LA PERIODIZZAZIONE A BLOCCHI Prima di addentrarci nel vivo dell’argomento, vi invito a leggere questo sintetico glossario, che mi auguro sia il quanto più esaustivo possibile al fine di una corretta ricezione della terminologia cui farò riferimento: Microciclo: nella stesura di un piano di allenamento, il microcilo indica la struttura di minor durata. Se, ad esempio, il nostro allenamento sarà strutturato in settimane, ciascuna composta da un determinato numero di allenamenti, il microciclo equivarrà a una settimana. Mesociclo: è una struttura composta da più microcicli. Tipicamente, i mesocicli sono caratterizzati dal perdurare, fino al loro completamento, di un obiettivo costante. Un mesocicloha durata variabile, e mediamente va dalle 4 alle 8 settimane. Rappresenta ciò che viene comunemente chiamata, in modo aspecifico, “scheda”. Macrociclo: è una struttura composta damesocicli. Tipicamente, si estende per l’intera durata della preparazione a una competizione. La sua durata può quindi variare da qualche mese a qualche anno. Prendiamo come esempio un atleta olimpico: il suo macrociclopotrebbe essere composto dall’intero quadriennio che lo separa dalla successiva competizione olimpica, così come potrebbe durare un anno, fino alla successiva competizione internazionale in cui gareggerà. In genere la durata del mesocicloè direttamente proporzionale al livello dell’atleta. Periodizzazione: è la somma della struttura e della gestione delle variabili fondamentali dell’allenamento sul mediolungo termine. Spesso i termini periodizzazionee programmazionevengono confusi, non solo a causa della paronomasia, ma, soprattutto, per l’affinità che intercorre fra i due concetti. Per programmazionesi intende lo studio e la strutturazione delle variabili dell’allenamento sul brevemedio termine, tendenzialmente all’interno del mesocicloe dei microcicliche lo compongono. Per periodizzazione,invece, si intende lo studio e l’ottimizzazione dei mesociclie della loro alternanza nella formazione di un macrociclo. A blocchi: è una particolare tipologia di periodizzazioneche prevede l’alternanza di 3 mesocicliprecisi, di cui discuteremo nel dettaglio in questo articolo. Phase potentiation: è il nucleo fondamentale che rende la periodizzazione a blocchi tanto efficace e apprezzata, consiste nell’alterare gli stimoli e gli obiettivi dei mesocicli per far sì che i progressi del blocco precedente vadano a incrementare i progressi del blocco successivo. Dopo questa panoramica sui concetti che andremo a toccare, cerchiamo ora di comprendere cosa sia la periodizzazione a blocchi, qual è la sua struttura e per quale motivo è efficace. La periodizzazione a blocchi è un particolare stile di periodizzazione che prevede l’alternanza di 3 mesocicli. In particolare, questi tre mesocicli sono ripartiti in: Accumulo Intensificazione Picco Essi compongono un macrociclo,che tipicamente si conclude con una competizione o un test massimali. La phase potentiation, come anticipato, ci insegna che alcuni adattamenti ottenuti grazie ad un blocco (o mesociclo) precedente possono influenzare positivamente gli adattamenti conseguibili nel blocco successivo. Perché? Quali sono i principi su cui si basa questa assunzione? Accumulo Questa fase, anche detto estensiva, ha lo scopo di gettare le fondamenta per le fasi successive. Il volume sarà mediamente alto, con un tasso di specificità al movimento di gara inferiore ed intensità medie più basse (ca. tra il 50-70% dell’1RM). I tre adattamenti fondamentali che si ricercano in questa fase sono: IPERTROFIA, CAPACITÀ DI LAVORO e CONSOLIDAMENTO DELLE SKILLS MOTORIE. Intensificazione L’obiettivo di questa fase, anche detta intensiva, è quello di TRASFORMARE le abilità generali acquisite nell’Accumulo in abilità specifiche. In questo caso massa, capacità di lavoro e skills motorie serviranno a porci nella condizione di ottenere risultati maggiori in quanto a forza. Il volume verrà ridotto a favore di un incremento dell’intensità media, che in questo caso si assesterà tra il 70-85% dell’1RM. Picco o realizzazione Durante il picco l’obiettivo è quello di mantenere quanto più alto possibile il livello di fitness, andando a ridurre la fatica accumulata nei blocchi precedenti. Questo ci permetterà di realizzare la massima espressione di forza (con correlato picco delle performance). In questa fase è cruciale che la specificità al gesto di gara sia elevatissima, avremo quindi un ulteriore calo del volume a favore dell’intensità (85%+ 1RM) ed un ulteriore calo delle variazioni non specifiche al movimento di gara. L’ultimissima fase di questo mesociclo, dove avviene massima riduzione del volume, è chiamata TAPER e tipicamente si conclude con un test massimale o con una competizione. Periodizzazione non linearesettimanale (WUP): permette di modificare le variabili su base settimanale (una, due, tre o più settimane) nel macro/mesociclo. Per esempio prima settimana intensità elevate e minore volume e successiva volume alto ma intensità piu bassa. Possiamo individuare