William sostiene che la “comunicazione” è un termine usato con significati diversi: l’atto del comunicare significa che il contenuto viene messo in condivisione o trasmesso attraverso i messi di comunicazione (intesi come mezzi di trasporto). “mettere in comune” e “trasmettere” possono essere considerati due poli: il primo avviene in maniera unidirezionale e spesso da uno verso molti, il secondo può essere visto come un mettere in comune qualcosa con conoscenti, amici e follower. Nel primo caso l’idea di condivisione è nata con il web ed è andata a sostituire quella di trasmissione. Williams ci permette anche di spiegare come e perché le teorie di comunicazione siano cambiate nel tempo, in quanto non è cambiata solo la visione scientifica (metodi di ricerca, ipotesi, prospettive) ma anche la comunicazione e i suoi strumenti. - - Gli esseri umani sono spinti di natura a creare relazioni e a comunicare, anche in assenza di un linguaggio ben definito. La comunicazione è un’attitudine che appartiene soprattutto alla specie umana in quanto definita dalla consapevolezza di essere tutti parte di una avventura comune. Comunicare può anche essere un’azione (rel-azione) per creare, rafforzare, definire ciò che c’è fra chi comunica. È la messa in atto di azioni che la rendono concreta e attuale. Può essere un’attività funzionale quando serve ad ottenere dei risultati (conversazione con Alexa), come dare ordini e creare messaggi pubblicitari, La comunicazione come attitudine non necessita di forme linguistiche, ma condiziona atteggiamenti, sentimenti e comportamenti. La comunicazione come rel-azione e come attività invece necessitano di un linguaggio, seppur in due forme diverse (nella prima conta la dimensione relazionale, nel secondo l’efficacia di ciò che si esprime). Nel linguaggio ordinario azione e attività possono mescolarsi (es. raccomandazione del padre al figlio). Producono sempre effetti osservabili e per questo analizzabili scientificamente, in questo caso con gli standard sociologici. Habermas sostiene che oltre alla sfera comunicativa esistano anche quella teleologica (ottenimento di un risultato fisico), normativa (valori comuni della comunità) e drammaturgica (ci si rappresenta reciprocamente qualcosa). Weil ha usato l’immagine di due prigionieri come metafora per spiegare qual è il muro tra due soggetti che comunicano, individuando tre motivi: - La loro stessa identità: ognuno è diverso, abbiamo persino tratti della personalità diversi in base al momento della giornata L’appartenenza sociale a paesi, culture, classi, gruppi, generazioni diversi. Le nostre convinzioni, abitudini percettive, i frame e gli script con cui osserviamo il mondo intorno a noi. TEORIA MATEMATICA DELLE COMUNICAZIONI, Shannon e Weaver. Il problema sta nella correttezza del trasferimento di vari tipi di segnali dal trasmittente al ricevente, la riduzione dei problemi viene associata ad una definizione di comunicazione che sostiene la stessa come “procedimenti attraverso i quali un meccanismo entra attivamente in rapporto con un altro meccanismo”. Secondo Shannon e Weaver è irrilevante che si tratti si un animale/uomo o di una tecnologia non comune, perché i formalismi e le regole applicabili alla comunicazione sono gli stessi. - Fonte di informazione: selezione di un messaggio tra una serie di possibili messaggi. Può essere scritto, parlato, immagini, musica ecc. Trasmettitore: cambia il messaggio in un segnale che viene spedito attraverso il canale di comunicazione dal trasmettitore al ricevitore. Codifica il messaggio. Ricevente: trasmettitore che riceve il segnale e lo trasmette a destinazione. Possono essere presenti elementi indesiderati che come distorsioni del suono o della forma (detti rumore). Decodifica il messaggio. La pecca di questo schema sta nel considerare la comunicazione unicamente come trasmissione di messaggi, ma Wever stesso sostiene che questo schema rappresenti solo il livello A della comunicazione e che debba essere implementato dal livello B (problema semantico) e livello C (problema di efficacia). Sono tre gli ambiti di ricerca che indagano su tutto ciò: - La sintattica: rapporto tra i segni, tra regole di strutturazione dei testi. La semantica: processi di significazione, rapporto tra segni e significati. La pragmatica: comportamenti, rapporto tra segni e i loro utenti e tra emittente e destinatario. Questo dimostra che per analizzare un messaggio bisogna andare oltre e porsi domande anche riguardo la sua natura.