REICH, OLTRE REICH di Raffaele Cascone "Reich è la testa migliore della società" Sigmund Freud PREMESSA. Ciò che segue non è una commemorazione di Wilhelm Reich a cinquant'anni dalla morte, ma un compendio introduttivo di accessi alle conoscenze ed alle tecniche di avanguardia odierne nel campo della psicoterapia, della medicina e della scienza sociale, di cui Reich fu precursore. Le ricerche in questa direzione vengono inserite nella pratica clinica e nella conoscenza comune molto di rado e solo troppi anni dopo la loro apparizione, o vengono ignorate e rimosse dagli establishments del settore perché confliggono con i loro interessi consolidati. Si tratta di utensili conoscitivi di rilievo per una vita sana, piena ed indipendente, antidoti contro quello stato sociale, esistenziale e vitale subalterno e da miserabili, a cui l'umanità del ventunesimo secolo ed in Italia in particolare, sembra condannata. Freud prima, e Reich dopo, avevano inaugurato una visione dell'essere umano in positivo, in cui il ricorrere alla "cura" rappresentava soltanto una soluzione di ripiego ed il segnale del fallimento dell'applicazione in profilassi e prevenzione delle nuove conoscenze sulla vita da loro apportate. L'attuale medicalizzazione dell'esistenza, in cui il culmine dell'arte del vivere per il consumatore coincide con l'essere oggetto di interventi riparativi, tecnologicamente avanzati, e di farmaci proiettile risolutivi, sembrerebbe segnare la sconfitta della nuova antropologia ad opera del meccanicismo tecnologico. Ma questa fortunatamente è soltanto una parte della storia di oggi. CONTESTUALIZZAZIONE La portata delle scoperte di Reich che rivoluzionarono la medicina, la psicoanalisi e quindi la psicoterapia, non è comprensibile al di fuori del contesto delle sue ricerche sociali ed al di fuori della storia della psicanalisi. Wilhelm Reich fu una delle figure emblematiche del ventesimo secolo, turbolento come il periodo storico che si trovò ad attraversare. La sua opera ha profondamente influenzato i modi di sentire e gli stili di vita delle società occidentali. Da sociologo e da sessuologo, prima ancora che da medico, riconobbe, per primo, come, in una società autoritaria, le miserabili condizioni di vita delle masse e l'impossibilità di una vita sessuale soddisfacente fossero i cardini della malattia e dei disturbi nevrotici e mentali e come le masse svitalizzate ed angosciate da miseria e da frustrazione sessuale trovassero conforto e rassicurazione in figure autoritarie guida. Giovanissimo, nella Vienna degli anni '20, partecipò al circolo ristretto dei primi psicoanalisti intorno a Freud, che gli conferì la direzione del seminario di teoria della tecnica psicoanalitica nella prima clinica psicanalitica. Comprendere le radici della vita e liberarla dalla presa dell'oppressione sociale e sessuale, fu il filo conduttore della sua ricerca. In "Psicologia di massa del fascismo". "Che cos'è la coscienza di classe", "Materialismo dialettico e psicoanalisi" e nel best seller "La rivoluzione sessuale", mostrò come il conflitto sociale influenzi biologia e psicologia del soggetto e prepari la malattia, precorrendo le scoperte di Henri Laborit e le recenti ricerche della Mac Arthur Foundation su status sociale e malattia. Creò la "sessuo-economia" anni prima del controverso "Rapporto Kinsey" sulla sessualità degli americani: il suo libro "La funzione dell'orgasmo" costituisce lo standard a tutt'oggi insuperato della sessuologia moderna. Le sue conoscenze e le sue attività cliniche e politiche lo resero persona non grata alle due organizzazioni in cui militava nella Germania degli anni '30, il partito comunista e l'associazione psicoanalitica internazionale: entrambi lo espulsero. In fuga dal nazismo, cercò asilo in Danimarca, poi in Svezia ed in Norvegia, dove formò Ola Raknes, che successivamente, negli anni '60, fu uno dei docenti dell'autore di questo articolo. Infine accettò l'invito a rifugiarsi negli Stati Uniti da parte di un suo allievo, amico e traduttore, il medico di origine tedesca Theodore Wolfe. In America, svilupperà una nuova forma di psicoterapia basata sulla conoscenza che la psiche, la salute ed i suoi disturbi, sono funzioni biologiche, alle radici della vita, e sull'evidenza che una economia sessuale sana è la base della salute: la sua vegeto-terapia carattero-analitica che poi chiamerà orgonoterapia, ispirerà la psicologia umanistica e tutte le terapie corporee contemporanee ed un insieme variegato di pratiche, con poche caratteristiche comuni, ma sommariamente raggruppate sotto il termine "psicoterapie corporee". La parte socio-politica dell'opera di Wilhelm Reich fin dagli anni '60 è stata uno dei riferimenti del movimento radicale, ancor prima della contestazione del '68. Di quegli anni ricordiamo il convegno di Marco Pannella e Luigi De Marchi "Repressione sessuale ed oppressione sociale" che raccoglieva le tesi sessuo-economiche di Reich nelle loro implicazioni sulla politica e sul quotidiano, nonchè l'enciclopedico lavoro del De Marchi su questi temi con la sua "psicopolitica". Altrettanto influente a quell'epoca fu la parte psicologica dell'opera di Reich che ispirò varie associazioni e centri studi, il cui tratto caratterizzante fu una forma patologica di conflittualità permanente, che avrebbe portato, attraverso una serie interminabile di scissioni, alla loro dissoluzione. Poco noto è il fatto che la sua teoria della tecnica psicoanalitica ed il suo originale contributo alla psicoanalisi, con il metodo cosiddetto carattero-analitico (1), perfezionato negli anni '30, siano oggi uno degli strumenti tecnici cardine della psicoanalisi