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abstract Chiara Tommasino

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candidato
Chiara Tommasino
Andreozzi
matr. 518/644
relatore
Ch.mo prof. Roberto
ANNO ACCADEMICO 2009 / 2010
Si definisce infiammabilità o esplosività la capacità di una sostanza di essere
ossidata, dando origine al fenomeno della combustione e liberando grandi
quantità di energia
Il dominio di infiammabilità di una qualsiasi sostanza può essere rappresentato
sfruttando un diagramma di tipo triangolare, nel quale è possibile
individuare una regione di infiammabilità al variare delle concentrazioni dei
componenti puri: combustibile, comburente ed inerte.
Diagramma triangolare di infiammabilità:
combustibile
Da cui la necessità, ai fini della
sicurezza, di conoscere in modo
dettagliato il diagramma di
infiammabilità
per
ciascuna
sostanza.
comburente
inerte
regione di infiammabilità
E’ possibile costruire punto per punto il diagramma di infiammabilità per un
qualsiasi combustibile attraverso misure sperimentali, con l’impiego di un
tubo di prova.
Tubo di
prova
Generico diagramma
triangolare di infiammabilità
D=0,1 m
H=1,5 m
H
combustibile
UFL in
O2 puro
D
UFL in aria
LFL in
O2 puro
comburente
LFL in aria
inerte
innesco in modalità
Upward
Determinare il diagramma triangolare di infiammabilità per ciascuna sostanza
attraverso misure sperimentali richiede:
• un notevole dispendio in termini di tempo
• impiego di ingenti risorse economiche
Le informazioni fornite dai diagrammi triangolari di infiammabilità sono
indispensabili per le aziende ai fini della sicurezza nella manipolazione di
miscele di combustibili generici.
Nasce l’esigenza di investigare metodi alternativi di tipo non sperimentale
al fine di determinare il diagramma triangolare di un generico combustibile a
partire dalle conoscenza delle proprietà chimico-fisiche del medesimo.
OBIETTIVO DELLA TESI
L’obiettivo della presente tesi è acquisire una metodologia che
consenta di individuare in maniera affidabile la regione di
infiammabilità per un sistema ternario: combustibile , ossigeno,
azoto.
CRITERI PROPOSTI
Adotteremo i seguenti tre criteri al fine di verificare la loro attendibilità,
applicandoli a combustibili gassosi ampiamente impiegati a livello industriale:
1. Valore soglia della temperatura adiabatica di fiamma pari al relativo valore in
corrispondenza dei limiti di infiammabilità del combustibile in aria
2. Valore soglia della temperatura adiabatica di fiamma pari a 1200°K
3. Costruzione grafica approssimata a partire da 5 punti noti del diagramma di
infiammabilità.
I primi due criteri sono di tipo termico ed adottano differenti valori di soglia
della temperatura adiabatica di fiamma.
E’ importante sottolineare che, nel determinare ogni punto del diagramma di
infiammabilità, abbiamo considerato per ciascun criterio termico
un’approssimazione massima della temperatura adiabatica di fiamma di 50°K
rispetto al valore fissato.
L’ultimo criterio è di tipo grafico e ricostruisce in modo approssimativo la
regione di infiammabilità.
Una grandezza importante per effettuare considerazioni di tipo termico per le
reazioni di combustione è la temperatura adiabatica di fiamma.
Si definisce temperatura adiabatica di fiamma la temperatura raggiunta dal
sistema alla fine della reazione di combustione nell’ipotesi che siano
impediti scambi di energia con l’ambiente esterno.
Distinguiamo due tipologie di temperatura adiabatica di fiamma:
• a pressione costante
• a volume costante
Nei calcoli effettuati abbiamo fatto riferimento a valori della temperatura
adiabatica di fiamma calcolati a pressione costante.
Per la determinazione del valore della temperatura adiabatica di fiamma si è
utilizzato uno degli innumerevoli programmi di calcolo disponibili, quale
Gaseq (scaricabile dal sito www.c.morley.dsl.pipex.com).
Gaseq è un programma MS Windows-based con una interfaccia di MS Excel.
E’ utilizzabile per effettuare calcoli di equilibrio relativi ad un processo di
combustione, fissate le condizioni iniziali del sistema.
