Review Reviewed Work(s): Le Baccanti di Wole Soyinka by Francesca Lamioni Review by: Maria Paola Guarducci Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell'Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente , Marzo 1998, Anno 53, No. 1 (Marzo 1998), pp. 135-137 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: https://www.jstor.org/stable/40761254 JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact support@jstor.org. Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at https://about.jstor.org/terms Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell'Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente This content downloaded from 193.205.210.32 on Wed, 14 Dec 2022 14:18:34 UTC All use subject to https://about.jstor.org/terms RECENSIONI 135 do particolare la grande esperienza dimestichezza, il rigore filológico difficile soluzione, delTautore, del Quante volte, non riuscendo a risp identificazione, abbiamo dovuto ac to per i loro possibili significati, p Il fondo iconografico in question consta di circa 4500 immagini «alb queste circa 7000 immagini, la Palm del volume e ehe, ad eeeezione di q Africana», rispondono ad un doppi pologico africane. (ritratto, paesaggio, Il lavoro della Palma ci appare corne un modello del génère, perché Fa. vi ha fuso con equilíbrio le sue competenze di storica rigorosa, di attenta e giustamente affermata studiosa della fotografia coloniale africana con lo scrupolo del buon archivista: un esito molto positivo ehe premia una storica seria, filologicamente ineccepibile, dedita con passione agli studi, Ia cui padronanza della matéria non è mai ostentata nella scrittura, ma, come deve essere, è tutta nei risultati. LUIGI GOGLIA FRANCESCA Lamioni, Le Baccanti di Wole Soyinka, La Spezia, Multiart, 1996, pp. 115. La pubblicazione dello studio di Francesca Lamioni su Le Baccanti di Euripide: un rito di comunione, opera teatrale dei 1973 di Wole Soyinka, costituisce una singolare eccezione editoriale. Non sono infatti molti i testi di africanisti italiani su singole opere o autori, e viene da augurarsi ehe questa iniziativa deirAssociazione culturale Multiart possa fungere da stimolo per altre case editrici in direzione di una política più attenta alla diffusione del património critico italiano sulP Africa. Il libro di Lamioni présenta una sintética e informata analisi dell'opera teatrale non certo più famosa dello scrittore nigeriano, ma sicuramente in grado di fornire importanti chiavi di leitura della poética di Soyinka. Lamioni âpre il saggio con un'introduzione su tutta la produzione teatrale dello scrittore, apertasi negli anni '50 con The Swamp Dwellers e continuata con pièces di grande rilievo, soprattutto negli anni successivi all'indipendenza della Nigeria. Nonostante la creatività di Soyinka si sia manifestata in più generi letterari e lo abbia portato a misurarsi anche con il cinema e la musica, si può senza dubbio affermare, corne questo saggio dimostra, ehe è il teatro lo spazio in cui egli riesce a tradurre in maniera più efficace tutte le sf um ature del suo pensiero. È nel teatro ehe egli realizza a pieno Ia complessità della propria grandezza. La 'riscrittura' delle Baccanti di Euripide è, in questo senso, emblemática. Rielaborando un testo chiave della tradizione greca, Soyinka créa un'opera moderna nella quale, senza stravolgere i contenuti elassiei dei testo di partenza, immette motivi e temi della tradizione africana e dei teatro contemporâneo. Euripide viene cosi dialetticamente assorbito da Soyinka, il quale utilizza le potenzialità dei testo greco per inserire quattro nuovi elementi ehe costituiscono r'africanità' dell' opera. Egli infatti aggiunge il coro degli Schiavi, Ia processione di Eleusi, le scene di matrimo- This content downloaded from 193.205.210.32 on Wed, 14 Dec 2022 14:18:34 UTC All use subject to https://about.jstor.org/terms citt 136 RECENSIONI nio e un tableau finale. Attraverso su indicazione dello stesso autore na la problemática delia schiavitù l ve piu ampia, delia critica ai sistem sistente anche nella fase post colon cora subordina le ex- colonie rispet ra affermazione délia propria iden vece ail· autore per soffermarsi sull la rinascita e dei rinnovamento, no zioni inique tramite Tipocrita puri Con le scene di matrimonio Io scritt zionamento dell'etica cristiana, sube to culturale africano. Le Baccanti d dalla cui testa sgorga un vino - anz tendere una continuità - tutta yor Lamioni chiama i «tradimenti» di S nità con la divinità yoruba di Ogun gio. Si può dire ehe, in chiave allegorica, le Baccanti di Soyinka contengano i motivi chiave dei pensiero estético e politico di Soyinka. È, questo, un teatro didattico, in quanto «[...] deve insegnare i sentimenti di gioia e piacere ehe si trovano nel trionfo délia libertà» (Β. Brecht). L'attenzione è focalizzata sulla comunità africana - o comunque su una comunità liberata da qualche forma di oppressione - ehe deve sforzarsi per raggiungere un'incondizionata libertà di azione e di pensiero rispetto agli effetti negativi ehe persistono anche dopo l'oppressione. La cosiddetta «cultura negra» può vivere se si 'esprime', non se si 'afferma'. Solo attraverso la sincera e diretta espressione di se essa può recuperare uno