FUTURISMO Movimento d'avanguardia italiano, fa partecipare l'italia alle elaborazione artistica internazionale Vediamo elementi del futurismo in altri movimenti europei: vorticismo inglese, costruttivismo russo elementi del cubismo nel futurismo Si sviluppa dal 1909 al 1914 Dopo Canova l’italia non produce nessun artista di fama internazionale, arte italiana è legata a modelli accademici, storici di cui non ci si libera A fine 800 una cultura decadente→ arte come fuga dalla realtà nel mondo dei sogni In italia non vi è l’esperienza dell espressionismo. Alla fine del secolo divisionismo milanese: Segantini, Previati..Si rifà al puntinismo francese Il futurismo si ribella a tutto questo, cerca un arte che rifiuti il passato e esprima la modernità: in modo vitale e ottimista → propone una nuova estetica propone un avanguardia totale a tutte le arti: parte dalla poesia Si propone una ricostruzione futurista dell’universo: natura, cibo futuristi Caratteri fondamentali: - rifiuto violento del passato - esaltazione della modernità - irruenza e violenza, aggressività del fare artistico I futuristi propagandano le loro idee attraverso manifesti e serate futuriste Manifesti: brevi testi dove spiegano le loro posizione ideologiche e anche aspetti specifici Serate futuriste: nei teatri 1909 a Torino, si leggono manifesti, si suona, si leggono poesie il pubblico viene provocato affinché la serata finisca con una rissa provocazione attraverso il linguaggio ma anche vendendo lo stesso posto a più persone, mettendo davanti persone più violente Arriva la polizia che arresta gli organizzatori Gli avversari sono i giovani borghesi MANIFESTO FUTURISTA di Filippo Tommaso Marinetti Primo manifesto del futurismo, Marinetti è un poeta, intellettuale pubblicato sul giornale francese Le Figaro Punto 4: Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia Proposta di una nuova bellezza, moderno vs antico→ L’automobile è più bella della vittoria di Samotracia Opposizione al passato e esaltazione della modernità Punto 10: Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria. Aggressività Punto 11: Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne, canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche, le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano, le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta Esaltazione della modernità, soggetto= innovazioni della scienza moderna Punto 7: Non v’è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo. Legame tra bellezza e aggressività, vitalismo insito nella bellezza Punto 9: Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna L’esaltazione della guerra è legata all’aggressività del movimento, i futuristi sono per lo più anarchici e spesso vengono sostenuti dagli operai Sono interventisti e partono per la guerra, Boccioni e Sant’elia muoiono in guerra Secondo futurismo: tra le 2 guerre, si propone come arte fascista PITTURA I futuristi producono 2 manifesti: “Il manifesto dei pittori futuristi” e “Il manifesto tecnico della pittura futurista” Entrambi sono firmati da 5 artisti: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini Boccioni è probabilmente quello che li ha scritti, è la mente teorica. MANIFESTO DEI PITTORI FUTURISTI Agli artisti giovani d'Italia! Il grido di ribellione che noi lanciamo, associando i nostri ideali a quelli dei poeti futuristi, non parte già da una chiesuola estetica, ma esprime il violento desiderio che ribolle oggi nelle vene di ogni artista creatore. Noi vogliamo combattere accanitamente la religione fanatica, incosciente e snobistica del passato, alimentata dall'esistenza nefasta dei musei.Ci ribelliamo alla supina ammirazione delle vecchie tele, delle vecchie statue, degli oggetti vecchi e all'entusiasmo per tutto ciò che è tarlato, sudicio, corroso dal tempo, e giudichiamo ingiusto, delittuoso, l'abituale disdegno per tutto ciò che è giovane, nuovo e palpitante di vita. Compagni! Noi vi dichiariamo che il trionfante progresso delle scienze ha determinato nell'umanità mutamenti tanto profondi, da scavare un abisso fra i docili schiavi del passato e noi liberi, noi sicuri della radiosa magnificenza del futuro. Noi siamo nauseati dalla pigrizia vile che dal Cinquecento in poi fa vivere i nostri artisti d'un incessante sfruttamento delle glorie antiche. Per gli altri popoli, l'Italia è ancora una terra di morti, un'immensa Pompei biancheggiante di sepolcri. L'Italia invece rinasce, e al suo risorgimento politico segue il risorgimento intellettuale. Nel paese degli analfabeti vanno moltiplicandosi le scuole: nel paese del dolce far niente ruggono ormai officine innumerevoli: nel paese dell'estetica tradizionale spiccano oggi il volo ispirazioni sfolgoranti di novità. È vitale soltanto quell'arte che trova i propri elementi nell'ambiente che la circonda. Come i nostri antenati trassero materia d'arte dall'atmosfera religiosa che incombeva sulle anime loro, così noi dobbiamo ispirarci ai tangibili miracoli