LA FOTOGRAFIA

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Ottobre 2016
LA FOTOGRAFIA
Flusser: l’immagine fotografica è stata un’innovazione radicale nella cultura occidentale.
1837: primo dagherrotipo ad opera di Daguerre.
7 gennaio 1839: Arago presenta la dagherrotipa all’Accademia delle Scienze di Francia.
La fotografia ha assunto la capacità di riprodursi nella quantità desiderata a partire da un’unica matrice di
base. E’ diventata cioè un oggetto che, come i beni industriali, era prodotto in serie per grandi masse di
persone. Secondo Benjamin la riproduzione dell’immagine ha reso anacronistico contrappore opera d’arte e
merce. Dall’800 si è diffuso un processo di riproduzione meccanica che ha imposto la tecnologia sulle capacità
dell’artista.
L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Walter Benjamin (1966)
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Quale funzione?
Da una parte la fotografia all’interno della storia dell’arte come una sorta di evoluzione originata da una
nuova tecnica.
Dall’altra la volontà di porre la fotografia a fianco e all’interno degli strumenti di comunicazione ma che fa
riferimento al sistema dell’informazione e non a quello artistico.
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Fotografia come documentazione sociale (Es. Lewis Hine denuncia i problemi legati all’immigrazione
e il lavoro minorile).
Concezione surrealista della fotografia: 1900 fotografia come arte
Dadaismo:
Interdisciplinarità e abbattimento delle barriere tecniche: distruggere l’arte per ripartire con una nuova arte
coincidente con la vita stessa e non separata da essa.
(Si veda anche Man Ray)
Henri Cartier-Bresson
La fotografia è qualcosa di più o di diverso dalla semplice registrazione della realtà. La volontà di conferire
all’immagine un valore che vada al di là della descrizione per giungere all’interpretazione.
La prima tappa fondamentale nella storia della fotografia è stata l’invenzione della CAMERA SCURA, parte
essenziale della macchina fotografica. La camera scura è stata costruita sul funzionamento dell’occhio
umano.
IV Sec. A.C. ARISTOTELE fa il primo accenno alla camera scura. Si era accorto della possibilità di proiettare
l’immagine del sole in una stanza buia attraverso un piccolo foro.
X – XI Sec.: alhazam Ibn Al-Haitham descrisse la camera scura e il fenomeno fisico del rovesciamento
dell’immagine.
XIII secolo, Guglielmo di Saint-Cloud: registra la posizione del sole, della luna e dei pianeti tramite la
proiezione dell’immagine del sole su uno schermo mediante una camera oscura.
Nel 500 Leonardo da Vinci scopre che può osservare la realtà grazie al fenomeno ottico. I suoi studi
influenzano i pittori rinascimentali.
1550, Gerolamo Cardano applica una lente convessa per concentrare la luce.
1568, Daniele Barbaro applica una lente con diaframma.
1591, Giovanni Battista della Porta descrisse un apparecchio con lente per rendere le immagini più nitide.
1604, Giovanni Keplero fu il primo ad utilizzare il termine camera oscura
1650 Kircher crea modelli abitabili della camera oscura.
I pittori diedero un impulso per un ulteriore evoluzione di questa tecniche, nacquero così le camere oscure
portatili e dotate di una lente e di uno specchio.
1620, nasce la camera a tenda, catturava l’immagine esterna grazie ad un obbiettivo posto in cima e la
proiettava verticalmente su un piano dove l’artista poteva studiarla. Nel tempo le dimensioni andarono via
via rimpicciolendosi fino a diventare una piccola scatola tenuta di luce.
Verso la fine del 700 le invenzioni fisiche avevano già applicato la fotografia a tutte le soluzioni presenti nelle
macchine fotografiche moderne, compresa la possibilità di variare la lunghezza focale. Ciò che mancava era
la possibilità di imprimere l’immagine ottenuta con un processo chimico istantaneo.
Primi dell’800 Wedgowood cerca di ottenere immagini permanenti appoggiando degli oggetti sopra
particolari lastre impregnate di Sali d’argento. Ottiene ottime riproduzione ma non riuscì mai a capire come
rimuovere i residui di sale che causavano l’annerimento di tutta la lastra. Al suo procedimento mancava un
FISSATORE e uno STABILIZZATORE.
La nascita della fotografia:
Niepce fu il primo ad ottenere un immagine incisa esclusivamente dalla luce e a riuscire a conservarla
inalterata. Egli tratta una lastra di peltro con un particolare bitume fotosensibile, il bitume di giudea. Dopo
alcune esposizioni la lastra induriva nelle parti luminose dell’immagine mentre il restante bitume veniva
asportato, evidenziando il peltro sottostante, ottenendo così un’immagine positiva.
