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Logistica Definitivo - Tutte le domande dell'esame di Bottani
con relative risposte
Logistica Industriale (Università degli Studi di Parma)
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Capitolo 1
1.
2.
3.
4.
5.
Elencare le attività della logistica
Integrazione interna ed esterna
Effetto bullwhip
Just in time e sistema logistico
Si elenchino e descrivano le caratteristiche principali della global logistics
Capitolo 2
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Elencare i criteri di scelta di un sistema di trasporto e descrive re quelli relativi all'offerta/domanda
Illustrare i concetti di merci pesanti e voluminose e le relative implicazioni nel trasporto su strada
Elencare le risorse del trasporto stradale
Descrivere le strutture del trasporto intermodale
Descrivere le principali unità di trasporto intermodale
Si illustri il procedimento analitico per la determinazione del volume di traffico merci che può essere
convogliato ad un interporto
7. Illustrare e commentare il flowchart relativo alla progettazione di un interporto
8. Indicatoti di servizio utilizzabili nella valutazione delle forniture di un servizio di trasporto
9. Trasporto c/proprio e c/terzi
10. Criteri di scelta dell’operatore
Capitolo 3
1. Descrivere il metodo di identificazione deli imballaggi primari/secondari/terziari
2. Elencare e descrivere le principali funzioni del packaging
3. Elencare e descrivere le principali funzione dell'imballaggio primario secondario/terziario
4. Definizioni di imballaggio primario/secondario terziario
5. Definizione mono-imballaggio con esempi
6. Illustrare e descrivere la flowchart di progettazione del packaging
7. Definire cos'è un pallet e descriverne le funzionalità
8. Illustrare la classificazione dei pallet
9. Illustrare i principali sistemi di interscambio pallet
10. Per ciascuna degli attori della supply chain, indicare la principale criticità nel processo di gestione
dei pallet
11. Sleep sheet
Capitolo 4
1. Classificare i sistemi di movimentazione materiali
2. Illustrare, anche con impiego di relazioni analitiche, le modalità di scarico del materiale di un
elevatore a tazze
3. Si elencano e descrivano i sistemi di guida AGV
Capitolo 5
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Classificare le aree di stoccaggio intensivo
Elencare e descrive re i parametri di un'area di stoccaggio intensivo di un magazzino
Illustrare il flowchart di progettazione di magazzini automatizzati con parametri e unità di misura
Procedimento analitico per il dimensionamento della ricettività di un magazzino
Modulo unitario di un magazzino, live storage
Calcolo della ricettività di un magazzino a partire dai dati storici di giacenza
Potenzialità di movimentazione
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CAPITOLO 1
1. Elencare le attività della logistica
TRASPORTO E MOVIMENTAZIONE (PLACE UTILITY): Variazione dell’ubicazione del
prodotto, risponde all’esigenza di modificare la disponibilità di un bene in senso spaziale da un
punto di partenza A, dove è inizialmente presente, ad un punto B dove è richiesto; se i punti si
muovono da un sistema logistico all’altro si parla di trasporto, se si spostano nello stesso
sistema si parla di movimentazione.
STOCCAGGIO MERCI (WAREHOUSING): Le strutture sono i magazzini, dove troviamo un
flusso in entrata e uno in uscita. La sua funzione è quella di modificare la disponibilità non in
senso fisico ma in senso temporale e/o quantitativo/qualitativo.
GESTIONE SCORTE (INVENTORY MANAGEMENT): valutare cosa mettere nel magazzino e
quindi decidere quali prodotti gestire a scorta e in che quantità. Abbiamo 2 tipi di scorte:
1) SCORTE CICLO: hanno un livello di scorta medio, ed è una scorta dovuta alla sola
produzione di un prodotto (es. può essere prodotta da sconti quantità)
2) SCORTA DI SICUREZZA: è una componente di giacenza dovuta alla variazione di
domanda o dai tempi di produzione (LEAD TIME). L’ obiettivo della gestione delle scorte è
quello di minimizzare un costo totale.
PROCESSI DI FABBRICAZIONE (MANIFACTURING): scelta tra processi a ciclo obbligato o
processi manifatturieri.
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI (INFORMATION MANAGEMENT): ogni volta che c’è un
flusso fisico si sviluppa un flusso informativo. Questa funzione prevede la raccolta,
l’elaborazione e l’analisi di tutte queste informazioni.
2. Effetto BULLWHIP
Indica un aumento della variabilità della domanda, man mano che ci si allontana dal mercato
finale e risalendo a monte. Ad es: è ciò che accade quando il cliente non condivide
l’informazione sulla domanda con il fornitore, in questo modo, il secondo ha un’informazione
sulla domanda derivata che però non corrisponde a quella effettiva; perciò il produttore ha una
percezione di elevata variabilità della domanda e se si va ancora più a monte della catena
produttiva il fenomeno aumenta.
3. Integrazione interna ed esterna
Integrazione interna: Azienda: approvvigionamenti -> R&D -> logistica -> marketing ->
commerciale -> produzione -> finanza, si ripete il processo. Sub-obiettivi funzionali
contrastanti, coordinamento attività aziendali verso un obiettivo strategico comune, condizione
necessaria per ottimo globale. Anni 80, scenario competitivo è caratterizzato da qualità dei
prodotti, costi competizione tra aziende manifatturiere; nuove tecnologie, computer, handling e
magazzini, diffusione container e trasporto aereo. Integrazione esterna: la supply chain,
insieme di 3 o più organizzazioni attraverso le quali un prodotto viene portato sul mercato.
Simple supply chain: fornitore -> azienda integrazione interna -> cliente -> consumatore finale.
Anni 90, qualità dei prodotti, prerequisito per la competizione, focus delle aziende, servizio
erogato e costo totale. Nuove tecnologie, sistemi di trasmissione ed elaborazione dati,
algoritmi di ricerca operativa per la gestione della SC.