statuto mancante. Il pericolo di movimenti corne quello délia «negritudine» sta nel fatto ehe l'«intellettua- lizzazione delTessere negri» non conduce, secondo Soyinka, al ritrovamento di un 'identità ehe si è perduta: la cultura si salva e si trasmette soprattutto se la si vive, non se ci si limita a ribadirla verbalmente, svuotandola, di fatto, dei suoi con- tenu ti reali. L'ultimo capitolo del saggio di Lamioni è un interessante resoconto délie reazioni inglesi alla prima rappresentazione délie Baccanti di Soyinka, allestita nell'estate del 1973 a Londra con la regia di Roland Josse. Vengono qui citati ampi stralci di recensioni, nei quali la condanna di regista, autore e opera è pressoché unanime. È interessante notare corne questa parte, ehe avrebbe potuto costituire una curiosa appendice, sia in realtà il capitolo conclusivo del saggio. Il motivo sta nel fatto ehe ai brani délie recensioni inglesi Lamioni integra degli intervenu di Soyinka stesso, troppo toccato da tante critiche per non prendere una posizione. Abbiamo cosï le linee di una polemica tra il regista inglese e lo scrittore nigeriano ehe sono rappresentative del contrasto tra l'idea di rappresentazione europea, 'intossicata' dalTossessione per il riadattamento da parte dei regista, e l'idea di rappresentazione africana. La vicenda délia rappresentazione inglese délie Baccanti di Soyinka ripropone tristemente le dinamiche coloniali. Il regista europeo stabilisée cosa vuole dire Γ autore africano e applica criteri eurocentrici, pensando ad un pubblico ingénuo e disinformato, nelTistruire gli attori, nello scegfiere le musiche, nel decidere le coreografie. Il risultato è quindi un appiattimento dei testo e la cancellazione violenta di tutti i significati delT opera. L'appendice e la postfazione del saggio di Lamioni sono rispettivamente costituite da una selezione di brani délie Baccanti - funzionale alTanalisi offerta lun- This content downloaded from 193.205.210.32 on Wed, 14 Dec 2022 14:18:34 UTC All use subject to https://about.jstor.org/terms RECENSIONI 137 go il testo - e da una breve storia si tratta in questo caso di un comp sário a chi voglia capire Pantica tr con il teatro europeo an tico e mo fondamentali delia forma d' arte fo L'opéra di Lamioni si présenta c avrebbe guadagnato in chiarezza se espansi, vista la loro densità conce ehe una lettura delle Baccanti, in q ampio sulla poética di Soyinka. Maria Paola Guarducci Rachid Driss, Reflet d'un combat, Tunis, ISHMN, 1996, pp. 323. Oltre l'ideale primário delia liberta da ogni forma di domínio, la dimensione ehe ha forgiato indelibilmente Ia personalità di Rachid Driss è Ia cultura, come si evince dal suo agire e dal suo scrivere durante tutta una vita. Per lui «la cultura, fondamento delia civiltà, è necessária alla soprawivenza corne il pane e il sale. È i motore delia resistenza alla decadenza e dei progresso, dà un senso alla vita» ( 311). Ebbene il suo ultimo saggio Reflet d'un combat ne è un'ulteriore dimostrazione, tanto più per me ehe ho avuto la possibilita, per ragioni professionali, di conoscere e frequentare R. Driss durante il mio pluriennale soggiorno in Tunisia. Nella presentazione di K. Chater al saggio, Reflet d'un combat viene descritto corne «la testimonianza preziosa di un uomo... ehe ha vissuto nei centri decisionali dei vari campi délia lotta nazionale ..., ponendosi quale osservatore, privilegiato e quanto mai perspicace, dei campo storico tunisino, nelle diverse congiunture e dinamiche delia continuità e delia discontinuità dei processo storico» (En guise de préface, p. IV). Cosi è, ma Tattore-testimone non si limita alla sola testimonianza dei fatti nel loro magmatico prodursi, opera bensî un salto qualitativo: va alla ricerca dei perché fondanti i multiformi processi ehe concorrono alTaffermazione délia ritrovata nazione tunisina. L'uomo ehe ha militato per la liberazione délia sua terra, nella dialettica ideológica ed armata dei movimento nazionale a partire dagli an- ni Trenta con la fondazione del Neo-Destur (1934), non solo rievoca le luci e le ombre délia lotta, ma scava nei meandri délia storia per trarne «riflessioni» o meglio «riflessi» meditati per un Potenziale dialogo con il lettore sensibile alla huma- nitas dell'uomo in qualsiasi paese dei nostro globo. Non è un árido elenco di ri- cordi, ma un coinvolgimento stimolante per «rivisitare» fatti e valori di una vita e di un paese alTinsegna di un engagement totale per la libertà di pensiero e di azione. E sono illuminanti per la lettura dei testo, le pagine introduttive dal significativo titolo Résistance et culture (pp. 9-33). Partendo dalla sua scelta giovanile (fatta a 16 anni) di aderire alla «Jeunesse Scolaire» deirAssociazione degli allievi del Collegio Sadiki, R. Driss lega indissolubilmente il suo destino a quello dei suoi compagni di lotta contro il colonialismo: resistenza e cultura sono i due pilastri del percorso storico verso l'indipendenza délia pátria, sullo sfondo degli awenimenti internazionali (cfr. il cap. L'Histoire et son influence sur l'Esprit, pp. 34-45). Il percorso narrativo si snoda dal «particulare» al This content downloaded from 193.205.210.32 on Wed, 14 Dec 2022 14:18:34 UTC All use subject to https://about.jstor.org/terms