Uploaded by tonmeister

Alberoni Francesco - La grande potenza creativa del male d'amore

advertisement
La grande potenza creativa del male d'amore
di
Francesco Alberoni
Quante volte mi hanno domandato: «Come si fa a guarire di mal d'amore,
smettere di soffrire se ti sei innamorato e non vieni ricambiato?». Per
rispondere ricordiamo che noi ci innamoriamo quando, stanchi del nostro
attuale modo di essere, vogliamo realizzare altre nostre potenzialità e siamo
pronti a ricominciare. Allora ci innamoriamo di chi ci fa intravedere la nuova
futura possibile vita. Così si accende il processo di «stato nascente» in cui noi
trasfiguriamo tanto il mondo che la persona amata. Sentiamo di avere
un'affinità profonda, metafisica, con lei e viviamo il nostro amore come
qualcosa che contribuisce all' armonia del mondo, alla perfezione stessa del
cosmo. Perciò se chi amiamo ci dice di no, ci rifiuta, non riusciamo a capire, ci
sembra qualcosa di assurdo, ma non sul piano psicologico, sul piano della
struttura costitutiva dell'essere. È un assurdo, un vuoto che ci portiamo dentro
per anni. E che può essere riempito definitivamente solo con un altro
innamoramento ricambiato.
Ma allora non c'è nulla da fare contro il male d'amore? No. No perché,
nello «stato nascente», noi stavamo mutando, e le energie che volevano
creare una nuova vita sono bloccate, ma ancora presenti. Non possiamo
realizzare una coppia amorosa, ma possiamo orientarle verso un'altra meta.
La terapia dell'innamoramento frustrato è una nuova attività creativa. Goethe
si era innamorato di Charlotte Buff e, quando la ragazza ha sposato un altro,
ha pensato al suicidio. Però, anziché suicidarsi, ha scritto il romanzo «I dolori
del giovane Werther», in cui un giovane si innamora di una ragazza che
(guarda caso) si chiama Charlotte e quando lei sposa un altro, si suicida.
Goethe invece si salva. Un altro esempio: nel 1883 Nietzsche si innamora di
Lou Salomé, vuol sposarla ma lei lo respinge. È sconvolto, fugge, ha degli
incubi, è disperato. Ma non si suicida, scrive di getto, in pochi giorni, un'opera
straordinaria: «Così parlò Zarathustra». Concludendo, per guarire da un
innamoramento deluso, la terapia efficace sta nel continuare il processo di
trasformazione già iniziato. Anzi, nell'accelerare il cambiamento esplorando
nuove strade. Soprattutto impegnandosi in un grande compito che richieda
lotta, lavoro, energia e creatività. Solo così le forze liberate
dall'innamoramento possono incanalarsi in un nuovo progetto. E la nostalgia, il
dolore, la rabbia, la volontà di riscatto o di vendetta diventano potenze
costruttive.
La tentazione di farsi amare in modo indelebile
di
Francesco Alberoni
Un tempo i genitori avevano molti figli. Oggi ne hanno uno, al massimo due, su
cui concentrano l’affetto. La notte la mamma si alza per vedere se il piccolo
respira. Per la parità dei sessi, il padre non deve essere da meno. Alla nascita
di un bimbo l’appassionato amore erotico degli sposi cede all’adorazione del
nuovo nato. Aggiungiamo che la psicoanalisi gli spiega il pericolo dei traumi
infantili. Bisogna evitarli a ogni costo. Se il bimbo piange ha un trauma, se è
malcontento ha un trauma.
Se va male a scuola ha un trauma. Gli insegnanti sono visti come potenziali
erogatori di traumi e spesso i genitori si schierano con i figli contro di loro. Un
tempo l’amore dei figli per i genitori era dato per scontato. Oggi non più. Oggi
si vedono molti genitori che temono di non essere amati dai figli e cercano di
guadagnarsi il loro affetto con elogi, regali, concedendo immediatamente tutto
quello che chiedono.
