionali, in particolare anche quelle Le immagini mostrano che dopo 3 anni consecutivi di Niña è tornato il Niño, che raggiungerà l’intensità massima tra dicembre e gennaio 2024 70 Le previsioni stagionali delle precipitazioni mostrano con buona probabilità maggiore pioggia o neve rispetto alla climatologia del modello 1993-2016 71 UNO SGUARDO AL CLIMA per il prossimo inverno sull’Europa. Inoltre, questa forte anomalia successiva alla Niña costituisce una notevole discontinuità, un’importante inversione rispetto a quanto osservato in questi ultimi 3 anni, caratterizzati da un clima “impazzito”, mai vissuto da quando esistono le osservazioni. Influenzata ancora dall’onda lunga del terzo anno di Niña, la prima parte dell’autunno è stata talmente favorevole ed eccezionalmente calda da determinare per esempio il prolungamento della stagione balneare fino alla fine di ottobre. La parte centrale invece è stata caratterizzata da piogge molto abbondanti al Nord e sulle regioni tirreniche. Il 31 ottobre intense piogge hanno causato l’esondazione del fiume Seveso a Milano e il 2 novembre il transito della tempesta “Ciarán” ha provocato l’alluvione della Toscana con 8 morti e ingenti danni. L’ultima parte dell’autunno è previsto essere caratterizzato da poche piogge e poche nevicate, alternate a periodi stabili dominati da diffuse nebbie da irraggiamento in pianura e nelle valli. In sintesi, dall’analisi delle previsioni stagionali per i prossimi 4 mesi, si evince che l’autunno continuerà a essere nella norma, ovvero, alla fine di esso si potrà affermare il ritorno della “mezza stagione”, con periodi lunghi e piovosi al Nord e sulle Regioni tirreniche, alternati a tempo stabile, la prima neve sulle Alpi, e con un clima un po’ più mite rispetto al periodo. Considerando anche le previsioni stagionali degli altri centri previsionali mondiali, per i mesi invernali di gennaio e febbraio 2024 si prevedono in media precipitazioni superiori alla norma: l’anomalia rispetto alla media si avrà anche per la neve sulle Alpi, dove è attesa abbondante in particolare sopra i 1500 metri. Le temperature sono previste con elevata probabilità in media più alte di 1-2° C rispetto alla climatologia invernale. Questa anomalia positiva delle temperature potrebbe limitare la permanenza della neve sull’Appennino solo alle quote medio-alte. Pertanto, dopo l’autunno anche l’inverno potrebbe tornare a fare l’inverno: è previsto molto dinamico, caratterizzato da qualche onIn questa pagina e in quella successiva, le previsioni stagionali ECMWF mostrano con elevata probabilità temperature di 1-2° C maggiori rispetto alla climatologia del modello 1993-2016 72 La previsione dell’indice NAO è indicata con il box plot in viola sovrapposto al box plot in grigio, riferito alla climatologia del modello 1993-2016. Si notino i valori molto negativi della NAO previsti per il periodo febbraio-marzo 2024 73 UNO SGUARDO AL CLIMA In questa pagina, la media del vento zonale a 10 hPa. In alto, la previsione fatta a novembre 2022 e, in basso, quella relativa a novembre 2023 74 data di freddo accompagnata da nevicate anche fino in pianura. Insomma, potrebbe ritornare a farsi vedere il “Generale Inverno”. Durante gli ultimi due inverni è caduta pochissima pioggia e neve sul Nord Italia e sulle Alpi. Il prossimo inverno, in particolare la seconda parte, potrebbe stabilire un’inversione di tendenza ed essere molto più generoso. Le cause potrebbero essere il frequente arrivo di perturbazioni atlantiche foriere di precipitazioni nel Mar Mediterraneo dovute alla posizione anomala di un’area di alta pressione al posto della depressione semi-permanente d’Islanda, che si prevede stazionerà più a sud, frequentemente sull’Europa settentrionale. Quanto esposto in precedenza è avvalorato anche dalle previsioni stagionali ECMWF: - dell’indice NAO (North Atlantic Oscillation, la teleconnessione atmosferica atlantica), che non è altro che la differenza di pressione tra le Isole Azzorre e l’Islanda. Per il mese di febbraio e marzo è prevista molto negativa, ovvero, spesso non si avrà la protezione dell’Anticlone delle Azzorre; - della media del vento zonale a 10 hPa e alla latitudine di 60° N, che per esempio per gennaio è prevista negativa rispetto alla distribuzione climatologica del modello; ciò significa periodi di inversione dei venti da est verso ovest e temporanea rottura del vortice polare stratosferico con probabile successiva ondata di freddo. Nelle