UNIVERSITÀ COMMERCIALE LUIGI BOCCONI Facoltà di Economia Corso di Laurea Triennale in Economia e Management per Arte, Cultura e Comunicazione Il branded podcast come strumento di brand storytelling: il caso MINI “Prime Svolte” Relatore: Prof. Gabriele Troilo Tesi di laurea di: Marta Carezzano Matricola n° 3066255 Anno Accademico 2020-2021 Ai miei genitori, il mio porto sicuro. Ai miei amici sinceri, supporto e ispirazione. Indice Introduzione .............................................................................................................. 2 Capitolo 1 – La rilevanza dello storytelling per il brand ........................................ 3 1.1 Storytelling nell’era contemporanea .................................................................. 3 1.2 La risposta cognitiva e comportamentale del consumatore allo storytelling ...... 5 1.3 Elementi essenziali di una brand story .............................................................. 8 Capitolo 2 – La nuova frontiera della comunicazione: il branded podcast ....... 13 2.1 Il podcast e la dimensione auditiva ................................................................. 13 2.2 Cos’è un branded podcast .............................................................................. 15 2.3 Effetti positivi del branded podcast ................................................................. 17 Capitolo 3 – il caso MINI “Prime Svolte” .............................................................. 22 3.1 Panoramica e specifiche tecniche ................................................................... 22 3.2 Analisi della struttura narrativa ........................................................................ 24 Conclusioni ............................................................................................................. 30 Bibliografia…………………………………………………………………………………31 1 Introduzione Il presente elaborato intende approfondire una delle più recenti strategie di comunicazione di marketing: il branded podcast. Tale strumento, ancora poco analizzato da un punto di vista scientifico, ricopre un ruolo rilevante nella costruzione della relazione con il consumatore, trasmettendo a quest’ultimo i valori del brand. La scelta di concentrarmi su tale argomento nasce dalla volontà di indagare le ragioni della recente proliferazione di podcast sulle più note piattaforme di streaming. Dopo una ricerca preliminare di informazioni, mi sono apparse subito chiare le potenzialità di tale strumento, rendendo logica la scelta di svariati brand di espandere le proprie attività anche nella produzione di podcast. La forte crescita nella fruizione di tali contenuti audio e il momento particolarmente favorevole per l’industria mi hanno spinto a voler analizzare quali fossero i vantaggi derivanti dall’inserimento di tale mezzo nella strategia di marketing di un’azienda. Comprendere i presupposti su cui si basa l’efficacia di tale strategia e gli effettivi risultati della stessa sono gli obiettivi principali che hanno guidato il mio lavoro. La ricerca si propone di offrire un quadro generale sull’argomento, tramite una breve esposizione della letteratura di riferimento, e di fornire gli strumenti necessari per l’analisi di un caso reale di successo. Nello specifico, il primo capitolo, dopo aver chiarito il ruolo del brand nell’epoca contemporanea, affronta il tema dello storytelling, come elemento particolarmente importante per la comunicazione di marketing nel contesto odierno. Oltre a esporre gli effetti positivi che tale stile comunicativo suscita nel consumatore, vengono illustrati i punti essenziali e gli schemi sottostanti a una storia, necessari per svolgere l’analisi narrativa di un branded podcast. Il secondo capitolo offre una breve panoramica del fenomeno del podcasting dagli esordi a oggi e approfondisce il branded podcast, presentandone specifiche tecniche e vantaggi per il brand. Infine, il terzo capitolo intende analizzare, grazie agli strumenti esposti nei primi due capitoli, il branded podcast “Prime Svolte” di MINI, che rappresenta un caso di successo nel panorama italiano. L’analisi comprende una parte generale, deputata a illustrare il branded podcast e le intenzioni del brand, e una più specifica volta ad approfondire la struttura narrativa della serie. 2 Capitolo 1 – La rilevanza dello storytelling per il brand 1.1 Storytelling nell’era contemporanea Nel 1960 l’American Marketing Association definisce il brand come un “name, term, sign, symbol, design, or a combination of them, intended to identify the goods or services of one seller or group of sellers and to differentiate them from those of competitors”. Questa definizione, oggigiorno, appare incompleta e va integrata con l’aspetto valoriale che il brand comunica. Come postulato da Chernatony e Riley (1998, p.436) il brand è “a complex multidimensional construct whereby managers augment products and services with values and this facilitates the process by which consumer confidently recognise and appreciate these values”. È possibile aggiungere che c’è stato un cambiamento di approccio alla marca passando da un paradigma positivista, che vede i marketers come attivi controllori della comunicazione e i consumatori come passivi riceventi della stessa, a un paradigma costruttivista in cui marketers e consumatori interagiscono tra loro per co-creare il brand, arricchendolo di valori e significati (Moin, 2020). In un mondo in cui il consumatore riveste un ruolo sempre più importante, si rende necessaria una comunicazione in grado di catturare la sua attenzione e coinvolgerlo. Riuscire a catturare l’attenzione del consumatore risulta essere particolarmente difficile, in quanto si stima che la maggior parte degli americani sia esposta ogni giorno a un numero variabile tra 4000 e 10000 messaggi pubblicitari, ma solo una minima parte di essi vengono ricordati (Elkin, 2016). Nello specifico, lo studio condotto da ORC International e Mirriad mostra che il 68% delle persone si ricorda meno di cinque messaggi pubblicitari tra quelli con cui è venuta in contatto nella settimana precedente, e testimonia un diffuso sentimento di avversione alla pubblicità tradizionale, trasversale a tutte le generazioni. Di conseguenza, diventa fondamentale trovare uno strumento comunicativo che sia in grado da un lato di far emergere il messaggio del brand, stimolando l’attenzione del consumatore, e che, dall’altro sia sufficientemente interattivo da conferire a quest’ultimo un ruolo attivo nella comunicazione: lo storytelling. 3 Lo storytelling per il branding va oltre alla semplice creazione di narrazioni che parlano della marca. Si tratta di progettare attentamente ogni aspetto della storia, affinché possa essere allineata e coerente con i valori fondamentali che l’azienda intende comunicare, al fine di suscitare una risposta nel consumatore (Rodriguez, 2020). Utilizzando le parole di Walter e Gioglio (2018, p.4) “brand storytelling is the art of shaping a company’s identity through the use of narrative and storytelling techniques that facilitate an emotional response and establish meaningful connections”. Per mezzo dello storytelling è possibile arricchire l’esperienza del consumatore in ogni touchpoint, con messaggi autentici e carichi di valori condivisi, lasciando la facoltà al consumatore di farli propri e di contribuire alla creazione del brand con la propria narrazione. L’universo digitale è un elemento cruciale di questo spostamento nel controllo del messaggio dall’azienda al cliente, il quale ha più potere avendo a disposizione mezzi per creare storie e messaggi in grado di accrescere o distruggere la reputazione del marchio (Moin, 2020). Se, tradizionalmente, l’esito della comunicazione di marketing dipendeva dall’abilità degli operatori di trasferire il messaggio all’audience desiderata, oggi il processo di co-creazione del messaggio da parte del cliente, che partecipa attivamente aggiungendo informazioni e contenuto, interferisce rendendo il successo della comunicazione meno prevedibile (HennigThurau et al., 2010). Ciononostante, nuove tecnologie come realtà virtuale e realtà aumentata, insieme all’utilizzo dei social media, offrono grandi potenzialità alle aziende per raccontare storie sempre più convincenti, affinché suscitino un maggior trasporto narrativo e un più elevato engagement nel consumatore (van Laer et al., 2019). Le attività di marketing devono perciò essere incentrate sul cliente e non più esclusivamente sul prodotto: non si tratta più di convincere il consumatore della superiorità qualitativa della merce, dal momento che gli individui sono spinti a comprare dalle emozioni e successivamente giustificano le loro decisioni di acquisto con la logica (Rodriguez, 2020). Ciò che rende un brand di successo oggi è la considerazione del cliente come un individuo ampiamente influenzato dalle emozioni, che ricerca nel brand dei valori in cui crede e in cui possa identificarsi. 