GABA e trasmissione GABAergica Struttura tipica di un amminoacido La trasmissione GABAergica è una delle più importanti poiché, il GABA, risulta essere uno dei neurotrasmettitori inibitori più importanti ed abbondanti, infatti il 35%-40% delle sinapsi risulta essere di questo tipo. L’attivazione di questo sistema, è di tipo inibitoria su tutte le sinapsi del SNC, quindi è fonte di controllo di tutte le sinapsi cerebrali. Tutto ciò avviene poiché, ogni neurone, riceve input inibitori ed eccitatori, in maniera ordinata. Se ci fosse uno squilibrio fra queste 2 componenti, vi sarebbe l’insorgere di alcune patologie. In generale, però, possiamo dire che: ➢ L’eccitazione determina dei potenziali d’azione ➢ L’inibizione determina ipepolarizzazione Tutto ciò dovrebbe essere estremamente bilanciato e proporzionato. Il GABA e i neuroni GABAergici si trovano ampiamente distribuiti nel cervello e nel midollo spinale e solo delle piccole tracce si trovano nei tessuti. Nella retina, ad esempio, vi sono dei recettori del GABA chiamati GABAc. Come per il glutammato, il GABA, non ha capacità di attraversare la barriera ematoencefalica, per cui, il GABA, viene sintetizzato nel cervello stesso. Per l’appunto, sono stati creati dei precursori del GABA in grado di oltrepassare queste barriera che, una volta dentro, vengono trasformati in GABA. Non può essere utilizzato a scopo topico. L’importanza di questa trasmissione e del GABA in generale, è comprensibile visto il loro coinvolgimento in numerose condizione fisiopatologiche e i conseguenti farmaci che agiscono sugli stessi. A livello cerebrale, il GABA ha una distribuzione ampia, ma non uniforme, con una maggiore presenza di neuroni GABAergici nella substantia nigra fino allo striato, nel globo pallido, nell’ipotalamo, nei corpi quadrigemini,corteccia cerebrale, ippocampo, cervelletto. SINTESI DEL GABA La sintesi del GABA, avviene a partire dal glutammato e l’enzima responsabile della sua sintesi e l’acido glutammico decarbossilasi (GAD) che, inoltre, fa da marker per il neurone GABA-ergico. Il catabolismo avviene ad opera di una transaminasi (GABA-transaminasi) che trasforma il GABA in semialdeide succinica che, in seguito ad una successiva reazione da parte di una succinicosemialdeide-deidrogenasi, porta alla formazione di acido succinico, che rientra nel ciclo di Krebs (qui si forma poi osso-glutarato che è il precursore del glutammato). Anche dalla GABA-transaminasi si libera un gruppo amminico che si unisce all’osso- glutarato per formato glutammato. Quindi, possiamo dire che la sintesi del GABA e del glutammato, sono estremamente interconnesse. Questa connessione, risulta essere fondamentale per il bilanciamento di input inibitori ed eccitatori che arrivano su ogni neurone. Questo meccanismo è chiamato integrazione sinaptica e serve a garantire il normale funzionamento di ogni neurone. GAD (acido glutammico decarbossilasi) e GABA-T Imparare slide (ricordare che mentre l’acido valproico inibisce GABA-T, allo stesso tempo, stimola GAD, dunque aumenta la sintesi e diminuisce il catabolismo, aumentando il tono GABAergico). Acido valproico e vigabatrin, sono agenti antiepilettici. Sinapsi GABA-ergica Il glutammato, prodotto nei neuroni, viene trasformato dalla GAD in GABA e e quest’ultimo, viene conservato in delle vescicole, per mezzo di un trasportatore vescicolare chiamato VGAT (vescicular-GABAergic-trasporter). Quest’ultimo funziona utilizzando un gradiente protonico, prodotto da un’apposita pompa protonica vescicolare. Sotto stimolo depolarizzante (ingresso di Ca2+), avviene l’esocitosi calcio-dipendente, il conseguente svuotamento della vescicola nello spazio sinaptico e rilascio di GABA, che va a stimolare sia i recettori post-sinaptici che pre-sinaptici (recettori metabotropici, GABA-B) e