freudiana, anche se solo pochi analisti ammettano apertamente di servirsene, per non rischiare la loro reputazione. Come è noto, nel 1935 Reich prese una direzione divergente rispetto all'establishment psicoanalitico dal quale venne espulso, così come sarebbe accaduto di lì a poco in Francia anche a Jacques Lacan. Reich, negli anni '20, da direttore del seminario di teoria della tecnica della clinica psicanalitica di Freud a Vienna, aveva portato alle necessarie e naturali implicazioni le premesse originarie di Freud che auspicava una fondazione neurologica e scientifica per la psicoanalisi. Secondo Reich, salute e malattia psichica hanno radici biologiche, la vita è in sé stessa espressiva, e la vita esprime, in ogni momento ed in ogni atto, le relazioni e la storia del soggetto. Negli stessi anni '50, indipendentemente da Reich, a Parigi, Henri Laborit avrebbe affrontato gli stessi fenomeni alle radici della vita, descrivendoli ad un altro livello di complessità, in chiave più moderna, evitando la metafora energetica di Reich, attraverso la biologia molecolare e la biologia dei comportamenti, ma sempre nel quadro delle relazioni tra nucleo biologico e le sue condizioni di confine, definite dall'ambiente naturale e socio-culturale. Per restare fedeli allo spirito ed alla lettera di Reich, riteniamo necessario che la parte medica e psicologica dell'opera di Reich sia oggi ri-contestualizzata e possa essere correttamente applicata nel milieu clinico, solo attraverso la sua integrazione con le nuove evidenze ed i nuovi strumenti concettuali. Nel saggio che segue, apparso in due parti nella rivista scientifica Empedocle, nel 1984 e nel 1986, descrivo le circostanze attraverso cui la lezione di Reich e le necessarie implicazioni della sua opera stavano andando perdute. Traccio inoltre le premesse per quegli sviluppi che, attraverso la lezione della scuola sistemica di Parigi, che faceva capo ad Henri Laborit (2), stavano dando vita a quell'Integrazione Sistemica in psicoterapia ed in medicina che avrebbe anticipato le concettualizzazioni della biologia dei sistemi ed avrebbe esteso l'unità di osservazione ed intervento della psicoterapia sistemica attraverso la biologia dei comportamenti. (3) Questi strumenti scientifici e concettuali, arricchiti dalle recenti ricerche di Stephen J. Porges sul sistema nervoso autonomo e di Kevin Tracey sul riflesso infiammatorio, sono il quadro dei riferimenti dell'Integrazione Sistemica, studio e applicazione di queste evidenze alla psicoterapia ed alla medicina dei sistemi integrati. A settant'anni da questi eventi, attraverso questa ricontestualizzazione di Reich, attraverso il linguaggio più moderno delle neuroscienze, della biologia dei comportamenti e della biologia dei sistemi, emerge la correttezza delle sue descrizioni centrali. Recenti evidenze che, per esempio, clamorosamente, confermano una delle più grandi scoperte di Reich, quella del processo di guarigione che coincide con il completamento della sua terapia sul sistema nervoso autonomo, la cosiddetta vegeto-terapia caratteroanalitica: allorché in terapia vengono dissolte le rigidità "psicologiche" e viene risolto il nucleo somatico propellente della nevrosi, forza di coesione della malattia, secondo Reich si attiva una sorta di auto-terapia organica, corrispondente all'attivazione della "vis medicatrix naturae". Tracey descrive oggi lo stesso fenomeno, avvalendosi di strumenti più raffinati di indagine ed una concettualizzazione più attuale, individuando le basi anatomofisiologiche del riflesso infiammatorio (4). Ugualmente, due degli strumenti fondamentali della terapeutica di Reich, il contatto oculare ed espressivo tra terapeuta e paziente e l'empatia primordiale tra i due sistemi biologici in interazione (5), trovano le loro basi anatomo-fisiologiche ed una loro estensione concettuale nella scoperta del sistema dell'ingaggio sociale da parte di Porges (6). Inoltre l'Epigenetica, porta evidenza crescente, attraverso gli strumenti della biologia molecolare, che l'individuo ed il suo comportamento sono il risultato, in tutte le fasi della vita, dell'interazione tra patrimonio genetico e stili di vita, comportamenti, nutrizione e rappresentazioni, individuali e socio culturali, tutti modificabili. Alla luce di queste conoscenze, accanto alla medicina convenzionale, indispensabile nelle sindromi acute, si apre la nuova area di una psicoterapia ed una medicina dei sistemi. Il campo di intervento si allarga a: i regolatori ambientali, le vie metaboliche pre-patologiche che con decine di anni di anticipo preparano le malattie cronico-degenerative, il continuum delle relazioni e delle interazioni bio-socio-psicologiche, in cui l'individuo biologico è immerso, dalla nascita e fin dal concepimento. Discipline e professionalità vecchie e nuove si compenetrano e si integrano l'una con l'altra. Da Empedocle, n.11 nel 1984 e n. 17/18 nel 1986. Ciò che resta del lavoro di Reich ad opera dei suoi continuatori, fa chiedere quali circostanze diano origine oggi ad incomprensioni errori, malintesi. Voglio segnalarne quattro: la prima è legata al fatto che Reich crea un intero sistema di medicina e l'apertura dell'accesso ad un nuovo territorio fenomenico di cui egli stesso si limita ad abbozzare soltanto i contorni. Ciò emerge in questo passo che citiamo per intero: "La salute psichica dipende dalla potenza orgasmica, la capacità di abbandono all'acme dell'eccitazione sessuale nell'atto sessuale naturale. La sua base è l'attitudine caratteriale non nevrotica di capacità ad amare. Quello che viene definito il disturbo mentale è il risultato di un disturbo