4 1.2 La risposta cognitiva e comportamentale del consumatore allo storytelling Gerrig (1993, pp.10-11) definisce il trasporto narrativo come il processo in cui “someone (‘the traveler’) is transported, by some means of transportation, as a result of performing certain actions. The traveler goes some distance from his or her world of origin, which makes some aspects of the world of origin inaccessible. The traveler returns to the world of origin, somewhat changed by the journey”. Secondo la teoria del trasporto narrativo, quando un individuo è immerso in una narrazione ed è figurativamente trasportato in un mondo narrativo, si producono delle conseguenze in grado di alterare le sue convinzioni riguardo al mondo reale. La prima conseguenza è che parti del mondo reale diventano inaccessibili per l’individuo, lasciando spazio al mondo narrativo che l’autore della storia ha sapientemente creato. Questa perdita di accesso al mondo reale può avvenire sia su un piano fisico, ad esempio un lettore1 potrebbe non accorgersi di eventi che accadono in sua presenza, sia a livello psicologico, portando il lettore a essere meno cosciente di fatti del mondo reale che contraddicono gli elementi della narrazione (Green & Brock, 2000). L’individuo immerso nella storia può provare forti emozioni e un alto livello di motivazione, anche se gli eventi della narrazione non sono reali. Infine, le persone che ritornano dal trasporto sono in qualche modo cambiate dall’esperienza. Per quanto riguarda l’assimilazione della storia da parte del lettore, il processo è qualitativamente diverso da quelli tradizionali che prevedono l’elaborazione delle informazioni. L’elaborazione implica attenzione critica ai punti salienti e induce un cambiamento nell’atteggiamento causato da considerazioni logiche e processi valutativi. Al contrario, il trasporto si verifica con l’immersione in un testo e porta alla persuasione, tramite altri meccanismi. I lettori trasportati sono meno inclini a dubitare di quanto affermato nella storia e il trasporto può far sembrare l’esperienza narrativa come un’esperienza reale. Le evidenze scientifiche trovate da Green e Brock (2000) risultano essere in accordo con quanto precedentemente affermato da Adaval e Wyer (1998), secondo cui le 1 Il termine lettore include qualsiasi ricevente di informazioni narrative (Green & Brock, 2000). 5 informazioni presentate in forma narrativa suscitano sentimenti più forti rispetto a quelle presentate sotto forma di lista. Secondo loro, la differente efficacia della narrazione rispetto alla lista dipende dalla differente strategia di processare le informazioni. Se esposti a una narrazione, gli individui tenderebbero ad adottare una strategia di processo più olistica. Ciò implica che i soggetti abbiano una rappresentazione mentale unitaria, che differisce dalla considerazione delle singole informazioni sommate, facendo sì che le informazioni contrastanti con il senso generale della narrazione siano ritenute meno rilevanti. Attingendo alla teoria del trasporto narrativo, diversi ricercatori hanno identificato lo storytelling come uno degli strumenti migliori per persuadere gli altri, utilizzando sia l’emozione sia la conoscenza. Tra questi, Rodriguez (2020) sostiene che le persone assimilano e ricordano i contenuti comunicati tramite storytelling più facilmente rispetto ad altri mezzi di comunicazione, a causa della capacità superiore del primo di connettere informazioni ed emozioni. Le narrazioni aiutano le persone a interpretare il mondo circostante, dandogli un significato. La struttura delle storie fornisce un quadro per stabilire dei rapporti causali tra il significato della marca e il significato dell’esperienza del consumatore con la marca (Escalas, 2004). Il processo narrativo offre il meccanismo per collegare i brand al proprio sé, dal momento che le informazioni in entrata sono abbinate a storie presenti in memoria (Schank & Abelson, 1995). È probabile che il pensiero narrativo venga usato per integrare informazioni esterne con le esperienze personali del brand, questo perché gli individui tendono naturalmente a imporre una struttura narrativa agli eventi, per riuscire a interpretarli. In alcuni casi essi possono utilizzare le storie per far combaciare l’immagine del brand con le loro esperienze personali e con il proprio senso di sé, creando una SBC2. L’esperimento, condotto da Escalas (2004), dimostra che pubblicità che suscitano un elevato processo narrativo sono associate con SBC potenziate. I brand a cui sono Self-Brand Connection: grado in cui i consumatori incorporano il brand nel proprio concetto di sé (Escalas & Bettman, 2003). 2 6 riferite sono valutati più positivamente e presentano una più elevata probabilità di acquisto, rispetto a marche con minori o nulle SBC. La proliferazione di ricerche in ambito neuroscientifico e inerenti alla psicologia del consumatore ha dato fondamento ed evidenza scientifica alla capacità dello storytelling di mettere in relazione il brand con il consumatore (Plassmann et al., 2012). Studi recenti dimostrano che le narrazioni hanno il potere di influenzare biologicamente il cervello umano con riflessi a livello psicologico e comportamentale (Moin, 2020). Quando si viene esposti a storie, vengono rilasciati diversi ormoni: la dopamina crea una sensazione di piacere, il cortisolo spinge l’individuo ad agire e, infine, l’ossitocina è associata a empatia, fiducia, e predisposizione relazionale (Rodriguez, 2020). Facendo leva sulla produzione di ormoni, lo storytelling permette al brand di instaurare cooperazione e fiducia con il consumatore. Infine, Aaker (2013) sostiene che le storie modellano la percezione che gli altri hanno di un soggetto, che esse hanno un elevato potere e che sono in grado di persuadere e spingere le persone ad agire. Inoltre, le storie sono ventidue volte più facili da ricordare rispetto ai soli fatti e le comunicazioni che combinano dati e narrazioni entrano in sintonia con l’audience, sia a livello intellettuale che emozionale. I brand, per avere un effetto duraturo sulla mente del cliente, devono persuadere sia l’emisfero destro del cervello che controlla l’aspetto emotivo, sia quello sinistro deputato all’analisi delle informazioni. Quanto detto finora avvalora la tesi secondo cui la comunicazione della marca, attraverso uno strumento narrativo come lo storytelling, risulta essere efficace sotto diversi aspetti. Innanzitutto nell’aumentare la percezione di veridicità di quanto affermato dal brand, e finendo poi per alimentare la costruzione di un rapporto di fiducia con il consumatore, stimolando reazioni biologiche e psicologiche positive. Tutto ciò risulta particolarmente importante al giorno d’oggi, dal momento che il consumatore è sovraesposto a un grande numero di informazioni e il brand, per catturare la sua attenzione, deve riuscire a emergere dal “rumore di fondo”, trovando strade alternative alle forme comunicative e pubblicitarie tradizionali, che appaiono sempre meno efficaci. 7 1.3 Elementi essenziali di una brand story Il termine storia può essere definito in diversi modi, come “a series of events in a specific order, with a beginning, a middle, and an end” (Bennett & Royle, 2016, p. 55), oppure come “an engaging character actively overcomes tremendous obstacles to reach a desired goal, and in doing so, the character changes for the better” (Krevolin, 2015, p. 50). Come precisa Stern (1994) una narrazione deve avere tre elementi significativi: cronologia, causalità e sviluppo dei personaggi. Woodside (2010), in accordo con quanto detto successivamente da Krevolin, approfondisce quali sono i principi fondamentali di una storia efficace. Innanzitutto, le storie riguardano sempre un cambiamento nella vita di un individuo, che può avvenire con diverse modalità e per differenti ragioni. La storia solitamente inizia in un contesto in cui la vita del soggetto è sufficientemente in equilibrio. Successivamente, un evento scatenante determina una perdita di equilibrio spingendo il protagonista a cercarne uno nuovo. La storia descrive come, sforzandosi per ristabilire l’equilibrio, le aspettative del protagonista si scontrano con la realtà. McKee (2003, p. 52) prosegue dicendo che “a good storyteller describes what it’s like to deal with these opposing forces, calling on the protagonist to dig deeper, work with scarce resources, make difficult decisions, take action despite the risk, and ultimately discover the truth”. Per ciò che concerne il brand, una brand story può essere definita come degli eventi sequenziali, che implicano un coinvolgimento tra la marca e il cliente, in cui il consumatore ricopre il ruolo di protagonista che deve fronteggiare delle sfide e il brand svolge il compito di guida, aiutando il cliente a raggiungere i suoi obiettivi (Moin, 2020). L’obiettivo principale di una brand story non deve essere quello di comunicare le caratteristiche tecniche e qualitative dei propri prodotti, bensì quello di costruire e comunicare valori, significati e una missione in cui il cliente target possa riconoscersi, perché coerente con le sue convinzioni, al fine di istaurare una relazione basata sulla fiducia. 