Gaetano Berruto: Prima lezione di sociolinguistica 1. I fatti sociolinguistici 1.1 L’universo dei comportamenti linguistici Uso quotidiano della lingua rivela: o Variazione linguistica: Impieghi e manifestazioni del linguaggio verbale in cui la lingua si presenta sotto aspetti e in forme un po’ diversi dall’uso corretto che si impara a scuola o Significato sociale: Lingua che si usa rivela significati particolari che riguardano la società Informazioni sui parlati, sulle loro caratteristiche sociali, … Elementi interessanti dal punto di vista linguistico, i punti che si discostano dalla norma linguistica corrente, perché e come si discostano, in che modo sono connessi con la società, che informazioni ci danno sui parlanti e sulle situazioni 1.1.1. Introduzione di relativa: “che” o Costrutto diverso dallo standard che=pronome relativo in una relativa soggettiva o oggettiva o Uso di “che” invece di “cui” o Frequente nella varietà sub-standard, italiano popolare Questo uso ci dà delle informazioni sulla persona che parla e la situazione in cui occorre il discorso – informazioni sociali 1.1.2. Lingua marcatamente connotata come italiano romano (dialetto romanesco) o Scelta delle parole, la forma delle parole, la pronuncia o Collega il parlante a una punto geografico fisso 1.1.3. Il passaggio dal italiano all’inglese o Inglese interviene come “lingua franca” o Parlante d’italiano come L2 – l’uso sovraesteso della 2° persona e dell’infinito, la forma no per negazione verbale, la forma si per la congiunzione ipotetica se, lessico… o Fenomeno ricorrente nel rivolgersi ai stranieri: 2° persona, aumento della voce, scelte lessicali che sembrano più internazionali (riservazione – prenotazione) 1.1.4. Parlato conversazionale spontaneo o L’uso irriflesso e meno sorvegliato della lingua, tipico delle situazione molto informali; parlato spontaneo o Le interruzioni e le sovrapposizioni, le frequenti ripetizione, l’impiego di parole che fanno specifico riferimento al contesto (deittici) o L’ampio uso dei pronomi, riprese pronominali anaforiche e deittiche prive di antecedente esplicito o Elementi lessicali di linguaggio giovanile 1.1.5. Mondo giovanile – SMS o Sigle, abbreviazioni, espressività spesso marcata – icone emotive o Presenza del linguaggio giovanile o K invece di ch o Fascia sociale specifica, giovani; dominio e modo d’impiego particolare, i messaggi scritti al telefono cellulare 1.1.6. la commutazione di codice (code switching) o Code switching: Il passaggio da un sistema linguistico a un altro sistema linguistico all’interno dello stesso discorso di uno stesso parlante o Code mixing: commutazione di codice intrafrasale Involge le grammatiche di due sistemi (sintassi) o Spessi in Italia: italiano-dialetto 1.1.7. Messaggi pubblicitari in dialetto o Numero aumentati negli anni precedenti o La funzione di dialetto di sottolineare la genuinità locale del prodotto 1.1.8. o Il parlante plurilingue – italiano tipico da stranieri o La morfosintassi – la sovraestensione nell’aggettivo della forma plurale o Semplificazioni sintattiche – ellissi della preposizione o Scambio di preposizioni o Uso del pronome tonico proposto al verbo 1.2 Le lingue e i parlanti 1.2.1. o Indagine: che lingua parlate a casa – solo o prevalentemente italiano, solo dialetto, sia italiano sia dialetto, altra lingua Non è molto oggettivo – si fanno indagine di tipo “Quanto importante è, secondo voi, conoscere xy lingua in xy posto?” 1.2.2. o Lingue parlate nel mondo – come lingua madre Italiano: 70 milioni (Italia, Svizzera, Vaticano; San marino) + emigrati 1.3 Perché la sociolinguistica Fare sociolinguistica significa aggiungere allo studio a tavolino delle unità, delle strutture e delle regole della lingua, astratte dalla loro realizzazione concreta, lo studio dei comportamenti dei parlanti che queste unità, regole e strutture adoperano nella quotidiana vita comunicativa Che cosa succede alla lingua quando considerata come strumento di concreti comportamenti comunicativi Una linguistica che permette di avere una chiave d’interpretazione del funzionamento della lingua più attenta ai condizionamenti che la società favorisce o vi impone Una linguistica incentrata sui concreti parlanti, sulle produzioni in situazione e non sulle strutture astratte Formazione e lo sviluppo o William Labov – l’ordinata eterogeneità dei comportamenti linguistici e le prime analisi specifiche dell’importanza della variazione nella lingua, del sui significato e della sua sistematicitá o John Gumperz o Joshua Fishman o Bernstein – rapporto