su recettori ionotropici (GABA-A o GABA-C), associati ad un canale del cloro. Anche per il neurone GABA-ergico, esiste un carrier, responsabile del reuptake, in varie isoforme, denominato GAT-1, GAT-2, GAT-3 oppure BGT-1. Questo meccanismo, per risparmiare quantità di neurotrasmettitore, è associato ad un cotrasporto di sodio o cloro. Questi, è un carrier molto importante poiché, su di esso, agiscono diversi farmaci, come la tiagabina (anch’esso antiepilettico), che blocca questo trasportatore aumentando la disponibilità di GABA. Non esiste un segnale che elimini il GABA a livello sinaptico, spegnendone l’azione, bensì è il carrier stesso che recupera dallo spazio sinaptico il GABA. Meccanismi di ricaptazione del GABA La ricaptazione è ad opera di un trasportatore di membrana del terminale nervoso, di cui ne esistono 4 tipi (GAT-1, GAT-2, GAT-3, BGT-1) e si trovano sia a livello dell’assone, sia a livello della glia. Come abbiamo visto, è un cotrasporto dipendente dal cloro e dal sodio e, sul trasportatore responsabile del reuptake, agiscono alcuni farmaci che, inibendo la ricaptazione, aumentano la concentrazione di GABA (tiagabina e acido nipecotico). Recettori I recettori per il GABA sono: ➢ GABA-A: associati a canali ionitropici, quindi per il cloro, si trovano nel cervello e nel midollo spinale ➢ GABA-B: recettori metabotropici, associati a proteine G di tipo inibitorio, in paticolare: la proteina GI inibisce l’adenilato ciclasi, diminuendo la concentrazione di AMP-ciclico, inibisce, inoltre, i canali del calcio voltaggio-dipendente e stimola i canali del potassio, provocando un’iperpolarizzazione post-sinaptica e un’inibizione del rilascio di neurotrasmettitore a livello presinaptico. ➢ GABA-C: associati a canali ionotropici, si trovano unicamente nella retina Il recettore GABA-B è caratterizzato da una maggiore diffusione rispetto agli altri 2, lo si trova anche a livello periferico (a livello epatico, testicoli, muscolatura liscia ecc..) La differenza sostanziale, tra recettori GABA-A e GABA-C, nonostante siano entrambi associati al trasporto di cloro, deriva dal fatto che GABA-C è insensibile a farmaci che agiscono su GABA-A, quindi rispondono ad endogeni ed esogeni antagonisti diversi. GABA-A E’ un recettore canale, fa parte della prima classe di recettori ionotropici (Cys-loop), simile al recettore nicotinico. E’ costituito da 5 subunità: 2α, 2β e una γ, le quali si assemblano a formare un canale a imbuto. Il canale, presenta 2 siti di legame per il GABA, fra la subunità α e β e il legame col GABA, determina l’apertura del canale e il passaggio di Cl- e quindi, iperpolarizzazione, ovvero un potenziale post-sinaptico inibitorio. Sul recettore GABA-A vi è un sito molto importante, ovvero quello delle benzodiazepine. Questi, si trova fra la subunità α e la subunità γ e vi agiscono numerosi farmaci poiché l’attivazione di questo sito potenzia la conduttanza al cloro, ovvero permette maggior ingresso di cloro in presenza di GABA. Tuttavia, vi sono numerose isoforme della subunità α, ma anche di quella β e γ alle quali possono aggiungersi anche alcune subunità δ ed ε, che partecipano alla formazione del recettore GABA-A. Grazie a queste diverse isoforme, possono formasi diversi recettori GABA-A, che cambiano nella loro funzione, infatti, l’inibizione mediata dal GABA presenta delle differenze. Esiste l’inibizione fasica, caratterizzata da questa iperpolarizzazione netta e una inibizione tonica, prolungata nel tempo, dovuta ad assembramenti di subunità differenti. Possiamo avere, infatti, recettori GABA-A a livello peri-sinaptico, cioè lontani dalla sinapsi che risultano responsabili della inibizione tonica. Questi recettori peri-sinaptici, contengono le subunità α4, 5 o 6, le subunità β2 o 3 e δ. INIBIZIONE FASICA