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Seconda guerra mondiale

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La Seconda guerra mondiale
Le cause determinanti
 L’ordine di Versailles
 Le conseguenze di medio periodo della crisi economica
mondiale
• aggressività degli stati a regime dittatoriale che
rivendicano un ruolo egemone:
 Germania  in Europa centrale
 Italia  nel Mediterraneo,
 Giappone  in Estremo Oriente
Le aree ditre
espansione
egemonica
Le alleanze
le potenze
aggressive
1936:
asse Roma-Berlino
1939:
Patto d’acciaio
1936: patto anti-Komintern
A guerra iniziata il legame tra le tre potenze si chiude il 27 settembre 1940
con il Patto tripartito (Giappone-Germania-Italia)
per l’instaurazione di un “nuovo ordine mondiale”
Le aggressioni territoriali dei regimi che
sottoscriveranno il “patto tripartito”
1 sett.
1939
1936
Etiopia
La catena delle aggressioni di Hitler
1°
settembre
1939
 1934-36: la rimilitarizzazione
della Renania
 1935 l’annessione della Saar
per plebiscito
 Marzo 1938: Anschluss,
annessione dell’Austria
 settembre 1938: annessione
dei territori Sudeti
 Marzo 1939: protettorato di
Boemia e Moravia
 23 agosto 1939: Patto
Molotov-Ribbentrop (Patto di
non aggressione GermaniaRussia)
 1° settembre: invasione della
Polonia
LE ORIGINI
• Marzo 1939: la distruzione dello Stato cecoslovacco determina una svolta
nell’atteggiamento delle potenze occidentali che abbandonano la politica
dell’appeasement
• Hitler rivendica il possesso di Danzica e il diritto di passaggio attraverso il
«corridoio» che univa la città al territorio polacco
• Aprile 1939: l’Italia occupa l’Albania, base per un’ulteriore penetrazione nei Balcani
• Winston Churchill (succeduto a Neville Chamberlain nel 1940, nel ruolo di primo
ministro inglese) diventa fautore di una linea intransigente:
«Vorrei dire alla Camera, come ho detto a coloro che hanno accettato di far parte di
questo Governo: «non ho altro da offrirvi che sangue, fatica, lagrime e sudore».
Abbiamo di fronte a noi un cimitero dei più penosi. Abbiamo di fronte a noi molti,
molti lunghi mesi di lotta e di sofferenza. Se chiedete quale sia la nostra politica
risponderò: di muover guerra, per terra, mare e aria, con tutto il nostro potere e
con tutta la forza che Dio ci dà, di muover guerra contro una mostruosa tirannia,
mai superata nell’oscuro deplorevole elenco dei delitti umani. Questa è la nostra
politica. Se chiedete quale sia il nostro obiettivo vi rispondo con una parola: la
vittoria, la vittoria ad ogni costo, la vittoria malgrado ogni terrore, la vittoria per
quanto lunga ed aspra possa essere la via; perché senza vittoria non vi è
sopravvivenza.»
(W. Churchill, Discorso alla Camera dei Comuni, 13 Maggio 1940)
LE ORIGINI
• Maggio 1939: Patto d’Acciaio fra Italia e Germania: se una delle due parti si fosse
trovata impegnata in un conflitto (anche in veste di aggressore) l’altra sarebbe
stata obbligata a scendere in campo al suo fianco
• Agosto 1939: Patto Ribentropp-Molotov: accordo fra due regimi ideologicamente
contrapposti che si spiega come gesto di spregiudicato realismo in quanto evitava il
rischio, per la Germania, di dover affrontare una guerra su due fronti e, per l’Urss,
di vedersi scaricare dagli occidentali l’aggressività tedesca sui propri territori
• Vi era allegato un Protocollo segreto che definiva le rispettive zone di influenza
nell’Europa orientale , assegnando all’Urss la parte orientale della Polonia, gran
parte delle Repubbliche baltiche e la Bessarabia (attuale Moldavia)
• 1 Settembre 1939: le truppe tedesche attaccano la Polonia
• 3 Settembre: Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germania
• L’Italia proclama la sua «non belligeranza» (astensione dal conflitto, ma non
neutralità)
• Rispetto alla Grande guerra si accentua ulteriormente il carattere totale della
guerra: lo scontro ideologico tra i due schieramenti risulta più aspro e radicale e
più ampia la mobilitazione dei cittadini; vengono utilizzate nuove tecniche di
guerra e nuove armi, con conseguenza ancor più tragiche sulle popolazioni degli
stati coinvolti.
Il primo anno di guerra in Europa
1 settembre 1939:
Hitler invade la Polonia
Aprile 1940:
La Germania invade
Danimarca
e Norvegia
Maggio 1940:
invasione della Francia
17 settembre 1939:
Stalin invade la Polonia;
il 30 Novembre attacca
la Finlandia
LA DISTRUZIONE DELLA POLONIA E L’OFFENSIVA AL NORD
• Campagna di Polonia: applicazione della guerra-lampo (Blitzkrieg), metodo di
guerra basato sull’uso congiunto dell’aviazione e delle forze corazzate, a cui viene
affidato il peso principale dell’attacco. L’impiego su vasta scala di carri armati e
autoblindo e il loro raggruppamento in speciali reparti «meccanizzati» rendono di
nuovo possibile la guerra di movimento, consentendo di impadronirsi in pochi
giorni di vasti territori, tagliando fuori gli eserciti nemici dalle loro fonti di
rifornimento
• All’inizio di Ottobre cessa ogni resistenza da parte dell’esercito polacco ; Varsavia
era stata semidistrutta dai bombardamenti e i russi si erano impadroniti della parte
orientale della Polonia (Patto Molotov-Ribbentrop)
• Tedeschi e russi impongono spietati regimi di occupazione (massacro di oltre 4000
ufficiali polacchi, per opera dei sovietici, i cui corpi verranno ritrovati nel ‘43 dai
tedeschi in fosse comuni nella foresta di Katyn)
• La guerra ad Occidente, invece, rimane come congelata: drôle de guerre (strana
guerra o guerra per finta) che consente ai tedeschi di riorganizzarsi, mentre i
soldati francesi attendono l’iniziativa del nemico illudendosi che la Linea Maginot
(linea difensiva lunga 400 Km, tra il confine con il Lussemburgo e quello svizzero;
prende il nome da André Maginot, politico francese ideatore del progetto) possa
proteggerli. I francesi compiono una serie di errori fatali dovuti ad una concezione
statica della guerra, eredità del primo conflitto mondiale, e ad una certa resistenza
all’idea di impegnarsi in una nuova guerra mondiale.
