notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Se questo è un uomo Si esto es un hombre Si c’est un homme di de de Primo Levi Primo Levi Primo Levi tr. Pilar Gómez Bedate (1987) Einaudi, Torino 1989 Título original: Se questo é un uomo © Giulio Einaudi Editore Torino 1958, 1976 Primera edición en esta colección: enero de 2002 Segunda edición: mayo de 2002 © Muchnik Editores, S.A., Barcelona ISBN: 84-7669-525-x Depósito legal: B.24.799-2002 Il commento è stato redatto da Alberto Cavaglion appositamente per la Grande su CD-ROM Sommario SIGLE Salvo casi specifici, di cui si darà conto nelle singole note, si fa uso delle abbreviazioni consuete: SQU (Se questo è un uomo); App. (Appendice all’ed. scolastica di SQU, 1976); T (La tregua); SP (Il sistema periodico); SES (I sommersi e i salvati); CS (La chiave a stella); SNOQ (Se non ora, quando?); OI (Ad ora incerta); SN (Storie naturali); VF (Vizio di forma); L (Lilìt e altri racconti); AM (L’altrui mestiere); RS (Racconti e saggi); RR (La ricerca delle radici. Antologia personale). Le citazioni rinviano ai due volumi di Opere, a c. di M. Belpoliti, introd. di D. Del Giudice, Einaudi, Torino 1997 (I e II, seguito direttamente dal numero della pagina). Le note a SQU previste dallo stesso Levi per l’ed. scolastica einaudiana (1976) sono riportate tra parentesi quadre [ ]. Altre sigle utilizzate: Cases. C. Cases, L’ordine delle cose e l’ordine delle parole, in P. 1-evi: un’antologia della critica, a c. di E. Ferrero, Einaudi, Torino 1997, pp.5-39. Conversazioni. Primo Levi. Conversazioni e interviste 1963-1987, a c. di M. Belpoliti, Einaudi, Torino 1997. Memorie. E Dostoevskij, Memorie di una casa morta, tr. it. di Alfredo Polledro, Rizzoli, Milano 1950. Giulio Einaudi éditeur s.p.a., Turin, 1958 et 1976. Pocket Julliard, pour la traduction française, 1987. PREFACE Sigle Prefazione 1 2 I Il viaggio 11 II Sul fondo 34 III Iniziazione 62 IV Ka-Be 70 V Le nostre notti 95 VI Il lavoro 110 VII Una buona giornata 120 VIII Al di qua del bene e del male 121 IX I sommersi e i salvati 144 X Esame di chimica 168 XI Il canto di Ulisse 180 XII I fatti dell’estate 193 XIII Ottobre 1944 203 XIV Kraus 214 XV Die drei Leute vom Labor 221 XVI L’ultimo 233 XVII Storia di dieci giorni 241 Presentación3 El viaje 5 En el fondo 10 La iniciación 19 Ka-be 22 Nuestras noches 30 El trabajo 35 Un día bueno 39 Más acá del bien y del mal 43 Los hundidos y los salvados 48 Examen de química 56 El canto de Ulises 60 Los acontecimientos del verano 64 Octubre de 1944 68 Kraus 72 Die drei leute vom labor 75 El último 80 Historia de diez días 83 Mengaldo. Lingua e scrittura in Levi, in P. Levi: un’antologia cit., pp. 169-242. 18 Apéndice de 1976-95 Rapporto. Rapporto sulla organizzazione igienico-sanitaria del campo di concentramento per ebrei di Monowitz (Auschwitz-Alta Slesia), in «Minerva Medica», XXXVII, lugliodicembre 1946, pp.535-544 ora in Opere cit. (1,1339-1360). Segre. C. Segre, Lettura di “Se questo è un uomo”, in P. Levi: un’antologia cit., pp. 55-75. Tesio. Note di commento a P Levi, Se questo è un uomo, Einaudi Scuola, Torino 1997. J’AI eu la chance de n’être déporté à Auschwitz qu’en 1944, alors que le gouvernement allemand, en raison de la pénurie croissante de main-d’œuvre, avait déjà décidé d’allonger la moyenne de vie des prisonniers à éliminer, améliorant sensiblement leurs conditions de vie et suspendant provisoirement les exécutions arbitraires individuelles. Aussi, en fait de détails atroces, mon livre n’ajoutera-t-il rien à ce que les lecteurs du monde entier savent déjà sur l’inquiétante question des camps d’extermination. Je ne l’ai pas écrit dans le but d’avancer de nouveaux chefs d’accusation, mais plutôt pour fournir des documents à une étude dépassionnée de certains aspects de l’âme humaine. Beaucoup d’entre nous, individus ou peuples, sont à la merci de cette idée, consciente ou inconsciente, que «l’étranger, c’est l’ennemi». Le plus souvent, cette conviction sommeille dans les esprits, comme une infection latente ; elle ne se manifeste que par des actes isolés, sans lien entre eux, elle ne fonde pas un système. Mais lorsque cela se produit, lorsque le dogme informulé est promu au rang de prémisse majeure d’un syllogisme, alors, au bout de la chaîne logique, il y a le Lager; c’est-àdire le produit d’une conception du monde poussée à ses plus extrêmes conséquences avec une cohérence rigoureuse ; tant que la conception a cours, les conséquences nous menacent. Puisse l’histoire des camps d’extermination retentir pour tous comme un sinistre signal d’alarme. Je suis conscient des défauts de structure de ce livre, et j’en demande pardon au lecteur. En fait, celui-ci était déjà écrit, sinon en acte, du moins en intention et en pensée dès l’époque du Lager. Le besoin de raconter aux «autres», de faire participer les «autres», avait acquis chez nous, avant comme après notre libération, la violence d’une impulsion immédiate, aussi impérieuse que les autres besoins élémentaires ; c’est pour répondre à un tel besoin que j’ai écrit mon livre ; c’est avant tout en vue d’une libération intérieure. De là son caractère fragmentaire : les chapitres en ont été rédigés non pas selon un déroulement logique, mais par ordre d’urgence. Le travail de liaison, de fusion, 1 notes 1 sicuri. La poesia inizia con un appello al lettore, di ascendenza dantesca. L’ossatura portante del componimento è l’apostrofe al lettore, sul genere di quelle che Auerbach ha mirabilmente descritto (E. Auerbach, Gli appelli di Dante al lettore, in Studi su Dante, Feltrinelli, Milano 1984, p.309). È questo, d’altra parte, il primo di una serie di appelli al lettore, che attraversano il libro («Ma consideri ognuno, quanto valore, quanto significato è racchiuso...»; «Vorremmo ora invitare il lettore a riflettere ...»). Il modello ispiratore potrebbe essere l’appello al lettore di Par. I, 5: «O voi che siete in piccioletta barca,/ desiderosi d’ascoltar ... non vi mettete in pelago, ché, forse, perdendo me, rimarreste smarriti». L’apostrofe ha il preciso scopo di rendere partecipe il lettore di ciò che sta per essere narrato, dell’enormità di una esperienza vissuta. Di qui il tono « alto e testamentario» da «accordo di preludio», secondo la giusta definizione data da F. Fortini (L’opera in versi, in P. Levi un’antologia cit., p. 164: la poesia in epigrafe sta a SQU, come «il grido di apertura di chi si vieta quello finale», ivi, p.166). Ma l’autorevolezza di chi scrive la poesia è legata alla funzione di chi sente di essere stato testimone di un’esperienza terribile, che lo rende diverso da chi legge. Levi vuole togliere ogni autoreferenzialità ai suoi versi, dicendoci che la sua poesia non ha alcun legame con ogni forma tradizionale di lirica italiana. Si fatica a parlare di questi versi come di una lirica perché si pone uno stretto legame fra questa struttura poetica e le apostrofi presenti nella Bibbia, soprattutto in Giobbe e nell’Ecclesiaste. Se la Commedia sia stata o non sia stata per Levi un pungolo a riscoprire l’altra parte del canone della letteratura occidentale è questione aperta e controversa. Come si vedrà meglio in seguito le citazioni bibliche e dantesche presenti in SQU sono fra loro spesso intrecciate e riesce difficile operare delle distinzioni nette. L’impressione generale è di una abile mescolanza quando non del prevalere di un Dante letto come se fosse un capitolo dell’Esodo; operazione nient’affatto insensata sul piano della filologia dantesca: Charles Singleton ha sottolineato la correlazione tra il polo della narrazione biblica e quello della Commedia. Secondo Singleton, utilizzando le scritture veterotestamentarie si può giungere ad una maggiore comprensione del poema stesso (C. Singleton, La poesia della Divina Commedia, Il Mulino, Bologna 1987, p. 495). Sulla riflessione intorno a questi problemi devo molto, più di quanto non risulti dalle note, alla stimolante tesi di laurea di Ernesto D. Paolin, che vivamente ringrazio (La memoria e l’oltraggio. P. Levi interprete di Dante, Università degli studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1998-1999, rel. prof. M. Guglielminetti). 2 Considerate... Si noti l’iterazione dell’imperativo «Considerate»; la ripresa anaforica, come già il «voi» dei vv. 1 e 3 è una delle varie figure di ripetizione (polisindeto, anafora, epifora, anadiplosi), di cui fornisce un’ampia campionatura Mengaldo, 173 ss.; ma si veda anche S. Nezri, Iterazioni, nel n. monografico di « Riga», 13, 1997, pp.372-379. L’attacco di questo secondo capoverso riscrive «Considerate vostra semenza...» con cui inizia 1’orazion picciola di Ulisse (Inf. XXVI, 118). In SQU le simmetrie sono sempre tanto importanti quanto le asimmetrie; in particolare si osserva come Levi ami sempre anticipare, la prolessi è un accorgimento stilistico costante; in modo più o meno velato, gli episodi principali della sua narrazione sono sempre anticipati con qualche accordo di preludio, facilmente udibile. Al canto di Ulisse, e proprio alla ricostruzione a memoria dell’«orazion picciola» di Inf. XXVI sarà dedicato un intero capitolo di SQU. Si deve altresì tenere nel giusto conto l’abitudine di Levi a «danteggiare» (secondo il significato che a questo verbo diede il Contini in Un’idea di Dante, in Varianti e altra linguistica, Einaudi, Torino 1970, pp.369-405 e che è comune a un’intera generazione di torinesi passati vicini alla scuola di Augusto Monti, a partire da Massimo Mila). Da ultimo, sarà interessante rilevare la partizione dei due «Considerate» secondo una rigida divisione di genere, maschile e femminile: «Considerate se questo è un uomo» (v. 5) e «Considerate se questa è una donna» (v 10) che anticipa alcuni passaggi importanti del libro intorno a personaggi femminili (le madri, le spose, le nuore operose, «le nostre donne», le donne dei somi). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard selon un plan déterminé, n’est intervenu qu’après. Il me semble inutile d’ajouter qu’aucun des faits n’y est inventé. PRIMO LEVI Turin, janvier 1947. Si esto es un hombre Los que vivís seguros En vuestras casas caldeadas Los que os encontráis, al volver por la tarde, La comida caliente y los rostros amigos: Considerad si es un hombre Quien trabaja en el fango Quien no conoce la paz Quien lucha por la mitad de un panecillo Quien muere por un sí o por un no. Considerad si es una mujer Quien no tiene cabellos ni nombre Ni fuerzas para recordarlo Vacía la mirada y frío el regazo Como una rana invernal Pensad que esto ha sucedido: Os encomiendo estas palabras. Grabadlas en vuestros corazones Al estar en casa, al ir por la calle, Al acostaros, al levantaros; Repetídselas a vuestros hijos. O que vuestra casa se derrumbe, La enfermedad os imposibilite, Vuestros descendientes os vuelvan el rostro. Voi che vivete sicuri (1) Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate (2) se questo è un uomo Che lavora nel fango (3) Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi (4) e freddo il grembo Come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando (5) queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli (6). O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca (7), I vostri nati torcano (8) il viso da voi. 3 nel fango. E uno dei vocaboli chiave di SQU; il luogo topico che serve a connotare l’inferno di Auschwitz. Infinite sono le occorrenze dantesche, sulle quali non è nemmeno il caso di soffermarsi («pien di fango» è Filippi Argenti, Inf. VIII, 32). Come il fangos vi sono altre parole-chiave adoperate di continuo, come se fossero dei pro-memoria danteschi: la pioggia, la neve, il vento e la bufera, il buio (la buia notte, le nuvole «maligne»), la nudità, lo sterco: elementi esteriori del paesaggio di Auschwitz che più chiaramente rinviano a Malebolge. Vedi sotto, cap. «Il lavoro», nota 5. 4 vuoti gli occhi... Purg. XXIII, 22 e 31; gli occhi dei golosi, la loro incredibile magrezza («ne li occhi era ciascuna oscura e cava») non riescono però a cancellare il sospetto della persistenza di un’eco baudelairiana («Tes yeux creux» in La Muse Malade e «sa paupière creuse» in L’Amour du Mensonge). Il riferimento non è azzardato, ma giustificato da un prelievo dai Fleurs du mal dichiarato dallo stesso Levi (vedi sotto, cap. «Storia degli ultimi giorni», nota 25). 2 SI C’EST UN HOMME Vous qui vivez en toute quiétude Bien au chaud dans vos maisons, Vous qui trouvez le soir en rentrant La table mise et des visages amis, Considérez si c’est un homme Que celui qui peine dans la boue, Qui ne connaît pas de repos, Qui se bat pour un quignon de pain, Qui meurt pour un oui pour un non. Considérez si c’est une femme Que celle qui a perdu son nom et ses cheveux Et jusqu’à la force de se souvenir, Les yeux vides et le sein froid Comme une grenouille en hiver. N’oubliez pas que cela fut, Son, ne l’oubliez pas Gravez ces mots dans votre coeur. Pensez-y chez vous, dans la rue, En vous couchant, en vous levant; Répétez-les à vos enfants. Ou que votre maison s’écroule, Que la maladie vous accable, Que vos enfants se détournent de vous. notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate 5 Vi comando... In SQU, come è stato giustamente indicato (Segre, 68-69), Levi opera straordinari e continui spostamenti del punto di vista. Ad una prima persona plurale di valore collettivo («Buna ... in cui noi soffrimmo e morimmo innumerevoli») si affianca una seconda persona rivolta a un se stesso generalizzato («piove e tira vento: ma sai che stasera tocca a te il supplemento di zuppa»); una terza persona descrittiva e apparentemente neutrale, però trapunta da considerazioni morali («Si immagini ora un uomo a cui...»). Segre non manca di rilevare l’importanza che assume, in questo panorama multiforme, la prima persona «autobiografica o giudicante»: «Vi comando...». Sarà il caso di aggiungere che, a partire dalla poesia in esergo, e da questo verso in particolare, tale persona giudicante sfuma nella stessa «voce di Dio», come dimostra la parafrasi della maggiore preghiera ebraica (vedi nota successiva). Questo progressivo innalzamento del tono è costante in SQU e ha due punti cruciali: l’episodio di Kuhn («Se io fossi Dio...») e nella « voce di Dio» («Il canto di Ulisse») che come uno squillo di tromba fa risuonare in Lager i valori dell’umanesimo classico. Quasi tutte le citazioni bibliche di SQU sono formulate in prima persona e tendono a collocare l’autore sul piano elevato del narratore che osserva dall’alto lo scorrere degli eventi pur essendone protagonista (vedi sotto, cap. « L’ultimo», nota 5); nel capitolo che prelude alla liberazione l’io che narra dice di sentirsi «come Dio dopo il primo giorno della creazione» («Storia di dieci giorni», nota 18). Contrariamente a quanto di solito di crede, il problema della teodicea ha una sua precisa consistenza in SQU, anche a prescindere, anzi, proprio in forza del non mai dismesso habitus rationalis dello scrittore. 6 Scolpitele ... alzandovi... ai vostri figli. Questa poesia, datata 10 gennaio 1946, venne scritta durante la stesura di SQU, a sua volta datato, nell’ultima pagina della edizione einaudiana, «Avigliana, dicembre 1945-gennaio 1947». Come si sa, con titolo Shemà, la poesia venne raccolta in L’osteria di Brema, poi in OI (II, 525). Shemà è 1’orazione fondamentale degli ebrei, una sorta di atto di fede che inizia con le parole «Ascolta (Shemà), Israele, il Signore Dio nostro è unico» e termina con l’esortazione a non dimenticare e a trasmettere ai figli la nozione fondamentale dell’unicità di Dio. Non vi sono altre testimonianze letterarie dell’ebraismo italiano nel Novecento in cui una preghiera, questa preghiera, venga collocata in posizione di tale preminenza. I vv. 16-19 della poesia di Levi - da «Scolpitele» a «figli» - sono traduzione fedele del testo ebraico di Deut. 6, 6-7. Nella poesia, però, «l’atto di fede manca» o come è stato detto «l’obbligo del ricordo è spostato da un Dio di dubbia esistenza a un male di indubbia onnipresenza» (Segre, 57 e, dello stesso, I romanzi e le poesie, in P. Levi un’antologia cit., p.107); si potrebbe precisare che il male di indubbia onnipresenza induce lo scrittore a vincere ogni indugio e giudicare «come se» fosse lui il Dio di cui si dubita l’esistenza; una completa secolarizzazione dei medesimi versetti verrà molti anni più tardi, in un contesto umoristico, parlando del padre, in RR (II, 1362). 7 vi impedisca. Come il successivo «torcano», il verbo «impedire», usato in questo senso arcaicizzante, è ancora prova dell’abitudine di Levi a danteggiare («ma tanto lo impedisce», Inf. I, 35 e 96). Questi ultimi versi, tuttavia, costituiscono un’altra anticipazione: una sorta di laica maledizione, che fa venire in mente il dialogo di Giobbe con Dio (ma non si riscontrano in SQU esplicite citazioni dai passi di Giobbe poi antologizzati in RR, II, 1369-1380). Più che l’invettiva dantesca, il modello classico della «maledizione» veterotestamentaria pare qui evidente e suffragato da altri luoghi del libro; vedi per esempio, sotto, nel finale del cap. «L’esame di chimica», quel fulmineo «Che sia maledetto» indirizzato alla volta di Alex. Di nuovo l’io giudicante quando si esprime tende a sfumare nella voce di Dio, vedi per es. «Storia di dieci giorni», nota 22. 8 torcano. « torcere» è un verbo-chiave del lessico di SQU; ritorna più volte, vedi per es. sotto, cap. «Sul fondo», nota 14 e «Ka-Be», nota 26 oppure «I fatti dell’estate», nota 10; sull’occorrenza del vocabolo in Dante non c’è che l’imbarazzo della scelta («Li diritti occhi torse allora in biechi» Inf. VI, 91; «e da lor torce il muso» Purg. XIV, 130; «li occhi torsi» Par. III, 21). 3 tr. de Julliard notes PREFAZIONE 1 Per mia fortuna. Secondo i dati forniti da J. Nystedt (Le opere di P. Levi viste al computer. Osservazioni stilolinguistiche, in «Acta Universitas Stocholmiensis», Stockholm Sweden, 1993 ) «gioia» e «fortuna» sono i due vocaboli più ricorrenti nell’opera di Levi; anche nel libro del suo esordio il gioco fortuito del caso ha un ruolo nell’evolversi degli avvenimenti, su cui si sofferma anche Mengaldo, 231. Qui l’espressione «per mia fortuna» assolve a un obbligo che è tipico della premessa: tenere sottotono ogni definizione di poetica, lavorando per effetto di sottrazione (il libro «non aggiunge nulla...», «non è stato scritto allo scopo di ...»); soprattutto Levi mette in campo, subito, nella prima frase, l’ironia. Chi può dirsi fortunato di essere stato deportato ad Auschwitz nel 1944? Su questi temi ha scritto pagine molto significative R.Gordon, ‘Per mia fortuna’: Irony and Ethics in PLevi’s Writing, in «The Modem Language Revievn», 92, 2, April 1997, pp. 337-347. Per amor di completezza andrà aggiunto che la stessa espressione «per mia fortuna» ritorna sotto nel cap. « Ka-Be» (nota 11), con l’unica variante del passaggio alla prima persona plurale («per nostra fortuna»); la stessa osservazione vale anche per il cap. «Storia di dieci giorni», nota 2. 2 particolari atroci. Come risulterà da alcune scelte aggettivali («mite», «pacato», «sereno»), Levi insiste fin dall’inizio sull’assenza di ogni atrocità in SQU. L’estremo, l’urlo sono esclusi per scelta dalla sua poetica, ma se ne ascoltano qua e là i rumori. 3 uno studio ... dell’animo umano... La definizione rinvia, come il successivo sillogismo, al mondo della filosofia, o meglio della psicologia umana: fin dall’incipit, il libro si presenta come un breviario di etica, un racconto filosofico, una «operetta morale». Sul tema della curiosità in Levi vi sono molte altre testimonianze, anche in SQU, vedi per esempio sotto, cap. «L’esame di chimica», nota 13. Non è ancora però l’interesse dell’etologo che si vedrà nell’uomo maturo, è la curiosità dello studente costretto dalla necessità a mettere in pratica gli insegnamenti di storia del pensiero occidentale ricevuti al liceo; sfilano in SQU, in ordine sparso, i principali capitoli del manuale di storia della filosofia: dai presocratici, da Aristotele a Cartesio, da Hobbes a Rousseau a Machiavelli. 4 «ogni straniero è nemico». È il primo documento che prova «la bontà dell’istituzione liceale», su cui si sono soffermati molti critici, parlando del «bagaglio scolastico» di Levi. Che la bontà del LiceoaClassico in quanto istituzione si riveli proprio quando gli individui «non hanno disposizioni spiccate (Levi le aveva naturalmente per le materie scientifiche)» (Cases, 5) è dimostrato non solo sul terreno della lingua (classicheggiante, «marmorea», «buona per le lapidi») e della letteratura, ma anche da altre discipline come la logica filosofica o l’etica delle sensazioni: il Levi dell’ultimo periodo esprimerà riserve contro i filosofi (Conversazioni, 204): il caso del sillogismo aristotelico, qui fedelmente riprodotto, è il più clamoroso (da porre accanto al «tutto è guerra» che Levi ricava da Eraclito, vedi sotto, cap. «Le nostre notti», nota 4) e dimostra una forte inclinazione per la filosofia; nel programma del vecchio liceo, il sillogismo dello « straniero-nemico» rappresentava, ancora fino a non molti anni fa, il primo serio scoglio che si parava innanzi allo studente appena uscito dal ginnasio, il primo serio ostacolo davanti ai problemi di ogni logica deduttiva; privato d’ogni neutralità, naturalmente qui il sillogismo è chiamato a spiegare la nascita della xenofobia: «Tutti gli stranieri sono nemici» (premessa maggiore). I nemici devono essere soppressi. Tutti gli stranieri devono essere soppressi. 5 un sistema di pensiero. Un aspetto di Levi poco indagato è l’osservatore delle ideologie, dei caratteri nazionali. SQU è un osservatorio particolare utile a spiegare non solo, come è ovvio, «la terza Germania», ma anche altri più duttili «sistemi di pensiero»: per esempio l’italiano o il greco, in minore misura anche il francese. Soprattutto attrae la curiosità di Levi il carattere dell’Italiano, il solo che dimostra come, nelle condizioni estreme (e non soltanto in quelle) sia necessario fare a meno di ogni sistema, come è spiegato bene nel finale del capitolo «Iniziazione» (vedi sotto, nota 10). L’italiano, deriso in Lager, elabora a sua volta un «sistema di pensiero», soprattutto lo pratica nel preciso momento in cui formula il seguente dilemma: «Non sarà più salutare prendere coscienza di non avere sistema?» 6 liberazione interiore. Sulla scrittura di Levi come testimonianza e sul carattere per lui liberatorio dello scrivere cfr. App. (I, 173 ) e la prefazione a A. Bravo-D. Jalla, La vita offesa (II, 1347-1348); su questo tema si sofferma Segre, 57, che individua, a partire proprio dalla prefazione di SQU, quattro «motivazioni alla scrittura»: 1) documentare un’esperienza estrema 2) mostrare, anche per prevenire, le peggiori conseguenze della xenofobia 3 ) meditare sul comportamento umano in condizioni eccezionali 4) raccontare per liberarsi dall’ossessione. Il ricordo si unisce al giudizio e sfocia nell’esortazione, secondo uno schema che ritroviamo anche nella poesia in epigrafe. 7 ... inventato. La prefazione si chiude con una notazione ironica, simmetrica rispetto al «per mia fortuna» che ne ha costituito l’esordio; pare di scorgere in questa battuta un’allusione al linguaggio cinematografico. Si direbbe la parodia grottesca dei titoli di coda di un film. Dell’importanza che ebbe il cinema, soprattutto di certe colonne sonore, al momento della prima stesura di SQU, molte suggestioni vengono da una lunga intervista, Il teatrino della memoria (Conversazioni, 12 ss.). Ma SQU non è un libro «semplice», è un libro «semplice e incomprensibile», «piano ed enigmatico» : si noti la contraddizione che suscita una delle frasi più importanti del libro: «Oggi, questo vero oggi in cui sto seduto a un tavolo e scrivo, io stesso non sono convinto che queste cose sono realmente accadute» (cap. «Esame di chimica», nota 7). Il problema delle contraddizioni in SQU è un problema non imputabile soltanto alle diverse stratificazioni di una scrittura portata innanzi per fasi successive che, sarà bene ricordarlo, perdurano circa un decennio. Il problema tocca la questione fondamentale di ogni scrittura che nasca nel momento di passaggio dalla schiavitù alla libertà. Leo Strauss, in un saggio meritatamente famoso (Scrittura e persecuzione, a c. di G. Ferrara, Venezia, Marsilio, 1990, si vedano in partic. le pp. 20-34), ha elencato una serie di stranezze che sono tipiche di questa letteratura da lui definita essoterica, recante dentro di sé i segni ancora vistosi della reclusione: «oscurità del disegno, contraddizioni, ripetizioni inesatte di frasi precedentemente enunziate» e noi potremmo aggiungere, come qualità tipiche di SQU: le iterazioni, l’incerta precisione nel dare un’identità anagrafica alle figure incontrate, gli ossimori catalogati Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate PREFAZIONE Presentación Per mia fortuna (1), sono stato deportato ad Auschwitz solo nel 1944, e cioè dopo che il governo tedesco, data la crescente scarsità di manodopera, aveva stabilito di allungare la vita media dei prigionieri da eliminarsi, concedendo sensibili miglioramenti nel tenor di vita e sospendendo temporaneamente le uccisioni ad arbitrio dei singoli. Tuve la suerte de no ser deportado a Auschwitz hasta 1944, y después de que el gobierno alemán hubiera decidido, a causa de la escasez creciente de mano de obra, prolongar la media de vida de los prisioneros que iba a eliminar concediéndoles mejoras notables en el tenor de vida y suspendiendo temporalmente las matanzas dejadas a merced de particulares. Perciò questo mio libro, in fatto di particolari atroci (2), non aggiunge nulla a quanto è ormai noto ai lettori di tutto il mondo sull’inquietante argomento dei campi di distruzione. Esso non è stato scritto allo scopo di formulare nuovi capi di accusa; potrà piuttosto fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti dell’animo umano’. A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico»4. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero’. Ma quando questo avvie[8]ne, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo. Por ello, este libro mío, por lo que se refiere a detalles atroces, no añade nada a lo ya sabido por los lectores de todo el mundo sobre el inquietante asunto de los campos de destrucción. No lo he escrito con la intención de formular nuevos cargos; sino más bien de proporcionar documentación para un estudio sereno de algunos aspectos del alma humana. Habrá muchos, individuos o pueblos, que piensen más o menos conscientemente, que “todo extranjero es un enemigo”. En la mayoría de los casos esta convicción yace en el fondo de las almas como una infección latente; se manifiesta solo en actos intermitentes e incoordinados, y no está en el origen de un sistema de pensamiento. Pero cuando éste llega, cuando el dogma inexpresado se convierte en la premisa mayor de un silogismo, entonces, al final de la cadena está el Lager: Él es producto de un concepto de mundo llevado a sus últimas consecuencias con una coherencia rigurosa: mientras el concepto subsiste las consecuencias nos amenazan. La historia de los campos de destrucción debería ser entendida por todos como una siniestra señal de peligro. Mi rendo conto e chiedo venia dei difetti strutturali del libro. Se non di fatto, come intenzione e come concezione esso è nato già fin dai g i o r n i d i L a g e r. I l b i s o g n o d i raccontare agli «altri», di fare gli «altri» partecipi, aveva assunto fra noi, prima della liberazione e dopo, il carattere di un impulso immediato e violento, tanto da rivaleggiare con gli altri bisogni elementari: il libro è stato scritto per soddisfare a questo bisogno; in primo luogo quindi a scopo di liberazione interiore (6). Di qui il suo carattere frammentario: i capitoli sono stati scritti non in successione logica, ma per ordine di urgenza. Il lavoro di raccordo e di fusione è stato svolto su piano ed è posteriore. Me doy cuenta, y pido indulgencia por ellos, de los defectos estructurales del libro. Si no en acto, sí en la intención y en su concepción, nació en los días del Lager. La necesidad de hablar a “los demás”, de hacer que “los demás” supiesen, había asumido entre nosotros, antes de nuestra liberación y después de ella, el carácter de un impulso inmediato y violento, hasta el punto de que rivalizaba con nuestras demás necesidades más elementales; este libro lo escribí para satisfacer esta necesidad, en primer lugar, por lo tanto, como una liberación interior. De aquí su carácter fragmentario: sus capítulos han sido escritos no en una sucesión lógica sino por su orden de urgencia. El trabajo de empalmarlos y de fundirlos lo he hecho según un plan posterior. Mi pare superfluo aggiungere che nessuno dei fatti è inventato (7). [10] Me parece superfluo añadir que ninguno de los datos ha sido inventado. PRIMO LEVI 4 tr. de Julliard notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard da Mengaldo. Forse SQU non piacque subito perché recava in sé vistosi i segni del passaggio dalla schiavitù alla libertà ed assomigliava, come dice Strauss, ai discorsi di Socrate, che sembrano brutti di fuori, «ma custodiscono al loro interno le più belle immagini delle cose divine». IL VIAGGIO 1 Ero stato catturato... I primi cinque capoversi del primo capitolo, fino a «politicamente sospetti», sono un’inserzione prevista da Levi per l’ed. del 1958. Nel 1947 l’attacco del libro era più irruente, si entrava più immediatamente nel discorso: «Alla metà del febbraio ’44, gli ebrei italiani...»; il passaggio dalla cronaca alla tragicità era più brusco (Segre, 69-70). Lo schema diaristico è prevalente nei primi due capitoli con «rare emergenze» negli altri capitoli, fuorché nell’ultimo, dove il diario rispunta nella sua forma vera propria («Storia di dieci giorni»), ma di un diario, si tratta, molto sui generis. Sempre Segre ha notato, nel primo capitolo in misura più evidente che negli altri, l’alternanza delle parti di carattere descrittive, riflessive e delle parti narrative, diaristiche: una delle prerogative di questo libro non facilmente etichettatile. Il tono diaristico ha già un grandioso sobbalzo nell’episodio dei Gattegno. L’inserzione per l’ed. 1958 risente probabilmente della rilettura di Dostoevskij dopo il 1950 (Memorie, 17-18). Vedi sotto, cap. «Sul fondo», nota 35. Sulla questione delle varianti fra prima edizione e versione einaudiana cfr. G. Tesio, Su alcune giunte e varianti di ‘Se questo è un uomo’, in Piemonte letterario dell’Otto-Novecento, Bulzoni, Roma 1991, pp. 173-196, che fonda la propria analisi sul confronto fra il dattiloscritto e le bozze delle due edizioni; ma si tenga presente adesso la nota al testo di SQU predisposta da M. Belpoliti in coda a Opere (I, 1375 ss.), dove si tiene conto delle varianti fra una poco conosciuta copia del dattiloscritto posseduta da Anna Yona e la versione 1947. 2 civili fantasmi cartesiani. [I «fantasmi cartesiani» a cui s’allude sono sogni e propositi forse mal realizzabili, ma non confusi, bensì razionali e logici]. Sulla «collocazione elegantemente letteraria e classica» degli aggettivi, qui, e in tutto SQU, ha pagine chiarissime Mengaldo, 178 ss. « Civili», «civiltà» è parola-chiave dell’illuminismo leviano (cfr. D. Amsallem, Illuminismo in «Riga» cit., pp. 361371). Vedi anche sotto, cap. «Die drei Leute vom Labor», nota 11 e si rammenti il finale della prima sezione del cap. « Esame di chimica»: «Io so che non sono della stoffa di quelli che resistono, sono troppo civile, penso ancora troppo...». 3 senso di ribellione... All’interno di una narrazione cronachistica, queste notazioni fortemente letterarie inserite per presentare se stesso costituiscono una prima spezzatura di cui è difficile definire la matrice. A parte «i civili fantasmi cartesiani», che vengono ad arricchire la componente filosofica di questo libro; a parte «l’astratto senso _di ribellione», meglio chiarito da un posteriore cenno, altrettanto bonario e affettuoso, alle «discussioni astratte» presente nella prefazione all’ed. scolastica di T (I, 1141), colpiscono, in questa esposizione telegrafica del proprio vissuto, due sintagmi: «sincere amicizie maschili» e, soprattutto, quasi in posizione di chiasmo, «amicizie femminili esangui». Il riferimento è al piccolo mondo di amicizie torinesi-milanesi poi immortalato nei racconti di SP, con tenerezza nostalgica evocato nel cap. « Il canto di Ulisse» e soprattutto nella citazione dei versi dell’amico Ortona (cap. « Kraus», nota 8); ma non è da escludere una traccia del decadentismo francese («les poses langoureuses» delle donne in Baudelaire, Chanson d’après-midi, vedi sotto, cap. « Storia di dieci giorni», nota 25), magari filtrata attraverso il ricordo di Gozzano, il cui ruolo, negli anni di formazione di Levi, rimane ancora tutto da chiarire: o meglio, si riscontra qui un segno della parodia del dannunzianesimo che Gozzano lasciò in eredità alla gioventù torinese degli anni Trenta. In quelle «amicizie esangui» vi è forse un’eco delle «intellettuali gemebonde», di quelle donne « rifatte sui romanzi» su cui ha scritto pagine memorabili E. Sanguineti (G. Gozzano. Indagini e letture, Einaudi, Torino 1975, si vedano per es. le pp. 38 e 77 ss.). 4 perseguire i propri scopi con mezzi idonei. Nello scrivere queste pagine per la nuova edizione di SQU, Levi avvertì forse la necessità di anticipare così la più ampia riflessione sull’importanza, nella vita e in Lager, di «avere uno scopo», vedi sotto, cap. «Una buona giornata», nota 1. 5 conforme a giustizia. È la prima, non unica, frase estrema, spietata (e, dunque, non pacata) di SQU. Sembra che Levi voglia dire di se stesso: non avendo saputo perseguire i propri scopi con mezzi idonei - cioè non avendo saputo difendersi di fronte a chi lo arrestò - «il successivo svolgersi dei fatti» è stata una giusta punizione. Un giudizio estremo, persino ingrato contro la propria giovanile ingenuità; donde si comprende lo scupolo che prenderà Levi nel giustificarsi davanti ai suoi lettori giovani, scaricando un siffatto radicalismo estremo al «tempo di guerra» [La frase è evidentemente ironica; si tratta qui della disumana «giustizia» del tempo di guerra, che non ammette indulgenze]. IL VIAGGIO El viaje 1. LE VOYAGE Ero stato catturato(1) dalla Milizia fascista il 13 dicembre 1943. Avevo ventiquattro anni, poco senno, nessuna esperienza, e una decisa propensione, favorita dal regime di segregazione a cui da quattro anni le leggi razziali mi avevano ridotto, a vivere in un mio mondo scarsamente reale, popolato da civili fantasmi cartesiani (2), da sincere amicizie maschili e da amicizie femminili esangui. Coltivavo un moderato e astratto senso di ribellione (3). Me había capturado la Milicia fascista el 13 de diciembre de 1943. Tenía veinticuatro años, poco juicio, ninguna experiencia, y una inclinación decidida, favorecida por el régimen de segregación al que estaba reducido desde hacía cuatro años por las leyes raciales, a vivir en un mundo poco real, poblado por educados fantasmas cartesianos, sinceras amistades masculinas y lánguidas amistades femeninas. Cultivaba un sentido de la rebelión moderado y abstracto. J’AVAIS été fait prisonnier par la Milice fasciste le 13 décembre 1943. J’avais vingt-quatre ans, peu de jugement, aucune expérience et une propension marquée, encouragée par le régime de ségrégation que m’avaient imposé quatre ans de lois raciales, à vivre dans un monde quasiment irréel, figures peuplé d’honnêtes cartésiennes, d’amitiés masculines sincères et d’amitiés féminines inconsistantes. Je cultivais à part moi un sentiment de révolte abstrait et modéré. Non mi era stato facile scegliere la via della montagna, e contribuire a mettere in piedi quanto, nella opinione mia e di altri amici di me poco più esperti, avrebbe dovuto diventare una banda partigiana affiliata a «Giustizia e Libertà». Mancavano i contatti, le armi, i quattrini e l’esperienza per procurarseli; mancavano gli uomini capaci, ed eravamo invece sommersi da un diluvio di gente squalificata, in buona e in mala fede, che arrivava lassù [up there] dalla pianura in cerca di una organizzazione inesistente, di quadri, di armi, o anche solo di protezione, di un nascondiglio, di un fuoco, di un paio di scarpe.[12] No me había sido fácil elegir el camino del monte y contribuir a poner en pie todo lo que, en mi opinión y en la de otros amigos no mucho más expertos, habría podido convertirse en una banda de partisanos afiliada a «Justicia y Libertad». No teníamos contactos, armas, dinero ni experiencia para procurárnoslos; nos faltaban hombres capaces y estábamos agobiados por un montón de gente que no servía para el caso, de buena fe o de mala, que subía de la llanura en busca de una organización inexistente, de jefes, de armas o también únicamente de protección, de un escondrijo, de una hoguera, de un par de zapatos. Ce n’était pas sans mal que je m’étais décidé à choisir la route de la montagne et à contribuer à mettre sur pied ce qui, dans mon esprit et dans celui de quelques amis guère plus expérimentés que moi, était censé devenir une bande de partisans affiliée à Giustizia e Libertà (1). Nous manquions de contacts, d’armes, d’argent, et de l’expérience nécessaire pour nous procurer tout cela ; nous manquions d’hommes capables, et nous étions en revanche envahis par une foule d’individus de tous bords, plus ou moins sincères, qui montaient de la plaine dans l’espoir de trouver auprès de nous une organisation inexistante, des cadres, des armes, ou même un peu de protection, un refuge, un feu où se chauffer, une paire de chaussures. [11] A quel tempo, non mi era stata ancora insegnata la dottrina che dovevo più tardi rapidamente imparare in Lager, e secondo la quale primo ufficio dell’uomo è perseguire i propri scopi con mezzi idonei (4), e chi sbaglia paga; per cui non posso che considerare conforme a giustizia (5) il successivo svolgersi dei fatti. Tre centurie della Milizia, partite in En aquel tiempo todavía no me había sido predicada la doctrina que tendría que aprender más tarde y rápidamente en el Lager, según la cual el primer oficio de un hombre es perseguir sus propios fines por medios adecuados, y quien se equivoca lo paga, por lo que no puedo sino considerar justo el sucesivo desarrollo de los acontecimientos. Tres centurias de la Milicia que habían A cette époque on ne m’avait pas encore enseigne la doctrine que je devais plus tard apprendre si rapidement au Lager, et selon laquelle le premier devoir de 1 homme est de savoir utiliser les moyens appropries pour arriver au but qu il s’est prescrit, et tant pis pour lui s’il se trompe , en vertu de quoi il me faut bien considérer comme pure justice ce qui arriva ensuite Trois cents miliciens fascistes, partis en pleine nuit (1) Giustizia e Libertà (Justice et Liberté) : organisation antifasciste qui joua un rôle important, tant dans la lutte pour la libération de l’Italie que durant les premières années de l’après-guerre où elle devint un parti politique. (Toutes les notes, sauf une qui est de l’auteur et signalée comme telle, sont du traducteur.) 5 notes 6 a torto, come si vide poi. Come si vedrà meglio in seguito, le notazioni sul tempo sono fondamentali in SQU: una delle molte anomalie della narrazione consiste nell’anticipare continuamente i tempi, nel costringere il lettore a repentini balzi in avanti dal «prima» al «durante» al «dopo», e viceversa. Le pagine inserite per l’ed. einaudiana, con la descrizione delle modalità d’arresto, allargano di un paio di mesi gli estremi cronologici del libro, il «prima», rendendo più dinamico ed esteso lo scorrere delle lancette del tempo. 7 «mettersi in ordine con la legge». Si nota qui una velata, benevola allusione al lealismo degli ebrei italiani, che storici come Arnaldo Momigliano hanno ripetutamente sottolineato; in particolare, è risaputo il lealismo dei piemontesi, la cui fedeltà patriottica superava di gran lunga la media nazionale e dopo 1’8 settembre 1943, portò a casi, anche clamorosi, di autodenuncia. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard piena notte per sorprendere un’altra banda, di noi ben più potente e pericolosa, annidata nella valle contigua, irruppero in una spettrale alba di neve nel nostro rifugio, e mi condussero a valle come persona sospetta. salido en plena noche para sorprender a otra banda, mucho más potente y peligrosa que nosotros, que se ocultaba en el valle contiguo, irrumpieron, en una espectral alba de nieve, en nuestro refugio y me llevaron al valle como sospechoso. pour surprendre un autre groupe de partisans installe dans une vallée voisine, et autrement important et dangereux que le nôtre, firent irruption dans notre refuge a la pâle clarté d’une aube de neige, et m emmenèrent avec eux dans la vallée comme suspect Negli interrogatori che seguirono, preferii dichiarare la mia condizione di «cittadino italiano di razza ebraica», poiché ritenevo che non sarei riuscito a giustificare altrimenti la mia presenza in quei luoghi troppo appartati anche per uno «sfollato», e stimavo (a torto, come si vide poi (6)) che l’ammettere la mia attività politica avreb[13]be comportato torture e morte certa. Come ebreo, venni inviato a Fossoli, presso Modena, dove un vasto campo di internamento, già destinato ai prigionieri di guerra inglesi e americani, andava raccogliendo gli appartenenti alle numerose categorie di persone non gradite al neonato governo fascista repubblicano. En los interrogatorios que siguieron preferí declarar mi condición d e «ciudadano italiano de raza judía» porque pensaba que no habría podido justificar de otra manera mi presencia en aquellos lugares, demasiado apartados incluso para un «fugitivo», y juzgué (mal, como se vio después) que admitir mi actividad política habría supuesto la tortura y una muerte cierta. Como judío me enviaron a Fossoli, cerca de Módena, donde en un vasto campo de concentración, antes destinado a los prisioneros de guerra ingleses y americanos, se estaba recogiendo a los pertenecientes a las numerosas categorías de personas no gratas al reciente gobierno fascista republicano. Au cours des interrogatoires qui suivirent, je préférai déclarer ma condition de «citoyen italien de race juive», pensant que c’était la le seul moyen de justifier ma présence en ces lieux, trop écartes pour un simple «réfugie», et estimant (a tort, comme je le vis par la suite) qu’avouer mon activité politique, c’était me condamner à la torture et a une mort certaine En tant que juif, on m’envoya a Fossoh, près de Modene, dans un camp d’internement d’abord destine aux prisonniers de guerre anglais et américains, qui accueillait désormais tous ceux - et ils étaient nombreux - qui n’avaient pas l’heur de plaire au gouvernement de la toute nouvelle république fasciste Al momento del mio arrivo, e cioè alla fine del gennaio 1944, gli ebrei italiani nel campo erano centocinquanta circa, ma entro poche settimane il loro numero giunse a oltre seicento. Si trattava per lo più di intere famiglie, catturate dai fascisti o dai n a z i s t i p e r l o r o imprude nza, o in seguito a delazione. Alcuni pochi si erano consegnati spontaneamente, o perché ridotti alla disperazione dalla vita randagia, o perché privi di mezzi, o per non separarsi da un c o n g i u n t o c a t t u r a t o , o a n che, assurdamente, per «mettersi in ordine con la legger» (7). V’erano inoltre un centinaio di militari jugoslavi internati, e alcuni altri stranieri considerati politicamente sospetti. En el momento de mi llegada, es decir a finales de enero de 1944, los judíos italianos en el campo eran unos ciento cincuenta pero, pocas semanas más tarde, su número llegaba a más de seiscientos. En la mayor parte de los casos se trataba de familias enteras, capturadas por los fascistas o por los nazis por su imprudencia o como consecuencia de una delación. Unos pocos se habían entregado espontáneamente, bien porque estaban desesperados de la vida de prófugos, bien porque no tenían medios de subsistencia o bien por no separarse de algún pariente capturado; o también, absurdamente, para «legalizarse». Había, además, un centenar de militares yugoslavos internados, y algunos otros extranjeros considerados políticamente sospechosos. Lors de mon arrivée, fin janvier 1944, il y avait dans ce camp environ cent cinquante juifs italiens, mais au bout de quelques semaines on en comptait plus de six cents C’étaient pour la plupart des familles entières qui avaient été capturées par les fascistes ou les nazis, à la suite d’une imprudence ou d’une dénonciation Un petit nombre d’entre eux s’étaient spontanément constitués prisonniers, pour échapper au cauchemar d’une vie errante, par manque de ressources, ou encore pour ne pas se séparer d’un conjoint arrête, et même, absurdement, «pour être en règle avec la loi» II y avait la en outre une centaine de soldats yougoslaves et quelques autres étrangers considères comme politiquement suspects L’arrivo di un piccolo reparto di SS tedesche avrebbe dovuto far dubitare anche gli ottimisti; si riuscì tuttavia a interpretare variamente questa novità, senza trarne la più ovvia delle conseguenze, in modo che, nonostante tutto, l’annuncio della deportazione trovò gli animi impreparati. La llegada de una pequeña sección de las SS alemanas habría debido levantar sospechas incluso a los más optimistas, pero se llegó a interpretar de maneras diversas aquella novedad sin extraer la consecuencia más obvia, de manera que, a pesar de todo, el anuncio de la deportación encontró los ánimos desprevenidos. L’arrivée d’un petit détachement de SS aurait dû alerter même les plus optimistes, mais on réussit en dépit de tout a donner a l’événement les interprétations les plus variées, sans en tirer la conclusion pourtant évidente qui s’imposait, [12] de sorte que, contre toute attente, l’annonce de la déportation prit tout le monde au dépourvu Il giorno 20 febbraio i tedeschi avevano ispezionato il campo con cura, avevano fatte pubbliche e vivaci rimostranze al commissario italiano per la difettosa organiz[14]nazione del servizio di cucina e per lo scarso quantitativo della legna distribuita per il riscaldamento; avevano perfino detto che presto un’infermeria avrebbe dovuto entrare in efficienza. Ma il mattino del 21 si seppe che l’indomani gli ebrei sarebbero partiti. Tutti: nessuna eccezione. Anche i bambini, anche i vecchi, anche i malati. Per dove, non si sapeva. Prepararsi per quindici giorni di viaggio. Per ognuno che fosse mancato all’appello, dieci sarebbero stati fucilati. El día 20 de febrero los alemanes habían inspeccionado el campo con cuidado, habían hecho reconvenciones públicas y vehementes al comisario italiano por la defectuosa organización del servicio de cocina y por la escasa cantidad de leña distribuida para la calefacción; habían incluso dicho que pronto iba a empezar a funcionar una enfermería. Pero la mañana del 21 se supo que al día siguiente los judíos iban a irse de allí. Todos, sin excepción. También los niños, también los viejos, también los enfermos. A dónde iban, no se sabía. Había que prepararse para quince días de viaje. Por cada uno que dejase de presentarse se fusilaría a diez. Le 20 février, les Allemands avaient effectue dans le camp une inspection en règle, allant jusqu’à signifier publiquement au commissaire italien leur vif mécontentement pour la mauvaise o rg a n i s a t i o n d e s c u i s i n e s e t l’insuffisance du bois de chauffage, à quoi ils avaient ajoute qu’une infirmerie entrerait sous peu en service Mais le 21 au matin, on apprit que les juifs partiraient le lendemain Tous sans exception Même les enfants, même les vieux, même les malades Destination inconnue Ordre de se préparer pour un voyage de quinze jours Pour tout juif manquant à l’appel, on en fusillerait dix 6 notes 8 cura. [Nel senso latino di «preoccupazione»]. 9 con la punizione, il perdono. « I minuti che precedono il castigo» sono oggetto di una sottile riflessione da parte di Dostoevskij (Memorie, 72) e ritornano in Levi nei capitoli «Ottobre 1944» e «L’ultimo», nella descrizione dei rituali che precedono la selezione e l’esecuzione capitale del ribelle. Nel reclusorio russo l’attesa ha le stesse caratteristiche che assume in Levi: l’attenzione per il comportamento umano di fronte ad una punizione, l’occhio puntato sulle degenerazioni del carnefice, «l’austero cerimoniale» della vigilia. Vedi sotto, cap. « Sul fondo», nota 35. 10 Ma... ai bambini. Si noti, in questo medesimo capoverso, due periodi, quello d’inizio e il conclusivo, caratterizzati dall’awersativo «ma» in inizio di frase. Tale uso, frequentissimo in SQU, contribuisce a rendere sincopato il ritmo della narrazione, sottolineando i bruschi trapassi dalla normalità all’assurdità, le regole del mondo capovolto. La fonte è dantesca, o meglio di una speciale lezione dantesca che sarà ripresa sotto, cap. «Il canto di Ulisse», nota 11. 11 e sopravvivere. È il primo esempio di preterizione, di ascendenza dantesca, al tempo stesso la prima forma di utilizzo di un tema fondamentale dell’ultima cantica e in particolare dell’apparizione..di Beatrice («Ogne lingua diventa tremando muta», come si legge in Vita nova). L’arrestarsi di fronte all’indicibile prelude al successivo «di queste è bene che non resti memoria» (vedi qui sotto, note 17 e 31). Si tratta di un nodo complesso, ma di importanza essenziale: gli occhi umani non possono vedere qualcosa di troppo incandescente. Il modello concettuale non è l’Inferno, ma il Paradiso, il problema che Dante si pone dopo aver ascoltato Cacciaguida: «Sarò mai creduto? Come posso rendere ciò che ho visto e vissuto?». È un motivo che attraversa tutto il libro, fino al capitolo estremo, «Storia di dieci giorni», nota 15. Topograficamente SQU rappresenta la discesa verso 1’anus mundi, concettualmente esso invece raffigura un’ascesi, una salita verso l’alto. L’impossibilità di dire con le parole esperienze estreme è resa sulla pagina da continue citazioni dell’ultima cantica sul tema dell’ineffabilità e dell’impossibilità dell’unione mistica. Mentre le coordinate topografiche del Lager sono chiaramente modellate sulla mappa dell’Inferno (il cerchio, la follia geometrica, giacere sul fondo, andare «giù», le anime «nude e spaventate», il fango, la bufera infernale, la nostalgia di «lassù»), l’idea poetica trainante di SQU viene dalla terza cantica, con una differenza: l’incandescenza del Bene è capovolta di segno. Solo la Bibbia rimane in piedi e non è messa, come Dante, a testa in giù, mala Bibbia è già per sua natura leggibile in molte direzioni di marcia, essendo le sue storie «semplici e incomprensibili», « piane ed enigmatiche». Tutta la rimanente tradizione culturale è invece regolarmente capovolta in Lager: la leopardiana « felicità perfetta» si rovescia nell’«infelicità perfetta»; la «buona novella» del Vangelo, diventerà la mala novella; il comportamento umano è studiato « al..di qua del bene e del male» costringendo anche Nietzsche a una capriola. SQU è il luogo per eccellenza dove i titoli dei libri, finanche i proverbi («a chi ha sarà dato...»), sono capovolti («le armi della notte» si spuntano) o visti ab externo («sulla soglia della casa dei morti»). 12 di nefanda ultima passione. «L’acquavite compare sempre presso il detenuto sotto processo alla vigilia del castigo. Essa gli viene recata ancora molto tempo prima del termine e gli è procacciata a caro prezzo. [...] Fra i detenuti è diffuso il convincimento che l’uomo ebbro senta meno dolorosamente la frusta o i bastoni» (Memorie, 73). Si noti ancora, sul piano delle scelte lessicali, l’uso dell’aggettivo raddoppiato. 13 Se dovessero. Fa qui la sua prima apparizione il «se» ipotetico: si tratta di una delle colonne portanti della grammatica e dell’etica di Auschwitz; si veda sotto cap. «Storia di dieci giorni», nota 4: «Da molti mesi non conoscevo più il dolore, la gioia, il timore, se non in quel modo staccato e lontano che è caratteristico del Lager, e che si potrebbe chiamare condizionale: se avessi ora - pensavo - la mia sensibilità di prima, questo sarebbe un momento estremamente emozionante» (il corsivo è mio). E nel cap. « I sommersi e i salvati», nota 23, dove si dice che c’è sempre del vero nelle «supposizioni». Spesso iterata, la congiunzione «se» è la paroletta che dà l’inizio al titolo di questo libro e al titolo di Se non ora, quando? - è di fondamentale importanza soprattutto quando introduce un periodo ipotetico, vero sigillo aureo della logica estrema di Auschwitz. Sui tempi verbali, in specie sull’uso fittissimo del presente storico in SQU esistono ottime analisi di Mengaldo (201 ss.) e di Bidussa (verbi in «Riga» cit., pp. 504-522), ma non è stata ancora messa nel giusto rilievo l’importanza fondamentale che ha il modo condizionale, specie all’interno di una «supposizione» ossia nel periodo ipotetico (della possibilità): il «Se fossi Dio», nell’episodio di Kuhn, è l’esempio più eloquente. Per via ipotetica si svolge di norma l’indagine etica dell’autore sul comportamento umano nelle condizioni estreme. Vedi anche sotto, cap. «Sul fondo», nota 11. Due le supposizioni più sconcertanti: che Auschwitz sia ovunque e che dietro la voce del narratore si nasconda la voce stessa di Dio. C’è sempre del vero nelle supposizioni. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Soltanto una minoranza di ingenui e di illusi si ostinò nella speranza: noi avevamo parlato a lungo coi profughi polacchi e croati, e sapevamo che cosa voleva dire partire. Sólo una minoría de ingenuos y de ilusos se obstinó en la esperanza: nosotros habíamos hablado largamente con los prófugos polacos y croatas, y sabíamos lo que quería decir salir de allí. Seule une minorité de naïfs et de dupes s’obstina à espérer nous, nous avions eu de longues conversations avec les réfugies polonais et croates, et nous savions ce que signifiait l’ordre de départ Nei riguardi dei condannati a morte, la tradizione prescrive un austero cerimoniale, atto a mettere in evidenza come ogni passione e ogni collera siano ormai spente, e come l’atto di giustizia non rappresenti che un triste dovere verso la società, tale da potere accompagnarsi a pietà verso la vittima da parte dello stesso giustiziere. Si evita perciò al condannato ogni cura (8) estranea, gli si concede la solitudine, e, ove lo desideri, ogni conforto spirituale, si procura insomma che egli non senta intorno a sé l’odio o l’arbitrio, mala necessità e la giustizia, e, insieme con la punizione, il perdono (9). Para los condenados a muerte la tradición prescribe un ceremonial austero, apto para poner en evidencia cómo toda pasión y toda cólera están apaciguadas ya, cómo el acto de justicia no representa sino un triste deber hacia la sociedad, tal que puede ser acompañado por compasión hacia la víctima de parte del mismo ajusticiador. Por ello se le evita al condenado cualquier preocupación exterior, se le concede la soledad y, si lo desea, todo consuelo espiritual; se procura, en resumen, que no sienta a su alrededor odio ni arbitrariedad sino la necesidad y la justicia y, junto con el castigo, el perdón. A l’égard des condamnés à mort, la tradition prévoit un cérémonial austère, qui marque bien que toute colère et toute passion sont désormais sans objet, et que l’accomplissement de la justice, n’étant qu’un triste devoir envers la société, peut admettre de la part du bourreau un sentiment de pitié envers la victime Ainsi évite-t-on au condamne tout souci extérieur, il a droit a la solitude et, s’il le désire, à toute espèce de réconfort spirituel, bref, on fait en sorte qu’il ne sente autour de lui ni haine ni arbitraire, mais la nécessité et la justice, et le pardon dont s’accompagne la punition Ma (l0) a noi questo non fu concesso, perché eravamo[15] troppi, e il tempo era poco, e poi, finalmente, di che cosa avremmo dovuto pentirci, e di che cosa venir perdonati? Il commissario italiano dispose dunque che tutti i servizi continuassero a funzionare fino all’annunzio definitivo; la cucina rimase perciò in efficienza, le corvées di pulizia lavorarono come di consueto, e perfino i maestri e i professori della piccola scuola tennero lezione a sera, come ogni giorno. Ma ai bambini quella sera non fu assegnato compito. Pero a nosotros esto no se nos concedió, porque éramos demasiados, y había poco tiempo, y además ¿de qué teníamos que arrepentirnos y de qué ser perdonados? El comisario italiano dispuso, en fin, que todos los servicios siguieran cumpliéndose hasta el aviso definitivo; así, la cocina siguió funcionando, los encargados de la limpieza trabajaron como de costumbre, y hasta los maestros y profesores de la pequeña escuela dieron por la tarde su clase como todos los días. Pero aquella tarde a los niños no se les puso ninguna tarea. Mais nous, nous n’eûmes rien de tout cela, parce que nous étions trop nombreux, et que le temps pressait Et puis, finalement, de quoi aurions-nous dû nous repentir Qu’avions-nous à nous faire pardonner? Le commissaire italien prit donc des dispositions pour que tous les services continuent à fonctionner jusqu’à l’ordre de départ définitif, les cuisines restèrent ouvertes, les corvées de nettoyage se succédèrent comme à l’accoutumée, et même les instituteurs et les professeurs de la petite école donnèrent leur cours du soir, comme chaque jour Mais ce soir-là les enfants n’eurent pas de devoirs à faire E venne la notte, e fu una notte tale, che si conobbe che occhi umani non avrebbero dovuto assistervi e sopravvivere (11). Tutti sentirono questo: nessuno dei guarz [16] diani, né italiani né tedeschi, ebbe animo di venire a vedere che cosa fanno gli uomini quando sanno di dover morire. Y llegó la noche, y fue una noche tal que se sabía que los ojos humanos no habrían podido contemplarla y sobrevivir. Todos se dieron cuenta de ello, ninguno de los guardianes, ni italianos ni alemanes, tuvo el ánimo de venir a ver lo que hacen los hombres cuando saben que tienen que morir. La nuit vint, et avec elle cette évidence jamais être humain n’eût dû assister, ni survivre, à la vision de ce que fut cette nuit-la Tous en eurent conscience aucun des [13] gardiens, ni italiens ni allemands, n’eut le courage de venir voir à quoi s’occupent les hommes quand ils savent qu’ils vont mourir. Ognuno si congedò dalla vita nel modo che più gli si addiceva. Alcuni pregarono, altri bevvero oltre misura, altri si inebriarono di nefanda ultima passione (12). Male madri vegliarono a preparare con dolce cura il cibo per il viaggio, e lavarono i ba m b i n i , e fecero i bagagli, e all’alba i fili spinati erano pieni di biancheria infantile stesa al vento ad asciugare; e non dimenticarono le fasce, e i giocattoli, e i cuscini, e le cento piccole cose che esse ben sanno, e di cui i bambini hanno in ogni caso bisogno. Non fareste anche voi altrettanto? Se dovessero (13) [17] uccidervi domani col vostro bambino voi non gli dareste oggi da mangiare? Cada uno se despidió de la vida del modo que le era más propio. Unos rezaron, otros bebieron desmesuradamente, otros se embriagaron con su última pasión nefanda. Pero las madres velaron para preparar con amoroso cuidado la comida para el viaje, y lavaron a los niños, e hicieron el equipaje, y al amanecer las alambradas espinosas estaban llenas de ropa interior infantil puesta a secar; y no se olvidaron de los pañales, los juguetes, las almohadas, ni de ninguna de las cien pequeñas cosas que conocen tan bien y de las que los niños tienen siempre necesidad. ¿No haríais igual vosotras? Si fuesen a mataros mañana con vuestro hijo, ¿no le daríais d e comer hoy? Chacun prit congé de la vie à sa façon. Certains prièrent, d’autres burent outre mesure, d’autres encore s’abandonnèrent à l’ivresse d’un ultime, inexprimable moment de passion. Mais les mères, elles, mirent tous leurs soins à préparer la nourriture pour le voyage ; elles lavèrent les petits, firent les bagages, et à l’aube les barbelés étaient couverts de linge d’enfant qui séchait au vent ; et elles n’oublièrent ni les langes, ni les jouets, ni les coussins, ni les mille petites choses qu’elles connaissent si bien et dont les enfants ont toujours besoin. N’en feriez vous pas autant vous aussi ? Si on devait vous tuer demain avec votre enfant, refuseriez-vous de lui donner à manger aujourd’hui ? Nella baracca 6 A abitava il vecchio Gattegno, con la moglie e i molti figli e i nipoti e i generi e le nuore operose. Tutti gli uomini erano falegnami; venivano da Tripoli, attraverso molti e lunghi viaggi, e sempre avevano portati con sé gli strumenti del mestiere, e la En la barraca 6 A vivía el viejo Gattegno, con su mujer y sus numerosos hijos y los nietos y los yernos y sus industriosas nueras. Todos los hombres eran leñador e s ; v e n í a n d e Tr í p o l i , después de muchos y l argos desplazamientos, y siempre se habían llevado consigo los instrumentos de su La baraque 6 A comptait parmi ses occupants le vieux Gattegno, accompagné de sa femme et d’une tribu d’enfants, de petits-enfants, de gendres et d’infatigables belles-filles. Tous les hommes de la famille étaient menuisiers ; ils étaient arrivés de Tripoli au terme de longues et nombreuses pérégrinations, et partout où ils passaient ils emportaient avec eux leurs outils, 7 notes 9:39 14 ...ogni secolo rinnovato. Questa piccola sezione narrativa (un solo capoverso, poco meno di venti righe) descrive il rito con cui gli ebrei celebrano la fine del Sabato, sottolineando, anzi facendo assurgere il rito a valore simbolico, il passaggio dal giorno festivo alla «normalità» del giorno feriale. Concettualmente Levi vuole però indicare il contrario, segnalare un altro ben più drammatico rito di passaggio: dalla normalità alla tragicità. È il primo esempio, molto intenso, di capovolgimento di valori e di avvenimenti. È l’alba del caos e della confusione fra Bene e Male. L’episodio dei Gattegno pone inoltre una seconda questione: in un universo interamente caratterizzato dalla presenza di ebrei centro-europei, askenaziti, si noti che i Gattegno sono tripolini, sefarditi come i prediletti ebrei di Salonicco, di cui si parlerà a lungo nei capitoli centrali di SQU. Nei loro confronti l’atteggiamento benevolo di Levi è molto indicativo: s’avverte una naturale « simpatia» e questo forse aiuta a capire, più in generale, il complicato problema dei suoi rapporti con l’ebraismo, del significato della sua appartenenza. È quasi una riscoperta, ciò che i Gattegno lasciano intravedere, un sentimento inatteso («nuovo per noi»). Di passaggio - in questa micro-sezione ricca di spunti e di futuri ampliamenti, basti pensare al violino, poi protagonista di SNOQ - si osservi infine lo slittamento alla prima persona plurale, comunitaria: «Noi sostammo numerosi davanti alla loro porta», l’apparizione del topos leviano della soglia, della porta, che ritroveremo in molte successive pagine (vedi per esempio sotto, cap. «Sul fondo», note 5, 7 e 35). «Le nuore operose» sono quasi certamente un omaggio alla nuora biblica per antonomasia, e cioè Ruth (1, 6-7). Si osservi, da ultimo, come la sezione, una delle poche in cui Levi si esima dal «danteggiare», si concluda con una citazione («il dolore senza speranza dell’esodo»), che collega idealmente l’episodio dei Gattegno al più generale disegno di secolarizzazione del dettato biblico già riscontrato nella poesia in esergo. Non è il solo episodio di SQU in cui le barriere razionali del cartesiano Levi sono messe in difficoltà da una visione sentimentale della fede. 15 L’alba ci colse come un tradimento. In questo primo capitolo, come nell’ultimo, l’alternanza notte-alba è fondamentale. Questa piccola sezione, quattordici righe in tutto, è consacrata alla nozione di Tempo. Levi spezza ogni forma di linearità, con continue accelerazioni in avanti - allusioni, presentimenti - ed improvvisi tuffi nella memoria e nella nostaglia («i ricordi buoni delle nostre case»). Si noti qui, all’inizio di sezione, la prima apparizione di un altro classico sintagma leviano: «a tradimento», vedi anche qui sotto, nota 45. 16 Il tempo... erano conchiusi. Il riferimento è a Eccl. 3, 1-9. 17 non resti memoria. Vedi sopra, nota 11 e sotto, nota 31. Altro esempio di preterizione. Il modello è come s’è detto il Dante della terza cantica: «Cede la memoria a tanto oltraggio» (Par. XXXIII, 57). Il problema si pone egualmente nel cap. «Sul fondo», nota 16. 18 un uomo senza collera? Viene qui enunciata, in forma sintetica, l’idea della «violenza inutile», che diventerà un capitolo in SES (II, 1073 ss.). 19 un vagone piccolo. Una precisa descrizione del convoglio che condusse Levi da Fossoli ad Auschwitz, con l’elenco nominativo dei quarantacinque compagni di questo « vagone piccolo», si legge nella relazione presentata da un Vecchio Marinaio: I. Tibaldi, P. Levi e i suoi «compagni di viaggio»: ricostruzione del trasporto da Fossoli ad Auschwitz (con un importante autografo di Levi), negli atti del convegno di S.Vincent, P.Levi testimone e scrittore di storia, a c. di P. Momigliano-R. Gorris, Giuntina, Firenze 1999, pp.149-232. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard batteria di cucina, e le fisarmoniche e il violino per suonare e ballare dopo la giornata di lavoro, perché erano gente lieta e pia. oficio, y la batería de cocina, y las filarmónicas y el violín para tocar y bailar después de la jornada de trabajo, porque eran gente alegre y piadosa. leur batterie de cuisine, et même leurs accordéons et leurs violons pour en jouer et danser le soir, après le travail, car c’étaient des hommes aussi gais que pieux. Le loro donne furono le prime fra tutte a sbrigare i preparativi per il viaggio, silenziose e rapide, affinché avanzasse tempo per il lutto; e quando tutto fu pronto, le focacce cotte, i fagotti legati, allora si scalzarono, si sciolsero i capelli, e disposero al suolo le candele funebri, e le accesero secondo il costume dei padri, e sedettero a terra a cerchio per la lamentazione, e tutta notte pregarono e piansero. Sus mujeres fueron las primeras en despachar los preparativos del viaje, silenciosas y rápidas para que quedase tiempo para el duelo; y cuando todo estuvo preparado, el pan cocido, los hatos hechos, entonces se descalzaron, se soltaron los cabellos y pusieron en el suelo las velas fúnebres, y las encendieron siguiendo la costumbre de sus padres; y se sentaron en el suelo en corro para lamentarse, y durante toda la noche lloraron y rezaron. Leurs femmes, silencieuses et rapides, eurent fini avant toutes les autres les préparatifs de voyage, afin qu’il restât du temps pour célébrer le deuil ; et lorsque tout fut prêt, les galettes cuites et les paquets ficelés, alors elles se déchaussèrent et dénouèrent leurs cheveux ; elles disposèrent sur le sol les cierges funéraires, les allumèrent selon le rite des ancêtres et s’assirent en rond par terre pour les lamentations, et toute la nuit elles prièrent et pleurèrent. Noi sostammo numerosi davanti alla loro porta, e c i discese nell’anima, nuovo per noi, il dolore antico del popolo che non ha terra, il dolore senza speranza dell’esodo ogni secolo rinnovatolo (14).[18] Muchos de nosotros nos paramos a su puerta y sentimos que descendía en nuestras almas, fresco en nosotros, el dolor antiguo del pueblo que no tiene tierra, el dolor sin esperanza del éxodo que se renueva cada siglo. Nous demeurâmes nombreux à leur porte, et nous sentîmes alors descendre dans notre âme, nouvelle pour nous, l’antique douleur du peuple qui n’a pas de patrie, la douleur sans espoir de (exode que chaque siècle renouvelle. L’alba ci colse come un tradimento (15); come se il nuovo sole si associasse agli uomini nella deliberazione di distruggerci. I diversi sentimenti che si agitavano in noi, di consapevole accettazione, di ribellione senza sbocchi, di religioso abbandono, di paura, di disperazione, confluivano ormai, dopo la notte insonne, in una collettiva incontrollata follia. Il tempo di meditare, il tempo di stabilire erano conchiusi (l6), e ogni moto di ragione si sciolse nel tumulto senza vincoli, su cui, dolorosi come colpi di spada, e m e rg e v a n o i n u n l a m p o, c o s ì vicini ancora nel tempo e nello spazio, i ricordi buoni delle nostre case. El amanecer nos atacó a traición; como si el sol naciente se aliase con los hombres en el deseo de destruirnos. Los distintos sentimientos que nos agitaban, de aceptación consciente, de rebelión sin frenos, de abandono religioso, de miedo, de desesperación, desembocaban, después de la noche de insomnio, en una incontrolable locura colectiva. El tiempo de meditar, el tiempo de asumir las cosas se había terminado, y cualquier intento de razonar se disolvía en un tumulto sin vínculos del cual, dolorosos como tajos de una espada, emergían en relámpagos, tan cercanos todavía en el tiempo y el espacio, los buenos recuerdos de nuestras casas. L’aube nous prit en traître ; comme si le soleil naissant se faisait le complice de ces hommes qui avaient résolu de nous exterminer. Les divers sentiments qui nous agitaient, [14] l'acceptation consciente, la révolte sans issue, l'abandon à Dieu, la peur, le désespoir, se fondaient maintenant, après une nuit d’insomnie, en une irrépressible folie collective. Il n’était plus temps ni de réfléchir ni de décider, et toute velléité de raisonnement sombrait dans un tumulte d’émotions désordonnées d’où émergeaient par éclairs, douloureux comme des coups d’épée, si proches encore dans le temps et dans l’espace, les souvenirs heureux de nos foyers. Molte cose furono allora fra noi dette e fatte; ma di queste è bene che non resti memoria (17). Muchas cosas dijimos e hicimos entonces de las cuales es mejor que no quede el recuerdo. Bien des mots furent alors prononcés, bien des gestes accomplis, dont il vaut mieux taire le souvenir. Con la assurda precisione a cui avremmo più tardi dovuto abituarci, i tedeschi fecero l’appello. Alla fine, Wieviel Stück? domandò il maresciallo; e il caporale salutò di s c a t t o, e r i s p o s e c h e i «pezzi» erano seicentocinquanta, e che tutto era in ordine; allora ci caricarono sui torpedoni e c i portarono alla stazione di Carpi. Qui ci attendeva il treno e la scorta per il viaggio. Qui ricevemmo i primi colpi: e la cosa fu così nuova e insensata che non provammo dolore, nel corpo né nell’anima. Soltanto uno stupore profondo: come si può percuotere un uomo senza collera (l8)? Con la absurda exactitud a que más adelante tendríamos que acostumbrarnos, los alemanes tocaron diana. Al terminar, Wieviel Stück?, preguntó el alférez; y el cabo saludó dando el taconazo, y le contestó que las «piezas» eran seiscientos cincuenta, y que todo estaba en orden; entonces nos cargaron en las camionetas y nos llevaron a la estación de Carpi. Allí nos esperaba el tren y la escolta para el viaje. Allí recibimos los primeros golpes: y la cosa fue tan inesperada e insensata que no sentimos ningún dolor, ni en el cuerpo ni en el alma. Sólo un estupor profundo: ¿cómo es posible golpear sin cólera a un hombre? Avec la précision absurde à laquelle nous devions plus tard nous habituer, les Allemands firent l’appel. A la fin, l'officier demanda : «Wieviel Stück ?» ; et le caporal répondit en claquant les talons que les «pièces» étaient au nombre de six cent cinquante et que tout était en ordre. On nous fit alors monter dans des autocars qui nous conduisirent à la gare de Carpi. C’est là que nous attendaient le train et l'escorte qui devait nous accompagner durant le voyage. C’est là que nous reçûmes les premiers coups : et la chose fut si inattendue, si insensée, que nous n’éprouvâmes nulle douleur ni dans le corps ni dans l’âme, mais seulement une profonde stupeur comment pouvait-on frapper un homme sans colère ? I vagoni erano dodici, e noi seicentocinquanta; nel mio vagone eravamo quarantacinque soltanto, ma era un vagone piccolo (19). Ecco dunque, sotto i nostri occhi, [20] sotto i nostri piedi, una delle famose tradotte tedesche, quelle che non ritornano, quelle di cui, fremendo e sempre un poco increduli, avevamo così spesso sentito narrare. Proprio così, punto per punto: vagoni merci, chiusi Los vagones eran doce, y nosotros seiscientos cincuenta; en mi vagón éramos sólo cuarenta y cinco, pero era un vagón pequeño. Aquí estaba, ante nuestros ojos, bajo nuestros pies, uno de los famosos trenes de guerra alemanes, los que no vuelven, aquéllos de los cuales, temblando y siempre un poco incrédulos, habíamos oído hablar con tanta frecuencia. Exactamente así, punto por punto: vagones de mercancías, cerrados Il y avait douze wagons pour six cent cinquante personnes. Dans le mien nous n’étions que quarante-cinq, mais parce que le wagon était petit. Pas de doute, ce que nous avions sous les yeux, ce que nous sentions sous nos pieds, c’était un de ces fameux convois allemands, de ceux qui ne reviennent pas, et dont nous avions si souvent entendu parler, en tremblant, et vaguement incrédules. C’était bien cela, très exactement : des 8 notes 20 verso il fondo. Descrizione topografica dell’inferno leviano, secondo il modello della prima cantica dantesca. Il legame fra l’occorrenza «fondo» in Dante e in Levi è piuttosto stretto: « Nel fondo erano ignudi i peccatori» (Inf. XVIII, 25); «al fondo della ghiaccia ir mi convenga» (Inf. XXXII, 117). Si pensi che « Sul fondo» era il titolo che Levi diede ad alcune anticipazioni e avrebbe voluto dare al libro. Un vero climax, è presente in questa frase: il nulla, all’ingiù, il fondo. Esteriormente il paesaggio che sta per aprirsi è quello dei gironi infernali, della discesa «in giù» che non contempla possibilità di risalita. Nei primi due capitoli Auschwitz è sempre associato al «fondo»: si veda sotto («troppo tardi, troppo tardi, andiamo tutti “giù”»; «sarà chiaro cosa intendiamo esprimere con questa frase: giacere sul fondo»; «eccomi ancora sul fondo»). 21 infelicità perfetta. Si apre con questa mirabile coincaàentia oppositorum (felicità-infelicità) la descrizione del viaggio da Fossoli verso il Lager. La tonalità del capitolo, partito come si è visto da una semplice cronaca evenemenziale, s’innalza. Il che conferma «l’eccellenza strutturale» di SQU, di cui parla Mengaldo (199): l’equilibrio e, quasi «la fusione» che Levi ha saputo raggiungere unendo due diverse istanze, «quella (non esplicitamente) diaristica della rievocazione autobiografica, lungo l’asse della successione temporale, e quella che mira a fissare in altrettante “stazioni” gli aspetti maggiormente esemplari di quelle esperienze e delle istituzioni che le producevano». Si ricordi che il concetto di «felicità perfetta» (o positiva) ritorna continuamente in SQU (vedi per esempio, nel cap. «Kraus», nota 2) e, in sede di autocommento, nel paragrafo 21 «Perché non siamo felici» di RR (II, 1485-1490) tratto dal libro di B. Russell, La conquista della felicità. Vedi anche sotto, cap. «Una buona giornata», note 11 e 17. Il modello letterario potrebbe essere il «niuna cosa è felice» del Cantico del gallo silvestre mescolato ad altri luoghi delle leopardiane Operette morali, dove si discorre della felicità irraggiungibile o la stessa «teoria del piacere», nelle note pagine dello Zibaldone (165-172) dove si discorre dell’«inclinazione dell’uomo all’infinito»: «Del resto il desiderio del piacere essendo materialmente infinito in estensione (non solamente nell’uomo, ma in ogni vivente), la pena dell’uomo nel provare un piacere è di veder subito i limiti della sua estensione». 22 Vi si oppone. Si noti il ripetersi di «vi si oppone», «vi si oppongono». Le condizioni di volta in volta esposte sono quelle che incontreremo nel corso della narrazione: speranza, incertezza del domani (cfr. per es. sotto, cap. «Die drei Leute vom Labor», nota 7), sicurezza della morte, inevitabili cure materiali. Diversamente che altrove, qui l’iterazione non assolve ad un compito retorico e non rientra nelle classiche esortazioni di ascendenza dantesca. In questa circostanza è la logica del ragionamento filosofico che richiede chiarezza espositiva. In Levi la tecnica dell’iterazione ha due funzioni: da un lato coinvolgere emotivamente il lettore, richiamarlo alle proprie responsabilità; dall’altro mettere dei segnali, indicare degli snodi di un pensiero trascritto nel suo farsi. 23 cosciente rassegnazione. «Cosciente rassegnazione»: lo stato d’animo che Levi ritiene sia peculiarità di pochi individui potrebbe essere quello di Dostoevskij: «il comune campione di umanità» che Levi si accinge a descrivere non sarebbe capace di salire così tanto in alto. 24 con lunghe soste snervanti. La sequenza del viaggio merita una rilettura parallela del Rapporto per la «Minerva Medica», che ne ha fornito l’ossatura: «Il viaggio da Fossoli ad Auschwitz durò esattamente quattro giorni; e fu molto penoso, a causa del freddo; il quale era così intenso, specialmente nelle ore notturne, che la mattina si trovavano ricoperte di ghiaccio le tubature metalliche che correvano all’interno dei carri, per il condensarsi su di esse del vapore acqueo dell’aria espirata. Altro tormento, quello della sete, che non si poteva spegnere se non con la neve raccolta in quell’unica fermata quotidiana, allorché il convoglio sostava in aperta campagna e si concedeva ai viaggiatori di scendere dai vagoni, sotto la strettissima sorveglianza di numerosi soldati, pronti, col fucile mitragliatore sempre spianato, a far fuoco su chiunque avesse accettato ad allontanarsi dal treno». Ad una prima impressione si direbbe che il Rapporto, nella sua asciuttezza, fornisca a SQU la semplice successione degli avvenimenti e delle cose (vagone bestiame, sete, ghiaccio, soldati della scorta); ad una lettura più attenta si osserva che in questa prima stesura, scritta a quattro mani con l’amico Leonardo De Benedetti, figurano già abbozzi di personaggi, che hanno movenze tipiche di SQU, anche se poi, nella versione definitiva, verranno cancellati o visibilmente modificati: in buona approssimazione il primo capitolo e l’ultimo sono quelli dove la presenza del Rapporto è più marcata; un cenno a parte richiede il caso del «maresciallo tedesco», addetto al Campo di Fossoli che «aveva suggerito, con l’aria di dare un consiglio spassionato e affettuoso, di provvedersi di molti indumenti pesanti - maglie, coperte, pelliccie perché saremmo stati condotti in paesi dal clima più rigido del nostro. E aveva aggiunto con un sorrisetto benevolo e una strizzatina d’occhio ironica, che, se qualcuno avesse avuto con sé denari e gioielli nascosti, avrebbe fatto bene a portare anche quelli, che lassù gli sarebbero certo riusciti utili» (Rapporto, 1339-1440: la sottolineatura è nostra; si noti la classica indicazione topografica è dantesca). In SQU le fattezze del maresciallo tedesco rivivranno nel soldato tedesco che come Cerbero chiude questo capitolo, intascando con macabra comicità denaro e orologi che «dopo» non serviranno più. La figura di una donna, Wanda Maestro, con cui si chiude la presente sezione, sostituisce il ritratto di «un vecchio settantenne», colpito da emorragia cerebrale pochi giorni prima della partenza, che «fu egualmente caricato sul treno e morì durante il viaggio» (Rapporto, 1349). 25 povera polvere umana. Oltre all’allitterazione («povera polvere») si noti la probabile reminiscenza di Eccl. 3, 20. 26 più fortunato. Vedi sopra, Prefazione, nota 1. Per l’elenco preciso dei superstiti cfr. Tibaldi, P. Levi e i «suoi compagni di viaggio» cit., p. 231. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard dall’esterno, e dentro uomini donne bambini, compressi senza pietà, come merce di dozzina, in viaggio verso il nulla, in viaggio a l l ’i n g i ù , v e r s o i l f o n do (20). Questa volta dentro siamo noi. desde el exterior, y dentro hombres, mujeres, niños, comprimidos sin piedad, como mercancías en docenas, en un viaje hacia la nada, en un viaje hacia allá abajo, hacia el fondo. Esta vez, dentro íbamos nosotros. wagons de marchandises, fermés de l’extérieur, et dedans, entassés sans pitié comme un chargement en gros, hommes, femmes et enfants, en route pour le néant, la chute, le fond. Mais cette fois c’est nous qui sommes dedans. Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta (21). I momenti che si oppongo [21] no alla realizzazione di entrambi i due stati-limite sono della stessa natura: conseguono dalla nostra condizione umana, che è nemica di ogni infinito. Vi si oppone 22 la nostra sempre insufficiente conoscenza del futuro; e questo si chiama, in un caso, speranza, e nell’altro, incertezza del domani. Vi si oppone la sicu r e z z a d e l l a morte, che impone un limite a ogni gioia, ma anche a ogni dolore. Vi si oppongono le inevitabili cure materiali, che, c o m e i n q u i n a n o ogni felicità duratura, così di [22] sto l g o n o a s s i d u a m e n t e l a nostra attenzione dalla s v e n t u r a c h e c i s o v r a s t a, e ne rendono frammentaria, e perciò sostenibile, la consapevolezza. Todo el mundo descubre, tarde o temprano, que la felicidad perfecta no es posible, pero pocos hay que se detengan en la consideración opuesta de que lo mismo ocurre con la infelicidad perfecta. Los momentos que se oponen a la realización de uno y otro estado limite son de la misma naturaleza: se derivan de nuestra condición humana, que es enemiga de cualquier infinitud. Se opone a ello nuestro eternamente insuficiente conocimiento del futuro; y ello se llama, en un caso, esperanza y en el otro, incertidumbre del mañana. Se opone a ello la seguridad de la muerte, que pone limite a cualquier gozo, pero también a cualquier dolor. Se oponen a ello las inevitables preocupaciones materiales que, así como emponzoñan cualquier felicidad duradera, de la misma manera apartan nuestra atenció n c o n t i n u a m e n t e d e l a desgracia que nos oprime y convierten en fragmentaria, y por lo mismo en soportable, su conciencia. Nous découvrons tous tôt ou tard dans la vie que le bonheur parfait n’existe pas, mais bien peu sont ceux qui s’arrêtent à cette considération inverse qu’il n’y a pas non plus de malheur absolu, Les raisons qui empêchent la [15] réalisation de ces deux états limites sont du même ordre elles tiennent à la nature même de l’homme, qui répugne à tout infini Ce qui s’y oppose, c’est d’abord notre connaissance toujours i m p a r f a i t e d e l ’ a v e n i r, e t c e l a s’appelle, selon le cas, espoir ou incertitude du lendemain C’est aussi l’assurance de la mort, qui fixe un terme à la joie comme à la s o u ff r a n c e C e s o n t e n f i n l e s inévitables soucis matériels, qui, s’ils viennent troubler tout bonheur durable, sont aussi de continuels dérivatifs au malheur qui nous accable et, parce qu’ils le rendent intermittent, le rendent du même coup supportable. Sono stati proprio i disagi, le percosse, il freddo, la sete, che ci hanno tenuti a galla sul vuoto di una disperazione senza fondo, durante il viaggio e dopo. Non già la volontà di vivere, né una cosciente rassegnazione (23): ché pochi sono gli uomini capaci di questo, e noi non eravamo che un comune campione di umanità. Fueron las incomodidades, los golpes, el frío, la sed, lo que nos mantuvo a flote sobre una desesperación sin fondo, durante el viaje y después. No el deseo de vivir, ni una resignación consciente: porque son pocos los hombres capaces de ello y nosotros no éramos sino una muestra de la humanidad más común. Ce sont justement les privations, les coups, le froid, la soif qui nous ont empêches de sombrer dans un désespoir sans fond, pendant et après le voyage II n’y avait là de notre part ni volonté de vivre ni résignation consciente rares sont les hommes de cette trempe, et nous n’étions que des s p é c i m e n s d’humanité bien ordinaires Gli sportelli erano stati chiusi subito, ma il treno non si mosse che a sera. Avevamo appreso con sollievo la nostra destinazione. Auschwitz: un nome privo di significato, allora e per noi; ma doveva pur corrispondere a un luogo di questa terra. Habían cerrado las puertas en seguida pero el tren no se puso en marcha hasta por la tarde. Nos habíamos enterado con alivio de nuestro destino. Auschwitz: un nombre carente de cualquier significado entonces para nosotros pero que tenía que corresponder a un lugar de este mundo. Les portes s’étaient aussitôt refermées sur nous, mais le train ne s’ébranla que le soir Nous avions appris notre destination avec soulagement . Auschwitz, un nom alors dénué de signification pour nous, mais qui devait bien exister quelque part sur la terre Il treno viaggiava lentamente, con lunghe soste snervanti (24). Dalla feritoia, vedemmo sfilare le alte rupi palli[23]de della val d’Adige, gli ultimi nomi di città italiane. Passammo il Brennero alle dodici del secondo giorno, e tutti si alzarono in piedi, ma nessuno disse parola. Mi stava nel cuore il pensiero del ritorno, e crudelmente mi rappresentavo quale avrebbe potuto essere la inumana gioia di quell’altro passaggio, a portiere aperte, ché nessuno avrebbe desiderato fuggire, e i primi nomi italiani... e mi guardai intorno, e pensai quanti, fra quella povera polvere umana (25), sarebbero stati toccati dal destino. El tren iba lentamente, con largas paradas enervantes. Desde la mirilla veíamos desfilar las altas rocas pálidas del valle del Ádige, los últimos nombres de las ciudades italianas. Pasamos el Breno a las doce del segundo día y todos se pusieron en pie pero nadie dijo una palabra. Yo tenía en el corazón el pensamiento de la vuelta, y se me representaba cruelmente cuál debería ser la sobrehumana alegría de pasar por allí otra vez, con unas puertas abiertas por donde ninguno desearía huir, y los primeros nombres italianos... y mirando a mi alrededor pensaba en cuántos, de todo aquel triste polvo humano, podrían estar señalados por el destino. Le train roulait lentement, faisant de longues haltes énervantes A travers la lucarne, nous vîmes défiler les hauts rochers dépouillés de la vallée de l’Adige, les noms des dernières villes italiennes Quand nous franchîmes le Brenner, le deuxième jour à midi, tout le monde se mit debout mais personne ne souffla mot La pensée du retour ne me quittait pas, je me torturais à imaginer ce que pourrait être la joie surhumaine de cet autre voyage : les portes grandes ouvertes car personne ne penserait plus à fuir, et les premiers noms italiens et je regardai autour de moi et me demandai combien, parmi cette misérable poussière humaine, seraient frappés par le destin Fra le quarantacinque persone del mio vagone, quattro soltanto hanno rivisto le loro case; e fu di gran lunga il vagone più fortunato (26). Entre las cuarenta y cinco personas de mi vagón tan sólo cuatro han vuelto a ver su hogar; y fue con mucho el vagón más afortunado. Des quarante-cinq occupants de mon wagon, quatre seulement ont revu leur foyer, et ce fut de beaucoup le wagon le mieux loti Soffrivamo per la sete e il freddo: a tutte le fermate chiedevamo acqua Sufríamos de sed y de frío: a cada parada pedíamos agua a grandes voces, La soif et le froid nous faisaient souffrir à chaque arrêt, nous demandions 9 notes 27 implorando acqua. Le giovani madri del viaggio anticipano il ruolo delle figure materne nel libro, vedi sotto, cap. «Sul fondo», nota 32 e cap. «Il canto di Ulisse», nota 8. 28 non quelli che ti aspetteresti. «Andare a morte con dignità» è concetto che Levi riterrà opportuno chiarire meglio nel passaggio dall’edizione antonicelliana a quella einaudiana, per la precisione nel capitolo « Iniziazione», contenente l’episodio della lezione di Steinlauf, a commento, si direbbe, di questa frase che sembra risenta di una sottile osservazione psicologica di Dostoevskij sul maggiore coraggio delle persone apparentemente vili: «Ma parlando della pusillanimità che spesso s’incontra nei delinquenti di fronte al castigo, io devo aggiungere che, al contrario, taluni di essi fanno stupire l’osservatore per la loro non comune intrepidezza. Io mi ricordo di alcuni esempi di un ardimento che giungeva a una specie d’insensibilità, e questi non erano affatto rari» (Memorie, 73). 29. torbida e dolorosa. Un esempio classico dell’aggettivazione ricca, abbondante, «a festoni» di SQU (Mengaldo, 180). Si notino le allitterazioni, le isofonìe. 30 «dall’altra parte». Oltre all’evidente memoria dantesca, si veda la prima pagina della Casa morta di Dostoevskij: «Di là da questo portone c’era un luminoso, libero mondo e vivevano degli uomini come tutti. Qui c’era un particolare mondo a sé, che non rassomigliava a nessun altro; qui c’erano delle leggi particolari, a sé; fogge di vestire a sé, usi e costumi a sé, e una casa morta, pur essendo viva, una vita come in nessun altro luogo, e uomini speciali» (Memorie, 17 ). 31 cose che non si dicono fra t ‘vivi’. Terzo esempio di preterizione, modellato sul dantesco «Trasumanar significar per verba non si poria» (Par. I, 70). Vedi sopra, note 11 e 17. 32 Ci salutammo. L’iterazione del pronome «Ci» («Ci conoscevamo», «Ci dicemmo», «Ci salutammo») attribuisce all’episodio un ritmo interno, un crescendo emotivo. Sul gusto leviano per «gli effetti di una migliore messa a fuoco» mediante ripetizioni non identiche cfr. Mengaldo, 178-179. L’espressione «Ci salutammo» - qui per il congedo - è, fra l’altro, il modo tipico con cui Levi rende l’idea di allontanamento da una persona cara. Il «saluto» potrebbe ricordare la valenza allegorica che ha per Dante il congedo da Beatrice. Ritorna nell’ultimo cap. di SQU, al momento del congedo da Alberto. Cfr. sotto, «Storia di dieci giorni», nota 6. 33 ciascuno salutò nell’altro la vita. Non avevano più paura. Si osservi il filo sottile, la simmetria, che unisce il finale di questo brano sulla «felicità imperfetta» al «Vi si oppone la sicurezza della morte» dell’inizio, ciò che «impone un limite a ogni gioia, ma anche a ogni dolore» del primo capoverso. Si conferma così, in questo finale («Non avevamo più paura») l’assunto iniziale, secondo cui non è realizzabile nemmeno una «infelicità perfetta». 34 latrati. In Dante è detto di cani (Inf. VI, 14), ma anche di uomini (Inf. XXXII, 105). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard a gran voce, o almeno un pugno di[24] neve, ma raramente fummo uditi; i soldati della scorta allontanavano chi tentava di avvicinarsi a l convoglio. Due giovani madri, coi figli ancora al seno, gemevano notte e giorno implorando acqua (27). Meno tormentose erano per tutti la fame, la fatica e l’insonnia, rese meno penose dalla tensione dei n e r v i : m a l e n o t t i e r a n o i n c u b i s e n z a fine. o por lo menos un puñado de nieve, pero en pocas ocasiones nos hicieron caso; los soldados de la escolta alejaban a quienes trataban de acercarse al convoy. Dos jóvenes madres, con sus hijos todavía colgados del pecho, gemían noche y día pidiendo agua. Menos terrible era para todos el hambre, el cansancio y el insomnio que la tensión y los nervios hacían menos penosos: pero las noches eran una pesadilla interminable. de l’eau à grands cris, ou au moins une poignée de neige, mais notre appel fut rarement entendu, les soldats de l’escorte éloignaient quiconque tentait de s’approcher du convoi Deux jeunes mères qui avaient un [16] enfant au sein gémissaient jour et nuit, implorant de l’eau Nous supportions un peu mieux la faim, la fatigue et l’insomnie, rendues moins pénibles par la tension nerveuse , mais les nuits étaient d’interminables cauchemars. Pochi sono gli uomini che sanno andare a morte con dignità, e spesso non quelli che ti aspetteresti (28). Pochi sanno tacere, e rispettare il silenzio altrui. Il nostro sonno inquieto era interrotto sovente d a l i t i r u m o r o s e e f u t i l i , da imprecazioni, da calci e pugni vibrati alla cieca come difesa contro qualche contatto molesto e inevitabile. Allora qualcuno a c c e ndeva la lugubre fiammella di una candela, e rivelava, prono sul pavimento, un brulichio fosco, una materia umana confusa e continua, torpida e dolorosa (29) sollevata qua e là da convulsioni improvvise subito spente dalla stanchezza. Pocos son los hombres que saben caminar a la muerte con dignidad, y muchas veces no aquéllos de quienes lo esperaríamos. Pocos son los que saben callar y respetar el silencio ajeno. Nuestro sueño inquieto era interrumpido frecuentemente por riñas ruidosas y fútiles, por imprecaciones, patadas y puñetazos lanzados a ciegas para defenderse contra cualquier contacto molesto e inevitable. Entonces alguien encendía la lúgubre llama de una velita y ponía en evidencia, tendido en el suelo, un revoltijo oscuro, una masa humana confusa y continua, torpe y dolorosa, que se elevaba acá y allá en convulsiones imprevistas súbitamente sofocadas por el cansancio. Rares sont les hommes capables d’aller dignement à la mort, et ce ne sont pas toujours ceux auxquels on s’attendrait Bien peu savent se taire et respecter le silence d’autrui Notre sommeil agité était souvent interrompu par des querelles futiles et bruyantes, des imprécations, des coups de pied et de poing décochés à l’aveuglette pour protester contre un contact fastidieux et inévitable Alors quelqu’un allumait une bougie, et la lugubre clarté de la flamme laissait apparaître, sur le plancher du wagon, un enchevêtrement uniforme et continu de corps étendus, engourdis et souffrants, que soulevaient çà et là de brusques convulsions aussitôt interrompues par la fatigue. Dalla feritoia, nomi noti e ignoti di città austriache, [25] S a l i s b u rg o , Vi e n n a ; p o i c e c h e, infine polacche. Alla sera del quarto giorno, il freddo si fece intenso: il treno percorreva interminabili pinete nere, salendo in modo percettibile. La neve era alta. Doveva essere una linea secondaria, le stazioni erano piccole e quasi deserte. Nessuno tentava più, durante le soste, di comunicare col mondo esterno: ci sentivamo ormai «dall’altra parte» (30). Vi fu una lunga sosta in aperta campagna, poi la marcia riprese con estrema lentezza, e il convoglio si arrestò definitivamente, a notte alta, in mezzo a una pianura buia e silenziosa. Desde la mirilla, nombres conocidos y desconocidos de ciudades austríacas, Salzburgo, Viena; luego checas, al final, polacas. La noche del cuarto día el frío se hizo intenso: el tren recorría interminables pinares negros, subiendo de modo perceptible. Había nieve alta. Debía de ser una vía secundaria, las estaciones eran pequeñas y estaban casi desiertas. Nadie trataba ya, durante las paradas, de comunicarse con el mundo exterior: nos sentíamos ya «del otro lado». Hubo entonces una larga parada en campo abierto, después continuó la marcha con extrema lentitud, y el convoy se paró definitivamente, de noche cerrada, en mitad de una llanura oscura y silenciosa. De la lucarne, on voyait défiler des noms connus et inconnus de villes autrichiennes - Salzbourg, Vienne - puis tchèques, et enfin polonaises Au soir du quatrième jour, le froid se fit intense : le train, qui traversait d’interminables sapinières noires, prenait visiblement de l’altitude Partout, une épaisse couche de neige Nous devions être sur une ligne secondaire, car les gares étaient petites et quasiment désertes Durant les arrêts, personne ne tentait plus de communiquer avec le monde extérieur désormais, nous nous sentions «de l'autre côté» II y eut une longue halte en rase campagne, puis un nouveau départ extrêmement lent, et enfin le convoi s’arrêta définitivement, en pleine nuit, au milieu d’une plaine silencieuse et sombre Si vedevano, da entrambi i lati del binario, file di lumi bianchi e rossi, a perdita d’occhio; ma nulla di quel rumorio confuso che denunzia di lontano i luoghi abitati. Alla luce misera dell’ultima candela, spento il ritmo delle rotaie, spento ogni suono umano, attendemmo che qualcosa avvenisse. Se veían, a los dos lados de la vía, filas de luces blancas y rojas que se perdían a lo lejos; pero nada de ese rumor confuso que anuncia de lejos los lugares habitados. A la luz mísera de la última vela, extinguido el ritmo de las ruedas, extinguido todo rumor humano, esperábamos que sucediese algo. On voyait seulement, de part et d’autre de la voie, des files de points lumineux blancs et rouges, à perte de vue ; mais pas le moindre signe de cette rumeur confuse qui annonce de loin les lieux habités A la faible lueur de la dernière bougie, dans le silence qui avait succédé au bruit rythmé des rails, en l’absence de tout son humain, nous attendîmes qu’il se produisît quelque chose Accanto a me, serrata come me fra corpo e corpo, era stata per tutto il viaggio una donna. Ci conoscevamo da molti anni, e la sventura ci aveva colti insieme, ma poco sapevamo l’uno dell’altra. Ci dicemmo allora, nell’ora della decisione, cose che non si dicono fra i vivi (3l). Ci salutammo (32), e fu breve; ciascuno salutò nell’altro la vita. [26] Non avevamo più paura (33). Junto a mí había ido durante todo el viaje, aprisionada como yo entre un cuerpo y otro, una mujer. Nos conocíamos hacía muchos años y la desgracia nos había golpeado a la vez pero poco sabíamos el uno del otro. Nos contamos entonces, en aquel momento decisivo, cosas que entre vivientes no se dicen. Nos despedimos, y fue breve; los dos al hacerlo, nos despedíamos de la vida. Ya no teníamos miedo. Une femme avait passe tout le voyage à mes côtés, pressée comme moi entre un corps et un autre corps Nous nous connaissions de longue date, et le malheur nous avait frappés ensemble, mais nous ne savions pas grand-chose l’un de l’autre Nous nous dîmes alors, en cette heure [17] décisive, des choses qui ne se disent pas entre vivants. Nous nous dîmes adieu, et ce fut bref : chacun prit congé de la vie en prenant congé de l’autre. Nous n’avions plus peur. Venne a un tratto lo scioglimento. La portiera fu aperta con fragore, il buio echeggiò di ordini stranieri, e di quei barbarici latrati (34) dei tedeschi Nos soltaron de repente. Abrieron el portón con estrépito, la oscuridad resonó con órdenes extranjeras, con esos bárbaros ladridos Et brusquement ce fut le dénouement. La portière s’ouvrit avec fracas ; l’obscurité retentit d’ordres hurlés dans une langue étrangère, et de ces aboiements barbares naturels aux 10 notes 35 dar vento a una rabbia vecchia di secoli. «Dar vento» è espressione dantesca che Levi conosce assai bene, perché la ricorda, sia pure al momento sbagliato, nell’istante in cui si sforza di «saldare» il verso «non ne avevo alcuna» col finale del canto di Ulisse («la terra lacrimosa diede vento» Inf. III, 130, cfr. qui sotto, cap. «Il canto di Ulisse», nota 22). 19:45 36 come in un acquario Sugli «impressionanti traslati» di SQU, cfr. soprattutto Segre, 70 e Mengaldo, 223, che ci dice, con molti esempi efficaci, come metafora e similitudini non abbiano di regola in Levi funzione liricizzante, ma «concretizzante e conoscitiva», ancor più in direzione dell’inconscio. Giova infatti rammentare che la metafora dell’acquario, per le ragioni di simmetria di cui s’è detto, anticipa l’altro esame cui Levi sarà sottoposto in Lager, quello del dottor Pannwitz. In quell’occasione (vedi sotto, cap. «Esame di chimica», nota 14) ritornerà di nuovo l’immagine dei pesci nell’acquario. Molte metafore di SQU si fondano su immagini acquatiche («il trauma da travasamento», l’acqua torbida del Lager che non si può bere si contrappone all’acqua trasparente degli acquari e agli occhi trasparenti degli aguzzini, il mare che copre Ulisse, il ruscello che va verso il mare, nuotare contro corrente: il fatto che in Conversazioni, 62 Levi si prenda gioco degli «psicoanalisti in attesa del loro pasto», di sapere cioè «quante volte hanno usato la parola “acqua” rispettivamente Dante, Leopardi e Montale, e se questa frequenza è in correlazione con i loro traumi natali o infantili» potrebbe essere, per un freudiano ortodosso, un lapsus molto chiaro). 37 come in certe scene di sogni. L’irrealtà, l’assurdità del Lager qui per la prima volta espressa con un riferimento al sogno. 38 Ci saremmo attesi qualcosa di più apocalittico. È la ripresa di un’altra, finissima osservazione di Dostoevskij: « Ricordo chiaramente che, fin dal primo passo compiuto in questa vita, mi colpì il fatto di non aver trovato in essa, così mi parve, nulla di particolarmente impressionante, d’insolito, o, per dir meglio, d’inatteso. [...] La mia prima impressione, entrando nel carcere, fu in generale la più repellente, ma ciò nonostante - cosa strana! -mi parve che vivere nel reclusorio fosse molto più facile di quanto mi ero immaginato durante il viaggio» (Memorie, 33). Anche le successive considerazioni sui «semplici agenti d’ordine», sul loro atteggiamento «sconcertante e disarmante», sul loro modo «pacato» di chi «non fa che il suo ufficio di ogni giorno» riprendono altri modi di concepire il Male e gli aguzzini (lo si vedrà meglio nella definizione del personaggio di Alex). Nel libro su Dostoevskij di Luigi Pareyson c’è un capitolo importante che ha lo stesso titolo («La violenza inutile») di un capitolo di SES e un secondo capitolo, intitolato «Il male», dove vengono riprese queste medesime tematiche e si legge: «Il diavolo non è più Lucifero, l’angelo decaduto, meravigliosamente bello nella sua luce infernale e terribilmente sublime nel bagliore di fuoco: da Satana, splendente della luce fredda e sinistra d’astro notturno o sole nero, si è trasformato in un gentiluomo mediocre e convenzionale, visitato in modo elegante ma non impeccabile» (L. Pareyson, Dostoevshij. Filosofia, romanzo ed esperienza religiosa, Einaudi, Torino 1993, pp. 57 e 170 ss.). 39 allora né dopo. «Si ha ragione di credere che il terzo gruppo, il più numeroso di tutti, di bambini, di invalidi e di vecchi sia stato condotto direttamente alla camera a gas di Birkenau e i suoi componenti trucidati nella stessa serata» (Rapporto, 1340-1341). 40 la notte li inghiottì. È traduzione letterale della sequenza più drammatica di Les armes de la nuit di Vercors (vedi sotto, cap. «Le nostre notti», nota 7). Cito dall’ed. Le armi della notte, a cura di G. Bosco, Einaudi, Torino 1994, p. 142: «Il disparut dans les ténèbres Gomme si la nuit l’eût englouti». 41 puramente e semplicemente. Al momento dell’arrivo in Lager ha inizio l’uso continuo dell’avverbio in -mente, su cui si è soffermato Mengaldo, 175-176. 42 Oggi... sappiamo. Si noti l’uso iterativo del presente storico e il balzo temporale in avanti, verso un oggi che è quello della scrittura stessa. E si noti altresì il passaggio alla prima persona plurale comunitaria. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard quando comandano, che sembrano dar vento a una rabbia vecchia di secoli (35). Ci apparve una vasta banchina illuminata da riflettori. Poco oltre, u n a f i l a d i a u t o c a r r i . Poi tutto tacque di nuovo. Qualcuno tradusse: bisognava scendere coi bagagli, e depositare questi lungo il treno. In un momento la banchina fu brulicante di ombre: ma avevamo paura di rompere quel silenzio, tutti si affaccendavano intorno ai bagagli, si cercavano, si chiamavan l’un l’altro, ma timidamente, a mezza voce. de los alemanes cuando mandan, que parecen dar salida a una rabia secular. Vimos un vasto andén iluminado por reflectores. Un poco más allá, una fila de autocares. Luego, todo quedó de nuevo en silencio. Alguien tradujo: había que bajar con el equipaje, dejarlo junto al tren. En un momento el andén estuvo hormigueante de sombras: pero teníamos m i e d o d e romper el silencio, todos se agitaban en torno a los equipajes, se buscaban, se llamaban unos a otros, pero tímidamente, a media voz. Allemands quand ils commandent, et q u i s e m b l e n t l i b é r e r u n e h a rg n e séculaire», Nous découvrîmes un large quai, éclairé par des projecteurs. Un peu plus loin, une file de camions. Puis tout se tut à nouveau. Quelqu’un traduisit les ordres : il fallait descendre avec les bagages et les déposer le long du train. En un instant, le quai fourmillait d’ombres ; mais nous avions peur de rompre le silence, et tous s’affairaient autour des bagages, se cherchaient, s’interpellaient, mais timidement, à mi-voix. Una decina di SS stavano in disparte, l’aria indifferente, piantati a gambe larghe. A un certo momento, pene[27]trarono fra di noi, e, con voce sommessa, con visi di pietra, presero a interrogarci rapidamente, uno per uno, in cattivo italiano. Non interrogavano tutti, solo qualcuno. «Quanti anni? Sano o malato?» e in base alla risposta ci indicavano due diverse direzioni. Una decena de SS estaban a un lado, con aire indiferente, con las piernas abiertas. En determinado momento empezaron a andar entre nosotros y, en voz baja, con rostros de piedra, empezaron a interrogarnos rápidamente, uno a uno, en mal italiano. No interrogaban a todos, sólo a algunos. «¿Cuántos años? ¿sano o enfermo?» y según la respuesta nos señalaban dos direcciones diferentes. Une dizaine de SS, plantés sur leurs jambes écartées, se tenaient à d i s t a n c e , l ’ a i r i n d i ff é r e n t . A u n moment donné ils s’approchèrent, et sans élever la voix, le visage impassible, ils se mirent à interroger certains d’entre nous en les prenant à part, rapidement : «Quel âge ? En bonne santé ou malade ?» et selon la réponse, ils nous indiquaient deux directions différentes. Tutto era silenzioso come in un acquario (36) , e come in certe scene di sogni (37). Ci saremmo attesi qualcosa di più apocalittico (38): sembravano semplici agenti d’ordine. Era [28] sconcertante e Qualcuno osò dis a r m a n t e . chiedere dei bagagli: risposero «bagagli dopo»; qualche altro non voleva lasciare la moglie: dissero «dopo di nuovo insieme»; molte madri non volevano separarsi dai figli: dissero «bene bene, stare con figlio». Sempre con la pacata sicurezza di chi non fa che il suo ufficio di ogni giorno; ma Renzo indugiò un istante di troppo a salutare Francesca, che era la sua fidanzata, e allora con un solo colpo in pieno viso lo stesero a terra: era il loro ufficio di ogni giorno. Todo estaba silencioso como en un acuario, y como en algunas escenas de los sueños. Esperábamos algo más apocalíptico y aparecían unos simples guardias. Era desconcertante y desarmante. Hubo alguien que se atrevió a preguntar por las maletas: contestaron: «maletas después»; otro no quería separarse de su mujer: dijeron «después otra vez juntos»; muchas madres no querían separarse de sus hijos: dijeron «bien, bien, quedarse con hijo». Siempre con la tranquila seguridad de quien no hace más que su oficio de todos los días; pero Renzo se entretuvo un instante de más al despedirse de Francesca, que era su novia, y con un solo golpe en mitad de la cara lo tumbaron en tierra; era su oficio de cada día. Tout baignait dans un silence d’aquarium, de scène vue en rêve. Là où nous nous attendions à quelque chose de terrible, d’apocalyptique, nous trouvions, apparemment, de simples agents de police. C’était à la fois déconcertant et désarmant. Quelqu’un osa s’inquiéter des bagages : ils lui dirent «bagages, après» ; un autre ne voulait pas quitter sa femme : ils lui dirent «après, de nouveau ensemble» ; beaucoup de mères refusaient de se séparer de leurs enfants : ils leur dirent «bon, bon, rester avec enfants». Sans jamais se départir de la tranquille assurance de qui ne fait qu’accomplir son travail de tous les jours ; mais comme Renzo s’attardait un peu trop à dire adieu à Francesca, sa fiancée, d’un seul coup en pleine figure ils l'envoyèrent rouler à terre : c’était leur travail de tous les jours. In meno di dieci minuti tutti noi uomini validi fummo radunati in un gruppo. Quello che accadde degli altri, delle donne, dei bambini, dei vecchi, noi non potemmo stabilire allora né dopo (39): la notte li inghiottì (40), puramente e semplicemente (41). Oggi però sappiamo (42) che in [29] quella scelta rapida e sommaria, di ognuno di noi era stato giudicato se potesse o no lavorare utilmente per il Reich; sappiamo che nei campi rispettivamente di Buna-Monowitz e Birkenau, non entrarono, del nostro convoglio, che novantasei uomini e ventinove donne, e che di tutti gli altri, in numero di più di cinquecento, non uno era vivo due giorni più tardi. Sappiamo anche, che non sempre questo pur tenue principio di discriminazione in abili e inabili fu seguito, e che successivamente fu adottato spesso il sistema più semplice di aprire entrambe le portiere dei vagoni, senza avvertimenti né istruzioni ai nuovi arrivati. Entravano in campo quelli che il caso faceva scendere da un lato del convoglio; andavano in gas gli altri. En menos de diez minutos todos los que éramos hombres útiles estuvimos reunidos en un grupo. Lo que fue de los demás, de las mujeres, de los niños, de los viejos, no pudimos saberlo ni entonces ni después: la noche se los tragó, pura y simplement e. Hoy sabemos que con aquella selección rápida y sumaria se había decidido de todos y cada uno de nosotros si podía o no trabajar útilmente para el Reich; sabemos que en los campos de Buna-Monowitz y Birkenau no entraron, de nuestro convoy, más que noventa y siete hombres y veintinueve mujeres y que de todos los demás, que eran más de quinientos, ninguno estaba vivo dos días más tarde. Sabemos también que por tenue que fuese no siempre se siguió este sistema de discriminación entre útiles e improductivos y que más tarde se adoptó con frecuencia el sistema más simple de abrir los dos portones de los vagones, sin avisos ni instrucciones a los recién llegados. Entraban en el campo los que el azar hacía bajar por un lado del convoy; los otros iban a las cámaras de gas. En moins de dix minutes, je me trouvai faire partie du groupe des hommes valides, Ce qu’il advint des autres, [18] femmes, enfants, vieillards, il nous fut impossible alors de le savoir : la nuit les engloutit, purement et simplement. Aujourd’hui pourtant, nous savons que ce tri rapide et sommaire avait servi à juger si nous étions capables ou non de travailler utilement pour le Reich ; nous savons que les camps de Buna-Monowitz et de Birkenau n’accueillirent respectivement que quatre-vingt-seize hommes et vingt-neuf femmes de notre convoi et que deux jours plus tard il ne restait de tous les autres - plus de cinq cents - aucun survivant. Nous savons aussi que même ce semblant de critère dans la discrimination entre ceux qui étaient reconnus aptes et ceux qui ne l’étaient pas ne fut pas toujours appliqué, et qu’un système plus expéditif fut adopté par la suite : on ouvrait les portières des wagons des deux côtés en même temps, sans avertir les nouveaux venus ni leur dire ce qu’il fallait faire. Ceux que le hasard faisait descendre du bon côté entraient dans le camp ; les autres finissaient à la chambre à gaz. 11 notes 43 Così morì Emilia. Questo capoverso, con la storia di Emilia, figlia dell’ingegner Aldo Levi (di cui si ritornerà a parlare nel capitolo cruciale « Il canto di Ulisse», nota 13), venne inserito nell’ed. del 1958. È un piccolo capolavoro di brevitas, come il precedente sui Gattegno (qui tutto si esaurisce in sole dieci righe). In modo piuttosto scoperto la vicenda viene esposta secondo modalità manzoniane, sulla falsariga dell’episodio di Cecilia, poi esplicitata in SES (II, 1033-1034; sulla riconosciuta bellezza di quest’episodio manzoniano vedi anche II, 700). 44 gremito. È lo stesso aggettivo che Levi adopererà per spiegare l’affollamento di personaggi in SQU: «intricato e gremito come un termitaio» (Cromo, I, 871). 45 il degenere macchinista. Il «turpe monatto» manzoniano è il modello cui Levi qui s’ispira [Difforme, diverso dal suo genere: pochi tedeschi mostrarono solidarietà o compassione per le vittime del nazismo, e questo macchinista è dunque un’eccezione]. Ma non sarà anche un’inconscia parodia del vocabolario positivista di fine secolo (insieme a «demente», «atavismo» e altri termini consimili), della «degenerazione» di Max Nordau, autore che ebbe larghissima circolazione nella cultura torinese dell’ultimo Ottocento? 46 a tradimento. Vedi sopra, nota 15. 47 strani individui. [Si tratta di prigionieri privilegiati. Appartenevano a squadre addette allo smistamento dei bagagli dei nuovi arrivati; nonostante i severi divieti, una parte del bottino veniva rubata da queste squadre, e venduta nascostamente entro il campo e fuori. Per la loro ricchezza, erano denominate «squadre Canada»]. 48 Noi ci guardavamo. Angolature diversificate: riprende l’uso della prima persona plurale. 49 fidiamo tutti «giù». Un esempio molto chiaro del «periodare leviano», delle «prevalenti strutture paratattiche» che «obbediscono anzitutto all’esigenza di essenzialità, snellezza, rapidità» (Mengaldo, 171-172). 50 «Guai a voi anime prave». È la voce di Caronte che apostrofa le anime che si affollano sulle rive di Acheronte (Inf. III, 84). Questo tipo di citazioni dantesche esplicite, per non dire esibite, ricordano le analoghe, ricche citazioni dalla prima cantica presenti, per esempio, nelle lettere dal carcere di Massimo Mila (Argomenti strettamente famigliari. Lettere dal carcere 1935-1940, a c. di P. Soddu, intr. di C. Pavone, Einaudi, Torino 1999). Un confronto parallelo fra l’uso affine degli stessi versi, in due luoghi diversi di reclusione (carcere fascista e Lager nazista), sarebbe interessante da svolgere per capire i tempi e i modi di una trasformazione della lettura di Dante nella cultura torinese degli anni Trenta. 51 in lingua franca, sabir, nella tr. francese di SQU [La «lingua franca» era un rudimentale gergo misto di italiano, francese, greco, arabo ecc., che fin verso il 1700 veniva usato da marinai e mercanti nei porti del Mediterraneo. Qui è da intendersi come un confuso miscuglio di tedesco e d’italiano]. 52 e uno strano sollievo. Sul significato dell’ossimoro in Levi, e in particolare in SQU, ritorneremo; cfr. intanto Mengaldo, 234: «L’ossimoro è il massimo omaggio che la razionalità di Levi, naturalmente chiara e distinta, e semplificatrice, abbia reso alla complessità ardua, al caos, alla contradditorietà e all’ambivalenza, irriducibili e conturbanti, che abitano tanta parte della realtà; l’ossimoro è la figura di compromesso fra queste due forze opposte, in cui quella limpidezza insieme resiste e cede al proprio necessario oscurarsi». Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Così morì Emilia (43), che aveva tre anni; poiché ai tedeschi appariva palese la necessità storica di mettere a morte i bambini degli ebrei. Emilia, figlia dell’ingegner Aldo Levi di Milano, che era una bambina curiosa, ambiziosa, allegra e intelligente; alla quale, durante il viaggio nel vagone gremito (44), il padre e la madre erano riusciti a fare il bagno in un mastello di zinco, in acqua tiepida che il degenere macchinista (45) tedesco aveva ac[30]consentito a spillare dalla locomotiva che ci trascinava tutti alla morte. Así murió Emilia, que tenía tres años; ya que a los alemanes les parecía clara la necesidad histórica de mandar a la muerte a los niños de los judíos. Emilia, hija del ingeniero Aldo Levi de Milán, que era una niña curiosa, ambiciosa, alegre e inteligente a la cual, durante el viaje en el vagón atestado, su padre y su madre habían conseguido bañar en un cubo de zinc, en un agua tibia que el degenerado maquinista alemán había consentido en sacar de la locomotora que nos arrastraba a todos a la muerte. Ainsi mourut la petite Emilia, âgée de trois ans, tant, était évidente aux yeux des Allemands la nécessité historique de mettre à mort les enfants des juifs. Emilia, fille de l'ingénieur Aldo Levi de Milan, une enfant curieuse, ambitieuse, gaie, intelligente, à laquelle ses parents, au cours du voyage dans le wagon bondé, avaient réussi à faire prendre un bain dans une bassine de zinc, avec de l’eau tiède qu’un mécanicien allemand «dégénéré» avait consenti à prélever sur la réserve de la locomotive qui nous entraînait tous vers la mort. Scomparvero così, in un istante, a tradimento (46), le nostre donne, i nostri genitori, i nostri figli. Quasi nessuno ebbe modo di salutarli. Li vedemmo un po’ di tempo come una massa oscura all’altra estremità della banchina, poi non vedemmo più nulla. Desaparecieron así en un instante, a traición, nuestras mujeres, nuestros padres, nuestros hijos. Casi nadie pudo despedirse de ellos. Los vimos un poco de tiempo como una masa oscura en el otro extremo del andén, luego ya no vimos nada. Ainsi disparurent en un instant, par traîtrise, nos femmes, nos parents, nos enfants. Presque personne n’eut le temps de leur dire adieu. Nous les aperçûmes un moment encore, telle une masse sombre à l’autre bout du quai, puis nous ne vîmes plus rien. Emersero invece nella luce dei f a n a l i d u e d r a p p e l l i d i s t r ani individui (47). Camminavano inquadrati, per tre, con un curioso passo impacciato, il capo spenzolato in avanti e le braccia rigide. In capo avevano un buffo berrettino, ed erano vestiti di una lunga palandrana a righe, che anche di notte e di lontano si indovinava sudicia e stracciata. Descrissero un ampio cerchio attorno a noi, in modo da non avvicinarci, e , i n s i l e n z i o , s i d i e d e ro a d armeggiare coi nostri bagagli, e a salire e scendere dai vagoni vuoti. Emergieron, en su lugar, a la luz de los faroles, dos pelotones de extraños individuos. Andaban en forma c i ó n d e tres en tres, con extraño paso embarazado, la cabeza inclinada hacia adelante y los brazos rígidos. Llevaban en la cabeza una gorra cómica e iban vestidos con un largo balandrán a rayas que aun de noche y de lejos se adivinaba sucio y desgarrado. Describieron un amplio círculo alrededor de nosotros, sin acercársenos y, e n s i l e n c i o , e m p e z a r o n a afanarse con nuestros equipajes y a subir y a bajar de los vagones vacíos. A leur place surgirent alors, dans la lumière des lanternes, deux groupes d’étranges individus. Ils avançaient en rang par trois, d’un pas curieusement empêtré, la tête basse et les bras raides. Ils étaient coiffés d’un drôle de calot et vêtus d’une espèce de chemise rayée qu’on devinait crasseuse et déchirée en dépit de l’obscurité et de la distance. Ils décrivirent un large cercle de manière à ne pas trop s’approcher, et se mirent en silence à s’activer [19] autour de nos bagages, faisant le va-et-vient entre le quai et les wagons vides. Noi ci guardavamo (48) senza parola. Tutto era incomprensibile e folle, ma una cosa avevamo capito. Questa era la metamorfosi che ci attendeva. Domani anche noi saremmo diventati così. [31] Nosotros nos mirábamos sin decir palabra. Todo era incomprensible y loco, pero habíamos comprendido algo. Ésta era la metamorfosis que nos esperaba. Mañana mismo seríamos nosotros una cosa así. Nous nous regardions sans souffler mot. Tout nous semblait incompréhensible et fou, mais une chose était claire : c’était là la métamorphose qui nous attendait. Demain, nous aussi nous serions comme eux. Senza sapere come, mi trovai caricato su di un autocarro con una trentina di altri; l’autocarro partì nella notte a tutta velocità; era coperto e non si poteva vedere fuori, ma dalle scosse si capiva che la strada aveva molte curve e cunette. Eravamo senza scorta? ...buttarsi giù? Troppo tardi, troppo tardi, andiamo tutti «giù» (49). D’altronde, ci siamo presto accorti che non siamo senza scorta: è una strana scorta. È un soldato tedesco, irto darmi: non lo v e d i a m o p e rc h é è b u i o fitto, ma ne sentiamo il contatto duro ogni volta che uno scossone del veicolo ci getta tutti in mucchio a destra o a sinistra. Accende una pila tascabile, e invece di gridare «Guai a voi, anime p r a v e» ( 5 0 ) c i d o m a n d a cortesemente ad uno ad uno, in tedesco e in lingua franca (5l), se abbiamo danaro od orologi da cedergli: tanto dopo non ci servono più. Non è un comando, non è regolamento questo: si vede bene che è una piccola iniziativa privata del nostro Caronte. La cosa suscita in noi collera e riso e uno strano sollievo (52). [33] Sin saber cómo, me encontré subido a un autocar con unos treinta más; el autocar arrancó en la noche a toda velocidad; iba cubierto y no se podía ver nada afuera pero por las sacudidas se veía que la carretera tenía muchas curvas y cunetas. ¿No llevábamos escolta? ¿...tirarse afuera? Demasiado tarde, demasiado tarde, todos vamos hacia «abajo». Por otra parte, nos habíamos dado cuenta de que no íbamos sin escolta: teníamos una extraña escolta. Era un soldado alemán erizado de armas; no lo vemos porque hay una oscuridad total, pero sentimos su contacto duro cada vez que una sacudida del vehículo nos arroja a todos en un montón a la derecha o a la izquierda. Enciende una linterna de bolsillo y en lugar de gritarnos «Ay de vosotras, almas depravadas» nos pregunta cortésmente a uno por uno, en alemán y en lengua franca, si tenemos dinero o relojes para dárselos: total, no nos van a hacer falta para nada. No es una orden, esto no está en el reglamento: bien se ve que es una pequeña iniciativa privada de nuestro caronte. El asunto nos suscita cólera y risa, y una extraña sensación de alivio. Sans savoir comment, je me retrouvai dans un camion avec une trentaine d’autres. Le véhicule fila rapidement dans la nuit ; à cause de la bâche, on ne pouvait voir à l’extérieur, mais aux secousses on devinait que la route était sinueuse et accidentée. Et s’il n’y avait pas d’escorte ? Pourquoi ne pas sauter?... Trop tard, trop tard, nous sommes tous entraînés vers le fond, vers notre fin à tous. D’ailleurs nous avons tôt fait de nous apercevoir que nous n’étions pas sans escorte ; étrange escorte : c’est un soldat allemand tout bardé d’armes ; il fait trop sombre pour que nous puissions le voir, mais nous sentons son rude contact à chaque fois qu’un cahot nous jette tous en tas, à droite ou à gauche. Le voilà qui allume une lampe électrique, et au lieu de crier «gare à vous, âmes noires (1)», il nous demande poliment si nous n’avons pas de l’argent ou des montres à lui donner, puisque de toute façon nous n’en aurons plus besoin après. Ce n’est ni un ordre ni une consigne réglementaire : on voit bien que c’est une petite initiative personnelle de notre Charon. Le procédé éveille en nous la colère et le rire, et un étrange soulagement. [20] 12 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard (1) Dante, la Divine Comédie, Enfer, ch. III. (Toutes les citations de Dante sont empruntées à la traduction d’Henri Longnon, publiée dans les Classiques Garnier.) SUL FONDO 1 Che sete abbiamo! [In questo attacco di capitolo la voluta confusione dei tempi verbali esprime il tumultuoso accavallarsi di ricordi e sensazioni nell’animo dei prigionieri al loro primo contatto con la cruda realtà del campo]. 2 Wassertrinken verboten. Si noti il polisindeto che drammatizza una frase di piccoli segmenti, «spesso abrupti, di sintassi nominale» (Mengaldo, 202). 3 e noi stanchi stare in piedi. «L’espressione è modellata sul tedesco. Fu Levi stesso ad avvisarmi che in Se questo è un uomo si sarebbero potuti rintracciare dei calchi dalla lingua tedesca, in parte voluti, in parte irriflessi» (Tesio, 17). 4 Il tempo passa goccia a goccia. Una delle consuete metafore ispirate allo scorrere dell’acqua, qui da collegarsi al dolore provocato dalla sete e dall’impossibilità di bere l’acqua inquinata. En el fondo SUL FONDO LE FOND Il viaggio non durò che una ventina di minuti. Poi l’autocarro si è fermato, e si è vista una grande porta, e sopra una scritta vivamente illuminata (il suo ricordo ancora mi percuote nei sogni): ARBEIT MACHT FREI, il lavoro rende liberi. El viaje duró sólo una veintena de minutos. Luego el autocar se detuvo y vimos una gran puerta, y encima un letrero muy iluminado (cuyo recuerdo todavía me asedia en sueños): ARBEIT MACHT FREI, el trabajo nos hace libres. Le voyage ne dura qu’une vingtaine de minutes. Puis le camion s’est arrêté et nous avons vu apparaître une grande porte surmontée d’une inscription vivement éclairée (aujourd’hui encore, son souvenir me poursuit en rêve) : ARBEIT MACHT FREI, le travail rend libre. Siamo scesi, ci hanno fatti entrare in una camera vasta e nuda, debolmente riscaldata. Che sete abbiamo (1)! Il debole fruscio dell’acqua nei radiatori ci rende feroci: sono quattro giorni che non beviamo. Eppure c’è un rubinetto: sopra un cartello, che dice che è proibito bere perché l’acqua è inquinata. Sciocchezze, a me pare ovvio che il cartello è una beffa, «essi» sanno che noi moriamo di sete, e ci mettono in una camera e c’è un rubinetto, e Wassertrinken verboten (2). Io bevo, e incito i compagni a farlo; ma devo sputare, l’acqua è tiepida e dolciastra, ha odore di palude. Bajamos, n o s h a c e n e n t r a r e n una sala vasta y vacía, ligeramente templada. ¡Qué sed teníamos! El débil murmullo del a g u a e n l o s r a d i a d o r e s n o s enfurecía: hacía cuatro días que n o bebíam o s . Y h a y u n g r i f o : encima un cartel donde dice que e s t á p r o h i b i do beber porque el agua está envenenada. Estupideces, a mí me parece evidente que el cartel es una burla, «ellos» s a b e n q u e n o s morimos de sed y nos meten en una sala, y hay allí un grifo, y Wassertrinken verbotten. Yo bebo, e incito a mis compañeros a hacerlo, pero tengo que escupir, el agua está tibia y dulzona, huele a ciénaga. Nous sommes descendus, on nous a fait entrer dans une vaste pièce nue, à peine chauffée. Que nous avons soif! Le léger bruissement de l’eau dans les radiateurs nous rend fous : nous n’avons rien bu depuis quatre jours. Il y a bien un robinet, mais un écriteau accroché au-dessus dit qu’il est interdit de boire parce que l’eau est polluée. C’est de la blague, aucun doute possible, on veut se payer notre tête avec cet écriteau : «ils» savent que nous mourons de soif, et ils nous mettent dans une chambre avec un robinet, et Wassertrinken verboten. Je bois résolument et invite les autres à en faire autant ; mais il me faut recracher, l’eau est tiède, douceâtre et nauséabonde. Questo è l’inferno. Oggi, ai nostri giorni, l’inferno deve essere così, una camera grande e vuota, e noi stanchi stare in piedi (3), e c’è un rubinetto che gocciola e l’acqua non si può bere, e noi aspettiamo qualcosa di certamente terribile e non succede niente e continua a non succe[34]dere niente. Come pensare? Non si può più pensare, è come essere già morti. Qualcuno si siede per terra. Il tempo passa goccia a goccia (4). Esto es el infierno. Hoy, en nuestro tiempo, el infierno debe de ser así, una sala grande y vacía y nosotros cansados teniendo que estar en pie, y hay un grifo que gotea y el agua no se puede beber, y esperamos algo realmente terrible y no sucede nada y sigue sin suceder nada. ¿Cómo vamos a pensar? No se puede pensar ya, es como estar ya muertos. Algunos se sientan en el suelo. El tiempo trascurre gota a gota. C’est cela, l’enfer. Aujourd’hui, dans le monde actuel, l'enfer, ce doit être cela : une grande salle vide, et nous qui n’en pouvons plus d’être debout, et il y a un robinet qui goutte avec de l’eau qu’on ne peut pas boire, et nous qui attendons quelque chose qui ne peut être que terrible, et il ne se passe rien, il continue à ne rien se passer. Comment penser? On ne peut plus penser, c’est comme si on était déjà mort. Quelques-uns s’assoient par terre. Le temps passe goutte à goutte. Non siamo morti; la porta si è aperta’ ed è entrata una SS, sta fumando. Ci guarda senza fretta, chiede: - Wer kann Deutsch? Si fa avanti uno fra noi che non ho mai visto, si chiama Flesch; sarà lui il nostro interprete. La SS fa un lungo discorso pacato: l’interprete traduce. Bisogna mettersi in fila per cinque, a intervalli di due metri fra uomo e uomo; poi bisogna spogliarsi e fare un fagotto degli abiti in un certo modo, gli indumenti di lana da una parte e tutto il resto dall’altra, togliersi le scarpe ma far molta attenzione di non farcele rubare. No estamos muertos; la puerta se ha abierto y ha entrado un SS, está fumando. Nos mira sin prisa, pregunta, Wer kann Deutsch?, se adelanta de entre nosotros uno que no he visto nunca, se llama Flesch; él va a ser nuestro intérprete. El SS habla largamente, calmosamente: el intérprete traduce. Tenemos que ponernos en filas de cinco, separados dos metros uno de otro; luego tenemos que desnudarnos y hacer un hato con las ropas de una manera determinada, las cosas de lana por un lado y todo lo demás por otro, quitarnos los zapatos pero tener mucho cuidado para que no nos los roben. Nous ne sommes pas morts; la porte s’ouvre, et un SS entre, la cigarette à la bouche. Il nous examine sans se [21] presser, «Wer kann Deutsch (9)» demande-t-il, l’un de nous se désigne, quelqu’un que je n’ai jamais vu et qui s’appelle Flesch , ce sera lui notre interprète Le SS fait un long discours d’une voix calme, et l'interprète traduit . il faut se mettre en rang par cinq, à deux mètres l’un de l’autre, puis se déshabiller en faisant un paquet de ses vêtements, mais d’une certaine façon . ce qui est en lame d’un côté, le reste de l’autre, et enfin enlever ses chaussures, mais en faisant bien attention a ne pas se les faire voler Rubare da chi? perché ci dovrebbero rubare le scarpe? e i nostri documenti, il poco che abbiamo in tasca, gli orologi? Tutti guardiamo l’interprete, e l’interprete interrogò il tedesco, e il tedesco fumava e lo guardò da parte a parte come se fosse Robárnoslos ¿quién? ¿Por qué iban a querer robarnos los zapatos? ¿Y nuestros documentos, lo poco que tenemos en los bolsillos, los relojes? Todos miramos al intérprete, y el intérprete le preguntó al alemán, y el alemán fumaba y lo miró de hito en hito como si Voler par qui ? Pourquoi devrait-on nous voler nos chaussures (9) Et nos papiers, nos montres, le peu que nous avons en poche ? Nous nous tournons tous vers l’interprète Et l’interprète interrogea l’Allemand, et l’Allemand, qui fumait toujours, le traversa du regard comme s’il 13 notes 5 la porta si è aperta. «La porta» è uno dei simboli di SQU. Non si dimentichi il «Noi sostammo numerosi davanti alla loro porta» dell’episodio dei Gattegno, nel cap. precedente. Il capitolo «Sul fondo» si è aperto con la «grande porta» e la sua scritta illuminata «Arbeit macht frei»; adesso si apre una seconda porta, che dominerà la scena in questa prima sezione di accesso all’inferno di Auschwitz. Vedi anche qui sotto, note 7 e 10. 6 guardò. Si noti il brusco passaggio del tempo verbale, dal presente al passato remoto; e la ripresa, più drastica, della trasparenza dell’acquario («come se fosse stato trasparente»). 7 fuori della porta. Si osservi come, da questo momento in poi, fino al termine del capoverso, a sottolineare l’assurdità della scena, la stessa porta si apra e si chiuda tre volte. 