E TONICA L’inibizione tonica, presenta elevata affinità per il GABA, ridotta desensitizzazione, si mantiene nel tempo ed è una corrente 3 volte superiore a quella responsabile dell’inibizione fasica e avviene quando il GABA fuoriesce dalla sinapsi. Quando vi sono grosse quantità di GABA, quindi abbonda nella sinapsi, fuoriesce e va ad attivare questi recettori extrasinaptici responsabili di maggiore inibizione. Nella maggioranza dei casi, quindi, l’attivazione di GABA-A determina iperpolarizzazione, tuttavia esistono delle eccezioni, come nel midollo spinale dove il recettore GABA-A è responsabile di uno stimolo depolarizzante e dunque, in questo caso, il cloro esce dalla cellula, quindi il GABA media una corrente contraria da quella solita. Il GABA-A presenta diversi siti allosterici, fra cui quello per le benzodiazepine, i barbiturici, uno per l’etanolo e gli anestetici in generale e uno per i neurosteroidi. Sul sito di legame ortoserico, invece, si lega il GABA e anche il muscimolo. Questo sito allosterico è bloccato dalla bicucullina, antagonista che causa convulsioni. 2 fra i siti di più importanti, visto il loro impiego clinico, sono i siti per i barbiturici e per le benzodiazepine. Sito per le benzodiazepine Si trova tra la subunità α e γ. Le benzodiazepine sono dei farmaci ad azione ansiolitica, sedativa e ipnotica, riducono l’ansia con azione miorilassante, poiché potenziano l’azione del GABA e solo in presenza dello stesso. Quindi un’azione GABA-dipendente. Su questo stesso sito, agiscono gli antagonisti e modulatori negativi che riducono la corrente al cloro in presenza di GABA. Questi sono le β-carboline, agonisti inversi che riducono gli effetti col GABA, ma hanno un effetto opposto rispetto alle benzodiazepine, in quanto sono ansiogeniche, convulsivanti e sonnolitici. Sul sito, tuttavia, si lega anche il flumazenil che è un antagonista sul sito delle benzodiazepine privo di attività intrinseca in grado di antagonizzare sia le BDZ che le β- carboline. Si utilizza come farmaco in caso di intossicazione da BDZ, le quali possono portare a morte in seguito a depressione respiratoria. Sito per i barbiturici Anche per i barbiturici aumenta la conduttanza al cloro, ma, questa volta, indipendentemente dalla presenza di GABA. Quindi, hanno capacità di aprire il canale, anche in assenza di GABA. I barbiturici hanno attività maggiore, che non dipende dal GABA e quindi possono più facilmente portare a paralisi generalizzata di tutto il sistema cerebrale e alla paralisi del centro del respiro, presente nel bulbo. Sul sito di legame per i barbiturici anche, agiscono degli antagonisti, come la picrotossina e il TBPS (terz-butilbiciclofosforotionato). Questi agenti sono pro-convulsivanti e ansiogenici, mediando azioni opposte ai barbiturici. Sito per i neurosteroidi Si trova sulla subunità α, sempre all’interno del canale per il cloro. I neurosteroidi sono metaboliti di progesterone e androgeni e sono: allopregnenalone, il tetraidrodeossicorticosterone e l’alfaxalone, sono prodotti dai neuroni ed hanno un’azione inibitoria sul GABA-A. Esiste anche un altro sito, attraverso il quale si legano gli anestetici generali, tra cui alotano, enflurano, isoflurano, alfaxalone che potenziano l’attività del GABA determinando anestesia generale. A questo stesso sito si lega anche l’etanolo. Esiste un sinergismo funzionale, ovvero l’attivazione contemporanea del sito per le benzodiazepine, che favorisce il sito di legame del GABA. Questi 2 composti, facilitano l’uno il legame dell’altro, quindi in presenza di GABA è favorito il legame delle benzodiazepine e viceversa. Ma anche in presenza di barbiturici è favorito il legame delle benzodiazepine e viceversa, ma non solo poiché lo stesso discorso possiamo estenderlo tra benzodiazepine e