S. CARCIOFI L. SEMPRINI Percorsi semplificati di Economia aziendale PER LA CLASSE QUINTA TEA92BFI MAPPE CONCETTUALI CONOSCENZE E ABILITÀ DI BASE ESEMPI DI IMMEDIATA COMPRENSIONE I materiali digitali di questa opera e i relativi aggiornamenti sono disponibili sul sito www.rizzolieducation.it ISBN 978-88-233-6880-4 © 2020 Rizzoli Education S.p.A., Milano Tutti i diritti riservati Prima edizione: giugno 2020 Chiuso in redazione: giugno 2020 Ristampe 2020 2021 1 2 3 4 2022 5 6 2023 7 8 Stampa: Cartoedit s.r.l., Città di Castello (PG) Hanno collaborato alla realizzazione dell’opera: Redazione: Francesca Nebuloni Prestampa: Grande forEdit, Monza Progettazione copertina: Zampediverse, Carate Brianza (MB) Realizzazione copertina: Studio Cappellato e Laurent s.r.l., Milano Referenze iconografiche: Getty Images Progetto grafico: Grande forEdit, Monza Coordinamento redazionale: Barbara Preatoni Coordinamento editoriale: Anna Maria Massari I diritti di traduzione e riproduzione, totali o parziali anche ad uso interno e didattico con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni per uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, corso di Porta Romana, n. 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org La realizzazione di un libro presenta aspetti complessi e richiede particolare attenzione nei controlli: per questo è molto difficile evitare completamente errori e imprecisioni. Per segnalazioni o suggerimenti relativi al presente volume scrivere a: supporto@rizzolieducation.it L’editore è presente su Internet all’indirizzo: http://www.rizzolieducation.it L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani o delle illustrazioni riprodotte nel volume. L’editore si scusa per i possibili errori di attribuzione e dichiara la propria disponibilità a regolarizzare. Sia le operazioni descritte negli esempi, nelle esercitazioni svolte e negli esercizi da svolgere, sia quelle risultanti da riproduzioni di titoli di credito e di documenti commerciali e bancari presenti in questo volume sono state immaginate a scopo esclusivamente didattico, anche nei casi in cui vengono nominate persone, famiglie, imprese o banche esistenti, e pertanto non rappresentano situazioni o rapporti reali e non indicano prezzi, tassi, valute e altre condizioni effettivamente applicati. Inoltre, le immagini utilizzate in questo libro non vanno interpretate come una scelta di merito da parte dell’editore, né come invito all’acquisto dei prodotti. Le illustrazioni o riproduzioni sono state riportate a scopo esclusivamente didattico. Infine, i testi tratti da articoli di giornale, libri, riviste sono stati liberamente rielaborati dagli autori a fini didattici. I link ai siti di terze parti sono indicati in questo fascicolo e nei relativi materiali digitali unicamente per scopi didattici o perché consigliati da altri siti istituzionali. Pertanto, per questo fascicolo e per le sue successive ristampe, l’editore non si ritiene responsabile – neppure indirettamente – dei contenuti e delle immagini riprodotte nei siti citati in data successiva a quella di chiusura in redazione della prima edizione. Per questa ragione si consiglia la preventiva visione da parte dell’adulto del contenuto di tali siti prima dell’utilizzo a scopo didattico. I nostri testi sono disponibili in formato accessibile e possono essere richiesti a: Biblioteca per i Ciechi Regina Margherita di Monza (http://www.bibliotecaciechi.it) o Biblioteca digitale dell’Associazione Italiana Dislessia “Giacomo Venuti” (http://www.libroaid.it). Il processo di progettazione, sviluppo, produzione e distribuzione dei testi scolastici dell’Editore è certificato UNI EN ISO 9001. Silvia Carciofi • Lauretta Semprini Percorsi semplificati di Economia aziendale Per la classe quinta Presentazione Il volume 3HUFRUVLVHPSOL¿FDWLGLHFRQRPLDD]LHQGDOH nasce dalla richiesta pressante dei docenti di poter avere a disposizione uno strumento didattico agile e pratico da fornire agli studenti più “deboli”, che sia complementare al libro di testo. Un volume FKHOLVRVWHQJDQHOORVWXGLRLQSUHSDUD]LRQHDOOHYHUL¿FKHVFULWWHHDOOHLQWHUURJD]LRQL consentendo loro di raggiungere gli obiettivi minimi. Per assimilare i nuclei fondamentali della disciplina, questi studenti hanno bisogno di un testo scritto con termini semplici e che evidenzi in maniera chiara i nessi logici tra i vari contenuti. Hanno bisogno di esempi di immediata comprensione che li aiutino nello svolgimento degli esercizi di livello base proposti dal libro di testo. Ecco allora questo OLEURGLULQIRU]R che presenta i contenuti del testo scolastico con un taglio diverso: non articolati in moduli, unità o lezioni, bensì in SHUFRUVLGLGDWWLFL realizzati sulla base dei contenuti essenziali. Ogni percorso didattico è composto da una mappa concettuale, da una serie di de¿QL]LRQLDFFRPSDJQDWHGDXQDEUHYHVSLHJD]LRQHGDWDEHOOHHVFKHPLFKHDLXWDQRD ¿VVDUHQHOODPHPRULDLFRQFHWWLHGDHVHPSLDSSOLFDWLYL,QTXHVWRPRGRORVWXGHQWH YLHQHPHVVRQHOOHFRQGL]LRQLGLVYROJHUHOHYHUL¿FKHVFULWWHHRUDOLFDOLEUDWHVXJOLRELHWWLYLFKHLOFRQVLJOLRGLFODVVHKDGH¿QLWRSHUOXL Il volume sviluppa in 10 Percorsi i temi fondanti del programma di classe quinta. $XWULFLGHOYROXPHVRQROHSURIHVVRUHVVHGL(FRQRPLDD]LHQGDOH6LOYLD&DUFLR¿H/DXretta Semprini, che per scrivere queste pagine hanno messo a frutto sia la loro preparazione accademica che la loro esperienza nelle aule scolastiche. Saranno i docenti a dirci se l’obiettivo, sicuramente non facile, di realizzare un materiale didattico che favorisca l’inclusione è stato raggiunto. Giovanna Ricci INDICE Classe Quinta Percorso 1 Percorso 2 Percorso 3 Percorso 4 Percorso 5 Percorso 6 Percorso 7 Percorso 8 Percorso 9 Percorso 1 0 /DFRQWDELOLWjJHQHUDOH ,OELODQFLRG¶HVHUFL]LRHODUHQGLFRQWD]LRQHVRFLRDPELHQWDOH /¶DQDOLVLGLELODQFLRULFODVVL¿FD]LRQHGHJOLVFKHPLFRQWDELOL /¶DQDOLVLGLELODQFLRSHULQGLFL /¶DQDOLVLGLELODQFLRSHUÀXVVL ,OUHGGLWR¿VFDOHGHOO¶LPSUHVDHOHLPSRVWH /DFRQWDELOLWjJHVWLRQDOH /HVWUDWHJLHODSLDQL¿FD]LRQHHODSURJUDPPD]LRQHD]LHQGDOH ,OEXVLQHVVSODQHLOPDUNHWLQJSODQ ,¿QDQ]LDPHQWLEDQFDULDOOHLPSUHVH percorso La contabilità generale 1 A che cosa serve? Quali operazioni rileva? Determinare il reddito d’esercizio e il patrimonio di funzionamento Operazioni di gestione Operazioni di fine periodo Immobilizzazioni Che cosa riguardano alcune delle operazioni di gestione delle imprese industriali? Subfornitura Smobilizzo dei crediti Contabilità generale Contributi pubblici alle imprese Scritture di completamento Operazioni di assestamento Quali sono le operazioni di fine periodo? Scritture di epilogo Scritture di integrazione Scritture di rettifica Scritture di ammortamento Determinazione del risultato economico d’eserczio Scritture di chiusura 1 1 La contabilità generale 1. La contabilità generale L’impresa deve comunicare agli stakeholder (azionisti, lavoratori, banche, fornitori, FOLHQWLHRSLQLRQHSXEEOLFD OHLQIRUPD]LRQLVXLULVXOWDWLHFRQRPLFR¿QDQ]LDULRWWHQXWL nel periodo amministrativo. Le operazioni svolte dall’impresa durante il periodo amministrativo determinano il reddito d’esercizio e il patrimonio di funzionamento. Queste operazioni vengono rilevate dalla contabilità generaleFKHOHFRQVLGHUDVRWWRJOLDVSHWWL¿QDQ]LDULRHGHFRQRPLco. La contabilità generale utilizza tre diverse categorie di conti: • FRQWL¿QDQ]LDUL, riguardano disponibilità liquide, crediti, debiti, fondi rischi ed oneri e ratei; • conti economici di reddito, riguardano costi e ricavi. I costi e ricavi si suddividono in: – FRVWLHULFDYLG¶HVHUFL]LR, sono elementi che si riferiscono a un solo esercizio; – costi e ricavi pluriennali, sono elementi di competenza di più esercizi; – costi e ricavi sospesi, sono elementi già rilevati, ma di competenza di esercizi futuri; • conti economici di patrimonio netto, riguardano il patrimonio netto e gli elementi che lo compongono (capitale sociale, riserve utile o perdita d’esercizio). Gli strumenti di cui si avvale la contabilità generale sono: • il piano dei conti, che contiene l’elenco dei conti da utilizzare nelle rilevazioni contabili con le relative note illustrative; • il libro giornale, che riporta la rilevazione delle operazioni di gestione in ordine di data (ordine cronologico); • i conti di mastro, che riportano la rilevazione delle operazioni di gestione in base all’oggetto (ordine sistematico). Per facilitare la comprensione della registrazione in P.D., nella seconda colonna del libro giornale non viene riportato il codice del conto ma viene indicata la natura della variazione: VFA YDULD]LRQH¿QDQ]LDULDDWWLYD VFP YDULD]LRQH¿QDQ]LDULDSDVVLYD VEN = variazione economica negativa; VEP = variazione economica positiva. Finanziari Conti Di reddito Economici CONTABILITÀ GENERALE Di patrimonio netto Piano dei conti Strumenti Libro giornale Conti di mastro 2 Classe Quinta Percorso 1 2. Le operazioni di gestione L’impresa compie numerose operazioni durante il periodo amministrativo che coinvolgono diversi soggetti (fornitori, clienti, dipendenti, banche, Pubblica Amministrazione ecc.). Di seguito sono presentate le registrazioni contabili di alcune operazioni effettuate dalle imprese industriali; per la spiegazione delle restanti operazioni si rimanda ai percorsi delle classi terza e quarta. Le immobilizzazioni L’impresa svolge la propria attività attraverso la combinazione di fattori produttivi aventi caratteristiche differenti: alcuni beni sono utilizzati in un unico processo produttivo (materie prime, materie sussidiarie e materie di consumo), altri beni possono essere impiegati per più cicli produttivi (fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature ecc.). I beni strumentali entrano a far parte del patrimonio aziendale come LPPRELOL]]D]LRQL e concorrono alla formazione del risultato economico degli esercizi in cui sono XWLOL]]DWL/HLPPRELOL]]D]LRQLVLFODVVL¿FDQRLQLPPDWHULDOLPDWHULDOLH¿QDQ]LDULH Le iPPRELOL]]D]LRQLLPPDWHULDOLsi suddividono in: • beni immateriali, sono costi sostenuti in un esercizio che danno la loro utilità in più esercizi e possono essere venduti sul mercato (per esempio, software, brevetti e marchi); • oneri pluriennali, sono costi sostenuti in un esercizio che danno la loro utilità in più esercizi e non possono essere venduti sul mercato (per esempio, costi d’impianto e di ampliamento e costi di sviluppo); • avviamento, è dato dalla differenza tra il prezzo pagato per l’acquisto di un’azienda e il suo patrimonio netto contabile. Le LPPRELOL]]D]LRQL ¿QDQ]LDULH ULJXDUGDQR ¿QDQ]LDPHQWL D PHGLROXQJR WHUPLQH concessi a soggetti terzi (dipendenti, imprese ecc.) o investimenti durevoli in quote di altre società (partecipazioni) e in titoli obbligazionari. Le immobilizzazioni immateriali e materiali utilizzate per l’attività operativa dell’impresa sono chiamate LPPRELOL]]D]LRQLWHFQLFKH. Le operazioni relative alle immobilizzazioni tecniche riguardano: • l’DFTXLVL]LRQH, cioè le modalità con le quali l’impresa entra in possesso di un bene strumentale; • l’XWLOL]]R, cioè la rilevazione della quota di ammortamento e di eventuali interventi eseguiti sui beni; • la dismissione, cioè le modalità con le quali l’impresa estromette un bene strumentale dal processo produttivo. ACQUISIZIONE • • • • Acquisto sul mercato Costruzione interna Apporto Leasing UTILIZZO • Manutenzioni e riparazioni • Ammodernamento, trasformazioni, ristrutturazioni DISMISSIONE • Vendita • Permuta • Dismissione involontaria (Furto o incendio) • Dismissione volontaria (Radiazione) 3 1 La contabilità generale L’operazione di acquisizione provoca la rilevazione di un costo pluriennale collegato al bene strumentale acquisito. I beni strumentali possono essere acquisiti tramite: • acquisto sul mercato; • apporto dell’imprenditore o dei soci; • costruzione in economia; • leasing. La costruzione in economia consiste nella realizzazione di un bene strumentale all’interno dell’azienda, utilizzando le conoscenze, le competenze professionali e le risorse in essa presenti. Il valore da attribuire al bene realizzato è dato dalla somma dei costi diretti e indiretti sostenuti per la sua fabbricazione. Questi costi, contabilizzati al momento del loro VRVWHQLPHQWR VRQR VXFFHVVLYDPHQWH UHWWL¿FDWL LQ modo indiretto tramite il conto economico di reddito Costruzioni interne. La costruzione in economia può essere: 1. iniziata e terminata nello stesso esercizio. La rilevazione contabile comporta variazioni solo nell’aspetto economico: – aumento dei costi pluriennali (VEN); – UHWWL¿FDGHLFRVWLG¶HVHUFL]LR 9(3 2. iniziata in un esercizio e terminata nell’esercizio successivo. a. Esercizio in cui è iniziata la costruzione in economia. La rilevazione contabile comporta variazioni solo nell’aspetto economico: – aumento dei costi pluriennali (VEN); il conto da utilizzare è Immobilizzazioni in corso. – 5HWWL¿FDGHLFRVWLG¶HVHUFL]LR 9(3 b. Esercizio in cui è terminata la costruzione in economia. La rilevazione contabile comporta variazioni solo nell’aspetto economico: – aumento dei costi pluriennali (VEN); – diminuzione dei costi pluriennali (VEP). Viene chiuso il conto Immobilizzazioni in corso, aperto l’anno precedente. – 5HWWL¿FDGHLFRVWLG¶HVHUFL]LR 9(3 Esempio 1 Costruzione in economia di un macchinario La Lerisi spa calcola in 7.860 euro i costi complessivi sostenuti per la costruzione di un PDFFKLQDULRFKHQRQULVXOWDWHUPLQDWRDOOD¿QHGHOO¶HVHUFL]LR,QGDWDGHOO¶DQQR successivo l’impresa completa la realizzazione del macchinario sostenendo ulteriori costi per 4.800 euro. Data 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 4 Variazioni VEN VEP VEN VEP VEP Conti e descrizione IMMOBILIZZAZIONI IN CORSO macchinario in costruzione COSTRUZIONI INTERNE macchinario in costruzione IMPIANTI E MACCHINARI costruzione in economia IMMOBILIZZAZIONI IN CORSO costruzione in economia COSTRUZIONI INTERNE costruzione in economia Dare 7.860,00 Avere 7.860,00 12.660,00 7.860,00 4.800,00 Classe Quinta Percorso 1 Il leasing finanziario è un contratto con il quale un’impresa prende in uso un bene strumentale e si impegna a versare dei canoni periodici, con la possibilità di riscattare il bene alla scadenza del contratto. Nel contratto di leasing viene richiesto, al momento della stipulazione del contratto, il versamento di un maxicanone che consiste in un canone di importo superiore a quello dei successivi canoni periodici. Alla stipulazione del contratto, l’impresa rileva nei conti d’ordine l’importo totale dei canoni da corrispondere alla società di leasing, che verrà gradualmente stornato al ricevimento delle fatture relative ai canoni. $OOD¿QHGHOO¶HVHUFL]LRO¶LPSUHVDGHYHULOHYDUHXQrisconto attivo, con il quale rinvia ODTXRWDGHLFDQRQLGLOHDVLQJFKHKDQQRJLjDYXWRODORURPDQLIHVWD]LRQH¿QDQ]LDULD nell’esercizio, ma sono di competenza degli esercizi futuri. /¶RSHUD]LRQHGLOHDVLQJ¿QDQ]LDULRFRPSRUWDOHVHJXHQWLULOHYD]LRQL 1. VWLSXOD]LRQHGHOFRQWUDWWR. Questa operazione comporta la rilevazione nei conti d’ordine: – Impegni per beni in leasing (Dare); – &UHGLWRULFOHDVLQJ $YHUH 2. ricevimento della fattura del maxicanone e delle fatture dei canoni periodici e relativo regolamento. Questa operazione si articola in tre fasi: a. rilevazione della fattura relativa ai canoni di leasing. Questa operazione comporta variazioni: • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – aumento dei debiti verso i fornitori (VFP); – aumento dei crediti per IVA (VFA); • nell’aspetto economico – aumento dei costi d’esercizio (VEN); b. regolamento della fattura. Questa operazione comporta variazioni solo nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR: – diminuzione dei debiti verso i fornitori (VFA); – diminuzione delle disponibilità liquide (VFP); c. storno dei conti d’ordine. – &UHGLWRULFOHDVLQJ 'DUH – Impegni per beni in leasing (Avere); 3. ULOHYD]LRQHGHOULVFRQWR. Questa operazione comporta variazioni nell’aspetto economico: – aumento dei costi sospesi (VEN); – diminuzione dei costi d’esercizio (VEP); 4. ricevimento della fattura relativa al riscatto del bene strumentale. Questa operazione comporta delle variazioni: • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – aumento dei debiti verso i fornitori (VFP); – aumento dei crediti per IVA (VFA); • nell’aspetto economico – aumento dei costi pluriennali (VEN). 5 1 La contabilità generale Esempio 2 Contratto di leasing su impianti e calcolo del risconto ,QGDWDOD3DOPHVLVSDVWLSXODFRQOD)DVWOHDVLQJVSDXQFRQWUDWWRGLOHDVLQJVX impianti alle seguenti condizioni: • PD[LFDQRQHLQL]LDOHHXURGDYHUVDUHDOODVWLSXOD]LRQHGHOFRQWUDWWR • FDQRQLVHPHVWUDOLDQWLFLSDWLGLHXURGDYHUVDUHDSDUWLUHGDO • prezzo di riscatto 3.000 euro. Data Variazioni Conti e descrizione 01/09 IMPEGNI PER BENI IN LEASING stipulato contratto di leasing 01/09 CREDITORI C/LEASING stipulato contratto di leasing 01/09 VEN CANONI DI LEASING fattura n. 52 di Fast leasing spa 01/09 VFA IVA NS/CREDITO fattura n. 52 di Fast leasing spa 01/09 VFP DEBITI V/FORNITORI fattura n. 52 di Fast leasing spa 01/09 VFA DEBITI V/FORNITORI saldata fattura n. 52 01/09 VFP BANCA X C/C saldata fattura n. 52 01/09 CREDITORI C/LEASING storno per maxicanone pagato 01/09 IMPEGNI PER BENI IN LEASING storno per maxicanone pagato 01/11 VEN CANONI DI LEASING fattura n. 74 di Fast leasing spa 01/11 VFA IVA NS/CREDITO fattura n. 74 di Fast leasing spa 01/11 VFP DEBITI V/FORNITORI fattura n. 74 di Fast leasing spa 01/11 VFA DEBITI V/FORNITORI saldata fattura n. 74 01/11 VFP BANCA X C/C saldata fattura n. 74 01/11 CREDITORI C/LEASING storno per canone pagato 01/11 IMPEGNI PER BENI IN LEASING storno per canone pagato 31/12 VEN RISCONTI ATTIVI risconto attivo su leasing 31/12 VEP CANONI DI LEASING risconto attivo su leasing Dare Avere 70.000,00 70.000,00 14.000,00 3.080,00 17.080,00 17.080,00 17.080,00 14.000,00 14.000,00 7.000,00 1.540,00 8.540,00 8.540,00 8.540,00 7.000,00 7.000,00 15.400,00 15.400,00 × 7.000) = 70.000 euro totale contratto 70.000 + 8 × 6 Anni n n+1 n+2 n+3 n+4 = HXURFDQRQHPHGLRPHQVLOH Canoni contabilizzati Canoni di competenza 14.000 + 7.000 = 21.000 1.400 × 4 = 5.600 15.400 + (7.000 × 2) = 29.400 1.400 × 12 = 16.800 12.600 + (7.000 × 2) = 26.600 1.400 × 12 = 16.800 9.800 + (7.000 × 2) = 23.800 1.400 × 12 = 16.800 7.000 + 7.000 = 14.000 1.400 × 10 = 14.000 Risconto 15.400 12.600 9.800 7.000 - ,EHQLVWUXPHQWDOLGHYRQRHVVHUHXWLOL]]DWLQHLSURFHVVLSURGXWWLYLLQPRGRHI¿FDFHHG HI¿FLHQWH/HRSHUD]LRQLFROOHJDWHDOO¶XWLOL]]RGHLEHQLVWUXPHQWDOLVRQR • interventi di manutenzione e riparazione, che mantengono la funzionalità o la ripristinano; 6 Classe Quinta Percorso 1 • interventi di ammodernamento, ampliamento, ULVWUXWWXUD]LRQH H WUDVIRUPD]LRQHdel bene strumentale, che migliorano la funzionalità del bene, i cui costi devono essere patrimonializzati, cioè portati a incremento del costo originario del bene. La dismissione comprende l’insieme delle modalità con le quali l’impresa estromette un bene strumentale dal processo produttivo. La dismissione può avvenire per motivazioni diverse, legate a decisioni strategiche dell’impresa o a eventi fortuiti indipendenti dalla volontà dell’impresa stessa. Le principali modalità di dismissione sono: • la vendita sul mercato; • la permuta, con la quale l’impresa vende un bene strumentale usato e acquista contemporaneamente dallo stesso soggetto un nuovo bene, regolando la differenza; • l’HOLPLQD]LRQH YRORQWDULD (come la radiazione) o involontaria (come il furto o l’incendio). La subfornitura Le imprese cercano di contenere i costi esternalizzando alcune fasi del processo proGXWWLYR4XHVWRSXzDYYHQLUHDI¿GDQGRDGDOWUHLPSUHVHO¶HIIHWWXD]LRQHGLGHWHUPLQDWH lavorazioni tramite la stipulazione di contratti di subfornitura. I contratti di subfornitura sono conclusi tra l’impresa committente e l’impresa subfornitrice. L’impresa committente fornisce materie prime, conoscenze, semilavorati all’impresa subfornitrice, la quale si incarica di eseguire la relativa lavorazione rispettando le istruzioni dell’impresa committente. Fornisce le materie e le conoscenze Committente Rileva i costi d’esercizio CONTRATTO DI SUBFORNITURA Lavorazioni presso terzi Effettua la lavorazione Subfornitore Rileva i ricavi d’esercizio Lavorazioni per c/terzi L’impresa committente, quando riceve la fattura dell’impresa subfornitrice, effettua una rilevazione contabile che comporta le seguenti variazioni: • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – aumento dei debiti verso fornitori (VFP); – aumento dei crediti per IVA (VFA); • nell’aspetto economico – aumento dei costi d’esercizio (VEN). 7 1 La contabilità generale L’impresa subfornitrice, quando riceve le materie prime e i semilavorati del committente, registra l’entrata dei beni nel suo magazzino tramite l’annotazione nei conti d’ordine del VLVWHPDGHLEHQLGLWHU]L. Questi conti sono stornati al completamento GHOODODYRUD]LRQHTXDQGRLSURGRWWL¿QLWLYHQJRQRFRQVHJQDWLDOFRPPLWWHQWH Le rilevazioni contabili sono le seguenti: 1. ricevimento delle materie prime e semilavorati. Questa operazione comporta la rilevazione nei conti d’ordine: – Beni di terzi (Dare); – Depositanti beni (Avere); 2. HPLVVLRQHGHOODIDWWXUDSHUODSUHVWD]LRQHGLVHUYL]LHIIHWWXDWD. Questa operazione comporta le seguenti variazioni: • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – aumento dei crediti verso i clienti (VFA); – aumento dei debiti per IVA (VFP); • nell’aspetto economico – aumento dei ricavi d’esercizio (VEP); 3. VWRUQRDOFRPSOHWDPHQWRGHOODODYRUD]LRQH. Questa operazione comporta la rilevazione nei conti d’ordine: – Depositanti beni (Dare); – Beni di terzi (Avere). Esempio 3 Contratto di subfornitura ,QGDWDOD&LSUHVVLVSDVWLSXODFRQOD&RUDOOLVUOXQFRQWUDWWRGLVXEIRUQLWXUDFRQVHJQDQGRPDWHULHSULPHGDODYRUDUHSHUHXUR,OOD&RUDOOLVUOFRQVHJQDLSURGRWWL¿QLWLHPHWWHQGRODIDWWXUDQSHUODSUHVWD]LRQHHIIHWWXDWDGLHXUR,9$ Libro giornale del committente (Cipressi spa) Data Variazioni Conti e descrizione 12/12 VEN LAVORAZIONI PRESSO TERZI fattura n. 79 di Coralli srl 12/12 VFA IVA NS/CREDITO fattura n. 79 di Coralli srl 12/12 VFP DEBITI V/ FORNITORI fattura n. 79 di Coralli srl Dare 12.300,00 2.706,00 Avere 15.006,00 Libro giornale del subfornitore (Coralli srl) Data Variazioni Conti e descrizione 27/11 BENI DI TERZI materie prime da trasformare 27/11 DEPOSITANTI BENI materie prime da trasformare 12/12 VFA CREDITI V/CLIENTI fattura n. 79 su Cipressi spa 12/12 VEP LAVORAZIONI PER C/TERZI fattura n. 79 su Cipressi spa 12/12 VFP IVA NS/DEBITO fattura n. 79 su Cipressi spa 12/12 DEPOSITANTI BENI rese materie prime trasformate 12/12 BENI DI TERZI rese materie prime trasformate 8 Dare 80.500,00 Avere 80.500,00 15.006,00 12.300,00 2.706,00 80.500,00 80.500,00 Classe Quinta Percorso 1 Lo smobilizzo dei crediti commerciali Nello svolgimento delle operazioni di gestione le imprese hanno la necessità di intrattenere dei rapporti con le banche. Lo strumento indispensabile a tale scopo è il conto FRUUHQWHGLFRUULVSRQGHQ]D. Le operazioni con le banche si suddividono in: 1. RSHUD]LRQLGLULVFRVVLRQHHSDJDPHQWR, la banca si incarica di riscuotere i crediti verso i clienti e di pagare i debiti nei confronti dei fornitori; 2. RSHUD]LRQLGL¿QDQ]LDPHQWR, che si distinguono in: • RSHUD]LRQLGLVPRELOL]]R, la banca concede all’impresa di incassare prima della scadenza i crediti che derivano da vendite ai clienti, mettendo a disposizione in anticipo l’importo sul conto corrente. Rientrano in questa categoria lo sconto di FDPELDOLO¶DQWLFLSRVXIDWWXUHHO¶DQWLFLSRVX5L%DVDOYREXRQ¿QH • RSHUD]LRQL GL SUHVWLWR OD EDQFD FRQFHGH XQ ¿QDQ]LDPHQWR DOO¶LPSUHVD PHWtendo a sua disposizione una somma di denaro. Rientrano in questa categoria le DSHUWXUHGLFUHGLWRLQFFOHVRYYHQ]LRQLHLPXWXL ,¿QDQ]LDPHQWLSUHVXSSRQJRQRODFRQFHVVLRQHGDSDUWHGHOODEDQFDGLXQ¿GR. Il fido è l’importo massimo di denaro che la banca si impegna a mettere a disposizione del cliente. Sconto di cambiali Operazioni di smobilizzo crediti Anticipo su fatture Anticipo su Ri.Ba. s.b.f. FINANZIAMENTI Aperture di credito in c/c Operazioni di prestito Mutui Sovvenzioni L’anticipo su fatture è un’operazione con la quale la banca anticipa all’impresa una SDUWH GLVROLWRO¶ GHLFUHGLWLFRPPHUFLDOLFRQODFODXVRODVDOYREXRQ¿QH Alla scadenza della fattura la banca accredita all’impresa la differenza tra l’ammontare del credito e l’anticipo già corrisposto. Il costo dell’operazione è rappresentato dagli interessi passivi che sono pagati dall’impresa il primo marzo dell’anno successivo a quello di maturazione. 9 1 La contabilità generale Le rilevazioni contabili dell’anticipo su fatture sono le seguenti: 1. accredito dell’anticipo. Questa operazione comporta variazioni nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR: – aumento delle disponibilità liquide (VFA); – aumento dei debiti verso la banca (VFP); 2. LQFDVVRGHOODIDWWXUDDVFDGHQ]D. Questa operazione provoca variazioni nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR: – aumento delle disponibilità liquide (VFA); – diminuzione dei debiti verso la banca (VFA); – diminuzione dei crediti verso i clienti (VFP); 3. ULOHYD]LRQHGHJOLLQWHUHVVLSDVVLYLPDWXUDWL. Questa operazione provoca le seguenti variazioni: • nell’aspetto economico – aumento dei costi d’esercizio (VEN); • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – aumento dei debiti verso la banca (VFP); 4. pagamento degli interessi passivi. Questa operazione provoca variazioni nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR: – diminuzione dei debiti verso la banca (VFA); – diminuzione delle disponibilità liquide (VFP). Esempio 4 Anticipo su fatture ,OOD*LJDQWHVUOSUHVHQWDSUHVVROD%DQFD1D]LRQDOHGHO/DYRURODIDWWXUDQGL HXURSHUODTXDOHRWWLHQHO¶DQWLFLSRGHOO¶GHOO¶LPSRUWRFRQDFFUHGLWRLQJLRUQDWDQHOFF,OODEDQFDFRPXQLFDLOEXRQ¿QHGHOODIDWWXUDO¶HVWLQ]LRQHGHOO¶DQWLFLSRFRQFHVVRHO¶DFFUHGLWDPHQWRGHOODGLIIHUHQ]DQHOFF$OODEDQFDFRQWHJJLD LQWHUHVVLSDVVLYLSHUHXUR/¶GHOO¶DQQRVXFFHVVLYRODEDQFDDGGHELWDJOLLQWHressi passivi sul conto corrente. Data Variazioni Conti e descrizione 03/04 VFA BNL C/C anticipo su fattura n. 88 03/04 VFP BANCHE C/ANTICIPI SU FATTURE anticipo su fattura n. 88 10/05 VFA BANCHE C/ANTICIPI SU FATTURE buon fine fattura n. 88 10/05 VFP CREDITI V/CLIENTI buon fine fattura n. 88 10/05 VFA BNL C/C giro saldo a c/c 10/05 VFP BANCHE C/ANTICIPI SU FATTURE giro saldo a c/c 31/12 VEN INTERESSI PASSIVI BANCARI interessi su anticipi su fatture 31/12 VFP BANCHE C/INTERESSI MATURATI interessi su anticipi su fatture 01/03 VFA BANCHE C/INTERESSI MATURATI addebito interessi in c/c 01/03 VFP BNL C/C addebito interessi in c/c 10 Dare 6.000,00 Avere 6.000,00 7.500,00 7.500,00 1.500,00 1.500,00 86,25 86,25 86,25 86,25 Le Ri.Ba. (ricevute bancarie) sono strumenti di regolamento utilizzati negli scambi commerciali. Le ricevute bancarie possono essere presentate alla banca per l’incasso con due clausole: • al “dopo incasso”, con la quale la banca accredita l’importo delle Ri.Ba. alla scadenza, quando il debitore ha effettuato il pagamento; • “VDOYREXRQ¿QH”. Classe Quinta Percorso 1 L’anticipo Ri.Ba. s.b.f. è un’operazione con la quale l’impresa presenta alla banca GHOOHULFHYXWHEDQFDULHSULPDGHOODORURVFDGHQ]DHODEDQFDDQWLFLSDLQFFLOORUR valore nominale. 4XHVWD RSHUD]LRQH UDSSUHVHQWD XQD IRUPD GL ¿QDQ]LDPHQWR SHU O¶LPSUHVD ,O costo GHOO¶RSHUD]LRQH è rappresentato dai costi d’incasso e dagli interessi passivi che sono pagati dall’impresa il primo marzo dell’anno successivo a quello di maturazione. Le rilevazioni contabili sono le seguenti: 1. SUHVHQWD]LRQHGHOOH5L%DVEI Questa operazione non comporta alcuna rilevazione contabile; 2. DFFUHGLWRLQFFGHOOH5L%D Questa operazione comporta variazioni nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR: – aumento delle disponibilità liquide (VFA); – aumento dei debiti verso la banca (VFP); 3. addebito in c/c dei costi d’incasso. Questa operazione provoca le seguenti variazioni: • nell’aspetto economico – aumento dei costi d’esercizio (VEN); • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – diminuzione delle disponibilità liquide (VFP); 4. ULVFRVVLRQHGHOOD5L%D Questa operazione comporta variazioni nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR: – diminuzione dei debiti verso la banca (VFA); – diminuzione dei crediti verso i clienti (VFP); 5. ULOHYD]LRQHGHJOLLQWHUHVVLSDVVLYLPDWXUDWL. Questa operazione provoca le seguenti variazioni: • nell’aspetto economico – aumento dei costi d’esercizio (VEN); • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – aumento dei debiti verso la banca (VFP); 6. pagamento degli interessi passivi. Questa operazione provoca variazioni nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR: – diminuzione dei debiti verso la banca (VFA); – diminuzione delle disponibilità liquide (VFP). 11 1 Esempio La contabilità generale 5 Anticipi su Ri.Ba. s.b.f. ,OOD2ULJLQDOVSDSUHVHQWDSUHVVR%3(5%DQFD5L%DSHUO¶LQFDVVRVEIGHOYDORUH FRPSOHVVLYR GL HXUR FRQ VFDGHQ]D /D EDQFD FRPXQLFD WUH JLRUQL GRSR O¶DFFUHGLWRLQFFGHOYDORUHQRPLQDOHDGGHELWDQGRFRVWLG¶LQFDVVRGLHXUR Alla scadenza le Ri.Ba. sono regolarmente riscosse. $OOD¿QHGHOO¶DQQRODEDQFDFRQWHJJLDLQWHUHVVLSDVVLYLSHUHXUR/¶GHOO¶DQQR successivo la banca addebita gli interessi passivi sul conto corrente dell’impresa. Data Variazioni Conti e descrizione 05/07 VFA BPER BANCA C/C accredito di Ri.Ba. sbf 05/07 VFP BANCHE C/RI.BA. ALL’INCASSO accredito di Ri.Ba. sbf 05/07 VEN COSTI D’INCASSO costi d’incasso su Ri.Ba 05/07 VFP BPER BANCA C/C costi d’incasso su Ri.Ba 12/08 VFA BANCHE C/RI.BA. ALL’INCASSO Ri.Ba. riscosse 12/08 VFP CREDITI V/CLIENTI Ri.Ba. riscosse 31/12 VEN INTER. PASSIVI BANCARI interessi su Ri.Ba. sbf 31/12 VFP BANCHE C/INT. MATURATI interessi su Ri.Ba. sbf 01/03 VFA BANCHE C/INT. MATURATI addebito interessi in c/c 01/03 VFP BANCA BPER C/C addebito interessi in c/c Dare 11.450,00 Avere 11.450,00 15,00 15,00 11.450,00 11.450,00 210,20 210,20 210,20 210,20 I contributi pubblici alle imprese /R6WDWRROD5HJLRQHSRVVRQRLQWHUYHQLUHDVRVWHJQRGHOOHLPSUHVHFRQLQFHQWLYL¿QDQ]LDUL FRQWULEXWL D IRQGR SHUGXWR SUHVWLWL D WDVVL DJHYRODWL HFF R ¿VFDOL FUHGLWL d’imposta, detrazioni ecc.). *OLLQFHQWLYLGLWLSR¿QDQ]LDULRVLVXGGLYLGRQRLQ • contributi in FRQWRHVHUFL]LR; • contributi in conto impianti. I contributi in conto esercizio sono somme di denaro erogate da Stato o Regioni a sostegno dei ricavi realizzati in un esercizio dall’impresa. Questi contributi sono interamente di competenza dell’esercizio in cui sono ricevuti dall’imSUHVDHYHQJRQRDVVRJJHWWDWLDOPRPHQWRGHOSHUFHSLPHQWRDULWHQXWD¿VFDOH Le rilevazioni contabili sono le seguenti: 1. FRPXQLFD]LRQHGHOO¶RWWHQLPHQWRGHOFRQWULEXWR. Questa operazione comporta le seguenti variazioni: • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – aumento dei crediti verso l’ente pubblico concedente (VFA); • nell’aspetto economico – aumento dei ricavi d’esercizio (VEP); 2. incasso del contributo. Questa operazione comporta variazioni solo nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR: – aumento delle disponibilità liquide (VFA); – aumento dei crediti verso lo Stato per ritenute (VFA); – diminuzione dei crediti verso l’ente pubblico concedente (VFP). 12 I contributi in conto impianti sono somme di denaro erogate da Stato o Regioni per sostenere in parte il costo d’acquisto di un’immobilizzazione tecnica. Questi contributi hanno la natura di ricavi pluriennali, il cui ammontare deve essere ripartito negli anni in cui l’immobilizzazione è utilizzata all’interno dell’azienda. Alla ¿QHGHOO¶HVHUFL]LRTXLQGLqQHFHVVDULRFDOFRODUHXQULVFRQWRSDVVLYRSHUO¶LPSRUWRGHL contributi di competenza dei futuri esercizi. Classe Quinta Percorso 1 Le rilevazioni contabili sono le seguenti: 1. FRPXQLFD]LRQHGHOO¶RWWHQLPHQWRGHOFRQWULEXWR. Questa operazione comporta le seguenti variazioni: • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – aumento dei crediti verso l’ente pubblico concedente (VFA); • nell’aspetto economico – aumento dei ricavi d’esercizio (VEP); 2. incasso del contributo. Questa operazione comporta variazioni solo nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR: – aumento delle disponibilità liquide (VFA); – diminuzione dei crediti verso l’ente pubblico concedente (VFP); 3. ULOHYD]LRQHGHOO¶DPPRUWDPHQWRGHOFHVSLWH. Questa operazione comporta variazioni solo nell’aspetto economico: – aumento dei costi d’esercizio (VEN); – diminuzione dei costi pluriennali (VEP); 4. ULOHYD]LRQHGHOULVFRQWRSDVVLYR. Questa operazione comporta variazioni solo nell’aspetto economico: – aumento dei ricavi sospesi (VEP); – diminuzione dei ricavi d’esercizio (VEN). Di tipo finanziario Contributi in c/esercizio Contributi in c/impianti CONTRIBUTI PUBBLICI ALLE IMPRESE Crediti d’imposta Di tipo fiscale Detrazioni 13 1 La contabilità generale Esempio 6 Contributi in conto impianti /D7DOLQDVSDULFKLHGHXQFRQWULEXWRUHJLRQDOHGHOGHOO¶LQYHVWLPHQWRSHU¿QDQ]LDUH O¶DFTXLVWRGLXQLPSLDQWRIRWRYROWDLFRGHOFRVWRGLHXUR,QGDWDQO¶LPSUHVD riceve la comunicazione dell’accoglimento della domanda. L’impianto è messo in funzione nei primi giorni dell’anno è ha una vita utile di 8 anni. Il contributo è accreditato nel FFGHOO¶LPSUHVDLOQ Data Variazioni Conti e descrizione 10/01 VFA ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI ottenuto contributo in c/imp. 10/01 VEP CONTRIBUTI IN C/IMPIANTI ottenuto contributo in c/imp. 27/05 VFA BANCA X C/C accredito contributo in c/c 27/05 VFP ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI accredito contributo in c/c 31/12 VEN AMMOR.TO IMP. E MACCHIN. rilevazione quota ammort. 31/12 VEP F.DO AMM.TO IMP. E MACCHIN. rilevazione quota ammort. 31/12 VEN CONTRIBUTI IN C/IMPIANTI risconto su contributo 31/12 VEP RISCONTI PASSIVI risconto su contributo Dare 45.000,00 Avere 45.000,00 45.000,00 45.000,00 11.250,00 11.250,00 39.375,00 39.375,00 = HXURLPSRUWRGHOFRQWULEXWR HXURTXRWDDPPRUWDPHQWRLPSLDQWR = 7 8 = HXURULVFRQWRSDVVLYRVXOFRQWULEXWRLQFLPSLDQWL 3. Le operazioni di fine esercizio $OOD¿QHGHOO¶HVHUFL]LRO¶LPSUHVDGHYHGHWHUPLQDUHLOUHGGLWRG¶HVHUFL]LRHLOSDWULPRQLR di funzionamento. Nella Situazione economica, che mette in evidenza il reddito d’esercizio, si inseriscono tutti i conti economici di reddito accesi a costi e ricavi di esercizio. Nella Situazione patrimoniale, che evidenzia il patrimonio di funzionamento, si inVHULVFRQRLFRQWL¿QDQ]LDULLFRQWLHFRQRPLFLGLSDWULPRQLRQHWWRLFRQWLHFRQRPLFLGL reddito accesi a costi e ricavi pluriennali e i conti economici di reddito accesi a costi e ricavi sospesi. Situazione economica SITUAZIONE CONTABILE Costi e ricavi d’esercizio Valori finanziari Situazione patrimoniale Costi e ricavi sospesi Costi e ricavi pluriennali Valori del patrimonio netto 14 Scopo della contabilità generale è determinare il risultato economico dell’esercizio HLOSDWULPRQLRGLIXQ]LRQDPHQWR$WDO¿QHqQHFHVVDULRLQGLYLGXDUHLFRVWLHLULFDYL che si riferiscono all’esercizio e gli elementi che fanno parte del patrimonio aziendale. Durante l’esercizio le operazioni di gestione vengono rilevate secondo la loro maniIHVWD]LRQH¿QDQ]LDULD che, tuttavia, non sempre coincide con la competenza ecoQRPLFDGHLFRVWLHGHLULFDYL$OOD¿QHGHOO¶HVHUFL]LRO¶LPSUHVDGHYHTXLQGLHIIHWWXDUH delle RSHUD]LRQL GL DVVHVWDPHQWR FKH LQWHJUDQR R UHWWL¿FDQR L YDORUL SURYHQLHQWL dalla contabilità, trasformandoli in valori idonei a determinare il risultato economico dell’esercizio e il patrimonio di funzionamento. /HRSHUD]LRQLFKHGHYRQRHVVHUHVYROWHD¿QHSHULRGRVRQROHVHJXHQWL Classe Quinta Percorso 1 • UHGD]LRQHGHOO¶LQYHQWDULRG¶HVHUFL]LR; • scritture di assestamento, scritture che recepiscono i valori individuati dall’inventario e consentono di determinare il risultato economico dell’esercizio e il patrimonio di funzionamento; • scritture di epilogo; • GHWHUPLQD]LRQHGHOULVXOWDWRHFRQRPLFRGHOO¶HVHUFL]LRe del patrimonio netWR¿QDOH; • VFULWWXUHGLFKLXVXUD. Inventario Scritture di epilogo Scritture di assestamento Scritture di chiusura Determinazione del risultato economico e del patrimonio netto finale /HVFULWWXUHGLDVVHVWDPHQWRKDQQRFRPHGDWDGLULIHULPHQWROD¿QHGHOSHULRGRDPPLQLVWUDWLYRFKHSHUODPDJJLRUSDUWHGHOOHLPSUHVHFRLQFLGHFRQLO Le scritture di assestamento si dividono in: • scritture di completamento; • scritture di integrazione; • VFULWWXUHGLUHWWL¿FD • scritture di ammortamento. Le scritture di completamento inseriscono componenti positivi e negativi di reddito interamente di competenza dell’esercizio, ma che hanno la loro maturazione ¿QDQ]LDULDVRORD¿QHHVHUFL]LR Le operazioni di completamento riguardano la rilevazione degli interessi bancari e SRVWDOLPDWXUDWLVXLFFORVWUDOFLRGLFUHGLWLLQHVLJLELOLOHIDWWXUHGDHPHWWHUHHGDULFHYHUHLOWUDWWDPHQWRGL¿QHUDSSRUWRHODOLTXLGD]LRQHGHOOHLPSRVWHG¶HVHUFL]LR Le scritture di integrazione aggiungono ricavi e costi che avranno la loro manifeVWD]LRQH¿QDQ]LDULDQHOO¶HVHUFL]LRIXWXURPDFKHVRQRGLFRPSHWHQ]DGHOO¶HVHUFL]LR in chiusura. Le operazioni di integrazione riguardano la svalutazione dei crediti, i ratei attivi e passivi e gli accantonamenti a fondi rischi e oneri. 15 1 La contabilità generale I ratei attivi e passivi L’impresa compie operazioni che spesso coinvolgono più esercizi. Nel caso di operazioQLDFDYDOORGLGXHHVHUFL]LHODFXLPDQLIHVWD]LRQH¿QDQ]LDULDDYYHUUjQHOVXFFHVVLYR esercizio, l’impresa deve suddividere i costi o i ricavi in due parti: • quota di costo o ricavo di competenza dell’esercizio; questa quota viene misurata dai ratei; • quota di costo o ricavo di competenza del successivo esercizio. I ratei sono quote di entrate o di uscite future che misurano ricavi o costi già matuUDWLPDFKHKDQQRPDQLIHVWD]LRQH¿QDQ]LDULDIXWXUD I ratei attivi aggiungono una quota di ricavo nell’esercizio, mentre i ratei passivi aggiungono una quota di costo. La rilevazione dei ratei in contabilità generale comporta le seguenti variazioni. 