ASPETTI GENETICI EPIDEMIOLOGIA MELANOMA

advertisement
CLINICA E TERAPIA DEL MELANOMA
CUTANEO
ASPETTI GENETICI ED EPIDEMIOLOGIA
14 MARZO 2015
Ordine dei Medici di Novara
Dott.ssa Laura Cristina Gironi, Dott. Roberto Giorgione, Dott.ssa Pamela Farinelli,
Prof. Enrico Colombo
MELANOMA CUTANEO: UNA MALATTIA DEI GENI
IL Melanoma Cutaneo (MC) è una malattia oncologica eterogenea dal punto di
vista clinico, molecolare e genetico alla cui base si ritrovano, come tutti i tumori,
processi cancerogenici determinati essenzialmente in eventi mutageni non letali
accumulo di mutazioni “attivanti” a carico di geni oncogeni (che promuovono
la crescita autonoma della cellula tumorale) e “disattivati” a carico dei geni
oncosoppressori (che frenano la proliferazione della cellula) e dei geni implicati
nella riparazione del DNA
PROGRESSIONE TUMORALE (PROCESSO DI CANCEROGENESI
MULTISTEP)

MELANOMA CUTANEO: UNA MALATTIA DEI GENI
Questi eventi genetici possono avvenire:
a LIVELLO SOMATICO (più frequentemente)  TUMORE SPORADICO
a LIVELLO GERMINALE (meno frequentemente)  TUMORE EREDITARIO
(SINDROME ONCOLOGICA FAMILIARE)
I PORTATORI DI MUTAZIONI EREDITARIE A CARICO DI GENI ONCOGENI, ONCOSOPPRESSORI O
COINVOLTI NELLA RIPARAZIONE DEL DNA HANNO UN RISCHIO AUMENTATO E TRASMISSIBILE DI
SVILUPPARE UNA NEOPLASIA NEL CORSO DELLA VITA: il riconoscimento dei soggetti portatori di questa
condizione assume un’importanza vitale per l’ottimizzazione della gestione del paziente stesso e dei
familiari
IL MELANOMA FAMILIARE
 8-13% dei casi di MC presentano familiarità per questo tumore
 FAMILIARITA’ PER MELANOMA è attualmente considerata il
principale FdR
 la probabilità è direttamente proporzionale al numero di membri
affetti e dipende dal grado di parentela
2X se un genitore affetto
3X se un fratello affetto
9X se 1 genitore+1fratello affetti
Locus
1p36
9p21.3
12q14.1
1p22
16q24.3
14q32.3
3
20q11.2
3p14p13
5p15.33
7q31.33
3p21.1
Fenotipo
Melanoma familiare
(suscettibilità al melanoma
cutaneo) 1;
CMM1
Melanoma familiare
(suscettibilità al melanoma
cutaneo) 2;
CMM2
Melanoma familiare
(suscettibilità al melanoma
cutaneo) 3;
CMM3
Melanoma familiare
(suscettibilità al melanoma
cutaneo) 4;
CMM4
Melanoma familiare
(suscettibilità al melanoma
cutaneo) 5;
CMM5
Melanoma familiare
(suscettibilità al melanoma
cutaneo) 6;
CMM6
Melanoma familiare
(suscettibilità al melanoma
cutaneo) 7;
CMM7
Melanoma familiare
(suscettibilità al melanoma
cutaneo) 8;
CMM8
Melanoma familiare
(suscettibilità al melanoma
cutaneo) 9;
CMM9
Melanoma familiare
(suscettibilità al melanoma
cutaneo) 10;
CMM10
Sindrome da
predisposizione tumorale
Numero MIM
del fenotipo
155600
Numero
Gene
MIM
del gene
Non noto
IL MELANOMA FAMILIARE
155600
155601
CDKN2A
600160
609048
CDK4
123829
608035
Non noto
608035
613099
MC1R
155555
613972
XRCC3
600675
612263
Non noto
612263
614456
MITF
156845
615134
TERT
187270
615848
POT1
606478
614327
BAP1
603089
La maggior parte dei casi di
melanoma familiare sono
associati alla mutazione
patogenetica, trasmessa in linea
germinale, a carico di uno di
questi geni, che peraltro possono
potenzialmente agire in sinergia
GENI AD ALTA, MEDIA E BASSA
SUSCETTIBILITÀ
Ciò nonostante, alcuni casi di
trasmissione familiare di MC
restano ad oggi a eziologia
ignota, non essendo ancora
stato sequenziato lo specifico
gene coinvolto
IL MELANOMA FAMILIARE
Mutazioni germinali a carico dei geni ad alta suscettibilità CDKN2A
e CDK4 sono ad oggi considerate il principale FdR per lo sviluppo
del MC  predisposizione geneticamente determinata ed
trasmissibile (AD) per lo sviluppo di MC
