ANATOMia meridiani miofasciali Prime testimonianze sulle dissezioni Fig. 1: Linea Superficiale Posteriore Qui vediamo la trama della fascia sul lato posteriore del corpo – dalle dita dei piedi al bordo sopracciliare in una banda continua di fascia. Potete vedere la fascia plantare nella parte bassa, e come è totalmente continua con la copertura fasciale nell’attraversare il tallone fino al tendine d’Achille. Potete vedere come la parte inferiore dei tendini della gamba si intercollegano fascialmente con la parte superiore dei tendini del gastrocnemio, formando un nodo quadro. La testa corta del bicipite ed il nervo sciatico Bordo sono stati dispiegati per occipitale Bordo del essere identificati facilSplenios sopracciglio capitis mente, e potete conFascia epicraniale statare come i tendini della gamba diventano in maniera continua il Semispinali legamento sacrotuberoErector spinae so (la parte superficiale come minimo). La fascia sacrale e l’eretFascia toracolomtore della spina sono bare stati tagliati via dalle ossa sottostanti, ma Fascia sacrale non c’è difficoltà nel sezionare la connessione Nervo Legamento sciatico sacrotubetra questi muscoli e la roso fascia epicraniale fino al bordo sopracciliare soFascia sulla Tendini della tuberosità pra l’occhio. gamba ischiatica Questo lungo elemento fasciale può avere muInterfaccia scoli individuali al suo fasciale tra i interno, ma agisce antendini della gamba e la che come una singola testa del gastrocnemio unità, convogliando la Tendine d’Achille tensione o lo stiramento come una sola parte Fascia sopra giù o su all’altra, conil tallone tribuendo ad una sensazione, forma e schema Fascia plantare globale per questa Linea Superficiale Posteriore. di Tom Myers Alcuni lettori possono essere familiari con l’idea dei Meridiani Miofasciali dell’Anatomy Trains. Riassumendo brevemente, tutti i muscoli sono stati analizzati come unità separate nel corpo. Questa idea – che ci sono unità separate come i bicipiti, lo psoas, il latissimus – è così inculcata che riesce difficile pensare in un’altra maniera. Ma di fatto tutti i tessuti muscolari sono fusi nella singola e onnipresente rete fasciale della matrice extracellulare (ECM). Le fibre della ECM, in special modo nella miofascia dove i tiraggi tensivi sono regolari e forti, sono organizzate lungo la stessa trama come fibre muscolari. Il muscolo può terminare nel punto d’attacco, ma la fascia continua ancora il suo percorso attraverso la ECM, connettendo altri muscoli in una catena – un po’ come delle salsicce attaccate con lo spago. Il concetto degli Anatomy Trains disegna questo insieme di salsicce connesse nel corpo – seguendo la trama dei muscoli e della fascia per vedere cosa si collega con cosa. L’idea è che, in special modo nelle abitudini posturali e nelle conseguenze a lungo termine di ingiurie, lo strain comunica lungo queste linee longitudinali da un muscolo all’altro. Questa visione porta a nuove strategie per risolvere problemi a lungo termine, lavorando sullo schema di strain ad un certa distanza da dove si è verificato il problema o da dove si sente il dolore. Sin da quando il libro sugli Anatomy Trains è stato pubblicato, alcune persone hanno domandato in che modo il corpo dimostra realmente la connessione fasciale teorizzata nel testo. Per questo sono molto felice di presentare per la prima volta alcune delle foto di alcune recenti dissezioni in cui abbiamo tentato di sezione porzioni della continuità miofasciale da tre cadaveri conservati. I risultati sono stati esaltanti nella loro novità e rassicuranti nel come hanno confermato molto di ciò che il libro presenta. Nel febbraio 2006 siamo andati ai “Laboratories for Anatomical Enlight-ment”, sotto la direzione di Todd Garcia, con molti dei suoi assistenti e circa una dozzina di operatori del corpo. In cinque giorni di lavoro febbrile e di grande cooperazione, abbiamo trasformato il dono di tre corpi – e ringraziamo moltissimo i donatori tratto da www.sportex.net collegamenti miofasciali Fig. 2 Linea laterale In questa fotografia vediamo la linea laterale – cominciando con i due peroneali (adesso chiamati fibulari) dal basso, connessi fascialmente sulla testa fibulare del tratto iliotibiale. Non è una sorpresa connettere questo nei glutei e nel tensore della fascia lata, ma è stata una completa sorpresa constatare come erano facilmente connesse le fasce dei glutei con tutti gli strati addominali, inclusi, come potete vedere qui, gli obliqui esterni ed interni. Le costole sono tagliate per continuare la linea su di lato tramite gli intercostali esterni ed