1. Nel caso di ratei attivi: • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – aumento dei crediti presunti (ratei attivi) (VFA); • nell’aspetto economico – aumento dei ricavi d’esercizio (VEP); 2. nel caso di ratei passivi: • nell’DVSHWWR¿QDQ]LDULR – aumento dei debiti presunti (ratei passivi) (VFP); • nell’aspetto economico – aumento dei costi d’esercizio (VEN). Redazione di inventario Rateo Quota di costo o ricavo di competenza Manifestazione finanziaria 31/12 Esempio 7 Ratei passivi ,QGDWDOD)UDQFHVFKLVUOKDRWWHQXWRGD8QL&UHGLWXQPXWXRGLHXUR,OSUHVWLWRSUHYHGHLQWHUHVVLTXDGULPHVWUDOLWDVVRGDSDJDUHLQYLDSRVWLFLSDWD Data Variazioni Conti e descrizione 31/12 VEN INTERESSI PASSIVI SU MUTUI interessi sul mutuo 1/10-31/12 31/12 VFP RATEI PASSIVI interessi sul mutuo 1/10-31/12 Dare 525,00 525,00 Rateo passivo 1/10 Rateo passivo = 16 3 mesi 60.000 == 3 31/12 HXUR 1 mese Avere 1/02 Le scritture di rettifica tolgono ricavi e costi che hanno avuto la loro manifestazioQH¿QDQ]LDULDQHOO¶HVHUFL]LRPDFKHVRQRGLFRPSHWHQ]DGHOO¶HVHUFL]LRVXFFHVVLYR /HRSHUD]LRQLGLUHWWL¿FDULJXDUGDQROHULPDQHQ]HGLPDJD]]LQRHLULVFRQWL I risconti attivi e passivi Classe Quinta Percorso 1 L’impresa compie operazioni che spesso coinvolgono più esercizi. Nel caso di operazioQLDFDYDOORGLGXHHVHUFL]LHODFXLPDQLIHVWD]LRQH¿QDQ]LDULDqJLjDYYHQXWDO¶LPSUHVD deve suddividere i costi o i ricavi in due parti: • quota di costo o ricavo di competenza dell’esercizio futuro (risconto); • quota di costo o ricavo di competenza dell’esercizio trascorso. I risconti sono quote di costi o di ricavi che hanno già avuto la loro manifestazione ¿QDQ]LDULDPDFKHQRQVRQRDQFRUDPDWXUDWL I risconti attivi tolgono una quota di costo e quindi rappresentano dei costi sospesi. I risconti passivi tolgono una quota di ricavo e quindi rappresentano dei ricavi sospesi. La rilevazione dei risconti in contabilità generale comporta variazioni solo nell’aspetto economico: • nel caso di risconti attivi – aumento dei costi sospesi (risconti attivi) (VEN); – diminuzione dei costi d’esercizio (VEP); • nel caso di risconti passivi – aumento dei ricavi sospesi (risconti passivi) (VEP); – diminuzione dei ricavi d’esercizio (VEN). Risconto Redazione di inventario Quota di costo o ricavo da rinviare 31/12 Manifestazione finanziaria Esempio 8 Risconti attivi ,QGDWDOD*DOOHWWLVSDKDFRQFOXVRXQFRQWUDWWRGLORFD]LRQHSHULOTXDOHKDYHUVDWR WUDPLWHFFXQFDQRQHDQQXRDQWLFLSDWRGLHXUR$OO¶LPSUHVDULOHYDOHRSHrazioni di assestamento. Data Variazioni Conti e descrizione 31/12 VEN RISCONTI ATTIVI sospesi fitti passivi 1/1-1/06 31/12 VEP FITTI PASSIVI sospesi fitti passivi 1/1-1/06 Dare 562,50 Avere 562,50 Risconto attivo 1/06 31/12 1/06 x Risconto attivo = = HXUR 17 1 La contabilità generale Le scritture di ammortamento attribuiscono all’esercizio una parte del costo pluriennale relativo a un bene strumentale in modo da farlo partecipare alla formazione del risultato economico. La quota di ammortamento, che rappresenta la parte del costo pluriennale attribuita all’esercizio, dipende da tre elementi: • il YDORUHGDDPPRUWL]]DUH, è dato dalla differenza tra il costo di acquisto e il valore residuo del bene strumentale al termine del processo di ammortamento; • la durata dell’ammortamento, dipende dal numero di anni in cui può essere utiliz]DWRLOEHQHVWUXPHQWDOHODYLWDXWLOHGHOEHQHGLSHQGHGDOORJRULR¿VLFR VHQHVFHQza) e dal superamento tecnologico (obsolescenza); • il criterio per ripartire il costo pluriennale tra gli esercizi in cui il bene strumentale è utilizzato. Una volta terminate le scritture di assestamento l’impresa redige la VLWXD]LRQHFRQWDELOH¿QDOH. Successivamente l’impresa effettua una serie di scritture contabili che permettono di: • riepilogare tutti i conti accesi ai costi e ricavi d’esercizio; • determinare il risultato economico d’esercizio; • riepilogare tutti i conti accesi alle attività, alle passività e alle parti del patrimonio netto (capitale sociale, riserve, risultato economico dell’esercizio). Le scritture di epilogo riepilogano tutti i costi e ricavi d’esercizio risultanti dalla 6LWXD]LRQHHFRQRPLFDIDFHQGROLDIÀXLUHLQXQFRQWRGHQRPLQDWR&RQWRGLULVXOWDWR economico. Una volta riepilogati i conti accesi ai costi e ricavi d’esercizio si determina il risultato economico dell’esercizio: • se i ricavi sono maggiori dei costi si ha un XWLOHG¶HVHUFL]LR; • se i ricavi sono minori dei costi si ha una SHUGLWDG¶HVHUFL]LR. ,Q¿QHO¶LPSUHVDGHYHFKLXGHUHLFRQWLULPDQHQWLFKHVRQRFRQWHQXWLQHOOD6LWXD]LRQH patrimoniale. Le scritture di chiusuraULHSLORJDQRWXWWLLFRQWL¿QDQ]LDULLFRQWLHFRQRPLFLGLSDWULmonio netto, i conti economici di reddito accesi a costi e ricavi pluriennali e sospesi, IDFHQGROLDIÀXLUHDOFRQWRWUDQVLWRULR%LODQFLRGLFKLXVXUD I conti aventi eccedenza Dare sono accesi alle attività; i conti aventi eccedenza Avere sono accesi alle passività e alle parti del patrimonio netto. 18 percorso Il bilancio d’esercizio e la rendicontazione socio-ambientale 2 Quali elementi rappresenta? Risultato economico dell’esercizio Patrimonio di funzionamento Bilancio d’esercizio e rendicontazione socio-ambientale Da quali documenti è composto? Parti inscindibili Stato patrimoniale, Conto economico, Rendiconto finanziario, Nota integrativa Documenti accompagnatori Quali sono le norme che regolano il bilancio? Società quotate in mercati regolamentati Tramite quale attività viene controllato il bilancio? Codice civile Società non quotate in mercati regolamentati Princìpi contabili OIC Princìpi contabili internazionali IAS/IFRS Pianificazione dell’attività Revisione legale Verifiche periodiche Verifiche sul bilancio Giudizio sul bilancio Economico Quali sono gli aspetti fondamentali della rendicontazione socio-ambientale? Ambiti della responsabilità Sociale Ambientale Comunicazione non finanziaria Obbligatoria Facoltativa 19 2 Il bilancio d’esercizio e la rendicontazione socio-ambientale 1. Il bilancio d’esercizio Il bilancio d’esercizio q XQ GRFXPHQWR JLXULGLFRFRQWDELOH UHGDWWR DOOD ¿QH GHO SHULRGR DPPLQLVWUDWLYR FKH UDSSUHVHQWD OD VLWXD]LRQH SDWULPRQLDOH H ¿QDQ]LDULD dell’impresa e il risultato economico dell’esercizio. Il bilancio è uno strumento informativo destinato ai soggetti interessati all’andamento dell’impresa. Questi soggetti, chiamati stakeholder, si distinguono in: • stakeholder interni, imprenditore, soci, lavoratori e amministratori; • stakeholder esterni, fornitori, banche, Pubblica Amministrazione e collettività. I destinatari primari GHOELODQFLRVRQRFRORURFKHIRUQLVFRQRULVRUVH¿QDQ]LDULHDOO¶LPSUHVDFLRqJOLLQYHVWLWRULL¿QDQ]LDWRULHJOLDOWULFUHGLWRUL,OELODQFLRGHYHVRGGLVIDUH principalmente le loro esigenze, nel rispetto del principio di neutralità, secondo il quale il bilancio non deve favorire alcun destinatario a svantaggio di altri. Nelle società di capitali il bilancio è un documento obbligatorio: • redatto dagli amministratori; • comunicato al collegio sindacale e al soggetto incaricato della revisione legale dei conti perché possano predisporre le rispettive relazioni; • depositato presso la sede sociale durante i 15 giorni che precedono l’assemblea, perché i soci possano prenderne visione; • approvato dall’assemblea dei soci entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio sociale; • SXEEOLFDWRFRQODWUDVPLVVLRQHWHOHPDWLFDDOO¶XI¿FLRGHO5HJLVWURGHOOHLPSUHVH Redazione da parte degli amministratori Deposito per la visione dei soci Comunicazione al collegio sindacale Pubblicazione nel Registro delle imprese Approvazione da parte dell’assemblea 2. La struttura del bilancio d’esercizio Il bilancio d’esercizio secondo quanto previsto dalle norme del codice civile è l’insieme inscindibile di quattro parti: • Stato patrimoniale, FKHHYLGHQ]LDODVWUXWWXUDGHOSDWULPRQLRHODVLWXD]LRQH¿QDQziaria dell’impresa (art. 2424); • Conto economico, che evidenzia il processo di formazione del risultato economico d’esercizio (art. 2425); • 5HQGLFRQWR¿QDQ]LDULR, che fornisce informazioni per approfondire la conoscenza GHOODVLWXD]LRQH¿QDQ]LDULDGHOO¶LPSUHVD DUWter); • Nota integrativa, che fornisce informazioni aggiuntive a quelle risultanti dai prospetti contabili del bilancio (art. 2427). 20 Il bilancio d’esercizio deve essere corredato da alcuni documenti accompagnatori che, insieme alle parti inscindibili, compongono il sistema informativo di bilancio: • 5HOD]LRQHVXOODJHVWLRQH, redatta dagli amministratori, che illustra l’andamento dell’impresa e le sue prospettive future; • 5HOD]LRQH GHO FROOHJLR VLQGDFDOH, che illustra l’attività svolta relativamente al controllo di legalità e sull’amministrazione; Classe Quinta Percorso 2 • 5HOD]LRQHGHOVRJJHWWRLQFDULFDWRGHOODUHYLVLRQHOHJDOHGHLFRQWL, che attesta l’attendibilità del bilancio. Stato patrimoniale Bilancio d’esercizio Conto economico Rendiconto finanziario Nota integrativa SISTEMA INFORMATIVO DI BILANCIO Relazione sulla gestione Documenti allegati Relazione del collegio sindacale Relazione del soggetto incaricato della revisione legale dei conti Il bilancio d’esercizio deve essere redatto a stati comparati, cioè i prospetti di Stato patrimoniale e di Conto economico devono riportare, per ogni voce, gli importi di due esercizi consecutivi (esercizio in corso ed esercizio precedente). Inoltre, il bilancio deve essere redatto in unità di euro, senza cifre decimali. Le voci dello Stato patrimoniale e del Conto economico devono essere riportate al netto delle YRFLGLUHWWL¿FD; per esempio, le immobilizzazioni immateriali e materiali sono al netto dei fondi ammortamento, i crediti verso clienti sono al netto del fondo svalutazione crediti, i ricavi di vendita e i costi di acquisto delle materie sono al netto di resi, ribassi e abbuoni. 3. Lo Stato patrimoniale Lo Stato patrimonialeUDSSUHVHQWDLOSDWULPRQLRGLIXQ]LRQDPHQWRDOOD¿QHGHOSHULRGRDPPLQLVWUDWLYRHODVLWXD]LRQH¿QDQ]LDULDGHOO¶LPSUHVD Lo schema di Stato patrimoniale prevede la IRUPDDVH]LRQL divise e contrapposte: l’Attivo (sezione di sinistra) e il Passivo (sezione di destra). /HYRFLGHOO¶DWWLYRGHOOR6WDWRSDWULPRQLDOHVRQRFODVVL¿FDWHLQEDVHDOODORURdestina- 21 2 Il bilancio d’esercizio e la rendicontazione socio-ambientale ]LRQHHFRQRPLFD, mentre le voci del passivo secondo la SURYHQLHQ]D delle fonti di ¿QDQ]LDPHQWR La struttura delle sezioni è la seguente: • classi, contrassegnate da lettere maiuscole (A, B, C ecc.); • sotto-classi, contrassegnate da numeri romani (I, II, III ecc.); • voci, contrassegnate da numeri arabi (1, 2, 3 ecc.); • sotto-voci, contrassegnate da lettere minuscole (a, b, c ecc.). Le classi dell’Attivo e del Passivo sono riportate nello schema seguente: Attivo Passivo A) Crediti verso i soci per versamenti ancora dovuti A) Patrimonio netto B) Immobilizzazioni B) Fondi rischi e oneri C) Attivo circolante C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato D) Ratei e risconti D) Debiti E) Ratei e risconti La classe ,PPRELOL]]D]LRQL comprende elementi che sono destinati a essere utilizzati durevolmente (brevetti, software, macchinari, impianti ecc.), mentre l’Attivo circolante comprende elementi destinati a essere utilizzati o venduti entro l’esercizio VXFFHVVLYR PDWHULHSURGRWWL¿QLWLFUHGLWLYHUVRFOLHQWLHFF La classe Patrimonio netto (vedi Stato patrimoniale a pag. 33) FRPSUHQGHL¿nanziamenti a titolo di capitale proprio (capitale sociale, riserve), mentre le altre classi GHO 3DVVLYR FRPSUHQGRQR L ¿QDQ]LDPHQWL D WLWROR GL FDSLWDOH GL GHELWR GHELWL YHUVR IRUQLWRULIRQGLULVFKLHRQHULGHELWLSHU7)5 4. Il Conto economico Il Conto economico evidenzia la formazione del risultato economico dell’esercizio indicando i componenti positivi e negativi di reddito. Il Conto economico è redatto in forma scalare, secondo la FRQ¿JXUD]LRQH a valore HFRVWLGHOODSURGX]LRQH,FRVWLHLULFDYLVRQRFODVVL¿FDWLSHUQDWXUDFLRqYHQJRQR suddivisi in base all’oggetto per il quale sono stati sostenuti o realizzati (costi per servizi, costi per il personale, ammortamenti ecc.). La struttura del Conto economico è la seguente: • raggruppamenti, contrassegnati da lettere maiuscole (A, B, C ecc.); • voci, contrassegnate dai numeri arabi (1, 2, 3 ecc.); • sotto-voci, contrassegnate dalle lettere minuscole (a, b, c ecc.). 22 I raggruppamenti e i risultati economici intermedi sono riportati nello schema seguente: A) Valore della produzione B) Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) Classe Quinta Percorso 2 C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie Risultato prima delle imposte (A – B ± C ± D) Imposte sul reddito dell’esercizio Utile (Perdita) dell’esercizio Questa struttura permette di evidenziare i componenti di reddito suddivisi in aree di gestione: • DUHD GHOOD SURGX]LRQH, comprende costi e ricavi della gestione caratteristica e della gestione accessoria (raggruppamenti A e B); • DUHDGHOODJHVWLRQH¿QDQ]LDULD. Lo schema (vedi Conto economico a pag. 34) prevede anche il calcolo di alcuni risultati economici intermedi relativi alle aree di gestione: • risultato della gestione della produzione; • ULVXOWDWRGHOODJHVWLRQH¿QDQ]LDULD • risultato economico dell’esercizio. 5. Il Rendiconto finanziario e la Nota integrativa Il Rendiconto finanziarioqXQGRFXPHQWRFKHHYLGHQ]LDLÀXVVL¿QDQ]LDULLQWHUYHnuti nella situazione patrimoniale dell’impresa e fornisce informazioni sulla situazioQH¿QDQ]LDULDGHOO¶LPSUHVD ,O5HQGLFRQWR¿QDQ]LDULRqGLVFLSOLQDWRGDOO¶DUWLFRORter. La Nota integrativa è un documento che ha lo scopo di illustrare le scelte compiute dagli amministratori nella redazione dello Stato patrimoniale e del Conto economico e fornire informazioni aggiuntive di carattere numerico e descrittivo. La Nota integrativa ha un contenuto minimo obbligatorio previsto all’articolo 2427 c.c. 7UDOHLQIRUPD]LRQLFKHGHYRQRHVVHUHLQGLFDWHQHOOD1RWDLQWHJUDWLYD¿JXUDQR • i criteri di valutazione applicati; • i movimenti intervenuti nelle immobilizzazioni; • i movimenti intervenuti nelle voci del patrimonio netto; • la composizione dei ratei e risconti; • i componenti economici di natura eccezionale. 23 2 Il bilancio d’esercizio e la rendicontazione socio-ambientale 6. Le diverse tipologie del bilancio d’esercizio Le imprese individuali e le società di persone non devono redigere il bilancio secondo uno schema obbligatorio. Il bilancio può coincidere con la Situazione patrimoniale e la 6LWXD]LRQHHFRQRPLFD¿QDOLUHGDWWHGRSROHVFULWWXUHGLDVVHVWDPHQWR Il bilancio d’esercizio delle società di capitali (srl, spa, sapa) può avere una struttura differente a seconda della dimensione aziendale. Possono redigere il bilancio in forma abbreviata e/o il bilancio delle micro-imprese le società che nel primo esercizio o successivamente per due esercizi consecutivi non abbiano superato due dei seguenti limiti. Bilancio in forma abbreviata (art. 2435 bis del c.c.) Bilancio delle micro-imprese (art. 2435 ter del c.c.) Totale dell’attivo dello Stato patrimoniale 4.400.000 euro 175.000 euro Ricavi delle vendite e delle prestazioni 8.800.000 euro 350.000 euro Dipendenti occupati in media durante l’esercizio 50 unità 5 unità Parametri Il bilancio in forma ordinaria è redatto dalle società che superano i limiti per la redazione del bilancio in forma abbreviata. Stato patrimoniale Bilancio in forma ordinaria Conto economico Nota integrativa Rendiconto finanziario Stato patrimoniale BILANCIO D’ESERCIZIO Bilancio in forma abbreviata Conto economico Nota integrativa Bilancio delle micro-imprese 24 Stato patrimoniale Conto economico 7. Le norme che regolano il bilancio d’esercizio Il codice civile prevede una serie di norme sul bilancio che seguono una struttura gerarchica di tipo piramidale. Classe Quinta Percorso 2 Clausola generale (art. 2423 c.c.) Princìpi di redazione (art. 2423 bis c.c.) Criteri di valutazione (art. 2426 c.c.) La clausola generale prevede che il bilancio: • sia redatto con chiarezza; • rappresenti in modo veritiero e corretto OD VLWXD]LRQH SDWULPRQLDOH ¿QDQ]LDULD dell’impresa e il risultato economico dell’esercizio; • fornisca esclusivamente le informazioni rilevanti. La “chiarezza´VLJQL¿FDFKHVLDQRULVSHWWDWLJOLVFKHPLSUHYLVWLGDOODOHJJHHFKHLOELlancio sia comprensibile dai soggetti con una conoscenza media delle materie contabili. La rappresentazione “veritiera e corretta” si raggiunge quando il redattore del bilancio: • opera con “veridicità”, se i valori da inserire sono oggettivamente determinabili. Per esempio, quando calcola il quantitativo di beni rimasti in magazzino o il denaro presente in cassa; • opera con “correttezza”, se i valori da inserire richiedono stime che per loro natura sono soggettive. In questo caso il redattore del bilancio deve utilizzare i criteri di valutazione e rilevazione più adeguati secondo i corretti princìpi contabili. Questi criteri devono essere mantenuti costanti nel tempo. Un esempio è rappresentato dalla stima della quota di ammortamento di un bene strumentale. Il principio della rilevanza permette di non rispettare alcuni criteri o regole stabiliti per legge se la loro osservanza abbia effetti irrilevanti sulla rappresentazione veritiera e corretta. I princìpi di redazione del bilancio sono i seguenti: • prudenza, è necessario inserire in bilancio tutti i costi anche se solo presunti, mentre i ricavi devono essere inseriti solo se effettivamente realizzati nell’esercizio; • continuità aziendale, gli elementi devono essere valutati tenendo conto del fatto che l’impresa continuerà a operare nel tempo; • rappresentazione sostanziale, è necessario rilevare le operazioni aziendali tenendo conto della sostanza economica dell’operazione, oltre che della forma giuridica dei contratti; • competenza economica, è necessario tener conto dei ricavi e dei costi di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla relativa data di incasso o di pagamenWR PDQLIHVWD]LRQH¿QDQ]LDULD 25 2 Il bilancio d’esercizio e la rendicontazione socio-ambientale • valutazione analitica degli elementi eterogenei, è necessario valutare separatamente gli elementi eterogenei presenti nelle voci di bilancio per evitare sopravalutazioni o sottovalutazioni. Per esempio, nella valutazione dei prodotti in magazzino è necessario separare gli elementi diversi e valutarli individualmente; • costanza nell’applicazione dei criteri di valutazione, è necessario che i criteri GLYDOXWD]LRQHQRQVLDQRPRGL¿FDWLGDXQHVHUFL]LRDOO¶DOWURSHUIDFLOLWDUHODFRPSDUDELOLWjGHLELODQFL,FULWHULSRVVRQRHVVHUHPRGL¿FDWLVRORSHUPRWLYLHFFH]LRQDOLFKH vanno illustrati nella Nota integrativa. Prudenza Continuità aziendale PRINCÌPI DI REDAZIONE DEL BILANCIO Rappresentazione sostanziale Competenza economica Valutazione analitica degli elementi eterogenei Costanza nell’applicazione dei criteri di valutazione I criteri di valutazione sono regole che riguardano la valutazione delle singole voci di bilancio. Il bilancio d’esercizio è redatto nella prospettiva che l’impresa continui a svolgere la propria attività. Il criterio di riferimento nelle valutazioni di bilancio di un’impresa in funzionamento è il costo storico perché è semplice da applicare e oggettivo. Il costo è l’insieme degli oneri sostenuti dall’impresa per acquistare o produrre il bene. Il codice civile indica altri criteri di valutazione che costituiscono delle deroghe al criterio del costo: • il costo ammortizzato; • il metodo del patrimonio netto; • la valutazione al corrispettivo; • il fair value. 26 ELEMENTO DA VALUTARE CRITERIO DI VALUTAZIONE APPLICAZIONE DEL CRITERIO Immobilizzazioni immateriali e materiali Costo storico Le immobilizzazioni si valutano al costo storico diminuito dell’ammortamento e di eventuali perdite durevoli di valore (svalutazioni). Immobilizzazioni finanziarie (Partecipazioni) • Costo storico • Metodo del patrimonio netto Le partecipazioni in imprese controllate o collegate possono essere valutate al costo di acquisto o con il metodo del patrimonio netto. Con questo metodo si valuta la partecipazione alla frazione del patrimonio netto della società partecipata in proporzione alla quota di capitale posseduta dalla società partecipante. Rimanenze di magazzino Costo storico I prodotti finiti, i prodotti in corso di lavorazione e i semilavorati si valutano al minore tra: • il costo di produzione; • il valore desumibile dall’andamento del mercato. Le materie prime, sussidiarie, di consumo e le merci, si valutano al minore tra: • il costo di acquisto; • il valore desumibile dall’andamento del mercato. Crediti a breve termine Valore di presumibile realizzo I crediti vengono valutati al valore di presumibile realizzo, cioè al valore nominale diminuito di eventuali perdite per inesigibilità temute o accertate. Debiti a breve termine Valore di estinzione Il valore di estinzione normalmente coincide con il valore nominale dei debiti. Crediti e debiti a medio/lungo termine, titoli iscritti nelle immobilizzazioni finanziarie Costo ammortizzato Il costo ammortizzato tiene conto dei costi di transazione sostenuti nel calcolo del tasso di interesse effettivo. Questo criterio può non essere applicato se i suoi effetti sono irrilevanti. Lavori in corso su ordinazione (commesse) • Costo storico • Corrispettivi I lavori in corso di ordinazione possono essere valutati: • al costo di produzione; • sulla base dei corrispettivi (ricavi) contrattuali maturati con ragionevole certezza. Strumenti derivati Fair value Il fair value può essere approssimato con il valore corrente o di mercato. Classe Quinta Percorso 2 27 2 Esempio Il bilancio d’esercizio e la rendicontazione socio-ambientale 1 Valutazione al costo delle immobilizzazioni e principio di continuazione dell’attività aziendale La Sineri spa valuta gli impianti presenti nel patrimonio aziendale al costo di acquisto al netto dell’ammortamento calcolato negli esercizi in cui ha utilizzato gli impianti. L’impresa utilizza questo criterio perché è in una prospettiva di funzionamento, sapendo che continuerà a svolgere la sua attività anche nell’esercizio successivo. Nel caso mancasse questa prospettiva di continuità, l’impresa dovrebbe valutare gli impianti al valore di realizzo, cioè al valore che potrebbe ricavare dalla loro vendita sul mercato. Esempio 2 Valutazione dei crediti commerciali di breve periodo al presumibile valore di realizzazione e principio della prudenza La Torsani srl decide di iscrivere i crediti commerciali al loro valore di presumibile realizzo. Per fare ciò l’impresa svaluta prudenzialmente i crediti di una certa percentuale che ritiene ragionevole sulla base della sua esperienza passata. In questo modo la Torsani srl rispetta il principio di prudenza perché iscrive nel Conto economico dei costi che potrà sostenere in futuro, anche se a oggi sono solo temuti. Esempio 3 Valutazione al costo delle rimanenze e principio della prudenza La Minessi spa decide di iscrivere le rimanenze di materie prime al costo di acquisto, che risulta inferiore rispetto al valore desumibile dall’andamento del mercato. Se la Minessi spa avesse valorizzato le rimanenze al valore di mercato avrebbe iscritto in bilancio dei ricavi non realizzati, non rispettando il principio della prudenza. La clausola generale, i princìpi di redazione e i criteri di valutazione del bilancio per essere applicati dal redattore del bilancio devono essere integrati e interpretati dai princìpi contabili nazionali emanati dall’OIC (Organismo Italiano di Contabilità). I princìpi contabiliVRQRUHJROHWHFQLFRUDJLRQLHULVWLFKHFKHGH¿QLVFRQROHPRGDOLWj di contabilizzazione delle operazioni di gestione e i criteri di valutazione e di esposizione dei valori in bilancio. Questi princìpi si suddividono in: • princìpi contabili generali (postulati). Sono regole di carattere generale che valgono per tutti gli elementi del bilancio; • princìpi contabili applicati 5LJXDUGDQR OH VLQJROH YRFL GL ELODQFLR ULPDQHQ]H immobilizzazioni, crediti ecc.). 28 8. Il bilancio d’esercizio delle società quotate in mercati regolamentati /HVRFLHWjFKHRSHUDQRLQDPELWRLQWHUQD]LRQDOHKDQQRELVRJQRGLUDFFRJOLHUH¿QDQziamenti da soggetti diversi collocati anche fuori dal territorio nazionale. I bilanci di queste società devono poter essere confrontabili con quelli di società di altri Paesi. Questa esigenza di armonizzazione contabile ha portato l’Unione europea a obbligare le società quotate in mercati regolamentati alla redazione del bilancio secondo i princìpi contabili internazionali. Classe Quinta Percorso 2 I princìpi contabili internazionali IAS (International Accounting Standards)/IFRS (International Financial Reporting Standards) sono emanati dall’IASB (International Accounting Standards Board) e consistono in regole contabili accettate a livello interQD]LRQDOHSHUODUHGD]LRQHGHOELODQFLR,OELODQFLR,$6,)56VLGLIIHUHQ]LDGDTXHOORUHGDWWRVHFRQGROHQRUPHFLYLOLVWLFKHHLSULQFuSLFRQWDELOLQD]LRQDOLSHUOH¿QDOLWjLFULWHUL di valutazione e la struttura degli schemi contabili. BILANCIO D’ESERCIZIO Società non quotate Codice civile + Princìpi contabili nazionali (OIC) Società quotate Princìpi contabili internazionali (IAS/IFRS) /D SULQFLSDOH ¿QDOLWj GHO ELODQFLR UHGDWWR VHFRQGR L SULQFuSL FRQWDELOL LQWHUQD]LRQDOL q quella di offrire informazioni utili ai possibili investitori sulla redditività futura dell’imSUHVD H VXO JUDGR GL ULVFKLR GHOO¶LQYHVWLPHQWR 4XHVWD ¿QDOLWj VL ULÀHWWH VXO FULWHULR GL valutazione di riferimento che è il valore corrente o di mercato, denominato fair value. ,OELODQFLR,$6,)56qFRPSRVWRGDOOHVHJXHQWLSDUWL • 3URVSHWWRGHOODVLWXD]LRQHSDWULPRQLDOH¿QDQ]LDULD • Prospetto di conto economico complessivo; • Prospetto delle variazioni di patrimonio netto; • 5HQGLFRQWR¿QDQ]LDULR • Note. 9. La revisione legale dei conti Il bilancio d’esercizio delle società di capitali deve essere sottoposto alla revisione legale. La revisione legaleqXQLQVLHPHGLDWWLYLWjFRQOHTXDOLVLYHUL¿FDO¶DWWHQGLELOLWjGHO bilancio nel rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, ¿QDQ]LDULDHLOULVXOWDWRHFRQRPLFRGHOO¶HVHUFL]LR La revisione legale deve essere svolta da un soggetto abilitato che può essere: • un revisore legale; • una società di revisione. 29 2 Il bilancio d’esercizio e la rendicontazione socio-ambientale La revisione legale è disciplinata dalle norme di legge, che sono interpretate dai princìpi contabili di revisione ISA (International Standard on Auditing – Italia). Le fasi in cui si svolge l’attività di revisione sono le seguenti: PIANIFICAZIONE ATTIVITÀ DI CONTROLLO VERIFICHE NEL CORSO DELL’ESERCIZIO VERIFICHE SUL BILANCIO ESPRESSIONE DI UN GIUDIZIO SUL BILANCIO Nella fase di SLDQL¿FD]LRQH il revisore individua l’ambiente da sottoporre ai controlli e le indagini svolte risultano da carte di lavoro. Queste carte, compilate dai revisori, testimoniano il lavoro compiuto. Le YHUL¿FKHVYROWHQHOFRUVRGHOO¶HVHUFL]LR consistono in controlli sull’adeguatezza della contabilità nel rappresentare le operazioni aziendali. I revisori controllano che l’impresa abbia tenuto i libri contabili e che le registrazioni eseguite corrispondano DOOHRSHUD]LRQLUHDOPHQWHHIIHWWXDWH4XHVWHYHUL¿FKHYHQJRQRHVHJXLWHDFDPSLRQH su alcune operazioni scelte. Le YHUL¿FKHVXOELODQFLRULJXDUGDQRODFRUUHWWDDJJUHJD]LRQHHFODVVL¿FD]LRQHGHOOHYRFL in bilancio, con riferimento, per esempio, al patrimonio netto e alle immobilizzazioni. Il revisore confronta queste aggregazioni con quanto risulta dalla contabilità aziendale. ,OUHYLVRUHOHJDOHDOOD¿QHGHOOHYHUL¿FKHGHYHHVSULPHUHXQJLXGL]LRVXOELODQFLR che può essere di due tipi: • VHQ]DPRGL¿FD, il bilancio risulta conforme alle norme che lo disciplinano; • FRQPRGL¿FD, il bilancio presenta delle inesattezze. In questo caso possono presentarsi tre situazioni differenti: – JLXGL]LRFRQULOLHYL, il bilancio contiene alcune deviazioni dalle norme e dai princìpi contabili, ma queste non rendono il bilancio inattendibile nel suo complesso; – JLXGL]LRQHJDWLYR, il bilancio contiene alcune deviazioni dalle norme e dai princìpi contabili che lo rendono inattendibile nel suo complesso; – GLFKLDUD]LRQHGLLPSRVVLELOLWjGLHVSULPHUHXQJLXGL]LR, il revisore non è riuscito ad acquisire gli elementi necessari per effettuare in modo adeguato la sua attività di revisione e quindi non è in grado di esprimere un giudizio. Senza modifiche GIUDIZIO SUL BILANCIO Giudizio con rilievi Con modifiche Giudizio negativo Impossibilità di esprimere un giudizio 10. La rendicontazione socio-ambientale L’impresa responsabile è un’impresa che è capace di collegare l’esigenza di otteneUHXQSUR¿WWRFRQJOLDVSHWWLVRFLDOLHDPELHQWDOLLQXQ¶RWWLFDGLVYLOXSSRVRVWHQLELOH Le ragioni per cui le imprese decidono di essere socialmente responsabili riguardano: 30 • un aspetto interno, l’impresa per tenere conto degli aspetti sociali e ambientali è spinWDDGLYHQWDUHSLHI¿FLHQWHFHUFDQGRGLULVSDUPLDUHVXLFRVWLGLIDEEULFD]LRQH,QROWUH JUD]LHDVSHFL¿FKHQRUPHGLOHJJHSXzDYHUHXQDFFHVVRDJHYRODWRDL¿QDQ]LDPHQWL • un aspetto esterno, l’impresa tramite la condivisione del valore creato con gli stakeholder (stakeholder engagement) coinvolge tutti i soggetti nelle sue azioni. Questo le permette di conquistare il consenso dei potenziali clienti che sono più incentivati ad acquistare prodotti di aziende sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale. Classe Quinta Percorso 2 Gli ambiti della responsabilità sociale d’impresa (Corporate Social Responsibility) sono tre, conosciuti con il nome di triple bottom line: 1. ambito economico, l’impresa ha il compito istituzionale di generare valore economico duraturo e stabile nel tempo; 2. ambito sociale, l’impresa deve distribuire la ricchezza creata in modo adeguato tra la collettività, tutelare i lavoratori predisponendo luoghi di lavoro sicuri e confortevoli in un’ottica di lungo periodo; 3. ambito ambientale, l’impresa deve svolgere la sua attività produttiva cercando di preservare l’ambiente circostante, evitare di danneggiare le risorse naturali per renderne sostenibile l’utilizzo nel lungo periodo. AMBITI DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA Economico Generare valore economico Sociale Distribuire adeguatamente la ricchezza Ambientale Preservare l’ambiente La UHQGLFRQWD]LRQH in ambito sociale e ambientale permette all’impresa di comunicare le scelte perseguite nei diversi ambiti e può essere inserita nel sito web dell’impresa, oppure predisponendo un apposito rendiconto. Questo rendiconto può assumere varie forme: bilancio sociale, bilancio ambientale, bilancio di sostenibilità, bilancio integrato. Il bilancio integratoqXQGRFXPHQWRFKHFRQWLHQHOHLQIRUPD]LRQLHFRQRPLFR¿QDQziarie (comprese nel bilancio d’esercizio), le informazioni sulle scelte socio-ambientali compiute dall’impresa e le informazioni sulla condotta morale degli amministratori. Sito web dell’impresa RENDICONTAZIONE SOCIO-AMBIENTALE Bilancio sociale Bilancio ambientale Bilancio di sostenibilità Rendiconto Bilancio integrato 31 2 Il bilancio d’esercizio e la rendicontazione socio-ambientale /DUHQGLFRQWD]LRQHVRFLRDPELHQWDOHqXQDFRPXQLFD]LRQHQRQ¿QDQ]LDULD /DFRPXQLFD]LRQHQRQ¿QDQ]LDULDqREEOLJDWRULDSHUJOLHQWLGLLQWHUHVVHSXEEOLFRHL gruppi di grandi dimensioni (d.lgs. n. 254/2016). Questi soggetti devono redigere annualmente una GLFKLDUD]LRQHGLFDUDWWHUHQRQ¿QDQ]LDULR. In questa dichiarazione devono essere riportate le seguenti informazioni: • il modello aziendale di gestione e di organizzazione delle attività dell’impresa; • OH SROLWLFKH SUDWLFDWH GDOO¶LPSUHVD L ULVXOWDWL RWWHQXWL H JOL LQGLFDWRUL QRQ ¿QDQ]LDUL utilizzati; • i principali rischi generati o subìti dall’impresa e le relative modalità di gestione. I soggetti non obbligati alla rendicontazione socio-ambientale possono comunque decidere di comunicare agli stakeholder le scelte compiute in ambito sociale e ambientale. La comunicazione può essere effettuata tramite bilanci socio-ambientali o tramite OD GLFKLDUD]LRQH QRQ ¿QDQ]LDULD VHPSOL¿FDWD 4XHVWD IRUPD GL FRPXQLFD]LRQH YLHQH utilizzata anche come strumento interno per la programmazione e il controllo di gestione. /DSUHVHQWD]LRQHGHOOHLQIRUPD]LRQLQRQ¿QDQ]LDULHDYYLHQHLQforma libera; l’impresa può calcolare gli indicatori che ritiene opportuni per motivare le scelte compiute. Nella predisposizione di questa rendicontazione l’impresa può utilizzare i princìpi di UHGD]LRQHHJOLVWDQGDUGGLUHQGLFRQWD]LRQH emanati da organi nazionali come il GBS (Gruppo di studio per il Bilancio Sociale) o internazionali, come l’ISEA (Institute of Social and Ethical Accountability) o il GRI (Global Reporting Iniziative). COMUNICAZIONE NON FINANZIARIA Obbligatoria Facoltativa Enti di interesse pubblico e grandi imprese Altre imprese Dichiarazione non finanziaria 32 Forma libera Dichiarazione non finanziaria semplificata Bilanci socioambientali SCHEMA DI STATO PATRIMONIALE (ART. 2424 C.C.) Attivo A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, con separata indicazione della parte già richiamata B) Immobilizzazioni, con separata indicazione di quelle concesse in locazione finanziaria: I - Immobilizzazioni immateriali: 1) costi di impianto e di ampliamento; 2) costi di sviluppo; 3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno; 4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili; 5) avviamento; 6) immobilizzazioni in corso e acconti; 7) altre. Totale ..................................................................................................... II - Immobilizzazioni materiali: 1) terreni e fabbricati; 2) impianti e macchinario; 3) attrezzature industriali e commerciali; 4) altri beni; 5) immobilizzazioni in corso e acconti. Totale ..................................................................................................... III - Immobilizzazioni finanziarie, con separata indicazione, per ciascuna voce dei crediti, degli importi esigibili entro l’esercizio successivo: 1) partecipazioni in: a) imprese controllate; b) imprese collegate; c) imprese controllanti; d) imprese sottoposte al controllo delle controllanti; d bis) altre imprese; 2) crediti: a) verso imprese controllate; b) verso imprese collegate; c) verso controllanti; d) verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti d bis) verso altri; 3) altri titoli; 4) strumenti finanziari derivati attivi. Totale ..................................................................................................... Totale immobilizzazioni (B) ...................................................................... C) Attivo circolante: I - Rimanenze: 1) materie prime, sussidiarie e di consumo; 2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati; 3) lavori in corso su ordinazione; 4) prodotti finiti e merci; 5) acconti. Totale ..................................................................................................... II - Crediti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo: 1) verso clienti; 2) verso imprese controllate; 3) verso imprese collegate; 4) verso controllanti; 5) verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti; 5 bis) crediti tributari; 5 ter) imposte anticipate; 5 quater) verso altri. Totale ..................................................................................................... III - Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni: 1) partecipazioni in imprese controllate; 2) partecipazioni in imprese collegate; 3) partecipazioni in imprese controllanti; 3 bis) partecipazioni in imprese sottoposte al controllo delle controllanti; 4) altre partecipazioni; 5) strumenti finanziari derivati attivi; 6) altri titoli. Totale ..................................................................................................... IV - Disponibilità liquide: 1) depositi bancari e postali; 2) assegni; 3) denaro e valori in cassa. Totale ..................................................................................................... Totale attivo circolante (C) ...................................................................... D) Ratei e risconti Passivo A) Patrimonio netto: I - Capitale II - Riserva da soprapprezzo delle azioni III - Riserve di rivalutazione IV - Riserva legale V - Riserve statutarie VI - Altre riserve, distintamente indicate VII - Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi VIII - Utili (perdite) portati a nuovo IX - Utile (perdita) d’esercizio X - Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio Totale .................................................................................................. B) Fondi per rischi e oneri: 1) per trattamento di quiescenza e obblighi simili; 2) per imposte, anche differite; 3) strumenti finanziari derivati passivi; 4) altri. Totale ................................................................................................. C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato D) Debiti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo: 1) obbligazioni; 2) obbligazioni convertibili; 3) debiti verso soci per finanziamenti; 4) debiti verso banche; 5) debiti verso altri finanziatori; 6) acconti; 7) debiti verso fornitori; 8) debiti rappresentati da titoli di credito; 9) debiti verso imprese controllate; 10) debiti verso imprese collegate; 11) debiti verso controllanti; 11 bis) debiti verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti; 12) debiti tributari; 13) debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale; 14) altri debiti. Totale .................................................................................................... E) Ratei e risconti Classe Quinta Percorso 2 33 2 Il bilancio d’esercizio e la rendicontazione socio-ambientale SCHEMA DI CONTO ECONOMICO (ART. 2425 C.C.) A) Valore della produzione: 1) ricavi delle vendite e delle prestazioni; 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti; 3) variazioni di lavori in corso su ordinazione; 4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni; 5) altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio. Totale .......................................................................................................................................................................................................................... B) Costi della produzione: 6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci; 7) per servizi; 8) per godimento di beni di terzi; 9) per il personale: a) salari e stipendi; b) oneri sociali; c) trattamento di fine rapporto; d) trattamento di quiescenza e simili; e) altri costi; 10) ammortamenti e svalutazioni: a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali; b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali; c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni; d) svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide; 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci; 12) accantonamenti per rischi; 13) altri accantonamenti; 14) oneri diversi di gestione. Totale ........................................................................................................................................................................................................................ Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) ........................................................................................................................................................ C) Proventi e oneri finanziari: 15) proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi a imprese controllate e collegate e di quelli relativi a controllanti e a imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 16) altri proventi finanziari: a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime; b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni; c) da titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) proventi diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate, di quelli da controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 17) interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 17 bis) utili e perdite su cambi. Totale (15 + 16 – 17 +/– 17 bis) ....................................................................................................................................................................................... D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie: 18) rivalutazioni: a) di partecipazioni; b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) di strumenti finanziari derivati; 19) svalutazioni: a) di partecipazioni; b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) di titoli iscritti all’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) di strumenti finanziari derivati. Totale delle rettifiche (18 – 19) .......................................................................................................................................................................................... Risultato prima delle imposte (A – B +/– C +/– D) ..................................................................................................................................................................... 20) imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate 21) utile (perdita) dell’esercizio 34 percorso 3 Come può essere interpretato il bilancio d’esercizio? L’analisi di bilancio: riclassificazione degli schemi contabili Letterale Interpretazioni rivolte al “passato” Revisionale Interpretazioni rivolte al “futuro” Prospettica Analisi di bilancio: riclassificazione dello Stato patrimoniale e del Conto economico Da quali fasi è composta l’analisi di bilancio? Riclassificazione degli schemi contabili Indici Analisi attraverso l’utilizzo degli strumenti adeguati Flussi Interpretazione dei risultati ottenuti Come si riclassifica lo Stato patrimoniale? Impieghi Criterio di liquidità Fonti di finanziamento Criterio di esigibilità Criterio finanziario A valore aggiunto Costi classificati per natura A ricavi e costo del venduto Costi classificati per destinazione produttiva Come si riclassifica il Conto economico? 35 3 L’analisi di bilancio: riclassificazione degli schemi contabili 1. L'interpretazione del bilancio Il bilancio d’esercizio è un documento che rappresenta il patrimonio dell’impresa e il risultato economico riferito a un periodo amministrativo. Le informazioni contenute nel bilancio devono essere rielaborate e interpretate per esprimere una valutazione sulla: • situazione economica, cioè la capacità dell’impresa di ottenere un’adeguata redditività; • VLWXD]LRQH ¿QDQ]LDULD, cioè la capacità dell’impresa di mantenere un corretto HTXLOLEULR¿QDQ]LDULR • VLWXD]LRQHSDWULPRQLDOH, cioè la capacità dell’impresa di avere una struttura patrimoniale adeguata. Le interpretazioni del bilancio d’esercizio possono guardare “al passato” o al “futuro”. Le interpretazioni che guardano “DOSDVVDWR” si focalizzano sull’analisi dei dati consuntivi contenuti nel bilancio. Rientrano in questa tipologia: • l’interpretazione OHWWHUDOH, che serve a FRPSUHQGHUHLOVLJQL¿FDWRGHOOHYRFLGHOELlancio e il relativo contenuto; • l’interpretazione UHYLVLRQDOHFKHVHUYHDYHUL¿FDUHO¶DWWHQGLELOLWjGHOELODQFLR4XHsto tipo di interpretazione viene normalmente eseguito dal revisore legale dei conti. Le interpretazioni che sono rivolte “DOIXWXUR” analizzano i dati consuntivi contenuti QHOELODQFLRDO¿QHGLFRPSUHQGHUHLSRVVLELOLVFHQDULIXWXUL4XHVWRWLSRGLLQWHUSUHWDzione si chiama SURVSHWWLFD. Letterale Comprendere il significato e il contenuto delle voci Revisionale Verificare l’attendibilità del bilancio Prospettica Interpretare gli andamenti futuri Rivolta al “passato” INTERPRETAZIONE Rivolta al “futuro” L’analisi di bilancio è l’insieme delle operazioni compiute per conoscere la situazioQH¿QDQ]LDULDSDWULPRQLDOHHGHFRQRPLFDGHOO¶LPSUHVDHYDOXWDUHLOVXRDQGDPHQWR futuro. 4XHVWDDQDOLVLSXzHVVHUHFRQGRWWDGDGLYHUVLVRJJHWWLFKHKDQQRPRWLYD]LRQLGLIIHrenti: • i VRJJHWWLLQWHUQL RUJDQRGLULJHQ]LDOH YRJOLRQRYHUL¿FDUHLSXQWLGLIRU]DHGLGHbolezza dell’impresa; 36 • iVRJJHWWLHVWHUQL IRUQLWRULEDQFKHDPPLQLVWUD]LRQH¿QDQ]LDULDSRWHQ]LDOLLQYHstitori ecc.) possono avere diverse motivazioni per effettuare l’analisi. Per esempio, una banca valuta la possibilità di ottenere il rimborso del prestito effettuato all’impresa. Le IDVL GHOO¶DQDOLVL GL ELODQFLR DO ¿QH GL YDOXWDUH OH SURVSHWWLYH IXWXUH GHOO¶LPSUHVD sono le seguenti: Classe Quinta Percorso 3 • la ULFODVVL¿FD]LRQHGHJOLVFKHPLGL6WDWRSDWULPRQLDOHH&RQWRHFRQRPLFR, che permette di avere a disposizione prospetti in grado di fornire le informazioni QHFHVVDULH SHU YDOXWDUH DGHJXDWDPHQWH OD VLWXD]LRQH SDWULPRQLDOH ¿QDQ]LDULD HG economica; • l’applicazione delle WHFQLFKHcon cui analizzare i dati di bilancio (analisi per LQGLFL e per ÀXVVL); • l’LQWHUSUHWD]LRQH dei risultati ottenuti, tramite il confronto con quelli delle imprese concorrenti e con i risultati dell’impresa stessa negli esercizi precedenti. RICLASSIFICAZIONE DEGLI SCHEMI CONTABILI ANALISI PER INDICI E FLUSSI INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI 2. La riclassificazione dello Stato patrimoniale La riclassificazione dello Stato patrimoniale consiste nella sua rielaborazione XWLOL]]DQGRLOFULWHULR¿QDQ]LDULRFKHIRUQLVFHLQIRUPD]LRQLVXLWHPSLGLUHDOL]]RRGL estinzione degli elementi del patrimonio aziendale. Il FULWHULR¿QDQ]LDULR prevede che: • gli elementi dell’attivo, chiamati LPSLHJKL, siano elencati in base alla loro OLTXLGLWj, cioè al tempo entro cui si trasformeranno in mezzi liquidi; • gli elementi del passivo, chiamati IRQWL, siano elencati in base alla loro HVLJLELOLWj, cioè al tempo entro cui dovranno essere rimborsati. Gli impieghi si suddividono in: • DWWLYRFRUUHQWH, è composto dagli elementi che si trasformeranno in moneta nel breve termine (normalmente entro l’esercizio successivo). All’interno di esso si distinguono tre gruppi: – GLVSRQLELOLWjOLTXLGH (o liquidità immediate); – GLVSRQLELOLWj¿QDQ]LDULH(o liquidità differite); – ULPDQHQ]H; • DWWLYRLPPRELOL]]DWR, è composto dagli elementi che saranno trasformati in moneta nel medio/lungo termine (normalmente oltre l’esercizio successivo). L’attivo immobilizzato si suddivide nei seguenti raggruppamenti: – LPPRELOL]]D]LRQLLPPDWHULDOL; – LPPRELOL]]D]LRQLPDWHULDOL; – LPPRELOL]]D]LRQL¿QDQ]LDULH. 37 3 L’analisi di bilancio: riclassificazione degli schemi contabili Le fonti si suddividono in: • patrimonio nettoFKHUDSSUHVHQWDXQDIRQWHGL¿QDQ]LDPHQWRFRQVFDGHQ]DLQdeterminata e comprende il capitale proprio (capitale sociale e riserve) e il risultato economico dell’esercizio; • capitale di debito, che si suddivide in: – debiti a breve scadenza SDVVLYLWjFRUUHQWL VRQRGHELWLFRPPHUFLDOLH¿QDQziari che devono essere rimborsati entro l’esercizio successivo; – debiti a media/lunga scadenza (passività consolidate), sono debiti commerFLDOLH¿QDQ]LDULFKHGHYRQRHVVHUHULPERUVDWLROWUHO¶HVHUFL]LRVXFFHVVLYR L’inserimento dell’utile dell’esercizioQHOSURVSHWWRGL6WDWRSDWULPRQLDOHULFODVVL¿FDto richiede una precisazione: • nel caso in cui non si consideri la delibera di riparto dell’utile, l’utile dell’esercizio va inserito interamente nel patrimonio netto all’interno del capitale proprio. 4XHVWDPRGDOLWjGLULFODVVL¿FD]LRQHYLHQHXVDWDFRPHYHGUHPRQHOO¶DQDOLVLGLUHGditività; • nel caso in cui si consideri la delibera di riparto dell’utile, l’utile dell’esercizio deve essere suddiviso in due parti: – la parte di utile accantonata a riserve va inserita nel capitale proprio, che in questo caso coincide con il patrimonio netto; – la parte di utile distribuita agli azionisti (dividendi) va inserita tra i debiti a breve scadenza. 4XHVWD PRGDOLWj GL ULFODVVL¿FD]LRQH YLHQH XVDWD FRPH YHGUHPR QHOO¶DQDOLVL GHOOD VLWXD]LRQHSDWULPRQLDOHHGHOODVLWXD]LRQH¿QDQ]LDULD RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE Tiene conto della delibera di riparto dell’utile 38 Non tiene conto della delibera di riparto dell’utile Utile accantonato a riserve Utile distribuito agli azionisti Utile d’esercizio Capitale proprio Debiti a breve scadenza Patrimonio netto Lo schema di 6WDWRSDWULPRQLDOHULFODVVL¿FDWR VHQ]DWHQHUFRQWRGHOODGHOLEHUD GLULSDUWRXWLOL è il seguente. IMPIEGHI Attivo corrente FONTI DI FINANZIAMENTO Debiti a breve scadenza Disponibilità liquide Debiti a media/lunga scadenza Classe Quinta Percorso 3 Disponibilità finanziarie Rimanenze Capitale di debito Attivo immobilizzato Patrimonio netto Immobilizzazioni immateriali Capitale proprio Immobilizzazioni materiali Utile/perdita dell’esercizio Immobilizzazioni finanziarie Totale impieghi Esempio Totale fonti di finanziamento 1 Riclassificazione dello Stato patrimoniale con il criterio finanziario /D 3LQN VSD SUHVHQWD OD VHJXHQWH 6LWXD]LRQH SDWULPRQLDOH ¿QDOH DO Q GRSR OH scritture di assestamento. Sulla base dei dati contenuti e considerando quanto segue si UHGLJHOR6WDWRSDWULPRQLDOHULFODVVL¿FDWRVHFRQGRLFULWHUL¿QDQ]LDUL • LQGDWDQODVRFLHWjKDRWWHQXWRXQPXWXRGLHXURGDULPERUVDUHD TXRWHFRVWDQWLLQDQQLDSDUWLUHGDOO Q • il riparto dell’utile avviene con le seguenti modalità: – 5% a Riserva legale; – D5LVHUYDVWDWXWDULD – LOUHVLGXRFRPHGLYLGHQGRDOOHD]LRQLLQFLUFROD]LRQH • LGHELWLYHUVRIRUQLWRULVFDGHQWLROWUHO¶HVHUFL]LRVXFFHVVLYRDPPRQWDQRD euro; • LGHELWLSHU7)5FRPSUHQGRQRHXURGDULPERUVDUHQHOO¶HVHUFL]LRVXFFHVVLYR a un dipendente dimissionario; • il Fondo manutenzioni programmate verrà utilizzato nell’esercizio successivo; • i risconti attivi si riferiscono a un premio di assicurazione annuo. 39 3 L’analisi di bilancio: riclassificazione degli schemi contabili Brevetti Costi di sviluppo Terreni e fabbricati Impianti e macchinari Automezzi Partecipazioni Materie prime Prodotti finiti Crediti v/clienti Banche c/c attivi Denaro in cassa Ratei attivi Risconti attivi Totale Situazione patrimoniale al 31/12/n 220.000 Fondo ammortamento brevetti 67.000 Fondo ammortamento costi di sviluppo 1.475.000 Fondo ammortamento fabbricati 1.090.000 Fondo ammortamento imp. e macchinari 360.000 Fondo ammortamento automezzi 500.000 Fondo svalutazione crediti 210.000 Capitale sociale 226.000 Riserva legale 1.531.000 Riserva statutaria 45.000 Utile d’esercizio 5.000 Fondo manutenzioni programmate 7.000 Mutui passivi 14.000 Debiti per TFR Banche c/interessi maturati Debiti v/fornitori Debiti per imposte Debiti per IVA Debiti v/Istituti previdenziali Ratei passivi 5.750.000 Totale 55.000 32.000 590.000 380.000 155.000 38.000 2.000.000 275.000 209.000 100.000 26.000 300.000 235.000 12.300 1.225.000 54.000 22.800 31.500 9.400 5.750.000 'LVSRQLELOLWjOLTXLGH HXUR HXUR Denaro in cassa Banche c/c attivi 'LVSRQLELOLWj¿QDQ]LDULH ± HXUR HXUR Crediti v/clienti – Fondo svalutazione crediti Ratei attivi 5LPDQHQ]H HXUR Materie prime HXUR 3URGRWWL¿QLWL HXUR Risconti attivi ,PPRELOL]]D]LRQLLPPDWHULDOL ± HXUR Brevetti – Fondo ammortamento ± HXUR Costi di sviluppo – Fondo ammortamento ,PPRELOL]]D]LRQLPDWHULDOL ± HXUR Terreni e fabbricati – Fondo ammortamento ± HXUR Impianti e macchinari – Fondo ammortamento ± HXUR 40 Automezzi – Fondo ammortamento Classe Quinta Percorso 3 ,PPRELOL]]D]LRQL¿QDQ]LDULH Partecipazioni 500.000 euro &DSLWDOHVRFLDOH Capitale sociale 2.000.000 euro 5LVHUYH 275.000 euro Riserva legale 209.000 euro Riserva statutaria 16.000 euro Utile accantonato a riserve e utili a nuovo 'HELWLDEUHYHVFDGHQ]D 26.000 euro Fondo manutenzioni programmate 75.000 euro Quota del mutuo da rimborsare nell’n+1 15.500 euro Quota di debiti per TFR da corrispondere nell’n+1 12.300 euro Banche c/interessi maturati (1.225.00 – 55.500) euro Debiti v/fornitori a breve scadenza 54.000 euro Debiti per imposte 22.800 euro Debiti per IVA 31.500 euro Debiti v/Istituti previdenziali 9.400 euro Ratei passivi 84.000 euro Utile da distribuire agli azionisti 'HELWLDPHGLDOXQJDVFDGHQ]D 55.500 euro Debiti v/fornitori a media/lunga scadenza (300.000 – 75.000) euro Quota del mutuo da rimborsare oltre l’esercizio n+1 (235.000 – 15.500) euro Quota di debiti per TFR da corrispondere oltre l’esercizio n+1 Prospetto destinazione utile d’esercizio Utile d’esercizio 5% Riserva legale 10% Riserva statutaria Utile distribuibile 100.000 5.000 10.000 85.000 85.000 = 0,42 dividendo unitario 200.000 0,42 = 200.000 Utile distribuito Utili a nuovo 84.000 1.000 41 3 L’analisi di bilancio: riclassificazione degli schemi contabili Impieghi Disponibilità liquide Disponibilità finanziarie Rimanenze Totale attivo corrente Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni finanziarie Stato patrimoniale riclassificato (tenendo conto della delibera di riparto dell’utile) Fonti 50.000 Debiti a breve scadenza 1.500.000 Debiti a media/lunga scadenza 450.000 Totale capitale di debito 2.000.000 1.500.000 500.000 2.000.000 200.000 Capitale sociale 2.000.000 1.800.000 Riserve 500.000 500.000 Totale capitale proprio Totale attivo immobilizzato 2.500.000 Totale impieghi 4.500.000 Totale fonti 2.500.000 4.500.000 3. La riclassificazione del Conto economico Il Conto economico evidenzia i componenti di reddito suddivisi in: • DUHD GHOOD SURGX]LRQH, comprende costi e ricavi della gestione caratteristica e della gestione accessoria; • DUHDGHOODJHVWLRQH¿QDQ]LDULD. LaJHVWLRQHFDUDWWHULVWLFD (o tipica) riguarda componenti positivi e negativi di reddito che derivano dall’attività principale dell’impresa. La JHVWLRQH DFFHVVRULD è costituita da operazioni che generano costi e ricavi che sono estranee all’attività tipica dell’impresa. Per esempio, per un’impresa industriale i SURYHQWLGDORFD]LRQHGLIDEEULFDWLQRQVWUXPHQWDOL ¿WWLDWWLYL La JHVWLRQH¿QDQ]LDULDDFFRJOLHLFRPSRQHQWL¿QDQ]LDULFRPHJOLLQWHUHVVLDWWLYLH passivi. La JHVWLRQHQRQFRUUHQWH accoglie i componenti di reddito (che possono provenire GDOOHJHVWLRQLFDUDWWHULVWLFDDFFHVVRULDH¿QDQ]LDULD FKHQRQVLULSHWRQRFRQFRQWLQXLWj nel tempo e che sono di importo o di incidenza eccezionali. GESTIONI AZIENDALI Caratteristica 42 Accessoria Finanziaria Non corrente La riclassificazione del Conto economico separa i componenti positivi e negativi di reddito in base alla gestione di appartenenza, permettendo di calcolare il contributo di ciascuna gestione aziendale alla formazione del risultato economico di periodo. Un utile che dipende principalmente dalla gestione non corrente non ha un carattere di stabilità, poiché tali componenti sono destinati a non ripetersi nell’esercizio successivo. Al contrario, un utile d’esercizio che dipende principalmente dalla gestione FDUDWWHULVWLFDKDXQVLJQL¿FDWRSRVLWLYR ,O&RQWRHFRQRPLFRSXzHVVHUHULFODVVL¿FDWRVHFRQGRGXHFRQ¿JXUD]LRQL Classe Quinta Percorso 3 • a valore aggiunto; • a ricavi e costo del venduto. Il Conto economico a valore aggiunto /DFRQ¿JXUD]LRQHa valore aggiunto ha le seguenti caratteristiche: • una forma scalare; • una suddivisione dei costi per natura, in base all’oggetto per il quale sono stati sostenuti (costi per servizi, costi per il personale, ammortamenti ecc.). Il valore aggiunto rappresenta l’incremento di valore creato dall’impresa al suo interno rispetto al costo dei fattori produttivi acquisiti all’esterno. /RVFKHPDULFODVVL¿FDWRDYDORUHDJJLXQWRSUHVHQWDLVHJXHQWLULVXOWDWLLQWHUPHGL • il Valore aggiunto, che si ottiene sottraendo al valore della produzione i costi sostenuti per l’acquisto dei fattori esterni; VALORE DELLA PRODUZIONE – COSTO DEI FATTORI ESTERNI = VALORE AGGIUNTO • il Margine operativo lordo (EBITDA = Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization), che si ottiene sottraendo al Valore aggiunto i costi del personale. VALORE AGGIUNTO – COSTI DEL PERSONALE = MARGINE OPERATIVO LORDO • il Reddito operativo (EBIT= Earnings Before Interest and Taxes), che si ottiene sottraendo al Margine operativo lordo il costo dei fattori interni che non hanno provocato un'uscita monetaria, come gli ammortamenti e gli accantonamenti. MARGINE OPERATIVO LORDO – AMMORTAMENTI, SVALUTAZIONE CREDITI E ACCANTONAMENTI = REDDITO OPERATIVO 43 3 L’analisi di bilancio: riclassificazione degli schemi contabili • il Risultato della gestione corrente, che si ottiene sommando algebricamente al 5HGGLWRRSHUDWLYRLO5LVXOWDWRGHOOHJHVWLRQL¿QDQ]LDULDHDFFHVVRULD REDDITO OPERATIVO ( RISULTATO DELLE GESTIONI FINANZIARIA E ACCESSORIA = RISULTATO DELLA GESTIONE CORRENTE • il Risultato prima delle imposte, che si ottiene sommando algebricamente al Risultato della gestione corrente il Risultato della gestione non corrente. RISULTATO DELLA GESTIONE CORRENTE ( RISULTATO DELLA GESTIONE NON CORRENTE = RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE • il Risultato economico dell’esercizio (utile o perdita), che si ottiene sottraendo al Risultato prima delle imposte le imposte sul reddito dell’esercizio. RISULTATO ECONOMICO AL LORDO DELLE IMPOSTE – IMPOSTE = UTILE O PERDITA D’ESERCIZIO Conto economico a valore aggiunto Ricavi netti di vendita Rv + Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni +/– Variazioni delle rimanenze di prodotti finiti, semilavorati, prodotti in lavorazione, lavorazioni in corso su ordinazione + Altri ricavi e proventi Valore della produzione Vp – Costi netti per acquisto di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci +/– Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci – Costi per servizi – Costi per godimento di beni di terzi – Oneri diversi di gestione Valore aggiunto Va – Costi del personale Margine operativo lordo (EBITDA) Mol – Ammortamenti – Svalutazione dei crediti – Accantonamenti a fondi rischi e oneri Reddito operativo (EBIT) Ro +/– Risultato della gestione finanziaria +/– Risultato della gestione accessoria Risultato della gestione corrente +/– Risultato della gestione non corrente Risultato economico al lordo delle imposte Rl Imposte dell’esercizio Utile (perdita) dell’esercizio 44 Re Il Conto economico a ricavi e costo del venduto /DFRQ¿JXUD]LRQHa ricavi e costo del venduto ha le seguenti caratteristiche: • una forma scalare; • una suddivisione dei costi per destinazione, cioè in base alle funzioni aziendali in cui sono stati sostenuti (costi industriali, commerciali e amministrativi). Classe Quinta Percorso 3 Il costo del venduto rappresenta l’ammontare dei costi industriali sostenuti per realizzare la produzione venduta nel periodo. Esistenze iniziali (materie prime, prodotti finiti, semilavorati ecc.) + Acquisti di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci + Costi industriali (servizi, personale, ammortamento ecc.) – Rimanenze finali (materie prime, prodotti finiti, semilavorati ecc.) – Costi patrimonializzati per lavori interni (costruzioni in economia) = Costo del venduto I risultati intermedi evidenziati da questo schema sono i seguenti: • il Margine lordo industriale, che si ottiene sottraendo ai ricavi netti di vendita il Costo del venduto. RICAVI NETTI DI VENDITA – COSTO DEL VENDUTO = MARGINE LORDO INDUSTRIALE • il Reddito operativo (EBIT= Earnings Before Interest and Taxes), che si ottiene sottraendo al Margine lordo industriale i costi commerciali e amministrativi. MARGINE LORDO INDUSTRIALE – COSTI COMMERCIALI E AMMINISTRATIVI = REDDITO OPERATIVO 'DO UHGGLWR RSHUDWLYR LQ SRL L GXH VFKHPL ULFODVVL¿FDWL VRQR XJXDOL H SUHVHQWDQR JOL stessi risultati intermedi. Conto economico a ricavi e costo del venduto Ricavi netti di vendita – Costo del venduto Margine lordo industriale – costi commerciali (di distribuzione) – costi di amministrazione + altri ricavi e proventi Reddito operativo (EBIT) +/– risultato della gestione finanziaria +/– risultato della gestione accessoria Risultato economico della gestione corrente +/– risultato della gestione non corrente Risultato economico al lordo delle imposte – imposte dell’esercizio Utile (perdita) dell’esercizio Rv Cv Ml Ro Rl Re 45 3 L’analisi di bilancio: riclassificazione degli schemi contabili Esempio 2 Riclassificazione del Conto economico a valore aggiunto e a ricavi e costo del venduto /D3LQNVSDSUHVHQWDODVHJXHQWH6LWXD]LRQHHFRQRPLFD¿QDOHDOQGRSROHVFULWture di assestamento. Considerando quanto segue si redige il Conto economico riclassi¿FDWRDYDORUHDJJLXQWRHDULFDYLHFRVWRGHOYHQGXWR • le minusvalenze riguardano la cessione programmata di un impianto; • le sopravvenienze sono collegate alla gestione non corrente; • i contributi in c/esercizio sono stati ottenuti a integrazione dei ricavi della gestione accessoria; • l’impresa presenta la seguente suddivisione dei costi per destinazione produttiva. Costi per natura Costi per servizi Costi per godimento di beni di terzi Costi industriali 120.000 Costi commerciali Costi amministrativi 40.000 60.000 220.000 70.000 70.000 Costi del personale 370.000 50.000 140.000 560.000 Ammortamenti 196.000 30.030 100.100 326.130 5.420 5.420 Svalutazione crediti Accan.to manutenzioni programmate Totali 26.000 782.000 26.000 120.030 305.520 Situazione economica dell’esercizio n Resi su vendite 25.000 Prodotti finiti c/vendite Prodotti finiti c/esistenze iniziali 212.000 Prodotti finiti c/rimanenze finali Materie prime c/acquisti 1.460.000 Ribassi e abbuoni attivi Costi di trasporto 55.000 Costruzioni interne Costi telefonici 8.900 Fitti attivi Consulenze 28.000 Contributi in c/esercizio Costi per energia 39.000 Materie prime c/rimanenze finali Assicurazioni 13.100 Interessi attivi bancari Manutenzioni e riparazioni 76.000 Sopravvenienze attive Fitti passivi 24.300 Canoni di leasing 45.700 Salari e stipendi 400.000 Oneri sociali 128.000 TFR 32.000 Ammortamento brevetti 40.000 Ammortamento costi di sviluppo 6.000 Ammortamento fabbricati 40.000 Ammortamento impianti e macchinari 168.130 Ammortamento automezzi 72.000 Svalutazione crediti 5.420 46 Totale 1.207.550 2.771.700 226.000 16.000 29.500 12.000 15.000 210.000 2.000 13.400 Materie prime c/esistenze iniziali Classe Quinta Percorso 3 118.650 Acc.to manutenzioni programmate 26.000 Minusvalenze 16.900 Sopravvenienze passive 86.500 Interessi passivi bancari 12.300 Interessi passivi v/fornitori 14.700 Imposte dell’esercizio 42.000 Totale componenti negativi 3.195.600 Utile d’esercizio 100.000 Totale a pareggio 3.295.600 Totale componenti positivi 3.295.600 Conto economico a valore aggiunto Ricavi netti di vendita 2.746.700 Variazioni delle rimanenze di prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti 14.000 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 29.500 Valore della produzione 2.790.200 Costi per acquisto di materie prime –1.444.000 Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie di consumo e merci Costi per servizi 91.350 –220.000 Costi per godimento di beni di terzi –70.000 Valore aggiunto 1.147.550 Costi del personale 560.000 Margine operativo lordo 587.550 Ammortamenti –326.130 Accantonamenti e svalutazione crediti –31.420 Reddito operativo 230.000 Risultato della gestione finanziaria –25.000 Risultato della gestione accessoria 10.100 Risultato della gestione corrente 215.100 Risultato della gestione non corrente –73.100 Risultato economico al lordo delle imposte 142.000 Imposte dell’esercizio –42.000 Utile dell’esercizio 100.000 5LFDYLQHWWLGLYHQGLWD ± HXUR 3URGRWWL¿QLWLFYHQGLWH±5HVLVXYHQGLWH 9DULD]LRQLGHOOHULPDQHQ]HGLSURGRWWL¿QLWL ± HXUR 3URGRWWL¿QLWLFULPDQHQ]H¿QDOL± 3URGRWWL¿QLWLFHVLVWHQ]HLQL]LDOL 47 3 L’analisi di bilancio: riclassificazione degli schemi contabili Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni: HXUR Costruzioni interne Costi per acquisti di materie prime: ± HXUR Materie prime c/acquisti – Ribassi e abbuoni attivi Variazioni delle rimanenze di materie prime: ± HXUR 0DWHULHFULPDQHQ]H¿QDOL± Materie prime c/esistenze iniziali Costi per servizi: HXUR Costi di trasporti HXUR Costi telefonici HXUR Consulenze HXUR Costi per energia HXUR Assicurazioni HXUR Manutenzioni e riparazioni Costi per godimento di beni di terzi: HXUR Fitti passivi HXUR Canoni di leasing Costi del personale: HXUR Salari e stipendi HXUR Oneri sociali HXUR TFR Ammortamenti: HXUR Ammortamento brevetti HXUR Ammortamento costi di sviluppo HXUR Ammortamento fabbricati HXUR Ammortamento impianti e macchinari HXUR Ammortamento automezzi Accantonamenti e svalutazione crediti: 48 HXUR Svalutazione crediti HXUR Accantonamento manutenzioni programmate Classe Quinta Percorso 3 5LVXOWDWRJHVWLRQH¿QDQ]LDULD (2.000 – 12.300 – 14.700) euro Interessi attivi bancari – Interessi passivi bancari – Interessi passivi v/fornitori 5LVXOWDWRJHVWLRQHDFFHVVRULD (12.000 + 15.000 – 16.900) euro Fitti attivi + Contributi in c/esercizio – Minusvalenze 5LVXOWDWRJHVWLRQHQRQFRUUHQWH (13.400 – 86.500) euro Sopravvenienze attive – Sopravvenienze passive ,PSRVWHGHOO¶HVHUFL]LR Imposte dell’esercizio 42.000 euro Conto economico a ricavi e costo del venduto Ricavi netti di vendita Costo del venduto Margine lordo industriale 2.746.700 –2.091.150 655.550 Costi commerciali –120.030 Costi amministrativi –305.520 Reddito operativo 230.000 Risultato della gestione finanziaria –25.000 Risultato della gestione accessoria 10.100 Risultato della gestione corrente 215.100 Risultato della gestione non corrente –73.100 Risultato economico al lordo delle imposte 142.000 Imposte dell’esercizio –42.000 Utile dell’esercizio 100.000 Esistenze iniziali (materie prime, prodotti finiti) 330.650 Acquisti di materie prime Costi industriali (servizi, personale, ammortamento ecc.) Rimanenze finali (materie prime, prodotti finiti) Costi patrimonializzati per lavori interni Costo del venduto 1.444.000 782.000 –436.000 –29.500 2.091.150 49 percorso L’analisi di bilancio per indici 4 ROI Indici di redditività Quali sono i principali indici di redditività? ROE (Return on Equity) Leverage Incidenza gestione non caratteristica ROI (Return on Investment) ROD (Return on Debt) Indici patrimoniali Da quali indici è influenzato? ROS (Return on Sales) Da quali indici è influenzato? Rotazione degli impieghi Con quale indice va confrontato? Quali sono i principali indici patrimoniali? ROI Indici di composizione degli impieghi Indici di composizione delle fonti Analisi di bilancio per indici Indice di disponibilità Indici finanziari Quali sono i principali indici finanziari? Indice di liquidità secondaria Indice di autocopertura delle immobilizzazioni Indice di copertura globale delle immobilizzazioni 50 1. L’analisi di bilancio L’analisi di bilancio ha l’obiettivo di esaminare i dati contenuti nello Stato patrimoniale e QHO&RQWRHFRQRPLFRDO¿QHGLRWWHQHUHLQIRUPD]LRQLVXOODVLWXD]LRQHHFRQRPLFDSDWULPRQLDOHH¿QDQ]LDULDGHOO¶LPSUHVDXWLOLSHUFRPSUHQGHUHLOIXWXURDQGDPHQWRD]LHQGDOH Classe Quinta Percorso 4 /¶DQDOLVLGLELODQFLRSXzHVVHUHHIIHWWXDWDPHGLDQWHOHVHJXHQWLWHFQLFKH • analisi per indici; • DQDOLVLSHUÀXVVL Analisi per indici ANALISI DI BILANCIO Analisi per flussi *OLLQGLFLVRQRUDSSRUWLVSHVVRHVSUHVVLLQIRUPDSHUFHQWXDOHFDSDFLGLIRUQLUHLQIRUPD]LRQLVXOO¶DQGDPHQWRHFRQRPLFRSDWULPRQLDOHH¿QDQ]LDULRGHOO¶LPSUHVD ,QEDVHDOO¶DVSHWWRGHOODJHVWLRQHFKHVLLQWHQGHDQDOL]]DUHJOLLQGLFLVLVXGGLYLGRQRLQ • indici di redditività; • indici patrimoniali; • LQGLFL¿QDQ]LDUL 2. Gli indici di redditività /¶DQDOLVLGHOODUHGGLWLYLWjKDO¶RELHWWLYRGLRWWHQHUHLQIRUPD]LRQLVXOODVLWXD]LRQHHFRQRPLFDD]LHQGDOHGLVHJXLWRVLLOOXVWUDQRLSULQFLSDOLLQGLFDWRULXWLOL]]DWLFRQWDOHDQDOLVL ROE (Return on Equity) Reddito d’esercizio Capitale proprio × 100 ,O52(PHWWHLQHYLGHQ]DODUHGGLWLYLWjGHOFDSLWDOHDSSRUWDWRGDOO¶LPSUHQGLWRUHRGDL VRFL FDSLWDOHGLULVFKLR HVLULIHULVFHDOO¶LQWHUDJHVWLRQHD]LHQGDOHLOVXRYDORUHqLQIDWWL LQÀXHQ]DWRGDOULVXOWDWRGHOOHJHVWLRQLFDUDWWHULVWLFDDFFHVVRULDH¿QDQ]LDULD ROI (Return on Investment) Reddito operativo Totale impieghi × 100 Il ROI indica la redditività del capitale investito (capitale proprio + capitale di debito) QHOO¶DWWLYLWjD]LHQGDOH 51 4 L’analisi di bilancio per indici ,O52,qLQÀXHQ]DWRGDOO¶DQGDPHQWRGLDOWULGXHLQGLFL526H5RWD]LRQHGHJOLLPSLHJKL ROS (Return on Sales) Reddito operativo Ricavi di vendita × 100 ,O526HVSULPHODUHGGLWLYLWjPHGLDXQLWDULDGHOOHYHQGLWH Rotazione degli impieghi Ricavi di vendita Totale impieghi × 100 /¶LQGLFHGLURWD]LRQHGHJOLLPSLHJKLHYLGHQ]LDTXDQWHYROWHGXUDQWHO¶DQQRO¶LPSUHVDq VWDWDFDSDFHGLWUDVIRUPDUHLQULFDYLLOFDSLWDOHLQYHVWLWR /DUHOD]LRQHWUD52,526HLQGLFHGLURWD]LRQHGHJOLLPSLHJKLSXzHVVHUHFRVuIRUPXODWD ROI = ROD (Return on Debt) ROS = Oneri finanziari Capitale di debito INDICE DI ROTAZIONE DEGLI IMPIEGHI × 100 ,O52'HVSULPHLQWHUPLQLSHUFHQWXDOLLOFRVWRPHGLRGHOO¶LQGHELWDPHQWRFLRqLOWDVVRGL LQWHUHVVHPHGLRFKHO¶LPSUHVDSDJDVXLGHELWL ,OFRQIURQWRWUD52,H52'FRQVHQWHGLYHUL¿FDUHODFRQYHQLHQ]DGHOO¶LPSUHVDGL¿QDQ]LDUHLVXRLLQYHVWLPHQWLULFRUUHQGRDOFDSLWDOHGLGHELWR ROI > ROD La redditività del capitale investito è maggiore del costo medio dell’indebitamento L’impresa ha convenienza a investire utilizzando il capitale di debito ROI < ROD La redditività del capitale investito è minore del costo medio dell’indebitamento L’impresa non ha convenienza a investire utilizzando il capitale di debito Tasso di incidenza della gestione non caratteristica Reddito d’esercizio Reddito operativo × 100 /¶LQGLFHHVSULPHLQTXDOHPLVXUDODJHVWLRQHQRQFDUDWWHULVWLFD JHVWLRQH¿QDQ]LDULD JHVWLRQHDFFHVVRULDHFRPSRQHQWLGLUHGGLWRQRQFRUUHQWL HOHLPSRVWHLQFLGRQRVXO ULVXOWDWRHFRQRPLFRGHOO¶HVHUFL]LR Totale impieghi Leverage Capitale proprio ,OOHYHUDJHPLVXUDLOOLYHOORGLLQGHELWDPHQWRGHOO¶LPSUHVD6HO¶LPSUHVD¿QDQ]LDWRWDOPHQWHLVXRLLQYHVWLPHQWLFRQFDSLWDOHSURSULRWDOHLQGLFHKDXQYDORUHSDULDXQ 52 LQGLFHPDJJLRUHGLVHJQDODFKHO¶LPSUHVDKDIDWWRULFRUVRDQFKHDOFDSLWDOHGLGHELWR SHUFRSULUHLSURSULLQYHVWLPHQWLXQLQGLFHPDJJLRUHGLPHWWHLQULVDOWRXQDVLWXD]LRQHGLVRWWRFDSLWDOL]]D]LRQHYDOHDGLUHXQ¶LPSUHVDFKH¿QDQ]LDJOLLQYHVWLPHQWLSUHYDOHQWHPHQWHFRQFDSLWDOHGLGHELWR /DUHOD]LRQHHVLVWHQWHWUD52(52,OHYHUDJHHLQFLGHQ]DGHOODJHVWLRQHQRQFDUDWWHULVWLFDSXzHVVHUHFRVuHVSUHVVD ROE = ROI = LEVERAGE = Classe Quinta Percorso 4 INCIDENZA DELLA GESTIONE NON CARATTERISTICA ,OOLYHOORGLLQGHELWDPHQWRD]LHQGDOHHVSUHVVRGDOOHYHUDJHSXzJHQHUDUHXQHIIHWWR SRVLWLYRGHQRPLQDWReffetto levaFKHFRQWULEXLVFHDGDXPHQWDUHLO52(LQEDVHDOOD UHOD]LRQHWUD52,H52' ROI > ROD La redditività del capitale proprio (ROE) è tanto più alta quanto più alto è il valore del leverage. (effetto leva positivo) ROI = ROD La redditività del capitale proprio (ROE) non è influenzata dal valore del leverage. (effetto leva nullo) ROI < ROD La redditività del capitale proprio (ROE) è tanto più bassa quanto più alto è il valore del leverage. (effetto leva negativo) ROI ROE (Return on Equity) Tasso di incidenza della gestione non caratteristica Leverage INDICI DI REDDITIVITÀ ROS ROI (Return on Investment) Indice di rotazione degli impieghi ROD (Return on Debt) 53 4 Esempio L’analisi di bilancio per indici 1 Analisi della redditività /¶LPSUHVD5HGVSDSUHVHQWDWUDJOLDOWULLVHJXHQWLGDWLRWWHQXWLGDOOR6WDWRSDWULPRQLDOH HGDO&RQWRHFRQRPLFRULFODVVL¿FDWL • • • • • • • &DSLWDOHSURSULR &DSLWDOHGLGHELWR 7RWDOHLPSLHJKL 8WLOHGLHVHUFL]LR 5HGGLWRRSHUDWLYR 2QHUL¿QDQ]LDUL 5LFDYLGLYHQGLWD HXUR HXUR HXUR HXUR HXUR HXUR HXUR 3HUDQDOL]]DUHODVLWXD]LRQHHFRQRPLFDGHOO¶LPSUHVDRFFRUUHFDOFRODUHJOLLQGLFLGLUHGGLWLYLWj ROE 100.000 1.000.000 ROI 250.000 2.000.000 ROD 27.000 900.000 ROS 250.000 3.125.000 Rotazione degli impieghi Incidenza della gestione non caratteristica Leverage 3.125.000 2.000.000 100.000 250.000 2.000.000 1.000.000 × 100 = 10% × 100 = 12,50% × 100 = 3% × 100 = 8% = 1,56 × 100 = 40% =2 /DUHGGLWLYLWjGHOFDSLWDOHSURSULR 52( qSDULDO /DUHGGLWLYLWjGHOFDSLWDOHFRPSOHVVLYDPHQWHLQYHVWLWRQHOO¶LPSUHVD 52, qGHO /DUHGGLWLYLWjGHOOHYHQGLWH 526 qSDULDOO¶ODYHORFLWjFRQFXLLOWRWDOHGHOFDSLWDOH LQYHVWLWRVLULQQRYD LQGLFHGLURWD]LRQHGHJOLLPSLHJKL q ,O52,qPDJJLRUHGLSXQWLSHUFHQWXDOLULVSHWWRDO52'TXLQGLO¶LPSUHVDKDFRQYHQLHQ]DDGDXPHQWDUHO¶LQGHELWDPHQWRSHU¿QDQ]LDUHLSURSULLQYHVWLPHQWL HIIHWWROHYD SRVLWLYR FRQVLGHUDQGRFKHO¶LPSUHVDQRQULVXOWDVRWWRFDSLWDOL]]DWD OHYHUDJH /¶LQFLGHQ]DGHOODJHVWLRQHQRQFDUDWWHULVWLFDqFLzVLJQL¿FDFKHHXURGLUHGGLWR RSHUDWLYRVLULGXFRQRDHXURGLUHGGLWRQHWWRLQTXDQWROHDOWUHJHVWLRQLHLOFDULFR ¿VFDOHDVVRUERQRHXUR 54 3. Gli indici patrimoniali 3HUDQDOL]]DUHODVLWXD]LRQHSDWULPRQLDOHVLXWLOL]]DQRJOLLQGLFLGLFRPSRVL]LRQHGHJOL LPSLHJKLHGHOOHIRQWL INDICI DI COMPOSIZIONE DEGLI IMPIEGHI Indice di elasticità degli impieghi Indice di rigidità degli impieghi Attivo corrente Totale impieghi Totale impieghi INDICI DI COMPOSIZIONE DELLE FONTI × 100 Attivo immobilizzato Classe Quinta Percorso 4 × 100 Incidenza dei debiti a breve scadenza Debiti a breve scadenza Incidenza dei debiti a m/l scadenza Debiti a media/lunga scadenza Incidenza del capitale proprio Totale impieghi Totale impieghi Capitale proprio Totale impieghi × 100 × 100 × 100 Gli indici di composizione degli impieghiPLVXUDQRLOJUDGRGLHODVWLFLWjRULJLGLWj GHJOLLQYHVWLPHQWL • ODVWUXWWXUDD]LHQGDOHqWDQWRSLHODVWLFDTXDQWRPDJJLRUHqLOSHVRGHOO¶DWWLYRFRUrente; • ODVWUXWWXUDD]LHQGDOHqWDQWRSLULJLGDTXDQWRPDJJLRUHqLOSHVRGHOO¶DWWLYRLPPRELOL]]DWR Gli indici di composizione delle fontiHYLGHQ]LDQRLQFKHPRGRO¶LPSUHVDVL¿QDQ]LD • O¶LPSUHVDULVXOWDFDSLWDOL]]DWDVHO¶LQFLGHQ]DGHOFDSLWDOHSURSULRqPDJJLRUHRXJXDOH DO • O¶LPSUHVD ULVXOWD VRWWRFDSLWDOL]]DWD VH O¶LQFLGHQ]D GHO FDSLWDOH SURSULR q PLQRUH GHO INDICI PATRIMONIALI Indici di composizione degli impieghi Indice di elasticità degli impieghi Indice di rigidità degli impieghi Indici di composizione delle fonti Incidenza dei debiti a breve scadenza Incidenza dei debiti a media/ lunga scadenza Incidenza del capitale proprio 55 4 L’analisi di bilancio per indici 4. Gli indici finanziari *OLLQGLFL¿QDQ]LDULFRQVHQWRQRGLYHUL¿FDUHVHODUHOD]LRQHWUDLPSLHJKLHIRQWLGL¿QDQ]LDPHQWRD]LHQGDOLVLDFRUUHWWD /DVWUXWWXUDSDWULPRQLDOH¿QDQ]LDULDGHOO¶LPSUHVDVLFRQVLGHUDLQHTXLOLEULRTXDQGR • JOL LQYHVWLPHQWL QHOO¶DWWLYR LPPRELOL]]DWR VRQR ¿QDQ]LDWL FRQ FDSLWDOH SHUPDQHQWH FDSLWDOHSURSULRGHELWLDPHGLDOXQJDVFDGHQ]D • JOLLQYHVWLPHQWLQHOO¶DWWLYRFRUUHQWHVRQRFRSHUWLGD¿QDQ]LDPHQWLDEUHYHWHUPLQH ATTIVO IMMOBILIZZATO < CAPITALE PERMANENTE ATTIVO CORRENTE > DEBITI A BREVE SCADENZA Indice di disponibilità (current ratio) Attivo corrente Debiti a breve scadenza Indice di liquidità secondaria (quick ratio) Indice di autocopertura delle immobilizzazioni Indice di copertura globale delle immobilizzazioni Disponibilità liquide + Disponibilità finanziarie Debiti a breve scadenza Capitale proprio Attivo immobilizzato Capitale proprio + Debiti a m/l scadenza Attivo immobilizzato Evidenzia la capacità dell’impresa di far fronte agli impegni finanziari a breve scadenza utilizzando l’attivo corrente (disponibilità liquide + disponibilità finanziarie + rimanenze). Deve avere un valore compreso tra 1 e 2. Evidenzia la capacità dell’impresa di far fronte agli impegni finanziari a breve scadenza utilizzando solo le disponibilità liquide e quelle finanziarie. Se è minore di 1 l’impresa può avere difficoltà finanziarie. Evidenzia in quale misura gli investimenti in immobilizzazioni sono finanziati con capitale proprio. Se è minore di 1 le immobilizzazioni sono finanziate anche con capitale di debito. Evidenzia in quale misura gli investimenti in immobilizzazioni sono finanziati con capitale permanente (capitale proprio + debiti a m/l scadenza). Se è maggiore di 1 l’impresa ha un adeguato equilibrio tra fonti e impieghi. 