L’ETÀ DELLA “RAGIONE” E DELL’ILLUMINISMO (1700-94) La storia politica, l’economia e il diritto Il Settecento è il secolo in cui si avviano i processi della modernità. Si consolidano i grandi stati europei (a eccezione della Spagna); in Italia conservano la loro indipendenza Venezia, il Piemonte e lo Stato Ponti cio, mentre la Lombardia passa sotto l’in uenza austriaca. La storia politica appare sempre più collegata a quella economica. In primo piano si colloca la crescita dell’Inghilterra, la nazione in cui per prima si compie la “Rivoluzione industriale”. La politica del liberismo consente la crescita del mercato e inaugura l’età del moderno capitalismo. Se in Inghilterra è già operante un regime parlamentare, una nuova concezione dei diritti dei cittadini si fa largo anche in Francia, ad opera dell’Illuminismo, che contesta i princìpi su cui si erano basati i regimi assolutistici. La reazione nei loro confronti esploderà violentemente nel 1789, con la Rivoluzione francese. L’illuminismo e lo spirito enciclopedico Se la visione del mondo barocca si era basata sull’instabilità e sulla precarietà dell’esperienza del reale, il nuovo secolo si fa promotore di un ritorno alla ragione, cercando di realizzare un nuovo senso dell’equilibrio e della misura. Più in generale si avverte la condanna delle super cialità di una letteratura imprecisa e libera, da parte della serietà egli studi e dalla ricerca scienti ca. L’a ermarsi della ragione avrà il suo coronamento con l’Illuminismo, che, nato in Francia, si di onde poi anche in Italia. La polemica degli illuministi nei confronti del passato risale sino al Medioevo, considerato un periodo di ignoranza e di inciviltà, le cui conseguenze sono durate sino al presente, manifestandosi nel dogmatismo religioso e nell’assolutismo monarchico. Se il “lume” della ragione deve essere la guida dei comportamenti umani, viene meno l’obbedienza a quel principio di autorità che si identi cava con l’ipse dixit aristotelico. La ragione, al contrario, ha il suo fondamento nelle leggi della natura, secondo cui la vita degli individui deve essere ispirata ai principi di libertà, uguaglianza e fratellanza. L’elaborazione dell’ideologia illuministica è documentata dalla vasta impresa dell’Enciclopedia, diretta da Diderot con la collaborazione di d’Alembert, a cui presero parte i principali illuministi (Montesquieu, Voltaire, Rousseau, Condillac). L’ampliamento degli orizzonti intellettuali porta al tempo stesso a una comprensione delle diversità, e quindi alla tolleranza di chi si sente cittadini del mondo (“cosmopolitismo). L’idea democratica della convivenza umana si basa sulla lantropia, che, riferendosi anche alle condizioni dell’esistenza pratica, dà luogo alla ricerca dell’utile; sul piano personale viene elaborata una teoria del piacere, che ha il suo fondamento nella loso a del sensismo. La condanna del dogmatismo porta a elaborare una concezione naturale della religione che prende il nome di deismo. ffi fi fl fi fi ff ff fi fi fi fi fl fi ff ffi La questione della lingua nel Settecento Nella prima parte del secolo rimane prevalente la soluzione puristica dell’Accademia della Crusca, alla quale si contrappone la proposta di un classicissimo moderato per un uso più moderno della lingua (ne sono promotori Muratori e Gravina). Nel secondo Settecento si accentuano le tendenze innovatrici, con la soluzione di un compromesso sostenuta da Cesarotti (la lingua è in continua trasformazione, ma la tradizione deve restare comunque un punto di riferimento) e con la posizione di rottura radicale degli intellettuali che si riuniscono intorno alla rivista “il Ca è” (una lingua viva che accolga ogni tipo di cambiamento inteso a migliorarne la chiarezza). In generale, però, la situazione linguistica in Italia è ancora confusa: la maggior parte della popolazione è in grado di comprendere e usare soltanto il dialetto, mentre l’italiano resta una lingua prevalentemente scritta (impiegata oralmente soltanto in occasioni u ciali e solenni). La comparsa di nuovi mezzi di comunicazione (sopratutto i fogli periodici) favorisce un allargamento dell’area di impiego della lingua unitaria e del pubblico potenziale. Nel corso del Settecento l’italiano subisce in uenze nel lessico e nella sintassi da parte del francese (lingua u ciale della cultura illuministica e della diplomazia europea) e accoglie numerosi termini provenienti dalle scienze (chimica, botanica, sica, medicina, economia ecc.) Forme e generi della letteratura La lirica settecentesca, sviluppatasi nell’ambito dell’Accademia dell’Arcadia, nasce in aperta polemica nei confronti della poesia barocca. Tra i più signi cativi interpreti del gusto arcadico ricordiamo Paolo Rolli e Giambattista Felice Zappi, oltre a Pietro Metastasi, che ha legato il suo nome sopratutto alle fortune del melodramma. Lo stesso ri uto dello stile barocco caratterizza la prosa, che, auspicando un ritorno alla ragione, trova espressione, nella trattatista di Ludovico Antonio Muratori, come invito ad a rontare i problemi culturali e sociali sulla base di un concreto impegno riformatore. Nella Scienza nuova Giambattista Vico traccia le linee di una loso a della storia intesa come costruzione dell’agire umano. Attenta alle ragioni giuridiche, per contestare le pretese del potere religioso sulla laicità dello Stato, è la Storia del regno di Napoli di Pietro Giannone, che nel Triregno auspicherà un profondo rinnovamento della società. Attribuendo un signi cato rivoluzionario alla ragione, l’Illuminismo francese esprime l’esigenza profonda di un rinnovamento che nasce dalla critica nei confronti di ogni visione dogmatica e assolutistica. Fondamentali in questo senso, oltre alle voci dell’Enciclopedia sono le opere di Voltaire, Montesquieu e Rousseau. Per questo riguarda l’Illuminismo italiano, l’opera più nota e signi cativa, che ebbe un’immediata risonanza sul piano europeo, è il trattato Dei delitti e delle pene, con cui Cesare Beccaria prendeva posizione contro la pena di morte e la pratica della tortura. L’argomento verrà trattato anche nelle Osservazioni sulla tortura di Pietro Verri. Il romanzo moderno nasce invece in Inghilterra, dove si pongono le basi di una narrativa adatta sopratutto al nuovo pubblico borghese. Non solo il romanzo non obbedisce a regole precise, ma presente per lo più gli ambienti della realtà quotidiana, i suoi personaggi appartengono al ceto medio e lo stile corrisponde a un registro vicino al parlato. Sin dal Settecento vengono ssate alcune tipologie - dal romanzo realistico a quello fantastico, dal romanzo epistolare a quello umoristico - di cui si fanno interpreti grandi narratori come Defoe e Swift, Richardson e Sterne. Praticato anche dagli illuministi in Francia, il romanzo presenta per lo più un aspetto allegorico e loso co nelle opere di Voltaire, Montesquieu e Diderot. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi Numerose sono le autobiogra e e le memorie composte nel Settecento, fra cui ricordiamo quelle di Vico, Rousseau, Al eri, Goldoni, Casanova. La tragedia e la commedia sono rappresentate sopratutto dalle opere di Al eri e Goldoni. Ma si ricordino anche le commedie di Pietro Chiari e le “ abe teatrali” di Carlo Gozzi. ff fi fi Il latino è ancora di norma usato nell’insegnamento universitario, mentre i dialetti continuano ad avere notevole importanza nella produzione letteraria (basti pensare alle commedie in veneziano di Goldoni).