A volte sembrano addirittura in competizione fra loro per farsi amare di più, per
stabilire un rapporto privilegiato. E non escludo che si sia messo all’opera un
meccanismo psicologico nuovo e pericoloso. Un tempo, il matrimonio durava
tutta la vita, e nessuno correva il rischio che l’altro coniuge gli portasse via i
figli. Ora non più. Anche se sono innamorati, gli sposi temono che, un giorno, il
loro amore potrebbe finire, potrebbero separarsi e trovarsi davanti a un
giudice.
Allora ciascuno, sia pure inconsciamente, incomincia a premunirsi: per
scongiurare il pericolo di perdere l’amore dei figli, cerca di farsi amare in modo
indelebile. Se il matrimonio, in molte famiglie, non è più per sempre, ogni
genitore cerca di stabilire un rapporto per sempre con i figli. È sorto un
groviglio di timori, che non si ammettono, però esistono. Nell’adolescenza i
ragazzi vogliono fare da soli, rifiutano i consigli, non sopportano di essere
guidati. Però spesso non sono stati abituati ad affrontare le difficoltà, a lottare,
a resistere alle frustrazioni, alla sconfitte, al dolore, alla solitudine.
Sono fragili, e quindi facili prede della seduzione della droga. Di fronte alle
difficoltà puoi fumare uno spinello, bere e, soprattutto, con un po’ di coca,
sentirti un padreterno che non sbaglia mai. Signori genitori, quella che ho
esposto è solo un’ipotesi. Tuttavia osservatevi con serenità, e prendete
l’impegno reciproco di non competere mai per l’amore dei vostri figli. E
cominciate ad abituarli ad affrontare le difficoltà. Starete meglio tutti.
L'amore illumina anche quando viene ferito
di
Francesco Alberoni
Per capire, per scoprire bisogna amare. Non puoi suonare, non puoi comporre
musica se non sei affascinato dalle note, se la musica non costituisce per te
qualcosa di essenziale. Anche l'entomologo che studia gli insetti li ama, li
riconosce uno a uno, di loro sa ogni abitudine, ogni segreto. Quello che per un
altro è un essere ripugnante per lui è meraviglioso, bello. Lo stesso succede a
chi studia i serpenti, perfino a chi studia i batteri o i virus. Lo storico che fa
ricerca su un personaggio famoso, anche il più crudele e sanguinario, finisce
per capirlo, per entrare nella sua mente, nelle sue motivazioni, per sentire in
qualche modo come lui. E nella cronaca nera lo psichiatra o lo psicologo che
studia un pazzo criminale quando ti spiega il suo comportamento ti dà sempre
l'impressione di giustificarlo.
Quante infinite sfumature del bello vede una madre nel suo bambino, l'uomo
nella donna di cui è innamorato. Conosce ogni centimetro della sua pelle, il
significato di tutte le espressioni del suo viso, riconosce il suono dei suoi passi
da lontano, il timbro della sua voce fra tutte. Ma non diciamo che l'amore è
cieco? Sì lo diciamo, ma non è vero.
In realtà la trasfigurazione dell'amore non è mai pura invenzione, puro delirio,
ha sempre una base, non fa che accentuare ciò che esiste, espandere quanto
in quel momento desideri. È una esagerazione, una iperbole, non una illusione.
Poi, se le stesse qualità che ti erano indispensabili all' inizio dell'amore in
seguito non ti servono più, le trasformi in difetti. Quando un amore finisce
ciascuno rimprovera all'altro di non essere come lo aveva immaginato, mentre
in realtà gli rimprovera di essere proprio ciò che era.
Ma per vivere non possiamo solo amare. Se ami vedi nell'altro solo ciò che ha
di buono, mai la malvagità, il pericolo. Eppure anche per conoscere il nemico
devi in qualche modo amarlo perché devi identificarti con lui, capire i suoi
meccanismi mentali, rivivere i suoi sentimenti fino all'odio che prova verso di
te. Ricordo, ero a Damasco nel 1974 e studiavo l'islam con amore. Un giorno a
casa di uno studioso lui si è messo a parlare di Rum (l'occidente) con una
cattiveria tale che mi si è stretto il cuore.
