lOMoARcPSD|1977025 Approccio fatica Juvinall Fondamenti Di Costruzione Di Macchine (Università degli Studi della Tuscia) StuDocu wird von keiner Universität gesponsert oder unterstützt. Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 FATICA 8.1 INTRODUZIONE I:iiio ;i circa la nietà del diciannovcsimo secolo gli ingegneri trattavano i carichi variabili o ripctiiti allo stesso modo dei carichi costanti nel tempo, tranne i l fatto di iriipiegare iiiaggiori coefficienti di sicurezza. L'uso del termine fatica in qiieste sitiiazioni sembra essere stato introdotto dal francese Poncelet in un libro pubblicato nel 1839. Gli studiosi niodemi suggeriscono che l'uso della dicitiirafruttura progressiva sarebbe forse stato più appropriato. Le rottu.re pgr,'tfattca" hanno inizio con una piccola (di solito microscopica) frattura posta in una zona critica, caratterizzata da elevati livelli locali di tensione. Questa si trova quasi sempre in corrispondenza di zone di concentrazione delle t e ~ w e Inoltre, . il fenomeno risulta spesso legato a piccole discontinuità del ni:itcriale o a fessure preesistenti (si ricordi, dal Paragrafo 6.3. che l'approccio basato sulla mccc;inica della frattura assume la presenza di difetti iniziali in tutti i materiali). Una ispezione delle superfici dopo la rottura finale (si veda la Fig. 8.1) inoxtra solitarnente una zona in cui la fessura si ì: propagata gradualmente da una "linea di (temporaneo) arresto" ("beach niark") alla successiva, finché la sezione resistente residu:i non si è sufficientemente indebolita, da provocare la rottura finale i11 heguito all'applicazionc dell'ultimo carico. Questa può aver luogo allorchi. la tensione slipcra la resistenza a rottura. con modalità di frattura simili a q~iellcosscrv:ibili in iina prova di trazione monotona. Di solito, tuttavia, la rottura fiiiale è prev;ileiitenientc "fragile" e si vrrifica in accordo con i criteri di meccanica della fr~ilturnesposti nelle Sezioni 6.3 e 6.4. ( Si ricordi che la frattura fragile è S,i\,orita da concentrazioni di tensioni e da elevate v e l o ~ ; t a 8 i a p p t h z k n e d e l carico, condizioni che sono solitamente entrambe presenti al momento della frattura finale). Nella Fig. 8.1. la curvatura delle lince di arresto può indicare i l punto in cui ha ;iv~itoorigine la rottura. La zona contenente le linee di arresto prende usualmente i l norne di zona di Jiricu. Essa è caratterizzata da un aspetto liscio e vellutato prodotto dal ripetuto venire in contatto e separarsi delle superfici di frattura. Qiicsto :ispctto i contrappone a quello relativamente scabro della zona di frattura finale. Una ciiriitteristica distintiva della rottura per fatica dei materiali duttili è che l'intero processo avviene con piccole, se non addirittura nulle. deforrnazioni m:icroscopichc, mentre In rottura sotto un c:irico monotono è accompagnata da rilevanti dictorsioni. 8.2 CONCETTI DI BASE [ ~ ' i i:iriipio Invoro di riccrca compiiito nell'iiltiriic~secolo ha consentiio iirin parziale 2 07 Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 X 2 CONCI TI I 111 BASI2 269 fatica, è riccessarin che l'ingegnere concentri -. la sua atten7.1' -%me p o t..e.-' ~ i i P e r i c o ~ ocs3e1 o r i . s ~ ~ p o m e t t a t u r ficiali C punti diro.a.ouanc-La Fig. 8.2 rnostra una zona di questo tipo posia :iIl,i radice di un intaglio. /tiinienrac-rea, r r . s i s r e n . c ~ d _ g u ~i. , \ ~ ~ .s/>es~ocilrrc[~(inl~ eficoce_.ckm~ke..LIUlfe~~~.~.-m&~I~ siiperiori corotrerisriche nreccaniclrr. -- - . . . . . -e--- 4. S e ladcfqmazione plastica locale ì. sufficientemente piccola, il materiale piiò aiimentare la sua resistenza allo snervaniento attrave~soi l fenomeno dell'in~ cnidirnento, facendo cessare i fc.iinnieni plastici. In tal caso, il coniponente avrà in rcalià tratto beneficio del leggero sovraccarico. M a in presenza di livelli più elevati di deformazione plastica locale, i successivi cicli di carico causeranno una p & i W u a a d l pUtti'aJa (in accordo con i concetti discussi nel Paragrafo 3.3) finché la deformazione ciclica iniposta al materiale della zona pericolosa non potr3 essere sostenuta sen7a una rottura. al suo apice r i s i ~ ~ s o g g e t alla t o clistnittiva azione della d e f o r n i a i o n e plastica ciclica localizzata A mano a mano che la fessuraaumenta di dimensiorii. . - in tal -nioc&!a sezione resistente e provocando un aumenta delle riducendo tensioni: I? sua ve1ocità d i a v à n ~ à m ~ ~ n ~ t ~ ~ a C ~ é ; ilai s-sisteare a~~Tché più in grado di sostenerei&a%gap&to ed ha luogq la residua--non .risulta r o t u d r a l e . solitaniente in accordo con i principi della meccanica della frattura. (Ci sono situazioni in cui una fessur;~di fatica, nell'avanzare, inconira una zona in cui il livello di tensione è più basso elo la resistenza del materiale niaggiore. e si arresta, nia tali situa7ioni si verificano assai poco di frequcnie). -- .L,nee di srresio' rBeach marki'l nella zona di roltura per falica (superlicie liscia di aspetla 'vellulata'l Figura 8.1 Rottura per faiica innescainsi nell;i zona < l i racci~rdodi u n albero a gomiti per uso aeornautico (acciaio SAE 4340. 320 I In) comprensione dei meccanismi di base connessi con la rottiira per f:itic;i. Il testo [3] della Bibliografia contiene un sunto di molte delle attuali conoscen7.e nella forma in cui risultano applicabili nella pratica ingegneristica. Nel segiiito sorio riportati che $ rivelano utili pcr la coinprerisione dei alcuni sempijci~concet~if~nda,meenta~ fenomeni connessi con il comportamento a fatica. 1. La rottura per fatica ha origine da de/ornlaziuni pla.sriclie ril>et~t[r,coiiic I;i rottura di un filo che sia stato rigetutamente piegato avanti ed indietro. S c n ~ ; i defomiazioni plastiche cicliche. la rottura per fatica non può aver I~iogo. 2. Mentre un filo può essere rotto dopo pochi cicli di deformazione pl;istic:i macroscopica, la rottura per fatica avviene tipicamente dopo inigliaia o perfino milioni di ripetizioni di piccole plasticizzazioni, che spciso avvengono solo a livello microscopico. La rottura per fa!ica avveriire a livelli di tensione nominale molto inferiori al carico di snervaniento o al liniite el:i<tico. 3. Dato che defomiazioni pIastiche localizzate possono inni.scare u i i ; ~rottura per L'attuale pratica ingegneristica si basa in larga misura sulla grande quantiii di dati sperimentali, che sono stati ottenuti da prove di fatica condotte sii nuniero\i materiali, zotto varic fomic e per vari tipi di carico. Il seguito del presente capitolo fa largo iizo di tali dati. 11 paragrafo seguente descrive la prova di fatica standnrd di R,.R. M-, che viene utilizzata per determinare le caratteristiche di resistenza n fatica dei materiali in condizioni n»rniali77aie e ben delimitate. Dopo aver eqposio l'insieme dei risultati ottenibili da questo tipo di prove, i paragrafi siicccs<ivi trattano diverse situazioni che si discostano dalle condizioni standardizz;iie di prova, in modo da accostarsi ordinatamente ad una trattaxionc conipleiarricnte generale dei fenonicni di fatica. L e considerazioni di validiti generale sui fenonicrii tli fatica cspo<ic nel seguito di questo capitolo consentono all'irigcgnere di siiniarc i l coriiportainento a fatica per comhina7.ioni di niateriali. geoiiietrie e tipi di c;irici>per i qiilili nori i;irio disponibili (Iati sperimentali. Una talc valiit;i7ioric del coniport;itncnti> .i fatic:i Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 Figura 8.3 Moore Macchina di prova a iatica a fiess~onerolanie di R.R. O IO 211 Jil 19 50 i,(] 80 10 90 100 Durala N i cicli l ( r ) costituisce un fatto di grande rilevanza per l'ingegneria moderna. Il progetto preliminare di componenti critici solitamente include queste valutazioni. 11 passo successivo consiste nella costruzione, sulla base di tale progetto, di prototipi da sottoporre a prove di fatica. I risultati ottenuti forniscono indicazioni pcr rnigliorare il progetto preliminare in modo da arrivare ad iin progetto definitivo. iitiIiz7,abilc per la produzione. la1 Scala ihnear Inori uiilizzaie p i r o w i o r a g ~ o n i 8.3 RESISTENZE STANDARD A FATICA (S' ) NEI, CASO DI FLESSIONE ROTANTE La figura 8.3 rappresenta una -china standard di R.R. Moore per prove di fatica a flessione rotante. I1 lettore può verificare come il carico iniposto dai quattro cuscinetti posizionati sinimetricamente provochi, nella zoaa centrale (icl provino, sollecitazioni di flessione pura (cioè prive di taglio). e come la tensione in i111 qualsiasi punto geometrico descriva un ciclo di trazione-compressione-trazione ad ogni rotazione dell'albero. Il valore più elevato di tensione si vcritica in posizione centrale, dove 11 diametro assume il valore standard di 0,3 in.. L'arnpio raggio di raccordo previenc le concentrazioni di tensione. L'entità dei pesi applicati pii<, essere variata in modo da ottenere il livello di tensione desiderato. La vclocitb di rotazione del motore è solitamente di 1750 giri/]'. Alla rottura del provino si ha la caduta dei pesi, con conseguente apertura dell'intemttore C, chc provoca l'arresto del motore. I1 numero di cicli a rottura è indicato dal contatore di giri. Una serie di prove fatte con diversi valori dei pesi applicati ed usando provini accuratamente lavorati, in modo da essere i l più possibile uguali tra loro, fornisce risultati che vengono riportati sotto forma di curve S-N. Come illiistrato nella figura 8.4, le curve S-N sono rappresentate in coordinate bi-logaritiniche o semi logaritmiche. Si noti che i l valore di tensione alternata che causa rottura dopo tiri dato numero di cicli prende i l nonle di resistenza a faticn corrispondcntc a quel numero di cicli di carico. Numerose p j o ~ e h a n n opermesso di stabilire chc i materiali ferrosi mostrano un limite di farica, definito come i l livello più alto di tensione alternata che può essere sopportato indefinitamente senza rottura. Il sinibolo usualmente adottato per i l limite di fatica è S". Esso è denominato S\ in figura 8.4, dove l'apice sta ad indicare i l caso speciale della prova standard illustrata in figura 8.3. Le coordinate bi-logaritniiche sono particolariiicnte convenienti per rappresentare le curve S-N dei materiali ferrosi in quanto consentono di Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) 1 ,n i r) I :j4 I l lo5 I: 'O' Durala h i #ncicl liogl ; tid i (h1 Scale sernilqarlmiihe - 'Gnachia' della curva ~ ~ s e n di z a~ o I I ~ ~ ~ I 8; Xo m u a 6 1, 10 10' 10' Il 105 1 I I io5 19' 1 08 Duraia N i in iicl (logl [ i l l l Scalo aoppssmente iogar~imiche Figiira 8.4 Dingrarrirrii rapprcsciitaiivi dcl c<iiiilii,rc.iiiiciii<i:I Intica di un acciaio avenie diire7za pan a 120 HR ottencrc un andaniento lineare. La figura 8 . 4 ~mostra il "ginocchio" delle ciirvc S-N per rnateriali che hanno un lirriitc di fatica chiaramente definito Questo ginocchio è normalmente situato tra I O h e 10'cicI1.SI è soliti fare I'assunzionc cautelativachc i materiali ferrosi non 7s - lOMoARcPSD|1977025 5 0 51.5, l i,! h , .\ O 45 - Riiii i i Mi'n \ - 3 10 . R i r r i i Durala N ( n cicli ( i q )) .T:, 0 5.5" iin kri .S. l,, MPJ,.