8 e noi siamo nudi e ci copriamo il ventre con le braccia. Alla nudità biblica (Gen. 6,10), agli evidenti richiami danteschi, si aggiunga un particolare del quadro conservato a Danzica, Giudizio universale di Hans Memling, qui stilizzato: è il quadro che Levi sceglierà per la copertina di SES. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard stato trasparente, come se nessuno avesse parlato. fuese transparente, como si no hubiese dicho nada. était transparent, comme si personne n’avait parlé. Non avevo mai visto uomini anziani nudi. Il signor Bergmann portava il cinto erniario, e chiese all’interprete se doveva posarlo, e l’interprete esitò. Ma il tedesco comprese, e parlò seriamente all’interprete indicando qualcuno; abbiamo visto l’interprete trangugiare, e poi [35] ha detto: - Il maresciallo dice di deporre il cinto, e che le sarà dato quello del signor Coen -. Si vedevano le parole uscire amare dalla bocca di Flesch, quello era il modo di ridere del tedesco. Nunca habíamos visto a viejos desnudos. El señor Bergmann llevaba un cinturón de herniado y le preguntó al intérprete si tenía que quitárselo, y el intérprete se quedó dudando. Pero el alemán lo entendió y habló seriamente al intérprete señalando a algunos; vimos que el intérprete tragaba saliva, y después dijo: -El alférez dice que se quite el cinturón y que le darán el del señor Coen. Se veían las palabras salir amargamente de la boca de Flesch, era su modo de reírse del alemán. Je n’avais jamais vu de vieil homme n u M B e rg m a n n , q u i p o r t a i t u n bandage herniaire, demanda à l’interprète s’il devait l’enlever, et l’interprète hésita Mais l'Allemand comprit, et parla d’un ton grave à l’interprète en indiquant quelqu’un, alors nous avons vu l’interprète avaler sa salive, puis il a dit «L’adjudant vous demande d’ôter votre bandage, on vous donnera celui de M Coen» Ces mots-là avaient été prononcés d’un ton amer, c’était le genre d’humour qui plaisait à l'Allemand. Poi viene un altro tedesco, e dice di mettere le scarpe in un certo angolo, e noi le mettiamo, perché ormai è finito e ci sentiamo fuori del mondo e l’unica cosa è obbedire. Viene uno con la scopa e scopa via tutte le scarpe, via fuori dalla portai in un mucchio. È matto, le mescola tutte, novantasei paia, poi saranno spaiate. La porta dà all’esterno, entra un vento gelido e noi siamo nudi e c i copriamo il ventre con le b r a c c i a (8 ). I l v e n t o s b a t t e e richiude la porta; il tedesco la riapre, e sta a vedere con aria assorta come ci contorciamo per ripararci dal vento uno dietro l’altro; poi se ne va e la richiude. Luego llegó otro alemán, y dijo que pusiésemos los zapatos en una esquina, y los pusimos, porque ya no hay nada que hacer y nos sentimos fuera del mundo y lo único que nos queda es obedecer. Llega uno con una escoba y barre todos los zapatos, fuera de la puerta, en un montón. Está loco, los mezcla todos, noventa y seis pares, estarán desparejados. La puerta da al exterior, entra un viento helado y nosotros estamos desnudos, y nos cubrimos el vientre con las manos. El viento golpea y cierra la puerta; el alemán vuelve a abrirla y se queda mirando con aire absorto cómo nos contorsionamos para protegernos del viento los unos tras de los otros; luego se va y cierra. Arrive alors un autre Allemand, qui nous dit de mettre nos chaussures dans un coin, et nous obtempérons car désormais c’est fini, nous nous sentons hors du monde : il ne nous reste plus qu’à obéir Arrive un type avec un balai, qui pousse toutes les chaussures dehors, en tas II est fou, il les mélange toutes, quatre-vingt-seize paires . elles vont être dépareillées. Un vent glacial entre par la porte ouverte nous sommes nus et nous nous couvrons le ventre de nos bras Un coup de vent referme la porte l'Allemand la rouvre et reste là a regarder d’un air pénétré les contorsions que nous faisons pour nous protéger du froid les uns derrière les autres Puis il s’en va en refermant derrière lui. Adesso è il secondo atto. Entrano con violenza quattro c o n r a s o i , pennelli e tosatrici , ha nno pantaloni e giacche a righe, un numero cucito sul petto; forse sono della specie di quegli altri di stasera (stasera o ieri s e r a ? ) ; m a questi sono robusti e floridi. Noi facciamo molte domande, loro invece ci agguantano e in un momento ci troviamo rasi e tosati. Che facce goffe [gawky, clumsy] abbiamo senza capelli (9)! I quattro parlano una lingua che non sembra di [36] questo mondo, certo non è tedesco, io un poco il tedesco lo capisco. Ahora es el segundo acto. Entran violentamente cuatro con navajas de afeitar, brochas y maquinillas rapadoras, llevan pantalones y chaquetas a rayas, un número cosido sobre el pecho; tal vez son de la misma clase que aquellos otros de esta tarde (¿esta tarde o ayer por la tarde?); pero éstos están robustos y floridos. Les hacemos muchas preguntas, pero ellos nos cogen y en un momento nos encontramos pelados y rapados. ¡Qué caras de idiotas tenemos sin pelo! Los cuatro hablan una lengua que no nos parece de este mundo, es seguro que no es alemán porque yo el alemán lo entiendo un poco. Nous voici maintenant au deuxième acte Quatre hommes armés de rasoirs, de blaireaux et de tondeuses font irruption dans la pièce, ils ont des pantalons et des vestes rayés, et un numéro cousu sur la poitrine, ils sont [22] peut-être de l’espèce de ceux de ce soir (de ce soir ou d’hier soir?), mais ceux-ci sont robustes et respirent la santé Nous les assaillons de questions, mais eux nous empoignent et en un tournemain nous voilà rasés et tondus. Quelle drôle de tête on a sans cheveux ‘ Les quatre individus parlent une langue qui ne semble pas de ce monde, en tout cas, ce n’est pas de l’allemand, sinon je saisirais quelques mots. Finalmente si apre un’altra porta (10): eccoci tutti chiusi, nudi tosati e in piedi, coi piedi nell’acqua, è una sala di docce. Siamo soli, a poco a poco lo stupore si scioglie e parliamo, e tutti domandano e nessuno risponde. Se (11) siamo nudi in una sala di docce, vuol dire che faremo la doccia. Se faremo la doccia, è perché non ci ammazzano ancora. E allora perché ci fanno stare in piedi, e non ci dànno da bere, e nessuno ci spiega niente, e non abbiamo né scarpe né vestiti ma siamo tutti nudi coi piedi nell’acqua, e fa freddo ed è cinque giorni che viaggiamo e non possiamo neppure sederci. Por fin se abre otra puerta: y aquí estamos todos encerrados, desnudos, tapados, de pie, con los pies metidos en el agua, es una sala de duchas. Estamos solos, y poco a poco se nos pasa el estupor y nos ponemos a hablar, y todos preguntan y ninguno contesta. Si estamos desnudos en una sala de duchas quiere decir que vamos a ducharnos. Si vamos a ducharnos es porque no nos van a matar todavía. Y entonces por qué nos hacen estar de pie, y no nos dan de beber, y nadie nos explica nada, y no tenemos zapatos ni ropas sino que estamos desnudos con los pies metidos en el agua, y hace frío y hace cinco días que estamos viajando y ni siquiera podemos sentarnos. Finalement, une autre porte s’ouvre • nous nous retrouvons tous debout, nus et tondus, les pieds dans l’eau • c’est une salle de douches. On nous a laissés seuls, et peu à peu notre stupeur se dissipe et les langues se délient, tout le monde pose des questions et personne ne répond Si nous sommes nus dans une salle de douches, c’est qu’ils ne vont pas encore nous tuer Et alors pourquoi nous faire rester debout, sans boire, sans personne pour nous e x p l i q u e r, s a n s c h a u s s u r e s , s a n s vêtements, nus, les pieds dans l’eau, avec le froid qu’il fait et a? rés un voyage de cinq jours, et sans pouvoir nous asseoir (9) 4:12 9 senza capelli. Queste veloci parti descrittive riprendono in buona sostanza il rapporto per «Minerva medica»: «Appena giunto al Campo, il gruppo dei 95 uomini fu condotto nel padiglione delle disinfezioni dove tutti i suoi componenti furono tosto fatti spogliare e quindi sottoposti a una completa e accurata depilazione: capelli, barbe e ogni altro pelo caddero rapidamente sotto forbici rasoi e macchinette. Dopodiché, essi furono introdotti nella camera delle docce e quivi rinchiusi fino al mattino seguente. Essi, stanchi, affamati, assetati, insonnoliti, stupefatti di quanto avevano già visto e inquieti per il loro avvenire immediato, ma inquieti soprattutto, per la sorte delle persone care dalle quali erano stati repentinamente e brutalmente separati poche ore innanzi, con l’animo tormentato da oscuri e tragici presentimenti, dovettero trascorrere tutta la notte in piedi, con le estremità nell’acqua, che gocciolando dalle condutture, correva sul pavimento. Finalmente, verso le ore 6 del mattino seguente, essi furono sottoposti a una frizione generale con una soluzione di risolo e poi a una doccia calda; dopodiché vennero loro consegnati gli indumenti del Campo, per rivestire i quali furono avviati in un altro stanzone, che dovettero raggiungere dall’esterno del padiglione, uscendo nudi sulla neve e col corpo ancora bagnato per la recente doccia» (Rapporto, 13421343). La sottolineatura di quivi è nostra (per collegarla a Cases, 5). 10 un’altra porta. Vedi sopra, nota 5. 11 Se... se... se... Ritorna il «se» delle supposizioni (vedi nota 13 del capitolo precedente): «Se siamo nudi... Se faremo la doccia...». Questa congiunzione, spesso iterata, è una delle caratteristiche dello stile di Levi, vedi anche qui sotto, nota 17. 12 E le nostre donne. Si rammenti la divaricazione della poesia in epigrafe: «Considerate se questo è un uomo», «Considerate se questa è una donna». E le nostre donne? (12) L’ingegner Levi mi chiede se penso che anche le nostre donne siano così come noi in questo mo- ¿Y nuestras mujeres? El ingeniero Levi me pregunta si pienso que también nuestras mujeres estarán así como nosotros en estos mo14 Et nos femmes ? L’ingénieur Levi me demande si d’après moi les femmes sont dans la même situation que nous en ce moment, notes 13 io no. Muta l’angolatura: dal «noi» collettivo si passa all’io giudicante. Si noti anche la contraddizione che si crea tra la frase «io ho capito...» e il «non vuole capire» del cap. «Ka-Be», nota 22. 14 torcergli la bocca. Ritorna il verbo dantesco della poesia in epigrafe. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard mento, e dove sono, e se le potremo rivedere. Io rispondo che sì, [37] perché lui è sposato e ha una bambina; certo le rivedremo. Ma ormai la mia idea è che tutto questo è una grande macchina per ridere di noi e vilipenderci, e poi è chiaro che ci ucciduno, chi crede di vivere è pazzo, vuol dire che ci è cascato, lo no (13), io ho capito che presto sarà finita, forse in questa stessa camera, quando si saranno annoiati di vederci nudi, ballare da un piede all’altro e provare ogni tanto a sederci sul pavimento, ma ci sono tre dita d’acqua fredda e non ci possiamo sedere. mentos, y que dónde estarán, y si podremos volver a verlas. Le contesto que sí porque él está casado y tiene una niña; naturalmente que las veremos. Pero ahora mi idea es que todo esto es un gran montaje para reírse de nosotros y vilipendiarnos, y está claro que luego van a matarnos, quien crea que va a vivir está loco, quiero decir que se ha vuelto loco, yo no, yo me he dado cuenta de que pronto habremos terminado, tal vez en esta misma sala, cuando se hayan aburrido de vernos desnudos dando saltos primero con un pie y luego con el otro y tratando de sentarnos en el suelo de vez en cuando, pero en el suelo hay tres dedos de agua fría y no podemos sentarnos. et où elles sont, et si nous pourrons les revoir bien sûr que nous les reverrons : je le réconforte parce qu’il est marie et père d’une petite fille ; mais mon idée est faite je suis convaincu que tout cela n’est qu’une vaste mise en scène pour nous tourner en ridicule et nous humilier, après quoi, c’est clair, ils nous tueront, ceux qui s’imaginent qu’ils vont vivre sont fous à lier, ils sont tombés dans le panneau, mais moi non, moi j’ai bien compris que la fin est pour bientôt, ici même peut-être, dans cette pièce, des qu’ils se seront lassés de nous voir nus, nous dandiner d’un pied sur l'autre tout en essayant de temps en temps de nous asseoir sur le carrelage où dix centimètres d’eau froide nous en dissuadent invariablement. Andiamo in su e in giù senza costrutto, e parliamo, ciascuno parla con tutti gli altri, questo fa molto chiasso. Si apre la porta, entra un tedesco, è il maresciallo di prima; parla breve, l’interprete traduce. - Il maresciallo dice che dovete fare silenzio, perché questa non è una scuola rabbinica -. Si vedono le parole non sue, le parole cattive, torcergli la bocca (14) uscendo, come se sputasse un boccone disgustoso. Lo preghiamo di chiedergli che cosa aspettiamo, quanto tempo ancora staremo qui, delle nostre donne, tutto: ma lui dice di no, che non vuol chiedere. Questo Flesch, che si adatta molto a malincuore a tradurre in italiano frasi tedesche piene di gelo, e rifiuta di volgere in tedesco le nostre domande perché sa che è inutile, è un ebreo tedesco sulla cinquantina, che porta in viso la grossa cicatrice di una ferita riportata combattendo contro gli italiani sul Piave. È un uomo chiuso e taciturno, per il quale provo un istintivo rispetto perché sento che ha cominciato a soffrire prima di noi. Andamos de arriba abajo, sin sentido, y hablamos, cada uno de nosotros hablamos con todos los demás, hacemos un gran barullo. Se abre la puerta, entra un alemán, es el alférez de antes; habla brevemente, el intérprete lo traduce. -El alférez dice que tenéis que callaros porque esto no es una escuela rabínica. Se ve que estas palabras no suyas, estas palabras malvadas le tuercen la boca al salir, como si escupiese un bocado asqueroso. Le pedimos que le pregunte lo que estamos esperando, cuánto tiempo vamos a estar aquí, qué es de nuestras mujeres, todo: pero dice que no, que no quiere preguntárselo. Este Flesch, que se pliega de muy mala gana a traducir al italiano las gélidas frases alemanas, y no quiere traducir al alemán nuestras preguntas porque sabe que es inútil, es un judío alemán de unos cincuenta años que tiene en la cara una gran cicatriz de una herida que recibió luchando contra los italianos en el Piave, Es un hombre cerrado y taciturno por quien experimento un respeto instintivo porque noto que ha empezado a sufrir antes que nosotros. Nous arpentons la pièce de long en large, dans un grand brouhaha de conversations entrecroisées La porte s’ouvre, un Allemand entre, c’est l'adjudant de tout à l’heure , il prononce quelques mots brefs que l’interprète traduit : L’adjudant dit qu’il faut se taire, qu’on n’est pas dans une école rabbinique.» Les mots de l’Allemand, les mots odieux lui tordent la bouche quand il les prononce, comme [24] s’il recrachait une nourriture dégoûtante. Nous le pressons de demander ce que nous attendons, pour combien de temps nous en avons encore, où sont nos femmes, tout : mais lui ne veut rien demander. Ce Flesch, si réticent à traduire en italien les phrases glaciales de l’Allemand, et qui refuse de transmettre nos questions en allemand car il sait que c’est inutile, est un juif allemand d’une cinquantaine d’années, avec sur le visage une grosse cicatrice provenant d’une blessure reçue en combattant contre les Italiens sur le Piave. C’est un homme renfermé et taciturne qui m’inspire un respect instinctif car je sens qu’il a commencé à souffrir avant nous. Il tedesco se ne va, e noi adesso stiamo zitti, quantunque ci vergogniamo un poco di stare zitti. Era ancora [38] notte, ci chiedevamo se mai sarebbe venuto il giorno. Di nuovo si aprì la porta, ed entro uno vestito a righe. Era diverso dagli altri, più anziano, cogli occhiali, un viso più civile, ed era molto meno robusto. Ci parla, e parla italiano. El alemán se va y nosotros ahora estamos callados, aunque nos avergoncemos un poco de estar callados. Era aún de noche, nos preguntábamos si veríamos la luz del día. Otra vez se abrió la puerta, y entró uno vestido a rayas. Era distinto de los otros, más viejo, con lentes, una cara más civilizada, y era mucho menos robusto. Nos habló, y hablaba italiano. L’Allemand s’en va, et nous nous taisons tout en ayant un peu honte de nous taire. Il faisait encore nuit, nous nous demandions si l’aube arriverait jamais. De nouveau la porte s’ouvre, cette fois sur un uniforme rayé. L’homme est différent des autres, plus âgé et beaucoup moins corpulent, avec des lunettes et une expression plus amène. Il nous parle, et en italien. Oramai siamo stanchi di stupirci. Ci p a r e d i a s s i s t e r e a q u a l c h e dramma pazzo, di quei drammi in cui vengono sulla scena le streghe, lo Spirito Santo e il demonio. Parla italiano malamente, con un forte accento straniero. Ha fatto un lungo discorso, è molto cortese, cerca di rispondere a tutte le nostre domande. Ya estamos cansados de asombrarnos. Nos parece que estamos asistiendo a algún drama insensato, de esos dramas en los que aparecen en escena las brujas, el Espíritu Santo y el demonio. Habla italiano mal, con mucho acento extranjero. Ha hablado mucho tiempo, es muy cortés, trata de contestar todas nuestras preguntas. Désormais nous sommes à bout de surprises. Il nous semble assister à quelque drame extravagant, un de ces drames où défilent sur scène les sorcières, l'Esprit Saint et le démon. L’homme parle assez mal l'italien, avec un fort accent étranger. Il nous fait un long discours, puis s’efforce très aimablement de répondre à toutes nos questions. Noi siamo a Monowitz, vicino ad Auschwitz, in Alta Slesia: una regione abitata promiscuamente da tedeschi e polacchi. Questo campo è un campo di lavoro, in tedesco si dice Arbeitslager; tutti i prigionieri (sono circa diecimila) lavorano ad una fabbrica di gomma che si chiamala Buna, perciò il campo stesso si chiama Estamos en Monowitz, cerca de Auschwitz, en la Alta Silesia; una región habitada a la vez por alemanes y polacos. Este campo es un campo de trabajo, en alemán se dice Arbeitslager todos los prisioneros (son cerca de diez mil) trabajan en una fábrica de goma que se llama Buna, de manera que el mismo cam- Nous sommes à Monowitz, près d’Auschwitz, en Haute-Silésie : une région habitée à la fois par les Allemands et les Polonais. Ce camp est un camp de travail, en allemand Arbeitslager ; tous les prisonniers (qui sont environ dix mille) travaillent dans une usine de caoutchouc qui s’appelle la Buna, et qui a donné son nom au 15 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Buna. po se llama Buna. camp. Riceveremo scarpe e vestiti, no, non i nostri; altre scarpe, altri vestiti, come i suoi. Ora siamo nudi perché aspettiamo la doccia e la disinfezione, le quali avranno luogo subito dopo la sveglia, perché in campo non si entra se non si fa la disinfezione. Nos darán zapatos y ropa, no las nuestras: otros zapatos, otras ropas, como los suyos. Ahora estamos desnudos porque van a ducharnos y a desinfectamos, cosa que harán inmediatamente después de diana, porque en el campo no se entra si no se está desinfectado. On va nous donner d’autres chaussures et d’autres habits; non, pas les nôtres; d’autres chaussures, d’autres habits, comme les siens. Pour le moment nous sommes nus parce que nous attendons la douche et la désinfection, qui auront lieu tout de suite après le réveil, parce qu’on n’entre pas au camp si on ne passe pas à la désinfection. Certo, ci sarà da lavorare, tutti qui devono lavorare. Ma c’è lavoro e lavoro: lui, per esempio, fa il medico, è un medico ungherese che ha studiato in Italia; è il dentista del Lager. E in Lager da quattro anni (non in questo: la Buna esiste da un anno e mezzo soltanto), eppure, possiamo vederlo, sta bene, non è molto magro. Perché è in Lager? È ebreo come noi? - No, - dice lui con semplicità, - io sono un criminale. Sí, tendremos que trabajar, todos aquí tienen que trabajar. Pero hay trabajos y trabajos: él, por ejemplo, es médico, es un médico húngaro que ha estudiado en Italia, es el dentista del Lager. Está en el Lager desde hace cuatro años (no en éste, Buna sólo existe desde hace un año y medio) y, sin embargo, lo podemos ver, está bien, no está demasiado delgado. ¿Por qué está en un Lager? ¿Es judío como nosotros? -No- dice sencillamente -yo soy un criminal. Bien sûr, il faudra travailler. Ici tout le monde travaille. Mais il y a travail et travail : lui par exemple, il est médecin de profession, il est hongrois mais a fait ses études de médecine en Italie ; et maintenant c’est le dentiste du Lager. Ça fait quatre ans qu’il est au Lager [24] (pas à la Buna : la Buna n’existe que depuis un an et demi), et pourtant, comme on peut voir, il se porte bien, il n’est pas trop maigre. Pourquoi est-il au Lager? Est-ce qu’il est juif comme nous ? «Non, dit-il avec simplicité, moi je suis un criminel.» Noi gli facciamo (15) molte domande, lui qualche volta [39] ride, risponde ad alcune e non ad altre, si vede bene che evita certi argomenti. Delle donne non parla: dice che stanno bene, che presto le rivedremo, ma non dice né come né dove. Invece ci racconta altro, cose strane e folli, forse anche lui si fa gioco di noi. Forse è matto: in Lager si diventa matti. Dice che tutte le domeniche ci sono concerti e partite di calcio. Dice che chi tira bene di boxe può diventare cuoco. Dice che chi lavora bene riceve buoni-premio con cui ci si può comprare tabacco e sapone. Dice che veramente l’acqua non è potabile, e [40] che invece ogni giorno si distribuisce un surrogato di caffè, ma generalmente nessuno lo beve, perché la zuppa stessa è acquosa quanto basta per soddisfare la sete. Noi lo preghiamo di procurarci qualcosa da bere, ma lui dice che non può, che è venuto a vederci di nascosto, contro il divieto delle SS, perché noi siamo ancora da disinfettare, e deve andarsene subito; è venuto perché gli sono simpatici gli italiani, e perché, dice, «ha un po’ di cuore». Noi gli chiediamo ancora se ci sono altri italiani in campo, e lui dice che ce n’è qualcuno, pochi, non sa quanti, e subito cambia discorso. In quel mentre ha suonato una campana, e lui è subito fuggito, e ci ha lasciati attoniti e sconcertati. Qualcuno si sente rinfrancato, io no, io continuo a pensare che anche questo dentista, questo individuo incomprensibile, ha voluto divertirsi a nostre spese, e non voglio credere una parola di quanto ha detto. Le hacemos muchas preguntas, él se ríe de vez en cuando, contesta a unas y a otras no, se ve que evita ciertas cuestiones. De las mujeres no dice nada: dice que están bien, que las veremos pronto, pero no dice cómo ni dónde. En vez de eso nos cuenta otras cosas, extrañas y locas, puede que él se esté burlando también de nosotros. Puede que esté loco: en el Lager uno se vuelve loco. Dice que todos los domingos hay conciertos y partidos de fútbol, dice que quien boxea bien puede llegar a ser cocinero. Dice que quien trabaja bien gana buenos premios con los que puede comprarse tabaco y jabón. Dice que realmente el agua no es potable y que en su lugar se distribuye todos los días un sucedáneo de café, pero que generalmente nadie lo bebe porque la sopa está tan aguada que satisface la sed. Le pedimos que nos dé algo de beber y dice que no puede, que ha venido a vernos a escondidas, saltándose la prohibición de los SS porque todavía estamos sin desinfectar, y que tiene que irse en seguida; ha venido porque los italianos le son simpáticos y porque, según dice, «tiene el corazón blando». Le preguntamos entonces si hay más italianos en el campo y dice que hay algunos, pocos, no sabe cuántos, y luego súbitamente cambia de conversación. Mientras tanto ha sonado una campana y se ha ido rápidamente dejándonos atónitos y desconcertados. Hay quien se siente reanimado, pero yo no, yo sigo pensando que también este dentista, este individuo incomprensible, ha querido divertirse a costa nuestra, y no quiero creer una palabra de lo que ha dicho. Nous le harcelons de questions, lui rit de temps en temps, répond à certaines et pas à d’autres ; on voit bien qu’il évite certains sujets. Il ne parle pas des femmes : il nous dit seulement qu’elles vont bien, que nous les reverrons bientôt, mais il ne dit ni où ni comment. Par contre il nous raconte autre chose, des histoires bizarres et extravagantes, peut-être se moque-t-il de nous lui aussi. Ou peut-être qu’il est fou : au Lager on devient fou. Il dit que tous les dimanches, il y a des concerts et des matches de football. Il dit que si on est fort en boxe on peut devenir cuisinier. Il dit que si on travaille bien, on reçoit des bons primes et qu’avec ça on peut s’acheter du tabac et du savon. Il dit que c’est vrai que l’eau n’est pas potable, que par contre on a droit tous les jours à un ersatz de café mais que généralement personne n’en prend, la soupe qu’on nous donne étant suffisamment liquide pour apaiser la soif. Nous le pressons de nous procurer quelque chose à boire, mais il répond qu’il ne peut pas, qu’il est venu nous voir en cachette, que c’est interdit par les SS parce que nous ne sommes pas encore désinfectés, et qu’il doit repartir tout de suite. S’il est venu, c’est parce que les Italiens lui sont sympathiques, et aussi - ajoute-t-il parce qu’ «il a un peu de coeur». Nous lui demandons encore s’il y a d’autres Italiens au camp ; il répond qu’il y en a quelques-uns, pas beaucoup, il ne sait pas exactement, et il détourne aussitôt la conversation. A ce moment-là une cloche retentit, et il nous quitte brusquement, nous laissant effarés et interdits. Si certains se sentent réconfortés, pas moi ; je continue à penser en moi-même que ce dentiste, cet individu incompréhensible, a voulu lui aussi nous jouer un mauvais tour, et je me refuse à croire un mot de ce qu’il a dit. Alla campana, si è sentito il campo buio ridestarsi. Improvvisamente l’acqua è scaturita bollente dalle docce, cinque minuti di beatitudine; ma subito dopo irrompono quattro (forse sono i barbieri) che, bagnati e fumanti, ci cacciano con urla e spintoni nella camera attigua, che è gelida; Al sonar la campana se ha oído despertar al oscuro campo. Inesperadamente el agua ha empezado a caer, hirviendo, de las duchas, cinco minutos de beatitud; pero inmediatamente después irrumpen cuatro tipos (puede que los barberos) que, empapados y humeantes, nos echan a gritos y empellones a la sala contigua, que está helada; aquí, Au signal de la cloche, on a entendu la rumeur du camp qui s’éveille dans l’obscurité. D’un seul coup, l’eau jaillit des conduites, bouillante : cinq minutes de béatitude. Mais aussitôt après quatre hommes (les barbiers de tout à l’heure, peut-être) font irruption et, tout trempés et [25] fumants, nous poussent à grand renfort de coups et de hurlements dans la pièce glacée qui se trouve 10:20 15 Noi‘ gli facciamo... Noi... io no. Nel corso di questo paragrafo l’angolatura muta di continuo: si parte con la prima persona plurale e si chiude con un secondo, lapidario «io no, io continuo a pensare...». Si noti anche l’iterazione: quattro volte si ripete «Dice». In questi capitoli di riflessione, contrariamente ai capitoli più descrittivi dove predominano i passati remoti e prossimi, si osserva l’uso costante del presente assoluto, che può significare « il tempo del Lager», «eterno ogni mattina e a fine giornata dimenticato, annullato» oppure l’indelebilità di una scena o situazione, ma anche «la sua possibile ripetitività, dato che il mondo può sempre e in ogni momento ridiventare Auschwitz» (Segre, 69). All’uso fittissimo del presente storico sono state date anche altre interpretazioni, che tuttavia non rendono conto delle molte anomalie: il diario dei dieci giorni con cui si conclude SQU, anziché al presente è « saldamente, attestato sui tempi passati, con un unico scarto al presente, nelle due pagine finali, a più alta temperatura emotiva» (Mengaldo, 204); non è nemmeno del tutto vero che il futuro non esista in SQU: non esiste «il futuro remoto», ma del «futuro prossimo» si parla spesso e talora lo si usa (vedi, ad es., in questo stesso capitolo, nota 42), altrove Levi dirà che la parola «mai» in Lager è tradotta con «domani mattina» oppure il futuro c’è, ma equivale semplicemente ad «arrivare a primavera». Le eccezioni - come nel caso delle riflessioni morali - sono molte anche nell’uso dei tempi e mettono in forse la validità delle tre norme che sono state opportunamente indicate per spiegare la predilezione accordata al presente storico: 1) «l’influsso dell’oralità, giusta la notissima testimonianza dell’autore che la stesura del libro è stata preceduta da una serie di racconti orali»; 2) «la possibilità di articolare sottilmente i piani del racconto, che, tra l’altro, ricordiamolo, è nella sua essenza un “racconto commentato”»; 3) «l’effetto di attualizzazione e drammatizzazione dei fatti narrati, quasi un portare il lettore, sul luogo, che è connesso al valore tipicamente “astanziale” del presente storico»; quest’ultimo presente «slitta insensibilmente da storico ad acronico, o dell’eterno» (Mengaldo, 201-204). 16 notes 16 per esprimere questa offesa. Di nuovo una preterizione, una ennesima variazione sul tema dell’indicibilità, sul genere delle molte che si leggono nella terza cantica (oltre alle altre, già cit. si ricordi Par VIII, 121-122: «O quanto è corto il dire e come fioco il mio concetto»). Vedi sopra, cap. « Il viaggio», nota 17. 17 se parleremo... se ci ascoltassero... Per il continuo ricorso a periodi ipotetici, vedi sopra, nota 11. Molto è stato scritto sull’uso dei tempi verbali in SQU; quanto ai modi del verbo, il condizionale, come s’è detto, occupa uno spazio di primaria importanza paragonabile solo all’infinito presente. 15:40 18 difficilmente saremo compresi. [L forse un bene che l’estrema degradazione dell’uomo nei campi di concentramento non venga compresa appieno nel futuro prossimo o lontano: potrebbe essere il segno che una simile degradazione è scomparsa dal mondo delle cose che esistono. Ma è veramente scomparsa? In tutti i paesi?]. In questo frangente il tema dell’indicibilità, sempre desunto dal Dante della terza cantica, pare rinvigorito dal discorso di Dante a Cacciaguida: « Ho io appreso quel che s’io ridico/ a molti fia sapor di forte agrume» (Par. XVII, 116-117). Questo accorgimento stilistico può aver generato l’equivoco di un Levi testimone pacifico, che si è limitato all’annotazione, al riserbo con un’aureola di buoni sentimenti. Nulla di più falso e ingannatore; anche la pacatezza, come vedremo, viene meno in taluni frangenti. 19 Ma consideri. Oltre alla consueta avversativa in inizio frase si osservi, in questo paragrafo, il brusco passaggio, nelle due prime righe, dalla prima persona plurale («Noi sappiamo...») a quella che Segre ha definito la terza persona descrittiva, trapunta di appelli al lettore (con prolungamento all’inizio del paragrafo successivo: «Si immagini ora un uomo...») 20 ...di perdere se stesso. «Era quello il più ripugnante esempio di quanto possa avvilirsi e incanaglirsi un uomo e del grado fino a cui può uccidere in se stesso ogni senso morale, senza fatica e senza pentimento [...] Egli era un saggio di ciò a cui può arrivare il solo lato fisico dell’uomo, non frenato internamente da alcuna norma, da alcuna legalità» (Memorie, 97). annientamento nm overkill (too much stress on effort) annientamento (in senso generale) nm annihilation (general meaning) Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard qui altra gente urlante c i butta addosso non so che stracci, e ci schiaccia in mano un paio di scarpacce a suola di legno, non abbiamo tempo di comprendere e già ci troviamo all’aperto, sulla neve azzurra e gelida dell’alba, e, scalzi e nudi, con tutto il corredo in mano, dobbiamo correre fino ad un’altra baracca, a un centinaio di metri. Qui ci è concesso di vestirci. otras personas que gritan nos echan encima no sé qué andrajos y nos arrojan a las manos un par de zapatones de suela de madera; sin tiempo para entender lo que pasa nos encontramos ya al aire libre, sobre la nieve azul y helada del amanecer y, descalzos y desnudos, con el ajuar en la mano, tenemos que correr hasta otra barraca, a un centenar de metros. Aquí podemos vestirnos. à côté ; là, d’autres individus vociférants nous jettent à la volée des nippes indéfinissables et nous flanquent entre les mains une paire de godillots à semelle de bois; en moins de temps qu’il n’en faut pour comprendre, nous nous retrouvons dehors dans la neige bleue et glacée de l’aube, trousseau en main, obligés de courir nus et déchaussés jusqu’à une autre baraque, à cent mètres de là. Et là enfin, on nous permet de nous habiller. Quando abbiamo finito, ciascuno è rimasto nel suo angolo, e non abbiamo osato levare gli occhi l’uno sull’altro. Non c’è ove specchiarsi, ma il nostro aspetto ci sta dinanzi, riflesso in cento visi lividi, in cento pupazzi miserabili e sordidi. Eccoci trasformati nei fantasmi i n t r a v i s t i ieri sera. Al terminar, nos quedamos cada uno en nuestro rincón y no nos atrevemos a levantar la mirada hacia los demás. No hay donde mirarse, pero tenemos delante nuestra imagen, reflejada en cien rostros lívidos, en cien peleles miserables y sórdidos. Ya estamos transformados en los fantasmas que habíamos vislumbrado anoche. Cette opération terminée, chacun est resté dans son coin, sans oser lever les yeux sur les autres. Il n’y a pas de miroir, mais notre image est devant nous, reflétée par cent visages livides, cent pantins misérables et sordides. Nous voici transformés en ces mêmes fantômes entrevus hier au soir. Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra [41] lingua manca di parole per esprimere questa offesa (16), la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c’è, e non è pensabile. Nulla più e nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non c i ascolteranno, e se c i ascoltassero, non ci capirebbero (17). Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga. Entonces por primera vez nos damos cuenta de que nuestra lengua no tiene palabras para expresar esta ofensa, la destrucción de un hombre. En un instante, con intuición casi profética, se nos ha revelado la realidad: hemos llegado al fondo. Más bajo no puede llegarse: una condición humana más miserable no existe, y no puede imaginarse. No tenemos nada nuestro: nos han quitado las ropas, los zapatos, hasta los cabellos; si hablamos no nos escucharán, y si nos escuchasen no nos entenderían. Nos quitarán hasta el nombre: y si queremos conservarlo deberemos encontrar en nosotros la fuerza de obrar de tal manera que, detrás del nombre, algo nuestro, algo de lo que hemos sido, permanezca. Alors, pour la première fois, nous nous apercevons que notre langue manque de mots pour exprimer cette insulte la démolition d’un homme. En un instant, dans une intuition quasi prophétique, la réalité nous apparaît : nous avons touché le fond. Il est impossible d’aller plus bas : il n’existe pas, il n’est pas possible de concevoir condition humaine plus misérable que la nôtre. Plus rien ne nous appartient : ils nous ont pris nos vêtements, nos chaussures, et même nos cheveux ; si nous parlons, ils ne nous écouteront pas, et même s’ils nous écoutaient, ils ne nous comprendraient pas. Ils nous enlèveront jusqu’à notre nom : et si nous voulons le conserver, nous devrons trouver en nous la force nécessaire pour que derrière ce nom, quelque chose de nous, de ce que nous étions, subsiste. Noi sappiamo che in questo difficilmente saremo compresi (18), ed è bene che così sia. Ma consideri (19) ognu[42]no, quanto valore, quanto significato è racchiuso anche nelle più piccole nostre abitudini quotidiane, nei cento oggetti nostri che il più umile mendicante possiede: un fazzoletto, una vecchia lettera, la fotografia di una persona cara. Queste cose sono parte di noi, quasi come membra del nostro corpo; né è pensabile di venirne privati, nel nostro mondo, ché subito ne ritroveremmo altri a sostituire i vecchi, altri oggetti che sono nostri in quanto custodi e suscitatori di memorie nostre. Sabemos que es difícil que alguien pueda entenderlo, y está bien que sea así, Pero pensad cuánto valor, cuánto significado se encierra aun en las más pequeñas de nuestras costumbres cotidianas, en los cien objetos nuestros que el más humilde mendigo posee: un pañuelo, una carta vieja, la foto de una persona querida. Estas cosas son parte de nosotros, casi como miembros de nuestro cuerpo; y es impensable que nos veamos privados de ellas, en nuestro mundo, sin que inmediatamente encontremos otras que las substituyan, otros objetos que son nuestros porque custodian y suscitan nuestros recuerdos. Nous savons, en disant cela, que nous serons difficilement compris, et il est boa qu’il en soit ainsi. Mais que chacun considère en soi-même toute la valeur, toute la signification qui s’attache à la plus anodine de nos habitudes quotidiennes, aux mille petites choses qui nous appartiennent et que même le plus humble des mendiants possède : un mouchoir, une vieille lettre, la photographie d’un être cher. Ces choses-là font partie de nous presque autant que les membres de notre corps, et il n’est pas concevable en ce monde d’en être privé, qu’aussitôt nous ne trouvions à les remplacer par d’autres objets, d’autres [26] parties de nous-mêmes qui veillent sur nos souvenirs et les font revivre. Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso (20) ; tale quindi, che si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni senso di affinità umana; nel caso più fortunato, in base ad un puro giudizio di utilità. Si comprenderà allora il duplice significato del termine «Campo di annientamento», e sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere Imaginaos ahora un hombre a quien, además de a sus personas amadas, se le quiten la casa, las costumbres, las ropas, todo, literalmente todo lo que posee: será un hombre vacío, reducido al sufrimiento y a la necesidad, falto de dignidad y de juicio, porque a quien lo ha perdido todo fácilmente le sucede perderse a sí mismo; hasta tal punto que se podrá decidir sin remordimiento su vida o su muerte prescindiendo de cualquier sentimiento de afinidad humana; en el caso más afortunado, apoyándose meramente en la valoración de su utilidad. Comprenderéis ahora el doble significado del término «Campo de aniquilación», y veréis claramente lo que queremos decir Qu’on imagine maintenant un homme privé non seulement des êtres qu’il aime, mais de sa maison, de ses habitudes, de ses vêtements, de tout enfin, littéralement de tout ce qu’il possède : ce sera un homme vide, réduit à la souffrance et au besoin, dénué de tout discernement, oublieux de toute dignité : car il n’est pas rare, quand on a tout perdu, de se perdre soi-même ; ce sera un homme dont on pourra décider de la vie ou de la mort l e c o e u r l é g e r, s a n s a u c u n e considération d’ordre humain, si ce n’est, tout au plus, le critère d’utilité. On comprendra alors le double sens du terme «camp d’extermination» et ce que nous entendons par l’expression 17 notes spingere (generale) v push (thrust) spingere (a spintoni) v thrust spingere (incoraggiare) v encourage (push) spingere (motivare) v motivate spingere (stimolare) spingere (accelerare) v accelerate spingere (causare) v cause (drive) spingere (con forza) v shove spingere (forzare) v force (drive) spingere (incoraggiare) v prompt (push) spingere (incrementare) v boost (push) spingere (indurre) v drive (force) spingere (premere) v press (push) spingere (promuovere) v promote (push) spingere (promuovere) v further (push) spingere (spostare) v move 21 il numero dice tutto. Questa lunga riflessione sulla «funerea scienza dei numeri ad Auschwitz», con altre che si leggeranno nei successivi capitoli sugli italiani («i centosettantaquattromila») genera a distanza un ricamo, in un racconto di VF, A fin di bene (I, 639) ripreso anche nella Lettera 1987 premessa alla nuova ed. del libro (I, 572) che contiene un curioso scherzo dell’inconscio di Levi «archeologo di se stesso»: «Dopo alcune esitazioni la Sip ha assegnato un numero telefonico che è l’esatto anagramma del mio di Torino», tardiva glossa alla lezione del Lager: «Ai vecchi del campo il numero dice tutto». 22 puoi far credere... gli puoi vendere. Ennesimo spostamento del punto di vista: entra in scena adesso la seconda persona rivolta a un se stesso generalizzato. 23 Se è vero... se è possibile. Vedi sopra, nota 11. 19:46 24 in chiave grottesca e sarcastica. « Il passaggio alla tragedia permanente avviene attraverso la soglia del grottesco, che Levi definisce subito, con i commentatori danteschi, “antinferno”» (Segre, 67). Il paragrafo che inizia con «D’altronde» dà inizio a una sezione aggiunta nel ‘S8 che si chiude con la cit. da Memorie. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard con questa frase: giacere sul fondo. con esta frase: yacer en el fondo. «toucher le fond». Häftling: ho imparato che io sono uno Häftling. Il mio nome è 174517; siamo stati battezzati, porteremo finché vivremo il marchio tatuato sul braccio sinistro. [43] Häftling: me he enterado de que soy un Häftling. Me llamo 174517; nos h a n b a u t i z a d o , l l e v a r e m o s mientras vivamos esta lacra tatuada en el brazo izquierdo. Hâftling : j’ai appris que je suis un Häftling. Mon nom est 174517 ; nous avons été baptisés et aussi longtemps que nous vivrons nous porterons cette marque tatouée sur le bras gauche. L’operazione è stata lievemente dolorosa, e straordinariamente rapida: ci hanno messi tutti in fila, e ad uno ad uno, secondo l’ordine alfabetico dei nostri nomi, siamo passati davanti a un abile funzionario munito di una specie di punteruolo dall’ago cortissimo. Pare che questa sia l’iniziazione vera e propria: solo «mostrando il numero» si riceve il pane e la zuppa. Sono occorsi vari giorni, e non pochi schiaffi e pugni, perché ci abituassimo a mostrare il numero prontamente, in modo da non intralciare le quotidiane operazioni annonarie di distribuzione; ci son voluti settimane e mesi perché ne apprendessimo il suono in lingua tedesca. E per molti giorni, quando l’abitudine dei giorni liberi mi spinge a cerc a r e l’ora sull’orologio a polso, mi appare invece ironicamente il mio nuovo nome, il numero trapunto in segni azzurrognoli sotto l’epidermide. La operación ha sido ligeramente dolorosa y extraordinariamente rápida: nos han puesto en fila a todos y, uno por uno, siguiendo el orden alfabético de nuestros nombres, hemos ido pasando por delante de un hábil funcionario provisto de una especie de punzón de aguja muy corta. Parece que ésta ha sido la iniciación real y verdadera: sólo «si enseñas el número» te dan el pan y la sopa. Hemos necesitado varios días y no pocos bofetones y puñetazos para que nos acostumbrásemos a enseñar el número diligentemente, de manera que no entorpeciésemos las operaciones cotidianas de abastecimiento; hemos necesitado semanas y meses para aprender a entenderlo en alemán. Y durante muchos días, cuando la costumbre de mis días de libertad me ha he c h o i r a m i r a r l a h o r a en el reloj de pulsera h e v i s t o irónicamente mi nombre nuevo, el número punteado en signos azulosos bajo la epidermis. L’ o p é r a t i o n a é t é a s s e z p e u douloureuse et extrêmement rapide : on nous a fait mettre en rang par ordre alphabétique, puis on nous a fait défiler un par un devant un habile fonctionnaire muni d’une sorte de poinçon à aiguille courte. Il semble bien que ce soit là une véritable initiation : ce n’est qu’ «en montrant le numéro» qu’on a droit au pain et à la soupe. Il nous a fallu bien des jours et bon nombre de gifles et de coups de poing pour nous habituer à montrer rapidement notre numéro afin de ne pas ralentir les opérations de distribution des vivres ; il nous a fallu des semaines et des mois pour en reconnaître le son en allemand. Et pendant plusieurs jours, lorsqu’un vieux réflexe me pousse à regarder l’heure à mon poignet, une ironique substitution m’y fait trouver mon nouveau nom, ce numéro gravé sous la peau en signes bleuâtres. Solo molto più tardi, e a poco a poco, alcuni di noi hanno poi imparato qualcosa della funerea scienza dei numeri di Auschwitz, in cui si compendiano le tappe della distruzione dell’ebraismo d’Europa. Ai vecchi del campo, il numero dice tutto (2l): l’epoca di ingresso al campo, il convoglio di cui si faceva parte, e di conseguenza la nazionalità. Ognuno tratterà con rispetto i numeri dal 30.000 all’80.000: non sono più che qualche centinaio, e contrassegnano i pochi superstiti dei ghetti [44] polacchi. Conviene aprire bene gli occhi quando si entra in relazioni commerciali con un 116.000 o 117.000: sono ridotti ormai a un a quarantina, ma si tratta dei greci di Salonicco, non bisogna lasciarsi mettere nel sacco. Quanto ai numeri grossi, essi comportano una nota di essenziale comicità, come avviene per i termini «matricola» o «coscritto» nella vita normale: il grosso numero tipico è un individuo panciuto, docile e scemo, a cui puoi far credere (22) che all’infermeria distribuiscono scarpe di cuoio per individui dai piedi delicati, e convincerlo a corrervi e a lasciarti la sua gamella di zuppa «in custodia»; gli puoi vendere un cucchiaio per tre razioni di pane; lo puoi mandare dal più feroce dei Kapos, a chiedergli (è successo a me!) se è vero che il suo è il Kartoffelschälkommando, il Kommando Pelatura Patate, e se è possibile (23) esservi arruolati. Sólo mucho más tarde, y poco a poco, algunos de nosotros hemos aprendido algo de la fúnebre ciencia de los números de Auschwitz, en la que se compendian las etapas de la destrucción del judaísmo en Europa. A los veteranos en el campo el número se lo dice todo: la época de ingreso en él, el convoy del que formaban parte y, por consiguiente, la nacionalidad. Cualquiera tratará con respeto a los números del 30 000 al 80 000: ya no quedan más que algunos centenares, y marcan a los pocos supervivientes de los ghettos polacos. Hace falta tener los ojos bien abiertos cuando se entra en relaciones comerciales con un 116 000 o 117 000: han quedado reducidos a una cuarentena, pero se trata de los griegos de Salónica, no hay que dejarse embaucar. En cuanto a los números altos tienen una nota de comicidad esencial, como sucede con los términos «matrícula» y «conscripto» en la vida normal: el número alto típico es un individuo panzudo, dócil y memo a quien puedes hacerle creer que en la enfermería distribuyen zapatos de cuero para los individuos de pies delicados, y convencerle de que se vaya corriendo hasta allí y te deje su escudilla de sopa «para que se la guardes»; puedes venderle una cuchara por tres raciones de pan; puedes mandarle al más feroz de los Kapos, a preguntarle (¡y me ha sucedido a mí!) si es verdad que el suyo es el Kartoffelschalenkommando, el Kommando de Pelar Patatas, y si puede enrolarse en él. Ce n’est que beaucoup plus tard que certains d’entre nous se sont peu à peu familiarisés avec la funèbre science des numéros d’Auschwitz, qui résument à eux seuls les étapes de la destruction de l’hébraïsme en Europe. Pour les anciens du camp, le numéro dit tout : la date d’arrivée au camp, le convoi dont on faisait partie, la nationalité. On traitera toujours avec respect un numéro compris entre [27] 30000 et 80000 : il n’en reste que quelques centaines, qui désignent les rares survivants des ghettos polonais. De même, il s’agit d’ouvrir l’oeil si on doit entrer en affaires avec un 116000 ou un 117000 : ils ne sont plus qu’une quarantaine désormais, mais ce sont des Grecs de Salonique, et ils ont plus d’un tour dans leur sac Quant aux gros numéros, il s’y attache une note essentiellement comique, comme aux termes de «bleus» ou de «conscrits» dans la vie courante : le gros numéro par excellence est un individu bedonnant, docile et mais, à qui vous pouvez faire croire qu’a l'infirmerie on distribue des chaussures en cuir pour pieds sensibles, et qui est capable sur votre instigation d’y courir séance tenante en vous laissant sa gamelle de soupe «a garder» , vous pouvez lui vendre une cuillère pour trois rations de pain, vous pouvez même l'envoyer demander (comme cela m’est arrivé ‘) au Kapo le plus féroce du camp si c’est bien lui qui commande le Kartoffelschalkommando, le Kommando d’Épluchage de Patates, et s’il est possible de s’y faire enrôler. D’altronde, l’intero processo di inserimento in questo ordine per noi nuovo avviene in chiave grottesca e sarcastica (24). Finita l’operazione di Por otra parte, todo nuestro proceso de inserción en este orden nuevo sucede en clave grotesca y sarcástica. Terminada la operación de tatua- C’ e s t d’ailleurs tout le processus d’intégration dans cet univers nouveau, qui nous apparaît sous un jour grotesque et dérisoire L’opération de tatouage 18 notes 25 Poi la porta si è aperta. Vedi sopra, nota 5. Si noti la simmetria: la sezione si chiuderà con la più simbolica delle porte letterarie di SQU: la soglia della «casa dei morti». 26 a che scopo perdere tempo con noi? L’antinferno di SQU, oltre ai connotati grotteschi, preannuncia la domanda cruciale del capoverso successivo: perché l’assurdo? Warum? (e relativa risposta dell’anonimo personaggio: Hier ist kein warum). (1) En français dans le texte original, comme le sont également les autres phrases et les autres mots qui figurent en italique dans ce récit (2) Dante, la Divine Comédie, Enfer, en XXI Le Saint Voult était un antique crucifix byzantin qu’on vénérait a Lucques en Toscane et qu’on y montrait en procession Quant au Serque - en italien il Serchw -, c’est une rivière proche de Lucques dans les eaux de laquelle les habitants de cette ville avaient coutume de se baigner Ce que laissent entendre les deux vers cités ci-dessus, et hurlés par les démons à (intention d un damné lucquois, c’est que c’en est bien fini pour lui de sa vie d’autrefois II est clair que cela vaut également pour les déportes du Lager. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard tatuaggio, ci hanno chiusi in una baracca dove non c’è nessuno. Le cuccette sono rifatte, ma ci hanno severamente proibito di toccarle e di sedervi sopra: così ci aggiriamo senza scopo per metà della giornata nel breve spazio disponibile, ancora tormentati dalla sete furiosa del viaggio. Poi la porta si è [45] aperta (25), ed è entrato un ragazzo dal vestito a righe, dall’aria abbastanza civile, piccolo, magro e biondo. Questo parla francese, e gli siamo addosso in molti, tempestandolo di tutte le domande che finora ci siamo rivolti l’un l’altro inutilmente. je nos han encerrado en una barraca donde no hay nadie. Las literas están hechas, pero nos han prohibido severamente tocarlas o sentarnos encima: así, damos vueltas sin sentido durante medio día por el breve espacio disponible, todavía atormentados por la sed furiosa del viaje. Después se ha abierto la puerta, y ha entrado un muchacho de traje a rayas, con aire bastante educado, bajo, delgado y rubio. Habla francés y muchos nos echamos encima agobiándolo con todas las preguntas que hasta ahora nos hemos hecho inútilmente los unos a los otros. achevée, on nous a enfermés dans une baraque ou on nous a laissés seuls. Les couchettes sont faites, mais on nous a formellement interdit d’y toucher et de nous asseoir dessus : nous passons donc la demi-journée à tourner en rond dans le peu d’espace disponible, toujours tenaillés par la soif. Puis la porte s’ouvre, un garçon en costume rayé entre, petit, maigre, blond, l’air plutôt poli II parle français; nous nous précipitons sur lui à plusieurs, le submergeant de toutes les questions que nous nous sommes j u s q u e - l à v a i n e m e n t posées entre nous Ma non parla volentieri: nessuno qui parla volentieri. Siamo nuovi, non abbiamo niente e non sappiamo niente; a che scopo perdere tempo c o n n o i ? ( 2 6 ) Ci s p i e g a d i malavoglia che tutti gli altri sono fuori a lavorare, e torneranno a sera. Lui è uscito stamane dall’infermeria, per oggi è esente dal lavoro. Io gli ho chiesto (con un’ingenuità che solo pochi giorni dopo già doveva parermi favolosa) se ci avrebbero restituito almeno gli spazzolini da denti; lui non ha riso, ma col viso atteggiato a intenso disprezzo mi ha gettato: Vous n’êtes pas à la maison -. Ed è questo il ritornello che da tutti ci sentiamo ripetere: non siete più a casa, questo non è un sanatorio, di qui non si esce che per il Camino (cosa vorrà dire? lo impareremo bene più tardi). Pero no habla de buena gana: nadie aquí habla verdaderamente de buena gana. Somos nuevos, no tenemos nada y no sabemos nada; ¿para qué perder el tiempo con nosotros? Nos explica de mala gana que todos los demás están fuera trabajando, y que volverán por la noche. El ha salido de la enfermería esta mañana, por hoy está dispensado del trabajo. Yo le pregunto (con una ingenuidad que sólo pocos días más tarde me parecería fabulosa) si nos iban a devolver por lo menos los cepillos de dientes; no se rió, sino que, con expresión llena de intenso desprecio, me contestó, Vous n’êtes pas à la maison. Y éste es el estribillo que todos nos repiten: no estáis ya en vuestra casa, esto no es un sanatorio, de aquí sólo se sale por la Chimenea (¿qué quería decir?, lo aprenderíamos más tarde). Mais il n’a pas envie de parler ; ici, personne ne parle volontiers Nous sommes nouveaux, nous n’avons rien et nous ne savons rien, à quoi bon perdre son temps avec nous (9) II nous explique de mauvaise grâce que tous les autres sont au travail et qu’ils rentreront le soir. Lui, il est sorti ce matin de l’infirmerie, et pour aujourd’hui on fa dispense de travail Je lui ai alors demandé (avec une naïveté qui devait me paraître inouïe dès les jours suivants) [28] si on nous rendrait au moins nos brosses à dents ; et lui, sans rire, m’a lancé avec un air de profond mépris: «Vous n’êtes pas à la maison (1)» C’est le refrain que nous nous entendons répéter de partout . vous n’êtes plus chez vous; ce n’est pas un sanatorium, ici, d’ici, on n’en sort que par la cheminée (le sens de ces paroles, nous ne devions que trop bien le comprendre par la suite) E infatti: spinto dalla sete, ho adocchiato, fuori di una finestra, un bel ghiacciolo a portata di mano. Ho aperto la finestra, ho staccato il ghiacciolo, ma subito si è fatto avanti uno grande e grosso che si aggirava là fuori, e m e l o h a s t r ap p at o b r u t a l m e n t e.- Warum? - gli ho chiesto nel mio povero tedesco. - Hier ist kein warum, - (qui non c’è perché), mi ha risposto, ricacciandomi dentro con uno spintone. Y precisamente: empujado por la sed le he echado la vista encima a un gran carámbano que había por fuera de una ventana al alcance de la mano. Abrí la ventana, arranqué el carámbano, pero inmediatamente se ha acercado un tipo alto y gordo que estaba dando vueltas afuera y me lo ha arrancado brutalmente. - Wa r u m? - l e p r e g u n t é e n m i pobre alemán. -Hier ist kein warum (aquí no hay ningún porqué) -me ha contestado, echándome dentro de un empujón. Et justement, poussé par la soif, j’avise un beau glaçon sur l’appui extérieur d’une fenêtre J’ouvre, et je n’ai pas plus tôt détaché le glaçon, qu’un grand et gros gaillard qui faisait les cent pas dehors vient à moi et me l'arrache brutalement. «Wa r u m ? » d i s - j e d a n s mon allemand hésitant. «Hier ist kein warum» (ici il n’y a pas de pourquoi), me répond-il en me repoussant rudement à l’intérieur. La spiegazione è ripugnante ma semplice: in questo luogo è proibito tutto, non già per riposte ragioni, ma [46] perché a tale scopo il campo è stato creato. Se vorremo viverci, bisognerà capirlo presto e bene: La explicación es sencilla, aunque revuelva el estómago: en este lugar está prohibido todo, no por ninguna razón oculta sino porque el campo se ha creado para ese propósito. Si queremos seguir viviendo tenemos que aprenderlo rápidamente: L’ e x p l i c a t i o n e s t m o n s t r u e u s e , mais simple en ce heu, tout est i n t e r d i t , non certes pour des raisons inconnues, mais bien parce que c’est là précisément toute la raison d’être du Lager. Si nous voulons y vivre, il nous faudra le comprendre, et vite. ... Qui non ha luogo il Santo Volto, qui si nuota altrimenti che nel Serchio! (27) «El Santo Rostro no se halla aquí expuesto ni esto es baño en el Serquio»... .. Ici, le Saint-Voult ne se montre, Ici, l’on nage autrement qu’en ton Serque (2) Ora dopo ora, questa prima lunghissima giornata di antinferno volge al termine. Mentre il sole tramonta in un vortice di truci nubi sanguigne (28), ci fanno finalmente uscire dalla baracca. Ci daranno da bere? No, ci mettono ancora una volta in fila, ci conducono in un vasto piazzale che occupa il centro del campo, e ci dispongono meticolosamente inquadrati. Poi non accade più nulla per un altra ora: sembra che si aspetti qualcuno. Una hora tras otra, esta primera jornada larguísima del anteinfierno llega a su fin. Mientras se pone el sol en un vértice de feroces nubes sanguinolentas, nos hacen por fin salir del barracón. ¿Van a darnos de beber? No, vuelven a ponernos en fila, nos llevan a una vasta explanada que ocupa el centro del campo y nos colocan meticulosamente en formación. Luego, de nuevo pasa otra hora sin que ocurra nada: parece que estamos esperando a alguien. Heure après heure, cette première et interminable journée, prélude à l’enfer qui nous attend, touche à sa fin Tandis que le soleil se couche dans un sinistre amoncellement de nuages sanglants, on nous fait finalement sortir de la baraque. Vont-ils nous donner à boire? Non, ils nous font mettre en rang une fois de plus, nous conduisent sur une vaste place qui occupe le centre du camp et nous y disposent en formation carrée. Après quoi, plus rien pendant une heure. Il semble qu’on attende quelqu’un [29]. 27 Secchio Inf. XXI, 48-49. 28 truci nubi sanguigne. Anche nella definizione del paesaggio, degli esterni, vale il modello del realismo dantesco. La figura umana, in SQU, sovrasta il paesaggio, male diverse sezioni possiedono comunque un loro orizzonte, per quanto fisso, identico a se stesso nel suo grigiore buio, dentro il quale si muovono i personaggi. Il paesaggio è dato, di norma, dal contrasto nuvole-sole, equivalente meteorologico della dialettica chiaro-scuro. Vedi anche sotto, cap. « Ka-Be», nota 1. I vari fenomeni atmosferici, come in Dante, hanno sempre un corrispondente simbolico: l’assenza di luce, lo spirare del vento, la neve e il gelo. L’immagine paesaggistica dominante è quella di una terra ostile, «vaste aree incolte, sordide e sterili», si leggerà più avanti, immagini-simbolo dell’indifferenza della natura rispetto alle sofferenze umane. 19 notes 29 Rosamunda. SQU è un libro generativo, Levi non ha mai smesso di ritornare su episodi singoli, personaggi e momenti che con il trascorrere degli anni tendono ad essere assunti come metafore più intense. Sul significato della musica in Lager, e in particolare di questa canzone, si veda Conversazioni, 9-10: «Quando sono stato deportato ad Auschwitz, lo sbarco in questo universo spaventoso e ignoto del Lager è stato accompagnato da marce, da motivetti musicali suonati dall’orchestra di Auschwitz. Non sapevamo allora che l’orchestra suonava tutte le mattine e tutte le sere, quando partivano e ritornavano le squadre del lavoro. E quindi era del tutto incomprensibile come su questo scenario tragico, un tramonto sanguigno, il gelo di un paese per noi sconosciuto, gli ordini urlati in lingue che non sapevamo che lingue fossero, erano ordini urlati in polacco o in tedesco da caserma, fosse accompagnato, fra gli altri, da questo motivo, Rosamunda, che a noi era noto; in Italia lo si cantava, era una canzone da balera, lo si ballava; ed era veramente un effetto, quello che si chiama estraniamento, di alienazione: il non capire più, non capire perché l’ingresso, il varcare le porte degli Inferi fosse accompagnato da un ballabile». Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Una fanfara incomincia a suonare, accanto alla porta del campo: suona Rosamunda (29), la ben nota canzonetta [47] sentimentale, e questo ci appare talmente strano che ci guardiamo l’un l’altro sogghignando; nasce in noi un’ombra di sollievo , forse tutte questecerimonienon costituiscono che una colossale buffonata di gusto teutonico. Mala fanfara, finita Rosamunda, continua a suonare altre marce, una dopo l’altra, ed ecco apparire i drappelli dei nostri compagni, che ritornano dal lavoro. Camminano in colonna per cinque: camminano con un ’ a n d a t u r a s t r a n a , i n n a t u r a l e , dura, come fantocci rigidi fatti solo di ossa: ma camminano seguendo scrupolosamente il tempo della fanfara. Una banda empieza a tocar junto a la puerta del campo: toca Rosamunda, la famosa canción sentimental, y nos parece tan extraño que nos miramos sonriendo burlonamente; surge en nosotros un a mago de alivio, puede que todas estas ceremonias no sean más que una payasada colosal al gusto germánico. Pero la banda, al terminar Rosamunda, sigue tocando otras marchas, una tras otra, y he aquí que aparecen los pelotones de nuestros compañeros que vuelven del trabajo. Vienen en columnas de cinco: t i e n e n u n m o d o d e a n d a r e x t r a ño, in humano, duro, como f a n toches rígidos que sólo tuviesen huesos: pero andan marcando escrupulosamente el tiempo de la música. Près de l’entrée, une fanfare commence à jouer : elle joue Rosamunda, la chansonnette sentimentale du moment, et cela nous semble tellement absurde que nous nous regardons entre nous en riant nerveusement; nous nous sentons comme soulagés, tout ce rituel n’est peut-être qu’une énorme farce dans le goût teutonique. Mais aussitôt après Rosamunda, la fanfare attaque des marches, les unes après les autres, et voici qu’apparaissent les bataillons de camarades qui rentrent du travail. Ils avancent en rang par cinq : leur démarche est bizarre, contractée, rigide, on dirait des bonshommes de bois ; mais ils suivent scrupuleusement le rythme de la fanfare. Anche loro si dispongono come noi, secondo un ordine minuzioso, nella vasta piazza; quando l’ultimo drappello è rientrato, ci contano e ci ricontano per più di un’ora, avvengono lunghi controlli che sembrano tutti fare capo a un tale vestito a righe, il quale ne rende conto a un gruppetto di SS in pieno assetto di guerra. También, como nosotros, se colocan en orden minucioso en la vasta explanada; cuando ha entrado el último pelotón nos cuentan y vuelven a contar; durante más de una hora se llevan a cabo largas revisiones que parecen dirigidas por un tipo vestido a rayas que responde a un grupito de SS formado en ____ orden de combate. A leur tour ils se rangent sur la grande place, selon un ordre rigoureusement établi. Le dernier bataillon arrivé, on nous compte et nous recompte, des contrôles minutieux sont effectués sous les ordres, semble-t-il, d’un individu en costume rayé, qui en réfère ensuite à un petit groupe de SS en tenue de campagne. Finalmente (è ormai buio, ma il campo è fortemente illuminato da fanali e riflettori) si sente gridare «Absperre!», al che tutte le squadre si disfano in un viavai confuso e turbolento. Adesso non camminano più rigidi e impettiti come prima: ciascuno si trascina con sforzo evidente. Noto che tutti portano in mano o appesa alla cintura una scodella di lamiera grande quasi come un catino. Por fin (ya es de noche pero el campo está vivamente iluminado por faroles y reflectores) se oye gritar «Absperre» y las formaciones se deshacen en un enjambre confuso y turbulento. Ahora andan ya rígidos y embarazados como antes: todos se arrastran con evidente esfuerzo. Advierto que t o d o s l l e v a n e n l a mano o colgando de la cintura una escudilla de hojalata tan grande como una palangana. Finalement (il fait nuit maintenant, mais le camp est vivement éclairé par des projecteurs et de grosses lanternes) on entend crier «Absperre !», et en un instant les équipes s’éparpillent en tous sens dans la confusion et le brouhaha. Mais maintenant plus personne n’a le pas raide et le torse bombé comme tout à l’heure, chacun se traîne avec un effort manifeste. Je remarque que tous portent à la main ou à la ceinture une écuelle en fer-blanc à peu près aussi grande qu’une bassine. Anche noi nuovi arrivati ci aggiriamo tra la folla, alla ricerca di una voce, di un viso amico, di una guida (30). [48] Contro la parete di legno di una baracca stanno seduti a terra due ragazzi: sembrano giovanissimi, sui sedici anni al massimo, tutti e due hanno il viso e le mani sporche di fuliggine. Uno dei due, mentre passiamo, mi chiama, e mi pone in tedesco alcune domande che non capisco; poi mi chiede da dove veniamo. También los recién llegados damos vueltas entre la multitud en busca de una voz, de un rostro amigo, de un guía. Contra las paredes de madera de un barracón están apoyados, sentados en el suelo, dos muchachos: parecen jovencísimos, de unos diez y seis años como mucho, los dos tienen la cara y las manos sucias de hollín. Uno de los dos, mientras pasamos, me llama y me pregunta en alemán algunas cosas que no entiendo; luego me pregunta de dónde venimos. Nous aussi, les nouveaux venus, nous nous mêlons à la foule à la recherche d’une voix, d’un visage ami, d’un guide. Appuyés au mur en bois d’une baraque, j’aperçois deux garçons assis par terre. Ils paraissent très jeunes, seize ans au maximum, leurs mains et leur visage sont c o u v e r t s d e s u i e . L’ u n d ’ e u x m’appelle au passage et me pose en allemand des questions que je ne comprends pas ; puis il me demande d’où nous venons. - Italien, - rispondo; vorrei domandargli molte cose, ma il mio frasario tedesco è limitatissimo. -Italien -le contesto; querría preguntarle muchas otras cosas, pero mi vocabulario alemán es limitadísimo. «Italien», dis-je. J’aurais des tas de choses à lui demander, mais mes possibilités en allemand sont limitées. 24:40 30. una guida Si pone qui, in modo appartato ma convinto, il bisogno di una guida nell’Inferno del Lager, ossia, a essere chiari, il problema dell’assenza di Virgilio. Levi ne avverte la necessità, una necessità quasi fisica: cercherà un sostegno spirituale, «una guida», nelle persone che incontra e che ancora conservano un briciolo di umanità. A modo loro i Virgilio di SQU possono essere «i vecchi del campo ai quali il numero dice tutto», gli anziani come l’ingegner Aldo Levi padre di Emilia, i personaggi positivi che «hanno un po’ di cuore» o gli uomini «chiusi e taciturni» come l’interprete Flesch perché hanno cominciato a soffrire prima degli altri. I personaggi positivi, che tendono a occupare il posto che nella Commedia ha Virgilio, di norma (ma con eccezioni) perforano le sezioni e attraversano più capitoli. - Sei ebreo? - gli chiedo. -¿Eres judío? -le pregunto. - Tu es juif? - Sì, ebreo polacco. -Sí, judío polaco. - Oui, juif polonais. - Da quanto sei in Lager? -¿Desde cuándo estás en el Lager? - Depuis combien de temps es-tu au Lager? - Tre anni, - e leva tre dita. D e v e essere entrato bambino, penso con orrore; d’altronde, questo significa che almeno qualcuno qui può vivere. -Tres años -y me muestra tres dedos. Debe de haber entrado siendo un niño, pienso con horror; por otra parte, esto significa que por lo menos alguien puede vivir aquí. - Qual è il tuo lavoro? -¿En qué trabajas? 20 - Trois ans. Et il lève trois doigts. Je me dis avec horreur qu’il a dû y [30] entrer encore enfant ; par ailleurs, c’est signe qu’il y a quand même des gens qui réussissent à vivre ici. - Quel est ton travail ? notes 31 riguarda il futuro lontano. Prima di una lunga serie di indicazioni temporali sul futuro in Lager: come si vedrà meglio in seguito il «futuro lontano» (o remoto) non esiste; esiste invece ü «futuro prossimo» ; vedi qui sotto, nota 42. 32 Dove tua madre? Negli incontri di Levi con le figure più rappresentative scatta sempre, immediatamente, la memoria della figura materna. Levi biografo di sé, il Levi dei racconti, dei saggi e, soprattutto di SP, è prodigo d’informazioni sulla figura del Padre, quanto parco d’informazioni nei confronti della Madre. L’Inferno di Auschwitz è invece l’oscura regione delle Madri. Con Pikolo, cap. « Il canto di Ulisse» accadrà lo stesso, nota 8. E così, alla fine di SQU, vedi anche cap. «Storia di dieci giorni», nota 23. 33 Ebrea in Italia? Fa qui capolino un motivo che diventerà importante nei successivi capitoli e che riguarda il Levi storico: la questione degli ebrei in Italia tornerà ad appassionarlo, la difficoltà di spiegare ai compagni di prigionia il fatto stesso che esistano ebrei in Italia diventerà un filo sottile che lega quest’opera alle successive; ha qui origine la « curiosa funzione di transfert» che è stata osservata (Cases, 19) in margine a SNOQ, dove si esprime «la meraviglia dell’ebreo occidentale di fronte al fenomeno dell’ebraismo orientale», ma anche, nel finale, la proiezione di tale meraviglia nei partigiani ebrei polacchi (come è Schlome) che approdano in Italia e scoprono l’esistenza di loro correligionari, i quali «ad onta delle persecuzioni continuano ad essere perfettamente integrati nel tessuto economico, sociale e culturale dell’ambiente cristiano»; s’aggiunga che viene qui anticipato il tema connesso dell’atteggiamento italiano di fronte alle persecuzioni razziali: che in Italia un’anziana donna ebrea potesse sperare di evitare la deportazione vivendo nascosta grazie alla solidarietà generosa di qualcuno agli occhi di un ebreo polacco sembra una stranezza. Nel finale del capitolo «Iniziazione», contrapponendo al severo costume di Steinlauf, la «più blanda» visione del mondo dell’Italiano, Levi continuerà a riflettere sulla positività del carattere nazionale. 34 tristezza serena che è quasi gioia. È un esempio classico di quei «moduli lineari» che sciolgono e razionalizzano l’ossimoro (Mengaldo, 235). È uno stato d’animo ricorrente, un vero topos, come la «selvaggia pazienza»; rientra nella straordinaria capacità di descrivere gli stati più scivolosi della coscienza e le contraddizioni dei sentimenti. Vedi una versione sfumante nella negatività per es. nel cap. «I fatti dell’estate», nota 9: «la triste gioia della vendetta». Oppure cap. «Die drei Leute vom Labor», nota 12. 35 sulla soglia della casa dei morti. Citazione implicita delle Memorie di una casa morta di F Dostoevskij (1862), libro che Levi ricorda anche in una recensione a Salamov e ai suoi racconti di Kolvma, ora inserita nelle pagine sparse (I, 1199-1200) e nella stessa App. (I, X88). È il classico stratagemma escogitato da Levi per lasciare una scia delle sue letture senza dichiararlo: citare un libro evocandone sottovoce il titolo e legandolo al profilo di un personaggio. Più tardi verrà Vercors, a proposito del personaggio di Alberto, contro la cui bontà « si spuntano le armi della notte». Mentre Levi preparava la nuova edizione di SQU, Rizzoli aveva mandato in libreria (gennaio 1950) una nuova traduzione del libro di Dostoevskij (Memorie di una casa morta), curata da un nome illustre della slavistica italiana, Alfredo Polledro, già titolare a Torino, negli anni Venti, di una casa editrice, la Slavia, resasi benemerita per le traduzioni dei libri classici dello scrittore russo (Delitto e castigo, Fratelli Karamazov, L’idiota, anche grazie alla collaborazione del giovanissimo Leone Ginzburg. Della « casa morta» esistevano già precedenti versioni, una delle quali Levi dovette avere per le mani prima del 1947: la vecchia edizione di Treves del 1912, il cui titolo (Dal sepolcro de’ vivi) è contestato da Poliedro, oppure la traduzione di Augusto Pardini (Dal mondo dei morti, Sonzogno, Milano 1934) o quella di E. Carafa D’Andria (Ricordi della casa dei morti, Utet, Torino 1935 ancora ripresa nei tascabili TEA, Milano 1988).Una postilla richiede un altro aggettivo-chiave che qui fa la sua apparizione: «mite». «Quieto e mite», nella «casa morta», è il personaggio Sirotkin, cui Levi forse s’ispira nel tratteggiare Schlome: «Più di tutto mi aveva colpito il suo bel viso; egli non aveva più di ventitre anni. Si trovava nella sezione speciale, cioè in quella dei permanenti, per conseguenza era considerato come uno dei maggiori criminali militari. Quieto e mite, parlava poco, raramente rideva. I suoi occhi erano azzurri, i lineamenti regolari, il visino puro e delicato, capelli di un biondo chiaro» (Memorie, 61-62). 36 topografia del Lager. Si apre una lunga didascalia topografica del Lager, in rapporto con la provenienza e le gerarchie dei prigionieri, che termina con la fine della sezione: una parte informativa, come altre se ne leggono in SQU, meticolosa, fino ai limiti della pedanteria. Il salto fra la prima e la seconda parte della sezione è netto, la giuntura è molto visibile. A causa della rilevante citazione dal libro di Dostoevskij è forse l’unico caso in tutto il libro in cui si tocca con mano la ricucitura fra la versione ’47 e quella di dieci anni dopo. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard - Schlosser, - risponde. Non capisco: - Eisen; Feuer, - (ferro, fuoco) insiste lui, e fa cenno colle mani come di chi batta col martello su di un’incudine. È un fabbro, dunque. -Schlosser -me contesta. No le entiendo-: Eisen; Feuer (hierro, fuego). Insiste, y hace señales con las manos como de quien golpea con el martillo sobre un yunque. Así que es un herrero. - Schlosser, répond-il. Je ne comprends pas. - Eisen, Feuer (fer, feu), insiste-t-il. Et avec les mains il fait le geste de frapper sur une enclume avec un marteau. Il est forgeron. - Ich Chemiker, - dichiaro io; e lui accenna gravemente col capo, Chemiker gut -. Ma tutto questo riguardasil futuro lontano (31): ciò che mi tormenta, in questo momento, è la sete. [49] -Ich Chemiker -le confío yo; y él asiente gravemente con la cabeza -Chemiker gut -Pero todo esto se refiere a un futuro lejano: lo que en este momento me atormenta es la sed. - Ich Chemiker (Moi chimiste), dis-je. Il acquiesce gravement d’un signe de tête - Chemiker, gut. Mais tout cela concerne un avenir lointain : ce qui me tourmente pour le moment, c’est la soif. - Bere, acqua. Noi niente acqua, gli dico. Lui mi guarda con un viso serio, quasi severo, e scandisce: Non bere acqua, compagno, - e poi altre parole che non capisco -Beber, agua. Nosotros no agua-, le digo. Él me mira con cara seria, casi severa, y me dice separando las sílabas: -No bebas agua, compañero -y luego otras palabras que no entiendo. - Boire, eau. Nous pas d’eau, lui dis-je. II me regarde d’un air grave, presque sévère, et prononce en scandant chacune de ses paroles - Ne bois pas d’eau, camarade. Et il ajoute quelque chose d’autre que je ne comprends pas. - Warum ? - Warum? -Warum? - Geschwollen, - risponde lui telegraficamente: io crollo il capo, non ho capito. Gonfio, - mi fa capire, enfiando le gote e abbozzando c o l l e m a n i u n a m o s t ruosa tumescenza del viso e d e l v e n t r e . - Wa r t e n b i s b e u t e a b e n d - . «Aspettare fino oggi sera», traduco io parola per parola. -Geschwollen -contesta telegráficamente: yo muevo la cabeza porque no le he comprendido. «Hinchado», me lo hace entender hinchando los carrillos e indicando con las manos una monstruosa hinchazón de la cara y el vientre. - Warten bis heute abend «Esperar hasta esta noche», traduzco yo palabra por palabra. - Geschwollen, répond-il télégraphiquement. Je secoue la tête, je n’ai pas compris. - Gonflé, parvient-il à me faire comprendre en esquissant avec ses mains un visage et un ventre monstrueusement gros. - Warten bis heute abend. Je traduis mot à mot : «attendre jusqu’à ce soir». Poi mi dice: - Ich Schlome. Du? Gli dico il mio nome, e lui mi chiede: Dove tua madre? (32) I n I t a l i a - . Schlome si stupisce: - Ebrea in Italia? (33) - S ì , - s p iego io [50] del mio meglio, - nascosta, nessuno conosce, scappare, non parlare, nessuno vedere -. Ha capito; ora si alza, mi si avvicina e mi abbraccia timidamente. L’avventura è finita, e mi sento pieno di una tristezza serena che è quasi gioia (34). Non ho più rivisto Schlome, ma non ho dimenticato il suo volto grave e mite di fanciullo, che mi ha accolto sulla soglia della casa dei morti (35). [51] Luego me dice: -Ich Shloime. Du? Le digo cómo me llamo, y me pregunta: -¿Dónde tu madre? -En Italia. Shloime se asombra: -¿Judía en Italia? -Sí -le explico del mejor modo que sé- escondida, nadie lo sabe, escapar, no hablar, nadie verlo. Me ha entendido; ahora se pone de pie, se me acerca y me abraza tímidamente. La aventura ha terminado, y me siento lleno de una tristeza que es casi una alegría. No he vuelto a ver a Shloime, pero no he olvidado su cara grave y mansa de muchacho que me acogió en el umbral de la casa de los muertos. Puis il me dit: - Ich Schlome. Du? Je lui dis mon nom et il me demande: - Où ta mère ? - En Italie. Schlome est tout étonné - Juive en Italie ? - Oui. Et je cherche à lui expliquer de mon mieux - Cachée, personne sait, se sauver, ne pas parler, ne voir personne. Il a compris ; il se lève, s’approche de moi et, timidement, me serre dans ses bras. L’aventure est terminée, et je me sens plein d’une tristesse sereine qui est presque de la joie. Je n’ai jamais plus revu Schlome, mais je n’ai pas [31] oublie son visage d’enfant, grave et doux, qui m’a accueilli sur le seuil de la maison des morts Moltissime cose ci restano da imparare, ma molte le abbiamo già imparate. Già abbiamo una certa idea della topografia del Lager (36) ; questo nostro Lager è un quadrato di circa seicento metri di lato, circondato da due reticolati di filo spinato, il più interno dei quali è percorso da corrente ad alta tensione. È costituito da sessanta baracche in legno, che qui si chiamano Blocks, di cui una decina in costruzione; a queste vanno aggiunti il corpo delle cucine, che è in muratura; una fattoria sperimentale, gestita da un distaccamento di Häftlinge privilegiati; le baracche delle docce e delle latrine, in numero di una per ogni gruppo di sei od otto Blocks. D i p i ù , a l c u n i B l o c k s s o n o adibiti a scopi particolari. Innanzitutto, un gruppo di otto, all’estremità est del campo, costituisce l’infermeria e l’ambulatorio; v’è poi il Block 24 che è il Krätzeblock, Nos quedan por aprender muchísimas cosas, pero hemos aprendido ya muchas. Tenemos una idea de la topografía del Lager; este Lager nuestro es un cuadrado de unos seiscientos metros de lado, rodeado por dos alambradas de púas, la interior de las cuales está recorrida por alta tensión. Está constituido por sesenta barracones de madera que se llaman Blocks, de los que una decena está en construcción: hay que añadir el cuerpo de las cocinas, que es de ladrillo, una fábrica experimental que dirigen un destacamento de Häftlinge privilegiados; los barracones de las duchas y de las letrinas, uno por cada seis u ocho Blocks. Además, algunos Blocks están dedicados a funciones particulares. Antes que ninguno, un grupo de ocho, al extremo este del campo, constituye la enfermería y el ambulatorio; luego está el Block 24 que es el Kaftzeblock, II nous reste énormément de choses a apprendre, mais nous en savons déjà pas mal Nous avons une idée de la topographie du Lager, c’est un carre d’environ six cents mètres de côte, clôture par deux rangs de barbelés, dont le plus proche de nous est parcouru par un courant a haute tension Le camp se compose de soixante baraques en bois, qu’ici on appelle Blocks, dont une dizaine sont en construction , a quoi s’ajoutent le corps des cuisines, qui est en maçonnerie, une ferme expérimentale tenue par un groupe de Häftlinge privilégies, et les baraques des douches et des latrines, une tous les six ou huit Blocks Certains Blocks, en outre, sont affectes a des usages particuliers D abord l'infirmerie et le dispensaire, constitues par huit baraques situées a l’extrémité est du camp, puis le Block 24, le Kratzeblock, réservé 21 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard riservato agli scabbiosi; il Block 7, in cui nessun comune Häftling è mai entrato, riservato alla «Prominenz», cioè all’aristocrazia, agli internati che ricoprono le cariche supreme; il Block 47, riservato ai Reichsdeutsche (gli ariani tedeschi, politici o criminali); il Block 49, per soli Kapos; il Block 12, una metà del [52] quale, ad uso dei Reichsdeutsche e Kapos, funge da Kantine, cioè da distributorio di tabacco, polvere insetticida, e occasionalmente altri articoli; il Block 37, che contiene la Fureria centrale e l’Ufficio del lavoro; e infine il Block 29, che ha le finestre sempre chiuse perché è il Frauenblock, il postribolo del campo, servito da ragazze Häftlinge polacche, e riservato ai Reichsdeutsche. reservado a los sarnosos; el Block 7, en donde nunca ha entrado ningún Häftling corriente, reservado a la Prominenz, es decir, a la aristocracia, a los internados que desempeñan las funciones más altas; el Block 47, reservado a los Reichsdeutsche (a los alemanes arios, políticos o criminales); el Block 49, sólo para Kapos; el Block 12, la mitad del cual, para el uso de los Reichsdeutsche y los Kapos, funciona como Kantine, es decir, como distribuidora de tabaco, insecticida en polvo y ocasionalmente otros artículos; el Block 37, que contiene la Fureria central y la Oficina de trabajo; y para terminar el Block 29, que tiene las ventanas siempre cerradas porque es el Frauenblock, el prostíbulo del campo, servido por las muchachas polacas Häftlinge, y reservado a los Reichsdeutsche. aux galeux, le Block 7, formellement interdit aux Häftlinge ordinaires et réservé a la «Prominenz», c’est-a-dire a l’aristocratie, aux internes qui d é t i e n n e n t l e s f o n c t i o n s l e s plus importantes , le Block 47, reserve aux Reichsdeutsche l'Aryens allemands, politiques ou criminels), le Block 49, pour Kapos uniquement, le Block 12, dont une moitié, destinée aux Reichsdeutsche et aux Kapos, sert de Kantine, c’est-à-dire de comptoir ou l’on débite du tabac, de la poudre insecticide et d’autres articles accessoirement, le Block 37, qui abrit e l e B u r e a u principal et le Bureau du travail, et enfin le Block 29 reconnaissable a ses fenêtres toujours fermées, car c’est le Frauenblock, le bordel du camp reserve aux Reichsdeutsche, et ou opèrent des Häftlinge polonaises I comuni Blocks di abitazione sono divisi in due locali; in uno (Tagesraum) vive il capo-baracca con i suoi amici: v’è un lungo tavolo, sedie, panche; ovunque una quantità di strani oggetti dai colori vivaci, fotografie, ritagli di riviste, disegni, fiori finti, soprammobili; sulle pareti, grandi scritte, proverbi e poesiole inneggianti all’ordine, alla disciplina, all’igiene; in un angolo, una vetrina con gli attrezzi del Blockfrisör (barbiere autorizzato), i mestoli per distribuire la zuppa e due nerbi di gomma, quello pieno e quello vuoto, per mantenere la disciplina medesima. L’altro locale è il dormitorio; non vi sono che centoquarantotto cuccette a tre piani, disposte fittamente, come celle di alveare, in modo da utilizzare senza residui tutta la cubatura del vano, fino al tetto, e divise da tre corridoi; qui vivono i comuni Häftlinge, in numero di duecento-duecentocinquanta per baracca, due quindi in buona parte delle cuccette, le quali sono di tavole di legno mobili, provviste di un sottile sacco a paglia e di due coperte ciascuna. I corridoi di disimpegno sono così stretti che a stento ci si passa in due; la superficie totale di pavimento è così poca che gli abitanti di uno stesso Block non vi possono soggiornare tutti contemporaneamente se almeno la metà non sono coricati nelle cuccette. Di qui il divieto di entrare in un Block a cui non si appartiene. Los Blocks comunes de viviendas estás divididos en dos locales; en uno (Tagesraum) vive el jefe del barracón con sus amigos: tienen una mesa larga, sillas, bancos; por todas partes un montón de objetos extraños de colores vivos, fotografías, recortes de revistas, dibujos, flores artificiales, adornos; grandes letreros en la pared, proverbios y aleluyas que encomian el orden, la disciplina, la higiene; en un rincón, una vitrina con los instrumentos del Blockfrisör (el barbero autorizado), los cucharones para repartir la sopa y dos vergajos de goma, el lleno y el vacío, para mantener la misma disciplina. El otro local es el dormitorio; en él no hay más que ciento cuarenta y ocho literas de tres pis o s , d i s p u e s t a s apretadamente como las celdas de una colmena, de modo que se aprovechen todos los metros cúbicos del espacio, hasta el techo, y separadas por tres pasillos; aquí viven los Häftlinge corrientes, doscientos o doscientos cincuenta por barracón, por consiguiente dos en una buena parte de cada una de las literas, que son tablas de madera movibles, provistas de un delgado saco de paja y de dos mantas cada una. Los pasillos de desahogo son tan estrechos que difícilmente pueden pasar dos personas; la superficie total del suelo es tan poca que los habitantes del mismo Block no pueden estar dentro a la vez si por lo menos la mitad no están echados en las literas. De ahí la prohibición de entrar en un Block al que no se pertenece. Les Blocks ordinaires d’habitation comprennent deux pièces, la première, le Tagesraum, ou vivent le chef de baraque et ses amis on y trouve une longue table, des chaises et des bancs, et toutes sortes d’objets de couleurs vives dissémines un peu partout, photographies, illustrations découpées dans des revues, dessins, fleurs artificielles, bibelots, sur les parois, des inscriptions en grosses lettres, des proverbes, des poèmes de quatre sous a la gloire de l’ordre, de la discipline et de l'hygiène , dans un coin, une vitrine contenant les instruments du Blockfnsor (le barbier du Block), les louches pour la distribution de la [32] soupe et deux matraques en caoutchouc, l’une creuse et l’autre pleine, pour le maintien de la discipline L’autre pièce est le dortoir, il contient cent quarante-huit couchettes disposées sur trois niveaux et divisées par trois couloirs, et aussi serrées que les alvéoles d’une ruche, de manière a utiliser la totalité du volume disponible, jusqu’au plafond , c’est la que vivent les Häftlinge ordinaires, a raison de deux cents a deux cent cinquante par baraque, soit deux hommes dans la plupart des couchettes, qui sont des bat-flanc mobiles pourvus chacun d’une mince paillasse et de deux couvertures Les couloirs de dégagement sont si étroits que deux personnes ont du mal à y passer de front, et la surface de plancher si réduite que tous les occupants d’un même Block ne peuvent y tenir ensemble que si la moitié d’entre eux sont allonges sur les couchettes D’où l’interdiction de pénétrer dans un Block dont on ne fait pas partie In mezzo al Lager è la piazza dell’Appello, vastissima, dove ci si raduna al mattino per costituire le squadre di lavoro, e alla sera per venire contati. Di fronte alla piaz[53]za dell’Appello c’è una aiuola dall’erba accuratamente rasa, dove si montano le forche quando occorre (37). En medio del Lager está la plaza del Pase de Lista, vastísima, donde nos reunimos por las mañanas para formar los pelotones de trabajo, y por la noche para que nos cuenten. Frente a la plaza de la Lista hay un arriate de hierba cuidadosamente segada donde se alza la horca cuando llega la ocasión. Le centre du Lager est occupé par l'immense place de l'Appel C’est là qu’a lieu le rassemblement, le matin pour former les équipes de travail, le soir pour nous compter En face de la place de l’Appel se trouve une pelouse soigneusement tondue, ou l’on dresse la potence en cas de besoin Abbiamo ben presto imparato che gli ospiti del Lager sono distinti in tre categorie: i criminali, i politici e gli ebrei. Tutti sono vestiti a righe, sono tutti Häftlinge, ma i criminali portano accanto al numero, cucito sulla giacca, Hemos aprendido bien pronto que los huéspedes del Lager se dividen en tres categorías: los criminales, los políticos y los judíos. Todos van vestidos a rayas, todos son Häftlinge, pero los criminales llevan junto al nú- Nous avons vite appris que les occupants du Lager se répartissent en trois catégories les prisonniers de Droit commun, les prisonniers politiques et les juifs Tous sont vêtus de l'uniforme raye, tous sont Häftlinge, mais les Droit 30:10 37 le forche quando occorre. Le didascalie di Levi non sono mai fini a se stesse; assolvono ad un preciso scopo narrativo: qui si assiste ad un’anticipazione dell’episodio del capitolo «L’ultimo». 22 notes 38 Jawohl. Qui, invece, viene anticipata la sequenza più drammatica dell’episodio di Sómogyi nel cap. «Storia di dieci giorni», nota 24. 39 Anche noi adesso sappiamo. In questa digressione sull’apprendimento delle prime regole di sopravvivenza sembra affiorare una reminiscenza del capolavoro di jack London, Il richiamo della foresta, libro successivamente citato nel cap. « Ka-Be», nota 6. «Anche noi adesso sappiamo...», scrive Levi implicitamente paragonando se stesso al protagonista di London, il cane Buck, il quale, al termine della sua prima «rude giornata di marcia», «perse la sua delicatezza di gusto, frutto dell’antica educazione». Scrive London: «Mangiatore ghiotto, si accorse che quelli dei suoi congeneri, che avevano finito prima di lui, gli rubavano il resto della razione, senza che egli potesse difenderla contro le loro intraprese, perché mentre scacciava gli uni, gli altri si affrettavano da una parte ad azzannare il pezzo desiderato. Per rimediare a questo stato di cose, si mise a mangiare così presto come gli altri, e poiché la fame lo spingeva, non esitò a prendere il bene altrui, quando l’occasione gli si presentò». Cito da J. London, Il richiamo della foresta, tr. it. di G. Rossi, Sonzogno, Milano 1930, pp.37-38. A1 personaggio di Buck M. Belpoliti dedica una ricca voce del suo lemmario Animali, nel n. monografico della rivista «Riga» Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard un triangolo verde; i politici un triangolo rosso; gli ebrei, che costituiscono la grande maggioranza, portano la stella ebraica, rossa e gialla. Le SS ci sono sì, ma poche, e fuori del campo, e si vedono relativamente di rado: i nostri padroni effettivi sono i triangoli verdi, i quali hanno mano libera su di noi, e inoltre quelli fra le due altre categorie che si prestano ad assecondarli: i quali non sono pochi. mero, cosido en la chaqueta, un triángulo verde; los políticos un triángulo rojo; los judíos, que son la mayoría, llevan la estrella hebraica, roja y amarilla. Hay SS pero pocos y fuera del campo, y se ven relativamente poco: nuestros verdaderos dueños son los triángulos verdes, que tienen plena potestad sobre nosotros, y además aquéllos de las otras dos categorías que se prestan a secundarles: y que no son pocos. commun portent a côté du numéro, cousu sur leur veste, un triangle vert, les politiques un triangle rouge , les juifs, qui sont la grande majorité, portent l'étoile juive, rouge et jaune Quant aux SS, il y en a, mais pas beaucoup, ils n’habitent pas dans le camp et on ne les voit que rarement Nos véritables maîtres, ce sont les triangles verts qui peuvent faire de nous ce qu’ils veulent, et puis tous ceux des deux autres catégories qui acceptent de les seconder, et ils sont légion Ed altro ancora abbiamo imparato, più o meno rapidamente, a seconda del carattere di ciascuno; a rispondere «Jawohl» (38), a non fare mai domande, a fingere sempre di avere capito. Abbiamo appreso il valore degli alimenti; ora anche noi raschiamo diligentemente il fondo della gamella dopo il rancio, e la teniamo sotto il mento quando mangiamo il pane per non disperderne le b r i c i o l e . A n c h e n o i adesso sappiamo (39) che non è la stes[54]sa cosa ricevere il mestolo di zuppa prelevato dalla superficie o dal fondo del mastello, e siamo già in grado di calcolare, in base alla capacità dei vari mastelli, quale sia il posto più conveniente a cui aspirare quando ci si mette in coda. Y hay otra cosa que hemos aprendido, más o menos rápidamente, según el carácter de cada cual; a responder Jawohl, a no hacer preguntas, a fingir siempre que hemos entendido. Hemos aprendido el valor de los alimentos; ahora también nosotros raspamos diligentemente el fondo de la escudilla después del rancho, y nos la ponemos bajo el mentón cuando comemos pan para no desperdiciar las migas. Ta m b i é n s a b e m o s ahora que no es lo mismo r e c i b i r u n c u c h a r ó n d e s opa de la superficie que del fond o d e l caldero y ya estamos en condiciones de calcular, basándonos en la capacidad de los distintos calderos, cuál es el sitio más conveniente al que aspirar cuando hay que hacer cola. Mais il y a bien d’autres choses encore que nous avons apprises, plus ou moins rapidement selon le caractère de chacun, a répondre «Jawohl», a ne jamais poser de questions, a toujours donner l'impression qu’on a compris Nous avons appris la valeur de la nourriture, nous aussi maintenant nous raclons soigneusement le fond de notre [33] gamelle de soupe, et nous la tenons sous notre menton quand nous mangeons notre pain, pour ne pas en perdre une miette A présent nous savons nous aussi qu’il y a une belle différence entre une louche de soupe prise sur le dessus de la marmite et une prise au fond, et nous sommes déjà en mesure de calculer, en fonction de la contenance des différents récipients, quelle est la meilleure place à prendre dans la queue Abbiamo imparato che tutto serve; il fil di ferro, per legarsi le scarpe; gli stracci, per ricavarne pezze da piedi; la carta, per imbottirsi (abusivamente) la giacca contro il freddo. Abbiamo imparato che d’altronde tutto può venire rubato, anzi, viene automaticamente rubato non appena l’attenzione si rilassa; e per evitarlo abbiamo dovuto apprendere l’arte di dormire col capo su un fagotto fatto con la giacca, e contenente tutto il nostro avere, dalla gamella alle scarpe. Hemos aprendido que todo es útil; el hilo de alambre para atarse los zapatos; los harapos para convertirlos en plantillas para los pies; los papeles, para rellenar (ilegalmente) la chaqueta y protegerse del frío. Hemos aprendido que en cualquier parte pueden robarte, o mejor, que te roban automáticamente en cuanto te falla la atención; y para evitarlo hemos tenido que aprender el arte de dormir con la cabeza sobre un lío hecho con la chaqueta que contiene todo cuanto poseemos, de la escudilla a los zapatos. Nous avons appris que tout sert : le fil de fer pour attacher les chaussures ; les chiffons pour en faire des chaussettes russes, le papier pour en rembourrer (clandestinement) nos vestes et nous protéger du froid Nous avons appris du même coup que tout peut nous être volé, ou plutôt que tout est automatiquement volé au moindre instant d’inattention ; et pour nous prémunir contre ce fléau, nous avons dû apprendre à dormir la tête sur un paquet fait de notre veste et contenant tout notre avoir, de la gamelle aux chaussures. Conosciamo già in buona parte il regolamento del campo, che è favolosamente complicato. Innumerevoli sono le proibizioni: avvicinarsi a meno di due metri dal filo spinato; dormire con la giacca, o senza mutande, o col cappello in testa; servirsi di particolari lavatoi e latrine che sono «nur für Kapos» o «nur für Reichsdeutsche»; non andare alla doccia nei giorni prescritti, e andarvi nei giorni non prescritti; uscire di baracca con la giacca sbottonata, o col bavero rialzato; portare sotto gli abiti carta o paglia contro il freddo; lavarsi altrimenti che a torso nudo. Conocemos ya buena parte del reglamento del campo, que es extraordinariamente complicado. Las prohibiciones son innumerables: acercarse más de dos metros a las alambradas; dormir con la chaqueta puesta, sin calzoncillos o con el gorro puesto; usar determinados lavabos o letrinas que son nur für Kapos o nu r f ü r R e i c h s d e u t s c h e ; n o i r a la ducha los días prescritos, e ir los días no prescritos; salir del barracón con la chaqueta desabrochada o con el cuello levantado; llevar debajo de la ropa papel o paja contra el frío; lavarse si no es con el torso desnudo. Nous connaissons déjà en grande partie le règlement du camp, qui est incroyablement compliqué , les interdictions sont innombrables • interdiction de s’approcher à plus de deux mètres des barbelés, de dormir avec sa veste, ou sans caleçons, ou le calot sur la tête, d’entrer dans les lavabos ou les latrines «nur fur Kapos» ou «nur fur Reichsdeutsche», de ne pas aller à la douche les jours prescrits, et d’y aller les jours qui ne le sont pas, de sortir de la baraque la veste déboutonnée ou le col relevé ; de mettre du papier ou de la paille sous ses habits pour se défendre du froid ; de se laver autrement que torse nu Infiniti e insensati sono i riti da compiersi: ogni giorno al mattino bisogna fare «il letto», perfettamente piano e liscio; spalmarsi gli zoccoli fangosi e repellenti con l’apposito [55] grasso da macchina, raschiare via dagli abiti le macchie di fango (le macchie di vernice, di grasso e di ruggine sono invece ammesse); alla sera, bisogna sottoporsi al controllo dei pidocchi e al controllo Infinitos e insensatos son los ritos que hay que cumplir: cada día por la mañana hay que hacer «la cama» dejándola completamente _____ lisa; sacudir los zuecos fangosos y repugnantes de ________ la grasa de las máquinas, raspar de las ropas las manchas de fango (las manchas de barniz, de grasa y de herrumbre se admiten, sin embargo); por las noches hay que someterse a la revisión de los piojos y a la revisión Les rites à accomplir sont infinis et insensés : tous les matins, il faut faire son «lit» de manière qu’il soit parfaitement lisse et plat ; il faut astiquer ses sabots boueux et répugnants avec de la graisse de machine réservée à cet usage, racler les taches de boue de ses habits (les taches de peinture, de gras et de rouille sont admises) ; le soir, il faut passer au contrôle des poux et au contrôle du lavage de pieds ; le samedi, 34:26 apposito relativo, perteneciente 23 notes 40 una palla al piede. Come i prigionieri del reclusorio di Dostoevskij. 41 qui non si può guarire. «I flemmoni costituivano, accanto alla diarrea, uno dei capitoli più importanti della particolare patologia del Campo di concentramento. Essi erano localizzati prevalentemente agli arti inferiori, più rara essendo la sede in qualsiasi altro distretto. Di solito si poteva riconoscere il loro punto di partenza in qualche lesione cutanea dei piedi, provocata dalle calzature; erosioni dapprima superficiali e di estensione limitata, che si infettavano e si ingrandivano con un’infiltrazione periferica e in profondità o che provocavano infiltrazioni metastatiche a una certa distanza. [...] Erano perciò assai facili le ricadute e quindi frequenti gli interventi “in serie” sullo stesso individuo per aprire o drenare le sacche di pus, che si formavano alla periferia delle incisioni precedenti» (Rapporto, 1351-1352). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard della lavatura dei piedi; al sabato farsi radere la barba e i capelli, rammendarsi o farsi rammendare gli stracci; alla domenica, sottoporsi al controllo generale della scabbia, e al controllo dei bottoni della giacca, che devono essere cinque. del lavado de los pies; los sábados hay que afeitarse la cara y la cabeza, remendarse o dar a remendar los harapos; los domingos, someterse a la revisión general de la sarna, y a la revisión de los botones de la chaqueta, que tienen que ser cinco. il faut se faire raser la barbe et les cheveux, raccommoder ou faire raccommoder ses hardes ; le dimanche, c’est le contrôle général de la gale et le contrôle des boutons de veste, qui doivent correspondre au nombre réglementaire : cinq. Di più, ci sono innumerevoli circostanze, normalmente irrilevanti, che qui diventano problemi. Quando le unghie si allungano, bisogna accorciarle, il che non si può fare altrimenti che coi denti (per le unghie dei piedi basta l’attrito delle scarpe); se si perde un bottone bisogna saperselo riattaccare con un filo di ferro; se si va alla latrina o al lavatoio, bisogna portarsi dietro tutto, sempre e dovunque, e mentre ci si lavano gli occhi, tenere il fagotto degli abiti stretto fra le ginocchia: in qualunque altro modo, esso in quell’attimo verrebbe rubato. Se una scarpa fa male bisogna presentarsi alla sera alla cerimonia del cambio delle scarpe; qui si mette alla prova la p e r i z i a dell’individuo, in mezzo alla calca incredibile bisogna saper scegliere con un colpo d’occhio una (non un paio: una) scarpa che si adatti, perché, fatta la scelta, un secondo cambio non è concesso. Además, se dan innumerables circunstancias, normalmente insignificantes, que se convierten en problemas. Cuando las uñas están largas hay que cortárselas, lo que no se puede hacer sino con los dientes (para las uñas de los pies es suficiente el roce de los zapatos); si un botón se pierde hay que saber cosérselo con un hilo de alambre; si se va a la letrina o al lavabo hay que llevarse todo consigo, siempre y en cualquier parte, y mientras uno se lava los ojos tiene que tener el lío de la ropa bien cogido entre las rodillas: si no fuese así, en aquel preciso momento se lo robarían. Si un zapato hace daño hay que acudir por la tarde a la ceremonia del cambio de zapatos: en ella se pone a prueba la pericia del individuo, que en medio de un increíble montón tiene que saber elegir con un rápido vistazo un zapato (no un par) que le esté bien, porque una vez que lo ha elegido no se le permiten más cambios. Sans compter les innombrables circonstances, însignifiantes [34] en elles-mêmes, qui deviennent ici de véritables problèmes. Quand les ongles poussent, il faut les couper, et nous ne pouvons le faire qu’avec les dents (pour les ongles des pieds, le frottement des souliers suffit), si on perd un bouton, il faut savoir le faire tenir avec un fil de fer ; si on va aux latrines ou aux lavabos, il faut emporter avec soi tout son attirail sans le lâcher un seul instant, quitte à tenir ses habits roulés en boule et serrés entre les genoux pendant qu’on se lave la figure sinon, ils disparaissent à la minute Si un soulier fait mal, il faut se présenter le soir à la cérémonie de l’échange des chaussures ; c’est le moment ou jamais de montrer son adresse : au milieu d’une effroyable cohue, il faut savoir repérer au premier coup d’oeil non pas la bonne paire, mais le bon soulier, car une fois le choix fait, il n’est plus possible d’en changer. Né si creda che le scarpe, nella vita del Lager, costituiscano un fattore d’importanza secondaria. La morte incomincia dalle scarpe: esse si sono rivelate, per la maggior parte di noi, veri arnesi di tortura, che dopo poche ore di marcia davano luogo a piaghe dolorose che fatalmente si infettavano. Chi ne è colpito, è costretto a camminare come se avesse una palla al piede (40) (ecco il per [56] ché della strana andatura dell’esercito di larve che ogni sera rientra in parata); arriva ultimo dappertutto, e dappertutto riceve botte; non può scappare se lo inseguono; i suoi piedi si gonfiano, e più si gonfiano, più l’attrito con il legno e la tela delle scarpe diventa insopportabile. Allora non resta che l’ospedale: ma entrare in ospedale con la diagnosi di «dicke Risse» (piedi gonfi) è estremamente pericoloso, perché è ben noto a tutti, ed alle SS in ispecie, che di questo male, qui, non si può guarire (41). Y no creáis que los zapatos, en la vida del Lager, son un factor sin importancia. La muerte empieza por los zapatos: se han convertido, para la mayoría de nosotros en auténticos instrumentos de tortura que, después de las largas horas de marcha, ocasionan dolorosas heridas las cuales fatalmente se infectan. Quien las padece está obligado a andar como si tuviese una bala en el pie (y he aquí por qué andan tan extrañamente los ejércitos de larvas que cada noche vuelven desfilando); llega a todas partes el último y por todas partes recibe golpes; no puede huir si lo persiguen; se le hinchan los pies, y cuanto más se le hinchan más insoportable le resulta el roce con la madera y la tela de los zapatos. Entonces lo único que le queda es el hospital: pero entrar en el hospital con el diagnóstico de dicke Füsse (pies hinchados) es extraordinariamente peligroso, porque es bien sabido por todos, y especialmente por los SS, que de este mal aquí es imposible curarse. Et que l’on n’aille pas croire que dans la vie du Lager, les souliers constituent un facteur négligeable La mort commence par les souliers . ils se sont révélés être pour la plupart d’entre nous de véritables instruments de torture qui provoquaient au bout de quelques heures de marche des plaies douloureuses destinées à s’infecter Celui qui a mal aux pieds est oblige de marcher comme s’il traînait un boulet (d’où l’allure bizarre de l’armée de larves qui rentre chaque soir au pas militaire), il arrive bon dernier partout, et partout reçoit des coups ; il ne peut pas courir si on le poursuit ; ses pieds enflent, et plus ils enflent, plus le frottement contre le bois et la toile du soulier devient insupportable. Alors il ne lui reste plus que l’hôpital mais il est extrêmement dangereux d’entrer à l’hôpital avec le diagnostic de «dicke Fusse» (pieds enflés), car personne n’ignore, et les SS moins que quiconque, que c’est un mal dont on ne guérit pas E in tutto questo, non abbiamo ancora accennato al lavoro, il quale è a sua volta un groviglio di leggi, di tabù e di problemi. Y a todo esto todavía no hemos tenido en cuenta el trabajo, que a su vez es una maraña de leyes, de tabúes y de problemas. Avec tout cela nous n’avons encore rien dit du travail, qui représente à lui seul un véritable labyrinthe de lois, de tabous et de difficultés Tutti lavoriamo, tranne i malati (farsi riconoscere come malato comporta di per sé un imponente bagaglio di cognizioni e di esperienze). Tutte le mattine usciamo inquadrati dal campo alla Buna; tutte le sere, inquadrati, rientriamo. Per quanto concerne il lavoro, siamo suddivisi in circa duecento Kommandos, ognuno dei quali conta da quindici a centocinquanta uomini ed è comandato da un Kapo. Vi sono Kommandos Todos trabajamos, excepto los enfermos (lograr ser declarado enfermo supone de por sí un importante bagaje de sabiduría y de experiencia). Todas las mañanas salimos en formación del campo de Buna; todas las tardes, en formación, volvemos a él. Por lo que se refiere al trabajo estamos subdivididos en unos doscientos Kommandos cada uno de los cuales consta de quince a ciento cincuenta hombres bajo el mando de un Kapo. Hay Kommandos bue- Ici, tout le monde travaille sauf les malades (se faire porter malade suppose un imposant bagage de connaissances et d’expériences) Tous les matins, pour aller à la Buna, nous sortons du camp en bataillons, et tous les soirs nous y rentrons de la même façon En ce qui concerne le travail proprement dit, nous sommes répartis en deux [35] cents Kommandos environ, dont chacun peut aller de quinze a cent cinquante hommes commandés par un Kapo II y a 24 notes 40:16 42 futuro remoto... futuro prossimo. La scansione dei tempi in SQU non è focalizzata soltanto sul presente indicativo, quanto piuttosto sullle supposizioni generate dalla congiunzione «se», dal modo condizionale, e soprattutto da questa suddivisione del futuro - in prossimo e remoto - che sarà nelle prossime pagine ripresa: qui è interessante rilevare il nodo che lega il finale di capoverso all’inizio del seguente; al solito la supposizione « se» («se nevicherà, se ci sarà da scaricare», cui segue il più riflessivo «Se fossimo ragionevoli») fa da connettivo, regolando il flusso del tempo in direzione del «futuro prossimo». Si ricordi che L è tripartito secondo questa stessa logica: i racconti infatti sono ordinati in una prima parte intitolata «Passato prossimo», in una seconda intitolata «Futuro anteriore» e in una terza «Presente indicativo». Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard buoni e cattivi: per la maggior parte sono adibiti a trasporti, e il lavoro vi è assai duro, specialmente d’inverno, se non altro perché si svolge sempre all’aperto. Vi sono anche Kommandos di specialisti (elettricisti, fabbri, muratori, saldatori, [57] meccanici, cementisti, ecc.), ciascuno addetto a una certa officina o reparto della Buna, e dipendenti in modo più diretto da Meister civili, per lo più tedeschi e polacchi; questo avviene naturalmente solo nelle ore di lavoro: nel resto della giornata, gli specialisti (non sono più di tre o quattrocento in tutto) non hanno trattamento diverso dai lavoratori comuni. All’assegnazione dei singoli ai vari Kommandos sovrintende uno speciale ufficio del Lager, 1’Arbeitsdienst, che è in continuo contatto con la di r e z i o n e c i v i l e d e l l a B u n a . L’ A r b e i t s d i e n s t d e c i d e i n base a criteri sconosciuti, spesso palesemente in base a protezioni e corruzioni, in modo che, se qualcuno riesce a procurarsi da mangiare, è anche praticamente sicuro di ottenere un buon posto in Buna. nos y malos: en su mayor parte están adscritos a los transportes y el trabajo es muy duro, especialmente en invierno, aunque no sea más que por desarrollarse siempre al aire libre. También hay Kommandos de especialistas (electricistas, herreros, albañiles, soldadores, mecánicos, picapedreros, etc.) que están adscritos a determinadas oficinas o departamentos de la Buna, dependientes de modo más directo de Meister civiles, en su mayoría alemanes y polacos: esto, naturalmente, sucede sólo durante las horas de trabajo: durante el resto de la jornada los especialistas (en total no son más de trescientos o cuatrocientos) no reciben un trato distinto del de los trabajadores comunes. En la asignación de los individuos a los distintos Kommandos decide un oficial especial del Lager, el Arbeitsdienst, que está en continua relación con la dirección civil de la Buna. El Arbeitsdienst toma las decisiones siguiendo criterios desconocidos, a menudo basándose abiertamente en el favoritismo y la corrupción, de manera que si alguien consigue hacerse con algo de comer puede estar prácticamente seguro de obtener un buen puesto en la Buna. les bons et les mauvais Kommandos • la plupart sont affectés au transport de matériel, et le travail y est dur, notamment l’hiver, ne fût-ce que parce qu’il se fait en plein air Mais il y a aussi les Kommandos de spécialistes (électriciens, forgerons, maçons, soudeurs, mécaniciens, cimentiers, etc ), qui opèrent chacun dans tel ou tel atelier ou secteur de la Buna, et dépendent plus directement de contremaîtres civils, les Meister, le plus souvent allemands ou polonais, cela, pendant les heures de travail uniquement le reste de la journée, les spécialistes (qui ne sont pas plus de trois ou quatre cents en tout) sont traités exactement comme les travailleurs ordinaires. C’est un bureau spécial du Lager, l’Arbeitsdienst, placé en contact permanent avec la direction de la Buna, qui s’occupe d’affecter les hommes dans les différents Kommandos L’Arbeitsdienst décide en fonction de critères inconnus, et souvent, manifestement, sur la base de recommandations et de pots-de-vin , de sorte que celui qui réussit a se procurer à manger en dehors du règlement est pratiquement sûr d’obtenir du même coup un poste intéressant à la Buna L’orario di lavoro è variabile con la stagione. Tutte le ore di luce sono ore lavorative: perciò si va da un orario minimo invernale (ore 8-12 e 12,30-16) a uno massimo estivo (ore 6,30-12 e 13-18). Per nessuna ragione gli Häftlinge possono trovarsi al lavoro nelle ore di oscurità o quando c’è nebbia fitta, mentre si lavora regolarmente anche se piove o nevica o (caso assai frequente) soffia il vento feroce dei Carpazi; questo in relazione al fatto che il buio o la nebbia potrebbero dare occasione a tentativi di fuga. El horario de trabajo cambia según la estación. Todas las horas de luz son horas de trabajo: por ello se va de un horario mínimo de invierno (de 8 a 12 y de 12.30 a 16) a uno máximo de verano (de 6.30 a 12 y de 13 a 18). Bajo ningún concepto pueden los Häftlinge estar trabajando durante las horas de oscuridad o cuando haya una niebla densa, mientras se trabaja regularmente cuando llueve o nieva o (caso muy frecuente) cuando sopla el feroz viento de los Cárpatos; esto en relación con el hecho de que la oscuridad o la niebla podrían proporcionar ocasión para las tentativas de fuga. L’horaire de travail varie avec la saison On travaille tant qu’il fait jour . aussi passe-t-on d’un horaire minimum l’hiver (de 8 heures à 12 heures et de 12 h 30 à 16 heures) à un horaire maximum l’été (de 6 h 30 à 12 heures et de 13 heures à 18 heures) En aucun cas les Häftlinge ne peuvent travailler quand il fait nuit ou lorsque le brouillard est intense, alors que le travail a lieu régulièrement par temps de pluie ou de neige, ou (et c’est très fréquent) lorsque souffle le terrible vent des Carpates ; cela, pour la simple raison que l’obscurité ou le brouillard pourraient favoriser les tentatives de fuite Una domenica ogni due è regolare giorno lavorativo; nelle domeniche cosiddette festive, invece di lavorare in Buna si lavora di solito alla manutenzione del Lager, in modo che i giorni di effettivo riposo sono estremamente rari. Un domingo de cada dos es día normal de trabajo; los domingos que se llaman festivos se trabaja en realidad generalmente en la conservación del Lager, de manera que los días de reposo real son extraordinariamente raros. Un dimanche sur deux est un jour de travail Et comme les dimanches dits fériés se passent en réalité à travailler à l’entretien du Lager au lieu de travailler à la B u n a , l e s j o u r s d e r e p o s e ff e c t i f sont extrêmement rares. Tale sarà la nostra vita. Ogni giorno, secondo il ritmo prestabilito, Ausrücken ed Einrücken, uscire e rientrare; lavorare, dormire e mangiare; ammalarsi, guarire o morire. Ésta habrá de ser nuestra vida. Cada día, según el ritmo establecido, Ausrücken y Einrücken, sal i r y e n t r a r ; t r a b a j a r, d o r m i r y comer; ponerse enfermo, curarse o morir. Te l l e s e r a n o t r e v i e C h a q u e jour, selon le rythme établi, Ausrucken et Einrucken, sortir e t r e n t r e r, d o r m i r e t m a n g e r, tomber malade, guérir ou m o u r i r. [ 3 6 ] ... E fino a quando? Magli anziani ridono a questa do[58]manda: a questa domanda si riconoscono i nuovi arrivati. Ridono e non rispondono: per loro, da mesi, da anni, il problema del futuro remoto è impallidito, ha perso ogni acutezza, di fronte ai ben più urgenti e concreti problemi del futuro prossimo (42): quanto si mangerà oggi, se nevicherà, se ci sarà da scaricare carbone. ...¿Y hasta cuándo? Pero los antiguos se ríen de esta pregunta: en esta pregunta se reconoce a los recién llegados. Se ríen y no contestan: para ellos, hace meses, años, que el problema del futuro remoto se ha descolorido, ha perdido toda su agudeza, frente a los mundos más urgentes y concretos problemas del futuro próximo: cuándo comeremos hoy, si nevará, si habrá que descargar carbón. Jusqu’à quand ? Les anciens rient quand on leur pose cette question il n’y a que les «bleus» pour poser des questions pareilles Ils rient sans répondre , il y a des mois et des années que la perspective d’un lointain avenir a perdu pour eux toute forme précise et tout intérêt face aux problèmes bien plus urgents et concrets du futur proche: combien aura-t-on a manger aujourd’hui, est-ce qu’il va neigea: Est-ce qu’on va nous faire décharger du charbon (9) Si fuésemos razonables tendríamos Si nous étions sages, nous nous Se fossimo ragionevoli, 25 notes 43 ragionevoli. La moralità sulla «ragionevolezza» ha una vivace attualizzazione nel saggio di AM, L’eclissi dei profeti (lI, 854-855), che si può leggere come se fosse una nota a pié di pagina a questo brano di SQU: «Mi sembra che, salvo qualche cambiamento nelle unità di misura, queste osservazioni siano valide anche per il mondo in cui noi europei viviamo, liberi dal bisogno ma non dalla paura. A quanto pare, ci è difficile la gamma intera del possibile; la credulità e l’incredulità totali sono le alternative preferite, e fra queste prevale la seconda. Siamo estremisti: ignoriamo le vie intermedie, siamo disperati o (come oggi) spensierati; ma viviamo male. Eppure dovremmo respingere questa nostra innata tendenza alla radicalità, perché essa è fonte di male. Sia lo zero, sia l’uno, ci spingono all’inazione: se il futuro danno è impossibile, o certo il “che fare?” cessa». È un autocommento classico, dettato dalla necessità di vedere confermate le premesse etiche di SQU. Mentre i personaggi, le figure, nell’autocommento vengono dilatati, le riflessioni morali vengono confrontate con l’attualità e per così dire messe alla prova della vita quotidiana fuori del Lager. Ne discorre, con molta finezza, R.Gordon, Etica, in «Riga» cit., pp.317 ss. (paragrafo «Buon senso, senso comune»). 44. dell’interlocutore e del momento La diversità di giudizio, « a seconda dell’interlocutore e del momento», ritorna spesso. Il Levi riflessivo e moralista di SQU parte sempre da coppie di opposti e, di conseguenza, oscilla sempre fra due estremi in cerca di una terza via; prima la dialettica felicità-infelicità, adesso la coppia ottimismo-pessimismo. La logica è quella aristotelica, della concidentia oppositorum, ripresa in un noto capitolo del Gargantua (Libro I, cap. X): « Aristotile dice che, supponendo due cose contrarie, nella lor specie, come bene e male, virtù e vizio, freddo e caldo, bianco e nero, piacere e dolore, gioia e lutto, e così di seguito, se voi le accoppiate, in modo che il contrario di una specie convenga ragionevolmente al contrario di un’altra, ne viene per conseguenza che gli altri due contrari residui concordano». Cito dalla tr. it. di M. Bonfantini, Einaudi, Torino 1993, p. 37 (il corsivo è mio). Vedi anche sotto, cap. «Iniziazione», nota 5 e cap. « I sommersi e i salvati», nota 4, dove ritorna l’elemento delle «gradazioni intermedie». 45. Eccomi È stato giustamente notato (Mengaldo, 201), come uno dei fenomeni tipici del libro, l’uso costante dell’avverbio presentativo ecco, sia da collegare ad altri enunciati sintetici presenti in SQU. 46 mi fiacco alla pioggia. È citazione dal canto di Ciacco e dei golosi: «Come tu vedi, a la pioggia mi fiacco» (Inf VI, 54). 47 meglio non farlo. «Francesca dice a Dante che non c’è “nessun maggior dolore/ che ricordarsi del tempo felice/ nella miseria”», Levi così in SES (Il, 1109) rievocando Inf. V, 123. Si noti qui il passaggio alla prima persona plurale, che, nella sezione di SchIome, non per caso si configura come la persona verbale della collettività nazionale («noi italiani»). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard dovremmo rassegnarci a questa evidenza, che il nostro destino è perfettamente inconoscibile, che ogni congettura è arbitraria ed esattamente priva di fondamento reale. Ma ragionevoli (43) gli [59] uomini sono assai raramente, quando è in gioco il loro proprio destino: essi preferiscono in ogni caso le posizioni estreme; perciò, a seconda del loro carattere, fra di noi gli uni si sono convinti immediatamente che tutto è perduto, che qui non si può vivere e che la fine è certa e prossima; gli altri, che, per quanto dura sia la vita che ci attende, la salvezza è probabile e non lontana, e, se avremo fede e forza, rivedremo le nostre case e i nostri cari. Le due classi, dei pessimisti e degli ottimisti, non sono peraltro così ben distinte: non già perché gli agnostici siano molti, ma perché i più, senza memoria né coerenza, oscillano fra le due posizioni-limite, a seconda dell’interlocutore e del momento (44). que resignarnos a esta evidencia: que nuestro destino es perfectamente desconocido, que cualquier conjetura es arbitraria y totalmente privada de cualquier fundamento real. Pero los hombres son muy raramente razonables cuando lo que está en juego es su propio destino; en cualquier caso prefieren las posturas extremas; por ello, según su carácter, entre nosotros los hay que se han convencido inmediatamente de que todo está perdido, de que no podemos seguir viviendo y de que el fin está cerca y es seguro; otros, que por muy dura que sea la vida que nos espera aquí, la salvación es probable y no está lejos, y que si tenemos fe y fuerza volveremos a ver nuestro hogar y a nuestros seres queridos. Los dos grupos, los pesimistas y los optimistas, no están, por otra parte, tan diferenciados: no ya porque los agnósticos sean muchos sino porque la mayoría, sin memoria ni coherencia, oscila entre las dos posturas limite según sus interlocutores del momento. rendrions a l’évidence notre destin est parfaitement impénétrable, toute conjecture est arbitraire et littéralement dépourvue de fondement Mais les hommes sont rarement sages quand il y va de leur vie, ils préfèrent en tout cas les positions extrêmes, ainsi chacun de nous, selon son caractère, s’est aussitôt pénétré de l’idée que tout était perdu, que la vie ici était impossible, que notre fin était certaine et proche , ou au contraire que, malgré la dure vie qui nous attendait, nous serions probablement sauves d’ici peu, et qu’avec de la foi et du courage, nous reverrions nos maisons et tous ceux que nous aimons Les deux partis, les pessimistes et les optimistes, ne sont pas pour autant bien distincts non que les sans-opinion soient nombreux, mais la plupart d’entre nous passent d’un extrême à l'autre sans rime ni raison, selon l’interlocuteur et le moment Eccomi (45) dunque sul fondo. A dare un colpo di spugna al passato e al futuro si impara assai presto, se il bi[60]sogno preme. Dopo quindici giorni dall’ingresso, già ho la fame regolamentare, la fame cronica sconosciuta agli uomini liberi, che fa sognare di notte e siede in tutte le membra dei nostri corpi; già ho imparato a non lasciarmi derubare, e se anzi trovo in giro un cucchiaio, uno spago, un bottone di cui mi possa appropriare senza pericolo di punizione, li intasco e li considero miei di pieno diritto. Già mi sono apparse, sul dorso dei piedi, le piaghe torpide che non guariranno. Spingo vagoni, lavoro di pala, mi fiacco alla pioggia (46), tremo al vento; già il mio stesso corpo non è più mio: ho il ventre gonfio e le membra stecchite, il viso tumido al mattino e incavato a sera; qualcuno fra noi ha la pelle gialla, qualche altro grigia: quando non ci vediamo per tre o quattro giorni, stentiamo a riconoscerci l’un l’altro. Heme aquí, por consiguiente, llegado al fondo. A borrar con una esponja el pasado, el futuro se aprende pronto si os obliga la necesidad. Quince días después del ingreso tengo ya el hambre reglamentaria, un hambre crónica desconocida por los hombres libres, que por la noche nos hace soñar y se instala en todos los miembros de nuestro cuerpo; he aprendido ya a no dejarme robar, y si encuentro una cuchara, una cuerda, un botón del que puedo apropiarme sin peligro de ser castigado me lo meto en el bolsillo y lo considero mío de pleno derecho. Ya me han salido, en el dorso de los pies, las llagas que no se curan. Empujo carretillas, trabajo con la pala, me fatigo con la lluvia, tiemblo ante el viento; ya mi propio cuerpo no es mío: tengo el vientre hinchado y las extremidades rígidas, la cara hinchada por la mañana y hundida por la noche; algunos de nosotros tienen la piel amarilla, otros gris: cuando no nos vemos durante tres o cuatro días nos reconocemos con dificultad. J’ai donc touche le fond On apprend vite en cas de besoin à effacer d’un coup d’épongé passe et futur Au bout de quinze jours de L a g e r, j e c o n n a i s d é j à l a f a i m réglementaire, cette faim chronique que les hommes libres ne connaissent pas, qui fait rêver la nuit et s’installe dans toutes les parties de notre corps, j’ai déjà appris à me prémunir contre le vol, et si je tombe sur une cuillère, une ficelle, un bouton que je puisse m’approprier sans être puni, je l’empoche et le considère à moi de plein droit Déjà sont apparues sur mes pieds les plaies infectieuses qui ne guériront pas Je pousse des wagons, je manie la pelle, je fonds sous la pluie et je tremble dans le vent Déjà mon corps n’est plus mon corps J’ai le ventre enfle, les membres dessèches, le visage bouffi le matin et creusé le soir, chez certains, la peau est devenue jaune, chez d’autres, grise, quand nous restons trois ou quatre jours sans nous voir, nous avons du mal a nous reconnaître. [37] Avevamo deciso di trovarci, noi italiani, ogni domenica sera in un angolo del Lager; ma abbiamo subito smesso, perché era troppo triste contarci, e trovarci ogni volta più pochi, e più deformi, e più squallidi. Ed era così faticoso fare quei pochi passi: e poi, a ritrovarsi, accadeva di ricordare e di pensare, ed era meglio non farlo (47).[61] Habíamos decidido reunirnos los italianos todos los domingos en un rincón del Lager: pero pronto lo hemos dejado de hacer porque era demasiado triste contarnos y ver que cada vez éramos menos, y más deformes, y más escuálidos. Y era tan cansado andar aquel corto camino: y además, al encontrarnos, recordábamos y pensábamos, y mejor era no hacerlo. Nous avions décidé de nous retrouver entre Italiens, tous les dimanches soir, dans un coin du Lager ; mais nous y avons bientôt renoncé parce que c’était trop triste de se compter et de se retrouver à chaque fois moins nombreux, plus hideux et plus sordides. Et puis c’était si fatigant de faire ces quelques pas, et puis se retrouver, c’était se rappeler et penser, et ce n’était pas sage. [38] 26 notes INIZIAZIONE 1 iraconde. Memoria dantesca del quinto cerchio. Si ricordi che questo capitolo è stato interamente scritto per l’ed. einaudiana del 1958: sul piano strutturale, questo capitolo assolve allo stesso compito propedeutico che, in Memorie, assolvono i capitoli «Prime impressioni». Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard INIZIAZIONE La iniciación INITIATION Dopo i primi giorni di capricciosi trasferimenti da blocco a blocco e da Kommando a Kommando, a sera tarda, sono stato assegnato al Block 30, e mi viene indicata una cuccetta in cui già dorme Diena. Diena si sveglia, e, benché esausto, mi fa posto e mi riceve amichevolmente. Después de los primeros días de traslados caprichosos de un bloque a otro y de Kommando a Kommando, me asignaron, ya de noche, al Block 30 y me indicaron una litera donde estaba durmiendo Diena. Diena se despierta y, aunque muerto de cansancio, me hace sitio y me recibe amistosamente. Après quelques jours de flottement, pendant lesquels on me renvoie de Block en Block et de Kommando en Kommando, un soir enfin on m’affecte au Block 30. 11 est déjà tard et on m’indique une couchette dans laquelle je retrouve Diena, déjà endormi, Diena se réveille et bien qu’épuisé me fait place et m’accueille amicalement. Io non ho sonno, o per meglio dire il mio sonno è mascherato da uno stato di tensione e di ansia da cui non sono ancora riuscito a liberarmi, e perciò parlo e parlo. Yo no tengo sueño o, mejor dicho, el sueño me lo disimula el estado de tensión y de ansiedad de que no he podido librarme todavía, y por eso hablo y hablo. Mais je n’ai pas sommeil, ou plutôt mon besoin de sommeil est momentanément neutralisé par un état de tension et d’anxiété dont je ne suis pas encore parvenu à me libérer, et qui me pousse à parler et parler sans pouvoir m’arrêter. Ho troppe cose da chiedere. Ho fame, e quando domani distribuiranno la zuppa, come farò a mangiarla senza cucchiaio? e come si può avere un cucchiaio? e dove mi manderanno a lavorare? Diena ne sa quanto me, naturalmente, e mi risponde con altre domande. Ma da sopra, da sotto, da vicino, da lontano, da tutti gli angoli della baracca ormai buia, voci assonnate e iraconde’ mi gridano: Tengo demasiadas preguntas que hacer. Tengo hambre, y cuando mañana repartan el potaje cómo voy a arreglármelas para comerlo sin cuchara? ¿Y cómo se puede uno hacer una cuchara? ¿Y dónde van a mandarme a trabajar? Diena sabe tanto como yo, naturalmente, y me contesta con otras preguntas. Pero de arriba, de abajo, de al lado, desde lejos, desde todos los rincones del barracón ya a oscuras, voces sonoras e iraconde (1) me gritano: J’ai trop de choses à demander. J’ai faim, et quand on distribuera la soupe demain, comment ferai-je pour la manger sans cuillère ? Et comment fait-on pour avoir une cuillère ? Et où est-ce qu’ils m’enverront travailler ? Diena n’en sait naturellement pas plus que moi, et répond à mes questions par d’autres questions. Mais voilà que d’en haut, d’en bas, de près, de loin, de tous les coins de la baraque, des voix ensommeillées et furibondes me crient : - Ruhe, Ruhe ! -Ruhe, Ruhe! «Ruhe, Ruhe!» 3 ahi quanto presto. È stata giustamente osservata (Mengaldo, 200) la forte presenza, «in seguito del tutto inconsueta in Levi», di frasi esclamative introdotte da ah, oh: un esempio di forte espressività, « se non proprio di espressionismo», in voluto contrasto con i tradizionali «referti nudi, essenziali», privi di «ridondanza o aloni». Capisco che mi si impone il Entiendo que me imponen sisilenzio, ma questa parola è per me lencio, pero la palabra es nueva nuova, e poiché non ne conosco il para mí, y como no conozco su senso e le implicazioni, la mia sentido y sus complicaciones, mi inquietudine cresce. La confusione inquietud aumenta. La confusión delle lingue è una componente de las lenguas es un componente fondamentale del modo di vivere fundamental del modo de vivir aquí di quaggiù; si è circondati da una abajo; se está rodeado por una perp e r p e t u a B a b e l e , i n c u i t u t t i petua Babel en la que todos gritan urlano ordini e minacce in lingue órdenes y amenazas en lenguas que mai prima udite, e guai a chi non nunca se han oído, y ¡ay de quien no a fferra a volo . Qui nessuno ha las coge al vuelo! Aquí nadie tiene tempo, nessuno ha pazienza, nessuno tiempo, nadie tiene paciencia, nadie ti dà as c o l t o ; n o i u l t i m i v e n u t i te escucha; los que hemos llegado c i r a d u n i amo istintivamente negli últimos nos reunimos instintivamente en an [62] golf, contro i muri, come los rincones, contra las paredes, ___ __ _ fanno le pecore, per sentirci le spalle X _ _ _ _ __ para sentirnos con la espalmaterialmente coperte. da materialmente resguardada. Je comprends qu’on m’ordonne de me taire, mais comme ce mot est nouveau pour moi et que je n’en connais pas le sens ni les implications, mon inquiétude ne fait que croître. Le mélange des langues est un élément fondamental du mode de vie d’ici ; on évolue dans une sorte de Babel permanente où tout le monde hurle des ordres et des menaces dans des langues parfaitement inconnues, et tant pis pour ceux qui ne saisissent pas au [39] vol. Ici, personne n’a le temps, personne n’a la patience, personne ne vous écoute ; nous, les derniers arrivés, nous nous regroupons instinctivement dans les coins, en troupeau, pour nous sentir les épaules matériellement protégées. 