Uploaded by Ilaria Valenti

Lingua tedesca 1 ROSI

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Lingua tedesca
Testi: Di Meola, introduzione alla linguistica tedesca (solo morfologia e sintassi + slide);
introduzione alla fonetica del tedesco (+ slide); esercizi su start@unito.it;
Introduzione
● Fonetica e fonologia: studio dei suoni della lingua riguardante la loro
articolazione e le caratteristiche acustiche (anche organi materiali usati).
Fonologia invece studia i rapporti tra i suoni e il sistema della lingua stessa
(suoni che cambiano nelle parole).
● Morfologia: studio struttura parole, categorizzazione e strategie per le nuove
parole o studio delle strategie per quelle già presenti
● Lessico: studio delle parole della lingua (lessemi=parole)
● Sintassi: studia il modo in cui le parole si combinano per formare strutture più
complesse come frasi o sintagmi. Attenzione anche alla disposizione delle
parole nei sistemi.
Morfologia
● Struttura interna delle parole
● Funzione classificatoria
● Regole o strategia che consentono la formazione delle parole (composizione,
derivazione…)
I Morfemi
> più piccole unità della lingua dotate di significato e significante
Beispielen > Sommerkleid, Kleidung (Kleid + ung)
● Ogni parola ha almeno 1 morfema
● Possono essere suddivisi in unità ancora più piccole che sono sequenze di
suoni, prive di significato proprio: le sillabe
● Autonomia semantica
○ Liberi > possono essere considerate come parole autonome
○ Legati > compaiono solo nelle parole, ma non posso avere significato
da soli (heit, er, lein…)
■ Morfemi flessionali > flessione della parole nelle diverse forme
(numero, genere, casi)
● Kind–er
● Schön–es (Haus)
■ Morfemi derivazionali > derivazione (suffissi o cambio da
sostantivi a aggettivi o da verbo a nome)
● Funzione
○ Lessicali > freie
○ Grammaticali > gebunden
/!\ Morfemi polifunzionali > alcuni Morfemi possono avere più funzioni (gebunden)
● –en
○ Den bekannten Dichter
○ Die bekannten Dichter
○ Des bekannten Dichters
○ Den bekannten Dichtern
/!\ morfemi lessicali possono anche non essere più liberi (non vengono più usati
come parola autonoma)
● Es. Stiefmutter (stief)
● Es. Schwiegersohn (schwieger significa parente acquisito col
matrimonio)
Gli allomorfi >
● un morfema può avere diverse realizzazioni fonetiche, a seconda del suo
intorno.
○ Des Landes (land)
○ Das Land (lant)
○ Die Länder (laender)
○ Das ländchen (laent)
Wortfamilien > comprende le parole che sono accomunate dalla stessa radice.
● Wortstamm (fahr) > Fähre, Abfahrt, Fahrzeug, fahrig, fahren
● Radice di parola viene definito anche il nucleo di una parola. Costruisce un
legame tra parole della stessa famiglia.
● BASE: formazione di partenza per i processi di formazione della parola.
(spesso coincide con la radice, ma può essere più ampia > es. norma >
normale > normalizzazione → normale è la base di normalizzazione, non la
radice)
○ Wandern > auswandern > Auswanderung
○ Fremd > entfremden > Entfremdung
● RADICE: forma di parole senza gli affissi. Parola alla quale si possono
aggiungere altri pezzi
● AFFISSI : sono morfemi grammaticali che si combinano con le radici per
costruire diverse forme delle parole (derivazione o flessione)
○ Prefissi (prima radice)
○ Suffissi (dopo radice)
■ Endungen (desinenze) > suffissi usati nella flessione. Queste
Endungen sono quelli più esterni (Glück–lich–en)
○ Circonfissi (sia prima che dopo radice) > ge–seh–en
ESERCIZI
1. Individua i morfemi
● Lerner > 2 morfemi (lern–er) legato
● Notizen > 2 morfemi (Notiz–en) legato
● Muttersprache > 2 morfemi liberi
● Mäppchen > 1 allormofo e 1 Morfema Legato
2. Distingui tra radice e affissi e indica come se llama.
● Vorlesung > les + vor (prefisso) + ung (Suff)
● Umlaut > laut + um (prefi)
● Mathematiker > Mathematik + er (Suff)
● Höflich > höf + Licht
3. Morfemi flessionali?
● Stühlchen > Chen (derivazionale)
● Schönen > en (flessionale → declinazione aggettivo)
● Lachst > st (flessionale → coniugazione)
● Lehrern > n (flessonale → declinazione)
● Lege > e (flessionale → coniugazione)
● Flessione e formazione delle parole > flessione (stessa wortart, ma diverse
declinazioni)
> Cosa distingue gli elementi del primo gruppo da quelli del secondo?
• Gast
• Gast-es
• Gäst-e
• Gäst-en
• Gli elementi del primo gruppo costituiscono variazioni di una stessa parola (in
questo caso un nome), che viene presentata in diverse possibili forme (singolare e
plurale nominativo, singolare genitivo e plurale dativo).
> Siamo qui nell’ambito della flessione (coniugazione per i verbi e declinazioni per
le altre classi variabili).
• Gast
• Gast-lich
• Gast-freundschaft
• Gast-stube
• Gli elementi del secondo gruppo costituiscono parole diverse, che possono anche
far parte di Wortarten diverse, e che sono accomunate dal fatto di contenere al loro
interno la parola Gast. > Siamo qui nell’ambito della formazione delle parole.
WORTARTEN
La parola
● La parola è ciò che viene definito tra gli spazi bianchi (Definizione non
completa >
○ l’orale non conta spazi bianchi (anche nello scritto. Es. Well-known,
radfahren oder rad fahren)
○ Parole composte (macchina da scrivere > schreibmaschine) (taglio di
capelli-parola unica, ma taglio dei rami no)
○ Verbi separabili (abfahren - ich fahre morgen ab)
● Parola come forma minimale libera (Wort als freie minimale Form)
○ Parole che possono significare qualcosa da sole (es. Wahrscheinlich
oder unwahrscheinlich— un non ha significato)
● Parola è un segno linguistico, dotata di significato (bedeutung) e significante
(form) - biplanarità del segno. il rapporto tra i due è definito per convenzione
(arbitrario)
○ Il significato cambia ovviamente anche in base alla specificità culturale
● Definizione tecnica (pag 58)
○ Identità acustica: ogni parola si caratterizza per determinate proprietà
di accento. (Parola cambiano anche significato in base all’accento) Es.
(Meerwasser-mehrwasser)
○ Autonomia semantico-funzionale: parola è un elemento autonomo
con significato o funzione grammaticale al di fuori di ogni contesto
(Haus, über…)
○ Stabilità morfologica: parola è un’unità che nelle sue diverse forme
preserva la sua struttura fondamentale, non può essere interrotta da
altri elementi (es. frau-frauen) (es. camicia da notte- parola unica.
Camicia da lunga notte- non è possibile perché interrompe la parola
unica)
○ Mobilità sintattica: elemento più piccolo che può essere spostato
all’interno della frase
● Due livelli di parola
○ Wortform: realizzazione concreta in un contesto della parola (Bücher,
lachen–lachst–gelacht)
○ Lexem: proiezione astratta (lemma) (Buch, lachen). I lessemi sono
scelti per convenzione e si trovano nei dizionari > nomi: singolare
nominativo; verbi: infinito.
Classificazione della parola (Wortart) > classi, in cui le parole sono divise in base
a criteri sintattici, morfologici, funzionali e semantici.
○ Verb > stark, schwach, trennbar oder untrennbar
○ Nomen >
○ Adjektiv > bestimmt oder unbestimmt
○ Adverb
○ Artikel
○ Pronomen
○ Präposition
○ Konjunktion -> Nebensatz…
○ Partikel > atteggiamento del parlante nei confronti del tema. „Ah“ „eh“
● Una stessa parola può far parte di diverse classi lessicali >
○ Die Frau, die schnell läuft. (Articolo e poi pronome relativo).
○ Seit (preposizione) Ostern… / Seit Ostern vorbei ist, …
(congiunzione).
○ Ich wollte gehen, aber ich bin müde. (Congiunzione) / du bist aber nett
(Partikel)
● Criteri per la classificazione (pag 59)
○ Criterio morfologico >
■ Variabili (possono essere sottoposte a flessione) > verbo
(coniugabile), nome, aggettivo, articolo e pronome (declinabili)
● Konjugation (verbi) > person und Numerus, Modus,
Tempus, Genus verbi (aktiv und passiv)
● Deklination (nomi) > kasus, Numerus, Genus
● Komparation -> nur Adjektive. Steigerungsstufen >
positiv, komparativ, Superlativ
○ suppletivformen (irregolari) > Gut, besser, am
besten
■ Invariabili > avverbio, congiunzione, preposizione e Partikel
○ Criterio numerico >
■ Classi aperte (sono espandibili) > verbi, nomi, aggettivi e avverbi
■ Classi chiuse > articoli, pronomi, preposizioni, congiunzioni,
Partikel
/!\ Produttività: capacità illimitata di utilizzare il linguaggio per esprimere
sempre concetti nuovi > es. Shoppen, il verbo „to shop“ viene plasmato e
adattato alle regole tedesche della flessione debole (regolare)
○ Criterio semantico >
■ Lessicali (aperte) > significato pieno e „indipendente“
● Verbi (azioni, eventi)
● Nomi (referenti concreti o astratti)
● Aggettivi (caratteristiche)
● Avverbi (modalità)
■ Funzionali (chiuse) > significato grammaticale–relazionale
● Articoli (caratteristica grammaticale del nome)
● Pronomi (segnala una sostituzione)
● Preposizioni (mette in relazione due nomi)
● Congiunzione (mette in relazione due frasi)
● Partikel (contenuto della frase + atteggiamento del
parlante)
Verb und verbalkomplex >
○ Verbi svolgono una funzione centrale nella frase
○ Costituiscono il cuore di una affermazione
○ Vengono flessi secondo una tipica combinazione di categorie
specifiche
○ I verbi sono riconoscibili anche dalla loro posizione
(klammer=parentesi)
● Classificazione
○ Verbi pieni (voll)
■ Deboli (schwach)
■ Forti (stark)
■ Mischverben
○ Verbi modali > subclasse di verbi che si combinano ad altri verbi e
costituiscono una classe flessiva a sé.
○ Verbi ausiliari e copulativi > coniugazione non omogenea. I verbi
sono sein, haben e werden. Realizzano complessi verbali con altri
verbi all’infinito
● Categorie
○ Grammatische Person
○ Numerus
○ Modus
○ Tempus
○ Genus verbi
○ Flexion Klasse
■ Deboli > il verbo si compone di almeno due morfemi: uno, la
radice, veicola il significato fondamentale del verbo, l'altro le sue
caratteristiche flessive
■ forti (ted. starke Verben) non è possibile distinguere in modo
lineare tra morfema lessicale e flessionale: alla seconda e alla
terza persona singolare si osserva il fenomeno della metafonia
(ted. der Umlaut).
■ verbi misti (ted. gemischte Verben), in cui coesistono
caratteristiche dei verbi deboli e dei verbi forti. formano il
preterito e il participio utilizzando sia l'apofonia (ted. Ablaut) [cfr.