simbolico fra modi di realizzazione dei sistemi linguistici, attitudini cognitive e società Tratti comuni della sociologia d’oggi o L’attenzione a chiarire problemi linguistici attraverso il riferimento alla dimensione sociale o Spiegare l’interrelazione fra linguaggio e società o Il riferimento continuo a dati empirici “oggettivi”, o raccolti sul campo 2. Come descrivere, analizzare e spiegare i fatti sociolinguistici 2.1 Come si conduce una ricerca sociolinguistica: questioni, concetti, metodi 2.1.1. Conoscenza dei metodi, o La scelta del tema, dell’argomento o problema su cui svolgere l’indagine I rapporti fra linguaggio verbale e la società Bisogna tener conto di aspetti e i problemi cruciali e centrali Italia – rapporto tra il dialetto e lo standard o Inchiesta con questionari; raccolta di produzioni linguistiche concrete 2.1.2. La differenza tra la “lingua” e il “dialetto” 2.1.3. La distribuzione di due poli opposti – la lingua standard e il dialetto 2.1.4. Questioni metodologiche o Raccolta dei dati o La gamma più disparata possibile di domini situazionali diversi e un campione di parlanti il più ampio possibile occorre scegliere dei tipi di situazione e dei tipi di parlanti da considerare specialmente rappresentativi del genere di problemi che ci interessa o Labov – trattamento di /r/ 2.1.5 Trascrizione o Una ricerca dovrebbe essere di carattere quantitativo, con finalità socio-linguistiche o Trascrizione del materiale registrato – molto importante Possa andare da dieci volte a circa il tempo della registrazione stessa (un’ora e quaranta per trascrivere 10 minuti di parlato) o Un’indagine incentrata sulla fonetica – IPA o Dare conto di certi elementi tipici dell’interazione parlata “trascrizione conversazionale” Tende a presentare anche i principali aspetti non linguistici 2.1.6 Analizzare i dati o Domandarsi se la conversazione ha delle funzioni analizzarle o Es.: passare da una lingua all’altra che funzione ha o Atti linguistici 2.1.7 Code mixing o Commutazione al confine tra una frase e l’altra l’articolazione sintattica = un confine importante Il passaggio avviene spesso in concomitanza con un cambiamento di pianificazione e struttura sintattica o Code mixing o intrasentential code-switching: il passaggio all’interno di una stessa struttura frasale o Il modello teorico che prevede l’azione di precisi principi morfosintattici che regolano la struttura di enunciati mistilingui: La matrix language (lingua matrice) – fornisce il quadro morfosintattico globale Embeded language (lingua incasata): l’altra lingua che fa comparsa nella lingua matrice non dappertutto accettato 2.1.8 o Che tipo di dialetto emerge nella conversazione quotidiana? dipende da chi parla e in quale conversazione e su quale argomento o o o Italianizzazione dei dialetti – patina dell’italiano entra nel dialetto parlato Più lessico che fonologia Il testo/esempio – esistono tre forme dialettali diverse C’è la variazione, e la variazione ha il valore socio-situazionale Alcune delle varianti hanno significato sociolinguistico, in quanto rappresentano una varietà di dialetto più o meno lombarda o italianizzantetorinesizzante o rustica =variabile sociolinguistica: la forma locale standard, non marcata; marcata (+rustico, +conservativo), marcata (+urbano, +innovativo) Variabili legate alla pronuncia – tante in italiano (pronuncia di valiggia, oppure pazienza) 2.2 Le dimensioni della variazione sociolinguistica 2.2.1 Variazione diastratica o Tre dimensioni fondamentali di variazione Ogni dà luogo a varietà di lingua marcate per valori su quella dimensione di variazione Ogni variazione – l’esplicitazione di un assunto basilare concernente la manifestazione della sociolinguistica o La lingua varia attraverso la stratificazione sociale La rete sociale (reticolo, social network) – l’insieme strutturato e dinamico di relazioni sociali e comunicative che gli individui intessono fra loro o Variazione diastratica Gli insiemi di quelle varianti hanno analoga distribuzione lungo la dimensione diastratica, che assumono gli stessi valori, e che sono tra loro linguisticamente congruenti Es.: frasi relative costruite secondo un modello ignoto alla lingua standard, tipico di italiano popolare Asse verticale Verso l’alto – forme usate dai colti, di buona padronanza di lingua standard, prestigio Verso l’alto – parlanti incolti, in nicchie marginali della società, forme socialmente riprovate, possono essere fonte di discriminazione sociale C’è il continuum, non ci sono confini chiari 2.2.2 Variazione diatopica o “La