della vita contemporanea, alla ferrea rete di velocità che avvolge la Terra, ai transatlantici, alle Dreadnought, ai voli meravigliosi che solcano i cieli, alle audacie tenebrose dei navigatori subacquei, alla lotta spasmodica per la conquista dell'ignoto. E possiamo noi rimanere insensibili alla frenetica attività delle grandi capitali, alla psicologia nuovissima del nottarnbulismo, alle figure febbrili del viveur, della cocotte, dell'apache, e dell'alcolizzato? Volendo noi pure contribuire al necessario rinnovamento di tutte le espressioni d'arte, dichiariamo guerra, risolutamente, a tutti quegli artisti e a tutte quelle istituzioni che, pur camuffandosi d'una veste di falsa modernità, rimangono invischiati nella tradizione, nell'accademismo, e soprattutto in una ripugnante pigrizia cerebrale. Noi denunciamo al disprezzo dei giovani tutta quella canaglia incosciente che a Roma applaude a una stomachevole rifioritura di classicismo rammollito; che a Firenze esalta dei nevrotici cultori d'un arcaismo ermafrodito; che a Milano rimunera una pedestre e cieca manualità quarantottesca; che a Torino incensa una pittura da funzionari governativi in pensione, e a Venezia glorifica un farraginoso patinume da alchimisti fossilizzati!Insorgiamo, insomma, contro la superficialità, la banalità e la facilità bottegaia e cialtrona che rendono profondamente spregevole la maggior parte degli artisti rispettati di ogni regione d'Italia. Via, dunque, restauratori prezzolati di vecchie croste! Via, archeologhi affetti da necrofilia cronica! Via, critici, compiacenti lenoni! Via, accademie gottose, professori ubbriaconi e ignoranti! Via! Domandate a questi sacerdoti del vero culto, a questi depositari delle leggi estetiche, dove siano oggi le opere di Giovanni Segantini; domandate loro perché le Commissioni ufficiali non si accorgano dell'esistenza di Gaetano Previati; domandate loro dove sia apprezzata la scultura di Medardo Rosso!...E chi si cura di pensare agli artisti che non hanno vent'anni di lotte e di sofferenze, ma che pur vanno preparando opere destinate ad onorare la patria? Hanno ben altri interessi da difendere, i critici pagati! Le esposizioni i concorsi, la critica superficiale e non mai disinteressata condannano l'arte italiana all'ignominia di una vera prostituzione! E che diremo degli specialisti? Suvvia! Finiamola, coi Ritrattisti, cogl'Internisti, coi Laghettisti, coi Montagnisti!...Li abbiamo sopportati abbastanza, tutti codesti impotenti pittori da villeggiatura! Finiamola con gli sfregiatori di marmi che ingombrano le piazze e profanano i cimiteri! Finiamola con l'architettura affaristica degli appaltatori di cementi armati! Finiamola coi decoratori da strapazzo, coi falsificatori di ceramiche, coi cartellonisti venduti e cogli illustratori sciatti e balordi! Ed ecco le nostre conclusioni recise: Con questa entusiastica adesione al futurismo, noi vogliamo: 1) Distruggere il culto del passato, l'ossessione dell'antico, il pedantismo e il formalismo accademico. 2) Disprezzare profondamente ogni forma d'imitazione. 3) Esaltare ogni forma di originalità, anche se temeraria, anche se violentissima. 4) Trarre coraggio ed orgoglio dalla facile faccia di pazzia con cui si sferzano e s'imbavagliano gl'innovatori. 5) Considerare i critici d'arte come inutili e dannosi. 6) Ribellarci contro la tirannia delle parole: armonia e di buon gusto, espressioni troppo elastiche, con le quali si potranno facilmente demolire l'opera di Rembrandt, quella di Goya e quella di Rodin. 7) Spazzar via dal campo ideale dell'arte tutti i motivi, tutti i soggetti già sfruttati. 8) Rendere e magnificare la vita odierna, incessantemente e tumultuosamente trasformata dalla scienza vittoriosa. Siano sepolti i morti nelle più profonde viscere della terra! Sia sgombra di mummie la soglia del futuro! Largo ai giovani, ai violenti, ai temerari! Umberto Boccioni , Carlo Dalmazzo Carrà , Luigi Russolo, Giacomo Balla , Gino Severini Riprende i concetti base del manifesto di Marinetti: contrapposizione tra il passato e il presente, rifiuto del passato, toni violenti MANIFESTO TECNICO DELLA PITTURA FUTURISTA Manifesto tecnico. 11 Aprile 1910. Nel primo manifesto da noi lanciato l'8 marzo 1910 dalla ribalta del Politeama Chiarella di Torino, esprimemmo le nostre profonde nausee, i nostri fieri disprezzi, le nostre allegre ribellioni contro la volgarità, contro il mediocrismo, contro il culto fanatico e snobistico dell'antico, che soffocano l'Arte nel nostro Paese. Noi ci occupavamo allora delle relazioni che esistono fra noi e la società. Oggi invece, con questo secondo manifesto, ci stacchiamo risolutamente da ogni considerazione relativa e assurgiamo alle più alte espressioni dell'assoluto pittorico. La nostra brama di verità non può più essere appagata dalla Forma nè dal Colore tradizionali! Il gesto per noi, non sarà più un momento fermato del dinamismo universale: sarà, decisamente, la sensazione dinamica eternata come tale. Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi ma appare e scompare incessantemente. Per la persistenza della immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un cavallo in corsa non ha quattro gambe: ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari. Tutto in arte è convenzione, e le verità di ieri sono oggi, per noi, pure menzogne. Affermiamo ancora una volta che il ritratto, per essere un'opera d'arte, non può nè deve assomigliare al suo modello, e che il pittore ha in sè i paesaggi che vuol produrre. Per dipingere una figura non bisogna farla: bisogna farne l'atmosfera. Lo spazio non esiste più: una strada bagnata dalla pioggia e illuminata da globi elettrici s'inabissa fino al centro della terra. Il Sole dista da noi migliaia di chilometri; ma la casa che ci sta davanti non ci appare forse incastonata dal disco solare? Chi può credere ancora all'opacità dei corpi, mentre la nostra acuìta e moltiplicata sensibilità ci fa intuire le oscure manifestazioni dei fenomeni medianici? Perchè si deve continuare a creare senza tener conto della nostra potenza visiva che può dare risultati analoghi a quelli dei raggi X? Innumerevoli sono gli esempi che dànno una sanzione positiva alle nostre affermazioni. Le sedici persone che avete intorno a voi in un tram che corre sono una, dieci, quattro, tre; stanno ferme e si muovono; vanno e vengono, rimbalzano sulla strada, divorate da una zona di sole, indi tornano a sedersi, simboli persistenti della vibrazione universale. E, talvolta sulla guancia della persona con cui parliamo nella via noi vediamo il cavallo che passa lontano. I nostri corpi entrano nei divani su cui ci sediamo, e i divani entrano in noi, così come il tram che passa entra nelle case, le quali alla loro volta si scaraventano sul tram e con esso si amalgamano. La costruzione dei quadri è stupidamente tradizionale. I pittori ci hanno sempre mostrato cose e persone poste davanti a noi. Noi porremo lo spettatore nel centro del quadro. Come in tutti i campi del pensiero umano alle immobili oscurità del dogma è subentrata la illuminata ricerca individuale, così bisogna che nell'arte nostra sia sostituita alla tradizione accademica una vivificante corrente di libertà individuale. Noi vogliamo rientrare nella vita. La scienza d'oggi, negando il suo passato, risponde ai bisogni materiali del nostro tempo; ugualmente, l'arte, negando il suo passato, deve rispondere ai bisogni intellettuali del nostro tempo. La nostra nuova coscienza non ci fa più considerare l'uomo come centro della vita universale. Il dolore di un uomo è interessante, per noi, quanto quello di una lampada elettrica, che soffre, e spasima, e grida con le più strazianti espressioni di dolore; e la musicalità della linea e delle pieghe di un vestito moderno ha per noi una potenza emotiva e simbolica uguale a quella che il nudo ebbe per gli antichi. Per concepire e comprendere le bellezze nuove di un quadro moderno bisogna che l'anima ridiventi pura; che l'occhio si liberi dal velo di cui l'hanno coperto l'atavismo e la cultura e consideri come solo controllo la I manifesti del futurismo 15 Natura, non già il Museo! Allora, tutti si accorgeranno che sotto la nostra epidermide non serpeggia il bruno, ma che vi splende il giallo, che il rosso vi fiammeggia, e che il verde, l'azzurro e il violetto vi danzano, voluttuosi e carezzevoli! Come si può ancora veder roseo un volto umano, mentre la nostra vita si è innegabilmente sdoppiata nel nottambulismo? Il volto umano è giallo, è rosso, è verde, è azzurro, è violetto. Il pallore di una donna che guarda la vetrina di un gioielliere è più iridescente di tutti i prismi dei gioielli che l'affascinano. Le nostre sensazioni pittoriche non possono essere mormorate. Noi le facciamo cantare e urlare nelle nostre tele che squillano fanfare assordanti e trionfali. I vostri occhi abituati alla penombra si apriranno alle più radiose visioni di luce. Le ombre che dipingeremo saranno più luminose delle luci dei nostri predecessori, e i nostri quadri, a confronto di quelli immagazzinati nei musei, saranno il giorno più fulgido contrapposto alla notte più cupa. Questo naturalmente ci porta a concludere che non può sussistere pittura senza divisionismo. Il divisionismo, tuttavia, non è nel nostro concetto un mezzo tecnico che si possa metodicamente imparare ed applicare. Il divisionismo, nel pittore moderno, deve essere un COMPLEMENTARISMO CONGENITO, da noi giudicato essenziale e fatale. E in fine respingiamo fin d'ora la facile accusa di barocchismo con la quale ci si vorrà colpire. Le idee che abbiamo esposte qui derivano unicamente dalla nostra sensibilità acuìta. Mentre barocchismo significa artificio, virtuosismo maniaco e smidollato, l'Arte, che noi preconizziamo è tutta di spontaneità e di potenza. NOI PROCLAMIAMO: 1) CHE IL COMPLEMENTARISMO CONGENITO È UNA NECESSITÀ ASSOLUTA NELLA PITTURA, COME IL VERSO LIBERO DELLA POESIA E COME LA POLIFONIA NELLA MUSICA; 2) CHE