INTERFACCIA GRAFICA DEL PROGRAMMA GASEQ
tipo di trasformazione
reagenti
numero moli dei reagenti
temperatura
adiabatica di fiamma
COMBUSTIBILI SCELTI
• METANO
1° criterio e 2° criterio - Imposizione di un valore
soglia per la temperatura adiabatica fiamma
3° criterio - Costruzione grafica a partire da 5 punti
• PROPANO
1° criterio e 2° criterio - Imposizione di un valore
soglia per la temperatura adiabatica fiamma
3° criterio - Costruzione grafica a partire da 5 punti
• IDROGENO
1° criterio e 2° criterio - Imposizione di un valore
soglia per la temperatura adiabatica fiamma
3° criterio - Costruzione grafica a partire da 5 punti
• ETILENE
3° criterio - Costruzione grafica a partire da 5 punti
Applichiamo i 3 criteri esposti ai suddetti combustibili gassosi.
METANO
1° criterio - Temperatura adiabatica di fiamma di soglia posta pari alla
medesima calcolata in corrispondenza dell’LFL ed UFL
Legenda:
UFL
LFL = 5,0% → Td = 1433,3 °K
UFL = 15% → Td = 1751,6
LFL
°K
Tale criterio è a svantaggio di sicurezza per il metano
METANO
2° criterio - Temperatura adiabatica di fiamma di soglia posta pari a 1200°K
Legenda:
Tale criterio non rispecchia la regione di infiammabilità per elevate
concentrazioni del combustibile nel caso del metano
Supponiamo di adottare il secondo criterio abbassando leggermente il valore
della temperatura adiabatica di fiamma per aumentare l’ampiezza della regione
di infiammabilità
METANO
Temperatura adiabatica di fiamma di soglia posta pari a 1100°K
Legenda:
Il risultato si discosta non in modo significativo dal precedente
METANO
Temperatura adiabatica di fiamma di soglia posta pari a 900°K
Legenda:
Occorre abbassare notevolmente il valore soglia della temperatura
adiabatica di fiamma per ottenere un risultato conservativo in termini di
sicurezza
METANO
3° criterio – Costruzione grafica con 5 punti
Legenda:
2
3
1
5
4
L’impiego di un criterio di tipo grafico mostra risultati migliori rispetto ai
casi precedenti per il metano
APPLICAZIONE DEI CRITERI AGLI ALTRI
COMBUSTIBILI
Applicando i 3 criteri agli altri combustibili quali propano, idrogeno ed
etilene abbiamo ottenuto risultati congruenti con quelli determinati nel caso del
metano.
L’unica metodologia, tra quelle proposte, affidabile nell’individuazione
della regione di infiammabilità è il criterio di tipo grafico
2° criterio -
PROPAN
Temperatura adiabatica
O di fiamma di soglia posta pari a 1200°K
Legenda:
Rispetto al caso del metano, il discostamento tra i risultati ottenuti applicando il
criterio ed i dati sperimentali è considerevolmente maggiore per il propano
IDROGENO
2° criterio - Temperatura adiabatica di fiamma di soglia posta pari a 1200°K
Legenda:
A differenza dei risultati ottenuti per gli idrocarburi, nel caso dell’idrogeno tale
criterio non rispecchia in modo conservativo il confine inferiore della regione di
infiammabilità
PROPAN
3° criterio – Costruzione
grafica con 5 punti
O
Legenda:
La costruzione grafica si sovrappone quasi completamente alla curva
sperimentale per il propano
IDROGENO
3° criterio – Costruzione grafica con 5 punti
Legenda:
La costruzione grafica mostra risultati conservativi per basse concentrazioni
di ossigeno nel caso dell’idrogeno
ETILENE
3° criterio – Costruzione grafica con 5 punti
Legenda:
Anche per l’etilene, il criterio di tipo grafico rispecchia in maniera affidabile la
regione di infiammabilità determinata sperimentalmente
CONCLUSIONI
• L’adozione di un criterio di tipo termico non dà risultati
conservativi, ad eccezione dell’idrogeno, nei casi analizzati
• L’utilizzo della costruzione grafica approssimata è affidabile
nell’individuazione della regione di infiammabilità per tutte
le specie considerate
• Essa è tra l’altro una metodologia semplice e comporta
unicamente la conoscenza di dati in genere disponibili sulla
sostanza di interesse
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