LA CADUTA DELLA FRANCIA
• 30 Novembre 1939: l’Urss attacca la Finlandia , colpevole di aver rifiutato alcune
rettifiche di confine
• Marzo 1940: anche se i soldati finlandesi si battono con abilità e coraggio, alla fine
la Finlandia deve cedere alle richieste sovietiche, ma mantiene la sua indipendenza
• 9 aprile 1940: attacco tedesco alla Danimarca (che si arrende immediatamente) ed
alla Norvegia, che oppone una certa resistenza, ma dovrà, comunque, cedere
all’avanzata dell’esercito tedesco; Hitler voleva controllare il Mare del Nord ed il
rifornimento di ferro che attraverso la Norvegia giungeva alla Germania dalla
Svezia
• 10 Maggio 1940: attacco tedesco alla Francia; come nel 1914, l’esercito tedesco
viola la neutralità del Belgio e, questa volta, anche quella dell’Olanda e del
Lussemburgo; dopo aver attraversato la foresta delle Ardenne (che i francesi
ritenevano invalicabili dai carri armati) i mezzi corazzati tedeschi sfondano le linee
nemiche presso Sedan e puntano verso il mare, chiudendo in una sacca molti
reparti francesi e belgi e l’intero corpo di spedizione inglese
• 29 Maggio-4 Giugno: reimbarco nel porto di Dunkerque (grazie ad un momentaneo
rallentamento dell’offensiva) del grosso delle truppe britanniche e di alcuni soldati
belgi e francesi
• 14 giugno: i tedeschi entrano a Parigi, mentre interminabili colonne di profughi si
riversano verso Sud
LA CADUTA DELLA FRANCIA: CONSEGUENZE
• Cade il governo presieduto da
Paul Reynaud e diventa presidente
del Consiglio il maresciallo, di destra, ottantaquattrenne Philippe Pétain, che si occupa
dell’armistizio, firmato il 22 giugno, a Rethondes, presso Compiégne nello stesso
vagone ferroviario in cui nel Novembre del 1918 la delegazione tedesca era stata
costretta a piegarsi al Diktat dei vincitori di allora (volontà di riscatto dell’umiliazione
subita)
• La Francia viene divisa in due territori: il governo conserva la sua sovranità nella
zona centro-meridionale del Paese (con capitale Vichy), dove darà vita ad un
regime collaborazionista, presieduto da Pétain; il resto della Francia resta sotto la
dominazione tedesca
• Fine della Terza repubblica (nata nel 1870, dopo la caduta dell’impero di
Napoleone III)
L’ITALIA IN GUERRA
• Di fronte al crollo della Francia attaccata dai tedeschi Mussolini, allettato dalla
prospettiva di una facile vittoria (in privato, parlò di «qualche migliaio di morti da
gettare sul tavolo della pace») riesce a piegare la resistenza di alcuni settori della
classe dirigente e quella dell’opinione pubblica
• 10 Giugno 1940: dal balcone di palazzo Venezia a Roma il duce annuncia l’entrata
in guerra dell’Italia
• L’offensiva sulle Alpi, contro un avversario praticamente già sconfitto si risolve,
però, in una grande prova di inefficienza: 4 divisioni francesi sbarrano il passo a 28
divisioni italiane e riescono a difendere il loro terreno, con 37 morti contro 631
italiani
• Settembre 1940: Attacco italiano nell’Africa settentrionale contro le forze inglesi in
Egitto; l’esercito italiano deve arrestarsi per l’insufficienza dei mezzi corazzati;
Mussolini rifiuta, inizialmente, l’intervento tedesco, illudendosi di poter condurre
una «guerra parallela» a quella della Germania nazista
L’ITALIA IN GUERRA
• Ottobre 1940: l’esercito italiano, muovendo dall’Albania, attacca la Grecia
• Alla fine di Novembre i Greci passano al contrattacco e gli italiani sono costretti a
ripiegare in territorio albanese e a schierarsi sulla difensiva
• Primo duro colpo all’immagine guerriera del regime fascista (disorganizzazione,
carenza di equipaggiamento invernale, fenomeni di sbandamento fra le truppe)
• Il capo di stato maggiore Badoglio è costretto alle dimissioni (sostituito dal
generale Ugo Cavallero)
• Dicembre 1940: gli inglesi passano al contrattacco in Africa e conquistano la
Cirenaica (parte orientale della Libia)
• Mussolini è costretto ad accettare l’aiuto dei tedeschi (AfriKaKorps), equipaggiati
con moderni mezzi corazzati e comandati dal generale Erwin Rommel che in Aprile
porta a termine la riconquista della Cirenaica
• 6 Aprile 1941: gli inglesi occupano Addis Abeba (capitale dell’Etiopia) e restaurano
sul trono il negus Hailé Selassié, ponendo fine all’impero italiano in Africa orientale
• Aprile 1941: Jugoslavia e Grecia vengono travolte dall’attacco congiunto delle
truppe tedesche e italiane
1939-41:
l’Europa dominata da Hitler
Luglio - settembre 1940:
“battaglia d’Inghilterra
Aprile 1941:
invasione della Iugoslavia
22 giugno 1941:
“Operazione Barbarossa”
LA BATTAGLIA
D’INGHILTERRA
Spifire inglesi
Bombardiere Heinkel He 111
• Winston Churchill il 18 Giugno 1940 dichiara alla camera dei Comuni: «La battaglia
di Francia è finita. Ora mi aspetto che cominci la battaglia d’Inghilterra»
• Inizio di Luglio 1940: Hitler avvia il progetto per l’invasione dell’Inghilterra
(operazione Leone marino)
• Si tratta della prima grande battaglia aerea della storia, finalizzata a compensare
la superiorità navale della Gran Bretagna
• Per tre mesi circa l’aviazione tedesca (Luftwaffe) effettua incursioni contro
obiettivi militari e centri industriali, bombardando ripetutamente Londra ed altri
centri (come Coventry), ma gli aerei da caccia della Royal Air Force (Raf), dotati di
un sistema di informazione e avvistamento radar, riescono a tenerle testa
• All’inizio dell’autunno l’operazione «Leone marino» viene rimandata a tempo
indeterminato
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ATTACCO ALL’UNIONE SOVIETICA: OPERAZIONE BARBAROSSA
22 Giugno 1941: inizia l’offensiva tedesca contro l’Urss su un fronte lungo 1600 Km
dal Baltico al Mar Nero
Lo scontro ideologico si semplifica e si radicalizza con il venir meno dell’anomala
intesa fra nazismo e comunismo sovietico
I sovietici vengono colti di sorpresa ed i tedeschi riescono a penetrare a Nord,
verso Leningrado, al centro, verso Mosca e al sud, verso l’Ucraina
In tre mesi di guerra-lampo i tedeschi occupano le repubbliche baltiche, gran parte
dell’Ucraina , la Bielorussa; si impadroniscono di un terzo dei territori coltivati, di
un terzo della produzione di grano, del 50% del carbone, del 60% del ferro e
dell’acciaio
Sbandamento dell’Armata rossa: impreparazione militare, debolezza degli alti
comandi (falcidiati dalle purghe staliniane) errori tattici causarono, già in autunno,
3 milioni di soldati russi morti o feriti e altrettanti fatti prigionieri
Mussolini invia un corpo di spedizione italiano (Csir: corpo di spedizione
italiano in Russia, raggiunto, nel 1942, dall’Armir: armata italiana in Russia)
per partecipare alla crociata antibolscevica
Attingendo ad un serbatoio umano pressoché inesauribile e riorganizzando la
produzione industriale nelle regioni ad est del Volga l’Urss riesce, però, a
compensare le spaventose perdite di uomini e mezzi
ATTACCO ALL’UNIONE SOVIETICA: OPERAZIONE BARBAROSSA
• La guerra-lampo si trasforma in guerra di usura e l’esercito tedesco rimane
immobilizzato nelle pianure russe dove dovrà affrontare il rigido inverno e
l’accanita resistenza dei russi
Soldati russi marciano verso
Leningrado
Soldati tedeschi tentano di sbloccare
dalla neve un panzer IV D
Soldati italiani
Donne russe scavano fossati anticarro
Il Corpo di Spedizione Italiano in Russia, spesso abbreviato come CSIR, e l'8ª Armata
Italiana in Russia, o ARMIR, furono le Grandi Unità del Regio Esercito impegnate, in
IMMAGINIsul
DELLA
DI RUSSIA
IN1943.
