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ARTE 23 02 TINA

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Arte 23/02/2022
Leon battista alberti arriva a Firenze nel 1438 perché la sua famiglia era stata esiliata a
Genova. 3 libri su pittura, scultura e architettura. A Firenze é amico della famiglia rucellai, di
commercianti, molto ricca e potente anche politicamente. Da Giovanni di Paolo ottiene un
progetto per la realizzazione del palazzo rucellai. Siamo nel 1450 quando opera viene
realizzata. É interessante la facciata in cui alberti chiarisce molto bene valore della facciata
di un edificio: é elemento architettonico che sta tra spazio interno ed esterno, é
particolarmente sensibile soprattutto nella concezione rinascimentale in cui spazio é uno
solo. Quindi questa distinzione tra spazio interno ed esterno viene superata grazie a
facciata. Progetta una griglia, reticolo, perché un reticolo separa ma allo stesso tempo non
divide, mantiene L’Unità dello spazio. Quello che c’é fuori é anche ciò che c’é dentro perché
lo spazio é unico. La qualità dello spazio può essere diversa perché fuori spazio urbano e
dentro spazio privato e questo lo posso indicare con una griglia, che definisce le funzioni
diverse dello spazio. Realizza la griglia dividendo la facciata in 3 livelli e utilizzando
orizzontalmente delle cornici abbastanza sporgenti che creano una certa ombra. Le due
cornici dividono facciata in 3 livelli e all’ultimo inserisce un cornicione esageratamente
sporgente. Lo fa per impedire a chi guarda la facciata di andare oltre. Lo spazio é quello,
non ci deve essere nessun rapporto con il cielo, ciò che c’é oltre. Ad esempio il palladio a
Venezia realizza palazzo ?? Con principio opposto a questo in cui facciata deve stabilire
rapporto con ambiente circostante. Qui invece facciata esprime concetto ben preciso della
relazione tra spazio abitativo e spazio urbano. Quindi chiude ogni sbocco verso l’alto. La
facciata é divisa in 3 fasce, invece verticalmente inserisce delle lesene, semicolonne piatte
con un capitello che evoca quello corinzio. Queste lesene perfettamente infilate una sotto
l’altra costruiscono con le cornici orizzontali un reticolo. Superficie piatte delle lesene riflette
luce, sporgenza delle cornici creano ombra. Reticolo quindi é dato da fasce di luce che si
intersecano con fasce di ombra. Nel secondo e terzo livello il muro viene praticamente
svuotato perché non ha senso da un punto di vista concettuale, griglia é aperta. Sostituisce
muro con grandi finestre bifore che presentano una cornice e occupano con essa l’intero
spazio tra una lesena e l’altra. Ovviamente c’é una parte di muro sopra l’arco ma per una
questione funzionale, perché concettualmente invece utilizza luce per chiarire questa idea.
Lesene sono piatte e luminose, cornice orizzontale sporge ed é scura, quindi muro viene
trattato con filari come se fosse mattoni in pietra e dello stesso materiale vengono fatti i
conci degli archi e delle cornici intorno alle bifore. Questo viene chiamato bugnato, mette in
vibrazione la luce stessa perché filari in parte riflettono in parte creano ombre. Quindi
abbiamo una vibrazione luminosa e questa superficie che dovrebbe essere solida diventa
leggera e idealmente non esiste, é solo funzionale. Quello che esiste é il reticolo che
caratterizza la facciata. Il primo livello o piano terra presenta in basso caratteristica tipica di
Alberti, cioè una fascia a contatto con sede stradale. Una fascia di bugnato che emula opus
reticulatum Romano, dobbiamo immaginarla come se fosse un basamento solido e forte che
fa da podio al palazzo stesso. Alberti afferma principio significativo, ovvero che palazzo va
messo sopra un podio, basamento. Per Alberti l’architettura costruisce lo spazio destinato
all’uomo, ma l’uomo per Alberti é l’essere migliore che la natura abbia mai creato. Quindi
architettura che si fa per l’uomo deve avere valore e dignità altissimi. Da questa idea
dell’uomo poi definisce propria idea di architettura e questo lo rende davvero rinascimentale.