4. Just in time
Il termine JIT fa riferimento ad un sistema che non usa scorte. Dunque, a livello di inventory,
rispetto ad un sistema tradizionale, presenterà minimi livelli di scorta, flusso continuo di prodotti
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(senza giacenze), Scheduling rigoroso e coordinamento dei processi. In termini di flessibilità,
un sistema JIT offre massima flessibilità, LTA e lotti minimi al contrario del sistema
tradizionale. In termini di trasporti in JIT troviamo massima affidabilità senza essere
condizionati dal prezzo, al contrario del sistema tradizionale che prevede un trasporto
accettabile al minimo costo. In termini di fornitori, in JIT pochi ma affidabili fornitori con i quali
c’è condivisine di informazioni, al contrario dell’approccio tradizionale dove troviamo un grande
numero di fornitori, quindi una competenza sul prezzo e nessuna condivisione delle
informazioni. In termini di approccio, in JIT troviamo una massimizzazione del servizio al
minimo costo complessivo, mentre nell’approccio tradizionale troviamo un’ottimizzazione del
costo locale.
5. Si elenchino e descrivano le caratteristiche principali della
global logistics
Globalizzazione dei mercati: customizzazione di prodotti e servizi in un mercato mondiale,
progettazione modulare;
Compressione dei tempi: riduzione del lead time approvvigionamento (LTA), sensibilità del
cliente al servizio, cicli di vita sempre più ridotti;
Outsourcing delle attività logistiche: risorse limitate-focalizzazione sulla core competence, costi
fissi-costi variabili;
Sistemi integrati: a valle verso il sistema distributivo, a monte verso il sistema
approvvigionamento;
Problematiche ambientali: impatto ambientale dei trasporti (incentivazione modalità di trasporto
a basso impatto, razionalizzazione trasporti), impatto ambientale di prodotti ed imballaggi
dismessi (progettazione reverse logistics)
CAPITOLO 2
1. Elencare i criteri di scelta di un sistema di trasporto e descrivere quelli relativi
all’offerta/domanda
I criteri di scelta di un sistema di trasporto possono essere relativi alla domanda (ovvero le
richieste del cliente che deve trasportare la merce) oppure all’offerta (cioè cosa offrono i
sistemi di trasporto presenti sul mercato). Quelli relativi alla domanda comprendono: categoria
merceologica da trasportare, fattori di servizio o richiesta, tipologie di spedizione e carichi,
distanza e relazioni origine-destinazione e modalità di resa della merce.
1) Categoria merceologica da trasportare: deperibilità (prodotti freschi, freschissimi,
surgelati…), stato (materiali liquidi, gassosi, polveri…), valore economico, tipologie
d’imballaggio, pericolosità (merce irritante, infiammabile), densità della merce trasportata.
2) Fattori di servizio richiesti: legati alla time utility (rapidità consegne, puntualità), legati alla
place utility (affidabilità), fattori di carattere generale (regolarità del servizio, tracciabilità,
sicurezza, controllo).
3) Tipologie di spedizione e carico: FTL o trasporto a pieno carico (saturare capacità del
carico a peso o a volume), LTL o trasporto a collettame.
4) Distanza e relazioni origine-destinazione: distanza complessiva, caratteristiche
geografiche di dislocazione di origine e destinazione, eventuale necessità di scambi modali in
zona origine o destinazione, caratteristiche delle infrastrutture di trasporto disponibili per il
collegamento di origine e destinazione.
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5) Modalità di resa della merce: clausole contrattuali di resa: definizione univoca del
momento/ luogo in cui avviene passaggio del possesso effettivo della merce spedita dal
venditore all’acquirente, definizione delle condizioni di resa e di quali costi e oneri spettano a
venditori e a clienti, in ambito internazionale si utilizzano le incoterms.
Quelli relativi all’offerta comprendono mezzi/modi di trasporto disponibili, titolarità dei mezzi di
trasporto, tipologie di operatori.
1) Modo/mezzo di trasporto disponibile: offerta di mezzi/modo di trasporto da parte di chi
eroga il servizio di trasporto (strada: flessibile/rapido, ferrovia: lunga percorrenza merce rinfusa
e densa, mare: collegamento internazionale, aereo: più costoso trasporti celeri).
2) Titolarità del mezzo di trasporto: distinzione tra trasporto conto proprio (l’azienda stessa
trasporta la merce con mezzi propri, gli autisti sono dipendenti dell’azienda e i trasporti sono di
breve distanza) e trasporto conto terzi (attività imprenditoriale per la prestazione di servizi di
trasporto, infatti la merce trasportata non è di proprietà dell’azienda che effettua il trasporto,
l’autista può essere proprietario del veicolo-padroncino- o dipendente dell’azienda, lunghe
percorrenze).
3) Tipologia di operatori (conto terzi): autotrasportatori, spedizionieri, corriere espresso.
4) Operatori logistici: ampia gamma di servizi logistici, dal trasporto secondo le diverse
modalità al magazzinaggio e dalla distribuzione.
2. Illustrare i concetti di merci pesanti e voluminose e le relative
implicazioni nel trasporto su strada
Dati necessari: volume, spazio disponibile nel mezzo di trasporto, portata, capacità di carico
del mezzo di trasporto. Inoltre bisogna conoscere la densità P della merce trasportata.
Benchmark è rapporto tra portata e volume. Se la densità P>benchmark abbiamo merce
pesante, se la densità P<benchmark abbiamo merce voluminosa. Merce pesante: la merce
satura il mezzo di trasporto a peso prima di saturare il volume di carico disponibile. Merce
voluminosa: la merce satura il mezzo di trasporto a volume senza saturare la capacità di carico
disponibile.
3. Elencare le risorse del trasporto stradale
Le risorse del trasporto stradale comprendono: veicoli, infrastrutture e figure professionali. I
veicoli atti al trasporto stradale comprendono: autocarri, veicolo motore direttamente allestito
per il trasporto delle merci a 2 o più assi, autotreni, veicolo combinato da autocarro+rimorchio,
autoarticolato, veicolo combinato da trattore+semirimorchio. Le infrastrutture si distinguono in
infrastrutture di rete, strade e autostrade, infrastrutture di nodo, magazzini depositi. Figure
professionali: autotrasportatori, spedizionieri, corrieri e operatori logistici.
4. Descrivere le strutture del trasporto intermodale
Interporto: insieme di imprese indipendenti aventi a che fare con il trasporto delle merci e di
servizi ausiliari che include almeno un terminal. Da normativa: complesso organico di strutture
e servizi integrati finalizzati allo scambio di merci tra le diverse modalità di trasporto. Struttura
logistica complessa che si propone la risoluzione, in modo razionale, dei principali problemi di
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trasporto, sia statici, sia dinamici, sviluppando l’intermodalità. Terminal: luogo equipaggiato per
il cambio di modalità ed il deposito delle UTI, consiste di binari e piazzali per il trasbordo delle
unità di carico da una modalità all’altra.