etanolo, motivo per il quale non bisogna assumere alcol durante un trattamento con benzodiazepine, in quanto, l’associazione fra le due, causerebbe un aumento in circolo di benzodiazepine e conseguente depressione generalizzata su tutto il SNC. Un aspetto molto importante, riguarda le 6 subunità α, che mediano effetti molto diversi. La subunità α1 è importante per l’effetto sedativo, ipnotico e amnesico, mentra la subunità α2 è fondamentale per l’attiva ansiolitica, miorilassante e, insieme alla subunità α1 media un effetto anticonvulsivante. Per valutare l’effetto di una subunità, la si fa mutare prima, con una subunità diversa, successivamente si somministrano benzodiazepine e si dovrebbe osservare la scomparsa dell’effetto ricercato. La subunità α3 ha un effetto miorilassante, mentre la subunità α5 nell’effetto amnesico e nella tolleranza, poiché le benzodiazepine determinano tolleranza dopo un periodo di utilizzo prolungato, perciò si tende ad aumentare la dose per ritrovare l’effetto desiderato. GABA-B Il recettore GABA-B è stato scoperto recentemente ,negli anni 80’ , mentre si valutava il ruolo del GABA nell’apparato periferico. Si notò che il neurotrasmettitore era modulato da un recettore che aveva una funzione diversa rispetto al GABA-A e lo nominò GABA-B , scoprendo che si trattava di un recettore metabotropico associato a proteine Gi e che aveva localizzazione pre e post sinaptica sia sui neuroni che sulla glia. A differenza del recettore A aveva localizzazione anche periferica su organi quali : fegato , muscolo liscio , utero , testicoli ; controlla inoltre il rilascio dei neurotrasmettitori al livello presinaptico come il GABA , il glutammato e la noradrenalina . Il GABA-B si organizza a formare un dimero fondamentale per la sua funzione ( come monomero sarebbe inattivo ) difatti una subunità del dimero ( Gaba-b1 ) contiene il sito di legame per il GABA e la subunità Gaba-b2 presenta il sito di legame per la proteina Gi che a sua volta andrà ad inibire l’adenilato ciclasi e quindi l’AMP-ciclico , mentre la subunità beta-gamma della proteina G va a modulare i canali i canali ionici ( attivando quelli al K e inibendo quelli del Ca ) . Per questi motivi è insensibile agli agenti farmacologici che agirebbero sul Gaba-A , dunque non è modulato da benzodiazepine , barbiturici , non è bloccato dalla bicucullina e non è associato ai canali per il Cl ; questi recettori hanno un agonista selettivo chiamato Baclofen che è un farmaco antispastico utilizzato nella sclerosi multipla e nella paralisi cerebrale infantile ed hanno antagonisti competitivi che sono il Faclofen e il Saclofen . GABA-C Il recettore Gaba-C è invece ionotropico associato ad un canale per il Cl ( anionico ) ma costituito da diverse subunità dette Ro. Le tre subunità Ro1 Ro2 Ro3 si possono organizzare a formare un pentamero sia come omomeri ( stessa subunità ) che come eteromeri ( subunità diverse ) . É presente unicamente nella retina e controlla in maniera inibitoria le risposte indotte dalla luce ; il Muscimolo che è l’agonista ortosterico sul recettore Gaba-A diventa agonista parziale sul recettore Gaba-C che è insensibile al Baclofen , alla Bicucullina e ai modulatori allosterici del recttore Gaba-A ( benzodiazepine barbiturici e steroidi ) . Gli antagonisti competitivi sono ancora in sperimentazione e sono il THIP , il P4S oppure il 3-APPA , il 3-APA , il 3-APMAP mentre la Picrotossina agisce come antagonista non competitivo. Sicuramente i farmaci più importanti ad agire su questa neurotrasmissione sono le Benzodiazepine , farmaci molto prescritti ad utilizzo clinico, che agiscono potenziando la neurotrasmissione Gabaergica determinando inibizione sulle principali neurotrasmissioni cerebrali quali Noradrenalina , Dopamina , Acetilcolina , Serotonina