 il 20-40% dei casi di melanoma familiare è determinato da
mutazioni germinali di CDKN2A mentre le mutazioni CDK4 sono
rare (20 famiglie nel mondo)
 Prevalenza media mondiale di mutazione germinale CDKN2A
0,01%
Una mutazione a carico del gene CDKN2A (e CDK4) aumenta il R
di sviluppare sia MC che Ca. pancreatico (TP) 
SINDROME «MELANOMA-TUMORE PANCREATICO» MPCS
IL MELANOMA FAMILIARE: LE BASI GENETICHE
I GENI CDKN2A (ONCOSOPRESSORE) E CDK4 (PROTO-ONCOGENE) SONO
IMPLICATI NELLA REGOLAZIONE DEL CICLO CELLULARE
p16INK4a
p14ARF
CICLINA D - CDK4/6
RB
RB
E2F
P
MDM2
E2F
attivo
p53
G1
S
IL MELANOMA FAMILIARE: LE BASI GENETICHE
Le varianti deleterie del gene codificante p16INK4a e p14ARF inducono l’immortalizzazione delle
cellule melanocitarie perché determinano una perdita di funzione delle proteine stesse:
 attivazione di CDK4 e CDK6 e conseguente iperfosforilazione di RB e attivazione del fattore
trascrizionale E2F
 Mancata inibizione di MDM2  Accelerata degradazione di p53
MUTAZIONE GERMINALE CDKN2A IN ITALIA  IL PIEMONTE UNA ZONA AD ALTO RISCHIO
 mutazione puntiforme missenso ricorrente (EFFETTO FONDATORE) che coinvolge l’esone 2 del
gene (G101W, c.301G> T)  1 PROGENITORE ANCESTRALE VISSUTO CIRCA 2900 ANNI FA IN
ITALIA (NORD-OVEST). Successiva diffusione in tutto il mondo, in particolare Sud-Ovest
dell’Europa
 mutazione E27X (c.79G> T), una transversione che coinvolge l’esone 1 è un’altra mutazione
con EFFETTO FONDATORE  1 PROGENITORE ANCESTRALE VISSUTO CIRCA 600 ANNI FA IN ITALIA.
Identificata quasi esclusivamente in famiglie provenienti da una ristretta area geografica
(Nord-Ovest/Piemonte meridionale, confinante con la Liguria)
IL MELANOMA FAMILIARE
LA SINDROME MELANOMA-TUMORE DEL PANCREAS
La probabilità di mutazione CDKN2A aumenta in caso di (in ordine di importanza):
 STORIA FAMILIARE POSITIVA PER MC
 NUMERO DEI MC PRIMITIVI
 GIOVANE ETA’ ALLA DIAGNOSI DI MC
La frequenza di mutazione nei casi di melanoma
familiare va dal 20 al 40% e aumenta con il numero dei
casi di MC nella famiglia  1 caso 1%; 2 casi 13%; 3 o
più casi 38%
La probabilità di mutazione è circa il 2% in un pz con 2
o più MC primitivi, ma aumenta al 7% se è presente
anche una storia familiare positiva. In caso di 4 o più
Mc primitivi, la probabilità di mutazione è quasi il 100%
L’età media della diagnosi di MC in pz portatori di
mutazione CDKN2A è relativamente precoce (30-40
anni), rispetto all’età media di diagnosi di MC sia nelle
famiglie ad alto rischio ma senza mutazione CDKN2A
(40-50 anni) sia nella popolazione generale (52 anni)
IL MELANOMA FAMILIARE
LA SINDROME MELANOMA-TUMORE DEL
PANCREAS
mutazione CDKN2A hanno un rischio 65 VOLTE MAGGIORE rispetto
 I carrier di
popolazione generale di sviluppare un MC  ALTA PENETRANZA
alla
Il 50-90% sviluppa un MC durante il corso delle vita
 Penetranza della mutazione e manifestazione clinica (età di insorgenza di MC, numero di
MC e rischio di TP) variabile geni a bassa suscettibilità MCR1, coinvolti nella riparazione
del DNA e nella immunosorveglianza; esposizione ambientale ai raggi UV (penetranza in
Europa 58% a 80 anni; in Australia 90% a 80 anni)
 I carrier di mutazione CDKN2A hanno un rischio globale 4-5 VOLTE MAGGIORE di sviluppare
un tumore non-MC  R per tutti i tumori-non MC e per TP-tratto gastroenterico superiore e
respiratorio, rispettivamente 75% e 53% a 80 anni
 La mutazione germinale del gene CDKN2A rappresenta attualmente il principale e più
frequente fattore genetico di suscettibilità identificabile nei casi familiari di tumore del
pancreas, in particolare in Italia.