5. Descrivere le principali unità di trasporto intermodale
Semirimorchio: semirimorchio stradale atto a circolare sulle linee ferroviarie senza il supporto
di un carro, dopo aver sollevato il semirimorchio, l’estremità vengono collocate su due carrelli
ferroviari, per la formazione dei treni completi. Swap Body o cassa mobile: unità di cario
ricusabile, molto simile ad un container marittimo, ma sviluppata per il trasporto su terra,
combinato ferrovia-strada, è dotata di 4 appoggi oleodinamici o retrattili che consentono
l’appoggio in attesa del caricamento. Container: ampliamento utilizzato per il trasporto
marittimo, ma viene usato anche per i trasferimenti via terra, su rotaie e su gomma, permette il
trasferimento multimodale delle merci senza ricorrere alla rottura del carico e alla ricostruzione
dei carichi nel passaggio di modalità. Sono di forma prismatica, hanno tara ridotta e sono
sovrapponibili.
6. Illustrare e commentare il flowchart relativo alla progettazione
di un interporto
Calcolo del volume di traffico merci: determinare la misura del traffico merci che questa
struttura potrebbe trattare e stabilire come questo volume potrebbe essere ripartito tra
container, casse mobili e/o altre unità. Determinazione del numero merci da movimentare: si
ratta di convertire l’informazione tonnellate all’anno in unità di carico al giorno. Calcolo del
numero dei trani: una volta stabilita l’informazione sule unità di carico trattate giornalmente, si
tratta di capire quante di queste può trasportare un treno. Calcolo del numero di binari
necessari: in base all’informazione precedente, calcolo quanti binari sono necessari. Verifiche
dimensionali: verificare che nell’area scelta vi sia lo spazio necessario. Dimensionamento delle
attrezzature: in base al tempo necessario ad effettuare le movimentazioni delle unità di carico.
Dimensionamento del piazzale: in base al tempo di sosta delle unità di carico all’interno del
terminal.
8. Indicatori di servizio utilizzabili nella valutazione delle forniture
di un servizio di trasporto
I fattori di servizio utilizzabili possono essere legati alla time utility (stoccaggio), place utility
(trasporto) oppure di carattere generale. Nello specifico, i fattori legati alla time utility
comprendono:
1) rapidità delle consegne: è importante per garantire un flusso efficiente ed efficace dei
materiali da un punto A ad un punto B, in alcuni casi, come quello delle merci deperibili, è un
fattore imprescindibile.
2) puntualità: si intende il rispetto delle date di consegna e delle finestre temporali pattuite per
la consegna. Quando parliamo di place utility, invece, vogliamo fare riferimento all’affidabilità,
cioè alla consegna delle merci nel rispetto delle condizioni pattuite. Tra i fattori di servizio
generali, infine, troviamo la regolarità del servizio, tracciabilità, sicurezza o integrità e controllo.
9. Trasporto conto proprio e conto terzi
Trasporto conto proprio: la merce trasportata e i mezzi di trasporto sono di proprietà
dell’azienda che effettua il trasporto, l’autista è un dipendente dell’azienda proprietaria della
merce; il trasporto è un’attività complementare e non prevalente dell’azienda e viene utilizzato
principalmente per trasporti su brevi distanze. .I costi per trasporto conto proprio sono
rappresentati da due fattori: quota variabile e quota fissa
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Trasporto consto terzi: rappresenta un’attività imprenditoriale per la prestazione di servizi di
trasporto, la merce trasportata non è di proprietà dell’azienda che effettua il trasporto, l’autista
può essere proprietario del veicolo (padroncino) o dipendente dell’azienda di trasporto; questo
tipo di trasporto viene utilizzato per le lunghe distanze. Nel caso di trasporto per conto di terzi
troviamo un costo variabile legato strettamente alla prestazione ricevuta e non presentano
oneri aggiuntivi.
10. Criteri di scelta dell’operatore
Possono essere relativi alla domanda, cioè cosa chiede il cliente che deve trasportare la
merce, oppure all’offerta di trasporto, ossia che cosa offrono i sistemi di trasporto merci
presenti sul mercato. Domanda: categoria di merce logica, fattore di servizio richiesto, tipologie
di spedizione e carichi, distanza e relazioni tra origine e destinazione, modalità di reso della
merce. Offerta: mezzi/modi di trasporto disponibili, titolarità dei sistemi di trasporto, tipologie di
operatore.
CAPITOLO 3
1. Descrivere il metodo di identificazione degli imballaggi
primari/secondari/terziari
L’identificazione nasce per motivi di tracciabilità. La tracciabilità è il processo che permette di
identificare il prodotto nel suo viaggio dal produttore al consumatore. La tracciabilità serve a
garantire l’affidabilità della gestione della SC, permette l’ottimalità della gestione della SC,
permette un’ottimizzazione del dispendio a livello negozio/ospedale, garantire L’individuazione
di una lavorazione scoperta a posteriori non conforme, agisce da deterrente a furti e
permettere l’inserimento parziale dei lotti in black list in funzione degli identificativi rubati,
agisce da deterrente alla contraffazione dei prodotti, e permette un miglior controllo spesa.
Imballaggio primario: identificazione automatica tramite codifica bar code: lettura automatica,
eliminazione prezzatura del singolo prodotto e relativi errori, disponibilità analitica delle vendite
del prodotto, inventario permanente ed accurato.
Per generi di largo consumo: identificazione EAN/UCC, peso fisso e peso variabile.
Prodotti peso fisso: un articolo le cui variazioni di peso non influenzano il prezzo del prodotto
in vendita al consumatore finale; identificazione univoca tramite sistema EAN 13 o EAN 8 e
relativa codifica bar code. Tipologie:
-EAN 13, N1-N2 (da 80 a 83 prefisso EAN nazionale), N3-N9 codice produttore, N10-N12
codice prodotto, N13 cifra di controllo.
-EAN 8, solo per effettiva impossibilità ad utilizzare il sistema EAN 13, N1-N2 prefisso
nazionale, N3-N7 codice prodotto, N8 cifra di controllo.
-Peso variabile: l’importo del prodotto dipende direttamente dal peso; aumento progressivo
prodotti a peso variabile- freschi e freschissimi, identificazione univoca di prezzo e prodotto. N1
prefisso EAN per prodotti a peso variabile (sempre uguale a 2), N2- N7codice prodottoreferenza, N8-N12 prezzo, N13 cifra di controllo.