SUCCESIONE
successione,
fronteCAMPAGNA
orientale tra il luglio
del 1941CONDOTTA,
e il febbraio del
La
partecipazione alla guerra contro l'Unione DAL
Sovietica rappresentò uno sforzo notevole per
le forze armate italiane, già duramente impegnate nei Balcani e in Africa settentrionale.
ATTACCO ALL’UNIONE SOVIETICA: PRODUZIONE DI GUERRA
«Le tenaglie corazzate che accerchiarono e stritolarono le armate sovietiche nella
Russia occidentale nei mesi di giugno, luglio e agosto 1941, erano strumenti di guerra
in grado di assicurare il successo in battaglia che il mondo non aveva mai visto prima,
ma non erano strumenti per una vittoria totale. Anche se annientarono uno dei
principali strumenti bellici dell’Urss, le sue difese mobilitate in prima linea, non
riuscirono a distruggere le sue risorse industriali nelle province europee. E anche
mentre i panzer erano in marcia, un Soviet dell’Evacuazione, diretto dall’esperto
economico A.I. Mikoyan, stava letteralmente strappando le fabbriche dalla loro
direttrice d’avanzata, caricando macchinari, scorte e operai su linee ferroviarie
sovraccariche, e trasferendo tutto ad est, verso nuove località al di là della portata dei
carri armati tedeschi. Il trasferimento strategico dell’industria era cominciato molto
prima della guerra, nello sforzo di portare la produzione della nuova zona industriale
e di materie prima al di là degli Urali allo stesso livello dei centri tradizionali intorno a
Mosca, Leningrado, Kiev e del bacino del Donetz. […] L’operazione Barbarossa
provocò «una seconda rivoluzione industriale» nella Russia sovietica. […] Nei primi
tre mesi del conflitto, la rete ferroviaria sovietica, mentre trasportava verso ovest tre
milioni e mezzo di soldati, riportò verso est gli impianti di 1.523 fabbriche da rimettere
in funzione negli Urali (455 stabilimenti) nella Siberia occidentale (210) nella regione
del Volga (200) nel Kazakistan e nell’Asia centrale (più di 250). […] Questo inizio della
«seconda rivoluzione industriale sovietica fu la notizia peggiore per la Wehrmacht
[…]» (John Keegan, La seconda guerra mondiale - 1939-1945 Una storia militare)
Il “nuovo ordine”
nazi-fascista
in Europa
• Grande Germania:
popoli di lingua tedesca
• Paesi satelliti
(es. Italia e Ungheria)
• Territori di importanza
strategica amministrati
– comandi militari
(Francia Nord)
– commissari del Reich
(Polonia)
• Stati amici autonomi
(Croazia e Francia del Sud)
Slavi: “razza inferiore”,
• sottomessi come schiavi per
lavorare nelle industrie del
Reich
• eliminati se inabili
Ebrei e zingari,
• considerati “non uomini”,
devono essere eliminati
Il “nuovo ordine” in Estremo Oriente
In estremo Oriente il Giappone
intensifica la sua guerra di
espansione sulle coste
asiatiche del Pacifico che già
aveva ripreso
dal 1931
7 dicembre 1941:
i giapponesi attaccano la base
americana di Pearl Harbor, nelle
Hawaii
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INTERVENTO DEGLI STATI UNITI
Marzo 1941: gli Stati Uniti di Roosevelt approvano la Legge Affitti e Prestiti, che
consentiva la fornitura di materiale bellico a condizioni molto favorevoli a quegli
stati la cui difesa fosse considerata vitale per gli interessi americani
14 Agosto 1941: incontro tra Roosevelt e Churchill a largo dell’isola di Terranova
per firmare la Carta atlantica, documento in otto punti (quasi una riedizione dei
Quattordici punti di Wilson)
Luglio 1941: i giapponesi invadono l’Indocina francese (approfittando della
sconfitta della Francia); Stati Uniti e Gran Bretagna decretano il blocco delle
esportazioni (embargo commerciale) verso il Giappone
L’impero asiatico, industrialmente avanzato, ma povero di materie prime,
dominato da correnti belliciste, sceglie la via della guerra
7 Dicembre 1941: l’aviazione giapponese attacca la flotta statunitense ancorata a
Pearl Harbor, nelle Hawaii
Il 7 Dicembre era domenica e gli ufficiali avevano il permesso di dormire a terra,
mentre gli equipaggi godevano di una veglia posticipata; inoltre, dall’Ottobre 1940
si trovavano in stato d’allerta permanente, ma, proprio il protrarsi del periodo di
preallarme, aveva finito per ridurre l’effettiva prontezza di reazione; così il «giorno
dell’infamia» come lo avrebbe definito poco dopo Roosevelt divenne uno dei più
devastanti attacchi di sorpresa della storia
OFFENSIVA GIAPPONESE NEL PACIFICO
«Otto navi da guerra vengono danneggiate o affondate, e così altre sette navi. Il 90 %
delle forze aeree e di superficie degli Stati Uniti nella zona fu immobilizzato o
distrutto. Altri attacchi vennero sferrati simultaneamente contro obiettivi nelle isole
Wake, Guam e Midway, nelle Filippine e a Hong Kong, tutti con pari successo, e poco
dopo furono assaliti e affondati in alto mare una nave da guerra e un incrociatore
britannico provenienti da Singapore» (W.G. Beasley, Storia del Giappone moderno)
• Maggio 1942: i giapponesi controllano le Filippine (strappate agli Usa) la Malesia e
la Birmania britanniche, l’Indonesia olandese, e sono in grado di minacciare
l’Australia e l’India
• Pochi giorni dopo l’attacco a Pearl Harbor (11 Dicembre 1941) Germania e Italia
dichiarano guerra agli Stati Uniti e rinnovano il Patto tripartito (1940)
• Il conflitto, a questo punto, diviene veramente mondiale
• Tra Dicembre 1941 e Gennaio 1942: Conferenza di Washington in cui le 26 nazioni
in guerra contro Germania, Italia e Giappone sottoscrivono il Patto delle Nazioni
Unite: i contraenti si impegnano a tener fede ai principi della Carta atlantica, a
combattere le potenze fasciste, a non concludere armistizi e paci separate
Inghilterra USA e URSS
contro il dominio il “nuovo ordine” definito dal patto
tripartito
14 agosto 1941
Roosevelt e Churchill
sottoscrivono la
Carta atlantica
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Non ricercare conquiste territoriali
“Distruggere la tirannia nazista”
Garantire un ordine mondiale
democratico basato:
Sul principio di autodeterminazione
dei popoli
Libertà dei commerci e dei mari