Ho capito il suo modo di pensare e l'odio implacabile che scorreva sotto la
cortesia, l'autocontrollo del suo mondo. Un odio che non ho più dimenticato e
che gli altri non conoscevano proprio perché non erano andati come me con
cuore aperto. L'amore illumina anche quando viene ferito.
La forza del sesso e quella dell’amore
di
Francesco Alberoni
Viviamo in un epoca di profondi sconvolgimenti morali e di costume nel
campo del sesso e dell’amore. Il sesso avanza e l’amore diventa sempre più
difficile. Ho cercato perciò di fare una mappa che serva da guida, per
riconoscere dove siamo, cosa stiamo facendo.
C’è, innanzitutto, la zona della sessualità pura, impersonale, dell’orgia,
della pornografia, della prostituzione, dello scambio di coppia, della
promiscuità. Poi quella della sessualità personale in cui entri in rapporto con
una persona concreta che conosci. E poi le forme di erotismo oggi così
ammirate dagli autori francesi in cui ciascuno ha tanti amanti, come fossero
amici, non ti leghi con nessuno, sempre senza impegno, gelosia, esclusività.
A un certo punto, nel corso di questa ricerca, incontri la linea divisoria fra
sesso e amore. A prima vista sembra nulla, invece è profonda, abissale. Un
esempio. A una festa, un uomo e una donna. Lei incontra un’altro, le piace, è
libero, sta per partire per un viaggio, le chiede se vuol andare con lui. Perché
no? Faranno insieme una vacanza, si divertiranno, nessun legame. Poi ciascuno
per la propria strada. Ma l’uomo che sta con lei, quando capisce che la sua
compagna può andarsene con l’altro prova un dolore insopportabile. Perché
scopre di amarla. Lei è sul versante del sesso, lui su quello dell’amore. Quello
che per lei è gioco, per lui è tragedia.
L’amore si presenta sempre con due sintomi inconfondibili. L’interesse
per la persona amata, la sua vita, il suo mistero e poi l’esclusività. L’amore è
geloso, l’amore è possesso. Dice: «Quest’uomo è mio, questa donna è mia!» e
non posso sostituirli con nessun altro. È per questo che, nella nostra epoca,
l’amore è difficile e viene sostituito dal sesso. Perché il sesso non lega, non fa
soffrire, se non va bene con questo andrà bene con l’altro. Invece l’amore ti dà
l’estasi e la felicità, ma poi basta un nulla, una frase sbagliata, per lasciare una
ferita straziante. E non puoi dire a chi ti ama «era solo sesso» perché egli non
può accettare che tu scelga volontariamente il piacere sessuale reciproco con
un altro, invece che con lui.
Il sesso è leggero, l’amore è pesante. Ma, su due piatti della bilancia, è
quello leggero che trabocca. Quel «nulla», quel piacere leggero lacera,
distrugge l’altro. Sì, la gente non fa che parlare d’amore, dice di cercarlo, forse
lo cerca continuamente ma con quanta leggerezza lo tratta, con quanta
leggerezza lo distrugge.
Il mistero del fascino e la capacità di sedurre
di
Francesco Alberoni
C'è una differenza fra fascino e seduzione. Il fascino è un modo di essere, la
seduzione una attività.
Il fascino è una forza attrattiva che promana dall'intera persona, è la
rivelazione dell'inconfondibile unicità dell'individuo e della sua storia. È fascino
quello dell'attrice Michelle Pfeiffer che ne L'età dell'innocenza fa trasparire
dietro la dolcezza il segreto conturbante delle passioni proibite. Ha fascino
Marlene Dietrich in Testimone d'accusa perché la sua enigmatica durezza cela
l'amore. La persona dotata di fascino è portatrice di un mistero e di un
incantesimo. Non comunica solo bellezza, produce emozione, pathos.
Inoltre non dobbiamo confondere il fascino con l'attrazione prodotta dalla
notorietà.
Le donne sono spesso attratte eroticamente da chi emerge, da chi è
applaudito, da chi è desiderato dalle altre. Perciò dal cantante, dall'attore, dal
calciatore, dal campione, dal miliardario, dal politico famoso, dal celebre
playboy, perfino da chi partecipa al Grande Fratello.