Farmaci, AIC (autorizzazione per l’immissione in commercio) Dimensioni etichetta 40mm
larghezza 25mm altezza 2mm raggio curvatura, tolleranza 0.5mm
-Area1 (35x4.2mm) contiene codice AIC
-Area2 (27x4) denominazione e descrizione medicinale
-Area3 (27x2.75) codice AIC 9 cifre precedute da lettera A
-Area4(27x1.8) nome titolare AIC
-Area5 (27x2.05) numero progressivo della confezione medicinale
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-Area6 (35x5) numero progressivo 9cifre della confezione più cifra di controllo
-Area7 (5x25) in posizione ortogonale numero progressivo confezione medicinale
-Area8 (7x12.2) codice datamatrix
Libri, codice ISBN(International standard book number)13 cifre prefisso EAN prime 3 cifre
(978) indicano la presenza di un libro, gruppo linguistico(identifica area linguistica editore) da 1
a 5 cifre, editore da 2 a 7 cifre, titolo da 1 a 6 cifre, numero di controllo
ISSN(International standard serial number) identifica pubblicazioni in serie (titolo della serie),
prefisso (977), 7 cifre ISSN, N11-N12 pubblicazione, N13 controllo
DOI identificatore digitale prefisso 10
Imballaggio secondario: EAN 13 diverso da quello del contenuto, il codice è uno tra quelli a
disposizione del produttore.
Codifica ITF-14, qualora si volesse stampare il codice a barre direttamente sul cartone ITF-14
è la soluzione più appropriata. Sono stati introdotti per permettere la lettura a scanner di codici
apposti su cartoni ondulati, perché sono più grandi e più facilmente leggibile. Il contenuto
dell’imballo deve essere omogeneo.
EAN/UCC 128, sistema per la codifica dei prodotti a livello internazionale, identificazione
prodotto + informazioni supplementari, identificazione attributi a lunghezza fissa o variabile fino
a 30 caratteri tramite Application Identifiers concatenazione del codice, codifica tramite bar
code.
GTIN con sistema EAN/UCC128 per unità logistiche/imballaggi secondari, Application
identifiers AI 01, lunghezza fissa N14, peso fisso, codici allineati a destra e completamento con
0 fino a N14, peso variabile, codici allineati a dx e completamento con 0 fino a N14 variante
logistica =9. Lot Number LN e Serial Numer SN, identificazione del lotto o licence late
dell’imballaggio secondario; LN & SN Application identifiers AI(10) e AI(21), simboli
alfanumerici, lunghezza variabile fino a N20, fondamentali per la tracciabilità dell’imballaggio
secondario. Data di minima di validità - qualità/sicurezza; da consumarsi preferibilmente
entro... da consumare entro... Application identifiers AI(15) e AI(17), simboli numerici,
lunghezza fissa N1-N6
. Imballaggio terziario: possibilità di identificazione automatizzata di unità di carico e controllo
movimenti nel sistema logistico, tempi di identificazione e controllo merce. Etichetta logistica,
rappresenta lo standard per l’identificazione automatica dell’udc tramite tecnologia bar code;
struttura dell’etichetta, identificazione company, attributi udc in chiaro, codifica attributi bar
code, serial shopping container code. Identificazione univoca dell’udc seriale standard univoco,
sistema EAN/UCC128 Application identifica AI(00) simboli numerici lunghezza fissa N1 N18,
N1 cifra di estensione, N2-N8 company prefix, N9-N17 seriale, N18 cifra di controllo.
2. Elencare e descrivere le principali funzioni del packaging
Packaging = Imballaggio, in tali gli imballaggi sono distinte 3 categorie: imballo primario (di
vendita), imballo secondario (multiplo), imballo terziario (di trasporto). Il termine packaging
non si riferisce solo alla materialità dell’imballaggio, ma anche agli aspetti immateriali
riguardanti il processo produttivo, industriale ed estetico. Il packaging ha funzioni di 1)
Contenimento, importante per liquidi e sfusi. 2) Protezione, dall’esterno verso l’interno ma
anche viceversa. 3) Suddivisione, quantità o peso determinato, evitare scadenza. 4)
Aggregazione, ottimizzazione delle operazioni di handling, trasporto e stoccaggio. 5)
Utilizzabilità, facilitare l’utilizzo del prodotto al consumatore. 6)Comunicabilità &
Identificazione, trasmissione di informazioni per il consumatore e per le attività logistiche.
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3. Elencare e descrivere le principali funzioni dell’imballaggio
primario secondario/terziario
Imballaggio primario; funzionalità tecniche: frazionamento = quantità di prodotto commisurata
alle esigenze del cliente, protezione = evitare contaminazioni del prodotto dagli agenti esterni e
viceversa, integrità = evitare danneggiamenti o renderli evidenti, sicurezza di impiego =
impedire l’uso a categorie di persone, comodità di impiego = peso, forma e dimensioni tali da
facilitare l’utilizzo, promozione del prodotto = funzione di marketing attraverso forme e colori ->
differenziazione. Funzionalità economiche: riduzione dei costi di confezionamento ->
confezionamento meccanizzato, costi di movimentazione e stoccaggio presso il produttore,
costi presso il punto vendita, costi di identificazione, costi di handling, costi di saturazione del
lineare, costi di sottrazione del prodotto. Funzionalità ambient
ali e di sicurezza: rispetto delle linee guida di materia ambientale, rispetto di esigenze di
sicurezza sul lavoro.
Imballaggio secondario; imballaggio multiplo: scatole, cartoni, vassoi, fardelli... funzioni e
caratteristiche: protezione contro danni a imballaggio primari, durante la movimentazione e il
trasporto, dagli agenti atmosferici, altre cause di danneggiamento; raggruppamento e
movimentazioni degli imballaggi primari, tendenza alla standardizzazione dimensionale
Imballaggi terziari; funzioni e caratteristiche: protezione di imballaggi di vendita e multipli,
riduzione dei costi di handling, movimentazione e trasporto, basso costo totale dell’imballaggio:
costo d’acquisto, imballaggio riutilizzabile a rendere, manutenzione e vita utile, costo di
smaltimento —> intercambiabilità. Funzionalità palette: saturazione vani di carico,
movimentazione meccanica tramite sistemi a forche e/o automatizzata, formazione dell’unita di
carico in maniera automatica, ottimizzazione dei costi totali, costi fissi carico/scarico, costi
attrezzature, costo reverse logistics, basso costo unitario elevata vita utile
4.Definizioni di imballaggio primario/secondario/terziario
Imballaggi primari o di vendita: rappresentano la singola unità di prodotto e sono pensati in
modo da poter rappresentare un’unità di vendita per il consumatore finale. Con imballaggio
secondario, o multiplo, si intende un’aggregazione di più imballaggi primari, per agevolare le
attività logistiche. Infine, l’imballaggio terziario, o di trasporto, è composto da un’aggregazione
di più imballaggi secondari, pronti per il trasporto o per essere stoccati in magazzino.