Rinuncia all’uso della forza nei
rapporti fra stati
Cooperazione internazionale
Costituzione di una organizzazione
internazionale di pace
L’URSS, aggredita da
Hitler, è ammessa a
usufruire degli aiuti
economici e militari
statunitensi
1942-43
il capovolgimento dei
fronti
Gennaio 1942
Inghilterra, USA,
URSS e Cina
sottoscrivono l’Alleanza
delle Nazioni unite
Gli eventi che capovolgono
le sorti della guerra in Europa:
• ottobre 1942: El Alamein
• novembre 1942: sbarco
americano in Marocco e
Algeria
• novembre 1942- febbraio
1943: Stalingrado
10 luglio 1943:
le truppe anglo americane
congiuntesi in Tunisia
sbarcano in Sicilia
1942-1943: LA SVOLTA NELLA GUERRA
Le prime sconfitte giapponesi
• Maggio-Giugno 1942: gli americani fermano la spinta offensiva dei giapponesi nel
Pacifico con le due battaglie del Mar dei Coralli e delle isole Midway, a ovest delle
Hawaii
• Sono le prime battaglie in cui le navi si combattono a distanza, bombardandosi a
vicenda con gli apparecchi che decollavano dalle portaerei
• Febbraio 1943: i marines conquistano l’isola di Guadalcanal e i giapponesi, da
questo momento, si limitano a difendere le posizioni raggiunte
1942-1943: LA SVOLTA NELLA GUERRA
1942-1943: LA SVOLTA NELLA GUERRA
La battaglia di Stalingrado
• Agosto 1942: i tedeschi danno inizio all’assedio di Stalingrado sul Volga
• Novembre 1942: dopo durissimi combattimenti casa per casa, i russi
contrattaccano sui fianchi dello schieramento nemico e chiudono i tedeschi in una
morsa
• Hitler non autorizza la ritirata e sacrifica un’intera armata che, all’inizio di febbraio
è costretta ad arrendersi
• Nell’inverno ’42-’43: le forze dell’Asse vengono
decimate e l’Armata italiana in gran parte distrutta
Soldati sovietici tra le
rovine di Stalingrado
Prigionieri tedeschi in marcia
verso i campi di raccolta
1942-1943: LA SVOLTA NELLA GUERRA
La battaglia di El Alamein
• Fine Ottobre 1942: il generale britannico Montgomery lancia la controffensiva nel
deserto del Nord Africa, dove il contingente italo-tedesco del generale Rommel era
arrivato ad El-Alamein, ad 80 Km da Alessandria
• Primi di Novembre: gli italo-tedeschi perdono la battaglia e iniziano la ritirata, che
li costringerà a ripercorrere a ritroso tutto il litorale libico fino alla Tunisia
• Novembre 1942: un contingente anglo-americano sbarca in Algeria e in Marocco,
stringendo le forze dell’Asse in una tenaglia
• Gennaio 1943: Conferenza di Casablanca, in Marocco: contro la volontà di Stalin,
che desiderava attaccare subito l’Europa del Nord per allentare la pressione
sull’Urss, prevale la posizione inglese e si pianifica l’attacco dell’Italia, considerata
da Churchill il «ventre molle dell’Asse», sia per la sua vicinanza alla Tunisia, dove
si trovavano le basi aereonavali alleate, sia per la crisi politico-militare in cui
versava il regime fascista. Inoltre, viene individuato come obiettivo quello della
resa incondizionata della Germania, fino alla vittoria totale, senza patteggiamenti
di sorta con i tedeschi ed i loro alleati.
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L’ITALIA: LA CADUTA DEL FASCISMO E L’ARMISTIZIO
Marzo 1943: grandi scioperi operai scoppiano a Torino per poi dilagare nei
principali centri industriali del Nord, sintomo del diffuso disagio popolare legato
al caro-vita, ai disagi alimentari, agli effetti dei bombardamenti aerei alleati
(inverno ‘42-’43)
12 Giugno 1943: gli anglo-americani sbarcano nell’isola di Pantelleria
10 Luglio ‘43: gli alleati sbarcano in Sicilia e in poche settimane si impadroniscono
dell’isola; la popolazione non oppone alcuna resistenza e spesso li accoglie come
liberatori
Notte tra il 24 e il 25 Luglio 1943: un ordine del giorno presentato da Dino Grandi
invita il re a riassumere le sue funzioni di comandante supremo delle forze
armate, manifestando un’esplicita sfiducia nei confronti del duce
25 Luglio: Mussolini viene convocato da Vittorio Emanuele III, invitato a
rassegnare le dimissioni e arrestato; al suo posto viene nominato capo del
governo il maresciallo Pietro Badoglio, ex comandante delle forze armate
La notizia della caduta di Mussolini viene accolta con grande esultanza dalla
popolazione, anche per la speranza di una repentina fine della guerra
I tedeschi si affrettano a rafforzare la loro presenza sulla penisola e il governo
Badoglio dichiara che nulla sarebbe cambiato nell’impegno bellico italiano, ma
avvia trattative segrete con gli alleati
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L’ITALIA: LA CADUTA DEL FASCISMO E L’ARMISTIZIO
3 Settembre 1943: il governo italiano firma l’armistizio con gli anglo-americani a
Cassibile, in Sicilia
8 Settembre: l’armistizio viene reso noto, mentre un contingente alleato sbarca a
Salerno; il re e il governo fuggono da Roma e riparano a Brindisi, sotto la
protezione degli alleati appena sbarcati in Puglia ed i tedeschi occupano tutta
l’Italia centro-settentrionale
Le truppe dell’esercito italiano, lasciate prive di ordini, si sbandano e Roma viene
difesa solo da reparti isolati a cui si uniscono gruppi di civili armati (primi atti
della Resistenza italiana presso Porta San Paolo); 600.000 soldati italiani vengono
catturati e deportati in Germania
13 Settembre 1943: inizia una battaglia tra tedeschi e soldati italiani che
controllavano l’isola di Cefalonia a causa del rifiuto di quest’ultimi di consegnare le
armi ai loro ex-alleati; cadono combattendo 65 ufficiali e 1250 soldati italiani,
mentre vengono massacrati 189 ufficiali e 5000 tra sottoufficiali e soldati che
erano stati fatti prigionieri; 3000 superstiti perdono la vita a causa
dell’affondamento delle navi tedesche che dovevano deportarli in Germania. In
totale le vittime dell’eccidio di Cefalonia saranno circa 9.500
In Italia i tedeschi si attestano sulla linea Gustav, una linea difensiva che andava da
Gaeta (vicino a Napoli) alla foce del Sangro (a sud di Pescara) e aveva il suo punto
nodale nella zona di Cassino
L’ITALIA: LA CADUTA DEL FASCISMO E L’ARMISTIZIO