<, Figura 8.5 Curva S-N g e n e r a l i ~ ~ aper t a acciai fiicinaii. coniplcta di dail - 015 C l 1.3 ! . riiiii (>,l J ,C,, siicriiiicii- iali [7]. debbano essere sollecitati al di sopra del limite di fatica iicl caso i i i cui sia loro richiesta una durata di 10'0 più cicli. Questa assiinzione è illustr;itii ricll:i curva SN generale per acciai, mostrata nella Fig. 8.5. Dato che le rotture per fatica hanno origine iri punti 1ocrili;:oii di reliitiv;~ maggiore debolezza, i risultati delle prove di fatica rriostriino uii;i tlicpcrsi«iic considerevolmente maggiore di quella tipica delle provc staticlie. Per questa ragione l'approccio statistico alla definizione della resistcn7:i (vedi Sezioni da Durezza (Rodo*ell C) Figura 8.6 Limite di fatica in funzione della durezza per quattro iipi di acciai legali. (Da M. F. Garwood. H . H . Arburg e M . A. Erickson, Intrrprrrorio~ioj Te.m and Correlation u'irh Srrvirr.Amcrican Sociciv [or Mct.il<.195 1 . li 17) Figur;i 8.7 Disirihu~ioncdcllc tcnsioni di llcs\ionc per diiraic ;I iaiica hrcvi (circo INX) cicli) (Nola: Nci diagranimi S - N S I fa uso ~ l e l l ci~~n<iorii iii:issiiiic crtlrolrilt~<~lflrlrrflrnenlr) 6.13 a 6.15) assume, in questo caso, una maggiore rilevanza. Le deviazioni sriiiid;ird sul limite di fatica sono solitaniente comprese tra il 4 ed i l 9% del v:ilore noiiiin~ile.In teoria, la deviazione standard dovrebbe essere deterrriinata slxrinientiilmente in base 3 prove r;ippresent;itive di ogni specifica applicazione. Spcs$ci. quando non siano disponibili infoririazioni specifiche, si ilsa 1'8%. dcl liiriite nominale di fatica come una <tima cautelativa della drviazione standard La dispersione dei dati illustrata nella Fig. 8.4 è tipica di prove accuratamente condotte. La banda di dispersione riportata siilla Fig. 8 . 4 ~evidenzia un aspetto interessante: la dispersione nella resisretiza a fatica comspondente ad una data durata è piccola; la dispersione nella ciurrlra a farira corrispondente ad un dato livello di tensione è grande. Perfino in prove accuratamente controllate, questi valori di durata possono variare di 5 o 10 volte. Negli ultimi decenni è stata condotta una grande quantità di prove di fatica standard (Fig. 8.3). i cui risultati hanno mostrato di essere riconducibili ad alcuni schemi generali. Il più comunemente usato tra questi è mostrato nella Fig. 8 . 5 . Sulla base della conoscenza della solo resistenza a rottura a trazione, può ottenersi rapidaiilente una buona approssiniazione dell'intera curva S-N per gli acciai. Inoltre. la resistenza a rottiira può essere stimata da una prova non distnittiva di durez7.a. Per gli acciai la resistenza a trazione, espressa in psi, risulta pari a circa 500 volte i l valore della durezza Brinell; pertanto una stima cautelativa del liniite di fatica risulta essere intorno a 250 H B . @ur.ri'ullima r-elarione puci rirrner-.si acccliahile sollatiio per valnr-i della rli~rezzaBritlell nnri sriperiori a rirca 4011. Per durezze maggiori, i l limite di fatica può op[~i<rerio continiiare ad aunicniare al crescere della diirezza stessa, a seconda della composizione dell'acciaio. Qiiesto ì. illustrato nella Fig. 6.6. Sebbene, in hase alla Fig. 8.5, la resistenza a fatica per una diiraia di 10' cicli si collochi intorno al 90% della resistenza a rottura, i l rcru livello di tensione non 2 così elevato. La ragione di questo 2 che I valori di resistenza a fatica corrispondenti ai punti sperimentali nella Fig. 8.4 sono ralcolair in accordo con I:I forniula elastica, a = Mc/l. Livelli di carico abbastanza grandi da causare rottiire in mille cicli solitamente provocano rilevanti plasticizzazioni, in consegiienza delle quali i livelli veri di tensione risultano niiriori dei valori calcolati. Questo aspetto ì. illustrato nella Fig. 8.7. Lx captteristiche di resistenza a fatica della ghisa sono siiiiili a qlielle dell'acciaio, tranne per il fatto che il limite di fatica c«rrisporide a circa 0.4 (invece di 0.5) volte la resistenza a rottiira. Le curve S-N ripiche di varie leghe di alluniinio sorici iiiostrate nella Fig. 8.8. Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 5105 2 4 68106 2 4 Durala N ( n cicl 6810' 2 4 6810" ilw)1 Figura 8.10 Cainpi di vari;i~iniicdcllc ciirvc S-N pcr Icghc di hlagiicsii? Bande di dispersione dei d3li S N per alcune tipiche Icghe di alluminio. con l'esclusione di leghe p r delomazionc plastica con S < 38 ksi. Fipira 8.8 Per la iriaggior parte di tali leghe. allo stato Iriniinato o fuso, la resistenza a fatica per una diiratn di 10"cicli è pari circa 0,35 volte la resistenza a trazione. I'er la rriaggior parte delle leghe di raiiie (inclusi ottoni bronzi, cupro-nichel, etc.) i l rapporto tra la resistenza a fatica per IOX cicli e quella a trazione statica vari:t tra 0,25 e 0,s. Nel caso delle leghe di iiicliei tale rapporto ri~iiltasolitamente conipreso tra 0,35 e 0,s. I1 tit;tnio e le siie leghe si comportano come gli acciai, nel senso che tendono a niostrare un vero liniite di fatica nel carripo cornpreso tra IO6 e IO7 cicli, avente un v:ilore variabile tra 0,4S e 0.65 volte la resi~tenzaa trazione. Si noti la mancanza di un "ginocchio" ben definito e di un vero liniite di fatica. Questo . - .- comportamento risulta tipico dei metalli non ferrosi. In mancanza di un limite di fatica; s i f a spesso uso della resistenza a fatica per IOR o a 5 x IOX cicli. (Per avere la "percezione" del tempo richiesto per accumulare un simile niirriero di cicli, si pensi che una automobile dovrebbe tipicamente viaggiare per almeno 400.000 miglia prima che in uno qualsiasi dei suoi cilindri si siano verificate Sx IOX accensioni). Per le tipiche leghe di alluminio per dcforiiiazione plastica, la resistenza a fatica per 5x10' cicli risultacorrelata cori la resistenza a trazione nel modo mostrato nella Fig. 8.9. Le tipiche curve S-N per le leghe di magnesio sono moitrate nellri Fig. 8. I O . 8.4 KESISTENZA A FATICA PER FLESSIONE ALTERNATA E CARICO ASSIALE ALTERNATO Leghe rappresentale 1100-0. H 1 2 H 1 4 H 1 6 H 1 8 3003-0. H12. H 1 4 H16. H 1 8 5052-0. H 3 9 H 3 4 H36. H 3 8 2014-0T4dii<iTC> 2024-T1, T3G. ami T 4 6061 0 . T 4 and T 6 GOC>30142T516 101!i~T6 Se un proviiio, sirnile a quello usato nella macchina di prova di R.R. Muore, iion viene \ottopoito a rotazione. ma è inontato ori77ontalmente. con una estremitd :fissa e l'altra spinta alternativamente in alto e in basso, vengono prodotte in esso a l i e r n a l u . Qucste diff~nscgodalletensionip ~ o v o c a ! e ~ a di flessione 1 tensioni -t flcssione rotante sol!anto per i l f ~ t ~ c h e ~ ! ! i o valore r o - -massinio ha luogo solo in corrispondci?,z;i delle l j ~ u p e r i o r eed inferiore, - ~ . - mentre . la flessione rotante produce i l valorc _rngs~imo-dellat&sione s u t g t a l + $ i @ ~ n f e r e n z a Nel . caso di r ques"tiiItirri;i,la rottiira per fatica avrà origine nel punto più debole della superficie; iiel caso della flessione alternata c'è una elevata probabilità che i l punto pii] debole non si trovi esattamente in corrispondenza della fibra superiore o inferiore. Questo ~ tdia soli~J.eggermextte- implica che la resistenza a fatica per flessione a ~ ~ r nsia -- -. .-. iore a qiiella p e ~ f l k m t m differenza a è piccola e viene solitament e ' i r a s c u r a t a ~ ~ ; ; i t ~ i i f o ~ ~ n C T ~ ? ~ t t ~ ~ ~ nii b l esollecitazione di flessione h-fmnsi introdiice deliberatamente u x o r e 111 renso cautelativo. Un ragiorianierito simile a1 precedente indica che una sollecitazione ussialc iiitcrnata - che sottopone l'inrc'rr~.tezion<, al rriassirrio livello di tensione - dovrebbe - i, -- ' Fipira 8.9 Resisienra a lalicn p r ~ x I O ' C ~ C per I I alcunc Icghc di alluiiiiiiio pcr dcl ~ilnsticn Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) ~ P lOMoARcPSD|1977025 8.5 I<I<SISTf<N%.A A I:A T'l('i1 I'I<I< TOKSIONII AL'TliKNATA 277 ri5iilt;i pari solt;iiito a 0.75 Su Gli aspetti discusi i r i prcccclcric.,i o r i o i I I i i \ i i ; i i i ilella Fig. 8.1 I . Le diie liricc superiori niostrii:io i l corifroiito trii Ic ciirve S - N siiiiiiitc per i l c;iso di flcssioiie e di caricc assiale. 8.5 RESISTENZA A FATICA PER SOI,I,ECITAZIONI TORSIONALI ALTERNATE io3 - io4 i o<, 1 Oh 10' Durata N ( in c ~ c (lq) l ) Figura 8.11 Curve S-N gcncralir~aiepcr provini lucidati di 0.3 i n . d i ilii~niciro (curve basate sullc icnsioni elasiiche. ignorando le eveiiluali plnsiicirtatioiii) -dare resistenze a fatica inferiori rispetto al caso della flessionc rotante. In effetti C così e si rende necessario tener conto di tale differenza. Prove assiali o di "tnizione-compressione" danno limiti di fatica approssimativamente del 10% inferiori a quelli ottenuti in prove di flessione rotante. Inoltre, nel caso in cui si verificlii unii piccola eccentricità del carico rispetto alla sua posizione assiale ide;ilc (corrie riel caso di parti di scarsa precisione, caratterizzate da superfici grezze di fiisioiie o di forgiatura), viene introdotta una piccola sollecitazione di flessione, che provoca, su uno dei lati, tensioni leggermente maggiori del valore P//\. Te»ric;irnerite sarebbe necessario determinare l'eccentricità del carico e calcolare poi la tensione massima alternata come P/A+Mc/I, ma l'entità di tale indesiderata eccentricità risulta spesso incognita. In questi casi, si è soliti tenere conto dei suddetti effetti valutando Ia terisione soltanto come P/A e riducendo i l limite di fatica per flessioiie rotante di un quantità leggermente mriggiore del 10% (orientativar~ienictl;il 2 0 al .. .. . -. --. . .. 3?,%).. Qal momento che questa riduziorie del IO% o piìi riel liriiitc di fatic;] per i-flessione rotante è legata a differenze nelgradienre di tensiorie, se ne terri conio ---t moltiplicando il limite di fatica di base Sn;per unfarture di iiadiente o costririte (li i I gradienre, C d h e sarà posto ugiale a"O;9'$er il caso di sollecitazione piiranicnie assiale dicomponenti lavorati con precisione, mentre si assuineri per esso uri, valore compreso tra 0.7 e 0.9 nel caso di componenti a lavoriiziorie grossol;iria soggetti a sforzo normale. 1' gradiente di tensione influenza anche la_res$$;za a f~ticaper-J-Q!cicli. che . 'risulta inferiore, nel caso di sollecitazione assiale, rispetto a quella riscontr;ibile ~ ' , ?per soilecitazioni di flessione. Si ricordi, dalla Fig. 8.7, che i l valore di 0.9 Su per la <'resistenzaa fatica per flessione rotante risultava, nella maggior parte dei casi, urla 'quantità calcolata convenzionalmente, che trascurava l'effetto dello snervainento 'p, ' 'in prossirnitàdella superficie. I fenomeni di snervamento non possono peyòjdurre la tensione presente in supe?ficie nel caso di carico assinle. Infatti, risultati . sperimentali mostrano che la resistenza a fatica per IO1 cicli per tale iipo di carico -~ I Dal monierito che !e- rotture per - fatica sono associate con d e f o r m a a c p!astiche a l t a m e n t e , l o c u l i z 2 a t e e _ ~ ~ 1 1 i e nche t o ~!-t trovato che le Acondizionid! s!!cryaniento dei materiali duttili possono essere descritte correttamente -dalla o r i l i basata sulla energia di distorsione. riori devc sorprendere che questa teoria si sia rilevata utile nel prevedere i l liniite di fatica di niateriali duttili in presenza di varie coiiibinszioni di carico birissialc alternato, conipreso i l caso della torsione. Questo C illustr;ito nella Fig. 8.12. Pertarito, per i rrta~erialiduttili. il liniite (li fntica (o lri resistcn:ri afatica per lunglir rlurrite) in presenzri (li .sollecitaziorii d~ toriciorie alten7ritri risultri circci pori (11 58% (le1 lirriite di fiticu (o re.si.steri:a a fatica per luriglie durate) in cnridiziorii rliflc.s.siorie rilrernrita. Di questo si i&, conto inoltiplicando la resistenza ri fatica di base S per unfattore di carico C, di-. - 2~2%- Dal moinento che I'andameiito delle tensioni di torsione presenta gradienti siniili a quelli tipici della flessione, non deve sorprendere i l fatto che, proprio come nel caso della flessione, la resistenza a fatica per 10' cicli sia generalmente pari a circa 0,9 volte i l valore della appropnara resistenza a rottsra. Pertanto, pcr sollecitazione di <orsime alteniata. la resisten~aper 10' cicli ---. . ~ riria a oane iralSegcai, e suaeil'iia cer czci I O CI . - ' l I T ~ ~ s . c " FIilr.r,-,,, \ \ -1 o -1 2 '--_-,Flessone aiernaia Figura 8.12 Graficon-o,per cicli di canco aliernati in niaien;rli diiiiili [Daii da Walier Saweri. Germania. 1943. per u n acciaio dolce allo gcalil ricotto c da t4.J. Gough. "Engineenng Siccls under Conihincd ('yclic a n d Static Strcsse~". J A / J / I / M ~ i h .72. . 