Il 17% dei carrier sviluppa un tumore pancreatico entro i 75 anni (RR di 44 volte maggiore
rispetto alla popolaizone generale), rischio che può aumentare fino al 58% se il carrier è un
fumatore
IL MELANOMA FAMILIARE
LA SINDROME MELANOMA-TUMORE DEL PANCREAS
FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI
 MC  ESPOSIZIONE A RAGGI UV
 TP, TUMORI TRATTO GASTROENTERICO SUPERIORE, ORL, RESPIRATORIO, TESTACOLLO  FUMO DI SIGARETTA (probabilmente anche ALCOL)
 MAGGIORE SUSCETTIBILITÀ AI TUMORI DELLA CERVICE UTERINA (INDOTTI DA
HPV)?
SORVEGLIANZA
 Sorveglianza dermatologica total-body associata a epiluminescenza e
videodermoscopia digitale a partire dai 10 anni, ogni 12/6 mesi in base alle
caratteristiche del pz (fototipo, numero di nevi, nevi displastici…)
 I pz ad alto rischio, come i portatori di mutazione CDKN2A e con storia
familiare positiva per TP, dovrebbero sottoporsi annualmente a Ecografia
(endoscopica) e/o RMN PANCREATICA
 Nessun consenso unanime attuale per sorveglianza di tumori non-cutanei e
non-TP
IL MELANOMA FAMILIARE
ALTRI GENI DI SUSCETTIBILITÀ
 MITF oncogene a media suscettibilità codificante per un fattore
di trascrizione nucleare  mutazione germinale missenso (E318K)
in famiglie con MC e TUMORE RENALE di origine EUROPEA e
AUSTRALIANA. Il 40-60% dei MC sono NODULARI. Anche Tumore
della Mammella, pancreas, malattie linfoproliferative
 Promotore del gene TERT implicato nella regolazione della
lunghezza dei telomeri  mutazione mutualmente esclusiva
rispetto a CDKN2A, in (poche) famiglie con MC e fenotipo
FAMMM
 POT1 implicato nella regolazione della lunghezza dei telomeri 
mutazione germinale con EFFETTO FONDATORE in famiglie
italiane (Emilia Romagna). Altri casi anche in Europa, USA. Alta
suscettibilità per MC
IL MELANOMA FAMILIARE
ALTRI GENI DI SUSCETTIBILITÀ
 MC1R recettore dell’ormone melanocitastimolante
(MSH),
implicato
nella
regolazione del rapporto eumelanina
(nera/marrone-bruna)
e
feomelanina
(rossa/gialla), caratterizzando la vasta
gamma di colori della cute e dei capelli
umani.
Alcune varianti del gene sono associate al
FENOTIPO RHC (capelli di colore rosso, cute
chiara, efelidi, incapacità ad abbronzarsi),
correlato ad un RR per MC da 2,2 a 16 volte
maggiore.
La presenza di una di queste varianti RHC
aumenta inoltre la penetranza della
mutazione CDKN2A; nei portatori di
entrambe le mutazioni il rischio di sviluppare
MMP è particolarmente elevato e l’età
media alla diagnosi del primo melanoma è
particolarmente precoce (< 30 anni)
IL MELANOMA FAMILIARE
ALTRI GENI DI SUSCETTIBILITÀ
BAP1 oncosoppressore implicato nella regolazione
del ciclo cellulare attraverso BRCA1  mutazione
germinale in (poche) famiglie con MC, Melanoma
Uveale, Mesotelioma (Tumore renale, Tumore del
Pancreas, Tumore della Mammella)
MELANOMA FAMILIARE
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
STUDIO OSSERVAZIONALE PROSPETTICO con lo scopo di individuare e caratterizzare i
portatori di mutazioni germinali predisponenti allo sviluppo di MC tra i pazienti afferenti
all’Ambulatorio di Follow-up Melanoma della S.C.D.U. di Dermatologia e Venereologia
dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara nel periodo tra il 1 Gennaio 2011 e il 31
Dicembre 2014
MUTAZIONI GERMINALI predisponenti al MELANOMA FAMILIARE (e tumori non cutanei
correlati) INDAGATE:
 CDKN2A, CDK4, MITF, promotore di TERT  analisi eseguite presso la S.C.D.U. di Genetica
Medica dell’Azienda San Giovanni Battista di Torino (Responsabile Prof.ssa Barbara
Pasini).