della capacità naturale all'amore. Nel caso dell'impotenza orgasmica, di cui la grande maggioranza degli individui soffre, l'energia biologica è accumulata, diventando in questo modo la fonte di ogni sorta di comportamento irrazionale. La cura dei disturbi psichici richiede in primo luogo il ripristino della capacità naturale all'amore. Ciò dipende tanto da condizioni sociali quanto da condizioni psichiche. L'individuo cresciuto in un'atmosfera che nega la vita e la sessualità sviluppa angoscia del piacere, (paura delle eccitazioni piacevoli), che è rappresentata fisiologicamente da spasmi muscolari cronici Questo è il problema dell'angoscia biofisiologica e costituisce il problema centrale della ricerca psicosomatica. Fino ad ora è stato il più grande ostacolo contro l'investigazione delle funzioni involontarie della vita che la persona nevrotica blocca o può esperienziare solo come qualcosa di estraneo o terrificante". (7) L'interdisciplinarità del lavoro di Reich fa sì che qualsiasi tentativo di cogliere dei frammenti dell'opera per costruirne un'intera metodica, costituisca un operazione magari plausibile e di successo, ma erronea perché fondata interamente su omissioni. Nello stesso modo non è possibile intendere il senso di una parte di Reich senza orientarsi attraverso il panorama dell'intera opera. Ma tali difficoltà, create in parte dalla vastità e dalla complessità della materia, sono minori di quella costituita dal fatto che alcune scoperte cruciali di Reich sono introspettive: per quanto riguarda i fenomeni "corrente vegetativa" e "sensazione organica", ad esempio, se da un lato è possibile costituirne un modello conoscitivo, dal'altra una loro genuina comprensione, necessita di essere vissuta personalmente "in corpore", durante le dinamiche relazionali di una terapia personale correttamente condotta. Per il terapeuta reichiano l'esperienza della terapia personale è forse altrettanto cruciale, quanto lo sono l'analisi personale e didattica per i freudiani. Questo requisito, che ci porta alla seconda circostanza, nel caso della terapia reichiana, si è rivelato quasi impossibile da soddisfare. La vegeto-terapia carattereanalitica, lungi dall'essere una "tecnica corporea" è una estensione del lavoro psicoanalitico e caratteroanalitico: richiede l'applicazione corretta del lavoro sulle dinamiche del transfert e del contro transfert, pratica dell'inconscio e delle dinamiche relazionali. Gli stessi allievi diretti di Reich in America, con l'eccezione del dottor Theodor Wolfe, prematuramente scomparso, avevano pochissima dimestichezza con la psicanalisi e soprattutto con il complesso metodo dell'analisi caratteriale. La confusione è aumentata dal fatto che, come emerge dalla testimonianza della figlia Eva, e dal modo di lavorare dei diretti allievi di Reich, portatori a volte di una tecnica che mimavano inconsapevolmente, la forma finale del far terapia da parte di Reich era costituita da interventi carattere analitici che accompagnavano l'intervento corporeo, guidati e circostanziati dala conoscenza della struttura pulsionale, caratteriale e biologica del soggetto. In questo modo di far terapia, l'aspetto più facilmente evidente e quindi trasmissibile, era quello più esteriore. Tutte le altre componenti attive erano discernibili solo da chi conoscesse l'intero lavoro di Reich dalle origini e nel suo intero sviluppo, all'interno della psicanalisi; praticamente nessuno tra gli allievi del suo periodo americano, che sarebbero di fatto diventati i garanti della trasmissione del suo lavoro. La terza circostanza sembra legata al fatto che quelli che vengono sommariamente chiamati "interventi sul corpo", nati per accelerare il trattamento, anche attraverso la mobilizzazione degli stati di stasi, nei fatti portano complicazioni. Questo superamento della interdizione freudiana al toccare in terapia, allorché vengano minimizzate o ignorate le implicazioni che il tocco stesso viene a creare, compromette in modo insanabile l'andamento del trattamento. Il lavoro di Reich, mira alla ristrutturazione del funzionamento delle zone erogene e della configurazione delle loro relazioni; che cosa avviene allorché questo lavoro avviene fisicamente sul corpo, anche se solo su aree attigue a quelle specificamente erogene, e per giunta in una situazione di dipendenza affettiva? "Quali sono secondo i modi di organizzazione dell'economia psichica, gli effetti delle stimolazioni tattili: ricostituzione narcisistica, eccitazione erogena, violenza traumatica?". (8) Ed ecco che un mancato riconoscimento delle implicazioni del tocco può portare a dinamiche trasferenziali e controtrasferenziali irrisolvibili, perché totalmente inconsce o troppo intricate e per giunta caricate di energia eccitatoria, che, allorché non trattata, genera angoscia e che va a ricostituire difese e stati di disorganizzazione psichica e somatica nuovi e più pericolosi degli originari, perché costituitisi in un contesto artefatto. Inoltre, l'evidenza costituita dalle continue fratture e sciccioni in seno alle varie associazioni reichiane, è facilmente interpretabile come segno di un'esplosione di "acting out", almeno in uno dei due partiti di ciascuna contesa, a seguito di trattamenti personali e percorsi didattici scorretti a cui, per statuto, i membri sono tenuti a sottoporsi. Dello stesso segno appaiano le tipiche dinamiche relazionali tra le varie associazioni nei cui commenti e nelle cui riviste si colgono, regolarmente, apprezzamenti di incompetenza e mistificazione del lavoro di Reich, verso tutte le altre. Fatto è che, come indicava saggiamente Aldo Carotenuto: "Ogni gruppo analitico è