3HUFRPSOHWDUHO¶DQDOLVLGHOOHUHOD]LRQLWUDIRQWLHLPSLHJKLSRVVRQRHVVHUHFDOFRODWLL VHJXHQWLmargini della struttura patrimoniale 56 Classe Quinta Percorso 4 PATRIMONIO CIRCOLANTE NETTO = Attivo corrente – Debiti a breve scadenza MARGINE DI TESORERIA = (Disponibilità liquide + Disponibilità finanziarie) – Debiti a breve scadenza MARGINE DI STRUTTURA = Capitale proprio – Attivo immobilizzato MARGINE DI COPERTURA GLOBALE = Capitale permanente – Attivo immobilizzato INDICI FINANZIARI 2 Esempio Indice di autocopertura delle immobilizzazioni Indice di liquidità secondaria Indice di disponibilità Indice di copertura globale delle immobilizzazioni Analisi della situazione patrimoniale e finanziaria /¶LPSUHVDLQGXVWULDOH3LQNVSDSUHVHQWDLOVHJXHQWH6WDWRSDWULPRQLDOHULFODVVL¿FDWRVHFRQGRFULWHUL¿QDQ]LDULGRSRODGHOLEHUDGLULSDUWRGHOO¶XWLOHG¶HVHUFL]LR Impieghi Stato patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari Fonti Disponibilità liquide Disponibilità finanziarie Rimanenze Totale attivo corrente Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni finanziarie 50.000 Debiti a breve scadenza 1.500.000 Debiti a media/lunga scadenza 450.000 Totale capitale di debito 1.500.000 500.000 2.000.000 2.000.000 200.000 Capitale sociale 1.800.000 Riserve 500.000 Totale capitale proprio Totale attivo immobilizzato 2.500.000 Totale impieghi 4.500.000 Totale fonti 2.000.000 500.000 2.500.000 4.500.000 57 4 L’analisi di bilancio per indici 3HU DQDOL]]DUH OD VLWXD]LRQH SDWULPRQLDOH GHOO¶LPSUHVD RFFRUUH FDOFRODUH JOL LQGLFL GL FRPSRVL]LRQHGHJOLLPSLHJKLHGHOOHIRQWLGL¿QDQ]LDPHQWR INDICI DI COMPOSIZIONE DEGLI IMPIEGHI Indice di elasticità degli impieghi 2.000.000 4.500.000 Indice di rigidità degli impieghi 2.500.000 4.500.000 INDICI DI COMPOSIZIONE DELLE FONTI × 100 = 44,44% Incidenza dei debiti a breve scadenza × 100 = 55,56% Incidenza dei debiti a m/l scadenza 1.500.000 4.500.000 500.000 4.500.000 Incidenza del capitale proprio 2.500.000 4.500.000 × 100 = 33,33% × 100 = 11,11% × 100 = 55,56% /¶LPSUHVDSUHVHQWDXQDVWUXWWXUDULJLGDWLSLFDGHOOHLPSUHVHLQGXVWULDOLLQTXDQWRLOSHVR GHOO¶DWWLYRLPPRELOL]]DWR qPDJJLRUHGLTXHOORGHOO¶DWWLYRFRUUHQWH 3HU TXDQWR ULJXDUGD OH IRQWL GL ¿QDQ]LDPHQWR O¶LPSUHVD ¿QDQ]LD L SURSUL LQYHVWLPHQWL SUHYDOHQWHPHQWHFRQFDSLWDOHSURSULR HULFRUUHDOFDSLWDOHGLGHELWRSHULOUHVWDQWH,QROWUHO¶LQFLGHQ]DGHLGHELWLDEUHYHVFDGHQ]D qPDJJLRUHGL TXHOODGHLGHELWLDPHGLDOXQJDVFDGHQ]D 3HUDQDOL]]DUHODVLWXD]LRQH¿QDQ]LDULDVLFDOFRODQRLVHJXHQWLLQGLFLHPDUJLQL Indice di disponibilità 2.000.000 1.500.000 = 1,33 Patrimonio circolante netto 2.000.000 – 1.500.000 = 500.000 Indice di liquidità secondaria 50.000 + 1.500.000 = 1,03 1.500.000 Margine di tesoreria (50.000 + 1.500.000) – 1.500.000 = 50.000 Indice di autocopertura delle immobilizzazioni Margine di struttura Indice di copertura globale delle immobilizzazioni Margine di copertura globale 2.500.000 2.500.000 =1 2.500.000 – 2.500.000 = 0 2.500.000 + 500.000 = 1,2 2.500.000 (2.500.000 + 500.000) – 2.500.000 = 500.000 'DOO¶DQDOLVLGHOODVLWXD]LRQH¿QDQ]LDULDHPHUJHXQDVLWXD]LRQHGLHTXLOLEULRO¶LPSUHVDq LQJUDGRGLIDUIURQWHWHPSHVWLYDPHQWHDJOLLPSHJQL¿QDQ]LDULDEUHYHVFDGHQ]DFRQOH GLVSRQLELOLWjOLTXLGHH¿QDQ]LDULHJOLLQYHVWLPHQWLGLPHGLROXQJRWHUPLQHVRQRLQWHUDPHQWH¿QDQ]LDWLFRQFDSLWDOHSURSULR 58 percorso L’analisi di bilancio per flussi 5 Patrimonio circolante netto Che cosa possono riguardare? Flussi finanziari Disponibilità liquide Analisi di bilancio per flussi Analisi dei flussi di patrimonio circolante netto e delle disponibilità liquide Da quali aree di attività derivano i flussi finanziari? Attività di finanziamento Attività di investimento Attività operativa Quali prospetti si utilizzano per rappresentare i flussi finanziari? Rendiconto finanziario delle variazioni di patrimonio circolante netto Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide 59 5 L’analisi di bilancio per flussi 1. L’analisi per flussi Un ÀXVVR è la variazione che avviene in una grandezza, in un determinato periodo di WHPSRDFDXVDGHOOHRSHUD]LRQLGLJHVWLRQH,ÀXVVLSRVVRQRHVVHUHHFRQRPLFL (costi e ricavi di competenza dell’esercizio) o ¿QDQ]LDUL (variazioni intervenute nelle disponibilità liquide, nei crediti, nei debiti ecc.). L’analisi per flussi, attraverso il calcolo delle variazioni avvenute nelle fonti e negli LPSLHJKLPHWWHLQHYLGHQ]DLÀXVVLGLULVRUVH¿QDQ]LDULHJHQHUDWLRDVVRUELWLGDOOD gestione. ,ÀXVVLGLULVRUVH¿QDQ]LDULHSRVVRQRULJXDUGDUH • ilSDWULPRQLRFLUFRODQWHQHWWR(PCN), dato dalla differenza tra attivo corrente e debiti a breve scadenza; • le GLVSRQLELOLWjOLTXLGH, costituite dai depositi bancari e postali e dal denaro e valori di cassa. ,ÀXVVLFKHPRGL¿FDQRLOSDWULPRQLRFLUFRODQWHQHWWRSRVVRQRGHULYDUHGDOOHVHJXHQWL aree di attività. • L’DUHDGHOO¶DWWLYLWjGL¿QDQ]LDPHQWRFKHFRPSUHQGH – le operazioni di ottenimento prestiti e di aumento a pagamento del capitale sociaOHFKHJHQHUDQGRHQWUDWHPRQHWDULHVRQRIRQWLGLULVRUVH¿QDQ]LDULH – le operazioni di rimborso prestiti e di diminuzione a pagamento del capitale sociaOHFKHJHQHUDQGRXVFLWHPRQHWDULHVRQRLPSLHJKLGLULVRUVH¿QDQ]LDULH • L’DUHDGHOO¶DWWLYLWjGLLQYHVWLPHQWRFKHFRPSUHQGH – l’acquisto di immobilizzazioni, che generando uscite monetarie sono impieghi di ULVRUVH¿QDQ]LDULH – la vendita di immobilizzazioni, che generando entrate monetarie sono fonti di ULVRUVH¿QDQ]LDULH • L’DUHDGHOO¶DWWLYLWjRSHUDWLYDFKHULJXDUGDLÀXVVLGLULVRUVH¿QDQ]LDULHJHQHUDWLR assorbiti dai costi e dai ricavi che formano il reddito dell’esercizio. Attività di finanziamento VARIAZIONI PCN Attività di investimento Attività operativa 60 2. Il flusso finanziario di PCN dell’attività operativa ,O ÀXVVR GL ULVRUVH ¿QDQ]LDULH GL 3&1 JHQHUDWR GDOO¶DWWLYLWj RSHUDWLYD UDSSUHVHQWD OD SDUWHGHOUHGGLWRG¶HVHUFL]LRFKHKDPRGL¿FDWRLOSDWULPRQLRFLUFRODQWHQHWWR 7DOHÀXVVRSXzHVVHUH • positivoQHOFDVRLQFXLODJHVWLRQHD]LHQGDOHDEELDJHQHUDWRULVRUVH¿QDQ]LDULH Classe Quinta Percorso 5 • negativoQHOFDVRLQFXLODJHVWLRQHD]LHQGDOHDEELDDVVRUELWRULVRUVH¿QDQ]LDULH 3HUFDOFRODUHWDOHÀXVVRGLULVRUVH¿QDQ]LDULHRFFRUUHGLVWLQJXHUHWUD • costi e ricavi monetari, danno luogo a variazioni nelle disponibilità liquide, nei crediti e debiti a breve scadenza e negli altri componenti del PCN; • costi e ricavi non monetari, non determinano entrate o uscite monetarie, variazioni nei crediti e debiti a breve scadenza e negli altri componenti del PCN. Esempi di costi monetari • • • • • • • • • Esempi di costi non monetari Costi per materie prime Costi per servizi Fitti passivi Canoni di leasing Salari e stipendi Oneri sociali Svalutazione crediti Interessi passivi bancari Imposte dell’esercizio • Ammortamenti • Trattamento di fine rapporto (esclusa la ritenuta fiscale sulla rivalutazione) • Accantonamenti a fondi rischi e oneri a media/lunga scadenza • Minusvalenze Esempi di ricavi monetari • • • • Esempi di ricavi non monetari Ricavi delle vendite e delle prestazioni Fitti attivi Contributi in c/esercizio Interessi attivi bancari • Costruzioni interne • Costi di sviluppo rinviati • Plusvalenze ,OÀXVVRGLULVRUVH¿QDQ]LDULHGL3&1JHQHUDWRGDOO¶DWWLYLWjRSHUDWLYDSXzHVVHUHFDOFRlato con il procedimento diretto o con il procedimento indiretto. Procedimento diretto FLUSSO DI RISORSE FINANZIARIE DI PCN GENERATO DALL’ATTIVITÀ OPERATIVA = RICAVI MONETARI – COSTI MONETARI Procedimento indiretto FLUSSO DI RISORSE FINANZIARIE DI PCN GENERATO DALL’ATTIVITÀ OPERATIVA = REDDITO DELL’ ESERCIZIO + COSTI NON MONETARI – RICAVI NON MONETARI 61 5 Esempio L’analisi di bilancio per flussi 1 Calcolo del flusso di risorse finanziarie di PCN dell’attività operativa /D5HGVSDSUHVHQWDLO&RQWRHFRQRPLFRFKHVHJXH Progetto di riparto utile A) Valore della produzione 1) ricavi delle vendite e delle prestazioni 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti 5) altri ricavi e proventi Totale A – Valore della produzione 4.500.000 10.000 5.000 4.515.000 B) Costi della produzione 6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 7) per servizi 2.500.000 482.500 9) per il personale a) salari e stipendi 400.000 b) oneri sociali 120.000 c) trattamento di fine rapporto 30.000 10) ammortamenti e svalutazioni a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 32.000 b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali 90.000 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci –3.000 14) oneri diversi di gestione 30.000 Totale B- Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) 3.681.500 833.500 C) Proventi e oneri finanziari 17) interessi e altri oneri finanziari –55.000 Totale C – Proventi e oneri finanziari –55.000 Risultato prima delle imposte (A – B – C) 778.500 20) Imposte sul reddito dell’esercizio 312.500 21) Utile dell’esercizio 466.000 'HWHUPLQLDPRLOÀXVVRGLULVRUVH¿QDQ]LDULHGL3&1JHQHUDWRGDOO¶DWWLYLWjRSHUDWLYDWHQHQGRFRQWRGHLVHJXHQWLDVSHWWL • tutti i dipendenti hanno mantenuto il TFR in azienda; la rivalutazione del debito per 7)5SUHHVLVWHQWHqGLHXURDOORUGRGHOODULWHQXWD¿VFDOH HXUR • la voce altri ricavi e proventi è relativa a una plusvalenza di 5.000 euro; • la voce oneri diversi di gestione comprende una minusvalenza di 12.500 euro. 62 3HUGHWHUPLQDUHLOÀXVVRGLULVRUVH¿QDQ]LDULHGL3&1JHQHUDWRGDOO¶DWWLYLWjRSHUDWLYDRFcorre dividere i componenti di reddito monetari da quelli non monetari. Procedimento diretto Ricavi monetari ricavi delle vendite e delle prestazioni Classe Quinta Percorso 5 4.500.000 variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti 10.000 4.510.000 Costi monetari per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 2.500.000 per servizi 482.500 salari e stipendi 400.000 oneri sociali 120.000 TFR (ritenuta fiscale) 187 variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci –3.000 oneri diversi di gestione 17.500 interessi e altri oneri finanziari 55.000 imposte dell’esercizio 312.500 3.884.687 Flusso di risorse finanziarie di PCN dell’attività operativa 625.313 Procedimento indiretto Utile d’esercizio 466.000 Costi non monetari Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali e materiali 122.000 TFR (quota netta mantenuta in azienda) 29.813 Minusvalenze 12.500 164.313 Ricavi non monetari Plusvalenze –5.000 –5.000 Flusso di risorse finanziarie di PCN dell’attività operativa 625.313 3. Il rendiconto finanziario delle variazioni del PCN Il Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto è un prospetto che evidenzia l’importo e la composizione del patrimonio circolante netto HLÀXVVL¿QDQ]LDULFKHQHKDQQRGHWHUPLQDWROHYDULD]LRQL 63 5 L’analisi di bilancio per flussi 3HULQGLYLGXDUHLÀXVVLFKHPRGL¿FDQRLO3&1RFFRUUHFRQIURQWDUHLYDORULGHOOHYRFLGHOOR6WDWRSDWULPRQLDOHDOOD¿QHGHOO¶HVHUFL]LRFRQTXHOOLDOO¶LQL]LRGHOO¶HVHUFL]LR La differenza, chiamata variazione netta, deve essere esaminata in quanto si possoQRYHUL¿FDUHGHOOHVLWXD]LRQLLQFXL • la variazione netta deriva da una o più variazioni integrali che rappresentano fonti GLULVRUVH¿QDQ]LDULHRLPSLHJKLGLULVRUVH¿QDQ]LDULH • la variazione netta è una variazione da escludereLQTXDQWRQRQPRGL¿FDLO3&1 Esempio 2 Analisi dei flussi che modificano il PCN 1HOOR6WDWRSDWULPRQLDOHGHOOD%OXHVSDVRQRSUHVHQWLWUDJOLDOWULLVHJXHQWLHOHPHQWL 31/12/n Impianti Mutui passivi 31/12/n-1 650.000 500.000 700.000 380.000 /D1RWDLQWHJUDWLYDHYLGHQ]LDOHVHJXHQWLLQIRUPD]LRQL Movimentazioni intervenute nelle immobilizzazioni Immobilizzazioni materiali Costo storico Fondo ammortamento Valore di bilancio Impianti Importo 31/12/n-1 1.750.000 Acquisto all’inizio dell’esercizio n 1.050.000 700.000 250.000 Quota ammortamento (15%) 300.000 Importi 31/12/n 2.000.000 1.350.000 650.000 Movimentazioni intervenute nei debiti a media e lunga scadenza Mutui passivi Importo al 31/12/n-1 380.000 Accensione Rimborso nuovi prestiti quota capitale 200.000 80.000 Importi al 31/12/n 500.000 Confrontando gli importi delle voci dello Stato patrimoniale si evidenziano le seguenti YDULD]LRQLQHWWH Impianti Mutui passivi 31/12/n 650.000 500.000 31/12/n-1 700.000 380.000 Variazioni –50.000 +120.000 La variazione netta di –50.000 euro negli impianti è il risultato delle seguenti variazioni LQWHJUDOL • variazione in aumento di 250.000 euro a seguito dell’acquisto di nuovi impianti, FKHPRGL¿FDLO3&1 LPSLHJKLGLULVRUVHPRQHWDULH • variazione in diminuzione di 300.000 euro relativa alla quota ammortamento, che QRQPRGL¿FDLO3&1HVVHQGRXQFRVWRQRQPRQHWDULR 64 La variazione netta di +120.000 euro nei mutui passivi è il risultato delle seguenti vaULD]LRQLLQWHJUDOL • variazione in aumento di 200.000 euro relativa all’accensione di un nuovo prestito IRQWLGLULVRUVH¿QDQ]LDULH • YDULD]LRQHLQGLPLQX]LRQHGLHXURDVHJXLWRGHOULPERUVRGHOODTXRWDFDSLtale del mutuo (impieghi di risorse monetarie). Classe Quinta Percorso 5 4. Il rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide Il Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide è un proVSHWWRFKHHYLGHQ]LDO¶LPSRUWRHODFRPSRVL]LRQHGHOOHGLVSRQLELOLWjOLTXLGHHLÀXVVL ¿QDQ]LDULGHOO¶HVHUFL]LRGHULYDQWLGDOO¶DWWLYLWjRSHUDWLYDGDTXHOODGLLQYHVWLPHQWRH GDTXHOODGL¿QDQ]LDPHQWR Per le società che redigono il bilancio in forma ordinaria tale prospetto è parte integrante del bilancio d’esercizio. Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide Disponibilità liquide iniziali A) Flusso finanziario dell’attività operativa Utile (perdita) d’esercizio + Costi non monetari – Ricavi non monetari +/– Variazioni nette nei crediti a breve scadenza, nelle rimanenze, nei ratei e risconti attivi +/– Variazioni nette nei debiti a breve scadenza +/– Variazioni nette nei fondi rischi e oneri a breve scadenza, nei ratei e risconti passivi B) Flusso finanziario dell’attività di investimento – Variazioni in aumento (investimenti) delle immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie + Variazioni in diminuzione (disinvestimenti) delle immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie C) Flusso finanziario dell’attività di finanziamento + Variazioni in aumento dei debiti verso banche a breve scadenza – Variazioni in diminuzione dei debiti verso banche a breve scadenza + Variazioni in aumento dei debiti a media/lunga scadenza – Variazioni in diminuzione dei debiti a media/lunga scadenza + Aumenti di capitale sociale a pagamento – Riduzioni di capitale sociale a pagamento (rimborso ai soci) – Distribuzione di utili Incremento (o decremento) delle disponibilità liquide (A + B + C) Disponibilità liquide finali 65 percorso Il reddito fiscale dell’impresa e le imposte 6 Come possono essere classificate le imposte? Dirette IRPEF, IRES, IRAP, IMU Indirette IVA, Imposta di registro IRPEF Quali imposte dirette sono dovute dall’impresa? Imposte sul reddito IRES Imposta sul valore della produzione netta IRAP Reddito fiscale dell’impresa e imposte Come si calcola la base imponibile IRES? Come si calcolo la base imponibile IRAP? 66 Princìpi fiscali Competenza fiscale, inerenza, certezza e determinabilità, iscrizione in bilancio, imputabilità specifica Reddito fiscale Reddito di bilancio (+) Variazioni in aumento (–) Variazioni in diminuzione Reddito imponibile Reddito fiscale (–) Perdite esercizi precedenti Differenza tra Valore e Costi della produzione (A–B) (+) Costi indeducibili 1. Le imposte Le imposte sono entrate tramite le quali lo Stato e gli enti territoriali (Regioni, ProYLQFHH&RPXQL ¿QDQ]LDQROHVSHVHSXEEOLFKH Classe Quinta Percorso 6 /HLPSRVWHVLVXGGLYLGRQRLQ • imposte diretteFKHFROSLVFRQRLOUHGGLWR ,53(),5(6 LOSDWULPRQLR ,08 RLO YDORUHGHOODSURGX]LRQHQHWWD ,5$3 • imposte indiretteFKHFROSLVFRQRLOFRQVXPR ,9$ RLOWUDVIHULPHQWRGLULFFKH]]D ,PSRVWDGLUHJLVWUR ,O UHGGLWR GHOOH LPSUHVH YLHQH DVVRJJHWWDWR D XQ¶LPSRVWD GLIIHUHQWH D VHFRQGD GHOOD IRUPDJLXULGLFDGHOO¶LPSUHVD • IRPEF LPSRVWDVXOUHGGLWRGHOOHSHUVRQH¿VLFKH FROSLVFHLOUHGGLWRGHOO¶LPSUHVDUHDOL]]DWRGDOO¶LPSUHQGLWRUH impresa individuale RGDLVRFLLQsocietà di persone • IRES LPSRVWDVXOUHGGLWRGHOOHVRFLHWj FROSLVFHLOUHGGLWRGHOOHSHUVRQHJLXULGLFKH (società di capitaliFRRSHUDWLYHHGHQWLHTXLSDUDWL 7XWWHOHLPSUHVHLQGLSHQGHQWHPHQWHGDOODIRUPDJLXULGLFDGHYRQRYHUVDUHDOOH5HJLRQLO¶IRAP LPSRVWDUHJLRQDOHVXOOHDWWLYLWjSURGXWWLYH Imprese individuali IRPEF Società di persone IMPOSTE DIRETTE CORRISPOSTE DALLE IMPRESE Società di capitali IRES Cooperative Tutte le imprese IRAP 2. Il reddito fiscale ,OFDOFRORGHOOHLPSRVWHDFDULFRGHOO¶LPSUHVDGDYHUVDUHDOO¶$PPLQLVWUD]LRQH¿QDQ]LDULD DYYLHQHDWWUDYHUVRLOVHJXHQWHSURFHGLPHQWR DETERMINAZIONE DEL REDDITO FISCALE DETERMINAZIONE DEL REDDITO IMPONIBILE DETERMINAZIONE DELL’IMPOSTA DOVUTA DETERMINAZIONE DELL’IMPOSTA DA VERSARE 67 6 Il reddito fiscale dell’impresa e le imposte ,Oreddito fiscaleUDSSUHVHQWDLOULVXOWDWRHFRQRPLFRGDDVVRJJHWWDUHDWDVVD]LRQH VHFRQGRODQRUPDWLYD¿VFDOH ,QEDVHDOODQRUPDWLYD¿VFDOHFRQWHQXWDQHO'35Q 78,5±7HVWR8QLFR GHOOH,PSRVWHVXL5HGGLWL LOUHGGLWR¿VFDOHGHYHHVVHUHGHWHUPLQDWRULVSHWWDQGRLVHguenti princìpi • FRPSHWHQ]D¿VFDOHLFRVWLHULFDYLGHYRQRHVVHUHLPSXWDWLDOO¶HVHUFL]LRGLFRPSHWHQ]DQRQVHPSUHODFRPSHWHQ]D¿VFDOHFRLQFLGHFRQTXHOODFLYLOLVWLFD • inerenzaLFRVWLVRQRFRQVLGHUDWLQHOFDOFRORGHOUHGGLWR¿VFDOHVRORVHULJXDUGDQR HVFOXVLYDPHQWHO¶DWWLYLWjG¶LPSUHVD • certezza e determinabilità, L FRVWL SHU HVVHUH GHGRWWL GHYRQR HVVHUH GRFXPHQWDWLGDXQDIDWWXUDRXQDOWURGRFXPHQWRVDOYRHFFH]LRQLSUHYLVWHGDOODQRUPDWLYD ¿VFDOH • iscrizione in bilancio, LFRVWLSRVVRQRHVVHUHGHGRWWL¿VFDOPHQWHVRORVHVRQRLQVHULWLQHO&RQWRHFRQRPLFRFLYLOLVWLFRVDOYRHFFH]LRQLSUHYLVWHGDOODQRUPDWLYD¿VFDOH • LPSXWDELOLWjVSHFL¿FDLFRVWLVRQRGHGXFLELOLVRORVHVRQRUHODWLYLDGDWWLYLWjFKH SURGXFRQRULFDYLFKHFRQFRUURQRDIRUPDUHLOUHGGLWR¿VFDOH /HLPSUHVHGHWHUPLQDQRLOUHGGLWRGLELODQFLR UHGGLWRFLYLOLVWLFR VHFRQGRLSULQFuSLHOH UHJROHSUHYLVWLGDOFRGLFHFLYLOHWDOLUHJROHVRQRGLIIHUHQWLGDTXHOOH¿VFDOL • le valutazioni civilisticheVRQREDVDWHVXprudenza e discrezionalità • le YDOXWD]LRQL¿VFDOLVRQREDVDWHVXoggettività, certezza e univocità ,OUHGGLWR¿VFDOHqGHWHUPLQDWRDSDUWLUHGDOUHGGLWRGLELODQFLRDOULVXOWDWRHFRQRPLFR DOORUGRGHOOHLPSRVWHFKHULVXOWDLVFULWWRQHO&RQWRHFRQRPLFRVLDSSRUWDQROHUHWWL¿FKHGHULYDQWLGDOOHGLIIHUHQ]HWUDQRUPDWLYDFLYLOLVWLFDH¿VFDOH 4XHVWHUHWWL¿FKHSRVVRQRHVVHUH • variazioni in aumento UDSSUHVHQWDQR FRVWL ¿VFDOPHQWH QRQ GHGXFLELOL (non ULFRQRVFLXWLFRPHFRVWL GHYRQRHVVHUHaggiuntiDOUHGGLWRGLELODQFLRSHUGHWHUPLQDUHLOUHGGLWR¿VFDOH • variazioni in diminuzioneUDSSUHVHQWDQRricavi ¿VFDOPHQWHQRQLPSRQLELOL GHYRQRHVVHUHsottrattiGDOUHGGLWRGLELODQFLRSHUGHWHUPLQDUHLOUHGGLWR¿VFDOH In aumento Costi non deducibili In diminuzione Ricavi non imponibili Variazioni ,OUHGGLWR¿VFDOHGHULYDGDOVHJXHQWHFDOFROR REDDITO FISCALE 68 = REDDITO DI BILANCIO + VARIAZIONI IN AUMENTO – VARIAZIONI IN DIMINUZIONE 'LVHJXLWRYHQJRQRLOOXVWUDWHOHGLVSRVL]LRQL¿VFDOLSUHYLVWHSHUDOFXQLFRPSRQHQWLGL UHGGLWRFKHSURYRFDQRYDULD]LRQLLQDXPHQWRRLQGLPLQX]LRQHGHOUHGGLWRGLELODQFLR La svalutazione fiscale dei crediti /DYDOXWD]LRQHFLYLOLVWLFDGHLFUHGLWLYLHQHHVHJXLWDVXOODEDVHGHOSUHVXPLELOHYDORUHGL UHDOL]]R/DYDOXWD]LRQH¿VFDOHGHLFUHGLWLSUHYHGHLQYHFHFKH Classe Quinta Percorso 6 • SRVVDQRHVVHUHVYDOXWDWLVRORLcrediti commercialiGHULYDQWLGDOODFHVVLRQHGLPHUFLRSURGRWWLRGDOODSUHVWD]LRQHGHLVHUYL]L • VLDFRQVHQWLWDXQDVYDOXWD]LRQHQHOOLPLWHGHOOR0,50% del valore nominaleGHL FUHGLWLVWHVVL • QRQ VLD ULFRQRVFLXWD OD VYDOXWD]LRQH GHL FUHGLWL VH LO IRQGR VYDOXWD]LRQH FUHGLWL KD raggiunto il 5% del valore nominale dei crediti 6LSRVVRQRYHUL¿FDUHLVHJXHQWLFDVL SVALUTAZIONE FISCALE < SVALUTAZIONE CIVILISTICA = VARIAZIONE IN AUMENTO SVALUTAZIONE FISCALE ≥ SVALUTAZIONE CIVILISTICA = NESSUNA VARIAZIONE 1HOFDVRGLVYDOXWD]LRQH¿VFDOHPDJJLRUHGLTXHOODFLYLOLVWLFDQRQqSRVVLELOHHIIHWWXDUH XQDYDULD]LRQHLQGLPLQX]LRQHSHUFKpLQEDVHDOSULQFLSLRGLLVFUL]LRQHLQELODQFLRQRQ VRQRGHGXFLELOLLFRVWLFKHQRQVRQRVWDWLLQVHULWLQHO&RQWRHFRQRPLFR Le perdite su creditiSRVVRQRHVVHUHGHGRWWHVROWDQWRVHULVXOWDQRGDHOHPHQWLFHUWL HSUHFLVL Crediti commerciali SVALUTAZIONE CREDITI Vendita di merci o prodotti Prestazione di servizi Fondo svalutazione crediti < del 5% del valore nominale dei crediti commerciali Ammontare massimo della svalutazione fiscale 0,50% del valore nominale dei crediti commerciali 69 6 Esempio Il reddito fiscale dell’impresa e le imposte 1 Svalutazione fiscale dei crediti commerciali $OQOD=DPEULQLVSDSUHVHQWDQHOODVLWXD]LRQHFRQWDELOHUHGDWWDSULPDGHOOHVFULWWXUHGLDVVHVWDPHQWRLVHJXHQWLYDORUL • &UHGLWLYFOLHQWLHXUR • )RQGRVYDOXWD]LRQHFUHGLWLHXUR ,QEDVHDLFULWHULGLYDOXWD]LRQHFLYLOLVWLFLO¶LPSUHVDHIIHWWXDXQDVYDOXWD]LRQHFUHGLWLGL HXUR 'HWHUPLQLDPRODVYDOXWD]LRQH¿VFDOHGHLFUHGLWLHO¶HYHQWXDOHYDULD]LRQH¿VFDOH ,O)RQGRVYDOXWD]LRQHFUHGLWLqSDULDOGHOYDORUHQRPLQDOHGHLFUHGLWL = ,O)RQGRVYDOXWD]LRQHFUHGLWLLVFULWWRLQFRQWDELOLWjqLQIHULRUHDOOLPLWHPDVVLPRGHO TXLQGLqSRVVLELOHHIIHWWXDUHODVYDOXWD]LRQHGHOORGHOYDORUHQRPLQDOHGHLFUHGLWL HXUR = HXURVYDOXWD]LRQH¿VFDOHGHLFUHGLWL HXUR ± HXUR2.835YDULD]LRQHLQDXPHQWR L’ammortamento fiscale delle immobilizzazioni /¶DPPRUWDPHQWRqGHGXFLELOHFRQUHJROHGLIIHUHQWLDVHFRQGDGHOODWLSRORJLDGLEHQH EHQLLPPDWHULDOLVSHVHSOXULHQQDOLHEHQLPDWHULDOL /DWDEHOODFKHVHJXHULSRUWDOHUHJROHGLGHGXFLELOLWjGHOOHSULQFLSDOLimmobilizzazioni immateriali IMMOBILIZZAZIONE IMMATERIALE Diritti di utilizzazione delle opere di ingegno, brevetti industriali ecc. Marchi e avviamento Spese pluriennali REGOLE DI DEDUCIBILITÀ DELL’AMMORTAMENTO In ogni esercizio la quota di ammortamento è deducibile al massimo per il 50% del costo. In ogni esercizio la quota di ammortamento è deducibile per un massimo di un diciottesimo del costo sostenuto. Sono deducibili per la quota di ammortamento che può essere iscritta nel Conto economico secondo le regole del codice civile. /HQRUPH¿VFDOLULJXDUGDQWLO¶DPPRUWDPHQWRGHLbeni materiali VRQROHVHJXHQWL • O¶DPPRUWDPHQWRqGHGXFLELOHDSDUWLUHGDOO¶HVHUFL]LRLQFXLLOEHQHentra in funzione • OD TXRWD GL DPPRUWDPHQWR VL GHWHUPLQD LQ EDVH D FRHI¿FLHQWL VWDELOLWL GD XQ GHFUHWR GHO 0LQLVWHUR GHOO¶HFRQRPLD H GHOOH ¿QDQ]H SHU EHQL RPRJHQHL H D VHFRQGDGHO VHWWRUHSURGXWWLYR LQ FXL LO EHQHq XWLOL]]DWR 3HU HVHPSLR L IDEEULFDWL LQGXVWULDOL XWLOL]]DWL QHOO¶LQGXVWULD VLGHUXUJLFD VRQR DPPRUWL]]DWL FRQ FRHI¿FLHQWH PHQWUHQHOVHWWRUHPDQLIDWWXULHURWHVVLOHJOLVWHVVLEHQLVRQRDPPRUWL]]DWLFRQ FRHI¿FLHQWH • QHOSULPRHVHUFL]LRGLHQWUDWDLQIXQ]LRQHGHOEHQHLOFRHI¿FLHQWHPLQLVWHULDOHSUHYLsto viene ridotto alla metà 70 Inizio ammortamento AMMORTAMENTO DEI BENI MATERIALI STRUMENTALI Entrata in funzione del bene Coefficienti fiscali Stabiliti da un decreto ministeriale 1° esercizio in cui entra in funzione Coefficiente ridotto alla metà Beni omogenei Classe Quinta Percorso 6 Settori produttivi 6LSRVVRQRYHUL¿FDUHLVHJXHQWLFDVL AMMORTAMENTO FISCALE < AMMORTAMENTO CIVILISTICO = VARIAZIONE IN AUMENTO AMMORTAMENTO FISCALE ≥ AMMORTAMENTO CIVILISTICO = NESSUNA VARIAZIONE 1RQqSRVVLELOHHIIHWWXDUHXQDYDULD]LRQHLQGLPLQX]LRQHQHOFDVRGLDPPRUWDPHQWR ¿VFDOHPDJJLRUHGLTXHOORFLYLOLVWLFR Esempio 2 Ammortamento fiscale dei beni strumentali ,QGDWDQO¶LPSUHVDLQGXVWULDOH&DVLQHOOLVSDGLVSRQHGHLVHJXHQWLEHQLVWUXPHQWDOL Beni strumentali Costo storico Fabbricati (valore edificio 300.000 euro) 460.000 Impianti e macchinari 195.000 Mobili e macchine d’ufficio 75.000 Coefficiente civilistico 4% 15% 18% Coefficiente fiscale 3% 12% 20% 'HWHUPLQLDPROHTXRWHGLDPPRUWDPHQWRFLYLOLVWLFROHTXRWHGLDPPRUWDPHQWR¿VFDOHH OHHYHQWXDOLYDULD]LRQL¿VFDOL Beni strumentali Fabbricati Impianti e macchinari Mobili e macchine d’ufficio Ammortamento civilistico 12.000 29.250 13.500 Ammortamento fiscale 9.000 23.400 15.000 Variazioni fiscali 3.000 5.850 - /DYDULD]LRQH¿VFDOHLQDXPHQWRqGL8.850HXUR 71 6 Il reddito fiscale dell’impresa e le imposte Le spese di manutenzione e riparazione fiscalmente deducibili /HVSHVHGLPDQXWHQ]LRQHULSDUD]LRQHDPPRGHUQDPHQWRHWUDVIRUPD]LRQHSRVVRQR HVVHUHSDWULPRQLDOL]]DWHVHDXPHQWDQRODFDSDFLWjSURGXWWLYDRDOOXQJDQRODYLWDXWLOH GHOEHQH,QFDVRFRQWUDULRTXHVWHVSHVHVRQRFRQVLGHUDWHFRVWLG¶HVHUFL]LRHLVFULWWH QHO&RQWRHFRQRPLFR Le spese di manutenzione e riparazioneVRQR¿VFDOPHQWHGHGXFLELOLQHOOLPLWHdel 5% del costo complessivo GL WXWWL L EHQL PDWHULDOL DPPRUWL]]DELOL LVFULWWL DOO¶LQL]LR GHOO¶HVHUFL]LRQHOUHJLVWURGHLEHQLDPPRUWL]]DELOL6HFLVRQRGHLEHQLSHULTXDOLqVWDWR VWLSXODWRXQFRQWUDWWRGLPDQXWHQ]LRQHSHULRGLFD • LOFRVWRGHOODPDQXWHQ]LRQHSHULRGLFDqtotalmente deducibile • il costo storico dei beniUHODWLYLDOFRQWUDWWRGLPDQXWHQ]LRQHSHULRGLFDQRQGHYH HVVHUHFRQVLGHUDWRDL¿QLGHOFDOFRORGHO Tipologia di interventi Manutenzioni e riparazioni iscritte nel Conto economico Canoni di manutenzione periodica Totalmente deducibili Spese fiscalmente deducibili 5% dei beni materiali iscritti all’1/01 SPESE DI MANUTENZIONE E RIPARAZIONE 6LSRVVRQRYHUL¿FDUHLVHJXHQWLFDVL SPESE DI MANUTENZIONE E RIPARAZIONE FISCALI < SPESE DI MANUTENZIONE E RIPARAZIONE CIVILISTICHE = VARIAZIONE IN AUMENTO /D QRUPDWLYD ¿VFDOH FRQVHQWH GL SRWHU GHGXUUH TXHVWD YDULD]LRQH LQ DXPHQWR nei successivi cinque anni/¶LPSUHVDHIIHWWXHUjGHOOHYDULD]LRQLLQGLPLQX]LRQHdi un quinto QHLFLQTXHDQQLVXFFHVVLYL SPESE DI MANUTENZIONE E RIPARAZIONE FISCALI ≥ SPESE DI MANUTENZIONE E RIPARAZIONE CIVILISTICHE = NESSUNA VARIAZIONE 1RQqSRVVLELOHHIIHWWXDUHXQDYDULD]LRQHLQGLPLQX]LRQHQHOFDVRGLVSHVHGLPDQXWHQ]LRQHHULSDUD]LRQH¿VFDOPHQWHGHGXFLELOLPDJJLRULGLTXHOOHFLYLOLVWLFKH Esempio 3 Spese di manutenzione e riparazione fiscalmente deducibili /D&DUUHOOLVSDSUHVHQWDLVHJXHQWLGDWLFRQWDELOL • EHQL VWUXPHQWDOL LVFULWWL DOO¶Q QHO UHJLVWUR GHL EHQL DPPRUWL]]DELOL GHO FRVWR VWRULFRGLHXUR 72 • VX XQ LPSLDQWR GHO FRVWR VWRULFR GL HXURO¶LPSUHVDKD VWLSXODWR XQ FRQWUDWWRGLPDQXWHQ]LRQHSHULRGLFDGHOO¶LPSRUWRGLHXURFRPSUHVRQHLFRVWLGL PDQXWHQ]LRQHHULSDUD]LRQHLPSXWDWLD&RQWRHFRQRPLFR • LFRVWLGLPDQXWHQ]LRQHHULSDUD]LRQHLVFULWWLQHO&RQWRHFRQRPLFRDPPRQWDQRD HXUR Classe Quinta Percorso 6 'HWHUPLQLDPR O¶LPSRUWRGHOOHVSHVHGLPDQXWHQ]LRQHHULSDUD]LRQH¿VFDOPHQWHGHGXFLELOL QHOO¶HVHUFL]LRQODYDULD]LRQH¿VFDOHGDHIIHWWXDUHQHOO¶HVHUFL]LRQHQHJOLHVHUFL]LVXFFHVVLYL HXUR ± HXURFRVWRGHLEHQLVXFXLFDOFRODUHLO HXUR = HXUR $WDOHLPSRUWRGHYRQRHVVHUHDJJLXQWLLFRVWLGHOFRQWUDWWRGLPDQXWHQ]LRQHGLHXUR HXUR HXURVSHVHGLPDQXWHQ]LRQHHULSDUD]LRQH¿VFDOPHQWH GHGXFLELOL HXUR ± HXUR15.000YDULD]LRQHLQDXPHQWR HXUR HXURYDULD]LRQHLQGLPLQX]LRQHGHOUHGGLWR¿VFDOHQHLHVHUFL]LVXFFHVVLYL Esercizio n n+1 n+2 n+3 n+4 n+5 Variazione fiscale in aumento in diminuzione in diminuzione in diminuzione in diminuzione in diminuzione Importo 15.000 3.000 3.000 3.000 3.000 3.000 Il trattamento fiscale delle plusvalenze /HSOXVYDOHQ]HFKHGHULYDQRGDOODYHQGLWDGLEHQLVWUXPHQWDOLVLGHWHUPLQDQRFRPHGLIIHUHQ]DWUDLOSUH]]RGLYHQGLWDHLOYDORUHFRQWDELOHGHOEHQHDOPRPHQWRGHOODFHVVLRQH/HSOXVYDOHQ]HSDUWHFLSDQRDOODIRUPD]LRQHGHOUHGGLWRGHOO¶LPSUHVDnell’esercizio in cui sono state rilevate/DQRUPDWLYD¿VFDOHSHUPHWWHDOO¶LPSUHVDGLVFHJOLHUHVH LOEHQHqSRVVHGXWRGDDOPHQR tre anniWUD • tassazione integraleGHOODSOXVYDOHQ]DQHOO¶HVHUFL]LRLQFXLqVWDWDUHDOL]]DWD • tassazione a quote costantiLQXQPDVVLPRGLcinque anni FRPSUHVRO¶HVHUFL]LR LQFXLqVWDWDUHDOL]]DWD TASSAZIONE DELLE PLUSVALENZE DERIVANTI DALLA VENDITA DI BENI STRUMENTALI Regola generale Tassazione integrale nell’esercizio Per i beni posseduti da almeno tre anni Tassazione integrale nell’esercizio Tassazione a quote costanti in un massimo di cinque anni 73 6 Il reddito fiscale dell’impresa e le imposte 6HO¶LPSUHVDVFHJOLHODWDVVD]LRQHDTXRWHFRVWDQWLLQFLQTXHDQQLULOHYHUj • una variazione in diminuzioneSHUO¶LQWHURDPPRQWDUHGHOODSOXVYDOHQ]D • una variazione in aumentoSHUXQTXLQWRGHOODSOXVYDOHQ]D • una variazione in aumentoSHUXQTXLQWRGHOODSOXVYDOHQ]DQHLquattro esercizi successivi Esempio 4 Tassazione della plusvalenza derivante dalla vendita di beni strumentali /D7HUULVSDDOO¶LQL]LRGHOO¶HVHUFL]LRQKDYHQGXWRPDFFKLQHG¶XI¿FLRGHOFRVWRVWRULFRGL HXURDFTXLVWDWHVHLDQQLSULPDHDPPRUWL]]DWHGHO,OSUH]]RGLFHVVLRQHq GLHXUR,9$ 'HWHUPLQLDPRODSOXVYDOHQ]DUHDOL]]DWDHOHYDULD]LRQL¿VFDOLVDSHQGRFKHODVRFLHWjKD RSWDWRSHUODWDVVD]LRQHDTXRWHFRVWDQWLLQFLQTXHDQQL HXUR = HXURIRQGRDPPRUWDPHQWRSULPDGHOODYHQGLWD HXUR ± HXURYDORUHFRQWDELOH HXUR ± HXURSOXVYDOHQ]D 1HOO¶HVHUFL]LRQDYUHPR YDULD]LRQHLQGLPLQX]LRQHGL2.800 euro YDULD]LRQHLQDXPHQWRGL560HXUR HXUR Esercizio n n n+1 n+2 n+3 n+4 Variazione fiscale in diminuzione in aumento in aumento in aumento in aumento in aumento Importo 2.800 560 560 560 560 560 Il reddito imponibile e le imposte dovute /¶LPSUHVDXQDYROWDGHWHUPLQDWRLOUHGGLWR¿VFDOHGHYHFDOFRODUHLOreddito imponibile, le imposte dovute e le imposte da versare Reddito fiscale Imposte dovute Reddito imponibile 74 Imposte da versare Le società di capitali FDOFRODQR LO UHGGLWR LPSRQLELOH H O¶,5(6 GD YHUVDUH FRQ LO VHJXHQWHSURFHGLPHQWR 1. determinazione del reddito imponibile VRWWUDHQGR DO UHGGLWR ¿VFDOH OH HYHQWXDOLSHUGLWHGHJOLHVHUFL]LSUHFHGHQWLQHOOLPLWHGHOO¶GHOUHGGLWR¿VFDOHVWHVVR REDDITO IMPONIBILE = REDDITO FISCALE ± Classe Quinta Percorso 6 PERDITE ESERCIZI PRECEDENTI 2. determinazione dell’IRES dovuta PROWLSOLFDQGR LO UHGGLWR LPSRQLELOH SHU O¶DOLTXRWD IRES DOVUTA = REDDITO IMPONIBILE = 24% 3. L’IRAP /¶imposta regionale sulle attività produttive (IRAP)qXQ¶LPSRVWDGLUHWWDHSURSRU]LRQDOH dovuta da tutte le impreseLQGLSHQGHQWHPHQWHGDOODIRUPDJLXULGLFD /D EDVH LPSRQLELOH ,5$3 q UDSSUHVHQWDWD GDO valore della produzione netta e si ULFDYD GLUHWWDPHQWH GDO &RQWR HFRQRPLFR FLYLOLVWLFR HVFOXGHQGR DOFXQL FRVWL LQGLFDWL GDOODQRUPDWLYDFRPHFRVWLQRQGHGXFLELOL La base imponibile IRAPSHUOHVRFLHWjGLFDSLWDOLqFDOFRODWDQHOVHJXHQWHPRGR Differenza tra Valore e costi della produzione (A–B) di Conto economico + quota interessi compresi nei canoni di leasing + costi per il personale non deducibili + compensi per collaborazioni coordinate e continuative e lavori occasionali + svalutazione delle immobilizzazioni e dei crediti compresi nell’attivo circolante + accantonamenti per rischi e altri accantonamenti + perdite su crediti + Imposta municipale propria (IMU) BASE IMPONIBILE IRAP 3HURWWHQHUHO¶IRAP dovutaODEDVHLPSRQLELOHYLHQHPROWLSOLFDWDSHUO¶DOLTXRWD3,90% OH5HJLRQLSRVVRQRDXPHQWDUHRGLPLQXLUHWDOHDOLTXRWDHQWURXQLQWHUYDOOR¿VVDWRGDOOD QRUPDWLYD IRAP DOVUTA = BASE IMPONIBILE IRAP = ALIQUOTA 75 6 Il reddito fiscale dell’impresa e le imposte 4. La liquidazione e il versamento delle imposte sul reddito /DGHWHUPLQD]LRQHGHOOHLPSRVWHDYYLHQHWUDPLWHautoliquidazioneFLRqOHLPSUHVH FDOFRODQRDXWRQRPDPHQWHODEDVHLPSRQLELOHHOHLPSRVWHGRYXWH /HLPSUHVHGHYRQRFRPSLODUHDQQXDOPHQWHODdichiarazione dei redditiLQFXLLQGLFDQRLOUHGGLWRLPSRQLELOHHO¶LPSRVWDGRYXWD,QSDUWLFRODUHOHVRFLHWjGLFDSLWDOLGHYRQR SUHVHQWDUHLQYLDWHOHPDWLFD • la dichiarazione annuale IRES PRGHOOR5HGGLWL6&±6RFLHWjGLFDSLWDOL • la dichiarazione annuale IRAP /DQRUPDWLYD¿VFDOHLPSRQHDOOHLPSUHVHGLYHUVDUH • un accontoSDULDXQDFHUWDSHUFHQWXDOHGHOOHLPSRVWHGHOO¶HVHUFL]LRSUHFHGHQWH GDFRUULVSRQGHUHLQGXHUDWH • il saldoGDFRUULVSRQGHUHQHOODVWHVVDGDWD GHOSULPRDFFRQWR /¶IRES da versare VL RWWLHQH VRWWUDHQGR DOO¶,5(6 GRYXWD OH ULWHQXWH VXEuWH D WLWROR G¶DFFRQWR SHUHVHPSLRVXJOLLQWHUHVVLDWWLYLEDQFDUL HJOLDFFRQWLYHUVDWL IRES DA VERSARE = IRES DOVUTA – RITENUTE SUBÌTE A TITOLO D’ACCONTO – ACCONTI VERSATI /¶IRAP da versare VLRWWLHQHVRWWUDHQGRDOO¶,5$3GRYXWDJOLDFFRQWLYHUVDWL IRAP DA VERSARE = IRAP DOVUTA – ACCONTI VERSATI Le rilevazioni contabili UHODWLYHDOOHLPSRVWHULHQWUDQRWUDOHVFULWWXUHGLDVVHVWDPHQWR VFULWWXUHGLFRPSOHWDPHQWR HVHUYRQRSHUUHJLVWUDUHOHLPSRVWHGHOO¶HVHUFL]LRHLO GHELWRSHUOHLPSRVWHGDYHUVDUH /HIDVLVRQROHVHJXHQWL 1. determinazione delle imposte 4XHVWDRSHUD]LRQHFRPSRUWDOHVHJXHQWLYDULD]LRQL • QHOO¶DVSHWWR¿QDQ]LDULR ± DXPHQWRGHLGHELWLSHULPSRVWH 9)3 • QHOO¶aspetto economico ± DXPHQWRGHLFRVWLG¶HVHUFL]LR 9(1 2. storno degli acconti e delle ritenute subìte. 4XHVWDRSHUD]LRQHFRPSRUWDYDULD]LRQLQHOO¶DVSHWWR¿QDQ]LDULR ± GLPLQX]LRQHGHLGHELWLSHULPSRVWH 9)$ ± GLPLQX]LRQHGHLFUHGLWLSHUDFFRQWL 9)3 ± GLPLQX]LRQHGHLFUHGLWLSHUULWHQXWHVXEuWH 9)3 76 Esempio 5 Imposte d’esercizio e saldo da versare $OQOD5LVDOYDWLVSDSUHVHQWDLVHJXHQWLGDWL • LOUHGGLWRGLELODQFLRDPPRQWDDHXUR • OHYDULD]LRQLLQDXPHQWRVRQRGLHXUROHYDULD]LRQLLQGLPLQX]LRQHVRQRGL HXURQRQVRQRSUHVHQWLSHUGLWHGLHVHUFL]LSUHFHGHQWL • ODEDVHLPSRQLELOH,5$3qGLHXUR • O¶LPSUHVDGXUDQWHO¶HVHUFL]LRKDYHUVDWRXQDFFRQWR,5$3GLHXURHXQDFFRQWR,5(6GLHXUR Classe Quinta Percorso 6 • O¶LPSUHVDKDVXEuWRULWHQXWH¿VFDOLVXJOLLQWHUHVVLDWWLYLEDQFDULGLHXUR 'HWHUPLQLDPROHLPSRVWHGRYXWHHGDYHUVDUHHSUHVHQWLDPROHVFULWWXUHFRQWDELOL HXUR ± HXURUHGGLWR¿VFDOHFKHFRLQFLGHFRQLO UHGGLWRLPSRQLELOHSHUFKpQRQFLVRQRSHUGLWHGDGHGXUUH (XUR = HXUR,5(6G¶HVHUFL]LR ,5(6GRYXWD HXUR $FFRQWR,5(6 HXUR 5LWHQXWHVXELWH HXUR Saldo IRES da versare euro 4.070 HXUR = HXUR,5$3G¶HVHUFL]LR ,5$3GRYXWD HXUR $FFRQWR,5$3 HXUR Saldo IRAP da versare euro 3.923 HXUR HXUR56.823LPSRVWHGRYXWH Data 31/12 Variazioni Conti e descrizione VEN IMPOSTE DELL’ESERCIZIO IRAP + IRES Dare 56.823,00 Avere 31/12 VFP DEBITI PER IMPOSTE imposte dell’esercizio 56.823,00 31/12 VFA DEBITI PER IMPOSTE storno acconti e ritenute 31/12 VFP IMPOSTE C/ACCONTO storno acconti e ritenute 48.600,00 31/12 VFP CREDITI PER RITENUTE SUBÌTE storno acconti e ritenute 230,00 48.830,00 77 percorso La contabilità gestionale 7 Definire i prezzi di vendita Quali scopi consente di raggiungere? Controllare l’efficienza e l’efficacia della gestione Valutare la convenienza economica delle scelte aziendali Analizzare la redditività Valutare le rimanenze per il bilancio d’esercizio Commessa Quali sono le fasi del controllo di gestione? Contabilità gestionale Definizione dell’oggetto di calcolo Processo Classificazione dei costi Lotti Modalità di calcolo e ripartizione dei costi indiretti Direct costing Quali sono i metodi di calcolo dei costi delle produzioni? Full costing Configurazioni di costo Activity Based Costing (ABC) Quali sono le decisioni aziendali da valutare? 78 Convenienza ad accettare un ordine aggiuntivo Costo suppletivo Make or buy Costi emergenti e costi cessanti Problemi di redditività aziendale Break even analysis 1. La contabilità gestionale ,OPDQDJHPHQWD]LHQGDOHKDELVRJQRGLLQIRUPD]LRQLSUHFLVHHDI¿GDELOLSHUSUHQGHUH le decisioni. Queste informazioni provengono dalla contabilità direzionale, che si avvale di numerosi strumenti: la contabilità generale, la contabilità gestionale, il budget e il reporting. Classe Quinta Percorso 7 CONTABILITÀ DIREZIONALE Contabilità generale Contabilità gestionale Budget Reporting La contabilità gestionale, chiamata anche contabilità industriale o contabilità analitica, consente di controllare economicamente la gestione attraverso la misurazione, la rilevazione, la destinazione e l’analisi dei costi e dei ricavi. La contabilità gestionale ha per oggetto le operazioni interne, cioè quelle che riguardano le fasi in cui si svolge il processo produttivo. Gli scopi della contabilità gestionale sono i seguenti: • GH¿QLUHLprezzi di vendita; • controllare l’HI¿FLHQ]D dell’impiego dei fattori produttivi e misurare l’HI¿FDFLD nel UDJJLXQJHUHJOLRELHWWLYLSUH¿VVDWL • valutare la convenienza economica delle scelte aziendali; • valutare leULPDQHQ]H¿QDOLGLSURGRWWL¿QLWLHSURGRWWLLQFRUVRGLODYRUD]LRQHSHU la redazione del bilancio d’esercizio; • realizzare un’adeguata programmazione aziendale; • analizzare la redditività di settori aziendali o delle commesse. La contabilità gestionale può essere tenuta con diversi strumenti: • in forma liberaXWLOL]]DQGRWDEHOOHVFKHPLHJUD¿FL • con il metodo della partita doppia. Confronto tra contabilità generale e contabilità gestionale CONTABILITÀ GENERALE CONTABILITÀ GESTIONALE Normativa Scopo Obbligatoria in base a norme civili e fiscali Operazioni registrate Soggetti a cui è rivolta Momento di rilevazione del costo Tipologia di valori Operazioni esterne di gestione Operazioni interne di gestione Azionisti, dipendenti, banche, Amministrazione finanziaria ecc. Responsabili aziendali Acquisizione del fattore produttivo Utilizzo del fattore produttivo nel processo produttivo Consuntivi Preventivi e consuntivi Facoltativa Determinazione del patrimonio di funzionamento Calcolo dei risultati economici parziali e del risultato economico d’esercizio 79 7 La contabilità gestionale Per migliorare il risultato economico l’impresa può agire sui ricavi o sui costi. I costi, a differenza dei ricavi, dipendono prevalentemente da fattori interni che l’impresa può meglio controllare. Il controllo e la gestione dei costi si realizzano attraverso le seguenti fasi: DEFINIZIONE DELL’OGGETTO DI CALCOLO DEL COSTO CLASSIFICAZIONE DEI COSTI SCELTA DELLA MODALITÀ DI CALCOLO E RIPARTIZIONE DEI COSTI INDIRETTI 2. L’oggetto di calcolo e la classificazione dei costi I costi possono essere riferiti a diversi oggetti, che rappresentano la produzione realizzata dall’impresa: • la commessa, l’impresa industriale produce un EHQHVSHFL¿FR, in base a un ordiQHGHOFOLHQWH SHUHVHPSLRXQHGL¿FLRXQDQDYHXQDHUHR Il costo della commessa si calcola in base a un preventivo che contiene l’elenco dei costi da sostenere per la sua realizzazione; • il processo, l’impresa industriale produce DÀXVVRFRQWLQXR dei beni (per esemSLRLOSHWUROLRLOFHPHQWROR]XFFKHURHFF L’impresa calcola il costo totale della produzione realizzata nel processo in un certo periodo di tempo. Per determinare il costo unitario della produzione, divide il costo totale per le unità prodotte; • il lotto, l’impresa industriale produce una serie di prodotti ORWWL FKHVLGLIIHUHQ]LDQRGDXQPRGHOOREDVH SHUHVHPSLROHDXWRPRELOL ,EHQLFKHIDQQRSDUWHGHOOR stesso lotto sono identici tra loro, ma da un lotto all’altro si differenziano per alcune caratteristiche. L’impresa determina il costo totale del lotto come se fosse una commessa e poi lo divide per le unità di ciascun lotto. OGGETTI DI CALCOLO DEL COSTO Commessa Beni specifici Processo Beni standardizzati Produzione in serie Lotto Varianti differenti da lotto a lotto 80 I costi possono essere FODVVL¿FDWL secondo vari criteri, alcuni dei quali sono riportati nella seguente tabella. Relazione tra costi e volumi di produzione • costi variabili: variano al variare della quantità prodotta (materie prime, manodopera diretta); • costi fissi: rimangono costanti al variare della quantità prodotta, nel limite della capacità produttiva (ammortamento, affitti). Modo con cui i costi dei fattori sono riferiti all’oggetto di calcolo • costi diretti: sono attribuiti immediatamente all’oggetto di calcolo perché è possibile e conveniente determinare il quantitativo di fattore produttivo utilizzato per la produzione (materie prime, manodopera diretta); • costi indiretti: sono attribuiti all’oggetto di calcolo in base a criteri di riparto (ammortamento, manodopera indiretta ecc.). Funzione aziendale a cui i costi si riferiscono (destinazione dei costi) • • • • • Variazione dei costi per effetto di una decisione aziendale • costi cessanti: sono i costi che non sono più sostenuti in seguito alla decisione aziendale; • costi emergenti: sono i costi che devono essere sostenuti in seguito alla decisione aziendale; • costi differenziali: costituiscono l’incremento (costo suppletivo) o il decremento di costo che l’impresa subisce o ottiene in seguito alla decisione aziendale. Classe Quinta Percorso 7 costi di produzione: sono sostenuti nella fabbricazione (costi industriali); costi amministrativi: sono legati al processo amministrativo; costi di vendita: sono legati al processo distributivo (costi commerciali); costi finanziari: sono legati ai finanziamenti ottenuti; costi tributari: sono sostenuti per imposte e tasse. 3. I metodi di calcolo dei costi Il calcolo dei costi può essere effettuato utilizzando due metodi: • il direct costing (contabilità a costi diretti DWWULEXLVFHDOO¶RJJHWWRGLFDOFROR FRPPHVVDSURFHVVRRORWWR LFRVWLYDULDELOLHLFRVWL¿VVLVSHFL¿FL • il full costing (contabilità a costi pieni DWWULEXLVFHDOO¶RJJHWWRGLFDOFROR FRPPHVVDSURFHVVRRORWWR LFRVWLYDULDELOLHLFRVWL¿VVL VLDVSHFL¿FLFKHFRPXQLHJHQHUDOL L’impresa sceglie il metodo di calcolo dei costi in base agli obiettivi conoscitivi e alle caratteristiche dell’oggetto di calcolo. Direct costing Costi variabili e costi fissi specifici Full costing Costi variabili e costi fissi specifici e comuni e generali METODI DI CALCOLO DEI COSTI 81 7 La contabilità gestionale Il direct costing Il metodo direct costingDWWULEXLVFHDOSURGRWWRLFRVWLYDULDELOLHLFRVWL¿VVLVSHFL¿FLPHQWUHLFRVWL¿VVLFRPXQLHJHQHUDOLVRQRFRQVLGHUDWLFRVWLGLSHULRGR Le imprese utilizzano questo metodo per determinare la redditività delle diverse produzioni aziendali, calcolando: • il margine di contribuzione di primo livello (o margine lordo di contribuzione FKHLQGLFDODFDSDFLWjGHOOHYHQGLWHGLXQSURGRWWRGLFRQWULEXLUHDOODFRSHUWXUD GLWXWWLLFRVWL¿VVL MARGINE DI CONTRIBUZIONE DI PRIMO LIVELLO RICAVI DI VENDITA = – COSTI VARIABILI La scelta della produzione più redditizia richiede di calcolare il margine lordo di contribuzione unitario, che si ottiene suddividendo il margine lordo di contribuzione per la quantità venduta. • Il margine di contribuzione di secondo livello (o margine netto di contribuzione FKHLQGLFDODFDSDFLWjGHOOHYHQGLWHGLXQSURGRWWRGLFRQWULEXLUHDOODFRSHUWXUDGHLFRVWL¿VVLFRPXQLHJHQHUDOL MARGINE DI CONTRIBUZIONE DI SECONDO LIVELLO = MARGINE DI CONTRIBUZIONE DI PRIMO LIVELLO – COSTI FISSI SPECIFICI Il margine di contribuzione di secondo livello permette di valutare la convenienza a eliminare una produzione poco redditizia, considerando la sua capacità di contriEXLUHDOODFRSHUWXUDGHLFRVWL¿VVLFRPXQLHJHQHUDOL Esempio 1 Calcolo dei margini di contribuzione di tre produzioni La Caprini spa impresa industriale realizza tre produzioni LM26, BG19, FG27, per le quali sono stati rilevati i seguenti dati. Quantità prodotte Prezzo di vendita unitario Costo variabile unitario Costi fissi specifici Costi fissi comuni e generali LM26 n. 2.500 euro 100 euro 50 euro 74.000 BG19 n. 5.000 euro 80 euro 45 euro 50.000 euro 190.000 FG27 n. 7.000 euro 65 euro 25 euro 85.000 Determiniamo il margine di contribuzione di primo e di secondo livello delle tre produzioni, il risultato economico ottenuto dall’impresa e individuiamo la produzione più redditizia. 