8 Secondo Aaker (2018, p. 10) la storia per una marca deve essere “an intriguing, authentic, involving narrative that drives or supports a strategic message clarifying or enhancing the brand vision, customer relationship, organizational values and/or business strategy”. L’essere intrigante è la condizione di base che la storia deve possedere se intende catturare l’attenzione del consumatore. L’esposizione alla narrazione non è sufficiente perché è risaputo che solo alcune parti di ciò a cui si viene esposti vengono notate, e parti ancora minori vengono processate, a maggior ragione oggigiorno. Una storia viene considerata intrigante se eccelle in almeno una delle seguenti dimensioni: fa riflettere, è innovativa, è istruttiva, è motivante, è incredibilmente rilevante, è divertente o sbalorditiva. È possibile valutare quanto una storia è intrigante osservando il passaparola generato. Autenticità significa che la storia appare vera e non viene percepita con scopi visibilmente commerciali. È ciò che permette alla storia di stimolare una risposta nel consumatore (Moin, 2020). Il cliente vuole sentirsi in qualche modo legato al brand e per riuscire in ciò deve riconoscere dei tratti simili nello stesso. L’autenticità e il coraggio di mostrarsi vulnerabili rendono i brand più umani agli occhi del cliente, permettendo la costruzione di un rapporto di fiducia. Inoltre, una storia autentica è in grado di fare apparire il brand come più trasparente, anche a livello di organizzazione e operato. Infine, il coinvolgimento è il presupposto perché possa generarsi il trasporto narrativo e possano verificarsi gli effetti precedentemente esposti. Le storie coinvolgenti sono convincenti e permettono la costruzione di significato in modo da suscitare una risposta cognitiva, emotiva o comportamentale. Su un piano cognitivo il pubblico processa la storia e assimila i punti principali, su quello emotivo prova empatia per i personaggi e su quello comportamentale può essere motivato e spinto all’azione (Aaker, 2018). Come anticipato precedentemente, lo sviluppo dei personaggi è un elemento necessario all’interno della narrazione. I personaggi rendono la storia verosimile e la fanno diventare un riflesso della vita reale, cosicché il pubblico possa immedesimarvisi 9 (Moin, 2020). Attraverso il ritratto dei personaggi, l’autore connota gli stessi con diverse caratteristiche fisiche e psicologiche, che permettono al lettore di comprendere immediatamente quali sono i ruoli ricoperti all’interno della narrazione. Al tempo stesso, però, un bravo autore non renderà i personaggi troppo ovvi, con conseguente perdita di interesse del lettore, bensì articolerà la loro descrizione, in modo da aggiungere sempre più dettagli coerenti per suscitare nel pubblico la risposta desiderata (Chestek, 2008). La caratterizzazione dei personaggi si rifà agli archetipi, che sono modelli originari e immagini ancestrali. Jung definisce gli archetipi come prototipi mentali inconsci, che presentano un carattere universale e collettivo. Essi incarnano persone, comportamenti e personalità che l’essere umano è in grado di riconoscere, anche se non esplicitamente comunicati. Gli archetipi sono molteplici, quelli più diffusi e fondamentali nelle narrazioni sono i seguenti: L’eroe è il personaggio principale della storia, in altre parole è il protagonista. Solitamente è connotato sia da qualità ammirevoli, che lo rendono un modello per il pubblico, sia da tratti oscuri a sottolineare la sua natura umana, necessaria per l’immedesimazione. L’eroe, superando innumerevoli sfide e difficoltà, si trasforma nel corso della narrazione, imparando cose nuove, per tornare al mondo originale nelle vesti di una persona migliore (Alfani, 2021). L’ombra è il personaggio cattivo della storia, solitamente rompe le norme etiche per raggiungere i suoi obiettivi malvagi ed è ciò che si interpone tra l’eroe e la sua missione (Moin, 2020). Più in generale, l’ombra rappresenta il male e sfida continuamente l’eroe, mettendolo in pericolo e costringendolo a fare i conti con la sofferenza e la morte. Il messaggero, tipico della struttura del viaggio dell’eroe, è il personaggio o l’evento che richiama il protagonista all’avventura. Il mentore è la guida o l’aiutante che assiste l’eroe nella sua trasformazione (Moin, 2020). Il brand deve ricoprire il ruolo di mentore, mostrandosi come un valido alleato per il consumatore per portare a termine le sfide quotidiane. 10 Sari (2017) propone che la trama sia la sequenza di eventi attraverso cui i personaggi navigano nella storia. La trama è ciò che fa proseguire la storia e mantiene i lettori coinvolti, portandoli a domandarsi cosa succederà in seguito. Le trame più efficaci sono quelle in grado di bilanciare eventi imprevedibili ma verosimili, risultando stupefacenti ma al contempo credibili. Ogni trama ha cinque livelli: esposizione, crescendo, climax, scioglimento e risoluzione (Sari, 2017). L’esposizione segna l’inizio della narrazione. A questo livello vengono introdotti i personaggi, il tempo e lo spazio e vengono fornite informazioni di contesto necessarie alla comprensione della vicenda. In altri termini, viene presentato il mondo originario in cui abita il protagonista, che è caratterizzato da stabilità e un equilibrio apparente. L’esposizione viene seguita dalla fase crescente in cui il conflitto si manifesta. Durante questa fase l’equilibrio iniziale viene capovolto, costringendo l’eroe a intraprendere una serie di azioni che stimolano l’interesse del pubblico. Il climax è il momento di massimo pericolo per il protagonista perché in molteplici narrazioni coincide con lo scontro tra eroe e antagonista. Questa situazione genera una forte tensione nel lettore, accrescendo ulteriormente il suo interesse e la sua curiosità (Moin, 2020). Attraverso lo scioglimento, la tensione accumulata inizia a scemare e l’equilibrio inizialmente perduto viene ristabilito. La parte conclusiva coincide con la risoluzione, in cui la nuova stabilità è pienamente raggiunta e tutte le complicazioni sono risolte (Sari, 2017). La struttura narrativa più utilizzata è il viaggio dell’eroe, teorizzata inizialmente da Campbell (1949) e successivamente da Vogler (2007). Nella composizione proposta da Vogler la struttura presenta 12 stadi, divisi in tre atti: partenza, iniziazione e ritorno. La partenza segna la separazione dal mondo originale, uscendo dalla propria zona di comfort il protagonista entra nel mondo sconosciuto. Più precisamente, l’eroe vive nel mondo ordinario (primo stadio), ma, a un certo punto, riceve la chiamata all’avventura, che lo invita a partire per un viaggio in un mondo sconosciuto (secondo stadio). Il protagonista è riluttante ad accettare la chiamata e non volendo uscire dalla propria zona di comfort la rifiuta (terzo stadio). A questo punto della narrazione, fa il suo ingresso il mentore (quarto stadio) che convince l’eroe a superare le proprie paure e a 11 varcare la prima soglia (quinto stadio), accedendo al mondo straordinario (Pivanti, 2020). L’atto dell’iniziazione si concentra sul processo di trasformazione e comincia con il verificarsi di una serie di prove, compiti e sfide (sesto stadio). Nell’avvicinamento (settimo stadio) alla prova centrale (ottavo stadio) il fallimento, la tentazione di mollare e l’aiuto del mentore e degli alleati contribuiscono significativamente alla trasformazione dell’eroe (Moin, 2020). Superata la prova centrale, il protagonista conquista la ricompensa (nono stadio) ed è pronto a lasciarsi il mondo straordinario alle spalle, intraprendendo la via del ritorno (decimo stadio). Nell’atto conclusivo vi è il rientro dell’eroe al mondo originario e il ripristino dell’equilibrio iniziale. La resurrezione (undicesimo stadio) viene sancita dalla buona riuscita delle ultime prove che attendono il protagonista durante il viaggio di ritorno. Solo alla fine il protagonista ritornerà a casa con un elisir (dodicesimo stadio) che rappresenta lo scopo del viaggio compiuto. Tale struttura narrativa risulta essere estremamente rilevante per gli individui ed è facile riconoscerne il valore universale, in quanto il viaggio dell’eroe replica la trasformazione di tutti gli uomini che da bambini diventano adulti (Pivanti, 2020). Perciò, il viaggio dell’eroe non avviene solo nel tempo e nello spazio, ma porta con sé anche una trasformazione interiore del protagonista, determinandone una crescita a livello personale. Il brand, che intende comunicare con il cliente attraverso una storia, deve essere concepito come il mentore che aiuta l’eroe, cioè il consumatore, nelle sfide quotidiane. Ogni viaggio che il consumatore vivrà insieme al brand contribuirà a riservare alla marca una posizione sempre più prominente nella mente e nel concetto di sé del cliente. 