Ciò che le attrae, in questo caso, non è il fascino personale, ma il ruolo, la
corona che essi portano in testa. Per capire il fascino pensiamo invece ad attori
come Gregory Peck, Gary Cooper, Robert Redford. Ciascuno di loro è una
personalità integrale, è un modello umano unico, inconfondibile ed
indimenticabile. Di alcuni, come di Redford, non puoi dire nemmeno che sia
bello perché ha la pelle butterata, però ha qualcosa che ti commuove e ti attrae
immediatamente. Come avveniva con attrici come Greta Garbo e soprattutto
Marilyn Monroe.
La seduzione invece è una attività intenzionale e consiste nel renderti
attraente, desiderabile.
Quella femminile è fondata sulla bellezza, sull'abbigliamento, il trucco, ma
soprattutto sull'arte di invitare e di respingere esercitata in cento modi:
coprendo e scoprendo il proprio corpo, con il movimento e la gestualità, con lo
sguardo che prima chiama e poi rifiuta, finché non si ferma incantato sull'uomo
prescelto e lo fa sentire una divinità.
Mentre l'uomo, se non è ricco, se non è famoso, se non è molto bello, se non
sa nemmeno cantare o far ridere, dovrà contare solo sulla fiducia in se stesso,
sullo sguardo appassionato e soprattutto sulla parola. La parola che crea
incantesimi, la parola poetica, la parola ipnotica che dice cose d'amore.
Cinque modi d’infatuarsi (e poi dirsi addio)
di
Francesco Alberoni
Perché tanti matrimoni, tante convivenze si rompono quasi subito? Spesso
perché le due persone si sono unite o sposate senza essere veramente
innamorate. È facile sbagliare in questo campo. Ed è soprattutto facile nei casi
in cui credi sia un innamoramento e, invece, è una infatuazione.
Nell'infatuazione la persona si sente appassionatamente innamorata, ma il
legame che l'unisce all'altro è debole e quando incomincia la vita quotidiana si
accorge di non amarlo più. L'innamoramento invece crea legami stabili perché
ci rende plastici, adattabili all'altro, ci porta a vedere il mondo così come lo
vede l'amato, ci spinge a fondere le nostre vite quotidiane e le nostre anime.
Io ho studiato cinque tipi di infatuazione. La prima è l'infatuazione erotica
basata su una intensissima attrazione sessuale per cui i due amanti vivono
facendo all'amore ma non mettono in comune il loro passato, le loro vite, i loro
sentimenti più delicati, i loro progetti e quando, dalla fase di euforia erotica,
passano alla vita quotidiana si accorgono di non aver nulla da dirsi. L'uomo
diventa addirittura impotente. La seconda è l'infatuazione competitiva. Ci sono
moltissime persone che provano una folle passione solo quando c'è un rivale a
cui strappare la preda. Poi non appena hanno raggiunto il risultato il grande
amore istantaneamente scompare. Ho visto decine di uomini che hanno
sposato donne bellissime verso cui, dopo pochi mesi, non provavano più
nessun interesse e si erano già messi a correre dietro ad altre. La terza è
infatuazione da dominio.
Ci sono delle persone che non hanno pace finché non hanno plagiato, reso
schiava la persona che credono di amare e, quando ci sono riusciti, quando
l'hanno annientata, perdono ogni interesse. La quarta è l'infatuazione divistica:
questa è più frequente nelle donne che restano affascinate dall'uomo che
emerge in qualcosa, perché è un campione, perché è un cantante, perché è
potente, perché tutte lo cercano, perché lo applaudono. Poi vivendoci insieme
si accorgono che è pieno di difetti e lo rifiutano. Vi è infine una infatuazione
oggi frequentissima fra i giovani che deriva dalla mancanza di progetto. Essi
vivono nel presente, non pensano al futuro, a quali problemi dovranno
affrontare, non se ne curano. Scopriranno le loro profonde differenze appena
sposati. Guai seri quindi, a cui c'è un solo rimedio: imparare ad analizzare le
proprie emozioni, le proprie passioni e quelle della persona che ci interessa con
serietà e con intelligenza
Download