lingua varia attraverso lo spazio” (provenienza e distribuzione geografica lingua cambia) o Lingua policentriche – Tedesco ha tre standard, pronuncia dell’inglese in Inghilterra e negli Stati Uniti Statalismi lessicali – in tedesco particolarmente evidenti o Macroscopica in italiano Lingua ricca di geosinonimi (papà – babbo, anguria – cocomero, avere due figli-tenere due figli) Regionalismi semantici – parole che in diverse regioni hanno diverso significato (vetrina in Friuli è armadio di cucina, dispensa in Sicilia è cantina, villa nell’Italia meridionale è giardino pubblico) Differenze di pronuncia Morfologia derivazionale (-aio, -aro, -ario bigliettaio, biglettaro, bigliettario) Morfologia flessionale (impiego di pronomi clitici) (accusativo preposizionale, + umano, “a”+ parola (chiama a Pietro)) o Standardizzazione variazione diatopica tra i giovani diminuisce 2.2.3 Variazione diafasica o “La lingua varia attraverso le situazioni comunicative” o Comprare, acquistare, acquisire; lo vuoi, ‘sto caffè? Prende il caffè che ha ordinato? o Differenza Di registro Registri o stili Le varietá connesse al carattere sociale della situazione Di sottocodice Sottocodici o linguaggi settoriali Le varietá connesse al tipo di rapporto esistente o che si istituisce fra parlante e interlocutore o La variazione diamesica La precisione del mezzo, o il canale fisico attraverso cui passa la comunicazione verbale Sono tutte le dimensioni sincroniche – si situano lungo un unico tagli orizzontale nell’asse del tempo Ogni lingua in un certo momento temporale e periodo storico conosce fatti di variazione diastratica, diatopica, diafasica La variazione diacronica – le variazioni attraverso passare del tempo 2.2.4 o o o o o Le variabili sociolinguistiche – fenomeni linguistici che variano secondo una o più delle fondamentali dimensioni di variazioni Variabili sensibili sia alla diastratia che alla diafasia Es.: W. Labov nell’inglese d’America – la realizzazione della r postvocalica Varia sulla sia sulla dimensione diastratica sia quella diafasica Gorgia toscana, in particolare la pronuncia dell’occlusiva sorda intervocalica Variabili variano prevalentemente o esclusivamente per una dimensione di variazione La realizzazione di [ʃ] per [tʃ] nell’italiano di Roma – dipende dallo stile o registro, e poco o nulla con la stratificazione sociale (tʃ)<[ʃ]>/V_V la variabile sociolinguistica affricata alveolopalatale sorda(parentesi=variabile) tʃ diventa/è realizzata variabilmente come fricativa palatale sorde ʃ nel contesto (indicato dopo barra) preceduta da una vocale e seguita da un’altra vocale Ogni produzione linguistica di qualunque parlante ammette in linea di principio di essere collocata in un punto preciso all’interno dello spazio di variazione individuato da tre (o quattro) dimensioni, a seconda delle variabili che vi intervengono Quali siano le cause generali profonde di tale variazione? Variazione risponde a bisogni innati nella specie umana di differenziazione e di identificazione Rispondere nella maniera più flessibile e funzionale ai bisogni sempre diversificati e sempre più complessi della vita, della struttura e dei rapporti sociali Veicolo di formazione, affermazione e trasmissione dell’identità socioculturale 3. Il raggio e i campi di azione della sociolinguistica 3.1 L’architettura della lingua Articolazione di una lingua storico-naturale in varietà secondo le dimensioni fondamentali di variazione, dei rapporti e delle reciproche delimitazione fra queste varietà Berruto – modello per l’italiano o Prescinde dalla variazione diatopica; per ogni situazione dell’italiano regionale, tale modello prevede un’articolazione in tre assi: diastratica, diafasica, diamesica o Ogni asse va in continuum o L’asse verticale: diastratia Più alto: colti, intellettuali o L’asse orizzontale: dimesia Sinistra: scritto, destra: parlato o L’asse diagonale: diafaisa Alto sinistra: il massimo grado di formalità, basso destra: il massimo grado di informalità I confini non son soprattutto isolabili o Ci sono i punti di riferimento Una prospettiva – lingua – un complesso repertorio di variabili entro cui il parlante compie delle scelte, sulla base delle proprie intenzioni, ogni volta che realizza un’interazione verbale o Riconoscimento e l’identificazione di varietà = un compito fondamentale della sociolinguistica Variazione diemesica – due tipi di fatti tra loro in imbricazione ma che vano tenuti distinti o La modalitá materiale di produzione e trasmissione del messaggio, il carattere fisico del canale I fatti