12 Capitolo 2 – La nuova frontiera della comunicazione: il branded podcast 2.1 Il podcast e la dimensione auditiva I podcast possono essere definiti come “contenuti audio on-demand inediti, “nativamente” ideati, scritti e prodotti per l’ascolto, aventi un inizio e una fine predeterminata”. Sebbene, di frequente, vengano associati a contenuti radiofonici resi disponibili on-demand, i podcast presentano una natura diversa, in quanto questi ultimi non sono programmi ideati per una fruizione live e solo successivamente resi disponibili per l’ascolto in differita (Tassi et al., 2021, p. 5). Ulteriori differenze riguardano il fatto che è relativamente semplice produrre un podcast rispetto a un contenuto radiofonico, in quanto il primo necessita di attrezzature meno sofisticate, e che il podcast comunica direttamente a un pubblico specifico, interessato a un determinato argomento (Tsagkias et al., 2010). Le origini del podcast risalgono al 2004, anno in cui Adam Curry, ex MTV VJ, insieme allo sviluppatore di software Dave Winer, trovò il modo scaricare da internet radio broadcast online e di trasferirli immediatamente sull’iPod (Skinner, 2020). È nello stesso anno che viene coniato da Ben Hammersley il termine “podcast”, come crasi tra le parole “iPod” e “broadcast”. Da quel momento, il nuovo mezzo è sempre stato caratterizzato da una lenta e costante crescita, inizialmente spinta dalla volontà degli individui di rendere il discorso più democratico e di aggirare le barriere all’ingresso dei media tradizionali (Quah, 2019). Il 2014, con la pubblicazione negli Stati Uniti del podcast “Serial”, segna un anno cruciale per l’industria del podcast che diventerà protagonista di una crescita esplosiva, vedendo raddoppiare gli ascoltatori nei cinque anni successivi. Inizia così, il proliferare di nuovi podcast e complessivamente l’industria comincia ad attirare l’attenzione di grandi aziende e della pubblicità, rendendo il podcasting economicamente sostenibile (Quah, 2019; Skinner, 2020). Si può dire che il 2019 e gli anni a seguire segneranno un nuovo cambio di passo nella fruizione di podcast. 13 La “nuova era del podcast” viene innescata dall’acquisizione da parte di Spotify di Gimlet Media, Anchor e Parcast, tre esponenti nella produzione di podcast e contenuti audio (Quah, 2019), ma il passaggio a strumento comunicativo sempre più di massa è imputabile anche ad altri fattori. Innanzitutto, la dimensione auditiva sta assumendo un ruolo sempre più rilevante, perché permette agli ascoltatori di fruire di contenuti, senza doverlo fare attraverso uno schermo andando a sollecitare ulteriormente la sfera visiva, già particolarmente stimolata nel corso della giornata (Passamonti, 2020). Inoltre, l’ascolto di file audio può avvenire anche mentre si stanno svolgendo altre attività, permettendo l’accesso al contenuto pressoché ovunque (Tassi et al., 2021). Grande importanza viene data anche ai sempre più diffusi smart speaker (PwC, 2019) e alle piattaforme Connected-Car che consentono di riprodurre file audio dai propri dispositivi mobili (Roose, 2014). Nel report di PwC Perspectives from the Global Entertainment & Media Outlook 2019-2023, viene affermato che nei prossimi cinque anni gli smart speaker saranno il dispositivo centrale nelle case “smart” e diventeranno il mezzo di elezione per l’ascolto di contenuti audio. Inoltre, stimano che la voce diventerà uno dei nuovi fattori competitivi per un brand, essendo in grado di comunicare in modo più attivo e personale (PwC, 2019). Ciò viene confermato dai dati raccolti in The Infinite Dial 2021 da cui si evince che oggi un terzo degli americani possiede almeno uno smart speaker, rispetto al 22% dell’anno precedente. In Italia il fenomeno è in crescita: il 30% della popolazione digitale 3 dichiara di aver ascoltato podcast nell’ultimo mese, con un aumento del 4% rispetto al 2019 (Ipsos, 2020), mentre l’incremento di chi ha ascoltato almeno un podcast durante l’anno si assesta al 15% (Nielsen, 2020). La fruizione di podcast avviene nella maggior parte dei casi (78%) tramite smartphone, ma risulta in grande crescita l’ascolto da smart speaker pari al 15%, contro il 9% dell’anno precedente. Da segnalare la crescita di fruizione esclusiva, rispetto a quella multitasking, che rimane predominante ma in calo. Quest’ultimo dato potrebbe significare un maggior coinvolgimento da parte del pubblico che, trovando complessivamente un’esperienza più soddisfacente, decide di 3 Popolazione 16-60 anni. 14 dedicarle maggiore attenzione. Ciò si traduce in un dato positivo per quanto riguarda la comunicazione pubblicitaria attraverso i podcast. Infatti, il 69% degli utenti ricorda di aver ascoltato messaggi pubblicitari durante l’ascolto e il 49% di loro ha anche compiuto un’azione: il 30% ha cercato maggiori informazioni sul prodotto/brand oggetto del messaggio pubblicitario, il 16% ne ha parlato con amici e parenti e il 10% ha acquistato (Ipsos, 2020). Quanto detto finora assume ulteriore rilevanza se consideriamo che gli ascoltatori di podcast costituiscono un target molto appetibile per le aziende, e al tempo stesso, difficile da penetrare con la pubblicità tradizionale (Haygood, 2007). Il 50% del pubblico è giovane e circa il 30% ha un grado di istruzione o ricopre un ruolo professionale elevati. Nel complesso mostrano un’evidente propensione a pagare per contenuti online, prestano molta attenzione alla qualità, all’innovazione e alla sostenibilità e, infine, sono particolarmente attivi sui social network, dispensando consigli e scrivendo recensioni (Ipsos, 2020). La maggior efficacia nel raggiungere anche soggetti insofferenti alla pubblicità viene confermata dallo studio Audio: Activated, secondo cui l’engagement e il trasporto emozionale di tali individui è più elevato del 22% durante la fruizione di podcast, rispetto all’esposizione a messaggi pubblicitari televisivi (BBC, 2019). 2.2 Cos’è un branded podcast In una strategia di marketing, il podcast ha un posto intermedio tra la comunicazione online, caratterizzata da elevata personalizzazione del messaggio e precisione nella scelta del target, e la comunicazione tradizionale, molto costosa e indirizzata a un pubblico più ampio non particolarmente selezionato. Il podcast è uno strumento che riesce a combinare sia il raggiungimento di un bacino sufficientemente ampio di ascoltatori a costi abbastanza contenuti, sia una buona personalizzazione e segmentazione del messaggio. Tale strumento si presta, perciò, a diverse tipologie di comunicazione pubblicitaria, che possono avere come obiettivo il consumatore finale o altri business. Le vie principali 15 sono l’inserzione di messaggi pubblicitari in podcast prodotti da altri, la sponsorizzazione e la produzione di un branded podcast (Cappelli, 2020). Il branded podcast “è un contenuto editoriale originale in audio, fruibile on-demand, ideato, realizzato e finanziato da un brand. È distribuito sulle properties digitali del committente e/o sulle piattaforme specifiche di podcasting, ed è finalizzato a intrattenere un pubblico-target in modo coerente con i valori e gli obiettivi del brand” (Tassi et al., 2021, p. 5). Essendo la definizione abbastanza ampia, è bene precisare che non si tratta di un contenuto autoreferenziale in cui si descrivono le caratteristiche dei prodotti e del brand, bensì di uno strumento tramite cui il brand si mette allo stesso livello del consumatore instaurando un rapporto comunicativo (Tassi, 2020). ll branded podcast è idoneo a comunicare i valori di un brand, senza che la loro condivisione venga percepita negativamente, perché inserita all’interno di un messaggio pubblicitario con esplicito intento persuasivo. Infatti, la comunicazione pubblicitaria tramite tale strumento è più sottile e non interferisce con l’esperienza dell’ascoltatore, risultando più