La guerra
in Italia
8 settembre 1943:
è reso pubblico l’armistizio:
• disgregazione dello stato
• dissoluzione dell’esercito
Tre Italie:
• Il Regno del sud
• Italia centrale sotto il
dominio tedesco fino all’estate ‘44
• Italia del Nord, sino Aprile ’45,
in guerra con i tedeschi e con i
fascisti di Salò
La lenta avanzata nella penisola:
• inverno 1943-44: linea Gustav
• inverno 1944-45: linea Gotica
(da Massa Carrara a Pesaro)
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L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
12 Settembre 1943: un comando di aviatori e paracadutisti tedeschi libera
Mussolini detenuto a Campo Imperatore , sul Gran Sasso
Nasce la Repubblica sociale italiana (Rsi) e viene fondato il nuovo Partito fascista
repubblicano, che riesuma il programma pseudo rivoluzionario delle origini del
movimento fascista che si dota di un nuovo esercito per continuare a combattere
a fianco dell’alleato tedesco
Il nuovo Stato repubblicano, ribattezzato spregiativamente repubblichino,
trasferisce i suoi uffici e le sue rappresentanza da Roma a Salò, sul Lago di Garda,
da cui la denominazione di Repubblica di Salò
Gennaio 1944: vengono fucilati a Verona, dopo un sommario processo, i cinque
gerarchi fascisti che avevano votato l’ordine del giorno Grandi (fra questi il
genero di Mussolini Galeazzo Ciano) per punire gli artefici del «tradimento» del 25
Luglio
30 Novembre 1943: viene emanato il cosiddetto Ordine di polizia n. 5, sulla base del quale
le forze di polizia della R.S.I. potevano procedere all’internamento di tutti gli ebrei (italiani
e stranieri) che si trovavano sul territorio nazionale. Dopo l’arresto venivano condotti in
carceri o campi di concentramento, fra i quali un posto di primaria importanza assume
quello di Fossoli, vicino a Carpi, in provincia di Modena che, nel ‘44, sotto la gestione delle
SS, diviene il principale centro di transito per gli ebrei italiani diretti ai campi di sterminio
dell’Europa orientale, primo fra tutti Auschwitz.
L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
• La principale funzione assunta dalla repubblica di Salò è quella di combattere il
movimento partigiano che nasce nell’Italia del Centro-Nord per opporsi ai
tedeschi
• La Resistenza italiana si presenta come un fenomeno complesso che, secondo lo
storico Claudio Pavone, nasce dall’intrecciarsi di tre tipi di conflitto:
- una guerra patriottica, condotta per la liberazione del paese dall’occupazione
tedesca
- una guerra civile, che oppose partigiani e fascisti della Repubblica di Salò
- una guerra di classe, che legava la lotta contro il nazifascismo all’obiettivo della
rivoluzione sociale
• Il movimento partigiano si caratterizza, inoltre, per una grande eterogeneità della
provenienza sociale e dell’appartenenza politica: vi aderirono borghesi, operai,
intellettuali, militari, studenti, mossi da aspirazioni ed ideali differenti, ma uniti dal
comune obiettivo della liberazione del paese e dal desiderio di riscatto e libertà.
• Dopo l’8 Settembre: nella parte meridionale della penisola, controllata dagli alleati
nasce il Regno del sud di Vittorio Emanuele III, retto dal governo di Pietro
Badoglio; «qui - sostiene lo storico Federico Chabod - non troviamo, non possiamo
trovare la Resistenza»
• Unica eccezione: Napoli, che insorge il 27 sett. 1943 e libera la città dai tedeschi
L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
• La dimensione politica della Resistenza si fonda sui partiti antifascisti, che si
riorganizzano nell’estate del 1943: il Partito liberale, il Psiup (Partito socialista di
unità proletaria), la Democrazia cristiana (fondata nel 1942 dal politico trentino
Alcide De Gasperi), il Partito d’azione (erede del movimento antifascista Giustizia e
libertà, fondato a Parigi nel 1929 da Carlo Rosselli) e il Partito comunista
• 9 Settembre 1943: questi partiti, insieme al piccolo Partito democratico del lavoro,
danno vita, a Roma, al Comitato di liberazione nazionale (CLN) presieduto dal
socialista riformista Ivanoe Bonomi, con il compito di organizzare la resistenza
contro il nazifascismo e, in prospettiva, di assumere la guida politica del paese
• 28/29 Gennaio 1944: ha luogo a Bari un grande Congresso dei partiti antifascisti
che chiedono l’abdicazione immediata del re e la convocazione di un’Assemblea
costituente, da eleggersi appena finita la guerra
• Primavera 1944: svolta di Salerno, operata dal segretario del Partito comunista
Palmiro Togliatti, appena rientrato dall’Urss; egli afferma che è necessario rinviare
la questione monarchica al dopoguerra e costituire un governo d’unità nazionale
in quanto l’obiettivo da porre come prioritario era la liberazione del Paese; si
costituisce così il governo «dei sei partiti»
• Vittorio Emanuele III accetta di trasferire momentaneamente i suoi poteri al figlio
Umberto I che nel giugno ‘44 (dopo la liberazione di Roma) assume il titolo di
luogotenente del Regno
L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
• Il presidente del CLN, Bonomi sostituisce Badoglio alla guida del nuovo governo
• Le formazioni militari dipendenti dal Cln compiono numerose azioni di guerriglia e
di sabotaggio; a Roma, in via Rasella un attento provoca la morte di 32 SS
tedesche e, per rappresaglia, 335 italiani sono massacrati presso le Fosse
ardeatine (24 marzo 1944)
•
«[…] accanto ai partigiani (organizzati dapprima in bande, poi in divisioni e brigate con un
comando generale centrale) esistono i GAP (gruppi d’azione patriottica) e le SAP (squadre
d’azione patriottica). I primi si formano nel novembre 1943, per iniziativa comunista, nelle
città, e svolgono attività di sabotaggio, attentati, ecc.; le seconde, sorte durante l’estate
1944 nelle campagne emiliane, sempre per iniziativa comunista, hanno uno scopo
soprattutto difensivo (ma non in modo esclusivo: spesso passano anche all’attacco): difesa
della popolazione contro le requisizioni, la chiamata degli uomini al servizio di lavoro, ecc.»