4 kenyér. Deve il suo titolo a questo passo uno studio molto interessante sul plurilinguismo di Levi: G. P Biasin, Our Daily Bread-Pane-Brot-Broid-Chleb-PainLechem-Kenyér, in P. Levi as Witness ed. by P. Frassica, Casalini libri, Firenze 1990, in particolare cfr. pp. l-2 (il saggio è stato poi raccolto nel volume I sapori della modernità, il Mulino, Bologna 1991, p. 183). Biasin collega giustamente questo passo a un particolare luogo del Gargantua: l’episodio di Panurge, «che entra in scena chiedendo pane in tutte le lingue viventi» (così scrive lo stesso Levi nel saggio di AM, FranÇois Rabelais, II, 646). Rabelais è il maestro segreto per tutto ciò che concerne il tema della fame, delle feci e delle orine. Se si va a leggere più attentamente la fonte (Libro II, cap. IX, p. 212 della versione di M. Bonfantini cit.) l’ingresso in scena di Panurge è in verità un episodio assai più intricato. Panurge si presenta a Pantagruele parlando in molte lingue diverse (tedesco, scozzese, italiano, basco, olandese), alcune fra l’altro di sua specifica invenzione (e questo spiega, nel cap. precedente di SQU, la frase di Levi: «I quattro parlano una lingua che non sembra di questo mondo, certo non è tedesco, io un poco il tedesco lo capisco»). I discorsi di Panurge sono sconclusionati, parlano genericamente di fame, non di pane: non è dunque senza significato che il solo discorso dove si parla esplicitamente di pane adoperando uno dei lemmi messi in elenco qui da Levi è il discorso di Panurge in ebraico (lechem), il decimo. Oltre che per la questione del pluringuismo, e per il tema della fame, Rabelais deve essere stato un modello di struttura («Ci è vicino come modello... per il suo modo di scrivere, così alieno da tipi e regole... seguendo il filo della fantasia così come si snoda per spontanea esigenza...» II, 647: la stessa «spontaneità» che Levi ripeté più volte essere stata all’origine di SQU). Vedi anche sotto, cap. «Una buona giornata», nota 9 e cap. «Il canto di Ulisse», nota 25. Rinuncio dunque a fare domande, e in breve scivolo in un sonno amaro e teso. Ma non è riposo: mi sento minacciato, insidiato, ad ogni istante sono pronto a contrarmi in uno spasimo di difesa. Sogno (2), e mi pare di dormire su una strada, su un ponte, per traverso di una porta per cui va e viene molta gente. Ed ecco giunge, ahi quanto presto (3), la sveglia. L’intera baracca si squassa dalle fondamenta, le luci si accendono, tutti intorno a me si agitano in una repentina attività frenetica: scuotono le coperte suscitando nembi di polvere fetida, si vestono con fretta febbrile, corrono fuori nel gelo dell’aria esterna vestiti a mezzo, si precipitano verso le latrine e il lavatoio; molti, bestialmente, orinano correndo per risparmiare tempo, perché entro cinque minuti inizia la distribuzione del pane, del pane-Brot-Broit-chleb-pain-lechemkenyér (4), del sacro blocchetto grigio che sembra [63] gigantesco in mano del tuo vicino, e piccolo da Je renonce donc à mes questions et sombre rapidement dans un sommeil âpre et tendu qui ne me laisse en réalité aucun moment de répit : je me sens menacé, traqué, je suis prêt à tout instant à me raidir en un réflexe de défense. Je rêve, et je rêve que je dors sur une route, sur un pont, en travers d’une porte au beau milieu d’un va-et-vient continuel. Mais voici que j’entends - qu’il est tôt encore ! - la cloche du réveil. La baraque tout entière s’ébranle, les lumières s’allument, une frénésie collective s’empare soudain de tous les occupants. Ils secouent les couvertures en soulevant des nuages de poussière fétide, s’habillent avec une hâte fébrile, se précipitent dehors à moitié nus dans un froid glacial, courent vers les latrines et les lavabos ; beaucoup, bestialement, urinent en courant pour gagner du temps, car dans cinq minutes c’est la distribution du pain-BrotBroit-chleb-pane-lechemkenyér, du sacro-saint petit cube gris, qui semble énorme dans la main du voisin, et petit à pleurer dans la vôtre. C’est une 2 Sogno. È il primo dei sogni di SQU; la porta, la soglia «per cui va e viene molta gente» fa da solito sfondo. I binari del treno anticipano il sogno del cap. «Le nostre notti». Renuncio, pues, a hacer preguntas y en breve me hundo en un sueño amargo y tenso. Pero no es un descanso: me siento amenazado, hostigado, a cada instante estoy a punto de contraerme con un espasmo de defensa. Sueño y me parece que estoy durmiendo en mitad de una calle, de un puente, atravesado en una puerta por la que pasa mucha gente. Y aquí llega, ¡qué rápidamente!, el despertar. El barracón se sacude desde los cimientos, las luces se encienden, todos se agitan a mi alrededor en una actividad frenética repentina: sacuden las mantas levantando nubes de polvo fétido, se visten con prisa febril, corren afuera al hielo del aire exterior a medio vestir, se precipitan a las letrinas y los lavabos; muchos, como animales, orinan mientras corren para ganar tiempo porque dentro de cinco minutos empieza la distribución del pan, del pan-Brot-Broit-chleb-pain-lechemkenyér, del sagrado pedacito gris que parece gigantesco en manos de tu vecino y pequeño 27 notes 5 sfacciata fortuna altrui. Vedi anche sopra, cap. «Sul fondo», nota 44. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard piangere in mano tua. È una allucinazione quotidiana, a cui si finisce col fare l’abitudine: ma nei primi tempi è così irresistibile che molti fra noi, dopo lungo discutere a coppie sulla propria palese e costante sfortuna, e sfacciata fortuna altrui (5), si scambiano infine le razioni, al che l’illusione si ripristina invertita lasciando tutti scontenti e frustrati. hasta echarse a llorar en las tuyas. Es una alucinación cotidiana a la que uno termina por acostumbrarse: pero en los primeros tiempos es tan irresistible que muchos de nosotros, luego de discutir por parejas sobre la propia evidente y constante mala suerte y la escandalosa buena suerte del otro, acabamos por intercambiar nuestras raciones, con lo que la ilusión se reproduce de manera inversa dejando a todos contentos y frustrados. hallucination quotidienne à laquelle on finit par s’habituer, mais dans les premiers temps elle est si irrésistible que beaucoup d’entre nous, après de longs palabres à deux sur la malchance manifeste et constante de l’un et la chance insolente de l’autre, froissent par échanger leurs rations, pour voir l'illusion se recréer aussitôt en sens inverse, nous laissant tous frustrés et mécontents. Il pane è anche la nostra sola moneta: nei pochi minuti che intercorrono fra la distribuzione e la consumazione, il Block risuona di richiami, di liti e d i f u g h e . S o n o i creditori di ieri che pretendono il pagamento, nei brevi istanti in cui il debitore è solvibile. Dopo di che, subentra una relativa quiete, e molti ne approfittano per recarsi nuovamente alle latrine a fumare mezza sigaretta, o al lavatoio per lavarsi veramente. El pan es también nuestra única moneda: entre los pocos minutos que transcurren entre su distribución y su consumición, el Block resuena con reclamaciones, peleas y fugas. Son los acreedores del día anterior que quieren ser pagados en los breves instantes en que el deudor es solvente. Después de lo cual se instala una relativa calma que muchos aprovechan para volver a las letrinas a fumar medio cigarrillo, o al lavabo para lavarse de verdad. Le pain est également notre seule monnaie d’échange durant les quelques minutes qui s’écoulent entre la distribution et la consommation, le Block retentit d’appels, de disputes et de poursuites. Ce sont les créanciers d’hier qui réclament leur dû dans les courts instants où le débiteur est solvable. Après quoi un calme relatif s’établit, et beaucoup en profitent pour retourner aux latrines fumer une moitié de cigarette ou aux lavabos pour se laver un peu plus sérieusement. Il lavatoio è un locale poco invitante. È male illuminato, pieno di correnti d’aria, e il pavimento di mattoni è coperto da uno strato di fanghiglia; l’acqua non è pota[64]bile, ha un odore disgustoso e s p e s s o m a n c a p e r m o l t e o r e. Le pareti sono decorate da curiosi affreschi didascalici: vi si vede ad esempio lo Häftling buono, effigiato nudo fino alla cintola, in atto di insaponarsi diligentemente il cranio ben tosato e roseo, e lo Häftling cattivo, dal naso fortemente semitico e dal colorito verdastro, il quale, tutto infagottato negli abiti v i s t o s a m e n t e m a c c h i a t i, e c o l berretto in testa, immerge cautamente un dito nell’acqua del lavandino. Sotto al primo sta scritto: «So bist du rein» (così sei pulito), e sotto al secondo: «So gehst du ein» (così vai in rovina); e più in basso, in dubbio francese ma in caratteri gotici: «La propreté, c’est la sante». El lavabo es un sitio poco atractivo. Está mal iluminado, lleno de corrientes de aire, y el piso de ladrillos está cubierto por una capa d e l o d o ; e l a g u a n o es potable, huele mal y muchas veces falta durante mucho tiempo. Las paredes están decoradas por curiosos frescos didascálicos: por ejemplo se ve al Häftling bueno, representado desnudo hasta la cintura, en acto de enjabonarse el cráneo sonrosado y rapado, y al Häftling m a l o , de nariz a c u s a d a m e n t e semítica y colorido verdoso, que, enfundado en su ropa l l e n a de manchas y con el gorro puesto, mete cautelosamente un dedo en el agua del lavabo. Debajo del primero está escrito: So bist du rein (así te quedarás limpio), y debajo del segundo: So gehst du ein (así te buscas la ruina); y más abajo, en un francés dudoso pero en caracteres góticos: La propreté, c’est la santé. Les lavabos sont un lieu peu accueillant : une salle mai éclairée et remplie de courants d’air, avec un sol de briques recouvert d’une couche de boue ; l’eau n’est pas [40] potable, elle a une odeur écoeurante et reste souvent coupée pendant des heures. Les murs sont décorés de curieuses fresques édifiantes : on y voit par exemple le bon Häftling, représenté torse nu en train de savonner avec enthousiasme un crâne rosé et bien tondu, tandis que le mauvais Häftling, a ff l i g é d ’ u n n e z c r o c h u fortement accusé et d’un teint verdâtre, engoncé dans des habits tout tachés, trempe un doigt prudent dans l’eau du lavabo. Sous le premier on lit : «So bist du rein» (comme ça, tu es propre), sous le second : «So geshst du ein» (comme ça, tu cours à ta perte) ; et plus bas, dans un français approximatif mais en caractères gothiques : «La propreté, c’est la santé.» Sulla parete opposta campeggia un enorme pidocchio bianco rosso e nero, con la scritta: «Eine Laus, dein Tod» (un pidocchio è la tua morte), e il distico ispirato: En la red opuesta campea un enorme piojo blanco, rojo y negro, con la frase: Eine Laus, dein Tod (un piojo es tu muerte), y el inspirado dístico: Sur le mur d’en face trône un énorme pou, blanc, rouge et noir, orné de l'inscription : «Eine Laus, deine Tod» (un pou, c’est ta mort) et suivi de ces vers inspirés : Nach dem Abort, vor dem Essen Hände waschen, nicht vergessen Nach dem Abort, vor dem Essen Hände waschen, nicht vergessen (dopo la latrina, prima di mangiare, lavati le mani, non dimenticare). (después de la letrina, antes de comer, lávate las manos, no lo olvides). (Après les latrines, avant de manger, Lave-toi les mains, ne l'oublie jamais.) Per molte settimane, ho considerato questi ammonimenti all’igiene come puri tratti di spirito teutonico, nello stile del dialogo relativo al cinto erniario con cui eravamo stati accolti al nostro ingresso in Lager. Ma ho poi capito che i loro ignoti autori, forse inconsciamente, non erano lontani da alcune importanti verità. In questo luogo, lavarsi tutti i giorni nell’acqua torbida del lavandino immondo è praticamente inutile ai fini della pulizia e della salute; è Durante semanas he considerado estas amonestaciones sobre la higiene como puros rasgos de humor teutónico, en el estilo del diálogo sobre el cinturón herniario con que se nos había recibido a nuestro ingreso en el Lager. Pero después he comprendido que sus desconocidos autores, puede que subconscientemente, no estaban lejos de algunas verdades fundamentales. En este lugar, lavarse todos los días en el agua turbia del inmundo lavabo es prácticamente inútil a fines de limpieza y de salud; Pendant des semaines, j’ai considéré ces incitations à l’hygiène comme de simples traits d’esprit typiquement germaniques, du même goût que la plaisanterie sur le bandage herniaire qui nous avait accueillis à notre entrée au Lager. Mais j’ai compris ensuite que leurs auteurs anonymes avaient effleuré, sans doute à leur insu, quelques vérités importantes. Ici, se laver tous les jours dans l’eau trouble d’un lavabo immonde est une- opération pratiquement inutile du point de vue de l'hygiène et de la santé, mais 4:14 28 Nach dem Abort, vor dem Essen Hânde waschen, nicht vergessen notes Levi’s Se questo... addirittura incluso, indeed 6 Ma Steinlauf. La lezione di Steinlaut inizia con il consueto uso della congiunzione avversativa. 7 Me ne duole. Uno dei tanti arcaismi di SQU, per giunta iterato con l’aggiunta di un nesso causale («Me ne duole, perché...»). 8 per portare testimonianza. Il ricordo come bisogno e come obbligo. L’esortazione a meditare e ricordare della poesia in epigrafe è qui rielaborata: non è solo «un omaggio alle vittime, ma la base per prevenire una possibile ripetizione dell’orrore» (Segre, 57). tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard p e r o e s importantísimo como síntoma de un resto de vitalidad, y necesario como instrumento de supervivencia moral. extrêmement importante comme symptôme d’un reste de vitalité, et nécessaire comme instrument de survie morale. Tengo que confesarlo: después Devo confessarlo: dopo una s o l a s e t t i m a n a d i p r i g i o n i a , i n de una única semana en prisión noto m e l ’ i s t i n t o d e l l a p u l i z i a è que el instinto de la limpieza ha sparito. Mi aggiro ciondolando desaparecido en mí. Voy dando vuelper il lavatoio, ed ecco Steinlauf, tas bamboleándome por los lavabos i l m i o a m i c o [ 6 5 ] q u a s i y aquí está Steinlauf, mi amigo de cinquantenne, a torso nudo, che casi cincuenta años, a torso desnudo, s i s t r o f i n a c o l l o e s p a l l e c o n restregándose el cuello y la espalda scarso esito (non ha sapone) ma con escaso fruto (no tiene jabón) pero con estrema energia. Steinlauf mi con extrema energía. Steinlauf me ve vede e mi saluta, e senza ambagi y me saluda, y sin ambages me premi domanda severamente perché gunta con severidad por qué no me non mi lavo. Perché dovrei lavarmi? lavo. ¿Por qué voy a lavarme? ¿Voy starei forse meglio di quanto sto? a estar mejor de lo que estoy? ¿Voy a piacerei di più a qualcuno? vivrei un gustarle más a alguien? ¿Voy a vivir giorno, un’ora di più? Vivrei anzi di un día, una hora más? Incluso viviré meno, perché lavarsi è un lavoro, uno menos, porque lavarse es un trabajo, un s p re c o d i e n e r g i a e d i c a l o r e . desperdicio de energía y calor. ¿No sabe Non sa Steinlauf che dopo mezz’ora Steinlauf que después de media hora carganai sacchi di carbone ogni differenza do sacos de carbón habrá desaparecido cualfra lui e me sarà scomparsa? Più quier diferencia entre él y yo? Cu a n t o ci penso, e più mi pare che lavarsi más lo pienso más me parece que la faccia nelle nostre condizioni lavarse la cara en nuestra situas i a u n a f a c c e n d a i n s u l s a , ción es un acto insulso, y hasta addirittura frivola: un’abitudine _________ frívolo: una costumbre meccanica, o peggio, una m e c á n i c a , o p e o r , u n a lugubre ripetizione di un rito lúgubre repetición de un rito e s t i n t o . Morremo tutti, stiamo per extinguido. Vamos a morir todos, esmorire: se mi avanzano dieci minuti tamos a punto de morir: si me sobran fra la sveglia e il lavoro, voglio diez minutos entre diana y el trabajo quiero dedicarli ad altro, a chiudermi in me dedicarlos a otra cosa, a encerrarme en stesso, a tirare le somme, o magari a mí mismo, a echar cuentas o tal vez guardare il cielo e a pensare che lo X a mirar el reloj y a pensar que puevedo forse per l’ultima volta; o de que lo esté viendo por última vez; anche solo a lasciarmi vivere, a concedermi o también a dejarme vivir, a darme el il lusso di un minuscolo ozio. lujo de un ocio minúsculo. Je dois l’avouer : au bout d’une semaine de captivité, le sens de la propreté m’a complètement abandonné. Me voilà traînant les pieds en direction des robinets, lorsque je tombe sur l’ami Steinlauf, torse nu, occupé à frotter son cou et ses épaulas de quinquagénaire sans grand résultat (il n’a pas de savon) mais avec une extrême énergie. Steinlauf m’aperçoit, me dit bonjour et de but en blanc me demande sévèrement pourquoi je ne me lave pas. Et pourquoi [41] devrais-je me laver? Est-ce que par hasard je m’en trouverais mieux? Est-ce que je plairais davantage à quelqu’un ? Est-ce que je vivrais un jour, une heure de plus? Mais pas du tout, je vivrais moins longtemps parce que se laver représente un effort, une dépense inutile de chaleur et d’énergie. Est-ce que par hasard Steinlauf aurait oublié qu’au bout d’une demi-heure passée à décharger des sacs de charbon, il n’y aura plus aucune différence entre lui et moi ? Plus j’y pense et plus je me dis que se laver la figure dans des conditions pareilles est une activité absurde, sinon frivole : une habitude machinale ou, pis encore, la lugubre répétition d’un rite révolu. Nous mourrons tous, nous allons mourir bientôt : s’il me reste dix minutes entre le lever et le travail, j’ai mieux à faire, je veux rentrer en moimême, faire le point, ou regarder le ciel et me dire que je le vois peut-être pour la dernière fois ; ou même, simplement, me laisser vivre, m’accorder le luxe d’un minuscule moment de loisir. Ma Steinlauf (6) mi dà sulla voce. Ha terminato di lavarsi, ora si sta asciugando con la giac c a d i t e l a che prima teneva arrotolata fra le ginocchia e che poi infilerà, e senza interrompere l’operazione mi somministra una lezione in piena regola. Pero Steinlauf me hace callar. Ha terminado de lavarse, ahora se e stá secando con la chaqueta de tela que antes tenía enroscada entre las piernas y que luego va a ponerse, y sin interrumpir la operación me da una lección en toda regla. M a i s St e i n l a u f m e r a b r o u e . S a toilette terminée, le voilà maintenant en train de s’essuyer avec la veste de toile qu’il tenait jusque-là roulée en boule entre ses genoux et qu’il enfilera ensuite, et sans interrompre l’opération il entreprend de me donner une leçon en règle. Ho scordato ormai, e me ne duole (7), le sue parole diritte e chiare, le parole del già sergente St e i n l a u f d e l l ’ e s e r c i t o a u s t r oungarico, croce di ferro della guerra ‘14-18. Me ne duole, perché dovrò tradurre il suo italiano incerto e il suo discorso piano di buon soldato nel mio linguaggio di uomo incredulo. Ma questo ne era il senso, non dimenticato allora né poi: che appunto perché il La[66]ger è una gran macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare; che anche in questo luogo si può sopravvivere, e perciò si deve voler sopravvivere, per raccontare, per portare testimonianza (8); e che per vivere è importante sforzarci di salvare almeno lo scheletro, l’impalcatura, la forma della civiltà. Che siamo schiavi, privi di ogni diritto, esposti a ogni offesa, votati a morte quasi certa, ma che una facoltà ci è rimasta, e dobbiamo difenderla con ogni vigore perché è l’ultima: la He olvidado hoy, y lo siento, sus palabras directas y claras, las palab r a s d e l q u e f u e e l s a rg e n t o Steinlauf del Ejército austro-húngaro, cruz de hierro en la guerra de 1914-1918. Lo siento porque tendré que traducir su italiano inseguro y su razonamiento sencillo de buen soldado a mi lenguaje de incrédulo. Pero éste era el sentido, que no he olvidado después ni olvidé entonces: que precisamente porque el Lager es una gran máquina para convertirnos en animales, nosotros no debemos convertirnos en animales; que aun en este sitio se puede sobrevivir, y por ello se debe querer sobrevivir, para c o n t a r l o , p a r a d a r t e s t i m o n i o ; y q u e p a r a v i v i r e s i m p o rtante esforzarse por salvar al meno s el esqueleto, la armazón, la forma de la civilización. Que somos esclavos, sin ningún derecho, expuestos a cualquier ataque, abocados a una muerte segura, pero que nos h a quedado una facultad y debemos defenderla con todo nuestro vigor porque es la última: Je ne me souviens plus aujourd’hui, et je le regrette, des mots clairs et directs de Steinlauf, l’ex-sergent de l’armée austro-hongroise, croix de fer de la guerre de 14-18. Je le regrette, parce qu’il me faudra traduire son italien rudimentaire et son discours si clair de brave soldat dans mon langage d’homme incrédule. Mais le sens de ses paroles, je l’ai retenu pour toujours : c’est justement, disait-il, parce que le Lager est une monstrueuse machine à fabriquer des bêtes, que nous ne devons pas devenir des bêtes ; puisque même ici il est possible de survivre, nous devons vouloir survivre, pour raconter, pour témoigner; et pour vivre, il est important de sauver au moins l’ossature, la charpente, la forme de la civilisation. Nous sommes des esclaves, certes, privés de tout droit, en butte à toutes les humiliations, voués à une mort presque certaine, mais il nous reste encore une ressource et nous devons la défendre avec acharnement parce que c’est la dernière : refuser notre consentement. invece importantissimo come sintomo di residua vitalità, e necessario come strumento di sopravvivenza morale. 29 notes Levi’s Se questo... 9 dignità e per proprietà. E la dignità dell’umanesimo classico, dantesco, dove non manca un’eco dostoevskiana: «Ogni uomo, chiunque egli sia e per quanto avvilito, purtuttavia, anche se istintivamente, pretende che si rispetti la sua dignità di uomo» (Memorie, 141). Sull’importanza del concetto di «dignità» nella letteratura con centrazionaria non si dimentichino le belle pagine di 1Todorov, Di fronte all’estremo. Quale etica per il secolo dei gulag e dei campi di sterminio, Garzanti, Milano 1992, pp. 61 ss., che lega SQU a una vasta serie di altre memorie. Rimanendo nell’ambito dell’opera leviana potrà essere curioso notare come una frase praticamente identica a questa verrà usata in SES per definire il carattere positivo di Lorenzo, che ha conservato la propria dignità facendo bene il lavoro al quale era stato costretto in Germania: «Quando lo misero a tirar su muri di protezione contro le bombe, li faceva diritti, solidi, con mattoni bene intrecciati e con tutta la calcina che ci voleva; non per ossequio agli ordini, ma per dignità professionale» (II, 1087). La fonte potrebbe essere il ricordo liceale dell’umanesimo fiorentino, la dignitas hominis di Pico della Mirandola, che, in un diverso contesto, di ricerca storiografia, nel dopoguerra, verrà restaurato con acribia da Eugenio Garin e dai suoi libri sull’umanesimo italiano. La fonte inconscia potrebbe essere l’episodio biblico narrato in Giudici 7, 5 in cui «il condottiero Gedeone sceglie i migliori fra i suoi guerrieri osservando il modo in cui si comportano nel bere al fiume: scarta tutti quelli che lambisconosl’acqua “come fa il cane” o che s’inginocchiano, ed accetta solo quelli che bevono in piedi, recando la mano alla bocca» (cito dallo stesso Levi, che così ne scrisse in SES, II, 1080-1081; su questo punto sono ritornato in un articolo, La scelta di Gedeone: appunti su P. Levi e l’ebraismo, in «Journal of the Institute of Romance Studies», 4, 1996, pp. 187-198, che ha suscitato le giuste osservazioni critiche di S. Calvo, Una piccola luce. Articoli, interviste, tentativi di riflessione, Locarno, ed. fuori commercio, 2000, pp. 77-78). Quanto al vocabolo «proprietà» associato al più accreditato «dignità», ci sembra si possa dire che esso dia significato e spessore alla squallida iscrizione letta nella latrina e riportata all’inizio del capitolo: «La propreté, c’est la santé». 10 non avere sistema? Risposta mediterranea, «latina» al «sistema di pensiero» teutonico, temuto e biasimato nella Prefazione (nota 5). Levi è molto più generoso di quanto non si creda nei confronti dell’assai vituperato «mito del bravo italiano». 1 tempi in cui scriveva SQU non sono paragonabili ai nostri e nemmeno a quelli in cui nacque SES. Italianità e germanesimo in SQU sono dualità fra loro contrapposte, anzi l’una contro l’altra armata: Levi è un appassionato difensore dell’ideologia italiana, del suo «essere italiano», portatore di «una blanda dottrina» capace di annullare i più rigidi sistemi di pensiero. Per lui il «Bravo Italiano», non era un mito: era Lorenzo. Di qui il risentimento, nel vedere tanto dispresso contro l’Italyener nell’episodio di Schmulek, cap. «Ka-Be», nota 22, e in particolare, nello stesso cap. (nota 15) contro gli ebrei italiani, detti con scherno «zwei linke Hände» (due mani sinistre). Le idee di Levi sul «carattere dell’Italiano» sono difficili da districare e interpretare globalmente, anche perché mutano con il trascorrere dei decenni. Non si deve cadere nell’anacronismo nel giudicare frasi come questa con il senno del poi. Parlando di Manzoni, che di queste idee è probabile sia stato l’ispiratore, molti anni più tardi Levi parafraserà la «blanda dottrina» di SQU; ma ne verrà fuori una radiografia, assai meno generosa nei confronti delle consuetudini che «si respirano al di qua delle Alpi». Il genio psicologico di Manzoni consiste nell’aver saputo fotografare «quel viluppo di pietà, tolleranza e cinismo che è tipicamente italiano» (II, 702). Il cinismo, tra il 1947 e il 1958, manca. Non dissimile l’elogio dei greci di Salonicco, vedi sotto, cap. «Al di qua del bene e del male», nota 5. KA-BE 1 nuvole maligne... il paesaggio in Levi è dominato dalle nuvole, prima sanguigne (vedi sopra, cap. «Sul fondo», nota 28) ora «maligne» come «’’aere» di Inf. V, 86. in travaglio en tormento tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard facoltà di negare il nostro consenso. Dobbiamo quindi, certamente, lavarci la faccia senza sapone, nell’acqua sporca, e asciugarci nella giacca. Dobbiamo dare il nero alle scarpe, non perché così prescrive il regolamento, ma per dignità e per proprietà (9). Dobbiamo camminare di[67]ritti, senza strascicare gli zoccoli, non già in omaggio alla disciplina prussiana, ma per restare vivi, per non cominciare a morire. la facultad de negar nuestro consentimiento. Debemos, por consiguiente, lavarnos la cara sin jabón, en el agua sucia, y secarnos con la chaqueta. Debe m o s d a r b e t ú n a los zapatos no porque lo diga el reglamento sino por dignidad y por limpiez a . Debemos andar derechos, sin arrastrar los zuecos, no y a e n a c a tamiento de la disciplina prusiana sino para seguir vivos, para no empezar a morir. Aussi est-ce pour nous un devoir envers nous-mêmes que de nous laver le visage sans savon, dans [42] de l’eau sale, et de nous essuyer avec notre veste. Un devoir, de cirer nos souliers, non certes parce que c’est écrit dans le règlement, mais par dignité et par propriété. Un devoir enfin de nous tenir droits et de ne pas traîner nos sabots, non pas pour rendre hommage à la discipline prussienne, mais pour rester vivants, pour ne pas commencer à mourir. Queste cose mi disse Steinlauf, uomo di volontà buona: strane cose al mio orecchio dissueto, intese e accettate solo in parte, e mitigate in una più facile, duttile e blanda dottrina, quella che da secoli si respira al di qua delle Alpi, e secondo la quale, fra l’altro non 4 c’è maggior vanità che sforzarsi di inghiottire interi i sistemi morali elaborati da altri, sotto altro cielo. No, la saggezza e la virtù di Steinlauf, buone certamente per lui, a me non bastano. Di fronte a questo complicato mondo infero, le mie idee sono confuse; sarà proprio necessario elaborare un sistema e praticarlo? o non sarà più salutare prendere coscienza di non avere sistema? (10) [68][69] Estas cosas me dijo Steinlauf, hombre de buena voluntad: cosas extrañas para mi oído desacostumbrado, entendidas y aceptadas sólo en parte, y mitigadas por una doctrina más fácil, dúctil y blanda, la que hace siglos que se respira más acá de los Alpes y según la cual, entre otras cosas, no hay vanidad mayor que esforzarse en tragarse enteros los sistemas morales elaborados por los demás, bajo otros cielos. No, la prudencia y la virtud de Steinlauf, ciertamente buenas para él, no me bastan. Frente a este complicado mundo inferior m i s ideas están confusas: ¿será r e almente necesario establecer un sistema y practicarlo? ¿No será más saludable tomar conciencia de no tener sistema? Tel fut le discours de Steinlauf, homme de bonne volonté : discours accueilli avec une sorte d’étonnement par des oreilles déshabituées, discours compris et accepté en partie seulement, et adouci par une doctrine plus abordable, plus souple et plus modérée, celle-là même qui se transmet depuis des siècles en deçà des Alpes, et selon laquelle entre autres, il n’est pas plus grande vanité que de prétendre absorber tels quels les grands systèmes de morale élaborés par d’autres peuples sous d’autres cieux. Non, la sagesse et la vertu de Steinlauf, bonnes pour lui sans aucun doute, ne me suffisent pas. Face à l'inextricable dédale de ce monde infernal, mes idées sont confuses : est il vraiment nécessaire d’élaborer un système et de l'appliquer? N’est-il pas plus salutaire de prendre conscience qu’on n’a pas de système? KA-BE Ka-be I giorni si somigliano tutti, e non è facile contarli. Da non so quanti giorni facciamo la spola, a coppie, dalla ferrovia al magazzino: un centinaio di metri di suolo in disgelo. Avanti sotto il carico, indietro colle braccia pendenti lungo i fianchi, senza parlare. Todos los días se parecen y no es fácil contarlos. Hace no sé cuántos días que vamos como un péndulo, en parejas, de la estación al almacén: un centenar de metros de suelo en deshielo. Adelante bajo la carga, hacia atrás con los brazos colgando a lo largo del cuerpo, sin hablar. LES jours se ressemblent tous et il n’est pas facile de les compter. J’ai oublié depuis combien de jours nous faisons la navette, deux par deux, entre la voie ferrée et l'entrepôt : une centaine de mètres de terrain en dégel, à l'aller écrasés sous le poids de la charge, au retour les bras ballants, sans parler. Intorno, tutto ci è nemico. Sopra di noi, si rincorrono le nuvole maligne (1), per separarci dal sole; da ogni parte ci stringe lo squallore del ferro in travaglio. I suoi confini non li abbiamo mai visti, ma sentiamo, tutto intorno, la presenza cattiva del filo spinato che ci segrega dal mondo. E sulle impalcature, sui treni in manovra, nelle strade, negli A nuestro alrededor todo nos es enemigo. Encima de nosotros se agrupan las nubes malignas, para separarnos del sol; por todas partes nos oprime la amenaza de las alambradas _____. Sus confines no los hemos visto nunca pero sentimos, todo alrededor, la presencia maléfica del hilo erizado que nos segrega del mundo... Y en los andamios, en los trenes en maniobra, en las carreteras, en las Autour de nous, tout est hostile. Sur nos têtes, les nuages mauvais défilent sans interruption pour nous dérober le soleil. De toutes parts, l’étreinte sinistre du fer en traction. Nous n’avons jamais vu où ils finissent, mais nous sentons la présence maligne des barbelés qui nous tiennent séparés du monde. Et sur les échafaudages, sur les trains en manoeuvre, sur les routes, dans les 30 4. K.B. notes 2 Tutto ci è nemico... tutti ci sono nemici. È la deduzione empirica del sillogismo «ogni straniero è nemico» contenuto nella Prefazione (nota 4). Si noti però la cucitura fra il finale della sezione e l’inizio della successiva, «No, in verità... non sento un nemico né un rivale». È il primo di una curiosa serie di enjambements tra sezioni. Le sezioni di norma segnano una cesura, talora piuttosto netta, fra la forma espressiva diaristica e quella riflessiva. Le eccezioni però non mancano e sono significative per il ragionamento che è sottinteso. In questo caso è visibile il segnale di un ottimismo duro a morire, ovvero, per adoperare le parole di Vittorio Foa della « speranza che emerge dall’Inferno». II giudizio di Foa, implicito nella breve presentazione alla edizione di SQU diffusa in omaggio dal’’«Unità» nel 1992, lo si può leggere apertamente espresso in una bella intervista resa ad Alberto Papuzzi, Noi, veccbi ragazzi del partito d’Azione, «La Stampa», 13 luglio 1991; in modo più sfumato, ma altrettanto lucido, ritorna ancora in Il Cavallo e la Torre. Riflessioni su una vita, Einaudi, Torino 1991, p.331. In SQU ci sono del resto molte storie che smentiscono la legge generale («Tutti ci sono nemici»). C’è la storia di Alberto, di Jean il Pikolo, di Lorenzo. « Ma se ci sono tante eccezioni, la legge rimane valida?», si chiede, non a torto, T. Todorov, Di fronte all’estremo cit., p. 37. 3 e il vento le scuote. L’involucro è, nel senso di Mauron, la «metafora ossessiva» di Levi: il guscio, la corazza, la nicchia, il nido disfatto (la stessa casa, presenza importante in SQU: « la tiepida casa» evocata nella poesia in epigrafe e poi nei ripetuti sogni «di essere a casa», nel saggio La mia casa in AM), finanche «la pancia aperta di Maometto in atto di aprirsela da sé, nella nona bolgia e nell’illustrazione di Doré» (II, 1577) meriterebbero un approfondimento psicoanalitico, se troppe non fossero le resistenze di Levi a questo genere d’interpretazione dei testi («uno straccio di es ce l’ho anch’io», l’ironia contro « l’inquilino della casa di sotto»). Dopo gli acquari - anzi, forse, a questi collegati -, dopo le porte, non sono meno frequenti le metafore ispirate ad un’idea d’involucro, di guscio; più tardi verranno le dighe, da cui è partito D.Scarpa per la sua originale analisi del concetto di Chiaro-scuro in «Riga» cit., pp. 238 ss. Molto spesso, come in questo caso, l’involucro è rappresentato dalle spoglie di un insetto: l’immagine sta a indicare che la barriera protettiva non è servita a nulla, l’esplosione è già avvenuta, le viscere sono già uscite dalla pancia di Maometto e non rimangono da vedere che le spoglie, i gusci abbandonati. L’ipotesi di C. Ozick per SES di una «detonazione, tanto più vulcanica perché inaspettata» («The New Republic», 21 marzo 1988, tr. it. Il messaggio d’addio, in P. Levi: un’antologia cit., p. 155) è molto convincente, ma non applicabile solo all’ultimo libro. La detonazione precede la scrittura, ogni scrittura di Levi. Sono segnali molto importanti, perché contraddicono l’assunto iniziale della pacatezza, l’assenza di odio, le buone maniere, «il perdonatore» e altri luoghi comuni che talora circolano nelle pagine di lettori anche attenti. La metafora del guscio di una conchiglia («la capacità di secernere un guscio»), dello stesso grembo vuoto della rana nella poesia in esergo richiedono cautela. L’ipotesi di Scarpa, secondo cui la letteratura, anzi il canone occidentale, i suoi maggiori modelli (Dante, Omero, la Bibbia) sarebbero «la schermatura ignifuga che permette a Levi di maneggiare il calor bianco che lo ha ustionato un tempo, e di tramandare il suo fuoco al lettore in modo che ne resti scottato ma non arso» è ipotesi seducente, ma non convince, per lo meno se riferita agli anni di gestazione di SQU, quando il fuoco non arde più, ma se ne scorgono i segni nei relitti che ha lasciato. È una scelta poetica quella di non parlare dell’esplosione, di non descrivere la detonazione. La letteratura ha un ruolo importante ma diverso in queste scelte. Levi è convinto che il problema dei resti, dei vuoti vermi, degli occhi cavi, del grembo sterile ustioni il lettore quanto è necessario. Anche gli aguzzini hanno un guscio, anzi «una corazza». Scarpa individua la giusta metafora, mala letteratura non può essere lo schermo, non ha a che vedere con l’esplosione. Se mai la protezione del guscio serve a nascondere la potenza dell’inconscio. Si pensi al finale di un racconto come Fine del Marinese, uscito sul «Ponte» nel 1949 (I, 1109-1112), che mi sembra sia stato ingiustamente trascurato dalla critica: il protagonista, un partigiano arrestato durante un rastrellamento, cerca di uscire dal suo «nido di febbre» facendo del suo corpo «una corazza» cioè nascondendo una potente bomba con la quale salta in aria insieme ai tedeschi che lo hanno arrestato. È questo lo stato d’animo in cui Levi si trova mentre pone ordine ai capitoli di SQU. Il fuoco divampa più che mai nel periodo che va dal 1947 al ’58, brucia anche gli involucri, li rende sottili, li espone ai colpi di vento come le spoglie d’insetti in questa che è una delle più alte metafore di tutto il libro (Segre, 70). Vedi anche sotto, cap. «Le nostre notti», nota 1. 4 lotta di ciascuno contro tutti. Traduce l’hobbesiano ballare omnium contra omnes: «Era una vita hobbesiana, una guerra continua di tutti contro tutti», si dice in SES (II, 1096). 5 con questa totale indifferenza. Si riprende qui una notazione di Memorie, 92: « La caratteristica di questi uomini è quella di annullare la loro personalità sempre, dappertutto e quasi dinanzi a tutti e, nelle faccende comuni, di rappresentare una parte neppur secondaria, ma di terz’ordine. Suscilov era un giovane miserando, affatto passivo e avvilito, anzi inebetito, sebbene da noi nessuno lo picchiasse, ma fosse così per natura». 6. e muoiono sulla pista Il riferimento non è a Buck, ma a un altro celebre cane londoniano, Dave (Il richiamo della foresta cit., pp. 72 ss.), che con un ultimo sforzo, benché moribondo, «urlando lugubremente», riesce tuttavia a «rilevarsi» e torna alla sua slitta. Come in altri casi di citazioni letterarie, Levi lavora per capovolgimento tematico e sovrapposizioni eterogenee: Dave è l’esempio dell’abnegazione, ed anche della passione per il lavoro, più che dello sfruttamento: «Ciascuno citava degli esempi di cani feriti o troppo vecchi per tirare e ridotti alla disperazione in questa condizione; tutti aggiungevano che era caritatevole, dal momento che Dave era sicuramente prossimo a morire, di dargli la gioia di finire i suoi giorni sotto la bardatura». Fu dunque attaccato di nuovo, « ed egli si sforzò, tutto fiero di tirare come prima, ma il dolore interno gli strappava grida involontarie. Cadde numerose volte, e, trattenuto dalle tirelle, ricevette la slitta sul corpo, ciò che lo fece zoppicare. Ma tenne duro fino al campo, dove il conduttore gli fece posto accanto al fuoco. [...] Poi le forze lo abbandonarono completamente; e quando i suoi compagni lo videro per l’ultima volta, egli era disteso sulla neve, anelante, e cercava ancora di seguirli. E l’udirono urlare tristamente, quando gli alberi dell’argine li sottrasse ai suoi occhi». Le code di autocommento a questa citazione sono molteplici, ma svianti; oltre al tardo articolo Buck dei lupi (II, 1317-1320), si ricordi soprattutto la confidenza sussurrata in SP nel racconto Cerio (I, 861), dove Levi parla di se stesso come il frutto di una «involuzione-evoluzione di un famoso cane per bene, un cane vittoriano e darwiniano che viene deportato, e diventa ladro per vivere nel suo «Lager» del Klondike, il grande Buck del Richiamo della foresta. Rubavo come lui e come le volpi: ad ogni occasione favorevole, ma con astuzia sorniona e senza espormi. Rubavo tutto, salvo il pane dei miei compagni». Dove ritorna infine quanto si è visto sopra, nel cap. «Sul fondo», nota 39. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard s c a v i, n e g l i u ff i c i , u o m i n i e uomini, schiavi e padroni, i padroni schiavi essi stessi; la paura muove gli uni e l’odio gli altri, ogni altra forza tace. Tutti ci sono nemici o rivali (2). [70] excavaciones, en las oficinas, hombres y más hombres, esclavos y amos, y amos que son esclavos de ellos mismos; el miedo mueve a uno y el odio a los otros, toda otra fuerza calla. Todos son aquí enemigos o rivales. tranchées, dans les bureaux, des hommes et des hommes, des esclaves et des maîtres, et les maîtres eux-mêmes esclaves ; la peur gouverne les uns, la haine les autres ; tout autre sentiment a disparu. Chacun est à chacun un ennemi ou un rival. No, in verità, in questo mio compagno di oggi, aggiogato oggi con me sotto lo stesso carico, non sento un nemico né un rivale. No, la verdad es que en mi compañero de hoy, bajo el yugo de mi misma carga, no siento a un enemigo ni a un rival. Non, pourtant : dans ce compagnon d’aujourd’hui, attelé avec moi sous le même fardeau, il m’est impossible de voir un ennemi ou un rival. E Null Achtzehn. Non si chiama altrimenti che così, Zero Diciotto, le ultime tre cifre del suo numero di matricola: come se ognuno si fosse reso conto che solo un uomo è degno di avere un nome, e che Null Achtzehn non è più un uomo. Credo che lui stesso abbia dimenticato il suo nome, certo si comporta come se così fosse. Quando parla, quando guarda, dà l’impressione di essere vuoto interiormente, nulla più che un involucro, come certe spoglie di insetti che si trovano in riva agli stagni, attaccate con un filo ai sassi, e il vento le scuote (3). [71] Es Null Achtzehn. No, se llama de otra manera, Cero Diez y Ocho, las últimas tres cifras de su número de registro: como si todos se hubieran dado cuenta de que sólo un hombre es digno de tener un nombre, y de que Null Achtzehn no es ya un hombre. Creo que él mismo habrá olvidado su nombre, la verdad es que se comporta como si así fuera. Cuando habla, cuando mira, da la impresión de estar interiormente vacío, de no ser más que un envoltorio, como esos despojos de insectos que se encuentran en la orilla de los pantanos, pegados por un hilo a un guijarro, mientras el viento los sacude. C’est Null Achtzehn. On ne lui connaît pas d’autre nom. Zéro dix-huit, les trois derniers chiffres de son matricule : comme si chacun s’était rendu compte que seul un homme est digne de porter un nom, et que Null Achtzehn n’est plus un homme. Je crois bien que lui-même a oublié son nom, tout dans son comportement porterait à le croire. Sa voix, son regard donnent l'impression d’un grand vide [44] intérieur, comme s’il n’était plus qu’une simple enveloppe, semblable à ces dépouilles d’insectes qu’on trouve au bord des étangs, rattachées aux pierres par un fil, et que le vent agite. Null Achtzehn è molto giovane, il che costituisce un pericolo grave. Non solo perché i ragazzi sopportano peggio degli adulti le fatiche e il digiuno, ma soprattutto perché qui, per sopravvivere, occorre un lungo allenamento alla lotta di ciascuno contro tutti (4), che i giovani raramente posseggono. Null Achtzehn non è neppure [72] particolarmente indebolito, ma tutti rifuggono dal lavorare con lui. Tutto gli è a tal segno indifferente che no n s i c u r a p i ù d i e v i t a r e l a f a t i c a e l e percosse e di cercare il cibo. Eseguisce tutti gli ordini che riceve, ed è prevedibile che, quando lo manderanno alla morte, ci andrà con questa stessa totale indifferenza (5). Null Achtzehn es muy joven, lo que constituye un peligro grave. No sólo porque los muchachos soportan peor que los adultos las fatigas y el ayuno, sino porque aquí, para sobrevivir, se necesita sobre todo un largo adiestramiento en la lucha de uno contra todos que los jóvenes raramente tienen. Null Achtzehn no está ni siquiera especialmente debilitado pero todos evitan trabajar con él. Todo le es indiferente hasta tal punto que ha dejado de preocuparse por evitar el cansancio y los golpes ni por buscar comida. Cumple todas las órdenes que recibe y es de prever que, cuando lo envíen a la muerte, vaya con esta misma indiferencia total. Null Achtzehn est très jeune, ce qui constitue un grave danger. Non seulement parce que les adolescents supportent moins bien que les adultes les fatigues et les privations, mais surtout parce que, ici, pour survivre, il faut avoir accumulé une longue expérience de la lutte de chacun contre tous, que généralement les jeunes n’ont pas. Et même si Null Achtzehn n’est pas particulièrement éprouvé physiquement, personne ne veut travailler avec lui. Car tout lui est à ce point indifférent qu’il ne se soucie même plus d’éviter la fatigue et les coups, ni de chercher de quoi manger. Il exécute tous les ordres qu’on lui donne, et il est fort probable que lorsqu’on l’enverra à la mort, il ira avec la même indifférence. Non possiede la rudimentale astuzia dei cavalli da traino, che smettono di tirare un po’ prima di giungere all’esaurimento: ma tira o porta o spinge finché le forze glielo permettono, poi cede di schianto, senza una parola di avvertimento, senza sollevare dal suolo gli occhi tristi e opachi. Mi ricorda i cani da slitta dei libri di London, che faticano f i n o a l l ’ u l t i m o r e s p i r o e muoiono sulla pista (6). [73] No tiene la astucia elemental de los caballos de remolq u e , q u e d e j a n d e t i r a r u n p o c o antes de llegar al agotamiento: sino que tira o lleva o empuja hasta que las fuerzas se lo permiten, luego cede de plano, sin una palabra de advertencia, sin levantar del suelo sus ojos tristes y opacos. Me recuerda a los perros de los trineos en los libros de London, que se fatigan hasta el último aliento y mueren en la pista. Il lui manque l’astuce élémentaire des chevaux de trait, qui cessent de tirer un peu avant d’atteindre l’épuisement : il tire, il porte, il pousse tant qu’il en a la force, puis il s’écroule d’un coup, sans un mot d’avertissement, sans même lever de terre ses yeux tristes et éteints. Il me rappelle les chiens de traîneaux des livres de Jack London, qui peinent jusqu’au dernier souffle et meurent sur la piste. Ora, poiché noi tutti cerchiamo invece con ogni mezzo di sottrarci alla fatica, Null Achtzehn è quello che lavora più di tutti. Per questo, e perché è un compagno pericoloso, nessuno vuol lavorare con lui; e siccome d’altronde nessuno vuol lavorare con me, perché sono debole e maldestro, così spesso accade che ci troviamo accoppiati. Así, como todos nosotros buscamos por cualquier medio sustraernos al cansancio, Null Achtzehn es el que trabaja más de todos. Por eso, y porque es un compañero peligroso, nadie quiere trabajar con él; y como por otra parte nadie quiere trabajar conmigo, porque soy débil y desmañado, sucede con frecuencia que nos encontramos emparejados. Comme chacun de nous s’efforce par tous les moyens d’éviter les tâches les plus pénibles, il est clair que Null Achtzehn est celui qui travaille le plus ; et comme c’est un compagnon dangereux, chacun évite de travailler avec lui. Personne ne voulant par ailleurs travailler avec moi, parce que je suis faible et maladroit, il arrive souvent que nous nous retrouvions ensemble. Mentre, a mani vuote, ancora una volta torniamo strascicando i piedi dal magazzino, una locomotiva fischia breve e ci taglia la strada. Contenti della interruzione forzata, Mientras con las manos vacías volvemos una vez más arrastrando los pies desde el almacén, una locomotora silba brevemente y nos corta el paso. Contentos con la interrupción forzosa, Tandis que, les mains vides, le pas lourd, nous revenons encore une fois de l’entrepôt, une locomotive nous barre la route, avec un bref coup de sifflet. Tout heureux de l’interruption forcée, Null 31 notes 7 col viso nell’erba. In quale opera letteraria Levi abbia scovato l’immagine del bacio «col viso nell’erba» è arduo dire; anche questa è quasi sicuramente una criptocitazione, allo stato attuale delle nostre conoscenze indecifrabile. Si noti comunque, in questo sogno ad occhi aperti, come il paesaggio si conformi in modo diverso (l’aria tiepida anticipa il «l’aria mite del maggio in Italia» di un successivo capitolo, il sole, l’odore del fieno, l’erba). 6:10 8 noi non siamo che bestie stanche. L’episodio del sogno si chiude con un ultimo richiamo alla metafora dei cani stanchi di London. I sogni hanno valori molto complessi in Levi, quasi sempre sono legati al bisogno di raccontare e al terrore di non essere ascoltati o creduti (cfr. Segre, 71-73, ma su questo tema complesso si veda adesso la relazione di M. Belpoliti al congresso «191 di qua del bene e del male». La visione del mondo di P. Levi, tenutosi a Torino il 15-16 dicembre 1999, i cui atti, a c. di E. Mattioda, sono in corso di stampa per i tipi di E Angeli). Il sogno è lo strumento principale attraverso cui Levi insinua dubbi sul rapporto Lager-libertà, come dimostra assai bene il finale di T. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Null Achtzehn ed io ci fermiamo: curvi e laceri, aspettiamo che i vagoni abbiano finito di sfilarci lentamente davanti. Null Achtzehn y yo nos paramos: encorvados y miserables esperamos a que los vagones hayan terminado de pasarnos lentamente por delante. Achtzehn et moi nous nous arrêtons : le dos voûté, hébétés de fatigue, nous attendons que les wagons aient fini de défiler lentement devant nous . Deutsche Reichsbahn. Deutsche Reichsbahn. SNCE Due giganteschi vagoni russi, con la falce e il martello mal cancellati. Deutsche Reichsbahn. Poi, Cavalli 8, Uomini 40, Tara, Portata: un vagone italiano. .... Salirvi dentro, in un angolo, ben nascosto sotto il carbone, e stare fermo e zitto, al buio, ad ascoltare senza fine il ritiro delle rotaie, più forte della fame e della stanchezza; finché, a un certo momento, il treno si fermerebbe, e sentirei l’aria tiepida e odore di fieno, e potrei uscire fuori, nel sole: allora mi coricherei a terra, a baciare la [74] terra, come si legge nei libri: col viso nell’erba (7). E passerebbe una donna, e mi chiederebbe «Chi sei?» in italiano, e io le racconterei, in italiano, e lei capirebbe, e mi darebbe da mangiare e da dormire. E non crederebbe alle cose che io dico, e io le farei vedere il numero che ho sul braccio, e allora crederebbe... ... Deutsche Reichsbahn. Deutsche Reichsbahn. SNCF. Dos gigantescos vagones rusos con la hoz y el martillo mal tachados. Deutsche Reichsbahn. Luego, Caballo, 8 Hombres 40 Tara, Portata: un vagón italiano. ... Saltar dentro, en una esquina, bien escondido bajo el carbón, estarse quieto y callado, en la oscuridad, escuchando sin cesar el ritmo de las ruedas, más fuerte que el hambre y que el cansancio; hasta que en algún momento se parase el tren y sintieses el aire tibio y el olor a heno, y pudieses salir al sol: entonces me echaría sobre la tierra, para besar la tierra, como se lee en los libros: con la cara entre la hierba. Y pasaría una mujer, y me preguntaría ¿quién eres? en italiano, y yo se lo contaría en italiano, y me entendería y me daría de comer y de beber y dónde dormir. Y no creería las cosas que yo le contase, y yo le enseñaría el número que llevo en el brazo, y entonces me creería. ... Deutsche Reichsbahn. Deutsche Reichsbahn. SNCF. Deux gigantesques wagons russes, avec la faucille et le marteau à moitié effacés. Deutsche Reichsbahn. Puis [45] Cavalli 8, Uomini 40, Tara, Portata : un wagon italien... Ah’ monter dedans, se blottir dans un coin, bien caché sous le charbon, et îester là sans bouger, sans parler, dans l'obscurité, à écouter sans fin le bruit rythme des rails, plus fort que la faim et la fatigue, jusqu’au moment où finalement le wagon s’arrêterait, je sentirais la tiédeur de l’air et l’odeur du foin et je pourrais sortir à l’air libre, dans le soleil : alors je m’étendrais par terre, je baiserais la terre, comme dans les livres, le visage dans l’herbe. Puis une femme passerait et me demanderait en italien : «Qui es-tu 9», et en italien je lui raconterais, et elle comprendrait, et elle m’inviterait à manger et à dormir. Et comme elle ne croirait pas aux choses que je lui dirais, je lui ferais voir le numéro sur mon bras, et alors elle croirait ... ... È finito. L’ultimo vagone è passato, e, come al sollevarsi di un sipario, ci sta davanti agli occhi la catasta dei supporti di ghisa, il Kapo in piedi sulla catasta con una verga in mano, i compagni sparuti, a coppie, che vengono e vanno. ... Se ha acabado. El último vagón ha pasado y, como al levantarse un telón, está ante nosotros el montón de las piezas de hierro, el Kapo de pie sobre el montón con un látigo en la mano, los compañeros que habían desaparecido, en parejas que van y vienen. . . C’est fini Le dernier wagon est passé et, comme au théâtre lorsque le rideau se levé, voici que surgissent sous nos yeux la pile de poutrelles en fonte, le Kapo debout dessus sa baguette à la main, et les silhouettes efflanquées des camarades qui vont et viennent, deux par deux. Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta. Ma non ci capita sovente, e non sono lunghi sogni: noi non siamo che bestie stanche (8). Ay de quien sueña: el momento de conciencia que acompaña al despertar es e l s u f r i m i e n t o m á s a g u d o . Pero no nos ocurre con frecuencia, y los sueños no son largos: no somos más que bestias cansadas. Malheur à celui qui rêve le réveil est la pire des souffrances Mais cela ne nous arrive guère, et nos rêves ne sont pas longs . nous ne sommes que des bêtes fourbues. Ancora una volta siamo ai piedi della catasta. Mischa e il Galiziano alzano un supporto e ce lo posano con [75] malgarbo sulle spalle. Il loro posto è il meno faticoso, perciò essi fanno sfoggio di zelo per conservarlo: chiamano i compagni che indugiano, incitano, esortano, impongono al lavoro un ritmo insostenibile. Questo mi riempie di sdegno, pure già so ormai che è nel norm a l e o r d i n e d e l l e c o s e che i privilegiati opprimano i non privilegiati: su questa legge u m a n a s i re g g e la struttura sociale del campo. Otra vez estamos al pie del montón. Mischa y el Galiziano levantan una pieza y nos la colocan de mala manera sobre los hombros. Su puesto es el menos fatigoso, por ello derrochan celo para c o n s e r v a rlo: llaman a l o s c o m p a ñeros que se retrasan , incitan, e x h o r t a n , i m p o n e n a l t r a b a jo un ritmo insostenible. Esto me llena de ira, aunque ya sepa que está dentro del orden normal de las cosas que los privilegiad o s o p r i m a n a l o s no privilegiados: es ésta la ley humana que rige toda la estructura social del campo. Nous revoici au pied de la pile, Mischa et le Galicien soulèvent une poutrelle et nous la déposent rudement sur les épaules Comme c’est le travail le moins fatigant, ils rivalisent de zèle pour le conserver . ils interpellent les traînards, nous pressent et nous harcèlent continuellement, imposant un rythme de travail insoutenable. Cela me remplit d’indignation, et pourtant je sais bien qu’il est dans l’ordre des choses que les privilégiés oppriment les non-privilegiés puisque c’est sur cette loi humaine que repose la structure sociale du camp Questa volta tocca a me camminare davanti. Il supporto è pesante ma molto corto, per cui a ogni passo sento, dietro di me, i piedi di Null Achtzehn che incespicano contro i miei, poiché egli non è capace, o non si cura, di seguire il mio passo. Est a v e z m e t o c a a m í i r d e l a n t e . La pieza es pesada pero muy corta; por lo que a cada paso siento detrás de mí los pies de Null Achtzehn que tropiezan contra mis pies porque él no es capaz, o no se preocupa, de adaptarse a mi paso. A mon tour maintenant de marcher devant La poutre est lourde et très courte, si bien qu’à chaque pas je sens derrière moi les pieds de Null Achtzehn qui viennent buter contre les miens, incapable ou insoucieux qu’il est de se régler sur mon allure Venti passi, siamo arrivati al binario, c’è un cavo da scavalcare. Il carico è mal messo, qualcosa non va, tende a scivolare dalla spalla. Cinquanta passi, sessanta. La porta del magazzino; ancora altrettanto cammino e lo deporremo. Basta, è Veinte pasos, hemos llegado a la vía, hay un cable que saltar. La carga está mal puesta, algo está mal, tiende a resbalarse de los hombros. Cincuenta pasos. Sesenta. La puerta del almacén; nos queda el doble de camino y lo soltaremos. Basta, es Vingt pas et nous arrivons à la voie, il y a un câble à enjamber Mais la poutre n’est pas bien calée, quelque chose ne va pas, elle tend à glisser de mon épaule Cinquante pas, soixante La porte de l’entrepôt, encore la [46] même distance, et nous pourrons 32 notes 9 come pula al vento. Versione minore, più scontata, della precedente metafora delle «spoglie d’insetti» (nota 3). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard impossibile andare oltre, il carico mi grava ormai interamente sul braccio; non posso sopportare più a lungo il dolore e la fatica, grido, cerco di voltarmi: appena in tempo pe r v e d e r e N u l l A c h t z e h n i n c i ampare e buttare tutto. imposible seguir, la carga me gravita ya completamente sobre el brazo; no puedo soportar más tiempo el dolor ni el cansancio, grito, intento darme vuelta: apenas con tiempo para ver a Null Achtzehn tropezar y dejar caer todo. déposer notre fardeau Mais non, impossible d’aller plus loin, le poids repose maintenant entièrement sur mon bras, je n’en peux plus de douleur et d’épuisement, je crie, je cherche a me retourner juste à temps pour voir Null Achtzehn trébucher et tout lâcher Se avessi avuto la mia agilità di un tempo, avrei potuto balzare indietro: invece eccomi a terra, con tutti i muscoli contratti, il piede colpito stretto fra le mani, cieco di dolore. Lo spigolo di ghisa mi ha colpito di taglio il dorso del piede sinistro. Si hubiese tenido mi agilidad de antes habría podido dar un salto hacia atrás, pero heme aquí en tierra, con todos los músculos contraídos, el pie golpeado cogido con las manos, ciego de dolor. La arista de hierro me ha cortado el dorso del pie izquierdo. Si j’avais été aussi agile qu’autrefois, j’aurais fait un bond en arrière au heu de cela, me voilà par terre, tous muscles raidis, tenant à deux mains mon pied blesse, la vue obscurcie par la douleur L’arête en fonte s’est enfoncée de biais dans mon pied gauche Per un minuto, tutto si annulla nella vertigine della sofferenza. Quando mi posso guardare attorno, Null Achtzehn è ancora là in piedi, non si è mosso, colle mani infilate nelle maniche, senza dire una parola, mi guarda senza espressione. Arrivano Mischa e il Galiziano, parlano fra di loro in yiddisch, mi dànno non so che consigli. Arrivano Templer e David e tutti gli altri: approfittano del diversivo per sospendere il lavoro. Arriva il Kapo, distribuisce pedate, pugni e improperi, i compagni si di[76]sperdono come pula al vento (9); Null Achtzehn si porta una mano al naso e se la guarda atono sporca di sangue. A me non toccano che due schiaffi al capo, di quelli che non fanno male perché stordiscono. Durante un minuto todo desaparece en el vértice del sufrimiento. Cuando puedo mirar a mi alrededor, Null Achtzehn está todavía allí de pie, no se ha movido, con las manos metidas en las mangas, sin decir palabra, me mira sin expresión. Llegan Mischa y el Galiziano, hablan entre ellos en yiddish, me dan no sé qué consejos. Llegan Templer y David y todos los demás: se aprovechan del suceso para suspender el trabajo. Llega el Kapo, distribuye patadas, puñetazos e improperios, los compañeros se desperdigan como avena al viento; Null Achtzehn se lleva una mano a la nariz y se la m i r a s i n r e a c c i o n a r hinchada de sangre. A mí me tocan sólo dos bofetadas del Kapo, de las que no hacen daño porque aturden. L’ e s p a c e d ’ u n e m i n u t e , t o u t disparaît dans un vertige de s o u ff r a n c e L o r s q u e j e r e p r e n d s conscience, Null Achtzehn n’a pas bougé, il est plante là, les mains enfilées dans ses manches, muet, à me regarder d’un oeil vide Mischa et le Galicien arrivent, parlent entre eux en yiddish, me donnant de vagues conseils Arrivent Templer et David, suivis du gros de la troupe qui profite de la diversion pour interrompre le travail Arrive le Kapo, qui distribue coups de pied, coups de poing et jurons, dispersant les hommes comme paille au vent Null Achtzehn porte une main à son nez et s’aperçoit, hébété, qu’elle est tachée de sang. Quant à moi je m’en tire avec deux coups sur la tête, de ceux qui ne font pas mal parce qu’ils étourdissent L’incidente è chiuso. Constato che, bene o male, mi posso reggere in piedi, l’osso non deve essere rotto. Non oso togliere la scarpa per paura di risvegliare il dolore, e anche perché so che poi il piede gonfierà e non potrò più rimetterla. El incidente ha terminado, constato que, bien o mal, puedo sostenerme en pie, el hueso no debe haberse roto. No me atrevo a quitarme el zapato por miedo a despertar el dolor, y también porque sé que el pie se va a hinchar y no podré volver a ponérmelo. L’incident est clos Je constate que j’arrive tant bien que mal à me tenir sur mes pieds, l’os ne doit pas être brise Je n’ose enlever mon soulier de peur de réveiller la douleur, et aussi parce que je sais qu’ensuite le pied se mettra a gonfler et que je ne pourrai plus me rechausser Il Kapo mi manda a sostituire il Galiziano alla catasta, e questi, guardandomi torvo, va a prendere il suo posto accanto a Null Achtzehn; ma ormai già passano i prigionieri inglesi, sarà presto ora di rientrare al campo. El Kapo me manda sustituir al Galiziano en el montón y éste, mirándome torvamente, va a su puesto al lado de Null Achtzehn; pero ahora ya están pasando los prisioneros ingleses, ya pronto será hora de volver al campo. Le Kapo m’envoie travailler sur la pile, à la place du Galicien qui me jette au passage un regard torve et va prendre place au côté de Null Achtzehn, mais voilà déjà les prisonniers anglais qui passent, il sera bientôt l’heure de rentrer au camp Durante la marcia faccio del mio meglio per camminare svelto, ma non riesco a tenere il passo; il Kapo designa Null Achtzehn e Finder perché mi sostengano fino al passaggio davanti alle SS, e finalmente (fortunatamente stasera non c’è appello) sono in baracca e mi posso buttare sulla cuccetta e respirare. Durante la marcha hago todo lo que puedo por andar de prisa, pero no puedo sostener el paso; el Kapo designa a Null Achtzehn y a Finder para que me sostengan hasta que pasemos ante los SS y, por fin (por fortuna esta noche no se pasa lista), estoy en el barracón y puedo arrojarme sobre la litera y respirar. Pendant le trajet de retour, je fais de mon mieux pour marcher vite, mais sans réussir à suivre la cadence, le Kapo désigne Null Achtzehn et Fmder pour me soutenir jusqu’au poste des SS, et finalement (par bonheur ce soir il n’y a pas d’appel) une fois arrivé à la baraque, je peux me jeter sur ma couchette et respirer Forse è il calore, forse la fatica della marcia, ma il dolore si è risvegliato, assieme a una strana sensazione di umidità al piede ferito. Tolgo la scarpa: è piena di sangue, ormai rappreso e impastato con il fango e coi brandelli del cencio che ho trovato un mese fa e che adopero come pezza da piedi, un giorno a destra, un giorno a sinistra. Puede que sea el calor, puede que el cansancio de la marcha, pero el dolor ha vuelto, junto con una extraña sensación de humedad en el pie herido. Me quito el zapato: está lleno de sangre, ahora restañada y mezclada con el fango y con los hilos del trozo de tela que encontré hace un mes y que uso como plantilla, un día en el izquierdo y otro en el derecho. Peut-être est-ce la chaleur, peut-être le mouvement de [47] la marche, ma douleur s’est réveillée, en même temps que j’éprouve une bizarre sensation d’humidité au pied blessé. f enlève mon soulier : il est plein de sang coagulé et amalgamé à de la boue et aux lambeaux du chiffon que j’ai trouvé il y a un mois et qui me sert de chaussette russe, un jour pour le pied droit, un jour pour le pied gauche. Stasera, subito dopo la zuppa, andrò in Ka-Be. Esta noche, inmediatamente después de la sopa, iré al Ka-Be. Ce soir, tout de suite après la soupe, j’irai au K.B. 33 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard 10:30 10 l’infermeria. Questa parte sul Krankenbau, l’infermeria, è da leggersi parallelamente al cap. «L’infermeria» di Memorie, 207 ss. 11 per nostra fortuna. Vedi Prefazione, nota 1. 12 Medico e Chirurgico. «In seguito fu creato il primo nucleo di un servizio medico con l’istituzione di un ambulatorio, dove chiunque poteva presentarsi alla visita se si fosse sentito ammalato [ . . . ] . La prima e più importante di queste deficienze era l’insufficienza numerica e di capienza dei locali: mancava, ad esempio, una camera d’aspetto per gli ammalati che si presentavano agli ambulatori, di modo che essi erano costretti a sostare all’aperto, in attesa del loro turno, facendosi interminabili «code» in qualunque stagione e con qualsiasi tempo, quando, già affaticati dalla lunga giornata lavorativa, ritornavano in Campo la sera: poiché gli ambulatori funzionavano soltanto dopo il ritorno al Campo di tutti i lavoratori e al termine dell’appello serale. Prima di entrare nell’ambulatorio tutti dovevano togliersi le scarpe ed erano perciò obbligati a camminare a piedi nudi su pavimenti che, come quello dell’ambulatorio chirurgico, erano molto sudici per la presenza del materiale di medicazione usato, gettato per terra e in conseguenza imbrattato di sangue e di pus...» (Rapporto, 1353 ss.). Ka-Be è abbreviazione di Krankenbau, l’infermeria (10). Sono otto baracche, simili in tutto alle altre del campo, [77] ma separate da reticolato. Contengono un permanentemente un decimo della popolazione del campo, ma pochi vi soggiornano più di due settimane e nessuno più di due mesi: entro questi termini siamo tenuti a morire o a guarire. Chi ha tendenza alla guarigione, in Ka-Be viene curato; chi ha tendenza ad aggravarsi, dal Ka-Be viene mandato alle camere a gas. Ka-Be es la abreviatura de Krankenbau, la enfermería. Son ocho barracones, en todo semejantes a los demás del campo, pero separados por una alambrada. Permanentemente hay en ellos una décima parte de la población del campo, pero son pocos los que están allí más de dos semanas y nadie más de dos meses: dentro de estos límites tenemos que morirnos o curarnos. Quien tiende a curarse, en Ka-Be se cura; quien tiende a agravarse, de Ka-Be lo mandan a la cámara de gas. K.B., c’est l'abréviation de «Krankenbau», infirmerie. L’infirmerie se compose de huit baraques semblables aux autres en tous points, mais séparées du reste du camp par des barbelés. Elle contient en permanence un dixième de la population du camp, mais bien peu y séjournent plus de quinze jours, et personne plus de deux mois, délai au terme duquel nous sommes tenus de guérir ou de mourir. Pour être soigné au K.B., en effet, il faut être enclin à guérir, la propension contraire conduisant directement du K.B. à la chambre à gaz. Tutto questo perché noi, per nostra fortuna (11), apparteniamo alla categoria degli «ebrei economicamente utili». Y eso porque, por fortuna, nosotros entramos en la categoría de los «judíos económicamente útiles». Et encore, c’est parce que nous avons le privilège d’appartenir à la catégorie des «juifs économiquement utiles». Al Ka-Be non sono mai stato, neppure all’Ambulatorio, e tutto qui è nuovo per me. En el Ka-Be no había estado nunca, y tampoco en el Ambulatorio, y todo aquí es nuevo para uní. Au K.B. comme au Dispensaire tout est nouveau pour moi car je n’y suis encore jamais allé. Gli ambulatori sono due, Medico e Chirurgico (12). Davanti alla porta, nella notte e nel vento, stanno due lunghe file di ombre. Alcuni hanno bisogno solo di un bendaggio o di qualche pillola, altri chiedono visita; qualcuno ha la morte in viso. I primi delle due file già sono scalzi e pronti a entrare; gli altri, a mano a mano che il loro turno di ingresso si avvicina, si ingegnano, in mezzo alla ressa, di sciogliere i legacci di fortuna e i fili [78] di ferro delle calzature, e di svolgere, senza lacerarle, le preziose pezze da piedi; non troppo presto, per non stare inutilmente nel fango a piedi nudi; non troppo tardi, per non perdere il turno d’ingresso: poiché entrare in Ka-Be con le scarpe è rigorosamente proibito. Chi fa rispettare il divieto è un gigantesco Häftling francese, il quale risiede nella guardiola che sta fra le porte dei due ambulatori. È uno dei pochi funzionari francesi del campo: né si pensi che il passare la propria giornata fra le scarpe fangose e sbrindellate costituisca un piccolo privilegio. Basta pensare a quanti entrano in Ka-Be colle scarpe, e ne escono senza averne più bisogno... Hay dos Ambulatorios, el Médico y el Quirúrgico. Ante la puerta, en medio del viento y de la noche, hay dos largas filas de sombras. Hay quien sólo necesita un vendaje o algunas pastillas, los demás necesitan un reconocimiento; algunos llevan la muerte en la cara. Los primeros de las dos filas están ya descalzos y dispuestos a entrar; los demás, a medida que se aproxima su turno se las arreglan para, en medio de aquella multitud, soltarse las ataduras provisionales y los hilos de alambre de los zapatos y para desenrollar, sin romperlos, los preciosos trapos que les protegen los pies; no demasiado pronto, para no quedarse sin necesidad descalzos en el fango; no demasiado tarde para no perder su turno: porque entrar en el Ka-Be con los zapatos puestos está estrictamente prohibido. Quien hace cumplir la prohibición es un gigantesco Häftling francés que vive en la garita que hay entre los dos ambulatorios. Es uno de los pocos funcionarios franceses del campo: y no creáis que pasar la jornada entre los zapatos desgarrados y llenos de barro es un privilegio pequeño. No hay más que pensar en todos los que entran en Ka-Be con zapatos y ya no los necesitan para salir... Le Dispensaire se divise en deux sections, celle de Médecine et celle de Chirurgie. Devant la porte, deux longues files d’ombres attendent dans la nuit et le vent. Certains ne sont là que pour un pansement ou des comprimés, d’autres ont besoin d’une visite ; quelques-uns ont la mort sur le visage. Les premiers des deux files sont déjà déchaussés et prêts à entrer ; les autres, au fur et à mesure que leur tour approche, s’efforcent au milieu de la bousculade de dénouer les bouts de ficelle et les fils de fer qui leur servent de lacets, et de dérouler sans les déchirer leurs précieuses chaussettes russes ; pas trop tôt pour ne pas rester inutilement pieds nus dans la boue ; pas trop tard pour ne pas manquer leur tour d’entrée : il est en effet rigoureusement interdit d’entrer chaussé au K.B. Le préposé aux chaussures est un gigantesque Häftling français, installé dans une loge entre les deux dispensaires. C’est un des rares fonctionnaires français du camp, et ce serait une erreur grossière de croire que passer ses journées au milieu de souliers boueux et éculés est un [48] mince privilège : il suffit de penser à tous ceux qui entrent au K.B. avec leurs souliers et qui en ressortent sans plus en avoir besoin... Quando arriva la mia volta, riesco miracolosamente a togliermi scarpe e stracci senza perdere gli uni né le altre, senza farmi rubare la gamella né i guanti, e senza perdere l’equilibrio, pur stringendo sempre in mano il berretto, che per nessuna ragione si può tenere in capo quando si entra nelle baracche. Cuando me llega mi turno, logro soltarme milagrosamente los zapatos y los trapos sin perder ni unos ni otros, sin dejarme robar la escudilla ni los guantes y teniendo el gorro bien apretado entre las manos porque por ningún motivo puede llevarse puesto al entrar en los barracones. Lorsque mon tour arrive, je réussis par miracle à retirer chaussures et chiffons sans perdre ni les uns ni les autres, sans me faire voler ma gamelle ni mes gants, sans perdre l'équilibre et sans cesser de tenir bien serré dans ma main le calot qu’il est formellement interdit de porter sur la tête quand on entre dans la baraque. Lascio le scarpe al deposito e ritiro lo scontrino relativo, dopo di che, scalzo e zoppicante, le mani impedite da tutte le povere mie cose che non posso lasciare da nessuna parte, sono ammesso all’interno e mi accodo a u n a n u o v a f i l a c h e f a c a p o alla sala delle visite. Dejo los zapatos en el depósito y me dan el recibo, después de lo cual, descalzo y cojeando, las manos ocupadas con todas mis pobres posesiones que no puedo dejar en ninguna parte, me admiten dentro y me pongo a hacer otra cola que llega hasta la sala de visitas. Je laisse mes souliers au dépôt et retire le ticket de consigne ; après quoi, pieds nus et claudiquant, les mains encombrées de toutes les pauvres choses que je ne peux laisser nulle part, j’entre dans une pièce et me joins à une nouvelle queue qui débouche dans la salle de visite médicale. In questa fila ci si spoglia progressivamente, e quando si En esta cola uno se va desnudando progresivamente y, cuando se llega al Au fur et à mesure que la file avance, il faut enlever ses vêtements un à un de 34 notes 15:10 13 dignità. Secondo significativo cenno alla dignitas hominis dell’umanesimo classico. Dopo Steinlauf, una seconda lezione di come i valori umani e, nella fattispecie, religiosi possano costituire un sostegno « di fronte all’estremo». Chajim è un ebreo pio, anticipa, per contrasto Kuhn, assume su di sé i caratteri positivi del personaggio Issàj Fomic’ di Memorie, 149 e lascia in eredità a Kuhn quelli negativi. Di Chajim, orologiaio di Cracovia, si parla anche in SES (II, 1055). La sua «sicurezza» nasce «dall’esercitare un’arte per cui si è preparati» e preannuncia perciò Faussone di CS Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard arriva verso la testa, bisogna essere nudi perché un infermiere ci infila il termometro sotto l’ascella; se qualcuno è vestito, perde il turno e r i t o r n a a d a c c o d a r s i . Tu t t i devono ricevere il termometro, anche se hanno soltanto la scabbia o il mal di denti. frente ya hay que estar desnudo porque un enfermero le mete el termómetro a uno debajo del sobaco; si alguien está vestido pierde su turno y tiene que ponerse de nuevo en la cola. Todos tienen que ponerse el termómetro, aunque lo que tengan sea sarna o dolor de muelas. manière à arriver complètement nu au premier rang, où un infirmier vous enfile un thermomètre sous le bras ; si on est encore habillé à ce moment-là, on perd son tour et on doit refaire la queue. Le thermomètre est obligatoire pour tous, même pour ceux qui ont la gale ou une rage de dents. In questo modo si è sicuri che chi non è seriamente malato non si sobbarcherà per capriccio a questo complicato rituale. De esta manera se está seguro de que quien no esté realmente enfermo no va a someterse por capricho a este complicado ritual. Vo i l à d e q u o i d é c o u r a g e r l e s abus : on n’ira pas se soumettre à la légère à un cérémonial aussi compliqué. Arriva finalmente la mia volta: sono ammesso davanti al medico, l’infermiere mi toglie il termometro e mi annuncia: Nummer 174 517, kein Fieber -. Per me non occorre una visita a fondo: sono immediatamente di [79] chiarato Arztvormelder, che cosa voglia dire non so, non è certo questo il posto di domandare spiegazioni. Mi trovo espulso, ricupero le scarpe e ritorno in baracca. Por fin me llega el turno: soy admitido ante el médico, el enfermero me quita el termómetro y anuncia: -Número 174517, no tiene fiebre. Yo n o n e c e s i t o u n r e c o n o c i miento a fondo: inmediatamente me declaran Arztvormelder, no sé lo que quiere decir pero éste no es sitio de pedir explicaciones. Me expulsan de allí, recupero los zapatos y vuelvo al barracón. Enfin mon tour arrive, je passe devant le médecin tandis que l'infirmier annonce : «Nummer 174517, kein Fieber.» Pas de visite pour moi : je suis immédiatement déclaré Arztvormelder, diagnostic qui demeure pour moi parfaitement obscur, mais sur lequel il est plus prudent de ne pas demander d’explications. On me met à la porte, je récupère mes souliers et regagne la baraque. Chajim si felicita con me: ho una buona ferita, non pare pericolosa e mi garantisce un discreto periodo di riposo. Passerò la notte in baracca con gli altri, ma domani mattina, invece di andare al lavoro, mi debbo ripresentare ai medici per la visita definitiva: questo vuol dire Arztvormelder. Chajim è pratico di queste cose, e pensa che probabilmente domani verrò ammesso al Ka-Be. Chajim è il mio compagno di letto, ed io ho in lui una fiducia cieca. È un polacco, ebreo pio, studioso della Legge. Ha press’a poco la mia età, è di mestiere orologiaio, e qui in Buna fa il meccanico di p r e c i s i o n e ; è p e r c i ò fra i p o c h i c h e c o n s e r v i n o l a d i g n i t à (l3) e la sicurezza di sé che nascono dall’esercitare un’arte per cui si è preparati. Jaim se alegra conmigo: tengo una buena herida, no es peligrosa y me garantiza un discreto período de descanso. Pasaré la noche en el barracón con los demás, pero mañana por la mañana, en lugar de ir al trabajo tengo que ir al médico para el reconocimiento definitivo: esto es lo que quiere decir Arztvormelder. Jaim es experto en estas cosas y piensa que probablemente mañana me ingresarán en el Ka-Be. Jaim es mi compañero de cama, y tengo en él una fe ciega. Es un polaco, un hebreo piadoso, estudioso de la Ley. Tiene poco más o menos mi edad, es relojero, y aquí en la Buna trabaja como mecánico de precisión; está, por ello, entre los pocos que conservan la dignidad y la seguridad en sí que nacen de ejercer un oficio para el cual se está preparado. Chajim me félicite : j’ai une bonne blessure, qui ne semble pas dangereuse et me garantit une honnête période de repos. Je passerai la nuit dans la baraque avec les autres, mais demain matin, au lieu d’aller au travail, je devrai me présenter à nouveau devant les médecins pour la visite définitive : c’est cela, Arztvormelder. Chajim, qui a une certaine expérience en la matière, pense que j’ai de bonnes chances d’être admis au K.B. demain. Chajim est mon compagnon de couchette et j’ai en lui une confiance aveugle. Il est polonais, juif pratiquant, versé dans l’étude de la Loi. A peu près de mon âge, il est horloger de son [49] métier, et ici à la Buna, il travaille dans la mécanique de précision Cela fait de lui un des rares détenus à avoir conserve cette dignité et cette assurance qui naissent de l’exercice d’un métier dans lequel on se sent compétent Così è stato. Dopo la sveglia e il pane, mi hanno chiamato fuori con altri tre della mia baracca. Ci hanno portati in un angolo della piazza dell’Appello, dove c’era una lunga fila, tutti gli Arztvorm e l d e r d i oggi; è venuto un tale e mi ha portato via gamella cucchiaio berretto e guanti. Gli altri hanno riso, non sapevo che dovevo nasco n d e r l i o a ff i d a r l i a q u a l c u n o , o meglio che tutto venderli, e che in Ka-Be non si possono portare? Poi guardano il mio numero e scuotono il capo: da uno che ha un numero così alto ci si può aspettare qualunque sciocchezza. [80] Ha sido así. Después de diana y del pan me han llamado con otros tres de mi barracón. Nos han llevado a una esquina de la plaza de la Lista, donde estaban, en una larga cola, todos los Arztvormelder de hoy; ha venido un tipo y me ha quitado la escudilla, la cuchara, el gorro y las manoplas. Los demás se han echado a reír, ¿no sabía que tenía que esconderlos o habérselos c o n f i a d o a a l g u i e n , o m e j o r, venderlos, y que al Ka-Be no pueden llevarse? Después miran mi número y sacuden la cabeza: de quien tiene número tan alto puede esperarse cualquier tontería. Chajim avait raison Après le lever et la distribution du pain, j’ai été appelé avec trois autres compagnons de baraque On nous a fait mettre dans un coin de la place de l’Appel ou se trouvait déjà la longue file des Arztvormelder du jour, quelqu’un s’est approché de moi et m’a pris ma gamelle, ma cuillère, mon calot et mes gants. Les autres se sont mis à rire comment’ je ne savais pas qu’il fallait les cacher, ou les donner à garder, et même qu’il valait mieux les vendre, puisqu’au KB on ne peut rien emporter 9 Ils regardent mon numéro et hochent la tête il n’y a qu’un gros numéro pour faire des idioties pareilles Poi ci hanno contati, ci hanno fatti spogliare fuori al freddo, ci hanno tolto le scarpe, ci hanno di nuovo contati, ci hanno rasa la barba i capelli e i peli, ci hanno contati ancora, e ci hanno fatto fare una doccia; poi è venuta una SS, ci ha guardati senza interesse, si è soffermata davanti a uno che ha un grosso idrocele, e lo ha fatto mettere da parte. Dopo di che ci Luego nos han contado, nos han hecho desnudarnos afuera, al frío, nos han quitado los zapatos, nos han vuelto a contar, nos han afeitado la barba y el pelo y el vello, han vuelt o a contarnos y nos han hecho ducharnos; después ha venido un SS, nos ha mirado desinteresadamente, se ha parado delante de uno que tenía un hidrocele muy abultado y lo hace ponerse a un lado. Después de lo Ensuite on nous a comptés, on nous a fait déshabiller dehors dans le froid, on nous a pris nos chaussures, on nous a recomptés, on nous a rasé la barbe, les cheveux et les poils, on nous a comptés une troisième fois et on nous a fait prendre une douche, puis un SS est venu, nous a examinés sans intérêt, s’est attardé devant un détenu qui avait une grosse hydrocèle et fa fait mettre à l'écart Après quoi on nous a encore 35 notes 14 ho smesso di cercare di capire. Anticipa, negandola, la lezione di Schmulek «Er will nix verstayen» (vedi sotto, nota 22) e il motto di Clausner «Ne pas chercher à comprendre» (cap. «Esame di chimica», nota 6). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard hanno contati ancora una volta e ci hanno fatto fare un’altra doccia, benché fossimo ancora bagnati della prima e alcuni tremassero di febbre. cual han vuelto a contarnos y nos han llevado a darnos otra ducha por más que estuviésemos todavía empapados de la primera y algunos temblasen de fiebre. comptes et on nous a de nouveau envoyés à la douche, alors que nous étions encore tout mouillés de la précédente et que plusieurs d’entre nous tremblaient de fièvre Ora siamo pronti per la visita definitiva. Fuori dalla finestra si vede il cielo bianco, e qualche volta il sole; in questo paese lo si può guardare fisso, attraverso le nuvole, come attraverso un vetro affumicato. A giudicare dalla sua posizione, debbono essere le quattordici passate: addio zuppa ormai, e siamo in piedi da dieci ore e nudi da sei. Ahora estamos preparados para el reconocimiento definitivo. Del otro lado de la ventana se ve el cielo blanco, y a veces el sol; en este país se lo puede mirar de frente, a través de las nubes como a través de un vidrio ahumado. A juzgar por su posición deben de ser las catorce pasadas: adiós potaje, y estamos en pie desde las seis y desnudos desde las diez. Nous voila maintenant prêts pour la visite définitive A travers la fenêtre, on aperçoit le ciel tout blanc et quelques rares rayons de soleil, dans ce pays, on peut regarder le soleil fixement à travers l’épaisseur des nuages comme à travers un verre fume A en juger par sa position, il doit être quatorze heures passées . adieu la soupe, maintenant’ Et nous sommes debout depuis dix heures, et nus depuis six Anche questa seconda visita medica è straordinariamente rapida: il medico (ha il vestito a righe come noi, ma sopra indossa un camice bianco, ed ha il numero cucito sul camice, ed è molto più grasso di noi) guarda e palpa it mio piede gonfio e sanguinante, al che io grido di dolore, poi dice: - Au f g e n o m m e n , B l o c k 2 3 - . Io resto lì a bocca aperta, in attesa di qualche altra indicazione, ma qualcuno mi tira brutalmente indietro, mi getta un mantello sulle spalle nude, mi porge un paio di sandali e mi caccia all’aperto. Este segundo reconocimiento médico es también extraordinariamente rápido: el médico (lleva el traje a rayas igual que nosotros pero con una blusa por encima blanca, y el número cosido en la blusa, y está mucho más gordo que nosotros) mira y palpa mi pie hinchado y sanguinolento, con lo que grito de dolor, y luego dice: -Aufgenommen Block 23. Me quedo con la boca abierta, en espera de cualquier otra indicación, pero alguien me empuja brutalmente hacia atrás, me arroja una capa sobre los hombros desnudos, me tiende unos zapatos y me echa al aire libre. Cette seconde visite médicale est tout aussi expéditive que la première : le médecin (il porte comme nous l’uniforme mais son numéro est cousu sur la blouse blanche enfilée par-dessus, et il est beaucoup plus gras que nous) regarde mon pied enflé et sanguinolent, le palpe je jette un cri de douleur -, et dit «Aufgenommen Block 23» Je reste planté là bouche bée, attendant [50] quelque information supplémentaire, mais je me sens brutalement tiré en arrière, quelqu’un jette un manteau sur mes épaules nues, me tend une paire de sandales et me pousse dehors. A un centinaio di metri c’è il Block sopra c’è scritto 23; «Schonungsblock»: chissà cosa vorrà dire? Dentro, mi tolgono mantello e sandali, e io mi trovo ancora una volta nudo e ultimo di una fila di scheletri nudi: i ricoverati di oggi. A un centenar de metros está el Block encima está escrito 23; schonungsblock: ¿qué querrá decir? Dentro, me quitan la capa y las sandalias y una vez más me encuentro desnudo y el último en una cola de esqueletos desnudos: los hospitalizados de hoy. Le Block 23 est à une centaine de mètres ; au-dessus de la porte, une inscription sibylline . Schonungsblock... J’entre ; on m’enlève manteau et sandales et je me retrouve encore une fois tout nu, et le dernier d’une longue file de squelettes nus . les hospitalisés d’aujourd’hui. Da molto tempo ho smesso di cercare di capire (14). Per [81] quanto mi riguarda, sono ormai così stanco di reggermi sul piede ferito e non ancora medicato, così affamato e pieno di freddo, che nulla più mi interessa. Questo può benissimo essere l’ultimo dei miei giorni, e questa camera la camera dei gas di cui tutti parlano, che ci potrei fare? Tanto vale appoggiarsi al muro e chiudere gli occhi e aspettare. Hace tiempo que he dejado de intentar entender. Por lo que me toca estoy tan cansado de mantenerme sobre el pie herido que todavía no me han curado, tan hambriento y muerto de frío que nada me interesa ya. Éste puede ser muy bien el último día de mi vida, y esta sala la cámara de gas de que todos hablan, ¿qué puedo hacer? Lo mejor es apoyarme en la pared, cerrar los ojos y esperar. Depuis longtemps j’ai renoncé à comprendre. En ce qui me concerne, je suis si fatigué de me tenir debout sur mon pied blessé et pas encore soigné, je suis si affamé et grelottant que plus rien ne m’intéresse Quand bien même aujourd’hui serait mon d e r n i e r j o u r, e t c e t t e c h a m b r e l a fameuse chambre à gaz dont tout le monde parle, que pourrais-je y faire ? Autant s’appuyer au mur, fermer les yeux et attendre. Il mio vicino non deve essere ebreo. Non è circonciso, e poi (questa è una delle poche cose che ho imparato finora) una pelle così bionda, un viso e una corporatura così massicci sono caratteristici dei polacchi non ebrei. È più alto di me di tutta la testa, ma ha una fisionomia abbastanza cordiale, come l’hanno solo coloro che non soffrono la fame. Mi vecino no debe de ser judío. No está circundado, y además (ésta es una de las pocas cosas que he aprendido hasta ahora) una piel tan blanca, una cara y un cuerpo tan macizos son característicos de los polacos no judíos. Me lleva una cabeza, pero tiene una fisonomía bastante cordial, como sólo la tienen quienes no pasan hambre. Mon voisin ne doit pas être juif II n’est pas circoncis, et puis (c’est une des rares choses que j’aie apprises jusqu’ici) cette peau de blond, cette ossature et ces traits lourds sont caractéristiques des Polonais non juifs Celui-ci me dépasse d’une tête, mais il a une expression assez cordiale, comme seuls peuvent en avoir ceux qui ne souffrent pas de la faim Ho provato a chiedergli se sa quando ci faranno entrare. Lui si è voltato all’infermiere, che gli somiglia come un gemello e sta in un angolo a fumare; hanno parlato e riso insieme senza rispondere, come se io non ci fossi: poi uno di loro mi ha preso il braccio e ha guardato il numero, e allora hanno riso più forte. Tutti sanno che i centosettantaquattromila sono gli ebrei italiani: i ben noti ebrei italiani, He intentado preguntarle si sabe cuándo nos dirán que entremos. Se ha vuelto hacia el enfermero, que se le parece como un hermano gemelo y está fumando en un rincón; se han puesto a hablar y a reírse sin contestarme, como si yo no existiese: luego uno de ellos me cogió el brazo y miró el número, y se rieron más f u e r t e . To d o s s a b e n q u e l o s c i e n t o setenta y cuatro mil son los judíos italianos, llegados hace dos Je me suis risqué à lui demander s’il savait quand on nous ferait entrer II s’est retourne vers l’infirmier, qui lui ressemble comme un frère jumeau et fume dans un coin ; ils ont parlé et ri ensemble comme si je n’étais pas la , puis l’un d’eux m’a pris le bras et a regarde mon numéro, et alors ils se sont esclaffés de plus belle Tout le monde sait au camp que les cent soixante-quatorze mille sont les juifs italiens : les fameux juifs italiens 36 notes 15 parlare yiddisch. Vedi qui sotto, nota 22 e sopra cap. «Iniziazione», nota 10. 19:20 16 Finalmente anche per me si è aperta la porta. Vedi sopra, cap. «Sul fondo», nota 5. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard arrivati due mesi fa, tutti avvocati, tutti dottori, erano più di cento e già non sono che quaranta, quelli che non sanno lavorare e si lasciano rubare il pane e prendono schiaffi dal mattino alla sera; i tedeschi li chiamano « zwei linke Hände» (due mani sinistre), e perfino gli ebrei polacchi li disprezzano perché non sanno parlare yiddisch (15). meses, todos abogados, médicos, eran más de cien y ya no son más que cuarenta, son los que no saben trabajar y se dejan robar el pan y reciben bofetadas de la mañana a la noche, los alemanes los llaman zwei linke Hände (dos manos izquierdas), y hasta los judíos polacos los desprecian porque no saben hablar yiddish. arrivés il y a deux mois, tous avocats, tous docteurs en quelque chose, plus de cent à l’arrivée, et plus que quarante maintenant, des gens qui ne savent pas travailler, qui se laissent voler leur pain et qui reçoivent des gifles du matin au soir Les Allemands les appellent «deux mains gauches», et même les juifs polonais les méprisent, parce qu’ils ne savent pas parler yiddish L’infermiere indica all’altro le mie costole, come se io fossi un cadavere in sala anatomica; accenna alle palpebre e alle guance gonfie e al collo sottile, si curva e pre[82]me c o l l ’ i n d i c e s u l l a m i a t i b i a e fa notare all’altro la profonda incavatura che il dito lascia nella carne pallida, come nella cera. El enfermero señala al otro mis costillas, como si fuese un cadáver en una sala anatómica; le indica mis párpados y mejillas hinchadas y mi cuello delgado, se curva y me aprieta con el índice sobre la tibia y h a c e observar al otro la profunda depresión que me deja el dedo en la carne, pálida como la cera. L’infirmier se tourne vers l’autre pour lui montrer mes côtes, comme si j’étais un cadavre dans un amphithéâtre [50] d’anatomie, il indique maintenant mes paupières, mes joues enflées, mon cou grêle, il se penche, appuie son index sur mon tibia, faisant remarquer à son acolyte le creux profond que laisse le doigt dans la chair livide, comme dans de la cire. Vorrei non aver mai rivolto la parola al polacco: mi pare di non avere mai, in tutta la mia vita, subito un affronto più atroce di questo. L’infermiere intanto pare abbia finito la sua dimostrazione, nella sua lingua che io non capisco e che mi suona terribile; si rivolge a me, e in quasi-tedesco, caritatevolmente , me ne fornisce il compendio: - Du Jude kaputt. Du schnell Krematorium fertig - (tu ebreo spacciato, tu presto crematorio, finito). Quisiera no haberle dicho nunca nada al polaco: me parece que nunca, en toda mi vida, he sufrido una afrenta más atroz que ésta. El enfermero, mientras tanto, parece que ha terminado su demostración en su lengua, que no entiendo y que me suena terrible; se vuelve a mí y, en un cuasialemán, caritativamente, me hace un resumen: -Du Jude kapput. Du schnell K re m a t o r i u m f e r t i g ( t ú , j u d í o , ya estás listo, en seguida al crematorio). Je voudrais ne jamais avoir adressé la parole au Polonais il me semble que jamais de ma vie je n’ai subi d’affront plus atroce Entre-temps l’infirmier semble avoir achevé sa démonstration, exécutée en polonais, langue que je ne comprends pas et qui a donc pour moi quelque chose de terrible , il s’adresse maintenant à moi, et dans un allemand approximatif, charitablement, me fournit le condensé de son diagnostic «Du Jude kaputt Du schnell Krematonum fertig» (toi juif foutu, toi bientôt crématoire, terminé). Qualche altra ora è passata prima che tutti i ricoverati venissero presi in forza, ricevessero la camicia e fosse compilata la loro scheda. Io, come al solito, sono stato l’ultimo; un tale, col vestito a rigoni nuovo fiammante, mi ha chiesto dove sono nato, che mestiere facevo «da civile», se avevo figli, quali malattie ho avuto, una quantità di domande, a che cosa possono mai servire, questa è una complicata messinscena per farsi beffe di noi. Sarebbe questo l’ospedale? Ci fanno stare nudi in piedi e ci fanno delle domande. Han pasado unas cuantas horas antes de que todos los ingresados fuésemos agarrados con violencia, recibiésemos la camisa y se recogiese nuestra ficha. Como de costumbre, yo he sido el último; un tipo de traje a rayas nuevo y flamante me pregunta dónde he nacido, qué oficio tenía «de paisano», si tenía hijos, qué enfermedades he tenido, un montón de preguntas que para qué pueden servir, es una puesta en escena complicada para reírse de nosotros. ¿Será así el hospital? Nos tienen de pie y nos hacen preguntas. Quelques heures encore se sont écoulées avant que tous les malades aient été pris en charge et pourvus chacun d’une chemise et d’une fiche individuelle Comme d’habitude j’ai été le dernier, un homme en uniforme rayé flambant neuf m’a demandé où j’étais né, quel était mon métier «dans le civil», si j’avais des enfants, quelles maladies j’avais eues, une quantité de questions A quoi cela peut-il servir’ C’est une mise en scène pour se moquer de nous Ce serait donc ça l’hôpital’ On nous laisse debout, nus, et on nous pose des questions Finalmente anche per me si è aperta la porta (16), e ho potuto entrare nel dormitorio. Por fin se ha abierto la puerta también para mí y he podido entrar en el dormitorio. Finalement la porte s’est ouverte pour moi aussi, et j’ai pu entrer dans le dortoir Anche qui, come dappertutto, cuccette a tre piani, in tre file per tutta la baracca, separate da due corridoi strettissimi. Le cuccette sono centocinquanta, i malati circa duecentocinquanta: due quindi in quasi tutte le cuccette. I malati delle cuccette superiori, schiacciati contro il soffitto, non possono quasi stare seduti; si sporgono curiosi a vedere i nuovi arrivati di oggi, è il momento più interessante della giornata, si trova sem[83]pre qualche conoscente. Io sono stato assegnato alla cuccetta 10; miracolo! è vuota. Mi distendo con delizia, è la prima volta, da che sono in campo, che ho una cuccetta tutta per me. Nonostante la fame, non passano dieci minuti che sono addormentato. Aquí, igual que en todas partes, las literas de tres pisos, en tres filas a lo largo de todo el barracón, separadas por dos pasillos estrechísimos. Las literas son ciento cincuenta, los enfermos unos doscientos cincuenta: por consiguiente, dos en casi todas las literas. Los enfermos de las literas superiores, aplastados contra el techo, no pueden apenas sentarse; se asoman curiosos a ver a los que llegamos hoy, es el momento más interesante de la jornada, siempre se encuentra a algún conocido. A mí me asignan a la litera 10; ¡milagro: está vacía! Me estiro con delicia, es la primera vez, desde que estoy en el campo, que tengo una litera para mí solo. A pesar del hambre me quedo dormido antes de diez minutos. Ici comme ailleurs, tout l'espace est occupé par des couchettes à trois niveaux disposées sur trois rangs et séparées par deux couloirs extrêmement étroits Cent cinquante couchettes pour deux cent cinquante malades, ce qui veut dire une couchette pour deux dans la majorité des cas. Les malades des couchettes supérieures, plaqués contre le plafond, ne peuvent pratiquement pas s’asseoir ; ils se penchent avec curiosité sur les nouveaux venus d’aujourd’hui c’est le moment le plus intéressant de la journée, on tombe toujours sur une connaissance J’ai été assigné à la couchette 10, miracle ! elle est vide Je m’y étends avec délices, c’est la première fois depuis que je suis au camp que j’ai une couchette pour moi tout seul. [52] Malgré la faim qui me tenaille, dix minutes ne sont pas passées que je dors déjà 37 notes 24:15 l7 musica infernale. Vedi sopra, cap. «Sul fondo», nota 29. 18 le loro anime sono morte. A prima vista potrebbe sembrare una fra le solite citazioni nascoste di un titolo di libro, come sopra «la soglia della casa dei morti». Non tutte le regole, in SQU, sono però rispettate: Le anime morte di Gogol sono estranee al concetto che qui Levi intende richiamare, «la morte dell’anima», come lo stesso Levi chiarisce a margine della sua lettura di Les armes de la nuit, cap. «Le nostre notti», nota 7, viene da Vercors e dalla condizione esistenziale del suo protagonista. In SQU diventa un topos: vedi per es. sotto, nota 31 («spenti nell’anima»). 19 il vento le foglie secche. E la più nota delle similitudini dantesche: «Come d’autunno si levan le foglie / L’una appresso dell’altra» (Inf III, 112-113) applicata per contrasto agli aguzzini. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard La vita del Ka-Be è vita di limbo. I disagi materiali sono relativamente pochi, a parte la fame e le sofferenze inerenti alle malattie. Non fa freddo, non si lavora, e, a meno di commettere qualche grave mancanza, non si viene percossi. La vida del Ka-Be es de limbo. Las i n c o m o d i d a d e s m a t e r i a l e s son relativamente pocas aparte del hambre y de los dolores propios de la enfermedad. No hace frío, no se trabaja y, de no cometer alguna falta grave, no pegan. La vie au K B est une vie de limbes Les désagréments matériels y sont relativement limites, misa part la faim et les souffrances dues a la maladie II ne fait pas froid, on ne travaille pas, et a moins de commettre quelque grave manquement, on n’est pas battu La sveglia è alle quattro, anche per i malati; bisogna rifare il letto e lavarsi, ma non c’è m o l t a f re t t a né molto rigore. Alle cinque e mezzo distribuiscono il pane, e si può tagliarlo comodamente a fette sottili, e mangiare sdraiati con tutta calma; poi ci si può riaddormentare, fino alla distribuzione del brodo di mezzogiorno. F i n v e r s o l e s e d i c i è Mittagsruhe, riposo pomeridiano; a quest’ora c’è sovente la visita medica e la medicazione, bisogna scendere dalle cuccette, togliersi la camicia e fare la fila davanti al medico. Anche il rancio serale viene distribuito nei letti; dopo di che, alle ventuno, tutte le luci si spengono, tranne la lampadina velata della guardia di notte, ed è il silenzio. El toque de diana es a las cuatro, también para los enfermos; hay que hacer la cama y lavarse pero no hay mucha prisa ni mucho rigor. A las cinco y media reparten el pan, y se lo puede cortar cómodamente en rebanadas finas, y comerlo echado con toda calma; luego, uno se puede volver a dormir hasta que llegue el reparto del caldo de mediodía. Hasta las cuatro de la tarde es Mittagsruhe, el reposo del mediodía, la siesta, a esta hora es generalmente la visita del médico y las curas, hay que bajarse de las literas, quitarse la camisa y ponerse en fila delante del médico. También el rancho vespertino se distribuye por las camas; después de lo cual, a las nueve, se apagan todas las luces menos la lamparilla velada del vigilante nocturno, y se hace el silencio. Le lever a heu a quatre heures, même pour les malades, il faut faire son lit et se laver, mais sans trop se presser et sans trop de rigueur A cinq heures et demie c’est la distribution du pain et on peut prendre son temps pour le couper en tranches minces et le manger couche, bien tranquillement, on peut ensuite se rendormir jusqu’à la distribution du bouillon de midi, auquel succède la Mittagsruhe, la sieste, qui dure a peu près jusqu’à seize heures A cette heure-la, il y a souvent la visite médicale et les soins, il faut descendre de sa couchette, enlever sa chemise et faire la queue devant le médecin La soupe du soir est également servie au lit, puis, a vingt et une heures, toutes les lumières s’éteignent a l'exception de la veilleuse du garde de nuit, et c’est le silence ... E per la prima volta da che sono in campo, la sveglia mi coglie nel sonno profondo, e il risveglio è un ritorno dal nulla. Alla distribuzione del pane si sente lontano, fuori delle finestre, nell’aria buia, la banda che incomincia a suonare: sono i compagni sani che escono inquadrati al lavoro. ... Y por primera vez desde que estoy en el campo el toque de diana me coge en un sueño profundo, y el despertar es un retorno de la nada. Cuando llega la distribución del pan, se oye lejana, más allá de las ventanas, en el aire oscuro, la banda que empieza a tocar: son nuestros compañeros sanos que salen al trabajo en formación. Et pour la première fois depuis que je suis au camp, la cloche du réveil me surprend dans un sommeil profond, et c’est un peu comme si je sortais du néant Au moment de la distribution du pain, on entend au loin, dans le petit matin obscur, la fanfare qui commence a jouer ce sont nos camarades de baraque qui partent travailler au pas militaire Dal Ka-Be la musica non si sente bene: arriva assiduo e monotono il martellare della grancassa e dei piatti, ma su questa trama le frasi musicali si disegnano solo a in[84]tervalli, col capriccio del vento. Noi ci guardiamo l’un l’altro dai nostri letti, perché tutti sentiamo che questa musica è infernale (17). Desde el Ka-Be no se oye bien la música: llega asiduo y monótono el martilleo del bombo y de los platillos, pero sobre su trama las frases musicales se dibujan tan sólo a intervalos, a capricho del viento. Nosotros nos miramos unos a otros desde las camas, porque todos sentimos que esta música es infernal. Du K B on n’entend pas très bien la musique sur le fond sonore de la grosse caisse et des cymbales qui produisent un martèlement continu et monotone, les phrases musicales se détachent par intervalles, au gré du vent De nos lits, nous nous entre-regardons, pénètres du caractère infernal de cette musique I motivi sono pochi, una dozzina, ogni giorno gli stessi, mattina e sera: marce e canzoni popolari care a ogni tedesco. Esse giacciono incise nelle nostre menti, saranno l’ultima cosa del Lager che dimenticheremo: sono la voce del Lager, l’espressione sensibile della sua follia geometrica, della risoluzione altrui di annullarci prima come uomini per ucciderci poi lentamente. Los motivos son pocos, una docena, cada día los mismos, mañana y tarde: marchas y canciones populares que les gustan a todos los alemanes. Están grabadas en nuestras mentes, serán lo último del Lager que olvidemos: son la voz del Lager, la expresión sensible de su locura geométrica, de la decisión ajena de anularnos primero como hombres para después matarnos lentamente. Une douzaine de motifs seulement, qui se répètent tous les jours, matin et soir des marches et des chansons populaires chères aux coeurs allemands Elles sont gravées dans notre esprit et seront bien la dernière chose du Lager que nous oublierons, car elles sont la voix du Lager, l’expression sensible de sa folie géométrique, de la détermination [53] avec laquelle des hommes entreprirent de nous anéantir, de nous détruire en tant qu’hommes avant de nous faire mourir lentement. Quando questa musica suona, noi sappiamo che i compagni, fuori nella nebbia, partono in marcia come automi; le loro anime sono morte (18) e la musica li sospinge, come il vento le foglie secche (19), e si sostituisce alla loro volontà. Non c’è più volontà: ogni pulsazione diventa un passo, una contrazione riflessa dei muscoli sfatti. I tedeschi sono riusciti a questo. Sono diecimila, e sono una sola grigia macchina; sono esattamente determinati; non pensano e non vogliono, camminano. Cuando suena esta música sabemos que nuestros compañeros, afuera en la niebla, salen en formación, como autómatas; tienen las almas muertas y la música los empuja, como el viento a las hojas secas, y es un sustituto de su voluntad. La voluntad ya no existe: cada latido se convierte en un paso, en una contracción refleja de los músculos deshechos. Los alemanes lo han conseguido. Son diez mil y son sólo una máquina gris: están determinados exactamente; no piensan y no quieren, andan. Quand cette musique éclate, nous savons que nos camarades, dehors dans le brouillard, se mettent en marche comme des automates ; leurs âmes sont mortes et c’est la musique qui les pousse en avant comme le vent les feuillus sèches, et leur tient lieu de volonté. Car ils n’ont plus de volonté : chaque pulsation est un pas, une contraction automatique de leurs muscles inertes. Voilà ce qu’ont fait les Allemands. Ils sont dix mille hommes, et ils ne forment plus qu’une même machine grise ; ils sont exactement déterminés ; ils ne pensent pas, ils ne veulent pas, ils marchent. Alla marcia di uscita e di entrata Al desfile de salida y de entrada los Jamais les SS n’ont manqué l’une de ces 38 notes 20 come ora la ripensiamo. Si presti attenzione a questo balzo in avanti nel tempo, al momento in cui Levi ripensa al Lager dopo esserne uscito. 21 ventura. L un arcaismo dalle molte occorrenze in Dante. 29:15 Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard non mancano mai le SS. Chi potrebbe negare loro il diritto di assistere a questa corografia da loro voluta, alla danza degli uomini spenti, squadra dopo squadra, via dalla nebbia verso la nebbia? quale prova più concreta della loro vittoria?[85] SS no faltan nunca. ¿Qué podría negarles el derecho de asistir a esta coreografía montada por ellos mismos, a la danza de los hombres extintos, escuadra tras escuadra, en camino desde la niebla hacia la niebla? ¿Qué mejor prueba de su victoria? parades d’entrée et de sortie. Qui pourrait leur refuser le droit d’assister à la chorégraphie qu’ils ont eux-mêmes élaborée, à la danse de ces hommes morts qui laissent, équipe par équipe, le brouillard pour le brouillard? Quelle preuve plus tangible de leur victoire ? Anche quelli del Ka-Be conoscono questo uscire e rientrare dal lavoro, l’ipnosi del ritmo interminabile, che uccide il pensiero e attutisce il dolore; l’hanno provato e lo riproveranno. Ma bisognava uscire dall’incantamento, sentire la musica dal di fuori, come accadeva in Ka-Be e come ora la ripensiamo (20), dopo la liberazione e la rinascita, senza obbedirvi, senza subirla, per capire che cosa era; per capire per quale meditata ragione i tedeschi avevano creato questo rito mostruoso, e perché, oggi ancora, quando la memoria ci restituisce qualcuna di quelle innocenti canzoni, il sangue ci si ferma nelle vene, e siamo consci che essere ritornati da Auschwitz non è stata piccola ventura (21). También los del Ka-Be conocen este ir y volver del trabajo, la hipnosis del ritmo interminable que mata el pensamiento y calma el dolor; lo han experimentado y volverán a experimentarlo. Pero es preciso salir del encantamiento, oír la música fuera como ocurría en el Ka-Be o como la recordamos ahora, luego de la liberación y el renacimiento, sin obedecerla, sin sufrirla, para comprender lo que era; para comprender por qué calculada razón los alemanes habían creado este mito monstruoso y por qué, todavía hoy, cuando la memoria nos restitu y e a l g u n a d e a q u e l l a s inocentes canciones, se nos hiela la sangre en las venas y nos damos cuenta de que haber vuelto de Auschwitz no ha sido suerte pequeña. Ceux du K.B. connaissent bien eux aussi ces départs et ces retours, l'hypnose du rythme continu qui annihile la pensée et endort la douleur ; ils en ont fait l’expérience, ils la feront encore. Mais il fallait échapper au maléfice, il fallait entendre la musique de l’extérieur, comme nous l'entendions au K.B., comme nous l’entendons aujourd’hui dans le souvenir, maintenant que nous sommes à nouveau libres et revenus à la vie ; il fallait l’entendre sans y obéir, sans la subir, pour comprendre ce qu’elle représentait, pour quelles raisons préméditées les Allemands avaient instauré ce rite monstrueux, et pourquoi aujourd’hui encore, quand une de ces innocentes chansonnettes nous revient en mémoire, nous sentons notre sang se glacer dans nos veines et nous prenons conscience qu’être revenus d’Auschwitz tient du miracle. Ho due vicini di cuccetta. Giacciono tutto il giorno e tutta la notte fianco a fianco, pelle contro pelle, incrociati come i Pesci dello zodiaco, in modo che ciascuno ha i piedi dell’altro accanto al capo. Tengo dos vecinos de litera. Yacen todo el día y toda la noche flanco contra flanco, piel contra piel, cruzados como los peces del zodíaco, de manera que los pies de cada uno están a la altura de la cabeza del otro. J’ai deux voisins de couchette. Ils restent allongés toute la journée et toute la nuit côte à côte, peau contre peau, dans ta position croisée des Poissons du zodiaque. ___ ___________ ______________ __ ___ _ ___ ______________________ Uno è Walter Bonn, un olandese civile e abbastanza colto. Vede che non ho nulla per tagliare il pane, mi impresta il suo coltello, poi si offre di vendermelo per mezza razione di pane. Io discuto sul prezzo, indi rinuncio, penso che qui in Ka-Be ne troverò sempre qualcuno in prestito, e fuori costano solo un terzo di razione. Non per questo Walter vien meno alla sua cortesia, e a mezzogiorno, mangiata la sua zuppa, forbisce colle labbra il cucchiaio (il che è buona norma prima di imprestarlo, per ripulirlo e per non mandare sprecate le tracce di zuppa che vi aderiscono) e melo offre spontaneamente. Uno es Walter Bonn, un holandés educado y bastante culto. Ve que no tengo nada para cortar el pan, me presta su cuchillo, después me ofrece vendérmelo por media ración de pan. Yo le discuto el precio y luego renuncio, pienso que aquí en Ka-Be siempre encontraré a alguien que me preste uno, y afuera cuestan sólo un tercio de ración. No por ello Walter es menos cortés y, a mediodía, comido su potaje, limpia con los labios la cuchara (lo que es una buena costumbre antes de prestarla, para limpiarla y para no desperdiciar las manchas de potaje que se le pegan) y me la ofrece espontáneamente. Le premier est Walter Bonn, un Hollandais poli et assez instruit. Il voit que je n’ai rien pour couper mon pain, et il me prête son couteau, puis s’offre à me le vendre pour une [54] demi-ration de pain. Je commence par discuter le prix, puis j’abandonne, je me dis qu’au K.B. je trouverai toujours quelqu’un pour m’en prêter un, et que dehors le prix n’est qu’à un tiers de ration. Walter ne se formalise pas pour autant et à midi, après avoir mangé sa soupe, il lèche soigneusement sa cuillère (ce qui est de bonne règle quand on veut la prêter, car cela permet à la fois de la nettoyer et de ne pas perdre une seule goutte de soupe) et me l’offre spontanément. - Che malattia hai, Walter? «Körperschwäche», - [86] deperimento organico. La peggiore malattia: non la si può curare, ed è molto pericoloso entrare in Ka-Be con questa diagnosi. Se non fosse stato dell’edema alle caviglie (e mele mostra) che gli impedisce di uscire al lavoro, si sarebbe ben guardato dal farsi ricoverare. -¿Qué enfermedad tienes, Walter? -Körperschawäche (consunción orgánica). Es la peor enfermedad: no puede curarse, y es muy peligroso entrar en Ka-Be con este diagnóstico. Si no hubiera sido por el edema en los tobillos (y me lo enseña) que n o l e d e j a i r a t r a b a j a r s e h u b i e r a g u a r d a d o m ucho de venir a la consulta. - Quelle maladie as-tu, Walter? - Kôrperschwâche. Faiblesse généralisée. La pire des maladies : elle est inguérissable, et il est très dangereux d’entrer au K.B. avec ce diagnostic-là. Si ce n’était pas pour cet oedème aux chevilles (il me le montre) qui l'empêche de travailler, il se serait bien gardé de se faire porter malade. Su questo genere di pericoli io ho ancora idee assai confuse. Tutti ne parlano indirettamente, per allusioni, e quando io faccio qualche domanda mi guardano e tacciono. Sobre este tipo de peligros yo tengo todavía unas ideas bastante confusas. Todo el mundo habla de ello indirectamente, con alusiones, y cuando hago ciertas preguntas me miran y callan. Sur ce genre de danger, je suis encore loin d’avoir les idées claires. Tout le monde en parle à mots couverts, par allusions, et quand je pose une question on me regarde sans répondre. E dunque vero quello che si sente dire, di selezioni, di gas, di crematorio? ¿Es verdad, entonces, lo que he oído decir de la selección, del gas, del crematorio? C’est donc vrai ce qu’on raconte : les sélections, les gaz, le crématoire ? Crematorio. L’altro, il vicino di Crematorio. El otro, el vecino de Crématoire. Le voisin de Walter s’éveille 39 notes 22 non vuole capire. Vedi sopra, nota 15 e cap. «Iniziazione», nota 10. Sull’arbitrio e l’insensatezza in Lager si ricordi quanto lo stesso Levi dirà della Buna, fabbrica per la quale si lavorò quattro anni e morirono innumerevoli uomini, ma che «non produsse mai un chilogrammo di gomma sintetica». Sull’inutilità del capire, vedi anche sotto, cap. «Esame di chimica», nota 6. «Capire» e «comprendere» sono «una dimensione essenziale nella chimica e nella filosofia di Levi» (Cases, 15 ss.). Si noti addirittura « la forzatura di una porta» in un passaggio solenne di SP: «Capirò anche questo, capirò tutto, ma non come loro vogliono. Troverò una scorciatoia, mi farò un grimaldello, forzerò le porte» (I, 758). Ad Auschwitz, scrive ancora Cases, «la funzione della conoscenza cambia, acquista davvero il carattere di sublimazione, di salvazione dall’orrore attraverso la sua ricognizione». «A me spettava capire, capirli», dice Levi in SES (Il, 1125). Ciò che colpisce in SQU è « la volontà caparbia di non arrendersi a un mondo assurdo», «farsene una ragione» - e ciò indica la distanza che lo separa da Kafka, come ha scritto molto bene Cases («mentre Josef K. trova naturali l’arresto e il processo... Levi non cessa di stupirsi della logica inumana e vorrebbe intendere senza mai venirne a capo», 16). Con tutto ciò rimane da dire che nella sua volontà di comprendere, nella sua inclinazione a porsi «sulla soglia» per osservare (o di forzarla per capire), Levi è approdato alla conclusione riduttiva di quegli storici (Bullock, Schramm, Bracher) che «confessano di non comprendere l’antisemitismo di Hitler e della Germania dietro di lui» e che anzi quanto è avvenuto «non si deve comprendere, perché comprendere è quasi giustificare», identificarsi con l’oggetto da comprendere (nel senso etimologico di «contenere, abbracciare», come è detto in App. I, 197 ripreso anche nell’articolo Monumento ad Auschwitz, 1, 1117: «Questi sono i fatti: funesti, immondi, e sostanzialmente incomprensibili»; ma «incomprensibili» è il polo negativo dell’ossimoro «semplici e incomprensibili» attribuito alle storie del Lager). 23 Ma era destino. L’avversativo non attenua l’enjambement fra le due sezioni, giocato sul filo del verbo «capire». 24 m’inducessi. Inf. XXX, 89 («e’ m’indussero a batter li fiorini»); cfr. Tesio, 51. 25 a sera si è aperta la porta. Solita metafora della porta; le operazioni sono svolte con estrema velocità, come si può constatare osservando gli stessi fatti così come sono narrati in Rapporto, 1357: «Tali selezioni si svolgevano con grande rapidità ed erano eseguite dal medico direttore dei servizi sanitari, davanti al quale tutti i ricoverati sfilavano nudi; ed egli con sguardo superficiale giudicava lo stato generale dei singoli, decidendo immediatamente la loro sorte». Poco sopra si legge: «Coloro che erano affetti da malattie croniche o il cui soggiorno in ospedale si prolungava oltre un certo periodo di tempo, che si aggirava sui due mesi, o che ritornavano con troppa frequenza in ospedale per ricadute delle loro malattie, erano avviati a Birkenau e ivi soppressi nelle camere a gas». tressallir 1. (Sujet n. de personne). Éprouver des secousses musculaires, un tressaillement. [a] (Sous l’effet d’une émotion vive, agréable ou désagréable) - Effluve, cit. 5. [b] (Sous l’effet d’une sensation qui surprend). - 2. (Sujet n. de personne, d’animal). être agité de brusques secousses, remuer de façon désordonnée. - 3. Techn. (de trésaillé*, confondu avec tressailler). Se fendiller sous l’effet de la chaleur (céramique). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Walter, si sveglia di soprassalto, si rizza a sedere: chi parla di crematorio? che avviene? non si può lasciare in pace chi dorme? E un ebreo polacco, albino, dal viso scarno e bonario, non più giovane. Si chiama Schmulek, è fabbro. Walter lo ragguaglia brevemente. Walter se despierta sobresaltado, se endereza: ¿quién está hablando del crematorio? ¿Qué es lo que pasa? ¿No se puede dejar tranquilos a los que están durmiendo? Es un judío polaco, albino, de cara descarnada y bonachona, ya mayor. Se llama Schmulek, es herrero. Walter lo mira un momento. en sursaut, se redresse brusquement : qui est-ce qui parle de crématoire ? Qu’est-ce qui se passe? On ne peut même pas rester tranquille quand on dort ? C’est un juif polonais, un homme d’un certain âge, albinos, le visage maigre et l’air bon enfant. Il s’appelle Schmulek et il est forgeron. Walter le met au courant en quelques mots. Così, «der Italeyner» non crede alle selezioni? Schmulek vorrebbe parlare tedesco ma parla yiddisch; lo capisco a stento, solo perché lui vuole farsi capire. Fa tacere Walter con un cenno, ci penserà lui a farmi persuaso: ¿Así es que der Italyener no cree en las selecciones? Schmulek querría hablar alemán pero habla yiddish; lo entiendo difícilmente, y sólo porque quiere hacerse entender. Hace callar a Walter con un signo, él me convencerá: Tiens, tiens, «der Italeyner» ne croit pas aux sélections ? L’allemand que Schmulek s’efforce de parler est en réalité du yiddish : je le suis avec peine et seulement parce qu’il cherche à se faire comprendre. Il fait taire Walter d’un geste, il se fait fort de me persuader. - Mostrami il tuo numero: tu sei il 174517. Questa numerazione è incominciata diciotto mesi fa, e vale per Auschwitz e per i campi dipendenti. Noi siamo ora diecimila qui a Buna-Monowitz; forse trentamila fra Auschwitz e Birkenau. Wo sind die Andere? dove sono gli altri? -Enséñame tu número: tú eres el 174517. Esta numeración ha empezado hace dieciocho meses y sirve para Auschwitz y para los campos que dependen de él. Ahora somos diez mil en Buna-Monowitz; puede que treinta mil entre Auschwitz y Birkenau. Wo sind die Andere? (¿dónde están los demás?). - Montre-moi ton numéro : toi, tu es le 174517. Cette numérotation a commencé il y a dix-huit mois, et elle englobe Auschwitz et les camps annexes. Nous, à Buna-Monowitz, on est maintenant dix mille ; trente mille à la rigueur en comptant Auschwitz et Birkenau. Wo sind die andere ? Où sont les autres ? - Forse trasferiti in altri campi...? - propongo io. -¿Los habrán transferido a otros campos?... -le propongo. - Peut-être qu’ils ont été transférés dans d’autres camps ? [55] Schmulek crolla il capo, si rivolge a Walter: Schmulek menea la cabeza, se vuelve a Walter: Schmulek hoche la tête et se tourne vers Walter - Er will nix verstayen, - non vuole capire (22). [87] -Er will nix verstayen (no quiere entender). - Er will nit farstayen. Il ne veut pas comprendre. Ma (23) era destino che presto mi inducessi (24) a capire, e Schmulek stesso ne facesse le spese. A sera si è aperta la porta (25) della baracca, una voce ha gridato - Achtung!- [88] e ogni rumore si è spento e si è sentito un silenzio di piombo. Pero sería el destino quien me habría de hacer entender en seguida, y a costa del propio Schmulek. Por la noche se abrió la puerta del barracón, una voz gritó: -Achtung -y se calló cualquier rumor y se sintió un silencio de plomo. Mais il était écrit que je ne devais pas tarder à comprendre, et aux dépens d e S c h m u l e k . L e s o i r, l a porte de la baraque s’est ouverte ; une voix a crié : «Achtung !», et tous les bruits se sont tus pour faire place à un silence de plomb. Sono entrate due SS (uno dei due ha molti gradi, forse è un ufficiale?), si sentivano i loro passi nella baracca come se fosse vuota; hanno parlato col medico capo, questi ha mostrato loro un registro indic a n d o q u a e l à . L’ u ff i c i a l e h a preso nota su un libretto. Schmulek mi tocca le ginocchia: Pass’ auf, pass’ auf, - fa’ attenzione. Entraron dos SS (uno de los dos con muchos galones, ¿puede q u e sea un oficial?), resonaban en e l barracón sus pasos como si estuviese vacío; hablaron con el médico en jefe, que les enseñó un registro, señalando acá y allá. El oficial tomó nota en una libreta. S c h m u l e k m e dio en una rodilla: -Pass’auf pass’auf (fíjate bien). Deux SS sont entrés (l’un d’eux a de nombreux galons, peut-être est ce un officier?), on entendait leurs pas résonner dans la baraque comme dans une pièce vide ; ils ont parlé avec le médecin-chef, et celui-ci leur a montré un registre sur lequel il a pointé l’index ici et là. L’officier a pris note sur un carnet. Schmulek me touche les genoux : «Pass’ auf, pass’ auf. Fais attention.» L’ u f f i c i a l e , seguito dal medico, gira in silenzio e con noncuranza fra le cuccette; ha in mano un frustino, frusta un lembo di coperta che pende da una cuccetta alta, il malato si precipita a riassettarla. L’ufficiale passa oltre. El oficial seguido por el médico, da vueltas, en silencio y con despreocupación, entre las literas; lleva en la mano una fusta, levanta con ella un pico de manta que cuelga de una litera alta, el enfermo se precipita a remeterla. El oficial pasa más adelante. L’ o f f i c i e r , escorté du m é d e c i n , déambule négligemment en t r e l e s c o u c h e t t e s , s i l e n c i e u x , l a cravache à la main ; il en frappe au passage un pan de couverture qui dépasse d’une des couchettes supérieures ; son occupant se précipite pour la border. L’officier passe. Un altro ha il viso giallo ; l’ufficiale gli strappa via le coperte, quello trasalisce, l’ufficiale gli palpa il ventre, dice: Hay uno de cara amarilla; el oficial le arranca la manta, él se estremece, el oficial le palpa el vientre: Il avise maintenant un malade au visage tout jaune ; il lui arrache ses couvertures, l'autre tressaille ; il lui palpe le ventre, dit : - Gut, gut, poi passa oltre. Ecco, ha posato lo sguardo su Schmulek; tira fuori il libretto, -Gut, gut -luego pasa más adelante. Le ha echado la vista encima a Schmulek; saca la libreta, compara 40 «Gut, gut», et passe. Ça y est, son regard s’est posé sur Schmulek ; il prend son carnet, notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate el número de la libreta con el número del tatuaje. Yo sigo todo, desde arriba: hace una cruz junto al número d e S c h m u l e k . L u e g o sigue más adelante. contrôle le numéro du lit et celui du tatouage... D’en haut, pas un détail de la scène ne m’échappe : il fait une croix en face du numéro de Schmulek. Il est passé. Io guardo ora Schmulek, e dietro di lui ho visto gli occhi di Walter, e allora non ho fatto domande. Yo miro ahora a Schmulek, y detrás de él veo los ojos de Walter, y no hago ninguna pregunta. Je regarde Schmulek, et derrière lui j’ai croisé le regard de Walter ; je n’ai pas posé de questions. Il giorno dopo, invece del solito gruppo di guariti, sono stati messi in uscita due gruppi distinti. I primi sono stati rasi e tosati e hanno fatto la doccia. I secondi sono usciti così, con le barbe lunghe e le medicazioni non rinnovate, senza doccia. Nessuno ha salutato questi ultimi, nessuno li ha incaricati di messaggi per i compagni sani. Al día siguiente, en lugar del grupo acostumbrado de curados, han salido dos grupos distintos. A los primeros los han afeitado y rapado y se han duchado. Los segundos han salido como estaban, con la barba larga, sin que se les haya renovado la medicación, sin haberse duchado. Nadie ha despedido a estos últimos, nadie les ha dado recados para los compañeros sanos. Le lendemain, au lieu du groupe habituel de guéris, deux groupes distincts ont quitté le K.B. Ceux du premier groupe ont été rasés et tondus et ont pris une douche. Ceux du second sont sortis comme ils étaient, avec une barbe de plusieurs jours, sans avoir reçu leurs soins, sans douche. Ceux-là, personne ne leur a dit au revoir, personne ne les a chargés de messages pour les camarades de Block. Entre los últimos estaba Schmulek. Di questi faceva parte Schmulek. 34:50 26 torcono. È il verbo-chiave, dantesco, vedi sopra, la poesia in epigrafe, nota 8. tr. de Julliard controlla il numero del letto e il numero del tatuaggio. Io vedo tutto bene, dall’alto: ha fatto una crocetta accanto al numero di Schmulek. Poi è passato oltre. Parmi eux il y avait Schmulek. In questo modo discreto e composto, senza apparato e senza collera, per le baracche del Ka-Be si aggira ogni giorno la strage, e tocca questo o quello. Quando Schmulek è partito, mi ha lasciato cucchiaio e coltello; Wal[89]ter e io abbiamo evitato di guardarci e siamo rimasti a lungo silenziosi. Poi Walter mi ha chiesto come posso conservare così a lungo la mia razione di pane, e mi ha spiegato che lui di solito taglia la sua per il lungo, in modo da avere fette più larghe su cui è più agevole spalmare la margarina. De esta manera discreta y ordenada, sin aparato y sin cólera, por el barracón del Ka-Be se pasea todos los días la catástrofe, y le toca a éste o a aquél. Al irse Schmulek me dejó la cuchara y el cuchillo, Walter y yo hemos evitado mirarnos y nos hemos quedado en silencio durante mucho tiempo. Luego, Walter me pregunta que cómo puedo conservar tanto tiempo mi ración de pan, y me explica que él de costumbre corta la suya a lo largo para tener rajas más anchas sobre las que extender la margarina con más facilidad. C’est de cette façon discrète et organisée, sans déploiement de force et sans colère, que le massacre rôde chaque jour dans les baraques du K.B. et s’abat sur tel ou tel d’entre nous. En partant, Schmulek m’a laissé sa cuillère [56] et son couteau ; Walter et moi, nous avons évité de nous regarder et nous sommes restés longtemps silencieux. Puis Walter m’a demandé comment je faisais pour garder ma ration de pain si longtemps sans la toucher, et il m’a expliqué que lui, d’habitude, coupe le sien en long, de manière à avoir des tranches plus larges sur lesquelles il est plus facile d’étaler la margarine. Walter mi spiega molte cose: Schonungsblock vuol dire baracca di riposo, qui c i sono solo malati leggeri, o convalescenti, o non bisognosi di cure. Fra questi, almeno una cinquantina di dissenterici più o meno gravi. Walter me explica muchas cosas: Schonungsblock quiere decir barracón de reposo, aquí sólo hay enfermos leves, o convalecientes, o los que no necesitan curas. Entre éstos, por lo menos una cincuentena de disentéricos más o menos graves. Walter m’explique toutes sortes de choses : Schonungsblock signifie baraque de repos ; on n’y met que les malades légers, les convalescents, ou ceux qui n’ont pas besoin de soins particuliers. Parmi eux, une bonne cinquantaine d’internés plus ou moins gravement atteints de dysenterie. Costoro vengono controllati ogni terzo giorno. Si mettono in fila lungo il corridoio; all’estremità stanno due bacinelle di latta e l’infermiere, con registro, orologio e matita. A due per volta, i malati si presentano, e devono dimostrare, sul posto e subito, che la loro diarrea persiste; a tale scopo viene loro concesso un minuto esatto. Dopo di che presentano il risultato all’infermiere, il quale osserva e giudica; lavano rapidamente le bacinelle in una apposita tinozza, e subentrano i due successivi. A éstos los reconocen cada tres días. Se ponen en fila en el pasillo, a un extremo hay dos orinales de latón y el enfermero con un registro, un reloj y un lapicero. De dos en dos los enfermos se adelantan y tienen que probar, en el acto y rápidamente, que su diarrea continúa; para ello se les concede un minuto después del cual enseñan al enfermero el resultado, y éste lo observa y lo juzga; lavan rápidamente los orinales en una tina que está al lado y vienen los dos siguientes. Ces derniers sont soumis à un contrôle tous les deux jours. Ils font la queue dans le couloir : en tête de file, deux bassines de fer-blanc et un infirmier muni d’un registre, d’une montre et d’un crayon. Les malades se présentent deux par deux et doivent fournir sur le moment et sur place la preuve que leur diarrhée persiste ; opération pour laquelle ils disposent d’une minute exactement. Après quoi ils présentent le résultat à l'infirmier, qui observe et juge ; puis ils rincent rapidement les bassines dans un baquet prévu à cet effet et cèdent la place aux deux suivants. Fra coloro che attendono, alcuni si torcono (26) nello spasimo di trattenere la preziosa testimonianza ancora venti, ancora dieci minuti; altri, privi di risorse in quel momento, tendono vene e muscoli nello sforzo o p p o s t o . L’ i n f e r m i e r e a s s i s t e impassibile, mordicchiando la matita, uno sguardo all’orologio, uno sguardo ai campioni che gli vengono via via presentati. Nei casi dubbi, parte con la bacinella e va a sottoporla al medico. Entre los que esperan algunos se retuercen en los espasmos por conservar el precioso testimonio durante todavía veinte, todavía diez minutos más; otros, privados de recursos en aquel momento, tensan las venas y los músculos en el esfuerzo contrario. El enfermero asiste impasible, mordisqueando el lapicero, echando una mirada al reloj, otra mirada a las muestras que le presentan una detrás de otra. En los casos dudosos se va con el orinal para consultar al médico. Parmi ceux qui attendent, certains se tordent dans les spasmes pour retenir le précieux témoignage vingt minutes, dix minutes encore ; d’autres, privés de ressources à ce moment-là, mobilisent veines et muscles dans l ' e f f o r t c o n t r a i r e . L’ i n f i r m i e r regarde, impassible, mordillant son crayon, un coup l’oeil à la montre, un autre aux échantillons qui défilent. Dans les cas douteux, il part avec la bassine et va consulter le médecin . 