Modellazione CAD di Carene di Barche a Vela Antonio Mancuso Dipartimento di Meccanica e Aeronautica, Università di Palermo Viale delle Scienze – 90128 Palermo e-mail: mancuso@dima.unipa.it In questo lavoro è affrontato il problema della modellazione delle carene di imbarcazioni a vela sfruttando le potenzialità dei moderni software di CAD. In particolare, il modello matematico tridimensionale dello scafo è stato ottenuto sulla sola base delle specifiche di progetto. Esso è stato poi successivamente modificato sino al raggiungimento di un desiderato livello di accuratezza. Per gli scopi, si sono utilizzate le superfici NURBS (Non Uniform Rational B-Spline) che bene si adattano a descrivere una superficie di forma libera come la carena. La metodologia è stata applicata utilizzando modellatori 3D commerciali. L’applicazione ha riguardato la progettazione di una barca a vela da crociera/regata di 7.6 m (~25 ft). Nella scelta dei parametri descrittivi della carena, si è cercato un giusto compromesso tra abitabilità (caratteristica fondamentale per una barca da crociera) e prestazioni. Com’è intuitivo, infatti, queste due caratteristiche antitetiche tra loro vanno opportunamente mediate. Il modello CAD può essere così utilizzato per successive verifiche numeriche (idrodinamiche, strutturali, ecc.). Ancora, per mezzo di tecniche di prototipazione rapida, si può disporre di un modello fisico da provare, ad esempio, in vasca navale. Lista dei simboli Si riporta di seguito la lista dei principali simboli utilizzati. Poiché le fonti bibliografiche sono prevalentemente di origine anglosassone, si preferisce adottare la corrispondente notazione. LOA LWL Bmax Baft T Tc Ff Faft W Wb Amax ∇ ∇c Length Over All (lunghezza fuori tutto) Length Water Line (lunghezza al galleggiamento) maximum Beam (massima larghezza dello scafo) aft Beam (larghezza dello scafo a poppa) Draft (pescaggio dello scafo comprensivo di appendici) Canoe Draft (pescaggio del solo scafo senza le appendici) Freeboard forward (bordo libero a prua) Freeboard aft (bordo libero a poppa) Weight (peso dello scafo) Ballast Weight (peso della zavorra) maximum Area (area della parte immersa della sezione maestra) Dislocamento dello scafo comprensivo di appendici Dislocamento dello scafo senza le appendici 1. Introduzione Tradizionalmente il disegno di una carena [1] è ottenuto per mezzo di due set di curve mutuamente ortogonali denominate rispettivamente (Fig. 1) linee d’acqua ed ordinate (Water Line e Section nella terminologia anglosassone). Le linee d’acqua sono ottenute sezionando lo scafo per mezzo di piani orizzontali mentre le ordinate si ricavano sezionando lo scafo con piani verticali aventi giacitura normale alla direzione prua-poppa. Il progettista, sulla base di specifiche di progetto, cerca di conferire adeguate caratteristiche di Linee d’acqua continuità e curvatura a tutte Ordinate queste curve. Longitudinali Tuttavia, il fatto che Fig. 1 - Alcune curve utilizzate nella definizione di uno scafo singolarmente tutte le curve abbiano il giusto avviamento, non è di per se sufficiente a garantire l’avviamento dell’intero scafo. Per tale motivo si ricorre molto spesso ad ulteriori curve di sezione ottenute con piani verticali aventi giacitura parallela alla direzione prua-poppa. Tali curve, dette Longitudinali (Fig.1), servono al progettista per verificare il contemporaneo avviamento delle linee d’acqua e delle ordinate. Com’è intuitivo, il disegno definitivo dello scafo è ottenuto con una tecnica del tipo “trial and error”. Questo tipo di procedura, oltre a richiedere naturalmente notevole esperienza da parte del progettista, necessita di tempi di elaborazione notevoli; infatti, la semplice modifica di un punto di una curva, può anche riflettersi integralmente su tutte le