Sono in corso le analisi genetiche del gene POT1
 BAP1  analisi eseguite presso il Laboratorio di Patologia Genetica (Dipartimento di
Scienze della Salute dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”) di cui
è responsabile la Prof.ssa Irma Dianzani
MELANOMA FAMILIARE
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
L’obiettivo dello studio è stato identificare i pazienti affetti da MC che presentassero
almeno uno delle seguenti caratteristiche:
 Diagnosi di MC ad un’età < 40 anni e/o
 MMP nello stesso paziente e/o
 Familiarità per MC e/o
 Storia personale e/o familiare di altri tumori viscerali suggestivi di una sindrome
oncologica familiare nota correlata ai geni CDKN2A, CDK4, MITF, promotore di TERT e
BAP1 (TP, astrocitoma-tumore del SNC, tumore renale, melanoma uveale,
mesotelioma ecc.)
I pazienti in possesso di almeno uno dei criteri sopra riportati presentavano delle
caratteristiche personali e/o familiari suggestive per MC non sporadico (MC FAMILIARE),
correlato ad una sindrome oncologica ereditaria. Abbiamo quindi identificato una
sottopopolazione selezionata a rischio non solo per MC ma anche per tumori viscerali
MELANOMA FAMILIARE
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
350 pazienti affetti da MC  135/350 (35,5%) presentavano almeno 1 dei criteri di inclusione
(54/350 15,4% FAMILIARITÀ PER MC)
Previo consenso informato, ricerca di mutazione germinale dei geni di suscettibilità
CDKN2A, CDK4, MITF, promotore del gene TERT e BAP1
32 portatori di 5 diverse mutazioni germinali del gene CDKN2A
+ 1 VARIANTE del gene CDKN2A
+1 portatore di variante del gene BAP1
FREQUENZA DI MUTAZIONE CDKN2A della nostra coorte di pazienti: 25% (33/132) tra i pazienti
selezionati (ad alto rischio), 9,4% tra tutti i pazienti affetti da MC (dato sottostimato)
MELANOMA FAMILIARE
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
MUTAZIONE CDKN2A
EFFETTO
FONDATORE
TOTALE MEMBRI
DELLA FAMIGLIA
GENOTIPIZZATI
FAMILIARI NON
GENOTIPIZZATI
PROBABILI CARRIER
(Casi indice e
Familiari)
(Affetti da MC e/o
TP)
MUTAZIONE GERMINALE
CASI IDENTIFICATI
DEL GENE CDKN2A
(Casi Indice)
c.301G>T
(p.Gly101Trp)
24
37 (+1)1
37
75
c.4582415_471+284del
(p.Asp153AlafsX30)
3
5
4
9
c.71G>C (P.Arg24Pro)
3
6
2
8
c.259C>T (p.Arg87Trp)
1
1
1
2
c.142C>A (p.Pro48Thr)
1
1
2
3
c.270C>G
(p.Phe90Leu)
12
1
0
1
TOTALE
33
51 (+1)1
46
98
Note1: si deve aggiungere 1 carrier obbligato, sorella del caso indice NFP47.1 Nota2: Variante del gene
CDKN2A mai descritta in letteratura
TOTALE
MELANOMA FAMILIARE
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
MUTAZIONE CDKN2A
Variante
c.270C>G
c.71G>C
(+ Calabria + Albania)
c.142C>A
c.259C>T
Effetto fondatore c.301G>T
70% delle famiglie individuate
provengono dal comune di
Borgomanero o paesi limitrofi
Probabile effetto fondatore c.4582415_471+284del
Tutte le famiglie individuate provengono da
una ristertta area a Nord di Novara
(delimitate dai comuni Vaprio D’agogna,
Suno e Bogogno)
Casi indice sono casi «sentinella»
MELANOMA FAMILIARE
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI
NOVARA
VARIANTE DEL GENE BAP1
 2 mutazioni germinali a carico del gene BAP1, mai descritte in letteratura in una giovane
donna affetta da 2 MC, con familiarità (paterna) per MC; si tratta di una mutazione
missenso (c.1700A>C p.Asp567Ala) e di una duplicazione nel promotore (c.594dupCCCGT) mai descritte in letteratura
 Le mutazioni sono state ereditate dalla madre che ha ricevuto di recente diagnosi di
Linfoma cutaneo B non-Hodgkin
 Caso in attuale fase di studio funzionale
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
CONCLUSIONI
 Ad
oggi
lo
STUDIO
OSSERVAZIONALE
PROSPETTICO