82 Ricavi di vendita Costi variabili Margine di contribuzione di primo livello Costi fissi specifici Margine di contribuzione di secondo livello LM26 250.000 – 125.000 125.000 –74.000 51.000 BG19 400.000 –225.000 175.000 –50.000 125.000 FG27 455.000 –175.000 280.000 –85.000 195.000 Costi fissi comuni e generali Risultato economico della gestione LM26 Margine di contribuzione unitario 125.000 2.500 = euro 50 BG19 175.000 5.000 = euro 35 Totale 1.105.000 –525.000 580.000 –209.000 371.000 –190.000 181.000 Classe Quinta Percorso 7 FG27 280.000 7.000 = euro 40 La produzione più redditizia è la LM26 perché presenta il margine di contribuzione unitario più elevato. Il full costing Il metodo full costing determina il costo “pieno” del prodotto e attribuisce all’oggetWRGLFDOFRORVLDLFRVWLYDULDELOLVLDLFRVWL¿VVLVSHFL¿FLFRPXQLHJHQHUDOL Questo metodo quindi imputa ai prodotti sia i costi diretti sia quelli indiretti, perPHWWHQGRGLFDOFRODUHGLYHUVHFRQ¿JXUD]LRQLGLFRVWR Le configurazioni di costo rappresentano somme di costi diretti e indiretti relativi a un oggetto di calcolo. /¶LPSUHVDFDOFRODODFRQ¿JXUD]LRQHGLFRVWRLQEDVHDOORVFRSRFKHVLYXROHUDJJLXQgere. /HFRQ¿JXUD]LRQLGLFRVWRVRQROHVHJXHQWL • costo primo, è dato dalla somma dei costi diretti (per esempio, costo delle materie SULPHHGHOODPDQRGRSHUDGLUHWWD • costo industriale, è dato dalla somma del costo primo e di una quota di costi generali di produzione. 4XHVWD FRQ¿JXUD]LRQH q XWLOL]]DWD SHU OD YDOXWD]LRQH GHOOH ULPDQHQ]H GHL SURGRWWL ¿QLWLGHLSURGRWWLLQFRUVRGLODYRUD]LRQHHGHLVHPLODYRUDWL • costo complessivo, è dato dalla somma del costo industriale e di una quota di FRVWLJHQHUDOLGLDPPLQLVWUD]LRQHHGLYHQGLWDGLRQHUL¿QDQ]LDULHWULEXWDUL4XHVWD FRQ¿JXUD]LRQHFRQVHQWHGLGHWHUPLQDUHODUHGGLWLYLWjGLVLQJROHFRPPHVVH • costo economico-tecnico, è dato dalla somma del costo complessivo e degli oneri ¿JXUDWLYL 83 7 La contabilità gestionale Gli oneri figurativi rappresentano costi che non comportano per l’impresa un’uscita monetaria, ma sono legati all’utilizzo di fattori produttivi apportati dall’imprenditore (stipendio direzionale spettante all’imprenditore che svolge la sua opera nell’azienGDLQWHUHVVHGLFRPSXWRVXOFDSLWDOHSURSULRLQYHVWLWRQHOO¶D]LHQGD COSTO PRIMO COSTO INDUSTRIALE COSTO COMPLESSIVO COSTO ECONOMICOTECNICO Costi diretti Costo primo Costo industriale Costo complessivo + Costi indiretti industriali + Costi commerciali, amministrativi, oneri finanziari e tributari + Oneri figurativi /¶LPSUHVDJUD]LHDOOHFRQ¿JXUD]LRQLGLFRVWRSXzGHWHUPLQDUH • l’utile conseguito; • il SUR¿WWRdell’imprenditore. UTILE = RICAVI DI VENDITA – COSTO COMPLESSIVO PROFITTO = UTILE – ONERI FIGURATIVI Con il full costing il costo dell’oggetto di calcolo si determina con il seguente procedimento: CLASSIFICAZIONE DEI COSTI PER FUNZIONE AZIENDALE IMPUTAZIONE DEI COSTI DIRETTI IMPUTAZIONE DEI COSTI INDIRETTI I costi diretti sono attribuiti in modo oggettivo alla produzione. Per esempio, in un’impresa che fabbrica calcolatrici la plastica rappresenta un costo diretto, perché si conosce la quantità di plastica utilizzata per la produzione di una calcolatrice. I costi indiretti sono attribuiti alla produzione in base a precisi criteri che servono per individuare la quota di costo indiretto da imputare all’oggetto di calcolo. L’imputazione dei costi indiretti può essere effettuata in due modi: • su base aziendale; • con riferimento ai centri di costo. 84 La base aziendale utilizzata per l’imputazione dei costi indiretti può essere: • unica, l’impresa sceglie un unico criterio per attribuire tutti i costi indiretti agli oggetti di calcolo. Per esempio, il numero di unità prodotte per ciascuna produzione; • multipla, l’impresa suddivide i costi indiretti in gruppi omogenei e sceglie per ogni gruppo un criterio con cui attribuire i costi indiretti agli oggetti di calcolo. Classe Quinta Percorso 7 Base unica Base aziendale Base multipla IMPUTAZIONE DEI COSTI INDIRETTI Centri di costo Esempio 2 Calcolo del costo economico-tecnico di tre commesse (full costing con base multipla aziendale) La Franceschi spa lavora tre commesse F11M, G02B e S12L, per cui sostiene i seguenti costi: Costi diretti Materia prima Manodopera diretta F11M 33.000 55.000 G02B 70.000 100.000 Costi comuni e generali Ammortamenti industriali Forza motrice Manodopera indiretta Costi generali industriali Costi di amministrazione Costi di vendita Oneri finanziari Oneri tributari S12L 90.000 130.000 170.000 45.000 70.500 15.000 133.400 145.000 13.000 20.000 Determiniamo il costo economico-tecnico delle tre commesse considerando che la ripartizione dei costi avviene su base multipla: • gli ammortamenti e la forza motrice sono ripartiti in base alle ore di funzionamento GHLPDFFKLQDUL RUHSHU)0RUHSHU*%RUHSHU6/ • la manodopera indiretta e i costi generali di produzione sono ripartiti in base al costo della manodopera diretta; • L FRVWL FRPPHUFLDOL DPPLQLVWUDWLYL ¿QDQ]LDUL H WULEXWDUL VRQR ULSDUWLWL LQ EDVH DO costo industriale delle produzioni; • JOLRQHUL¿JXUDWLYLVRQRLOGHOFRVWRFRPSOHVVLYR 85 7 La contabilità gestionale Riparto degli ammortamenti e della forza motrice 170.000 + 45.000 150 + 350 + 500 = 215.000 = 215 1.000 Riparto della manodopera indiretta e dei costi generali di produzione 70.500 + 15.000 55.000 + 100.000 + 130.000 = 85.500 285.000 F11M G02B euro 32.250 (215 = 150) euro 75.250 (215 = 350) F11M G02B euro 16.500 (0,3 = 55.000) = 0,3 Voci di costo S12L euro 107.500 (215 = 500) S12L euro 30.000 (0,3 = 100.00) euro 39.000 (0,3 = 130.000) F11M 33.000 55.000 88.000 G02B 70.000 100.000 170.000 S12L 90.000 130.000 220.000 Totale 193.000 285.000 478.000 ammortamento e forza motrice 32.250 75.250 107.500 215.000 manodopera indiretta e costi generali industriali 16.500 30.000 39.000 85.500 136.750 275.250 366.500 778.500 54.700 110.100 146.600 311.400 191.450 385.350 513.100 1.089.900 3.829 7.707 10.262 21.798 195.279 393.057 523.362 1.111.698 Materia prima Manodopera diretta Costo primo Quota di costi comuni e generali industriali: Costo industriale Costi di amministrazione, di vendita, oneri finanziari e tributari Costo complessivo Oneri figurativi Costo economico-tecnico Riparto dei costi di amministrazione, di vendita, oneri finanziari e oneri tributari 133.400 + 145.000 + 13.000 + 20.000 136.750 + 275.250 + 366.500 Oneri figurativi = F11M euro 3.829 (191.450 = 2%) 311.400 778.500 = 0,4 F11M G02B S12L euro 54.700 euro 110.100 euro 146.600 (0,4 = 136.750) (0,4 = 275.250) (0,4 = 366.500) G02B euro 7.707 (385.350 = 2%) S12L euro 10.262 (513.100 = 2%) I centri di costo sono unità organizzative dell’impresa che svolgono attività di carattere tecnico, commerciale o amministrativo e hanno il compito di rilevare e controllare i costi. ,QEDVHDOO¶DWWLYLWjVYROWDLFHQWULGLFRVWRVLFODVVL¿FDQRLQ • centri produttivi, che attuano la lavorazione del prodotto; 86 • centri ausiliari, che offrono servizi ad altri centri e le cui prestazioni sono misurate LQXQLWj¿VLFKH SHUHVHPSLRLOUHSDUWRSHUSURGX]LRQHGLHQHUJLDHOHWWULFD ,OFRVWR di questi centri è attribuito (procedura di ribaltamento DLFHQWULDFXLKDQQRIRUQLto i servizi e non direttamente alla produzione; • centri comuni di servizi alla produzione, che offrono servizi ai centri produttivi QRQPLVXUDELOLLQXQLWj¿VLFKH SHUHVHPSLRO¶XI¿FLRFKHVLRFFXSDGHOFRQWUROORGL TXDOLWj ,OFRVWRGLTXHVWLFHQWULqDWWULEXLWRDLFHQWULSURGXWWLYL SURFHGXUDGLribaltamento FRQDSSRVLWHEDVLGLULSDUWR Classe Quinta Percorso 7 • centri funzionali, che svolgono attività riferite all’azienda nel suo complesso (per HVHPSLROHIXQ]LRQLFRPPHUFLDOLHDPPLQLVWUDWLYH ,OFRVWRGLTXHVWLFHQWULqDWWULbuito alle produzioni con apposite basi di riparto. La determinazione del costo dell’oggetto di calcolo con l’utilizzo dei centri di costo si sviluppa secondo il procedimento che segue: FASE 1 IMPUTAZIONE COSTI DIRETTI Imputazione dei costi diretti all’oggetto di calcolo. FASE 2 LOCALIZZAZIONE COSTI INDIRETTI Imputazione dei costi indiretti nei centri di costo. FASE 3 RIBALTAMENTO FASE 4 IMPUTAZIONE COSTI INDIRETTI Esempio 3 • Attribuzione dei costi dei centri ausiliari ai centri di costo che sono stati serviti. • Attribuzione dei costi dei centri comuni di servizi alla produzione ai centri produttivi. Imputazione dei costi dei centri funzionali e produttivi all’oggetto di calcolo. Calcolo del costo industriale di due commesse (full costing con l’utilizzo dei centri di costo) L’impresa industriale Devis spa produce due commesse H06 e Z84, che sono lavorate nei reparti produttivi A e B; nell’azienda è presente anche un reparto manutenzioni e riparazioni. L’impresa ha registrato per il mese di ottobre i seguenti dati: 87 7 La contabilità gestionale Commessa H06 25.000 5,00 Kg 4,00 € 1,40 ore 20,00 € Unità di prodotto Materia prima (consumo unitario) Materia prima (costo unitario) Manodopera (ore per prodotto) Manodopera (costo orario) Reparto di produzione A euro 100.000 Costi mensili Reparto di produzione B euro 140.000 Commessa Z84 15.000 6,00 Kg 4,00 € 1,60 ore 20,00 € Reparto Manutenzioni e riparazioni euro 28.800 I costi dei reparti produttivi sono imputati alle commesse in base al numero dei prodotti ottenuti, mentre il costo del centro manutenzioni e riparazioni è imputato ai centri produttivi in base ai rispettivi costi diretti di centro. Determiniamo il costo industriale totale e unitario delle produzioni. I costi diretti della materia e della manodopera si ottengono moltiplicando il consumo unitario per il costo unitario; il risultato ottenuto deve essere poi moltiplicato per le unità di prodotto. Per esempio, il costo della materia prima imputato alla commessa H06 è dato da: euro (4,00 x 5 Kg) = euro 20,00 costo unitario della materia prima euro (20,00 x 25.000 unità) = euro 500.000 costo totale della materia prima Riparto dei costi del centro manutenzioni e riparazioni 28.800 100.000 + 140.000 A euro 12.000 (0,12 = 100.000) = 0,12 B euro 16.800 (0,12 = 140.000) Costi dei centri produttivi: A 100.000 + 12.000 = euro 112.000 B 140.000 + 16.800 = euro 156.800 Riparto dei costi del centro produttivo A 112.000 25.000 + 15.000 = 112.000 40.000 = 2,8 Riparto dei costi del centro produttivo B 156.800 25.000 + 15.000 88 = 156.800 40.000 = 3,92 H06 euro 70.000 (2,8 = 25.000) Z84 euro 42.000 (2,8 = 15.000) H06 Z84 euro 98.000 (3,92 = 25.000) euro 58.800 (3,92 = 15.000) Voci di costo Centro manutenzioni e riparazioni Reparto Reparto Commessa Commessa A B H06 Z84 Materia prima 500.000 360.000 Manodopera diretta 700.000 480.000 1.200.000 840.000 Quota costi reparto A 70.000 42.000 Quota costi reparto B 98.000 58.800 1.368.000 940.800 Costo primo Classe Quinta Percorso 7 28.800 Quota costi centro manutenz. e riparazioni 12.000 16.800 Costi diretti di reparto 100.000 140.000 Costi totali di reparto 112.000 156.800 Costo industriale 1.368.000 25.000 940.800 15.000 HXURFRVWRLQGXVWULDOHXQLWDULRSURGX]LRQH+ HXURFRVWRLQGXVWULDOHXQLWDULRSURGX]LRQH= Il metodo ABC (Activity Based Costing) L’Activity Based Costing (ABC) è un metodo di determinazione del costo di una produzione che attribuisce i costi indiretti alle attività aziendali che li hanno generati. L’ABC rappresenta un’evoluzione del full costing tradizionale; il costo pieno della produzione è determinato non utilizzando i centri di costo, ma considerando le attività ULWHQXWHSLVLJQL¿FDWLYHDUDSSUHVHQWDUHODFRPSOHVVLWjD]LHQGDOH Le attività rappresentano le operazioni svolte dalle imprese, come, per esempio, l’attività di manutenzione degli impianti e macchinari o l’attività di fatturazione. I costi delle attività sono attribuiti all’oggetto di calcolo tramite i cost driver. I cost driver sono le cause dei costi di un’attività, cioè i fattori il cui impiego genera un costo. Per esempio, il cost driver dell’attività fatturazione potrebbe essere il numero di fatture emesse. Il metodo ABC comporta la seguente procedura operativa per determinare il costo delle produzioni: 1. imputazione dei costi diretti agli oggetti di calcolo; 2. localizzazione dei costi indiretti nelle attività aziendali che hanno assorbito le risorse utilizzate nel processo produttivo; 3. individuazione dei cost driver di ciascuna attività e calcolo del costo unitario dei cost driver; 89 7 La contabilità gestionale 4. imputazione del costo delle attività agli oggetti di calcolo; 5. determinazione del costo degli oggetti di calcolo sommando i costi diretti e indiretti. FASE 1 IMPUTAZIONE COSTI DIRETTI FASE 2 LOCALIZZAZIONE COSTI INDIRETTI Imputazione dei costi diretti all’oggetto di calcolo. Localizzazione dei costi indiretti nelle attività. FASE 3 CALCOLO COSTO UNITARIO DEI COST DRIVER • Individuazione dei cost driver. • Calcolo del costo unitario dei cost driver. FASE 4 IMPUTAZIONE COSTI INDIRETTI Imputazione dei costi delle attività all’oggetto di calcolo. FASE 5 DETERMINAZIONE DEL COSTO DELLE PRODUZIONI Esempio 4 Determinazione del costo dell’oggetto di calcolo (costi diretti + costi indiretti). Calcolo del costo industriale di tre prodotti con il metodo ABC /D)DQWLQLVUOSURGXFHWUHSURGRWWLFRGL¿FDWL))H)UHODWLYDPHQWHDLTXDOLVRQR stati rilevati i seguenti dati: Unità prodotte Consumo di materia prima per unità prodotta Ore di manodopera diretta per unità prodotta Prodotto F01 8.000 6 Kg 1h Prodotto F02 9.000 8 Kg 1,5 h Prodotto F03 11.000 10 Kg 2h Il costo della materia prima è di 7 euro al chilogrammo; il costo orario della manodopera diretta è di 20 euro. I costi comuni di produzione ammontano a 59.000 euro. Determiniamo il costo industriale unitario dei tre prodotti applicando il metodo ABC sulla base dei seguenti cost driver: Cost driver Attrezzaggi 90 Costo unitario 400 euro Ore macchina 40 euro Ordini dei clienti 50 euro Numero cost driver per prodotto F01 F02 F03 14 16 30 100 150 250 50 100 150 I costi diretti della materia prima e della manodopera si ottengono moltiplicando il consumo unitario per il costo unitario; il risultato ottenuto deve essere poi moltiplicato per le unità di prodotto. Per esempio, il costo della materia prima imputato al prodotto F01 è dato da: HXUR [.J HXURFRVWRXQLWDULRGHOODPDWHULDSULPD HXUR [XQLWj HXURFRVWRWRWDOHGHOODPDWHULDSULPD Classe Quinta Percorso 7 I costi indiretti da imputare a ciascun prodotto si ottengono moltiplicando il cost driver unitario per il numero di cost driver per prodotto. Per esempio, il costo degli attrezzaggi per il prodotto F01 è dato da: HXUR [ HXURFRVWRDWWUH]]DJJL Descrizione Prodotto F01 Prodotto F02 Prodotto F03 Materia prima 336.000 504.000 770.000 Manodopera diretta 160.000 270.000 440.000 Costo primo 496.000 774.000 1.210.000 - attrezzaggi 5.600 6.400 12.000 - ore macchina 4.000 6.000 10.000 Costi comuni di produzione: - ordini dei clienti 2.500 5.000 7.500 Costo industriale 508.100 791.400 1.239.500 Volume di produzione n. 8.000 n. 9.000 n. 11.000 63,51 euro 87,93 euro 112,68 euro Costo industriale unitario 4. L’utilizzo dei costi nelle decisioni aziendali Lo scopo principale della contabilità gestionale è quello di fornire le informazioni necessarie alla direzione aziendale per assumere le decisioni in modo corretto. L’impresa può trovarsi ad affrontare le seguenti situazioni: • DFFHWWD]LRQHRUL¿XWRGLXQnuovo ordine richiesto da un cliente; • scelta tra la fabbricazione interna o l’acquisto presso terzi di un certo prodotto o componente (make or buy L’accettazione di un nuovo ordine L’impresa che riceve un nuovo ordine da un cliente si trova nella situazione di dover GHFLGHUHVHDFFHWWDUHRUL¿XWDUHODSURSRVWD La decisione richiede innanzitutto di prendere in considerazione la capacità produttiva dell’impresa: • se l’ordine aggiuntivo comporta il superamento della capacità produttiva, l’impresa ha bisogno di effettuare nuovi investimenti che provocano il sostenimento di nuovi FRVWL¿VVL; • se l’ordine aggiuntivo rientra nella capacità produttiva, l’impresa non deve effettuare nuovi investimenti. 91 7 La contabilità gestionale L’impresa per decidere se accettare o meno la proposta del cliente deve calcolare il costo suppletivo. Il costo suppletivo è il costo differenziale sostenuto dall’impresa per la realizzazione della produzione aggiuntiva richiesta dal cliente. L’impresa confronta il prezzo offerto dal cliente con il costo suppletivo unitario. 6LSRVVRQRYHUL¿FDUHGXHVLWXD]LRQL • O¶RUGLQHDJJLXQWLYRQRQULFKLHGHLQYHVWLPHQWLHTXLQGLQXRYLFRVWL¿VVLTXLQGLLOFRVWR suppletivo unitario coincide con il costo variabile; • l’ordine aggiuntivo richiede investimenti, quindi il costo suppletivo unitario comprende il costo variabile e una TXRWDGHLFRVWL¿VVL. L’azienda ha convenienza ad accettare il nuovo ordinativo se il prezzo di vendita è maggiore del costo suppletivo. PREZZO DI VENDITA > COSTO SUPPLETIVO ACCETTAZIONE DELL’ORDINE PREZZO DI VENDITA < COSTO SUPPLETIVO RIFIUTO DELL’ORDINE 5 Esempio Calcolo del costo suppletivo L’impresa industriale Baleni spa dispone di una capacità produttiva di 75.000 unità del prodotto MG02L. L’impresa produce e vende 70.000 unità di detto prodotto al prezzo XQLWDULRGLHXURVRVWHQHQGRXQFRVWRYDULDELOHXQLWDULRGLHXURHFRVWL¿VVLWRWDOLGL 1.120.000 euro. Il cliente Dario Fabbri richiede una fornitura ulteriore di 8.000 unità del prodotto MG02L, proponendo di acquistarlo al prezzo unitario di 62 euro. Valutiamo la convenienza ad accettare l’ordine aggiuntivo del cliente, sapendo che l’inFUHPHQWRGLSURGX]LRQHFRPSRUWDLOVRVWHQLPHQWRGLXOWHULRULFRVWL¿VVLSHUHXUR Produzione di 70.000 unità Costo totale Costo unitario 2.170.000 31,00 1.120.000 16,00 3.290.000 47,00 Costi variabili Costi fissi Costi totali Produzione di 78.000 unità Costo totale Costo unitario 2.418.000 31,00 1.404.000 18,00 3.822.000 49,00 Il costo suppletivo è pari a: costo totale di 78.000 unità euro 3.822.000 - costo totale di 70.000 unità euro 3.290.000 8.000 unità euro 532.000 costo suppletivo di 532.000 8.000 HXURFRVWRVXSSOHWLYRXQLWDULR L’impresa non ha convenienza ad accettare l’ordine aggiuntivo perché il costo suppletivo XQLWDULR HXUR qPDJJLRUHGHOSUH]]RFKHLOFOLHQWHqGLVSRVWRDSDJDUH HXUR 92 Le scelte di make or buy Le decisioni di make or buy riguardano le scelte che l’impresa deve compiere tra due alternative: • make, cioè produrre internamente un prodotto o un componente; • buy, cioè acquistare un prodotto o un componente da un’impresa fornitrice. Classe Quinta Percorso 7 /¶LPSUHVDGRSRDYHUYHUL¿FDWRO¶HVLVWHQ]DGLXQIRUQLWRUHFKHVLDLQJUDGRGLULVSRQGHUH alla sua necessità, deve valutare se la scelta è conveniente. Per far ciò confronta: • i costi emergenti, cioè quelli che sostiene per acquistare il prodotto o il componente dal fornitore; • i costi cessanti, cioè quelli che non sostiene più a seguito della decisione di interrompere la produzione interna. L’impresa deve considerare che alcuni costi di struttura potrebbero non essere eliminati (costi ineliminabili 6LSRVVRQRYHUL¿FDUHGXHVLWXD]LRQL COSTI EMERGENTI < COSTI CESSANTI ACQUISTARE ALL’ESTERNO (BUY) COSTI EMERGENTI > COSTI CESSANTI PRODURRE INTERNAMENTE (MAKE) La decisione dell’impresa è condizionata anche da altri elementi, per esempio la necessità di proteggere il proprio marchio, e le sue conoscenze o la qualità del prodotto offerto dal fornitore. Esempio 6 Make or buy La Rimas spa realizza il prodotto NM32 assemblando componenti che vengono fabbricati all’interno dell’impresa. Nel reparto C15 sono realizzate annualmente 20.000 unità del componente N136 sostenendo i seguenti costi: materie prime 80.000 euro, manodopera diretta 170.000 euro, DPPRUWDPHQWRPDFFKLQDULHXURDOWULFRVWL¿VVLGLUHSDUWR Il fornitore Sarti propone la fornitura del componente N136 al prezzo unitario di 13 euro. La Rimas spa valuta l’opportunità di cessare la produzione del componente e acquistarlo all’esterno. Determiniamo la scelta più conveniente considerando che il reparto C15 non può essere GHVWLQDWRDGDOWUHDWWLYLWjSURGXWWLYHHTXLQGLLOFRVWR¿VVRDHVVRUHODWLYRqFRPXQTXH sostenuto dall’impresa. 93 7 La contabilità gestionale Costi Alternative Produzione Acquisto interna all’esterno Costo di acquisto del componente (13,00 = 20.000) Materie prime 260.000 80.000 Costo differenziale 260.000 –80.000 Manodopera diretta 170.000 Totale 250.000 260.000 10.000 Ammortamento macchinari 25.000 25.000 - Altri costi fissi di reparto 15.000 15.000 - 290.000 300.000 10.000 Totale –170.000 Poiché il reparto C15 non può essere utilizzato per altre attività produttive, i relativi costi DPPRUWDPHQWRHDOWULFRVWL¿VVL VRQRFRQVLGHUDWLFRVWLLQHOLPLQDELOL L’impresa avrà convenienza a produrre internamente il componente N136 perché questa alternativa risulta meno costosa della fornitura esterna. La break even analysis La break even analysis è una tecnica di programmazione e controllo dei costi impiegata nella risoluzione di problemi relativi alla redditività aziendale. Questa tecnica consente di esaminare l’andamento dei costi e dei ricavi e determinare il punto di equilibrio. Il punto di equilibrio (Break Even Point – BEP) indica la quantità di prodotti da vendere in corrispondenza della quale i ricavi totali sono uguali ai costi totali. L’analisi del punto di equilibrio permette alle imprese di: • determinare le quantità di prodotti da vendere per conseguire un certo SUR¿WWR; • analizzare la redditività delle produzioni; • osservare le conseguenze sul risultato economico di variazioni nel prezzo di vendiWDQHLFRVWL¿VVLQHLFRVWLYDULDELOLRQHOOHTXDQWLWj La determinazione del punto di equilibrio parte dall’uguaglianza tra ricavi totali e costi totali; nella formula del BEP sono utilizzati i seguenti simboli: RT ULFDYLWRWDOL CT FRVWLWRWDOL q TXDQWLWj p SUH]]RGLYHQGLWD cv FRVWRYDULDELOHXQLWDULR CF FRVWL¿VVLWRWDOL 94 p × RT = CT q = CF + cv q × Classe Quinta Percorso 7 CF q = p − cv La differenza tra il prezzo di vendita e il costo variabile unitario rappresenta il margine di contribuzione unitario, che esprime il contributo di ogni unità venduta alla FRSHUWXUDGHLFRVWL¿VVL Nelle decisioni sulla quantità da produrre l’impresa deve considerare anche il margine di sicurezza. Il margine di sicurezza rappresenta la riduzione di quantità prodotta e venduta che l’azienda può sopportare prima di raggiungere l’area di perdita. 0V quantità prodotta – quantità di equilibrio quantità prodotta × 100 Il punto di equilibrio può essere rappresentato JUD¿FDPHQWH tramite il diagramma di redditività. euro RT Utile CT RT = CT Perdita q quantità 95 7 La contabilità gestionale Sugli assi cartesiani si indicano: • le quantità vendute DVVHGHOOH; • i ricavi totali, i costi totali e i FRVWL¿VVL DVVHGHOOH< 1HOJUD¿FRVLHYLGHQ]LDQRGXHDUHH • area di utile a destra del punto di equilibrio, cioè per quantità maggiori di quelle FRUULVSRQGHQWLDO%(3 ULFDYLWRWDOL!FRVWLWRWDOL • area di perdita a sinistra del punto di equilibrio, cioè per quantità minori di quelle FRUULVSRQGHQWLDO%(3 ULFDYLWRWDOLFRVWLWRWDOL Esempio 7 Break even point /D 'RUPLEHQH VSD SURGXFH GRJKH SHU OHWWL VLQJROL FRGL¿FDWH '* FRQ XQD FDSDFLWj SURGXWWLYDDQQXDGLXQLWjVRVWHQHQGRFRVWL¿VVLWRWDOLGLHXURFRVWL variabili unitari di 33 euro; il prezzo di vendita è di 58 euro. Attualmente l’impresa produce una quantità di 70.000 unità. Determiniamo il punto di equilibrio, il risultato economico conseguito con l’attuale quantità venduta, il margine di sicurezza e disegniamo il diagramma di redditività. T 760.000 58 – 33 XQLWjSURGRWWL'*FKHFRQVHQWRQRGLUDJJLXQJHUH il pareggio tra ricavi e costi totali 5LVXOWDWRHFRQRPLFR 5( = 70.000 – (760.000 + 33 = 5( ± 990.000 euro 0DUJLQHGLVLFXUH]]D 70.000 – 30.400 70.000 = Diagramma di redditività euro RT Utile CT = CF + cv 1.763.200 Punto di equilibrio Perdita 30.400 quantità di equilibrio 96 quantità percorso Le strategie, la pianificazione e la programmazione aziendale 8 Strategie di corporate Strategie aziendali Quali sono le principali strategie aziendali? Strategie di business Strategie funzionali Pianificazione e programmazione dell’impresa Pianificazione aziendale Programmazione annuale Controllo In quale documento viene sintetizzata? Qual è il principale strumento di sintesi? Quali forme può assumere? Piano aziendale Budget dell’esercizio Controllo budgetario Controllo strategico 97 8 Le strategie, la pianificazione e la programmazione aziendale 1. Le strategie aziendali La strategia aziendale q O¶LQVLHPH GHOOH GHFLVLRQL FRQ FXL O¶LPSUHVD GH¿QLVFH JOL RELHWWLYLGLPHGLROXQJRSHULRGRHOHD]LRQLQHFHVVDULHSHUUHDOL]]DUOL ,Q EDVH DJOL RELHWWLYL SUH¿VVDWL DL VRJJHWWL FRLQYROWL H DO SHULRGR GL WHPSR SUHVR LQ FRQVLGHUD]LRQHVLGLVWLQJXRQROHVHJXHQWLVWUDWHJLH • strategie di corporateFRLQYROJRQRO¶LQWHUDVWUXWWXUDD]LHQGDOHHSHUODORURUHDOL]]D]LRQHQHFHVVLWDQRGLXQSHULRGRGLWHPSROXQJR • strategie di businessULJXDUGDQROHVLQJROHGLYLVLRQLD]LHQGDOLHR$6$ DUHHVWUDWHJLFKHGLDIIDUL HULFKLHGRQRXQSHULRGRGLPHGLDGXUDWD • strategie funzionali VL ULIHULVFRQR DOOH VLQJROH IXQ]LRQL D]LHQGDOL H ULJXDUGDQR LO OLYHOORRSHUDWLYR Strategie di corporate STRATEGIE AZIENDALI Strategie di business Strategie funzionali Le strategie di corporateULJXDUGDQROHVFHOWHGHOO¶LPSUHVDFKHFRLQYROJRQRO¶DPELHQWHFRPSHWLWLYRHVRFLDOHVRQRVWUHWWDPHQWHFROOHJDWHDOODmissionD]LHQGDOH 3RVVRQRHVVHUHDGRWWDWHOHVHJXHQWLVWUDWHJLHGLFRUSRUDWH • strategie di sviluppoYROWHDLQFUHPHQWDUHODFDSDFLWjSURGXWWLYDHROHGLPHQVLRQLD]LHQGDOLVLUHDOL]]DQRFRQOHVHJXHQWLPRGDOLWj – FRQFHQWUD]LRQHO¶LPSUHVDDXPHQWDJOLLQYHVWLPHQWLLQXQXQLFRVHWWRUHGLDWWLYLWj FRQVLGHUDQGRORLOSLFRQYHQLHQWH – GLYHUVL¿FD]LRQHO¶LPSUHVDGHFLGHGLSXQWDUHLQXQQXRYRVHWWRUHGLDWWLYLWjDPSOLDQGRHGLYHUVL¿FDQGRLSURSULEXVLQHVV • strategie di contrazioneGLUHWWHDULGXUUHOHDWWLYLWjSURGXWWLYHHDPLJOLRUDUHO¶HI¿FLHQ]DD]LHQGDOHGLPLQXHQGRLFRVWLPLJOLRUDQGRLOUHQGLPHQWRGHLIDWWRULSURGXWWLYL RUHDOL]]DQGRGHLSURFHVVLGLULVWUXWWXUD]LRQHD]LHQGDOH Strategie di sviluppo STRATEGIE DI CORPORATE Strategie di contrazione 98 Le strategie di businessULJXDUGDQROHVFHOWHFKHFRLQYROJRQROHVLQJROHDUHHVWUDWHJLFKHGLDIIDUL $6$ HVVHVWDELOLVFRQROHPRGDOLWjFRQFXLDIIURQWDUHODFRQFRUUHQ]DHVRQRYROWHDRWWHQHUHXQYDQWDJJLRFRPSHWLWLYR Tasso di sviluppo del mercato 3HULQGLYLGXDUHOH$6$GDSRWHQ]LDUHHTXHOOHGDHOLPLQDUHRFFRUUHFRQRVFHUHLOWDVVR GLVYLOXSSRGHOOHYHQGLWHHODTXRWDGLPHUFDWR /HDUHHVWUDWHJLFKHG¶DIIDULSRVVRQRHVVHUHGLVWLQWHQHOOHVHJXHQWLTXDWWURFDWHJRULH Question marks Strategie di sviluppo Stars Strategie di consolidamento Dogs Strategie di realizzo Cash cows Strategie di difesa Classe Quinta Percorso 8 Quota di mercato detenuta 1. ASA ad alto tasso di sviluppo, con quote di mercato basse (Question marks) • RSHUDQRLQVHWWRULHPHUJHQWLFDUDWWHUL]]DWLGDXQHOHYDWROLYHOORGLULVFKLR • YHQJRQRGH¿QLWHquestion marks SXQWLLQWHUURJDWLYL SHUOHORURSURVSHWWLYHIXWXUHLQFHUWH 2. ASA ad alto tasso di sviluppo, con quote di mercato elevate (Stars) • RSHUDQRLQVHWWRULLQIDVHGLVYLOXSSRFRQEXRQHSURVSHWWLYHUHGGLWXDOL • YHQJRQRGH¿QLWHstars VWHOOH SHUOHORURVRGGLVIDFHQWLSURVSHWWLYHIXWXUH 3. ASA a basso tasso di sviluppo, con quote di mercato elevate (Cash cows) • RSHUDQR LQ VHWWRUL PDWXUL FRQ OD FRQWLQXD QHFHVVLWj GL ULQQRYDUH L SURGRWWL R L VHUYL]LRIIHUWL • YHQJRQRFKLDPDWHcash cows PXFFKHGDPXQJHUH SHUODORURFDSDFLWjGLJHQHUDUHOLTXLGLWjQHOEUHYHSHULRGR 4. ASA a basso tasso di sviluppo, con quote di mercato basse (Dogs) • RSHUDQRLQVHWWRULLQGHFOLQRFRQOLYHOOLGLUHGGLWLYLWjLQVRGGLVIDFHQWL • YHQJRQR FKLDPDWH dogs FDQL SHU OH VFDUVH SRVVLELOLWj GL VRSUDYYLYHQ]D QHO PHUFDWR Il vantaggio competitivo GL XQ¶LPSUHVD q OD VXD FDSDFLWj GL FUHDUH YDORUH SHU L FOLHQWLFHUFDQGRGL¿GHOL]]DUHODFOLHQWHODWDOHYDORUHqPLVXUDWRGDOSUH]]RFKHHVVL VRQRGLVSRVWLDSDJDUHLQEDVHDLEHQH¿FLHYDQWDJJLFKHVLDVSHWWDQRGLRWWHQHUH ,OYDQWDJJLRFRPSHWLWLYRSXzHVVHUHUDJJLXQWRPHWWHQGRLQDWWROHVHJXHQWLVWUDWHJLH • strategia di leadership di costoTXDQGRO¶LPSUHVDqLQJUDGRGLRIIULUHSURGRWWL VLPLOLDXQSUH]]RSLEDVVRULVSHWWRDTXHOOLDSSOLFDWLGDOODFRQFRUUHQ]D 99 8 Le strategie, la pianificazione e la programmazione aziendale • strategia di differenziazioneTXDQGRO¶LPSUHVDqLQJUDGRGLRIIULUHSURGRWWLFRQ FDUDWWHULVWLFKHTXDOLWDWLYHPLJOLRULULVSHWWRDTXHOOLRIIHUWLGDOODFRQFRUUHQ]D 1HJOLXOWLPLWHPSLLOFUHVFHQWHXWLOL]]RGHLFDQDOLGLJLWDOLKDFRPSRUWDWRXQFDPELDPHQWRQHOOHDELWXGLQLGLDFTXLVWRGHOODFOLHQWHOD ,FRQVXPDWRULJUD]LHDOODGLIIXVLRQHGL,QWHUQHWYHORFHHGHLGLVSRVLWLYLPRELOL VPDUW SKRQHHWDEOHW KDQQRODSRVVLELOLWjGLFRQIURQWDUHLSUH]]LRQOLQHGLHIIHWWXDUHRUGLQL HSDJDPHQWLFRQORVPDUWSKRQHHGLVFDPELDUVLRSLQLRQLVXLSURGRWWLRVHUYL]LDFTXLVWDWLVXLVRFLDOQHWZRUN )DFHERRN,QVWDJUDPHFF ,QWDOHFRQWHVWRO¶LPSUHVDFKHLQWHQGHUDJJLXQJHUHRPDQWHQHUHXQYDQWDJJLRFRPSHWLWLYRGHYHFRQFHQWUDUVLVXOOHUHOD]LRQLFRQLOFOLHQWHFHUFDQGRGLVRGGLVIDUHRJQLVXD HVLJHQ]D $WDO¿QHPROWHLPSUHVHKDQQRFHUFDWRGLPRGL¿FDUHOHSURSULHVWUDWHJLHGLEXVLQHVV DYYLDQGR GHL SURFHVVL GL GLJLWDOL]]D]LRQH YROWL D FRPXQLFDUH FRQ L VRJJHWWL HVWHUQL PHUFDWR FRVuGDULVSRQGHUHLQPRGRSLYHORFHDOOHULFKLHVWHGHOODFOLHQWHOD Le strategie funzionaliULJXDUGDQRO¶DVSHWWRRSHUDWLYRHFRLQYROJRQROHVLQJROHIXQ]LRQLD]LHQGDOLFLDVFXQDGHOOHTXDOLGRYUjIRUPXODUHJOLRELHWWLYLGDFRQVHJXLUHHOH DWWLYLWjQHFHVVDULHSHULOORURUDJJLXQJLPHQWR /HVWUDWHJLHIXQ]LRQDOLSRVVRQRXWLOL]]DUHOHVHJXHQWLOHYH • prodotto/mercatoULJXDUGDQRODIXQ]LRQHPDUNHWLQJHVRQRYROWHDFRQTXLVWDUH QXRYLPHUFDWLDGLYHUVL¿FDUHODSURGX]LRQHLQWURGXFHQGRQXRYLSURGRWWL • vantaggio competitivo ULJXDUGDQR SULQFLSDOPHQWH OD IXQ]LRQH SURGX]LRQH H OD IXQ]LRQHULFHUFDHVYLOXSSR • creazione di valoreVRQR¿QDOL]]DWHDFUHDUHYDORUHSHUODFOLHQWHODRIIUHQGRDO FRQVXPDWRUHSURGRWWLGLPLJOLRUHTXDOLWjRDSUH]]LSLFRPSHWLWLYL Prodotto/mercato LEVE DELLE STRATEGIE FUNZIONALI Vantaggio competitivo Creazione di valore 2. La pianificazione e la programmazione La pianificazione strategicaqLOSURFHVVRYROWRDVWDELOLUHJOLRELHWWLYLGDSHUVHJXLUHQHO PHGLRHOXQJRSHULRGRHDLQGLYLGXDUHOHVWUDWHJLHQHFHVVDULHSHULOORURUDJJLXQJLPHQWR /DSLDQL¿FD]LRQHVWUDWHJLFDFRQVLGHUDO¶LQWHUDRUJDQL]]D]LRQHD]LHQGDOHFRLQYROJHWXWWH OH DUHH VWUDWHJLFKH GL DIIDUL $6$ H WXWWH OH IXQ]LRQL FDSDFL GL FUHDUH YDORUH QHO PHGLROXQJRSHULRGR 100 Classe Quinta Percorso 8 /DSLDQL¿FD]LRQHVWUDWHJLFDSXzHVVHUHVXGGLYLVDQHOOHVHJXHQWLIDVL 1. Analisi del mercato e dell’ambiente sociale 2. Definizione della strategia e dei traguardi da raggiungere 3. Individuazione delle risorse aziendali 4. Elaborazione di un piano strategico contenente gli obiettivi prefissati e le modalità per realizzarli 5. Redazione dei piani aziendali in linea con gli obiettivi strategici prestabiliti /¶DPELHQWHHVWHUQRLQWHVRVLDFRPHDPELHQWHFRPSHWLWLYRVLDFRPHDPELHQWHVRFLDOH qIRUPDWRGDPROWHSOLFLYDULDELOLLQFRQWLQXDHYROX]LRQHFKHQRQSRVVRQRHVVHUHFRQWUROODWHQpPRGL¿FDWHGDOO¶LPSUHVD ,O PRGHOOR PDJJLRUPHQWH XWLOL]]DWR SHU DQDOL]]DUH O¶DPELHQWH FRPSHWLWLYR q TXHOOR ideato da Michael Porter FKH LQGLYLGXD LQ TXDOVLDVL PHUFDWR O¶HVLVWHQ]D GL FLQTXH YDULDELOL GHQRPLQDWH forze competitive FKH SHU O¶LPSUHVD SRVVRQR UDSSUHVHQWDUH RSSRUWXQLWjRPLQDFFH Potenziali nuovi concorrenti Minacce da parte di nuove imprese entranti nel settore Fornitori Potere negoziale dei fornitori RIVALITÀ TRA IMPRESE CONCORRENTI Potere negoziale dei clienti Clienti Minacce per l’introduzione di nuovi prodotti Prodotti sostitutivi /DFRQFRUUHQ]DUDSSUHVHQWDSHUO¶LPSUHVDLOSULPRRVWDFRORGDVXSHUDUH(VVDqIRUPDWDVLDGDLFRQFRUUHQWLDWWXDOLFLRqTXHOOLJLjSUHVHQWLHRSHUDQWLQHOVHWWRUHVLDGD TXHOOLSRWHQ]LDOLFLRqOHQXRYHLPSUHVHFKHSRWUHEEHURHQWUDUHVXOPHUFDWRRIIUHQGR SURGRWWLHTXLYDOHQWLRVRVWLWXWLYL ,OSRWHUHFRQWUDWWXDOHGHLIRUQLWRULHGHLFOLHQWLVRQRHQWUDPELDVSHWWLFDSDFLGLLQÀXHQ]DUHODUHGGLWLYLWjD]LHQGDOHDFXLO¶LPSUHVDGHYHSUHVWDUHSDUWLFRODUHDWWHQ]LRQH /¶DQDOLVLGHOO¶DPELHQWHLQWHUQRqYROWDDLQGLYLGXDUHOHULVRUVHHOHFRPSHWHQ]HGLFXL O¶D]LHQGDGLVSRQHFRQORVFRSRGLYDOXWDUHLSXQWLGLIRU]DHLSXQWLGLGHEROH]]DGHOO¶RUJDQL]]D]LRQHD]LHQGDOH 101 8 Le strategie, la pianificazione e la programmazione aziendale 'RSRDYHUDQDOL]]DWRO¶DPELHQWHHVWHUQRHLQWHUQRO¶LPSUHVDSUHGLVSRQHLOpiano strategico Il piano strategicoqXQGRFXPHQWRFKHLQGLFDOHVWUDWHJLHGHFLVHDOLYHOORGLFRUSRUDWH HGLEXVLQHVVSHUXQSHULRGRGLWHPSRPHGLROXQJR ,OSLDQRVWUDWHJLFRYLHQHUHVRRSHUDWLYRDWWUDYHUVRODSLDQL¿FD]LRQHD]LHQGDOH La pianificazione aziendaleqLOSURFHVVRFRQFXLVLVWDELOLVFRQROHDWWLYLWjHJOLVWUXPHQWLQHFHVVDULSHUUHDOL]]DUHODVWUDWHJLDD]LHQGDOH 7DOHSLDQL¿FD]LRQHYLHQHVLQWHWL]]DWDQHOpiano aziendaleXQGRFXPHQWRFKHVLFRPSRQHGHOOHVHJXHQWLSDUWL PIANO AZIENDALE Piano economico Piano patrimoniale Piano degli investimenti Piano finanziario Indica i costi, i ricavi e i risultati economici previsti Indica il valore previsto delle attività, passività e patrimonio netto Indica gli acquisti e le vendite di immobilizzazioni previsti Indica le entrate e le uscite previste /HVFHOWHHIIHWWXDWHQHOODIDVHGLSLDQL¿FD]LRQHYHQJRQRDWWXDWHDWWUDYHUVRODSURJUDPPD]LRQHDQQXDOHHODVXFFHVVLYDUHGD]LRQHGHOEXGJHW La programmazioneqLOSURFHVVRFKHVWDELOLVFHJOLRELHWWLYLLQWHUPHGLHSDU]LDOLULVSHWWRDTXHOOLVWUDWHJLFLOHDWWLYLWjGDHIIHWWXDUHLQXQSHULRGRGLWHPSRVROLWDPHQWHSDULD XQDQQRWUDGXFHQGROLLQSURJUDPPLRSHUDWLYLFKLDPDWLbudget 3. Il budget Il budgetqLOGRFXPHQWRGHOODSURJUDPPD]LRQHD]LHQGDOHFRQWHQHQWHJOLRELHWWLYLHFRQRPLFR¿QDQ]LDULGDUDJJLXQJHUHQHOO¶HVHUFL]LRVXFFHVVLYRHOHULVRUVHGDXWLOL]]DUH Il budget dell’esercizioUDFFRJOLHLGDWLGDLVHJXHQWLEXGJHW • budget economico analiticoLQFXLYHQJRQRULSRUWDWLLFRVWLLULFDYLHLOULVXOWDWR HFRQRPLFRSURJUDPPDWLVLRWWLHQHDWWUDYHUVRODUHGD]LRQHGLXQDVHULHGLbudget 102 settoriali EXGJHWGHOOHYHQGLWHEXGJHWGHOODSURGX]LRQHEXGJHWGHOFRQVXPRGL PDWHULHEXGJHWGHJOLDFTXLVWLGLPDWHULHEXGJHWGHOODPDQRGRSHUDGLUHWWDEXGJHW GHOOHULPDQHQ]HHFF • EXGJHWGHJOLLQYHVWLPHQWL¿VVLFRQWLHQHLGDWLUHODWLYLDOOHRSHUD]LRQLGLLQYHVWLPHQWRHGLVLQYHVWLPHQWRGHOOHLPPRELOL]]D]LRQLLPPDWHULDOLHPDWHULDOLSURJUDPPDWHSHULOSURVVLPRHVHUFL]LR Classe Quinta Percorso 8 • EXGJHW¿QDQ]LDULRSURJUDPPDLPRYLPHQWL¿QDQ]LDULGHULYDQWLGDOODJHVWLRQHHG qFRPSRVWRGDLVHJXHQWLGRFXPHQWL – EXGJHWGHOOHIRQWLHGHJOLLPSLHJKLLQGLFDJOLLPSLHJKLHOHIRQWLGLULVRUVH¿QDQ]LDULHSURJUDPPDWH – EXGJHWGLWHVRUHULDHYLGHQ]LDOHHQWUDWHHOHXVFLWHPRQHWDULHSURJUDPPDWH Budget economico analitico BUDGET DELL’ESERCIZIO Budget degli investimenti fissi Budget finanziario Esempio 1 Budget settoriali e budget economico /D3LQNVSDLPSUHVDLQGXVWULDOHFKHIDEEULFDXQXQLFRSURGRWWRFRGL¿FDWR$:VLSUH¿JJHSHULOSURVVLPRHVHUFL]LRGLPLJOLRUDUHLOULVXOWDWRHFRQRPLFRDXPHQWDQGRLSUH]]LGL YHQGLWDGHOSURGRWWRQHOODVHFRQGDPHWjGHOO¶DQQR 1. Budget delle vendite /D3LQNVSDUHGLJHLOEXGJHWGHOOHYHQGLWHFRQVLGHUDQGRFKH • OHYHQGLWHSURJUDPPDWHSHURJQLWULPHVWUHVRQRSDULDXQLWj • LOSUH]]RXQLWDULRGHOSURGRWWRqHXURQHOSULPRVHPHVWUHHHXURQHOVHFRQGR VHPHVWUH Budget delle vendite 1° trimestre 2° trimestre 3° trimestre 4° trimestre Prodotto AW Vendite previste Prezzo unitario n. 25.000 55 euro n. 25.000 55 euro n. 25.000 60 euro n. 25.000 60 euro Totale 1.375.000 1.375.000 1.500.000 1.500.000 Totale ricavi 5.750.000 103 8 Le strategie, la pianificazione e la programmazione aziendale 2. Budget della produzione /D3LQNVSDUHGLJHLOEXGJHWGHOODSURGX]LRQHWHQHQGRFRQWRGHOOHVHJXHQWLLQIRUPD]LRQL • YHQGLWHSURJUDPPDWHXQLWj • HVLVWHQ]HLQL]LDOLXQLWj • ULPDQHQ]H¿QDOLXQLWj Budget della produzione Prodotto AW Vendite programmate + Rimanenze finali – Esistenze iniziali 100.000 900 1.000 Quantità da produrre 99.900 3. Budget delle materie prime e degli acquisti &RQVLGHUDQGRFKHSHUODUHDOL]]D]LRQHGHOSURGRWWR$:YLHQHLPSLHJDWDODPDWHULD SULPD$OIDOD3LQNVSDSURJUDPPDLOIDEELVRJQRGLPDWHULHSULPHHJOLDFTXLVWLGD HIIHWWXDUHXWLOL]]DQGRLVHJXHQWLGDWL • VWDQGDUGSURGXWWLYR.J • FRVWRVWDQGDUGHXUR.J • HVLVWHQ]HLQL]LDOL.J • ULPDQHQ]H¿QDOL.J Prodotti Prodotto AW Budget delle materie prime Produzione Standard Fabbisogno programmata materia Alfa materia Alfa (Kg) (Kg) 99.900 4 399.600 Budget degli acquisti Fabbisogno per la produzione + Rimanenze finali – Esistenze iniziali Quantità da acquistare Costo di acquisto 399.600 36.000 27.000 408.600 1.838.700 4. Budget della manodopera diretta /D3LQNVSDLQEDVHDOODSURGX]LRQHSURJUDPPDWDHDLVHJXHQWLGDWLUHODWLYLDOOHRUH GLODYRURUHGLJHLOEXGJHWGHOODPDQRGRSHUDGLUHWWD Standard unitario Manodopera diretta Prodotto AW 104 h1 Costo standard 20 euro l’ora Budget della manodopera diretta Produzione Standard unitario Ore lavorate programmata 99.900 1 99.900 Costo manodopera diretta 1.998.000 5. %XGJHWGHOOHULPDQHQ]HGLPDWHULHSULPHHSURGRWWL¿QLWL /D3LQNVSDUHGLJHLOEXGJHWGHOOHULPDQHQ]HGLPDWHULHSULPHHSURGRWWL¿QLWLWHQHQGR FRQWRGHLVHJXHQWLGDWL • HVLVWHQ]HLQL]LDOLPDWHULDSULPD$OIDNJYDOXWDWHDOFRVWRGLDFTXLVWRVWDQGDUG • ULPDQHQ]H¿QDOLPDWHULDSULPD$OIDNJYDOXWDWHDOFRVWRGLDFTXLVWRVWDQGDUG • HVLVWHQ]HLQL]LDOLSURGRWWR$:XQLWjYDOXWDWHHXURSHUXQLWj • ULPDQHQ]H¿QDOLSURGRWWR$:XQLWjYDOXWDWHHXURSHUXQLWj Classe Quinta Percorso 8 Budget delle rimanenze di materie prime Esistenze iniziali Rimanenze finali Quantità Valore Valutazione Quantità Valore Valutazione unitario unitario Materia prima Alfa 27.000 4,50 121.500 36.000 4,50 162.000 Variazione a budget economico –40.500 Budget delle rimanenze di prodotti finiti Esistenze iniziali Rimanenze finali Quantità Valore Valutazione Quantità Valore Valutazione unitario unitario Prodotto AW 1.000 40,00 40.000 900 47,50 42.750 Variazione a budget economico +2.750 6. Budget economico 3HUUHGLJHUHLOEXGJHWHFRQRPLFRVLXWLOL]]DQRROWUHDLGDWLGHLYDULEXGJHWVHWWRULDOLL VHJXHQWLGDWLFRVWLGLSURGX]LRQHJHQHUDOLHXURFRVWLFRPPHUFLDOLHDPPLQLVWUDWLYLHXURRQHUL¿QDQ]LDULHXURFDULFR¿VFDOHGHOULVXOWDWR HFRQRPLFRORUGR Parziali Ricavi di vendita Variazione rimanenze prodotti finiti 5.750.000 +2.750 Valore della produzione 5.752.750 Costi di acquisto materie 1.838.700 Costi della manodopera diretta 1.998.000 Costi di produzione generali 700.000 Variazione rimanenze materie prime –40.500 Costi commerciali e amministrativi 674.430 Costi della produzione Differenza valore e costi della produzione Oneri finanziari Totali 5.170.630 582.120 11.875 Risultato economico lordo 570.245 Imposte dell’esercizio 199.586 Risultato economico dell’esercizio 370.659 105 8 Le strategie, la pianificazione e la programmazione aziendale Esempio 2 Budget degli investimenti fissi 1HOSDWULPRQLRGHOOD3LQNVSDDOO¶LQL]LRGHOO¶HVHUFL]LRVRQRSUHVHQWLWUDJOLDOWULLVHJXHQWL EHQLVWUXPHQWDOL Beni strumentali Costo storico Fondo ammortamento Coefficiente ammortamento Fabbricati (1) 1.500.000 360.000 3% Impianti e macchinari 1.000.000 400.000 15% (1) Il valore dell’edificio è 1.200.000 euro. 3HULOSURVVLPRHVHUFL]LRO¶LPSUHVDSURJUDPPDLVHJXHQWLLQYHVWLPHQWL • DFTXLVWRGLXQPDFFKLQDULRGHOFRVWRGLHXURLOPDFFKLQDULRHQWUDLQ IXQ]LRQHORVWHVVRJLRUQR 3UHVHQWLDPRLOEXGJHWGHJOLLQYHVWLPHQWL¿VVL Fabbricati Costo storico Valori iniziali Fondo ammortamento 1.500.000 360.000 Acquisto macchinario 182.500 Ammortamenti Valori finali Impianti e macchinari Costo Fondo storico ammortamento 1.000.000 400.000 36.000 1.500.000 396.000 166.050 1.182.500 566.050 *OLDPPRUWDPHQWLVRQRVWDWLFDOFRODWLQHOVHJXHQWHPRGR • Fabbricati $PPRUWDPHQWRDOHXUR = HXUR • Impianti e macchinari $PPRUWDPHQWRDOHXUR é HXUR $PPRUWDPHQWRDOVXOQXRYRPDFFKLQDULR GDOO¶DO éé HXUR 7RWDOHDPPRUWDPHQWLLPSLDQWLHPDFFKLQDUL HXUR 4. Il controllo budgetario Il budgetary control RFRQWUROORDELODQFLR qXQSURFHVVRGLUHWWRDGDQDOL]]DUHLULVXOWDWLFRQVHJXLWLGDOO¶LPSUHVDHDFRQIURQWDUOLFRQJOLRELHWWLYLLQGLFDWLQHOEXGJHW 7DOHSURFHVVRVLDUWLFRODQHOOHVHJXHQWLIDVL 1. programmazione YHQJRQR UDFFROWH OH LQIRUPD]LRQL ¿VVDWL JOL RELHWWLYL DQQXDOL DQDOL]]DWLLFRVWLUHGDWWLHDSSURYDWLLEXGJHW 2. rilevazione dei dati consuntiviYHQJRQRLQGLYLGXDWLLGDWLUHDOL]]DWLGDOO¶LPSUHVD HVWUDSRODQGROLGDOODFRQWDELOLWjJHQHUDOHHGDOODFRQWDELOLWjJHVWLRQDOH 106 3. confrontoLGDWLHIIHWWLYLYHQJRQRFRPSDUDWLFRQTXHOOLLQGLFDWLQHLEXGJHWDO¿QH GLGHWHUPLQDUHHYHQWXDOLVFRVWDPHQWLHLQGLYLGXDUQHOHFDXVH 4. redazione di reportLQFXLYHQJRQRUHGDWWLGHLUHSRUWVXOOHDWWLYLWjVYROWH Il budgetary control qYROWRDYHUL¿FDUHLOUDJJLXQJLPHQWRGHJOLRELHWWLYLGLEUHYHWHUPLQH 1HJOLXOWLPLWHPSLDFDXVDGHOODFUHVFHQWHFRPSOHVVLWjGHOO¶DPELHQWHFRPSHWLWLYRGRYXWDDOODJOREDOL]]D]LRQHHDOO¶LQQRYD]LRQHWHFQRORJLFDPROWHLPSUHVHVWDQQRDI¿DQcando i sistemi di budgetary controlFRQLVLVWHPLGLFRQWUROORVWUDWHJLFR Classe Quinta Percorso 8 Il controllo strategicoqXQSURFHVVRGLUHWWRDGDQDOL]]DUHLULVXOWDWLD]LHQGDOLFRQIURQWDQGROLFRQJOLRELHWWLYLGLOXQJRSHULRGRVWDELOLWLGDOO¶LPSUHVD Budgetary control Misura i risultati aziendali di breve periodo Scostamenti di quantità e di prezzo Controllo strategico Misura i risultati aziendali di lungo periodo Qualità del prodotto e fidelizzazione della clientela CONTROLLO L’analisi degli scostamenti q XQR VWUXPHQWR GL FRQWUROOR FKH VL UHDOL]]D QHOOH VHJXHQWLIDVL 1. L’impresa confronta i dati effettivi con i dati programmati per calcolare lo scostamento globale. 