41 notes 27 buscberato. Espressione dialettale romanesca: chi parla è Piero Sonnino, che abbiamo già incontrato e che diventerà Cesare in T, come rivela lo stesso Levi in App. (1, 200). La vicenda di questo personaggio si prolunga anche nell’ultimo capitolo di SQU («Storia di dieci giorni», nota 21) e, soprattutto nel racconto di L, Il ritorno di Cesare (II, 54-58). È un caso di maxi-commento. Il personaggio, in SQU sottoposto a tassative norme di brevità e concisione, si dilata in uno o più racconti. La questione dell’autocommento è una questione molto più intricata di quanto io stesso supponessi (cfr. il mio articolo Il termitaio, in RLevi. Un’antologia cit., pp. 7690). Del «cosiddetto macrotesto del Lager» sono stati costruiti in questi ultimi anni due estesi cataloghi: Segre, 55-56, dove si dice che anche SNOQ «è in certo modo il risarcimento di quanto rievocato in SQU: l’autore partecipa, mediante il suo racconto, alle imprese di un gruppo di partigiani ebrei che lottano contro i tedeschi, fra Bielorussia e Ucraina, portando a termine il progetto resistenziale che la cattura impedì a Levi di mettere in atto» e M.Belpoliti, che al fondo della sua «nota al testo» di SQU (I, 14141415) mette in elenco anche le prefazioni, le versioni radiofoniche, gli articoli e i saggi dispersi. Che Levi abbia avvertito la necessità di non farci mancare una sorta di Convivio pare confermato da questi ulteriori ragguagli: data la vastità di materiali, che in effetti costituiscono qualcosa di paragonabile a «quello pane che è mestiere a così fatta vivanda» l’ipotesi mi sembra regga all’usura del tempo. Non è però possibile fare, come io stesso avevo fatto, di ogni erba un fascio e considerare eguali tutte le postille e i paralipomeni. Vi sono personaggi, come Cesare (o Lorenzo), che Levi non si stanca di descrivere; leggendo le glosse si percepisce il senso di una soddisfazione che si vorrebbe non finisse mai. C’è in secondo luogo l’autocommento che tende a chiarire l’oscuro (per es. le note sulla felicità, sulla ragionevolezza umana) o a dilucidare quanto in SQU è detto in modo troppo rapido o a dare rotondità a «figure» appena stilizzate’(Mendi, Müller, Sivadjan, le ragazze del laboratorio); c’è in terzo luogo l’autocommento che rende, come in questo caso, il chiaro sempre più chiaro ed è un procedimento che per il suo tendere all’infinito non è meno curioso. Perché tanta insistenza? C’è, infine, aspetto più inquietante, il Levi commentatore di se stesso che mette a nudo, spietatamente, il mutamento - un mutamento esistenziale suo, o, più sovente, un mutamento dovuto al «contagio» del contesto in cui Levi operò e scrisse nel trentennio circa che va dalla nuova edizione di SQU alla preparazione di SES. Su questi ultimi temi sono ritornato nella comunicazione P. Levi era un centauro?, presentata al convegno «Al di qua del bene e del male» cit., i cui atti sono in preparazione. È questo, per es. il caso dell’autocommento predisposto al concetto dei soverchiatori (vedi qui sotto, cap. « I sommersi e i salvati», nota 14), che diventerà, travalicando di molto il senso della notazione originaria, la «zona grigia»; o il caso della vergogna per «l’ultimo», che diventerà vergogna di tutti i sopravvissuti, un autocommento che scava in interiore Nomine ma, non di rado, rende oscuro e tenebroso, o addirittura stravolge, ciò che in SQU era chiaro e nient’affatto inquietante (cap. «L’ultimo», nota 7). 28 a meno del. Senza, arcaismo. 29 «ricordati che devi morire». Lo scolastico, liceale latinismo (Memento mori) subisce il consueto capovolgimento: regola tradizionale nel mondo alla rovescia. Anche i proverbi e le massime popolari subiscono lo stesso destino dei titoli di libri. Anticipa « la mala novella» con cui si conclude il presente capitolo. Non è la morte il maggior pericolo, mala consapevolezza della propria fragilità. Altro proverbio capovolto in SQU: «Quando si cambia, si cambia in peggio», all’inizio del cap. «I fatti dell’estate 30 a noi viene inflitto qui. Nel mondo capovolto è questa la versione del biblico «non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te». Contemporaneamente fa ritorno il plurale comunitario (non più il «noi italiani», ma il «noi del Ka-Be»), iterato con ossessività nell’ultimo paragrafo del capitolo («Noi abbiamo... noi fatti schiavi... Noi non ritorneremo»). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard ...Ho ricevuto una visita: è Piero Sonnino, il romano. -Hai visto come l’ho buscherato? (27) -: Piero ha una en[90]terite assai leggera, è qui da venti giorni, e ci sta bene, si riposa e ingrassa, se ne infischia delle selezioni e ha deciso di restare in Ka-Be fino alla fine dell’inverno, a ogni costo. Il suo metodo consiste nel mettersi in fila dietro a qualche dissenterico autentico, che offra garanzia di successo; quando viene il suo turno gli domanda la sua collaborazione (da rimunerarsi con zuppa o pane), e se quello ci sta, e l’infermiere ha un momento di disattenzione, scambia le bacinelle in mezzo alla ressa e il colpo è fatto. Piero sa quello che rischia, ma finora gli è sempre andata bene. ... He tenido una visita: Piero Sonnino, el romano. -¿Has visto cómo me las he arreglado? Piero tiene una enteritis bastante ligera, está aquí hace veinte días y se siente bien, descansa y engorda, se ríe de las selecciones y está decidido a estar en el Ka-Be hasta que termine el invierno, pase lo que pase. Su método consiste en hacer cola detrás de cualquiera de los disentéricos verdaderos que le ofrezca garantía de éxito; cuando le toca a él el turno le p i d e s u c o l a b o r a c i ó n ( q u e l e p a g ará con sopa o p a n ) y s i é s t e e s t á d e acuerdo y el enfermero se distrae un momento le cambia el orinal entre la multit u d , y h e c h o . Piero sabe a lo que se expone, aunque hasta ahora le ha salido bien. ... J’ai reçu une visite : Piero Sonnino, le Romain. -Tu as vu comme je les ai roulés? Piero a une très légère entérite, il est là depuis vingt jours, il s’y trouve bien, se repose et engraisse ; il se fiche pas mal des sélections et il a décidé de rester au K.B. jusqu’à la fin de l’hiver, coûte que coûte. Sa méthode consiste à faire la queue derrière un malade authentiquement atteint de dysenterie, et qui offre quelque chance de succès ; quand vient s o n t o u r, i l l u i d e m a n d e s a collaboration (contre de la soupe ou du pain) et si l’autre accepte et que l'infirmier a un instant [57] d’inattention, il échange les bassines au milieu de la confusion générale, et le tour est joué. Piero sait ce qu’il risque mais jusqu’ici il s’en est toujours bien tiré. Mala vita del Ka-Be non è questa. Non sono gli attimi cruciali delle selezioni, non sono gli episodi grotteschi dei controlli della diarrea e dei pidocchi, non sono neppure le malattie. Pero la vida del Ka-Be no es esto. No son los instantes cruciales de las selecciones, no son los episodios grotescos de las revisiones de la diarrea y de los piojos, ni siquiera son las enfermedades. Mais la vie au K.B., ce n’est rien de tout cela. Ce ne sont ni les moments cruciaux de la sélection, ni les épisodes grotesques du contrôle de la diarrhée et du dépistage des poux, ni même les maladies. Il Ka-Be è il Lager a meno del (28) disagio fisico. Perciò, chi ancora ha seme di coscienza, vi riprende cos c i e n z a ; perciò, nelle lunghissime giornate vuote, vi si parla di altro che di fame e di lavoro, e ci accade di considerare che cosa ci hanno fatti diventare, quanto ci è stato tolto, che cosa è questa vita. In questo Ka-Be, parentesi di relativa pace, abbiamo imparato che la nostra personalità è fragile, è molto più in pericolo che non la nostra vita; e i savi antichi, invece di ammonirci «ricordati che devi morire» (29), meglio avrebbero fatto a ricordarci questo ». [92] maggior pericolo che ci minaccia. Se dall’interno dei Lager un messaggio a v e s s e p o t u t o t r a p e l a re a g l i uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui (30). El K a - B e es el Lag er s in las incomodidades materiales. Por eso, al que todavía le queda un germen de conciencia, allí la recupera; porque durante las larguísimas jornadas ya vacías se habla de otra cosa que de hambre y de trabajo, y llegamos a reflexionar en qué hemos sido convertidos, cuánto nos han quitado, qué es esta vida. En este Ka-Be, paréntesis de relativa paz, hemos aprendido que nuestra personalidad es frágil, que está mucho más en peligro que nuestra vida; y que los sabios antiguos, en lugar de advertirnos «acordáos de que tenéis que morir» mejor habrían hecho en recordarnos este peligro mayor que nos amenaza. Si desde el interior del campo algún mensaje hubiese podido dirigirse a los hombres libres, habría sido éste: no hagáis nunca lo que nos están haciendo aquí. Le K.B., c’est le Lager moins l’épuisement physique. Aussi quiconque possède encore une lueur de raison y reprend-il conscience ; aussi y parlons-nous d’autre chose, durant les interminables journées vides, que de faim et de travail ; aussi en venons-nous à penser à ce qu’on a fait de nous, à tout ce qui nous a été enlevé, à cette vie qui est la nôtre. C’est dans cette baraque du K.B., au cours de cette parenthèse de paix relative, que nous avons appris combien notre personnalité est fragile, combien, beaucoup plus que notre vie, elle est menacée ; combien, au lieu de nous dire : «Rappelle-toi que tu dois mourir», les sages de l’Antiquité auraient mieux fait de nous mettre en garde contre cet autre danger, autrement redoutable. S’il est un message que le Lager eût pu transmettre aux hommes libres, c’est bien celui-ci : Faites en sorte de ne pas subir dans vos maisons ce qui nous est infligé ici. Quando si lavora, si soffre e non si ha tempo di pensare: le nostre case sono meno di un ricordo. Ma qui il tempo è per noi: da cuccetta a cuccetta, nonostante il divieto, ci scambiamo visite, e parliamo e parliamo. La baracca di legno, stipata di umanità dolente, è piena di parole, di ricordi e di un altro dolore. «Heimweh» si chiama in tedesco questo dolore; è una bella parola, vuol dire «dolore della casa». Cuando se está trabajando se sufre y no queda tiempo de pensar: nuestros hogares son menos que un recuerdo. Pero aquí tenemos todo el tiempo para nosotros: de litera a litera, a pesar de la prohibición, nos visitamos, y hablamos y hablamos. El barracón de madera, cargado de humanidad doliente, está lleno de palabras, de recuerdos y de otro dolor. Heimweh se llama en alemán este dolor, es una bella palabra y quiere decir «dolor de hogar». Lorsqu’on travaille, on souffre et on n’a pas le temps de penser : nos maisons sont moins qu’un souvenir. Mais ici le temps est tout à nous : malgré l’interdiction, nous nous rendons visite d’une couchette à l’autre, et nous parlons et parlons. La baraque de bois, emplie d’humanité souffrante, retentit de paroles, de souvenirs, et d’une autre douleur. Cela se dit «Heimweh» en allemand ; c’est une belle expression, qui veut dire littéralement «mal de la maison». Sappiamo donde veniamo: i ricordi del mondo di fuori popolano i nostri sonni e le nostre veglie, ci accorgiamo con stupore che nulla abbiamo dimenticato, ogni memor i a e v o c a t a c i s o rg e d a v a n t i dolorosamente nitida. Sabemos de dónde venimos: los recuerdos del mundo exterior pueblan nuestros sueños y nuestra vigilia, nos damos cuenta con estupor de que no hemos olvidado nada, cada recuerdo evocado surge ante nosotros dolorosamente nítido. Nous savons d’où nous venons : les souvenirs du monde extérieur peuplent notre sommeil et notre veille, nous nous apercevons avec stupeur que nous n’avons rien oublié, que chaque souvenir évoqué surgit devant nous avec une douloureuse netteté. Ma dove andiamo non sappiamo. Potremo forse sopravvivere alle malattie e sfuggire alle scelte, forse anche resistere al lavoro e Pero adónde vamos no lo sabemos. Tal vez podamos sobrevivir a las enfermedades y escapar a las selecciones, tal vez hasta resistir el trabajo y Mais nous ne savons pas où nous allons. Peut-être pourrons-nous survivre aux maladies et échapper aux sélections, peut-être même 42 notes 31 nell’anima prima che nella morte anonima. Di nuovo il leitmotiv della «morte dell’anima», tratto da Vercors (vedi sopra, nota 18); il capitolo si chiude con una specie di intenso, solenne riassunto dei precedenti capitoli. Vedi sotto, cap. «Le nostre notti», nota 7. 32 la mala novella.. . di fare dell’uomo. Diventa esplicito e chiaro il «non fare agli altri...», che prima (nota 30) era stato parafrasato; l’espressione «mala novella» ritorna anche nella poesia Il canto del corvo (I) di 01 (lI, 524): «Sono venuto di molto lontano / per portare mala novella». Tutta la morale evangelica è capovolta dalle leggi del Lager; si vedrà in «Storia di dieci giorni» enunciata la legge: «Mangia il tuo pane, e, se puoi, quello del tuo vicino». LE NOSTRE NOTTI Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard alla f a m e c h e c i c o n s u m a n o : e dopo? Qui, lontani momentaneamente dalle bestemmie e dai colpi, possiamo rientrare in noi stessi e meditare, e allora diventa chiaro che non ritorneremo. Noi abbiamo viaggiato fin qui nei vagoni piombati; noi abbiamo visto partire verso il niente le nostre donne e i nostri bambini; noi fatti schiavi abbiamo marciato cento volte avanti e indietro alla fatica muta, spenti nell’anima prima che dalla morte anonima (31). Noi non ritorneremo. Nessuno [93] deve uscire di qui, che potrebbe portare al mondo, insieme col segno impresso nella carne, la mala novella di quanto, ad Auschwitz, è b a s t ato animo all’uomo di fare dell’uomo (32). [94] el hambre que nos consumen: ¿y luego? Aquí, alejados momentáneamente de los insultos y de los golpes, podemos volver a entrar en nosotros mismos y meditar, y entonces se ve claro que no volveremos. Hemos viajado hasta aquí en vagones sellados; hemos visto partir hacia la nada a nuestras mujeres y a nuestros hijos; convertidos en esclavos hemos desfilado cien veces ida y vuelta al trabajo mudo, extinguida el alma antes de la muerte anónima. No volveremos. Nadie puede salir de aquí para llevar al mundo, junto con la señal impresa en su carne, las malas noticias de cuanto en Auschwitz ha sido el hombre capaz de hacer con el hombre. résister au travail et à la faim qui nous consument : et puis? Ici, momentanément à [58] l’abri des avanies et des coups, il nous est possible de rentrer en nous-mêmes et de méditer, et alors tout nous dit que nous ne reviendrons pas. Nous avons voyagé jusqu’ici dans les wagons plombés, nous avons vu nos femmes et nos enfants partir pour le néant ; et nous, devenus esclaves, nous avons fait cent fois le parcours monotone de la bête au travail, morts à nous-mêmes avant de mourir à la vie, anonymement. Nous ne reviendrons pas. Personne ne sortira d’ici, qui pourrait porter au monde, avec le signe imprimé dans sa chair, la sinistre nouvelle de ce que l’homme, à Auschwitz, a pu faire d’un autre homme. LE NOSTRE NOTTI Nuestras noches NOS NUITS Dopo venti giorni di Ka-Be, essendosi la mia ferita praticamente rimarginata, con mio vivo dispiacere sono stato messo in uscita. Después de veinte días de Ka-Be, como la herida se me había prácticamente cicatrizado, con gran disgusto mío me mandaron fuera. Au bout de vingt jours de K.B., ma blessure s’étant pratiquement fermée, il me faut à mon grand regret vider les lieux. La cerimonia è semplice, ma comporta un doloroso e pericoloso periodo di riassestamento. Chi non dispone di particolari appoggi, all’uscita dal Ka-Be non viene restituito al suo Block e al suo Kommando di prima, ma è arruolato, in base a criteri a me sconosciuti, in una qualsiasi altra baracca e avviato a un qualsiasi altro lavoro. Di più, dal Ka-Be si esce nudi; si ricevono vestiti e scarpe «nuovi» (intendo dire, non quelli lasciati all’ingresso), intorno a cui bisogna adoperarsi con rapidità e diligenza per adattarli alla propria persona, il che comporta fatica e spese. Occorre procurarsi daccapo cucchiaio e coltello; infine, e questa è la circostanza più grave, ci si trova intrusi in un ambiente scono s c i u t o , f r a c o m p a g n i m a i v i s t i e o s t i l i , c o n capi d i cui non si conosce il carattere e da cui quindi è difficile guardarsi. La ceremonia es sencilla, p e r o l l e v a c o n s i g o u n p e r í od o de readaptación doloroso y peligroso. A quien a la salida del Ka-Be no cuenta con ayudas especiales no lo devuelven a su Block y a su Kommando anterior sino que es asignado, según criterios que yo desconocía, a cualquier otro barracón y encargado de cualquier otro tipo de trabajo. Además, del Ka-Be se sale desnudo; dan vestidos y zapatos «nuevos» (quiero decir, no los que se han dejado a la entrada), con los que hay que luchar con rapidez y diligencia para adaptarlos a uno mismo, lo que supone fatigas y gastos. Hay que buscarse otra vez una cuchara y un cuchillo; y sobre todo, y ésta es la circunstancia más grave, se encuentra uno como un intruso en un ambiente desconocido, entre compañeros nunca vistos y hostiles, con jefes cuyo carácter no se conoce y de quienes por consiguiente es difícil defenderse. La cérémonie est simple, mais suivie d’une pénible et dangereuse période de remise en train. A la sortie du K.B., si on ne dispose pas de protections particulières, on n’est pas réinséré dans son Block et dans son Kommando d’origine, mais, sur la base de critères que j’ignore, on est affecté à n’importe quelle autre baraque et dirigé vers n’importe quel autre travail. Bien plus, on sort nu du K.B. ; on reçoit des vêtements et des souliers «neufs» (j’entends dire différents de ceux qu’on y a laissés à l’entrée), qu’il faut s’employer avec zèle et rapidité à adapter à sa propre personne, ce qui implique de la fatigue et des dépenses. Il est également nécessaire de se procurer à nouveau une cuillère et un couteau ; enfin, et c’est là le plus grave, on se retrouve comme un intrus en milieu inconnu, entouré de compagnons nouveaux et hostiles, avec des chefs dont on ne connaît pas le caractère et dont il est par conséquent difficile de se garder. 43 notes 1 La facoltà umana. [La similitudine è tratta dai molluschi, quali ad esempio le chiocciole, che, come è noto, secernono da particolari ghiandole un liquido che poi indurisce costituendo il guscio, ossia la conchiglia]. Ritorna la metafora del nido, della barriera di difesa pur «tenue», della «nicchia». «Un nido ad Auschwitz?», si è chiesto E Ferrucci in un suo acuto intervento su La casa di P. Levi in P. Levi as Witness cit., p. 52. Vedi sopra, cap. «Ka-Be», nota 3. Qui la nicchia si scoperchia, la conchiglia si spezza subito, dopo pochissime righe rifluendo nell’immagine del grembo materno che proietta fuori il neonato: «Ma l’uomo che esce dal Ka-Be, nudo e quasi sempre insufficientemente ristabilito, si sente proiettato nel buio e nel gelo dello spazio siderale», «inerme e vulnerabile come un neonato». 2 un sapiente lavoro di adattamento. Sullo spirito di adattamento spunti interessanti vengono da Memorie, 19 e 88. 3 il mio migliore amico. Di qui alla fine della sezione si tratta di una parte nuova, scritta per l’edizione del ‘58. Risente della descrizione di Akim Akimic’, l’autodidatta di Memorie, 43: «Faceva ogni cosa da autodidatta: gettava un’occhiata e poi faceva...». Alberto è con Cesare, il dottor Pannwitz e Lorenzo il personaggio che accompagnerà - si può dire - tutta la carriera di Levi scrittore. Da questo preciso punto di SQU in avanti, lo si ritrova di continuo, in posizione narrativamente più rilevante di ogni altra «figura»: lo si ritrova nel racconto Cerio di SP (1, 860-866) e poi lungamente in SES (II, 1014-1015). È la prima rappresentazione concreta dell’ideale leviano di «amicizia» (dopo Alberto, verrà Cesare e Mordo Nahoum in T, Sandro in SP) mirabilmente definito nella poesia di OI, Agli amici (II, 623). Sull’amicizia vi sono buoni spunti in R. Gordon, Etica cit., pp. 319-321. L’ingresso in scena di Alberto dà vita ad una nuova angolatura del libro e a una nuova persona verbale, il duale: «Alberto ed io», vedi sotto, cap. «Esame di chimica», nota 5. 4 questa vita è guerra. Può essere interessante rilevare, l’anticipazione della frase che servirà a Levi per caratterizzare Mordo Nahoum: «Tutto è guerra»; salvo errore, potrebbe trattarsi di un’ulteriore citazione filosofico-scolastica, eco del celeberrimo aforisma di Eraclito (frammento 53), ancora ai nostri giorni antologizzato in ogni manuale di filosofia di Liceo che si rispetti: «Polemos (la guerra) è padre di tutte le cose, di tutte re...». Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard La facoltà umana di scavarsi una nicchia, di secernere un guscio (1), di erigersi intorno una tenue barriera di difesa [95], anche in circostanze apparentemente disperate, è stupefacente, e meriterebbe uno studio approfondito. Si tratta di un prezioso lavorio di adattamento (2,) in parte passivo e inconscio, e in parte attivo: di piantare un chiodo sopra la cuccetta per appendervi le scarpe di notte; di stipulare taciti patti di non aggressione coi vicini; di intuire e accettare le consuetudini e le leggi del singolo Kommando e del singolo Block. In virtù di questo lavoro, dopo qualche settimana si riesce a raggiungere un certo equilibrio, un certo grado di sicurezza di fronte agli imprevisti; ci si è fatto un nido, il trauma del travasamento è superato. La facultad humana de hacerse un hueco, de segregar una corteza, de levantarse alrededor de una frágil ba r r e r a d e f e n s i v a , a u n e n c i r cunstancias que parecen desesperadas, es asombrosa, y merecería un estudio detenido. Se trata de un precioso trabajo de adaptación, en parte pasivo e inconsciente y e n p a r t e activo: de clavar un clavo sobre la litera para c o l g a r l o s zapatos por la noche; de establecer pactos tácitos de no agresión con los vecinos; de intuir y aceptar las costumbres y las leyes de aquel determinado Kommando y d e aquel determinado Block. En virtud de este trabajo, después de algunas semanas, se consigue llegar a cierto equilibrio, a cierto grado de seguridad frente a los imprevistos; u no se ha hecho un nido, el trauma del trasvase ha sido superado. La faculté qu’a l'homme de se creuser un trou, de sécréter une coquille, de dresser autour de soi une fragile barrière de défense, même dans des circonstances apparemment désespérées, est un phénomène stupéfiant qui demanderait à être étudié de près. Il s’agit là d’un précieux travail d’adaptation, en partie passif et inconscient, en partie actif : planter un clou au-dessus de sa couchette pour y suspendre ses chaussures pendant la nuit ; conclure [60] tacitement des pactes de non-agression avec ses voisins ; deviner et accepter les habitudes et les lois du Kommando et du Block où l’on se trouve. En vertu de quoi, au bout de quelques semaines, on parvient à atteindre un certain équilibre, un certain degré d’assurance face aux imprévus ; on s’est fait un nid, le choc de la transplantation est passé. Ma l’uomo che esce dal Ka-Be, nudo e quasi sempre insufficientemente ristabilito, si sente proiettato nel buio e nel gelo dello spazio siderale. I pantaloni gli cascano di dosso, le scarpe gli fanno male, la camicia non ha bottoni. Cerca un contatto umano, e non trova che schiene voltate. È inerme e vulnerabile come un neonato, eppure al mattino dovrà marciare al lavoro. Mas el hombre que sale del KaBe, desnudo y casi siempre insuficientemente restablecido, se siente proyectado en la oscuridad y en el vacío del espacio sideral. Los pantalones se le caen, los zapatos le hacen daño, la camisa no tiene botones. Busca un contacto humano y no encuentra más que espaldas vueltas. Es inerme y vulnerable como un recién nacido, pero a la mañana siguiente tendrá que ir a trabajar. Mais l’homme qui sort du K.B., nu et presque toujours insuffisamment rétabli, se sent précipité dans la nuit et le froid de l'espace sidéral. Son pantalon tombe, ses souliers lui font mal, sa chemise n’a pas de boutons. II cherche un contact humain et ne trouve que des dos tournés. Il est aussi vulnérable et désarmé qu’un nouveau-né, et pourtant il devra le matin même marcher au travail. In queste condizioni mi trovo io quando l’infermiere, dopo i vari riti amministrativi prescritti, mi ha affidato alle cure del Blockältester del Block 45. Ma subito un pensiero mi colma di gioia: ho avuto fortuna, questo è il Block di Alberto! En estas condiciones me encuentro yo cuando el enfermero, después de los distintos ritos administrativos de rigor, me confía a los cuidados del Blockältester del Block 45. Pero repentinamente un pensamiento me llena de alegría: ¡he tenido suerte, éste es el Block de Alberto! Voilà dans quelles conditions je me trouve lorsque l'infirmier, après l e s d i ff é r e n t s r i t e s a d m i n i s t r a t i f s prévus, me confie aux bons soins du Blockàltester du Block 45. Mais aussitôt une pensée me remplit de joie : j’ai eu de la chance, c’est le Block d’Alberto ! Alberto è il mio migliore amico (3). Non ha che ventidue [96] anni, due meno di me, ma nessuno di noi italiani ha dimostrato capacità di adattamento simili alle sue. Alberto è entrato in Lager a testa alta, e vive in Lager illeso e incorrotto. Ha capito prima di tutti che questa vita è guerra (4); non si è concesso indulgenze, non ha perso tempo a recriminare e a commiserare sé e gli altri, ma fin dal primo giorno è sceso in campo. Lo sostengono intelligenza e istinto: ragiona giusto, spesso non ragiona ed è ugualmente nel giusto. Intende t u t t o a v o l o: n o n s a c h e p o c o francese, e capisce quanto gli dicono tedeschi e polacchi. Risponde in italiano e a gesti, si fa capire e subito riesce simpatico. Lotta per la sua vita, eppure è amico di tutti. «Sa» chi bisogna corrompere, chi bisogna evitare, chi si può impietosire, a chi si deve resistere. Alberto es mi mejor amigo. Sólo tiene veintidós años, dos menos que yo, pero ninguno de los italianos ha demostrado una capacidad de adaptación semejante a la suya. Alberto entró en el Lager con la cabeza alta, y vive en el Lager ileso e incorrupto. Ha entendido antes que nada que esta vida es una guerra; no se ha concedido ninguna indulgencia, no ha perdido el tiempo en recriminaciones o quejas de sí mismo ni de los demás, sino que desde el primer día ha bajado al campo de batalla. Lo sostienen su inteligencia y su instinto: razona con justez a , con frecuencia no razona y también está en l o j u s t o . E n t i e n d e t o d o a l v uelo: sólo sabe un poco de francés, y entiende todo lo que dicen los alemanes y los polacos. Contesta en italiano y con gestos, s e h a c e e n t e n d e r y e n s e g u i d a resulta simpático. Lucha por su vida y, sin embargo, es amigo de todos. «Sabe» a quién necesita corromper, a quién necesita evitar, de quién se puede compadecer y a quién debe resistir. Alberto est mon meilleur ami. Il n’a que vingt-deux ans, deux de moins que moi, mais témoigne de capacités d’adaptation que personne, dans notre groupe d’Italiens, n’a su égaler. Alberto est entré au Lager la tête haute, et vit au Lager sans peur et sans reproche. Il a compris avant tout le monde que cette vie est une guerre ; il ne s’est accordé aucune indulgence, il n’a pas perdu de temps en récriminations et en doléances sur soi ni sur autrui, et il est descendu en lice dès le premier jour. Il a pour lui l'intelligence et l'instinct : il raisonne juste, souvent il ne raisonne pas et il est quand même dans le vrai. Il saisit tout au vol : il ne connaît qu’un peu de français et comprend ce qu’on lui dit en allemand et en polonais. Il répond en italien et par gestes, se fait comprendre et s’attire immédiatement la sympathie. Il lutte pour sa propre vie, et pourtant il est l’ami de tous. Il «sait» qui il f a u t c o r r o m p r e , q u i i l f a u t é v i t e r, q u i o n p e u t a m a d o u e r, à q u i o n doit tenir tête. Eppure (e per questa sua virtù oggi ancora la sua memoria mi è cara e vicina) non è diventato Y sin embargo (y por esta casualidad suya todavía hoy su recuerdo es para mí querido y cercano), no se ha convertido Et pourtant (et c’est pour cette vertu qu’aujourd’hui encore son souvenir m’est si proche et si cher) il 44 notes 5 tristo. Ecco un’ulteriore prova dell’ottimismo solare di SQU, della speranza che viene fuori dal Lager, di cui ha parlato Vittorio Foa. L detto naturalmente nel senso dantesco, di afflitto, di perseguitato (Inf. XIII, 145 o anche VII, 106) [Esiste una differenza di significato fra «tristo» e «triste»: «tristo» è l’uomo che le sventure hanno reso non solo triste, ma anche malvagio e odioso agli altri]. 4:45 6 forte e mite. Il consueto aggettivo leviano «mite» (per la comprensione del quale è d’obbligo il rinvio a N. Bobbio, Elogio della mitezza Linea d’Ombra, Milano 1988) viene qui inserito all’interno di una delle tante forme fisse presenti in SQU. Come è stato giustamente rilevato (Mengaldo, 233) l’ossimoro - di preferenza «esplicitato e disteso» - documenterebbe « la tendenza liberatoria» della scrittura e della lingua di Levi: tale tendenza «oppone un moto centrifugo a quello centripeto della secchezza e castità testimoniale». Alla lingua e allo stile spetterebbe così il compito di «contrastare l’ordine mortuario del dominio e dell’omologazione con le proprie possibilità di libertà creativa, polistilismo, varietà e fantasia, anomalia». Nella lingua che parliamo l’ossimoro è un Centauro di parole, simbolo dell’ambivalenza per antonomasia. Levi ne fa uso già in SQU: non un uso larghissimo però, come accadrà dopo T. Non essendo problema di piccolo conto, credo si dovrebbe fare un’analisi comparata fra l’ossimoro in SQU, fra l’altro quasi sempre giocato sulle medesime coppie di opposti (la gioia triste, la selvaggia pazienza, le storie semplici e incomprensibili, la personalità forte e mite: «Era scaltro e fisicamente robusto, e insieme mite e amichevole») e nei libri posteriori. Con gli ossimori, nella cultura di un paese come l’Italia, che ha fatto dell’ossimoro una ragion di vita quando non un sistema politico («le convergenze parallele»), bisogna sempre procedere con molta calma: in SQU l’ossimoro risulta sempre esplicitato oppure chiarito da moduli lineari che lo rendono tripartito («Pieno di una tristezza serena che è quasi gioia»). La prima impressione è che l’ossimoro non rappresenti il disorientamento psicologico, né tanto meno l’incertezza conoscitiva, tipici atteggiamenti posteriori che culmineranno nella teoria della «zona grigia», ovvero nella definizione di un luogo mentale citiamo letteralmente da SES - «dai contorni mal definiti, che insieme separa e congiunge i due campi dei padroni e dei servi» (Il, 1017). Il groviglio di contrari si fa intricatissimo dopo T: in SQU la polarità ottimismo-pessimismo si risolve di preferenza a favore della volontà di capire, della curiositas, della «persuasione che la vita ha uno scopo», radicata in ogni fibra di uomo, «una proprietà della sostanza umana». Lo studio dell’animo umano - stando alla definizione data da Levi nella premessa - non prevede ibridi o contaminazioni se non nella spregevole categoria dei «Prominenti» che sono un po’ gli ignavi di SQU. In SQU l’ossimoro ha una valenza per nulla assimilabile al senso di disorientamento di una trentina di anni dopo: anfibio, ibridismo, spaccatura paranoica non sono vocaboli di SQU. «Italiano, ma ebreo. Chimico, ma scrittore. Deportato, ma non tanto (o non sempre) disposto al lamento e alla querula» sono parole che sembrano scritte da un’altra persona. La divaricazione dei «due mezzi cervelli» (il chimico e il letterato, l’ebreo e l’italiano) non è concepibile in queste pagine. Più probabilmente I’ossimoro è lo strumento principale per rendere il concetto di «incomprensibilità», per mostrare pluridimensionale una realtà che in Lager è per forza unidimensionale, buia e grigia; oppure un’accorgimento della sua arte di «scrivere fra le righe», un modo per trasformare il bianco e nero di Auschwitz nel technicolor della vita libera; in altre parole, al pari delle cripto-citazioni, dei nomi alterati, delle contraddizioni e delle stesse iterazioni di cui SQU è trapunto, l’ossimoro è uno degli strumenti che rendono evidente la natura di un libro che per metà è ancora concepito al di qua del filo spinato e per metà ne è fuori, in breve l’arte di cui ha parlato Leo Strauss in Scrittura e persecuzione cit., pp. 20-34; in altri casi l’ossimoro vale a determinare la rotondità rabelaisiana dell’esistenza umana, l’eterogeneità di comportamenti, anche l’incongruità, non mai la commistione programmatica fra pietà e brutalità nell’oppresso e nel suo senso della vergogna di essere un superstite, mali che affliggono l’ultimo Levi. Fino a T, Levi è insensibile ai richiami di ogni Doppelgänger, ben saldo com’è nella sua illuministica convinzione - ingenua finché si vuole -che i centauri esistano nei libri di mitologia e le «zone grigie» siano vuoti deserti in un mondo per lui vistosamente segnato dalla frontiera uomini/nonuomini. 7 le armi della notte. Con il consueto accorgimento della citazione nascosta, ovvero del personaggio-segnalibro, Levi evoca qui, presentandoci Alberto, uno dei racconti maggiori dello scrittore belga Vercors Gean Bruller), Les armes de la nuit che, dopo il racconto-fratello Le silence de la mer, tradotto da N. Ginzburg, Einaudi pubblica nei Coralli nel 1948 (l’ed. originale, Les Editions de Minuit, Paris 1946 è quella che Levi dovette avere per le mani; alla riedizione più recente, con nota introduttiva di G. Bosco, uscita sempre da Einaudi nel 1994, si rinvia per ulteriori informazioni bio-bibliografiche). Le armi della notte è il racconto della resistenza impossibile redatto a partire da una testimonianza reale. A questa espressione «contro cui si spuntano le armi della notte» Levi era a tal punto legato da giudicarla «ipocrita e stonata» in bocca al suo ambiguo interlocutore tedesco di Vanadio in SP (I, 929). In SES, Levi darà di questo racconto un giudizio spietato («incredibilmente infetto di estetismo e di libidine letteraria»), in fondo ingrato: Vercors è un ingrediente non trascurabile della «libidine letteraria» che travolse lo stesso Levi ai tempi di SQU; nella medesima circostanza (II, 1036) si precisa altresì l’importanza della nozione di «morte dell’anima», tratto comune a due altri passaggi di SQU (vedi sopra, cap. «Ka-Be», note 18 e 31). Il protagonista del racconto, Pierre Cange, è un superstite dei Lager che non riesce a uscire da una sorta di isolamento che pare autoimporsi nonostante gli sforzi dell’amica Nicole. Essersi piegato agli ordini delle SS, non aver trovato la forza di opporsi è il tormento che lo assedia: «Come Amleto», dice, «avevo udito da uno spettro il racconto del più nero crimine che si possa concepire: l’assassinio di un’anima (l’assassinat d’un âme). Tutto si può perdonare - forse anche un’omicidio. Ma un’anima» (pp. 186-1877, con allusione al murder most foul di Amleto 1, 5); « l’enjeu était notre âme», p. 95; «J’y ai perdu ma qualité d’homme», p.161 (Plus ou moins homme s’intitola un altro racconto breve di Vercors, Albin Michel, Paris 1950). Il giudizio su Vercors muta, come si è detto, negli anni: nel 1955 è però ancora fortemente positivo nell’articolo Deportati, anniversario (I, 1114-1115), anzi la sua rilettura si dice serva a frenare ogni contagio fra vittima e assassino e quindi lo choc subito da Pierre Cange non va confuso con il sovvertimento prodotto una ventina d’anni dopo dai «soverchiatori» manzoniani in SES (II, 1023): «Cose dolorose e dure, che, a chi ha letto Les armes de la nuit, non suoneranno nuove. È vanità chiamare gloriosa la morte delle innumerevoli vittime dei campi di sterminio. Non era gloriosa: era una morte inerme e nuda, ignominiosa e immonda. Né è onorevole la schiavitù; ci fu chi seppe subirla indenne, eccezione da considerarsi con riverente stupore; ma essa è una condizione essenzialmente ignobile. fonte di quasi irresistibile degradazione e di naufragio morale. E bene che queste cose siano dette, perché sono vere. Ma sia chiaro che questo non significa accomunare vittime e assassini» (il corsivo è mio e cfr. sotto, cap. «I sommersi e i salvati», nota 14). Quanto a SQU, vi sono elementi che rendono probabile una qualche influenza per un libro che fu, con La specie umana di Antelme, Il flagello della svastica di Russell, i due libri di Rousset, Si fa presto a dire fame di Caleffi, La selva dei morti di Wiechert (I, 1160) fra le prime letture di Levi sull’argomento. Per es. Pierre, «enroulé dans sa coquille de silence» (p. 141) ricorda la capacità di «secernere un guscio», la sua teoria di resistenza attraverso la cultura ha molti punti di contatto con il cap. «Il canto di Ulisse»: «Si può resistere sotto i colpi, le randellate, gli sputi... basta saper sfuggire nell’interno di sé. Ciascuno ha il suo metodo: uno si recita Virgilio. L’altro prega. Io... mi ero fatto il mio breviario: una invocazione, una litania di uomini che ammiro: Bruto, Louis Blanc, Robespierre...» p. 165. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard un tristo (5). Ho sempre visto, e ancora vedo in lui, la rara figura dell’uo[97]mo forte e mite (6), contro cui si spuntano le armi della notte (7). [98] en una persona triste. S i e m p r e v i , y todavía veo en él, la rara figura del hombre fuerte y apacible c o n t r a q u i e n s e r o m p e n l a s a rmas de la noche. n’est pas devenu un cynique. J’ai toujours vu, et je vois encore en lui le rare exemple de l’homme fort et doux, contre qui viennent s’émousser les armes de la nuit. Non sono però riuscito a ottenere di dormire in cuccetta con lui, e neppure Alberto ci è riuscito, quantunque nel Block 45 egli goda ormai di una certa popola[100]rità. E peccato, perché avere un compagno di letto di cui fidarsi, o con cui almeno ci si possa intendere, è un inestimabile vantaggio; e inoltre, adesso è inverno, e le notti sono lunghe, e dal momento che siamo costretti a scambiare sudore, odore e calore con qualcuno, sotto la stessa coperta e in settanta centimetri di larghezza, è assai desiderabile che si tratti di un amico. Pero no he conseguido compartir la litera con él, y ni siquiera Alberto lo ha conseguido, aunque en el Block 45 goce ya de cierta popularidad. Es una lástima, porque tener un compañero de cama de quien fiarse, o al menos con quien uno pueda entenderse, es una ventaja inestimable; y además, estamos en invierno y las noches son largas, y puesto que estamos obligados a intercambiar nuestro sudor, nuestro olor y nuestro calor con alguien, bajo la misma manta y en setenta centímetros de anchura, es muy deseable que se trate de un amigo. Mais je n’ai pas réussi à obtenir de dormir avec lui dans [61] la même couchette ; pas plus qu’Alberto n’y est parvenu, malgré la popularité dont il jouit désormais à l'intérieur du Block 45. C’est dommage, car avoir un compagnon de lit à qui se fier, ou du moins avec qui on puisse s’entendre, est un avantage inestimable ; d’autant plus qu’on est maintenant en hiver, les nuits sont longues, et du moment que nous sommes contraints de partager sueur, odeur et chaleur avec quelqu’un, sous la même couverture et dans soixante-dix centimètres de large, il est très souhaitable que ce soit avec un ami. D’inverno le notti sono lunghe, e ci è concesso per il sonno un intervallo di tempo considerevole. En invierno, las noches son largas, y se nos concede para el sueño un intervalo de tiempo considerable. L’hiver, les nuits sont longues et nous bénéficions d’un temps de sommeil appréciable. Si spegne a poco a poco il tumulto del Block; da più di un’ora è terminata la distribuzione del rancio serale, e soltanto qualche ostinato persiste a grattare il fondo ormai lucido della gamella, rigirandola minuziosamente sotto la lampada, con la fronte corrugata per l’attenzione. L’ingegner Kardos gira per le cucce t t e a medicare i piedi feriti ed i calli suppurati, questa è la sua industria; non c’è chi non rinunzi volentieri ad una fetta di pane, pur che gli venga alleviato il tormento delle piaghe torpide, che sanguinano ad ogni passo per tutta la giornata, ed in questo modo, onestamente, l’ingegner Kardos ha risolto il problema di vivere. Poco a poco se apaga el barullo del Block; hace más de una hora que se ha terminado el reparto del rancho vespertino, y sólo algún obstinado continúa raspando el fondo ya brillante de la escudilla, dándole vueltas minuciosamente bajo la lámpara, con el entrecejo fruncido por la atención. El ingeniero Kardos da vueltas por las literas curando los pies heridos y los callos supurantes, éste es su negocio; no hay quien no renuncie de buena gana a una rebanada de pan para que le alivien el tormento de las enconadas heridas que sangran a cada paso durante todo el día, y de esta manera, honradamente, el ingeniero Kardos ha resuelto el problema de su subsistencia. Le tumulte du Block s’apaise peu à peu ; voilà maintenant plus d’une heure que la soupe du soir a été distribuée, et seuls quelques obstinés persistent à gratter le fond désormais reluisant de leur gamelle, l’explorant en tous sens sous l’ampoule électrique, le front plissé par l’attention. L’ingénieur Kardos passe entre les couchettes pour soigner les pieds blessés et les cors qui suppurent ; c’est là son industrie ; il n’est personne qui ne renonce volontiers à une tranche de pain pour être soulagé du tourment des plaies infectées qui saignent à chaque pas tout au long de la journée ; une façon pour l’ingénieur Kardos de résoudre honnêtement ses problèmes de subsistance. Dalla porticina posteriore, di nascosto e guardandosi attorno con cautela, è entrato il cantastorie. Si è seduto sulla cuccetta di Wachsmann, e subito gli si è raccolta attorno una piccola folla attenta e silenziosa. Lui canta una interminabile rapsodia yiddisch, sempre la stessa, in quartine rimate, di una melanconia rassegnata e penetrante (o forse tale la ricordo perché allora ed in quel luogo l’ho udita?); dalle poche parole che capisco, dev’essere una canzone da lui stesso composta, dove ha racchiuso tutta la vita del Lager, nei più minuti particolari. Qualcuno è generoso, e rimunera il cantastorie con un pizzico di tabacco o una gugliata di filo; altri ascoltano assorti, ma non dànno nulla. [101] Por la portezuela de atrás, a escondidas y mirando alrededor con cautela, ha entrado el coplero. Se sienta en la litera de Wachsmann y en seguida reúne en torno una pequeña multitud atenta y silenciosa. Canta una interminable rapsodia en yiddish, siempre la misma, en cuartetas rimadas, de una melancolía resignada y penetrante (¿o tal vez es así como la recuerdo porque la oí entonces y en aquel sitio?); por las pocas palabras que entiendo, debe de ser una canción que ha compuesto él mismo en la que ha encerrado toda la vida del Lager con sus particularidades más pequeñas. Algunos se sienten generosos y remuneran al coplero con un pellizco de tabaco o una hebra de hilo; otros lo escuchan absortos, pero no le dan nada. Le chanteur ambulant vient d’entrer furtivement par la petite porte de derrière, jetant autour de lui des regards circonspects. Il s’est assis sur la couchette de Wachsmann, attirant aussitôt autour de lui une petite foule attentive et silencieuse. Il chante une interminable rhapsodie yiddish, toujours la même, en quatrains rimes, d’une mélancolie pénétrante et résignée l'à moins que ce ne soit le reflet du moment et du lieu où je l’ai entendue ?) ; les quelques mots que je saisis me laissent penser qu’il s’agit d’une chanson de sa composition, dans laquelle il a mis toute la vie du Lager, dans ses moindres détails. Quelques généreux récompensent le chanteur d’un brin de tabac ou d’une aiguillée de fil ; d’autres écoutent, absorbés, mais ne lui donnent rien. Risuona ancora improvviso il richiamo per l’ultima funzione della giornata: - Wer hat kaputt die Schuhe? (chi ha le scarpe rotte?) e subito si scatena il fragore dei quaranta o cinquanta pretendenti al cambio, i quali si precipitano verso il Tagesraum con furia disperata, ben sapendo che soltanto i dieci primi arrivati, nella migliore delle ipotesi, saranno soddisfatti. Suena de nuevo inesperadamente la llamada para la última función de la jornada: Wer hat kaputt die Schuhe?, (¿quién tiene rotos los zapatos?), y se desencadena súbitamente el fragor de los cuarenta o cincuenta pretendientes al cambio, que se precipitan hacia el Tagesraum con furia desesperada, sabiendo que, en la mejor de las hipótesis, sólo los diez primeros podrán ser satisfechos. Soudain on entend la voix qui nous convie à la dernière cérémonie de la journée : - «Wer bat kaputt die Schuhe?» - (Qui a des souliers abîmés?) et aussitôt, [62] quarante ou cinquante candidats à l’échange se ruent avec fracas vers le Tagesraum, dans un élan désespéré, car ils savent bien que seuls les dix premiers arrivés, dans le meilleur des cas, obtiendront satisfaction. 45 notes 8:40 8 il treno sta per arrivare. Nel sogno ritorna il particolare dei binari del treno, già presente sopra, anzi questo sogno sembra la prosecuzione del primo: cap. «Ka-Be», nota 7. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Poi è la quiete. La luce si spegne una prima volta, per pochi secondi, per avvisare i sarti di riporre il preziosissimo ago e il filo; poi suona lontano la campana, e allora si insedia la guardia di notte e tutte le luci si spengono definitivamente. Non ci resta che spogliarci e coricarci. Después viene la calma. La luz se apaga una primera vez, durante pocos segundos, para avisara los sastres que deben guardar sus preciosísimos aguja e hilo; luego suena lejana la campana, y entonces llega la guardia de no c h e y t o d a s l a s l u c e s s e a pa g a n d efinitivamente. No nos queda más que desnudarnos y acostarnos. Puis c’est le calme. La lumière s’éteint une première fois, quelques secondes, pour avertir les tailleurs de ranger leur précieuse aiguille et leur fil ; la cloche sonne dans le lointain, le garde de nuit s’installe et toutes les lumières s’éteignent définitivement. Il ne nous reste plus qu’à nous déshabiller et à nous coucher. Non so chi sia il mio vicino; non sono neppure sicuro che sia sempre la stessa persona, perché non l’ho mai visto in viso se non per qualche attimo nel tumulto della sveglia, in modo che molto meglio del suo viso conosco il suo dorso e i suoi piedi. Non lavora nel mio Kommando e viene in cuccetta solo al momento del silenzio; si avvoltola nella coperta, mi spinge da parte con un colpo delle anche ossute, mi volge il dorso e comincia subito a russare. Schiena contro schiena, io mi adopero per conquistarmi una superficie ragionevole di pagliericcio; esercito colle reni una pressione progressiva contro le sue reni, poi mi rigiro e provo a spingere colle ginocchia, gli prendo le caviglie e cerco di sistemarle un po’ più in là in modo da non avere i suoi piedi accanto al viso: ma tutto è inutile, è molto più pesante di me e sembra pietrificato dal sonno. No sé quién es mi vecino. Ni siquiera estoy seguro de que sea siempre el mismo porque no le he visto la cara más que unos segundos en el tumulto de la diana, de manera que mucho mejor que la cara le conozco la espalda y los pies. No trabaja en mi Kommando y viene a la litera sólo en el momento del toque de silencio; se envuelve en la manta, me echa a un lado con un golpe de las caderas huesudas, me vuelve la espalda y en seguida se pone a roncar. Co n mi espalda contra la suya, me esfuerzo por conquistar una superficie razonable de jergón; ejerzo con los riñones una presión progresiva contra los suyos, luego me doy vuelta y pruebo a empujarle con las rodillas, lo cojo por los tobillos y trato de colocarlo un poco más allá de manera que no tenga sus pies pegados a la cara: pero es inútil, es mucho más pesado que yo y parece petrificado por el sueño. J’ignore qui est mon voisin ; je ne suis même pas sûr que ce soit toujours la même personne, car je ne l’ai jamais vu de face sinon l’espace de quelques instants dans le tumulte du réveil, si bien que je connais beaucoup mieux son dos et ses pieds que son visage. Il ne travaille pas dans mon Kommando et ne regagne sa couchette qu’après l'extinction des feux ; il s’enroule dans sa couverture, me pousse de côté d’un coup de ses hanches anguleuses, me tourne le dos et commence aussitôt à ronfler. Mon d o s contre le sien, je tâche d e conquérir une portion raisonnable de paillasse ; j’exerce avec mes reins une pression progressive contre les siens, puis je me retourne et cherche à pousser avec les genoux ; je lui prends les chevilles et tente de les éloigner un peu de façon à ne pas avoir ses pieds à côté de mon visage : mais c’est peine perdue, il est beaucoup plus lourd que moi et le sommeil le rend inerte comme une pierre. Allora io mi adatto a giacere così, costretto all’immobilità, per metà sulla sponda di legno. Tuttavia sono così stanco e stordito che in breve scivolo anch’io nel sonno e mi pare di dormire sui binari del treno (8). [102] Entonces me adapto a estar así, obligado a la inmovilidad, medio echado sobre el travesaño de madera. Estoy tan cansado y atontado que no tardo en dormirme yo también, y me parece que estoy durmiendo sobre los raíles del tren. Alors je me résigne à rester comme je suis, contraint à l’immobilité, à cheval sur le rebord en bois. Mais je suis si rompu de fatigue que bientôt je glisse à mon tour dans le sommeil, et j’ai l'impression de dormir sur une voie de chemin de fer. Il treno sta per arrivare: si sente ansare la locomotiva, la quale è il mio vicino. Non sono ancora tanto addormentato da non accorgermi della duplice natura della locomotiva. Si tratta precisamente di quella locomotiva che rimorchiava oggi in Buna i vagoni che ci hanno fatto scaricare: la riconosco dal fatto che anche ora, come quando è passata vicina a noi, si sente il calore che irradia dal suo fianco nero. Soffia, è sempre più vicina, è sempre sul punto di essermi addosso, e invece non arriva mai. Il mio sonno è molto sottile, è un velo, se voglio lo lacero. Lo farò, voglio lacerarlo, così potrò togliermi dai binari. Ecco, ho voluto, e ora sono sveglio: ma non proprio sveglio, soltanto un po’ di più, al gradino superiore della scala fra l’incoscienza e la coscienza. Ho gli occhi chiusi, e non li voglio aprire per non lasciar fuggire il sonno, ma posso percepire i rumori: questo fischio lontano sono sicuro che è vero, non viene dalla locomotiva sognata, è risuonato oggettivamente: è il fischio della Decauville, viene dal cantiere che lavora anche di notte. Una lunga nota ferma, poi un’altra più bassa di un semitono, poi di nuovo la prima, ma breve e tronca. Questo fischio è E l t r e n v a a l l e g a r : s e o y e el jadeo de la locomotora, que es mi vecino. Todavía no estoy tan dormido como para no darme cuenta de la doble naturaleza de la locomotora. Se trata precisamente de esa locomotora que remolcaba hoy hasta la Buna los vagones que hemos tenid o que descargar: la reconozco también ahora, como cuando ha pasado junto a nosotros, se siente el calor que irradia su flanco negro. Sopla, está cada vez más cerca, y siempre a punto de echárseme encima y, sin embargo, nunca llega. Mi sueño es muy ligero, es un velo, si quiero, lo rasgo. Voy a hacerlo, quiero rasgarlo, así podré quitarme de la vía. ¡Ya está!, como quería, estoy despierto: pero no realmente despierto, sólo un poco más, en la grada superior de la escala entre el subconsciente y la conciencia. Tengo los ojos cerrados, y no quiero abrirlos para no dejar irse al sueño, pero puedo percibir los ruidos: ese s i l b i d o lejano estoy seguro de que es real, no viene de la locomotora soñada, ha sonado objetivamente: es el silbido de la Decauville, viene de la cantera donde se trabaja también de noche. Una larga nota firme, después otra un semitono más baja, luego otra vez la primera, pero corta y truncada. Este silbido es Le train va arriver : on entend haleter la locomotive, qui n’est autre que mon voisin de couchette. Je ne suis pas encore assez endormi pour ne pas me rendre compte de la double nature de la locomotive. Il s’agit justement de celle qui remorquait les wagons qu’on nous a fait décharger aujourd’hui à la Buna : je la reconnais à la chaleur que dégage son flanc noir, maintenant comme tout à l’heure, lorsqu’elle passait à côté de nous. Elle souffle, elle se rapproche encore, elle ne cesse de se rapprocher, elle est constamment sur le point de me passer sur le corps, mais [63] elle n’arrive jamais Mon rêve est léger, léger comme un voile , si je voulais, je pourrais le déchirer Je vais le faire, je vais le déchirer, comme ça je pourrai m’arracher à ces rails Voila, ça y est, et maintenant je suis réveillé • non, pas vraiment, seulement un peu plus réveillé, j’ai fait un petit pas de plus sur le chemin qui mène de l'inconscience à la conscience J’ai les yeux fermés, et je ne veux pas les ouvrir pour ne pas laisser le sommeil m’échapper, mais je peux percevoir les bruits ce sifflement au loin, je suis sûr qu’il est réel, il ne vient pas de la locomotive de mon rêve, il a objectivement retenti : c’est celui de la Decauville, il vient du chantier de nuit Une longue note continue, une autre un demi-ton plus bas, puis de nouveau la première, mais brève et tronquée Ce coup de sifflet, c’est 46 notes 9 i bambini piangono. Una più precisa messa a fuoco di questo stato d’animo pare di scorgere in sede di autocommento, nello stato d’animo di Maria, Titanio, in SP (1, 882-883). L il Levi freudiano senza conoscere Freud: quasi le stesse parole sui dolori infantili ritornano a proposito della memoria «nella nostra vita anteriore», cap. «I fatti dell’estate», nota 4. 10 sempre rinnovata. Ecco la definizione migliore di sogno data dallo stesso Levi; in SQU il sogno è sempre legato al risveglio: «una scena sempre ripetuta della narrazione fatta e non ascoltata». È da notare l’assonanza con l’«esodo ogni secolo rinnovato» dell’episodio dei Gattegno nel primo capitolo. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard una cosa importante, e in qualche modo essenziale: così sovente l’abbiamo udito, associato alla sofferenza del lavoro e del campo, che ne è divenuto il simbolo, e ne evoca direttamente la rappresentazione, come accade per certe musiche e certi odori. algo importante: lo hemos oído tantas veces, lo hemos asociado tantas con el sufrimiento del trabajo y del campo, que se ha convertido en su símbolo y evoca directamente sus imágenes, como ocurre con algunas músicas y algunos olores. quelque chose d’important, et même d’essentiel pourrait-on dire : nous l'avons si souvent entendu, associe à la souffrance du travail et du camp, qu’il en est devenu le symbole, il en évoque immédiatement l’image, comme il arrive pour certaines musiques et pour certaines odeurs Qui c’è mia sorella, e qualche mio amico non precisato, e molta altra gente. Tutti mi stanno ascoltando, e io sto raccontando proprio questo: il fischio su tre note, il letto duro, il mio vicino che io vorrei spostare, ma ho paura di svegliarlo perché è più forte di me. Racconto anche diffusamente della nostra fame, e del controllo dei pidocchi, e del Kapo che mi ha percosso sul naso e [103] poi mi ha mandato a lavarmi perché sanguinavo. È un godimento intenso, fisico, inesprimibile, essere nella mia casa, fra persone amiche, e avere tante cose da raccontare: ma non posso non accorgermi che i miei ascoltatori non mi seguono. Anzi, essi sono del tutto indifferenti: parlano confusamente d’altro fra di loro, come se io non ci fossi. Mia sorella mi guarda, si alza e se ne va senza far parola. Aquí está mi hermana, y algún amigo mío indeterminado, y mucha más gente. Todos están escuchándome y yo les estoy contando precisamente esto: el silbido de las tres de la madrugada, la cama dura, mi vecino, a quien querría empujar, pero a quien tengo miedo de despertar porque es más fuerte que yo. Les hablo también prolijamente de nuestra hambre, y de la revisión de los piojos, y del Kapo que me ha dado un golpe en la nariz y luego me ha mandado a lavarme porque sangraba. Es un placer intenso, físico, inexpresable, el de estar en mi casa, entre personas amigas, tener tantas cosas que contar: pero no puedo dejar de darme cuenta de que mis oyentes no me siguen. O más bien, se muestran completamente indiferentes: hablan confusamente entre sí de otras cosas, como si yo no estuviese allí. Mi hermana me mira. Se pone de pie y se va sin decir palabra. Voici ma sueur, quelques amis que je ne distingue pas très bien et beaucoup d’autres personnes Ils sont tous là à écouter le récit que je leur fais le sifflement sur trois notes, le lit dur, mon voisin que j’aimerais bien pousser mais que j’ai peur de réveiller parce qu’il est plus fort que moi l'évoque en détail notre faim, le contrôle des poux, le Kapo qui m’a frappé sur le nez et m’a ensuite envoyé me laver parce que je saignais C’est une jouissance intense, physique, inexprimable que d’être chez moi, entouré de personnes amies, et d’avoir tant de choses à raconter : mais c’est peine perdue, je m’aperçois que mes auditeurs ne me suivent pas Us sont même complètement indifférents ils parlent confusément d’autre chose entre eux, comme si je n’étais pas là Ma sueur me regarde, se levé et s’en va sans un mot. Allora nasce in m e u n a p e n a d e s o l a t a , c o m e c e r t i dolori appena ricordati della prima i n f a n z i a (9): è d o l o r e a l l o s t a to puro, non temperato dal senso della realtà e dalla intrusione di circostanze estranee, simile a quelli per cui i ba m b i n i p i a n g o n o ; ed è meglio per me risalire ancora una volta in superficie, ma questa volta apro deliberatamente gli occhi, per avere di fronte a me stesso una garanzia di essere effettivamente sveglio. Entonces nace en mí un dolor desolado, como ciertos dolores que apenas se recuerdan de los primeros años de la infancia: es el dolor en su estado puro, sin templar por el sentimiento de la realidad ni por la intrusión de circunstancias extrañas, semejantes, a aquellos por los que los niños lloran; y es mejor que vuelva a salir a la superficie, pero esta vez abro los ojos delibe r a d a m e n t e , p a r a t e n e r frente a mí la garantía de estar efectivamente despierto. Alors une désolation totale m’envahit, comme certains désespoirs enfouis dans les souvenirs de la petite enfance: une douleur a l’état pur, que ne tempèrent ni le sentiment de la réalité ni l'intrusion de circonstances extérieures, la douleur des enfants qui pleurent, et il vaut mieux pour moi remonter de nouveau a la surface, mais cette fois-ci j’ouvre délibérément les yeux, pour avoir en face de moi la garantie que je suis bien réveillé. [64] Il sogno mi sta davanti, ancora caldo, e io, benché sveglio, sono tuttora pieno della sua angoscia: e allora mi ricordo che questo non è un sogno qualunque, ma che da quando sono qui l’ho già sognato, non una ma molte volte, con poche variazioni di ambiente e di particolari. Ora sono in piena lucidità, e mi rammento anche di averlo già raccontato ad Alberto, e che lui mi ha confidato, con mia meraviglia, che questo è anche il suo sogno, e il sogno di molti altri, forse di tutti. Perché questo avviene? perché il dolore di tutti i giorni si traduce nei nostri sogni così costantemente, nella scena sempre ripetuta della narrazione fatta e non ascoltata? (10) [104] Tengo el sueño delante, caliente todavía, y yo, aunque despierto, estoy todavía lleno de su angustia: y entonces me doy cuenta de que no es un sueño cualquiera, sino de que desde que estoy aquí lo he soñado no una vez, sino muchas, con pocas variantes de ambiente y de detalle. Ahora estoy enteramente lúcido, y me acuerdo de que ya se lo he contado a Alberto y de que él me ha confiado, para mi asombro, que también lo sueña él, y que es el sueño de otros muchos, tal vez de todos. ¿Por qué pasa esto? ¿Por qué el dolor de cada día se traduce en nuestros sueños tan constantemente en la escena repetida de la narración que se hace y nadie escucha? Mon rêve est là devant moi, encore chaud, et moi, bien qu’éveillé, je suis encore tout plein de son angoisse : et alors je me rappelle que ce rêve n’est pas un rêve quelconque, mais que depuis mon arrivée, je l’ai déjà fait je ne sais combien de fois, avec seulement quelques variantes dans le cadre et les détails Maintenant je suis pleinement lucide, et je me souviens également de l’avoir déjà raconté à Alberto, et qu’il m’a confié, à ma grande surprise, que lui aussi fait ce rêve, et beaucoup d’autres camarades aussi, peut-être tous Pourquoi cela? Pourquoi la douleur de chaque jour se traduit-elle dans nos rêves de manière aussi constante par la scène toujours répétée du récit fait et jamais écouté ? ... Mentre così medito, cerco di profittare dell’intervallo di veglia per scuotermi di dosso i brandelli di angoscia del sopore precedente, in modo da non compromettere la qualità del sonno successivo. Mi rannicchio a sedere nel buio, mi guardo intorno e tendo l’orecchio. ... Mientras medito así, intento aprovechar el intervalo de vigilia para sacudirme los jirones de angustia del sopor precedente, para no comprometer la cualidad del sueño venidero. Me siento encogido en la oscuridad, miro alrededor y aguzo el oído. ... Tout en méditant de la sorte, je cherche à profiter de cet intervalle de veille pour me débarrasser des lambeaux d’angoisse laissés par le rêve que je viens de faire, afin de ne pas compromettre la qualité du sommeil que je m’apprête à goûter. Je m’accroupis dans l’obscurité, je regarde autour de moi et je tends l’oreille Si sentono i dormienti respirare e russare, qualcuno geme e parla. Molti schioccano le labbra e dimenano le mascelle. Sognano di Se oye respirar y roncar a los que duermen, a alguno que gime y habla. Muchos chasquean los labios y baten las mandíbulas. Sueñan que están co- On entend les dormeurs respirer et ronfler Certains gémissent et parlent, beaucoup font claquer leurs lèvres et remuent les mâchoires. Ils rêvent qu’ils 47 notes 11 sognano di mangiare Qui, come in altri luoghi dedicati al tema della fame in Lager, par di notare qualche reminiscenza delle pagine londoniane dedicate allo stesso tema in uno dei suoi racconti più famosi, L’amore della vita. 14:05 Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard mangiare (11): anche questo è un sogno collettivo. È un sogno spietato, chi ha creato il mito di Tantalo doveva conoscerlo. Non si vedono soltanto i cibi, ma si sentono in mano, distinti e concreti, se ne percepisce l’odore ricco e violento; qualcuno ce li avvicina fino a toccare le labbra, poi una qualche circostanza, ogni volta diversa, fa sì che l’atto non vada a compimento. Allora il sogno si disfa e si scinde nei suoi elementi, ma si ricompone subito dopo, e ricomincia simile e mutato: e questo senza tregua, per ognuno di noi, per ogni notte e per tutta la durata del sonno. miendo: éste es también un sueño colectivo. Es un sueño despiadado, quien inventó el mito de Tántalo debía de conocerlo. No sólo se ven los alimentos, sino que se sienten en la mano distintos y concretos, se percibe su olor rico y violento; hay quien se los lleva a los labios, pero alguna circunstancia, diferente cada vez, hace que el acto no llegue a cumplirse. Entonces desaparece el sueño y se rompen sus elementos, pero luego se rehace, y empieza otra vez igual y cambiado: y esto sin tregua, para todos nosotros, durante todas las noches y durante todo lo que dura el sueño. mangent : cela aussi c’est un rêve collectif. C’est un rêve impitoyable, celui qui a créé le mythe de Tantale devait en savoir quelque chose. Non seulement on voit les aliments, mais on les sent dans sa main, distincts et concrets, on en perçoit l’odeur riche et violente, quelqu’un nous les approche de la bouche, mais une circonstance quelconque, à chaque fois différente, vient interrompre le geste. Alors notre rêve s’évanouit, se décompose en chacun de ses éléments, pour reprendre corps aussitôt après, semblable et différent : et cela sans trêve, pour chacun de nous, toutes les nuits, et tout au long de notre sommeil. Devono essere passate le ventitre perché già è intenso l’andirivieni al secchio, accanto alla guardia di notte. È un tormento osceno e una vergogna indelebile: ogni due, ogni tre ore ci dobbiamo alzare, per smaltire la grossa dose di acqua che di giorno siamo costretti ad assorbire sotto forma di zuppa, p e r s o d d i s f a r e l a fame: quella stessa acqua che alla sera ci gonfia le caviglie e le occhiaie, impartendo a tutte le fisionomie una deforme rassomiglianza, e la cui eliminazione impone ai reni un lavoro sfibrante. [105] Deben ser ya más de las once porque es intenso el ir y venir al cubo que está junto al guardia nocturno. Es un tormento obsceno y una vergüenza indeleble: cada dos, cada tres horas, tenemos que levantarnos para verter la gran dosis de agua que de día estamos obligados a absorber en forma de potaje que nos calma el hambre: es la misma agua que por la noche nos hincha los tobillos y las orejas e imprime a todas las fisonomías una semejanza deforme, y cuya eliminación impone a los riñones un trabajo enervante. Il doit être un peu plus de vingt-trois heures, car les allées et venues au seau, près du garde de nuit, se font de plus en plus nombreuses C’est une épreuve humiliante, une honte ineffaçable : toutes les deux ou trois heures, nous devons nous lever pour évacuer la grosse quantité d’eau qu’on nous fait absorber durant la journée sous forme de soupe afin de calmer notre faim :cette même eau qui le soir fait enfler nos chevilles et nos paupières, qui [65] donne à toutes les physionomies une ressemblance hideuse, et dont l’élimination impose à nos reins un effort déchirant. Non si tratta solo della processione al secchio: è legge che l’ultimo utente del secchio medesimo vada a vuotarlo alla latrina; è legge altresì, che di notte non si esca dalla baracca se non in tenuta notturna (camicia e mutande), e consegnando il proprio numero alla guardia. Ne segue, prevedibilmente, che la guardia notturna cercherà di esonerare dal servizio i suoi amici, i connazionali e i prominenti; si aggiunga ancora che i vecchi del campo hanno talmente affinato i loro sensi che, pur restando nelle loro cuccette, sono miracolosamente in grado di distinguere, soltanto in base al suono delle pareti del s e c c h i o , s e i l l i v e l l o è o n o al limite pericoloso, per cui riescono quasi sempre a sfuggire alla svuotatura. Perciò i candidati al servizio del secchio sono, in ogni baracca, un numero assai limitato, mentre i litri complessivi da eliminare sono almeno duecento, e il secchio deve quindi essere vuotato una ventina di volte. No se trata sólo de la procesión al cubo; es ley que el último que usa el cubo tenga que vaciarlo en la letrina; y también es ley que por la noche no se salga del barracón más que en traje nocturno (camisa y calzoncillos) y dando el número al guardia. Se sigue de ello, previsiblemente, que el guardia nocturno trate de exonerar de tal servicio a sus amigos, a sus compatriotas y a los importantes; añádase además que los veteranos del campo tienen los sentidos afinados de tal manera que sin levantarse de las literas están milagrosamente capacitados para distinguir, sólo por el sonido de las paredes del cubo, si el nivel está o no en el límite peligroso, por lo cual casi siempre consiguen evitar el tener que vaciarlo. Por lo tanto, los candidatos al servicio del cubo son, en cada barracón, un número muy limitado, mientras el total de los litros que hay que eliminar es por lo menos de doscientos y por consiguiente el cubo debe ser vaciado unas veinte veces. Mais la procession nous réserve d’autres appréhensions ; il est de règle que le dernier à utiliser le seau aille luimême le vider aux latrines, comme il est de règle qu’après l’extinction des feux, personne ne sorte de la baraque autrement qu’en tenue de nuit (chemise et caleçon) et en signalant son numéro au garde. C’est donc tout naturellement que le garde cherche à dispenser de ce service ses propres amis, ses compatriotes et les prominents. D’un autre côté, les vieux du camp ont les sens tellement aiguisés qu’ils sont miraculeusement capables, sans bouger de leur couchette, et en se basant simplement sur le son que rendent les parois du seau, de distinguer si le niveau a atteint ou non le seuil dangereux, parvenant ainsi à éviter presque à chaque fois la corvée de vidange. Il s’ensuit que les candidats au service du seau se réduisent à un tout petit nombre, tandis que le liquide à éliminer atteint au moins deux cents litres : une vingtaine de vidanges par nuit. In conclusione, è assai grave il rischio che incombe su di noi, inesperti e non privilegiati, ogni notte, quando la necessità ci spinge al secchio. Improvvisamente la guardia di notte balza dal suo angolo e ci agguanta, si scarabocchia il nostro numero, ci consegna un paio di suole di legno e il secchio, e ci caccia fuori in mezzo alla neve, tremanti e insonnoliti. A noi tocca trascinarci fino alla latrina, col secchio che ci urta i polpacci nudi, disgustosamente caldo; è pieno oltre ogni limite ragionevole, e inevitabilmente, con le scosse, qualcosa ci trabocca sui piedi, talché, per quanto questa funzione sia En resumen, es muy grande el riesgo que nos acecha a nosotros, los inexpertos y no privilegiados, cada noche, cuando la necesidad nos empuja al cubo. Inesperadamente, el guardia nocturno salta de su rincón y nos espía, garabatea nuestro número, nos da un par de zuecos de madera y el cubo, y nos arroja afuera en medio de la nieve, temblando y dormidos. Nos toca arrastrarnos hasta la letrina con el cubo que da golpes contra las pantorrillas desnudas, desagradablemente caliente; está lleno mucho más allá de cualquier límite razonable y es inevitable que, con las sacudidas, algo se derrame sobre los pies, de manera que por muy repugnante que sea Conclusion : aller au seau de nuit pour satisfaire un besoin pressant représente, pour nous les sans-expérience, les non-privilégiés, un risque considérable. Le garde bondit de son coin sans crier gare, nous empoigne, gribouille notre numéro sur un bout de papier, nous donne le seau et une paire de socques, et nous pousse dehors, dans la neige, grelottants et ensommeillés. Il nous faut nous traîner jusqu’aux latrines : le seau, qui dégage une chaleur écoeurante, cogne contre nos mollets nus, et comme il a été trop rempli, les secousses le font immanquablement déborder sur nos pieds ; aussi, pour répugnante que soit 48 notes 12 le nostre notti. Secondo un procedimento piuttosto consueto l’incipit di una sezione dà il titolo al capitolo. 13 piccoli come formiche. Purg. XXVI, 34-35. Lo stesso verso di Dante: «Così per entro loro schiera bruna s’ammusa l’una con l’altra formica» è ripreso nella poesia di OI, Schiera bruna (II, 557). 14 in marcia a cerchio. Riprende, approfondendola, la definizione dei Lager come «follia geometrica». Cfr. P Valabrega, Il segreto del cerchio: la percezione del tempo nell’opera di P. Levi, in «La rassegna mensile di Israel», 2-3, 1989, pp. 281-287. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard ripugnante, è pur sempre preferibile esservi comandati noi stessi piuttosto che il nostro vicino di cuccetta. esta función siempre es preferible tener que ir nosotros mismos a que tenga que ir nuestro compañero de litera. la besogne, mieux vaut-il encore l'exécuter soi-même que de la voir confier à son voisin de couchette. Così si trascinano le nostre notti (12). Il sogno di Tantalo e il sogno del racconto si inseriscono in un tessuto di im[106]magini più indistinte: la sofferenza del giorno, composta di fame, percosse, freddo, fatica, paura e promiscuità, si volge di notte in incubi informi di inaudita violenza, quali nella vita libera occorrono solo nelle notti di febbre. Ci si sveglia a ogni istante, gelidi di terrore, con un sussulto di tutte le membra, sotto l’impressione di un ordine gridato da una voce piena di collera, in una lingua incompresa. La processione del secchio e i tonfi dei calcagni nudi sul legno del pavimento si mutano in un’altra simbolica processione: siamo noi, grigi e identici, piccoli come formiche (13) e grandi fino alle stelle, serrati uno contro l’altro, innumerevoli per tutta la pianura fino all’orizzonte; talora fusi in un’unica sostanza, un impasto angoscioso in cui ci sentiamo invischiati e soffocati; talora in marcia a cerchio (14), senza principio e senza fine, con vertigine accecante e una marea di nausea che ci sale dai precordi alla gola; finché la fame, o il freddo, o la pienezza della vescica non convogliano i sogni entro gli schemi consueti. Cerchiamo invano, quando l’incubo stesso o il disagio ci svegliano, di districarne gli elementi, e di ricacciarli separatamente fuori dal campo dell’attenzione attuale, in modo da difendere il sonno dalla loro intrusione: non appena gli occhi si richiudono, ancora una volta percepiamo il nostro cervello mettersi in moto al di fuori del nostro volere; picchia e ronza, incapace di riposo, fabbrica fantasmi e segni terribili, e senza posa li disegna e li agita in nebbia grigia sullo schermo dei sogni. [107] Así se arrastran nuestras noches. El sueño de Tántalo y el sueño del relato se insertan en un tejido de imágenes menos claras: el sufrimiento del día, compuesto de hambre, golpes, frío, cansancio, miedo y promiscuidad, reaparece por las noches en pesadillas informes de una violencia inaudita como en la vida libre se tienen sólo en las noches de fiebre. Se despierta uno a cada instante, helado de terror, con todos los miembros sobresaltados, bajo la impresión de una orden gritada por una voz llena de cólera, en una lengua que no se entiende. La procesión del cubo y los tropezones de los talones desnudos en la madera del suelo se transforman en otra procesión simbólica: somos nosotros, grises e idénticos, pequeños como hormigas y grandes hasta las estrellas, apretados el uno contra el otro, innumerables, ocupando toda la llanura hasta el horizonte; a veces nos fundimos en una sustancia única, una masa angustiosa en la que nos sentimos apresados y sofocados; a veces, en un desfile hacia el cubo, sin principio y sin fin, con un vértigo cegador y una marea de náuseas que nos sube del estómago a la garganta; a no ser que el hambre, o el fijo, o la vejiga llena nos conduzcan los sueños por los caminos acostumbrados. Tratamos en vano, cuando la misma pesadilla o el malestar nos despiertan, de desenredar sus componentes y de apartarlos por separado del campo de nuestra atención para poder proteger al sueño de su intrusión: no acabamos de cerrar los ojos cuando sentimos de nuevo que el cerebro se nos pone en movimiento fuera del alcance de nuestra voluntad; da golpes y zumbidos, incapaz de descanso fabrica fantasmas y signos terribles, y sin pausa los dibuja y los agita en la niebla gris sobre la pantalla de nuestros sueños. Ainsi se traînent nos nuits. Le rêve de Tantale et le rêve du récit s’insèrent dans une trame d’images plus indistinctes : les souffrances de la journée, où entrent la faim, les coups, le froid, la fatigue, la peur et la promiscuité, se muent la nuit en cauchemars informes, d’une violence inouïe, comme on n’en peut faire, dans la vie courante, que pendant une nuit de fièvre. Nous nous éveillons à tout moment, glacés de terreur, encore sous le coup d’un [66] ordre, crié par une voix haineuse, et dans une langue que nous ne comprenons pas. La procession au seau et le bruit sourd des talons sur le plancher se fondent dans l'image symbolique d’une autre procession : nous sommes serrés les uns contre les autres, gris et interchangeables, petits comme des fourmis et grands jusqu’à toucher les étoiles, innombrables, couvrant la plaine jusqu’à l'horizon ; tantôt confondus en une même substance, un amalgame angoissant dans lequel nous nous sentons englués, étouffés; tantôt en marche pour une ronde sans commencement ni fin, éblouis de vertiges, chavirés de nausées ; jusqu’à ce que la faim ou le froid ou le trop-plein de nos vessies reconduisent nos rêves à leurs proportions coutumières. Lorsque le cauchemar lui-même ou le malaise physique nous réveillent, nous cherchons en vain à en démêler les éléments et à les refouler hors du champ de notre conscience afin d’empêcher leur intrusion dans notre sommeil : mais nous n’avons pas plus tôt fermé les yeux que nous sentons notre cerveau se remettre en marche indépendamment de notre volonté : il bourdonne, il ronfle, incapable de repos, il fabrique des fantasmes et des symboles terrifiants dont il trace et fait mouvoir sans répit les contours brumeux sur l’écran de nos rêves. Ma per tutta la durata della notte, attraverso tutte le alternanze di sonno, di veglia e di incubo, vigila l’attesa e il terrore del momento della sveglia: mediante la misteriosa facoltà che molti conoscono, noi siamo in grado, pur senza orologi, chi prevederne lo scoccare con grande approssimazione. All’ora della sveglia, che varia da stagione a stagione ma cade sempre assai prima dell’alba, suona a lungo la campanella del campo, e allora in ogni baracca la guardia di notte smonta: accende le luci, si alza, si stira, e pronunzia la condanna di ogni giorno: Aufstehen, - o più spesso, in polacco: - Wstawac. Pero durante toda la noche, a través de las alternativas del sueño, de la vigilia y de la pesadilla, acecha la espera y el terror del momento del despertar: mediante la misteriosa facultad que muchos conocen podemos, aun sin relojes, prever su estallido con gran aproximación. A la hora de diana, que varía de una estación a otra, pero que siempre cae mucho antes del alba, suena largamente la sirena del campo, y entonces en todos los barracones el guardia de noche recoge: enciende las luces, se levanta, se estira y pronuncia la condena de cada día: Aufstehen, o con más frecuencia, en polaco: Wstawa’c. Mais durant toute la nuit, à travers toutes les alternances de sommeil, de conscience et de cauchemars, veillent en nous l’attente et la terreur du réveil : grâce à cette mystérieuse faculté que bien des gens connaissent, nous sommes capables, même sans montre, d’en prévoir l’instant avec la plus grande précision. A l’heure du réveil, qui varie selon la saison mais tombe toujours bien avant l’aube, la cloche du camp retentit longuement, et dans chaque baraque le garde de nuit termine son service : il allume les lumières, se lève, s’étire et prononce le verdict quotidien : «Aufstehen», ou plus fréquemment, en polonais, «Wstawac». Pochissimi attendono dormendo lo Wstawac: è un momento di pena troppo acuta perché il sonno più duro non si sciolga al suo approssimarsi. La guardia notturna lo sa, ed è per questo che non lo pronunzia con tono di comando, ma con voce piana e Son poquísimos los que esperan durmiendo el Wstawa’c: es un momento de dolor demasiado agudo para que el sueño más duro no se rompa al sentirlo acercarse. El guardia nocturno lo sabe y por eso es por lo que no lo pronuncia con tono de orden, sino con una voz lla- Rares sont ceux que le «Wstawaé» trouve encore endormis : c’est un moment de douleur trop intense pour que le sommeil le plus lourd ne se dissipe pas à son approche. Le garde de nuit le sait bien : loin de prendre un ton de commandement, il parle d’une voix basse 49 notes 15 l’esile corazza del sonno. Vedi sopra, cap. «Ka-Be», nota 3. 16 remissione. È parola-chiave in SQU, vedi sotto, cap. «I sommersi e salvati», nota 6 e cap. «Storia di dieci giorni», nota 24. 17 bufera. Inf. V, 31. IL LAVORO 1 Drancy. [Un tremendo quadro del campo di Drancy si trova nel romanzo L’ultimo dei giusti, del francese André Schwarz-Bart]. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard sommessa, come di chi sa che l’annunzio troverà tutte le orecchie tese, e sarà udito e obbedito. na y baja, como quien sabe que el anuncio va a encontrar atentos todos los oídos y va a ser escuchado y obedecido. et unie, car il sait que son appel trouvera toutes les oreilles attentives, qu’il sera entendu et obéi. [67] La parola straniera cade come una pietra sul fondo di tutti gli animi. «Alzarsi»: l’illusoria barriera delle coperte calde, l’esile corazza del sonno (15), la pur tormentosa evasione notturna, cadono a pezzi intorno a noi, e ci ritroviamo desti senza remissione (l6), esposti all’offesa, atrocemente nudi e vulnerabili. Incomincia un giorno come ogni giorno, lungo a tal segno da non potersene ragionevolmente concepire la fine, tanto freddo, tanta fame, tanta fatica ce ne separano: per cui è meglio concentrare l’attenzione e il desiderio sul blocchetto di pane grigio, che è piccolo, ma fra un’ora sarà certamente nostro, e per cinque minuti, finché non l’avremo divorato, costituirà tutto quanto la legge del luogo ci consente di possedere. [108] La palabra extranjera cae como una piedra en el fondo de todos los ánimos. «A levantarse»: la ilusoria barrera de las mantas cálidas, la frágil coraza del sueño, la evasión nocturna, aun tormentosa, caen hechas pedazos en torno y nos encontramos despiertos sin remisión, expuestos a las ofensas, atrozmente desnudos y vulnerables. Empieza un día como todos los días, de tal manera largo que no se puede razonablemente concebir su fin, tanto frío, tanta hambre, tanto cansancio nos separan de él: por lo cual, lo mejor es concentrar la atención y el deseo en el trozo de pan gris, que es pequeño, pero que dentro de una hora será nuestro y durante cinco minutos, hasta que lo hayamos devorado, constituirá todo cuanto la ley de este sitio nos consiente poseer. La parole étrangère tombe comme une pierre au fond de toutes les consciences. «Debout» : l'illusoire barrière des couvertures chaudes, la mince cuirasse du sommeil, le tourment même de l'évasion nocturne se désagrègent autour de nous, et nous nous réveillons définitivement, irrémédiablement, offerts sans défense aux outrages, atrocement nus et vulnérables. Un jour commence, pareil aux autres jours, si long qu’on ne peut raisonnablement en concevoir la fin, tant il y a de froid, de faim et de fatigue qui nous en séparent. Aussi vaut il mieux concentrer notre attention et notre désir sur le morceau de pain gris qui, en dépit de sa petitesse, sera immanquablement à nous d’ici une heure, et constituera, pendant les cinq minutes qu’il nous faudra pour le dévorer, tout ce que la loi du camp nous autorise à posséder. Allo Wstawac si rimette in moto la bufera (17). L’intera baracca entra senza transizione in attività frenetica: ognuno si arrampica su e giù, rifà la cuccetta e cerca contemporaneamente di vestirsi, in modo da non lasciare nessuno dei suoi oggetti incustodito; l’atmosfera si riempie di polvere fino a diventare opaca; i più svelti fendono a gomitate la calca per recarsi al lavatoio e alla latrina prima che vi si costituisca la coda. Immediatamente entrano in scena gli scopini, e cacciano tutti fuori, picchiando e urlando. Al Wstawa’c se vuelve a poner en movimiento el remolino. Todo el barracón entra sin transición en una actividad frenética: todos trepan arriba y abajo, hacen la litera y a la vez tratan de vestirse, de manera que ninguna de sus pertenencias quede sin custodia; la atmósfera se llena del polvo fino hasta hacerse opaca; los más rápidos se abren paso a codazos entre la multitud para ir a los lavabos y a la letrina antes de que haya cola. Inmediatamente entran en escena los barrenderos y nos echan afuera a todos a golpes y a gritos. Le Wstawaé déclenche la tempête quotidienne. La baraque tout entière est brusquement saisie d’une activité frénétique : chacun monte et descend, refait sa couchette tout en cherchant à enfiler ses vêtements de manière à ne rien laisser traîner sans surveillance ; l'air s’emplit de poussière à en devenir opaque ; les plus rapides fendent la cohue à coups de coude pour gagner les lavabos et les latrines avant qu’il n’y ait la queue. Aussitôt les balayeurs entrent en scène et mettent tout le monde dehors à grand renfort de coups et de hurlements. Quando io ho rifatto la cuccia e mi sono vestito, scendo sul pavimento e mi infilo le scarpe. Allora mi si riaprono le piaghe dei piedi, e incomincia una nuova giornata. [109] Cuando he hecho la cama y me he vestido, bajo al suelo y me pongo los zapatos. Entonces se me vuelven a a b r i r l as heridas de los pies y empieza una nueva jornada. Après avoir refait ma couchette et m’être habillé, je descends sur le plancher et enfile mes chaussures. Alors les plaies de mes pieds se rouvrent, et une nouvelle journée commence. [68] IL LAVORO El trabajo LE TRAVAIL Prima di Resnyk, con me dormiva un polacco di cui tutti ignoravano il nome; era mite e silenzioso, aveva due vecchie piaghe alle tibie e di notte emanava un odore squallido di malattia; era anche debole di vescica, e perciò si svegliava e mi svegliava otto o dieci volte per notte. Antes de Resnyk, dormía conmigo un polaco cuyo nombre nadie sabía; era tranquilo y silencioso, tenía dos viejas heridas en las tibias y por las noches emanaba un fino olor a enfermo; tenía también delicada la vejiga y por eso se despertaba y me despertaba ocho o diez veces cada noche. Lvant Resnyk, celui qui dormait avec moi était un Polonais dont personne ne connaissait le nom. Paisible et silencieux, il avait deux vieilles plaies aux tibias et dégageait la nuit une répugnante odeur de maladie ; et comme il était faible de la vessie, il se réveillait et me réveillait huit à dix fois par nuit. Una sera mi ha lasciato i guanti in consegna ed è entrato in ospedale. Io ho sperato per mezz’ora che il furiere dimenticasse che ero rimasto solo occupante della mia cuccetta, ma, quando già era suonato il silenzio, la cuccetta ha tremato e un tipo lungo e rosso, con il numero dei francesi di Drancy (l), si è arrampicato accanto a me. Una tarde me dio los guantes para que se los guardase y se fue al hospital. Durante media hora tuve la esperanza de que el furrier hubiese olvidado de que me había quedado como único ocupante de mi litera pero, ya después del toque de silencio, la litera tembló y un tipo alto y pelirrojo, con la numeración de los franceses de Drancy se subió a mi lado. Un soir, il m’a laissé ses gants à garder et est entré à l'infirmerie. L’espace d’une demi-heure, j’ai espéré que le fourrier oublierait que j’étais resté seul à occuper la couchette, mais alors que l’extinction des feux avait déjà sonné, la couchette a grincé et un long type roux portant le numéro des Français de Drancy s’est hissé à côté de moi. 50 notes 2 non era un cattivo compagno. Un’importante testimonianza su questo episodio è stata resa a Myriam Anissimov dallo stesso Maurice Resnyk, Dans le méme Block à Auschwitz, nel numero monografico su P Levi dei «Nouveaux Cahiers», SII, 114, autunno 1993, pp. 47-49. 3 dolorosa, crudele e commovente. Un esempio molto eloquente di una terna di aggettivi a climax (Mengaldo, 182-183). 4 nuova Bibbia? [La Bibbia, e in specie l’Antico Testamento, contiene numerose narrazioni di prigionia, deportazione e sterminio del popolo ebreo. In questa pagina, e altrove nel libro, l’autore ravvisa una tragica continuità fra le persecuzioni passate e quella presente, la più sanguinosa di tutte]. Ritorna il tentativo di identificazione con la Scrittura, la voce dell’autore ambisce a diventare «voce di Dio», protesa com’è a scrivere, meglio a riscrivere, le storie di una nuova Bibbia. Si noti l’ossimoro «semplici e incomprensibili»: sono le vicende di Genesi e di Esodo, che Levi prende a modello innanzitutto per l’ideale stilistico della brevitas. In RR (II, 1435), antologizzando la storia di Esaù e Giacobbe narrata da Thomas Mann, ci dice che il romanzo-saga Le storie di Giacobbe ha l’unico difetto di dilatare in un ciclo lo svolgimento di soli venticinque versetti di Genesi (25-50). Mann avrebbe torto per ciò che concerne la misura del narrare, non per un insegnamento di metodo: i personaggi biblici «vivono la loro vicenda ed insieme la rivivono», che è come dire: ogni narratore ha diritto di far rivivere le storie della Bibbia, se i suoi personaggi «ravvisano nel presente un passato mitico»: ogni cosa che avviene dunque, sembra di capire, anche Auschwitz - è «una replica, una conferma, è già accaduto infinite volte». L’idea che l’esperienza vissuta nel Lager legittimi il replicarsi delle storie, anzi favorisca l’osservazione di un passato mitico nel presente, prima di RR, era già passata attraverso l’altrettanto ambiziosa dichiarazione di SP, racconto Idrogeno: «Come Mosé, da quella nuvola attendevo la mia legge, l’ordine in me, attorno a me e nel mondo» (I, 758). Vedi anche sotto, una declinazione dello stesso concetto, nell’episodio di Henri, cap. «I sommersi e i salvati», nota 33. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Avere un compagno di letto di statura alta è una sciagura, vuol dire perdere ore di sonno; e a me toccano proprio sempre compagni alti, perché io sono piccolo e due alti insieme non possono dormire. Ma invece si è visto subito che Resnyk, malgrado ciò, non era un cattivo compagno (2). Parlava poco e cortesemente, era pulito, non russava, non si alzava che due o tre volte per notte e sempre con molta delicatezza. Al mattino si è offerto di fare lui il letto (questa è una operazione complicata e penosa, e inoltre comporta una notevole responsabilità perché quelli che rifanno male il letto, gli « schlechte [110] Bettenbauer», vengono diligentemente puniti), e lo ha fatto rapidamente e bene; in modo che ho provato un certo fugace piacere nel vedere, più tardi in piazza dell’Appello, che è stato aggregato al mio Kommando. Tener un compañero de cama alto de estatura es una desgracia, significa perder horas de sueño; y precisamente a mí me tocan siempre compañeros altos porque yo soy bajo y dos altos juntos no pueden dormir. Pero a pesar de ello vi en seguida que Resnyk no era un mal compañero. Hablaba poco y cortésmente, era limpio, no roncaba, no se levantaba más que dos o tres veces cada noche y siempre con mucha delicadeza. Por la mañana, se ofreció a hacer él la cama (ésta es una operación complicada y penosa, y además de notable responsabilidad porque los que hacen mal la cama, los schlechte Bettenbauer, son castigados rigurosamente), y lo hizo de prisa y bien; de manera que experimenté cierto placer fugaz al ver más tarde, al pasar lista, que lo habían agregado a mi Kommando. Avoir un compagnon de Ht de haute taille est une véritable calamité, cela veut dire perdre des heures de sommeil. Et moi, justement, je me retrouve toujours avec des grands parce que je suis petit et qu’il n’y a pas la place ici pour deux grands ensemble. Mais il s’est vite avéré que Resnyk n’était pas pour autant un mauvais compagnon. Il parlait peu et poliment, il était propre, il ne ronflait pas, il ne se levait que deux ou trois fois par nuit, et toujours avec précaution. Le matin, il s’est proposé de faire le lit l'opération laborieuse et compliquée, et qui comporte une responsabilité considérable, vu que ceux qui font mal leur lit, les «schlechte Bettenbauer», sont punis sans retard), et il fa fait vite et bien ; aussi n’ai-je pas été fâché de voir plus tard, place de l’Appel, qu’il avait été mis dans mon Kommando. Nella marcia verso il lavoro, vacillanti nei grossi zoccoli sulla neve gelata, abbiamo scambiato qualche parola, e ho saputo che Resnyk è polacco; ha vissuto vent’anni a Parigi, ma parla un francese incredibile. Ha trent’anni, ma, come a tutti noi, gliene potresti dare da diciassette a cinquanta. Mi ha raccontato la sua storia, e oggi l’ho dimenticata, ma era certo una storia dolorosa, crudele e commovente (3); ché tali sono tutte le nostre storie, centinaia di migliaia di storie, tutte diverse e tutte piene di una tragica sorprendente necessità. Ce le raccontiamo a vicenda a sera, e sono avvenute in Norvegia, in Italia, in Algeria, in Ucraina, e sono semplici e incomprensibili come le storie della Bibbia. Ma non sono anch’esse storie di una nuova Bibbia? (4) [111] Durante la marcha hacia el tajo resbalándonos con los gruesos zuecos sobre la nieve helada, cambiamos algunas palabras, y supe que Resnyk es polaco; ha vivido en París veinte años, pero habla un francés increíble. Tiene treinta años pero, como a todos nosotros, se le podrían calcular entre diecisiete y cincuenta. Me contó su historia, que he olvidado hoy, pero era una historia dolorosa, cruel y conmovedora; porque así son todas nuestras historias, cientos de miles de historias, todas distintas y todas llenas de una trágica y desconcertante fatalidad. Nos las contamos por las noches, y han sucedido en Noruega, en Italia, en Argelia, en Ucrania, y son sencillas e incomprensibles como las historias de la Biblia. ¿Pero acaso no son también historias de una nueva Biblia? Sur le chemin du travail, chancelants dans nos gros [69] sabots sur la neige gelée, nous avons échangé quelques mots, et j’ai appris que Resnyk était polonais ; bien qu’il ait vécu vingt ans à Paris, il parle un français impossible. Il a trente ans, mais, comme à chacun de nous, vous lui en donneriez aussi bien dix-sept que cinquante. Il m’a raconté son histoire, et aujourd’hui je l’ai oubliée, mais c’était à coup sûr une histoire douloureuse, cruelle et touchante, comme le sont toutes nos histoires, des centaines de milliers d’histoires toutes différentes et toutes pleines d’une étonnante et tragique nécessité. Le soir, nous nous les racontons entre nous : elles se sont déroulées en Norvège, en Italie, en Algérie, en Ukraine, et elles sont simples et incompréhensibles comme les histoires de la Bible. Mais ne sont-elles pas à leur tour les histoires d’une nouvelle Bible ? Quando siamo arrivati al cantiere, ci hanno condotti alla Eisenröhreplatz, che è la spianata dove si scaricano i tubi di ferro, e poi hanno cominciato ad avvenire le solite cose. Il Kapo ha rifatto l’appello, ha preso brevemente atto del nuovo acquisto, si è accordato col Meister civile sul lavoro di oggi. Poi ci ha affidati al Vorarbeiter e se ne è andato a dormire nella capanna degli attrezzi, vicino alla stufa; questo non è un Kapo che dia noia, perché non è ebreo e non ha paura di perdere il posto. Il Vorarbeiter ha distribuito le leve di ferro a noi e le binde ai suoi amici; è avvenuta la solita piccola lotta per conquistare le leve più leggere, e oggi a me è andata male, la mia è quella storta, che pesa forse quindici chili; so che, se anche la dovessi adoperare a vuoto, dopo mezz’ora sarò morto di fatica. Al llegar al tajo, nos llevaron a la Eisenröhreplatz, que es la explanada donde se descargan los tubos de hierro, y empezaron a suceder las cosas acostumbradas de todos los días. El Kapo volvió a pasar lista, apuntó al nuevo y se puso de acuerdo con el Meister civil sobre el trabajo del día. Después, nos confió al Vorarbeiter y se fue a dormir a la caseta de las herramientas, cerca de la estufa; éste no es un Kapo molesto, porque no es judío y no tiene miedo a perder el puesto. El Vorarbeiter distribuyó las palancas de hierro entre nosotros y los gatos entre sus amigos; se desarrolló la pequeña lucha acostumbrada por conquistar las palancas más ligeras, y a mí me ha ido mal, la mía ha sido la torcida, que pesa unos quince kilos; sé que, aunque trabajase con ella en el vacío, media hora más tarde estaría muerto de cansancio. Lorsque nous sommes arrivés au chantier, on nous a conduits à la Eisenrôhreplatz, l'esplanade où on décharge les tuyaux en fer, puis les formalités habituelles ont commencé. Le Kapo a refait l’appel, il a rapidement pris note du nouveau venu, il s’est mis d’accord avec le Meister civil sur le travail de la journée. Après quoi il nous a confiés au Vorarbeiter et s’en est allé dormir dans la cabane à outils, près du poêle. C’est un Kapo qui nous laisse tranquilles : comme il n’est pas juif, il n’a pas peur de perdre sa place. Le Vorarbeiter a distribué les vérins à ses amis, et à nous les leviers en fer ; comme d’habitude, il y a eu un court moment de lutte à qui prendrait les leviers les plus légers, et aujourd’hui je me suis mal débrouillé : j’ai un levier tout tordu et qui pèse au moins quinze kilos ; je sais déjà que même si j’avais à m’en servir à vide, je serais mort de fatigue au bout d’une demi-heure. Poi ce ne siamo andati, ciascuno con la sua leva, zoppicando nella neve in disgelo. A ogni passo, un po’ di neve e di fango aderiscono alle nostre suole di legno, finché si cammina instabili su due pesanti ammassi informi di cui non ci si riesce a liberare; a un tratto uno si stacca, e allora è come se una gamba fosse un Luego, nos fuimos, cada uno con su palanca, tropezando con la nieve en deshielo. A cada paso un poco de nieve y de fango se nos pegan a las suelas de madera hasta que andamos inestablemente sobre dos pesados amasijos informes de los que no podemos liberarnos; de repente, uno se despega y entonces es como si tuvieses una pier- Nous voilà partis, chacun avec son levier, boitant dans la neige qui commence à fondre. A chaque pas, un peu de neige et de boue s’attache à nos semelles en bois, tant et si bien qu’on finit par marcher sur deux amas informes et pesants dont on n’arrive pas à se débarrasser ; à l'improviste, l’un des deux se détache, et alors c’est comme si on avait une jambe plus courte que l’autre 51 notes 4:50 5 fango. È la parola-chiave dantesca (tre volte in questo solo paragrafo), già risuonata nella poesia in epigrafe (nota 3) ora sfondo a questo intero capitolo. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard palmo più corta dell’altra. na un palmo más corta que la otra. de dix centimètres. Oggi bisogna scaricare dal vagone un enorme cilindro di ghisa: credo che sia un tubo di sintesi, peserà parecchie tonnellate. Per noi è meglio così, perché notoriamente si fatica di meno coi grandi carichi che coi piccoli; infatti il lavoro è più suddiviso e ci vengono concessi attrezzi adeguati; però siamo in pericolo, non bisogna [112] mai distrarsi, basta una svista di un attimo e si può essere travolti. Hoy hay que descargar del vagón un enorme cilindro de hierro colado: creo que es un tubo de síntesis, debe de pesar varias toneladas. Para nosotros es mejor, porque es mucho menos lo que nos cansamos con las cargas grandes que con las pequeñas; en realidad el trabajo está más repartido y se nos dan herramientas adecuadas; pero estamos en peligro, no podemos distraernos, una distracción de un segundo y nos pueden aplastar. Aujourd’hui, il nous faut décharger du wagon un énorme cylindre de fonte : je crois bien que c’est un tube [70] de synthèse, il doit peser plusieurs tonnes. Dans un sens c’est préférable pour nous, car il est bien connu qu’on se fatigue moins avec les gros poids qu’avec les petits : le travail en effet est mieux réparti, et on nous donne les outils nécessaires ; mais c’est quand même un travail dangereux qui demande une concentration continue ; il suffit d’un moment d’inattention pour être entraîné par la masse. Mister Nogalla in persona, il capomastro polacco, rigido serio e taciturno, ha sorvegliato l’operazione di scarico. Ora il cilindro giace al su o l o e M e i s t e r N o g a l l a d i c e : -Bohlen holen. Meister Nogalla en persona, el capataz polaco, tieso, serio y taciturno, ha vigilado la operación de descarga. Ahora el cilindro está en el suelo y Meister Nogalla dice: Bohlen holen. Meister Nogalla, le contremaître polonais, raide, sérieux, taciturne, a personnellement surveillé la manoeuvre. Le cylindre de fonte repose maintenant sur le sol et Meister Nogalla dit : «Bohlen holen». A noi si svuota il cuore. Vuol dire «portare traversine» per costruire nel fango molle la via su cui il cilindro verrà sospinto colle leve fin dentro la fabbrica. Male traversine sono incastrate nel terreno, e pesano ottanta chili; sono all’incirca al limite delle nostre forze. I più robusti di noi possono, lavorando in coppia, portare traversine per qualche ora; per me è una tortura, il carico mi storpia l’osso della spalla, dopo il primo viaggio sono sordo e quasi cieco per lo sforzo, e commetterei qualunque bassezza per sottrarmi al secondo. Se nos oprime el corazón. Quiere decir «traed las traviesas» para construir sobre el fango blando la vía sobre la que habrá que empujar el cilindro con las palancas hasta dentro de la fábrica. Pero las traviesas están hundidas en el terreno, y pesan ochenta kilos; se sitúan en el límite de nuestras fuerzas. Los más fuertes de nosotros pueden, trabajando en pareja, llevar traviesas durante algunas horas; para mí es una tortura, la carga se me hunde en el hueso del hombro, después del primer viaje estoy sordo y casi ciego por el esfuerzo, y cometería cualquier bajeza para sustraerme al segundo. Le coeur nous manque. Cela veut dire : «porter des traverses», pour construire dans la boue molle la voie sur laquelle le cylindre sera roulé à l'aide des leviers jusqu’à l’intérieur de l’usine. Mais les traverses sont encastrées dans le sol et pèsent quatre-vingts kilos, ce qui représente à peu près la limite de nos forces. Les plus robustes d’entre nous, en s’y mettant à deux, pourront transporter des traverses pendant quelques heures ; pour moi, c’est une torture, le poids me scie en deux la clavicule ; au bout du premier voyage je suis sourd et presque aveugle tant l'effort est violent, et je serais prêt aux pires bassesses pour échapper au second. Proverò a mettermi in coppia con Resnyk, che pare un buon lavoratore, e inoltre, essendo di alta statura, verrà a sopportare la maggior parte del peso. So che è nell’ordine delle cose che Resnyk mi rifiuti con disprezzo, e si metta in coppia con un altro individuo robusto; e allora io chiederò di andare alla latrina, e ci starò il più a lungo possibile, e poi cercherò di nascondermi con la certezza di essere immediatamente rintracciato, deriso e percosso; ma tutto è meglio di questo lavoro. Voy a intentar emparejarme con Resnyk, que parece un buen trabajador, y además, como es alto, tendrá que soportar la mayor parte del peso. Sé que lo normal es que Resnyk me rechace con desprecio y se empareje con otro individuo fuerte; entonces pediré permiso para ir a la letrina, y me quedaré allí lo más posible, y luego intentaré esconderme con la seguridad de que inmediatamente me encontrarán, me insultarán y me pegarán; pero cualquier cosa es mejor que este trabajo. Je vais essayer de faire équipe avec Resnyk, qui m’a l’air d’un bon travailleur ; et puis comme il est grand, ce sera lui qui supportera la plus grande partie du poids. Mais je sais que je dois m’attendre à ce que Resnyk me repousse avec dédain et se mette avec quelqu’un de sa taille ; alors, je demanderai la permission d’aller aux latrines, j’y resterai le plus longtemps possible, et puis je chercherai à me cacher, tout en étant bien certain que je serai aussitôt repéré, hué et battu ; mais tout vaut mieux que ce travail. Invece no: Resnyk accetta, non solo, ma solleva da solo la traversina e me l’appoggia sulla spalla destra con precauzione; poi alza l’altra estremità, vi pone sotto la spalla sinistra e partiamo. Pero no: Resnyk acepta, y no solamente eso, sino que levanta él solo la traviesa y me la apoya en el hombro derecho con cuidado; luego levanta el otro extremo, se lo pone sobre el hombro izquierdo y echamos a andar. Eh bien non. Resnyk accepte ; bien plus, il soulève tout seul la traverse et me la pose avec précaution sur l’épaule droite, puis il relève l’autre extrémité, la cale sur son épaule gauche, et nous partons. La traversina è incrostata di neve e di fango (5), a ogni passo mi batte contro l’orecchio e la neve mi scivola nel collo. Dopo una cinquantina di passi sono al limite di [113] quanto si suole chiamare la normale sopportazione: le ginocchia si piegano, la spalla duole come stretta in una morsa, l’equilibrio è in pericolo. A ogni passo sento le scarpe succhiate dal fango avido, da questo fango polacco onnipresente il cui orrore monotono riempie le nostre giornate. La traviesa tiene pegados nieve y barro, a cada paso me golpea la oreja y la nieve me da en el cuello. Después de una cincuentena de pasos, me siento en el límite de lo que suele llamarse la capacidad de aguante: se me doblan las rodillas, el hombro me duele como si me lo estuviesen mordiendo, no puedo aguantar el equilibrio. A cada paso siento que el fango ávido me chupa los zapatos, este fango polaco omnipresente cuyo monótono horror llena nuestras jornadas. La traverse est couverte de neige et de boue ; à chaque pas elle me rabote l'oreille et la neige me coule dans le cou. Au bout d’une cinquantaine de pas, je suis à la limite de ce qu’on appelle la capacité normale de résistance : mes genoux fléchissent, mon épaule me fait mal comme si on la [71] serrait dans un étau, mon équilibre est chancelant. A chaque pas, je sens mes souliers comme aspirés par la boue avide, par cette boue polonaise omniprésente dont l’horreur monotone remplit nos journées. Mi mordo profondamente le labbra: a noi è noto che il procurarsi un piccolo dolore estraneo serve come Me muerdo los labios profundamente: sabemos bien que el ocasionarse un pequeño dolor sirve de Je me mords profondément les lèvres : nous savons tous, ici, qu’une petite douleur provoquée volontairement 52 notes 6 cogli occhi vuoti. Si ricordi il «vuoti gli occhi» della poesia in epigrafe, nota 4. 7 cessazione del dolore. Piacere figlio d’affanno, leopardismo, tema ripreso in SES, all’inizio del cap. «La vergogna» (11,1045 ss.). 8 crepuscolo di esaurimento. Come la precedente «estasi effimera» ha un sapore vagamente dannunziano; come «le amicizie femminili esangui» di sopra (cap. «Il viaggio, nota 3), l’espressione sarà passata attraverso il filtro del «crepuscolare» Gozzano o di Baudelaire («les extases», «Le crépuscule du soi»»). Vedi sotto, cap. «Storia di dieci giorni», nota 25. 9 di guaritore e di taumaturgo Si noti la contrapposizione fra due classiche declinazioni dell’ebraismo centro-europeo, Wachsmann e Mendi: il primo, espressione del vitalismo un po’ miracolistico, singeriano («taumaturgo»), il secondo, riformatore, modernizzante, sionista, glottologo (Mendi verrà più adeguatamente descritto oltre, nel capitolo «Esame di chimica», nota 8). Come dimostra il prolungamento di App. (1, 190) le simpatie di Levi andavano naturalmente al secondo, nel quale pare di scorgere la scintilla da cui verrà fuori il protagonista di SNOQ. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard stimolante per mobilitare le estreme riserve di energia. Anche i Kapos lo sanno: alcuni ci percuotono per pura bestialità e violenza, ma ve ne sono altri che ci percuotono quando siamo sotto il carico, quasi amorevolmente, accompagnando le percosse con esortazioni e incoraggiamenti, come fanno i carrettieri coi cavalli volenterosi. estimulante para poner en movimiento las últimas reservas de energía. También lo saben los Kapos: algunos nos golpean por pura bestialidad y violencia, pero hay otros que nos golpean cuando estamos ya bajo la carga, casi amorosamente, acompañando los golpes con palabras de exhortación y de ánimo, como hacen los carreteros con los buenos caballos. réussit à stimuler nos dernières réserves d’énergie. Les Kapos aussi le savent : il y a ceux qui nous frappent par pure bestialité, mais il en est d’autres qui, lorsque nous sommes chargés, le font avec une nuance de sollicitude, accompagnant leurs coups d’exhortations et d’encouragements, comme font les charretiers avec leurs braves petits chevaux. Arrivati al cilindro, scarichiamo a terra la traversina, e io resto impalato, cogli occhi vuoti (6), la bocca aperta e le braccia penzoloni, immerso nella estasi effimera e negativa della cessazione del dolore (7). In un crepuscolo di esaurimento (8), attendo lo spintone che mi costringerà a riprendere il lavoro, e cerco di profittare di ogni secondo dell’attesa per ricuperare qualche energia. Llegados al cilindro, descargamos la traviesa y yo me quedo rígido, con los ojos vacíos, la boca abierta y los brazos colgando, sumido en el éxtasis efímero y negativo del cese del dolor. En un crepúsculo de agotamiento, espero el empujón que me haga volver al trabajo, e intento aprovechar cada segundo de la espera para recobrar algo de energía. Arrivés au cylindre, nous déchargeons la traverse, et je reste planté là, les yeux vides, bouche ouverte et bras ballants, plongé dans l'extase éphémère et négative de la c e s s a t i o n d e l a d o u l e u r. D a n s u n crépuscule d’épuisement, j’attends la bourrade qui m’obligera à reprendre le travail, et j’essaie de profiter de chaque seconde de cette attente pour récupérer quelque énergie. Ma lo spintone non viene; Resnyk mi tocca il gomito, il più lentamente possibile ritorniamo alle traversine. Là si aggirano gli altri, a coppie, cercando tutti di indugiare quanto più possono prima di sottoporsi al carico. Pero el empujón no llega: Resnyk me da en el codo, lo más despacio posible volvemos a las traviesas. Por allí están los otros, en parejas, todos tratando de tardar lo más posible en someterse a la carga. Mais la bourrade ne vient pas; Resnyk me touche le coude; le plus lentement possible, nous retournons aux traverses ; là, deux par deux, les autres vont et viennent en cherchant à retarder le plus possible le moment de repartir avec un nouveau chargement. - Allons, petit, attrape -. Questa traversina è asciutta e un po’ più leggera, ma alla fine del secondo viaggio mi presento al Vorarbeiter e chiedo di andare alla latrina. [114] Allons, petit, attrape. Esta traviesa está seca y es un poco más ligera, pero al terminar el segundo viaje me presento al Vorarbeiter y le pido permiso para ir a la letrina. «Allons, petit, attrape.» Cette fois, la traverse est sèche et un peu plus légère, mais à la fin du second voyage, je vais trouver le Vorarbeiter et je lui demande la permission d’aller aux latrines. Noi abbiamo il vantaggio che la nostra latrina è piuttosto lontana; questo ci autorizza, una volta al giorno, a una assenza un po’ più lunga che di norma, e inoltre, poiché è proibito recarvisi da soli, ne è seguito che Wachsmann, il più debole e maldestro del Kommando, è stato investito della carica di Scheissbegleiter, «accompagnatore alle latrine»; Wachsmann, per virtù di tale nomina, è responsabile di un nostro ipotetico (risibile ipotesi !) tentativo di fuga, e, più realisticamente, di ogni nostro ritardo. Tenemos la ventaja de que nuestra letrina está más bien lejos; lo que nos permite, una vez al día, una ausencia un poco más larga de lo normal, y además, como está prohibido que vayamos solos, nos acompaña Wachsmann, el más débil y torpe del Kommando, a quien se le ha dado el cargo de Scheissbegleiter, «el acompañante a las letrinas»; Wachsmann, en virtud de tal nombramiento, es responsable de cualquier hipotética (¡hipótesis ridícula!) tentativa de fuga y, más realistamente, de cualquier retraso. Nous avons cette chance que nos latrines sont assez éloignées, ce qui nous permet, une fois par jour, de nous absenter un peu plus longtemps que prévu ; comme il est interdit d’y aller tout seuls, c’est Wachsmann, le plus faible et le plus maladroit du Kommando, quia été investi de la charge de Scheissbegleiter, «accompagnateur aux latrines» ; à ce titre, Wachsmann est responsable de toute tentative d’évasion (hypothèse risible !) et, de façon plus réaliste, de tout retard de notre part. Poiché la mia domanda è stata accettata, me ne parto nel fango, nella neve grigia e tra i rottami metallici, scortato dal piccolo Wachsmann. Con questo non riesco a intendermi, perché non abbiamo alcuna lingua in comune; ma i suoi compagni mi hanno detto che è rabbino, è anzi un Melamed, un dotto della Thorà, e inoltre, al suo paese, in Galizia, aveva fama di guaritore e di taumaturgo (9). Né sono lontano dal crederlo, pensando come, cosi esile e fragile e mite, riesca da due anni a lavorare senza ammalarsi e senza morire, acceso invece di una stupefacente vitalità di sguardo e di parola, per cui passa lunghe sere a discutere di questioni talmudiche, incomprensibilmente, in yiddisch e in ebraico, con Mendi che è rabbino modernista. Como mi petición ha sido atendida, me voy por el barro, por la nieve gris y por entre los escombros metálicos, escoltado por el pequeño Wachsmann. No llego a entenderme con él, porque no hablamos ninguna lengua en común; pero sus compañeros me han dicho que es rabino, y hasta Melamed, sabio de la Thorá, y además, que en su tierra, en Galitzia, tenía fama de sanador y de taumaturgo. Y puedo creerlo, al pensar cómo, tan delgado y frágil y delicado, puede trabajar desde hace dos años sin ponerse enfermo y sin haberse muerto, sino por el contrario animado de una asombrosa vitalidad en la mirada y en las palabras cuando por las noches pasa largas horas hablando de cuestiones talmúdicas, incomprensiblemente, en yiddish y en hebreo con Mendi, que es rabino modernista. La permission m’ayant été accordée, me voilà parti au milieu de la boue, de la neige grise et des morceaux de ferraille, escorté par le petit Wachsmann. Avec lui, je n’arrive pas à communiquer car nous n’avons aucune [72] langue en commun ; mais ses camarades m’ont dit que c’était un rabbin, et même un Melamed, un connaisseur de la Thora, et que de plus, dans son village de Galicie, il passait pour être guérisseur et thaumaturge. Et pour ma part je ne suis pas loin de le croire, sinon comment aurait il fait, fluet, fragile et paisible comme il est, pour réussir à travailler pendant deux ans sans tomber malade et sans mourir? Et comment expliquer cette stupéfiante vitalité qui éclate dans son regard et dans sa voix, et qui lui permet de passer des soirées entières à discuter d’obscures questions talmudiques en yiddish et en hébreu avec Mendi, le rabbin moderniste ? La latrina è un’oasi di pace. E una latrina provvisoria, che i tedeschi non hanno ancora provveduto delle consuete tramezze in legno che La letrina es un oasis de paz. Es una letrina improvisada, que los alemanes no han provisto todavía de los acostumbrados paneles de madera que separan Les latrines sont un havre de paix. Ce sont des latrines provisoires, que les Allemands n’ont pas encore munies de ces bat-flanc de bois qui séparent d’ordinaire 10:00 53 notes 10 futuro remoto. Vedi sopra, cap. «Sul fondo», nota 42. 11 come un segno divino. Un’altra metafora astronomica, come prima «il cielo siderale»; in chiave di teodicea, «un segno divino», coerentemente con quanto si è osservato prima a proposito della «voce di Dio» e delle storie di una «nuova Bibbia». 12 beatitudine (positiva questa, e viscerale). [La beatitudine del ventre pieno è detta «positiva» per contrasto con l’altra beatitudine «effimera e negativa» che è stata descritta [...] e che consiste unicamente nella cessazione del dolore e della fatica]. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard separano i vari scomparti[115]menti: «Nur für Engländer», « Nur für Polen», «Nur für Ukrainische Frauen» e così via, e, un po’ in disparte, «Nur für Häftlinge». All’interno, spalla a spalla, siedono quattro Häftlinge famelici; un vecchio barbuto operaio russo con la fascia azzurra OST sul braccio sinistro; un ragazzo polacco, con una grande P bianca sulla schiena e sul petto; un prigioniero militare inglese, dal viso splendidamente rasato e roseo, con la divisa kaki nitida, stirata e pulita, a parte il grosso marchio KG (Kriegsgefangener) sul dorso. Un quinto Häftling sta sulla porta, e ad ogni civile che entra sfilandosi la cintola, chiede paziente e monotono: - Etes-vous français? los distintos compartimientos: Nur für Engländen, Nur für Polen, Nur für Ukrainische Frauen y así sucesivamente y, un poco aparte, Nur für Häftlinge. En el interior, hombro contra hombro, están sentados cuatro Häftlinge famélicos; un viejo barbudo, obrero ruso, con el haz azul de OST en el brazo izquierdo; un muchacho polaco, con una gran P blanca en la espalda y el pecho; un preso militar inglés, con la cara espléndidamente afeitada y rosada, el uniforme caqui nítido, planchado y limpio, aparte de la gruesa marca de KG (Kriegsgefangener) en la espalda. Un quinto Häfling está en la puerta, y a todo civil que entra desabrochándose el cinturón le pregunta paciente y monótono: Êtes-vous français? les différents compartiments : «Nur fur Englânder», «Nur fur Polen», «Nur fur Ukrainische Frauen» et ainsi de suite, et, un peu à l’écart, «Nur fur Häftlinge». Trois Häftlinge faméliques sont assis à l’intérieur, épaule contre épaule ; un vieil ouvrier russe barbu portant au bras gauche le brassard bleu 05T; un jeune Polonais avec un grand P blanc dans le dos et sur la poitrine ; un prisonnier de guerre anglais, le teint rosé et le visage soigneusement rasé, vêtu d’un uniforme kaki bien repassé, bien propre, impeccable en dépit de la grosse marque KG (Kriegsgefangener) qui s’étale dans son dos. Un quatrième Häftling se tient sur le pas de la porte, et à chaque civil qui entre en dégrafant sa ceinture, il demande inlassablement, d’une voix monocorde - Êtes-vous français ? Quando ritorno al lavoro, si vedono passare gli autocarri del rancio, il che vuol dire che sono le dieci, e questa è già un’ora rispettabile, tale che la pausa di mezzogiorno già si profila nella nebbia del futuro remoto (l0) e noi possiamo cominciare ad attingere energia dall’attesa. Cuando vuelvo al trabajo, se ven pasar las camionetas del rancho, lo que quiere decir que son las diez, y ésta es ya una hora decente, de manera que el descanso de mediodía se perfila ya en la niebla del futuro remoto y podemos empezar a sacar energía de la espera. En retournant au travail, on voit passer les camions de la cantine, ce qui veut dire qu’il est dix heures. C’est une heure honnête, la pause de midi se profile déjà dans la brume d’un lointain avenir, et nous pouvons commencer à puiser un peu d’énergie dans l’attente. Faccio con Resnyk ancora due o tre viaggi, cercando con ogni cura, anche spingendoci a cataste lontane, di trovare traversine più leggere, ma ormai tutte le migliori sono già state trasportate, e non restano che le altre, atroci, dagli spigoli vivi, pesanti di fango e ghiaccio, con inchiodate le piastre metalliche per adattarvi le rotaie. Hago todavía dos o tres viajes con Resnyk, tratando con todo cuidado, y hasta yéndonos a los montones alejados, de encontrar traviesas más ligeras, pero ya todas las mejores han sido transportadas y no quedan más que las otras, atroces, de aristas cortantes, cargadas de barro y hielo, con las láminas metálicas para sujetar los raíles clavadas ya. Resnyk et moi faisons encore deux ou trois voyages, mettant tous nos soins à repérer des traverses légères, quitte à pousser jusqu’aux piles les plus éloignées ; mais à l’heure qu’il est toutes les meilleures ont déjà été emportées, et il ne reste plus que les autres, atroces, hérissées d’arêtes vives, alourdies par la boue, la glace, et les plaques métalliques clouées dessus pour le fixage des rails. [73] Quando viene Franz a chiamare Wachsmann perché vada con lui a ritirare il rancio, vuol dire che sono le undici, e il mattino è quasi passato, e al pom e r i ggi o ne s s uno p en sa. Poi c’è il ritorno della corvée, alle undici e mezzo, e l’interrogatorio stereotipo, quanta zuppa oggi, e di che qualità, e se ci è toccata dal principio o dal fondo del mastello; io mi sforzo di non farle, queste domande, ma non posso impedirmi di tendere avidamente l’orecchio alle risposte, e il naso al fumo che viene col vento dalla cucina. [116] Cuando viene Franz a llamar a Wachsmann para que vaya con él a recoger el rancho, quiere decir que son las once y que la mañana casi está pasada, y nadie piensa en la tarde. Después es la vuelta de la cuadrilla, a las once y media, y el interrogatorio de rigor, cuánto potaje hoy, y de qué clase, y si te ha tocado de arriba o del fondo del perol; yo me esfuerzo por no hacer esas preguntas, pero no puedo dejar de prestar un oído ávido a las respuestas, y la nariz al humo que el viento trae de la cocina. Quand Franz vient appeler Wachsmann pour aller chercher la soupe, c’est qu’il est onze heures : la matinée est presque terminée, et nul ne se soucie de l'après-midi. Ensuite, c’est le retour de la corvée, à onze heures et demie, avec l’interrogatoire d’usage : combien de soupe aujourd’hui ? Comment est-elle ? Du dessus ou du fond du baquet? Moi, je m’efforce de ne pas les poser, ces questions-là, mais je ne peux m’empêcher de tendre l’oreille aux réponses et le nez à la fumée que le vent apporte des cuisines. E finalmente, come una meteora celeste, sovrumana e impersonale come un segno divino (11), la sirena di mezzogiorno esplode a esaudire le nostre stanchezze e le nostre fami anonime e concordi. E di nuovo accadono le cose solite: tutti accorriamo alla baracca, e ci mettiamo in fila colle gamelle tese, e tutti abbiamo una fretta animalesca di perfonderci i visceri con l’intruglio caldo, ma nessuno vuol essere il primo, perché al primo tocca la razione più liquida. Come al solito, il Kapo ci irride e ci insulta per la nostra voracità, e si guarda bene dal rimescolare la marmitta, perché il fondo spetta notoriamente a lui. Poi viene la beatitudine (positiva questa, e viscerale (12)) della distensione e del calore nel ventre e nella capanna intorno alla stufa rombante. I Y por fin, como un meteoro celeste, sobrenatural e impersonal como una señal divina, la sirena de mediodía estalla para consolar nuestro cansancio y nuestra hambre anónima y unánime. Y de nuevo suceden las cosas acostumbradas: corremos todos al barracón y nos ponemos en fila con las escudillas tendidas, y todos tenemos una prisa animal por mojarnos las vísceras con el brebaje caliente, pero nadie quiere ser el primero, porque al primero le toca la ración más líquida. Como de costumbre, el Kapo nos escarnece y nos insulta por nuestra voracidad. Y mucho se guarda de remover la marmita, porque el fondo lo reserva claramente para él. Después viene la beatitud (ésta positiva y visceral) de la distensión y del calor en la barriga y en la caseta en torno a la estufa crepitante. Los fumadores, Enfin, tel un météore céleste, surhumaine et impersonnelle comme un avertissement divin, retentit la sirène de midi, qui vient mettre un terme à nos fatigues et à nos faims anonymes et uniformes. Et de nouveau, la routine nous accourons tous à la baraque, et nous nous mettons en rang gamelle tendue, et nous mourons tous de l’envie animale de sentir le liquide chaud au plus profond de nos viscères, mais personne ne veut être le premier, parce que le premier a pour lot la ration la plus liquide. Comme d’habitude, le Kapo nous couvre de railleries et d’insultes pour notre voracité, et se garde bien de remuer le contenu de la marmite puisque le fond lui revient d’office. Puis vient la béatitude (positive, celle-là, et viscérale) de la souffle inexorablement détente et de la chaleur dans notre ventre et tout autour de nous, dans la cabane où le poêle ronfle. Les 54 notes 13 nessuno parli. « In generale era ben raro che qualcuno narrasse la propria vita, e poi anche la curiosità non era di moda, in certo qual modo non era negli usi, non era ammessa. Lì nessuno poteva far stupire nessuno» (Memorie, 21). 14 Come un cancro rapido e vorace. Eco di «Des visages rongés par les chancres du coeur» di Baudelaire (Correspondances)? 15 come vermi vuoti di anima. Il leitmotiv dell’«anima morta» all’interno della consolidata metafora zoologica. Si noti la potenza espressiva di questa doppia esclamazione: «Oh poter piangere! Oh poter affrontare il vento...». Il vento è in SQU un elemento di libertà: l’«affrontare il vento come un tempo facevamo» di questo paragrafo si contrappone simmetricamente all’andatura «curva in avanti per resistere meglio al vento» del cap. «L’ultimo», nota 2. 16 Si j’avey une chien. [La frase è in francese assai scorretto, e vale: «Se avessi un cane, non lo caccerei fuori». È stato detto poco prima che Resnyk parla male il francese]. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard fumatori, con gesti avari e pii, si arrotolano una magra sigaretta, e gli abiti di tutti, madidi di fango e di neve, fumano densi alla vampa della stufa, con odore di canile e di gregge. con gesto avaro y piadoso, lían un delgado cigarrillo, y toda nuestra ropa, empapada de nieve y de fango, humea densamente al calor de la estufa, con un olor de perrera y de rebaño. fumeurs, avec des gestes avares et pieux, roulent une maigre cigarette, et de tous nos habits, trempés de boue et de neige, s’élève à la chaleur du poêle une épaisse buée qui sent le chenil et le troupeau. Una tacita convenzione vuole che nessuno parli (13): in un minuto tutti dormono, serrati gomito a gomito, cascando improvvisi in avanti e riprendendosi con un irrigidirsi del dorso. Di dietro alle palpebre appena chiuse, erompono i sogni con violenza, e anche questi sono i soliti sogni. Di essere a casa nostra, in un meraviglioso bagno caldo. Di essere a casa nostra seduti a tavola. Di essere a casa e raccontare questo nostro lavorare senza [117] speranza, questo nostro aver fame sempre, questo nostro dormire di schiavi. Según un tácito acuerdo, nadie habla: pasado un minuto, todos duermen, apretados codo con codo, cayéndose de repente hacia delante y enderezándose con una sacudida de espaldas. Por detrás de los párpados apenas cerrados irrumpen violentamente los sueños, y éstos son también los de costumbre. Estar en nuestra casa, en un maravilloso baño caliente. Estar en nuestra casa sentados a la mes a . E s tar en casa y contar este trabajo sin esperanza, este tener siempre hambre, este dormir de esclavos. Un accord tacite veut que personne ne parle : en l’espace d’une minute, nous dormons tous, serrés coude à coude, avec de brusques chutes en avant, et des sursauts en arrière, le dos raidi. Derrière les paupières à peine closes, les rêves jaillissent avec violence, et une fois encore, ce sont les rêves habituels. Nous sommes chez nous, en train de prendre un merveilleux bain chaud. Nous sommes chez nous, assis à table. Nous sommes chez nous en train de raconter notre travail sans espoir, notre faim perpétuelle, notre sommeil d’esclaves. Poi, in seno ai vapori delle digestioni torpide, un nucleo doloroso si condensa, e ci punge, e cresce fino a varcare le soglie della coscienza, e ci toglie la gioia del sonno. «Es wird bald ein Uhr sein»: è quasi la una. Come un cancro rapido e vorace (14), fa morire il nostro sonno e ci stringe di angoscia preventiva: tendiamo l’orecchio al vento che fischia fuori e al leggero fruscio della neve contro il vetro, «es wird schnell ein Uhr sein». Mentre ognuno si aggrappa al sonno perché non ci abbandoni, tutti i sensi sono tesi nel raccapriccio del segnale che sta per venire, che è fuori della porta, che è qui... Luego, en el seno de los vapores de las digestiones torpes, un núcleo doloroso se condensa, y no punza, y crece hasta pasar los límites de la con ciencia y nos quita la alegría del sueño. Es wird bald ein Uhr sein: es casi la una. Como un cáncer rápido y voraz mata nuestro sueño y nos oprime angustiosamente: tendemos el oído al viento que silba fuera y al ligero roce de la nieve contra el cristal, es wird schnell ein Uhr sein. Mientras todos nos agarramos al sueño para que no nos abandone, tenemos los sentidos tensos en espera de la señal que va a llegar, que está fuera de la puerta, que está aquí... Et puis, au milieu des vapeurs lourdes de nos digestions, un noyau douloureux commence à se former, il nous oppresse, il grossit jusqu’à franchir le seuil de notre [74] conscience, et nous dérobe la joie du sommeil. «Es wird bald ein Uhr sein» : bientôt une heure. Comme un cancer rapide et vorace, il fait mourir notre sommeil et nous étreint d’une angoisse anticipée : nous tendons l'oreille au vent qui siffle dehors et au léger frôlement de la neige contre la vitre, «es wird schnell ein Uhr sein». Tandis que nous nous agrippons au sommeil pour qu’il ne nous abandonne pas, tous nos sens sont en alerte dans l’attente horrifiée du signal qui va venir, qui approche, qui... Eccolo. Un tonfo al vetro, Meister Nogalla ha lanciato contro la finestrella una palla di neve, ed ora sta rigido in piedi fuori, e tiene l’orologio col quadrante rivolto verso di noi. Il Kapo si alza in piedi, si stira, e dice, sommesso come chi non dubita di essere obbedito: - Alles heraus, -tutti fuori. Ya está. Un golpe contra el cristal, Meister Nogalla ha lanzado contra el ventanuco una bola de nieve y ahora está de pie, tieso, ahí afuera, y tiene el reloj en la mano vuelto hacia nosotros. El Kapo se pone en pie, se estira, y dice, en voz baja como quien no duda de que será obedecido: Alles heraus (todos afuera). Le voici. Un choc sourd contre la vitre, Meister Nogalla a lancé une boule de neige sur le carreau, et maintenant il nous attend dehors, raide, brandissant sa montre, le cadran tourné vers nous. Le Kapo se met debout, s’étire et dit sans hausser le ton, à la manière de ceux qui ne doutent pas d’être obéis : «Ailes heraus.» Tout le monde dehors. Oh poter piangere! Oh poter affrontare il vento come un tempo facevamo, da pari a pari, e non come qui, come vermi vuoti di anima! (l5) ¡Ah, poder llorar! ¡Ah, poder enfrentarse al viento como antes lo hacíamos de igual a igual, y no como aquí, como gusanos sin alma! Oh, pouvoir pleurer! Oh, pouvoir af f r o n t e r l e v e n t c o m m e n o u s l e faisions autrefois, d’égal à égal, et non pas comme ici, comme des vers sans âme ! Siamo fuori, e ciascuno riprende la sua leva. Resnyk [118] insacca la testa fra le spalle, si calca il berretto sugli orecchi, e leva il viso al cielo basso e grigio da cui turbina la neve inesorabile: - Si j’avey une chien, je ne le chasse pas dehors (16). [119] Estamos fuera, y cada uno vuelve a su palanca. Resnyk se encoge de hombros, se hunde el gorro hasta las orejas y levanta la cara al cielo bajo y gris del que cae la nieve inexorable: -Si j’avey une chien, je ne le chasse pas dehors. Nous sommes dehors, et chacun reprend son levier; Resnyk rentre la tête dans les épaules, enfonce son calot sur ses oreilles et lève les yeux vers le ciel bas et gris qui ses tourbillons de neige : «Si j’avey une chien, je ne le chasse pas dehors.» [75] 55 notes UNA BUONA GIORNATA 1 questione più semplice. «Senza un qualche scopo e senza l’aspirazione a raggiungerlo nessun uomo può vivere. Quando ha perduto lo scopo e la speranza, l’uomo, dall’angoscia, si trasforma non di rado in un mostro...» (Memorie, 309). Questo motivo, tratto da Dostoevskij, liberamente reinterpretato, è fra i prediletti da Levi; interminabile l’autocommento: il ricamo si prolunga, con interessantissime variazioni, per decenni. Innanzitutto verrà ripreso nel passaggio dall’edizione Antonicelli a quella Einaudi, nella sezione cronachistica con cui inizia SQU, vedi sopra, cap. « Il viaggio», nota 4: «Primo ufficio dell’uomo è perseguire i propri scopi con mezzi idonei» e sotto, cap. «I sommersi e i salvati», nota 26: «Ignari di scopo». Si veda poi, nel racconto Verso ovvidente di VF, la convinzione di Walter: «La vita non ha uno scopo; il dolore prevale sulla gioia; siamo tutti condannati a morte, a cui il giorno dell’esecuzione non è stato rivelato; siamo condannati ad assistere alla fine dei nostri più cari; le contropartite ci sono, ma sono scarse. Sappiamo tutto questo, eppure qualcosa ci protegge e ci sorregge e ci allontana dal naufragio. Che cosa è questa protezione? Forse solo l’abitudine: l’abitudine a vivere che si contrae nascendo» (I, 581). Su questo passo in particolare si sofferma R.Gordon, Etica cit., pp.317-319. Infine, in SES, nel capitolo su Améry: «Gli scopi di vita sono difesa ottima contro la morte: non solo in Lager» (II, 1108); ma cfr. anche Conversazioni, 198 dove lo sconfinamento autobiografico rende drammaticamente visibile la crisi dell’ultimo periodo. 