altre. L’avvento delle nuove tecnologie CAD spinge i progettisti verso un uso sempre più intensivo di questi strumenti informatici. Le ragioni sono molteplici; innanzi tutto avere a disposizione un modello “virtuale” dello scafo consente di eseguire tutta una serie di calcoli preliminari (volumi, pesi, momenti d’inerzia, ecc.), in tempi molto ridotti. Queste informazioni sono necessarie per perfezionare il disegno della carena in accordo con le specifiche di progetto. I modellatori più evoluti inoltre, consentono all’utente un controllo immediato sulle caratteristiche geometriche delle curve (superfici) utilizzate nel disegno come, ad esempio, la curvatura. E’ importante notare che la curvatura delle linee dello scafo gioca un ruolo fondamentale sul comportamento idrodinamico dello stesso. Non è immediato stabilire l’andamento che dovrà avere una linea d’acqua in termini di curvature. Ad esempio, negli scafi disegnati intorno agli anni ’70 – ‘80 e destinati a partecipare in particolari classi di regata come la IOR (International Offshore Rules) è facile osservare inversioni di curvatura in alcune delle linee d’acqua. In questi scafi, poiché la deriva è parte integrante della carena, al fine di conferire il giusto avviamento allo scafo è spesso necessario ricorrere ad inversioni di curvature. Nei progetti più moderni tale tendenza è sempre più rara. La principale ragione è certamente dovuta al fatto che in queste barche la deriva è riportata ed è spesso composta da una lama a profilo aerodinamico e da un bulbo (generalmente in piombo massiccio) nella parte terminale. Il vantaggio più evidente, come sarà chiarito in seguito, è un abbassamento del baricentro dello scafo con un conseguente aumento di stabilità. Infatti, l’utilizzo dei materiali compositi (vetro, carbonio, kevlar) consentendo la progettazione di scafi sempre più leggeri e resistenti favorisce implicitamente l’abbassamento delle masse. 2. Le NURBS come strumento di modellazione CAD La maggior parte dei modellatori CAD, dedicati al disegno navale, adotta le NURBS per la definizione di curve e superfici. Queste, infatti, bene si adattano a descrivere una forma libera come la carena di una barca. Le NURBS da un punto di vista matematico, discendono direttamente dalle B-spline; queste ultime sono curve (superfici) parametriche di grado opportuno. Per una trattazione rigorosa della matematica delle NURBS si può fare riferimento alla bibliografia [2]-[6]. In questa sede si ritiene opportuno farne un breve cenno iniziando dalla formulazione analitica delle curve B-spline: p(u ) = n ∑ M i (u ) Pi (1) i =0 Per un dato set di n+1 punti di controllo P è possibile definire una curva p(u) come combinazione lineare di questi e di alcune funzioni, che prendono il nome di funzioni di miscelamento M, aventi grado e continuità opportuni. Queste funzioni, hanno l’importante proprietà di supporto locale; esse in altre parole sono diverse da zero solo in un certo sotto intervallo, la cui estensione dipende dal grado che assumono. Le funzioni base M sono definite da equazioni ricorsive del tipo: N (u ) = 1 se t i ≤ u < ti + 1 M i (u ) = i,1 (2) altrimenti Ni,1 (u ) = 0 e (t − u ) Ni + 1, k −1 (u ) + i+ k (3) t i + k −1 − ti ti + k − t i + 1 dove k è indipendente dal numero di punti è stabilisce il grado k-1 della funzione polinomiale in u. I t i sono chiamati nodi ed influenzano la forma della curva. Per una B-spline non periodica (caratterizzata dall’avere i punti di controllo iniziale e finale distinti) si assume generalmente: se i < k 0 ti = i − k + 1 se k ≤ i ≤ n dove 0 ≤ i ≤ n + k (4) 0 ≤ u ≤ n − k +2 n - k + 2 se i > n In figura 2 a) è riportato un esempio di curva B-spline. Come si può notare, lo spostamento di un punto di controllo influenza solo una parte della curva lasciando inalterata il