113-l? ( M ; i r ~ «IWOi] Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) ~ - - lOMoARcPSD|1977025 8.6 RI1:SISTISNZA A FATICA P I K CARICI11 BIASSIALI A1,TERNA'I'I L;) 1 1 g n ~8.17 i illustra i l biioii accordo generale tra le previsioni della teoria htisata siill'eni.rgiii di di<torsione cd i l Iiinite di fatica (o resistenza a fatica per lunghe diir;ite) di iiinteriali duttili soggetti a tutte le possfili combinazioni di carico biassi:ilc alicrnato. Per i l caso della fatica con diirata limitata nei materiali d ~ i t t i l i ; ~ ~ è r q i ~dei c l l materiali o fragili. non esistono rrietodi affidabili per ottenere previsioni di resistenza a fatica, senza I'iitipiego di dati sperimentali direttamente applicabili al caso in esanie. Tenendo presente questa limitazione, si può suggerire la segiientc procedura di tentativo. I. I'er iriateri:ili tluiiili, Lare uso della teoria basata sull'energia di,disiorsiot~e 6.8) per dall'efi~!!i~q._s!ata~aeaeA.una tensione cqiiiv;ilcnte, da considerarsi d i j 7 e s ~ i o n ~Successivamente. a l ~ -. correlare ~ q i i e ~ ttensione a alle proprictiì di resistenza a fatica del materiale (cioè :illa ciirv;i S-N) per sollecitazioni di fles~ioncalternata . - , (solitaiiicntc I'Eq. 2. Per niaterialijruxili, usare la teoria di M o h r per ottenere una :en:;ione alterna- r 0.4 I 1 l 06 08 10 S. 1 I I 1 1.2 1.4 16 l 8 IGPal ta eqiiivalcnte, da considerarsi corrie una tensione di flessione alternata, e correlarc questa alle proprietà a fatica per flessione (cioè alla curva S - N ) del rriiiteriale. ( 1 J i i vantaggioso metodo grafico per detcrminarc la tensione di flessione eqiiivalcnte consistc nel disegnare, per il materiale in esame, una curva al-a,, come quella mostrata in Fig. 6.1 1h e rappresentare poi i l punto corrispondente alle effettive tensioni alternate. Siiccessivamente, tracciare, attraverso qiicsto piinto, una linea parallela alla curva di rottura. L'intersezione di questa linea coi1 I';issc a, darà i l valore desiderato della tensione di flcisione equivalente. Figiira 8.U..lli<liiiinnencl Iirniic di funzione .- falica in dbila f i n i r z i u p e r , - . .- ... .. rici;iic --inrnpnncnii'inacciaio - risulta approssimativamente pari a 0,9 volte la resistenza a rottiira per i(i,qlio. Ove siano disponibili, è opportuno utilizzare valori sperimentali per la resisten7.a n rottura a torsione.. Se tali valori speriment;ili non sono disponibili, essi possono .. - essere gro.csolanarnenie aJprosFsfmat~. da: _----~ ----. _ _ -. - - .-. .. :~ j\sUr--o,8 . S (per gli acciai) (per altri tipi di materiali diittili) = 0 , 7 -S - _-_-_C_------ _ _I_------ l . . * I . ' - .----~-. a --.-p--.. h--- . . ~ . .. . . ... . ..- -I La linea inferiore della Fig. 8.1 I mostra una curva S-N per scciiii relativti :i sollecitazioni di torsione, stimata in base alle relazioni preccdeiiti. Si dispone di un minor numero di dati su cui basare una procedurti generale per la valutazione delle curve S-N di torsione nel caso di materiali frrtgili, e qiiesto rende ancora più auspicabile I'ottenimento di appositi risultati sperimentali di fatica per i l particolare materiale e per le specifiche condizioni di carico del problema in esame. In assenza di tali dati, le curve S-N per sollecitazioni di torsione nel saso-di-materiali fragili vengono talora siit~iciicsulla base delle --. _seguenti ipotesi: (1)-si.assume~unlimite d-i fatica per 10Qicli pari a 0,8 volte i l !irriitc di fatica per flessione alternata (questo può essere ricondotto in iin certo qual modo all'usò della teoria di rottura di Mohr per correlare sollecitazioni di flessione e di torsione, allo stesso modo in cui, per i materiali duttiIi, si fa uso della teoria basata sull'energia di distorsione) e (2) si assume una resistenza fatica per .~ -~ . -. . 1 O' cicli pari a 0.9 Su,come per i materiali duttili . ----~-..-- .- ~ \- 8.7 C1iNFI.uENzA 1mLI.o STATO SUPERFICIALE E DELLE DIMENSIONI SULLA RESISTENZA A FATICA Sinora, nel discutcre vari aspetti del comportamento a fatica, si è assunt- che superficie avesse iino speciale grado di f ~ _ i t ~ _ " s ~ ~ c Questo u I a ~ ~richiede ~~'. i ' a t t " i ~ i 6 % d i ; ; n a ~ ~ ~ ~ - ~ T & d u r ~ ~ d i ~ 6 ma o.r. .iserve .o .... . a minimizzare (1) graffi superficiali ed altre irregolarità geomeiriiKe agenti come punti di'6oncèntrizioni di tensioni (2).ogni ~ - differenza tra le caratteristiche metallurgiche del matenale che si trova nello strato superficiale c quelle delle-zone interne e (3) eventiiali stati di tensioni residue prodotte dalla procedura di finitura superficiale. Lc normali finiture'Xuperficiali di tipo c'ommerciale solitamente presentano punti m t Z z a i i , 71 eratxiita a tatica; pcrtanio i componenti aventTTzti gradi di % E T ? i i = s i s t e n l a s fatica. L'ammontare del "danneggianiento superficiale" causato dai procedimenti tecnologici industriali dipende non soltanto dal tipo di procedimento, ma anche dalla sensibilità del materiale al danneggiamento. La figura 8.13 riporta i valori stimati del fattore che ticne conto del grado di finitiira s u p c r F i c i a 1 ~ ~t i qsi 1di finitiira ottenuti sii acciai di varia durezza. In iiitti i casi npo sti, I- limite di latica relativo a siiperfici aventi un Izi ~ Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 TAi31<1.1,A 8.1 Fattori Generali di Hcsistcnza a Fatica per hlateriali Duttili Flcisionc 'l'razioric 'l'orsionc Sn = S ~ C , . C , C , ,dove S" è i l liniitc. di fatici secondo R.R. Moore c: C, (fattore di carico) - . - ~ - p ~ P - ~ ~ .- ---- C, (fattore per i l gradiente di tensione): l diametro (0,4 in. o I O mrri) (0,4 in. o 10 mm) <dianietro < (2 in. o 50 r n ~ n ) ~ 0,9 Figura 8.14 Gradienti radiali d i tensione pcr sollecitazioni di flessionc e d i torsione -- p~ -~ .-p-,-P .. p -- b. Resistenza a fatica per 10' cicli' superficie *.+-.?fy"-attore per la finitura superficiale relativo - - alla comiine ghisa grigia è approssimativamente 1. La ragione di ciò risiede nel fatto chr ancfie i provini con un grado di finitura speculare hanno discontinuitàsupcrficiali dovrite :illa presenza di inclusioni di grafite immerse nella matrice di ghisa e pertanto anche I'aggiiint;~ di graffi o incisioni sui)érficTali'piuttosto rilevanti non peggiora la sitiiazione in maniera apprezzabile. Sfortunatamente, sono disponibili nella letteratura tecnica scarse informazioni relativamente ai fattori di finitura superficiale relativi ad altri materiali. Per componenti di rilevante importanza, si rende necessario condurre specifiche prove di fatica sul materiale e srilla superficie in questione. Nel paragrafo 8.4. è stato evidenziato come il limite di fatica per carico assiale alternato sia di circa il 10% inferiore a quello per flessione alternata, a causa del gradiente di tensione. Nel caso del provino di flessione di 0,3 in. di diametro, la rapida riduzione-del livello di tensione al di sotto della superficie risulta in qiialclic modo benefica. Il provino assiale di 0,3 in. di diametro non usufniisce. invece, di tale effetto favorevole. Un confronto dei gradienti di tensione nelle figure 8.140 e 8.146 mostra che provini di grandi dimensioni soggetti a sollecitazioni di flessione o torsione non mostrano lo stesso favorevole gradiente del provino standard da 0.3 in.. Alcuni esperimenti hanno evidenziato che, se si aumenta il dianietro fino a valori sensibilmente al di sopra di 0.4 in., la maggior parte dell'effctto favorevole 1 del gradiente di tensione scompare. Pertanto, o w 1 p o n c i ch~tl>I~igno d i ~ , i ~ ! r f i rnoggiori di Q 4 in. ( o 10 m m ) p <ht!&o soggege? ~ g l ~ e h ~ g ijdjJc.s.sioOnee c>ii q torsione -alternate, dor&ssere~ttribuito un fattore per il gradieilte di t<~nsione soggetti a carico assiale. I..a figurri R . 14c ,C, pari a 0.9, lo stessgmicomponenti - - -. ~.. . ., . - .- i I / ' P - ~ ~ ~ L l -~~~ ~~ ~ da 0,7 a 0,9 I da 0.7 a 0,9 0.9 ~ C, (fattore di finitura sriperficiale) . P - - ~~ Vedi Fig. 8.13 . 0.9 Su ~ - - 0.75 Su ~~ 0,9 S_" Nota: I . Per tulti i tipi di canco biassiale. tranne la torsione. convenire le icnsioni effeitivc i n una iensione difle~sioneequivalenre iramite la teoria della energia di distorsione. Poi confroritare qiiesta tensione equivalente alla rrsisrenra a Jaricri a/7essione. 2. Per l i v r l l i di allidabiliti diversi dal 50%. moltiplicare S p r C,. (Soliiamente. la resislcn7.a a fatica per 10' cicli non viene nioltiplicata per C,) 'Pcr niateriali chc noil niotlnno iin Iiiiiitc di fatic;i. applic,ire i falion alla resisienza per 10" o pcr 5x10' cicli "C (2 in. o 50 mm) < diametro < (4 in. o 100 mm) ndiirre qiicui fattori di circa 0.1. Se (4 i n o 100 rnni) < diamciro < ( 6 iri. o l 5 0 rnni) ridiirre questi latton di circa 0,2. 'IJsiialmenie non vengono applicale correzioni per il gradiente di tensione o pcr l o siaio supcrficinle. ma i valori spcrimrniali d i Su0 d i 3-,dovrebbero riferirsi a <Iimcnsioni abbastanfa prossinie a q~i'llc in esame. YS=00.R.7upcrgli acciai: Su =O.RSI per gli altri niaierinli diitiili. niostra che coniponenti di dimensioni niolto ridotte presentano un gradiente di tensione ancora più favorevole di qriello caratteristico del provino standard di R.R Moore. Pertanto, ci si potrebbe aspettare che i l limite di fatica risiilti rmggiore per tali componenti rispetto a quelli aventi iin diametro di 0.3 in.. In alcuni ciz.ri si ì. trovato che le cose stanno effettivaniente così, ma, a meno che non siano disponibil i dati specifici per supportare un tale aumento, è preferibile usare, per questi componenti di piccole dimensioni, un fattore di gradiente unitario. Si consideri il problema di quale fattore pcr il gradiente di tensione debba essere usato nel caso della flessione di una sezione rettangolare, ad esempio di 6 mm x 12 inm. Se la flessione avviene attorno ad un asse fale da provocare iiria distanza di 6 min tra le zone in tensione c quelle in compressione. si porrh C, = I : se le zone in trazione e distano 12 inni da qtielle in compressione, si porrà invecc C, = 0.9. Pertanto, i l fattore pcr i l gradicnte di tetizionc viene dctcrniinnto in b;i.;c, Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 282 FATICA l ' l 0 I ' l A T I c.lc.iiic.riti ~ i ~ ~ ! 1 ~ I l (8.1) 287 NM di iii;icchiiin e stnittiirali sono raraniente soggetti a tensioni piiiliosto. esse sono 1ipic;iirieiitc s~oop~sm~_att;ps~ni ~ , ~ ~ ! t ! ~ ~ , ~ t ~ , ~ j ~ $ ~ ~ ddi,tensioni ~ i ~ ~ ~statiche ~ ~ ~ &ed @ xalternate: ~ i o n eUna tcnsioiictlut t i i ~ r i t , - v i @ 3"l.ilaiuc;n ~ te & ~ ~ ; i a ; i a à K ~ ; i G G ~ ~ ti nicrli: ~ ~ Z er r i p o ~ tu. Tuttavia venyono ;inche utilizzati i termini t e n s i o n e ~ w rQuesti ~ . quattro paranietri venjiono definiti nella Fig. 8.15. Si noti che. noti due di essi, è testo si farà uso principapcssihile valutare inimediatriniente gli altri. In ed-alternata. conie nella Fig. 8.16. L o niente dellc componenti di tensione stesso tipo di infoniiazioni può essere rappresentato graficaniente -n ogni combinazione di due delle componenti di tensione niostrate nella Fig. 8.15: Per esempio. nella letteratura tecnica si fa spesso uso (li grafici aventi come coordinate om-Gmal. Per convenienza, alcuni grafici fanno uso di tutti e quattro i suddetti parametri. coiiie nel caso delle Figg. da 8.17 a S. 19. ; La p r ~ ~ ~ a . . ~ ~ - r ! ~ ~ ~ ~ f i s ~ i q n ~ - ~ ~ ! ~riduce t i ~ ~ <l'ampiezza i ~ r a z i oclellane, i tensGne alternata che può essere applicata al m a t Z x G F i g . 8.20 illustra questo , " iconcctto. 