Approfondimento], sia il suffisso del preterito tipico dei verbi
deboli (-t). I verbi misti sono:
■ brennen, bringen, denken, kennen, nennen, rennen, senden,
wenden, wissen
Es. Schläfst > presente indicativo del verbo schlafen, seconda persona
singolare, verbo forte
Nomen >
○ Il nome (Nomen) viene indicato in tedesco anche come Substantiv (o
Hauptwort o Namenwort o Dingwort).
○ Quella dei nomi è la classe lessicale più estesa del tedesco.
○ I nomi possono essere declinati: a livello flessionale si caratterizzano
per numero, genere e caso.
○ A livello frasale i nomi si declinano a seconda della funzione che
svolgono.
Flessione nominale
● GENUS/GENERE >
○ In tedesco si hanno tre generi per i nomi: maschile, femminile, neutro
○ Il genere dei nomi è determinato da specifici fattori morfologici,
fonetico-fonologici e semantici.
■ Fattore morfologico: a partire dalla struttura morfologica del
nome è possibile risalire al suo genere maschile, femminile o
neutro (con poche eccezioni)
■ Fattore fonetico/fonologico : anche la struttura
fonetico/fonologica del nome può trasmetterci indicazioni
fondamentali sul genere:
■ le parole monosillabiche tendono a essere maschili: sono
quasi tutte maschili, ad esempio, le parole monosillabiche
che iniziano con [ʃ]+cons (Schlaf, Speck, Schnee,
Schrank); quelle che iniziano con dr-, tr-, kn (Draht, Trieb,
Knick); i monosillabi che terminano in nasale + cons
(Dank, Schrank);
■ le parole terminanti in consonante tendono a essere
maschili: sono m. l‘80% delle parole che terminano in -en
(Wagen, Regen), il 60% di quelle in -el/er (Schabel,
Becher);
■ le parole plurisillabiche terminanti in vocale tendono a
essere femminili: il 90% delle parole in -e (Badewanne,
Teekanne).
■ Fattore semantico:
● genere naturale del referente per persone e animali (der
Mann, die Frau, der Sohn, die Tochter, der Hahn, die
Henne, der Kater, die Katze);
● altre tendenze che non riguardano il genere naturale: i
nomi di bevande alcoliche (Schnapps, Wein) e delle unità
temporali (Abend, Tag, Frühling) sono spesso M, mentre
di alberi, fiori e frutti F (Palme, Eiche, Rose, Primel, Birne,
Ananas); tendono invece a essere N i nomi di metalli
(Gold, Silber), luoghi geografici (das schöne Deutschland,
das moderne Berlin), i nomi collettivi (Gebirge), nomi di
massa (Wasser, Salz, Holz);
● alcune parole hanno un genere oscillante, ovvero si
possono trovare con due indicazioni di genere diverse:
der/das Barock, der/das Liter;
● In altri casi è proprio il genere a distinguere formalmente
due varianti di significato di una stessa parola: der Kiefer
(mascella) vs. die Kiefer (pino silvestre).
● NUMERUS/NUMERO
○ In tedesco si distinguono due categorie in base al numero: singolare e
plurale
○ Il tedesco conosce diverse possibilità per costruire il plurale dei nomi,
che prevedono Alcune regolarità
■ Alcune regolarità (Vedi Di Meola 2014: pp. 67-68 per questi e
altri esempi)
○ Sempre:
•
I nomi che terminano in -ei, -in, -heit, -keit, -schaft, -ung
costituiscono il plurale con -(e)n � (Metzgereien, Studentinnen,
Leitungen);
•
i nomi terminanti in -ich, -ig, -ling, -nis, -sal formano il plurale in -e �
(Könige; Kenntnisse; Schicksale);
•
•
i nomi in -tum formano il pl. in -er � (Königtumer);
•
I neutri e maschili in -er e -el hanno pl. senza suffisso � (Lager,
Mittel);
•
•
I femminili in -er, -el lo formano con -n � (Schachteln);
quelli in -ler, -en, -chen non prevedono l‘aggiunta di suffissi per il pl
� (Wagen, Mädchen).
○ Forte tendenza:
I maschili e femminili in -e usano -n al plurale � (Boten).
○ Tendenza:
•
•
Alcuni monosillabi maschili e neutri usano -e al plurale; mentre i
monosillabi femminili in -en � (Brote, Briefe vs. Frauen).
Il tedesco conosce diverse possibilità per costruire il plurale dei nomi, che
prevedono anche l‘aggiunta di specifiche desinenze
•
•
•
•
•
-e (das Bier, die Biere; der Tag, die Tage; der Friseur, die Friseure)
-(e)n (die Frau, die Frauen; der Strahl, die Strahlen; der Student,
die Studenten)
-er (das Kind, die Kinder)
-s (das Auto, die Autos; das Hobby, die Hobbys)
-er + Umlaut (der Mann, die Männer; das Wort, die Wörter)
•
Modifizierung der Vokale (Umlaut) (der Apfel, die Äpfel)
� unmarkierte Pluralformen: der Lehrer, die Lehrer; der Wagen, die Wagen; der
Löffel, die Löffel
La maggior parte dei nomi ha una forma singolare e una plurale, tuttavia alcuni
compaiono soltanto al plurale (i cosiddetti "pluralia tantum") o al singolare (i
cosiddetti "singularia tantum"). Di seguito alcuni esempi:
Eltern, Leute, Geschwister, Möbel
vs.
Mark, Gold, Butter, Zucker
● KASUS/CASO
○ In tedesco si distinguono quattro casi: nominativo, genitivo, dativo,
accusativo
○ Il caso fornisce informazioni sulla funzione svolta dal nome nel
contesto frasale in cui occorre
Declinazione nominale
In tedesco è possibile riconoscere tre tipi di declinazione del nome: starke,
schwache und gemischte Deklination.
● STARKE DEKLINATION (presenta solo le desinenze evidenziate in
grassetto)
○ Seguono la declinazione forte, ad esempio, alcuni nomi maschili che
terminano in –e, come quelli che indicano persone e/o professioni (der
Kunde, der Junge usw) o alcuni di nazionalità (der Deutsche, der
Franzose usw);
● SCHWACHE DEKLINATION (per un sottogruppo dei nomi maschili, che
assume la desinenza -en in tutti i casi tranne il nominativo singolare)
○ alcuni nomi che hanno origine straniera (dal latino/greco) e hanno
suffissi o terminazioni tra cui -ent, -ant, -and –ist, -oge ecc. (e formano
il femminile con -in) (der Student, der Doktorand, der Tourist, der
Soldat, der Elefant, der Biologe usw);
○ ma anche nomi che hanno una struttura diversa, come der Mensch,
der Nachbar usw.
● GEMISCHTE DEKLINATION (caratteristiche della declinazione forte al
singolare e di quella debole al plurale)
Wortart Adjektiv/Aggettivo
● Gli aggettivi sono la terza classe di parole più grande in tedesco.
● Designano le proprietà e le caratteristiche e possono essere usati per
valutare.
● Esempi: piccolo, alto, colorato, bello, blu, due. Anche le parole numeriche
(Numeralia) (il terzo uomo, i cinque amici) e i participi con un uso attributivo
(lo studente che scrive) sono annoverati tra gli aggettivi
● «Gli aggettivi sono parole che possono sempre stare tra l'articolo o il pronome
e il sostantivo.»
● agiscono principalmente come modificatori di nomi e servono per la
caratterizzazione aggiuntiva di oggetti o l'attribuzione di proprietà.
● Si intrecciano in due paradigmi di flessione (forte, debole) per caso, genere e
numero e possono essere aumentati in due livelli (più bello, il più bello).
Possono agire come attributi (un risultato catastrofico), come complementi
predicativi (il risultato è stato catastrofico) e come avverbiali (lei mente in
modo catastrofico).'
Exkursus Deklination
● � Quasi tutti gli aggettivi sono declinabili, con delle eccezioni:
○ 1) rosa, pink, klasse, super, prima: ein rosa Kleid; ein
klasse/super/prima Typ
■ (Nella lingua parlata si trovano anche forme non standard: ein
rosanes Kleid, ein pinkes Hemd)
○ 2) Gli agg. che derivano da nomi geografici con suffisso -er
(Herkunftsbezeichnungen auf –er): das Frankfurter Würstchen, der
Berliner Bürgermeister (iniziale maiuscola)
○ 3) La sequenza N+Adj: keine Flexion!
■ Röslein rot, Henkel trocken, Schauma mild, Forelle blau, Sonne
pur, Urlaub total (Sprache der Werbung, der DIchtung)
Funzioni e posizione e dell‘aggettivo
● L'aggettivo può svolgere tre funzioni diverse in base al contesto di utilizzo:
attributiva, predicativa e avverbiale.
○ attributiv: das tägliche Brot
○ prädikativ: das Brot ist täglich
○ adverbial: ich esse Brot täglich
● Non tutti gli aggettivi possono essere usati con ognuna delle tre funzioni
(attributiva, predicativa, avverbiale)
● Attributiva>
○ Come attributo del nome l'aggettivo si colloca sempre a sinistra del
nome ed è in accordo con il nome a livello morfologico, si declina cioè
seguendo numero, caso e genere del nome a cui si accompagna: das
schöne Auto
● Predicativa >
○ L'aggettivo occorre dopo sein, werden, bleiben e si riferisce al
soggetto. Die Kinder sind nett.
● Avverbiale (si può riferire a verbo, intera frase, aggettivo)
○ Sie wird sicher kommen
○ Das Auto fährt schnell
Declinazione dell'aggettivo
Come abbiamo visto, l'aggettivo si declina solo quando è usato con funzione
attributiva; non si declina quindi quando ricorre in funzione predicativa o avverbiale.
Esistono tre tipi di declinazione:
● forte (stark): quando l’aggettivo non è preceduto da articoli
● debole (schwach): quando l’aggettivo è preceduto da un articolo
determinativo
● mista (gemischt): quando l’aggettivo è preceduto da un articolo
indeterminativo (ein/kein)
https://deutsch.lingolia.com/it/grammatica/aggettivi/declinazione
Komparation
● “Per comparazione si intendono i tre gradi di comparazione dell'aggettivo e
meno avverbi.
● Oltre alla declinazione e alla coniugazione, il confronto è la terza forma di
flessione. Colpisce gli aggettivi e alcuni avverbi. Con le forme di confronto si
possono fare i gradi (a) e si possono esprimere i confronti (b).
● In tedesco ci sono tre gradi di paragone: positivo (bello), comparativo (più
bello) e superlativo (più bello). Le forme comparativo e superlativo sono
solitamente formate con suffissi (comparativo: -er; superlativo: -(e)st), se
ricorre un'umlaut aggiuntiva, allora anche nelle forme comparativo e
superlativo di un aggettivo.
○ leicht – leichter – am leichtesten
○ klug – klüger – am klügsten
○ wohl – wohler – am wohlsten“
● aggettivi monosillabici con suono vocale capace di umlaut nel comparativo (er) e nel superlativo (-(e)st) um:
○ alt, arm, groß, hart, kalt, klug, kurz, lang, nahe, schwarz, stark, warm.
● forme irregolari e suppletive
○ hoch-höher-höchst
○ nah-näher-nächst
○ gut –besser -best
○ viel – mehr – meist
● non tutti gli aggettivi sono paragonabili:
○ das tägliche Brot
○ *das täglichere, täglichste Brot
Partikel
● Il tedesco ha circa venti particelle modali. Alcuni esempi: schon, halt, eben, ja,
aber, vielleicht, einfach, doch, bloß, nur, mal
● Dubletten
○ Le particelle hanno tipicamente una dublette, cioè, accanto a loro, una
forma uguale con un significato diverso, che può anche avere un
carattere di connettore. (grammis)
■ • Wer ist denn das? vs. Er tut sich schwer mit den Treppen,
denn er hat ein kaputtes Knie. •
■ Versuch es doch nochmal! vs. Zehn Kandidaten stellen sich zur
Wahl, doch reelle Chancen haben allenfalls zwei.