2 Oggi e qui. Tra le anomalie, le possibili contraddizioni di SQU vi è l’incerto uso dell’avverbio «oggi», spesso unito, per effetto di latinismo (hic et nunc) all’avverbio «qui». L’ambiguità deriva dall’uso contiguo di due «oggi»: l’oggi del presente storico di chi parla dentro il Lager e l’oggi di chi scrive, dopo esserne uscito. Vedi meglio sotto, cap. « I sommersi e i salvati», note 11 e 25 e, soprattutto, cap. «Esame di chimica», nota 7. Come nei sogni, una determinazione temporale così sfuggente contribuisce ad alimentare il dubbio che sognbo e realtà si confondano e dal Lager non si esca mai, la libertà riconquistata essendo solo «breve tregua». Vi sono altri luoghi dove la temporalità è sfumata: «La persecuzione», ha scritto L.Strauss, « dà luogo a una particolare letteratura indirizzata non già al lettore qualunque, bensì esclusivamente al lettore fidato e intelligente» (Scrittura e persecuzione cit., p.30). 3 arrivare a primavera. Questo capitolo è da leggersi parallelamente al cap. «Stagione estiva» di Memorie, 273: «Ma ecco il principio di aprile, ecco che già s’avvicina. A poco a poco cominciano i lavori estivi. Il sole è ogni giorno più caldo e più luminoso, l’aria odora di primavera e fa un’azione irritante sull’organismo. Le belle giornate che sopravvengono agitano anche l’uomo in catene, fanno germogliare in lui non so che desideri, aspirazioni, angoscie. Pare che la nostalgia della libertà la si senta ancora più forte sotto i vividi raggi del sole che in una brutta giornata d’inverno o d’autunno...». 4. tenaci, ladri, saggi, feroci e solidali L’aggettivazione mista, di segno positivo e negativo rende la rotondità della vita, così come la intendevano i greci, il cui ottimismo subito comprensibile all’Italiano, contagia anche il Tedesco e lo induce a pensare che «il peggio sia passato». Gli ebrei di Salonicco, qui come in tutto SQU, sono il più valido antidoto a Darwin e alla lotta per la sopravvivenza. Levi non si arrende mai alla regola spietata dell’homo homini lupus; trova sempre delle vie di uscita, culturali, filosofiche (la sopravvivenza della felicità sia pure imperfetta, il non sovrapporsi di più dolori, il gioco del caso), o il semplice, londoniano «amore per la vita». 5 L’année prochaine à la maison!... par la Cheminée! [La frase è un’amara parodia dell’augurio che da millenni gli ebrei si scambiano a Pasqua: «L’anno prossimo a Gerusalemme»]. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard UNA BUONA GIORNATA Un día bueno UNE BONNE JOURNEE La persuasione che la vita ha uno scopo è radicata in ogni fibra di uomo, è una proprietà della sostanza umana. Gli uomini liberi dànno a questo scopo molti nomi, e sulla sua natura molto pensano e discutono: ma per noi la questione è più semplice (1). La convicción de que la vida tiene una finalidad está grabada en todas las fibras del hombre, es una propiedad de la sustancia humana. Los hombres libres llaman de muchas maneras a tal finalidad, y sobre su naturaleza piensan y hablan mucho: pero para nosotros la cuestión es muy simple. La conviction que la vie a u n but est profondément ancrée dans chaque fibre de l’homme, elle tient à la nature humaine. Les hommes libres donnent à ce but bien des noms différents, et s’interrogent inlassablement sur sa définition : mais pour nous la question est plus simple. Oggi e qui (2), il nostro scopo è di arrivare a primavera (3). [120] Aquí y hoy, nuestra finalidad es llegar a la primavera. Ici et maintenant, notre but, c’est d’arriver au printemps. Di altro, ora, non ci curiamo. Dietro a questa meta non c’è, ora, altra meta A1 mattino, quando, in fila in piazza dell’Appello, aspettiamo senza fine l’ora di partire per il lavoro, e ogni soffio di vento penetra sotto le vesti e corre in brividi violenti per i nostri corpi indifesi, e tutto è grigio intorno, e noi siamo grigi; al mattino, quando è ancor buio, tutti scrutiamo il cielo a oriente a spiare i primi indizi della stagione mite, e il levare del sole viene ogni giorno commentato: oggi un po’ prima di ieri; oggi un po’ più caldo di ieri; fra due mesi, fra un mese, il freddo ci darà tregua, e avremo un nemico di meno. De otras cosas, ahora, no nos preocupamos. Detrás de esta meta no hay, ahora, otra meta. Por la mañana, cuando en formación en la plaza de la Lista esperamos sin fin la hora de ir al trabajo, y cada soplo del viento se nos mete por debajo de la ropa y recorre en escalofríos violentos nuestros cuerpos indefensos, y todo alrededor está gris, y nosotros estamos grises; por la mañana, cuando todavía está oscuro, todos escrutamos el cielo hacia oriente acechando los primeros indicios de la dulce estación, y la salida del sol es comentada todos los días: hoy un poco antes que ayer; hoy un poco más caliente que ayer; dentro de dos meses, dentro de un mes, el frío nos dará tregua y tendremos un enemigo menos. Pour le moment, nous n’avons pas d’autre souci. Au-delà de cet objectif, point d’autre objectif pour le moment. Lorsque, au petit matin, en rang sur la place de l’Appel, nous attendons interminablement l’heure de partir au travail, tandis que chaque souffle de vent pénètre sous nos vêtements et secoue de frissons violents nos corps sans défense, gris dans le gris qui nous entoure ; au petit matin, alors qu’il fait encore nuit, tous les visages scrutent le ciel à l’est, pour guetter les premiers indices de la saison douce, et chaque jour le lever du soleil alimente les commentaires : aujourd’hui un peu plus tôt qu’hier; aujourd’hui un peu plus chaud qu’hier; d’ici deux mois, d’ici un mois, le froid nous laissera quelque répit et nous aurons un ennemi de moins. Oggi per la prima volta il sole è sorto vivo e nitido fuori del l’orizzonte di fango. E un sole polacco freddo bianco e lontano, e non riscalda che l’epidermide, ma quando si è sciolto dalle ultime brume un mormorio è corso sulla nostra moltitudine senza colore, e quando io pure ho sentito il tepore attraverso i panni, ho compreso come si possa adorare il sole. Hoy, por primera vez, el sol ha surgido vivo y nítido fuera del horizonte de barro. Es un sol polaco, frío, blanco y lejano, y no nos calienta más que la epidermis, pero cuando se ha deshecho de las últimas brumas ha corrido un murmullo por nuestra multitud sin color, y cuando incluso yo he sentido su tibieza a través de mi ropa, he comprendido que se pueda adorar al sol. Aujourd’hui pour la première fois, le soleil s’est levé vif et clair au-dessus de l'horizon de boue. C’est un soleil polonais, blanc, froid, lointain, qui ne réchauffe que la peau, mais lorsqu’il s’est dégagé des dernières brumes, un murmure a parcouru notre multitude incolore, et quand à mon tour j’en ai senti la tiédeur à travers mes vêtements, j’ai compris qu’on pouvait adorer le soleil. - Das Schlimmste ist vorüber, dice Ziegler tendendo al sole le spalle aguzze: il peggio è passato. Accanto a noi è un gruppo di greci, di questi ammirevoli e terribili[121]ebrei Saloniki tenaci, ladri, saggi, feroci e solidali (4), così determinati a vivere e così spietati avversari nella lotta per la vita; di quei greci che hanno prevalso nelle cucine e in cantiere, e che perfino i tedeschi rispettano e i polacchi temono. Sono al loro terzo anno di campo, e nessuno sa meglio di loro che cosa è il campo; ora stanno stretti in cerchio, spalla a spalla, e cantano una delle loro interminabili cantilene. Das Schlimmste ist vorüber, dice Ziegler, estirando al sol los hombros puntiagudos: lo peor ha pasado. Junto a nosotros hay un grupo de griegos, de esos admirables y terribles judíos salónicos, tenaces, ladrones, prudentes, feroces y solidarios, tan decididos a vivir y tan despiadados adversarios en la lucha por la vida; de esos griegos que han sobrevivido, en las cocinas y en las canteras; y que hasta los alemanes respetan y los polacos temen. Hace tres años que están en el campo, y nadie mejor que ellos sabe lo que es el campo; ahora están reunidos, apiñados en un corro, hombro contra hombro, y cantan una de sus cantilenas interminables. - Das Schlimmste ist vorùber, dit Ziegler en offrant au [76] soleil ses épaules anguleuses : le pire est passé. Nous avons à nos côtés un groupe de Grecs, de ces admirables et terribles juifs de Salonique, tenaces, voleurs, sages, féroces et solidaires, si acharnés à vivre et si impitoyables dans la lutte pour la vie ; de ces Grecs qu’on trouve partout aux premières places, aux cuisines comme sur les chantiers, respectés par les Allemands et redoutés des Polonais. Us en sont à leur troisième année de détention, et ils savent mieux que quiconque ce qu’est le Lager. Les voici maintenant regroupés en cercle, épaule contre épaule, en train de chanter une de leurs interminables cantilènes. Felicio il greco mi conosce: L’ a n n é e p r o c h a i n e à l a m a i s o n ! - mi grida; ed aggiunge: -... à la maison par la Cheminée! (5) - Felicio è stato a Birkenau. E continuano a cantare, e battono i piedi in cadenza e si ubriacano di canzoni. Felicio, el griego, me conoce: - L’ a n n é e p ro c h a i n e à l a maison! -me grita, y añade-: ...à la maison par la cheminée! Felicio ha estado en Birkenau. Y siguen cantando. Y dan golpes con los pies rítmicamente, y se embriagan de canción. Felicio le Grec me connaît : « L’ a n n é e p ro c h a i n e à l a m a i s o n ! m e c r i e - t - i l ; e t i l a j o u t e : . . . à la maison par la cheminée!» Fe l i c i o a é t é à B i r k e n a u . E t e n s e m b l e i l s c o n t i n u e n t à c h a n t e r, tapent du pied en cadence et se soûlent de chansons. Quando siamo finalmente usciti dalla grande porta del campo, il sole era discretamente alto e il cielo sereno. Si vedevano a mezzogiorno le montagne; a ponente, familiare e i n c o n g r u o , i l c a m p a n i l e di Cuando por fin hemos salido por la gran puerta del campo el sol estaba discretamente alto y el cielo sereno. A medio d í a s e v e í a n l a s montañas; al poniente, familiar e incongruente, el campanario de Lorsque, enfin, nous sommes sortis par la grande porte du camp, le soleil était déjà assez haut et le ciel serein. On voyait les montagnes au sud, et à l'ouest, familier et incongru, le clocher 56 notes 6 (qui un campanile!). [Beninteso, è il campanile della città di Auschwitz, visibile in lontananza dal campo]. 7 la negazione della bellezza. I pensieri nel Lager sono spesso ispirati dalle condizioni climatiche, come osserva Segre, 71: «Nel grigiore dominante, un raggio di sole, un preannuncio di primavera possono equivalere a una speranza». 8 noi siamo gli schiavi degli schiavi. II passaggio alla prima persona plurale sottolinea la citazione nascosta da Es. 1, 8-14 sugli schiavi costretti a costruire le piramidi in Egitto e dà il senso della collettività biblica. 5:15 9 téglak. Ritorna l’elenco rabelaisiano: prima il pane, adesso, secondo il cliché tratto dall’epifania di Panurge, il mattone. Vedi sopra, cap. «Iniziazione», nota 4, ma il motivo è ripreso nell’ultimo scorcio del cap. «Il canto di Ulisse», dove la zuppa di cavoli e rape sarà nominata dagli affamati in tedesco, francese e polacco. Sull’uso «materico» delle lingue cfr. Segre 73-74, che insiste molto sulla «continua creolizzazione di due lingue mescolate per farsi capire, sugli incastri fra una lingua e l’altra con tutte le varietà realizzate (tedesco deformato da ungheresi, francese deformato da polacchi e greci)». L’elenco disordinato di oggetti in molte lingue è sempre il segnale della presenza di Rabelais, qui «normalizzata» dalle citazioni testamentarie [Anche in questa pagina si rivive una «nuova Bibbia», e dalla continuità con l’antica l’autore e i suoi compagni traggono un momentaneo ma solenne conforto]. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Auschwitz (qui, un campanile! (6)) e tutto intorno i palloni frenati dello sbarramento. I fumi della Buna ristagnavano nell’aria fredda, e si ved e v a a n c h e u n a f i l a d i colline basse, verdi di foreste: e a noi si è stretto il cuore, perché tutti sappiamo che là è Birkenau, che là sono finite le nostre [ 1 2 2 ] d o n n e , e p r e sto anche noi vi finiremo: ma non siamo abituati a vederlo. Auschwitz (¡un campanario aquí!) y todo alrededor los globos cautivos de las vallas. Los humos de la Buna se estancaban en el aire frío y se veía también una fila de colinas bajas, verdes de bosques: y se nos ha encogido el corazón, porque todos sabemos que aquello es Birkenau, que allí han terminado nuestras mujeres y que pronto también nosotros terminaremos allí: pero no estamos acostumbrados a verlo. d ’ A u s c h w i t z ( u n c l o c h e r, i c i ! ) , puis, tout autour, les ballons captifs du barrage. Les fumées de la Buna stagnaient dans l’air froid et on apercevait une file de collines basses et verdoyantes. Nous avons eu le coeur serré : nous avons beau savoir que là-bas, c’est le Lager de Birkenau, là où nos femmes ont disparu, là où nous finirons bientôt nous aussi, nous ne sommes pas habitués à le voir. Per la prima volta ci siamo accorti che, ai due lati della strada, anche qui i prati sono verdi: perché, se non c’è sole, un prato è come se non fosse verde. Por primera vez nos hemos dado cuenta de que, a los dos lados de la carretera, también aquí los prados están verdes: porque, si no hay sol, un prado es como si no fuese verde. Pour la première fois, nous nous sommes aperçus qu’ici aussi, des deux côtés de la route, les prés sont verts : car un pré sans soleil ne saurait être vert. La Buna no: la Buna è disperatamente ed essenzialmente opaca e grigia. Questo sterminato intrico di ferro, di cemento, di fango e di fumo è la negazione della bellezza (7). Le sue strade e i suoi edifici si chiamano come noi, con numeri o lettere, o con nomi disumani e sinistri. Dentro al suo recinto non cresce un filo d’erba, e la terra è impregnata dei succhi velenosi del carbone e del petrolio, e nulla è v i v o s e n o n macchine e schiavi: e più quelle di questi. La Buna no: la Buna es desesperada y esencialmente opaca y gris. Este desmesurado enredo de hierro, de cemento, de barro y de humo es la negación de la belleza. Sus calles y sus edificios se llaman como nosotros, con números o letras, o con nombres inhumanos y siniestros. Dentro de su recinto no crece una brizna de hierba, y la tierra está impregnada por los jugos venenosos del carbón y del petróleo, y nada más que las máquinas y los esclavos están vivos: y más aquéllas que éstos. La Buna, elle, n’a pas changé : la Buna est désespérément et intrinsèquement grise et opaque. Cet interminable enchevêtrement de fer, de ciment, de boue et de fumée est la négation même de la beauté. Ses rues et ses bâtiments portent comme nous des numéros ou des lettres, ou des noms inhumains et sinistres. Nul brin d’herbe ne pousse à l’intérieur de son enceinte, la terre y est imprégnée des résidus vénéneux du charbon et du pétrole et rien n’y vit en dehors des machines et des esclaves, et les esclaves moins encore que les machines. La Buna è grande come una città; vi lavorano, oltre ai dirigenti e ai tecnici tedeschi, quarantamila stranieri, e vi si parlano quindici o venti linguaggi. Tutti gli stranieri abitano in vari Lager, che alla Buna fanno corona: il Lager dei prigionieri di guerra inglesi, il Lager delle donne ucraine, il Lager dei francesi volontari, e altri che noi non conosciamo. Il nostro Lager Judenlager, Vernichtungslager, Kazett) fornisce da solo diecimila lavoratori, che vengono da tutte le nazioni d’Europa; e noi siamo gli schiavi degli schiavi (8), a cui tutti possono comandare, e il nostro nome è il numero che portiamo tatuato sul braccio e cucito sul petto. La Buna es grande como una ciudad; allí trabajan, además de los dirigentes y los técnicos alemanes, cuarenta mil extranjeros, y se hablan quince o veinte idiomas. Todos los extranjeros viven en distintos Lagers, que rodean la Buna como una corona: el Lager de los prisioneros de guerra inglesa, el Lager de las mujeres ucranianas, el Lager de los voluntarios franceses, y otros que no conocemos. Nuestro Lager (Judenlager, Ve r n i c h t u n s l a g e r , Kazett) aporta, sólo él, diez mil trabajadores, que provienen de todas las naciones de Europa; y nosotros somos los esclavos de los esclavos, a quienes todos pueden mandar, y nuestro nombre es el número que llevamos tatuado en el brazo y cosido en el pecho. La Buna est aussi grande qu’une ville. Outre les cadres et les techniciens allemands, quarante mille étrangers y [77] travaillent, et on y parle au total quinze à vingt langues. Tous les étrangers habitent dans les différents Lager qui entourent la Buna : le Lager des prisonniers de guerre anglais, le Lager des Ukrainiennes, le Lager des travailleurs volontaires français, et d’autres que nous ne connaissons pas. Notre propre Lager (Judenlager, Vernichtungslager, Kazett) fournit à lui seul dix mille travailleurs qui viennent de tous les pays d’Europe ; et nous, nous sommes les esclaves des esclaves, ceux à qui tout le monde peut commander, et notre nom est le numéro que nous portons tatoué sur le bras et cousu sur la poitrine. La Torre del Carburo, che sorge in mezzo alla Buna e la cui sommità è raramente visibile in mezzo alla nebbia, [123] siamo noi che l’abbiamo costruita. I suoi mattoni sono stati chiamati Ziegel, briques, tegula, cegli, kamenny, bricks, téglak (9), e l’odio li ha cementati; l’odio e la discordia, come la Torre di Babele, e così noi la chiamiamo Babelturm, Bobelturm; e odiamo in essa il sogno degente di grandezza dei nostri padroni, il loro disprezzo di Dio e degli uomini, di noi uomini. La Torre del Carburo, que surge en medio de la Buna y cuyo piná c u l o e s r a r a m e n t e v i s i b l e e n t re la niebla, la hemos construido nosotros. Sus ladrillos han s i d o l l a m ados Ziegel, briques, tegula, cegli, kamenny, bricks, téglak, y el odio los ha cimentado; el odio y la discordia, como la Torre de Babel y así la llamamos: Babelturm, Bobelturm; y odiamos en ella el demente sueño de grandeza de nuestros amos, su desprecio de Dios y de los hombres, de nosotros los hombres. La Tour du Carbure, qui s’élève au centre de la Buna et dont le sommet est rarement visible au milieu du brouillard, c’est nous qui l'avons construite. Ses briques ont été appelées Ziegel, mattoni, tegula, cegli, kamenny, bricks, téglak, et c’est la haine qui les a cimentées ; la haine et la discorde, comme la Tour de Babel, et c’est le nom que nous lui avons donné : Babelturm, Bobelturm. En elle nous haïssons le rêve de grandeur insensée de nos maîtres, leur mépris de Dieu et des hommes, de nous autres hommes. E oggi ancora, così come nella favola antica, noi tutti sentiamo che i tedeschi stessi sentono, che una maledizione, non trascendente e divina, ma immanente e storica, pende sulla insolente compagine, fondata sulla confusione dei linguaggi ed eretta a sfida del cielo come una Y todavía hoy, como en aquella fábula antigua, todos nosotros sentimos, y los mismos alemanes sienten, que una maldición no trascendente y divina sino inmanente e histórica se cierne sobre la insolente trabazón, fundada en la confusión de las lenguas y erigida desafiando al cielo como una Aujourd’hui encore comme dans l’antique légende, nous sentons tous, y compris les Allemands, qu’une malédiction, non pas transcendante et divine, mais immanente et historique, pèse sur cet insolent assemblage, fondé sur la confusion des langues et dressé comme un défi au ciel, comme un 57 notes 10 come una bestemmia di pietra. Qui, per estensione, la favola antica è il racconto veterotestamentario di Gen. 11, 1-9, adornato da altre memorie di bibliche pietrificazioni (la moglie di Lot). Il consueto processo di secolarizzazione, già riscontrato negli ultimi versi della poesia in epigrafe, connota la «maledizione immanente e storica» del successivo paragrafo. L’«altro modo di dire io», la sovrapposizione con la voce di Dio è percepibile, sebbene in maniera meno evidente: la voce di chi racconta è l’unica legittimata a trasmettere a futura memoria la maledizione, sia pure nella veste immanente e storica della poesia Shemà. La Torre del Carburo rappresenta il «sogno demente di grandezza» dei tedeschi, ma è l’autore a denunciare, con il tono solenne della Bibbia, «il loro disprezzo di Dio e degli uomini». 11 tale è la natura umana... secondo una legge prospettica definita. Viene ripreso, e millimetricamente radiografato, il ragionamento sulla «felicità imperfetta» (vedi sopra, cap. «Il viaggio», nota 21), con una sottile variazione intorno al piacere (felicità) e al dolore (infelicità), modulata anche qui, sembrerebbe su temi tratti dal sensismo e rifluiti nella leopardiana «teoria del piacere» dello Zibaldone: «È manifesto perché tutti i beni paiano bellissimi e sommi da lontano, e l’ignoto sia più bello del noto [...1 L’anima s’immagina quello che non vede, che quell’albero, quella siepe, quella torre gli nasconde...» (165-172). Il filtro, questa volta, è fornito dalla natura stessa, incapace di sommare insieme i dolori e le pene, ma incline a disporre gerarchicamente «i minori dentro i maggiori», dunque ancora un guscio. Esempio della capacità di «descrivere gli stati più sfuggenti e scivolosi della coscienza, le contraddizioni del sentimento, i passaggi fra realtà e sogno» (Segre, 71) è uno dei documenti più alti della capacità introspettiva di Levi. Come dice Gordon (Etica cit., p.315), qui come altrove, vi è in azione una prospettiva centrifuga: si esce dal Lager, si confronta il «dentro» con il «fuori» («nella vita libera»). Un ultimo rintocco sul tema della « felicità positiva» verrà all’inizio del cap. « Kraus» (vedi sotto, nota 2). 12 il boccone di cui è grave. «Grave» è detto in senso dantesco, come il gigante Briaréo è «grave alla terra» (Purg. XII, 30). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard bestemmia di pietra (10). [124] blasfemia de piedra. blasphème de pierre. Come diremo, dalla fabbrica di Buna, attorno a cui per quattro anni i tedeschi si adoperarono, e in cui noi soffrimmo e morimmo innumerevoli, non uscì mai un chilogrammo di gomma sintetica. Como ya diremos, de la fábrica de la Buna, por la cual se afanaron los alemanes durante cuatro años y en donde sufrimos y morimos miles de nosotros, no salió nunca un solo kilo de goma sintética. Ainsi qu’on le verra, de l’usine de la Buna, sur laquelle les Allemands s’acharnèrent pendant quatre ans et dans laquelle une innombrable quantité d’entre nous souffrirent et moururent, il ne sortit jamais un seul kilo de caoutchouc synthétique. Ma oggi le eterne pozzanghere, su cui trema un velo iridato di petrolio, riflettono il cielo sereno. Tubi, travi, caldaie, ancora freddi del gelo della notte, sono grondanti di rugiada. La terra smossa degli scavi, i mucchi di carbone, i blocchi di cemento, esalano in lieve nebbia l’umidità dell’inverno. Pero hoy los eternos charcos, sobre los que tiembla un velo irisado de petróleo, reflejan el cielo sereno. Las vigas, las calderas, los tubos todavía fríos del hielo nocturno, chorrean rocío. La tierra removida de las zanjas, los montones de carbón, los bloques de cemento, exhalan en una leve niebla la humedad del invierno. Aujourd’hui pourtant, les flaques éternelles où tremble un reflet irisé de pétrole renvoient l'image d’un ciel serein. Les canalisations, les poutrelles, les chaudières, encore froides du gel nocturne, dégouttent de rosée. De la terre fraîche des déblais, des tas de charbon et des blocs de ciment, l’humidité de l’hiver s’exhale en un léger brouillard. Oggi è una buona giornata. Ci guardiamo intorno, come ciechi che riacquistino la vista, e ci guardiamo l’un l’altro. Non ci eravamo mai visti al sole: qualcuno sorride. Se non fosse della fame! Hoy es un buen día. Miramos a l r e d e d o r, c o m o c i e g o s q u e recobran la vista, y nos miramos unos a otros. Nunca nos habíamos visto al sol: algunos sonríen. ¡Si no fuese por el hambre! Aujourd’hui, c’est une bonne journée. Nous regardons autour de nous comme des aveugles qui recouvrent la vue, et nous nous entreregardons. Nous ne nous étions jamais [78] vus au soleil : quelqu’un sourit. Si seulement nous n’avions pas faim! Poiché tale è la natura umana, che le pene e i dolori simultaneamente sofferti non si sommano per intero nella nostra sensibilità, ma si nascondono, i minori dietro i maggiori, secondo una legge prospettica definita (11). Que[125]sto è provvidenziale, e ci permette di vivere in campo. Ed è anche questa la ragione per cui così spesso, nella vita libera, si sente dire che l’uomo è incontentabile: mentre, piuttosto che di una incapacità umana per uno stato di benessere assoluto, si tratta di una sempre insufficiente conoscenza della natura complessa dello stato di infelicità, per cui alle sue cause, che sono molteplici e gerarchicamente disposte, si dà un solo nome, quello della causa maggiore; fino a che questa abbia eventualmente a venir meno, e allora ci si stupisce dolorosamente al vedere che dietro ve n’è un’altra; e in realtà, una serie di altre. Porque así es la naturaleza humana, las penas y los dolores que se sufren simultáneamente no se suman por entero en nuestra sensibilidad, sino que se esconden, los menores detrás de los mayores, según una ley de perspectiva muy clara. Es algo providencial y que nos permite vivir en el campo. Y también es ésta la razón por la cual con tanta frecuencia, en la vida en libertad, se oye decir que el hombre es insaciable: mientras, más que de una incapacidad humana para el estado de bienestar absoluto, se trata de un conocimiento siempre insuficiente de la naturaleza compleja del estado de desgracia, por lo cual a causas que son múltiples y ordenadas jerárquicamente se les da un solo nombre, el de la causa mayor; hasta que ésta llegue a desaparecer, y entonces uno se asombra dolorosamente al ver que detrás de una hay otra; y en realidad, muchas otras. Car la nature humaine est ainsi faite, que les peines et les souffrances éprouvées simultanément ne s’additionnent pas totalement dans notre sensibilité, mais se dissimulent les unes derrière les autres par ordre de grandeur décroissante selon les lois bien connues de la perspective. Mécanisme providentiel qui rend possible notre vie au camp. Voilà pourquoi on entend dire si souvent dans la vie courante que l’homme est perpétuellement insatisfait : en réalité, bien plus que l’incapacité de l’homme à atteindre à la sérénité absolue, cette opinion révèle combien nous connaissons mal la nature complexe de l’état de malheur, et combien nous nous trompons en donnant à des causes multiples et hiérarchiquement subordonnées le nom unique de la cause principale ; jusqu’au moment où, celle-ci venant à disparaître, nous découvrons avec une douloureuse surprise que derrière elle il y en a une autre, et même toute une série d’autres. Perciò, non appena il freddo, che per tutto l’inverno ci era parso l’unico nemico, è cessato, noi ci siamo accorti di avere fame: e, ripetendo lo stesso errore, così oggi diciamo: «Se non fosse della fame!...» Por eso, aún no acaba de cesar el frío, que durante todo el invierno nos ha parecido el único enemigo, y ya nos damos cuenta de que tenemos hambre: y, repitiendo el mismo error, decimos hoy: «¡Si no fuese por el hambre!»... Aussi le froid - le seul ennemi, pensions-nous cet hiver - n’a-t-il pas plus tôt cessé que nous découvrons la faim et, retombant dans la même erreur, nous disons aujourd’hui : «Si seulement nous n’avions pas faim !...» Ma come si potrebbe pensare di non aver fame? il Lager è la fame: noi stessi siamo la fame, fame vivente. Pero ¿cómo podría pensarse en no tener hambre? El Lager es el hambre: nosotros somos el hambre, un hambre viviente. Mais comment pourrions-nous imaginer ne pas avoir faim ? Le Lager est la faim : nous-mêmes nous sommes la faim, la faim incarnée. Al di là della strada lavora una draga. La benna, sospesa ai cavi, spalanca le mascelle dentate, si libra un attimo come esitante nella scelta, poi si avventa alla terra a rgillosa e morbida, e azzanna vorace, mentre dalla cabina di comando sale uno sbuffo soddisfatto di fumo bianco e denso. Poi si rialza, fa un mezzo giro, vomita a tergo il boccone di cui è grave (12), e ricomincia. Más allá de la carretera está funcionando una excavadora. Su cesta, suspendida de los cables, abre las mandíbulas dentadas, se queda un momento como dudando en la elección, luego se lanza sobre la tierra arcillosa y blanda y la muerde vorazmente, mientras de la cabina de mando sale un bufido satisfecho de humo blanco y denso. Luego se alza, gira a medias, vomita por la trasera el bocado de que está cargada y vuelve a empezar. De l’autre côté de la route une drague est en train de manoeuvrer. La benne, suspendue aux câbles, ouvre toutes grandes ses mâchoires dentées, se balance un instant, comme indécise, puis fond sur la terre argileuse et molle, et mord dedans avec voracité, tandis que la cabine de commandes éructe avec satisfaction une épaisse bouffée de fumée blanche. Puis la benne remonte, décrit un demi-cercle, recrache derrière elle son énorme bouchée et recommence. Appoggiati alle nostre pale, noi Apoyados en las palas, nos que- Appuyés à nos pelles, nous 58 notes 13 pasto della draga. Questa metafora della benna, punto culminante delle riflessioni di Levi sulla fame in Lager, è di non semplice interpretazione. La gola spaventosa della draga assomiglia alla smisurata bocca di Pantagruele visitata da Alcofribas, Libro 11, cap. 32 ripresa in RR (II, 1363 e 1431-1434; mala visita di Alcofribas è con toni altrettanto comici cit. anche in una lettera, molto importante, a Giulio Bollati, pubblicata da Belpoliti, II, 1577); si nota altresì un aspetto vagamente cinematografico, quasi disneyano più che dantesco (sebbene sia chiaro il rinvio al «fiero pasto» di Ugolino). L’anima degli oggetti: fiori che ridono, alberi che parlano, macchine che comunicano sensazioni. È un motivo, fra l’altro ricorrente in molta letteratura ebraico-piemontese. Si ricordi, en passant, per una certa vaga somiglianza A.Zargani, Per violino solo, il Mulino, Bologna 1995, p.14: «Risero tutti, il papà, la mamma; quando sbocciarono, si sganasciarono persino le “bocche di leone”. E lo fanno tuttora quando le incontro nei prati». Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard stiamo a guardare affascinati. A ogni morso della benna, le bocche si socchiudono, i pomi d’Adamo danzano i n s u e p o i i n g i ù , miseramente visibili sotto la pelle floscia. Non riusciamo a svincolarci dallo spettacolo del pasto della draga (13). [126] damos mirándola fascinados. A cada mordisco de la cesta las bocas se cierran, las nueces suben y bajan miserablemente en las gargantas, visibles bajo la piel fláccida. No conseguimos sustraernos al espectáculo de la comida de la excavadora. regardons, fascinés. A chaque coup de dent de la benne, les bouches s’entrouvrent, les pommes d’Adam montent et descendent, pitoyablement visibles sous la peau distendue. Nous n’arrivons pas à nous arracher au spectacle du repas de la drague. Sigi ha diciassette anni, ed ha più fame di tutti quantunque riceva ogni sera un po’ di zuppa da un suo protettore, verosimilmente non disinteressato. Aveva cominciato col parlare della sua casa di Vienna e di sua madre, ma poi è scivolato nel tema della cucina e ora racconta senza fine di non so che pranzo nuziale, e ricorda. con genuino rimpianto, di non aver finito il terzo piatto di zuppa di fagioli. E tutti lo fanno tacere, e non passano dieci minuti, che Bela ci descrive la sua campagna ungherese, e i campi di granoturco, e una ricetta per fare la polenta dolce, con la meliga tostata, e il lardo, e le spezie, e... e viene maledetto, insultato, e comincia un terzo a raccontare... Sigi tiene diecisiete años y es el más hambriento aunque recibe cada tarde un poco de potaje que le da un protector suyo, verosímilmente no desinteresado. Había empezado a hablar de su casa de Viena y de su madre, pero luego ha pasado al tema de la cocina y ahora nos habla sin parar de no sé qué banquete de bodas y recuerda, con verdadero desconsuelo, que no terminó el tercer plato de potaje de habas. Todos lo mandan callar, y no han pasado diez minutos cuando Bela nos describe su campiña húngara, y los campos de maíz, y una receta para hacer polenta dulce con maíz tostado, y manteca, y especias, y... y lo insultan, lo maldicen, y hay otro que empieza a contar... Sigi a dix-sept ans, et bien qu’il reçoive tous les soirs un peu de soupe d’un protecteur vraisemblablement non [79] désintéressé, c’est le plus affamé de tous. Il avait commencé par parler de sa maison à Vienne et de sa mère, puis il a obliqué sur le chapitre de la cuisine, et le voilà maintenant fourvoyé dans le récit sans fin de je ne sais quel repas de noces au cours duquel - et il en parle avec un regret sincère - il n’avait pas fini sa troisième assiettée de soupe aux haricots. Tout le monde le fait taire, mais dix minutes plus tard, c’est Bêla qui nous décrit sa campagne hongroise, et les champs de maïs, et une recette pour préparer la polenta douce, avec du maïs grillé, et du lard, et des épices, et... et les insultes et les malédictions pleuvent, et un troisième commence à raconter... Come è debole la nostra carne! Io mi rendo conto appieno di quanto siano vane queste fantasie di fame, ma non mi posso sottrarre alla legge comune, e mi danza davanti agli occhi la pasta asciutta che avevamo appena cucinata, Vanda, Luciana, Franco ed io, in Italia al campo di smistamento, quando ci è giunta a un tratto la notizia che all’indomani saremmo partiti per venire qui; e stavamo mangiandola (era così buona, gialla, solida) e abbiamo smesso, noi sciocchi, noi insensati: se avessimo saputo! E se ci dovesse succedere un’altra volta... Assurdo; se una cosa è certa al mondo, è bene questa; che non ci succederà un’altra volta. [127] ¡Qué débil es la carne! Yo me doy perfecta cuenta de cuán vanas son estas imaginaciones del hambre, pero no puedo sustraerme a la ley común, y ante los ojos me baila la pasta asciutta que acabábamos de hacer Vanda, Luciana, Franco y yo, en Italia, en el campo de espera, cuando nos dieron la noticia repentina de que al día siguiente teníamos que salir para venir aquí; y estábamos comiéndola (estaba tan buena, amarilla, sólida) y la dejamos, necios de nosotros, insensatos: ¡si hubiésemos sabido! Y si ocurriese otra vez ... Ab surdo; si hay una cosa segura en el mundo es ésta: que no nos sucederá otra vez. Comme notre chair est faible ! Je me rends parfaitement compte combien sont vaines ces imaginations d’affamés, mais je n’en suis pas moins soumis à la loi commune, et voilà que danse devant mes yeux le plat de pâtes que nous venions de préparer, Vanda, Luciana, Franco et moi, au camp de transit, quand on est venu nous annoncer que nous devions partir le lendemain pour venir ici ; nous étions en train de les manger (et elles étaient si bonnes, bien jaunes, fermes) et nous ne les avons pas finies, imbéciles, fous que nous étions : si nous avions su... Et si ça devait nous arriver une autre fois... Mais c’est absurde ; si une chose est certaine en ce monde, c’est bien que ça ne nous arrivera jamais une autre fois. Pischer, l’ultimo arrivato, cava di tasca un involto, confezionato con la minuzia degli ungheresi, e dentro c’è mezza razione di pane: la metà del pane di stamattina. È ben noto che solo i Grossi Numeri conservano in tasca il loro pane; nessuno di noi anziani è in grado di serbare il pane per un’ora. Varie teorie circolano per giustificare questa nostra incapacità: il pane mangiato a poco per volta non si assimila del tutto; la tensione nervosa necessaria per conservare il pane, avendo fame, senza intaccarlo, è nociva e debilitante in alto grado; il pane che diviene raffermo perde rapidamente il suo valore alimentare, per cui, quanto prima viene ingerito, tanto più risulta nutriente; Alberto dice che la fame e il pane in tasca sono addendi di segno contrario (14), che si elidono automaticamente a vicenda e non possono coesistere nello stesso individuo; i più, infine, a ffermano giustamente che lo stomaco è la cassaforte più sicura contro i furti e le estorsioni. Moi, on m’a jamais volé mon pain! - ringhia David battendosi lo stomaco concavo: ma non può Fischer, el último que ha llegado, se saca del bolsillo un envoltorio, preparado con la minuciosidad de los húngaros, y dentro hay media ración de pan: la mitad del pan de esta mañana. Es bien sabido que sólo los Números Altos son capaces de quedarse con el pan en el bolsillo; ninguno de nosotros, los antiguos, está en condiciones de conservar el pan durante una hora entera. Varias teorías circulan para justificar esta incapacidad nuestra: el pan comido poco a poco a veces no se asimila del todo; la tensión nerviosa necesaria para guardar el pan, sin atacarlo cuando se tiene hambre, es nociva y debilitante en grado sumo; el pan endurecido pierde rápidamente su valor alimenticio, por lo que cuanto antes es ingerido tanto más nutritivo, resulta; Alberto dice que el hambre y el pan en el bolsillo son cantidades de signo contrario, que se neutralizan automáticamente y no pueden coexistir en el mismo individuo; y muchos, en fin, afirman justamente que el estómago es la caja fuerte más segura contra los robos y las extorsiones. -Moi, on m’a jamais volé mon pain! -gruñe David golpeándose el estómago cóncavo: pero no puede apar- Fischer, le dernier arrivé, tire de sa poche un paquet confectionné avec la minutie caractéristique des Hongrois et en sort une demi ration de pain : la moitié du pain de ce matin. Il n’y a que les Gros Numéros, c’est bien connu, qui conservent leur pain en poche ; nous autres, les anciens, nous ne sommes pas même capables de le garder une heure. Différentes théories tentent de justifier cette incapacité : le pain qu’on mange petit à petit n’est pas complètement assimilé par l’organisme ; la tension nerveuse dépensée pour conserver son pain sans l’entamer tout en ayant faim est nocive et débilitante au plus haut point ; le pain rassis perd rapidement de son pouvoir nutritif, si bien que plus vite il est ingéré, plus il est nourrissant ; pour Albert, la faim et le pain en poche sont des termes qui se neutralisent automatiquement l’un l’autre, et qui ne peuvent donc coexister chez un même individu ; la plupart, enfin, soutiennent à juste titre que [80] l’estomac est le coffre-fort le plus sûr contre les vols et les extorsions. «Moi, on m’a jamais volé mon pain!» ricane David en tapant sur son estomac creux : mais il n’arrive pas à quitter 10:40 rassir: v calm 2 secarse, rassis: (durci) adj stale rasseoir: v sit down again 2 (replacer) v put back 14 addendi di segno contrario. La metafora algebrica rielabora il concetto non nuovo degli estremi che s’incontrano, della coincidentia oppositorum. 59 notes l5 sacre veinard, va. [Le due frasi di David sono in francese familiare, anzi gergale, e valgono press’a poco: «A me, nessuno ha mai rubato il pane!», e «... che razza d’un fortunato»]. veinard adj fam suertudo(a); tu es v. tienes potra Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard distrarre gli occhi da Fischer che mastica lento e metodico, dal «fortunato» che possiede ancora mezza razione alle dieci del mattino: -... sacré veinard, va! (15) tar los ojos de Fischer, que mastica lento y metódico, del «afortunado» que posee todavía media ración a las diez de la mañana-: ... sacré veinard, va! d e s y e u x F i s c h e r, q u i m â c h e , lentement, méthodiquement, l’ «heureux» Fischer qui possède encore une demi-ration à dix heures du matin : «... sacré veinard, va!» Ma non soltanto a causa del sole oggi è giorno di gioia: a mezzogiorno una sorpresa ci attende. Oltre al rancio normale del mattino, troviamo nella baracca una meravigliosa marmitta da cinquanta litri, di quelle della Cucina di Fabbrica, quasi piena. Templer ci guarda trionfante: questa «organizzazione» è opera sua. [128] Pero no sólo debido al sol es el de hoy un día alegre: a mediodía nos espera una sorpresa. Además del rancho normal de la mañana, encontramos en la barraca una maravillosa marmita de cincuenta litros, de las de la Cocina de la Fábrica, casi llena. Templer nos mira triunfante: esta «organización» es obra suya. Mais ce n’est pas seulement à cause du soleil qu’aujourd’hui est un jour heureux : il y a une surprise pour nous à midi. En plus de l’ordinaire du matin, nous trouvons dans la baraque une merveilleuse marmite de cinquante litres, presque pleine, qui arrive tout droit des cuisines de l’usine. Templer nous lance un regard de triomphe : cette trouvaille est son oeuvre. Templer è l’organizzatore ufficiale del nostro Kommando: ha per la zuppa dei Civili una sensibilità squisita, come le api per i fiori. Il nostro Kapo, che non è un cattivo Kapo, gli lascia mano libera, e con ragione: Templer parte seguendo piste impercettibili, come un segugio, e ritorna con la preziosa notizia che gli operai polacchi del Metanolo, a due chilometri di qui, hanno avanzato quaranta litri di zuppa perché sapeva di rancido, o che un vagone di rape sta incustodito sul binario morto della Cucina di Fabbrica Templer es el organizador oficial de nuestro Kommando: tiene para la sopa de los Civiles una sensibilidad exquisita, como las abejas para las flores. Nuestro Kapo, que no es un mal Kapo, le deja las manos libres, y con razón: Templer se echa a andar siguiendo pistas imperceptibles, como un sabueso, y vuelve con la preciosa noticia de que los obreros polacos del Alcohol Metílico, a dos kilómetros de aquí, han dejado cuarenta litros de sopa porque sabía a rancio, o que un vagón de nabos se ha quedado sin guardia en la vía muerta de la Cocina de la Fábrica. Templer est l’ «organisateur» officiel de notre Kommando : il a pour la soupe des civils cette sensibilité toute particulière qu’ont les abeilles pour les fleurs. Notre Kapo, qui n’est pas un mauvais Kapo, lui laisse carte blanche, et il s’en trouve bien ; tel un limier, Templer suit au départ une piste imperceptible, et revient immanquablement avec quelque nouvelle précieuse : ce sont les ouvriers polonais du Méthanol, à deux kilomètres de là, qui ont laissé quarante litres de soupe parce qu’elle avait un goût de rance, ou bien c’est un wagon de navets qui est resté abandonné sans surveillance sur la voie de garage des cuisines de l’usine. Oggi i litri sono cinquanta, e noi siamo quindici, Kapo e Verarbeiter compresi. Sono tre litri a testa; uno lo avremo a mezzogiorno, oltre al rancio normale, e per gli altri due, andremo a turno nel pomeriggio alla baracca, e ci saranno eccezionalmente concessi cinque minuti di sospensione del lavoro per fare il pieno. Hoy, los litros son cincuenta, y nosotros somos quince, Kapo y Vorarbeiter comprendidos. Son tres litros por cabeza; uno lo tomaremos a mediodía, además del rancho normal, y para los otros dos iremos por turno esta tarde a la barraca, y nos será, concedidos excepcionalmente cinco minutos de suspensión del trabajo para que nos hartemos. Aujourd’hui il y a cinquante litres à partager, et nous sommes q u i n z e , K a p o e t Vo r a r b e i t e r compris. Ça nous fait trois litres chacun : un litre à midi en plus de l’ordinaire, et pour les deux autres on ira à la baraque à tour de rôle dans l'après-midi, et on bénéficiera exceptionnellement de cinq minutes de pause pour faire le plein. Che si potrebbe desiderare di più? Anche il lavoro ci pare leggero, con la prospettiva dei due litri densi e caldi che ci attendono nella baracca. Periodicamente viene il Kapo fra noi, e chiama: Wer hat noch zu fressen? ¿Qué más podría desearse? Hasta el trabajo nos parece ligero ante la perspectiva de los dos litros densos y calientes que nos esperan en la barraca. Periódicamente se nos acerca el Kapo y llama: -Wer hat noch zu fressen? Que désirer de plus ? Avec la perspective des deux litres épais et chauds qui nous attendent dans la baraque, même le travail nous paraît léger. A intervalles réguliers, le Kapo s’approche de nous et demande - Wer hat noch zu fressen ? Questo non già per derisione o per scherno, ma perché realmente questo nostro mangiare in piedi, furiosamente, scottandoci la bocca e la gola, senza il tempo di respirare, è «fressen», il mangiare delle bestie, e non certo «essen», il mangiare degli uomini, seduti davanti a un tavolo, religiosamente. «Fressen» è il vocabolo proprio, quello comunemente usato fra noi. Esto, no ya por burla o por escarnio, sino porque verdaderamente este nuestro comer de pie, furiosamente, escaldándose la boca y la garganta, sin tiempo para respirar, es «fressen», el comer de las bestias, y no por cierto «essen», el comer de los hombres, sentados ante una mesa, religiosamente. «Fressen» es el vocablo apropiado, el comúnmente usado entre nosotros. Et s’il emploie ce terme-là, ce n’est pas par dérision ou sarcasme, mais parce que notre façon de manger, debout, goulûment, en nous brûlant la bouche et la gorge, sans prendre le temps de respirer, c’est bien celle des animaux, [81] qu’on désigne par «fressen», par opposition à «essen», qui s’applique aux hommes, au repas pris autour d’une table, religieusement. «Fressen» est le mot propre, celui que nous employons couramment entre nous. Meister Nogalla assiste, e chiude un occhio sul nostro assentarci dal lavoro. Anche Meister Nogalla ha l’aria di aver fame, e se non fosse delle convenienze sociali, forse non rifiuterebbe un litro della nostra broda calda. Meister Nogalla está aquí y hace la vista gorda ante nuestra ausencia del trabajo. También Meister Nogalla tiene cara de hambriento, y si no fuese por las conveniencias sociales quizás no rechazara un litro de nuestro aguaje caliente. Meister Nogalla, qui assiste à la scène, ferme les yeux sur nos courtes absences. Meister Nogalla a l’air d’avoir faim lui aussi, et n’étaient les conventions sociales, peut-être ne refuserait-il pas un litre de notre soupe chaude. Viene il turno di Templer, a cui, con plebiscitario consenso, sono stati destinati cinque litri, prelevati dal fondo della marmitta. Ché Templer, oltre a essere un buon organizzatore, è un eccezionale mangiatore di zuppa, e, cosa unica, è in grado di s v u o t a re Le llega el turno a Templer, al que, con plebiscitario consentimiento, le han sido asignados cinco litros, sacados del fondo de la marmita. Porque Templer, además de ser un buen organizador, es un excepcional comedor de potaje y, caso único, está en condiciones de vaciar los Arrive le tour de Templer, à qu’ ont été décernés à l’unanimité cinq litres prélevés sur le fond de la marmite. Car Templer n’est pas seulement un fameux débrouillard, c’est aussi un exceptionnel mangeur de soupe, capable performance unique - de vider ses intestins s u r 60 notes 16 capacità gastrica stupefacente. Dato il contesto verrebbe in mente ancora Rabelais, le grandi abbuffate di Pantagruele; rimane però il dubbio che agisca qui il ricordo di una pagina dei Viaggi di Gulliver di J. Swift, antologizzata anche in RR (II, 1411) dove si parla delle «gran corpacciate» degli yabou e del modo in cui «la natura fece loro scoprire e che ad essi procaccia una copiosa evacuazione». 17 essere infelici alla maniera degli uomini liberi. Ultimo « rintocco», che ci ricorda il motivo dominante, in questa sezione: l’infelicità imperfetta, leopardiana, della vita libera per un attimo si sovrappone all’infelicità cronica dei prigionieri, le frontiere, le barriere cadono, come nei sogni, sfumano i contrasti. Si osservi, anche in questo passaggio, come sia importante «pensare alle madri». AL DI QUA DEL BENE E DEL MALE 1 un simbolo e un segno. Il capitolo si apre con una ennesima definizione tratta dal glossario dantesco; abbiamo già incontrato: antinferno, limbo, cerchio; verrà in seguito (vedi sotto, nota 6) la definizione di contrappasso. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard l’intestino, volontaria[129]mente e preventivamente, in vista di un pasto voluminoso: il che contribuisce alla sua capacità gastrica stupefacente (l6). intestinos, voluntaria y preventivamente, en vista de la comida voluminosa: lo que contribuye a su asombrosa capacidad gástrica. commande en perspective d’un repas copieux, accroissant ainsi son étonnante capacité gastrique. Di questo suo dono egli va giustamente fiero, e tutti, anche Meister Nogalla, ne sono a conoscenza. Accompagnato dalla gratitudine di tutti, il benefattore Templer si chiude pochi istanti nella latrina, esce radioso e pronto, e si avvia, fra la generale benevolenza, a godere il frutto della sua opera: De esta habilidad suya está justamente orgulloso, y todos, hasta Meister Nogalla, la conocen. Acompañado por la gratitud de todos, el benefactor Templer se encierra unos instantes en la letrina, sale radiante y pronto, y se dispone, entre la general benevolencia, a gozar del fruto de su obra: Ce don, connu de tous et même de Meister Nogalla, le remplit d’un juste orgueil. Accompagné de la gratitude générale, Templer, notre bienfaiteur à tous, se retire quelques instants dans les latrines, en ressort frais et dispos, et s’en va sous les regards bienveillants jouir du fruit de son ouvrage : - Nu, Templer, hast du Platz genug für die Suppe gemacht? -Nu, Templer, hast du Platz genug für die Suppe gemacht? - Nun, Templer, hast du Platz genug fur die Suppe gemacht ? A1 tramonto, suona la sirena del Feierabend, della fine del lavoro; e poiché siamo tutti, almeno per qualche ora, sazi, così non sorgono litigi, c i sentiamo buoni, il Kapo non si in d u c e a p i c c h i a r c i, e s i a m o c a p a c i d i pensare alle nostre madri e alle nostre mogli, il che di solito n o n a c c a d e . Per qualche ora, possiamo essere infelici alla maniera degli uomini liberi (17). [130] Al atardecer, suena la sirena del Feierabend, del final del trabajo; y puesto que todos estamos, al menos durante unas horas, saciados, no hay lugar a litigios, nos sentirnos bondadosos, el Kapo no tiene deseos de castigarnos y somos capaces de pensar en nuestras madres y en nuestras mujeres, lo que no sucede con frecuencia. Durante unas horas podemos ser infelices a la manera de los hombres libres. Au coucher du soleil, la sirène du Feierabend retentit, annonçant la fin du travail ; et comme nous sommes tous rassasiés - pour quelques heures du moins -, personne ne se dispute, nous nous sentons tous dans d’excellentes dispositions, le Kapo lui-même hésite à nous frapper, et nous sommes alors capables de penser à nos mères et à nos femmes, ce qui d’ordinaire ne nous arrive jamais. Pendant quelques heures, nous pouvons être malheureux à la manière des hommes libres. [82] AL DI QUA DEL BENE E DEL MALE Más acá del bien y del mal 8. EN DEÇÀ DU BIEN ET DU MAL Avevamo una incorreggibile tendenza a vedere in ogni avvenimento un simbolo e un segno (1). Da ormai settanta giorni si faceva attendere il Wäschetauschen, che è la cerimonia del cambio della biancheria, e già circolava insistente la voce che mancava biancheria di ricambio perché, a causa dell’avanzare del fronte, era preclusa ai tedeschi la possibilità di fare affluire ad Auschwitz nuovi trasporti, e «perciò» la liberazione era prossima; e parallelamente, la interpretazione opposta, che il ritardo nel cambio era segno sicuro di una prossima integrale liquidazione del campo. Invece il cambio venne, e, come al solito, la direzione del Lager pose ogni cura perché avvenisse improvvisamente, e ad un tempo in tutte le baracche. Teníamos una incorregible tendencia a ver en cada acontecimiento un símbolo y un signo. Desde hacía setenta días se hacía esperar el Wäschetauschen, la ceremonia del cambio de la ropa interior, y ya circulaba insistente la voz de que faltaba ropa interior de recambio porque, debido al avance del frente, los alemanes no podían hacer afluir a Auschwitz nuevos transportes; «por eso» la liberación estaba cerca; y paralelamente, la interpretación opuesta, que el retraso de la muda era signo seguro de una próxima liquidación integral de todo el ca m p o . P e r o l a m u d a l l e g ó y, c o m o de costumbre, la dirección del Lager se preocupó de que llegase de improviso y al mismo tiempo a todos los barracones. NOUS avions une incorrigible propension à voir dans tout événement un symbole ou un signe. Il y avait maintenant soixante-dix jours que le Wàschetauschen, la cérémonie du changement de linge, se faisait attendre, et déjà le bruit courait avec insistance que si le linge de rechange tardait, c’était à cause du front dont la progression empêchait les transports allemands d’arriver jusqu’à Auschwitz ; et «donc» cela voulait dire que notre libération était proche, ou bien, selon une interprétation contraire, ce retard était le signe certain qu’on allait procéder sous peu à la liquidation générale du camp. Mais le changement de linge arriva et comme d’habitude la direction du Lager prit ses dispositions pour que l'opération eût lieu à l'improviste et dans toutes les baraques en même temps. Bisogna sapere infatti che in Lager la stoffa manca, ed è preziosa; e che l’unico modo che noi abbiamo di procurarci uno straccio per nettarci il naso, o una pezza da piedi, è appunto quello di tagliare un lembo di camicia al momento del cambio. Se la camicia ha le maniche lunghe, si tagliano le maniche; se no, ci si accontenta di un rettangolo dal fondo, o si scuce una delle numerose r a p p e z z a t u re . I n o g n i c a s o , occorre un certo tempo per procurarsi ago e filo, e per eseguire l’operazione con qualche arte, in modo che il guasto non sia troppo Es preciso saber que en el Lager la tela escasea y es preciosa; y que el único modo que tenemos de procurarnos un trapo para limpiarnos la nariz, o un retazo para los pies, es precisamente el cortarle el faldón a una camisa en el momento de la muda. Si la camisa es de manga larga, se le cortan las mangas; si no, uno se contenta con un rectángulo de abajo, o se descose uno de sus numerosos remiendos. En todo caso, hace falta algún tiempo para procurarse aguja e hilo, y para realizar la operación con cierto arte, de modo que el estropicio no sea demasiado Il faut savoir en effet qu’au Lager l’étoffe est rare et précieuse ; le seul moyen que nous ayons de nous procurer un bout de chiffon pour nous moucher ou pour nous faire des chaussettes russes est justement de couper un morceau de chemise lors du changement de linge. Si la chemise a des manches longues, on coupe les manches ; sinon on se contente d’un rectangle pris sur le bas ou bien on découd une des nombreuses pièces. En tout cas, il faut un certain temps pour se procurer une aiguille et du fil, et pour exécuter artistement le travail afin que le dommage ne soit pas trop 61 notes 2 organizzate. [Procurate illegalmente: il vocabolo assunse questo curioso significato durante la seconda guerra mondiale, non solo nei Lager ma anche in molti paesi d’Europa, forse con allusione ironica alla nota «organizzazione» tedesca che spesso si risolveva in pura forma o truffa ai danni dei paesi occupati]. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard evidente all’atto della consegna. La biancheria sporca e lacera passa alla rinfusa alla Sartoria del campo, dove vie[131]ne sommariamente rappezzata, indi alla disinfezione a vapore (non al lavaggio!) e viene poi ridistribuita; da ciò, per salvaguardare la biancheria usata dalle accennate mutilazioni, la necessità di fare avvenire i cambi nel modo più improvviso. e v i d e n te en el acto de la entrega. La ropa sucia y rasgada pasa a granel a la Sastrería del campo donde es sumariamente zurcida, luego a la desinfección con vapor (¡no al lavado!) después es redistribuida; de ahí que, para salvar la ropa usada de las mencionadas mutilaciones, sea necesario hacer llegar la muda de la manera más imprevista. apparent au moment du ramassage. Le linge sale et déchiré passe pêle-mêle au Service Couture du camp, où il est sommairement rapiécé, et de là à la désinfection à [83] la vapeur (pas au lavage !), pour être ensuite redistribué ; d’où la nécessité - pour préserver le linge de ces mutilations - de procéder au changement à l'improviste. Ma, sempre come al solito, non si è potuto evitare che qualche sguardo sagace penetrasse sotto il telone del carro che usciva dalla disinfezione, in modo che in pochi minuti il campo ha saputo dell’imminenza di un Wäschetauschen, e per giunta, che questa volta si trattava di camicie nuove, provenienti da un trasporto di ungheresi arrivato tre giorni fa. Pero, siempre como de costumbre, no se ha podido evitar que alguna mirada sagaz penetrase bajo el toldo del carro que salía de la desinfección, de modo que en pocos minutos el campo se ha enterado de la inminencia de un Wäschetauschen y, por añadidura, de que esta vez se trataba de camisas nuevas, procedentes de un transporte de húngaros llegado hace tres días. Mais, comme toujours, il s’est trouvé des indiscrets pour glisser un coup d’oeil sous la bâche du chariot qui sortait de la désinfection, si bien qu’en quelques minutes tout le camp était au courant qu’un Wàschetauschen se préparait et qu’en plus il s’agissait cette fois-ci de chemises neuves provenant d’un transport de Hongrois arrivé trois jours plus tôt. La notizia ha avuto immediata risonanza. Tutti i detentori abusivi di seconde camicie, rubate od organizzate (2), o magari onestamente comperate con pane per ripararsi dal freddo o per investire capitale in un momento di prosperità, si sono precipitati alla Borsa, sperando di arrivare in tempo a riscambiare con generi di consumo la loro camicia di riserva prima che l’ondata delle camicie nuove, o la certezza del loro arrivo, svalutassero irreparabilmente il prezzo dell’articolo. La noticia ha tenido una resonancia instantánea. Todos los detentadores abusivos de segundas camisas, robadas u «organizadas», o tal vez honestamente compradas con pan para protegerse del frío o para invertir capital en un momento de prosperidad, se han precipitado hacia la Bolsa, esperando llegar a tiempo de cambiar por géneros de consumo su camisa de reserva antes de que la oleada de camisas nuevas, o la certeza de su llegada, devaluasen irreparablemente el precio del artículo. La nouvelle a eu un effet immédiat. Tous les détenteurs d’une deuxième chemise volée ou obtenue par combine, ou même honnêtement achetée avec du pain - pour se protéger du froid ou pour placer leur capital en un moment de prospérité -, tous ceux-là se sont précipités à la Bourse dans l’espoir d’arriver à temps pour échanger leur chemise de réserve contre des produits de consommation, avant que l'afflux des chemises neuves ou la certitude de leur arrivée ne dévalue irrémédiablement le prix de leur article. La Borsa è attivissima sempre (3). Benché ogni scambio (anzi, ogni forma di possesso) sia esplicitamente proibito, e benché frequenti rastrellamenti di Kapos o [132] Blockälteste travolgano a intervalli in un’unica fuga mercanti, clienti e curiosi, tuttavia, nell’angolo nord-est del Lager (significativamente, l’angolo più lontano dalle baracche delle SS), non appena le squadre sono rientrate dal lavoro, siede in permanenza un assembramento tumultuoso, all’aperto d’estate, dentro un lavatoio d’inverno. La Bolsa es siempre activísima. Aunque todo cambio (mejor, toda forma de propiedad) esté explícitamente prohibido, y aunque frecuentes rastreos de los Kapos o de los Blockälteste atropellen periódicamente en una sola fuga a mercaderes, clientes y curiosos, sin embargo, en el ángulo nordeste del Lager (significativamente en el ángulo más alejado de las barracas de la SS), apenas las e s c u a d r a s h a n v u e l t o d e l t r a b a j o , s e r e ú n e u n c oncurso tumultuoso, al aire libre en verano, dentro del lavadero en invierno. L’activité de la Bourse est sans relâche. Bien que tout échange et même toute forme de possession soient formellement interdits, et malgré les fréquentes rafles [redadas]de Kapos ou de Blockàlteste qui de temps à autre provoquent une débandade confuse de marchands, de clients et de curieux, envers et contre tout, dès que les équipes sont rentrées du travail, le coin nord-est du Lager - l’endroit, fait significatif, le plus éloigné des baraques des SS - est occupé en permanence par une tumultueuse assemblée qui siège en plein air l’été et dans des lavabos l’hiver. Qui si aggirano a decine, colle labbra socchiuse e gli occhi rilucenti, i disperati della fame, che un istinto fallace spinge colà dove le mercanzie esibite rendono più acre il rodimento dello stomaco e più assidua la salivazione. Sono muniti, nel migliore dei casi, della misera mezza razione di pane che, con sforzo doloroso, hanno risparmiato fin dal mattino, nella speranza insensata che si presenti l’occasione di un baratto vantaggioso con qualche ingenuo, ignaro delle quotazioni del momento. Alcuni di questi, con selvaggia pazienza (4), acquistano colla mezza razione un litro di zuppa, che, appartatisi, sottopongono alla metodica estrazione dei pochi pezzi di patata giacenti sul fondo; ciò fatto, la riscambiano con pane, e il pane con un nuovo litro da denaturare, e questo fino a esaurimento dei nervi, o fino a che qualche danneggiato, coltili sul fatto, non infligga loro una severa Aquí vagan a decenas, con los labios entreabiertos y los ojos relucientes, los desesperados por el hambre, a los que un instinto falaz empuja allá donde las mercancías exhibidas hacen más agria la roedura del estómago y más asidua la salivación. Van provistos, en el mejor de los casos, de la mísera media ración de pan que, con esfuerzo doloroso, han ahorrado desde la mañana, con la esperanza insensata de que se presente la ocasión de un trueque ventajoso con algún ingenuo, desconocedor de las cotizaciones del momento. Algunos de éstos, con salvaje paciencia, adquieren con la media ración un litro de potaje que, al ir alejándose, someten a la metódica extracción de los pocos pedazos de patata que yacen en el fondo; hecho lo cual, la cambian por pan, y el pan por un nuevo litro que expoliar, y esto hasta el agotamiento de los nervios, o hasta que cualquier perjudicado, cogiéndole in fraganti, no les inflija On y voit rôder par dizaines, les l è v r e s en t r o u v e r t e s e t l e s y e u x brillants, les désespérés de la faim, poussés par un instinct trompeur là où les marchandises offertes rendent plus cre u x l ’ e s t o m a c v i d e e t p l u s abondante la salivation. Ils viennent là munis, dans le meilleur des cas, d’une misérable demi-ration de pain économisée depuis le matin au prix d’efforts douloureux, dans l 'espoir i n s e n s é d ’ u n t r o c avantageux avec quelque naïf, i g n o r a n t d e s c o t a t i o n s d u j o u r. Certains d’entre eux, avec une patience farouche, parviennent à échanger leur demi-ration contre un litre de soupe. Puis, un peu à l’écart, ils procèdent à l’extraction méthodique des quelques morceaux de pommes de terre [84] qui se trouvent au fond ; après quoi, ils échangent cette soupe contre du pain, et le pain contre un nouveau litre de soupe qu’ils traiteront comme le premier, et ainsi de suite jusqu’à ce que leurs nerfs cèdent, ou que l’une de 3:12 3 La Borsa è attivissima sempre. Si confronti questa lunga digressione sull’economia nel Lager, sui «mercanti di professione», sul contrabbando interno con l’analoga digressione in Memorie, 29 ss.: «Chi non aveva un’arte trafficava in altra maniera. C’erano dei metodi abbastanza originali. Taluni, per esempio, non facevano che gli accaparratori, e a volte si vendevano tali cose che a nessuno, fuori del reclusorio, sarebbe potuto venire in mente non solo di comprarle e di venderle, ma nemmeno di considerarle come cose. Ma il reclusorio era poverissimo e oltremodo industrioso». 4 con selvaggia pazienza. È l’ossimoro da Levi prediletto; vedi anche sotto, cap. «I sommersi e i salvati», note 7 e 15. Levi è un acceso sostenitore delle forme fisse: il giovane «quieto e mite», la «selvaggia pazienza» dei prigionieri, la loro «triste gioia». Come in Omero Odisseo è sempre polumetis, in SQU tipi e figure sono fissati una volta per sempre; c’è convenienza per chi scrive e chi legge si sente rassicurato: l’ambiguità che genera l’ossimoro si attenua quando si può constatarne la ripetitività. 62 notes 5 di tutte le civiltà mediterranee. Dopo l’episodio dei Gattegno è il secondo omaggio all’ebraismo sefardita; l’elogio degli ebrei di Salonicco si fa qui più disteso e lo si associa al precedente elogio della mediterraneità che affratella greci e latini (vedi sopra, cap. «Iniziazione», nota 10); più netta si fa la divaricazione con il mondo jiddish, come conferma il successivo riconoscimento di una maggiore dignità (la stessa «dignità» contrapposta alla severa disciplina di Steinlauf) dei greci, pur nell’universo capovolto del Lager. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard lezione, esponendoli alla derisione pubblica. Alla stessa specie appartengono coloro che vengono in Borsa a vendere la loro unica camicia; essi ben sanno quello che accadrà, alla prossima occasione, quando il Kapo constaterà che sono nudi sotto la giacca. Il Kapo chiederà loro che cosa hanno fatto della camicia; è una pura [133] domanda retorica, una formalità utile soltanto per entrare in argomento. Loro risponderanno che la camicia è stata rubata nel lavatoio; anche questa risposta è di prammatica, e non pretende di essere creduta; i n f a t t i a n c h e l e p i e t r e d e l L ager sanno che, novantanove volte su cento, chi non ha camicia se la è venduta per fame, e che del resto della propria camicia si è responsabili, perché essa appartiene al Lager. Allora il Kapo li percuoterà, verrà loro assegnata un’altra camicia, e presto o tardi ricominceranno. una severa lección, exponiéndolos a la pública irrisión. A la misma especie pertenecen los que van a la Bolsa a vender su única camisa; ésos saben bien lo que va a suceder, en la primera ocasión, cuando el Kapo compruebe que están desnudos bajo la chaqueta. El Kapo les preguntará qué han hecho de la camisa; es una pura pregunta retórica, una formalidad útil tan sólo para entrar en materia. Le responderán que la camisa se la han robado en el lavadero; también es de rigor esta r e s p u e s ta, y no pretende ser creída; en realidad, hasta las piedras del Lager saben que en noventa y nueve veces de cada ciento quien no tiene camisa la ha vendido por hambre, y que además se es responsable de la camisa porque pertenece al Lager. Entonces, el Kapo lo golpeará, le será asignada otra camisa, y antes o después todo volverá a empezar. leurs victimes, les prenant sur le fait, leur inflige une sévère leçon en les livrant à la raillerie publique. Autres représentants de cette espèce, ceux qui viennent à la Bourse pour vendre leur unique chemise ; ils savent bien ce qui les attend, à la première occasion, quand le Kapo découvrira qu’ils sont nus sous leur veste. Le Kapo leur demandera ce qu’ils ont fait de leur chemise, pure formalité qui sert d’entrée en matière. Ils répondront qu’on la leur a volée aux lavabos, simple réponse d’usage elle aussi, et qui n’a pas la prétention d’être crue. En réalité même les pierres du Lager savent que, quatre-vingt-dix-neuf fois sur cent, ceux qui n’ont plus de chemise l’ont vendue parce qu’ils avaient faim, et d’ailleurs chacun ici est responsable de sa chemise puisqu’elle est propriété du Lager. Alors le Kapo les frappera, on leur donnera une autre chemise, et tôt ou tard ils recommenceront. Ciascuno nel suo angolo consueto, stazionano in Borsa i mercanti di professione; primi fra questi i greci, immobili e silenziosi come sfingi, accovacciati a terra dietro alle gamelle di zuppa densa, frutto del loro lavoro, delle loro combinazioni e della loro solidarietà nazionale. Cada uno en su rincón acostumbrado, se estacionan en la Bolsa los mercaderes profesionales; los primeros de entre ellos, los griegos, inmóviles y silenciosos como esfinges, agazapados detrás de las escudillas de potaje denso, fruto de su trabajo, de sus combinaciones y de su solidaridad nacional. Postés chacun dans son coin habituel, la Bourse accueille les marchands de profession ; au premier rang desquels les Grecs, immobiles et silencieux comme des sphinx, accroupis sur le sol derrière leurs gamelles de soupe épaisse, fruit de leur travail, de leurs trafics et de leur solidarité nationale. I greci sono ormai ridotti a pochissimi, ma hanno portato un contributo di prim’ordine alla fisionomia del campo, ed al gergo internazionale che vi circola. Tutti sanno che « caravana» è la gamella, e che «la comedera es buena» vuol dire che la zuppa è buona; il vocabolo che esprime l’idea generica di furto è « klepsi-klepsi», di evidente origine greca. Questi pochi superstiti della colonia ebraica di Salonicco, dal duplice linguaggio, spagnolo ed ellenico, e dalle molteplici attività, sono i depositari di una concreta, terrena, consapevole saggezza in cui confluiscono le tradizioni di tutte le civiltà mediterranee (5). Che questa saggezza si risolva in campo con la pratica sistematica e scientifica del furto e dell’assalto al[134]le cariche, e con il monopolio della Borsa dei baratti, non deve far dimenticare che la loro ripugnanza dalla brutalità gratuita, la loro stupefacente coscienza del sussistere di una almeno potenziale dignità umana, facevano dei greci in Lager il nucleo nazionale più coerente, e, sotto questi aspetti, più civile. Los griegos se han reducido ahora a poquísimos, pero han aportado una contribución de primer orden a la fisonomía del campo y a la jerga internacional que por él circula. Todos saben que «caravana» es la escudilla, y que «la comedera es buena» quiere decir que el potaje es bueno; el vocablo que expresa la idea genérica de hurto es «klepsi-klepsi», de evidente origen griego. Estos pocos supervivientes de la colonia judía de Salónica, la del doble lenguaje, español y helénico, y de las múltiples actividades, son los depositarios de una concreta, terrena, cómplice sabiduría en la que confluyen las tradiciones de todas las civilizaciones mediterráneas. Que esta sabiduría se resuelva en el campo con la práctica sistemática y científica del hurto y del asalto a los cargos y con el monopolio de la Bolsa de los trueques, no debe hacer olvidar que su repugnancia por la brutalidad gratuita, su asombrosa conciencia de la subsistencia de una, cuando menos potencial, dignidad humana, hacían de los griegos del Lager el núcleo nacional más coherente y, bajo este punto de vista, el más civil. Les Grecs ne sont plus maintenant que très peu, mais leur contribution à la physionomie générale du camp et au jargon international qu’on y parle est de première importance. Tout le monde sait que «caravana» désigne la gamelle et que «la comedera es buena» veut dire que la soupe est bonne ; quant à «klepsi-klepsi», cette expression qui laisse transparaître clairement son origine grecque sert à évoquer l'idée générale de vol. Ces quelques rescapés de la colonie juive de Salonique, au double langage, grec et espagnol, et aux activités multiples, sont les dépositaires d’une sagesse concrète, positive et consciente où confluent les traditions de toutes les civilisations méditerranéennes. Que cette sagesse se manifeste au camp par la pratique systématique et scientifique du vol, par la lutte acharnée pour accéder aux postes importants et p a r l e m o n o p ole de la Bourse du troc, ne doit pas faire oublier que leur répugnance pour [85] toute brutalité gratuite et leur incroyable sens de la persistance, au moins virtuelle, d’une dignité humaine, f a i s a i e n t d e s G r e c s , a u L a g e r, l e groupe national le plus cohérent et de ce point de vue le plus évolué. Puoi trovare in Borsa gli specializzati in furti alla cucina, con le giacche sollevate da misteriosi rigonfi. Mentre per la zuppa esiste un prezzo pressoché stabile (mezza razione di pane per un litro), la quotazione delle rape, carote, patate è estremamente capricciosa, e dipende fortemente, fra altri fattori, anche dalla diligenza e dalla corruttibilità dei guardiani di turno ai magazzini. Se puede encontrar en la Bolsa a los especialistas de los hurtos en la cocina, con las chaquetas hinchadas por misteriosos bultos. Mientras para el potaje hay un precio casi estable (media ración de pan por un litro), la cotización de los nabos, remolachas, patatas, es caprichosa en extremo y depende mucho, entre otros factores, de la diligencia y la corruptibilidad de los guardianes de turno en los almacenes. A la Bourse, on rencontre aussi les spécialistes du vol aux cuisines avec leurs vestes mystérieusement gonflées. Alors que le prix de la soupe est à peu près stable (une demi-ration de pain pour un litre), le cours des navets, des carottes et des pommes de terre est extrêmement capricieux et fortement influencé, entre autres facteurs, par le zèle des gardiens de service aux entrepôts et par leur facilité à se laisser corrompre. Si vende il Mahorca: il Mahorca è Se vende el Mahorca: el Mahorca C’est également le lieu où l’on vend le Mahorca 63 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard un tabacco di scarto, in forma di schegge legnose, il quale è ufficialmente in vendita alla Kantine, in pacchetti da cinquanta grammi, contro versamento dei «buoni-premio» che la Buna dovrebbe distribuire ai migliori lavoratori. Ta l e distribuzione avviene irregolarmente, con grande parsimonia e palese iniquità, in modo che la massima parte dei buoni finiscono, direttamente o per abuso di autorità, nelle mani dei Kapos e dei prominenti; tuttavia i buoni-premio della Buna circolano sul mercato del Lager in funzione di moneta, e il loro valore è variabile in stretta obbedienza alle leggi dell’economia classica. es un tabaco de desecho, en forma de astillas leñosas, oficialmente en venta en la Kantine, en paquetes de cincuent a g r a m o s , c o n tra la entrega de «bonos-premio» que la Buna debería d i s t ribuir entre los mejores trabajadores. Tal distribución se hace irregularmente, con gran parsimonia y evidente iniquidad, de modo que la mayor parte de los bonos terminan, directamente o por abuso de autoridad, en manos de los Kapos y de los prominentes; sin embargo, los bonos-premio de la Buna circulan en el mercado del Lager a guisa de moneda, y su valor varía en estricta obediencia a las leyes de la economía clásica. : le Mahorca est un tabac de rebut, qui se présente sous forme de filaments ligneux et qui est officiellement en vente à la Kantine, en paquets de cinquante grammes, contre versement de «bons-prime» que la Buna est censée distribuer aux meilleurs travailleurs. Mais cette distribution n’a lieu que très irrégulièrement, avec une grande parcimonie et une injustice flagrante, de sorte que la plupart des bons finissent, directement ou par abus d’autorité, entre les mains des Kapos et des prominents ; et pourtant les bons prime de la Buna circulent sur le marché du Lager comme une véritable monnaie, et les variations de leur cours sont étroitement assujetties aux lois de l’économie classique. Ci sono stati periodi in cui per il buono-premio si è pagata una razione di pane, poi una e un quarto, anche una e un terzo; un giorno è stato quotato una razione e mezza, ma poi è venuto meno il rifornimento di Mahorca alla Kantine, e allora, mancando la copertura, la moneta è precipitata di colpo a un quarto di razione. E successo un altro periodo di rialzo dovuto a una singolare ragione: il cambio della guardia al Frauenblock, con arrivo di un contingente di robuste ragazze polacche. Infatti, poiché il buono-premio è valido (per i criminali e i politici: non per gli ebrei, i quali d’altronde non soffrono della limitazione) per un ingresso al Frauenblock, gli [135] interessati ne hanno fatta attiva e rapida incetta: donde la rivalutazione, che per altro non ebbe lunga durata. Ha habido períodos en los que se ha pagado una ración de pan por bono-premio, luego una y cuarto, también una y un tercio; una vez ha sido cotizado a ración y media, pero luego el suministro de Mahorca en las Kantinas ha disminuido y entonces, al faltar la cobertura, la divisa se ha precipitado de golpe a un cuarto de ración. Le ha sucedido otro período de alza debido a una razón singular: el cambio de la guardia en el Frauenblock, con la llegada de un contingente de robustas muchachas polacas. En efecto, puesto que el bonopremio es válido (para los criminales y los políticos: no para los judíos, los cuales, por lo demás, no sufren por la limitación) para un ingreso en el Frauenblock, los interesados han hecho un activo y rápido acaparamiento: de donde el alza que, por lo demás, no ha durado mucho. Il y a eu des moments où avec un bon-prime on avait une ration de pain, puis une ration un quart et même une ration un tiers ; un jour la cotation a atteint une ration et demie, mais aussitôt après, le ravitaillement en Mahorca de la Kantine a été interrompu et, la couverture venant à manquer, le cours s’est effondré d’un seul coup à un quart de ration. Puis il a connu une autre période de hausse, pour un motif peu banal : la relève de la garde au Frauenblock, accompagnée de l’arrivée d’un contingent de robustes Polonaises. Comme le bon-prime donne droit (aux prisonniers de droit commun et aux politiques, pas aux juifs, qui d’ailleurs ne souffrent guère de cette restriction) à une entrée au Frauenblock, les intéressés se les sont arrachés en un clin d’oeil, ce qui a entraîné une réévaluation immédiate mais de courte durée. Fra i comuni Häftlinge, non sono molti quelli che ricercano il Mahorca per fumarlo personalmente; per lo più, esso esce dal campo, e finisce ai lavoratori civili della Buna. È questo uno schema di «kombinacja» assai diffuso: lo Häftling, economizzata in qualche modo una razione di pane, la investe in Mahorca; si mette cautamente in contatto con un «amatore» civile, che acquista il Mahorca effettuando il pagamento a contanti, con una dose di pane superiore a quella inizialmente stanziata. Lo Häftling si mangia il margine di guadagno, e rimette in ciclo la razione che avanza. Speculazioni di questo genere stabiliscono un legame fra l’economia interna del Lager e la vita economica del mondo esterno: quando è venuta accidentalmente a mancare la distribuzione del tabacco alla popolazione civile di Cracovia, il fatto, superando la barriera di filo spinato che ci segrega dal consorzio umano, ha avuto immediata ripercussione in campo, provocando un netto rialzo della quotazione del Mahorca, e quindi del buono-premio. Entre los comunes Häftlinge, pocos son los que buscan el Mahorca para fumárselo personalmente; casi siempre sale del campo y termina en los laboratorios civiles de la Buna. Es un sistema de «kombinacja» bastante difundido: el Häftling, una vez economizada del modo que sea una ración de pan, la invierte en Mahorca; se pone cautamente en contacto con un «aficionado» civil, que adquiere el Mahorca efectuando el pago al contado con una dosis de pan superior a la inicialmente establecida. El Häftling se come el margen de ganancia y pone en circulación la ración sobrante. Especulaciones de esta clase establecen una conexión entre la economía interior del Lager y la vida económica del mundo exterior: cuando, accidentalmente, ha llegado a faltar la distribución del tabaco a la población civil de Cracovia, el hecho, superando la barrera de alambre de púa que nos segrega del consorcio humano, ha tenido repercusión en el campo, provocando una clara alza de la cotización del Mahorca y, en consecuencia, de los bonos-premio. Les Häftlinge ordinaires qui recherchent le Mahorca pour leur consommation personnelle sont peu nombreux ; [86] le plus souvent, le tabac sort du camp et aboutit entre les mains des travailleurs civils de la Buna. Voici un des types de combines les plus répandus : le Häftling qui a économisé d’une manière ou d’une autre une ration de pain l’investit en Mahorca ; il se met clandestinement en contact avec un «amateur» civil, qui achète le Mahorca en payant au comptant, avec une dose de pain supérieure à celle initialement investie. Le Häftlin g m a n g e s a m a r g e d e bénéfice et remet en circulation la ration restante. Ce sont les spéculations de ce genre qui établissent un lien entre l’économie interne du camp et la vie économique du monde extérieur : lorsque la distribution du tabac à la population civile de Cracovie a été interrompue, les répercussions, au-delà de la barrière de fil barbelé qui nous sépare de la communauté humaine, se sont fait sentir immédiatement à l’intérieur du camp par une hausse sensible de la cotation du Mahorca et par suite du bon prime. Il caso sopra delineato non è che il più schematico: un altro già più complesso è il seguente. Lo Häftling acquista mediante Mahorca o pane, o magari ottiene in dono, da un civile, un qualunque abominevole, lacero, sporco cencio di camicia, il El caso arriba esbozado no es sino el más esquemático: otro más complejo es el siguiente. El Häftling adquiere mediante Mahorca o pan -o quizás por donación de un civil- cualquier abominable, rasgado, sucio trapo de camisa, Le cas qui vient d’être évoqué n’est que le plus simple en voici un autre déjà plus complexe. Le Häftling achète avec du Mahorca ou du pain, ou bien se fait offrir par un civil une quelconque loque ayant nom de chemise, 8:50 64 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard quale sia però tuttora provvisto di tre fori adatti a passarvi bene o male le braccia e il capo. Purché non porti c h e s e g n i d i u s u r a, e n o n d i mutilazioni artificiosamente fatte, u n t a l e o g g e t t o , a l l ’ a t t o d el Wäschetauschen, è valido come camicia, e dà diritto al cambio; tutt’al più colui che lo esibisce potrà ricevere un’adeguata dose di colpi per aver posto così poca cura nel conservare gli indumenti di ordinanza. sin embargo, provisto aún de tres agujeros por los que pasar bien o mal los brazos y la cabeza. Siempre que no muestre más que signos de desgaste, y no de mutilaciones artificiosamente realizadas, semejante objeto, en lo que al Wäschentauschen se refiere, es válido como camisa y da derecho al cambio; todo lo más, quien lo muestra podrá recibir una adecuada dosis de golpes por haber puesto tan poco cuidado en la conservación de los indumentos de ordenanza. même sale et déchirée, mais encore pourvue de trois trous par où passer tant bien que mal la tête et les bras. Du moment qu’il ne montre que des signes d’usure et non de dégradations délibérées, u n t e l objet, au moment du Wà s c h e t a u s c h e n , v a u t p o u r u n e chemise et donne droit à un rechange ; au pis aller celui qui l’endosse recevra une correction en règle pour s’être montré négligent dans l’entretien des effets réglementaires. Perciò, all’interno del Lager, non v’è grande differenza di valore fra una camicia degna di tal nome e uno straccio pieno di toppe; lo Häftling di cui sopra non [136] avrà difficoltà a trovare un compagno in possesso di una camicia in stato commerciabile, e che non possa valorizzarla perché, per ragioni di ubicazione di lavoro, o di linguaggio, o di intrinseca incapacità, non è in relazione con lavoratori civili. Quest’ultimo si accontenterà di un modesto quantitativo di pane per accettare il cambio; infatti il prossimo Wäschetauschen ristabilirà in certo modo il livellamento, ripartendo biancheria buona o cattiva in maniera perfettamente casuale. Ma il primo Häftling potrà contrabbandare in Buna la camicia buona, e venderla al civile di prima (o ad un altro qualunque) per quattro, sei, fino a dieci razioni di pane. Questo cosi elevato margine di guadagno rispecchia la gravità del rischio di uscire dal campo con più di una camicia indosso, o di rientrarvi senza camicia. Por ello, en el interior del Lager no hay gran diferencia de valor entre una camisa digna de tal nombre y un andrajo lleno de remiendos; el Häftling no tendrá dificultad en encontrar un compañero en posesión de una camisa en estado comerciable que no pueda valorizar porque, por razones de ubicación del trabajo, o de lenguaje, o de intrínseca incapacidad, no está en relación con los trabajadores civiles. Estos últimos se contentarán con un modesto porcentaje de pan para aceptar el cambio; efectivamente, el próximo Wäschentauschen restablecerá en cierto modo la nivelación repartiendo ropa buena o mala de manera perfectamente casual. Pero el primer Häftling podrá contrabandear en la Buna la camisa buena y vendérsela al civil de antes (o a cualquier otro) por cuatro, seis, hasta diez raciones de pan. Este tan elevado margen de ganancias refleja la gravedad del riesgo de salir del campo con más de una camisa puesta, o de regresar sin camisa. Aussi, à l’intérieur du camp, n’y a-t-il pas grande différence de valeur entre une chemise digne de ce nom et un lambeau de tissu rapiécé ; le Häftlinge en question n’aura pas de mal à trouver un camarade en possession d’une chemise «commercialisable», mais sera dans l'impossibilité d’en tirer profit parce que l’endroit où il travaille, ou bien la langue, ou encore une incapacité intrinsèque l’empêchent d’entrer en contact avec des travailleurs civils. Ce camarade se contentera d’une petite quantité de p ain en échange ; car le prochain Wàschetauschen rétablira une certaine forme d’équilibre en répartissant le linge en bon ou mauvais état de manière purement [87] fortuite. De son côté, le premier Häftling pourra passer la chemise en bon état en contrebande à la Buna, et la vendre au civil de tout à l'heure (ou à un autre) pour quatre, six ou même dix rations de pain. Une marge de bénéfice de cette importance reflète la gravité du risque qu’on prend à sortir du camp avec plus d’une chemise sur le dos, ou à y rentrer sans chemise. Molte sono le variazioni su questo tema. C’è chi non esita a farsi estrarre le coperture d’oro dei denti per venderle in Buna contro pane o tabacco; ma è più comune il caso che tale traffico abbia luogo per interposta persona. Un «grosso numero», vale a d i r e u n n u o v o arrivato, giunto da poco ma già a sufficienza abbrutito dalla fame e dalla tensione estrema della vita in campo, viene notato da un «piccolo numero» per qualche sua ricca protesi dentaria; il «piccolo» offre al «grosso» tre o quattro razioni di pane in contanti per sottoporsi all’estrazione. Se il grosso accetta, il piccolo paga, si porta l’oro in Buna, e, se è in contatto con un civile di fiducia, dal quale non ci siano da temere delazioni o raggiri, può realizzare senz’altro un guadagno di dieci fino a venti e più razioni, che gli vengono corrisposte gradualmente, una o due al giorno. Notiamo a tale proposito che, contrariamente a quanto avviene in Buna, quattro razioni di pane costituiscono l’importo massimo degli affari che si concludono entro il campo, perché quivi sarebbe praticamente impossibile sia stipulare contratti a credito, sia preserva[137]re dalla cupidigia altrui e dalla fame propria una quantità superiore di pane. Muchas son las variaciones sobre este tema. Hay quien no duda en sacarse las fundas de oro de las muelas para venderlas en la Buna por pan o tabaco; pero es más común el caso de que semejante tráfico tenga lugar por persona interpuesta. Un «número alto», es decir, un recién llegado, llegado hace poco pero ya lo suficientemente embrutecido por el hambre y por la extremada tensión de la vida en el campo, es oteado por un «número bajo» a causa de alguna rica prótesis dental que lleve puesta; el «bajo» ofrece al «alto» tres o cuatro raciones de pan al contado por someterse a la extracción. Si el alto acepta, el bajo paga, se lleva el oro a la Buna y, si está en contacto con un civil de confianza, del que no sean de temer delaciones o estafas, puede realizar sin más una ganancia de hasta diez, veinte o más raciones, que le son pagadas gradualmente, una o dos al día. Advirtamos a tal propósito que, contrariamente a lo que sucede en la Buna, cuatro raciones de pan son el importe máximo de los negocios que se concluyen en el campo, porque aquí sería prácticamente imposible tanto estipular contratos a crédito, como preservar de la codicia ajena y del hambre propia una cantidad mayor de pan. Les variations sur ce thème sont nombreuses. Certains n’hésitent pas à se faire arracher leurs couronnes en or pour les troquer à la Buna contre du pain ou du tabac ; mais dans la plupart des cas, ce trafic se fait par personne interposée. Un «gros numéro», c’est-à-dire un nouveau venu, arrivé depuis peu mais déjà suffisamment abruti par la faim et l’extrême tension que requiert la vie au camp, est repéré par un «petit numéro» en raison d’une coûteuse prothèse dentaire ; le «petit» offre au «gros» trois ou quatre rations de pain au comptant pour qu’il accepte de se l a f a i r e a r r a c h e r. S i l e g r o s e s t d’accord, le petit paie, emporte l’or à la Buna, et s’il est en contact avec un civil de confiance, dont il n’ait à craindre ni délation ni perfidie, il peut compter sur un gain de dix à vingt rations et plus, qui lui sont versées à tempérament, à raison d’une ou deux par jour. Il faut remarquer à ce propos que, contrairement à ce qui se passe à la Buna, le chiffre d’affaires maximum réalisable à l’intérieur du camp est de quatre rations de pain, car il serait pratiquement impossible aussi bien d’y conclure des contrats à crédit que d’y préserver de la convoitise d’autrui et de sa propre faim une plus grande quantité de pain. 65 notes 14:30 6 genere di contrappasso. Vedi sopra, nota 1 e cfr. Inf VIII, 142. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Il traffico coi civili è un elemento caratteristico dell’Arbeitslager, e, come si è visto, ne determina la vita economica. È d’altronde un reato, esplicitamente contemplato dal regolamento del campo e assimilato ai reati «politici»; viene perciò punito con particolare severità. Lo Häftling convinto di «Handel mit Zivilisten», se non dispone di appoggi influenti, finisce a Gleiwitz III, a Janina, a Heidebreck alle miniere di carbone; il che significa la morte per esaurimento nel giro di poche settimane. Inoltre, lo stesso lavoratore civile suo complice può venire denunziato alla competent e a u t o r i t à t e d e s c a , e condannato a trascorrere in Ve r n i c h t u n g s l a g e r, n e l l e stesse nostre condizioni, un periodo variabile, a quanto mi consta, dai quindici giorni agli otto mesi. Gli operai a cui viene applicato questo genere di contrappasso (6), vengono come noi spogliati all’ingresso, ma i loro effetti personali vengono conservati in un apposito magazzino. Non vengono tatuati e conservano i loro capelli, il che li rende facilmente riconoscibili, ma per tutta la durata della punizione sono sottoposti allo stesso nostro lavoro e alla nostra disciplina: escluse beninteso le selezioni. El tráfico con los civiles es un elemento característico del Arbeitslager y, como se acaba de ver, determina la vida económica. Es por lo demás delito, explícitamente contemplado por el reglamento del campo y asimilado al delito «político»; por ello es castigado con particular severidad. El Häftling convicto de Handel mit Zivilisten, si no dispone de buenas influencias; acaba en Gleiwitz III, en Janina, en las minas de carbón de Heidebreck; lo que significa la muerte por agotamiento en el transcurso de unas pocas semanas. Además, el mismo trabajador civil cómplice suyo puede ser denunciado a la autoridad competente alemana y condenado a pasar un período variable, según me consta, de quince días a ocho meses en Vernichtunslager , e n las mismas condiciones que nosotros. Los obreros a los que se aplica este género de talión son expoliados como nosotros a la entrada, pero sus efectos personales se conservan en u n a l macén a propósito. No se los tatúa y conservan su pelo, lo que los hace fácilmente reconocibles, pero durante todo el tiempo del castigo se los somete al mismo trabajo que a nosotros y a nuestra disciplina; excluidas, desde luego, las selecciones. Le trafic avec les civils fait partie intégrante de l’Arbeitslager et, comme on vient de le voir, il en conditionne la vie économique. Il constitue par ailleurs un délit explicitement prévu par le règlement du camp et assimilé aux crimes «politiques» ; aussi lui a-t-on réservé des peines particulièrement sévères. S’il ne dispose pas de protections en haut lieu, le Häftling convaincu de «Handel mit Zivilisten» se retrouve à Gleiwitz III, à Janina, ou à Heidebreck dans les mines de charbon ; ce qui veut dire la mort par épuisement au bout de quelques semaines. Quant au travailleur civil, son complice, il peut être déféré à l’autorité allemande compétente et condamné à passer en Vernichtungslager, dans les mêmes conditions que [88] nous, une période qui, si mes informations sont bonnes, peut aller de quinze jours à huit mois. Les ouvriers qui subissent cette espèce de loi du talion sont comme nous dépouillés à l’entrée, mais leurs affaires personnelles sont mises de côté dans un magasin spécial. Ils ne sont pas tatoués et conservent leurs cheveux, ce qui les rend facilement reconnaissables, mais pendant toute la durée de la punition, ils sont soumis au même travail et à la même discipline que nous : sauf bien entendu en ce qui concerne les sélections. Lavorano in Kommandos particolari, e non hanno contatti di alcun genere con i comuni Häftlinge. Infatti per loro il Lager costituisce una punizione, ed essi, se non morranno di fatica o di malattia, hanno molte probabilità di ritornare fra gli uomini; se potessero comunicare con noi, ciò costituirebbe una breccia nel muro che ci rende morti al mondo, ed uno spiraglio sul mistero che regna fra gli uomini liberi intorno alla nostra condizione. Per noi invece il Lager non è una punizione; per noi non è previsto un termine, e il Lager altro non è che [138] il genere di esistenza a noi assegnato, senza limiti di tempo, in seno all’organismo sociale germanico. Trabajan en Kommandos especiales y no tienen contacto de ningún género con los Häftlinge comunes. En efecto, para ellos el Lager es un castigo y, si no mueren de cansancio o de enfermedad, tienen muchas probabilidades de volver entre los hombres; si se les diese la posibilidad de comunicarse con nosotros, ello abriría una brecha en el muro que nos tiene muertos para el mundo, y una rendija sobre el misterio que reina entre los hombres libres en torno a nuestro estado. En cambio, para nosotros, el Lager no es un castigo; para nosotros no se prevé un término, y el Lager no es otra cosa que el género de existencia a nosotros asignado, sin límites de tiempo, en el seno del organismo social germánico. Ils travaillent dans des Kommandos spéciaux et n’ont aucun contact avec les Häftlinge ordinaires. Pour eux en effet, le Lager représente une punition, et s’ils ne meurent pas de fatigue ou de maladie, il y a de fortes chances qu’ils retournent parmi les hommes; s’ils pouvaient communiquer avec nous, cela constituerait une brèche dans le mur qui fait de nous des morts au monde, et contribuerait un peu à éclairer les hommes libres sur le mystère de notre condition. Pour nous, en revanche, le Lager n’est pas une punition ; pour nous aucun terme n’a été fixé, et le Lager n’est autre que le genre d’existence qui nous a été destiné, sans limites de temps, au sein de l’organisme social allemand. Una sezione del nostro stesso campo è destinata appunto ai lavoratori civili, di tutte le nazionalità, c h e d e v o n o s o g g i o rnarvi per un tempo più o m e n o lungo in espiazione dei loro rapporti illeciti con Häftlinge. Tale sezione è separata dal resto del campo mediante un filo spinato, e si chiama E-Lager, ed E-Häftlinge se ne chiamano gli ospiti. «E» è l’iniziale di «Erziehung», che significa «educazione». Una sección de nuestro mismo campo está destinada por supuesto a los trabajadores civiles de todas las nacionalidades que deben residir en él durante un tiempo más o menos largo, en expiación de sus relaciones ilícitas con los Häftlinge. Dicha sección está separada del resto del campo mediante un alambre de púas, y se llama E-Lager, y E-Häftlinge se llaman sus huéspedes. E es la inicial de Erziehung, que significa «educación». Une section de notre camp, justement, est réservée aux travailleurs civils de toutes les nationalités qui doivent y séjourner pour une durée plus ou moins longue afin d’y expier leurs rapports illégitimes avec des Häftlinge. Cette section, séparée du reste du camp par des barbelés, est appelée E-Lager et ceux qu’elle abrite E-Häftlinge. «E» est l’initiale de «Erziehung», qui signifie «éducation». Tutte le combinazioni finora delineate s o n o f o n d a t e s u l c o n t r a b b a n d o di materiale appartenente al Lager. Per questo le SS sono così rigorose nel reprimerlo: l’oro stesso dei nostri denti è di loro proprietà, poiché, strappato dalle mascelle dei vivi o dei morti, tutto finisce presto o tardi nelle loro ma n i . E dunque naturale che esse si adoperino affinché l’oro Todas las combinaciones hasta ahora descritas están fundadas en el contrabando de material perteneciente al Lager. Por eso, los SS son tan rigurosos al reprimirlos: el mismo oro de nuestros dientes es propiedad suya, puesto que, arrancado de las mandíbulas de los vivos y de los muertos, todo termina antes o después en sus manos. Es, por lo tanto, natural que se ocupen de que el oro To u s l e s t r a f i c s d o n t i l a é t é question jusqu’ici reposent sur la contrebande de matériel appartenant au Lager. C’est pourquoi les SS les punissent aussi sévèrement : m ê m e l ’ o r d e n o s d e n t s le u r appartient, puisque, arraché aux mâchoires des vivants ou des morts, il finit tôt ou tard entre leurs mains. Il est donc tout naturel qu’ils prennent leurs dispositions pour que l’or 66 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard non esca dal campo. no salga del campo. ne sorte pas du camp. Ma contro il furto in sé, la direzione del campo non ha alcuna prevenzione. Lo dimostra l’atteggiamento di ampia connivenza, manifestato dalle SS nei riguardi del contrabbando inverso. Pero contra el hurto en sí la dirección del campo no tiene ninguna prevención. Lo demuestra la actitud de amplia connivencia manifestada por los SS frente al contrabando inverso. Cependant, la direction n’a rien contre le vol en soi. Il suffit de voir de quelle indulgence les S S savent faire preuve quand il s’agit de contrebande en sens inverse. Qui le cose generalmente sono più semplici. Si tratta di rubare o ricettare qualcuno degli svariati attrezzi, utensili, materiali, prodotti ecc., coi quali veniamo quotidianamente in contatto in Buna per ragioni di lavoro; introdurlo in campo la sera, trovare il cliente, ed effettuare il baratto contro pane o z u p p a. Q u e s t o t r a ff i c o è intensissimo: per certi articoli, che pure sono necessari alla vita normale del Lager, questa, del furto in Buna, è l’unica e regolare via di approvvigionamento. Tipici i casi delle scope, della vernice, del filo elettrico, del grasso da scarpe. Valga come esempio il traffico di quest’ultima merce. Aquí, las cosas son generalmente más sencillas. Se trata de robar o de comprar después de robado alguno de los variados utensilios, herramientas, materiales, productos, etcétera con los que a diario estamos en contacto en la Buna por razones de trabajo; introducirlo en el campo por la tarde, encontrar el cliente y efectuar el trueque por pan o sopa. Este tráfico es intensísimo: para determinados artículos, que no obstante son necesarios para la vida normal del Lager, ésta, la del hurto en la Buna, es la única y regular vía de abastecimiento. Son típicos los casos de las escobas, de los barnices, del alambre eléctrico, del betún de los zapatos. Valga como ejemplo el tráfico de esta última mercancía. Là, les choses sont généralement plus simples. Il suffit de voler ou de receler quelques-uns des divers outils, [89] instruments, matériaux, produits etc., que nous avons tous les jours à portée de la main durant notre travail à la Buna ; après quoi il faut les introduire au camp le soir, t r o u v e r l e c l i e n t , e t l e s t ro q u e r contre du pain ou de la soupe. Ce trafic est particulièrement intense : pour certains articles, qui sont pourtant nécessaires à la vie normale du camp, le vol à la Buna est l’unique voie d’approvisionnement régulière. C’est le cas en particulier des balais, de la peinture, du fil électrique, de la graisse à chaussures. Come abbiamo altrove accennato, il regolamento del campo prescrive che ogni mattina le scarpe vengano unte e lucidate, e ogni Blockältester è responsabile di fron[139]te alle SS dell’ottemperanza alla disposizione da parte di tutti gli uomini della sua baracca. Si potrebbe quindi pensare che ogni baracca goda di una periodica assegnazione di grasso da scarpe, ma così non è: il meccanismo è un altro. Occorre premettere che ogni baracca riceve, a sera, un’assegnazione di zuppa che è alquanto più alta della somma delle razioni regolamentari; il di più viene ripartito secondo l’arbitrio del Blockältester, il quale ne ricava, in primo luogo, gli omaggi per i suoi amici e protetti, in secondo, i compensi dovuti agli scopini, alle gua r d i e n o t t u r n e , a i c o n t r o l l o r i dei pidocchi e a tutti gli altri funzionari-prominenti della b a r a c c a . Q u e l l o c h e a ncora avanza (e ogni accorto Blockältester fa sì che sempre ne avanzi) serve precisamente per gli acquisti. Como ya hemos dicho en otra parte, el reglamento del campo prescribe que todas las mañanas los zapatos se embetunen y se les saque brillo, y cada Blockältester es responsable ante los SS de la obediencia a esta disposición por parte de todos los hombres de su barracón. Se podría, pues, pensar que cada barracón disfruta de una asignación periódica de betún para los zapatos, pero no es así: el mecanismo es otro. Es necesario anticipar que cada barracón recibe, por las tardes, una asignación de potaje que es un poco mayor que la suma de las raciones reglamentarias; el exceso es repartido según el arbitrio del Blockältester, el cual se procura, en primer lugar, las atenciones para sus amigos y protegidos, en segundo, las compensaciones debidas a los barrenderos, a los guardias nocturnos, a los inspectores de piojos y a todos los demás funcionarios prominentes de la barraca. Lo que todavía queda (y todo Blockältester astuto hace que siempre sobre), sirve precisamente para las compras. Prenons par exemple le trafic de ce dernier produit. Comme nous l’avons indiqué plus haut, le règlement du camp exige que les chaussures soient graissées et astiquées chaque matin ; et chaque Blockàltester est responsable devant les SS de l'exécution de cette disposition par tous les hommes de sa baraque. On pourrait donc penser que chaque baraque bénéficie périodiquement d’une certaine quantité de graisse à chaussures, mais il n’en est rien : le mécanisme est tout autre. Il faut dire tout d’abord que chaque baraque reçoit tous les soirs une quantité de soupe passablement supérieure à la somme des rations réglementaires ; le surplus est partagé selon le bon vouloir du Blockàltester, qui commence par prélever des suppléments à titre gracieux pour ses amis et protégés, puis les primes réservées aux balayeurs, aux gardiens de nuit, aux contrôleurs des poux et à tous les autres fonctionnaires prominents de la baraque. Ce qui reste (et un Blockàltester avisé s’arrange toujours pour qu’il reste quelque chose) sert précisément aux achats. Il resto si intende: quegli Häftlinge a cui capita in Buna l’occasione di riempirsi la gamella di grasso od olio da macchina (o anche altro: qualunque sostanza nerastra e untuosa si considera rispondente allo scopo), giunti alla sera in campo, fanno sistematicamente il giro delle baracche, finché trovano il Blockältester che è sprovvisto dell’articolo o intende farne scorta. Del resto ogni baracca ha per lo più il suo fornitore abituale, col quale è stato pattuito un compenso fisso giornaliero, a condizione che egli fornisca il grasso ogni volta che la riserva stia per esaurirsi. Lo demás se comprende: los Häftlinge a los que se les ofrece en la Buna la ocasión de llenarse la escudilla de grasa o de aceite de máquina (o de otras cosas: cualquier sustancia negruzca y untuosa se considera al fin adecuada), llegados al campo por la tarde, hacen sistemáticamente la ronda de los barracones hasta que encuentran al Blockältester desprovisto del artículo o que quiere tenerlo en reserva. Por lo demás, cada barraca tiene por lo menos su abastecedor habitual, con el cual ha sido pactada una compensación fija diaria a condición de que proporcione la grasa cada vez que la reserva esté a punto de acabarse. La suite va de soi : de retour au camp, les Häftlinge qui ont l'occasion, à la Buna, de remplir leur gamelle de graisse ou d’huile de machine (ou de quoi que ce soit d’autre : n’importe quelle substance noirâtre e t huileuse fait l’affaire), font systématiquement le tour des baraques jusqu’à ce qu’ils trouvent un Blockàltester q u i m a n q u e d e c e t article ou qui veuille le stocker. D’ail l e u r s c h a q u e b a r a q u e a g é n é r a l e me nt son fournisseur a t t i t r é , a u q u e l e l l e v e r s e u n f i x e j o u r n a l i e r, à condition qu’il fournisse de la graisse chaque fois que la réserve est sur le point de s’épuiser. Tutte le sere, accanto alle porte d e i Tagesräume, stazionano pazientemente i c a p a n n e l l i d e i fornitori: fermi in piedi per ore e ore Todas las noches, junto a las puertas de los Tagesräume, se estacionan pacientemente los puestos de los proveedores: quietos y en pie durante horas y horas Tous les soirs, à côté des portes des Tagesräume, les groupes de fournisseurs attendent patiemment : ils font le [90] pied de grue pendant des heures et 67 notes 7 Gli infermieri. «Gli assistenti e gli infermieri vengono invece scelti senza alcun criterio di precedenti professionali: essi erano per lo più individui dotati di notevole prestanza fisica, che ottenevano la carica -natura~mer~te assai ambita - grazie alle loro amicizie e relazioni con medici già in funzione o con personale dirigente del Campo. Ne seguiva che, mentre i medici dimostravano in genere una discreta competenza e un certo grado di civiltà, il personale ausiliario si distingueva per la sua ignoranza, o disprezzo, di ogni norma igienica, terapeutica e umanitaria: esso giungeva al punto di commerciare parte della zuppa e del pane destinati agli ammalati in cambio di sigarette, di oggetti di vestiario e d’altro» (Rapporto, 1356-1357). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard sotto la pioggia o la neve, parlano c o n c i t a t amente sottovoce di questioni relative alle variazioni dei prezzi e del valore del buonopremio. Ogni tanto qualcuno si stacca dal gruppo, fa una breve visita in Borsa, e torna con le ultime notizie. bajo la lluvia o la nieve, hablan agitadamente y en voz baja de cuestiones relacionadas con las variaciones de los precios y del valor del bono-premio. De cuando en cuando alguno se separa del grupo, hace una breve visita a la Bolsa y vuelve con las últimas noticias. des heures sous la pluie ou la neige, parlant avec animation en étouffant leur voix de questions relatives aux fluctuations des prix et à la valeur du bon-prime. De temps à autre quelqu’un se détache du cercle, fait un saut à la Bourse et revient avec les nouvelles de dernière heure. Oltre a quelli già nominati, innumerevoli sono gli articoli reperibili in Buna che possono essere utili al Block, o graditi al Blockältester, o suscitare l’interesse o la curiosità dei prominenti. Lampadine, spazzole , sapone co[140]mune e per barba, lime, pinze, sacchi, chiodi; si smercia l’alcool metilico, buono per farne beveraggi, e la benzina, buona per i rudimentali acciarini, prodigi dell’industria segreta degli artigiani del Lager. Además de los ya nombrados, son innumerables los artículos disponibles en la Buna que pueden ser útiles en el Block, ser agradecidos por el Blockältester, o suscitar el interés o la curiosidad de los prominentes. B o m b i l l a s , c e p i l l o s, j a b ó n c o rriente o de barba, limas, pinzas, sacos, clavos; se despacha el alcohol metílico, bueno para hacer bebidas, y la bencina, buena para encendedores, prodigios de la industria secreta de los artesanos del Lager. En plus de ceux déjà cités, la Buna est une inépuisable réserve d’articles susceptibles d’être u t i l i s é s a u B l o c k , d e plaire au Blockàltester, de susciter l’intérêt ou la curiosité des prominents : ampoules électriques, brosses, savon ordinaire, savon à barbe, limes, pinces, sacs, clous; on vend aussi de l'alcool méthylique dont on tire des breuvages, et de l’essence pour les briquets de production locale, véritables prodiges de l’artisanat clandestin du Lager. In questa complessa rete di furti e controfurti, alimentati dalla sorda ostilità fra i comandi SS e le autorità civili della Buna, una funzione di prim’ordine è esplicata dal Ka-Be. Il Ka-Be è il luogo di minor resistenza, la valvola da cui più facilmente si possono evadere i regolamenti ed eludere la sorveglianza dei capi. Tutti sanno che sono gli infermieri stessi quelli che rilanciano sul mercato, a basso prezzo, gli indumenti e le scarpe dei morti, e dei selezionati che partono nudi per Birkenau; sono gli infermieri e i medici che esportano in Buna i sulfamidici di assegnazione, vendendoli ai civili contro generi alimentari. En esta compleja red de hurtos y contrahurtos, alimentados por la sorda hostilidad entre los comandos SS y la autoridad civil de la Buna, función de primer orden tiene el Ka-Be. El Ka-Be es el lugar de menor resistencia, la válvula por la que más fácilmente pueden evadirse los reglamentos y eludirse la vigilancia de los Kapos. Todos saben que son los mismos enfermeros los que reincorporan al mercado, a bajo precio, la ropa y los zapatos de los muertos y de los seleccionados que parten desnudos para Birkenau; son los enfermeros y los médicos los que exportan de la Buna los sulfamídicos asignados, vendiéndolos a los civiles contra géneros alimentarios. Dans ce complexe réseau de vols et de contre-vols, alimentés par la sourde hostilité qui règne entre la direction des SS et les autorités de la Buna, le K.B. joue un rôle de première importance. Le K.B. est le lieu de moindre résistance, la soupape de sécurité qui permet le plus facilement de tourner le règlement et de déjouer la surveillance des chefs. Il est de notoriété publique que ce sont les infirmiers euxmêmes qui remettent sur le marché, à bas prix, les vêtements et les chaussures des morts et des sélectionnés qui partent nus pour Birkenau ; ce sont eux encore, avec les médecins, qui exportent à la Buna les sulfamides destinés à la distribution interne et qui les vendent aux civils contre des denrées alimentaires. Gli infermieri (7) poi traggono ingente guadagno dal traffico dei cucchiai. Il Lager non fornisce cucchiaio ai nuovi arrivati, benché la zuppa semiliquida non possa venir consumata altrimenti. I cucchiai vengono fabbricati in Buna, di nascosto e nei ritagli di tempo, dagli Häftlinge che lavorano come specializzati in Kommandos di fabbri e lattonieri: si tratta di rozzi e ma s s i c c i a r n e s i, r i c a v a t i d a lamiere lav o r a t e a m a r t e l l o , s p e s s o c o l m anico affilato, in modo che serva in pari tempo da col [141]tello per affettare il pane. I fabbricanti stessi li vendono direttamente ai nuovi arrivati: un cucchiaio semplice vale mezza razione, un cucchiaio-coltello tre quarti di razione di pane. Ora, è legge che in Ka-Be si possa entrare col cucchiaio, non però uscirne. Ai guariti, all’atto del rilascio e prima della vestizione, il cucchiaio viene sequestrato dagli infermieri, e da loro rimesso in vendita sulla Borsa. Aggiungendo ai cucchiai dei guariti quelli dei morti e dei selezionati, gli infermieri vengono a percepire ogni giorno il ricavato della vendita d i una cinquantina di cucchiai. Per contro, i degenti rilasciati sono costretti a rientrare al lavoro collo svantaggio iniziale di mezza razione di pane da stanziarsi per l’acquisto di un nuovo cucchiaio. Además, los enfermeros obtienen grandes ganancias del tráfico de cucharas. El Lager no provee de cuchara a los recién llegados, aunque el potaje semilíquido no pueda ser consumido de otra manera. Las cucharas se fabrican en la Buna, a escondidas y en los ratos libres, por los Häftlinge que trabajan como especialistas en los Kommandos de herreros y hojalateros; se trata de bastas y pesadas herramientas, hechas con c h a p a s t r a b a j a d a s a martillazos, frecuentemente con el mango afilado, de modo que sirva al mismo tiempo de cuchillo para cortar el pan. Los mismos fabricantes las venden directamente a los recién llegados; una cuchara sencilla vale media ración, una cuchara-cuchillo tres cuartos de ración de pan. Ahora bien, es ley que en el Ka-Be se pueda entrar con la cuchara, pero no salir con ella. A los curados, en el acto de darlos de alta y antes de vestirlos, la cuchara les es confiscada por los enfermeros, que la envían en venta a la Bolsa. Añadiendo a las cucharas de los curados las de los muertos y las de los seleccionados, los enfermeros llegan a percibir a diario las ganancias de la venta de una cincuentena de cucharas. Por el contrario, los enfermos dados de alta se ven obligados a reanudar el trabajo con la desventaja inicial de media ración de pan asignada a la adquisición de una nueva cuchara. Sans compter les énormes bénéfices réalisés sur le trafic d e s c u i l l è re s. Le Lager n’en fournit pas aux nouveaux venus, bien que la soupe semi liquide qu’on y sert ne puisse être mangée autrement. Les cuillères sont fabriquées à la Buna, en cachette et dans les intervalles de temps libre, par les Häftlinge qui travaillent comme spécialistes dans les Kommandos de forgerons et de ferblantiers : ce sont des ustensiles pesants et mal dégrossis, taillés dans de la tôle t r a v a i l l é e a u marteau et souvent munis d’un manche affilé qui sert de couteau pour couper le pain. Les fabricants eux-mêmes les vendent directement aux nouveaux venus : une cuillère simple vaut une demi ration de pain, une cuillère-couteau trois quarts de ration. Or, s’il est de règle qu’on entre au K.B. avec sa cuillère, [91] on n’en sort jamais avec. Au moment de partir et avant de recevoir leurs vêtements, les guéris en sont délestés par les infirmiers, qui les remettent en vente à la Bourse. Si on ajoute aux cuillères des guéris celles des morts et des sélectionnés, les infirmiers arrivent à empocher chaque jour le produit de la vente d’une cinquantaine de ces objets. Quant à ceux qui sortent de l'infirmerie, ils sont contraints de reprendre le travail avec un handicap initial d’une demi-ration de pain à investir dans l’achat d’une nouvelle cuillère. 68 notes 8 Vorremmo ora invitare il lettore a riflettere. Esortazione al lettore, sul genere delle molte indicate da Segre, 68-69. Gli appelli diretti al lettore stabiliscono, o intendono stabilire un contatto diretto così come i frequenti casi di «mimesi dei movimenti mentali» che abbiamo già riscontrato in precedenza: «Tutti ci sono nemici o rivali// No, in verità in questo mio compagno di oggi...». 9 al di qua del filo spinato. Il senso del titolo di questo capitolo viene da quest’ultima frase; è sforzo inutile cercarvi dei segni della filosofia di Nietzsche, vi è solo una semplice assonanza: al momento della stesura di SQU la fama dei libri di Nietzsche era assai circoscritta. Questa cripto-citazione forse perché genericamente riferita ad una modalità dell’esistenza - e non ad uno specifico personaggio - non va confusa con le cripto-citazioni già incontrate a proposito della «casa dei morti» o delle «armi della notte» o della «anima morta». I SOMMERSI E I SALVATI 1 se sia bene... rimanga memoria. La tradizionale, doppia proposizione interrogativa indiretta, introdotta dalla congiunzione «se» (vedi sopra, nella poesia in epigrafe, nota 2) pone una questione importante: che cosa del Lager si deve ricordare e che cosa non si deve ricordare; l’indicibilità, se portata all’eccesso, rischia di trasformarsi in oblio? È necessario rendere la traversia un’opportunità e contemplare il Lager «come una gigantesca esperienza biologica e sociale» ovvero è necessario che il testimone si muti in sociologo o più propriamente in etologo; si veda l’approfondimento in App. (I, 191), dove si analizza con l’occhio dello studioso del comportamento animale « l’odio fanatico contro gli ebrei». Non risulta tuttavia che prima del 1946 Levi avesse fatto letture di etologia tali da lasciare qualche traccia visibile in SQU. Diverso il caso dell’autocommento successivo, nei molti articoli e saggi in cui, direi a partire dagli anni Settanta, Levi si serve di Konrad Lorenz per ripensare la «gigantesca esperienza biologica e sociale» di un Lager che, nel 1947, è osservato attraverso le sole lenti della letteratura (Dante, Dostoevskij, Baudelaire, London). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Infine, il Ka-Be è il principale cliente e ricettatore dei furti consumati in Buna: della zuppa destinata al Ka-Be, ben venti litri ogni giorno sono preventivati come fondo-furti per l’acquisto dagli specialisti degli articoli più svariati. C’è chi ruba tubo sottile di gomma, che viene utilizzato in Ka-Be per gli enteroclismi e le sonde gastriche; chi viene a offrire matite e inchiostri colorati, richiesti per la complicata contabilità della fureria del Ka-Be; e termometri, e vetreria, e reagenti chimici, che escono dai magazzini della Buna nelle tasche degli Häftlinge e trovano impiego nell’infermeria come materiale sanitario. En fin, el Ka-Be es el principal cliente y comprador de los hurtos consumados en la Buna: del potaje destinado al Ka-Be veinte buenos litros al día son presupuestados como fondo de hurtos para adquirir de los especialistas los artículos más variados. Hay quien roba el fino tubo de goma utilizado en el KaBe para las enteroirrigaciones y las sondas gástricas; quien llega a ofrecer los lapiceros y tintas de colores, necesarios para la complicada contabilidad de la comandancia del Ka-Be; los termómetros y la vajilla y los reactivos químicos que salen de los almacenes de la Buna en los bolsillos de los Häftlinge y se emplean en la enfermería como material sanitario. Enfin le K.B. est le principal client et receleur des vols commis à la Buna : sur la part quotidienne de soupe destinée au K.B., une bonne vingtaine de litres est allouée au fonds-vols et sert à acheter aux spécialistes les articles les plus variés. Il y a ceux qui volent de petits tuyaux de caoutchouc que le K.B. utilise pour les lavements et les sondes gastriques ; ceux qui viennent proposer des crayons et des encres de couleur, très demandés pour la comptabilité compliquée du bureau du K.B. ; à quoi s’ajoutent les thermomètres, les récipients en verre et les réactifs chimiques qui passent des entrepôts de la Buna aux poches des Häftlinge p o u r aboutir au K.B. comme matériel sanitaire. E non vorrei peccare di immodestia aggiungendo che è stata nostra, di Alberto e mia, l’idea di rubare i rotoli di carta millimetrata dei termografi del Reparto Essiccazione, e di offrirli al Medico Capo del Ka-Be, suggerendogli di impiegarli sotto forma di moduli per i diagrammi polso-temperatura. Y no querría pecar de inmodestia al añadir que ha sido nuestra, de Alberto y mía, la idea de robar los rollos de papel milimetrado de los termógrafos de la Oficina de Desecación y ofrecérselos al Médico Jefe del Ka-Be, sugiriéndole que lo emplee bajo la forma de módulos para los diagramas pulso-temperatura. Je voudrais préciser en outre, au risque de paraître immodeste, que c’est Alberto et moi qui avons eu l’idée de voler les rouleaux de papier millimétré des thermographes du Service Dessication, et de les offrir au médecin-chef du K.B. en lui suggérant d’en faire des tablettes pour les courbes de température. In conclusione: il furto in Buna, punito dalla Direzione civile, è autorizzato e incoraggiato dalle SS; il furto in campo, represso severamente dalle SS, è considerato dai civili una normale operazione di scambio; il furto fra [142] Häftlinge viene generalmente punito, ma la punizione colpisce con uguale gravità il ladro e il derubato. En conclusión, el hurto en la Buna, castigado por la Dirección Civil, es autorizado y estimulado por los SS; el hurto en el campo, reprimido severamente por los SS, es considerado por los civiles una operación normal de cambio; el hurto entre Häftlinge es generalmente castigado pero el castigo afecta con la misma gravedad al ladrón y al robado. Conclusion : le vol à la Buna, puni par la Direction civile, est autorisé et encouragé par les SS ; le vol au camp, sévèrement sanctionné par les SS, est considéré par les civils comme une simple modalité d’échange. Le vol entre Häftlinge est généralement puni, mais la punition frappe aussi durement le voleur que le volé. Vorremmo ora invitare il lettore a riflettere (8), che cosa potessero significare in Lager le nostre parole «bene» e «male», «giusto» e «ingiusto»; giudichi ognuno, in base al quadro che abbiamo delineato e agli esempi sopra esposti, quanto del nostro comune mondo morale potesse sussistere al di qua del filo spinato (9). [143] Quiero invitar ahora al lector a que reflexione sobre lo que podrían significar en el Lager nuestras palabras «bien» y «mal», «justo» e «injusto»; que juzgue, basándose en el cuadro que he pintado y los ejemplos más arriba expuestos, cuánto de nuestro mundo moral normal podría subsistir más allá de la alambrada de púas. Nous voudrions dès lors inviter le lecteur à s’interroger que pouvaient bien justifier au Lager des mots comme «bien» et «mal», «juste» et «injuste»? A chacun de se prononcer d’après le tableau que nous avons tracé et les exemples fournis ; à chacun de nous dire ce qui pouvait bien subsister de notre monde moral en deçà des barbelés. [92] I SOMMERSI E I SALVATI Los hundidos y los salvados LES ÉLUS ET LES DAMNÉS Questa, di cui abbiamo detto e diremo, è la vita ambigua del Lager. In questo modo duro, premuti sul fondo, hanno vissuto molti uomini dei nostri giorni, ma ciascuno per un tempo relativamente breve; per cui ci si potrà forse domandare se proprio metta conto, e se sia bene, che di questa eccezionale c o n d i z i o n e u m a n a rimanga una qualche memoria (1). Ésta, de la que hemos hablado y hablaremos, es la vida ambigua del Lager. De esta manera dura, estrujados contra el fondo, han vivido muchos hombres de nuestros días, pero todos durante un tiempo relativamente breve; por lo que quizás sea posible preguntarse si realmente merece la pena, y si está bien, que de esta excepcional condición humana quede cualquier clase de recuerdo. AINSI s’écoule la vie ambiguë du Lager, telle que j’ai eu et aurai l’occasion de l’évoquer. C’est dans ces dures conditions, face contre terre, que bien des hommes de notre temps ont vécu, mais chacun d’une vie relativement courte ; aussi pourra-t-on se demander si l’on doit prendre en considération un épisode aussi exceptionnel de la condition humaine, et s’il est bon d’en conserver le souvenir. A questa domanda ci sentiamo di rispondere affermativamente. Noi siamo infatti persuasi che nessuna A esta pregunta estoy inclinado a responder afirmativamente. En efecto, estoy persuadido de que ninguna ex- Eh bien, nous avons l'intime conviction que la réponse est oui. Nous sommes persuadés en effet qu’aucune 69 notes 2 quivi. Cfr. Cases, 5 ss. L’arcaismo «quivi», come l’altro gemello, «indi», viene naturalmente da Dante, Inf . I, 127. 3 che l’uomo senza inibizioni. Viene qui spiegato, con molta chiarezza, ciò che di solito genera equivoci: Levi non è un piatto discepolo del darwinismo; l’umanesimo che è in lui ben presente, contrasta energicamente il positivismo di fine Ottocento, di cui pure è permeata la sua cultura. L’equazione uomo=Häftling non è accettabile; si potrebbe dire che l’equazione vale soltanto in quei casi in cui gli uomini, per altro non tutti, ritornano «fondamentalmente brutali, egoisti e stolti» cioè durante quegli intermezzi che Croce chiamava «parentesi» e Levi chiamerà «tregue». Il riferimento a Croce non è casuale; Levi pone il filosofo napoletano in SP tra le sue «fonti di certezza», accanto alla Bibbia e alle leggi della fisica (I, 783). L’uomo, alla cui ricerca Levi si pone entrando nel Lager, è senza dubbio l’uomo pensante dell’etica idealistica studiata a scuola, fortemente condivisa dal primo editore di Levi, Franco Antonicelli, che vi avrà certo pensato scegliendo quel titolo così consonante con il vittoriniano Uomini e no (libro che Levi ricorda di aver letto ai tempi di SQU in Più realtà che letteratura, I, 1194); la categoria Uomo, e il suo contrario non-Uomo, certo assumono una valenza universalistica e a-storica, ma di fatto riproducono gli insegnamenti dei professori del liceo frequentato a Torino: «All’umanità importa l’uomo e non l’uomo tedesco e se nell’uomo persiste o di nuovo si forma l’animale, l’umanità dovrà lavorare a dissolverlo e a risolverlo in sé». È una delle tante prese di posizioni di Croce dopo il 1933 contro l’ascesa del nazionalsocialismo, poi rese più ferme dalla condanna di Heidegger: «Il moto della storia viene così concepito come asserzione di etnicismi e di razzismi, come celebrazione delle gesta di lupi e volpi, leoni e sciacalli, assente l’unico vero attore, l’umanità» in «La Critica», XXXI (1933), p. 69 e Pagine sparse, Ricciardi, Napoli 1943, vol. III, pp. 174-176; ma vi sono altri punti di contatto non trascurabili: la resistenza nei confronti della psicoanalisi affonda le sue radici nel clima idealistico respirato da Levi durante il suo passaggio al Liceo Classico negli anni Trenta: l’ostilità nei confronti della dottrina dell’inconscio ricorda da vicino l’opposizione di molti altri studiosi italiani di formazione idealista. Levi la pensava su Freud come Francesco Flora. Allo stesso tempo il «suo» Dante umanista («Il canto di Ulisse») è il Dante «ibrido» di Croce, con i piedi saldi nel Medioevo e la mente anticipatrice dell’Umanesimo. 4 Altre coppie di contrari. Ennesima variazione sul tema della possibile coincidenza degli opposti. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard umana esperienza sia v u o t a d i senso e indegna di analisi, e che anzi valori fondamentali, anche se non sempre positivi, si possano trarre da questo particolare mondo di cui narriamo. Vorremmo far considerare come il Lager sia stato, anche e notevolmente, una gigantesca esperienza biologica e sociale. [144] periencia humana carece de sentido ni es indigna de análisis, y de que, por el contrario, hay valores fundamentales, aunque no siempre positivos, que se pueden deducir de este mundo particular del que estamos hablando. Querría hacer considerar de qué manera el Lager ha sido, también y notoriamente, una gigantesca experiencia biológica y social. expérience humaine n’est dénuée de sens ni indigne d’analyse, et que bien au contraire l’univers particulier que nous décrivons ici peut servir à mettre en évidence des valeurs fondamentales, sinon toujours positives. Nous voudrions faire observer à quel point le Lager a été, aussi et à bien des égards, une gigantesque expérience biologique et sociale. Si rinchiudano tra i fili spinati migliaia di individui diversi per età, condizione, origine, lingua, cultura e costumi, e siano quivi (2) sottoposti a un regime di vita costante, controllabile, identico per tutti e inferiore a tutti i bisogni: è quanto di più rigoroso uno sperimentatore avrebbe potuto istituire per stabilire che cosa sia essenziale e che cosa acquisito nel comportamento dell’animale-uomo di fronte alla lotta per la vita. Enciérrense tras la alambrada de púas a millares de individuos diferentes en edades, estado, origen, lengua, cultura y costumbres, y sean sometidos aquí a un régimen de vida constante, controlable, idéntico para todos y por debajo de todas las necesidades: es cuanto de más riguroso habría podido organizar un estudioso para establecer qué es esencial y qué es accesorio en el comportamiento del animal-hombre frente a la lucha por la vida. Enfermez des milliers d’individus entre des barbelés, sans distinction d’âge, de condition sociale, d’origine, de langue, de culture et de moeurs, et soumettez-les à un mode de vie uniforme, contrôlable, identique pour tous et inférieur à tous les besoins : vous aurez là ce qu’il peut y avoir de plus rigoureux comme champ d’expérimentation, pour déterminer ce qu’il y a d’inné et ce qu’il y a d’acquis dans le comportement de l'homme confronté à la lutte pour la vie. Noi non crediamo alla più ovvia e facile deduzione: che l’uomo sia fondamentalmente brutale, egoista e stolto come si comporta quando ogni sovrastruttura civile sia tolta, e che lo «Häftling» non sia dunque che l’uomo senza inibizioni (3). Noi pensiamo piuttosto che, quanto a [145] questo, null’altro si può concludere, se non che di fronte al bisogno e al disagio fisico assillanti, molte consuetudini e molti istinti sociali sono ridotti al silenzio. No creo en la más obvia y fácil deducción: que el hombre es fundamentalmente brutal, egoísta y e s t ú p i d o t a l y c o m o s e c o m p o r t a c u a n d o t o da superestructura civil es eliminada, y que el Häftling no es más que el h o m bre sin inhibiciones. Pienso más bien que, en cuanto a esto, tan sólo se puede conclu i r q u e , frente a la necesidad y el malestar físico oprimente, muchas costumbres e instintos sociales son reducidos al silencio. Non que nous nous rendions à la conclusion un peu simpliste selon laquelle l’homme serait foncièrement brutal, [93] égoïste et obtus dès lors que son comportement est affranchi des superstructures du monde civilisé, en vertu de quoi le Häftlinge ne serait que l'homme sans inhibitions. Nous pensons plutôt qu’on ne peut rien conclure à ce sujet, sinon q u e s o u s l a p r e s s i o n harcelante d e s b e s o i n s e t d e s s o u ff r a n c e s physiques, bien des habitudes et bien des instincts sociaux disparaissent. Ci p a r e i n v e c e d e g n o d i attenzione questo fatto: viene in luce che esistono fra gli uomini due categorie particolarmente ben distinte: i salvati e i sommersi. Altre coppie di contrari (4) (i buoni e i cattivi, i savi e gli stolti, i vili e i coraggiosi, i disgraziati e i fortunati) sono assai meno nette, sembrano meno congenite, e soprattutto ammettono gradazioni intermedie più numerose e complesse. Me parece, en cambio, digno de atención este hecho: queda claro que hay entre los hombres dos categorías particularmente bien distintas: los salvados y los hundidos. Otras parejas de contrarios (los buenos y los malos, los sabios y los tontos, los cobardes y los valientes, los desgraciados y los afortunados) son bastante menos definidas, parecen menos congénitas, y sobre todo admiten gradaciones intermedias más numerosas y complejas. Un fait, en revanche, nous paraît digne d’attention : il existe chez les hommes deux catégories particulièrement bien distinctes, que j’appellerai métaphoriquement les élus et les damnés. Les autres couples de contraires (comme par exemple les bons et les méchants, les sages et les fous, les courageux et les lâches, les chanceux et les malchanceux) sont beaucoup moins nets, plus artificiels semble-t-il, et surtout ils se prêtent à toute une série de gradations intermédiaires plus complexes et plus nombreuses. Questa divisione è molto meno evidente nella vita comune; in questa non accade spesso che un uomo si perda, perché normalmente l’uomo non è solo, e, nel suo salire e nel suo discendere, è legato al destino dei suoi vicini; per cui è eccezionale che qualcuno cresca senza limiti in potenza, o discenda con continuità di sconfitta in sconfitta fino alla rovina. Inoltre ognuno possiede di solito riserve tali, spirituali, fisiche e anche pecuniarie, che l’evento di un naufragio, di una insufficienza davanti alla vita, assume una anche minore probabilità. Si aggiunga ancora che una sensibile azione di smorzamento è esercitata dalla legge, e dal senso morale, che è legge interna; viene infatti considerato tanto più civile un paese, quanto più savie ed efficienti vi sono quelle leggi che [146] impediscono al misero di essere troppo misero, e al potente di essere Esta división es mucho menos evidente en la vida común; en ésta no sucede con frecuencia que un hombre se pierda, porque normalmente el hombre no está solo y, en sus altibajos, está unido al destino de sus vecinos; por lo que es excepcional que alguien crezca en poder sin límites o descienda continuamente de derrota en derrota hasta la ruina. Además, cada uno posee por regla general reservas espirituales, físicas e incluso pecuniarias tales, que la eventualidad de un naufragio, de una insuficiencia ante la vida, tiene menor probabilidad. Añádase también la s e n s i b l e a c c i ó n d e a m o r t i g u ación que ejerce la ley, y el sentimiento moral, que es una ley interior; en efecto, un país se considera tanto más desarrollado cuanto más sabias y eficientes son las leyes que impiden al miserable ser demasiado mi s e r a b l e y a l p o d e r o s o s e r Cette distinction est beaucoup moins évidente dans la vie courante, où il est rare qu’un homme se perde, car en général l'homme n’est pas seul et son destin, avec ses hauts et ses bas, reste lié à celui des êtres qui l’entourent. Aussi est-il exceptionnel qu’un individu grandisse indéfiniment en puissance ou qu’il s’enfonce inexorablement de défaite en défaite, jusqu’à la ruine totale. D’autre part, chacun possède habituellement de telles ressources spirituelles, physiques, et même pécuniaires, que les probabilités d’un naufrage, d’une incapacité de faire face à la vie, s’en trouvent encore diminuées. Il s’y ajoute a u s s i l ’ a c t i o n modératrice exercée par la loi, et par le sens moral qui opère c o m m e u n e l o i i n t é r i e u r e ; on s’accorde en effet à reconnaître qu’un pays est d’autant plus évolué que les lois qui empêchent le misérable d’être trop misérable et le puissant trop puissant y sont plus sages et plus 70 notes 4:20 5 Al potente di essere troppo potente. Nitida definizione della democrazia classica, per così dire ateniese. È il quesito politico «per eccellenza»: come conciliare un ordine che non sia oppressione con una libertà che non sia licenza. Elogio della temperanza, della democrazia come «terza via», cui non vanno disgiunti altri analoghi elogi dei principi liberaldemocratici dispersi nel libro e ripresi in sede di autocommento. Come è stato detto (Cases, 27) « raramente i principi liberali sono stati enunciati con tanta chiarezza»; Levi è nemico di ogni forma di massimalismo utopistico, si veda anche in SES: «L’ascesa dei privilegiati, non solo in Lager ma in tutte le convivenze umane, è un fenomeno angosciante ma immancabile: essi sono assenti solo nelle utopie. È compito dell’uomo giusto fare guerra ad ogni privilegio non meritato, ma non si deve dimenticare che questa è una guerra senza fine» (II, 1021). 6 remissione. Ritorna la parola-chiave di SQU, vedi sopra, cap. «Le nostre notti», nota 16 e sotto cap. «L’ultimo», nota 5 e «il sogno di remissione» di Sómogyi, cap. «Storia di dieci giorni», nota 24. Nel successivo «ognuno è disperatamente ferocemente solo», pare di avvertire una prova della presenza di Quasimodo, che Fortini ha giustamente messo in luce per le poesie (E Fortini, L’opera in versi cit., p. 164). 7 selvaggia pazienza. Vedi anche sopra, cap. «Al di qua del bene e del male», nota 4 e qui sotto, nota 15. (1) «Muselnann» : c’est ainsi que les anciens du camp surnommaient, j’ignore pourquoi, les faibles, les inadaptés, ceux qui étaient voués à la sélection. (N.d.A.) 8 nella memoria di nessuno. In Memorie, 77 ss. è descritta una categoria umana molto simile ai Muselmänner: «Nella nostra camerata, come pure in tutte le altre del reclusorio, c’erano sempre dei poveri, dei cenciosi, che avevano perduto e bevuto tutto, o poveri semplicemente così, per natura. lo dico “per natura” e insisto in modo particolare su questa espressione. Effettivamente, dappertutto nel popolo nostro, in qualsiasi congiuntura, in qualsiasi condizione, sempre ci sono e ci saranno certe strane persone, pacifiche e non di rado tutt’altro che indolenti, predestinate dalla sorte a rimanere eternamente povere. Costoro sono sempre dei tapini, sono sempre malmessi, hanno sempre un certo aspetto di gente abbattuta e oppressa da non so che cosa e si trovano in perpetuo alla mercé di qualcuno». Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard troppo potente (5). d e masiado poderoso. efficaces. Ma in Lager avviene altrimenti: qui la lotta per sopravvivere è senza remissione (6), perché ognuno è disperatamente ferocemente solo. Se un qualunque Null Achtzehn vacilla, non troverà chi gli porga una mano; bensì qualcuno che lo abbatterà a lato, perché nessuno ha interesse a che un «mussulmano» di più si trascini ogni giorno al lavoro; e se qualcuno, con un miracolo di selvaggia pazienza (7) e astuzia, troverà una nuova combinazione per defilarsi dal lavoro più duro, una nuova arte che gli frutti qualche grammo di pane, cercherà di tenerne segreto il modo, e di questo sarà stimato e rispettato, e ne trarrà un suo esclusivo personale giovamento; diventerà più forte, e perciò sarà temuto, e chi è temuto è, ipso facto, un candidato a sopravvivere. [147] Pero en el Lager sucede de otra manera: aquí, la lucha por la supervivencia no tiene remisión porque cada uno está desesperadamente, ferozmente solo. Si un tal Null Achtzehn vacila, no encontrará quien le eche una mano; encontrará más bien a alguien que le eche a un lado, porque nadie está interesado en que un «musulmán»1 más se arrastre cada día al trabajo: y si alguno, mediante un prodigio de salvaje paciencia y astucia, encuentra una nueva combinación para escurrirse del trabajo más duro, un nuevo arte que le rente unos gramos más de pan, tratará de mantenerla en secreto, y por ello será estimado y respetado, y le producirá un beneficio personal y exclusivo; será más fuerte, y será temido por ello, y quien es temido es, ipso facto, un candidato a sobrevivir. Mais au Lager il en va tout autrement : ici, la lutte pour la vie est implacable car chacun est désespérément et férocement seul. Si un quelconque Null Achtzehn vacille, il ne trouvera personne pour lui tendre la main, mais bien quelqu’un qui lui donnera le coup de grâce, parce que ici personne n’a intérêt à ce qu’un «muselman (1)» de plus [94] se traîne chaque jour au travail ; et si quelqu’un, par un miracle de patience et d’astuce, trouve une nouvelle combine pour échapper aux travaux les plus durs, un nouveau système qui lui rapporte quelques grammes de pain supplémentaires, il gardera jalousement son secret, ce qui lui vaudra la considération et le respect général, et lui rapportera un avantage strictement personnel ; il deviendra plus puissant, on le craindra, et celui qui se fait craindre est du même coup un candidat à la survie. Nella storia e nella vita pare talvolta di discernere una legge feroce, che suona «a chi ha, sarà dato; a chi non ha, a quello sarà tolto». Nel Lager, dove l’uomo è solo e la lotta per la vita si riduce al suo meccanismo primordiale, la legge iniqua è apertamente in vigore, è riconosciuta da tutti. Con gli adatti, con gli individui forti e astuti, i capi stessi mantengono volentieri contatti, talora quasi camerateschi, perché sperano di poterne trarre forse più tardi qualche utilità. Ma ai mussulmani, agli uomini in dissolvimento, non vale la pena di rivolgere la parola, poiché già si sa che si lamenterebbero, e racconterebbero quello che mangiavano a casa loro. Tanto meno vale la pena di farsene degli amici, perché non hanno in campo conoscenze illustri, non mangiano niente extrarazione, non lavorano in Kommandos vantaggiosi e non conoscono nessun modo segreto di organizzare. E infine, si sa che sono qui di passaggio, e fra qualche settimana non ne rimarrà che un pugno di cenere in qualche campo non lontano, e su un registro un numero di matricola spuntato. Benché inglobati e tras c i n a t i senza requie dalla folla innumerevole dei loro consimili, essi soffrono e si trascinano in una opaca intima solitudine, e in solitudine muoiono o scompaiono, senza lasciar traccia nella memoria di nessuno (8). [148] En la historia y en la vida, parece a veces discernirse una ley feroz que reza: «a quien tiene, le será dado; a quien no tiene, le será quitado». En el Lager, donde el hombre está solo y la lucha por la vida se reduce a su mecanismo primordial, esta ley inicua está abiertamente en vigor, es reconocida por todos. Con los adaptados, con los individuos fuertes y astutos, los mismos jefes mantienen con gusto relaciones, a veces casi de camaradas, porque tal vez esperan obtener más tarde alguna utilidad. Pero a los «musulmanes», a los hombres que se desmoronan, no vale la pena dirigirles la palabra, porque ya se sabe que se lamentarán y contarán lo que comían e n s u c a s a . Va l e m e n o s a ú n l a pena hacerse amigo suyo, porque no tienen en el campo amistades ilustres, no comen nunca racion e s e x t r a s , n o t r a b a j a n en Kommandos ventajosos y no conocen ningún modo secreto de organizarse. Y, finalmente, se sabe que están aquí de paso y que dentro de unas semanas no quedará de ellos más que un puñado de cenizas en cualquier campo no lejano y, en un registro, un número de matrícula vencido. Aunque englobados y arrastrados sin descanso por la muchedumbre innumerable de sus semejantes, sufren y se arrastran en una opaca soledad íntima, y en soledad mueren o desaparecen, sin dejar rastros en la memoria de nadie. On a parfois l’impression qu’il émane de l’histoire et de la vie une loi féroce que l’on pourrait énoncer ainsi : «II sera donné à celui qui possède, il sera pris à celui qui n’a rien.» Au Lager, où l’homme est seul et où la lutte pour la vie se réduit à son mécanisme primordial, la loi inique est ouvertement en vigueur et unanimement reconnue. Avec ceux qui ont su s’adapter, avec les individus forts et rusés, les chefs eux-mêmes entretiennent volontiers des rapports, parfois presque amicaux, dans l’espoir qu’ils pourront peut-être plus tard en tirer parti. Mais les «musulmans», les hommes en voie de désintégration, ceux-là ne valent même pas la peine qu’on leur adresse la parole, puisqu’on sait d’avance qu’ils commenceraient à se plaindre et à parler de ce qu’ils mangeaient quand ils étaient chez eux. Inutile, à plus forte raison, de s’en faire des amis : ils ne connaissent personne d’important au camp, ils ne mangent rien en dehors de leur ration, ne travaillent pas dans des Kommandos intéressants et n’ont aucun moyen secret de s’organiser. Enfin, on sait qu’ils sont là de passage, et que d’ici quelques semaines il ne restera d’eux q u ’ u n e p o i g n é e de cendres dans un des champs voisins, et un numéro matricule coché dans un registre. Bien qu’ils soient ballottés et confondus sans répit dans l’immense foule de leurs semblables, ils souffrent et avancent dans une solitude intérieure absolue, et c’est encore en solitaires qu’ils meurent ou disparaissent, sans laisser de trace dans la mémoire de personne. Il risultato di questo spietato processo di selezione naturale si sarebbe potuto leggere nelle statistiche del movimento dei Lager. Ad Auschwitz, nell’anno 1944, dei vecchi prigionieri ebrei (degli altri non diremo qui, ché altre erano le loro condizioni), «kleine Nummer», piccoli numeri inferiori al centocinquantamila, poche centinaia sopravvivevano; nessuno di questi era un comune Häftling, vegetante nei comuni Kommandos e pago della normale razione. Restavano solo i medici, i s a r t i , i ciabattini, i musicisti, i El resultado de este despiadado proceso de selección natural habría podido leerse en las estadísticas del movimiento de los Lager. En Auschwitz, en el año 1944, de los prisioneros judíos veteranos (de los otros no hablaré aquí, porque sus condiciones eran diferentes), kleine Nummer, números bajos inferiores al ciento cincuenta mil, pocos centenares sobrevivían: ninguno de éstos era un vulgar Häftling, que vegetase en los Kommandos vulgares y recibiese la ración normal. Quedaban solamente los médicos, los sastres, los zapateros remendones, los músicos, Le résultat de cet impitoyable processus de sélection apparaît d’ailleurs clairement dans les statistiques relatives aux effectifs des Lager. A Auschwitz, abstraction faite des autres prisonniers qui vivaient dans des conditions différentes, sur l’ensemble des anciens détenus juifs - c’est-à-dire des kleine Nummer, des petits numéros inférieurs à [95] cinquante mille - il ne restait en 1944 que quelques centaines de survivants : aucun de ces survivants n’était un Häftling ordinaire, végétant dans un Kommando ordinaire et se contentant de la ration normale. Il ne restait que les médecins, les tailleurs, les cordonniers, les musiciens, l e s 71 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard c u o c h i , i giovani attraenti omosessuali, gli amici o compaesani di qualche autorità del campo; inoltre individui particolarmente spietati, vigorosi e inumani, insediatisi (in seguito a investitura da parte del comando delle SS, che in tale scelta dimostravano di possedere una satanica conoscenza umana) nelle cariche di Kapo, di Blockältester, o altre; e infine coloro che, pur senza rivestire particolari funzioni, per la loro astuzia ed energia fossero sempre riusciti a organizzare con successo, ottenendo così, oltre al vantaggio materiale e alla reputazione, anche indulgenza e stima da parte dei potenti del campo. Chi non sa diventare un Organisator, Kombinator, Prominent (truce eloquenza dei termini!) finisce in breve mussulmano. Una terza via esiste nella vita, dove è anzi la norma; non esiste in campo di concentramento. los cocineros, los jóvenes homosexuales atractivos, los amigos y paisanos de alguna autoridad del campo; además de individuos particularmente crueles, vigorosos e inhumanos, instalados (a consecuencia de la investidura por parte del comando de los SS, que en tal selección demostraban poseer un satánico conocimiento de la humanidad) en los cargos de Kapo, de Blockältester u otros: y, en fin, los que, aunque sin desempeñar funciones especiales, siempre habían logrado, gracias a su astucia y energía, organizarse con éxito, obteniendo así, además de ventaja material y reputación, la indulgencia y estima de los poderosos del campo. Quien no sabe convertirse en un Organisator, Kombinator, Prominenz (¡atroz elocuencia de los términos!) termina pronto en «musulmán». Un tercer camino hay en la vida, donde es más bien la norma; no lo hay en el campo de concentración. cuisiniers, les homosexuels e n c o r e j e u n e s e t a t t i r a n ts, les amis ou compatriotes de certaines autorités du camp, plus quelques individus particulièrement impitoyables, vigoureux et inhumains, solidement installés l'après y avoir été nommés par le commandement SS, qui en matière de choix témoignait d’une connaissance diabolique de l’âme humaine) dans les fonctions de Kapo, Blockâltester ou autre. Restaient enfin ceux qui, sans occuper de fonctions particulières, avaient toujours réussi grâce à leur astuce et à leur énergie à s’organiser avec succès, se procurant ainsi, outre des avantages matériels et une réputation flatteuse, l'indulgence et l'estime des puissants du camp. Ainsi, celui qui ne sait pas devenir Organisator, Kombinator, Prominent (farouche éloquence des mots !) devient inéluctablement un «musulman». Dans la vie, il existe une troisième voie, c’est même la plus courante ; au camp de concentration, il n’existe pas de troisième voie. Soccombere è la cosa più semplice: basta eseguire tutti gli ordini che si ricevono, non mangiare che la razione, attenersi alla disciplina del lavoro e del campo. L’esperienza ha dimostrato che solo eccezionalmente si può in questo modo durare più di tre mesi. Tutti i mussulmani che vanno in gas hanno la stessa storia, o, per meglio dire, non hanno storia; hanno seguito il pendio fino al fondo, naturalmente, come i ruscelli che vanno al mare. Entrati in campo, per loro essenziale incapacità, o per sventura, o per un qualsiasi banale incidente, sono stati sopraffatti prima di aver potuto adeguarsi; sono battuti [149] sul tempo, non cominciano a imparare il tedesco e a discernere qualcosa nell’infernale groviglio di leggi e di divieti, che quando il loro corpo è già in sfacelo, e nulla li potrebbe più salvare dalla selezione o dalla morte per deperimento. La loro vita è breve ma il loro numero è sterminato; sono oro, i Muselmänner, i sommersi (9), il nerbo del campo; loro, la massa anonima, continuamente rinnovata e sempre identica, del non-uomini che marciano e faticano in silenzio, spenta in loro la scintilla divina (l0), già troppo vuoti per soffrire veramente. Si esita a chiamarli vivi; si esita a chiamar morte la loro morte, davanti a cui essi non temono perché sono troppo stanchi per comprenderla. Sucumbir es lo más sencillo: basta cumplir órdenes que se reciben, no comer más que la ración, atenerse a la disciplina del trabajo y del campo. La experiencia ha demostrado que, de este modo, sólo excepcionalmente se puede durar más de tres meses. Todos los «musulmanes» que van al gas tienen la misma historia o, mejor dicho, no tienen historia; han seguido por la pendiente hasta el fondo, naturalmente, como los arroyos que van a dar a la mar. Una vez en el campo, debido a su esencial incapacidad, o por desgracia, o por culpa de cualquier incidente trivial, se han visto arrollados antes de haber podido adaptarse; han sido vencidos antes de empezar, no se ponen a aprender alemán y a discernir nada en el infernal enredo de leyes y de prohibiciones, sino cuando su cuerpo es una ruina, y nada podría salvarlos de la selección o de la muerte por agotamiento. Su vida es breve pero su número es desmesurado; son ellos, los Muselmänner, los hundidos, los cimientos del campo; ellos, la masa anónima, continuamente renovada y siempre idéntica, de no-hombres que marchan y trabajan en silencio, apagada en ellos la llama divina, demasiado vacíos ya para sufrir verdaderamente. Se duda en llam a r l o s v i v o s : s e d u d a e n llamar muerte a su muerte, ante la que no temen porque están demasiado cansados para comprenderla. Le plus simple est de succomber : il suffit d’exécuter tous les ordres qu’on reçoit, de ne manger que sa ration et de respecter la discipline au t r a v a i l e t a u c a m p . L’ e x p é r i e n c e prouve qu’à ce rythme on résiste rarement plus de trois mois. Tous les «musulmans» qui finissent à la chambre à gaz ont la même histoire, ou plutôt ils n’ont pas d’histoire du tout : ils ont suivi la pente jusqu’au bout, naturellement, comme le ruisseau va à la mer. Dès leur arrivée au camp, par incapacité foncière, par malchance, ou à la suite d’un incident banal, ils ont été terrassés avant même d’avoir pu s’adapter. Ils sont pris de vitesse : lorsque enfin ils commencent à apprendre Tallemand et à distinguer quelque chose dans l'infernal enchevêtrement de lois et d’interdits, leur corps est déjà miné, et plus rien désormais ne saurait les sauver de la sélection ou de la mort par faiblesse. Leur vie est courte mais leur nombre infini. Ce sont eux, les Muselmänner, les damnés, le nerf du camp ; eux, la masse anonyme, continuellement renouvelée et toujours identique, des non-hommes en qui l’étincelle divine s’est éteinte, et qui marchent et peinent [96] en silence, trop vides déjà pour souffrir vraiment. On hésite à les api des vivants : on hésite à appeler mort une mort qu ils ne craignent pas parce qu’ils sont trop épuisés pour la comprendre. Essi popolano la mia memoria della loro presenza senza volto, e se potessi racchiudere in una immagine tutto il male del nostro tempo(11), sceglierei questa immagine, che mi è familiare: un uomo scarno, dalla fronte china e dalle spalle curve, sul cui volto e nei cui occhi non si possa leggere traccia di pensiero. Son los que pueblan mi memoria con su presencia sin rostro, y si pudiese encerrar a todo el mal de nuestro tiempo en una imagen, escogería esta imagen, que me resulta familiar: un hombre demacrado, con la cabeza inclinada y las espaldas encorvadas, en cuya cara y en cuyos ojos no se puede leer ni una huella de pensamiento. Us peuplent ma mémoire de leur présence sans visage, et si je pouvais résumer tout le mal dé notre temps en une seule image, je choisirais cette vision qui m’est familière : un homme d é c h a r n é , le f r o n t c o u r b é e t l e s épaules voûtées, dont le visage et les y e u x n e r e f l è t e n t n u l l e t r a c e d e pensée. Se i sommersi non hanno storia, e una sola e ampia è la via della perdizione, le vie della salvazione (12) sono invece molte, aspre ed impensate. [150] Si los hundidos no tienen historia, y una sola y ancha es la vía de la perdición, las vías de la salvación son, en cambio, muchas, ásperas e impensadas. Si les damnés n’ont pas d’histoire, et s’il n’est qu’une seule et large voie qui mené à la perte, les chemins du salut sont multiples, épineux e t imprévus. 8:50 9 i sommersi. Inf. XX, 3. 10 la scintilla divina. «La divine etincelle» (C.Baudelaire, Les aveugles). Vedi sotto, cap. «Storia di dieci giorni», nota 25. 11 il male del nostro tempo. Di tutto il libro è questo il luogo in cui si rende più difficile intendere se Levi parli del tempo del Lager o del tempo in cui sta scrivendo, a liberazione avvenuta; donde un’ennesima testimonianza di ambiguità fra dentro e fuori, forza centripeta e forza centrifuga. Vedi anche sopra, cap. «Una buona giornata», nota 2. 12 salvazione. È parola-chiave in Levi (vedi anche sotto, nota 17), rinvia naturalmente a Dante (Inf. IV, 63). Si ricordino i due diversi gradi di salvazione (la salvazione del capire, la salvazione del riso) nel grafo posto in esergo a RR (II, 1369) e il titolo stesso di SES. [ll termine, che compare anche nel titolo di questo capitolo, ha un valore aspramente ironico. In Lager non si salva il virtuoso, ma l’uomo che « si organizza», che opprime o soppianta il suo prossimo, che soffoca in sé ogni moto di carità o solidarietà]. Cfr. anche Cases, 15. 72 notes 13 si offra. Ritorna la forma impersonale che assume l’aspetto di appello al lettore. 13:38 14 degli oppressi’... nel sopportare. È il momento di Manzoni; come è stato notato (Tesio, 96), leggendo questo brano, il pensiero va subito all’episodio dei capponi di Renzo ricordato da Levi nell’articolo di AM, Il pugno di Renzo (Il, 702); in verità le cose sono molto più complesse, anzi, a ben vedere l’autocommento non aiuta per niente a mettersi sulla giusta strada. Il brano è di un’importanza straordinaria per l’evoluzione che subirà, di qui fino a SES. Si può anzi dire che questa sia la cellula originaria da cui nascerà la «zona grigia». Cfr. Conversazioni, 180 che svela l’esistenza in SQU, di una scintilla da cui scaturirà il capitolo più drammatico di SES (ma nell’intervista non si dice a quale luogo occorre fare riferimento). G.PBiasin, nel saggio Contagio (in «Riga» cit., pp.261-263) è andato vicino al nocciolo della questione, anzi ha ricostruito correttamente tutto il percorso, ma soltanto a partire da un luogo preciso di T (I, 206-207): «Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell’offesa, che dilaga come un contagio. È stolto pensare che la giustizia umana lo estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l’anima dei sommersi, li spegne e li rende abbietti». L’avvio del ragionamento in SQU è certamente in questo giudizio sui «prominenti ebrei», sulla loro capacità di riversare sugli oppressi l’odio inappagato nei confronti degli oppressori. Il tema potrebbe avere radice anche in Vercors (si veda sopra, cap. « Le nostre notti», nota 7); sicuro è che il luogo manzoniano in questione non sono i capponi di Renzo, ma l’aggressione con il coltello di Renzo a Don Abbondio, ciò che fa pronunciare allo scrittore lombardo la celebre frase sui «soverchiatori» che contagiano i perseguitati (cito dall’edizione dei Promessi sposi, a cura di L.Russo, La Nuova Italia, Firenze 1942, p.44: «I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano l’animo degli offesi»). In SQU, vi è dunque la cellula primigenia dell’intero ragionamento di SES (Il, 1023), ma, nella sostanza, quale abisso separa le dimensioni del contagio, così come si configura nel ’47 quando riguardava solo ed esclusivamente «i prominenti ebrei», e cosi come si configurerà nel 1987 quando la «zona grigia» dilaterà oltre misura i confini accogliendo al suo interno un numero impressionante di individui, se non tutto intero il genere umano! Fra il 1947 e il 1958 la distinzione fra «oppressori» e «oppressi». (che viene dai Promessi sposi, anche se, lessicalmente, «gli oppressi che si uniscono nel sopportare» fa venire in mente Marzo 1821) è rigorosamente ristretta al fenomeno del collaborazionismo, alla rivalità «fra gli assoggettati». Per questo tipo di autocommento involutivo cfr. cap. «Ka-Be», nota 27; un altro esempio viene a proposito di un concetto che divora l’ultimo Levi, quello di «vergogna», nel cap. «L’ultimo», nota 7. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard La via maestra, come abbiamo accennato, è la Prominenz. «Prominenten» si chiamano i funzionari del campo, a partire dal direttore- Häftling (Lagerältester) ai Kapos, ai cuochi, agli infermieri, alle guardie notturne, fino agli scopini delle baracche e agli Scheissminister e Bademeister (sovraintendenti alle latrine e alle docce). Più specialmente interessano qui i prominenti ebrei, poiché, mentre gli altri venivano investiti degli incarichi automaticamente, al loro ingresso in campo, in virtù della loro supremazia naturale, gli ebrei dovevano intrigare e lottare duramente per ottenerli. La vía maestra, como ya he dicho, es la Prominenz. Prominenten se llaman los funcionarios del campo a partir del director-Häftling (Lagerältester), los Kapos, los cocineros, los enfermeros, los guardias nocturnos, hasta los barrenderos de las barracas y los Scheissminister y Bademeister (encargados de letrinas y duchas). Más especialmente interesan aquí los prominentes judíos puesto que, mientras a los otros se los investía de c a rg o s automáticamente al ingresar en el campo, en virtud de su supremacía natural, los judíos debían intrigar y luchar duramente para obtenerlos. La voie principale, comme nous l'avons laissé entendre, est celle de la Prominenz. On appelle Prominenten les fonctionnaires du camp : depuis le Häftling-chef (Lagerâltester), les Kapos, cuisiniers, infirmiers et gardes de nuit, jusqu’aux balayeurs de baraques, aux Scheissminister et Bademeister (préposés aux latrines et aux douches). Ceux qui nous intéressent plus spécialement ici sont les prominents juifs, car, alors que les autres étaient automatiquement investis de ces fonctions dès leur entrée au camp en vertu de leur suprématie naturelle, les juifs, eux, devaient intriguer et lutter durement pour les obtenir. I prominenti ebrei costituiscono un triste e notevole fenomeno u m a n o . I n l o r o c o n v e rg o n o l e soff e r e n z e p r e s e n t i , p a s s a t e e ataviche, e la tradizione e l’educazione di ostilità verso lo straniero, per farne mostri di asocialità e di insensibilità. Los prominentes judíos constituyen un triste y notable fenómeno humano. Convergen en ellos los sufrimientos presentes, pasados y atávicos, y las tradiciones y la educación de hostilidad hacia el extranjero, para convertirlos en monstruos de insociabilidad y de insensibilidad. Les prominents juifs constituent un phénomène aussi triste que révélateur. Les souffrances présentes, passées et ataviques s’unissent en eux à la tradition et au culte de la xénophobie pour en faire des monstres asociaux et dénués de toute sensibilité. Essi sono il tipico prodotto della struttura del Lager tedesco: si offra (13) ad alcuni individui in stato di schiavitù una posizione privilegiata, un certo agio e una buona probabilità di sopravvivere, esigendone in cambio il tradimento della naturale solidarietà coi loro compagni, e certamente vi sarà chi accetterà. Costui sarà sottratto alla legge comune, e diverrà intangibile; sarà perciò tanto più odioso e odiato, quanto maggior potere gli sarà stato concesso. Quando gli venga affidato il comando di un manipolo di sventurati, con diritto di vita o di morte su di essi, sarà crudele e tirannico, perché capirà che se non lo fosse abbastanza, un altro, giudicato più idoneo, subentrerebbe al suo posto. Inoltre avverrà che la sua capacità di odio, rimasta inappagata nella direzione degli oppressori, si riverserà, irragionevolmente, sugli oppressi: ed egli si troverà soddisfatto quando avrà scaricato sui suoi sottoposti l’offesa ricevuta dall’alto. [151] Son el típico producto de la estructura del Lager alemán: ofrézcase a algunos individuos en estado de esclavitud una posición privilegiada, cierta comodidad y una buena probabilidad de sobrevivir, exigiéndoles a cambio la traición a la solidaridad natural con sus compañeros, y seguro que habrá quien acepte. Éste será sustraído a la ley común y se convertirá en intangible; será por ello tanto más odiado cuanto mayor poder le haya sido conferido. Cuando le sea confiado el mando de una cuadrilla de desgraciados, con derecho de vida y muerte sobre ellos, será cruel y tiránico porque entenderá que si no lo fuese bastante, otro, considerado más idóneo, ocuparía su puesto. Sucederá además que su capacidad de odiar, que se mantenía viva en dirección a sus opresores, se volverá, irracionalmente, contra los oprimidos, y él se sentirá satisfecho cuando haya descargado en sus subordinados la ofensa recibida de los de arriba. Ils sont le produit par excellence de la structure du Lager allemand ; qu’on offre à quelques individus réduits en esclavage une position privilégiée, certains avantages et de bonnes chances de survie, en exigeant d’eux en contrepartie qu’ils trahissent la solidarité naturelle qui les lie à leurs camarades : il se trouvera toujours quelqu’un pour accepter. Cet individu échappera à la loi commune et deviendra intouchable ; il sera donc d’autant plus haïssable et haï que son pouvoir gagnera en importance. Qu’on lui confie le commandement d’une poignée de malheureux, avec droit de vie et de mort sur eux, et aussitôt il se montrera cruel et tyrannique, parce qu’il «comprendra que s’il ne l’était pas assez, on n’aurait pas de mal à trouver [97] quelqu’un pour le remplacer. Il arrivera en outre que, ne pouvant assouvir contre les oppresseurs la haine qu’il a accumulée, il s’en libérera de façon irrationnelle sur les opprimés, et ne s’estimera satisfait que lorsqu’il aura fait payer à ses subordonnés l'affront infligé par ses supérieurs. Ci rendiamo conto che tutto questo è lontano dal quadro che ci si usa fare, degli oppressi che si uniscono, se non nel resistere, almeno nel sopportare (14). Non esclu[152]diamo che ciò possa avvenire quando l’oppressione non superi un certo limite, o forse quando l’oppressore, per inesperienza o per magnanimità, lo tolleri o lo favorisca. Ma constatiamo che ai nostri giorni, in tutti i paesi in cui un popolo straniero ha posto piede da invasore, si è stabilita una analoga situazione di rivalità e di odio fra gli assoggettati; e ciò, come molti altri fatti umani, si è potuto cogliere in Lager con particolare cruda evidenza. Me doy cuenta de que todo esto está lejos del cuadro que suele imaginarse de los oprimidos que se unen, si no para resistir, cuando menos para sobrellevar algo. No excluyo que así puede ser cuando la opresión no supera un determinado límite, o quizá cuando el opresor, por inexperiencia o por magnanimidad, lo tolera o lo estimula. Pero advierto que en nuestros días, en todos los países en los que un pueblo ha puesto su pie de invasor, se ha establecido una situación análoga de rivalidad y de odio entre los sometidos; y esto, como otros muchos hechos humanos, se ha podido comprobar en los Lager con particular y cruel evidencia. Nous nous rendons bien compte que tout cela est fort éloigné de la représentation qu’on fait généralement des opprimés, unis sinon dans la résistance, du moins dans le malheur. Nous n’excluons pas que cela puisse arriver, à condition toutefois que l’oppression ne dépasse pas certaines limites, ou peut-être quand l’oppresseur, par inexpérience ou magnanimité, tolère ou favorise un tel comportement. Mais nous constatons que de nos jours, dans tous les pays victimes d’une occupation étrangère, il s’est aussitôt créé à l’intérieur des populations dominées une situation analogue de haine et de rivalité ; phénomène qui, comme bien d’autres faits humains, nous est apparu au Lager dans toute sa cruelle évidence. Sui prominenti non ebrei c’è meno da dire, benché fossero di gran lunga i più numerosi (nessuno Häftling «ariano» era privo di una carica, sia Sobre los prominentes no judíos hay menos que decir, aunque fuesen con mucho los más numerosos (ningún Häftling «ario» carecía de un cargo, Le cas des prominents non juifs appelle moins de commentaires, bien qu’ils aient été de loin les plus nombreux (aucun Häftling aryen qui n’ait bénéficié d’une charge, si 73 notes 15 indurare la pazienza. È virtù leviana per eccellenza, la virtù che rende «selvaggia» la pazienza. Vedi sopra, nota 7 e cap. «Al di qua del bene e del male», nota 4. 16 dei martiri e dei santi. Si ricordi Cromo in SP (I, 570): «Scrivendo trovavo breve pace e mi sentivo ridiventare uomo, uno come tutti, né martire né infame né santo, uno di quelli che si fanno una famiglia e guardano al futuro anziché al passato»; ma anche, come ci rammenta Tesio, 97 la poesia di UI, Cantare (II, 526, vv.11-12). 17 la salvazione. Vedi sopra, nota 12. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard pure modesta). Che siano stati stolidi e bestiali è naturale, a chi pensi che per lo più erano criminali comuni, scelti dalle carceri tedesche in vista appunto del loro impiego come sovrintendenti nei campi per ebrei; e riteniamo che fosse questa una scelta ben accurata, perché ci rifiutiamo di credere che gli squallidi esemplari umani che noi vedemmo all’opera rappresentino un campione medio, non che dei tedeschi in genere, anche soltanto dei detenuti tedeschi in specie. È più difficile spiegarsi come in Auschwitz i prominenti politici tedeschi, polacchi e russi, rivaleggiassero in brutalità con i rei comuni. Ma è noto che in Germania la qualifica di reato politico si applicava anche ad atti quali il traffico clandestino, i rapporti illeciti con ebree, i furti a danno di funzionari del Partito. I politici «veri» vivevano e morivano in altri campi, dal nome ormai tristemente famoso, in condizioni notoriamente durissime, ma sotto molti aspetti diverse da quelle qui descritte. [153] aunque fuese modesto). Que hayan sido estúpidos y bestiales resulta natural si se piensa que la mayor parte eran criminales comunes escogidos en las cárceles alemanas con vistas a su empleo como vigilantes en los campos para judíos; y pienso que ésta fue una elección muy cuidadosa, porque me niego a creer que los escuálidos ejemplares humanos a los que vi en acción representen al tipo medio, no de los alemanes en general, sino tampoco de los presidiarios alemanes en particular. Es más difícil explicarse cómo en Auschwitz los prominentes políticos alemanes, polacos y rusos rivalizasen en brutalidad con los reos comunes. Pero es bien sabido que en Alemania el calificativo de delito político se aplicaba también a hechos tales como el comercio clandestino, las relaciones ilícitas con judías, y los hurtos en perjuicio de funcionarios del Partido. Los políticos «verdaderos» vivían y morían en otros campos, de nombre ahora tristemente famoso, en condiciones notoriamente durísimas, pero diferentes en muchos aspectos de las aquí descritas. modeste fût-elle). Qu’ils aient été stupides et brutaux, il n’y a pas là de quoi s’étonner quand on sait que la plupart d’entre eux étaient des criminels de droit commun, prélevés dans les prisons allemandes pour assumer des fonctions d’encadrement dans les camps de juifs ; et nous voulons croire qu’ils furent triés sur le volet, car nous refusons de penser que les tristes individus que nous avons vus à l’oeuvre puissent constituer un échantillon représentatif, non pas des Allemands en général, mais même des détenus allemands en particulier. On reste plus perplexe devant la manière dont les prominents politiques d’Auschwitz, qu’ils fussent allemands, polonais ou russes, ont pu rivaliser de brutalité avec les criminels de Droit commun. Il est vrai qu’en Allemagne, le terme de crime politique était indifféremment appliqué au trafic clandestin, aux rapports illicites avec les femmes juives ou aux vols commis aux dépens de fonctionnaires du parti. Les «vrais» politiques vivaient et mouraient dans d’autres camps, aux noms restés tristement célèbres, dans des [98] conditions que l’on sait avoir été très dures mais à bien des égards différentes des nôtres. Ma oltre ai funzionari propriamente detti, vi è una vasta categoria di prigionieri che, non favoriti inizialmente dal destino, lottano con le sole loro forze per sopravvivere. Bisogna risalire la corrente; dare battaglia ogni giorno e ogni ora alla fatica, alla fame, al freddo, e alla inerzia che ne deriva; resistere ai nemici e non aver pietà per i rivali; aguzzare l’ingegno, indurare la pazienza (15), tendere la volontà. O anche, strozzare ogni dignità e spegnere ogni lume di coscienza, scendere in campo da bruti contro gli altri bruti, lasciarsi guidare dalle insospettate forze sotterranee che sorreggono le stirpi e gli individui nei tempi crudeli. Moltissime sono state le vie da noi escogitate e attuate per non morire: tante quanti sono i caratteri umani. Tutte comportano una lotta estenuante di ciascuno contro tutti, e molte una somma non piccola di aberrazioni e di compromessi. Il sopravvivere senza aver rinunciato a nulla del proprio mondo morale, a meno di potenti e diretti interventi della fortuna, non è stato concesso che a pochissimi individui superiori, della stoffa dei martiri e dei santi (16). Pero además de los funcionarios propiamente dichos, hay otra vasta categoría de prisioneros que, no favorecidos inicialmente por el destino, luchan tan sólo con sus fuerzas por sobrevivir. Hay que remontar la corriente; dar la batalla todos los días al hambre, al frío y a la consiguiente inercia; resistirse a los enemigos y no apiadarse de los rivales; aguzar el ingenio, ejercitar la paciencia, fortalecer la voluntad. O, también, acallar la dignidad y apagar la luz de la conciencia, bajar al campo como brutos contra otros brutos, dejarse guiar por las insospechadas fuerzas subterráneas que sostienen a las estirpes y a los individuos en los tiempos crueles. Muchísimos han sido los caminos imaginados y seguidos por nosotros para no morir: tantos como son los caracteres humanos. Todos suponen una lucha extenuadora de cada uno contra todos, y muchos, una suma no pequeña de aberraciones y de compromisos. El sobrevivir sin haber renunciado a nada del mundo moral propio, a no ser debido a poderosas y directas intervenciones de la fortuna, no ha sido concedido más que a poquísimos individuos superiores, de la madera de los mártires y de los santos. En dehors des fonctionnaires proprement dits, il existe cependant une vaste catégorie de prisonniers qui, n’ayant pas été initialement favorisés par le destin, luttent pour survivre avec leurs seules forces. Il faut remonter le courant ; livrer bataille tous les jours et à toute heure contre la fatigue, la faim, le froid, et l’apathie qui en découle ; résister aux ennemis, être sans pitié pour les rivaux ; aiguiser son intelligence, affermir sa patience, tendre sa volonté. Ou même abandonner toute dignité, étouffer toute lueur de conscience, se jeter dans la mêlée comme une brute contre d’autres brutes, s’abandonner aux forces souterraines insoupçonnées qui soutiennent les générations et les individus dans l’adversité. Les moyens que nous avons su imaginer et mettre en oeuvre pour survivre sont aussi nombreux qu’il y a de caractères humains. Tous impliquaient une lutte exténuante de chacun contre tous, et beaucoup une quantité non négligeable d’aberrations et de compromis. Survivre sans avoir renoncé à rien de son propre monde moral, à moins d’interventions puissantes et directes de la chance, n’a été donné qu’à un tout petit nombre d’êtres supérieurs, de l'étoffe des saints et des martyrs. In quanti modi si possa dunque raggiungere la salvazione (l7), noi cercheremo di dimostrare raccontando le storie di Schepschel, Alfred L., Elias e Henri. En cuántos modos es posible acceder a la salvación, procuraré demostrarlo contando las historias de Schepschel, Alfred L., Elías y Henri. Ce sont ces différentes manières d’atteindre le salut que nous voudrions maintenant illustrer en racontant l'histoire de Schepschel, d’Alfred L., d’Elias et d’Henri. Schepschel vive in Lager da quattro anni. Si è visti morire intorno decine di migliaia di suoi simili, a partire [154] dal pogrom che lo ha cacciato dal suo villaggio in Galizia. Aveva moglie e cinque figli, e un prospero negozio di sellaio, ma da molto tempo si è disabituato dal pensare a sé altrimenti che come a un sacco che deve essere periodicamente riempito. Schepschel vive en el Lager desde hace cuatro años. Ha visto morir a su alrededor a decenas de millares de sus semejantes a partir del pogromo que lo ha sacado de su pueblo en Galitzia. Tenía mujer y cinco hijos, y un próspero negocio de guarnicionería, pero desde hace mucho tiempo ha dejado de pensar en sí mismo más que como un saco que debe ser llenado periódicamente. Schepschel vit au Lager depuis quatre ans. Dès le pogrom qui fa chassé de son village de Galicie il a vu mourir autour de lui des dizaines de milliers de ses semblables. Il avait une femme et cinq enfants, et un magasin de sellerie prospère, mais depuis longtemps il a perdu l’habitude de penser à lui-même autrement que comme à un sac qui doit être régulièrement rempli. 74 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Schepschel non è molto robusto, né molto coraggioso, né molto malvagio; non è neppure particolarmente astuto, e non ha mai trovato una sistemazione che gli conceda un po’ di respiro, ma è ridotto agli espedienti spiccioli e saltuari, alle «kombinacje», come qui si chiamano. Schepschel no es muy robusto, ni muy valiente, ni muy malo; ni siquiera es particularmente astuto, y nunca ha encontrado un empleo que le conceda un poco de respiro, sino que se ha reducido a los expedientes ocasionales e intermitentes, a las kombinacje, como aquí las llaman. Schepschel n’est ni très robuste, ni très courageux, ni très méchant ; il n’est pas non plus particulièrement malin et n’a jamais réussi à trouver un arrangement qui lui permette de respirer un peu : il en est réduit aux maigres expédients occasionnels, aux «kombinacje», comme on dit ici. Ogni tanto ruba in Buna una scopa e la rivende al Blockältester; quando riesce a mettere da parte un po’ di capitale-pane, prende in affitto i ferri dal ciabattino del Block, che è suo compaesano, e lavora qualche ora in proprio; sa fabbricare bretelle con filo elettrico intrecciato; Sigi mi ha detto che nella pausa di mezzogiorno lo ha visto cantare e ballare davanti alla capanna degli operai slovacchi, che lo ricompensano qualche volta con gli avanzi della loro zuppa. De vez en cuando roba en la Buna una escoba y se la vende al Blockältester, cuando consigue ahorrar un poco de capital-pan, arrienda las herramientas del remendón del Block, que es su paisano, y trabaja un poco por su cuenta; sabe hacer tirantes con cable eléctrico trenzado; Sigi me ha dicho que durante el descanso de mediodía lo ha visto cantar y bailar delante de la barraca de los obreros eslovacos, que lo recompensan a veces con las sobras de su potaje. De temps en temps il vole un balai à la Buna et le revend [99] au Blockàltester ; quand il arrive à mettre de côté un peu de capital-pain, il loue les outils du cordonnier du Block, qui est du même village que lui, et travaille quelques heures à son compte ; il sait fabriquer des bretelles avec du fil électrique tressé ; Sigi m’a dit qu’il l’avait vu chanter et danser, pendant la pause de midi, devant la baraque des ouvriers slovaques, qui lui donnent parfois les restes de leur soupe. Ciò detto, ci si può sentire portati a pensare a Schepschel con indulgente simpatia, come a un meschino il cui spirito non alberga ormai che umile ed elementare v o l o n t à d i v i t a , e che conduce valorosamente la sua piccola lotta per non soccombere. Ma Schepschel non era un’eccezione, e quando l’occasione si presentò, non esitò a far condannare alla fustigazione Moischl, che gli era stato complice in un furto alla cucina, nella speranza, malamente fondata, di acquistarsi merito agli occhi del Blockältester, e di porre la sua candidatura al posto di lavatore delle marmitte. Dicho esto, uno puede sentirse inclinado a pensar en Schepschel con indulgente simpatía, como en un mezquino cuyo espíritu no alberga más que un humilde y elemental deseo de vivir, y que lleva adelante valerosamente su pequeña lucha para no sucumbir. Pero Schepschel no es una excepción, y cuando se presentó la ocasión no dudó en hacer condenar a la fustigación a Moischl que había sido su cómplice en un hurto en la cocina, con la esperanza mal fundada de hacer méritos ante los ojos del Blockältester y de promover su candidatura al puesto de lavador de marmitas. On pourrait donc être tenté de penser à Schepschel avec une sorte de sympathie indulgente, comme à un pauvre diable dont l’esprit est désormais obnubilé par la plus humble et élémentaire des volontés de vivre, et qui mène vaillamment son petit combat personnel pour ne pas succomber. Mais Schepschel n’était pas une exception, et quand l'occasion se présenta il n’hésita pas à faire condamner au fouet son complice dans un vol aux cuisines, Moischl, espérant à tort acquérir quelque mérite aux yeux du Blockàltester et poser sa candidature au poste de laveur de marmites. La storia dell’ingegner Alfred L. dimostra, fra le altre cose, quanto sia vano il mito dell’uguaglianza originale fra gli uomini (18). [155] La historia del ingeniero Alfred L. demuestra, entre otras cosas, cuán vano es el mito de la igualdad original de los hombres. L’histoire de l’ingénieur Alfred L. prouve, entre autres, combien est vain le mythe selon lequel les hommes sont tous égaux entre eux à l’origine. L. dirigeva nel suo paese una importantissima fabbrica di prodotti chimici, e il suo nome era (ed è (19)) noto negli ambienti industriali di tutta Europa. Era un uomo robusto sulla cinquantina; non so come fosse stato arrestato, ma in campo era entrato come tutti entravano: nudo, solo e sconosciuto. Quando io lo conobbi, era molto deperito, ma conservava sul viso i tratti di una energia disciplinata e metodica; in quel tempo, i suoi privilegi si limitavano alla pulitura giornaliera della marmitta degli operai polacchi; questo lavoro, di cui egli aveva ottenuto non so come l’esclusività, gli fruttava mezza gamella di zuppa al giorno. Non bastava certamente questo a soddisfare la sua fame; tuttavia nessuno lo aveva mai udito lamentarsi. Anzi, le poche parole che lasciava cadere erano tali da far pensare a grandiose risorse segrete, a una «organizzazione» solida e fruttuosa. L. dirigía en su país una importantísima fábrica de productos químicos, y su nombre era (y es) conocido en los ambientes industriales de Europa. Era un hombre robusto de unos cincuenta años; no sé cómo fue arrestado, pero en el campo había entrado como entraban todos: desnudo, solo y desconocido. Cuando yo lo conocí estaba muy echado a perder, pero conservaba en la cara los rasgos de una energía disciplinada y metódica; en aquel tiempo, sus privilegios se limitaban a la limpieza diaria de la marmita de los obreros polacos; este trabajo, del que había obtenido no sé cómo la exclusividad, le rendía media escudilla de sopa al día. No bastaba ciertamente esto para satisfacer su hambre; sin embargo, nadie lo había oído nunca lamentarse. Por el contrario, las palabras que dejaba caer eran tales como para hacer pensar en grandiosos recursos secretos, en una «organización» sólida y fructífera. L. dirigeait dans son pays une importante usine de produits chimiques, et son nom était bien connu - et l’est toujours - dans les milieux industriels européens. C’était un homme robuste d’une cinquantaine d’années ; j’ignore comment il avait été arrêté, mais il était entré au camp comme y entraient tous les autres : nu, seul, anonyme. Quand je fis sa connaissance, il était très affaibli mais son visage gardait encore les traces d’une énergie méthodique et disciplinée. A cette époque, ses privilèges se limitaient au nettoyage quotidien de la marmite des ouvriers polonais. Ce travail, dont il avait obtenu l'exclusivité je ne sais comment, lui rapportait une demi gamelle de soupe par jour. Cela ne suffisait certainement pas à calmer sa faim, mais personne ne l’avait jamais entendu se plaindre. Au contraire, les quelques mots qu’il proférait laissaient supposer de grandioses ressources secrètes, et une «organisation» solide et fructueuse. Il che trovava conferma nel suo aspetto. L. aveva «una linea»: le mani e il viso sempre perfettamente puliti, aveva la rarissima abnegazione di lavarsi, ogni quindici giorni, la Cosa que su aspecto confirmaba. L. tenía «una línea»: las manos y la cara siempre perfectamente limpias, tenía la rarísima abnegación de lavarse cada quince días la camisa, sin esperar al Tout dans sa façon d’être semblait le confirmer. L. s’était créé un style : son visage et ses mains étaient [100] toujours parfaitement propres ; il avait la rarissime abnégation de 20:00 18 il mito dell’uguaglianza originale degli uomini. La galleria diriferimenti filosofici liceali si arricchisce di una citazione di J. J. Rousseau, dopo che, nella precedente sezione, si era per la seconda volta menzionato l’hobbesiano bellum omnium contra omnes. Come si vedrà meglio in seguito il personaggio di Alfred L. è modellato sul Principe machiavelliano: il potere lo si esercita anche con l’apparenza e non vi è molta differenza fra «l’essere stimato potente» e « il divenire effettivamente tale». 19 (ed è). Altro segnale del passaggio fra il presente del Lager e il presente della scrittura. Questa la probabile ragione per cui, di Alfred, Levi ci dà la sola iniziale del cognome. 75 notes 20 la migliore garanzia di essere rispettato. L ripresa la lezione di Steinlauf, esposta nel cap. «Iniziazione». Alfred L. subisce l’inferiorità del Lager, mala trasforma in mezzo per esercitare la sua superiorità di «Principe» nel «generale livellamento del Lager». Il modello machiavelliano (già preannunciato dalla frase precedente «diventerà più forte, e perciò sarà temuto, e chi è temuto è, ipso facto, un candidato a sopravvivere») diventa evidente nella frase su «l’essere stimato potente» e nelle seguenti riflessioni sull’apparenza del potere: ma il realismo del Machiavelli (Principe, cap. XVIII: «A uno principe, adunque, non è necessario avere tutte le soprascritte qualità, ma è bene necessario parere di averle») non si sottrae alle regole assurde del mondo alla rovescia: per apparire potente, Alfred L. «deve adattarsi a ricevere ogni giorno la prima razione, notoriamente la più liquida». Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard camicia, senza aspettare il cambio bimestrale (facciamo qui notare che lavare la camicia vuol dire trovare il sapone, trovare il tempo, trovare lo spazio nel lavatoio sovraffollato; adattarsi a sorvegliare attentamente, senza distogliere gli occhi un attimo, la camicia bagnata, e indossarla, naturalmente ancora bagnata, all’ora del silenzio, in cui si spengono le luci); possedeva [156] un paio di suole di legno per andare alla doccia, e perfino il suo abito a righe era singolarmente adatto alla sua corporatura, pulito e nuovo. L. si era procurato in sostanza tutto l’aspetto del prominente assai prima di diventarlo: poiché solo molto tempo dopo ho saputo che tutta questa ostentazione di prosperità, L. se l’era saputa guadagnare con incredibile tenacia, pagando i singoli acquisti e servizi col pane della sua stessa razione, e astringendosi così a un regime di privazioni supplementari. cambio bimestral (hagamos notar aquí que lavar la camisa quiere decir encontrar el jabón, encontrar tiempo, encontrar sitio en el lavadero lleno de gente; avenirse a vigilar atentamente, sin desviar los ojos un instante, la camisa mojada, y ponérsela, naturalmente, todavía mojada, a la hora de silencio, en la que se apagan las luces); tenía un par de chanclos de madera para ir a la ducha y, finalmente, su traje a rayas era singularmente apropiado para su talla, limpio y nuevo. L. se había procurado en sustancia todo el aspecto de prominente bastante antes de serlo: ya que sólo mucho tiempo después he sabido que toda esta ostentación de prosperidad se la había sabido ganar L. con increíble tenacidad, pagando cada una de las adquisiciones y servicios con el pan de su misma ración, y constriñéndose así a un régimen de privaciones suplementarias. laver sa chemise tous les quinze jours sans attendre le changement bimestriel (et nous ferons remarquer que laver sa chemise, cela veut dire trouver du savon, trouver le temps, trouver l’espace dans les lavabos bondés, s’astreindre à surveiller attentivement, sans la perdre des yeux un seul instant, la chemise mouillée, et l ’ e n d o s s e r, naturellement encore mouillée, au moment de l'extinction des feux) ; L. possédait une paire de socques pour aller à la douche, et son costume rayé, propre et neuf, semblait taillé sur mesure. Bref, L. avait tout du prominent bien avant de le devenir; et j’ai su plus tard qu’il devait ces apparences prospères à son incroyable ténacité : il avait payé chacun de ces services et de ces achats en prenant sur sa ration de pain, se soumettant ainsi à un régime de privations supplémentaires. Il suo piano era di lungo respiro, il che è tanto più notevole, in quanto era stato concepito in un ambiente in cui dominava la mentalità del provvisorio; e L. lo attuò con rigida disciplina interiore, senza pietà per sé, né, a maggior ragione, per i compagni che gli traversassero il cammino. L. sapeva che fra l’essere stimato potente e il divenire effettivamente tale il passo è breve, e che dovunque, ma particolarmente frammezzo al generale livellamento del Lager, un aspetto rispettabile è la miglior garanzia di essere rispettato (20). Egli dedicò ogni cura al non essere confuso col gregge: lavorava con impegno anche ostentato, esortando all’occasione i compagni pigri, con tono suadente e deprecatorio; evitava la lotta [157] quotidiana per il posto migliore nella coda del rancio, e si adattava a ricevere ogni giorno la prima razione, notoriamente più liquida, in modo da essere notato dal Blockältester per la sua disciplina. A completare il distacco, nei rapporti con i compagni si comportava sempre con la massima cortesia compatibile con il suo egoismo, che era assoluto. Su plan era para un futuro lejano, lo que es tanto más notable cuanto que había sido concebido en un ambiente en el que dominaba la mentalidad de lo provisional; y L. lo llevó a cabo con rígida disciplina interior, sin piedad para consigo mismo ni, con más razón, para con los compañeros que se le cruzaban en el camino. L. sabía que entre el ser considerado poderoso y el llegar a serlo, el paso es corto y que, en todas partes, pero particularmente en medio de la general nivelación del Lager, un aspecto respetable es la mejor garantía de ser respetado. Dedicó todos sus cuidados a no ser confundido con el rebaño: trabajaba con ímpetu ostentoso, exhortando también en ocasiones a los compañeros con tono persuasivo y deprecatorio; evitaba la lucha cotidiana por el mejor puesto en la cola del rancho y se adaptaba a recibir todos los días la primera ración, notoriamente más líquida, de modo que el Blockältester lo advirtiese por su disciplina. Para completar su despego, en las relaciones con los compañeros se comportaba siempre con la mayor cortesía compatible con su egoísmo, que era absoluto. Son plan était de longue haleine, ce qui est d’autant plus remarquable qu’il avait été conçu dans un climat où dominait le sentiment du provisoire ; et L. entreprit de le réaliser dans la plus stricte discipline intérieure, sans pitié pour lui-même, ni, à plus forte raison, pour ceux de ses camarades qu’il trouvait en travers de sa route. L. n’ignorait pas que passer pour puissant, c’est être en voie de le devenir, et que partout au monde mais plus particulièrement au camp, où le nivellement est général, des dehors respectables sont la meilleure garantie d’être respecté. Il mit tous ses soins à ne pas être confondu avec le troupeau : il travaillait avec une ardeur affectée, allant jusqu’à exhorter ses camarades paresseux, d’un ton à la fois mielleux et réprobateur ; il évitait de se mêler à la lutte quotidienne pour la meilleure place dans la queue pour la soupe, et tous les jours se portait volontaire pour la première ration, notoirement la plus liquide, de manière à se faire remarquer pour sa discipline par le Blockàltester. Enfin, pour achever de maintenir les distances, il manifestait dans ses rapports avec ses camarades le maximum de courtoisie compatible avec son égoïsme, qui était absolu. Quando fu costituito, come diremo, il Kommando Chimico, L. comprese che la sua ora era giunta: non occorreva altro che il suo abito nitido e il suo viso scarno si, ma rasato, in mezzo alla mandria dei colleghi sordidi e sciatti, per convincere immediatamente Kapo e Arbeitsdienst che quello era un autentico salvato, un prominente potenziale; per cui (a chi ha, sarà dato) fu senz’altro promosso «specializzato», nominato capotecnico del Kommando, e assunto dalla Direzione della Buna come analista nel laboratorio del reparto Stirolo. Fu in seguito incaricato di esaminare via via i nuovi acquisti del Kommando Chimico, per giudicare della loro abilità professionale: il che egli fece sempre con estremo rigore, specialmente nei riguardi di coloro in cui subodorava possibili futuri Cuando fue constituido, como se dirá, el Kommando Químico, L. comprendió que su hora había sonado: no necesitaba sino su ropa limpia y su cara magra, sí, pero afeitada, en medio del rebaño de colegas sórdidos y desaliñados, para convencer inmediatamente al Kapo y al Arbeitsdienst de que era un auténtico salvado, un prominente en potencia; por lo que (a quien tiene, le será dado) fue inmediatamente promovido a «especializado», nombrado jefe técnico del Kommando, y adoptado por la dirección de la Buna como analista del laboratorio de la sección de estiroleno. Fue encargado en seguida de ir inspeccionando las nuevas adquisiciones del Kommando Químico, para juzgar sobre su habilidad profesional, lo que hizo siempre con extremado rigor, especialmente de cara a aquellos en quienes barruntaba posibles futuros Lorsque le Kommando de Chimie fut créé, comme nous y reviendrons plus loin, L. comprit que son heure était venue : son costume impeccable, son visage décharné, certes, mais rasé, auraient suffi, au milieu du ramassis de collègues crasseux et débraillés, à convaincre sur-le-champ [101] Kapo et Arbeitsdienst qu’il était un authentique élu, un promirent en puissance ; et effectivement (à qui possède, il sera donné), il fut immanquablement promu «spécialiste», nommé technicien en chef du Kommando et engagé par la direction de la Buna comme chimiste attaché au laboratoire de la section Styrène. On le chargea par la suite de tester l’une après l’autre les nouvelles recrues du Kommando de Chimie pour juger de leurs aptitudes professionnelles, mission dont il s’acquitta avec une extrême sévérité, notamment à l’égard de ceux en qui il 76 notes 25:00 Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard competitori. competidores. pressentait de possibles rivaux. Ignoro il seguito della sua storia; ma ritengo assai probabile che sia sfuggito alla morte, e viva oggi la sua vita fredda di dominatore risoluto e senza gioia. Ignoro la continuación de su historia, pero me parece muy probable que haya escapado a la muerte y viva hoy su fría vida de dominador resuelto y sin alegría. J’ignore la suite de son histoire, mais il est fort probable qu’il a échappé à la mort et qu’il mène aujourd’hui la même existence glacée de dominateur résolu et sans joie. Elias Lindzin, 141 565, piovve un giorno, inesplicabilmente, nel Kommando Chimico. Era un nano, non più alto di un metro e mezzo, ma non ho mai visto una muscolatura come la sua. Quando è nudo, si distingue ogni muscolo lavorare sotto la pelle, potente e mobile come un animale a sé stante; ingrandito senza alterarne le proporzioni, il suo corpo sarebbe un buon modello per un Ercole: ma non bisogna guardare la testa. Elías Lindzin, 141565, cayó un día, inexplicablemente, en el Kommando Químico. Era un enano, de no más de un metro y medio, pero nunca he visto musculatura como la suya. Cuando está desnudo, se le ve cada uno de sus músculos trabajar bajo la piel, potente y móvil como un animal independiente; agrandado sin alterar sus proporciones, su cuerpo sería un buen modelo para Hércules: pero no hay que mirarle la cabeza. Elias Lindzin, 141565, atterrit un b e a u j o u r, i n e x p l i c a b l e m e n t , a u Kommando de Chimie. C’était un nain, d’un mètre cinquante tout au plus, mais pourvu d’une musculature comme je n’en ai jamais vu. Quand il est nu, on voit chaque muscle travailler sous la peau, avec la puissance, la mobilité et l’autonomie d’un petit animal ; agrandi dans les mêmes proportions, il ferait un bon modèle pour un Hercule ; mais il ne faut pas regarder la tête. Sotto il cuoio capelluto, le suture craniche sporgono [158] smisurate. Il cranio è massiccio, e dà l’impressione di essere di metallo o di pietra; si vede il limite nero dei capelli rasi appena un dito sopra le sopracciglia. Il naso, il mento, la fronte, gli zigomi sono duri e compatti, l’intero viso sembra una testa d’ariete, uno strumento adatto a percuotere. Dalla sua persona emana un senso di vigore bestiale. Bajo el cuero cabelludo, las suturas craneanas sobresalen desmesuradas. El cráneo es macizo y da la impresión de ser de metal o de piedra; se ve el limite negro de los pelos cortados apenas a un dedo por encima de las cejas. La nariz, la barbilla, la frente, los pómulos, son duros y compactos, toda la cara parece una cabeza de ariete, un instrumento hecho para golpear. De su persona emana un aire de vigor bestial. Sous le cuir chevelu, les sutures crâniennes forment de monstrueuses protubérances. Le crâne est massif, on le dirait de métal ou de pierre ; la ligne noire des cheveux rasés descend à un doigt des sourcils. Le nez, le menton, le front, les pommettes sont durs et compacts ; le visage tout entier fait penser à une tête de bélier, à un instrument fait pour frapper. Une impression de vigueur bestiale émane de toute sa personne. Veder lavorare Elias è uno spettacolo sconcertante; i Meister polacchi, i tedeschi stessi talvolta si soffermano ad ammirare Elias all’opera. Pare che a lui nulla sia impossibile. Mentre noi portiamo a stento un sacco di cemento, Elias ne porta due, poi tre, poi quattro, mantenendoli in equilibrio non si sa come, e mentre cammina fitto fitto sulle gambe corte e tozze, fa smorfie di sotto il carico, ride, impreca, urla e canta senza requie, come se avesse polmoni di bronzo. Elias, nonostante le suole di legno, si arrampica come una scimmia su per le impalcature, e corre sicuro su travi sospese nel vuoto; porta sei mattoni per volta in bilico sul capo; sa farsi un cucchiaio con un pezzo di lamiera, e un coltello con un rottame di acciaio; trova ovunque carta, legna e carbone asciutti e sa accendere in pochi istanti un fuoco anche sotto la pioggia. Sa fare il sarto, il falegname, il ciabattino, il barbiere; sputa a distanze incredibili; canta, con voce di basso non sgradevole, canzoni polacche e yiddisch mai prima sentite; può ingerire sei, otto, dieci litri di zuppa senza vomitare e senza avere diarrea, e riprendere il lavoro subito dopo. Sa farsi uscire fra le spalle una grossa gobba, e va attorno per la baracca sbilenco e contraffatto, strillando e declamando incomprensibile, fra la gioia dei potenti del campo. L’ho visto lottare con un polacco più alto di lui di tutto il capo, e atterrarlo con un colpo del cranio nello stomaco, potente e preciso come una catapulta. Non l’ho mai visto riposare, non l’ho mai visto zitto o fermo, non l’ho mai Ver trabajar a Elías es un espectáculo desconcertante; los Meister polacos, los mismos alemanes se paran a veces para admirar a Elías en acción. Parece que nada le resulta imposible. Mientras nosotros acarreamos a duras penas un saco de cemento, Elías carga con dos, luego tres, luego cuatro, manteniéndolos en equilibrio no se sabe cómo, y mientras anda rápidamente sobre las piernas cortas y enanas, hace muecas bajo la carga, se ríe, insulta, ruge y canta sin parar, como si tuviese pulmones de bronce. Elías, a pesar de los chanclos de madera, se encarama como un simio en los andamios y corre seguro por las vigas suspensas en el vacío; lleva seis ladrillos por vez basculándole en la cabeza; sabe hacerse una cuchara de un pedazo de chapa, y un cuchillo de desecho de acero; encuentra por doquier papel, leña y carbón seco y sabe encender en pocos instantes un fuego, incluso bajo la lluvia. Sabe el oficio de sastre, el de carpintero, el de zapatero, el de barbero; escupe a distancias increíbles; canta, con voz de bajo no desagradable, canciones polacas y yiddish nunca oídas antes; puede ingerir seis, ocho, diez litros de sopa sin vomitar y sin tener diarrea, y reanuda el trabajo inmediatamente después. Sabe hacer que le salga entre los hombros una gruesa joroba y camina alrededor de la barraca patituerto y contrahecho, chillando y declamando de manera incomprensible, entre las risas de los poderosos del campo. Lo he visto luchar con un polaco que le llevaba una cabeza y derribarlo de un cabezazo en el estómago, potente y preciso como una catapulta. Jamás lo he visto descansar, nunca lo he visto callado o quieto, no lo he sabido herido o C’est un spectacle déconcertant que de voir travailler Elias; les Meister polonais, les Allemands eux-mêmes s’arrêtent parfois pour l’admirer à l’oeuvre. Alors que nous arrivons tout juste à porter un sac de ciment, Elias en prend deux à la fois, puis trois, puis quatre, les faisant tenir en équilibre on ne sait comment ; et tout en avançant à petits pas rapides sur ses jambes courtes et trapues, de sous son fardeau il fait des grimaces, il rit, jure, hurle et chante sans répit comme s’il avait des poumons de bronze. [102] Malgré ses semelles de bois, Elias grimpe comme un singe sur les échafaudages et court d’un pied léger sur les charpentes suspendues dans le vide ; il porte six briques à la fois en équilibre sur la tête ; il sait se faire une cuillère avec une plaque de tôle et un couteau avec un morceau d’acier ; il déniche n’importe où du papier, du bois et du charbon secs et sait allumer un feu en quelques instants même sous la pluie. Il peut être tailleur, menuisier, cordonnier, coiffeur ; il crache à des distances incroyables ; il chante, d’une voix de basse pas désagréable, des chansons polonaises et yiddish absolument inconnues ; il est capable d’avaler six, huit, dix litres de soupe sans vomir et sans avoir la diarrhée, et de reprendre le travail aussitôt après. Il sait se faire sortir entre les épaules une grosse bosse, et déambule dans la baraque, bancal et contrefait, en poussant des cris et en déclamant d’incompréhensibles discours, pour la plus grande joie des autorités du camp. Je l’ai vu lutter avec un Polonais beaucoup plus grand que lui et l’envoyer à terre d’un seul coup de tête dans l’estomac, avec la violence et la précision d’une catapulte. Je ne l’ai jamais vu se reposer, je ne l’ai jamais vu silencieux ou immobile, je ne sache pas qu’il ait jamais été blessé ou 77 notes 21 e dell’induzione. Cioè un processo logico contrario a quello deduttivo, denunciato nel sillogismo della prefazione 22 naturalmente e innocentemente ladro. Si noti l’ossessione degli avverbi in -mente (poco sotto «fatalmente e prevedibilmente»). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard saputo ferito o ammalato. enfermo. malade. Della sua vita di uomo libero, nessuno sa nulla; del re[159]sto, rappresentarsi Elias in veste di uomo libero esige un profondo sforzo della fantasia e dell’induzione. (21) Non parla che polacco, e l’yiddisch torvo e deforme di Varsavia; inoltre, è impossibile indurlo a un discorso coerente. Potrebbe avere venti o quarant’anni; di solito dice di averne trentatre, e di avere procreato diciassette figli: il che non è inverosimile. Parla continuamente, degli argomenti più dispar a t i ; sempre con voce tonante, con accento oratorio, con una mimica violenta da dissociato. Come se sempre si rivolgesse a un folto pubblico: e, come è naturale, il pubblico non gli manca m a i . Quelli che capiscono il suo linguaggio bevono le sue declamazioni torcendosi dalle risa, gli battono le spalle dure entusiasti, lo stimolano a proseguire; mentre lui, feroce e aggrondato, si rigira come una belva entro la cerchia degli ascoltatori, apostrofando ora questo ora quello; a un tratto ghermisce uno per il petto con la sua piccola zappa adunca, l o a t t r a e a s é i r r e s i s t i b i l e , gli vo m i t a s u l v i s o a t t o n i t o u n a incomprensibile invettiva, poi l o s c a g l i a i n d i e t r o c o m e un fuscello, e, fra gli applausi e le risa, le braccia tese al cielo come un piccolo mostro profetante, prosegue nel suo dire furibondo e dissennato. De su vida de hombre libre nadie sabe nada; por lo demás, representarse a Elías en traje de hombre libre exige un profundo esfuerzo de la fantasía y de la inducción. No habla más que polaco y el yiddish torvo y deforme de Varsovia; además, es imposible conversar con él de manera coherente. Podría tener veinte o cuarenta años; generalmente dice que tiene treinta y tres y que ha tenido diecisiete hijos; lo que no es inverosímil. Habla continuamente de los temas más distintos; siempre con voz tonante, con acento oratorio, con violenta mímica de esquizofrénico. Como si siempre se dirigiese a un público muy nutrido: y, como es natural, el público no le falta nunca. Los que entienden su lenguaje se beben sus palabras declamatorias retorciéndose de risa, le golpean los hombros duros entusiasmados, lo estimulan a proseguir; mientras él, feroz y enfurruñado, se revuelve como una fiera entre el corro de espectadores, apostrofando ora a éste ora a aquél; de repente coge a uno por el pecho con su pequeña garra ganchuda, lo atrae hacia sí irresistiblemente, le vomita en la cara atónita una incomprensible invectiva, después lo arroja hacia atrás como si fuese una gavilla y, entre aplausos y risas, con los brazos alzados hacia el cielo como un pequeño y monstruoso profeta, continúa su discurso furibundo y enloquecido. De sa vie d’homme libre, personne ne sait rien. Il faut d’ailleurs un gros effort d’imagination et d’induction pour se représenter Elias dans la peau d’un homme libre. Il ne parle que le polonais et le yiddish abâtardi de Varsovie, et de toute façon il est impossible d’obtenir de lui des propos cohérents. Il pourrait avoir aussi bien vingt ans que quarante ; il aime à dire, quant à lui, qu’il est âgé de trente-trois ans et père de dix-sept enfants, ce qui n’est pas impossible. Il parle continuellement, et des sujets les plus disparates, toujours d’une voix tonnante, sur un ton grandiloquent, et avec une mimique outrée de déséquilibré, comme s’il s’adressait en permanence à un nombreux auditoire : et bien entendu le public ne lui manque jamais. Ceux qui le comprennent se délectent de ses grands discours en se tordant de rire et lui donnent de grandes claques dans le dos pour l’encourager à p o u r s u i v r e ; e t l u i , f a r o u c h e et renfrogné, continue son va-et-vient de bête fauve à l’intérieur du cercle de ses auditeurs, qu’il ne se fait pas faute d’apostropher au passage : il en agrippe un [103] au collet de sa patte crochue, l’attire à lui à la force du poignet, lui vomit au visage une incompréhensible invective, fixe un instant sa victime interdite puis la rejette en arrière comme un fétu de paille, tandis que, au milieu des rires et des applaudissements, les bras tendus vers le ciel comme un petit monstre vaticinant, le voilà déjà repris par son éloquence furibonde et insensée. La sua fama di lavoratore d’eccezione si diffuse assai presto, e, per l’assurda legge del Lager, da allora smise praticamente di lavorare. La sua opera veniva richiesta direttamente dai Meiste r, p e r q u e l l i l a v o r i soltanto ove occorressero perizia e vigore particolari. Su fama de trabajador excepcional se difundió bastante pronto y, gracias a la absurda ley del Lager, desde entonces dejó prácticamente de trabajar. Su trabajo era directamente solicitado por el Meister para aquellas faenas tan sólo en las que fuesen necesarios una pericia y un vigor particulares. Sa réputation de travailleur émérite se répandit très vite, et, conformément à la logique absurde du Lager, dès ce moment il cessa pratiquement de travailler. Les Meister le contactaient directement, et seulement pour les travaux requérant une adresse ou une force particulière. A parte queste prestazioni, sovrintendeva insolente e violento al nostro piatto faticare quotidiano, eclissandosi di frequente per misteriose visite e avventure in chissà quali recessi del cantiere, di dove ritornava con grossi rigonfi nelle tasche e spesso con lo stomaco visibilmente ripieno. [160] Aparte de estas prestaciones, vigilaba, insolente y violento, nuestra vulgar faena cotidiana, eclipsándose con frecuencia para hacer misteriosas visitas aventureras en quién sabe qué rincones del tajo, de donde volvía con grandes bultos en los bolsillos y frecuentemente con el estómago visiblemente lleno. Outre ces prestations, il supervisait avec arrogance et brutalité notre monotone labeur quotidien, s’éclipsant pour des visites et des aventures mystérieuses dans quelque recoin inconnu du chantier, dont il revenait les poches gonflées, et souvent l’estomac manifestement plein. Elias è naturalmente e innocentemente ladro (22): manifesta in questo l’istintiva astuzia degli animali selvaggi. Non viene mai colto sul fatto, perché non ruba che quando si presenta un’occasione sicura: ma quando questa si presenta, Elias ruba, fatalmente e prevedibilmente, così come cade una pietra abbandonata. A parte il fatto che è difficile sorprenderlo, è chiaro che a nulla servirebbe punirlo dei suoi furti: essi rappresentano per lui un atto vitale qualsiasi, come respirare e dormire. Elías es natural e inocentemente ladrón: manifiesta en esto la instintiva astucia de los animales salvajes. Nunca es cogido con las manos en la masa, porque no roba más que cuando se presenta una ocasión segura: pero cuando ésta se presenta, Elías roba, fatal y previsiblemente, como cae una piedra que se arroja. Aparte el hecho de que es difícil sorprenderlo, es claro que de nada serviría castigarlo por sus hurtos, puesto que no son más que un acto vital como cualquier otro, como respirar y dormir. Elias est voleur par nature et en toute innocence : il témoigne en cela de la ruse instinctive des animaux sauvages. Il ne se laisse jamais prendre sur le fait car il ne vole que lorsque l'occasion est sans risque ; mais lorsqu’une telle occasion se présente, Elias vole, fatalement, infailliblement, comme une pierre tombe quand on la lâche. Et quand bien même on réussirait à le surprendre - ce qui n’est guère facile -, il est clair qu’il ne servirait à rien de le punir pour ces vols : ils représentent pour lui un acte vital aussi naturel que manger ou dormir. Ci si può ora domandare chi è Puede preguntarse uno ahora qué cla- On pourra maintenant se demander 31:15 78 notes 23 se... se... se. Ancora un’iterazione della congiunzione « se»; tre ipotesi, tre supposizioni. È una supposizione anche il titolo del libro, qui adombrato nella frase precedente: «Ci si può domandare chi è questo uomo Elias». Il personaggio di Elias gode di una lunga sopravvivenza nell’opera di Levi: si ricordi il racconto di L, Il nostro sigillo (Il, 28-31) e la ripresa in SES (II, 1099). Vale per l’autocommento su Elias, quanto s’è già detto di altri maxi-commenti (Cesare, Lorenzo), con la sola aggiunta degli occhi trasparenti, «di un azzurro pallido di porcellana», che ricordano gli occhi di Pannwitz. per il resto l’autocommento è un coda, che potrebbe diventare interminabile, tanto forte è il desiderio di non staccarsi dal proprio personaggio: «Elias, il nano robusto di cui ho parlato in Se questo è un uomo e in Lilit, quello che, secondo ogni apparenza, “in Lager era felice”, non rammento per quale motivo mi aveva preso per i polsi e mi stava insultando e spingendo contro un muro. Come Améry, provai un soprassalto di orgoglio; conscio di tradire me stesso, e di trasgredire ad una norma trasmessami da innumerevoli antenati, alieni dalla violenza, cercai di difendermi e gli asestai un calcio nella tibia con lo zoccolo di legno. Elias ruggì, non per il dolore ma per la sua dignità lesa. Fulmineo, mi incrociò le braccia sul petto e mi abbatté a terra con tutto il suo peso; poi mi serrò la gola, sorvegliando attentamente il mio viso con i suoi occhi che ricordo benissimo, a una spanna dai miei, fissi, di un azzurro pallido di porcellana. Strinse finché vide approssimarsi i segni dell’incoscienza; poi, senza una parola, mi lasciò e se ne andò». 24 atavismo. come per il termine «demenza», qui vi è un prelievo dal vocabolario del tardo-positivismo torinese e lombrosiano. Non si dimentichi che nel descrivere la Torre di Carburo (cap. «Una buona giornata», nota 10) Levi aveva parlato del «sogno demente dei nostri padroni». 25 per la nostra vita quotidiana. Vedi sopra, cap. «Una buona giornata», nota 2. 26 ignari di scopo. Vedi sopra, cap. «Una buona giornata», nota 1. 27 la questione è grave. Tutto il cap. esprime il dubbio, aggravato dall’eventualità di rivedere Elias «fuori» del Lager, che le leggi assurde del campo di concentramento possano ritrovarsi nel mondo normale. 28 molto si è già scritto. L un’evidente contraddizione con quanto si dice in queste stesse pagine, e in tutto il libro dove le proiezioni fra il mondo del Lager e il mondo degli uomini liberi sono frequenti (basti pensare ai sogni e al diverso uso dell’avverbio «oggi»). Potrebbe essere una traccia di una vecchia stesura di questa pagina, rimasta inalterata nei successivi interventi correttivi o più semplicemente è un altro indizio della «semplice incomprensibilità» delle storie di SQU, una voluta contraddizione. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard questo uomo Elias. Se (23) è un pazzo, incomprensibile ed extraumano, finito in Lager per c a s o . S e è u n a t a v i s m o ( 2 4 ), eterogeneo dal no[161]stro mondo moderno, e meglio adatto alle primordiali condizioni di vita del campo. O se non è invece un prodotto del campo, quello che tutti noi diverremo, se in campo non morremo, e se il campo stesso non finirà prima. se de hombre es este Elías. Si se trata de un loco, incomprensible y extrahumano, que ha acabado en el Lager por casualidad. Si es un atavismo, extraño a nuestro mundo moderno y mejor adaptado a las primordiales condiciones de vida del campo. O si, por el contrario, no será un producto del campo, el que todos nosotros acabaremos por ser si es que en el campo no morimos, si no se acaba antes el mismo campo. qui est l'homme Elias. Si c’est un fou, un être incompréhensible et extrahumain, échoué au Lager par hasard. Si en lui s’exprime un atavisme devenu étranger à notre monde moderne, mais mieux adapté aux conditions de vie élémentaires du camp. Ou si ce n’est pas plutôt un pur produit du camp, ce que nous sommes destinés à devenir si nous ne mourons pas au camp, et si le camp lui-même ne finit pas d’ici là. C’è del vero nelle tre supposizioni. Elias è sopravvissuto alla distruzione dal di fuori, perché è fisicamente indistruttibile; ha resistito all’annientamento dal di dentro, perché è demente. E dunque in primo luogo un superstite: è il più adatto, l’esemplare umano più idoneo a questo modo di vivere. Hay algo de verdad en las tres suposiciones. Elías ha sobrevivido a la destrucción de afuera porque es físicamente indestructible; ha resistido a la aniquilación interior porque es un demente. Es, pues, en primer lugar, un superviviente: es el más adaptado, el ejemplar humano más idóneo para este modo de vivir. Il y a du vrai dans ces trois hypothèses. Elias a survécu à la destruction du dehors parce qu’il est physiquement indestructible ; il a résisté à l’anéantissement du dedans parce qu’il est fou. C’est donc avant tout un rescapé : le spécimen humain le plus approprié au mode de vie du camp. Se Elias riacquisterà la libertà, si troverà confinato in margine del consorzio umano, in un carcere o in un manicomio. Ma qui, in Lager, non vi sono criminali né pazzi: non criminali, perché non v’è legge morale a cui contravvenire, non pazzi, perché siamo determinati, e ogni nostra azione è, a tempo e luogo, sensibilmente l’unica possibile. Si Elías recobra la libertad se verá confinado al margen del consorcio humano, en una cárcel o en un manicomio. Pero aquí, en el Lager, no hay criminales ni locos: no hay criminales porque no hay una ley moral que infringir; no hay locos porque estamos programados y toda acción nuestra es, en cuanto a tiempo y lugar, sensiblemente la única posible. Si Elias recouvre la liberté, il sera relégué en marge de la communauté humaine, dans une prison ou dans un asile [104] d’aliénés. Mais ici, au Lager, il n’y a pas plus de criminels qu’il n’y a de fous : pas de criminels puisqu’il n’y a pas de loi morale à enfreindre ; pas de fous puisque toutes nos actions sont déterminées et que chacune d’elles, en son temps et lieu, est sensiblement la seule possible. In Lager, Elias prospera e trionfa. È un buon lavoratore e un buon organizzatore, e per tale duplice ragione è al sicuro dalle selezioni e rispettato da capi e compagni. Per chi non abbia salde risorse interne, per chi non sappia trarre dalla coscienza di sé la forza necessaria per ancorarsi alla vita, la sola strada di salvezza conduce a Elias: alla demenza e alla bestialità subdola. Tutte le altre strade non hanno sbocco. En el Lager Elías prospera y triunfa. Es un buen trabajador y un buen organizador, y por esta doble razón está asegurado contra las selecciones y es respetado por los jefes y los compañeros. Para quien no tenga sólidos remedios internos, para quien no sepa sacar de la conciencia de sí mismo la fuerza necesaria para aferrarse a la vida, el único camino de salvación conduce a Elías: a la demencia y a la bestialidad traicionera. Ninguno de los demás caminos tiene salida. Au Lager, Elias prospère et triomphe. C’est un bon travailleur et un bon organisateur, qualités qui le mettent à l’abri des sélections et lui assurent le respect de ses chefs et de ses camarades. Pour ceux qui n’ont pas en eux de solides ressources morales, pour ceux qui ne savent pas tirer de la conscience de soi la force de s’accrocher à la vie, pour ceux-là, l'unique voie de salut est celle qui conduit à Elias : à la démence, à la brutalité sournoise. Toutes les autres issues sont barrées. Ciò detto, qualcuno sarebbe forse tentato di trarre conclusioni, e magari anche norme, per la nostra vita quotidiana (25). Non esistono attorno a noi degli Elias, più o meno realizzati? Non vediamo noi vivere individui [162] ignari di scopo (26), e neg a t i a o g n i f o r m a d i autocontrollo e di coscienza? ed essi non già vivono malgrado queste loro lacune, ma precisamente, come Elias, in funzione di esse. Dicho esto, quizás alguien se vería tentado a sacar conclusiones, y hasta a deducir normas, para la vida cotidiana. ¿No habrá alrededor de nosotros algunos Elías más o menos consumados? ¿No vemos vivir a individuos sin objetivo ninguno, y negados a toda forma de autocontrol y de conciencia?; éstos no viven a pesar de estos fallos, sino, precisamente, como Elías, en función de ellos. Tout cela pourrait nous conduire à dégager des conclusions et même des règles valables pour notre vie de tous les jours. N’existe-t-il pas autour de nous des Elias plus ou moins réalisés? N’en avons-nous pas vu de nos yeux vu, de ces individus qui vivent sans but aucun, réfractaires à toute forme de conscience et de contrôle de soi ? et qui vivent non certes malgré ces déficiences, mais précisément, comme Elias, grâce à elles. La questione è grave (27), e non sarà ulteriormente svolta, perché queste vogliono essere storie del Lager, e sull’uomo fuori del Lager molto si è già scritto (28). Ma una cosa ancora vorremmo aggiungere: Elias, per quanto ci è possibile giudicare dal di fuori, e per quanto la frase può avere di significato, Elias era verosimilmente un individuo felice. La cuestión es grave, y no será ulteriormente discutida, porque éstas quieren ser historias del Lager, y sobre el hombre de fuera del Lager ya se ha escrito mucho. Pero aún me gustaría añadir algo: Elías, por cuanto me es posible juzgar desde fuera, y por cuanto la frase pueda tener de significativo, Elías era verosímilmente un individuo feliz. La question est grave, et nous n’entendons pas nous y engager ici, parce que notre récit se limite volontairement à la vie du Lager, et que sur l'homme hors du Lager on a déjà beaucoup écrit. Cependant nous voudrions ajouter un dernier mot : Elias, autant que nous puissions en juger du dehors, et si tant est que ces mots aient un sens, Elias était vraisemblablement un homme heureux. Henri è invece eminentemente civile e consapevole, e sui modi di sopravvivere in Lager possiede una teoria completa e organica. Non ha che ventidue anni; è intelligentissimo, par- Henri es en cambio eminentemente social y culto, y su estilo de supervivencia en el Lager cuenta con una teoría completa y orgánica. Sólo tiene veintidós años; es inteligentí- Henri est au contraire éminemment civilisé et conscient de soi, et possède une théorie complète et articulée sur les façons de survivre au Lager. Il n’a que vingt-deux ans ; il est très intelligent, 79 notes 29 si è chiuso in sé come una corazza. Di nuovo la barriera protettiva di un guscio che diventa, in Henri, come in genere negli aguzzini, una corazza. 36:00 30 del Sodoma. Un quadro evidentemente riprodotto nei manuali di storia dell’arte in uso nei licei classici. Una citazione pittorica, equivalente alle molte reminiscenze filosofiche di SQU. [Giovanni A. Bazzi, detto il Sodoma, fu valente pittore piemontese (14771549). II suo San Sebastiano, che si trova nella Galleria degli Uffizi a Firenze, ha tratti quasi femminei]. 31 come l’icneumone. Un esempio dell’ilozoismo leviano (Cases, 12). La nota esplicativa fornita da Levi per gli studenti [Gli icneumoni sono insetti dell’ordine degli imenotteri: non solo paralizzano i bruchi, ma nel loro corpo ormai indifeso depongono le uova; le larve che poi ne scaturiscono si nutrono a spese dell’ospite] legittimal’inserzione dell’icneumone, o meglio delle larve che si nutrono dentro il suo corpo, nell’elenco simbolico delle immagini di animali che si costruiscono un guscio protettivo. Vedi anche la nota successiva. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard la francese, tedesco, inglese e russo, ha un’ottima cultura scientifica e classica. simo, habla francés, alemán, inglés y ruso, tiene una óptima cultura científica y literaria. parle le français, l'allemand, l'anglais et le russe, et a une excellente culture scientifique et classique. Suo fratello è morto in Buna nell’ultimo inverno, e da quel giorno Henri ha reciso ogni vincolo di affetti; si è chiuso in sé come in una corazza (29), e lotta per vivere senza distrarsi, con tutte le risorse che può trarre dal suo [163] intelletto pronto e dalla sua educazione raffinata. Secondo la teoria di Henri, per sfuggire all’annientamento, tre sono i metodi che l’uomo può applicare rimanendo degno del nome di uomo: l’organizzazione, la pietà e il furto. Su hermano ha muerto en Buna el invierno pasado, y desde aquel día Henri se ha desvinculado de todo afecto; se ha encerrado en sí mismo como en una coraza y lucha para vivir sin distraerse, con todos los recursos que puede obtener de su inteligencia pronta y de su educación refinada. Según la teoría de Henri, para huir de la aniquilación tres son los métodos que el hombre puede poner en práctica sin dejar de ser digno de llamarse hombre: la organización, la compasión y el hurto. Son frère est mort à la Buna l’hiver dernier, et depuis lors Henri a tronqué tout lien d’affection ; il s’est renfermé en lui-même comme dans une carapace, et il lutte pour vivre sans se laisser distraire de son but, avec toutes les ressources qu’il peut tirer de son cerveau rapide et de son éducation raffinée. Selon sa théorie, pour échapper à la destruction tout en restant digne du nom d’homme, il n’y a que [105] trois méthodes possibles : l'organisation, la pitié et le vol. Lui stesso li pratica tutti e tre. Nessuno è miglior stratega di Henri nel circuire («coltivare», dice lui) i prigionieri di guerra inglesi. Essi diventano, nelle sue mani, vere galline dalle uova d’oro: si pensi che, dal baratto di una sola sigaretta inglese, in Lager si ricava di che sfamarsi per un giorno. Henri è stato visto una volta in atto di mangiare un autentico uovo sodo. Él mismo practica los tres. Nadie es mejor estratega que Henri para sonsacar («cultivar» dice él) a los prisioneros de guerra ingleses. Éstos se convierten, en sus manos, en auténticas gallinas de los huevos de oro: piénsese que del cambio de un solo cigarrillo inglés se obtiene lo suficiente para el hambre de todo un día. Henri ha sido sorprendido un día en el momento de comerse un auténtico huevo duro. Lui-même les pratique toutes les trois. Nul n’a comme lui l’ai consommé de circonvenir (de «cultiver», comme il dit) les prisonniers de guerre anglais. Entre ses mains ils deviennent de véritables poules aux neufs d’or : il suffit de penser qu’au Lager une seule cigarette anglaise rapporte de quoi se sustenter pour toute une journée. Henri a été (1) une fois en train de manger un authentique neuf dur. Il traffico della merce di provenienza inglese è monopolio di Henri, e fin qui si tratta di organizzazione; ma il suo strumento di penetrazione, presso gli inglesi e gli altri, è la pietà. Henri ha il corpo e il viso delicati e sottilmente perversi del San Sebastiano del Sodoma (30): i suoi occhi sono neri e profondi, non ha ancora barba, si muove con languida naturale eleganza (quantunque all’occorrenza sappia correre e saltare come un gatto, e la capacità del suo stomaco sia appena inferiore a quella di Elias). Di queste sue doti naturali Henri è perfettamente a conoscenza, e le mette a profitto con la fredda competenza di chi manovra uno strumento scientifico: i risultati sono sorprendenti. Si tratta in sostanza di una scoperta: Henri ha scoperto che la pietà, essendo un sentimento primario e irriflesso, alligna assai bene, se abilmente instillata, proprio negli animi primitivi dei [164] bruti che ci comandano, di quelli stessi che non hanno ritegno ad abbatterci a pugni senza perché, e a calpestarci una volta a terra, e non gli è sfuggita la grande portata pratica di questa scoperta, sulla quale egli ha inserito la sua industria personale. El tráfico de las mercancías de procedencia inglesa es un monopolio de Henri, y hasta aquí se trata de organización; pero su instrumento de penetración, con los ingleses y con los demás, es la piedad. Henri tiene el cuerpo y la cara delicados y sutilmente perversos del San Sebastián del Sodoma: sus ojos son negros y profundos, todavía no tiene barba, se mueve con lánguida y natural elegancia (aunque cuando es necesario sabe correr y saltar como un gato, y la capacidad de su estómago es apenas inferior a la de Elías). Henri tiene perfecta conciencia de sus dotes naturales, y les saca partido con la fría competencia de quien maneja un instrumento científico: los resultados son sorprendentes. Se trata, en el fondo, de un descubrimiento: Henri ha descubierto que la compasión, siendo un sentimiento primario e irreflexivo, se compagina bastante bien, si es hábilmente instilada, incluso con los ánimos primitivos de los brutos que nos mandan, de los mismos que no tienen reparo en derribarnos a golpes sin porqué, y a patearnos una vez en el suelo, y no se le ha escapado la gran importancia práctica de este descubrimiento, sobre el que ha montado su industria personal. Henri détient le monopole du trafic des marchandises de provenance anglaise : et jusque-là il ne s’agit que d’organisation ; mais son fer de lance pour la pénétration de la ligne de défense, anglaise ou autre, c’est la pitié. Henri a le corps et les traits délicats et subtilement pervers du Saint Sébastien de Sodoma : encore imberbe, les yeux noirs et profonds, il se meut avec une élégance naturelle et languide - bien qu’il sache à l'occasion bondir et courir comme un chat, et que la capacité de son estomac soit à peine. inférieure à celle d’Elias. Henri a pleinement conscience de ses dons naturels, et les met à profit avec la froide compétence de qui manoeuvre un instrument de précision : les résultats sont étonnants. Il s’agit tout simplement d’une découverte : Henri a découvert que la pitié, étant un sentiment primaire et irraisonné, ne pouvait mieux prospérer, à condition d’être habilement instillée, que dans les âmes frustes des brutes qui nous commandent, de ceux-là mêmes qui n’hésitent pas à nous frapper sauvagement sans raison, et à nous piétiner une fois à terre ; il n’a pas manqué de remarquer l'importance pratique d’une telle découverte, et c’est sur elle qu’il a fondé son industrie personnelle. Come l’icneumone (31) paralizza i grossi bruchi pelosi, ferendoli nel loro unico ganglio vulnerabile, così Henri valuta con un’occhiata il soggetto, «son type»; gli parla brevemente, a ciascuno con il linguaggio appropriato, e il «type» è conquistato: ascolta con crescente simpatia, si commuove sulla sorte del giovane sventurato, e non occorre molto tempo perché incominci a rendere. Como el icneumón paraliza a las gordas orugas peludas hiriéndolas en su único ganglio vulnerable, así aprecia Henri, con una mirada, al sujeto, son type; le habla brevemente, a cada uno con el lenguaje apropiado, y el type es conquistado: escucha con creciente simpatía, se conmueve con la suerte del joven desventurado, y no hace falta mucho tiempo para que empiece a rendirle provecho. De même que Pichneumon paralyse les grosses chenilles velues en piquant leur unique ganglion vulnérable, de même il suffit d’un coup d’oeil à Henri pour jauger son homme, «son type»; il lui parle brièvement, en employant le langage approprié, et «le type» est conquis : il écoute avec une sympathie croissante, s’attendrit sur le sort du malheureux jeune homme, et est déjà en passe de devenir rentable. Non c’è anima così indurita su cui Henri non riesca a far breccia, se ci si mette seriamente. In Lager, e anche No hay alma tan endurecida en la que Henri no consiga abrir brecha, si se pone a ello seriamente. En el Lager, y tam- Il .l’est point de coeur, si endurci soit-il, qu’Henri ne parvienne à émouvoir s’il s’y met sérieusement. Au Lager, et même à la 80 notes 32 chiuso nella sua corazza. Ecco la consueta immagine difensiva. Henri è riuscito a mettere una barriera fra sé e il mondo incandescente del Lager. La sua è una vera, funzionale corazza ignifuga, Henri non esplode mai. 33 Serpente della Genesi. Gen. 3, 1 («il più astuto fra tutti gli animali»). Si noti, en passant, come Levi sia fedele a se stesso, e, citando la Genesi, definisca «incomprensibile» la storia del Serpente, coerentemente con quanto aveva detto sopra, cap. « Il lavoro», nota 4. 34 non desidero rivederlo. Si sommano in Henri i tratti di due personaggi di Memorie: Sirotkin, «un essere abbastanza enigmatico sotto molti aspetti» (61) e, con particolare evidenza, per l’identica collocazione nel finale di un capitolo pieno di tensione, Aleksàndr Petrovic’ (Petròv): « Io non credo che Petròv possa finir bene; egli finirà tutto di colpo in un qualche momento e, se non si è perduto fino a oggi, ciò vuol dire che non è ancora venuta la sua ora. Del resto, chi sa? Può anche darsi che viva fino ad avere i capelli bianchi e che muoia tranquillamente di vecchiaia, vagabondando senza scopo di qua e di là» (135). Si ricordi che SQU si chiude con una notazione su Charles che è opposta a questa su Henri: «Charles ha ripreso la sua professione di maestro; ci siamo scambiati molte lettere e spero di poterlo ritrovare un giorno» (vedi sotto, cap. «Storia di dieci giorni», nota 2 Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard in Buna, i suoi protettori sono numerosissimi: soldati inglesi, operai civili francesi, ucraini, polacchi; «politici» tedeschi; almeno quattro Blockälteste, un cuoco, perfino una SS. Ma il suo campo preferito è il Ka-Be; in Ka-Be Henri ha ingresso libero, il dottor Citron e il dottor Weiss sono, più che suoi protettori, suoi amici, e lo ricoverano quando vuole, e con la diagnosi che vuole. Ciò avviene specialmente in vista delle selezioni, e nei periodi di lavoro più gravoso: a « svernare», dice lui. bién en la Buna, sus protectores son numerosísimos: soldados ingleses, obreros civiles franceses, ucranianos, polacos; «políticos» alemanes: cuatro Blockälteste por lo menos, un cocinero, hasta un SS. Pero su campo preferido es el Ka-Be, en el Ka-Be tiene entrada libre, el doctor Citron y el doctor Weiss son, más que sus protectores, sus amigos, y lo asilan cuando quiere y con el diagnóstico que quiere. Eso sucede especialmente a la vista de las selecciones y en los períodos de trabajo más gravosos: a «invernar», dice él. Buna, on ne compte plus ses protecteurs : soldats anglais, ouvriers civils français, ukrainiens, polonais [106]; «politiques» allemands ; au moins quatre Blockâlteste, un cuisinier, et même un SS. Mais son champ d’action favori demeure le K.B. Au K.B., Henri a entrée libre : ses amis - plus que ses protecteurs -, les docteurs Citron et Weiss, l’hospitalisent quand il veut et avec le diagnostic qu’il veut. Cela se produit notamment à l'approche des sélections et dans les périodes où le travail est particulièrement pénible : alors Henri «prend ses quartiers d’hiver», comme il dit. Disponendo di così cospicue amicizie, è naturale che raramente Henri sia ridotto alla terza via, al furto; d’altronde, si comprende che su questo argomento non si confidi volentieri. [165] Disponiendo de tan importantes amistades, es natural que Henri raramente se vea reducido a la tercera vía, al hurto; por otra parte, se comprende que, sobre este asunto, no se confíe de buena gana. Nanti d’amis si haut placés, Henri est rarement obligé de recourir à la troisième solution, le vol ; et l’on comprend d’autre part qu’il ne se confie pas volontiers à ce sujet. È molto gradevole discorrere con Henri, nei momenti di riposo. E anche utile: non c’è cosa del campo che egli non conosca, e su cui non abbia ragionato, nella sua maniera serrata e coerente. Delle sue conquiste, parla con educata modestia, come di prede di poco conto, ma si dilunga volentieri a esporre il calcolo che l’ha condotto ad avvicinare Hans chiedendogli del figlio al fronte, e invece Otto mostrandogli le cicatrici che ha sugli stinchi. Es muy agradable conversar con Henri en los momentos de descanso. Hasta es útil: nada hay en el campo que no conozca y sobre lo que no haya hablado a su modo exacto y coherente. De sus conquistas habla con educada modestia como de presas de poca cuenta, pero se extiende con gusto cuando explica el cálculo que lo ha llevado a aproximarse a Hans preguntándole por el hijo que tiene en el frente, y a Otto enseñándole las cicatrices que tiene en las espinillas. Il est agréable de parler avec Henri pendant les moments de repos. Et instructif, aussi : il n’est rien au camp qu’il ne connaisse, ou sur quoi il n’ait exercé ses raisonnements serrés et cohérents. II parle de ses conquêtes avec une modestie de bon ton, comme de proies faciles, mais s’étend volontiers sur les calculs qui font amené à aborder Hans en lui demandant des nouvelles de son fils envoyé au front, et Otto en lui montrant les cicatrices qu’il a sur les tibias. Parlare con Henri è utile e gradevole; accade anche, qualche volta, di sentirlo caldo e vicino, pare possibile una comunicazione, forse perfino un affetto; sembra di percepire il fondo umano, dolente e consapevole della sua non comune personalità. Ma il momento appresso il suo sorriso triste si raggela in una smorfia fredda che pare studiata allo specchio; Henri domanda cortesemente scusa («... j’ai quelque chose à faire», «... j’ai quelqu’un à voir»), ed eccolo di nuovo tutto alla sua caccia e alla sua lotta: duro e lontano, chiuso nella sua corazza (32), nemico di tutti, inumanamente scaltro e incomprensibile come il Serpente della Genesi (33). Hablar con Henri es útil y agradable; hasta sucede a veces que al oírle afectuoso y cercano parece posible una comunicación, quizás hasta un afecto; parece hasta percibirse el fondo humano, doliente y cómplice de su personalidad no común. Pero al momento siguiente su sonrisa triste se hiela en una mueca triste que parece estudiada ante un espejo; Henri pide cortésmente perdón («...j’ai quelque chose à faire», «...j’ai quelqu’un à voir»), y helo de nuevo enteramente entregado a su caza y a su lucha: duro y lejano, encerrado en su coraza, enemigo de todos, inhumanamente listo e incomprensible como la Serpiente del Génesis. Causer avec Henri est instructif et agréable ; il arrive même parfois qu’on le sente proche et chaleureux ; une communication semble possible, peut-être même un sentiment d’affection ; on croit entrevoir en lui le fond humain, la conscience blessée d’une personnalité peu commune. Mais l’instant d’après, son sourire triste se fige en un rictus de commande ; Henri s’excuse poliment («... J’ai quelque chose à faire», «... j’ai quelqu’un à voir»), et le voilà de nouveau tout à sa chasse et à sa lutte de chaque jour : dur, lointain, enfermé dans sa cuirasse, ennemi de tous et de chacun, aussi fuyant et incompréhensible que le Serpent de la Genèse. Da tutti i colloqui con Henri, anche dai più cordiali, sono sempre uscito con un leggero sapore di sconfitta; col sospetto confuso di essere stato anch’io, in qualche modo inavvertito, non un uomo di fronte a lui, ma uno strumento nelle sue mani. [166] De todos los coloquios con Henri, incluso de los más cordiales, he salido siempre con una ligera sensación de derrota; con la sospecha confusa de haber sido yo también, de alguna manera inadvertida, no un hombre frente a él, sino un instrumento en sus manos. To u t e s m e s c o n v e r s a t i o n s a v e c Henri, même les plus cordiales, m’ont toujours laissé à la fin un léger goût de défaite ; !e vague soupçon d’avoir été moi aussi, un peu à mon insu, non pas un homme face à un autre homme, mais un instrument entre ses mains. Oggi so che Henri è vivo. Darei molto per conoscere la sua vita di uomo libero, ma non desidero rivederlo (34). [167] Hoy sé que Henri está vivo. Daría cualquier cosa por saber de su vida de hombre libre, pero no quiero volver a verlo. Je sais qu’aujourd’hui Henri est vivant. Je donnerais beaucoup pour connaître sa vie d’homme libre, mais je ne désire pas le revoir. 81 notes ESAME DI CHIMICA 1 bene, lui era Alex. Il linguaggio di Alex è reso da Levi con la tecnica del discorso diretto, riprodotto nella sua immediatezza. Non è più il caos babelico d’impronta rabelaisiana (i tanti modi di dire «pane», «mattone», la Torre di Babele...), ma « un plurilinguismo con funzione plurivoca, che mescola il modo di pensare e di esprimersi del narratore e del personaggio... la straordinaria memoria fonica di Levi fa conservare espressioni del gergo tedesco di caserma e della malavita, bestemmie in varie lingue» (Segre, 74). 2 Hergottsacrament. [Herrgottsacrament è un’insulsa imprecazione tedesca]. 3 il pugno chiuso e l’indice teso. Rabelais sembra comunque essere presente nel ritratto di Alex, non per la lingua che parla, ma per la viviva gestualità con cui si presenta e, soprattutto per il modo volgare con cui si congederà nettandosi la mano sulla spalla del prigioniero; la gestualità di Levi, soprattutto l’importanza che attribuisce alla mano come mezzo di comunicazione che sostituisce la voce, potrebbe derivare dallo straordinario dialogo a gesti di Panurge e l’Inglese (Libro II, cap. 19). Rabelais conosceva l’arte della comunicazione a gesti che Levi invece riteneva assente o contraddittoria in Manzoni. Il pugno di Alex non è il pugno di Renzo (II, 699). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard ESAME DI CHIMICA Examen de química 10. EXAMEN DE CHIMIE Il Kommando 98, detto Kommando Chimico, avrebbe dovuto essere un reparto di specialisti. El Kommando 98, llamado Kommando Químico, habría debido ser un departamento de especialistas. Le Kommando 98, dit Kommando de Chimie, était censé être une section de spécialistes. Il giorno in cui fu dato l’annuncio ufficiale della sua costituzione, uno sparuto gruppo di quindici Häftlinge si radunò intorno al nuovo Kapo, in piazza dell’Appello, nel grigiore dell’alba. El día en que se anunció oficialmente su constitución un flaco grupo de quince Häftlinge se reunió con el nuevo K a p o, en la plaza de la Lista, a la luz gris del alba. Le jour où on annonça o ff i c i e l l e m e n t s a c r é a t i o n , u n groupe clairsemé de quinze Häftlinge se rassembla autour du nouveau Kapo, place de l’Appel, d a n s Ta u b e g r i s e . Fu la prima delusione: era ancora un «triangolo verde», un delinquente professionale, l’Arbeitsdienst non aveva giudicato necessario che il Kapo del Kommando Chimico fosse un chimico. Inutile sprecare il fiato a fargli domande, non avrebbe risposto, o risposto a urli e pedate. Peraltro rassicurava il suo aspetto non troppo robusto e la statura inferiore alla media. Fue el primer chasco: era otra vez un «triángulo verde»; un delincuente profesional, el Arbeitsdienst no había juzgado necesario que el Kapo del Kommando Químico fuese un químico. Inútil gastar saliva en hacerle preguntas, no habría respondido, o respondido con gritos y patadas. Por lo demás, tranquilizaba su apariencia no demasiado robusta y su estatura inferior a la media. Ce fut pour nous une première déception : le Kapo était encore un «triangle vert», un criminel de Profession, l'Arbeitsdienst n’ayant pas jugé bon de mehre un Kapochimiste à la tête du Kommando de Chimie. Ce n’était pas la peine de se fatiguer à lui poser des questions, il n’aurait pas répondu, ou bien il aurait répondu à grand renfort de hurlements et de coups de pied. D’un autre côté, sa faible corpulence et sa table inférieure à la moyenne nous rassuraient. Fece un breve discorso in sguaiato tedesco da caserma, e la delusione fu confermata. Quelli erano dunque i chimici: bene, lui era Alex (1), e se loro pensavano di essere entrati in paradiso sbagliavano. In primo luogo, fino al giorno dell’inizio della produzione il Kommando 98 non sarebbe stato che un comune Kommandotrasporti addetto al magazzino del Cloruro di Magnesio. Poi, se credevano, per essere degli Intelligenten, degli intellettuali, di farsi gioco di lui, Alex, un Reichsdeutscher, ebbene, Herrgottsacrament (2), gli avrebbe fatto vedere lui, [168] gli avrebbe... (e, il pugno chiuso e l’indice teso (3), tagliava l’aria di traverso nel gesto di minaccia dei tedeschi); e finalmente, non dovevano pensare di ingannare nessuno, se qualcuno si era presentato come chimico senza esserlo; un esame, sissignori, in uno dei prossimi giorni; un esame di chimica, davanti al triumvirato del Reparto Polimerizzazione: il Doktor Hagen, il Doktor Probst, il Doktor Ingenieur Pannwitz. Pronunció un breve discurso en desgarrado alemán de cuartel y el chasco quedó confirmado. Aquéllos eran, pues, los químicos: bueno, él era Alex, y si pensaban entrar en el paraíso, se equivocaban. En primer lugar, hasta el día del principio de la producción, el Kommando 98 no sería más que un vulgar Kommando de transportes agregado al almacén de Cloruro de Magnesio. Después, si se creían, por ser Intelligenten, intelectuales, que iban a jugar con él, Alex, un Reichsdeutscher, bien, Herrgottsacrament, é l l e s h a r í a v e r, l o s i b a a . . . ( y, c o n e l puño cerrado y el índice tieso, cortaba el aire de través con el gesto de amenaza de los alemanes); y finalmente, no debían pensar en engañar a nadie, si alguno se había presentado como químico sin serlo; un examen, sí señores, uno de los próximos días; un examen de química, ante el triunv i r a t o d e l Departamento d e Polimerización: el Doktor Hagen, el Doktor Probst y el Doktor Ingenieur Pannwitz. Il nous gratifia d’un bref discours, dans un grossier allemand de caserne, et notre déception fut confirmée. Alors comme ça c’était nous, les chimistes : bon, eh ben lui, c’était Alex, et si on croyait que ça allait être le Pérou, on se gourait. Primo, tant que la production n’aurait pas commencé, le Kommando 98 serait un simple Kommandotransports préposé au magasin de Chlorure de Magnésium. Secundo, si on s’imaginait, parce qu’on était des Intelligenten, des intellectuels, qu’on allait se payer sa tête, à lui, Alex, un Reichsdeutscher, eh bien, Herrgottsacrament, il nous ferait voir, lui, il nous... (et, le poing fermé et l’index tendu, il fendait l’air obliquement, du geste de menace des Allemands) ; tertio, il ne fallait pas compter tromper son monde si on s’était présenté comme [108] chimiste sans l’être, il y avait un examen, oui messieurs, dans quelques jours; un examen de chimie, devant le triumvirat de la Section Polymérisation : le Doktor Hagen, le Doktor Probst, le Doktor Ingénieur Pannwitz. Col che, meine Herren, si era già perso abbastanza tempo, i Kommandos 96 e 97 si erano già avviati, avanti marsch, e, per cominciare, chi non avesse camminato al passo e allineato avrebbe avuto a che fare con lui. Con lo que, meine Herren, se había perdido ya bastante tiempo, los Kommandos 96 y 97 ya estaban funcionando, al frente marchen y, para empezar, quien no caminase al p a s o y a l i n ea d o t e n d r í a q u e vérselas con él. Bon, on avait perdu assez de temps comme ça, Meine Herren, les Kommandos 96 et 97 étaient déjà en mute ; alors, en avant marche, et p o u r c o m m e n c e r, c e u x q u i n e marcheraient pas au pas et en rang auraient affaire à lui. Era un Kapo come tutti gli altri Kapos. Era un Kapo como todos los demás Kapos. C’était un Kapo comme tous les autres Kapos. Uscendo dal Lager, davanti alla banda musicale e al posto di conta delle SS, si marcia per cinque, col berretto in mano, le braccia immobili lungo i fianchi e il collo rigido, e non si deve parlare. Poi ci si mette per tre, e allora si può tentare di scambiare qualche parola attraverso l’acciottolio delle diecimila paia di zoccoli di legno. Al salir del Lager, ante la banda de música y el puesto de conteo de los SS, se marcha en filas de cinco, con la gorra en la mano, los brazos colgando inmóviles a lo largo de los costados y el cuello tieso, y no se debe hablar. Después se va en formación de tres, y entonces se puede tratar de cambiar algunas palabras a través del repiqueteo de los diez mil pares de zuecos de madera. Quand on sort du Lager et qu’on passe devant la fanfare et le poste des SS, on marche en rang par cinq, le calot à la main, les bras au Corps, le cou tendu, et on n’a pas le droit de parier. Ensuite, on se met trois par trois, et alors on peut tenter d’échanger quelques mots au milieu du claquement des dix mille paires de sabots en bois. Chi sono questi miei compagni ¿Quiénes son estos químicos com- Qui sont mes compagnons de 82 notes 4:00 4 il sogno di un pazzo. Il modello topografico, anche nel laboratorio, è sempre Dante: per entrare nella sede del Kommando, «si scende», ma le parole di Alex ricordano il «sogno di un pazzo». Come nel capitolo «Sul fondo», la follia del Lager appare in tutta la sua grandezza e pare di scorgere il sogno-pazzia dei più classici personaggi di Dostoevskij. Quando non è lombrosianamente definita «atavismo» o «demenza» o, alla maniera di Nordau, « degenerazione», la follia in SQU deriva dalla visionaria assurdità dell’universo dostoevskiano. 5 Alberto ed io. Inizia in questo capitolo lo sdoppiamento, la dualità: la formula «Alberto ed io» diventa rituale e accompagnerà tutta la carriera di Levi scrittore: «Charles ed io», vedi sotto, cap. «Storia di dieci giorni», nota 16. La coppia di amici, il dualismo in Levi è un tema importante. Dopo Alberto e Charles sarà il turno di Leonardo in T (I, 394: «Leonardo ed io in un silenzio gremito di memoria»), «Enrico ed io» in SP (I, 759). Personaggi che assolvono alla funzione del «doppio», dell’«altro da sé», rispecchiando ciò che si è, ma soprattutto ciò che si vorrebbe essere, l’affinità del fratello e dell’amico, l’amicizia nella diversità che crea forza, unità (più tardi, in SP «il legame fra catione e anione»). 6 à comprendre». Vedi anche sopra, cap. «Ka-Be», nota 22; insensatezza e arbitrio dominano nel Lager e gli stessi prigionieri ne prendono atto, vedi anche sotto, quando, nel cap. «I fatti dell’estate», Levi riecheggia Clausner: «La nostra saggezza era il “non cercar di capire”», nota 3. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard chimici? Vicino a me cammina Alberto, è studente del terzo anno, anche questa volta siamo riusciti a non separarci. Il terzo alla mia sinistra non l’ho mai visto, sembra molto giovane, è pallido come la cera, ha il numero degli olandesi. Anche le tre schiene davanti a me sono nuove. Indietro è perico [169] loso voltarsi, potrei perdere il passo o inciampare; pure provo per un attimo, ho visto la faccia di Iss Clausner. pañeros míos? Junto a mí camina Alberto, es estudiante de tercer año, también esta vez ha logrado que no nos separemos. Al tercero a mi izquierda no lo he visto nunca, parece muy joven, es pálido como la cera, tiene el número de los holandeses. También las tres filas de delante de mí son nuevas. Detrás, es peligroso volverse, podría perderse el paso y tropezar; pero pruebo durante un momento, he visto la cara de Iss Clausner. Kommando? Celui qui marche à côté de moi, c’est Alberto, étudiant de troisième année ; nous avons réussi encore une fois à ne pas être séparés. Le deuxième à ma gauche, je ne l’ai jamais vu ; il semble très jeune, il a un teint cireux et il Porte le numéro des Hollandais. Devant moi, trois dos également inconnus. Derrière, mieux vaut ne pas se retourner, je pourrais perdre la cadence ou trébucher; je m’y risque tout de même, juste le temps d’entrevoir le visage d’Iss Clausner. Finché si cammina non c’è tempo di pensare, bisogna badare di non togliere gli zoccoli a quello che zoppica davanti e di non farseli togliere da quello che zoppica dietro; ogni tanto c’è un cavo da scavalcare, una pozzanghera viscida da evitare. So dove siamo di qui sono già passato col mio Kommando precedente, è la H-Strasse, la strada dei magazzini. Lo dico ad Alberto: si va veramente al Cloruro di Magnesio, almeno questa non è stata una storia. Mientras se anda no hay tiempo de pensar, hay que tener cuidado de no sacarle los zuecos al que cojea delante y de no hacérselos sacar uno por el que renquea detrás; de vez en cuando hay un cable que salvar, un charco viscoso que evitar. Sé dónde estamos, por aquí ya he pasado con mi Kommando anterior, es la HStrasse, la calle de los almacenes. Se lo digo a Alberto: vamos de verdad al Cloruro de Magnesio, por lo menos esto no ha sido un cuento. Tant qu’on marche, on n’a pas le temps de penser, il faut veiller à ne pas marcher sur les sabots de celui qui claudique devant vous, et à éviter que celui qui claudique derrière en fasse autant sur les vôtres ; de temps en temps il faut enjamber un câble ou contourner une flaque boueuse. Je sais où nous sommes, je suis déjà passé par là avec mon ancien Kommando, c’est la H-Strasse, la rue des entrepôts. Je le dis à Alberto : on va vraiment au Chlorure d e M a g n é s i u m , ç a a u m o i n s c ’ e s t s û r. Siamo arrivati, scendiamo in un vasto interrato umido e pieno di correnti d’aria; è questa la sede del Kommando, quella che qui si chiama Bude. Il Kapo ci divide in tre squadre; quattro a scaricare i sacchi dal vagone, sette a trasportarli giù, quattro a impilarli nel magazzino. Questi siamo io con Alberto, Iss e l’olandese. Hemos llegado, bajamos a un vasto sótano húmedo y lleno de corrientes de aire; ésta es la sede del Kommando, la que aquí se llama Bude. El Kapo nos divide en tres escuadras; cuatro para descargar los sacos del vagón, siete para traerlos abajo, cuatro para apilarlos en el almacén. Estos últimos somos yo, Alberto, Iss y el holandés. Nous sommes arrives, nous descendons dans un vaste sous-sol humide et plein de courants d’air ; il s’agit du siège du Kommando, qu’ici on appelle la Bude. Le Kapo nous divise en trois équipes ; quatre pour décharger les sacs du wagon, sept pour les transporter en bas, quatre pour les empiler dans l’entrepôt. Ces quatre-là, c’est nous, Alberto, Iss, le Hollandais et moi. [109] Finalmente si può parlare, e a ciascuno di noi quello che Alex ha detto sembra il sogno di un pazzo (4). Por fin se puede hablar, y a cada uno de nosotros lo que ha dicho Alex nos parece el sueño de un loco. Finalement on peut parler, et à chacun de nous le discours d’Alex fait l’effet du rêve d’un fou. Con queste nostre facce vuote, con questi crani tosati, con questi abiti di vergogna, fare un esame di chimica. E sarà in tedesco, evidentemente; e dovremo comparire davanti a un qualche biondo Ario Doktor sperando che non dovremo soffiarci il naso, perché forse lui non saprà che noi non possediamo fazzoletto, e non si potrà certo spiegarglielo. E avremo addosso la nostra vecchia compagna fame, e stenteremo a stare immobili sulle ginocchia, [170] e lui sentirà certamente questo nostro odore, a cui ora siamo avvezzi, ma che ci perseguitava i primi giorni: l’odore delle r a p e e d e i c a v o l i c r u d i c o t t i e digeriti. Con nuestras caras vacías, con nuestras cabezas rapadas, con estos trajes vergonzosos, dar un examen de química. Y será en alemán, evidentemente; y deberemos comparecer ante cualquier rubio Ario Doktor con la esperanza de no tener que sonarnos, porque quizás no sepa que no tenemos pañuelo, y seguro que no se podrá e x p l i c á r s e l o . Y t e n d remos encima a nuestra vieja compañera, el hambre, y nos esforzaremos en que no nos tiemblen las piernas, y él notará n u e s t r o o l o r, a l q u e y a e s t a m o s a c o s t u m b r a d o s , p e r o q u e n os persigue los primeros días; el olor de las coles y de l o s n a b o s c r u d o s , c o c i d o s y digeridos. Av e c c e s v i s a g e s v i d e s , c e s crânes rasés, ces habits de honte, passer un examen de chimie ! Et ce sera en allemand, bien sûr : et nous devrons comparaîtr e d e v a n t q u e l q u e b l o n d Doktor aryen en espérant ne pas avoir à nous moucher, parce que lui ne sait peut-être pas que nous n’avons pas de mouchoir, et nous ne pourrons certainement pas le lui expliquer. Notre vieille arme la faim nous tiendra Compagnie et nous aurons du mal à nous tenir droits sur nos jambes, et le Doktor sentira sûrement l’odeur que nous dégageons, et à laquelle nous sommes maintenant habitués, mais qui nous poursuivait les premiers jours : l’odeur des navets et des choux crus, cuits et digérés. Così è, conferma Clausner. Hanno dunque i tedeschi tanto bisogno di chimici? O è un nuovo trucco, una nuova macchina «pour faire chier les Juifs?» Si rendono conto della prova grottesca e assurda che ci viene richiesta, a noi non più vivi, noi già per metà dementi nella squallida attesa del niente? Así es, nos asegura Clausner. ¿Tienen los alemanes tanta necesidad de productos químicos? ¿O es un nuevo truco, una nueva máquina pour fair chier les Juifs? ¿Se dan cuenta de la prueba grotesca y absurda a que van a someternos, a los que ya no estamos vivos, a los que estamos medio locos en la triste espera de la nada? C’est bien ça, confirme Clausner. Les Allemands ont-ils donc tellement besoin de chimistes ? Ou est-ce un nouveau truc, un nouveau système «pour faire chier les juifs» ? Est-ce qu’ils se rendent compte de l’épreuve grotesque et absurde qui nous est imposée, à nous qui ne sommes déjà plus des vivants, à nous dont l’attente morne du néant a fait des demi-fous ? Clausner mi mostra il fondo della sua gamella. Là dove gli altri incidono il loro numero, e Alberto ed io (5) abbiamo inciso il nostro nome, Clausner ha scritto: «Ne pas chercher à comprendre» (6). Clausner me enseña el fondo de su escudilla. Allí donde los demás graban su número, y Alberto y yo hemos grabado nuestro nombre, Clausner ha escrito: Ne pas chercher à comprendre . Clausner me montre le fond de sa gamelle. Là où les autres ont gravé leur numéro, là où Alberto et moi avons gravé notre nom, Clausner a é c r i t : « N e p a s c h e rc h e r à comprendre.» Benché noi ci pensiamo non più di Aunque no pensamos más Bien que nous n’y pensions pas plus de 83 notes 7 Oggi, questo vero oggi in cui io sto seduto a un tavolo e scrivo. Vedi sopra, cap. «Una buona giornata», nota 2. È la condizione in cui si trova Dostoevskij, nel momento in cui decide di raccontare la sua esperienza nel reclusorio («Ora, mentre scrivo...», Memorie, 122). Si osservi lo sdoppiamento temporale; questo non è lo stesso oggi adoperato altrove. C’è uno slittamento che tende a far confondere il «prima» e il «dopo»; contribuisce a confondere il lettore il vedere messa in dubbio l’asserzione iniziale («Mi pare superfluo aggiungere che nessuno dei fatti raccontati è inventato»). Da questi dilemmi, parte, come è noto J.Semprun, La scrittura o la vita, Guanda, Milano 1996. 8 pulcini dietro la chioccia. La metafora è presa di peso dal Gargantua (Libro II, cap.32, dalla stessa pagina ripresa in RR, II, 1432). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard qualche minuto al giorno, e anche allora in uno strano modo staccato ed esterno, noi sappiamo bene che finiremo in selezione. Io so che non sono della stoffa di quelli che resistono, sono troppo civile, penso ancora troppo, mi consumo al lavoro. Ed ora so anche che mi salverò se diventerò Specialista, e diventerò Specialista se supererò un esame di chimica. [171] que unos minutos al día, y d e una manera despegada y exterior, sabemos bien que vamos a acabar en la selección. Yo sé que no soy del paño de los que aguantan, soy demasiado culto, pienso todavía demasiado, me consumo con el trabajo. Y ahora sé también que me salvaré si me convierto en Especialista, y me convertiré en Especialista si supero un examen de química. quelques minutes par jour, et encore, dune manière étrangement détachée, extérieure, nous savons bien que nous finirons à la sélection. Je sais bien, moi, que je ne suis pas de l’étoffe de ceux qui résistent, je suis trop humain, je pense encore t r o p , j e m ’ u s e a u t r a v a i l . Et maintenant je sais que je pourrai me sauver si je deviens Spécialiste, et que je deviendrai Spécialiste si je suis reçu à un examen de chimie. Oggi, questo vero oggi in cui io sto seduto a un tavolo e scrivo, io stesso non sono convinto che queste cose sono realmente accadute (7). Hoy, este verdadero hoy en el que estoy sentado a una mesa y escribo, yo mismo no estoy convencido de que estas cosas hayan sucedido de verdad. Aujourd’hui encore, à l'heure où j’écris, assis à ma table, j’hésite à croire que Ces événements ont réellement eu lieu. Passarono tre giorni, tre dei s o l i t i immemorabili giorni, così lunghi mentre passavano e così brevi dopo che erano passati, e già tutti si erano s t a n c a t i d i c r e d e r e all’esame di chimica .Pasaron tres días, tres de los acostumbrados días inmemorables, tan largos mientras pasaban y tan breves después de haber pasado, y ya todos se habían cansado de creer en el examen de química. Trois jours passèrent, trois de Ces immémoriales journées ordinaires, si longues à passer si brèves une fois [110] écoulées, et déjà personne ne se donnait plus la peine de croire à l’examen de chimie. Il Kommando era ridotto a dodici uomini: tre erano scomparsi nel modo consueto di laggiù, forse nella baracca accanto, forse cancellati dal mondo. Dei dodici, cinque non erano chimici; tutti e cinque avevano subito chiesto ad Alex di rito r n a r e a i l o r o p r e c e d e nti K o m m a n d o s . N o n e v i t arono le percosse, ma inaspettatamente e da chissà quale autorità, fu deciso che rimanessero, aggregati come ausiliari al Kommando Chimico. El Kommando se reducía ya a doce hombres: tres habían desaparecido de la manera allí acostumbrada, quizás en la barraca de al lado, tal vez borrados del mundo. De los doce, cinco no eran químicos; los cinco le habían pedido en seguida a Alex volver a sus anteriores Kommandos. No evitaron los golpes, pero inesperadamente, y quién sabe por qué autoridad, se decidió que se quedasen como auxiliares del Kommando Químico. Le Kommando ne comptait plus que douze hommes trois avaient disparu, comme il arrivait couramment au Lager : peut-être transférés dans la baraque d’à côté, peut-être rayés de ce bas monde. Des douze, cinq n’étaient pas chimistes, et tous les cinq avaient aussitôt demandé à Alex de réintégrer leurs anciens Kommandos. Ils n’évitèrent pas les coups mais, contre toute attente et en vertu d’on ne sait quelle autorité, il fut décidé qu’ils resteraient en qualité d’auxiliaires du Kommando de Chimie. Vi no Alex a la bodega del Venne Alex nella cantina del Cloromagnesio e chiamò fuori noi Cloromagnesio y nos llamó afuera a sette, per andare a sostenere l’esame. los siete para que fuésemos a dar exaEcco noi, come sette goffi pulcini men. Henos, como siete polluelos d i e t r o l a c h i o c c i a (8), s e g u i r e X torpes detrás de la clueca, siguiendo A l e x s u p e r l a s c a l e t t a d e l a Alex por la escalerilla del Polymerisations-Buro. Siamo sul Polymerisations-Büro. Estamos en el pi anerottolo, una targhetta sulla porta rellano, una chapa en la puerta con con i tre nomi famosi. Alex bussa los tres nombres famosos. Alex llama rispettosamente, si cava il berretto, tímidamente, se quita la gorra, entra; en[172]tra; si sente una voce pacata; Alex se oye una voz sosegada; Alex riesce : - Ruhe, ietzt. Warten -. s ale: -R u h e , j e t z t . Wa r t e n ( e s p e Aspettare in silenzio. rad en silencio). Alex vint nous chercher à la taue du Chlorure et nous fit sortir tous les sept pour aller passer l’examen. Et nous voilà, comme sept poussins malhabiles derrière la mère poule, montant derrière Alex le petit escalier du Polymerisations-Bûro. Nous sommes sur le palier ; sur la porte, une plaque où on peut lire les trois noms illustres. Alex frappe respectueusement, ôte son calot, entre ; on entend une voix placide ; Alex ressor t : «Ruhe, jetzt. Warten.» Attendre en silence. Di questo siamo contenti. Quando si aspetta, il tempo cammina liscio [smooth] senza che si debba intervenire per cacciarlo avanti, mentre invece quando si lavora ci percorre ogni minuto faticosamente e deve venire laboriosamente espulso. Noi siamo sempre contenti di aspettare, siamo capaci di aspettare per ore con la completa ottusa inerzia dei ragni nelle vecchie tele. De esto, estamos contentos. Cuando se espera, el tiempo pasa solo, sin que haya que empujarlo, pero, en cambio, cuando se trabaja, c a d a minuto nos atraviesa fatigosamente y debe ser e x p u l s a d o laboriosamente. Siempre estamos contentos de esperar, somos capaces de esperar durante horas con la completa y obtusa inercia de las arañas en las viejas telas. Voilà qui nous satisfait. Quand on attend, le temps avance tout seul sans qu’on sont obligé d’intervenir pour le pousser en avant, tandis que quand on travaille, chaque minute nous parcourt douloureusement et demande à être laborieusement expulsée. Nous sommes toujours contents d’attendre, nous sommes capables d’attendre pendant des heures, avec l’inertie totale et obtuse des araignées dans leurs vieilles toiles. Alex è nervoso, passeggia su e giù, e noi ogni volta ci scostiamo al suo passaggio. Anche noi, ciascuno a suo modo, siamo inquieti; solo Mendi non lo è. Mendi è rabbino; è della Russia Subcarpatica, di quel groviglio [revoltijo] di popoli in cui ciascuno parla almeno tre lingue, e Mendi ne parla sette. Sa moltissime cose, oltre che rabbino è sionista militante, glottologo, è stato partigiano ed è dottore in legge; no n è chimico ma vuol tentare ugualmente, è un piccolo uomo tenace, coraggioso e acuto. Alex está nervioso, pasea de acá para allá, y nosotros nos apartamos a su paso. También nosotros, cada uno a su manera, estamos inquietos; sólo Mendi no lo está. Mendi es rabino; es de la Rusia subcarpática, de aquel ovillo de pueblos en el que cada uno habla por lo menos tres lenguas, y Mendi habla siete. Sabe muchísimas cosas, además de rabino y sionista militante, y glotólogo, ha sido partigiano y es doctor en leyes; no es químico pero quiere probar también, es un hombrecillo tenaz, valiente y agudo. Alex est nerveux, il se promène de long et large, et chaque fois qu’il passe, nous nous écartons. Nous aussi, chacun à sa façon, nous sommes inquiets ; il n’y a que Mendi qui ne le sont pas. Mendi est rabbin ; il vient de la Russie subcarpatique, de cette mosaïque de peuples où chacun parle au moins trois langues; et Mendi en parle sept. Il sait énormément de choses; il est rabbin, mais aussi sioniste militant, spécialiste de glottologie, ancien Partisan et docteur en droit ; il n’est pas chimiste, mais il veut quand même tenter sa chance ; c’est un Petit homme tenace, courageux et fin. 8:30 84 notes 9 capaci di scrivere, vorremmo provare. L’importanza dello scrivere in Lager; vedi sopra, nota 7. L’impulso alla scrittura testimoniale nasce dentro Auschwitz. È «impulso» primario, immediato e violento, «tanto da rivaleggiare con gli altri bisogni elementari», come si dice nella prefazione (nota 7). Quanto alle notizie su Mendi, vedi sopra, cap. «Il lavoro», nota 9. 