IL DINAMISMO UNIVERSALE DEVE ESSERE RESO COME SENSAZIONE DINAMICA; 3) CHE NELL'INTERPETRAZIONE DELLA NATURA OCCORRONO SINCERITÀ E VERGINITÀ; 4) CHE IL MOTO E LA LUCE DISTRUGGONO LA MATERIALITÀ DEI CORPI. NOI COMBATTIAMO: 1) CONTRO IL PATINUME E LA VELATURA DA FALSI ANTICHI; 2) CONTRO L'ARCAISMO SUPERFICIALE ED ELEMENTARE A BASE DI TINTE PIATTE CHE RIDUCE LA PITTURA AD UNA IMPOTENTE SINTESI INFANTILE E GROTTESCA; 3) CONTRO IL FALSO AVVENIRISMO DEI SECESSIONISTI E DEGLI INDIPENDENTI, NUOVI ACCADEMICI D'OGNI PAESE; 4) CONTRO IL NUDO IN PITTURA, ALTRETTANTO STUCCHEVOLE ED OPPRIMENTE QUANTO L'ADULTERIO NELLA LETTERATURA. Voi ci credete pazzi. Noi siamo invece i Primitivi di una nuova sensibilità completamente trasformata. Fuori dall'atmosfera in cui viviamo noi, non sono che tenebre. Noi Futuristi ascendiamo verso le vette più eccelse e più radiose, e ci proclamiamo Signori della Luce, poichè già beviamo alle vive fonti del Sole. PITTURA Spiega COME rappresentare La pittura deve rendere il dinamismo della realtà, oggetti e spazio sono compenetrati. Il soggetto della pittura è la realtà dinamica, come con il cubismo parliamo di concretezza della rappresentazione, ma scelgono un altro tema: mentre i cubisti analizzano razionalmente l’oggetto, qui vediamo uno spostamento dell’analisi ai rapporti tra oggetto e spazio → oggetto e spazio sono compenetrati e rappresentano una realtà dinamica in movimento. Il futurismo è come una sintesi tra cubismo e impressionismo→ si rappresenta l’oggetto in movimento all’interno di una realtà dinamica e globale come quella impressionista Colore violento, puro→ violenza Divisionismo: movimento post-impressionista italiano che si rifà al puntinismo francese E’ l’unico movimento che i futuristi salvano I futuristi nella loro rappresentazione di una realtà globale e dinamica danno una loro interpretazione del pensiero di Bergson→ inseriscono il fattore temporale, ma lo interpretano in modo diverso rispetto ai cubisti DINAMISMO DI UN’AUTOMOBILE, Luigi Russolo ANALISI ICONOGRAFICA: Soggetto: automobile→ modernità per eccellenza automobile in corsa La sagoma dell’auto è il risultato di una serie di posizioni successive unite tra di loro Ci sono una serie di cuspidi che comprendono l’auto che si allargano da destra verso sinistra→ se diventa acuta: accelerazione, al contrario. frenata Qui percepiamo una frenata improvvisa, un auto che si scontra contro qualcosa, mostra violenza e aggressività In alto al centro: sagome di case→ creano un contesto: strada cittadina COLORI: colori primari, giallo rosso e blu→ violenza cromatica BAMBINA CHE CORRE SUL BALCONE, Giacomo Balla Soggetto: bambina, figlia di Balla, che corre sul balcone di casa Balla studia la rappresentazione del movimento, che viene dipinto attraverso l’accostamento di momenti successivi Bambina: capelli, vestitino blu, stivaletti Vediamo le posizioni successive degli stivali che rappresentano lun movimento Usa una tecnica divisionista: macchie di colore anche abbastanza grandi L’abito e il viso non sono separati, ma danno l’impressione di una forma unica DIVISIONISMO L’unico movimento che i futuristi salvano, si ispira al puntinismo francese E’ alla base tecnica PUNTINISMO E’ un movimento post-impressionista: gli ultimi 20 anni dell'800 sono caratterizzati da esperienza che supera l’impressionismo→ si è liberato dalle costrizioni accademiche e ha posto il pittore di fronte al soggetto da rappresentare In generale viene criticato: - sulla base del contenuto, considerato superficiale - approccio scientifico alla pittura Il puntinismo non critica l’impressionismo sulla base del contenuto, dicono che gli impressionisti avevano fatto bene a cercare una scientificità nella pittura, ma s'erano fermati in questo loro percorso I pittori cercano una razionalità pittorica facendo tesoro delle scoperte del chimico Chevreul: dimostrazione scientifica del contrasto di complementari= accostamento di complementare esalta la luminosità di entrambi i colori e crea il principio della mescolanza ottica= l'occhio se ci sono 2 puntini accostati riesce a distinguerli solo da vicini, da lontano non li separa e vede una macchia di colore e se i 2 puntini sono di colori diversi vede la somma dei 2 colori, → il colore non viene mescolato sulla tavolozza → non viene nemmeno mescolato sulla tela, sulla tela si dipingono delle piccole pennellate ( puntini, lineette) di colore puro, che si mescolano nella retina dell’occhio I più importanti puntinisti sono Seurat e Signac, Una domenica pomeriggio sull’isola grande-jatte, Seurat Ha richiesto 2 anni di lavoro, molto lontano dall’immediatezza dell’impressionismo Tratta un tema impressionista: luogo di divertimento sulla Senna con una tecnica molto diversa determinando un immagine non dinamica come l’impressionismo ma dove tutto è immobilizzato e geometrizzato in una fissità che ricorda Piero della Francesca Realizzato tra il 1883 e il 1885 e conservato all’Art Institute di Chicago Seurat