5 Definizione mono-imballaggio con esempi
È un tipo di imballaggio costituito da un unico materiali, o da materiali eco-compatibili, in modo
che al momento della dismissione possa essere avviato a riciclo senza interventi. Es:
eliminazione di punti metallici dell’imballaggio secondario.
6. Illustrare e descrivere la flowchart di progettazione del
packaging
Scelta del mezzo di trasporto: ubicazione clienti, volumi per cliente, LTA richiesti, infrastrutture
disponibili, densità merci. —> Imballaggio di trasporto: sistemi di handling e stoccaggio buyer
vendor, saturazione mezzo di trasporto, udc mono-articolo. —> Imballaggio multiplo: esigenze
PV, saturazione imballaggio terziario, facilità di formazione e pallettizzazione. —> Imballaggio
di vendita: spesso è il dato di progetto, esigenze commerciali, frazionamento, protezione,
integrità, comodità d’impiego, sicurezza.
7.Definire cos’è un pallet e descriverne le funzionalità
Pallet: piattaforma orizzontale caratterizzata da un’altezza minima compatibile con la
movimentazione tramite carrelli transpallet e/o carrelli elevatori a forche e altre appropriate
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attrezzature di movimentazione, impiegata come supporto per la raccolta,
l’immagazzinamento, la movimentazione ed il trasporto di merci e di carichi. Essa può essere
costituita o equipaggiata con la struttura superiore. Un pallet è costituito da tavole, traverse,
chiodi e blocchetti. Funzionalità: saturazione vani di carico, movimentazione dell’unità di carico
in maniera automatica (pallettizzazione, depallettizzazione automatiche), ottimizzazione dei
costi (costi fissi carico/scarico, costi attrezzature, costo reverse logistics), basso costo unitario,
elevata vita utile.
8. Illustrare la classificazione dei pallet
Per tipologia di utilizzo: a perdere, fatturati al destinatario, scarsa qualità, no costi di ritorno,
possibili costi legati alla bassa qualità del pallet (operazioni di handling supplementari,
maggiori danneggiamenti); a rendere, ritorno di una paletta equivalente, intercambiabilità e
standardizzazione, costi di ritorno, migliore qualità del pallet; per uso interno, non vengono
spediti al di fuori dell’azienda, materiali speciali in funzione dell’applicazione, per applicazioni
particolari. Per mezzo di trasporto: per mezzi si gomma rotaia o aerei. Per materiale: legno,
costo contenuto, peso ridotto isolamento e protezione merce, riparabilità e durata, riciclabilità
del materiale; altri materiali per applicazioni particolari, alluminio, metallo, plastica. Per
caratteristiche funzionali: 2 o 4 vie, reversibile o non reversibile (sovrapponibilità delle udc,
esistenza alla flessione in entrambe le direzioni), con o senza montanti.
9. Illustrare i principali sistemi di interscambio pallet
Scambio alla pari (interscambio immediato): al momento della consegna, presso il destinatario,
quest’ultimo rende un numero di pallet vuoti equivalente a quelli consegnati, prerequisito,
impiego di pallet con caratteristiche standard.
Interscambio differito: al momento della consegna presso il destinatario vengono recuperati
un numero di pallet inferiore a quelli consegnati, l’eccedenza verrà recuperata in seguito,
vengono utilizzati pallet con caratteristiche standard mentre l’emissione di voucher garantisce
la contabilizzazione dei pallet da rendere.
Sistema cauzionale: i pallet sono ceduti al destinatario assieme alla merce dietro pagamento
di cauzione, il destinatario recupera la cauzione quando restituisce i pallet.
Fatturazione: il mittente, durante la consegna, fattura al cliente anche il costo dei pallet, il
cliente diventa quindi il proprietario dei pallet, prerequisiti, pallet da perdere.
10.Per ciascuna degli attori della supply chain, indicare la
principale criticità nel processo di gestione dei pallet
Produttori EPAL: trend mercato del legname, andamento prezzo EPAL, cultura del pallet usato
nella GDO, materiali alternativi costosi, mercato parallelo e import Est Europa. Industria dei
beni di largo consumo: investimento nel parco pallet, qualità pallet scadente, processo di
restituzione pallet, contabilità pallet e buoni pallet, criticità nella doppia gestione. Operatore
Logistico: reintegro pallet mancanti, gestione contenziosi con clienti padroncini e cooperative,
gestione dei viaggi di ritorno, contabilità pallet e buoni pallet, scarsa informazione sui pallet,
numerosità tipologie di pallet, franchigia per perdite e rotture. Impresa distributiva: reintegro
pallet mancanti, rapporto punti vendita, contabilità pallet, rientro dei pallet dai Pdv, numerosità
tipologie di pallet. Riparatori EPAL: trend mercato del legname, andamento prezzo EPAL,
cultura del pallet, mercato parallelo e import, fenomeno EPAL contraffatto.
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11.Slip sheet
Parte non trascurabile del carico destinata alla paletta. Interposizione dello slip sheet sopra la
paletta e formazione dell’unità di carico. Utilizzo di un carrello con meccanismo a pantografo.
Carico dello slipsheet SS afferrato dal meccanismo, arretramento dispositivo push-pull,
contemporaneo avanzamento carrello, Scarico tramite operazione inversa. Vantaggi: recupero
in spazio e in peso nel trasporto e nello stoccaggio, costo ridotto, può essere a perdere,
assenza di manutenzione. Svantaggi: necessità di attrezzature più costose per la
movimentazione, necessità di attrezzature specifiche per la movimentazione, vita utile ridotta,
tempi di movimentazione mediamente più lunghi.