11 caso a rappresenta un ciclo di carico con limiti opposti di tensione corrispondente al limire di fatica - la tensione media è nulla e la tensione alternata è pari a SG.I l caso h presenta invece una tensione media di trazione. Per avere la stessa (in questo caso "infinita") durata a fatica, In tensione alternata deve essere inferiore a Sn. Procedendo da h a c. d. e edf, la tensione media aumenta progressivamente; pertanto è necessario che, in corrispondenza di ciò, la tensione alternata subisca un decremento. Si noti che, in tutti i casi esaminati, i cicli di tensione partono dallo zero e che le tensioni stesse sono valori calcolati dalla relazione P1 A. Tuttavia, perfino nel caso a , come si è fatto precedentemente notare, si hanno plasticij.zazioni a livello niicroscopico. In corrispondenza del ciclo d , hanno invee nracroscopica. Infine, sebbene i cicli ce inizio fenomeni di d ~ f o r r n a ~ i o nplastica di tensione e ed f diano luogo a durate "infinite", nel componente, in seguito alla prima applicazione del carico, vengono superate le condizioni di snervamento.. La Figura 8.16 fornisce iina iitile rappresentnzioric grafica di varie combina(;li C O I I I ~ ~ C ~ ; I I ~ I Ca1terii;itc; II~C 8.8 SOMMARIO DELLA PROCEDURA PER LA STIMA DI RESISTENZE A FATICA PER CARICHI ALTERNATI Sn = S:C,C,C, N 8.0 I<FFISrT'l'ODEI,I,A TENSIONI: ILIEDIA SULI,A RESISTENZA A IJATICA ad una s e ~ i o n ecircolare equiv;ilentc avcnie la stess;i v:iri;izii>iic (11 tciisioni tic1 comp6nenk.xule. Si ricordi che un fattore per il gradiente di tensioni pari a 0,9 (o niinore) ì. stato attribuito (Paragrafo 8.4) a rutti i componenti soggetti a carichi assiali. in quanto per essi la distribuzione di tensioni ha un andanicrito sfavorevole, qualiinque sia la loro dimensione. I componenti aventi sezioni caratterizzate da un diametro eqiiivalente magi giore di circa 50 mm presentano solitanieiite limiti di fatica inferiori a quelli valutati usando i fattori per il gradiente di tensione suggeriti i i i precetleiiza. Qiiesto è in parte dovuto a fattori metallurgici, come la temprabiliti, in quanto le zone ! interne di componenti di grande sezione sono solitamente diverse. dal punto di l . I vista metallurgico, dalle zone superficiali. L'entità della riduzione del limite di fatica per componenti molto grandi è fortemente variabile e risulta difficile compiere delle generalizzazioni. Se il componente in esame è di rilevante importanza, non si può far a meno di specifici dati sperimentali. Una indicazione rriolto approssimata sui valori utilizzati in alcuni casi è riportata nella Tabella 8.1. La procedura precedentemente suggerita per tenere conto delle dimensioni del -. .pr-0-90, s,ibasa sull'effetto delle dimensioni stesse sul-gradiente di teiisione. E' $1.. ,nqtare che una trattauone $?Icompleta L-. ....di questo problema~dovrebbeprend'éi& in considerazione anche al& aspefti. Ad esempio, piu grande ?i i l provino, maggiore è la probabilitàche esista in qualche punto, in prossimità della superficie (nel caso di carichi di flessione o torsione) o entro l'intero volume del componente (nel caso di carichi assiali), un difetto di un dato livello di pericolosità (da cui potrebbe originarsi la rottura per fatica). Inoltre, l'effetto dei trattamenti sui fattori metallurgici da spesso esito più favorevole per componenti di ridotte dimensioni, anche al di sotto di un diametro equivalente di 50 mm. Le sezioni precedenti hanno messo in luce l'opportunità di disporre di risultati sperimentali di fatica ottenuti in condizioni il più possibile vicine a quelle di esercizio. Sono stati inoltre forniti fattori enipirici di impiego generale da utilizzare quando tali dati non siano disponibili. Questi fattori possono essere applicati dato che la maggior parte dei con maggiore sicurezza a compon~Ni_jn_~accialo, risultati sperimentali su cui si basano provengono da prove condotte su provini in acciaio. La valutazione della resistenza a fatica richiede tre di qiieiti fattori: l i La Tabella 8.1. riassume tutti i fattori utilizzati per valutare la resistenza a fatica di materiali duttili (soggetti a carichi alternati). Essa può fornire un utile punto di riferimento per la soliizione di problenii. o-=tensione medie n,=tenrooe slternaia (o ampiezza o_,=!enstme m a s r m a . o-=tenrane rnmime ai tensimel F i g i i r a 8.15 Nnt;i/ionc r r I cicli di icnsione variabili ncl tempo. Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 Y . 2 -2 + P C : L 5 C 5g '2 ... ,. Y 5 2 - 5 5 % 24 C ' i a .-E .- E U ii ii C - .--2n ; zo -- - -E: > .-U .. f 0 s : Z U "-22 E U L -U ? ? E .- U ."C g = v 2 ._ w o m h u - o ; C O ' , .- 2 Lc eo 6 ;g 2 _m 4 gz-0 C 0 ci22 C C -6 - .-- .o" 3m 'C2 i 3.5 2z 4 5 ; Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 4.') 111:1;F.1'1'0 1)Iil.I.A TENSIONE Mf:DIA 287 - oiieiigorio liri1.c stii~i;iic.c j i diirat~icost:inte Lii procedura enipirica illustrata è ;iitrihiiita ;i (3oodiii:in; pcrt;iiito t,ili linec sono solitamente chiamate- liriee 0 1 .&Q!(;. Prove di labor;itorio h;iiirio coticorderrientc indicato clie.>$-A L o m $ S & n c rrori riducono I'anipie7~,idi tenggnedtemata-a-mm~ssce,se hdnno e un cffetto, esso con5isie 4n itnirtve-f~umenrodi tale E i f ì Z e z ? fig=l6 pertanto cautelativa in-qu-to_!c-linee d~a ~ r a t constante a uengono.prolungatemn t$ti orizzontali311~~si~sf~~~~p~~~~,~,..e&,..(Tnli linee potrebbero in teoria estendérsi-indefinitamente dal punto di vista della rottura per fatica, risultando limitate soltanto dalla resistenza a compressione statica). La Fig. 8.16 riporta una dettagliata descrizione delle modifiche da apportare al diagramina per i diversi tipi di carico. Si consideri adesso il significato delle varie regioni individiiabili sul diagramma stesso. C-- -. ...- - 1. F i e r a 8.19 Diagrammi di resistenza a fatica per la lega di alluminio 7075.T6. caricata in trazione-compressione. Media di daii spennientali ottenuii da provini lucidali (non rivestili) iraiti da lasire e barre trafilate o laniinate. Proprict3 stntiche: Su=R2ksi. S,=75 ksi (Per gentile concessionedella Grumman Aerospacc Corporaiion). causano deformazione plastiche ( di tipo macroscopico) risultano pertanto contenute all'interno del iriangolo AA 'A ". Tutte le curve S-N sinora considerate nel presente capitolo rispondono alla condizione om= O. Pertanto è possibile ottenere da queste curve punti come C, D. i! E, ed F p e r ogni durata a fatica richiesta. Connettendo questi puriti con i l punto B si P ,C , 2. - Se si rictiiede una durata di alnieno 10^ cicli e noli è ammesso di raggiungere lo snervamento (neppure pcr le fibre esterne in caso di flessione o torsione, dove uno snervarnento di picc»l;i estensione potrebbe essere difficile da osservare). è necessario niantencrsi all'interno dell'area A91fCC;A. -- .-. . . ---. Se, pur richiedendo clie tiori si abbia snervamento, si anirriette una durata rninore di IO' cicli. si può operare anche all'interno dell'area HCGA "H. - - . Se si ricliiede una diirai:i di 10%icli, ma si può ammettere i l raggiungiinento /dello snervainento. olire al19areaAIfCGA,si può utilizzare anche l'area AGP (e l'area alla sinistra di A 3. 1 4. I a ; 1 I L'area al di sopr;i di A "GLI (e al di sopra di A "NH') corrisponde ai casi in cui si raggiunge snervamento alla prirria applicazi.ie del carico e la rottiira per e t i c a prima di IOLcicli di carico. lo La procedura per la trattazione di condi7.ioni di carico biassiali generali riport;itn nella Fig. 8.16 è da ritenersi basata su di una sostanziale semplificazione di una situazione niolto complessa. Essa si appli-tebewugio=ni concernenti lunghe durate,dove i carichi siano tutti in fase tra loro, gli assi princip>i'pcr.le.tensi~ni rriedie ed alternate coincidano e siano fissi nel tempo. Per illuitrare in quali casi queste condizioni possano ritenersi soddisfatte, si consideri l'esempio della Fig. 4.25, ipotizzando che l'albero sia mantenuto fermo ed i l carico ctatico da 2000 libbre sia cainbiato in un carico oscillante tra 1500 e 2500 libbre In tal inodo, le tensioni stc~ticlie sull'elemcnto A rimarrebbero inalterate, ma si aggi~ingcrebbeuna componente aller-r~ota.I,e sollecitazioni alternate di flessione e torsione alternate risulterebbero ovviamente in fase tra loro, i piani principali per le tensioni iiiedie ed alternate sarebbero gli stessi e si rrianterrebbero inalterati al variare del carico appltc:ito. Le figure dall;i 8 17 alla 8.19 riportano le linee di durata a fatica costante valide per alcuni acciai e leghe di alluminio. Esse differiscono dalla Fig 8.16 negli aspetti elencati di seguito. Figura 8.20 Vari cicli di tensione monoassiali. ciascuno dei quali corrisponde allo stcs~ovalore di durata a fatica. 1. Le figure dalla 8.17 alla 8.19 riportano vere dati sperimentali per i materiali esaminati, mentre la Fig. 8.16 rriostra delle relazioni empiriche elle danno risciltati cautelativi, le quali sono di applicazione generale. 2. Le figure dalla 8.17 alla 8.19 sono "ruotate di 45"". con l'aggiunta di scale che Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) ! I I lOMoARcPSD|1977025 X.0 3. 4. I:f'17r<IT0 I)F;I.I,A TENSIONE ME1)IA 289 oltre che orne o,. mostra a fatica o e orni", Su queste figure non sorio riportati i dati relativi alle condizioiii <li \iicrviiinento. Le linee sperimentali di durata a fatica costante mostrarlo una certa curvatiira. indiondo, intal modo, che le relazioni iitilizzate nella Fig. 8.16 iiitrodricono un piccolo erro.re 1.n senso cautelativo, per quanto riguarda sia le linee di Goodman, che le linee orizzontali relative a casi in cui siano presenti dcllc tensioni medie di compressione. Questo errore in senso caiitelativo solit;iriierite sussiste in caso di materiali duttili, ma non iii quello di materiali fragili. 1 punti sperimentali relativi a materiali fragili si posizionano solitamente in corrispondenza o leggermente al di sotto delle linee di Goodni:in. 12ipura 8.21 Quando siano disponibili dati sperimentali come quelli riport~itiiiellc figiire dalla 8.17 alla 8.19, essi sono da preferirsi alle curve stimate di diirtitti a fatica costante, riportate nella Fig. 8.16. Il lettore si renderà conto che la Fig. 8.16 e la tabella 8.1 forniscono un iitile compendio di informazioni utilizzabili per la soluzione di una vnst;i gaiiima di problemi di fatica. 3. I. Valutazione di curve S-N e di d u r a t a costnnte da risultnti di prove di trazione 3. 4. [Jtilizzando le relazioni empiriche riportate in questo paragrafo, valiitare la curva S-N ed un famiglia di curve di durata a fatica costante relative a coridizioni di carico assiale per componenti realiz,zatc con precisione e con iina finitiir;~ superficiale accurata di tipo industriale. 1 componenti sono costniite in acciaio avente S.= 150 ksi, S = 120 ksi e tutte le diniensioni dellri sezione trnsversale si mantengono al di sotto di 2 in.. S. ESEMPIO 8.2 Determinare: Stimare la curva S-N e costruire Ic curve di diir:itCi :i faticii costante. Schema e dati: Vedi Fig. 8.21 I Ipotesi: I l . Per questo materiale non sono disponibili dati specifici di rcsistenz.a a 2. In base alla Tabella 8.1, la resistenza a fatica assiale alternata per 10' cicli nel caso di un materiale duttile è data da S = 0.75 Su = 0,75(150) = 1 12 ksi.. Seiiipre in base alla Tabella 8.1, la resistenza a fatica assiale alternata per 10Qicli nel caso di (in materiale duttile è pari a Sn = Sn C,C,C, dove Sn = (0,5)(150) = 75 ksi, C, = 1,O. q;=0,9 e, dalla Fig. 8.13. $ = 0,9; pertanto si ottiene S = 61 ksi. La curva S-N stimata è riportata in Fig .8.22. Dalla curva S-N stimata si ricava che le resistenze a fatica alternata corrispondenti a durate di I f f e 10' cicli sono rispettivamente di 92 e 75 ksi. Le curve stirnatc o",- oaper durate di IO', IO4, IO7e IOh cicli sono riporrate nella Fig. 8.22. Commento: Se i l progetto del componente in acciaio rappresenta un punto critico, dovrebbero essere iitilizzati specifici risultati sperimentali in luogo dclla procedura appena illustrata, che risulta fortemente approssimata. Dati: Un coniponente in acciaio avente un elevato grado di finitiira coriirnerciale e con date dimensioni e realizzato con un materiale di spccificate resistenze allo snervamento ed a rottura è caricato assialmente. ( riportate rispettivamente nella Tabella 8.1 ed in Fig. 8.16 sono da ritenersi accettabili per i l caso in esame. 11 fattore per i l gradiente di tensione C pari a: C,; = 0,9. Analisi: 2. ESEMPIO 8.1 Trazione-compressione precisione in acciaio di ~ ( i n i p n e n i di i fatica. Le procediire per stimare la curva S-N e le curvc di diirnta a fatica cost;rii~c Deterrninarc la dirnensionc richiesta p e r un tirante soggetto n carichi fluttuanti. IJii tirante di sezione circolare e privo di concentrazioni di tensione è soggetto a carichi fluttiianti tra 1000 e 5000 lb. Si tratta di un componente fabbricato con precisione (così che un valore C, = 0,9 risulta giustificato) con un grado di finitiira acciirato di tipo industriale. I l materiale da iitilizzare è un acciaio, avente Su= 150 ksi ed Sy= 120 ksi. Nel progetto si deve utilizzare. per tutti i carichi. iin fattore di sicurezza pari a 2. n. 1,. Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) Qiiale dianictro si deve adottare per assicurare iina durata infinita? Qii:ile diametro si deve adottare se si richiede iina durata di soli IO'cicli? I lOMoARcPSD|1977025 S ' 1. 2. 3. I ' O I . .N OI 291 I l di:iiiietro C iiil'criorc :i ? 111.. 11 Iiittorc pcr i l gradicritc ili tciisioiie ì. piiri ;i: = 0.9. Noii sono pcriiicssi Sciioriicrii (li sncrvaiiiciito iii;icr«scopici. C: Le proprieti (li resisteiiza a fatica del materiale corrispondono a quelle riportate iicll~iFig. 8.22, /]iirc./ii i l di:trnrtro richiesto risulti effettivamente inf'eriore :i 2 i i i . . 2. In corrispoiideiiza del cnr-ico di j>rogcxIo si ottiene: a = 60001A e a> = 4000lA. I'cnaiito. qu:ilunquc sia l'area. risulta: aJam= 0.67. Questo rappoilo ì. rappresentato dalla linea OA in Fig. 8.22. Si rioti I'iriterpretazione che C po~sibiledare di q u e m linea. Se l'area A fosse infinitamente grande, sia O", che adsarebbero nulle. ed i l ciclo di tensione sarebbe rappresentato dall'origine, 0. Allontanarsi dall'origine lurigo I;) linea OA corrisponde a decrescere progressivaiiicnte i l valore di A. Per la parte (a) del prohlenia si richiede di determinare I'zirea corrispondente alla intersezionc di OA con la liriea [li durata a fatica infinita (coincidente, in questo caso, con qiiella per 10'cicli). indicata con il punto 1. Per tale punto: am= 57 ksi; pertanto, dalla relazione am= 60001A è possibile determinare per A un valore di 0.107 in.'. Dalla relazione A = ris-14, si ottiene infine: d = 0,369 in.. Questo valore si colloca pertanto all'interno del campo di dimensioni per il quale si pu0 assuiiiere C, = 0.9. coriie ipc~tizzatonella fase di costruzione del diagriirnnia. Nella maggior parte dei casi. i l valore ottenuto potrebbe e c c r e arrotondato ad un valore di d = 318 in. 3 Per la parte ib) del problerria. in cui si richiede unadurata di soli 10' cicli, è poszibile. alnieno in apparenza. procedere lungo la linea OA di Fig 8.22 fino al punto 2. dove la linea stessa interseca la curva corrispondente alla (liirata di 10' cicli. Tuttavia, se si supera il punto 3, il carico massimo di progetto, pari n 10.000 Ib., provoca tensioni che superano la resistenza allo sriervaniento. In iin tirante privo di intagli le tensioni sono uniformi e pertanto si nvrehbe una plasticizzazione generalizzata dell'intera barra. Kell'ipotesi che questo non sia ammissibile, è necessario scegliere i l diametro i n base al piinto 3 e non in base al punto 2. In tale punto si ha: am= 71 ksi, per ciii si »[tiene A = 0.086 in.? e d = 0,728 in.. generalmente arrotondabile a 0 = 5/16 in.. Questo diarnetro corrisponde ad una durata a faiica stiniata maggiore di quella richiesta, ma scegliere un diailierro appeiia piìi piccolo causerebbe uno snervamento generalizzato alla prima applicazione del carico di progetto. l. Durali N ( n cidl(lop) 1 I l Figura 8.22 Esempio 8.1 - siimarc le curve S-N e cim-< per iin acciaio :ivciiic Sv = 150 ksi Carico di trazione-compre. ,ione.suptrfici lucidate indiisir~alrienic Dati: Un tirante di forma circolare con proprietà del materiale note ed iin grado di finitura accurato di tipo industriale deve possedere un fattore di sicurezza 2 nei confronti dei carichi applicati ed è sollecitato assialmente con iin carico fluttuantenoto. Determinare: (a) Determinare i l diametro richiesto per una durata infinita. (b) Deteiminare il diametro richiesto per una durata di 10' cicli Schema e dati: La figura 8.22. utilizzata nell'esempio 8.1, si applica ariche a questo caso. L'impiego probabilmente piìi comune delle relazioni per la valutazione della resistenza a fatica è connesso con i l progetto di componenti per una durata infinita ( O maggiore di 5 x IORcicli) o con l'analisi di componenti per i quali si intende avere iina durata a fatica infinita. In queste sitiiazione non è richiesto l'impiego di irlcciri-i ciirva S-h'. Si richiede soltanto di calcolare i l limiie di fatica stiniato c di tracciare la linea di Cioodinan per durata infinita. Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) 1 1 P10 ZLO 010 800 900 POO ZOO O Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) -]ajiJd,,Oic]S asso] ossais alcIJaiL!ui l! !l13 U! OSe3 l3U aui03 J ~ U E !SO3 J ~ on!~un!88u ouiicp ~ i i iai~ripoiduou ond 'ale!~aicui aie) un pe (.:,m ' o ~ o ]' e ~ n i a i a l g' ~ 1 0 % ) OUiJlSa a.~!i~a~iioaZ o!lYciu~un !p e i u n ! 8 8 e , ~.!uiaiu! .,!~Seiu!,,ysanb !p ~ i i a j j a1 1 3 ~ !ii?98os ouciliis!~auuoj!un auo!zas !p I U I A O J ~aq3ue 'muan3asuo~!a .auo!suai !P !113?!J ! 3 '!iund ~ ~urwlsu! 'om.mv arp y p l o a a l i ! alla? 'ouia~u! o ~ o lle :yi!s!ise[a .. . ellap epoa] e1 1.103o p ~ o ~ u! a aaiuauieiiesa * a s a ~ uuuueq ! !JaA !~euaieui! ... !uo!suai !p ~ u ~ I Z ~ ~eun I Jpe I Soiia%os'+qaia ! ~ ..altxipj,, 5l"~aieii un .aleuaieui ~ a einiiniis p r?llau auiaju! y!~elo8au!e o i n ~ o paiuauiaiua~edde;,oiuauierioduio~ aq:, oueJisoui!p ! ~ s i u a u u a d s!le)lnsu ! 'aiUaui oissno .'.y e aio!iaju! ossads d oiiopo~iu!"y o ~ u i a u i o a 8o oJ!Joai !uo!suaI allap -eieuiiuod .Z 1.p o j e ~ S c ~ elau auoizciiuasuos !p aioiicj le alen8n ~ n s aq3 u ' ~a~apuaiieaqqa~iod!s I:, 'euoai -- a s s-~ i I___u1 J y ~ ~ ! , i ~ j ~ i - ~ ~ ~ u ~ o- > ~ i! ~fui~~~!a+d ! u o !allap s u a ~auo?Zollua>uo>! p a ~ o ~ l u j I!s~~~~Ù~IAoJ~ [ap ollanb a o!l%?iu!ezuas o u ! ~ o ~lap d e:,!iej ! p 3 p C i i ~ c 7 1 ' e6~~n 8~1ellau j oieJisoui a u i o 3 .auo!siraJ!p O J D ] 0 3 ] D 3 alolon ossais o1 '!se3 ! ~ q ~ u e i i uU!a 'aua!iio !s 'o>!~u> !p olla~!l!u8o ad 'oiueriad 'qEZ.8 3 1 ~r?[1ap 1 o[[anb.iad aqs t 1 ~ z . 8!g 8 cllap O U ! A O J ~ 11 ad e!s assais a[ ouos es!iej ad iiiniioi I:I o8onl eq aAop auolzas cllap !uo!suaui!p q .(o!q8eiu!,[[e e ~ n ~ !uo!suai op ip aiio~zcii~iasuos r:llap o]iajja,l osaiduios uou assa u! ?o!3) !]vu!wou !uo!suai I o u a J g !ris !p N-s aAJn3 ~ J I ~!pEe z u a ~ a j j ~Vp 'o:, oiios ~ I L > I . I O ~ ! J! U O ! S U31~ 'osn d -!i]aiiro38 o!l8ciu! uri !p r:zuasa~dv[ ad ai13 OAIES '!]uapa3a~d!e !3!iuap! ! u ! ~ o ~(z) a auiioj1~11 aiio17as !p I U I A O J ~( l ) ad N-s a.tJns aq3!d!i e ~ i s o u EZ.8 i eJ?-"l%g e? 5 -L-- vi!l!q!suas eun ouosnpoid !uo!zajiadui! ![vi !p ~ u o ~ s u a u i3~1 \pU S J V U 1 3 l A A E -CQ !1033!d !SO3 0!18Fiu! !p !88ea . 3 5 5 ~ i E j Z j E d u i i a l l a pa q s ~ ~ s u a i i c i e!uo!suaui!p s al a m - ~ a m a s r ( % ~ a p - ~ ~ ~ p ~ o!p sOI%VJ s e i I! eJi aiuais!sa 01ioddei [cp "3UE BUI 3 p X W U i l e p o]ue][os apuad!p uou 01[8ciu!,[lr! y!liq!suas e[ ;)qs~ad 'ai!ivdde aqqa~lodoiuvnb !p r?ios!lduos n!d ,od un ~!ileai u! auo!zeni!s v? -~..~ a ~ e i J 5 1 c i u - [ a p o ! ~ S ~ r ; ~ ~ ~ i ~ ~ e! qI p! sp uwumsou65 as C I apalq31~ 1s '(03!iiauioaK o ) os!ioai aioiirj aiuapuodst~ios~ c aJ!)Jed p e 'c~!]ty '?I iad IUOISUS; Jijsp ~UOlZFJ~Ua3U03 !p 3JOlII!j [ l ~ i e i i ! ~ a i ia ~ p 'OdIUC>L13d'('y = apuodsi~ios1113)oriviriin aiolr:A 11 pa ( I = 'y a p u o d s ~ o !ns) s oiaz 1:i1 ~ I J B , aAop ~ . L - 'k 'esile1 ied iuasriai aiep euoizsilue?ua3 #Paioilel lep euoizeiirnlll !! h ) 1130YI l N (3) wemo <or ;o1 tY ,o1 ,o1 ILVNUzIl IV I t 1 3 1 U t L NO.) ~ 71NOISN~1LI C I INOI/V>I.IN~I.)NO.) ( > I X thz lOMoARcPSD|1977025 - 203 - - - - lOMoARcPSD|1977025 p 1 47'ICA h l I ;\Il-la, i l che costitiiisce cvii'critcriiciitc iin;i circo\i;iriz;i I;i\orcvolc. 111 quanto, in caso contrario, anche piccoli graffi sii quella clie potrcl)hc ;iltriiiicriii chiamarsi una superficie liscia e levigata (che danno Iiiogo a valori cctrcriiaiiiciitc elevati di K,) ridurrebbero in modo disastroso la resistenz:~a fatica. L a figiira 8.24 fornisce una rappresentazione della sensibilità all'intaglio i i i funzione del raggio ;il fondo dell'intaglio stesso, per alcuni materiali di coniune impiego. Si noti clic, in . tutti i casi riportati, la sensibilità all'intaglio tende a zero al tendere ;i zero del ,! raggio. Si noti anche che i dati per gli acciai evidenziano iiri:i generale tendenzi verso ;na maggiore sensibiIità all'intaglio p s r i materiali più duri ed a più altri ~ i i i s ~ i F a ~ u e s significa to che,-anche s ~ i i p a s s a r da e un acciaio i k s s a resisten.za ad uno avente resistenza e durezza maggiori produce solitariiente un niigliora"4-.j me?!? della resistenza a fatica del componente, tale aumento noli risulta così 1 g ~ s d c c o m cei si $tiebbeaspettare, a causa della aumentata sensibilità all'intai41io.- lnfjne, la Fig. 8.24 mostra che iin determinato tipo di acciaio C Ieggernieiite r+~ù sensibile all'intaglio per sollec&ioni torsionali che per sollecitazioni assiali o fl~16riili._~ esempio, d un raggio di fondo intaglio di 0,03 in. provoca. in uii l l componente in acciaio avente una durezza di 160 HB, una sensibilità all'iiitaglio di circa 0.71 se il carico è di flessione o assiale e di circa 0,76 se i l carico è di torsione. La figura 8.23 mostra che l'effetto dell'intaglio per iina durata di 10' cicli i: considerevolmente minore di quello corrispondente ad iina diir;ita di 10Qicli. In alcrini lavori si suggerisce di trascurare l'influenza delle concentrazione di tensioni a 10'cicli. Sebbene questo suggerjmento sia supportato da alcuni dati. una analisi più accurata mostrerebbe come questo approccio sia valido soltanto per iriateriali relativamente dolci (acciai, alluminio, magnesio e probabilmente altri rincara), mentre per le leghe relativamente dure e resistenti di questi stessi metalli, l'effetto di intaglio per una durata di 10' cicli può essere quasi altrettanto grande di quello per una durata di 10kicli (vedi [6], Fig. 13.26). C'è una difficoltà fondamentale nell'analirzare l'effetto degli iritagli nella zona comspondente a piccoli numeri di cicli a rottura di curve conie quella mostrata nella Fig. 8.2%. Qiiesto è dovuto al fatto che la rcri.sione tiottiiriale calcolata usata nel grafico non è direttamente correlata con le vere condizioni di carico imposte alla ristretta zona alla radice dell'intaglio, in ciii si origina la rottiira per fatica. La figura 8.2 mostra un ingrandimento della zona dell'iiit;iglio di un provino simile a quello rappresentato nella Fig. 8.236. In presenz;i di carichi alternati sufficienti a causare rottura per fatica dopo, ad esempio, 101cicli, si +p&u&nno g~~tdi~in !utt+?n?-pic$da !o@'àlla haskdell'intaglio.Dato ~he~~ue~eta~egionè contribuisce solo in minima paite-.alla rigidezza ~- .~ ' d. e l l ' i n t e r ~ c ~!e~ ..odeformzioni - .n..e.. ~.., al suo interno sono devrniinate quasi interamente dal ,comportamento - e l a $ c ~ o o d ~ ~ 3 t ~che'la a l e ^circonda. Qiiesto a carico massimo costante, la dcforrnaa i ~ 5 C h e durante.~inapwy.a.di-fatica . zione massima nella zona "vulnerabile" rimarr.~co~tarrted~~icl~ciiIo.~L'~/fEttiv .o----m o ~ e - E j r i t r o af$:zopna f può quindi variare significativamente nel ~ tempo, in d i ~-n .d e n z dellecaratteri~stighai a incrudimento del materiale. Pertanto, unp -- studioattendibiledel comportamento a fatica per picsoli numeri di cicli deve basarsi. sulle,.d.efo~azioni~ locali- e f f g t i v ~ , p i u ~ o s tche o sulle tensioni locali. nominali. Questo approccio basato su "cicli di deformazione" va al di là degli -scopiai'~<uesto libro (per approfondimenti, si consultino riferimenti come il [3] della Bibliografia). Per i nostri scopi, è sufficiente raccomandare di impiegare l'intero fattore di concentrazione di tensioni per fatica. K , , in tiitti i casi. Questo / . - o , - . - _" . . -<'ONCFNTK4/1ONI 111 TENSIONI CON CAIlIC 111 MEDI E ALTERNATI 295 ;ippr(>cuopuì) ri\iili;trc l'orcciiiciitc c;iiirclaiivo ( i l \ero effetto dell'ininglio puì) ?.?sere \ ~ s t ; i i i z i a l n i ~riiinore ~ ~ t c di A' ). nel caso di dur;ite relativainenie brevi. A (~ucstopurito, i rende necessario considerare ~in'altroaspetto. E' preferibilc trattare K, come un fattore di concentrazione delle tensioni o come un fattore di ridiizionc della resisienza'! Su questa questione gli specialisti esprimono pareri ditcordi, nia in qiiehto libro K sarà considerato come unfurrore dj ~ ~-r i c c r r ~ r a z i o r i e .