eminentemente diamesici Opposizione: fonico-grafico Il condizionamento del mezzo o La concezione strutturale del messaggio, la scelta dei tratti linguistici messi in opera I fatti derivanti essenzialmente dalla dimensione diafasica Opposizione: parlato/scritto Grafico Fonico Parlato Lui non ce l’aveva [‘lujnontʃela’ve:va] Scritto Egli non l’aveva [‘eʎʎinonla’ve:va] Parlato grafico: resa nel mezzo grafico di messaggi strutturalmente parlati Parlato fonico: resa nel mezzo fonico di messaggi strutturalmente parlati Scritto grafico: resa nel mezzo grafico di messaggi strutturalmente scritti Scritto fonico: resa nel mezzo fonico di messaggi strutturalmente scritti 3.2 Linguaggi settoriali Microcosmi linguistici – costituiti da elementi specifici, quasi gergali, espressioni tecniche o gruppi di vocaboli utilizzati nei vari settori professionali o speciali o Spesso poco noti al parlante medio, che è al di fuori del mondo professionale o Parte della terminologia – diffusa anche tra il parlante medio Gergo – i comuni termini vengono usati con altri significati Lingue speciali o Un lessico specifico, vocabolario settoriale Può provenire dal linguaggio comune, ma viene impiegato in modo caratteristico per quel contesto comunicativo o Particolari costrutti Lingua e linguaggi settoriali o Convivono come varietà di lingua usate da uno stesso parlante in contesti comunicativi diversi o In stretto contatto o Con continui scambi di lessico Estremamente proficui, arricchendo entrambi di vocabolario, e quindi di ampiezza espressiva Codice civile (esempio) o Suffissazione multipla (esternalizzazione) o Unità poliessematiche o Tecnicismi provenienti dall’inglese o Costrutti pesanti complessi con cumulo di sintagmi preposizionali o Sigle da addetti ai lavori I linguaggi settoriali o Creano delle barriere linguistiche se usate per comunicare con “non addetti ai lavori” o Sono risorse per comunicare in modo chiaro ed efficace tra addetti ai lavori 3.3 Sociolinguistica e comunicazione mediata dal computer Sostituisce in pare la comunicazione orale o Il trasferimento nello scritto di modi d’uso della lingua tipici del parlato La tradizionale divisione tra scritto e parlato viene in qualche modo superata o Computer: una comunicazione scritta con una forte componente interattiva, che configura una varietà di lingua a sé Fenomeni o Abbreviazione e contrazione del lessico o Espedienti per rendere nello scritto caratteristiche che appartengono alla sfera emotiva o Paralinguistici – per riprodurre le caratteristiche tipiche del parlato o Uso della lingua molto sorvegliato Non si evidenziano caratteristiche macro sintattiche tipiche del parlato derivanti dalla mancanza di pianificazione del discorso o L’e-mail informale: tratti tipici del parlato, ma anche una struttura macrosintattica molto vicina a quella della produzione scritta Chat o Simultaneità della comunicazione o Vita quotidiana, registro informale e molto informale o Lingua informale con scarsa pianificazione del discorso La varietà linguistica della comunicazione mediata dal computer può trovare una collocazione specifica e unica nel continuum tra lingua scritta e lingua parlata La questione delle lingue presenti nella comunicazione mediata dal computer, specialmente in Internet Motivo di interesse per la sociolinguistica Ovvia pervasività dell’inglese Dialetti nei siti del web o La cancellazione della vocale finale atona o La sonorizzazione della consonante occlusiva intervocalica o La precisa volontà di chi scrive di esprimersi integralmente in dialetto Sembra che nuovi spazzi di utilizzazione all’interno delle moderne tecnologie comunicative si aprano anche a idiomi “vechi”, e tipicamente locali, come sono i dialetti 3.4 Lingua dei giovani e lingua delle donne 3.4.1 L’età e il sesso – due fattori sociodemografici, costituiscono due variabili, una categorizzazione dei componente di una società ricca di implicazioni socio-culturali 2 macro-gruppi di una comunità sociale, caratterizzati da attitudini e tratti socialmente salienti che hanno il loro correlato sociolinguistico Età – correlazione con la dialettofonia età o Cercare un parlante sicuramente non dialettofono – un giovane (studentessa, abitante in città) Modi comunicativi e caratteri linguistici propri dei giovani linguaggio giovanile (soprattutto parlato) o Lessico giovanile, un insieme di lessemi espressivi, metaforici, disfemistici, a volte neologismi coniati all’occasione; in buona parte gli stessi nelle varie regioni d’Italia, ma con un verto ammontare di termini tipici di questa