e Glicina . La cosa che differenzia le svariate benzodiazepine ( agiscono tutte alla stessa maniera aumentando la conduttanza al cloro sul rcettore Gaba-A ) è la farmacocinetica , in particolare l’emivita che va dalle 2 ore del Triazolam fino alle 250 ore del Fluorazepam . Dunque se si deve utilizzare un farmaco come ipnotico per indurre il sonno ovviamente non si puo’ utilizzare un farmaco che abbia emivita di 250 ore altrimente dormirebbe per giorni…. Queste emivite cosi differenti dipendono dal metabolismo, infatti le benzodiazepine producono metaboliti attivi che come il Desmetildiazepam hanno lunga emivita, ricordiamo anche il Desalchilfluorazepam dotato di lunghissima emivita . Altre benzodiazepine invece vengono direttamente coniugate o alfa-idrossilate interrompendo la loro azione farmacologica ed hanno per questo motivo emivita breve come ad esempio il Lorazepam e l’Oxazepam Da questa tabella ( Rossi ) possiamo notare come il Diazepam produce Nordiazepam ( Desalchildiazepam ) che ha un’emivita di 40/150 ore , dunque molto più lunga l’emivita del metabolita che della molecola madre ,difatti quando da molecola madre attiva viene prodotto metabolita secondario attivo vanno sempre considerate entrambe le emivite per valutare il farmaco in se’ ; il discorso varia per i fermaci che non producono metaboliti e che dunque avranno media/ breve emivita quali Midazolam , Oxazepam e Triazolam . ( Domanda gettonata all’esame : quali sono le indicazioni delle benzodiazepine ? Le benzodiazepine sono ansiolitici , ipnoinducenti ,antiepilettici e miorilassanti dunque sedativi da preanestesia ) . CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLE DIFFERENTI VELOCITÀ DI INDUZIONE E DURATE DELL’EFFETTO IMPARARE LA SLIDE Differenza Barbiturico Benodiazepina Per l’utilizzo ipnoinducente e ansiolitico le Benzodiazepine hanno ormai del tutto sostituito i barbiturici da tempo che ad oggi vedono un loro utilizzo limitato all’anestesia generale e antiepilettici . Il motivo va ricercato in questo grafico e nel loro meccanismo d’azione , infatti le benzodiazepine attivano la conduttanza al Cl del recettore Gaba-A solo in presenza di GABA , questa rappresenta un’azione autolimitante perché nel momento in cui il recettore è inibito la neurotrasmissione è inibita e non viene più rilasciato GABA andando così a formare un plateau ( un’inibizione che ad un certo punto si arresta pur aumentando la dose ) . Il barbiturico puo’ funzionare anche in assenza di GABA non raggiungendo quindi il famoso plateau delle benzodiazepine e continuando ad attivare il canale per il Cl , in questo caso non avremo una curva bensì una retta dosedipendente che arriva all’effetto massimo di depressione del SNC ovvero la paralisi midollare ( coma e morte ) . L’utilità di questa curva sta nella sicurezza che associamo a questi farmaci , infatti considerando un soggetto che soffre di depressione, in seguito ad un tentato suicidio , avendo a disposizione i barbiturici gli avremmo fornito uno strumento molto pericoloso . L’azione sinergica di una benzodiazepina associata ad altri farmaci o composti ad effetto depressivo del SNC eliminano la sicurezza precedentemente spiegata andandosi a comportare come un barbiturico. In caso di non idoneo utilizzo delle benzodiazepine ( associazione ad alcool o altri neurodepressivi ) il paziente si tratta con un antagonista competitivo sul sito delle benzodiazepine ovvero il Flumazenil . Non ha alcun effetto sui barbiturici BARBITURICI Questa classe di farmaci ad oggi è utilizzata solo come antiepilettico e anestetico mentre non più come ipnotico e sedativo , pur mantenendo la loro efficacia . Le molecole in questione sono il Tiopentale , il Pentobarbitale , l’Amobarbitale e il Fenobarbitale . Anche in questo caso notiamo un’emivita