→Come distinguere quale forma può e quale non può essere una MP? Guardiamo la
posizione nella frase
○ Ci riferiamo a Partikeln a una classe eterogenea di unità inflessibili.
○ A differenza degli avverbi, alcune classi di particelle mostrano
limitazioni nelle possibilità di posizione. Non possono stare da sole
○ In vista di una frase dichiarativa. Con poche eccezioni, non possono
agire da soli come risposta a una domanda, e non possono agire come
capo di una frase.
○ Le particelle sono - soprattutto nel linguaggio quotidiano - ad alta
frequenza. Una caratteristica tipica della lingua è la loro
polifunzionalità.
Umlaut und ablaut
Con il termine metafonia (ted. der Umlaut) indichiamo uno specifico processo di
assimilazione che consiste nell’influsso di una vocale su di un’altra di timbro diverso,
generalmente collocata nella sillaba precedente.
Si spiegano con la metafonia, provocata da vocali poi scomparse, molti fatti
grammaticali del tedesco moderno:
- il mutamento della vocale radicale della II e III persona singolare
dell’indicativo presente di molti verbi forti, dovuto alla presenza di una vocale i-, oggi scomparsa, nella desinenza del verbo: ich gebe, du gibst (< ata.
gebist)1 , er gibt (< ata. gebit); ich schlage, du schlägst (< slagist), er schlägt
(< slagit)
- la marca del plurale di molti sostantivi: Gast, Gäste (< *gastiz)2
- l’Umlaut nei comparativi e superlativi: jung, jünger (< ata. jungiro), jüngst
(ata. jungisto)
- l’Umlaut nella formazione del diminutivo, dovuta alla presenza di -inell’antico
suffisso del diminutivo (ata. -līn, poi diventato -lein; ata. -kīn, poi diventato chen): Frau-Fräulein, Hund-Hündchen.
L’apofonia (ted. der Ablaut) è un fenomeno fonologico che consiste nell’alternanza
vocalica all’interno della sillaba radicale dei verbi forti. In tedesco questa alternanza
ha valore grammaticale: cambiando la vocale radicale muta anche il valore
temporale, es.: gehen (presente) – ging (preterito) – gegangen (participio)
Wortschatzerweiterung
Wortbildung
→Il tedesco conosce diversi modi per ampliare il lessico (Wortschatzerweiterung).
La formazione delle parole è la formazione di parole da materiale linguistico
presente all'interno di una lingua. In tedesco, il vocabolario si espande
principalmente con la combinazione di parole, confidenze e affissi o con la
trasformazione morfologica delle parole.
Composizione/Zusammensetzung
La composizione è una delle strategie di formazione delle parole. In tedesco risulta
la più frequente. A livello morfologico, consiste nell’unione di due parole
indipendenti (o morfemi liberi) per formare una parola nuova, che esprime un
concetto nuovo rispetto a quelli delle parole di partenza. Qualche esempio:
● • Handtuch = Hand + Tuch
● • Weinglas = Wein + Glas
● • Muttersprache = Mutter + Sprache
● • Wildschwein = wild + Schwein
Composti usuali vs. composti occasionali (Di Meola 2014, p. 72)
→In tedesco vengono creati composti sempre nuovi. Molti di questi hanno vita breve,
mentre altri riescono a stabilizzarsi nel lessico e diventano composti usuali,
menzionati nei dizionari. I primi vengono definiti composti occasionali (colonna
destra); i secondi invece composti usali, appunto (colonna sinistra).
Esistono poi alcuni composti divenuti col tempo opachi a livello di significato, a
differenza dei precedenti. Si tratta cioè di parole composte in cui uno dei due
elementi costitutivi è fossilizzato: non occorre più come lessema libero. È il caso, ad
esempio, delle parole Stiefvater / Stiefmutter / Stiefsohn, che abbiamo già
incontrato. In questi composti l’elemento Stief- pur avendo un significato lessicale,
non ricorre più nell’uso contemporaneo come morfema libero, ovvero come parola
indipendente, e non è presente nemmeno nel dizionario. Altri esempi sono dati dalle
parole Him-beere/Brom-beere.
Caratteristiche del composto:
unità semantica
●
→Il significato del composto non è aggiuntivo:
○ • e Dunkelkammer (camera oscura) vs. dunkle Kammer (camera scura)
○ • r Großvater (nonno) vs. der große Vater (il padre alto)
● →composto: scopo, funzione, qualità durevole vs. rapporto momentaneo fra i
due componenti
unità formale
● →A livello formale si possono distinguere le seguenti categorie di proprietà:
○ a) unità grafica: il composto tedesco si scrive univerbato, cioè come
un‘unica parola → Sonnenlicht (stesso significato dell‘espressione Licht
der Sonne);
○ b) accento: il composto prevede un preciso schema accentuale,
secondo cui l’accento primario cade sul primo elemento costitutivo del
composto, mentre sul secondo elemento cade un accento secondario
(meno evidente)→'Sonnenˌlicht, 'Arbeitsˌamt; e NON ˌSonnen'licht,
ˌArbeits‘amt;
○ c) ordine delle parole: segue lo schema Bestimmungswort +
Grundwort, ovvero “determinante + determinato”. Invertendo l’ordine
delle parole che costituiscono il composto, si possono anche produrre
significati diversi:
■ • das Bierfass (it. botte di birra) – das Fassbier (it. birra alla
spina)
■ • die Nachtarbeit (it. lavoro notturno) – die Arbeitsnacht (it. notte
di lavoro)
■ • die Feldblume (it. fiore di campo) – das Blumenfeld (it. campo
di fiori)
○ flessione: applicata all’ultimo membro→das Sonnenlicht
○ attribuzione: art e attr si riferiscono al determinato→die alte Schloßtür;
die alte Tür eines Schloßes vs die Tür eines alten Schlosses
Exkurs
Bestandteile eines Kompositums: Grundwort + Bestimmungswort II
● Quindi, il GW determina le proprietà grammaticali del composto, come la
categoria lessicale (che si tratti cioè di un nome, un aggettivo ecc.). Ad,
esempio, se il GW è un nome, il composto nel suo complesso corrisponde a
un nome:
○ • Wein (N) + Glas (N) > Weinglas (N);
○ • groß (Agg) + Vater (N) > Großvater (N)
● Se il GW è un aggettivo, il composto corrisponde a un aggettivo:
○ • Mond (N) + weiß (Agg) > mondweiß (Agg)
● Tra le proprietà grammaticali determinate dal Grundwort si hanno anche
numero e genere. (groß + Mutter (F) > Großmutter (F)); (Hand (F) + Tuch (N)
> Handtuch (N)); (groß + Vater (M) > Großvater (M))
● Il Bestimmungswort, che funziona come una specie di attributo, determina il
significato del Grundwort restringendone l‘ambito di azione:
○ • Wein + Glas > Weinglas (Glas für Wein);
○ • Mond + weiß > mondweiss (weiß wie der Mond)
Tipologia categoriale dei composti
(Di Meola 2014, pp. 74-76)
→I composti possono essere classificati in base alla categoria lessicale (N, V, A
ecc.). La categoria lessicale corrisponde a quella del Grundwort. I composti nominali
hanno un nome come GW (N), quelli verbali un verbo (V), quelli aggettivali un
aggettivo (A) e quelli avverbiali un avverbio (Avv).
● Composti nominali (Grundwort: N)
La testa nominale può essere modificata da un altro nome, da un verbo, un
aggettivo, un avverbio, una preposizione ecc.
○ • NN:Abendbrot,Küchenfenster,Freiheitskampf
○ • AN:Kleinstadt,Großstadt,Großvater
○ • VN:Rolltreppe,Bindfaden
○ • PN:Gegensatz,Vorfahrt
○ • AvvN: Nichtraucher
○ • Altri:Aha-Erlebnis,Neinsager
● Composti verbali (Grundwort: V)
○ • AvvV: zurückgehen
○ • NV:teilnehmen,danksagen • A:freihalten
○ • VV:kennenlernen
● Composti aggettivali (Grundwort: Agg)
○ • NA:haushoch,hilfsbereit • AA: orangerot
○ • PA: übernervös
○ • VA:treffsicher
○ • Altro:ichbezogen
● Composti avverbiali (Grundwort: Avv)
○ • AvvAvv: überallhin
○ • AAvv:weither
○ • NAvv:kieloben
○ • PAvv:übermorgen
Morfemi di raccordo (Fugenmorpheme)
● →Nella maggioranza dei composti gli elementi costitutivi sono accostati
l‘uno all‘altro direttamente, senza aggiunta di morfemi ulteriori tra i due:
Hausarbeit, Nachname, Autobahn, Hochebene.
● →In altri casi invece i membri del composto sono collegati attraverso
particolari morfemi, detti morfemi di raccordo (ted. Fugenmorpheme) o
interfissi. Elenchiamo qui di seguito alcuni morfemi di raccordo ricorrenti:
○ • -e (< plur): Gänsehaut, Pferdemarkt
○ • -er: Bild-er-rahmen, Wörterbuch, Kleiderschrank
○ • -e(n): Sonne-n-schein, Studentenbund , Hasenbraten; Sonnenlicht
○ • -(e)s (<gen masch): Bahnhof-s-halle, Arbeitszimmer, Identitätskrise,
Freiheitskampf
● →L'origine di questi morfemi è flessiva: il morfema -e-, per esempio, è
riconducibile al plurale del sostantivo; -e(s)- al genitivo del sostantivo
maschile. Ma oggi questi morfemi hanno raggiunto un’indipendenza rispetto
alla loro funzione originale e sono divenuti appunto semplici elementi di
unione tra le parti di un composto.
● →Vi sono delle regole per l’uso dei morfemi di raccordo: vedi Di Meola 2014,
p. 79.
○ se un sostantivo forma il plurale in -e/-er, probabilmente comparirà -e-/er- (der Hund, die Hunde → Hund-e-hütte). Se un sostantivo femminile
terminante in -e forma il plurale in -n, probabilmente comparirà in -n
(die Sonne, die Sonnen - der Sonne-n-aufgang)
○ se un sostantivo maschile forma il genitivo in -(e)n, probabilmente
comparirà -n- (der Hase, des Hasen - Hase-n-braten)
○ se un sostantivo ha il suffisso -ling o -tum, comparirà sempre -s(Säuling-s-pflege, altertum-s-forschung); dopo i suffissi -heit,-keit,schaft,-ung,-ion,-ität e il prefisso Ge- comparirà spesso -s● In alcuni casi uno stesso sostantivo può occorrere con più tipi di morfemi
di raccordo, a seconda dell'elemento con cui si lega.
○ • Arbeitgeber, Arbeitsbuch, Arbeiterklasse
○ !! Kindtaufe, Kindskopf, Kindesraub, Kinderzimmer
○ Ü: Segmentare! Lernerfahrung Fahrerlaubnis Leserhythmus
Testa dei composti
→I due elementi che costituiscono il composto svolgono funzioni diverse. Uno di essi
funge da testa, stabilendo la categoria sintattica del composto, il genere, la forma
plurale e altre caratteristiche legate al suo significato. In tedesco la testa del
composto corrisponde sistematicamente all’elemento posto a destra. Mentre in
italiano i composti sono sistematicamente costituiti da due membri, in tedesco vi
sono composti che contengono tre, quattro, cinque elementi (Mehrfachkomposita).