-i - t s i i Guiirdando la d g . 8.23. è evidentemente possibile considerare K, conie iin fartore di riduzione della rcsistcnza e calcolare un "limite di fatica con intaglio" dato dri SmCLC,C.(K, . Questo approccio sarebbe corretto, ma presenterebbe lo svantaggio di implicare che il niarcriale stesso sia indebolito dalla presenza dell'intaglio, mentre. ovviamente, non è così, in quanto l'intaglio W c a solamente uii innal7;imento locale delle tensioni. Inoltre, se si assume che fattoremoltiplicatiCodellétCGioKi~~~?~o~he di riduzionedella resistenza),-.le curve S-N e quelle di ducataa fatica costante risultano indipendefli daìiageo_m_e!ria dcll'intaglio e d.i~iene~~ertanlo possibile fare uso de!le~esse~.cu~e.per.component i con intagli di forma diversa. Tnfine. per poter tener conto delle tensioni residue provocate di1-r picclii aì-c?itico (coinc nel casc della Fig. 4.43). è necessario considerare K, come un fattore di concentrazione delle tensioni. s si ai in 8.11 EFFETTO DELLE CONCENTRAZIONI DI TENSIONI IN PRESENZA DI CARICHI MEDI E ALTERNATI Nelle Sezioni 4.14 e 4.15, è stato mostrato come carichi elevati, provocando valori delle tensioni elastiche calcolate superiori alla resistenza allo snervamento. podiicano deformazioni plastiche e conseguenti stati residui di tensione. Si è ------inoltre fai10 rlotare come le t e n s i o n i u e provochino s e m p r r e ~ i i I j 5 Z < i m e n ~ o . ~ ~ . l e ~ ~ i i i ~ ~ e T i i G ~ - c o n s e ~ u di carico. Per illiistrare l'effetto delle tensioni residue sulla vita a fatica. nel caso in ciii siano presenti tensioni niedie, oltre alle tensioni alternate, si considerino gli esenipi riportati nella Fig. 4.47, Si supponga che la banii intagliata soggetta a trazione sia fabbricata in acciaio. avente Su= 450 MI% ed S = 300 MPa, e che le sue dimensioni e i l suo stato superficiale siano tali che le cur:e di durata a fatica costante stimate coincidano con quelle riportate nella parte inferiore della Fig. 8.25. La parte superiore della Fig. 8.25 mostra la fluttuazione della tensione in corrisponden7a dell'intaglio, calcolata senza considerare fenomeni di deformazicne plastica. 1 primi tre cicli corrispondono alle condizione di carico e scarico illustrata nella Fig. 4 . 4 3 ~I. due cicli successivi (curve tratteggiate) rappresentano un incremento progressivo del carico fino al livello riportato nella Fig. 4.436. Si noti che questi cicli, rappresentat i con linee tratteggiate. mostrane iin valore di tensione alla base dell'intaglio, calcolato elasticamente, pari a circa 7/6 .Ty. Analogamente i tre cicli rappresentati con linee a tratto intero nella Fig. 8.256 mostrano tensioni calcolate che vanno da Questo un valore nullo (quando si rimiiove i l carico) a 400 MPa. pari a 413 procedimento continua nella parte superiore della Fig. 8.25 sino al raggiungimento della condizione mostrata nella Fig. 4.43d. Qui. i l valore di tensione calcolato è pari a zero in assenza di carico ed a 2SI in presenza del carico massimo. Iiiiriiediatariiente al di sotto, nella Fig. 8.25. è riportato l'andamento delle tensioni cffriiive alla radice dell'intaglio Esso si basa sull'ipoiesi che i l comportap - -4 Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) 1. - lOMoARcPSD|1977025 Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 abbiano luogo deformazione plastiche rilevnriti alla riidice dell'intaglio, seii/.a iiiio snervamento dell'intera sezione - e siamo prossiini a qiicsta coiidizioiie soltarito i n corrispondenza del punto d. In sintesi, la procediira qui suggerita per la previsione dellii durata a fatic;i di componenti con intagli soggetti ad una comhinazionc di tensioni niedie ctl :iltcni;ite può essere così riassiint;i. Tutte -. le . t e n s i o ~ _ I s U , l a ~ ~ ~ n e n f eche d i tqueila z a(!t.rl!n !;<r!gono n ~ o l t i p h mper-ilf ~ t ~ . ~ e - & m n c e n t r a ~ i odelle~tensioni ne per fotica k; e viene effettuata una correzione, per tenrre conto delle defirhkiiiorii plostiche e dille tensioni residue risultanti, se la tensione massir?ict calcolafa supera la resistenza allo snervamento del materiale. -..--. . .. ~. -- _ - Questa procedura viene talora chiamata i l metodo . _--.delle"-.----tcnsioni residuc per l'esplicita considerazione dello sviluppo di autotensioni. Unaprocedifinlt~-m&v< talvolta utilizzata, consiste nell'aeplicareil~b~tc?re.diicCo.ncCen~r~~~~ncde!lej~ns~~~ solo alla alternata della tensione - - -. .. - - -- e nel non tenere conto delle tensioni - .-componente -residue. Si può dimostrare che in alcuni casi questa riduzione nel valore dell;i tensione media derivante dal non moltiplicarla per K, risulta essere :ill'incirca uguale a quella ottenibile con il metodo delle tensioni residue, che tiene conto di fenomeni di snervamento e di sviluppo di autotensioni. Dato che la tensione media non viene moltiplicata per un fattore di concentrazione delle tensioni, questa procedura alternativa è indicata come il metodo della tensione media noniinalr. -- p ESEMPIO 8.3 - .. . -. -- .. Finiiura indurlriale dl ieliilica ACCIB~O legalo Irallala lemramei;in S, = 1.2 G P a S, = 1 O GPa 12igufi1 8.26 Alhcrii .;oypciic a iorsioiic riicdin cd l. 2. L'nlhero \.iciie fabbricato seconci« le specifiche per quanto rigiiarda i l grado di fiiiitiira del raccordo c della superficie dell'albero. I1 diiiirietro dcll'alhero s:irii coiriprcco tra 10 c 50 miri. Analisi: 1. .~. - Determinare il diametro richiesto per un albero soggetto a torsione media ed alternata. :ilicriia!.i 2. Un albero debba trasmettere una coppia di 1000 N.m, a cui risiilti sovrapposta una vibrazione torsionale causante una coppia alternata di 250 N.m. E' richiesto di utilizzare un fattore di sicurezza 2 nei confronti di entrambi i tipi di carico. Per la costruzione deve essere impiegato un acciaio legato trattato tcnnicamente, avente Su=1,2 GPa, e Sy=I,O GPa (sfortunatamente, non sono disponibili valori sperimentali per Su o S ). Si richiede che l'albero rechi uno spallamento avente D/d = 1.2 e r/d = 0.05 &i veda la Fig. 4.35). E' previsto di utilizzare una finitura di rettifica industriale di buona qualità. Quale valore del diametro è necessario per avere una durata a fatica infinita? Dati: Un albero con superficie rettificata fabbricato in un acciaio di cui sono noti i valori di snervamento e resistenza a rottura e recante uno spallamento di cui sono noti D/d ed r/d trasmette un carico, consistente in una coppia media di valore dato con sovrapposta una oscillazione, nei confronti del qiiale < i deve garantire un fattore di sicurezza pari a 2. Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) Costruire i l diagramma di rezistenza a fatica. mostrato nella Fig. 8.27. (Dato che si richiede una durata infinita, non è necessaria la curva S-N). Nel calcolo di un valore stiinato per Sn. si è assunto che il dianietro sarà conipreso tra 10 e 50 mm. Se il valore ottenuto non fosse in accordo con questa ipotesi. la soluzibne dovrii esiere ripetuta con un valore più appropriato di ri,. 1 valori di tensione cnl(~olafialla radice dell'intaglio (che non tengono conto di possibili snervamenti) sono: T " , =(16Tn,lnd3)K, Allo scopo di trovare K traiiiite I'Eq. 8.2, si devono determinare rima K,e q. Per K,. si ottiene dalfa Fig. 4.3% un valore di 1.57, ma la valutazione di q dalla Fig. 8.24 richiede una nuova ipotesi sul valore finale del diametro. Questo. tuttavia. non comporta grosse difficoltà, dato che la curva per sollecitazioni di torsione per acciai di questo livello di resistenza (Su = I,? GPa = 174 ksi, vale a dire un valore prossimo a quello della linea superiore della figiira) fornisce q circa iiguale a 0,95 per r 2 1,5 mm, i l che, in questo c;iso. corrisponde a d>di 30 nim. Con i l livello di carico dato, l'intuizione (o i l calcolo) suggerisce che l'albero dovri cssere alnieno di queste dimensioni. La sostituzione di questi valori, unitamente al valore dato dei carichi di progetto (carico nominale x i l fattore di siciirezza), fornisce: lOMoARcPSD|1977025 C " .i - , Y " oyj,.=c- , y L. Z n .- C; L m*, 3 .o .2 = o! m n m C - m 6% zE .J> ~ = .=: w o ' f O 2 $ 2 ";e+ C a m 0.; L m 8 . 2 2 " m e, ? W a -L o :. " a , ";:4%-.; e>.- .s.52 - 252g C Z O M L m V E :, - 3 .- 2; 5 C m.?.= m n ' ' 2 . g2 2E. O" =L C - 5' 2P C u C - E .m=. : " E-, E , C ;a?," a .=: -I C 2 3.5 2.2 : i n -E5 L g - 22 .I2 T . P 1;, o ì ov.2 L 2 - -.,/ i , m m 4 sL r, 'O T3 C -O 2 L c, -m .0 fi m L m m n a r --O .0 L Yi i 7 ,n - 0 n .u .- 2 G r " -- U 3 M e, z2 . 4 02 m m ; u v - o . . 0% m 2 5 .y . -3 SEC. 2% o m-;; C 0 .- O 0 0 so-" Q 5.5 .r: C BOE Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 4. 1.c tre coiii~~oiicriti di leii\iori~.I I I corrispor,deriza del raccorclo sono pari ;i: 5. Applicando la procedura specificata per "condizioni di carico biassiali di tipo generiile" riclla Fig 8.16, i.. possibile costniire nella Fig. 5.28 una linea di Goodiii;in stimata per diirata infinita e per carichi diflessiotie. Siiccessivamente si riporta sul diapramma uri "punto di lavoro" corrispondente alle iensioni di flessione media ed alternata r~yuii,aleriri.Delle tre componenti di tensione deterniiriate. quelle torsioriali ed assiali sono costanti per condizioni operailve di regime, inientre le tensioni di flessione sono completamente ;ilteniate (la tensione di flessione in ogni punto del raccordo passa d;illa tra7.ione alla conipressione e di nuovo alla trazione durante ogni giro Jell'alhero). Usando la procedura suggerita per determinare le tensioni rnedie ed alternate equivalenti, si ottiene: mrn ~uperlicitinia di macchiid i i i i ~ n i l o i= 5 -- : 1 f_ D = t 0 mm (roda por curcineflo) d = 16 rnm (diametro dell'amro) f = 0.6 (,<a I'oggetto ed i1 disco1 T = 12 N m (coppia di attrlial 900 MPa Su Sy - 750 MPu .Punto di lavoro' CJem,=--+ 2 1- 1 + ll'<~+ n- = 15.7 MPa TBnsiOne media di llesiione. o- (MPa) Figura 8.B Esempio 8.4 - Smerigliatrice a disco. 2. 6. Queste due componenti di forza producono le seguenti caratteristiche di sollecitazione in corrispondenza del raccordo presente siill'albero: Momento torcente: T = 12 N.m = l2000 N.mm Carico normale: P = 200 N Momento flettente: Nel piano orizzontale, Mh= 120 N x 50 mm Nel piano verticale, M, = 200 N x IO nim Momento ricultante. M = ,/-=?o900 ~ . m m 1 3. Dalla Fig. 4.35, i fattori geometrici di concenirazione delle tensioni per carichi torsionali, assiali e di flessione sono rispetiivanierite pari ti: Dalla Fig. 8.24, le sensibilità all'intaglio stimare q sono pari a 0,93 per la torsione ed a 0.91 per sollecitazioni assiali e di flessione. Dalla equazione 8.2 è possibile pertanto stimare per K, i valori di 1.09, 1.25 e 1.25 rispettivamente per carichi di tipo torsionale, assiale e flessioncile. Ti;icciarido iina linea piissante per I'origine e per i l "punto operativo". si iioc;~che iiittc le componenti di tensione dovrebbero essere aunientate di un Litrorc circa pari a 4 per raggiungere i1 "punto di rottura" stirnato. nel quale csi~toriole condizioni per iina rottura a fatica. 11 valore stimato dcl fattore tli siciirezr;i risulta pertanto pari 21 4. Conrrncnio: Per quanto riguarda i particolari del progetto che influenzano i l coiiiportanicrito a fatica;il raggio di raccordo di 5 mm, relativamente ampio. è iiiolto elficair nel mininiiziare Ic concentrazione di tensioni in comsporidenia della iiidisperisabilc variazione di sezione dell'albero..Sarebbc panicolamente litile porer ridurre lo sbalzo di 50 nirii del disco, ma è stato ipotizzato che, per quest;i particolare applicazione, un tale sbalzo sia indispensabile. 