costretto a negare l'altro per giustificare la propria esistenza.". (9) Questa situazione se da un lato compromette il processo formativo dei professionisti, dall'altro ha ridotto quasi a zero la comunicazione scientifica e l'arricchimento interpersonale tra di essi, soprattutto tra le varie scuole. La quarta circostanza, che ostacola la continuità corretta del lavoro di Reich oggi, è connessa ala sua scoperta della possibilità di mutare il funzionamento "psicologico" attraverso il cambiamento degli stati corporei organizzatisi intorno alla funzionalità specifica delle zone erogene. In questo Reich resta continuatore rigoroso del Freud degli anni migliori secondo cui: "Per quanto riguarda le pulsioni, la formazione dele pulsioni congenite di un carattere che si è stabilizzato, vale in linea generale la formula: le particolarità di carattere che permangono sono o prosecuzioni immutate delle pulsioni originarie o loro sublimazioni o formazioni reattive contro di esse."(10) "Anche i fenomeni psichici più complessi e differenziati sono radicati in funzionamenti primordiali costantemente presenti". (11) "La percezione cosciente è una funzione del sistema vegetativo quanto lo è un istinto". (12) Queste scoperte fondano una teria ed una prassi terapeutica nuove, rendendo somatica la psicoterapia e trasferendo il problema della memoria e della stabilità/labilità del vissuto alla dimensione incorporata: "La dissoluzione di una rigidità muscolare, non solo libera energia vegetativa ma porta alla memoria la situazione infantile in cui la repressione di un conflitto era avvenuta".(12) Ciò problematizza ulteriormente la comprensione della natura di uno dei fenomeni considerati più evasivi e incomprensibili dalla ricerca neurofisiologica: "Ho talvolta l'impressione, riesaminando il problema della localizzazione dei ricordi, che si debba per forza concludere che l'apprendimento non è in alcun modo possibile". (13) "Le scoperte di Reich in questo settore rimandano ad un'area di ricerca di frontiera estranea agli specialisti delle singole discipline, dove le formulazioni tradizionali su coscienza, corporeità e memoria appaiono senza senso e che pone le basi di quella teoria generale della corporeità e della coscienza e di quel linguaggio adeguato alla descrizione dei processi unitari dell'essere umano nella natura di cui oggi si profila la formulazione." (14) Se da un lato queste scoperte fondano un nuovo accesso al territorio dell'essere corporeo, dall'altro la relativa tecnica terapeutica introduce a fenomeni che aprono più interrogativi che certezze in riferimento alle conoscenze sulla corporeità, sulla coscienza e sulla natura stessa della "realtà". Ciò pone il ricercatore in una posizione di debolezza che dispone alla tentazione, oggi diffusa, di celarla, rinforzando piuttosto gli aspetti plausibili e di facile successo del lavoro, tradendo in tal modo la portata ed i riferimenti costituiti dalle scoperte da cui il lavoro stesso si è sviluppato. Piuttosto questi devono essere ampliati in relazione alle osservazioni cruciali e alle novità emerse nella stessa psicanalisi, nelle terapie somatiche, nella medicina, nella biologia e nella fisica dei sistemi dissipativi, che è indispensabile segnalare poiché costituiscono il campo di osservazioni rispetto al quale il lavoro di Reich si può oggi verificare ed integrare: l'ipotesi del campo morfogenetico di Rupert Sheldrake, il metodo del Meiso Shiatsu, gli interventi organizzativi dell'Integrazione neurofasciale, l'Integrazione sensoriale di A.J. Ayres, il metodo di Francoise Mezieres, il mio metodo di Integrazione Sistemica con la Systemic Integration therapy. Dopo aver mostrato le circostanze odierne in cui il lavoro di Reich viene malinteso e snaturato e dopo aver mostrato alcune linee di possibile sviluppo, porto ora l'attenzione al senso ed al contenuto della rivoluzione scientifica , iniziata da Freud e continuata da Reich, indicando in che modo ed in quali elementi essa rappresenti teorie e metodi di intervento innovatori e più efficaci di queli precedenti ed inoltre cole, solo tenendo conto di ciò, permetta di orientarci tra gli innumerevoli punti di vista e di ordinare la miriade di osservazioni da parte di tante discipline rese accessibili oggi dalla grande circolazione dell'informazione e delle merci. Tale approccio può qualificarsi come scientifico nel momento in cui sia in grado di di definire il metodo e l'oggetto della sua ricerca a chiare lettere. Una siffatta formulazione si impone davanti al fenomeno sociale nuovo, indotto dal consumo, degli appelli alla moda, per una scienza globale della psiche e del "soma" da parte di terapeuti che, invocando costantemente Freud e Reich, procedono secondo termini e referenti di prima di questi ultimi, accumulando approcci e linguaggi tra i più disparati in un insalata russa totalizzante e non articolabile, né teoricamente né praticamente. Da una formulazione scientifica dichiarata può scaturire una presa di posizione articolata nei confronti della questione sociosanitaria, questa davvero nella globalità dei suoi aspetti. Questo mentre il mercato della medicina alternativa alla stregua di quello ufficiale continua a forzare il pubblico nel ruolo di passivo consumatore, che dal canto suo continua devotamente ad orientarsi attraverso la grande pubblicistica che non fa altro che riflettere interessi, luoghi comuni e miti delle grandi corporazioni professionali. Ciò è apparso in maniera eclatante da quando medici e psicologi hanno iniziato a far pressione sui politici per regolamentare e tutelare attraverso leggi le loro corporazioni, la loro professionalità e