(F. Chabod, L’Italia contemporanea (1918-1948))
• All’interno del CLN si profilano diversi orientamenti politici:
- I liberali: pensano ad un sostanziale ritorno allo stato pre-fascista (una volta
venutasi a chiudere la «parentesi» del fascismo, come la definì Benedetto Croce)
- Democrazia cristiana: erede del Partito popolare, era contraria a profondi
rivolgimenti sociali e politici
- Comunisti, socialisti e azionisti: interpretavano la lotta contro il nazifascismo come
il primo momento di un processo rivoluzionario che avrebbe dovuto promuovere
una profonda trasformazione della società e dello stato
RESISTENZA,
LIBERAZIONE
• Tra il 1943L’ITALIA:
e il 1944GUERRA
emerge CIVILE,
con chiarezza
la diversità
di intenti fra Italiani e
Alleati; come sostiene Chabod: «Gli Alleati non desiderano un apporto massiccio
da parte dell’esercito regolare italiano, e tendono a limitare la sua partecipazione
alla guerra contro i tedeschi; allo stesso modo, per quel che riguarda la Resistenza,
essi preferiscono che le bande non siano troppo numerose e che limitino la loro
attività ad azioni di sabotaggio, anziché svolgere un’azione militare di massa di
considerevole importanza. Inoltre gli alleati paventano un movimento politico
rivoluzionario» (F. Chabod, L’Italia contemporanea)
• Novembre 1944: il maresciallo Alexander dirama delle istruzioni che, nella
sostanza, sono un invito alla smobilitazione, provocando malintesi e polemiche tra
i capi della Resistenza, da una parte, gli alleati e il governo di Roma dall’altra.
• 26 Dicembre ‘44: Bonomi (presidente del Consiglio) firma a Roma un accordo con
il Comitato di liberazione dell’Alta Italia (CLNAI) che completa i cosiddetti
Protocolli di Roma del 7 Dicembre 1944
«Il governo italiano riconosce il Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI) quale organo
dei partiti antifascisti sul territorio occupato dal nemico. Il governo italiano delega il CLNAI a
rappresentarlo nella lotta che i patrioti hanno impiegato contro i fascisti e i tedeschi nell’Italia non
ancora liberata. Il CLNAI accetta di agire a tal fine come delegato del governo italiano il quale è
riconosciuto dai governi alleati come successore del governo che firmò le condizioni di armistizio,
ed è la sola autorità legittima in quella parte d’Italia che è già stata o sarà in seguito restituita al
governo italiano dal governo militare alleato»
• Il CLNAI acquista così una fisionomia «legale» e ufficiale
L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
• Giugno 1944: le formazioni partigiane si danno un comando militare unificato, il
Corpo volontari della libertà (Cvl) riconosciuto dagli Alleati e dal governo di Roma,
che ha come comandante Raffaele Cadorna (figlio del comandante delle truppe
italiane durante la prima guerra mondiale, Luigi Cadorna) e come vicecomandanti
l’azionista Ferruccio Parri e il comunista Luigi Longo.
• Primavera 1944: la Resistenza si organizza con forme di inquadramento più
rigoroso, con unità, le brigate, che raggruppavano diverse centinaia di uomini; le
formazioni più numerose e attive erano quelle comuniste (brigate Garibaldi),
azioniste (Brigate Giustizia e libertà) e le autonome , formate in prevalenza da ex
ufficiali e militari, vi erano poi le formazioni socialiste (Brigate Matteotti) e quelle
democristiane.
• Metà ‘44: escalation dell’azione repressiva condotta dai nazifascisti che attuano,
soprattutto nell’Appennino tosco-emiliano, eccidi e stragi ai danni dei civili;
essere sospettati di «aiuto» ai banditi (come venivano chiamati i partigiani)
comportava il rischio di deportazione in Germania o di morte
• Massacri più efferati: quelli di Sant’Anna di Stazzema in Toscana e di Marzabotto,
in Emilia, dove tra il 29 Settembre e il 5 Ottobre ‘44 le SS sterminano 771 persone,
in maggioranza donne e bambini.
«[…] Questo è quel che oggi si chiama un partigiano, – disse un ex-alunno. – Tu resti il primo ed il
migliore, – gli disse Cocito, mentre un lampo di sarcastica soddisfazione gli fendeva le lenti
nebulose. Ma tutti erano intenti, ognuno per suo conto, a pesare nella sua aerea sospensione
quella nuova parola, nuova nell’acquisizione italiana, così tremenda e splendida nell’aria dorata. E
Cocito proseguì: – Tutto sta nell’intendersi sul vero significato della parola partigiano, – sbirciando
Chiodi così sideways che la sua pupilla occhieggiò netta fuori dalla lente. E chiodi disse con forza
sospirosa: – Partigiano è, sarà chiunque combatterà i fascisti – Cocito lampeggiò uno sguardo
circolare su tutti quelli che avevano instantaneamente accettata la definizione di Chiodi. Poi disse:
– Ognuno di voi è infallantemente sicuro di riuscire un partigiano. Non dico un buon partigiano,
perchè partigiano, come poeta, è parola assoluta, rigettante ogni gradualità – Johnny
sbirciava Chiodi, finiva di bere il suo aperitivo, con haevy repugnance. E Cocito: – Facciamo un
esempio, di tipo scolastico, se volete, sul partigiano. Possiamo accettare la definizione di
Chiodi per cui partigiano è colui che spara con buona mira, con mira definitiva, sui fascisti?
Tu, Johnny: avvisti un fascista od un tedesco e ti appresti a sparargli, sempre in onore e
fulfilment della definizione. Però, si presenta un però: sparandogli ed uccidendolo, può
accadere che dopo un paio d’ore irrompa nella località o nei paraggi una colonna fascista o
tedesca e per rappresaglia la metta a ferro e fuoco, uccidendo, dieci, venti, tutti gli abitanti
di essa località. A conoscenza di una simile possibilità, tu Johnny spareresti ugualmente? –
No, – disse Johnny d’impeto e Cocito rise dietro gli occhiali. – Continuiamo per questa strada irta
ma istruttiva, converrete. Johnny, se tuo padre fosse fascista, e fascista attivo, al punto da poter
compromettere la sicurezza tua e della tua formazione partigiana, tu ti senti di ucciderlo? – Johnny
chinò la testa, ma un altro disse, con una certa foga stammering: – Ma professore, lei fa soltanto
casi estremi. – La vita del partigiano è tutta e solo fatta di casi estremi. […]» (Beppe Fenoglio,
Il partigiano Jhonny, Torino, Einaudi, 1968, pp. 23-24)
L’ITALIA: GUERRA CIVILE, RESISTENZA, LIBERAZIONE
• 5 e 9 Aprile 1945: sfondamento linea gotica, rispettivamente nel settore tirrenico
e in quello adriatico e avanzata nella pianura padana delle forze alleate,
convergere delle brigate sui grandi centri e mobilitazione degli operai impongono
un’accelerazione alla disfatta dei nazifascisti
• Tra il 23 e il 26 Aprile: si liberano Genova, Torino e Milano e poi via via tutte le città
del Nord, ove il CLNAI assume i poteri civili e militari
• 25 Aprile: data ufficiale della liberazione
• 28 Aprile: Mussolini, catturato dai partigiani a Dongo, sul lago di Como, mentre
tenta di fuggire, viene fucilato insieme ad altri gerarchi fascisti
LA SCONFITTA DELLA GERMANIA
• Luglio 1943: dopo aver respinto l’ultimo attacco in forze tedesco, l’Armata rossa
inizia una lenta, ma inarrestabile avanzata che si concluderà solo nell’Aprilemaggio 1945 con la conquista di Berlino
• Le vittorie sovietiche consentono all’Urss di accrescere il suo peso contrattuale in
seno alla «grande alleanza», come emerge nella Conferenza interalleata di
Teheran (Novembre-Dicembre 1943)
Le conferenze interalleate:
Teheran
Churchill, Roosevelt e Stalin
Teheran, 28 novembre – 1° dicembre 1943
• Discussione del progetto di
apertura di un secondo fronte
(oltre quello italiano) nell'Europa
continentale con lo sbarco in
Normandia, previsto per il 1°
maggio 1944
• Stalin si impegna a entrare in
guerra contro il Giappone
• Definizione dei futuri confini
della Polonia:
– confine orientale (polaccosovietico) sulla linea Curzon,
lasciando all’URSS i territori
acquisiti con l’Accordo
Ribbentrop-Molotov
– Confine occidentale (tedescopolacco) sull'Oder
– Per la Germania, oltre alle
mutilazioni territoriali a
beneficio della Polonia, si
previde uno smembramento
in vari Stati
Mosca, ottobre 1944: vertice Churchill - Stalin
« Sistemiamo le nostre faccende nei Balcani; i
vostri eserciti si trovano in Romania e in Bulgaria,
dove noi abbiamo interessi, missioni e agenti. Non
procediamo a offerte e controfferte stiracchiate.