MONOCENTRICO più completo ed esaustivo in termini clinici di
una popolazione di portatori di mutazione germinale del gene
CDKN2A
 La nostra casistica, oltre a confermare alcuni dati già noti in
letteratura, ha fornito delle osservazioni mai esaminate in
precedenza riguardo alla predisposizione geneticamente
determinata allo sviluppo del MC correlata alla mutazione
deleteria germinale dell’oncosoppressore CDKN2A
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
CONCLUSIONI
La nostra casistica ha dimostrato e confermato tutte le caratteristiche
fenotipiche della sindrome ad oggi note dalla letteratura:
 La mutazione si trasmette con modalità autosomica dominante, con una
frequenza indipendente dal sesso di appartenenza.
Le donne, indipendentemente dallo stato mutazionale, sembrano più
suscettibili allo sviluppo del MC, in particolare nelle fasce di età più giovani,
dati confermati anche dalle statistiche internazionali relative alla popolazione
caucasica.
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
CONCLUSIONI
 I carrier di mutazione sviluppano durante il corso della vita un
numero di MMP superiore rispetto alla popolazione caucasica
generale e rispetto ai soggetti WT provenienti da famiglie ad alto
rischio
per
melanoma
(con
evidenza
di
differenza
statisticamente significativa)
Questa caratteristica fenotipica appare sensibile e specifica per la
sindrome in questione, rendendo l’anamnesi personale (e
familiare) di MMP, insieme alla familiarità per melanoma, il criterio
di sospetto più indicativo
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
CONCLUSIONI
 La giovane età alla diagnosi del primo MC (< 40 anni d’età) da sola
non rappresenta un criterio né sensibile né specifico indicativo di
sindrome oncologica familiare
I portatori di mutazione CDKN2A tendono ad ammalarsi di MC più
precocemente rispetto alla popolazione caucasica generale, ma non
presentano un’anticipazione della diagnosi di melanoma molto diversa
dai soggetti caucasici appartenenti a famiglie ad alto rischio per MC
ma senza mutazione CDKN2A
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
CONCLUSIONI
 I portatori di mutazione potrebbero sviluppare MC attraverso il cosiddetto nevus
pathway, a differenza di quello che probabilmente accade per la maggior parte
dei MC sporadici, la cui patogenesi potrebbe essere più frequentemente
ricondotta all'UVB pathway
I MC dei pazienti MUT, indipendentemente dal sesso, tendono più frequentemente a
svilupparsi dalla trasformazione maligna di un nevo melanocitico preesistente
piuttosto che da cute apparentemente sana esposta in modo intermittente ai raggi
UV
Questa ipotesi è confermata anche dalla nostra casistica:
 I carrier MUT presentano un numero di nevi melanociti acquisiti e displastici
superiore, con evidenza di differenza statisticamente significativa, rispetto ai
controlli, siano essi provenienti dalla popolazione generale sia rispetto ai soggetti
WT provenienti dal nostro studio, quindi a maggiore rischio.
Essi presentano quindi il cosiddetto fenotipo FAMMM
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
CONCLUSIONI
 Contrariamente a quanto riportato in letteratura, la nostra casistica sembra
suggerire che lo stato genotipico possa influenzare le sedi coinvolte dallo
sviluppo dei MC 
La distribuzione anatomica dei MC nei MUT è indipendente dal sesso (a
differenza dei MC sporadici, che hanno distribuzione differenze in relazione al
genere di appartenenza) e interessa con meno frequenza gli arti superiori e il
capo-collo (soprattutto nei soggetti MUT più giovani), sedi anatomiche con
esposizione generalmente maggiore all’azione cancerogena dei raggi UV.