la loro identità personale in tema di psicoterapia. Ciò fingendo di ignorare o nell'effettiva ignoranza delle formulazioni di Freud in materia. Questa situazione di mancanza di identità scientifica e culturale e di mancanza di percezione unitaria del campo di ricerca, assieme ad una distanza di sicurezza dal lavoro sulle condizioni materiali di vita, sull'informazione e sulla pratica sociale, è testimoniata ulteriormente dallo scollamento nel dibattito corrente della questione della psicologia-psicoterapia da quella socio sanitaria delle medicine e delle pratiche di cura non convenzionali. L'inequivocabile posizionamento di Reich alla frontiera tra psicologia e medicina, deriva dalle due scoperte di Freud, di cui Reich fu continuatore, che fanno della psicoanalisi una rivoluzione scientifica nelle scienze umane e nelle scienze naturali. Si tratta della scoperta dell'Inconscio e della ridefinizione del ruolo che giocano le componenti biologiche tra gli elementi costitutivi della coscienza. Entrambe scoperte sono state omesse o incomprese dalla psicologia, dalla medicina ed a volte dalla stessa psicanalisi, tanto che chi, come Jaques Lacan per la prima scoperta e Reich per la seconda, si è attenuto alla lettera ed allo spirito dell'opera di Freud si è trovato in una posizione di estraneità irriducibile rispetto alle potenti ortodossie della psicanalisi. Inoltre, il sopraggiunto abbandono della ricerca delle basi biologiche, neurofisiologiche e neuropsicologiche da parte della ricerca psicanalitica è da attribuire al fatto che solo gli allievi più vicini a Freud erano al corrente o intendevano seguire l'impostazione originaria del suo pensiero; tanto che le formulazioni di Freud venivano regolarmente malintese dai successori che di questa impostazione originaria non erano al corrente. Tanto più allora per arrivare al caso Reich, la sua metodica e direzione di ricerca, con una grande enfasi sulla sessuo-economia, sui fattori quantitativi della vita psichica, e sulle componenti biologiche avrebbero fatto inorridire per anni psicanalisi e medicina ortodosse. Come è noto, gli scritti di Freud vengono sommariamente divisi in scritti clinici, che hanno come per oggetto lo studio psicologico vero e proprio, e scritti metapsicologici, che trattano della teoria del funzionamento psichico. Dopo Freud gli scritti metapsicologici furono considerati dagli stessi psicoanalisti e dal mondo scientifico, lavori di tipo esclusivamente congetturale e speculativo, tant'è che la psicanalisi ortodossa si allontanò progressivamente dal cercare una sua validazione in termini di scienza naturale diventando completamente congetturale. Ciò fino al 1950 allorchè, a dieci anni dalla sua morte, avvenne il clamoroso ritrovamento di un manoscritto sconosciuto scritto di pugno da Freud, datato 1985: si trattava di un lavoro in cui impostava in maniera sistematica le sue ipotesi fondamentali sul funzionamento psichico umano, proprio in termini neurofisiologici, sulla base del quale avrebbe impostato la sua metodica terapeutica. I concetti originari che avevano infestato come un fantasma invisibile, ma attivo, tutta la serie degli scritti tecnici, finalmente apparivano. In quest'opera chiamata "Progetto per una psicologia scientifica" (15) appare chiaro che tutti gli scritti teorici di Freud, lungi dall'essere congetturali o "psicologici", come si era lasciato credere, erano neuropsicologici, con la parte neurologica implicita, ma esplicita per chi conoscesse il modo di procedere di Freud. Come è noto, tra i concetti che Freud usa correntemente nei suoi scritti teorici c'è "energia mentale, somme di eccitazione, investimento, quantità, intensità, etc". Nel "Progetto", tutti questi concetti vengono discussi investigando i meccanismi neurologici dei processi psicoanalitici fondamentali come i processi primari e secondari, l'io, la verifica di realtà, la pulsione, la difesa, in termini peraltro di grande attualità anche alla luce dele più recenti acquisizioni delle neuroscienze: "Il 'Progetto' contiene concezioni dei processi sia neurologici che comportamentali che anticipano di anni, in alcuni casi, le formulazioni dei neurobiologi contemporanei". (16) Da queste premesse, Reich estende le formulazioni freudiane sull'energetica psichica all'organismo nella sua interezza. Infatti, proprio grazie alla forza ed alla conoscenza diffusa di questi fondamenti freudiani nel circolo psicoanalitico di Vienna, che le formulazioni di Reich che tanto scandalizzarono e continuano a scandalizzare generazioni intere di psicanalisti e medici, circolarono e restarono a costituire materia medica e psicanalitica al punto che, per le sue ricerche, lo stesso Reich fu posto alla direzione del seminario di teoria della tecnica della clinica psicanalitica. In questo spirito ed in questo clima i primi scritti di Reich affrontano ed ampliano uno dei concetti critici della rivoluzione freudiana: quello della pulsione, al limite tra il biologico e lo psichico, per poi sfociare nella sua teoria della funzione di carica e scarica e della funzione dell'orgasmo. In "Pulsioni e destini delle pulsioni" (17), Freud aveva mostrato che "Per orientarci nel mondo dei fenomeni psicologici, il più importante dei presupposti di cui facciamo uso è di natura biologica; esso opra con il concetto di tendenza (eventualmente anche quello di finalità): il sistema nervoso è un apparato al quale è impartita la funzione di eliminare gli stimoli che gli pervengono o di ridurli al livello più basso possibile; attribuiamo al sistema nervoso in termini generali il compito di governare le eccitazioni. Vediamo allora come l'introduzione del