resto. Inoltre, una curva con i nodi definiti come in (4) gode della proprietà di essere tangente al poligono di controllo nei punti iniziale e finale. M i (u ) = Ni, k (u ) = (u − t i ) Ni, k − 1 ( u) wi = 3 wi = 1 Fig. 2 a) - Effetto dello spostamento di un punto di controllo sulla forma della curva Fig. 2 b) - Effetto della modifica del peso di un punto di controllo sulla forma della curva Le B-spline, consentono un controllo intuitivo della curva; non è difficile, infatti, avere un’idea di massima di quale sarà l’andamento di questa dalla semplice osservazione del poligono di controllo. Una curva NURBS è definita invece dalla seguente equazione: n ∑ wi M i (u ) Pi p(u ) = i = 0n ∑ wi M i (u ) (5) i =0 dove l’unica differenza rispetto alla (1) è dovuta alla presenza dei pesi w. Se questi sono tutti posti uguali ad 1, allora le due formulazioni coincidono. I pesi, giocano un ruolo molto simile a quello illustrato in fig. 2 a). Per modificare un tratto di curva può essere sufficiente agire sui pesi dei nodi che la controllano. In fig. 2 b) è riportato un esempio in cui si è modificato il peso di un nodo. L’effetto di questa modifica, ha come conseguenza, lo spostamento della curva verso il punto di controllo (nel caso in cui il peso aumenti). Da notare che i pesi hanno un effetto analogo alla molteplicità dei punti di controllo nelle curve di Bèzier [2]. Relazioni equivalenti si possono ottenere per le superfici. Si assuma che Pi,j rappresenti un poliedro di controllo avente (nu +1)×(nv+1) punti che Mi(u) e Mj(v) siano le funzioni base e wi, wj i pesi di ogni punto di controllo; una superficie NURBS (di grado k u -1, k v–1) così definita, avrà la seguente espressione: nu nv ∑ ∑ wi M i ( u) w j M j (v ) Pi , j p(u , v ) = i = 0 j =0 nu nv (6) ∑ ∑ wi M i (u ) w j M j (v ) i =0 j =0 Così come per le curve, anche per le superfici si osserva che se i pesi sono tutti unitari, l’equazione (6) descrive una superficie B-spline. 3. I Principali Parametri per una barca a vela Stabilire la forma che dovrà avere una barca non è certamente cosa semplice. Per far questo, un possibile approccio consiste nel definire alcuni parametri caratteristici che permettono di individuare l’ingombro dello scafo; questa tecnica è stata da sempre adottata nel disegno navale. In particolare, si ricorre spesso a rapporti tra quantità in modo tale da rendere tali numeri, spesso adimensionali, utilizzabili per molte tipologie di scafi simili indipendentemente dalle loro dimensioni effettive. Per questo motivo in bibliografia [7], [8] questi sono tabellati (o riportati in grafici) in funzione di una dimensione caratteristica e cioè Bmax LOA Baft falchetta Ff prua Faft Linea al galleggiamento Tc chiglia deriva LWL Fig. 3- Principali definizioni e misure di una barca a vela T la lunghezza al galleggiamento, LWL, dello scafo (vedi Fig. 3). Molti di questi parametri influenzano fortemente le caratteristiche dello scafo in termini di comportamento idrodinamico, di stabilità, di prestazioni, ecc.. Altri ancora invece danno conto di aspetti più funzionali come abitabilità, possibilità di navigare acque basse, ecc.. E’ importante notare che esiste una forte correlazione tra questi parametri. Per questa ragione la progettazione di una barca a vela cosiddetta multypurpose non è possibile. Se ad esempio si prevede che la maggior parte della navigazione si debba fare con andature portanti, spesso i parametri da adottare saranno in antitesi con quelli relativi ad una barca che debba navigare prevalentemente controvento. Il problema è maggiormente sentito nell’ambito delle barche da regata di cui l’esempio estremo sono quelle appartenenti alla classe IACC (International America’s Cup Class). Le barche di Coppa America sono, di fatto, considerate le Formula 1 del mare; sono progettate