Uploaded by Pietro Martinelli

Lezione n 1 1-Definizioni

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Prof. M. Zaninelli
Definizioni
L’alfabeto dei
calcolatori
Definizioni
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Prof. M. Zaninelli
Aritmetica binaria
•
La notazione con cui sono rappresentati normalmente i numeri è detta posizionale: ad
esempio nel numero 4.726, la cifra “7” rappresenta le centinaia, perché è al terzo
posto da destra.
•
Ogni posto rappresenta quindi una potenza di 10
migliaia
centinaia
decine
unità
1000
100
10
1
103
102
101
100
4
7
2
6
•
In questa notazione si usano 10 cifre e per questo essa è detta “decimale” ( o in base
10)
•
Ma le stesse quantità sono rappresentabili anche con meno simboli; se ne possono ad
esempio usare anche solo due: 0 e 1. In questo caso le posizioni rappresentano le
potenze di 2, quindi […, 16, 8, 4, 2, 1] e come effetto secondario, i numeri tendono
ad essere molto più lunghi.
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Aritmetica binaria
•
Per conoscere il valore (decimale) di un numero espresso attraverso la notazione
binaria (o in base 2) occorre sommare tutte le potenze di 2, nelle posizioni in cui
vi e’ un “1”. Esempio:
1 1 0 0 1 = 25 questo perché:
–
le potenze di 2 sono 16 8 4 2 1
–
e la somma di 16*1+8*1+0*4+0*2+1*1 = 25
in realtà esattamente come è in notazione decimale in cui, 25 = 2
(decine, 10) + 5(unità,1) ossia:
–
25 = 2*10+ 5*1 (un fatto che sembra tremendamente ovvio solo
perché si è abituati a contare in base 10 fin dalla nascita)
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Perché aritmetica binaria?
• Visto che i dati nei calcolatori sono
rappresentabili facilmente in un sistema di
tipo ON/OFF (acceso/spento), risulta pertanto
assolutamente naturale e connaturato al
modo di immagazzinare le informazioni l’uso
di un’aritmetica che utilizzi due sole cifre,
quindi binaria (o in base 2)
• Nel dettaglio, tipicamente, allo stato acceso
viene associata la cifra 1 mentre allo stato
spento la cifra 0.
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Quanti numeri?
•
•
Nella rappresentazione decimale, con una cifra si possono
rappresentare 10 simboli (e quindi 10 valori numerici o oggetti
distinti): 0, 1, 2, … , 9
–
Con 2 cifre, 100 simboli: 0, 1, 2, … , 98, 99 e si noti che 100 = 10x10
–
Con 3 cifre, invece 1000: 0, 1, 2, … , 998, 999 e infatti 1000 = 10x10x10
–
Ossia, N cifre si possono rappresentare 10N simboli (o valori numeri).
Più in generale, detta b la base della notazione, con N cifre in base
b si possono rappresentare bN simboli (o valori numerici o oggetti)
distinti.
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Quanti numeri?
•
Quindi in notazione binaria (base 2), con N cifre sono
rappresentabili fino a 2N simboli (o valori numerici o oggetti).
Ad esempio, con 8 cifre si possono rappresentare fino a
28=256 simboli.