quattro grandi tipologie di periodizzazione Periodizzazione lineare o classica (LP) Consiste in una progressione di uno o piu parametri in maniera graduale e appunto lineare (es sul volume: 1^ settmana 10 serie, 2^ settimana 11 ...e cosi via), generalmente viene vista come un incremento della intensità sul carico e una contemporanea regressione sul volume, ma questo non è l'unico modo: Incremento intensità e volume costante Incremento volume e intensità costante Incremento volume e intensità contemporaneamente Questi appena citati sono i più comuni anche se si puo "giocare" con qualsiasi variabile per esempio incrementando la densità, l'intensità percepita (RPE) ecc... Periodizzazione non lineare o ondulata (NLP o UP) In questo sistema soprattutto se novizi ci si trova solitamente spaesati, in questo caso volume, intensità o qualunque parametro sia al centro del nostro programma aumenta o diminuisce in rapporto agli altri a seconda della settimana, giorno e all'interno della stessa seduta. L'idea alla base della UP è stata sviluppata ed elaborata dallo scienziato russo Yuri Verkhoshansky e il coach canadese Charles Poliquin. Anche qua troviamo delle sotto categorie: Kraemer e Fleck hanno adattato il concetto di NLP rendendo la periodizzazione non lineare pianificata (PNLP, planned non-linear periodization). Basata dunque su schemi pre-programmati da rispettare durante l'intero macro/mesociclo. Periodizzazione non lineare flessibile (FNLP, flexible non-linear periodization). Permettendo di regolare la pianificazione senza una pre-programmazione a lungo termine, ma variando in base allo stato dell'atleta (ci entra in aiuto l'RPE e lo stress menagement del giorno). Periodizzazione ondulata giornaliera (DUP, Daily Undulating Periodization). Si basa sul variare lo stimolo e regolare il parametro di giorno in giorno sia in maniera programmata che "non" come si suol dire intuitiva, ma con struttura. Ondulata settimanale (WUP, Weekly Undulating Periodization). Periodizzazione non lineare settimanale (WUP): permette di modificare le variabili su base settimanale (una, due, tre o più settimane) nel macro/mesociclo. Per esempio prima settimana intensità elevate e minore volume e successiva volume alto ma intensità piu bassa. Periodizzazione lineare inversa (RLP) Prevede un'inversione dei parametri rispetto alla versione classica, si parte dunque a inizio del mesociclo con basso volume e alta intensità progredendo verso l'alto volume e la bassa intensità. Periodizzazione in blocco (BP) Nel grande schema delle cose sembrerebbe allenare differenti sistemi, intensità o capacità in blocchi di varie dimensioni, dal mesociclo al macrociclo es: blocco di forza settimane 1-5, blocco di potenza settimane 6-10. La realtà è che all'interno dello stesso blocco possiamo inserire tutti gli altri sistemi di periodizzazione come il DUP per esempio o una progressione lineare oppure anche una DUP a progressione lineare. PERIODIZZAZIONE ONDULATA SETTIMANALE (WEEKLY UNDULATING PERIODIZATION) Con la periodizzazione ondulata settimanale, le variazioni di volume e di intensità avvengono da una settimana all’altra (generalmente con intensità più elevate corrispondenti a volumi inferiori, e viceversa). Ad esempio, se un approccio lineare prevede il sollevamento del 70% del tuo massimale (1RM) la settimana #1, 75% la settimana #2, l’80% la settimana #3, e l’85% la settimana #4; un programma in periodizzazione ondulata settimanale può prevedere il sollevamento del 70% del tuo massimale (1RM) la settimana #1, l’80% la settimana #2, il 75% la settimana 3#, e l’85% la #4 (l’intensità di carico sale, scende per poi risalire di nuovo invece di aumentare progressivamente di settimana in settimana – andamento “ad onde”). Uno schema riassuntivo della “settimana tipo” potrebbe essere: PERIODIZZAZIONE ONDULATA GIORNALIERA (DAILY UNDULATING PERIODIZATION) Nella periodizzazione ondulata giornaliera,le variazioni di volume e di intensità avvengono in una singola settimana di allenamento. Prendiamo per esempio un programma in multi-frequenza con 2 sessioni di squat settimanali, dove la prima settimana è prevista un’intensità del 75% del nostro massimale (1RM). Senza periodizzazione ondulata giornaliera ci ritroveremo ad utilizzare il 75% 1RM per entrambe le sessioni di allenamento. Con DUP invece, la prima sessione potrà essere a più alto volume con il 70% del nostro massimale, mentre la seconda con meno volume ed ad un intensità più alta (es. l’80% 1RM). Un altro chiaro esempio di periodizzazione ondulata giornaliera è quello descritto nel mio e Book FILETTO – programma per l’aumento della massa muscolare. Uno schema riassuntivo del workout strutturato con periodizzazione ondulata giornaliera è il seguente: BLOCCO ADATTAMENTO ANATOMICO Rappresentato da un carico concentrato iniziale finalizzato ad indurre adattamenti anatomici (tendineo-legamentosi) con rapporto tra microcicli di carico e scarico di 4:1. Questo primo blocco prevede una relativamente lunga fase di carico nella quale il volume