interni. Splenius capitis e cervicis Muscoli scaleni Sternocleidomastoideo (testa sternale) Costole Intercostali Macchia della bile nella cistifellea Obliqui esterni Alla sommità delle costole si vede il piccolo triangolo degli scaleni, che tecnicamente non fanno parte di questa linea, ma nonostante tutto inclusi a causa della loro evidente continuità fasciale. Sulla cima della foto vedete la grossa “V” rovesciata (come i gradi dei militari) che combina gli splenii nella parte posteriore con la testa sternale dello sternocleidomastoideo (SCM) nella parte frontale. Questa parte è separate nella figura soltanto perché questi sono muscoli che originano sulla linea mediana sagittale, ed il rimanente della Linea Laterale è più sul lato. Fig. 3 Linea laterale sullo scheletro Obliqui interni Gluteo medio Tensore della fascia lata Grande gluteo Questa dissezione appoggiata su uno modello di scheletro da studio, è stata arrangiata come se stesse camminando. Potete vedere il ruolo che questi muscoli e fascia connessi dovrebbero avere nello stabilizzare il corpo nelle attività normali o atletiche. Tratto iliotibiale Fascia sulla testa della fibula Muscoli peroneali (fibulari) Tendine lungo e corto del Perone tratto da www.sportex.net anatomia Fig. 4 Gamba e “corda per saltare” Qui possiamo vedere la parte bassa della cosiddetta “Linea a Spirale”. C’è un lungo loop fasciale (ciclo, banda, occhiello) che connette la parte frontale alla parte posteriore delle pelvi attraverso l’arco del piede. Questa linea inizia dalla SIAS Tensore della fascia lata pubico e poi saldamente alla quinta costola. Gli SCM sono in cima, collegati attraverso la parte posteriore della testa con una sezione della fascia epicraniale. Ancora una volta il collegamento tra i due SCM non è stato mai visto o mai se ne è parlato o scritto. Insieme formano un tiraggio potente verso il basso e in avanti per la Fascia dello scalpo Tratto iliotibiale Bicipite femorale Fascia laterale del ginocchio Tibiale anteriore Sterno cleidomastoideo Fascia sternale TAGLIO FATTO DALL’IMBALSAMATORE Fascia sulle costole e sternocondrale Peroneo lungo Retto addominale Osso pubico (Spina Iliaca Antero Superiore) con il tensore della fascia lata, che si inserisce nel tratto iliotibiale anteriore. Il tibiale corre giù al punto più debole dell’arco – la prima articolazione metatarso-cuneiforme, dove è sempre mostrato attaccato. In ogni caso siamo riusciti a sezionare un forte attacco al tendine lungo del peroneo che arriva alla giuntura lateralmente. Perciò questa “corda per saltare” continua la sua connessione su per l’esterno del polpaccio alla testa della fibula, e su nel tendine della gamba laterale, il bicipite femorale. E questa è ancora una connessione forte e distinta; non ha niente di debole. Questo naturalmente porta su al retro delle pelvi alla tuberosità isciatica. Perciò abbiamo una elemento di prova palpabile, visibile e sezionabile della connessione clinicamente osservabile tra l’angolo pelvico e l’arco di supporto. Fig. 5 Linea frontale del petto In teoria la teoria e la pratica sono le stesse. In pratica, ovviamente, sono abbastanza differenti. E così è attendibile che non tutto vada come previsto dalla teoria. Qui c’è una dissezione della parte superiore della linea frontale superficiale. Il rectus è sotto, connesso in basso con l’osso testa, che può creare strain sulla sutura lambdoidea. (Il taglio attraverso uno degli SCM è stato fatto dall’imbalsamatore e non nella dissezione.) Il problema nasce nel mezzo, attraverso lo sterno e le costole. Nel testo questa connessione è riportata come tra il muscolo sternale e la fascia sterno-condrale. Nel cadavere cha abbiamo usato per la dissezione, comunque, c’era uno sternale molto piccolo o assente, e la fascia che copriva le costole non è stata sezionata via come strato separabile, con il risultato che dopo ore di lavoro molto stressante ancora sembra un po’ come un merletto. La fascia che viene su sulla superficie dello sterno è abbastanza chiara, ma non fino alle parti cartilaginee delle costole. Nel senso biomeccanico questo è un non-problema: il retto può ancora comunicare allo SCM tramite le ossa, creando schemi posturali descritti nel testo. L’enigma è che il mio ruolo come terapista somatico è che posso sentire un tale strato sotto le mani quando lavoro lungo lo sterno per liberare il respiro e la rotazione della gabbia toracica. Mi da fastidio quando non riesco a trovare qualcosa che posso sentire – cosicché questa disparità rimane irrisolta dopo il nostro primo lavoro di dissezione. tratto da www.sportex.net