•
Pertanto, è possibile usare un numero binario, anche di soli 8
bit, per rappresentare molti valori numerici e creando delle
tabelle di corrispondenza, rappresentare anche eventuali
oggetti (lettere, caratteri o segni speciali). Per esempio,
numero 0 => lettera a, numero 2 => lettera b, …
•
Estendendo il concetto, si comprende come tutti i dati
contenuti, gestiti ed elaborati da un calcolatore possano
essere rappresentati da una lunga sequenza di “zeri e uni”
(01001101 01010111 01100110 …)
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Alcune potenze di 2
• Da quanto detto risulta naturale anche rappresentare
grandezze convenzionali tramite approssimazioni di
potenze di 2
• Infatti, visto che la potenza 210 =1024 ~ 1000 risulta
quindi non troppo scorretto sostituire il valore 1024 al
posto del “mille”
• Pertanto, è possibile istituire delle correlazioni, anche se
un po’ approssimate, tra valori numerici “speciali” della
notazione decimale e i corrispettivi valori della
notazione binaria (es. kilo = 1000 ~ 1024 = 210)
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Kilo, Mega, Tera, …
ICT
italiano
si può
approssimare
con
Kilo
mille
210
1.024
Mega
milione
220
1.048.576
Giga
miliardo
230
1.073.741.824
Tera
biliardo (1000 miliardi)
240
1.099.511.627.776
Peta
milione di miliardi
250
1.125.899.906.842.620
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che vale
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bit e Byte
• Inoltre, vista l’importanza nel modo dei calcolatori della
numerazione in base 2, ad alcuni elementi di essa, sono
stati assegnati dei nomi specifici:
– il bit, è la più piccola quantità di informazione, non
ulteriormente divisibile, memorizzabile su un elaboratore.
Esso corrisponde a una cifra binaria e può assumere il valore 0
o 1,
– il BYTE, insieme di 8 bit, è invece la quantità di dati minima
accessibile o utilizzabile da un programma.
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E i caratteri?
•
Come pocanzi detto, attraverso la notazione in base 2 è possibile
rappresentare anche un grande insieme di oggetti.
•
Più in dettaglio, attraverso una sequenza di cifre binarie (bit) e
un’opportuna tabella di conversione è possibile rappresentare
lettere e segni speciali.
•
Nello specifico, la più famosa e antica (ma tuttora usata) tabella
di conversione è l’ASCII (American Standard Code for
Information
Interchange) che consente di rappresentare
lettere (minuscole e maiuscole), numeri, segni di interpunzione
oltre ad una ventina di simboli speciali tramite 7 bit.
•
Pertanto, si comprende perché un byte (8 bit) sia sufficiente a
rappresentare tutti i caratteri e segni speciali dell’alfabeto e
perché, in definitiva, sia il più piccolo elemento gestibile da un
programma.
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Convenzioni
• La velocità delle reti di calcolatori per convenzione si
misura in bit al secondo (quantità di informazione
elementare trasmessa o ricevuta)
– bit => “b”
– 10Mb/sec = 10 megabit/sec = 10 milioni di bit (o
cifre) al secondo
• Lo spazio disco o le dimensioni di file di dati sono
invece misurati in Byte (numero di caratteri contenuti)
– Byte => “B”
– 250GB = 250 gigabyte = 250 miliardi di byte
(spesso caratteri) archiviabili
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Conseguenze
• Poiché un carattere è lungo 8 bit (=1 byte) bisogna fare
attenzione nelle valutazioni di spazio, velocità, banda,
tempo, ecc.
• Infatti, ad esempio
– Un filmato di 1h45min (~ 800 MB) per essere
trasferito via rete su una connessione da 2
Mb/sec, non ci metterà 800/2 = 400 secondi,
cioè 6 min e 40 sec
– ma invece 800*8 = 6400/2 = 3200 secondi, cioè
53 min e 20 sec
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Per finire, niente e tutto
•
Il concetto di DEFAULT
– Gli elaboratori sono privi di iniziativa. Una delle conseguenze
più pervasive è l’impossibilità di compiere azioni, per noi
naturali, come quella di fare una scelta arbitraria per superare
una condizione non prevista e per la quale non sia specificato
alcun criterio.
– È quindi spesso necessario, se non indispensabile, indicare dei
valori, detti di default, per variabili, criteri, azioni, scelte, da
utilizzare in assenza di altre indicazioni o di indicazioni
ambigue.
– Esempi di frasi esplicative:
• Appena installato, la password di default è “K04resYt”
• “Per default la tua connessione al sito terminerà dopo 5 minuti
di inattività”
• “In caso di errore, farà un dump di memoria ed un reboot, ma
puoi
cambiare
il
default
usando
la
variabile
DEFAULT_ERROR_CONDITION”
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