o quell’area o città o Usato solo nell’interazione verbale all’interno del gruppo, sociolinguisticamente definibile come gergo Gergo o Una varietà di lingua che è marcata al tempo stesso in diafasia e in diastratia o Un lessico proprio, spesso difficilmente decodificabile da non appartenenti al gruppo o Non ha strutture grammaticale sue proprie, sempre “ospitata” all’interno di un’altra lingua o Funge da importante contrassegno dell’identità del gruppo o Lingua parlata dai gruppi sociali marginali: vagabondi, mendicanti, ambulanti, malviventi Comportamento linguistico di adolescenti e giovani o Un lessico molto appariscente, forte espressività anticonformista, incomprensibilità e stranezza per chi non faccia parte del gruppo o Presenza effettiva nel parlato quotidiano dei giovani è tutto sommato non così ampia 3.4.2 Sesso del parlante – variazione di genere Dipendendo dalla definizione sociale assegnata ai ruoli reciproci Schema (o stereotipo) sociolinguistico del genere o Le donne – più sensibili allo standard, al modello di prestigio Spesso le differenze sono interrelate con differenza di classe sociale in maniera tutt’altro the perspicua Labov: solo nella classe sociale più alta della stratificazione da lui adottata gli uomini presentano significativamente più varianti non standard delle donne Le donne – più alte o più basse di tutti gli uomini o Donne presentano o il massimo della conservazione, o il massimo dell’innovazione Mera considerazione statica della maggior propensione femminile allo standard valutazione dinamica della posizione della donna nella realtà sociale Varietà femminile: più diminuitivi, aggettivi valutativi e forme varie di attenuazione, molto meno termini attinenti a sfere tabuizzate o =differenze di frequenza Molte espressioni tradizionali di imprecazione e insulto – frequentemente usate o addirittura esclusive delle donne o Appartenenti ai ceti sociali meno abbienti La distribuzione attesa degli usi maschili e femminili è sempre soggetta a chiari controesempi L’appartenenza di genere ˝e spesso in sovrapposizione con quella di classe sociale Le donne – maggiore dispositivi di cortesia verbale Si tratta di semplici preferenze lessicali e pragmatiche, soggette a stereotipi e condizionamenti socioculturali e alle convenzioni di (buona) educazione Linguaggio femminile: o Elementi lessicali, i diminuitivi carino e bellino o Pragmatici, le insistite forme di disimpegno, esitazione, incertezza o Le esclamazioni o Formula di apertura e di chiusura o Le ripetute pause Più profonde sembrano invece le differenze di genere per quel che riguardi i modelli di interazione verbale e i presupposti pragmatici che governano lo stile conversazionale di uomini e donne o Donne: un rapporto comunicativo fondato in primo luogo sul mantenimento della cooperazione e sull’espressione delle emozioni e degli affetti o Uomini: molto più orientati a uno stile di comunicazione verbale incentrato sugli aspetti referenziali e direttivi La linguistica femminista intervento correttivo 3.5 Analisi dei repertori linguistici Le diverse varietà occupano ciascuna un settore con un raggio d’impiego e funzioni diversi Tipi significativi di repertorio linguistico o A seconda del tipo fra le lingue o le varietà di lingua, la loro distribuzioni, atteggiamenti, … o La principale distinzione: diglossia Diglossia o Una situazione in cui in una comunità linguistica fossero presenti due fondamentali varietà di lingua ben distinte strutturalmente delle quali l’una detta High (H, Alta A), fosse impiegata dai membri di comunità in tutte le funzioni “alte”, scritte, formali, e l’altra, detta Low (L, Bassa, B), fosse usata dai membri della comunità nella conversazione ordinaria, e non vi fosse, o fosse scarsissima, la sovrapposizione di ambiti o Si riferisce alla specializzazione e al dislivello funzionale in una comunità fra due varietà linguistiche distinte o Estesa a ricoprire tutti i casi di compresenza di due sistemi linguistici con almeno alcune differenze funzionali o A: Italiano, B: dialetto Etimologia: diglossia e bilinguismo hanno lo stesso significato Berruto: abbozzo di tipologia di repertori sociolinguistici – quattro categorie o Bilinguismo sociale – la copresenza nella comunità di due lingue distinte, entrambe pienamente sviluppate ed elaborate con ambiti di uso analoghi e differenze funzionali ridotte e marginali o Diglossia – B è la lingua di socializzazione primaria o Dilalia – sia la varietà A che la varietà B vengono usate nel parlato quotidiano Fra l’italiano e il dialetto o