8.12 PREVISIONE DELLA RESISTENZA A FATICA CON CARICHI VARIABILI IN MODO CASUALE Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) Prevcdcrc la durata di coriiporienti sollecitati al di sopra del lirnite di fatica è. nel iriigliorc dci casi. iina proccdur;~forteinente approssimata. Questo aspetto è i1lustr;ito d;illn tipica banda di di~persioiicche ciirrisponde ad iin rapporto di 7 a 1 lOMoARcPSD|1977025 104 FATICA . caso della vasta g;iiiiriin di coiiiporicriti sulla durata inosirata nella Fig 8 . 4 ~ Nel nieccaniche e strutturali che risultano soggette a cicli di terisioiic la ciii iiitcii\it:~ ;aria in maniera casuale (esempio,.componenti delle sospensioni niitorii~b~listiclic C parti stnitturali di aeromobili), la previsione della durata a faticarisiilta ultcriormente complicata. 11 metodo ctie viene illiistrato in questa sede per tratt;ii-e qiicsti casi fu proposto da Palmgren. di origine svedese, nel 1924 e, iiidipcndciitcrrienie. dallo statunitense Miner nel 1945. Tale nietodo viene solitaiiicritc indicato coi1 i l tennine di regola di accu~~lo..litieuredel d~iririeggicinic~nro,ciii vengono i i r i i t i anche uno od entrambi i nomi di Miner e Palnigren. Palmgren e Miner hanno proposto, in modo molto logico, il sernplicc concetto clie se un componente è caricato in modo ciclico ad un livello di tensione capace di causarne la rottura in 10' cicli. ciascun ciclo a tale livello di tensione consumi1 iinii parte pari a 1/1OSdellavita totale del con.ponentc. Se vengono interposti altri cicli di tensione cui corrisponda una durata di 10kicli. ciascuno di qiicsti coiisurna una parte pari a 1/10? e così via. Su questa base. si prevede che la rottiira per fatica abbia luogo quando è stato esaurito i l cento per cento della vita disponibile. La regola di Palmgren o Miner è formalizzata dalla seguente eqiiazioiic, ncllii quale?,,-n,, , . .n, rappresentano i l numero di cicli subiti ad un dato livrllo di Fnsione e N,; N>, . .,N , rappresentano le durate (in cicli) a questi stessi Iivclli di tensione, ottenibili dalla curva S-N appropriata. Si prevede che avvcngti la roitiir;i per fatica quando: _ ld J Diagramma della Iensone in Iiinzione del tempo . L'uso della regola di accumulo lineare del danneggiamento è illiistriito nel seguente esempio. E S E M P I O 8.5 Previsione della d u r a t a a fatica in prescriza di tcrisiorii alternate variabili in modo casuale. intaglio, tipo di carico, gradierite di teri\ione e stato superficiale Determinare: Determinare la diirata a fritic~idcl componente. Le tensioni (comprensive dei fattori di concentrazione delle tensioni KI) nella sezione intagliata di un componente fluttuano casualmente nella maniera indi. tensioni possono essere di flessione, torsione o assiali - o cata in Fig. 8 . 2 9 ~Le anche tensioni di flessione equivalenti prodotte da generiche condizioni di carico biassiali. Il grafico rappresenta quelli clie possono ritenersi venti tipici secondi di lavoro in condizioni operative. I l materiale è acciaio e In appropri;ita curva S-N è riportata nella Fig. 8.29b. Tale curva è già corretta per gli effetti del tipo di carico, del gradiente di tensione e della finitura superficiale. Valutnre la durata a fatica del componente. Scliema e dati: Si veda la Pig 8.29 Ipotesi: 1. 2. I I Soluzione Dati: Per un componente in acciaio, è dato l'andamento temporale, niisiirato sii una durata di venti secondi, del livello di tensione. corretto pcr gli effctti di 1,'and;irnerito delle tensioni ottenuto coine ricultato della misurazione condotta per uria diirata di venti secondi. ci ripetcrà sino all'eventiiale rottiira del componente per fatica. E' possibile iitilizxare la regol;i di acciiniulo lineare del danneggiariirnto. Analisi: Nella Fig. 8.290 si possono individuare otto cicli di tensione che superano il limite di fatica (pari a 60 ksi): 5 cicli ad un livello di tensione di 80 ksi, 2 cicli a 90 ksi ed I un ciclo a 100 ksi. La curva S - N mostra che ciascuno dei cicli ad 80 ksi consuma una pcute su 10'della vita. ciascun ciclo a 90 ksi utilizza una parte sii 3 . 8 10-d ~ i l ciclo n 100 ksi iisn iiria parte su 1 . 6 IO4. ~ Sonimando Ic frazioni di vita con5umate si otticnc. Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) lOMoARcPSD|1977025 11 5 10' 'I+!!L+_=+- N, N, N, 2 +7=0,0001651 I 3,8.10~,6~10 i,::, Per fare in modo clie la frazione di vita consumata raggiiinjia i l valore iinitario, il tempo di prova di 20 secondi deveessere moltiplicato per 1l0.000 105 1 =6059. Questo corrisponde a 20 19 minuti, cioè rrna durata conipresci fra 30 .q5 ore. ),il! i :no o Commento: la regola di accumulo lineare del d:inneggiarriciito p~iì, essere facilmente estesa alla trattazione di problemi in ciii si abbia a che fare, oltre che con tensioni alternate, con tensioni medie. Il prossimo problema illustrativo niostra questi aspetti per il caso di tensioni di flessione fluttuanti. ESEMPIO 8.6 1110 '00 uo Previsioni di vita a fatica - Tensioni di flessione variabili casualmente. La figura 8 . 3 0 ~rappresenta la fliittuazione di tensione nella sezione intagliata di un componente durante quello che si ritiene sia un periodo tipico di funzionamento di 6 secondi. Le tensioni di flessione rappresentate includono l'effetto della concentrazione di tensioni. Il componente (Fig. 8 . 3 0 4 è fabbric;ito in iina lega di alluminio avente Su= 480 MPa e SI = 410 MPa. La curva S-N per . ciirva è corretta per gli effetti del flessione è data nella Fig. 8 . 3 0 ~ Questa gradiente di tensione e del grado di finitura superficiale. Valiitare la diirata del componente. allurrinia Lega di 5" = 410 MPa 5" Soluzione 480 MPa : in! Dati: Per iin componente in lega di alluniinio, sono dati l'andamento temporale tipico della tensione in esercizio per una durata di 6 secondi, corretta per gli effetti della concentrazione di tensioni, e la curva S-N per resistenza a flessione. corretta per il gradiente di tensione e per i l grado di finitura superficiale. ,lm O, Determinare: Determinare la durata a fatica del componente. *io, Figura 8.30 I'icvi\iorii d i diirala a faiica pcr c a r i c h i v a r i a b i l i in modo casuale (Escmpio S 6 1 Schema e dati: vedi la Fig. 8.30 Ipotesi: 1. l. 2. E' possibile utilizzare la regola di Miner. I sei secondi di funzionamento possono ritenersi sufficientemente rappresentativi delle condizioni operative da poter assumere che i l relativo andamento tensione-tempo si ripeterà fino alla rottura del coniponente. 2. Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) I1 periodo di 6 secondi incliide, nell'ordine, diie cicli di ampiezza a , tre cicli di ampiezza h, due cicli di ampiezza C, un ciclo di ampiezza d e uno di ampiezza 17. Ciasciino di questi cicli corrisponde ad una combinazione di tensione niedia ed alternata rappresentata come un punto nella Fig. 8.30h. Per escmpio. al ciclo a corrispondono 0- = 50 MPa e oo=100 MPa. I piinti d;ia fino a d sulla Fig. 8.3017 sono connessi con segmenti rettilinei al punto om= Susiill'asse orizzontale. Qiiesto fornisce una famiglia di quattro Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) ouuc~lauo!ss3iduio3 !p aiip~sai!uo!suai al a alc!31yadns 0 1 ~ ~ 1ollap s auais!sai !p oluauiaisiiisl (I) aqs ~ i o u .ale!3iyadns ~ z u a ~ s ! s a!pi o~uauinr!un o u ~ s o ~ o i d 3q3 I ~ U ~ L L I C I I ~I!LUI?J) ~JI o ~ i ~ u a *a1oAaJoAej i~o muals!sa~ !p alua!pei% un erisolii. p e ~ i i i 3i3 .q a v aain3 allap ~ u i u i o amo3 s 'alelol auo!sual e1 EJISOU 2 e ~ n e?3 .e108 e l l ~ pa ! ~ g i a d n se1 3uo!ssaiduio3 u! ~ p o daq3 'al!qe3!dsn~ Enp!sai auo!sua~ !p ai -ua!pei8 un ei~souiq e ~ i n e? 3 .auo!zel] !p !uo!ze]!~allos !p rzuasaid u! 'o![%qu! un !p ~ I I L U I S S OUJ I~ ~ U O ! S U ~!pI aiua!p~iY11 eIlsoui u eNn4 8-1 . I c.8 ellau a ~ e ~ ~ s o u i ouos (auo!ssaiduio3 !p) 3 l o ~ a i o ~aql e ! ~ p a d n s enp!saJ auo!sua] !p 0 1 ~ soun !p auo!zeai3 e[[ap 3 a!~!padns~ 1 1Ezua]s!sai 3 ~ !p o]uauiai3u! un !p EzuanUu!G? . a [ ~ ! 3 y a d n sO)EJIS o [ p p (oiua~~i![oqapu!,l[e !pu!nb~a)a u o ! z a i n q i e ~ a p . ~aued ~ ~ r ! u! pa a!xyadns q a p !~!iiauioa% !iiadse pe aried u! ! ~ r i ~ oouos p E.In]E!~i0j!p a z z a d a ople3 e aieu!uiEl !~gi3drisiad E 1.8 .8!g ellau I I E U O ~ ! J'3 !p ! J O ~ E A!sseq 'o!duiasa p v .!ssauuo~ia~u! ~~J) ciiis!ui aq3lr:nb u!-uuos - enp!sai auo!sua) a auals!sai ' ( ~ I u E ~ oi?ulauioa% - alc!~!padiiseuoz elle I A ! I E [ ~ J !,]adse ai] .!1~!41yadnsanp~sai!uo!sua] !p IIEIS (e) a aiueisoi~osali:!iaicui [ap ~zua]s!s3ie1 uo3 o]uoijuo3 u! a!3iyadns i?[[aprzuals -!sai ( I ) 11s ezuanuu! oiol a[[E a]uauic~!]~[ai aq3g14ads !uo!z~uuoju!o p u ~ p' ! p 3 -!jiadns ! ~ ~ i , ~ ~ ~!JEA i o j !p r vouellvil ~j aA!ssasms anp 31a auo!zas ElsanQ ,u~rii!ulj!p !uo!zeiado !p a!io%31c3a!ieA iad '3 a[~!3!padnsolels !p aiuelso3 ellap ~zuapa3aid u! !lednsso ii18a 1s ! a .ezuuvodui! aielo4!ued eun auinsse a l q a d n s ellap a1~301 oicls o[ 'ozzad lap a!s!padns elle a~uauie~!los oueAoI1 !s aq4 'goqap a l u a u i ~ ~ 1 1 ~ 1 a i ~ I I : z z I ( ~ : ~JUOZ o [ ep 3u!Z!i0 ouueq es!lej ad ainlloi 31 aq3 01uauioui'~j~a eilap a,ale!3!ji3dnr wuais~sai!p oluauine uri !p o ~ e u ! q u i oollajja,l ~ ai~uieiio)nua]lo al!qe3![ddc auo~sua]!p o[[aA![ [au % o9 11 eei!3 !p 01uauiai3u! uri s i ~ s o u i1 c.8 .8!d 3i e[ 'o!duiasa iad .!3e3ga 0110~11a i u ~ u i e ] ! ~ o s o u ~ ~alei3!padns ]n~!i rrzua]slz-eiuauine !p opri.13u! !iuauie11eii +!uo!sual!p !uo!zEi1u33uO~""3 aqn!1!~3a u w 3jpp oiuauioui l e a .!lueAal!i 12gauaq oueiuasa~d!iuauoduio3 ! !]]n] a1uauiri3!lC~d ouoSua]]o 'auo!sio] 0 3uo!ssa~u! a]~?3!ie3'jiahas a]uauiie[o3!ued !18eiu!uo3 I I U ~ L I o d ~ u o a.!le!3!padris ain]!u!j a ~ ! ] ] al]" e ~ a]uauilc!z!u! aiaAe uou !p ouaui t! o l l o p ! ~ o i [ o u 01xj3uaq uri ouoaB_3u a ~ u a u i l ~~~- s? s! ~J ~ ~ , , ~ ! ~ ~lpE !I ~u !I.i d~ !1uauod!o3 ~. ,11e!31padns !]UauiElleil !p auo!zt:~!~dde,llep 13!jauaq U O ! ~ % F U I I 3uei1 ouesscd ('2 !p !io[eh ~ s s e q aue~ossoi8 ) ![e!3!jiadns ain]!ug cp a-p !]ua!pei~! r i o ~ i:p !]rizzua~~eim 11uauoduio3I aq3 O]]VJ lap 3uo1ze8a1ds~ l u o i deuri 335!1LIOJ a1elo1 auo~suai!p !iua!pei% I uo3 ezua]s!sai !p !]ua!peia I aia~uoijuo3!p o1)aJuos [I .EJIIEJ e eleinp cllap oiuamne iin exldui! ai[" [ l 'EJIS!U!S OSJ3A (q(J~'8'8ld F[[aU[Il? OUIJ V t!p !]urid ! aui03) FlDU13][F 3 U O I S U J l - c!paui 3uo!sua1 euiuiei8e!p [ris , ' O A ! I E J ~ ~ Oo~und,,I! ou~lsgd'.' auo!ssaid~uo2 !p anpfsai !uo!suai al aq3 OIIEJ l! 3 ' 1 ~ * 8 . 8 ! qg a p aiuap!~aaicddii uou ai{?'C5[1LiJ r: t:zuais!sai E[ iad 0!3!J?uaq aio!jarrri u n .aiii3uoduio~lap ezu3iS.1~5~siinpu ozuas ('332 '!le13!jladns ! J J ~ : J' ~ ~ U O I S O J J O ~ !p i U 2 u i O U 3 J !p esnc3 e o~duissspr?) O!Z!Al3S u! !sieio!iaiap eirisiui aqqenb i11 ond oi[%lu!,jjap a ! ~ ~ i ~ a i lfi-atls ris ts!j!uS!s oiS%7j-.!iua8urii oueilnsii p a J a~iri:,al a[i!rib lau ciiu~idlap r:j.uapiiods!uos (!ii<I u! c a ~ 3 ~ j i a de[ n s 0110s c~cisods 1s i:iniioi r?iiri isicu(Y~ioaiu5iiilt?!z~iZ](~d u ~ e u o ze1 (2) 3 oie~!ldJt:5~3ssaqnd aqo o31~1:ri 11 »]i?]ua~ua~s~i! o]iisiiilniziii:~ros iri2 'P.8 o!duias3,[lau elei~sn[[!pa '91.8 '8!d u! ,.aleiau38 od!] !p !Ie!sse!q oJue3 !p 1uo!z!piio3~, iad !uo!zni~s!al uo3 OPJOJJE u! e18103183 'a]ua]~>~!nba alue[l!3so a i i » ! s s a ~!p~ aLio!sua] t!un i3d C S S ~ I SC[ e]e)s aqqaies ~ i n p a ~ o e1 i d: o m x u w o 3 :3L13!])0!S 1) 3 .l '(1 IIJl3 !t!P 3 ] ~ L L l ~ S L I Oe3I)Ej 3 l? El!A !p lUO!ZL!JJ 21 OpUeUuiOS 'p 'ej!ugu! ~ s i a u s i ~viid i '11 pa i> !iiu!z!puo3 alle alu3puods!lios cieinp e[ aq3 IIOU IS ' q c ' g 8 ! u!~N-s r ? ~ i r i i:llcp 3 a]eu!uiiaiap aiassa ouossod aieinp aisano '.[I E OU!S, v !:p 11und !al' EJIIEJ E ~ I I I J I I Pe s s a ~ st!llt: o8oril aluaui~)1esa oLiLit:p i) t: ouij v t:l) !iuiid I ueuipoo9 !p oiia3uo3 I! uo3 O P J O ~ ~UEI . , p I: , 17 I![) IIIIIICI !;)LI a[r!.>!]ia~ 3 S S l i C [ O U C ~ ~ S ut!uipoor) J ~ I U ! !p asu!l oillenb a? .C .(I:IIUZO~U! O I U ~ L U O U J11 ~ 3 da1uc1so3 ) clei~ip 5111.Jl~t10d~l~~03 ill!llb 3 1 1 3 D 1!Ull3S1!13 'Ut!lllD001> 10 331111 D L I J I I ! I I ~I !