immagini relative, in blu è riportata la probabilità che la media del vento zonale a 10 hPa e alla latitudine di 60° N sia negativa, ovvero avente direzione da est. In altre parole, può essere vista come rottura del vortice polare stratosferico e quindi come apportatrice di una possibile ondata di freddo nelle settimane successive. Al riguardo se ne nota la maggiore probabilità, riportata in blu, per il prossimo inverno 2023/24 rispetto a quella dell’inverno 2022/23. © Riproduzione riservata English Abstract The first part of this column is an introduction to long forecasts also called seasonal forecasts, in particular those produced by the ECMWF. The second part concerns the forecasts for this autumn and next winter 2023/2024. Bibliografia • https://www.ecmwf.int/en/elibrary/20150-seas5-user-guide • Anderson D., T. Stockdale, M. Balmaseda, L. Ferranti, F. Vitart, F. Molteni, F. Doblas-Reyes, K. Mogensen and A. Vidard, 2006: Seasonal Forecasting System 3. ECMWF Technical Memo No 503. 75 TEMPO DI MUSICA di Adriano Raspanti Da una STRAORDINARIA RIVISITAZIONE di VIVALDI ai WEATHER REPORT In questa rubrica esploreremo i legami espliciti tra musica e meteorologia. Tanti sono i versi, le note e le immagini che si sono ispirate al tempo meteorologico con risultati spesso iconici e intramontabili. 76 Ritratto di Antonio Vivaldi (fonte - Wikipedia) P er la rentrée della nostra amata Rivista in forma cartacea, non si poteva evitare di avviare questa nuova rubrica con uno dei concerti più famosi e popolari di tutti i tempi. Fama assolutamente meritata da parte di un’opera di grande importanza non solo per l’eccezionale intrinseca bellezza musicale, ma anche per gli orizzonti nuovi, tecnici ed espressivi, che apre all’intera musica a venire: parliamo de Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi. I quattro concerti, ovviamente dedicati ognuno alle sta- Immagine di fantasia ispirata a un gruppo di giovani che, nonostante la pioggia, sono totalmente presi dalla musica 77 TEMPO DI MUSICA Pagina dello spartito per il primo violino della Primavera (fonte - Wikipedia) Cover della composizione di Max Richter gioni dell’anno, costituiscono un esempio di musica descrittiva di altissimo livello, uno dei primi di cui si abbia conoscenza, ma nel contempo rappresentano un esempio, cui molti si riferiranno, di maestria nell’uso degli archi e particolarmente del violino solista che raggiunge vette compositive ed esecutive sublimi. Antonio Vivaldi (1678-1741) che ai suoi tempi era popolare soprattutto per la sua produzione operistica, gran parte della quale è andata perduta, fu uno dei maggiori violinisti italiani del ‘700 e proprio nelle sue composizioni strumentali poté immettere le acquisizioni di una tecnica notevolissima e da lui stesso ampliata. Ricercò nuove sonorità e posizioni più congeniali che permettessero fraseggi più complessi a cui si unì una capacità inventiva straordinaria, una duttilità e una molteplicità di forme e di idee che sconcertano ancora oggi. Contrariamente al pensiero comune, in quel periodo, come pure nel successivo mozartiano e oltre, non era raro da parte dei compositori più grandi il tentativo di districarsi dai legami formali, attraverso l’uso dell’improvvisazione e della libertà esecutiva. Vivaldi ama l’improvvisazione e la inserisce nei suoi concerti attraverso le rarefazioni improvvise, oppure, attra- 78 verso le condensazioni sonore, o ancora, passando da ampie architetture polifoniche a unisoni nervosi e insistenti: da qui le sue migliori composizioni risultano mosse, elastiche, colorite e varie all’ascolto. Nei quattro concerti de “Le stagioni” le caratteristiche appena descritte raggiungono spesso il culmine compositivo. Nella Primavera, la musica descrive con maestria il canto degli uccelli, il temporale, la danza finale, mentre l’Estate si apre con l’efficace descrizione della tempesta che esplode in tutta la sua virulenza. L’Autunno riproduce l’ebbrezza provocata dal vino appena vendemmiato e dalle battute di caccia frementi e rapide. L’Inverno infine, unanimemente considerato il miglior concerto del ciclo per misura, equilibrio e intensità espressiva, pur nel suo riuscito intento descrittivo, resta alla fine un pezzo di musica di pura e rara bellezza ove spicca il pizzicato dei violini a rappresentare la pioggia. Molti anni dopo, precisamente nel 2012, il compositore britannico, ma nato in Germania, Max Richter decise di misurarsi con una rivisitazione