Questa idea la troviamo scritta nel trattato sull’architettura. L’idea del trattato gli viene da
Vitruvio che scrisse ben 10 libri su architettura. Quindi si ispira a lui in quanto trattatista. In
questo trattato dice come deve essere concepita architettura:
1)gli spazi devono assolvere ad una funzione chiara e precisa. Lo dice perché nel medioevo
molti palazzi signorili o castelli subivano spesso aggiunte di spazi o di blocchi, il cui scopo
non era funzionale, ma estetico. Invece per lui spazi devono avere finalità pratica e concreta;
2)parla di firmitas=solennità, dignità. Se lo spazio architettonico é per l’uomo che é l’essere
migliore al mondo allora l’edificio deve rispecchiare un valore morale, deve rispettare una
dignità. Questa dignità viene dall’antico, perché rielaborando forme antiche io riesco a dare
ad edificio un suo valore. Proprio perché é per l’uomo questo edificio deve anche avere la
venustas=bellezza degna dell’Uomo, che non viene dall’antico ma dalla condizione
dell’uomo. La bellezza deve essere universale, quindi deve derivare dalla ragione, é quindi
una bellezza geometrico-matematica. Si esprime attraverso l’armonioso rapporto numerico e
geometrico tra le varie parti dell’edificio. Armonia é legata a valori assoluti e universali quindi
alla matematica e alla geometria. Per questo lui mette palazzo sopra piedistallo, perché
deve avere una firmitas, é abitato dall’uomo. dignità, proporzione e bellezza devono dare
all’edificio una dimensione monumentale. Mettere eroe su piedistallo nel mondo antica
serviva per dare valore morale e dignità alla figura, e lui qui lo dà all’edificio. La
conseguenza é che l’edificio diventa un monumento, ma ogni monumento ha la caratteristica
di isolarsi da un contesto, quindi per Brunelleschi l’architettura é costituita da edificio ognuno
per sé. Siamo dentro ad uno spazio modulare che non separa ma mette in relazione. Mentre
Leon battista Alberti l’edificio lo isola. Brunelleschi nella fase concettuale utilizza l’alfabeto
antico con cornici, capitelli ecc e lo rielabora in maniera moderna costruendo uno spazio
innovativo. Alberti invece non riprende linguaggio antico, ma dell’antico riprende la tipologia.
Il tipo é quindi un’unità che posso prendere e mettere su un piedistallo per renderla
moralmente superiore. Per questioni tradizionali e di sicurezza, poiché primo livello accoglie
magazzini e stalle, oltre a portoni d’ingresso c’erano finestrelle in alto piccole e strette che
davano aria su portelli di servizio. Quindi il muro al piano terra é più pieno rispetto agli altri
ma trattamento a bugnato é comunque simile. Prendendo da un punto di vista proporzionale
larghezza lesena, ci accorgiamo che É uguale a larghezza cornice archi sopra finestre
bifore. É come se avesse individuato sorta di unità di misura che é la larghezza della lesena.
Attraverso il ripetersi di questa unità in larghezza e lunghezza crea dei moduli che
proporzionano tutto. La venustas della facciata nasce dalla purezza dei rapporti
proporzionali tra le sue parti.
Concetto di tipologia rispetto a linguaggio antico brunelleschiano negli edifici religiosi.
Nel 1447 tempio malatestiano a Rimini. Fu voluto da Sigismondo bandolfo Malatesta.
Doveva accogliere tombe sue e di sua moglie Isabella e rendere omaggio al suo ruolo di
politico in quanto signore di Rimini. Sceglie chiesa gotica già esistente, chiesa di San
Francesco a Rimini, e incarica architetto Matteo de pasti di ristrutturarla affinché diventasse
luogo del sepolcro.