differente tra i vari agenti che ne influenza l’utilizzo , quello tutt’ora maggiormente utilizzato è il Fenobarbital che rappresenta un farmaco molto importante per trattare l’epilessia. Esiste tuttavia un altro uso particolare dei barbiturici ,derivante da una problematica associata a quest’ultimi , la cui motivazione è da ricercare nella farmacocinetica : il Fenobarbital è un potente induttore enzimatico difatti aumenta la presenza di CYP450 , aumenta la propria metabolizzazione ad opera della GlucuronilTransferasi ed aumenta la proteina Y legante la bilirubina . Siccome questa proteina Y aiuta a smaltire la bilirubina accumulata il Fenobarbitale si puo’ utilizzare nell’ittero del neonato . Facilmente i babriturici provocano fallimento terapeutico a causa del loro carattere induttivo come nel caso della Digitossina ( farmaco per lo scompenso cardiaco ) , del Warfarin ( farmaco anticoagulante ) , Contraccetivi Orali e la Fenitoina ( farmaco antiepilettico ) . SOVRADOSAGGIO : I barbiturici hanno una tossicità dose dipendente e determinano coma o morte ad alte dosi per paralisi respiratoria e per questo non sono più largamente utilizzati e sostituiti dalle benzodiazepine. DEOSSIBARBITURICI Il Primidone è un farmaco che agisce sulla trasmissione Gabaergica ed è un antiepilettico ; si tratta di un profarmaco essendo convertito in vivo a Fenobarbital . ALTRI FARMACI CHE MODULANO IL SISTEMA GABAERGICO Oltre a benzodiazepine e barbiturici esistono altri farmaci che vanno ad agire su questa trasmissione. Risulta così importante agire su questa neurotrasmissione perché vi sono patologie in cui questa viene meno ad esmpio nell’insonnia ( arousal ) , nell’epilessia o al contrario viene iperstimolata come nel caso del coma ed in queste situazione dobbiamo intervenire per riportare l’organismo nel giusto equilibrio. MECCANISMO D’AZIONE DEI FARMACI ANTIPIELETTICI Nel caso dell’epilessia agiamo infatti potenziando questa neurotrasmissione attraverso determinati farmaci . La maggior parte dei farmaci antiepilettici va a potenziare l’effetto del GABA e sono numerosi con diversi meccanismi d’azione , barbiturici e benzodiazepine agiscono direttamente sul Gaba-A mentre altri agiscono in maniera indiretta ugualmente potenziando la via Gabaergica Un esempio ineressante è l’Acido Valproico , farmaco antiepilettico , utilizzato nella profilassi dell’ emicrania e regolatore dell’umore ; agisce inbendo la degradazione del GABA inibendo l’enzima GabaTransaminasi e stimolando la sintesi di GABA attraverso l’attivazione dell’enzima di sintesi che è l’ Acido GlutammicoDecarbossilasi Abbiamo poi il Gabapentin e la Pregabalina che a dispetto del nome agiscono su un target che non è il GABA ma è la subunità alfa2/delta che va a costituire il canale del Ca voltaggio dipendente . Oltre ad essere farmaci antiepilettici trovano utilizzo come analgesici del dolore neuropatico Poi abbiamo il Vigabatrin , farmaco molto tossico che determina disturbi visivi irreversibili in un terzo dei pazienti trattati , antiepilettico utilizzato in quei pazienti che non rispondono ad altre terapie a causa della sua tossicità frequente ed associato normalmente a visite oftalmologiche . Infine ricordiamo la Tiagabina , altro farmaco antiepilettico che va ad inibire il trasportatore responsabile del reuptake del GABA ovvero il GAT1 aumentando la permanenza del neurotrasmettitore nello spazio sinaptico . I COMPOSTI ZETA : sono chiamati così per il loro nome e sono lo Zopiclone ,lo Zolpidem e lo Zaneplon e sono farmaci utilizzati per l’insonnia ( ipnoinducenti ) non benzodiazepinici , tuttavia occupano lo stesso sito di legame per le BZD e potenziano l’attività del recettore Gaba-A nella subunità alfa1 , dotati di emivita breve e sono ad oggi i farmaci più prescritti per l’insonnia