tollerabile. Inoltre, trattandosi di un mezzo più intimo, idoneo a comunicare direttamente all’audience, permette lo sviluppo di una relazione duratura e di fiducia tra cliente e brand (Pivanti, 2021). Secondo quanto affermato dal Tavolo di lavoro sul Branded Podcast dell’Osservatorio Branded Entertainment, i branded podcast possono essere classificati lungo due dimensioni: le finalità di utilizzo e le tipologie di integrazione del brand. Per quanto riguarda le finalità di utilizzo si possono distinguere branded podcast formativi, informativi e di intrattenimento. I primi possono essere paragonati a corsi o tutorial che l’azienda rende disponibili on-demand per il pubblico, andando ad accrescere la reciprocità nella relazione tra marca e consumatore. I branded podcast informativi si pongono l’obiettivo di informare gli ascoltatori su temi che, sia brand che pubblico, ritengono interessanti. Infine, gli ultimi sono destinati a un’audience ampia e sono caratterizzati da un livello produttivo e qualitativo elevato per cercare di rendere il più coinvolgente possibile l’esperienza di ascolto. Essi puntano ad avvicinare ai valori della marca anche clienti meno esperti e lo fanno grazie al contenuto più generale, a 16 diverse tecniche di narrazione e a una struttura con diversi episodi, che ricorda quella delle serie televisive. Passando alle tipologie di integrazione della marca, ci sono diversi livelli a seconda della prominenza del brand all’interno della componente editoriale. I branded podcast associated presentano il minor livello di integrazione. Il contenuto prodotto è di altissima qualità e il riferimento alla marca è quasi “nascosto”. Un esempio è il branded podcast “The Message” a tema fantascienza prodotto da General Electric, nel quale il nome del brand appare in fondo al sito dedicato al podcast e non sono presenti altri riferimenti. Il brand risulta essere più presente e visibile nei branded podcast editorial, nei quali la marca produttrice viene esplicitamente citata e mantiene un elevato controllo sia sulla produzione che sugli aspetti editoriali del podcast. Infine, nei branded podcast sponsor produced, il brand produce direttamente il contenuto che è particolarmente inerente al proprio business. Il nome della marca viene citato ripetutamente durante la trasmissione, sia in testa che in coda al contenuto (Tassi et al., 2021). Prendendo in considerazione il format di un branded podcast, Poltronieri (2020) afferma che ci sono tre tipologie di format principali: storytelling, giornalistico e fiction. Il format brand storytelling prevede che il brand offra all’ascoltatore dei contenuti e degli aneddoti riguardo a ciò che succede dietro le quinte o in merito alla storia del brand e alla cultura organizzativa dell’azienda. Nel format con stile giornalistico una persona, solitamente non strettamente legata al brand, parla dell’industria di riferimento del brand o di temi che stanno particolarmente a cuore alla marca con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico. Infine, il format fiction racchiude tutti i podcast che raccontano storie di fantasia indipendentemente dal genere e dai narratori. 2.3 Effetti positivi del branded podcast Come già anticipato, il branded podcast risulta essere uno strumento di comunicazione pubblicitaria poco invasivo e molto tollerato dal consumatore. Lo studio Audio: Activated, condotto da BBC, fornisce dati interessanti rispetto ai diversi benefici che 17 tale mezzo di comunicazione offre alle aziende. Si tratta di una ricerca che combina un’importante componente neuroscientifica con una più generale, e intende misurare l’intensità emotiva, il mantenimento delle informazioni nella memoria a lungo termine e l’engagement cognitivo degli ascoltatori di branded podcast. Dallo studio emerge che il branded podcast risulta essere uno strumento particolarmente efficace in diverse fasi del processo di scelta e acquisto: esso accresce l’awarness del brand dell’89% e la brand consideration del 57%. Anche gli impatti su brand favorability e purchase intention sono positivi, rispettivamente +24% e +14%. La ricerca prosegue nell’affermare che, grazie ai branded podcast, il brand riesce a emergere dal contesto circostante, ottenendo un engagement più elevato del 16% e una maggior codifica delle informazioni in memoria del 12% rispetto al contenuto. Come precedentemente esposto, l’ascolto di podcast avviene in maniera preponderante durante lo svolgimento di altre attività. Si potrebbe ritenere ciò un aspetto negativo in merito all’attenzione prestata ai messaggi commerciali, ma, al contrario, i dati dimostrano che l’ascolto multitasking rende gli ascoltatori più ricettivi. Infatti, le persone impegnate in altre attività durante l’ascoltano riportano un maggiore engagement, una più alta intensità emotiva e un maggiore ricordo del podcast rispetto ai soggetti coinvolti nell’ascolto esclusivo. Gli effetti sopracitati si verificano perché, durante l’ascolto multitasking, le informazioni contenute nel podcast vengono assimilate con maggiore facilità e un minore sforzo cognitivo, garantendo un engagement più duraturo. Infine, è stato dimostrato che gli ascoltatori creano delle associazioni inconsce tra le parole ascoltate durante il podcast e il brand. In altri termini, se all’interno del podcast viene ripetuta più volte una parola, il significato di questa parola verrà trasferito al brand (BBC, 2019). Questo aspetto è particolarmente rilevante e rende idoneo il branded podcast alla comunicazione dei valori della marca. I branded podcast ricoprono un ruolo importante nella formazione della brand image percepita dal consumatore e nella costruzione della reputazione dell’azienda (Goldring, 2019). Lo studio condotto da Poltronieri (2020) si propone di indagare l’impatto del branded podcast sulla reputazione dell’azienda, andando a determinare se sussiste una relazione statistica trai due. La prima ipotesi riguarda l’esistenza di 18 una relazione positiva e significativa tra l’apprezzamento del branded podcast e la reputazione dell’azienda per ciascuno dei diversi format4. L’obiettivo è dare evidenza scientifica che il branded podcast possa essere una risorsa efficace per un’azienda che intende migliorare la propria reputazione. I risultati della ricerca confermano l’ipotesi, dimostrando che per ciascuno dei differenti format c’è una relazione significativa e positiva tra il gradimento del branded podcast e la reputazione percepita dell’impresa. Più è positiva l’esperienza con il branded podcast per quanto riguarda piacevolezza e qualità del contenuto, engagement e caratteristiche specifiche del format, migliore sarà la reputazione percepita. È possibile affermare che la reputazione del brand migliora del 30% nei soggetti che hanno apprezzato il branded podcast. Il branded podcast può essere considerato uno strumento di digital content marketing, trattandosi di un contenuto fruibile online, sviluppato con l’intento di aggiungere valore all’esperienza del cliente, migliorandone la percezione e la relazione con il brand (Hollebeek & Macky, 2019). Comune a tutte le definizioni di digital content marketing è la creazione di un contenuto di valore per il cliente, con l’obiettivo di generare una risposta positiva nello stesso, soprattutto per quanto riguarda engagement e fiducia. L’approccio del DCM è di lungo termine perché, innanzitutto, intende aumentare la percezione del brand tramite consumer engagement e relazioni di fiducia e, solo in secondo luogo, stimolare le vendite (Hollebeek & Macky, 2019). Il presupposto su cui si basa questa strategia di marketing è il consenso del consumatore, che decide in prima persona se e quando accedere al contenuto. Questo garantisce che sia l’audience a cercare il brand, perché realmente interessata al contenuto. Ciò si traduce in un maggior engagement da parte del pubblico, contrariamente a ciò che si verifica con la pubblicità tradizionale, in cui l’audience è esposta a comunicazioni pubblicitarie involontariamente (Bicks, 2016). Dal quadro teorico proposto da Hollebeek e Macky (2019) si possono evincere spunti utili applicabili anche al branded podcast. Innanzitutto, viene teorizzato che le ragioni 4 I differenti format di branded podcast sono stati introdotti al paragrafo 2.2 del presente capitolo. 