De pasti inizia a lavorare all’interno della chiesa ma nel 47 chiamò anche Alberti che aveva
acquisito fama come architetto anche perché aveva lavorato anche a Urbino. Alberti quindi
interviene su progetto. Matteo de pasti si interessa soprattutto dell’interno, anche L’Alberti
ma nel modo minimo perché lui prepara un progetto per l’esterno. L’Alberti dice di essere un
umanista quindi un intellettuale. L’architetto é un intellettuale ma invece che scrivere con la
penna disegna dei progetti. Lo spazio é ricco e prezioso non perché é decorato d’oro ma
perché progetto che esprime l’idea é puro e perfetto. Vedi bianco e grigio di Brunelleschi in
Santa Maria del fiore. Alberti però non lavora in cantiere come Brunelleschi, lui fa solo il
progetto e lo manda a de pasti che lo realizza, perché Alberti si considera solo un
intellettuale. Il tempo passa e subentrano questioni economiche e politiche, i lavori andarono
lenti e l’opera non é conclusa soprattutto in parte esterna. Matteo de pasti in base a disegni
del L’Alberti realizzo bella medaglia con la facciata di come chiesa avrebbe dovuto essere
ed é utile per capire il senso del progetto. Sigismondo ci teneva molto a far vedere che la
sua gestione della città veniva fatto da lui ma veniva anche coadiuvato da diverse persone
che facevano parte del comune di questa città. Lui li considerava come se fossero dei
familiari. Era un governo buono dove lui era come un grande padre che attraverso questa
famiglia governava in pace e serenità la città. Quindi la chiesa che deve essere anche un
mausoleo deve contenere anche queste persone, come segnale politico. Loro non verranno
messi dentro ma sui fianchi esterni. Quindi Alberti realizza quasi solo progetto esterno
pensato come una sorta di grande teca o rivestimento della chiesa preesistente. Vuole
conservare le mura esistenti che vengono coperti da un secondo muro, ma nel portale
d’ingresso lascia una parte dell’arco superiore a vista, il muro in mattoni gotico come ricordo
del passato, idea del tempo che diventa storia. Il nuovo é sempre in relazione con il passato,
questa continuità della storia non può essere interrotta. Lui utilizza la pietra bianca per rifare
questo rivestimento perché bisogna mantenere rapporto con passato costante. Spazio é uno
e anche tempo lo é. Quindi recupera la pietra che rievoca edifici antichi. Poi prende la chiesa
e la mette sopra un podio. Crea un basamento semplice in pietra bianca. Presenta nella
parte terminale una fascia abbastanza alta con all’interno una sequenza di ghirlande scolpite
in bassorilievo. All’interno di questi cerchi uniti in sequenza ci sono scolpite intrecciate
insieme una I e una S per ogni ghirlanda ovvero Isabella e Sigismondo. Sopra la base
costruisce il nuovo muro della chiesa. La facciata presenta due livelli: quello in basso, il
primo, é stato finito, il secondo no. Nel primo livello, sopra al podio interrotto a metà solo da
grande portale d’ingresso, fascia viene scandita in 3 parti da 4 colonne corinzie
particolarmente sporgenti rispetto a muro, quindi non sono semicolonne, e le rende visibile
con luce e ombra. Nei tre scomparti che si creano, nei 2 laterali inserisce due archi detti
ciechi perché sono solamente delle cornici curve a destra e a sinistra sul muro chiuso.
Questi archi poggiano su due lesene. Tra gli scomparti di destra non vedo altro che muro
con due lesene. Poi ci sono due opuli sopra gli archi con sorta di intreccio floreale. Nella
parte centrale grande arco a tutto sesto d’ingresso che per mostrare il muro gotico di fondo
sopra ingresso vero e proprio si propendé in una piccola volta a botte che sarebbe spessore
effettivo del muro di rivestimento. Nella parte superiore le colonne corinzie sostengono
un’architravatura orizzontalmente segnata da scritta in caratteri romani antichi che cita i due
sposi. Sopra cornici abbiamo solo 2 lesene che proseguono sopra archi del portale centrale
e due falde rettilinee del tetto. Le falde in realtà lateralmente prendono andamento verso il
basso però curvo. Mentre nella parte centrale doveva esserci grande finestra ad arco. Tutto
si concludeva con grande cornice ad arco e dietro vediamo enorme arco largo quanto tutta
la chiesa. É una cupola non fatta che doveva stare dietro la facciata. Cupola emisferica che
rimanda a quella del pantheon. L’Alberti ispirandosi all’antico ha preso tipologia che
presentava tre archi, questa tipologia é l’arco di trionfo Romano. Soprattutto in età imperiale
le colonne che fiancheggiavano archi venivano spinte verso fuori come fa lui qui, colonne
corinzie molto evidenti. Qui non mette attico ma frontone che rimanda ad architettura antica
del tempio antico greco Romano. Inserendo questa finestra ad arco al centro del frontone.
Ha combinato insieme due tipologie antiche diverse: arco di trionfo Romano con tempio
greco Romano. Da questo momento in poi questo é il tipo della chiesa moderna
rinascimentale cristiana, che nasce dalla fusione di due tipologie greco romane. Dall’antico
si fa nascere qualcosa che non é mai esistito prima e questo é coerente con pensiero
rinascimentale. Sui fianchi chiesa sul muro di pietra bianca sono stati scavati profondi
nicchioni decorati da archi a tutto sesto che si appoggiano su pilastri in una sequenza
drammatica. In basso ci sono in ogni nicchione sarcofagi dei familiari che avevano
governato. Secondo alcuni sequenza di archi richiama fornici degli acquedotti romani.
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