1827: Niepce applicò le lastre come matrici per le stampa, ottenendo la prima fotografia, che ritrae la veduta
della finestra della casa dello scienziato, ottenuta dopo un’esposizione di otto ore.
Daguerre scopre il processo di fissazione grazie a una circostanza fortuita. Egli esperimenta l’esposizione di
lastre ricoperte di ioduro d’argento alla luce, senza ottenere risultati significativi. Una delle sue foptografie
resto per dimenticanza chiusa in un armadio, dove vi era un termometro rotto da cui fuoriusciva vapore di
mercurio. Daguerre poté osservare come l’immagine si fosse sviluppata grazie a un processo di
amalgamazione tra le particelle di argento e di mercurio. Da questa coincidenza nasce il dagherrotipo.

In che cosa consiste il dagherrotipo?
E’ una lastra di rame sulla quale applicato elettroliticamente uno strato di argento, successivamente
sensibilizzato con vapore di iodio. La combinazione di argento e iodio produce un vapore che appanna la
lastra rendendola fotosensibile.
1. La lastra è preparata in penombra perché l’esposizione alla luce la impressionerebbe.
2. E’ inserita in una camera oscura e viene impressionata dal raggio di luce che filtra dall’esterno.
L’esposizione è un processo di durata variabile a seconda della quantità di luce ambientale che si ha
a disposizione.
3. Poi la lastra viene sviluppata, ovvero esposta a vapore di mercurio, capace di formare una patina
biancastra in corrispondenza delle parti in cui la luce ha precedentemente impressionato i Sali
d’argento.
L’immagine ottenuta è unica e irriproducibile.
Inizialmente il dagherrotipo veniva utilizzato per immortalare l’architettura e le nature morte, poi con il
miglioramento degli obiettivi e la diminuzione dei tempi di realizzazione fu possibile la realizzazione dei
ritratti. Successo legato alla passione borghese per la ritrattistica.
1839 John Friedrich Eskel invenzione del negativo.
Tecnica perfezionata da Talbot, inventore del negativo su carta, permetteva di ottenere più copie positive di
un’unica immagine. Prese il nome di calotipia.
Archer: nuova tecnica per l’impressione delle immagini basata sull’utilizzo del collodio umido. Le lastre così
trattate richiedevano pose molto brevi per il ritratto, raggiungevano un ottimo livello qualitativo e
permettevano di moltiplicare le stampe utilizzando carte all’albume.
1840 Hyppolite Bayard inscena la propria morte. In quegli anni si diffonde la consapevolezza che l’immagine
è manipolabile: è vera perché l’oggetto esiste. E’ falsa perché posso falsare l’oggetto fotografato
L’evoluzione della fotografia: dal 1861 con Maxwell fino all’arrivo delle prime macchine fotografiche
digitali. Evoluzione verso la miniaturizzazione.
1861 Maxwell spiega che la sovrapposizione dei filtri rosso, verde e blu restituivano un’immagine a colori.
Riesce ad ottenere la prima fotografia a colori della storia.
1871 Maddox realizza i primi negativi in gelatina, usando il bromuro di cadmio e il nitrato d’argento come
elemento fotosensibile. Quindi avvento della pellicola fotografica.
1878 Muybridge fotografia in movimento. Utilizza 24 apparecchi fotografici per immortalare un cavallo che
corre.
I pittori iniziano ad utilizzare la fotografia come supporto della propria attività per riprodurre con maggior
precisione la realtà.
1888 Eastman realizza la KODAK number one (You press the button, we do the rest), con la quale nasce la
fotografia per tutti. Era possibile fare 100 scatti.
Scatola contenente un rullo fotografico che utilizzava come supporto la celluloide.
Ciò comporta una democratizzazione della fotografia e la nascita della fotografia amatoriale.
1900 KODAK presenta la Brownie, versione più economica della precedente.
1924 presentazione della LEIKA. Nascita del fotogiornalismo.
1929 ROLLEFLEX dotata di due obbiettivi: uno per la ripresa, l’altro oer la ricomposizione dell’inquadratura.
1948 fotografia istantanea con la POLAROID modello 95
1972 prima macchina che espelle automaticamente il materiale.
Con l’avvento della televisione, le immagini in movimento mettono in crisi l’immagine fotografica proprio sul
terreno del realismo.
Guerra in Vietnam: prima guerra televisiva. Il fotoreporter riveste il ruolo di testimone privilegiato.
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