Rekursivität (ricorsività); Informationsdichte (densità informativa)
Composti determinativi e copulativi I (Di Meola 2014, 72-73)
→Nei composti determinativi si ha una gerarchia tra i due elementi costitutivi,
ovvero la testa (detta anche „determinato“ o Grundwort) e l‘elemento modificatore
(detto anche „determinante“ o Bestimmungswort). La testa è cioè l‘elemento
principale, mentre il modificatore è l‘elemento secondario.
→La testa
1. veicola il significato fondamentale (mentre il modificatore specifica il
significato espresso dalla testa);
2. è portatrice delle categorie grammaticali dell‘intero composto (per genere e
numero).
○ • it. caposquadra (testa + modificatore)
○ • ted. Weinglas, Bierglas (modificatore + testa)
Nei composti copulativi non sussiste un rapporto semantico gerarchico fra gli
elementi. Nessuno dei due prevale cioè semanticamente sull‘altro. Ad esempio la
cassapanca puà essere definita sia come una cassa che funge anche da panca sia
come una panca che funge anche da cassa; la stessa cosa vale per il composto
radiosveglia.
○ • cassapanca, radiosveglia
○ • Uhrradio, Hosenrock, nasskalt, schwarz-rot-gold
Composti endocentrici e esocentrici
(Di Meola 2014, p. 74)
● Endocentrici (determinativi e copulativi) > nucleo semantico coincide con
uno dei due elementi costitutivi (capostazione è un tipo di capo). Bsp:
Büroarbeit, Lodenmantel, Bahnhofsvorsteher.
● Esocentrici (possessivi) > nucleo semantico esterno (pellerossa, piedipiatti:
piedipiatti non indica un tipo di piedi, ma è un termine gergale per indicare i
poliziotti).
I composti esocentrici sono definiti anche composti possessivi (pars pro toto):
spesso una caratteristica del corpo umano sta per la persona nella sua interezza. In
tedesco in questi casi il secondo elemento risulta un nome.
● Agg+Nome
○ Kahlkopf Dummkopf Schlaukopf Langbein
● Nome+Nome
○ Schafskopf Holzkopf Löwenzahn, Lockenkopf
Composti determinativi: rapporto testa-modificatore
(Di Meola 2014, pp 76-78)
● Tipi di determinazione
→Il tipo di composto più frequente è il composto determinativo N+N. Sono possibili
vari tipi di legame semantico tra determinante (BW) e determinato (GW)
N GW = Arbeit
● • Kinderarbeit -→ specificazione
● • Hausarbeit, Gartenarbeit → luogo
● • Bauernarbeit, Drechslerarbeit → professione
● • Handarbeit, Kopfarbeit → strumento
● • Silberarbeit, Lederarbeit → materia
● • Herkulesarbeit → paragone implicito
● • Doktorarbeit, Bachelorarbeit, Masterarbeit → scopo
Rektionskomposita / Composti di reggenza
→Il Grundwort di alcuni composti è un nome derivato da un verbo transitivo (lehren) o
intransitivo (fallen). Il rapporto semantico tra GW/testa (Lehrer) e BW(modificatore
(Mathe) è lo stesso che sussiste nella corrispondente frase completa tra il verbo
(lehren) e il complemento retto dal verbo (Mathe); per questo si parla di composti di
reggenza. Indicano l’oggetto del verbo
● • Autofahrer > jemand, der Auto fährt
● • Mathelehrer>jemand,der Mathe lehrer
● • Schneefall > Schnee, der fällt
In altri casi (in cui il nome GW deriva come nei casi precedenti da un verbo) la
relazione semantica tra testa e modificatore è molto indiretta e non risulta predefinita
dalla semantica del verbo alla base del nome-testa:
● • Geisterfahrer>jemand,der wie ein Geist fährt
● • Alkoholfahrer>jemand,der unter Einfluss von Alkohol fährt
● • Sonntagsfahrer>jemand,der selten und daher schlecht fährt
→Il modificatore cioè, a differenza di quanto accade nei composti di reggenza, non
indica l’oggetto del verbo ma altri tipi di specificazione.
Modificazione e alterazione
• Mentre in italiano si ha un bacino di suffissi diminutivi e accrescitivi, vezzeggiativi e
peggiorativi, in tedesco si hanno diminutivi-vezzeggiativi (-chen, -lein), ma i suffissi
accrescitivi e peggiorativi. Per esprimere questi valori valutativi di tipo accrescitivo
e peggiorativo il tedesco ricorre non alla derivazione in senso stretto tramite suffissi,
ma ad altri mezzi linguistici. Ad esempio utilizza alcuni elementi determinanti come
Riesen- 'molto grande': Riesenskandal 'grande scandalo'. Per esprimere valutazione
enfatica il secondo elemento può essere marcato, ovvero non la variante standard:
Riesenkerl 'omone' (-kerl 'tipo' al posto di -mann 'uomo'), Riesenweib 'donnone' (weib 'femmina' al posto di -frau 'donna’).
• Vi sono altri elementi che possono svolgere la funzione di primo costituente di
composti espressivi/valutativi nominali e aggettivali: Affe ‘scimmia’ (Affenhitze 'caldo
cane', affengeil 'fighissimo'); Bombe (Bombenerfolg 'successone', Bombengeschäft
'affarone'); Hund (Hundekälte 'freddo cane'); Mord (Mordskrach 'rumoraccio'); Sau
(sauteuer 'carissimo', lett. caro come una scrofa). Vista la notevole produttività di
questi elementi in funzione modificativa, essi vengono ormai considerati come
morfemi legati (semiprefissi o prefissoidi), perché sembrano essere desemantizzati
in questi specifici utilizzi.
Composti a tre o quattro membri: scomposizione in costituenti immediati
Derivazione/Ableitung
→La derivazione è un processo di formazione di parola che prevede l‘unione di un
affisso (ovvero di un morfema legato) a una base lessicale (una parola/un
lessema, ovvero un morfema libero).
Distinguiamo diversi tipi di affissi, in base alla loro posizione rispetto alla base, ad
esempio parliamo di:
● suffissi (es. -lich, -ung, -schaft)
● prefissi (es. un-, miss-)
● circonfissi, ovvero affissi formati da un prefisso e da un suffisso che si
collocano intorno alla base lessicale (es. Ge-…-e in Gebirge “montagne”)
● interfissi, ovvero i morfemi di raccordo presenti ad esempio all’interno dei
composti (es. -(e)n-, -s-)
● confissi, ossia affissi come Bio- in Biogemüse (it. verdura biologica) oppure
Bioapfel (it. mela biologica) o ancora –thek, dunque elementi posizionati dopo
la base lessicale, come in Bibliothek, Videothek, chiaramente di origine
grecolatina
• N e A: Suffixderivation dominiert
• V: Präfixderivation dominiert
• + Zirkumfixe: Ge-...-e (Gebirge)
→Distinguiamo ora tra suffissazione e prefissazione
Suffissazione
➔Nelle forme suffissate il suffisso determina le proprietà categoriali del derivato
(genere, formazione del plurale). Esempio:
Il suffisso -schaft forma nomi (da altri nomi), determina il genere femminile del
derivato e la forma del plurale, che finirà in -en:
• Freundschaft (it. amicizia) > pl. Freundschaften;
• Mannschaft (it. squadra) > pl. Mannschaften.
Il suffisso -lein, che forma diminutivi, determina il genere del derivato con valore
diminutivo, neutro, e il plurale, che nel caso dei diminutivi, rimane invariato rispetto
alla forma singolare, pertanto avremo forme come:
• der Tisch > das Tischlein
• der Hund > das Hündlein.
Lo stesso discorso vale per l’altro suffisso del diminutivo presente in tedesco che è chen (neutro e plurale invariato).
Con i diminutivi, se nella base lessicale abbiamo una vocale a / o / u, cioè una
vocale che può essere soggetta a metafonia, nel derivato➔Dorf > Dörfchen.
Derivazione nominale
(v. elenco in Di Meola 2014, 80)
Principali suffissi che portano alla formazione di nomi derivati:
• -e (deverbale): Suche, Frage
• - er (deverbale): Lehrer, Schüler; (denominale): Kritiker, Musiker
• -heit/-keit /-igkeit (da aggettivi): Dummheit, Schönheit, Sauberkeit, Süßigkeit
• -schaft (da nomi): Gemeinschaft, Freundschaft
• -tum (da nomi): Altertum, Christentum
• -ung (deverbale): Bildung; (denominale): Kleidung
Derivazione aggettivale
• -bar (deverbale): brauchbar, trinkbar
• -ig (denominale): bärtig
• -los (denominale): arbeitslos, sprachlos
• -lich (denominale): sommerlich
Derivazione avverbiale
• -s (da nomi): nachts, abends, montags
• -weise (da nomi e aggettivi): beispielsweise; freundlicherweise
Derivazione verbale
• -ieren: telefonieren, rebellieren
(vedi elenco completo in di Meola 2014, p. 80)
Prefissazione
➔Nelle forme prefissate a definire le proprietà categoriali del derivato è ovviamente
la base lessicale. Il prefisso svolge un ruolo di modificatore a livello semantico.
Esempio:
• nelle forme unklar (it. non chiaro) e unglücklich (it. infelice), un- serve
semplicemente per modificare il significato della base (felice > non felice;
chiaro > non chiaro).
➔Schema accentuale dei derivati con prefisso è molto simile a quello dei composti:
abbiamo un accento primario sul prefisso e un accento secondario sulla base
lessicale ('unˌwichtig).
Alcuni prefissi per formare nomi:
• Miss-: Missbrauch
• Un-: Undank, Unmensch
• Ur-: Urmensch, Urwald
Alcuni prefissi per formare aggettivi:
• Un-: unschwer, unfähig
• Ur-: uralt
Alcuni prefissi per formare verbi:
➔Prefissi inseparabili (untrennbar)
• be-, emp-, ent-, er-, ge-, miss-, ver-, zer- (bedienen, entkommen, erfassen,
verändern, zerschlagen)
➔Prefissi separabili (trennbar)
• ab- (allontanamento); an- (contatto); auf- (verticalità, contatto ecc.) • aus(uscita); hin-/her-+auf/ein/aus...
(abfahren, ankommen, aufheben, auswandern usw)
➔Alcuni prefissi possono essere sia separabili sia inseparabili (um-, über-, durch)
con cambiamenti di significato
• übersetzen (it. tradurre; non sep) vs über|setzen (it. trasferire da una
riva/sponda all’altra; sep)
Mentre i suffissi possono comportare un cambiamento della classe lessicale della
parola a cui si legano(da nome a aggettivo, da verbo a nome ecc.) i prefissi non
possono farlo. Attraverso la prefissazione si mantiene cioè sempre la stessa classe
lessicale della parola di partenza.
➔In alcuni casi il confine tra derivazione e composizione non è facile da tracciare.
Può accadere che uno dei due elementi del composto, pur essendo una parola
lessicale, risulti desemantizzato nel contesto di molte formazioni o sembri
comportarsi in un modo più vicino a un prefisso/suffisso, ovvero un morfema legato.