CAPITOLO 4
1. Classificare i sistemi di movimentazione materiali
Sistemi, dispositivi e attrezzature per la movimentazione di materie prime, semilavorati, prodotti
finiti all’interno delle strutture costituenti il sistema logistico. Classificazione: fluidi —> piping;
materiali sfusi —> trasportatori a nastro, elevatori a tazze, trasportatori ad attrito, trasportatori a
coclea; handling di materiali unitarizzati. Sistemi di material handling (MH): non vincolati, vincolati > non motorizzati, motorizzati -> fissi, mobili, vincolati, mobili, non vincolati. Sistemi di MH non
vincolati: transpallet, carrelli a forche, carrelli commissionari, AGVs (il sistema di MH non opera su
percorsi fissi). Sistemi di MH vincolati (il sistema di MH opera su percorsi fissi): non motorizzati:
sistemi a gravità o a spinta; motorizzati: fissi (il sistema di MH non accompagna i carichi), mobili,
vincolati (il sistema di MH accompagna i carichi), mobili, non vincolati (il sistema di MH
accompagna i carichi e può essere rimosso dalla linea).
2. Illustrare, anche con impiego di relazioni analitiche, le modalità di
scarico del materiale di un elevatore a tazze
Impiego: sollevamento degli sfusi. Elementi costituenti: tazze, catena di trasmissione, ruota
motrice e condotta, bocca di alimentazione e scarico, sistema di tendicatena. Alimentazione: in
caduta sale il numero di tazze, a scorrimento scende il numero di tazze. Scarico:
centrifugazione vs gravità, accorgimenti contro la caduta sul dorso della pala. Calcolo della.
Portata G=V°y°w°n°v. Calcolo della potenza assorbita P=F°v/n.
Scarico del materiale
Forze che agiscono sul materiale in una tazza
Forza peso
𝑭𝒑 àž€ 𝒎𝒈
Forza centrifuga
𝑭𝒄 àž€ 𝒎𝝎^2r
Forza risultante
𝑭 àž€ 𝑭𝒑⚁𝑭𝒄
Similitudine tra il triangolo delle forze e OMG
𝒎𝝎𝟐𝒓 𝑶𝑎 𝒓
𝒎𝒈/OM =mw^2r/r
àž€
𝑶𝑎 =g/𝝎𝟐
La risultante passa sempre per m
𝒈 M è un invariante
Se OM<r → risultante verso l’alto → scarico per centrifugazione
Se OM>r → risultante verso il basso → scarico per gravità
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3.AGV
Sistemi di guida AGV elenco e des
1Guida a filo
-prima soluzione tecnologica sviluppata
-filo disposto sotto la superficie del pavimento percorso da un segnale elettrico ad una
determinata frequenza
-coppia di solenoidi sul carrello rileva la posizione del filo e controlla lo sterzo dell AGV
-uso di frequenze diverse per necessità di altri percorsi (difficili da modificare)
-sistema adatto a situazioni gravose (ambienti sporchi)
2Magneti
Percorso delimitato da una serie di calamite nella pavimentazione
Semplicità d'intervento sulla pavimentazione
I magneti possono essere sostituiti da nastri o bande magnetiche
3Banda colorata
Sistema ottico rileva la posizione della banda e controlla lo sterzo
Sistema supportato da vernici o nastri adesivi colorati
Modifiche semplici al percorso
Sistema adatto solo ad ambienti puliti, richiede manutenzione
4GPS per ambienti esterni
5 Triangolazioni con laser
Ogni AGV è munito di una testa laser che ruota a 360' e scandisce, con intervallo medio di
50ms, la zona circostante. Il raggio emesso colpisce un catarifrangente, viene riflesso e la
testa laser rileva la posizione; sono necessari almeno tre catarifrangenti al computer di bordo
per guidare il carrello lungo il percorso
CAPITOLO 5
1. Classificare le aree di stoccaggio intensivo
Magazzini per unità di carico pallettizzate: magazzini materie prime, magazzini prodotti finiti.
Magazzini per unità di carico di piccole dimensioni: magazzini per il picking, magazzini per il
kitting. Magazzini statici: la posizione dell’unità di carico non cambia tra l’istante di presa in
carico e di prelievo. Magazzini dinamici: la posizione dell’unità di carico è variabile nel tempo.
2. Elencare e descrivere i parametri di un’area di stoccaggio
intensivo di un magazzino
Parametri di prestazione: Ricettività, R(udc) numeri di unità di carico staccabili in magazzino,
dipende da p x l x h dell’unità di carico, media pesante. Selettività s = udc direttamente
accessibili / R. Coefficiente di sfruttamento superficiale Cs = R / S, Cs = Sstoccaggio / S.
Coefficiente di sfruttamento volumetrico Cv = R/V Cv = Vstoccaggio / V. Coefficiente di
saturazione della ricettività w = Nmedio (AT) / R, w = Nmax (AT) / R. Potenzialità di
movimentazione (throughput), numero di unità di carico movimentabili nell’unità di tempo PM,
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movimentabili —> ciclo di carico a magazzino (Pin) + ciclo di prelievo (Pout); cicli semplici vs
cicli combinati. Costo della ricettività CR = Ctot,ricettività / R. Costo della movimentazione CPM
= Ctot,handling / PM.
3. Illustrare il flowchart di progettazione di magazzini
automatizzati con parametri unità di misura
Aggregazione articoli e vincoli esterni
Potenzialità di movimentazione e ricettività
Scelta tipologia magazzino e attrezzature movimentazione
Determinazione aree stocaggio e lay out ottimale
Scelta politiche di prelievo
Allocazione merci a magazzino
Verifica progetto valori medi
Progetto di massima
4. Procedimento analitico per il dimensionamento della ricettività di
un magazzino
Ipotesi : progetto della R su base di dati
storici, ma gattino per udc pallettizzate
Giacenza media o massima a seconda della politica di allocazione
Congruenza temporale articoli a scorta
-In T gli articoli a scorta sono sempre gli stessi i=1…NA
-In T gli articoli a scorta non sono sempre gli stessi
K=1…NP periodo di congruenza temporale
Tk durata periodo k simo
NAk numero articoli a scorta nel periodo k esimo
J=1…NIk numero intervalli temporanei
T(j,k) durata intervallo temporale
Analisi dati giacenza dell’articolo i-simo relativi a intervallo j periodo k
G med,i,j,k.