Bidialettismo – varietà socio-geografiche imparentate e strutturalmente molto vicine, come i dialetti Aree urbane, Toscana, Roma (non c’è dilalia ma il bidialettismo) Diglossia Sì Dilalia Sì bidialettismo No (a)Sensibile diversità strutturale fra i sistemi (varietà A e B) (b)Uso di entrambi i No Sì No sistemi A e B nella conversazione quotidiana (c)B è la varietà della Sì No No socializzazione (d) Chiara Sì Sì No (?) differenziazione funzionale fra A e B Dilalia e diglossia possono presuppore bilinguismo presenza nella stessa comunità di due sistemi chiaramente diversi (c ) – la funzione di lingua come veicolo della prima educazione, impiegata per rivolgersi ai bambini piccoli e in famiglia, trasmessa direttamente di generazione in generazione o Diglossia – B o Bidialettismo – sia una che l’altra (b) – netta differenziazione funzionale o Diglossia o Evidente anche nella dilalia o Meno evidente nel bidialettismo La progressiva diffusione dell’italiano nel XX secolo o L’evoluzione da diglossia a dilalia Uno dei modelli evolutivi facilmente possibili Evoluzione dal bidialettismo a diglossia o Plausibile o Per distanziazione delle varietà Evoluzione dalla diglossia al bidialettismo – anche possibile o Avvicinamento o convergenza della varietà e sovrapposizione delle funzioni 3.6 Plurilinguismo e contatto linguistico Plurilinguismo – molto diffuso nel mondo o A ogni pie’ sospinto possiamo entrare in contatto nell’uso particolare col dialetto I dialetti italo-romanzi sono sistemi linguistici diversi Un certo tipo di bilinguismo, sia pure con caratteri un po’ particolari rispetto al bilinguismo o Lingue dell’immigrazione straniera o Comunicazione mediata dal computer – contatto almeno scritto con computer Plurilinguismo e i repertori plurilingui hanno numerosi aspetti di rilevanza per la sociolinguistica o Correlano decisamente con fattori sociali non solo la distribuzione delle diverse lingue nella società e presso i parlanti e la presenza delle lingue nei diversi domini, ma anche le funzioni che esse svolgono e il loro impiego nella conversazione ordinaria Fenomeni: Influenza di una lingua su un’altra, mescolanza, mistilinguismo Formazione di varietà di contatto o di vere e proprie lingue miste Ricerca dell’etnolinguistica mette appunto a fuoco l’evento comunicativo in quanto tale da un lato e le conoscenze socioculturali, il sentimento e la rappresentazione dell’identità etnica e culturale dall’altro Contesti estremamente plurilingui e frammentati – terreno ideale di colturi per la formazione di lingue di contatto e di lingue miste, e per la pidginizzazione e formazione di lingue pidgin Lingue di contatto – spesso varietà rudimentali, semplificate o interlingue approssimative di una delle lingue materne dei gruppi che sono in contatto o di un’altra lingua che funge da lingua franca o Fenomeni “catastrofici” formazione prima di una vera e propria lingua mista, e poi di pidgin Fremdarbeiteritalienisch o Rintracciato negli anni Ottanta del Novecento nei centri urbani della Svizzera germanofona o Una di queste lingue di contatto o Un insieme di varietà di italiano L2, con fenomeni di semplificazione, interferenza del tedesco e parziale ristrutturazione o Utilizzata in diversi ambienti lavorativi come lingua veicolare d’occasione fra lavoratori stranieri immigrati di diversa provenienza o Tratti: L’uso dell’infinito sovraesteso come forma verbale non marcata L’uso incerto delle marche flessionali e di accordo nel sintagma nominale La cancellazione di preposizioni e articoli Prestito lessicale dal tedesco Fabrik L’impiego di de come articoloide 2° persona sovraestesa Ciò che tende a formarsi come lingua elementare veicolare fra gli immigrati di diversa provenienza è semmai sempre una varietà rudimentale della lingua dell’ambiente ospite La lingua veicolare planetaria per eccellenza al giorno d’oggi: inglese Lingua mista – un termine tecnico assai specifico o Nuova lingua con la fusione grammaticale e lessicale di due lingue preesistenti o Esempio: Media Lengua, parlata nell’Ecuador centrale da un migliaio di parlanti nativi, fusione di spagnolo e lingua indigena Radici lessicali dello spagnolo con morfologia e grammatica quechua La morfologia flessionale e l’ordine dei costituenti – del quechua Pidgin o Formati nelle situazioni di contatto fra parlanti di parecchie lingue diverse e molto lontane fra loro, occasioni di comunicazione ridotte e limitate a questioni pratiche e “di sopravvivenza”, e asimmetriche o In realtà non sono lingue miste – sono nuove lingue, valide per la comunicazione