Per quanto riguarda la Gran Bretagna e la Russia,
che ne direste se aveste una maggioranza del
90% in Romania e noi una percentuale analoga in
Grecia e partecipassimo invece su un piede di
perfetta parità in Jugoslavia?».
Mentre si procedeva alla traduzione, trascrissi ciò
su mezzo foglio di carta: …
[…] Il foglio segnato a matita era li al centro della
tavola. Finalmente io dissi: «Non saremo
considerati cinici per il fatto che abbiamo deciso
questioni cosi gravide di conseguenze per milioni
di uomini in maniera cosi improvvisata? Bruciamo
il foglio». «No, conservatelo voi» disse Stalin. E
cosi feci.
[dalle memorie di Churchill]
LA SCONFITTA DELLA GERMANIA
• 6 Giugno 1944: scatta l’Operazione Overlord (nome in codice dello sbarco in
Normandia) preparata da un impressionante serie di bombardamenti e da un
nutrito lancio di paracadutisti
• I tedeschi avevano munito tutta la zona costiera con imponenti fortificazioni
difensive (vallo atlantico)
• L’armata anglo-americana, comandata dal generale Dwight Eisenhower, sbarca
sulle coste settentrionali della Francia, in Normandia: circa 50.000 navi
trasportavano soldati britannici, statunitensi e canadesi, mentre 14.000
bombardieri alleati appoggiavano lo sbarco dalla costa
"L’artigliere Charles Wilson, che apparteneva alle batterie d’appoggio della brigata, fornisce un quadro della
straordinaria confusione degli ultimi momenti di navigazione e dei primi momenti dello sbarco […]
«Incrociammo due mine nell’ultimo tratto , erano mine galleggianti, che non ci fermarono, ma
danneggiarono la rampa e un ufficiale che era in piedi su di essa rimase ucciso. Ci arenammo su una
lingua di sabbia. Il primo a saltar fuori fu un sergente dei commando con equipaggiamento completo,
che sprofondò come un sasso in due metri d’acqua. Noi ci aggrappammo alla rete di corda sulla quale
dovevano passare i semoventi per sbarcare e ci tuffammo dalla rampa nell’acqua gelida. La rete era
assolutamente inutilizzabile nella risacca e ci stava trascinando verso alcune mine. Abbandonammo le
funi e raggiungemmo la spiaggia. Nella confusione persi l’uniforme e gli scarponi e rimasi in mutande.
Qualcuno ci passò delle sigarette, ma erano bagnate fradice. […] il semicingolato del comando di
batteria riuscì ad arrivare a terra, seguito da un altro. La spiaggia era cosparsa di rottami, un carro
armato in fiamme, mucchi di coperte e di equipaggiamenti, cadaveri e pezzi di cadaveri. Un soldato
accanto a me fu tagliato in due da una granata e il suo torso ricadde a terra informe e sanguinante. Il
cingolato si fermò e riuscì a mettermi addosso qualcosa».
LA SCONFITTA DELLA GERMANIA
[…] Lo sbarco a Omaha, nel complesso, fu pagato a caro prezzo: gran parte delle 4.649
perdite subite dagli americani il 6 giugno 1944 si verificò in quel settore. Ma alcuni
battaglioni riuscirono comunque ad avanzare e anche quelli maggiormente provati alla
fine, riunirono i superstiti e proseguirono verso l’interno" (J. Keegan, La seconda guerra
mondiale, 1939-1945 Una storia militare)
•Fine Luglio: gli alleati riescono a sfondare le linee tedesche e a dilagare nella Francia
del Nord
•25 Agosto: gli anglo-americani e i reparti di De Gaulle entrano a Parigi, già liberata
dai partigiani
•Settembre 1944: la Francia era quasi completamente liberata
• Decisa la divisione della
Germania in quattro zone di
occupazione (Urss, Francia,
Inghilterra, Usa) e la sua
denazificazione;
Le conferenze
interalleate: Yalta
• assenso di Stalin alla creazione
dell’Organizzazione delle Nazioni
Unite e ottiene che le decisioni
fondamentali debbano essere
prese all'unanimità [diritto di veto]
dai cinque membri permanenti del
Consiglio di sicurezza:
[USA, URSS, Inghilterra, Cina, Francia]
• impegno a garantire elezioni
democratiche nei paesi liberati
[ma appare evidente che Stalin e Churchill
considerano di fatto inevitabile la spartizione
dell'Europa in due blocchi]
• In Polonia il governo doveva
nascere da un accordo fra la
componente comunista e quella
filoccidentale
Churchill, Roosevelt e Stalin
Yalta, 4 – 11 febbraio 1945
LA SCONFITTA DELLA GERMANIA
• Autunno 1944: il fronte degli alleati della Germani inizia a sfaldarsi; prima la
Romania e poi la Bulgaria cambiano fronte; fra agosto e ottobre la Finlandia e
l’Ungheria chiedono la firma dell’armistizio all’Urss; i russi e i partigiani jugoslavi
entrano a Belgrado liberata, mentre gli inglesi sbarcano in Grecia;
• Un milione e mezzo di tonnellate di bombe vengono lanciate sulla Germania ;
molte città tedesche vengono ridotte a cumuli di macerie (Amburgo e Dresda)
"Fin dall’8 luglio 1941 Churchill aveva scritto: «C’è una sola cosa che farà cadere Hitler,
vale a dire una serie di attacchi assolutamente devastanti e di sterminio effettuati
da bombardieri pesanti di questa nazione contro la madrepatria nazista». […]Il 14
Febbraio lo stato maggiore dell’aeronautica diramò un ordine in cui si sottolineava
che dal quel momento «le operazioni dovevano puntare a minare il morale della
popolazione civile nemica, e in particolare degli operai delle industrie». Onde
evitare la possibilità di malintesi, il generale d’armata aerea sir. Charles Portal
scrisse il giorno seguente: «Suppongo sia chiaro che i nuovi punti da prender di
mira dovranno essere le zone residenziali, non, per esempio, le banchine dei porti
o le fabbriche di aeroplani…[…]" ( J. Keegan, La seconda guerra mondiale)
• Hitler si illude di poter rovesciare la situazione bellica grazie all’impiego di nuove
armi segrete (i razzi telecomandati V1 e V2) o per un’improvvisa «rottura»
dell’innaturale alleanza tra Urss e democrazie occidentali.