In questi casi si parla anche di prefissoidi/suffissoidi (cfr. slide precedente su
Modificazione/alterazione).
todsicher, todmüde, todschick, todfroh, todlangweilig,
hundeschlecht, hundekalt (saukalt), Hundewetter, Hundehitze
Conversione/Konversion
➔Si tratta di una strategia di formazione di parole che prevede il cambiamento della
categoria grammaticale senza aggiunta di affissi (suffisso zero), ovvero la ricategorizzazione
di una parola senza che occorra uno specifico suffisso a segnalarla.
•V>N: springen>der Sprung, beginnen > der Beginn (la base verbale diventa un
nome; talvolta con cambiamento della vocale)
•V>N das Laufen,das Essen (intera parola;unica differenzia a livello ortografico: la
maiuscola)
• A>V Reif>reifen, trocken>trocknen
Kurzwortbildung
➔Il processo di formazione di parole denominato Kurzwortbildung comprende abbreviazioni
e acronimi.
●
●
• Abbreviazioni con cui si ricorre alla parte iniziale della parola: Demonstration >
Demo, Universität > Uni, Abitur > Abi
• Parte finale della parola: Violoncello > Cello, Omnibus > Bus, Fahrrad > Rad
●
●
●
• Sillabe iniziali degli elementi del composto: geheime Staatspolizei > Gestapo;
Staatssicherheit > Stasi; Kriminalpolizei > Kripo
• Acronimi (utilizzo delle singole lettere iniziali di un composto) (ted. Akronyme): LKW
(Lastkraftwagen), SWS (Semesterwochenstunden); gli acronimi possono costituire
anche elementi di un composto (PDF-Datei)
• Abbreviazioni parziali, ad esempio in composti come: Orangensaft > O-Saft,
Unterseeboot > U-Boot.
Phonetik und Phonologie
Alcuni fenomeni evidenti: articolazione "dura" delle vocali a inizio di parola (al,
amico), articolazione della consonante < r > in posizione postvocalica come vocale e
non come consonante (parlato), aspirazione della consonante < t >.
Possiamo notare alcune caratteristiche tipiche della pronuncia di apprendenti
italofoni, come la realizzazione di < d > come occlusiva dentale sonora anziché
sorda (Deutschland), l’articolazione delle vocali non accentate come vocali piene
(studieren, finde) anziché ridotte, la realizzazione di una vocale di appoggio fra due
consonanti (besonderes), la pronuncia senza palatalizzazione del digrafo < sp > in
principio di parola (spannend) ecc.
- Gliederung
●
●
●
●
●
Rhythmus
Satzakzent
Melodie/Intonation
Wortakzent
Segmentale Merkmale (Konsonanten, Vokale)
Rhythmus
L’italiano è caratterizzato da quella che molti definiscono intuitivamente una parlata
“melodiosa”, cioè da una impostazione debole e dalla cosiddetta isocronia
sillabica: tutte le sillabe hanno più o meno la stessa durata. In tedesco, invece, il
ritmo della frase è caratterizzato da tratti “forti” e da nuclei ritmici ben scanditi, come
nell’esempio: “Sie hat gesagt, dass sie heute Abend kommt”. Si parla in questo caso
di isocronia accentuale: le sillabe accentate sono più lunghe, mentre le sillabe non
accentate risultano non solo attenuate, ma anche ridotte e compresse.
Ritmo: alternanza di sillabe accentuata e non accentuata
-La caratteristica più importante del ritmo del discorso tedesco è che le distanze tra
le sillabe enfatizzate sono percepite come più o meno simultanee quando si parla.
Le sillabe non accentuate in mezzo sono più o meno raccolte e quindi ridotte nella
loro sostanza fonetica.
-Le sillabe accentuate e non accentate non sono quindi della stessa lunghezza
(conteggio delle sillabe vs. di conteggio degli accenti)
- betont: parlare più forte, più lento, più chiaro
- unbetont : più silenzioso, più veloce, più ineloquente (riduzione, elisione)
Reduktions- und Assimilationsprozesse
nella maggior parte dei casi si tratta di un fenomeno esclusivamente fonetico, che
caratterizza la parlata quotidiana dei germanofoni
Hast du einen Moment Zeit?
[`hasḍmo`mɛn`tsaıt]
Questa peculiarità del ritmo tedesco determina, nella catena del parlato, due
fenomeni, che caratterizzano gli elementi che non recano significato autonomo
(articoli, desinenze verbali ecc.): riduzione della quantità vocalica nelle sillabe
atone; elisione di segmenti all’interno o in fine di parola.
Negli articoli l’elisione può riguardare non solo la vocale della desinenza, ma
addirittura tutta o in parte la sillaba precedente. L’articolo einen si realizza spesso
come ’n
— A. totale: sostituzione di un segmento con un altro
● einmal > [aı(m)mɑːl]
— A. parziale: adeguamento di una parte dei tratti del segmento in
questione
● leben [leːbm]
● hupen
[huːpm]
Questa riduzione, compressione o addirittura elisione della vocale ha poi un’altra
conseguenza articolatoria, l’assimilazione, che in ultima analisi serve a semplificare
la pronuncia della sequenza. Prendiamo l’esempio del verbo leben e vediamo che
cosa succede nel dettaglio. L’elisione dello schwa [ə] mette a contatto /n/ con /b/. La
trascrizione fonetica mostra che il fonema /n/ tende a realizzarsi come nasale
bilabiale, con un suono simile cioè a [m], cioè la pronuncia di /n/ si è avvicinata al
luogo di articolazione della pronuncia di /b/.
Vgl. noch:
ich lebe [b] / du lebst, er lebt [p];
ich lade [d] / du lädst, er lädt [t];
ich reise [s] / du reist, er reist [z]
Satz Akzent/Accento di frase
L’accento di parola è un fenomeno prosodico mediante il quale un gruppo di suoni di una
parola è messo in rilievo rispetto ad altri della stessa parola.
All’interno dell’enunciato alcune parole acquistano una PROMINENZA.
● la loro sillaba o le loro sillabe accentate acquistano uno speciale rilievo in
rapporto alle parole circostanti,
● tale rilievo non dipende dalle caratteristiche strutturali delle lingue, MA dal
significato dell’enunciato e dall’intenzione comunicativa del parlante
● l’accento prosodico cade in italiano e in tedesco per lo più sulle medesime
parole. ITA=TED
l’accento prosodico principale cade sul costituente che porta l´informazione nuova
più spostato verso destra
● Meine Tante Anna ist in Ber'lin.
● Meine Tante Anna ist seit einem Monat in Ber'lin.
● Meine Tante Anna ist seit einem Monat mit ihrem Mann im Urlaub in Berˈlin.
●
●
●
●
Mia zia Anna è a Berlino.
Mia zia Anna è da un mese a Berlino.
Mia zia Anna è da un mese con suo marito a Berlino.
Mia zia Anna è da un mese con suo marito in ferie a Berlino
Neutrale Aussagen
Betonbare Wortarten:
Substantive, Adjektive, Adverbien, Numeralien, Vollverben
‼️Satzakzent auf der letzten betonbaren Wortart im Satz.
Sie saßen.
Sie saßen in der Küche.
Sie saßen in der neuen Küche.
Neben Akzent > accenti presenti nella frase, ma non principali (haupt akzent)
Satzklammer
Struttura aperta tra due verbi (nel perfekt)
Meine Tante Anna ist in Ber'lin gewesen.(gewesen è agganciato a Berlin)
Pronuncia enclitica > in frasi con perfekt, la pronuncia del verbo finale si aggancia
alla parola precedente
Emphase/accento enfatico
Su qualsiasi parola della frase (articoli, pronomi …)
'Meine Tante Anna ist in Berlin.
'Mia zia Anna è a Berlino. (La mia, non la tua).
'Die Gruppenreise war besonders gut organisiert. (Qui l’articolo diventa dimostrativo)
Quel viaggio in comitiva era particolarmente ben organizzato.
https://www.youtube.com/watch?v=eH5TQx32aUs
Intonazione
● Andamento melodico di un enunciato
● Determinante per distinguerne la struttura sintattica, la modalità e il valore
pragmatico
● Nel caso della modalità, l’intonazione è indicativa soprattutto alla fine
dell’enunciato (frasi enunciative vs. interrogative)
Frasi affermative/Aussagen
● Andamento alquanto discendente
Tante Anna war in Berlin.
● Tonia discendente rafforzata dalla costruzione “a parentesi”
( elemento “enclitico” finale associato a marcata discesa di tono)
Meine Tante Anna ist in Berlin gewesen.
Tonìe fondamentali del tedesco
● •Steigende Endmelodie ↗
Sie gehen jetzt?
[zi ˈɡeːən ˌjɛtst]
● Fallende Endmelodie↘
Sie gehen jetzt.
[zi ˈɡeːən ˌjɛtst]
● Schwebende/progrediente Melodie (t. sospensiva)
Sie gehen am Wald entlang …. (Pilze suchen)
[zi ˌɡeːən ʔam ˈvalt ʔɛntˌlaŋ]
Wortakzent DT
● „messa in rilievo di un gruppo di suoni di una parola rispetto ad altri della
stessa parola“ (Ponti/Romano 2013, 3)
● In tedesco la sillaba accentata è solitamente la sillaba radicale, che
mantiene l‘accento anche in caso di flessione e derivazione.
● nei polisillabi, l’accento primario, che nella trascrizione fonetica è indicato con
una lineetta verticale in apice davanti alla sillaba accentata ['], e l’accento
secondario [ˌ], indicato con una lineetta in pedice davanti alla sillaba
accentata.
Come individuare la sillaba prominente
● Posizione solitamente iniziale
● Prefissi separabili (ankommen, aufstehen)
● suffissi di origine latina sempre accentati, ma con eccezioni! (-tion, -ismus, tät, -ent, -ieren)
● Prefissi inseparabili (bekommen, verstehen) !‼ wieder-, durch-, über-:
wiederholen/wiederholen
Fremdwörter:„Freier“ Wortakzent im Deutschen
●
●
●
●
●
●
perFEKT – PerfektION
telefoNIEren
BiblioTHEK
GramMAtik, LEXik
kontinenTAL frühstücken
ParTIkel
Wortakzent distinktiv (phonemischer Wortakzent)
● übersetzen – übersetzen
● perfekt – Perfekt
● amo – amò, pero-però
● Bisogna che i conservatori nei conservatori non violino il violino, non si
stanzino in uno stanzino e non abbaino nell'abbaino: io esamino la possibilità
di fare un esamino, perciò loro provino a fare un provino!...