spende molte mattine alla grande jatte dove dipinge molte bozze ad olio con tecnica impressionista: 30 tavolette di studio Il resto del lavoro prosegue nell’atelier Nel 1886 dopo 2 anni di lavoro Seurat presenta l’opera alla mostra degli impressionisti del 1886, e viene molto critica: non solo tecnica ma anche soggetto “mosaico di tedio che coglieva la triste essenza della miseria domenicale” Analisi iconografica Raffigura molte persone che trascorrono il loro pomeriggio sulla grande jatte Le persone sono di diversa estrazione sociale, perché la grande jatte era facilmente raggiungibile da Parigi attraverso una linea ferroviaria e un traghetto→ 2 militari persone sdraiate e distese, a sinistra un’infermiera e una anziana con un parasole, bambini che corrono, a sinistra una donna che pesca Alcuni critici: Seurat vuole rappresentare l’indipendenza delle donne, che s dilettano con svaghi tipicamente maschili L’interpretazione di Seurat non è idilliaca, ma assume toni parodistici→ es. donna in primo piano a destra Seurat accentua il Cul de Paris, l’imbottitura posteriore utilizzata per rendere sporgente il drappeggio Mette in evidenza la scimmietta che la donna tiene al guinzaglio: uno dei capricci che le donne facoltose potevano permettersi grazie al boom dei commerci internazionale A differenza dei quadri impressionisti le figure sembrano bloccate in un'atmosfera immobile, priva di uno svolgimento temporale, le figure sembrano pietrificate Analisi formale Il tema è impressionista: persone intente al gioco e al riposo E’ impressionista il tentativo di rappresentare la luminosità naturale con pochi colori puri Ma la tecnica è molto lontana da quella impressionista A differenza degli impressionisti che dipingono con pennellate veloci, tocchi virgolati, Seurat utilizza piccoli tocchi separati punti, secondo la legge della complementarietà teorizzata da Chevreul Ad una certa distanza i puntini di colore puro si fondono e restituiscono un colore diverso, effetto che avviene nella retina dell’osservatore e non sulla tela Differenza della pennellata a secondo dell’effetto di luce che il pittore vuole rendere Acqua: piccole pennellate lineari Erba: lieve tocchi incrociati La profondità è ottenuta utilizzando i colori: l’occhio si ferma sulla zona in ombra e poi sulla zona luminosa Analisi Compositiva A differenza degli impressionisti lo spazio è fortemente geometrico, risente dell’influenza di grandi maestri del passato come Piero della Francesca Seurat armonizza l'apparente caos curando l’armonia geometrica tra le linee verticali, orizzontali e oblique La composizione è divisa in 2 porzioni uguali dall’asse centrale, in corrispondenza della donna che cammina verso l'osservatore. Altri 2 assi sono tracciati dal tronco di un albero (sinistra) e dal panno sorretto dall’uomo (destra) A sinistra le figure sono disposte seguendo altre 2 diagonali minori DIVISIONISMO Traduzione italiana del puntinismo francese i presenta al pubblico con una mostra a Brera nel 1891 la tecnica viene importata dalla Francia da un pittore e gallerista milanese Vittore Grubicy I divisionisti usano la stessa tecnica dei puntinisti= accostano delle lineette o filamenti di coloro sulla tavola così che la fusione avvenga nella retina di chi guarda Applicata a soggetti tradizionali romantici, sociali, simbolisti il limite del divisionismo è quello di usare un linguaggio nuovo per esprimere contenuti vecchi← in Italia manca l’esperienza impressionista Ci sono - I Macchiaioli: percepiscono la realtà come macchia di colore, eliminano il chiaroscuro - Scapigliatura milanese ( più letterario) disfacimento della forma, eliminazione del contorno e ricerca di effetti di luce, temi romantici artisti: Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni Il divisionismo è l’unico aspetto che i futuristi salvano e che considerano alla base dela loro pittura Importanti divisionisti: Segantini (paesaggi alpini), Previati (temi simbolisti, donna), Pellizza da Volpedo (temi sociali) Il quarto stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo Poco successo che ha spinto l’artista al suicidio Quarto stato= titolo scelto dal pittore, ultima indicazione che Pellizza da dopo più di 10 anni di lavoro “Ambasciatori della fame”, “Marcia dei lavoratori”,” Fiumana” 1789→ rivoluzione francese che ha portato alla conquista del potere il terzo stato=borghesia Cento anni dopo una nuova rivoluzione ha portato una nuova classe al potere→ lavoratori, operai che partecipano alla rivoluzione industriale “Il quarto stato” è un omaggio ai lavoratori ritenuti degni di figurare sul palcoscenico della storia E’ un'opera monumentale: largo 5,5 m e alto 3 m Si trova nel Museo del 900’ a Milano, in una sala apposita prima dell’ingresso→ terminato nel 1901, si colloca come anello di congiungimento Si era ridotto alla miseria per il quadro, veniva da una famiglia di piccoli proprietari terrieri Il dipinto ha avuto molta fortuna: l’idea era nata a Genova, doveva