concetto di pulsione, complichi lo schema fisiologico semplice del riflesso; le eccitazioni esterne non impongono che un solo compito: di sottrarsi ad esse, fatto che avviene attraverso dei movimenti muscolari, uno dei quali finalmente raggiunge lo scopo; questo movimento, essendo il più appropriato, diventerà in seguito una disposizione ereditaria. Le eccitazioni pulsionali, che hanno la loro origine all'interno dell'organismo, non possono essere liquidate attraverso questo meccanismo. Esse sottomettono infatti il sistema nervoso a delle esigenze più elevate; esse spingono ad attività complicate, interconnesse le une con le altre, che apportano al mondo esteriore le modificazioni necessarie a soddisfare la fonte interna delle eccitazioni. Allora possiamo concludere che sono le pulsioni e non le eccitazioni esterne l'autentica forza motrice dei progressi che hanno portato il sistema nervoso con tutte le sue potenzialità illimitate al grado attuale del suo sviluppo". (17) La spinta pulsionale è la forza primaria non solo del comportamento ma anche della differenziazione organizzativa e dello sviluppo. La vastità delle implicazioni di questa scoperta apparirà ancora più straordinaria allorché si considereranno i fenomeni, mostrati da Reich, connessi alle interruzioni, i "blocchi", alla spinta pulsionale. Queste affermarzioni di Freud trovano riscontro in uno dei più grandi neurobiologi contemporanei, Henri Laborit, secondo cui: "Un sistema nervoso non serve ad altro che ad agire. Ciò che è stato definito "pensiero" non è altro che il modo più perfezionato, proprio all'uomo, di realizzare queste finalità." (18) Il lavoro clinico porta Reich ad intuire che l'elemento ignoto critico per decifrare la genesi sia della patologia "somatica" sia di quella "psichica", è da ricercare nel campo dei fattori energetici quantitativi: le guarigioni più complete e durature si ottenevano in pazienti che nel corso del trattamento erano riusciti a stabilire una vita sessuale soddisfacente. Questi pazienti erano inoltre caratterizzati di fatto che nel corso del loro sviluppo la fase del'attivazione genitale nell'adolescenza era stata raggiunta. Apparve chiaro a Reich che l'energia propellente e di cesione dei disturbi psichici al pari di quelli biologici fosse energia biologica stagnante a causa di perturbazioni nelle funzioni di carica e scarica energetica dell'organismo. Queste perturbazioni erano causate da rigidità caratteriali e somatiche. "Nella vita vegetativa esiste un processo per cui la carica o tensione porta alla carica bio-elettrica; ad essa segue la scarica, che a sua volta ha termine nella distensione meccanica. Dagli esperimenti elettrofisiologici sulle zone erogene, era risultato che le eccitazioni vegetative sono identiche a flussi di corrente di direzione corrispondente. D'altra parte le sensazioni organiche vegetative, dal punto di vista funzionale, si dimostrarono identiche a inizi di movimenti vegetativi, che in sostanza s possono dividere i due gruppi: la sensazione di distensione e di benessere, quindi di espansione, corrisponde all'inizio di un allungamento, come si nota nel caso di una erezione sessuale; invece le sensazioni di angoscia e di dispiacere sono identiche agli inizi di un ritrarsi in sé, dunque ad una contrazione dell'organismo biologico." (19) La ricerca dei funzionamenti filogeneticamente arcaici, in quanto componenti biologiche fondamentali della "psiche" è presente fin dalle origini in Freud. Reich, dal canto suo, spinge fino in fondo questo approccio: nel suo lavoro clinico con nevrotici ipertonici da un punto di vista muscolare, aveva scoperto che allorché veniva eliminata l'ipertonia, apparivano nel corpo manifestazioni vegetative involontarie come fascicolazioni, parestesia, tremori. Reich notò inoltre che, in molti casi, queste contrazioni vegetative prima erano isolate e locali, poi si univano in un unico riflesso di tutto il corpo di tipo ondoso e convulsivo che definì "riflesso orgastico" essendo identico a quello della contrazione vegetativa automatica al culmine dell'eccitazione sessuale. Reich osservò allora che la funzione della carica e scarica della eccitazione sessuale, coincide con le direzioni funzionali del sistema nervoso vegetativo: "Nell'esperienza del piacere, il sistema nervoso vegetativo si espande e si distende, mentre nello spavento si restringe con una contrazione. Qui mi sembrò importantissima l'unità funzionale di tutto l'organismo: l'idea che nei metazoi, l'ameba continua a vivere sotto forma di apparato vegetativo contrattile ed espandibile. Tensione e distensione, gonfiamento e restringimento, dilatazione e contrazione, carica e scarica, sono combinati insieme in un unico sistema nelle funzioni del nervo vago e del simpatico. L'unità delle funzioni organiche è regolata dal processo tensione/carica-distensione/scarica sia nei singoli organi che in tutto l'organismo. (12) La funzione di carica e scarica è un fenomeno presente e continuo in natura dai livelli organismici elementari fino agli organismi più complessi e dal livello cellulare fino a quello sistemico. Tale funzione è contraddistinta dal fatto che, ciclicamente, la carica tende a crescere fimo ad arrivare ad un punto critico dove essa si dissipa. Negli organismi più complessi, è l'intero sistema vivente che è interessato dalla funzione, tanto che, soltanto al raggiungimento di questo limite critico, può accendersi la funzione unitaria dissipativa, costituita peraltro da un complesso sistema di inibizioni e facilitazioni, organizzato secondo un altissimo livello di norma. La funzione orgasmica è l'unico evento naturale attraverso