Vocali
● Le vocali sono suoni prodotti dall’aria che, percorrendo gli organi dell’apparato
fono-articolatorio, non incontra altra ostruzione o restringimento tranne le
corde vocali. La loro qualità dipende dalla forma assunta dalla cavità orale
durante l’articolazione e, in particolare:
○ dallo spostamento della lingua sul piano orizzontale (avanzamento /
arretramento): a seconda della sua posizione – con particolare
riguardo alla zona del palato alla quale si avvicinano il dorso e/o il predorso – avremo vocali anteriori, come la [i], centrali, come la [a], o
posteriori, come la [u];
○ dallo spostamento della lingua sull’asse verticale (sollevamento /
abbassamento): nella posizione più bassa, corrispondente alla
maggiore apertura, verrà prodotta una [a], in quella più alta ad es. una
[i];
○ dal minore o maggiore arrotondamento delle labbra, ad esempio
rispettivamente nelle vocali [o] e [u] v. Immagini p. 21
Klassifizierung von Vokalen
Öffnungsgrad: offen – geschlossen
Zungenhebung: hoch – mittel – flach (alte-medie-basse)
Artikulationsort im Mundraum: vorn – mittel- hinten (anteriori-centrali-posteriori)
Beteiligung der Lippen: labial – nicht labial (gerundet – ungerundet)
Quantität: lang – kurz (gespannt/tensione muscolare superiore-ungespannt/tensione
muscolare inferiore)
Numero molto maggiore di fonemi vocalici del tedesco. A ogni fonema vocalico
tedesco lungo corrisponde un fonema vocalico breve:
● bieten ~ bitten
[iː] ~ [ɪ]
● fühlen ~ füllen
[yː] ~ [ʏ]
● Beet ~ Bett [eː] ~ [ɛ]
● Höhle ~ Hölle
[øː] ~ [œ]
● Staat ~ Stadt [ɑː] ~ [a]
● Robe ~ Robbe
[oː] ~ [ɔ]
● Ruhm~ Rum [uː] ~ [ʊ]
Ess. 2-3-4 p. 45, 9 p. 47, 1-4 p. 51, 10 p. 52
● Mentre l’italiano non attribuisce valore fonematico alla lunghezza delle vocali
e la differenza quantitativa tra la /a/ di fato e di fatto è legata alla struttura
della sillaba (è infatti riconducibile al raddoppiamento consonantico seguente,
esso sì per l’italiano distintivo), in tedesco abbiamo due fonemi diversi, il cui
tratto fonematicamente pertinente è proprio innanzitutto la quantità vocalica.
● Questa distinzione crea problemi agli italofoni, che non sempre riescono a
individuare, a fronte di segni grafici spesso identici, quando la vocale è lunga
e quando è breve.
Regole empiriche che possono essere d’aiuto:
In tedesco le vocali sono generalmente brevi se seguite da due o più consonanti,
mentre sono generalmente lunghe:
● - se nella grafia le vocali sono raddoppiate (Haar);
● - se nella grafia compare il digrafo ‹ ie › (lieben);
● - se nella grafia la vocale è seguita da ‹ h › (sehen);
● - se la vocale è in fine di parola (Kino, Klima);
Vocali ridotte
il tedesco possiede due vocali centrali sconosciute all’italiano:
● la vocale [ə], detta schwa, o anche Murmellaut, segnalata graficamente come
‹e› (in sillabe atone). Articolazione: vocoide centrale neutro, senza
abbassamento/innalzamento del dorso della lingua, senza movimento delle
labbra (v. suono intervocalico emesso in it. per prendere tempo fra una parola
e l´altra)
Frequentissima, si trova:
● - nei prefissi be- e ge-(bekommen, Gedicht);
● - in fine di parola, soprattutto nei nomi femminili (Klasse, Straße);
● - morfemi finali (hören, antwortet, gutem);
● - nei suffissi -er, -el, (Spieler, Onkel);
● Nel suffisso -chen (Mädchen).
● Costrittiva uvulare vs. r vocalica
● 1. R consonantica [ʁ]:
○ aria passa fra uvula e dorso della lingua
● 2. Vocale ridotta: variante vocalizzata della r, [ɐ], che troviamo:
○ dopo vocale lunga (für, Meer, Uhr), purché nella stessa sillaba;
○ in finale di sillaba (oder, aber);
○ nelle sequenze finali <-ert, -ern, -ers> (wandert, wandern,
anders)
● Se prima di -r c’è un confine sillabico, la -r non è più vocalica, ma
consonantica: Uh-ren).
● La -r vocalica si trova inoltre in alcuni prefissi e suffissi (erleben, Bauer,
zerstören).
● R-Laute Ess. pp. 89-90, 1-6 e 9-10 > Bär [bɛːɐ] labbra e mandibola
stessa posizione, movimento della lingua
Dittonghi
● Le vocali del dittongo sono pronunciate con un rapido passaggio dal primo
suono, più prominente, al secondo, che risulta ridotto e meno definito da un
punto di vista articolatorio > Mai, mein; laut, blau; neun, neu
Consonanti/Konsonanten
Modo di articolazione: tipo di resistenza opposta al flusso dell’aria che proviene dai
polmoni
●
●
●
●
●
occlusione totale, anche se momentanea: occlusive;
occlusione parziale e conseguente restringimento o “frizione”: fricative;
interessamento della cavità nasale (nasali);
del passaggio ai lati della lingua (laterali);
della vibrazione della lingua (vibranti)…
> concomitante vibrazione delle corde vocali (sonore) o senza vibrazione delle
corde vocali (sorde).
N.B. sorde/sonore: tratto legato anche a una maggiore o minore energia nella
pronuncia, per il tedesco si preferisce evidenziare questo secondo aspetto e
distinguere tra consonanti tese (o fortis, o gespannt, o hart) e consonanti rilassate
(o lenis, o ungespannt, o weich), che ovviamente saranno anche rispettivamente
sorde e sonore.
● Pein[pʰ] pena [p],
● bei, [b̥], bosco [b]
luogo di articolazione: il punto dell’apparato fono-articolatorio in cui le consonanti
vengono articolate
Konsonanten im Auslaut
in tedesco non possono esistere consonanti rilassate (sonore) in posizione finale. La
presenza nella scrittura di consonanti sonore in tale posizione dev’essere
considerata una semplice questione grafica: ab, und, Tag [ap], [ʊnt], [tʰak].
Si confronti:
aber [b]
ab
[p]
Bunde [d]
Bund [t]
Regen [ɡ]
Tag [k]
aktive [v]
Reise [z]
aktiv [f]
Reis [s]
Attacco aspirato e attacco vocalico in posizione iniziale
● a) Attacco aspirato: approssimante glottale [h] (ted. Hauchlaut) hoffen/offen
Hände/Ende
● b) Attacco vocalico: occlusiva glottale [ʔ] (ted. Vokalneueinsatz / Knacklaut)
Vokalneueinsatz, Knacklaut
!!! riconoscere i confini morfologici che possono dar luogo all’attacco vocalico
Standes[ʔ]amt, Spiegel[ʔ]ei
SPIEGEL-EI
ver[ʔ]eisen ([fɐˈʔaezn̩] ‘congelare’, vs verreisen [fɐˈʁaezn̩] ‘partire’,
ˈ Spielende Spiel ˈende
Es. p. 74 ss.
Consonanti
– Fricative/Reibelaute
distinguere tra [ʃ] Kirsche e [ç] Kirche,
● - diverso punto di articolazione: postalveolare nella prima e palatale nella
seconda
● differenza nell’organo di articolazione: in [ʃ] il margine della lingua, la corona
pre-dorsale, in [ç] il dorso.
Quando pronuncio s postalveolare?
sch; s vor p und t im Anlaut
Fisch [ˈfɪʃ], spät [ˈʃpɛːt], Stimme [ˈʃtɪmə]
– Ach- und Ich-Laut (costrittiva palatale e velare) CH
● palatale [ç] e allofono velare [x], digrafo ‹ ch › varianti condizionate dalla
vocale che precede:
[x]
[ç]
● dopo vocali posteriori dopo vocali anteriori
↓
e all’inizio di parola o morfema:
ich, mich, dich
Bach
Bächer
Bauch
Bäuche
noch
-ig, -ich
Buch
Bücher
Chemie
Mädchen
!!! non sempre al segno grafico ‹ ch › corrispondono la fricativa velare o palatale:
- occlusiva velare:
● inizio sillaba: Chaos, Chor, Chemnitz, Christa [k]
● davanti a fricativa: sechs [k],
● parole di origine francese: la grafia ‹ ch › consonante postalveolare [ʃ] Chef
Sintassi
Che cos’è la sintassi? (Di Meola, pp.91-93)
→La sintassi è la disciplina linguistica che si occupa di studiare come le parole si
combinano in unità più complesse, quali i costituenti e soprattutto la frase.
Der Satz / La frase
→Diverse definizioni esistenti, a seconda del punto di vista da cui la si studia
(psicologia, logica, fonologia, ortografia, grammatica ecc.). Colombo/Graffi 2017: 67
sottolineano come nel corso dei secoli siano state proposte più di duecento
definizioni di frase. Molte di esse sono riconducibili ad alcuni tipi fondamentali (in
quanto adottati spesso nelle grammatiche scolastiche), ciascuno dei quali non risulta
pienamente soddisfacente e può essere viziato da numerosi controesempi.
→Da un punto di vista sintattico, ciò che distingue la frase da ogni altra
combinazione di parole è la presenza di una struttura predicativa, cioè di una
combinazione soggetto-predicato. La frase è cioè un’unità che ruota intorno a un
predicato, tipicamente realizzato da un verbo a cui si combina un soggetto. Secondo
questo criterio, soltanto il primo dei due esempi seguenti può essere considerato una
frase:
• Die neue Studentin kommt aus Italien→frase
• Die neue Studentin→uno dei costituenti della frase proposta
Unterschiedliche Satztypen:
Beispiele
→Aussagesatz: Julia hat ein neues Auto gekauft
→Fragesatz: Hat Julia ein neues Auto gekauft? / Wann hat Julia ein neues Auto
gekauft? →Wunschsatz: Hätte ich doch bloß mehr Geld!
→Aufforderungssatz: Leih mir doch bitte mal dein Auto!
Si riconoscono diversi tipi di frase (Satztyp), che possono essere distinti e classificati
in base a criteri differenti, come la posizione del verbo finito, il modo del verbo,
dell'intonazione (nel parlato):
● • 1. dichiarativa: il verbo coniugato si trova in seconda posizione; la frase si
caratterizza per un’intonazione discendente: Ich esse einen Apfel. La frase
dichiarativa si usa per asserire qualcosa.
● • 2. interrogativa: La frase interrogativa si usa per richiedere informazioni o
più in generale per porre domande di natura diversa. La posizione del verbo
varia a seconda che si tratti di
○ a) un'interrogativa TOTALE (le cosiddette yes/no questions, ovvero
quelle non introdotte da avverbio o pronome interrogativo), in questo
caso il verbo si trova in prima posizione (Bist du zufrieden?)
○ b) un'interrogativa PARZIALE (introdotta da un avverbio o pronome
interrogativo, come wann, wie, warum), in questo caso il verbo si trova
in seconda posizione: (Wann rufst du mich an?).
● • 3. Ottativa: il verbo finito al Konjunktiv II può essere collocato in prima
posizione, la frase si conclude tipicamente con un punto esclamativo nello
scritto e nel parlato ha un'intonazione discendente (Wäre ich doch reich!). Le
ottative sono usate per esprimere un desiderio di chi parla.
● • 4. imperativa: il verbo finito all'imperativo si trova in prima posizione, la
frase ha un'intonazione discendente (Ruf mich an!). La frase imperativa si usa
quando chi parla intende far fare qualcosa al suo interlocutore: compiere
un’azione, smettere di compierla, farla in un determinato modo.
Le frasi possono essere classificate anche secondo altri criteri: ad esempio, si
possono distinguere frasi indipendenti e frasi dipendenti (subordinate). Queste ultime
possono a loro volta distinguersi in svariati tipi, dal punto di vista sintattico
(argomentali, circostanziali, relative) e semantico (causali, temporali, condizionali
ecc.)
