LA PRIMA GUERRA MONDIALE 1) Le cause. Il periodo che precedette il primo conflitto mondiale fu caratterizzato da un periodo relativamente stabile e pacifico (la cosiddetta belle epoque, cioè ‘epoca bella, serena’), che degenerò a partire dal 1914: il mondo intero fu letteralmente sconvolto in proporzioni fino allora ancora sconosciute. Perché? Innanzitutto l’Europa aveva conservato la struttura che le era stata data con il Congresso di Vienna di 100 anni prima. Così, c’erano ancora tre grandi imperi (quello tedesco, cioè il secondo Reich, quello austroungarico sotto gli Asburgo e quello ottomano, cioè dei Turchi) che non riuscivano più a contrastare le spinte interne e che, al tempo stesso, pensavano di espandersi. Soprattutto all’interno dell’impero austro-ungarico c’erano diversi popoli, come ungheresi, italiani (l’Austria possedeva ancora Trentino e Friuli), croati e serbi che volevano l’INDIPENDENZA. Inoltre, c’era una folle corsa agli armamenti, cioè ad accaparrarsi armi sempre più potenti. Infine, era continuata per decenni la conquista, da parte di paesi europei, di colonie in Africa, Asia e America, con inevitabili tensioni. 2) Il casus belli. Il ‘casus belli’, cioè la scintilla che fa scoppiare la guerra, è l’uccisione dell’erede al trono austriaco, l’arciduca Francesco Ferdinando, avvenuta a Sarajevo il 28 giugno 1914 per mano di un indipendentista serbo, Gavrilo Princip, membro del gruppo Mano nera. L’Austria mandò immediatamente un ultimatum alla Serbia, la quale, rifiutandosi di scendere a patti (rifiutò uno solo dei 15 punti richiesti dall’Austria, cioè che le indagini sulla morte dell’arciduca fossero condotte dalla stessa Austria), emise la dichiarazione di guerra il 28 luglio del 1914. Il sistema delle alleanze fu presto stabilito. Da una parte si schierarono l’Austria e la Germania e Impero ottomano, dall’altra l’Inghilterra, la Francia e la Russia, mobilitate in difesa della Serbia. 3) Il fronte occidentale: La Germania invase quindi la Francia, passando attraverso il Belgio e violandone così la neutralità, cosa che suscitò molto scalpore soprattutto in Inghilterra, che per questo motivo scese in campo al fianco delle truppe francesi. L’intenzione tedesca era di portare avanti una “guerra di movimento”, rapida e veloce, ma il tentativo fallì: il conflitto si rivelò lungo ed estenuante, in quel che fu definita una “Guerra di Trincea”. 4) l’Italia dal dibattito tra interventisti e neutralisti all’entrata in guerra: Dopo l’avanzata tedesca in Francia ed il blocco continentale operato dalla flotta inglese, nel 1915 anche l’Italia entra in guerra. In quel periodo l’opinione pubblica era divisa i due fazioni, da una parte c’erano i “neutralisti”, dall’altra gli “interventisti”. I neutralisti, come i socialisti e la Chiesa, volevano che l’Italia restasse neutrale, mentre gli interventisti volevano che entrasse in guerra. Tra gli interventisti c’era chi, come parte dei cattolici, voleva il rispetto della Triplice Alleanza con Germania e Austria e chi, invece, come i liberali di Giolitti, i nazionalisti e gli irredentisti (che volevano riprendersi le terre italiane dall’Austria. Irredente erano le terre ‘non liberate’) volevano un’alleanza con la Triplice Intesa. C’è anche da dire che la Triplice Alleanza era difensiva, cioè impegnava gli Stati ad andare in soccorso di uno dei tre, solo nel caso fosse stato aggredito. Nel caso specifico, era l’Austria ad aver dichiarato guerra, quindi l’Italia non era tenuta ad intervenire al suo fianco. Inoltre, sarebbe stato strano allearsi con un paese, che possedeva ancora territori rivendicati, come Trentino e Friuli. Il 26 aprile del 1915, così, il governo italiano si alleò segretamente proprio con la Triplice Intesa (Inghilterra, Francia, Russia), stipulando il Patto di Londra. Attraverso tale accordo, l’Italia si impegnava nella guerra contro l’Austria ed, in caso di vittoria, avrebbe dovuto ottenere le terre irredente di Trentino, l’Alto Adige, Trieste, Istria e della città di Valona, in Albania. Il 23 maggio 1915 le truppe italiane entrarono in guerra. 