19 che spingono un consumatore a interagire con una comunicazione di digital content marketing sono di natura funzionale, edonica o basata sull’autenticità. Le motivazioni funzionali indurrebbero gli individui a selezionare i vari contenuti, perché interessati al valore utilitaristico che ne possono ricavare. Ad esempio, un ascoltatore potrebbe essere interessato a fruire di un branded podcast formativo che lo aiuti a utilizzare al meglio i prodotti del brand o da cui possa ricavare consigli utili, come nel caso del podcast di Ethos Profumerie “Beauty Drops”. Le ragioni edoniche si riferiscono al desiderio del consumatore di rispondere a un bisogno emozionale, trovando un contenuto in grado di intrattenerlo. I branded podcast che rispondono meglio a questa volontà sono quelli di intrattenimento che permettono all’ascoltatore di venire trasportato nella narrazione divertendosi e/o rilassandosi. Sono diversi i branded podcast che possono essere definiti di intrattenimento, tra i quali è possibile citare “Storie Fuori Catalogo” di Ikea, “Senza Filtri” di Lysoform e “Un Viaggio Oltre Ogni Immaginazione” di Jeep. Infine, le motivazioni basate sull’autenticità si riferiscono all’intenzione del consumatore di trovare un brand credibile, onesto e responsabile. Un podcast prodotto da un brand con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza rispetto a temi sociali importanti può soddisfare tale bisogno. Due esempi possono essere il podcast prodotto da Lines “Contro il Vetro”, che intende sensibilizzare riguardo alla violenza fisica e psicologica sulle donne, e “Due Mani in Più” prodotto da Coop Lombardia che racconta esperienze di volontariato. L’interazione con un contenuto di marketing digitale induce livelli particolari di engagement cognitivo, emozionale e comportamentale. L’engagement cognitivo deriva dalla combinazione di motivazioni funzionali e basate sull’autenticità. In altri termini, si verifica quando il consumatore acquisisce informazioni collegate al brand, che soddisfano anche la richiesta di autenticità. Un engagement cognitivo prolungato, dovuto a reiterate esposizioni, è in grado di stimolare l’attribuzione di significati al brand da parte del consumatore che sviluppa associazioni e mappe mentali connesse alla marca. 20 L’engagement emozionale origina da motivazioni edoniche e di autenticità. Esso si riferisce all’attaccamento positivo che il consumatore prova nei confronti della marca. Interazioni multiple con il contenuto da un punto di vista emozionale sono in grado di innescare l’identificazione con il brand, attraverso la quale il consumatore vede il brand come parte di sé, trasferendo alcune caratteristiche e qualità della marca a sé stesso. L’engagement comportamentale nasce dalla considerazione congiunta di motivazioni edoniche e funzionali. Esso riguarda quanto sforzo in termini di tempo ed energia il cliente è disposto a dedicare al brand. Questo tipo di engagement può stimolare il consumatore a tenere comportamenti altruistici nei confronti della marca, compiendo gesti utili e apprezzati dall’azienda, senza che vengano esplicitamente richiesti. Tali comportamenti possono essere, ad esempio, innescare un passaparola positivo, raccontando esperienze piacevoli inerenti alla marca o ai suoi prodotti, oppure aiutare altri clienti nella scelta, scrivendo e condividendo recensioni. Infine, l’attribuzione di significati al brand e l’identificazione con esso provocano a loro volta delle conseguenze che riguardano lo sviluppo di fiducia nel brand e la creazione di atteggiamenti positivi nei suoi confronti. La fiducia nella marca comprende sia l’aspettativa del consumatore che il brand manterrà le promesse fatte, sia la convinzione che il brand agisca nell’interesse del consumatore. L’atteggiamento riguarda la tendenza psicologica del consumatore a valutare positivamente (o negativamente) la marca e gioca un ruolo importante nel processo di scelta, rendendolo più immediato (Hollebeek & Macky, 2019). In conclusione, appare chiaro che il branded podcast può essere una strategia di comunicazione vincente, in grado di coinvolgere il cliente da diverse prospettive. Tale strumento offre complessivamente numerosi vantaggi al brand sia per quanto riguarda i momenti antecedenti all’acquisto, come ad esempio una maggior considerazione della marca e atteggiamenti positivi nei confronti di essa, sia per ciò che concerne la relazione con il cliente, accrescendone la fiducia e la predisposizione a compiere delle azioni vantaggiose per il brand. 21 Capitolo 3 – il caso MINI “Prime Svolte” 3.1 Panoramica e specifiche tecniche Come esposto nei precedenti capitoli, il branded podcast risulta essere uno strumento di brand storytelling efficace per le aziende che intendono coinvolgere il pubblico, avvicinandolo ai propri valori e prodotti. Di recente, sempre più organizzazioni anche in Italia hanno riconosciuto le potenzialità di tale strumento iniziando a produrre branded podcast. Un caso di successo nel panorama italiano è il branded podcast “Prime Svolte” di MINI, prodotto da VOIS (ex ForTune) per il lancio della nuova MINI Full Electric. “Prime Svolte” è il primo branded podcast nel settore dell’automotive in Italia e nel 2019 viene selezionato da Apple tra i 25 migliori nuovi podcast (Pacchiana, 2020). La serie podcast è composta da sette episodi, di circa 15 minuti ciascuno, pubblicati settimanalmente. “Prime Svolte” rientra nella categoria intrattenimento, essendo i suoi contenuti rivolti a un vasto pubblico e caratterizzati da un livello qualitativo e produttivo elevati. Il risultato è un podcast corale che combina una voce narrante registrata in studio con le voci dal vivo dei protagonisti, che raccontano le proprie storie in prima persona (Pivanti, 2020). La scelta di mantenere il racconto di esperienze personali in un formato grezzo, con rumore di sottofondo e inflessioni dialettali distintive della regione di provenienza, contribuisce a dare autenticità alla serie e al messaggio veicolato. In questo modo l’immedesimazione e il coinvolgimento vengono favoriti, grazie alla minore distanza percepita tra personaggi e ascoltatore. Ciò permette alla comunicazione di marketing di venire assimilata quasi inconsciamente, in quanto il focus del pubblico è per la maggior parte rivolto alla narrazione e all’esperienza di ascolto nel suo complesso. L’inserimento del brand è presente nella sigla, nella frase finale di ogni puntata e nella copertina del podcast. Tale grado di integrazione della marca posiziona il branded podcast a metà tra le categorie editorial e sponsored: la menzione del brand è esplicita come nella seconda tipologia, ma il brand non produce direttamente il podcast, affidando la realizzazione del contenuto a un’azienda specializzata. Solo nell’ultima 22 puntata viene inserito il prodotto e gli ascoltatori vengono invitati ad andare a provare la nuova MINI, tramite una call to action. La scelta di menzionare solo nell’ultimo episodio il prodotto è imputabile alla volontà di costruire prima il giusto contesto e preparare il consumatore ad accettare il nuovo prodotto, facendo sì che la prova della nuova automobile si configuri come l’evoluzione naturale dell’esperienza di ascolto. Il progetto inizia nel luglio 2019 quando MINI, in previsione del lancio del nuovo modello completamente elettrico, decide di puntare su un mezzo di comunicazione altrettanto innovativo e adatto a raggiungere il target desiderato. L’obiettivo era avvicinare il pubblico, abituato alle automobili tradizionali, a un nuovo concetto di mobilità innovativa e sostenibile, andando a fugare ogni dubbio o perplessità riguardante il cambiamento. Il branded podcast si configura, quindi, come una serie di racconti di prime volte importanti, per permettere all’audience di identificarsi con esse e con le emozioni che accompagnano ogni grande cambiamento. Partendo da idee di fondo come “l’eccitazione di provare qualcosa di nuovo”, “la paura di ciò che non si conosce” e “il superamento dei propri limiti” nasce “Prime Svolte”, che si propone come un percorso motivazionale in cui vengono affrontate le paure, gli stereotipi e i pregiudizi che trattengono le persone dal fare nuove esperienze, impedendone l’evoluzione e la crescita personale (Tassi, 2020). In questo processo di transizione il brand non è mai ingombrante o protagonista, ma ricopre il ruolo di testimone e alleato del consumatore nelle varie sfide. Per quanto riguarda la performance “Prime Svolte”, oltre a entrare nella top dieci di Spotify “Society and Culture” e nella top tre di iTunes per la stessa categoria, ha riportato risultati molto positivi per il brand soprattutto su awarness e consideration, e ha ottenuto percentuali considerevoli di lead generation sul sito5. Data l’esperienza positiva, MINI ha deciso di commissionare la produzione di un secondo branded podcast “Quella Svolta Che”. 