risulta essere davvero elevato mantenendo un’ intensità ridotta che incrementa leggermente insieme al numero di esercizi; è preferibile utilizzare la modalità di esecuzione degli esercizi a circuito, eseguendo da una stazione all’altra esercizi che stimolino gruppi muscolari distanti da loro al fine anche di stimolare l’azione di pompa cardiaca. Essendo il numero delle ripetizioni elevatissimo è consigliabile sostituire alcuni esercizi che prevedono l’utilizzo di sovraccarichi con altri a corpo libero meno stressanti e/o tipici di quell’insieme di attività che mirano a ridurre le probabilità di incorrere in infortuni nelle fasi successive (es. esercizi per il core, riequilibrio extra-intra rotatori della spalla, riequilibrio flessoriestensori anca/ginocchio, etc.). Metodo: circuito N° stazioni: da 6 a 10 Serie: 3-5 Ripetizioni: 12-15 Carico: 40-60% 1RM Recupero: minimo da una stazione all’altra, 2-3′ da un circuito all’altro Obiettivi: rafforzamento legamenti/tendini, prevenzione infortuni BLOCCO IPERTROFIA Il secondo blocco è incentrato sull’incremento dell’ipertrofia muscolare utilizzando un metodo classico che è quello degli impegni/sforzi ripetuti, l’obiettivo è di creare una cospicua risposta metabolica ed alto lavoro meccanico allo scopo di avere come risultato un’elevata degradazione delle proteine contrattili. E’ consigliabile utilizzare fasi eccentriche lente, le quali sono ritenute essere le principali responsabili di microlesioni muscolari che innescano poi la risposta ipertrofica. Generalmente ad allenamenti ipertrofici seguono, 24-72 ore dopo, dolori muscolo-tendinei definiti DOMS, i quali possono incidere sulle abilità tecniche; è pertanto consigliabile agli atleti che praticano sport che richiedono un’alta componente coordinativa, scegliere metodologie allenanti e di recupero opportune o comunque inserire queste sessioni in modo ben pianificato nel processo di allenamento. Metodo: impegni ripetuti N° esercizi: 6-8 Serie: 3-5 Ripetizioni: 8-12 Carico: 65-80% 1RM Recupero: 1′-2′ Obiettivo: incremento ipertrofia muscolare (sarcoplasmatica?) BLOCCO FORZA MASSIMA Il terzo blocco, appoggiandosi agli adattamenti dei quali avremmo dovuto beneficiare dai blocchi precedenti, si concentra sull’incremento della forza massima tramite incremento della coordinazione intramuscolare dovuta all’utilizzo di carichi elevati, che in questo caso specifico non raggiungono percentuali superiori all’ 85% del 1RM. Vengono utilizzati impegni submassimali ripetuti. Metodo: impegni submassimali/massimali ripetuti N° esercizi: 3-5 Serie: 6-10 Ripetizioni: 1-5 Carico: 80-95% 1RM Recupero: 3′-4′ Obiettivo: incremento coordinazione intramuscolare, ipertrofira miofibrillare BLOCCO POTENZA Nell’ultimo blocco ci si concentra sull’incremento dell’espressione neuromuscolare di potenza, ovvero la capacità di generare alti gradienti di forza in tempo breve; in base all’atleta, lo sport e alla valutazione preliminare dei gesti specifici e delle curve forza-potenza per arti inferiori ed arti superiori è possibile orientare l’allenamento in diverse direzioni, ad esempio: allenarsi al fine di esprimere un valore di potenza elevato utilizzando alti carichi (es. rugby), allenarsi al fine di esprimere un valore di potenza elevato a carichi bassi (es. giavellotto, boxe), allenarsi al fine di incrementare l’espressione di potenza lungo tutto il continuum dei diversi carichi. E’ consigliabile anche integrare l’allenamento con i pesi ad esercizi pliometrici e balistici specifici per i gruppi muscolari maggiormente coinvolti nello sport del caso. Metodo: impegni dinamici/balistici N° esercizi: 3-5 Serie: 3-5 Ripetizioni: 4-8 Carico: 30-60% 1RM – 70-85% 1RM – 30-50-70-85% 1RM Recupero: 2′-3′ Obiettivo: incremento espressione specifica di potenza Tipi di periodizzazione I modelli di periodizzazione si dividono essenzialmente in tre grandi categorie: •Periodizzazione lineare o classica (LP): descrive una progressione da lavoro ad alto volume e bassa intensità verso un minore volume ed intensità crescente durante i vari cicli. •Periodizzazione non lineare o ondulata (NLP o UP): il volume e l'intensità di allenamento sono aumentate e diminuite su base regolare diversamente dal modello tradizionale. •Periodizzazione lineare inversa (RLP): prevede un'inversione dei parametri rispetto alla versione classica, partendo dal basso volume ed alta intensità progredendo verso l'alto volume e la bassa intensità. •Periodizzazione in blocco (BP): prevede l'uso di 3 o 4 mesocicli che vengono spezzati rispetto alla normale periodizzazione lineare, per evitare la perdita degli adattamenti ottenuti nei mesocicli precedenti. Periodizzazione lineare o classica (LP) La periodizzazione lineare (LP, da linear periodization) o periodizzazione classica si compone partendo inizialmente da un alto volume e una bassa intensità. L'allenamento in periodizzazione lineare progredisce attraverso mesocicli o fasi programmate in cui il volume diminuisce mentre aumenta l'intensità in maniera progressiva. Questo