10 «che domande fanno». Ritorna il ricordo del mondo della scuola, con i suoi rituali, la severità delle interrogazioni, la vecchia prova di maturità con cui si chiudeva il ciclo di studi superiori; vedi meglio sotto, nota 19 e cfr. anche cap. «L’ultimo», nota 4. 11 Edipo davanti alla Sfinge. Dopo Ercole, dopo Tantalo ennesimo riferimento alla ,mitologia classica, qui mediato attraverso la citazione di un preciso testo di Sofocle (Edipo re). Farà seguito Omero, con la memoria dell’episodio di Polifemo. 12 siede formidabilmente. «Stavvi Minos, orribilmente e ringhia» Inf V, 4. [L’autore riconosce nel Doktor Pannwitz un giudice infernale padrone del suo destino; anche lui, come Minosse, esprimerà il suo giudizio non a parole, ma «in segni incomprensibili»]. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Balla ha una matita e tutti gli stanno addosso. Non siamo sicuri se saremo ancora capaci di scrivere, vorremmo provare (9). Bálla tiene un lápiz y todos están a su lado. No estamos seguros de si sabremos todavía escribir, nos gustaría probar. Bâlla a un crayon : tout le monde se précipite sur lui. [111] Nous ne sommes pas sûrs de savoir encore écrire, nous voudrions faire un essai Kohlenwasserstoffe, Massenwirkungsgesetz. Mi affiorano i nomi tedeschi dei composti e delle leggi: provo gratitudine verso il mio cervello, non mi sono più occupato molto di lui eppure mi serve ancora così bene. Kohlenwasserstoffe, Massenwirkungsgesetz. Me afloran los nombres alemanes de las composiciones químicas y de las leyes: estoy agradecido a mi cerebro, no me he ocupado mucho de él y, sin embargo, todavía me sirve tan bien... Kohlenwasserstoffe, M a s s e n w i r k u n g s g e s e t z . Les noms allemands des Corps composes et des lois chimiques me reviennent en mémoire j’éprouve de la gratitude pour mon cerveau, dont je ne me suis plus beaucoup occupe et qui fonctionne encore si bien Ecco Alex. Io sono un chimico: che ho a che fare con questo Alex? Si pianta sui piedi davanti a me, mi riassetta ruvidamente il colletto della giacca, mi cava il berretto e melo ricalca in capo, poi fa un passo indietro, squadra il risultato con aria disgustata e volta le spalle bofonchiando : [173] Wa s für ein Muselmann Z u g a n g ! - c h e n u o v o acquisto scalcinato! He aquí a Alex. Yo soy un químico: ¿qué tengo que ver con este Alex? Se planta delante de mí, me compone el cuello de la chaqueta, me quita la gorra y me la encasqueta bien, después da un paso atrás, escudriña el resultado con aire disgustado y me vuelve la espalda refunfuñando: - Wa s f ü r e i n M u s e l m a n n Zugang? (¡qué nueva d e s aliñada adquisición!). Alex repasse Mais moi, je suis chimiste qu’est-ce que j’ai a voir avec cet Alex ? II se plante devant moi, rajuste rudement le col de ma veste, m’ôte mon calot et me le renfonce Sur la tête, puis, reculant d’un pas, juge du résultat d’un air dégoûte et tourne le dos en grommelant « Wa s f u r e i n M u s e l m a n n Z u g a n g ?» Quelle lamentable recrue! La porta si è aperta. I tre dottori hanno deciso che sei candidati passeranno in mattinata. Il settimo no. Il settimo sono io, ho il numero di matricola più elevato, mi tocca ritornare al lavoro. Solo nel pomeriggio viene Alex a prelevarmi; che disdetta, non potrò neppure comunicare cogli altri per sapere «che domande fanno» (10). La puerta se ha abierto. Los tres doctores han decidido que seis candidatos pasarán por la mañana. El séptimo, no. El séptimo soy yo, tengo el número de matrícula más alto, me toca volver al trabajo. Sólo por la tarde viene Alex a sacarme; qué desdicha, no podré hablar con los otros para saber «qué preguntas hacen». La porte vient de s’ouvrir Les trois Doktoren ont décide de faire passer ce matin six candidats Le septième reviendra Le septième, c’est moi, parce que j’ai le numéro matricule le plus élevé, et il me faut repartir au travail Alex viendra me chercher dans le courant de l’après-midi, pas de Chance ‚ Je ne pourrai même pas communiquer avec les autres pour savoir «ce qu‘ils demandent» Questa volta ci siamo proprio. Per le scale, Alex mi guarda torvo, si sente in qualche modo responsabile del mio aspetto miserevole. Mi vuol male perché sono italiano, perché sono ebreo e perché, fra tutti, sono quello che più si scosta dal suo caporalesco ideale virile. Per analogia, pur senza capirne nulla, e di questa sua incompetenza essendo fiero, ostenta una profonda sfiducia nelle mie probabilità per l’esame. Esta vez va de veras. Por la escalera, Alex me mira torvamente, se siente de algún modo responsable de mi aspecto miserable. Me odia porque soy italiano, porque soy judío y porque, de entre todos, soy el que más se aparta de su caporalesco ideal viril. Por analogía, aunque sin entender nada, y orgulloso de esta incompetencia suya, ostenta una profunda desconfianza en cuanto a mis probabilidades en el examen. Cette fois, ça y est Dans l’escalier, Alex me lance des regards torves, il se sent en quelque Sorte responsable de mon aspect pitoyable II m’en veut parce que je suis Italien, parce que je suis juif, et parce que, de nous tous, je suis celui qui s’écarte le plus de son idéal caporalesque de virilité Par analogie, sans y rien comprendre, et fier de son incompétence, il affiche un profond scepticisme quant a mes chances de réussite a l’examen Siamo entrati. C’è solo il Doktor Pannwitz, Alex, col berretto in mano, gli parla a mezza voce: -...un italiano, in Lager da tre mesi soltanto, già mezzo kaputt......Er sagt er ist Chemiker... - ma lui Alex sembra su questo faccia le sue riserve. Hemos entrado. El Doktor Pannwitz está solo, Alex, con la gorra en la mano, le habla a media voz: -... un italiano, sólo tres meses en el Lager, ya medio kaputt... Er sagt er ist Chemiker... -pero él, Alex, parece que tiene sus reservas al respecto. Nous entrons Le Doktor Pannwitz est Beul, Alex, le calot a la main, lui parle a mi-voix «un Italien, au Lager depuis trois mois seulement, déjà a moitié kaputt Er sagt er ist Chemiker» mais lui, Alex, semble faire ses reserves Sur ce point Alex viene brevemente congedato e relegato da parte, ed io mi sento come Edipo davanti alla Sfinge (11). Le mie idee sono chiare, e mi rendo conto anche in questo momento che la posta in gioco è grossa; eppure provo un folle impulso a scomparire, a sottrarmi alla prova. Alex es despedido en seguida y relegado aparte, y yo me siento como Edipo ante la Esfinge. Mis ideas no son claras, y también me doy cuenta en este momento de que la apuesta _________ es grande; y, sin embargo, experimento un loco impulso de desaparecer, de sustraerme a la prueba. Le voilà rapidement congédie et invité à attendre à l’écart, et moi je me sens comme OEdipe devant le Sphinx J’ai les idées claires, et je me rends compte même en cet instant que l’enjeu est important, et pourtant j’ai une envie folle de disparaître, de me dérober a l’épreuve Pannwitz è alto, magro, biondo; ha gli occhi, i capelli e il naso come tutti i tedeschi devono averli, e siede for [174] midabilmente (12) dietro una complicata scrivania. Io, Häftling 174 517, sto in piedi nel suo studio che è un vero studio, lucido pulito e ordinato, e mi pare che lascerei una macchia sporca dovunque dovessi toccare. Pannwitz es alto, delgado, rubio; tiene los ojos, el pelo y la nariz como todos los alemanes deben tenerlos, y está formidablemente sentado detrás de un complicado escritorio. Yo, Häftling 174517, estoy en pie en su estudio, que es un verdadero estudio, que brilla de limpio y ordenado, y me parece que voy a dejar una mancha sucia donde tenga que tocar. Pannwitz est grand, maigre, blond, il a les yeux, les cheveux et le nez conformes a ceux que tout Allemand se [112] doit d’avoir, et il siège, terrible, derrière un Bureau compliqué Et moi, le Hafthng 174517, je suis debout dans son Bureau, qui est un vrai Bureau, net, propre, bien en ordre, et il me semble que je laisserais sur tout ce que je pourrais toucher une trace malpropre Quando ebbe finito di scrivere, alzò Cuando hubo terminado de escribir, Quand il eut fini d’écrire, il leva les 85 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard gli occhi e mi guardò. levantó los ojos y me miró. yeux Sur moi et me regarda Da quel giorno, io ho pensato al Doktor Pannwitz molte volte e in molti modi. Mi sono domandato quale fosse il suo intimo funzionamento di uomo; come riempisse il suo tempo, all’infuori della Polimerizzazione e della coscienza indogermanica; soprattutto, quando io sono stato di nuovo un uomo libero, ho desiderato di incontrarlo ancora, e non già per vendetta, ma solo per una mia curiosità dell’anima umana (13). Desde aquel día he pensado en el Doktor Pannwitz muchas veces y de muchas maneras. Me he preguntado cuál sería su funcionamiento íntimo de hombre; cómo llenaría su tiempo fuera de la Polimerización y de la conciencia indogermánica; sobre todo, cuando he vuelto a ser hombre libre, he deseado encontrarlo otra vez, y no ya por venganza sino sólo por mi curiosidad frente al alma humana. Depuis ce jour-là, j’ai pensé bien des fois et de bien des façons au Doktor Pannwitz Je me suis demandé ce qui pouvait bien se passer a l’intérieur de cet komme, comment il occupait son temps en dehors de la Polymérisation et de la conscience indo-germanique, et surtout, quand j’ai été de nouveau un komme libre, j’ai désire le rencontrer à nouveau, non pas pour me venger, mais pour satisfaire ma curiosité de l’âme humaine Perché quello sguardo non corse fra due uomini; e se io sapessi spiegare a fondo la natura di quello sguardo, scambiato come attraverso la parete di vetro di un acquario (14) tra due esseri che abitano mezzi diversi, avrei anche spiegato l’essenza della grande follia della terza Germania (15). [175] Porque aquella mirada no se cruzó entre dos hombres; y si yo supiese explicar a fondo la naturaleza de aquella mirada, intercambiada como a través de la pared de vidrio de un acuario entre dos seres que viven en medios diferentes, habría explicado también la esencia de la gran locura de la tercera Alemania. Car son regard ne fut pas celui d’un komme à un autre komme, et si je pouvais expliquer a fond la nature de ce regard, échangé comme à travers la eitre d’un aquarium entre deux êtres appartenant à deux mondes différents, j’aurais expliqué du même Coup l’essence de la grande folie du Troisième Reich Quello che tutti noi dei tedeschi pensavamo e dicevamo si percepì in quel momento in modo immediato. Il cervello che sovrintendeva a quegli occhi azzurri e a quelle mani coltivate (16) diceva: «Questo qualcosa davanti a me appartiene a un genere che è ovviamente opportuno sopprimere. Nel caso particolare, occorre prima accertarsi che non contenga qualche elemento utilizzabile». E nel mio capo, come semi in una zucca vuota: «Gli occhi azzurri e i capelli biondi sono essenzialmente malvagi. Nessuna comunicazione possibile. Sono specializzato in chimica mineraria. Sono specializzato in sintesi organiche. Sono specializzato...» Lo que todos nosotros pensábamos y decíamos de los alemanes se percibió en aquel momento de manera inmediata. El cerebro que controlaba aquellos ojos azules y aquellas manos cuidadas decía: «Esto que hay ante mí pertenece a un género al que es obviamente indicado suprimir. En este caso particular, conviene primero cerciorarse de que no contiene ningún elemento utilizable». Y en mi cabeza, como pepitas en una calabaza vacía: «Los ojos azules y el pelo rubio son esencialmente malvados. Ninguna comunicación posible. Soy especialista en química minera. Soy especialista en síntesis orgánica. Soy especialista...». Tout ce que nous pensions et disions des Allemands prit forme en cet instant Le cerveau qui commandait à ces yeux bleus et à ces mains soignées disait clairement «Ce quelque chose que j’ai la devant moi appartient à une espèce qu’il Importe sans nul doute de supprimer Mais dans le cas présent, il convient auparavant de s’assurer qu’il ne renferme pas quelque élément utilisable» Et, dans ma tête, les pensées roulent comme des graines dans une courge vide «Les yeux bleus et les cheveux blonds sont essentiellement malfaisants Aucune communication possible Je suis spécialiste en chimie minérale Je suis spécialiste en synthèses organiques Je suis spécialiste» 17 digrignava. È citazione da Malebolge, Inf. XXI, 131 e 134: «Non vedi tu che’ dignignan li denti... lasciali dignignar pur a lor senno». Ed incominciò l’interrogatorio, mentre nel suo angolo sbadigliava e digrignava (17) Alex, terzo esemplare zoologico. Y comenzó el interrogatorio, mientras Alex bostezaba y refunfuñaba en su rincón, Alex, el tercer ejemplar zoológico. Et l’interrogatoire commença, tandis qu’Alex, troisième spécimen zoologique présent, bâillait et rongeait son frein dans son coin 18 Che sia maledetto. «L’altro modo di dire io» s’inarca in una delle consuete invettive bibliche. Vedi anche sopra, cap. «Una buona giornata», nota 10 e sotto, cap. «Storia di dieci giorni», nota 22. - Wo sind Sie geboren? - mi dà del Sie, del lei: il Doktor Ingenieur Pannwitz non ha il senso dell’umorismo. Che sia maledetto (18), non fa il minimo sforzo per parlare un tedesco un po’ comprensibile. -Wo sind Sie Geboren? -me trata de Sie, de usted: el Doktor Ingenieur Pannwitz no tiene sentido del humor. Maldito sea, no hace el más mínimo es fuerzo por hablar un alemán un poco comprensible. - Wo sind Sie geboren (9) II me vouvoie le Doktor Ingénieur Pannwitz n’a pas le sens de l’humour Qu’ il sofft maudit, il ne fait pas le moindre effort pour parler un allemand un tant sofft peu compréhensible. [113] - Mi sono laureato a Torino nel 1941, summa cum laude, - e, mentre lo dico, ho la precisa sensazione di non esser creduto, a dire il vero non ci credo io stesso, basta guardare le mie mani sporche e piagate, i pantaloni da forzato incrostati di fango. -Me he doctorado en Turín el 1941, summa cum laude -y, mientras lo digo, tengo la exacta sensación de no ser creído, a decir la verdad no, lo creo yo mismo, basta mirar mis manos sucias y llagadas, mis pantalones de forzado con costras de fango. - J’ai soutenu ma thèse à Turin, en 1941, avec mention très bien. Au fur et à mesure que je parle, j’ai le Sentiment très net qu’il ne me croit pas, et à vrai dire je n’y crois pas moi-même : il suffit de regarder mes mains sales et couvertes de plaies, mon pantalon de forçat maculé de boue. Eppure sono proprio io, il laureato di Torino, anzi, particolarmente in questo momento è impossibile dubitare della mia identità con [176] lui, infatti il serbatoio dei ricordi di chimica organica, pur dopo la lunga inerzia, risponde alla richiesta con inaspettata docilità; e ancora, questa ebrietà lucida, questa esaltazione che mi sento calda per le vene, come la riconosco, è la febbre degli esami, la mia febbre dei miei esami, quella spontanea mobilitazione di tutte le facoltà logiche e di tutte le nozioni che Y, sin embargo, soy yo mismo, el doctor de Turín, es más, particularmente en este momento es imposible dudar de mi identidad con él, puesto que el depósito de recuerdos de química orgánica, incluso después de la larga inercia, responde a mis instancias con inesperada docilidad; y, también, esta ebriedad lúcida, esta exaltación que siento cálida por mis venas, cómo la reconozco, es la fiebre de los exámenes, mi fiebre de mis exámenes, aquella espontánea movilización de todas las facultades lógicas Et pourtant c’est bien moi, le diplômé de Turin, en ce moment plus que jamais il m’est impossible de douter que je suis bien la même personne, car le réservoir de Souvenirs de chimie organique, même après une longue période d’inertie, répond à la demande avec une étonnante docilité ; et puis cette ivresse lucide, cette chaleur qui Court dans mes veines, comme je la reconnais ! C’est la fièvre des examens, ma fièvre, Gelle de mes examens, cette mobilisation spontanée de toutes les facultés logiques et de 13 per una mia curiosità dell’anima umana. Riprende la prefazione, il desiderio pacato di studiare l’anima umana. 14 la parete di vetro di un acquario. Vedi sopra, l’altra metafora dell’acquario, cap. «Il viaggio», nota 36. 15 della terza Germania. In SQU il problema del capire, del comprendere (vedi sopra, nota 6) si articola in diversi modi: un sotto-capitolo importante è quello che concerne il «capire i tedeschi», problema poi centrale di SES (cap. «Lettere di tedeschi»), ma vedi anche qui sotto, cap. «Die drei Leute vom Labor», nota 5 e la conclusione della prefazione all’ed. tedesca di SQU (I, 1137): «Ma non posso dire di capire i tedeschi: ora, qualcosa che non si può capire costituisce un vuoto doloroso, una puntura, uno stimolo permanente che chiede di essere soddisfatto. Spero che questo libro avrà qualche eco in Germania: non solo per ambizione, ma anche perché la natura di questa eco mi permetterà forse di capire meglio i tedeschi, di placare questo stimolo». 16 coltivate. L un francesismo, significa «mani curate», ma nella mente del lettore perdura l’eco dell’arte seduttrice di Henri, cap. «I sommersi e i salvati»: «Nessuno è miglior stratega di Henri nel circuire (“coltivare” dice lui) i prigionieri inglesi». 14;40 86 notes 19 che i miei compagni mi invidiavano. Vedi sopra, nota 10. 20 È come se cercassi di ricordare gli avvenimenti di un’incarnazione anteriore. La disarticolazione del tempo, in Lager, porta a continui slittamenti dal «prima» al «dopo», dal «dentro» al «fuori», che talora sono impalpabili, talora, come in questo caso, invocano addirittura una specie di metempsicosi. 21. Gattermann Ludwig Gattermann, Die Praxis des organishen Chemiken, Walter de Gruyter & Co., Berlin 1939. Tradotte dallo stesso Levi, alcune pagine di questo manuale di chimica organica verranno accolte in RR, con titolo che riconosce a Gattermann la qualifica di Padre normalmente adoperata per Dante (Le parole del Padre, II, 1423-1425). Un prolungamento dell’episodio di Pannwitz, qui vaticinato («quando io sono stato di nuovo un uomo libero, ho desiderato di incontrarlo ancora») è nel racconto Vanadio di SP (I, 922 ss.) e nella lettera al traduttore di SQU in SES (11, 1129). La Biblioteca Chimica «G.Ponzio» dell’Università degli Studi di Torino ha recentemente riedito in facsimile (1997) la tesi di laurea di Levi (L’inversione di Walden). Non ci si deve tuttavia far ingannare da questa citazione. In SQU, a differenza che nei libri posteriori, la chimica non è un modello né strutturale né stilistico, paragonabile ad altre discipline. Non sempre il Levi commentatore di sé è attendibile ed occorre adoperare con cautela espressioni come quelle espresse molti anni dopo, per esempio a P Roth, nella celebre intervista: «Il mio modello, o se preferisci il mio stile, era quello del weekly report, del rapportino settimanale che si usa fare nelle fabbriche» (Conversazioni, 88). Metafore tratte dal mondo della chimica non se ne scorgono in SQU e l’ideale della brevitas si direbbe abbia altre radici. Anche la matematica e la fisica, in breve le scienze esatte offrono un bagaglio di immagini e di letture non confrontabile con il repertorio delle scienze umane. 22 come i diavoli di Malebolge. È il volo dei diavoli nella quinta bolgia: «e quanto mi parea nell’atto acerbo / con le ali aperte e sovra i piè leggero» (Inf XXI, 32-33). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard i miei compagni di scuola tanto mi invidiavano (l9). que tanto me envidiaban mis compañeros de facultad. toutes les notions qui faisait tant envie à mes camarades. L’esame sta andando bene. A mano a mano che me ne rendo conto, mi pare di crescere di statura. Ora mi chiede su quale argomento ho fatto la tesi di laurea. Devo fare uno sforzo violento per suscitare queste sequenze di ricordi così profondamente lontane: è come se cercassi di ricordare gli avvenimenti di una incarnazione anteriore (20). El examen está saliendo bien. Conforme me voy dando cuenta, me parece que aumento de estatura. Ahora me pregunta sobre qué tema he hecho la tesis de doctorado. Debo hacer un esfuerzo violento para suscitar estas secuencias de recuerdos tan profundamente lejanas: es como si tratase de recordar acontecimientos de una encarnación anterior. L’examen se passe bien. Au fur et à mesure que je m’en rends compte, j’ai l’impression que mon Corps grandit. Maintenant, le Doktor Pannwitz s’informe du Sujet de ma thèse. Je dois faire un effort violent pour rappeler des Souvenirs aussi immensément lointains : c’est comme si je cherchais à évoquer les événements dune vie antérieure. Qualcosa mi protegge. Le mie povere vecchie Misure di costanti dielettriche interessano particolarmente questo ariano biondo dalla esistenza sicura: mi chiede se so l’inglese, mi mostra il testo del Gattermann (21), e anche [177] questo è assurdo e inverosimile, che quaggiù, dall’altra parte del filo spinato, esista un Gattermann in tutto identico a quello su cui studiavo in Italia, in quarto anno, a casa mia. Hay algo que me protege. Mis pobres viejas «Medidas de constantes dieléctricas» interesan especialmente a este ario rubio de existencia segura: me pregunta si sé inglés, me enseña el libro de Gattermann, y también esto es absurdo e inverosímil, que allá, al otro lado del alambre espinoso, exista un Gattermann idéntico en todo al que yo estudiaba en Italia, durante el cuarto curso, en mi casa. Quelque Chose me protège. L’Aryen aux cheveux Blonds et à la confortable existence s’intéresse tout particulièrement à mes pauvres vieilles Mesures de constantes diélectriques : il me demande si je sais l’anglais, me montre le volume de Gattermann ; et cela aussi me semble absurde et invraisemblable, qu’il y ait ici, de ce côté des barbelés, un Gattermann en tous points identique à celui Sur lequel j’étudiais, en quatrième année, quand j’étais en Italie, chez moi. Adesso è finito: l’eccitazione che mi ha sostenuto lungo tutta la prova cede d’un tratto ed io contemplo istupidito e atono la mano di pelle bionda che, in segni incomprensibili, scrive il mio destino sulla pagina bianca. - Los, ab! - Alex rientra in scena, io sono di nuovo sotto la sua giurisdizione. Saluta Pannwitz sbattendo i tacchi, e ne ottiene in cambio un lievissimo cenno delle palpebre. Io brancolo per un attimo nella ricerca di una formula di congedo appropriata: invano, in tedesco so dire mangiare, lavorare, rubare, morire; so anche dire acido solforico, pressione atmosferica e generatore di onde corte, ma non so proprio come si può salutare una persona di riguardo. Se acabó: la excitación que me ha sostenido a lo largo de toda la prueba cede de golpe y contemplo entontecido _______ la mano de piel rubia que, con signos incomprensibles, escribe mi destino en la página blanca. -Los, ab.! Alex vuelve a entrar en escena, estoy de nuevo bajo su jurisdicción. Saluda a Pannwitz con un taconazo, y no obtiene a cambio más que un levísimo gesto de los párpados. Titubeo durante un momento en busca de una fórmula de despedida apropiada: en vano, en alemán sé decir comer, trabajar, robar, morir también sé decir ácido sulfúrico, presión atmosférica y generador de ondas cortas, pero no sé como se puede saludar a una persona de respeto. L’épreuve est terminée : l’excitation qui m’a soutenu pendant toute la durée de l’examen tombe d’un seul coup, et je contemple, hébété et amorphe, cette pâle main de blond qui écrit mon destin en signes incompréhensibles, Sur la page Blanche. - Los, ab ! Alex rentre en scène, me voilà de nouveau sous sa juridiction. Il salue Pannwitz en claquant les talons et obtient en retour un imperceptible battement de paupières. Je tâtonne un instant à la recherche dune formale de congé appropriée, mais en vain : en allemand, je sais [114] dire manger, travailler, voler, mourir ; je sais même dire acide sulfurique, pression atmosphérique et générateur d’ondes courtes, mais je ne sais vraiment pas comment saluer un personnage important. Eccoci di nuovo per le scale. Alex vola gli scalini: ha le scarpe di cuoio perché non è ebreo, è leggero sui piedi come i diavoli di Malebolge (22). Si volge dal basso a guardarmi torvo, mentre io discendo impacciato e rumoroso nei miei zoccoli spaiati ed enormi, aggrappandomi alla ringhiera come un vecchio. Henos de nuevo en la escalera. Alex salta los peldaños, lleva zapatos de piel porque no es judío, va tan ligero sobre sus pies como los diablos de Malasbolsas. Se vuelve desde abajo mirándome torvamente, mientras bajo torpe y ruidoso con mis zuecos desparejados y enormes, agarrándome a la barandilla como un viejo. Nous revoici dans l’escalier. Alex descend les marches quatre à quatre : il porte des chaussures de cuir parce qu’il n’est pas juif, il a le pied léger comme un démon de Malebolge. D’en bas, il se retourne et me regarde d’un peil torve tandis que je descends bruyamment, empêtré dans mes énormes sabots dépareillés, agrippé à la rampe comme un vieux. Pare che sia andata bene, ma sarebbe insensato farci conto. Conosco già abbastanza il Lager per sapere che [178] non si devono mai fare previsioni, specie se ottimistiche. Quello che è certo, è che ho passato una giornata senza lavorare, e quindi stanotte avrò un po’ meno fame, e questo è un vantaggio concreto e acquisito. Parece que la cosa ha salido bien, pero sería insensato hacerse ilusiones. Conozco lo bastante el Lager para saber que no se deben aventurar nunca previsiones, en especial si son optimistas. Lo que es cierto es que he pasado un día sin trabajar y que esta noche tendré un poco menos de hambre, y ésta es una ventaja concreta y que ya me he asegurado. Apparemment, ça a bien marché, mais ce serait de la folie de penser que le tour est joué. Je connais déjà suffisamment le Lager pour savoir qu’il ne faut jamais faire de prévisions, surtout si elles sont optimistes. Ce qui est sûr, par contre, c’est que j’ai passé une journée sans travailler, donc que j’aurai un peu moins faim cette nuit, et ça c’est un avantage concret, un point d’acquis. Per rientrare alla Bude, bisogna attraversare uno spiazzo ingombro di travi e di tralicci metallici accatastati. Il cavo d’acciaio di un argano taglia la strada, Alex lo afferra per scavalcarlo, Donnerwetter, ecco si guarda la mano nera di grasso viscido. Para volver a la Buna hay que atravesar un espacio lleno de vigas y de armazones metálicos apilados. El cable de acero de un cabestrante corta el camino, Alex lo agarra para saltarlo, Donnerwetter se mira la mano, negra de grasa viscosa. Mien- Pour rentrer à la Buda, il faut traverser un terrain vague encombré de poutres et de treillis métalliques empilés les uns Sur les autres. Le câble d’acier d’un treuil nous baue le passage ; Alex l’empoigne pour l’enjamber, mais, Donnerwetter, le voilà qui jure en 87 notes 23 l’innocente bruto. Destinato a vivere come «bruto» Alex, a differenza di Pannwitz, è però detto anche «innocente» [un inconsapevole, insieme complice e vittima del sistema nazionalsocialista, e perciò è detto «innocente»]. 24 se qualcuno. La consueta irruzione dell’io giudicante («io oggi lo giudico), come poi nell’episodio gemello di Kuhn («Se qualcuno gli dicesse», «Se fossi Dio») è preceduta da un periodo ipotetico, che in Levi non è mai dell’irrealtà, ma della possibilità. Come nel caso di Kuhn (vedi sotto, cap. «Ottobre 1944», nota 12) le ipotesi che sembrano assurde o sfrontate non sono mai irreali. Nella diversificata gamma tonale di SQU s’alternano «in modo complesso, rammemorazione e referenzialità, emotività e valutazione, persuasione e ammonimento» (Segre, 58). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Frattanto io l’ho raggiunto: senza odio e senza scherno, Alex strofina la mano sulla mia spalla, il palmo e il dorso, per nettarla, e sare b b e assai stupito, l’innocente bruto (23) Alex, se qualcuno gli dicesse (24) che alla stregua di questo suo atto io oggi lo giudico, lui e Pannwitz e gli innumerevoli che furono come lui, grandi e piccoli, in Auschwitz e ovunque (25). [179] tras tanto he llegado junto a él: sin odio y sin escarnio, Alex restriega la mano por mi espalda, la palma y el dorso, para limpiársela, y se habría asombrado, el inocente bruto Alex, si alguien le hubiese dicho que tomando por patrón esta acción suya yo lo juzgo hoy a él, a él y a Pannwitz y a los innumerables que fueron como él, grandes y pequeños, en Auschwitz y dondequiera. regardant sa main pleine de cambouis. Entre-temps je suis arrivé à sa hauteur : sans haine et sans sarcasme, Alex s’essuie la paume et le dos de la main Sur mon épaule pour se nettoyer ; et il serait tout surpris, Alex, la brute innocente, si quelqu’un venait lui dire que c’est Sur un tel acte qu’aujourd’hui je le jage, lui et Pannwitz, et tous ses nombreux semblables, grands et petits, à Auschwitz et partout ailleurs. [115] IL CANTO DI ULISSE El canto de Ulises 11. LE CHANT D’ULYSSE Eravamo sei a raschiare e pulire l’interno di una cisterna interrata; la luce del giorno ci giungeva soltanto attraverso il piccolo portello d’ingresso. Era un lavoro di lusso, perché nessuno ci controllava; però faceva freddo e umido. La polvere di ruggine ci bruciava sotto le palpebre e ci impastava la gola e la bocca con un sapore quasi di sangue. Estábamos seis raspando y limpiando el interior de una cisterna subterránea; la luz del día nos llegaba únicamente a través de la pequeña portezuela de entrada. Era un trabajo de lujo, porque nadie nos vigilaba; pero hacía frío y estaba húmedo. El polvo de la herrumbre nos quemaba debajo de los párpados y nos empastaba la garganta y la boca con un sabor casi a sangre. NOUS étions six à récurer et nettoyer l’intérieur dune citerne souterraine La lumière du jour ne nous parvenait qu’à travers l’étroit portillon d’accès. C’était un travail de luxe Car personne ne nous surveillait, mais il faisait froid et humide. La poussière de rouille nous brûlait les yeux et nous laissait dans la bouche et la gorge comme un goût de sang Oscillò la scaletta di corda che pendeva dal portello: qualcuno veniva. Deutsch spense la sigaretta, Goldner svegliò Sivadjan (l); tutti ci rimettemmo a raschiare vigorosamente la parete sonora di lamiera. Osciló la escalerilla de cuerda que colgaba de la portezuela: alguien llegaba. Deutsch apagó el cigarrillo, Goldner despertó a Sivadjan; todos nos pusimos a rascar vigorosamente la sonora pared de planchas. L’échelle de Corde qui pendait du portillon oscilla quelqu’un venait. Deutsch éteignit sa cigarette, Goldner réveilla Sivadjan, tout le monde se remit à racler énergiquement la sonore paroi de tôle. Non era il Vorarbeiter, era solo Jean, il Pikolo del nostro Kommando (2). Jean era uno studente alsaziano; benché avesse già ventiquattr’anni, era il più giovane Häftling del Kommando Chimico. Era perciò toccata a lui la carica di Pikolo, vale a dire di fattorino-scritturale, addetto alla pulizia della baracca, alle consegne degli attrezzi, alla lavatura delle gamelle, alla contabilità delle ore di lavoro del Kommando. No era el Vorarbeiter, no era más que Jean, el Pikolo de nuestro Kommando. Jean era un estudiante alsaciano; aunque tenía veinticuatro años, era el Häftling más joven del Kommando Químico. Por eso le había tocado el cargo de Pikolo, es decir de pinche letrado, afecto a la limpieza de la barraca, a la entrega de las herramientas, al lavado de las escudillas, a la contabilidad de las horas de trabajo del Kommando. Ce n’était pas le Vorarbeiter, ce n’était que Jean, le Pikolo de notre Kommando. Jean était un étudiant alsacien. Bien qu’il eût déjà vingt-quatre ans, c’était le plus jeune Häftling du Kommando de Chimie Et c’est pour cette raison qu’on lui avait assigné le poste de Pikolo, c’est-à-dire de livreur-commis aux écritures, préposé à l’entretien de la baraque, à la distribution des outils, au lavage des gamelles et à la comptabilité des heures de travail du Kommando. Jean parlava correntemente francese e tedesco: appena si riconobbero le sue scarpe sul gradino più alto della scaletta, tutti smisero di raschiare: [180] Jean hablaba fluidamente francés y alemán: apenas se reconocieron sus zapatos en el peldaño más alto, todos dejar o n d e r a s p a r. Jean parlait couramment le français et l’allemand, dès qu’on reconnut ses chaussures en haut de l’échelle, tout le monde s’arrêta de racler -Also, Pikolo, was gibt es Neues? - Also, Pikolo, was gibt es Neues (9) - Qu’est-ce qu’il y a comme soupe aujourd’hui?... di che umore era il Kapo? E la faccenda delle venticinque frustate a Stern? Che tempo faceva fuori? Aveva letto il giornale? Che odore c’era alla cucina civile? Che ora era? -Qu’est-ce qu’il y a comme soupe aujourd d’hui? ... ¿de qué humor estaba el Kapo? ¿Y el asunto de los veinticinco latigazos a Stern? ¿Qué tal tiempo hacía fuera? ¿Había leído el periódico? ¿A qué olía la cocina civil? ¿Qué hora era? - Qu’est-ce qu’il y a comme soupe aujourd’hui ? De quelle humeur était le Kagpo (9) Et l’histoire des vingt-cinq Coups de cravache à Stem Quel temps faisait-il [116] dehors? Est-ce qu’il avait lu le Journal? Qu’est-ce que ça sentait à la cuisine des civils ? Quelle heure était-il ? Jean era molto benvoluto al Kommando. Bisogna sapere che la carica di Pikolo costituisce un gradino già assai elevato nella gerarchia delle Prominenze: il Pikolo (che di solito non ha più di diciassette anni) non lavora manualmente, ha mano libera sui fondi della marmitta del rancio e può stare tutto il giorno vicino alla A Jean lo querían mucho en el Kommando. Hay que saber que el cargo de Pikolo es un grado bastante elevado en la jerarquía de las Prominencias: el Pikolo (que generalmente no tiene más de diecisiete años) no trabaja manualmente, tiene carta blanca en los fondos de la marmita del rancho y puede estar todo el día junto a la estu- Jean était très aimé au Kommando II faut savoir que le poste de Pikolo représente un échelon déjà très élevé dans la hiérarchie des prominences : le Pikolo (qui en général n’a pas plus de dix-sept ans) n’est pas astreint à un travail manuel, il a la haute main sur les fonds de marmite et peut passer ses journées à côté du poêle 25 e ovunque. L’importanza di questo «ovunque» è da collegarsi a quanto prima si diceva sulle diverse sfumature che l’avverbio «oggi» assume nella determinazione del Tempo (vedi sopra, cap. «Una buona giornata», nota 2). Auschwitz è ovunque, le norme che pensiamo possano valere soltanto «dentro», al di qua del filo spinato, valgono anche «fuori», al di là del filo spinato. IL CANTO DI ULISSE 1 Sivadjan. L’inizio del capitolo forse più celebre di SQU vede affollarsi sulla scena un numero altissimo di figure, che rendono il termitaio più gremito che mai: prima dell’ingresso in scena di jean, il Pikolo, un alto numero di comparse si agita più freneticamente che in ogni altro capitolo. Su uno dei sei personaggi dell’inizio, colti mentre raschiano l’interno di una cisterna, Sivadjan, Levi ritornerà con arricchimenti e addobbi in SES (II, 1048). 2 Jean, il Pikolo. Jean Samuel, così si chiamava Pikolo, è ritornato su questo episodio nell’intervento Depuis lors, nous nous sommes revus souvent stampato nel volume P. Levi. Il presente del passato, F Angeli, Milano 1991, pp. 23-28. - Also, Pikolo, was gibt es Neues? 88 notes 3 «perciò». Meriterebbe un approfondimento l’uso continuo delle virgolette in SQU («essi», «una linea», «laggiù»: «perciò» sottolinea con energia il rapporto causa-effetto). 4 e insieme mite e amichevole. A questo punto della narrazione il lettore s’accorge da sé che il tradizionale ossimoro della «forza-mite» - che fu già dell’episodio di Alberto - suona come un accordo musicale, un pro-memoria che avvisa il lettore della solennità del momento. 5 la difesa dell’istrice. Ulteriore variazione sul tema della protezione, dello schermo protettivo, del guscio, della corazza (anche di Alex poco sopra si è detto «corazzato di solida e compatta ignoranza e stupidità»). Gli Häftlinge sono i vermi senz’anima, gli aguzzini, o i Kapos, sono corazzati ma non invulnerabili, icneumoni come Henri (vedi sopra, cap. «I sommersi e i salvati», nota 31). Adesso è il turno dell’istrice la cui difesa è penetrata da Pikolo. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard stufa: « perciò» (3) ha diritto a mezza razione supplementare, ed ha buone probabilità di divenire amico e confidente del Kapo, dal quale riceve ufficialmente gli abiti e le scarpe smesse. Ora, Jean era un Pikolo eccezionale. Era scaltro e fisicamente robusto, e insieme mite e amichevole (4): pur conducendo con tenacia e coraggio la sua segreta lotta individuale contro il campo e contro la morte, non trascurava di mantenere rapporti umani coi compagni meno privilegiati; d’altra parte, era stato tanto abile e perseverante da affermarsi nella fiducia di Alex, il Kapo. fa: «por eso» tiene derecho a media ración suplementaria y tiene grandes probabilidades de convertirse en amigo y confidente del Kapo, del que recibe oficialmente la ropa y los zapatos usados. Ahora bien, Jean era un Pikolo excepcional. Era despabilado y físicamente robusto, y al mismo tiempo pacífico y amigable: aun conduciendo con tenacidad y coraje su secreta lucha individual contra el campo y contra la muerte, no se olvidaba de mantener relaciones humanas con los compañeros menos privilegiados; por otra parte, había sido tan hábil y perseverante que se había ganado la confianza de Alex, el Kapo. «c’est pourquoi» il a droit à une demi-ration supplémentaire, et il est bien placé pour devenir l’ami et le confident du Kapo, dont il reçoit officiellement les vêtements et les souliers usagés. Or, Jean était un Pikolo exceptionnel II joignait à la rase et à la force physique des manières affables et amicales . tout en menant avec Courage et ténacité son combat personnel et secret contre le camp et contre la mort, il ne manquait pas d’entretenir des rapports humains avec ses camarades moins privilégies, et de plus il avait été assez habile et persévérant pour gagner la confiance d’Alex, le Kapo. Alex aveva mantenuto tutte le sue promesse. Si era dimostrato un bestione violento e infido, corazzato di solida e compatta ignoranza e stupidità, eccezion fatta per il suo fiuto e la sua tecnica di aguzzino esperto e consumato. Non perdeva occasione di proclamarsi fiero del suo sangue puro e del suo triangolo verde, e ostentava un al[181]tero disprezzo per i suoi chimici cenciosi e affamati: -Ihr Doktoren! Ihr Intelligenten! sghignazzava ogni giorno vedendoli accalcarsi colle gamelle tese alla distribuzione del rancio. Nei riguardi dei Meister civili era estremamente arrendevole e servile, e con le SS manteneva vincoli di cordiale amicizia. Alex había cumplido todas sus promesas. Se había mostrado como bicho violento y traidor, acorazado en su sólida y compacta ignorancia y estupidez, excepción hecha de su olfato y su técnica de cómitre experto y consumado. No perdía ocasión de proclamarse orgulloso de su sangre pura y de su triángulo verde, y mostraba un altanero desprecio por sus químicos andrajosos y hambrientos: «Ihr Doktoren! Ihr Intelligenten!», se carcajeaba todos los días al verlos amontonarse con las escudillas tendidas durante la distribución del rancho. Con los Meister civiles era extremadamente dúctil y servil, y con los SS mantenía vínculos de cordial amistad. Alex avait tenu toutes ses promesses II avait amplement confirmé sa nature de brate violente et sournoise, sous une solide carapace d’ignorance et de bêtise sauf pour ce qui était de son flau et de sa technique de gardechiourme consommé II ne perdait pas une Occasion de vanter la pureté de son sang et la supénoné du triangle vert, et affichait un profond mépris pour ses chimistes l o q u e t e u x e t a ff a m é s . « I h r D o k t o r e n , Ihr Intelhgenten !», ncanait-il chaque jour en nous voyant nous bousculer, gamelle tendue, à la distribution de la soupe Avec les Meister civils, il se montrait extrêmement empressé et obséquieux, et avec les SS il entretenait des rapports de cordiale amitié Era palesemente intimidito dal registro di Kommando e dal rapportino quotidiano delle prestazioni, e questa era stata la via che Pikolo aveva scelta per renderglisi necessario. Era stata un’opera lenta cauta e sottile, che l’intero Kommando aveva seguita per un mese a fiato sospeso; ma alla fine la d i f e s a d e l l ’ i s t r i c e (5 )fu p e n e t r a t a , e Pi k o l o c o n f e r m a t o nella carica, con soddisfazione di tutti gli interessati. Se sentía manifiestamente intimidado por el registro del Kommando y por el informe diario de las prestaciones, y éste era el camino que el Pikolo había escogido para hacérsele necesario. Había sido una faena lenta, cauta y sutil que todo el Kommando había observado durante un mes con el aliento entrecortado; pero, al final, el reducto del puercoespín fue penetrado, y Pikolo confirmado en el cargo, con satisfacción de todos los interesados. II était visiblement intimidé par le registre du Kommando et le petit rapport quotidien des travaux et prestations, et c’est par ce Mais que Pikolo s’était rendu indispensable Les travaux d’approche avaient été longs, prudents et minutieux, et l’ensemble du Kommando en avait suivi les progrès pendant tout un mois en retenant son souffle , mais finalement la défense du porc-épic avait cédé, et Pikolo s’était vu confirmer dans sa Charge a la satisfaction de tous les intéresses Per quanto Jean non abusasse della sua posizione, già avevamo potuto constatare che una sua parola, detta nel tono giusto e al momento giusto, aveva grande potere; già più volte era valsa a salvare qualcuno di noi dalla frusta o dalla denunzia alle SS. Da una settimana eravamo amici: ci eravamo scoperti nella eccezionale occasione di un allarme aereo, ma poi, presi dal ritmo feroce del Lager, non avevamo potuto che salutarci di sfuggita, alle latrine, al lavatoio. Aun cuando Jean no abusase de su posición, ya habíamos podido comprobar que una palabra suya,dicha con el tono oportuno y en el momento oportuno, surtía gran efecto; ya había servido muchas veces para salvar a alguno de nosotros del látigo o de la denuncia a los SS. Hacía una semana que éramos amigos: nos habíamos encontrado en la excepcional ocasión de una alarma aérea, pero después, víctimas del ritmo feroz, del Lager, no habíamos podido más que saludarnos de pasada, en las letrinas, en el lavadero. Bien que Jean n’abusât pas de sa position, nous avions déjà pu constater qu’un mot de lui, dit au bon moment et [117] sur le ton qu’il fallait, pouvait faire beaucoup ; plusieurs fois déjà il avait pu ainsi sauver certains d’entre nous de la cravache ou de la dénonciation aux SS. Depuis une semaine, nous étions amis : nous nous étions découverts par hasard, à l’occasion dune alerte aérienne, mais ensuite, pris par le rythme impitoyable du Lager, nous n’avions pu que nous dire bonjour en nous croisant aux latrines ou aux lavabos. Appeso con una mano alla scala oscillante, mi indicò: Colgado con una mano de la escala oscilante, me indicó: Accroché dune main à l’échelle de Corde ballottante, il me désigna du doigt - Aujourd’hui c’est Primo qui viendra avec moi chercher la soupe. [182] -Aujourd’hui c’est Primo qui viendra avec moi chercher la soupe. - Aujourd’hui c’est Primo qui viendra avec moi chercher la soupe. Fino al giorno prima era stato Stern, il transilvano strabico (6); ora questi era caduto in disgrazia per non so che storia di scope rubate in magazzino, e Pikolo era riuscito ad Hasta la fecha había sido Stern, el transilvano bizco; ahora, éste había caído en desgracia por no sé qué historia de escobas robadas en el almacén, y Pikolo había conseguido hacer triunfar La veille encore, c’était Stem l’accompagnateur, un Transylvanien aflligé d’un strabisme ; mais il était tombé en disgrâce à la Suite dune sombre histoire de balais volés à l’entrepôt, et 4:40 6 il transilvano strabico. Si noti il modo telegrafico di connotare questa comparsa. 89 notes 7 una qualche spiaggia estiva della mia infanzia. Il mare, le onde che sommergeranno Ulisse, più in generale l’acqua hanno un’importanza capitale nell’evolversi del capitolo e in tutto SQU. Si noti questa ennesima anticipazione. Poco sotto si dirà che Pikolo conosce un po’ l’Italia perché è stato un mese in Liguria. In AM, Il linguaggio degli odori (II, 840), fra gli odori che nel Lager occasionalmente ricordavano il mondo libero e «laggiù» ferivano, Levi segnala «il catrame caldo, evocatore di barche al sole». Vedi anche sotto, nota 12. 8 come si somigliano tutte le madri! Già altrove è affiorata la memoria delle Madri (vedi sopra, nell’episodio di Schlome, cap. «Sul fondo», nota 32); l’Inferno di Auschwitz è per Levi un luogo di ritorno nel grembo materno, anche qui si avvertirebbe il bisogno di una rilettura psicoanalitica, senza contare che in Memorie, 62 e 83, nell’episodio di Aléj che Levi aveva certo in mente, si può leggere: «-E ti amava tua madre? -Ah! Che dici! Di sicuro ora è morta di dolore per me. Io ero il suo figlio prediletto. Mi amava più della sorella, più di tutti... Stanotte è venuta a me in sogno». Tra le significative varianti nel passaggio dal dattiloscritto alla prima versione a stampa, e infine all’edizione ‘58, Belpoliti ricorda che in un primo tempo Levi aveva scritto che la madre di jean «è finita a Birkenau». E lo stesso jean era stato paragonato a Giuseppe in Egitto, con un’ennesima citazione dal racconto biblico, poi espunta (I, 1401). Sulle madri nel Lager è significativo il cenno nel successivo cap. «Storia di dieci giorni», nota 23. 9 il male per il male. In questo capitolo tutto viene miniaturizzato: questa è di gran lunga la più lillipuziana delle «figure» leviane (Fischer, la spia); apparizione fulminea, dopo due righe la «figura» è subito riassorbita dal termitaio e scompare per sempre. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard appoggiare la mia candidatura come aiuto nell’«Essenholen», nella corvée quotidiana del rancio. mi candidatura como ayuda en el Essenholen, en la corvée cotidiana del rancho. Pikolo avait réussi à me faire adopter comme aide à l’ «Essenholm», La corvée quotidienne de soupe. Si arrampicò fuori, ed io lo seguii, sbattendo le ciglia nello splendore del giorno. Faceva tiepido fuori, il sole sollevava dalla terra grassa un leggero odore di vernice e di catrame che mi ricordava una qualche spiaggia estiva della mia infanzia (7). Pikolo mi diede una delle due stanghe, e ci incamminammo sotto un chiaro cielo di giugno. Trepó afuera, y yo lo seguí, batiendo los párpados en el esplendor del día. Estaba templado, el sol levantaba de la tierra grasienta un ligero color a barniz y a alquitrán que me recordaba a una playa cualquiera de mi infancia. Pikolo me dio uno de los dos palos y echamos a andar bajo un claro cielo de junio. Il se glissa dehors, et moi je le suivis, clignant des yeux dans La splendeur du jour. Dehors l’air était tiède, et sous le soleil il montait de la lerne une Odeur légère de peinture et de goudron qui me rappelait une plage d’été de mon enfance. Pikolo me donna un des deux bâtons et nous nous mîmes en mute sous le ciel Limpide de juin. Cominciavo a ringraziarlo, ma mi interruppe, non occorreva. Si vedevano i Carpazi coperti di neve. Respirai l’aria fresca, mi sentivo insolitamente leggero. Empezaba a darle las gracias, pero me interrumpió, no hacía falta. Se veían los Cárpatos cubiertos de nieve. Respiré el aire fresco, me sentía insólitamente ligero. Je voulais le remercier, mais il m’interrompit : ce n’était pas la peine. On voyait les Carpates couvertes de neige. Je respirai l’air frais, je me sentais étonnamment léger. - Tu es fou de marcher si vite. On a le temps, tu sais -. Il rancio si ritirava a un chilometro di distanza; bisognava poi ritornare con la marmitta di cinquanta chili infilata nelle stanghe. Era un lavoro abbastanza faticoso, però comportava una gradevole marcia di andata senza carico, e l’occasione sempre desiderabile di avvicinarsi alle cucine. -Tu es fou de marcher si vite. On a le temps, tu sais. El rancho se retiraba a un kilómetro de distancia; había que volver después con la marmita de cincuenta kilos enfilada en los palos. Era un trabajo bastante pesado pero suponía una agradable marcha de ida sin carga, y la ocasión, siempre deseable, de acercarse a las cocinas. - Tu es fou de mancher si vite. On a le temps, tu sais. Pour aller chercher la soupe, il fallait faire un kilomètre, puis retourner avec la marmite de cinquante kilos enfilée Sur les bâtons. C’était un travail assez fatigant, mais qui incluait un parco u r s a g r é a b l e à l’aller, puisqu’on n’était pas chargé, et offrait aussi l’occasion non négligeable d’approcher les cuisines. Rallentammo il passo. Pikolo era esperto, aveva scelto accortamente la via in modo che avremmo fatto un lungo giro, camminando almeno un’ora, senza destare sospetti. Parlavamo delle nostre case, di Strasburgo e di [183] Torino, delle nostre letture, dei nostri studi. Delle nostre madri: come si somigliano tutte (8) le madri! Anche sua madre lo rimproverava di non saper mai quanto denaro aveva in tasca; anche sua madre si sarebbe stupita se avesse potuto sapere che se l’era cavata, che giorno per giorno se la cavava. Acortamos el paso. Pikolo, hábil, había elegido diestramente el camino de modo que tendríamos que dar una vuelta larga, caminando por lo menos una hora, sin levantar sospechas. Hablábamos de nuestras casas, de Estrasburgo y de Turín, de nuestras lecturas, de nuestros estudios. De nuestras madres: ¡cuánto se parecen todas las madres! También su madre le reprochaba que no supiese nunca cuánto dinero llevaba en el bolsillo; también su madre se habría asombrado si hubiese sabido que se las arreglaba, que día tras día se las arreglaba. Nous ralentîmes Fallure. Pikolo n’était pas sot : il avait judicieusement choisi le chemin de manière à pouvoir faire un long détour, un parcours d’au moins une heure, sans pour autant éveiller les soupçons. Nous parlions de chez nous ; de Strasbourg et de Turin, de nos lectures, de nos études ; de nos mères : comme toutes les mères se ressemblent ! Sa mère aussi lui reprochait de ne jamais [118] savoir combien d’argent il avait en poche ; sa mère aussi aurait été bien étonnée d’apprendre qu’il s’en était sorti, que jour après jour il s’en sortait. Passò una SS in bicicletta. È R u d i , il Blockführer. Alt, sull’attenti, togliersi il berretto. - Sale brut e , celui-là. Ein g a n z g e m e i n er Hund -. Per lui è indifferente parlare francese o tedesco? È indifferente, può pensare in entrambe le lingue. È stato in Liguria un mese, gli piace l’Italia, vorrebbe imparare l’italiano. Io sarei contento di insegnargli l’italiano: non possiamo farlo? Possiamo. Anche subito, una cosa vale l’altra, l’importante è di non perdere tempo, di non sprecare quest’ora. Pasó un SS en bicicleta. Es Rudi, el Blockführer. Parada, firmes, quitarse la gorra. -Sale brute, celui-là. Ein ganz gemeiner Hund. ¿Le resulta indiferente hablar francés o alemán? Le resulta indiferente, puede pensar en ambas lenguas. Ha estado un mes en la Liguria, le gusta Italia, querría aprender italiano. Me alegrará enseñarle italiano: ¿no podemos arreglarlo? Podemos. En seguida, una cosa vale tanto como otra, lo importante es no perder tiempo, no desperdiciar esta hora. Un SS passa à bicyclette : Rudi, le Blockfùhrer. Halte, garde-à-vous, se découvrir. - Sale brute, celui-là. Ein ganz gemeiner Hund. Pour lui, parler en français ou en allemand, c’est la même Chose ? Oui, c’est la même Chose, il pense aussi bien dans les deux langues. Il a passé un mois en Ligurie, il aime l’Italie, il voudrait apprendre l’italien. Moi, je serais content de lui donner quelques leçons : et si on commençait? Mais oui, commençons. Tout de Suite, même; une Chose en vaut une autre, l’important est de ne pas perdre de temps, de ne pas gaspiller cette heure qui s’offre à nous. Passa Limentani, il romano, strascicando i piedi, con una gamella nascosta sotto la giacca. Pikolo sta attento, coglie qualche parola del nostro dialogo e la ripete ridendo: -Zup-pa, cam-po, ac-qua. Pasa Limentani, el romano, arrastrando los pies, con una escudilla escondida bajo la chaqueta. Pikolo está atento, coge cualquier palabra de nuestro diálogo y la repite riendo: -Zup-pa, cam-po, ac-qua. Nous croisons Limentani, le Romain, qui avance en traînant les pieds, une gamelle cachée sous sa veste. Pikolo écoute attentivement, saisit quelques mots de notre dialogue et répète en riant - Zup-pa, cam-po, ac-qua. Passa Frenkel, la spia. Accelerare il passo, non si sa mai, quello fa il male per il male (9). [184] Pasa Frenkel, el espía. Aceleremos el paso, nunca se sabe, ése hace el mal por gusto. Nous croisons Frenkel, le mouchard. Mieux vaut presser le pas, on ne sait jamais, en voilà un qui fait le mal pour le mal . 90 notes 8:00 10 Il canto di Ulisse. Nell’episodio di Aléj, Dostoevskij racconta in modo molto simile come insegnò il russo al suo compagno di prigionia adoperando la Bibbia: «Ci mettemmo all’opera fin dalla sera seguente. Io avevo una traduzione russa del Nuovo Testamento, libro non proibito nel reclusorio. Senza abbecedario, soltanto con questo libro, Aléj in poche settimane imparò a leggere magnificamente. Dopo circa tre mesi, già capiva benissimo la lingua letteraria [...] Tu hai fatto tanto, hai fatto tanto per me - disse Aléj che mio padre e mia madre non avrebbero fatto altrettanto: tu hai fatto di me un uomo» (Memorie, 85). (1) Contrappasso : dans la version française d’Henri Longnon, le terme est traduit par «loi du talion» ; il désigne exactement la norme selon laquelle, dans l’Enfer, la qualité de la peine infligée est établie par analogie avec la forme de la faule commise. Au chant XXVIIl, par exemple, le poète Bertran de Bornh, qui avait semé la discorde entre un père et son fils, déambule tenant à la main sa propre tête séparée du Corps. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard ... Il canto di Ulisse (10). Chissà come e perché mi è venuto in mente: ma non abbiamo tempo di scegliere, quest’ora già non è più un’ora. Se Jean è intelligente capirà. Capirà: oggi mi sento da tanto. ... El canto de Ulises. Quién sabe por qué me he acordado de él: pero no tenemos tiempo de escoger, esta hora ya no es una hora. Si Jean es inteligente, lo entenderá. Lo entenderá: hoy me siento capaz de todo. ... Le chant d’Ulysse. A savoir comment et pourquoi cela m’est venu à l’esprit : mais nous n’avons pas le temps de choisir, cette heure n’est déjà plus une heure. Si Jean est intelligent, il comprendra. Il comprendra : aujourd’hui, j’en suis sûr . ... Chi è Dante. Che cosa è la Commedia. Quale sensazione curiosa di novità si prova, se si cerca di spiegare in breve che cosa è la Divina Commedia. Come è distribuito l’Inferno, cosa è il contrappasso. Virgilio è la Ragione, Beatrice è la Teologia. ... Quién es Dante. Qué es la Comedia. Qué sensación curiosa de novedad se siente si se procura exp l i c a r b r e v e m e n t e l o q u e e s la Divina Comedia. Cómo está dividido el Infierno, qué es la contrapasión. Virgilio es la Razón, Beatriz la Teología. ... Qui est Dante? Qu’est-ce que la Divine Comédie? Quelle étrange Sensation de nouveauté on éprouve à tenter d’expliquer brièvement ce qu’est la Divine Comédie, la structure de l’enfer, le contrappasso (1). Virgile représente La Raison, Béatrice la Théologie. [119] Jean è attentissimo, ed io comincio, lento e accurato: Jean está atentísimo, y yo empiezo, lento y con cuidado: Jean est tout ouïe, et je commence lentement, avec application (1) Lo maggior corno della fiamma antica Cominciò a crollarsi mormorando, Pur come quella cui vento affatica. Indi, la cima in qua e in là menando Come fosse la lingua che parlasse Mise fuori la voce, e disse: Quando... Y de la antigua llama el más saliente de los cuernos torcióse murmurando cual llama que del viento se resiente; luego se fue la punta meneando como si fuese lengua y así hablara y echó fuera la voz y dijo: «Cuando... «Lo maggior corno della fiamma antica Cominciô a crollarsi mormorando, Pur come quella cui vento affatica. Indi, la cima in qua e in là menando Come fosse la lingua che parlasse Mise fuori la voce, e disse : Quando. Qui mi fermo e cerco di tradurre. Disastroso: povero Dante e povero francese! Tuttavia l’esperienza pare prometta bene: Jean ammira la bizzarra similitudine della lingua, e mi suggerisce il termine appropriato per rendere «antica». Me paro aquí y trato de traducir. Desastroso: ¡pobre Dante y pobre francés! Sin embargo, parece que el experimento promete: Jean admira la rara similitud de la lengua y me sugiere el término apropiado para traducir antica. Là je m’arrête et essaie de traduire. Un désastre pauvre Dante et pauvre français ! Tout de même l’expérience ne s’annonce pas trop mal : Jean admire la bizarre similitude de la langue et me suggère le terme approprié pour rendre «antica». E dopo «Quando»? Il nulla. Un buco nella memoria «Prima che sì Enea la nominasse». Altro buco. Viene a galla qualche frammento non utilizzabile: «... la piéta [185] Del vecchio padre, né’l debito amore Che doveva Penelope far lieta...» sarà poi esatto? ¿Y después de «Cuando»? La nada. Un agujero en la memoria. Prima che si Enea la nominasse. Otro agujero. Sale a flote un fragmento no utilizable: ¿la piéta Del vecchio padre, né’l debito amore Che doveva Penelope far lieta... será exacto? Et après «Quando»? Rien. Un trou de mémoire. «Prima che si Enea la normnasse (3).» Nouveau blanc. Un autre fragment inutilisable me revient à l’esprit : «... la pietà Del vecchio padre, ne’l debito amore Che doveva Pénélope far lieta... (4)», mais est-ce que c’est bien ça? (1) L’auteur-protagoniste cite de mémoire et s’éloigne donc parfois légèrement du texte original. (2) Le plus haut dard de cette flamme antique En murmurant commença de vibrer, Comme un flambeau que tourmente le vent, Puffs çà et là en agitant sa crête. Comme s’il fût la langue qui parlait, il émit au-dehors une voix et nous dit : «Quand...» (3) Avant qu’Énée ainsi ne l’eût nommée. (4) . . la pitié De mon vieux père, ou cet amour juré Qui devait réjouir le cœur de Pénélope (5) ... Mais je repris la mer, la haute mer ouverte. (6) «MISI me» : littéralement, «je me mis moi-même», la tournure grammaticale soulignant l'Intervention de la volonté, comme l’indique le commentaire qui suit. 11 Ma misi me. È qui svelata, nel modo tradizionale di questa «scrittura fra le righe», l’importanza del «Ma» in avvio di frase; l’origine è dantesca (vedi sopra, cap. «Il viaggio», nota 10); la predilezione per questa lezione, e non per la più neutra «e misi me», per altro da Levi commentatore di se stesso ripresa nel momento in cui dice la sua sul verso «Acciò che l’uom più oltre non si metta», indica il vincolo infranto, l’uscire dalla barriera, il desiderio di catapultarsi fuori, l’esplosione che rompe ogni protezione. Sui diversi passaggi dal dattiloscritto alla versione a stampa, si tengano presenti gli appunti notevoli scritti da Belpoliti nella sua nota al testo, molto attenta, giustamente, a questo brano (1, 1401-1402). 12 odor di mare. Ecco spiegato il richiamo dell’odore di vernice, di spiaggia marina (nota 7). 13 l’ingegner Levi... non parla mai di mangiare. Nell’atmosfera concitata di questo capitolo, dove le figure minori sono per forza schiacciate dall’evocazione del canto di Dante, ritorna una figurachiave in SQU, che già conosciamo, il padre di Emilia (vedi sopra, cap. « Il viaggio», nota 43 e cap. «Sul fondo», nota 12), con nuove caratterizzazioni che lo annettono fra i personaggi positivi, che non diventano dei «tristi», sul modello di Alberto. Interessante il tratteggio quasi espressionistico: dell’ingegner Levi non si vede che la testa e una mano. ... Ma (11) misi me per l’alto mare aperto. ...quise por alta mar aventurarme. «... Ma misi me per falto mare aperto (5).» Di questo sì, di questo sono sicuro, sono in grado di spiegare a Pikolo, di distinguere perché «misi me» non è « je me mis», è molto più forte e più audace, è un vincolo infranto, è scagliare se stessi al di là di una barriera, noi conosciamo bene questo impulso. L’alto mare aperto: Pikolo ha viaggiato per mare e sa cosa vuol dire, è quando l’orizzonte si chiude su se stesso, libero diritto e semplice, e non c’è ormai che odore di mare (12): dolci cose ferocemente lontane. De éste sí, de éste estoy seguro, estoy en condiciones de explicárselo a Pikolo, de distinguir por qué misi me no es je me mis, es mucho más fuerte y más audaz, es una atadura rota, es lanzarse a sí mismo más allá de una barrera, nosotros conocemos bien este impulso. La altamar abierta: Pikolo ha viajado por mar y sabe lo que quiere decir, es cuando el horizonte se cierra sobre sí mismo, libre, recto y simple, y no hay más que olor a mar: dulce cosa ferozmente lejana. Ce vers-là, si, j’en suis sûr, je me fais fort d’expliquer à Pikolo, de lui faire voir pourquoi «misi me» n’est pas «je me mis» (6) : c’est beaucoup plus fort, beaucoup plus audacieux que cela, c’est rompre un lien, se jeter délibérément sur un obstacle à franchir ; nous la connaissons bien, cette Impulsion. «L’alto mare aperto» : Pikolo a voyagé en mer, il sait ce que cela veut dire... c’est quand l’horizon [120] se referme sur lui-même, dégagé, rectiligne, uni, et qu’il n’y a plus dès lors que l’odeur de la mer : douces choses férocement lointaines. Siamo arrivati al Kraftwerk, dove lavora il Kommando dei posacavi. Ci dev’essere l’ingegner Levi. Eccolo, si vede solo la testa fuori della trincea. Mi fa un cenno colla mano, è un uomo in gamba, non l’ho mai visto giù di morale, non parla mai di mangiare (13). [186] Hemos llegado al Kraftwerk, donde trabaja el Kommando de los tendidos eléctricos. Aquí debe de estar el ingeniero Levi. Míralo, se ve sólo la cabeza fuera de la zanja. Me saluda con la mano, es un hombre en forma, no lo he visto nunca bajo de moral, no habla nunca de comidas. Nous voilà arrivés au Kraftwerk, l’endroit où travaille le Kommando des poseurs de câbles. Il doit y avoir l’ingénieur Levi. Le voilà, on ne voit que sa tête qui dépasse de la tranchée. Il me fait un signe de la main, c’est un komme de valeur, je ne l’ai jamais vu découragé, je ne l’ai jamais entendu parler de nourriture. «Mare aperto». «Mare aperto». So che rima con «diserto»: «... quella compagna Picciola, dalla qual non fui diserto», ma non rammento più se viene prima o dopo. E anche il viaggio, il temerario viaggio al di là Mare aperto. Mare aperto. Sé que rima con diserto: ... quella compagna Picciola, dalla grial non fui diserto, pero no recuerdo si viene antes o después. Y también el viaje, el temerario viaje más allá de las columnas de Hér- «Mare aperto». «Mare aperto». Je sais que ça rime avec «diserto» : «. . . quella compagna Picciola, dalla quai non fui diserto (1)», mais je ne me rappelle plus si ça vient avant ou après. Et puis le voyage, le téméraire voyage au-delà des (1) ... avec cette poignée D’amis qui ne m’avaient jamais abandonné. 91 notes (2) . . Afin que nul n’osât se hasarder plus loin. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard delle colonne d’Ercole, che tristezza, sono costretto a raccontarlo in prosa: un sacrilegio. Non ho salvato che un verso, ma vale la pena di fermarcisi: cules, qué tristeza, no tengo más remedio que contarlo en prosa: un sacrilegio. No he salvado más que un verso, pero vale la pena detenerse en él: colonnes d’Hercule, que c’est triste, je suis obligé de le raconter en prose : un sacrilège. Je n’en ai sauvé qu’un vers, mais qui mérite qu’on s’y arrête ... Acciò che l’uom più oltre non si metta. …que al navegante niegan la franquía. ...«Acciô che l’uom piû oltre non si metta (2).» «Si metta»: dovevo venire in Lager per accorgermi che è la stessa espressione di prima, «e misi me». Ma non ne faccio parte a jean, non sono sicuro che sia una osservazione importante. Quante altre cose ci sarebbero da dire, e il sole è già alto, mezzogiorno è vicino. Ho fretta, una fretta furibonda. Si metta: tenía que venir al Lager para darme cuenta de que es la misma expresión de antes e misi me. Pero no se lo digo a Jean, no estoy seguro de que sea una observación importante. Cuántas otras cosas habría que decir, y el sol ya está alto, pronto será mediodía. Tengo prisa, una prisa furibunda. «Si metta» : il fallait que je vienne au Lager pour m’apercevoir que c’est le même tour que tout à l'heure «e misi me». Mais je n’en parle pas à Jean, je ne suis pas sûr que ce sofft une remarque importante. Il y aurait tant d’autres choses à dire, et le soleil est déjà haut, midi approche. Je suis pressé, furieusement pressé. Ecco, attento Pikolo, apri gli orecchi e la mente, ho bisogno che tu capisca: Mira, atento Pikolo, abre los oídos y la mente, necesito que entiendas: J’y suis, attention Pikolo, ouvre grands tes oreilles et ton esprit, j’ai besoin que tu comprennes Considerate la vostra semenza: Fatti non foste a viver come bruti (14), Ma per seguir virtute e conoscenza. «Considerad», seguí, «vuestra ascendencia: para vida animal no habéis nacido, sino para adquirir virtud y ciencia», Come se anch’io lo sentissi per la prima volta: come uno squillo di tromba, come la voce di Dio (15). Per un momento, ho dimenticato chi sono e dove sono. [187] Como si yo lo sintiese también por vez primera: como un toque de clarín, como la voz de Dios. por un momento, he olvidado quién soy y dónde estoy. Et c’est comme si moi aussi j’entendais ces paroles pour la première fois : comme une sonnerie de trompettes, comme la voix de Dieu. L’espace d’un instant, j’ai oublié qui je suis et où je suis. Pikolo mi prega di ripetere. Come è buono Pikolo, si è accorto che mi sta facendo del bene. O forse è qualcosa di più: forse, nonostante la traduzione scialba e il commento pedestre e frettoloso, ha ricevuto il messaggio, ha sentito che lo riguarda, che riguarda tutti gli uomini in travaglio (l6), e noi in specie; e che riguarda noi due, che osiamo ragionare di queste cose con le stanghe della zuppa sulle spalle. Pikolo me pide que lo repita. Qué buena persona es Pikolo, se ha dado cuenta de que me está haciendo el bien. O quizás se trata de algo más: quizás, a pesar de la traducción floja y el comentario pedestre y presuroso, ha recibido el mensaje, ha sentido que le atañe, que atañe a todos los hombres en apuros, y a nosotros en especial; y que nos atañe a nosotros dos, que osamos hablar de estas cosas con los palos de la sopa en los hombros. Pikolo me prie de répéter. Il est bon, Pikolo, il s’est [121] rendu compte qu’il est en train de me faire du bien. A moins que, peut-être, il n’y ait autre Chose : peut-être que, malgré la traduction plate et le commentaire sommaire et hâtif, il a reçu le message, il a send que Ces paroles le concernent, qu’elles concernent tous les hommes qui souffrent, et nous en particulier ; qu’elles nous concernent nous deux, qui osons nous arrêter à Ces choses-là avec les bâtons de la corvée de soupe sur les épaules. Li miei compagni fec’io sì acuti... A mis hombres de tal suerte he movido.., ... e mi sforzo, ma invano, di spiegare quante cose vuol dire questo « acuti». Qui ancora una lacuna, questa volta irreparabile. «... Lo lume era di sotto della luna» o qualcosa di simile; ma prima?... Nessuna idea, «keine Ahnung» come si dice qui. Che Pikolo mi scusi, ho dimenticato almeno quattro terzine. ... y me esfuerzo, pero en vano, por explicar cuántas cosas quiere decir este acuti. Aquí, otra laguna esta vez irreparable. Lo lume era di sotto della luna o algo parecido; ¿y antes? Ninguna idea, keine Ahnung como se dice aquí. Que me perdone Pikolo, se me han olvidado, por lo menos, cuatro tercetos. 12:00 (3) Considérez quelle est votre origine : Vous n’avez pas été faits pour viere comme brutes. Mais pour ensuivre et science et vertu. 14 Considerate... bruti. La citazione si lega al «Considerate» della poesia in epigrafe, ma il lettore non distratto ha negli occhi il gesto di Alex, «innocente bruto». 15 come la voce di Dio. Le storie, la nuova Bibbia che Levi dice di voler scrivere trovano qui un punto nodale di estrema importanza. La visione del Male in Levi non ha nulla a che vedere con le teorie protestanti sulla «morte di Dio», né con la visione ebraica di Jonas o di Buber, secondo cui Dio, ad Auschwitz, avrebbe «nascosto il proprio volto»(bester panim, Chagigà, 5a). Nei momenti più solenni di SQU, all’inizio nella poesia, qui nel capitolo sul canto di Ulisse e poi nel giorni della nuova creazione (cap. «Storia di dieci giorni»), il volto di Dio è sì nascosto, ma se ne ascolta la voce. Dante e la Bibbia si trovano accomunati nello stesso compito di raccogliere e trasmettere «la voce di Dio»; o meglio, la voce di Levi gradatamente, pacatamente tende a sovrapporsi alla voce di Dio: lo « squillo di tromba» è il segnale d’annunzio del Giudizio Universale di Inf. VI, 95, ma anche il modo con cui si emettono sentenze in Inf . XIX, 5: «Convien che per voi suoni la tromba»; in un primo tempo, Belpoliti ce lo ha ricordato (I, 1403), Levi aveva inserito, tra lo squillo di tromba e la voce di Dio, «un sorso di vino caldo», memore forse dei «fumi del vino» che accompagnano le storie grevi dei carcerati di Dostoevskij (per un esempio, cfr. Memorie, 21), poi l’inserzione, in mezzo a tanta solennità, deve essergli sembrata futile, inadatta. 16 in travaglio. È parola-chiave in SQU; anche del ferro battuto dai prigionieri-schiavi si è detto che è «in travaglio». Un calco quasi sicuramente dantesco: «Mi travagliava, e pungeami la fretta» (Purg. XXI, 4, ma vedi anche Inf. VII, 20). Vedi anche sotto, cap. «I fatti dell’estate», nota 2. (1) J’avais si fort excité mes amis... (2) La face de la lune avait reçu le jour. (3) Quand se montra, bleui par la distance, Un sommet isolé qui me parut plus haut Qu’aucun des monts que j’avais jamais vus. 17 proposizione consecutiva. Si è detto dell’importanza della scuola, del ricordo dei suoi riti, delle interrogazioni, della ferrea determinazione dell’alunno-Levi: oltre alla lezione della letteratura, si scorge subito, in SQU, l’effetto della grammatica, dell’analisi logica, dell’analisi del periodo; spesso le regole grammaticali e sintattiche diventano il paradigma di un ragionamento etico-filosofico: l’ordine morale è anche un ordine grammaticale; del periodo ipotetico s’è detto, vedi anche sotto, cap. « I fatti dell’estate», nota 17 e così del modo condizionale. 18 nel bruno della sera. La suggestione del capitolo deriva anche da questo repentino modificarsi del paesaggio: dal mare, dal ricordo del catrame sulla spiaggia della Liguria si risale alla montagna, alle Alpi che si vedono in treno viaggiando da Milano a Torino; nel richiamo dell’alpinismo, delle montagne «brune» Belpoliti (P Levi, B. Mondadori, Milano 1998, p. 112) ha scorto un’eco dell’«addio ai monti» di Lucia; fondamentale l’autocommento: con il trascorrere degli anni «bruno» diventa un aggettivo-scoglio, specie se associato alla parola-chiave «schiera»: «In corso San Martino c’è un formicaio [...1 Si dipana una lunga schiera bruna [...] Non voglio scrivere di nessuna schiera bruna», così nella poesia di OI, Schiera bruna (II, 557); «brune» come apparvero a Ulisse continueranno però a rimanere le montagne in SP, a sottolineare l’amicizia solida con Sandro Delmastro, il suo scalare le cime con la sete di conoscenza dell’eroe dantesco (I, 778). 19 queste sono cose che si pensano ma non si dicono. Solito motivo dell’indicibilità, dell’ineffabilità del Sommo Bene dantesco tradotto e adattato per il Sommo Male. - Ça ne fait rien, vas-y tout de même. «Considerate la vostra semenza Fatti non foste a viver come bruti Ma per seguir virtute e conoscenza (3).» «Li miei compagni fec’io si acuti... (1)» ... et je m’efforce, mais en vain, d’expliquer tout ce qu’il y a dans cet «acuti». Ici encore une lacune, irréparable cette fois. «... Lo lume era di sotto délia Luna (2)» ou quelque Chose comme ça; mais avant?... Aucune idée, «keine Ahnung» comme on dit ici. Que Pikolo m’excuse, j’ai oublié au moins quatre tercets. -Ca ne fait rien, vas-y tout de même. - Ça ne fait rien, vas y tout de même. .. Quando mi apparve una montagna, bruna Per la distanza, e parvemi alta tanto [188] Che mai veduta non ne avevo alcuna. ... cuando mostróse una montaña, bruna por la distancia; y se elevaba tanto que tan alta no vi jamás ninguna. «... Quando mi apparve una montagna, bruna Per la distanza, e parvemi alta tanto Che mai veduta non ne avevo alcuna (3).» Sì, s, «alta tanto», non «molto alta», proposizione consecutiva (17). E le montagne, quando si vedono di lontano... le montagne... oh Pikolo, Pikolo, di’ qualcosa, parla, non lasciarmi pensare alle mie montagne, che comparivano nel bruno della sera (18) quando tornavo in treno da Milano a Torino! Sí, sí, alta tanto, no molto alta, proposición consecutiva. Y las montañas, cuando se ven de lejos... las montañas... oh Pikolo, Pikolo, di algo, habla, no me dejes pensar en mis montañas, que se aparecían en el color oscuro de la tarde cuando volvía en tren de Milán a Turín. Oui, oui, «alta tanto», et pas «molto alta», proposition consécutive. Et les montagnes, quand on les voit de loin... les montagnes... oh! Pikolo, Pikolo, dis quelque Chose, parle, ne me laisse pas penser à mes montagnes, qui apparaissaient, brunes dans le soir, quand je revenais en train, de Milan à Turin ! Basta, bisogna proseguire, queste sono cose che si pensano ma non si dicono (19). Pikolo attende e mi guarda. Basta, hay que continuar, éstas son cosas que se piensan pero no se dicen. Pikolo espera y me mira. Assez, il faut continuer, ce sont des choses qu’on pense mais qu’on ne dit pas. Pikolo attend et me regarde. Darei la zuppa di oggi per saper Daría el potaje de hoy por sa- Je donnerais ma soupe d’aujourd’hui 92 notes 20 per mezzo delle rime. Un rapido commento a questa frase è nel racconto La rima alla riscossa in RS (Il, 944): «Ora, per la registrazione in memoria la rima è d’aiuto fondamentale: un verso trascina l’altro o gli altri, il verso dimenticato può essere ricostruito, almeno approssimativamente». Sono considerazioni che forse risentono delle note pagine sui «versi a memoria» del più classico degli autocommenti della letteratura italiana del Novecento, la Storia e cronistoria del «Canzoniere» di Umberto Saba, autore che Levi stimava e con il quale era in corrispondenza negli anni di stesura di SQU, che seguono di poco la pubblicazione delle Scorciatoie e raccontini (un modello strutturale per la brevitas delle sezioni di SQU?). Questa sequenza del capitolo è l’unica a rimanere pressoché invariata in SES, pur a tanti anni di distanza: «Ebbene, dove ho scritto “darei la zuppa di oggi per saldare `non ne avevo alcuna’ col finale”, non mentivo e non esageravo. Avrei dato veramente pane e zuppa, cioè sangue, per salvare dal nulla quei ricordi» (Il, 1100). 21 il resto è silenzio. Tra le righe del canto più dantesco di SQU è significativo questo ricordo dello shakespeariano addio alla vita di Amleto: The Test is silence (Atto V, scena 2, v 364), finora, se non sbaglio, sfuggito anche ai più attenti lettori. Nel disperato tentativo di trovare nella letteratura un sostegno, una legittimazione, Levi non poteva non rammentarsi di Amleto morente (in my dying voice). 22 « la terra lagrimosa diede vento». Inf. III, 133. 23 inaspettato anacronismo. [I versi che precedono contengono un «anacronismo», cioè un concetto difforme dal tempo in cui la vicenda si svolge: Ulisse, pagano, e per di più dannato, si serve d’un espressione («come altrui piacque» cioè «come piacque a Dio») che è propria del cristiano credente. Ma, appunto, l’Ulisse dantesco è un eroe moderno, e riassume in sé tutte le ansie e le audacie del tempo di Dante e, possiamo aggiungere, del nostro]. 24 del nostro essere oggi qui. [In quell’istante, all’autore pare di intravedere una conturbante analogia fra il naufragio di Ulisse e il destino dei prigionieri: l’uno e gli altri sono stati paradossalmente “puniti”, Ulisse per aver infranto le barriere della tradizione, i prigionieri perché hanno osato opporsi a una forza soverchiante, quale era allora l’ordine fascista in Europa. Ancora: fra le varie radici dell’antisemitismo tedesco, e quindi del Lager, c’era l’odio e il timore per “l’acutezza” intellettuale dell’ebraismo europeo, che i due giovani sentono simile a quella dei compagni di Ulisse, e di cui in quel momento si riconoscono rappresentanti ed eredi]. È di gran lunga il passo più controverso di SQU, di più difficile interpretazione, se si vuole il più emozionante. Un vero nodo insoluto. Con Levi, in specie con il Levi di SQU, bisogna sempre essere molto cauti prima di cedere alle lusinghe dei luoghi comuni, a bella posta favoriti da Levi stesso. A dispetto dei suoi frequenti elogi dello «scrivere chiaro», questo passo si presenta alquanto oscuro e la nota di commento predisposta per l’edizione scolastica ingarbuglia più che mai la matassa. L’ambiguità consiste nella spiegazione che, in tempi diversi, Levi ha fornito all’anacronismo «come altrui piacque»: Ulisse, pagano, e per di più dannato, si serve d’una espressione che è propria del cristiano credente. E fin qui nulla da obiettare. Poco, anzi nulla, della nota per l’ed. scolastica convince: che Levi pensasse davvero, mentre scriveva, alla presunta «astuzia» degli ebrei perseguitati pare una inutile e inaspettata sottigliezza, ed ancora più fuorviante sembra la seconda metà della spiegazione (il timore per «l’acutezza» intellettuale dell’ebraismo), un po’ troppo cavillosa, diciamo pure un bizantinismo. Con ragione Piero Boitani (L’ombra di Ulisse, il Mulino, Bologna 1992, p. 51) e con lui lo stesso M. Belpoliti (P Levi cit., pp. 62-63) suppongono che il terribile, «gigantesco» pensiero balenato per un attimo nella mente di Levi sia quello di un Dio a cui forse «piacque» il destino del popolo ebraico; cioè, in tutta chiarezza, una spiegazione in qualche modo teologica del Male Assoluto. Potrà sorprendere, ma è proprio così. Prima di Boitani, salvo errore, si era accorta di questa che è la sola pagina oscura di SQU, Danielle Amsallem, in un’intervista da poco stampata («Riga» cit., pp. 59-60), nella quale aveva giustamente cercato di stanare Levi, di penetrare l’istrice, di perforare la barriera protettiva (cfr. D.Amsallem, Images littéraires et figures mythiques dans l’oeuvre de RLevi, ou l’experience sublimée par l’écriture, in «Chroniques italiennes», 31-32, 1992, p. 14, dove il brano cruciale dell’intervista era stato anticipato). La cosa potrà scandalizzare chi s’accontenta dei luoghi comuni, assai diffusi, sull’illuminismo e sul materialismo di Levi, ateo e contrario ad ogni provvidenzialismo. A confondere le acque, sia bene inteso, ha contribuito in primo luogo il Levi commentatore di se stesso: ma, come per il silenzio sulla «casa morta» di Dostoevskij, bisognerebbe cercare di ricostruire il contesto in cui si trovava a commentare a se stesso nel ’76. Non erano anni in cui la sua popolarità fosse paragonabile a quella odierna; né l’ebraismo - e tanto meno la letteratura su Auschwitz - era entrata nelle consuetudini dell’opinione pubblica italiana come è oggi; spinto dall’immagine che i media avevano costruito, o stavano costruendo sui libri posteriori a SQU, Levi fornirà in quella noticina per gli studenti una spiegazione normalizzatrice e, in sostanza, reticente. Quando parla di Provvidenza e di Dio, Levi non è mai dogmatico, nemmeno quando nega l’esistenza dell’uno e dell’altra (cfr. sotto, cap. «Storia di dieci giorni», nota 14). Le negazioni non sono mai assolute, ma parte di un progetto molto più ambizioso e tutt’altro che dissacrante di riscrittura delle storie bibliche. Sono storie della nuova Bibbia sia quella di Lorenzo, sia quella di Kuhn. Non si spiegherebbe altrimenti una frase, nel successivo cap. «I fatti dell’estate», dedicata alle macerie fra le baracche dopo un bombardamento aereo degli alleati: la Buna, scrive Levi, ha cominciato a cadere a pezzi intorno «come colpita da una maledizione in cui noi stessi ci sentivamo coinvolti» (nota 7, il corsivo è mio). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard saldare «non ne avevo alcuna» col finale. Mi sforzo di ricostruire per mezzo delle rime (20), chiudo gli occhi, mi mordo le dita: ma non [189] serve, il resto è silenzio (2l). Mi danzano per il capo altri versi: «... la terra lagrimosa diede vento...» (22) no, è un’altra cosa. E tardi, è tardi, siamo arrivati alla cucina, bisogna concludere: ber juntar non ne avevo alcuna con el final. Me esfuerzo en reconstruir por medio de las rimas, cierro los ojos, me muerdo los dedos: pero de nada sirve, lo demás es silencio. Me bailan en la cabeza otros versos: ... la terra lagrimosa diede vento..., no, es otra cosa. Es tarde, hemos llegado a la cocina, hay que terminar: Tre volte il fe’ girar con tutte l’acque, Alla quarta levar la poppa in suso E la prora ire in giù, come altrui piacque... ... con las aguas tres veces girar le hace y a la cuarta la popa es elevada, se hunde la proa -que a otro así le place-. Trattengo Pikolo, è assolutamente necessario e urgente che ascolti, che comprenda questo «come altrui piacque», prima che sia troppo tardi, domani lui o io possiamo essere morti, o non vederci mai più, devo dirgli, spiegargli del Medioevo, del così umano e necessario e pure inaspettato anacronismo (23), e altro ancora, qualcosa [190] di gigantesco che io stesso ho visto ora soltanto, nell’intuizione di un attimo, forse il perché del nostro destino, del nostro essere oggi qui... (24) [191] Detengo a Pikolo, es absolutamente necesario y urgente, que escuche, que comprenda este come altrui piacque, antes de que sea demasiado tarde, mañana él o yo podemos estar muertos, o no volver a vernos, debo hablarle, explicarle lo de la Edad Media, del tan humano y necesario y, sin embargo, inesperado, anacronismo, y de algo más, de algo gigantesco que yo mismo sólo he visto ahora, en la intuición de un instante, tal vez el porqué de nuestro destino, de nuestro estar hoy aquí... Je retiens Pikolo : il est absolument nécessaire et urgent qu’il écoute, qu’il comprenne ce «come altrui piacque» avant qu’il ne sofft trop tard ; demain lui ou moi nous pouvons être morts, ou ne plus jamais nous revoir ; il faut que je lui dise, que je lui parle du Moyen Age, de cet anachronisme si humain, si nécessaire et pourtant si inattendu, et d’autre Chose encore, de quelque Chose de gigantesque que je viens d’entrevoir à l’instant seulement, en une fulgurante Intuition, et qui contient peut-être l’explication de notre destin, de notre présence ici aujourd’hui... Siamo oramai nella fila per la zuppa, in mezzo alla folla sordida e sbrindellata dei porta-zuppa degli altri Ko m m a n d o s . I n u o v i g i u n t i ci si accalcano alle spalle. Kraut und Rüben? - Kraut und Rüben -. Si annunzia u ff i c i a l m e n t e che oggi la zuppa è di cavoli e rape: Choux et navets. Kaposzta és répak (25). Estamos ya en la cola del potaje, en medio de la masa sórdida y harapienta de los portasopas de los otros Kommandos. Lo s r e c i é n l l e g a d o s se amontonan a la espalda. Kraut und Rüben?, Kraut und R ü b e n. S e a n u n c i a o f i c i a l m e n t e q u e e l potaje de hoy es de c o l e s y nabos: Choux et navets. Kapotszka es répak . Nous voilà maintenant en train de faire la queue pour la soupe, mêlés à la foule sordide et déguenillée des portesoupe des autres Kommandos. Les derniers arrivés se bousculent derrière nous. - Kraut und Rûben ? - Kraut und Rùben. C’est l’annonce officielle que nous aurons aujourd’hui de la soupe aux choux et aux navets - Cavoli e râpe. - Kaposzta es répak. Infin che ‘l mar fu sopra noi rinchiuso (26). [192] «... y nos cubre por fin la mar airada». «Infin che I’mar fu sopra noi rinchiuso (3).» pour pouvoir trouver la jonction entre «non ne avevo alcuna» et la fin. Je m’efforce de reconstruire le tout en m’aidant de la rime, je ferme les yeux, je me mords les doigts : peine perdue, le reste est silence. D’autres vers me traversem l’esprit : «...[122] la terra lagrimosa diede vento... (1)», non, c’est autre Chose. Il est tard, il est tard, nous voilà aux cuisines, il faut conclure (1) ... De la terre des pleurs un Brand vent s’éleva... «Tre volte il fe’ girar con tune l’acque, Alla quarta levar la poppa in suso E la prora ire in giû, come altrui piacque... (2)» (2) Par trois fois dans sa masse elle la fit tourner : Mais à la quarte fois, la poupe se dressa Et l’avant s’abîma, comme il plut à quelqu’un... (3) Jusqu’à tant que la mer tût sur nous refermée. 25 Kaposzta és répak. È il consueto dispositivo di citazione multilingue del nome di un cibo (come il pane di Panurge). Vedi sopra, cap. «Iniziazione», nota 4. 26 infin che ‘l mar fu sopra noi rinchiuso. Si tenga presente che nel successivo capitolo, citando i versi di un amico, Levi farà la parodia di se stesso e di questo preciso luogo; vedi sotto, cap. «Kraus», nota 8. I FATTI DELL’ESTATE 1 dall’Ungheria. Su questo massiccio ingresso di ungheresi nel campo Levi ritorna nel racconto di L, Un discepolo (Il, 391 ss.). 2 travagliarsi. Vedi sopra, cap. «Il canto di Ulisse», nota 16. I FATTI DELL’ESTATE Los acontecimientos del verano 12. LES ÉVÉNEMENTS DE L’ÉTÉ Durante tutta la primavera erano arrivati trasporti dall’Ungheria (1); un prigioniero ogni due era ungherese, l’ungherese era diventato, dopo l’yiddisch, la seconda lingua del campo. Durante toda la primavera habían llegado transportes de Hungría; un prisionero de cada dos era húngaro, el húngaro se había convertido, después del yiddish, en la segunda lengua del campo. Des convois en provenance de Hongrie n’avaient cessé d’affluer pendant tout le printemps Un prisonnier Sur deux était hongrois, et le hongrois était devenu, après le yiddish, la seconde langue du camp Nel mese di agosto 1944, noi, entrati cinque mesi prima, contavamo ormai fra gli anziani. C o m e t a l i , n o i d e l K o m m a n do 98 non ci eravamo stupiti che le promesse fatteci e l’esame di chimica superato non avessero portato a conseguenze: né stupiti, né rattristati oltre misura: in fondo, avevamo tutti un certo timore dei cambiamenti: «Quando si cambia, si cambia in peggio», diceva uno dei proverbi del campo. Più in generale, l’esperienza ci aveva già dimostrato infinite volte la vanità di ogni previsione: a che scopo travagliarsi (2) per prevedere En el mes de agosto de 1944, nosotros, internados cinco meses antes, nos contábamos ya entre los veteranos. Como tales, nosotros, los del Kommando 98, no nos habíamos asombrado de que las promesas hechas y el examen de química aprobado no hubiesen tenido consecuencias: ni asombrados ni demasiado tristes: en el fondo, todos teníamos cierto temor a los cambios: «Cuando se cambia, se cambia para peor», decía uno de los proverbios del campo. Mas en general la experiencia nos había demostrado ya infinitas veces la vanidad de toda previsión: ¿con qué objeto esforzarse en prever el porvenir Au mois d’août 1944, nous qui étions arrivés cinq mois auparavant, nous comptions déjà parmi les anciens En vertu de quoi personne au Kommando 98 ne s’était montré surpris que les promesses prodiguées et notre succès à l’examen de chimie n’aient abouti a rien Non, cela ne nous avait ni surpris ni déçus outre mesure au fond, nous avions tous un peu peur des changements «Quand on change, c’est toujours en pire», disait un proverbe du camp Et par ailleurs, l’expérience nous avait prouvé maintes fois la vanité de toute prévision à quoi bon se tourmenter a prévoir l’avenir, 93 notes 3 il «non cercare di capire». L’intera trama del libro è intessuta di periodici rintocchi sul tema della mite fortezza, sullo sguardo giudice, sulla semplice enigmaticità e soprattutto sul capire, del cercare di capire, del «comprendere». Vedi sopra, cap. « Ka-Be», nota 22 e cap. «Esame di chimica», nota 6. 4 i ricordi della prima infanzia. I ricordi, nel Lager, sono simili ai dolori della prima infanzia; si osservi la perfetta simmetria che lega questa definizione della libertà al «dolore allo stato puro» dell’infanzia, simile a quello per cui i bambini piangono; vedi sopra, cap. «Le nostre notti», nota 9. 5 storia si era fermata. Questa volta è il tempo stesso a costituire «una barriera invincibile», uno scudo, un guscio, uno schermo. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard l’avvenire, quando nessun nostro atto, nessuna nostra parola lo avrebbe potuto minimamente influenzare? Eravamo dei vecchi Häftlinge: la nostra saggezza era il «non cercar di capire» (3), non rappresentarsi il futuro, non tormentarsi sul come e sul quando tutto sarebbe finito: non porre e non porsi domande. cuando ninguno de nuestros actos, ninguna de nuestras palabras lo habría podido influenciar en lo más mínimo? Éramos viejos Häftlinge; nuestra sabiduría consistía en «no tratar de entender», ni imaginarse el futuro, no atormentarse por cómo y cuándo acabaría todo: no hacer y no hacerse preguntas. quand aucun de nos actes, aucune de nos paroles n’aurait pu l’infléchir si peu que ce fût (9) Nous étions de vieux Häftlinge. notre sagesse, c’était de «ne pas chercher a comprendre», de ne pas imaginer l’avenir, de ne pas nous mettre en peine pour savoir quand et comment tout cela finirait de ne pas poser de questions, et de ne pas nous en poser Conservavamo i ricordi della nostra vita anteriore, ma velati e lontani, e perciò profondamente dolci e tristi, come sono per ognuno i ricordi della prima infanzia (4) e [193] di tutte le cose finite; mentre per ognuno il momento dell’ingresso al campo stava all’origine di una diversa sequenza di ricordi, vicini e duri questi, continuamente confermati dalla esperienza presente, come ferite ogni giorno riaperte. Conservábamos los recuerdos de nuestra vida anterior, pero velados y lejanos, y por ello profundamente dulces y tristes, como lo son para todos los recuerdos de la primera infancia y de todas las cosas acabadas; mientras para cada uno el momento de la entrada en el campo se encontraba en el origen de una diferente secuencia de recuerdos, cercanos y duros éstos, continuamente confirmados por la experiencia presente, como heridas que vuelven a abrirse a diario. Les souvenirs de notre vie d’autrefois nous revenaient encore, mais vaporeux et lointains, et par la même pénétrés de douceur et de tristesse, comme le sont les Souvenirs de la petite enfance et de toute Chose révolue En revanche, l’entrée au camp marquait pour chacun de nous la première étape dune tout autre série de Souvenirs, cruels et proches ceux-là, et sans cesse ravivés par [124] l’expérience présente, comme le seraient des blessures chaque jour rouvertes Le notizie, apprese in cantiere, dello sbarco alleato in Normandia, dell’offensiva russa e del fallito attentato a Hitler, avevano sollevato ondate di speranza violente ma effimere. Ognuno sentiva, giorno per giorno, le forze fuggire, la volontà di vivere sciogliersi, la mente ottenebrarsi; e la Normandia e la Russia erano così lontane, e l’inverno così vicino; così concrete la fame e la desolazione, e così irreale tutto il resto, che non pareva possibile che veramente esistesse un mondo e un tempo, se non il nostro mondo di fango, e il nostro tempo sterile e stagnante a cui eravamo oramai incapaci di immaginare una fine. Las noticias, sabidas en el tajo, del desembarco aliado en Normandía, de la ofensiva rusa y del frustrado atentado contra Hitler, habían levantado oleadas de esperanzas violentas pero efímeras. Cada uno sentía, día tras día, que le abandonaban las fuerzas, que el deseo de vivir se desvanecía, que la mente se oscurecía; y Normandía y Rusia eran cosas lejanas, y el invierno estaba tan cerca; tan concretas el hambre y la desolación, y tan irreal todo lo demás, que no parecía posible que verdaderamente existiese un mundo y un tiempo, sino nuestro mundo de fango, y nuestro tiempo estéril y estancado al que ahora éramos incapaces de imaginar un final. Les bruits qui couraient au chantier, du débarquement en Normandie, de l ' o ff e n s i v e r u s s e e t d e l ’ a t t e n t a t manqué contre Hitler, avaient fait jaillir en nous des espoirs violents mais éphémères Jour après jour, en chacun de nous, les forces diminuaient, la volonté de viere s’effritait, l’esprit s’obscurcissait Et puis la Normandie et la Russie étaient si loin et l’hiver si proche, si concrètes la faim et la détresse et si irréel tout le reste, qu’il nous semblait impossible qu’il y eût réellement un monde et un temps autres que ce monde de boue et ce temps stérile et stagnant, dont nous étions désormais incapables d’imaginer qu’il pût finir un jour Per gli uomini vivi le unità del tempo hanno sempre un valore, il quale è tanto maggiore, quanto più elevate sono le risorse interne di chi le percorre; ma per noi, ore, giorni e mesi si riversavano torpidi dal futuro nel passato, sempre troppo lenti, materia vile e superflua di cui cercavamo di disfarci al più presto. Conchiuso il tempo in cui i giorni si inseguivano vivaci, preziosi e irreparabili, il futuro ci stava davanti grigio e inarticolato, come una barriera invincibile. Per noi, la storia si era fermata (5). [194] Para los hombres vivos, las unidades de tiempo tienen siempre un valor, tanto mayor cuanto más grandes son los recursos interiores de quien las recorre; pero para nosotros, horas, días, y meses retrocedían tórpidos del futuro al pasado, siempre demasiado lentos, materia vil y superflua de la que tratábamos de deshacernos lo más pronto posible. Concluido el tiempo en que los días se sucedían vivaces, preciosos e irreparables, el futuro estaba ante nosotros gris e inarticulado, como una barrera invencible. Para nosotros, la historia estaba parada. Pour les hommes libres, le cadre temporel a toujours une valeur, d’autant plus grande que celui qui s’y meut y déploie de plus vastes ressources intérieures Mais pour nous, les heures, les jours et les mois n’étaient qu’un flux opaque qui transformait, toujours trop lentement, le futur en passé, une camelote inutile dont nous cherchions à nous débarrasser au plus vite Le temps était fini où les jours se succédaient vifs, précieux, uniques • l’avenir se dressait devant nous, gris et sans contours, comme une invincible barrière Pour nous, l’histoire s’était arrêtée Ma nell’agosto ‘44 incominciarono i bombardamenti sull’Alta Slesia, e si prolungarono, con pause e riprese irregolari, per tutta l’estate e l’autunno fino alla crisi definitiva. Pero en agosto del 44 empezaron los bombardeos de la Alta Silesia, y se prolongaron, con pausas y reanudaciones irregulares, durante todo el verano y el otoño hasta la crisis definitiva. Mais au mois d’août 1944, les Bombardements commencèrent Sur la Haute-Silésie et se poursuivirent par à-Coups pendant tout l’été et l’automne, jusqu’à la crise définitive Il mostruoso concorde travaglio di gestazione della Buna si arrestò bruscamente, e subito degenerò in una attività slegata, frenetica e parossistica (6). Il giorno in cui la produzione della gomma sintetica avrebbe dovuto incominciare, che nell’agosto pareva imminente, fu via via rimandato, e i tedeschi finirono col non parlarne più. El monstruoso y concorde trabajo de gestación de la Buna se detuvo bruscamente y pronto degeneró en una actividad deshilvanada, frenética y paroxística. El día en que la producción de la goma sintética habría debido comenzar, que en agosto parecía inminente, fue poco a poco retrasado, y los alemanes acabaron por no hablar más del asunto. Le monstrueux travail de gestation collective qui animait la Buna s’arrêta brusquement, dégénérant aussitôt en un paroxysme d’activité désordonnée et frénétique La date prévue, et désormais attendue d’un jour à l’autre, pour la mise en mute de la production de caoutchouc synthétique fut repoussée à plusieurs reprises, et les Allemands finiront par ne plus en parler du tout Il lavoro costruttivo cessò; la potenza dello sterminato gregge di El trabajo de construcción cesó; la fuerza del desmesurado rebaño de es- On cessa de bâtir On employa ailleurs la forte de production de l'immense 4:00 6 slegata, frenetica e parossistica. Un’altra terna crescente di aggettivi; e si noti anche, all’inizio di paragrafo, la classica disposizione di due aggettivi che precedono il sostantivo dantesco («Il mostruoso concorde travaglio»). 94 notes 7 da una maledizione. Vedi sopra, cap. «Esame di chimica», nota 18; il coinvolgimento ai prigionieri della maledizione conferma quanto si è detto di Levi e della teodicea, nel cap. «Il canto di Ulisse», nota 24. 8 vene vuote. Un’immagine ricorrente; come il grembo vuoto della poesia in epigrafe, un involucro svuotato. 9 trista gioia. Poco sopra si è parlato del «sorriso triste»; la «gioia triste» è un altro ricorrente ossimoro, quasi un refrain. U’aggettivo «triste» è presente nelle sue varianti più arcaiche (trista, tristo), e si ricordi che all’inizio del capitolo «dolci e tristi» sono detti i ricordi della prima infanzia (nota 4). Si veda infine, sotto, cap. «Die drei Leute vom Labor», nota 12. 10 torcevano. Vedi sopra l’uso dello stesso verbo nella poesia in epigrafe, nota 8 della prefazione. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard schiavi fu rivolta altrove, e si fece di giorno in giorno più riottosa e passivamente nemica. A ogni incursione, c’erano sempre nuovi guasti da riparare; smontare e smobilitare il delicato macchinario da pochi giorni messo faticosamente in opera; erigere frettolosamente rifugi e protezioni che alla prossima prova si rivelavano ironicamente inconsistenti e vani. clavos fue dirigida a otra parte, y se hizo de día en día más levantisca y pasivamente hostil. A cada incursión, había siempre nuevos daños que reparar; desmontar e inmovilizar la delicada maquinaria pocos días antes puesta en funcionamiento con grandes esfuerzos; construir apresuradamente refugios y protecciones que a la primera prueba se revelaban irónicamente inconsistentes e inútiles. troupeau d’esclaves, qui se faisait de jour en jour plus lent à se mouvoir, plus passivement hostile A chaque attaque aérienne, il fallait réparer de nouveaux dégâts, démonter et déplacer les délicats mécanismes dont on avait laborieusement achevé la mise au point quelques jours plus tôt, ériger en toute hâte des abris [125] et des refuges qui, à l’épreuve, s’avéraient dérisoirement précaires et inutiles. Noi avevamo creduto che ogni cosa sarebbe stata preferibile alla monotonia delle giornate uguali e accanitamente lunghe, allo squallore sistematico e ordinato della Buna in opera; ma abbiamo dovuto mutare pensiero quando la Buna ha cominciato a cadere a pezzi intorno a noi, come colpita da una maledizione in cui noi stessi ci sentivamo coinvolti (7). Abbiamo dovuto sudare fra la polvere e le macerie roventi, e tremare come bestie, schiacciati a terra sotto la rabbia degli aerei; tornavamo la sera in campo, rotti di fatica e asciugati dalla sete, nelle sere [195] lunghissime e ventose dell’estate polacca, e trovavamo il campo sconvolto, niente acqua per bere e lavarsi, niente zuppa per le vene vuote (8), niente luce per difendere il pezzo di pane l’uno dalla fame dell’altro, e per ritrovare, al mattino, le scarpe e gli abiti nella bolgia buia e urlante del Block. Nos habíamos creído que cualquier cosa habría sido preferible a la monotonía de las jornadas iguales y encarnizadamente largas, a la rudeza sistemática y ordenada de la Buna en funcionamiento; pero hemos tenido que cambiar de opinión cuando la Buna ha empezado a caerse a pedazos alrededor de nosotros, como herida por una maldición de la que nosotros mismos nos sentíamos comprendidos. Hemos tenido que sudar entre el polvo y los escombros ardientes, y temblar como bestias, aplastados contra el suelo bajo la furia de los aviones; volvíamos al anochecer al campo, deshechos de cansancio y secos de sed, en los crepúsculos larguísimos y ventosos del verano polaco, y encontrábamos el campo en pleno desbarajuste, sin agua para beber y lavarse, sin potaje para las venas vacías, sin luz para defender el propio mendrugo de pan del hambre del otro, y para encontrar, por la mañana, el calzado y la ropa en la lobreguez vacía y llena de gritos del Block. Nous pensions que tout était préférable à la monotonie des jours identiques et sans fin, à la tristesse lugubre, systématique et réglementée, du travail à la Buna ; mais nous avons dû changer d’avis quand la Buna a commencé à tomber en morceaux autour de nous, comme frappée par une malédiction dans laquelle nous nous sentions englobés. Il nous a fallu suer dans la poussière et les d é c o m b re s b r û l a n t s , et trembler comme des bêtes, plaqués au sol sous les Bombardements qui faisaient rage. Et lorsque, le soir venu, par Ces interminables soirées venteuses de l’été polonais, nous rentrions du travail, rompus de fatigue et brûlés par la soif, nous retrouvions le camp sens dessus dessous, pas une goutte d’eau pour boire et nous lauer, pas de soupe pour nos estomacs vides, pas de lumière pour défendre notre pain de la faim du voisin, et pour retrouver, le matin, nos sabots et nos vêtements dans la bauge sombre et hurlasses du Block. Nella Buna imperversavano i civili tedeschi, nel furore dell’uomo sicuro che si desta da un lungo sogno di dominio, e vede la sua rovina e non la sa comprendere. Anche i Reichsdeutsche del Lager, politici compresi, nell’ora del pericolo risentirono il legame del sangue e del suolo. Il fatto nuovo riportò l’intrico degli odii e delle incomprensioni ai suoi termini elementari, e ridivise i due campi: i politici, insieme con i triangoli verdi e le SS vedevano, o credevano di vedere, in ognuno dei n o s t r i v i s i l o s c h e r n o della rivincita e la trista gioia (9) della vendetta. Essi trovarono concordia in questo, e la loro ferocia raddoppiò. En la Buna se enfurecían los alemanes civiles, con el furor del hombre seguro que se despierta de un largo sueño de dominio y ve su ruina y no sabe comprenderla. También los Reichsdeutsche del Lager, comprendidos los políticos, sintieron en el momento del peligro el vínculo de la sangre y del suelo. El hecho nuevo condujo el enredo de los odios y de las incomprensiones a sus términos elementales, y dividió aún más los dos campos: los políticos, juntamente con los triángulos verdes y los SS, veían o creían ver en cada una de nuestras caras la burla del desquite y la triste alegría de la venganza. Como se sentían unidos por ello, su ferocidad aumentó. A la Buna, les civils allemands se déchaînaient, en proie à la fureur de l’homme sûr de lui qui, s’éveillant d’un long rêve de domination, assiste à son écroulement et se refuse à comprendre. De même, chez les Reichsdeutsche du camp, «politiques» compris, chacun se sentit, à l'heure du dangen uni aux autres par les liens du sol et du sang. L’événement ramena l’enchevêtrement de haines et d’incompréhensions à ses termes élémentaires et rétablit une nette division entre les deux Camps adverses : les politiques, tout comme les triangles verts et les SS, lisaient ou croyaient Lire Sur chacun de nos visages le sarcasme de la revanche et la joie cynique de la vengeance. Unis dans cette conviction, ils redoublèrent de férocité. Nessun tedesco poteva ormai dimenticare che noi eravamo dall’altra parte: dalla parte dei terribili seminatori che solcavano il cielo tedesco da padroni, al di sopra di ogni sbarramento, e torcevano (10) il ferro vivo delle loro opere, portando ogni giorno la strage fin dentro alle loro case, nelle case mai prima violate del popolo tedesco. Ningún alemán podía olvidar ahora que nosotros estábamos de la otra parte: de parte de los terribles sembradores que surcaban el cielo alemán como dueños, por encima de todas las barreras, y retorcían el hierro vivo de sus obras, llevando todos los días el estrago hasta dentro de sus casas, de las casas del pueblo alemán nunca antes violadas. Aucun Allemand ne pouvait désormais oublier que nous étions de l’autre côté : du côté des terribles semeurs de mort qui, insoucieux des barrages, sillonnaient en maîtres le ciel allemand et réduisaient leur grosse machine de guerre à des morceaux de fer tordu, portant le massacre jusque dans leurs maisons, les maisons du peuple allemand que nul n’avait encore violées. Quanto a noi, eravamo troppo distrutti per temere veramente. I pochi che ancora sapessero rettamente giudicare e sentire, trassero dai bombardamenti nuova forza [196] e speranza; coloro che la fame non aveva ancora ridotto all’inerzia definitiva, profittarono spesso dei momenti di panico generale per En cuanto a nosotros, estábamos demasiado destruidos para sentir verdadero temor. Los pocos que todavía podían juzgar y sentir rectamente, sacaron de los bombardeos nueva fuerza y esperanza; aquellos a los que el hambre no había reducido aún a la inercia definitiva, aprovecharon con frecuencia los momentos de pánico general para Quant à nous, nous étions trop anéantis pour avoir vraiment peur. Les quelques individus encore capables de sentir et de raisonner lucidement virent dans les bombardements [126] une raison d’espérer et de reprendre Courage ; ceux que la faim n’avait pas encore réduits à l’apathie définitive profitèrent souvent des moments de panique générale pour se 95 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard intraprendere spedizioni doppiamente teme r a r i e ( p o i c h é , o l t r e a l r i s c hio diretto delle incursioni, il furto consumato in condizioni di emergenza era punito con l’impiccagione) alla cucina di fabbrica e ai magazzini. Mala maggior parte sopportò il nuovo pericolo e il nuovo disagio con immutata indifferenza: non era rassegnazione cosciente, ma il torpore opaco delle bestie domate con le percosse, a cui non dolgono più le percosse. emprender expediciones doblemente temerarias (puesto que, además del riesgo directo de las incursiones, el hurto consumado en condiciones de emergencia era condenado a la horca) a la cocina de la fábrica y a los almacenes. Pero la mayor parte soportó el nuevo peligro y las nuevas incomodidades con inmutable indiferencia: no se trataba de una resignación consciente, sino del torpor opaco de las bestias domadas a palos, a las que ya no les duelen los palos. lancer dans des expéditions doublement téméraires (d’abord à cause du risque direct que représentait l’attaque aérienne, ensuite parce que le vol commis en Situation d’urgence était puni de pendaison) jusqu’aux cuisines de l’usine et aux entrepôts. Mais pour la plupart, nous supportâmes ce nouveau danger et Ces nouvelles embûches avec la même indifférence, qui n’était pas de la résignation mais plutôt l’inertie obtuse des bêtes battues qui ne réagissent plus aux Coups. A noi l’accesso ai rifugi corazzati era vietato. Quando la terra ci cominciava a tremare, trascinavamo, storditi e zoppicanti, attraverso i fumi corrosivi dei nebbiogeni, fino alle vaste aree incolte, sordide e sterili, racchiuse nel recinto della Buna; là giacevamo inerti, ammonticchiati gli uni sugli altri come morti, sensibili tuttavia alla momentanea dolcezza delle membra in riposo. Guardavamo con occhi atoni le colonne di fumo e di fuoco prorompere intorno a noi: nei momenti di tregua, pieni del lieve r o n z i o minaccioso che ogni europeo conosce, sceglievamo dal suolo cento volte calpestato le cicorie e le camomille stente, e le masticavamo a lungo in silenzio. A nosotros, el acceso a los refugios acorazados nos estaba prohibido. Cuando la tierra empezaba a temblar, nos arrastrábamos, aturdidos y renqueantes, a través de los humos corrosivos de las cortinas de humo, hasta las vastas áreas incultas, sórdidas y estériles, comprendidas en el recinto de la Buna; allí yacíamos inertes, amontonados los unos contra los otros como muertos, sensibles, sin embargo, a la momentánea dulzura de los miembros en reposo. Mirábamos con ojos atónitos las columnas de humo surgir en torno a nosotros: en los momentos de tregua, llenos del leve zumbido amenazante que todos los europeos conocen, arrancábamos del suelo cien veces pisoteado las achicorias y l a s e s c a s a s c a m o m i l a s , y las masticábamos ______ en silencio. L’accès aux refuges blindés nous était interdit. Quand la terre commençait à trembler, nous nous traînions, assourdis et chancelants, au milieu des émanations corrosives des fumigènes, jusqu’aux va s t e s t e r r a i n s v a g u e s , s i n i s t r e s e t s t é r i l e s, s i t u é s d a n s l ’ e n c e i n t e d e l a B u n a ; e t là, nous restions étendus sans bouger, entassés les uns Sur les autres comme des cadavres, savourant malgré tout le bien-être momentané de nos Corps en repos. Nous regardions d’un oeil morne les colonnes de fumée et de feu qui s’élevaient autour de nous : dans les moments d’accalmie, marqués par ce léger vrombissement menaçant que connaissent bien ceux qui ont vécu la guerre, nous cueillions Sur le sol Cent fois piétiné des Chicorées et des camomilles rabougries que nous mâchions longuement en silence. Ad allarme finito, ritornavamo da ogni parte ai nostri posti, gregge muto (11) innumerevole, assueto (12) all’ira degli uomini e delle cose; e riprendevamo quel nostro l a v oro di sempre, odiato come sempre, e inoltre ormai palesemente inutile e insensato. Una vez terminada la alarma, volvíamos desde todas partes a nuestros puestos, rebaño mudo innumerable, acostumbrado a la ira de los hombres y de las cosas; y reanudábamos aquel trabajo nuestro de siempre, odiado como siempre, y además claramente inútil e insensato en aquellos momentos. L’ a l e r t e p a s s é e , n o u s n o u s mettions en devoir de regagner nos postes, immense troupeau silencieux, accoutumé à la colère des hommes et des choses; et nous reprenions notre travail de tous les jours, exécré depuis toujours, mais plus que jamais inutile et insensé. In questo mondo scosso ogni giorno più profondamente dai fremiti della fine vicina, fra nuovi terrori e [197] speranze e intervalli di schiavitù esacerbata, mi accadde di incontrare Lorenzo. En este mundo sacudido más profundamente cada día por los temblores del final cercano, entre nuevos terrores y esperanzas e intervalos de esclavitud exacerbada, sucedió que me encontré con Lorenzo. C’est dans ce monde chaque jour plus profondément ébranlé par les soubresauts de la fin prochaine que, en proie à de nouvelles terreurs, à de nouveaux espoirs et à des périodes d’esclavage exacerbé, je devais rencontrer Lorenzo. La storia della mia relazione con Lorenzo è insieme lunga e breve, piana ed enigmatica (13); essa è una storia di un tempo e di una condizione ormai cancellati da ogni realtà presente, e perciò non credo che potrà essere compresa altrimenti di come si comprendono oggi i fatti della leggenda e della storia più remota (14). La historia de mi relación con Lorenzo es al mismo tiempo larga y breve, sencilla y enigmática; es ésta una historia de un tiempo y de unas condiciones ya borradas por la realidad presente, y por ello no creo que pueda ser comprendida sino como se comprenden hoy los acontecimientos de la leyenda y de la historia más remota. L’histoire de mes rapports avec Lorenzo est à la fois longue et courte, simple et énigmatique. C’est une histoire qui appartient à un temps et à des circonstances aujourd’hui abolis, que rien dans la réalité présente ne saurau restituer, et dont je ne crois pas quelle puisse être [127] comprise autrement que ne le sont aujourd’hui les faits légendaires ou ceux des temps les plus reculés In termini concreti (15), essa si riduce a poca cosa: un operaio civile italiano mi portò un pezzo di pane e gli avanzi del suo rancio ogni giorno per sei mesi; mi donò una sua maglia piena di toppe; scrisse per me in Italia una cartolina, e mi fece avere la risposta. Per tutto questo, non chiese né accettò alcun compenso, perché era buono e semplice, e non pensava che si dovesse fare il bene per un compenso. En términos concretos, se reduce a poca cosa: un obrero civil italiano me trajo un pedazo de pan y las sobras de su rancho todos los días y durante seis meses; me dio una camiseta suya llena de remiendos; escribió para mí una carta a Italia y me hizo recibir la respuesta. Por todo esto, no pidió ni aceptó ninguna recompensa, porque era bueno y simple, y no pensaba que se debiese hacer el bien por una recompensa. En termes concrets, elle se réduit à peu de Chose : tous les jours, Pendant six mois, un ouvrier civil Italien m’apporta un morceau de pain et le fond de sa gamelle de soupe , il me donna un de ses chandails rapiécés et écrivit pour moi une Garte Postale qu’il envoya en Italie et dopt il me fit parvenir la réponse. Il ne demanda rien et n’accepta rien en échange, parce qu’il était b’on et simple, et ne pensait pas que faire le bien dût rapporter quelque Chose. Tutto questo non deve sembrare poco. Il mio caso non è stato il solo; come già si è detto, altri fra noi Todo esto no debe parecer poco. Mi caso no ha sido el único; como ya se ha dicho, otros de nosotros man- Tout cela est bien plus important qu’il n’y paraît. Je n’étais pas un Gas isolé, comme je l’ai déjà dit, plusieurs 8:30 11 gregge muto. L detto nel senso dantesco di Inf. XIV, 19. 12 assueto. Arcaismo, sta per «abituato». 13 piana ed enigmatica. Versione leggermente modificata del classico ossimoro sulle storie della nuova Bibbia, «semplici e incomprensibili»; anche questo è un rintocco, che agisce nel lettore a livello subliminale: serve a ricordarci che la storia di Lorenzo, che ci accingiamo a ripercorrere è un capitolo essenziale della Genesi che l’autore di SQU si propone di riscrivere. 14 della storia più remota. Si noti che Levi parla come se le storie che racconta fossero parte di «una storia più remota» (sopra ne aveva parlato come di «una anteriore incarnazione» o di «una favola antica»). Nel 1947 il «recente passato» pare a Levi già remoto. L’accelerazione del Tempo, a causa della gravità della tragedia vissuta, gli consente di percorrere in due anni i1 salto di svariati millenni (di un salto «siderale» aveva parlato nei primi capitoli). 15 In termini concreti. Si contrappone ad un’espressione che, in Levi, è sempre valida, benché sottintesa, cioè « in termini simbolici, allegorici» (si ricordi l’inizio del cap. «Al di qua del bene e del male», nota 1: «Avevamo un’incorreggibile tendenza a vedere in ogni avvenimento un simbolo e un segno»). 96 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard avevano rapporti di vario genere con civili, e ne traevano di che sopravvivere: ma erano rapporti di diversa natura. I nostri compagni ne parlavano con lo stesso tono ambi[198]guo e pieno di sottintesi con cui gli uomini di mondo parlano delle loro relazioni femminili: e cioè come di avventure di cui si può a buon diritto andare orgogliosi e di cui si desidera essere invidiati, le quali però, anche per le coscienze più pagane, rimangono pur sempre al margine del lecito e dell’onesto; per cui sarebbe scorretto e sconveniente parlarne con troppa compiacenza. Cosi gli Häftlinge raccontano dei loro «protettori» e «amici» civili: con ostentata discrezione, senza far nomi, per non comprometterli e anche e soprattutto per non crearsi indesiderabili rivali. I più consumati, i seduttori di professione come Henri, non ne parlano affatto; essi circondano i loro successi di un’aura di equivoco mistero, e si limitano agli accenni e alle allusioni, calcolate in modo da suscitare negli ascoltatori la leggenda confusa e inquietante che essi godano delle buone grazie di civili illimitatamente potenti e generosi. Questo in vista di un preciso scopo: la fama di fortuna, come altrove abbiamo detto, si dimostra di fondamentale utilità a chi sa circondarsene. tenían relaciones de varias clases con civiles, y obtenían de qué sobrevivir: pero eran relaciones de naturaleza distinta. Nuestros compañeros hablaban de ellas con el mismo tono ambiguo y lleno de sobreentendidos con que los hombres de mundo hablan de sus relaciones femeninas: es decir, como de aventuras de las que uno puede sentirse orgulloso y por las que se desea ser envidiado, las cuales, sin embargo, incluso para las conciencias más paganas, se mantienen siempre al margen de lo lícito y de lo honesto; por lo que sería incorrecto e inconveniente hablar de ellas con demasiada complacencia. Así hablaban los Häftlinge de sus «protectores» y «amigos civiles» con ostentosa discreción, sin dar nombres, para no comprometerlos y, también y sobre todo, para no crearse indeseables rivales. Los más consumados, seductores profesionales como Henri, no hablaban de esto; envolvían sus asuntos en una aura de equívoco misterio y se limitaban a indicios y alusiones calculados de modo que suscitasen en los oyentes la leyenda confusa e inquietante de que gozaban del favor de civiles infinitamente potentes y generosos. Esto, en vista de un fin muy preciso: la fama improvisada, como he dicho en otro lugar, se muestra de fundamental utilidad a quien sabe rodearse de ella. d’entre nous entretenaient des rapports de différentes sortes avec des civils et en tiraient de quoi subsister : mais c’étaient des rapports dune tout autre nature. Nos cama* rades en parlaient Sur le ton ambigu et plein de sousentendus des hommes du monde quand ils parlent de leurs conquêtes féminines . c’est-à-dire comme d’aventures dont on peut tirer un juste orgueil et qu’on désire se voir envier, mais qui demeurent toutefois, même pour les consciences les plus païennes, en marge de la légalité et de l’honnêteté ; de Sorte qu’il serait choquant et déplacé d’en parier trop complaisamment De même, les Häftlinge évoquent leurs «protecteurs» et «amis» civils avec une discrétion affectée, soucieux de taire leur nom, non pas tant pour ne pas les compromettre que pour ne point susciter d’indésirables rivaux Les plus chevronnés, les séducteurs professionnels comme Henri, n’en parlent pas du tout, ils entourent leurs succès dune aura de mystère équivoque, et en disent juste assez pour accréditer chez les auditeurs la légende confuse et inquiétante qu’ils jouissent des bonnes grâces de civils immensément riches et puissants Et cela dans un but bien précis, car la réputation de chance, comme nous l’avons fait remarquer ailleurs, représente un atout de première importance pour qui sait s’en prévaloir La fama di seduttore, di «organizzato», suscita insieme invidia, scherno, disprezzo e ammirazione. Chi si lascia vedere in atto di mangiare roba «organizzata» viene giudicato assai severamente; è questa una grave mancanza di pudore e di tatto, oltre che una evidente stoltezza. Altrettanto stolto e impertinente sarebbe domandare «chi te l’ha dato? dove l’hai trovato? come hai fatto?» Solo i Grossi Numeri, sciocchi inutili e indifesi, che nulla sanno delle regole del Lager, fanno di queste domande; a queste domande non si risponde, o si risponde «Verschwinde, Mensch!», «Hau’ ab», «Uciekaj», «Schiess’ in den Wind», «Va chier»; con uno insomma dei moltissimi equivalenti di «Levati di torno» di cui è ricco il gergo del campo. La fama de seductor, de «organizado», suscita al mismo tiempo envidia, burla, desprecio y admiración. Quien se deja ver en el acto de comer género «organizado» es juzgado bastante severamente; es ésta una grave falta de pudor y de tacto, además de una evidente estupidez. Igual de estúpido e impertinente sería preguntar «¿quién te lo ha dado?, ¿dónde lo has encontrado?, ¿qué has hecho?». Sólo los Números Altos, bobos, inútiles e indefensos, que nada saben de las reglas del Lager, hacen esta clase de preguntas; a estas preguntas, no se responde, o se responde Verschwinde, Mensch!, Hau’ab, Uciekaj, Schiess’ in den Wind, Va chier; con uno, en fin, de los muchísimos equivalentes de «¡Quítate de en medio!» en que es rica la jerga del campo. La réputation de séducteur, d’ «organisé», suscite à la fois l’envie, le sarcasme, le mépris et l’admiration Celui qui se hisse surprendre en train de manger un supplément «organisé» Gourmet une erreur impardonnable on y voit un manque de pudeur et de tact, et surtout une preuve évidente de sottise. Mais il serait tout aussi stupide et [128] inconvenant de demander : «Qui est-ce qui t’a donné ça ? Où est-ce que tu l’as trouvé ? Comment as-tu fait ?» II n’y a que les Gros Numéros qui posent des questions pareilles, pauvres niais sans défense qui ne connaissent rien aux lois du camp. Dans Ces cas-là, on ignore la question, ou bien on y répond par une expression teile que «Verschwmde, Mensch’», «Hau’ ab», «Uciekaj», «Schiess’ m den Wind», «Va chier», «Levati di torno» ; bref, par un des nombreux équivalents de «Fous-moi le camp» dont le jargon du Lager abonde. C’è anche chi si specializza in complesse e pazienti campagne di spionaggio, per individuare qual è il civile [199] o il gruppo di civili a cui il tale fa capo, e cerca poi in vari modi di soppiantarlo. Ne nascono interminabili controversie di priorità, rese più amare per il perdente dal fatto che un civile già «sgrossato» è quasi sempre più redditizio, e soprattutto più sicuro, di un civile al suo primo contatto con noi. È un civile che vale molto di più, per evidenti ragioni sentimentali e tecniche: conosce già i fondamenti dell’«organizzazione», le sue regole e i suoi pericoli, e inoltre ha dimostrato di essere in grado di superare la barriera di casta. Hay también quien se especializa en complicadas y pacientes campañas de espionaje para identificar al civil o al grupo de civiles con los que el tal se entiende, y trata luego de varios modos de suplantarle. Nacen de ello interminables controversias de prioridad, más amargas para el perdedor por el hecho de que un civil ya «trabajado» es casi siempre más rentable, y sobre todo más seguro, que un civil en su primer contacto con nosotros. Es un civil que vale mucho más por evidentes razones sentimentales y técnicas: conoce ya los fundamentos de la «organización», sus reglas y sus peligros, y además ha demostrado estar en condiciones de superar la barrera de casta. Il y a aussi ceux qui se spécialisent dans des opérations d’espionnage patientes et compliquées, pour identifier le ou les civils qui chaperonnent tel ou tel détenu, et chercher par tous les moyens à le supplanter. D’où d’interminables disputes de priorité, d’autant plus amères pour le perdant qu’un civil déjà «dégrossi» est presque toujours plus rentable et surtout plus sûr que celui qui en est à ses Premiers contacts avec nous. Il vaut beaucoup plus, pour d’évidentes raisons sentimentales et techniques . il connaît déjà les bases de l’ «Organisation», ses règles et ses risques, et de plus, il a donné la preuve qu’il était capable de franchir la barrière des Gastes. 13:30 97 notes 16 Ci conoscono. Si noti la successione, il crescendo di emozioni: «Ci odono... ci vedono... ci conoscono». 17 neutro singolare. Vedi sopra, quanto si diceva del ruolo propositivo della grammatica e della simbiosi fra leggi della morale e leggi della sintassi; la «proposizione consecutiva» in cap. «Il canto di Ulisse», nota 17. 18 I personaggi di queste pagine non sono uomini. [In questo passo è racchiuso il senso intimo del libro e del suo titolo: il Lager è un mondo di negazione, annulla l’umanità, cioè la dignità umana, sia nelle vittime, sia negli oppressori]. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Infatti, noi per I civili siamo gli intoccabili. I civili, più o meno esplicitamente, e con tutte le sfumature che stanno fra il disprezzo e la commiserazione, pensano che, per essere stati condannati a questa nostra vita, per essere ridotti a questa nostra condizione, noi dobbiamo esserci macchiati di una qualche misteriosa gravissima colpa. Ci odono parlare in molte lingue diverse, che essi non comprendono, e che suonano loro grottesche come voci animali; ci vedono ignobilmente asserviti, senza capelli, senza onore e senza nome, ogni giorno percossi, ogni giorno più abietti, e mai leggono nei nostri occhi una luce di ribellione, o di pace, o di fede. Ci conoscono (16) ladri e malfidi, fangosi cenciosi e affamati, e, confondendo l’effetto con la causa, ci giudicano degni della nostra abiezione. Chi potrebbe distinguere i nostri visi? per loro noi siamo « Kazett», neutro singolare (17). En realidad, para los civiles somos los intocables. Los civiles, más o menos explícitamente y con todos los matices que hay entre el desprecio y la conmiseración, piensan que por haber sido condenados a esta vida nuestra, por estar reducidos a esta condición nuestra, debemos estar manchados por alguna misteriosa y gravísima culpa. Nos oyen hablar en muchas lenguas diferentes que no comprenden y que suenan a sus oídos grotescas como voces de animales; nos ven innoblemente sometidos, sin pelo, sin honor y sin nombre, golpeados a diario, más abyectos cada día, y nunca descubren en nuestros ojos una chispa de rebeldía, de paz ni de fe. Nos saben ladrones e indignos de confianza, enfangados, andrajosos y hambrientos y, confundiendo el efecto con la causa, nos juzgan dignos de nuestra abyección. ¿Quién podría distinguir nuestras caras? Para ellos somos Kazett, neutro singular. Car pour les civils, nous sommes des panas. Plus ou moins explicitement, et avec toutes les nuances qui vont du mépris à la commisération, les civils se disent que pour avoir été condamnés à une teile vie, pour en être réduits à de telles conditions, il faut que nous soyons souillés de quelque faute mystérieuse et irréparable. Ils nous entendent parier dans toutes sortes de langues qu’ils ne comprennent pas et qui leur semblent aussi grotesques que des cris d’animaux Ils nous voient ignoblement asservis, sans cheveux, sans honneur et sans nom, chaque jour battus, chaque jour plus abjects, et jamais ils ne voient dans nos yeux le moindre signe de rébellion, ou de paix, ou de foi. Ils nous connaissent chapardeurs et sournois, boueux, loqueteux et faméliques, et, prenant l’effet pour la cause, nous jugent dignes de notre abjection Qui pourrait distinguer nos visages les uns des autres? Pour eux, nous sommes «Kazett», neutre singulier. Naturalmente questo non impedisce a molti di loro di gettarci qualche volta un pezzo di pane o una patata, o di affidarci, dopo la distribuzione della « Zivilsuppe» in cantiere, le loro gamelle da raschiare e restituire lavate. [200] Naturalmente, esto no impide a muchos de ellos echarnos a veces un mendrugo de pan o una patata, o confiarnos, después de la distribución de la Zivilsuppe en la cantera, sus escudillas para que las raspemos y se las devolvamos lavadas. Bien entendu, cela n’empêche pas que beaucoup d’entre eux nous jettent de temps à autre un morceau de pain ou une pomme de terre, ou qu’ils nous confient leur gamelle à [129] racler et à lauer après la distribution de la «Zivilsuppe» au chantier. Essi vi si inducono per togliersi di torno qualche importuno sguardo famelico, o per un momentaneo impulso di umanità, o per la semplice curiosità di vederci accorrere da ogni parte a contenderci il boccone l’un l’altro, bestialmente e senza ritegno, finché il più forte lo ingozza, e allora tutti gli altri se ne vanno scornati e zoppicanti. Les induce a ello el haber captado de paso alguna importuna mirada famélica, o bien un impulso momentáneo de humanidad, o la simple curiosidad de vernos acudir de todas partes para disputarnos el bocado los unos a los otros, bestialmente y sin recato, hasta que el más fuerte se lo zampa, y, entonces, todos los demás se ven afrentados y renqueantes. Mais s’ils le font, c’est surtout pour se débarrasser d’un regard famélique un peu trop insistant, ou dans un accès momentané de pitié, ou tout bonnement pour le plaisir de nous voir accourir de tous côtés et nous disputer férocement le morceau, jusqu’à ce que le plus fort l’avale, et que tous les autres s’en repartent, dépités et claudicants. Ora, tra me e Lorenzo non avvenne nulla di tutto questo. Per quanto di senso può avere il voler precisare le cause per cui proprio la mia vita, fra migliaia di altre equivalenti, ha potuto reggere alla prova, io credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi; e n o n t a n t o p e r i l s u o a i u t o m a t e r i a l e, quanto per avermi costantemente rammentato, con la sua presenza, con il suo modo così piano e facile di essere buono, che ancora esisteva un mondo giusto al di fuori del nostro, qualcosa e qualcuno di ancora puro e intero, di non corrotto e non selvaggio, estraneo all’odio e alla paura; qualcosa di assai mal definibile, una remota possibilità di bene, per cui tuttavia metteva conto di conservarsi. Ahora bien, entre Lorenzo y yo no sucede nunca nada de esto. Por el sentido que pueda tener tratar de explicar las causas por las que mi vida, entre millares de otras equivalentes, ha podido resistir la prueba, diré que creo que es a Lorenzo a quien debo el estar hoy vivo; y no tanto por su ayuda material como por haberme recordado constantemente con su presencia, con su manera tan llana y fácil de ser bueno, que todavía había un mundo justo fuera del nuestro, algo y alguien todavía puro y entero, no corrompido ni salvaje, ajeno al odio y al miedo; algo difícilmente definible, una remota posibilidad de bondad, debido a la cual merecía la pena salvarse. Or, entre Lorenzo et moi, il ne se passa rien de tout cela. A supposer qu’il y ait un sens à vouloir expliquer pourquoi ce fut justement moi, parmi des milliers d’autres êtres équivalents, qui pus résister à l’épreuve, je crois que c’est justement à Lorenzo que je dois d’être encore vivant aujourd’hui, non pas tant pour son aide matérielle que pour m’avoir constamment rappelé, par sa présence, par sa façon si simple et fache d’être bon, qu’il existait encore, en dehors du nôtre, un monde juste, des choses et des êtres encore purs et intègres que ni la corruption ni la barbarie n’avaient contaminés, qui étaient demeurés étrangers à la haine et à la peur ; quelque Chose d’indéfinissable, comme une lointaine possibilité de bonté, pour laquelle il valait la peine de se conserver vivant. I personaggi di queste pagine non sono uomini (l8). La loro umanità è sepolta, o essi stessi l’hanno sepolta, sotto l’offesa subita o inflitta altrui. Le SS malvage e stolide, i Kapos, i politici, i criminali, i prominenti g r a n d i e p i c c o l i , f i n o a g li Häftlinge indifferenziati e schiavi, tutti i gradini della insana gerarchia voluta dai tedeschi, sono Los personajes de estas páginas no son hombres. Su humanidad está sepultada, o ellos mismos la han sepultado, bajo la ofensa súbita o infligida a los demás. Los SS malvados y estúpidos, los Kapos, los políticos, los criminales, los prominentes grandes y pequeños, hasta los Häftlinge indiferenciados y esclavos, todos los escalones de la demente jerarquía querida por los alemanes, están pa- Les personnages de ce récit ne sont pas des hommes. Leur humanité est morte, ou eux-mêmes Font ensevelie sous l’offense subie ou infligée à autrui. Les SS féroces et stupides, les Kapos, les politiques, les criminels, les prominents grands et petits, et jusqu’aux Häftlinge, masse asservie et indifférenciée, tous les échelons de la hiérarchie dénaturée instaurée par les Allemands sont 98 notes 19 di essere io stesso un uomo. Su questo episodio, dando maggiori connotati anagrafici a Lorenzo, che si chiamava Lorenzo Perrone ed era nato nella provincia di Cuneo, precisamente a Fossano, non lontano dai luoghi dove erano cresciuti gli antenati di Levi di cui si parla in SP (I, 741 ss.), Levi ritorna con un lungo racconto di L, Il ritorno di Lorenzo (II, 59-66). L’episodio della cartolina, che Lorenzo riuscì a far recapitare in Italia, è invece descritto in un altro racconto di L, Un discepolo (II, 24-27). Come per Cesare (e, tra i personaggi di segno negativo, come per Elias), questi versetti su Lorenzo generano un macro-commento a pié di pagina. OTTOBRE 1944 1 trattenere il sole. «Le indicazioni di stagione e di clima attraversano tutto il libro, come una serie di rintocchi funebri» (Segre, 69). S’aggiunga qui, nascosto fra le pieghe della narrazione, il ricordo biblico del condottiero Giosué che per portare a termine la sua battaglia «cerca di trattenere il sole» (Giosuè 10, 12-13). 2 e sono altre cose. Sul gergo in Lager esistono in SQU varie testimonianze. La lingua della segregazione e dell’emarginazione è un tema che Levi riprenderà in SP (Argon) parlando di quello strano jiddish subalpino parlato dai suoi antenati. Levi spiega in quell’occasione che la radice umiliata di ogni lingua di oppressi è facilmente riconoscibile (I, 746-747): mancano infatti i vocaboli «sole», «uomo», «giorno», tre termini che guarda caso sono oggetto di rimpianto in SQU; vi sono invece rappresentati i termini «notte», «nascondere», «quattrini», «sogno», «impiccare», parole-chiave nel Lager. Levi opera una connessione importante fra due categorie dell’oppressione: il Lager e il ghetto, per il quale non prova nessuna nostalgia. 3 Se i Lager fossero durati più lungo. La pervasiva presenza, in tutto SQU, di periodi ipotetici della possibilità è uno dei dati più rilevanti. Questo periodo è dell’irrealtà fino ad un certo punto, lascia comunque trasparire dal contesto la tragica eventualità che i Lager «possano» durare sempre. L’«aspro» (altro richiamo dantesco) linguaggio si è formato, e nulla può ormai cancellarlo; anzi, continua a riprodursi perché è l’autore stesso di questo libro che si fa carico di tramandarlo, in obbedienza al principio enunciato in epigrafe. 4 e in corpo debolezza. . . e. . . e. Uno dei più espressivi polisindeti di SQU. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard paradossalmente accomunati in una unitaria desolazione interna. radójicamente emparentados por una unitaria desolación interna. paradoxalement unis par une même désolation intérieure. Ma Lorenzo era un uomo; la sua umanità era pura e incontaminata, egli era al di fuori di questo mondo di [201] negazione. Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo (19). [202] Pero Lorenzo era un hombre; su humanidad era pura e incontaminada, se encontraba fuera de este mundo de negación. Gracias a Lorenzo no me olvidé yo mismo de que era un hombre. Mais Lorenzo était un homme : son humanité était pure et intacte, il n’appartenait pas à ce monde de négation. C’est à Lorenzo que je dois de n’avoir pas oublié que moi aussi j’étais un homme. [130] OTTOBRE 1944 Octubre de 1944 13. OCTOBRE 1944 Con tutte le nostre forze abbiamo lottato perché l’inverno non venisse. Ci siamo aggrappati a tutte le ore tiepide, a ogni tramonto abbiamo cercato di trattenere il sole in cielo ancora un poco, ma tutto è stato inutile. Ieri sera il sole (1) si è coricato irrevocabilmente in un intrico di nebbia sporca, di ciminiere e di fili, e stamattina è inverno. Con todas nuestras fuerzas hemos luchado para que no llegase el invierno. Nos hemos agarrado a todas las horas tibias, y a cada puesta de sol hemos procurado sujetar el sol en el cielo todavía un poco, pero todo ha sido inútil. Ayer por la tarde el sol se ha puesto irrevocablemente en un enredo de niebla sucia, de chimeneas y de cables, y esta mañana es invierno. NOUS avons lutté de toutes nos forces pour empêcher l’hiver de venir. Nous nous sommes agrippés à toutes les heures tièdes; à chaque crépuscule nous avons cherché à retenir encore un peu le soleil dans le ciel, mais tout a été inutile. Hier soir, le soleil s’est irrévocablement couché dans un enchevêtrement de brouillard sale, de Cheminées d’usines et de fils ; et ce matin, c’est l’hiver. Noi sappiamo che cosa vuol dire, perché eravamo qui l’inverno scorso, e gli altri lo impareranno presto. Vuol dire che, nel corso di questi mesi, dall’ottobre all’aprile, su dieci di noi, sette morranno. Chi non morrà, soffrirà minuto per minuto, per ogni giorno, per tutti i giorni: dal mattino avanti l’alba fino alla distribuzione della zuppa serale dovrà tenere costantemente i muscoli tesi, d a n z a r e d a u n p i e d e a l l ’ altro, sbattersi le braccia sotto le ascelle per resistere al freddo. Dovrà spendere pane per procurarsi guanti, e perdere ore di sonno per ripararli quando saranno scuciti. Poiché non si potrà più mangiare all’aperto, dovremo consumare i nostri pasti nella baracca, in piedi, disponendo ciascuno di un palmo di pavimento, e appoggiarsi sulle cuccette è proibito. A tutti si apriranno ferite sulle mani, e per ottenere un bendaggio bisognerà attendere ogni sera per ore in piedi nella neve e nel vento. Sabemos lo que quiere decir, porque estábamos aquí el invierno pasado, y los demás lo aprenderán pronto. Quiere decir que, en el curso de estos meses, de octubre a abril, de cada diez de nosotros, morirán siete. Quien no se muera sufrirá minuto por minuto, día por día, durante todos los días: desde la mañana antes del alba hasta la distribución del potaje vespertino, deberá tener constantemente los músculos tensos, dar saltos primero sobre un pie y luego sobre el otro, darse palmadas bajo los sobacos para resistir el frío. Deberá gastar pan para procurarse guantes, y perder horas de sueño para repararlos cuando estén descosidos. Como no se podrá comer nunca al aire libre, tendremos que consumir nuestro pienso en la barraca, de pie, disponiendo cada uno de un palmo de pavimento, y apoyarse en las literas está prohibido. A todos se nos abrirán heridas en las manos y para conseguir una venda habrá que esperar toda la tarde durante horas y de pie en la nieve y al viento. Nous savons ce que ça veut dire, parce que nous étions là l’hiver dernier, et les autres comprendront vite. Ça veut dire que dans les mois qui viennent, sept sur dix d’entre nous mourront. Ceux qui ne mourront pas souffriront à chaque minute de chaque jour, et pendant toute la journée : depuis le matin avant Taube jusqu’à la distribution de la soupe du soir, ils devront tenir les muscles raidis en permanence, danser d’un pied sur l’autre, enfouir leurs mains sous leurs aisselles pour résister au froid. Ils devront dépenser une partie de leur pain pour se procurer des gants, et perdre des heures de sommeil pour les réparer quand ils seront décousus. Comme on ne pourra plus manger en plein air, il nous faudra prendre nos repas dans la baraque, debout, sans pouvoir nous appuyer aux couchettes puisque c’est interdit, dans un espace respectif de quelques centimètres carrés de plancher. Les blessures de nos mains se rouvriront, et pour obtenir un pansement il faudra chaque soir faire la queue pendant des heures, debout dans la neige et le vent. Come questa nostra fame non è la sensazione di chi ha saltato un pasto, così il nostro modo di aver freddo esi [203] gerebbe un nome particolare. Noi diciamo «fame», diciamo «stanchezza», «paura», e «dolore», diciamo «inverno», e sono altre cose (2). Sono parole libere, create e usate da uomini liberi che vivevano, godendo e soffrendo, nelle loro case. Se i Lager fossero durati più a lungo (3), un nuovo aspro linguaggio sarebbe nato; e di questo si sente il bisogno per spiegare cosa è faticare l’intera giornata nel vento, sotto zero, con solo indosso camicia, mutande, giacca e brache di tela, e in corpo debolezza e (4) fame e consapevolezza della fine che viene. Del mismo modo que nuestra hambre no es la sensación de quien ha perdido una comida, así nuestro modo de tener frío exigiría un nombre particular. Decimos «hambre», decimos «cansancio», «miedo» y «dolor», decimos «invierno», y son otras cosas. Son palabras libres, creadas y empleadas por hombres libres que vivían, gozando y sufriendo, en sus casas. Si el Lager hubiese durado más, un nuevo lenguaje áspero habría nacido; y se siente necesidad de él para explicar lo que es trabajar todo el día al viento, bajo cero, no llevando encima más que la camisa, los calzoncillos, la chaqueta y unos calzones de tela, y, en el cuerpo, d e b i l i d a d y h a m b r e y conciencia del fin que se acerca. De même que ce que nous appelons faim ne correspond en rien à la Sensation qu’on peut avoir quand on a sauté un [131] repas, de même notre façon d’avoir froid mériterait un nom particulier. Nous disons «faim», nous disons «fatigue», «peur» et «douleur», nous disons «hiver», et en disant cela nous disons autre Chose, des choses que ne peuvent exprimer les mots libres, créés par et pour des hommes libres qui vivent dans leurs maisons et connaissent la joie et la peine. Si les Lager avaient duré plus longtemps, ils auraient donné le jour à un langage dune âpreté nouvelle ; celui qui nous manque pour expliquer ce que c’est que peiner tout le jour dans le vent, à une température au-dessous de zéro, avec, pour tous vêtements, une chemise, des caleçons, une veste et un pantalon de toile, et dans le Corps la faiblesse et la faim, et la conscience que la fin est proche. 99 notes 5 se fossimo logici... Un’altra coppia di periodi ipotetici, di supposizioni, che si chiudono però sulla «pazza speranza inconfessabile». 5:10 Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard In quel modo con cui si vede finire una speranza, così stamattina è stato inverno. Ce ne siamo accorti quando siamo usciti dalla baracca per andarci a lavare: non c’erano stelle, l’aria buia e fredda aveva odore di neve. In piazza dell’Appello, nella prima luce, alla adunata per il [204] lavoro, nessuno ha parlato. Quando abbiamo visto i primi fiocchi di neve, abbiamo pensato che, se l’anno scorso a quest’epoca ci avessero detto che avremmo visto ancora un inverno in Lager, saremmo andati a toccare il reticolato elettrico; e che anche adesso ci andremmo, se fossimo logici (5), se non fosse di questo i n s e n s a t o p a z z o r e s i d u o di speranza inconfessabile. Del mismo modo en que se ve desvanecerse una esperanza, así ha llegado el invierno esta mañana. Nos hemos dado cuenta cuando hemos salido del barracón para ir a lavarnos: no había estrellas, el aire oscuro y frío olía a nieve. En la plaza de la Lista, bajo la primera luz, al reunirnos para el trabajo, nadie ha hablado. Cuando hemos visto los primeros copos de nieve, hemos pensado que si el año pasado en esta época nos hubiesen dicho que íbamos a ver otro invierno en el Lager, nos habríamos dirigido a tocar el tendido eléctrico; y también lo haríamos ahora si fuésemos lógicos, si no fuera por este insensato y loco residuo de i n c o n f e s a b l e e s p e r a n za. Comme on voit s’évanouir un espoir, ce matin nous avons constaté que l’hiver était là. Chacun s’en est aperçu en sortant de la baraque pour aller se lauer : il n’y avait pas d’étoiles, l’air sombre et froid sentait la neige. Pendant le rassemblement place de l’Appel pour le départ au travail, dans les premières lueurs de l’aube, personne n’a parlé. Quand nous avons vu tomber les Premiers flocons, nous nous sommes dit que si l’année dernière à pareille époque on nous avait dit que nous devions voir un autre hiver au Lager, nous serions allés toucher les barbelés électrifiés; que nous devrions y aller maintenant même, si nous étions logiques, s’il n’y avait pas encore en nous, tout au fond, cet espoir fou, irraisonné, que nous n’osons nous avouer. Perché «inverno» vuol dire altro ancora. Porque «invierno» quiere decir todavía una cosa más. Car l’hiver ici n’est pas que l ’ h i v e r. La primavera scorsa, i tedeschi hanno costruito due enormi tende in uno spiazzo del nostro Lager. Ciascuna per tutta la buona stagione ha ospitato più di mille uomini; ora le tende sono state smontate, e duemila ospiti in soprannumero affollano le nostre baracche. Noi vecchi prigionieri sappiamo che queste irregolarità non piacciono ai tedeschi, e che presto qualcosa succederà perché il nostro numero venga ridotto. La primavera pasada los alemanes han construido dos enormes tiendas en una explanada de nuestro Lager. Cada una, durante el buen tiempo, ha hospedado a más de mil hombres; ahora, las tiendas han sido desmontadas y un exceso de dos mil hombres se hacinan en nuestras barracas. Nosotros, los veteranos prisioneros, sabemos que estas irregularidades no les gustan a los alemanes y que pronto sucederá algo que haga disminuir nuestro número. Au printemps dernier, les Allemands ont dressé sur un des terrains vagues du Lager deux immenses tentes, dont chacune a accueilli Pendant toute la saison un millier de prisonniers ; à présent, elles sont démontées, et deux mille hommes se pressent en surnombre dans les baraques. Nous, les anciens, nous savons que ce genre d’irrégularité ne plaît guère aux Allemands et que tôt ou tard ils trouveront un moyen de réduire notre nombre. Le selezioni si sentono arrivare. «Selekcja»: la ibrida parola latina e polacca si sente una volta, due volte, molte volte, intercalata in discorsi stranieri; dapprima non la si individua, poi si impone all’attenzione, infine ci perseguita. La selección se siente llegar. Selekcja: la híbrida palabra latina y polaca se oye una vez, dos veces, muchas veces, intercalada en conversaciones extranjeras; al principio no se la individualiza, después se impone a la atención, finalmente nos persigue. On sent l’approche des sélections. «Selekcja» : le mot hybride, milatin mi-polonais, revient de temps en temps, puis de plus en plus souvent, dans les conversations en différentes langues. Au début, on n’y fait pas attention, puis il s’impose à nous, enfin il nous obsède. [132] Stamattina i polacchi dicono «Selekcja». I polacchi sono i primi a sapere le notizie, e cercano in genere di non lasciarle diffondere, perché sapere qualcosa mentre gli altri non la-sanno ancora può sempre essere vantaggioso. Quando tutti sapranno che la selezione è imminente, il pochissimo che qualcuno potrebbe tentare per defilarsi (corrompere con pane o con tabacco qualche medico o qualche prominente; passare dalla baracca in Ka-Be o viceversa, al momen to esatto, in modo da incrociare la commissione) sarà già monopolio loro. [205] Esta mañana, los polacos dicen Selekcja. Los primeros son los que primero saben las noticias, y generalmente procuran que no se difundan, por que saber algo mientras los demás no lo saben todavía puede resultar ventajoso. Cuando todos sepan que la selección es inminente, lo poquísimo que cada uno podría intentar para escurrirse (corromper con pan o con tabaco a algún médico o a algún prominente; pasar de la barraca al Ka-Be o viceversa en el momento exacto, de manera que se cruce uno con la comisión) será su monopolio. Ce matin, les Polonais disent : «Selekcja». Les Polonais, qui sont toujours les Premiers à connaître les nouvelles, s’arrangent en général pour n’en rien laisser transpirer, en vertu du principe que savoir quelque Chose quand personne ne sait rien peut toujours être utile. Quand tout le monde saura que la sélection est imminente, le peu qu’on pourrait tenter de faire pour y échapper (corrompre un médecin ou un prominent avec du pain ou du tabac, saisir le moment opportun pour passer de la baraque au K.B., ou vice versa, de manière à croiser la commission) aura déjà été exploité à leur bénéfice exclusif. Nei giorni che seguono, l’atmosfera del Lager e del cantiere è satura di «Selekcja»: nessuno sa nulla di preciso e tutti ne parlano, perfino gli operai liberi, polacchi, italiani, francesi, che di nascosto vediamo sul lavoro. Non si può dire che ne risulti un’ondata di abbattimento. Il nostro morale collettivo è troppo inarticolato e piatto per essere instabile. La lotta contro la fame, il freddo e il lavoro lascia poco margine per il pensiero, anche se si tratta di questo pensiero. Ciascuno reagisce a suo modo, ma quasi nessuno con quegli atteggiamenti che sembrerebbero più plausibili perché sono realistici, e cioè En los días siguientes, la atmósfera del Lager y de la cantera está saturada de Selekcja: nadie sabe nada preciso y todos hablan de ello, hasta los obreros libres, polacos, italianos, franceses, que vemos a escondidas durante las horas de trabajo. No se puede decir que se produzca una ola de abatimiento. Nuestra moral colectiva está demasiado desarticulada y aplastada para que sea inestable. La lucha contra el hambre, el frío y el trabajo deja poco margen al pensamiento, aun tratándose de este pensamiento. Cada cual reacciona a su manera, pero casi ninguno con las actitudes que parecerían más plausibles por ser realis- Les jours suivants, l’atmosphère du Lager et du chantier est saturée de «Selekcja» : personne ne sait rien de précis, mais tout le monde en parle, même les ouvriers libres, polonais, Italiens et français que nous rencontrons en cachette sur notre lieu de travail. On ne peut pas dire qu’il en résulte un abattement général. Notre uroral collectif est trop égal et borné pour être instable. La lutte contre la faim, le froid et le travail laissent peu de place à la pensée, m ê m e s ’ i l s ’ a g i t d e cette pensée. Chacun réagit à sa façon, mais presque personne par les attitudes qui sembleraient les plus plausibles parce 100 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard con la rassegnazione o con la disperazione. tas, es decir con la resignación o con la desesperación. que les plus réalistes : la résignation ou le désespoir. Chi può provvedere provvede; ma sono i meno, perché sottrarsi alla selezione è molto difficile, i tedeschi fanno queste cose con grande serietà e diligenza. Quien puede tomar providencias, las toma; pero son los menos, porque sustraerse a la selección es muy difícil, los alemanes hacen estas cosas con gran seriedad y diligencia. Ceux qui peuvent faire quelque Chose le font ; mais c’est une minorité, Car il est très difficile d’échapper à la sélection, les Allemands faisant preuve en ce domaine d’un sérieux et dune diligence exemplaires. Chi non può provvedere materialmente cerca difesa altrimenti. Ai gabinetti, al lavatoio, noi ci mostriamo l’un l’altro il torace, le natiche, le cosce, e i compagni ci rassicurano: - Puoi essere tranquillo, non sarà certo la tua volta,... du bist kein Muselmann... io piuttosto invece... - e a loro volta si calano le brache e sollevano la camicia. Quien no puede prevenirse materialmente trata de defenderse de otro modo. En los retretes, en el lavadero, nos enseñamos el uno al otro el pecho, las nalgas, los muslos, y los compañeros se tranquilizan: «Puedes estar tranquilo, seguro que esta vez no te toca... du bist kein Muselmann... más bien yo», y al mismo tiempo se bajan los pantalones y se levantan la camisa. Ceux qui n’ont matériellement aucune Chance de s’en tirer se consolent comme ils peuvent. Aux latrines, aux lavabos, c’est à qui exhibera son thorax, ses fesses, ses cuisses, pour obtenir de son voisin quelques paroles de réconfort : «Tu peux être tranquille, ce ne Sera pas encore pour cette fois... du bist kein Muselman... tandis que moi par contre...» et l’autre, à son tour, de baisser son pantalon et de soulever sa chemise. Nessuno nega altrui questa elemosina: nessuno è così sicuro della propria sorte da avere animo di condannare altri. Anch’io ho sfacciatamente mentito al vecchio Wertheimer; gli ho detto che, se lo interrogheranno, risponda di avere quarantacinque anni, e che non trascuri di farsi radere la sera prima, anche a costo di rimetterci un quarto di pane; che, a parte ciò, non deve nutrire timori, e che d’altronde non è per nulla certo che si tratti di una selezione per il gas: non ha sentito dal Blockältester che i prescelti andranno a jaworszno al campo di convalescenza? Ninguno niega a otro esta limosna: ninguno está tan seguro de su suerte como para tener el valor de condenar a otro. Yo mismo he mentido descaradamente al viejo Wertheimer; le he dicho que, si lo interrogan, responda que tiene cuarenta y cinco años y que no se olvide de afeitarse la tarde antes, aun a costa de quitarse de la boca un cuarto de pan; que, aparte de esto, no debe alimentar temores, y que además no es nada cierto que se trate de una selección para el gas: ¿no le ha oído decir al Blockältester que los seleccionados irán al campo de convalecencia de Jaworszno? Personne ne refuse cette aumône à son voisin. Personne n’est suffisamment sûr de son propre sort pour avoir le Courage d’en condamner un autre. Moi aussi, j’ai menti effrontément au vieux Wertheimer ; je lui ai dit que, si on l’interroge, il n’a qu’à dire qu’il a quarante-cinq ans, et que surtout il n’oublie pas de se faire faire la Barbe la veille au [133] soir, quitte à y laisser un quart de ration de pain ; qu’à Part ça il n’a pas à s’en faire, et que d’ailleurs ce n’est pas sûr du tout qu’il s’agisse dune sélection pour la chambre à gaz ; est-ce qu’il n’a pas entendu dire lui-même par le Blockàltester que ceux qui seraient choisis iraient au camp de convalescence de Jaworzno ? E assurdo che Wertheimer speri: dimostra sessant’anni, ha enormi varici, non sente quasi neppur più la fame. Eppure se ne va in cuccetta sereno e tranquillo, e, a chi [206] gli fa domande, risponde con le mie parole; sono la parola d’ordine del campo in questi giorni: io stesso le ho ripetute come, a meno di particolari, me le sono sentite recitare da Chajim, che è in Lager da tre anni, e siccome è forte e robusto, è mirabilmente sicuro di sé; e io l’ho creduto. Es absurdo que Wertheimer tenga esperanzas: aparenta sesenta años, tiene gruesas varices, casi no siente el hambre. Y, sin embargo, se va a la litera sereno y tranquilo y, a quien le hace preguntas, le responde con mis palabras; son las palabras de orden del campo durante estos días: yo mismo las he repetido como, con menos detalles, me las he sentido recitar por Jaim, que está en el Lager desde hace tres años y, como es fuerte y robusto, está admirablemente seguro de sí; y le he creído. Il est absurde que Wertheimer espère : on lui donnerait soixante ans, il a d’énormes varices, et il est tellement affaibli que c’est à peine s’il souffre encore de la faim. Et pourtant il va se coucher tranquille, rassuré, et quand on lui pose des questions, il répond par mes propres paroles, qui sont d’ailleurs le mot d’ordre du camp Ces jours-ci : je les ai moi-même répétées, à quelques détails près, telles que je me les étais entendu dire par Chajim, qui est au Lager depuis trois ans, et qui, étant fort et robuste, est merveilleusement sûr de lui et m’a convaincu sur-le-champ. Su questa esigua base anch’io ho attraversato la grande selezione dell’ottobre 1944 con inconcepibile tranquillità. Ero tranquillo perché ero riuscito a mentirmi quanto era bastato. Il fatto che io non sia stato scelto è dipeso soprattutto dal caso e non dimostra che la mia fiducia fosse ben fondata. Sobre esta exigua base también yo he atravesado la gran selección de octubre de 1944 con inconcebible tranquilidad. Estaba tranquilo porque había logrado mentirme cuanto era necesario. El hecho de que yo no haya sido elegido ha dependido sobre todo del azar y no demuestra que mi confianza estuviese bien fundada. C’est sur la foi d’assurances aussi précaires que j’ai moi aussi traversé la grande sélection de 1944 avec une incroyable tranquillité. f étais tranquille parce que j’avais réussi à me mentir juste autant qu’il fallait. Le fait que je n’aie pas été choisi timt surtout au hasard et ne prouve pas que ma confiance ait été justifiée. Anche Monsieur Pinkert è, a priori, un condannato: basta vedere i suoi occhi. Mi chiama con un cenno, e con aria confidenziale mi racconta che ha saputo, da qual fonte non mi può dire, che effettivamente questa volta c’è del nuovo: la Santa Sede, per mezzo della Croce Rossa Internazionale......infine, garantisce lui personalmente che, sia per sé che per me, nel modo più assoluto, è escluso ogni pericolo: da civile lui era, come è noto, addetto all’ambasciata belga di Varsavia. También Monsieur Pinkert es, a priori, un condenado: basta con mirarle a los ojos. Me llama con una seña, y me cuenta con aire confidencial que ha sabido, de qué fuente no puede decírmelo, que, efectivamente, esta vez hay una novedad: la Santa Sede, por medio de la Cruz Roja Internacional... en fin, me asegura personalmente que, tanto para él como para mí, de la manera más absoluta, está excluido todo peligro: cuando civil, era, como es sabido, agregado a la embajada belga en Varsovia. M. Pinkert est lui aussi, a priori, un condamné : il suffit de voir ses yeux. Le voilà qui me fait signe de m’approcher et me raconte d’un air confidentiel qu’il a su, de source secrète, qu’effectivement cette fois-ci, il y a du nouveau : le Saint-Siège, par le Mais de la Croix-Rouge internationale... bref, il peut me garantir personnellement et de la manière la plus absolue qu’aussi bien pour lui que pour moi tout danger est exclu : personne n’ignore que dans le civil il était attaché à l’ambassade de Belgique à Varsovie. In vari modi dunque, anche questi giorni di vigilia, che De varios modos pues, también estos días de vigilia, que cuando se habla Ainsi donc, à bien des égards, même Ces jours d’attente, qui, à 101 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard raccontati sembra dovessero essere tormentosi al di là di ogni limite umano, passano non molto diversamente dagli altri giorni. de ellos, parece que deberían haber sido tormentosos más allá de todo límite humano, pasan de una manera no muy diferente que los demás. l e s r a c o n t e r, s e m b l e r a i e n t a v o i r été un supplice insoutenable, s’écoulèrent à peu près comme les autres jours . La disciplina del Lager e della Buna non sono in alcun modo allentate, il lavoro, il freddo e la fame sono sufficienti a impegnare senza residui le nostre attenzioni. La disciplina del Lager y de la Buna no se relaja en modo alguno; el trabajo, el frío y el hambre son suficientes para acaparar toda nuestra atención. Au Lager comme à la Buna, la discipline ne s’est nullement relâchée ; le travail, la faim et le froid suffisent à absorber toute notre attention. Oggi è domenica lavorativa, Arbeitssonntag: si lavora fino alle tredici, poi si ritorna in campo per la doccia, la rasatura e il controllo generale della scabbia e dei pidocchi, e in cantiere, misteriosamente, tutti abbiamo saputo che la selezione sarà oggi. Hoy es domingo de trabajo, Arbeitssonntag: se trabaja hasta las trece, después se vuelve al campo para la ducha, el afeitado y el control general de la sarna y de los piojos y, en el tajo, misteriosamente, todos hemos sabido que la selección será hoy. Aujourd’hui, c’est un dimanche ouvrable, Arbeitssonntag : on travaille jusqu’à treize heures, puis on rentre au camp pour la douche, le rasage, le contrôle des poux et de [134] la gale. Et voilà qu’au chantier, mystérieusement, tout le monde a su que la sélection, c’était pour aujourd’hui. La notizia è giunta, come sempre, circondata da un alone di particolari contraddittori e sospetti: stamattina stessa c’è stata selezione in infermeria; la percentuale è [207] stata del sette per cento del totale, del trenta, del cinquanta per cento dei malati. A Birkenau il camino del Crematorio fuma da dieci giorni. Deve essere fatto posto per un enorme trasporto in arrivo dal ghetto di Posen. I giovani dicono ai giovani che saranno scelti tutti i vecchi. I sani dicono ai sani che saranno scelti solo i malati. Saranno esclusi gli specialisti. Saranno esclusi gli ebrei tedeschi. Saranno esclusi i Piccoli Numeri. Sarai scelto tu. Sarò escluso io. La noticia ha llegado, como siempre, rodeada de un halo de detalles contradictorios y recelos: esta misma mañana ha habido una selección en la enfermería; el porcentaje ha sido del siete, del treinta, del cincuenta por ciento del total de los enfermos. En Birkenau, la chimenea del Crematorio humea desde hace diez días. Hay que hacerle sitio a una enorme expedición que va a llegar del gueto de Posen. Los jóvenes dicen a los jóvenes que serán elegidos todos los viejos. Los sanos dicen a los sanos que sólo serán elegidos los enfermos. Serán excluidos los especialistas. Serán excluidos los judíos alemanes. Serán excluidos los Números Bajos. Serás elegido tú. Seré excluido yo. Comme toujours, la nouvelle nous est arrivée nimbée de détails contradictoires et suspects : ce matin même, il y a eu sélection à l’infirmerie, avec un pourcentage de sept pour cent du total des hommes, et de trente ou cinquante pour cent de celui des malades. A Birkenau, la Cheminée du four crématoire fume depuis dix jours. Il faut faire de la place pour un énorme convoi en provenance du ghetto de Posen. Les jeunes disent aux jeunes qu’ils choisiront les vieux. Les bien-portants disent aux bien-portants qu’ils ne prendront que les malades. Ils ne prendront pas les spécialistes. Ils ne prendront pas les juifs allemands. Ils ne prendront pas les petits numéros. Ils te prendront toi, pas moi. Regolarmente, a partire dalle tredici in punto, il cantiere si svuota e la schiera grigia (6) interminabile sfila per due ore davanti alle due stazioni di controllo, dove come ogni giorno veniamo contati e ricontati, e davanti all’orchestra che, per due ore senza interruzione, suona come ogni giorno le marce sulle quali dobbiamo, all’entrata e all’uscita, sincronizzare i nostri passi. Con toda normalidad, a partir de las trece en punto, el taller se vacía y la formación gris e interminable desfila durante dos horas hacia los dos puestos de control, donde como todos los días somos contados y recontados, ante la orquesta que, durante horas sin interrupción, toca como todos los días las marchas con las que, a la entrada y a la salida, debemos sincronizar nuestros pasos. Régulièrement, à partir de treue heures précises, le camp se vide et l’interminable troupeau gris défile pendant deux heures devant les deux postes de contrôle où, comme chaque jour, on nous compte et nous recompte, et devant l’orchestre qui, pendant deux heures d’affilée, joue comme chaque jour les marches sur lesquelles, à l’entrée et à la sortie, nous devons régler notre pas. Sembra che tutto vada come ogni giorno, il camino delle cucine fuma come di consueto, già si comincia la distribuzione della zuppa. Ma poi si è udita la campana, e allora si è capito che ci siamo. Parece que todo marcha como todos los días, la chimenea de la cocina humea como de costumbre, ya ha empezado la distribución del potaje. Pero luego se ha oído la campana, y ahora hemos comprendido que va en serio. Tout a l’air d’aller comme d’habitude ; la Cheminée des cuisines fume comme à l’ordinaire, et déjà on commence à distribuer la soupe. Mais soudain la cloche a sonné, et nous avons compris que cette fois ça y était. Perché questa campana suona sempre all’alba, e allora è la sveglia, ma quando suona a metà giornata vuol dire «Blocksperre», clausura in baracca, e questo avviene quando c’è selezione, perché nessuno vi si sottragga, e quando i selezionati partono per il gas, perché nessuno li veda partire. (7) [208] Porque esta campana suena siempre al alba, y entonces es la diana, pero cuando suena a media jornada quiere decir Blocksperre, encierro en la barraca, y esto sucede cuando hay selección, para que nadie se sustraiga a ella y, cuando los seleccionados salgan hacia el gas, para que nadie los vea partir. Car, d’habitude, cette cloche sonne à Taube pour annoncer le réveil ; mais quand elle sonne au milieu de la journée, c’est qu’il y a Blocksperre : ordre de rester enfermés dans les baraques ; et cela se produit quand il y a sélection pour que personne ne puisse y échapper, et quand les sélectionnés partent à la chambre à gaz pour que personne ne les voie partir. Il nostro Blockältester conosce il suo mestiere. Si è accertato che tutti siano rientrati, ha fatto chiudere la porta a chiave, ha distribuito a ciascuno la scheda che porta la matricola, il nome, la professione, l’età e la nazionalità, e ha dato ordine che ognuno si spogli completamente, Nuestro Blockältester conoce su oficio. Se ha cerciorado de que todos hemos entrado, ha hecho cerrar la puerta con llave, ha dado a cada uno la ficha en que constan la matrícula, el nombre, la profesión, la edad y la nacionalidad, y ha dado orden de que todos se desnuden completamente Notre Blockàltester connaît son métier. Il s’est assuré que nous étions tous rentrés, a fait fermer la porte à clef, a distribué à chacun la fiche où sont inscrits numéro matricule, nom, profession, âge et nationalité, puis il a donné l’ordre de se déshabiller complètement, et de ne garder que ses 10:20 6 la schiera grigia. «Schiera» naturalmente è termine dantesco: «Anche di qua nuova schiera di aduna» (Inf 111, 120). 7 perché nessuno li veda partire. Si confronti questo capitolo e la parte del Rapporto per «Minerva Medica» dedicato alla selezione dell’ottobre 1944, che è di fondamentale importanza per la comprensione della poetica di Levi di fronte all’indicibile: «Nell’ottobre 1944 la selezione, anziché restare limitata ai soli padiglioni dell’ospedale, venne estesa a tutti i “blocchi”; ma fu l’ultima, ché, dopo quell’epoca, tale ricerca venne sospesa e le camere a gas di Birkenau furono smantellate. Tuttavia in quella tragica giornata erano state scelte 850 vittime, di cui 8 Ebrei di cittadinanza italiana» (I, 1358). Come si è potuto constatare in SQU, Levi si ferma «sulla soglia della casa dei morti» e non fornisce una descrizione delle camere a gas. Si ha chiara l’impressione che le due pagine del Rapporto (I, 1358-1359) comprese fra il capoverso « Il funzionamento delle camere a gas e dell’annesso crematorio» e « Le ceneri, come è noto, venivano poi sparse nei campi e negli orti, come fertilizzanti nel terreno» siano da considerarsi un «a parte», una sezione scritta nello stesso stile conciso e asciutto di SQU, ma non inseribile in un continuum narrativo che si è invece autoimposto la norma tassativa dell’indicibilità. 102 notes 8 nudi spaventati. 1?Zf . XXIV 92. 9 o la morte di ciascuno di noi. Richiamo alla poesia in epigrafe: un uomo che muore «per un sì o per un no» (v 9). 10 Io confitto. Ritorna alla ribalta, resa più solenne dalla memoria dantesca di quel «confitto» (Inf. XXIII, 115), la prima persona singolare, l’io narrante. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard conservando solo le scarpe. In questo modo, nudi e con la scheda in mano, attenderemo che la commissione arrivi alla nostra baracca. Noi siamola baracca 48, ma non si può prevedere se si comincerà dalla baracca 1 o dalla 60. In ogni modo, per almeno un’ora possiamo stare tranquilli, e non c’è ragione che non ci mettiamo sotto le coperte delle cuccette per riscaldarci. quedándose sólo con el calzado. De este modo, desnudos y con la ficha en la mano, esperaremos a que la comisión llegue a nuestra barraca. Nosotros somos la barraca 48, pero no se puede prever si se empezará por la barraca 1 o por la 60. De todos modos, podemos estar tranquilos durante una hora por lo menos, y no hay motivo alguno para que no nos metamos bajo las mantas de las literas para calentarnos. chaussures. C’est ainsi, nus et fiche en main, que nous attendrons l’arrivée de la commission dans notre baraque. Nous, nous sommes de la baraque 48, mais [135] on ne peut pas savoir s’ils commenceront par la baraque n° 1 ou par la baraque n° 60. De toute façon, nous sommes tranquilles pour une bonne heure au moins, et il n’y a pas de raison de ne pas se glisser sous les couvertures pour se réchauffer un peu. Già molti sonnecchiano, quando uno scatenarsi di comandi, di bestemmie e di colpi indica che la commissione è in arrivo. Il Blockältester e i suoi aiutanti, a pugni e a urli, a partire dal fondo del dormitorio, si cacciano davanti la turba dei nudi spaventati (8), e li stipano dentro il Tagesraum, che è la Direzione-Fureria. Il Tagesraum è una cameretta di sette metri per quattro: quando la caccia è finita, dentro il Tagesraum è compressa una compagine umana calda e compatta, che invade e riempie perfettamente tutti gli angoli ed esercita sulle pareti di legno una pressione tale da farle scricchiolare. [209] Ya dormitan muchos cuando un desencadenamiento de órdenes, de blasfemias y de golpes indica que la comisión está llegando. El Blockältester y sus ayudantes, a gritos y puñetazos, a partir del fondo del dormitorio, empujan hacia delante a la turba de desnudos asustados y los apiñan dentro del Tagesraum, que es la Comandancia. El Tagesraum es un cuarto de siete metros por cuatro: cuando la caza ha terminado, dentro del Tagesraum está comprimida una masa humana caliente y compacta que invade y rellena perfectamente todos los rincones y ejerce en las paredes de madera una presión que las hace crujir. Beaucoup d’entre nous somnolent déjà, lorsqu’une bordée de jurons accompagnés d’ordres et de Coups nous avertit que la commission arrive. Le Blockàltester et ses aides, tapant et hurlant, refoulent devant eux, en partant du fond du dortoir, u n e m e u t e a ff o l é e d ’ h o m m e s n u s qu’ils entassent dans le Tagesraum. Le Tagesraum est une petite pièce de sept mètres sur quatre : quand la chasse à l’homme est terminée, la totalité de l’espace disponible est occupée par un conglomérat humain chaud et Compact qui envahit les moindres interstices et exerce sur les parois en bois une pression à les faire craquer. Ora siamo tutti nel Tagesraum, e, oltre che non esserci tempo, non c’è neppure posto per avere paura. La sensazione della carne calda che preme tutto intorno è singolare e non spiacevole. Bisogna aver cura di tener alto il naso per trovare aria, e di non spiegazzare o perdere la scheda che teniamo in mano. Ahora estamos todos en el Tagesraum y además de no haber tiempo, ni siquiera hay espacio para tener miedo. La sensación de la carne caliente que oprime por todo alrededor de uno es singular y no es desagradable. Hay que procurar tener la nariz en alto para encontrar aire, y no arrugar o perder la ficha que tenemos en la mano. Nous sommes tous là, maintenant ; et non seulement nous n’avons pas le temps d’avoir peur, mais nous n’en avons pas la place. Le contact de la chair chaude qui nous comprime de toutes parts est curieux mais pas désagréable. Il nous faut lever le nez pour avoir un peu d’air, et faire bien attention à ne pas froisser ou perdre la fiche que nous tenons à la main. Il Blockältester ha chiuso la porta Tagesraum-dormitorio e ha aperto le altre due che dal Tagesraum e dal dormitorio dànno all’esterno. Qui, davanti alle due porte, sta l’arbitro del nostro destino, che è un sottufficiale delle SS. Ha a destra il Blockältester, a sinistra il furiere della baracca. Ognuno di noi, che esce nudo dal Tagesraum nel freddo dell’aria di ottobre, deve fare di corsa i pochi passi fra le due porte davanti ai tre, consegnare la scheda alla SS e rientrare per la porta del dormitorio. La SS, nella frazione di secondo fra due passaggi successivi, con uno sguardo di faccia e di schiena giudica della sorte di ognuno, e consegna a sua volta la scheda all’uomo alla sua destra o all’uomo alla sua sinistra, e questo è la vita o la morte di ciascuno di noi (9). In tre o quattro minuti una baracca di duecento uomini è «fatta», e nel pomeriggio l’intero campo di dodicimila uomini. El Blockältester ha cerrado la puerta del Tagesraum que da al dormitorio y ha abierto las otras dos que, del Tagesraum y del dormitorio dan al exterior. Aquí, delante de las dos puertas, está el árbitro de nuestro destino, que es un suboficial de la SS. Tiene a la derecha al Blockältester, a la izquierda al furriel de la barraca. Cada uno de nosotros, saliendo desnudos del Tagesraum al frío aire de octubre, debe dar corriendo los pocos pasos que hay entre las puertas delante de los tres, entregar la ficha al SS y entrar por la puerta del dormitorio. El SS, en la fracción de segundo entre las dos pasadas sucesivas, con una mirada de frente y de espaldas, decide la suerte de cada uno y entrega a su vez la ficha al hombre que está a su derecha o al hombre que está a su izquierda, y esto es la vida o la muerte de cada uno de nosotros. En tres o cuatro minutos, una barraca de doscientos hombres está «terminada» y, durante la tarde, el campo entero de doce mil hombres. Le Blockàltester a fermé la porte de communication entre le Tagesraum et le dortoir et a ouvert les deux qui donnent sur l’extérieur, Gelle du Tagesraum et Gelle du dortoir. C’est là, entre les deux portes, que se timt l’arbitre de notre destin, en la personne d’un sous-officier des SS. A sa drohe, il a le Blockàltester, à sa gauche le fourrier de la baraque. Chacun de nous sort nu du Tagesraum dans l’air froid d’octobre, franchit au pas de course sous les yeux des trois hommes les quelques pas qui séparent les deux Portes, remet sa ficke au SS et rentre par la Porte du dortoir. Le SS, Pendant la fraction de seconde qui s’écoule entre un Passage et l’autre, décide du sort de chacun en nous jetant un Coup d’oeil de face et de dos, et passe la ficke à l’homme de drohe ou à celui de gauche : ce qui signifie pour chacun de nous la vie ou la mort. Une baraque de deux Cents hommes est o faite» en trois ou quatre minutes, et un camp entier de douze mille hommes en un après-midi. [136] Io confitto (l0) nel carnaio del Tagesraum ho sentito gradualmente allentarsi la pressione umana intorno a me, e in breve è stata la mia volta. Come tutti, sono passato con passo energico ed elastico, cercando di tenere la testa alta, il petto in fuori e i muscoli contratti e rilevati. Con la coda dell’occhio ho cercato di vedere alle Yo, inmovilizado en la carnicería del Tagesraum, he sentido gradualmente disminuir la presión humana en torno a mí, y pronto me ha tocado el turno. Como todos, he pasado con paso enérgico y elástico, procurando llevar la cabeza alta, el pecho fuera y los músculos contraídos y marcados. Con el rabillo del ojo, he procurado ver a mi espalda y Moi, comprimé dans l’amas de chair vivante, j’ai send peu à peu la pression se relâcher autour de moi, et rapidement mon tour est venu. Comme les autres, je suis passé d’un pas souple et énergique, en cherchant à tenir la tête haute, la poitrine bombée et les muscles tendus et saillants. Du coin de l’oeil, j’ai essayé de regarder 103 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard mie spalle, e mi è parso che la mia scheda sia finita a destra. me ha parecido que mi ficha ha ido a la derecha. pardessus mon épaule et il m’a semblé voir ma fiche passer à drohe. A mano a mano che rientriamo nel dormitorio, possiamo rivestirci. Nessuno conosce ancora con sicurezza [209] il proprio destino, bisogna anzitutto stabilire se le schede condannate sono quelle passate a destra o a sinistra. Ormai non è più il caso di risparmiarsi l’un l’altro e di avere scrupoli superstiziosi. Tutti si accalcano intorno ai più vecchi, ai più denutriti, ai più «mussulmani»; se le loro schede sono andate a sinistra, la sinistra è certamente il lato dei condannati. Conforme íbamos volviendo al dormitorio, podíamos vestirnos. Nadie conoce ahora con seguridad el propio destino, hay que saber primero con seguridad si las fichas condenadas son las pasadas a la derecha o a la izquierda. Ahora no es el caso de tener consideraciones los unos con los otros ni de tener escrúpulos supersticiosos. Todos se amontonan en torno a los más viejos, a los más desnutridos, a los más «musulmanes»; si sus fichas han ido a la izquierda, la izquierda es con toda seguridad el lado de los condenados. Au fur et à mesure que nous rentrons dans le dortoir, nous pouvons nous rhabiller. Personne ne connaît encore avec certitude son propre destin, avant tout il faut savoir si les fiches condamnées sont Gelles de drohe ou de gauche. Désormais ce n’est plus la peine de se ménager les uns les autres ou d’avoir des scrupules superstitieux. Tout le monde se précipite autour des plus vieux, des plus décrépits, des plus «musulmans» : si leurs fiches sont allées à gauche, on peut être sûr que la gauche est le côté des condamnés. Prima ancora che la selezione sia terminata, tutti già sanno che la sinistra è stata effettivamente la « schlechte Seite», il lato infausto. Ci sono naturalmente delle irregolarità: Rene per esempio, così giovane e robusto, è finito a sinistra: forse perché ha gli occhiali, forse perché cammina un po’ curvo come i miopi, ma più probabilmente per una semplice svista: Rene è passato davanti alla commissione immediatamente prima di me, e potrebbe essere avvenuto uno scambio di schede. Ci ripenso, ne parlo con Alberto (11), e conveniamo che l’ipotesi è verosimile: non so cosa ne penserò domani e poi; oggi essa non desta in me alcuna emozione precisa. Antes de que la selección haya terminado, todos saben ya que la izquierda ha sido efectivamente la «schlechte Seite», el lado infausto. Hay, naturalmente, irregularidades: René, por ejemplo, tan joven y robusto, ha terminado en la izquierda: quizás porque tiene gafas, quizás porque anda un poco encorvado como los miopes, pero más probablemente por un simple descuido: René ha pasado delante de la comisión inmediatamente antes que yo, y podría haberse producido un cambio de fichas. Lo pienso, hablo con Alberto y convenimos en que la hipótesis es verosímil: no sé lo que pensaré mañana y después; hoy, la cosa no despierta en mí ninguna emoción precisa. Avant même que la sélection sofft terminée, tout le monde sait déjà que c’est la gauche la «schlechte Seite», le mauvais côté. Bien entendu, il y a eu des irrégularités ; René par exemple, si jeune et si robuste, on l’a fait passer à gauche : peut-être parce qu’il a des lunettes, peut-être parce qu’il marche un peu courbé comme les myopes, mais plus probablement par erreur; René est passé devant la commission juste avant moi, il pourrait bien s’être produit un échange de fiches. J’y repense, j’en parle à Alberto, et nous convenons que l’hypothèse est vraisemblable : je ne sais pas ce que j’en penserai demain et plus tard ; aujourd’hui, cela n’éveille en moi aucune émotion particulière. Parimenti di un errore deve essersi trattato per Sattler, un massiccio contadino transilvano che venti giorni fa era ancora a casa sua; Sattler non capisce il tedesco, non ha compreso nulla di quel che è successo e sta in un angolo a rattopparsi la camicia. Devo andargli a dire che non gli servirà più la camicia? Del mismo modo, también ha debido de haber un error en el caso de Sattler, un macizo campesino transilvano que veinte días antes estaba en su casa; Sattler no entiende alemán, no ha comprendido nada de lo que ha sucedido y está en un rincón remendándose la camisa. ¿Debo ir a decirle que la camisa ya no va a servirle? De même pour Sattler, un robuste paysan transylvanien qui était encore chez lui trois semaines plus tôt ; Sattler ne connaît pas l’allemand, il n’a rien compris à ce qui s’est passé, et il est là dans un coin, en train de raccommoder sa chemise. Dois-je aller lui dire qu’il n’en aura plus besoin, de sa chemise ? Non c’è da stupirsi di queste sviste: l’esame è molto rapido e sommario, e d’altronde, per l ’ a m m i n i s t r a z i o n e d e l L a g e r, l’importante non è tanto che vengano eliminati proprio i più inutili, quanto che si rendano speditamente liberi posti in una certa percentuale prestabilita. No hay por qué asombrarse de estas equivocaciones: el examen es muy rápido y sumario y, por otra parte, para la administración del Lager, lo importante no es tanto que sean eliminados precisamente los inútiles, como que queden rápidamente libres los sitios de acuerdo con determinado tanto por ciento preestablecido. Ces erreurs n’ont rien d’étonnant : l’examen est très rapide et sommaire, et d’ailleurs, ce qui compte pour l’administration du Lager, ce n’est pas tant d’éliminer vraiment l e s p l u s i n u t i l e s q u e d e f a i r e r a p idement place nette en respectant le p o u r c e n t a g e é t a b l i . [137] Nella nostra baracca la selezione è ormai finita, però [211] continua nelle altre, per cui siamo ancora sotto clausura. Ma p o i c h é f r a t t a n t o i b i d o n i d e l l a zuppa sono arrivati, il Blockältester decide di procedere senz’altro alla distribuzione. Ai selezionati verrà distribuita doppia razione. Non ho mai saputo se questa fosse un’iniziativa assurdamente pietosa dei Blockälteste od un’esplicita disposizione delle SS, ma di fatto, nell’intervallo di due o tre giorni (talora anche molto più lungo) fra la selezione e la partenza, le vittime a Monowitz-Auschwitz godevano di questo privilegio. En nuestra barraca, la selección ha terminado, pero continúa en las otras, por lo que ahora estamos en clausura. Pero puesto que, mientras tanto, han llegado los bidones de potaje, el Blockältester decide proceder sin más a su distribución. A los seleccionados se les distribuirá una ración doble. No he sabido nunca si ésta sería una iniciativa absurdamente compasiva del Blockältester o una explícita disposición de los SS, pero de hecho, en el intervalo de dos o tres días (también a veces mucho más largo) entre la selección y la partida, las víctimas de Monowitz-Auschwitz disfrutan de este privilegio. Dans notre baraque, la sélection est maintenant nous mais elle continue dans les autres, ce qui fait que nous restons enfermés. Toutefois, comme entre-temps les bidons de la soupe sont arrivés, le Blockàltester décide de procéder à la distribution sans plus attendre. Les sélectionnés auront droit à une double ration. Je n’ai jamais su si c’était là une manifestation absurde de la bonté d’âme des Blockâlteste ou une disposition formelle des SS ; toujours est-il qu’à MonowitzAuschwitz, durant l’intervalle de deux ou trois jours (et beaucoup plus parfois) qui s’écoulait entre la sélection et la partance, les victimes jouissaient de ce privilège. Ziegier presenta la gamella, Ziegler presenta la escudilla, recibe Ziegler tend sa gamelle, reçoit la 15:15 11 ne parlo con Alberto. Da qui in avanti pare sempre più evidente come la figura di Alberto adombri Virgilio (o Beatrice?). 104 notes 12 Se io fossi Dio. L’episodio di Kuhn è fortemente ricalcato sul ragionamento che, nelle Memorie, Dostoevskij svolge intorno al «martirio per la fede», soprattutto evocando, in due successive sequenze del libro, la figura dell’ebreo ortodosso Issàj Fomic’: «Egli era a tal segno ingenuamente presuntuoso e vanitoso che anche quella generale curiosità gli faceva piacere. Con pedantesca e ostentata gravità egli copriva con una tovaglia, in un cantuccio, il suo minuscolo tavolino, apriva il libro, accendeva due candelette e, borbottando certe parole misteriose [...] cominciava la preghiera. Naturalmente tutto ciò era prescritto dal rituale della preghiera e non aveva nulla di ridicolo, ma ridicolo era che Issàj Fomìc’, come a bella posta, posasse davanti a noi e facesse sfoggio dei riti» (Memorie, 148). E ancora, in una secondo momento: «Egli aveva per altro una sua salvezza, una sua via di uscita: la preghiera e l’idea del martirio. Il detenuto impazzito, che tanto aveva letto la Bibbia e che si era scagliato con un mattone contro il maggiore, apparteneva anch’egli probabilmente ai disperati, a quelli che l’ultima speranza aveva abbandonato; e poiché vivere del tutto senza speranza è impossibile, egli si era trovato una via d’uscita in un volontario, quasi artificiale martirio» (Memorie, 309). Levi è con Kuhn molto più spietato di quanto Dostoevskij non sia con Issàj, ma il modello dell’episodio è sicuramente questo. Per ciò che concerne il denso periodo ipotetico con cui si chiudono capitolo e sezione di Kuhn, sarà il caso soltanto di ribadire che anche in questo caso, anzi soprattutto in questo, situato sul finire del libro, è da escludere che si tratti di un periodo ipotetico dell’irrealtà. L’autore non esclude affatto l’ipotesi di essere lui «la voce di Dio» chiamata a giudicare la preghiera di Kuhn. Così intesa, in una prospettiva quasi teologica, la sezione perderebbe ogni connotato blasfemo, irriguardoso e, soprattutto, sgombrerebbe il terreno da ogni interpretazione volterriana. Levi non è certo un fautore della teologia che molto sbrigativamente si definisce protestante, o della «morte di Dio»; il suo radicalismo va inserito nel contesto di altre affermazioni sul medesimo tema presenti in SQU e qui, di volta in volta, deliberatamente richiamate. La preghiera in Lager è occasione di un’ulteriore commento in SES (II, 1106), questo sì inserito in un contesto dove l’agnosticismo di Levi sarà più marcato, ma quarant’anni prima le cose avevano una diversa prospettiva. KRAUS 1 ha odore di funghi. L’importanza della memoria olfattiva è ribadita nel cit. articolo di AM, Il linguaggio degli odori (Il, 837840). 2 sarebbe felicità positiva. È l’ultimo rintocco del motivo che attraversa quasi per intero SQU; vedi sopra cap. «ll viaggio», nota 21. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard riscuote la normale razione, poi resta li in attesa. - Che vuoi ancora? chiede il Blockältester: non gli risulta che a Ziegler spetti il supplemento, lo caccia via con una spinta, ma Ziegler ritorna e insiste umilmente: è stato proprio messo a sinistra, tutti l’hanno visto, vada il Blockältester a consultare le schede: ha diritto alla doppia razione. Quando l’ha ottenuta, se ne va quieto in cuccetta a mangiare. la ración normal y se queda esperando. «¿Qué más quieres?», le pregunta el Blockältester: no le parece que a Ziegler le toque suplemento, lo aparta de un empujón, pero Ziegler vuelve e insiste humildemente: me han puesto de verdad a la izquierda, todos lo han visto, que vaya el Blockältester a consultar las fichas: tiene derecho a ración doble. Cuando la ha conseguido, se va tan tranquilo a la litera y empieza a comérsela. ration normale, puis reste là à attendre. «Qu’est-ce que tu veux encore?» lui demande le Blockàltester. Autant qu’il puisse en juger, Ziegler n’a pas droit au supplément ; il le pousse de côté, mais Ziegler revient et insiste humblement : c’est vrai qu’on l’a mis à gauche, tout le monde l’a vu, le Blockàltester n’a qu’à consulter ses fiches ; il a droit à la double ration. Et quand il l’a obtenue, il s’en va tranquillement la manger sur sa couchette. Adesso ciascuno sta grattando attentamente col cucchiaio il fondo della gamella per ricavarne le ultime briciole di zuppa, e ne nasce un tramestio metallico sonoro il quale vuol dire che la giornata è finita. A poco a poco prevale il silenzio, e allora, dalla mia cuccetta che è al terzo piano, si vede e si sente che il vecchio Kuhn prega, ad alta voce, col berretto in testa e dondolando il busto con violenza. Kuhn ringrazia Dio perché non è stato scelto Ahora todos están raspando atentamente con la cuchara el fondo de la escudilla para sacar las últimas pizcas de potaje, y se forma un trasteo sonoro que quiere decir que la jornada ha terminado. Poco a poco, prevalece el silencio y entonces, desde mi litera que está en el tercer piso, se ve y se oye que el viejo Kuhn reza, en voz alta, con la gorra en la cabeza y oscilando el busto con violencia. Kuhn da gracias a Dios porque no ha sido elegido. Maintenant, chacun est occupé à gratter attentivement le fond de sa gamelle avec sa cuillère pour en tirer les dernières gouttes de soupe : un tintamarre métallique emplit la pièce, signe que la journée est finie. Peu à peu, le silence s’installe, et alors, du haut de ma couchette au troisième étage, je vois et j’entends le vieux Kuhn en train de prier, à haute voix, le calot sur la tête, balançant violemment le buste. Kuhn remercie Dieu de n’avoir pas été choisi. Kuhn è un insensato. Non vede, nella cuccetta accanto, Beppo il greco che ha vent’anni, e dopodomani andrà in gas, e lo sa, e se ne sta sdraiato e guarda fisso la lampadina senza dire niente e senza pensare più niente? Non sa Kuhn che la prossima volta sarà la sua volta? Non capisce Kuhn che è accaduto oggi un abominio che nessuna preghiera propiziatoria, nessun perdono, nessuna [212] espiazione dei colpevoli, nulla insomma che sia in potere dell’uomo di fare, potrà risanare mai più? Kuhn es un insensato. ¿No ve, en la litera de al lado, a Beppo el griego que tiene veinte años y pasado mañana irá al gas, y lo sabe, y está acostado y mira fijamente a la bombilla sin decir nada y sin pensar en nada? ¿No sabe Kuhn que la próxima vez será la suya? ¿No comprende Kuhn que hoy ha sucedido una abominación que ninguna oración propiciatoria, ningún perdón, ninguna expiación de los culpables, nada, en fin, que esté en poder del hombre hacer, podrá remediar ya nunca? Kuhn est fou. Est-ce qu’il ne voit pas, dans la couchette voisine, Beppo le Grec, qui a vingt ans, et qui partira après-demain à la chambre à gaz, qui le sait, et qui reste allongé à regarder fixement l’ampoule, sans rien dire et sans plus penser à rien ? Est-ce qu’il ne sait pas, Kuhn, que la prochaine fois ce sera son tour? Est-ce qu’il ne comprend pas que ce qui a eu lieu aujourd’hui est une abomination qu’aucune prière propitiatoire, aucun pardon, aucune expiation des coupables, rien enfin de ce que [138] l’homme a le pouvoir de faire ne pourra jamais plus réparer ? Se io fossi Dio (12), sputerei a terra la preghiera di Kuhn. [213] Si yo fuese Dios, escupiría al suelo la oración de Kuhn. Si j’étais Dieu, la prière de Kuhn, je la cracherais par terre. [139] KRAUS Kraus 14. KRAUS Quando piove si vorrebbe poter piangere. E novembre, piove già da dieci giorni, e la terra è come il fondo di una palude. Ogni cosa di legno ha odore di funghi (1). Cuando llueve uno querría poder llorar. Estamos en noviembre, llueve desde hace diez días y la tierra es como el fondo de un pantano. Todas las cosas de madera huelen a moho. QUAND il pleut, on voudrait pouvoir pleurer. C’est novembre, il pleut depuis dix jours, et la terre ressemble au fond d’un étang. Tout ce qui est en bois a une Odeur de Champignon. Se potessi fare dieci passi a sinistra, c’è la tettoia, sarei al riparo; mi basterebbe anche un sacco per coprirmi le spalle, o solamente la speranza di un fuoco dove asciugarmi; o magari un cencio asciutto da mettermi fra la camicia e la schiena. Ci penso, fra un colpo di pala e l’altro, e credo proprio che avere un cencio asciutto sarebbe felicità positiva (2). Si pudiese dar diez pasos a la izquierda, hasta donde está el cobertizo, estaría a salvo; me bastaría con un saco para cubrirme la espalda, o tan sólo la esperanza de un fuego donde secarme; o quizás con un trapo seco que meterme entre la camisa y el espinazo. Lo pienso, entre una palada y otra, y me convenzo de que tener un trapo seco sería una auténtica felicidad. Si je pouvais faire dix pas sur la gauche, là sous le hangar, je serais à l’abri ; je me contenterais bien d’un sac pour me couvrir les épaules, ou même de l’espoir d’un feu où me sécher ; ou à la rigueur d’un bout de Chiffon sec à glisser entre mon dos et ma chemise. J’y pense, entre deux Coups de pelle, et je me persuade qu’un morceau de tissu sec serait vraiment un pur bonheur. Ormai più bagnati non si può diventare; solo bisogna cercare di muoversi il meno possibile, e soprattutto di non fare movimenti nuovi, perché non accada che qualche altra porzione di pelle venga senza Es imposible estar ya más mojado; lo único que hace falta es procurar moverse lo menos posible, y sobre todo no hacer movimientos nuevos, no sea que cualquier otra porción de piel se ponga en contac- Au point où nous en sommes, il est impossible d’être plus trempés ; il ne reste plus qu’à bouger le moins possible, et surtout à ne pas faire de mouvements nouveaux, pour éviter qu’une Portion de peau restée sèche 105 notes 3 ma sai. Ecco un esempio molto chiaro in cui la narrazione dalla prima persona passa all’uso di una seconda persona singolare rivolta a un se stesso generalizzato. 4 confitti nella melma. Come si può avvertire nelle prime sezioni che aprono altri capitoli, Levi procede spesso ad una specie di riassunto; donde la monotonia, il tono generale di buon senso che gli è stato, non a torto, rimproverato (Cases, 7), ma l’incomprensibilità di certe storie si regge anche sulla ripetitività di parti e di segmenti narrativi fissi. 1 riassunti sono solitamente intessuti di richiami a vocaboli chiave ben chiari ormai nella mente del lettore (fango, melma, schiera) o a sintagmi altrettanto consueti (per esempio «giacere sul fondo», che ritorna nel finale della precedente sezione). Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard necessità a contatto con gli abiti zuppi e gelidi. to sin necesidad con la ropa empapada y gélida. n’entre inutilement en contact avec nos habits ruisselants et glacés. E fortuna che oggi non tira vento. Strano, in qualche modo si ha sempre l’impressione di essere fortunati, che una qualche circostanza, magari infinitesima, ci trattenga sull’orlo della disperazione e ci conceda di vivere. Piove, ma non tira vento. Oppure, piove e tira vento: ma sai (3) che stasera tocca a te il supplemento di zuppa, e allora anche oggi trovi la forza di tirar sera. O ancora, pioggia, vento, e la fame consueta, e allora pensi che se [214] proprio dovessi, se proprio non ti sentissi più altro nel cuore che sofferenza e noia, come a volte succede, che pare veramente di giacere sul fondo; ebbene, anche allora noi pensiamo che se vogliamo, in qualunque momento, possiamo pur sempre andare a toccare il reticolato elettrico, o buttarci sotto i treni in manovra, e allora finirebbe di piovere. Es una suerte que hoy no sople el viento. Es extraño, de alguna manera se tiene siempre la impresión de tener suerte, de que cualquier circunstancia, tal vez infinitesimal, nos sujeta junto al abismo de la desesperación y nos permite vivir. Llueve, pero no sopla el viento. O tal vez llueve y sopla el viento: pero sabes que esta tarde te toca a ti el suplemento de potaje y, entonces, también hoy encuentras fuerzas para superar la tarde. O incluso tienes lluvia, viento y el hambre cotidiana, y entonces piensas que si no te quedase otro remedio, si no sintieses en el corazón más que sufrimiento y tedio, como a veces sucede, que te parece en verdad yacer en el fondo, pues bien, aun entonces pensamos que si queremos, en cualquier momento, siempre podemos llegarnos hasta la alambrada eléctrica y tocarla o arrojarnos bajo los trenes que maniobran, y entonces dejaría de llover. Encore faut-il s’estimer heureux qu’il n’y ait pas de vent. C’est curieux comme, dune manière ou d’une autre, on a toujours l’impression qu’on a de la Chance, qu’une circonstance quelconque, un Petit rien parfois, nous empêche de nous laisser aller au désespoir et nous permet de viere. Il pleut, mais il n’y a pas de vent. Ou bien : il pleut et il vente, mais on sait que ce soir on aura droit à une ration supplémentaire de soupe, et alors on se dit que pour un jour, on tiendra bien encore jusqu’au soir. Ou encore, c’est la pluie, le vent, la faim de tous les jours, et alors on pense que si vraiment ce n’était plus possible, si vraiment [141] on n’avait plus rien dans le Coeur que souffrance et dégoût, comme il arrive parfois dans Ces moments où on croit vraiment avoir touché le fond, eh bien, même alors, on pense que si on veut, quand on veut, on peut toujours aller toucher la clôture électrifiée, ou se jeter sous un train en manoeuvre. Et alors il ne pleuvrait plus. Da stamattina stiamo confitti nella melma (4), a gambe larghe, senza mai muovere i piedi dalle due buche che si sono scavati nel terreno vischioso; oscillando sulle anche a ogni colpo di pala. lo sono a metà dello scavo, Kraus e Clausner sono sul fondo, Gounan sopra di me, a livello del suolo. Solo Gounan può guardarsi intorno, e a monosillabi avvisa ogni tanto Kraus dell’opportunità di accelerare il ritmo, o eventualmente di riposarsi, a seconda di chi passa per la strada. Clausner piccona, Kraus alza la terra a me palata per palata, e io a mano a mano la alzo a Gounan che la ammucchia a lato. Altri fanno la spola con le carriole e portano la terra chissà dove, non ci interessa, oggi il nostro mondo è questa buca di fango. Desde esta mañana estamos clavados en el fango, hasta los muslos, sin mover nunca los pies de los dos agujeros que han hecho en el terreno viscoso; oscilando sobre las caderas a cada palada. Yo estoy a mitad de la excavación, Kraus y Clausner están en el fondo, Gounan por encima de mí, al nivel del suelo. Sólo Gounan puede mirar en torno a sí, y advierte con monosílabos a Kraus, de cuando en cuando, de la oportunidad de acelerar el ritmo, o eventualmente de descansar, según quien pase por el camino. Clausner pica, Kraus me sube la tierra palada a palada y yo se la subo a Gounan, que la amontona de lado. Otros hacen la lanzadera con las carretillas y llevan la tierra quién sabe adónde, no nos interesa, hoy nuestro mundo es este agujero fangoso. Depuis ce matin, nous sommes enfoncés dans la boue, jambes écartées, pivotant sur nos hanches à chaque pelletée, les pieds immobilisés dans les deux trous qui se sont creusés sous notre poids dans le terrain gluant. Moi je me trouve à mi-hauteur de la tranchée, Kraus et Clausner au fond, Gounan au-dessus de moi, au niveau du sol. Gounan est le seul qui puisse regarder ce qui se passe autour de lui, et de temps en temps, il nous auerfit par monosyllabes qu’il faut accélérer le rythme, ou au contraire que nous pouvons nous reposer, suivant la personne qui passe sur la route à ce moment-là. Clausner pioche, Kraus me passe les pelletées de terre une par une, et moi je les passe à Gounan, qui entasse la terre à côté de lui. D’autres font la navette avec les brouettes quelque Part ailleurs, mais cela ne nous intéresse pas ; pour aujourd’hui, notre univers, c’est ce trou plein de boue. Kraus ha sbagliato un colpo, un pacchetto di mota vola e mi si spiaccica sulle ginocchia. Non è la prima volta che succede, senza molta fiducia lo ammonisco di fare attenzione: è ungherese, capisce assai male il tedesco, e [215] non sa una parola di francese. È lungo lungo, ha gli occhiali e una curiosa faccia piccola e storta; quando ride sembra un bambino, e ride spesso. Lavora troppo, e troppo vigorosamente: non ha ancora imparato la nostra arte sotterranea di fare economia di tutto, di fiato, di movimenti, perfino di pensiero. Non sa ancora che è meglio farsi picchiare, perché di botte in genere non si muore, ma di fatica sì, e malamente, e quando uno se ne accorge è già troppo tardi. Pensa ancora... oh no, povero Kraus, non è ragionamento il suo, è solo la sua sciocca onestà di piccolo impiegato, se la è portata fin qui dentro, e ora gli pare che sia come fuori, dove lavorare è onesto e logico, e inoltre conveniente, perché, a quanto tutti dicono, quanto più uno lavora, tanto Kraus ha errado un golpe, un puñado de barro vuela y se me aplasta contra las rodillas. No es la primera vez que sucede, sin mucha confianza le advierto que tenga cuidado: es húngaro, entiende bastante mal el alemán y no sabe una palabra de francés. Es largo, largo, tiene gafas y una cara curiosa, pequeña y torcida; cuando se ríe parece un niño, y se ríe con frecuencia. Trabaja demasiado, y demasiado vigorosamente: no ha aprendido todavía nuestro arte subterráneo de economizarlo todo, el aliento, los movimientos, hasta el pensamiento. No sabe todavía que es mejor hacerse golpear, porque de los golpes en general no se muere, pero sí de cansancio, y malamente, y cuando uno se da cuenta ya es demasiado tarde. Piensa todavía... oh, no, pobre Kraus, no es un razonamiento el suyo, es tan sólo una absurda honestidad de empleadillo, se la ha traído aquí dentro, y ahora le parece que es como afuera, donde trabajar es decente y lógico, además de conveniente, porque, según dicen todos, cuanto más Kraus a raté son Coup, un paquet de terre urolle vient s’écraser sur mes genoux. Ce n’est pas la première fois que ça arrive, et je lui dis de faire attention, sans trop d’espoir : il est hongrois, il comprend très mal l’allemand et ne connaît pas un mot de français. Il est long comme une perche, il Porte des lunettes et il a un drôle de faciès étroit et un peu tordu ; quand il rit - et il rit souvent - on dirait un gamin. Il travaille trop, et avec trop d’énergie : il n’a pas encore appris Part dissimulé de tout économiser, le souffle, les gestes, et même les pensées. Il ne sait pas encore qu’il vaut Cent fois mieux être battu, parce que généralement les Coups ne tuent pas, alors que le travail si, et dune vilaine mort, Car lorsqu’on s’en aperçoit il est déjà trop tard. Il pense peut-être... mais non, le pauvre Kraus, il ne pense rien du tout, c’est seulement son honnêteté stupide de Petit employé qui le poursuit jusqu’ici, et qui lui fait croire qu’ici c’est comme dans la vie normale, où il est honnête et logique de travailler, et même avantageux, [141] puisque comme chacun sait, plus on travaille, plus on 106 notes 5 du blöder Einer. Di questa battuta, ossia delle vaghe nozioni di yiddish («del yiddish respirato nell’aria») è interessante la postilla aggiunta in SES (Il, 1609), testimonianza della formidabile memoria fonica di Levi: «La frase [...] vale, tradotta parola per parola, “Piano, tu stupido uno, piano, capito?”. Suonava un po’ strana, ma mi pareva proprio di averla sentita così (erano memorie recenti: scrivevo nel 1946), e l’ho trascritta tale e quale. Il traduttore tedesco non è rimasto convinto: dovevo aver sentito o ricordato male. Dopo una lunga discussione epistolare, mi ha proposto di ritoccare l’espressione, che a lui non sembrava accettabile. Infatti, nella traduzione poi pubblicata essa suona: “Langsam, du blöder Heini. . . “, dove Heini è il diminutivo di Heinrich, Enrico. Ma di recente, in un bel libro sulla storia e struttura del yiddish (Mame Loshen, di J. Geipel, Journeyman, London 1982) ho trovato che è tipica di questa lingua la forma “Kbamòyer du eyner!”, “Asino tu uno!”. La memoria meccanica aveva funzionato correttamente». (Cfr. anche Cases, 19). 6 oggi, anche questo oggi... Vedi sopra, cap. «Una buona giornata», nota 2. Sul tempo che non passa, sulle «migliaia di giornate, tutte eguali, tutte identiche, che stanno innanzi ai detenuti», cfr. Memorie, 119. 7 La memoria è uno strumento curioso. Nella forma, oltre che nel contenuto, è questa la cellula primigenia, da cui avrà origine, per partenogenesi, il capitolo d’avvio di SES (II, 1006 ss.). 8 mi hanno danzato per il capo due versi. È lo stesso sintagma usato per l’ultima parte del capitolo «Il canto di Ulisse», vedi sopra, nota 26; in forma parodica, nella memoria di Levi non «danzano» adesso le terzine di Dante, ma i versi di un amico, Silvio Ortona. Che Levi faccia la parodia di se stesso è confermato dall’incipit di questi due versi, da quell’«infin» che ricalca « l’infin che ‘I mar fu sopra noi rinchiuso» tradotto per Pikolo. Donde il tono ironico della chiusa di sezione, che rimanda al sodalizio ebraico-milanese, a quel gusto per l’understatement che sarà poi ampiamente descritto in SP e che rivive nella lettera a Euge (Eugenio Gentili Tedeschi), 1, 1233. La nostalgia delle Alpi, «montagne brune», il ricordo dei viaggi in treno da Milano a Torino, sempre nel capitolo su Ulisse, erano state chiare avvisaglie. L’autore di questi versi, Silvio Ortona, all’epoca della stesura di SQU dirigente del PCI a Vercelli, come si sa, aveva accolto alcuni capitoli del libro, su «L’amico del popolo», organo del partito comunista vercellese. Di Ortona si legga adesso A noi toccò in sorte quel tempo, nota introduttiva ad un libro di parole e immagini indispensabile da consultare se si vorrà comprendere il gusto di questa citazione sul «domani» (E. Gentili Tedeschi, I giochi della paura, Le Château Edizioni, Aosta 1999, pp. 13-14). II tema poetico dell’«incertezza del domani» attraversa tutto SQU e culmina sotto, con la citazione da Lorenzo il Magnifico, cap. «Die drei Leute vom Labor», nota 7. Va ricordato a questo punto che il genere della parodia ha avuto molta fortuna nella cultura ebraico-italiana del Novecento (si pensi ai volumi di Paolo Vita Finzi ancora recentemente ristampati da Bompiani) ed in Piemonte in modo particolare. Per la biografia di Levi avrà un qualche significato ricordare che lo scherzoso Guido, protagonista dell’articolo Un lungo duello di AM (II, 831-836), risponde al nome di Guido Bonfiglioli e fu co-autore, con un altro nome noto ai biografi di Levi, Emanuele Artom, di un prezioso libriccino: Elena o della parodia, con due tavv di G. Da Venezia, Edizioni dell’Eridano, Torino 1937. 9 domani mattina. Così come può essere dilatato ogni oltre ragionevole misura, il tempo può essere, altrettanto velocemente, ridotto. Il passaggio mai-domani mattina rielabora la dialettica, più volte utilizzata in SQU, «lungo respiro-provvisorio», «inconfessabile pazza speranzaincertezza del domani». Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard più guadagna e mangia. trabaja uno, más gana y come. gagne et plus on mange. - Regardez-moi ça!... Pas si vite, idiot ! - impreca Gounan dall’alto; poi si ricorda di tradurre in tedesco: Langsam, du blöder Einer (5), langsam, verstanden? -; Kraus può anche ammazzarsi di fatica, se crede, ma non oggi, che lavoriamo in catena e il ritmo del nostro lavoro è condizionato dal suo. [216] -Regardez-moi ça! Pas si vite, idiot! -impreca Gounan desde arriba; después se lo traduce al alemán: Langsan, du blöder Einer, langsam, verstanden? Kraus puede matarse de cansancio, se sabe, pero no hoy, que trabajamos en cadena y el ritmo de nuestro trabajo es condicionado por el suyo. - Regardez-moi ça !... Pas si vite, Idiot ! hurle Gounan du haut de la tranchée ; puis il se rappelle qu’il doit traduire en allemand : «Langsam, du blöder Einer, langsam, verstanden ?» Kraus peut bien se tuer au travail si ça lui chante, mais pas aujourd’hui, pas quand nous travaillons à la chaîne et que notre rythme de travail dépend du sien. Ecco, questa è la sirena del Carburo, adesso i prigionieri inglesi se ne vanno, sono le quattro e mezzo. Poi passeranno le ragazze ucraine, e allora saranno le cinque, potremo raddrizzare la schiena, e ormai solo la marcia di ritorno, l’appello e il controllo dei pidocchi ci divideranno dal riposo. Ahí está, es la sirena del Carburo, ahora se van los prisioneros ingleses, son las cuatro y media. Después pasarán las chicas ucranianas y entonces serán las cinco, podremos enderezar la espalda, y ahora sólo la marcha de retorno, la llamada y el control de los piojos nos alejarán del reposo. On entend la sirène du Carbure, c’est l'heure où les prisonniers anglais s’en vont, quatre heures et demie. Ensuite, ce sera le tour des Ukrainiennes ; ce Sera cinq heures, nous pourrons redresser l’échiné, et il n’y aura plus alors que la marche de retour, Pappel et le contrôle des poux pour nous séparer du moment du repos. È l’adunata, « Antreten» da tutte le parti; da tutte le parti strisciano fuori i fantocci di fango, stirano le membra aggranchite, riportano gli attrezzi nelle baracche. Noi estraiamo i piedi dal fosso, cautamente per non lasciarvi succhiati gli zoccoli e ce ne andiamo, ciondolanti e grondanti, a inquadrarci per la marcia di rientro. «Zu dreien», per tre. Ho cercato di mettermi vicino ad Alberto, oggi abbiamo lavorato separati, abbiamo da chiederci a vicenda come è andata: ma qualcuno mi ha dato una manata sullo stomaco, sono finito dietro, guarda, proprio vicino a Kraus. Es la reunión, Antreten de todas partes; por todas partes se arrastran los fantoches del fango, estiran, los miembros envarados, llevan las herramientas a las barracas. Nosotros sacamos los pies del foso, cautamente para no dejarnos pegados los zuecos, y nos vamos, bamboleantes y chorreantes, a formar para la marcha de vuelta. Zu dreien, de tres en fondo. He procurado ponerme junto a Alberto, hoy hemos trabajado separados, tenemos que preguntarnos qué tal nos ha ido: pero alguien me ha dado un manotazo en el estómago, me he quedado detrás, mira, exactamente junto a Kraus. «Antreten !», un sein cri de tous côtés : c’est le rassemblement ; de partout émergent des bonshommes de boue qui étirent leurs membres engourdis et rapportent les outils dans les baraques. Quant à nous, nous extirpons nos pieds du fossé, avec mille précautions pour ne pas y laisser nos sabots englués et, chancelants et trempés, nous allons nous mehre en rang pour la marche de retour. «Zu dreien», par trois. Je cherche à me mehre à côté d’Alberto, Car aujourd’hui nous avons travaillé séparément, et nous avons hâte de nous demander l’un à l’autre comment ça s’est passé ; mais quelqu’un me donne un Coup dans l’estomac, et je me retrouve derrière, tiens tiens ! juste à côté de Kraus. Ora partiamo. Il Kapo scandisce il passo con voce dura: - Links, links, links -; dapprima si ha male ai piedi, poi a poco a poco ci si riscalda e i nervi si distendono. Anche oggi, anche questo oggi (6) che stamattina pareva invincibile ed eterno, l’abbiamo perforato attraverso tutti i suoi minuti; adesso giace conchiuso ed è subito dimenticato, già non è più un giorno, non ha lasciato traccia nella memoria di nessuno. Lo sappiamo, che domani sarà come oggi: forse pioverà un po’ di più o un po’ di meno, o forse invece di scavar terra andremo al Carburo a scaricar mattoni. O domani può anche finire la guerra, o noi essere tutti uccisi, o trasferiti in un altro campo, o capitare qualcuno di quei grandi rinnovamenti che, da che Lager è Lager, vengono infaticabilmente pronostica[217]ti imminenti e sicuri. Ma chi mai potrebbe seriamente pensare a domani? Ahora partimos. El Kapo canta el paso con voz fuerte: Links, links, links; al principio duelen los pies, poco a poco uno se calienta y los nervios se distienden. También hoy, también este hoy, que esta mañana parecía invencible y eterno, lo hemos perforado a través de todos sus minutos; ahora yace concluido e inmediatamente olvidado, ya no es un día, no ha dejado rastro en la memoria de nadie. Lo sabemos, mañana será como hoy: quizás llueva un poco más o un poco menos, o quizás en vez de a cavar vayamos al Carburo a descargar ladrillos. O mañana también puede acabarse la guerra, o nos matarán a todos nosotros, o seremos trasladados a otro campo, o se realizarán algunas de las grandes innovaciones que, desde que el Lager es Lager, son incansablemente pronosticadas como inminentes y seguras. Pero ¿quién podría pensar seriamente en mañana? Nous partons. Le Kapo marque le pas dune voix dure : «Links, links, links» ; au début, on a mal aux pieds, puis petit à petit on se réchauffe et les nerfs se détendent. Et voilà que cette journée, cette journée qui ce matin paraissait invincible et éternelle, nous l’avons transpercée de part en part, minute après minute ; et maintenant elle gît devant nous, agonisante et déjà oubliée ; ce n’est déjà plus une journée, elle n’a laissé de trace dans la mémoire de personne. Demain, nous le savons, Sera pareil à aujourd’hui ; peutêtre pleuvra-t-il un peu plus, ou un peu moins, peut-être nous fera-t-on décharger des briques au Carbure au lieu de creuser des tranchées. Ou aussi bien, il se pourrait que la guerre finisse demain, et que nous soyons tous tués, ou transférés dans un autre camp, à [142] moins qu’il ne se produise un de ces fantastiques changements que, depuis que le Lager est Lager, on ne se lasse pas de prévoir comme quelque Chose de sûr et d’imminent. Mais qui pourrait sérieusement penser à demain ? La memoria è uno strumento curioso (7): finché sono stato in campo, mi hanno danzato per il capo due versi (8) che ha scritto un mio amico molto tempo fa: La memoria es un instrumento curioso: desde que estoy en el campo me han bailado en la cabeza dos versos que ha escrito un amigo mío hace mucho tiempo: La mémoire est une bien curieuse mécanique : durant tout mon séjour au camp, Ces deux vers qu’un de mes amis a écrits il y a bien longtemps me sont régulièrement revenus à l’esprit ... infin che un giorno senso non avrà più dire: domani, [218] ... hasta que un día no tenga sentido decir mañana. Qui è così. Sapete come si dice «mai» nel gergo del campo? «Morgen früh», domani mattina (9). Aquí es así. ¿Sabéis cómo se dice «nunca» en la jerga del campo? Morgen früh, mañana por la mañana. «. . . enfin che un giorno senso non avrà più dire : domani» (... jusqu’à ce qu’un jour dire «demain» n’ait plus de sens) Ici, c’est exactement comme ça. Savez-vous comment on dit «jamais» dans le langage du camp ? «Morgen frùh», demain matin. 107 notes 10 adesso. Ovviamente non è l’«adesso» con cui s’inizia il paragrafo-sezione. Accade la stessa cosa con l’avverbio «oggi». Incrocio dei tempi, presente e passato s’intersecano, aprendo nel lettore il sospetto che nulla sia sopraggiunto e la libertà continui a essere calpestata. 11 Povero sciocco Kraus. Kraus non è Pikolo, anche se gli assomiglia. Il finto sogno serve a rincuorarlo: assomiglia ai sogni dei precedenti capitoli, anche qui Levi dice di «essere a casa», nella casa dove era nato, ma questo sogno suona diversamente proprio perché collocato dopo la terribile selezione di ottobre 1944. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard Adesso è l’ora di «links, links, links und links», l’ora in cui non bisogna sbagliare passo. Kraus è maldestro, si è già preso un calcio dal Kapo perché non sa camminare allineato: ed ecco, incomincia a gesticolare e a masticare un tedesco miserevole, odi odi, mi vuole chiedere scusa della palata di fango, non ha ancora capito dove siamo, bisogna proprio dire che gli ungheresi sono gente singolare. Ahora es la hora de links, links, links und links, la hora en que no hay que perder el paso. Kraus es torpe y ya se ha ganado un puntapié del Kapo porque no sabe marchar alineado: y ahora empieza a gesticular y a masticar un alemán miserable, oye, oye, quiere pedirme perdón por la paletada de barro, todavía no ha comprendido dónde estamos, hay que admitir que los húngaros son una gente muy singular. Maintenant, c’est le moment du «links, links, links und links», le moment de faire attention où on met les pieds. Kraus est maladroit, il s’est déjà attiré un Coup de pied du Kapo parce qu’il ne marchait pas en rang : et le voilà qui commence à gesticuler et à bredouiller dans un allemand lamentable rien moins que des excuses - vous avez bien entendu ! des excuses à mon adresse pour les fameuses pelletées de boue ; il n’a pas encore compris où nous sommes : décidément, il faut bien reconnaître que les Hongrois sont de drôles de gens. Andare al passo e fare un discorso complicato in tedesco, è ben troppo, questa volta sono io che lo avverto che ha il passo sbagliato, e lo ho guardato, e ho visto i suoi occhi, dietro le gocciole di pioggia degli occhiali, e sono stati gli occhi dell’uomo Kraus. Ir marcando el paso y pronunciar un discurso complicado en alemán es demasiado, esta vez soy yo quien me doy cuenta de que lleva mal el paso, y lo he mirado, y he visto sus ojos, detrás de las gotas de lluvia de las gafas, y eran los ojos del hombre Kraus. Marcher au pas et tenir en même temps des propos compliqués en allemand, c’est beaucoup pour un sein homme ; cette fois, c’est moi qui lui fais remarquer qu’il se trompe de pied ; et en le regardant, j’ai croisé son regard derrière les gouttes de pluie qui coulaient sur ses lunettes, et c’était le regard de l’homme Kraus. Allora avvenne un fatto importante, e mette conto di raccontarlo adesso (l0), forse per la stessa ragione per cui metteva conto che avvenisse allora. Mi accadde di fare un lungo discorso a Kraus: in cattivo tedesco, ma lento e staccato, sincerandomi, dopo ogni frase, che lui l’avesse capita. Entonces sucedió algo importante, y viene a cuento contarlo ahora, quizás por la misma razón que fue oportuno que sucediese entonces. Se me ocurrió hablarle largamente a Kraus: en mal alemán, pero lento y recalcado, convenciéndome, después de cada frase, de que la había comprendido. Alors il se produisit un fait important dopt il est significatif que je le raconte maintenant, comme il est significatif, et pour les mêmes raisons sans doute, qu’il se sofft produit à ce moment-là. Je me mis à faire un long discours à Kraus : en mauvais allemand, mais en parlant lentement, en détachant les mots, et en m’assurant après chaque phrase qu’il avait bien compris. Gli raccontai che avevo sognato di essere a casa mia, nella casa dove ero nato, seduto con la mia famiglia, con le gambe sotto il tavolo, e sopra molta, moltissima roba[219]da mangiare. Ed era d’estate, ed era in Italia: a Napoli? ... ma sì, a Napoli, non è il caso di sottilizzare. Ed ecco, a un tratto suonava il campanello, e io mi alzavo pieno di ansia, e andavo ad aprire, e chi si vedeva? Lui, il qui presente Kraus Pali, coi capelli, pulito e grasso, e vestito da uomo libero, e in mano una pagnotta. Da due chili, ancora calda. Allora « Servus, Pali, wie geht’s?» e mi sentivo pieno di gioia, e lo facevo entrare e spiegavo ai miei chi era, e che veniva da Budapest, e perché era così bagnato: perché era bagnato, così, come adesso. E gli davo da mangiare e da bere, e poi un buon letto per dormire, ed era notte, ma c’era un meraviglioso tepore per cui in un momento eravamo tutti asciutti (sì, perché anch’io ero molto bagnato). Le conté que había soñado que estaba en mi casa, en la casa donde había nacido, sentado con mi familia, con las piernas bajo la mesa, y encima, mucha, muchísima comida. Y estábamos en verano, y en Italia: ¿en Nápoles?... pues sí, en Nápoles, no es caso de afinar. Y de pronto, sonaba el timbre y yo me levantaba lleno de ansiedad, e iba a abrir, ¿y qué veía? A él, el aquí presente Kraus Páli, con pelo, limpio y gordo, y vestido de hombre libre, y con una hogaza en la mano. Dos kilos, todavía caliente. Entonces Servus, Páli, wie geht’s? y me sentía lleno de alegría, y le decía que entrase y le explicaba a mi familia quién era, y que venía de Budapest, y por qué estaba tan mojado: porque estaba empapado, así, como ahora. Y le daba de comer y de beber, y después una buena cama para dormir, y era de noche, pero había una maravillosa tibieza gracias a la cual en un momento estábamos todos secos (sí, porque también yo estaba muy mojado). Je lui racontai que j’avais rêvé que j’étais chez moi, dans [143] ma maison natale, assis en famille, les jambes sous la table, et qu’il y avait sur cette table une énorme quantité de choses à mangen C’était l’été, et on était en Italie : à Naples?... mais oui, à Naples, ce n’est pas le moment de se perdre en subtilités. Et voilà que soudain on sonnait à la porte, je me levais très inquiet et j’allais ouvrir, et qui est ce que je trouvais? Lui, notre Kraus Pâli ici présent, propre, gras, avec des cheveux et des vêtements d’homme libre, une miche de pain à la main. Une miche de deux kilos, encore chaude. Alors je lui disais : «servus, Pâli, wie geht’s ?» et je me sentais tout joyeux ; je le faisais entrer et j’expliquais à ma famille qui il était, qu’il venait de Budapest, et pourquoi il était aussi trempé : parce qu’il était trempé exactement comme maintenant. Puis je lui donnais à manger et à boire, et un Bon lit pour dormir, car il faisait nuit, mais l’air était si merveilleusement tiède qu’en un instant nous étions complètement secs (oui, parce que moi aussi j’étais tout trempé). Che buon ragazzo doveva essere Kraus da borghese: non vivrà a lungo qui dentro, questo si vede al primo sguardo e si dimostra come un teorema. Mi dispiace non sapere l’ungherese, ecco che la sua commozione ha rotto gli argini, ed erompe in una marea di bislacche parole magiare. Non ho potuto capire altro che il mio nome, ma dai gesti solenni si direbbe che giura ed augura. Qué buen muchacho debía ser Kraus de paisano: no vivirá mucho tiempo aquí dentro, esto se advierte a la primera mirada y se demuestra como un teorema. Siento no saber húngaro, ahora que su emoción ha roto los diques e irrumpe en una marea de estrambóticas palabras magiares. No he podido entender más que mi nombre, pero de estos gestos solemnes se deduciría que jura y augura. Quel bon garçon ce devait être, Kraus, dans le civil ! Ici au Lager, il ne vivra pas longtemps, cela se voit au premier regard et se démontre comme un théorème. Je regrette de ne pas comprendre le hongrois : sous le coup de l’émotion, il me submerge d’un flot de mots magyars incompréhensibles. Je n’ai pu saisir que mon nom, mais à voir ses gestes solennels, on dirait qu’il fait des serments et des voeux. Povero sciocco Kraus (11). Se sapesse che non è vero, che non ho sognato proprio niente di lui, che per me anche lui è niente, fuorché in un breve momento, niente come tutto è niente quaggiù, se non la fame dentro, e il freddo e la pioggia intorno. [220] Pobre tonto de Kraus. Si supiese que no es verdad, que no he soñado nada de él, que para mí tampoco es él nada, sino durante un instante, nada como todo es nada aquí abajo, salvo el hambre dentro, y el frío y la lluvia alrededor. Pauvre naif ! Pauvre Kraus ! S’il savait que ce n’est pas vrai, que je n’ai jamais rêvé de lui, qu’il ne m’est rien et n’a jamais rien été pour moi, sinon l’espace d’un Court moment; rien, comme tout ce qui nous entoure ici n’est rien, sauf la faim dans notre Corps, et le froid et la pluie sur nous. [144] 108 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard DIE DREI LEUTE VOM LABOR Die drei leute vom labor 15. DIE DREI LEUTE VOM LABOR 1 Quanti mesi. Tutto il capitolo è incentrato sulla riflessione intorno al tempo. Inizio e fine («Quest’anno è passato presto») s’abbracciano. Quanti mesi(1) sono passati dal nostro ingresso in campo? Quanti dal giorno in cui sono stato dimesso dal Ka-Be? E dal giorno dell’esame di chimica? E dalla selezione di ottobre? ¿Cuántos meses han pasado desde que entramos en el campo? ¿Cuántos desde el día en que me dieron de alta en el Ka-Be? ¿Y desde el día del examen de química? ¿Y desde la selección de octubre? COMBIEN de mois se sont écoulés depuis notre arrivée au camp? Combien depuis le jour où je suis sorti du K.B. ? Et depuis le jour de l’examen de chimie ? Et depuis la sélection d’octobre ? 2 Alberto ed io. Riprende la tradizionale forma duale che unisce Levi al suo alter ego e ulteriormente spezza l’andatura del racconto in diverse angolature (io, tu, io-tu duale, noi collettivo, «si» impersonale degli appelli al lettore, voce di Dio-«altro modo di dire io»). Alberto ed io (2) ci poniamo spesso queste domande, e molte altre ancora. Eravamo novantasei quando siamo entrati, noi, gli italiani del convoglio centosettantaquattromila; ventinove soltanto fra noi hanno sopravvissuto fino all’ottobre, e di questi, otto sono andati in selezione. Ora siamo ventuno, e l’inverno è appena incominciato. Quanti fra noi giungeranno vivi al nuovo anno? Quanti alla primavera? Alberto y yo nos hacemos a veces estas preguntas, y también otras muchas. Éramos noventa y siete cuando entramos, nosotros, los italianos del convoy ciento setenta y cuatro mil; sólo veintinueve hemos sobrevivido hasta octubre, y de éstos ocho se han ido con la selección. Ahora somos veintiuno y apenas si ha empezado el invierno. ¿Cuántos llegaremos vivos al año nuevo? ¿Cuántos a la primavera? Alberto et moi, nous nous posons souvent ces questions et bien d’autres encore. Nous étions quatre-vingt-seize quand nous sommes arrivés, nous, les Italiens du convoi cent soixante-quatorze mille ; parmi nous, vingt-neuf seulement ont survécu jusqu’en octobre, et sur ce nombre huit sont passés à la sélection. A présent, nous sommes vingt et un, et l’hiver vient juste de commencer. Combien d’entre nous arriveront vivants à l’année prochaine? Combien au printemps ? Da parecchie settimane ormai le incursioni sono cessate; la pioggia di novembre si è mutata in neve, e la neve ha ricoperto le rovine. I tedeschi e i polacchi vengono al lavoro cogli stivaloni di gomma, i copriorecchi di pelo e le tute imbottite, i prigionieri inglesi con i loro meravigliosi giubbetti di pelliccia. Nel nostro Lager non hanno distribuito cappotti se non a qualche privilegiato; noi siamo un Kommando specializzato, il quale, in teoria, non lavora che al coperto: perciò noi siamo rimasti in tenuta estiva. Desde hace unas semanas las incursiones han cesado; la lluvia de noviembre se ha convertido en nieve y la nieve ha cubierto las ruinas. Los alemanes y los polacos van al trabajo con las botas de goma, los cubreorejas de pelo y los monos puestos, los prisioneros ingleses con sus maravillosas pellizas. En nuestro Lager no han distribuido capotes más que a algunos privilegiados; somos un Kommando especializado que, en teoría, no trabaja más que a cubierto: por eso nos hemos quedado con el uniforme de verano. Depuis plusieurs semaines maintenant, les attaques aériennes ont cessé ; la pluie de novembre s’est changée en neige, et la neige a recouvert les ruines. Les Allemands et les Polonais arrivent au travail avec de grosses Bottes de caoutchouc, des passe-montagnes fourrés et des combinaisons matelassées, et les prisonniers anglais avec leurs merveilleux Blousons en fourrure. Dans notre Lager, il n’y a pas eu de distribution de manteaux, sauf pour quelques privilégiés ; nous, nous sommes un Kommando de spécialistes, et en théorie, nous ne travaillons qu’à l’intérieur; aussi sommes-nous restés en tenue d’été. Noi siamo i chimici, e perciò lavoriamo ai sacchi di fenilbeta. Abbiamo sgomberato il magazzino dopo le pri[221]me incursioni, nel colmo dell’estate: la fenilbeta ci si incollava sotto gli abiti alle membra sudate e ci rodeva come una lebbra; la pelle si staccava dai nostri visi in grosse squame bruciate. Poi le incursioni si sono interrotte, e noi abbiamo riportato i sacchi nel magazzino. Poi il magazzino è stato colpito, e noi abbiamo ricoverato i sacchi nella cantina del Reparto Stirolo. Ora il magazzino è stato riparato, e bisogna accatastarvi i sacchi ancora una volta. L’odore acuto della fenilbeta impregna il nostro unico abito, e ci accompagna giorno e notte come la nostra ombra. Finora, i vantaggi di essere nel Kommando Chimico si sono limitati a questi: gli altri hanno ricevuto i cappotti e noi no; gli altri portano sacchi di cinquanta chili di cemento, e noi sacchi di sessanta chili di fenilbeta. Come pensare ancora all’esame di chimica e alle illusioni di allora? Almeno quattro volte, durante l’estate, si è parlato del laboratorio del Doktor Pannwitz nel Bau 939, ed è corsa la voce che sarebbero stati scelti fra noi gli analisti per il reparto Polimerizzazione. Somos los químicos y por eso trabajamos con los sacos de fenilbeta. Hemos despejado el almacén después de las primeras incursiones, en pleno verano: la fenilbeta se nos pegaba por debajo de la ropa a los miembros sudados y nos roía como una lepra; la piel se nos caía de la cara en gruesas escamas quemadas. Luego se han interrumpido las incursiones y hemos devuelto los sacos al almacén. Después el almacén ha sido alcanzado y hemos puesto los sacos en la cantina de la Sección Estireno. Ahora, el almacén ha sido reparado y otra vez hay que apilar en él los sacos. El olor agudo de la fenilbeta impregna nuestro único traje y nos acompaña de día y de noche con nuestra sombra. Hasta el momento, las ventajas de ser del Kommando Químico se han reducido a éstas: los demás han recibido los capotes y nosotros no; los demás han llevado sacos de cincuenta kilos de cemento, y nosotros sacos de sesenta kilos de fenilbeta. ¿Cómo pensar ahora en el examen de química y en las ilusiones de entonces? Cuatro veces cuando menos, durante el verano, se ha hablado del laboratorio del Doktor Pannwitz en el Bau 939 y ha corrido la voz de que seríamos elegidos algunos de los analistas para la sección de Polimerización. Nous, nous sommes des chimistes, et donc nous travaillons aux sacs de phényl-bêta. Nous avons débarrassé l’entrepôt après les premières incursions, en pleine canicule : le phényl-bêta se collait, sous les vêtements, à nos [145] membres en sueur, et nous rongeait comme une lèpre ; la peau brûlée de nos visages se détachait en grosses croûtes. Puffs les tirs se sont interrompus et nous avons rapporté les sacs dans l’entrepôt. Après quoi l’entrepôt a été touché et nous avons déplacé les sacs dans la cave de la Section Styrène. A présent, l’entrepôt a été remis en état et il faut à nouveau y empiler les sacs. L’odeur entêtante du phényl-bêta imprègne notre unique costume et nous suit jour et nuit comme notre ombre. Voici donc les avantages que nous avons retirés jusqu’ici de notre enrôlement Jans le Kommando de Chimie : les autres ont reçu un manteau, et nous non ; les autres portent des sacs de ciment de cinquante kilos, et nous des sacs de phényl-bêta de soixante kilos. Comment pourrions-nous encore penser à l’examen de chimie et à nos illusions d’antan? Il a été question, au moins quatre fois pendant l’été, du laboratoire du Doktor Pannwitz au bâtiment 939, et le bruit a couru qu’on choisirait parmi nous des analystes pour la Section de Polymérisation. Adesso basta, adesso è finito. E l’ultimo atto: l’inverno è incominciato, e con lui la nostra ultima battaglia. Non è più dato dubitare che non sia l’ultima. In Ahora basta, ahora se acabó. Es el último acto: el invierno ha empezado, y con él nuestra última batalla. Ya no se puede dudar de que será la última. En cualquier momento del día en Mais maintenant c’est bel et bien fini. C’est le dernier acte : l’hiver a commencé, et avec lui notre dernière Bataille. Nous ne pouvons plus douter que ce sofft la dernière. Quel que sofft DIE DREI LEUTE VOM LABOR 109 notes 3 I quattro del Scheisshaus. Si noti come, in questo paragrafo, e nel successivo, il termitaio progressivamente si riempia: un procedimento analogo si incontra soltanto nel cap. «Il canto di Ulisse»; il volgo senza nome diventa semplice enumerazione di gruppi sparsi: i quattro, i dodici, i cinque, i due delle cisterne eccetera. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard qualunque momento del giorno ci accada di prestare ascolto alla voce dei nostri corpi, di interrogare le nostre membra, la risposta è una: le forze non ci basteranno. Tutto intorno a noi parla di disfacimento e di fine. Metà del Bau 939 è un ammasso di lamiere contorte e di calcinacci; dalle condutture enormi dove prima ruggiva il vapore surriscaldato, pendono ora fino al suolo deformi ghiaccioli azzurri grossi come pilastri. La Buna è silenziosa adesso, e quando il vento è propizio, se si tende l’orecchio, si sente un continuo sordo fremito sotterraneo, il quale è il fronte che si avvicina. Sono arrivati in Lager trecento prigionieri del ghetto di Lodz, che i tedeschi hanno trasferiti davanti all’avanzata dei russi: hanno portato fino a noi la voce della lotta leggendaria nel [222] ghetto di Varsavia, e ci hanno raccontato di come, già un anno fa, i tedeschi hanno liquidato il campo di Lublino: quattro mitragliatrici agli angoli e le baracche incendiate; il mondo civile non lo saprà mai. A quando la nostra volta? que prestemos oído a las voces de nuestros cuerpos, en que interroguemos a nuestros miembros, la respuesta es la misma: no nos bastarán las fuerzas. Todo, en torno a nosotros, habla de destrucción y de fin. La mitad del Bau 939 es un amasijo de chapas retorcidas y cascotes; de las tuberías enormes donde antes rugía el vapor sobrecalentado penden ahora hasta el suelo carámbanos azules tan gruesos como pilastras. La Buna está ahora silenciosa, y cuando el viento es propicio, si se tiende la oreja, se siente un sordo y continuo temblor subterráneo, que es el frente que se acerca. Han llegado al Lager trescientos prisioneros del ghetto de Lodz, que los alemanes han transferido ante el avance de los rusos: han traído hasta nosotros la noticia de la lucha legendaria en el ghetto de Varsovia y nos han contado cómo, hace ya un año, los alemanes han liquidado el campo de Lublín: cuatro ametralladoras en las esquinas y las barracas incendiadas; el mundo civil nunca lo sabrá. ¿Cuándo nos toca a nosotros? le moment de la journée où il nous arrive de nous mettre à l’écoute de notre Corps, d’interroger nos fibres et nos muscles, la réponse est invariable : nos forces ne suffiront pas. Autour de nous tout parle de désagrégation et de ruine. La moitié du bâtiment 939 n’est plus qu’un amas de décombres et de tôles tordues ; les énormes conduites où rugissait naguère la vapeur surchauffée laissent pendre jusqu’au sol d’informes glaçons bleuâtres gros comme des piliers. La Buna est désormais silencieuse, et quand le vent souffle dans le Bon sens, on entend en prêtant l’oreille une vibration souterraine, sourde et continue : le front qui approche. Trois Cents prisonniers du ghetto de Lôdz, que les Allemands ont transférés devant l’avancée des Russes, viennent d’arriver au camp : ils y ont porté avec eux les échos de la lutte légendaire du ghetto de Varsovie, et nous ont raconté comment, il y a déjà un on, les Allemands ont liquidé le camp de Lublin : une mitrailleuse aux quatre coins, et les baraques incendiées ; le monde civil ne le saura jamais. A quand notre tour ? [146] Stamane il Kapo ha fatto come al solito la divisione delle squadre. I dieci del Clormagnesio, al Clormagnesio: e quelli partono, strascicando i piedi, il più lentamente possibile, perché il Clormagnesio è un lavoro durissimo: si sta tutto il giorno fino alle caviglie nell’acqua salmastra e gelata, che macera le scarpe, gli abiti e la pelle. Il Kapo afferra un mattone e lo scaglia nel mucchio: quelli si scansano goffamente ma non accelerano il passo. E questa quasi una consuetudine, avviene tutte le mattine, e non sempre suppone nel Kapo un preciso proposito di nuocere. Como de costumbre, esta mañana el Kapo ha distribuido las cuadrillas. Los diez del Cloromagnesio, al Cloromagnesio: y éstos parten, arrastrando los pies, lo más lentamente posible, porque el Cloromagnesio es un trabajo durísimo: se está todo el día hasta los tobillos en el agua salobre y helada que ablanda los zapatos, la ropa y la piel. El Kapo coge un ladrillo y se lo tira al grupo: se esquivan malamente pero no avivan el paso. Esta es casi una costumbre, pasa todas las mañanas y no siempre supone en el Kapo un propósito de hacer daño. Ce matin, comme d’habitude, le Kapo a procédé à la constitution des équipes. Les dix du Chlorure de Magnésium, au Chlorure de Magnésium ! Et les dix s’en vont, en traînant les pieds, le plus lentement possible car le Chlorure de Magnésium est un travail extrêmement pénible : il faut rester toute la journée les pieds enfoncés jusqu’aux chevilles dans de l’eau saumâtre et glaciale qui attaque les chaussures, les vêtements et la peau. Le Kapo saisit une brique et la lance dans le tas : ils s’écartent gauchement mais ne font pas mine d’accélérer Fallure. C’est presque un geste de routine, qui se répète tous les matins, et qui ne suppose pas toujours, de la part du Kapo, l’intention délibérée de nuire. I quattro del Scheisshaus (3), al loro lavoro: e partono i quattro addetti alla costruzione della nuova latrina. Bisogna infatti sapere che, da quando, coll’arrivo dei convogli di Lodz e di Transilvania, noi abbiamo superato l’effettivo di cinquanta Häftlinge, il misterioso burocrate tedesco che sovrintende a queste cose ci ha autorizzato alla erezione di uno « Z w e i p l a t z i g e s Kommandoscheisshaus», vale a dire di un cesso a due posti riservato al nostro Kommando. Noi non siamo insensibili a questo segno di distinzione, che fa del nostro uno dei pochi Kommandos a cui sia vanto l’appartenere: è però evidente che viene così a mancare il più semplice dei pretesti per assentarsi dal lavoro e per intessere combinazioni coi civili. - Noblesse oblige, -dice Henri, il quale ha altre corde al suo arco. [223] Los cuatro del Scheisshaus, a su trabajo: y parten los cuatro agregados a la construcción de las nuevas letrinas. Es preciso saber que, desde que con la llegada de los convoyes de Lodz y de Transilvania, habíamos superado el número de cincuenta mil Häftlinge, el misterioso burócrata alemán que se ocupa de estos asuntos nos ha autorizado la erección de un Zweiplatziges Kommandoscheisshaus, es decir, de un retrete de dos asientos reservado a nuestro Kommando. Nosotros no somos insensibles a este signo de distinción que hace del nuestro uno de los pocos comandos a los que uno puede jactarse de pertenecer: pero es evidente que viene así a faltar el más sencillo de los pretextos para ausentarse del trabajo y para trabar relaciones con los civiles. Noblesse oblige, dice Henri, que tiene otras cuerdas en su arco. Les quatre du Scheisshaus, au travail ! Et les voilà en mute pour construire les nouvelles latrines. Car il faut savoir qu’avec l’arrivée des convois de Lôdz et de Transylvanie, n o u s a v o n s d é p a s s é l ’ e ff e c t i f réglementaire de cinquante Häftlinge, et le mystérieux bureaucrate allemand qui préside à ces sortes de choses nous a autorisés à ériger un « Z w e i p l â t z i g e s Kommandoscheisshaus», à savoir un W.-C. à deux places réservé à notre Kommando. Nous ne sommes pas insensibles à cette marque de considération, qui confère à notre Kommando un lustre particulièrement enviable : mais il est clair que cela nous prive du même Coup d’un prétexte commode pour interrompre le travail et mettre au point des combines avec les civils. «Noblesse oblige», dit Henri, qui a d’autres Cordes à son arc. I dodici dei mattoni. I cinque di Meister Dahm. I due delle cisterne. Q u a n t i a s s e n t i ? Tr e a s s e n t i . Homolka entrato stamane in Ka-Be, il Fabbro morto ieri, Fran~ois trasferito chissà dove e chissà perché. Il conto torna; il Kapo registra ed è soddisfatto. Non restiamo Los doce de los ladrillos. Los cinco de Meister Dahm. Los dos de las cisternas. ¿Cuántos ausentes? Tres ausentes. Homolka, ingresado esta mañana en el Ka-Be; Fabbro, muerto ayer; François, trasladado quién sabe adónde ni por qué. La cuenta cuadra; el Kapo toma nota y está satisfecho. No quedamos ya más Les douze des briques. Les cinq de Meister Dahm. Les deux des citernes. Combien d’absents? Trois absents. Homolka, entré ce matin au K.B., le Forgeron mort hier, François transféré on ne sait ni où ni pourquoi. Le compte est Bon ; le Kapo prend note sur son registre, satisfait. Il ne reste plus que nous, 110 notes Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate ormai che noi diciotto della fenilbeta, oltre ai prominenti del Kommando. Ed ecco l’imprevedibile. tr. de Julliard maintenant, les dix-huit du phénylbêta, plus les prominents du Kommando. Et voilà que survient l’imprévisible. Le Kapo dit : «Le Doktor Pannwitz a Communiqué à l'Arbeitsdienst que trois Häftlinge ont été choisis pour le Laboratoire: 169509, Brackier ; 175633, Kandek ; 174517, Levi. Pendant un instant mes oreilles bourdonnent et la Buna tourne autour de moi. Au Kommando 98, il y a trois Levi, mais Hundert Vierundsiebzig Fünf [147] Hundert Siebzehn c’est bien moi, pas de doute possible. Je fais Partie des trois élus. Il Kapo dice: - Il Doktor Pannwitz ha comunicato all’Arbeitsdienst che tre Häftlinge sono stati scelti per il Laboratorio. 169 509, Brackier; 175 633, Kandel; 174 517, Levi -. Per un istante le orecchie mi ronzano e la Buna mi gira intorno. Siamo tre Levi nel Kommando 98, ma Hundert Vierundsiebzig Fünf Hundert Siebzehn sono io, non c’è dubbio possibile. Io sono uno dei tre eletti. que los dieciocho de la fenilbeta, además de los prominentes del Kommando. Y he aquí lo imprevisible. El Kapo dice: -El Doktor Pannwitz ha comunicado al Arbeitsdienst que tres Häftlinge han sido escogidos para el laboratorio. 169509, Brackier; 175633, Kandel; 174517, Levi. Durante un instante me zumban los oídos y la Buna da vueltas a mi alrededor. Somos tres Levi en el Kommando 98, pero Hundert Vierunsiebzig Fünf Hundert Siebzehn sólo yo, no cabe duda. Soy uno de los tres elegidos. Il Kapo ci squadra con un riso astioso. Un belga, un rumeno e un italiano: tre «Franzosen», insomma. Possibile che dovessero proprio essere tre Franzosen gli eletti per il paradiso del laboratorio? El Kapo nos escudriña con una risa enconada. Un belga, un rumano y un italiano: tres Franzosen, en resumen. ¿Es posible que tuviesen que ser tres Franzosen los elegidos para el paraíso del laboratorio? Le Kapo nous toise avec un rire hargneux. Un Belge, un Roumain et un Italien : trois Franzosen en somme. Possible que ce soient juste trois Franzosen, les élus pour le paradis du Laboratoire ? Molti compagni si congratulano; primo fra tutti Alberto, con genuina gioia, senza ombra d’invidia. Alberto non trova nulla a ridire sulla fortuna che mi è toccata, e ne è anzi ben lieto, sia per amicizia, sia perché ne trarrà lui pure dei vantaggi: infatti noi due siamo ormai legati da uno strettissimo patto di alleanza, per cui ogni boccone «organizzato» viene diviso in due parti rigorosamente uguali. Non ha motivo di invidiarmi, poiché entrare in Laboratorio non rientrava né nelle sue speranze, né pure nei suoi desideri. Il sangue delle sue vene è troppo libero perché Alberto, il mio amico non domato, pensi di adagiarsi in un sistema; il suo istinto lo porta altrove, verso altre soluzioni, verso l’imprevisto, l’estemporaneo, il nuovo. A un buon impiego, Alberto preferisce senza esitare gli incerti e le battaglie della «libera professione». [224] Muchos compañeros se alegran; el primero de todos Alberto, con verdadera alegría, sin sombra de envidia. Alberto no encuentra nada de qué burlarse en cuanto a la suerte que me ha tocado, y está por el contrario muy contento, ya sea por amistad, ya sea porque también le supondrá algunas ventajas pues los dos estamos unidos por un estrechísimo pacto de alianza, por lo que cada bocado «organizado» es dividido en dos partes rigurosamente iguales. No tiene por qué envidiarme, puesto que entrar en el Laboratorio no era una de sus esperanzas, ni siquiera uno de sus deseos. La sangre de sus venas es demasiado libre para que Alberto, mi viejo amigo no domado, piense en arrellanarse en una colocación; su instinto lo conduce a otra parte, hacia otras soluciones, hacia lo imprevisto, lo extemporáneo, lo nuevo. A un buen empleo, Alberto prefiere sin dudar las incertidumbres y las batallas de la «profesión liberal». Plusieurs camarades me félicitent ; Alberto le Premier, avec une joie sincère, sans ombre d’envie. Alberto ne trouve rien à redire à la Chance qui m’est échue, il en est même tout heureux, autant par amitié que parce qu’il en profitera lui aussi : Car désormais nous sommes tous deux étroitement unis par un pacte d’alliance, à l’intérieur duquel c h a q u e b o u c h é e « o rg a n i s é e » e s t rigoureusement divisée en deux Parties égales. Il n’a pas de motif de m’envier puisqu’il n’entrait ni dans ses espoirs ni même dans ses désirs de se faire admettre au Laboratoire. Alberto, mon ami indompté, ne s’accommodera jamais d’un système ; il a dans les veines un sang bien trop libre ; Bon instinct le Porte ailleurs, vers d’autres solutions, vers l’imprévu, l’improvisé, le nouveau. A un Bon emploi, Alberto préfère sans hésitation les incertitudes et les batailles de la «Profession libérale». Ho in tasca un biglietto dell’Arbeitsdienst, dove è scritto che lo Häftling 174 517, come operaio specializzato, ha diritto a camicia e mutande nuove, e deve essere sbarbato ogni mercoledì. Tengo en el bolsillo un boleto del Arbeitsdienst, donde está escrito que el Häftling 174517, como obrero especializado tiene derecho a camisa y calzoncillos nuevos y debe ser afeitado los miércoles. J’ai en poche un billet de l’Arbeitsdienst où il est écrit que le Häftling 174517, en tant qu’ouvrier spécialisé, a droit à une chemise et à un caleçon neufs, et doit être rasé tous les mercredis. La Buna dilaniata giace sotto la prima neve, silenziosa e rigida come uno smisurato cadavere; ogni giorno abbaiano le sirene del Fliegeralarm; i russi sono a ottanta chilometri. La centrale elettrica è ferma, le colonne del Metanolo non esistono più, tre dei quattro gasometri dell’acetilene sono saltati. Nel nostro Lager affluiscono ogni giorno alla rinfusa i prigionieri «recuperati» da tutti i campi della Polonia orientale; i meno vanno al lavoro, i più proseguono senz’altro per Birkenau e per il Camino. La razione è stata ancora ridotta. Il Ka-Be rigurgita, gli E-Häftlinge hanno portato in campo la scarlattina, la difterite e il tifo petecchia (5). La Buna destruida yace bajo la primera nieve, silenciosa y rígida como un desmesurado cadáver; todos los días aúllan las sirenas del Fliegeralarm; los rusos están a ochenta kilómetros. La central eléctrica está parada, las columnas del Metanol ya no existen, tres de cuatro gasómetros de acetileno han volado. A nuestro Lager afluyen todos los días a granel prisioneros «recuperados»» de todos los campos de la Polonia oriental; los menos van al trabajo, los más continúan hacia Birkenau y hacia el Horno. La ración ha vuelto a ser disminuida. El Ka-Be rebosa, los E-Häftlinge han traído al campo la escarlatina, la difteria y el tifus exantemático. La Buna déchiquetée gît sous la première neige, silencieuse et rigide comme un immense cadavre ; on entend hurler tous les jours les sirènes du Fliegeralarm ; les Russes sont à quatre-vingts kilomètres. La centrale électrique est à l’arrêt, les colonnes du méthanol n’existent plus, trois des quatre réservoirs d’acétylène ont saufe. Chaque jour, les prisonniers «récupérés» dans tous les Camps de Pologne Orientale arrivent pêle-mêle dans notre Lager; quelques-uns partent au travail, mais pour la plupart, la trajectoire mène directement à Birkenau et à la Cheminée. Les rations ont encore diminué. Le K.B. est surpeuplé. Les E-Häftlinge ont introduit au camp la scarlatine, la diphtérie et le typhus pétéchial. Malo Häftling 174 517 è stato Pero el Häftling 174517 ha sido M a i s l e Häftling 1 7 4 5 1 7 a é t é toiser mirar de arriba a abajo TOISER - 1. Vx. Mesurer (une longueur) en se servant de la toise comme unité.“- 2. [a] Vx. Examiner attentivement qqn «pour apprécier son mérite» (Littré).“[b] Mod. Regarder avec défi (- Mesurer* du regard), ou, plus souvent, avec dédain*, mépris (cf. Regarder de haut).“ 4 il tifo petecchiale. Rapporto, 1349 ss. 111 notes 5 comprendere i tedeschi. Vedi sopra, cap. «Esame di chimica», nota 15. 6 ne pas chercher à comprendre. Vedi sopra, cap. «Esame di chimica», nota 6. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard promosso specialista, e ha diritto a camicia e mutande nuove e deve essere raso ogni mercoledì. Nessuno può vantarsi di comprendere i tedeschi (5). nombrado especialista y tiene derecho a camisa y calzoncillos nuevos y debe ser afeitado los miércoles. Nadie puede jactarse de comprender a los alemanes. promu spécialiste, il a droit à une chemise et à un caleçon neufs, et doit être rasé [148] tous les mercredis. Nul ne peut se flatter de connaître les Allemands. Siamo entrati in laboratorio timidi, sospettosi e disorientati come tre bestie selvagge che si addentrino in una grande città. Come è liscio e pulito il pavimento! Questo è un laboratorio sorprendentemente simile a qualunque altro laboratorio. Tre lunghi banchi di lavoro carichi di centinaia di oggetti familiari. La vetreria in un angolo a sgocciolare, la bilancia analitica, una stufa Heraeus, un termostato Höppler. L’odore mi fa trasalire come una frustata: il debole odore aromatico dei laboratori di chimica organica. Per un attimo, evocata con [225] violenza brutale e subito svanita, la grande sala semibuia dell’università, il quarto anno, l’aria mite del maggio in Italia. Hemos entrado en el laboratorio tímidamente, recelosos y desorientados como tres bestias salvajes que se adentrasen en una gran ciudad. ¡Qué liso y que limpio está el pavimento! Éste es un laboratorio sorprendentemente parecido a cualquier otro laboratorio. Tres largos pupitres de trabajo llenos de centenares de objetos familiares. La cristalería secándose en un rincón, la balanza analítica, una estufa Heraeus, un termostato Höppler. El olor me hace sobresaltar como un latigazo: el débil olor aromático de los laboratorios de química orgánica. Durante un instante, evocada con violencia brutal y en seguida desvanecida, la gran sala semioscura de la universidad, el cuarto curso, el aire suave de mayo en Italia. Nous sommes entrés dans le Laboratoire, timides, désorientés et sur la défensive comme trois bêtes sauvages qui s’aventureraient dans la grande ville. Que le carrelage est lisse et propre ! C’est un laboratoire étonnamment semblable à n’importe quel autre laboratoire. Trois longues tables de travail couvertes de mille objets familiers. Les récipients en verre mis à égoutter dans un coin, la Balance analytique, un poêle Heraeus, un thermostat Hôppler. L’odeur me fait tressaillir comme un Coup de fouet : la légère Odeur aromatique des laboratoires de chimie organique. L’espace d’un instant, je suis violemment assailli par l’évocation soudaine et aussitôt évanouie de la grande Balle d’université plongée dans la pénombre, de la quatrième année, de l’air tiède du mois de mai Italien. Herr Stawinoga ci assegna i posti di lavoro. Stawinoga è un tedesco-polacco ancor giovane, dal viso energico ma insieme triste e stanco. È anche lui Doktor: non in chimica, bensì (ne pas chercher à comprendre (6)) in glottologia; tuttavia è lui il capo-laboratorio. Con noi non parla volentieri, ma non sembra mal disposto. Ci chiama «Monsieur», il che è ridicolo e sconcertante. Herr Stawinoga nos asigna los puestos de trabajo. Stawinoga es un alemán-polaco todavía joven, de cara enérgica pero al mismo tiempo triste y cansada. También es Doktor: no en química, pero (ne pas chercher à comprendre) en glotología; sin embargo, es el jefe del laboratorio. Con nosotros, no habla de buena gana, pero no parece mal dispuesto. Nos llama «Monsieur», lo que resulta ridículo y desconcertante. Herr Stawinoga nous assigne nos postes de travail. Stawinoga est un Germano-Polonais encore jeune, le visage énergique, mais triste et fatigué. I1 est lui aussi Doktor : pas en chimie, non («ne pas chercher à comprendre»), mais en glottologie : «moyennant quoi» c’est lui le Chef de laboratoire. Il nous parle le moins possible, mais ne semble pas mal disposé à notre égard. Il nous dit «Monsieur», ce qui est ridicule et déconcertant. In laboratorio la temperatura è meravigliosa: il termometro segna 24°. Noi pensiamo che ci possono anche mettere a lavare la vetreria, o a scopare il pavimento, o a trasportare le bombole di idrogeno, qualunque cosa pur di restare qui dentro, e il problema dell’inverno per noi sarà risolto. E poi, a un secondo esame, anche il problema della fame non dovrebbe essere difficile a risolversi. Vorranno proprio perquisirci ogni giorno all’uscita? O quando anche così fosse, ogni volta che domanderemo di andare alla latrina? Evidentemente no. E qui c’è sapone, c’è benzina, c’è alcool. Mi cucirò una tasca segreta nell’interno della giacca, farò una combinazione con l’inglese che lavora in officina e commercia in benzina. Vedremo quanto severa sarà la sorveglianza: ma ormai ho un anno di Lager, e so che se uno vuole rubare, e ci si dedica seriamente, non esiste sorveglianza e non esistono perquisizioni che glielo possano impedire. En el laboratorio la temperatura es maravillosa: el termómetro marca 24°C. Pensamos que también podemos ponernos a lavar la cristalería, o a barrer el suelo, o a transportar las bombonas de hidrógeno, cualquier cosa con tal de quedarnos aquí dentro, y el problema del invierno estará resuelto para nosotros. Y además, pensándolo bien, tampoco el problema del hambre debería ser difícil de resolver. ¿Van a registrarnos todos los días a la salida? ¿O aunque así fuese, cada vez que pidamos permiso para ir a la letrina? Evidentemente, no. Y aquí hay jabón, hay bencina, hay alcohol. Me haré un bolsillo secreto por dentro de la chaqueta, me pondré en combinación con el inglés que trabaja en la oficina y comercia en bencina. Veremos cuán severa va a ser la vigilancia: pero ya llevo un año de Lager y sé que si uno quiere robar, y si se dedica a ello con seriedad, no hay vigilancia ni registros que puedan impedírselo. Au Laboratoire, il fait une température merveilleuse le thermomètre indique 24°. Nous, nous nous disons qu’ils peuvent bien nous faire lauer les éprouvettes, balayer le carrelage ou transporter des bouteilles d’hydrogène : n’importe quoi, pourvu que nous restions dedans; et le problème de l’hiver sera pour nous un problème résolu. Et d’ailleurs, à y réfléchir de plus près, le problème de la faim ne devrait pas non plus poser trop de difficultés. En admettant même qu’ils veuillent vraiment nous fouiller tous les jours à la sortie, est-ce qu’ils le feront chaque fois que nous demanderons à aller aux latrines ? Bien sûr que non. Et ici, il y a du savon, il y a de l’essence, il y a de l’alcool. Je vais coudre une poche secrète à l’intérieur de ma veste, je monterai une combine avec l’Anglais qui travaille à l’atelier et qui trafIque sur l’essence. Nous verrons bien si la surveillance est aussi sévère que ça ; et de [149] toute façon, j’ai maintenant un an de Lager, et je sais que si quelqu’un veut voler et s’il s’y met sérieusement, il n’y a pas de surveillance ni de fouilles qui puissent l’en empêcher. A quanto pare dunque, la sorte, battendo strade insospettate, ha fatto sì che noi tre, oggetto di invidia per i diecimila condannati, non avremo quest’inverno né freddo né fame. Questo vuol dire forti probabilità di non ammalarsi gravemente, di salvarsi dai congelamenti, di superare le selezioni. In queste condizioni, persone [226] meno esperte di noi Por lo que parece, pues, la suerte, llegada por caminos insospechados, ha hecho que nosotros tres, objeto de envidia para diez mil condenados, no tengamos este invierno ni frío ni hambre. Esto significa grandes posibilidades de no enfermar de gravedad, de salvarse de la congelación, de superar las selecciones. En estas condiciones, personas menos expertas que nosotros en Ainsi, il faut croire que le sort, par des voies insoupçonnées, a décidé que nous trois, objet d’envie de la part des dix mille condamnés, nous n’aurions cet hiver ni faim ni froid. Ce qui veut dire aussi que nous avons de fortes chances de n’attraper aucune maladie grave, de n’avoir aucun membre gelé, de passer à travers les mailles des sélections. Dans Ces conditions, quelqu’un de moins 112 notes 7 ma del domani non v’è certezza. Reminiscenza liceale del famoso verso di Lorenzo il Magnifico. Vedi sopra, cap. «Kraus», nota 8. 8 Lavorare è spingere vagoni... Dalla poesia in epigrafe passa sovente nel testo l’uso prescrittivo dell’infinito presente, forma verbale assoluta, iterata con ossessività (lavorare, spingere, portare, spaccare, palare, stringere), a sottolineare la ripetitività delle azioni. Dopo il condizionale è il modo verbale più inquietante di SQU, come il «presente storico» lo è dei tempi. Levi’s Se questo... tr. de Pilar Gómez Bedate tr. de Julliard delle cose del Lager potrebbero anche essere tentate dalla speranza di sopravvivere e dal pensiero della libertà. Noi no, noi sappiamo come vanno queste faccende; tutto questo è un dono del destino, che come tale va goduto il più intensamente possibile, e subito: ma del domani non v’è certezza (7). Al primo vetro che romperò, al primo errore di misura, alla prima disattenzione, ritornerò a consumarmi nella neve e nel vento, fino a che sarò anch’io pronto per il Camino. E inoltre, chi può sapere che cosa accadrà quando i russi verranno? las cosas del Lager también podrían ser tentadas por la esperanza de sobrevivir y por el pensamiento de la libertad. Nosotros no, nosotros sabemos cómo funcionan estas cosas; todo esto es un regalo del destino, que como tal es gozado lo más intensamente posible, y de prisa: pero del mañana no hay certeza. Al primer tubo que rompa, al primer error de medida, a la primera distracción, volveré a consumirme en la nieve y el viento, hasta que yo también esté maduro para el Horno. Y además, ¿quién puede saber lo que ocurrirá cuando vengan los rusos? rompu que nous aux choses du Lager pourrait être tenté d’espérer survivre et de penser à la liberté. Nous non; nous, nous savons comment les choses se passent ici ; tout cela est un don du destin, et à ce titre il faut en jouir tout de Suite et le plus intensément possible ; mais demain, c’est l’incertitude. Au premier récipient brisé, à la première erreur de mesure, à la moindre inattention, je retournerai me consumer dans la neige et le vent, jusqu’à ce que moi aussi je sois bon pour la Cheminée. Et puis, qui peut savoir ce qui va se passer quand les Russes arriveront? Perché i russi verranno. Il suolo trema notte e giorno sotto i nostri piedi; nel vuoto silenzio della Buna il fragore sommesso e sordo delle artiglierie risuona ormai ininterrotto. Si respira un’aria tesa, un’aria di risoluzione. I polacchi non lavorano più, i francesi camminano di nuovo a testa alta. Gli inglesi ci strizzano l’occhio, e ci salutano di nascosto con la «V» dell’indice e del medio; e non sempre di nascosto. Porque los rusos vendrán. El suelo tiembla noche y día bajo nuestros pies; en el vacío silencio de la Buna el fragor sumergido y sordo de la artillería resuena ahora ininterrumpidamente. Se respira un aire tenso, un aire de resolución. Los polacos no trabajan ya, los franceses andan de nuevo con la cabeza alta. Los ingleses se guiñan el ojo y se saludan a escondidas con la V del índice y del corazón; y no siempre a escondidas. Car les Russes arriveront. Le sol tremble jour et nuit sous nos pieds ; dans le silence vide de la Buna, le grondement sourd et étouffé de l’artillerie résonne maintenant sans Interruption. L’atmosphère est tendue, on sent que la fin est proche. Les Polonais ne travaillent plus, les Français marchent de nouveau la tête haute. Les Anglais nous font le clin Boeuf et nous saluent en cachette avec le «V» de la victoire, médius et Index écartés ; et par toujours en cachette. Ma i tedeschi sono sordi e ciechi, chiusi in una corazza di ostinazione e di deliberata sconoscenza. Ancora una volta hanno fissato la data dell’inizio della produzione di gomma sintetica: sarà per il 1° febbraio 1945. Fabbricano rifugi e trincee, riparano i danni, costruiscono; combattono, comandano, organizzano e uccidono. Che altro potrebbero fare? Sono tedesc