~I I I l lll! lOMoARcPSD|1977025 lOMoARcPSD|1977025 presenza di tensioni residiie. Per ;ipplicazioiii iri cui siario resc scii ti sollecit;i/.ioric ( l i flessione o torsione, noti ? infrcqiicnte che Iii c:ip;icità di resicieriza :i I':iiic,i risiilii più che raddoppiata. Le due sezioni successive discutono vari metodi per I'niimento dcll;i rcsisten7a superficiale. E' anche importante essere a conoscenza dei processi tecnologici clie possono causare iin indeboliniento del la siiperficie. L'operazione <li rettifica. per esempio, se non è effettuata con attenzione e con basse o moderate veloci6 di asportazione, può causare pericolosi stati superficiali di tensioni rc\idiie di trazione e perfino delle minuscole fratture superficiafi. L e - p b c c u - o e nichel-anche ss risu!Lano efficaci nel pioteggére Ta superficie contro la corrosione, possono ridurre sostanzialmente il limite di fatica di componenti in ncciziio causiindo un assorbimento di idrogeno gassoso. Questo fcnoineno è noto con i l nonie <li infragilimento da idrogeno. Qiiesta forma di danneggiameiito piiò essere n1iniiiii~zata usando particolari attenzioni, come quella di utilizzare basse derisith di corrente di placcatura e quella di trattare termicamente i componenti (di solito nel campo di temperature che va da 600" a 900°F) dopo la placcatiira stessa. Se effettuata correttamente, una elettroplaccatura di componenti in acciaio con iiiateriali teneri come rame, cadmio, zinco, piombo ed ottone caiisa piccole o nulle riduzioni della resistenza a fatica. Sono attualmente disponibili scarse informazioni sull'effetto di elettroplaccature e anodizzazioni sui metalli non fcrrosi. In casi specifici sono stati osservati sia effeiii benefici che dannosi. Le operazioni di saldatura e di taglio al cannello ossiacetilenico tendono a produrre pericolosi stati di tensioni residue superficiali di trazione, a meno che non vengano attuate speciali precauzioni, come successivi trattamenti termici di distensione. La lista seguente, contenente alcuni principi basilari, può aiutare ;I f«c;ilizzarc i l problema dei trattamenti superficiali orientati all'aumento della resicten7:i a fatica. L'ingegnere che abbia a che fare col progetto e lo sviluppo di p2irti di macchina e componenti strutturali soggetti a carichi variabili dovrebbe: l. Cercare di identificare tutte le zone localizzate di concentrazione di tensioni 2. 3. 4. nelle quali potrebbero ragionevolmente iniziare delle rotture per fatica. Passare in rassegna le possibilità di modificare i l progetto al fine di ridurre Ic concentrazioni di tensioni; ad esempio spostare gli intagli in zone caratterizznte da minori tensioni nominali. Fare una particolare attenzione al grado di finitura superficiale (C,) in queste zone . Considerarequali misure possano essere adottate, durante la fabbricazione del componente, per aumentare la resistenza della zona superficiale e promuovere la formazione di stati di tensioni residue di compressione in.corrispondenza di fattori di concentrazioni di tensioni potenzialmente pericolosi. 8.14 TRATTAMENTI SUPERFICIALI DI TIPO MECCANICO-PALLINATURA ED ALTRI I trattamenti superficiali di tipo meccanico provocano una deforniazioiie a freddo del materiale superficiale, introducendo così tensioni residue di compressione e, a seconda delle proprietà del materiale, spesso aumentando I;i resisteiiza della zona superficiale alla deformazione. La geometria dell~isuperficie, cioì. In I C ' L . I ~ ; I ~ ~ ~ /viene ~ I . riiodil'i~<~t;~ - \ ~ I ~ t a i ~ i c111 ~ inodo i t c favorev(>Ie, iiieno clie 1.1 \iil>crficic riori fosse \tiii:i prcccdciitciiicntc soitoposta ad operazioni di Iiicid,itura o rcttil.~c:if~iic. I l piìi coi~iurice versatile dei irattaineiiti per deformazione plastica a freddo ? I~i~x~lliiiatrrrr~, caso viene usato largainente per molle, ruotedentate, alberi, tiranti c iii~fi'i'5TFìT3~fioncntidi niacchine o strutturali. Nel procedimento d.i pallin&ura, 121 siipcrficic vicne bombardata con sfcrette di ghisa o acciaio aventi elevata v c l o c i t ~laiici;~te , da un sistema rotante o da un boccfiettone pneumatico. L'effetto risultante. di Icggcra niartelloturo, tenderebbe a ridurre lo spessore e pertanto ad ;iiiiiieiitare l'area, della zona superficiale esposta. Dal moniento clie l'aumento di area è impedito dai materiale sottostante, in superfi,cie si genera uno stato residuo di cornpressione. che interessa solitamente uno spessore minore di un millimetro. Le iri;issiiiie tciisioni di compressione si hanno leggermente al di sotto della superficie e sono generalmente dell'ordine della metà della tensione di snervamento. Talora è po\sibilc ottenere tensioni residiie di compressione maggiori sottopoiicndo i l coniponente a carichi di trazione durante la pallinatura. Questo procediinento viene chiamato "struiri pecning ". Nel caso dei coinponenti in acciaio, la pallinatura risulta più efficace con acciai di maggiore durezza, in quanto per essi Iri tensione di snervamento è pari ad iinii maggiore percentuale della tensione di rottura. Questo significa che le tensioni residue risultanti vengono [neno facilmente "cancellate" da successivi ciclb di carico che caiisino i l superainento della resistenza allo snervamento da parte della tensione totale (quella dovuta al carico più la parte residua). Con riferimento alla relazione illustrata nella Fig. 8.6, la resistenza a fatica aumenta con la durezza fino ;i- valori sostanzialmente maggiori con la pallinatura. I componenti fabbricati in acciai ad altis<imarcsisten7a (tensione di rottura superiore a circa 1400 MPa o 200 k ~ i possono ) trarre da questo trattamento benefici particolarmente rilevanti. Un trattamento superficiale di tipo meccanico correlato con i l precedente è la rlrllatrrra afrc,titio. I l coniponente viene generalmente portato in rotazione mentre dei nilli opportiinamente sagoniati sono premuti contro la superficie di cui si vuole aiimentare la rcsisten7.a, come ad esempio iin raccordo o una gola di iin albero Qiiesto pii6 creare tensioni residiie di compressione fino ad una profondità di un centimetro. La rullatiira a freddo è stata applicata a componenti di ogni dirnensione, compresi grandi perni di biella ed assi ferroviari aventi diametri fino a 400 inm. L~..rull,atiira risu,lta parlicolarmente efficace nell'aunientare la resistenza a fatica degli alberi quando viene utilizzata in presenza di mozzi montati con interferenza (in quanto aiiitia compensare la elevata concentrazione di tensioni che si verifica nell'alhero alle estremità del mozzo). I vantaggi della rullatura a freddo in terinini di aumento della resistenza a fatic;i sono talora ottenuti direttamente, come sottoprodotti di operazioni di formatiira o profilailira con rulli. Per mczio di sufficienti pressioni, e in presen7a di un iiiateriale adatto, i filetti delle viti, le scanalature degli alberi e perfino accurate dcntature di ingranaggi possono essere ottenuti tramite rullatura a freddo. Le proprietà del materiale risentono pertanto dell'elevata deformazione a freddo. Inc:ltre, vengono generalmente indotte tensioni residue di compressione. La coniatura è iin'altra operazione di formatura a freddo che aumenta la resistenza a fatica. Un esempio di questo procedimento consiste nel pressare, sulla superficie terminale di un foro, iin cono od una sfera di dimensioni maggiori, creando così uno stato di tensioni residue di compressione in corrispondenza della Tona viiliicr;ihilc posta alla intersezione del foro con la superficie esterna. Un altro 11;i Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com) . lOMoARcPSD|1977025 312 FATICA BOYPX, l l .E. (ed ). M~/(il.\/foti(l/~ooLNO. 10. Fniliirr Atia!)..c.is nti(l /Jr-ri~rti/ior~. S th ed:. Arricric;iii Socicty for Met,ili. Meta15 Park. Oliio. 1975 esempio è dato dalla realizzaziorie perdcfonriazione pliisticii ii rrcddo tli \c~iii;il,iiiire arrotondate su di un albero, su entrambi i lati di i i i i foro tr;isvers;ilc irnere CONIO d c ~ l i In mancanza di dati specifici è sqlitgnut~recarirelari~~o effetti dellapai~i~l,a<~a o .& &i tra[tmieati.pr &farrno:iutii a fre<idofi~cetido uso di un fattore superficiale C, unitario, qiraliinque fosse /(i prcc-etioire /itiirrit-(i srrpcrficialc. FUCIIS. H.O. e STEPHENS. R. 1.. /11(~1(11.\I;<iiigiie iti Eri,qitircrin,q, Wilcy. Ncw York, 1980 GIIAIIAhl. 1. A . (ed.) F(i'<i,i~uc L)cti,qti Hritidl~ook.Society of Aiiioniotivc Engineer\. Inc , New York, 1968. 2d HORGER. O. 1. (ed. ), ASME Hriticlhook- Meials Eri~iric<~riri~-De.ci,qti. ed., McGrnw-IIill. New York, 1965. 8.15 TRATTAMENTI DI INDURIMENTO SUPERFICIAI,I? TERMICI E CHIMICI (INDURIMENTO PER INDUZIONE, CEMENTAZIONE ED ALTRI) Lo scopo dei trattamenti di indurimento superficiale per via terrriica c chiinica è solitamente quello di ottenere superfici con una aumentata resistenza all'iisiira; tuttavia essi servono anche ad incrementare la resistenza a fatica e pertanto sono analizzati nel seguito di questo paragrafo. I processi, strettanieiite tcniiici, di indurimento per mezzo di fiamma o ad induzione di componenti in acciaio clie contengano una sufficiente quantità di carbonio, producono sia tensioni siiperficiali residue di compressione (a causa di una trasfomiazione di fase teiidcnte ad aumentare leggermente il volunie dello strato superficiale) che aumento della durezza della superficie. Conie era da attendersi, i niassirrii benefici si ottengono con componenti con intagli in presenza di elevati gradienti di tensione. In tali caii la resistenza a fatica può risultare spesso più che raddoppiata. La cementazione e la nitrurazione sono esempi di trattamenti terrnocliiiiiici che aggiungono carbonio o azoto allo strato superficiale. effettuando inoltrc uii appropriato tIattamento termico. Lo strato indurito risultante ("case", lett. crosta), unitamente alle tensioni residue superficiali di compressione, può rivelarsi molto efficace nell'aumentare la resistenza a fatica. In effetti, si è trovato clie la nitniriizione può rendere gli organi di macchine praticamente immuni all'indeboliniento prodotto dalle comuni sorgenti di concentrazione di tensioni. Questo aspetto i: illustrato dalla seguente tabella fornita da Floe ( [SI,Parte 2, Paragrafo 8.6). JUNIVALL. R.C., Ei~gincc.rin~ Cotisidcrniioris c!lStrc.cs, Sirtrtti. ntidS/t-eri~q~lr. McCiraw-Hill, New York, 1967. L21PSON, C . e JIJVINALL, R.C.. Hririrll~ook (!lS/rf,s.s ati(l S/rt2tig/li. Mncmilian, New York, 1963 MAYDAG, A. F., M ~ i n lFniijiiir: TIiron ntirl Df~.xi,qri, Wilcy. Nc\vYork. 1969. SINES, G. e WAISMAN. 1 L (eds ), Meiril Friripirc~,McCiraw-Hi11, New York, 1959. PROBLEMI P a r a g r a f o 8.3 8.1 Stimare i l limite di fatica per flessi<ine rotante ed anche la reiistenza a fatica per 10' cicli per provini stand;ird per macchine di prova di R.R. Moore, fabbricati con ;icci;ii aventi durezza Rrinell pari a 100, 3 0 . 5 0 . 8.2 Valutare la resistenza a f;itica per lunghe durate con carichi di flessione rotante (stabilire se deve essere per 1 O' o di Sx IOXcicli) di provini standard per macchine di R.R. hloore fabbricati in (a) alluminio laminato avente Su = 250 MPa, (b) alliiniinio laminato avente Su= 450 MPa, (C)alluminio fuso di qualità media e (d) magnesio allo stato forgiato di qualità niedia. 8.3 Tre provini per macchine di R.R. Moore sono fabbricati in acciaio avente resistenza a rottura per trazione pari a 95, 185 e 240 ksi. Valutare la resistenza a fatica per 10' cicli a flessione rotariie ed inv!!rr i l limite di fatica a flessione per ciascun tipo di acciaio. 8.4 Dei provini standard per macchine di R.R. Moore sono fabbricati in (a) alliiniinio laminato avente Su = 29 ksi, (b) alluminio laminato avente Su = 73 ksi. (C)alluminio fiiso di alta qualità e (d) magnesio forgiato di alta qualità. Valutare la resistenza a fatica a flessione rotante per lunghe durate (stabilire se deve essere per I O X o per 5x10Rcicli) per ciascuii ri1ateri;ile. Limite di fatica (ksi) Geometria Nitrurato Non Nitrurato 90 87 80 45 25 24 P - Senza intagli Con intaglio semicircolare Con intaglio a "V" BIBLIOGRAFIA l. AMERICAN S O C E T Y FOR TESTINCi AND MATERIALS. Aclitci~cttirtii of High Farigue Resisrance in hlerols arid Alloys (Syiiiposium). Airrcrican Society for Testing Materials, Philadelphia. 1970. Heruntergeladen durch Ippolito Gualdi (igualdi@hotmail.com)