stile di allenamento, proprio per il fatto di iniziare con basse intensità e alti volumi, viene suddiviso in diverse fasi consecutive a partire da endurance, ipertrofia, forza, potenza, e fasi di transizione, sebbene non sempre vengano previste tutte le fasi proposte. Basato normalmente su un periodo di tempo di 12 mesi, il programma viene definito come macrociclo, mentre le altre due categorizzazioni sono il mesocliclo (3-4 mesi) e il microciclo (1-4 settimane). Ogni mesociclo è rivolto ad un unico obiettivo. Il primo mesociclo potrebbe essere quello di endurance, durante il quale vengono previste basse intensità e alte ripetizioni, tra le 15-20, e l'obiettivo è quello di sviluppare la resistenza alla fatica. Segue il mesociclo di ipertrofia, in cui si assiste ad un aumento dell'intensità correlato a riperizioni inferiori, attorno a 8-12, progettato per stimolare la crescita o il volume muscolare. Segue poi il mesociclo di forza che alza ulteriormente l'intensità abbassando le ripetizioni a 5-8. Infine il mesociclo di potenza, che mantiene alte intensità ma abbassa le ripetizioni a 1-5 ripetizioni. Per concludere, la fase di recupero o di scarico riduce il volume oppure impone un riposo totale. Questo tipo di periodizzazione è spesso definito come lo stile "classico" dell'allenamento periodizzato, creato in origine dallo scienziato russo Leonid Matveyev negli anni cinquanta, venne poi promosso da noti autori come Mike Stone e Tudor Bompa Periodizzazione non lineare o ondulata (NLP o UP) La periodizzazione non lineare (NLP, da non-linear periodization) o periodizzazione ondulata (UP, da undulating periodization) è l'altro principale modello di periodizzazione, e la sua elaborazione è dovuta al contributo di professionisti come lo scienziato russo Yuri Verkhoshansky e il coach canadese Charles Poliquin. Piuttosto che impostare una progressione lineare aumentando e riducendo progressivamente le variabili, la NLP/UP varia il volume e l'intensità di allenamento (assieme ad altre variabili) in brevi periodi di tempo, e questo può verificarsi da allenamento ad allenamento o di settimana in settimana. In altri termini, il volume e l'intensità di allenamento sono aumentati e diminuiti su base regolare. Il metodo quindi si basa sul concetto che tali variabili vengono alterate con maggiore frequenza (giornaliera, settimanale, bisettimanale ecc) per consentire al sistema neuromuscolare più frequenti periodi di recupero, distinguendosi ampiamente dal metodo tradizionale in cui l'intensità aumenta e il volume diminuisce progressivamente con l'avanzare le mesociclo. Le fasi specifiche sono molto più brevi, fornendo più frequenti cambiamenti di stimolo che possono essere altamente favorevoli per i guadagni della forza e dell'ipertrofia. Diversamente dal tradizionale modello lineare, la NLP/UP coniuga in un breve ciclo (anche nell'arco di una sola settimana) allenamenti volti allo sviluppo di due o più qualità che devono essere sviluppate, come ad esempio la potenza e l'ipertrofia. Esistono poi ulteriori sottocategorie di periodizzazione ondulata: Kraemer e Fleck hanno ampliato il concetto di NLP includendo la periodizzazione non lineare pianificata (PNLP, planned non-linear periodization) o flessibile (FNLP, flexible non-linear periodization), mentre altri ricercatori facevano una distinzione tra periodizzazione ondulata giornaliera (DUP, daily undulating periodization) o ondulata settimanale (WUP, weekly undulating periodization). • Periodizzazione non lineare giornaliera (DUP): permette di modificare le variabili su base giornaliera all'interno di un microciclo. • Periodizzazione non lineare settimanale (WUP): permette di modificare le variabili su base settimanale (una, due, tre o più settimane) nel macrociclo. • Periodizzazione non lineare pianificata (PNUP): segue schemi pre-programmati che verranno rispettati durante l'intero macrociclo. • Periodizzazione non lineare flessibile (FNUP): consente di regolare la pianificazione senza una pre-programmazione a lungo termine, ma variando in base allo stato dell'atleta. Periodizzazione lineare inversa (RLP) La periodizzazione lineare inversa (RLP, da reverse linear periodization), è un modello meno comune in origine tastato in una ricerca condotta da Rhea et al. (2003). Questo consiste essenzialmente nell'invertire i principi della periodizzazione lineare classica (LP). In questo modello, si parte con allenamenti ad alta intensità e basso volume, per poi ridurre gradualmente l'intensità aumentando il volume durante la progressione del programma nel mesociclo. Sebbene meno diffuso rispetto alla periodizzazione lineare classica, proprio lo studio che per primo la sperimentò ne dimostrò una maggiore efficacia per migliorare la prestazione di endurance muscolare locale rispetto alla lineare classica o a quella ondulata, mentre ha dimostrato di favorire uno sviluppo inferiore della forza e del miglioramento della composizione corporea. Periodizzazione in overreaching La periodizzazione in overreaching è una forma