essenziale e funzionalmente ridotte, con un certo ammontare di semplificazione o Prendono materiali vari dalle lingue che sono venute in contatto, in particolare da una di queste lingue, ma li rielaborano e ristrutturano spesso attraverso processi e fenomeni di “grammaticalizzazione” (grammatiche proprie) o Ibridazione terziaria – il pidgin viene trasmesso da parlanti non nativi a parlanti non nativi Lingua seconda sussidiaria utilizzata per la comunicazione essenziale con parlanti di altra lingua materna o Un’ampia parte del materiale lessicale di solito proviene da una lingua sovrapposta Lingua lessicalizzatrice o I pidgin vengono classificati in realizzazione ala loro lingua lessicalizzatrice Non possono essere considerati varietà della loro lingua lessicalizzatrica – macroscopici fenomeni di ristrutturazione della grammatica e gli apporti di materiale lessicale estraneo non c’è reciproca comprensibilità Creolo o Un pidgin “fa carriera”, si stabilizza, viene a essere sempre più usato, incrementa il raggio delle sue funzioni e comincia a essere impiegato da gruppi significativi anche come lingua della socializzazione primaria in famiglia, acquisendo parlati nativi o Ampliamento delle funzioni e del raggio comunicativo del pidgin o Un’elaborazione e una complessificazione grammaticale e lessicale o Possono diventare lingue scritte, scolastiche, ufficiali e nazionali o Permettono di osservare e teorizzare come avvenga in natura la processazione che porta a una nuova lingua Caso modello per vedere quali siano i principi universali secondo cui le capacità cognitive e l’eredità biologica dell’uomo elaborino la struttura di un sistema linguistico, in un contesto privo di qualunque restrizione e codificazione normativa 3.6.2 I conflitti tra lingue; il bilinguismo da emigrazione; minoranze linguistiche È più frequente che la compresenza di lingue a livello statale dia luogo a conflitti e lotte non solo culturali, ma politici o Spagna e Belgio Emigrazioni o Il più pervasivo dei fenomeni sociali e demografici che creano plurilinguismo o Implica un reciproco aggiungersi l’una all’altra di due lingue o L’esposizione alla lingua provoca l’apprendimento e l’adozione della lingua della comunità che li accoglie o Introduce una nuova lingua portata dagli immigrati, al repertorio globale della comunità parlante méta dell’immigrazione Varietà di italiano tipiche dell’emigrazione o Repertorio linguistico della prima e della seconda generazione di emigrati o L’uso alternato delle lingue o Sorti dei dialetti italiano all’estero Linguistica acquisizionale – studio delle strategie di apprendimento dell’italiano come L2 n contesto naturale e delle varietà di interlingua sviluppate dai parlanti non nativi Conflitti comunicativi e fraintendimenti nell’interazione verbale I problemi di integrazione culturale e linguistica Identitá etnica e culturale come si manifesta nell’interazione verbale in italiano 3.7 Le minoranze linguistiche Le minoranze linguistiche – le comunità storiche, di antico insediamento, in uno stato, nelle quali sia tradizionalmente parlata una lingua diversa da quella che è la lingua ufficiale prevalente dello stato o Danno luogo a conflitti e problemi sociopolitici di varia natura Lingua minoritaria, lingua di minoranze, lingua regionale, lingua meno diffusa I principali problemi: il mantenimento, la tutela e la promozione della lingua, le questioni di pianificazione e di interventi politici e legislativi della sorte della lingua; decadenza linguistica, morte delle lingue Lingue deboli – soggette a regressione strutturale e funzionale e a perdita di parlanti Colonie alloglotte – minoranze linguistiche all’interno di un paese Minoranza germanofona dell’AltoAdige/Südtirol o Il tedesco è la lingua ufficiale e scolastica alla pari dell’italiano o Un doppio sistema scolastico o Bilinguismo bicomunitario – un certo senso separista, mira a mantenere intatte, e a rinforzare, le singole comunità delle due diverse lingue 1999 – il principio della tutela di tute le minoranze linguistiche Valle d’Aosta: ufficialmente bilingue italiano/francese o Bilinguismo integrativo – la piena padronanza e l’uso del tutto paritario di italiano e francese a tutti i cittadini della Vallée In realtà: dilalia italiano/patois francoprovenzale, con un bilinguismo artificiale francese – molto poco diffuso negli usi comuni della generalità dei parlanti Lo sloveno e dialetti sloveni – Trieste e Gorizia l’albanese croato – tre piccole comuni del Molise dialetti neogreci parlate zingare Franco-provenzale, il