La discordanza di sede anatomica mostrata dai MMP nei soggetti MUT rispetto ai
WT dimostrerebbe che mentre l’intero tegumento dei carrier presenta un rischio
“germinale” (costituzionale) di sviluppare una neoplasia melanocitaria (che
comunque può venire influenzata da fattori esogeni acquisiti), il rischio
oncologico delle varie sedi anatomiche nei WT è da correlare in particolare
all’esposizione ambientale
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
CONCLUSIONI
Il nostro studio conferma la tendenza dei carrier di MUT a
sviluppare con netta prevalenza, rispetto alla popolazione
caucasica generale, SSM a discapito degli altri istotipi;
questa peculiarità diventa ancora più evidente se si
prendono in considerazione alcune sedi anatomiche come il
capo-collo e gli arti inferiori
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
CONCLUSIONI
 Abbiamo analizzato alcuni aspetti fenotipici poco o per nulla indagati in
precedenza da altri autori
 I portatori di mutazione germinale CDKN2A si ammalano più
frequentemente, e in modo statisticamente significativo, rispetto ai
soggetti WT di MC con caratteristiche prognostiche migliori in termini di
spessore di Breslow, livello di Clark e ulcerazione; questi dati sono
confermati anche confrontando i MC con identico istotipo.
Conseguentemente mostrano più frequentemente rispetto ai WT stadio
alla diagnosi e sopravvivenza globale (per melanoma) migliore
 I carrier sviluppano raramente melanomi cutanei con fenomeno di
regressione ma senza evidenza di differenza con i soggetti affetti da MC
non-carrier
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
CONCLUSIONI
I pazienti MUT si ammalano di MC con spessore di
Breslow in media significativamente inferiore rispetto ai
pazienti WT e questo dato non sarebbe solo da riferire
all’altra frequenza di SSM e MC in situ (come suggerito
dalla letteratura) ma anche, probabilmente, ad un
differente processo di tumorogenesi. In effetti, la
minore invasività dei MC sviluppati dai carrier si ritrova
anche confrontando le neoplasie a parità di istotipo
(confrontando solo i SSM) e a parità di condizioni di
sorveglianza (confrontando solo i MC diagnosticati
durante il follow-up)
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA
CONCLUSIONI
Il nostro lavoro conferma l’adeguatezza dei criteri di inclusione
utilizzati per selezionare, tra i pazienti con storia personale di MC,
quelli con caratteristiche suggestive per sindrome oncologica
familiare che dovrebbero, dunque, essere inseriti in uno specifico
programma di sorveglianza
 Diagnosi di MC ad un’età < 40 anni e/o
 MMP nello stesso paziente e/o
 Familiarità per MC e/o
 Storia personale e/o familiare di altri tumori viscerali suggestivi di
una sindrome oncologica familiare nota correlata ai geni
CDKN2A, CDK4, MITF, promotore di TERT e BAP1 (TP, astrocitomatumore del SNC, tumore renale, melanoma uveale, mesotelioma
ecc.)
CASISTICA CLINICA DERMATOLOGICA DI
NOVARA
CONCLUSIONI
 La nostra esperienza dimostra chiaramente come il MC sia una neoplasia
MESSAGE
maligna ad alto impatto TAKE
sociale,HOME
economico
e sanitario, in particolare
nella popolazione piemontese di origine caucasica
 Il 35,5% dei pazienti afferenti alla nostra Clinica con storia personale di MC
presenta infatti almeno uno dei criteri indicativi di alto rischio e suggestivi
di predisposizione familiare; ciò vuol dire che più di 1/3 di questa
popolazione rappresenta una “caso sentinella” per potenziali ulteriori casi
di MC nei membri appartenenti a queste famiglie ad alto rischio
 In particolare il 15,4% presenta familiarità per questa neoplasia e, dato
decisamente critico, circa 1/4 (il 24,3%) ha sviluppato il MC ad un’età < 40
anni e la maggior parte di questi sono donne in età fertile
 Ciò nonostante, è noto che il MC rappresenta una neoplasia maligna per
la quale un’intelligente progettazione di programmi di prevenzione
primaria e secondaria ha dimostrato notevole efficacia in termini di
riduzione di morbilità e mortalità
NON È NELLE STELLE CHE È CONSERVATO IL NOSTRO
DESTINO MA IN NOI STESSI
WILLIAM SHAKESPEARE
Download