cui l'organismo nell sua interezza può mobilizzare al massimo il suo potenziale energetico per poi scaricarlo, ed in tal modo rinormalizzarsi secondo una modalità di funzionamento generale ottimale. Le condizioni per cui questa funzione possa svolgersi nella sua normalità, diventano sempre più rigorose e difficili da soddisfare, man mano che si sale lungo la scala evolutiva dell'organizzazione delle forme viventi. Nell'essere umano, la probabilità che si giunga alla maturità con disturbi di questa funzione unitaria, sono molto alte per ragioni anche inerenti all'immaturità del neonato umano, la neotenia, le cui implicazioni per lo sviluppo e per l'eziopatologia chiariremo in seguito. Per Reich la "potenza orgastica", che è altra cosa dalla semplice potenza erettiva nell'uomo e dalla semplice integrità anatomica per la donna, è presente solo negli individui dotati di una struttura caratteriale, somatica e libidica specifica, il cosiddetto carattere genitale, struttura affermatrice e ricettiva rispetto all'insorgere delle sensazioni vegetative involontarie e priva di rigidità e stati disorganizzativi. Una struttura le cui funzioni di eccitazione-carica e scarica locali ed unitarie possano aver luogo. Gli elementi caratteristici di queste strutture nella funzionalità e nella patologia vengono trattati estesamente in "Analisi caratteriale". (12) Prima di considerare dal canto nostro le condizioni caratterali, somatiche e biologiche per la "normalità" è necessario illustrare più a fondo il punto di vista libido-economico di Reich, poiché è dallo stato e dalla dinamica delle cariche istintuali nel corso dello sviluppo che dipende l'esito della formazione della struttura caratteriale, somatica e biologica individuale e da essa la salute nella vita adulta di relazione. Fin dai primi momenti della vita, le relazioni del neonato sono modellate dall'incontro tra le spinte pulsionali ed il mondo esterno. In termini di carica eccitatoria espansiva, l'intero organismo è interessato fin dalla nascita da un investimento energetico espansivo ed esplorativo: "Il protrudere ed il ritrarre gli pseudopodi nel protozoo è molto più che una semplice analogia, allorché ci si riferisce all'investimento ed al ritiro della libido". (7) La spinta verso il contatto corporeo è già presente nel neonato ed avviene di pari passo all'attivazione degli organi della percezione, pelle compresa, primi fra tutti gli organi e l'intero polo percettivo cefalico. Il dialogo tonico con la madre in questa fase precoce determina il grado degli investimenti energetici, vale a dire la modulazione dei rapporti e delle intensità dell'espansione-contrazione, carica - scarica, esplorazione-ritiro in tutto il sistema biologico e nelle sue parti. Parallelamente si attiva la prima zona erogena specializzata: la mucosa orale è interessata da un intenso fenomeno di carica che coincide con l'apparizione di movimenti clonici della muscolatura anulare della bocca. Il contatto con il seno ed il contatto corporeo determinano la possibilità della scarica eccitatoria ed il ritorno allo stato di riposo Un'assenza di contatto o disturbi di vario grado nel contatto producono un accumulo di carica. Allorché questo disturbo è prolungato nel tempo e diviene caratteristico della relazione circolare neonato-madre-ambiente, l'accumulo di carica diviene cronico. Ma essendo limitata la capacità del tessuto locale di contenimento della carica, quest'ultima defluisce verso le strutture muscolari striate e lisce, funzionalmente legate, aumentandone cronicamente il tono e producendo nel tempo una rigidità strutturale. Reich osserva che in questo fenomeno l'energia eccitatoria si divide in due parti, di cui una serve a bloccare l'altra. Contemporaneamente a ciò, si costituisce un percorso "alternativo" per l'eccitazione che si canalizza direttamente nelle rigidità muscolari croniche e smette di manifestarsi in quanto eccitazione. Questa dinamica energetico-libidica esemplare, allorchè ha luogo in una fase arcaica dello sviluppo, è per sua natura lontana dalla percezione cosciente. Sono comunque sempre presenti funzioni percettive che precorrono la coscienza: le tracce senso motorie lasciate da queste interazioni precoci persisteranno ed influenzeranno la strutturazione dei processi della coscienza. In fasi successive dello sviluppo queste dinamiche saranno arricchite da un altro elemento, l'angoscia. Anche nelle fasi precoci si ipotizza che l'organismo "memorizzi" delle risposte primordiali alle situazioni ed alle situazioni disfunzionali in particolare. E' disfunzionale e disorganizzante qualsiasi relazione ed interazione che si concluda con un accumulo di non scaricabile di cariche eccitatorie. Se la carica infatti non è scaricabile, diventa incontenibile ed un pericolo per l'integrità fisica del sistema vivente; in rapporto a stimoli dolorosi o revulsivi le creature viventi si comportano dapprima allontanandosi poi, se non possono allontanarsi, tentando di lottare contro di essi per eliminarli. Se gli stimoli sono interni, l'organismo mobilizza le sue forze aggressive anche sottoforma di carica muscolare contro sé stesso; la carica e la relativa carica motoria non potendo scaricarsi attraverso una scarica motoria soddisfacente ed esauriente, diventano immobilità ed a lungo andare rigidità. La carica non abreagibile è allora percepita come angoscia. Ma la stessa angoscia può essere in parte contenuta da ulteriore rigidità. Allorché in terapia tali rigidità vengono sciolte, al ripristino della fluidità nelle strutture corporee e nelle zone erogene in particolare, non è l'eccitazione la prima ad apparire ma l'angoscia. Questo