2. Lo scostamento globale viene analizzato e suddiviso nei vari scostamenti elementari. 3. L’impresa individua le cause degli scostamenti. 4. L’impresa mette in atto delle azioni correttive. /¶DQDOLVLGHJOLVFRVWDPHQWLULJXDUGDLFRVWLHLULFDYL L’analisi degli scostamenti dei costiYLHQHHIIHWWXDWDFRQIURQWDQGR • LFRVWLVWDQGDUGULSRUWDWLQHOEXGJHW • LFRVWLHLFRQVXPLHIIHWWLYLGHLIDWWRULSURGXWWLYLFKHYHQJRQRULFDYDWLGDOODFRQWDELOLWjJHVWLRQDOH /HHYHQWXDOLGLIIHUHQ]H VFRVWDPHQWL SRVVRQRGLSHQGHUHGDGXHHOHPHQWL Variazione nei rendimenti (quantità) dei fattori produttivi Lo scostamento viene determinato moltiplicando la differenza tra quantità effettive (Qe) e quantità standard (Qs) per i prezzi standard (Ps) Ps = (Qe – Qs) Variazione nei prezzi dei fattori produttivi Lo scostamento viene determinato moltiplicando la differenza tra prezzi effettivi (Pe) e prezzi standard (Ps) per le quantità effettive dei fattori impiegati (Qe) Qe = (Pe – Ps) 107 8 Esempio Le strategie, la pianificazione e la programmazione aziendale 3 Analisi degli scostamenti dei costi L’impresa Red spa programma i seguenti costi standard per la realizzazione di 1.000 unità del prodotto AE20: • consumo materia prima C10 per unità di prodotto: Kg 3 a 30 euro il Kg; • impiego manodopera per unità di prodotto: ore 1 a 20 euro l’ora. Nel mese di maggio l’impresa ha rilevato i seguenti dati consuntivi per ottenere 980 unità del prodotto AE20: • consumo materia prima C10 per unità di prodotto: Kg 2,85 a 31 euro il Kg; • impiego manodopera per unità di prodotto ore 1 a 20 euro l’ora. Determiniamo il costo primo standard e il costo primo effettivo sostenuto nel mese di maggio. Costo primo standard per 1.000 unità di prodotto Fattori produttivi Quantità Prezzo Costo unitario Costo complessivo Materia prima C10 Kg 3 30,00 90,00 90.000,00 Manodopera h1 20,00 20,00 20.000,00 Costo primo standard 110,00 110.000,00 Costo primo effettivo per 980 unità di prodotto Fattori produttivi Quantità Prezzo Costo unitario Costo complessivo Materia prima C10 Kg 2,85 31,00 88,35 86.583,00 Manodopera h1 20,00 20,00 19.600,00 Costo primo effettivo 108,35 106.183,00 Determiniamo lo scostamento globale: Costo primo effettivo euro 106.183,00 Costo primo standard euro 110.000,00 –euro 3.817,00 Scostamento Si tratta di uno scostamento positivo in quanto evidenzia un risparmio di costo di 3.817 euro. Determiniamo lo scostamento unitario: Costo primo effettivo euro 108,35 Costo primo standard euro 110,00 –euro 1,65 Scostamento Si tratta di uno scostamento positivo in quanto evidenzia un risparmio di costo di 1,65 euro. Individuiamo i fattori che hanno determinato tale scostamento. 108 Scostamento di prezzo Prezzi effettivi standard Qe Pe Ps kg 2,85 31,00 30,00 h1 20,00 20,00 Fattori produttivi Quantità effettive Materia prima C10 Manodopera Scostamento Aggravio/risparmio Pe – Ps Qe = (Pe – Ps) 1 + 2,85 – – Classe Quinta Percorso 8 + 2,85 Scostamento di rendimento (quantità) Prezzi Quantità Scostamento Aggravio/risparmio standard effettive standard Ps Qe Qs Qe – Qs Ps = (Qe – Qs) 30,00 kg 2,85 kg 3,00 –0,15 – 4,50 20,00 h1 h1 – – – 4,50 Fattori produttivi Materia prima C10 Manodopera 'DOO¶DQDOLVLHIIHWWXDWDULVXOWDFKH • OHYDULD]LRQLQHLSUH]]LKDQQRFRPSRUWDWRXQDJJUDYLRGLFRVWRSDULDHXUR • OHYDULD]LRQLQHOOHTXDQWLWjGHLIDWWRULSURGXWWLYLLPSLHJDWLKDQQRGHWHUPLQDWRXQ ULVSDUPLRGLFRVWRSDULDHXUR • LOULVSDUPLRXQLWDULRGHOFRVWRGHOSURGRWWRqVWDWRSDULDHXUR /¶DQDOLVLGHJOLscostamenti dei ricaviYLHQHHIIHWWXDWDFRQIURQWDQGRLULFDYLHIIHWWLYL FRQLULFDYLSURJUDPPDWL /¶LPSUHVDKDUDJJLXQWRJOLRELHWWLYLSUH¿VVDWL Ricavi effettivi ≥ Ricavi programmati /¶LPSUHVDQRQKDUDJJLXQWRJOLRELHWWLYLSUH¿VVDWL Ricavi effettivi SHUWDQWRGRYUjLQGLYLGXDUHOHFDXVHHGHIIHWWXDUH < Ricavi programmati GHOOHD]LRQLFRUUHWWLYH /RVFRVWDPHQWRGHLULFDYLSXzHVVHUHVXGGLYLVRQHLVHJXHQWLVFRVWDPHQWLHOHPHQWDUL • VFRVWDPHQWRGLYROXPHGHOOHYHQGLWH • VFRVWDPHQWRGLSUH]]R Esempio 4 Analisi degli scostamenti dei ricavi /D*UHHQVSDFKHSURGXFHHYHQGHLOSURGRWWR<=SHULOSURVVLPRHVHUFL]LRKDHODERUDWRLOVHJXHQWHEXGJHWGHOOHYHQGLWH Vendite programmate Prezzo unitario Ricavi programmati 1.000 120,00 120.000,00 109 8 Le strategie, la pianificazione e la programmazione aziendale /DGLUH]LRQHFRPPHUFLDOHKDUDFFROWRLVHJXHQWLGDWLFRQVXQWLYL Vendite effettive Prezzo unitario Ricavi effettivi 1.050 121,00 127.050,00 Determiniamo lo scostamento globale ULFDYLHIIHWWLYL HXUR é HXUR ULFDYLSURJUDPPDWL HXUR é HXUR 6FRVWDPHQWRJOREDOHSRVLWLYR HXUR 6LWUDWWDGLXQRVFRVWDPHQWRSRVLWLYRLQTXDQWRHYLGHQ]LDLOUDJJLXQJLPHQWRGHJOLRELHWWLYLD]LHQGDOL ,QGLYLGXLDPRLIDWWRULFKHKDQQRGHWHUPLQDWRWDOHVFRVWDPHQWR Prezzo effettivo (Pe) 121,00 Vendite effettive (Ve) 1.050 Scostamento di prezzo Prezzo a budget Variazione Vendite effettive (Pb) (Ve) 120,00 1 1.050 Scostamento (Pe – Pb) × Ve Scostamento di volume delle vendite Vendite a budget Variazione Prezzo a budget (Vb) (Pb) 1.000 + 50 120,00 Scostamento (Ve – Vb) × Pb 1.050,00 6.000,00 /RVFRVWDPHQWRJOREDOHSRVLWLYRGLHXURqGRYXWR • SHUHXURDOPDJJLRUSUH]]RGLYHQGLWDHIIHWWLYRULVSHWWRDOSUH]]RDEXGJHW • SHUHXURDOO¶DXPHQWRGHOOHTXDQWLWjHIIHWWLYDPHQWHYHQGXWHULVSHWWRDTXHOOH SURJUDPPDWHDEXGJHW 5. Il reporting $O¿QHGLJDUDQWLUHGHLVLVWHPLGLFRPXQLFD]LRQHHI¿FDFLWUDLYDULVRJJHWWLD]LHQGDOLHI¿FDFLYHQJRQRSHULRGLFDPHQWHSUHSDUDWLGHLUHSRUWGHVWLQDWLDOPDQDJHPHQWD]LHQGDOH I report aziendaliSUHGLVSRVWLSHULYDULOLYHOOLGLGLUH]LRQHVRQRGRFXPHQWLFRQWHQHQWL LQIRUPD]LRQLGLYDULRWLSRQHFHVVDULHSHUSUHQGHUHOHGHFLVLRQLD]LHQGDOL ,QEDVHDLVRJJHWWLGHVWLQDWDULLUHSRUWVLGLVWLQJXRQRLQ • report operativiGHVWLQDWLDLUHVSRQVDELOLGHOODSURGX]LRQH • report per unità di businessGHVWLQDWLDLUHVSRQVDELOLGHOOHXQLWjGLEXVLQHVV • report di sede centraleGHVWLQDWLDOODGLUH]LRQHJHQHUDOH ,UHSRUWSRVVRQRFRQWHQHUHLQIRUPD]LRQLGLYDULDQDWXUD • LQIRUPD]LRQLRSHUDWLYH • LQIRUPD]LRQLHFRQRPLFR¿QDQ]LDULH • LQIRUPD]LRQLVWUDWHJLFKH 110 percorso Il business plan e il marketing plan 9 Quali funzioni ha? Funzione informativa interna Funzione informativa esterna Business plan Sintesi del progetto e informazioni sull’impresa Descrizione del progetto e obiettivi Come si costruisce? Strumenti di pianificazione aziendale Valutazione economica e finanziaria Valutazione complessiva Quali obiettivi vengono indicati? Obiettivi di marketing Analisi situazione iniziale Marketing plan Obiettivi e scelte strategiche Come si costruisce? Strumenti operativi Previsioni economiche Controllo 111 9 Il business plan e il marketing plan 1. Il business plan Il business plan è il documento che riassume i contenuti e le caratteristiche del progetto imprenditoriale (business idea) e che permette di valutarne la fattibilità dal SXQWRGLYLVWDWHFQLFRHFRQRPLFRH¿QDQ]LDULR ,OEXVLQHVVSODQKDXQDGXSOLFHIXQ]LRQH • funzione internaSHUFKpSHUPHWWHDOO¶LPSUHQGLWRUHRDLVRFLGLYHUL¿FDUHODYDOLGLWj del progetto valutando la possibilità di raggiungere gli obiettivi stabiliti; • funzione esterna, perché consente di illustrare i contenuti del progetto ai soggetti HVWHUQLFKHO¶LPSUHVDLQWHQGHFRLQYROJHUH Funzione informativa interna (imprenditore o soci) BUSINESS PLAN Funzione informativa esterna (banche, altri finanziatori e istituzioni pubbliche) CONTENUTO DEL BUSINESS PLAN 1. Sintesi del progetto e informazioni sull’impresa Se il business plan è elaborato da un’impresa già esistente, si presenta una breve sintesi del progetto imprenditoriale (executive summary) e si forniscono le seguenti informazioni sulla realtà aziendale: • denominazione e forma giuridica; • descrizione della nascita e dell’evoluzione successiva; • mission aziendale; • eventi significativi che hanno influenzato la vita aziendale; • struttura e organizzazione dell’impresa; • analisi della concorrenza e del mercato in cui l’impresa opera; • analisi del settore di appartenenza. Se il business plan viene redatto per l’avvio di una nuova iniziativa imprenditoriale, in questa sezione verranno fornite le informazioni sui soggetti che intendono avviare l’impresa. • Descrizione del progetto: viene illustrato analiticamente il progetto che si intende 2. Descrizione realizzare, specificando gli obiettivi, i risultati da raggiungere e le tempistiche per la del progetto: realizzazione. obiettivi ed effetti • Analisi SWOT: vengono evidenziati i punti di forza/debolezza interni e le opportunità/ sull’impresa minacce provenienti dall’ambiente esterno. • Impatto sull’impresa: vengono analizzati gli effetti che tale progetto potrà avere sulla realtà imprenditoriale e sulle future scelte aziendali. 112 3. Valutazione economica e finanziaria del progetto Si redigono i seguenti documenti: • Piano degli investimenti, illustra gli investimenti in fattori produttivi a medio/lungo termine necessari per realizzare il progetto; • Conto economico previsionale, contiene i costi, i ricavi e il reddito previsti; • Stato patrimoniale previsionale, contiene le informazioni sulla struttura patrimoniale e finanziaria nel periodo di tempo preso in considerazione dal business plan; • Rendiconto finanziario previsionale, indica i flussi finanziari in entrata e in uscita previsti. 4. Valutazione complessiva del progetto L’impresa valuta il progetto in base al rendimento che prevede di ottenere (rendimento atteso) e alle effettive possibilità di realizzazione (rischio di fattibilità). Classe Quinta Percorso 9 I soggetti DFXLqGHVWLQDWRLOEXVLQHVVSODQSRVVRQRHVVHUH • l’imprenditore; • i futuri soci che intendono avviare il progetto; • L¿QDQ]LDWRULSULYDWLSHUHVHPSLROHEDQFKH • OHLVWLWX]LRQLSXEEOLFKHVHDHVVHYLHQHULFKLHVWRXQFRQWULEXWR 2. Il marketing plan Il marketing plan qLOGRFXPHQWRFRQLOTXDOHVLGH¿QLVFRQRJOLRELHWWLYLGLPDUNHWLQJ OHULVRUVHQHFHVVDULHSHULOORURUDJJLXQJLPHQWRHOHDWWLYLWjGDFRPSLHUH ,OPDUNHWLQJSODQqLQVHULWRQHOEXVLQHVVSODQQHOO¶LSRWHVLLQFXLLOSURJHWWRLPSUHQGLWRULDOHULJXDUGLODQDVFLWDGLXQDQXRYDLPSUHVD CONTENUTO DEL MARKETING PLAN L’impresa effettua un’analisi della situazione evidenziando: 1. Analisi della situazione • i punti di forza e i punti di debolezza dell’impresa; • le opportunità e le minacce provenienti dall’ambiente esterno. iniziale L’impresa individua gli obiettivi da perseguire, i tempi per realizzarli, i mercati in cui intende operare 2. Obiettivi e definisce le conseguenti scelte strategiche. Possono essere adottate le seguenti strategie: e scelte • marketing indifferenziato, l’impresa decide di essere presente sull’intero mercato offrendo strategiche un unico prodotto o una sola linea di prodotti per tutti i segmenti di mercato; • marketing differenziato, l’impresa decide di operare sull’intero mercato differenziando i propri prodotti in base alle esigenze della clientela; • marketing concentrato, l’impresa decide di entrare in un unico segmento di mercato; • marketing personalizzato, l’impresa decide di offrire alla clientela beni o servizi “personalizzati”; • marketing di nicchia, l’impresa decide di entrare in uno specifico segmento di mercato di dimensioni molto ridotte (“nicchia di mercato”). L’impresa individua gli strumenti (“leve”) di marketing mix da utilizzare per il raggiungimento 3. Strumenti degli obiettivi prefissati: prodotto, prezzo, comunicazione, distribuzione. operativi L’impresa predispone un Conto economico previsionale, che riporta i costi e i ricavi 4. Previsioni programmati. economiche L’impresa indica le modalità e i tempi di verifica dei risultati conseguiti al fine di valutare i 5. Controllo progressi raggiunti rispetto agli obiettivi prefissati. 113 9 Esempio Il business plan e il marketing plan 1 Business plan e marketing plan /HVRUHOOH%UDVFDGHFLGRQRGLDYYLDUHXQ¶DWWLYLWjLPSUHQGLWRULDOHGLSURGX]LRQHHFRPPHUFLDOL]]D]LRQHGLFRVPHWLFLQDWXUDOLFRQFHUWL¿FD]LRQHELRORJLFD 0DGGDOHQD%UDVFDqXQDIDUPDFLVWDHVSHUWDQHOOHSUHSDUD]LRQLFRVPHWLFKHHGHUPDWRORJLFKH 1DGLD %UDVFD KD PDWXUDWR XQD VROLGD HVSHULHQ]D QHO VHWWRUH VYROJHQGR OD IXQ]LRQH GL UHVSRQVDELOHGHOOHYHQGLWHLQXQDQRWDLQGXVWULDFRVPHWLFDGHOWHUULWRULR /¶DWWLYLWjGLLPSUHVDLQL]LHUjLQGDWDQ Le sorelle individuano un laboratorio con annesso un locale per la vendita diretta dei SURGRWWLLQXQD]RQDFHQWUDOHGHOODFLWWjSHULOTXDOHYLHQHVWLSXODWRXQFRQWUDWWRGLORFD]LRQHFKHSUHYHGHLOSDJDPHQWRGLXQFDQRQHFRPSOHVVLYRDQQXRSDULDHXUR /DFRVWLWX]LRQHULFKLHGHLQROWUHLVHJXHQWLLQYHVWLPHQWL - 6RIWZDUHHXUR - ,PSLDQWLHPDFFKLQDULHXUR - $WWUH]]DWXUHHXUR - $UUHGDPHQWRHXUR Le sorelle presteranno la loro attività lavorativa nell’impresa con un costo complessivo DQQXRSDULDHXUR 3HUDQDOL]]DUHODIDWWLELOLWjGHOSURJHWWRLPSUHQGLWRULDOHYLHQHFRVWUXLWRXQEXVLQHVVSODQ corredato da uno Stato patrimoniale e un Conto economico previsionali, che per sempliFLWjYHQJRQRULIHULWLDOSULPRDQQRGLDWWLYLWj Parte 1. Sintesi del progetto e informazioni sull’impresa ,OSURJHWWRQDVFHGDOO¶LGHDGLSURSRUUHDOPHUFDWRFRVPHWLFLQDWXUDOLFRQFHUWL¿FD]LRQH ELRORJLFDUHDOL]]DWLFRQPDWHULHSULPHGLRULJLQHYHJHWDOHDEDVVRLPSDWWRDPELHQWDOH Le sorelle Brasca che intendono dar vita alla nuova attività d’impresa, oltre a condividere un grande interesse per la sostenibilità ambientale, hanno maturato negli anni una VROLGDHVSHULHQ]DQHOVHWWRUH1HOORVSHFL¿FR • 0DGGDOHQD%UDVFDGLDQQLqXQDIDUPDFLVWDHVSHUWDQHOOHSURGX]LRQLFRVPHWLche e dermatologiche; • 1DGLD%UDVFDGLDQQLKDPDWXUDWRXQDVROLGDHVSHULHQ]DQHOVHWWRUHVYROJHQGR ODIXQ]LRQHGLUHVSRQVDELOHGHOOHYHQGLWHRQOLQHLQXQDQRWDLQGXVWULDFRVPHWLFD GHOWHUULWRULR Parte 2. Descrizione del progetto: obiettivi ed effetti sull’impresa Descrizione del progetto /DIRUPDJLXULGLFDSUHVFHOWDqTXHOODGLVRFLHWjDUHVSRQVDELOLWjOLPLWDWD ,OFDSLWDOHVRFLDOHGLFRPSOHVVLYLHXURYLHQHVRWWRVFULWWRSHU • HXURGD0DGGDOHQD%UDVFD • HXURGD1DGLD%UDVFD /¶DWWLYLWj SURGXWWLYD VL IRFDOL]]HUj VXOOD SURGX]LRQH H FRPPHUFLDOL]]D]LRQH GL FRVPHWLFL QDWXUDOLSHUODFXUDGHOFRUSRHGHLFDSHOOLFRQFHUWL¿FD]LRQHELRORJLFDUHDOL]]DWLFRQPDWHULHSULPHGLRULJLQHYHJHWDOHDEDVVRLPSDWWRDPELHQWDOH /DPLVVLRQD]LHQGDOHqTXHOODGLYDORUL]]DUHODFRVPHWLFDFRQVDSHYROHFDUDWWHUL]]DWDGD ingredienti e formule naturali e sostenibili, cercando di instaurare un rapporto diretto FRQODFOLHQWHODDO¿QHGLVRGGLVIDUHRJQLHVLJHQ]D 114 Piano di marketing /DFRVPHWLFDQDWXUDOHLQFRQVLGHUD]LRQHGHOODFUHVFHQWHVHQVLELOLWjGHLFRQVXPDWRULDOOD VRVWHQLELOLWjDPELHQWDOHUDSSUHVHQWDXQVHWWRUHLQIDVHGLHVSDQVLRQH Analisi SWOT Punti di forza • • • • Elevata qualità del prodotto Valorizzazione del packaging Rapporti diretti con la clientela Presenza di certificazione biologica Punti di debolezza • Prezzo medio/elevato • Assenza di un brand già noto Opportunità • Prodotto e mercato in fase di espansione • Ridotta presenza di concorrenti • Crescente sensibilità da parte dei consumatori ai prodotti biologici Classe Quinta Percorso 9 Minacce • Impossibilità di competere con la grande distribuzione • Cambiamenti sociali e crisi economica /HD]LRQLGLPDUNHWLQJFKHO¶LPSUHVDLQWHQGHDGRWWDUHIDQQROHYDVXOSURGRWWRVXOSUH]]RVXOODFRPXQLFD]LRQHHVXOODGLVWULEX]LRQH 1. Prodotto 9LHQH RIIHUWR XQ SURGRWWR FRVPHWLFR GL HOHYDWD TXDOLWj FDUDWWHUL]]DWR GD FHUWL¿FD]LRQHELRORJLFDUHDOL]]DWRDUWLJLDQDOPHQWHFRQLQJUHGLHQWLQDWXUDOLHVRVWHQLELOL/¶LPSUHVD SXQWDDQFKHVXOSDFNDJLQJFKHVDUjSDUWLFRODUPHQWHOHJJHURHUHDOL]]DWRFRQPDWHULDOL HFRORJLFL 2. Prezzo ,SUH]]LGHLSURGRWWLGH¿QLWLLQPRGRGDFRSULUHLFRVWLVRVWHQXWLHJDUDQWLUHXQDGHJXDWRSUR¿WWRULVXOWDQRLQVLQWRQLDFRQTXHOOLDGRWWDWLGDOODFRQFRUUHQ]D1HOODIDVHLQL]LDOH VDUDQQR SUDWLFDWL VFRQWL H SURPR]LRQL VXOOH YHQGLWH RQ OLQH DO ¿QH GL IDU FRQRVFHUH LO SURGRWWRDOODFOLHQWHOD 3. Comunicazione 6LSUHYHGRQROHVHJXHQWLD]LRQLGLFRPXQLFD]LRQH • SXEEOLFLWjVXULYLVWHVSHFLDOL]]DWH • SXEEOLFLWjVXLVRFLDOQHWZRUN • FRVWUX]LRQHGHOVLWRZHE 4. Distribuzione 6LSUHYHGHO¶XWLOL]]RGHLVHJXHQWLFDQDOLGLVWULEXWLYL • SXQWLYHQGLWD¿VLFL QHJR]LVSHFLDOL]]DWLGLSLFFROHGLPHQVLRQL • HFRPPHUFHJHVWLWRGLUHWWDPHQWHGDOO¶LPSUHVD 115 9 Il business plan e il marketing plan Parte 3. Valutazione economica e finanziaria del progetto Piano degli investimenti Costo storico n Software 5.000 Totale immobilizzazioni immateriali 5.000 % ammortamento Quote annue ammortamento 20% 1.000 1.000 Impianti e macchinari 45.000 14% 6.300 Attrezzature 20.000 16% 3.200 Arredamento 10.000 15% 1.500 Totale immobilizzazioni materiali 75.000 11.000 Totale 80.000 12.000 Conto economico previsionale n Ricavi netti di vendita Variazioni rimanenze prodotti 10.000 Valore della produzione (A) 220.000 Costi di acquisto materie prime e di consumo 95.000 Costi per servizi (energia, assicurazioni, consulenze ecc.) 40.000 Costi per godimento di beni di terzi (fitti passivi) 15.000 Costi per il personale (costi per il lavoro dei soci) 50.000 Ammortamenti 12.000 Variazione rimanenze materie prime e di consumo –3.000 Costi della produzione (B) Differenza tra valore e costi della produzione (A–B) 116 210.000 209.000 11.000 Oneri finanziari 1.500 Risultato prima delle imposte 9.500 Imposte dell’esercizio 3.000 Utile d’esercizio 6.500 Stato patrimoniale previsionale Attivo Immobilizzazioni Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali Totale immobilizzazioni n Passivo Patrimonio netto 4.000 Capitale sociale 64.000 Risultato dell’esercizio 68.000 Totale patrimonio netto Attivo circolante 13.000 Crediti 28.000 Debiti Disponibilità liquide Totale attivo 50.000 6.500 56.500 Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato Rimanenze Totale attivo circolante n 5.000 Debiti verso fornitori 2.500 18.500 46.000 Debiti tributari e verso istituti previdenziali 1.500 Mutui passivi 35.000 Totale debiti 55.000 114.000 Totale passivo Classe Quinta Percorso 9 114.000 /HLPPRELOL]]D]LRQLVRQRLQGLFDWHDOQHWWRGHLIRQGLDPPRUWDPHQWR Parte 4. Valutazione complessiva del progetto 3HUYDOXWDUHFRPSOHVVLYDPHQWHLOSURJHWWRGRSRDYHUULFODVVL¿FDWRLSURVSHWWLGL6WDWR patrimoniale e di Conto economico previsionali, sono stati calcolati i principali indici di UHGGLWLYLWjSDWULPRQLDOLH¿QDQ]LDUL 6LSURJUDPPDGLDFFDQWRQDUHO¶LQWHURXWLOHGLHVHUFL]LRDULVHUYH 6WDWRSDWULPRQLDOHSUHYLVLRQDOHULFODVVL¿FDWRVHFRQGRFULWHUL¿QDQ]LDUL WHQHQGRFRQWRGHOODGHVWLQD]LRQHGHOO¶XWLOHG¶HVHUFL]LR Impieghi Attivo corrente Disponibilità liquide Disponibilità finanziarie Rimanenze Totale Attivo immobilizzato Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali Totale n Fonti Totale impieghi 114.000 Totale fonti n Debiti 5.000 Debiti a breve scadenza 25.000 28.000 Debiti a media/lunga scadenza 32.500 13.000 Totale 57.500 46.000 Capitale proprio 4.000 Capitale sociale 50.000 64.000 Riserve 6.500 68.000 Totale 56.500 114.000 ,GHELWLDPHGLDOXQJDVFDGHQ]DVRQRIRUPDWLGDOODTXRWDGHOPXWXRSDVVLYRGDQRQULP ERUVDUHHQWURO¶DQQRVXFFHVVLYR HXUR HGDLGHELWLSHU7)5 HXUR 117 9 Il business plan e il marketing plan &RQWRHFRQRPLFRSUHYLVLRQDOHULFODVVL¿FDWRDYDORUHDJJLXQWR n Ricavi netti di vendita 210.000 Variazioni rimanenze prodotti 10.000 Valore della produzione 220.000 Costi di acquisto materie prime e di consumo –95.000 Costi per servizi –40.000 Costi per godimento di beni di terzi –15.000 Variazione rimanenze materie prime e di consumo 73.000 Valore aggiunto Costi per il personale –50.000 23.000 Margine operativo lordo (EBITDA) Ammortamenti –12.000 Reddito operativo (EBIT) 11.000 Risultato gestione finanziaria –1.500 9.500 Risultato economico al lordo delle imposte Imposte dell’esercizio –3.000 6.500 Utile d’esercizio Analisi della redditività Indici ROE 6.500 50.000 ROI 11.000 114.000 ROD 1.500 57.500 × 100 13% × 100 9,65% × 100 2,61% $QDOLVLSDWULPRQLDOHH¿QDQ]LDULD,QGLFLSDWULPRQLDOL Indici Rigidità degli impieghi Elasticità degli impieghi 118 3.000 68.000 114.000 46.000 114.000 × 100 59,65% × 100 40,35% Incidenza dei debiti a breve scadenza 25.000 114.000 Incidenza dei debiti a media/ lunga scadenza 32.500 114.000 Grado di capitalizzazione 56.500 114.000 × 100 21,93% × 100 28,51% × 100 49,56% Classe Quinta Percorso 9 $QDOLVLSDWULPRQLDOHH¿QDQ]LDULD,QGLFL¿QDQ]LDUL Indice Indice di disponibilità n 46.000 1,84 25.000 Indici di liquidità secondaria 33.000 1,32 25.000 Indici di autocopertura delle immobilizzazioni 56.500 0,83 68.000 Indici di copertura globale delle immobilizzazioni 89.000 1,31 68.000 Commento /¶XWLOHG¶HVHUFL]LRSUHYLVWRSHULOSULPRDQQRqSDULDHXURFLzHYLGHQ]LDODFDSDFLWjGHOO¶LPSUHVDGLUHPXQHUDUHLOFDSLWDOHLQYHVWLWRGDLVRFL 'DOO¶DQDOLVLGHOODVLWXD]LRQHSDWULPRQLDOHH¿QDQ]LDULDHPHUJHXQDVLWXD]LRQHGLHTXLOLEULR • O¶LPSUHVDqLQJUDGRGLIDUIURQWHDJOLLPSHJQL¿QDQ]LDULDEUHYHVFDGHQ]DFRQOH GLVSRQLELOLWjOLTXLGHH¿QDQ]LDULH • JOLLQYHVWLPHQWLGLPHGLROXQJRWHUPLQHVRQRWRWDOPHQWH¿QDQ]LDWLFRQLOFDSLWDOH SHUPDQHQWH FDSLWDOHSURSULRGHELWLDPHGLDOXQJDVFDGHQ]D *OLLQGLFLGLELODQFLRFRQIHUPDQRLOJLXGL]LRSRVLWLYRVXOO¶LGHDLPSUHQGLWRULDOHHYLGHQ]LDQGR ODUHDOL]]DELOLWjGHOSURJHWWR 119 percorso 10 Tipologie I finanziamenti bancari alle imprese Come si suddividono? Operazioni di smobilizzo Operazioni di prestito Finanziamenti bancari Apertura di credito in c/c Finanziamenti a breve termine Quali sono le principali tipologie? Portafoglio s.b.f. Anticipo su fatture Factoring Sconto di cambiali Finanziamenti a medio/ lungo termine 120 Quali sono le principali tipologie? Mutuo Leasing finanziario 1. I finanziamenti bancari $O ¿QH GL VRGGLVIDUH LO SURSULR IDEELVRJQR ¿QDQ]LDULR YROXPH GL PH]]L ¿QDQ]LDUL QHFHVVDULSHUVYROJHUHO¶DWWLYLWjD]LHQGDOH OHLPSUHVHULFRUURQRDQFKHDOOHEDQFKHOH TXDOLSRVVRQRFRQFHGHUH¿QDQ]LDPHQWLSHUO¶DFTXLVWRGL • IDWWRULSURGXWWLYLDPHGLROXQJRFLFORGLXWLOL]]R DWWLYRLPPRELOL]]DWR Classe Quinta Percorso 10 • IDWWRULSURGXWWLYLDEUHYHFLFORGLXWLOL]]R DWWLYRFRUUHQWH ,¿QDQ]LDPHQWLFRQFHVVLGDOOHEDQFKHVLGLVWLQJXRQRLQGXHFDWHJRULH • RSHUD]LRQLGL VPRELOL]]R FRQ FXL O¶LPSUHVD WUDVIHULVFH DOOD EDQFD L FUHGLWL FRPPHUFLDOL UDSSUHVHQWDWLGDIDWWXUHRFDPELDOL HQHRWWLHQHLQDQWLFLSRO¶LPSRUWR )DQQRSDUWHGLTXHVWDFDWHJRULD – LOSRUWDIRJOLRVDOYREXRQ¿QH – ORVFRQWRGLFDPELDOL – O¶DQWLFLSRVXIDWWXUH – LOIDFWRULQJ • RSHUD]LRQLGLSUHVWLWRFRQFXLO¶LPSUHVDRWWLHQHLPH]]L¿QDQ]LDULQHFHVVDULVHFRQGRYDULHIRUPHWHFQLFKH – ¿QDQ]LDPHQWL LQ FF GL FRUULVSRQGHQ]D /¶LPSUHVD KD OD SRVVLELOLWj GL SUHOHYDUH GDOFFVRPPHVXSHULRULDTXHOOHYHUVDWHJHQHUDQGRGHJOLVFRSHUWLGLFRQWRFKH GDQQROXRJRDVDOGLSDVVLYLSHULOFOLHQWH – ¿QDQ]LDPHQWLDVFDGHQ]D¿VVD/DEDQFDSUHVWDDOO¶LPSUHVDXQDVRPPDGLGHQDURFKHGRYUjHVVHUHULPERUVDWDDOODVFDGHQ]DFRQFRUGDWD FINANZIAMENTI BANCARI Operazioni di smobilizzo Operazioni di prestito 2. Il fido bancario Il fido bancarioqO¶LPSRUWRPDVVLPRGLFUHGLWRFKHXQDEDQFDFRQFHGHDXQFOLHQWH FKHQHKDIDWWRULFKLHVWD ,O¿GRFKHODEDQFDFRQFHGHDXQFOLHQWHQRQqVHPSUHLQWHUDPHQWHXWLOL]]DWRRFFRUUH TXLQGLHIIHWWXDUHXQDGLVWLQ]LRQHWUD • ¿GRSRWHQ]LDOHFKHUDSSUHVHQWDO¶LPSRUWRPDVVLPRGLFUHGLWRFKHLOFOLHQWHSRWUHEEHRWWHQHUHGDOODEDQFD • ¿GRDFFRUGDWRFKHUDSSUHVHQWDO¶LPSRUWRFRQFHVVRGDOODEDQFDHPHVVRDGLVSRVL]LRQHGHOFOLHQWH • ¿GRXWLOL]]DWRFKHUDSSUHVHQWDO¶LPSRUWRHIIHWWLYDPHQWHXWLOL]]DWRGDOFOLHQWH 3. I finanziamenti bancari a breve termine ,¿QDQ]LDPHQWLEDQFDULVLGH¿QLVFRQRDEUHYHWHUPLQHTXDQGROHGDWHGLVFDGHQ]DSHU LOULPERUVRGHOOHVRPPHSUHVWDWHQRQVXSHUDQRLPHVL 121 10 I finanziamenti bancari alle imprese /HSULQFLSDOLWLSRORJLHGL¿QDQ]LDPHQWLEDQFDULDEUHYHWHUPLQHVRQROHVHJXHQWL • DSHUWXUDGLFUHGLWRLQFF • IDFWRULQJ • SRUWDIRJOLRVEI • VFRQWRGLFDPELDOL • DQWLFLSRVXIDWWXUH L’apertura di credito in c/c /¶apertura di creditoqXQFRQWUDWWRLQEDVHDOTXDOHODEDQFDPHWWHDGLVSRVL]LRQH GHOO¶LPSUHVDSHUXQFHUWRSHULRGRGLWHPSRXQDVRPPDGLGHQDURFKHSXzHVVHUH XWLOL]]DWDFRQSUHOLHYLSDU]LDOLHULSULVWLQDWDFRQVXFFHVVLYLYHUVDPHQWL ,QEDVHDOODGXUDWDVLGLVWLQJXRQROHVHJXHQWLFDWHJRULH • DSHUWXUD GL FUHGLWR D WHPSR GHWHUPLQDWR DOOD VFDGHQ]D FRQFRUGDWD O¶LPSUHVD GHYHUHVWLWXLUHDOODEDQFDLOFDSLWDOHJOLLQWHUHVVLHJOLRQHULDFFHVVRUL • DSHUWXUDGLFUHGLWRDWHPSRLQGHWHUPLQDWRFRQFHVVD¿QRDUHYRFDHLQFXLVLD ODEDQFDFKHO¶LPSUHVDKDQQRODSRVVLELOLWj GL UHFHGHUHGDOFRQWUDWWRULVSHWWDQGRL WHUPLQLGLSUHDYYLVRSUHYLVWLFRQWUDWWXDOPHQWH ,FRQWUDWWLGLDSHUWXUDGLFUHGLWRSUHYHGRQRLVHJXHQWLFRVWL • WDVVRGLLQWHUHVVH WDVVRGHELWRUH VXOOHVRPPHXWLOL]]DWHHQWURLOOLPLWHGHO¿GR • WDVVRGLLQWHUHVVHVXJOLVFRQ¿QDPHQWL • FRPPLVVLRQHSHUODPHVVDDGLVSRVL]LRQHGHLIRQGLFDOFRODWDVXOO¶LQWHURLPSRUWRGHO¿GRDFFRUGDWRODFRPPLVVLRQHSHUFHQWXDOHQRQSXzVXSHUDUHORSHU WULPHVWUH • FRPPLVVLRQHGLLVWUXWWRULDYHORFHGHWHUPLQDWDLQPLVXUD¿VVDHDSSOLFDWDGDOOD EDQFDQHOFDVRGLVFRQ¿QDPHQWR APERTURA DI CREDITO Esempio 1 Apertura di credito a tempo determinato Apertura di credito a tempo indeterminato Condizioni applicate a un’apertura di credito in c/c /¶LPSUHVD 5HG VSD GL *HQRYD FOLHQWH GL ,QWHVD 6DQSDROR KD RWWHQXWR XQ¶DSHUWXUD GL FUHGLWRLQFFGLHXURDOOHVHJXHQWLFRQGL]LRQL • FRPPLVVLRQHSHUODPHVVDDGLVSRVL]LRQHGHLIRQGLSDULDOO¶DQQXRFRQOLTXLGD]LRQHWULPHVWUDOH • WDVVRG¶LQWHUHVVHGHELWRUH • WDVVRGLLQWHUHVVHVXJOLVFRQ¿QDPHQWL • FRPPLVVLRQHGLLVWUXWWRULDYHORFHHXUR ,O WDVVR GL LQWHUHVVH VL DSSOLFD VXL VDOGL SDVVLYL GHO FF HQWUR LO OLPLWH GHO ¿GR GL HXURQHOFDVRLQFXLVLYHUL¿FKLXQRVFRQ¿QDPHQWRFLRqLOVDOGRSDVVLYRGLFF VLDPDJJLRUHGLHXURODEDQFDDSSOLFDXQDSHQDOH FRPPLVVLRQHGLLVWUXWWRULD 122 YHORFH HVXOODSDUWHGHOVDOGRSDVVLYRGLFFFKHVXSHUDHXUR H[WUD¿GR DXPHQWDLOWDVVRGLLQWHUHVVHDO /DFRPPLVVLRQHSHUODPHVVDDGLVSRVL]LRQHGHLIRQGLYLHQHDSSOLFDWDGDOODEDQFDVXOO¶LQWHURLPSRUWRGHOO¶DI¿GDPHQWRFRQFHVVRLQGLSHQGHQWHPHQWHGDOO¶HIIHWWLYRSUHOHYDPHQWRGHOOH VRPPHHGDOODGXUDWDGHOO¶XWLOL]]RGHOOHVRPPHVWHVVHHYLHQHFDOFRODWDQHOVHJXHQWHPRGR &RPPLVVLRQHWULPHVWUDOH ,PSRUWRWULPHVWUDOHDGGHELWDWRLQFFHXUR [ HXUR Classe Quinta Percorso 10 Il portafoglio s.b.f. /¶DSHUWXUDGLFUHGLWRSHUportafoglio s.b.f.UDSSUHVHQWDXQ¶RSHUD]LRQHGLVPRELOL]]R FRQFXLODEDQFDDQWLFLSDDOO¶LPSUHVDO¶LPSRUWRQRPLQDOHGHOOHULFHYXWHEDQFDULHSUHVHQWDWHDOO¶LQFDVVR³VDOYREXRQ¿QH´ /DSURFHGXUDPDJJLRUPHQWHXWLOL]]DWDSUHYHGHO¶DSHUWXUDGLXQ&RQWRDQWLFLSRFKHVL DI¿DQFDDOFFGLFRUULVSRQGHQ]DLQWHVWDWRDOO¶LPSUHVD,OFRVWRGHOO¶RSHUD]LRQHqUDSSUHVHQWDWRGDOOHFRPPLVVLRQLGLLQFDVVRGHOOH5L%DHGDJOLLQWHUHVVLPDWXUDWLVXO&RQWRDQWLFLSRVX5L%DFKHYHQJRQRFRQWHJJLDWLD¿QHDQQRRDOWHUPLQHGHOUDSSRUWR L’anticipo su fatture /¶anticipo su fattureqXQ¶RSHUD]LRQHGLVPRELOL]]RFRQFXLODEDQFDDQWLFLSDDOO¶LPSUHVDXQDFHUWDSHUFHQWXDOHGHOO¶LPSRUWRGHOOHIDWWXUHGLYHQGLWD *OLDQWLFLSLVXIDWWXUHFKHSUHYHGRQRO¶DSHUWXUDGLXQ&RQWRDQWLFLSRIDWWXUHVRQRHIIHWWXDWLFRQODFRQGL]LRQHpro solvendoODEDQFDKDLOGLULWWRGLULYDOHUVLVXOO¶LPSUHVD FHGHQWHVHLOGHELWRUHFHGXWRQRQSDJDDOODVFDGHQ]DLOVXRGHELWR ,OFRVWRGHOO¶RSHUD]LRQHqUDSSUHVHQWDWRGDJOLLQWHUHVVLSDVVLYLPDWXUDWLVXO&RQWRDQWLFLSRIDWWXUHFKHYHQJRQRFRQWHJJLDWLD¿QHDQQRRDOWHUPLQHGHOUDSSRUWR Il factoring Il factoringqXQFRQWUDWWRFRQFXLXQ¶LPSUHVDFHGHODJOREDOLWjRXQDSDUWHGHLSURSULFUHGLWLFRPPHUFLDOLDOIDFWRUFKHSXzHVVHUHXQDEDQFDRXQDVRFLHWjGLIDFWRULQJ 1HOIDFWRULQJVRQRSUHVHQWLWUHVRJJHWWL • O¶impresa creditriceFKHFHGHLSURSULFUHGLWLFRPPHUFLDOL • O¶impresa debitriceFKHDOODVFDGHQ]DGRYUjSDJDUHODIDWWXUDDOIDFWRU • O¶impresa cessionaria IDFWRU FKHDFTXLVWDLFUHGLWL Impresa creditrice SOGGETTI Impresa debitrice Impresa di factoring 123 10 I finanziamenti bancari alle imprese /¶RSHUD]LRQHGLIDFWRULQJSXzHVVHUHHIIHWWXDWDDOOHVHJXHQWLFRQGL]LRQL • factoring pro solvendoTXDQGRLOIDFWRUDFTXLVWDLFUHGLWLFRQLOGLULWWRGLULYDOHUVL VXOO¶LPSUHVDFHGHQWHQHOFDVRLQFXLLOGHELWRUHQRQSDJKLDOODVFDGHQ]DLOVXRGHELWR • factoring pro solutoTXDQGRLOIDFWRUDFTXLVWDLFUHGLWLVHQ]DLOGLULWWRGLULYDOHUVL VXOO¶LPSUHVDFHGHQWHQHOFDVRLQFXLLOGHELWRUHQRQSDJKLDOODVFDGHQ]DLOVXRGHELWR Factoring pro solvendo FACTORING Factoring pro soluto /HRSHUD]LRQLWUDO¶LPSUHVDFHGHQWHHO¶LPSUHVDGLIDFWRULQJVRQRUHJLVWUDWHLQXQDSSRVLWRFRQWRFRUUHQWHWHQXWRGDOIDFWRU Il costo del factoring qFRVWLWXLWR • GDOOHFRPPLVVLRQLGLIDFWRULQJ SHUFHQWXDOHDSSOLFDWDDOO¶LPSRUWRGHLFUHGLWLFHGXWL FKHVRQRSLHOHYDWHQHOfactoring pro soluto • GDOULPERUVRGHOOHVSHVH VSHVHSRVWDOLEROOLHFF • GDJOLLQWHUHVVLVXOOHVRPPHDQWLFLSDWH Lo sconto di cambiali /R sconto di cambiali q XQ¶RSHUD]LRQH GL VPRELOL]]R FRQ FXL OD EDQFD DQWLFLSD DO FOLHQWHO¶LPSRUWRQRPLQDOHGHOOHFDPELDOLGLPLQXLWRGHOORVFRQWRFRPPHUFLDOHGHOOH FRPPLVVLRQLG¶LQFDVVRHGLDOWULHYHQWXDOLRQHUL /RVFRQWRYLHQHFDOFRODWRGDOODEDQFDVXOO¶LPSRUWRQRPLQDOHGHOOHFDPELDOLDSSOLFDQGRLOWDVVR GLLQWHUHVVHFRQFRUGDWRFRQLOFOLHQWH/¶RSHUD]LRQHGLVFRQWRVLVYROJHQHOOHVHJXHQWLWUHIDVL 1. O¶LPSUHVDSUHVHQWDOHFDPELDOLDOODEDQFDFRQJLUDWDLQELDQFR 2. ODEDQFDFRQWUROODODSUHVHQ]DGHLUHTXLVLWLIRUPDOL 3. ODEDQFDSURFHGHDOORVFRQWRGHOOHFDPELDOLDFFUHGLWDQGRVXOFFGHOFOLHQWHLOQHWWRULFDYRFKHqGDWRGDOODGLIIHUHQ]DWUDLOYDORUHQRPLQDOHGHOOHFDPELDOLHLFRVWL GHOO¶RSHUD]LRQH VFRQWRFRPPLVVLRQLG¶LQFDVVRHYHQWXDOLDOWULFRVWL 4. I finanziamenti bancari a medio/lungo termine ,¿QDQ]LDPHQWLEDQFDULVRQRDPHGLROXQJRWHUPLQHTXDQGRODVFDGHQ]DSUHYLVWDSHU LOULPERUVRGHOOHVRPPHSUHVWDWHVXSHUDLPHVL /HSULQFLSDOLWLSRORJLHGL¿QDQ]LDPHQWLEDQFDULDPHGLROXQJRWHUPLQHVRQROHVHJXHQWL • PXWXR • OHDVLQJ¿QDQ]LDULR Il mutuo Il mutuo qXQSUHVWLWRDPHGLDOXQJDVFDGHQ]DLQPROWLFDVLJDUDQWLWRGDLSRWHFD LQFXLLOULPERUVRGHOFDSLWDOHHLOSDJDPHQWRGHJOLLQWHUHVVLDYYHQJRQRLQEDVHDXQ SLDQRGLDPPRUWDPHQWRSUHVWDELOLWR 124 /¶LSRWHFDqXQDJDUDQ]LDFKHDWWULEXLVFHDOODEDQFDLOGLULWWRGLYHQGHUHLOEHQHLPPRELOHWUDWWHQHQGRO¶LPSRUWRGRYXWRGDOGHELWRUHLQDGHPSLHQWH ,QUHOD]LRQHDLWDVVLG¶LQWHUHVVHDSSOLFDWLVLGLVWLQJXRQROHVHJXHQWLWUHSULQFLSDOLWLSRORJLHGLPXWXL 1. PXWXLDWDVVR¿VVRLQFXLLOWDVVRGLLQWHUHVVHUHVWDFRVWDQWHSHUO¶LQWHUDGXUDWD GHOFRQWUDWWR Classe Quinta Percorso 10 2. PXWXLDWDVVRYDULDELOHLQFXLLOWDVVRGLLQWHUHVVHYDULDSHULRGLFDPHQWHLQEDVH DOOHRVFLOOD]LRQLGHLSDUDPHWULGLULIHULPHQWR 3. PXWXLDWDVVRPLVWRLQFXLLOWDVVRGLLQWHUHVVHSXzSDVVDUHGDYDULDELOHD¿VVR R YLFHYHUVD LQGHWHUPLQDWHVFDGHQ]HRDOYHUL¿FDUVLGLFHUWHFRQGL]LRQL Mutuo a tasso fisso Mutuo a tasso variabile MUTUO Mutuo a tasso misto /H UDWH GHO PXWXR FKH SRVVRQR DYHUH VFDGHQ]D PHQVLOH WULPHVWUDOH R VHPHVWUDOH VRQRIRUPDWHGDXQDTXRWDFDSLWDOH e una TXRWDLQWHUHVVL ,QFDVRGLPDQFDWRSDJDPHQWRGHOOHUDWHGHLPXWXLOHEDQFKHDSSOLFDQRJOLLQWHUHVVL GLPRUDLTXDOLVRQRFDOFRODWLDXQWDVVRSLHOHYDWRVXOO¶DPPRQWDUHGHOOHUDWHQRQ SDJDWH RSSXUHLQVRIIHUHQ]D Esempio 2 Accensione e rimborso di un mutuo ipotecario /D3LQNVSDLPSUHVDLQGXVWULDOHGHOVHWWRUHWHVVLOHRWWLHQHLQGDWDQXQPXWXRLSRWHFDULRGLHXURGD8QL&UHGLWDOWDVVR¿VVRGDULPERUVDUHLQDQQLLQTXRWH FRVWDQWLVHPHVWUDOLXQLWDPHQWHDJOLLQWHUHVVLPDWXUDWL ,QGDWDQODEDQFDDFFUHGLWDVXOFFGHOO¶LPSUHVDODVRPPDGLHXUR ,QGDWDQO¶LPSUHVDYHUVDODSULPDGHOOHUDWHLQVFDGHQ]DIRUPDWDGD Quota capitale euro (200.000 : 10) = euro 20.000 Quota interessi I= Rata 200.000 = 5 = 6 1.200 euro 5.000 euro (20.000 + 5.000) = euro 25.000 'RSRLOULPERUVRGLRJQLUDWDLOPXWXRVLULGXFHSURJUHVVLYDPHQWHGLHXUR GL FRQVHJXHQ]D VL ULGXFRQR DQFKH JOL LQWHUHVVL FKH O¶LPSUHVD GHYH YHUVDUH L TXDOL YHQJRQRFDOFRODWLVXOO¶LPSRUWRUHVLGXRGHOSUHVWLWR 125 10 I finanziamenti bancari alle imprese ,QGDWDQJOLLQWHUHVVLVDUDQQRFDOFRODWLVXOGHELWRUHVLGXR 'HELWRUHVLGXRQ HXUR ± HXUR ,QWHUHVVLDOQ [[ HXUR Il leasing finanziario Il leasing finanziario q XQ FRQWUDWWR LQ EDVH DO TXDOH OD VRFLHWj GL OHDVLQJ R OD EDQFD FRQFHGH DOO¶LPSUHVD LO JRGLPHQWR GL XQ EHQH VWUXPHQWDOH PRELOH R LPPRELOH SHU XQ FHUWR SHULRGR GL WHPSR ULFKLHGHQGR LO SDJDPHQWR GL FDQRQL SHULRGLFL $OODVFDGHQ]DGHOFRQWUDWWRO¶LPSUHVDXWLOL]]DWULFHSXzGHFLGHUHGL • DFTXLVWDUHLOEHQHYHUVDQGRXQSUH]]RSUHVWDELOLWR prezzo di riscatto • UHVWLWXLUHLOEHQHDOODVRFLHWjGLOHDVLQJ 1HOFRQWUDWWRGLOHDVLQJ¿QDQ]LDULRVRQRSUHVHQWLWUHVRJJHWWL • O¶impresa produttrice FKH IDEEULFD LO EHQH VWUXPHQWDOH LQ EDVH DOOH LQGLFD]LRQL GHOO¶XWLOL]]DWRUH • la società di leasingFKHDFTXLVWDLOEHQHGDOO¶LPSUHVDSURGXWWULFHHORFRQVHJQD DOO¶LPSUHVDXWLOL]]DWULFH • O¶impresa utilizzatriceFKHXVDLOEHQHYHUVDLFDQRQLFRQFRUGDWLHKDLOGLULWWRDOOD VFDGHQ]DGHOFRQWUDWWRGLDFTXLVLUHODSURSULHWjGHOEHQHVWHVVRSDJDQGRLOSUH]]R GLULVFDWWR SOGGETTI Impresa produttrice Produce il bene strumentale Società di leasing Acquista il bene e lo consegna all’utilizzatore Impresa utilizzatrice Usa il bene e paga i canoni periodici &RQLOFRQWUDWWRGLOHDVLQJO¶LPSUHVDXWLOL]]DWULFHSXzLPSLHJDUHXQEHQHVWUXPHQWDOH QHOSURSULRSURFHVVRSURGXWWLYRDQFKHVHQRQKDDGLVSRVL]LRQHLPH]]L¿QDQ]LDULSHU DFTXLVWDUOR,QSUDWLFDO¶LPSUHVDRWWLHQHXQ¿QDQ]LDPHQWRGDOODVRFLHWjGLOHDVLQJFKH GRYUjHVVHUHULPERUVDWRPHGLDQWHLOYHUVDPHQWRGLFDQRQLSHULRGLFL ,Q PROWL FRQWUDWWL GL OHDVLQJ q SUHYLVWR XQ PD[LFDQRQH LQL]LDOH H VXFFHVVLYDPHQWH LO YHUVDPHQWRGLXQDVHULHGLFDQRQLGLLPSRUWRPLQRUH 126 Lucia Nazzaro Percorsi semplificati di Economia aziendale e geopolitica RIM Per le classi terza, quarta e quinta Geopolitica esteri Classe Qua rta 4 Dimensioni Imprese internazionali Modalità di ne zazio internazionaliz se Perché le impre ali? azion diventano intern i i Motivi estern a Geopolitic e e impres ali internazion Motivi intern Mercati Caratteri rese delle imp li internaziona per merca ti si In che cosa o le differenzian azionali? imprese intern ione Organizzaz rese delle imp li internaziona Concorrenti ttivo Processo produ izza Come si organ un’impresa internazionale? Esportazione diretta Esportazione indiretta alizzazione? di internazion Cessioni ie intracomunitar con un part ner loca le, sul prez zo GLOSSARIO Joint ventu re: accordo comm erciale e/o produttivo tra imprese di Paesi diversi, legato alla conclusione di un affare o alla costituzione di una società (equit y joint venture). Acquisti i intracomunitar operazioni di Quali sono le internazionale? compravendita Esportazioni Importazioni olti Soggetti coinv dura Qual è la proce e? di esportazion Fasi Documenti borazione Accordi di colla ale interaziend Investimenti per Sistema Italia ione zzaz l’internazionali se delle impre olti Soggetti coinv Uno o più Paes i intermedi i diretti ester Paese di destinazion e Fasi dura Qual è la proce e? di importazion 1 Documenti nali Regimi doga 23 Presentazione Prezioso strumento di ripasso, 3HUFRUVLVHPSOL¿FDWL5,0 completa l’offerta digitale dei volumi 3HUFRUVL VHPSOL¿FDWL GL HFRQRPLD D]LHQGDOH $)0, sviluppando gli argomenti peculiari dell’indirizzo RIM per economia aziendale e geopolitica, dalla classe terza alla quinta. L’autrice, /XFLD1D]]DURKDVFKHPDWL]]DWRHVHPSOL¿FDWRFRQHVHPSLHEUHYLWHVWLLWHPL fondamentali RIM, realizzando non solo un prezioso strumento compensativo per chi SUHVHQWDGLI¿FROWjGLDSSUHQGLPHQWRPDDQFKHXQLQGLVSHQVDELOHVXSSRUWRDOORVWXGLR per tutta la classe. INDICE Classe Terza Percorso Percorso Percorso 1 2 3 La geopolitica e le imprese internazionali La compravendita internazionale e gli adempimenti IVA /DULOHYD]LRQHFRQWDELOHGHOOHRSHUD]LRQLGLFRPSUDYHQGLWD 1 8 Il marketing delle imprese internazionali Il contratto di compravendita internazionale e la sua esecuzione 20 25 /HVWUDWHJLHHLOEXVLQHVVSODQGHOOHLPSUHVHLQWHUQD]LRQDOL /HRSHUD]LRQLGLLPSRUWH[SRUW Classe Quarta Percorso Percorso 4 5 Classe Quinta Percorso Percorso 6 7 A SSE QUINT RIM CLA mo Perché parlia ndo studia di geopolitica l’impresa? dei prodot ti RIM 1 Imballaggi ZA SSE TER RIM CLA percorso Percorso olitica La geop rese e le impzi nali interna o 39 1 Geopolitica Perché parliamo di geopolitica studiando l’impresa? Imprese internazionali Perché le imprese diventano internazionali? Geopolitica e imprese internazionali Motivi esterni Caratteri delle imprese internazionali In che cosa si differenziano le imprese internazionali? Motivi interni RIM CLASSE TERZA percorso La geopolitica e le imprese internazionali Mercati Concorrenti Processo produttivo Esportazione diretta Organizzazione delle imprese internazionali Come si organizza un’impresa internazionale? Esportazione indiretta Accordi di collaborazione interaziendale Investimenti diretti esteri 1 RIM 1 La geopolitica e le imprese internazionali 1. La geopolitica Il termine geopolitica è composto da due elementi: geo (inteso come terra o legato a JHRJUD¿D Hpolitica. La geopolitica è la materia che studia le relazioni tra azioni politiche e sociali dei Paesi e FDUDWWHULVWLFKHJHRJUD¿FKH dei territori coinvolti. Tradizionalmente il termine geopolitica veniva usato esclusivamente in riferimento alle decisioni politiche dei Paesi e alla loro ricaduta sugli interessi di altri Paesi. Oggi il termine viene utilizzato in riferimento a tutti quegli eventi, anche sociali, religiosi ed economici che possono incidere sulle diverse realtà territoriali. Molti fenomeni di grande attualità hanno dei risvolti geopolitici, cioè riguardano azioni politiche e cambiamenti di equilibri tra gli Stati, come, per esempio: • LÀXVVLGLHPLJUD]LRQHGDL3DHVLSLSRYHULGHOO¶$IULFDYHUVRO¶(XURSD • ODGLVSDULWjGLULFFKH]]DHULVRUVHWUD3DHVLGHO6XGH3DHVLGHO1RUGGHOPRQGR • ODFLUFROD]LRQHLQWHUQD]LRQDOHVHPSUHSLYHORFHVHPSOLFHHGLIIXVDGLSHUVRQHEHQL FDSLWDOLHLQIRUPD]LRQL • i cambiamenti climatici. Esempio 1 Fatti di interesse geopolitico 'RSRODVHFRQGDJXHUUDPRQGLDOHLQ0HGLR2ULHQWHVLVRQRYHUL¿FDWLQXPHURVLFDPELDPHQWL • TXHVWL3DHVLVLPRVWUDQRVHPSUHSLLQVRIIHUHQWLYHUVRLOFRQWUROORGL*UDQ%UHWDJQD H)UDQFLD • QHOQDVFHOR6WDWRGL,VUDHOH • WXWWDO¶DUHDqFRLQYROWDQHOODFRVLGGHWWD*XHUUD)UHGGDWUDOHGXHSULQFLSDOLSRWHQ]H HFRQRPLFKHHPLOLWDULPRQGLDOL86$H8566LQWHUHVVDWHDOOHUHJLRQLDUDEHVRSUDWtutto per le risorse petrolifere di cui la zona abbonda e per il canale di Suez che SHUPHWWHLOWUDQVLWRGHLÀXVVLFRPPHUFLDOL • QHOOD]RQDYLVRQRWXWWRUDQXPHURVLFRQÀLWWLHURYHVFLDPHQWLGLSRWHUHDOLPHQWDWL da interessi economici legati al controllo delle risorse e da contrasti inter-arabi di matrice etnico-religioso-tribale. 7XWWLTXHVWLFDPELDPHQWLOHJDWLWUDORURSRUWDQRDXQ¶LQVWDELOLWjGHL3DHVLGHOO¶DUHDQRUGDIULFDQDHPHGLRULHQWDOHFKHLQWHUHVVDHVLULSHUFXRWHDQFKHVXOO¶HFRQRPLDGLDOWUL3DHVL GDLSLYLFLQLFRPHO¶(XURSDDLSLORQWDQLFRPHJOL6WDWL8QLWL 2. Le imprese internazionali Le imprese internazionali sono imprese che operano in diversi Paesi. /HLPSUHVHDJLVFRQRVHPSUHSLVSHVVRDOLYHOORLQWHUQD]LRQDOHIDYRULWHQHOO¶HVSDQsione da una maggiore facilità di spostarsi, comunicare e scambiarsi idee e beni tra le diverse aree del mondo. 