G max,i,j,k
Calcolo ricettività
Serie storiche ti partenza Gmed,i,j,k
Analisi serie storiche per ogni periodo
𝒎𝒊𝒏 𝑮𝒎𝒆𝒅,𝒌 =𝒎𝒊𝒏 ({sommatoria i=1 a NAk}𝑮𝒎𝒆𝒅,𝒊,𝒋,𝒌 ∀𝒋 =𝟏, ... 𝑵𝑰𝒌
𝒎𝒂𝒙 𝑮𝒎𝒆𝒅,𝒌 =𝒎𝒂𝒙 ({sommatoria i=1 a NAk}𝑮𝒎𝒆𝒅,𝒊,𝒋,𝒌 ∀𝒋 =𝟏, ... 𝑵𝑰𝒌 )
Correzione dati per variazioni condizioni al contorno
𝑭𝑪𝒌 =𝑭𝑚𝑮𝒌 · 𝑭𝑬𝑺𝒌 · 𝑭𝑪𝑮𝒌 · 𝑭𝑺𝑺𝒌[%]
FAGk= evoluzione della gamma <>1
FESk= evoluzione tendenziale delle scorte <>1
FCGk= evoluzione correlazione della giacenza <>1
FSSk= evoluzione saturazione della ricettività <>1
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Valutazione complessiva
Analisi sui periodi k=1,...,NP
𝒎𝒊𝒏 𝑮𝒎𝒆𝒅 =𝒎𝒊𝒏 𝑭𝑪𝒌 · 𝒎𝒊𝒏 𝑮𝒎𝒆𝒅,𝒌 ∀𝒌 =𝟏,...𝑵𝑷
𝒎𝒂𝒙 𝑮𝒎𝒆𝒅 =𝒎𝒂𝒙 𝑭𝑪𝒌 · 𝒎𝒂𝒙 𝑮𝒎𝒆𝒅,𝒌 ∀𝒌 =𝟏,...𝑵𝑷
Valori massimo e minimo della giacenza media complessiva corretta Situazione 1: Impossibilità di
terziarizzazione dei picchi di giacenza
𝑹 =𝒎𝒂𝒙 𝑮𝒎𝒆𝒅
Situazione 2: Possibilità di terziarizzazione dei picchi di giacenza
5. Modulo unitario di un magazzino, live storage
Analisi del modulo unitario
l’unità geometrica elementare che, ripetuta ordinatamente, consente di riprodurre
la pianta del magazzino
La superficie del modulo unitario dipende da:
Es. scaffalature bifrontali
𝒎=(𝒄+𝟐𝒑)𝒍 metri quadri
l: larghezza vano
c: larghezza corridoio p: profondità vano
nppv = n°di pallet per vano =1 (vani singoli)
=2 (vani doppi)
=3 (vani tripli)
La larghezza di ogni vano vale:
lvano =nppv •800+(nppv+1)•gl+smontante {mm}
Gl giuco larghezza smontante=spessore montanti
La profondità di ogni vano vale:
pvano=1200• X + smontante {mm} X=1-2 singola o doppia profondità
L’altezza di ogni vano è:
hvano=hpallet +gh+s {m}
gh= gioco lungo l’altezza [m] scorrente= spessore dei correnti [m]
Il numero di livelli è valutabile così:
nl=int [hmpf /hvano] + 1
hmpf = altezza max di presa forche [m]
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vano
Il numero di pallet per modulo vale:
nppm= nl•2Nppv•x
Il coefficiente di sfruttamento superficiale Cs diventa:
CS= nppm/ (c+2p•pvano)•lvano
Il numero di moduli necessari del magazzino è:
nm= [R/nppm] +1
Da cui è possibile calcolare l’area effettiva del magazzino:
Aeff=A+Aservizio A=nm• m(modulo)
Sistemi di stoccaggio materiali
Magazzini dinamici: Live Storage (flow through rack), scaffalature fisse e inclinate, rulliere o
superfici a basso
attrito, sfruttamento superficiale e volumetrico, gestione FIFO, selettività <1.
PM relativa ai flussi in ingresso PMin +PM
relativa ai flussi in uscita PMout =PM
complessiva
7.Potenzialità di
movimentazione
Calcolo PMin in ingresso
Ipotesi
Progetto della PM sulla base di dati storici
Calcolo delle serie storiche relative ai flussi
giornalieri medi e massimi
Dati di partenza
𝒇𝒈𝒎𝒂𝒙,𝒊𝒏 =𝒎𝒂𝒙 𝒇𝒉𝒊𝒏,𝒊, ∀𝒊=1, ... , 𝑮
i=1,...,G ore della giornata ∑𝑮 𝒇𝒉
𝒇𝒉𝒊𝒏 (𝝉)
𝒇𝒈𝒎𝒆𝒅,𝒊𝒏= {sommatoria i=1 a G}Fh𝒊𝒏,𝒊/ 𝑮
Magazzino (stoccaggio) per u.d.c.
pallettizzate
[u.d.c./ora]
𝒇𝒉𝒐𝒖𝒕 (𝝉) Flussi orari in ingresso ed in
uscita al deposito [u.d.c./ora]
Analisi delle serie storiche relative ai flussi
giornalieri medi e massimi
Analisi su intervallo 𝚫𝒕
𝒎𝒂𝒙 𝒇𝒈𝒎𝒆𝒅,𝒊𝒏 =𝒎𝒂𝒙 𝒇𝒈𝒎𝒆𝒅,𝒊𝒏, ∀𝒋 =𝟏, ... ,
𝒀
Obiettivi del calcolo
𝒎𝒂𝒙 𝒇𝒈𝒎𝒂𝒙,𝒊𝒏 =𝒎𝒂𝒙{ 𝒇𝒈𝒎𝒂𝒙,𝒊𝒏, ∀𝒋 =𝟏, ...