5) Alleanze: GERMANIA, AUSTRIA, IMPERO OTTOMANO VS FRANCIA, INGHILTERRA, RUSSIA (che formavano la Triplice Intesa), ITALIA (SUCCESSIVAMENTE ANCHE GLI USA) 6) l’Italia da Caporetto al Piave: Sul fronte italo-austriaco, il conflitto si presentò subito estremamente lento, combattuto nelle trincee scavate nelle montagne del Friuli da soldati reclutati tra le fasce più povere della popolazione. L’offensiva austriaca divenne sempre più pressante, con le battaglie sul fiume Isonzo. L’esercito italiano subì la famosa sconfitta di Caporetto, il 24 ottobre del 1917, con gravi ripercussioni anche sulla vita economica e sociale del Paese. Ebbero infatti inizio una serie di scioperi e di manifestazioni, tali da costringere il governo a fare grandi promesse ai soldati, al fine di risollevarne il morale, evitando defezioni ed ammutinamenti. Il generale Cadorna fu ritenuto responsabile della disfatta e fu sostituito con Diaz. L’esercito italiano si riprese e vinse la battaglia sul fiume Piave. 7) L’uscita di scena della Russia e l’entrata in guerra degli Usa. Nel 1917 uscì di scena la Russia (che sul fronte orientale aveva combattuto contro Austria e Germania), che aveva al suo interno una guerra civile (la Rivoluzione d’ottobre). Nel frattempo entrarono in guerra gli USA del Presidente Wilson, che erano preoccupati dell’instabilità politica ed economica dell’Europa. Gli USA fornirono un notevole aiuto alle forze della Triplice Intesa. 8) La fine delle ostilità Il 1918 fu l’anno decisivo del conflitto, che ne segnò anche la conclusione della Prima Guerra Mondiale con la vittoria della Francia. Sul fronte italoaustriaco, l’esercito italiano, guidato dal nuovo generale Armando Diaz, riuscì a conquistare Trento e Trieste, stipulando un armistizio con l’Austria e giungendo finalmente alla pace. 9) Il trattato di Versailles e le conseguenze: La Conferenza di Pace di Parigi penalizzò duramente i paesi perdenti, in particolar modo la Germania (perse Alsazia e Lorena, non avrebbe potuto avere un esercito proprio per un po’ di anni, doveva pagare enormi debiti di guerra), facendo prevalere gli interessi delle due potenze europee: Francia ed Inghilterra. All’Italia furono concessi i territori di Trentino, Alto Adige, Trieste ed Istria. Dallo smembramento dell’impero austro-ungarico nacquero quindi nuove realtà territoriali e politiche: l’Ungheria, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia. Rimase però sospesa la questione della città di Fiume, poiché non ne venne prevista l’annessione all’Italia. Per questo si parlò di ‘vittoria mutilata’, cioè l’Italia aveva vinto la guerra, ma non aveva ottenuto tutti i territori promessi. Seguirono imponenti manifestazioni di protesta in piazza. Fu così che, nel settembre del 1919, un gruppo di volontari guidato dal poeta Gabriele D’Annunzio, prese possesso della città, instaurandovi un governo definito “Reggenza del Carnaro”. In seguito, la città di Fiume venne liberata con il trattato di Rapallo, stipulato tra Italia e Jugoslavia. A livello internazionale, ad ogni modo, le soluzioni dei diversi trattati di pace si dimostrarono poco rispettose nei confronti delle varie identità nazionali, alimentando le cause che spinsero le potenze mondiali a scontrarsi in un novo e devastante conflitto mondiale. I termini ‘chiave’ della Prima guerra mondiale FRONTE: la linea lungo la quale due eserciti nemici combattono. Durante la prima guerra mondiale i fronti principali furono 3: 1) Fronte occidentale: Germania contro Francia 2) Fronte orientale: Germania e Austria contro Russia 3) Fronte italiano: Austria contro Italia TRINCEA: opera di fortificazione bellica composta da un fosso con un parapetto (in genere protetto da filo spinato) rivolto verso il nemico.