poco conosciuta di periodizzazione descritta da Stone et al. (1999). Più che un modello di periodizzazione, si tratta di una particolare fase a breve termine che non condiziona il modello di per sé, ma che prevede semplicemente un overreaching pianificato al suo interno. Per tanto questa modalità potrebbe ipoteticamente essere introdotta all'interno dei tre modelli sopra descritti. Questa consiste nell'organizzare periodicamente una fase a breve termine, della durata di 1 o 2 settimane, in cui vengono aumentati sensibilimente il volume o l'intensità, per poi tornare al normale programma di allenamento. Questo potrebbe rappresentare l'esasperazione di una variabile che in quel dato periodo risulta già enfatizzata. Questo modello è usato principalmente da atleti esperti, che più possono beneficiare di un periodo di overreaching pianificato. La ricerca La ricerca nel campo della periodizzazione si è concentrata principalmente sulla variazione del volume (ripetizioni totali per allenamento o ripetizioni totali x massa sollevata) e dell'intensità (% 1RM) di allenamento. Anche se i meccanismi fisiologici di base che spiegano le differenze tra i programmi periodizzati e non periodizzati deve essere ancora pienamente approfondita e chiarita, gli effetti sugli adattamenti neurali ed evitare il sovrallenamento sono stati suggeriti più volte come possibili fattori influenti. La maggior parte degli studi comparativi in cui veniva stabilita la differenza tra i programmi periodizzati e non, ha dimostrato da tempo la superiorità dei programmi periodizzati su quelli non periodizzati in termini di maggiori guadagni della forza, miglioramenti della composizione corporea e delle abilità motorie. In queste indagini, i programmi sono stati valutati in base alle variazioni nella forza e potenza, come il massimale (1-RM) su panca e squat, la potenza nel salto verticale e in altezza, e gli sprint su cicloergometro. Gli studi possono variare nella durata da 7 a 24 settimane. Normalmente questi studi dimostrano che, anche nel corso di un periodo relativamente breve di tempo (la durata di un mesociclo), possono essere ottenuti miglioramenti significativamente maggiori tramite la variazione sistematica del volume e dell'intensità rispetto ai programmi non periodizzati con serie e ripetizioni costanti (ovvero le classiche 3 serie da 10 ripetizioni). In due studi separati, i gruppi testarono un programma basato su monoserie a cedimento confrontandolo con un gruppo che sperimentava l'allenamento periodizzato. Entrambi i metodi hanno comportato miglioramenti in misure di forza e di potenza nel periodo di allenamento. Tuttavia, il gruppo periodizzato dimostrò incrementi significativamente maggiori rispetto al gruppo monoserie. Un punto che può essere discusso nell'interpretazione di questi risultati è la maggiore quantità di volume di allenamento (ripetizioni, serie e carico totale sollevato) nei programmi periodizzati, che può spiegare le differenze nei guadagni delle prestazioni tra i due gruppi. Ad ogni modo questi risultati possono fornire una delle tante prove scientifiche a sostegno dell'uso dei programmi periodizzati e basati su serie multiple, che continua ad essere oggetto di dibattito tra i professionisti del fitness. Per approfondire l'effetto dell'influenza del volume di allenamento totale, programmi lineari a serie multiple (ripetizioni e serie costanti) sono stati confrontati con i programmi periodizzati classici (diminuzione del volume e aumento dell'intensità nel tempo). Nella maggior parte dei casi, i programmi basati sulla periodizzazione consentirono di ottenere miglioramenti significativamente maggiori in termini di performance. Pertanto, esistono abbastanza prove scientifiche per sostenere un'appropriata manipolazione del volume e dell'intensità. Conclusioni e considerazioni pratiche Il principio della periodizzazione, quindi la periodica e regolare variazione pianificata degli stimoli e dei parametri di allenamento, è stato da tempo riconosciuto come un metodo superiore ai programmi non periodizzati o casuali per lo sviluppo dei guadagni in termini di prestazioni, adattamenti, sviluppo della massa muscolare e un generale miglioramento della composizione corporea. Questa realtà, originata dagli anni cinquanta e accettata definitivamente dal mondo scientifico e sportivo a partire dagli anni settanta, è oggi applicata con criterio da preparatori atletici, allenatori, personal trainer e atleti. Ridurre il volume di allenamento prima della gara, programmare periodi di riposo attivo, e introdurre periodi rivolti agli allenamenti di potenza e di forza per stimolare l'attivazione di diversi sistemi energetici, sono tutte variazioni mirate a sfruttare la Sindrome Generale di Adattamento (GAS). Nelle linee guida per il miglioramento delle prestazioni esistono ulteriori variabili qualitative come la motivazione, l'adesione ed il consenso nell'affrontare un piano di allenamento, fattori che non possono essere sottovalutati come determinanti per il successo di qualsiasi