CORSO DI COSTRUZIONE DI MACCHINE PROF.MOLARI Relazione Tecnica di un Pezzo in Avaria Pedivella di Bicicletta Fiorini Paolo mat. 143042 Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica A.A. 2003-2004 2 INDICE INDICE pag. 2 1. INTRODUZIONE pag. 3 2. IL PEZZO NELLA MACCHINA pag. 4 3. DESCRIZIONE DEL PEZZO pag. 5 4. IMMAGINI DEL COMPONENTE DANNEGGIATO pag. 6 pag. 7 5. DISEGNO COSTRUTTIVO DEL COMPONENTE ORIGINALE 6. TECNOLOGIA E MATERIALE pag. 9 7. ANALISI DELLA ROTTURA pag. 10 8. ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI pag. 14 9. POSSIBILI RIMEDI AL PROBLEMA pag. 18 10. CONCLUSIONI pag. 19 APPENDICE pag. 20 3 4 1. INTRODUZIONE La presente relazione riporta l’analisi effettuata sulla rottura di un pezzo meccanico; lo scopo del lavoro è quello di giungere a conclusioni sulle possibili cause che hanno portato al guasto. Il componente esaminato è una pedivella per bicicletta da passeggio, di tipo ormai obsoleto, la cui produzione è avvenuta presumibilmente negli anni ’50. 5 2. IL PEZZO NELLA MACCHINA Il sistema meccanico interessato è la bicicletta; grazie alla sua universale diffusione e alla sua relativa semplicità, l’inquadramento del componente nell’assieme è immediato. La pedivella è l’organo che collega il pedale al perno di movimento centrale: la sua funzione è trasformare la forza esercitata dal ciclista nella coppia ceduta al sistema di trasmissione. Figura 1: Localizzazione della pedivella Poiché il pezzo è stato rinvenuto da un riparatore che lo aveva sostituito tempo addietro, non si sono potute raccogliere informazioni dirette riguardanti la sua “storia” o utili a risalire alle cause del guasto. Le dimensioni del componente non rivelano le caratteristiche del mezzo a cui apparteneva; di certo si trattava di un modello tradizionale italiano da passeggio, destinato ad un ciclista adulto. L’avaria si è manifestata con una netta rottura in due spezzoni del componente. La rottura della pedivella è di natura molto pericolosa e può causare gravi infortuni: il ciclista scarica qui la sua forza, e il mancamento improvviso del punto di appoggio porta ad una brusca perdita della postura. Inoltre la frattura genera uno spigolo appuntito ed affilato che rappresenta un pericolo rilevante per la gamba del ciclista. La riparazione consiste nell’inevitabile sostituzione del componente, sempre che non vi siano ulteriori danni causati indirettamente dalla rottura. 6 3. DESCRIZIONE DEL PEZZO Mozzo per albero Foro filettato per pedale Sede per spina a spianatura conica Figura 2: Caratteristiche del pezzo su modello 3D Il pezzo è un tipica manovella; si presenta sostanzialmente come un’asta allungata. L’estremità più tozza viene accoppiata al perno del movimento centrale tramite un foro e qui bloccata da una spina a spianatura conica, inserita nell’apposita sede. All’altro capo, più affusolato, viene fissato il pedale tramite una filettatura sinistrorsa che ne previene lo svitamento indesiderato indotto dal moto di pedalata. La pedivella è stata ricavata per iniziale stampaggio a caldo e successiva finitura alle macchine utensili. Questa ipotesi è avvalorata dalla totale assenza di angoli di sformo delle superfici e dalla impeccabile finitura geometrica, che esaltano anche le caratteristiche estetiche e costruttive del pezzo. 7 4. IMMAGINI DEL COMPONENTE DANNEGGIATO Figura 3 Figura 5 Figura 4 Figura 6 Figura 3: Sezione di rottura del moncone minore Figura 4: Sezione di rottura del moncone maggiore Figura 5: Marchio del produttore (Fratelli Brivio) Figura 6: Vista dall’alto 8 5. DISEGNO COSTRUTTIVO DEL COMPONENTE ORIGINALE Figura 7: Modellazione in ambiente Rhinoceros V3 9 10 11 6. TECNOLOGIA E MATERIALE Non avendo a disposizione dati relativi al materiale impiegato, è stata effettuata una prova di durezza. Dopo aver sezionato la pedivella perpendicolarmente al suo asse principale è stata misurata la durezza Rockwell in corrispondenza del cuore e della periferia. I dati ottenuti sono: Cuore Superficie Durezza HRC 48 51 È noto che la durezza indica con buona approssimazione il carico unitario di rottura a trazione del materiale; il carico corrispondente a 48 HRC è di circa 1400 N/mm2, valore relativamente elevato e francamente inaspettato per questa applicazione. L’individuazione del materiale è difficoltosa, a causa anche della antichità della pedivella. Dato l’elevato carico di rottura ci si può orientare verso un acciaio legato con cromo-nichel e caratterizzato da bassissimo allungamento