I costituenti: prime definizioni
(cfr. anche Di Meola 2014, pp. 93-94)
→Un costituente (ted. Konstituent) può corrispondere a una singola parola o a un
gruppo di parole e funziona come singola unità all'interno della frase.
• Die neue Studentin kommt aus Italien
Die neue Studentin corrisponde a uno dei costituenti della frase proposta. Gli
elementi che lo compongono si comportano, come vedremo, come una singola unità
compatta all’interno della frase.
Unterschiedliche Formen:
I costituenti possono essere costituiti da una sola parola oppure come abbiamo visto
da un gruppo di parole che funzionano in modo compatto all’interno della frase in cui
occorrono. Dal punto di vista degli elementi che li compongono si possono avere
quindi costituenti semplici oppure costituenti complessi:
• Julia kommt aus Deutschland.
• Die blonde Frau kommt aus Deutschland.
• Die blonde Frau, die du heute vor der Uni gesehen hast*, kommt aus
Deutschland.
*La frase relativa (Relativsatz) si inserisce all’interno di un costituente fungendo da
‘attributo’ di un nome
Unterschiedliche Funktionen:
1) Subjekt [Die blonde Frau, die du heute vor der Uni gesehen hast], kommt aus
Deutschland.
2) Objekt (Akkusativ-/Dativobjekt). Sie hat [den neuen Roman des berühmten
Schriftstellers] gelesen.
3) Prädikativ Florian ist [ein bemerkenswert guter Schütze]
4) Adverbial (kausal, temporal, modal usw) [Heute] hat Luzia Martin getroffen.
test di costituenza:
● permutazione (Permutationstest): se, spostando una determinata sequenza
di parole all'interno della frase, si ottiene una frase grammaticalmente
corretta, allora la sequenza che abbiamo spostato corrisponde a un
costituente.
▪ Katrin und Matthias gehen in die Stadt → In die Stadt gehen Katrin und Matthias
*Katrin gehen in die Stadt und Matthias→La frase in questo caso non risulterebbe
corretta: L’elemento che abbiamo spostato non corrisponde a un costituente
completo.
●
test di sostituzione (Ersatzprobe): provare a sostituire un gruppo di parole
con il relativo pronome (anche interrogativo).
Katrin und Matthias gehen in die Stadt → Sie gehen in die Stadt / Wer geht in die
Stadt?
Sostituzione zero > se un gruppo di parole puo essere totalmente eliminato, allora
può essere un costituente.
Sie gehen.
● ▪ test della domanda (Frageprobe): se una parola, o un gruppo di parole,
corrisponde alla risposta ad una domanda introdotta da un pronome o
avverbio interrogativo (wer, wen, was, wo...), allora quella parola, o quel
gruppo di parole, rappresenta un costituente.
▪ Katrin und Matthias gehen in die Stadt. Wer geht in die Stadt? Katrin und Matthias.
Wohin gehen sie? In die Stadt.
● ▪ test della pronominalizzazione (Pronominalisierungsprobe): se una parola,
o un gruppo di parole, può essere sostituita/o per mezzo di un pronome
personale, allora siamo di fronte a un costituente.
▪ Julia schenkt ihrer Tochter ein Buch→Sie schenkt ihrer Tochter ein Buch. ▪ Julia
schenkt ihrer Tochter ein Buch→Julia schenkt ihr ein Buch
● coordinazione (Koordinationsprobe): quando è possibile coordinare due
parole o gruppi di parole, siamo in presenza di costituenti.
Es.: Markus und ihre Schwester gehen gern ins Kino.
Può capitare con alcuni tipi di costituenti che gli elementi che ne fanno parte siano
discontinui, ovvero che possano essere interrotti da altri elementi. Questa
discontinuità di verifica ad esempio con il costituente verbale in alcune sue
manifestazioni:
• Er spielt mit seinen Freunden
• Er hat mit seinen Freunden gespielt
• Er macht seinen Bruder nach
Un altro esempio di discontinuità si può avere talvolta quando la relativa è staccata
dal nome a cui si riferisce:
• Peter hat mit seinen Freunden, die er immer besiegt, gespielt.
• Peter hat mit seinen Freunden gespielt, die er immer besiegt.
I sintagmi
Ogni costituente è costruito intorno ad una parola che ne rappresenta il nucleo (ted.
Kern) o testa (ted. Kopf) e dà origine ad un sintagma. In un sintagma possono
comparire, insieme alla testa, anche altri elementi, detti "complementi".
In tedesco possiamo individuare vari tipi di sintagmi:
●
sintagma verbale (ted. Verbalphrase, VP): macht, isst, sind gekommen
●
sintagma nominale (ted. Nominalphrase, NP): er, die große Stadt, der
Freund meiner Schwester
●
sintagma aggettivale (ted. Adjektivphrase, AdjP): groß, sehr groß
●
sintagma avverbiale (ted. Adverbphrase, AdvP): normalerweise
●
sintagma preposizionale (ted. Präpositionalphrase, PP): mit meiner
Schwester, in der Stadt
Particelle, congiunzioni e articoli non possono rappresentare la testa di un sintagma.
È possibile rappresentare graficamente la struttura di una frase in sintagmi
utilizzando i cosiddetti diagrammi ad albero
La frase (S) risulta composta da un sintagma nominale (NP: Erich), rappresentato soltanto da un
nome (N), e da un sintagma verbale (VP: isst die Kartoffeln schnell), all'interno del quale ritroviamo un
ulteriore sintagma verbale (VP: isst), rappresentato da un solo verbo (V), un sintagma nominale (NP:
die Kartoffeln), composto a sua volta da un determinante (Det: die) e un nome (N: Kartoffeln), e infine
un sintagma avverbiale (AdvP: schnell), rappresentato solamente da un avverbio (Adv).
Articoli, possessivi, dimostrativi ecc. sono "determinanti" (ted. Determinans), ossia elementi
morfologici che aprono il sintagma nominale.
Consideriamo l'esempio seguente:
Anna grüßt den Mann mit dem Regenschirm.
Le possibili interpretazioni di questa frase sono due: Anna possiede un ombrello e saluta l'uomo con
questo oggetto; Anna saluta l'uomo, il quale ha con sé l'ombrello. Queste due possibilità saranno
rappresentate da due diagrammi differenti:
1.
2.
Nel primo caso la frase (S) risulterà composta da un sintagma nominale (NP: Anna), rappresentato
solamente da un nome (N), e da un sintagma verbale (VP: grüßt den Mann mit dem Regenschirm),
ulteriormente scomposto in un sintagma verbale (VP: grüßt), rappresentato da un solo verbo (V), un
sintagma nominale (NP: den Mann), composto da un articolo (Det: den) e un nome (N: Mann), e infine
un sintagma preposizionale (PP: mit dem Regenschirm), composto a sua volta da una preposizione
(P: mit) e da un sintagma nominale (NP: dem Regenschirm).
Nel secondo caso la frase (S) presenterà una struttura simile alla precedente, ma il sintagma verbale
(VP) sarà scomponibile solamente in sintagma verbale (VP: grüßt) e sintagma nominale (NP: den
Mann mit dem Regenschirm): quest'ultimo verrà poi scomposto in sintagma nominale (NP: den Mann)
e sintagma preposizionale (PP: mit dem Regenschirm), entrambi parte di un unico sintagma.
L’ordine dei costituenti della frase/ Wortstellung
Consideriamo i seguenti elementi: verbo (V), soggetto (S) e oggetto (O). Sono
possibili teoricamente sei tipi di ordine:
SVO
SOV
VSO
VOS
OSV
OVS
Soltanto i primi tre sono attestati da un numero più significativo di lingue del mondo.
(cfr. Graffi/Scalise 2002)
Dove si colloca il verbo nella frase tedesca? II
Punto di partenza→classificazione dei tipi di frase: Kernsatz, Spannsatz, Stirnsatz
rappresentato da:
2) KERNSATZ frase enunciativa (es. Paul kauft ein Buch.) SVO (VERBZWEISATZ)
3) STIRNSATZ frase interrogativa diretta, con pronome o avverbio interrogativo: es.
Wer kauft ein Buch? Si tratta di un’interrogativa parziale VSO ( VERBERSATZ)
con sequenzialità V(S)O:
— frase interrogativa diretta (es. Holt Paul Milch?)
— frase ipotetica con congiunzione soppressa (es. Holt Paul Milch, dann frühstücken
wir.)
— frase imperativa (es. Hol Milch!)
— frase esclamativa (es. Bist du aber neugierig!)
— frase ottativa (es. Hätte ich ein neues Auto gekauft!)
rappresentata da: 9) SPANNSATZ frase dipendente o subordinata con
congiunzione espressa (es. Karl denkt, dass Paul Milch holt.) (VERBLETZSATZ)
Satzklammer/Parentesi frasale
• Per rappresentare la collocazione del verbo nella frase tedesca, è possibile
ricorrere allo schema della parentesi frasale (Satzklammer), che descrive la
disposizione dei costituenti rispetto al verbo (si parla anche di parentesi verbale,
ted. Verbalklammer).
• Nella frase indipendente, il verbo di modo finito coniugato (che può essere un
Vollverb, un Modalverb o un Hilfsverb) corrisponde alla parte sinistra della parentesi;
il verbo di modo non finito (infinito, participio passato) o i prefissi dei verbi separabili
corrispondono invece alla parte destra. Nella frase dipendente la congiunzione che
apre la subordinata occupa la parte sinistra della parentesi e il verbo (che si trova in
posizione finale) quella a destra.
• Ich habe Julia heute gesehen
• Ich laufe schnell,weil ich Verspätung bin.
I campi sintattici
→ Nella frase tedesca il verbo individua dei "campi" sintattici (ted. Felder), ovvero dei
"blocchi" che ospitano i diversi costituenti secondo regole precise: distinguiamo più
precisamente tra Vorfeld (VF, campo preposto), Mittelfeld (MF, campo interposto) e
Nachfeld (NF, campo posposto).
• Il verbo coniugato nella frase tedesca presenta due posizioni discontinue per la
forma flessa e quella non flessa, dando vita alla parentesi verbale (Verbalklammer).
Le due posizioni sono riservate alle due parti del verbo: la parte anteriore
(Vorverb/linke Klammer) e la parte posteriore (Nachverb/rechte Klammer).
• La loro distribuzione discontinua genera tre campi (Felder): il Vorfeld, situato prima
della parentesi di sinistra, il Mittelfeld, compreso tra le due parentesi, e il Nachfeld,
che si trova dopo la parentesi di destra. (cfr. Feldermodell, Tomaselli 2013)
● - Vorfeld: un unico elemento, per rispettare la restrizione del verbo secondo
(Verbzweit o V2), si colloca solitamente il soggetto nominale o pronominale
(a livello semantico si tratta solitamente dell’AGENTE e in termini pragmatici
del TEMA). Qualunque costituente può però, a seconda delle intenzioni
comunicative, trovarsi nel VF, dunque anche i cosiddetti circostanziali (ted.
Angaben), ossia indicazioni temporali, spaziali ecc. e in questo caso il
soggetto è posizionato nel Mittelfeld [es. (4)].
● - Mittelfeld: si trovano tutte le informazioni principali (l'oggetto diretto e
indiretto); a volte si trovano anche informazioni accessorie (ad es. avverbi o
complementi). La tendenza d’ordine dei costituenti nel MF segue
normalmente l’ordine TE-KA-MO-LO (Temporal-, Kausal-, Modal-,
Lokalbestimmung), anche se non può considerarsi una regola.