programma. Per esempio, Stone et al. (1999) sostiene che il livello di non adesione ad un programma senza variazioni è attribuibile alla monotonia e la noia tipiche di questo tipo di approccio. Possono esistere quindi fattori psicologici che influenzano ulteriormente la qualità e la quantità del lavoro svolto durante l'allenamento. Anche se la ricerca in ambito di periodizzazione si concentra sull'effetto della variazione del volume e dell'intensità, dovrebbe essere chiaro che queste non sono le uniche variabili che determinano gli adattamenti indotti dall'allenamento. Oltre ad offrire stimoli ed adattamenti differenti e complementari, che si concretizzano in una generale maggiore efficacia dei programmi nel lungo termine, la periodizzazione offre anche vantaggi psicologici legati alla motivazione e all'adesione a svolgere gli allenamenti. Paragone tra modelli di periodizzazione: la ricerca I diversi modelli di periodizzazione sono stati spesso comparati per stabilire quali potessero rivelarsi più produttivi per lo sviluppo degli adattamenti, della prestazione del miglioramento della composizione corporea o dei guadagni muscolari. Baker et al.(1994) confrontarono l'efficacia di 3 modelli di organizzazione, ovvero 2 modelli di periodizzazione (lineare e non lineare) e un programma non periodizzato, sulla forza massimale e sul salto verticale in 22 uomini allenati eseguendo un programma di allenamento di 12 settimane per 3 giorni a settimana. In un ciclo di allenamento di breve durata, la periodizzazione lineare provocò gli stessi guadagni di quella ondulata. Inoltre, i meccanismi che contribuirono allo sviluppo di forza e potenza erano diversi. I miglioramenti nella forza massimale non necessariamente equivalgono ai miglioramenti nelle attività di potenza come il salto, evidenziando chiaramente la specificità dell'allenamento. Rhea et al. (2002) paragonarono gli effetti della periodizzazione lineare o ondulata sullo sviluppo della forza. L'allenamento includeva 3 serie di panca e leg press, 3 giorni a settimana per 12 settimane. Il gruppo lineare variò l'intensità alle settimane 4 e 8, mentre il gruppo ondulato lo variava su base giornaliera (lunedì, mercoledì e venerdì). Entrambi i gruppi svilupparono una forza maggiore, ma il gruppo ondulato ottenne miglioramenti maggiori. L'anno successivo, la stessa équipe fronteggiata da Rhea et al. (2003)confrontò la periodizzazione lineare, ondulata, e lineare inversa, per verificare le differenze nello sviluppo della resistenza muscolare locale. I 3 modelli presentavano un volume e un'intensità equiparate. I partecipanti eseguirono 3 serie di leg extension 2 giorni a settimana. Il gruppo lineare eseguì serie da 25 RM, 20 RM, e 15 RM, cambiando ogni 5 settimane. Il gruppo lineare inverso progredì esattamente in ordine inverso. Il gruppo ondulato cambiò variabili ad ogni allenamento: 25 RM, 20 RM, e 15 RM, ripetuti per le 15 settimane. Tutti e 3 i modelli aumentarono la resistenza muscolare locale, ma il gruppo lineare inverso dimostrò miglioramenti rispetto agli altri. Buford et al. (2007) confrontarono dei modelli di periodizzazione nel corso di un programma di allenamento di 9 settimane con un volume equiparato e intensità per forza. Essi confrontarono la periodizzazione lineare, l’ondulata giornaliera, e l’ondulata settimanale. Il programma di allenamento per ciascun gruppo durò di 9 settimane, con una frequenza di 3 volte a settimana. Gli atleti sono stati testati a 4 settimane per regolare il loro 1-RM. Cinque settimane dopo, sono stati testati nuovamente per confrontare i risultati. Anche se tutti e 3 i gruppi hanno migliorato forza, non venne rilevata alcuna differenza significativa tra i gruppi. Kok et al. (2009)compararono i modelli di periodizzazione lineare e ondulata sui guadagni della forza su donne non allenate. Venti donne vennero sottoposte ad un periodo di condizionamento di 3 settimane per stabilire il 1-RM sullo squat e sulla panca piana prima di venire assegnate in maniera casuale nei gruppi di periodizzazione lineare e ondulato per 9 settimane, allenandosi 3 volte a settimana. Prima dell'inizio, e durante il programma, ogni 3 settimane, vennero misurate la forza massima, la potenza, la massa corporea, la circonferenza degli arti e la sezione trasversale del muscolo. Entrambi i gruppi migliorarono la forza e la potenza, la circonferenza degli arti. Anche la sezione trasversale (ipertrofia) aumentò in entrambi i gruppi. Il confronto tra le periodizzazione lineare e ondulata con volume e intensità pareggiati suggerì che entrambi i programmi erano egualmente efficaci per migliorare la forza e la potenza in donne attive ma non allenate. Hoffman et al. (2009) confrontarono i modelli di periodizzazione su giocatori di football americano, tra cui un gruppo non periodizzato, un gruppo in periodizzazione lineare, e un gruppo in periodizzazione ondulata pianificata. Tutti gli atleti parteciparono ad un programma di condizionamento fuori stagione di 15 settimane. Non venne rilevata alcuna