, 𝒀}
𝑭𝒊𝒏 𝚫𝒕=F𝒐𝒖𝒕𝚫𝒕
𝒅𝝉
àž€ 𝒇𝒉𝒊𝒏 𝝉 ð’…ð‰àž€àž€ 𝒇𝒉𝒐𝒖𝒕 𝝉
med f gmed,in= ∑ð’€ð’‹àž€ðŸð’‡ð’ˆð’Žð’†ð’…,𝒊𝒏 /𝒀
j=1,...,Y giorni in
t Logistica Industriale
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[u.d.c./ora]
Massimo delle medie Media delle medie
Massimo dei massimi
Variazione delle condizioni al contorno
rispetto allo storico
Variazione profilo dell’ordine(Ordini/gg;
LO/ordine)
Variazione spedizione carichi (Frequenza e
dimensioni)
Coefficienti correttivi
eβ
Variazione dell’u.d.c. Da pallet a slip sheet
Possibilità di disaccoppiamento
ricevimento/stoccaggio tramite buffer
Potenzialità di movimentazione PMout
Variazione arrivo carichi (Frequenza e
dimensioni)
𝒎𝒊𝒏 𝑷𝑎𝒐𝒖𝒕 =𝜶 · 𝒎𝒆𝒅 𝒇𝒈𝒎𝒆𝒅,𝒐𝒖𝒕
Potenzialità di movimentazione PMin
Range di variazione
𝒎𝒊𝒏 𝑷𝑎𝒊𝒏 =𝜶 · 𝒎𝒆𝒅 𝒇𝒈𝒎𝒆𝒅,𝒊𝒏
𝒎𝒂𝒙 𝑷𝑎𝒊𝒏 =𝜷 · 𝒎𝒂𝒙 𝒇𝒈𝒎𝒂𝒙,𝒊𝒏
Analisi economica (disegno)
Range di variazione
𝒎𝒂𝒙 𝑷𝑎𝒐𝒖𝒕 =𝜷 · 𝒎𝒂𝒙 𝒇𝒈𝒎𝒂𝒙
Analisi economica ( disegno)
PM complessiva (throughput)
Ricevimento e spedizioni separate
Throughput ricevimento.
spedizioni
Calcolo PMout in uscita
Calcolo delle serie storiche relative ai flussi
giornalieri medi e massimi
𝒇𝒈𝒎𝒂𝒙,𝒐𝒖𝒕 = 𝒎𝒂𝒙 {𝒇𝒉𝒐𝒖𝒕,𝒊, ∀𝒊 =𝟏, ... , 𝑮}
i=1,...,G ore della giornata per ciascun giorno
𝒇𝒈𝒎𝒆𝒅,𝒐𝒖𝒕 =∑ð‘®ð’Šàž€ðŸ 𝒇𝒉𝒐𝒖𝒕,𝒊 / G
[u.d.c./ora]
Analisi delle serie storiche relative ai flussi
giornalieri medi e massimi
𝒎𝒂𝒙 𝒇𝒈𝒎𝒆𝒅,𝒐𝒖𝒕 =𝒎𝒂𝒙{ 𝒇𝒈𝒎𝒆𝒅,𝒐𝒖𝒕, ∀𝒋 =𝟏,
... , 𝒀}
𝒎𝒆𝒅 𝒇𝒈𝒎𝒆𝒅,𝒐𝒖𝒕 =∑𝒀𝒋=1 𝒇𝒈𝒎𝒆𝒅,𝒐𝒖𝒕 / 𝒀
𝒎𝒂𝒙 𝒇𝒈𝒎𝒂𝒙,𝒐𝒖𝒕 =𝒎𝒂𝒙 𝒇𝒈𝒎𝒂𝒙,𝒐𝒖𝒕, ∀𝒋 àž€ 𝟏,
... , 𝒀
j=1,...,Y giorni in
t
PMin [u.d.c./ora].
[u.d.c./ora]
Throughput
PMout
Ricevimento e spedizioni congiunte
Ricevimento e spedizioni schedulate su turni
differenti
𝑷𝑎 = 𝒎𝒂𝒙 𝑷𝑎𝒊𝒏; 𝑷𝑎𝒐𝒖𝒕
Ricevimento e spedizioni in contemporanea
𝑷𝑎 =𝑷𝑎𝒊𝒏 +𝑷𝑎𝒐𝒖𝒕.
Solo cicli semplici
𝑷𝑎 <_𝑷𝑎𝒊𝒏 +𝑷𝑎𝒐𝒖𝒕. Anche cicli combinati
Logistica Industriale
1. Elencare i criteri di scelta di un sistema di
trasporto e descrivere quelli relativi
all’offerta dei sistemi di trasporto
2. Illustrare e descrivere il flowchart per la
progettazione di interporti.
Sistemi di stoccaggio materiali
3. Illustrare i principali sistemi di
interscambio pallet.
Variazione delle condizioni al contorno
rispetto allo storico
4. Indicare, per ciascuno deli attori elencati
nella figura sottostante, la principale
criticità nel processo di gestione dei pallet.
Variazione dei prelievi(Quota di picking)
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Risposta:
La società OILPACK opera nel settore del confezionamento di oli e lubrificanti e confeziona il
prodotto finito utilizzando lattine da 1 litro. Con tali lattine, l’azienda ha iniziato a confezionare
una nuova miscela con peso specifico pari a 0,92 [kg/dm 3]. Le lattine vengono
successivamente imballate in scatole di cartone. Per lo stoccaggio dei prodotti finiti vengono
utilizzati pallet di dimensioni 800x1200 [mm], con h=150 [mm] quale altezza del pallet vuoto, e
carico massimo 3000 [kg]. Per le spedizioni vengono utilizzati autoarticolati. Sono noti i
seguenti dati:
a. Dimensioni contenitore latta: diametro=85 [mm]; altezza=220 [mm];
b. Tara contenitore latta: 200 [g];
c. Dimensioni cartone: 350x260x240 [mm];
d. Tara cartone: 1,3 [kg];
e. Tara pallet: 17 [kg];
f. Dimensioni (interne) del mezzo di trasporto: 13,4x2,44xh=2,4 [m];
g. Portata massima del mezzo di trasporto: 24 [t].
Si chiede di determinare, assumendo gli eventuali dati mancanti:
5.1 – il rendimento volumetrico degli imballaggi secondario e terziario;
5.2 – il numero massimo di cartoni per ogni strato del pallet;
5.3 – il numero di strati di cartone che permette di saturare al meglio (in peso e volume) il
mezzo di trasporto utilizzato. Si determinino le relative percentuali di saturazione.
5. È dato un magazzino live storage, con 6 livelli in altezza e pendenza delle scaffalature pari a
10°. In ciascun livello del magazzino sono contenute 10 unità di carico in lunghezza, con
dimensioni 800x1200x1500 [mm]. Il corridoio ha dimensioni 2.5 m. Si fornisca una stima del
modulo unitario e del coefficiente di sfruttamento superficiale del magazzino, assumendo
eventuali dati mancanti.
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