1944-45:
la fine della
guerra in
Europa
• 25 agosto 1944: gli
alleati entrano in Parigi
• settembre-ottobre:
l’armata rossa entra a
Bucarest, Belgrado e
Sofia
• dicembre: controffensiva
tedesca nella Ardenne
• 17 gennaio 1945:
l’armata rossa entra in
Varsavia
8 maggio:
la Germania sottoscrive la
• 2 maggio: l’armata rossa
resa incondizionata
conquista Berlino
LA SCONFITTA DELLA GERMANIA
• Metà gennaio 1945: i sovietici, dopo aver conquistato Varsavia, attraversano tutto
il restante territorio polacco
• in seguito l’Armata rossa caccia i tedeschi dall’Ungheria per poi puntare su Vienna,
che viene raggiunte il 23 Aprile, mentre Praga viene liberata il 4 Maggio
• 25 Aprile 1945: le avanguardie alleate raggiungono l’Elba e si congiungono con i
sovietici che stanno accerchiando Berlino
• 30 Aprile: mentre i russi entrano a Berlino, Hitler si suicida nel bunker sotterraneo
dove avevano trasferito la sede del governo, lasciando la presidenza del Reich
all’ammiraglio Karl Dönitz, che chiede subito la resa agli alleati
• 7 Maggio 1945: nel quartier generale alleato a Reims viene firmato l’atto di
capitolazione delle forze armate tedesche
Gli ultimi atti: 1945
• Aprile-Giugno, San Francisco:
– Conferenza per la costituzione
dell'ONU,
– Firma dello statuto della nuova
organizzazione che sostituisce la
Società delle Nazioni.
– Vi fanno parte inizialmente 51 nazioni:
le 50 presenti a San Francisco più la
Polonia.
• 17 luglio - 2 agosto, Potsdam:
– Truman, Churchill e Stalin deliberano
sul disarmo, la demilitarizzazione e la
spartizione della Germania
– Divergenze di interessi fra gli alleati
occidentali e l'Unione Sovietica, sulla
formazione dei governi nei paesi
liberati
20 novembre, Norimberga:
si apre il processo contro i maggiori
criminali di guerra nazisti
La fine della guerra in Estremo Oriente
• 23-26 ottobre 1944: la più grande battaglia aeronavale della storia: 60% della flotta
giapponese distrutta
• I giapponesi fanno ampio ricorso all’azione dei kamikaze, aviatori suicidi che si
gettavano sulle navi avversarie con aeri carichi di esplosivo
• Il presidente americano Harry Truman decide di impiegare la nuova arma «totale», la
bomba a fissione nucleare, che era stata appena sperimentata nel deserto del
Nuovo Messico
• 6 agosto 1945: un bombardiere americano sgancia la prima bomba atomica sulla
città di Hiroshima
• 9 agosto: l’operazione viene ripetuta a Nagasaki
• 15 agosto: dopo la dichiarazione di guerra dell’Urss al Giappone, l’imperatore
Hirohito offre agli alleati la resa senza condizioni
• 2 settembre 1945: firma dell’armistizio con il Giappone
BILANCIO DEL CONFLITTO
«Si calcola che a causa della seconda guerra mondiale abbiano perso la vita circa 50.000.000 di
persone: la natura stessa della guerra impedisce un calcolo esatto delle vittime. Le sofferenze di
gran lunga maggiori fra i combattenti sono state quelle dell’Unione sovietica, che perse almeno
7.000.000 di soldati in combattimento e altri 7.000.000 di civili; la maggior parte di questi ultimi,
soprattutto ucraini e russi bianchi, perirono per le privazioni, le rappresaglie e i lavori forzati. In
termini relativi, fra le nazioni combattenti, fu la Polonia che subì le perdite maggiori: circa il 20%
della sua popolazione, 6.000.000 circa, non sopravvisse. Quasi metà delle vittime polacche
erano ebrei, e gli ebrei figurano in gran numero anche negli elenchi dei morti di altre nazioni
dell’Europa orientale, compresi gli stati baltici, l’Ungheria e la Romania. La guerra civile e la
guerriglia causarono la morte di 250.000 greci e di 1.000.000 di jugoslavi. Il numero delle vittime,
militari e civili, fu assai più elevato nell’Europa orientale che in quella occidentale, a riprova
dell’intensità e della ferocia con cui furono condotte da parte tedesca la guerra e l’oppressione degli
slavi. In tre nazioni occidentali, tuttavia, Francia, Italia e Olanda, le perdite furono gravi […]
La Germania che aveva cominciato la guerra […] pagò un prezzo terribile per la sua colpa. Dal
punto di vista materiale le sue città resistettero ai bombardamenti meglio dei fragili centri abitati
giapponesi. Tuttavia, Berlino, Amburgo, Colonia e Dresda nel 1945 erano state veramente
ridotte in macerie e molte località minori avevano subito danni gravissimi. […] La popolazione
tedesca pagò un prezzo più elevato sul piano umano che su quello materiale […] Sotto il fuoco
avversario perirono 4.000.000 di soldati tedeschi, e 523.000 civili sotto le incursioni. […] Lo
sradicamento dei tedeschi dalle zone orientali comprese due fasi, entrambe tragiche nei loro effetti:
la prima fu una fuga in preda al panico davanti all’Armata rossa; la seconda una deliberata
espulsione delle popolazioni dalle regioni in cui i tedeschi vivevano, in alcuni casi, da più di
mille anni. […] E’ probabile che 1.000.000 di tedeschi sia morto per il freddo, gli stenti o per i
maltrattamenti, nella grande fuga da Oriente nei primi mesi del 1945.» (J. Keegan, La seconda guerra
mondiale)
Percentuale di popolazione impegnata nello
sforzo bellico nel 1943.
Industria
delle armi
Forze
armate
Unione sovietica
31%
23%
Regno Unito
23%
22%
Germania
14%
23%
Stati Uniti
19%
16%
Fonte: Alan L. Gropman, Mobilising U. S. Industry in world War, McNair Paper 50, Institute for National strategic Studies, Washington (DC) agosto 1996
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