della grande composizione. Richter, che aveva lavorato con i grandi compositori minimalisti del ‘900, Arvo Part, Philip Glass e Steve Rei- In queste immagini, Gene Kelly nel celebre film “Singin’ in the rain” ch, si lanciò non in una operazione di mero re-missaggio di una incisione preesistente, ma in una rielaborazione dello spartito originale cercando di trarne l’essenza e lo spirito e filtrandolo attraverso il sentire e le esperienze musicali del suo secolo. I quattro concerti originali sono ovviamente stravolti, ma permane, seppur in uno spirito moderno che dovrebbe definirsi post-minimalista, la capacità descrittiva ed evocativa che merita indubbiamente almeno un ascolto (Recomposed by Max Richter – Vivaldi The Four Sesason – Deutsche Grammophon). Non sarà stato lo scopo dell’autore, ma il richiamo a come sono variate le stagioni nel corso dei secoli è a dir poco intrigante. Spostiamo ora la nostra attenzione dall’altra parte dell’Oceano Atlantico e cambiamo completamente versante musicale. Nel 1971 Joe Zawinul e Wayne Shorter, tastierista e sas- I Weather Report in concerto (fonte - Wikipedia) sofonista eccelsi, uscirono dalla galassia di musicisti che al tempo orbitava attorno alla figura carismatica e tumultuosa di Miles Davis e formarono un “supergruppo”, anticipandone il concetto stesso, dando vita al primo e forse più grande ensemble di musica jazz-rock o fusion, come più tardi venne identificato il genere musicale anche in modo un po’ svalutativo: i Weather Report. Questo “Bollettino del tempo” continuò a produrre musica di altissimo livello fino al 1985, quando le dominanti personalità di Zawinul e Shorter decisero di dedicarsi nuovamente alle loro carriere soliste. La loro musica sempre in divenire e diversa da disco a disco e perfino da brano a brano, se non all’interno di un pezzo stesso, giustifica pienamente la scelta del nome della band. Cosa ci può essere infatti di più mutevole e diverso nel corso di poche ore e persino minuti, del tempo atmosferico? Attorno ai due, che si conoscevano dal 1959, si alternarono diverse sezioni ritmiche di gran pregio, alcune di valore assoluto, tra cui spicca indubbiamente quella formata dal batterista Peter Erskine e dal bassista Jaco Pastorius, quest’ultimo considerato, a ragione, uno dei maestri dello strumento di tutti i tempi e, con linguaggio mediatico magari un po’ superficiale, il Jimi Hendrix del basso, per la carica fortemente innovativa e il ruolo da spartiacque che ebbe nella sua carriera. I Weather Report hanno anche anticipato e contribuito all’interesse nordamericano per i ritmi e le strutture della world music e, come molti dei grandi gruppi jazz di lunga durata, si rivelarono un’incubatrice per diversi futuri leader che entrarono e uscirono dalla band in una serie infinita di cambi di personale, quasi a porte girevoli. Con loro, insieme al grande gruppo britannico Mahavishnu Orchestra, il jazz-rock raggiunse il grandissimo pubblico ed entrò negli stadi, scalò le classifiche di vendita 79 TEMPO DI MUSICA La cover di Heavy Weather e creò alcuni brani immortali che tutti conoscono o hanno canticchiato, pur non sapendone gli autori o perché l’avessero in testa. Dischi imperdibili da ascoltare lasciandosi andare al fluire della musica e alla sua eco della mutabilità meteorologica, sono sicuramente “Weather Report”, “Mysterious Traveller”, “Black Market” e lo spettacolare “Heavy Weather” di cui potete vedere la copertina, che contiene, a mio sentire, due capolavori assoluti della musica di ogni tempo: “Birdland” e “A Remark you made”. Buona musica a tutti. © Riproduzione riservata 80 English Abstract In this chapter we’ll explore explicit links between music and meteorology. There are many verses, notes and images that are inspired by weather with often iconic and timeless results. Consultare le previsioni meteorologiche è una delle attività più diffuse. Non a caso la parola “meteo” è tra le più cercate nel web. Conoscere il tempo e la sua evoluzione è diventato ormai essenziale nella vita quotidiana di ognuno. Tutti parliamo del tempo, ma quanto ne sappiamo veramente? Il SERVIZIO METEOROLOGICO DELL’AERONAUTICA MILITARE in collaborazione con LIBRERIA GEOGRAFICA, ha realizzato un atlante per rispondere in modo scientifico e piacevolmente divulgativo a queste esigenze, affrontando anche il tema del cambiamento climatico in costante evoluzione. Acquistabile al seguente link: https://www.libreriageografica.com/it/122-libri