differenza significativa nella forza e potenza tra i gruppi. Prestes et al. (2009) compararono la periodizzazione lineare con la lineare inversa per determinare gli effetti sulla forza massimale e sulla composizione corporea in donne allenate usando carichi tra le 4 e le 12 RM. Questo studio fu il primo ad esaminare intensità così elevate. Gli atleti si allenarono per 12 settimane con ognuno di questi modelli di periodizzazione. Il gruppo lineare aumentò il carico ogni 1-4 settimane, riducendo il volume. Quindi, ogni settimana l'intensità aumentava per il gruppo lineare e diminuiva nel gruppo lineare inverso. Il recupero venne attuato diminuendo il carico a 12 RM al 4°, 8°, e 12ª settimana, nonché diminuendo la loro frequenza da 3 a 2 sessioni a settimana. Sia la periodizzazione lineare che lineare inversa favorirono un aumento della forza massimale per la parte superiore e inferiore del corpo. Tuttavia la periodizzazione lineare favorì una maggiore forza massima rispetto a quella inversa. Il gruppo lineare dimostrò miglioramenti della composizione corporea, riducendo il grasso corporeo e aumentando la massa magra, cosa che non venne osservata nel gruppo inverso. In questo studio venne quindi dimostrato che, rispetto alla periodizzazione lineare inversa, quella classica porta ad effetti più positivi sulla composizione corporea e sulla forza massima quando l'intensità è compresa tra 4 e 14 RM. In un altro studio di Prestes et al. (2009) venne confrontata la periodizzazione lineare con i modello ondulato giornaliero per verificare le differenze nella composizione corporea e nella forza massima in un programma di 12 settimane. Quaranta uomini giovani (età media 21 anni) con u minimo di 1 anno di esperienza con i pesi vennero distribuiti nei due gruppi. Al termine del periodo venne osservato che la periodizzazione ondulata giornaliera produceva un maggiore guadagno di forza massima rispetto al modello lineare in soggetti allenati. Negli studi di Prestes è necessario fare una segnalazione relativa ad una controversia sulle definizioni dei modelli di periodizzazione. Ciò in quanto nelle ricerche in questione le variazioni di intensità e volume avvenivano su base settimanale, rientrando più facilmente nel modello ondulato settimanale piuttosto che in quello lineare classico. Nella periodizzazione lineare classica, le variazioni di volume e intensità non sono così frequenti, e variano nell'arco dei mesocicli e non dei microcicli, quindi si potrebbe concludere che i modelli presentati nelle ricerche di Prestes facciano più correttamente riferimento alla periodizzazione ondulata settimanale con progressione lineare. Jimenez e Paz (2011) analizzarono gli effetti del modello lineare e ondulato sulla forza muscolare della parte inferiore del corpo su soggetti anziani. Un gruppo di anziani fisicamente attivi ma non allenati coi pesi venne diviso in tre gruppi, tra cui uno in periodizzazione lineare, uno ondulata e uno di controllo. I soggetti dei gruppi periodizzati, di età non superiore ai 65 anni, parteciparono ad un programma di allenamento coi pesi di 12 settimane svolgendo 2 sessioni a settimana. Al termine del periodo di studio, vennero rilevati simili valori nello sviluppo della forza e della potenza tra i due gruppi diversamente dal gruppo di controllo. I risultati suggerirono che i modelli periodizzati sono efficaci per migliorare la forza e la potenza nella popolazione anziana. Tuttavia, il fatto che vennero ottenuti risultati simili tra i gruppi fece concludere che fossero necessarie più ricerche. Il fatto che lo studio fosse stato rivolto alla popolazione anziana per altro può non rappresentare una condizione di valutazione ideale per gli atleti o per i soggetti giovani dediti all'esercizio coi pesi. Miranda et al. (2011) paragonarono la periodizzazione lineare e quella ondulata giornaliera testando carichi corrispondenti a 1-RM e 8-RM. Venti soggetti allenati vennero assegnati in uno dei due gruppi in maniera casuale. Dopo 12 settimane, i guadagni di forza risultarono simili, ma il gruppo che seguiva il modello ondulato giornaliero ottenne una maggiore risposta all'ipertrofia in tutti i gruppi muscolari allenati. Simão et al. (2012) paragonarono gli effetti della periodizzazione lineare e ondulata sull'ipertrofia muscolare e sulla forza. Trenta uomini allenati vennero distribuiti in 3 gruppi, lineare, ondulato e di controllo. Il programma ondulato variava l'allenamento bisettimanalmente durante le settimane 1-6, e su base giornaliera durante le settimane 7-12. Il programma lineare seguiva un modello in cui l'intensità e il volume variavano ogni 4 settimane. Entrambi i modelli di periodizzazione favorirono un aumento della forza e dell'ipertrofia muscolare, ma il modello ondulato favorì maggiori miglioramenti rispetto a quello lineare. Spineti et al. (2013) paragonarono gli effetti dei modelli di periodizzazione ondulata (giornaliera) o lineare sullo sviluppo della forza e dell'ipertrofia su 4 esercizi: curl per bicipiti, estensioni per