percentuale; ambedue i componenti di lega contribuiscono ad ottenere un materiale difficilmente ossidabile, la cui finitura superficiale e la successiva cromatura portano ad un aspetto esteticamente apprezzabile. Le ipotesi relative alle tecnologie di lavorazione adottate indirizzano la scelta verso un acciaio da stampaggio a caldo. Di seguito si riporta un estratto delle tabelle di unificazione UNI EN 10083, attualmente in vigore in Italia. Questi acciai da bonifica sono indicati per prodotti laminati a caldo in barre e rotoli e per prodotti fucinati e stampati. Figura 8: Estratto UNI EN 10083 Fra questi, l’acciaio 30 CrNiMo8 rappresenta efficacemente le caratteristiche richieste: elevato carico di rottura, scarso allungamento percentuale, grazie anche alla presenza di leganti quali nichel, cromo e molibdeno. 12 7. ANALISI DELLA ROTTURA La rottura è avvenuta a circa tre quarti della lunghezza della pedivella ed è netta. Osservando la sezione di frattura ad occhio nudo, si nota una grana del materiale estremamente fine, dettaglio che indica una rottura tipicamente fragile; parimenti non si osserva alcuna deformazione plastica. Questi dettagli si accordano con le caratteristiche meccaniche proprie del materiale. Spicca un annerimento localizzato in una precisa zona della sezione, in prossimità del suo perimetro esterno. Si nota subito che il profilo dalla scanalatura longitudinale è immediatamente adiacente a questo punto; molto probabilmente questo particolare, che ha fine esclusivamente estetico, genera una concentrazione delle tensioni nociva. È plausibile che la rottura si sia innescata in questa regione, che giace su di un piano perpendicolare all’asse longitudinale del pezzo; la frattura si è poi propagata su di un piano elicoidale a 45°. La cricca potrebbe segnalare un affaticamento del materiale, probabile causa della rottura della pedivella. Esaminando le sezioni al microscopio si evidenziano almeno due linee di spiaggia che confermano l’ipotesi formulata. Questa incrinatura si è propagata in due tempi, fino innescare la rottura brutale che ha spezzato il componente. Dalle immagini ottenute al microscopio si riscontra infine lo strato di cromatura esterna, dovuto al rispettivo trattamento superficiale. Figura 9: Vista dall’alto – piano su cui giace la cricca 13 Figura 12: Ingrandimento al microscopio della sezione del moncone più corto Figura 13: Particolare della sezione precedente: cricca da fatica Figura 11: Superfici di rottura accostate 14 Figura 14: Ingrandimento al microscopio della sezione del moncone più lungo Figura 15: Immagine precedente al negativo: si evidenziano 2 linee di spiaggia 15 Figura 16: Ingrandimento al microscopio della sezione del moncone più lungo Figura 17: Immagine precedente con colori falsati: si evidenzia lo strato di cromatura 16 8. ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI Per avere idea delle sollecitazioni a cui la pedivella è sottoposta, si esegue un calcolo di massima su di un modello semplificato. La pedivella viene considerata come una trave a sezione rettangolare, vincolata nel suo estremo O tramite un incastro; la forza F trasmessa dal ciclista agisce circa a metà del pedale. F F = 800 N s = 70 mm O A l = 172 mm Ricercando la condizione più gravosa, si pone che il ciclista agisca con tutto il suo peso sul pedale; inoltre si considera che la sezione della trave sia pari alla più esile misurata sulla pedivella. Quindi si ha: P x F = 800 N b= 7 mm h= 12 mm C x h = 12 mm b = 7 mm Per riportare la forza F sull’asse della trave (punto A), si aggiunge un momento di trasporto, che sollecita a torsione la trave. F O Il momento di torsione della trave Mt, dato che la forza F è applicata a distanza s = 70 mm dalla trave, vale: A M t F s 800 70 N mm 56000 N mm Mt 17 La forza F in A sollecita a flessione e taglio la trave: il momento flettente Mf è nullo all’estremo libero e cresce linearmente diventando massimo all’estremo vincolato, ove vale: Mf F l 800 172 N mm 137600 N mm Dato che il momento torcente e il taglio sono costanti lungo la trave, la sezione più sollecitata sarà quella in O; di questa il punto più critico è P, soggetto alle maggiori σ e τ, indotte rispettivamente dalla flessione e dalla torsione. Non ha importanza invece il taglio, dato che è nullo sulla superficie esterna. Nel punto P le tensioni valgono: P max Mf Wf P max Mt W0 dove Wf è il modulo di resistenza a flessione, dato da: 1 bh 3 I xx Wf 12 168 mm 3 h y max 2 mentre