per gareggiare in un determinato tratto di mare ed in dato periodo dell’anno. Utilizzarle in condizioni differenti significa, probabilmente, pregiudicarne le prestazioni. Nel seguito si vuole fare una breve disamina dei principali parametri, rimandando alla bibliografia per una trattazione completa [7], [8]. L oa L’aumento della lunghezza della barca è accompagnato da un aumento a) B max inferiore (relativamente parlando) della sua larghezza. La principale ragione sta nel fatto che se così non fosse, la barca risulterebbe eccessivamente stabile. L oa La tendenza nelle barche moderne è quella di aumentare il più possibile b) LWL questo rapporto. I motivi sono principalmente di natura idrodinamica ed estetica. Inoltre per barche da regata appartenenti alla classe IMS (International Measurement System) un valore elevato contribuisce a ridurre il rating1 . [9]. LWL La scelta del pescaggio è un compromesso tra prestazioni (soprattutto in c) T andature controvento) e capacità di navigare acque basse. Nelle barche da regata, rispetto a quelle da crociera, si adottano rapporti generalmente più bassi. LWL Soprattutto nei nuovi progetti che, come detto, adottano chiglie riportate, ha d) Tc senso introdurre questo rapporto in cui Tc è il cosiddetto pescaggio del canoe body. Barche ultraleggere possono adottare valori sensibilmente più elevati di quelle a dislocamento maggiore. LWL Questo rapporto influenza le caratteristiche di abitabilità di una barca e) 3 ∇ nonché le sue prestazioni agendo sul numero di Froude Fr [7]. Per far sì che una barca superi il valore critico di Fr≅0.45 è necessario che tale rapporto assuma valori superiori a 5.7. Tuttavia in alcuni casi estremi, come quelli di Coppa America, si possono raggiungere anche valori di 7-7.5. f) Ff LWL Il bordo libero relativo, decresce con l’aumentare della lunghezza di scafo. Questo è dovuto principalmente a requisiti di abitabilità (anche in piccole barche cabinate deve potersi realizzare l’altezza in cabina). 1 Il rating è una penalità che ogni barca appartenente a questa classe deve pagare nel conteggio dei tempi impiegati per completare il percorso di regata. g) Ff F aft questo rapporto, nei moderni yacht a vela, ha un valore pressoché indipendente dalla lunghezza al galleggiamento. Così come per il parametro precedente, anche in questo caso, la scelta influenza soprattutto le caratteristiche di abitabilità ed estetica. W B Com’è stato detto precedentemente, l’uso dei materiali compositi permette h) W di realizzare barche molto leggere e di concentrare quindi parte del peso nella zavorra con un conseguente incremento della stabilità della barca. Valori tipici stanno nell’intervallo di 0.350.45. Anche in questo caso alcuni scafi IACC hanno valori decisamente più elevati ≅0.9. Tuttavia questi valori sono raggiungibili solo usufruendo di elevate tecnologie; all’aumentare del rapporto i problemi strutturali (principalmente di flessione nella zona di attacco della deriva allo scafo) aumentano in modo consistente. B aft i) Non è influenzato in modo sensibile dalla LWL ed il suo valore è B max principalmente legato ad aspetti di abitabilità (un aumento crea maggiori volumi verso poppa). ∇c l) Questo rapporto, prende il nome di coefficiente prismatico e da Cp = LWL × Amax indicazioni sulla pienezza delle estremità della carena (prua e poppa). Il valore ottimo del Cp è di difficile individuazione poiché dipende da molti fattori tra cui: la velocità dello scafo, la sua andatura (portante, controvento) e l’intensità del vento. Generalmente, le barche sono ottimizzate per andatura controvento in regime di brezza; in queste condizioni il Cp ottimo vale circa 0.56 [7]. La lista riportata non è certamente esaustiva ma, è tuttavia sufficiente a definire un ingombro di massima dello scafo. E’ cura del progettista prevedere forme di carena adeguate a soddisfare i parametri scelti. 