2 Classe Terza Percorso 1 1HOFRPPHUFLRLQWHUQD]LRQDOHVRQRVHPSUHSLSUHVHQWLLPSUHVHGL3DHVLORQWDQLJHRJUD¿FDPHQWHHFXOWXUDOPHQWHFRPHOD&LQDO¶,QGLDHOD&RUHDGHO6XGFKHQHJOLXOWLPL anni hanno effettuato grandi investimenti per sviluppare la loro economia e migliorare OHSURGX]LRQLPDQLIDWWXULHUH/D&LQDSHUHVHPSLRQRQqSLVRORLO3DHVHLQFXLSURdurre beni a basso costo, perché le sue imprese hanno imparato a realizzare prodotti innovativi e di qualità. CONSUMATORE GLOBALE SA EFFETTUARE SCELTE TRA PRODOTTI ALTERNATIVI OFFERTI DA IMPRESE SU SCALA MONDIALE CONCORRENTE GLOBALE SA COMPETERE COGLIENDO LE OCCASIONI FAVOREVOLI DEI MERCATI INTERNAZIONALI E SFRUTTANDO LE OPPORTUNITÀ DELLE NUOVE TECNOLOGIE RIM $QFKH OH SLFFROH LPSUHVH VL VRQR DSHUWH D QXRYH RSSRUWXQLWj GL VYLOXSSR GHOOD ORUR DWWLYLWjDOO¶HVWHURHDQXRYLULVFKLQRQqSLSRVVLELOHLJQRUDUHLOFRPSRUWDPHQWRGHOOH SHUVRQHHGHOOHLPSUHVHGLDOWUL3DHVLSHUFKpHVVHVHPSUHSLVSHVVRVLFRPSRUWDQR come consumatori globali e concorrenti globali. La globalizzazione economicaqODWHQGHQ]DGHOO¶HFRQRPLDDGDVVXPHUHXQDGLmensione sovranazionale. Esempio 2 Consumatore globale e concorrente globale 8QJLRYDQHqFRQVLGHUDWRXQFRQVXPDWRUHJOREDOHVHqLQJUDGRLQDOWHUQDWLYDDOO¶DFquisto in un negozio specializzato, di acquistare on line un paio di scarpe sportive, scegliendo tra le marche che preferisce e confrontando i diversi prezzi proposti dai siti e-commerce. 8Q¶LPSUHVDLWDOLDQDGHOVHWWRUHDEELJOLDPHQWRqXQFRQFRUUHQWHJOREDOHVHqLQJUDGRGL YHQGHUHDOO¶HVWHURHQWUDQGRFRVuLQFRPSHWL]LRQHFRQLSURGRWWLGLLPSUHVHGLDOWUL3DHsi, offrendo un prodotto made in Italy, utilizzando anche piattaforme digitali dedicate DOO¶HFRPPHUFHSHUUDJJLXQJHUHPHUFDWLORQWDQLRGLI¿FLOL 3. Le imprese internazionali e la geopolitica Le imprese italiane che vogliono competere su scala internazionale sono interessate DFRJOLHUHLFDPELDPHQWLJHRSROLWLFLGHL3DHVLFRQFXLSRVVRQRDYHUHUDSSRUWLG¶DIIDUL 3 RIM 1 La geopolitica e le imprese internazionali CAMBIAMENTI GEOPOLITICI DEI PAESI da cui si acquistano prodotti in cui si vendono prodotti in cui si è presenti con filiali o collaboratori Per le imprese risulta importante individuare i cambiamenti geopolitici nei vari Paesi per: • HYLWDUHDUHHJHRJUD¿FKHLQFXLLULVFKLSROLWLFLVRFLDOLHGHFRQRPLFLSRVVRQRFRPSURPHWWHUQHLOEXVLQHVV • VHOH]LRQDUHLPHUFDWLLQFXLYHQGHUH • scegliere dove acquistare materie prime o produrre. Esempio 3 Legame tra avvenimento geopolitico e impresa internazionale /¶HVSORVLRQHGLXQFRQÀLWWRWUD3DHVLFRQ¿QDQWLSHULOFRQWUROORGLXQFRUVRG¶DFTXDSXz GDQQHJJLDUHJOLLQWHUHVVLGHOO¶LPSUHVDLQWHUQD]LRQDOHFKHKDUHOD]LRQLFRPPHUFLDOLLQTXHO WHUULWRULRHSXzJHQHUDUHWHQVLRQLRSHULFROLSHUODVLFXUH]]DGHOOHSHUVRQHHGHOOHULVRUVH DWWUDYHUVRFXLO¶LPSUHVDRSHUD 4. I motivi dell’internazionalizzazione delle imprese , PRWLYL SHU FXL XQ¶LPSUHVD GHFLGH GL HVSDQGHUH OD SURSULD DWWLYLWj DOO¶HVWHUR VRQR HVWHUQLRLQWHUQLDOO¶LPSUHVDVWHVVD • i motivi esterni ULJXDUGDQRO¶DPELHQWHVRFLDOHHFRPSHWLWLYRLQFXLO¶LPSUHVDRSHUD • i motivi interniULJXDUGDQRVLWXD]LRQLGLI¿FLOLFKHO¶LPSUHVDSXzVXSHUDUHVHqFDSDFHGLULFRQRVFHUHOHRSSRUWXQLWjRIIHUWHGDXQ¶DOWHUQDWLYDGLVFHOWDLQWHUQD]LRQDOH 4 Motivi esterni Motivi interni • Caratteristiche dell’ambiente generale in cui l’impresa agisce. • Ambiente competitivo del mercato di origine che spinge ad andare all’estero. • Crescita ridotta del mercato del proprio Paese. • Approvvigionamento di materie prime. • Dare visibilità internazionale al prodotto per aumentarne l’immagine. • Cercare nuovi mercati per un prodotto non più richiesto nel Paese di origine ma attraente in altri Paesi. • Seguire un cliente importante in una sua iniziativa all’estero. Classe Terza Percorso 1 5. I caratteri delle imprese internazionali Le caratteristiche distintive delle imprese internazionali interessano diversi aspetti. ASPETTI DA CONSIDERARE Mercati Concorrenti Processo produttivo I mercati /¶LPSUHVDFKHYXROHYHQGHUHVXLPHUFDWLHVWHULGHYHFRQRVFHUQHOHGLIIHUHQ]HULVSHWWR DOPHUFDWRG¶RULJLQH,QSDUWLFRODUHGHYHFRQRVFHUHDIRQGRLFRQVXPDWRULSHULQGLYLduarne: • OHSUHIHUHQ]HHLJXVWL • OHWUDGL]LRQLFXOWXUDOLHUHOLJLRVH RIM • OHDELWXGLQLGLDFTXLVWRFRPHSHUHVHPSLRLOWHPSRFKHGHGLFDQRDOO¶DFTXLVWRHL PRGLGLFRQFOXGHUHXQFRQWUDWWRGLDFTXLVWR • LOUHGGLWRHODGLVSRQLELOLWjGLGHQDURGDGHVWLQDUHDJOLDFTXLVWL • la disponibilità e la capacità di utilizzo degli strumenti tecnologici e informatici. 4XHVWH LQIRUPD]LRQL DLXWDQR O¶LPSUHVD D GHFLGHUH VH LO PHUFDWR HVWHUR VLD DGDWWR DO SURGRWWRRIIHUWRVHVLDQRQHFHVVDULHGHOOHPRGL¿FKHRVHLQYHFHVLDPHJOLRDEEDQGRQDUHO¶LGHDSHUHYLWDUHXQIDOOLPHQWRGHOO¶LQL]LDWLYD I concorrenti Le imprese competono sui mercati internazionali con imprese di altri Paesi, le quali producono e commercializzano prodotti simili o alternativi compiendo scelte strategiFKHGLYHUVH,QROWUHLSRVVLELOLFOLHQWLVRQRVSHVVRGLI¿GHQWLQHLFRQIURQWLGHOOHQXRYH imprese estere e preferiscono quelle locali che meglio conoscono le loro esigenze e i loro gusti. In alcuni mercati le imprese italiane si trovano di fronte a concorrenti di dimensioni PROWRVXSHULRULFKHSRVVRQRRIIULUHSURGRWWLDSUH]]LSLFRQYHQLHQWLJUD]LHDOOHHFRQRmie di scala, come accade per numerosi prodotti di largo consumo. Le economie di scala sono rappresentate da minori costi di produzione grazie alla SRVVLELOLWjGLGLVWULEXLUHWUDXQPDJJLRUQXPHURGLSURGRWWL SURGRWWLVXODUJDVFDOD LFRVWLGHLEHQLVWUXPHQWDOLXWLOL]]DWL FRVWL¿VVL $OFXQHLPSUHVHSRVVRQRDYHUHLQWHUHVVHDFROORFDUVLLQDUHHJHRJUD¿FKHLQFXLRSHUDQR imprese molto innovative che svolgono rilevanti attività di ricerca e sviluppo. Queste zone vengono dette learning markets, cioè mercati di apprendimento. Le imprese LWDOLDQH VL FRQIURQWDQR FRQ FRQFRUUHQWL SL HYROXWL GD FXL LPSDUDQR SHU PLJOLRUDUH H sopravvivere nella competizione. 5 RIM 1 La geopolitica e le imprese internazionali I processi produttivi /DGLVWULEX]LRQHGHOOHGLYHUVHDWWLYLWjGHOOD¿OLHUDSURGXWWLYDDOLYHOORLQWHUQD]LRQDOHq cambiata negli anni, seguendo diverse fasi: 1. LQSDVVDWROHLPSUHVHLWDOLDQHYHQGHYDQRDOO¶HVWHURSURGRWWL¿QLWLPDQWHQHQGRO¶DWWLvità produttiva in senso stretto, cioè la trasformazione economico-tecnica nella SURSULDVHGHRDI¿GDQGRQHVLQJROHIDVLDGDOWUHLPSUHVHGHOGLVWUHWWRSURGXWWLYR 2. successivamente, negli anni Ottanta-Novanta del secolo scorso, le imprese hanno spesso scelto di delocalizzareDOFXQHIDVLGHOODODYRUD]LRQHQHL3DHVLSLSRYHULQHL TXDOL LO FRVWR GHOOD PDQRGRSHUD HUD PROWR LQIHULRUH 3DHVL GHOO¶(XURSD RULHQWDOH H 3DHVLGHO6XG(VWDVLDWLFR – DI¿GDQGRXQDSDUWHGHOODODYRUD]LRQHDLPSUHVHsub-fornitrici estere – FROORFDQGRVLGLUHWWDPHQWHDOO¶HVWHURFRQXQSURSULR insediamento produttivo 3. nei primi anni Duemila le imprese hanno imparato a cogliere le opportunità offerte dai diversi Paesi per le fasi del processo produttivo distribuendo a livello internazioQDOHOHYDULHDWWLYLWjSURGXWWLYHDQFKHFROORFDQGROHLQDUHHJHRJUD¿FKHGLYHUVHSHU RWWLPL]]DUHLULVXOWDWL 4. RJJLPROWHLPSUHVHFKHLQSDVVDWRDYHYDQRGHORFDOL]]DWRDOO¶HVWHURODSURGX]LRQH ULSRUWDQRLQ,WDOLDOHDWWLYLWjSURGXWWLYHSHUFKpQRQWURYDQRSLFRQYHQLHQWHSURGXUUHDOO¶HVWHUR7DOHIHQRPHQRGHWWR³UHVKRULQJ´qFDXVDWRGDGLYHUVLPRWLYL – aumento del costo di alcuni fattori produttivi, come il petrolio o altre materie SULPH – DXPHQWRGHOFRVWRGHOODYRUR – GLIIHUHQ]HGLTXDOLWjGHLSURGRWWLUHDOL]]DWLDOO¶HVWHURULVSHWWRDJOLVWHVVLIDEEULFDWL in Italia. 6. L’organizzazione delle imprese internazionali 8Q¶LPSUHVDLQWHUQD]LRQDOHSXzHVVHUHRUJDQL]]DWDDGRWWDQGRGLYHUVHPRGDOLWj • HVSRUWD]LRQHLQGLUHWWDRGLUHWWD • DFFRUGLGLFROODERUD]LRQHLQWHUD]LHQGDOH • investimenti diretti esteri. L’esportazione &RQO¶esportazioneO¶LPSUHVDYHQGHVXLPHUFDWLHVWHULLSURGRWWLUHDOL]]DWLQHO3DHVH G¶RULJLQH Ê OD PRGDOLWj RUJDQL]]DWLYD SL VHPSOLFH H SHU TXHVWR DGDWWD DQFKH DOOH LPSUHVH GL piccole dimensioni: la produzione e tutte le funzioni aziendali restano presso la sede LWDOLDQDHYLHQHWUDVIHULWDDOO¶HVWHURVRORODIXQ]LRQHGLYHQGLWD /¶HVSRUWD]LRQHSXzHVVHUH • indirettaTXDQGRO¶LPSUHVDYHQGHDOO¶HVWHURDWWUDYHUVRO¶LQWHUYHQWRGLVRJJHWWLGHO VXRVWHVVR3DHVH • direttaTXDQGRODYHQGLWDDOO¶HVWHURqHIIHWWXDWDGLUHWWDPHQWHGDOO¶LPSUHVDHYHQWXDOPHQWHFRQO¶LQWHUYHQWRGLVRJJHWWLSUHVHQWLQHO3DHVHGLGHVWLQD]LRQH 6 Classe Terza Percorso 1 Percorso di ingresso nel mercato estero con l’esportazione indiretta Mercato nazionale Impresa nazionale partner Mercato internazionale Percorso di ingresso nel mercato estero con l’esportazione diretta Mercato nazionale Mercato internazionale Presenza diretta Eventuale partner locale Gli accordi di collaborazione &RQJOLaccordi di collaborazione interaziendale (o accordi strategici O¶LPSUHVD VWLSXODFRQWUDWWLFRQDOWUHLPSUHVHDOO¶HVWHUR 4XHVWLDFFRUGLSHUPHWWRQRDOO¶LPSUHVDGLUHDOL]]DUHDWWLYLWjGLWLSRcommerciale e/o produttivo, con partner collocati in altri Paesi. Risparmi rispetto allo svolgimento dell’attività di produzione in Italia RIM Vantaggi Vantaggi nella collocazione dei prodotti Perdita di controllo sull’operazione Svantaggi Minore qualità nell’esecuzione dell’attività Gli investimenti diretti all’estero /¶investimento diretto estero (IDE)FRQVHQWHDOO¶LPSUHVDGLHIIHWWXDUHLQPRGRDXtonomo un insediamento produttivo. ÊODPRGDOLWjGLLQWHUQD]LRQDOL]]D]LRQHSLULVFKLRVDLQTXDQWRFRPSRUWDULVFKLGLQDtura politica, economica e/o commerciale. Forme di IDE Investimento greenfield costruzione di una sede nuova acquisizione di un’impresa funzionante. 5HDOL]]DUHXQ,'(ULFKLHGHO¶HVLJHQ]DGL • GLVSRUUHGLLQJHQWLULVRUVH¿QDQ]LDULHQHOODIDVHLQL]LDOH • VRVWHQHUHFRVWLGLJHVWLRQHFRQWLQXDWLYL • GLVSRUUHGLSHUVRQDOHTXDOL¿FDWR 7 percorso La compravendita internazionale e gli adempimenti IVA 2 Requisiti Operazioni intracomunitarie RIM CLASSE TERZA Compravendita internazionale Quali sono le operazioni di compravendita internazionale? Soggetti autorizzati Cessioni intracomunitarie Acquisti intracomunitari Quali sono le caratteristiche delle cessioni intracomunitarie? Quali sono le caratteristiche degli acquisti intracomunitari? Regole di fatturazione Regole di fatturazione Esportazioni dirette Quali sono le caratteristiche? Esportatori abituali Esportazioni Dichiarazione d’intento Regole di fatturazione IVA Importazioni Quali sono le caratteristiche? Documento doganale Valore effettivo e valore statistico 8 Classe Terza Percorso 2 1. Le operazioni di compravendita internazionale Compravendita internazionale Cessioni (vendite) intracomunitarie Acquisti intracomunitari Esportazioni Importazioni Gli adempimenti previsti per questi tipi di compravendita sono diversi; in particolare si distinguono: • le operazioni all’interno dell’Unione europea; • le operazioni al di fuori dell’Unione europea. Nell’Unione europea le persone e le merci circolano liberamente, essendo un mercato unico. RIM 2JQL6WDWRGHOO¶8(GHYHVWDELOLUHOHQRUPH¿VFDOLRVVHUYDQGROHGLUHWWLYHFRPXQLWDULH queste ultime hanno come scopo l’armonizzazione delle regole IVA all’interno dell’Unione europea per facilitare la circolazione delle merci. Attualmente è in vigore un UHJLPHWUDQVLWRULRGH¿QLWRGDO'/Q Le operazioni intracomunitarie Per essere considerata intracomunitaria un’operazione deve possedere alcuni requisiti. REQUISITI L’operazione è a titolo oneroso (compravendita) Il bene deve essere trasferito fisicamente Il bene è di origine intraUE o immesso regolarmente nella UE Inoltre acquirente e venditore devono essere iscritti alla banca dati del VIES per esVHUHLGHQWL¿FDWLFRQLOQXPHURGLSDUWLWD,9$SUHFHGXWRGDOODVLJODGHO3DHVHGLDSSDUtenenza. 3HUHVHPSLRSHUXQRSHUDWRUHLWDOLDQRLOFRGLFHLGHQWL¿FDWLYR9,(6VDUj IT00542470241 (sigla Paese + Partita IVA del soggetto) 9 RIM 2 La compravendita internazionale e gli adempimenti IVA 2. Le cessioni intracomunitarie GLOSSARIO Titolo oneroso: riguarda le operazioni di cessione contro il corrispettivo di un prezzo, quindi a pagamento. /Hcessioni intracomunitarie riguardano le vendite (cessioni a titolo oneroso) di beni dall’Italia verso altri Paesi dell’Unione europea. /HFHVVLRQLLQWUD8(non sono esportazioni perché l’Unione euURSHDqXQ¶DUHDGLOLEHURVFDPELREHQH¿FLDQRGHOODnon imponibilità IVA '/ Q H VHJXRQR LO UHJLPH ¿VFDOH GHO Paese di destinazione. PAESE DI ORIGINE PAESE DI DESTINAZIONE La vendita risulta non imponibile La vendita è soggetta al regime fiscale del Paese Annotazioni sulla fattura delle operazioni di cessione intraUE Indicazione “cessione non imponibile art. 41 DL n.331/1993” Numero di identificazione IVA del cliente (sigla dello Stato + numero di partita IVA) 3. Gli acquisti intracomunitari Gli acquisti intracomunitari sono effettuati da un soggetto passivo IVA di un Paese membro dell’Unione europea e consegnati o trasportati in Italia. Caratteri dell’operazione: • Paese di applicazione dell’IVA: Italia. • Il cliente italiano al ricevimento della merce: – emette autofattura con annotazione dell’IVA; – oppure integra la fattura di acquisto con aliquota e importo dell’IVA. /¶IVA non viene effettivamente pagata; questo avviene in quanto la fattura di acquisto viene registrata due volte: • sul registro delle fatture ricevute (IVA a credito); • sul registro delle fatture emesse (IVA a debito). /DGRSSLDUHJLVWUD]LRQHDVVLFXUDODneutralitàGHOO¶RSHUD]LRQHDL¿QL,9$ 10 Classe Terza Percorso 2 4. Le esportazioni Per essere considerata un’esportazione un’operazione deve possedere alcuni requisiti. ESPORTAZIONI Cessioni di beni trasportati o spediti fuori dal territorio dell’Unione europea Cessioni in Italia a non residenti che inviano le merci all’estero Cessioni o prestazioni di servizi verso gli esportatori abituali I principali documenti emessi per un’operazione di esportazione sono il DAE e il DAU. RIM DAE (Documento di accompagnamento alle esportazioni). Accompagna la merce dalla dogana di esportazione alla dogana di uscita dall’UE. DAU (Documento amministrativo unico). Documento rilasciato dalla dogana di esportazione. Le esportazioni sono operazioni non imponibili regolate dagli articoli 8, 8 bis e 9 del D.P.R. n. 633/1972. A differenza delle operazioni esenti, le operazioni non imponibili non danno diritto alla detrazione dell’IVA pagata sugli acquisti. Gli esportatori abituali effettuano operazioni di esportazione superiori al 10% del totale dei ricavi di vendita (volume d’affari). Per gli esportatori abituali la non detraibilità dell’IVA sugli acquisti determina una situazione di credito d’imposta costante (IVA a credito > IVA a debito). Per eliminare tale situazione è stato introdotto il plafond, un meccanismo che permette all’esportatore abituale di poter effettuare gli acquisti senza applicazione dell’IVA (acquisti in sospensione d’imposta). Le fatture di esportazione devono seguire le seguenti regole: • sulla fattura va annotata la dicitura “non imponibile art. 8 D.P.R. n. 633/1972”; • la fattura deve essere annotata nel registro delle fatture emesse nella colonna “operazioni non imponibili”. GLOSSARIO Dogana di esportazione: dogana del Paese membro UE da cui parte la merce Dogana di uscita: ultima dogana del territorio dell’UE attraversata dalla merce nel percorso di esportazione verso altri Paesi. 11 RIM 2 La compravendita internazionale e gli adempimenti IVA 5. Le importazioni /Himportazioni sono rappresentate da acquisti di beni e di servizi provenienti da Paesi extra UE da chiunque effettuati. /HLPSRUWD]LRQLSRVVRQRHVVHUHLPSRQLELOLQRQLPSRQLELOLRHVHQWLLQTXDQWRDHVVHVL applicano le medesime norme IVA a cui sono assoggettati i beni e servizi nelle operazioni nazionali. Il percorso della merce importata Alla dogana di entrata nell’Unione europea: • controllo della merce; • calcolo di eventuali dazi o accise; • assoggettamento della merce a IVA (base imponibile = importo della merce + eventuali dazi o accise); • compilazione del documento doganale '$8 Il documento doganaleqO¶XQLFRGRFXPHQWRYDOLGRDL¿QL,9$YLHQHDQQRWDWRVXO registro delle fatture di acquisto in sostituzione della fattura dell’importatore che non KDULOHYDQ]D¿VFDOH Il dazio è una tariffa doganale a cui sono assoggettate alcune merci al momento dell’importazione. Viene calcolato sul valore statistico della merce sulla base di parametri comuni europei. Se il trasporto viene effettuato da un’impresa di trasporti incaricata, questa deve assolvere al pagamento dell’IVA e degli altri eventuali tributi per conto dell’importatore, DFXLFKLHGHUjLOULPERUVRDOOHJDQGRDOODIDWWXUDGHOWUDVSRUWRLOULHSLORJRGHOOHspese anticipate HVFOXVH GDOO¶DPELWR GL DSSOLFD]LRQH GHOO¶,9$ LQ EDVH DOO¶DUW GHO '35Q ARRIVO DELLA MERCE ALLA DOGANA DI ENTRATA NELL’UE 12 CONTROLLO DELLA MERCE CALCOLO E PAGAMENTO DEI DAZI E DELL’IVA CONSEGNA DELLA MERCE NEL PAESE DI DESTINAZIONE 3 Operazioni di compravendita internazionale Acquisti di merci dall’estero Pagamento degli acquisti Vendita di merci all’estero Riscossione delle vendite Come si registrano in P.D. gli acquisti di merci dall’estero? Importazioni RIM CLASSE QUARTA percorso La rilevazione contabile delle operazioni di compravendita internazionale Acquisti intracomunitari La valuta utilizzata nel pagamento cambia la modalità di registrazione in P.D.? Euro Altra valuta Quali situazioni comportano specifiche rilevazioni in P.D.? Differenze in cambi Esportazioni e cessioni intracomunitarie Acquisti in sospensione d’imposta La valuta utilizzata nella riscossione cambia la modalità di registrazione in P.D.? Euro Altra valuta Differenze in cambi 13 RIM 3 La rilevazione contabile delle operazioni di compravendita internazionale 1. Gli acquisti di merci dall’estero Le operazioni di acquisto di merci dall’estero si rilevano in contabilità generale in due momenti distinti: 1. ricevimento della fattura che attesta l’importazione o l’acquisto intracomunitario; 2. regolamento della fattura, cioè il pagamento del debito. Gli acquisti di merci dall’estero vengono registrati in P.D. con l’utilizzo dei conti: • Merci c/acquisti estero; • Debiti v/fornitori esteri. Merci c/acquisti estero Conto economico acceso ai costi d’esercizio Debiti v/fornitori esteri Conto finanziario acceso ai debiti Le importazioni Elementi distintivi delle operazioni di importazione • Se la fattura di acquisto è in valuta estera, nella registrazione contabile si applica il cambio del giorno di consegna o spedizione della merce, oppure del giorno di emissione della fattura se antecedente. • L’IVA e gli eventuali altri tributi, come i dazi, si pagano in dogana in base a quanto indicato nel documento doganale. Esempio 1 Registrazione contabile di un’importazione di merci Il 15 aprile l’impresa commerciale Glov srl di Milano ha ricevuto merce acquistata dal fornitore indiano Tamel di Mumbai accompagnata dalla fattura n. 1355 di 3.700 euro. L’importatore ritira la merce alla dogana di importazione e paga i tributi sulla base del documento doganale da cui risulta un valore statistico assegnato alle merci di 3.850 euro, su cui sono calcolati dazi per 80 euro e IVA ordinaria. Presentiamo le registrazioni in P.D. Trattandosi di una importazione la fattura del fornitore non riporta l’indicazione dell’IVA. Data 15/04 15/04 Variazioni Conti e descrizione VEN MERCI C/ACQUISTI ESTERO fattura n. 1355 da Tamel VFP DEBITI V/FORNITORI ESTERI fattura n. 1355 da Tamel Dare 3.700,00 Avere 3.700,00 Nella bolla doganale sono riportati gli importi del dazio e dell’IVA, quest’ultima calcolata considerando il valore statistico assegnato alle merci e il dazio doganale: euro (3.850,00 + 80,00) = euro 3.930,00 base imponibile euro (3.930,00 x 22%) = euro 864,60 IVA 14 Data 15/04 15/04 15/04 Variazioni Conti e descrizione VEN MERCI C/ACQUISTI ESTERO pagate spese bolla doganale VFA IVA NS/CREDITO pagate spese bolla doganale VFP BANCA X C/C pagate spese bolla doganale Dare 80,00 864,60 Classe Quarta Percorso 3 Avere 944,60 /¶LPSRUWRGHOGD]LRGRJDQDOHLQTXDQWRFRVWRDFFHVVRULRG¶DFTXLVWRFRQÀXLVFHQHOFRQWR Merci c/acquisti estero. Gli acquisti intracomunitari Elementi distintivi delle operazioni di acquisto intracomunitario • Se la fattura di acquisto è in valuta estera, nella registrazione contabile si applica il cambio del giorno di consegna o spedizione della merce, oppure del giorno di emissione della fattura se antecedente. • La fattura di acquisto non comprende l’IVA. • L’IVA viene annotata a parte registrandola a debito e a credito. 2 Registrazione contabile di un acquisto intracomunitario RIM Esempio Il 18 gennaio l’impresa commerciale Lucasprint srl riceve merci dal fornitore francese Marc Philippe di Lille accompagnate dalla fattura n. 15 di 1.700 euro, consegna franco partenza. Presentiamo le scritture in P.D. sul libro giornale dell’impresa acquirente. Come sappiamo, l’IVA non viene esposta nella fattura del venditore, ma annotata successivamente dal compratore e registrata sia a debito sia a credito. Data 18/01 18/01 18/01 18/01 Variazioni VEN VFP VFA VFP Conti e descrizione MERCI C/ACQUISTI ESTERO fattura n.15 da M.Philippe DEBITI V/FORNITORI ESTERI fattura n.15 da M.Philippe IVA NS/CREDITO fattura n.15 da M.Philippe IVA NS/DEBITO fattura n.15 da M.Philippe Dare 1.700,00 Avere 1.700,00 374,00 374,00 2. Il pagamento degli acquisti di merci all’estero Il debito verso il fornitore estero può essere espresso: • in euro; • in valuta estera. Pagamento del debito espresso in euro • Il pagamento comporta un’uscita monetaria (– disponibilità sul c/c bancario) per l’importo del debito. • /DEDQFDDGGHELWDXQDFRPPLVVLRQHSHULOERQL¿FRHVHJXLWR 15 RIM 3 La rilevazione contabile delle operazioni di compravendita internazionale Pagamento del debito espresso in valuta estera Il debito espresso in valuta estera è stato convertito in euro per la rilevazione contabile della fattura. Alla data di pagamento il cambio della valuta estera può essere variato e l’importo dell’uscita monetaria può essere diverso rispetto all’importo del debito in precedenza rilevato. a. L’euro è aumentato di valore (si è apprezzato) rispetto alla valuta estera Apprezzamento dell’euro sulla valuta estera Importo pagato minore rispetto al debito La differenza tra i due importi si rileva nel Conto economico Differenze attive in cambi (ricavo d’esercizio) b. L’euro è diminuito di valore (si è deprezzato) rispetto alla valuta estera Deprezzamento dell’euro sulla valuta estera Esempio 3 Importo pagato maggiore rispetto al debito La differenza tra i due importi si rileva nel Conto economico Differenze passive in cambi (costo d’esercizio) Pagamento di un debito in valuta estera Il 29 agosto l’impresa Off Dark spa di Bergamo ha acquistato merci dal fornitore statunitense Spring Version Ltd di Boston documentate dalla fattura n. 2121 di 10.700 dollari, che viene rilevata in contabilità al cambio euro/dollaro di 1,0877 (1,0877 dollari per 1 HXUR ,OFRQWUDWWRSUHYHGHLOSDJDPHQWRGHOGHELWRDJLRUQLDPH]]RGLERQL¿FREDQFDULR,OVHWWHPEUHOD2II'DUNVSDRUGLQDDOODEDQFDGLHIIHWWXDUHXQERQL¿FRDIDYRUH della Spring Version Ltd. La banca effettua l’operazione al cambio euro/dollaro del giorno di 1,0810 e addebita commissioni di 15,00 euro. Presentiamo i calcoli e le registrazioni in P.D. L’importo in euro si ottiene dividendo l’importo in dollari per il valore del cambio: 10.700 : 1,0877 = euro 9.837,27 importo del debito all’atto della registrazione della fattura 10.700 : 1,0810 = euro 9.898,24 importo del debito alla data del pagamento 16 Classe Quarta Percorso 3 Il deprezzamento dell’euro sul dollaro causa un aumento dell’importo in euro necessario per estinguere il debito di 10.700 dollari, provocando un maggior costo per l’impresa da rilevare nel conto economico acceso ai costi di esercizio Differenze passive in cambi. Data 29/08 29/08 28/09 28/09 28/09 28/09 28/09 Variazioni VEN VFP VFA VEN VFP VEN VFP Conti e descrizione MERCI C/ACQUISTI ESTERO fattura n. 2121 Spring Version DEBITI V/FORNITORI ESTERI fattura n. 2121 Spring Version DEBITI V/FORNITORI ESTERI saldo fatt. n. 2121 Spring Version DIFF. PASSIVE IN CAMBI cambio sfavorevole BANCA X C/C saldo fatt. n. 2121 Spring Version COMMISSIONI BANCARIE commissioni bonifico BANCA X C/C commissioni bonifico Dare 9.837,27 Avere 9.837,27 9.837,27 60,97 9.898,24 15,00 15,00 3. Le vendite di merci all’estero RIM Le operazioni di vendita di merci all’estero si rilevano in contabilità generale in due momenti distinti: 1. emissione della fattura che attesta l’esportazione o la cessione intracomunitaria; 2. regolamento della fattura, cioè la riscossione del credito. Le vendite di merci all’estero vengono registrate in P.D. con l’utilizzo dei conti: • Merci c/vendite estero; • Crediti v/clienti esteri. Merci c/vendite estero Conto economico acceso ai ricavi d’esercizio Crediti v/clienti esteri Conto finanziario acceso ai crediti • Se il credito è espresso in valuta estera, viene convertito in euro per la rilevazione della fattura di vendita. • Le vendite all’estero sono operazioni non imponibili, siano esse esportazioni o cessioni intracomunitarie. Anche il trasporto all’estero, essendo un servizio internazionale, rientra tra le operazioni non imponibili (art. 9, DPR n. 633/1972). 17 RIM 3 Esempio La rilevazione contabile delle operazioni di compravendita internazionale 4 Vendita di merci all’estero In data 09/12 l’impresa Mauro Piani invia alla società canadese Wonder la fattura n. 811 relativa alla fornitura di un macchinario per imballaggi al prezzo di 40.000 euro. Presentiamo la registrazione in P.D. Nel conto Merci c/vendite estero si registra il ricavo d’esercizio di 40.000,00 euro. Nel conto Crediti v/clienti esteri si registra il credito per lo stesso importo, senza applicazione dell’IVA, trattandosi di un’operazione non imponibile (art. 8, DPR n. 633/1972). Data 09/12 09/12 Variazioni Conti e descrizione VFA CREDITI V/CLIENTI ESTERI fattura n. 811 su Wonder VEP MERCI C/VENDITE ESTERO fattura n. 811 su Wonder Dare 40.000,00 Avere 40.000,00 Gli acquisti in sospensione d’imposta L’esportatore abituale può effettuare gli acquisti senza IVA, in sospensione d’imposta nei limiti del plafond, indipendentemente dal motivo dell’acquisto e dal fatto che esso sia stato effettuato in Italia o all’estero. Esempio 5 Acquisto di merci in sospensione d’imposta In data 4/10 la Boggio srl riceve la fattura n. 81 del fornitore Maxim srl per l’acquisto di materiale di cancelleria di 200 euro; l’acquisto avviene in sospensione di imposta. Data 04/10 04/10 Variazioni Conti e descrizione VEN MATERIE DI CONSUMO C/ACQ. fattura n. 81 di Maxim srl VFP DEBITI V/FORNITORI fattura n. 81 di Maxim srl Dare 200,00 Avere 200,00 4. La riscossione delle vendite all’estero Il credito verso il cliente estero può essere espresso: • in euro; • in moneta estera. La riscossione del credito espresso in moneta estera Alla scadenza l’impresa riceve la valuta estera e la cede alla banca registrandola in P.D. allo stesso importo della rilevazione della fattura di vendita. Questa operazione comporta due variazioni: • riduzione del conto Crediti v/clienti esteri; • aumento della liquidità per apertura del conto Banca X c/valuta estera. Successivamente la banca accredita il controvalore in euro della valuta estera ceduta. 18 • Se l’importo riscosso è diverso dall’importo a cui è stata rilevata la fattura, viene calcolata la differenza negativa o positiva. a. L’euro è aumentato di valore (si è apprezzato) rispetto alla valuta estera Apprezzamento dell’euro sulla valuta estera Importo riscosso minore rispetto al debito Classe Quarta Percorso 3 Il minor valore si rileva nel Conto economico Differenze passive in cambi (costo d’esercizio) b. L’euro è diminuito di valore (si è deprezzato) rispetto alla valuta estera Esempio 6 Importo riscosso maggiore rispetto al credito Il minor valore si rileva nel Conto economico Differenze attive in cambi (ricavo d’esercizio) RIM Deprezzamento dell’euro sulla valuta estera Riscossione di un credito in valuta estera Il 21 aprile la Postamarc srl vende all’impresa messicana Pakito merci per 14.000 dollari emettendo la fattura n. 19 al cambio euro/dollaro di 1,0856, regolamento a 30 giorni data fattura. Il 21 maggio la Postamarc srl riceve dalla banca comunicazione dell’avveQXWRERQL¿FR/¶LPSUHVDLWDOLDQDFHGHODYDOXWDHVWHUDDOODEDQFDDOFDPELRHXURGROODUR di 1,0915. Presentiamo le scritture in P.D. L’apprezzamento dell’euro sul dollaro determina per l’esportatore italiano la riscossione di un minore importo in euro rispetto a quello contabilizzato all’atto dell’emissione della fattura; occorre pertanto rilevare un componente negativo di reddito nel Conto economico acceso ai costi d’esercizio Differenze passive in cambi. Data 21/04 21/04 21/05 21/05 21/05 21/05 21/05 Variazioni VFA VEP VFA VFP VFA VEN VFP Conti e descrizione CREDITI V/CLIENTI ESTERI fattura n.19 su Pakito MERCI C/VENDITE ESTERO fattura n.19 su Pakito BANCA X C/USD accreditati USD 14.000 CREDITI V/CLIENTI ESTERI riscossa fattura n. 19 BANCA X C/C controvalore USD 14.000 DIFFERENZE PASSIVE IN CAMBI cambio sfavorevole BANCA X C/USD cessione USD 14.000 Dare 12.896,09 Avere 12.896,09 12.896,09 12.896,09 12.826,39 69,70 12.896,09 19 percorso 4 Marketing strategico Il marketing delle imprese internazionali Come cambia il posizionamento sui mercati internazionali? Standardizzazione Adattamento RIM CLASSE QUARTA Marketing mix Adattamenti di marketing Quali sono gli adattamenti di prodotto necessari per mercati internazionali? Prodotto Adattamenti di produzione Adattamenti di marketing e produzione Prodotti completamente nuovi Prezzo Quali sono le politiche di prezzo per i mercati esteri? Prezzo unico Prezzi differenziati Distribuzione Come si organizza la distribuzione internazionale? Canale di distribuzione Modalità di internazionalizzazione Comunicazione Come cambiano le politiche di comunicazione per i mercati esteri? Standardizzazione Adattamento 20 Classe Quarta Percorso 4 1. Il marketing strategico Per preparare il piano di marketing, l’impresa internazionale deve studiare attentamente il Paese di destinazione della sua iniziativa, effettuando un’analisi della concorrenza e del mercato, per comprenderne le caratteristiche distintive. Esempio 1 Confronto con la concorrenza e risposte del mercato estero Dall’offerta di un prodotto innovativo rispetto a quello dei concorrenti presenti sul mercato estero può derivare il successo dell’iniziativa solo se il mercato è pronto a comprendere il contenuto innovativo del nuovo prodotto e ad apprezzarlo. L’iniziativa può invece fallire se il prodotto risulta troppo innovativo per un mercato non abbastanza evoluto. Una volta comprese le caratteristiche del Paese di destinazione dell’iniziativa, l’impreVDYHUL¿FDVHDGRWWDUHORVWHVVRposizionamentoFRPSHWLWLYRGH¿QLWRSHULOPHUFDWR nazionale o adattarlo alle diverse esigenze riscontrate nel mercato estero. RIM Con il posizionamento l’impresa sceglie le caratteristiche con le quali vuole essere LGHQWL¿FDWDGDLFOLHQWLGDLODYRUDWRULHGDJOLDOWULVWDNHKROGHU Il posizionamento varia a seconda dei mercati, perché i gusti e le percezioni dei prodotti dipendono da differenze riguardanti gli aspetti culturali, religiosi, sociali ecc. Strategie di posizionamento sui mercati internazionali Standardizzazione Adattamento Posizionamento sui mercati esteri di prodotti commercializzati sul mercato interno, mantenendone sostanzialmente le stesse caratteristiche Posizionamento differenziato in relazione al Paese o all’area geografica di destinazione 2. Il marketing mix Scelte di marketing mix per i mercati esteri Una volta individuate le condizioni migliori con le quali avere successo all’estero e de¿QLWRLOSRVL]LRQDPHQWRO¶LPSUHVDGHYHGHFLGHUHFRPHXWLOL]]DUHLGLYHUVLHOHPHQWLGHO marketing mix. 21 RIM 4 Esempio Il marketing delle imprese internazionali 2 Mercati esteri e differenze nelle leve di marketing mix A un’impresa di arredamento che ha deciso di vendere mobili nei mercati scandinavi può HVVHUHULFKLHVWRGLPRGL¿FDUHOHOHYHGLPDUNHWLQJ ProdottoQHLPHUFDWLGHO1RUG(XURSDYHQJRQRULFKLHVWLFHUWL¿FD]LRQLRVWDQGDUGTXDlitativi che, se non rispettati, impediscono la commercializzazione del prodotto. Inoltre, se i mobili devono essere montati dal cliente, sarà necessario preparare un foglio illustrativo con le istruzioni comprensibile per i clienti scandinavi (lingua adottata, immagini o testo dettagliato ecc.). Prezzo O¶LPSUHVD GRYUj YDOXWDUH OD SRVVLELOLWj GL ¿VVDUH XQ SUH]]R SL DOWR GL TXHOOR praticato sul mercato italiano, perché l’arredamento è uno dei settori del made in Italy molto apprezzato all’estero. Distribuzione: il canale distributivo potrà essere diverso da quello italiano; per esemSLRSRWUHEEHHVVHUHSLVHPSOLFHUDJJLXQJHUHLOPHUFDWR¿QDOHFRQLOULFRUVRDXQJURVsista (importatore) locale. ComunicazioneSRWUHEEHHVVHUHXWLOHSDUWHFLSDUHDXQD¿HUDLQWHUQD]LRQDOHSHUIDUVL conoscere dai possibili clienti esteri e comunicare in modo diretto le caratteristiche del prodotto. 3. Il prodotto A seconda del prodotto offerto cambiano le strategie e le modalità di ingresso dell’impresa nei mercati internazionali, il suo posizionamento. L’impresa è chiamata a scegliere tra standardizzazione e adattamento. Quasi tutti i prodotti subiscono qualche adattamento per i mercati esteri almeno per quanto riguarda gli elementi visibili (forma, colore, etichetta ecc.) o i servizi accessori forniti, che possono variare da Paese a Paese sulla base delle abitudini dei consumaWRULORFDOL,QDOFXQLFDVLVRQRULFKLHVWLFDPELDPHQWLSLVRVWDQ]LDOLFKHSRVVRQRFRPSRUWDUHGHOOHPRGL¿FKHQHOSURFHVVRSURGXWWLYRRODSURGX]LRQHGLEHQLFRPSOHWDPHQWH QXRYLSHUULVSRQGHUHDVSHFL¿FKHULFKLHVWHORFDOL Adattamenti di prodotto 22 DI MARKETING DI PRODUZIONE • Marca • Immagine • Etichetta • Caratteristiche tecniche diverse DI MARKETING E PRODUZIONE PRODOTTI COMPLETAMENTE NUOVI • Applicate per mercati molto diversi da quelli d’origine • Per soddisfare la richiesta di un contesto specifico Esempio 3 Classe Quarta Percorso 4 Imballaggi dei prodotti per mercati esteri Anche i prodotti che raggiungono i mercati internazionali senza differenze qualitative sostanziali subiscono piccoli adattamenti, per esempio relativi al loro imballaggio. Un clima particolarmente caldo può richiedere un packaging che assicuri una protezione maggiore al prodotto esportato. L’etichetta deve contenere le informazioni nella lingua del mercato di destinazione e deve riportare le indicazioni richieste dalla normativa locale. Il colore del logo o della confezione può cambiare per venire incontro alle preferenze dei clienti esteri. Le dimensioni e la quantità di prodotto contenuto nella singola confezione devono rispondere alle abitudini di acquisto di prodotti simili da parte dei clienti. 4. Il prezzo ÊUDURFKHOHLPSUHVH¿VVLQRXQSUH]]RXQLFRSHULGLYHUVLPHUFDWLGLVROLWRVWDELOLVFRQR prezzi differenziati, cioè diversi a seconda del mercato di sbocco. Inoltre i prezzi variano sulla base della strategia scelta per raggiungere il mercato estero; spesso risultano superiori ai prezzi applicati sul mercato italiano. RIM Nelle esportazioni il prezzo del prodotto è superiore perché include: • i costi di trasporto; GLOSSARIO • i costi di assicurazioni e i dazi doganali; • l’eventuale ricarico applicato dagli intermediari che operano sul mercato estero. In caso di una joint venture con un partner locale, sul prezzo ¿QDOHQRQLQFLGRQRLFRVWLFRQVLGHUDWLSHUOHHVSRUWD]LRQLPDDOWUL costi collegati agli accordi di joint venture. 6HLOSUH]]RGHOSURGRWWRVXOPHUFDWRHVWHURQRQqVWDWR¿VVDWRLQ HXURXQDYDULDELOHLPSRUWDQWHGDFRQVLGHUDUHSHUODVXDGH¿QL]LRne è il tasso di cambio. Joint venture: accordo commerciale e/o produttivo tra imprese di Paesi diversi, legato alla conclusione di un affare o alla costituzione di una società (equity joint venture). 5. La distribuzione Trasferire la merce sul mercato estero, eventualmente attraversando altri Paesi, comporta l’organizzazione di un percorso articolato. Canale di distribuzione internazionale Italia Uno o più Paesi intermedi Paese di destinazione 23 RIM 4 Il marketing delle imprese internazionali Ogni trasferimento deve essere accuratamente organizzato per consentire ai prodotti di arrivare integri e nel tempo previsto nei mercati di destinazione; in alcuni casi può essere necessario l’intervento di imprese di trasporto. A seconda della modalità di internazionalizzazione, l’organizzazione del trasferimento può essere diversa. Per esempio, se i beni vengono esportati, per raggiungere i clienti ¿QDOLO¶LPSUHVDVLSXzDI¿GDUHDXQGLVWULEXWRUHORFDOHLOTXDOHVLRFFXSHUjGHOWUDVIHrimento dei prodotti all’interno del Paese di destinazione, della loro conservazione e distribuzione ai clienti. 6. La comunicazione ÊGLI¿FLOHVWDQGDUGL]]DUHODOHYDGHOODFRPXQLFD]LRQHDGRWWDQGRXQOLQJXDJJLRJOREDOH HI¿FDFH Ciò può accadere nei segmenti di mercato transnazionali, vale a dire le fasce di mercato con caratteristiche simili nei diversi Paesi, per i quali è possibile adottare un linguaggio comune. Per esempio, in gran parte del globo i giovani hanno preferenze simili e possono essere raggiunti mediante una comunicazione globale. I giovani di FXOWXUHHQD]LRQDOLWjGLYHUVHKDQQRSUHIHUHQ]HSLVLPLOLGLTXHOOHFKHQHOPHGHVLPR Paese, vi sono tra i giovani e la generazione precedente. Un altro esempio di segmento di mercato in cui è possibile adottare una comunicazione standardizzata è quello dei beni di lusso (gioielli o automobili di marchi prestigiosi). In tutti gli altri casi la comunicazione deve adattarsi al diverso contesto culturale. Esempio 4 Diversi strumenti di comunicazione Un’impresa che distribuisce generatori di alta qualità per fornire energia a impianti di produzione decide di farsi conoscere sui mercati orientali. Per farlo, adatta gli strumenti di comunicazione con azioni mirate a soddisfare le esigenze e le preferenze locali. Promozione delle vendite: l’impresa offre collaborazione nella fase iniziale dell’utilizzo degli apparecchi e adotta un listino prezzi diverso, tenendo conto del fatto che gli orientali non gradiscono gli sconti, in quanto li considerano segnali negativi di un valore del prodotto inferiore a quello indicato nel listino. Relazioni esterne: per avvicinare clienti esteri e farsi conoscere l’impresa sceglie di SDUWHFLSDUHD¿HUHLQWHUQD]LRQDOLSHUVWXGLDUHLOPHUFDWRHSUHQGHUHFRQWDWWRFRQLGLYHUVL RSHUDWRUL6HIRVVHQHFHVVDULRLQVHJXLWRSXzGHFLGHUHGLDSULUHXQXI¿FLRGLUDSSUHVHQtanza nel Paese estero. Pubblicità: l’impresa decide di cambiare i colori e le frasi utilizzati nei propri volantini pubblicitari adattandoli alle preferenze orientali. Potrebbe cambiare il colore del proprio logo dal grigio (per gli occidentali indica professionalità e design) all’oro (per gli orientali è indice di valore e ricchezza). 