● - Nachfeld: nell’ambito della frase complessa, qualora sia presente una
subordinata post- reggente, essa si colloca in questa posizione. È più
frequente nella lingua parlata e può ospitare materiale linguistico posto
solitamente nel MF, ad es. frasi secondarie e tipicamente il secondo termine
di paragone [es. (3)].
→La realizzazione contemporanea di tutti i campi non è obbligatoria
Un breve accenno infine ai tipi di parentesi (ted. Klammertypen): la parentesi può
essere grammaticale [ausiliari, verbi modali, participi, infiniti: es. (1), (2), (3), (4)] o
lessicale [hai qualcosa in contrario / Hast du... etwas dagegen, es. (5); porto /
bringe… mit, es. (6).
Sintassi – Funzioni sintattiche, semantiche e valenza
Sintattiche
I sintagmi possono assumere due tipi di funzioni: sintattiche e semantiche.
Occupiamoci ora di quelle sintattiche.
Le funzioni sintattiche sono utili a descrivere la funzione che il costituente ha in
relazione agli altri elementi nella frase; qui di seguito potete vedere un elenco delle
funzioni sintattiche:
1. Soggetto > obbligatorio nella frase tedesca, si trova sempre al caso nominativo e
sta in accordo con il verbo per numero e persona.
2. Predicato > è un elemento fondamentale all’interno della frase tedesca e descrive
un evento riferito al Soggetto; questa funzione viene realizzata principalmente dal
verbo, che può comparire nella sua forma semplice, ovvero come verbo principale,
o complessa, in presenza di ausiliari, modali ecc.
3. Oggetto diretto > è realizzata da un sintagma al caso accusativo. Nel passaggio
dalla frase attiva alla passiva, l’Oggetto diretto diventa Soggetto.
4. Oggetto indiretto > Alcuni verbi reggono un Oggetto indiretto (ted. indirektes
Objekt) al caso dativo o, più raramente, al genitivo, e questa volta nel passaggio
dall’attivo al passivo tale oggetto rimane inalterato.
5. Oggetto preposizionale > Oggetto costituito da una preposizione fissa alle
dipendenze di un certo verbo, seguita da un sintagma nominale; la preposizione in
questo caso non avrà più il suo significato originario e non sarà in alcun modo
sostituibile con un’altra.
6. Predicativo > è un sintagma nominale con valore di complemento predicativo
del soggetto o dell’oggetto o di parte nominale del predicato e descrive delle
caratteristiche riferite al Soggetto o all’Oggetto. È normalmente legato ai verbi
copulativi (sein, werden, bleiben), ma anche a verbi appellativi (es. nennen, it.
chiamare), elettivi (es. wählen, it. scegliere/eleggere) o estimativi (es. schätzen, it.
stimare/valutare).
7. Complemento avverbiale > sono sintagmi facoltativi che fanno riferimento a
luogo, tempo, modo, causa ecc.; Tali complementi possono essere sintagmi
nominali, preposizionali, avverbiali o addirittura intere subordinate.
8. Attributo > di solito specifica un nome collocato all’interno di un sintagma
nominale e può essere realizzato da un aggettivo, una subordinata relativa, un
sintagma nominale al genitivo, un sintagma preposizionale, un sintagma avverbiale o
ancora una apposizione.
Funzioni semantiche
Le frasi “Karl schreibt eine Rede für die Veranstaltung“ (it. Karl scrive un discorso per
l’evento) e “Karl hört eine Rede für die Veranstaltung“ (it. Karl ascolta un discorso per
l’evento) sono sintatticamente simili, in quanto presentano di fatto la stessa struttura e il
numero di costituenti è lo stesso. Ciò che le contraddistingue è il “ruolo” dei singoli elementi
al loro interno: se nel primo caso Karl scrive (attivamente) il discorso, nel secondo lo ascolta
(passivamente).
La frase viene qui considerata come una sorta di “episodio”, in cui il referente di ogni
sintagma “recita” un ruolo semantico preciso, ovvero ha una specifica funzione semantica.
Osserviamo più nel dettaglio quali sono questi “ruoli”.
Il primo è certamente l’Agente (ted. das Agens), ossia l’entità che è in grado di
modificare volontariamente lo stato delle cose indicato dal predicato; di solito si tratta
di un’entità animata.
Se un’entità è invece coinvolta nell’episodio senza intervenire in modo attivo,
subendo cioè un’azione o trovandosi in una certa condizione, si parla di Paziente.
Se un’azione va a vantaggio di qualcuno / qualcosa, tale entità si chiama
Beneficiario (ted. der Rezipient / der Benefaktiv). È anche possibile l’opposto, ossia
che l’azione ricada a svantaggio di qualcuno / qualcosa.
L’entità che si utilizza per compiere un’azione è lo Strumento (ted. das Instrument);
tale entità non esercita alcun controllo sull’oggetto della predicazione.
Il Possessore (ted. der Besitzer) è l’entità che possiede una certa caratteristica o ha
la proprietà di qualcosa; egli esercita un pieno controllo sull’oggetto della
predicazione.
Un’entità che percepisce qualcosa con i sensi, che prova un sentimento o prende
coscienza di qualcosa, si chiama Esperiente (ted. Wahrnehmender, dal verbo
wahrnehmen, it. percepire, notare...). Si tratta nei casi citati di processi cognitivi non
controllabili da parte dell’Esperiente. Pensiamo all’esempio da cui siamo partiti. “Karl
hört eine Rede für die Veranstaltung”: Karl in questo caso percepisce il discorso con
il senso dell’udito.
Il luogo da cui provengono le entità a cui la predicazione fa riferimento, o anche
l’entità da cui ha inizio un movimento (concreto o astratto), si chiama Origine (ted.
die Quelle).
Se c’è un’origine ci sarà anche una Meta (ted. das Ziel), ovvero il luogo che fa da
destinazione o, in senso astratto, da scopo della predicazione
Verbvalenz (L. Tésniere) / Valenza verbale
Il concetto di valenza (ted. Valenz) è stato introdotto nell’ambito della sintassi
tedesca grazie a L. Tesnière con la sua Dependenzgrammatik (1959).
→Centralità del verbo.
→Capacità del verbo di aprire aprire posti sintattici nella frase che possono essere
occupati da una o più reggenze, legate al verbo in maniera obbligatoria (nel caso
delle Ergänzungen, ossia i complementi) oppure facoltativa (nel caso delle Angaben,
ossia i circostanziali).
In base alla valenza del verbo si aprono varie possibilità di reggenza, ossia il verbo
può selezionare diversi elementi morfologici che vanno ad occupare i posti sintattici.
Gli elementi morfologici possono essere ad esempio dei complementi al dativo,
all’accusativo, al genitivo ecc. La maggioranza dei verbi tedeschi è bi- o trivalente,
seguono i verbi monovalenti e qualche verbo tetravalente.
•
Il verbo kaufen ha bisogno di due Satzglieder (it. costituenti frasali) per esprimere il
suo significato e apre due posti sintattici, ossia uno per il soggetto <Lisa> e uno per il
complemento oggetto <un portatile>. È un cosiddetto verbo bivalente (zweiwertig)
kaufen(2).
verbo stellen ha bisogno di tre Satzglieder per esprimere il suo significato ed è quindi
un verbo trivalente (dreiwertig) stellen (3):
verbo übersetzen ha bisogno addirittura di quattro Satzglieder per esprimere il suo
significato in quanto verbo tetravalente (vierwertig) übersetzen (4). Questo verbo
può avere anche solo due valenze, come nel secondo esempio. È infatti solo la
prima valenza, quella per il soggetto, ad essere necessaria in tedesco, tutte le altre
valenze possono anche non comparire all’interno di una frase, in base al contesto
semantico.
Non vi è tuttavia consenso tra i linguisti sul fatto che in tedesco esistano o meno
verbi zerovalenti, visto che, non essendo questa una lingua “pro-drop”, ossia una
lingua che nel quadro teorico della grammatica generativa cancella il pronome
soggetto, il soggetto in tedesco deve essere sempre espresso, a differenza
dell’italiano. Chi non ammette i verbi zerovalenti (come ad esempio il linguista
Weinrich) parte del presupposto che il soggetto impersonale es (ad esempio nei
verbi detti “metereologici”, come regnen) abbia la stessa funzione di un altro
soggetto. Altri ritengono invece che non essendo il pronome es sostituibile con
nessun altro soggetto (ad es. nell’espressione “die Wolke regnet”) esso sia da
considerare parte integrante del verbo.
Riassumendo si possono avere:
● nullwertige Verben (it. verbi zerovalenti), ossia verbi che non hanno alcuna
valenza (es. schneien e tauen)
● einwertige Verben (it. verbi monovalenti), ossia verbi che hanno un’unica
valenza (es. weinen, zögern)
● zweiwertige Verben (it. verbi bivalenti), ossia verbi che hanno due valenze
(es. besichtigen, lieben)
● dreiwertige Verben (it. verbi trivalenti), ossia verbi che hanno tre valenze
(es. geben, schenken)
● vierwertige Verben (it. verbi tetravalenti), ossia verbi che hanno quattro
valenze (es. schreiben, bitten)
Valenza / Valenz - Conclusione
l’esempio “Der weiße Hai tötet den unvorsichtigen Urlauber“ (it. Lo squalo bianco
uccide il turista imprudente), troviamo all’interno dei sintagmi nominali delle strutture
dipendenti: da Hai dipendono l’aggettivo weiß e l’articolo der, da Urlauber dipendono
unvorsichtig e den. Se è vero che gli elementi vengono aggiunti uno all’altro,
troviamo qui tuttavia anche strutture dipendenti, la cui presenza risulta chiara dal
fatto che sia l’articolo sia l’aggettivo possono variare nel loro paradigma, ma
rimangono comunque dipendenti dal rispettivo nome. Abbiamo qui dunque la
relazione sintattica della Dependenz.
Tipi (Arten) di Ergänzungen
In un sintagma verbale, il significato del verbo può essere completato da altri
sintagmi obbligatori, i cosiddetti complementi (ted. Ergänzungen), o facoltativi, i
circostanziali (ted. Angaben).
Consideriamo il seguente esempio:
Karl wohnt seit drei Jahren in Mainz.
Il sintagma preposizionale "in Mainz" è una Ergänzung del verbo wohnen, in quanto
fondamentale per completare il suo significato; il sintagma preposizionale "seit drei
Jahren" è invece facoltativo, non essenziale per concettualizzare l'evento descritto
dal predicato: si tratta dunque di una Angabe.
In base al livello semantico, dunque del significato, le Ergänzungen si suddividono
in:
1. Termergänzungen gli argomenti che indicano "entità", in genere esseri umani e
oggetti
2. Adverbialergänzungen gli argomenti che si presentano tramite una struttura
avverbiale o una forma equivalente e che definiscono le circostanze
3. Prädikativergänzungen gli argomenti che classificano le "entità"
Ognuna di queste tipologie di complementi viene ulteriormente suddivisa in
sottogruppi sulla base di criteri sintattici.
Angaben
→Ci sono Angaben nei seguenti esempi?
• Sie hat mich seit letztem Jahr nicht angerufen.
• Wir haben am Sonntag wegen eines Bahnstreiks meine Tante mit dem Auto
besucht.
→I principali Angaben vengono distribuiti in tedesco nella farse secondo un ordine
preciso: TEKAMOLO = Temporal-, Kausal-, Modal-, Lokalbestimmung
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