ladino, il catalano, il friulano, il sardo Lingue minacciate, in via di regresso e decadenza sotto la duplice pressione dell’italiano e dei dialetti italoromanzi circostanti La varietà locale occupa in genere il gradino inferiore della compartimentazione diglottica o dilalica del repertoria Una serie importante di studi è stata dedicata al fenomeno della decadenza, obsolescenza e morte delle lingue e ai tratti sia linguistici che sociolinguistici che si manifestano nel processo di language decay Quando è una lingua morta? – morte del suo ultimo parlante, non ha più parlanti nativi o Semiparlanti o parlanti imperfetti – competenza ridotta e fossilizzata o La vita effettiva di una lingua sembra sempre essere connessa all’seistenza di un parlante nativo fluente Obsolescenza di una lingua implica ovviamente una progressiva riduzione delle funzioni e degli ambiti d’uso Atrofizzazione funzionale – una riduzione e semplificazione strutturale La perdita di produttività dei meccanismi di formazione di parola; la diminuzione della sinonimia e della polisemia, riduzioni e sovraestensioni dei paradigmi di morfologia flessionale, riduzione dell’allomorfia, semplificazione delle categorie morfologiche e delle strutture sintattiche o Non assunti a sintomi sicuri di decadenza o Non appare seguire una direzione lineare 3.8 Sociolinguistica ed educazione Concentrazione su: Le competenze linguistiche degli allievi e gli errori di lingua; il dialetto e la scuola; lo svantaggio linguistico ed educativo connesso all’estrazione sociale; la scoperta delle varietà di lingua come concetto cardine, in contrapposizione al modello di educazione linguistica tradizionale fondato sull’insegnamento “monolinguistico” normativo e grammaticale Il problema del rapporto fra la norma attesa dall’insegnamento scolastico e la realtà dei comportamenti linguistici delle persone Quale debba essere l’intervento della scuola, a quali finalità generali e obiettivi particolari debba agire La società e la scuola – una situazione di plurilinguismo e una molteplicità di varietà di lingua Ogni varietà di lingua è corretta in sé: ma non ogni produzione in qualunque varietà è corretta, va bene, in qualunque situazione e ai fini comunicativi da raggiungere o Guadagnare la consapevolezza che ogni varietà di lingua ha la sua funzione e anche la sua spendibilità sociale Sol un adeguato possesso d’Italiano consente a tutti di realizzare pienamente i propri diritti e doveri di cittadini e di manifestare al meglio le proprie potenzialità in tutti i campi o Riprovazione sociale 3.9 Sociolinguistica e atti linguistici Strumento di analisi ingenua dei messaggi Atti linguistici – enunciati pronunciati da un parlante che non solo servono a dire qualcosa, ma che, in vari sensi, servono anche a fare qualcosa o Atti direttivi – enunciati che rappresentano tentativi da parte del parlante/scrivente di indurre l’ascoltatore/lettore a fare qualcosa Consiglio, invito, chiedo, richiedo, domando, supplico, prego, imploro o Atti rappresentativi – impegnano il parlante alla verità o falsità della proposizione espressa Giuro, affermo, asserisco, formulo ipotesi che, …. o Atti commissivi – l’impegnare il parlante ad assumere una certa condotta futura Prometto, mi impegno, … o Atti espressivi – esprimono lo stato psicologico del parlante Mi congratulo, chiedo scusa, ringrazio o Atti dichiarativi – verbi che producono la corrispondenza tra il contenuto proposizionale e la realtà Ti dichiaro presidente, vi nomino membri del club Sociolinguistica li usa per dare una chiave di lettura delle interazioni verbali e di certi fatti della realtà che ci circonda La scelta dei tipi di enunciato – agire sull’ascoltatore, provocare delle reazioni Regole di conversazione (Grice) Regole di conversazione alle quali è opportuno attenersi se si desidera che la conversazione non solo sia uno scambio di informazioni, ma abbia la valenza sociale di instaurare e mantenere un rapporto tra persone Le regole riguardano: o La quantità o La qualità o La relazione o Il modo Sottostante a tutte le regole conversazionali è il principio di cooperazione e cortesia o I parlanti accettano tacitamente di collaborare affinché la conversazione sia efficace dal punto di vista informativo, ma sia anche piacevole, non disturbante l’altro, in grado di instaurare una relazione positiva Una interazione perfetta – difficilmente o raramente riscontrabile nella realtà o Regole spesso violate sia intenzionalmente al fine di ottenere un certo scolo, sia involontariamente, per mancanza di attenzione