5 I dati non disponibili pubblicamente sono stati raccolti tramite uno scambio via mail con Francesco Tassi CEO di VOIS. 23 3.2 Analisi della struttura narrativa Lo storytelling è la tecnica di narrazione su cui si basa il podcast di MINI. Questo format, oltre a permettere il racconto di una storia in grado di informare e intrattenere il pubblico, è capace di generare nell’ascoltatore una forte empatia verso il narratore e la storia, grazie al rapporto intimo che si crea durante l’esperienza di ascolto (Tassi et al., 2021). Come sostiene Pivanti6 (2020, p. 37), la chiave per il successo di un branded podcast è il racconto di una storia universale: “la storia è universale quando racconta dei valori talmente alti e condivisibili che, anche variando il soggetto della narrazione, questa non perde minimamente di efficacia”. Si tratta, perciò, di una storia che va oltre al prodotto e le sue caratteristiche, cercando di intercettare il consumatore a un livello più profondo, offrendo spunti e insegnamenti applicabili alla vita in generale. La storia universale di MINI utilizza l’immissione sul mercato della sua prima vettura totalmente elettrica, per narrare valori più ampi quali il cambiamento, l’evoluzione e la rottura con il passato. In questa occasione, l’auto elettrica rappresenta una novità sia per l’azienda produttrice, sia per il consumatore che si scontra con l’incertezza e le perplessità caratteristiche del provare qualcosa di nuovo. L’ascoltatore si deve sentire compreso e rispettato, perciò la narrazione deve includerlo e metterlo al centro. Il modo migliore per farlo è sfruttare al massimo le potenzialità del podcast, che consentono di creare un dialogo tra cliente e brand mettendoli allo stesso livello. Il risultato sarà il racconto della “prima volta” di MINI attraverso le “prime volte” degli stessi ascoltatori (Pivanti, 2020). “Prime Svolte” sceglie di far leva su due sensazioni comuni che tutti provano quando posti di fronte a qualcosa che spaventa: davanti alle paure diventiamo vulnerabili e una volta superate cresciamo. Questo è il messaggio che il brand intende comunicare all’ascoltatore ed è subito esplicitato nel trailer della serie e nella sigla di apertura di ogni puntata: Quante volte hai avuto paura di affrontare una nuova sfida o una nuova avventura? Quella paura ti paralizzava e ti faceva tremare le ginocchia. 6 Rossella Pivanti ha curato la scrittura e la realizzazione completa di “Prime Svolte”. 24 E poi ti sei buttato. E ora che sei cresciuto guardi indietro, quella paura non fa più così paura. MINI presenta… Prime Svolte: un podcast sulle prime volte che ci rendono umani, vivi, veri, grandi. Un viaggio tra i riti, le paure e le trasformazioni. Perché ci vuole coraggio per diventare ciò che siamo! Nell’ultima frase è possibile riscontrare la promessa che il brand fa al cliente, il quale viene invitato a usare il coraggio come arma per vincere le proprie paure e ad affrontare il cambiamento per poter raggiungere il premio in palio, cioè una versione migliore ed evoluta di sé stessi (Pivanti, 2020). La serie presenta una struttura che si sviluppa su due livelli: un livello micro, che riguarda la singola puntata, e un livello macro, che concerne l’intera serie. Entrambi i livelli si basano sulla tecnica narrativa del viaggio dell’eroe, seppur con alcune modifiche. Per quanto riguarda l’analisi dei singoli episodi, ciascuno prende in considerazione una possibile paura dell’ascoltatore, inerente all’utilizzo di un’auto completamente elettrica. Ogni episodio racconta un’esperienza associata a tale paura, collegata a dover fare qualcosa per la prima volta, e si conclude con il suo superamento. Se, invece, si considera la serie da un punto di vista unitario, ogni puntata rappresenta una o più fasi del viaggio dell’eroe, affinché la serie risulti un racconto in evoluzione. Al tempo stesso ogni puntata costituisce anche una o più fasi dell’arco di trasformazione del personaggio, per accompagnare l’ascoltatore nel processo di trasformazione e accettazione del cambiamento. Il primo episodio “Il mio primo viaggio da solo” affronta il tema dell’autonomia, considerata sia in senso stretto, come l’autonomia chilometrica dell’automobile elettrica, sia in senso ampio, come il desiderio di indipendenza che a un certo punto della vita nasce nell’individuo. Questo desiderio che inizia a diventare insistente costituisce, nel viaggio dell’eroe, la fase del richiamo all’avventura. In questa fase un dettaglio ribalta l’equilibrio iniziale del protagonista e lo spinge a immaginare un nuovo mondo. Il mondo originale in cui vive l’eroe è un mondo stabile solo all’apparenza, perché contiene già in profondità i presupposti per il cambiamento e la crescita, i quali 25 necessitano solo di un evento scatenante per venire in superficie (Vogler, 2007). Si tratta del tassello necessario che fa prendere il via all’avventura, gettando le basi per il viaggio metaforico che coinvolgerà l’eroe. Per quanto riguarda la trasformazione del personaggio, la prima puntata segna l’aumento della consapevolezza dettato dal riconoscere la novità come qualcosa di ancora inesplorato, ma con grandi potenzialità. Nello specifico, l’episodio, trattando il tema dell’autonomia, racconta i riti e i momenti che segnano il passaggio dal bambino all’adulto, attraverso la storia del primo viaggio da solo di un ragazzo (Pivanti, 2020). Il secondo capitolo e il terzo della serie presentano un’inversione delle fasi, sia per quanto riguarda il viaggio dell’eroe, sia per la trasformazione del personaggio. Infatti, il secondo episodio ha come tema l’accettazione e riguarda l’andare incontro al giudizio del gruppo sociale di riferimento a seguito dell’adozione di qualcosa di nuovo, in questo caso dell’auto elettrica. La puntata racconta due esperienze opposte rispetto all’ingresso in una nuova compagnia di amici. Da un lato vengono prese in esame le difficoltà di entrare in un gruppo già formato, cercando di vincere i pregiudizi e farsi accettare per quello che si è, dall’altro la puntata offre una testimonianza sul rapporto quasi fraterno che si instaura in una confraternita. La fase corrispondente del viaggio dell’eroe è l’incontro con il mentore, dove quest’ultimo si mostra come alleato del protagonista e lo sprona ad accettare l’avventura. Di norma questa fase segue il rifiuto del richiamo all’avventura. Da un punto di vista psicologico, in questa fase il protagonista supera la riluttanza al cambiamento ed è pronto a mettersi in gioco. Il terzo episodio tratta la prima vera paura del viaggio, cioè il timore che l’auto elettrica non dia le stesse sensazioni di guida di un’auto tradizionale. Essa è dovuta all’estrema silenziosità del veicolo, che nell’immaginario comune fa perdere un po’ di emozione all’esperienza di guida. Trattandosi solo di un pregiudizio, l’episodio racconta una vicenda in cui il superamento di un pregiudizio infondato sorprende positivamente il protagonista, facendolo totalmente ricredere. In questa fase del viaggio si verifica il rifiuto del richiamo, perché la volontà o la necessità di cambiamento sono ancora troppo acerbe e il protagonista vacilla di fronte alle prime difficoltà. Questo stadio segnala al pubblico il rischio e la pericolosità dell’avventura che attende il protagonista, 26 costringendolo a pensare attentamente alle conseguenze delle proprie scelte (Vogler, 2007). Il personaggio in questa fase è riluttante al cambiamento, ciò permette all’audience di identificarsi con il protagonista che, sebbene si tratti di un eroe, mostra anche delle debolezze tipiche del genere umano. L’inversione dell’ordine delle fasi in questi episodi dipende dalla scelta del brand di privilegiare altri aspetti, rispetto al mantenimento della struttura tradizionale. Inoltre, lo schema proposto da Vogler è molto flessibile e si presta particolarmente a cambiamenti nell’ordine dei vari stadi. Come sostiene Pivanti (2021) 7, lo schema del viaggio dell’eroe non deve essere considerato come una struttura rigida, bensì come una guida. Infatti, è possibile omettere alcune fasi e ripeterne altre, cambiando anche l’ordine delle stesse. Questa flessibilità permette di creare storie originali e diverse tra loro, nonostante la maggior parte delle narrazioni si basi su tale schema. Ciò che deve rimanere immutato è la presenza di un racconto organizzato di un personaggio in evoluzione, con un valore più alto che muove le sue azioni. La quarta puntata segna l’ingresso nel mondo straordinario con il protagonista che varca la prima soglia. In questo stadio si materializza ciò che trattiene il protagonista, o meglio il consumatore, dall’accettare la novità. Si tratta della paura nella sua accezione più generale: la paura dell’ignoto. Tale paura scaturisce dai diversi rischi a cui il consumatore va incontro nella fase che precede l’acquisto di un nuovo prodotto. Innanzitutto il rischio di performance, collegato in questo caso all’esperienza del consumatore con l’auto elettrica e le sensazioni di guida della stessa. Vanno considerati anche il rischio di autopercezione e il rischio sociale. Il primo riguarda il timore che il prodotto non sia in linea con la propria personalità e i propri valori, mentre il secondo deriva dal confronto e il giudizio dei gruppi sociali di cui il cliente fa parte. Il tema viene affrontato con le esperienze personali dei protagonisti che raccontano il superamento della loro paura più grande. Tale stadio è il punto di massima tensione del primo atto, varcare la prima soglia è un atto di volontà in cui l’eroe afferma il suo impegno al cambiamento (Vogler, 2007). 