essere esposto a Torino nel 1902, nessuno ne ha parlato, è stato ignorato 1904 a Roma, 1906 a Milano mostra per il traforo del Sempione, nel 1907 sconvolto dalla morte della moglie si suicida Dopo la prima guerra mondiale un consigliere socialista di Milano rivaluta il quadro con l’intenzione di comprarlo, raccolgono 50.000 lire e comprano il quadro dagli eredi 1922: biennio rosso, il quadro viene esposto nel Castello Sforzesco Prende il potere Mussolini, dalla sala principale viene spostato in un deposito e scompare Dopo la 2 guerra mondiale grazie ad un sindaco socialista riemerge ma è considerato imbarazzante e viene esposto nella sala del municipio di Milano dove rimane per 30 anni Su questo quadro si depositano strati di nicotina e viene poi restaurato, e esposto negli anni 80 nella galleria d'arte moderna e poi nel museo del 900’ L’esecuzione prende spunto da una serie di avvenimenti che avvengono a Milano Studia all’accademia di Brera, tra anni 80’e 90’ → Milano stava cambiando molto, si propone come polo industriale Il mondo del lavoro stava diventando un ottimo soggetto della pittura, sempre più richiesto→ Millet: sacralità mistica, lavoro nei campi Pellizza guarda con interesse Plinio Novellini ed è attratto dalle figure dei camalli genovesi che sono rustici, rudi ma si presentano dignitosamente A Milano la pittura guarda ai fenomeni sociali con attenzione→ Emilio Longoni, socialista Vela, artista del canton ticino, scultore, statua per commemorare i minatori morti per il traforo del Gottardo Pellizza dipinge una scena simile, un annegato trasportato su una barella, riprende Vincenzo Vela Il tema sociale alla fine dell’800 è molto forte→ Angelo Morbelli, divisionista, raffigura le mondine= donne che raccoglievano il riso nelle risaie Anche Segantini dipinse i lavori dei campi, ma c'è un riscatto= purezza della luce della montagna, luce morale della montagne che riscatta la fatica del lavoro, la fatica dei contadini è sublimata dalla luce delle montagne “Le due Madri” → Proietta i temi della pittura sacra nella stalla, simbolismo mistico che Pellizza non ha Per 10 anni pensa al quadro: Ambasciatori della fame, 1892 prima idea, il personaggio al centro è lo stesso, in basso c’è un ombra→ si stanno dirigendo verso il palazzo dei proprietari terrieri, per rivendicare un trattamento economico e sociale migliore , i loro compagni sono fermi e guardano la scena, piazza esiste a Volpedo A poco a poco prendono corpo i personaggi circostanti→ molti cartoni Nel frattempo dipinge altre opere, ma il tema gli entra nella testa→ processione di donne Aveva dei modelli, studia grandi opere d’arte: La libertà che guida il popolo di Delacroix Fiumana, 1895-1897 A metà anni 90 acquista una tela di grandi dimensioni larga 3 m e dipinge il quadro Ha una forma centinata in alto Ci sono 2 novità: - Il personaggio di destra è una donna e non un uomo, con un bambino in braccio, cambiamento radicale del soggetto→ sono le famiglie in sciopero, - idea di creare un quadro di avanzata compatta verso un sereno e continuo avanzamento non contro qualcuno, cammino in avanti senza un nemico, ma solo con della strada da percorrere← novità che ai socialisti non piace Si trova a Brera, rimasto incompiuto perché nel maggio 1898 una grande folla di milanesi lavoratori scioperano contro la tassa sul pane, il re incarica l’esercito di riportare la città all’ordine→ massacro Pellizza è sconvolto, capisce che il compito dell’artista è salire oltre la contingenza della cronaca, usare un episodio come messaggio universale Acquista una nuova tela molto grande, studia il Cenacolo, misura la dimensione delle figure della Primavera di Botticelli e concepisce una nuova versione del suo quadro, si misura con la grande arte rinascimentale Applica il divisionismo, tecnica lunga e accurata con effetti straordinari Gli chiedono perché non ci sono i simboli del partito: “La coscienza della loro forza non li spinge all’imprecazione, ormai essi vincono” → l’opera non è la rappresentazione di una condizione umana e sociale, ma mostra la forza calma dei lavoratori che non marciano per denunciare qualcosa ma per affermare la loro posizione degna e meritata sulla scena della storia Il quadro è ambientato a Volpedo, dove non ci sono industrie→ sono contadini o operai? Nuova classe che arriva sulla scena Nel 1909 in un numero del Figaro viene pubblicato il manifesto del futurismo di Marinetti, che parte dal divisionismo e lo supera I futuristi esaltano l’aggressività che Pellizza aveva progressivamente abbandonato UMBERTO BOCCIONI Maggior rappresentante della pittura e scultura futurista, teorico Firma i manifesti e scrive per chiarire le sue idee Nasce a Reggio Calabria da genitori emiliani e poi si trasferisce a Roma con la famiglia frequenta una scuola tecnica, segue una scuola libera di nudo e frequenta lo studio di Giacomo Balla, che gli insegna la tecnica divisionista Viaggia a Parigi, in Russia, frequenta l’accademia di Belle Arti