è il problema centrale in terapia poiché l'angoscia alimenta resistenze inconsce ad affrontarla e comportamenti attivi per evitarla. Ma l'angoscia è energia eccitatoria ingorgata senza un canale di abreazione-espressione. Il compito tecnico stabilito da Freud, di rendere conscio il conflitto inconscio, che sarebbe sufficiente per risolvere il conflitto, abreagirlo e ristabilire l'equilibrio, viene riformulato da Reich in questi termini che riassumiamo: rendere conscio il conflitto non è sufficiente, se all'emergere del ricordo non si accompagna la rimessa in moto della carica affettiva-emozionale legata all'esperienza in cui il conflitto ebbe luogo. Reich aveva infatti osservato che l'apparizione del ricordo, precedentente rimosso, di un evento traumatico o di una situazione conflittuale, non portava necessariamente alla sua risoluzione; l'elemento scatenante la risoluzione, era di tipo quantitativo: era l'apparizione della carica affettiva relativa all'episodio e con la sua apparizione il fatto che riuscisse ad essere abreagito. Queste due formulazioni che si completano l'un l'altra, trovano ulteriore coerenza alla luce delle innovazioni portate da Jacques Lacan, secondo cui può essere cosciente solo ciò che passa attraverso la simbolizzazione; tutto ciò che ne sfugge, è confuso, irrappresentabile, non articolabile, quindi caratteristico di una fase arcaica, precedente alla costituzione del soggetto. Per Reich la vita è in sé espressiva. L'emozione è un movimento plasmatico, percepito ed itegrato nell'organismo nella sua globalità. L'espressione allora, potremmo dire, è il passaggio ad una forma organizzata simbolicamente, quindi cosciente, dell'energia eccitatoria. Per giunta per ridire Reich in termini lacaniani, può esistere simbolizzazione e quindi un precorrere la coscienza, prima della strutturazione del linguaggio verbale e della sua articolazione, appunto nei funzionamenti anche primordiali di espressione biologica elementare. Un esperienza, un evento di vita intensi diventano traumatici per il bambino o per chiunque quando vengono vissuti al momento senza possibilità di scarica-espressione dell'energia eccitatoria relativa. Da quel momento in poi, avvenuta la strutturazione del blocco dell'energia, il soggetto non è più "in contatto" con il conflitto, che si trova, in termini freudiani "rimosso" ma continua "sintomaticamente" a far sentire i suoi effetti sulla coscienza, sul comportamento, sul funzionamento corporeo. Momenti terapeutici sono allora tutti i passaggi all'espressione integra, cioè collegata alla sua carica affettiva relativa, di ciò che a suo tempo non era stato possibile "esprimere", per ragioni strutturali e/o relative al contesto. In termini strettamente tecnici, non si tratta dunque di prescrivere l'espressione emozionale a chi non è in condizioni di esprimersi, piuttosto di intervenire sulle interruzioni e sui blocchi che interrompono la continuità, il contatto, tra soggetto che si rappresenta e rappresenta ed i suoi stati affettivo energetici. Da ciò risulta chiaro i valore terapeutico dell'anamnesi: questa è in tutti i casi un elemento dinamizzante le cariche eccitatorie stagnanti poco strutturate. Ma da quali circostanze dipende la sua eventuale efficacia risolutiva? La risposta di Reich è: dipende dalla quantità di energia biologica precedentemente bloccata e stagnante che il ripercorrere con l'attenzione il passato fa emergere, nella relazione di sostegno e di riconoscimento resa disponibile dal terapeuta. Ma ancora qual è il fattore che permette o impedisce l'emergere dei ricordi e delle cariche affettive imbrigliare? La risposta di Reich è: si tratta della permeabilità alle eccitazioni vegetative da parte delle strutture caratterali-somatiche, costituitesi caratteristicamente per ciascun individuo nel corso dello sviluppo. Strutture rigide, nate in momenti e periodi in cui al bambino non fu possibile esprimere il suo vissuto, imbrigliano a vario grado le cariche biologiche. Scopo della teoria della tecnica è differenziare sistematicamente per ciascun caso individuale, le strutture caratteriali, somatiche e biologiche che permettono il fluire dinamico delle cariche biologiche e quelle che lo interrompono. Scopo della tecnica è rendere di nuovo disponibili queste dinamiche alla relazione con il mondo esterno ed all'espressione-abreazione. Ma in che modo Reich affrontava il problema del mobilizzare le rigidità caratteriali e somatiche e soprattutto, come risolveva il grande problema della terapia, il trattamento dell'angoscia bio-fisiologica che appare allo scioglimento delle rigidità? Inoltre oggi, ad oltre cinquant'anni dalle originali formulazioni di Reich, abbiamo noi delle nuove formulazioni e delle tecniche che risolvano efficacemente questi problemi? BIBLIOGRAFIA 1) Cascone R. 1998. Diagrammi di teoria della tecnica, Tecnica dell'analisi caratteriale. Ed Coop Centro Reich. Roma. 2) Laborit H. 1968. Biologie et structure. Gallimard. Paris 3) Cascone R. 1999. L'allargamento dell'unità di osservazione in psicoterapia. Tesi di specializzazione. 4) Tracey K. J. 2005. Fatal Sequence: The Killer Within. Univ. Chicago Press. Chicago 5) Reich W. 1974. Contatto psichico e corrente vegetativa. in Analisi caratteriale. Sugarco. Milano 6) Porges S.W. 1998. Love: An emergent property of the mammalian autonomic nervous system. Psychoneuroendocrinology 23:837-861. 7) Reich W. 1961. The function of the orgasm. Farrar Strauss. New York 8) Anzieu D. 1984. Le double interdit du toucher. Nouvelle Revue de Psychanalyse n.29, Gallimard, Paris 9) Carotenuto A. 1972. 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