Le fine dell’impero napoleonico: la sconfitta e l’esilio Dopo l’amara sconfitta della campagna di Russia, Napoleone si trovò a fronteggiare una nuova coalizione che lo sconfisse a LIPSIA nel 1813 Battaglia delle Nazioni: perché vi parteciparono quasi tutte le potenze europee 1814 Napoleone fu costretto ad abdicare e lasciare il trono a Luigi XVIII In cambio della rinuncia al trono, gli venne offerto il Principato dell’ ISOLA D’ELBA L’ Esilio all’Isola d’Elba L'Elba ha rappresentato per Napoleone un esilio breve, anche se molto importante. Vi ha soggiornato per dieci mesi, dal 3 Maggio del 1814 al 26 febbraio del 1815. Lo sbarco avvenne a Portoferraio, sull’attuale Molo Elba. Gli elbani lo accolsero con entusiasmo e gli consegnarono le chiavi della città. L’alloggio Come sua dimora, Napoleone decise di ristrutturare l'attuale complesso della Villa dei Mulini. La palazzina sorge in un luogo dove vi erano quattro mulini a vento, sulla scogliera che guarda il mare. All’Elba, Napoleone si intrattiene con la borghesia locale, va a cavallo, riceve i visitatori e programma il suo ritorno in Francia. La residenza estiva Villa San Martino è situata in campagna, vicino a Portoferraio. E’ costruita in stile neoclassico e oggi ospita un museo dedicato a Napoleone. Al primo piano, l’Imperatore fece realizzare una biblioteca, dove passava molto tempo. Qui ha ospitato la sorella Paolina, la madre Letizia, l’amante Maria Waleska e suo figlio, giunti sull'isola per visitarlo. Le due stanze più importanti sono la “Sala del nodo d’amore”, dedicata alla moglie Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, e la “Sala egizia”, dedicata alle imprese napoleoniche in Egitto. La fuga dall’Elba Avvisato che il Congresso di Vienna intendeva confinarlo altrove, iniziò a meditare la fuga, confidando nell'aiuto dell'esercito francese, che gli era rimasto fedele. Il 26 febbraio 1815, Napoleone preparò i bagagli e, approfittando dello scirocco e della partenza per Firenze del suo “controllore” inglese Campbell , si imbarcò su un brigantino e partì con un esercito composto da 673 uomini. Le sue ultime parole alla popolazione elbana: “Tornerò figli miei; affido a voi mia madre e mia sorella ! ”. Di nuovo a Parigi Napoleone con un esercito di fedeli tornò a Parigi e riprese il comando (Marzo 1815) Governo dei 100 giorni Venne interrotto il Congresso di Vienna e gli stati europei si riarmarono contro Napoleone (settima coalizione) il 18 Giugno 1815, Napoleone fu sconfitto a Waterloo, catturato e esiliato sull’isola di Sant’Elena. L’Esilio a Sant’Elena il 16 ottobre 1815 una nave da guerra inglese sbarcò a all’Isola di Sant'Elena, portandovi Napoleone con un piccolo seguito di fedelissimi. S. Elena L’isola di Sant’Elena si trova nel mezzo dell’Oceano Atlantico, a 1900 km dall’Africa, un luogo isolato e difficilmente raggiungibile. Vi rimane 5 anni e 7 mesi, fino al 1821, sorvegliato dal governatore inglese Lowe. La casa di Longwood Fattoria situata nella parte meno ospitale dell’isola, in zona pianeggiante, esposta ai venti alisei, nebbia e ad umidità, a piogge violente o sole torrido. L’abitazione era spesso invasa dai topi, termiti, zanzare e scarafaggi. Le sue armi vennero confiscate, la sua posta censurata e gli fu ristretta la libertà di movimento. Non gli venne riconosciuto il titolo di imperatore, ma solo di generale. Le giornate in esilio Napoleone trascorreva i suoi giorni dettando le sue memorie al barone Las Cases: Il Memoriale di Sant’Elena (pubblicato postumo nel 1823). Giocava a carte o a biliardo, si prendeva cura dei giardini e faceva lunghe passeggiate a cavallo o in calesse. La sua piccola corte si assottigliò nel corso degli anni e molti dei suoi fedeli compagni furono rimpatriati. Napoleone visse uno stato di impotenza, frustrazione e solitudine. La malattia e la morte Nel 1818 si ammalò gravemente. Si fece curare da un medico corso e richiese la presenza di due religiosi. Il 5 maggio del 1821, morì all’età di 52 anni a causa di un tumore allo stomaco. Manzoni gli dedica un’ode intitolata «Il cinque maggio» La tomba di Napoleone Venne sepolto a Sant’Elena ma, nel 1840, il principe Francesco di Borbone riportò le sue spoglie in Francia. A Parigi, si tenne un sontuoso funerale. Il corpo di Napoleone attraversò la città, passando sotto l’Arco di trionfo, su una carrozza trainata da sedici cavalli. I suoi resti furono poi deposti nella cappella di Saint-Jérôme des Invalides, dove tuttora si trovano.