4. Applicazione L’applicazione ha riguardato la progettazione di una barca a vela da crociera/regata di 7.6 m (~25 ft). Nella scelta dei parametri descrittivi della carena, si è cercato un giusto compromesso tra abitabilità (caratteristica fondamentale per una barca da crociera) e prestazioni. Com’è intuitivo, infatti, queste due caratteristiche antitetiche tra loro vanno opportunamente mediate. 4.1. scelta dei parametri In tabella 1, sono riportati i valori assegnati ai parametri che sono stati descritti nel paragrafo precedente. Nella terza colonna sono indicati i valori medi corrispondenti ad una barca avente la stessa lunghezza al galleggiamento di quella in studio e sono stati ottenuti da un’analisi statistica di alcune centinaia di yacht progettati sia in Europa che negli USA [7]. Tali valori sono da considerare validi in configurazione leggera cioè in assenza di equipaggio, vivande, acqua e carburante. In effetti, è in queste condizioni Tabella 1 – Assegnazione dei principali parametri adimensionali Parametro di Valore Valore medio per riga riferimento assegnato LWL =6.6 m L B oa max 1 3 2.9 2 L oa LWL 1.15 1.23 3 LWL T 4.6 4.7 4 LWL T c 24 18 5 3∇ 5.6 5 LWL c 6 F f LWL 0.153 0.157 7 WB W 0.45 0.45 8 F f F aft 1.24 1.3 che si calcola il rating di cui si è accennato in precedenza. In configurazione pesante, la barca può incrementare il proprio peso di circa il 20%. Analizzando la tabella, si osserva che il rapporto tra la lunghezza fuori tutto e quella al galleggiamento (seconda riga) è stato scelto più basso rispetto alla media e questo, al fine di favorire il rating dello scafo. Il pescaggio del solo scafo (quarta riga) è più basso della media (rapporto più elevato); in tal modo si potrà disporre di una deriva più profonda e conseguentemente di un momento raddrizzante più elevato [8]. Il rapporto tra il bordo libero di prua e quello di poppa (ottava riga) è più basso rispetto alla media; l’intento è di favorire la sistemazione di cuccette più accessibili verso poppa. Un altro parametro, non riportato in tabella, è il rapporto tra la larghezza dello scafo a poppa e la Bmax . Questo dato non è disponibile in letteratura tuttavia, il valore assegnato ( Baft Bmax = 0. 85 ) può, in base all’esperienza acquisita, essere considerato nella media per una barca da crociera/regata di queste dimensioni. 4.2. modellazione La modellazione dello scafo è stata eseguita utilizzando il software commerciale Rhinoceros; questo, utilizza curve e superfici NURBS definite matematicamente come in (5) e (6). Il diagramma di flusso riportato in figura 4, vuole essere indicativo delle fasi che sono state Definizione di chiglia, eseguite per pervenire al disegno finale della carena. falchetta e prua sulla base dei Come detto, in base ai parametri scelti è possibile parametri di tabella 1 definire un ingombro della carena; partendo da queste informazioni si può costruire la sezione maestra la cui Costruzione della posizione in direzione prua-poppa è in corrispondenza ordinata maestra alla massima larghezza della falchetta. Al fine di avviare bene la superficie di carena sin dalle prime Definizione di ordinate fasi di modellazione, è stato opportuno definire altre ausiliarie ordinate. La superficie è stata ottenuta dalle curve già definite. Si tratta di una NURBS vincolata a passare per le curve di contorno (prua, poppa, chiglia e Costruzione della superficie falchetta) e libera di approssimare, con una tolleranza NURBS imposta, le ordinate. Il modello finale della superficie di carena è costituita da una NURBS bi-cubica (k u =k v=4) avente 24×21 punti di controllo. Si può Controllo delle curve di dimostrare [4] che una superficie così definita ha una sezione: 2,2 continuità