Petrarca soffre di una specie di oscillazione esistenziale (una crisi interiore evidenziata dalla sua incertezza continua) che si vede nei tre sonetti che abbiamo letto. Scegli almeno due esempi contrastanti dai sonetti 1, 2, e/o 61, e, basandoti su un'analisi di questi esempi, discuti come Petrarca esprime la sua oscillazione esistenziale tramite i suoi versi. L’opera di Petrarca intitolata Canzoniere raccoglie le poesie scritte dal poeta durante il corso della sua vita, come spiegato nel primo sonetto, che funziona da proemio per l’opera, «[v]oi ch’ascoltate in rime sparse». I sonetti vengono raggruppati tematicamente per narrare il conflitto amoroso interiore provato da Petrarca nei confronti dell’amata Laura. Il poeta non nega questa sua oscillazione esistenziale, ma al contrario esprime già dal primo sonetto come con il passare del tempo lui sia cambiato, affermando: «quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono». Il secondo sonetto dell’opera, che racconta il primo incontro con Laura, conferma e rafforza quanto già espresso da Petrarca nel sonetto-proemio. Qui l’amore a prima vista provato da Petrarca viene descritto con una vivida scena in cui Amore armato di arco e frecce tende un agguato «com’ uom ch’a nocer luogo et tempo aspetta». Tuttavia, gli sforzi di Petrarca sono invani e la sua virtù viene colpita e non riesce a ritirarsi «al poggio». In queto sonetto, dunque, notiamo la contrapposizione dei valori di Petrarca: da una parte, la sua virtù che cerca di tenerlo sul sentiero verso che porta alla sommità del colle, in altre parole, la via che porta Dio; dall’altra, l’amore terreno per Laura. Petrarca non si limita solo a descrivere il conflitto tra virtù e amore, ma ci rivela quanto più facile sia lascarsi sopraffare dall’amore terreno, che seguire la virtù, una meta «faticos[a] et alt[a]». Il sessantunesimo sonetto racconta lo stesso evento del secondo, ma l’atteggiamento di Petrarca nei riguardi dell’amore è assolutamente antitetico. Come nel secondo, Amore colpisce il cuore del poeta con arco e frecce, «e l’arco, e le saette ond’i’ fui punto». Ma Petrarca non prova dolore nei suoi confronti anzi, ne è assai contento al punto da benedire sia l’incontro con Laura che «il primo dolce affanno» causato da Amore. Petrarca infatti, utilizza l’anafora, iniziando ogni strofa con la parola “Benedetto”, per sottolineare la sacralità dell’amore. La sensazione dolorosa, che, come nel secondo sonetto, ritorna anche nel sessantunesimo, «le piaghe che ’nfin al cor mi vanno» viene infatti descritta come dolce e accolta benevolmente dal poeta. Per concludere, pur essendo i fatti delle due narrazioni medesimi, Petrarca sembra aver completamente cambiato il suo atteggiamento nei confronti dell’amore per Laura tra il primo e secondo sonetto e il sessantunesimo, dimostrando così l’esistenza di un’oscillazione esistenziale in lui. All’inizio rimpiange la sconfitta della sua virtù da parte di Amore e prova un gran dolore. Più avanti, invece, esprime gioia, benedicendo il dolce affanno che gli ha fatto comprendere la grandezza del suo amore per Laura, «sì ch’altra non v’ha parte».