24 5 Stipulazione del contratto di compravendita internazionale Regolamento degli scambi internazionali Contratto di compravendita internazionale Quali sono le caratteristiche di un contratto di compravendita internazionale? Contenuti essenziali Termini di resa Incoterms Come si sceglie la forma di regolamento degli scambi internazionali? RIM CLASSE QUINTA percorso Il contratto di compravendita internazionale e la sua esecuzione Rischi Condizioni di regolamento Bonifico bancario Quali sono le forme di regolamento degli scambi internazionali? Rimessa di assegno in conto corrente Incasso documentario Consegna della merce all’estero Credito documentario Come avviene il trasferimento della merce all’estero? Che cosa sono le valute estere e i cambi? Valute estere Cambi Procedura doganale di esportazione e di importazione Trasporto internazionale Spedizioniere Rischi di cambio Modalità di trasporto Documenti per il trasferimento della merce 25 RIM 5 Il contratto di compravendita internazionale e la sua esecuzione 1. Il contratto di compravendita internazionale Il contratto di compravendita internazionale si articola in più fasi che richiedono lo svolgimento di attività tra loro coordinate, con adempimenti a carico dell’esportatore e dell’importatore. Fasi del contratto di compravendita internazionale STIPULAZIONE DEL CONTRATTO REGOLAMENTO DEL CONTRATTO CONSEGNA DELLA MERCE 2. La stipulazione del contratto di compravendita internazionale Nel contratto di compravendita internazionale venditore e acquirente appartengono a 3DHVLGLYHUVLGHYRQRSHUWDQWRGH¿QLUHFRQSUHFLVLRQHDOFXQLDVSHWWLGHOFRQWUDWWRSHU evitare rischi di incomprensioni o controversie future. In particolare, le parti contraenti devono: • concordare la legge applicabile al contratto, cioè scegliere se fare riferimento alla legge nazionale del Paese del venditore o di quello del compratore; • decidere il Foro competente, cioè individuare il tribunale incaricato di risolvere eventuali controversie tra i contraenti; • utilizzare la forma scritta; tale forma, anche se non obbligatoria, è opportuna per prevenire eventuali incomprensioni o controversie successive; • individuare la lingua (o le lingue) in cui redigere il contratto; • GH¿QLUHLcontenuti essenziali del contratto. Contenuti essenziali del contratto Condizioni generali di vendita • Modalità di risoluzione delle controversie • Legge applicabile • Garanzie sulla merce • Lingua del contratto reclami e contestazioni 26 Condizioni particolari di vendita • Parti contraenti • Oggetto • Prezzo e valuta in cui viene espresso • Termini di consegna • Modalità di pagamento • Durata del contratto Classe Quinta Percorso 5 Incoterms Nei contratti di compravendita internazionale deve essere individuato con chiarezza chi si fa carico dei rischi e dei costi del trasporto e della consegna della merce. /D&DPHUDGL&RPPHUFLR,QWHUQD]LRQDOH &&, KDGH¿QLWRXQDVHULHGLWHUPLQLLQWHUQDzionali di resa della merce, detti Incoterms® 2020 (International Commerce Terms), VSHFL¿FDQGRSHUFLDVFXQRGLHVVLJOLREEOLJKLDFDULFRGHLFRQWUDHQWL Gli Incoterms sono clausole del commercio internazionale con cui si individuano le condizioni di trasporto e di consegna della merce, attribuendone i rischi e i costi al venditore o al compratore. L’utilizzo degli Incoterms non è obbligatorio, ma è opportuno per evitare incomprensioni che possano dar luogo a controversie tra esportatore e importatore. La clausola Incoterms scelta dalle parti deve essere esplicitamente riportata sul contratto di compravendita. Elementi fondamentali di ciascun termine di resa Esempio 1 Luogo e momento in cui i rischi di danni o perdita della merce si trasferiscono dal venditore al compratore Soggetto che si fa carico delle operazioni doganali (per esempio, uno spedizionieire) RIM Soggetto che trasporta la merce: il venditore, il compratore, o un intermediario (per esempio, un vettore) Alcuni termini di resa e loro significato Una clausola Incoterms 2020 utilizzata di frequente è indicata con la sigla EXW (Ex Works, cioè franco magazzino venditore). Questo termine comporta obblighi minimi per il venditore, in quanto i rischi e i costi di trasporto sono a carico del compratore dal momento in cui ritira la merce nel magazzino del venditore. Viceversa, con la clausola DDP (Delivery Duty Paid, cioè reso sdoganato) il venditore consegna la merce a destino, facendosi carico di tutti i rischi e i costi, compresi gli eventuali dazi e altri oneri doganali. ® 3. Il regolamento degli scambi internazionali La scelta della modalità di regolamento del credito deve essere concordata con attenzione per evitare l’insorgere di rischi di diverso tipo: • rischio commerciale; si tratta di un rischio comune a tutte le operazioni di vendita con regolamento dilazionato e si manifesta quando il compratore, alla scadenza stabilita, non esegue il pagamento della fattura; • rischio di cambio; se l’importo dovuto è in valuta estera, il tasso di cambio al 27 RIM 5 Il contratto di compravendita internazionale e la sua esecuzione momento del regolamento può essere variato rispetto alla data di conclusione del contratto, con rischio per il venditore di incassare una somma inferiore; • rischio politico (o rischio Paese); dipende dalle condizioni politiche, sociali ed economiche del Paese dell’importatore. Una banca locale può non essere in grado di HVHJXLUHXQRUGLQHGLSDJDPHQWRLQFDVLVWUDRUGLQDULSHUHVHPSLRXQDFULVL¿QDQziaria del Paese. 2OWUHFKHGDLULVFKLVSHFL¿FLLOUHJRODPHQWRGLXQFUHGLWRGLSHQGHDQFKHGDOOHcondizioni concordate tra le parti. Condizioni di regolamento • Tempi di regolamento: anticipato, concomitante o posticipato • Luogo del pagamento • Moneta: dell’esportatore, dell’importatore o altra moneta • Banche coinvolte nella procedura di incasso • Forma di regolamento scelta tra quelle in uso Le forme di regolamento Le forme di regolamento del credito più utilizzate sono: • il ERQL¿FREDQFDULR; • la rimessa di assegno di conto corrente; • l’incasso documentario; • il credito documentario. Con l’incasso documentario (regolamento contro documenti) l’esportatore dà alla banca l’incarico di riscuotere l’importo pattuito con l’importatore estero e di conseJQDUHLGRFXPHQWLFRPPHUFLDOL IDWWXUDGRFXPHQWRGLWUDVSRUWRHFF HR¿QDQ]LDUL (cambiali, assegni o ricevute) della compravendita. I soggetti coinvolti nelle diverse fasi del regolamento, oltre all’esportatore e all’importatore, sono i seguenti: • banca trasmittente, riceve i documenti dall’esportatore e li consegna alla banca incaricata; • banca incaricata, invia i documenti ricevuti alla banca presentatrice e ne riceve i fondi; • banca presentatrice, trasferisce i fondi ricevuti che, attraverso le altre due banche, vengono accreditati sul conto corrente dell’esportatore; consegna i documenti all’importatore. 28 ESPORTATORE Banca trasmittente Classe Quinta Percorso 5 IMPORTATORE Banca incaricata Banca presentatrice La forma più sicura di regolamento è il credito documentario, con cui la banca incaricata dall’importatore (banca emittente) assume l’impegno irrevocabile a pagare l’importo dovuto all’esportatore a una certa data o ad accettare una cambiale tratta, sostituendosi in tal modo all’importatore come debitrice. La differenza rispetto alle altre forme di regolamento, che la rende più sicura, consiste nel fatto che la banca risponde in prima persona del debito, assumendosi l’obbligo irrevocabile di pagare. I cambi e le valute estere RIM Il regolamento della compravendita può essere concordato in valuta, cioè in moneta estera. Sono dette valute i mezzi di pagamento espressi in moneta estera, come: • le banconote; • le cambiali e gli assegni; • LERQL¿FLEDQFDUL • le lettere di credito. I prezzi delle valute si formano sul mercato dei cambi e oscillano in base alla domanda e all’offerta. Il cambio indica il prezzo al quale la valuta di un Paese può essere scambiata con la valuta di un altro Paese. Esempio 2 Cambio euro-dollaro statunitense Un esportatore italiano ha ricevuto da un cliente statunitense la somma di 10.000 USD che intende cambiare in euro. Presentiamo i calcoli del cambio tra le monete in due momenti diversi della giornata. Ore 10.00: EUR/USD 1,0880 Ore 15.30: EUR/USD 1,0750 Il tasso di cambio esprime la quantità di dollari statunitensi necessaria per avere un HXURTXLQGLO¶HXURqODPRQHWDFKHULPDQH¿VVDPHQWUHLOGROODURqODPRQHWDFKHYDULD (quotazione certo per incerto). Nell’intervallo osservato l’euro si è deprezzato nei confronti del dollaro, cioè servono meno dollari per acquistare un euro. 29 RIM 5 Il contratto di compravendita internazionale e la sua esecuzione Il controvalore in euro di 10.000 USD cambiati alle 10.00 o alle 15.30 si ottiene con i seguenti calcoli: ore 10.00 1: 1,0880 = x : 10.000 10.000 x= 1,0880 x = 9.191,18 euro ore 15.30 1: 1,0750 = x : 10.000 10.000 x= 1,0750 x = 9.302,33 euro In questo caso l’esportatore italiano che converte 10.000 USD, ricevuti a saldo di un credito verso un cliente statunitense, ottiene importi differenti a seconda dell’orario in cui effettua il cambio della valuta. 4. La consegna della merce all’estero Il trasporto della merce all’estero richiede numerose operazioni, ognuna delle quali va eseguita con cura per evitare inconvenienti che ne compromettano il buon esito. Sono infatti necessarie operazioni accessorie quali: • carico; • stivaggio; • ¿VVDJJLRHVFDULFR • deposito e conservazione della merce in magazzino. Le attività di trasporto internazionale devono essere effettuate tenendo conto di tre esigenze fondamentali. Sicurezza della merce L’imballaggio deve proteggere la merce durante il trasporto e farla arrivare integra a destinazione Economicità dell’operazione Il costo del trasporto deve essere conveniente Velocità della consegna I tempi di consegna devono essere rapidi per merci deperibili o urgenti Nelle operazioni di trasferimento della merce all’estero, gli esportatori chiedono spesso il supporto di imprese specializzate, quali sono gli spedizionieri. Lo spedizioniereqXQD¿JXUDSURIHVVLRQDOHFKHVYROJHOHDWWLYLWjGLVSHGL]LRQHGHOOD merce in nome proprio e per conto dell’esportatore. Di solito lo spedizioniere si serve di un vettore per il trasporto via mare, terra o aria, mentre si occupa in prima persona delle operazioni accessorie, in particolare di quelle doganali. 30 Le modalità di trasporto Le modalità con cui si esegue il trasporto internazionale sono diverse a seconda del tipo di merce: via mare, via ferrovia, via strada e via aerea. Spesso il trasporto è intermodale, cioè comporta l’impiego di mezzi di trasporto diversi. In questo caso la merce viene spostata da un mezzo all’altro con l’utilizzo di unità di carico, cioè imballaggi come pallets, containers e casse mobili di dimensioni standard. Esempio 3 Classe Quinta Percorso 5 Trasporto intermodale Un esportatore di Benevento spedisce attrezzi per l’agricoltura a un cliente egiziano. Il tragitto comprende il trasporto via ferrovia dalla sede dell’esportatore al porto di Napoli, il successivo trasporto via mare da Napoli ad Alessandria d’Egitto e un ultimo trasporto YLDVWUDGDFRQXQDXWRWUHQR¿QRDOODVHGHGHOO¶DFTXLUHQWHHJL]LDQR 3HUUHDOL]]DUHODFRQVHJQDLQPRGRHI¿FLHQWHJOLDWWUH]]LVRQRWUDVSRUWDWLDOO¶LQWHUQRGL un’unità di carico che ne permette il trasferimento rapido e sicuro da un mezzo di trasporto all’altro. RIM I documenti per il trasferimento della merce I documenti per il trasferimento della merce all’estero possono essere distinti in alcune categorie. Documenti commerciali Documenti doganali Documenti di trasporto Documenti di assicurazione (fattura, packing list ecc.) (documento doganale, certificato d’origine ecc.) (polizza di carico, lettera di vettura ecc.) (polizza assicurativa a viaggio) La polizza di carico (bill of lading) è il principale documento di trasporto marittimo HÀXYLDOH&RVWLWXLVFHXQWLWRORUDSSUHVHQWDWLYRGHOODPHUFHHDWWHVWDO¶DYYHQXWRFDULFR della merce stessa a bordo di una nave espressamente individuata. Il documento amministrativo unico (DAU), o documento doganaleqXQFHUWL¿cato con il quale l’esportatore (o l’importatore o un suo rappresentante) chiede all’autorità doganale l’autorizzazione a esportare o importare le merci. Sul documento doganale sono indicati la destinazione doganale e tutti gli elementi necessari per consentire alla dogana di calcolare i diritti e i dazi dovuti sulle merci stesse. 5. La procedura doganale Mentre le compravendite all’interno dell’Unione europea seguono il principio generale della libera circolazione di merci e servizi, per le esportazioni e le importazioni, che attraversano le dogane in uscita dall’Unione europea, la merce segue una procedura doganaleVSHFL¿FD 31 RIM 5 Il contratto di compravendita internazionale e la sua esecuzione Le doganeVRQRRUJDQLVWDWDOLDFXLVRQRDI¿GDWLLFRPSLWLGLFRQWUROORGHOOHPHUFLH GHLUHODWLYLGRFXPHQWLGLFDOFRORHULVFRVVLRQHGHLGD]LHGLUDFFROWDGLGDWL¿VFDOLH statistici. La procedura doganale di esportazione Le esportazioni si perfezionano applicando la seguente procedura doganale: 1. il trasportatore, incaricato dall’esportatore, presenta alla dogana di esportazione la merce accompagnata dai documenti previsti e dal documento amministrativo unico; GLOSSARIO 2. la dogana di esportazione dall’Italia, dopo aver effettuato il controllo, concede l’autorizzazione allo svincolo delle merci e Dogana di uscita: consegna al trasportatore il documento di accompagnamenultima dogana del to all’esportazione (DAE); territorio dell’Unione 3. la dogana di uscitaYHUL¿FDODFRUUHWWH]]DGHOO¶RSHUD]LRQHVRUveglia l’uscita della merce dal territorio dell’UE e invia il messaggio elettronico “risultati di uscita” alla dogana di esportazione; 4. la dogana di esportazione invia all’esportatore il messaggio “noWL¿FDGLHVSRUWD]LRQH´FKHO¶LPSUHVDFRQVHUYDSHUGRFXPHQWDUH l’avvenuta esportazione e la non imponibilità dell’operazione ai ¿QL,9$ europea che la merce esportata attraversa. Dogana di esportazione: dogana del Paese di partenza che la merce esportata attraversa. La procedura doganale di importazione Le importazioni si perfezionano applicando la seguente procedura doganale: 1. il trasportatore presenta alla dogana di entrata nell’Unione europea la merce accompagnata dai documenti previsti e dal documento amministrativo unico, cioè la dichiarazione doganale prevista dalla normativa europea; 2. la dogana di entrata controlla i documenti presentati e calcola i dazi e gli altri diritti doganali; 3. il trasportatore provvede al pagamento dei dazi e dei diritti doganali per conto dell’importatore; 4. la dogana di entrata svincola la merce. 32 percorso Le strategie e il business plan delle imprese internazionali 6 Strategia internazionale Strategie di internazionalizzazione Strategia multinazionale Quali sono le strategie corporate di internazionalizzazione? Strategia globale Quali sono le strategie di business delle imprese internazionali? Strategie e business plan delle imprese internazionali RIM CLASSE QUINTA Strategia transnazionale Attacco indiretto Attacco diretto Quali sono le imprese più presenti all’estero? Imprese multinazionali Business plan per l’internazionalizzazione Quali elementi favoriscono la nascita di un’impresa? Caratteristiche imprenditoriali Idea di business Fattori ambientali Che cosa precede il business plan per l’internazionalizzazione? Quali sono le principali differenze tra iniziative nazionali e internazionali? Analisi Paese Normative locali Concorrenti Mercati 33 RIM 6 Le strategie e il business plan delle imprese internazionali 1. Le strategie di internazionalizzazione Le strategie corporate Lo sviluppo di iniziative internazionali richiede scelte strategiche adatte a raggiungere gli obiettivi aziendali. Le scelte variano a seconda delle dimensioni dell’impresa e riguardano diversi aspetti del percorso internazionale: • le attività da mantenere all’interno e quelle da esternalizzare restando in Italia o da delocalizzare in sedi estere; • il coordinamento delle diverse funzioni aziendali, cioè il grado di controllo e di autonomia su ognuna di esse; • la scelta di posizionamento tra standardizzazione e adattamento. $VHFRQGDGHOOHGHFLVLRQLSUHVHOHLPSUHVHGH¿QLVFRQRODORURstrategia corporate di sviluppo internazionale. Strategie di internazionalizzazione Strategia internazionale Strategia multinazionale • Imprese più piccole • Prodotti standardizzati • Stretto controllo centrale delle attività Esempio • Grandi imprese • Adattamento di prodotto • Autonomia locale 1 Strategia globale • Grandi imprese • Prodotti standardizzati • Accentramento di molte funzioni aziendali Strategia transnazionale Funzioni aziendali distribuite nei vari Paesi Imprese internazionali e strategie corporate Strategia internazionale. Un’impresa dolciaria di piccole dimensioni è conosciuta anche all’estero dove esporta i propri prodotti da forno mantenendo tutte le funzioni aziendali presso la sede italiana e organizzando la spedizione dei prodotti alle imprese di distribuzione dei Paesi che intende raggiungere. L’iniziativa è gestita sotto il suo stretto controllo, i prodotti sono uguali a quelli venduti sul mercato italiano con iniziative di HVSRUWD]LRQHGLUHWWDRLQPRGRDQFKHSLVHPSOL¿FDWRGLHVSRUWD]LRQHLQGLUHWWD Strategia multinazionale. Un’impresa automobilistica di grandi dimensioni vende i propri prodotti su scala mondiale. Si presenta sui diversi mercati con un forte adattamento locale e decentra alcune funzioni (produzione, ricerca e sviluppo e marketing) per adattarsi meglio ai diversi mercati. Il coordinamento tra la sede centrale e le varie funzioni decentrate è minimo. Strategia globale. Un’impresa di bevande analcoliche di grandi dimensioni distribuisce grandi quantitativi di prodotti standardizzati raggiungendo molti Paesi per realizzare economie di scala, pur con minimi adattamenti per rispondere alle preferenze espresse dai consumatori locali. La maggior parte delle funzioni aziendali è accentrata presso la sede centrale che mantiene il controllo su tutte le attività, anche quelle eventualmente decentrate, come la distribuzione. Strategia transnazionale. Un’impresa farmaceutica specializzata in farmaci per le malattie rare distribuisce le funzioni aziendali tra diversi Paesi per conseguire i vantaggi di costo e di differenziazioneFKHOHVSHFL¿FKHRSSRUWXQLWjRIIURQRODIXQ]LRQH ¿QDQ]DQHO5HJQR8QLWRSHUUDFFRJOLHUHFDSLWDOLODIXQ]LRQHSURGX]LRQHLQ*LDSSRQHSHU accedere alle infrastrutture tecnologiche più avanzate, le funzioni logistica e vendite distribuite tra i principali mercati di sbocco. Il coordinamento tra le varie funzioni azienGDOLqUHVRSRVVLELOHGDXQDHI¿FLHQWHrete di comunicazione a distanza. 34 Le imprese multinazionali Le imprese multinazionali sono imprese che effettuano rilevanti investimenti diretti in imprese di Paesi esteri. Un’impresa viene considerata multinazionale se gli investimenti diretti in società estere rappresentano almeno il 10% delle azioni ordinarie di queste ultime. Questo indicatore segnala la volontà dell’impresa di mantenere un rapporto duraturo con l’impresa partecipata e con il Paese estero in cui si trova. Classe Quinta Percorso 6 &RQLOWHUPLQH³PXOWLQD]LRQDOH´VLLGHQWL¿FDQRLPSUHVHGLGLPHQVLRQLDQFKHQRQJUDQdi, ma capaci di creare e mantenere reti produttive e commerciali stabili in altri Paesi. Queste imprese adottano perlopiù una strategia transnazionale, per raggiungere contemporaneamente vantaggi di costo e di differenziazione. *OLinvestimenti delle multinazionali consistono in: • acquisizione di imprese già funzionanti; • costituzione di nuove imprese; • joint venture con imprese locali. Le strategie di business e le modalità organizzative di internazionalizzazione /HVWUDWHJLHGLEXVLQHVV¿QDOL]]DWHDOO¶HQWUDWDLQXQPHUFDWRHVWHURSRVVRQRHVVHUH RIM • di attacco indiretto, in modo più prudente affacciandosi a mercati in cui la concorrenza è meno forte; • di attacco diretto, confrontandosi con concorrenti locali già presenti in modo stabile sul mercato, spesso proponendo prezzi più bassi o maggiori servizi. Le strategie adottate dalle imprese internazionali si realizzano con il supporto di modalità organizzative adatte. SCELTA DELLA STRATEGIA Esempio 2 SCELTA DELLA MODALITÀ ORGANIZZATIVA Strategia e modalità organizzativa Un’impresa italiana di grandi dimensioni del settore abbigliamento casual decide di fare il proprio ingresso nel mercato nordamericano con una linea innovativa di prodotti in denim realizzata con criteri produttivi a basso impatto ambientale. /DVFHOWDGLLQVHULUVLQHOGLI¿FLOHPHUFDWRQRUGDPHULFDQRSDWULDGHLjeans, in cui la concorrenza è rappresentata da marchi storici dell’abbigliamento denim, spinge l’impresa ad attuare una strategia di attacco diretto, con una presenza radicata sul territorio, effettuando in un primo momento una serie di investimenti diretti per l’acquisto di alcune sedi commerciali nelle principali città. Se l’iniziativa avrà successo, potrà seguire l’apertura di altre sedi commerciali stringendo accordi di collaborazione in franchising. 35 RIM 6 Le strategie e il business plan delle imprese internazionali 2. La nascita di una nuova iniziativa imprenditoriale Le nuove iniziative imprenditoriali nascono in presenza di un ambiente esterno all’impresa favorevole e di persone con spirito imprenditoriale che desiderano realizzare un sogno trasformandolo in un’idea di business. Ambiente esterno favorevole Persone con doti imprenditoriali • Ambiente generale (economico, politico, culturale, fisico e religioso) • Contesto competitivo • Imprenditorialità • Leadership • Managerialità Business idea Nascita dell’impresa Esempio 3 Ambiente e doti imprenditoriali per lo sviluppo del business Due giovani, Silvia e Tommaso, sognano di costituire un’impresa di e-commerce per rispondere alle esigenze di un numero crescente di persone che lavorano in una città metropolitana italiana e che spesso, non avendo tempo di fare la spesa, ordinano cibi pronti. I due giovani hanno notato che alcune persone preferirebbero preparare un piatto cucinato in casa se avessero gli ingredienti nelle dosi necessarie. Per soddisfare questa esigenza, Silvia e Tommaso vogliono offrire la possibilità di ricevere a domicilio le dosi esatte degli ingredienti necessari per la pietanza che si desidera cucinare (per esempio, una pasta al ragù di carne per due persone) scegliendo nel menu di piatti proposti. Silvia e Tommaso sono particolarmente sensibili ai temi ecologici e per questo hanno pensato a ingredienti provenienti da aziende biologiche. L’ambiente esterno è favorevole all’iniziativa rispetto a contesti diversi, per esempio una località di montagna, nei quali riceverebbe minore consenso. Silvia è tenace e determinata nel voler realizzare un’idea che la appassiona. Il suo entusiasmo ha contagiato Tommaso, un esperto informatico che con le sue competenze tecnologiche può sviluppare l’applicazione su cui basare il business e monitorarne il funzionamento. Il business plan per l’internazionalizzazione Le nuove idee imprenditoriali devono essere attentamente studiate e valutate prima di HVVHUHUHDOL]]DWHLQPRGRGDYHUL¿FDUQHLQDQWLFLSROHSRVVLELOLWjGLVXFFHVVR 36 Classe Quinta Percorso 6 Il business plan è il documentoFKHVWXGLDXQ¶LGHDGLEXVLQHVVSHUYHUL¿FDUQHOD possibilità di essere trasformata in un’iniziativa imprenditoriale economicamente sostenibile nel tempo. La nascita di un’iniziativa imprenditoriale si sviluppa attraverso alcune fasi nelle quali il business plan risulta centrale. Progetto Business plan Sogno Idea imprenditoriale Sviluppo del progetto Relazioni 3HUSRWHUUHGLJHUHXQEXVLQHVVSODQSHUO¶LQWHUQD]LRQDOL]]D]LRQHVXI¿FLHQWHPHQWHDWtendibile è necessario: • farlo precedere dalla scelta del Paese più adatto alla sua realizzazione; RIM • analizzare il settore di riferimento nel Paese selezionato, individuando le norme giuridiche di interesse dell’iniziativa e le caratteristiche dei concorrenti locali; • analizzare il mercato estero. La scelta del Paese più adatto all’iniziativa si articola in tre passaggi: 1. analisi dell’ambiente generale di un’ampia lista di Paesi (long list) per escludere quelli non interessanti dal punto di vista politico, economico, sociale e culturale; 2. GH¿QL]LRQHGLXQDOLVWDSLULVWUHWWDGL3DHVLDFFHWWDELOL short list) e analisi del relativo ambiente competitivo; 3. scelta del Paese più attraente in considerazione delle FDUDWWHULVWLFKHVSHFL¿FKH del prodotto offerto dall’impresa. L’analisi del settore in cui l’iniziativa si inserisce comporta l’esame delle normative locali che possono essere diverse da Paese a Paese e che interessano l’impresa sotto diversi aspetti, per esempio, legati alla modalità di internazionalizzazione scelta: • esportazione; • accordo di collaborazione; • investimento diretto all’estero (IDE). Possibili limiti normativi Esportazioni Certificazioni di qualità o di origine, barriere all’ingresso doganali e non doganali Accordi di collaborazione Norme a tutela della parte contraente residente nel Paese di destinazione Joint venture e IDE Limiti alla possibilità di costituire società senza partner locali È importante non sottovalutare le caratteristiche della concorrenza con cui confrontarsi sul mercato estero, che può essere molto diversa da quella del Paese d’origine. 37 RIM 6 Le strategie e il business plan delle imprese internazionali Non sempre è facile reperire le informazioni utili sui competitor locali, per questo l’impresa deve raccogliere informazioni, per esempio: • tramite imprese italiane conosciute già presenti sul territorio per apprendere dalla loro esperienza; • attraverso le agenzie e gli enti che fanno capo al Sistema Italia per il sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese, come l’ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. L’analisi del mercato estero varia a seconda che l’iniziativa riguardi un prodotto nuovo per il Paese scelto oppure un prodotto già in uso. Nel caso il prodotto sia nuovo, l’impresa deve approfondire i motivi per i quali esso non è ancora in uso. Potrebbe trattarsi di un prodotto non adatto all’ambiente, oppure il mercato potrebbe non essere abbastanza evoluto per accoglierlo con favore. 6WXGLDUHXQPHUFDWRLQFXLLOSURGRWWRQRQqPDLVWDWRLQVHULWRULVXOWDPROWRGLI¿FLOHH richiede particolare attenzione, vanno approfonditi i gusti e le abitudini dei possibili consumatori e, se possibile, condotte delle indagini di mercato per comprendere se l’iniziativa sia realizzabile. Per i prodotti già in uso la raccolta di informazioni risulta più semplice, in particolare per quanto riguarda le dimensioni del mercato, l’andamento della domanda e le sue caratteristiche. /¶LPSUHVD GHYH LQ¿QH GH¿QLUH LO posizionamento del prodotto, cioè individuare gli elementi del prodotto percepiti dai clienti e dagli altri stakeholder sul mercato speci¿FR5DUDPHQWHLSURGRWWLSRVVRQRHVVHUHSRUWDWLVXLPHUFDWLHVWHULLQPRGRVWDQGDUdizzato; il più delle volte sono necessari adattamenti, almeno per quanto riguarda il marketing o la politica di comunicazione. Esempio 4 Fattori di scelta dei mercati esteri Macropix srl progetta e produce display a tecnologia LED e intende avviare un percorso di internazionalizzazione per aumentare il proprio fatturato che mostra una crescita lenta sul mercato domestico. La continua ricerca di innovazione tecnologica abbinata alla cura per il design dei prodotti fa ritenere all’impresa di poter essere competitiva rispetto ai concorrenti anche sui mercati esteri. Dopo un’attenta analisi, l’impresa decide di avviare un’iniziativa di vendita sui mercati mediorientali, in particolare negli Emirati Arabi, posizionandosi in modo differenziato rispetto alla concorrenza con prodotti innovativi, ad alta tecnologia e con design made in Italy. La scelta di questi mercati di sbocco è dovuta ad alcuni fattori, in particolare alla presenza di consumatori amanti dei prodotti made in Italy e con elevata capacità di spesa, che assicura velocità nell’incasso dei crediti. Ciò permetterebbe alla Macropix di avere la liquidità necessaria per effettuare nuovi investimenti. Inoltre la FROORFD]LRQH JHRJUD¿FD degli Emirati Arabi fa prevedere la possibilità di espansione sui mercati dell’India e di conseguenza dei Paesi del Sud Est asiatico. 38 7 Quali sono le caratteristiche delle imprese italiane presenti sui mercati internazionali? Dimensioni Modalità di internazionalizzazione Imprese italiane e commercio internazionale Chi supporta le imprese nel processo di internazionalizzazione? Sistema Italia per l’internazionalizzazione delle imprese RIM CLASSE QUINTA percorso Le operazioni di import-export Cessioni intracomunitarie Compravendite internazionali Quali sono le operazioni di compravendita internazionale? Acquisti intracomunitari Esportazioni Importazioni Operazioni di import-export Qual è la procedura di esportazione? Esportazioni Soggetti coinvolti Fasi Documenti Soggetti coinvolti Importazioni Qual è la procedura di importazione? Fasi Documenti Regimi doganali 39 RIM 7 Le operazioni di import-export 1. Le imprese italiane e il commercio internazionale L’Italia è tra i primi dieci esportatori al mondo, seconda in Europa dopo la Germania, nonostante le minori dimensioni delle imprese italiane rispetto ai concorrenti internazionali. I prodotti italiani sono molto richiesti e apprezzati all’estero per l’alta qualità, l’innovazione e il design che li caratterizzano, sostenuti dall’immagine di stile che l’Italia rappresenta nel mondo (“the Italian way of life”). Le modalità organizzative della maggior parte delle imprese italiane all’estero sono semplici, come le esportazioni o gli accordi di collaborazione interaziendali che assumono di solito la forma del franchising (accordi commerciali) e del licensing (accordi produttivi). Alcune imprese di medie dimensioni adottano modalità organizzative più complesse, come le joint venture e gli IDE (investimenti diretti all’estero) realizzando attività stabili all’estero. Il Sistema Italia per l’internazionalizzazione delle imprese Le imprese possono utilizzare i servizi offerti dallo Stato italiano attraverso il cosiddetto “Sistema Italia per l’internazionalizzazione delle imprese” (SPRINT, Sportelli regionali per l’internazionalizzazione delle imprese), un sistema di ministeri, società ed enti per il sostegno del percorso di internazionalizzazione delle imprese italiane e per la promozione dei prodotti italiani sui mercati esteri. ,OFRRUGLQDPHQWRGHO6LVWHPDqDI¿GDWRDO&RPLWDWR,QWHUPLQLVWHULDOHSHUOD3URJUDPPD]LRQH(FRQRPLFD &,3( I ministeri coinvolti sono: • Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF); • Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale 0$(&, La Cassa depositi e prestiti &'3 qXQDVRFLHWjSHUD]LRQLFRQWUROODWDGDO0LQLVWHUR dell’Economia e delle Finanze che gestisce una parte consistente del risparmio nazionale. Attraverso due società operative sostiene le imprese italiane all’estero: • SACE XQD VRFLHWj SHU D]LRQL LQWHUDPHQWH FRQWUROODWD GD &DVVD GHSRVLWLH SUHVWLWL FKHRIIUHSURGRWWLDVVLFXUDWLYLH¿QDQ]LDULLQSDUWLFRODUHDVVLFXUDQGRLFUHGLWLHVWHUL • SIMESTXQDVRFLHWjSHUD]LRQLFRQWUROODWDGD6$&(FKHKDO¶RELHWWLYRGLIDYRULUHOD crescita delle imprese italiane attraverso l’internazionalizzazione della loro attività. 2OWUHD6$&(H6,0(67RSHUDO¶$JHQ]LDICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), che svolge attività a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese italiane e di promozione dell’immagine del prodotto italiano nel mondo sotto il controllo e la vigilanza del Ministero degli Affari Esteri e delOD&RRSHUD]LRQH,QWHUQD]LRQDOH0$(&,,&(qSUHVHQWHFRQSURSULXI¿FLQHLSULQFLSDOL mercati di interesse delle imprese italiane all’estero. 'DOOH5HJLRQLGLSHQGRQRJOL6SRUWHOOLUHJLRQDOLSHUO¶LQWHUQD]LRQDOL]]D]LRQH 6SULQW FKH offrono consulenza e assistenza alle imprese locali nelle loro iniziative internazionali. REGIONI 40 Sprint Classe Quinta Percorso 7 AMMINISTRAZIONE CENTRALE CIPE MEF MAECI SACE Cassa Depositi e Prestiti ICE SIMEST RIM 2. Le compravendite internazionali Le operazioni commerciali con l’estero si suddividono in: • operazioni intracomunitarie – cessioni intracomunitarie; – acquisti intracomunitari; • operazioni extracomunitarie – esportazioni; – importazioni. Le operazioni intracomunitarie Sono considerate operazioni intracomunitarie le operazioni effettuate tra Paesi dell’Unione europea. Le cessioni e gli acquisti intracomunitari sono soggetti ad adempimenti formali speci¿FLVRORLQSDUWHVLPLOLDOOHHVSRUWD]LRQLHDOOHLPSRUWD]LRQL Requisiti IVA nelle compravendite intracomunitarie Operazione Bene • A titolo oneroso, cioè compravendita • Registrata su elenchi riepilogativi modello Intrastat • Effettivamente movimentato • Di origine di uno Stato membro oppure immesso in libera pratica Parti contraenti • Iscritte alla banca dati del VIES per avere numero di identificazione IVA sia in Italia sia nell’altro Paese dell’Unione europea 41 RIM 7 Le operazioni di import-export Le cessioni intracomunitarie sono vendite di beni dall’Italia verso altri Paesi dell’Unione europea. Non sono considerate esportazioni in quanto l’Unione europea è un mercato di libero VFDPELREHQH¿FLDQRLQYLDWUDQVLWRULDGHOOHVWHVVHQRUPHGLnon imponibilità IVA, in base al DL n. 331/1993, e vengono assoggettate al UHJLPH¿VFDOHGHO Paese di destinazione. Gli acquisti intracomunitari sono acquisti effettuati in un Paese membro dell’Unione europea, da parte di soggetti passivi IVA, di beni consegnati o trasportati in Italia. 6RQRDVVRJJHWWDWLDOUHJLPH¿VFDOHGHO3DHVHGLGHVWLQD]LRQHin base a quanto previsto GDO'/Q 3. Le esportazioni Le esportazioni riguardano operazioni commerciali quali: • cessioni di beni trasportati o spediti fuori dal territorio dell’Unione europea; • cessioni, avvenute in Italia, a non residenti che inviano le merci all’estero; • cessioni o prestazioni di servizi verso gli esportatori abituali. Pur presentando i tre presupposti IVA (soggettivo, oggettivo e territoriale) sono considerate operazioni non imponibili ai sensi degli artt. 8, 8bisHGHO'35Q DO¿QHGLHYLWDUHODdoppia tassazione (nel Paese di provenienza e in quello di destinazione delle merci). Gli esportatori abituali sono imprese che effettuano operazioni di esportazione diretta, operazioni assimilate e servizi internazionali per un importo complessivo superiore al 10% del totale dei ricavi di vendita. All’esportatore abituale è consentita l’applicazione del meccanismo del plafond per effettuare acquisti di beni e di servizi in sospensione d’imposta, cioè senza applicazione dell’IVA, entro il limite del totale delle operazioni non imponibili registrate nell’anno solare precedente o nei dodici mesi precedenti. La procedura doganale di esportazione I soggetti coinvolti nella procedura doganale di esportazione sono: 1. l’esportatore, che predispone la fattura e i documenti accompagnatori; 2. lo spedizioniere, che emette il documento doganale, controlla e facilita il percorso dei documenti; 3. l’Agenzia delle Dogane, che rilascia il codice MRN; 4. la dogana di esportazione, che rilascia il codice di svincolo ed emette il DAE che accompagna la merce e il DAU per l’esportatore; 5. la dogana di uscita, che rilascia il messaggio elettronico “risultati in uscita”. 42 Classe Quinta Percorso 7 Percorso doganale export Esportatore Predispone la fattura e i documenti accompagnatori (packing list, attestati, certificazioni) Spedizioniere doganale Emette il documento doganale. Controlla e facilita il percorso dei documenti Agenzia delle Dogane Rilascia il codice MRN Dogana Rilascia il codice di svincolo. Emette il DAE che di esportazione accompagna la merce e il DAU per l’esportatore Dogana di uscita Rilascia il messaggio elettronico “risultati in uscita” RIM Per perfezionare la procedura, l’esportazione deve essere completa di: • Codice MRN. ,GHQWL¿FD O¶HVSRUWD]LRQH H YLHQH ULODVFLDWR GDOO¶$JHQ]LD GHOOH 'RJDne se i dati inseriti nella dichiarazione doganale dallo spedizioniere sono corretti e completi. • Codice di svincolo. 'RSRDYHUULFHYXWRLOFRGLFH051GDOO¶$JHQ]LDGHOOH'RJDQHH controllato i documenti, la dogana di esportazione può rilasciare il codice di svincolo della merce, con o senza un controllo preventivo della stessa. • Documento di accompagnamento all’esportazione (DAE). La dichiarazione doganaleGLYHQWDLOYHURHSURSULR'$(VRORFRQODSUHVHQ]DGHLGXHFRGLFL FRGLFH MRN e codice di svincolo). • Documento amministrativo unico (DAU). 8JXDOHDO'$(qODFRSLDGHOODGLFKLDrazione doganale rilasciata all’esportatore, che deve conservare il documento per provare la correttezza della procedura doganale di esportazione. • Messaggio “risultati in uscita”. Viene trasmesso per via telematica dalla dogana di uscita e attesta che la merce ha effettivamente lasciato il territorio dell’Unione europea. 4. Le importazioni Le importazioni sono acquisti di beni e di servizi provenienti da Paesi extracomunitari da chiunque effettuati. Sono operazioni assoggettate a IVA in Italia, all’arrivo in dogana. Il calcolo dell’IVA viene effettuato alla dogana di entrata nell’Unione europea, se diversa dalla dogana italiana. La procedura doganale di importazione I soggetti coinvolti nella procedura doganale di importazione sono: 1. l’esportatore estero, che emette la fattura e i documenti accompagnatori; 43 RIM 7 Le operazioni di import-export 2. lo spedizioniere doganale presso la dogana di entrata nell’UE (se questa non coincide con la dogana di destinazione) che emette il documento cauzionato T1; 3. la dogana di entrata nell’UE, che rilascia il codice MRN; 4. lo spedizioniere doganale presso la dogana di destinazione, che prepara il DAU con il calcolo dei diritti doganali; 5. la dogana di destinazione, che emette il DAU; 6. l’importatore, che paga i diritti doganali e riceve la merce accompagnata dal DAU. GLOSSARIO Documento cauzionato T1: documento riepilogativo dei dati dell’operazione con valore di cauzione a favore della dogana Percorso doganale export Esportatore Spedizioniere doganale presso la dogana di entrata Dogana in entrata nell’UE Spedizioniere doganale presso la dogana di destinazione Dogana di destinazione Importatore Emette la fattura e i documenti accompagnatori (packing list, attestati, certificazioni) Emette il documento cauzionato T1 Rilascia il codice MRN Predispone il DAU con il calcolo dei diritti doganali e lo presenta in dogana Emette il DAU Paga i diritti doganali (dazi e IVA) tramite gli spedizionieri doganali I regimi doganali per l’ingresso di merci provenienti da Paesi extracomunitari sono: • immissione in libera pratica, che permette l’importazione GH¿QLWLYD della merce che ha espletato tutte le formalità doganali, compreso il pagamento di eventuali dazi e altri tributi doganali; • regimi speciali – transito, per la circolazione di merci non comunitarie da una località all’altra dell’UE; – deposito, per merci in custodia temporanea nel territorio UE; – uso particolare, che comprende l’ammissione temporanea e l’XVR¿QDOH, in esenzione o riduzione del dazio in casi particolari; – perfezionamento attivo, per merci importate destinate alla lavorazione nel territorio doganale UE e in seguito a essere riesportate; – perfezionamento passivo, per merci esportate da sottoporre a lavorazione e in seguito reimportate. 44