tricipiti, lat machine e panca piana. Ventinove uomini allenati con i pesi vennero divisi a random in 3 gruppi: gruppo ondulato, lineare, e di controllo (non si allenava). Gli scienziati misurarono le differenze nelle prestazioni di forza massima, forza isometrica e volume muscolare prima e dopo le 12 settimane di studio. I soggetti che seguivano il modello ondulato variavano il volume e l'intensità su base giornaliera, mentre quelli del modello lineare li variavano ogni 4 settimane. I risultati dello studio indicarono che il gruppo ondulato ottenne maggiore forza sul curl per bicipiti e sulle estensioni per tricipiti, e una maggiore ipertrofia dei bicipiti e tricipiti. Ma non vennero osservate differenze significative nella panca piana e nella lat machine, le quali venivano svolte nell'ultima parte della sessione. I ricercatori conclusero che entrambi i modelli di periodizzazione fossero efficienti per migliorare i guadagni di forza e di ipertrofia. Tuttavia, la periodizzazione ondulata promuoveva maggiori guadagni di forza e ipertrofia rispetto alla lineare per gli esercizi che venivano svolti all'inizio della sessione. Conclusioni Sulla base dei risultati forniti dalle ricerche in cui sono state paragonate diverse forme di periodizzazione, emergono dei risultati in alcuni casi contrastanti. Ciò può essere dovuto alle numerose variabili, alle specialità degli atleti, al grado di allenamento dei soggetti, al sesso, alle modalità di periodizzazione specifiche, ai carichi e ai volumi specifici, alla frequenza, alla durata dei cicli, alla durata degli studi e in generale a diversi disegni di studio. Come già accennato, potrebbe dover trascorrere un periodo adeguatamente lungo per ciò che la periodizzazione risulti superiore ad un programma non periodizzato. Ciò potrebbe significare che anche paragonando due o più modelli di periodizzazione nell'arco di periodi di tempo relativamente brevi (come 12-15 settimane), i risultati non risultino necessariamente attendibili. Nelle ricerche in cui non sono state rilevate differenze tra modelli di periodizzazione nei guadagni e nei progressi fisici, il periodo in cui si estendevano questi studi non superava le 12 settimane, e questo potrebbe sollevare qualche dubbio sul fatto che tali conclusioni possano risultare valide anche a lungo termine. Tuttavia, normalmente le analisi sui programmi periodizzati raggiungono periodi di 15 settimane al massimo. Ciò che comunque può essere notato, è che diverse forme di periodizzazione possono potenzialmente fornire dei guadagni diversi verso un maggiore sviluppo di diverse qualità muscolari. Le due forme di periodizzazione più comuni, cioè la lineare e l'ondulata, in alcuni casi hanno provocato miglioramenti della forza simili, mentre altre volte il modello ondulato si è rivelato superiore al lineare per questo scopo. Anche per quanto riguarda la potenza, i modelli lineare e ondulato non hanno dato risultati significativamente differenti. In termini di endurance muscolare locale, la periodizzazione lineare inversa sembra aver favorito tra tutte risultati superiori alla lineare classica e all'ondulata. In termini di miglioramento della composizione corporea (guadagno massa magra e riduzione massa grassa) la periodizzazione lineare (settimanale) si è presentata superiore alla periodizzazione lineare inversa (settimanale). Per concludere, l'ipertrofia muscolare sembra aver risposto meglio al programma periodizzato ondulato rispetto a quello lineare, altre volte i due programmi hanno fornito risultati simili, ma il lineare ha provocato risultati superiori al lineare inverso. Come può essere notato, alcuni risultati sono controversi, lasciando intendere che queste constatazioni non siano necessariamente definitive. Ad esempio, analisi recenti hanno mostrato che la periodizzazione ondulata giornaliera possa essere superiore alla periodizzazione lineare per lo sviluppo di forza e ipertrofia solo nei primi esercizi svolti nelle sessioni. Tuttavia questi dati possono contribuire a delineare uno scenario più chiaro e preciso sulle potenziali utilità dei diversi metodi di periodizzazione esistenti, al fine di poter selezionare la modalità teoricamente più idonea per lo sviluppo di una determinata qualità o adattamento muscolare. In sintesi: • Forza massimale: per un maggiore sviluppo della forza, sembra che il modello ondulato sia simile o superiore al modello lineare, che a sua volta è superiore al lineare inverso. • Potenza muscolare: per la potenza muscolare, sembra che i modelli lineare e ondulato siano altrettanto efficaci. • Endurance muscolare: per un maggiore sviluppo dell'endurance muscolare, sembra che il modello lineare inverso sia superiore al lineare classico e all'ondulato. • Ipertrofia/massa magra/composizione corporea: per i maggiori guadagni di ipertrofia, guadagni di massa magra e miglioramenti della composizione corporea, pare che il programma ondulato sia superiore a quello lineare, anche se non in tutti casi, e sua volta il lineare è superiore al lineare inverso.