7 Materiale inedito gentilmente concesso dall’autrice in anteprima. 27 Con il quinto capitolo della serie “Piccoli grandi dettagli” si affronta il tema della responsabilità ecologica. Non si tratta di una paura, ma è comunque una questione strettamente legata al possesso di un’auto elettrica. L’idea di fondo su cui si sviluppa tutta la puntata è il fatto che il senso di responsabilità ecologica nasce dal credere che anche i gesti più piccoli possano avere grandi impatti (Pivanti, 2020). Si tratta perciò di piccoli dettagli che, sommati, portano a grandi risultati. In questo episodio l’esperienza raccontata in prima persona è quella del narratore che parla dei dettagli che hanno segnato la sua infanzia. La scelta di far diventare il narratore protagonista è servita ad evitare che l’ascoltatore percepisse troppa distanza con la voce fuori campo, rischiando di smorzare il clima intimo che si intendeva costruire. Inoltre, la condivisione di esperienze e storie personali da parte del narratore contribuisce alla creazione di un legame con l’ascoltatore (Tsagkias et al., 2010). Con questo episodio si entra nel secondo atto del viaggio dell’eroe, la cui fase corrispondente è l’avvicinamento alla caverna. Questa fase costituisce il momento della preparazione per la sfida più grande che attenderà l’eroe a breve. Il protagonista ha preso sufficiente confidenza con il mondo straordinario, e ora si prende del tempo per raccogliere informazioni e organizzarsi per arrivare preparato al momento di massima tensione della narrazione (Vogler, 2007). La sesta puntata “La mia sfida più difficile” è il punto focale di tutta la serie. In questo episodio il messaggio del brand e il concetto di cambiamento devono diventare più incisivi, dal momento che nella puntata conclusiva si chiederà all’ascoltatore di andare a provare il veicolo. Per spronare ulteriormente il pubblico viene raccontata la storia di una ragazza che decide di cambiare radicalmente la propria vita per seguire la sua passione. Si tratta della prima storia in cui il cambiamento non è solo a livello psicologico e di crescita personale, bensì coinvolge direttamente la quotidianità del protagonista, proprio come accade con il passaggio a una vettura elettrica. L’eroe in questa fase si confronta con la prova centrale e fa il primo tentativo di grande cambiamento. Vogler (2007) definisce questo momento del viaggio dell’eroe come “la crisi”, cioè il punto in cui le forze ostili sono al massimo grado di opposizione. Qui il protagonista si trova di fronte alla sfida più grande e all’antagonista più spaventoso, 28 cioè il personaggio dell’ombra. L’ombra non sempre è un essere reale, ma può anche rappresentare le paure dell’eroe e i tratti di sé stesso che non accetta. La crisi funge da spartiacque nella narrazione: durante la prova centrale l’eroe è messo davanti alla morte, in senso letterale se è portato a temere per la propria vita, o in senso metaforico se rischia di perdere tutto. In ogni caso, uscendone vincitore, il protagonista rinasce e niente sarà più come prima. La crisi, perciò, si configura come l’elemento necessario all’evoluzione e alla crescita. Nella puntata conclusiva il messaggio commerciale del brand è palese, si tratta di un invito all’ascoltatore a fare il primo passo, andando a provare la nuova MINI in concessionaria. Il primo passo, infatti, è ciò che permetterà all’eroe di risorgere, recuperare l’elisir e, infine, di ristabilire un nuovo equilibrio nel mondo originale. Nell’episodio, il protagonista, per conquistare la donna dei suoi sogni, deve compiere un primo passo lungo e complesso, riuscendo infine a ottenere il risultato sperato. La puntata contiene al suo interno le ultime due fasi del viaggio dell’eroe: la resurrezione e il ritorno con l’elisir. La fase della resurrezione è un punto cruciale all’interno della narrazione. Essa costituisce un momento di forte tensione come nel caso della crisi, ma la sua funzione è differente. Si tratta di mettere alla prova un’ultima volta l’eroe per vedere se ha fatto sua realmente la lezione imparata nella prova centrale. Questa fase serve al protagonista per costruirsi una nuova personalità, che combina le sue qualità innate con le lezioni imparate durante l’avventura, affinché diventi idoneo a rientrare nel mondo originale (Vogler, 2007). In questo momento l’ascoltatore deve dare prova di essere cresciuto insieme ai protagonisti delle storie degli episodi precedenti, e deve farlo compiendo il primo passo. Il ritorno con l’elisir è la chiusura della narrazione: in questo stadio l’eroe deve riuscire a implementare il cambiamento anche nella vita di tutti i giorni, grazie a ciò che ha imparato durante il viaggio. Per l’ascoltatore il ritorno con l’elisir è un passo ulteriore che deve compiere autonomamente. L’elisir può prendere diverse forme, per l’ascoltatore si tratta della responsabilità di diventare testimone del passaggio alla mobilità sostenibile, acquistando l’auto elettrica. 29 Conclusioni Il presente lavoro ha esposto le ragioni per cui il branded podcast è uno strumento efficace di brand storytelling, illustrandone le caratteristiche e gli effetti sul consumatore. Innanzitutto, lo storytelling permette la creazione di una relazione di fiducia con il cliente, inducendo reazioni biologiche e psicologiche positive che si traducono in una migliore considerazione del brand e in una maggiore efficacia della comunicazione pubblicitaria. Il branded podcast come mezzo di comunicazione riesce ad amplificare i benefici della narrazione tradizionale, sfruttando le potenzialità dei contenuti audio, la cui fruizione è in forte crescita. Tale strategia permette di coinvolgere il consumatore in maniera duratura, facilitando quest’ultimo nell’identificazione di sé stesso con la marca e stimolando comportamenti collaborativi verso la stessa. Suddette conclusioni sono state raggiunte sintetizzando ricerche in ambito neuroscientifico, che indagano la risposta del consumatore quando viene esposto a tecniche narrative, e studi teorici ed empirici che offrono linee guida per l’analisi e la valutazione di branded podcast. Alla luce di quanto illustrato nell’elaborato, risulta avvalorata la tesi secondo cui il branded podcast è una strategia di comunicazione innovativa e vantaggiosa per il brand. Il caso “Prime Svolte” di MINI ne è un esempio all’interno del panorama italiano. L’analisi si è concentrata sulla struttura narrativa del branded podcast, fornendo evidenza di come uno schema narrativo basato sul viaggio dell’eroe possa essere vincente per la comunicazione tramite branded podcast. In questo caso, l’obiettivo di dimostrare i risultati concreti di un progetto reale risulta parzialmente raggiunto, a causa dell’impossibilità di reperimento di dati riguardanti la performance del podcast. Questo lavoro può essere considerato un primo passo nell’approfondimento di un tema ancora poco esplorato in Italia. Rimangono, tuttavia, ancora da verificare i risultati effettivi del branded podcast sia per quanto riguarda l’allineamento con gli indicatori di performance specifici del format, sia per ciò che concerne il ritorno per il brand e il raggiungimento di obiettivi di marketing. 30 Bibliografia Aaker, D. (2018). “Creating signature stories: Strategic messaging that persuades, energizes and inspires”. New York: Morgan James Publishing. Aaker, J. (2013). Harnessing the Power of Stories. Stanford Graduate School of Business. Video. https://youtu.be/9X0weDMh9C4 Abrams, M. H & Harpham, G. (2014). “A glossary of literary terms”. Stamford, CT: Cengage Learning. Adaval, R. & Wyer, R. S. (1998). “The Role of Narratives in Consumer Information Processing”. Journal of Consumer Psychology, 7(3): 207-245. Alfani, M. (2021). Gli archetipi di Vogler: 8 modelli per costruire personaggi. https://www.mondifantastici.it/2021/03/11/gli-archetipi/ Anaza, N. A; Kemp, E; Briggs, E. & Borders, A. L. 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