di tipo C ; essa dunque garantisce la linee d’acqua e longitudinali derivata seconda continua. Questo fatto è molto importante soprattutto se si prevede di utilizzare il modello CAD per analisi di tipo fluidodinamico. Disegno di carena no definitivo? La superficie adesso può essere sezionata con piani, in modo da ottenere tutte le curve necessarie al si fine controllo dell’avviamento della stessa. In tal modo si possono apportare le modifiche sia ai parametri Fig. 4 – Diagramma di flusso delle fasi relative al disegno della carena iniziali, che eventualmente alle ordinate, reiterando il processo. 4.3. rappresentazione e verifiche La rappresentazione di un disegno navale avviene per mezzo del cosiddetto piano di costruzione; in esso sono rappresentate le principali curve dello scafo. Nel caso in studio, queste sono state ottenute dal modello di superficie, eseguendo sezioni con vari piani; in particolare in figura 5, sono rappresentate in blu le linee d’acqua, in nero le ordinate ed in rosso le longitudinali. Per motivi di chiarezza del disegno si è limitato il numero delle curve. Con DWL (Designed Water Line) si è indicata la linea al galleggiamento. 0 1 I 2 II 3 III 4 IV 5 6 7 8 7.6 m 6.6 m 2.5 m 1.4 m 0.27 m 1611 Kg 0.557 10 11 V WL1 LOA LWL Bmax T Tc W Cp 9 WL2 WL3 DWL WL4 WL5 Fig. 5 - Il piano di costruzione della barca Sono state eseguite alcune verifiche numeriche. 500 Innanzi tutto il calcolo del Cp x (cm) che è risultato di 0.557 400 (valore prossimo all’ottimo nell’ipotesi di navigazione 300 controvento in regime di brezza). Ancora, è stato eseguito il calcolo delle curve 200 di stabilità teorica dello scafo, riportate in figura 6, dove 100 y (cm) sono indicate le coordinate della posizione del centro di θθ (°) 0 carena (Center of Buoyancy) 0 30 60 90 120 150 180 al variare dell’angolo di rollio z (cm) (rotazione attorno all’asse -100 longitudinale dello scafo). Il grafico è stato ottenuto -200 calcolando l’altezza del piano Fig. 6 - Curve di stabilità teorica dello scafo di galleggiamento in grado di garantire un volume immerso sempre uguale al dislocamento della barca. Va osservato che il diagramma non tiene conto dell’inevitabile variazione di assetto longitudinale (angolo di beccheggio), spesso di piccola entità, conseguente allo sbandamento trasversale. La conoscenza di queste curve è fondamentale per calcoli di stabilità, equilibrio e prestazioni delle barche [8]. Infine la figura 7 mostra un’immagine virtuale dello scafo comprensivo di appendici (deriva e timone). Queste sono state realizzate utilizzando un profilo aerodinamico simmetrico della serie NACA a quattro cifre (in particolare 0012) [10]. Il bulbo terminale nella deriva ha lo scopo di aumentare il volume per la zavorra in una posizione più bassa possibile. CB CB CB Fig. 7 – Rappresentazione realistica dello scafo; in rosso è rappresentata la parte immersa dello scafo (opera viva). Le appendici sono state realizzate utilizzando profili NACA 5. Conclusioni In questo lavoro è stata descritta una metodologia per la progettazione di carene di barche a vela, sfruttando le potenzialità dei moderni software di CAD. Il progetto è stato razionalizzato in fasi successive, la prima delle quali è la scelta dei parametri descrittivi della carena. Questi, sono fortemente dipendenti dal tipo di barca che si intende disegnare se da crociera o da regata. La modellazione poi, è stata realizzata mediante l’uso di superfici NURBS che sono particolarmente adatte a descrivere forme complesse come le carene. Infine, l’utilizzo di software commerciali dedicati, ha reso la fase di verifica e controllo dei risultati, più rapida ed efficiente. La metodologia è stata applicata al disegno di una barca di 7.6 m da crociera/regata. 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