a Venezia e poi si trasferisce a Milano con la madre e la sorella e qui si inserisce nel futurismo parte volontario per la prima guerra mondiale muore a 34 anni nel 1916 in ospedale dopo una caduta da cavallo Personalità artistica E’ l’autore delle parti più importanti di 2 manifesti della pittura e scultura che poi preciserà nei suoi scritti: articoli, introduzioni alle mostre La pittura deve esprimere il dinamismo della realtà→ significa inserire il fattore temporale nella pittura Bergson: realtà come sintesi di ciò che si vede e ciò che ricorda, il fattore tempo è insito nella memoria Per Boccioni il dipinto deve presentare una sintesi di ciò che si vede, di ciò che si ricorda ma anche di ciò che si vedrà Anche il cubismo si rifà a Bergson mai 2 movimenti interpretano il cubismo in modo diverso Cubismo→ tempo lento, meditazione che serve a conoscere gli oggetti in profondità Futurismo→ tempo veloce, non ci si concentra sull’oggetto in sé ma sulle sue relazioni con lo spazio Si rappresenta l'oggetto e lo spazio compenetrati e in continuo movimento Dinamismo viene definito universale: forma unica che dia la continuità del tempo nello spazio E’ stato detto che il futurismo è sintesi tra Impressionismo, dinamismo, globalità della visione, e cubismo, scomposizione di forme e volumi Il mezzo pittorico che consente di rappresentare il dinamismo universale è la linea forza: rappresenta la manifestazione dinamica della forma La città che sale 1910, si trova New York Ci sono molti bozzetti Dipinto importante perché Boccioni lo definisce un dipinto di transizione A livello iconografico e formale vediamo elementi tradizionali ma anche futuristi Analisi iconografica Città che sale: Milano, si sta ampliando, è un grande cantiere in trasformazione Vediamo 2 cavalli imbizzarriti che corrono in una piazza e che alcuni uomini cercano di fermare Sullo sfondo delle case in costruzione, in alto a destra ciminiere, a sinistra un filobus CI sono elementi futuristi: cantieri, mobilità, città ma vediamo un’espressione simbolista I cavalli rappresentano il futuro che non si può fermare→ contenuto simbolista Analisi formale Uso della tecnica divisionista ma vediamo anche l’uso di una prospettiva tradizionale In fondo, nel cantiere, notiamo una prospettiva accidentale Se osserviamo altre parti notiamo anche la compenetrazione tra gli oggetti e lo spazio In basso a destra: l’uomo e il corpo del cavallo non sono distinti, ma compenetrati Colori Prevalgono colori primari: rosso, blu e giallo→ violenza e aggressività Nel bozzetto di Brera si nota bene l’utilizzo dei 3 colori Analisi compositiva Vediamo delle linee di forza che seguono il corpo del cavallo Partendo da in basso a destra uomo, cavallo e poi la testa del cavallo e dall’altra parte la linea di forza dell’altro cavallo Queste linee sembrano spostarsi e la posizione degli uomini inclinati va a creare un movimento da destra a sinistra che si scontra con quello che arriva da sinistra → vediamo la violenza del futurismo e il dinamismo Stati d’animo Nel 1911 realizza 2 trittici intitolati Stati d’animo, il soggetto è lo stesso 1 Gli addii 2 Quelli che vanno 3 Quelli che restano Dipinge 2 trittici perché in mezzo c’è un evento importante: i futuristi fanno un viaggio a Parigi e incontrano i cubisti, con cui fanno una mostra e al ritorno vediamo l’influenza del cubismo Lo critica per il suo limitarsi all’analisi di un oggetto ed essere eccessivamente razionale e riflessivo, coglie comunque uno spunto e lo inserisce nei suoi dipinti Boccioni dice che vuole fare una pittura di stati d’animo: non significa esprimere la propria interiorità o ricostruire la propria identità., ma analizzare un evento e scomporlo cercano di rappresentare pittoricamente le emozioni che vivono i personaggi Gli addii→ rappresenta una partenza, si svolge in una stazione, parte permanentemente, rappresenta il momento del saluto Quelli che restano→ analizza la situazione psicologica di quelli che hanno salutato e tornano a casa Quelli che vanno→ si concentra su quelli che sono sul treno, hanno paura ma sono anche pieni di aspettative, rivolte verso il futuro Gli addii, prima versione Boccioni rappresenta gli abbracci, vediamo come dall’alto 2 coppie che si stanno abbracciando nel saluto creando delle ellissi e dando senso di movimento Ci sono anche altre persone e il tutto è immerso in andamento lineare-curvilineo Sceglie una linea forza curvilinea che accompagna un momento intimamente forte Notiamo la tecnica divisionista e l’uso di colori puri mescolati sulla tela Gli addii, seconda versione Tema uguale, sono uguali anche i segni formali fondamentali L’ambientazione è maggiormente descritta: rotaie del tram, tralicci, edificio in alto a destra, locomotiva al centro La locomotiva ha un numero di serie→ rimanda al cubismo Vediamo le persone che si abbracciano divise in 2 gruppi Qui notiamo che la linea di forza attorno a cui si sviluppano è l’ovale ma possiamo notare una scomposizione