collegamenti miofasciali Trapezio Deltoide Setto intermucolare laterale ossa in questo caso), cosicché le “tirate” che mettiamo su qualsiasi di questi muscoli portano un immediato strain visibile nel diaframma. Il diaframma è intimamente attaccato al pericardio del cuore, che poi va su alla gola ed alla parte vocale, fino a quel muscolo estremamente avanti, frontale e importante del profondo che è la Lingua Gruppo estensoe Muscolo omoioideo Laringe Polmone Diaframma Estensore del retinacolo Cuore (nel pericardio) Crura diaframatica Fig. 6 Linea del braccio e scheletro Qui vediamo la linea superficiale posteriore del braccio, drappeggiata su uno scheletro da studio. La connessione non discontinua tra il trapezio e il deltoide risulta chiara, e dal deltoide attraverso il setto intermuscolare giù al gruppo estensore e al dorso della mano. Veramente tante offese, condizioni e sintomi al braccio hanno a che fare con questi tipi di connessioni – ci sono quattro linee del braccio; questa è solo una. Mappando queste connessioni permetteremo ai terapisti odierni e futuri di essere più precisi quando si spostano fuori dalla zona dove è situato il dolore alla ricerca di rilievi. Fig. 7 Linea frontale profonda Ed infine questa strana creatura acquatica è per davvero una dissezione del nostro interno profondo – o linea frontale profonda come la abbiamo denominata. Il comparto posteriore profondo, con i suoi tre tendini dalle dita al piede, è la sezione di potenza, e questa connette direttamente via il popliteo e il retro della capsula del ginocchio agli adduttori. Gli adduttori sono un grosso gruppo muscolare, fiancheggiato da forti setti fasciali intermuscolari, che connettono senza soluzione di continuità al complesso dello psoas (psoas iliaco, pectineus e il quadrato dei lombi). Lo psoas ed il quadrato si connettono senza interruzioni al diaframma (ricordate, non ci sono tratto da www.sportex.net Psoas grande e piccolo Quadrato dei lombi Iliaco Setto intermuscolare mediale Pectineus Adduttore lungo Capsula posteriore del ginocchio Adduttore iato Popliteo Comparto posteriore profondo Tibiale posteriore Quadrato della pianta Flessore lungo delle dita Flessore lungo dell’alluce lingua. Questa strana creatura vive dentro di voi, e include – sebbene non sia visibile qui nella figura, il vostro traverso dell’addome ed il pavimento pelvico. anatomia – in un insieme di immagini anatomiche mai viste in 500 anni di studi anatomici occidentali. Queste immagini appariranno in una seconda edizione del libro Anatomy Trains, prevista per il 2008. Benvenuti dunque al primo documentario di testimonianze della “anatomia della connessione”. Queste sono solo alcune nelle numerose eccezionali figure che abbiamo preso dalle linee degli Anatomy Trains; molte altre appariranno nelle future edizioni del testo, ed altre ancora sono disponibili nel nostro sito. La domanda: ci sono per davvero queste continuità miofasciali nel corpo? Adesso possiamo rispondere con fermezza ed affermativamente: si, sono reali, palpabili e sezionabili. La realtà degli Anatomy Trains è stata dimostrata. C’è una seconda domanda a cui non si può rispondere con un cadavere, e che è: quale è la natura e l’estensione della comunicazione tra queste linee? Stanno comunicando biomeccanicamente o lungo la struttura fasciale? Comunicano in maniera elettronica lungo le membrane fasciali? O stanno semplicemente comunicando neurologicamente con i muscoli coinvolti? Sospettiamo che la risposta sia: tutte e tre o forse anche di più. Sono necessarie comunque ulteriori ricerche per determinare la risposta a questa domanda fondamentale ed affascinante. Speriamo di muoverci verso questa direzione effettuando delle dissezioni su tessuti freschi l’anno prossimo. Speriamo anche che a qualcuna delle domande fatte sia data spiegazione alla prima “Fascial Research Conference” internazionale che si terrà a Boston Massachusets, USA nell’ottobre del 2007 (http://www.fascia2007.com) Per ulteriori informazioni visitate il nostro rinnovato sito www.anatomytrains.net e trovate la seconda edizione del libro Anatomy Trains. Visitate anche il sito italiano www.anatomytrains.it a cura dell’Istituto Terapie CranioSacrali www.craiosacrale.it L’Autore Tom Myers ha studiato con Ida Rolf,Moshe Feldenkrais e Buckminster Fuller, ed ha praticato bodywork integrato in molti settori clinici. È l’autore del concetto degli Anatomy Trains riconosciuto nel mondo, e tiene conferenze in tutto il mondo a molteplici professionisti manuali e del movimento. Traduzione a cura di Maurizio Costa tratto da www.sportex.net