W0 il modulo di resistenza a torsione: 1 bh b 2 h 2 IC W0 12 277 mm 3 2 2 rmax b h ( ) ( ) 2 2 quindi: P 137600 N mm N 819 3 168 mm mm 2 P 56000 N mm N 202 3 277 mm mm 2 La tensione ideale secondo Von Mises è: id 2 3 2 891 N mm 2 Dato che il carico di rottura è Rm=1400 N/mm2, si può ragionevolmente assumere come carico di snervamento Rs=1000 N/mm2. Nonostante la tensione ideale calcolata sia minore della tensione di snervamento, il valore ottenuto è rilevante e mostra solo il comportamento di un modello molto semplificato. Infatti si trascura che la pedivella è affusolata; non si considera neppure la presenza dell’intaglio longitudinale. Per uno studio più approfondito e realistico si è utilizzato un software commerciale per l’analisi FEM (Finite Elements Method). 18 Il componente è stato riprodotto fedelmente tramite un modellatore di superfici e successivamente importato nel solutore FEM. Il calcolo va impostato esattamente come prima: - vincolo rigido applicato sulla superficie interna della sede dell’albero; - forza F pari a 800 N applicata nella sede del pedale; - momento torcente Mt pari a 56 Nm; Il materiale assegnato al modello è un acciaio dal tipico comportamento fragile, a cui si impongono i carichi di rottura e snervamento noti. Sin dalla prima soluzione del calcolo spicca una concentrazione delle tensioni in un punto della superficie dell’incavo davvero vicina al punto un cui è avvenuta la rottura. La sollecitazione ideale secondo Von Mises in questo punto vale 754 N/mm2, e rivela che l’intaglio ha un effetto nocivo sulla resistenza del componente. Questa constatazione viene avvalorata osservando la sezione longitudinale della pedivella: si nota che tutto il bordo generato dalla scanalatura è sottoposto. L’esito della simulazione si ricollega a quanto osservato nell’analisi morfologica della frattura: l’intaglio ha portato ad una concentrazione delle tensioni, provocando nel corso del tempo ad una tipica cricca da fatica. Figura 18: Imposizione vincoli e carichi Figura 19: Mesh del modello con affinamento nell’intaglio 19 Figura 20: Sollecitazione equivalente 20 Figura 21: Andamento della sollecitazione equivalente secondo Von Mises Figura 22: Sollecitazione equivalente sulle sezioni longitudinale e retta 21 9. POSSIBILI RIMEDI AL PROBLEMA Nonostante l’avvenuta rottura la pedivella è ben dimensionata e realizzata; inoltre il materiale utilizzato ha elevate caratteristiche meccaniche. Riconosciuta nell’intaglio la principale causa della rottura, una possibile soluzione al problema è rimuovere questo dettaglio, presente solo a fini estetici. Per simulare questa variazione si utilizza nuovamente il software FEM, analizzando un modello senza intaglio, vincolato e sollecitato come prima. I dati che emergono sono chiari: senza l’intaglio longitudinale non vi è alcuna concentrazione delle tensioni residua e la massima sollecitazione equivalente registrata (secondo Von Mises) vale 443 N/mm2. Si osserva che le tensioni sono molto più omogenee rispetto al caso precedente, confermando la correttezza del disegno della pedivella. Figura 23: Sollecitazione equivalente secondo Von Mises sul modello senza intaglio 22 11. CONCLUSIONI La rottura è avvenuta a causa dell’affaticamento della pedivella. Il guasto si è manifestato con una rottura brutale per torsio-flessione; l’aspetto è tipico di un materiale fragile: si nota il piano di taglio ortogonale all’asse di azione della coppia e l’aspetto a vortice. A causa di un intaglio longitudinale senza finalità funzionali si è rivelato un punto di concentrazione delle tensioni: il materiale, sollecitato in modo anomalo per lungo tempo, ha sviluppato una cricca di fatica che ha portato alla rottura. Il fatto che la pedivella si sia rotta ora indica l’ottima qualità di questo componente: ha senza dubbio oltrepassato ogni previsione sulla durata della sua vita. 23 APPENDICE - PEDIVELLE MODERNE Il componente analizzato è fortemente obsoleto: oggigiorno le pedivelle sono perlopiù realizzate per pressofusione di lega leggera di alluminio. Per il bloccaggio all’albero del movimento, la spina a spianatura conica è stata sostituita da un accoppiamento prismatico ad interferenza, serrato più precisamente ed in modo definitivo da una vite assiale. Anche le forme sono state interessate da una evoluzione generale. Nelle pedivelle moderne rimangono però famigliarità a quella in esame, purtroppo anche rotture. Figure 24, 25, 26, 27: Pedivelle nuove, vecchi problemi! 24