analitica delle figure La linea forza fondamentale è quella curva I colori prevalenti sono il verde, il rosso e il giallo accostate attraverso pennellate giustapposte Quelli che vanno Rappresenta ciò che vede la persona che si trova sul treno→ abbiamo movimento del treno e quello che si vede dal finestrino: biciclette, case e paesaggio che si abbandona La linea forza è rettilinea e obliqua, che ci da la direzione del treno e anche un senso di velocità Nella seconda versione abbiamo gli stessi elementi, case, visi scomposti analiticamente il tutto inserito in una griglia di linee oblique Quelli che restano La linea forza è quella verticale, per esprimere anche la staticità delle persone che tornano a casa Nella prima versione le figure sono formate da scostamenti delle linee verticali, ci da l’idea che stanno camminando lentamente e tornando a casa, verde Nella seconda versione abbiamo il blu e l’uso delle linee verticali e gli uomini sono rappresentati analiticamente secondo le regole cubiste Forme uniche della continuità nello spazio Si dedica anche alla scultura, in bronzo perché non conosce le tecniche scultoree rappresenta un uomo che sta correndo Non c’è alcuno studio anatomico, capiamo che sta correndo dalle linee di forza del corpo e soprattutto delle gambe Come rende il dinamismo universale in scultura? Vuole rappresentare un movimento continuo nello spazio, presentare quello che era, quello che è e quello che sara → scompone le diverse parti del corpo dell’uomo e ognuna di esse crea una scia in bronzo e poi le scie vengono assemblate Anche in scultura riesce a rappresentare la continuità del movimento La strada entra nella casa Olio su tela, 100x100 Umberto Boccioni-1911 Hannover, Sprengel Museum «La sensazione dominante è quella che si può avere aprendo una finestra: tutta la vita, i rumori della strada, irrompono contemporaneamente come il movimento e la realtà degli oggetti fuori. Il pittore non si deve limitare a ciò che vede nel riquadro della finestra, come farebbe un semplice fotografo, ma riproduce ciò che può vedere fuori, in ogni direzione, dal balcone.» Boccioni Analisi iconografica Il pittore non deve limitarsi solo l’immagine, come un fotografo, ma deve riprodurre il contorno Il dipinto mostra una donna di spalle che si affaccia dal balcone di casa mostrando la città che si apre davanti a lei Vede una grande fossa di cantiere con uomini al lavoro: muratori, carpentieri, idraulici che si muovono e si danno da fare Vediamo poi pali verticali, scale, carri (in basso a sinistra) e cavalli (1 in basso a destra, 3 in basso a sinistra), mucchi di sabbia 2 file di case circondano il cantiere, tutto frenetico e febbrile Gli uomini sollevano e piantano pali per formare le pareti di un edificio circondato da un mucchio di mattoni, trasportati attraverso i carri Dalle case che si affacciano sul cantiere si sporgono dal balcone altre 2 donne che come quella rappresentata in primo piano osservano il cantiere Le case sembrano piegate ad avvolgere il cantiere e cadere→ sembra che il cantiere sia un fosso profondo In alto a sinistra parte una strada che si allontana dalla città verso la campagna, dove si trova una grande fabbrica da cui si leva del fumo nero A partire dal 1910 si avvicina al tema dell’espansione della città già affrontato ne La città che sale e qui riproposto Analisi formale Uso della tecnica divisionista→ piccole pennellate E’ molto evidente la compenetrazione tra gli oggetti e lo spazio visibile in basso a destra tra la donna e il cavallo, in basso a sinistra tra i cavalli e la ringhiera, tra la donna e la sabbia al centro Nella rappresentazione dei palazzi è visibile l’influenza del cubismo→ infatti Boccioni era appena tornato da un viaggio a Parigi in cui aveva conosciuto i cubisti Casa viola a destra scomposta analiticamente La mancanza di una prospettiva unitaria costringe gli occhi a muoversi incessantemente alla ricerca di un punto stazionario→ questo aspetto è collegabile alla resa del dinamismo Non c'è una prospettiva geometrica Sul fondo viene data una spazialità attraverso la sovrapposizione di edifici orientati in direzioni diverse Le case ci appaiono infatti ognuna secondo un diverso punto di vista Prevalgono i colori primari→ violenza e aggressività Analisi compositiva Non c’è una linea di forza che prevale sulle altre La disposizione delle case attorno al cantiere e dei pali posti dai muratori, la forma arcuata dei palazzi che tendono verso il centro e i lavoratori che si muovono creano un movimento a spirale, un vortice che sembra chiudersi nel centro del cantiere Significato Boccioni riprende il tema dell’espansione della città, tema già caro a lui da La città che sale e tipicamente futurista. Ritroviamo aspetti fondamentali del futurismo come la violenza nell’uso dei colori, l'esaltazione della modernità nella scelta del soggetto, l’utilizzo della tecnica divisionista e rende il dinamismo attraverso il caos del cantiere e il vorticismo delle case